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FÀBRICA DEL MONDO
DI M. FRANCESCO ALVNNO
DA FERRARA, LIBRI X.
NE Q^ALI Si contengono LE VOCI DI DANTE, DEL
Petrarca, del Boccaccio, & d’altri buoni auttori, mediante le quali fi poflbno fcrìucndo
elprimere tutti i concetti dell’huomo di qualunque cofa creata.
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di motte Hoci latine & Foig^ari del Bembo fofle a fnoi luoghi .
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CON VNA DICHIARATIONE DI PIV VOCABOLI CKB
mmcjuatuhetU^impreftuM.dggiMntdébemfuiode^
findiofi delU lingiM uolgae.
PER M. FRANCESCO SANSOVINO.
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ALLA MOLTO MAGNI FICA
SIGNORA CAVALIERA LA
SIGNORA GIVLIA DA PONTE DELLE
SIGNORE SI SPILIMBERGO.
F n 'H.c E. s c 0 s ^ 0 y I -H^o.
I c o M E molto tempo, ha Magnifica A ualorofa Signora, che io honoro
fra me fteflb le lingolari iiirtù di V. S. nella guifa ch’elle fono honoratc & ce- ,
Irbrate da tutti i piu bciringegni di quefta Città , Se finalmente da dafeuno
che laconofrc.cofi hohauutoun continuo dcfidcrio di gratificarmele con
qualche dono degno.di lei . La onde hauendo a quelli di non fenza lunga fati
ca accrtfeiuta & ridotta a maggior corrcttionc,& per mia opinione a non pie
ciolo miglioramento quefta Pirica del Mondo, ncllaquale fi contengono re-
golatamente con beU'ordine tutte leuoduratedatcelumi della lingua Tho-
feana , & da molti altri fcrittori illtiftri de noftri tempi , ho giudicato conue-
neuole dedicarla a V.S. fi come a Signora che oltre alla nobiltà, & alle molte doti marauigliofe del
fuo bellanimo, & oltre aH'incomparabile fuoualoredi hauer Tempre con infinita fortezza foftenuti
gli afialti', della inimica Fortuna , laqualc ha piu iiolte cercato di turbarla nella pedona del molto
Magnificò Caualicr fuo Conforte , & mio caro & honorato Signore , ha Tempre hauuto cognitionc
diqueftalinguanolgarc,& fauorito glihuominich’in quella hanno fcritto dottamente & conleg-
'' giadria . Di che ne può far piena fede al mondo la ftima che di lei léce uiuendo il Grandifsimo Bem-
bo , & come ho fopradetto quella che fanno di continuo tanti altri nobili ingegni , iquali tengono a
gran fanore dato loro dal Ciclo di goder fpeflb de fuo dotti, & uirtuofi ragionamenti . Ma ne fanno
ancho piu uiuo teftimonio i Tuoi frritti.che con molta lode uanno per le mani de gli huomini . Potrei
anchora llcndernii s‘il luogo lo permetteffe in dimollrar al Mondo col mezo di quefta penna quanto
a V. S. fi conurn<»a non folo quella mia dedicationc.ma ogni altro fupremo acaltifsimo honoredi ha
ui r allenato nella copia di tante & cofi fingolari uirtù le lue due maggiori figliuole, alle quali Tltaba
non ha forfè alcun pari Ma farci troppo lunp , & non baftano a ciò le mie forze. V . S. gradifea il do-
no , ma molto piu la mia ailct rione che dcfidcra d’ellcr conofcluta da lei in cofe molto maggiori .
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SONETTO DI M.' MARCO ANTONIO
magnoin lodedella
r*<*>CA s<L mOnpo,.
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le pietre deU fabrit» dtl Mando
Sono le noà cbe'l Tetrarca pop
£ Dante in nerfi.&il Boccaccio m prtfe,
che pn tre Inmi del parlar facondo .
Il fnalo , e'I fondamento piu profondo ,
£' la Imgua kolgar, che già cornee
L'età de gli ani ,e’l tetto d'oro a rop,
E col primo latin porre il feconda,
eli omamenti han piu forme che rerturmo ,
Ma rordme dimoflra a l'intelletto
Pliant' ha fior Trimanera putti .Autunno
De l'edificio à nobile .Architetto
Fu de la lingua Tbofea il nero .Alunno,
C'ha dato al Mondo un Mondo fi perfetto.
l ' i*
:
.< Al MAGNANIMO, ET ILLVSTRISS. COSFMO DE MEDICI
‘ CKAN DVCA DI FIRENZE. .•
i . • - .. i
rnuv^cEsco ^ l y
I COMI il noftro (tgnore Iddio lUuilrifs. DucAhauendo tutte le colè a alò & a c&
moditàdcU'huomo create, uoUc nel fentimento interiore dilUnguerlo da tutti gli
animali brutti ,& uiui/ìcarlo con l'anima rationale desinata a goder la Tua eterna
beatitudine, co lì parimente leco debberò larlo nella lingua digerente da tutti loro,
acciocheper mezo di quella poteflè gli alti concetti deiranimo proferire , & in qut>
Ao modo far noto a tutto’l mondo tanti Aupendi doni dalla Tua dniina macAa rice»
uuti. Ma pcrcioche il Tuono della lingua Tubito mandata fuori la uoce , mancaua an
chora che le cole elprdlè lì coUocallero nella memoria di quelli che Tudiuano, non>
dimeno elTcndo innumcrabili anzi infiniti i fiori & i parti di quello noAro intelletto.
Iddio apprelTo gli donò l’arte della fcrittura , accioche egli potelTe màdatc ad eterna memoria quello che '
con rintcllctto capiua , & con la lingua efprimcua . llqualc ogni uolta che uoglia gliene uenina ( fecondo
che diuerlì & infiniti erano gli huomini ) trouaua diucriè , & tiarìe nouità,rcicntie,& arti,& tutto a bene*
fido uniuerfale di clTa creatura huroana,& a chiarezza di quella incomprcfibile gratia-PoTsiamo adunque
con uerità dire , che la fcTittura ó Ipccchio del no Aro fapere , Se che s’ella non fulle.non lì haurebbe cogni-
rione alcuna di religione,nc di legge,ne di ordine , ne dì ucruno uAicio humano , di maniera che uiuendo
ciafeuno a modo Tuo fenza difcipltna , laquale dalla fcrittura appariamo .onero dalla uiua noce di quelli ,
iquali hanno hauuto la dottrina per elfa , làrcbbe neramente quali quello antico Chaos, & quella indige»
Aa confufione che uiene da poeti deferìtta. Hora adùquefe neiridioma, & nella uoce della lingua,& della
fcrittura miniAra,& fecretaria fua,non folTc ordine,& legge uni A>imc,per laqualc dafeono intcndellè , di
che altri parla,o ferine, & fe ciafeuno a modo fuo,& fenza Icggeparlailè con uarii,& diuerft Idiomi, fareb*
be inutile, & l'una , & l’altra inuentione, anzi farebbe la mina di queAo ammirabile confortio. Se ciuiliti
fiumana . Però uoUe Iddio dare l’uniforme parlare a popoli , & far fi , che una prouìncìa , od una nariono
parlaAe con un'Idioma comuncatutti.acdochepermezo di quello intendendo l'uno i concerti dcll’aU
tro , rhuomopoteAè imparare dall’altro hnomo . Di qui auenne , che quando la diuina proiiidenza d'id-
dio uollèconrondere l’arroganza di quelli che immemori di tanti benefidi riccuiiti , uoUero dirizzarle
coma contra lui, edificando quella altifiima corre Babilonica, confufe le lor lingue in modo che l'uno non
poteuaintendere l’Idioma dell’altro, diche nacque la mina di elfa torre ,& parimente la pena dìfiin-
confideraro ardimento, & di li gran peccato . Et allo incontro quando uollc che i Tuoi difcepoli diunlgaf*
Icro la legge fiia a tutto A mondo , per la lidute di tutti ; fece ch’elfi parlalfero con tutte le lingue , non al-
trimenti che fe nati folTero in ogni pronincia , & in ogni partedeiruniuerfo . Per laqualcofa noi poffiamo
quindi chiaramente comprendere, chc'lpiunccelTario dono che Iddio dhabbiad^o,dAaro l’Idioma a
tol quale parliamo , & col quale fcriuiamo , percioche, A uiuere infieme,riidire, il toccare,l’odorare, il ge
ncrare, il midrire figliuoli , & lìmAi atti naturali non fono-propiii dell'huomo , anzi comuni anchora a ^
animali brutti , ma il uiuere fecondo lele^i, con coAumi , & ordine, con pace , Se religione, il conofeetr
k cofe paffate , & lo incendere le ptefenri , & l’antiuedcre in pane le future , è proprio folo , & peculiare
dell'huomo , lequali tutte cofe fi pollbno làpere col mezo di quel dono delqualc hora parliamo . Et oltre
actòichicfi fuor di fe,chc non fappia, tutti glildiomi, tutte le lingue che fono Aateal mondo haucre
hauuto pnncipio,& fondamento da qualche grande Impero ? Chi non si, che la lingua Hebrca non fi ha-
urebbe giamai tanto AcfaaUa memoria noAra, & per tanti fccoli ,i’ella hauuto non haucAè Ibndamenco
da quel popolo Ifraelìtico , Se da quei Regi canto a Dio diletti ? Chi non si, che’l Caldeo,l'Ainrio,& l’Ara
bo gii fareobono del tutto cAinri, fit faremmo priui della cognitione di quella Theologia an tiqui filma
S( della tantonecellàriaarcedella medicina, NdicantialtrinuAerìi in quella lingua ferini , fe non fblTc'
kaco il Regno de gli Afiìri , & drU’altreprouincie , iquali dominando foUentarono l'Idioma, & furono ca>
giopOiChe in quello i concetti loro fi fcriuefiero 1 Chi non si, che la lingua Greca , dallaqualchabbiamo'
noi poAeri hauuto i priaapu di tutte tre le parti della PhAolbphia , Se dvU'artc del dire, A di tutte le leggi
oimli , làrcbbe maneaca , le non folle Aaeo l'Imperio di quelle Rcpubliche d^li Atheniefi , Se de Lacede- ;
Q>0flÌiWqualÌatt4lÌMn0j«^aUcuarpnajqueÌlalingiia»conlaquakfu nccclurw,cheqoci fublimi inteU|
Ietti , che jUhori uiueina, ptrlafTero , & rcriueflero f Chi non ti » che la, tanto celebrata , & faconda lin-
gua latina , dallaquate tutto il mondo ha prefo perfettione, & uero ciTcmpio di tutte le perfette fcicntic ,
Starti fempre (lata farebbe nelle tenebre dellaobliuioncfepolta.feftato non fofle il potentiffimo Impe-
rio de Romani, ilquale con quella parlando la mantenne , l'abbelL' ,& tal la fece, che uiuerà in eterno ? _
Onde dobbiamo necefl'aria mence concludere, che fi come i Regni , & gli Impcrii fono fiati conferuatori
delle lingue,col beneficio dellequali queftq mondo c ridotto ^quella perfetta politezza che lo ueggiamo,
coli le lingue,& gli Idiomi fono fiati fempre fogni indubiuti della grandezza de gli Impcrii,percioche nó
ueggiamo uiuere Idioma alcuno,che fia maflìmamente in ufo, ilquale nó fia fiato di gradi, & di poteti Im-
perli, Effondo adunque a quelli eftremifecoli,at ultime rcuolutioni del mondo forca una nuoua lingua
nella principale, ^ piu degna pane diqucllo ,«ioènella Italia, nataprimajoza, & diffonante. Se apprelTo
da uaric lingue di genti Barbare corrotta ,impofsibile è hormai ch’ella uenghi meno , anzi fia nccelfario ,
chefcmprcpiucrifcafopratutteraltrc,conciofiacofa,chelaThofcanaunadellcprincipali parti di effa
Italia lltabbi ridotta a fi perfetta ébnfonanza, & a fi uaghe forme di parlare approuate con tanti argutif-
fimi, & belliflìmi Poemi, Se contanti fcritri di cofi eccellenti. Se celebrati ingegni.cheio ardifeo dire, lei ef
/crea nofiri tempi a tutta laEuropa, Se piu oltre anchora fatta comune. Se diuenuta fi grata all'orecchi di
dafeuno, che chiunque uuol fcriuere.non si in altra miglior lingua , chein quella ifprimerc il fuo concet-
to. Et come chea ciafeun Prcndpe piaccia di eifaltare , Se fublimar quella fi auencurata lingua , non fola-
mente fcriuendo le file facende , ma anchora largamente , & con animo liberale premiando (quelli , che
con elTa bene. Se correttamente foriuono , Se tanto piu q^uelli anchora, che con ogni lor sforzo s ingegni^
no di ridurlaa cc»tc,& faciliregole.non può però tanto fare ch’ella non fia propria. Se naturai figliuola dèi
la Patria , dellaquale meritamente uoi fiora ne liete Prencipe, nellaqual, oltre che effa lingua è nata, è fia-
to ancho colta, & regolata da fvoi cittadini, & ridotta a qnella candidezza, fic^rfetto colmo, che noi
faoggi la ucggiamo.m maniera, che alcuno non fi può dire,che parli,o fcriua perfettamente con eira,fcnon
ollcrua le noci. Se le clocutioni ulàte da i tre nofiri gran Thofeani Dante,Petrarca,& Boccaedo . Et però a
me pare llluftrillìmo Cofmo, che tutta la pofierità, Se il fccol nollro habbia oltre modo ad effore obligaro
A cotefia inclita , Se nobiliffima patria ,laqualc uoi reggete, di fi nobil parto produtto da lei , Se tanto pio
obligato a uofira Eccellenza, quanto piu felicemente la conforuate. Se mantenete, con tanta pace,& amo
Tc, con quanta maggior cura attendete , che quefia lingua fua figliuola conforui il Iplendorfuo , tenendo
appo uoi cofi rari,& nobili intelletti, come fono Bernardo Segni, il Varchi, il GiambuUari, il Cello, & al-
tri molrilillnftratori della Fiorentina Academia . Però granife errorparmi, che facciano quelli, che in-
torno a quella lingua s’affaticano , dedicando le fatiche loro ad altri , che a propi parenti di quella , Se a
«udii , che fono fondamento,& fido foftegno di ella . Per laqual co(a,fe le dedicationi deU’opcrc fi foelion
fare a quelli, che debbono con l’auttoriti loro difenderle, quale puote effore piu degno foggetto di dedi-
*«ationcdicffe,& de fcritri , che trattino d’alcuna lingua, che quello, che c padre,nudritore. Se amoreuo-
Ufiimo conferuatore di ella? Perche fi come il bambino fi tiene piu ficuro nelle braccia della madre , cofi
la lingua. Se l’Idioma d’una prouincia non può effore piu ficuro, che nellebraccia,& fotto il nome , & pro-
' ttttione di quello Impero, che l’ha creata,nudrita , alle uata , & condotta a queU’ultimo fogno di auttori-
: ti che fi può defiderare. Et però hauendo io Erancefeo Alunno humil forno. Se offeruatorc del gran nome
di uofira Eccellenza fatte non poche fatiche in quefia fi nobil lingua Thofcana,folo per giouare a porteli,
che uogliano con efl'a fcriucre , accioche uedendo reffempio de gli approbati auttori,in ogui lor concet-
to pollano ficuramente fonia riprenfione fcriucre le loro inuentiom , Se horaellendoin penfiero di da-
re in Iucca comune uciliti di tutti quella prefente opera,IaquaIc contiene in fc tutte le uoci di quefia lin-
gua , che cafiamentc , Se correttamente ufàt fi poffono , mi parrebbe commettere grande errore fé ad al-
tri, cbcauoftrii Signoria lllufirifiìmala dcdicaffi,pcrcioche,fe uogliamo confiderare tutte le cofo,che pof
fono moiierelo foxittorc a dedicare l’opera fua ad alcuno, uedremo . che ad altri, che a lei piu propiamen
tc dedicare non la potea. Se fi confiderà la materia, di che io tratto , laquale è tutta della lingua Tho-
foana, fariaftatounooffendcreUIinguiifieiraiallaquale intendo giouare, fola hauefsi fonata del fono
di uofira Signoria Eccelicntifsima . Se fi ha rifpetto al titolo ,& al nome di erta opera, che c la Eabrica
del Mondo, per contenere la regolata architettura delle uoci uolgari , con let]uali fi pofToBO efprimcre
tutte le cofe create nel módo;a qual nome di Prence poteua io piu attaméte offerirla, che al gran Colino?
il cui nome in lingua Greca non fiiona altro che Mondo , Se coli è fogno euidente , che fia quello , che cia-
feuno proua , cioè il piu faggio , ilpiu giufto , il piu magnanimo , Se hbcrale Prencipe , c’hoggi uiua in ter-
ra , Se nnalmcnte ornamento , & Iplendore dell uniuerlo . Tal che giungendo il titolo dell opera mia con
TlUufirifsimo nome uofiro , tanto importa a dire Eabrica di Colino , quanto Eabrica del Mondo . Oltra
di ciò.s’io confiderò lapcrfona,a cui dedicare fi debbono l'opere uirtuofe,a qual piu uirtuofo offe-
rir fi debbe ? che a quello , ilquale hauendo radice da quella nobilifsima , SC tanto illuftre pianta , Se
famiglia , che di fecole in fccolo , per fuo proprio, Stpeculiar cofiume , ha fompre conforuatole lettere
giada Barbari dilsipate, auilite, corrotte, & quali fepoIte,& sforzatoli di mantenere la fua propria
politezza , & il Aio plcndore , & diiamato dal nino amore de fuoi popoli al gouemo ,8(alPrincipato^
j Ama
di Firenze, bora ad altro non attende , chea confcruare i Tuoi fudditi,& figliuoli in una aiirea,& fclidf-
fima pace , come fa.i mantenendo la nobile utiliza de fuoi progenitori,& con ogni fuo iludio ufando
ogni atto di uimì,& di liberalitadegna di ogni gran Prencipe, innita i pirtoofi a celebrarlo, ad eflaltar
lo , & a dargli diuini honori . Delle cui lode , & della fua ccccllcntifsima conforte , & degna compagna
la Signora DuchefiajDonna Lionora di Toledo dignifsima dell’Imperio del mondo, perla nobilti
dtllan"ucrealc,dondeédifcefa,deiringegnomlci pm diiiftio chehumano.&delualorepiu che in
donnafipoflauedere.fc non temefsiuitiolo nomedi adulatore, con uerità potrei fabritarc maggior
opera di quella . Ma confiderando finalmente chi piu pqteire clfcrc atto a difenderla da rabbiofi morii
deghinuidi, non ho Ciputo ritrouar dopo molti rauolgimenti perfona, che meglio lo polla fare di uo-
llraSinnoria Ecccllentifsima, perche, come, uedranno quefta mia opera fqual ch’ella fi fia^clTerdda
poiabbracciata , Se hauiita cara ,lc,non mi daranno lode di dotto fcrittore, mi loderanno al meno che
lìa pur giudiciofo ,Sc accorto in quella mia dcdicatione . Volita Eccellenza adunque non fdegni d ac-
tettarc quello parto del mio debole ingegno, &che’J fuo Eccellente nome adorni, 3t honori l’òpcv
ra della baflèzza mia, peraocbchauendomegli con quello mezo dedicato per feruo diuotifsimo, non
comporterò mai d’ellcruinto da perfona alcuna inofleruarecon ogni rcucrcntia,& procurare con tiit-
Tc le forze, che quello nome magnanimo di Cofmo rimanga ( come rimarràifenza dubio alcuno ) clàl-
tato nc lècoli fempitcrni. Si con quello facendo fine , l'adoro c'uciuno,cooic colà làuta . *
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M A U aV. v-fc -, iti
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f -i' ‘ir-U tir'j’, .ti
AL GRAN COSMO DE MEDICI
I L L V S TR I S S I M O DVCA DI FIORENZA.
SIGNORE ILLVSTRISSIMO.
R t M D 1 , honorato^effiofiUTe ogni mio merito , & proprio foLtmente della fingulare liberalità
di Holira Signoria IllKjtriJiimjèftatoUprefentedeUidHcemofcudi (f oro fattomi per nomeéqueU
La. Maé maggiore pre7jso,& da me molto piu filmato Jòno fiate le amoreMoli,& huniane offer-
te m/jtwr I OH quelle ueimtcmt dalla fua magnanmttà ,per lequali ho compre fo, la diuotioue , & li
jeruitù mia, che con la pm urna parte dell’animo le ho dedicata in perpetuo , e^ere da uofira ecceU
lenza ricoHofiiuta, &hauktj cara; per laqualcofa fi come io rm fenio tutto ardente di defiderii
di rtngraUarla,&é farle eoHofcere alquanta larga fia un gramf animo d'unfgaoreuerlòillcnii-
dore, cofimiaffligp,& con tutti gli affetti mi doglio non lo poter fare efiendofigran difianza, daU
C altezza deLgrattojo animo dt qneUa,atla bafiegga dèlie forge del mio intelletto , cir perciò lafta,tbe'lfuo diurno ingegno
confiden quello,ch^o uinto dalla fua jouerchia uirti, norra poter fare, & femedifima neniigrjtH, poi tb'hnon pejji'ig-
guagliarmi alla uolontà grande ch'io tengo. Bencbenonpier queHo [animo mio s’auilifca .anzi dalla cortefia ufatami
prenda forza ,&uigor tale , che aràfeo promettere a uofira Signoria lUufiriffima ,& al mondo , che fi con glt effetti non
poffo agguagliarmi alt' ammirabile magnanimità di Cofimo.almeno , aiutato dalia fua fmgulare humanitate megb appref-
feri di modo con [affetttone del dinoto mioammoah'io non farò tenuto del tutto tngrato,& mutile firuidore,& in ciò jpen-
derò fimpre, le fatiche mie tutte, acciò che gli effetti appaghino in qualche parte quello, ibe le parole nonpoffòno, &
però bora mi tacilo , & non piu parlo di quefio .
Doghorm oltre ciò Signore lUufiriflimo dell'error prefi nel nome della gratiofiffìma Signora Lionora fua degna con forte , ilcbe
auenneper la fimhra infbrmatione hauutane . Ma rendo alla Eccellerla uofirainfimtegratie di hauermi fatto auerth e
a tempo ,cb% potuto ageuolmente emendarlo, & fatto fubito nflampar tutte quelle carte alone era impreffb d nome i I-
fabelia , & poftouiin fuo luogo Lionora, &fe mifojSe fiato lecito^ non nbaueffi ritenuto biafimo, negli baurei pofii am-
bedueiiomeionueniemiffimt alla perfona, che rapprefemano . Ilprnno ,percioche[inclilaconforeediuoilra Eccellergli
la ifiiffabi Ili per laqualcfi potrebbe chiamare ,ejia bella , & non meno per le bellegge del corpo, che per quelle dell’anim
mo ornate S ogm chiara mrtu. Et d fecondo nero fuo proprio di lionora , per la magnammttà ,érper [honore , che regna-
no in lei, meritamente feconda parte dell’anima delgrandifiimo Cofimo .
Doghomianchorachelamalafirtecagionediguallarmiil piede nelcaualcarch'io feci a Fiorenza tm'impedijfe talmente,
che non gli potefii fare quella riuerenga tb'h defideraua ,eìrcon piu cSmmodttà non gli face/ii uedere oltre [opera della
Fabnca del Mondo, quel tanto, ch’io uaglio nello fcriuere, nel mimare, (p nel toccar dt penna, nella qual arte ardifeo dir-
gli con uentà,& finga ultantia, che gli baurei mofirato cofi non folamente rare, ma in altrui nonuedute ,&cheda mag-
giori prcneipi del mondo fino [late ammirate . Ma purfperochenonpalfaràmoltotempo,ch’iolofarò,tir forfeconpi»
giocondo animo, che non borei fallo allhora per [impedimento del piede ohe motto mi molefiaua, & c'bora mi addoglia, ^
mbmaadomi a uofira magnanima Signoria con quella bumdtà ch’io debbo me le raccomando .
Di yinegfa atUllI. di Febraio,
M D XLyil.
D. y. txceUentifima S'igperit
Humilifiimfiruo
FrancefcoUlumto.
.1 A -■
MARCO ANTONIO MAGNO
ALLI LETTORI.
1
R À H D 1 Ihr^dubto è fiata Hcriò noi bunumjjimi Lettori LtUberalitàdel nojlro megere f Tante*
fio diurno , perno ib't gli prima con l'ofienatiom ni Jonò infiniti fiori , ^ copiofi frutti Ja Ini nel
giardino del Vetrarca raccolu^ apprefio con le H/cchezze della lingua uolgare tante premfegent
me del Boccaccio ni pofe innanzi (perche ad arbitrio nofirone pigltaììe) tfuante nel fuo abbondenOm
le teforo fi rttrouafie giamai . Ma bora infieme con le noci é Danto, thè piu gli fino panie neief-
fànejir al propoftto (fi come già promi fe) ut prefenta quefla Fabnta del mondo, doue dituttatrefi
fa mentione/lono,net uero, chepaffa tutte le grandezze detta fua cortefia , ty della uofira commo-
ditàJLt quale (fecondo ch'io fiimo ) tanto piu dourà efierm grata /luanto piu c<mofcerete,ch’cgb s'ba
ingegnato di donami tutte le nane ftgniftcationi de uocaboli,& le ofieruatiom,& i modi del parlar colto, &gli EpithetiJ S l-
nonomiJa,defcnttioae deluogbt,& < primi inuentori dette cofe,con la cogmtione di molte htfiorte,efauole da Latini,i&da Cre
ti auttorifentte^nperò mai fcofiaadofi da quello, di ebe n'banm fatto mentione ine fiora nominati auttori principali, & in
pTofa,&ÌHuerfi detta poefia i dr della lingua Tbofea, con alcune autorità di cofe rare a altri fcrittori . Et ciò ha fatto confi
imrabileoréne,dr con fi aueduta difpofitione,che uolendo uot parlare dt qualunque materia , potrete di leggieri trouare tutto
tiortbe ni ìapprefinta nelFammo di douer due, peraoche fotta dieci Titoli jouero Cafi, ha cofi ben toliocau,narrate^ dechia
rate tutte quelle coficche fi pofpmo dire, che uot medefimi eoa quelle ifieffe uocicche i detti ne «offri "Poeti ufaronoj& altri(oue
fia bifigno) potrete parlandola uofirafauelia, o fcrtuendo le uofire compofitioni arricchire . Et come ch'effo non habhia in ciò
figmtol'ordine de dieci Tredicamenti d\4 nfiotele,è fiato nondimeno in fifianza a lui confórme, fe con gbuUciofi occhio la pre
finte Fabrica confiderar uorrete , per baun compre fi tutte quelle cefi in quelli dieci T itob,non altrimenti, che ,A ri fintele ne
fuoi dieci Tredicamentifi comprendelfe. Et quando bene fitto i Capi principali, ty loro membri noi non potefiecofi facilmente
trouare cu),cbe cercate,bauete dueamplifiimi ^Ipbabeti, t uno delie uoa pntinenti alla bngua, f alno de nomi proprq degli
buomini,el de luoghi con alcune ampltmiom,che non giaceranno a gli buomini diligenti,con li quali ^l^abeti,& con t aiuto
de numeri trouarete ageuolmente tutto quello, che cercate , Et benché i uocabolt uolga ri fumo nelt opera interpretati con noci
latine, nondimeno molto piu ampio,ty abbondante Indice, & uolgare ,& latino ui i apparecchia ^bè (fel mio auifi non ni in-
ganna) fimmamente farà appouoitq>prezxato,& tenuto caro, con la dednarationenonfolamente ielle uoauolgari,& latim
ne, ma anebora di molli uarq modi eleganti del parlar latino, con i fuoi uolgari , laqual cofa credo, che non farà picciolo gioua-
mento a fiudiofi dell una,& delf altra lingua. & queflo lo potrete a fiatare tra non molto fiotto di tempo,percioche^ i tefiu
toitìr per kmag^r parte condiato daldatoauttoreaperfettione,fengachefeparatamentenel finedellaprefente Fabrica
baurete tutte quelle particelle,cbe non hanno hauuto coUocatmne nelloperafiarte molto utile, & naefiaria . Sicenae adun-
que le fatiche di molti anni del uofiro Mlunno,& leggendo fenntem dette mgflie èque fio ddigentifiimo efieruatore, perdoche
per giouarui,à" per fami cofa grata fi i affaticato,<y non conperfuafione di acquifiar fama appo gli buontini,che uerranno ,
Et pai uoi accioebe egli iifieme con C Indice , ch'io ui promato , coffa donami gli altri praioft frutti del fuo nobile ingegno,
come che tiene in animo è fare, pregate Iddio , che per fua diupu lontàgli conceda ulta unga ,&iom tanto allegrandomi^
cefi eccelleau eificm da luifabncato^m ho uolnto rthare è celebrare il nome fuo ,
Hi
ALL 1 SAGGI ET GIVDICIOSI
fRANCESCO ALVNNO.
LETTORI.
X
p
E T »j> Schllorihf<^fi^ril)rrfodìhiUirr^euoltTtrrJte,oJim>nhMelrfidi^MoJrof>miimeJitUt
11, mptntkbciiai cfjm fittopofio jUì tuturddcgUhuontmcomunnncme diti <td oTiO-e.crhjKreitrop^
po piu grjn pruutrgio de gli dkri, d'effer bberoeU maft dclU npreufione, c du tunj , CT dmtrfi giudici/di
quùfi mfintti lettori, <he piu ageuolmente vuolpano [ultrut com^iitonùche fi pouguno u fcrùure,0' ud ejji
re oltraggun dt <pieBi,che pmfmno, o fino piu muidiift , i quali il piu delle uolie mettono ncOa bifucdt cbt
dinanzi portano,! difetti del compagno.^' m quella dopo le fiaUe i loro propi, oltre che mi dorrei molto del*
la ingratitudine ufatami.per huuerc io affinto tante fatiche pergiouamento degli huomini, cr bara riportar
ne pm lofio ha/ìmo,che rànuneratione (al men che fu) tf animo grato, fi non dt lode. M a perche conojco ha*
nere de compagni affai,cr che forfè faranno pm queUi,che accetteranno in buona parte la mu pura intentione,che gli ingemop neffopea
re altrmjio gmdicato,che non fu fuor di propofno renderui ragione del mio pmfiero dt quefio elfermt ino aUo fcriucre,^' uliinumena
te a pigliare affunto di comporre quefia opera'da me nominata la i'abrica del mondo, difendendo tal nome tenuto firfi alquanto arroa
gante dal giuàcio S aleuno.E perciò a noi pw che ad altn,npetendo alquanto d’alto [ ongme delle mie còpofmoni, dico, che il deflderio
della immortalità, cb'è fiato in ogni tempo accefii nelle fuegliate menti de mortali Ju Jemfme commolio gli animi loro a quelle grandi »»•
pre/e, che potrfiero giouare aUa publica utilità de gli huomtni,che uerranno,Et di qui ujaicano i Romani , per incitar gb animi duufiuno
di giouare al mondoab conficrare a quelli tali flatue di bronzo, o di marmoaie per alno fine, che per andare nome eterno , furono aU
Zate al cielo le gran Piramidi <f Egitto. Ma perche quefle,cr quelle erano medefimameittefiggettr alla acuta bma del tempo, fu troua*
ta la tìijloria,òe porta U nome de martab per ufittti fècob,cr fila fi difende dal rabbiofi morfi d' quello ingordoferpentr, che fi fiefi
fi diuora. Onde na eque tanto defiderio anchone caSh.O' gburwfi petti d'effere portati dalle falde fiaBe dt quejta nemiea di morte per le
noci degù huómini,che Cicerone non fi uergognò di uoler perfuadere a Lueeio,chenel farlo immortale congb fermi liioi,uob‘fJè alquan*
to trapàjiare i termini della Hiftorica ueruà . Io adunque im^ da quefio naturale , cr uniuerlàle difio, mi fon tempre ifirzato con
Uirtuofi fatiche é giouare a coloro,cbe con [ab detta diurna uirtù cercano ogn'hora di poggiare al cielo.B perche io nò penfi,che alcuna
altra uirtifia tanto frequentata al pre finte nel comune ufi degb buommi, quanto è la profèfiionc detta uolgare ebxfuenza.a' conafien»
dola nondimeno inuibippata netti ciechi errori piu che tutte f altre , per efiere i termtm firn qua, cria unriamente ffiarfi ne giardini de i
Ire findatari diquefia lingua uolgarefio fimpre cercato con le mie laboriofe operc,(j- fideliab trarla dt tenebre, cT ittu/b-arla fecondo
k^ciole forze del imo debob; mgegnoatnehara che occupato in altri uirtuofiefirrcmf. Nc mi è partito molto bihauer dato m bieele
efieruatiom del Petrarca, crlelfiiccheTxe detta lingua nomare, che ho uobuo anclxracon piu atto foggettomefirare, la ueru firada
db non andar pn errando mentre che altrui piacerà di fiore in quefia tafìrafabrica. Ne mi fiafiritto ad arroganza éaffnrare con tanta
ima bofiezza atta immortabtx, pereioche nette cofi grandi la sforzo di ehi che fìa non dee efferc defraudata della meritata lode , ma co»
mendata la indufiria,cr tenuta per uirti taudaeia,(rb)haueruoliUobifieuole.PeraochenoHlònionuouoAppione grammatico detto
Cùmbalo del mondo, o Thnpanoahe fi perfiiadea di far qualunque perfina immortale, che egb hauefic ndl’opere fuc nominata , Anzi
no io con [animo fimpre bi^,(y per terra, cr pre fimo di me medefimo meno éiputto che molti fi penfiao, come huoiuo che
(quaniimquefiadififiàlefpimofiéattTibuiriniilconofiimentodiquantocapexyabbraecucilmiopoco fipere . Ma con tutto ciò finto
iòffiare non fi che uento che aliamo mi molejla [orccchie.Percioche alcuni nel primo mcoatrodi epiefia ppera,finza haueme forfè kt»
todiqucttapiuoltre,offefidattagrandczzadel titolojianno detto che non è alcuno fi ardito, che fipcfiadtr uomo dt fare alcuna finca
del mondo fi perfetta, come qnetta, che fice il gran Padre, cr creatore di tutte k cofi. A tti quab per mu difrrfione riffondciuto, preghe»
róciafcuno,cbenon uogbacofitoftogmdicarcdclTitolo.fiprrimanonhabcnccoi^dcratatuitalacontaimzadctt’opcraPcrciocheioaJ
imitatione dt motti Greci,cr di Latini attmi, c'hanno mutoUto le laro opere con nome dt Comueopia,é Cafi,o dt F.ii<o di mele, di Pan^
dettegli Btbbotecao) di altri nomìfòmiglianttjho cofi nominata [opera mia per efiere la Pabrua dt Cofmo,ncttaquale non intendo à fora
mar Stette.Piancttaic E Icmentfo dwerfità di paefixr i[ammjlÌMi fi come nella tabrica d'iddio fi trouano tutte leeofi create, cofi uri»
[opera mu fi leggono lutti i modi,cr k uarie proprietà di parlar di quettc,ficanJo il leggiadra jblc detti Ire ficondifiimi auttori,ebe firn
prc CI fino ficura fcarta,cr chiaro lume per condurci alla uolgare eloquenza. Meritamente adunque fi può dire Pabrica di Cofmo quetta
che contiene in fi il nero modo del parla- Thofio é tutte k cofi ereate,ltquale è fondata fòpra dieci falde cobmie per firmfiimo fonda»
mento di quefio ricco cdificio,lequattfino Dio. Cielo , Mondo . Elementi. Anima. Carpo. Huomo. Qualità. Quantità, cr Inferno . cr
cfci fappoggcTàadunadiquejleaiolendoragionarrdiqueifiibbicttichcttafiSicnr,p>olràgirficurodtnoncadermainclcomuneemre
detta cieca igncTanza.Et s'aleum per aucntura mi uol^jiro notare d^infamia di Ladro, per haucr rubato da diuerfi finttori buona furte
di do c’ho detiofiffondrrò loro dx di colai fiati fi aucggpno piu die gli altri i Ladri,cr mi difenderò fchmnmJo con quetta trita, cr ue
ra fcnlcnza che non è cefi detta che non fu prinu detta.Kaci oglietc adunque benegni , cr mgeniofi giudici de k mie fuiche,quefie lun»
ghc vigilie con quitta ferma fronte die fi calmene allamoreuole affitto die mifofioifc a cofi ardua imprcfa . Et fi alcun aitnf offe che
uolcffe riprendere con nubugia, cr ingrata mente quefio dono ch'io ficcio boggi al mondo, un con Lt prudenza uofira difiqdeteio,cona
fcTuatclo,cr mantenetelo in pregio, che [io conojcerò,dK k fitichc mie tremno appio noi fieuro cT grato albergoan'mgcgiirrò attagior
nata dipiufcmprcgratifieawxrfieiaamente miporròapùbbcartdc gUaltnfrutticbegiaftnuturanoncl giardino dime nato per
giouare a molli fidek Alunno.
Di Vinegia atti t. di Gennaio.
M D XLVm.
5
AL SVO CVGINO SEBASTIANO DEL BAILO DA FERRARA.
FRANCESCO ALVNNO.
VtilA i>iiiidij,chegÌ4mimafieaiioìmk$ioflreTÌcd>e:^auanxfre;perlcipiali
w compofi le RiuhtT^ dtUd lingua nalgare, donandole al mondo per arnccbtme altrnii
fi come altre uoUe in una mia lettera largamente ne ragionai , quella tjiefia ktra fart-
mentemihafiironato.&lprotta (quanto per me fi f note) ndaiunvtTeUituttrafiipt.r~
ba Fabrka, che già dignajte a parte aparte dentro di Ferrara ntohrarmi . Là ondeme^
comedefimomi dtjjwfié farne un’altra, laquale fojienon folanantcpiubeUa dcllauo-
firn, ma che di gran lunga auanzajfe qualunque altra fi trouafie . Pojiomi adunque aU
la im^efa fenna riguardo niuno , ch'ella fi fùijfa chiamar temeraria , & alle mtèdeholi
forze non bafteitole ; pur nondùnenoftimolato da cotal (prone, con ogm mio lludto le diedi principio , il che uà uen-,
nifi benfatto , che bora che iojiagiunto al fine di quella , farmi dbauerla fondata (opra dieci colonne cefi falde,
ib’iolpero tch'eHanonhabbiaadubitareé fuoco, neé ferro, ne di lunghézza di tempo. Sic'hor tuoi m rendo
eertijìimo , che ne il uofiro (anzi pur mio) meffer Terzo , ne il fecondo, odprimo , ne quanti ankiteitt che mai fu-
rono, con ragione potranno con Pane loro, 0 di helìezzo,oédifpofitione darle menda alcuna, perno che, ^ da
uoi,& da loro piu della uoHra,& delle altre farà da cómendare ; con quanto meno di fatica tutta la pia grandez-
za potrà fenza altrui diilurbo capire nelle camere, negli (ludi, & non che in quefhfi ptaiob lui ghigna amilo qui
m Fmegia, doue ella bebbe principio, &fiiK,& appo uoi in Ferrara, & m ogni altra citta . Et doue jurlla uojtra
fiora ferma in Ferrara,dr cofit [olamente fi potrà uedere l quefia mia per tutte le parti del mondo a ciaf uno fi di-
mofirerà, Quella col tempo Amatore Jogmeofa fi n’andrà mrouma ,comene uanna tutti glttéficq mondami
quefiqffi'lmioamfononm'inganna) faràquella ,^t durerà fenga pauradi timpo , odi fortuna , fin che que..t
noflra lingua , gp- qutflonofirouolgare idioma farà da gb buomiiii lequto caro,& bauuto m pregio . Ita forfè
0 qualche uofiro amico dirà , cheParàrmio è troppo grande aperfuadgmu , che quefia mia Fabrua debba durare
fi lungo tempo, ni duo, che (quantunque io nonPbabbiafabricala ad altro effetto) mi goda mn alir,iaenn,<.uriio
mi uedefiiuelare honorato ftw le botale de dotti tulli futuri feooli , & innanzi tempo mi pai co di quella immotta-r-
btà, &diquellagloria, de fuoleauemre alle cofecelekri,& l*date . Fa (eper aumurareplubertte iche uqiivii
bauetepimiod’iimidutnealiemie'R.icthezxe,nealUmiaFabKca .ptjcùube qualunque imita mgfut u »euau
ga,ue ne potete con pota prezza fodiifare,uitornerqqdire, effe una m_inima fiimilladittsTagLmaità' di fai .1
perpetua ual pm affqi,die tutte le nctbezze di suda, o di Craffò,o di tuffi i palagi, ^ delitu LÙcullituA. W.iuqi-e
ficofi è cugino canfiimo habbiatemiperifiufàto uiprcgo , perno chequtlig ch'io ulipd^a,/ùin igiupct inufinia»
re in parte alcuna le uoftre bene acquiftate fatuità, nela uoflra fabrica ,ne meno per non ut amare , che per non
effirci rimafii (come ben fapete) altri dèlia cafanolìra , che noi due fenza pm,fino oltre modo tenuto ita-
marui di cuore; ma filo per fami cono fiere l’aumento della progenie noflra , cJ- il buon proponimento del-
la nande:^ delPanimodeluofirocongiuntodi [angue ,ilquale fenonperlauo!lra,peraltrauta forfenonme-
HO Todeuole , ba finire cercato , & cerca difarfi me piu ricco itbonore , che (Toro . Et oltre ciò non ui paia Urano
fi io lodandoui le mie opere bo uoluto fórfiporui nelt animo di far quelle mie comuni con le uoSlre appo me di moU
to minor ualore . Ma fi noi pur febiferete di accompagnare le uoHre cofipictiole con le mie cofi grandi , con la me-
de fima ragione potrò io ribattere la uoHra, cioè cheuoi, iUfuale filmate affai piu quelle ,ibequefle, [degnate forfè
pareggiami con la mia bafiezza . Et quefio bafii per burlar am uoi,tr cofi far conofeere al mondo, & alla pofleri-
tà le uofire, & le mie ricchezze . In quefio megp Iddio ui feliciti come de fiderate .
Di Finegia alti tre di Gennaio. M D XLFIII.
AVERTIMENTI intorno alla DICHI ARA7I0NE DELL’OPERA,
Nonfi fono pofti i numeri dinotanti i luoghi deirauttotc allegato Perciò che già fono lidie Ric-
chezze della lingua volgare alle voci viatc dal Boccaccio , & nelle O fiètuationi a quelle del Pe-
trarca, opere già porte in luce.
Non citiamo tutte le voci del Boccaccio, ne a fatto quelle del Petrarca, & diDancc', non però U-
feiamo alcuna di quelle,che piu fono in propofito .
Non fi coflcTuato l'ordine dell’AlphabetOj perche volendo parlare di vna materia. Se ciò che
fotto quella fi comprende, non fi haurtbbe potuto orteruare tal ordine , non retta però, che la
Tauola, onero l’I ndicc non ferua il medefimo.
Le voci approbate (ì debbono intendere del Petrarca, di Dante, Sedei Boccaccio, incendendo
peròquelle del Decamerone, & ncn dcll'altre fuc opere .
Là doue citiamo l'Indice nell’opera, fi debbe intendere le Ricchezze della lingua volgare .
Tutte le voci volgari hauranno i fuoi latini,& in cjuanti modi latinamente fi poflbno efporpe.
Noi vfiamo nelle auttoriti ( doue occorre ) Ph. in vece della F,&cofilaH nelle voci che viTaa
mente vengono da Greci e da Latini , e lì come Tempre vfarono i noftri tre approbati auttori;
auenga chealprefente quali del tutto fcliili, e dì ciò nell'opera nortra della lingua volgare &
latina ampiamente ragioneremo.
^BBKEf'I^Tf'RE DELl'OTER^.
Anttori «tati nell'opera
A M.
Ameto.
Voi.
CÀm
Volgare
Singuiare.
l'IT.
retrarca.
P H.
Fniiocolo.
5tn.
Dan.
Dante.
L A.
Labirinto
piu.
Plurale.
B oc.
Boccaccio.
Fi.
Fiammetta.
Mai:
Mafculino. ‘
A a 1.
Ariorto.
Ep.
Epirtola conf.
Frm.
Feminino.
San.
Sannazaro.
Vi.
Vifioneamo.
Sort.
Softantiuo.
ViR.
Virgilio.
L A.
Latino.
Adie.
Adiettiuo.
Alv.
Alunno.
Gr.
Greco
Adue.
Aduerbio.
T.
Taleauttore
Pr.
Prouenzale. * ■
Dim.
Diminutiuo.
Bim.
Bembo.
As.
Afolani
Vo. Vocc,o Vocabolo.'
Gli altri fono tutti dirtinti .
Meta.
Metaphora.
*1
<i Vii''-'',
1 1 ' . ..
-di i - '
. .1-4 V ‘ (Ù(t
V
,-Vir . •v/jt'vJ.i', V *•'
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•v.i ri it
; „.ii\ 1.; '-i'-:'. 1 tT- t-I . ■'Tj.'jdji.i «. i « . j j\ i-1
INDICE PRIMO DI TVTTE LE
VOCI VSATE DAL PETRARCA, DAL BOC-
CACCIO, DA DANTE, ET D’ALTRI BVONI AVTORI.
DOTO SEOy ITU VI n.0 IC £ SECO 'H.D 0 D E V^O M I T R O T KI.
C o M tU feot vtri figmfi-
b. vedi a it)o
a,i vece di nofnC)& aei feo
fo deldaciuo, ddJ*acitt>
fjtiuOyft deU*abUotM> .
a,adueibiaJmcntr>& aoco
aducrbiatipcttie repiicau . il{ 1. 1 S)i
a, con l'anicolo nel numero del piu , & dd
meno, & eoo Ì'iafioito,& replicala per or-
namento. I0|)
n,coo Iaclie,rioe'a che* i0l]>i7i4
a, IO -vece delia particella cooydc della per la>
twa,& prò in, prò prope rei fecut, prò lux
ta,fecuodum,verAu,pts, e!» nolir,httc,
huculi^t, ad ^uidfVcl ^uorfum,cir,ca, da,
di. ^ l•,4.li3f
a difpetto di tc,ctoe cÓtra il tuo volete* p 71
a pennello ooc pfifcitameore. Stt
ab pamcella Ialina, efau anco da volgan*
abaehiera,ciod macfha di ur conto. ?S f
abaihtlla, il compucilla, cioè che crea conto
de libri. 7>f
abada, Talea rc^ndictoneva fperanxa,d( alca
na volta a pcz^tcnto di tempo* itfi
abantuo,valc anticainence. tpo
abaÌbat,aoea(ttl6ucu,vediballàia. 174}
abate, &bade(Ta 24;
abbacinare, il medclìmo chcabbagliare i|}7
abbagliare,perabbarbaglure,ofiuftarla vi-
lla. I|T7
abbaMDCi,val latranti. noe
abbaiare, per latrare, cioè far la voce del ca-
ne. IXOf
abbaiatori, petmcu-maladiceaci. 1 tor
abbandonate verbo. 1 4 44
abbjadooato,aoè dcteliuo. 1494
abbandono.^ tnabbaodono. 14ÌÌ4
abbarbagliare , il medefimo che abbagliare,
abbaciiiare,& oflufcaic. sjp
abbarbaglio nome. i)f7
d)barbKarc,pcr appigIiarc,A attaccare. 54
abballare, per huinjliare,inclinafc* 1 Sa
abbattete, per abbacare* 1 71 x
abb**uerc,per incontrare 6or
abbattercjp amuare,o giungere a calo. 1040
-i.i
e>4
I «36
4X9
liti
676
476
»9»
070
990
lto7
lata
I irv
J40S
1640
abl>atterc,}'eriouinarc.
abbellire,pcr farbello,omare.
abbicare, per far bica,cioe cumulo,
abbondanza, & abondanxa.
abbonir, per maturare.
abbracciamcoto,& abbracciamenti,
abinacciare verbo-
abbrcuure.per accurare,nccorciai«.
abbruloarc,& brufciart.
abbrurciaio,&arlo.
abbuiare,per far buio,ciod renro.
a bei ftudiu, Cloe volontariamente.
abcte,albcro noto*
ab eterno vai fempre,dc da pnodpio.
ab cxpcrtOfVal per prona.
ablwnre,p hauereuiodio,o afcbino* f6f
•Morrai barauo,profbadicà« iiji
abofmneuolcjche vai maladetto* 919
abommeuole,che vai punolente. t4ia
aboodanie,&abondantemente. aa0
•boodaota,& aboodactia* aa^
abondare verbo* atv
a bfano,a beano, che vale a pczxo,a pmo.
I7<0
abrcnta,abfcntìa, dcaHenta. 96Ì
acancho herba & fiore, de appo alcuni la brà
ca vrfina herba. 1169
acafo,cioearorte. tra
accadcrc,p far birogao,auenire,occorref.ifS
accJtflarc,ii medeCmo che acctcflarc. 14.9
accampare,per càpegoare,o por campo.4 ; a
accapigliarCfperazt^'.re. i) o
accapricdaie,dc riccapricctare* 1170
accarnare,pcr prender carne l)xo
acc»fnare,pcr fcemarc,4t dtminnire* Spo
accattare, |> •ogltctc ad uopicile, & per tro-
vare. 1494
accccare,per fac cicco , cavargli occhi. 1 irr
accedcrc,pcr venire, de appropinquare. 1479
acccfiarc,per accatfare,ooè pgliar per ceffo.
•41*
accelerare per aff'rettare , foUeacara,dc an-
dar prima, omoanti. I49r
acccndete^per infiammar*. ft$
accencbmento ranlore. tS?
acccnDare,perfàicenao* lira
acceofo de accefo* tSp
acceoto,la nronantia,o tuono del dire.i i9a
accertare, per certificare. 1*77
accefo, vale infiammato* 997
accetta arma m ia. 494
accettar, rcrriccuercgraramentc. 410
accctto,chcfignifita grato* 4)0
acchetale, d( acquei are. 7 1 7
acoaio mculio 00(0. 1 1 )7
acuaio,d( acculino,il focile con che fi batte
il foco. 99 I
acculcni c,dt acodcotì. 1 r 7
accio de a CIÒ , che vai a qucfto a quello^ o a
talcafo. ia|é
accioclie,vaie a finche* i8j6
accifmaiepcr moleffare. 1x9$
acciuire,per dare a cambio, vocabolo mcrca
tancclco,che hor fi dice ciuire* 760
acdJoe,vai inchinate. ipf
accoccare,perfarcliela. 4)7
accogUenza, lo abbracciamento. ipdi
accog)iere,pernccuerecuD beoigoili* ir6|
accoglier, per adunare. ir4)*i7oo
accogliere, p aggiungere all'improuifo. I47r
aca^itore, Cloe che accoglie. ird|.l70o
accomandare, per raccomandar*. 410
accomodarcjper adagiare. 7ia
accomodato,valeagMto. 71S
accomodojla <ocnoditi,lo agio. 7 it
accomnoare,pcr far coo>uoc* 1 fjo
accompagnare, r#r aiiotiatc. 1 p74
acconciamentc^va] .Tccameote. pia
accunciarc^per accomodare, addaoar*, or-
oarc* 71S
a«onQO>yak a*com»daco>attOte 7 il
accentare, per oum*rarc,far conto, dr p porfi
eoo gli aiin in compagnia. 1371.1696
accoppiare, per giungere lofieme. 1 71 <
acccrarc,p dar affanno,chepinail core.i|io
accorciarc,per abbrcuiare. 497
acofdare,pcrcomponcrc. 7*o
accordatore,!! compofitorfe 71 o
accorgere uome,dc aaorgere verbo* 741
accorgimcntodo auedimcnto. 742
accorri voce araba,che vale aiuto* r 7
accorro, vai prudcaie,fagace,affuco* 744
accofriare, per federe come fanuo le donue
3uaodo aggiungono ic gambe alte cofvic,
be fi accolgono tn vno. I4ril
accollare per approfiimarc* 9>i
accoixare,f cr aggiuogcrc,dr per fommatc,&
per confia(larc,o ioinbactcre. 990
acciefterenorre^dcaccicfccre verbo. 1190
acctercimmto,valeaumeii(o- ir9>a
accumulare, per far cumulo, 1 ; 01
accufa,{aqucieia. cwt
accufare,per incolpare. . 6ox
accrbaméie,val acramcnre.malarnète. 1444
acerbo, vai arpro,lcucto,duio,araguo, im-
inaturo,nca abonito* 1644
acero albero. iif9
aceto il vio fort*. 1 ao
acetofo, vale agro. 1443
a che, vai pcrciie. iato
adò,dcauiò,chevaleaqneffo,a^to. 1836
Ac^va eiemeotonoto. 1014
acqua laofa,o cunCt. 1 636
acquano fegno cclcffe. ^63
acqufitare.per afiondere, appiattare- }? |
acquatterò, luogo abundante cTacqua» 1014
acqucdoKo,vai cooduuo d*acqua. 1077
acquetare, per paci6care,placaic* 716
acquiftare,per auanzarc. 7^a
acqutffo,lo auanxo. 76x
acro,d(agio. 1*43
acume de.l*occhio, doe la virtù viGaa,dc au
cho dinota acuita, dr fonigimta. 1 146
acuto, vai pungente, fottiie in punta* 4x6
acuto,cbc Val lottile, come d'ingegnoacu
tO. 1999
ad prepofitione,dt prima con nomi delle cit-
tà^con verbi fìgnificaati Uaio, dr moto, dr
repluata,d( ad prò verfus, prò in, prò per,
de valpcrtempo,appr<llb* 18361837
adagiare, per accomodare. 7ia
adagio, il medelimo che agio. 7 1 a
adamante, de diamante pietra predofa.1138
addate, per accorgere, aucdcrc. 744
addcntarc,pcr mordete- 1 37 7
addeftrar e , per guidar il cavallo per le rc^>
ne. ixio
addimadare,dunàdarc,de domandate. 1409
additare per moffrate a dito. 1436
addoU)are,perorDare,drper vcAire* 716
addogliarc,pcr farò per dardoglta* noe
addorctre,per far dolce. 164 1
•ddoppiarc,per far doppio* t7XS
addormeaure,per dormir*. 1367
addoffài*,p«i andai* addoffb. 17 7>
jdduare,pef duplicare. 1 709
adducere»per cocÌucere»& per aUcj^rare* 41 x
jdegujre»il mcdefimo che agguagliate. 1660
adempire, per fodisfare^dc iatiare. 1 éo?
adcntro,aduerbio. 96)
adefcarc,per loduceregli Tccellicon crcaa)*
la rete,A per meu. 1 (97
adcilojaducr.ch'e dal al prefeotejhora. 194
adefil pauimeoto anima mca. (4
adhor,uaÌ al prefcoCe^adelTo. x6j
adhor, adhor, ual Cai uolca , alcuna uolu, o
qualcheuolta. a67
adhuggiare, che ual adóbrare di ombra che
noce. 6*4
adietro, quando dioòtafempo paflaio. aas
adierro, quando dinota mouunento* 1 4?r
adietro, quando fignifìca {lama. 964
adimare,per uenir' dalPalto al baffo. 179)
adirare,per comiccrarfi, (64
adirato,ual crucciofo. 964
adito, ua) tngrcno, lo introito , la uia encra>
ra. 9^6
adjuenire,per3aenfre, incontrare. itt
admettere,ft ammettere, per actettare. qae
adocchiare, per guardar fottilmeotc. 1344
adogn'hnra, uafdi cootinouo. i47
adoreiceoia,& adoleftentia. 1 do
adombrare, per far ombra. 4t)
adombrare, per fpaueoiarc,(he^ proprio de
cauaUijft de muli. 4X4
adonare,to ucce di adunare* 1 49$
adoperare, per operare. Ì4r
adorate,^ orare* )4
adontare, per far iafiuria,& difpelCO* f?9
adotczza,ìaorobra7dMl rezzo. 614
adorexzare,perombrarc,far ombra* 6x4
adornameoto,4c oioamento. 7xr
adornare, & ornare. ’ 7xf
adoUb, che ual (opra. 1779
adoerrario,& auerfario. far
auerliti,&aduer6tà« I48
aduerfo ,dc auerfo. tòt
adulare,p luUaiare,hiandire,addolàre. 47f
aduUcnce,& aduUtJooc. 479
adulatore,il lufccglieuole* 479
adulteno.il (hipru. 49)
adultOjualCT^cTnto. 1990
adunjriduer.che ual inljcme* *979
adunare por raccogliere, giungere, unire, con
uocare,conguitigete inlieu'e. 1 499
adunco, ual cuiuo. 149)
aduacare,per piegare, & lacuiuarc* 1 49)
ad un tratto, ciocio una uolta. *704
adunque,'Bcdunq(jc,eheual come. i4)0
aduaqueaiiucr.ciieualpetfetuotaite, & <ó
elulione della cofa. 1 1)9
aduraretperaiTuefare* 169 1
Asti, & aria elcmeoto noto* 999
aerc,in uecc4ÌcU'arpetto. iqso
•£atici,4( affano sdoer* it^o
aliabii<,ualiacDodo,&£aale del patlai.704
affamarciper patir fune. fi?
affamato, ual pieno di &me. )*7
affangare,.Sc mCtng«ce,pcr empir dtabond.ip
ditangm: 1099
aibanare,perdaraliiuoo.
afl*atioato,ualan(to. 1)04
affaono,U aa£cta,ln rooletin. • 104
aflafaare,pet far fafoo. 1 rrx
affatatOftuleiooiòlabile* 791
affaticare, & atfxocarfi. 990
affatto, dt a fallo, aduer.oale al tutto, toraU
fneoee,ia etfetto,ad ogni modo* 1740
aflattnrare,peTfarmalie,dt incancu 799
atfcrmarc.pcr Confermare. 41
afferrare, per pigliare, tener femo» 394
affeniooarc,per por affctuooe* 70S
TAVOLA
aflrettióe,ual affetto,amof , delio nolóti. 7oÌ
affectOjual amore, dcfìderio* 707
affettuofo,ualpicno d* amore. 709
affibbiare, per allacciare fibie. 1(9)
affidare, perafsicurarc. 19
afKgere,per fi ccare,dc fermare. I x4 8
affinare, per far fino, cioè nduccrc a pcrfcc-
tione. 147*
affifarc,per mirar rottilmcote. 1 )99
affiliare, per f ermare. 1X69
a£finb,uale aggiunto, & riftretto* 99
affittare, per locare. 99*
affligerc,* affligerfi. i)o9
afflfttione dtanfimonì. i)Of
affiicco,ualtnelio,laffojdebole. S)08
affogare, de afl'uocare . 9 9x
affocato, ualcinfismmeto* 99x
affogare, per attuH are, fummergete, o annc>
gare. '' io)4
afloUarc,p fofpirare,hanelare,fli anfaf.itxf
affondate, per fommergere. iO)8
aflraogere,perromperc» 446
affrappare.perftratagliare. 9)o
arrenare, éc raffrcnare,& frenare* 1x19
affrefure,perfbllealarc. 1494
affiuiuare.pcr porfi al contrailo. 4o7
affumicare,per affamate. 991
a gara,uale a proua. 1 449
agcuoÌarc,pcr facilitare, & far ageuole. 4?x
agcuo)e,ual facile, cractabile,dr qucHo,<he fi
molUa ad aitn grate. 4xi
ageaolezsa,ual faahci,gratìa,pìacere,& uà*
Wgeio . 47 1
agcu^méte,ualfacìlmére,tecgiermcte* 471
aggclarcfpercongeiare. " 894
agghiacriare,per gelar fortemente. 994
8ggioroarc,per fax giorno. X4o
aggirare, per circondare dt far circoloi. i4o
aggiraia,il rauolgunemo. i4o
aggiungere,dc aggmgoci«,perarrTuare* 1477
aggiungerc,pcògiuDeere,&acaefcer«. i697
Inoliare, per appr«lTare,aDicioarc. 974
aggradtre,per piaccre,fodufare« )99
aggrappare, per arrappare, appiccare, afferra»
re. 1781
aggroppare, per annodare. )4?
aggrauarc, per calcare, caricare, tnoleflare,
annoiare. I79|
agguagliala, la mrìti,cqnalid, equità* 1 44o
ageoasIiare,p taieuguale,d(adeeuar(. i46o
aglua Jo,ual latto frcddo,d( per meta caglia-
to a pezzi* 1 4 1 4
agiato, uale accomodato, atto,in affetto 7 1 8
agl le, ual deliro ,difpoilo,lcggiadro, di leggic
Il della perCema. i9oa
agiOfil comodo.la comodità. 7*8
a gioco, de in g»oco,auerbio. 69 7
agitare per commoucre. 49)
agiiofruttofaoto,diodof,dc fapof acuto. 1184
agoa,dc agncllo,anBnali noti. 1 xo 1
agnusdci,uocclaDna. txot
ago,la gufella per cufcire. 1914
ago, IO uecedellapnntura, punta, obefeuio
della uefpc,o dell'apa« 1 934
ago, de agl» dapomolo cheufano le donne
per acconciare 1 uelim capo* 1934
agognate, per bramare, de peofiir defiaodo,o
eoo anfieta temere. 1x71
agone , era luogo m Roma doue li lóbatcea,
de perciò fi piglia n ogni cóbattimcto*90X
agoAo ,Puno dedodto meli deffauoo. X99
agmdu,aducr-ualciu piacere. 47)
agran pcna,aducr aoc agifnfatica* 890
agtdia,Ia Tua acerba* 1x0
agricola, lo agneoUore. )oi
agncoltura,la coltura de campi • )oz
9gn> A 8U0, Itale acerbo, affro, nolcllo, de
alle uolre crudele. 144I
agrume, ualeacerbità,amarìcndiae. 144
aguaco,ualeifidia,ingàno,iiafcódiincto.9tA
agueffare,peraguagliare. i46o
aguglia,in ucce di aquila* t oon
aguifajuale a forma,a modo. I99^
aguti,di aguzu,ooe focrili m punta* 9x8
aguzzare,per far rotule, de far la punta, (xt*
1799
aguzzare, quello che aguifee. 1799
aguzzo, de acuto, cioè Hiiul io punta, o pua-
fido. 1794
ah,ioteriettioae,ch« dimoftra affetto di ho>
manica. i9a4
ah, inuecedi ahi con fofpiro* i8x5
ai, de hai,uoce con fofpiro. 1 9x4
aia,& atuola.ildimio di aia* 1107
aunc,d( oimcyvoce di dolore. 1 9x4
aita,dc aiuto, il foccorfo* 9o4
8itxrc,dc aiutare 907
aiuola, il dimmeli aia. 1107
aiutare, di aitare. 907
aiuto, de aita. 994
anzare, per irritare, d( proarcare ad ira* 999
al articolo, de in ucce 01 nel, de di m. 1 8)9
al da fczzOfCiot a l'ulomo. 1 4x4
al tuo diCpctto, 97*
ala, de alla articolo. 19)9
ala, ale, de ali con cui nolano gli ncccUt, dt có
CUI nuotano 1 pefei. 999*19)9
alaballro, e rpcciedi marmo candido ,fino^
d( tralparenie. i*)9
atamani, fono 1 ledefchi. 1 9 9o
alano cane da caccia, aot cao Icurìcri* 1 xo 1
alba del did* aurora. 6x9
alberello uafo di terra picciolo. 9)0
albcrgare,ptr alloggiare. 9)1
albergatore,lo alloggiatore. 931
aiboo,dearbore,de arbofccllo. 1193
albcro,dc arbore da naue. 1090
albòrc,la bianchezza. 914.6x9
alchimia, la archimta. 1 1 )7
alchtmilb,gij archimiffi. * 1 )7
aluone, de cetee, uccelli c'babitano alta ma^
ima. loox
alcun.alcuoa, alcuno • 1 840
alcuna cofa,dc alcunaTolta.269.aIcuai. 1 840
aldafezzo,uaÌein ultimo. 1 616
aleppe, anzi piu tollo al'faeppe, che uale ale
bebbe. ii)9
algente bruma,che ual freddo uerao. S99
alintento,il nutnmenCo. 1 399
almiprouifo,de alixnprouifa. che uale tmpen-
faumente,in uno inllaote. X94
alilio fiore* 1177
aJitare,perfiararc. *59)
alitQ,loanheljco,ilfiato. i)9)
aIla,allo,alie,alli.arucoli. |S)9.
alla nome, che cmifura di duo braccia alla
fiamengi. 1760
alU difiefaycome correre alla dillefa . 1791
alla fuggita, aducr.che uale eolio, dt oafcola*
mente. 1489
alla grofla, cioè alla buona, o alla fempli*
cc. 1149
aUaimprfiutfa,oali*unproi.ilo. X74
alia lunga, aducibio. 1790
alla mano Qoc in pronto. I fOx
allacciare,per legare. ))7
aUagare,per inondare. 1080
alUrgare,per ampUare, dilatare. 1 794
allatOfChe uale apprelib. 973
allacraic,per dare il latte. 1449
alUrgarc,per adduccrc,affegDare. 4 1 s
alleggiamentOyUalealJcuiamenCO. 1744
aUeggiare,p«raUcgou'e. 1744
allcgrare,pcrlcamar«A9^^^\
aie
atle^miAfla pocooditi* ifoi
allegro vai gt‘ condo. fetùntefliero. 701
ailciiiia, roce hebraica di due diCUoniA vai
lauda Iddio. 701
allentare, per Urdarc,per molare. iro7
aIlentarC)per brar a (e con caicice, de lutio'
alletcamceo,val ìocicaméto,blàdiméfo. 677
alleuare,per nodnre. js99
alteuiamento.valc alleggiamento* i7rf
aUeutarc,iI medeitmo che alleviare* r 7f r
alle volte, aduerbio, vale alcuna volta. 1714
atlhor Se allhora,che vale a <}uel tempo. i6t
allhotta,in vece di allhora^. at$
allodola, o lodoU vccelio noto. 100&
alloggiamento, loolbergo. 9)1
a) logore, per locare, pooere. 9Cf
allonuaare, per dilungarli, Tcoftarfi , andar
lontano. 96S
alloppiare, per tar dormire# 1367
aliormodo. IÌ40
alloro, dtUuro albero aoiiftlmo •
allumare, perillullrare. 4ii
alluminare, & allumare. dii
allungare 0c dilungare, per allontanare 1790
allungo andare,cioe dopo lungo tempo. |oo
alma, per I*an<ma. it)l
almajCofa che da nodnmento. idoo
almen,almeno,4t almanco. 1774
alno, albero, fluuialc, nelijual furono mura-
te le figliuole di Phetoncc* 1 1 60
aloe,l}ema amarirnma. 1 641
alpe, de alpi in pIu.monci alhfaimi. nt6
atpeilro,valeafpro,defacicofo. 1694
alpha, de o prima de vloma litera Gr. de però
fignifica principio de fine# idt|
alphibeto,cioèa,b.c. top
alpiu,aucrbio. I7l)
alquaDti,alquaate. I7|t
alquanto, auerbio,ciod vn poco di tepo* 171
alquanto,adtectiuo. I7|S
aU«»vale alTrcddò^de aehìacoè# 9y6
alulòrte,c rocca m lagmlcerra. 4 1 4
altarCfdc altari, in piu. 4S
alteraiione,vaÌ montmenco* S77)
alterczT2,vaUiiperbia,graadma. I77|
aitemire^ per mutare. 174
altero, de altiero, vai fuperbo,d( il phi delle
volte in buona parte. t77f
alreiza,deertcua,val cofa alca,8Htginiiea la
patte(u.>eroa,ddlaprofoadamcC4. i77a
altovalca,jlte,al(i, 177»
akramea(c,d(alcrimentb 1964
alueH,aducr.vaI fimilmcte, àchora coli 1 d;;
altrccuo(o,dc altrcttanu. 1 7)7
altnmenci,de aUramente. 7464
aliBO,alcra, altre, de aldi. 1^41
altra che, vale eccetto chefolo che,fenò.i970
a‘trondc , voi daU*akra parte , o per altra
parte. 97«
aitroue» cioè m altro luogo, o verfo altro
lu>gO. 994
altrui.uecafi obliqui, vai altri, alcun, de altro,
de alcuno. itaa
ahura,ia vece di aitezia* 1 77 1
al verde, che vale al fine. 1619
al viuo,aduCrbio« T)1I4
aloopl ventre.
alure,dcinaliare,pereletare« 177$
a niacto, aoè mangiare a bertolotfo,afcroc
co,che vai nlaogiar a rpefedraUri. 791
amaUiOfde malato,che vale lufcrmo. 1 684
a man giunte. 1419
a man piene. 1419
amanfalua» t4)9
a mano a mano, vale infiememente. 191
amante, mafe. 4|4
/T A :v O L A
Mante celebrati da oollri poeti. 4 ,0 amomeglksche vai piuroUo. ii7r
amaaza,la inn^motata. 4|4 amumo,e lagrima odorifera.
amarantho fiore, immortale, perche oontnai amore lafciuo. a r ]z amor buono. 4j|-.unor
marcifce. 1177 paterno.
amare, nome, 5r verbo. 6| 7 amoreuolc,val beneun]o.amoreuoIezza.et]r
91
4(4
6if
I Mi
179)
1794
1791
‘79i
amaricudmCyVal pouationc di dolcezza, di p amori vani.
meu.dolorc,cordoglio,pafMone. 1642 amoio(ameoie,vedi in amorefo.
amaro, roll il cótrariom dolcc.de odie. 1642 amorofo^val pieno d'amore,
amato .amato. 6)7 amphilibena^aogue vclcuofo.
amatore, amatori. 6)7
amarzare,per vccidere. f )6
amba, e frutto limtle alla olioa, ma piu gran
dc,d( di piu foaue fapore. 1 1 9 1
ambage,lo intrico, de circuitiooe di parole.
ambafeia, la fabca,il fadidio, laafma, cioè do dcicaenbiaudo.
infermtri che fa difficile il fpirare* ancoiil gallone
ambafaaioic il oontio>il legato. 779 ancella, de anelila, la fantefea.
ambafuaru, U legidonc, 779 anche >lecuUce,i vaioou
ambafclata# 779 ancho vileaquclrhor>|.
ambe,dcambo,cheva1 duo. 17 io ancho,pro edam. '
aod>idura,dc ombtduo, aoèlo andar di por- anrbo,rh« vai ptr alcun tcmpo.oi
tante. 1217 aneboche vai per loaueoi e.
ambiguo, vai dubbiolb. 171 anclKii,va]e hcggi.
ambo,ambe,dt ambi, che vai duo,due,en- anclKir.dc anihora,che vale a queU'liora, dt
cra.nbi,ambidui,affibidue,amcadui, a- lofin a quello tempo. 279
mendunu 1710 anchor,chevaldinuouo,ocomepnma.a7i
ambra pietra,gemma,dt imftura. 1 1)9 aachor.che vai fimiimcnie,cCioiMlio Z7 »
ampiamente, vale abouaaotemente.
ampiarcpcr allargare.
amptczza,la larghezza,
ampio, d( ampio, vai Ur. o fpatiofo.
ampolla vaiodivctro da vino,oda cglio.lji
amura a muta,! mudaa muda, cioè niuraa
177
*47»
i60
X7X
X7X
*7)
Ì77
ambrofia, e c4 o diurno. i6oa ancbofcbe.
amenduo,deamendu«,aoè ambedue. 1710 anchora che vale a que{l'hora.
ameno, voi dilctteuoie, il concranu di alpe* ancoca fierro d« oaue.
ftro.
amtcheuote,dc omicheunlb
amico,amiGi.
amicitiokdc amilla.
amtlta,iÌmcdeGmo chtamlcitiai
amm»ccare,pcr pc{lare,dc premere#
amoueftrameato.
ammaellrare, pcrinfegnare»
ammacilracOfVal difciprioaco.
ammaliare>per a0anirare,far malie .
ama)anaarc,perapparccdiiare,poriflor. U.
4>ne. 14 andar portante.
1694
xn
7i|
71»
71»
»?o
IOf%
f |4
160
»41
aocdcre,pcr cadere de arpazzare.
aocilla de ancella, la fctuif/Ke.
ancifa villa, duuc nacque lU’ctrarca.
ancudc,d( iDCude fcin. .
andareoomedt veibo,chcdiqocamouui)ea
, *449
9j9 andare ucrbo quando dmou tempo. )oo
9j4 andare i cnrfo,cioè coffegiare il mare. 1469
g}4 andare in corfo,aoe in flnazao, 1^49
7ll andare di fopra come ^àdo bofle la pigna#
•44|
ammantare, per coprir col manto, & pigliali »dda(a fu/lanu.ao* m44
io genere P44 coprite. it)8 andatura eroe mododi’anJare. 1466
amnuoto,io vece di manto. • sìt endrona c quali «gui,fa di colle, tra Puna ca.
ommallàte , Aammafucciar^perfar mafia, ^ & l*alcra,alc{itla chiamàocornturo.uoz
accumulare,aggiuogere. 1701 anello, de oelpiu aacUa.dtaoelleuoiidiou^
ajmnaCiicaare,n ammanare,aggiugere.i70t 7»}
amiq«,in Vece di ameo,che vai cohfia 1629 »oeto hzrba di buono odore. U44
ammenda, orameodameoto, menda, emei». angelo, de angeli. g
dacionc,aoc tlanooycrrora. 999 30g4lico,dc auelica. g
ammemlamento, il medefiino ebeammen. angore per fafhdiredt cruciare. tjo8
4a. 949 aagofcia,deangofc]ofo# 1114
ammendare, per emendare. )8 anguilla pefee noto. 1091
acnmeacore,fer rammentare, rìcordare.i»4i a»sue il ferpe animai velenolb; 1149
ammiccare , p-accenoar fpcÙo con cenni da auguinagha.Lat uiguioa. 4497
tmcarc Laiche vai giocaf alla morta. I9<9 aiigulto cioè picciolo. firetco. 4799
ammirabile, cioè rocrauigliofo. 1191 aah.clo,ooeannantc,anhelante. 199}
ammirare, per marauigliore. i29a An 1 m A,deanuno.
tmmttacore,dc admiiatorc. rapa anima mia,io vece della mam orata. 6)4
ammiralo • il capiunodcU’armada di ma animale in genere. 1199
re,dc da tetra. 541 aiumaliaen. 996 animali quadrupedi. 1194
ammirattone,la mcraulglte. 1x9» ammali veleoofi. 1148. ammali oottuini.igu
»mR>ngl4aft,per far matntaoQÌo,cioè pigliar ammo,dc anmit. i9||
niuuic# 19x6 aoimofieà il coraggio. 9^9
ammutire, per faMnolle,liumiliare,raddol- animofo vai coraggioso. 944
^ocedcrpiugare. 1699 anitra vccelio noto. loov
ammonirc,pfr npreoderc,de correggere. 8)9 anoali,aoè lecofe farteiTanttoio anoo.2)4
ammorbare, per infermar di moibù,aoe io# anoafarepcrodorarcoloafo. ,|7q
£cUarfi,ocorroreperfi. 1699 annegare, de annegarli per afiogare. iO)7.
ammorbidire,paminollire,ioteocrire. 1690 annerare per far nero. 9)7
amo^nare,pcr fpcgnere.dt ciimguCTC.i4it aunidatc,pcrfernido. 9))
ammufare, p por il mulo i'vno npprello l'al- enno,che contiene in Ce ziKcnefi. apò
Uo. 14,9 aanodare,pcra2groprare 146
ammutire, perfajdimnttojcioeuccrcdeltui annoiare,per haucr faibdio. noi
■ W* , 1414 4J)ant(at9,per farli notte, dtofearare* Hot
■ # li
99ix
T ’A V O L -A
iàttÀacrare,per Anoerare^o nbm«rsrc. t^f4
«Qnulljre,p<r anichtUre» (cancellare^ pnua*
re»ci>nruni ire. *7>r
anau(uurc& nuntiare* >191
aonuncutnce. *191
aoauatio,il presagio. * ì9ì
an(are,pcr rrrare,con Jifficalti a feilfiaco &
maadarlo fuori* * f94
ante To<o Lac*ch«raleinnaxso prima. tPii
aoCtfccHon » che foco quelli, che fono flati
aitanti
aatclucanotual ndrauroraio aaana dt* 6ir
antenna da nane, ór aounncrtaildimuót pi»
gliafi ancho per altro fimil legno, o perti-
ca lunga.
anteporre, óc antiporte. • * • ^
anteriore, vai dinanii. iòta
aotiguardia del capo, vocabolo militare.foa
àntita madre, IO vece delia terra* * opr
aotKhita,flt aotiqoica. sfo
aaoco, antica.
antiporte, ót anfcporfe,fit anteponete, per pre
fenre altrui. i6i»
antiilc,& anuftite che (igni6ca rettore, o pie
fidente, nelle «ofe facre,ót nelle altie. m
aotiuedcre,nome, ót verbo, che vai prima» o
tonanticonofeere* t aóp
antro, la <a«tenia,o fpHonca . * * ar
aniifchs vai più collo, primo, uno. atf. òca
liti
anxi»qo4ndo dinota teinpo,aoe anti tempo
o innantìal fine. ast
apar,che vaie rnfieme.
aparo apaio aduer- vale egualmente, lóto
a parte a parte, che vai da ogni banda , o m
otailuog^ i7ei
apal’>a ano. *4*^1
fepe,fin.Si nel piu api,aturaaleteoinelUAuo*
lOol
ipena, vai quali* *7ta
apertamenfe,ft aperto aduer* lóto
aperto aduer cioè apcitamence. lóto
ape^o adie.che vai manife(lo,parent< i óaT
aperto, che vale a paraogooe,o a comparano
ne. i«47
aphonlmi.foao le breoi fcnuoae, della medi
einaferitte.
a pie che Vale appreso» 971
a p eoo aduer.val totteramente,a compimen
to,óc a fiifficienta. *7ól
fpoco a ooco aduer. *74*
ar'>ila,vaie ad infiacaa,o votba,ft renfara *
niente. Ii9i
apoltolo,ól apoftoli, celebrati da nfipoen i7
appagare ,per contentare, o fodiifare. 774
ap;*defarc,ól paleTare,per ptiblicarc* |ó7f
appann*re,Per coprire, velare. pii
appaTCC(hiacneaco,Órapparecchlo,tl prepara
mento. IM99
apparccchiare,perpreparare.'>rdjnare. i|
apparecchio, óc tpparecchiamenro, in vece
dello enercico. 499
apnareccbtaro,cioè pre^^arato. 499
apparegg(jre,per agguagliare. i ióo
apptrcnia, la preftaxa, arpecto,vifta, dimo-
Ihatione. 1411
apparere,Ót appanre.per mollrare 1 irp
appar<fcence,è quello,che ha baooa appareo
ta.óe è il mtoefimo,chc auenente. 1 412
appanaooe,ótappatfionf* 1 itp
appartenere,ót arerfenere,percooucaire e{-
fcrc cooueniCQrcttoccare. 1 (*14
appaftare,rer congiugnere iaficmc,comc fi
fa la ralla. 1Ó99
' appellare, per richiamare, aomlnare,alcuna
volta, per pruucKart. 1409
«pf«odftte,pcf aliare, folpendere, Óe appicca
re. i7ti
apperteoere,* appaitenere, vedi apparteue-
re.
appetibile, v.it defiderofo. *a7|
appetire, per ddideurc. *i7l
tpp2ttto,val volontà, óc defiderio, ai7|
arpiaoare,per rpiaoar«,flc far piano. I7ii
appiattare, per afeondere. }7i
4ppiccare,per attaccare,a pigliar* t {
appigliate, per atuccarc.accoilare. f4
appiu herba nota. tióp
appbudcrc,rer blandire. Or accarezzare con
atu & gcili del corpo.óc delle meni. 67Ó
appo, vale appreflo. 9Ti
appoggiate, Ót arpo^iarfi. • * *1
appo(gio,val loilcncamento. 1 1 1 1
appoòcre,per incolpate. 4o 1
appoaerc.peraggiuogcre. 1479 (ii74
apporre et appooere,per incolpare, acculai e*
apporurc,perportare,dare, 1411
appo(lare,perllario polla, Qoe flar fermo ad
afpcrtare alcuno. 994
apprendere, per imparare, romprendere,***-
tCQdete,pigiiare attaccare, Ì4<*
apprcnliua,e quelij,che giudica, do che de-
fiderà eleggere. 1 if9
apprcrentarc,per rapprefentarc. *4'9
apprcnarc,peratticinare,accr>ftare* 97)
app reflo i vece di dopo,óc di oltra dì C10.2S 1
apprenoinvecedlvirioo,accollo* 971
apprcHo quando figoifita di lotto- 1 7t)
appteflu in vece driubito. 19)
apprellaic per preparare. *497
apprezzare,per valeieót eftimarc* 401. 7i*
approcciare, perapprenare,aotaoare. 974
appTodarc,pcr giouare. 7ór
apf ror inquar c per auicmare,appreflare , ap-
prodare* 974
appropnare,nerfar proprio, ót alcuna volta
pcrvlurpare. if|i
approuare,^ rperimeotarti tentarci ót per
confermare. 1649
appuloare,rer abbellire. <64
appuntare,per affermare. fa
appoz2are,per far pimoleote. ttia
aprico è luogo, elpollo al fole óttra il freddo
& li caldo, ór {Kio vago ót dilecteuole. 7)t
aprile l*UQO de zìi. mefi dell'anno. )ti
aprire artua'menre. pip
apnre,pcr mamfeflare. tifo
aprtcore, quello, che apre. 919
apriture,le fede, o fenditure. 919
aproua è propno far in gnifa che fi vinca il
compagno nd contnlUrc* liqp
aprouo,che vaie appredb. 971
apnneo adue.vil propnameote,a pdoche
Olente ui maaclii. 1 7 47
a qael tempo,cio^ allhora. aii
aqurlli volta* apó
aquila vcccllo a Gione fiero. 1001
aragna,il ragno animaletto che fa le tde.ócé
ancho cena rete da pefeare 9m tooi.ioit
araldo Ioambafci •lore,oracorcol»aro.779
araocio,Ó( arangiO,il naraaiaro,allwo &
fructonnto. ii6o.it9i
araodairanda, valeappreff’>appreffb, die il
lombardo dice a irò a ITO. 1747
arangiOfóe arancto,aIbcro Ór frutto* 1 1 óo
arare, per colunare. |o7
aratore.qud(o,che ara la terra. )o7
aratro, ftromento con che fi ara la terra. 107
arbicno,la rolonca,Ia potelU. 1179
arboreót albero. 1747
arboredanaue.. 1090
arborc,iD vece dell'alloro. 1 1 99
arbafcclh>,tldtmi.di arborab 11 9)
arenila enfià^ fioul 1797
area meti.pcrljTcp<5ltlira. iCzi
arcani fono e lecrett de orli. 6
a/ciuefcQuo dignità ecclcfiallica« )7i
archangeliÓcani;elu 9
arUiimandma,v'aÌ archipa(lore,óc piincipe
d'una conertgittone. )77
archtpézoIo,i1 p^«'>bmo che adopera lo archi
Cctto,periodruiarc Ó( aggiullace. a 4 1
architettOyéilfoprall^nceàinaellii delle la-
brichc. <41
arcieri fono efageiettari a cauailo. 49)
arcigno vale acerbo, ó( vifo arcigno vai guar
do torco. 1691
araonc dcUa fella, cioè la parte dinanzi .
lati
arcoarma oficnfibtle nota. 4)ó>4<9-49i
ateo Cioè il \if lto,o la volta* par
arcobufOfUromeoco bellico noto. 441
arco <elcllc,ooe iti. <64
arca triomrhale. 944
arcolaio il filatoio, doii<oatoto,arpoomoh-
Orilo, eoo che fi auolgc >1 fih>,o lana i,}4
ardente, vale infi.immato, come d’amorofo
loco óc vehemente defiaotc. 999
ardere, per ab6rui'ciarc,Ó( grandemencedefia
re. 9<9
ardimentosa nnimnfità. 9 1 •
aidire,óc ardimento* |p 1 9
ardue verbo,pet hauere ardimento. ti4
arditamente, ooe amlacemente. 9 1 9
ardito vale audace, temerario. 9 1 9
ardore,lo a€cendimrnto,la cupidità. 9 <9
arena, la Kcoa, la (abbia, i09t
argcntato,cioè coperto di argento* 8 1 1
aigciito mètallo iioufamo» 1 1 if
argento iotimato>che fi fa di arg*aco uiuo,óe
Ule aimooiaco. ttc9
argento uiuo alctimeoti mercurio ii)9
argine, e quello riparo, che fi faallcrìue de
fiumi accio non fpandano. ii.41.
argomentare,pcrifotzaifi di fer alcool cofa
con ragione aio
argpmenio, tal ragion^indibo, prouifiooc»
arufiao. 109
arguco,ooe fottile pronto. aio
ariafem.Ór aere mafc.eiraiento* 99f
anain uecedc]l'afpccta,oprcfeoza* tqao
aria IO ucce del fpabo* 1794
ando,ual fecco. é)o
ariete il montone* <99 noie
axtoe,ujfidouehabiranoteapi* tjo
anooe cauailo <elebre,a deitriero. 1 lc9i
a nfpettOiUale a comparaounc. 1647
arma óc arme nel ling.óc pin anni. 419
armare per uell rfi d^arrac. 419
armato vai uelhco d'armi. 4I9
aMuture,learm«. 499
armeggiare, nome, Ót nerbo per bagordare,
far curniaincatt Ót g'oftre. 489
armellino animai picciolo comeladonola *
biaochdC faluo rcttfemita della coda ,
che coera.
armcUioo fruttoooco,altrùneati ormooMca*.
omooica.
armeDCo,€toè quantità cTanim ali quadrupe*
1*96
•^®®^S5i»re,o armooizaragft armonia, ue *•
diad armooeggiare* ioa
®rncfc,e armamento delle cofete come ftiua
**• . 4*»
aroefcyche uale omameoto,Óc madàna del-
la cafii. 499
arra,la caparra,o il pegno,ch*è p tinopio,o le
goo di pagamento. 7Ó0
arr4ibbiare,per diucmr rabbtofo. 9f 7-
arraodel)are,per lanctare,ddrde£giare » 4)7
aixcdt,ta uccedt ariicfi. 497
■« X s s ?•? g.3-*
amoJ<Dole,ti>1 }'j<^fieuote ftcoDrenticnte.
tiK
arrfcflarftpfrfenrore. T»
arretrare, rer cornare adiefiu* 1471
arri«h»re,n*rdijftmir ricco. 117
arricciare, per £«rricciO| corno rarriedar de
capelli. t6»i
amdercdaf verbo ridere.
arno|o,o anngo, che e lo fp atio dd corfo.
Ml7
arringoo aringo, che figniiìca d pnlprio , oil
pcigamo. 14I7
arnilchrare. per pronare tentare , ardire , o
ponerfi apericrio. tra
«nWiheuolCfUal troppo audace, & porli al ri
Ichto. tri
ama are.pcr atrgìMn^ert. l <Mo
drogante, narinrolcce,inrappoftabile, icir.e
rartOfprofontrmro. rao
anogancia.la infolentia,£aperhia. rao
arrotare, p dare.porecrr,& p-accrcfcerc.4i7
anóiigliare,8r rócig}Tare,rer ratnpm9te«474
arrunate,perdmemr rollo &am>(6re. $>o
arronare,& arreibre, per toro are adieOo, Se
per aggirare. fo
arroHirCjp cuocere al fuoco Tenta acqua.^et
arrubinare,pertingcre,o far rodo. $xo
JrfcnaluocaboIomorefcOjTedi anceni. ipoi
«rfìccia,ual cr>ra arfa dal fuoco. 487
arfura,ll meddtmo che ardore. p
artarafpCflCe,aalHrertamcntc. 1798
arte foH. é la uera,& tetta ragione delle cofe
fattibili t)4
arte, per l'aftutia,pnidcatia,UlduAria. 7)9
arte, adie.uat Uretre. 1 79^
arte magtca,o arte maga. 79a
arcemannerefea. K>)|
artefice, lo arteg>aao,oartifta. t J4
arbglKira» 441
arti. dare, per diftinguere. i64&
arficoIi,che fono 10 tutto otto. 1 f
mrtif ao,la areCjd mefliero. 844
artigli, le unghie de gli uccelli, dt per meta, le-
gami, che Ihiogrino. tooo
artimont,la maggior nela dela aaucb 1 Ofo
artifta,lo ant|{iatio,o artefice. 8 14
arto, tal ilrctco. tf8
arcuroltelU. 86f
a ruba, cioè i Tacco a bottino. 7tx
nrxcnay&arfenal uocabolomorefco,cbe di«
nota cafa,o luogodiefleratio. ioti
afacco,a bottino, a ruba oedi a ruba. 7f a
a faccomaoo uocabdo militare. 7tx
a$bergo,& usbergo, ch*è armatura del petto.
488
afccllc,ìe dttella,cioe lelafene,fottoil fcaio.
1414
afc«udcnte,nocabolo d'alhoto^l. 1779
afccadere,pcr falirc,montare 1779
afdegno uala fdcgno,iuodiO) ofpreaaaca>
mente. t4t
afchifb,& afehiuo. tt9
afcTugare,pcrfcccarc. 6|0
afcniitOyual fnu(to,o fecco,’ 819
afcoluoCi,ciof ({uellichcafcolcaoo. i|7X
afcoltarc,uaI piu che udire, impcroche ciaf-
cuno ch’ode non afcoira. t }7 1
afcoCkderc&nafcoodcrepcroccuTtare. )70
afcofan)cotc,ual celatamcatc. 370
afcriuere^pcr accribuire,ft aggiungere, foo
afino, animai ootiffimo. '' ixox
afma,eiiifcmuUcheia difficile ilfpirare*
•48t
8 forte,uale a uenrura a cafo. t tr
afpeiUferpeofeipcoie 1198
•fpergej me,cioèbagDaniL 1010
afpctute,uc(bo. - ' tfor
tavola
afpetrationc,8f in afpcftationf. itr.f
afpctto Ja faccia ,la prefenta. u 1 8
afpido,& afpido Tordo. 1 1 48
afplrare,pcr loccntamenfc defiderare>o pen>
fare. iato
afpOflo arcdatOfil nafpo,o il macafiliro 1 1 34
afprer2a,ual crudelu,durcru. tf*
afpro,ual crudele, duro, ollivo. ttS
dTapgiarc, per acutamente fentite j onde fi
duealTaggiareiluioo. lair
affai aduerbio. i7|a
affai nomioalmcnrc,che ual molti. rTja
aflalire,fcraflaliare Toa
afralitore,4ueIio,dicaflalta atrmi. 'roa
a(!alcare,& afialtte. toa
afTalto,lo tafuUo foi
aflànnare,o aiiannare,pcf mordere,© tener
forte codcnti. M98
jfraifinare,cheual rubare, de amaazare. 7t|
afaifioo. 7n
Affé, la taaola,o loia, I ipa
aflccurarc,pcr far ficuro. 8 3
aflcdiamcnti,8c affedm. t©3
a(redtare,perporl*aHedrm fo3
aflhdio^ftaffediameato tot
afTcrgcrcjpcr federe. 390
al)egnare,per dimoflrare,anegare,depDtarr,
cfedicarck Kia
affembrare,& afTcìnprarc.at raffcmbtarr, per
parere. *8^
aflembrati uoce proocciiale,llal raunati.i8t3
aflemprirc, per parere. »8t3
aUcnnarc per dar fenoo,dr per far accorto, 8e
faggio. *139
afTcnlo ual cftfentiméro,& promifiione.iair
afTeote,&abfcmc,uaMontano; 988
afrrnfto>heTba amanftima. M7o
afleotire.perconfcntircat uoIeriTalcrl. 17 8f
a(T^2a>dcaneariJ,8rabfetixa. 988
a0ep8r«»ll allepiare4>«r etreondardj fepivdc
prrmeu-per impedire il pafib. Ii88
•(kttiuamcDtetValfennamenre. fi
a(fersiaoieiaflafttno»qucllo>cb«8Aillìoa.7 o
aflectare,pef Taffete. I la
affeteare per accomodarfi. 390
alfetato,pfcna ili fete taa
allettare, p accomodare, adatra?,ordìnaf. 7 8
aflettatuazo,uaI accommodatuazo. 7 « 8
afietto,cbe inalletro. 718
ashbilare,perfarfibili. t in
ifncarare,dc affecurare. 83
afsidere,per federe. 390
afiìcparc,&a0eparep€ircódardi fepe fi98
afsi^epopoh. i(8|
a{toluere,per liberare. 909
afÌnldare,perfarc,ocondDrfo1daCà 499
affolutione^la ahfoluttone: pr'9
affomigliare, per comparare. reta
afibm mare per raccogltere. 171#
afftòoare,pcr adormentare. 1384
afibrdarcperfarfordo. 1373
aflottare, par accompagnare. 1^74
aflòbgttare,per farfotiile. I799
af1uefare,pèl4rae7tare,aiHare. 1 r 8 1
affumerejpePpigliar per imprcfa. iti
a(fumere,pcr togliere.o pigliare. 4 iq
tUadc albcciuoTa ildtmKuedthafia. 491
afUìlate, per fouraflare, detto da fililo thè
dinota fianzA. 931
aftencre:pcracc;aetar{ì. rattemperarfi. 37
afimente,ral abfUncntc. !7
aUiocnza,8rAlbncnti4. 37
afiore tccellc da rapina affai noto, 1008
afinngertf,finngere,&firgnere. 'i79d
aftro,m recedi liella. 88f
afirolofi celebrati. 788
aftioUgia,d( firolc^if -* * ' ^86
aftutameore,cioè ad *fte. ,739
iftoti celebrati da orfinpocrt. t|9
ailutia,ual malitia.ucrfiitia.frbdoleina. 739
alluro,val maJicmfo,rnnrafo. 739
a Tua fcclta*valea fua eletrione ia8i
a fuo fcno,ual a foo volere, 9 fuo piacere.iiSi
a tanto, vale allhora. 388 I7|8
atentr ne,aducr.che naie andare a palpicene
cioè tentandoti con timidità. 1488
athleta,il lottatore, cioè il gmocatore delle
braccia. 4®®
atòmoiècofa rrinutrf9tma.& indioifibile 17|
atoVncjoc.è per ogni banda *8f
a totto,chc uale ingiufiamente. 1 692
àtroiibeualeofcuro. 308
atroce, che ual crudcle,fcucro. 3t®
attaccare, per arpiccaie. ca
attece are,pe afibcare a tedif,'che fono le la
ccUe. p8a
atfempare. per venir tiecf hit», an
attendarcper por tende, 8t accampare. 498
acTèodc;e,pcrafc(.ltare auertiredur arttea*
fo,pcmer mente. i37|
»Ttèmlerr,perdaropeT3i. 4>®
attèndere per fermarc.attaccare. n
ar'endcre.pei atpeitarc. ifo8
anendcTCtpergiiardaTfi. tot
atfcp.derc.pcf fchiuarfi. f79
aticnderetper r antencreiroirenjare. 44
attenere, per oflcru.ire, A attendere. 44
•Artèntaretf crafiumare. 83
attennone,Tal diligenza. fiiid*o. w88
attèto ache.vaie intcìitt ,9c con atfentione»
1388
9f!eriiiat<f,BrÌfieriiatf>. 383
afteigare,pcr iiuoirarlararte dinanzi di die
^rp,qceu( Irar Icfparle. 1430
attérràretpcrabbafiare.o abbattere ucrfo ter
* ib. 1097
Stingere, per caaare»oYrArre»coineac4ua, ui
* na8
'■If'mjeVcpet toccar leggiermente^ *44*
atfone,Ia fatt}cne,l(rj*ritfica^ - 847
VfcifboècjuelkhCheè'fatrrtio. ' 8f7
arritzarevferiìltarciéfiirttaifltzs 99^
attoche vai modo, c< fiume. ' k8i
affo adte.ualcaccc rrmodaiò,lccódo. 1787
afrooito,uii fiupefacto. 1:94
atBc.rcere,& toftertprtri^ rlUo^gcre. 1 891
atforficàre^ier aucleoare. " 1147
nttratCfìiuale aftiderato,o firoppiato* ir 1 o
attauerfarc, &traueifarc. 1894
ntinbuire.rcr afcriuere, concedere. 426
àtttiflarc,wc arinflarft. • ; *1309
aftulfiir, per ficcar fott’artfh». ' iri37
aNLiarc,pcr cfrufcare,ofcuraie»drintncare.
8l7.
atrorwè,pef clhngócrcifpcgEere, arnmorza
rie* 7oj7
aufcriarc peraiTrerrare.' 1^98
allaccio, adue.rat rr ilo.
80allarc,|) far ualr,& meta p tSfondef 1089
8uallare,p abballare, A per defeendere- J7tr.
MP
aualtare,perdiminuire& cofifoDdoel 1*9
aualiarc.pcr arriuare, congiungeiC| munire,
drfermare. •' 1041
auallare,per agg*ungere,o appoge'arc. * 1*898
aualoraretperdlir uàlore.ft inanimare. r>8
anamparcffer abbrufciatc«& hifiimarc* 987
aoiitaggiarctpcrauanrare ' 788
8aaniaggiaio,m ucce di auantaCo con tan
' Mgi'O. 788
QoantJ^Cìo valeufitird. 789
amiotiKM vai fupcrioHti. ' 788
aoante^auaott,uaJpr,(Pa,olrta. ‘it«
ati8atarc,ra fopiabondue. atf
« ìii
T A V O L -A
«MI
114?
ili?
aucomjole,val cTautonti*
8utontà»& auronfate.
azurroycolore notiCsimo*
auegna ch<i& auenga che, vai henche,aochtf~~àutore,1o autncotatorc*
rache,o quantunque. — ‘ ** •"*
auelciiatr,f er aftobicare.
auellana ,la'in7caola,no(<lla,oizxola.
aueÌlano,lo arbore che fa le auellane.
auellere.per fuellcre,liirpart.
auello,il Sepolcro.
auena ilromento mufìco. 104.& aucna gra
00, quali (tnule,atron;o*
■uencaec,Taleaffarifcente,gratiofo4aUegr57
671
16| haleftra^ft/omefltobcnico Doto. 4lr
i6a baleftrare,per facnarc. qlf
ari balia, la pode{Uyliberca«o volere* ix7r
loca balia, & baila,la nutrice.
I a i P balla da giocare, & pigliali per qualunque cfT
601 fan'tonda. 7 fi-
na baliarevprrltsaiTfc/alcare. 6t7~
1 1}7 ballatc.foo certe canioni, che fi cantano a
II 14 balli. kf-‘
6ar balloyla danza. 6I7~
balordo, vai poco iauio,& anello pigro, gc c^r
r>9 do. lift
auifare,perauczzare,a(ruefarc,do«efticare.~Dalzo,balii,&balzc,e luogo ne monti di pie
(f6i traumamfoggiantonutfatucoine a
'Sufo,gt àura, vedi di Ibpra auCa. fie gradi. 1119
aufpicc è quc!lo,che nelle nozze e dalla par* bambagia,il cotone. 141
baoibo,&bambino,ilfandullo,gcilfanloli*
i7Sf”“ oo,gtpermeta.huomogro0o. •fiì”
* bachicro,que)lo,che maneggia 1 danari. 1 af—
4dtr~b<iDCo,chepaoca,dice il TiHcaaOtVal fedi»,
401^" &é in guifa di calla. I75i~
40Ì banda, la parie,o il lato deflro,o finiftto. 966
• U bandiera, il veflillo. 497
lido — baruffare, perfar zuffa, per accapigliare, kioe baodire,perfcacaare,fuori della atti, rèi
I»r7 combattere. r99 bandito,o baodevgiato. r9l
_ B ~ banditore, tl trooiMttiero. rit
Babbo,voce de fanciulli, che vai padre,& ab bando,to ersilio,U coonnadooe,Ia rclcgaci<r~
ba è voce finca, die pur dinota padre . ~ ot. ftf
irz7 bando,per la «rida, o la procIama,che fi fa
babbuino é animai di fpetiedtfimia. laoz
mantarCiper acquiftare. 766
iU«nzarc,per crefeere 1 90
luantarc^pertrapalTare manzi. 1 464
auàzare,perrup rate, ftar Copra a gli altri
juaDto,la3ccrerafoeiilo,guadagao,tcnaflte~luor:o,il dente del Leofante.
refidua. 7^6 auotoaduer.valeiovaoo,uidamo.
auan celebrati da nnftri poeti. ji| aura, vento Coaue.
auantiayla cupldicà,au<diri )ri aurato, & orato,
auaroyil contrario di liberale. tz|~~9uro,& oro,metallo notirsiroo
audace, vai temerano,profono»ofo, arrogan~aurora,la alba deljd).
te, pertinace.
audacemeate,val temerariamente.
•udienza come dar audienia. i)7i
audicorCflo afcoluotc. 1 )7 1
éue,& auc maria, che valDio tifalui,&aue
ciana. i}9)
nucdere,pcr accorgere. 74I
•uecTimento,lo accorgimento. 74 }
■uedutOyVale accorto,fcaItro. 74?
auo1cere,pcr circuire.
auolgimrnto,& rauolgimeoCo*
auolo.gc auo.
auoltoio.vcccllo alTainoto.
r 1 9 aufa.il medefimo che ardire, & ardimento .
f»9"
te déirhuoffio.
auCpicio il medefimo che aogurio.
autunno, ab augendo.
con la vocc''di chi UindiCce. 788.1409
labra.la lettica,tl cadilctto eoo chefi porut
corpi mora alla fepulcura. rdiz
baratro,ua) profonditi, 6t ofeuriti» “FT/I
baratta, la battaglia 466
baranareoome,&uerbo,pcr cambiare 174
baratuna, é quando fi ucnde,6c compra, 5t'> —
quello che non è liatu,& anche il luogo
pubtico.che fi giucca. 174'-
auengaciic,6c auegnacht. 1 84I ~6'accaUre vai furiolb ìt brauo. prò
•ucnimeato,lo acadeoce. tf8 baccatf;Tliracerdorcfiadibacco,&p«rmC‘
aaeoifTn’^' ‘**^^Blrzre,incerueoire, accadere ta. funofajftolta. ni
& irobactere,nel futuro. 1 rf~bacchetta,e picaola mazza, o picciolo batto
«ueotare,per girare, Una jrCfttrare, dcappref ne. fzp
fare. 41^ bacchetra,per lo fccttro regale. 1 1 91
•uentura,val a forte* 166' baccelliere, è certa dignità uafacrìthcologu
•uerare,peraccertare,affeimare,&£arlao>< 447
favera* i67t baciare, vedi bafeiare. 677~bantterie, il giocatore, de quello che iagan
onerCahOydt aduerfirio. r4r~bazzlcare, per praticare, ocooucrfufpefib nanelgiuoco. 179
auerfanoia vece de) dianolo. . ionrtDt^* 1774 baratto il camb«o,opermuutiocie« 17^ —
«ucrfo.&aduerfo, vai contrario» I68.749~baccell^ooo lefaoefrefcbc* 1184 barba, la barba dcU’huomo* 1419
auerfojche vai voluto adictro. 94; — baoofijpi^rnucura oota. 496 harba,ilzk>. ipfo —
•uertire,peraeceodcre,a( Ibr attento* 1771 l>adno,2^fo dalauarleraaaiAìpt^di. 877— harbagiaant.nccello notmmo. i8if —
•umarc,per gufare, iU»««rffr ifliic£ara? fcracio,«bafdo. vcdibifdo. 677~barbaro,doehuomodiftrananatiofie. 804“
ar6> — bada, vale indii|ia,,alaioa volta Dcrdimeo* harbiero,dqDcllo.che rade la barba. 1419
auget ,10 vece di augelli. 997 <oditempo,&fperàza,orcquihoon&iro7~Bafca,dtbarchetta,picciolo,lcgnoda nauj^~~
badare,per AareatteotOjpormence, afperu* gare. 1044
re,o indugiare. 1707 barda, il dnedo, il zanzero*
ba4erlo,ua] fioltOfdc è lo lilcfib cbebalor* barde le armature del cauallo. 1111
«ugello, de uccello. $97
augmeneo,lo accrefciraento. 767
augurare, per diutnare che venga ogni cofa
. defidcrata* 787 do*
augure, il datore degli auguri, doc quello, badeira,drabbadefiiu
chemdoutnq. 787 badala abbatta,
«ugprto.quafi auiearìum. 7t7'~bagafcia,Iameretrice,pubbca.
au«ufio,c ne fignifica hiogo vcocrato,d( con- bagattioi moneta vilifnma.
iccraco con auguno. Vf ‘
amare, per porfi in via. 1 1 00
«■uceoda,aduer.cioe Tvoo dopo Talcro dei
bieuolmentc.
auianare,per appreflare.
tiri
Z46
•fM
barile, e' vaCo picciolo di legno. 819
barlume.e certo laUro,tn(bbde*chchora In?
ce molto, de hor mente* «zt
bamire,6 vckc del afino feiuaggio.
bagnare, per mollare,
bagno, Ìuf>go doue fi lana*
bagordarc.per far bagordi.
1 7)4— bagordo ,eiuoco,rpectacolomiliUre.
971 bauredtratrarcyvocedecani. ,
barulo,il portatore, il bafUgio, il faccl^to.
t4H
1 7|~barone,che é come heroe , dchgoorc, di ca-
Il 8
144
1019 flella.
loto bafaareidc baciare, aooic,dc uerbo.
48^ Hafoo,dc baao.
48I Bafilico, animai vdenofifiioio.
laof hafilicò herba odonfera*
Baflàre.dc abbafiare,per chinare,
baliezza eoa t fuoi dcnuabui*
191
677
677
Ii4«-
1170
I78t
à7Ìr~
1788“
14»
auiUre ^er (uihre,ao« farfi vile.
auiluppare,pcr inuoluerc,
auiDCCfC.pcr m»Iuere,Icgarc* i6f-baIaifcìo,gcmma pretiofo. 1119 bafiotcheèil contrarìo di alto.
sttiaglare,auiochiare,perauiacerc. 170 ®alb^rc,eloiftcflo chcbalhwuare. 140Z baftagio,il baiuolo.il facchino.
«uiùre, per ftimarc, pcofire confideraro . — tjalbo,*val blefo,fcifinguagno, dt non dilla- baftanza.* abaiUnza,che uale a fuffidenzà^
1*67 — euafeiolu. 1401 — 1764
«tiifo,valpenfameoto,confider«tiooe,opi- balcoae,lafineftra. 9U bafiardo,oonlegitimo* tpir
U6| baldanza, de baidcxta. 9x0 badare per hauere a AifìScieozj* 1764
741 baidaazofamenteyVa) liceadofiuncntc, ardi- badcrna,era certa carcera che ufauanoiRo
11» tanfcntc* pio mani. |oi
l78r“36ldaozofo,valliccDtioCo. 710 baftia,la fortezza. pi5
}I4 oaldo, de bardo, che va) leggiero. fao badjoned riparo, dt fortezza* 918
1790 baldoraftromcqeomufico. 104 baffo, la feHadcgIiafini,mulÌK>fomari.iaii
1790 ''^^cna,pefccgràddjnmo,dfiooltooo{«.io99 hadooatc,le mazzate. 717
auo.de auolo,aoe padre del padreAdelia — O6jcoare,per vibra7e,dtfplendere. 4t4"'Baaonafoaalpcrcofibconbaftonc,occm "
medrt. ifl ualeDo,é raggio di fuoco, che uica dal ciclò mano.
.uoaw,il caufidico. f>|— ad tempo dcUa fta|«, x.' 414 Ufi9ue,U mazza. 91,
*
•uJlopn&edefimo che aueduto*
aui(icchiarc,per atuccare come vite
auiuare,per far viuo»
aula, la cortercgale.
aumentare, rer accrcfcere.
auraenco vale accrefamento.
TAVOLA
bcnhiotofual amorruolc* 7M bobolco, lo aratro. |c*
bea parlante, cioè cloqutate* 19I6 bocca in plH*aboccbe. iirr
bcrc,& beoere. ia| boccooe>oomr, detto da bocca. i]7r
bergolo, trai huomo di poco rcaoo,iaftabile, bocceac,aducr. che vai Ilare eoo la bocca m
leggi en,& come ebro. iati gtu, cioè col petto verfola terra. i|^~
bergaotiao, legno marittmo minor della ru*~boia,iÌ maBigol(io,il carnehee r6ó~
1 047 bolgia, la bifacua, & dinota ogni recettacolo,
beraia,o ibemia,o goardiana.vc{leIÌjga tf40 come il golfo. 107 f
^ beitoccla,è animale di Tpccie di fimia. laot holla,i|fonagiiochcfaPac^ua9dpioue.|i]if
battcre,per coniar moneta. * * H~benaglio & vcrfaglio,!! Pegno doue ù tirano bollarc,f et imprimere* ir ir
batter d'occhio, coraevn batter d*occhi(Ha97 {«(aette. 49ì bo]lcn(e,TalferQente. 994^~
battemmo, & batefmo. I Tuberie, & lerze fono qoe fe£ni,o liutdori, che
battezzare, & battettaco,& batteizatore. |i' ~ rimàeono delle pcolTc, della fconata.u 1 1
bcllemmia,& bcftemmiaiore* itar
j^emmiare per maUdire* • S ai
beftemm>atote,&be{lemciiin* itxi
beftta belai animale* > 1
beftia,pcr lo membro virile*
bdbaJe, vai fenia ragione. »'9f
betol >.laft *la,o^u che portano i dottori.
(opra la fpalla. ifri
battaglUyla guerra* 4ii
batceUo, e picciolo, legno aaritàmo noto*
1041.
battere, per rollediare* ifoo
battere, élr thartere,pcr percuotere. far
batter patina a palma. ^ lait
battere le mani per allegrezza*^ l4!t
batomencotcomedcl core. far
battiture, le percoflc far
batofteo,ij baUifleno,il batte(ÙM>,cioè il luo
go. M
baccuio,iI terrazzato,ìl piuimento. ffo
batCatOyche vai icroUato, rqualTato. 479
batta é quella fpuma,o rpucoleggien,che per bcftiooe, vai huom groflo,pccorone, o CaU~Booci,& booute.
bollire nome.dt verbo* 994
bollore, il feruore. 994
bombarda,cofi detta dallo ifteflo fuooo,per.
che rrmr<'>mba,arde,3c da. 441
bofnbilaie,A bcmbitare,voce delle api. looa
bonaccia, cheCgDificabuon tempo arq
bcmaccia,per la (rao<|uillirà dd mare. tt’4~
bono,dr buono fofi.dt adie . 1 66r
ira,o doglia «fae dalla bocca. 1 f •&'
baoaro.c quella reu,o Itib di pauso, che h betaootca.herba nota*
porca intorno al collo. 1 7<9 f,euaodà»ac beuande.
bauancchi popoli. if«>~Bere,oomcatverbo.
beatitudine. ao h«^o,aialchcviueiaoqiu&lcma
beato, beato, beate. “^tore,8tanagliooe*
beccaio,il beccaro* i4i9~^^ton celebrati,
beccamorti, & becchioi,quc1ti, che portano biacca,cok>re bianco noto*
alla fepoitarat morti di pelle. »9ao biada &biade,tl grano,
beccare vetbo,è propno quando le giJlme,o biancheggiare, perur bianco*
vccclli mangiano da per loro. 1 9on hiancbezza.il candore,
beccheria, il macello^ li»o bianco coÌore,at noto,
becchini, & beccamorti.iicdi beccamorti •
16&0
boccole il ptccio,o il roftro deirvccello, St
per »eta*la bocca, & anebo il becco di
voa natte. looo
bneoo animai nolo, dot il caftrato tra le pe
core. IBO}
beccoae,val caflrooe,meDcliiont. iz4é
i66r
961
bianco,to vece di canuto.
Jnaaco.io vece di paHido.
btico,(bft.itr?TOriW biàco deirorechio.t 1 1
bM(imare,per vituperare
bica, il cumulo,© la moneta/"^
bicciuere vaCo da vmo per bere.
94 borbottarci» parlar bafloft da cormcooiqt 9
1 170— bordello, é luogo douc Hanno le puiunepti
la) btiche* 19^4 —
*a)~boid< n che vai tenore nel canto. 109
1091 bordff, ch*e Phaila che porta il pcregrino.77S
la) bcweoftuogocaiameotu dideoiro,& difuon —
11) dellicitti. 91)
Bornio, vai di poca villa. tiri
ira borraginc.&borrana.hcrbanota 1170
• *4’ bomeo , e bora certa forte di velie ptcaola. —
i 1 4~ che già ù foieua portar fupra 1 camif« lut? —
• H o. ir4l
I ~Borfa,A borfello.dccta da bjrrCi.che è cuoio
icn
titf
iir-ieo)
beffatore,tl fcbcniiiore, barberi* 1 99 •
bei, debello
belletta, rignifica acqua torbida aguiTa di pà
tono,o di fango molle* 1090
bell erta, de beltà. dd|
belli celebrati* 4^1
belÌo,beIta,bclli,de belle. Se per la zappa<
bclta,debelradc,labdletza* 6é| birTo,ilzaHb,tlbncooe*
belttaJabeHia.oraaiioale. iipé hfa<ce,le bolge,o vahge.
beadebeoefoU.chedinoulohanere*,dcla ~fTifiuo,il padre delHauo.
robba. tan~fnibtgliare,p parlare come gh vccelti.
ben,& beae,roll.aoe li beni 1 44{ GiÌabiglo,doc il fufarro,il mormorto,
ben aduer.>n vece di cereamentn» ff bifcazzarc,p difcaccute,dtconfuinarc.
ben aduer che vai ottimameace,perretto • bìfchen,fono rallellt.
l44| bifcia»fpecjc di ferpe.
ben, in veeedi aflfai. i7)z bifora, la faceoda.lloegotio.
beache.Lai quamuia. itqi hifogna de btfogno,la ncccfiiti*
benda, quella £afaa,che portano le donne al~bifogiure,per eflere ncccSano,
capo. — • ' “ • ' * ' - ’
bene, de beA,fo(l.8t adie.
beoedctto,adte«
benedire,per dar labeneditttottc.
beneditioae,de benedittiooi*
beo far nome, de ben fitto*
bendi ao,de bcneficii.
badia vece delle facultad*
ligniti, de bepigojute.
col qual li fanno le borfe.
bofco.Gr.fìgnifica pafeo. 1 lof
boflb,de buffo, arboie noto. 1 1 ao
bonoio valbpicoolo. |)o
'botTa,altnméti rofpo animai relenoib 1 1 49
htcó,TaUobìi^<>,ao^ diirui*>fo,-A-,i)cl bona foft U r«colTa. fai'
lo,ch. natda torto. i)T..i.ji~Boiiatao,Tafoda «ino. «a,
bifetco,lo aratore. !o«— Bottc.ilvafreIloda«no,odjog1io. ,at
!)ifoime,»alili due forme. »Tio bottega, 8t boMcghe.
“ ■ * ' — ncF — hotaaoo è vafo picciolo da vino* ti9
{oi^boctOtla botta,colpo,o percoflà rat
• 16 botolo, é cane picciolu de OTgogiiofo, detto'
I7f7 da botta ammal vclenofo. lao)
] 7rr bozzacchioni,fooofrutti ioutiIi,che fanno le
1711 qecrae pieni di acqua,de di vermini. 1 1 1 a
iir bozzo,il medefimo che biliardo ini~
494
*9)4‘
beffa,? al difpr«gio,of<beroo,o burla. 199S
beffarc.per fcbemire^reiteggiarc, vituperare
foiar^dar la baia. 1)99 biga. la carretto di due rote, tirata <U duo hotoaoo è vafo picciolo da vino*
*.m« uailijcome il cocchio. •‘«itift-ft «....«tr.
bèghe, colore berettino*
btgoaaa,é certo roifura*
b«lancia,ilron)cnco per pefarCt
binato, vai due volte nato.
htoodogè colore.che traheairoro.
beUtco.dc vrabiieOyiUigamcoto ddcorpoi. — t4pcne,è ftromcnto cometa Accetta, che fa bracculctti, armatura delle bracoa.
•449 dia, da ogni banda,' de piglufi perla braccia.
49^ brace, de brage, fono carboni accefi. 991
lf>9 bracche,altrimeoti mudande. ifeT —
^ 1 7 f 9 bracco U cane da nafo,pcr fagiani, perdio,
illo di fimih. ISO)
i)97~bragia,&braca,t1carboQeaccefa* 999 —
1 197 brago, & braco, il fango, o pantano. io9t
brama. vale auidito,di »omo dcltdeho • 117)
bramarciè intenfamente deiiderarc 1 a?) —
• I bramofo, vai pieno di brama, de difomma aiQ —
dita.
»»7)
1 1 1 branca lo artigiio,U xaropa,o la mano deli* j —
i»r
mmale.
1744 bifogoo,dcbifogiia,la neceùid*
•«64— btftcstOjvaHlcncovoccfem.plebea.
ao bitume è certa creu,o argila, folturea, che ar «©«Ifciiro.
1 199
beando, la fpada. 49l~
if cou le Piani attaflan>
" *44»
ao
Ud4
764
Ili
4M
„ . „ co. urT
benigno.val placido,pìaceuol,drmcatc,t ~~51andimrnti,f'>oo carezze con Infnghe. 677
graciofo. IO) bIaRerare,voce de montoni, et Lat* darlare;
beumanza, vai beoigotti, boati* 411 i)94
benifiimo* i44l blefo,deba]bo,dtfaUDguagno. 104»
bcaiuol(au,dcb<oiuolentU* 71 1 boarci voce de buoi* t)l4
de come pece, de come termeotioa. 994“ ^*®folare adoerbìo, uale l'iffcfTo che carpo
bitzaria,d ira.d(fancallichezza,dt vanatione 144»
di coffunic da gli altn. tari ”*®Oi'^alpetio,deabranoabraoo. 1799
bhzarro,equello.rhe frdlo B muto di fen ^ue, quando icmpO|fignifìca, 397
no de che c-eau>do,colenco,dc fantafU* rrcuc,in vece di corto maf. de fem* il conira •
-no dilungo. 179-^
bieuc, quando chnota plcciola faittura* ood —
•06
brcucmenl«,breuifirmameote» de in brrue ad
, 197
bnco,€ luogo ne monti in goifa di Grcp. 1 4 )o
ff ,n»i
TAVOLA*
br'CcoiStbpccotteJIbiro.Taffo.fcrc'efiU k9 butto, il butiro,butato»(Bialto,o(ito(bt4le.
lrri|t,lacaiitioucrfu,qaelttoae, zutfai ^aar «
fa. rf6 burroocila grotta.
bn$antc.valcompagnone. i bufecchie,itbudelle.
bfig-iff.j litigare, piatile, mcftiooare. fp6 bulTa*«rperba(tere,o picthìarcb
brigata, eal molta gente mueme. buile,teDaiK>aate,lepercotle.
briglia dei cauailo* un buflo,& boflb arbore noto,
brillare, per gongoUre.gtubilare. 70*— bullo, il corpo Tenza tclla.
ili»
»l»7
r»4
1160
•ii-ii-
cattofd,cKcual pieob de calli. tC$7
calooica, é la capei la grà de della ducra qua
• (tcoloouinqaa deuscolitur. qt
calfdlio,ioilre^o,che lì fa co pcdj,& il
medeltmo che fcalpiccio. 1 46 1
<ahmma,e f4iraiafamta,& ingaono. M»—
caÌaufuatorc,il detrattore. iqi
caluo>e quello, c’ha pochi capcdi ia capo, fen
brina è nigtadacongclàu. lott— buttare, per gittat Via, rtbuaare,iibatcere 10 — za capelli. >14-»—
broccata,«md>roccau, chevaleiochioditta- dietro. 4TV— calzare uerbo. if fo-
rato il colpire. rag buttare,ogittafeÌQocchi,docrunproDcrare-calzan,}eicàrpc* irri
broda»5( brodotildimi.brodetto» i6or rml'acciare. I4g calze, & calza nel mcn. irrr
brogliare, per fpogliare. & pelare, & pevere* _-cambiare,pcr permutare^ nr
mate iecoado li Landmo. 1124 C cambto>Ia permuiationc* I7r
broUoi& brullo, vai pda(o,dc per meta, fpt»- — Ci,ra recedi cafa. 917 — <^clio, animai noto. iioi *
giuto&phuocToeai bene. iio7.i|Z4 ca,tn vece della^migba,o parentado, ipér camere» 9t«—
bronchi,fooo t rami degli alberi* 1 1 17 cacatoio, il nece{1ario,il deàroicafello,came c^incriere» e quello, che Hai cuftodia delle —
bronco, metallo noto. iijf riao,pnuaeo,zangola,latnna. *4H~ camere. 9zo —
camia,ucilechcu£anoi fotdaci>hora le ul'a
btama*chedtamail verno. erf-
bruno colore non del tutto nero* gii
brufaare,d( abbmfciare. ' 990
brwtare,& imbrattare. 1 fi •
bructato,valetmbratta<o* i già
bruttoiil coouario di bello. 1 g t g
bruttura, la bruttezza, Sporchezza, lordura^ —
«diSig —
bubalarc,la voceddrAloccovcccllo nottur -
no. M04
buTi 9-baco,d pertugio, o feto. 1 r {
«o«
no facerdott.
«0?
camKia,& camiScia.
«MI
tana
caminanti fono 1 uiandanri*
IIO|
607
camioare,per andare IO uiacgio.
• lOf
94^cammata,U camera grande*
fi7
607
camino per lo uiacgio.
1 N»#”
.900
camino del fuocor*
9»7
607 — camiSua,éc camioa.
tP47-
felujgg*ume.
cacciare, per an darei caccia,
cacciare, per fcacaare.dtfcacoare, allontana
re,da fe,Ieuar uia.
cacciata in vece dello cftilto*
cacciatore, qecUo,cbc va a caccia,
cacoatriee quella che caccia gli ani
& quella che fcaccia da fé.
cachereiÌi,llroazecri,& per meta le voua • camilctoac,il medcltmo che camifaortoirqt
16 ir eamircioctOfC ucllc il pm di lino che fi porta
cacamele la rommiti de mond* 1774 fupraraltreuctle. irqi
bucato, equàdo fi lauanoi pani di lino. loxz cailaueTo,il corpomorto. i6i4 commeofurarc Lat (imulmetiri* i7f 7
buccia,la pelie. i)U cacoazzo, quello che ferra,o chiude fcoellra c^ino,iUTcno,&per lo tegame. laiz
bucinarc*per parlarbaflo,mormorarc. o bu-s— o porta* 9**— campagna,la pianura. itor
bigliare* loiiitf? cadere nome & verbo* 1719 c^pana,lafquiUa,&campaodlaildimì.'4V—
bucauok), e quello fpack) della canna ch*d cadere,tn ucce di morire. igig camparcper fuggire. 1490
• tra l’un nodode Palerò a guifa di bucine, cadueo,«aifragiletmortale*moraentaacor <ampare»per uiucre. itgg
ciod d« trombe, & è proprio qùellxpiéfze — frale, & che anche da per Se cade, come è campare, per Ub;farc,t4luare* fo® —
del como»cbc fi pone alla bocca quando pomi maturi. t7#r~ capare uome, che uale aiuto, dt liberario* —
fi Suona. 1191 caduco maic,aod mal caducO|il mal grande *e* 50g—
1684 campeggiare,pcr abbellire. 4f-^
cadutala ruiaa,il Scofeio. . i7gr onipigQare,per cnoofare, Sguazzare, godere
i,PelTefe il mondo*
lz7g campioni, erznoicomba«ritori*chefi coodu- -
— ceuano io campo, per difiioire le lor que»
IZ04 ftioni,& le altrui. 4g7
}6r campoda campagna, cìodfitoSpaaofo da Se.
cagtonare,per iacolpare,dar la cauSa,!
1 204 - fumare, de da lauorarc.
1094— campo,per loeScrcito.
1 1 >9— campo IO ucce di I patio.
4èy canailu,U gentaglia, ciod gente mie.
~~ mie, é condono di acqua.
baco,& buca, il pcrtngio,il fbro,oode Subuca
• repctvSare* it|0
boecoUch fono coCe pertioenri a collodi de—
buoi. iioj la forma.
badella,3e budello,! c interiora. tp7 cagiooe,0r cauSa.
boe,& Imoi nel roaegiore. ixo| cagne fem.3c cane mif.
bufferà, gf bifferà dice 1 Bologncfie'vaneu — cagioncuole,ual diffetoSo.
de vcati. 119- cagne fem.3c caoemaS*
bnffa,e vento chefifa con labocca* 1994- calatnaro peScealT&i noto,
buffa, che vai nfla.o cóuoucrfia,5i buffa pae calamita pietra, che trac a Se il ferro*
fe.mott^giando* IT94 calamo, per la Saetta,
buffone, 6e buffoni. 119.9 — calandra,ucello capelluto.
buffouCTUidc buffonerie. ^ 1)99 calappio, e certa gabbia fatta in foggia di cailepein uecedel lacci^
bugi4,c il «niranoddia verità. trappola, per pigliar uccelli. ]|4 caiuuacao,é tela fatta di canape.
bae>ario»iunéutore,chefinge,omoilra quel calare perahbaffare.aoe andarede maa<U««— cmcdlare,pcr ScaocdUrc>dep«aare,danna-^-'
lócheoone. ii9<i— dall'alto al baffo. I7gf re. go|
bogiarc,pcrmcntire,odif bugie* i]9g calcala moltitudine, la prdTa,lafolu. 1977 cancelliere, & cancelltoi
bugio, il bwo,tl forame. n|o calcagna nelpiu,dt calcagno ndmen» 14^0 cancro, fegno ccleile.
bngioverbotche vai mento. n]o calcare, per prcmcrcioppreffarc, conculcare, «aodda & candele. 7®»—
buiare,io lingua aretina figmficagittar vta.Se 1791 candelabro ,&canddabri. 9^
. condo il Landò. i §07 cila,& in fing.caldo. 146 1 caoddiere,iÌ iucemano di legno done fi poo
buio vale olcuro. 1907 calctDaalcrimeotimalca,quxfitdcalcc»aie. gono le lucerne. 9*9
buhcamecboUnrc di acqua Sorgente. 994 oa,& acqua. 9>7 caodido,ual bianco.
bulla«& bolla* 1919 cajcole,fo0oftroméli,perccflerclalda.in4 caodore,ual ùaocheTia.
937
M
M
tf&d
1109
49®
1794
ir>»
1077
117
m-
irto
H7t
buono,buooa,buone.5c buoni, il coi coocra> caldaia,& calderooeaV paiuolo.
no i cactiuo,o enfio. 1 64^caldezza,it caldo,U calore,
bnono^che vai molco,o grande, come buon caldo foO.il calore.
tempo paflatD. 1 446 ca,du,a4,etfiuo.
burchi che fonolcgni naoigabili ilpiu(Tac<'-calendano,aoelefe(le.
qoa dolce. , 1049 caleodi dinamo il pruno del mefe.
baratto, il Umifo (Iromeoto per burattare la calice nafo da bere.
faniu«vcdi unuro«7|0.buracco é luogo ca cahgare.per far caligine & lunv A per meli
uo.vedi ptu baffo. 1 per offu(care,& accecare* ijfv
buri., ral gioco, fchmo,fp.(lo,bcffi,fou, caligine U nebbu.Uofcunti inuieri. che lomufico. lof
follmo. „„ fi g««. rei fumo. cmoc.le fancic ddU gol,, Ì417
burUrc ^befffre cUemaf.&cdUfem. no ,a,»ucc.eolJimi.di.®,«„c. ,.9,
boiT-.o,3cb,r,lr^TJIuogocnio,aipTofon MUo,atcllinelpiu.cheddm«ii,dl ero. cnoiin uece di cnoto. »,»-
doUuiSbiMlhium&r. 11,, che leea , pedi,» alle uum. i«W- caolarcpcr dax luogo. 9*9-
• le
tir
caoc, animai nottiSnmo. 1104
can«ftro:il ceffo, òoc uaSo fatto di oimio h-
®M
cangiare, per commutare*
zj4“cani 10 uecedeTurcht
ar* canna, canne, cannocrie*
I10 canna^ilrofnenromuCco*
caana:fecanne:lefence delta gola* «417
caonamella:aIcrimenti chiaramclla ftromea
t
1.'
T A' V O t A
CAQtire veriK).
C4nure,p celcbrarCidoconeu
€aAUtore,5c* cantore*
caacileoayU caotona.
cantine da vinitooc canene,&
caoto,& canti nel pni •
canuco>& cano.
camoac,5e canxool*
capacc>& capaa.
<apaona,é poacra cafa ri IcTca. ^ , -
capc^aoe enee capace* vedi al reibo capire*
1x98
cape in vece di capelli* IHO
Opecciuo cmatena piu grofla dalla ftoppa
che fi crahe del canape, de del Uno* }}f carro di tramoouaa*
cape^,& capelli* <^4<> carro boote*
capeiiayè luogo 10 cKiela dose fi racrìfica.47
<apcUt,& capeglijdr capei, de cape. i^o
capello, e coperto che cuopre il capo,dcica*
pelli. »?44
capere.de captre,pcr Car capace, per Ìlare, per
penetrare*
capcftro,tl Uccio* Ii9
capitai pena, la pena del capo* 1 42}
capiuino,d( capitani. f4*>
capitare,!! arriuare a cafo ad vn luogo. 1401
capo,U tdti. 1 41}. capo che fivmfica princi •
pio. i4ot*capo che dinota noe. idxd
«apoletti,rono ornaneaci di Urgia,o di leta,
che fi pongono a torno a Leto. 7&0
cappa, dpropno babau fraaefeo* IC44
cappone, vccclio ooti^imo* 1004
capuccio,ddimi.di cappa* *944
capra animai noto*
oprecao,8c capricdo,è proprio capo ame-
culo per ìubita paura,in lingua Yituoana
tricciolo. *‘40
capretto,* caar«eto,il dimìM capto,a»unaJ
poto.
100
carolare, per ba Ila re ,da o zare.
488
menre. •
744
1. 100
carovana, vai moIri(udine,oqDantiti.
IH7
cautela, vale auedrmenro*
744
100
carpare, 1 ertaftare,andir carpone, de il me-
cato.vale aftuto,accorto.
744
•7
defimo chebraocolare*
•442
ecce legume noto.
1114
947
carpino albero noto.
1 i49
cecità Ja ceoe<ne,ofrufcatione.
Mff
100
catpiie,dt fcarpire,per pigliare*
7CI
cedere per dar luogo, ma fumé al fuo m tu-
xn
carpone aducral medefimo chcbrancolooe*
giore.
40
87
1*47
cedriuolo,jldimi. di cedro butto.
Mix
1x98
carrattfero.lo auriga.
»ot
cedro albero noto.
1141
carretta, de carro. |ot
carnaggi, fono gli luroean che portano* eoo
ctrnbo vai modo,o foniu* ire?
caiTO,dc carri m genere. |oi
carro tnomphale. 54 ■
III
III
carro della notte* itio
carro d’amore* dje
carro del Sole* 4i|
carrucola e qaelIagirclU del pozzo perca*
uareacqua. »e9
carta, de ebarta. t<'4
cala,ca,c caie in pttt* 919
cafcio,il formaggio. 1*04
cafo perle auenimento. Kf
cafo, eh e vai ilima ,0 conto* 76 1
ca0ii,ta arca,arnuio,il dimLcafletta* ■ H7
cade firomeoio eoo che fi celle U tela* ir}4
cado loftomaco. 1449
cado in vece di prmo* 1 4 14
caiibnevalgran calta* t7f4
cafiagua frntto noto* Ii8a
calbgno ,tl caftagnaro arbore* lido
caUeUo,caftelU,« caftclb* 9 1 1
cafiello deila naue. lor 1
calli celebrati da nofiri poeti* a 1 a
cailtgamenfio.dc calbgare,vcdigafiiganicnto
dtgalfac^'c* d]9
caihu,val podicitit* i
Capricorno fegno celcfte. no* <afto, vai pudico. ai*
caprOfdt capnuolo il dimi. animai noto.taod caftore,tl Beueio anifpal che Tùie In acqua,
caprone,«nlebuomgrofiblatio,nienchiooe* de in terra* vedi Beucro* 1091
JX44 cacaletto,Ubaracoa«uifiportaicorpimor
capt>ui,i prigioni prefi in baccaglia* 114 tbvedtbara* idaa
capuccio,chefiporUia capo,akriimcnri Cca catena il dimLCJMnclla* |}t
puccWfO fcapolario. < <44 caterau, U lcala,la robalu, o pertugio per
feendere* 4*a
catrdrale chiefa* |90
cattiuiti,la fcruitd* ICd
camuita,U tnfi«aia,fceterttà. 1 447
caCtiuo uaIfcelcraco»criilo,reo,malfiiflb.f447
caltwo,cbe valmeiÌo,dolece,mal faao*i694
catttuo IO vece di pouero. } i a
catino, m vece di òufio, vecchio* *49
caua.Ia coocaaiti,la eroua,U cauetoa.i 1 x8
cauat,m ucce di canali* laoi
caualcure nnmcydc verbo* 1*08
caualaone adue.che vai a guiCadi cauallu.
laoi
c»ulbcre,d( caualiero. 94)
canadctte.U loculU animaletco noto. ve-
di Locufie. laaa
caualli del fi>lc,cbc fono quattro* vedi quat-
tro. 1711
cau«llo,corfiero,deftnero,palafrtoo. imi
canate, per cacrahere,fcpeÌlire,foracc* t lai
cauenu,la fpeluo€a,lo antro. 1 1 18
cauciaa,dc cauezzina del cauallo* laia
cauiarobquof falato dipefce,abo ooto.109)
cauiglia m vecvlel membro vin le. 1 4f4
cauuare,dcg>u4> te, per vCueiogaano>frau.
de. P90
cauoli,altrim oti verge herba da mangiare
nota. 117 1
cauretto,d* capretto animai noto. 1204
cannoli animali noti* 1 ao7
CBuLuD ente, vai prwdcocemeotc/caltnta-
cara caro.pt r graia,d( grato. 704
carato, e qualità di finezza d'oro, de d^argcn
IO. >7f4
caratterl,chefono gli donéci delle lett.Ìor
carbonchio, gemma pretioU* .
carbone, la bra^ efiiata.
carcererà pngi oc e.
carcere meta, per lo corpo,
carco, de carico foft.che vai pieao,
cardinale, vai prtocipale*
<ardo,dc cardi berba nota.
care«^^t<A
carelli,!! cofrino il guaaaale,di panno fatto
a fcacchi di pezzi di piu colon* 7 a 1
careiba,tapenuna* }>i
carezzare,& caregg>are,per£ir carezxc.ir4|
carezze, fono amorcuohnze, de accoglienze
. £arte eoo canti.
cabcare,per granare*,
carico, vai pieno, vedi a carco,
caiiddi fcoglio.
onfeo da corre ui Bologna*
canti, dt chanta,d( canuta*
orme, il verfo*
carminare, per fcapigliare*
caroaJe,aod di carne,
carne,» genere» aoe de utui, dt de morti.
l}ZO
caro adic.chc vai grato* 704
carogna, la puu«£oe,coatttlìoa6> 1114
carola, il ballo* . f$9
4 140
99*
4M
»|a7
47fO
177
1170
lp4|
I7f0
I7CO
lO}9
9*4
ii
91
•14*
l}ZO
ceffo, il mufo degli animali. 14 >i
celare per occultare, afeondere. |7 1
celato, vale occulto,aafcofo,couertn. 17 1
cciebrare,pcr magnificare, rollenniz-re,d1'al
rare. tri
cclcbre,ral publico,rolennc,magnifico. ir*
celebro, vai ogni buomo celebrato. ira
edere vai veloce* l49f
cclefìc vai dal rieto. 46
ccleile arco. Vedi ad arco celcfie* S44
ceic(lule»val cofa dal aelo. 64
ceictlro,d( ciletlro,rolnredcl cielo* tir
ceda, la fianza de icligiofi. 47
cdla,il reccftacolo di qualunque cofa. 919
cembalo, d( cembalo ftromcnto mufico, che
il ptu vfano le donne* top
cena,il mangiar della fera. i4r>o
cenarc,permangiareaccna. i4oo
ceociojval flraccio,doe panoo.rocto , de per
veccliierza confumato. 1 j ro
ccncn fpecie di fedenti maculofi* 1149
cenere maf de fem. 941
ccao,4 quàdu ad altri fi fa cegno di fi.o di nò
cògli occhi, C( D lcmani,ocot capo, ijqf
cenobio, il coaueoro,o monaficrio. 46
ceutaun cclcbrandanoltnauiton. iriz
ceminaia,d(€cnrinara. 1720
cento numero indeclinabile. 1 7 z»
centomila* 17x0
cccro,eil pfito chVin mezzo deldrcolo.79|
cepphfoDO certiferri olegni grofzi,chc fi pcn
gonoa piedi deprigonicri. |{4
ceppi fono zecchi, doc legni grofxt per bru-
fdare. 1191
ceppi, i vece delle famiglte,vedi di fiotto. ir 64
ceppo che vai famiglia o ftirpe. if44
ceppo,p lo zoccOfVedi di forra a reppi.i 9x
cera,m.nena combunibile,de tenace* 99}
cera,ocicra in uece deirafpetro. 14x1
cer3fie,foop fpeae di ferpi, die hanno le cur
na, da cerei che fignifica corno* i>49
cerbiati,fono cerui picooli. 1 xo;
cercare,quando dinota mouimento,'c oe at-
rualmcnte. 149X
cercare niétalméte,cioè ingegoarfi,iludure,
afiaDcarfi,iodagare,inucfiigare. 1x97
cerchiate, per infaiciare. 7 f &
cerchio,urcolo,o neoletto,cÌoé l^ame di
legno. 7 «a
cermonie fono i coltumi facn eccl«fiaftia,dt
altri, d( ordioatioau 1 )
cero, o zero figura di abaco , che foia niente
nJeua. 1746
cero albero ffhiandifcro. n4i
cerUmc,varpugaa,contrafto,fcanmazia,dc
pigliafi per qualunque combatimcoto.
4*7
certamente, vai veramente. 1476
certe, certi.>D vece di alcune, alcuni. 1476
certezza, il certn,lauerita. 1474
ccrftficare,per far certo. 1 47 4
certo aduer.de certo adic. 14?4
ccrueUOfin vece deiriogegno. 1 140
ccruiero animai detto Lupo ceroiero.
1x07
ceruleo colore celcfte. 9i6
ceraojdi cerna ammat noto* t xo7
cenK>fa,bcoaoda nota* no
TAVOLA
il teItj»o maiTa di terra eaua
ta con Ì'iìcrba. 1099
ccfpuglio,il medefìmo che cefpo 1 099
ceflarCfpcr lafaatc,rc(ljr«,rcainparC| fmiooi
re^Uar difcoilo» 1 904
cefta,ccltotceHdla. 10*9
cello>ce(lclU,o caneflro, che è rato £atto di
viact. 1099
ccfto,il cncdefimn chtcefpo. 1099
chanca^dc canu. |8
charta, de carta. 904
che* eoo le Tue varie figoifìcariooi^cioè m ve
ce di ilqualfdeUa qual, nel quale,ncUa qua
tC)delleouaIi,di qual, quando, onde, icem
prò quoa, prò qnam, prò quid, prò quis de
qux, prò qua, prò cur, tdcoaiiquid, quid,
iu vi,adco,vt. It44
che che,io vece di tutto quello che* 1 tqt
che m vece di onde* 974
che chiavai colui che, che non. 1 e^c
chiegfiere,dc chiedere, per domandare.r4io
chelic In , fono fcrpi , ouero fciludioi nunne
«chelbenoin terra, de io acqua. 1 ipo
chcntc , c relatiuo , che dimoHra qualità , de
vai quanto , de quanta , de alcuna volta ,
quale. 171 e
chete, de chiere,Vo«fpagniola/che vai doma
do,vo|lio. 1410
chtrico,» cherìct. 149
cherubini, é choro d*Aoge1i* 9
chetamente {.quietamente* 717
cheto, vai quieto, de tanto. 717
chi con gli Tuoi GgniBcati, dod in vece di co>
lui che, quale, alcuuo, de in vece di quale,
t «99. chi che , vai chiunque , de cixfcuno.
ifftL
chiamare, per domandare, oorainare. 1409
chiàmare, per anre a ragione, vedi alare*
I40<
chiana, vai acqua morta, quafi ftagQnfn.1089
chiappa, vai fcheggia. 1 ;6S
chiaretta,de chtanuM» dai
diiarire, per certificare* 1477
chiamate, de chiarcxza* dai
chiaro, per luado. dia
chiaro m vece di nobile, illaihe. 407
chiaro, che vai ccrco,aperto,euidente,mani>
fello. idTp.ldtO
chiafictto. de chia0obao,tl dimi* di chiallo*
I ioa
cbianb,e calle Qretta,o ruga habrtata da gen
levile. laoa
ehiaue,8t nel pio chiaui . 911
chtazaare, per macchiare* inp
cfaicdere,& cheggcre,per dimandare, o ricer
care. 1410
chicr, de cherei Vo*rpagnuola,cioe doman-
do, voglio* 1410
chicù,il tempio. 4f
chinare, per piegare, dt abbaflare. 1799
chinca e canallo,cofflc TV bino* ino
chino,val balTo,& piegato 1 799
chìoeda, de chiocao, vai raucD,o foco qua-
fi chinfo , ouero gloadare per fir il verTo
detta gallina qfi vuol couar rnoua. 1419
chiocoaTla gallina, che ha t pulciai. 1004
chiodo, chiouo. #41
chiome,! capegU. 1 140
chiofare,per intcpretare; 91
chiofe. ale intcepifcationi. 91
chioftra,Uclttfura,comeder«(igiofi* 47
chiooopdl chiodo* 94)
chiudere,per renare* 914'
chiunque, vai aarcuno,dt i rrifiUabo. l Ifa
choro ceieilc io.de choro della chiefa. 44
chrich,e ccrtofuono,o Arepito,che fi fa con
le diu , o come fa la ghiaccia quaadu fi
fpicca,o cheli rompe pel caldo, cofi det-
to dalla ificfia >oce. 44I
chnfoiico pietra di color d*oro. 1140
clinfiiam detti da Chiifio. a
Ornilo redentore nollro . a
a,che vaie in quello» o in quel luogo, de a
ciacco,il porco animai noto.
cuociare,per parlare, dir ciaode.
ciaocicjle ciarle, le frappe,
ciaoaoocjl ciarlatore,il cianciatore*
cijnciooi,ia vece di canzoni.
9éO
1207
M9f
IJ9P
•I9f
cìpr(fib,d( dpariflb albore 1 1 1 1
circoto,d( cerchio. 79 a
oicoodarcjpcr circuire. 7ki
arcondato,val cucuicu. 7»i
aiconlercoza,d( circonfcrentia. 7^ì
atconlcnuere,pcr fctiuere a torno, termina^
ic,difinirc, confinare, coollttuirc, deputa-
re, in chiudere, meaimare,eccetiuarc»nllré
gcrcjdimmutre u auuoriu, & ancho can-
cellare. 901
circuire,rcrdrcondare. 781
arcuilo, la circonferenza. 781
ciarameia,d( cannamela, llromeotomufico* circgiefiutto* ii8a
orcgio,l*alborechcfa1eciregie. 1161
aarlatore»il roedefimochedandone* 1)97 drugia,aiteda medicar piagìie. ipa
aafcuoo,aafcuoa* 1740 allctna , énunaoza d’acque ptonaoequafi
cibare, per nodrìre. 1797 in gutfa di pozzo. 1090
cibo, la efea, il palio* 1797 elio albero fogliuolb,cheoafcetra fafiii.iidi
cicala , animaletto notifiimo per lo fuo Un- citare,p clitamare a ragtone,o cóuenire.ie 1 1
dorè nel gran caldo. ioo| atclla,d( Zitella, vai gioumetta. ifjo
acogna,vc(cllo altainoto. ioo| athera,cetheta,o cetra, llromcto malico. lOf
cicco,queno,chcé lenza occhi* 1K7
C,i a L o , il fermamenfo. dd
aimbalo, dr cembalo, llromcnto mufico
noto. 107
aea,d( cera, lo alpettcsil vifo. 1 41 1
de gli occhi, ta fing. ciglio,
cigno vccellobiancbifsimo.
città, de ateade* 994
ciicadini,i compartitori. 404.991
ciuanza lignifica guadagno, dt auataggio 7«7
auaozare,pcrauazare,S p guadagnare. 747
emetta vccello notturno noto. iSt 1
I ] 44 aufiietto,il aiifib, cioc la parte dioao v dei ca
looj po* . I
per orare, cofi detto dalla voce che cìoiie,aniii,cluilifiìmo. 404
fi la camicia quando eoo gran pelo vieo auire , per prendere , o dar danari a camb»
girata. i4od
aldlro,dc celcllro, color del odo. 8 1 7
aliao , vellimmio latto di fete di animali ,
ouero di grolle lane, habico da penitenti*
dilaro, de Adone casaili celebrati. vedi a de-
ftnero. 1109
cima la fommiti.
ciregie frutto noto*
vocabolo genouefe » che bora fi dice chi.
Ulte. vedi Acauire. 79^
aamia,foDo I mannari, o galeotti, dt pigliafi
per qualunque moltirud nt. 1074
ciurmare, de iDcbttare,d(perfuaderccoo,ift-
ganno, vender parole. 1:7
dzze,l€ mtmmelle,poppe,o tette. 1447
1774 clauftro,tl chiollro>la claufure. 47
J 1 9a clnna,il partimento della fpera,dt dinota an-
cmrttrio,luogolacro* 47.1414 chopaefe. 949
dnaglione nome proprio,dr pigliafi per dar ditta fiore,ia cui fu trafinaCata la infeUce Gli
latore,frappatore,d( beuiiore. 127 tianimpha figlia deirOcceano* l i77
dndaoo,draiToinlmguaÌat]n« dinota ce- cUuo.che dinota monticello. nt9
pello torto, che alcuna volta fi fa con fcr- co.in vecedi cape,oiefia* 1421
ro ad arte , fi che i capelli diuengono no- coiin vece del principio. 1 4o9
ciuti per oroamento.vedi a cincmaco.444 <o,m vece del fine. • 4x4
dngeie,dt cjgnere. «749 cofcoza Particoki,vaÌ con. 1977
aaghia del caualio, onde aoghiare verbo coi,iovecedicooÌi,ocoogU. i}77.i977
.pcriegarc. inf coaznevocediRana.vediaRana. 1184
doghiale il porco faluatiro* 1107 €occa,laconcainta della faetta,donefi pone
cinghio, in vece di cerchio. 79a la corda dell’arcr. 417
dnguetarc.per acalare, petegolare, dod par- ‘cocche, fono legni grandi maritimi, che via*
larpreflofenzafoodamento. 1404 no Catalani, de Genouefi* 1047
doquanta numero indeclinabile* 1 7Zo cocco berba di color purpureo, detto grana,
anque nome numerale. 1717 914
anco, anturi, dcciniola. 1744 coccrc,de cuocere,percudnare. 997
dotola il medi fimo che cintura. 1744 cochtgliem3rioe,ibnolefcorrie,ognrciede
doColiDiffono que legami, o lifte che fi lega- le lumache, dt ancho dette cape unte.1074
no momo alle eambefotto 1 gioocclii* 1 744 cochiume, il cocone» che chiuoe la botte di
aacura,de datola. 1744 fopra* 8x9
oó, in vece di tal cofa, A di quello , A di cocola,o cucoIU habito da rcligtofo, & il ca
quello. 979 1974 puedo.
doe,val latioameoteideft,vi<lclicet,rab€et, cocomero frutto nolo*
hoc eli 9 79 coda ddrantmale.
doche, va] tutto quello che. 1970 code meta.per Io membro virttc.
ciocca, A ciocchctca il dimi ècerta quantità codardo, vai vile, A di poco animo.
di capelli infieroeraccolu. iiqa codoto,il aottolo pietra dunfstma.
docchetu li dtini. di cocca* vedi di jfopr j.
1141
docco, A tocco , d legno gr^^Ob A feoza ra-
mia 1199
dooco, vai mozzo, o monco. 7 1 r. 1 5 o9
I74a
iiir
Uff
•4f4
Ufi
1140
cogliere, per accumulare, adunare, mettere
infieme,A hducere m voo* i)|.i4f f
cogliere, per aggiungete airunprooifo. i.,79
cognato, A la cognata* 17x9
cof,in recedi con il. 17771877
dotto, A zopM.vedi zoppo. 1708 cola.valc in qlla parte, o in quel luogo. 944
cottolo, è fal1b,o chtamnedj p'etra durtfit- cola dal verbo colate, per fiiUare. vedi cola-
ma,rotondo,A nuuiale* 1140 re. ioi9
dpanflq,tl cipreHó arbore. ii4 1 cola dal vcibo co)ere,pcr hoaorare. vedi co-
dpoUa fruito nocifatmo. 1197 (ere*
coUrc,pcrpurtare)ftjnar«» loitf
coKct, ral qudfa. l tri
colera.o colora, Uiracoodia. r^
colere, per honorare,ofleraart. 400
coHa,U corda, ooe 4 tonneoto 4 martino.
I7t7
colla matcrui tenace, onde iocoHare per for
tificare. 17 17
collare,6c cotlana,cheC porta al colto. 1439
collare del cane. iao6
collare rerbo, pertonDencare, dar ia corda,
3t pertnaizare. 17 17
cotle,e picàolo monticcHo. 1 1 > 4
«otlejto,val comparila, o coogregatione di
perfooc. If7d
collo, iaenla. 1434
collo, ernia, colli, articoli io vece di con lo,
conia. tfr«
collottola, la noce del collo, cioè la parte di
dietro del collo. 1439
<olmare,perenipireraiìno al colmo. 1 76)
colmo, vai fomtmtà detto dat calmine. 17 tf|
colo, che dinota peffctttooe,& é d panto che
fi fa dopo tifine della orat»oae,o delta
fentenzi. itfiS
colomba, d( colocnSo vcccllo. loo)
colonna,& colonne 946
colóna,i vece della faml^ia Còl^efe. if6r
colorare, perfingere, figurare, fingere, fi a
colorato adie.val pinco. li x
coloretngenere Latcolor. Sia
caloro,vaÌ4ucili, quelle, cfai^elTc. iSpa
cotofib.è fiaana grande. tiv
colpa, & colpe. ria»
colpcQole tl malfimore*' ttaa
colpire per dat colpo. {-ii
colpofla botta, il rufiorno. fi t
coltello armn oota,acalciiot volula vece
della fpada. 491
col ciuare la terra. 907
colto, li Inogocoltinato.* 907
colto, chefigoifica honorc» 400
<ollre,coperu da letto. 711
coltitra,la ageionlcum. |07
colubro, fer pe,a ngne. rt f o
colui , Tal qndio in tutti i cafi , anchora che
colui folofenta altra compagnia , quello
* accompagnato comeqaelloafMmnle.i8f9
coni, IO luogo di come. tapv
comandare,comaadameo9o.vcdicetnanda
re,comandameni.i. 409
Comare,la l>tlia,cio« quella, che allena è fan
oulli, k comare dei baitefimo. irto
cotnara verbo, per pettinare,omare,pu1i-
1141
combattere non>e,Ar rerbo. 4*7
combattimento, il combattere. 499
combamtorctdtcombafcitoti. 487
combufioyvalearfo. 989
come in ucce di poi ali.&in ve^diquan-
doa9o.Aein veccdi fubito. iir4
come Iddio rei dica,mododi dire. itpe
come adner vai quanto. ifn
come con Tarticolo , che viene a dimoftram
^ ddlatto col modo. (drq
come che, Valli qnalanqnemodo,o manie*
ra. & quando dinota Benché , o Anchora
che. ittfcome fé, & in altre varie ofler-
uaooni. iff7.itT4
<ometa,fcgnocc!eftc notiikmo. i6r
commciameoto,il pnndpio» 1709
cominciare nome. de verlM. 1 609
commctaco.i.pnnaptato. idop
comandamento,dc comandare. 409
commaodare,dc comandare. 4 10
commenTurare^^mifurareiifione. I7f7
commeUaoo.
'TAVOLA
comme(To,ft commeifa adie. 4 1 1
commet(ere,per imponcre, comandare, dipu
tare. 410
commettitore, qneltochecommctte. 41 1
commiato, la licenza. 1 47 •
cofnmodita,il commod», Vo agio. 7 < 8
commodo adie cioè agiato. 1 178
comiTKmere,per tuibare, k alcimi voka per
mouere con pietà, o con benigniti. 1 X97
romune dt coimioità. if7o
comune adiettiuo. 1T70
comunicare, per farcomtrae. ir 70
coffluniCà,dc comune foft. it70
cocno,in vece di come. i8c7
come! ango|a,frutto a gnlfa di mcnone,o fi.
mite alla cocorza. 1 ita
compagne, la €oogiim|ione,dt aggregatione.
7714
compagna,in vece di compagnia. 1574
compagnta,vale adnnatioae,coagregatione,
de congiuntione. tr?)
compagno, d Sono. 1 r7 4
cothparatione , vai rdpeffo , fimile, parago-
ne. 1446
compare.dt comare. tf)o
coAparere,perfarfi redert,dimodrarfi, an-
dare alla preTenza. 1419
compartire, perdruidere,pattictparek 1727
comparsone, la pietà. j9
CBmpaiTo,il fedo llromento geometrfeo 7tf
compenfoydrrmedio, tl pronedunento. f c 4
comperare,il contrario di vendere. 770
comperatore, quello che compra. 770
CDmptaCere,per far il voler d'-alm». 7or
compiacimento, dr compiacenra. 70T
rompi jgn«re,dc companeere,per haucr com
pafnone dell'altrui male. 19
compi30lo,il pianto chefi favofieme. $9
conpieta,hora cancmica. ita
compdat«,ptr rtnnar pio cofrtn voo. {idee
compimento, vai fimmentt». id)o
compire, pcrfinire,fornire« fdtr
coiopto,val finito, fornito. id|f
comporre, decomponete, per ordinare. ii
comporre,per mettere inficme. 1 69 f
compone, per formere,far opere. i4p
comporrCfpertolerare, vedi comportare 41
oompocre, per accordare infieme. 710
comportare, peftolcrare,fopportire,pati-
«. 41
comprendere, per imendcre,cooeicerc, ca-
pirei irdr
compungere, per dimnlare. )4
comunque, vaierà turni modi. trr7
con prepofiaone copuUtina, che dinota có-
giunoooe,d( compagnia. ipvr.itrr
eoo tneto che, vai ben clie, anchora clic. 1849
con qucilocioè con tal patto. 7(4
conca, vafodileenonoto. 4)f
conca, meta, perla fepoltnri, dt è andio pe
fee marmo Umile alPoftrega. 1 4ii. 1091
eoaeedere,perdare,permetterc. 4x6
eoocento,la coafoiuatii, de melodia de vo-
ci IO|
coooepere,dc conenpere, per compreodere.
i»ri
coooecto, è quello, che propone rhnoino
ndranimu di fare. i xfi
conchiudere, de concludere, per ditermina-
re. 18x9
conchiufione,val diterminatione. 1 6x9
coooo foifecóra che. itrt
conaofia cofi che. itrt
cocK)ufione,drconchtufioficw idxo
concordava! conformi. 7 < o
concordia, lo accotde. 7 10
eeM4orrcre,pocooueaircmficmt. 1488
concorro, la fieqnentia. * «4
concubina, è quella che dorme con altrui m
TU letto de pigliafi per puttana. ir 14
conculcare, per por lotto a piedi, fcalpicarc.
I4<4
candannaiTfpcrdaanare. 18:9
cundenfare,per iDfpe(sire,{ripare. f7
códenfo,vaÌ ropprciIn,carKO,dt ^nraam. 57
condì re,per vngcre,coDfiertarc,« far viuan-
defaponae. 191
conditionare,per dar buona forte. it7
cooditione, vai fortuna, forte, liato, de qua-
lità. irv
oóditione,in vecevli parro,de cóuètione. 7f7
coaducere,dc]condurre,pcr monaic, guidare,
tirare. 413
conducrtore,il guidatole. 41*
condutto, vai menato. 411
<oafare,i»er coouemre. 1 6rr
confcifiire,dc eonfedarfi. 187;
«oafef<ione,ciafahire dciPanrme,dffnpam
oe de vini, refiauratnee delle virtù, fcac-
ciatrice de demoni chepwf che chiude
laborca dclrinferoo,dcapeJeporccdcl
pnradiio. 187}
confeiTore.cioc qu^locbefi confefia. 1871
conficcare, defecare. pf
confidare, per fidarli ap
confinate-, per bandire, fcacdndelproprin
^ IttO^O. 1 T04
confine fing de p4ur. 1104
confitte, mi conficcate. t4
conflitto, il combattiinenro,hil>Jttagha. fo|
confonderc,pcr turbare 1
conforme, vai (imiie,o ronueoienie. i8n
confir)rtare,pcr cnofolarc. 6vr
confòrto, la confolatione 699
confufioQc,U perfurbanone f97
co«fufo,val pccturbaco. pv;
congedo, il commiato, la licencn. «47*
congiungcre , per aooompagaart di gmngera
inficme.
congiaiigimeoto , vale accoftamenCo ^ con»
giuntione. #77
congiurare, pergiurare incontra. in
coniare, per battere moneca. 144
cooigli,aninuli (imidi,dcnori. 1 107
coniOila impreftson della moneta. 1 14
connubuvl matrimonio. trx6
conocchia,la rocca col Imo fopra perhlarc.
♦ni
conofceote,quello che conofec. lido
cooolcenzatdconofcanento. ti6o
cOAofceie,perintendere. t lé t
conofcrmcncotdrcooofccDM.
coaquifo,val foderato, vfoio. 749
coaquifiare,per vincere. 749
conquido, I4 vittora. 749
coQUcrare,pcr dedicare,ofiehrc. io
confanguinità, vai parentado* <787
coofcienva de confocntia. ii4o
confcguente,aocpcfconfegueate,che vai al
tteb,aochora,cofi,linif4roeni«. i8r7
confeguire Lat.con<equu I481
coafeowneato,|la voioocà,il cocnpcacìmcfx-
to* 1x84
confeotu«,pcr alTeniire. ixt4*
cooferua,d(conferue,laguardaroba. 919
conicruare, per mantenere, gaarcocarc, de.
fcodertfCuUodtre. 9^
cooferuatore,queIlochefnaatieme. 9)9
conferui.cioe ferui tofieme. 977
confiderare,cogiUre.iroagmart. fx88
confiderationeja eHammabone. 1186
confideratorejoimagiaatorc. Ii88
con^liarc, per confuTcare. 197
configliere^io afi'dibrt. ipp
con^C^io.lat. confilium* Hr
coafoi ue,per conf - ria're- 1 1 nj
coafolitione,il coafofto» i )0|
€oofortr,vai partcapCyCompagno. ifté
coafpcttojla presenza. 14x0
conlbtuire, per ofUioafc, deputare, o ditermi
nate. TT
conrti«udine,ta vfjnza* ir^o
coaAimamcnco^Tal' dru^fmrntn» 1 6|)
coufumare, per (lrug*ereìdiiUuggerr, an.iui
Ure.annichilare. i6h
coo^umarh pafnuo itfH
coofumato,val deftrufto. i6n
coa(’umaCore,i| ilruegicore* t^TT
cootadioo,tl Villano. jpr
coutadOfil paefeja villa- rif
cóiaimoare, per cóturbare, corrompere, mrr
chiare. frtr
conufmaaòone.la macula, U corratela iro-
coQUntt,i danari, la pecunia.cntaaca* mi
contare;per numerare, far conto. i^vv-
ronrare.rer narrare. i|9i
co»t4ttf,ticf tardare 179
conie,tMìgoore di coutado» )>|
come adtc.val narrate.raccootate^ l|9o
conte, vai famotc,illunn. rrr
contegno, ood in contegno adue.die vai crrir
grautta* irci
contegno(b,è<)ueUo,che fi croheoe,ctoc fta
fù la granita. ip«a
contem, lare.per coolicferare. 1267
con tem pUtione,!a confideranone. 1167
contemprare,per accordare. 7-ro-
contendere,pcr cootTaftare,compe(cre. doo
contenere, per comrrendere. rtTìr
contentamento, tl rodirCaamenlo* 704
cootearare,ner (itaùre, jof
oooteatiane.val difcordia.coateCk éoo
contento adicvaUodifTatco. 704
contera.il contrailo. #ocr
conteira,mogU« di conte. )9|
contei1o,val tefluto,compofto. 1 714
conttgie erano calze IbUte coperte di cuoio
Crasforato. ip^y
continenia,la temperanza. ~aio
continouamente,val lempre, apo
continoa2nza,dc contìnnoaOnne. zoo
conti nouare.per frequétjrc,rollccitarc irSfT
cootinouo,3c continuo aduer. cioè <ti eomn
nuo,che nai cootinouamente.
continouo,& continuo, adie. i«»i
conto, ual ragione- 1444
contorcere, per«orcere,noolgcre» i«7z~
cootra.dt contro aduer
comrada .luogo doue Ibnno piu perfone reu
• nate & anche dinota il paefa rnn
COUtradire,per contraftare eo|
cootradictiooe,valeoppo(itiaoe« tfof
contrad'tcorc.chc contradice. ~4o|
eólcapalTo.valepmett.chi tagliala man ad—
. niin.chc altre figli fiatagb'au ad effo* —
14^4 ' —
cnotrapor<i,percootranietterff. 790
cootrapof1o,3cConcrapo(Va,penc.
cootranc>,d cootrano,Pel coutrenotTale op'
poftio. «01
coatnlbrc.percoacacùre.coatndiiv, eoa-
If.potfi. fi,o'
coacra{lo,la controuerfia. „o
<OQtraucnire,per venir cnotra. 40}
coatri{bre,& contrd^rlL f)ep
€Ontnnone,edolor di core,ar amaritndfoc—
dcU*aoima peri peccati che l'hnomo ha—
commtfTu.
contrito, vai pentito, ]>anficato. |4
contro, & Coatta. 401
coatuibarc,pcrtuihare,coorondcrc jpn-
TAVOLA.
eoa tutro,clie vale anchora che» (S49
con tcn,& conuien,val eflctenecelUrio, o
forra. )it
cooucn<uole,val cooueniente. izi
con|JcneuoUzza,l2 conuenienza. )il
conueDienie,val couforme. I Z7t.ie^
CoouentC(ite,che vai fratto, conueotione.7f7
conuenieuUicheual debito, honcllo, Uattrr
u?8
conucniie,per eflcrliato,debito,& bonefto.
i4tf
coiiucnire,per d4liberare,o uolere. 777.1176
cooucoite.cer cotigiuogere,adua4ic, accor
dare,(o ncordare.<onfarc.
conueotre^per bifoguare-
conucntione,il patto, il baizarro.
cooucaio,n»^iUDooe defraa.
<onuerfare,per praticare inficme.
conucrro,ual uoluto mutato.
ionuerCire,per nuoltaic,o tramutare^
conuico,Ar conuen.
couuttaic,perfarconuitOyO palio.
cooujrai2,vale multati.
coQUiCn, il pailo,ie nozze,
coouolcoyual riuoltOf auiluppato»
co perchiatc,pcr coprire, ferrare,
coperchio, li coperto,
cope 'romper io tetto della caCi«
copia lo eflemrlaro.
copia, la aboudantia.
4er
<•7
rer
jQir
ITT
*7te
•IO-
copiare.per cxcmpare,trarcriucre, canaria
copia. eoi
copioro,ualeaboodaote. .aTtr
copiofamcnrc.val abondantemeote. ajo
coppa,la tarza, vaio da bere. t|o
coppa, la parte di dietro tra le fpallc & il col
14x7-
coppixle«agolc,ch«<ooprono,lecafe. pai
coppia,Ia pariti .vnpaio. 171 1
coprirCfA ,C9unre,p afeoadcret celare^
copula.la congl^a^oac• ipzX
cor^da.&coradella. ^ i^ig
curaggto,val gran cuore. ' i^rr
ulcutaio, inanioùto, anihnor
corallo pietra d pio dì color ro0^ de ancho
di color nero, dt di bianco. 1240
corazza, quali coragent, aoè che facaa il
combatTìtorCyCorraggiofo^mdUTen dogli
animofiiate. 494
coiba,é vafo grande fatto di vimini, che uia
00, gli herbiioli,fructarioli,& firoib» 818
corbo,& coruo vccello noto* ioo|
corcare, la uoce del ceiuiero. 1)84
corda la fune, la foga.
corda, per la tortura, o tl martoro come dar
la corda.vcdta coÌla,ch*e il medefimoB —
1787
cordigliere, il frate di fanFrancefeo. 119
cordali©, è dolore di cuore , de pigUaGper
r^anoo, lamento. 1 1 1 o
core^dc cuore^ucdi cuore. isii
coricare,d( conpatfi. 97^
corioyil duuanat9io,arroUto. 1
comaccbtadacoroiceucceUonoto» iooi
coroamufa,ftrorf)ento niufico. top
cornice,U cornacchia. leof-
cornio,il cormale arbore noto. 1 id 1
corno,nelplu.conia, decorni. 1199
corno, lliométo da malico da cacciatondi
corner!. ic^r
coroUano,vale aggiunu corrilfondenteaUe
cofe fopradetcc. x4«8
coroaa,dc corone.
coronare, per por la corona. * 19 1
coronato ooc laureato. 791
Co>i r 0 Acarpi. ipr^
corpora1e,cioero/a del corpo. IU7
corporatura,la ilaiura. 1 ' > 6
Corporeo, corpulroza,cf rpiileuio. 1 1 t.p
corredare, p(.roinare,ptfr t<••<l^e 7*4
corredi, fono oroamenu, A foruwi.eoti. 9F7*
correggere, per ammonire.
coreggM, ti petto, aue il vento, che fi fa coP
culo. iOfS'
coreggiati , fono certe mazze con cui fi batte
il grano. ira*
corrcggimento , gaAicameoto. et»
correre, nome, de verbo 1486
corrente,A corientb rave-
comen Ione mcfn,o nuotii che Portao leicc
re. *,77
corrompere,A corromperfi, I4i9ti8t4
corrottoual putreCatto# 1419.H14
conotto, per io duolo con pianto, che fi fn-
mortu 2619
corrutCione,la purrefattiooe. ~l)i4-
coiCale.AcdrlarciCioè cbeuatncorfo* vrq
corfeggiarcilaiarc;c<oc rubare il maic 7TT"
corfia della Gal«a.c)uc il luogo di aiczo' do-
uefi camma. icpt
cocfiece,,il cauallo corndore. 1 209
corib.cioe lo aMO del correte* I4t4
coefo della vita A delta natura. 1 591
corfaricclebratida nolhi autori* iqtS
loeu vi^ti^toccliihaUvdUdebole* f>«i
corre folLlat.aula.
conc,ii luogo più fpaliofo del palazzo»dMo
daalcunMUofiile. 107
corte,per la famiglia del podefli* 179
concccia,U fcorza,A fcorco., 1 177
corlcfe.val bcotgfU\«liberaic. 477
cortefeggiarcfper far cortefia* «77-
cottcrui&cortefic. 9>r
cortezzaiA certezza, vai breuiti. i7«i
corticc)la,il dinu-di coite,inuecedel cortite^
«07 — >
cortile, è luogo oeUa*cafa^Jtiofo detto da
corte là doue (i nutricano galhne polli A
altri firoih ammali. 1107
cortine, fono paramenti che fiorano ìntoc^
no a IctcijA altri luoghi. 711
corto, A culto, corta corte, chi vai breve.
1792
corrucdo,Acruccio,Ia indigaaoooe.
coruo.A corbo vccclJo uoio* 1009
cofturcarc,cbevalriÌucefe.. óvf
cofaiArofe. «ri
cuicia,la parte dilbpra della gimbo. t fT7~
coli che vale in tal a:odo,o taccilo modo.
1677
corpargcre.per Tpargere in piu parti. 1766
coltaiin uecedi la. valcmcotdln,oa cote*
fio luogo doue tu non lei, ma doue c qud
lo con CUI parlito a cui tu fenuu 96 1
Colla,A cofiedel corpo. 1976
colUyCioc latcvo h^da dimootc. ijiv
colla nte, vai fermo.
coilanceiAfOte^valfiinnameate. rr
cofianu celebrati. p«
colUoza»Acofiaoti.
coli^e,per alere,o montare. 77 r
colleggiarc,per andarcaile cofie de fnonCi,o
fixndc 4^24
collei,vaÌ<m(U. i»r«
cofli,& coKinci,vaI quanto la colU. 942
coftioci,i!medefimo,chrcofii,vtlufrB* *>4v
colto il prezzoiia vaÌttta.o pagamento. 771
collorofval quelh,quefie,ehi. A efie. ipee
collnngere.A coflregnerc. 1 770-
collrcttotvalc afireiio. 1994
cofiuiival fuetto, ma collui può fiar foto . A
queilu aaópaKoatD,«ome roHui ha fimr
ha detto* Queuo huemo fa, dice. 1879
TAVOLA
coì1um3re,9erurar«,coaaetr4re,praticafe,*o criAillo, che ghiaccio lij;oifìca in Gr. 9r cer> da fc?to,va1c m fine. '9626
cdcrTolilo. irrt ao ilcuaa volta C f*one in vece delPac- daforoinqua.da uid! io qua da quinci in<
1140 n^nzi. a^i
101 da bene, aoé buona pcrA>oa« KI7
40 da cordn,che ual ct'equiri.ucdi equità. 7 1 o
49 dalootn,da parte«da prcHb,daCfìrnA, da pti-
49 cna, daooco, dauant(« dapui, tutb {uno* a
fo /boi luoghi pnocipaii*
dadi con cui ù emocu
da douero,cltc vaie in vertci.
daiodiinqua .
dalnoo,& delfino pe/ce noto.
dalPaltra parte* ^
cofiumaco.val morigerate»* »rrt nua.
coflume.la vf «naatln Wb 1 rrt crifteio il reniigiale,la borfetia«
eoftureylccofirurtdelte veftt,o fimilc. irif aoce,decroaoelpm.
cotale, vai f)roile,oco(t,deha 10 fe maggiore croce io uece della forca*
cffìcatia che Tale* '‘i6rd crociati, vai fegnati di croci*
cotale, IO vece della YuIuajA della Meachia* CR>ctfìeerc,rer croo£care*
Uf«
cotanto,couoti,adie. 1919
cotante aduer. À affai ù coofa eoo tanto , &
valeaiTaigraodc.
cote, la pietra per aguzzare coltelli. 1140
cotenna,^ proprio la pelle del porco, 4c pt-
gliafl per la cotica . irti
cote(lo,corcfta,coeeUi,co(cftt. ii4o
‘cotellui,io vece di cofini. 1 1 do cro/aa di acqua, vale vn (qoaflo di pioggia.
<Dthurnt,i borfacchiin,nfatì,o ftiualt, che 4f t
vfaao i tragici nelle tragedie , ,tl cm Al-
le d pio alto de gli alcn,ae aai^ vfaoa-
noi cacciatonadogoi piede accomo’
dati* irr& cntcciare,& comTcciarctpcr irarfi.
coodiano valecofa (fogaidi,odicótinuo 391 cmccio,Ar corrucso*
cocone,Ia bambagia* ^ cruccio{b,valfa>nicciato,
€otogno,frarto noto. • tfq <nidele,valcrudo]afpero*
cotto, vai co^ cotta, & aocbo abbraggiau
&arfa.
cottura la arfura.
cocurnicc, e veeelto alquanto maggiore del- cnientoro,val rteno di /angue*
la quaglia, & della Aaroa,at ha ifroAro di cruaa,il buro deti'ago.
croa6nb,fotUotiuo. 49
croatare, la voce de corut. MÌ4
croco, fiore,3e herba comeil Safraoo* 1171
croiare^drincrotare, perindarare, deincnAa-
re. i6t9
crollare, per £i]uaflàre,trabballare,omuooe- dalle dalle, et dalli dalli mó di fgndare-
re con empito. 49} -da kingicioetft looiauo.
croNn,vaI fcoio* 4f) daiua,iD vece della (ignora.
dama, & dama animate, vedi ptu ballò t>a>,
ma. Ili;
crofaare, per crollare, & d proprio quel Are- daiaieclla la donzella* ai»
pitoche falatcpcAa doue pcrcnote* 1019 dam3»&dama animale,doela capra feiuaa
croAa.m vece di ghiaccio.
491
I9<
lorr
1791
1409
969
J94
crudeb celebrati.
crudclu,la afprezta,
pyf crudo,val CTudeie,afpero,
color rolTo.
couarelevoua.
cani da oafo detti bracchi.
concile, & caueile,che vai aience,‘o pur qnal cabtro,la curuatura del braccio.
caculare,c la voce del cuculo vccelio notar
no
9r«
ca-
»zi7
9*7
daoari,la moneta la pecuota.
9«7
da niente vedi ^nie.
• 749
967
damo, 0 damo, la dama animai ucloce nel
99Z
«.orfo.
IZI7
9ft
danoag^io,d danno*
779
99Z
dannarè,per condennare.
1910
9f4
dannare, per depennare, 0 fcanzellare.
9<H
9(7
daonatione,la perdtrtone.
t$i9
>9(4
dannato, vai condennato.
litp
iduu
danneuole, ciocche da danno.
7*9
(IV
danno,& danni.
7*9
•414
dannofo ooc dadanno*
7*S
checofa 1749
couerto,che uaJe oceulto,fecreto,cclato. j7i
couerto,& coperto,il tetto della cafa. 9&i «naila^A c»cco,vcceiloootimio*
<ounre,& copnre 9it cuctnaydooefiaiooe.
cozzare, per cótraAare*ft repngnare, dt e prò cncula,A cocolla veAe da religtofi*
prìo vitar col capo Tvno coatta l'altro co «cuoirtre, la voce del gallo*
me fanno (montoni. 9t9 cufiSa,&fcn{fia,dvchporta incapo.
cozzo,come dar di cotto* 9A9 coi fcruiante a tutti icafi del maCdt della
cozzone dica ual li* mi km.dal primo in fuori, nel qual poi fi
creare^dc crtare,pnucrife generare, fare, iflf
.creatore,quelio che cria,& per meta* io vece
di Dio. 4 cDgino di fraCelli,d( di forelle.
czeacura,!a perfoaa,d(ilbamb«oo,ofaflCìtil- €slla,dc cuna,iIletrodc bambini,
lino. a4o,iHbramedotie/itrulU*
. <rebe,val fpefTe* I4|l
credenza, lo afiàggio, o U fienrti che fi fi a
gran (ignori per io maogiar,dr per lo be-
re per caeiooe di veleno. 9r9
credenza,H crediro,la ana. 9 c#
.credenza, la crcdu!iti,tener feacto,pfeAar
fede. yp,
^deaza,|atauola,ofcrwnodouefivipo*- cuore,dr core cori.
gone i vafi , de altre cole apfortmeatt alla cupidigia, la cu|ddteà,rau«rìtu*
menfa. 7P9 cupido, vai auido,di(iofo.
credere nome,dr verbo* iato cupo,cofa concaua, de profonda.
danza il ballo, de canto fattoper diporto-eaf
174C danzare.perba lare,ciiolare* eai
«ooj daparte,cheya].dabanda. 1761
4)7 dapc,Ie viuanderegte,ouerodiu'oc. ir 99
1199 da poco, vai huomo (h poco /apcre, dt come
i)i4 da niente. 114;
1744 da poi.de da poi che. a9o
aiapfcfloadaerbtos • 971
da prima vai nel prinopie. 16 1 a
dicechi, &C0I fegnodelTatùMlo^À /co daprincipio,ciOeAei ptioapto. i9ot
i960 da aero, & da douero, tcyt
irap dar con fupi Jmerfi (ignificati , fecódogli
17)1 fuoi aggiunti. 4sr
•49* darcelo, dar di pigl*o,dara diuedere, occ
170Z a conoCctre,dar uoUa>dar vanto, ooc |ian
19)4 tetfì .dar le fpalle.dar luogo dar da fare
ad alcuno. dax aiuto, & (bccorio.dar tmpe
999 goq. ^7
99; dar di piglio. 37^
9)7 .dare di cozzo* . 779
i)za dardcggiarc,rer]anciareildardo,dcffglija
cumulo, lajnafTa.
€uni,dt cullaci letto de bambini*
cuocere, de cocere,per abrugiare, dtperfcoe
' tare, ■
.cuocere, per cucmare.
cuocD>queIlo cheenàna*
OMiCKii cocame.
I)i9 in genere.
)Z7 dardo,ilteloUfaetta.
)Z7 dare da do dai,per concedere.
ii)0 dar opera, eroe affaticar.
419 da fua parte, da mia parte,da parte.
4SI
9»9
*^44
<76|
I7t6
. credibile, cioè cofa da credere* rato cora.il gouerno,la cuUodia.
credtto,cioèqlio,che altri debbeasoè. i7)p ciiTare,perbauerc«ra,o per far conto. 419 da tanro,cioe di canto fapere.'
(tedulo^quelksche crede. iato <«nc>fo vai troppo autdo, de Togho/o. rz7i dacoroo,ral perlecooitade, & per Huoglu
. crepare, per hauer dolore. 441 curfon celebrati. I4ÌS drenfiantì. 1^4
crepare, per nifonarejar Artpito. 441 c«rto,8t corfo,ual breuc. 1791 dauaucrfo.cioe allatraucrfa 1694
crepitantijcomc crepicaou Tuoni, Taochi* cufno,vale inchinato.ptegato* 17M dattero, albero dr frutto della palma. II4|
44»
crercente,dod che crefee.
czefeere nome,fi( verbo.
crerpa,liruga,Ia tHÒaa.U mia.
cremare, & mcrefparc* 1 749
cre(ta,comedclgailo,o fimilc. vooo
enare,de creare,per autnrc,gcoerare,€ire.
• r?9
.cribrare, per purgare, de per nettare labiada Daprc.
col aibro. 7|o
cnbro,it aiuello, U vaglio, con etti fi porga il da dai
curule, erano fedie doue Uanaao gb antiani danantnclic fi da al t«mpo,alie per/ooe,dc aj
•790 della terra a federe. 490 lecofe.
1790 cu/cirearccparfmeote,afartore. IPK dauanticonmouùneoto. 1479
1749 cuùcagoa, il medefimo ebe cotenna , cioè la dauand chevalein prefenza. lata
cotica.
grano.
apdatura,
7)0 da pfO arca,o incorno;
.4 eoo gli fuoi vari fignificati.
lare.
Hzz dcpfcpofitioae,femprefi da alp!oraIe,&C
accoippagoa con l'articolo. 1 • 6»
dea,in vece della innamorata, de della foa
figaora. 1 )9
dea della Terra, a temi 1096
dea demorti. vedi a morte. 1614
4Z) debde,6( debole, deboli. )06
1901 dAUicare,pct dmenir debile. )'i4
l)4i dache,valpoicht4|ùcheodaqua^1ora494l dcbi(o,v«ldoouto,ebligo,coDurotio^e^,
officio. 7TT
dd>icnrr.4]oHIo che Jtcdve. 77 f
drboIct& debite. |o6
ddrilcz£j,lj U<iinidine* } 6
dccauicrone, vai di dicci jkmoì,o di itieci war
* ti,dc c Yoce Gr. I7t#
dcccntbf*c,& dteembre mcTe. if9
decenne, (he uagboa di dica anni. 1718
dechiarare.pcr mollraec aperuuumc. tt8
deomu in ordine . 1 71)
decurione, tl capo di dica lmomioi,n folda-
ci. I71t
de YcrbndeiPinfimtodare. iida
defcno^ual lUnco,tafio
defbo(i,val priui de vica,aod morti* 1 6 id
degnate, & digaare 407
dignità, aoè honore, grado, reputatione.^o?
' - 407
•410
I
]9«t
aeo
1719
lofr
degno, & djgnO(Valc}ioooraco>
dehjunprecanua.
det,& dn.vedJ a dio*
deiu,& deitacc.
de) articolo.
del contmouo.cioé fempre*
del tutto. Lac.omoiao.
delfino, o dalfioo pefee noto,
deliberare, per foaueméte toccare con la lin.
rua. Mit
deticaccxzc,dctjcaco.redideltcace7.ze,deÌica
to. 687
delirare, c proprio^feir della drrtia uia. 1 irò
deliro, vai Aolco patto. viro
ddtcie,le ddicate/te 6f7
de)ubro,iI tempio,le cbiefa. 47
detudere,p inganna re, befrare,deridere.i4ox
dbmonin,ch« va) fapicnte^ iloi
denaro, 3( danaro, le pecunia* t]j
dente, 9r nel piu Denti. i}77
denno,& entro*
demidare,per lfogliare,& meta.permannfe
ftarc.
^tfponcre,per poner giu# I rf s
'depuute, per ordinare. i t
defdUQo,&dtrecaoo,chevaIevlcimo. r4i4
deriro,valt>e0ato. 1406
dennare,^r dckendere,nafccrt. 17 fr
derrata , vai mercato , cioè ^oello'che fi ha
per buooo,o p cattnio mercato,oode f? di
ce buona, dr cactjua derma, alcuna vol-
ta dinota picoola moneta. 7^4
defco,la tauola.o U menfa^nadra. t4o)
dèfaitnonc de luoghi, de pacfi,& de lìti .9^ 1
dercnuere,&knu«re. Ioa
defcrto,luogo inabitato. I rÌ7
dcfiare,difiare,& defìderarc» ' Yi7a
tde£dcrare,3( dr(ìare,difiare. ft7x
defìdeno, il defio, li delirala auìtfati, 1171
defiderofo,& difìofo* 1171
definarc,& difìnarenomeA vetbo. i4oo
defib St debderoTo. 1 17 x
dcfK>ro,& dillo. I i7a
defpino in vece di difpetfo. p a
de(Ìb,dcfra,defle. I94r
dcftare,per far fucgtiare,per far pronto, vino,
diligente,
dcfhoare,per dilibcrare,depuUre,aif7goare,
eleggere. tv6
delUnaco,val dcccroUnalo, deputato, diLbc.
rato. tyC
dettino, vai (orte.fato. ift;
deftra,iQ vece della mano. 9^7.14)6
delira, in vcce.di felice, pro(pera,fiuoreQoic.
706
delira, 46 (igmttca la bamda (rooorc.9479
dcftnerc,& dcttnero,il cauallo. 1 ao
deflncre 10 vece di pnàpo . 1 4r9
dHlro,d caca(otio,il oeceflirio, la laogola.
.MU
T A V OLA
dettro,che vale atro, commodo, 4c facile da
fare. ifoi
dellruggcrc,& diftruggere' 4ro
deiutare,d( deuiare,pcr vfcire, & torcere del
la via* noi
deitare,per dire,& pronundare, accio clPal-
tri notino. I}I4
dcitatione, vai compofitiooe. 1)9#
detti proucrbi & fcntcntc nciiandi. i6ro
detto nome dal verbo dire, che vai motto, o
feotencia. sita
detto adie.vediàl verbo dire. i|s8
deturpare,pcr far brutto. t Ii8
deaere,& doiure,pcr efler conurniente, de-
bito,ragioncuoÌe. 776
drutarc,& trauiarc, per ufcir della vie dine*
ta. noi
di prcpofitione,che feraprefi Tenue nd fingu
lare non vi feguitando dopo ierticolo,cbe
allhora vi 6 potrebbe de , dt m alcn vani
lìgniiìcati. i96t
diifuinci di lunga era. di anooo. dt botto, di
cotta-di colta, cioè a proua, o viano di fot
to. di certo . di gratta eoo pngbiera, di la
entro, di qua di ieggten. di lontano . dio-
Corno, di nmpetto, di che, in vece dd qna
le.di di in di. di giocnoin giorno .di con •
cordia difarrOtCìoedi fubico.di nouo,ue-
di a I luogbiloro.
didal vcibo dire* li6r
di fing.de piu. noe giorno. x6 1
dM,(he valdiua,dcdea. i)6
diadcma,<.lte vai corona regale. 991
dialetcxa^artechc difceroe il vero dal fallo.
lei
diamante^ètadamanteptecriprefioCi. 1141
diametro, la linea rettachcdindeilarcolo
la due parti eguali» 7fr
diana, ilagno. ioao
irit» ,diattzi,el)e dinota tempo poco fa pattato, IO*
naxui,teflè.
diafpro pie&a ptectofa* zi 4 1
diauolo,& dianoli.
cllharbare,per leuar la barba,
dibattere, per mouere. 1
ddx>cto,c^ ual fabito* %
dtctmbce,d( dccembremcfc.
dicefccte.Lat.dccem & fempteni.
didnaraicvper fporre,foluere, diroottrarepa
lelarCió mtnifcttare. 1 6t4
dtciotte(Ìmo,Lat.dccimDioèlauuf. 17x1
diaotto.Lat. duo devigoa.decein,ftoèlo.
1719
di cotta adoer. vale aVrouo , o vidno . Lat .
iftac. 97}
dtece oumeroindeclinabile. 1 7 1 d
dtttbrme,val disformato,bmno.
dittbrmita,vai biuietza, ico^
dittiindcre,per fpandeie. 177^
cbffitio, & cdi6cio,la fabnea. 9 17
ddrroare,pcr ufcir difreoo. t a 19
diruora,dif«»on aduer. 964.
dignità , vai grado , hcoorc, dt repucatiooe •
407
digiunare,per far attinenza. ir
d^puno fott.de adie. }7
degno, de degno, degni* 407
degradare, per difceodere di grado in grado.
94®
di£nanaridcnu,ck>ctorccr il vifo de aprir
la^cca. ij/9
di la, di la entro, di la dali'alpi. 961
di la, che vai nell'altra vita. 96.1
dilaccare, per dileguare* i6||
dilagire,perinoadare. loSi
d>leggten,valleg|icnneote!,racilmentc 671
dilcguare,f crd4»birc,ttrugger,pcr cobfumar
a poco a pocco, come la ceta quando ar>
de. i6)a
dileguare, per partirli, de allontanaifi, Il co*
me fpanr da gliocchi nottrt. i6u
dilettanza, de diletto, rallegreiza* 699
difettare, per piacere. 6S9
dilcttationiydilettt* eSp
dilettcuole,va}c«siroo. 609
diletto, de dilettaiione. 489
dilettofo, vai pieno di diletto* 4|o
deliberare, per ditrrminare. cavd
dilib«ratMae,val difiimoooc» U7d
dditatezze,le diline. 7zi
delicato, vai dehtioro,moUc. 7r8
dihgeQiie,drdiiigeoti. 1499
diligeniemente,val ibllecitamente. 1499
diligenza, vai cura,ttudio,faHcntudine.i499
dilmrarc/-pcr liberare, o nfcaccare di pngio •
oc. U7®M9
dt {ontano aduerbie. 9^
dihtngàre,d( allungare, per alkmtanare.i79b
tpoo
*r9
1719
ttuz tlihiiiro,caoe inondacione «Tacque. io9>
M41 dimagrare,per vemrmacro- %&*r
dimanda, de domanda. 1409
dimaodare,* domandare! 1409
dimano in mano. r^n
:dtmcDare,per muooere,o fenoterc. 4^9
«luncncicaoza,d( «kimenticanza. t x4t
dimenocare.perfcordare, fmemomrc,dt qua
tt vfdr di mente. *^T4
aiimetticarede dimefhcheTza,vedi domcttièa
rr,Otdomeftiche*ta. 707
dfmtnuimeaco.val fminuimeopo. I77t
diminuire, permitigarejeoar via. 17/1
<ticnora,diinoratvza,de dimoro, la tardanra ,
dieta la attinenza del cibo. te Thabitatione. ,1906
dietro adiccro,& in dietro, che ttaDza,;atmo (imoranza, il mede limo che dimora.
mento dinota. 96^ dtmorare,perftal fermo. irr*
dietro, quando e ttmpopafl*afo. it dimoro,i] meddìmò che dimora. 1 re«
difaUare, per fccmarc,, mancare, oiogltm. 'dimottrare.perdarea vcdere,ocooofcere,di
chtarare,fcoprire, pronare, accennare. 9t7
difatto,chevalfubito. 294 dimottrati««e^ìra)£irmottra,direa vedere*
difendere, per fcliiuare. pio «t)?
difeoforc,qucUo che difende. f t o dinan7Ì,che il piu fi da al luogo & al tempo.
difefa,ladifcnfioQc. pio tip
diretto,oalihaacamentodctfrto,crroreki44z «boao7Ì,che vai inprefenza 1472
dxfirttofo, vai piM dt difetto, cagioncaole, disan7i.cheficbaltfpo,&alleperfboc.itp
malfano. vbnaozi,conmouimeiilo, 1477
diffalta, o di»falca,*che vai difetto, peccato, •dinanzi,auaado fienifica lungo. 949
errore. G
differenza, & difTcrentia.
differire,per prohiiigare,tardar
difficilcjual malageuole.
difficulca,val malageuolesta*
di6Sdaoza,de difficknza*
diffidare, per non fidaxfi»
1642 d’iodi,valdaaan,vocefinaullcfca.
|i44i dintorno, ual da ogni parte,oin £iro. 962
179I diottouoadtter«óoe ououamcnie,vedia no6
tfo uo. 1144
Spo D I o , & dei,ttr dii ^
29 dio io vece di Amore. 4)2
29 difrarore,&dipaxurc,f)oci)e,ftrctbo* 1470
Jiparttre.per pamre,tlIontaoarC. 1470
<lipanrta»iapatnca,Upart«aia. 1410
•\!ipelarc,pcrlettar*iptli« •• ij»4
dipwgerc,& pingcf«. tH>
di^nto«& pioto. •©?
dipintura, & pintura.
dìportare.pcr folaxxare. <90
'dfporio,tl rolazMid» dtlatto. é90
diradarc,pcr far chiaro una cofa dcnfa.i74f
diradicare p fpiàcatc,cOirpare la radice-iHf*
diramare, per ieuarei rami degli alhen.i ipa
dirc,& dir nome & nerbo, per parlare, oarra>
rc,rcfttire. ijft
diredarCjp Oedicare.cioè 06 heredirarc* i)a
dtrctaao,A deretancsnale ulnroo* Ȏx6
dirimpetto, ualcalPmcontro. I44r
dincro,dimtaraeQCe,uedj dritto, de dritta-
mente. 1490
dtrfccura,ual booti. 1690
diritzare,& dnatare. 1691
di mal d’altrui. M99
diro,ual audele,feuero. 9|a
diroccare, per uenir o mandare d*alco al baf
fo eoo luna. 1 7 9r
dirocuaxc,per deriuarc. I7tr
dirotiamcote, ual grandemeate , à con do-
lore. i)«a
ddaecrbare,paddoleir«,dtmaCnrare. 1^44
tfi<aguaultaoza,uateincqtiabU. I64«
ddaguagluirc,& difuguagliarc. i6< 1
difagiare,pcr feommodare, uoc lena re di
agio. !I4
dt{kgto,il contrario di agio. 1 14
difamare,€ioe non «mare. 9}9
dtfamarper fpegllaf l’armi. 490
dt(armato,ual inermc,cioe lenza armi# 490
dtiafcondefc,il contrario di nafcoadere.|7i
difaueduK),ua(eioauerteore. 74f
dilàttentura,la difgrada,la mala fortuna. i(f
disbngare,p leuar di briga, & di Inftidio. pad
difcocuameotoyla repulfa. f$9
dircacciaie,fcacciarc,dt cacciare • 4of
difcartiare,perfmagrare, dt per laoar la car.>
ne. Jd7
difcaro, il contrario di caro. 704
dirceadenti,! fuccelTon ipót
difcenderc.p fccdcrc dalPalto al baflo- 1714
d>rceate,il ddceiHilo. ’t|6
djfccpolo,il difceote. 8|C
dirce{nere,& (cernere, per cooofccre, diilin*
^iierc,fepararc. t3«t
ddcenarc,per<1»fforiIare. 711
dt(chiomare,per leuar le chiome. 1)4 •
difciDgcrc, per (cingere. iC4^
difcioglicrc.per (l^are. }49
djfcipare,pcr tor«>cMaTe,(acerare, de con(u>
mirr. 1819
dtfctpltnato buona, de tn mala parte, aoe da
* *^6110. \7
dH^iiuatc, perbaucrcilrtagellare. j?
difcolotare, & Plorare. • 1 x
dt(colparc,perfoiraie,tCTiar di colpa. ao«>
difeonuemre, & fcomicnirc, per difcordare.
itfrt
difcOpiire,d( difcounre. 97$
difcopriie,]'erriÌcuarc. i6lo
dlf<ordamt,<io4difcotdi. PH
4Ì(cordia,la diircnnend^ P94
difcorrtmentOfilconcorfo. ifax
dif<o(ccadere,per rocrpere,Oa«gere. 44f
difcredcic,peroon'ciedtrc« iz8i
difcfetioQe,Umoletlia. 411
dif<reto,ual (auto,o (aggio. 4) 1
difdcgoare, de fnrgnare. cae
difdcgoo,d( (dceui' . rea
difdcgnoio, uaUieno di fdc|oò. p4é
difdct(o,ual coocrado. IM9
TAVOLA
di£cÌiceuole,cioè da dUd4re,o da ocgar#,aon
coouemeote. 1 1 1 9
difdire, per negare. i|99
difcrraie.per apme. 914
di/erurc, per partorire innanzi il campo, far
fconciatura. ita
diCeruire,per difcompiaccre. if d
.dic<a>o difiaiioadeficio, chcual difetto,
dcpcccato. i6d2
di(Ìramare,d( (Tamara. 917
di(f.imare,per rouinarc,di(lniggfre. 447
di(l^gare,& (fogare. 981
difgannarc, per ipuar d’inganno. c84
cii(giogare,per (ciogliere ^1 giogo. Ma
di(gmngerc,per feparare. 1477
di/giun(o,nal (eparato. 1477
diigombrarc,d( (gombrarc. C 1 1
diigratiaJomfortUQio. 167
di£ratuco,ual (eozagriUa,ioctto. 167
di(grauarc,per (caricare. aj7.i7n
ditgraKidare,per di(perdera. 2)7
di|nooeni,d( dishouelUte. ai 1
dJ2hoocilo,d( tnhoDcdo. aat
di|horeuole,d( dishonorcoole. 400
^igillarc,per diCfare, guadale, di perdere il
44ìnare,d( deiìnare nome de nerbo. 1 doo
44)0, de defìo, de delire. ii7a
di^^cciare.c piofflp delle uiu Icuandoglt U
terra d’intorno al piede. ji?
dilagare, per allagare, dr dilatare. lofo
dingtcarCipetcUllcttate. 1448
dUleale,ual feoza fede* f 81
diflealta,uale infidcbii, 981
di(o»a^c,>l medalimu ebe (magare, cioè
quali leuare della propna imagine. aad
th(maglure,d( (magliaie, per knar le ma>
gbe. 49d
dilmalare,pcr riCiMte. totf
dUapbbiare,per illum.nare,fare chiaro.ioi 7
diCnodaie,Ì(fnodarc,pef ditfcloglieic, chiaci
i«,iiMaóificaK«
diliV3re,iT medelimoche duhonore» 400
di£pQoare,per dcHardol fonno. i)6r
di (op(a,uecli (opra. 1776
di(urdi|ato,dc di(ordtnaumcote. i|
d4oflare,pei leuar Toifa. 1
di(oUdrrare,pcT leuar di (otto terra. 1097
ddpau#e,pet diuiiktc, lq>agarc,lar di(paro.
1471
tli(parcre,pcr fueoire. ijca
di(p4io,ual dileguale. 1 64o
dilpartc dcindi(paite die ual feparato. 9fx
dt(peoCarc,per cbrpaocrc,de ordinare, aa?
di(perarc,pernon(pcrare. 1828
4ilpc.iauone,ooe lenza Ineranxa. 1 814
di(peratp,e quello che e tuor di (peiàia.1828
ciilpeidcic,per gualUiiyiibipare. 470
diii«tfo»ual (paiuto. . 470
di(pettcuolc, di(pcnofamente. uedi di-
(p4Ko. 771
dtfpetro,ual fdegno/upetbia. 772
difpetCo,chc ua^'4i(pregiato • pa
di(pettolo,ual pieno di diTpetto. 771
diCi iacete,de fpiacere noma di ueibo.* j?7
ddpiaccuole, & (pis ceuole. 777
dimiccrre,d( (pici are. 1781
di(ptega>c,d( (piegare. 1748
di(pieiato,ual empio. 779
di(pitto,}D uecf di di(petCo. 771
di(pogl>are,d( fpogliare. 1740
di(porrc,dc di(p<iOcroypcr ordianre,detcnm>
otre. 14
di^cfio,nal peeparatoyo deliberato. 1 4
diti olìoooe, uaicordtaauooe, prepara-
tiooc. 14
4iTpxcya«e,di(prmaie>di(prcguit. 40»
/ne
dìrpregiatore,difprezzare, dcfpreg'are. 401
dilf regiatore,il iprezzatore. 401
di(pregio,d( d)(pr .zo. 402
diiprezaamento,d( (prezzamen to. 40^
d)fprezzare,d)(prcgiare,d( (pinzare. qoa
dt(prezieuole,dilpregieuole. 407
dilprczzaco, di (prezzato. 401
di4>rerzo,d( di(pregio. 402
difputarenomedcueibo. 790
dilTcgnare,per limare- 8 1 1
d)iregno,ual pittura. 8 1 1
ddTcure,per ìeuar la (et^ 1 a a
diliipito , ual (enza fale,cioe non (alato , de
per meca.ual (cmplice. ia)6
dibundc, diiromigliante, & dinbmiglieuote.
1671
difluiucrc, per (cicaline, di diffara. 449
diirolutioae,ual difordiue. 449
diiromigUatCfUal non (omiglìara. 1 671
dtlfonante,., ual difeordante. 101
dtibnte,uai lontaOiD. 948
dillanza,la lontananza, il dmario. 968
ddUmpcrarCjper rcrtuibarc,«ruggcre,dt tri-
tare. I7Z7
diHead«re,dt lleodere. 1791
dilidlarc^dc Pillare, per purgare,coUre. lot 6
djUiaguete,d(limgue7tf, perfepararc dtllm*
Umcnte. i64i
diUinnoneda differenza. i4(i
ddlornare,pcrntomatcin dietro. 147)
diAprcere,& llorcere. 1491
ddlraliere, perrimoucre. 1483
dilire(ta,i ue^cdi di(agto,uraco da Ditc.114
dilbetto, ual neretto. 1796
dillrcttQ,in ucce della prigione. mt
ddlrgoetc,per llngoere fortemente. 1 798
dittrugerc,pcr conlumare . 450
flinrugitore,ual coafumatore. 470
difturbare,per impedire,dc intcnópere. 1 70
di(uentaggio,ual loequaliti. 744
difiÀidicnce,dcmubtdiente. 43
di (ubico aduttbio. 894
diruellerc,dc diuellert. 1 79 1
di(ùguaJe,ual noa uguale. 1679
difutlnppareyper u(cir di uiluppo,& didri-
carc. ,47
difuiticchiare, per (uiluppare, dirgiuDgerc,dc
difpartirc. ixt
difuoire, per parcire,drnidcre. 147}
dt(uolcre,iI centrano di uolere. 1177
di(uCire,pcrdirmcttcre l’ufo. 1740
dilu(ato,ual diliuello. 1740
ditelia,!e a(celle,o la(«oe,o (otto il (caio. 1 4)
diterminare,pet di liberare, concludere, dilli.
aire. i4a7
diOfdc dita IO plu.di liog.dieo • 14M
dito, dib, dita, ut (upra. 1438
dittamo herba odonfeni, & di mirabile lui*
tu,& paiticolanncnte el parto delle don*
ne. 1171
diuallarc,per (cender acqua per le iiaIb,o per
£umi. iue9
diucdcrcyper cooolcerc. 744. 1 z«9
dittcUare, per (ucllere. ■ t f 7
diueoire,perdiuenure* 1791
diuentare,per diueoire. 1791
diuer(o, uate abeoo , contrario', & dt£ÌoJe.
189
dhii,ual diuloHfantiygeoerol). 1 7
dmidcre,pcr feparate, allontanare, rùnoue.
ic,partirc. I47Z
diuKlere,mcta.per(epanre dalia nita. 1616
iiiuie(o,ual prohibitiooe. i|oz
diumare,per (lcgare,(cio^cre. 34^
diuino, ual divo, celcfic.g it
diuifare,per ordinare, 14
diudarejpCT oarrare* 1391
->
e
T A V O t A
noci fonpio»
la^r df>ratc,rmo(^oiair. i 4
d< rai< ,& iiidorato. 1 1 14
1 47 1 óctn nono > il lurgo do«f doneooo i frao,
it7 &>lcn- Il 7
tj doiirigliroc,'! fcrnrlcoff» I|e7
]f7i di ni irr nt.fi c6( veibo 1
d< rf«s & dofio » < bc c la paite di dietro drl
ri u< mo. i4fo
dritfo^la (t ir ir iti dcfrr ori* 1777
dofio,& dcirlo « la fatte didietro dell*! t^o-
vno. 1470
i}?o
diitirarft f«r nariart^
d U' arp*per i'rn‘ 're«no»f‘«9re,
d>ui<c,val ftt err,f« rmr,ir;)fi ere.
diti lOfbal 'rnt4Dc,nn'.oto, reparato,
d u t'^la ahrndaina
diuo«ti'l dturar>,ratito,|eoeroro.
diuolgare,& diuuigarc.pcr pubUcaee.
diurrarc.per confumare.
diu< ito,uai reparat.ooc» clic (ì fa tra manto
& moglie. I47>
ditiotionc. ual a0cttioiie,dc{liiiatioae.
dinoto, uat catolico. 9«
diuulgare.dc d>uo*gare,per pubi care, manife doilo,la frmmtti de mooii.
ft.<rc,far palefc. 1771 dotarc,p«r dar la dote,
doag o,iteagio,c certa qualità di paone cefi dotato ualcomato.
detta. ifrf dote, il retrimcnio della donna.
dobrc,era certa moneta, cesie il doppion dotta, che ual brcoifiiinofpatio di tépo. 141 n. ixt4
d'oro. ir| dotta, la paura. 1140 eccetto, & ercetto,ual fe oco,{aluo,ruon
doccia, è ceno condotto dt acqua a gutfa di datt.'i4,lapaura,iltimor«^oilrorpeico 1250 die. nt4
nuoto. 1077 dotiarCfp tcincie,tiuÉMtai7,dr afpettare. la^o eccKlio,tauccifione,d.ftrurtiooc,touioarAf
dodio,ododect numero. 171S doiio,ual fcient}aco,penco,ammaciltaco,& eccitare, pcriDiorare,ioaoixuarc« liaf
dodicina I comcTna dodicioa di lino, & fi- quello clic fa* 179
mite. 171S dettoli celebrati. iS
doga della botte del Tino. (19 cbiftnnaja (ocnia* 174
dogana, e luogo et mime dove fi pongono le d« ueaducr.loralt. ^71
n eionnc. ” 940 dcHiere nome, che ual debilo, ft ragioneuo
dogauien.iono gli officialt della dogana «40 le. 774
dogaie,f er pi nei e le doghe, come alia hot- dovere per liauere. i|l
ti4 douere,& dencie, perelfeTCOoiienKOte.
dogr.&duged* Vinera. ftó 7761178
dogi.4,1. d< lnre,il uu« lo* l|or douerc, ci potete* 717
d<-g.i4difi>ruhi. 1694 doue>c,pei uolerc.uedioolerc*
doglio, T4t(b dj vtno,o da nho* f|) douero, & dj duucro*
F ,*ro 3r rrsghsitione e, m oerc dell'artica^
io II e IO uicc di rcii.A di ei,urilo. i9ld
ebano, o cbcoo,& hcCcao»Je^o scgionoiiF
firro. iiF
cbbicrraja cbtne'i* laq
ibbrirftc ,& ebbro. 124
ebbre ,&clbnaio,»ifupra* 114
ebbio herba nota* I 71
iburrcisbalcofa o'auorio* tif
ccf elicane. & ecccllcoru qof
«ccdJrria 0(<tcilici)tia. 407
•777 ecidio ,& lacclio, ifac ualc alto grande*
119 177*
129 ecuiU ,ual peccato,errcrr.& fal’e* f9f
129 cc(Ctt.ooc,& laicuiciic, ci.eual cattatolo
ecco aduer dimLllrabuoa 1437
Cibo uocc refpoofiua* 1 jfp
eibpfare,per ofeurare. 6 1 1
eibpfidel Sole. «i|
ed'jgt» de egloga, che uale eletttonc , fcelia»
ragli narocoio.
ed in ucce di ft, od uctfopciò*
ed ficare, pci f.bncaje.
ccLfici<',la fabma.
eCfUerbo ufaco da Dante»
I277 c6cCto,laopcraiic>ne pcifettinne.
1471 efiiguie,rcr f«>rmaic,c figurare.
>4
1968
9*7
4*7
496<
•4^
dugliofo vai pieno <ji dotile. t)cr dLUu(oad.c.ualdci>ito. 779 eflìgie,Uimagme,ia tuima.
di>t«re,p polire, f, ianarc,'& finir Topcra 729 drago, dragone, o draconeanimal uelcnofo. db & ci, aiucobletuieniialprisKi
dolce b li de adie.irarc.8r femu 1*39 1170 fo. 86f
dobcaoucr cii.'c dolccmenie» 16 9 dumina,chee pefodi tre fcropuli,ouerodt eglino, de cMeoo,ciod ille. i»6(
dniccpieot ,dr dolce aduer. 1640 lei obt.ii fecondo 1 greci. 9776 <g>illcflo,ual(jUcUoficflo,oefIbfl<fio.i8eS
dokcxia,d( dohore. 18 40 «irappdlo,c certo numero infiemc umto.dcn <g'^>o,ual fccUofCleuo, & quali ca loie gr«
dolciato,T4Ì dolce. 1840 filetto» 1178 gc cleàut. 404
dolcote,&d lenti* 1107 drappni. ,dt drapp)«H. 1738 »gio,ualc infermo* t69|
doJcre,A dolerli» per hater dolore, per lanié dra| pi , per gli ucfttmcoti » dt pjumo-cb'fcta, oio,uale cgro,inrcefno. 1 *9|
talli. i}07 odVro. »7I7 eguale, uguaU, iguak, & cquale» ual paro, li-
doloja frande, lo inganno. 794 dnade n’m{be ddlr fclue. ai) nule, o cinb. ime- ibtf
dolore la dogba.il duolo» |)t6 diiu.f,la uocc della mi.llctla,ocióoo1a.»)94 egualmente, & ugualmente. test
dolorofo,Tal mcfio,laaguidOb f ,c 6 dritta, & d una, nuc,e dell., u.à dettta. 14JA e* alinolo, tu ucce di egli, tioc cfio.uccb
dclzcrc,val dolccita. I640 dnt air ente, ual Uuc,giulUntcalc, tagtone. **47
doman, de domani, de dimao. a 6 uuiniciiic,a fi>o. 1870 elc*^ albero firn le alla quercia. ii»a
domaadatc.de dunandare. 1409 dritto, di dii itto ,ibe ed contrario di ccciu. cicl*oto,&cKf4nu, 8 Icof haute aoitna^uo
domare, pet farmanfucto,fuperare, perma 1670 liUimo ^ ci la fu.< giandiiaa. mt
cerare.
domarrma,la materna vegnente*
domenica,il di «lei Scguoie.
domeHicarc,per manfuefare.
domefliche7za,dt U mcllichezza.
domclhcc>,ual iotimo,f4m'gl<are.
• 216 dniic^,d(diritro,rheualeipKdi,oafilo.i«70 cicggeic, crioiglK
ai6 dJitio,d( dintro,ihc ual gibit.^. i»9«» 2 m a t 1, lonoi inoupudimueccco
aói dm£arr,0ccbrizaaie* lepi 99o
707 diUdo,Uguiuaucaaiance. é ì cJctia'oe,la fc> Ira* al
707 du.m ucic di duo. 170* e<iito,uaJ fc.clio. at
^ 7.7 dublMaie,dc dufacure,per fiarei dubbio. 172 ebicrc,p(rahcie,cflrahere,cauarruoii.tia8
domiQanoai,i'uoo de orctioi degli angeli 9 dubbio,uaJ dubb<olo,dubttauuo»ioc«fco,am & hclintipia p<ccra di molta uiitu»
dominio,il lbito,la lìgnorta* 199 b:guo,(olpciod'au a.<>. 171 di color uerJc, tiiUinta di ilellc puxpura-
duoare,ptfr dcdicare,dcpatare. 421 duhb>o(o ual pico dj dubbio, &tl medefimo oe. 114I
dtmaiotc,il clature.4ii. d( donatotela vece chedubbio» 171 tiitropia herba. 1171
di Dio. 8 dubiiarc.de dubbiare, per ftar dubbrofto. 172 e*U»cll« , clic ual quefta oefià. IÌ69
^nile,aal cb qual luogo* 977 dubitauuu«JadubiiaiiLa 171 c leuo,dt«glino,io ucce di elle. Il6f
w>ona,9crIafen>inalZc mulier- ipip.^in duca ii lìgnoic,cbe ha ducato. cUci a, dt hcllera herba noia. «'7»
vece della fignora.Latdt mina.
d<*noa IO ucce della inoamor^ca.
donne, *0 ucce delle rouoaihe.
donneatc.per fignorcggiaie.
dooQefcamenic,ual hgn • umentt.
docioofdc doo,che ualb^oore.
dono li prefcQceJa mancia
)99 ducati d'uro,Boneta nota* 1)4 eili.A egb,d(cic)elpnmocarodelfiog. i97o
1720 ducc,perlaguuia,d(mcu. pliGgoora,aoc d!o,ella.elÌe.dcclb. i9;o
248 ionareor*u.
|99 duce,ilcapiuao,imperarere,pnnap«.
|99 due, de duo.
I» dumi,cbc figoifica ogni
421 dunquc,d( adunque.
donzelle , dt damigelle , le fcniitrici della fi- du<',d( due.
S*^*’tv* 222 duodcama,duodecnno.
dopo,in ucce di dapot,cliefépo dinota- zeo duul,dc duolo il doloie.
dopo che fi daal luogo , al tempo, dk all'or durare, quando teir pu diooO.
dine.
doppurc,per duplicare.
dopptcrc,il (orci^o U ttwcà.
412 cbno, de elmetto armatura del capo. 491
)7é doqucte,ualbeoparlaacc4ielpailatore. 7||
•707 doqucnxa,d(eloqucnaa. 7||
1197 cUa»dc clza,parte del manico della fpada,
•8)0 che difende la mano. 491
1709 emcndarctdcaaisiendaie. )•
1721 cmcrgcre,pct vfurlu(Mliàdou9Cr•isllner-
•)o9 io. aoie
|ov cmiaence,ualptu2)todegUaltri,dtqnafiii»->
958 durare, p (opporiarc,iofienere,dr folenre <r pra jJioimaocre. i77f
I7;9 durezza il lontrano cb tcacrcna* rr4*i4l7 caipafincctar«,di impafiò(caee»per tnfpotca
999 duropi wjitratie di «eaeie, n»»i48p labratuieb
emi>i»ftro,atimpUfti«.«tt» rompoGlii»
ch« fi pone fepra i aulc.o per baio nutu
riretOifueaire*
«mf«nì*.DCo,Actaipimciito. I7<^
«mpiOyChe vsi crude)c« crudo* fft
«mpire,& tmpire verbo.
empireo cielo. ^7
empi^iumpeto.
eonaecs& gonfiato* * * ^
«otrare,& latrare*
«aerata, lo introito*
«■tropdc dentro.
epa,peril ventre po(e Dante. tl**
cpiaclo.val cerchietto come da pianeti* 7i t
epiftolaA Hftola. *4
«pitaphiOjla (bpraknttiene che fi f» a lepol •
cri de motti 4T
oqulooitio o eqainolio doe quando la noi*
ced vgualeai di* 7M
oqtnti, vai rtn(biu, ogttiftamente, o dacor*
do.
eremita,chehahita all’eremo* ^17
ergere, per dinture,dt tnaliace* i *9t
«Tigne herba ^tnofa. i'7i
«nae^fune tafanali. t®04
«rmo.é luogo folrtaho* > ' ^7
errante, vai vagabondo. iqfo.Tt^
«rranxa, lo errore. ^9*
errare,per vagare,c*od andar vagando.! 479
«rrare per peccare, far aiaacainento , far cr*
rore.
errore, il fa8o,il peccato* 49t
«rtexta,la alcetia. 1777
crto,erta,che vai alio,3t diritto. 1777
«faneae,val fenza (angue, de por «Kta. timi-
di
«fca*m vece dd cibo* * (97
«fea materia di accendcreti fuoco. 99I
«fea dal verbo vfeire 9id
«(cato vale inganno coperto (otto Tefca, co-
me per pigliar gli vccellt* <797
«fcluderv, p ferrare,o chiuder di fuori. 4o9
efeiufoA eldu(o,v^d edere, o hauer ferrato
fuori, o fcacaato,da fe alerai* *o9
eahalare,pfptrare,&raeta^perifbgare. Kit
«fordto,il principiodelfa oraoone. tCof
c(pedjre,expcdtre,de ifpedire* lfo<
cfparieozaÀ expenentia,val prona 1 <47
«(perimenure,& (peruaentar^ per far prona
deifpcnenra. 1649
«fperto, vai, provato* K47
«fpataarc,pec cond>actere,8r ancfto pernn*
c«e 749
cflàlumento,3c efakameato, la eflàltatio*
ne. 17»
«ffalure.de efaìtare.rer magnìfirtre. 1 r»
•iTamioarCfper coafiderare,inttcRjg4re,fcm
urcipcfare. 1179
«fTamiDatJone.de efiamioa. 1 179
«iiraneue«vai fenza (angue de ptr n|fU. orni-
do. I7t7
«(TaudeuoW, vai demente* rio
clfaudiretde eifaudeuole* rio
«Ìremp«o,exempto, dt HcmpIare,lo origi-
nate. irrt
dfence, vai I ibero* l a? 6
r^eaia,9t eflentìj* ii7d
«fTequte.dc exeqme. 1 4 1 9
cfrercitare,St cflerdtarfL §47
eflercieio corporale, dementale. Ì47
^eroio,c(ercito,dc esercico,tlcMipo della
ffiilitia. 49t
flT^e nome, in rece dello ftato,^de del Tiue-
' re. ir97
c(rcreverbo,da (umeteil* / ir97
«ftiUo.dc 0x1(10, il bando* rt7
$ùi, k clfe, rat ^U, dia, aglioo, k
tavola
«fieno* *tT«
efta,efte,nf qucfta,qneftt. *4io
cftate,d( fiate. 4*7
efierrefatco, vai pieno di fpanento* taif
«ibmare,ftimarc.di ifiimarc.p repucare.urt
efiuaare,pcr confiderarc,gia.licare. t art
efiimatM»oe,la efii<na,U cofideratione* « art
efiinguere.dc exttnguere,p (pegaere,ammor*
iare,vcadere. «4it
eft<uo,vaI di eftatc,ciod caldo. «»8
efioIlere,nerMalzare,dc meta, per magnifica
re,dc Saltare. <7 74
«firamo,vaÌ {lraoio,forefticre,aiieno. ir79
crtremita,dc firemiti.val grandeata, de alcu-
na volta fiac,dc virtmo- l taf
eftremo.de extremo,ea( fUe,rltìmo, de mor
te,tn fomma* *tit
cftro, il rafano aniout pin grande delTape,&
di color «ero. io*»
e(tde,vai bandito,o bandertiato* ft7
et congiuntK>oe,volgare,dclat»c* «l7l
eti,etate,dc etade* *'77
ecernare,pcr far eterno* <4
eternicifla perpetuità* I
eterno aduerbio. i4
ctenio,etermCi adic. i4
ediera,tn vcicdel cielo,atcuna volta dclPae
re , del fuoco celefie, del lume, de di gto-
ue. 4 a
educo, lo infermo, di fcbbrei chefempre ha
fete.lt diaamo cihica febbre. itti
fliamdiOjVale anchura, benché, doe* <f 7i
cuacuare,pcr votare.vaeuirc. 1764
cuaogcliQ,Jevange}io,dc vangelo* Z7
enidente. vate aperto, charo manifefto* 1 47 7
cnidentemcnre,ealmanifeftamcaie* t«77
exaudirc,dc ciTaudire* 7 1 o
excelfo.vedi eccello* 1774
exckifo.vedi efeiufo* 4o9
«xcubic,l«guardie,lc feodnefie^ ladu
esempio, de «(Tempio* 1 779
txequie,de cflequic. I4i9
«nercito,de«fierato,t1 campo» 49!
exilio.dt efiilio,il bando. 7t7
expedKo,«ffcdito,de fpedito. 1 49f
esperienza, esperto, vedi cfperìenit, ef pet-
to. « *47
tstrcmtt4,extremo* vedi efironiià, eftrcmo*
tM
F
pAittcaoitMoMno» 1
faSica,Ìo edificio* fi 7
fabneare, per edificare* 441
fabro,fabbro,ic (auro* tal
faccia,«f volto, il rifo. «4l4
ficciolo,de facciolcttOyO mocechioo. if74
fiice,il Tuo dimi.facella. 9t9
fcceila,dc feccola il dimt di face. 9t9
faceDila,i1 negoCio. 777
farile,ai faciliti, vale agile, dtageuolctta.471
facitore, è quello che (a. t4 7
facuiti,! beni della fortuna, ricchctxa, baie
attionc de poterti. i*t
faggio arbore noto. Ii4a
fagiano, vccello affai ooco* loor
fafcare,pcr torcere. i49J
falce, k falci nel a utnero del pia rtromeoto
vitUfce». I®9
falcone,vccellocta rapina noto. loop
falde armatura nota* 4^4
falde di neue. tf 7
faldellati,val pieni di falde* t77
f4llace,valfro^lence. 17)
faIUre.permaocare,deperfar errore. 4oo
fallire nome,lo errore. 4oo
fallire verbo, per «gasnare. 4oo
CaiÌo,lo errore, U emenda» •
UfiGcriori di Bio»eM diaolM
roeo* *1»
fal(rti,il contrario dfHaverid. i474
falfbfoiJabuvia.chectl coartrano del ve-
to. ' *4’4
falfoadie cioè mendace. K74
fama nome di mezzo, che fi diftande fi al ma
le cornea! bene. i)4
fime.éappceto.dcbrama di mangiare. )i7
famclicoiVjl bramosi). I7t
famiglia,in receda! parcntadmeafau. <747
famiglia, per la corte del podclU come* zaffi,
bncooi. 119
famigluiCioe quelli di cafa. 1 1 7 1
fam<|liarc,u*l dom;rt'Co di ctfa. 714
famigliantà,uildomertichcTta. 7i|
f imiglio il fcruitore,o fenio. 17*
fimcffi ,n arme celebrati da noiàii poeti, ijr
fjmoro.famofj.adic. 1 17
fanciullcfco,aoe da fanciullo. tfio
fanciullcxxa,laiQfanua* I7|0
fanciaUo,dc faoaulla. ifi®
fa«go,il luto.o loto. *09 1
bnufiz,la opinione. «»J9
faotafm3,v*Ìe imagme,(paoe«tcuoIe. l lO
fantatticotual ccfiicllioo,biiarro. I iT»
fante, il fera tore,dc la feruilricc. J7t
Came.tl foMaco. 499
fantolino , de (ancin , il pKcioto fandulb.
I}44.tf|0
fare,d( far uerbo. ^
far fede, far bene, far male, faruAa, far uo
lentien* t4*
faretr i,4 faretrato, uedi pharctra, * pharc-
frato. ^ 491
farfjlbi* friméti pautglioo«,opoueia.e*ucr-
fnicello alato a gmfa di «ofca.lt il pcn uo
la di notte, de intom > al lume, tantoi che
le piu uoltc more IO quello. 1007
farnencartiper uanlUr della mente. 1 *70
^roetico , eqtadlo che oacilta della mente.
far lanole, prouerbio che lignifica tir nulla.
«747 ...
fefaa,dt fafdoUa il dimi. «fJI
fiifciare,P«rcircondarc,inooIgefe* I7H
fafc«o,ilrtr't>"*«*®**’’*^"'*®*
Éifcio, di fafcctto il diini.che dinota pefo,
grauciza.faftiJlo.
fa£dio, ual »octcfam«oto, noia * molcCha,
tedio. •*9t
fnftidiofo,ual pieno di noia. lapt
fafiidire,refann®’»"**9^**^4*
faftofo, ual pieno d* fupcrbia* 74»
fata la donzella aueoturofa. 7o|
faille, Ulte Jcftmato,o cofa di deftiao. 7>|
fatica, defaticile. *49
faticare,* affacicate* M 9
fatKofo.oalUbonofo. t49
fa«o,iI deftioo,la (orla. 174
£attczie,èdt(pofiooaedella perfocui imiU-
tudini,bellezze,membra, l f 1 4
faiMB ucce delle imprc(e,dcgefli* fqo
fatto , partiapio del nerbo fare • aedi a fare»
t4t
fatto d’arme. 4*7
fattore.de meca.ln uree di DiO - 7
facuo,in ucce di ftoko* tara
faua legume ooiifiimo • liit
fauella a faado,la loquela* ijt;
buellaie nomedt ucrbu,dwiul p*rlaec.iit7
fauellatore, il parlatore* «lt7
fauillada fcincilla. 99®
fauillare,dc ifauillare. 990
f«uat*foaodci delle fclttc,dcd< campi. »i7
£auoU>U cofficdu*
&tiAT«^9Ìare,p fjueltare.ft per dir fjoole.t I
fau iloloi <^«l pieao dt Eittule* SS
f*uore,& frulli fo6
fauoregj'are.Der fiuonre. fo4
fauorcuole>5c fauorjbile. fo6
fluii > ad e «^«1 felice. 7o6
fe»& fede LaLfidet. &9
f^:>re,& febbre cone n^nj. 1 6 96
fcbbriciranti,aoè chi iu la febbre 1 6 ii6
fcbraio mefe. a f7
ftcaaJo fporchrzto come di vioCtoIio.tSi^
fecciofo, vai rporcodordoyfozio. i S * 4
fecondo, vale jbondanM* aio
fed;,& fé Lariìdet ae
fedele»& h leV,iìdeiù a9
fcdclmmte fideaccmente* *9
fedeltà, & fidelca. ap
fc liiCtin vecediferire. na
fc.in, vai brutto, & deforme* l8 ' 9
{fgiCOv&fv'gitelloiI dimi. Iia9
fegg 4*iQ vece di fenfee vedi ferire. na
fci.Jc felc,3cmeea pcoCa amara* i |a9'<64i
felice, & frltcì. 7<*f
fetiaca,^ fehe rate. 7i*c
fdicitare, per far felice* 7^9
fello, va* afprtHcrudele^trtfto traditore. )74
fcUonc,val periimo 774
feltro panno groif» noo teiTuro* 1 777
feltro, c-*lie]lo odia marra cT ^ncooa, &
felcrecaile’lo nella marca tnu’guaa* ve
d> find'ce Je n imi proprii I777
femina irai & iq vece di purtaaa t7a>
fendere. & >feaderc,pcr dm-dere, o fpaccate
IMI
fenice vece’Io foto, '«cr fama nociriimo.ioor
fcflO,6t fìcn ><h *rSi notifiiina. il7i
fer<,& fiera, animale,Hclhi,o belua* 1 1 97
fcretrn,la bara con cui ii portano icadaueri
alla fepoltura i6it
feria, le fene,cioei g'omi ferali. a^4
fenalm^nte , vai ordinanjmente,&aa<h.9
groilimente. * 164
ferire , & fedire piu antteameou diflìe il cha
feo
feriu,la fiercoTa,afpreua,dt crudeltà. 747
£enra,t ferite, le piaghe. 7l&
ferito,val plagito. 7ta
fermigliOfé or .lamento, che per pendente fi
poi (j ai collo. 1419
fcrmatc,rer llabilire* 71
fermctea.la ftaSiliti la forteixa. 7C^
fermo.val (labile. 7*
fero,& fiero, & feroce. 747
feroiC vai fuperbo, tenibile, felnag^o, cni
dclc. 747
ferocità, vai crudetca.fencncd* 747
fcrramctin,fcrngno,ferrace. 1 1 }6
fcrngno,c colore fimileal ferro ,dt ancho di-
nota verdefiuro, & per meta, duro , cru>
dele. ii}6
ferro metallo notifnmo* 1 1 16
kt(» a fcnieodo diAa , vai mfermicà di gran
calore. 194
ferule, vale aboadaote,fecoado,graiIb« fnir*
tnofo* a 9
feruente Tal bollente. 994
fcrtjerc. per bollire. 994
feruido.cine ca1do,& meta diligeste* 9*4
fcruore.vale ardore,calore. 994
ferza,& sfena.la feonaca* lau
fe{ra,fc(ro,& ('effura foll.5t adie* l t|i
fedura,dt felfa.vt fupta 1 1 1 1
fellanri gmuani. 494
fcOe,i piacer, 1 ibllazxj* 6Ì4
felle , cioè t giorni follcsol & fcftioi* 684
fedeggiare,per far fella. 6$ f
Cell^uuie, vai feibntc^egro* eif
TAVOLA.
feftrt,perlodi feftiuo,cio^ di fefta, ^4
felhico,o fuCcrlloiaoc cofa picciola di legno
di paglia, o fimile. nl9
fetta,è cola llretu & folcile, o di paooo,o di
feti 1769
fetta di pane. *6oi
fiaccare.per rompere coofumare, abbaflarc,
farlafib S64
fiacco, vai fcfrn,1«flo,debole. $64
fiaccole, &facet1e. 99f
fiala, la coghi&ara vafo di vetro da vino,
oda acqua. tM
fiamma, la vampa. 9Ì<
fiammeggiare, per Umpeggiare,fplcderc. 984
fianco,£ fianchi. ia7i
fiatare,per fpirare, anhelare, cabalare, man
dar fuori il fiato* 1791
fiatcìvai volte, vna fiata, vai vna volta- 1714
fiato, lo alito, lo fpirtro Panima, alcuna vo'ta
fig iifica <1 vroto,comeappo Ianni. i79l
fibbia , è ornameato della cintura con cui Q
aMacaatc veili. 1 774
fibra.e la radice , o 'flremilì del fegae9,&
meta fi pigi a ^*cr la Uretn’ia di tutu loco
fc. • M 19
fibre, e animai che viue in terra dt in acqua.
ved- beucfo. 1091
fica, chef! fa con maoo. 1 162
ficcare.per mettere,poaoe|Chiaaare. 79
fico arbore noto, fem* 1 164
fico frutto noto. lift
fid4nia,la fiducia* 49
fidare, per confidare* &9
fidato, Hdata.fiilare» 99
fide'e, jt fideb- >9
fidelt celebrati da nofiri poeti. |0
fidcla ente & fcdelmcnre. 99
fieno. & feoo,herba nou* >i7a
fiera, & fera, la beflta,lo animale* 1 1 97
firra,perlomcrcaco rublico 776
ficra,& fiero, tn vece dt crudele* 747
fierecza,dc feriti. 747
ficro,& fero,val crudo, indomito* 747
fieuole,vaI debole, quafi fefiiii. )6f
fii,dt filo, comedi fpada,odi altra arma 491
figi-afiro , il figliuolo del marno de d^la pri*
ma moglie. I7t9
figlio, dr figluoto,fighuolt. >741
figlioccio, é quello, che e leuato dal facto
finte 1729
figllUolo,dt figlio. 1741
figura,la forma, tmag ae,afpctto, qualità 8io
fiorare, per formare. fio
filare, verbo pcrtinenre a donne. 140
filatoio,il molinellocó Cui fi fila la lana 15H
filo,il Hame^l’aua. 140
filo dtfpada,od*alira arma 49*
filofofo,dcfii*ofolo,dtphilofophn* 194
fioche, prepofiuone (tgaficanee crnQoua
ttooe dt fine dd fatto,come di lungo tem •
po. 494
fin,d( fine, che vai eJftreino, & meta, per la
morte. 1614
fioidrfioefoft. >617
finallhora,che valfio aqudeempo. 1617
fin a tanto, che* 1644
fio che.ctod m fin tanto. 494
fio là de fin qaf. Lat vique ad hne. at4
fin,dt fine,che vai perfetto, dod co Gl cidotta
afua perfettione. 1671
finale fin dt piu. vai difioiCiua,dr difiaiduo*
i6»4
finare,per far fine,dt finire, vedi finire. 1644
fioc,d( fin foAantiuo. 1647
fine meta per la morte* 1614
fingrre,de infingere, per fùnaUrt, per fzt vi>
va,omolUaxdi£ue« U7f
findlra.de findbe- 999
finire, per fare,o dar fine, pereendoeerea fi-
nc.pcr morire* > 674
finotdr fia,n vere di rerfrRo* 1671
finorc h I, hr dia fin a per gl loccbi* 1 > 7 f
finumente.firtiCiamcnte. l67r
finto,val fimu'aco. >677
fio,*!, tributo, il-feudo, dado, gabella, pena,o
mento* 744
fiocare,- e neuare. 977
fioco, pai ranco,dr debole dePa vore* 964
fionda, fi(.>ndca,frcmba,dt maziafruflo, che
e ftromcnco con nii fi tirano 1 faftì, come
quello di Dami centra Golia. 4)9
fiore,fion,dr fiorire. 1 1 6
fiori tr^fmucjti.ce'ebrarida nfi poeti. 1176
fior ni moneta d*oro nuttfnaaa. t )4
finnre.I at 8-irere. 1 176
fioritn.fi >nri. 1 179
fi >tM,il moihmento del mare* 1046
fifcbetroffirchiert ,frafchctto fl romeo to del
comico d. 2.|ea. 1072
fifcdlc.fono vafi di vimÌQC,odi giunchi per
crng lireil Ime. 8|i
fi-'ihiare,"er?u6r lare. H79
fifchio,c'ifi detto della voce ifleiTa . lo#
fifo,che va'e inunramente. 1144
fifsp mirar latenramcnte con Panirao.1 267
fiffare.per ponere,fiabi)ire, o ficcare. f $
filfo, va' fi (bile, dr fermo. 7I
fiitoÌo,e mite tifi icurabiIt,cioè fifiola. i4ftf
fitiione.vil (tmulatione >677
fitto, fitti dal verbo ficrarc.redi ficcare, fi
fitto meriggio, ooe nel maggior caldo * vedi
mengg o. t«|
fiume, fiumi. 1077
fiumi de lo inferno* iotI
fiumi del purgifV'rto* ir 7i
fiutare, per nafatc de per gjitar fiato pel oafo
come fanno 1 ca aUi.ahni 1 970
flagrare, che ual arder, & tal uola fudaado.
989
fiauio firnmentocouGcOa <<>4
ficto,il pianto. Ii6|
fieuma*o flegRui, Mvr
fiu(Te,ual labili.nedj fottn. i 49 (
fiufTo dal u<>rbo fluere , calcodal corfo del
racqu3,che ueloccniente fugge. 1 49 1
focaccia, la fugacela, pinza, pi(U,o fchiac
ciaia i6ot
foce é il canarurcio del'a gola . de per meta,
la fireuiza delle ualU , « delle bocche de
fiumi I49i
foale.o fuci1e,1o acciaio, o acdalioo con cui
. fibmeilfuoco. 991
F o c o ,d( f v o co elemento. pii
tbcolarc del fuoco 78|
focefo^dr focofamente,uale affocato arde n>
temente. pia
maoiecJ, la guifa, la fimilitudme*
>776 *
fi'gha cTarbore,de d*herbc* 1 1 74
foglio della carta. 604
folafla fauoU. >949
folcire, per adornare, fomtrt, fortificare, 8t
pcrfolleoere 7 ad
falg^^rare, per fplendere, de lampc^iare ful-
minando. ^1
fblg'ire,la faetta ce1efleaccefa,oil Ilpo. 411
folle,ual uano,ififtabile,poco lauio* 1149
folletto, ualeinfi-abile. >44$
foHetto^è certo G inro aereo^ che fa cofe fioi
te,cnoief m bocca del uulgo. lio}
follia, uale mfijbìlità,uaoiti,pauia. la#*
fulminare, dr fulminare. 4}|
folta, la moltitudine. 1777
iulu,Uie ual coti denta* ti4o
TAVOLA
fnarfacoja bottega erotfi* * ^4*
fondamento, flt fnn<Jame«ri. itfio
fonclare»ptr ftabilirtfy6rmare,fabncarté4 0 1 o
fond itor«,qucUo cb« fonda. léio
fnodare,|) liquefare diifare,ftruggerc. i4{4
fondo di acqua. lotp
longo pefee marmo* che e' ceru coadunauo
ne de fcbiiinia cht ft fa viua>dc li iuoue,dc
fen(Cy& non Ka membra. lof 4
fbacana*fooune,& ionce. 10Ì4
fbate*!! raedefimo ebe fontana. 10I4
fonti, & fontane celebrate, da ooAri poco.
iot4
fnra,fuora,& fuori* 9^4
foiame,in vece del culo» 14^4
forate, per pertugiare. 1 1 |i
fbtbirc,rcr nettar,far polito. 719
forbite fpade. 7i9
fbrbito,val polifo,cer(o« 7^9
foHaite.cbe vai trincato, & buomo dì grande
ad are. 7 46
forca doue s'impiccano iladrt. 7T4
forcata,CK>« la forcella del petto. i44f
fbrefe , io habitacore delle villa«comc il ni-
Uno. 967
€Drereonato,& forfennato, valfuondi fca.
i>o,3c come infenfato. tii6
fbreflj,la campagna,o felua lontana dairUa
bitationi. ilo4
^rertiert,t quello dieliabita fuori delle oo>
Are conira Je. K79
fbrfìce,ft for€cette il dimì* t4t
forma, la li^ttra,)a im3g>ac,la perfona. if09
fòrroji!gtu,ii cafeso. 1 604
fbnnarc>per fidare, fimre,perficcrc. ino
formica antm^cteo noto. Iii8
fbrm>dabile,val paucotoro. HI9
fornace, Lar.fornax. <MP
fbraaciaio,^ lo che lauora a la fornace» 914
foroaiUyO pùfcoxe,cioe qoeUo,cbe cuoce il
pane. 9)9
fornire, per prouedere. 4 1 1
fbrotre,pcreuarojre,oniare. itf)i
fornire per nnire, compir vna cola. 1 6) 1
forno dove 6 cuoco il pane. 9)9
fbro,io vece della piazza. 1104
foro,tl forame, o d buco. il)«
forfe,vocedi dubbio. 199
forfenoaco , vai fuor di fenno , ìofenfito,
matto. 914
force aduer.che vai molto, o troppo. t7)o
forteraentc,dc forte aducr. 17)0
forti celebracidanoUri poeti. ri4
fortuna dea vedi all'iadice de nomi pro-
pm 194
^rtuna,per la terapefta marìtima. to))
fi>rcmn4to, vai felice aucnturoCo, 194
forza la fortezza, la polfanta, 1! valore, & la
violenu. 91 1
Carziere vafo quali limile alla calTa. 179$
fòfco,color negro, & aacho per ofearo. Se
ncbulofo. ti7
foiri,foiro,fbCii,8t folTr. 1 1 1 c
vece della fepottura. itf.i
fca,,il medclimo de tra, che tal dentro, o in
mezzo. I7z4
fnca(laco,val rouìo3to,fuperato. 49»
fracalTo.ellreLiitn, u romore di cofe rotte, &
/pezzate da venti, o limile. 494
Radume, vat putredine. 1 f 14
fraudo, vai marcio, putrido.
fragile,val frale, deboie,caduco. i^r
fragilità Humana. )<9
Iragaie frutto alTat noto. t ilz
fragore, e fuono, o Crepito , che proniene di
ardore, o di qualche cofa rotta , o fracaf-
44V.
44« bogare, perfhmolare,ibaf(endo,operco^
»44l
474<
»U
fi)
Ì7'9
<191
Mciuil frugtle, debole.
francheggtare,per far franco* fzi tèndo*
fraochena.lagagliardjA. 911 fruUo invece di niente,
franco, vai libero. far fntineDCo,grano notir.imo.
franco, che vai gagliardo. 9x1 fmfiare, per sferzar c,/corrcggiaret
frangere, pnr rompere, fpexzare,firacaltire. fmiìatort.quellt.che fruftano.
44^ frullo, vai pezze, o boccone,
frarpacorcstl darUtore. i)^ fracare, uerfar frutto.
frafclic,le fronde de gli alberi. < ler fiurcc^che A danao'dopo lamenfa , cioè (tu
frafchc,per le baie,£iiioÌc,fiouelInze. 700 po il m an^'are. < 1 9 1
frafc'heggiare. per burlare. Se inettamente fructifcra,&‘frimaofa. 1 1 9i
feberzare. 700 frutto, & frutti. Il9t
fraTchetto, & fifchetio. e picciolo firomeoto fu dal verbo cHere. 1999
col qual fi/chiaitdo lUomito digaleaco- /uolc,&fucile,uaccialtno.coocuifiha<reil
manda alia aurina. ii>9X fuoco. 97)
frafstno albero noto. ii4t fucina, il luogo douefz il bioco per gli fa*
6alWltaumcnie,valcoadtiulainentequafi bn. tif
tarate & mozze le parole. uS,o fuga che vico da fugare per Ccacciare,& non
fraflornare, per tornare in dietro, ndnccrca da fusctie. 1 489
nulla &U medeliroochetrallornare. 1474 fugace,(hefacilmenrefuggc. M*?
frate,ilfrateI]o.i9A9. f(£rat<,cio«religiofo. fugare, per /cacciare , 1449
»4^ fugatricc.val fcacciatrlcc. <489
fraeclUnta, la fratemiti. ifzf fucgire, con rT>oujmcnco,per{ramrare. 1499
fratelleuole, vai da fratello. Ifz9 fu^'re,per rchtuare,& pcrcuarrlarit 97v
fratel!o,il germano. 19x11 ftigeita, & sfuggita nome, oc alla fuggirà ad»
fraca, il medclimo che macchia, o macchio uer'*ia]m«utc , che vai cedo , Se nalcoTa*
oc. |j99 mente <4^9
frxude,il medefimo che frode. jlf futgitiuoidoc fugate- 1499
freccia, la faeiia, il ftrale/ivefctta. 4)7 fuìò,val furo,rnidolenre,tr.flo»fcuro. 9f|
freddo fod.dca^e. 86x futgcrc,rerfpleodcre.
ffcgarc,per llropicciare. 49X fulìn narc,5c folminare. 4))
ficcata, o freghetu legno mantimo quali co fulmine, vai baleno. a ))
ruelabarca» 1647 fuIuido,(hc vai /plcntlico,Iullro. 6i6
frcgitfono ornamenti, die li pÓgonoalMIre funTaie fttnera. perofeurare 991
miti delle vcfli,&limih»&cuii 10 pmis- fuma,rumi,& fumare. 99»
7at func.la cm da, la fog.*i. ))9
fregiare, per ornare. ?zx
fictuerc,e la voce de leonì. 1 1 zo
f recu[C,é( arrenare, & ratfrenare. 1 x 1 )
frcruhre, Se frenire,la voce del porco falux»
func.la cm da, la fog.*i.
fuQcrale,funebte,&fuocflo vai dolorofo*
mortifero. i<i9
fuBe(lare,per dar foorte.^ dolore. 1619
fusello, & funebrctlk funerale. 1419
hto. i)i4 fiuigo frutto che nafee deU'humor della
frecelio,e (paghetto,o cordella, (he per lega cma. ufi
me iotomo al fronte m fogia di ghirlan* Fvoco,&Fo co elemento noto. 99 a
da, a tempi noflrt d v/aua. 1 949 fuoi,fuora, fuorct Se fuori, che vai feparato,
ftcoelia , è infermità di mente come quando lontano, 3c come vfnr fuori. 964
vnovaalla. uro
freneticare, per vacillare della mente, uro
frencucoi& franettco. 1 X) 1
freno, come quello dd cauallo. Se per meta,
ma
frefco,per giouinile,onuono. 140
frefcoiaoe era caldo & freddo. 140
fmta,Iapreira,larolliatudioe. 144/ i44f
frettolofo. Se frezzolofo, quello , che fa con
fretta.
frezzolofo, & frettolofo, ve fupra.
fuora,& (ora, in vece di eccetto,falua 964
fuor di inifura,cioe fuor di modo,& fmifu*
ratamente
fuor di propolifo.
fuon,d( fuora.vedi di fopri a (aor.
/t»ort,che valeeccetrn.
furare,pcr rubare, carpire.
funa,il furore.
furia,ta calca, la preffa
S49r furiare,nfune,perfarfuHa»
l.«9r furie lolcrnali.
fncre, o forneic, qocllo cheallonta il cam- furmfo,val pieno di (urta,
po , o che prepara le cofe per ugoori per Ajiiofo^clie vai llolto,pazio«
alloggiare. P4) furire,perfurtare.
<TtgeTe,ìc fritto, come il pefee fritto. 994
f^irc.c la voce della acaU. 1 ) 94
hmda,fi( frodo,ilmedelÌmo€befrode. j9j
hodare,per ingannare. $9}
6^e,frodolétia,& fraudedo inganno, Taitu
f47
furo,iI ladro,tl rubatore*
furore,la furia,
furto, il latrocinio,la rnberij.
fufaiuolu,U verticelln,che li pone nel (ufo di
lotto quando li (ila. ip)t
I7C7
<376
964
964
7ro
J49
1)79
C49
1 904
ero
1^49
Ko
?go
T49
7fo
tia,lamalitia. '' 98) furceJloitl fclluco,dilegno,o(lipaglia. 1 119
frodolcnte, loingaanatorCfgabbacore. 99) fulb.ftromcnto concui lì (ila. ir<)
fromba,3c fionda. vedi fionda. 4)9 (olla, legnomariumoalquantopiu picciolo
fronda, diffonde fing.^ fronde, dtfrondi della calca. 1047
piu. 1 1 or fuilo,il legno Tenta bronchit cioè il tronco,
fronte,la parte fupenore della faccia. Se alcu Se meta.il corpo feoza tella. 1 1 9 7* 1 ) 1 9
nz volta dinota lo efictto deirammo. 1 )4| futa, vai confunane.vcdi fatare.
fronceggiate,rcr llarallcfrontiere. 1)4)
fironbcra,& froocierc,la difefà. 2)4)
fronzuto, vai pieno di frondi. 1199
frotta, la moltitudine, dr in frotta, vale in
quantità. ip74
firQCt<^l^>fooorc(fi di nozze, ola/uui. 99 gabbiadUl'vueUe.
• i9
fatare per coQ(uure,nproueiaie,<Sc accufare
con riprenfionc. 9)9
futuro adie.il tempo da venire. xlj
G
G a a I A R t, per rdierniteiO bcfTare. 700
9»
ufi
.4*
. V» V •
SabbÌ3,ltta{:^ia,qneUailetIa naw. fon
Sabboy/arbucUiliherzo, beffa* 700
Saggia ,& eabbia delta oaue. 1 or 1
& igjiOtraf guadagno, dt vtilicà. 7u|
SaglurJe«aa*& gaeliacda. r4f
|^agliar<io>g)gliarJa* f4r
Saio, vale allcgro,galaaCe, diletteuole* 70)
Sala,vai pompa vedi galla fru eco. ut)
galea,legno mariciiDO noti(suno. 1046
ga)eocto,& galeotn. I9f4
galia,ilfructo della querùaleggerifiuiio*
I !•»
gallare, per (lar di Copra . Hit
ga(tiaa,vcceUo aotiCtimo* loop
giltoyVccello notiGiimo. 1000
gaiopparCfC piu checamioare. tai7
gailoppoyéc gualoppo, che é manco del cor-
rere.
gambaro , Corte di pefee fluuiale notiCtimo.
vedi caucer* t6t
gambe, & la gamba • I4rt
gambiere armatura delle gambe. 1 4ft
gambo, m su la gamba, come il gambo ifun
vaCOfO (opp‘,cioe quella parceihee tra il
piede òt la coppa doue fi bcue , & il liimle
a'idccude dd hi(lo,o del tronco dcH'albe-
ro Cenza rami,6c U radice* 1 4fl
gannire, la voce del cane. vedi a cane. 1 to6
gtia,valbnga,zuff4.lite f96
gara, cioè a gara, che valea proua. 1644
garbino venfo,alVai noto. 1 1 1
gargirrggiaie come gorgogliare, cioè o con
acqua, ocoovioo forgoitzare, nella go-
la. *' 1401
gar dano Core roHb, di odore acutiCùmo.
1177
garrire, per cantare come Canno eli vccelli,
& per meta parlarmale,)rif rendere, con
tradare, lamentare. 101
garrulo, valciarlatorc,chiaccbieneri> i|9|
garzone, vai Caocrullo. ino
galbgamenco,il galligo. t)9
gad gare.per pim're. 940
gaculljrt,la voce de gatti. i)l4
gatto, gatta, gene, animai noto* tilt
gauaztaic per balUre,faltare 6tl
gau ilats,9t cauiliare, pec vfar iagaono,At fai
laciacooallutia. T90
gzuocctolo, la goitanciuola vitlercamcntc
dcuo. irte
gazza, o gazinola, la ragazzata pica rccello*
Vedi a pica ic»09
ge]are,d( aggdare,per congelare ird
gelatina, e condimento Catto di brodo, &di
accto,fpeac. tfó
gel aro, vai congelato. i r9
gelo, e acqua 0 <ogeUta pel freddo. ire
geloCa,ftgcIoCo. ztC
gelofo,gelofa,ge!oC. zjr
gclCe Crucco, alcrtmenci more. 1 1 •)
ge<fo,& geUa,il moro,o mora ro albero, 1 1 6a
geifomioo fiore btàco, Aebe lodo cade. 1 1 78
gemere, per dolerfi,o lameaurfi con la vo
ce. ntf)
gemini, il Cigno cclcCle, cioccador, & poHu-
ce $6
gemtre,d U voce della tortora, St del celom
bo* 1184
gcmma,e nome generale a qualunque pietra
prec>ofa. 1141
gene.Icguandr. 1)74
genebro albero, larroa Giunone. it$x
generai, generale, & generali', vai comune,
vnmciiale. I47.ir70
generale artcfice,in vece di Dio. 6
^ncraimente,val vniuerCalmcnte. 867
geoetarcjpcr create. I f f 9
TAVOLA
geoeratiooefod.Aradie. K7i
genero, il manto delia figlia* lfa9
gcnerofOfVal nobile ,di gran fangue. 404
gesigiue,doue danno i deno. 1 ) ti
gengiucj, qualità di fpecie nota. 944
gemali letti , vai voluptnofì , bc matrimo-
niali. irto
gCQ.ali letti, cioè quelli douc fi genera,& do-
tte fi nafec. >770
geooaio,& genaro mefe. aC7
gente,cioe oactooe^Camtglia. 1 T7 )
gentile, vai corccfe,no!ulc. 674
gentilezza,val coicciia. 404
geatilhuomo,val patntio. qor
ecomaati. fono duelli, che efierduno U eco
mancia. /px
gcofr.aotia,c rpecìedtdiuinacione, cliefi Ca
fu la cc/ra rou fegai,punu,o caratten.79X
geomem edebrau. 7 io
georaetra,il mifuracorc della terra. 7 80
geometnada mifuratioue della terra* 7io
gerarchia, o hicrarclna. 10
germano ilmedcfimo che CratcMo. 1749
germe, e quello occhio, o germoglio, che gte-
ta fuori del albeio, de {.cr mcti* iffri
gerniioare,& germogliare p pullulare. 1 pòi
gcimogliare per germinare. 1 1 71
germoglio, ttgenne. 117)
gelii,<9( fatti iiiagnauimi. 140
gcriifuno 1 lcg.imi,cbe fi pongono a piedi de
fpatuiert. t)4
ghcuibo,&gibbo,chevalC'')bbo. 14)1
ghcrm:n.'llc,(ooo triditie^uulitie, ghiottone
ric,iogAaoi- 7 ,a
ghe mire , por pigliar con le vnglue per for-
1418
glieruni fono I lampi della veda, o come af
tri vogliono quelle pezze, che fi pongono
alle camifcie lotto ieaCcellepcr farle piu
ampie. irqf
ghiacciare,per gelare, congelare Ifp
giiiacaOfC au]u-i congeUra pel freddo* ite
ghiado- vedi aghiado ^duer-ualmeote. I4i6
ghiaia, <Sc ghiara,ciieem4terapm groffache
la ubbia. 107^
ghianda,il frutto della quercia* 1 1 i |
ghiandaia vccello die mangia le ghiande.
ioo4
ghiaclliiif,& guelfi, che fono due fatboni co
trans. ifSi
ghignare,per forriderc 69 1
ghiotto» vai golofo, voionterofo , & troppo
^autdo. 1417
gntotf orna, vai golofitd . 14x7
gbtrUnda,a girando, aoè circondando il ca-
po. I fio
ghiro animai fonaediiofo. 1x18
già aduer.dt tempo xix
giacchio, trae da pefure decu a tacendo.
io,C
giacere,per ftar fermo. 97C
giacitura, meta.de re venerea. 97f
giallo colore 816
giamai aduer.di tempo. a8a
g>ar i,& ghiaia, vedi gliuia. 1 098
giardino, Jt giardini* 1106
ghtbbo,&ghembo, vai gobbo* 1411
giga,<crto'ilcomenco mufico. 1 oc
gtganu celebrati da aoliri poeti. ipSt
gigante, Se giganti* irSx
giglio fiorenotiftimo. 1 i7t
gmedra é virgulto, che fa t fiori gialli* 1 1 7|
gioocchio,Sr nel piu ginocchia. 1457
giocare,St gtuocarc,per follazzare* 69S
giocare, tac.ludere* 497
giOco,che vai fi>Ilazto,piacere,fchcno* «97
gioco,Segiaoco,quaodoe vioo. 697
^oco, 0t adnerbialrotnto agtcco,o ta gioco»
& alcuna volta valcafuo c&cdo,dc alla
lit>cra. 497
giocondo valeallegro* 7c»4
giogo de buoi. )4^
g<ogo,la fommìti de monti* 1 77f
gioia,vale allegrezia^'uria, diletto* ;al
gioia, la gemma. cioè cofa pcetiofa* 1 1 4%
gtoiofo, pieno di allegrezza* 701
gioue,per allegrarfi. 70J
giornata, & giornate, ti giorno 1 6 60
gic>ruea, c velie faldata , frappata fenza ma-
niche aperta dalle bande dica tempi no-
fln vfangli hu^miQid'ainie. If4*
giorno, &g>ujoi, il di* i6c»
gtollra,va> coocraflo. 489
giofirare,per contraltare. 4S9
^ouaiic.giuutne. x)8
giuuaneataila gioueotutc. x )•
gM>uaotutc.& gioucntutc,& giouanezxa
gM»uare,per aiutare. 7*r
giouedi.il di di giobbia* . x6 1 .
gtouciiiu,Sc giuueotute* ztS
giouenchotooo i vuelli,o màzi gioaani, che
non tirano. 1196
girare.pcr volgcrc,torniarc. l4o
gire,per anuarr,ire 1467
girifalcti uccello da rapina* )oo4
giro, il rauoÌgimcnCo,il circolo 160
gtuare, per lauuarc, dardeggiare, faettare»
buttar uia, rumare. 4^9
ghurc,pcr rpanderlargimcnCe,& malameo
te, per buttar uta. 1768
gtC4te,perponete,oglracere 974
gitcarc,pcr germinare germogliare» pullula-
re,rampollare. xc4i
gittata noit.CjCome una gittata di pietra 97f
giitaio in terra, 97f
gu,g»ufo,ariogiu. ‘ i7i|
giuhoa,S(giuppa, èuefleluoga con le maot-
ihenoumoltoluughealh fcggia turche-
fca. jp44
giubctto,é luogo in Parigi doue {tanno le fior
cjic peri ladri. 97T
giubilare, per p angolare» cioè fiu' gran fetta.
70X
giudicare, per difcerocre*tliftmguere 1 179
giudice, quali lui dicear pouuio. 494
giuiiouyUextllitnatione, il penfiero* 1x79
giuggtarc, che ual giudicare, uoce prouenza-
1x79
giugnere.flt giungere. 1474 1697
gioiiuo,uilcalÌcgro,giabtUntq,feitofo. 70 &
giumenti fono le bcitie che portano (orna ^
Se chetiraoo U carceu, carriaggi, Se fimiU.
1197
giuncatali giuncate* 1441
gmneo, detto da aggiungere. 1 1 iS
g'Uagere.Sc g ugncie*per aggiungere, & arri*
aure. ,474
giungsre,pcr poncre,met(cre»agg>ungsre.
1097
giunta , il crefeimeoto , il fopra più che fi
1S9T
giuntOfin ucce di prefo,o colto. sc4
giuncure,lc <oagtuncutc,te commiirare»o có
mettiture. i|if
guHKarc,S(giocarc. <97
giuoco,& gioco, gtochi.
giuppa,Sc giubba, ueile come alla turche
gmc.mcnlo.iir.crajnnito. i*
giurare, per r.crameiiut*.
giuro, gtu,& ingiù. 17»,
giudi iclcbruti. 1*77
giuliitu.L.t.iul|iti*. I»7«
giuaa,giuaa,gmiti. 1*7*
gl angirf,^ h noce T)| 4
glcb&,la lotta, o ma (Fa di cerra eoa Therba.
1099
gti,ti,& « qoaatlo tbao nticoli non han •
no latino. itTi
glietvale a iut,& rcroffd nel datino* itrx
gliel,mlealui. ii7)
gliocchh&occhifVedi <kcIi(* t)^r
globo,in vece del moado,dt lignifica drColo
o n tondi ti loda. 96S
gtoctare, e la voce d<n*ooagro animale •
nM
glena, & glorie. *4f
glena celcfiiatc.il eloria,pcr la lama. 149
gloriare,per vantarh. 11
glonofo,vaÌ famoCo»eccellenee,& celebra
ro. ai
^otorare,è la noce della cicogna vccellono
to. HM
gnaffe, vai quanto in buona fe,matde,& (iqi^
le modo di dire. tl7|
goccia,& tocaola il dìmi. loid
gocciare, Ir gocciolare, pgeturgoccie.ioi9
gocciola, il diifii di gocoa. loid
gocaolone,val menchione,groiro1one.i tar
godcrenomede vcrbo,perlctictare, eiubilare
& triópharemangiando,& bcueodo. 1606
godimeoto,nal criompho. 1 9o<
gola, la parte dióaozid I collo. 141^
gota, per lo rido, òoe Tuno di fette peccati
mortali. 1414
golfo, che e feoo di mare. ioi4
gotofo,Talc ingordo. I4lf
gombine , fono certi cuoi con cni fi legano
lem 41 te con lequali fi batte lì fhuneoto.
IP47-
gomitolo, in Mapotiglio«nero,tn Lombard'a
il gemo del filo. irS4
gom«aa,è la corda piugrufia della nane,
eoo CUI fi legano le ànchore per dar a
fondo. for%
gwsfalonieri della chiefa, ciod quello che por
ta il ftendardo. f4&
gonfiare, per enfiare. 1 1 9
gonfiato, Tal enfiato, fisperbo. 1 1 S
gongolare, per giubilare, cioè foptaboodare
d*allegreica. 7oa
gonna, ifdimi.d gonella vefte lunga da huo *
mode da donna. iri9
gonna vefie, dt per mcta.in vece dd corpo.
gonnella il dim di conoa vefte. iri9
gora, e’ canalletto cfacqua corrente. io7t
gorgiera dell a caiaifoa , cioè quella parte ,
che fta intorno al collo, detta da gorgo*
IP4!
gorgo, é copia di acqua. tot?
gorgogliare, per parlar di maniera, che non
emenda da gurgulio Lac ched il garga*
tene, Oli gorguztule. 1401
gote, Icguinae. 1174
gotuiKiuola voce vtllefca , che vai la giando
la,o il gauocciolo. 1 4tc
gotte mferiiuti incurabile. 16I7
gouernare,per reggere. 4 1 •
goueroatore.dc goucmatorl* 41 1. lOf t
goucrno per lo dominio. 419
goiKrno delta naue,ciné il temone. topi
goaiauiglufil g >dimento,tl tnooipho^ch e fi
fa m compagnia. idod
gozzo dc!lag>ju,tkaacho fi piglia per tutta
la^t^lla. 14Z6
gracch'a,U cornacchia vccelto noto. too4
gracchiare, pergndare come la cornacchia.
lOOd
graadare voce della raaa.1 1f4.de dell’oca.
JOOf
TAVOLA
gracillare voce delta gallina. i|#4
grada, erara,di graticola,d quella feriaej,che
fta arie fineftre, come a parUeon delle mo
iiiche,dt fimilt. 9tz
grada, la graticola doue fi cuoce il pei^ o
carne. 9^a
gradagli fcaliniiofcagliont. 947
gradire, per hauere a grado, dt io presto, de
efialtare. }9S
gradito,val pregiato,de efialtato. |9f
grado la digniea,rofiioo. 409
grado lo fcaiioo, o fcaglione. 947
grado, m ucce di grato^dt piacere. 671
graffiare, per fchtaocare,o fregar la pelle con
le vnghie- 494
graffio, e firomcnto di ferro torto in capo
per poter pigliar alcuna cofa. 494
gragniuola,la pioggiamiouta ghiacciata, oue
ro la grandine. 1019
gramcz7a,valdolore,dt tnftezza. i)09
gramegna hrrba notifiima. 1 1 7 1
grammatica, Fvna delle fette arti liberali .
zof *
gramo, detto ab oculugrimiofi», feu gramo*
fis. t)09
gran,in recedi grande fin de plu.maCdc fem.
1767
granaiodoueCripootìlgrano* 94'
grande, dt grandi. I7V7
grandemeotCfgrandicello. 1767
grandezza.Lat magnitudo. 1 a67
grandinare, per lempclUre. 1019
grandine, la tempefta. 1019
granello il dimi di grano. Z|Z
graao.il fuo dimi.grancUo, de alcuna voka fi
gnifica il frumento. ztx
graOezza.lat pingoedo* iizt
groflb foft.deadie. l^zi
grata, grada,de graticola. vedi grada. 91Z
graca,iavccedicara.vcdigraco. 669
gratia^drgraue. ifr.169
graticola, ta gradella con laqual fi arroAc , il
pefcc,& la carne. 9zt
grariofo.gratiofa.grataore* 469
gratitudioe,la grana. 46f
grato adie che vai caro. 6 69
grattare, per caufa di rogna o di pnirito.i4J7
graftuggtatoycomedel formaggio. I4r7
grauarc,pcr dar carico, dtfaftidire. I7ra
grauc,valpooderofo,molefto,notofo. I7rz
graucmenee,val moleftamente. lira
grauezza.de greuezza,val pefo, dk per aera.
moleftia,ooia. I7fa
grauida, vai pregna. Z)6
grauidezza.U pregnezza. Z|4
grauoro,val pooderofo. 1 7)Z
gregge nei numero del pm,de gteggia nd nu *
mero del men,che e la motucudine degli
aaimaliminuti come pecore, capre. 1196
grembiule, de grembiale, che oca dinanzi le
donne, de artigiani , detto da grembo,
irir
grembo detto ab aggregando. 1947
greppo, è luogo di moote diroccato, io guifa
di fcaglione. 11x9
greue.de greuezza.vedidifopraagraue,dea
grauezza. 1791
grida, de gridi io plu.dt grido in fio. de grida
la proclama,o libando. 1404
gridare nome, de verbo. 1 409
grido, in vccedclla fama. 149
grido per lo remore. 1 40;
grifagno, che (igoifica rapace. |zf
grifate, de graffiare, per logrcmirc, dk pigliar
nelle gnffe,dc meta per vfurpate. ]Z9
grifo,dc grifone veceUo noto. k>o<
gn£o,il giugno dcil'atumalCjCOfne d«l por*
co. »4»*
grigio, perbuk),dtorcur<C tio?
grillare. e‘ la voce degnili. iai9
grillo animaletto noto. <i>9
gitphon»dr giifonrdc grifo vccelto ooto.K>c4
grippo, legno mantello picoolc. 1047
gromma, la muffa, che è ceru fuperffuita ,
che fi genera per rhufludo intorno imu
n. »f‘r
gronda ,altnmeoti grondara,la ifircmiti do
gli imbficijO de cupi delle caie doue pto-
ucTacqua.
groppe.fonolcculate. M9o
groppo,tl oodo,la Icgarura. J47
grorpr^ rncta.p'er lo dubbio* >7z
groffirtz 3,grc flezze. ' 7 9 f
graffetta d’ingegno* '14
gtofsi mr>ncta%nai nota. t79f
grotto, che alcuna uolia fignificagrade. t M4
groffo,d( groffniano d* ingegno, ooe iguoran
fc,rudc, (ciocco. inf
crotta,luogo croraun,rotrerra«eo. IO07
gru indectiuabile vcccllo affai noto. Ijf 4
grutec,e la M^ce della goi,vt fupra. t}84
granire, e la uocc del l'orco. 74 1
guaJagnare.fcr auanzare. 76|
guadagno,d( guadagni. 947
guadarc,dr vadarc,pcr paffar da guado, che
vai puffo. 949
guado, de vado, il palio dell'acqua baffa, dt
guado è herba vile a finiori- 949
goagnele,e giuramento vitlefco, chcual uan
gelo* z9
guai fono iameti della voce con affanno, 1311
guai aduer.romf guai a te,dc guai a noi. 1 1 1 1
gualdana,la correria, che fanno t toldati per
rubare loemlcsclie ho^i diciamo anda«
reaguad*gno. 79|
goaloppo,d(g4loppotchedtra il correre, de il
ctoctarc. iai4
pannale, lo origlierc,o coftincv 13^4
goancielegoKc'del utfo. 1|74
guanti, detti da guardare,’ perche cooferaaoo
la mano. *947
guardare, per vedere, per BMrarevatCualetdc
mentale. i|49
guardare,per coofiderarCfpor mente, hauer
cura. iz4f
guardar«,per cuftodire,o g^ouernare. 410
guardare, dt guardarli, per Ichiuarfi. 909
guardaeorc,val cuftode. 410.1349
guardia,1acuftodia,ilg'7oetoo,la uigilaocia*
410
guardigoo,val fofpertofo, nferuato. 747 •
guard'gno, é luogo m Firenze, cofi detto.
97 7
guardo dt leardo. ' 149
guari, che tpauo dt tempo dinota, vai molto
zfi
guan,che vai fpatio.ctod lontano* 1730
guarire, per fanare,curare. «off
guarnaccia>dc guarnacca vefte. 1939
guamello vefte di tela da dona da Titla.1940
guamimenCo,d( gucmimcnto. i4jz
gaamirc,dc gueraircipcr fornire, ptouedere,
ornare. i4|i
guaftadetta,la ampolla, o enghiftara piccìo.
la di vetro. f|i
guaftamenco,la ru'oa* 44Ì
guallare per rumare. 44t
gnaftatore,dc guaHatricc. 44 f
guafto,vaI roticsdifiipato. 448
guafto,ia vecedi conoico^mardo. 44f
guafto,in vccedi vcofo* 4^4
guatarciche vai guardare. I349
guacatura, il guardo* <149
guattOjO guato, vccb quatto* |7)
99 ii9
|Q9iidfo, ri] l'icao digti;iit9 , cioè bagna-
lo 1UI7
guatiOi uale ac>]ua,oadeguiiurc, per ba-
gnar neil'ic^u u loi;
gucl^«dc ghibellioj die fono factiom contra-
rie. I 8i
guerOo>è quello, cheguarda ftorto. i )r6
guernifflcntOiSc gujrmmeato,il fornimento,
roruatncQto. i6u
guernirc, Sguarnire- i6)i
guerra,& gueire,la battaglia. ^96
guerreei(’^rc nomc,3t vcrl>o. 4t6
guerriero, li belUcoro, che volentieri fa guer-
ra. 4*6
gufTo Tcccllo notturno. ttii
guidarla feorta, il conduttore, &lacoodut
ince. 4*ì
guidare.pet conducere menare. 4 1 {
guiderdonare,per premiare. 4x1
guiderdon,& guidardon» il premio, la rema-
neratione. 4^1
guinzaglio, fono que duo anent, che foho al
col are del cine $17
guifa, vai forma, modo, maniera, vfanza, fog-
gia,fìmilitudine. icr6
guizzante,val vibrante, lubrico. 1 49 1
guizxiare,per lanciar, & vclucemeute fuggi-
re,ifugure»(coricre,moucr(i. 149 1
guiizo,e qìio,che fa 1 1 pefee nelPacqua. 1491
gufcio,U fcorxa,o la corteccia. 1 1
guftjre,per alfaggiare que1lo,che mangiamo
n b uemo. 1 )t t
gu(lo,I*uno de cinque fentimenCi del corpo.
H
H 4 e 1 1 I, vai fuftìriente, atto. 747
habicacolo,ta habitarionc. p)|
habifare vcrbo,ner Ilare. 9)1
hahitaro,& hahitan,la habicatiooe. p){
iiabicacioQe,& habitationi. p|)
Bftbitaton,& habilatore. 9})
habito.iQ recedei velbmeato. IfiC
liabito,Uqu4liti,laforcna. ipjf
hamoda pcfcarcydc hami. lopf
harmonu , & armonia, vai concordanza di
canto, & di fuono. 101
liarnic nizare,pcr cantar dolcemente, lox
h^rpajlromcntomuficonoco. 106
lurpie animali lotdjfiimi. }Xt
balla, & il j(hccioIa,il diml. 491
Ìijucreanme,che fìgnibca la roba. H9
H
I4}i
U*
all
axi
ÌÌ9
■ Ì99
iv9
i6xr
i&f
,hauere ver!>o.
TAVOLA
hierarchia,fir gerarchia» lo
hiuno,val canto.olau le. *7
Iiiron>bnc, ArondineWa vccdlo alTai noto.
veri» rondinella. 1006
hirfutOfVal horndo,rabuffato, & afpro di
pelo. 1)41
hirto,o irto, vai pelofo. 134)
h ilona,& iloria,^ hdlorie. 4 9
hdlonci celebrati da uolln poeti» 99
hiAnceanunale pcrmciofoacani detto da
alcuni porco fpinofo. 1x19
hoggsche vale anchuo, bopgidÌ,iI di d'bog.
g‘ **
holocaufto,il facriArto,viccima.
homeri fono le fpalle.
homicidio,micid»o,& amazzamento.
lioneAaydc honeAate-
hoaeAamente aduerbio.
lionorare,per colere, ouerire#
li onorato, bonorala,honoraO.
honore,& honori.
hor,clievale alcuna volta»
hor,che vai hnalnicuCc.
hor,chc vale adc(To,o al prefente.
hot fu.l ac.age Jtoriu cxutaotK. LaUagelit,
hor fu vialionantif. iat. age rooJo,age-
dum x9r
bora .quando tempo ligniHca. a'.4
bora, in vece di adeflo>o al prefente. a&p
iiore canoui<hc,ooC prmia,terza. x6x
horìuolo»& horolugio, che batic Phorc m
genere a 6
horologio^&horinolo» x66
hortanza,che vale honoranza. 400
horreuolc,in vece di iiouurcuole. 400
horreuolczza,to vece di lionurcuolezza.4oo
bombile, vai homdo, brutto, pauentofo, hor
nbilmeare. pcp
horndo,val paueatofo,cembile,duro,afpfo.
fOO
liorrore,val rcrrore,marauiglia. 1 194
horto,0thortJ,iÌg6rdioo. 1 107
bartolano,qucno* che lauora l'horto. 1 1 07
ho^ite,lo aibcrgupre,& il forcAiere. 9)4
hofijggio,in Aacico,(hc li da ad altrui per ii.
curia- vedi fianca 7 $0
hoflcflo c0ercito,qu.in liofles.i.nimìci. 499
liu Ae,qne)io,(he alberga, che viene alber
lioTlelloyPhofpJtto, ralbcrgo,raUoggiamcn
^14
biac’mto pietra pretiefa di coler fìauo,& btó
do, cioè come Poro, & liinicic» 1 1 ,x
I
I, in vece di li, & di gli orticolo del plura-
le. Il 74
ÌacoÌi,foQO fpetie di fcrpi, che fi lanciano co
me il dardo 1 1 pò
iacolo.il dardo dalaociare. 4)9
iattura , c proprio tl danno. & la perdita
che fi ha nel mare , Oc piglia^ per ogni
.danno- 769
iddio, & Dìo. I
idea, e locnempiocherien dauàti per ritrar-
rciouero la iinagioanua i{T9
jdioma,ilpaiiar proprio. 1 )px
iiliuta,vaie ignoiitc, grullo d^ogegno. 1x4)
idoto,& idoii. X4X
idoneo, è quello, elicè atto Oc fofficieoie ad
ocnicofa 744
idro'^lta ,c infermità che ciò che fi raan^u
in acqua , Oc in vento li traniuta. 1 69 6
ignauo , vai da poco pregio , Ac cardo di ani-
ma 1x4)
j9nominia,la vcrgogna»tI virupeno. no
ignorante.c quello che non fa. 1 14)
ignoraoz -i,& ignoranna. 1 14)
Ignorare, per non hycrc» 1x4)
Ignoto. vai non cooofciuto. 1x60
Ignudo, vai f|>ogliavo,& pmeta.prìua iei6
1)0 hoAia.ii famfido. », woom oocca» ir
hebe dal verbo Iicbeo , che va! far debole, * bofheTc,8t holticro, la hofietia, Io allojffiia- , per pigliar con la bocca come
01 curo. iCLéi m Od I .. t ..
li, 9c lo ariKoh Usi (iugulare. 1 87f
ilice albero fimile all Mjurrna. 1 1 6)
ilietarc,ciie vale carraie IO la. 1994
illuiarc.pcr farli, o entrare in lui. 1894
ti.lumtuare, per ilUi Arare cxi
i'luArare,pcr illuminare, fchiarire. 61 1
itluAre,vaI chiaro, nobile. ]p6
liluAniCioccfaiati perfaraa» 409
image,in vece di iniaginc. tip
iinaginare,eercoafidcrarc,penfare. 1 xt;
imagmationcyla mtagmatiua. t xr7
iinagtoauua,latmaginatioae. ixt7
iinagme,tmage,& imago» gap
imago, la imagme. 8xp
imbardarc,lmbardigliare, o imbarbigìiarc, p
innamorarli parzzameocc* 6)9
ÌQibccd]it4,val dcboIezza,bacchczza,e flao-
chezza del corpo,* delPanimo. j«p
imbelle, ual non atto alla guerra. 490
imbcAiare,pcrfarfi brAia. 1196
imbiancale , imbunchirc , per bìancbcggia-
u .
itnboccare.per porrei! aboia bocca» ii7p
ofeuro. )66
hebeno, legno negro nobfsìmo,&ptghafi in
II*
• 171
6
• Ut
• 67
genrre per lo colore negro
bdlera.A ellcra herba ootifxima.
beli,lieii,in vece di Dio.
hehrropia pietra,* herba»
hemifperQ,* hemifferia
lierba,* herbe in genere,
herede,* rede>qudlo,cbe heretfita.
ber editò** retarla
herefia,* herefurca.
berefiarca,tl principe de gli heretid.
berettcì celebrati da noAri poeti.
hcreiico,queUo che oon aede in Dio.
hcrmo,* ermo, luogo (olicano.
hermophrodico, quello, che ha fune,* Pah
irofefTo.
hcroijche fonogli huomini famofi. 4pf
biacuto pietra prcciofa fimiJc airaroechy.
fanno 1 cani quando imboccano le le-
f”* l)7f
imborgarciper entrare, o habitare in boreo.
9if ®
ìn)borfarc,per mettere IO borfa. ippf
imbofchire,pcrfarbofco« 1 109
mibracaarc.comeimbracdareil feudo- C76
mentOyola ftanra.
IioAilc,val cofa nemica. .«2
horta,m vece di bora.
hutjvoccdi dolore,* di amaritudine. iti6
humanitò,* humanitarc,chcvaJcortcfia 41
humano,vaJ huom correfe.
humido, humida. g^.g
1109 liumilc,irj|bcni»nu,huiiiMO,il!.Bchovilc ""1*""“"'* i8i*
i)x * baAb. ••**j7*’occata.uedi alla ditfioncbroccat*. px9
I,. humliaw.perùriJhumrie
&rulinle. '
huqulci. &humitude,ch’e il contrvio dt fu
p«ibij.
humore tcrrcftrc.la humidicd.
humore corporale.
I8t6
I*X6
l*X7
I*x6
4*
irabruoirc,perfarbmno,oera $t9
imicare,perfeguire d*alcrui le uefligie. i6pa
injmacchiare» per afconderfiin macchia»
1199
imniacuraro,ual non maculato, netta
^ >*nmanifiiino,ual crudclifiima •
huommi marmc-fiimofi celebrati da 0011*1 crudo, acc/bo.
40
• *r*
Mpg
fi4
TP6
poca
liuoino , & huom ,ooe petfona morulcT
• ri7
u^^'r r, . .loiro.BoIuone
htdnfcrpe.coC J«i»,p»rcIichalMUinac- >f»7 ® o.pomone.
. "PO •“““'«.in «ce di Dio.
‘■-Po.^rofo.cbcv.lb.fojuo.&^ili.^^
iramcgliure.pn fur mejliore. io.,
unmergcrc.per poncce.o huccar dctro,o fot
toa.,ua ,0,4
inmuarc, pcrCufi in me.'o entrare io me.
i8«;
immiUare,pet multiphcare in migliaia. 1711
imminente , ual apparecchiato, & fopra.
uaaie. „
^im>l>ilc,cK>ènoA nnirahilf*
iiomoUjretp mrene^ire»o per bagoare* 1690
imnì'>n Ji(ta,lo fporchczzo. Ili 7
immoruk,rior non mortale. 1 r
émoyche vai bafloA rrofondo. 4 7lia
impacciare, per f «lidire,ooiarc. * )o 1
•niRaccin,vat faAiilio.ooia <}oi
impallidire nome & verbo, per diueatr palli
doL,& bianco.
impalmare, per giunger palma a palma m
/egno di fede* *i)9
tmpaiudare«perentrare/)far palude. 1079
amparadifarciperentraria paradifo* 67
amparare,per comprendere.
impaHare,chc c proprio della palla 1601
àmralUicoarCfper tmbruciare con empu-
vro o limii altra cola* 1 9&
impaunrc.perhaucr paura. iak9
impanare, & impaiitre,per.diuentr pax
xo. 1147
impecaace,per imre^lare. 994
impedimento, lo cdlacnln. • )oo
impedire, pei vietare,«.dlirc. aio >
im '#enare,r<r d >r peguo. >C9
J«t.eiare,per metteic neh. lui
émpennare,per metter peone. 99*
impeoraumeate.cioe airimprooifo. I x6r
ira,i eradorci & imperatore. 17#
imperatrice, & imperadiice. 17 ■
im erfeao,cK>e non perfetioa 4^71
imperio,impero,U lìenona- |74
tmpcnolo,c «quello, ue troppo ft^ierbamen
te domina. |7t
imperlare,per ornar di perle. 1 14}
ém.^o,& imperio, la fignnria I7l
àmpeTuerlarc,per (ax pazaie peruerr^dc lofu-
tiare. r7J
tmpero.Sr emrrro.
■mpenoli celebraci. i $
impetrare,'^ ottener grada.
9m/ctrare, per fard di paeoai. vedi impietra
xe.
lmpctuoram<ntc,doè i5 gride impeto rei
èmpetuofo,eal pieno (Tunpeto* rei
impiasarc.per ferire f 14
bmpiaitncciare , per imbrattare 000 eofa che
attacchi come cmpiaftro. 191
impiaftro, & cmpiallro. 1 9 »
Impiccate, per fo'pendcre i74«
locare, mcttere,ac(|uiftare. pfi
impietrare, & imfctrare,peruidurarli come
pietra tilt
|mpigliare,per emrire. 176)
impinguare, per mgrair.re. i}ii
impticare,renouofare. 164
impolare,pcr entrar ne rolt* 4*4
imporre aome,auc comandimeoCOfimpoG-
tiooe. 4 , 1
imporre, 8r tmponere verbo, per cominette
re,comaodare,deputare 4 1 1
importarc,per lignificare, dmotarc>riIcuare,
valere
lmporiunare,per Ci(l>dire,noure.
importuno, vai molcfto,fdtjdiofo.
vmpofsibilr,CK>eooa poftibilc
impouenre,perdiucntre,o far pouero.
émpregnarcyper mgrauidaje
vmpren dcre, per i m parare.
imprendetr,pcr a0umerc,o pigliar per ìm'
prtrfa.
smpreia.equindu fi ptgha a fate alcuna co
ia dt moioento. 4- 19
impefisvateofttaaro duro. 9$t
imTVcfie,ral 0ampare,fvgnate* iti i
imprefuonc, In impronto. Jt t
im^ngionare, rerinca-cerare ){|
hnfnmerc.per JUmpare,loimaxc. ifii
tio
f4o
1694
I**
1)6
•40
TAVOLA .
iinproDrafe4>erin\prirocre. l-fla
iraprouCo, vale importuno, &prefomuofo.
tI9l
tmproucrafc, de rimprouerare, per buttar in
iicchi. 1A4
icnprouifo, improuifa, dcalPimprouiro, che
vale >mpeoU(ameote,iQ vne mHaaie.194
iraprunare,per por de prunt 4 190
impunito, vai fcDia pena a «24
in,prcpc fittone, dello illcfib figoificato appo
noi, che appo latini. 1976
in che,a che che vale io ijuello d>e, o m quel
la cola che ai76
iaabadoro,ctocin arbitrio di fortuna 1484
macerbare, pel fare acci boyiodurauyiiiitaie.
1644
jnao4uaie,pcrmoUare,ob^^are. 101^
ioaffiare,pcrbaeoare,o mollare. lo 9
inalbare.pcr imBiaiuace. 814
inaliate. per altare, leuaie-n alto. 1774
mamorarc, tnamoraio vcdimD;imorarc,in>
namorato. 6^9
maoellatQ,vjUierpoyricciOyaiinodato,inior
nuto. 7i)
maoimare,per far animo, per inrorace.
marrarc , per locapparare , o appaieccliiarc.
760
maificcìatcsvai mcio abbruA.ialo. 9P9
inai erare,rcr mciudelire. r t>
in a0ct«<»,valeaccoinodito,ia ordine. 7*B
in bando,vaIe m efaih 1 ttt
in bteue aduer.ral bicuemc ite. 197
iucJtameiiio,vaÌ ioUcutudine, conUrengi
mento. I tf r
iocal4aic,('cr rollecturc,dc per coniircngcrc.
ITf‘
iocantare.ier fare incanto* 7 8
incaniatore,d( lacantatrice* 798
tocaniciimo, incantagione. 798
in canto, mcaDtameato,tocaQtcfimo>iacanta
^pne- 798
mcarellarCfper porre il capello, incoronare.
<•844
mcape(lrare,per legare col capefiro* h*
iocappaie,mtoppate,o incontrate. 604
incafcerare,rcr impregionaie. IH
incaico, il f efesia Brauetta 4)tt.i7r4
incarnaie,rer v>uihcare,& darcarne. ijio
incanno, vai male accorto. 1 149
uiiautamcntc,ooé non cautamente. 1 aap
9*7
987
99 1
i I7J.I6)7
79)
17)
1097
incendere, per lafummare*
incendio, lo avccndiincnto.
uiceocrarr,rci (ét(\ di cenere.
mcenlo,e gwuma odotifeta.
inccrarcypcr vac ere di cera,
incerto, vai duboiu,dubb oiò*
mcefpai.per iiicapparnel cef^o.
incciluyval congiuuguneniodi parente, o di
fjicidote. 68)
in Jte,v>leinqual cofa che 1484
iiujuiiuaie.per ferrar con chiaue* 9)*
tncbinaieidt inchnaropei picgaie^bumihate,
abbacare 1789
inchinato, vai piegato. 1 789
iucliiocuole,val picghcnole. 1789
luchioilrOfla tinta con cui fi (ernie. 404
incidere, per laghare.dc per intagliare, ni
iocielate«per porte m ciclo 66
incinquart,p> far ritornar cinque uolte. 171P
itici'cniarr,per tagliare, 0 intaccale. ni
incit te.per al(eture,allucre. 676
inclito, vai |^ono(o,ecccllcorc. qop
lucolpaie.pcr accufiie,acc^ionare, dai
la colpa. 601
incomiuuare,3t cominc.are, per principia ■
re. 1609
lucoAfiantCjUale uftabilc legg'Cto 1 74
moonftanza,uaIc ìnnabihta. « 74
incontanenic, vai fubi«o,lo0o. i9r
IO contegno aducr.vcdi contegno. « r6a
mcoACo,val icapigbafu«eica4aotdioc 144)
incontra.& incontro. 604
incootrarCtper fioiitrare- 604
inronrrare.peraucnire. 159
incontro, d( toumtra. Oo)
iiKontfo,chc vale «Il veeed* cambio ,0 di ii<
compcoia noe aHo iiicocitro. 6o|
inconttc* aducr come al primo iDConCro*6o)
mcorarc,dc ruicQcare,pot £i»r aauiKi,purTe io
cu< re. 1)1$
incoronare g emmar dt corona. )9a
incpronatrvcioe ornato di corona. )9a
mcieiiibiie,da non tredere. 4 280
ifìac(cerc,per failidiie. i}o|
uicrotiuhiare,perporrcto croce. 49
tiiCiudclire,pcrdiue4ur ciudcie- 496
indarno, valcjiiuano. 69)
indeN. lite, per far debole.
uu(c^uitafc,drindgQiiate« 404
tnd<gno,d( mdigiio,cir.enoo degno. 408
indi, che «ralali quel luogo, uoe <h h, o di hu
960
iiidiare,perpaitictpare<on Dn». i
indicele quellochc a^euia^ JicmciUa co-
me telbnioriio 8c6
indirlo, Val fegno, anta. 4pr
tnd co,e Col. le azurio feuro. Sia
iiidiu)inarc- 4029
indietro, che pa>uimcnto dinota* 447P
uidigniure , & indigno , vedi indegnitate, &
indrgno. 40B
indirncare, & indirtzarc, vedi drizzare*
1690
indjfparte.val feparato,o 1 dmerfa parte 9P&
ioduione,il fpatio ch^uindeci anni, A piglia-
li in vece del tempo. ipr
indibifibile,val«inrcparabile 14 a
mdunfo, indiuiia. vai non diuifo , non fepa-
rato. 147X
indonnare,rer Infignortre. )88
mdoilo , vale intorno, punendo la parte per
Io tutto. vedi dodo. t77f
mdotro, vale Ignorante ■ <*4*
indquare verbo compofio da doue , voce
Danterca. 9n
indpuinare,' er vaticinare. 787
iodouini,& aueunceJcl’iati danfipoctùzS?
uiduuinoaJie.da diuiro t at. 787
indnzzanicniD.aoc indumooe. 4 1 1
indra(arr,c>oé coo.cdtacu incrudehre.t 1 pò
in dubbio, vale joccciu.Culpciu vario* ambi.
*«o. 17»
induccrei rer tirare* prouocare,o conducere
a fare alcuna coia.
mdug-are,pef tardarciaipcttare.
m lugioJadimoraiLatacdinza*
indurare.pcrfar ifuic.
indu/aro 1 fatto duro,
indullna la diligenza.
inebbrure,l( inebbriarfi.
locfiabtle, vale ine nairabile.
inerme vai difaimaio.
inerte vai pcgro,da poco,polttoar.& feoz'ar
*«• I f 07
inerr{a,Ia ptgricia*la poltroneria, la pecor.ig-
g'06. ipo7
ioercjii.va) prefialPefca. ip97
ineQare.per incalmare. )07
tncdimabiIeanocincoiiiprcnfiSlc* lapl
locteriio.val fempre.vedi eterno,
lufacendatetper far faccode.
infame, vai vituperato*
infamia,la mala fania
mraniJiiouoi fauiiulh che oó fanno rarla^^
^ f ini
41)
iroa
iroi
1688
1688
•47
«44
<491
4^9
16
77f
147
•47
1
dbta&fon4o« trio
tnf«ufto< V «te infelice ifortoaat#» 7^6
infelice vaUfortunato* 7oe
infellonire, permcniJelire. ,rrr
infenorcji^ai piu bailo. 1781
infermare, per far debole, 7riuar di faoicà.
I6t)
infermiti,il conerario della fanid. leti
tafcrmo,u al malafo,egroto« 1
ioferoo,8c mferoate, ^vcdi l'indice de nomi
proprti. 1 800
fafeftmeiilo,la moleftiada noia* reo
infettale, per roole(lire,noiare« fto
tniiacchtre/perdiaeairtiaccr». i8|
in6afnmarc,ner inccndcre.ardere* pf4
in tìiic, quando lucm dinota* at4
intiiie>4duer.aoe hnalmente. 961
infingere, per fimulare, one moftrar di non
fapere,& anebo p ficcare, o fermare. i67r
infinicamentCfCioe feoza fine. ino
iafinico,ciocfeQzafine. 1710
mfiorarc,per ornar di fiorì. tij6
infocarc,rer infiammare. ptq
mformarc,per ammaefirare, cioè dare cogni
none di quello che non fi fa* ino
infonnatiooe,(a notizia. ipio
infornare per meccer in forno. 919
inforfa,8c inforfe,vale m dubbio. 17 1
infra, 3cintra. I7t«
infreddatc,& infi'eddaeo* $c t
infretu,val con foliecitudine.
infrondare, perornardi fronde* 1 icp
in frotu,valein quantità. ir? 6
mfundcre,& mfondere*per fpargere,& per
^iture. loto
io tu >n vale eccetto che,ocome volgarmen
ce fi dice,da Dio in giufo,& fienile. 964
ÌDfuon,&infuora-I.ac.catra. 964
infufoyva! bagnato. I oto
infiicurare,per far futuro,o da dorare pel té-
po futuro. atr
iognnare,perfraudarc,decipcrt. pii
fngannaro, ingannata. p 8|
ìngaanatore,n fraudatore* p|}
inganneuolcjo ingannatore* pf |
inganno lafraude. pi)
ingegnarc,per inuefttgare» 1
iogeuiofi celebrati da noftri poeti. ixjp
iogegno,! • mente,tl naturale. 1 ajp
togeiÌi)fire,perdiuenirgeloro* ajp
mgemofoiingeaiofa. 1&99
ìngenimare,per ornar di gemme. 1141
ingcntilire,per farfi genol^ 6 74
ingenre.per mtrometterfi. t7xp
tnghiotfire,per ingoiar e,& per diuorare t}f 1
mghiftara,& eDgi(lara,vafo di uetro da ac-
quato da vino. Sta
ifigtgliare.per farfi in giglio. 1174
inginocchiare ^ner porfi 10 ginocchioni. 1 4pt
ingiro, vale intorno. 160
togiancare,per coprir de giunchi. 1 1 SS
ingiungere, per ordinare, per impoaere. 1477
tttgiuna la offera,U calunnia* p? e
ìngiunareiper fare ingiuria* pp4
higiunofo, vai pieno amgiurìe* p?e
Mgiufiameote aduer. • 477
logiufto.aoè non giufio. 1x77
ignominia, la infamia. xao
logourCfpertnghtoccireideQorare. iqae
ingombrare, per empire, & occupar la mente
difaliidii. 4ii
Àgord>gia,valetnfadabiI roloati* i)So
ingordo, vai troppo auido. i|So
nfcoete,* raccogliere ,
iogozxarCfpermandargiu pcrlo gozzo, eoe
perla gola il,]
ingranducipcT fargraade* 1441
• TAVOLA
togra Jare,per far entrar di grado io grado#'
64!
ingrairare,per far graflo. i )z 1
ingraumdine* 870
ingrato, vai feooofeente. 670
tograuidjre,per impregnare. Z|7
ingrolfarciper dmenrr groflo* 1798
inhoncltOfVal diihonetio. aii
miquicifla malignità. P7P
iniquo, vale tagiuiio,dineate,difeguaIe p 7 r
inleiare,pcr farfi, o entrar in lei. ìii 4
m luogo aduer.che vai in vcce,o 10 cambio.
9CO
In malhora,8c in fua malhora* 164
in mantioeace,val tolto, Acquali io maoCe-
nente. »vp
io mezzo, vedi alla dictionemezo. I7Z4
innamoramenfì- <*|8
innatnorare,é( mamorarc. ^ì9
innamora ti,8tiaamoraCi celebraci danollri
poeti. 6)8
innamorato, mQamurata,o ioamorato. 6)8
innanzi, che tempo paflato dinota* ai7
innanzi, quando è moutmeoto* M98
innaiizi cnevalem prefenia* 1411
innano,in vece di dauanci,o prima. 16 1|
innafpare,pcr muolgere* 164
lnnC(tarc,per infilare, omcalmare. I ip7
innocente & innocenru 1177
innuivtrrabile,val fenia numero, & quali in
finito. *656
inoltarc, per entrar oltra. 1498
mon dare per afioadare,bagQare. t oi )
inopta,la puuercà,ta miferia |i6
inoilrare, per ornar di oltro.vedi olilo. ipP4
in palefe m publico* 1 678
in parte,che vale m luogo. 9Pa
in parte,chevalin tal modo* 1761
tu poi che vai per lo auenire* z 80
in prefenza,ctoe dinanzi pnrp* 14*9
inprtma,cioein prinapio* I6i 1
in proceiTo di tempo. ap8
in proototvedi pronto* Ifox
mpublico,valein paltfe. I679
io quella,cfoè io quello iftaaCe,ia quel mezo
in quel punto. aci.ipio
io quello mezzo, aoe in tanto. I9>i
inquietOfinquieta. I7)
inquifirione,la louelligatione* 1411
ioquifiiiooe,Ìotnuclligatore. I41 1
in rotta, vale feoofitu m fatio «Tarme, poj
infaccare,per por nei facco. iipq
tofalare,rerfarfalfo. i6oz
infalata,& inralatuzza,& fatata. 1 6oa.i 6op
infaoguiaarc,per imbrattar di fangue. p)7
infanOfVal ilolto, pazzo. 1x48
infaporare,perpigliarfapore. 16)8
in fcambio,valein luogo o m vece* 176
infegnaja bandiera. 497
infegnare,per ammaeflrare* $\6
infernCySc infieme. 1979
iofemprarc per eternarf* 490
infeofaco,val fenzafenno* ii|d
tolidiatore, & lolidiacori* pia
infidie, fono gli aguan,leiiidx)rcate,i nafeon
dimeotf. pta
tofieme,& infeme. ipp
iofiemeroeoie,valiofieme,parireeace, vguai
mente. ip7r
infipido,vaJ non faUco,feoza lapore. i
iDfoi)are,per far vano, vedi follo,o faoUo*
*96r
in fomma,rat in fine,in coaclufioae,romma
mente. 1619
inlbbtle, vai lenza fiabitid.oferaiczza. 17)
iolbnza,che vai requ ifinonc. 194
lafUllare^pergocciare* loip
iaftraere.per ammaeflrare, infegnare, ordi-
nare. 8)6
in fu«& in fufo* i7?8
infulcare,per far infulcodngi urtare, 3c per di -
leggiare. p77
inluUo,lo afialco,1a ofieofa. p7 7
iofufare,pcr inalzare. 1778
incagltarCfper fcolpire. ^8X7
lotagliacondi llacue, celebrati da ooiln au-
tori. Sar
intaglio perla fcoltura. 8Z7
inuatoivale a quel traipo, o in quel mero «fi
tempo. 198
intatto, vai non cocco, 8t per meU.tmmacu-
lato* 1440
intafcaroyrer porre in lafca. iffl
ia(ellctto,& intelletti. ix)^
intempciliuo.val fuor di tempo» 17 9
inteodcrcyper vdire^afcoltaie. i)7^
in(enderc,prr Aare intento. 1x67
mieadcrcjper conofccrc,& per fapere per»
feteamente. latp
intCQcnre,per farmolle. 1689
tDtefu,che uale intento,8c fifo» ix6t
inccDCo,val diligentemente attento. 1167
intentioac«loaito,chcgoucroa la votonci.
ixra
intepidire, intiepidire, per templare. 617
interamente, & mtegramente. 1694
ioteixc(to,ual prefo da nemia. ]f4
inicrdecco,ual era quello ch'e detto* 1 190
inCenora,4 quello cit'é dentro del corpo*
Mir
intermezzo, ual tra qjefto tempo* i7ir
intcrnare.pcr andare,» encrardentro. 961
interno, ual cofa di dentro. 96%
tnCero,iatJcru, & loticgro, cioè non rotto*
*694
ioierpoacre,pcf intercedere, clTcr aezano*
iDterprctare,per dichiarare. #)t
interprcie,aoè che dichiara* •]•
interrompere,pcrfpczzare* 444
tocerfitio.ualeinteniallo* 474
inccrtcmre.pcr ritardare* 179
intenialloÀ tempo,il mcdefimocheialcrfi»
tio. X74
in8eruallo,che lignifica diAanza. 968
ìntcruenue,Ac iniraucnire»pcr accadere* 1 fé
intiepidire,* intepidire, pertcmperarc. 617
inroppare,ner tmbattere. 604
intoppo, cquan do duo t^ncontrano io un
luogo medeiimo. 404
iotornare, per circondare* i46i
intorno,* dintorno. 14^.
mtorno.muecedi circa. tc^
JoCra,inrra,tra* fra. tjic
iotrambo,intrambe,* intrambi, che ual tnz-
dduo. ,y,Q
intralafciare, per dlfmettcrc, lafoar fcorrc-
refenza far alcuna cofa, fu uacatione.
1486
intralaarepernoltarc,* riuoltare, attuai ,
* mentaiméte per rìtrouare, li ucro • i)oa
intramettere,* iotramcttcrfi,per eflermeza.
no*
intraoagtiare,* trauagliarc. t )o&
incraueoire,*tnccrucnirc,pet incontrare, ac
cadere.
iQtrcarc verbo formato da tre. 1 71 a
uitepido. vai feoza paura* 60
torneare,* iDtrigare,per aniloppare 544
intrìnfecoval domellico. 707
introdurre, per metter dentro,* rocta-pcr io
fcgoarc,ammjcfbre. 4 1 1
incf(7ductiooe,io lotrodur il pruicipio,1a via
lamczanità. 411
iotronarc«pct gridar forte a guifa di footo.
iotrooue,che va! dentro
ÌntroMrc,pcr mfupetbire.
intuire, per farfi o ecurario te.
tavola
■fpero. •Ut
ifcacciarc,dt (caccìare,£c discacciare. óos
tfcede,& ifaedc,flc fciede# • aro
ifchdeltàyC propno Schifare, vna cofa,fde*
m tutto,«l u.uln.cote,gcneraImenie,a f.t_ifeond„«l
® i73^fcotcre»Pcrbattere,lcronare. . ,
iniuthire,per diuenir »,». W-ifc«iio.«c ifenoo <puC «aTat», che Tal ror-],„po & l,mpa,<he Tal frleodore,
ioTaL,TiUiodarDo. ^ «U to.o rottura lampreda pefee afla. noto.
iouafarc,per porre nel rafo. Kcufarc,i« feufar^ j r r ■
•n Tece,»ile l^quel luogo, o u. quel fc«n- -iHmfure.per ^ .'"i
. ^ ^ * j,^—|ffio»mcnto, per uenirc a fine, come andare
inuecch.are.perTen.rTecchio, M» . ‘““«"'“i'-f"'”;'/- •"«
tou^l«e‘^n3du«, Cloe ha»er.lnu!^-^a«!l’pGure,Uuoce deftorni
inutmone . J ndouaM ntrouamen» .’“-dhèlÌo,ar fu.Ho.Tal deliro, f„el».TeIocc.,g.
inu«r*re,.1ritrouarore. le»!
iouentr.ire.per entrar m alcun luogo, ipe ,fole celebrare da noltn poco. »!
Én»er;jnnTeroj>repofitione. *o» K'"'
inuetarc.ner farli Ticino altero. i»»! tfr«dito.& fpedito.
in uenu.ial certamente. ,»fi-fnnmere,perptoountiare,dethiarare. i6*i
in ucnu.vai ccriam i(5uattare,& fquatare.p topctein peiu. .ef
ie»8
q»!
Ì::u7d«tV«volurrTnocoatraraIt»r±^a^^
l6i
* ifteifo.rcdi alla diuiuue dvflo.
x94
’iet-r
Tatfra TÌta,doe cdefte,obeat»J
lama,lacca,& lacuna. • '
lamenrare.dc lamentarfi nome,& eeibo.i ìm
lamenCo.il lamentare. ••M
Iampa,& lampo,iHrieadore* 414
lampada, & lampana,il cefendcllo. 454
1amprte>areTnomc:& verbo. 454
’ "■“ * *
t091
lanajaoe. **97
lan.'iiuolo.quello che lauora la lana. » *97
laDCCtne) numero del meno, èia ftatera,o1a
bilancia da peSare * 7 rjT
|ana3,& IanTa,dt landone. 49 *
1anciate,per nrarc,oSaetiare. 4^
lanciare.p'r falrarein alto,&gittare« 149*
landaja pianura *
lanf* acqua odonfcra
ld6?uido»»al mefto,dog!iofo. i8a4
largire nome,& verbo, per lamentar doler
lannfcgotte.ciod barbate piancic. i*9T
lanue'ne.la fcona,jr per mcia.la prima bar>
ba':la?»oueorutCTr>pmi3n«ia. iji?
1apidano,è quello che ha cognttiooe dd>e
ìnucfcare,per pigliar col vefeo.
lOuefciM.adie.cioè prefi co! uefeo.
inueftìpre, per cercale, indagare,
inuiarc, per entrar in u«a. »loo
tnuidii,c mclbua, & dolor di animo del be
ne d*altrui.
inmdiare,per baucr inuidia.
louidioSotVal pieno tfiouidia*
inuido,vale inuidiuSo.
sou>lu;>pare per muovere.
touilib«le,cioe che non fi vede*
£DUifibilfneace,aduerb»o.
in Tilt}, cioè m afpetto*
inBiUre»& inuidare*
ignito, & louido.
,4t iruegliafe.pcrnluegiiare.
Ij9) ifueoirc,Fcr venir meno.
• f97
~ iièx
iterare, per intenare.triplicarc^o replicare.
I7IX , ,
hn,Tal di li, o in quel luogo doue tu non lei .
960
iumenti,& giumenti,
5S1
f8t
f*x
fai
144
1197
ùumo,Tal non fupemto,o non ..m... „,iun«.o.elcun. Tòlta
tOTnioliaatc,aoerubi(oaU imfrouiia. 494 9<i
* 17^— W)bia in vece dclfafpecao, o d ella aera .
in vn momento,
in imOfCioèuificme.
•onogiiare,per far venir voglia*
tnuolare.per Cubar di nalcoto. 7f 1
io volta, vate in fuga,coroe quando vno fe ne
va Senta vittoria, 6c quando lo cfletcìto é
rotto. U90
inucJuerc,per tmpticare,& ioinlupparc. 1 44.
aoutbare,pcr farfi cittadino. 8
inufiuto,c.oè non vfato ,non auetxo,ncm af
Su^atio. ^-“-laccio.meta-perlocoq'O.
anutilc,aocnoB vc»lc,difutilc. ;44 .1
pietre MI*
* 1 49 lappole. fono herbe a campi inutili* 1 1 90
*194 farsa, larforadie* 1795
. vocc'laona, chcval,tì, vfata daDancc larfameme vai ampiamente. I7vl
largue,&allartjre. 1795
lardato. che vat Sciolto. 1795
larì»hc77a, larghezze. 1791
largire, per donare. 421
larptate,cìoèdono,liberaYifi. qiz
largo adie cioè ampio patente. 1 7 95
largo aduer.cioè largammtCtaboDdaorcmen
te» >795
1877 h)iua,ta maSchera,cioè finta faccia 1412
1878 laSagne,mangiar di pafianoto. I604
laSca pefe noto. 1 09’i
lafctare,& anche lafl*arc,iQ rima però, per
S«re,ab*)anHonare. 14! p
laSciuia la lib'dine;la lufitiria. 678
laScin, & laSaa,iD Lombardia fi dice il laflo.
719 577
laSnuOfVal hlvdiooSoJufliircro.molle. 4?f
1^10 . laSdno*o,vfcello notturnoquafi fimdea la
labia.iDVCCcdellclabra. *l84 ch'ettà. ma alquanto piu piccmlo , & fi
labfa,UWwa,4t labbia. »l^4 Sdita dmote. i9ii
labirihTòtabricafo, da Dedalo. 554 Ja(To.ual fat faro,fl.nnco.
bcca-.èirroedefimoche lacuna,* chclam^^ la Su,*laflu.* !« SuSo. 1779
clic fignifica cottcauiia , o folla, done Sia lata via,è vna Hrada in Roma coli detta .
gran quantità di acqua. lt|X 179^
t7 — la,lc,U,lo,aiticoli fcruicnti al maf.& al
17 fem.
1414— ta,fnvcccdilei.odiena.
aduetb locale come U code, la doue.
é8r“" »8’8
Tinto.
^ Rato dinota
I — la arte dell’arte è Schernita.
lacciuol,* laclnolutl dtmi.di laccio.
557 Iatebra,i1 naSconefimento,* la oSruriti i99è
1 5 1 8 latini popoli «Tltalta. redi a nomi propm *
•outilmcntc,val vanamente. 7*4 g pjri« del bracco,* ancho fi pìgliJ~]atinot&1adtoo,che vai agite,* faole. 671
IO,* (u.Lac.ego,* tu. , — per tutto il braccio. H54 lato,relnimero,delpiuho,&Utora.chcfi-
aou,evoccgrcca,*eUpiupiccioUlclerj gnifici1>anda,o rarte. 966
ài tutte le lettre dciralfabeto , greco p,rg„ic^,n Ferrara, in Vincgia,* 10 altri lato, che vai SpatioScN* largo, 1 79 {
peiui. «hikuU uwimmima,pumo,onictc. luoghi chiepa. >o9» Utrare,rer baiare,© abbaiare, come il cane*
*7'’^* - m , Iaco,*lago. “>8o ,ao6
ira,e colera, A itizza. r*c lacuna,* laca, vai fofla,oconcauita. un latria voce Gr.è quella Sarujiu, che a Dio
sracoodi celebrati da noltri poeti. 56}
. . , : A -, ladino, ralSacilc, vedi latino*
aracondia,e ira che dura,colcra,ftizza. r4j_^^ celebrati da nofiri poeti .
éracoodo,ualcolcncoj^ftazoft}raduau). pèj Udro,latro,* Udroncelloddimi.
•rufcert.per coruccurfi. f ‘^Jadronecao,.! Umtanto.
«»to,»d.r>to,«c iraconda f »j_l,,n a.il faftid.o.raranna
«e Teibo,& gircpcr andare. '4‘0»|Mre,ncr dolerli, lameotirC.
«tretire ,>er pigliar con reo, «t meta per in •_uSo,«t leco.quaC luogo di acque.
geonatc. ,!* lagnmare per piangere.
rrteBerente.Tolfcnianuereina. i»a u^„,b.i,,o lacrimabile,
imeare.per inacquare, conducete, acqueo |a?;,„,,e,l,cnme.
IpargetlatTunnuo. «Oi'Magrimeuole.it lacnmeuole.
imCarc,peraizz4re,infhziare,prouocare, in- |4grimoSo,val pieno di lagnmt.
lai che vai lamenti.
irto, o hino,ii capello , 0 il pelo horrido, laido, vai brutto, lordo.
47» cofiitiene* 4
748 lattarèT^ dare il latte. 1447
748~Tatfe,iI Succo materno* 1447
748 lai eime,è mal, che vtene alli fanduUi in ca-
ifZ4 po,a guiSa ^Cigna* I4t7
18x4 !attuca,'hvrba honalenoriSirma. ii4t
loln liuacco, che vai huomo vile, * da poco.
•jèò 5*9
i}4o lava cenci, vai lauaftraco,* Umedefimo che
1540 lauacetì. 119
M4o lauacro;!) battefimp. 51
i|4o lauJQdaia,èquella,che laua t panai dllino.
18x4 ICXI
141^ 'auare,perpurgare,oioodare,Qe*tarc« iÒ8l~
tauda«& Iaqd«(.
laudare, dr lodare,
laudato, & lodatOf
laude, & lode,
lauorare.per fatieare*
lauoraiore, Poperatort*
lauoro.dr lauorto ,
laurea, la corooa,& lafotlta di lauro,
laureto, d luogo picuo dilauri.
lauro, de alloro, albero notiftun*».
TAVOLA
^jrl proRtto in lettere,
ifi lenere,dr lcure,<ioé caratten,e)emcnti.
f I r lettere miriiuc,dc refpoanue,
irt lettiera doue li dorme.
ieC letto,lerci,ruil<)ual li donne.
Ì4 6 lettouano,chc (i piglia per mediana.
$46 |euare,per alzare, o Icuar in alto,
lid} leuare,nermouere,nmottcre,ld>erare.
I U| |euare,o lenard m pid.
7ao
17I0
t7fo
iid} leuar e.per ufare di Ietto*
(aporc a/pro,dc niirettiuo,come <]uel leuar del fole,
lodelforbo. id4l leaatura,reeca.perPjrarondia.
le articolo feruiente al fem.deio recedilei,dc Icue, Se }ieuc,cioe cofa fenzajpefo, o di po
in vaneoflaniationi. 1079 co pefo. Se permcnnfiantc, dna vece di ,
leale, vai fidele.tiuAo* 16/4 ptcoolo. comeil vino,il dolore. 17^4 lifta, vai linea, oGlza,Sc nieta per lafciiiera •
lealtà, la realUfU fideici* 1671 Icue, de lieue «quando lignifica mouimento, poi
Ieanta,lalea1ri. 1674 vai vdocc,leggiero, i4Pf lite,Se Uti,i| piatire* 19*
leccare, p r foauemente,o leggiermente toc Icizo.d certo puzzo procedente da corpi, viui litigare, per pianre, f9i
194 Ilio
. S04 lipartfé la voce del ni'jbio vccello noto «
904 t}94
7 <9 lippe, d quello.c’ba glioccki Iagnmoli,Sr pie-
719 ni di 4'orcbczzo.
iva liquido)VatmoUc,chiaro,dc alcuna volta pu
#790 rp. toc*
1481 liquore,o licore,doc CoCa foauealgufio, de
1790 liquida, i6-,9
lira (tromento mulìcoooto.
hredirooocea. M4
lifaare,per poltre.oroarc, 7^9
Liccio, e quella miltura, che operano le don ■
neper farfi belle. 7>9
care con la liogna. t
lece,de lice che vai c^nueoiente. 1x79
lecito, de licito, valdcbito, 1 a79
lega, che e fpaeio di miglia in Francia. 1 10 1
lega di oro,n di argento. |j}7
l^a,che vale accordo, vmonc* 7 1 1
lega^io,il fafao legato. 147
legame.il vincolo, il laccio, )4v
Icgaieper annodare,iouolgere, 147
legato, cioè ainbaCctatore d:l papa* {77
legatOfla donat.ioo del tcllatoec. 411
leggCiil comandamento. 1 17
leggere, per leggere, de fiudiare. 1 9f
1eggiidna,la galanteria,
Irggiadroyval gataoie 47j
leggiero,vaÌ di poco pelo,de pcrmeta.facile,
tt di poco ceruello. 1 1 7^^
leggtrta LaMurefconfultus. 119
leg.oraoti.l’ccuD lum legem fa^u,dc vai con
ucniente.ginllo. ip)i
l.egnaggto,la thrpeja proCapta* tp6d
come di rudore,o(imile, i9i|
li articolo (eruicntc al plurale. Se li in vece di
a lui. iMo
li,chcvaleio quel luogo. 961
lihcl(i,dclihticctuo(ecti, che dii dimt.di|h'
bri. ’ 1 9f
libelli, come libelli*, famofi ,c)ie Ibnu car-
celli, note d*iofamia,ruppliclje, mciuona
liberale, vai largo.
hberalmente,vjl largamente,
liberalità, Se liberal tate
liberare, per darliberrajCanarc.
Iibericore.tl redentore.
Ubero, vale faoito 10 liberta,
liberta, Se libereaui
libtchucja lullurij.
libi dinofo. vai 1 ulTuf io fo.
libitu,la voloAca,o il piacere»
)ibra,d pefo dt.xn.oncie.
libra per lo fe<no celcUe*
lcgnjauolo,iI marangone, carpentiere, o mae librare per pcure
ftio di legname. 1191
legoo.fingilegneiSelegna piu* intendo
delle legna da brufuaie. 1191
legno manumo, eoe oaue,nauilio. 1046
leijluiiloro. I .fi |gf|
lembo,e quella, tftremità, che drcódadmeor
U79
libncauoli.ooelibii piedoU*
libro, Uh ri*
ltce,Sc lece,che vai conueaiente.
heenoate, per accommiatare, dar licencia.
1471
. licenxa,»! commiato. 1471
nolauciteiD guifa di orJo,o di lillà. if4i Ua,St Ima: vai m quello, aquelIo,odiquel
Iena,Uforza,Iapoiri5za. 199) luot»* ^ 9«»
leotare.per rcemare,o mancare. ip.iS liato.Sc lcdto,val debito, conueniécc. IZ79
Iencc,d legume minuto nolo. 1194 hcorc cioè cibo roaue,St liquido. 1644
leotigtDr,ToQo^macchie minati naturali, che lido*dt lito come quello del mare. 1091
vengono fu*l vifo, Se ancho per la perfo. lieto rate allegro,gu>condo. 704 lontra,animal,chc urne in acqua lofi.tiai
*ri4 lieua,e ordegno con CUI fi carica flabalellta. lonza,aaimalmaculoro,comei) pardo, Se il
lfOti<co:arbufcaUoamaro,Stlempre verde, 491 lupo ceruiero. izzi
Se frutta tre volte raaoo* 1117 lieue,dclcue, vai leggiero, Scdiaountemcui- loquclla la fauclla, il parlare. ij97
lento, vai Pcgro,urdo. 1^04 mento. J7C4 lor,dcloroprunoiae,iovecedicoloro,queb-
]cozuolo,)eozuok,& lenzuola da lecco. 7ai liga,dc lega, che dinota vnione* vii li,dtef*i. ii9z
ligioToca!>olo legale. I{7 lordo, vai fpQrco,rucudo. i9tS
IigullrOfd fiore picaolo,biaaco,odonfero,Sc lordura 4 fporchezzo* t$té
checoftocade. 1179 lonca, la corazza. 494
Irma Aromeoto fabnlc noto.. 941
lunaca,S( lumaca. izza
leofante, tlcphaate,dtelephanco»atumal >- 0
tifinmo per la Cua grandezza. 1319
Icone Ke degli ammali. n.9
leopardOfSc pardo animai vclodlnmo nel
corfo. ,,*•
litigio la lite. V9I
hto,Sc lido,ci»me quello del mare. loff
Uuido, va! nero, per mefli(ia,o per battitura*
lutto ftremento mulico noto. l ov
lizzali beccato, che fi fa percombatrere.roa
Io>la,li,dt le aiucoli fciuicnti al fin.de al piu.
1981
7o< locare, rernponere.affitare. 9f*
qrt I0C0.& luogo. ( at.locua. $eo
4x7 locuneJccaiiaMctre animai ootifirmo pel
410 danno graodi^iimo, chedaaoo alle cam*
1176 pagoe a cent tempi. tati
x.7f lodare, de laudare verbo. i.i
«X7f lode, il medefimo che laudo. in
|i7C IodoÌa,dt allodola vccelio noto* tooa
479 lcggia,tl ridotto de no)ili,Sc luogo per far ra
47H gione del publico. 944
P74 lo^io grano mutile. a>t
I7(T logorare, per fonfumare* i6|i
96x log9n,val confumati. |6|)
I7vr logoro, locare, o Iudro,cìod quel legno del
ilS palio, cne co) girare fi mollra alfalcone
• Vd quando e m aere, per farlo fccodcre. 1001
Ioica,la logica. znt
lombi,oTomhi,é quella parte del corpo dou#
figoueroatlalmidine.
lontananza, la diiUnza, Se lo efler lontano.
9d9
fonCanare,de allontanare. 9^9
lótanare,per durare,1a doue dice. Et durerà
quanto il mondo icntina. 969
lontano, vai aflente,d:llinte. 94S
lrpMlipp7,quello, chehaglioccbi lagrìmo* lunare con U lima il fcrro*o altro. 94X
. . urd lunitare,aoe li fcaitno,i}grado della porta,
lepre, de Ifure animale ooiciliiifno, per la cum
diti,de velociti nel corfo.
94T ^
, . , . limo, il Ungo.
|eze,St lace, in vece delie gambe ^»4f9 luBofiaa,tldoQodacoapooeri«
JeKn,& lurco,valgolofo. 114^ lunofinare,?er cercar per Dio*
lc!lare,pcr cuocere, q cucinare, in acqua 99 r limpido, vaJ chiaro, luceaCe,puro.
Ietrame,il iierro, Stil fporchezzo,come quel )tnce,il lupo ceruiero.
Iqdclranallo* H,7 |io«i> quella che da Tro punto alPiltiod
letharei>diQ(cnmdgr<odc,chevieoae1cer orata diritta. vSr
udló. Iincamcnti,i fecni de la faccia. irta
eOfia,la allecrczza* lingua, Se Imeu?. , *it
l<uo,rt,p.rrciificue,firl«iti,,Jl.grein. Iiagu,jjiu,i; f.u.Uj . i„,
. lioo.tnjtCTiid, filare. ,.1
(cnf-.e,io recc dei Rudio.dgnnaa, come fai kconio,&ali(ori,o, ama, Iferfimi noto.
loro,Se ior proaome,iii vece di coloro, cftì*
I99X
lofcodqucllotcheha vnofolo occhio. i)rd
]oto,Se luto,tI fango. 1 099
Iottare,per giocare alle braccia. 499
1090 loftatore,tI gtocaeore dellebracda* 499
40 locce,tl giuoco delle braccia. 499
lubrico, quafi labncm,é quella cola clic non
4xx fi può beo firmare. 17}
Ilio luca dal nerbo lucere. di9
lucaoica,o Iugancga,la faldccta. 1604
lucaole, fono ammaletcì che volano di m^t •
teda Greadcttelamphpriida lampa» per
che lucono. 1007
luce del fole, Se per lo fplendore,9t meti.di 9
luce,Sclud,in vece degli occhi. ijaS
luceaw^àoefplepdeate. <1#
M
lufcre.ferfpltfnd^r*.
lucertola» & lueerta» antmalctto io ^{a di
{crpencdlo aflai aoUK liia
lucidaua! iuceate* 6i9
luctrcro»ttelb. *14
luCfgniuoln»e una certa f arficrlla di lana car
miniata»& pigfuli per vna manau, o ma-
nipolo di I jna»barba»o peli* if )f
lucore in eccedi gMn luce. éi9
lue»e certo morbo nelle creature» ne otti-
mati. de nelle pance» clic lubito recide» dr
che tolto (i parte. 1 6 ••4
lugliOyC gtulto mele. af a
lugubre» ral dolente» do^Uoro & è mcftiiia
con putito per la motte d'alcuno. 1619
ltii»lei»dcto'o;& lai, dt lei nel primo cafo.
I09{. 9*4
lulla»*> rulla, c la doga collaterale della lotte
vafo da rinòo daoi(ho.
iumaca,dt «umache «he ha la C4fa«torcana
mente chiocciola, in \ inegiabuuuolo* o
caraguolo. Iiu
lumbtic la par te del corpo Lbidiaora* t \x 1
lume. la luce in genere. 4io
lumc, o uecedegl occhi. i)4S
lumiera cioè gran lume* 6 io
lumicino,'! lioppino. 610
luminare,de ilium oare- 610
lummofo vai pieoo di lume* 4 ro
luna, luna nuoua. 9fi
lunedi»it pruno di della fcttimaoa. adì
lungameateaduerb o. 1790
lunge»dc lungt,chc vai lontano* 969
luogheiaa,dt lunghezze. 1790
luugn» quando dinota tempo, cine dì lungo
tcmpo»che vai còtiQouo,o chedura. 1790
lungo,lungJ adie. 1 7 90
luogo aducr.che vai da ulcino» o cTappreiTo.
97»
luogo, de loco»luochi# 9tt7
lurmo legume am^nraimo. * 1 1 9^
hiro,]upa ammal dannofo* lazo
lupo ceiuieioidetco da linee. laao
Juctgaoli*(onu le lane earminiare*che retta*
no nc peteeoi delle faldelle dell a lana .
lurco,dc lerzo.chevalgolofo* i4tf
laicigmulo» de rufogmauto vccello noto.
KK17
luHog ire»per adularc»dt addoldre,ammolli •
re. d7f
lunngheJebljoditie»dod,parolefinte, de fai
fe. d7r
laGngheuo1e»lo adulatore* 479
lunuria»deluxuna. dte
lufTunolo.dcluxurioro. «79
la(lra»la tana dcllcltcre* 1 197
lucrare, per tl)ummafe»dc per vagare, dai
luUro,che Val fpatio di tempo, at r
luftro.chc vai iumioofo. dai
lutetlo,d(vtrclio» tlvafopicoolo da ogiio *
Ito
luto.de loto,iWango. I09l
Iucca, de lotu»il giuoco delle braccia. qtt
luttarc.pcr piangere. i { d&
luno,iI piaato,i( piagnere. |i}da
lazzOyO luccio pefee nolo* lopa
M
M A» congmncionefepiratiua»da magic lati-
no corrotto. iS9t
ma che» vai fe non che. 1
naccheroni , o gnocchi » che é mangiar di
patta alTai oocu. 1404
■ucchia»la bruttezza, alcuna volta tìgnifica
notaiinfamia* *914
inacchia»luogo fpinofo,dc foltOyaltnmcnti
fracu. ciM
TAVOLA
macchiare per imbracare. 1914
macerar, per domar le cara!» dt per fuperarle
con battiture. )d|
macero, vai fiacco, liuido» de domo per batti >
cute, o limili. td}
machina,e cofa grande.de di gran pefo. 1 7 49
cnachinaectpcr ingionare,r> penfar male. 1 7)
macigno» e ptetn dura per far macine»dc an-
che per murare edtfiai. t'4^
macina, da molino.che macina il grano- 941
macinare, de meta. prò fubagrare. 941
macciulla , la gramola con cui fi frange il li
no. )io
macroidt magro. )«7
madama,ciue mia dama. 994
madonna,cpial1 mia donna. 99}
madrc*nei f4u madri. 1917
madre,f er Maria vergine . 7
madrein vece dctii terra, come madre» ann
C7,vniuerfale. IC9^>
maefta,dc macHade. 14' 9
macUro da (cola* 9)9
maeHrn d’opere. Ì99
maeliio in genere* 9^9
magAiva) incaotatrice»dtabolica* 799
maga aite,cioe arte maga. 799
maeagna^il diffetto. 1914
magagnare, per gualUrctferire. 19*4
magazmo , luogo doue fi ripongono temer ■
cadancie. 949
maggio mefe. at7
maggiOtin vece di maggiore. 1769
maggio ranta,la fupcriorita. 40}
maggiore, in vcccdi ftipenorc* 409
maggiore, che va) piu gr.-inife« I7d7
mugica artccicè mcaoCanone. 79a
magici celebrati. ?9J
Vagfon»la cafa»lo aIbergo»vocabolo frante
le. 9*1
mag'ftero,dt maglierìa * 9)9
magliaie cofa inirfiuca con magliettedi fer-
itilo di acciaio come gucciii,fnan«che* pi-
gliali a ntho per 0^1 cofa fatta a buchi»-
come lerctit&fifndi. 499
ougliiic , per battere col magt*o> de legale
come fi fanno le balle di inercadanba.
499
iragninimidivalgrandezza cTanimo* 997
magtianim' » vai grande d’animo. 99 7
magni celebiati 3a noHn poeti* } »d
m «gaificameote aduer. 99 ^
magnificenza.de m4gnifi<eaÒa* |97
magrNfico,magnific)ii. 977
maeno»per grande famoTo* 996
mago lo ineanutore* 799
magrczza.la maoicntia* 3^6
magio, de macro. 9«7
ani a^maiiuo , che «al per alcun tempo.
a9)
mai rton»dr non mai, che niega. at|
mai nome, che fono taim d'ìlbcri • vedi a
maio. ndt
maicHade,maiefli, dcmaefli. 1419
maio, e ramo di albero * che fi taglia il pn-
•no di di Maggio per portarlo alla cirta »
perfegno dcìauore delle lonamoraie.
■ I id)
mainraoaherba odorifera nota* 1179
mal,dcma)c fotiaoliuo* 1 664
mal »dc male ad«e* 1 66 5
malrdc male ciod malamente. 1 ddp
mAl4arto,nulhora,mal compofto, mal dire,
malgrado. iddp
mal caduco eoe mal grande. 1 494
mal di madre. 1064
mal di (ormicaiKul di fianco, ma! di pietra*
1494
ma! foro in ucce della vulua. 9476
mal farc,fnal fatto. 1664
matjdetto.maladerta. i9i7
nia'adire,nufcdneidr maladicere* lSi7
mjta?etiMezza,lad'ffi(ult4* C-7a
maljgeuct.'fVal diffide. 67Z
maU|cuoImcmc,val malamente.difficiltncn
te." 67a
mal.-mdi inoȏ quello che ruba alla firada de
chevccidc. 79a
maPannOfCioé quafi tutto Parno ma le > cd
malania,lainfcrmita. 149)
rra!ato,À amoUto»chr vale mfrrmo. 1694
mal caduco^l’iofermitigraude. vedi mal .
16*4
mal r«*fr<prfto,va' difordioato* t|
maldicente, de maledico. 1999
maldircnome. ijdy
male,rrfi.aJie.dr aduer* 1664
maledico»'! nialdiceiite. iiSp
ma'ed<re,d( maladire. 1917
matfittore,i!colpeurle,i| reo* 97)
mal furo^in vece dri’a vulua*
xr.algrado.vale a onta a di<petto,dc cootra il
unler d’altrui* 971
ma! hnra ved* bora. 3C4
mahe.fono le faciurct dr incanti fatte da ma-
lefici. 799
ma!ice,fono cipnllcpirciole, che urgono di
Margin,d( fi mangiano con la falau.i 1 r 9
mali»mi»v«t cattiuo»frelerato. 47)
iralràcc n'a,l.i mefiitia»tnficzza* 949
mal'ticonico,dr malinconinfo. 964
mahnconioio,vu| pirnodinulinconia* 969
maltf(aÌ(o,drmanifcHlcoi il goueroatore de
gl>eicrcitj,dt dcilcoita. C4|
mabiia,ta aftuCM»veKv.ua,fraudc» taccagna -
na. "74»
oialKiorr,vale afiut'^» frodolcn^e* 741
maiU3gia,V'Do notifrono* 1 19
nMÌnagio,V4lfairo,maliguo,dt ofitco. 979
oiainma»la poppa«trfta,n ocra. 1 4 4
mamrt.a, io vece della madre, voce de bam-
boli. irai
mammeiUtil dimudi mamma. 1446
mancamenro»dc manca per finifira,ili’c Iik>*
godcbole. 967
mancan)eoco,ooc diminurmento , difieuo.
1669
maiuafe»rcrdimÌQUire»cefIare, refiare»iniiec
chiare, venir meno. 1 6 la
manaa,i| dono che fi fa a fanciulli»comc dal
natale. 414
mancino, cioc da tran manca. 967
mancipio il fcruo. )f7
manco che luogo d.nota» come il mano • o
fioillro lato. *4' a
manco aduer. che ual meno. <744
mandare. Lat mittere. . 1476
man defira.vedt delira mano. 967
mandorlo, de maiiJo.'o albero noto. 1 16|
mandria, luogo doneftànogli an rnali. 1 197
mandri30.de fflandnalc»tl pafioie»& cuficdc
della mandra. 1 1^7
mane, la mattina. 179
maoeg«iate,per toccare, demenar con mano
come fi fa lapafia. 1419
mangiarcide manucarc»drroanicare. I09
man&'atorc,& cnaoucaiorc,dr manicatore .
»)V9
mani piu de mano fio* 1 499
manicare,*! medcfimochc mang*are. 1 979
manicaretto» vai ptcciola rmauda a guifa di
guazrerto. i|to
ma/iicacore, de mangiato rCi manucatorc*
l|79
■uniche cTArmaie eoe di fcnoidi maglia. 494
maajco di qualunque cofano di l«gnOi 3t di
odo.
manicratTal modo>rcgnla,vfaaia. Iff6
nuuifclUmeate,vale ap«rtameato« i6to
maairc(lare,& mamf<dir(t,per pub(icarc,oro
poocrcjdiuolgarct allargare . 1 4 to
maaifeiio ad>e.«.ioe apcrto,pa?eate. t «79
manigÌie,(nao,oraafneoti da bracoii de maf'
{ime delle donae. 7ii
maaigoldO|iU>oia,il carnefice. 560
xnanipolo.é una brancau,aoe quanto piglia
una mano.
manna, c rofita dolco matntioa, & cibo atUi
POCO.
mano, 5c mao in piu mani,
manfojvalminfucto.
fnan(uefare,per domcfticaro*
manfucto,manfucta.
aanraetudine,la horailta.
cnanteliaccto ctoé tnftomantclloi
mantello, è vcfte,che fi poru di fopra airal*'
frc. *n8
manienerp.perdilTjndere. fi *
mantenere, per foficnere, o tenere in uiu.
mantenere, per offirruarcjattcnderc. 4J
manoce,At mantico,colqual fofKando u *c-
ceode ilTuoco. 99ì
cnantico,il medefimo che mantice, vi fupra.
99%
manto,c verte che fi porta di fopra,& per n»e
faphora,»! corpo.
manucare,manicjre,& mangiare.
minucatore,manicacore>cioc mangione, go*
lofo. • ;79
marau<glta,&mcrauiglia. lapi
mìran(eliare,& marauigiiarfi* iipa
ma ra u ■ ghofa mco te.
marau gliofo,marauijliofi.
TAVOLA
maraoir.efe,t] primo dell'anno appo Romani
il medefimo (ifl'crua querto inciito {iato
Veneto. af?
raafcaiiooc,val polcrooe,afinone. lao
lna(celle,doue rtanno i denti. 1 )
Ihalcbera^ooc finta £acoa« 141»
marchioi&mafchi. ira?
mafnada quali fimul mancni , vai rompa- ~
gaia,o turba di malnadicn» aoe rubaturì ~
dirtrada. irriT
marnadieri,(boo compagni mallattoriyfic ru
baton di Itrada.
ma(ra,it cumulo, o coadunatione.
malTcmic di cafa iJ mobile.
14IV — ma&icao cioè lodo.
4) a malitimameace^vai grandementa.
414 martino, é can grandc,mordac4.
41 4 martro,& maettro.
4ia~ matapane,monetadi poco valore,
ini matera(lo,ii letto di lana, o di bambagio
“* * ~ 7lp
materia, il foggdto.
'ma cerno. vai di matre.
machemàlici celebrati da noftri poeti,
matrigna i.agens matrem-
matrimonio,ii congiungimento,
mattamente, vale impcafaiamente.
mattetza,la lluliitia.
mattina, macuno,& mane.
mactioare,perorjrc nel mattino*
maumo,& mattina.
matto, vai rtulio paizo,fdocco, inrano,furio'
fo. U47
mattone , é argilla cotta per murare , aod
ineL/lutf, comemlifiue pirole, cioè mela*
ce. 1C44
mellonagtne,vaI gofiSti, grofiezra d’inge*
gno. 1446
mellone frutto noto,& per meta, vai humuo
crofio.goifi>* Il ir
mao,U pom.‘iro,albero noto. 1 16|
Inelode, la melodia. 10%
me|odia,fc melode, che vai dolce canto. 1 oi
membrare,per raccordare. 1 4f7 “
membn,& memora nel piu & od figg. mem-
774 _ bro. Ip?
»74l membro uirile il priapo. i474
P40 memorabile, (ucmorcuolc, & memorando*
TZ lari
I7i7 memorando, vai degno di mcrnoria. titt
memoria, la mente. 1 4f|
men,& meno adic.dr adue. 174I
mcoarc,per condurle, guidare. 414
menato, demenau. vaUondotto, guidato*
4*4
mendicare per limofinare, & cercar per Dio,
ili
jneodico,^ pio che pouero,come piaDCCO,fur
fante. _ pi
meno,dt men adu et. 1741
1 447 meno adie.che vai manco, & minore* 1741
• 447 menomare, per iminuire.fcemare. 1744
a?f meaomo,val manco che picc olo. 1744
477 meafa,la caui la douefi mangia. JÌoà~
477 meafola, e certo legon intagliato , che fi pò»
oefotToa tram nelle mura per forteota*
_ roenro. •44
menta herliaoJonfcra,&rtomacale. 1 >7|
laii
•ir
I}]
t6
1717
7ÌI
ine
ifid”
per far mura* 114} mente, quali emmem.
mattutino della notte. a77 mencecaCiagine,laobliuionc*
maturare,perabbonire* 1 181 meotccaCtu,val fmemotaio.
»a9t~*o4tunCi,val prudenza. lÌ^~rheoure,per dirbugia.
• a?! Biataro,vale abbonito, & meta. per pni> iocnticurc,& mentirnce,il bugiardo
march^e,* marchdana. jea dente* 144
marchia, cioè fegno bollo. 1 f 1 ? «iara,& raaxtnoU fl^dimi.il bartone, de la
marcia, che vico neUecami per potreÉmion* bacchetta. ra4
~mazta arma ofTenfibile. 494
mard<>,val patrido.guaRo. 1 ii| maitafrarto,!a fionda, {romba. 419
marar.-.dt marorfi.i immarcìre, perputrefa malia te le bartonace, o percolle di malia* '
re,dr^trefarfi« iii| 7*4
marcito, vai rutrefatto. li 1 rmaiierare, per fonocare, de annegare iti *c-
mari, vedi atrmdicc fecondo. 101^ qua. ioti
m4reggiare,per far corfo come il mare loir ■me.dcmiparticeUepeffooali. iiir
mare ne , la cftrcraiu di qualunque coCa « Bie, quando fta doppo la per, vai permeilo^,
, S41 7*oc dinmpetto,dintco,o appCclTo. 1744
margarita, pietra, de perla preciofa. 1 1 41 me, in vece di metto. 1 714
marndtfolfidiuerfi. vedi aUecoodo indice me, in vece di meglio^
de oOitil propriii
1140
Ii4t
•44^
1474
1474
• 4*7
marma la riua del mare*
m trtoaio il nocchiero,
mannerefea arte,
maritaggio, il fponfalkio*
mantarc. lat.nubere*
marito,mariCi.
marmo,p»ecra darifiima*
marmo in vece del fepolcro.
marra, la tappa rtromento villefcof
martedi, doe marci*
martc)Ìarc,per batter col martello,
martello, firomenco fabrile.
nartiale,val reruente amarle.
loid tneare,che vai trappaifareiprocedcre. 1469
I o| i neccanico,aoè de uil arte* come manuale,
lon >774
to|| meco, vai con me.Latmecum. iSid*
ifar~"*idagha.la effigie, o il ritratto iotagliato,o
mr fculèolo metallo, o m pietra. 817
I 1914 medefimo il medefino. lept
11^1 medicarc,per curare* 199
liti medici celebraci da nortri poeti. IÌ9
liò~anedidna, de medicine* 199
a4i — medico, medici. 199'
l4Ì~TJ»edolU, dt midolla, quella materia che rta
941 ~ dentro deU’olTo. i|i4
477 >neglio,il contrario di peggio.
mento, il barbozzo, detto da fiarha.
menlouare,p<r aominare,dc memorare, voce
viUefca. lapd
mentre, de mentre che vai nel tempo, nel tem
po che,tnfin infio che. 78 1
menzogna, la bugia, aoè quando fi crede
• 491
IZ9I
i49r_
77C_
7fé
7rr~
7tr
777
774
777
w . *«4
martire, dcmartiro.dcroartino,chcvalCormé n*e^iorc,il cpotrarto di peggiore. I4ii
to,artanno. i}ia frutto, de melo radere, aoe irpemo,dt
martire adie.che vai tertimonio. al ilpomaro. n9l
martinetto, de marcineilo, certo rtromeato melarancio, dt arando a!bero,de frutco.i 1 4}
col qual fi canea labalertra ^91— melato, vai vaco di mole, |c per meta, dolce,
marsorello animai aoto,d9lia cui pelle fi fan >i44
no bellifiimcfodredi ucrte. ma mele liquore dolcifiimo.
re il vero, de non è.
merauiglia,d( marauiglia*
rocrau(ghare,de marauighare.
marauigliofo de mcrauigliofo.
mercare,pcr mercantare»,
mercantare, per farmercatantia.
mercatante, de mercacaotuizo.
ltiercatance{’co,mcrcatantefcbe*
mercatantiaide merca cantre*
mercato, la derrat).
merce, la roba da rendere*
merce, de mercede, che vai pietà, compafno-
ne. 40'
mercè,chcvalgratia* 474
mere edc,& merce. 479
mercotdi,]! dì di mercurio. 16 1
merda^l rterco. 1471
fflerenia,e il maogiare*tra il definare,dt la ce~
oa. lioo"
fnercndare,permangiareal tempo della me
renda. i4oo
meretnee, la puttana. 1914
mergere, per affondare. io|4
mergo,d( finergo vccello acquatico* lo^
meridiano, vai mcfjggto.doè meiiodì. 44|~
merigglo,ilmcdefiinu c^meridiano,dc chn
mezzodì. 24|
7hencare,chefi eftende cofi albene,romeat
1Ì44 male, come patir p 001,0 bau» merito *
martonarc,pcr cormeoure, crollare, dot dar »*<l<n^‘3S<n^7aldapocaggine,gpfficà. 114Ì .747
la corda. 1020 nrelenfo^vale metto, de quali minili agcna. merico^dcmcrtOydieval prcxnio,guiderdA
maicortoil lMme&to,oÌaCorrttr«.i}i4«if40 *Mi oc.
T A V O I A
merlo, St merli delle mnrt ddla citar ^lO mille volte aduer-nameralc. i 710
fnerk>«vcccllo a£Tal noto. 1007 mille(imo,chcdmoailccBifopBfliito,&il
merto,5t mento,il guidardone. 767 prdcntc. 1 7&t
mefcere,per mencTe vioo , o «equa nel bK> «mltayparte delle iateriora del corpo. 1 U9
chseh. ^eibcoUcori,d( o ueJÌi,cbe cootrafan
mefclitao vai degno di ffiirericordia. )ir oo,dc che uniunom acuì, Àio fatti i mo-
nefchtce vocabi^oturchefcot fono le chiefe di altrui.
de Turchi. 4f minacnare nome, de nerbo.
critd,modor tfC9
modello, vai (emperato,dircreto,co(lumaco.
*f49
moggio, « mifura» die contiene io fe piu mi •
Iure. I7V9
mo|rlie,dr mogliera. ifK
*<ra mogliera,& mogtiema.che vai oioglie tua.de
9M otogliemiaiparlardaplcbct. ira;
cnefcolarc,à rtmefcolart. 194 nmaccu,miaacaato. 7I} oK>gÌKra,laniogbc. inr
rnefcolaco,o reefchiato di laba,o Umile. *i6f mtoiaion edebratt da ooftri autor . fio rootoe, io lingua boreocioa vale adulaoom,
fnc(Ì,che dodea fanno vn’anno* ip; iainiino„val più ebe picoolo. 1770 & moinen gli adulatoti. C7f
india, il facri6do,la vittima. n mimo, «he é pittura polita, 3edilicau^|j^n«4» molae cofa (uoda,&mo]cè cofa traode, &
mdlaggio,il meflojU nuntio. 777 miniftro,quello che muiiHra.
lodTete^qoafi miofigoore. |p| miooic.Valpiuchcpicriolo.
mefl'o,il meiracg»o,ii nuntio. 977 m>Dotauro,mollro noto*
oielltero,me(ircre,de mebien, lo eflerdtio iniougu,& mmuua,le budelJe.
deTatte. 9l4 nuautagente.cxie vile.
meaieTo,meftierc,&meftrerichevaIbifotno minuta, che vai trita. vedi miouco.
o c
PI
mellitia,la grametta,la tnftexta. 167
fneib>,val indo, gramo, & di oula voglia.
1^7
meliol3,Ìa mefcolaiola cazzi forata, con
CUI fi fchima, la caroe, quando bolle, de
per meta.fi piglia per doooa poco fama.
917
ps
1771
minutie,& inmngie,lebudclle. 1117
nuouto,val piu che picciolo, trito , fottiJiiai
ao. 1771
mtouziare,per cagliare io pezzi. 1 7 71
mii>,de mia. ilStf
mirabile cioè ch’è degno di ammiraciuoc .
*«9}
mirabdmeatc.Lac. l zp}
metà.ft m<».d.,ril mnzo. 1 71, jnirtiolo, vai mci.uii;li], quali coatta oa<u -
meUyche vai (erauQC,o fcgoo,cbe fi pone a H
cornton. tea? oitrando,v4l mancugUoro. U9)
meu.che e certo cumulo Catto aguifa di pira oiirar e,per guardare, vedere. i {4^
midc 1116 mirarc,pef coofiderare,penfare. 1170 molo, è il portonianualmcntefaito.
metallo 5t metalli. ®‘fta,& mirrila arbuiceiio.1 164. vcdirbifio molte volrc,o molte fiate.
mentore, quello che Caglia le biade,
metro, il uerfo,& la mifura.
mettere,per ponerc, locare,
mettere innanzi, per antq>orre, preporre, pre-
ferire. 1 70Z
mcucrc feaJa, che è quando la naue fi ferma
ai porto , & che pone 1 ponti per fccnde -
re. I04f
meta, vedimelo. 1744
mezzano, vai mediocre,cioe quello, che<*in
tromettetra Punoydtraltro. 1714
mezo,per meto,m mexo. 1714
mezodifO mezo giorno. a6|
4«o di ttan pefo. 1 79
1770 molcìrctpcrdiiettarc.& per mitigare. C90
mole,» cofa gran<ic,& di gran pcfo. 1768
• l«7 mokilare, per noiarcffailidirc, tediare. 1199
noUHie,Ia noia,il failtdio,ia ncadia . 1 199
mclciioyval faitidioro>noioro. 1197
mollo crnagno, aoc che manualmente fi
volge. 1097
moliao,&rrolinapel numero dql piu. 941
n»oJlare,ptraliencare,4( per lafciarc. i486
moilare>per bagnare. uai
moUe,rhe vai Gagnato. ieri
molle, (licual tenero, Lfetuo, eficmioato.
1 689
molliÌicare,perlarmoiIe,& tenero. 1689
moUofint,o mnoaofini, o nioibidiQi iKÌle
rune di Am. parlando de duo lepretuu .
1898
1041
»7J4
}o6 na. 6«i> molofii->c cane grande, mordente. ia&4
mirrare per con(eruare, detto da mirra il cui mo'n, cioè air.ti. vedi ir otto. 1719
1701 licoceècooleruaciuoa corpi morti. 1 164. molcitudiocda turba, U fiottaicaka, fornata,
1170 Ci'ncorfo,(olra,frequeatia* ir78
mirio,cioèmortina*o mortella albero, lecui molto, moiti.adtc. 1719
bacche fono dt fapore mirabile. 1164 molto aducr. I7«9
mii pArtice'.ia, che dinota dimioutione» cioè molto piu, molto poco. 1729
meno, quand j è acc *mpagnata con aicic momento, vai punto di tempo. 471
ditcìont, & peruomalciCoiDemircredea momento, ch'è di poco,o di gran valor«,o
za, che vai mala credenza , mtUeale , che conio» p 1 7
vai diOeale. i<6r monaco,che ual folitario. 148
mU<ÌHa,ual nlTa,coateatione. P94 mooarca,cheval fblofignore. }7/
mdchiarCtpermercolarn. P94 monarcUi«iCloimperio divnfolofignorr.
mezuolfch’è U doga di mexo dalla bottefap ouferabile, vai compafitooeuoU, cioè degno 177
mezzo, che vai ieoero,& molle da mdii-Laf. di rodcncordia. jip mnnatlerìo,i! conuento de frati. q6
onde pita mieta, cioè quelli peri,clie fono nufetcre voce Ut. roetapbohcamcnte vfaia. mon 11 hermool braccio fenza la mano, n 1
41
mifena,ladi(gratia,^a infelicità. |ir
oufertcordio^val campallioocuole. 6
miferOfVal fgratiato,maÌ auiaco,pouero,me-
fchino, infelice,
mtfcredenzaivalmala credenza.
ìff
I66P
I6tf’
rai
27P7
troppo Rutun.vedi mezzo. 1814
mi.lai.me. t884
mica, &miga,fhe vai quali, dfccon lanegaa
ua dinanzi vai mente. 1 79$
micidiale,vale vcodirore. p}7
micidio,vale vccifione. ri7
miculino,o micmo,valpicciolioo,opocbec> mt«fatto»vaI mal fatto, & pecca
co. 1 744 mtneale, vai d (leale,ooè feoza fede,
midolla, & medoUa quella che Ila naU*ol^ millcno*apperttncnii folo a facerdotr
i|i6 mifura,aufure.pro.& mcu.
mietere,per Cagliar le biade. |o4 mirunre,per compartire,
mig i,& mica, che valquafi,onienrr. 174O mitigare, per pÌacare»humiliare,icido!cire»am
mtgiia,miglto,&mighaio,chc valfpaciodi moll>re,matunire. 40
imilepaGu 1104 mitra,3(fmtria,cheporta4lV«fcouoioca-
migliaia,che alcuna uolca fi piglia ^pcr nume po. 19^
ro infinito. 1741 mìuure,percoronare,cioèmecteie la mitra,
niglioi migliaio, & miglia fpaoo di mille paf* ]9|
fi. 1104 mò,tn vece di adcflo,di hora,tefie. 196
nuglioramanto nclPmfcrao* 1 88a mobtle,val mutabile,
migliorare dello inferno. 1682 mobilc,per la roba di cafa.
migliotarc>peraccrefccte,aaaDzare. 1667
migliore, & mcgiiore 1 69 8
reouro,vaUroaco,o mutjato. ni
mondano, cioè del mondo. 966
mofidigiu, è «quella parte che rcfla nel cnucl
lo quando fi monda il grano, 1817
Mondo, ruoiucifo. tedi Tlodice de no-
mi pronni. S64
inondo,cne vai necto,p(>hto,fcuflo. 747
moneta, o moneda,la pecunia. 1 $7.
maaecarii,cclebratida cofln poeti. ija
monetter,c quello, chefaatre la moneta . 1 14
I7C7 mooiie, e ornamento che fi porta al collo,
71Z
monna, in vece dì madonna ]9}
moanofinM.moiiufini,*o morbidioi>nelte ri-
me d^Ameco, vedi di /opra a Mollofìoi.
1689
moofigaort.voccdihooore,coouciiieaCe a
He. |87
2 74 moncagna,& monte. 1 1 1 f
momare per a/ccndere.
migure,per partire,3t per torture indietro .
• 1479
mUta,& centomtlia,& mila, I7ii
fDtliUra.per firr l'arrc della guerra. 487
fnililta,>*artc delia guetra 487
mtllaara,mod j di dTbefiando. )7ri
l|i momare per aiccndcre. tur
moccichino, li facooletco per nettar il oafo. moocarc,per vai :re,& coftare. 7 7 a
ifjl monte montagna. iltf
moccolt,rofio li candele in parte arfe. 989 moncone, ch'c il mafchio delle capre. 11x4
moderare, per femperarc,goucrnare. 1 rc8 montone fegno cel elle. f r 9
modctacamcnte*val temperatamente. irc8 moouinento.la fcpoliura, 19**
modcrato,val temperato. irf8 motbidczia,la mohma. 1690
moderno, Val nuouo, 0c nel tempo prefente. morbido, vai molle, delicato. 1890
if74 morbo la pcftdcoza, &ogoi infermità del
mileaomefoltnumerale delgenoeu. i7«o modeiba,tadifcretiooc,temperaoCia,medio corpo.
i8lr
■i5Nlereirer morficarc, & meca.per ripret-
l|77
cnor J'<n«ncs& nmordim* 1 177
mordicorc^A morti tct>ìl detrattori. it77
morire oomeA verbo. 1614
inorraorare,nome & verbo* per dir mal d’ai
irui. Hf7
ni )rmnrJtore*it dei attore. i407
OK>rniano,é certo Tuono come dell’acqua»
de rigliaiì oer ogni fuTurraaieaio, ftrcpito,
n Tuono Toaue dt baflo. 1 )9?
norTo del cauallo. itti
morTo, che Ti Ta co dent idr e-rmeta M77
mortaio* vaTo duue fi pefta dentro cui peUel
lo. 944
raoria*Otin vece della vulua. 1 476
mortai marca, io ucce del monJo vo.proueo
xale.dt dinota contrada, & habtucione.
•67
mortale, mortali adic.
mortahti,U mina di morte- id»t
morte, vitimo fioe,6c pruanone di vici. 1614
mortella, morfina, o mirto arbalc«ilo ad
opus t.opiarium 1164
morti ToH dt adie vedi morto. t dif
morrfero,cheaperramen(c t mortale. i6if
mortina.ft inorteMa,o muto. 1 1 f |
morto Toft & adie. 1 6 14
nu)Tci animaleteonot'Ts'mo. 1007
mofear t marcris odorifeta. t6i7
m-^ffe.il luogo d »ue fi pongono 1 ca
111II1 al corTo,douefiora vaacoi^a per lo
terminepo meta. I44t
mofi I tl u no nnono. lao
moftri de Toldati vocabolo militare* eoo
moft'’are,per dichiarare fien-ficare. ij?
fnoftro,aoè animate, o roTa mofimoCa.i ata
moto celelle, ani moji mento* e
motore, IO vece d’ i>in. 4
mocceggeuole*vai faceto. 1 ]9t
moctcgg*are,nomc.5r verbo» 1491
motto. e parlar lentaciun, & motti Tono quei
li che tacni dicono iod>dc Tcommata.t 49)
mouere nome.ft verbo, per dimouerc.com
moucre, incitare. tror 14^4
rao ler d'occhio. I4ff
muu’mento.dc moto. I4<i
mo-tzirc.4icrtfvmcare,Teparare. rti
mnuo* de mozza&o»che vai tronco» & m iti
lato. f>i
muci hio.il cumulo, il mo 'itone, o la cataih
fatta pc' diTenfione. t f > 6
mucciare.perfirgg'tc.o Tcam*'are. 149 «
rouJa,è luogo Terrato doue fi pongono gl« ve
celli quindo fi muda-m.* 177
mafia* (a g >mma* onde amm affare verbo
pcrvemrmufin. iHtf
mogghiare.dcmaggircjla uoce de tori de de
bum. 14^4
mugghio demugghito,rurlo 14*'4
mugehjre,dc muzehiare,vocc de tori, de de
buoi 1414
mugnaio, il moltnaro* 94*
mufa animai noto* vedi mulo lair
mulacchia, o munacchta, é vccello fimileal
la corna<chta,ma piu piccolo* 1007
mQlacticrc*colui,che conduce muli. itar
mulo animai noto, nato di caualU èogenera
ladavn'afino. tatf
multa, & multe <apan>riooe. 1 ili
0ungere*per cauar li latte da gli vberi*&an
che per farbire d D4Ìo»dc moccar b caode
Ìa*oÌa lucerna. *44*
munltioDCfion'^ qde'lecqTe,che fi prepara
no*per la guerra a ddeofiooc. aio
muram ~l>i. Ir muro m fing» 917
•turate, per edificArCyTabricart. 917
T A V o L -^A
muratore,que11o che mura. #19
muTe, vedi l'Indice de nomi proprii. 97
nufica*faenza dd canto. 9*
mufici ce'ebrao da notbi poecL #4
muiico*dc mnfia 9t4
maTo.e la b«»cra 4cli*buotno,6eroftro «al
beeco.oilmcaodeg’i vccelli. 14*7
m*i(T>,eil cariar badb,lt il tacere 1411
mafieila, lad->nnola annoilecco nodCumo
nem e> a t »p-.dt «TerpcaCi,graadecomc
l’armrlmKOilgiro. iia;
muu«dt mu i i*ctoc a muta a muta , che vai
mutrnd i*d( T^ato landò. I77
mucameotny'a mutanons* <7d
mutare, dt tramutare 17*
muto,dt mutolo, quello che è pnuo di lo
quella- 14'4
aintolo,dt mulo, fedi di Topra * 4*4
N
Nabiflare.perprof mdare* come far profon-
do rumore con fracafib. 1 1 1 4
naccare Tono fir amenti mufici puerili , oda
buF cem co del Bnccacao. 1 741
nanfa acqua odonferg fatta di fiori iTarafi •
CI* tó\7
nanna, è la voce che fa la donna quamlo vote
incitale d Tonno ai Vibmo* detta a K«<ma
che Tono voci tameote'Uil i* c >me il poora
no rhe file nenie a ul Toggetto. i|««
nanno d huomorirriolo. • iS
na’^po, vaTo da Sere. tu
narci<T «.fi >rer»»meile*glio bianco. U7f
narrare, ?er dire,contarè*nTerire,d»uiTare.
1410
naTcenca.dmil chenaTce Topra la perTonn.
>7»«
oaT ere*^r venir al mondo, vTare in luce •
i'9a
flaTcnr<dcre,per celare, oceultarc,copnre .
470
naTcond»me«fo,4 niTcnndimmti* 770
n sfcnfamcme.'Val cd ar immite. yjo
naTcoTM,Talcoperto,occuUo.felaco. }7 ■
oaTo.gtnafi 470
oaiTiydnfirif'fimncheéilcairoarbort , del ’
quali fi ftd roTttco. 1 1«4
naftr sia e‘'rdcl'-i di Trta I7a7
n’tuhe.le culate olerhtaroe iqra
nat *10 vered* tnniio.di ori*nark>* tett
n-Mione.rcr ia**r*gtn#. |p7|
n.it noe iti vece della gente, de ddla moltitu
dmc 1769
natiuità,il naTnmento. irit
nario,dcaat'un 174$
nai -,drniTriiito*''die. ir48
n arura,la creatnre delle cofe. t c97
narura.iq veied.dia vulua. *47*
naturale I7t9.de meta-perla vulua. 1477
naue.dr naui. 1047
naufi-jgio, il rompere in marcy^oafi nauli
fra^io. 1047
nanicarc,dr naui^are 1 077
nauiccTa.dt peTcatorì- >094
nauieanti.qudh che nanleaoo* 1 074
nauigare,dc aau'care,perrcmigare*dr edifica
re. 1074
nauiciotdc nauilio*f nane grande. 1047
nauiTio de nati'g'o.grao naue. 1044
oauta*il marinaro, o nocchiero. 1 074
ne, in vece di in,di k>,& di o*de accompagna
ca con la me,Te*rc*ce. 1 9«4
ne,che fi riToIne col ucrbo io ueceddgcnt
ciao* i««7
ne, in ucce di non , dt quando • pollo dopo
la non- 1194
ne, m recedi noi. 1999
•c,pcroraafflento,dem floe del fcibo,de w
Tfct Jdia copula o,drin vfcedind,o efi
Negh.de della io*dc di uei. i«9».i t f 9
oeaccu npagnata i..m la me,te,Te,ge,le,gii.
I&90
nemai, arnec voqaam. at?
oebbia,4 caligo. zoi,6
oe.'dr«no*rai b'Iog'Xjfo- • • *
aecdrano,il cacacoia,il ddlro.
ncceTstu.val hiTog 10. } 1 0
ncdyio vece (fi ne,ue( uerfo però *99*3
nefando, va} crudele* T^lerato, de da noa di *
re fs9
negante, cioè che nega. * afj
negare nome de vc-bu ,per cnntradiccre •
i&9t
neghitcofo*val oegligeaceileaeo,de ignauo»
*uf
oeglete>>,val Tpreziato. 40>
neRhgenie*v»l pigro 1707
negotiOiUfacennatilrrafico. T 777
negro de nero, per lo colute, de anche per (cu
ro*dcfncfiu. 9i7
ncgro.de nero 10 vece di ofeuro. i9o7
nembo, che vai pioggia Tubita. 1019
ncmico,uemici de nimico de m vece del du<
uolo *9oi
neo, è cello Tegao naiuiaU Topra u carne.
•f<4
nrpofc.dt nipote* 1719
nerbf'niroydt oerbuto. au4
iicr«tde,nirnnhe manne* i> 79
nero, de negro, per lo colore Jrin vecedioTcu
ro 9i7.»9j;
ncruo.uerui.dr nerbo.
ncTcìOyVale ignr>taote*fiurid )* *a4f
neflunOfVal munu*ouÌl>> 1990
nettare.è Cibo dr licore di ino tdoa
nect4re,i'er pnrgare, polire, forbire, fcoj’are,
lanate. 7>7
apciezza.la politezza. 7^7
■etcotvai moado,polito*Tcuflb» fax
neue.de acuì* 977
ucuicare*pernouare, fioccare. 977
nibt|io*vcccllodar-ipmanoto. 1007
O'ahiare.perràmancarfi con Toramefla vo
ceUmentcìmic. 1411
mcchtOyC feonu di qualunque cappa,o goo«.
gola manna. 1179
nieiodcnidi. ti7
niente* vai nulla, dr non mica. 1747
nientedrmeno vai nondimeno* «894
nigromanre,dt negromaocc. 79)
Rtgromantia.la ioiaatagiono. 79«
nimicitia, la mm (Li. 744
aimìco*dc Qcmico* 744.
nimiffi.lanimicitia. 744
nimphe*dtloro vancqoatila. a&)
Qipote,dt nepotc.nepott* iv*9
OK]HÌr^To,val furìofo.drp.eno tTiri. 79t
oifnte la noce del cauallo. *)94
niuo,niano,dt m fluno*& nullo. 1 99 1
nò.paiticclla netatiua. iz9}.i 91
oobile,val ge itile. cortefe. 404*
nobiliti, de oobi]ci*ia cortefia,la geaoletza.
409 ,
nobilitare,rer far nobile. 404
nocchieruto barcaiuolo, 1074
nocauole*il frutto del nncduolo. * « > 9
nocciuolo. & nocco «l'albero, cheta le n'ir*
ciuole.olcaueltaae. 1194
nocco.Mmedcfimocheooccniolo. 1 164
nocealbero (hefaleooci. 1 197
nocc.&noct il fruito della nocealbero. 1 1 9 7.
noce della balrftra.che è quello ordegno di
olTo*chc tieo la corda, quado TaiCQ é tem-
perato. 49»
•ocercydtauocerc. m
V
I
TAVOLA
•octmento.ft mdmentl. ni miorere,& aof«rc*
noKUOtCìoc cKtfti' ce r>| miourei& Qadare«iR scatti*
•odoftn vece del groppo 146 & meu per lo ouora.l at aurui6In veor«
corpo. Itti Duo«o^Quoua,aoitn.
•odo, per Io dubbio fCiod cola diffide da ouoao.adie ood di auouo.
fooj^icTc.
BOI, noi fnrde(ìmsnr»<
Bou,il fjft dK>,il (C'Ir- ,'ancadia*
aoiare,rcr dar nota fafl»4irc«
Do>euolr,val notoro*
171 nutricare, & nutnre.
I teo ouaoÌa,ouuolO)Ouailetto,mmoll-
Tf|
•'■94
ine
»J9
Me
icee
«017
•cHo(i>,cheporge noia.
Bo*J, che vai non Ìo,o n'»ii il*
l|00
l|Ot
l|CO
ItOO
lf;>. Ì97
fiomare,Sca >m nare, e m(‘nr'>a«rr. i^r
•ome 4 he cola e, vedi a nomi (oft. de adie .
•orni prorriidi htiomin* & -It donne. «f|t
•om<nare,dr nomare, perchiamare,appclla-
0,ia vece, dì onero, ifed.o in luogo di ne.
ff9t.ovocariuo.f40i o con inarcato*
ne.tfff .0 eoo irrfioBe.tfee o con ad-
roirauone 119} .ocon raccordaci'me o
con mifer*rtonr,& d dove, o con rnren •
lioDc&iRcrcpatK)Qe.ffoo. dolentiacon
efclaraarione. i8id
obbrte'ire,dt obbrìgatiooe.iiedi obfigare, 8t
obhganone. l i4a
fe,mcotouaie. 147 obbrobrio opprrdmo. I44|
■ion,e farttidU rheiem’*re nega iati iter obed>eate,&obciiire.vedivbidiente,&vbi-
■rnconla ft,nonrc^1icaCainlurgo dtduo dire. 4:
negooocH. fi a obeno»dtogi5efto. MV7
aon,(he vai non Tolameare. ncn rur.che ohliaa'a.tlmede(i'nocheohlinirm<*. fiat
Val n<>04mh<>,& m>n rt .lamente, non obli fre,pcrfcordare,& porre ló obl uione.
foUmeo te.aon folamccc con la macor 1 141
nfpoaJeote. 1894149 obligarff,obbrigare,Iper legdre.fbiogcre. 'm
•on mai, non pili, che vai non altro r u, noe cedire. «laa
per tanto, non in ruiiKi,noR mollo ftion obi gatione.dtobbnfactone.loo'itigo la 2
te non niente, non mica.che vai non 214 ' oblio,ilfncdefiniocheobliuione. 1141
nonne. iSfa.ife). obliqun.uat to*to. f'i)i
•ona horacaoon>ra.
•oad'meoo,cK>e nientedimeno*
con che, cioè non rolamrnte.
•orma, va! reg-ta,furaia.
■orco, vai con noi.
Doftraie»val dt nollxo paefe.
noitra noft-a,no(ln,nofire.
Doiiro mera in vece di d o>
■olà che va!eaccen(o,parola, dk voc^ per-
che fa noto colui che parla et
•oca, per lo | eccat«ì,Iamac(li4a* T99
aoca»o,dc nodaio Laufenba. toi
AoCjndi,pr«>uab«,dc detti vani. »6ro
Botare.dc ouaUie,^'er notar oodar oelPac
«pia. 1094
i6i obbuione.laobl «nra,roblio,Ja dimenttran
1496 za.fmem ragm*. 1141
17 7 ocha.Sf «che vcceJlo noto. no-
iPf9 OCcafK>ne,va| vMtnra. i64
i»ed occaio,ooe il mnei*te,A meta.p la fine. *69
ir7'i occhitSf nel mene occhio ii4<“
ii9d occh aia.& (>cchiair,& occhiali,^ meta, t'tr
4 gliocch'. ii4r
ociiienrale Aoccidentali Sit
occidere.de vccidere,per ammazzare. rif
occor<b,val foccorib. 407
ocrnItafneiite,vaÌ afeofameote ,(eaeramca’
te. 170
occultare^rcnrrre.afco«dere,<etare» 170
occult->vval uafcof \ceUtn.<op- ita 170
Aotare,pera«cnÌTe,pnarTbeBmentr • é| oc<uparc,& accupare, per pigliar uccelli cuO
DoCKia.lacoervOone, la ncoDofeenta. itói
••>lte,nd più notti. «f.,8
Botroi.<,liiiuctta uccello notturno, io t
oottu'oo.v.'l roCa di notte. tfoi
•ouj,& cuoua cofa. 119
nuuanttydi nocunta. 1 710
Bour numc'oindedinabife. «717
pouelia iuft.la fauotj, diceria, hiftoria,par1a
Urc.
•ouella.adie ciodcofa nuoua,
ooucÌ]amrnte,vat nuouamcnMw
■ouellare,‘er dir oouelle.
•onembre.mefe noto.
Bouerca,la matrifna.
Booifiimo,V4l ulrùno.
1094
54^
f67
189'
ter
ei
are
aie
et
ac9
tri8
•4l4
occupare,rer vfurrare.podedere*
oc(Upato,vale tir pedio.
od.in necedio,che va] onero,
oda,odo,ode,odi,dal verbo vdire.
odiare,} cr portare,ohauerod o*
odio.c ira inuecchiata peraoia, Apermo^e-
Uia r44
odiofo.vat mnlefto,ooiofo,eaoib» róp
odirc,A udire.Lat.aodjre. Ii7a
odorare,ncrolere. i|7o
odnratu,r uno de cinque fenbnaeoti del cor-
po. i4i4
adorc.Aodori,ilfeocimentodclnafo. ié|6
odorifero, odonfìm.
nnbiin.val folco adie.
•obilofo,& nuutlofo.
nocca, la fommita del ca'>n.
nudo,& Ignudo. vai fpogliato.
Bodrimenco,lo alime:iCo,
Btidfire,A nutricare,
nulla, aduer.che va) niente,
mollo adte.che vai nìuno.
moroerare,A aonoucrare,
■omero, A oumeri.
•oaciare, A anoanciart.
14?#
I4{4
TU
ni
4H
4»4
444
TI»
nono, A Qoooo,val raro, non mal r'O vedu- odorofo.vafpieno d'odore.
M/> vd.tn,nato,4l hora,g*onin?ifoe(co. offendere, ver ine>unare,olinig^are,
aie offenfìone,il medefimo che c«ffoù,
nozze, che vai raaeiiaggio,rTK>mpbo, godi offeore,per dcdicare,cnn/ccrarc«
fcento.leticia 444 offerta la dedicattone.
nobe,lan«uola,Aauiulctto, 1017 offerfe.rhe fi fanno a morti.
1017 offtfa,Aoffcn(ioae,la mgiurU.
1017 officto,Avfficia,i vccedeircdftdodiufno |6
1414 officio, A vffiaoyd magiftrato, ladigmta, il
Iftc debito. 404
I Tee offurcare^ptr ofcunre,anoerare, A ìnotnbra
iree t-T
1749 og|etro,Aobietro,cheé qualunque cola che
1744 b pnooppooereallavirtavifiaa. ijv?
teef ogliOiAo]io,liquore,oofa téli
I4e4 ogaiindeclina^lc. 1140
tifi ogni a&ao^cioe culaia an»o. ifé
ogni co fa. #740
Ofni di a6t
ogni bora, vai femrre. i46
or voce di dolore , A gmota con la me fa
•o«mc. i4o4
om.e,A ot,vt fu ri. 1426
olerare, per dare odore. t4)7
olunpo, e monte alaf»imo,A meta Cgaiffca
il odo éf
olio,3t ngbo,bquore noto. |4|8
oltrci'cr fa er di buouoo di no. «I6|4
oliuo,oltua,A vbuo a.bcro. ii6f
olmo, albero n< to. Ii4f
oltra,<n vece dt piu. 1714
olirà, A oltre, rhe vai piu innanzi, o molto
ptu loorano. 970
olirà, tn vece di eccetio.A fuori. 94f
olirà CIO, A olirà tii ciò, che vai oltraqueffo.
■ 494
olrra di q uefìo. i4vi
oirra ninura.noefuordi mifura. I7r7
oltra modo,c oe fuotd* modo, iri7
ol»r*gg ire per ngamaic. 477
oltrae4'>lo.valeitig'ur>am. 4 7
oUra-:g n,Ia fnperch<em,U iagtoria. 477
nlirare.nrf allonran *te. 1494
oltre A obra.cbe vai . lu manzi. 14 4
omLra.&ombre 44)
ombri «n vece dell'anima. ici}
('mbrarr,per oHufraie. C}|
ombregg>are,pei omL rate, come m pittura.
tu
ombria,m vece dì ombra. 4zi
ombrofo,va!eufcuro, A pieno di ombia.
614
oncare.la voce deli'orfo animai noto. 1 144
oncia, la du decima parte, d'voa bra« 17^4
oode,Aonda diaequa. io||
onde, A doue,aduer. locale. pr4
onde, (he vai per laqual cola, 977
ondetgiare,per far onde. io||
ooti>,"v4J difp<tto,iog>uria, 474
onnfto,vaUntHo. 1741
opaco,valc ombiofo,fciiro 614
openione,A opinioni. iai|
opera, A opra, A cura. 44 4
opcfatiQue>lo operate. } 44
oreraic nome A veibo. 444
opimo, vai graflo. |}ti
optoicf)e,A opcnior.c, la congettura 126}
opto^fucco tallo di papaiicrotche induce
funno. 1 )44
oppotiiuio>vaUonueoiente. 1179
oppnmcre,p<r cóculcare, occupare .conflrio-
gcrc, violare, grauare con carico celar ta-
cendo. 1109
opprqbno,A obbrobrw,chcvaI vituperio,
vergogna. i6«|
opnrc,per aprire. 9zp
ora,A in plU'Ore,m uecediaura. 114
orac/do,c quandi» doimcodo pare (heahu •
no a pacli.A che quelio,che diccriefce.ve
ro. f|64
orare nomeiA verfco,pct prcgare,ncchicdcre
faroratione. §4
orai»onc,A oianool. 14
oraton,cclcbracida ooffri poeti* 7t}
orbo,e quello, che e fenza luce. 1144
orca, e pefee grande marino,iofcffo alla baie
oa i« 44
orcare e* la voce d? meirerraftno iioa.t 144
orcuiolo, il boccale concai li Cattai «ino
della bottcfoucro vafo con cui fi n ette
acqua,o vino in vo*altro vafo. 8}0
ordigno, va) ordine, A IÌto,A >rffrun)(*Co la
ordigno, m vece dcU'acc&bugto viaio dal -
TAnofto. 44}
t
TAVOLA
or<!mart,pfr eonlllta!r«,(lifpon«rt« 1 1
ordine m genere, che Tal modo^agione. 1 1
ordine de eh angeli. li
ordine, perla r Agioqe# a^r
ordiue,per cominciare. i;i4
oreadt nimphe de mond» aat
orecchie, & orecchii & nel meaoorecchia,&
orecchio* * I t i
oreza,fic oreao,d orabra,& luogo doue non
VI percuote, tl fule,&cheTi rpiraTaara.
6t4
orgaan,(lro«ento mofico noto. t or
orgoglio, da ira, & vrgoche dinota Aiperhia,
ftarrMiota. fTt
orgoglio^ciod pieno dì orgotho* f7t
oncaTco, è fpeae di roetcallo netro ottone o
lattone, & per meta, tn vece della tromba.
•i|f
oricano vafo da acqua odorifera, Tacamn.
«IO
oricote,& orientale. «««
ongcu, fiume di carmanìa. 1 070
onginare,per dare origine. it«7
ongine,vat parentado, naiione, pigliali an.
cho per lo pnnnpio. tr(7
oritherctil tuanoale,o coCnno, detto datilo
recchie. ^ 7ii
onoa,ilpirdo,illotio. iqvr
orinale, il vafo doue fi orina dentro, iqrr
orinare, per pifciare. 1 4f f
ononeite)Ia,naiodjonoa di credei fecon-
do, le fauole. 8d}
oriionte,è fegno, che parte U cielo in due
parti* 869
ori o iftremicd delle redi, & di qualnoque al •
iracofa* 1619
orme.rono le ncftigie,o pedate de piedi, iqea
onure,& adornare per piogcre,abbelUre •
7ar
ornamento lo adornamento* 714
ornato, vai pobco,dipinto* 7a4
omo albero, Toigarmeote ti fraCiioo* ii«f
oro meullo fopra gli alto nobcldeimo* 1 1 i4
oro, quando lignifica colore* iaa
orfo,aoimal noiiftimo. 1 atf
ortica hetba ootjfiima* 1174
otto in vece di oriente, «t perlonafcimenao
969
Otta, è quelli corda,che fi lega in capo del*
Tanceona da maofiniftra. 1409
ort^horgi^fthortogranoaflainoto. an
o(anniCe,per laudar Dio. ira
ofare,per ardire, cioc' hauere ardirne oto*
ia97
orcorare,t*er far feuro.
i9o4
ofcurità.dt ofcuhtate.
)«.r
ofcoro,val coperTo,a(cofo,fcazaInce. t«o4
ofla,& oelfin.oflo.
oÌ1emanza,U riuerenza.
4)
0 fl erua re ,p er ma ntene re.
4)
oflollcTÌ,dc vfolien,fooo,i cordoni,
con cni
fi fe rrano le brache* 1 747
oftare,per coacrafiarc,o ftare al cootrafto*
oifanattoneUpertìDacia* t«7
olfanato vai pertinace. r«7
oftro,!a porpora il fcarUco. irj4
oftro vento. 11 a
otiOfil npofe,Pa^o,ia quiete, la commodìci
la craoqaiUtt.ì. 719
otiofo, vai pieno di odo* 7 1 9
ottanta numero dechnabile. i7ao
ottavo, ottaua-adie. i7a)
ouenere,ptr haucre,lmpetrart, acqoiiUrc .
76 1* N
ptamamentcìval perfettamenie. ifrt
octimoi vai pafcnO|dc molto pin che boooo*
i«ri
otto numero indedinabile* I7ÌT
oiaobre.mefe oiuuo delPanno* are
oue aduer.che vai m quel luogo, o io quella
parte. 9V4
oue,m vece di quando* 389
ouer,ouero,dc oueramente. l«97
ouile,la ftalli deile pecore. iaa«
ouunqueaduer.val lu quella parte. 9tf
P
Pace,Sr nel piu paci. 709
paceiicaro per placare, raccoaciliare. 709
padfico.valq lieto. 709
padella, la frill'ora vafo doue fi Crige il pefee.
917
padiglioÉ9.& padiglioni 497
padjrc nome.ik verbo tlfmalcire. l4f|
padre, in gencre,aoeil gcoicore» ifiT
padrc,ia vecedi Ou>. 4
padre nomedi honore. ipx?
padre IO vece del papa*
padrnne,& patrone. 197
padronedi oaue. 1074
paefani,quelli del paefe* rf7a
paefe,che vai regiooe,contrada,parti,bande*
«71
pagamento, la rod ifittione, del debito* 774
pagarc,per fodisfdre,cootcncare, accordare.
pagare, per punire, cafi'garc. liai
pagatore.il fadisfattore. 774
paggio, il medefuno che vallerò. )V9
paglia,dc pagltanccio. 3}«
pagliariccio,é paglia rocca, & fminuttata*
pagolino, vccello quali fimilc al pafeere •
1010
pagoneggiar,& pauoneggiare, per mirar fi co
mc^tlpauone. imo
peto, vai duoycomc vn paio* 17 1 1
paiadmiyin vece di huomioi valenti, (c ellet-
Ci nell'arme* eoo
palafrentere,e qndio * che femt aHa ftafia
quaudo fi caualca. ilio
palafreno il cavallo* 11 10
palagio, & palaizcspalagi. 9i9
pala.o della bocca. 1)76
palazzo, palai7i,& palagio. 9 1 •
palco,& palchi,il folaio. 910
pale del molino* * 941
palco, era certa palla di legno eoa cnt gioca*
uanoifanctulJu j9i
paleCare,per mantfedare. 1678
palcre,val publtco,fnanifcfto. 1 679
pahfcalmo, o palifchermo , é certa naoicula
a guifa di fchife , che al piu fi vfa al tempo
de rnofflphtfO di felle io vane foggie* 1047
palla, d cofa monda. 7I1
pallido,val foolorato,liuìdo,& bianco. |4t
palilo, li mantello, vede che fi porta di fo-
ifl«
f allore,la pallidezza* |4i
yallotole, volgarmente balotle,dod palle
ptcciole* 7i|
plmaddlar 4O0,doc la parte di dentro.
•4J
palma albero noto, le cui foglie dinotano ho
notato I premio de vincitori, & honora>
to fegno di vittoria. it«4
palma che fijnifica vittoria. 740
palmo, a milura che fi fa con mano. 14}$
palo,è legno che fi ficca interra perfoften-
tamento.o fimile. 1 1 99
paIparc,pertoccarefoauemcnCe* 1441
palpebre de gliocchi* 1)44
palpitare, è proprio quello batdmento,cha
|aro*aiu^Cj riaaoamoftCì coae4
•efee fuori deiraequa.
palude è raunanza di acqua.
•441
l«-9
paludetiigie. «070
pampani,dc pampint.te foglie delle viti* iz •
pa ,«(paoe, abo ootafaimo*
panca, la banca per federe. I7r«
pancta,la parte «il fuon del corpo. i|i9
pane,& pan abo notifliroo. 1 4o 1
paate,& pane, le bacchette pìccioleinucfca*
teper pigliare vccclli. tei
panae,fono le bolge unpao'ate di pegola, Vo
ce dintcfca* ]4l
paniere, il cello o candirò* «| 1
panDacciOfilpanaogroiToyCoreedi cauauac
00,0 limile. 1 HT
panni, in vece de vellimeoli. 1 r|4
panni, cioè iele,drappi,o pezze diranno •
ifl«
panni lani.val panni di Una, & paoni lini,
panni Ui Imo. iri7
pannicelio,è panno, o drappo di lino, t n4
pantano,il fango molle. 1890
pantliera animai roaculofo,conie il pardo,
& lince. I2z4
panthera,é rete per pigliare vccelli* loot
papa,(un)mu pontefice |74
papagalÌo,vccello uonfiimo perla fna lo-
quacità. loot
papafiiijl pontefice de gli lofi Jeli. |7«
papaue.*o,heiba fonnacchÌ<.fa. 1 1 74
pape voce di ammirabone. 129^
pa]'em,Poca g*ouine. 1009
pappare vocefjocruliefca,che vai maogiare.
1)90
pappo, & pappa voce de faociulli.dcfta da
pane Dio
par paro,& pain,che vai coppia, 0 duo. 1 7 H
par,care,«c pari, il luogo eguale,o di fiinile.
i4c7
pardal verhoparere. laSo
paradifo, de dinota borto,piaataio de pomi*
67
parabola,che vai fimilitadine. «7
paraggio.val paraogone. 1 ^47
paragooare,per prottare,rpencnencare. 1 648
paragone, vai proua,«t efpcrienza. 1 647
paralleli, fono circoli , o linee della fpera
cqualinence dillanti. il
parafito.è quello,che a coonitì,dt col man •
giarralmti fi viue. iqar
parche.letreforelle,che coaducon lama
delPhnomo. 1611
prco,vaÌ fcarfo, auaro tenace. |z4
pardo animai veloofitmonel corfo. 1117
parecchi, vai mol(t»alcnni,piu,dt ugualì.i 7)0
parecchio,val fimiie,evgu4Ìe* i7|o
pareggiare, per airomigliare, per far eguale, o
patii* i46o
parentado,la parentela* irftr
parenre.dc pareno. sr6p
parentefi,cioè incerpofitione, o anerfiooe dt
parole , che fi fa nel ragionare , leqnali n •
ffiofle rimane integro il parlare* 19 a9
parere oome,cbe vai giuditio,mcaie, voloo-
ti* iato
parere verbo, per cooofcereiper efiere vedu •
co. iato
paretaria herba. i>7r
parentc,è fcparatione. 9 1 7
pafgoIeggiare,per nmbambirc,dod diueoirt
comeputto,o UnciuUo. ijii
pargoletto, vii ptcoolino* • 7 ) 1
pan,pire,8cp8r,che vai eguale. i770
paruncote,val firoilmentcì medefimamentc»
aochora* i6ri
parUmentOfparlamenti. i|td
parlar Dame, dtvet^ i)tt
ferUfia
ir
V
■X
»Q
lutiune deoerui.
1996
Ì9
parlatore, de parlatori.
l}99
Ut
uK>,rar,tk r>K>, <b( vai duo .edi par.
0|
che vai coppu.
1711
»
parochia,dc paro^.
Jf
19
parole,qualt paro ore«
■Kb
.parra, de parru, io vece di pareri
, de di
I
parerla*
iz9o
pacte,perla porbone.
1760
1
,parie,rer la fatnone,o partialiti.
1760
parte Tolt la rcgioo<
parte adie come bella parte. ^ra
parte aduerbio.
partc>ta vece di meatre 9r>-
parte»quaodo luogo (Lnota^o banda, ara
parteape,& parteapi* *761
parteggiare, per tener parte,o fattioae. 1 7^0
parteouyla partita. 1469
parncelia il dimudi parte adte« pra
particelle ooo collocate. ii|0
parucolare particolanti » & porticolar-
meate. i7<o
partiggianj, (000 i fideii A cari amici di
vnatattione. 71 1
partirCtSc partirà nome,& verbo. 1 4^9
parure, per dmtdere, & per fcparac* 1 470.
I7a7
partire, meta, per feparard da quello mon>
do>aoeroonrCt i^i7
partita,&parteoaa,il partire. 14^9
parto adie. . air
parionre,perfarHgliuolì. a;r
parueaza,che vale apparenia. 1 4aa
pafeercipcr abate, nodriie. ifpS
pa^co nome>il roedefimoche paRura- ifpf
pafiV^g'^rCftf V(aodaate,& il aocdiicro,
a limiie che palTa i viaodanu , a (tu-
rot,o (ionie. 1461
paflaggio,val craaRto.
palDmcnco,come pafTamento di noia* 14^1
paflàre nome, chedioota mouimeato*
àoe per andare innanzi. M^4
paflare verbo • cbemouimcnto & tem«
•444
eo (igoiRca.
àre,per traiì
Idl7
a99
• 617
199
179
1444
r traiìgcre^ & per paflai davo
cantaall*altro. f})
pa dar, per v£ar di ^oeRa vica« cjoèmo'
rire.
pai&re quando tempo dinota.
pa(Tati,i uapaHati,oo4 mortu
paiTato aduer di tempo,
padatuad e che tempo dinota.
pa(Teggiarc,per andate a (jpalTo.
poSéie nome , lacelaga vccellonotìfii.
mo 1010
palTere rolletarìo, d rccelloquafi io goi
la del merlo, habtta ne luoghi follc-
tacM,Qoo cofiuerra eoo gli »cn vccel
li,& canta beoiCsimo. 1010
pafunne,c Poppofito delPalIcgrezia. i}io
pa(To,che (i fa co piedi, dr alcuna volta
dinota mifuu. 144}
pado f che e' luogo ftretto, & guardato,
, de doue n pada come ilrada, e feotie.
IO. 944
pa(To paflb.de a paiToapalIb,chf vai pian
. Piano. 14C}
pafio,il cibOfU efea. 1 99*
paltor di greggia. ]04. de in vece del
papa. }7d
paftu ra, tl pafee^ o il pafcolcMl nftn, o
. cibo, de il luogo , doue pafcolano gli
animali. 104.1 fpS
paducrare,pcr andarealla paftura* §04
pa(ieae,val foflferen(e,toleraate. 4»
paticatemesie Ut patienca. 42
A V O L A
patienti celebrati da noReì poeti. rv
patienza^dc paucatia,val toleiaocaifoffcrcn
aa. 42
patirctper rofferire,CoIcrare,fofteaerc, com-
portare. 4Z
patna,è illuogo doue fie nato. 991
pateurra, valprtoupedcpadn, de pnmn de
pooteba. iz
patcurchi celebrati da noftri poed. zz
palncida Puccifor del padre. 1 . 17
painoonio^ beni paterni. ita?
patricia.val gente nobile. 4'jf
p4jucggiarc, per pattuire, far patto. 7c4
patio lo accordoytl bazzarro.la cegua.Ia con
i^tiouc,la conditione. 7r6
patcuire,de patteggiare. 7f6
pzuentate,dc (paucaure,per hauer pau-
ra, •!«
paucoto,1a paura,il battimento di cuo-
re. «avi
paoentoiOfVal pieno di pauento. liti
pauc(e, c cerm targone , o feudo gran*
de,chc(i vfaua. 49f
pauone,depagonc vccdlo nottfaimo, per
roioamento delle occhiute penne 1010
pauone««are,dc pagoncgciare,Pcrmo
ilrarh in pubhco, per elfer veduto ve
ftuo di bc panni ,miraodoll, coese fa
tlpauune*
paurf.ilpaucnto,il timore. »aai
paurofo , vai pieno di paura , de di pa-
uenio.
patiaraente.val mattamente* *r47
pazzia, la ft'dtilia. *^47
pazao,val ftolto, matto. IZ47
pe,in vecedt per. *9^z
peccare nome, de verbo. M*4
peccato,ual errore, difetto,maoc4rnen-
to.
pcccafore.de peccatrice,
pecchie, fono le api vedi api.
peccala pegola.
pc(ora.& pecore animai noto,
pecotagioe, che vai heftialiti.
pccorato.dr pecoraro.
peconcciQ,doue (fanno le pecore,
pecorone, vai ra(lrone,bccconc . - . .
pecuglio, è proprio la rtccheiza, che prouie
se dal le pecore» <^7
pecunia, l^moneta,il danaro. >)l
pedate dciralbero ,.o Gmik , óoe il hiftn , il
rroocoio la gamba. 1460
^da(e,tc ve(lt£ie,leorme.
pedom fono i Mari a piedi. 4V9
pedono, la guida maritima. 4 ' 4
peggio, vai piu che cattivo. I670
peggiorar,?,pcr andar di mal in peggio. i<70
peggiorare neiriufermo. téV4
peggiore, li contrario di migliore. 1 67 o
pegpo , À pegni , d pegno che fi da per
ucuru. 7f9
pelago mcta.per lo aure, de per quiluo
que prolondirà. loja
pclare,per leuar peli,dt pellere per Icuar
la pelle. i|Z|
pelfgiOjé picciolo pelago,dc traofito. i o}z
pcht&pelo nel meno. i}7}
pehcjoo pefccjdi vccello. ioo9.lo9z
pelle^la fpnglia deirhuomo,dt ddram-
.male. i|zi
pcilgrmasgiOfdr peregnnaggio. 777
pellpgnnare,^ peregrinare. 77 9
pellegrino • de peregrino, il forefliere, il
viandante. 778
pelliccione, de pelliccia , vede fiodcrata
Spelte. ^ iT4t
pelo, d( nel piu peli i|7i
H14
1114
looa
994
IZld
lazd
lazd
lazd
*Z4f
pesa, perla punitione,coadiiDtiagto-
ne. me
pena, per la doglia. i|ii
penale, ooe rbe da pena, de pighad 4 fuoco
penare per infernale. i9za
penare,per indugtare,tardare, affatica-
re. i}ii
pendente inil. morule che pende al col
lo perora amento. 711
pendente,! loe piegato, chino. 1799
peiulere,('er denuàre 1-99
penderc.per prfire.inchmarr,caUarei79Ì
pendice, e la rua, o la ùonda de fiumi,
de monri , de di qualunque cofa ag*
giunca,clte fia ad vn'alrra 1 041
pcndule.dc penfulefVal pendenti. 179 9
pene dello inferno. iSzz
pcniienza.de nenitentia. )9
penna da fcriucre. 9o|
penna deirvcceilo. 997
pcotiaiuolo, tl pennamolo dotte fi por
tano le penne per fenuere. 9i 1
peunati.in vece de gh vcrellt. 998
pcnncccluo , è quello cumulo di lino.o
di ffoppa.olana,ciiefi ponefoprala
rocca per filare- irti
penncHare,per rin^er col pennello. 811
penneljocnn cui li'p-nce. 9t|
penoonce.Io di lancia^ é quello che fi
porla IO capo della lancia aguifa di
bandiera. 99$
penfarc,pcr co|itart,confidcrarc. 1164
pen<>fo,valc afnittoJa(ro,meR i.anfio. t } 1 1
penderò , de penfao t vai penfamento ,
cura. 1164
penfieruxzo,il dtmi.di renfiettx ia64
penfulc,dcpendule,vul pendenti. 7799
penfofo.val pieno di penficn. m-t 1 a/p>
pentacoli, fono carte con caractere,rc-
goi. sor
penar, de pentirfi,per effer malcontento. } I
pentola, la pignata vafo per cucinare. 9)7
penuria, la careflia. )i6
pepe, il peuere ardore, il cui frutto e o-
dorifero j de molto in vfo ne condt*
menti. 944
per prepofitiooe coolefue olTcruatio*
ni. 1701
per adictro.cioe gii. 1 9or
per amore, vai per caufa. 1 904
per auentura,val forfè . 1909
perche. Lac.air.rcrchc, in ucce di pcr-
auche,de per laquatcofa. 1901
perciò., che ual per quello, de Tempre pende
dal parlar di fopra 1 90J
perctoche,ual quanto perche. 1901
per diCKCon preghiera. 1904
per innanzifdc per lo innanzi. 1 >or
per laqual cofa. 1904
per lo,dc non mai per il. jppr
perioauemre a9o
perme,chcual permezo. 1714
per niente, d( non pernieofe* 1749
per poco» per tempo, pertempeflnio,pcr
rutto , per tutto oò . vedi a gli fuoi
luogiti.
pereonfeqnenre , nal pcreonfeqnen-
tia, alircfi, anchora, coli# fiual-
mente. laor
perccflaidr percofie foli. rzz
pcrcorcret de percuotere, rer battere, pza
pcKulTc . m oeee di pcroone dal nerbo
percuote.
perdercrual piu che fmarrirc* . 74^
pcrdiia*tl danno. 74^
perdttK>ne,dcin perrlibone. i8a9
perdonanUjla indulgenza. \x
perdonaataja rcmiftmBb fof
perdon 4fC»^r nmcctrre. 709
perJ<jnacor«,tral piOtclcroence. 909
pffrdoAO>U iad«jlgeaia>pcrai£iiooc> o
beacfitio. Il
pcrdonoi la perdunanUi la remi6)oae<
rt>9
p«rducere,pcr conducere, menare. 41]
penlaco,V4l piu che fmarneo. 768
peregrinare, & pellegrinare. 778
pcregrma||to,& peregnoo.vcdi pelicgnnag
gjo.Óc p^legnoo. 778
peflettjooe,va> compimento. 1 67 1
perfetto, che vai cotnpuo,& feoza mea
da. 1871
perfido* vai feci era ro. r 7 p
pergamn,il pulpito, ciod luogo deuato,do-
ue li predica, o rtitga. pò
perg >taro,cioe luogo coperto di viu. ixi
pencnl»,pcmlo,& periglio.
pericolufo,& pcrigiinio. rpt
pendilo, pencolo,dr pendo. ffi
periglierò, & pencoloi'o. m
per innanzi, & per lo mnaniì,che vai per
Io aueoirr. 1
penre, che vai morire. 1817
perla,e gemma di molta bianchezza 1141
permeicente, vai volente, o coacedente.
1 176
pcrmettere^per concedere. 1176
permurania,la permutatione. 1 7 7
pcfnoriare,per albergar di nortc,5c per
veg«htare,cioe ftar ru di notte. 1809
pero ^cro noto. 1188
pero frutto. 084
pero Lac ideo» lOo]
perpetuo, vale continuato» 17
perpetuo adie.aoe perpccualmente. 1 7
per poco, che vai quali. 1 744
perfa herba odonfera. 1 1 74
perfecntore, vai infettatore. 148 1
perfcguire,& perrcguitare,per.fegair con
dchdeno. I4I1
perfeiaeranza,la colboza» 80
perreuerare,pcr conbnouare» 80
perla, e color fcuro.che tira al nero,& come
azurrOfO verde l'euro. 7 ig
perlbna,(he lìgoifìca rutto il corpo,& le
fattezze di qualunque huomo,& ani*
male, Se ancho dinota Thoomo , & la
cionna in genere. 1907
perfonaggiyiooohuomini di grande affare.
4ff
perftiadereyper far credere. 1 u 1
perfualione, vale eflorumento» 1 at c
per tauro aduerbio. 1^04
perteinpeibuo,val molto a buon*hora.
»77
per tempo, vale a buon'hora* o dì mattino.
• 77
pertica, d vna rama di albero lunga a gnifa
d^vaalanaa.
pertugiare, per foT2n,k apnre. 1 1 )o
pemtgiotd buco o furo. at}o
perturt>are,peT impedire, interrompere,
f 70
pertuf to.che vale in r>goi lungo, 1 904
pei rutto cjo,aducr»co{npolto,che Tal per
• tanro,n quanto a dire, oltre CIO chehaH
biimo detto. 190^
perueo»re,per iopragtungere. lq?f
peiuerliu «V pcrurrlirate. 971
pcruerfisnal petfiUo.fcelerato. j7x
I efarc^er i'OadCTarc,|rauarc, rinCTtfcere
d Icie. 1J07.I749
pelcate.rer p'ghar pefee. 1094
ppicatorc^ucltu che pefea il ptfee. 1091
T X V 0 T. A
péfee fogno cdelle.
pefce,& ptu-pefci animai acquatico 1091
pefchiera.oviuaio, aoè luogo doue fiati-
no ipefei. *094
pefci ma rtnmì, Scaltri. 1091
pefeo il pcrficaro albero noto. ti68
pefo,ll caneo^lagfauezza, * 1749
pefo,meta per lo corpo. I|i8
pef«imo,val piu che peggiore. 1 870
pefia.la oraa,lapedata. 1484
peftarc,per rolucrtzaretajnmnccareffchitra-
re.tbattere, calcare. et8
pef!eIlo,il pifione de) mortaio. 994
pefielin, meta. per lomembro. I4C4
pdlilcDza,la peHe,tl morbo. lesr
peftilentioro,valpienodipcfie. I8er
petrofillo herba noia- 1 1 7f
pettinare, per fuiluj'pare,& acconciare 1
capelli. 1148
pcitinecon cut n pctrmai capelli. ii4Z
pecto,U parte dinanzi del corpo. >4*7
pettnirggure, per andar pettoruto* dod col
petto tnfuon. 1447
petiorurn,qacnn,chefporge il petto auanrt ,
0r come gonfiato. 1449
pezza,dr pezro quando dinota tempo* cioè
di quia gran trmt'O. agl
pczza,dr \ czzo quando dinota quaotitd.
1788
phalange roce perfica , o macedonica ,
che vai fchiera quadrata diottorai>
liafantt. poi
phantafma,fic fanrafma. 1 }88
pharce.fooofcrpi che vanno con la coda,
dr col refio del corpo clcuaa da terra*
I in
pharctra,il turcafib, altrimenti carcafib do.
ue li ripongono le faetec. 491
pharetrato.val con la pharetra allato. 491
phrnice»dt fenice vccello voico. loof
philòmena , & philomela , il rofigniaolo •
lOfO
phitofophi celebrati da nofin poeti» 194
philofophta,dc filofolia. 19^
ph'fici celebrati da oofiri poeti» 1 9^
phtlìco,il medico. 19^
piacerc,nome,& verbo. 898
piaceuole.dc piaceuoli. «98
piaceuoIezza,& piaceuoleizeJ 898
piaceuolmeme,val betngnamencCi 898
piaga,de paghe, la Tenta. p
piagati, vai fertii. p
piaggia, la fpiatgia. ini
piaggiare.cxr fiar fermo, &non fimonere,
come fiar di mezo , noe tra naare,dr ter*
ra dcdicefi fiarèìn fpiaggit. 1 1 n
piagnere, de paogere. mi
pian piano. vai quetameote. 1411
piana,chevalfpanora,cofnelavia. 7794
pianamente, vai qtieiamentc* 141}
piancllejc pantofole, o fouretti, ched fpetie
di calzari chavCano parimeniegli hooitd
ni, di le donne.
pianetaiche vai forte, fato. 194
paoeti fcttedel ciclo. |^|
piangcTe.drpagQcrc. ||0,
piangere oomc,il pianto» i|$4
piano, che vai chiaro, paJefe, mattifcfto .
1691
plano, in vece <b quieto, hiuniie* manfueto»
4J1
plano, de pianura» uop
punta d’albero de fimilèb n^l
panta,meta.per la origine. 1789
pianta de piedi.
pianta meta, m vece di f ygf».
pfantagine herba notit i 17 >
piantare , ch’e il proprio de gli alberi ,
detto da pianta. Mfi
pianto, il piangere, tìil lift
pianura,il piano. Tioe
. piafirCyfono lame per armare. 49^
fiatano dr plaCano,arborefafflofoappo
Romani. 1187
piatanza & pietanza.vocabolofrarefco,
dt anello proucnzale, de lignifica gran
Imx-finak- *799
pìatcllo,dt piato,vafo che fi adopera alla
meofa. 9|o
piatire chcvallingare. 794
piato, de piatello vafo noto. 9}0
piatto.elie vai bafro,ptaoo,dc comcafeofo.
ni
patco,chevalfpboafo,fchiacriato» }7|
piazza, il foro,alcuoa volta dinota il pa*
lazzo publito.- 1104
pici, la ragazza,o pura,vccello che facilmen
tc appara di parlare. 1009
picchi, & pkcom,chefono firomenti gran-
di di ferro da tompere,o da cjuarTaiau
•41
picchiaretto,èquel1o,o quella* che fin •
goido^ildiuoto fi batte il petto eoa
mano.
picchiare , per bo(Tare,conie battere ad
vn’vfcio con le mani*, o con altra co*
fa. 7**8
piccin.rhe vai picciolmo» 1970
picciu!ezza,d( piccolezza. 1770
picciol», o f iceoli, 1 bagatrìni ched moncra
di picciolo valore, cioè la piu infima delle
altre. in
picciohfsfmo,dt piccolifiimo» 1770
picctolo,dc piccolo. 1770
p«cu,vccello,dedicaCoa Marte. too9
p*docchieiia|deaa da pidocchi, che vai
viltà. 914
piefindtpltt» 1480
piede, ptc.de nel pia H9di. 1499
piedi con cui fi camina, alcuna volta di*
nocamifura. 1480
piee4,comeia piegatura delle vefie,o di
flltracofa» |ip48
picgare,pcr torcere, inchinare, rim onere •
»74t
piegato, vai inchinalo, cnnio. 174!
pienOfVal abondanec>colino*iogombnto,
ornato. 178Z
pietà,dcpietac«. 99
pieta,è lamento atto a commouerea com-
paCiiooe,ou9ro hauerccompafnooe «fai
trui. lixp
pietanza, de piitanza, limofioa fratefea •
*799
pietorOfVal pio, alcuna volta ben igne, de
nufericordiofo. 49
picfra, de pietre.
pieu<ale,piOBiale,dt ptuoÌale,eni vefie,
che vfauano 1 facerdoit,ncl tepo del
verno. ,44,
pigltare,per prendere, togliere. ipi
pi^io io vece di fguardo,pcrcheguarda>i-
do par che fi pigli ebo gli occhi ilguar*
. . »n
pigiK>,come dar di piglio .vedi dar di piglio*
ptgolare,è voce della ghiandaia, vccello
che mangia le ghiande • vedi ghian • '•
loofi
pignoa,la igoauia,!nertia. 1 407
pigro, vai lcoco,tardo» 1 1*07
pira,«l vafo dcU’icqua faota. 8x4
piUfiii,fgDOicaAiaoiqaadnd4cfllapor« .
fi poagoto per Tofteaticolo^ fi4
Joca,tl pedou,cbe c il guidatore del-
la oaue> IOT4
piluccare, per noiere, faflidue» comeil
cauardepeli. i|&|
dipiagere. <io
pino albero notirsimo* 4 164
pmzochero,dc buoco^il frate del terzo
ardine* ^47
|4c»,pi*,pie,flc pU. ì9
pioggiatft pioua- 4018
pto^ia*mera.per leUgrime* i|4i
piotare, d quando il muratore dicn*
za col poakbìoo,oode fi dice a piom
bo. I
piombino , lo arcbipeoaolo » che e or-
degno » o firomeato delÌ*aiciuiec(o
per aggiuftare. 1 1 |d
^mbo meutfonotifsimot
pwMia,pioue,& px>n> a* 1018
piouercnome,& Tcroo. 4018
piouo(o,vale abondancrdì pioggia» ioti
pipare*e.Ja locedel/parniore» aoi 1
jHpiliaieJa voce delie palfere. 4010
pipite, la vene della gallma •& de pol-
li. 1009
pipiftrello , ft vipiftccUo roteilo oolur-
no. 1811
pira , derogo , de pilla, era certa coadn-
fiatioaedi legne accede douefibru-
faauano 1 corpi morti , altri voglio-
no , che fiolTe va vaio pur a ul elet-
to vfato. pf|
piramide , fono moli aldlsiiue quadra-
te, & larghe dal piede , & acuu nel-
la ama 84d
pirata, il corfale, li ladrone del mare* 7J4
pìropo.o pproro,egeoima,chcnfplen-
de in guiia di fuoco* 4 1 44
pifitare,& ifiuce^U voce de frotoi vocel
Il noti. loia
pjilola.dcepdlola» 84
pitone lerpente rmifuraca» Ufi
pttcoie,dc iLpintore. #04
pittori celebrab da noibi poeU. S07
pittura,dc dipintura. Ì07
pio, con fuoi vani figoificad» 1 7||
pm quando ba Partìcoto , come il pà« »
dioou la maggior parte* I7}|
pra,& piUfpia rpefib. I7)t
piu <Tuna volta,piu volte. 1711
pm tolto. i9a
pinolo, meta.ilmembro nritfr l4f4
piuma dell*ucceIlo $ cfa*e la penna pra
fDinuca. pp8
pizzicore , il prurito , csod il gran di-
Co di grattare , come qudh c'bao-
no la (cabbia , ch^l lombardo dice
fcadore. I4]t
placare, per fa uni Ha re, mitigare. 40
plagc IO vece di piagge. ina
platano ,6t platano arbore, vedi pia-
una Ii4r
pi auficare,la voce de palombi. 1 184
plauilroi é carro d^ogni parte aper-
to. |o8
plebe • il volgo & U parte del popolo
ptuvile. IV7I
plebeo , vai huomo vile. 1 p7t
plettro, vuceGr.Jo archetto delta li-
ra, &aocho quella penna, con la*
qual fi /uosa la atbara , o fimil Aro-
mento. 107
ploatirc,la voce del corno vccello no-
to* loot
ploia,m vece di piena, o di ptogpa. loif
plorare, che vai pianger*. ■ p |8|
tavola
ptauìale, pieuiale.&pijowalei vcAefiicerdo-
tale. IV4*
pocbifrimOfpocbifiima. i74i
pocpfoA.ficadic. 4741
poco dapoi.Lat.paulo poft. 7741
pocoaduer.Lai parum. 1741
pocoio^uandofignifica tempo. *74
foco ainanii. *74
poco dante, vai pocofri, » breue tem-
po,auanci,o poco dipoi 1 74
podere, & potere.per la pofTcfrioiie. 1107
podere, 8c pouie, per la fac ulta* per lo
hauere. 117
poderctto,val picciolo podere,cioe pof
fefitoocclla. hot
poderofoyval pofleoCe, valente, gaghar*»
do. wri
podeili,& poteftanomedidigottiLifof-
frcio. ITf
podeila fem*dc potefia. jTf
poceAadit demioauoni, doe gerarchie
d’angeli* 9
fodeUena,ilgociemo-
poema, ch’e benone poetica* 9 1
poeta, & poeti. 70
poetare verbo. 70
poeti celebrati da oofiri autori. 7o
poniv, è quella corda, che lega Heapo
^U'antenoa da man delira. 1049
polare, per afeendere, alcuna volta di-
nota ripofare. ili|
Vinegia Liagò.
eluogo emuience, dem tuoci detta
cafa. 14 11
poi , vai pofcia col tempo del pafiato ,
dcdel prefente. 180
poi che. Lai fimul^i . aio
pela vccello, fpeuc di cornaccbia,detu
nonaccJiioa4gro}a,o4acoIa. 1009
polpella,dc punzclla. aia
poÌtre,per ornare, fr>ibire,aetcarc, £co-
fiare. 7&8
lumente. vai ornatamente. ?a8
politcazadanetezza. 7x8
polito,vale ornato, netto, galante. 7x1
pollotil pollaftro,nd piu polli. «oof
polraooe, runa delle intcriore dd eor-
PO. 11*9
polo articoidc antartico. 88 884
polpada cicne/enta rofib» i*ii
pollo, le vene puUat h , de pct meta.
If9l
poltro, vai poltcone,o U letto, o il pol-
licdro. fio
poltrone, vai vii d*animo,da poco^ dea-
io da poitrOfCh'e il letto. § 19
poltroneggiare.perCacil poltrone. yao
po{ironena,Taldapocagtne. 119
polue,dc polucre. «077
polvere, d( polue,vt fupra. 1047
pomi,per le mammelle* 1447
pcMno.ralbcro che fa 1 pomL « 1 <*7
pomo (rutto noto. i 1 14
pomo cotogno , pomo granalo , pomo
limone, pomo ranao. H84
pomo della fpada* 491
pompa, lo apparato magnifico. 884
pompofo,V9l faflofo,fuperbo« 484
pondererò dt poderofo. 1 771
pondo, il pefo,il carico. 1771
ponere>dc porre, pcrmeuere. 1 701
pooerc,perdare,dc per mettere. 417
pootarc, per acculare, & per efier con*
frano con lollccitudine tonua alcu-
no. 4o?
ponte per pafiar fopra l'acqua. #47
pontefice, lo papa. 17 p
popo1i,nationi,drgeotf. 4779
popolmi.inoocra m argento ptcciola. i 1 1
popolo, la gente,o le pcrloacdVna ut-
u* 1770
poppa ddla oaue, cioè la parte di die.
CIO* 1049
poppa, fa mamma, o la mammetla. 1448
poppare,per cettare.o iartaie. 1448
porcellana herba. ii7r
forco.depora animai noto. 41x8
porfido pietra dunfuma. 4 144
pot|ere,pcr dace^concedere , eften-
^re* 4*7
porpora, il fcarlato.la grana. 818
porporea,dr purpotea^cnfii di, porpora. 1 1 8
porre. ponete, per mettere. 1 70 1
porro,radicc damangiarenoca. 1187
porta,rufao, ooerentrau della cafa. 9x1
poc£amcntn,che vai modo, forma, gai-
fadivcltire. 1778
portare, attualmente, de meocalmente,
de fi nfenfee fi al bene , come al ma-
le. i4|t
poiutoce,iI ba Aagio. 1 4*1
portico ,è luogo dauanti della cala io
guifadiloggu. 944
portiere, il portinaio. 911
4>orco di marc,o di fiume» 104X
pofa, li ripofo,la quiete» 717
pofare, per npofare, chetare, le alcuna
717
380
f»7
177
T’K
tl8
»7
4IOT
Ì9f
•♦94
7t8
1817
voUa per dormire,
pofaa.tial poi, Ir dapoì.
pofl*a,la poflanza^ forza.
•poltéditore.di pofieflocc. .
poircnee,val (orte,gagbardo.
poifenu, io vece di ficco.
pofledere,per dominare.
pofiffiione,dr pciflcfuoni.
foflcfiore,&pon«di<ore. '
pofribfle,qucllo,che fi.pno Ciit.
pofiibibti,il potere. .
po^,ta poficmq^mal noto,
polla , io vece della orma , della peda-
*» • t48a
polla , dod a poA^ che vale adiofran-
*4. 1181
polla participio dd oerbo ponete. 4 ;oi
poAilla . ualc imaguie , o fimilirudine,
che fi uede,o nel fpccchto, o nelPac-
* 1709
pollUla , cheual breue fcrìttora. 808
poteotc,rdc po(Q*enlc,che ual iulente»ga
d*»4rdo. n8*7i8
potenza, de poteotia, la fona, la pofiàn
24* 7’f8
potenza,pcr lo hauere. ix8
fotere,nomc,ooe putefti^orza. 7 1 8
potere»uerbo. , ft4
poiefti.&podefU. 197
poetarla natura delta donna. I478
pcMiero,pouera,pcurn. ) t •
pouerta,dtpoaeitatc. )ii
pozza.c luogo di poca aduoatiooe cfac
qua. 1089
pozzOfC luf^o concauo fiacco per corno
dica cb actonar Tacque •
pranderc,per defio are.
praodio,iJ definace*
pratico, ualc efperto.
xracello,il dimi. di prato»
praco, quali parato»
pra ui ci, I a ma i uagiti.
prauo,ual malui^io.
Recedere per anelar mnaotl.
pretto, ij comandamento.
picud«e,fct ugli*i*4 per teimin* -
te.
• li
i -r
e 089
1800
4800
748
Slo8
• 108
7ra
77X
1467
410
5»
})>•
fftdplnrc,^ èràbocòòtf ^ 4n
prtcìpitiOfU profundttà,U voragifit* 4ri
pr«<U,iUurco«il Ucrocinio. 7fo
prcdccciTon^rono t paiTati»doè i rnord. & in
cho l'mteadc de Tiui,comc i ftati pnma ia
qoalchc O0ÌC1O* U»7
predica, & prediche. 1191
predicare,per publicare,dhialgere>celebrarc,
dire. i]9i
predella , è quella parte della briglia , che (i
tiene IO mano. iati
prefetto, ral capiiaao,capo, o pcwcipale^o fo
praftante. f4t
pregare nome, de rerbo. ) r
preghi,dtpncghi,& preghiera* k
preghiera, de preghiere. I4
predire, de preauic, per ftunare, rapo»
le. 741
pregiare,per hooorare. 44 1
pregiato, vale exiftimato. 76t
preggto ,dc prexio^ la volota , o la fti>
ina. 7di
pregio, per rhoaore,il pallio, la eftima-
tioac. 441
pregtone,dc prigiooc4a prigionia.
prcgione,dcpngioiuero aoie. vedi prl*
gione.
prcgUcaxa,pregnok aj6
pregni , vai pieni come gli occhi pregni
di lagnine. aid
prelato , é perlboa in dignict ecclelìa-
ftica. 177
premere, cbeTalgraoarc.calcare, Aregoere,
cenere. I7rr
preoiure,per guiderdonai#. 414
prcace,depnocc,prenape,depfìadpe. i$9
prendere, per pigliare. IC 1
pre«dero»per comuiciarc. 1 609
prcpararCiper ordinare. i|
preiagiOfVal prodigtoifegno* 791
prefagojlomdouiao. 77X
prercntto,val 6oiR>, termiaato. 8oa
prefea£are,per donare. 421
prcfeniaegione, la prefeaucioae, dod Tatto
di prestarli. 0 411
picfente» che tempo (ìgoUica. aSp
prefeoee,che dinota 10 prefenaa. 1419
prcfente,il dono. 4H
prefcttza.loe {petto. 1419
prefo , vai piglialo , dod fatto prigio-
ne. in
prefepio,il luogo douefipone il mangiar de
Sii animali. {04
oneiooe,dcprefuneiont. 919
prefootuofo, vai arrogante. p ao
pre(Ta,d( preiiia,Ia fretta. 1496
prelTo,val vifìoo,propioqao« 971
preflOfChe vai quafi,o arca. 1742
prcftanxa lo uiìprefto. 4x8
preftare , per accomodare, concedere ,
dare. 4x8
preAer,fpttie di ferpente. 1 in
prcftnta,la veloau,raÌNteRa« 1497
pcefto,che vai lbUea(o,protito,apparec>
chiaro. 1497
pretto aduer. in vece di cotto, de di pre-
ttamente. X7I
prtfumcrciper ftunare,giudicarc, coaiectura
re, ardire. I>i9
prtfunciooe,de preCoadoM. fip
preCura,la cattura. jn
prete, cioè rcligtofo, peifooa fiere , £x>
cerdote. X4€
prtceriio , che tempo pattato dinota. x$p .
preno,dtpregio4a vaiali. 74 1
pxcaofo.Yaldigranprcxxo. 40X
TAVOLA
pt^no, il palano doue habic^il pretore^
magiftrato,o fìgnore. 9 > 8
prezza, IO vece di pretti, opreCHa* 1498
prezxare,dc apprezzare,per cHunare. 44 1 •
78l
prezzo,dc pregio, la valuta, la ttima. 441.
rei
prezzo,dc pregio, la eftimatiooe. 441.781
prezzolato, vai ben pagalo, o per prez-
zo. 781
pria, prima, dt preoitera. • 8 1 a
priapo dio de gli berti, de meta, per lo mem-
bro virile. I4f4
prietht.de preghi. )r
pregierà, de preghi- 14
pr>goolere,deprrgoacadie. |)X
prima, pna,dt primiera. 1811
primato, primierofdr primo. 181 1
pmnauera. Lae. ver oouum. 71 1
pnmipilo,il pruno ordine in mtliCia, 1 6 1 a
primiera, primiero. le t a
pnmieraroenceaducr. 1610
primo, primiero,prunaio. 1 8 1 o
primo in vece di prinapale» i8to
fnoca»prcace,dcpnnape. jt9
prmapale,ctoe primo, de maggiore del-
la città , dt ne la repu. de m ugni altra
cola. j6o8
principio, il cominaamcQCO , il oafd-
mento. I6crt
priore, vai fuperiore. 47
pnore,che lignifica guardiani de frati. 47
pr.ona,dtgmta fracclca,dc valbtoettao
ccclcliailico. 47
prifca.uale antico. zj 1
pnuarcyper rpvgliarejeuar di libertà. 1614
pmiaco.pnuo. 18)4
priutlegiarc,peroraardiprìailegio. 91
prtuilegio,d(prtutlcgi. 9X
prnio,prìue,prìua(o. 18)4
prole vece di valente, aitante.
prò, per lo vate, il guadagno. 789
prò, IO vece di ^uore. p 08
prò tribunali , vocabolo di leggittt , che
vai federo a trtbuaale,tt fedendo
giudicare. ijp
procacciare, per cercare, procurare.
I49Z
procedere, pervenire, & derinare. crea
fiocedere,pcr andare innanzi. 1488
procella, la fortuna de è vento impetuofo r6
pioua,fna non durante. io}p
proccilofoyval ^cno di procelle, 1 ojr
|4t>ccf<ion,dc proceltiooi. 39
procettb,comeil proeviTo di tempo. Z9S
pfochi , ì riuali coli detti da lulTurìa per
lo troppo dendeno in cercar la cola
amata. ^49
petantra, de procure. 149]
f«oCnrare,pcr ccrcare,folIedtar^ I491
pioturena.Lat. procurano. 149}
procuracore,tl follecitatore. 1 491
proda, prora, dt prua, la parte dinanzi del
la naui , de ancho la nua cTua fiuene ,
. 'fetto, o^limilc. 1049
piode,che vai valente, gagliardo»dc per
prudeote,dt Cauio. pn
prodezza,lag4eliardia,ta valentia. pai
piodjgalità,vaÌlargbctza. 4x1
prodigio, è fegno, che figmfica le cole ,
che hanno da venire. 1 p<
ptodigOjVal largo, dt confureatore. 4x1
producere,per produrr, per cnare,per gè»
nerare. 1^91
profano, dt prophaoo, vai infto, dt feo*
munì calo. P98
proferire, dt proferere, per far offerta ,
ipeitamè re fare, prometfere vototh
uriamence. 414
proferu,Ia oblaiione* 414
profilare, per lmeare,dmztare. > tu
proHtto.la vtilitàfil frutto. 7 6p
profondamente, vai €auaCo.ben fono. 1 1 |p
profondo vai conrauo. 1 119
progenie, la prole, la ttirpe. 1 r 6S
progncja roQdmelÌi,vccello noto. 1 010
prohemio, è quello ragionar che G fa net
principio delToraitooe. * 91.1809
prole la|progemt,la famiglia. 1 987
prof ungare, per dtfenre» 1 790
promclu,, de promette. 798
promifiione,Ia promeQa. 79f
promettere, per o bitcare. 798
promectiiore,quello, che promette. 798
pronotticoda cliumatioae. 79t
prontare,perfol)eciute,dc affrettare. Ifòa
prontezza, la viuacttà. i9oa
pronto, vai follecico, parato. 1 9oa
pronuba, è quella, che nel far delle nozze è
da parte della donna , dt aufpice da parte
delThunmo. 1 918
pronulo,albero fpinofo. 1 1 86
propliano,d( profano, vai fcomuoicato. 997
propheta,vale indouino. 24
prophcticelcbrati da noftri poeti. 14
propio, de proprio, vale dl^o, ottef-
fo. ifji
proponimento , ual propofito , de pro-
pofto,che ual dctcrnunacione, ordi-
natione. 1 Z78
propoGtOjflt propofto, dt proponiracn-
to. uz8
propoiltto, medcGmo che pi oponimea
to. 1178
propofto, dt proaofto, cena dignità ec-
defìattira. 146
proprio , dt propro , tuie iftcfTo , mede-
fimo. I9JI
prora, proda,dc prua della nane. 1 049
profadaoratiooe folata. 91
prefapia, la ttirpe, la progenie. 1987
profpcrifàjde profpcrrtate. IJ94
profpcro,ual fcltce,fecDQdo. 1994
prolsimano,ual propinquo, uicino. if78
profumo, dt profumano , ut fupra. 971.
1978
proiontuofo,dc prefontuofo, uale arro-
gante. 9}0
proicruo, ual dishobedienre. 99!
pio tribunali, uocabolo legale. i?f
prouatfic prnoua,la efperienza* 1 849
prouarc»pcr efpenmentare. 1849
pronatore, chefa proua. 1849
prouedcre.per far prouittone. 417
prouedimento,la prouittone. 417
proncrbiare,per imrrouerare. 978
prouerbi,aoundi,fimceDze, detti. « 890
próuerbio , quaG cómuoe omnium nerbum.
977.1890
prooidenza,tl,prouedtmcnto* 417
proutnea herba aliai nota. 1 1 7.
prouioda,dt prouinac. f;i
prouocare,per irritare. fn
prudente, & prudenti. 1 14
pr«denza,d( prudcntia. 194
pniine,fono le brine. loxf
pruoi,rooonirguIiifpiaoG. tipo
poblicare , per manifettare , diaulgare.
1479
pabbeo, ual palcfc, comune^ 1879
pudicitia,la cattiu’. a 1 9
pudico, ual catto. ai 9
puerile, aoè di putto • * 19) 1
potiltia. ‘
pagoa,1igu«m,n litigio* 410
fugoalctarmaofi'cnitua QO(ii&ma« 490
pHgnOfta maao diiofa. 4 440
fuTc«,ia putire animaletto ooto.' t ai7
jnaluoo, queno) die i nato d«Ua gattuu •
• 0^
pulcrOycht Tal bdlo. 444
puU«IU,6t paotclU,& puacellj. aaa
fniDgeati.Talc acua* tu
pungere, per flimolare,forarC* fi 7
punire per cathgare. I li 1
puaitiooe,il gailig4meoto* l f i 1
puQiCorc,il<a11igaror«* «fii
punta, uoc qualunque coCa acuta, |& pungen
«. fi7
puotalmenttrdtCTaleapunto* 1747
pUQte,& panca come deiJ*armek 977
punte de piedi. I444
pudtetlare,pet fermar,forCifieare. 4f
pumcilojiKdlleacacolo.comedt Talegoo»o
triue 4f
pumoquando Ggaifica tempo. 174
punio aduer.ch« ral m ente, nuca, atquioco.
■•744
puQCOjche luogo dwou. 944
puoieeduare, per toccar col pugno Titaodo,
<ame fifa ad rooforu addocoieotato.
<440
puoKcUaylc puocdla,* pulcetla. lit
puoxclli,che loao Aimolt, meca.per conli
gii maiuagi. 1440
fmoione, d pugno, ooe percolTa di pu-
gno. 1 .40
pupilla delPoccliiOjCiod quella parte chepu
ii vede H44
pupillare, Tocedel paoone. 1010
pur,& pure parUedU aducr. che a dmerfi ef ’
felci fi cilende. i4o4
pur , m rece di 000 chci odiaon aocb^
1906
pur, che rale al fine. i4ir
pir,che dinota (olameoM^ ito?
pur»m vecedicerramcnte* i47|’
pur, IO luogo di quando , & di ogni eoi-
ia.
pur , che fignifica eerfo , prepofiùone ,
come Tio Dance , douedifie, 9t vidi
reno chemiraua pur me, coma cono
fcermi volcde. 4o4
pur come, m vece di fi come. 14fl
purflondimeno. I49t
pur via, che raI,quanto olirà. 1 49 1
pttre,<3cpur.vcdidifopra« 1499
purgare, per nectare, moudare, lauare*
»|o
punti, & pnricate, o puricade,*ia £aoà«llet«
ia,la lempljciri 4t
poro, che vai mondo, netto, fempliceb 41
purpurea, vai di porpora. • 1 •
ptafilUmino, vai di poco anuno, • di loimo
vde. ,jX4
pu6re,pcrpviur«. lti|
putrido,val corrocto,mardo* 44i9
poeta, ic pucto,ilm^c<Imo che putta
IVil
puttana , e quella , che per prtcxo diuulga il
CDpo fuo éc vende ritoaore, de rboncfti
fua,(.at.mcretnz. if tl
puttaneggiare, per Seguirle puttane* Ui|
p«ita,& puxzofilpuzcore. ifia
puuarc,& punre. iti»
puaio,puiza,0c puzzore. iti»
puuolenu,& poziolcoci. itia
ppihoae,op(CÌsoDcierp«QtefiRifarato.l if l
<^v A*, che alcuna volta danza alcuna
voiia moannenio^ ia»po dtoota»& fi da
T A’ V O V A
alla prima pevTona. fpy
quadragcfima,la quatefima. 17
quadrangolo, e figura guarir lia^ felida,ccw
cneilclado. 7Ì4
quadranre. Lat quadrane. 7t4
qwadrella nel piu le Caecie. 419
q«adrcllo,tlmaitooe,o pietra cotta. elf
qaaÌlriparfrto,val partito per quadro* 7Ì4
quadro, & quadri* 794
qual pronome.cheferueal mafe. AaHcm &
quando vai fimile,o corale. I4f 9
qualche none vece thofeana.
qualhor,val qual volta, o quando. i44
qaalc pronome rclatmo icruieBtefnarc. dea
lem. de alcuna volta e foft.quaado«lm<>u
qualità i4r9
qtiile,m vece di dii. 1 4f 9
quale, chcdiootaquafiri* lift,
quale, che vai (imiÌe,o cotale. 1 4{t
ÓjT ALITA» l’uno de ooftri. s. ctfd
pnocipaU. ifK
qualunque» vai ciascuno »oqual fi vo-
glia. 1907
quandunque, vai quandomai,ogai voi
ca. 1907
quando adner.di tempo. a9f .
<^T AviTf r A ,rvQode.K. capidclU
•oftra fabrica del mondo. 1 4 f
quanto aduer.che vale infin che. 1 7)7
quandoaducr che alno non vale chevaa
certa dimoliratione pwid’preda, (eoza
cccectuarione. I7)7
quantunque, vai bcachefOquaotOfOquan
teftfiano. tao?
quaranta numero indecimabile. 1 7io
quarantèiimo Lat.quadragefimal. t7io
qoare(ìma,dequadrageri«)a« )7
quarto, quarta* 4 7a* 1 7> i
quartodcoimo.iiiii. i7M
quafi aeiuerbio. * *740
quacordio.lat.bif (epfem. 1719
quano,dt guano, vai quieto )7)
qualtragio, certa quelita di pano cofi detta. ■
vedi dongto* ifrf
quattro numero «declinabile. ini
quattro parò del mondo » per vani modi
defcritte. 944
qne,m vece di quelli,qoeg^i»dc di quei. 1909
quegli fiog.dt piu. 1909
^ei,che ual queiti, quegli, drque. i9< 9
qad,chc lul quello,dt quelli. 1909
qucl,chc ual colui ilquaie. 1909
quei canto ,ual rolamcnte,de tutto quel, cioè
ogni cofa. I9trt
qudta, ual colei, de fi da a perdona , o a cofa
non molto lontana. 1 9*0
qodle,fi da alle cr>fe. 1910
quelli, que^i,quei,A: que* c 9 1 1
quelli, cheli fono traafiormaciio uarieforme
calcbraCi da oofiri autori. 994
quello,ual quella cofa,dc fi trova io ca-
foretto. 1911
quercia arbore noto. 1167
quercla,ilUmcnco, la querimonia. 991
qoecetare*per lamencarfi. 991
querimonia, la querela, il lamento. 991
queruli, ual lameoteuolt, 99Ì
quefta,fidaa periooa,oa cafantcitia. I9it
quefte,ual coftucD. I9tl
quelli fingdt piu. 1911
queftionare, per litigare. 997
quefiioae,U lite,laarra,dnbbio,diman
da. 997.
quefto ,in ucce detradie. de fi da alle
cofe , de quando c accompagnato, fi
da al mafe. de fido poi figomea que-
ftacoU. Iti)
qneèaic^ per pacificale , placare , acquei
-tare. ri4
qu0Co,dcch Co. 714
qtn,quando fignifica fUto,dmouiinento, fi
da alla pcxiona,come la qual. 9^9
qoio,m ucce di qainci ufo Dante. 999
quiece,cheua) npofi». 7if
quiod , ual di qua , dt alcuna unita di.
oota a quello modo « -da qncAo, co-
fi. V99
quioa ionan2Ì,<ioé da qui ionaoci , che ual
per loauenire. 9)9
qtóoci,de qumdi,ua1 di qui,dc di là. 9C9
quindi de loco, ual diia»o da quel luo-
go. 999
qumdi,drqnieci. vr? ^
quindici numero wrleclinabile. 1719
qainto per lo adie.de per lo aduer. 1 7ia
qiNfquigliada immoadigUa. 1417 .
qmui , uile in quel luogo uu non dona
fei tu. -994 f
quotoyual quanto io ordine* ìa
Rabbattere^ ribattere, per giungere a
cafo. «040
rabbi8,etra ira, de furore* fra
rabbiofo,oalpxiio di rabbia. C97
rabbracnate.'-cr abbracciar di ououo. 674
rabbufifarci per fcarmigliare,fcapigliarc»»er
conturbare. itqa
raocapprtcciare, dt accapfrkciarc. uedi
capnccio. 1Z40
raocendcre,ner infiamirar dt miotio. 944
rarclirtare,dcracqueCare»A racheiarp,
dtac<)uetere. 7i7
raccogliere, dr rcf.g’iere,'^ r:>cuoare 1 700
ncc(«mandare»n raenrciaodare. 4*0
raoonmumrare, per farcomune* 1970
raccon(olare,percoiifotarcdiaan«o. ii<>4
raccontare, de ricontare, per ridire* 119I
raccorotre.per abbremare* a# 7
racccrciace,ii medefimo che accorciare. 1 497
ra<emi,looo égrarp deiruua. tao
raiquctare.de racchetare. 7:7
rac4uiflare,peracquifiardiOQOUO. 74»
racquiib>,dt acquifio. 74 a
raddo'cire,rer addolcir di nuouo 1441
raddoppiare,per addoppiar di iinono. 1714
radeTCfper nettare. 71,
radicare.per far radica* 1194
radire,d( nel piti radici 11 >4
raibce, mera, per io fondameofo, dr io uecm
dipriapo. leto
radimadia, U rafoiadel aafo douefiCi
la palla. 917
rado,d( raro adie dr aduer. *744
rafrermarc,pcrcoafcrfnare. 9 1
ra(Hnarc,dt refin are,rer Kauer fine. 1909
rafiiojtlmedclìmo, ebegraffio, rampi-
ooto uncino. 499
raffreddare,dc raffreddarfi* 1 V4
iafireoarc,per ritenere, nftrtogere,o ritorna
a dietro. (a ir
rafirettare,per facinfretla,4ollccitai«. 1494
rafieontare,drAfirootare* 407
lagatza , la gazza , o gazTUola. uedi
pica. 1009
r-Ag3Tto,iI raggiOf'lualettfì. 199
f^gg4lare,per atgcUr di fluooo, 497
taggi , de rat del Sole , dt meta, in nece de gh
txxhi. 4i7.itA7
raggiare.per fpander raggi. 4i4
raggiungere, per gnmgeré di nuouo. 1 77
ragionanicfito»*! rarlamento iitr
ragionare nome druerbo. 1)47
ragione, e quello che mceoèfi, dLiI dire d*
ili
fitto tàé'. txrr
r»g(oneool«,«trigioiieaon. i»tt
nrtoncuolmctiec.
ra|na,ctrta rete da figliar vceelli. looi
ragnOydc aragna antmalecio noto, che ^ le
reo fottiU per p'ghar lemoCche. laot
ragunare, &rauoate , pernduceretaGcme»
Idei
fahumiliare.perhumiliar di aaouo. 40
raiAraggt del Solc,& meu.pergUocchi.
dit-i|4r
ratare,de ngiarc,per fpaader raU dii
rallegrare, & allegrare. Toa
rallentare,per ammollire, mieoerire, allega
geme.
ralignafe,per.figliare,comc.far d» vn legno
m* altro , flt e proprio delle no, flt de gli
alberi. • > 9*
ramancare,dt rammaricare, ‘per lamentare,
bianmare,doler6- >la4
ramanco,o/amnurichio,e ramarichio,nel
più. ramanchi, vai lamento eoo voce di
ripreo(iooe. 'lai
ramarro,altnmenti ragano, lucertolo, o li-
guro animai (imile allaiucerta,maal.
<]uan(o piu grande,9t di color verde, laa?
rame metallo noto. iijf
ramemorare,per ramentare.rlcordarfì,
commemorare, tornare alla memO'
na. 11^4
ramemoraooae, la ricordanza delle roTe
paflite. iac4
ramenno,orammarìno,il rolmarmoher
baootifsima. 1771
ramingo, vai rolo,^ di eafeofo. cip
rammentare» per ricordare, &ridurerea
memoria. *141
ramo di albero, 6t od pm rami,& ramo*
ra. nri
ramogna,val fucceilo , doè fegoireoel
Viaggio.. <rdd
ramora,rami,dc oel meno ramo di albo»
le. 1151
nmorbidare,per £ar morbido, ft teatro.
Ideo
rsmpogaa,il cootrafto. f|pl
rampognare, per rip rcndert* 1 ipl
rampollare per nrorgert. 1 1 P4
rampollo , il noouo ramo nato fopra il
vecchio. ttr4
rana , & oet phi rane anioul acquatico,
iota
mdo,e colore gialla 1 1 f
raodo che fign'thcj vecchio , onde didimo
Ucarnf rancia. tit
rancura, la follicitudine. 1499
raocurartyperCoIlvaiart. 1499
raoda.de araoda,che vale a peaa,qaa(i,
o Olente. I74d
raorucchiare, perritrarfìioGeme, perchina»
re,o racchinare. 17 19
raoocchto, il mafehio della rana. 1 09 a
rapido, vai veIoce,celerc. 1497
mpiiia,valemte(a rubena. 7fi
rapiooib,valpieiiodi rapìoe. 7ri
rapire,perrapinare,pcr rubare. 7r*
rapitore,il rubatore. 7pl
pappaaGcire, per rappacumare, dod £ar
pacediououa 709
nppattumare, & rapattumare, per rappa*
^care, 709
rappellare,perrichlafflarc. I409
rapportare,pcr nfertre. I411
npprcfcaiaie,pcr rafrembrare,mollrare, pa>
rere , far la perfooa di vo'alcro , o dj altra
cofa recitare. 1419
rato, dt rado adie. & aduer. 1 7 44
T A V O L A
rafdngire,ner fcìugir di nuooo. djO
rafoio,'! coltello, che adopera i barbieri,
per rader la barba. 14 -f
rinem')rare,per parere,© d«moftrare. i6n
raflerenarc,pcr nfchiarare. 7o8
rafftcurare,perfar ficoro.
rafleili,dr raitrelli.de raft’i.
ra(tri,de raftrdiijftfomeoto nl’cfco. jos
ratiGcare,per conGrmare. TP*
ractempcrar,per temperar di nuouo. 17 a 7
rattentOflo indugio,la tardanza. ifoa
rattezza, la ertezza, de roalagcuolczia.
1777
ra(ticpidire,oer intepidire. diT
ratto, vai preito, Cubito, tolta avi
rattOfChe vai erto, de alta 1 777
ractrapare,perattrare. *
rancare , la voce del tigre animale aliai
ooco per fama della tua vdoaià del
corfa *ai9
rauedcre,rer accorgere , de Ce ftc0b ca
norcere. *44
rauiare.per mutare, aujarc*catrar,omct
ter io via *>oo
raatcinare,per auicio^r di nuouo. 97 1
rauiuoli, fonofpecie di tortelIi,^he (1 fanno
con formaggio fieico , eoo voue , de eoo
herbe »^04
rauoare,d( ragunare, pernducereinfie*
me. i^Pi
raucl^mcnco,dt auolgimento. lez
ranolgcrc,de riuolgere,pei circoodare* 1 d|
razza, chcval oattooe. ic^7
rt,che vai prendpe,rignorc. jla
re.meta in vece di Dio. |iz
re, de regi edebraa da nodrì poeti • iti
reale, vai cofa di re,dequeUoicbecon ragion
di reege- }8r
reame,dc reami, il regno, de meta, m vece del
odo. 6l.)8r
rebcUinae»dc rebello, vedi nbelliooe,de
ribello. ri7
rcbdlo,mbclio,de ribello. ff7
recarc,per poriare,de aocho per dare. 14H
recente, vai frefco,odi nuoua 240
reoderc,dc riddere,per rifecare, caglia-
re. nz
rediare, per narrare. 1190
reoproco , vai cornfpooderc, doè che
Corna mfc. 418
redarguirc,pcr riprendere. 8)9
reddirc,per rcomarc, npetterem dtccro,re-
plicarquello,cheè detto. # 474
rcde.de herede,il fucceClbre* aia
redma del ^ualla iati
redentore, tn vece di Dia tf
refc.il filo torto da cufare. I4t
refioare,dc nfinare.de raffinare, per ha-
uer fine, ma ncliiede con CVco la oe-
eatiua. ifOf
renettere, de riflettere , per riuetberare,
per inchinarCtraddoppiafC* 1789
remgerio,dc nfrigcna épp
ref)gto,val luogo ficura fo6
reggere, pergoucrnarc. 417
Kt^a,rhabiutioae regale. |i4
regunentn,tl gouema 717
regiaa,de reina,mcta.per Maria vergine. 7
regioni, de prouioce defentte da oollrt
autori. i7a
regoarc,per dominare, per ammioiftrar il
regno. |8r
regno fpincuale. 48* de regno tempora-
le. }8r
regola,val Icggetordine. irr 9
recarci per ordinare, góoernarc. 1 rr 9
regolato, vai temperaio,ordinaia if
rcInd.’àf^Va.ilr &«««*• per Maria ver
gine. 7
relacioae,rvoo delti dieci predicameo-
ri d'Anftotile. id4e
religione.ch'eil timore de gli dd. fO.Z4p
reltgi'>fn,come rrete fr*tc. *41
re!inquere,per abbandonare. * 4 8 f
rei I outc,fono gli aua QZi,ctoe' qudle po cb e co
fe,Lhedi molte reflano. 747
remi,llromcnto oaualc noto. ioga
remta<fcenza,laramenCaCiooe« laricor«
danza. lagf
remoto de rtmoto,clie vai lonano«o fé*
parato. 87 1
reoa«8c aréna,d fabbione. 1 09 f
rendcre,peT re{btaire>riCotoare, recate,
prefenrarer 4*8
render graiie,prrringvatiare. 168
rendita, la eotrara- taf
renditore,quello,<hereChtuirce. 4^8
rem, cioè la fchiena* 1470
rcauna2re*pcr r futar e. 41<>
rco,dc r>o,val catriucstnfto, colpcnole,
ma!fatrore. 1448
repente, vai fubite.rofta Z97
ieprofoodare,per afiondare, de tetufiar
di nuouo. iOf8
repulfa,d( rrpu1fc,la contentione. |Ì9
reputare , de aoc ho npntate fi può dire,
per ten ete,cftimare. • Zf 7
recute,t1 ripofo. 714
refiflere,rer repugnare, contraftare, contr»-
dire. rpz
rcfpingere,rer fpingere,caccfare. 4 10
rcffHrare,per mandar fuori il fiato. 1 1 4
refnondere.de rifpondere. 428
reftare, per nmancre, fermare, cefiare,
mancjre. cz. 1704
reftio in vece di refliuo, cioè adombra-
to,cheèquandotlcauallo, o mulo,
che ne per fpironi t ne per battJiure
vuol paCTif piu auanti. 1 a 1 7
reftteuirf.per rendere ritornare. 4Zt
re(lo,che vale d refluite. ifo«
refurrerionc della carne. irte
rettaggio la heretbti- 1 )Z
rete in genere.pcr pcfcarc,de per pigliare
vcrcìli,dr airrt ammali. I09f
rere,per pigliar vccclH. )f4
reccore,in vece di Dia 4
reuerenta* de reucrire* vedi rruereoza ,
denuenre. 197
rezo,chc figmfica ombra. 6Z4
rhombo.o rombo, è figura 4]uadrata,dt
folida. 784
nafrumere,rer pigliare. |74
ribaldo, vai maluagio,dc criflo, detto da
reo,dc baldo. 771
Hbandire.per noocar di bando. get
ribattere, o rabbacerc,per arriuare, o
reacafo. 1040
nbeca. la viuoletta, o fimile flrocnento
mufica loS
ribeIlaoie,dtnheIlanti. 787
nbellare.rer efler centra al fuo Signore gff
nbellioae.de nbellioni. 787
ribello, rebello,dr rullila gl;
nbotnbo,dc rombo, cioè Aiono.o flrepito.4)9
nbrczzo,d( npreizo, vai capncao,fpa-
ueoto, tremore. lago
nbuttare,per ribattere in dietra 4it
ricadente, de ricadenti. 1 784
ricadere, per cader di nuoua 1 784
ricadun,val rinfcrmati, aoè di nuono torna
Ci infermi. 1 4I4
iica9D2Co,valriearto,rrefpa le I
nalauare,per un de cala, pa conttaftare^
oppnjnare. T4tfi
ficamato>do^ Uuorato di rìcame* t£|
ncanutorc>il cnaeUro de ricami <i|
ncami,oroameatj dioro, & (il fera. ft|
fKapricaare,ft accapncoare. redi ripmo.
Ii90
rtcchctza,& ncchctt«. i»7
riccio adie.comc icapcUt corti, crespi, o ina-
nellati. 7M
riccio (bit aoimalccto rpinofo a guifa dell'i •
fthee , ma piu picciolo , alerasicoce detto
porcospino. iai7
•riccOfChe ral daoarofo,pecaaiofo> i ty
•ricercare con mouimento. 1491
ricercare mentale>per laucftigarc* e 19$
ricercare, per nceoere»
ricetto, ilncctiacolo,rhaBitackMe. 91S
aricenere,per nccteare. ^ao
riceuuta, aocla coareMooe del debito 4^
-richiamare, per chiamar dittuooo, perrrao
care. 991140$
cichiedere,per citare, o chiamare. 1410
ricchiedere,pcrehiedcr di DUouo>domanda
re,e{Tcre di bifogno. 1411
richiudere, 3c nack ludere. 9 14
•ncaderc,perrirocKe,cagliareyofendere. n%
ricocliercA raccogliere. JkSf.tToi
ricolta, la raccolu, il ricotto. »ti
«icoaipera,d riicatco. 770
ticompcrarc,per riScattarCt 770
ncoaaAiarc,pcr placare. 707
cicongiungercfper accompagnar dì aoouo.
1^97
Rcoaofceiuj,Urimcad}raaaada rkordaaca
U60
«ioonofccre,per coaofcer di aaono, rttomj>
Tcaneraona. ia$i
«iconofcimenro.eal remuacralione. 1 i4o
ncouiare,& raccoocarC. 1 %9 1
ROopcrchiar,rer copcrctiiardi nuovo* 917
ricoprire, & ncounre,per aaScoadere, occul-
tare,coprir di nuovo. 9t$.l$77
ricordare, & ricordar^ , per riroe<aonTf,ri>
foaemre,rìducere»a memoria* lire
ricofdaitaoc,d ricordo. 4 ter
ricordo li medetimo che ricordatioQe» irte
scorrere, per coah^cre^ornare, remie, o
andate* 1479
ricoruo,0c rtcamo,Ta1 iacuruato. 141 1
XKOurare,dc ncouerare,pcr rkaperarc • 7$4
rtaekere.percrerer diotaooo. K90
rkuriio rat piegato. 14) 1
riddagli balio tondosoaerodhaloado* $|$
riddare,pcr ballare. $$•
ridente, & ndcnti,ciod<cott cificb 091
ridere nome & verbo* éev
ndtre,p«r ai£enrc,nportaro iftv
mdolerc,per dare odore* c9)r
ridacere.&ndurrcipcrncoraara» 997
riduttodo albergo. 979
fiedere,é( r«dire,per ritornare* 4414
rtentpire,pcr cmpirdi noouo. 17$|
rientrarttpereotrardiauouo* 916
rilare,per Car di Ottono. $4$
rifigbare,perfarfigliuoU di Ottono. >r&$
ndaare, & rc£oar^a£^re, per hauer 6-
ne* I TOC
tttitttare, per recurare,reaootiare,oegare,Schi
uare. 40)
rifiuto, la rifiutatione. 409
n6ettcre,& reìieKeTC,p«r ri«erh«rarc* 4 17
edettcrc, periocbmare, & raddoppiare .
J7l7
rif)roire,per fornir di nuovo*
nfi^efeare^per noouare , de per pigiar £rcSco*
140
rilr«gmo,ac’xctngetio, fff
T A V O 1 A
rifulgere, per nfpletidere. 4 id
riga,'& roga a legula delta, che vai linea dni-
ta. ifi»
rigagno,iI rioo,o il rio. X077
ngare,per bagnare, & adao^narc* 4 010
rigidezza, vale ofìinatiooe, durezza* i4l8
ngido,vaiafpro,daro. i4$$
rignire,é la noce de caualli,& delle caualle
quando defìderaoo il cotto* 110$
rigore, vale ofonata durezza. lift
nguardamcn(o,val coafideratione. IKO
riguardante, vai vedente. i)fO
ngMardare, per mirare. i^po
riguardare, per conliderir^ponermeote *
»»fo
riguardare, per haaercocnpa£Hooe,mirericor
dia,rìfpeito« ifpo
rigiurdatore, il veditore. l)CO
ngoardeuoletval hoooreoole. lift
riguardo, vai rirpetto,confideratiooe. lift
r]leuare,per aizare,lcttar di ououo. 4780
nleuarc,per importare. 1780
ctlucere.per nSplendere. 6 1 9
runa , la defiacaza , ctoe la fiat dd verfo .
94
rimaadace,per rimettere. 1474
nmaado,val ribattere allo mrootro. 9474
n(nancate,iltcÌlo,oiI recante, caoc quello
cherelU. leof
rimanere, perre{hre,ceirirc,afteiierc. ifor
nmantarc,per mantae di «mouo. i r 19
ztbaito,e il fecondo balzo, che fa la palla
quandofigiMOca. II19
rìrabambire^per diuenir bambo.potto, o fan
€iul)u,&Scropre,iQmaIa parte. icu
rimbeccate, vocabolo de grucaioH di palla.
C9«
ribombare per rifonare:,far bombo. 440
ninboMba,<racco da bombo, che é la voce
dcirapi,& delle trombe^oodc abombare
per rifonare. 440
jinàborcare^pacritoroarael boSco* 1 109
mnbroiure,pcr brootolare,dc è proprio, del
le donne contendenti co mano* 1409
hmbcouo d broMolamento. 1404
nrae,foooledefioenze de vetfi ditte an-
■undo. 94
rimedio, vai riparo,jnedicioa. 90$
mnedirc , per fare , o Crarc 00 che fi può .
490
rintembraoza,U ricordanza* 4 tr4
no^mbrarcyper ncordate* 1 k4
nmenare,per ciconducere* 4 1 4
runefoolameati,vai rauolgtotenti, & pertur
batiooi. i49
x^efcolare,per rimefebiarer t4f
zÙDCttere,per nponere. i7oa
hoiirarc, per guardare. taro
tamirar mcoulmcnce, percoofiderare •
M94
iiinoa(lo,ral fcoraato,& netto* 1 1 1 f
rtraontace,per rufeendere. 1 1 1 f
runotchiace, per tirare, vocabolo marinere-
fco. 1099
xioiordere*per compungere. i)7i
nmorduneato,val compuntionc. 1 )7 7
zùnoto,& remoto, che vai loouao,f«parato
971
iimou«rc,per rooner di nuooo,per difgiunge
1471
rimpaJmare vedi Spalmare. lOfi
ximpeuo,anmttcoo,dc dinfiipttto,che vale
a fronte,al antto,airiacootro,per mero
alToppoito. i44f
rtmprouctare,pervilfonoeggtare,fiofacaare,
buttatela occhi* >49
nmp8ouero,laigttomiaia»looppiobcio* I49
rfnarcere,per Rufeer dì nootiin! *4rtt
rincnlzare,per forbficare*Spingere, ^ ualc »a
cito calcare. 1994
rincalzo, 4 ccrto,lcgoo piccK>fo«cHcfi pone,
alle botti Sopra le rappe accio fiano Sal-
de. 1994
fincartare, perrinouar di vifaltra carta*
K04
riocorareidc incorare, perriafrancare, far
animo. i}a$
nnchiudere,& richiudere. 9 14
naczeSccre,& tacrefoerc,per Saflidire,noi a.
re. i|on
riacrticeiiole,val fofodioSo. 1 104
nncreSpare,per increlpardi nuooo. 1 949
nnfreScare, per pigliar ireko. &40
nagauagnarc,per nguadagnare. 74|
ringhi ttocede cani. 4 &o4
mighiare,onaghtre,perfar paura,8c d pro-
prio de cani, da nogere Lat. che vai cor-
rucCiarfi per ira,dc torcere la bocca, come
1 caou uo4.I4$7
ringhire,o noghiare,e ia voce de cani quan -
do Sono adirati. 1 ao4
riagiouanire , per farli^iouatte* de ououo.
ai$
nograTiare,perrcndere»o reSerir grafie i48.
470
nagrautdare.periogramdardi nuovo. z|r
noouare, de rmoueilarc, per reintegra te.
Z17
nnoaatoival reintegrato. ajy
nnoaeliarCfdc noouare. i»f
nnScluare,pcr rientrare m Svina. tmp
notenerircipermoUificaic.
riatorpaccipcrfermare.& >ccoociare aJcona
* cofa al Suo luogo. 404
rintoppoyval nScontro, dcdirimpotto*
do4
hotuzzare,per nbattere,rifnouere, eftiogue •
re, reprimere. >M4
itatuzzato,val di groflb ingegno. 1 144
rinverdire, per nnouare. • 1 94
nouefeare per KuieScar di ououo. 944
nnuigorirc,per pigliar uigort* 4 t
riOfin vece di nuo. 1077
xioperreo,dctnfto,&ratthio* te$$
noeta il contrado la cooccotiofie* 999
nparare,per albergare, alloggi.ire,o dare.vi»
npararCfPer Prouedcre,a€foacurc,dc ao<ho
per difemlere,& Schmare* 904
nparlare,per parlar di nuovo. 1 )$$
riparo, la proui6ooe,il rimcd)0,o il Schermo.
904
riparo dbaAione,la fortezza* 971
ripea£are,per cepl4care,pcr tidire,per ripiglia
>«• Kl
npieno Soft. 1 744
ripieno adie.riod ben pieno. I7$a
rtpiglìare,per npreodere, doe pigliar dinuo*
uo. jn
ripigliare per rìprciidere, ammonire. $}$
nponere per mnettere. 1 7on
riposare, per dar i«npoSo,£arpattSa. 714
iipoSare,per dormire. •
ripoSato,riporata,Hpo(óti* 7 1 4
ripoSo,)*otio,la quiete* 7 14
npregartfper pregardi aoouo. 19
riprendere,pcr npigtiar, àoediouotto preo-
deie.
riprendere, per aromoaire,dc ripiglurc. $|$
npaeo(ioae,U ammooiùone, il concgtmeo*
to. $]$
ifprcziO|dt ribrezzo,!! medefimo che cipnc
CIO. |t9i
riprouare,perprouardinuouo«
riproua4ort,cheSaproua di nuooo* x«49
• ilit
HfaMare.f er falcar (C nciow* fi
nfaiiare,& rifanacfi* I6*»
rirj9cre,per fiperlo di nuouo- 1 19
ntcaldjmeaco^tralicccagpoc, nbrotto,n«
baffo.
rifcaldarCy&rtfcaldaiC. Cv6
rifriicare,perrtfcuocere. 77$
nrc3tto,lo acquiffo,&U liberaeìone* 77S
xifchiarare,pcrf»fcnafc.
rirdacquarcyval dt nuouo taaare,nfrdcarc,
o nrentarc,! bicdiicn. 1014
nfcuotere,per nhauera«& comeracquiftare
la cofa perduta. 77)
cifoiotcrc,pcr rifetit<rc^conofccre,;&pcf ri-
niouerfortemencc* 7 7)
rìfcuuccre^per deUare» nfue^tiare, & nhaue-
fC l)®7
rifcaotereiper fmarriKj,&fpauentarG. tape
riredcrc.pnpofaretdt fì nferifcc alPaio. 190
nfenfare, per pigliar (eooo,& nioraarcio fe*
11)6
r ferbare^n feruar dt nuoooycuilodire. 940
rifcrrare,per nathiuderc* pi)
nro,iQ piu Icfira. 691
nfoìucre,pcr disfaiefO difucotre* 449
rifblue,per nucrfare. 1766
nfolueretper djtcrmiQare,difHntre. |<U7
riroaarctpernfpondereal fuono. lot
rifointgl tare, per raffembtare. 1 f6a
rdbrgere,perrorgeredi nuouo. loia
rifoucairc, per ricordare nducere a memo-
na. Iir6
rirparinlare,per auanzare, per non mettere
in opera, fparagoare. 764
nfparmioilo auaoio,i( Tparagno* 7(4
nrpegneretperammorxar di nuouo. i6it
nrpeico,& amrpetco» aoe acomparacionc.
1647
rirpmgere, per fpineer di ooouo. 6 1 o
rfpleodcre,per luìlrare. < 1 6
nrpondere,per faremo dare rffpoiU» I4* i
nrpondcrc,percootraftare. pji
nfpondere,per guardare. 1)51
nlpoodere, per fruttatelo rcndertyO dare •
416
ril^nroyflrrìfpond. I411
riTcK>ib,&rifpoilc. 1411
riffa, & ri(Te,la contefa. P9)
nftorare»per ricreare. 76)
nftorOfia ncreattone* 76)
riflrecto cioè ferraio infiemf. 1 796
riffrioeerc,0c ntbignere. 1996
nruoguare,pcr nfcuocere dal fonao, deftare.
1)69
rifuture,pertorDarein rrtìe,orndàno. 1474
nfufacarc,d( fufaure,per ntoroar rmo,noo
uare. tftp
nfufciUtOfdrmeta.Iiberaro. ipt9
maglio, ft a maglio, cheuale a mtouro,a pei
zt^o a faggio, come lì fanno 1 melloni, o
come bmiii. fl9
ritardar, per dimorar di nouo. 179
ritegno, vai legame» 6)
riceoercpper reggere, gouernarfc 4 1 7
riieocre,per cooferuare. 94 •
ritenere, per fermare, ftabilirOi
ntenerciper impedire» 601
ntentare,per tentate di nuouo. 1 649
motval colhtme.vfaoza. 1 pp 9
ritogliere, per tocrc,o pigliareio rfietro. 4)0
ntoodrti, il circolo. 1 pf 7t •
ntondo,i! tondo,)! cerchio. 791
rttornare.pcr tornare indietro. 1471
ritorte, fono legami, come corde,flroppe,d^
lìinili. 1)9
licia *,pernttrare,rimouere 1474
'fitratto,lacff>g)e,lafomigliiMa. 1474
TAVOLA
Htrofn,da retrofum latinOfChe ral fdegnofor
fa(hdio£o,ofliaato,dc fuperbom mala par
te. p6$
ritrouare,nertrouardi nuouo. 1494
rtua e quella foromita di terra lungo a liu*
mi. 1040
rtuaii.fono i contrarìi, & coocorreoti in ama
re vna iftclfa giouine. P4P
riucdere.pervcderdf nuouo. I)p)
nudare, per manifellarc. 1 69o
nueiatiooe,lamanifctUtioot* i69o
nuerenza,6c nuercntia. )97
nuerenCCtdc riuereudo. )97
nucnre,& reucrire,pcr far honore. ) 99
nuerrarc,per fpandere. 1766
riueff>re,pcrve&irdi nunuo. ip)6
nuierailmedclimocheriua. 1040
imocare.per ntorDare,nchiamare« 1 408
riuo,rio,rurcello,9r ngagno , che e voa pie-
noia acqua procedenre da la^o,o da lìu>
me fiipetchiante, o veroartilToofameore
farro. 1076
rioolgerc,per volere di nuouo. ii7P
riuolgere,& rauolgere. 16)
rtuolgimento,& rauolgimento. 16)
nuoIta,clic valgirata,come vni rìnotta d*oc
chi. 16)
rnfare,rer aocafeare, accadere, auen ire. 91 7
nziai^lin, il medclimo che giacchio, rete rer
pefeare. io9P
rizzare, & drizzare.per leuarin piedi, come
mtare ammazzata. 1691
roba,&anchorobba perla faculU. 1 19
roba,che dinota la velie fìgnortle, come la
toga. t«)8
robòsa,o rabbia herba nota. 1 174
rubboin veccdir<>ff> vlò Dante. 9io
robino pietra rreHofa. 1 144
robonee veli mento di la na fodralo In gui-
fa di tabarro . 1740
robuft3,vaIeagltardo* ;44
rocca,& rocche, la tòrre,& te torri 916
rocca, la conocchia, ebee ftromento, con
chelifi!a,tllino- ip))
rocchetto, velie da cardinale, vedi a rocco.
699
roccia, la ripa de monti, o limile. ni6
rocco de I giuoco de fcacchi. 6v9
rocco, die vai faffo,o pietra roKa. redi ron
chtone. 1144
roco,chc ual rauco ddta voce. 1414
rodere, per roligarc, confumare. tiri
roditori. ral deuoratori, mangioni. 1 j7B
rofH.1 f la condeolìtd.ft fenebrofitd de rapo
ri humidi,& condenfati. ièo6
foggio, fit robbo i» rece di roffo*. fio
7ogo,la pilla, doue 5 ardeuaoo i corpi mor>
ti. 49,
romanzi, 0r romanzatori)eranoqnelli,che
caotauano fu panchi per le piazze . lo)
rombo, nbombo.il Tuono, o èrdpito. 4)9
rombo, & rhombo,lìgura quadrata. 4)9
romeo in recedi romito. rfò PArioffo. 147
romito, che (la alP eremo, & in luogo deferto
Se foltoguo* «47
romito ad^. che ral Mo,&i ferillretto.T798
romore,& ronM>ri. #406
romore,perla lama. 149
rorapere,per fpeztare. 444
ronca, arma allata,aflaÌnota. 494
roncare^pcrftirpare,o tagliare! " l>tp7
roochiooe, 6 ftromento nUcfco,per caglia*^
re. 494
rot)chionc,o rocco,d parte di picfra,(o di faf
fo,coffiefcheggia,erero rn pezzo fot dei
co da rompere. 1144
tODagÌiare,j( axraaciglurci per prendere co
rondglì. 494
roactglio,il r6dihiolo,npioo,o rneino. 494
rondineiJa,vccello noto. 1011
ronaao,c picaolo cauallo. iato
roozoDC,& rozzQne,il llallone. ino
rofcigniuolo.dc vfignuol'i,vccello noto loit
rofa hor notiftuno , per U loauiti dd fuo
odore. 1179
rofa,paracipio del uerbo rodere uedi rode-
re l,7A
roffcggiare,pet fare,o venir roffo. 9 1 9
rollerta&rofforc. 8*9
rofto,rona,rof«i>& relTc. $»9
toObrtt& roffezza • 9 1 9
rolla, per lo iir.pedimeQto,detta da reftare,
che vallìrmaie.ritcnae. 949
rota,& ruou,a roconditate, due a ruendo eli
fu. IP9
rotare, per girare,raao1gere. IP9
ròua,part.Ujróperc.chevalcolafratta. 444
rotto adie.cioé non intiero. 444
rouofche vai fracairato,iD baccaglia. 904
touaio,e vento da iramoocana. 1 1 r
rouente,val roffo, & infiammato. tao
roucfcie,& a roucfao val roucrfo,teiiuolu
tevA e il contrario del dirìcto* 1 P41
tozeua,val goffita,5r groffezia d*mgegoo.
rozzo, vai grofto dbngegno, & male ornato.
•M) " U4I
rozzone,o roQzon, e cauallo trillo, 3c di po-
co prezzo. iato
rozzonc meca.tn vece di phapo. 1499
rubi,3t a ruba,, che valca lacco ,a botbno.
7pa
ru'}are,perfuiare,inuolarc» 7ra
ruba(ore,il iadro,il furo. 7fx
rubbia,Qiobb<a iKcba nota. 1174
iubberibio,val rofib,mggiix fio
rubcljo,rebcUo,& ribelli 997
rubeda,la raf'ioa, il furto. 7ra
rubo,& rubt,la rou;ta,mota,die fono fpetie
difpiQi. iipo
nd>iQo,at rQbinOfpiemi pretiofa. 1 144
rubrica,la terra roffa,3r pigliafi per cofa fcni
U o f^nau di rodò. 906
rufìM04bmo,dr rufifianiccìo. 1924
rulHaoo.e qudio, che tiene puttane a guada
gno. ,,14.
ruga,a crefra,4akla o rappa. IC49
ruga, la ftradaibctta,qualirtgoa,qtuarcfla.
•001
rnggiare.de ru9girr,ta ucce de leoni. 1401
raggine, dt rupg)oezza,cnfne dd ferro. 1 1) 6
nijgire,&ru|igiare,voccdeÌeonL 1401
eugg>tot)ome,Uvoccdelleone. *. 140)
xciprda,c humor,che vico dal cado od lem-
pofereoo. loip
ragiadofo,iral pieno di rugiada. 1019
nigofo,val pieno di rugh^aod pieno di ere
*947
rama, vai fracafto.prcdpirio. 49 1
taioare,pcr fracaffare,precipitare,dillrut|»e-
rc,coafumarc,dMlàrc»dirocarc. %ri
ruratoar,iier nuomcr di nuouo, confumar%,
deq^ficibumadrumea vocnieo. t)7t
rupc,e rattezza de mono UfloB,de diaoccAci
1)17
nifcello, e canaletto di acque correte. 1077
nifchi loooramuli fpmon. t ino
rufcigaraolo,h)ligemoio,dt vfiganjolOyLat.
plTilomcla.' 1007
ruftichezzada rufticiti. -
niftico , il villano.
ruoido, vai rigide. a <99
ruzzamcDh.Uwofcherzi.
-iiizzare,p fcherzare,c6 piacer dal corpo. 0^
«e 0
tavola
Si dii »«bo fipWt.Tcdi bfut-
fAbbtwA
fibbia, & fabbionc,rareoa.
fabbton«,è la fabbia piu grofla.
19 fcabro, vai rotto, duro.
Itl4 fca<chifCotncilg’uocodc fcaccWi
I }92 (cacchicre,i! tauolicre.
1 9 “rcacciare,per difcacciarc, cacciare.
I6lx fcadcrc,rcr fuccedcce.
119) fcagiooarcjpcr efcufarc.
•H4
690
«9t
Co9
1794
II7S
1)9) w.»-.-... j , 7
1 167 “tcaEliare,,pcr lactare, mcfatora tolta dal icar
. ■ ■ __ii .1^ li» fnimr« ft'SL
fatuo fatua, fj)ui,adie.
79 fatuo, aduer.cha vale eccctto,fe noa
94) faiutare.per dar faluto ad alcuno.
1099 fahite dtmaa.
fabbione.c la faooia piu groua* I099_falu(e corporale.
facccntc,val foCficieoie.fagg»©, pratico. 74^faluto, 8t faluic.la faluiatioae.
ficchcEtiire per rubirc,mctt«»»(icco.Tfr-r.irbuco albero 00». ’ r^
facco.^a ùcra aduer. 7fi-rampoini,Hrométo irunco,có-T ferami.idir— pellire de rairmi quando le fp«««
facco.che nel numero del pm fa facca. ' 1 7 r» f „ ctrfce in man.in vece di priapo. • 4r^ gbe vanno con velocu a guifa di factte ,
faccomano.comeaodatafaccomano. 7fx fanare.& nfanare.per guarire. 16, a ottrali -.A:,
facerdotc,aoerebgiofo,pteteoftatc. aqr (aoeuc,corporeo,&naunlé: ijie fcagliare.perleuarlefeaglle apeW. Iw,
fac^t,ò.arface,lo.«/ a,f Safuelviolenre. fcaglie.S. fquame.che foao propno d. pefc
facrare.perdedicare.offenre. ao f.ogne.perlo origine.opetlafamiglia. ifd? 'W, „ • i-it.rr.le »or
faoiinnito,atfa<'>">““- ,v—raoluitno, e colore toffo,o purpureo,* co- fcaelioni.fono i gradi delle reale.
ramficio,* facnficu. ,|- ^Sifangue. rcale.eon laqualfi afcende,* fi d.
facnflano.oucllo, chcha cura dcUecofedel faneuinofo, vai pieno di faacue. f)7 feende. ... . r i i V
lachicra%edifagriftaao. 4* “fanpduta.la finguetrola.aiiimaletto di ac-
facnftia.facriHie. 4* qua vallofa, che ha natura per rucoare, il
•&cro,facra.facri. »o Lg»« ^ , .o,,-rca]arpi.re,p«frrrsg.onare c,o.,r«m
faetfa,lafretcia.lo(haIe. aiv^a.lràfil contrario della Infermità. 16,, ' III
faettJ di pouCgCioè il fulmine, che vie» dal fanne, etiannc,chefonoideoti maggiori del fca ea,m vece di feaU vfo Dante. 9^
• ® ranimale.eomc del porco, cane. uva fcaldare,* tifcaldire 616
fano.cioe non mfcraio. uri-fcalrgne.fruitoquafi limile alle cipolle, ma
fa nota.* faut lare. 17 piu pi cade. l'»4
aclo. ^ 4*7
faetta meta in vece di priapo. I4f4
faectare,per trar faetee. 4*7
f^tna, legno mantimo,a guifa, quafidi fre*
gata,o di fufta,cofi detta, perche va velo
cc come faceta.
fagace,vale riluto, pnidence»
fa nlica.&faut tate. i7 puiFucaoic. V >—
famo.è cola a Dio confecrata, ferma, Aabile,— fcalpiccio,e quello romore, o flrepito, che li
velo- immobile.* femptedurante it fa co pKdi caininam.o. 146»
• O46~fancocoo,val quanto fcmpliciotto,o fantuz- “fcal itaie,pet calpcllatc, * calcare co piedi.
747 IO, olaatiielio Cioè come huomo Tanto 1449
ftgiauda alìùoa, Va prudenza. 74V (motteggiando.)
faggio, & faglia, va! Tallio* *79 fantuito,e<ju«lio,chefaìlfaniOi
fa2ittario,aucllo,che faetta. 49) raota,& fcota»Lat line.
fa|ii(ario,legno celcHe. 96i fapa,&.faba,il vin cotto.
(Ànik ano,queUo,che ha cura delle cofe dcT~faperc nome,& verbo.
U chieii. 4r~7apteoti cclebraw da noftri poeti.'
fala,é riiabicatiooe maggiore del palazzo . fapienza,& (apienna.
yxo fanone mofeato.
falamandra,animale in guifa di lacerta, ilcIa^porc,fauore,& faporì.
1 C a n fi. A fjtlArOJ
•749
no
179
)9o
• 79
ta,&maculaca-
fiUta7^aIatuzxa,ftinfalate.
fata to,Ulata, falate.
Calce, & fal/ce, albero noto,
faldate, per forcdicare,fermar«.
faldu in vece di fermo,fbvte.
• Zi7 faporitameure,ofauorofamenie.
xóox faponco,& faponta,val fauorofo.
l6ot faaorofoyval pieno di fapore.
t • Carte, io vece delle cortine da letto*
f7 fatK , le corde della vela legate airantenna.
f7 *on '
841
• 4tf
710
lalou in vece (uicnno,(UKt«. «ni*
file maf.& fem.ioogQtoimicroLa(.£aL leoi farro, 8t Cartore*
falcio vece del m uc . • oif— (afu.ptctra dura, 114+
(ale, che fono habiutioai maggiori del paiaz (iDare,^ fati^rc,pcr ifanrare, eonteotarc.
«w> tKnK
zo.
glfTpyinlp -va! faftldidiofo* & di CODUCffatlO
9»
faliccyde falce albero noto. li <7
faliccto*;c luogo peno di falid. 11 4? ocuuhju. *9^^
faiu^llro, e la pertica di (alice ,0 no pezzo . iaon, che fono dei de bofebi, delle felue,&
li4 7 ' ' delle forefte.
fjlire,nome*df verbo. •779~l*t**f**ff»8tfodtifare. 77p
falica la montata ioafeendere. 1778 fatolU.comcvna fitolla,che vale vna cor-
fehtorc^ùcUofcheafcendc. 1779 pacciata una panciate. *4o7
faloia la foma,ilcartc»,oil pefo. 1770 faiollo,valfauo.& pieno di cibo. *401
IIU
li "tciltrirc, pcrauedfrc.accmgcr». 74P
li fcxicnto.uale accetto, aueiiùio. 74f
fcalxare,*difcalx»tc. irv>
fcaUo,val fcnia calze. ifP<
fcambtjrc,ncr pcnnutare.irannatare, 1 7 6
(cambio,* ifcambioi clic vale m luogo,in v»
... « -
14,7 — fcacn pare, per vinere. iriP“
,4,11 — f campare per liberare,faUiarc,o aiutare, foi
I4,i — (campare.Der fiigirc. 1490
14,4 fcampo,clie vai vmere,(alute,aiuto,foccor-
- fo. ir!r~
fcanilere.perafcendere. i7io
fcannarc,deuo da caoaa,che Ggnilica la go -
la. '»*7—
'fcannn.ia fedi»,* meta.'p Io dominio, ijri
fcapeftiare,per vfardi capcftto, cioeflegat-
fi. 11»
-fcap gliatn.d quello.clic ha i capelli fparii, *
inu. lappati. **4*
fcauolafe,il crpuccio de frati» *744
(canratc.pet fuggire. ' III
Icappuzzare.dc fcaputzo, che eque|lo,(neii
fa col piede intoppando 'naducrtentemeB
te cflminado in alcun (aflo,o cerpite.1469
fcarco.acfcanco,il conuario di catto, & di
canco. *77*
raltnalafoma,ilcanco,oilpefo. 1770 f«iollo,valfauo,&pieooc!ì cibo. rAnAÌMtt.01 dalaoj.
(alm.meu.pcr Io corpo,* il medrfmoeh’e LlL^e.é qu'dio .l.epneina la
riti ncntedeU.nnaio.voceperlica. « , u*moltofi
felnienj,fono piu fome inHeme.
falmo,dt Calmi Lat pfalmut.
{pipare per leuar leancore.
(alfa, fapore fatto di herbe.
fainccia,la IngamEa.
falfo vai Calato ajie.
MT-
i^ica. * 749 fcaidaf*ierc,ci^ucnochepettinala1ana 94t
i7>o fauore,*fapore. '«)• fcaidoua,fcfcep.cuolo,*molto(quamo(a.
14 rt>idaEliare,nome,*uerW quando. che fi 109) . -
lor, aprlfonelabocca coocetto(uono.l)6p—fcaricamcnco, Sfatico. 7f
‘ili rfJl«,e,p«Uaa.re come balla. .49. (cancare.il ron.rano d. caricare. .79.
• 404 “ibandeggiamcnto.lo efsdio.
1 4oi ibaade^iarc,& ibandir*.
Ulto vai uiato adie. teox «aoaeggtare.ac «uac
CaltabeliarCgpcr (aitare, bora moanzj.8t hon lbaadite,dt bandire.
indietro. 14^ «bandito, vai confinato.
faltarc.SrfaltabeUare. 179! ibarra,é ferraglia fatta H* legnarne
Calteliare,per far Calti fenza ordine. ‘ 1490 —1.
faltefio,4il v^o della monaca» 174)
falteno hbro de i falmi. 14
falco, 8c falci, & falcare. I491
f4luantcnco,& falnamente. 19
IcarUtóTOlore di grana. 8zi
f i4 — frurm»gharc,p«rraW>utìarc, cioè mal pettina
ff9“
f g;r~ fcarmighaco,val non pettinato. • *4»
amare, pct froagraie, o coofomarfi di cai*
abarrare,pcr aprire largamente 9X7
Aemii,obernV.,og.a.rd.oa,vcfte. .r40-fc«r.h&fc.rpett..
rfiiadato è colore tome d. pa*l.a,o d. b.ada.->ar(clla detta da queUo che fa fat(o . i a*.
non io tutto bianco,ma t'aTlido. 8i4 ' , .
«b eo»tc,phaucr terrore, & impaurire.
. = *•. .. a lrarfn.valDJt£Q.auari
iir~
19 libero,* p difirrgirc. 1 100 pnodcll’acqua^e dcirìicil'a. ìo^~
^-=1. -^1,.,-, jL a, ro4 fcaucjzate,per lomperem duo pezzi* 4-54
4 .bneare,pcr Ieu4f^br.5a.& di fciOidH, 794 ,ic,ccxiaon*
M ibaffaie nome* nerbo. ly a Ir^r
iiTff fcabòia.UtogÌa,iafa«iUnoaùiiiia. tuia di fcu. vedi khcggwlc. . _|^4f
tj •4>gotme,phaucrterrore,otimpaunre.i»r
ajuarc.pcr fcmarc,cufl^ÌTe.o(renwre. .v -|b«tWilo,^queIlo,che «npauritomnan qua c
jluxDco, eroe non domeftico. uro — fi fenta ducila. a .imiriifiilv.
faluatmneivalfaluamntto. ' ‘ -c-=-- c t.oo rno dell acqua,e deiriic.li*
faluatore in vece di Dio.
faloezxa^val Caluacioo4.
(ahua berba ootiCnau .
fcejjiere.pa<rie«gffrciitfeparaifc ti
£ce{eri^»'nc>>5c (cclcntat
federalo, vai giottO|trillo
Ìcelu,laeletfmne
mancare, dimtnure
& ancho per dmidere. » ♦
fceino.val diminuto.fic efler manco dcll’mre
grò.
fcempiarc,pcrftratiare,af8|gerc. frtf
fcempio,fofl.il ttralio,U difgratia.o cafo mi-
ferabtle.
feempio,(he valfolo & feompagoato, il oii
coatrario c doppio,* meta. Ji poco ingc
gno. *M9
fcena.ftfcenici affi. 94P
fceoderc,nomcflc verbo, per difcenderc,©
fmontare. *^*4
l'ceroereipcr coaofccre,difceraere. ia<i
fcefa,ia dtfcefa.U fmoQUU. 1704
feertroyla regale infegna. }pf
rceurare,per {eparare,diuidere. 147&
Echeggia, lachiappa chcè certa particella che
per taglio fi leua ,o da vn legno, o per per
cofia dt martello da ferro> o pietra , detta
da feindere. M^9
fcheggiaic,rccggiale,o fcaggtale, i il gretti hia
le,o certa cultura di feu alquanto ionga ,
altri vogl 1000, che fia verte di donna da
Villa. *r+7
fcheggiare,per Icuar fcheggie. 1
fchcggtoni,* fchcggie,*che fono fefluredi
feogho alla lunga,* rochi fono poi fef-
fure alla trauena,* e ancho vna pietra
non dtuifadal fcoglio. 1769
fchelmo.^quel legno* al qual fi lega il remo
pervogire. 1040
fcherano, il miadìale** Ioaflalitordi notte
per rubare- 7ra
fchermagtia,* fchermo,la difenfione. ^04
fdi^mirc,i>er fchiaare,difcodcre< 404
fchermidore,quello che fchermifce. poq
fchermo,t] riparo, la difenfione* fo)
fcberniméco,&fcbemO)U uergogna,Ìl dttho
oorc,il feorao. 1 4t>o
fchemire,per befifare.
fcherao,* fchertnraentOyla nergogna. 1400
fchcnare,per burlare,trepare, giocare. 700
fcherzo,giaoco,ptaceuole^come da burla, da
treppo. 700
fchiacaare** ifcfiiacdare, per rompere minu
camence,* fracafTircpercotendo. 444
fchiacciata,la fbcaccia,o cofadaio Cogactn a,
1601
fchiacciato.val piato,* maccato. 44f
fchtamazvo,o fchiamaccio.il ftrepito,o re-
more, & è proprio della gallina quando
che ha £atto l*vouo. 440
lchiactcare,pcr fcndere,o rompere,* d pro-
prio de rami quando fi rompono la qual
die parte» ma non però fi fpciza del tut*
tb. 444
fchiarare.pèr chiarire. 1^77
fchiatta»Ia progenie,'* il grado del parenta «
do. If07
fchiauare^per difchiauare,* aprire. 910
febiauina, c certa coperta da letto pclofa da
una banda,* di grolla lana, con cui 6 ve*
rtono ancho 1 pwcgrinj>*igaleoto. 7it
fchianOfVal cattiuo,aoe prefb per forza. 414
fchicdierare,pcrunbtattare,& inzaccolare.
• 017
fchidone,lofpiedoddrarrofto. sì$
*^n3,la reai. 1449
fdiicra,Ia moltitudine di gente,** dì folihrt,
ordinaumcnte vadano l'uno dopo
ImIcio. foo
ichv’^^ iValc ordinati io fchicra» fot
TAVOLA
fthietro, vai puro^Sc fenza macula. 7iV
fchi^re.*fch uare, per guardarli. rvp
fcitifo,* fchtuo, vai fdegoofo,ooiofo, farti •
diofo. T79
fchirt), o fchipho legno maritimo picciolo . '
104S
fcliiodare,per cauarchìodt. S41
fchipho,o fchifo,lcgQO piccolo maritimo •
1040
fchiuare,* fchifare, per fuggire alcuna cofa
còn fdegno. f79
fchmde,pcr aprire. 9Z4
fchmma,* fpuma* Icz)
fchmo,* fchifb,vale odìofo»difpettofo. rr 0
fchtzzi,* fchiazzc,chc Cono quehc macchie
piccio!e,*fpelTe che fanno iCaualUfopra
le vcrti quando camìoano pel fango Itqui.
do. ifir
fchao!a,fchuote,ma piufcuola,* fcuolc.t04
fciagtira la disgrada. >67
fciagurato,* ^aurato, vai difgratiato. a 67
fchmuco,fpetie di feta non fina. 1 ftq
fnuato,val zoppò per difetto, cTanca . •ro0
racdc,ifnede,* ifcede fono fciOccbezze,fa •
cc6e,fempliciCà,o buffonerie. 1 aro
fcicmarc,* fcemarc,rer mancare. 1764
fciemo,* fcemojchc vai mancamento di ccr
uello. 1764
fcieoza,*fcicnria. 179
feteociaco,valdorto,nento. 179
fcieniiati celebrati da nortn poeti. 1 79
fahnguagnoicquel'n, cheparla male, doè
non tfpcdito della lingua. 1401
falingu Ignoto eque! filo,ncmo,ocamofi-
ci ch*c fono la lingua , che impcdifce il
non poter ben parlare quando’oon ébè
tagliato. 140Z
fata,c fcoglK>cauato,*emioeate,oeUf9odì
taira, doue il mar fuol far fortuna. io|0
fciadere,rer diuidere/cemare,nMCare. 1764
fangere,*difcingere. 1944
fantil]a,la£audU* 990
fancillare,pertfauil]are,fplendere. 990
faoccbexza,val inepcia,femplezza /impm •
denza,infipKÌezza 1 14Ì
fctorco,vale i newo^impmdcnte. 1 140
fctoglierc.per negate, difciogliere. $40
fcioTto,rai negato, liberato, 14Ì
faoperato,* difdnperaio.val fenza opera,
fenza penfieto,* perciò difutile. 04f
Iborinarc,* fciorare,é quando il fparoieri va
ad alto,* non cura ne d*vccdlo,ne di al-
tro. tota
fdpa,o fipa vfato dal Boccaedo, comemae
Aro fcipa, in vece di maellro pecora, o fi.
milc. irer
fdpare,il medefimo che ftirpare,sradicare .
I0i8
fcifib,val dioifo da fdndere.Labvedi fdode>
re. 1764
fdugagglo8,la ficdtdjU fcalmann. é&9
fdagare,perfeccart. 449
fciagatoio,fazzuoI da fugar le mani. 1 rro
fcoccar rarco.ciod cardar b betta della eoe
ca, 417
fcodella,vafo ptcdolo dacucinanoto. 0||
fcoglio,è brtb eleuato in acqua,o » tcrra,ma
é ptopno del mare. 1 0}9
fcola,* fchoia,* fcuola. f 19
/coladura del membro. 1 4p4
fcolare.* ancho fcoÌaro,tI dìfcepolo. 0{4
fcolorare,* ibfcolorare. • 8 1 a
fcolpare,pcrleuardi coIpa,p pcnbnare. 4oi
fcolpire.pcrfcarpcibre. far
fcoltorc,* fcultore. 114
fcolton celebrati da nortrìpo^, izq
feoaunener c^per metter oulé^^ femioordi-
feordie.’ . •TOf
feohibauare, per coprir di baue. 19I1
fcorobigliarc»* fcompiglure, per turbare,
mettere in rotta. 07®
fcompagnare,per Icuar di compagnia. If74
feompt^iafe,* fcombigliare , per turbare.
070
fconao,ral difordmato,* malfatto. 444
fconficcarc,rer fchiodare. 04
feonfitra,* feoofitto, vai rotta di facto «Tar-
me, onde fconfiito lo cfTcrctto , vai rotto,
* rutto guallo,* fionfiiu fi «lice tal rota
ra. fO|
fconfortare,per difconfbrtare. 1 10|
fcooForto,il dtfronforto. t }0|
fconginrafe.per aHrengere , * per giurar fai-
fo. sa
fcooofccntc.val ingrato,* ingrata. Ii40
fcooofciuco,vatnon conofduto. ilio
fconfigliaco,é quello, che habifogno di con
figlio. S90
fcon7olaco,val fenza confolanone. M04
feontrare,* incontrare 4o7
fcoocro, lo atto dello feontrare- 6o7
feonueoeuole,vai difconucacuoÌe,ialicito. -
*404
fcofMtcncuolczza,la difcóueneuolezza* 1 4f4
fconuolto,* conuolto. tfi
feopa, quella con cui fi feopa,* netta la ca.
b» 0*1
feopare, per batterefu le fpalie^o fu la cop-
pa,doè fruftare. ni
feoparorr, quello che feopa, o netta la cab.
&qucllo,rhe fi batte,* che batte altrui fu
le fpaiie. pai
fcoperchiare.* fcouerchiare,*per leu are il co
oercliio, cioè feopnre. 929
fcoppiare.è proprio quando gli alberi apro-
no 1 fiori,* per crepare. 44I
fcoppto,il fchioppo,oil tuono. 441
fcopme,* fcounce,pcr «itfeofrire, rioelare,
manifcrtace. 919 1 680
fcorgere,per guidare,* per cooduccrc dili-
gentemente,* con fiduoa. 414
fcorgere,per conofccre, & perfettamente ve-
dere. 9t9.it0z
feorgere, per ammonire . 740
fcooada,o fcuruda,ta ferza,otferza. 1 z 14
fcoroare,per vergognarfi,* per refiar fcoina
lo. iqol
fcoraato,val uittiperalD. 1401
fcorpoivale vergogna,* dishooore. 140 1
fcorpiooc,aoimalveleoofoa{Iàiooto. n0i
fcoipiooe,runo de «iodio fegm celeftì fez
fcoirere,per uafcorrefc,per fiaru. 14I f
botta, la gunUtO il duce. 414
borto,valeaccorto,*aueduto. 749
botV<*«b**ii>4ro. M00
rcorzadeluouo,ofimil«k lóof
feot^ meta.per lo corpo. • p 4
(corta meta per la verte. 1117
feorzare, per fcorricare, dot lenirla bona,
&meu.pfpogliare,*pnuardt oca. 1117
borticare,ii medefimo che fcorzjtte. l p 7
fcofccndcre,per rompere. 449
feofoo,* fcoflb,che vai ruina»o caduta con
mcMumcoCQ veloce. qra
bolla adie.che vai liberata* ]fo
bofià,io vece di eblu^ colta, ofpogUata.
4|o
bolla participio del verbo fcuotere. 491
rcortare,perncitare,fcparare« 971
boUumano,4^ difeortumano. 1 99 4
fcocto,il pagameolOfChe fi b all'bort e qua li-
do fi ha mangiato 77 4
feouerchiar^ *lbpercbiart,per kuat ileo-
UfrcblO; Ì|Z9
TAVOLA
fcouigTi, ftou]g(ì,I« mjflàrìde dcIU nidaa« Cnltf& fcdia,^er lo domioio.
fif fodere Roinc,& verbo»
fcounre,Sc feopnre^per dìfeonnre pif légo fediatU (rn<a»U fcraooa,ilicaa&o«
krctiati panai, o fcntiati«i«coloraci di piu fedja,& fede, per lo dominio.
colon. 44f fediet uumero iDdcclinabile.
fcriba,il fcrìoaoo il nouio^o il caocclliero. leggio per lo dominio icmporaleL
foi fcggiotn vece del celo.
Ichgno la esHà doue fi pongono le fcheenre. feggio da! verbo federe.
gol fegnalc tl fegoo,U macchia>nota*ÌQdibo
fcnnan,o fcrctiad panni, che vai roto & lira i;i t
|go fententìare,per diterminare. lapo
190 renienza.&reaeentia. 1779
it9 fentenze^notandi.proaetbi, detti* ig}o
|f9 fentiero,la orbitala calle. itoi
1x19 renrimento,il fenfo. ix}7
ta tagliati.
fcntu,icriueadie«
fenttore & faittori.
fenteura il fcntto,Iarcrina,opolna*
fcnucre,ircnaere,dcraiuere.
frroffajaporcafatnce. xxxl chiamano feopo.
InoUare.À tfcrollare, perfquaflarc, ft gitta * fcgoo,che valeiodino,pegno.
regiUfComedefruto. 4n frgno in vece della orma.
fcodarCipernparare. 49T feguaaquelli che fegujtano altrui.
foidiere*il feiutdnredi cafa« it9 fcguentcìval feguicaute.
laido la larga,tl brocducro, arma difenfibi- feguire,per feguitate.
bile,nota. 494 fegoitarcnome.
faiUore,de fnilcori celebrati. 8x4 fei nomenumerale.
fcuola,fcbola,&fiola. $16 feice,ptetra lunga, & rìtonda.
fcuoiare>per feortteare. i}ii fella del cauallo.
fcuotere. per battere Radiare, & dimenarfi. fe)Ure,per por la fella.
189 feQbDj,luogo puitolcntenellanauenoto .
6g tOfO
|t9 feneire.per conrentìre,conorcere, intendere.
U17
. . fentire.per ronfentire,coaorcerc,rapcre in-
44^ fcgnare,perliaeare,far fegno. ipi | tendcreivdire,(occare,prouare,pat)re»ro
toi fegni celclb. 8)8 fienere. vedi a 1 luoghi loro,
goo fegno, fegat,& regnale. ipi) fcntore,dcttoilafcncre,valrumnre. 1407
Sor fegno,pet lo termine,meta.o brocca Duetto fenza,& fanza.vfò fem' re il Boccaccio io
iox dncaaaolcfaeitcdegli araen, che Crea profa fante, & net verfupoifenia. 1 74$
4n
me
lfi| fenza dubbio aduer. i;t
ifix leparare^pcr diutdere,rparcire,aUoatanare.
*4fr 1471
1480 fepe,& ficpe,la fieue. ilff
1480 fcpcllire,per fottmare. 16x1
1480 fepolcro,& fepoliura. «4ao
1480 fepoltura.tl fcpolcro. 1640
I7ir fera la tiiama parte del di 1809
x<4r fcraph'ni.runode ooue chort angelici. 9
txi t fcrbare,&renjare,i cr confenure. 940
liii fere,fer.4r fìere.lo dumine. 394
IMO ferena.(Ìrena,&firene. 708
feIu«gK>,vaI cofa di felua doè filueftra, & fercnare.prr far chiar ». 70i
oiuca. Ilio fireno, vai chiaro. allegro, & giocondo. 7vg
fci«a,& felue.
go4 felaaggiumifO falua^tae, fono gli ammali
fekiaggi. Ilio
fctueBrf>,cioè di felua. ino
fcmbiaote,Io a(p<uo,la dera«ottcro atto, o
^egnodel vi(o. 1411
fembiaote, io vece di fimile , o conforme •
i4n
491
1806
1676
1476
77f
fgf
fcrgetire.il deputato a pigliate,
Il zafin,il sbirro.
fericn,val di fera.
fermone.il parlar, la locoela.
ferot noyval tardo,ooe verfo la fera,
ferpe fem & maf.il ferpente.
ferpcntcìl mede limo che ferpe.
trilli, come
ter
fcmbianfe,perla dùnollratioQe,parete,fittio rcrpeartno,pietradunfiÌma.
nc,o far vilb.
»rr4
• S94
178
Itti
nrt
I4f
>4n ferpereper andare a gu Cadi ferpe, o col cor-
4H
fcuoicrc,per cacdare,& feaedare.
fcuriada,Ìa fcrza,U iferia,ii flalfile*
fcurarc,dc ofeurare.
fcuie la fecurc,ia maaara,o acetta.
fcnro,d( ofcuro,che vai buio.
fcufa,& ifcufa,il contrario di acenfa.
fcufare& ifcufare.
fdcbitarc,per leuarfi di debito.
fclegnare.it difdegnare,per irritarli.
fdegpo,& fdcgnija ira
Cdegnofo,val pieno di fdegno.
fdeoure,fdentato,& ifdcotato. 1 ^77 fembiao4a,val ligura,cthgte,tsnagioe,o bmi- po in g>u,o per entrar a poco a poco come
fdraccioUr«,perfcorrexevclocaneQCe,dr litudioe. 1651 tl ferpe. 1467
Ihzzigarc. I7I fcmtbtaoza,il ferobiantetcioè dimoftratione, ferpillotherba odonferl nota. 117;
ldmcciolo,valInbrico,& luogo done eoo oapparenia. i4C{ lmare,per chiudere. 9x1
difficulta fi ftà IO piedi fermo come fu*l fembiare,0t fembrare. 14x1.1693 ferrame, la ferradura,nchiaaadura« 911
gluaccio. 17) fembrare, dtfembiare, per apparercidimodra ferta,fertc>dtferco,Ughirlaad4, ildrcolo.
Cdrufore,&ifdrurdre,pcrfcufcireifendere,& re. 14x1.169} iigo
fchixntate. if)4 feme,la feroeoce,o la femeoxa. 1197 frrtico herbaalcrìmenti fermila cépaoa.i 179
fe pronome, nel fio.Bt piu. femrrt in tema feme,&femeoxa,pcria origine. 1968 ferto, il creolo fatto m foggia di ghirlanda.
perfona,ia vece di Àefro,ttefla,efió,efl*a femenza,Bc femente, 10 vece della origine • 1 1 go
hefli BelTe, efit elTofO loro. 1914 1968 feruare,perofleroare.
fe, in vece della fi latina* tifa 1914 fcmìdei,ilmedefimo che heroi. 499 feruarefpercoafcruare,maotcnere.
fcne,fe non,fenaone.,renoonecbe,fcnoafe, faminarciper fparterc il grano in terra. 1 197 fcruacore,queilo,che conferua.
fcBelfo. vedi a gli fuot luoghi. 1919 fempiccroare,per?arferapitcrno. i4 reruence,itmaf& fem.
fe dai verbo cirerc,che vai quanto fei. 1914 fe«nfitcmo,qu4fi Tempre eterno. 16 feruidorequdio che ferve.
fecare,& fegare,per ragliare. 911 fempbc9,val fcempio,il cui cootraho è dop- feruigtafe,ii cnftem.o borfetn.
feca(o,vai ugliatOyfpexiaeo* 931 pio. *^49 feruigial>,fono lefantefihedi,C4fa*
fecca di mare. 4x8 fempiice,m vece di puro. 41 fem>gio,& fcruigi.
fcccaggioe,j( faucaggtne. 6xi fempUce,cbevairccmp»o,goffb,ogro(rola-
feccaic,per fduca^tae« 6i^ no. *M9
fcrcheiia,la fccchica. 4x8 fempbctlà,Upurìta»&bootà. 41.1x49
fecihia,& fecchio,vafo di rame, ocb legno, fcmpfe,ooèd*ogmhora. X90
per cauar acqua de poni. gag fco,m vece di fc oc, vfato da poeti* 1919
fecco,val foucco. 4x8 fenapc,herbaa(Tai nota. 1179
feco, vai con lui, con lei, tra fe, o tra loro, fenato vai congregattonc de vecchi, 8c il pa- fclleiro,val femedefimo.
1761 lazzo del coofigiiO. S9I fefto,Dome numerale, A feftodccuno*
fecolotche dinota renipo nelle facre lettere, fenacme,A fcnatori. }9i fe{lo,Afefta,iI compaflb.
A appo i Laoni il fpatio d i cent*anoi. X99 fcne,A fcnile,che vai vecchio.
fe oc, A fen.
fennotper lo fapert.
fcno,il petto.il grembo.
fcQO,iI golfo del mare.
feno,m vece del paefe.
fet»oo,che vale eccetto*
779 feunone.che pur vale eccetto.
779 fcnonoeche«vedi ai detto luogo.
779 fe non fe,A non fif^
44 fenfalcro fcnlarn,(l mezzano.
4 1 fenfo il featuncnob,tI foggecto.
fecondare,per fcguitareionde diciamo Pie >
qua andate a feconda quando va alla in
giu. 1481
fecondo cio^ dopo u pruno,
fecondo, che ual fi come,A coli,
fecondo, m vece di profpero, A felice.
feaetanorA fccreum.
fecreumente, vai celacament^
feaeto lo arcano.
fecure,A fcurc»la manara*
fecuro,fecura.A ficuro.
I7XX
1498
709
fervile, vai cofa di feruo.
ferutre verbo pemnence proprio a fenii.
feruitnce,A tcruitrici.
feruitu.A fcruitute.
feruo,ferua,ferui.
fdlx.A felloiilcompaflo.
X90 fcu.À feda, lat.fencum.
1919 fetCfla auidità,A vogliadibere.
I8).ix}8 fetta, vai opmione,icga.
1 446 fetta participio del verbo fecare*
fette, nome numera e.
feitrn>l)re,il fettimo mrfe.
fetnmaoa,il fpatto di fette
fertuno,(cttima.adie.
. . fcveTità,e viulhtia fenza m<fericordia.
1914 feuern,vargraue,ac4rl)c,auUero«
777 fenaio, vai vltimo Afetro.
14 l*8|4 fci40,val vitunoAfexaaio.
10x6
871
• 916
1916
1914
44
940
940
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1 60
I7:x
188
|84
t4U
84X4
ffacdato^^eMo <fie nft f«mt rtrgng«a.i4ttf
ffaamenK>»val ruma fbn»i^tmento* 447
tfare.ner diftruggere. disfar*. 447
ffaaj|iare,p«r fcintilUr* 8c ifauiilant*. 990
ffrfrare^pcr liberar dal ferro. 490
rfenat la fcoriau , la ferula«il ftaffile . ^i|.
»a*4
•ferure,perbanerecoiilaafefxa« mr
tiìoimentn^aod venir al fine t tfif
•fojtrcAùfogirefper liberar dal fuoco 991
afbgliarcypcrieuarlefoglit. tir4
sfondare»per immergere. 1099
«formare pcrfarbratco,dc quali miocardi
forma. Ifii
cforaire per guaftarf difordioar*. 449
«forxare.per farfona. fia
«foftotla vK>lentiJ,U fona. ria
s^eg>are,il cootrano di £rcgiare,che vale or
care. 7aa
«f/enacoyral fenia ^aotdod quello» die no
lì può gouemare. iai|
l^agllardare»per far timido»8c da poco* 467
fgannare,pcr leuar d*iagaonn. r«4
fgorabrire de d>rgombrare per diflrigarc»efpe
dire. 4ii
(bometitare,per«b*gottire* 1X94
Ig irgare,per mandar fuori. 1 n9 1
f^riJarc.perrrretiderecon romore. 140*
Igrignu eo, vale tu caga alo,ncagaato»mio,
degobbo. 1691
fgroppato,val feoaa groppe* 1471
fguardate,tl medelim'o cheguardart. un
(Riardo il mede^mo che guardo ik I
fgunzare»d( gituaare,che e proprio de pefd.
1491
lì,adaerbto,affermatiuo. ia9x.i9<7
H,io vecedin'>me»comeiJII,&ilNò, 1917
fì»tn vece Hi Unto. 1 7 \6
li,in vecediialcadaer* t9r9
li, in vece di c ifi.de ditanto. Itff7*i9i9
fi, quando nel pnndplo delPorabone Ila 10
vece di perciO,di pero,di onero, de di per
laqualcofa. 1917
fi con la per, come raria»fi per qacfto» de li
perquello. 1917
fiche, m vece di tàlmeote.di maniera, di mo
do K64. 1917
fi come.Lat.licul. t4c4
fi»qaando fi accompagna eoo Cacto, fatca,fac
n, de fave, ciod fi fatto* 1919
fi.che femore fi accompagna col verbo. 1919
fia dal verbo elfere. tr9f
fibilare, voce parvcoiarmencè de ferpeoo .
Ufi
fibille, che fono noue. ad
fibilo,il fibio,il luffbio* 1 1 ri
ficurania,la ficurtà* 61
ficurare,dcar«icurare,per far ficuro. di .760
ficuro,de fecuroificura. di
ficurcaA lecurtà.per la piegiaiia, tl picgio> il
maieuadore 7 do
fienrta, perla fede, fidanza, odifeaGoae* 6i
Ili!
fie,in recedi 11, Tfato da Dante. irdq
fiepe,dk fcpe, la Geue. 1 i 98
fieftri porto di Genouefi. loqr
fi fatto,fifatta,fi fatte. 1919
ligi 1 1 a re.de fuggeUar e, per bolUre,tiBprùn ere,
(legnare. irli
figlilo, de fuggetio* I f 1 1
ligoificare.per dinotare, dtmoftrarc, de mo
ftrarperfegni i|9
6goific3to,U ligatficabone. es9
fignQre,iovecedi Dio* d
figsore in vece di amore. ^ d|4
fignure tcmporalc.d( fignori* i#7
figoqi^^^accjpcidoauoare* |ft
TAVOLA
fignaria,il dominalo imperio. fl7
fi^ozzo,il medefimo che Iwgulto* • )
fi!eatio,il zitto, o cito il tacere. 1411
filtabe.cH coaiprehenColicerarum. 8or
fiU>>girmo,c pungente, de foctJe a^omcnco
di cofe dubbie. X09
fillogizare.per argomentare. 109
fiIopo,dc firopo. 191
fituaoo,dc filuellro, Io habitacore delle ‘fel-
ue. Ilio
filuefiro deriuato da felua. imo
fimigt<aau,val fimilitudine. idfi
fimia animai noto. I «17
fimigtiare.de fomigliare. 1 dfi
fimigtiinc*,val fimile adìt* idri
fimiglieuole,val fimile. idpi
fimifc,val coalorme,cale,eguale,ccfi. idfi
fimilrtudioe,vaI fomigiiaaza. idra
(imilmentoLac limtlicer. idei
(imo.val fchiacciato, piatto. i7l
fimphonia,chc vai confonaoia* 1 07
fimulacrola imagine fiuta d*alcutio. tid
fimulare,per fingere, de per dimollrare/queU
lo che non d. idTf
limulare,Qome,la fimutatione* 1 d7f
fimulabonCila finetone. l«7r
limulato,va) fintoidie* ld7r
fingularcjVal vnko. ipof
lioifcalcotqueUo die ha cura della cafa del
fignore. 941
fio'^ra, in vece della mano. 1416
finillTa che luogo dmota. 967
fingalto.dr fignutzo, chee quello fiocopare
che VICO dopo li luogo pianto. ndi
fipa,in vece di fia, voce bologncfe vfaca a»
Oaute. irpr
firacufani.ciod di firacufa. irti
fire,che vai fignore, vocabolo francefe. 189
fircne,roaomoAnmarini, come&uole^a*
noi poeti. lofd
firocchia,U forore,la forella* ifi»
fillro flremento mufico, aoe il corno ricur>
uo,cho (larticolarmeate rfauaiio gli Egri * '
tl ne facr. fieli di I fide loro reto a. 1 ot
fifa,è certa compofinone cheadopra i’minia
fon per mettere oro 10 carta. 904
fito.de lìti, vai luogo. 949
fitnare,per ponere, edificare* 949
{Teg4re,rer fciogliere. 149
fmag4re,per trare del fcnCimeoto.dt quafi
della propria imagine. ii6
fmagliarc,per apnre,dr per rompere* 494
fmaltato,val coperto,di ma^ta* 1 149
fma Ito, e maceria adu ila atta a pmgerc. 1 1 er
(maoceric fono oraamcntj,)nepoe. 716
fmaniare per funare. j |oo
(marno fntania,d( ifmanio, vai noo trouar
luogo per ira furore, o pafiione , come
vfcirdifcnCiinenco. i|oo
fmarnmcnto,Ia paura* 1 194
(marrire.per impaurire. 1494
(mamre.che vai non IO cucco perdere. 769
fmarnre,p iJcbtlire.comelmamca vica.769
fmarrici',val Tpauencaco* 1x9^
fmafrel.'arc,per romper le mafcclle* ir7f
(memorare, per dimeQCicare,(cordarc. 1194
fmeraldo, pietra prenota nota. 1149
(menglioTccello,fpecie di fparuicre. loia
(mifuraco.valfuordinufura. i7;9
fmifuratamenteival fenza mifura* tjfj
(moderaCamencc.val Cmi(uracameiite,dc im-
moderaumcnte. 1^-5$
fmoncare,per feendere 1 1 1 4
fmotCuc.FO Icuv il nioffo,kiiKt..libcra-
l«l|
xmortoival pallido, dt coi&c coloxe di morto.
I6i V .
fmoiere,perrìmonere. 14)9
(mozzare, per tagliare, fecare. f 1 1
(mozzato, vai mozzo, fecato. r 1 1
(muccurc per (druccioiare* tjf
(nello, de liaelto che vai agile, vdoce,de(lro,
(udco,(chieito*dritto. 1 roa
faeruarc,pcrpcrdere,ocauari oerui* i| 4
£nidare,per vfar dt nido. 919
fnodare.dt diraodare,perfdog1iere. 146
fo, particella nò (cópagnau/ivcce difiiok 1 919
(ò,Cà,dal verbo (apere, 179
(oane,che vai dolce* 691
foauemcntc adu^.Latruaoe. 49 )
IÌDauità,dc(oaafCaCe. 491
(bbbarcare,per fommergere, maio lingua ca
labrcfc lignifica crapallare. ^ 14)7
(occhi erano calzJhicoii da comici, tl cui
dire era humile,dcpcraofifitluper lo
iW baffo. 19
(occurera,per aiutare.
(occorfo lo Muco»lo aufilio. pop
(odalioo, la compagnia* 409
(oddutto,vale iMaonato*
(odufare,d( (ausfare anco fi può dire , per
contentare. ^jp
(odu£aamento,il compiaomento* 779
(odo, vai fermo, iacero,noo vacuo,oade affo
dare,per allcrmare. pp
(odocniCica/odomitioo* 4f|
fodomito,il g<imorreo. 49)
(odomili, celebraci da ooftri autori. 48|
(oficrcnza,Ia tolerainx. 44
fo6enre,per lopporcare colerare* 41
(offiaoCi(vtpuca) venti. np
(ofiiarCjper ibufiare* np
fofioUire,pcr (otlenere. 1^99
(offolgere.per rolleQtare,(ottopoaere. 1 7u|
(offfumigare,pcr profumare* 991
foga, la corda da fune. | {9
(oggtRo,dc (ubietto, U materiajo argo-
meato* 14
foggetlo,che vai (addico. ppp :
fog;bigute, pct futndwe, fc |wt ghigiurc .
foggi«er»,j.«ftarfotro()ofto. ),»•
foggiDgjre,pcr roKumct<crc,o fapnir.,)..
Coggioraarc,p.r ftaniire.pcr h»biute. t.
fo^iorao, U Haati, o l’habinuooc . ito
»I4
fogFUagcr*,& .ggmgaere. i.tt
fo^u,&roglio,tlln.iurddU porrà. ,.7
fogliardo.v.l polcionc, lece fcodelle, detto
da foglia.
fo^io, foglia, & fogliare, che c qtia parta po-
tta folto la porca , per follaotacolo. ,.7
fog.are,& infogoare. ||6.
fo«ao,& lofogoo. I
fol u) vece di lolo, odi fola. iao<
fola vale fcompagaaia,&feiiaapari. 170»
(olaio,il folaro,o il palco. ,)o
folaDiente,& noa folamenie, 1 707
folco,c quello,cbcii fa io cena eoa Paratia.
»07
foldacoj&foldaCi 4.,
foldo,vocabolomibtare , vai ilipenilioiiidi-
aie.
fole piu che vai fenta pari. 1 70*
folftJc foole,dal verbo folere.ehe vai coma
c (olito/} confueco. ipp9
fole, per lo pianeu illuminanie II cielo, * la
ferra, vedi atrjodice fecondo de nomi prò
pni. 4,x
folecchio,e'picdolo(ole.vedia fole. 6in
(olcfinc,& (oleanemcnCc* 9S9
(ulmoicà.drfolenoitace* 449
(blere,val come e (olico,coci(iie9o,om vfo.
irr>
'/
Werfe.TjT diticcW,liig«iìoro,tc»rto': i i%f
foicno «I dimi di Colo. 1707
folfo,& £o1fo,materia comboftibtle. 99Ì
foli fioc fcompagnad. *7od
folingotil mcdclwo che folitario# t7o<_
folio la Tedia regale. l*o
foiitanoi& Toleur^o.&foltngoi raIfdo»&
luogo ooe ooD è alcuno. 1 709
folitudioe, cheé proprio nutrice de pcnfien.
170S
folla,folto,& TcìoIIa.vedl follo. I79f
foQatiare, per diportarli. 690
follaicuoletVal Cefliuo. 690
TAVOLA
fopra mfcgna,la fopraurdcmihtare. 497
foprano>5e feurano vai ftimmo. 1776
foprapreDdere,& forprendcre, per prendere
airimprouifo. tV)
fopraprcodimeoto, i! Top ragmngimento, al
hoiprouifo.
foprafcr>rta,o fopra fcritto*
fnpraOaote,dc fopraftanci.
foprafhrr,perfiar fopra.
fopraucnircyper Topragtongere.
foprcyRi vece di fopra vfò n Petrarca,
fonlo^e queltofche non ode*
forelb, (orore, & (irocchia.
follano, vai (palio, diporto,cófolatiooe 690 foriere, & furgere, che e proprio delPacque, 1779
folleaco,roHcctra,foUictto,(oUiàu. 1999 £ alcuna uolta pej^crcfccre.
fooerchiare,per toanure. 1740
fouerchiato^vale auaazaro. 17^0
(ouerchte, & fopcrchio adie. dtadeer. vale
a U3io,molto gràde.fopraboodante. 1 74
fonerò albero noto, per la commoditi della
in fuafeona.
loi Toura, (opra, & (opre. 177^
1777 fooraon,dc (oprano, che vai fomcno. 1779
I77d fouraniare,dtfoprauàrare,riod Vincere. 949
1479 fouraftare,& fopraftare,per ÌQdogiare,liar
t7 7^ fopra di fcjollarfofpefo. I77d
i|7| Tozzo vai lordo (porco. jtit
m9 ^ozxofopra , d medelimo che (ottofopra •
ioai lbtira,lalordura,lahrurtezu. ifiC
foIIecitarc.perafTretrare. 1499 _forgozzone,é percoffa di mano fopra il goz fpacciare,perifpcdjre,at per vendere la oicr-
<bllecitudinc,vai cwa,aAÙ»uO|dmgeota, — zo. 14x6 cadanna. 771
fretta. 1 499" “formootare,pet innalzare. 1 1 1 p fpacctaramcnte,vaJ colloide io poco fpatio
foHcuare,peralzare. l7io foro, vai di pnina penna, ft meta, di prima ditempo. 196
Volitato, dr fbllecicoadie. 1499 barba. 241 jpaccto vocabolo mercatàtefeo, che vai ven
iblliarafe,écfolleaure. 1499 i^rore,forella, drltrocehia. 1919 dita,tfpcditione,sbngamcnco. 199.771
fntlo,drfciollo,che vale rarefatto, non ran- forprendere,loifte<ro,chefoprapretidere.]n fnàda,dc brando, arma nota. 491
fofprclIò,da fupra dt prcheofut. vedi foppre-~^ghc{to.il dimi.dt (pago. 141
lo. 97 (pago, è (ilo grolib torto. 141
forra,è cibo di pancie de pefctfalatajOuero fpauT *
legume come altri vogliono. 1604
fornacre,per fghtgnarc,?ogghignare. 69 1
forfo,come 10 vofbrfoyooe beuere io vo Ha
Co. 11|
deofato , dal verbo fciollare , vocabolo
Calabrefe,che vai pnuare,dr aprtre,o dal
»eitK> luc^Uerc» o follare, che vale fua-
nire 1769
foto aduer.i7o9.&quandoval porche. 1949
iblo,fola,fole,0t foli. • 7od
folo.dt fuolo, in vere della terra, A di Tac-
<]ua. 1019.1097 forte,peTUforcuna,caro,aacntura»difgra*
Colo aduer. in vece di purché. i7o9 tia. tu ...
folO?fs;pfrdiv£arcirompere,o gualUte 449 forte per la qualità, conditione.gencraiione, “Tpanna.la mifura che H fa con mano.
lbliierc,pcrfuogliere,tiberare. 149 fpecie. ^ , *99. (Varare, perdmidere, per parure
fpaIdo,i( fporto,il verrone,il pogginolo, che
è quella parte della cafa , che dal fonda-
mento al tetto porge 10 fuori. 9*9
fpalle^gli homen, li tergo. 1430
fpalmare,per vnger le naut nel fondo col fc*
uo,accio vadano piu vdoa. to9l
foandere,& fpatgere 1 769
‘ ' * 1419
1471
ibiuere,p chianre,cioè Icuar di dubio. tdti foneggiare, per foitire,darlclbrti,& ordina
foma»Ufalma,il pefo il carico. 1790 re. 199
Toma meta.per lo corpo. i|t9 ~loittre,perde(hnare,odifporre. 199
fomiere,queHo,chepoitalafoma* 1790 fofo,in vece di falò vfò Dante. 1779
fomigharciA limighare. 1 6fx fofpeodercyper Har fofpcfo, Dar lo forfè. 172
lòmma, per la moltitudioe. 1749 (ofpeodqre, per fofleuafe,ah*re. 1791
ib<nnia,&fofflmo,chcvalalta,fiagalare. i9 (ofpefo,val ftar ambiguo, fopra di Ter 172 fraruierc veccHo da rapina noto.
fpargcre,& fpandeie. 17*9
fparircfper nafcoodere,A come froarrirc,eu^
nefeerc. ' 1119
fpar(a,fparfc,A fparte,particfp.di fpargere»À
difpandere. 1769
fpaitire,perdiuidere,feparate 1479
frarutere vccello da rapina noi
fommamète, vai gràdemeocc, in Tomaia. K|o ^fpeciiooe,il fofpccto. 17^ fpaGmare,perhanerfpanmo.
foounergerc,per affondare. i9]9 fr)fpetco,la fofpibooc. 1 70 frafirao,e infermità di nerui.che fa rifirar
ioti
l|09
lommelki, c mifura,cbe H fa con mano aU
xàdo diritto il pobee fopra la palma dd
la tnanot che vien ad eflere quanto voa
palma,& mera di mano. 1439
lomtnita,raltcua fuprema, prt^.A metapb.
1774
£ommo,val aAciff.GnguUrir«. id
fommofio vece di Dio. 4
fbmmo,rerla fommi(i,ft p faleezza. 1774
iooagUo,Hromcto giocolare notdauno . loft lTiltioza,eff qua per fe Rat.
fbaatCì&fuonare. tot foRareper fermare^
lofpiccace,&aQcbofofpicdare,perfofpe(U' fune le mébra dd corpo, & pigliali an-
*70 cho per dolor grandiRimo, A quali in
fofpicdofo,val plio di fofpecto.
fofpingere,& fofpigrere.
fofpirare,nome,& verbo.
fofpiro,A fofpiri.
foRa,che vai ^1,0 affanno. i}i} pertofrano.
folla, che vai indugio, dimora, qoiete,o pofa. fratk) la diRanza,Ioiateruailo.
719 Tpatio quando tempo dinota.
I99ft Tpaucntarcjper far paura.
9& fpaueotacOfValeimpaunto.
fonao,il dormite.. *t44 foftegno.il foQcntamenro. 94
iaoo,fuoQo,c ogni voce, che può capire To* ~7ofteotaméto,val amto.notrimeto . $9.1995
recchto. «01 f, >ftcnere, per foftcncarc , A per mantenere .
foKrdarrerbo effcre.vedi efTere. 1999 19?$
fbperchiare.Afoperduo.vcdi fouerchiare, fnHcncre, per patire. iftli
. Afoucrchio. 1740 ~fo(lenerr.rer fopporcare,fofferife. $*
lophifmOfO fophifma. aoft foAenìm»to,AfofteDCamcnlo. $9
170 tolecabile 1109
$10 fp»ftare,pcr tenaria paRa,Ametaph.pernci
iny tare. 7,1
^19 ^patiate, per pa(reggiare,caminar, aoè andar
1)94
*794
*ao^
laP9_
1189
1118
7
rnauenteiiole.val ternbilc.
Ipancnto la paura.
fpazzare,per nettarcifcopare.
l^az7anira,U rporchezza,i'mimondeize,co
me quelle delia ciifa. 1817
fpecrhio, A fpeglio. 7*4
iopiio, vai tramortito, o come addormeota'
to,A fuor di Ce. i$i<
foppaoQOyVal fotto panno. l n<
foppidianOjilbàcodallcttode vilUnt.aipft
Ìbpporurc,p«rcomporcare,tolcrare, (offerii
ie,foccopnrtare.
fòpprefo,a fub A prebenfui, A forprtffb,a fu
fra A prèhenfuc. 97
ibpreflb, che vai calcato. *794
fopra, A foura Lat.Tupcr. 177$
ibpraboadare,per Coprauaazare. ai9
ioprabondante. aap"
fopragiudJcare,peT aperumeniegiadicatc.
1779
fotloentrarc,per entrar (otto. I7ft*
foKerra,nome fenza numero dd piti*è habi>
tabonefotterranea* . •.«* 1097
fotterrarc,per Tcpcl
car foteo terra- *
41 fnmlc,Afotti!i,vLfrle.
• 79ft
focto,A difetto aduer.' 179)
R>Nomectere , & foctoporre, per fuffatnire « _
1 70)
fottofopra, A fozzopra, vale alla riaerfa *
I7$9
"lohraggcrc^ fotcrahere, per liberare, o ri*
mouere. IZ7$
~f^rarre,Afoctraggerc,perrimouae. 1175
(reciaIe,A fpecie vedi fpetiale.A fpctie. 941
7recicria,A fpeticna. 94)
Tpeco,la fpclunca. 1127
("eculafionc,A fpecvlationi. 1127
lantarerporre,oHc* fpiKialetab hofpitando. 47
•097 Tpedire.efpedire.A ifpedire,p exequire, fpac-
ibpragmogercjper fopraponere, accrcfccre. (oueoire,per ncordite.
*^97 foucmre,per aiutare.
iopragiQgere,j^ giungere airimproutfo. 1477 ' Tba9ate,va! fpe^o fpdTe roUc.
1196
ro7
t7|l_
dare, Hntre, liberare, sbrigare. 1 901
fpedicionCjA fpediiioni. lofi “
fedito, A expedito che vai fdolto , preito.
1091
fpeglio,A fpecchio. 714
fp^ere.A fpengvre, per estinguere. *i5ift
fpemnca.A fpilunca. 1 1 49
fpeme, A (pene, la fperanza. i xj i
fpendefeoomeiA veibo,per pagare, foluerd
774
ffendifore,qtttnochefpeodt. 774
^enc,Afpeme,U fpcranta. 127 1
1788
it
U7I
6)6
I&
»!
*•47
fptogere>& fpegnere,per extinguert.
rpeoaccht^rc.rcr ieu^r le pttiae.
^nfìeraio.val feoza pcoGcro*
ipeoio,val mono.
/(pcntolaie.val pendenti,
fpera^dt rpheraj) dimuè rpertila*
/pera del fole, cioè Inombra del fole*
fpcranza^U fpeme,o fpene.
fp^raaz^ fflia^i'erla innamorala,
fperarc oQmc,4: verbo.p hauer fperaia. 1171
frergere»perperdere,& perdifpcrdere. ^470
|pcrg>urare,lc fperg>urato.
fpeigiuKvl gpuramciito falfix
fperimcatare,4r efperimeaurt*
fpertu,& efperto. ^
fperula,Udimi difpera*
|(j>ef4,dc fpefe,it fpendcrc.
ipciTi^fpeircyadic.
ipcGo aduer.val foueiue,& fpefie rolte<
fpeflb adie cioe fre^uence*
rpcaalc,& fpeciale.
ffeueria,& fpeciena.
foeCic della fpecieria
^ctrare.per liberar della pietra,
(^ctacplo^cofa di cfpcttacioae.
fpetzuc,pcr rompcrCfdiaidere*
fpeitac j,ral roCtOiCracallato.diuifo.
^hera^dc fpera)il fuo dtmi.e fpherula.
^Kineetinoftro eoiematico.vediaLaio
diThcbc.
(p»,8c fpte»il fpiooc.
(piacere, & difpiacere.
fpuccdoIc,5c difpiaceuole*
fptaceuolmeote aduer.
fpiaceuoIezza,ta nifticitd*
fptaggia,dc piaggia.
fpUQ^rCtpcrfar piano,
fpiaretpcr perfettamente ioucftigare al
cuna cofa
fplccare>& 4ifpiccare,per diflaccare.
TAVOLA.
’ldit (ptrti,&fpjrto.vcdifpiritj,&fpinCo. ifò)
99$ fplendere.de rifpleadcre. 616
X264 fplendido vai cnagoiHcoycbiaro. 407
16 II fplcadorCtU luce. 616
fpoglia,m vece della velie, de meta, per
lo corpo. I ) 1 6
fpog!iare,per fuc&irc>audatc,dcmeta.pcr
pnuare. 1740
fpagiic,le prededemmici fatte vitcono*
famente 740
fpogltatQtMtadroBÌi fchcrani. 77)
fpoUydc fpuola^liroméio da teftori, (opra ti-
^ual G auolgc tifilo p teflerc la tela 17)4
fpoU legno raaniimo adai Gcuro fu raajtfc*
104$
fpoIpare,pvr leuar la polpa)Cioe la carne
daiPoflo. 1)11
fpoliraiciper non clTcrc piu poliedro, ciod
gtouin^o vfcir del letto»aoe del poltro •
ne. iiQ
774
*7M
17)1
»7)i
941 fponda,cIie dinota pgni banda, de anebo U
riua dcGuoujU Gimlc» 967.1041
fpoocr e.pcr depoocre. 1 71 7
fpófaliDc,che fi fa tra marito.dc mogtic.ipzò
fpo(ooc,dc fpuoionc^rma ballala nota. 49)
rporchezza,la rmmondiuada (ozzura. 181 6
ff'orco,valeunmofldo,luzzo. 1I16
fporgere,n fpargere,oipingerein fuori. 447
fporco,il ipaldo,verrcnc,portico,o pog-
gioolu. 919
Ii6x fpDla,d( fpofo.dc fpofi. ifi6
778 fpofale,pcraficxo^rUpromc^^axnatr^.
778
778
778
I i I
1107
741
94}
II}*
747
447
447
1 1
1»4
fcoiiiale. 1716
fpnfo,fpofa,fp4fi. 1716
fpofo meta. in vece del papa. )?6
Ipranga , ctod llrettora r e «erto legno clic
fi pone a t;ai)crfo, fitto in d)ip legni per
toro foilegno. 67
U6x fpraxzo,che valguauo,dettodarprui-
74 1010
IjpKCiare, prpicare,fnouerefdt andare, ouero fpregionart»dcfprigionare,pcrleuaxe,oca*
jtfprpzzaretdc vfcir fuori, & bauercoriEi- uar dì prigione. D)
ne , onde diciamo le voua fpicciare quàdo rpregnare,pcr dtfprcgnaro. x)6
fono per oafeere 1 polcini , o colomoint , fpremere,m vece di efpnrocre. 1 77)
detto da rompere col picao. 9»? fprezzare,dt.^r«glar7,perdifpreYure. 40X
fpi€nc,& fpighr,ft fpiga io Gn. a)i fpngtonare,&fpegtooare. j||
fpiedo,arma badata ooiiùima* 4^i fpri|igerc,per trar de calzi. 1461
fpiedodalParrofto. 9)f frizzare, & fpnizz»re,p ibrufiareacqua.H>xo
difpicgarCjpermanifclUfe , (prooarc,perdarde fprooi,&mcta.per
{pianare. IP4$ ft, molare. 11,4
Mietalo, vaie ^pio,crudele* , 779 fprone,defpirone,drfproni* 1x14
fpiga,m plu.fpighe,dc fpiche. xji fproueduco.ralcairimprouifo. xpr
ipingcre,dc fpignere,per edingoere. 610 fpmrzare.o fprfzzarc,per cbroffarf^dc per ba
fpigolare.écoglierc ne campi le fpiche rella gnarmioutameotc. loxo
tcui dopo la prima raccolu. x)i (pruzzo.il guazzo. 10x0
fpigolillra meta.7al donna viie,dtdi baiTacÓ ipoi»a,Ulchmina,ciodqQdla feccia che
dicione. 1)1 efccdoiracqua per bolleremo per fo*
fpiEolo.é punta acuta. x) t ucrchio caldo. I ox)
lpiljo,il pontvvoio.o il broccaglior l4X fpumaote,& fpumanti. lox)
fpioa,dc fpioe,cioé dumi) virgulti, o rubi fpumarc,pc7ÌouarUfpama,cofDedeIlapi<
pungen^ 1188 guata quando bolle. toa)
fpinace herba da mangiar notiftinia. 1177 fpnnute,per vfdr fuori. 9x7
4io (puntare, perfenrdipBoia,&perleaar
1188 U punu. fX7
ix6x (pGtooe,& fpótone,anna badata nota. 49)
11)1 (purgare,per chiane (putendo come quando
iir vno vuol bere. 9)o
fpntate,& fpudart. l|gx
• 17 fquaderaare,per guadare, per romperc,co-
, , . , , *»7 me va bbro,o quaderno. 4*7
fp«ntaale. 1x40 (qnadra.lafchiera,o compasnia de (Mati
gntj,atfpiro maligni, atinfcmaU. i$o) inordmaoza. ®
ljniito.&rruM,pnloiDtcII«io,aaiiiM.&i- u«.
rorcuto. ,to« lqa»ilro.& fiiiutto,» itraairo. è Orommeo
5MrnoUaioL«.fpmtufljaaiH. , che adopera., i nuS» d, |„aame cioè
1440 «aarangofu»d( muratori. ^ f4f
ÌpiDgcre,& fpignere.perdar la fpmu.
fpinbfo,val pieno di fptoe.
(pione, la fpia.
{^raglio, il buco detto da (ptrarc.
(ptrante curt>o,vxl fofitanie.girante.
(pirare, per Mfiare>cxhaUre,mfiuadere
morire.
fpiratione,6r ifpfratiooe.
{^ntualf,& {finulf.
rquaTido,V4lbmtCo^afprA,8choiT!do. |6i
fqualore,val bruttezza,m«grezza. )6a
{quame,& fcag!ie,come quelle de pefet. 1 09)
{qUfirciare, per rompere con furia. 4^6
fqiurtarq,p ròpcre in quarti, & in pezzi. 447
(quairare,per ifcrolUrc. 47)
fquilÌ4,la campana. 108
(la,in vece di qucda»come damane, danoc-
ce. 1719
dabi]e,che vai fermo. 76
damile la roba, Io hauere,i beni» 1 ) 1
dabilire,perfirmzrt. 76
dabiliti, vai fermezza. 78
dadaiordegoodecauatcanri. lair
dadeggiare, per vfcire,o abbandonar le
iUK 18 7
dagione,cbe Ggmfica tempo. xr4
dagliaio,vale IO piu pezzi tagliato. 7x9
dagnare,per fermare. roto
dagno,Rietalio nonflimo. i x$r
dagau,*e ricetto di acqueto gaiCa di la*
go. loto
daio,& diro mifura nota. 1779
dalJa,daoia d'animali. 1117
d-illarc,é quando 1 caualli» o altri animali
ptfciano dando fermi. Ixif
dallo, b ltinza,Ì'habttatione. 9)0
damane,iD vece di queda mane. 191 9
damc,tl filo, per tcllcTe,& ancho il lmo,o
lana polli ìula rocca per filare. 741
dampa vai rorma,o legno. tri 1
Uampare,per iorinare,(egnar«. 1 n 1
dampita,é certo diano da balUre,& canta>>
re,cume vna piferata. toa
dancar,& dancarfi,pcr faticar troppo. )«9
dancbetto,il dimi-di ilanco.
danchezza la bOfciza.
dauco, & dracco,cioè riduco.
lbnga,e certa mazza lunga grolTa. . ,
dance, come poCo,o molto (Unte, vedi poco
dante. ^^4
danza,lababitacione. 930
ÌUnzare,pcrdaffermoiaaapropofieo 9)t
dare nomc,dt verbo. 976
|bma,vccdio quafi Gmile alla perdice. loi x
ftaraucire,prr draoudare. 1)79
daraaeo,dcdranudo. 079
date. Ut.cftai, tic. 9xx
^tera,dromenCo con cut fi pefx. 1 777
dauco, lo hodaggio, che G da ad altri
per Itcnrb. 741
dato ,peclo dominio fpixitualc, &tcm'
n'® •. ^
date,(^r lo enere,& per In viucre. 1794
d^,bfigura,la imagme. fxr
«»2“re.per ordinare, dilibrrare, fermare,
«poncre. 1x74
iUtuico,vai ditermÌnaro,dJiberato. iZTd
(acuto, va] ordioacione,rl>liberatione. IZT#
d*s^>e certa mazzetta, ftduco»,obaC’
^nt.. II*.
« cw u molcicudme de pali Atti m
Krra . euir. di rcrratlio 6ro pcrcòm-
hatu»» “
ftecchi loBo lejnt picciali,& pungeoli. ■ 1 1*
^la.e r.,no cclcftr *
jj'[)*P*'“<l«*‘no,(àfo,o forte. lyj
udiate, rjl ftcliifcro cpitteto coauenteo t.
a] ciclo.
qualnnqoe cofa dtrtte..come colon-
ie»
ì‘9
»<*
>i,a
.a>l^no) 0 palo fitto hi cena.
HemDetare,per liquefare.
IleDdardo.Qetio rii eaieadcnA».
fteo<^al^fouoleI.fte.
ilendere,A dillendere.
Ileaebtare.per Icuai di tenibre.
^ouce.petpaticgrandemcau.
».<
4*T
• n»
»*9I
• o*r
«•ae
^ì - ■
W A \ O t A
ftcrco,U fcccujla merda. 4 49 J
fteracit,p diftédcf,& mcu.p hx dbìico.1791
fterpe»* fterpo,U radice. iir?
fierpc(«^perdircauare,dtradicare. 1 ir?
ftcrw>,3c ftcrpc.la radice. 1 1 9t
fte(ro,& i(leflb*che vai mcdeCmo. 1919
ihU in vcccdeilo dire. 96
iiilcper U> coftume.vCaoia maniera. tf6x
ilile con CUI fi diregaa,& qualunque cola
duna 8**
ftilia,la goccia dell'acqua. loif
ftii)atc,p«r gocciare, purgare, colare. »oif
llima,tl prciiOjO pregio. 74 1
fiimare,pergtudicare,cooofcere, appeez-
«are. 4»T7
ftdnatiMa,vai ghidrtto* 1 a , 7
ftuiuilare. per molcttare, pungere. fio
filinolo, li pooeecto.o il ponioae. rio
fiioguereiflc difimguere. 1 44 1
fiipuidc fiiua,&ilu dice il lombardo, é
ciiiu(ura,di foepc nr
fiipra,per raccogliere tofieme ^chiudere
couCeuiare. ISf
fiipcndto,d fajdofla prouifiooCtO /alano
che fi p^a a chi {erue. 499
fiiuaequdia gabbia doue fiteogoooteap
poni ch'ufi per ingraflarc. }if
ftjua,«cbiururaracudifiepc vedifiipa. iir
fiiuare,percrcooJardi fiepe. jif
Ama, e ira, corrucio,€olera, rabbia. f66
fiiizo.Ìlntoae,& uzzo, e iegou m partear/o
dal fuoco. 991
Aiziofo,deuo da (bzio.perche fi accende
d'ira come il Aizzo afi'ocato. f 44
Aòjfta.vcdi al verbo ftarc 974
iloccOfU (pada del cauaHiere,[dc dcIPhuo*
rao d'arme. 490
Aoìo.é fccca di philofophi cofi detta, aio
Ao)a,é cerca falcia, ofet» di pàno,o cela,che
fi pongono! facerdou al colloide è ancho
certa vede facerdocaIe,che fi poneuano, i
dofToì preti quando predicauaao. ir4z
Aolbtia,U pazzia. H47
Ao1to,il pazzo,!! matto. U47
AomacOfla partedmanzi del corpo. 1449
Aoppa.,e quella , che dopo il capecchio fi
ua del liQO.o delia canape. |ir
Aoppare.pcr (errare con la lloppa.
Aiipria, c quello refiduo di feschi di pa-
gata, che reUa nel terreno dopo il ta-
gliar del formeoto. 1 190
ftorcere & torcere,per piegare. 1494
Aordire,è rropno quel remore quando
per inuiicatc linda rhuomo fi lente of
fendere l'vdico. 440.1499
ftordiCo,val comebatordito* 440
fiorionepefceafiai noto. 1091
fiormtre,per far romore,dc Arepito. 499
fiorm j,il remore, o Arepito, de perla molti •
ludioe di corobatienti , de pigliafi anello
peri foldsti quando fono per pigliar qual
che terra, checon gndi,dc romori cercano
fpauentan nemiu. 499
Aornare, pcrtoraaremdietro. 147}
ftorno,dc ftomitVccelloalTai noto, 101 a
fiorpio, dr ficoppio,lotncerrompimeoto. 49 1
fiouigliffoao le realTanae della cucina. 919
ttraboccamenti.vai derocameou. 4p o
firabocchruole, vaireDzacoofidecatioae,d(
firabocchcuolmente. ^po
ftracciare,perrompcre»dt fqturciarein pcz
ZI , una cofa dj panno, o fimde per forza
dimani. iffo
firacao.dc firaccì,rono panni rotti, de per vec
chiezza confumaii,d(noapiu booi,deil
medefimoe cenno. affo
Ancco,de fianco,clic vaUaiTo. |4y
ilradaja via pubitca. $ loz
firadico il giudice del maleficio. 1 1 oz
ftrjgcU maligcutà. f}6
firaiaare,dctneraiciare perfnoilare,fiti]uppa
re^Aringere. i4p
Arale, la factta, la freccia 4|i
Arai unar gli occhi, per guardar fifiameoce có
miaac()e,quaG ezera lumen. ifp?
»ramazzjre,per traboccare, rumare. 4f 1
rainbCifono legami fatti di giuachi in fbg-
?,ia di corde morte , con le quai fi legano
ebalJe de cuoi,o fiuailt. 140
firaiue,tlfieno,hciba nota. Ii7r
Afaogoiare,per afi'ugare perla gola. I4«f
Acangoglioniffonu que cnfii bocconi, die fo
noquafipArangolarechiliroangiJ i4zp
firamurefperclTer ebudo de contrailo al
voler d'atirui. r4l
Araniero,dc AranictCjil foraAicro. 1979
Anuio,di firamo. 967
Arappa(e,pcr Aerparedi mano, Hf7
Aiarif euoie, vai firabocchcuole. 1040
Aniiuujr per terra. 1791
fi atagcma,è aAuaa militare. 904
Araojtc«per far Arano,rchernire,AcoCare,
confiunare, mal trattare. 1 1 1 1,
Arano, vai fccmpio^frugg^meato^crudeità,
datino grande. i|i ^
Arauag'u/e.rer vfnr di trauaglio. ijoi
Arega in plu.ltnghe la maga. 7^9
Arcgghia del cauado, detta da Aringo,o
tiaAemo. iii^
ArcgS*3tc.che è proprio de cau alli. 1 1 1 p
iiiemiti,& cArennra.il fine. 1 cx$
firerooydt cAremo, vai ultimo. - 14x9
Arena li roedefimo che manza. qn
Arepito il rumore. qu
Arettamenu aduer. 1 79P
Arctcezia tl conaano di larghezza. 1 79P
ilrctto,Afetta,Aretti. 179P
Andcre,p-cr fortemente gridare.
Andcrc,e la voce del pipifirclio eccolo
nbtiurpo. 1404
findifdc nel numero dd pia Arida, de Aridi.
Arigaide Arighe,fooo certe vecchie (fecondo
uempu) die fi trasformano 10 gaae, dt 10
altre varie forme. 799
ftrigtierc,dc Anagere,deaAnngcre *79f
filare, per gn<Qrc,dt far firepito. 1 404
AriDgere,dr Urignere. upp
ftafctre,p Aropicaare4dciare,o fregare . 719
firofogia, de aerologia. 794
Aromcti,de Arumctimufia di vane forti. 104
ftro(ncnti,o Arumenb da notai. 9oe
Aropicaare,per fregar leggiennente. 4jz
uropiccio, vai picciolo luono fatto có mani,
o con piedi fregandogli per terra. 4pz
Aroppiato,vaieatcrarto,ratraj)pato. ipio
AroppK>,e Aorpto aoémterropimento • 4^1
fttOifcio,ègranfiioao,o Arepito. 4pz
Arotxa, e ii canale, che giunge dal polmone
alla bocca, la doue viene U fiato,dt pigliafi
in vece della gola. 1417
Arottare, étalinérc Arcngerc la Arozza che
ipedtto il fiato fi affbga,dt fi Arégoìa. 1428
Aniggere,p di»fare,córumat<,dileguarc.449
Aromentirnufia. 104
Ammencì da notai. 906
ArupOjdtAupro. 491
Auccate,pcr feocare,o per indurare, dr an *
cho per fauare. 4|o
Auccc^é còpolinooe di varie maniere, iaqual
poichec fciuccadiuiendurifiim.s 6ìo
AudÌare,perfo)leurare. ipoo
fiudiare,per dar opera alte lettere. i9|
ftudio,pcr la foUccitudme, diligenza,iada-
Aru cura, opera. 190I
Antlio delle feterre. it|
Audiofo,vai dediro alle lettere. 1 9|
Audiofamente aduer. ipoi
fiu0a,dc Ajta,habitacioae per lo verno nota.
91*
Auo)n,la mokitudioc de foldaa. 499
Aupefactione.la Aupidita. I Z94
ftupefatto,vale atronttu. 1 194
fiup«do,val Aupefattr,oazzo. 1194
Au . ore,c fpetie di amimratiooe di qualun-
que foprauegneore pcn colo. 1 Z9 4
Aupro. d( Arupo. 6 tp
^uz7icare,pcr toccar piaoamence.oode fi
d:ce Autzicar oc denti. 144)
fu fufo, vai fopra. 177*
fua/ur,fue,dr furd. 1919
fuadcre.p renuadcre.cioè far credere. 1 ai 1
fubbto, e Aromeoto fopra il qual fi auolge
rcrd.nira per ctAcrelatela . Ifj4
fubietto,(ogvctco.lamatcna« •*
fbbttOfdt diluoito aducr. che vai ioconta-
nenie. 194
fubito <hc>& fubito poi. Z94
/ubico, fubira.adie. 1497
fub(ìAenze,vai foAanzc. ip96
fuccedci e, per auenue, iatemcnirc,andar
forco. irtfd
ruccer>tonc,il parentado, la poAerità. 1 r6$
(uaefMuam«nte,oal di gtado,in grado. ip4d
fucee(fore,val pcAero. ic64
fucchto^dc furchicl{o,iltriuello,dc trìuellino,
Aromeoto per forare. 94^
ruecare,pertcttarc,o poppare. t44?
fuccidume,il Ipur chezzo,o lordura fatta per
caufa del fudore. 1810
fucado, vai lordo, /porco. i9i*
fucro&fucchitóifug'i. ioZ|
fuccoyin vece di latte. 194*
fudare,chevim pcMroppo caldo. 8n
fuddito.var/oggecto Lat.fubditu*. tp7
fudore,^ /udori. 9fl
fuc,tn vece di fu vfò Dante. 1778
fue adie.Lat fuut,a,nm. 1910
fucg^hiareperdeAardalfoono. 1169
fa«gtiare,6cfuegghiare,& fuegliarfi, per
dcArarfi dal («-nno. 11*9
fuegitato.val folleciio. 1949
faefare,perfcopnre,orcourir«. 919
fuctlere,per Airpare.o Aerpere. iip7
fuvnar, per tagliar le vene. 1 )Z4
fueoirc,per venir meno, per fmarrìrc. 119*
fuentrare,petapmcil ventre. 1119
fuentura,iafciagura,ladjfgratia, 167
fuenturato, val7ciagurato,difgraCiato.. 1 6 7
fuer^gnato,val fenza vergogna, sfiicdato,.
sfrontato. xao
fucrgognare,pcr vituperare, gittarvia la ver-
gogna,diucoir sfacciato. aio
fucm'are,per vfctr del verno. 947
fueAtre,per fpogl>are.dinudare. 1 p )6
fufiumigare.dt fofl'umtgar«. 971
fufiblare,per fib<Ure,coo la bocca. •197
fuggellare,& fivtllar«,per unprunere. 1 p 1 a
fuggvllo & fieiHo. I pi X
fuegere per (eccare,& per fougare chc*l lom
ìiardo dice dzzare. 1 X4
fiigo,fughi.óc fuccn. 10Z9
(uiare,per Icuarfi di ma. ioi|. 1 1 00
(uilupparc,& difuiluppare,rer foodare. i4p
fuifare,per non auifat^cioc ctTeie aue*
doto. 1x4}
fudarc, perguaAare il Tifo. 1417
fun, invecedifu, vCstoda Dante. I77f>:
fuo, (ua,fuc,dcfuoi pronome. ipjo
Aio nel numero del puiycaocja Vicedifuór,
& di Aie. 17x0
Aio,iq vece di fuoi. 19Z0
fuo(ceu,5t luocero. , t pz9 ^
niJbudQOpDafH3DOOd!dOQu
TAVOLA
nogYla. tt74 inodo.o per tal modo. ì6k$
fuoruTare,perbacceri*4li,comeqtuoJoc*im CjleiitJrc,per<onrcn(irr,opÌ<cere,doé del»
para dj volare. looo la Tua voglia far la uogiia altrui. lx7;
fuoi.ia piu &ia iinWuo pronome. ipao talento, la vulnnca,il volWe. lavi
fuolo,in vece della terra. top 7 iaÌhor,vj|e alcuna volta. 1 6p
Aiolo, rcr la ruperficie deiPacqna. loif taiiune,&li pone per la parte del piede n*
fuolo,perio folaiu,& ogni cofa, che fofliene ^cma al tallone.
onde fì dice nelle oaui porre le mercatan • taipa.la toptnjra animai quali limile al topo7
ne a fuolo, a fuolo , aoe a Iblaio a foiaio & babita lottcrra. 1 iM
IVnafopra l*a|{ra. Pio tal volta, vale alcuna voltaitalhor. 269'
fuanare,<S( fonare. 101 tamanfro,arbore. 1168
fuono,& fooo.cheè ogui voce, che Torce- tamburro, & camburri fìromeoto bellico oo>
chio può comprenJere . 101 ~ nffimo. 109
fuora,dc luoreda monaca. 248 tana,l3Cauema,oueha*>itanolefere itif
fuperare,per auantare. rq8 tanaglie, Ibomentn di ferro, che adoperano
fuperbia,la alterecxa. f6o < fabri per pigiar t ferri affocaci 842
fapabo,val aUicro,ft alcuna volta Dobtle,& canto aduer. vale ad ogni momento di tem-
pigliali IO buona, 3c in mala parte. r8i po. tri
fuperbi celebrati da noiirt poeti* 1 caato,uota, tanti adie* 17}8
fupcrficiale,& fuperlicialt. 78»* tanto, in ucce di al line. t<24
fuperficic, e quella cofa.che ha lunghetta , ranto,o quanto, vai mica, va poco,o alcuna
& larghetta, della quale I termini fono le cofa. i7ir
linee. 78f tanto, & intanto, che vai in quel rotto di
fapernOtCtoé di fopra. *6 lempo,0 a quel tempo* 298
fuptnr>,e giacer col corpo IO fd. 9?r tanto piu, tanComanco. 17 {6
fuppa fatta In acqua,o in vino. ixf ^nto(ìo,cioe tato collo, che vai fubito. 292
fupplicarc.per pregare reuerenccmente. jr
fupplicationc,À( fupplicationi* K
fuppliaOfd tormenco,tl martire* 1820
fupremo vai fomroo aitoiin cima. ir
furgentitComefurgenn raggi. rota
tapeto,e tedura fjtta di iana,o di feta d i ua
ni colon, vanamente filtrato. 7it
tapinare,per andar peregrinando. ]ij
tapino vocabolo Cr.val mircro,humiIe
ballo. ;i|
tri
furgere, & forgcre,che é proprio delTacque , tarchiata, vai ben formata in tutte le pam .
c ancho per crefeere.
furfe^o vece di Tufo vfò Dante,
funsi alberi noti. & fulineil fratto.
lufot,fu.& fupra.
fufsidio,io aiuco,tl foecorfe»*
fuiuirare,c la voccdelTalpi
iota
1:7 tardala, la tardità.la dimora,la Ictczta. 278
1168 tardare, per indugiare. 278
1778 rirdn,& tardraducT di tempo. 278
ro7 tardo adic. vai pigro,lcnto. 278
1)97 targa, arm4 difcnfibilcaguifa di fatto. q9r
fu(trurre,plafaarllluogodi vn'alcro. 1701 nrìo, il caruolo, la tignola ammalato che
futom vece di flato dauerbo cfTere. irrf fempre rode, detto a ferendo. 122S
T earma li^6gnuo]a,o carpa rperiediuermea
Ta*m vece di tali. i6fd guifa di carlo,cbe rode la carne. 1118
caballtfdt timpanltfooo fìromcnci belljo tartaree porte, le porte delTinfcrao. i8or
morefcht* 109 tafca,Uborfa»larcarfe{Ìa. ijp)
tabarro,iT veftimeoto fenta maniche, che fi tairo,aau»al fooacch:ofo. * '
portaua difopra alPaitre vcfti. ir40 taflare,per ifpnmentare. 144!
taccherelle.foao tacche, o cagli,che fi fanno tatto, Tvno de anque feanmeoci del corpo .
fopra vn legao,dc per meta . fi dice ad va N 4^0
huomo haua tacche,ctoe difetti. t nr tanerna, luògo doue baccicanoi teuernierì,
tacere, nome,& verbo, per ammuure, 000 bbrattien,beuiton 114
periate. tauermere,qllo chef ratica alla tauerna. 114
Cadtamentetvale occultamente. 141) tauola,la menfa doue fimaogta. 1 80)
t3ato,val con fileociojfeoia farmotto,& tano!a,per lo conuito.
fecieto . 14I) t.ìuolare per far cauoia & meta.per far pae-
taacurnit.7,i| fil otto. 1411 i©. 1748"
tafaniffono animali volatili, piu grandi del • taoolaceto, il targone, cioè feoto fatto di ta -
leapi^dc di colorfcuro. tota uole. 49C
cagli maa* ( er la fimilimdine, o coofornura. taiK>laizo,tl cargrme da diffefa. 499
i6rr tauolato la ferraglia fatta con aireotanole .
tagliemeotOyla vcafione. 929 417
taghare_^ermafchi»rc. P)o cauole da giocare. 898
tagliarli tetti, per decapitare. fio viuolief da giocare a tauoìe.dc a rcarchi.898
cagliare a petzu ~iiuoleit4 , in vece di pittura , o di quvdro
tagliatotche vai ferito, frenato. f)o proto. 807
tagliente, epithctoeonuenienteanafpadi.o tauro fcgnocelefte noto. f8o
fìmile. rio tana, fa coppatvafoda berenoto. tjo
taghereidetto da tagliare, ciod doue fica- te, b, prò nome. 19x1
glia fu la carne. 1801 té, in vece di togli. 1911
tag lodelTarma. fio . tcco.che vai con re. lyxx
tai,in vece di ule,& di tiN. i8f8 tedefeh!, gli alamanni. ip8o'
tastale, h tal^fenn Particolo vale alcuno, Cedioda molefÌia,l4 noìailfattidio. i)oi'
altoiw-fratcunii&conrafCKolo vai colui» teg|liia»o tegeia,& teu>u7xa,iidimi.é vafe
quelli. comeule,gli tali , alcuna volta fa ^ terra, o ai rame da cuana, a tegendo di
comparatione.cnme talc,& quale. t9ii fla. 9)8
t2f,& Uic.cbc vai firmie,& cefi. 1 6r8. 19x1 tela,chc fi fa col fiIo,& fbme teflendo, 1 rn
tal che vai maoiera,diroodo,fiche, 178). *•■^0,10 vece dello flrale* 4)8
»8xi tema, la paura, il timo ' 128^
-^.^tale adurr che vai talmente, quando, fi^di ''neoia^la temaitl timore* ^ II88
Hi A ;v “7 ^
temerirfo,va1eirióg}ntc,pttfoneaofo,aB.
dace. )2o
temere* & ancho femore nome , dt verbo.
1186
. tctncre,perrauemare,haucr paura. iil8
temo, il fi.^ooe.il goucroo della nauc 109
_t£wore,8rtifrne- iree
temorofu, vai pieno di timore. 12Ì6
tempera, rnme qndia del ferro, o buona, o
trfl.i, 5c per niaa »717
tempcranria,* remperamento. i?x7
temperarc^pef accrnciate.adatfarc,& riduce
re alia via del mexo la eofa cccefnua.1717
temperato, Val moiigcratf>,mi.dctto 1727
temrcUa»égococ d’acqua congelata, che
vten dalTaerccon er^ipito 1019
tefnrelb,per la fortuna maritima. 10)4
tempelbré,per cadere icmpelb^dc meta, per
combattere. I094
tcmrcftofo,val pieno di tempefta. 10)4
~ccmpie, fono le due parti del capo » tra Toc-
chio»& l'orecchio. 1 ) 70
tempifsfit remplofluogofacro. 44*
TiUPO, il ceno capo principale della DO
lira fabnea 2C2
jempo in ucce della ttagione , ocraficne, co*
modica, St qualità del tempo- tfi
temprateA tcmperare,per rifoderare, accoa
ciarc, adite ire. nducerc alla via del mero
^la cofa ecceftiua. I717
tempre.che vai modi, & maniere. ifCl
tempre, che vai nme,o concordanze* 94
trn.in vece di tene,vfato da poeti 19x2
'tenace, vai tenente, & meta per coftaote,
frrmoA peT/e»«crante. ff
rcnagltc.vcJi tanaglie. 842
ten(fe,fono i padiglioni. 498
tcadere.per diftcnderc,dcperponCfC. 170)
_tcjidnore»cuello,fherem!e. 170)
trnebre,laofcunta. llOf_
tenchrofo, vai pieno di tenebre, de di ofen-
rirà. *8of
tenere che a dhierfi figoificati fi eftende, fe>
condo 1 fnui aggiunti. I444.
cenere, per cenere, clte vai mettere, ponere,
haucrCipolTcdere. )9f
tenere, per reputare, ftimare,cTcd«c,gnMb-
care. taf#
tenere, pcrrafrenare, attenere conteoetA
comprimere. tit)
tenere, per fauare,conferuare,dt mantene-
re. 94»
funere, pefdffeadere,fchtuarc«
filiere, per reggere, dr goiiernare. 4*7
tcnere.per impcdrrc,iturbare,viaare, eoo-
trattare. 6ol
teoere,per fare, 'Come qurtta donna vt tetri
compagnia.- 847
tvnerc.pcT legare, con ttrengere. )4*
tenere,p peliate, come tenere Piouito. 1 44t
~tèóere. per habitare, come tmódel citila
phi beata parte. 9tl
(eoae,per fermare, come c*l ad tener con
fcmphci parole. rf
tenere, per eleggere, comdl da man manca, -d
tenne il canno dntco. it
tcoere,perhanere i)i.eperdiHrzare. 1891
tenerevta il contrario d< durezza. 1687
truero.il contrario di dr*^ i687
~^ntate,perfpcrimcacafe,taf prona, cercale,
otattare. 144x1849^
r?nt«none,dt centationi. •44»'^
tentiOfiflre,pereqnrendere. «■tj
tenCtonCfO ceozone,U cootcCi, i) contfallo*
f6|
tentone, il roedefimo,chea temone, o a paW
PHOC- I48q
teszoncjftteotiont.
tepidezza.
y
tcpHlo, & fctudo, che é tt* mMo 0c fircd-
do. <17
tcrdecimo.il tcrroderifno, 71^
‘ teri*o>ttjI dopo IcrfattC) flt pigliafì io vece
della rpaMj. I4I*>
term'narc,* d»retm*nirc, per finire
* rermme>ln vece delfine-
■ A V O LA
tiotlono» i certo (oono picciolo. to] tofo^Sr Cofa.aocabulo fnilanefe, che ua! fan>
tinto* vai fegnato, come di carbone, o fi- ciullo,&rjoc]ulla. ino
miie. fai tofto aduer.val lollamentc.fubifo. a$i
tiranoi celebrati da noftn poeti. ia9~crtalmCTire,uaIe>n tutto, a fatto. 1740
tirannia.ual Yiolenaa, & sfonata figi>o« tcuag1ia,il manti1e,dettoda tauola. 160)
na. 119 tra,& ba eoo II fiiof agg-unti. I7ar~
K17 ciratioo*il figoore, ft vfurp^ore della ldicr< Iràbaechc.fooo cortine da letto*, Rancho lì
K17 tà. ~ b9 vfano oe campi. 49t”
tefmine,^aando luogo lenifica. 977 tirare.rerftendcre, fracoare » cioè rìmoue- ~Gabocrari,per uerfare, per mandar fiiori ~
termine*quando tempo lenifica. 174 redafe, comeil tirar detI*arco , & Icoc- confuna. 4fi
termine, luando diDOtaacadcote,cafo,for« care. 4tr~lraccia,levcnigie,eaeropediCei&an<hom
te, o fiato. tf7 f«rare,perconduccrc,o menare. 4it vecedcllauia. 1104
Ta a SA elemento. i09<'~mo nome,cioèvn tiro di tnan. 4)* tracorato,oKacurato,quel1o,cheBonha cu
terra,in ucce della cittd. <91 t figuno,e infermo, che molto fpnta. itffe ra delle cofe,& che pafla Purdioe. nei
tefragio,cioe fatto in terra o di terra. 1097 “iRzo, flt taiooe , il medefimo che fin
terraiTanlrfonoquelli, chchabiuoonelfa to. 99i
terra, cioè nella circi. ir7t tn,m ucce di togluo piglia. ipta
fenemoio,«ttremo«o. 44) toccare,penangere. 1440
terreno adib. vai Vofa nata ra terra, oche par toccate, per aprcrteoere^o coaueoire. 1441
Tecipi di ferra- #095 nicramento,il tatto,
terrefirc.ooe di terra. io97'~eofo, pietra dura.* arenofa.
terribile, rat rpaucnicuole*
terrore, vai fpanenfo.
tracuraggtne,dr trafcurragginc. 1141
tracuranta,<he fienifica^ofcaUiooe, auda*
eia ,8c trSPafiar rordine. 1 441
Tradire.per fraudarci inganoarc. rt5
144* iradilore,dt traditori.
fi4< trad.tori celebrati da noftri autori. rfp
S<o toca,3 temendo vede appo Romani, Jtcom* traficarc.uocaboio mercadaotefco,pernu- ‘
ftpo muoe da huofno ^ da donna. 1H9 ncggiare. 771
’terib.ualcofa polita,elegante. 7af togate,ref eopTfrc,|<leuo da toga uefie mp “fSifico,il maoegsio.detto da traficare. 771
ieru,hora canonica togliete^^per piglfare,prendere. 419 trafigere» per pafiardcntro,St per pungere, &
terteroolo,ia uela minore delia nane, tofo ttderarc,perfopporrare,ccmportare. 41 è proprio d pungere de borpiooi , delle
teno M) élr :tHie. i7aa^tnlleta,drtoneto dal uerbo togliere 449 ninili. fjl
n, Tpetiedi fpaniteri. 10 ia~IÓmacelia,è certa cnmpofitìone fatta con trafitto aal pUDto,fcrìto , cooficcalo, & ua-
tcrcb»o*eil capo morto.
teilere,oer far la tela.
Tefti>aòè il capo
tedi meta.rcrJo rrmdpio.
t fta, mera, per la fidb.
teRamentcda vlt ma volenti*
tefie.ual adefro,mo,hora,poeofa.
tefiefo,in ucce di tede»
tefiirof*, i logtioni.
14x4 carne pefia , fegato ,& ceruelle di por* — paflàfo pu
I H4 en, in gutfa di pomo, ma fchuedato al* ‘-TrafcdÉa,& tragedie. 9 4
I4a)~~‘ quanto. K04 tragenare,perpadaredauoarìua adun*al>
1608 tornare, per cadere in bado luogo,detto da tra. 1041
t4i6 tomba,checluogo coocauo. 1787 crag<rto>5ttragitto, é ilpalTotComedauna
I )ar~tomba.é luogo concauo,& o(curo , & mera. rihia alPaltra tTun fiume, o per mutar ro>
JP4 perla re^^lrura 11x9 bcdi unliiogoin un*atrro. *04 1~
*rf t6mo,ela caduta albtfib. 1787 traggeredal u«bo trarre, per mandar fiiori,
1477 ~tonare,0etuonarr,perfjr tuoni. 441 eatrahere,mducere,o tirare. 417
«cfiihcwnieheccfiificaao,cioè chefanni tondirc,per tagliare, o telare 1 capelli, peli, or~rfalafciare»il roedelimo che lotralafda
fede. lana.
fvftrficare,per*renderetefilmooÌanta. i<7t fonditnrv.la raditura.
tdtmooianza.la certexta,fede. i477 tondo fofi & adiettiuo.
teftiniomarc,dr tefiificare t per rendere, o loaica.uefie fenza maniche.^ corta*
adducerc teftimoniOiO proteftarfi. t47i~toaicella,tl dimi di tonica.
tefiimoDio,ft tefi.mooii. 1677 toaoo,pefcegra9de mariooi
tcfio,è va(b di pietra coctti ‘ - i- • -
tefio,loorif>nale.
r*9 re. 1484
rs9 tralci,foaoiccttide!leHtCt. tai.titp
7ti milgoare «cneaallerutr la diritta uiadc »
ID9 faci buoni predccefefi. if«54
>719 ~ffaluccre,perrrarparere imbambolate. ~ <1^ ~
*09) trama,ia fittione,mganttO. 787
•lo Copatio,pinrapretiora,& gemma di color — fnma,il filo, che fi trahe nel Rame per far là~
94 dell'oro. 1144 rela. )4t
tefiore,& ccfince,qucIlo,&qat!Ia,ehet«f> topo, & topi, il forke,o il ratto di cafa ani — framaie,rerordire,bnagmare. 141
' fe- 17)4 malenoeisfimo. 1418 rrambo,&mtrambo,uai tra ambo. T7to
teftudme, la galana animai, da acqua ,-&da loppa, la chiaujdnra di ferro, odi legno, co- ~rramortrto,na) quali morto. taié '
terra aliai noto. 19) me fiufa a pouerecafe. 9tx fVamontare,rer andar di fotto. tii4'
•etmgno, è quadro quadranguUre. 784 — carbfdarc,& turhidare. 770 fTamuure,& crarmutare,& trafinocarfi. I7<
cetn>,iiale ofcurn,4c brutto. i8 1 o torbido, 8t curbido,ual fporco, confufo fraoare,per trapalTarc. f 487^
tetto il coperto della caK non chiaro. 1 810 ~iranghiottirc, & inghiottire. i)8i
theatro,uocabuU> Gr c luogo doue fi fanno ~«orrerc,8t fiorcere , per piegare , oolge- tranguggiarc,per fenfBaro , o inghioetìre 10- ~
ilpectacoli. 947^ ' re l88s gordameote. i)8l
thema,ch'è pnneipio di parlare, pofitioae,o torchio, il doppiere, o la torcia. 990 tTanquillita,la pkee, la quiete. 7i7~'
- foggecto. 88 toi^a la molbrndine di gente, A pigliali per tr3nquiilo,ual quieto pacifico. 717
iherorena, la camerlengaria , cioè f erario il ógni moltitudiae,& compagina.
firco.U pecunia publica. 148 tormentare, per affìigere.
theroroiJtancherhcfaoro. nf ^5rmeato,Ucortora,i1 martoro.
thimbra hcTba,djlÌ4quale è detta la felua tormencn.per la artigliarla.
ihimbrea propinqua a Troia. 1 ti4 ~tr^are,& ritornare.
throot>,che in Gr. lignifica fedìa eccelfa , & ~7oroel,i tomiamenti.
eleuaea,douefedo chi giudica. 9 turmaiT.per circondare,ft girare,
li <1 pone lonanxì al uerbo,& dopo,* non ~ tt>mo firnmcnto fabnle.
1 malte. 1914 toro^frcuniaoimal nonsfimo.
tibia,firomento mufico.
«si*» , arbore alfainoto.
1777 “Imnslattare, per transfernre, tramutare. 178
1819 trapanare, per monre 1817
I817 trapanare, quando tempo dinota. 399
441 irapallare,quaadoèmottimeo)o, comepaf-
I47) ~fareinnanzi,o!afciar aiiietro. 1484
488 trapairare,pcr paflare dall'vn canto alfa!
488 — tro,o con arma,o fimile. 7)1
I8j^“crapdare,pcr pafl'arfocnlmeote, come tra
tigna^iofcrmica nota.
ogoofo,quello che ha la fieoa.
tigre .anunalc nelocufimonel corfo.
lDiiido,ual pauidojoon audace,
cioiooc della naue.cioe il goneroo.
l4|o pelo,firpelo,otrapanar tra peli.
09 torpore, perigomcntare,unpigHre, ètra- frappola,il medefimo che calappio.
-rt88 dcbilire. 1498 ~mpungerc*per Uuorar con fago.
i887~~Tcrrre,pCf toeliere, per Pigliare. 419 trapunto,èlaoorodi ago.
1887 ~t>ane,& in piu torn,edi^io noto. 918 tcarre,per moaerc,o iruare.
•IM
))4
73)
74) T
M8|
•411 ■
14 47 torfcnce.é fiume,4;he non Tempre correi ma — trarre, per portare.
laSd aimna volta fi lecca. 1078 trarre, per irjhere,o tirarea fe, per indu(i«. '
1071 torta, A uirielli,ribo no4iifi«n« 1804 per cfirahcrc, mandar /iiori. 417 —
•UB'iaai,rabaÌli,amburri,&firomeaCì more torco .&fiorro,uaI non dntto,& per meta. trafandirc perpalìar auanti &Tircatc.i48C
h fchtbcilici. S09 ualcingmfto. 1894 trarcolnrare, per mutar coloie. 8*^
naeUo,l( tinelb uafo. 849 — tmcore,vccelio noto. 1914 rrafcortete*pertrapairate. t4$0>c^
bngctcì perfegnare eoa carboae',o fi- to(co,iì veleno^ pigliali in genere , per ogni uafcuraggine,& tracuragiae, cbeualeofc
• jailc. . 848 ucleao. I147 nudi^enic^inauerhata. vm
‘ — ' ' ■ . ’
.r
h
T -A V O L A
trafcnraataiUmedeCcnocbt oleraconata,
dctracoraaia» it4i
trafcuratOi&tracarato. 1 141
trasfbrinarc»pertramurare* in 1
traihuraaaare, per ttafmuUrS <li humani'
natura IO (iiuina. |i
trarmodare, per pacare il modo » de la mifu
ra llf7
trarmtitarC|& tramutare. I7i
Crafognareiper ftordire, de quaft ufcirdel
feucimeatg^come un che fogna.
rrafparence,Cioè erailucido. 419 ~tnom9hi,dr tnompho.
trafparcre.per ueder dt fuori quello, che é morm>ho,pcr lo godimento*
tneg-ja.dr tregua, il patto , la proaiùfiooe di
00:1 olTsodere, demetaJa quicte^U u*
pofo. 711
miurtfe.val di qumdeci anni. afr
trmare,dem4fare,U voce della rondmeb —
la. ,«bii
ttinici Lat rrioitaif }
triofare,dc Crmarela uoce della roadinel-
la.
Cnomp)uIe,dr trioophali.
triomphare.Lac.cnumpiiare.
dentro .
lra^rtare,:'er nmouere.
cralricchire, per farli ItrarKCOf
traUomare,Pcr cornare adietro.
trallullare,per fche:aare.
tra{fullo,ual fcheren.
tracuiio accedi fchiera*
6 1 ^ — mfudu),n ballo.
l4tt'~t?ill]niuolo.TaIeaIquanro trifto.
iz7_ triihria,0e mftitie, dccnlleiia , la feelenti
147} ~ la ribalderia. ^f7.i467
499
ro»
tarbato, vale irato, indigiitto* r^f
turbo, è ucoto eoo graoTreddo. * l#'
turbo, iQ ucce di curbido. 1810
Curcalioda ph arctra,o il carcalTu $ doue ù
pongono le Inette. 49}^
'tiitchi popoli dt turchia. 1 r jo
(urgere pergoiilìare, de enfiare. xxo
turpe, turpa.ual brutto. iti»
tu(ilare,& crutdarc^ la uoce del tordo vc>
cdta l|t4
turca, tut(e,tuttj, de tutto, 1 7 a&
luttauia.vai conemuameoCe.
tutto foU lu tutto. ~
étS ~nKCo adie.ciie uale ogni cofa ,ogni par>^ ^
1414 tr. !4ÌÌ4‘
tutto che, ual ben che,dclfi ueccdi quafi^
di poto manco che. 1719
aoi I
T4*
74 1
MI
1 4o4
tratta , a trahendo, come una (ratta d'arco, tiifioiper mfermo,maJfaao,debole,dolen(e,
triA >.che ual fcelerato,pesfimo, ribaldo, lutto quel, vale ogni cofa. I7ìf
fhiotto, mallufo. i647 tu cuito,dc(uuata, muccedi tutto Cutu, ^
Trilro,perpoucro,mtfero. |ia di tutta tutta, >744
aoe quanto tira un arco. 4)9'
tratcarc,r>er mouere , neg , tiare , gnuernare,
parlar con frequentia 1 1
traete di corda. 4)8
tratto aduer. come un tratto, che Tal voa
Tolta. i7or
tratto tratto aduer chevaleadogniroo-
mento, ad ogni punto di tempo. 17}
trauagliare , per voltare , de nu iUare con
l'aoimo , dt col cor^K) per rttrouare il ue
ro. lioa
trauagliato,uaIeagitato. i|oa
trauaelic,ualeaogufi<e. i)oa
(rauaficare,pcr trapalTare. 94I
trauahcatore,val rrafgreirare, 9,1
trauafare,per mutare, come cramutareil ixu
nodiunvaroiQ vn'altro. 177
drmello. 1484 7,iouercdìdoue» ffe
cnfi->,''cr mefiaJafTo. |4f u, 10 ucce di ue,di ui,dt di voi, alcuna uoÌtI~
triure,per raioutaareminuUmente^ frego (iguificam quelluogo,omi. (914
lare. I77i oal uerbo andare. {cl.1464
(rito, vai fminuztalo,rpe(ro. i77i~oacare,per aUcdere,daropera,far^ria. 418
critico, il formcDtn. ai» iiacca,animal nomiimo t cioè lafemma
(ritmare,la voce dci.*anitra. 1^84 del bue. ii|o
tnuio,eluogu cheha tieuie. no| uaccaro, équello,chegoucma leniccbe. ~
Cnumuiraio , ofìScio dt dignità de Romn- 1 t)o
19) uaccdlare,per errare. ' ~
U3Cuu,uacante,ual uota. if44
uado,nrìnè,chc e il paOb,o il uarco di fiu
' me,o di qualunque acqua baila. 948
uagare, per andare errando. 1 (79
uaegheggiare,per coatempJare,proprio deU
~lfoiata la fcrofia,cioc la porca fattrice,
tilt
troiarc fono Halle , o porcili doue ftanoo le '
croie, noe le porthea far 1 porcelli, iati
trorooajtromeoco bellico oociadmo. 109
(roinbecta,t| troinbectiere , cioè quello , che ì'Tnnaìnorato. 44t
fuona la tromba 109 uagheg^acore,quello,checoa(enpU. 44f
trauerfare.per g<r da (rauerfo. i494~'Croncarc,per tagliare, o mozzare. ]i<7 uagbcaza,la ueouHa, la grana. 4«S
trauerfOfdc trafuerfo, de da (rauerfo ad* tr>mco,dc troncone, il fuHo dcii'albero féaza vagghti voce de le lepri. 1 aao
ucr. i<94 rami’ iiSTjlTapio^il cribro, il aiuclln. jj9~
tramare, dtdeuiare, per torcere, o vfardeU troncone, d medefimo che tronco. IU7 uàglio il ucrbonalcre.vedi ualerc.
tronfOfVal gonfiato nella gola, cornee il co> uagq,chf.ual beUo,difiofo,ionamorato.448
lombo quando fcgutcaucolomba. 1 14 uago»che ual errante, uagabondo* 1479
trophei,fooo le prede vittoriofe fitte da ne ~uàto,0t uai , che fono pelle con cui fi fuo-
mici. 749
troppo, troppa, tropri,ad>«. i?}o
troppo,aduer de troppopltu I7|0
~m>tiare,per andar di trotto. lai 4
lavo. noi
trauo , è quel legno groflo che fi pone a teni
delle cafe. 119Z
trauolgere,i>er rìaoleare. 1 44
trauolto,clie vale attratto» 144
tre con gli fuot mi Henu 1711
uc aduer. numerale tre adie. & maf de
fem. laia'
ire furie iofemal*,(ioe .Megera, filetto, ft ~
Ihcfiphone. 1804
treagio,ceru forte di panno coli detta. 1 777
treccie,foiio 1 capelli lotercuii , dt con ordì*
ne rauoUi. 1141
Credeci. numero indeclinabile. I7I9
tregua,dc incgualapromufione, ilpal*
to di non otTcndere , de vale ancho ~
trotto, lo andarem ftetu, ma manco del
galoppo. iai4
trouare, per ntrouare. 1 49 ì
(rouatore,lo inuentore. 1491
Crullarcyper pettegg>are.Lac.pe*rdere. 1471
trutilare,d( tutJare^voce del tordo vccel*
lo. ij4f
tu, nel primo cafo della feconda perfo
194}
drano 1 c uelb da mezzo tempo , de di
doiton. 1541
ual caua,in uece della uulua. I4J9
uale , voce ufiuta in chiodar licenza , tomo
ilafano. 1471
ualeote,ual gagliardo, potente, fimo» 74*
ualerc,per giouare. 77|
^alcie,p«rpotere,permótareocofiare. 744
ualere nocne.per le faculti. 77i^
ualicare, per paiTare. 947
ualigu.ii fardello, douefi pone! veftìmeat(~
quando fi caualca in maggio. 1744
ti«llare,pcr circondare. 1 io8
ripofo. 71 i~tù,mvecedi tutto, dtaccompagiia(o<oatu€*~uaIleacquanca. lofp
lieuiau'e.di iremanti. 1194 to,aoe tu tutto ,vai rutto lutto. 1944 uolleduogo ficuato tra ooggi,e monti. 1 lot
tremare tcincndoto hauendo paura nome, tuba, la tromba, Hr> mento bellico. 109 ualle,meca.per loraondo. 970
deuerbn. U9e~Me,in vcce,ditu,vfóOanie. 1044 ualletto, il ragazzo, d paggio, od femo di
tremolare, per tremare. ii94~~niffarc,rerappoz4are,oficcar tutto fot non tran conto. I79
tremoto, de terremoto. 445 ('acqua. io|7~iralore,dacui ualemogmuinu,Upfodczu»
(reounurocroioderitnabde. 1719 tugurio, pouera habitatione TiUefca. 9|4 fortezza. pi9
trepie.dt trepide, ordegno da cucina. f}8 rumor di fangue, infermiti. i48r ualoio(o,ual pieno di nalore. ft9
trefca.vaifchtera, traccia, coapagaia,obal- nnimulo,il £epolcro,o la fepolcura. i44i uampa,dettada vapore, oo«ntdore»&
lo con mpuimento veloce. poi tnmulto.é rc>morecoofufio,ofuoaodìfordi* fiamma. 98*
(rtfc4re,per ballare falcando. 701 ** — n^r -idi mola. i407~iSlncggiare,per uagare, de andate errando
tuo, tua, (ae«dc tuoi. ifZZ conlameoie. lapa
tuoaar,d(tooare,dr far tuoni» 47a uanga,e ilfonicato villefco dodb tappe
tuonifdt tuono,! tootcrui. 494 percauare. |I9
turare,d( ottuure , per chiudere , o ferra* nàgaiuolc fono reti picciole p pefeare» i09r
tnaogolo,e figura di tre angoli» 79 4
tribo.per la famiglia, il parentado» irdf
(nboli fono frutti pungenti iriaegolaci. 1190
^tribu!attone,d( t >*- i!-' ni. i|,|9
tribunale della ragione , uoue fiede chi
. «fca.
tributino/nbatarìe. 741
(ridente.e l'arma di SeUttao,Cofi detta per*
ebebatredeno. 49Z'
turba, la calca.o la moltitudine.
turbamento,dc turbauone.
urbare,& turbare,
'ruibationc^dc turbamento. |
944 uaageliojdt euangelio,dcuaegdo. 97
irzo — iBoi amori. 99
f6$ uaoire,pcrfmarrire,ciod andarla vano» 991
f o|T~aàniUvdc uamtade,io pbi vamutu 9«a '
fti oaiu,fooolepeaaemacflie,ciocleducpc».
{
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nìpmj^tofidelPil* dclPrccello*
' 'tiano.tf Sn,ual f riuo,vaoio,* feoxa prò
fitto ft*
tiantaggio,naIe accrefcimenio. 7 60
tiaaUrc,pcT^lonare>todarfi« ifo
Uanto, ta unaniia* (fo
aaràre,e quando un legno mantimOffatto o
tmpesQiato di quouo li fpioge|all*acqua,
qui^eadarc. •Off
uarcare^perualicare.pafiart* fql
toar(0)UaÌ pa(To,o guado. 94#
aariab>le,ual mutabile. 169
. tiart ire nome, dt ucrbo. 169
<«tarteti,Ia tnfbbtUci Ja dtuerliei. 1(9
'tArto,ual diuerfo,du(ìmile. itff
ua^) IO uece di torto, ufato da Dante. 1493
uareitamettcìyittafi di piu forti. fa#
aiareHo,& ua{el,Se rafo. taf
nafello legno mariomo* 104*
uali di nane forti- iat
ttalo,nafi}& tialello. iif
Qffialto,ual fuddito del fignore. ir?
tiberiifoQO le mammclie^o le poppe. 1447
ubefta,la abondanza. Ujo
ubcr^ofo^ubertiilimo. a|o
sbf,e uoce tatiaa.che vai dose. eri
ubidire, & obcdire. 41
ubidiente, & obediente. 4I
ubidienia,& obed<eaia. 4}
ubino, quali il medeliaio , che chinea canal-
lo noto. Ilio
uccellare, per pigliar urcelll. 997
uccellare, mct. per ingionare, deper bef-
fare. 99é
eccello, vccelh. 994
nccelii notiurol. Itir
uccelli dedicali. 995
Uccidere, per amaztarew fu
ecaditort»! micidiali* $39
uca(ioae,U firage. 934
ecali,uile amazzati. flP
«dienti, & audienza. i|7l
udire,nome de uerbo,otr afcoltare* 1 }7(
«dita per la fama publica. 149. 137 f
ue,in oece di oue,9rquido luogo dmota-9fr
oSfChe dinota uot,dun quel luogo* 1913
ue,muccc diuedi. I3T3
uecchia.de uecchie. 249
nccchitxza,ji uecchiaia* 149
uecchio,vecclii,vecchta. 149
oece, de in uece,uale m quel luogo, dt in quel
cambio 4pa
oedcrc,pcr guardare. 1 449
uedere.pcr có(idcrarc,trouare,mfiure; 1x49
oedere oome.Lac.infpeého* 1 144
ueditore, quello che vede. lira
tt«loua,quclla,che è lenza marito* ini
uedouetta,dimi.di vedoua. ini
«educa, che naie tQtelligenna,notltia* 1391
ueggeiue,d( videntc. i|fi
•iegghia,Uuigiljutia. f'Jf/ H4#
uegginare,dcuigdare,deuegliare. tff/ 9444
«cggilaotc,* Tig.lante. 134#
oej^ia la botte rafo da vino. U t
•eggio.dtucggodalmbovedcre. i|fa
•cgiio,d( regitardo,cheval vecchio , de vec-
chiazzo. 2^9
uchicoloiii carro. 30#
ucla,veJo,dc uelc^dcllanaue. loro
oelanie, va! copeira, prctefto, lotto colore, o
fpcf,c. ,,,
«cl«re,ptfrcoprire,o courìrc* 919
tteleno,écuelem,ilcofco* **47
uele(ca,qu.iiì rcdecu, cheélnogo doge (i fa
J^guudia. l&4i
tielli,ineta«per gli capelli. 1 341
odio, per la lana delle pecoreconduu.ii9t
3|cUoiieiroro« vediU hilUmaaUfo-
TAVOLA
Ae. 47t«ir4t
CieUato,è drappo di feta pelofoafiat no-
to. Ifr4
«elo, dt ueli, che portano le donne io ca*
po. ir4t
uelo,meta in vece del corpo. 1916
uclo,pcr lo coperto della caCa* 919
«do, per lauela della «aue» tori
«ielace,de veloci* l49r
«clociiftmamenre* I49f
oelociti,dc uelociuce. I49r
«eltro,e cane da caccia afliù noto* 1231
ueQa,&venedtaoqua. loia
neaa,dc uene di faoguc. 1 314
urna del dire.aodif Itile. i7
ueaale»quello,cbcfiuende« 771
nenchi, urna, nmuie»o vitncL 941
«eudcmta,de viodemia. laa
uendemiare,per far veademta* laa
uendere,per alienare. 770
uendeta,dt uendette. f|i
ueodicare.per far ucndetla. n 9
ueodice.ual vendicatore; f 4
aeodica,d( vendite. 770
nencno.dc veleno, il tofeo. 1 147
neoerabile,val venerando* 399
u en era ad 3,ua 1 r coer cado* 1 9 i
oenerdiyilchdiucnere. i4i
ueogiare,per uendicarc. ng
uenire oomc.dt verbo. 1479
ucntare.per far uento. 1 10
ueQte(imo,dc uigehroo. 17x1
uen('voo,uent'octo 1719
ueoo numero indeclinabile* 1719
uenii contrari!. no
uento, de ucoti,& neotarc. i to
uentofo, ual pieo dt uento. 1 1 o
neatragiia,il uentre 1319
nentre, il corpo , de alcuna uolu fi piglia per
lo nino dola gola* 13 1 9
nen«ira,nal buona fortuna. 1 44
neoiura,in ucce della uerga. 1494
uenufta,uenultace* 471
neBu(to,ual galàte,polico,gratiofo,bello.47t
ucnuta,la giunca, Uarnuata. **-7^ 1479
uepri.dcuepre, fono pruni, deuirgulorpi.
nofi. 1199
uer.de uerfo prepoficione. 403
vcr,d(uero nome fofi.dt adie* 147&
uemee, ual ptfno di uenci , doeptn che
ueeo. 1471
uerace,io uece di Dio. 9
ueracemente,ual ueraméce,certaméee. »47|
ueramence,ual certameott. 1 473
verbena, herba. *i7r..
umbo,la parola. S3M
ucrde naturale, cio^ di hcibe * di fo-
Mf#
ucrde fofi in uece di herba* 1149
ucrde, de uerdi, quando dinotai! colore, lai
uerde,iauecbdigiouemle. 440
uerdctmet.per lo fine, tolto dalla candella,
che nei fine é tinta di color ucrde. i4a9
ucrde fiume.uedi aU*iadicc de nomi pro-
pnì. i07r
ucrdeggiart.pcr far ucrde* 1179
uerdura,dc nerzura. 1 ifS
uergn,per lo feetro regale. 391
uerga.p la bacc hetia,o picciola mazza. 1 1 94
uerga,perlo membro mrile. 1474
ueigare.perfcriuerCfdcrigart. S03
ucrgineinuccedi Maria. 7
uergine,dt ucrgini gca.com. alt
uerginitaideucrgmitacc. ii9
ucrgogna , c timore di non errare , o di non
haucre erratOj alt
uergognarc io buona parte , dt fuergognare
U mala patte* ito
. M -
Dtrgognoramente,doe con udr^goa* alt
uergognofo,ual pienodi ucrgogna. ahp
ucnra,d( ueritarc.il ucro. 1 673
ucrmcna,lauerga.ò umcaftro. 1 194
uermo,& ucrmc a ucrtendo didhif. 1131
uermiglio colore non io tutto roflb, ma co-
mc'il fuoco. 941
ucmacaa utoo aolitfimo. 1 ao
uemare,dr tnuemarc.pcr far freddo. #94
ucrno.de inucrno,de lauernata* 834
ucro fofl.de adie.Dauero. 1 474
nerone,tl pog|<uolo,o il portico,chee luogo
clcuato nella cafa, de fportoin fuori , non
pero facto fopra 1 tetti delie cafe* come le
altane. 919
aerfagl(o,debenaglio* 493
uerfarc,pcrfpandcre. 1744
udrlificare, perfar uetfi. 93
uerfo, de uerfi fofi. 9 3
ucrfc,ucr prepoficiooc. 4or
uerfo aduer. locale. 4op
uerru,uerture,dc utrture. i84
uertuono Dio deiraano. tf4
uerunoiual puruno,foI uno>oefluno* 1891
uerziero,il giardino . iio4
oefpe.di uefpa,aial quali limile alPapc. ioti
uc^ro,hora canonica. 444
ue(cica,il nafo nel corpo douc fta l*o>
rina. x{49
uet(iJlo,la bandiera. 494
uciti, li ueAimenco.lo habito. ipir
uclta m et. per lo corpo. 1717
uelhbuIo,tl luogo dauàtt la porta della cafa
de Pctrata della cafa.come l'adito, o fimi»
le. 9x1
neftigio,& nel numero del pio vefiigia. de ve
Aigie,lc pedate, aoc la forma,che lafcu U
piedeio terra. * 1444
ueftimenro,]'abito,che fi porta di fopra* 1 f 3f
uclhre, peradobbare. if|4
ueftiti,fono veftimenci* Xf}f
vetro, de uetn,de meta.io vece di nafo. 1 144*
• 19
uccia, la cima,o la f.immici. 199^
uetpouaglia.dructtouagbe. 430
ucttura,dr uecture. 740
ueturto,uaI ucc4.hio,dt antico. 449
uczzo,de uezzi,U4l uitto,coliuxne,de anco
blaaditic,carczze. 1 f 4 1
ufficio, de offiao diurno. 34
ufficio, de officio per la digniti. 409
timore, paura con arriedamento
uè capHii.oode in Thofeana fi dice cu mi
dai uggia,aoe noia, fafiidio,dc peto adug
parcual fiiAldire,noiare,dr odiare actiuo,
« patfiuo anchora che adhuggiarpoi fi
efpona altrimenti, uedi adhuggiare 644
uguale, dt eguale, de equale,dt iguaTe. itfjv
ugualmente, igualmente. *6ff
uguaano,aaI qucii'anno uocabulo ville-
fco. 4,4
VI, quando luogo dinota. 9,9
ui,in uece di uoi,dt in quel luogo, dt per orna
mento, dt quando ualc eflo,efTa. 19x6
ui»pcr ujghezza , de omamento del parla-
*«• 1919
ui fi,uatquan(oin enb,dtio efia* 1944
uia,che lignifica la llrada. 1100
uia,tn uece diottra. 1739
uia mcn,de uien rocn,uale aflal meno. 1 734
uia pju,& uie piu,uale aliai piU/ò «mito
piu. 1719
Ulama, ual incontanente. 294
uiauio detto da nia.é damino* noi
uiid3ote,qucUb,che camina 10 uiaggic^tioo
uibcare,permoucre con ficua , o^efiihcc
mbrar la fpada quando quella è moda
con fretta verfo d Sole. 439
li
irfcarulycioè laogolomenM* 994
Vi ;cnJa,c U voltaiche bora ad vaa^, à bora
ad VD*jt(ro Cocca. 1 174
YtcìaaaUila vtaoici de vicini. irvS
Yictao aducr.Oaaicmo* 971
vicino, vicma,& vicini. irvi
VICO, il borgo, uia,o calle. 91 r
vie piU|Ual alTii riUfO molto piti,& èti mede
deltmoyche uia pm. t7tr
vie mcn, vie peggio. I7if
TieOiio vece di conaien. ]xi
VICO qua uedi uenire. 147 1
vietare, tier impedire, fchiuare. i|oa
victu.e ptcctoiauia. 1 100
vigilia, & mgJie. 17
vigilare, Se vigghiare.vedi uegiIaDte & ueg
ghiare. fS/^ iffi
viglia. & uigoaiojluogo di ulte. 110
Vigaaggio,qucllo,che goucrnale vigne, lao
Yigorc, la t'oiTv, Iagagliardia,ta profpenti
de! U'uere naturale. 1991
vg trofìta.utg'irofamente. ir
vigorofOfVd pieno di vigore. 1 91
vif,& uile aJie.val di poco pretto. iti
vdtpciiderc,per far uilc. |i8
Villa, & Utile,»! uidaggio- 914
villania, la ingiuria. 914
villanOìSt uillaat.tl rollico. }or 9 > r
villefcn.u il di uilla . 914
viipilIreliihSt {^pjUrello, nccello notturno
nolo. liti
Viltà, ual dapocagine. vip
TilurpO, il fagotto.il fjtrdclin. 144
vmi'ne.fooo le ftro:'pe,oi vinci groffi . }qi
vtn,U'uo Se uim.uediuino. 119
vm c *tto,la fapa uin Cìreco. 119
vmcalfro.Ia uerga ucrde, con cui il pafior
guida rarmenio. I4 s
viocere,per luperare.auanaare. r4l
vinCifO uccbi,& mroi.o uetrici, fono legami
di falce, có cui li legano le uiti, o nmite.)4i
Vincigli il medebmo che uiaa,o vuoi. 148
vtoci(ore,uio€itnce. 747
Vincolo li laccio, i| legame. {41
vmdemia , Lai vindemti. 1 xi
viodemtare,per far uiudemia. iti
vioo,uia,umi. 1 19
vinco. vai Tuperato, abbattuto. ^47
vi7la,fiore odorifero noto. 1 1 79
violare, per maculare,ifortare,ftuprare, gua
ttarf. fii
Violato, colore di uiola. 1179
violento, uiolcoU. 4 , 1
Viuieaxa,il sfono. vtx
vipiUrcllo.uilpiftrcllo . pipiftr«Ilo,baibaOel.
lo, & notrnla vccello notturno. liii
Virgmira.dt uerginiù ai8
Virgulti,* il Pullular di molte uerghe . 1190
Virile, vai cofa di huomo,dc alcuna uolcaual
force,dc magnammo. irai
Viro,dt uiri,lo1iuofnn. tpii
Virtù, uirtute.uirtude, & uertucc. t$C
virtù celcduLatuirtutet. io
virtù uibuadacume delPoccbio. xm
virrnofotual pieno di uitture. ittf
Tiraggio,!] Ulto, voce francefe. 1417
vifco)& uifcbio, materia tenace per pisbar
uccelli. ,,,
vifib«lmeiite,i]alcapertanicale. i|f4
Vificra delÌ*clraeuo. 447, 1^17
vi(ìcre,iouccfideUiochiaÌ. iu7
vifiooe, che uien nel dormire. l}46
vifìure,pcrriuedere. 1774
v.^oaiie.comeui5oo fenfo. itn
fefofii mufu &il rollo. 1417
Vtfo,iQ ucce di panie, come rat fttVifo, eoe
mtparue. 1^9^
f ifia.St muifla^a prcfenia,Io afpetlo. 141»
TAVOLA
vifta corca, cioè chi uedepocodBcdi cor-
ro »T9»
viAa uidua.ciod la uirtù luCna. 1 ira
vita, la anima, lo fpirito. *V’84
TÌraÌe,ctoecheci lolheneìn vita. 'if84
vite nel ha & nel plu.uiti, rarboxcdelU
Ulte-
vitello, uitc)li,vitclU*anuDa ooto. it|i
vitio,il contrario della uutu. i6*a
vifnolo herba nota. 1 i 7f
vi(tima,il facrthcio. }|
VitcOfil uiuere^o alimento. Iflf
vitiore,& vitto,il vincitore. f48
vtccona,& vittorie. ri9
Vitionofo,cioe umatore. nf
vitui erare,pcr fuergognare. 144}
vituperiOfla verepgna,b ignociUatt. i44f
viuace.ooe valido, Se vigorofo. k84
vmaci,cioeqllichesó {lati diitiga Ulta. XfSé
viuacitàtU prontezza. irl4
Viuagno, io orlo,cbe ù pone intorno alle
retti. t6x9
vmaio.lufìgo de pcfd riuù 1 094
viuanda,0c uiuande. lr9^
vmete,nome,& uerbo. ItSe
viuo,uiua,Sc uiui.St uiue. U* 4
Viuoia Uromeolo crulico noto. 109
vizza. la crcfpa,& per loadiettiuo nhzo(a,
cioè crefpaia. 1)49
vliuo,A oliua albero noto. 1 1 «r
vUimamentc.val hoalmence. i4z4
vltimo,tl deret400,il fczzaio. 1 6x6
vlula, uccello noiturno, la cui voce è uli*.
lare *o»l
viulare per piangere, lamentare. i}4}
vjnbilico,ilbelico,il ligamenio degli m*
tdbnt. 1449
vo,uno,uoa,& uneufó il Bocacao. 1704
vn batter d'occhio. X97
vn paio,& un paro, che ual duo* 171 1
vna,uno,& un adie. 1704
vo'altra, un'alito. l7or
vn'altra uolca, ual di nnoiio. I70p
voa noUa,cio«f una baca. 1 704
voterai ta , It no tratto , comequando h eira
di arco. qii
vnanare,pcr pigliar con fuocioo* 49f
vacioo»iigra^o,il rampino* 497
vodeamoadit. I7a|
vne,fi come da Ubai lì croua tei namero
del piu, come voaj hterax , cohappo il
Boccaccio. 1704
vogete, per condtre,tingere« 1 9}
voghia,St vnghic. I4J7
mgucii(o,& vogucoti. 194
vnico,val folot dtlìogulare. 1707
vnigemcoyval figliumo folo,ckHl voico.i70f
voiuerfale,ual generale. j 847
voiuerfo,io ucce del mondo. 947
vno,una,S( vn>adic. 1704
vnqua,&uoquc,uaÌe alcuna ooIta,mat. x8}
voqnaoccHCioèaochoraouL 184
TStione.&onnooe. 19X
voto ache.cioe imbrattato , fporco. 19X
vntume,il rporchczxo,clie aie pelfudore.iei
vo*&ua dal uerbo andare. iri.1444.
vo dal uerbo uolere. 1 Z74
vo in ucce di VOI. 19x7
vocabulo,ta noce, la dictiooe. 1 )l4
vocehumana, ooè vocabalo,foooo, di ctio>
ne. 1)84
voce di animali diuerfi. l}94
vogare & nawgare,pet cooduceic aani
co remi. loff
vogliala uoloocà,tl uolere. 1x74
vogtiofoyval aoloncororo,«|ùdo,anCo,cu
riuh htiboodo. 1174
T«,uace di hooor^ oucropiu tofto di adu-
latìooe.
Volare ueiboperónenle a gU vccenò io«
voleotieri,ua) volencerofameace, & di vo
lonraL >974
volete ooree,& uerbo. 1 974
Totgerc,S( riuolgere,per uolcard. 161
volere, per doucre. 197 f
volgere, per crasfurmare. irx >
volgare, & uulgaret che ual dd uolgo. 1979
volgo, & uulgoda plebe. >r7t
voh.pome.Latuolatuf. 999
voloota,& uolonrate. 9x74
volontariamente, ual fpontaneasnente* 1174
volootcrofo adie ual ucgltofn. >974
volpe aaimal ootulìmo • i9} •
volca,la cantina fatta a unico. 947
volta, cioè inuolta ,'cbe ualeio fuga uedi
mnolta. >4 9^
volure,per nolgrrctgirare,riuolcare. 1 4 1
voltarc»pcr fabreare a uolto. 947
voke,rono luoghi fot lenanci, come cantine
dauioi- 947
voice, uaUiatc. >714
volto, il uifn.la faccia deirhuoAO. 1417
vclto.in ucce di uohato. 1 81
vomerdi fenoa,meca perrcniaere. to|
vomere, il ferro delTaratro eoo cui fi fende
la terra. |oS
vomito, la naufea. ^49
vopoydc lmopo,il bifogoo la uCilici. 114
voragine, ual profondità Tenia fine. ii|x
roTa,uoTe,& oTati, fono ttiuali, o bolgiachu
ni uedi ufatcì. 1 999
voUo.ual con uoi. > 997
voute,& uuocate.pernacuare. >784
voto, ual uacuo& uacante. >7^4
votoyla prcmiifione chefi (4 a Ok>. Il
roiio,dt nel numero dei pm uooa. 1809
vpupa, uccello chriftato, che di coociouo hn
bita nel letame, alcuni la dimandano bu-
ba,alrri puttana. ioi|
vrbenita,la anditi. Sya
V rette, per fp*bgere,& per urtiM* 8io
vriare,la uoce de lupi. 1404
vrlOfC fuoDOCon ftndo. 1404
vma,è proprio uafo da acqaa,demeCa.p*rU
fepoltnra. l4xx
vrcare,per fpingcrt con impeto. 4to
vtàza,lo ufo,la córuetudioe,ilcofiame.i94o
vfare»percofiumarc,hauerctntt£o, efier
folito. 1940
V fato,uale a ITuefatto. 1 9 4o
vfatci,dc uofc,i fiiuali,o bolgiachini. 19 1 n
vibergo,&atbergo,armararadelpetto. 496
vlc>gnolo,& rufcignolo, uccello noto. 1700
vTaoda porta,la entrata. 9x1
V fare oome,& uerbo. 9x8
vfoyla uTanza,!! coRume. 1 |4o
vfoca,loeQio,&ancho lapcrta. 9x8
vlblien, Scoflolien , Tono 1 Tpaghctli eoa ctd
fi ferrano le brache,o mutande. 1 947
vfura,6cuTute,come cuore, o dare,o fare
ufura. 798
vTurano,dt ufuricre. 7x8
vteroil uentre.lo alno. >}I9
vcile,ttul,di utilità. X44
vcibtitOlc ntilitate,dc ubliuti. 144
vire la peli e del la Lodra animi! acquatico,
& ancho di oltre bclbe fatta in foggia di
ficca 1799
vcrelÌo,Sc ntello, o lucello uafo picoolo
da olio. g|o
vna,il frutto della uiteoootfimo per lo Tuo
liquore. 1x0
Tui, in ucce diuol, maio dcfincnxa. 19x7
vulgate, & volgzrcjCioè della plebe. trvn
vulgo, & ooleoyla plebe. 197 •
Vuo,i uece di uoi,acdi al uerbo uolere. t
ruuipxre, ?4toc« deirAuolfbio vc(c{|obo
to.Tcdi Auolioio. loo»
notare, & ?ouie,p«t fccmarc. Tacuare,
prillare. I7«4
Z
Zacchere, fono q«eilc fporchme,che fi firn
no pel fango nelle elhemici delle Teftt
co piedi cimiaando. lliò
taccherofo, vai fangofik llld
«acconato , & laiieaco dal verbo aatzeare
voce coacadinefca,che vale andare a tor*
no.oafpalo. 1476
lafiro o laphiro pietra, gemma pretio-
fa,di color purpureo , & azurro fimile a
quel del ciclo.
zaino » è certa bifacda paftorale Tatù di pe>
cora,od'altroafUAalemgUifadj bolgia,
odi valigia. I7f9
zamarra , o timarra , é vefte fodrata di pelle
di pecora ,0 di capreuo. IP40
lambra, la camera vocabulo francere . pao
zàpa , la branca,& io artiglio dcU*aiale. t xoo
zanca io vecedelU gamba vfó Dante. 1 4f9
zanne, & fanne, fonoi denti maggiori del
|*animale vedi fanne. net
zanzara» la Caoiata,che il pia vola di notee
'TAVOLA
A pia regna ne luoghi vallofi , St palUdo
fichealtroue. toor
zanzeri, foaoì cinedi •
zappa, la mirra Aromeato zdlcfco per latto
rar la terra. |0{
zappare, per cauare,orotterrare. |0]
zappadore, quello, checaua,& thè lauora
la terra. |0|
zara , e giuoco de dadi. 69%
zauorra , la giam,o fabbiooe,<he fi pone nel
le feneme delle nauÌ,accioche pd poco ca
rico non vacrfimo. 1 opi
zazzeare, per andare a forno, o a fpaflb, vo..
ce di contado. 1447
zazzera, tazzerina,il dimtJa captgliera. t {4 1
zebe, fono le capre. tx\t
zecca «itlogo dotte fi coniano le monete.! ir
zelo, vate afretto,amore,defire»ardorc. 619
zeodado»i feta fotaliffima. 1774
zero, o cero altrimenti nulla , d proprio
quella figura, che fola aeiranthmerica
niente rrieua. 174$
ziinarra>o tamarri vefie. 1140
zioacislare.laTocedclla rondinella* ioti
Zfo,drvia llbarba,dcramida. K19
zicella,o cucila, la giouinecu • if|o
zhio, d certo Tuono, cl\e fi fa con la borea
emero fegno che fi fi ponendo H dito in
dice alla bocca dinotante fileotio . 14 iz
zizania, per la d>rcordia,0t quando e fem.di
nota trKIafecnenza » come il toghe grano
mutile & noto. f94
zocco, & zocchnvedi ciocco, ft docebi. 1 Tpa
zoccolo, & zoccoliffono tnpelli, o cofpi di
legno , che fi portano il piti del tépo del
verno, ocomcqueichc portano i frati
zoccolann . ipp z
zodiaco, orbi! fignorum . S6p
zolla.tl mcdeftmo chegl^a, o teppa di ter-
ra cauata con l’hecba. 10079
zoppo , zoppi, de dotto. ipot
zotico «Phuorno rulbco^dt rude. )o6
iucca, & zucche frutto noto. iif4
zucca, meta per la pazzia t zra.de per lo ca-
po otefb. 1414
zacchete, cmelc cootelato nelle canne In
tudadel forgaro o od niifegaro. i4ox
tuìT-i, la fìira,laquelhonew " p94
zuffolo Aromenio muficopaAorale* 109
zuppe A Tuppè. «g|-
IL F I K £.
INDICE SECONDO DE NOMI
PROPRII DE GLI HVOMINI
JT Ì>E tVOCHI.
I
9
1
$
f
I
f
i
Czt figliaolo di Adamo,6t
di Eua primo paAore,&
huomo giuttoydt rdt|pO'
foyfii vcciTodaCaioruo
fratello per inuìdia* )or
I Abraam primo patriarca,
I aoe il primo de padn t
codia tu il primo fidcl vecchio i d cui Id-
dio riuellò la Triatti.
AbfaloaebelUilimo fiflmoha dìDauid
«.e. ® ««r
Acani hebrcoauarOy&Turo. 4-Vt- }!}• 74t
-^eatio hereiico * ita?
Acheloo detto iÌagI*aDtichlThoa fiume di
Grecia. 1 4r9
Acheronte fiume infernale , come fingoao i
poeti, de Acheronte fiume de Bruttii preT-
foCoQeotia,doue da Lucani hi tagliato a
pezzi AldTandro Eptroca. lojt
Afille figlio di Pcleo, càuto crHomero.4r7
Aa S'mechiotvccifo da Foliphemo » per
Gaiaua. 040
Aa fiume di SlaUa procedente dal monte
£toa,daUa cui npa dlcefi Pulipheoio ba-
uerlancumlTaeficootra Viifle. lore
Addali fonte in Orchomcno citta in Boetu,
y che fu faerato a Venere, & dal quale aku
I oa volta da quelUfu detta AccMLlia.rotf
Aiolo fonte m Sicilia , nel qual fu conuettito
' Ao Simetbio vcafoda Poliphcmo per
Galacea. io8r
Acri cictimaritima io Scria, antlquiafima di
tutte l'altre acri del mondo. 9oe
Adam, & Adamo pnmo huomo, & prima fi-
gura d'iddio, vide aniii piaflette nel Lim
lx>aiuura)i. tri?
Adamo Brefoano monetano fingolarùfi-
mo,c Ile Vilificò il fionoo,ccl&rato da
' Dante. i|Z
Adige^fimsefaafcc dtU'Alpi dìTrcaCo, pafia
per mezo Verona, poi mette in Fo, ft non
lungi da Braodolo corra nell'Adriano, da
gli antichi detto Athefi. iof9
1 Adone beiliifimo da Venere amaro»9c dopo
"mòrto fu efiai pianto da lei , il cui fai^ue
per mitigare il dolore fu da lei coouerfo
In fonte del Tuo nome* f
Adna, Adn,& piu volgarmente AH citti an.
nchidtma.hofgì da tutto ruiuata, dalia-
quale é detto tifare Adnatico. 9<>a
tutto ruiuata, dalla-
Adriano mare.dcttoda Adna citta, hoggi
del tutto dcHrutca. ioz7
Africa, Funa delle ere parti del mondo t &
Mauritania, de Barbaria anco fono dette
Africa. 871
AgameooneRedi Micenefigliodi Aereo 841
Agantpe fonte di Boetia ccmramfimo , oue
cM moou Helicooa facrato alle Mufe , de
per cm fono dette Aganifùde. iii7>lo8f
l'ACTihooe poeta Grcco,dt Samico. 7i
A^dro figlia (il Entfarco Redi Atheoe có-
uerfainTafio* |Z|
Agobbio ertef ndb MdTca d'Ancona. 900
Agofimo , de Auguftioo nome dmunutnio di
Augufio. ina
Agoftioode Righmi da Ferrara minorità-
no. ipi^
Aiace il fbrte.figlio di Telamone , che do
po Achilie Tuo cugino fu il piu forte de
Greci. 477
Alagna <iccà,dc colonia di Hemtci pofta nel
latio fecondo placca Ptolomeo» oucroin
terra di iauoro,comcatcrì voghooo. 908
Alanuni,fonotTedcfdu. ifSo
Alaaoaflroloe^celcbraciifimo neldirc784
AiardOfbaró fracefe vecchio, ^valorofo.4f8
Alba, fono più città di tal nome. 902
Albania,gia detti £ptro»Molotfia, dt Chao-
nia,dcAÌbaAcfi. 88}
Alberto magno di Colonia Agrippua
t . Rro di fan Thomafo tTAquIno. 1 80
Albia,fiume di Thofeana quairo miglia lóti
da Siena nella via Aretina fecondo il Bió-
I ck>,dt Albia fiume IO Germania, proceden
ce da monti di Boemia, paflaodo tra Soé-
. ui,dtCcruczti»metceiiélPOcceano. 1080
Alca mote neU’lfofe oouaméte crouate. 1 1 it
Aìcai,tnooteaett*lfol«ooQameote trouate, .
nel qual fi fepclifceiregide Tartari. 1117 *
Alceo poeta Lirico Mitilenco. 7t
Alcibiade Atheoicfe dt forma,5r di eloquen-
za chiamfimo difcepolo di Socrate. 714
Alade,m vece di Heixole,che fu figiraolo
di Alceo. 478
Akioa beliisfima,dt Alcoa brutbffima deca
tata dalF Anello. 668. iti8
Alcaooc figlia di Folo,dt moglie di Ceice.64z
Aleppo citu vicina al Cairo,abondaDtisfima,
& di gran (tifico. 910
Aleflaodcia otta oobiIisfimancirAfia mag-
•iore,edificatada Alefsàdro Magno. 909
AleXlandro Kedi Epiro. Aieléàdro Redi Ci-
pro, de Alcfiaffdro Magno. 478.479
Alcflandro Phcreo Tiraano,che fnfatto vc-
cidcre dalla moglie. }Z9
AleflrodroCuanoi oobilitfinio Ferrarefe.ve
eh a Ferrara. •94
Alecto funaittfernalc,figlta di Acheronte,À; e»
della Koiie,dtcniotfira di Plutone. 1804
Almcon fig!iodiAmphraraomdouino,|che
vcdfeU made Erirhile. 7,7
Alpheo fiume in Lulide paite dt Grecia pref
foa Pifaiilquate inghiotiiodalb terra paf
fa il mare , de io Stcìba armia nella amaca
Arechufa, lodo
Altafbrtc rocca in Inghilterra. 9 1 6
Aiuemia villaia Francta,pamadi Pier d^l-
uemoytelehraro dai Pecraria. 914
Amaa Prefetto della mdila di AfTuerocrn
fififlft per Mardodieo. vedi ad Afluero la
X
i.-itjpitWT'oiaitMi- .■
Amento po^ eaC«Uao,& vn*altro Tho-
fcaao. 71
Amtclacc pcfcatore pouerìifìmo » alla cui ca
paoQia G ricouro ccfarc dalia fortuna ma
ntimi nbuecato. 109 a
Aoulcare padr«d> Aoaibala Carcag>aerc.4f9
Amor^decto Cupido, figlio di Venere.
Amphiarao indoniaoi mueatorc della Pyro<
roantia»
Amphioot mufico,fo di Michinaacitci la
~XesW. »r
fiume ia ThelTiglia.preno alqaa-
jeAp^Io depóila la diumiu fette aaaf pa
ficolo rarmeais dei R.e Admeio foNo (or-
ma palloralc. ioao
Anacreoote poeta Urico. 71
Anania difcepolo di Chnfto batcmalo
da Sao Paolo Apoftoio.
Aoairarco philoibptio,& cofiiaciffiiiioi ifc
Aoailafio Papa Romano, il<}uale dtfrataado
in coRoit'iro di Hcrefia, 3c coilreto dalla
neceafiti del vétre a diporta U pcfo,ad rn
• .tratto el’ufa tutte Pinteriora & mon.i I&7
Anauro ^^e di Theflaslta, cofi detto , tm-
pcrcioche non ha in Te aura , ne nebbia,
chiaro per tli calzari che ri lafcio (afone
regnente allt (acnficii di Pclia,&petoo ne
fu mandato ra Calchi. to6o
Anaxagorachilofopho. I9f
Anchile padre di Hnea,& figlio di Capi». i)$.
Ancona citta nella marca crAncooa, doue é
il porco fatto i guifa di cubilo, & perla ne
gligcnza degli buoroioi, hoggi quali mu-
nito. t9Ì
Andro ifoia nel mar Ege9,aboodancedifoo
tane,da gli antichi detta Antandroi. fpo
Andromeda figlia di Cephalo Re degli
£thiopt. dql
Anetico Iago di Egitto , dintorno alquale
nafcepapiro» di cui furono fatte le pn.
me carte. loSt
Affilo Coloima. redi a Viuegia. 991
Angelo Agano.yedi al dectto luogo. f pj
Annibale, o HannibaltCarthagi^Befecapt-
taoo ralentiafirao, fehaue%tcoli r(a-
ta In viteona coatra Romani, comefep
perincere q7o
Aofelmo di Normandia Theol. egregio. 180
Anfelmo rimatore Umofino. 71
Ancandro otta in Phrigia poRa nel melo di.
& Ancandro promoncono,o come voglio
no alcuni ifola^ faflb pop
Antenore Troiano, ilqualemfieree co Enea
tradì Trou lua patria & dfcdelanGre*
Anteo gigtatt figlio della terra. 4^9
Aotieooa forella di Poliatce.rediU hiRorhi
nd Argia. »4i
Antiocho figlio di ^elenco. (41
Annone madre delf Amazooe* 460
Antonio Fio. tt
Aoro aio Se Crallo fommi oratori» 7ì {
Aon fonte loir
Aoniamoote d*Helicona 1117
À^lle £phefoclan(«imo pirtoM tof
ApoiIo,& apolhne.redi i Sole. 69
Apenomo,oAppeaorao moncu,che dioidc
ntalia.enmeozando dall'Alpe giungeodó
alPefircma Calabna. iil 7
Appio Claudio oeco,& Palerò appio. 460
Aquilone rcnCo.vedi Borea. un
Arabia regione diuidctela Giudea dall’Egii
tuidetca da arabo figliuolo d’ApoiltoeJ?^
Aragne Lidia, rhe nfo di contendere con Mi
oerua a teffere, 0r nau fii traofmurata In
racno,& fii mueoCrice, come fcriue Plinto
del lino, de delle tcti^ ^ fuo figlio CloRero
TAVOLA
trono t fnfi.
Arbia fiume m quel di Sieoa preflo oKiote
Aperto. lofo
Arcadia prouiocia, detti da Arcade figlio
di Gione Ì7i
Archelao philofoplio&crudeliifiiDO. fri
Archcfilao philolopho Itf
arcliiano fiume , oafee nella codaefApcnaj ■
no, che é fo^'ra PHcrmo di Camaldoli/cé
de nel Cafentiao»dc mette io Arno,tra Sap
pi,&Btbteoa. 1060
Archimede ^iiacufano Mathemaòco ce-
lebre. 7lo
Arcbda prouìncia foggettaalgran Can eri
Arda prouincia neh^Alia maggiore » doue «
Aleflandria città nobdi»nnu. 879
Ardenna fc!ua>la maggiore , ebefia io Frao-
cia,allai celebrata da fcmton. 1 1 10
Arechufa mmpha figlia di Nereo, & cL Oo-
nde.vedi di fotto. nj4
Arethufa fonte di Sicilia preiTo SìrncuCi, nel
laquale fuconuerfa Arechufa lumpha di
Diana amata d* Aioheo. io8r.a&4
Arezzo otta iMbilufima in Tbofeana p mol
u huomim di fama chiari « de tra poeti de
M Fràcefeo Petrar- l'Vnico Accolti, Leo-
nardo, bora, il fi^nor Pietro Areooo. 198
Argenta caRdlo pollo fopra il Po,fiume,lon
ceno da Ferrara. zviii.mtgiia. 911
Argia figlia di AdriRo,Redi Argo, de fidatif-
tuna moglie di Poiicioe figlto,dc manto di
locaili. 641
Argo cuti dt Grecia anticlnftima, non lun *
gl d'Atheoe , piu famofa che grandnper
gli fuoi palTats regi. 984
Argo 'fecondo che vogitoao alcnai)(u il pn
mo fabricatore di nani. 1044
Argo paue enfi dettn,clie fu la prima ( fecoo*
do piace ad nicani)chc aauicalle d ma*
1044.
Argo, che banca cent'occhi veofo da Mercu
no perche era Rato da Giunone pofto n*
guardia di lo amata da Gioue, che poi fu
• irafmutnta in vacca. 4147
Atgoho Mpoli , i greci. 877
Arianna figlia di Mioo» Re di Creu. «4»
Arime tibia fecondo Strabonc, dr Inarime
pofepoi Homero»de Vcredio, hoeei
detta ilchia. 897
Arimmo , de Rimino città in Romagna aliai
chiara p la bella fonte, de |> lo Ponte. 900
^.^^^olico^de poeta Lineo. 97
Ariltide Greco, capitano d'Athcniefi. 461
AriUippo philofopho. 194
Arillotelefommo philofopho. 196
Arli citta tu Prouéza pofta alla foce del Rho
danocopiolìff.di fef>olcri. potf
Arnaldo Daniello poeta proaenzale. ri-
Ateo fiume celebrati rumo dt Thofeana^dei-
Ta pennino corredo fommergerfi nei mar
T hofeo, corre pnrtnezo Firenze. 10^1
Thofeano augure, come fcriue Lu-
cano. 799
Arpiso dtcà, tra ForadtAquino nelcampo
fondano,patna di Oceroae. 907
Arrigo He (Tloghilterra. |tf
Arrigo di 1 ucimburto imperatore. 179’
ArwerfeRe de Perh,oommato Airuero.)8|
Arteroifia moglie di Maufoleo Re di Ca-
ro. é4X
artu teef taghtlKm,capo di caualleri della
uyola rocoda.dr Artu Re di 6ertagoa.|8|
Aruncaattaia Italia nelÌ*Abrazzo colonia
deeli Aufom,dr patria di Lnallo inuenio-
re delle Satire, hoggi detta Suefla. 908
Asbilocrotoniaca curfore, che per femarfi
nel correre velociifimoferagoa caRitap-
j>ctoa,celebuco da Plafone. iqdS
Afcian camello fottola turifditiooe di Sie-
na. 9*t
AfafiyO Afcefi città ia VmbrU, de doueoac-
que fan Francefea 900
A fJente Parmegiano ìodouino. 7 89
Afdrubaie Cartfiaginefe. 4ei
Afia terza partediH mondo. i7o
aGoio Polhoae oratore, vedi a PoIIionc. rjd
Afopofiume di 6Qcaa,cofi detto da Afopo pa
are di Egma. • oé 1
Afphalti lag.*) di Soru appellato mar morto
per effet graode,dc fenza moto, non riee-
uein fe alcuna cofa viua. I081
Azfina regione, detta diAlfurfigliofL Sen.
rolgarineote Sona. vedi Sona. 8 7r
allo cittain Alia patria di cleaole philofo
pbonobtiufimo. $to
Afiuerotdecro a rtaferfe. 84^
AlliaghcRede Medi padre di ciro,de da lui
vinto. 789
Atalania figlia dì Scheneo Re dlSctroifoU.
Nd corfo,d( nella caccia famofa. Yo’altra
A taliu altrefi caccotnce amata da Mm&a
bone da poeti celebrata. 148#
Athamante, che da Giunone fu condotto
a tanta fona,che vencndngU incótrail fuo
figliuolo Pvccife (limandolo vn liooaoo,
dei che fpauentata Ino fua maglie, co Pai
tro figlio Mcbccrta fi gittò.nd mare,
4^ei marmi fi coouerfono. ia)7
Alheo3,8rAtheneatca in Grecia,gta domid
ho. & ricettatolo di tutte le dottrine cofi
nominata da Mincrua,chci Grcachiama
no A(hcnj,hoggi del tutto dclirutta 90f
Afilla flagello d'iddio, Kedc gli Voiu,dc
di Dana. 481
Atlante monte grandirfimo m Mauritanca
ocU'occidcDtc tnendionalc,per fama anti
ca edebrauf» hoggi detto carena, sur
Atridefigliodi Aitcb.i.Agameooooe* 481
Atropot,t*vaa delle tre Parche. i8»|
Attilio, ctoc Marco Attilio Gabiooe con-
fole. 481
Attilio Regolo, che da carthaginefi fu cru-
delmente venfo. |o
Anco tino l'uno de fette colli di Roma. 1 1 14
Auerno,à luo^o in camraenj verfoncadea
le, al lato deliro dairaiUergo della Sibi-
la nomfirnoper quello che Homcro.A
Vergilmae cantarono* to8a
A uerou montagna in Guafcogna,ouelbno i
popoli Auern>,oacTO Aruerni,che combat
terooo con cefare. 1117
Aorrotx medico, &gran ccMncntatore di
Anftotele. 190
Augnila citta famofitfima in Gcrmania^det-
U volgarmente a ufburg. 908
Augufio imperadore fecondo. 979
Auicenna Re,8r medico celeberrimo. • 90
Aulidedttà in Boctia eoo porto capace»
poche naut. 1049
Aurora.vcdi a! foo loogo Oip
Auaburg citta m Germania, detta aosu-
llo. ® 908
Aufonda già parte dell'Italia, al prefente per
luta nulia. tt77
Aufiro,& Oftro vento. ita
A ucolie Ladro, figlio dt Mercsrio 748
Autumeodoa carratticre di AchiDe. 909
Aizolltno liraaoo,8t crudelufimo. * 919
B
Babeleiio vece di Babilonia deca. 909
Babiiooiaydetta ta graade, doue fo prima la
gran corre di Nembroth, perlaqùal f«ro-
nn d-uifc le bnguc. 909
BacebUmne fiume, che pafia preOo V»*
cenza. 108»
Bacco di Giotte,ei di Scmde, £u li ps^
mo , f^c trntiafrc il m‘<vmrho , & iJifiodo
del v«ndcre, & del compenre* lamtifìca.
Se rvfo del vmo,& perciò fu deno Dio del
vino. 117
fiacco fiume in peopin<)uo a Cor-
dué»a cuti. ^ 40*1
BaenacMullo cafleHo di Romagna, fono U
lurifdicdanedi Ferrara* 9'l
Baia ifnta loMana da Napolt«r inolia verfo
occidente , non lungi da Cuma , di hebbe
nome dell*vno de compagni di VbUe mi
fcpoUo. t>4
Baldac<o,in vece di Babitooia cittd. vedi Ba-
bilonia 90|
BaHiagia paefe di Sardina, dooe fono
monti aff nfaimi habitaci da fcmtne
veneree. '
Barbane paefe neU'fithiopìa ,doQC é
*1 uoif. fSa
Parbartccìa demonio itoi
Barbaro monte preflo il Ugo Aaemo, fotto
il<)Baie Coc«io,<)iiel|o« che aocho il moo
tc di Paufil)^ rapaodofe le vrort«y<heé
tra Napoli, dcpottuuioy dettefegrotte del
la Sibilla. mi8
BarbarofiàyPederKO nominato primo di
Soenta Imperadore 4*4
Bartolomeo Louaru dottore ercdtentiriì.
cno.vedi ad Vdme. 90i
Bafhan del Bailo cugino mio cartfiimo.vcdt
Ferrara. _ f94
Batiifta,in vece di fan Giooiai Battì(la«in^
fiattroyÀ Baitnaaa,& fiattna i(bla,de«ada
Haftro fiume. U4
Bauarici popoli* iftl
Bcatrice,amara da Dante Beatrice del Bario
madrcgia delPnlunno autore dell'opera •
dt Bcatnca dt Monferrato. *41
BelgiOyde Brenno cancant Fraocefi. 4^1
Belufiasio valorofifnroo capitano di Gmfij'
- Diano Imperadore* 461
Bellona Dea della battaglia , foreUa, k Car*
raumadi Mare.
Belo padre di Nino Re de gli AfsiripHn
eipio della idolama dt Bello é aocho
nome di f umc,doue fu prima liona-
to il verno. tea
Behefauydc Belzebbubpnoctpe de demo
ni* i9oa
Beaaxo,Lago di Garda m Lrmbardia»ilqual
producei Carpioni pefci fogulanla iota
Bernardo poeta proueniale, celebrato
dai Petrarca. 7»
Bernardone frate minore, de compagno
di fanF/aacefeo. iS
Bau fiume in Hifpagna,dalqiialeddct
to U regione Bettca* tfl
fietica ptouincia neHa Spagna detta dal fiu>
me bcti dt é aocho detta T ubertana, bora
Granata* I9)
BetugliaQitiydtPairiadiIndithebrea 910
hibli. che apaaoao Cauno (un fratello» de nò
amata okn fi caouerfem fonte. 444
Bdilt fonttdt Mefopoiamta non lungi da
Carré» nellaqualcfuconuerfa Bibit figlia
4t Milcro, die amaua il fiaceUo Cauoo» dt
non ama teda lui* 644 lotc
Btlbilo arca co H'fpacna poma di MartiaJe*
doueeil fiume deilo iRefio nome,lecui
acque fono di forza graudibisu a tempe-
rare 1 ferri. joda
fiif^tuafiuine tra Fiirote , de Prato » le
mette »n /vino fci miglia lontano da
I Firenze. loda
Biftnancoua montagna molto aitatoci duca
ro di Reggicela Lombardia. 1 1 17
fiocttfi p^uàuopho» MaUiemadco » <Be Poeta
•T A V O L 'A
celebre. 9f.t97
Bolfeoa Lagodi Tlwfcaoa, non lontano da
V iccrbn abódeuole di peiéi,detro da Vol-
finocaifcHoMiaco.fopni^fago. lopz
fiotogoa otta madredefiudii,dt pio aboodà
ledi tutte l'alvie nobih cirta d*italia,ami.
cifiiirea*ft f etHUola a fnrcftien. 496
fionagiunta da Lucca de gli Obizzoni poeta*
de amico di Dante# 71
Borea vento. 1 1 1
Borgo é luogo dotte foec» pia cafe infieme
fuori del eircouito della otta. 9 1 e
Borgognotii popoli. irs)
aracelo di fan Gtorgtooel Mare Hellefpon-
to.vcdiad Hellcf^nto. 10&8
•randa fonte fu la piazza di Siena , di acqua
abondaocifinma.de chiara. 4o8d
•raoditio citti edificata da Greci, dooe mo-
ri Vrtgibo. 897
arenno uuca de GaHt,che vcnocto Italia c5
tra Romani. 461
Brenta finmc, corre peellb a Padoaa* na
fee m Chiarantaoa moocagoa pofta
nell'alfi. io4a
arefeta atti mXombardia, edificata da Ce-
nomaot popoli. e^t
arctanoro caccilo in mezo della Romagna,
poftntn monte fnpra Porli. pia
inarco gìgàte celebre, figlio della tena,c he
haura cento bracca. 46)
aniggia otta preclara nel fine di aelgan , al
lito dell'oceano fetteotriCBaÌe.copiofa di
vanemercL pu;
■nmetro Latini Fiorentino, maefiro di
Dance* 74
Bruto nemmato fidele , che liberò la patria,
cioè RomadaTarquìnoidc fi chiamò Lu-
cio lunto Bruto L'altro Bruto, clic amaz-
zòCefarCyfu detto Marco arato* 4*1
Buggta.ottà nd lito Africano all’iacoatzd di
Marfigha,lioggi aflìi nota. poi
auooagiuauda l.ucca.Pocca« 72
C
Caballioo fbote.Tcdi ad Hclicooa mon
£C. Ilio
CacceaùlìfoUin pr>nente,oue gli vccclli co
bartonocongli huomini. 891
Cacco ladro, figTiuoln di Vulcano. 749
Cadmo loueotore delle lettere greche , vedi
lettre. fop
Catn figlio di Adamo, fu primo auaro^&am-
fnazzòil fuo barello Abet ) i a
Oiro enei regia delPEgitto, che a céri nofiri
è ridotta furto la potefti de Turchi. 90)
Calabria,i( Calauna già >rutia, & Locn,^ la
Magna Grecia, perchcanticamcnte Cala-
bria era da Taranto ad Otraoto, chehog
gt fidice tcrrarTOiranto* 88i
Calcante, Eunpilo auguri. 787
Caldei popoli. irti
Calj^Uo^lìadi LicanaeRedi Arcadia,muu
ca m Orla da Giuoone»d( daGiunone pò-
fia poi fiale ficlle. 114
Caliagura«& caUhorra citd io Spagna , pa-
tria di fan Dominico, de fecondo alcuni
anchodi Qt2,inciliaoo. 007
Caipc monte nel fine della Spagna, alPefire-
mò òccideoie, ouc fi dice eflere le colon*
ne di Hercolc,3c calpeè atti in aicbp-
nia, U porto,rc^e Tcopooipo , & calpe d
monte preflo il Pharo di S^ha fecondo
alcuni. 1118
Caluofommo oratore, detto Itcinto , ilqual
Ce hingaméte viuca,era per acquilfar fom*
ma lodc»fi come largameocedunoftra Ci-
cerone de ciani or atonbui . 7 14
pipbara j^a del mondo Duerno. f 70
Camittn Ro. dieliberò Roma dal furore de
Francefi. 464
Camillo Strafoldn canonico metitifirmo
d'Aquileìa.vedi Vdme. 901
C8nirtdoc)to,& Capitolino tempio di Grotte
■nel mónte Taipcio. 897. vedi Capitoli-
no. ( 1 19
Can dia i fola , già d etta Ma , poi Creta ,fir Ho •
.mero la chiamò HecatofiT^'cdr, perche fii
ornata di cento otta. 9$r
Canopoatra m tgtrtn,derradaCanopogo-
cicrnarorcdeMa nauediVlriTe. 904
Caorfa ciirà in f roucoza» già per lunghi fero
li nccico di Vftffau 907
Capaneo crudo* fprezzatore de Dei, da Gio*
uefulmmato 444
Capttclino,il raprtnlino monte in Roma,det
to da Vfi Capo mi rrouaro, detto per auan
ti Tarpeo da Tarpeia uu da Sabini vccifa,
ét fepoira , anticamente detto Saturno , le
dapoi Vandona. ImB
Capo d'tfina.antrcameotellkrta 89$
Capraia,&Gorg* gna,dole nel mar Tirreno,
celebrare da D'ante. 8S6
Carena monte, già detto Adantc « vedi
Atlante. 1117
Caria ymtocia ncll'Afia, ouc era 1! Manfo-
leo,deti.o da Cara Ke,|r pruno augure de
ghvccelli. 879
Catiddt, fc( gfio nel lìtodi Mefim* , deTal-
tro ramo della rmadi icilia, rlvamato il
Braccio, ihe fa 1! pono della cKià,doacè
la torre di fan H anierl. 10)9
Canfenda, è vna torre in Boloena, che pen-
de di m»n'erj,che imnacaa ruma, kè co
fa antica , k dieefi , che coli fu fàbrìcaca
ad arre. 818
Carlo Magno Redi Francia ,8e Imperatore
chnlliamfiimofirliodi Pipino. 484
Carlo fecondo Re cTi Napoli di cafa Francia,
& mokolibidioolò. 67 f
Carmcnte madre di Euandro , fa la prima ,
che trouo l'alphabero laDao , coli detca*a
cannmibur, co qoali dauarifponfi, k pn*
ma era detta Kiccftrata per proprio no-
• me. 8op
Carncadephilopho Cirenefe , principe della
nuoua Aeademia. c 9 6
Carone,o Cliarone, Ac Charonte nocchiero
iafcToale. 10944801
Canhaeine otta celebre io Africa .a Roma-
ni tuf<fia,& al fine vinca. cefi detta daCar
thagine figlia di Hercole , che prima era
detta Ryr(a»& Chalccdoa* 904
Carthaginefi popoli. 904
CaRore, Ac Polluce fiardtì nari ad vn parto,
della nanuirà de quali rane fnod leopi-
mone ,al fine dopo morte afTuott da Ciò-
uein ciclo, Ac pofioelt nel tenofetoo del
Zodubo, detto Gemini, vedi al filo tuo-
go. 86 1
Cacone Ceoforìoo,detto Marco Portio Cato-
ne, AcCatone Vcicenfe^ che fi vccife detto
Marco Catone. 489 714
Cattalo , è aircflremo dell'lodia onentale ,
verfo fettentnone* 890
Catullo poeta Veroneft da Sirmiooe iloia
del Iago dt Garda. p|
Ciucafo monte aliifcimo io India, coli det-
to , perche ha fempre le cime canche di
neue , checaodorediacta prefio gli habi.
tanti. Il II
CeciUo Stano Poeta , fu detto Stano perche
fu dinatioac feruilc • 71
CecmaòoOanafiume,cbefnecte in mare
non toncano da vadi Voleteraoi,doue ter
mioa UmarcmiDjdiPira. io8a
• iiii
I
Cetcemarifo.di AldoseTtraotSe TAltro con
urrlìinuccelitdel loro nome. 641
Cepltalo (igliuolo t(i OeioneOfO di Eolo.co-
Me Tenue Ouidio, amalo da Procru 644
Cerbero Demonio. itoa
Cerere Dea delle budefiìglia di Saturno.xit
Certaldo cailelto in Tholcana* patria del no
Oro M.Giouannt Buccaccio. yia
CerarCiprimO fmperadnre. 4^$
Ccrena.o Cefenna citei in Romagna^prCiTo
lacuale corre Sauto fiume. 900
Charon,& Caroa nocchiero lafernaIe.iof4
i8oa
Ch«auen,& Siedi caftdii nella riuiera di
Genoua. 9>a
Chiereatana,dmnnlagna neiriapi, che diui
de la Icalta dalla Magna* 1119
ChiOyO Coo ifota nel mare Egeo^detta anti-
camente E(olia,Macrm,& PytluuTa. 84$
Chitone rhefalo centauro, Mulico^Medico,
St maeftro d* Achille. 97
Chrihprorhiloropho$toico,& Aliano. 198
Ciacco tioreobaogolorO|Celebrato da Dan*
te. IM
Ciinte ntmpha, compagna di ProTcrpina,
che volenilu contrai! ire alta rapina di
Plurnne,fa connerfa in digno,qual é m
Sicilia non lontano da Siracuta. loìio
Ocerone«detto M.Tuho Cicerane,fu d*Ar-
pmo taglio iTvn Tullio, & di Olbia Tua dó>
na.come ferme Plutarco, Se alTaj per fé no
tOySclaudatirsim?. 714
C 1 1 LO, Hetco dalla bellezza di Cielo pa
d'c di Saturno nato della terra Tua fureU
h.
CitiCia prouincia nell'AGa minore, done é la
Speunca. i7l
Qleoio monte d*\rcadia, celebre porlo
^oàtamento di Mercuno* 1119
Ombri popoli. tfli
Cimmo lago inThofeana forco il monte
Cimtiioi iota
Cimone Clconeo pittore celebre. 807
Cinabue pittore Fiorenbno , celebrato da
Dance. 807
Cincinato,tQuintopmro!ceiIi aratore •
fatto Dittatore. 4$$
Cino da Pidota rimatore, Se Icgida cccel
lente. 7|
Cinthip monteddrifola di Deio,Camofoper
'Ta^tauita di Apollo , Se di Duna , Se p«r>
clolVo detto Cintino , Se Taltra Cimlua,
Se diceli edere canu U fua gràdezza , che
con la ombra cuopra ilarcoito deirArci
pelago 1119
Oprigna in recedi Vedere. 6)0
Opro ihda affai nota. 88$
Circe tìglia dei Sole, Se di Perfe nimpha,
M igj noiift. 794
Oro figliolo di Cambife^nepotedi Aftage
R.C di Media. 4$$
Othsna ifotaa Venere facra. 89$
Cit]ierea,in rece di Venere. 8)t
CilherQjae monte di Bnctaa non lunghi (Ta«
(bene cclcbratfnmo da pocta,Sc quiui fpe
Oalmenie Bacco era adorato , A ancho
Venere come rolfero alcunt,Sc daini no
minata Otherea. 1119
Gaudio Merone celebralo capitano de Ro-
mini. 4$7
CleahtcfiicceSToredi Zenone, nella fcuola
Stoica de Philofopht. 189
Geoparra Reina cTÈgitro amata da Giulio
Cefare , Se da Marco Antonio , al fine da
Augufto vincj*pcroooaodarconduttaia .
Tnomphofi vcciiecol veleno 679
Chma,d tl pacCimento della Sphera , che gre
TAVOLA
camsnte fign fica lereligìnai deltnnnlo
oafeuna cuu tato fpatio co quanto Ti odi
variare i'horologio. 868
GiteaneUra moglie di Agamennone, laqua«
le per adulterino ain^re fece vcodcre d
manco Agamennone. 644
Qoto.lVna delle tre parche, vedi a parche .
i6x)
Copto fiuTie infernale. 1804
CuTogna cittf nella Magna baffafoura il
RheuoyCoii detta perche fu Coloni idi
Ro. fu edidcatada Agrippa genero di
AuguRo,S( ppo fu ilccu Colonia Agr^p
piua, fono t corpi de tre Maghi ,
che venero d’Oriente ad adorar Gin-
Uo. 907
Compara ifola nel mondo nuouo.Vcdi a
pinchea. 891
Conte Michele della Torre magnanimo, Se
Udlefla géallcazact cortelìa. vedi a Ro
mi. 896
CootSe Chio Ifola nel mare £geo,hoggi
delti Lange. 88f
Conno poeta Greco, fu il primo che fcrilfe
la 'lidia. 8ot
Cornell I figlia di Sctpmne Africano maggio-
re, S( muglie di Tuo Sempronio Graccho
Se madre de gli duo Gracchi , Matrona or
nata di Tomaia eloquenza • 647. vedi a
Tiberio. 7|4
Cornelia moglie del gran Pnmpeto. 647
Corneto caltclio in tcira di Romi nel patri *
manto di S.Pictro, detto da Conto Ke 9ia
Cprg yen fcx. vedi ad Euro. iix
Corfu,Sc Corahu,S( Gurfu tfola nella foce
del mare Adnatico. 887
Cofmo de .Medio llluflnfaimo Duca di Fio-
renza nella dcdicatione
Coflo. A comelio Cofio huomo fbrtifsimo ,
Se in arme eccelJe.itifaimo. 467
CoRantioo tmperador. | lo
Con Re di Troia, che. xxiiii. anni fu pbee-
uolift. poi diuennefi crudele, chefneno
la moglie per vedere la dono erano vfci>
tii Tuoi figliuoli. 774
Cralfo. cioè Marco Craflo ricchiftimo di tat-
ti I Ro.Se auanfrimo,di tutti gli huomim ,
come Tenue Cicerone. 467
Oado detto Luoo CrafTo oratore, da Mar-
co Tullio celebrato. vedi ad Antonio. 7||
CreoateTiranno di Tlicbe. )|o
Creta Ifola.detta Candia. 887
Creocomare,€ofi detto JalPlfola di Creta •
10X7
Confpo SaluBo dignìfi cittadino Ro. Se cla-
nf$ . Hifionco fcnlTe elegantifximamente
la coagturatiottc. Se refiìcio di CatiUna, Se
della guerra di lugurta. 89
Crocoau, ouero Crocacolo fiume di Apruz •
xo nauigabtle,ouero di SaIennoi,nel qual
fe vifigirtalegnOfO fronde r*indarano có
feoroa di pietra. io6x
Cuba Ifola nelPOccano occidentale grandiA-
fima con porto bellitfuno, St capace ad
ogni numero di nauu 890
CupidOyScAmorefigliodi Venere. é}x
Curio, Marco Cuno Dentato, Imperadore
deil'clTeraCo Ro mirabile, per le molta
virtù Tue. 468
Cufione Romano oratore cloquentifs. 7 17
Curtio Ro.che fi gitro nella Voragine arma-
to a cauallo per liberare la fua patria. 468
D
Damiano nome proprtOjSt cognome, ipja
Damiau atta nobile in Egitto polla fui
.Kilo . _ 908
Oanoclcpfatlofopbo • ^ lyt
Dan Se Oìor fonti del mrote liKano , da i
<|uxi duo fonti quandofono giunti in-
heme fanno il fiume Giordano 1086. A ve
di Giordano fiume. 1006
Danae bcllittima madre di Perfoo, 6 od
Daoao figlio di Belo, Se fratello di Egirc«',fu
ilprimo,chelrouoUnaue,con iaquale na
utgo in Egitto, S( in greaaifu aneli# il pn
mo che txouó I pozzi, come piace ad al-
cunu 1044
Danoia fiume,aiciimenti Danubio. io6x
Dante Alcghieri Poeta celebratifiimo. 74
Danubio,8icnmenti DanotaiSc dlrofiume
maggiore di tutta la Europa. to6|
Daphncnimpha figlia di Penco fiume eoa
uerfa 10 Lauro p lo Amor di Apolilne. a z 7
Dardanelli,gi4 detto il ilreito del mar,clie é
tra ScUofdc Abido atudi « vedi ad Helle-
fpontomare. ioat
Dardano figlio di Giouc,Scdi Elettra fonda-
tore dii roia. !}•
Damd propheta, Poeta Pfalmographo » Ci-
ihariUa,Ke,Sta Diugrato» 04
Dea della Terra. 1096
Dea delie biade,detta Segefia. xxJ
Dedalo ingeniofitumo padre di Icaro. 740
Oei,S(Oii vedi a Dio. 1
Oeidamiamt^iiedi Achille. 647
Oehatia Luna. |ox
ucmade Atuctuefe oratore cmoto di Oemo-
licne.veJi Kfchioc. 7)7
Ocinorrico Abdcnta Philofopho difc^olo
di Antloule, che Tempre rideua • 199
.Dcinollliene figlio di Demofihene, detto
Macropto perche lauora coltalli. 7ir
Dco,in vccedi Dio. 1
Diagra fcruo. 444
Diana figlia di Gioue.Sc di Latona. M t
Diana Stagno, elice apprefld gli a'cidtt , Se
da quclh cfTa Ora e hoaorata,dalla qua
quale é nominato, Se perciò Satina é dot
taappolorb. 1080
Diccearco Philofopho dihgeote,Sc curtofo.
1,99
Dido,Sc DidoneSidooia Cartagmefe. aif
Oidoàe,Sc Oido vcdidiiopra. xi}
D j o , Sci o o t o. 1. St vedi all*lndtce pri-
mo. * I
Duigcne philofopho Cinico. ano
Diomede figlio di Tideo Greco hucuno
valorufo. 449
Dione midre di venere, St figlia deirOcea-
no Sedi Thetide , Se alcuna volta fi piglia
per Venere. ijf .
Oionifio Areopagita Ph'lofopho nel tempo
chefu Chilto crucifilTo. aoo
Dionilio Siracufano Tiranno di Sicilia. 1 1 1
Dite atta mferoalc * Se Fiutone fuo fignore ,
che e Dio delie ncchczze, onde Dite dtoo
ta ricco. Ilo}
Doagio,Guantn, LìllatBraggla, Guiziaorc,
Se altri nobil 1 Citta in Fiand|||teile ne li
a del mare Oceano , che e tavibogii ter-
ra,Se la Fiandra molto meiàcantelcba
di vane Se nobilifnmemcrci» comcTa-
pczxeric,S( Razzi, Tde,P4nni. 90}
Dodona fclua, in Epiro nd monte Dodooio
in Chaonta . douc fi dice, che vi era Rito
vn tempio a Gioue Dodonio facrato,St al
tre mcranighe. 1 1 1 1
Domencdio,uio,lddfO. x
Domioano Imperadore. |fo
Ourazto,hoggi Valona,gia ApaUoota.v^t
£piro.
E
Baco ^lio dì Gioue, di Egioi. 119
£cbo o^u deUaetv, St fccoodo i poeti
éfi« I morati (li Naraifo t>o da tul
V aimta. ijlr
£d(fo figlio di Lato RediThebiof^ &di lo-
padre di Eteodc.iSc di polince. i
•£gftta ntfpphi da Kuma PomptUo Ctcondo
' Ke'di Roma amata,& dal (ao Dome è no-
minalo ti h>oie nel moofe Amino. ai6<
loltf
Zgtna figlia di Afopo,amatJ da tioue,& io
forma di fuoco la coaobCfdr della quale
fu delti U riti4 £gma preffo Peloponoe
fotalcrameoted^ta Enopu. «qp
EgiUo facerdote, cugino di C|ieenne{banio>
glie di Agamenm.ac»ccm iaqunl cotnim-
^ medio.
£gitto regione prdTo PAfrica , dr parte del *
PAftaanchochtaleaiuvogluno cKefia
tra PAfnea .dt l'Afia, abódateperla lOon
datione del Nilo* S>r
Bletira figba dt Atlante* 119
JEIfa fiome^dt Tofcana-,od'contado fioten.
«ino oelpimciPio ,delPacqtiadeIquale,
ogni cola, che iui gma f'jadurtfe^dc di>'
uien pictra.merte in Amo* roiir
£lueci»roooSuiza«n* ' leSi
Empedocle, Poeti. Oratore, Philofopho, Me
dìi(0,de Malico cognominato Onnoo . 190
£ncelado gigante fmifiirato,da Gioue fulmi
nato • de pollo folto >1 monte Etna , hoggi
detto Moagtbello,<he fiamme. 469
£oea Dardanofigliuoiodt Giove,dr Redi
Trota, pritDo progeotcoreiTEncauna
> co da Vergdio. 469
Ennio poeu Tateocino^b pan toftoda Ru-
die,ouero Khodie caficlln di CaUbrla.rf
Enone mopha Idea amata da Parts , de da
Apolline per la Aia virginità fatta mei|i
ca hebbe la cogoicione di tutte l'herbe*
ixà
Eolo Re de veoo,d( deUa cempefta/figlio di
• Giouc,dediSergelUfigluciiHippou,Tro
Uno. Ito
Epaminonda Thebaoo fortiiaiine ,6tcnorto
in guerra per la patria*
Epcna oim^a di Cebreno fiume amaca da
Efaco coDuertito poiin fmerso. ai5
EphcAo otta m India patria di Homero fe-
condo la opinione d'atoint* 9 1 o
Ephialte g' ^ Nettuno tanto ài te-
so,che moife guerra a Giouc. 4^9
Epteurophflofephoprmape della fetta £pl
cura. toi
Eptro regione della Grecia, già detta Molof
AaA Chaonu,hora Albania. 99 1
Era fiume di Germania, nafte nel monte Yo
gefo.dc fi moue canto legi^iermente, che a
pena lt<ooorcedoue vada, mette nel Rho
danOfboggi detto Sagona. iodi
Erafiumedi Phofeana, douedii ponte, che
va ad Era ciUdlo, douei pifam haueado
poRo infuga Locchcfi,da Ftorencioitono
fopra» ^furono roto, Acfpai fi • ioti}
£ridanot|Me,il medefimoche il Po,come
ai (uc^^uoàdcfto. lotf)
Elidano monte di Onratzo. 1 1 1 9
Encnanto fiume di Arcadia , nafee del mon-
to Mello lAeflo nome, nelquale Hcrcole
pr efe j] Cinghiale vtuo , 6c portollo al Re
EunAco.mettein Alpheo fiume. 1064
I nmanio ssonte. vedi di fopra. 1 064 1 1 1 9
Ertnne furia infernale, cofi detta perche cor
rompe la humana menu. 1904
Enfinone Thefalo impio difprrctatore di
Cefjre,che per Arme vendette la figlia, al
fine fi mangiò le proprie carni. 119
EnflonCfO LnihooeTc£ala,CamoCa di mol-
ti vcnoficu. 794
T A. V O 1 A
Erio fiume di Frant]a,dooe é leone cictj ito
biliisima, come vuol Tolomeo, mette nel
Rhodano* 1064
Enphile auara,ch« tradì fuo marito Amphia
eao pet la cupidità di voa catena d'oro, ve
diad Amphiarao* | a j
Efaco figlio di Priamo coouerfo io Smergo
irccelio acquatico* 649
Efchine Atbcniefe oratore, emul odi Demo
fthene. 7jr
Efculapro figlio di Afonme,fu detto Dio
della medicina. 191
Efti caliellom Padoana* 9 1 a
Ethcocle figlio di Edipoiche fi ammazzò
con Polinice Aio fratello cóbattendo* 499
Ethiopia religione calidirihna,(& peroo pro-
.duce gli huomini neri , « abondcuole d'a-
QitnaR velenoii. 974
Etna monte m mero la Sicilia, cclebratift •
da poeti per lo fuo còtinouo ardere. 1 1 1 9
Etalia {fola nel mar di Genoua , hoggt detta
Palmo,oPalmara,ropiofa di mincredi fcr
ro, cofi detta da Fcalo Duce. 8,0
Eua ptima donna, deprima madre>laquale
col fuo sfrenato appetito ci Aj cagione di
eterna dannatione. ittp
Euclide da Mcgara Philnfbphoi9t principe
- nelle focncie mathematiche- * 79n
Eoplirace fiume celebre di Mefop otamia,dcl
CUI nafamétofono vane Pofiniont«fo94
Euridice ntmpha moglie di Orpheo amaca
da Eanllco. n9
Eurìpi de poeta T ragico figlio df Telefto
TC. 7t
Eurpilo, decalcante Auguri. 790
Euro vento. it|
Europa, la terza pare del mondo. 97 1 *d( Eu-
ropa mmpha amata età Gicuic. _
Eurofa fiume di Licaoni» pre^ lemnra cU
Macedonia corrente;' ‘7 ' ' loer
-Etccliia ptopheta. 6t Redi Oferufalem, che
■ perle Aie fante opere'inefitòefierchlttna
togmfto. ap.1477
Ezechld pròpheta. — ar
F
Fabrtdo Rom.fpenacote di ncchetre. 140
Eàlerno monte in campagna, celebre di
ottimo vino, d( per quello noggi in c(Ta re
gionefoon i Vini pendei. 1 1 10
Fano culi nella Marra aHito de! mare Adria
tico,eopiofj di bellifsime donne. 999
Firià IAila,dr volgarmente da Schiaurnl det-
ta liefna,douc nacque Demetrio 891
Faro,dt farfalla • vedi a Pliaro,d( a Pharfalia.
Svi.ioir
Faudina belliAtma, dt impudica moglie di
Marco Aurelio Philofopho , de Impera-
dorè. 999
Federico Barbarofla vedi ParbarolTa. 499
Feifioa,dcbologna citta nobilifi.vedi Bolo-
gna. 994
Feme otta nella marca tr-uiciana. 710. ifcr
Feltro caftello nella marca d*Ancona. 911.
irrr
Ferrara patria canfs.laquale hoggi del fecon
do Hcrcole lllullnft Dura illuRraca di fio
ndi lludii io ogni facuirà ,dt di hucimim
preclan già di È«Uez7a,d( d'ogni ornanicn
to di viiiUfContcnde con Iep7u nobili en-
ea (fluita. 994
Ferrarla promnotorio in Hifpacnaiion lon-
tano da Cartag.nc nuoua , (otto delquflie
Hibero fiume entra nel mare- 1 no
Ferrino da Ferrara cancciltere ducale, vedi
Ferrara. 994
Fcfante mooiet doue comiotid Perfeo a vo>
lare pcq|8ndareio Libia , per atnmaattre
da Gorgnnea frfia. ino
FiameoghijO Fum nghi* 994
Firenze citta che difiellcrza anche ferba
Pantico nome, ma a trmpi ocAri dalle par
fi quali ridotta All’ultimo cltcrniinio. Pvr
Flora Dea de fiori, alrnmcna detta donde,
dt7efhirite. il 79
Fòlchetco Geoonefe Poeta Prowenzale. 79
Forlt città tn Romagna aitai chiara, per la
rocca già difefadàlla Signora Caterina
Sforna conrra Talentino Borgia. 900
Fortuna, Oca della buona dedeìU cnita (ot-
cCfFato. IJ4
Fobno hcretico . che infieme con Acino
perAiafead Anaflafio Papalahcrefia,
cheti) poicaufa della tua morte, come
ad effo Anaflafio. 1 917
Fcàcefchin dclli Atbid Poeta Fiorencioo.79
Francefi,A Calli popoli. 977
Francefeo Scraphico.cioè San rraocefco.^i 9
Fraocefeo Pcrrarca.vcdi Sorga. ic89
Francia ptouinria delJ'Euiopa, il K heoo la
chiude ad 4quilc.ne»& dal Leuante l'Ape
nino,dairaullro foooi iiiooii Pirenei, &
da ponente li mar di P.ertagna. 977
Franco Mtmacorcfiologacfc celebrato da
Dante 9)0
Freto. è nome generale di ciafrun marepaf-
fante 1 tur>ghi ftrcfti, et me il flrcrio di Co
fiantinopcdi,& tia)Jllrcttodi Mefsina, &
Rhcgio. 1019
Frifoni liuomim della Phngia molto gran-
di. irle
Friufi regmoenotifiima Lar forum iuli).9la
Fulnio Fiacco, che coocra Aoiballe alfedió
Capua. 470
G
Gabriello Angelo. 9
Gaeta citta in terra dìLauoro chiara pd
porto,ftpef iito amcnifsimo. 9oa
Gaia donna bcKifsuna figlia del booo Cerar
dodaTreuigi. 99i
^Calatea oimpha marma figlia diNereo, &
di Donde. . 647
Galba detto Sergio Galba oratore , del qna-
leCicerutie patlando di Bruto ne ia men
Clone affai volte vedi ad Anionio* ?)f
Galieno medico eccellenff.da Pvreamo d* a -
fia Sctifle molte opere m meduma notif-
fimc, vide nei tempo di Traiano , Impera-
dorefin ad Aotonin pio. 191
Gange fiume tflndia grand)fsimo, della on*
gifirdd quale aprreffo gli anciclii Amo-
dcmifono vane l’opintooi * io9p
Gano, & Ganclione di Magjoza Cradiiore
contra Carlo Magno. 594
Garbino venro. uà
Garda n Aello pollo fopra la rìua di Benaco
Lago di buoQifiimi pefn abondcuole , A
massime di Carpioni , che :o neffun altro
Lago fi trouano. 9^
Gargana monte (h PugIia,doueefaotoAn
nìo, predo del quaìe fu vo tempo di Pal-
ude Hclinite* 1120
Gargapliia fonte di Boctia già facro a Diana,
A m quella Atcone vidcbiaoa iauarfdon
deda la futnfmucato in cerun. ir |9
Oartgliano fiume, già detto Lift alPincontro
dt Gaicta utU-Wia Mmtumo cafiello*
4t 1.1099
Garóna fiume della fr.inda , nafte da moo-
D Pirenei, parte la Guafeogna della Fran*
cta.metce nell'Oceano. 1 o9 1
Gebennaotea, hoggi detta Geneva,oGe-
- neuTa,noflaaedollrcn)odegIt Allobro-
gi preffo 9 Suizr ari, nòguan lontana da
*. Froueoza ^ oue dai lago Lemano efceil
Rhodano* ^
CcdcoQt hebreo captuoo de gli Hcbrci, che
vtQfemirJColnramence i Medianiti. 470
Cencura doaaa di Artu.64? & altra Geoe-
ura, celebrata dal Boccacoo 1 fja
Geaoua eipporio di Liguri, atd aabilir»ima
gcfuperba* ^97
Ceooueli popoli. vedi a Geooua. 847
permanta rrouiocia , aoè Lamagna la alca ,
flclabiflajaalca dcircoodata dal Danu-
bio » & la balla dal K heoo uerfo meio di
(ìa che fi attufi'a nei mare dal reccécnooe,
& dal poneatePOceaao. trt
Gerulalem citti 10 Stria^celebratiff- per Io
Sepolcro di ChriftOj le per lo tempio di
Salamone. fiog
Gcculta pae{e in g(rica,ouc aafeooo gli £Ie>
phanti. >fo
Gherardo, Giraldo, Gierardo. ina
Gj^iao di Tacco Scoefe, Ladro oobiUrnmo.
749
Gtacopo,& Giacomo,& Iacopo. 1 rea
Giacopo padoiiano prodigo* 411
Giano KeiTlcalia. i44
Gtafoo,& laroac.vedi lafone. 471
Giaua Ifoiecca in Calicui, doue gli hoommi
mangiano carne huraana. I9 1
Gterardo, Gerardo, Gherardo, &Girardo.
uu
Gicfu,&leru. a
Ciglio Ifoletca nel mar Lìguftico, lontana da
monte Chriftì cnigliadr. 997
Gineura,&Zrneura irn
Gior,& Dan fonti , che giunti rafieme fanno
il fiume Giordano.Vcdi Dan fonte. \o66
Giordano fiume io India di grl foauitd, efee
della fonte Penctda,( fecondo fan Girola-
fno)delte radia del monte Libano nafee^
no duo fonti , l'uno detto lor , & Haltro
Dan che giunti lofieme fanno lordano.cn
tra da poi nel Lago Afphalci,4( quiui fi cor
rompe. 1069
ciorgio,aoèfaQ ciorcto ina
eiofeppodofcppe,o loicph figlio di lacob pa
tnarca, ft pia grato al padre di tutti gli al
’ tn.xii.fratelli. 114
Ciotto pittore Fiorentino, nel Tuo tempo mi.
rabi!e,colebratoda Dante >&dal Bocca
òo. 90
ffiiouaani Apoflo1o,&cuangelina. X7
Giovi. Lai.lupiter. 1 749
ciouc fonte frcddifiimo in Oodooe,feIn ef*
folefaci efiinte fi foinmergono quelle fi
raccendono.^ le accefeeftingue come gli
bIcm fonti* toj9
piraklo poeta Prouenxale.9e duo ciraldi Fer
rarefi huomioi di dottrina celebn. 77
eirolamoi3c Hierooiroo da Carpi Ferrarefe
pittore eccellentiri. vedi a Ferrara. 994* &
oirolamo nome propno. iffi
CtulUtto,e luogo in Pangt,dop9 fonoiefor
che. 977
Qiuda Scanotto difdpoIo,& poi tradicor di
Chrifto. f99
piodca regione 10 Spria edebre per la oatiui
lidiChrifto* 979
tiìucbc hebrea^che rccife Oloferne , R liberò
la tua patria. a 14
9ÌUI10 Paatagatbo fratello cariTi .vedi a Vt*
ocgia. Ì9l
Giunone Dea figlia di Saturno , ft forcUa,
moglie ili'qioue. H4
Qiulbnianolmperadore. |9i
Glauco pefcatore,p«>«dii}eauroDtOfnanoo
amo Solla, difpreaio Circc,coiM fauo>
Icggiano i poeti* 1014
CofiIndoDucaBiloaiCQi 470
TAVOLA
Golia gigante vccifo da Dauid conUfiuo ’
da. 470
QOmorra,dc Sodoma cirtadj,aefe da Dio per
lo peccato contra natura* 907
corfuidc corphu tibia 99r
corgogna,fic Capraia Ifoleoel mar Tirreno
uon lontane dalla foce di Arno* 899
C ofianza monaca , & iCcma di Malia Im •
peratnee* 141
cotlii popoli. ifSr
cracco detto Tito Scmorohioo racco Impc
radore Rom. valorofo, manco di Come.
Jia figlia di ScipioQC A&icano fupcriore*
uediaTico. 470
0 lanata prouinca.vcdi Serica protitnaa.89)
Grattano monaco »chc compoUillibro dd
Decreta m ragion canonica. 180
Grecia regione di Europa, gm di tutte ledi -
fupline celeberrima, hoggi quafi dd tutto
re ggetta a Turchi. J76
Grcc^ popoli di GresiJ. $iC
Ortfqiioo arcliinufta defentto da Dante, ve*
di Aichtmia. U)7
Guanto Citta celebre in Fiandra, vedi Doa*
gio. 90}
Guglielmo Redi Sicilia. 14*
Gugiielmo Cebeften poeta proueniale. 77
Guido caualcantt Ftorenn no.cuido Gumi'
celb da Bologna, dt Guido Urlandi poeti
Thofeam. 77
cuKtqo di Arano poeta ThoCcano* 77
Guizxante atti in fiandra , polla al Uto del
mare Ocpano.vcdt OoaeiQ. tqi
H
H^driano vedtpdHcbe Hadrìano* 470
dambale,AnDibaIe, Amballe, dtHarmibatc,
470
IjarpocrataPÌD del filcntio.vedi a Sdendo •
14*4
Hebe O ea della giouentu , figlia di Giunone
de moglie di Heroole.* x\C
iIcbrci,&ioi Giudei ab Hebcr qui fui! Ab-
nepqi Seo filli Noe. • r9 1
Hebro fiumedi Tracia cantahCi.per la me-
moria del poeta Orpheo , del qual efee
Nello, djr Stri mone, ebe nafee del monte
£mo mette nel mare. 1 o49
Hecuba fi^ia di Dimante, o di Ofiè donna
dpi Re Pnamo, laqual dopo la ruma di
Troia per lo wfuportabile dolore, fingo
no I poca , che fi coouertifle in rabbtofa
cagna. laop
Helena beUiGima figlia di cioue>h di Leda.
^M9
nella propheta. x6
Hclicoaa monte di Boecia, non lungi d» Par
aaroyfacro ad Apollo, de alle Mute, onde
fono dette Heliconide. 1 1 ao
Hadrìano fuccefióro di Traiano nello
Imperio. 470
HelKidoro mandato dal ReSeleuco (fAfia
a rubare il (empio di HieruCaletn* 144
Hplifeo propheta. ad
Hellefponto mare, è il {fretto che dioide TA •
fia dall'Europa, dalla parte ifAfia d A-
bidoatli,dtdalV£uropadSetto. ioa9
Hemifpero,val meza Sphera. 967
Hemo monte in Thrapa altt£wno,done fi di
ce elTere il domicilio di Marte. tuo
Heraclitophilolbpbo.chcfépre piàgea» aoa
Hercinia,enome gracTalea piu felue,inala
piu coQofcruta c quella che è appo i Ger*
mam. un
Hcrcote figlio di Gtoue. 470
Hcrcoleifrhebaoo. 948
Hc7maphrodito,e quello, che p^meipa di
fG^chiOj^ihfemtOa. J4i
Hentirob donna di HoreRe figlia di Mene-
la^.dr dt Helena. 9 49
Hcrmo fiume di Lpdia, rbe diuide b Bolu.
dalia toma, & col qual fi mefea con pac-
tolo fiume. I049
Hero amata da Leandro,fii da Scilo città n9t
Tco delb Europe contrapofta ed Abido •
949
Herode pnmoRedegli Giudei* 949
Uerodoto Ionio piu eccellente fcrittore del •
le liiiiorte greche. 1 90
HeKe bcllifiima figba di Cecrope Re di
Athencamata da Mercurio, 66f
Hcrfiha, che dopo fitta Dea eoo Quirino
fu9 manto fu detta Hora, vel Ora. 9 49
Hefi^cna Nunpha. 949
Heiter hebrea donna di AlTuero Re di Perù.
949
Hetture figlia di Priamo Redi Troia vccifo
da Achilie fecondo Homcro,bcni.healttì
dicano, 8c forfè con piu verità, che egli ve
afe Achille. 47i
Hiberafiumcfaroofa neQa Spegna di qua •
io69
Hicron Sirarufano Re di $idlia,faniofb ti-
ranno. 471
Hidarpe.oldjfpe,fiume celebrato perla tua
grandczaa.v«ditdafpe. io9f
HtC6ommo,8(Gfrolamo,vcdi Girolamo.tr}t
Hierulalcm,& Gerufalé vedi Gierufalè. 909
Himeoeo Omdcllenrme 4f9
Hipcnont padre del Soic,& prghafi ancho
per lo Sole. 4ia
Hipcrihefba,VMdeleanqtiaoia figlie dt
Danao. 9ro
Htppoaare da eh» prinape demedio. «94
Hipporrcne fonte di Boccia natocomeaUu-
Dtvoghono dalla pcrcnfii fatta col piede
del cauallo pegafeo,8cda quello eifere
f'rccamcQce nominato, e (aerato alle Ma-
iddr
Hìppodamia udocifiima nel corfo. 1 489
Hipp^rtaRttna delle Amaione. 9ro
Htppolito figliuolo diTltefeo* 9ro
Hirpomene aomo drfccfo di Nettuno, dt di
Megarachc umfe nd corfo Atlanta, éjo
Hirlanda,dc Idandi ifola.detta da gli anti-
chi H}bernia,8e luuerna. 9fr
Hi(i( hile figlia UiThnante,Rema dell'llólj
di Lcnno,amo(afone. eri
Hif^pna, A Spagna regione, Hifpaaia vhc- .■
nor,la Caibglia,dt llifpania citenor, lire ‘
(no d' Aragona,ft di C» n:lof na. 977
Hif uo,o iRro fiume, che di loblt* d creduto
mettere capo nel mar Adriatico. io97
Homero ptinape de poeti. 7$
Horat» Code Romano,fimnfo dd ponte,
che tenne contra tutta Thofeann. 474
Hortenfio , detto Quinto Hortenlro oratom
ceicbrati(s.ft molto da cicerone commen
dato,8cparticolarmeotedimeniona. 7)f
Huoghena detta ancho ^anao^ ^ vedi Pan
noni». 979
Hymeto o Imeto monte odia regione Attica
tra tutti gli aliti mona di bdlciva itencil
pnodpato,cQpiofbdtfiori, diTimo Sedi
otamomde. liti
Hymeneo reputato Dio delle nozM. 989
1
lacob fidio (Tifaac,che fu poi detto Ifraol
propheta* ag
lacomo, Iacopo, At Giaropo. t tit
bcopo fkmacofib medico,di Papa Paolo 1 1 L
Fon. Mae. 9^9
Iacopo Rulhcucci Sodomita indegnoda ef-
{eroomiaatQ,macofiparuca Dante.994
Ufoa,&Giafone figlio th£fDae(c4CrU% <Ìi
Priia Redi ThefTiglia « clic ahdd a Coleo
con la f r4ma oauc perac^uilUre il Vello
d«ll*oto ^?a
Icaro fìglio di OcbaÌoRedelacoai,& padre
di Penelope inueorore del vtao. 1 1 1
Icaro figlio «il Dedalo, vedi a Dedalo. 740
Ida fclua di Phngia da Ida monte preflb Tro
i8f nella cui valle fu dato d giudioo da Pa
nt delle tre Dee, Jt quiui ancho lìi rapito
Ganimede. 1 1 1 1
Ida monte diPfangia non lungi da llione.
vedi dilbpra» A Ida é anche monte in Cre
ti,doue fu nudnro Cioue. 1 1 & 1
Idalicho Idalo bofeo 1 & caftello nelPlfola di
Ciprea Venere (acro, A perciò é delia Ida
ha. iiop.iiai
Idalago mutato in albero. 1 1
ldafpe,o Hidafpc fiume celebrato per la fui
grandcxza y detto da Idafpo Redo Medi,
corre tra Parti , A Indi » A riceuendo in fe
altri fiumi entra nel mar Indo io«7
Iddio pnoeipio delia nuiira fabricadcl
mondo.lddto,A Dio.vccii Dio.
lrim,leruralem, Salem,So lima» Elia, Hierofo-
. luTU,HieruCaIeni,A Geniraiem. 90$
[fT ie(u,A GieAi. 6
. lÌerda«Lenda»A £eida citta in Spagna. 90S
^ Imeio monte della Regione Atuca. iiai
Imola citta in Romagna t per laqual pafla il
fiume Saotemo. 89!
loanmc tibia coli detta da Homero » A da
Ver ma da S&abonc Anme • Grecamente
Piihecufa » A per altro nome Aenana'^ al
prefeoie detta Ifchia dal caReilo , hoggi
ineffugnabile. 8«7
lodia.e tra il mczodiA rorfeote,comioaa da
mono medit » e regione faluberrima » due
raccolte fa di biada Panno. Fu giudicata la
tona parte dei mondo» Bacebo fu il pruno
chenetnompho. t74
lodicoraaregrandiCumOftal cheli dice» che
per quaranta gK>rm»A nocir cotiltnoue cò
legoofiate v^ebafb alla Tua nanigatio-
oe. 10x9
iNFitNo» dlapiit baflà parte dd mon-
do. i$oo
loghilrerra IColjfderta Angliterra Anglia,
Bnctanaia»Cahdnoia» Albico. 8g7
Ionia proomaa nelP.MÌa minore , oned >1
monte Lamio, famofa perle infonto di
Endimione^maco dalla Luna* f79
lofaphai valle vicina a oerufalé,dooefcéde>
là Chnfto a giudicarci buoni, A t rei. 1 top
lofcph.Alofep^figlmdilacob. xrq
lofue, chcfucccfTea .Mofe per coriducere gli
hebra in terra di promifMone , A pallb il
fiume Giordano <0 piedi afouiti con rut-
to il fuo cdèrcìco, A a fuoi preghi lì fermò
il Sole per ue «li commoui. 47X
IphiOpnano amò ardentemente ADafnerte,
iaquaie clTcado coocra lui durìfftma , egli
fi appicca alPufcio d» lei. Fu nn’alcro Ipni»
checiTcodoCanaulla diuennepoi vn bel.
logartooe. 6fl
Ifaac'^tnarca fielio di Abraham. x|
Ifabella di Toledo Ouchefla digniff. dì Fi-
renze, redi alla dcdicationedclPopera » a
Cofmo. 1 000
Ifara fiume, ou ero torrente di Calila eotran-
re od K hodanu. lo47
Ifchia lfola,da Homero» A da Ver. detta Ina
rùne»da Strabene, Anme, da Crea, A an-
ticamente PithccuCa. Lab Aeoana , hogeì
Ifchia. 897
inaoda»ouero Hirlanda trota» Aanticamen-
ce detta H«bcmiaiA luueraa. Ì91
Ifmeneo fiume dt Boetia predò a Tbcbe,de9
Y *A V O L A
to da Ifmeneo figliuolo di Pelafgio. ted7
Ifotta amata da TnHanu. 6p 1
Uracl Propheta figlio di ifaac, che pnma fu
detto lacob. it
Iftria rcgio»antìcamentc detta lllpftria, hog*
gicapncPiftna- 81)
Iftru»o Hiftro fiume. vedi Hillro. 1007
Italia proainaa»A Italiani. t76
luda Sca riotto difcepolo»A traditore di
- Chnfto. ffd
ludii hebrea della eìld di Betulia» che vca ■
fcOloferne perhberarla patria. 214
lutia,o Giuliamoglie di Pompeo, A figlia di
Cefare. eri
lu1k>»o Groho Panthagato fratello cartfiimo.
vedi a Vmeeia. f9)
L
Lachefi Putu delle tre parche, vedi a par-
che. 4x)
Lada corfore di Aleflandto magno, tanto ve
loofi. cheoó appareualevclhgiedcfuoi
piedi nella rena, onde Catullo Non Ladai
ego pennires ve Perfeus. 14^9
Laio Re di Thebe,figlio di Labdaco, A pa-
dre di Edipo. )?4
Lamagna, A Alemagna. 878
Lamio monte in Caria , famofo per la fauola
di F.ndimione amato dalla Luna» A i quel
lo hauer dormito. 11 ai
Limone finme , nafte della valle di Lamone
A pafia per melo Faenza. / 1067
Lanolutto amò Geneura moglie del Re
Artu. 8rt
Latona»chc lignifica la lana»ADiana* fra
Laudomia moglie di Protefilao . 6ra
Laura amata, A celebrata dal Petrarca.
Leandro, d*Abido»cbe amò Hcroda Sello
ani. 6f)
Leda moglie di Ttodaro, A amata da osouc.
874
Lelbaifolettanelmarliguftico. 887
Lerida» A Leida città in Spagna redi llerda.
to8
Lelio amico del Petrarca, A altri duo Lelii io
amicrtia cdcbratt.che có l'rao^A con Pai
tro Aphneano hebbero. 7>a
Lenno lfola,doue fu venerato Vulcano » A e
detta Hypfiphila da Hifiphilc amata da la
fone, A fivlia «li Thoaote.che in quella re •
gno. a 87
Leonida Spartano Re di Lacedemoni» chefe
ce centra Xerfe cole anirabiti. mori a Ter-
muptle. 4?a
Lepre figlio di Go1ad,che fe monre la ^pna
figliuola f* fcruare il voto fatto a Dio. nel-
la aibia fi legge lephte A nò Lepte. 4?^
^the fiume inferaale»come fingono 1 poeti»
"malafciando Icfinioni c fiume inAfrica
preflb Peftremo corno delH Sin , non lun
gl dalia città Cronire . I oa?
teuàte,cdoueil Sol fi lcua»cioà POrto. 889
Leuioio detto uumio Lcumto, A duo Roma
ni furono di mefto nome celebri. 47a
Libia » detta Africa Puoa delle tre parti del
mondo , coli detta da Libia figha di Epa-
pho A madre di Bafiridc. 87)
Licaonia prouiocia, polla quafi nel mero del
l’Aha detta coli dìa Licaooe. 880
Ltaa prouincia aflai celebre, per lo oracolo
di Apo)itne»detta da Lido Re. 879
Lidia regione nelPAfia minore , celebre per
Crefo Re, A per Fattolo fiume, che fi di-
ce hauer Parcoc d*oto. 880
Lilla città in Fiandra.vcdi Doagio. 90)
Limbo, e la cftremità, che circonda la velie
di fntto»4gidorlOi o lillà A coG il Limbo
é il prihio cerchio » che circonda tatti gli
altri dcTTfnfpmo. 977
Linceo , ouero Lmcheftio,fiume delTacqua
dei quale chi frooderaramente bruera,
non altriff.co vaallera.cbcfebcuuto ha
uefle vino fordtmifura. 1067
Lineo fiume detl’ifola di Caodia , rorretiie
*prcnu Cortina città ,per lo quale da cio-
ue»comierfo m Tauro, dicefi Europa cller
ftjta portata 1087
Lintemo fiume di campagna non lontano
dal fiume Vulrurno , A da callello . vedi
Lirerno. 1088
Lione città celebre in Francia nella Gallia
ludoncfe.lat.ittgJiinuni box
Lipari Ifola detta da Liparo Re, g*a celebre,
ma huggi da Turchi tutta dcpopuIata,A
defolaca. aiS
Lipan fiume diOltda di mirabile proprietà
tmpercioehe t notanti , o tauandofi della
fua acqua rellano da quella non altnmen
te vnti» chefe nell'olio, o graflb fi fulTcro
lauati. 1088
Dn fiume alPincontro di Gaiera città, hrggi /n
'^Gangl]aoo»vctb Minrurno callello. 1068 adr
Lirope» ouero Lmopc Ibnte , nel qual fi dire
Narctflu hauetfi in cucilo veduto» A pre*
fo dcU'amore dt fe ftelTo ne mono. 10I7
Lifippo mt:>gliatore di llarue»fingulare. 8xf
Lii*na,o Lic'fina lfola,coE hrggi oetiada
Xchiauom. 891
Literoo»A non Linterno caftello»come dimo
lira il Minrumo, poftn al hto del mare,fo
pra il fiume dei fuo nome pflb a Cuma.9 11
Liuia donna di TtbenoG.pat moglie di
Cefaic Auguft-'. 874
Imio cioè T Ito L mio Padoano. 90
tombardia regione. SS 1
Lotcìingo Re di Francia» A Imperadore. 47X
tuca nome proprio. ina
tucano Poeta Cordubefe. 79
zucca atta di Thofeana cefi detta da luccn
monte Re degli Hctrofci, firuata prefToi
monti di Luna, topiofa d'huomioi degni,
A atti alla miltcia. 898
Lucifero ftella.8 1 4.A tndfero Diauolo. tSoi
Lucina io vece della Luna • ip)
LuaaSianio Dentato Ro.fbrtifttmo. 47X
lucretia Ro. finguiare eflempto <fi caftirà, fi-
f;lia di Spurio lurreno» A moglie d 1 Cot-
atuio Stuprata da Sello T arqumo a te
Ludouico Fontaoada Modena , vedi a Ro-
ma. 898
Luigi» A Loi^iyilfuo intero^ tudouico.ina
Lumoeev caftcllo mPrnuenza , patria di Gi-
raldo Proucnzale, del qual fa meottone 11
ooftro Petrarca. 914
iima»altnnienu Diana, iatooa,Lucma, Pro-
ferpma,Onna. kra
Luni atta nobile, A bora é fpenta,per laqua*
le la regione e detta innigiaoa, al pulco-
te e detta porto Venere. 907
luntgiana Regione detta da luna dttàgia
nc^le. 88 1
Luogo, A Luoco. 9f o
M
Macedonia prouincia»dettJ <b Macedone fi
gltodiOfinde, celebre per gliduo Ke,
cioè Philippo, A Aleflonc^» Aaltrimena
detta Emana. 879
Macomettn Arabo Iruentore, A Principe, del
la fetta Matunecana. X9X.797
Maeflro vento, che ancho è detto Coro. 1 $ a
Magra fiume della riuera di Gcnouj.che di-
uidc la 1 hofeana dalla Ltguna, hopgi det
co Lurtigiaua da Luna utta aoticlufs. 1088
Maik.Puna delle fettefitlie di Adaiiic, che
partorì Mcrtuno,di Giouc. 14)
M»g»i ^tetiraH iairme,ft Ìecter«,tra
mio canfiuno compareM* Marco
Antonio Magno. \9f
Mais cofta d> mare prelTo Saltcrso fopra il
mare rtguarilaQte, piena di pi(doIe atti
copioia di giardini, & di footaoe. j i ai
MalOfdc Vccalatoio moou^ciie fu Tmo fi
iregffoao tutti gli tdilicii dt Koma,& J'al
rrtlTo a l^renze cinque miglia . i tai
>1 alta 6iunc,ch^ corre od Ugo di Solfena «
1069
Cambre monte prefTo Ebron, doup Iddio
creò il nodro padre Adamo. iiai
^aoto figlio dt Melampo^dd quale fu detta
Mautouj città. 141
Maotoj atti già cotooia di Thofeaob & pa-
|ria di Vcrgilio principe de poeti tquiui fi
dice efiVre del veto Cauguc diCbrtllo S99
^aratboqa luogo neU'Atuca regione nò Ìò>
uno d’Acben«»oue Cario per io ro|ore di
Mileiade fu rotto. 006
/larnthonc monte, ouero Campagna d> Atti
ca, chiaro per la vitsuru di Tbeieo del fu*
perato Tauro Maracbonto,& perla morte
di Icaro Kc, da Rultia vcofb» & per Uglo
riardi Miipade» 111»
Tdarca d'Ancona-t a>*piceoui agcr^cofi detto
da Fico couu^rfo in eccello
Marcello Konwdetro Marco,capftano ecceU
lente coutra Annibale,& vincitore di àara
gofa^jle Sicili3,cbe ifpugnó. 471
Marco Marcello Komano,vedi dtfopra. 471
Marco Fopilio Romano. 14)
Marco Aotooio M^gnotiiedi a Magni cele-
braò. 19$
Marco Tullio Qcerone. vedi Cicerone 7)4
Marco Manlio, Capitolino nominato perle
molle nctoric c'hebbe. 473
Marco Antonio»che fu Aureliolmperadorc»
. 9r+
Marco Se^ìo famofo per le molte prodextp
& mafiimamcate nella rotta di càna-4 7 a
Marco Graffò ncchifnmo di tutu 1 Romani
& ananfi di tutu gli fauommi. |t4
Marco Marrone iioto(5.di tutsii Romani Poe
ca,flcPhiiofopbop(Utift.vcdiVarrooc.7)i
Mardocheo hebreo. redi la fui btfiona
ad Alfuero. C41
Mare»Mare Adnatico»Mar di Colbntinopo*
li, Mare Indoro Indico, MarMirtoo, Marc
Oceano, Mare Tirreno, o Pifano,Mar Sai
Ieo,Mar di Salamta , Mar di Spagna, Mar
di Maionca,dc di Mioonca, Mar di Geno*
va, Mar di a Ibania, Mar di Ponto, o della
Tana, Mar RofTo,dc Mar Morto.ioii| toar
Maremma paefein quel di Siena vecfo la
manna di pafchi abondante. mo
Marghema,& Malghenta nome ^prio.if )a
Man, 9c Golfi diuerU,& vani. ioa)
Mana V ergine noilra auocata. 7
M*rtanne,o Maruonafighadi aleflandrofi
gliodi Ariftobolo rcro Rcdc Giudei, de
moglie di Hcrode , dt daini intenCamenttf
amata- 6f4
Manna, la nniera del mare,6c pigliafi ancho
per lo marni tote
Mario Romano oatoad arpino luogo burnì
le,arrcfe in Roma per ordine, a fonimi ho
non fino al fcttimo confolalo. 471
Marrocco prouinaa nella effrema AfriciiSSo
Marfia Statiromufico.fuf orato nel citare di
Apollo, de da qllo della pelle fcorticaco.77
Marfia fiume. ioAR
Marfilu città aotichiCiiina taprouenxa,po.
fta fu la fn>tina con bclhfitmo porto, poi
Ma tra figliuolo di Gioucift di Giu>
pone. 4f4
T A V O L A
Mareìa moglie di Catone Vciccofe caftifó*
ma. iir
MaGoiflaRedoMaftili» 47}
Mauri eanuregiooc di Africa» bo^ detta
Marocco.vcdi Marocco. I90
Maufoieto Re dt caria.vedi ad Artemift«.)t4
Meandro fiume*efce del lago alomoc.ioAp
Medea figlia di Età Re dj Golcbi, incancatn
ce innamorata di lafone. pff
Medufa figlia di Fhorco, & di aaleoapefce
martno^iaquaJ mutava chomque la intra
uamfajTo. 144
Megera fiiru infernale figlia di Acheróie, A
della Notte fecondo fingono i poeti. 1 404
Melàpo padre di Mito grande ipdoutno. 7pp
Melano atta pnnapalc io tombardu, della
quale vane fono ieppimoni^che cob fofie
nommaca. tfp
Meieagro figlio di Eneo Re di Calidopia , ae
diAcbeoa* taf
Meleglnnor cioè* Iacopo Meleghiao nobibhi
ino ferrarpfe.ycdi a Roma. |f A
Menalipe Rema delle Amatone viop da
Hercolp. ^7|
Menalipo vccifoda Tideo nella guerra
Thebjua.veii a Tideo. 471
Mcnao fiuins<eie‘xe,efcedellagodi Bona*
co,4ticne va a Maatoa,doueMgoa lutor
no alla citeade 140$
Meqcìao Ke de ’iparcaoi figlio di 4 treo fra.
cello di Agameunooe , & manto di HAfe-
4?l
Meonooc figlio di Tithooe . & dell'Aurora,
vecifo da Achille « fu tfalFAnrora conuer*
foiovccello. 1007
Mercuno figlio di Gioue, dt di «Maia, nuoti»
degliOo.
Merlino mago ootiftimo, da molti decao-
. 79Ì
Meroe mote cTIndia facro a Gioue, nella cui
Sféluca fi dice Bacebo eficre dato nudri.
co,di butti, de di acque aboodeuole. lui
Mefttaa citta nobiliijima in Sicilia ,dt chiara
pel porco fioire, dt j>foodilatmo detta ao.
CicameoceZaac!e,dr Mamertsum. pO|
Metauro fiume di Vmbna difeendente iid
golfo Adriatico verfo Senoeagliaoó lun
gl daPhaQo,fiunoro per la wage, de rea
uoacdiHafdrubale 10A9
Metello, detto Quinto Metello Macedonico,
reputato feh^ricno,per molte vittorie, dt
^fperità fue,dc de figliuoli, che vide. 474
Mctrodo Phtlofopho hpiruro. aoa
Mctencio crudelifruno,dclpregiatorede Dei
che Icgauai corpi uiui con quelli demorti
^treUut , de con tal fupplido vccideoa i
luddici. er4
Micenoa atti nella morea, detta da Micena
momha , dt da Perico figlio di Daoao bi
edificata. 904
Michiel Scotto fauomo doteibimo» dt di fot*
Cile invegao,famofo m ago. 797
Michid dalla corre Conte dignifaimo, de ve*
rofoggetto di gentilezza. vediRoma. 494
Midaauaniii.dcandcbirt.Kedi Phnpa. }14
Mifdadc capitano iTAcheoiefi coatra Dano,
dt celebre pia Victoria di Marachooa* 474
Minerua Dea, figlia di Giouc. 17Ì
Minoi figlio di Cjioue,fu di Europa, r^nò
nell'itoUdi Creta,edificò piu atti le co
do Diodoro Siculo,dt fecondo Plinio in
il primo, che facefiebattagha oauale,bi
huomo gioff iftiaio* 10441801
Minof giudice lofcmale. 1 4of
Minotauro moilro biforme tencrafo dtvn
Toro.dtdi Pafipe moglie di uiAof Redi
Crcca»f»coodo le fauulc mj
Mintarti8eaftrllo,dettohoggiTr7lette. 911
Mirrha luflunolìftima figlia di Ooara Redi
Opn,dt madre di Adone, infame di eifert
occultamcflce giaciuta col padre , A final*
rociecóucrfa in arbore del iuooume.Afo
Mirtilp figlio di Mcrcuriocarraciero d'Hippo
damia , laqual fuperau nel corfo da Pelo *
pe per inganno di effo m utiilo » il quale fo
POI dal detto Pelopc nel mar giitaio,aiqua
le tafciò il fuo nome perpetuò^ lof
Mirtoomarc,opatcedimaretra r£gco,dcd
ionio ptefibil Promontorio di Lacoma,dt
dall'arcipelago airiooio è piatolo carni*
nodetto da Mirtillo fopradetto reggitore
dei carro di Eooaio Ke dt Elide p^re di
liippofUmia- io|o
Mivtdate Redi pootoocffiico perpetoode
Ko.dt contia loro crudele. 474
Modcoa* atta affai chiara, per lo corpo di
San Gemioiano . 449
Motiie pomo leggiiU , & dottore della legge
dtuma. 144
fiume io Boemia. 1 069 «ba
Mo V D 0, lo voiuerfo. $$t
Moogibello monte pm alto di Sialia » detto
da gli antichi Etna prcflo a Cauoìa , fa-
mulo pel Aio coQUooiio ardere. ii&a
MompoUen cailclio in Fraiiuà»l*voo di quat
tm pitt cclebruvedi Prato. 90»
Mugnonc fiume in Thofeana. 1069 unr^
Mumio Attilio, Mumio icuinto. 474
Mufe,che fono in tutto noue fp
Mmio Scuoia clic lignifica line vola , ciod
fcQupalroapervhenelfiaocorarie. 4o
N
Nabide Tiranno di Lacedemoni. ||l
Nabuebodonofor Re di Babiloota,clic vin *
fela Giudea, & prefe Giemfalera. 474
Napoli, otu gemile, oraau di bdliisime don
ne, Ac leggiadre. 497
Nafidjo,A( gabello foldati Romani. taf
Narcifió giouine bcllibiroo » nato di tirope
ousplui,^ Gwhifofiume di Boctu, ilqual
fpecchiaodofi nel fonte»di feilefio acoeft
di fib>cofoimore»chenemon,4cficoo*
lierfe tn fiore del Tuo nome. < 1 7 1
Kazarctte atu in Giudea, celebre per la nati
Ulta di Chnib»,& di Maru vcrgioe. 904
MCmbroth Gigante figlio di Cao, figlio da
Noe. 77f
Nemea felua io Achaiatra gli Argi^uitAc The
baoi, chiara per lo Leone nemeo odia me
defima da Hcrcotefuperacu. ma
Nerone cruddib. Impcradortfefio, immer*
fo iD moUruofe hbidmi. Nondimeno poe •
ta eccellente , Citaredo oobilifsimo , & di
ciò ne facea proiefiione. era
Ncffoccneauro figlio dt Ifiooe , & di Niobe , rIM
che volendo violare Oetanira mogliedUet
ta dtHercole,fada eilbHercolecó lefaet
te V Caio. trfi
Neilor,ch< canto vifiè, figlio di Hdeo.bi di
ioaue eloquenza, Ae tra Greci canfs . 477
Nettuono Dio del mare figlio di Saturno, ft
di Opt, fcacello di Oioue, & di Plutone, gli
antichi facnficarono il cauaUo • 1014
Nilo fiume graodiiitimo, At aochcM che dd ó#
fuooafdmcnto non fi Rabbia notitia, pur
t cornane opuutme , che nafea de monti
della bada Mautiuma preflo airOceaoo
dal lavo Nafide. 1069
KioofigUo di iclo, che fu primo Re di A fi* rh#
na,del qual molte cofefi namnoi che pa
ion favole. 477
Nifo Re de Megarì A padre di Scilla, mutato «/e
io Smeriglio vccclJo. 144
Noepadrt di Sem Cui» Btlaphei fu il piuoo
A
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in<iodi.f9i>&èancbolaBad>axta. fSi
O
Occifo,ìo Occt<!cate,& il fODeate,do£ do-
uc tl fol rramoQfi. 869
conte nctafegna Piioio. 90 r
phttone^o >rcooe« iiji
Pico fillio di yatnrno , & padre di fanno , 6t
Re de latioi coouerfo 10 vccelio del fuo
nome. if7<icK>9
Pier d'Aluemia poeta proucnaale. 81
TAVOLA s
della feconda ef4,rilTeanni.ero.frioo»*ne PaCphe figlia del Sole, & mojlie|di Minot igigafltIcofnbarteronocoagllDel 909
haucaqtsaado egli enfio nclParca* jo RediCrea, ches*inaamorò iTvn torcH de Phicgra diti io Thrada,ocone ruol Soli-
I^olidtft di Oenouefi fintata nella miiera m fecedapojilmiooUuromoRro, dto noin Macednata , cofidecta da Phaileae ^
un va!loac.doiiecódiffitulu(ifcéde.j{97 Pattolo fiume di Lidia, bagna i campi fmir> fighadiSthetoae,&dùnadiCleto,conie ^
Noto reato, d( Aulirò . tia na eoa arena d*oro* 1070 narra Egefippo. 90f
Ntimidia paefcnrti*Afncadcrerta verfo il Pauta acci in Lombardia anticamente fcdia Phiegra è ancho cittiia ictradi Lauoro era
di Lon^>bardi doa*c tl corpo di Cinto Ago Cuma a uerCa t de poziiiob prefib Napoli fi
fimo. fei
Peletronio dai doue prima fit trouaco il mo
dodi domve 1 caualti. 910
Ocadcnte,i| ntedefimocbeeOccafo. 849 Pelmoe monte di Thcfljjgliaorientalc»tanto
Oceano mareidctro padre deU'4C^tie,ira9«- ' pèP la fianca di Chirone memorabile, <pià
roche tutto 00 c’haooi fonti,! l4gh>|ifiu to pie notte di Pcleo,de di 1 hetide. iiit
mi, dt tutto <pie!lo, che mogul luogo d di PeiUatta di Macedooia,pacrudiPhtbppo,d( riero, de Pietro ÀpoHoJo per, altro oomeSì-
huimditi.pigliafi dcda^fiodenuah ioio di alcfiandro magno. 907 moneaanona« ap
Odorili tTAgubio buono miniatore, celebra* Penelope cafiifiruna moglie di Vlific figlia piccola mila di ManCooa, doue nacque Ver*
roda Dante. d*o dilcaro. aid gdio. 914
monte fra Tliefiaglia, dcThrada nobe* Peneofiume celebrato da poeti per la fauol a Pictrapana monte in Grafignana di Thofea •
leplamorfe,St(epor(uradiHerca)e.tua ~^t Daphne amata d* a pollo, laqnal fuggea ca ibpra iucca. iii)
Olimpia celebrata Ignuda dairAnollo. 867 dofoprale fueriue fi trafibrmo 10 Lauro, Piramo , de Tisbeamantiiof^idfa. il cuifan
(jl*mpo mante alcifiimo in M4cedonta,que* di pero quelle fono abódici di Lauri. 1070 guefeceil Moto negro, che poma erabù
fio tanto malta it cacume, che rerifpenea Pcrgamoacci nobtUfMmain Afia,doue re- co. 4(7
aa,e conoiautofu crar le Nuuole tua gno Aitalo AmicodeRomaoitqutuifupri pjf enei monti, la Spagna dalla Frauda diui*
Olmeto monte in O'uHea g'untoa Gerufa* ma rrouaca la caru pergamena. Qi^efta fu denti, cefi deen, perche foueote fono per*
lem, tra lutti t}* altri degno di veneratto- patna di Galicoo medico celebre, di Dio- cofaida facile ceiefii, perche pptcì, 10 gre*
ne>p<roochequ«uirhrittoOfó,dcafccn* nifio,dc di Apoiodoro oraton. 904 co lignifica fuoco. ni|
déte in ciclo, lafcioPvlrtmevcfiigie. ma PtrtUoinceotoro.chefabficòilTorodi bró Pngoteiefamofifnmofcoltoredigemme,
dorherne vccifnda ludi! hebrea. 6rr aoperf«rui morir dentro ^1 buommi ef- vediAp^le. lof
Orefle dalle fune commolfo^vcafelua ma* fendo quello prima bene aFocaio , de egli Pirrho figlio di Eacidc Re di Epiro, chehog*
drcLlytennefira. iff fu il pnmo che lo prouò. 740 gie AmaniatOcmicodeRomani. 474
^ Origeo fiume di Carmania pieno di porti, dt figluioto di Gwue ^dt di Danae, che Pirihu figlio di Achilie »dt di ocidimia detto
fcrtileiToro. 1070 tagUòilcapoa Medula col colteliodi Vul Ncopaoiomo, chefaenfied Foltlleoa al fe*
Onenie,e il Ltuaote^ciod doue d Sol filetta. cano detto Harpe. 47p poltro del padre. 474
94 f Perfio f lacco Poeta Satirico, mori ne pruni Fifa citta m Thofeana già poréciCiima in ma
Onchta amaiona figlia di Erichtheo Re di tempi della fua gioueotute , nondimeno rc,dc in terra bora fouopofia a Piorenciou
A'fhene. &|S lafao di fe fama immortale. fi 899
OmonteonentaÌe,d(Ornonleocadentaie. Pcrfiaregioneoneoule detta da Perfe, oda Pififirato Aiheoiefe figlio d’Hippocraie huo
f«ay^
»•>
Orpheo Thracio poeta,dt mufico, che amo
Euridice, d( altn,Orphcl. p8
Orfo amico del Petrarca, dt (U efib decanta'
•o. tir
Orto, per lo Orieaee,dt il Leuaote. 168
Oftro,de Aulirò vento iia
Octauiano Augufio.vedi ad Augufio. |?9
Ouidio Sulmooefe iofcaiofifiimo poeia. 90
>
Padoa, dt Paua dtlTe o JOte>città nella marca
Perfeo Re, nella gitale Chnfto con cinque
pani, de duo pefd latiò cinque milita huo •
mmt. 8?d
Pcfchiera caflcllo pofio nel fine del tago di
Garda,odiadiocefedi Verona. 91 j
Petrarca, detto Fraocefeo Petrarca Poeta ce-
leberrimo, redi Sorga fonie. loft
Pbalan ciudelifnmo (iranno Re di Agrincen
la Cleti di Sidlb,ilquale fece prouareaPe
mo pallente » de eloqueotilaìmo ,& buon
Philofopho,che poiJmenac cuaono d*A>
thene,d(fu ù pnmo che ordinò libraru 10
Atheac. 60
Pifioia atti in Thofeana tra Fircoze,& Ine*
ca doue fa rouoCatilioa, dt delle fue re*
liquie fu edificata Pillola. 999
Platonctdc Plato philofopbo veramente 4
*^iuino« lot
nllo il medefimo tormenco dcil*afibcato Placo poeta Comico , che ancho fu detto
Toro, ch'egli voleua ebe altri ^uafie. 5f4 Marco Attio Si
Tnuigiaaa fi ircntifnma defiudtt,drdel Pharo«c nome di mare per qualunque cagio aUnio detto Gaio Plinio Cectiio Secondo,
da Como nepote de] maggior Phoio,cbt
fcnflcdeila bidona naturale. i8f
Plinio maggiore,dctto Gaio Plinio Secondo,
da Como, che fenfle della liiliorta natura*
l*« 1 9 1
plotinoPhilofopho alatofiico. aoq
plurone,dt aiuto Re dello inferno.f iS.i fot
Ai»
▼iuer copiofa*, predo laqual nacque Tiro aediuifo, mailPbarocbMefuna Cratuici
Ltuio. 999 gli alcn ha feruato pnoapaimeote quello
Raglio, o Paolo £milio.47p. Pagoloapo* nome. lòip
Ilolo. ina PharCalta regione. 991
palla Dea altnmcnti Mincma. vedi Mincr- Phebea,la Lunavedi a Luna- 9n
ua. 179 Phebo»iJ Sole tBrtvedi Sole. 414
Palude Srice.d fonte d'a rcadia furgéte aa faf Phedra donna di Thefeo, de matrigna d*Mip
fi mortitelo a tutti gtianimabperUfuafn polito. drf fo fiume notifitmo,ia Ica!ta,dc celebre per lo
giditi,oode I poeti da quello molai, finfe* Pbenicia regione in Sjrria,dooe d il reooie fulminato phetonte, detto da poeti Re de
radTer fiume infernale. 1070 Carmeilo,d(Libaoo,dt doue fi raccoglie fiumi da Gr.Endaoo 1070
PanOiodePadori. |0} lomceofo, a>fidertadiPhraiceKc. 89| foia ateade amica incapo cTlfiru, viooa al
pjochea Ifola mondo ououo ,hog^i detta Pbetontc figlio del Sole, de diGiment , che golfo del mare a driatico,hoggtd Quanta
~voJléprouire di conducete il orto pater- naro. 907
nOfdc arfe il mondo, di al fine fii da oioue policleco Sithonio Scultore eccelentift . 814
fulminato. 6if folmefioreRedi Tliraaa,chevccife polido
Paolo Apoiinlo* * tfu Phihppo padre di Alefiandro magno figlio ro per auantia. lap
Parche,fooolctreforelte,doèCloto, Lacho di Aminu Re di Macedonia. 47^ Po^cefigliodi EdipoRediThebt, dc^a- /<•*
fi,d( Atropo, (he fecòdo fingono ì poeti di Phidiafcoltorefingulanfiimo.vediaPraUi* cello di Eteoefe. 474
notano il pnoopio,il mcto, de il fine della tele. 914 eoliphemo Cydopc figlio di Nettuno. Sri
rica,oueropfeoce,pretcf Ito, de futuro. i6i| Phille figlia dt Ucurgo. 4(4 polifiena ^lia di Priamo amaci^da Achille,
Pangt atra in Franca maggiore di tutte l*al Philon detto Publto, primo Dittatore, de ec*
tre d'Europa , celebra^ima di Ihidii , de celiente cantano de Romani. 474
del viuere aboodanttfcinu • eoa Pfailoroena figlia di pandone Re d*A thene.
pini i^lio di Priamo aedi Troia. 144 4p4
Pamalo monte di Phroade con due fammi phlegeton fiume infernale fignificantc fuo*
là diilinie,i'voa ad apollo, de l'altra a fiac co, de ardore^ lo4t
chofacre. iiai phlegia fi^itmlo di Marte. _ 148
Combara. |90
Paonoma, la Vagheria regione. 979
paolo. Pagolo Kmiliopa&e,d( fighuolo-47r
de facn^ati al ftpolcro di efib Achille da
Pirrho figlio di Achille. 6r9
poUiodc detto A Gaio pollione,oraeoreipoc*
ta,d( b fionco ceJobre,de padre delle face-
tjc,fu di tanta diligenia di confegtio, de di
animo che fìi da molli nrutato (roppa.7)4
polluce»d(Cailorefraedli.vcdi a Gcmiai.lfi
Panfio,p(tu>rtcelebrediEphcA>» 909 Phiegra v«lÌe,o luogo in Tbefiàgli9,U doue polo,de paulo apoHolo di Chnfto eloquen*^^*!
tiCuioo»dj<]uite dap<^m3lti (bikoftiCi di
ciloomcaobilirsimi. ifl»
FomoniOrade &ori,dc de rrucci. 1 17<
«f> pota.'co Magooumto da Lefarti maooa di
iu< minore. 477
roneace,è l'Occideace. <69
Fonte ddla Maddalena fiame 1 già detto >c»
beto 107A
Fooco prouinaa prima detta Hcllerponto,
poiProponco. I7*
Fontremoli camello ad iìaedeUa Thofeana
ocTaipi d'A peomao. .9>l
Forphmo philoibptio , Tino discepolo di
Piotino. 104
PrasiitelCi&Phida fcolcori celebernmi « de
4uait ant.hor fi veggono m «orna a Monte
cauailoy duo gran caualU di marmo , che
damolirano la grand'arte loro. 8&4
Prato caltello m Thofeana predo il fiume Bi
lento nobile tra gii alin fegnalat*, ondelì
dice PratomThorcana,BarIetta in Puglia
Crema in Lombardia , & Mompulicn ,ia
Francia. 19*
Pnapo Dio desìi Konù I4f4
Pnfciano PivluTopho.dc grammatico. 904
Prucfi gelofa di Ceplialo ^uo manto « vccifa
da lui iUodo nelbofcoafcofa. érS
Progne figlia di Pandione Re di athene,
ISe foreUt di Pltilomena. 6^9
Promethe j figlio di lapeto, & padre di Oeu
calionc t fu pemifaimo in aftroiogia » & il
primo cJieformò|PlitMmo di Lutui,fu ca-
cenatone] monte Caucafo, &1' aquila di
cootinouo G pafee del fuo cuore come fio
gonui poeti* ir *7
Pioperfio poeta elegiaco, detto Sello Proper
(io Aordio Vmbro da AfiiG»& non di hs*
uaaia,comcmoltiuog!iono, amò HoUia*
drnomioolla Cadila. t» 9
Proferpioa figlia di Gioue , & di Cerere rapi •
la da Plutone , c la medclitiia che 4 Luna,
fri
Pmtefilaofighodilphtco rnode principi di
Creoa,fu il pnrao morto da Dardano nel
la goeira di Troia , ilche indica fuo nome
ifteifo, che il medeGmo lignifica che d pri
lAo morto. 477
Puglia regione. Lai a pu^a. f 1 1>
QuaroarOfgolfo del mare a driaticn^ilquale d
da nuaranta miglia, pel uentoAuftrod
molto F‘Cticolo?o,& i fttoi Uti fonoi termi
Qid’>ulia. lOid
QuintiUnno oratore, jc rhetorico Gagulanf-
limo di Calagura atra di Spagna. 7|d
Raab meretrice d> Hienco , Gdelea lofué. &
dopo la Vittoria fetnata da lui et 1
Rachel donna di lacob patnarcha . vedi da
elToUcob. 6C7
Raimbaldo,duo furono di tal nome poe
ti proucniaii- tx
Rauena atta aotiquifiima 10 Romagna* 900
Reggio citti m Lobardia prefTo Modena , ft
rviia,ei l'altra nel ducato di Ferrara. 900
ReggiociuincifinedcUaltalia all'incontro
di Meùina. 900
Rcgillo Lagone] contado Thufculano. ioti
Regolo Attilio. 461. vediaGdehad Attilio
Kegolo. IO
Rheno gran fiumadi Gmnaaia, il cui nafa-
rneto e quali nei mete de fono del Oaud
biu,dt del Rhodaao,OiuidcU Germamay
dalla Gallia, alfine mate ncirOceaoo .
IOTI
Khcuo picaolo fiume» che nafee dall'apen*
ninu rcrfoPiftaUyptfTapfio Bologna 1071
TAVOLA
Rh Dd ino fiame della Francia detto da Rho
da colonia Kbodooa , anebor ch'alm di •
cclfero dal rodere delle riue , doue paCTa,
Parte la Prouenia dalla Franaa,pafD pref
fo Lione poi da Aujgnone, de entra nel
marTjrrtheoo. 1071
Rhodi Città chianflima, dclfoia done ^ Lin*
do Città abondantifiiina* patria di Care
llatuano, chrfeteil gran ColoGo polloni
Rhodi, per lo quale iurooo poi detti Co-
lofTcnfi 90Ó
Rjbate caGello io Francia nel vefcouado di
Peragoi in Proueoza, patria di Arnaldo de
caotaiodal Perrarca. pia
Rimino, & Arimino città in Romagna 9^9
Roboao figlio di Sa]amooe,tlie per fupecba
perfe buona parte del regno paterno, r^i
R orna prìnapal città d'ltaiia,& capo di rutto
il mondo. Ì9^
Romagna prouincia m Italia. M f
Romolo pnmo Re di Roma & di quella
edificatore. q7t
Rubicone fiume in Lombardia , di gran no.
mc,ma picaolo,pcró, pollo tra Kauenoa,
& Arrioiino, de già fu termiae della Gallia
Cifaipma. 1071
Ruttilo defili Caio Mario via6tore,de Tede
fchi,d( contrario di Siila* 47 1
S
Sabello,dc NaGdio foldati Romani. 191
Sabine rapite da Romani , tra legnali Hcdt *
ha, de Marfilia mog ie poi di ?toinolo.ir$)
Sagona Gumedetto Era, raettem Khodano.
vedi Era. lotff
Saladino, o Saracino famofo capitano con*
tra chriGianiquando andorono a conqui-
llar Geruralem,dt hebbe di molte vittorie.
479
^Lamina ifoU contrapoflo ad Attica prefTo
ad Egma,oue Serfe per virtù di Themefto
clclu pofloia fugga, de in rotta. lO) l
8olem,Solima lebu, icbufaiem.Hierofolima,
Elia.nomi della città di Gerufalem. 90$
Salmace fonu di Cina appo AÌicarnafTo
« otti. X0I7
Salull o Crtfpo hiflorico tcceUcntiftimo.
vedi a Crifpo Saluflio. 19
Sanleo>o Salleo callello del Duca di Vrbino,
mRo oellafommiu di monte Peltro, qua
fi loefpugnabile. 9 < }
Sanfone.illorcecomparato in molle cofe
adHercole. nc
Sanremo fiume,corre prefTo ad Imola, entra
in Padufa fiume , oucro v^erto ramo di
Po,dcpera)tromodoappalfato MaGani*
co. IOTI
Saracino detto Saladino famofo capitano .
vedi Saladino 479
Sardanapain LufToriofOfVlttmo Re de fh Af-
fin,il quale vinto da fuoi capitani , f« me*
deiimo t'abbrugio inficme co catielefue
deline àti
Sardigna Ifola nel mar Ubico, ndia quale
non nafee ne Lupitne Serpenti fft
Saroo finmcin tetra di ianoro,nafce di mò-
te S'arno prefTo Tefuuio monte , bagna il
contado Pompaaoo, e di natura freddo,
che fe legno, paglia, fogla,oGmil cofa vi
fia dentro gittato in po(.ht giorni diuenta
pietra 1 471
Sachaa,dt Sa(haaa(To,che figntfica aduer-
Fano. ito»
$ A T V a K o figlio di Cdo,0c di Velia, pa*
dre di Gioue, di Ncctuoe,di PIutooe,& di
Giunone. 444
SauioGumcdi Romagna «corre prefibCcfe*
' aa,3c entra acir.Adriacico mate. 1074
Saul primo RetTifrael, fecero Bc predecefTo-
rediOaufd. qto
Sc^ea , o Schalca » è tetra di Calabria in va
colle prefTo la manna, che li falc,comc
per fcala, & perciò é detta Scalea. 909
Scartotto otti , & patria di Giuda difcepoln
diChnfto. 910
SceuA Centurione di Cefare fertifiimo 10
guerra. pif
SciTla,o Scjrlla figlia diNtfoRedi .Megara, i/m
cheiBoamorAta di Alioot, &000 Ama-
ti da lni,lradi il padre. 4ff
sulla figlia diPhorco,mutaia,lametà io ca*
ne lairàte,& poi *1 fcoglio,iofamia del mar
Stcìliano. perche nel Pharo di Miftioatri
Scylla & Cirjrddi i'aouegaoo di molte na
Ul. 4F9
Salia . o Stila Romano crudclifàì. nemico di i
Mario,che fecero morire afTii Romani per
le loro fjttioai,€oaimeutc mori di morbo
pedtcuUte. rr4
Scilla amata da Glauco conueria di circe io
inoltro marino. 6r9
Sciilco mare , è tra Sicilia , 3t Italia detto da r*
Scilla conuerfa in fcoglio, o in cani lairaa
lì, & altre opinioni, come féuole^iando
fingono I poeti io|i
Sapione Africano tl Maggiore. 480 '*
Scoua IfoU » & prouinaa prelTo la Bricania •
Scylia, oscilla* vedi di fopra a Siila. frv
Sebeto fiume celebrato dal Ponuno , & dal
Sànazaro, hoggidetto il poute della Mad
dalenafuora ddlemuradi Napoli. |07^
Segefla Oca de'.b ricolta»& delle biade, aat ■*< A
SefeucoHcdi Sona, checoncefTead Ando*
co fuo figlio la fuA m^lieStratooica fiào
Semete figlia di Cadmo Thebano, che parto
ri Baccno di Gioue.che per aitutia di Gm
none fu dal fuiaùae di Gioue conuerfa ta
cenere. ^ 99»^
Scmiramis lufrariofa Reina de gli Afiin,m'
famedi Scelcrata libidine anchor che bel-
la foQe,& valorofa. eia
Sena città in Thofcaoa.vedi Siena piu bafTo.
• 9C
Sena fiume nel lito Adriatico tra Sapi,fic Au- .'** a
fido prefib Senogaglu. m7a
Sena, o Senna fiume in Francia, pada perPa-
riguoodc I popoli fono detti Senooi , beg*
gl Borgognoni, anticamente detto $equ>*
oa,Sepera 1 Belgi da Celtu 1 o7a
Seneca Spagniuolo poeta top
Sennuedo Poeta del Senno Fiorcotiao,aaiu
co del noflro Petrarca l|
SenocratCjO Xcnocrate Philofopbo auditore
di Platone. io4
Senophonte, o Xenophonte, Philofopbo , Bc
oratore celebre. xoS
Serchio fiume propinquo a Lucca , mette nel
marTirrheoo. io7|
Se^holagodcU'Ifola coG detta nel mar tf
£ge‘o , uelqual le rane fono mutole , Bc
fe foootralfortate in altro Lago coaxa
no come Paltre»!! Gmile c del Lago Stcé
do di ThcfTaglia. 1 oSf
Serran Caio Attilio Colatino Confule coatra
CarihagineGin Sialia fece cofe miniai •
Serfe » o Xerfe Re de PerG vinto da Greci co
clTeratoquaG loGoito 491
Setientnone. Lai.f<p(eatrìo. $«9
Stbiha atta nelle parti piuocddcotali della
Spagna non lungi dalPOccioo, afCiiaboa
deuole. 90S
Sicandro Ifola in ieuaote»coG detta dalla
copta de ficbi|Cbe vi fono. $9 1
tte
iichM «pfor» dclU fijlij di I*<qV, che ffr-
(«wa (una Ja(u4g;u(ciioBrdIò onpu
■rto.
iktlulfoU perfetta di tutte ralceclfolc , Si
peraftiKhica tutte Talcre auiaaa. I8S
ou>atCQobiiif*
fiau naie ruta di Tliorcaàa,&chiarirf.
di ro Condito gu io «quella ccleorato.if r
|Kftn,ecal(etlo»& porto aelia rm cradi Ge-
Douiprc(TudicirA.xxxinig)ia. io4r
tit«6air.c di Vimtiani» cCce de mòti di Trcui
« Alligna la citti. Sili anchoe Hum^ra
tela Scichu ,<hedaU*elTexctCod*Alcffao'
dmfog'udicatoeiTcre, la T4na,dcSilelÌ-
mlneotc e fiume de Perfida mona Sufia
Bidefeendente. io?!
Sinoa da Siena pittore celebrato dal Pecrar*
, CI-
tinon mago, dalquale furono detti Simonia
o tutti quelli, che mercaouuaoo le cofe
(aoc. yf7
Smomde poeta lirico, inueocorore della ma
mona Icicale per bencfiuodi CaÌlor,dc Po 1
luce. il
Sinai monte altifumo d* Arabia > nella regio
ne Madianjlquile nelle (acre lettere alai
/TAVOLA
-stigcpaladed*Africa riemaafieni otti no
luoghi vi ami d'^ e Ito verfogli f-.ihiopi,
laquaice molto fLigofa. 1079
atratonica prima di scTcuco»&poid*AOtio-
ebo figlio del detto sdeuco moglie. 66 1
Sttongili,o Stromboli Ifola m mare Hgeo,gia
detta Du, & Onoftrogda dalla figura lua
ritooda,hoggt NalTo. igg
a tropliade da^i anudu dette Piote Ifole nel
Arapelagodt Ro<naoia,ouegia habiraua-
no le Harpie, de Sono dirimpetto al ftreteo
di Larca^come od (erto dejjrbactda atte-
lUVerg. Ma
Subari monte in Calila nobile perla rapina
di Hdia propheta,& per la memoria di He
lifeo,de pio fiume da lui benedetto. 11x4
Suefia otta in lulia nel a brutto, colonia de
gli Aulooti t Se patria di Luuboioueotore
delleS'atire. 910
Snlpina Romana caRiff. detti Lucretia Sul/i
aa figlia di Senno Sulpitio pairitio, Ae mo
gtic di QJ^uluio Fiacco eletta Arc^feir»-
cedei tempioa Veoerefacraio. 417
Sunio Procnótorio della regione Attica finic
te Prcnbil biodi biide verfoleuàte.i 114
Supero marcai mare Adriatico. io)i
na rolue detto Corcb, Se Ortb, In queOo ^/ene otta tra 1 cófim d'bthiopia,& di £git
Iddio die U legge a Moife, de quiui é il cor
po di fjota Cat4nna . 1 1>4
Sinonc figlio di Aucobo,che fu figlio di Mer
cimo ambeduo ladri famofi. 7^9
fiinooc Greco traditore celcbracoda Vergi*
Ito nell» deRrurtionedi Troia. f96
Sioa monte pcdulo di Gerufalem , nella etn
cuna Oauidfcce edificare ma rocca, &
quiui có Tuoi facri verfi il fece illuRre.aiq
Sinca legione in Sciiiui, doue gli alberi prò •
ducono lana fottilifrima.
Siria, regionr,hoggi Sorto- redi Scria, irr
to poRa lotto il tropico Cancro.
T
Tabernich monte alafaimo ioSchiauonia
nominato da Dante- 1 1 a4
Tabor monte albfkdt roiódo in mete di Gi
lilca.vcramcte memorabile, Sr umcrando.
unperoche^lifoloica ra habbia veduto
ChriRo traif^rato nella Tua diuimta.iiar
Tadeodircepulo,Ac ApoRolodi chnRo.irji
Tagiiaroento fiume di Vioitiani nel Fnuli
propinquo , a coocordia > de non molto
tootano d’ACquileia.
Tefiito fiumedi Lóbardia,efeedel Lago Vr-
bano, corre JimptdiRmio, bagna Tauia, fi
mefcola col Po 1074
Teurxo^TebrOjdtTibro fiume,oafceoclpA •
pennino tra il LaooA 1^ Thofcana^chta-
rifa, p la atta di Roma, doue egli paRa per
mete, Se per le vittoiie de Romani . «074
Tlialete Mtlefio eoo de fecce fapienci di
Grcaa. i$|
Thebe Circi celebrata in loctia, edificata
da Cadmo figlio di Agenore. 907
Thenit Oca de Kifponli. 441
ThcmtRocleAtheQiefehuomo celebre. 491
Tbefeo figlio di £geoRed'Adicac,fuHcroe
chianb.dr emnlodi Hercole. <91
Thcfiphooe.l'voa delle tre furieinferaali fi
ella di A chcroaie , dt della notte fecondo
fingano I poeti. 1 S04
Thcllagba, detta da Tbeflallo figlio di Ameo
ne,cucro di lafone.de di Mccua , detta da
Humero Argopelafgtcon, de da Strabotve
netempi aouchi Pyiiheada Pyrra mogìre
di Oeucaliooe $io
Ttle Ifola nel Sectentrioue ocodentale, da 1
Strabene, de da Dionifio detta Thute da
Tulli Redi Fgicto. It9
Thimbna fetua prcRb a Troia facra ad Apoi
lo , Se pereto vi e vn tempio detto Thun*
breo Apollo, nclqualcAchillefuda Pani
VCCifo. lui
Tbube amata da Piramo,dc Pvno , de Palrro
infclicifitmi.vedi Piramo. 66i
Thoftiafb, Thomaflbyde Thoma vfò Dante,
ma
TliomaRo da Meftina amico del Petrarca .
«4
Thomirtt, altramente Tbamirii nel Dante.
vediThamtm. 491
Thofcaoa prouiocia in Italia. •$ 1
Siringa nimpha acnau da pan, de conuerfa in Tato fiume di spagna ,dc di lufitania hogy Thraoa regione mBuropa ncllepartidi
cauna paluRrc. aad octta Portogallo, dquaJefe dice hancr Par Scichta. Sto
tirocco vento. > < s
Smiroa citti nella minore afia, che fecondo
la piu celebrata opinione fu parna di Ho •
mero principe de poeti. cofi detta da Smir
oamoglie di Tbefeo ThcfTalo. 907
Socrate rnocipede Hhilolophi. nof
A'ocratc Mufico, de Poeta amico del Pt-
crarca . 94
Sodoma, de Gomorra cittadiin S^na PaleRioa
lequjii pdfceierato vmo contra natura
Dio piouue fopra loro (blfo I de fuoco, fi
> chelcarfe. 907
So I a, aktimenli Apotlo,Ttran,Phebo.4ix
SoIe,in vece dell*aano, de Solecchio, che vai
picooiofole. 4 la
tolon da taUmina Prno defeteefauii di
Grecia. ila
soiYa fonte di Normandia,cofi detta dal.
l^bondcnoleforgeredelPacqua , cele-
bre per le lodi de gli anachi. lotd
aorgn fiume, che oaKC di «orga fopradetta.
• 071
noria regione, dal Leuàce.ha la India dal Po-
oente Tigre fiume, dal meto di la Media
da sectencnnae ilmarCaucafo,defecon.
do Plinio due fono le strie, vna in PaleRi*
na»& Talcra m Aouochia. 877
n pagna^ A Hifpagna, regione di Europa ,
^ual il diuidcin fei pruuincte, aoé in Be
mcd*oro. 107}
Tamar forella di Abfalon*& figliVdel ReT^a
uid amata diamone fuo fratello non però
•narerno, iaqualcnon uoleodoconfentir-
gl?,fu cjgiooe che AbfalooePuccidcfi'e.séi
Tam^ fiume di BnUnia, paRàper Londra
citta regia. 1071
Tamirii,aitramélcTbomfria,RaQa di Malfa
geti,che védicadofi del fuo figliunlo mor •
to da Cyro RediPerfia,d vifc'Arvcare.48i
Tana, o Tanai fiume nel Seuenaone » nafee
demonti Riphei ne termini dell'Afia,At
della £uropa,mette nella palude Meotica
entra nel mar Fufioo- 107 {
Tanaqml moglie di Tarquino Pnfeo, donna
di grande animo. Se dotata oelPane dello
tnaoumare. 790
Tantalo figlio di oioue, Bc di Piote nimpha ,
& Auo dt Agamennone Se di Henrlao , fu
Re di Phrigia, che diede il figbo a mangia
re a icoDU^catiOei- 117
Taprobana Ifola grandifitma nel mar Indi*
co traM Lcuance , 3( il Poocncc . In qucRa
gli huomini umono piu di cento anni fe.
condo che fenue Tolomeo. 889
Tarpeomótedt Roma, detto da Tarpea uer
gioe mi veofa, già Saturno, poi Campido.
•lio fu detto, Quiui fi coronò il ooRro Pe>
trarca. iisp
TarqnmofuperboRevltiinodiRoma. 481
chicn, in Lufitania, in Galttia,tn Tacraco* ^
nefe^tn Cacalogn.i,Bcin Carchagmefe. 877 Tcrenao poeta Comico, & Publio ancho
Stagi ra ca Uello preflb Athene pama di detto ( Se come 1 piu vogliono) mora io
Anllotcle. 9M mare penclitalo. 84
• CacioCecilto|>ocra.vediaCcctIio. 8| TereoRcde lliraci figlio di Marte con ai*
9 Cige e palude deib Inferno celebrata da ftonidc Dimpha,chcnono Philomena fua
poeta* 1I07 cugaataiBtlcmoatòiabagua. ila
Scichta.
Tlwctdidc hiRoricotra Greci il primo, fcriL
fediligenteoKate la guerra Pdopoonefia-
ca. 90
Tbule Ifola nel Seiceotitone ocridétale*dei-
ta da Thule Re d^Lgitto- vedi Thile. 899
Tiberio DecianocompacrecanCnmo, Bc ti*
beno Gracco. 717
Tibnllo Albio iVieta nelle elegie prim aio, ca
uallierRomaiK), mori molto gioutne. 84
Yidcofieho di Eneo Re dt Ecolia, che Veci é$
u Menalippo fuo fratello. 7i|
Tigre fiume , celebre nella maegiorc Arme- /èr#
‘m'a.oafce nel piano d'vn luògo detto £ló
gofine. 1074
T imauo fiume di Vinitiani» detto da gli antì
chi mare , per hauere Tacque filfe . mette
con fette bocche, nuero con noue,come
piace ad alcuni nelTHadriatico, delie qua
li Puna é di acqua dolce. 1077
Tinge urrà in Mauri tanu, edificata da Anteo
Redella vlama partedi Mauritania, doue
firrouail fuo feudo diauono molto gran-
de. come Tenue Pomj^Dio Meda. 904
Tipheo gigante da Gioue fulminato , Bepo.
Rofotco il monte luanme, chehoggt e
Ifcbia. 4$&
Tiphi argonauta, c*hcbbe in gouerno la naue
di Argo, Se fu il pruno , che trouò Parte di
gmicrnarlanaue. 1044
Tiralli cootado,li€ui conti da Lacintfono
detti Thuronei. 917
Tircno,o Thtreno mare. io)i
Tirefia Thebano indouino , Se augure figlio
di Peaeto»fu creato daCiuoonc^o da Mi*
oerua. 791
Tubero Thiibe amata da Piramo. Ma
'r
TitiA figlio <!i Gtoàe*dt Apoltinc fiet
tafo»& dànicoaUoiafcrnOjChe vn auoIco
10 gli braccia il (eg«to,&te tntcfttaa.
Ti(o iHàlto Torquato. vedi a Torquato. q0t
Tito Liuto padouano hifionco fingulari(tt>
mo>oacqneprefibPadoa«9(mori in Padoa
d< età di ottanta annida fua fepolcura c m
Paloa .90
Tito Flamminio R.o . viacitore ddia Grecia
perKomani» qt&
Tuo Sempronio Gracco, che per inrercefiio-
ne dal feoam fatto am*co del maggiore
Africano pigliò per mogl'eAia figlia dct-
taOorneha.faqualeam'v tntéfaméte ■ qta
Tito Ver.'alt'ano.a Vefpafiano. 4$^
/jw' Titonefieli^ Laomedonte He di Troia, 8c
(tendo fingono 1 poeti fu inn.imorito del
l'aurora, 9( al fine fi cóuerti in Cicala éip
Tohfa nome propnoicdebrato nelle facre
lettere. ina
^ TolomeoRedi F.gitto.chsrecetagUardcj-
po al gran Pom 'eo che era a lui ncorfo,dc
mandollo a Cefare* ft7
Tolomeo AUro!'>«o di F.gifto,chenel tempo
di I ratino, & A'iriino fu florètiftim y 076
Tedofa otti noHiiift. nelle confine di Gua
fcogia verfo It Bretagna. poi
Tor.iui’o detto Tito M inlio T. Ii'iomo ec •
celiente, flr tanto oircr>iatored:lla diferdt
na miliure , che fece morire tl proprio fi ■
gliu iloanchor chevinvitore, per Iiiner
lenza Tua or line vmreu 40i
éjm Trai ino Im 'eraiore ottimo d'ogni virtatc,
ornito Se finrtfi. tanti thè multi Voglio*
no , ctieeglifi lira beiti , ancltorchenon
11 iuefic bictefimo , & qu :ito per la fua in*
com>arahilevirlù. qit
Trmccto cafleli 1 già detto Mincurno . pii
4M Tram intana veuto.Lai. borea. ni
Trini atti in Puglu, noo antica ma alTai no
^le poi
Trapani citei di Sicilia, abondantecofi detta
dalla piegatura, chefanel portoaguiradi
vna falce , é di U dal m ante ttlibeo , non
«Mv loouni da Enee monre,Oal qual porto d
commodo palTarem Africa. pop
Trento cartello nella Marca Trniìgtana, do*
Qcforge drn'AlptfAdigefiume. poi
jf' Treutgi città neSla mircaTnuigiaoa, cc^io*
^ fi tli fontane, & di fiumi. 0p0
Trtertecitra anoqu'rt Colonia di Vinituii>j
cofi detta perche fu tre volte dirtrucn » 9c
Tempre reliaurau , come piace ad alcuQi .
ìA pno
Tnf»rme,Dea,ciof Duna* 14*
am TrirtiAo oepoiedi Marco KediCornoaaglia
T A V O L 'A
' prineipa'e (ra canallieri erranti, deqnàli
cofi già 6 fauoleggiauj , come lyora di Or-
lan«io, & di Palamni. 6Ck
Troiaigia città celebre in Phrtgìa nelTAfia
minore prefTo Hdefponto,^gia fudci>
ta Mjrrina da Mynno, cheta edifico, pop
T ubalcain figlio di Lamech, 5c di Sella muen
lore della fcuitnra , & del far carbone di
Cerro, & di Certagnn. ptp
Tubertana proutnoa detta la Betica,hogti
Granata- 0p{
Tullio detto M.T.Occróe.vedÌCicerone.;j7
Tunifi città regia nei beo d'Africa , 8c non é
molto, che (u da Cario Cefare Impcradore
efpugnata & fattalafi tributaria. poi
Turno RodeRuioli nominato piupereiTcr
H.ito veufo dal grande Enea , come piae*
quei Vergilto* qgi
V
Vafentiniano Imperadore Romano di natio
ne Vugaro,5tbuun chnftiino,ma iracon-
do. r0i
Valloaa cirti famofa nella regione di Epiro,
pio
Varo fiume, efee dell*alpi,corre oltre Nicea»
diuije li Hfincia dalla icalia io?r
Varrone, detto iiatco Terentio Varronedot
nr.tmo di rutti 1 Komani,& primo tra ferii
tori ddU lingua l4tma,^Pocu , d( vliilofo-
piioprertintifnroo. t{0
Vaticino mon.e iiif
Vcceilau>to,Jr M ito moti vedi a Malo . 1 iir
Vd<ne città celebre, fic di preclari ingegni co-
piof I , de di tutta I j patna del Fnuti capo ,
& feJia prinnpale. poi
Dei deiramore. 6n
Verde fiume, nella marca cPAncona, metti
nel Ttonto, non lontano d'Afcoli. io7f
Ve/^ona cicli , pnmameniedetta Rrennona
da Breoo Duce de Galli, che prima la cdt
fico. 0pp
Vcfuuioaltciniéci Vefeuo monte no lontano
da Xapofi ^efib Satnrno fiume, eccedo
U cima cheé ceuernofa, de arfiaa, lutto il
certo e fcrCile,d( ameniftimo di vm. 1 1 ip
Vmuono Dio dell'anno, innamorato di Po-
moaoaa,dria vanefbrmefi trafmutaua^
dt perciò detto Vcitanno. dccredacoOio
de fruiti. IC6.60I
Vefpafiano Imperadore , de Tito fuo figlio ce
Icbridi multe virtù, ma piuTico, cjie po-
co viiTe. 404
Vgo di Penna Genouefe,poeCa Thofeo. ir
Vjci mootein 1'hofcana* già detto Cimtcxa,
onde Verg.Et Cjrmioi ciim monte lacum.
vedi Camino. loii
VÌQtMicra paèfe parte della Germania, done
d Augurta città aobilifsima volgarmente
detta Auaburg. 000
V)oegta,dc Vrnecia, cofi detta da Venetia ao
oca prouinoa cf )talta,lmpercioche dia fo
la ^ per molte città, defupera tutte l'aU
tre. Spi
Virgilio MantoaooMarone, detto Platone
da Poett.dcilDiodePoctJ ir
Viremia figlia di a ulo patnoo , di moglie di
Voinnnio plebeo Romano. ift
Vliflearturtfc.de fapicmifc di curri i Greci che
furono aita guerra Troiana,fu figliuolo di
LaerleRed^irhaca ifnia. 74C
Vnghena.dt Mungheria Lac.Pannonia .vedi
Pannonia. ire
Volturno fiume di campagna«corre verfo Cn
pua.dt mette 10 marepreltoa Cuma,fami>
fa per la memoria delle ceneri del dmo
Africano. lorr
Voluiimo detto Ludo , o Quinto Volunoio
di fangue plebeo, ma di vtm'i nobilifli.4i4
Vncapicciola ifoletca prefloaUpan, quafi
dirimpetto* Trapani de Vcicaottàin aTà
ca,da CUI fu detco Cacone Veinéfe, chiara
per la fu 1 morte, impero che fe tlcITo fi re *
afe p no andar prigione di Cefaf .bSf.f 0$
Vulcano Dio del fuoco.Furooopiu Vulcanu
900
Vulcano Ifola nel mar Sicolo f.icraia a VuU
can*> , da gli antichi detta Hiera » cioè fa*
era. 090
X
Xante fiume troiano, efee del monte Ida , de
d'fccndendo preflo llione fi infonde nel
mir diProponctde. Xanto èanchofiume
corrente per la Licia, da cui la città f no*
minata. 107^
Xenocrace Philofopho, auditore di Platone*
noi
XenopboDte,o Xeoofonte Philofo^w>,&
Oratore celcbre,feguace di Socrate lod
Xerfe,o ^erfcRedePeffi , vinto con cfierd.
Co quafi infinito da Grea. 404
Z
Zenobia Refna bellifsima, cartifs- de valoeo*
fifi.piu che e donna fi conuema. 4Sf
Zenone Philofopho padre de atoicu top
Zeph'to vento. «i|
Zeufi pittore celeberrimo. 0O0
Zoroaflro Rode Baitnam inucotore dell'ar
te Mag^ica , de dell'AlIroiogia , di Philofo*
phn celebre. 700 PfT
tifine della Seconda Tauola
de uomi propru •
a » - -b'I i-'^f - - ■ a ■
I? y>ì y
-Mf-.-r.l .. “ -.or'-:- •
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X
vxv^ l'i
DELLA
DEL
F ABRIC A
MONDO,
DI M. FRANCESCO ALVNNO
SAFERRARA.
LIBRO PRIMO.
MÌ4 ' ■ i-lui
. V.. . .1 - A hai A
1 in ) -4» 3 ; x>: U - ’.i .OiCt
.• r- - b Uii»" ' •" ■'
o -
nrtdt ,acchche anchou a^Umimtli brutinen nuncafjt
la deità [ua,ft come ampiamente Ghuan Boccaccio nella f ax
Genealogia de Dei , & altri c’infegnano . Terciù bora baiieit
do noi la nera cognittoneé DiomcdianteUflia infinita mife
rieordta , qnal fi degnò comunicarci la fua gratta col mexp
del Saliiatorenoflro Icfii Chriflo ; cp- conojeendo nonJimenn
quanto fila malageuole&periulofi) il ragionare di efjo Id-
dio, lafitieremo tal imprtjaa piu fiubtimi intelletii del no»
Uro, aceioche quello ijtefib a noi non interuenga che al dotto
Simonide auennealquale da Hierone tiranno domandato,qut
le, tìrchi fiolfie lidio, dopo molti termini é tempo f re fi, mi-
la rifpondendo, dinuonodaeffio richiefio, perche tanto dimo-
rafie,tofiirifpofie.SluantopiucipeHjb,lntaopiumiparecofia
«utoéqurRa fiabrica dcKomt delle cojt create da Ini nel^ éjficile ,&ofikra .Eteome Eufiebiodopo molte cofiedifcorfi;
Mondo, ritenga tanto di lena Gr di forxa dalcontmonomar xhDiodiJfie; lopenfb quello effiere Iddio, ilquale conlingux
tellare , che mi conuienfare fu quefla dura Incude , «Jr dalle humana non fi pùnefifrtmere, ne con mtc detto comprende re.
infiniic fatiche ér fùdori, che mi conuieii fpargere in quella "Hpi adunque attenderemo filo a dirne quanto ne hanno det
fi grande Grjijpatiofa fucinai cheialeopcra conducaalde- to i tre uìhì lami, et le rìi chiare fontane di qucjla lingua noi
fiderato fine, a laude tir gloria del fiuofempre lodato nome, gare ,chflldoltoDant'e,l'argaio à" amorqfo Tetranha,
^ a iommunc utilità di tutti gli shcdiofi della Imgua twlgx d gentile, e^giuéilofo Boccacào , notando prima tuttii
re; acciò che io fra il numero de gli altri non paia efifiere ftam • eapicomuniadeffoDio,filtodequaliparticotarmcntepor-
10 mutile Gr octofò . - remo ad unaud una le auttorità ufiatc da Jòpradetti Toc ti ,
^ perche uarie,etquaji infinite fono fiate le opiiiiottide gli htio
mini intorno alla credenza di Dm ; percierhe alcum bcbhcro
per fermo, che l'aiùma nofira fuffie Iddio , come intelligenza
iiuina,tr molti credettero Iddio effiere l'ariat& altri pm
lontani dal nero giudicarono d mondo efferefabneato d for-
te alcuni fecero il nome degli Di i infimio , quantunque
ultn poi in due pili d diflingueffiero', ehi nel Sole cr nelleLu-
na tCqnello Ofiride ,& nuefia ijide nomUiaroiio ;Tn ci
mancò tra tinti uarii tmelletli chi eredeffie , Satùrno ejfère
11 padre di lutti gli Det,& pròducitoH loro,&'perciò gli fece
ro altari, & confiatraranO tempifìGf molti aJM^ro
Hel collegio del cielo quegli che con lagrandeg^ de lorU fat
ri egregi fi haueffèroacquiflata la immortalità della aita mi
mondojcomefu H ercole, Thefio, & altri altresì domatori di
mofiri; Et alcuni a quefii aggmnfiero quelli che foffiero Hai
ti edificatori di Città.come Cecroptde, Htttuno, due fi-
gliuoli é Khea Romolo & Rano,c!r altri ; Et parimente do-
narono la deità alle feminc che foffeto fiate é chiaro &c4-
Ho nome, come Diana, Cerere, &altre ; Et tali ( come fu*
tono gli Egitiif) fecero firn Dei d Canti la Cicogna &laiuu
Gr quelle pmte,procederemo di grado m grado alle altre par
ti di lui te le eofi 4 Dio appartenenti , a le auttorità fòpradee
te;El col wfttyiwo ordine dif lèderemo à gli altri capi printi
paliiponédofòttodi qitcOi regolatamftc tutte le fue parti ad
ejii comuni, cóme leggcdopotretcottiiiiamciuc cóprcndere ,
ORDIiqjS DE TRIMl C WHI DI DIO.
I o , Iddio fiomenedio,Chrifio,Giciù, Dei-
tà,Trinità, Eternità, Spirilolamo, Salnato-
re. Redentore , Creatore, Onnipotente, Mim
f rricordiofio , Donatore, Motore ,MaeJiio,
Vadhl Figliuolo, Hnomo, $tgnore,Re, Fat
tor del tutto,(.onditor del tutto. Generale artefice, Reltur del
cielo , Soniilu Effèntia , Somma Duce , Sommo ben , Diurna
giuflitia. Diurna effentia, Maeflàdiuina,Trokidenza eter-
na. Superna prouideaza,Motore delle fìcUe,'Hofiro pellica-
no , ynica luce del cielo , & della terra , /'editore de noftri
cuori . Inuifitbile Re det Cielo, Colui che tutto può, L’ainira-
btle, & fanti) nome dLcolmJlqual é tutto fn fattore, .A ti-
-i.
DI
D D I o , DaUe cui mani , come
da eterno principio, efi- infinito fi*
ne ifnroilófabricate con fi mira-
bile magifiero tutte le cofe,che ne-
dere con gli ociftr," c" comprende-
re con Umenté fi poljòm .fièome
ìprimo capo di qìtcfla opera per
orìuK fola guida di quella per
fua jòmma bomà ,alla cui laude fimpre ho mJirixz-no ,
inérxzp tutte te rme fatiche ;ifi-fi come quello , che feci
.Architetto della grande arca "Upe , eS^ dei tuo làuro tempio
Dami ; fia quello anchora che per ft. stia fiùt infinita filiti ik
me mi fua i reatura tanto di lume ditano-, che io fabro diue-
D I O
tKrcm^tiiCoìm^mtuttelenJèHiMMO .laStgura JJCo- gli altrui meriti. Iddio, dx tmourufce,& sd.rigliuol
Uà , de fu deir umuerfé falute , Colui , a cui la morte per la d’iddio lodato fta Iddio , Con Potuto d’iddio . La Iddio mcr-
nojlra Ulta fu cara. Si come a Colui pine que,ilqualt:elfendo ci. Con lagratia d’iddio. Ter l’amor d’iddio . S'Iddto mi
egli infinito , diede per legge incommutabile a tutte le cofe falui. Gli Iddi] , i quai noi habbiamo a credere , che con ra-
mondane hauerfine. Colm,che tutto d mondo alluma . Lo no gkmperpetua , &fèitM aUun errore éjfionghino ,&gouer
me à Colui , chea terra addiiffe la uerità , che tanto fi fubU- nino noi, & le cofe nojire . Se a gli Iddi] immortali folJe pia-
ma . La gloria di Colui ,cbe tutto moueTer Puniuerjo . Tm cinto . Sia de gli Iddi] immortali éjfofuitne , cr prouedimen
piacque a Lui, che mi p'rodujfémuita Chiamarmi . .4 lui ti io. uedil inàce .&uedia Dio '.Bemb.Tercbe Ufanno egUm
uolgi^luichiedijoccorfo.O grandifimo rettoredel pmtmq no Iddiod^t. i. *
cielo ,& generale arbitro di tutto d mondo poni boramai oL Domcnedio . Lat. Dominus deus . B o c. Domenedio abon-
le mie graui fatiche modo. dantijiimo donatore . Domcnedio i Rato mifencordiofo dite.
Dio, ilfuo latino è Deus^efus, & Chriflus^fi-fipno dire in tut Le ingiurie fatte a D.Facendola paréte di mejfer D.cbe D.ba
liicafineluerjoi&nellaprofaldàonelpnmocrquartoca upluto mpartepurgare.yocediprofafblamcnte.
folcir Dioneglialtricafi,ecceitofelra[articolo,&Dlonon Chrirto.ta/. ChriJIus.&gliHebreime/sia.P tr . Ficario
ni fbjfe un’ altra uoce , che allbora Iddio fidirehbe ccmedel diChriflo .Feraamicadi.C.11 fèpolcrodt.C.Se.C.Ra dola
grande Idéo,aljòmmo Iddio. &iofi trono effere offeruato contraria fihiera.SeCalfinetecononsadira.'Boc:. Ilue
per Io più ne tejii antichi del Boccaccio . racifiimo corpo éC. I poueridi C.D a k. La pafiion di C.
VìioGloriofoMifcricordiofo. Fero. -dito. Benedetto.Zolo.Lter Cbe'nquella croce lampeggiano C.Ma chi prende la irò,
no. Sempiterno. Superno. Pur.Tercbe inchinar a Dio mol ce,c3-JigueC,& quimnoni cbiragkmidiC.ne chi legga,
tocoHutene . Che per Dio ringratiar fur pojlemalto. ne chifcnua.aquefioregiio'ì{pnfalimai,chi non credette
-d Dio diletta obediente ancella. Et febin guardia la ma- inC.eccolefehiereDellriompho diC.Qjiei che crcdeiter
gm di Dio .Cb'ardeboggitutta .Si come eterna uita èue- inC.uenturo.
der Dio, Tie piu fi brama , ne bramar piu lue . & piaccia a Cbriftiani. CT chrijlicole . P t t . Itefuperbi , e*r mifiri
Dio chc’n nano . C'bor per lodi am^ a Dio preghi mi rende . Chrifliani Confumaudo l'un l'^ro . L'mfegne ChriflumfSit
Sìneflim'hafattommamare Dio, ch’inondouea. Forgine me accompagna . B o c. SigmriChrifiiani.MalChrijlu-
Slcordati,chefece il peccar noflro Trcnder Dio per faluarna tto. Il fangue C, La Cbriftiana Ferità. C. Fede -diurne Chri
Humana carne al tuouirginal ehiofiro,Mapur che f alma in Rione . Vrouincie C. Cbriflianella d’iddio ,D \k. non co.
Du> fi nconforte. Voi quel ch’a Dio famigliar fu tanto; In me credi Gemili, ma Chrijliam in ferma fede. Herone fejlo
grana a parlar feco a faccia a faccia . 0 fidam(a gentil , chi imperadore fu il primo perf tutore de Cbrijiiani . Corneliq
Dio ben cole. Qjianlo Dio ha creato hauerfoggetto. &alq Centurione fu il primo CbriRiano de gemdiuhe foffe batte»
fine il fifloDto permettente uederem la fufo. Ter Dio quefio 'jatodafanTietro.
la memcTalhorui mona . Ma segli ì amor per Dio che co- G iesii . & lesi Lat. & hehreo, & fiigmfica faluatore .Dan.
fa quale ;M nero Dio fatrato,& muo tempio. Fergi- SignormioGiesùChrifioDiouerace.P ìt. Tamo che per
ne Kac comandami al tuo fieliuol uerace Huomo , & uerace lesi la lancia pigli . Et per lesi cingete bomai la jpada.
Dio .drDioinuece diVbèho , di .Amore, ueit afùoiluo- Deità. Lat. D ak .Deità facraparimeme decidi de la j
gbi.R oc . Bimanti con Dio. -d Dìo ni accomando, lo giu» terra unica luce. Che partorir lentia in fuladelpbicaDeità
ro a Dio. Fe ne prego perl^.UDil delle future cofe ue- douria la fronda penda . Tuofii far forza ne la Deitate Col
rtdici prone Jiton.i^n penfi tu, che con ripofato andamen- tepr negando, & bejlemmiando quella. B o c. S’alluna Da-
to i Da procediamo delle ooftre ire alla ueodetta pei lo] tar- , tè i in cielo , F i : Hiuna Deità è in cielo da coRui non fe-
do tempo con accrtfiimento di pena rifioriamo P h . ue- rila . F t . S a n . Tm Dea pieatifiima appaga per loro le
di alf Indice . Dan. in che mirabil una Del poucrel di Deità offe fe.
Diontrrata fumi .a Diofece bolocaujlo ,Qi^ coiiueniafia Trioità. Lof.^Boc. ,4 riuerenza della Trinità. c nella
la gratta mmeUa.Vat^eUUDh, che le peccata toUeà.pre» fuauifioneamoixfi.E'nant^anoui Jècoli formati effire in
gin fatti a Dio. Tercheé grata bigotta Dutgliaperfè, Tre perfine, & una effenza. Ter lo tuo fanto;& ineffabi.
ebenoi ,cbeDiouedemp ,T^n conojiiamo anchor tutti gfi le nome Triforme per amfèqueme il uahdo aiuto concedi ,
eletti, che quel che uuolc Dio, &nofuolemo. tutto B'dcla Odiualucc qualemTreperfone .Etuna effenzail cielgo-
gente^ìcper Dio dimanda. Quiuitt{ompba fotta t aito fi- uenii,e’lmddoCougiuftoamore,^etcmaragione.D a n.
già di Dio, & à Maria di fuauittoria .Seper grana é Dio O Trma luce , eh' unica , & fola Scintillando a loruifia fi gli
epcefii preliba Di quel che cade da la nofira menfa . Bifonò appaga . La prima cofa che per me dintefe-BenedeitoJie^u,
perleffere , un Da lodiamo . Et i rifponào ; credo in un Di» fu , Trino & uno, credo in Tre perfine eterne , & queRe
Solo,crrtemo,ibemtd‘lcielmoHe'ÌLffimoto con amor, credo una effeutia fi una, &fiTrina,
tSrcondifio.'ìfelaprefiuzadelfigliiiol é Dio. Signor mio Eterniti . Lat. aternitas.V ut. TLsnbauràloeofiifari ,ne
eie fu Cbnfio Dio uerace . Bemb. o di Folcano medefima- era , Mai filo in prefinte , & bora, & hoggi . Et fila Eter-
mente 0 d’atre Iddio. -4s. nitàraccoitae'ntera.Ouenel fuo fattor tatua l’mierna ,
DcousòilVtr.in uece di Dio per la rima . Feder prefi colui QueRo penfaua ; & mentre pm i'uaerna U mente mia .
cb'i fatto Dee Da tardi ingegni, (parlando di amore.) Tarinnteme,OubioIntcrao.D ah. In fuaEtermtàdi
Indurr ual participar con Dio,ir far diurno. Lat: ater Dcos re tempo fare .
fem.D AN. De Serapbin, colui che piu s'uidu. Spiritoiànco.Li/. Boc. Lequat parole lo Spirilofantofi-
Iddio. Lat: Deus. Boc. Iddio tlquale ottimamente conofep pra la lingua deltbuomo idiota poneua.Mi tnoRxò il dito
tm,che[amefiienncìafcun». Iddìo gtufl» riguardatorede deUoSpintofanio.Segmudlatoalnome dei padre, &del
fighnoto.
t
J>r I
figliuolo ,&dclS.D AK.Veifi qiietaron ouri lucani inm
, ciudi DehSpmtofantomchorncl ft^no. Colui, che luce m
mezo per pupilla Fu d cantur de lo Spmtofanto . padre ,
al figlio , a lo Spiniofinlo .
* Saltudorc .lat .& Struator . hoc .Il Saluador nolìro :
La pajùon de! S. Camma mia , laquale il imo S. ricomperò
col fuo pretiofo jaugue , Salute , Salut , Saluare . ucé a ì$.
Padre . Lat. pater .Pei. Tadre del ciet . Si come pàacque al
luijtro eterno Tadre . .Apri tu T. e'menerijci, & fnoda . Ma
tu come cottfenti o Sommo Tadre . Ter te d tuo figlio , &
quel del fommoTadre . fi £ n.OninpadreceleLle i te n.i
uolgo .
Creatore . iJf . fi o c . Iddio effer Hato creatore del cielo ,
ideila terra. Da uno medcfimo creatore tanone create.
1 1 mio Creatore .
> Motore. i4f. V tr.Onde’l Motor eterno de le Stelle Degnò
mofirardelfitoiauoromteTra.fi. R l .dgianMotore .
Moto. Lat. motus , motto .'D K n. che'lmexp cercbiodel Mo
tofuperno . Ch’i muto finrital, & mai non cefja .
Fattore . Lat .faSor .Dan. CiuHitiu mojfe'l mio alto
Fattore.
f VijoàemoK. Lat. redemptor .toc. ‘RcdentorUgfiro.'M. 1-
EERicoRDloso., Lat. P £ I. eit fi o c. Mijericorm
diofo Dio . M. Domenedm . M. Efauditorde nofin prieghi ,
; Donatore abondantijUlmo.D.Larghij/imo.D.Benù
gmfi'imo .Padre Eterno . Sommo . Beato del citi . 0 Ta~
Jre nofiro che ne cieli fiat .Ficlivol l'crace . Di Ma
ria . Figlio Rettore Superno . Crandijfimo . Del ciet
lo . Mercè del Si otto tc, chemidK forza . Come piae-
que a l'unico Signor, che'n culo Hajfi.Siffiordel cielo , &
della terra . Signor del cielo , & della Ulta . Signor di [opra ,
Signor della fine . Eterno . .Alto , Tdofiro. S. Sefufeitò da
morte a ulta il nofiro .S..Ad una tamdetta dotte dnofiro. S,
era efiiguto.Ma tuS. c'hai di pietate il pregio. Il Signor eh’!
adoro ,& ch’io ringratio . llS. che mai fallito "Hpn ha per*
I fona, che fi fida in lui , Re Immortale. Bemgno. Ce-
ielle. Inuifibde. Del ciclo, gp' delle Stelle. G b n e r a rs
.Artefice. G..Arbitrodituttodmondo. Verace Hho~
ino . Figliuolo . Sommo Tadre. S.Sole.S.Ben. No-
stro Taire .Saluatore . Redentore . Pellicano. Moto-
re. Signore. MaeBro.yfcir buone dimaiidelìA astro
fterno . Heli,Heloì,Heeios. fono noci He-
firaiche , che fignificano Iddio ufate da D a n. Che me-
nò ChrtSìo lieto a dir Heli-, Ch’io éffi o Heltos , che fi gli
addobbi. Eli fi cbiamò poi . ^ qui finga fi ,fitnua feritto .
Itittii yo.Cra. cri proprio quella finiuù itile à Dio fi dee .
etldolatria i quello , che douendo a Dio dar fi da ad altri ,
Dan. CbefitolefferdifjieSloafòlaLatria.
/LtCiiù,Lat.fonoefieretidelcielo.D A s.L'altopreconio,cbp
grida ! .Arcano . Sijiandofu Clone .Arcanamente giuSio,
Miflciio è il fectetoarcano , uedi 146.
M a R l .A.
Maria . Lat. P e t dt fi o c. Maria y ergine Madre del Ji-
gbuol é Dio. Ccdfigliuol glorio fo di Marta, lalfo.nou a Mo-
na, non nacque a Tietro . S’a tuoi pnegbi 0 Marti yergate ,
dolce ,e!rpia. Donna & Reina del cielo . Madre, Figliuola ,
.& Spola . Madre dirratu ,&dipietà . y ergine innanzi al
farto ,& che dopo U parto rimafi: uergine . ynica &fola.
O
Stabile inetemo . Tiena <f ogni gratianoSlraauocata .Seti-
za 1 fjin.pio . stella di qui fio mare . Jmmaculata ,Crpura .
Colei nel CUI uciitre fi rinibiufr la nofiro filuie,(fiiheèM-
ua fontana dimifiricordia .Uor tu Donna del cicl,tutu-
Sìra Dea .D A K. Sijtiui trnmpha fitto l’alto figlio di Dio ,
cr diMariadifiiauiiloria .La piaga, che Maria nchiuji,
.Crunje. Cantando aue Alano gratta piena .Tcrche tghi
quegli , che portò la palma Già di Alano . f ’c tgine madre
jigiiadeltuo figlioHumilCr fantapiu che creatura .Ter-
mine fifl'o detcrno configlio,ln te inifincotdia ,m tepie-
tate ,In te magnifiicntia,inte i aduna Quan.unque incrct
tura è di buttiate . Ojomma luce . 0 abutidante gratta. 0 lu-
,ce eterna .
Regina .Lat. P ìt. Btn ch’i fio ti rra,cftu del del Regina .
j3 A N. quel ar.gel, che con tanto gioco guarda ne gh occhi
de la nofira Regina. Regina de gU angeli . Rema . Hoc. 1 z.
Bcmb. .Al.
Vergine . Lat. uirgo . P e T. y ergine Santa . Sacra . Clorio-
f a. Benedetta .Mima .ymca,cr fola .Tia .Dolce. Chia- ■
ra. Bella. Humana. D'alti finfi. "Hemica d’orgoglio. Di
fol ueFlita . ynica Jpofa de lo jbirito fanto . y ergine finita
dogm gratta piena, y ergine foLalmondo finza effcnipto ,
y ergine in cui ho tutta mia fieranga. Eoe. y ergine Ma-
dre del figltuol di Dio . Caldi he in fi contiene la redent io-
ne del mifiroperdimento .tdelyergineo uentre dtfiefe fu-
pema prole a purgar la fallattza . ucdi al! Indice ,'D a n.
Mue regina y ergale Alarla. Et credo, che thumana car,
ne Ulta Mortai prendejfe in la y ergine [anta Maria;
che co filai preghi qgii'hor ci atta . yedi é jòpra a Alari*
Vergme,
-A H.G E L I.
Angeli ,Mrcba»geli, Trmcipati,Tote!ìati, yìrtuti,Domina*
tmni,Tbrom , Cbcrubitu , Seraphitii , Spirti celefti , Gerar-
chie ,Chori, Ordini , Spere , Taralleli , Michel , Gabriel ,
Raphael , Oriel, Raguci, Ragiel, Rubicl,Bjracbiel , T ubici ,
TemafJ'eron .
Angelo . Lat. fecondo Damdficeno ,& tutti altriTheologi ,i 8
Stantia intellctmate,t!r incorporea . Sempre mobile, tibe- ~
ra d arbitrio , a Dio miniSirantc immortale non per natura ,
ma per gratta . Et Diomfio nel bbro de diuims nomméuc , .
fermo ,1'M.ngela effer tiniagine dtDio. AlamfeSlatione di
lume occulto tjpecchio puro fplendidijjimo ,& immacula-
to ,ilquale rueue tutta , (ir (è Ueim dire , la bellezza dell* ■ ■
ben formata deifermità , gir puramente dichiara in fi quan,
t’ipvjfiinte Li bontà recondita . E' differente l'angelo daWani
ma tu quattro tufi iimperoebe fantina è inuifibtle al corpo,
. de non Congela ; ! atumai r»t tonale, l'angelo è intclL tina-
ie i perche, l'anima a/cqqisia inuefligando , tifi confi r. ndo;
Congelo riguardando. Vangelo non paffie fenonperriffet-
todefupciUirit^Cammapernfpemde gli inferiori , per- ,
che puoeffere mutate da finjibtk. L'anima fipuoccntucnirs
da ben a male , & da male a bene : ma l'angelo non può ;
perche Ha fermoinquellpaebe una uqltq fi cenucrti .Sono
gliangeli tutti futiu m quanto fono imaoitaii.inuifibtli,
indifiolubiliyfLmplici, fiparati m perfine tncommutabili ■■
ad altra natura . E' manifeflo , che in tre Hicrarcbie fino
noue chort . Ala quanti fiauogti angeh non i manifelio . Da-
niel propbeta, fecondo lijettanta tmcrpmi dice . Mil’.c nnfi
D I O
Imtrìj, & decies mille Jecem milienirij ; douepone le mi- gli altri Seraphim .
gliau,&Umiglura iquilidae numeri fono grindifjimi •, \ÌTtudi. a loro s' appartiene roperationidemortali,^ in effi i»
& perche gli ricircola in jè medefimi; imperò che dice ; mil- Jddio opera come Mirlù , D a N. Trima Dommatuni, c^poi
le miUionanjs : & myriai myriadat.i.deiies mille decem mil yirtué .
lenarioi; tacitamente dimojlra, che fiJiio infiniti; perche il SpÌTÌtiCele/ii.V m. ^glijpirti celefiiinuilla eguali. Che
tircola cominciando mfe,&finiendo infittire thè dima- piu gloria è net regno degli eletti D’un Spinto connerjò.
firi numero infinito . Oltre a ciò l'altra trasUtione ha un' al- Qjiafi un Spirto gentil di Taradijò . Spinto Celefte Beato .
tro numero.i.miUu miUtum decies milltes centena millium . B o c. Spiriti Diurni . D a n. Cm figodeua folo del fuo uer
Ma ..Alberto Magno nel fuo lòpendto di theologia ferme, che ho Qjiello Spirto Beato.
riafeun choro ha in fe . M.cecccclxri. legioni, & ciaftuna le. Choro . Lat. tr conuentui prop. ^ meta. P E t. Folgar ef-
gione ha tami angeli quanto fono legiom; cioè femiluccccccu [empio a l’amorofò Choro. Beati Spirti, che nel fomm»
Ixri aduque ciajcun chorohainfexUàf.rmllioni ccccxxxr. Choro Sitroueranno .D a n. Mefchiate fono, a quel catti-
nùghaia , & cceeclx vj. angeli , ilqual numero muluphcato uo Choro Deglt angeli . l fentma ofanna di Choro in Choro .
per none chori fa la fomma di cccxc 'ix. mihoni , & xx. mi- uedi a 45 .
gliaia, & iiij. angeli.de quali fe ne trarrà il numero ituncho Gerarchie 0 Hierarchie . Lat. Hierarchia j. facer prineipa-
ro,perche tornine caddono ,refteranno in noue chori cecie. tus,Tre fonale Hteranh'ie ,& ciafeuna ha tre ordini. L*
tniliom,& ccccl.xxxiiij.migliaia,& ccccxl liqjtngeli. & que fuperiore ha Cherubmi , Seraphini , e*r Tbroni . 1 Cheru-
bini confiJerano la bontà d Iddio .[ Seraphim la uinù . J
fio balli per bora degli angeli
Angeli con gli fuoi epiiheti,& deriuatiui prop. & meta, ufiti
da nofìri Va'ti . P b T. c!»’ B o c. Mngeli Beati , Eletti, San
ti , Lieti , Cantami , jtngelica .Anima , Foce , Vita , Bcl-
ìe^a , Forma , Figura , Sembianza , Faccia , Bocca, Salu-
te , & f'ifla , Mngelieo Cantare , Corno , M filetto , Dilet-
to, Intelletto , Rifo,Seinbiante ,Seno ,& f'ijò. .Angehci
Coflumi, Detti > .Angeliche Fauille ,Diuife Tarole .
"ìdoua -dngioletta [opra l’ali accorta .Dan. f'/ii piu di
mille Mngelt feflanti . Qjial è quel -Angel , che con tanto
gioco Guarda ne gli occhi a la noflra regina t Et egli a me
Bellezza , leggiadria > Quant'effer potè in .Angelo , & in
alma Tutta è m lui.L'ulttmo è tutto dMngehci Ludi. In
queflo miro & .Angelico tempio . Come Mngehca uoce in
(uà fauella . Dal fuon de VUngelica tromba .Che da le man
ni idngelicbe [alma . Mngelo Gabriello piu uolte ufato
dalBùC.
Archangeli. .Arche in greco [igni fica principato, a queiU
Tbroni l’equità . ne primi Iddio ama come carità ; ne fecondi
conofee come uentà ine terzi fede come equitl.'HeUa fe-
conda ha Dominationi fVrincipati Toteflati.Le Do-
minationi reggono gli officq de gli angeli j I Vrincipati fono
prefidenti a capi de ; Le Voteflà raffrenano la potefti
de Demoni . 'tifile DominaUoni Iddio fignoreg^ come mae
Uà . ne Vnncipati regge come principato . TfpUe Voteflà di-
fende come falute . La terza ha F'irtù , Mnhangeh , &
geU . M primi s'appartiene toperationi de mirai oh. M fe-
condila denunciatione delle maggior cofe.M terzi la cura
deli’humana cuflodia . tfe primi Iddio opera come uirti .
"He fecondi riuela come Uce.'He terzi manda come infin-
ranteiauengache Diomfto Damafeeno & alcuni altri ua-
rianoin alcuni delle f opradette cofe. Hoc. Vareua ehi
tutte le Gerarchie degli angeh quiuifuffero difeefe a canta-
re .D ah. In efia Gierarcbia fònt altre Dee. Ar t. Et be-
flemmiò l’eterna Hierarchia.
s'appartieneladenuntiatione deUe cofe maggiori ,& meffl Speri. &Sphera .Lat. V sr. Da quali angeli moffe ,& da II
Iddio riuela come luce .Dan. Vofeia ne due penultimi tri-
pudiVrinctpati ,& Mrchangelt fi girano L'ultimo è tutto
i’-dngelittludi .
Podeftadi raffrenano la potè flà de Demoni,& Iddio li difen-
de , come S iluatore .Dan. L’ordine terzo di Voteflaii ò.
qual Spera Sluel celefte cantari Ma ben ti prego ch'a la ter
Zet Spera Guitton flint i,& meffer Cmo, (jr Dante. Ver man
mi^fe,&diffe!laqueftaSperafaraiancbormeco.D A n.
M a mnhe le tue uoglte tutte piene Ten’ porti; cIk fono in
qi lefla Spera . ma Sphera iti fuo diritto .
I>ommitiom.Teggonoglioffìctidegliaigeli,&inef}ìlddio Spcriila Dtminuuuo di Spera. D a ,n. l'idi cento Sperule,
figfi'rggit come Maefli , D a n. Vrima Dominationi , eS" id.Tfl cento amme, eh' erano circondate da raggi in rotonditi,
poif'irtudi. y oee Sìrana,&dtuon ufarfi . ,
Tbroni. ingrecoflgnifica fedia eccelja,&eleuata douefiede Paralleli fine iircoli,o lince lUlIa Spera egualmente diHin»
chi giudica, quefii confederano la equità Ì Iddio,& in e fi fte» ti yo. Greca & uftta da Latini .Dan. Come fi uoìgon per
de tome equità.D AH. Obene nato acni uederhThront del tenera nube Due anbiVaralleU,& con colori. idefleguaU
Triompboetemalconcedegratia.Sùfonofiiecchi.uoidice- mentediBinti .
teTbrom.Qjurgti altri amori Si chiamanTbroni del diui- Ordine de gli Mngeh.D ah. Se'l mondo fiffefoflo Con tOr
no affieno . B o c. dì,uegli che dopo lui rimafè fucceffor del dine th’i uiggio in quelle rote Setto m'haurebbe ciò che m’i
Beale Throno.i. dominio
Cherubini, in hebreo dinota molt 'ttudine di cognithne , onero
infufione difiipientia,^ quefli confiderano la bontà d’iddio ,
dqualegli ama come charità . B o c. yna dette unghie de
Cherubmi. D a n. i cerchi primi t'baunomoflratoi Sera-
phini , &■ Cherubini .
SeraphinLi» hebreo fignifica ineenfiuo 0 mcenlirio , onero
rifcaldanti . quefli tonfiderano la uirtù d’iddio ttqualeinefà
f comfee come uerità . Hoc. Il auffetio dei Seraphino ,
ib'apparue a fin Fraucefeo .Dan. Trk couimiato m
propoflo Cantre melode,chefuonano'mtre ordini di letitia ,
onde s' interna. Qjiefìi Ordim di sù tutti rimirano . Et Dio-
nifio con tanto dif io -i contemplar quefi Ordini fi nufe , Che
gli nomò & dif le fe com'io .
Ordine in genere .Lat. ordo.Vtx. L’ordine uoigi, e non fur
madre mia . yenian tutti in quell’ordine ih’i dico . Io non
poffo per Ordine ridire . B o c. Diedero Ordme a ciò ch’af-
fare hjueffero . Et dato Ordine a lor fatti . Et dato éfiref
Ordine a lor amori . Conofeendo già per lordine cominciato «
che a lui toccaua il douer dire. Tutti quelli Ordmi lommenu
darono.
h
DIO j
émnì. Ordini be'to , Ripoftto, Crinéjfttm, Secondo [ 0r~ ciò fi pojja preparare audio , che fitrà opportuno. £t quiut
érte . Et quefii Oréni dati . Ogni eojà Ordinatamente é- preparale quelloche hilbgii tua .
Ipolìa. L.rlbjte^gU altri OrénMxmcnteeir di buone ni- DifpoCitione. Lat.J’fpofnio. ulordine.prepjralione.'Boc.
uande lerkiei.& come O,pofie fujpro te piante nelgiardi- ConJiderataUDilpojitione del luogo. Si comi colui. chela
no . aedi Cindice . Dippofitionc della cafa della gtouane fapeua. La Jua buona
Ordaare . Lat. (SrconHituere .dijbonire , dirigere. P s t. Co- Dijpojiiione. ideH deliberatane, "blanfapeudo per cui poUr-
meacufcunlefueSicUeordinaro.Sìueltb'ordinatoègiànel gtiqueflaimadijpojitioni fargli fenttre.lntaledifpofitione
fornita jèggu.Cbegia’lcótrano era ordinato in cielo. Ho c. dimorando.
fece ordinare una bella cena.Ordinando una betta fella. Co- 'Dii’pollo . preparalo o deiibcr.ito . Lat. praparatus . Pet,
minciò a Ipaz'gare le camere & ordinarle. InTrocejfioni or» Che, dio non m’inganno,cra Dijpoflo a foUcuartni alto da
dinate, t'fficialifopra dò Ordinati . Luogo da toro Ordinato. terra . Hpn effendi ei Dtjpofto . Oa erano a tu: f bore Dijpo-
^nda Ordinato de fiderà, uedi aiPlndice. SìigUhami,ouafuiprelo.u>rdinaii.H oc. doueogmeofa
1> Ordigno ualmfirumentodaoperarftujatoda Dan. Dicni onhnatameateù^oiio trouorano.il uomini a mal far Di-
fuo'lococonteràfOrdigno. Ari. Omaledetto,oabonnno- fjwlli. Il tempo ben Dijpolio.uedt alfjndi.e.
fi Ordigno, Che fabricatonel tartareo regno Foftì per man m^rre. Lat. àffoncre .Ho c.lod jporrò quella colà in gui-
dt Belgtbu malignoJJtromento. (parlando dtU’anobugio) fa,chedordmcrò . Effendo lecofcm quella gutfi éjpolle.Che
Voce Lombarda . '
Comporre per ordinare. Lat . fandre , eonlìituire ,pacifd .
B o c. è" fattolo fenthrea Giannole compofe con lui , che
quando un certo cenno faceffe ; egli ueniffe . Et hauendo col
prete é là entro compoHo ciò che far uoteua ( fi come infte-
me compoflo haueano ) . Et d’alcunì pini fi ben compolii dr .Ammannare ual apparecchiare yo.Thofcana. D A N. D» quel,
ordinati . & quando fliper tolerare a^i.&pro ftmul pone» the'l del ueloce laro ammanna . La uirtù, eh’ a ragion dtfeor
re a lipj.érpcr acconciareaq IO. [oammanna.
Conliituire.Lat.conlìitue're&de]iinare,perordinarefideter Diuifareperorénare. Int.difponere , flatuere.Hoc.fiipea
minare . B o c. 1{pn altra pena hauere con fUtuita ; ch’efiì re dmifitre un mefeoUto , ofare una tela .Che cofi faceffe far
• tonfiituirono a colmi che. lo primieramente conftitmfio Tar
meno famigtiar di Dioneo mio finifiaieo .
Quoto. £jf. quotus.idefl quanto inordine;& perche chi
ponela cojamordine fi giudica, & imperò per togiudiào
■fuMfioda Dan. 'Hon timaraaighar per che fòrrtda , Mi
diffe , appreffo il tuo pueril Qjuuo . f'oce Logicale & no»
delia Imgua.
I n jlTctto «4/01 ordine ^udi a 7 1 8. ii i» feparatt .
.Affetureper accommodare& ordinareal dettoluogp.
jg Dtfbrdinaco . Lat. 'mmadicus. Hoc. per lo difordinaio
ffendcre.moffo da dilàrdinato appetito. Difordinaiatnenèe
munto era.
Appaxcccbàimmto.tat.npparatus.&prcparatio.Hon.
facendofir apparecchiamento grande.Ctiappartcthtamemi
de SignoriCbrifliani.JlRe fece fare t’.Appareccbio gran- Diurni . lat. Pet, Boc. Diuini yffid, .Altari ó"
de. FcdutoUgrandeApparecchiodeUatucina.
^Apparecchiare. Lat. preparare .P s T. Che non ben fi ripente
Dcl’un mal, chi delaltro s apparecchia . S'apparecchuua
con maggiore sforzo. Et t altro fentom quel mede fimo al-
bergo Appareuhiarfi . Tante nefquarch n'apparecchio &
uergo . Et quantopoffo al finem'apparecihh . B o C. Fece
magnificamente apparecchiare da mangiare. 0 la natura
apparecchiando ad una nobile anima un uil corpo . Appà-
reecbiai^i egli dall'altra parte per andargli adoffo.S'ap- DiUi. Lat.diuimDiuofidiceefferecolui,cbemarendo fi cre-
parecchiajfiToariceuerlabattaglia.Lui&lefiietofioffer- de e ffer fatto iddio, oìamoì Onde dir affi Dmo Cefare, Di»
fe Apparecchiate.yna beUiIJima fefla .ApparttthiataS ’ap
parecchiauano per difenderli, uedi [Indice. X) a n. Ch'el-
la non s’apparecchi a grattarmi la tigna . Sf apparecchia»
ua a foliener la guerra . Co»i’arff «« 1 m’apparecchio ad
■ afeoUar .
Imminente . Lat. ìmminem ; ual apparecchiato. Ari. 'Ifon
• mirando a pericoli Imminemij.Soprallanti.
"Preparare . Lat. Premunire, confiitueTesconftrre,ponere, Ha-
tuere, fiz.-d ueder preparar la fedia fncKlo.Hoc,.Ae»
‘4
ab eterno diffollo foffe. Ad amar Im dtfforre non fi potcffe.t.
deliberare fi determinare. Chea douere alcnua nouetla di-
re fi éffoneffe. Cofi mdifpofidifareiluofirouoler imoié-
fpofe di aprirgli il fuo bijogiio. Difpolla fon io di figuir d pia-
cer Moftro . uedi qW Indice .
la cena come M eUffo diuijàffe . Caiiine , & di quelle {ok ua-
rieuiuande dmuò afuoi cuochi pel conmta reale j. ordinò &
tompartì .
Diuini . Diui , Immortali,Sommi, Eterm, Superm,Supremi,
S empitemi. Perpetui, tnmfibili, CeleRi, Santi , Salui , Glo-
nafi. Eletti , Benedetti , Beati , Santità , Beatitudine, Bene-
dittione,Gtoria , Eiettùme , Saluathne , Salnaaaauo , Salu»
te ,Saluare , Sacrare , gloriare ,eteggere,fcegliere, tenere
fer eleggere, eternare .
•#
Prieghì , Diuina Maefìà , Cratia , Mente , Stmentia , Ln-
ee , yote ,Giufiitia , Diuine Opere; Cofi . Diurno Miraco-
lo. Ma tra mortala poi fi celebra la Duina BtUezga,^i
Diuini Poeti , Portamenti , yirtuti , & te Diurne Parti ,
lo Duino Sguardo, Andare, & Diutn Poeta , Portamen-
to. Da n. Penhi la donna, che per quella Dia Regionli
conduce, ide fi Duwia. He M. Cantar che fanbra dibar-
moma diurna.
ua Lauri; Ma non diraffi Duo Raggio, ne Dina Bellez-
za ,anchor che Thoftani fductlanloufmo Duo in ucce di
Diurno , ma fenga alcuna auttorità però . Pet. Facean
dubbiar; Se mortai donna , 0 Diua Foffe. Hor in formi
di nhnpba,o d’altra Diut. eir citai Diua. Come non co-
nofch'io [alma mia Dua, Q^uefio cantò gli errori tT le
fatiche Del figtinol di Laerte ,& de la Dina . idefì The-
tidenimpba,&dea marma. I era amico a quefie uoflre
J>m&, Seguendo ipajfi bonefii,é’l Diuo raggio .pejr dun-
A di
o
tu ,e Diuo rjg^lo :ptr nggh di Diiu,Maumo raggio Ha-
ria meglio .
Itntnortal . Lai. P e t. Immortai , òttima , Bellerfa • Fa*
ma , Cui , Apollo , Stato , Male , Forme .Redeltttlo Inai-
fibile Immortale . ch’ifjierofartm Immortai, perche la car-
ne moia . Ciafeuna di noi due nacque Immortale . ^nxi par
mica , cJ- hor fatta I. Ver dir di quella ;cb’è fatta I. Gli hao*
mini Immortali .lì oc. Sia degli Iddi/ Immortali dtffoft-
tione . Siro Vbilofopbo , fu il primo ,cbe ferine della Immor-
talità dell'anima .
1 6 Eterno aée. & aduer, Lat. atemxs. P e t. Eterno Iddio, Va-
dre , Motore , Signore , Lama , Cione , ^Albergo , Soggiort
HO , Donno , Obtm , Odio , yento, Ricetto . Verfarfi comete
é fama Eterno .Tiiente appreotja , ma d'mcnta Eterno,
y ergine chiara & Fiabile in Eterno , aitgi chi fa chiaro una
Molta , fa fempre in Eterno , Eterna Giniiitia . Beatitudine,
Salute , Fama , Memoria , Tace , yita , Dolce^ga , Luce ,
State , Guerra , Eterni compagni . B o c. Eterna y ita. Bea
Mudine , Eterno SuppUcu , Vene Eternali . Sono dmenuta
Eterni.
Eternare ual fare eterno . Lat. atcrnxre , perpetuare .Dan.
m'infegnanate comcChuom s’eterna .
Sommo . Lat. Summus atale alto & fingulare . P e t. Sommo
bene in uece di Dio, Sommo ben. Sommo Sole, Vadre, Volo ,
Cboro,Seggio,Difu,Diletto,Viacer, Duce, .Amore , Somma
Charità , Bontà , Corte fa , & Honefiate , Sommi Vreghi .
B o c. Somma Confiùtione , Somme Lode , Sommo Dilet-
to . ueéaW Indice. Dan. Somma ejfentia , Sommo Da-
te, & Sommo ben . & quando énota .Alieg^ p fommità
Media ijiq.
Superno . Lat. che Flà di fopra . P e t . Superno Regno, & Lu
me , Superna Vieti, Strada & Rota. T. Superna Luce, Su-
perno Kttore , Moto , Gioue .
Supremo. Lat.ual Sommo,alto,incima. & per molto &eflre
mo. Pn. Ma le parti Supreme erano auoite ad una nebbia
ofeura . ho c.ù uoflra beniuolenx^ , laquale mai da me
in f Supremo grado non fu meritata .
Sempiterno . Lat. quaf fempre eterno, & fempre durante .
P E T. Renda aqueti'occbilefueluciprimc,Oti condanni a
Sempiterno pianto . SJ^nto piu mie Sempiterna belletta ,
che mortale . T. Sempiterno Dm, Sempiterna Rota , Sempi-
terni Danm . ■
Sempiternare ual, far fempiterno. Lat. perpetuare .D n n.
Qjiandolarota ,cbe tu Sempiterni Defderato a fe mi fe-
ce atte fi .
n-j Perpetuo . Lat. P e t. Verpetua guerra & T^rma . "Perpe*
Mi .Affanni. B o c. Verpetua Vrighn, R igion. Laude, Clùie
te . Verpetuo Ejfilio . In Verpetuo u‘ amerò. Hgl mortai cor
pof perpetuerà nella taudeuolefama .
Inuifibilc . Lat. P E T. Inuifibil Forma, Foco, Re del cielo In-
mfdiile immortale. Cbc'imifbilmentc midisfaccio.
Santità . Lat. SanSitai .hoc. La uoHra Saniità ‘Hiuna S.
Mona feria affai famofi di S. uedi alf Indice . fi dice anco
Santà,& iajlbora noce Fiorentina.
Santo . figntfca a Dm confecrata, & anebora co fa ferma Ha-
bUe & immobile, & che fempre dura. Lat.SanQus. Pet.
Santo Edtfcio Cofiume, yifo. Santa .A mma,y ergine.
Compagnia , Imprefa , Varala & Cofa , Santi ,Atti , Ven-
eri , Coflumi , yefligi , Gli occhi , Viedi , Rami ,Sante Lu-
ti , Lagrime , Opre , Tiagfie ^ Tartle . San Tietro , San-
» if
I O
tiffmo Heiicona,& Saiitiffiinl cofa. 2 oc. Santa Ma-
ra . S. Reparata . S. yeridiana. S. Lucia di Vrato. S. Don*
tu . S. Fede Cbrtjliana . Conti di S. Fiore . Sante Terre cif
Cofe. Bejìcmmiatore et Iddio & de Santi. Santo .Antonio. S.
.Alejfio . S. .Ambruogio . S. Vadre . S. Abate . Santiffima
yita . S. Rebquia . S. Donna. Furono già i Frati Santijfimi
cr ualenti huomini . Santifime Opere . Santifjimo Huomo .
S. Corpo . yna di quefle Sant ugge . SanFlus . ueé alC Indi-
ce. Dan. Eccun degli antian di Santa Cita . coflei fu di
Iucca donna di fanti coSlttmi & fece miracoli in una dr
m morte .
Francefeo ,Bf/ 1 loo. Innocentio tergo hebbein uifone ,cbe ■ S
la cbiejà di fan Gmuanni lateranp cadetta, ma due di uil ha*
bito uefiiti la fofeneanocdtpoi uenendo fin F rance fio, perche
egli li confermaffe la fua religione conobbe effere quello che
hauea ueduto infogno . Ilpercbe con bolla papale gliela con*
fermò, Bernardo fu il fuo primo compagno, &fu‘dotlore al
mondo, Vietro Bernardone, non fu egli di molto gran le -
giiaggio . Coflui con animo regio & inuitto aperfi ad Inno-
eenth Vapa la fua int emione, cioè, di offeruare Obcdientia,
Vvuertà , & Cafiità , & però dice Dan. 'Hon gli granò
mltà di cor le ciglia Ver effer f di Vinto Bernardone. ?i(e
per parer difpetto a marauigtia ; Ma regalmente fua dura
imentione , .Ad Innocentio aperfi , & da lui bebbe Vrimo
figlilo a fua religione .hoc. Et il ciuffetto del Serapbico ,
che apporne a fan Francefeo .
Sailtoccio uale come a dir Samoneo bipocritone, cioè huomo
forno . & non il lompare da battefimo , che Santolo fi chia-
ma in alcum luog bi,come hanno detto alcuni . perche dfan-
tolo è anello che lena il figliuolo dal facro fonte aSt non il pa*
dre del battezgato,^ quiui d fidate chiama d padre Santoc-
f» , & egli lui compare , & però Santoccio non è il com-
pare , ma piu toHo un nome effi nominato daWauttore . ra-
me m piu altri luoghi fa . anebor cbe'l tefìo antico nel pri-
mo luogo baBefiiofanto,& ne gli altri Samoccio. hoc. Il
Santoccio credendo quelle cofi.Siuando il Santoccio udì que
fio, tutto tfuenne .
SantUEZo èqueOo.chefailfamo.h o c. yna à quelle fàn-
tug^, che cofifchife fi moftrano famejfi dr fameffe hanno
/din lefli , ma corrottamente .
Salute . Lat. Salus . incolumicas .Pet. Salute Eterna Hu- 1 9
mana . La cui falute dalmiouiuerpende .Fontana diognifit
Iute al porto thS. Che mr noUra falute unqua non urne: .Al ,
dolce porto de la lor falute. Ogm mia S. Ch'ogni afjira ma per
fua. S. tenta . Da radice n'ha fuclta mia S. Ogni uia tenta
per li fua S. Del lume, onde falute & ulta pende. Tiet.ì cele
Ile ha cura Di mia S. non queflo tiranno. Siueflo bel ua-
riar fu la radice di mia falute. Ch'a tebonore,tra mefia
f. B o c. Ver gratin ,& per fidate .Salutenole acqui .Ri-
medio filutifero . ueé alCinéce. & per la fdute corporale ,
ueéa ,6Si.
Saluezza . Ut. Salai .hoc. In quella gai fi puoi la mia paté
dr la mia Salueg^ acquiliare. Ciò che una gtonane per Sai
Megga é feal manto face ffe . Con pm Saluegga dar effetto
al fuo peruerfo intendimento .
SaIiiamrntO.Boc.per5'j/»jmeBtp éìor Donne. .Aedo-
che piu Saluamentt^tefle prendere uoftro àlttto .
Saluo. Ut.& ficurui. P e j.Hor trifio,borlictoinfin qni ibo
condutto Saluo . Che credendofi in otto niuer Saluo Vreuen* :
tofttdalfuo fiero defiino . B o c. Saluo a capi ritorna. £t
* tutto
D I O
Umort, Gloriofi f^ergine,Sede,Fiwu, Colonia ^ptme,yìrn
fa, ,Alma,yttioria & Donna . Glorioji fingile O- Cojé. Glo
rtofi Taffi .^AUafna (afa ne tornò Glonoft .
Gloriare. Lat.gloriari . P e t . Cuna ènei tiel,che fette gia-
ra & nanfa . Qnafi i un piu bel (ol t'allegra & gloria .
an^i mi glorio D'cffir feruato alla Hagion piu tarda .
hoc. de miei doni glorar ni poffiate . Della uojlra bel-
lex-^ piu cb’altra donna gloriar ut potete . Di ciò feto
Sìeffa nanamente glorutndufi . pur feto fi glonaua . uedi
Vindice .
tutto VamefemeffiiinSaluo fem(a alcuna cofa toecari.i.in
faluamento . Salua la ma bonefià . La fua foretta fatua ^
Ubera ribaueffe. Et cofi Ueti fitamo fani & falui firuati. Sa-
m& Salkiji ne tornano a cafaloro.
Saluare . Lat. leruare. P BT.Tertheafaluarme&tr,nulPa[
tra uia era . Saluando infieme tua fàlute & mia . Saluan-
do la tua uita e*/ nofìro bonore . l'enne a faluame m fu gli
eftremi giorm , B oc. Se Iddio mi fitlui .fi Iddio ti falui
imprecantts .
a o Sacro . Lat. P e t. Sacro Loco Tempio, ,Aer, .Affetto, Sacra
y ergine , Terra , yia , .Aura & Fronde , Sacre Foglie , dr Elctrion . Lat. elettio. P s T. T^nperElettion,ntaperdeflL
Fergini, Sacrato Tempio. B o c.Terra Sacra, mipareteun no. Bo c. Cbi il primodinoieffere debba,nella Elettionedi
banditor di Sacre. Sacro Fonte . Sacraiiffimi Effetti . uedi noi tutti fia . HtUa uoflra Elettrone fluì di torre , 'Hmno fe-
aWlndice.S AU.lecarnide facrificati ytteUi,Sacramen- condo debita EÙttione s’innamora .
lo, Sacramenti a ii. Eletti . Lat. elcfli. P e x. Eletti .Angeli,Spiriti,Tenfieri, Luo
Sacrare . P et. Ferginei ftcro&purgoal tuo nome ^pen- gbitlnumerodegUElettiJIelnkmero Eletto, et ElettoHuo
fieri e'ngegno , & Siile . mo,Habito,& Elette Doime,Compagne,etgiffe al loco Cb'a
Confecrare . Lat.initiare,Sacris imbuere . VsT.ll bel nome l'humana fàlute era già Eletto .
(onfacrcrò con quefia penna . Sempre al loco torno ,Cbeper Eleggere . Lat. eligere . P e x. Di quei cbeuolentìergia'l mon-
te confecrato honoro S" colo . do eleffe. Di mille donne eccellenti n’elefii una . Ogni ^eran.
Beatitudine . Lat. beatitas. B o c. Sentirai marauigliofa co- za perder elepi,per non perder fede . B oc. E da eleggere
fi della beatitudine eterna.
Beato . lat. beatus . P e x. Beato Tadrefiuomo^pirito, Luo
go, Infogno, Morire , & Beata F ergine , Torte, Speme , gr
Beati Spinti , -dngeli, Occbi,& Beatiffimo Tadre . Beatiffi.
ma Leu. Laura . Beata sècbe po beare altrui . Sorga fine e
fiutofiotlpocoò' faporofò ,cbc il molto dr inftpido. Seco
eleggendo di uolerpiu lo fio la morte,cbe di tornare a cafa po
nero. Che gli amia noi habbiamo , quali ce gU eleggiamo.
Lei per Rema del primo giorno elefjono. Lo hauere eletto fi-
mo, dr uakrofo amatore . uedi all’Inéce.
Beata, & Beate Luci, Fergint, -dnhne . Beato me fopragli Sughere . tfrSriegliere . Lat. Seligere, uai eleggere & fepara
altri amanti. Beato è ben chi nafte a tal defiino. .Alcun dice
Beato è chi rum nafee . Sopra'l rifo cPogni altro fui Beato . Bea
trici Fauille , Beatrice bora.Trego ch'appaghe'l cor nera
Beatrice. B o c. Sondiuenuti Beati Imi effere Beato. Dan.
Maellas'è Beata & ciò non ode. Trai altre prime creatu-
re Ueta , Folue fht ffera ; & Beata fi gode . Beata Riua .
BeateCemi&Beatifòfl.QjialiBeati al nouifftmo bando.
re. P ET. Coli delmondoilpiu belfiore fieìfe. eh' amor cbiet
to fcelf? . Sljiel pietofo penfier , ch'altri non fcelfc . B o c.
tìarda fiorfceghaua , dr de Scelti leggiadra gbirlandetta
facendo .Fi. Effendo ella cTun giouane beilo leggiadro a
fua Scielta innamorata .Dan. Cade in la filua , dr non
gfè parte S celta . A zi. Ma ti farò di mille Sulta d'una ,
odidue.
.Affermando efprr Beati. Etfentl die Beati, chi alcuna . Bea T nere .P et. Ida man manca, e terme il camin dritto. B oc.
ti mundo corde .Beato Scanno , ConàUo , Reato te. Beato sé. HauenJogU prima moSlrato , che uia tener doueffe a uenir
Bencdittionc . Lat.berudiBio. B o c. EtdiedegUla fua Be- dentro .
neditione . Con la Benedittione d'iddio, uedi Vindice il tefio
ant'ioobaBeneditione. Vunoetaltropuo fiate, T.ATRI .ARCHI TROTII ET I .
Benedetto . Lat. benediSus . P e x . Benedetto fia'l giorno ,
il mefi,& l'anno. Et Benedetto il primo dolu affanno. Bea- Patriarchi .Tropheti,SibiUe,.Apofioli,Fangelifli,Dottori ,
to il Taire , & Benedetto'l giorno , Benedetta Chiane. Fer* Martiri, Confeffori, Fcrgini, Fedone, .Antifli .
gine. Benedetta Colei; cb'a migborriua Folfe’l mio corfo . Patriarca . Lat. Tatriarcha .Dan. .Abraham Tatrtarca ,
Et Benedette Hore,Fila, Luci, Carte . B o c. Figliuola mia tir Dauit Re . Infin la tùia uide il Tatrtarca lacob rfforger
Benedetta , .Acqua Benedetta , Candela , .Aròma .Dan. la fupema parte . B o c. Tatrurca digmfiimo di Hieru-
Benedetta colei ; che' n te s’mcirffe. Benedette Domte , Figli- fàlem .
uale , Benedetto Fafo , -ingel. Carco , San Benedetto. Patriarchi celebrati da noflriToeti. -ibraham,Iacob,lfaac,
Ferme BenedifU Tatris mei tutti dicendo , BenediBus qui Ifrael .
Ab raham Tatrtarca , cioè il primo de tadri . CoHui fu il pri-
mo fedel uecchio , a cut Iddio nuelà la trinità ■ DalCanna
del dtluuio infino ibe nacque .Abraham furono anm 1071.
La origine fua fu da Sern figlinolo di ‘Koe, & nacque in
terra di Chaldea, nel tempo che 'Hino figlinolo di Belo re-
gnaua; uiffe anni 17^. -ibram figmfica padre effiltato,
ma .Abraham , Tadre uedente il popolo , onero padre di
moltitudine . Onde 1/ P e x. Toi uide il padre nofiro ( in-
tendendo -tbrabam ) a cui fu detto , Ch’ufiiffe di fua ter,
ra &gifje al loco , Cb'a Chumana fàlute era già eletto . Fi-
uace amor , che ne gli affanni crefee : Fedii padre dr que-
flo,c*rueéC-luo ( Uefì -Ibrabam ) comedi fua magiou
.A IHf
uemt.
fenedirc . Lat. benedicere .P et. I benedico il loco, e'I tempo ,
dr f bora .B oc. Et cosi fi poffono benedire legnile del gen-
gtouo , come il pane, i tefii antichi hanno berudicere ma cor,
rottamente.
Gloria . Latino . D a n. La gloria di colui che tutto mo-
ne per l’uniuerfo. P e x. Che piu Gloria è nel regno de
glieletti tSun ffiirito conuerfo . B o c. Molte cofi èffe del-
la Gloria Celefiiale. & Gloria per la fama 0 nome ue-
di a 140.
Cloriofo . Lat. P b x. dr B o c, Glorhfo Dio , Stato , Regno,
Fine, Ramo, Trincipio , Huomo , Figlmolo , T rtompbo &
D I O
fot tùH Sdm tfce . Sana fu doma d'Abraham , con lajua-
le Andò in Egitto , Terciò che non max fevz* élei mojje un
fijfa , & unto l'nmò , che fempre fludiò di pucerle.Que-
iìo fn anello che per ubidire a Dio, fu contento di faenfi-
tar il lùo figliuol lacob, perche meritò che Iddio benedi-
tejfe il fané /ira . D a n. ^Abraham Tatrureba & Dx-
uidRe.
j f licob & Giacob . Ext. Ixcobus, alio nomine Ifrael Vropheu
porrà Ciofipho nel primo libro delie aiitiiiuitoti de Giudei fe
condo la hijtorix ferina da Uofe , i he lacob figliuolo ctlfàc
per configlio di Rebecca fua madre fu benedetto dal padre ,
la oue benedire fi douea Efau maggior di età; £?• ito fuggen-
do lira del fratello da Cananea in Mefopotamsa a Laban fuo
materno Zio ,feruì fette anni guardando la greggia , per
bauer per donna la bella & diletta Rachel figlinola di La-
ban . ma uenuto il tempo delle nog^e , & in ucce di lei poflo
hauendogh nel letto occultamente il focero Lia deforme,
a cui gli occhi fempre piangeiiatio per effere hppofa , con
coflei fatto il matrimonio , accortofi deW inganno fatto-
gli per hauere la cara fua Rachel fette altri anni feruir U
tonuenne . Onde d P ej. per Rachel ho fernito , & non
per Lia, &altroue. Volgi in qua gli occhi al gran padre
fchernito , Che non fi pente , & cf bauer non gimcrefee Set-
te , & fett’anni per Rachel fendo . & D ah. Ifrael con
fuo padre, & co fuoi nati Et con Rachele per cm tanto
fi . In fin la sù la idde il patriarca lacob . Che mi fe-
dea con l’antica Rachele, Hebbe lacob dodici figliuoli , de
quali utnnero le dodici Tribù numerofa famiglia, uijjeaa,
n> I 89.
Ifac & HifachJM. Ifaacbusfignifica rijbifu figliuol if,Abra-
ham, uiffe anni %6<}.& mori regnante Xerjè primo Re de
gU -Affiri , Cojlui èffe a lacob fuo figliuolo, che non pigUajfe
moglie della generation di Cannami ma andaffe in Mefópo-
tamu è Siria a Laban figlio di Balucl . & fratello di Rcbcc-
ta maglie è ^Abraham & fua auola , Vbtdi lacob, la htfio-
riauedièfopra,
Ifrael . LU, IaiobusIfiachifilius,Tropbeta,fu ìacobeofidet
to 1 perche andando in Mcjòpotamia uide una fiala, ch'ag-
gmngeua dalla terra al cielo , & angeli faine , & feendere
per quella, pertiche Ifrael fignifica huomo ueicnte Iddio,
ouero utfione d’idèo. D AH. Ifrael con fuopadre,& co fimi
nati Et con Rachele per cui tanto fè.
f 4 Propheta . Lat. & bariolus .Vir. Ld doue .Apollo diuen-
to Tropheta. Dan. Ter Moifc,per Tropbeti,per fil-
mi ,& per uo! ,cbe fcriuefie . Ari. s'mmenonerraQjiel
Tropbetico lume, che m'injpiri . Il Vrophetiio Spirto è
Merlino ,
Propheti celebrati da noflri Toeti Dauid,Egecbu,Ezecbiel,
Hetia,Heiifio.
J}inidfu’Propbeta,tà'R‘ Tfàlmograpbo cìtbardìa ,tr fi*
gnifica forte d’animo, & defiderahde è uolto. Coftuifu
il fecondo Re del popolo di Dio . regnò anni 40. nel tempo
ebe gli .Athemefi , morto rixirOiiiDR uiffono pm folto Re,
egli fu nella quinta etd , che durò inficio a Chnfio . non mi
ejlenderò qui netta fua bifloria, perche firci troppo proliffo,
pur non tacerò quelioabeldèo diffe fhauer trottato utihuo
pio fecondo il cor fua, & nondimeno innamorato è Rerfabe
pioglie d'Vria fuo lauahere.per bautrla ,ftce uccidere id
manto , onde tomnnffe adulterio , homicidio , & tradimen-
fe.fotpentcndop deli'errore ,ftauò dSalm Mifexere mei
deus. onde Dan. Bt colti, che fubifiua al cantor ,cheper
doglia Del fallo, diffe Aliferere Mei , la bifiua è DauA fa
Ruib meghe è Boog^,Cr Baoggenerò Obed,e^ tojlui fu pa-
dre è lefe, delqual nacque Djuid Kfgiujlijjiu.à, & Vrophe
ta pieno èfiiriiofinto, onde Dan. Colui, che luce m meg» '■
per pupilla Fu (/ cantar de lo Jjnrito finto .& alt roiu Ubra.
liamTalriarca Dauid Rt . & d P i r. Vidi Dauid can-
tar celtjli uerfi , Tè guarda come amor crudel ^ prauo
Vince Dauid , & sforzalo a far Copra Onè poi piange m lo-
(oofcuro& cauo . E'I piflor (ideCi Dauid) eh' a Golia rup-
pe Li fronte . Tfpn giacque fi fmarrito ne la ualle Di Terc-
bintho quel granVbdtUco .A CU! tutto Ifrael dauale fialìe
ydl primo fajfo del gargoiihebreofièfl Dauid) L’hiCìorut
di Golia ueè a 470. Di Tamar, .Abjàlon, .Amon , .Aibito-
phel ueè a T amar a66a.
Ezechia Tropbeta Re di Giudea, delqual i firitto nel libro tq
d’Ifiia , & nel libro deìRe , iLquale annunciatogli la morte
daU'angelo , pianjì , & lagrimando èffe . Ego dixi in dim- ■
dui èerum meorum uadam ad portai inferi . .A coHui per
motti prieghi Idèo prolungò la ma per ijpatio è anni i ».
onde dice O A H. Et quel , che figue in la circonferenga Di
che ragiono per Carco fieperno. Marte indugiò per uerape-
nirenza.
Ezechiel Tropbeta. CoClui fu una de Tropbeli,ilquate con
loachin Re è Hierufatem fu mandato fcruo m Uabiìonia,&
in un tempo cofièprophetizòm Caldea a fuè hebrei quiui
feru), & Hieremia in lèa . Onde rf/re D a n. Ma leggi Ege
chiel , che h èptnge Come gli uiite dalla fredda parte Vemr
con uento con nube, & con igne ; Et qua li trouerai ne le fue
tane,
Hclia fu di TeHite città è Galatidi paefi proffimo alla The- , 4
uiaa Tropheta,ilquaJ regnando in Hierufalem lofiphat,
ér tra gU Ifraebli Acbab, &■ dopo lui Oeboo^a , fiori ,
& a tempi è lara fratello d’Acbab fi perciò fattoRe,
per non effere iCQcbozia rimafo fiatcUo alcuno . pre-
èffe egli ai Aèab la futura fucilate , che durar do-
uea fin che egli ritornajje alui:& tornato gh preèffe la .
pioggia , bauendo già con deuote preghiere fino dal or.
lo feendere il fuoco fopra Cattare , che fare non hautuu
potuto i falfi propheti : perche furono dal popolo uedfi ~
per comandamento di lui . Treèffegli anchora che'l fuo
aue&defuecefforifparger fi douea per la mone èlCa-i
ingiufiameme fatto morire . Treèfle ad Ochava La
morte : ilquale cercando a forga farlo a fi uemre , il pn-,
tuo & il ficondo capitano, che gli mandò l'uno , & f al-
tro , efieudo fieri (jr fupcrbi , con tutta la lor fihiera arm
mala egli arder face dal celeSie fuoco . Durante la fu*
citate habitò uerfo ntezoè appreso ad uu torrente , onde
da bere fi procacciaua , portandogli da mangiare ogm di il
corno .Seccatoli fiume , ne uenne a Sarettaànà non lungi -
da Tiro ; oue fu da una uedoua doma mitrilo . thè benché
pouerellafufie , nondimeno per la diurna uirtù ,fi come egli
le preèffe, è farina & ai olio abonJò infm alla mteua
phgffa lOnde in guiètrdone dd beneficio bauuto di mor-
te a ulta le redufie il figUuolo: fuggendo poi Pira è le-
zabella donna è Acbah , Uquale nudiaua farlo mori -
re per la mone de fuoi falfi propbeu , ueniie m Idumea
ad babitare ne folitari luoghi , pregando Idèo che po-
ttefie fine al firn uiuer mortale ; oue addormitofi un gu/r- '■
ntt fittp unarborefpoi thè deSiarr fi fcitti ileu.md>fi tro%
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kiilciboà't4:qsu;Jiche prejh conforti ne Henne al monte
Sina, Olle è [am i che Mofe da Dio haueffe le leg^i. lui comm
mand-ttoii da noce diuina,cbe delta jpeloaca al fereno ujeijie.
dopo il terremota da nm^ d fuoco ardente giunfe cetejie no-
ce; laquale fdOj.’J Jù , chepropheta fucceffore fi faceffe He-
ìtfco d' Abela, con cui egli al fine di Hierico al fiume Giorda-
no uenuto,ir indi paffaio fparue,fi che mai piu non fi uide;
delquale fi come d’Enoih, che fu inaanxi il diluuio, fi ferine,
che di te rea fubitamente fi leuaffe al cielo, neffunogidbro
uanni in uerfo efametro . ^ Francefeo A tu kìi o auiord
della prefente opera lo ferine in firme con la falutatione An,
gclica,& col fuo nome & cognome , lultondodiunpicttolo
Marchetto uinitiano in lettera beliijiima , & netta , &ion
pocbifiime bremature, & non una fol uoha ma mitie, tome
ne può far fede gran parte del mondo thè l’hà ueduto,cp- mal
tigranfignori,0-Trincipi che ne hanno hauti da lui, qr < o-
meam bufi può bora uedere^ppreffo lui,&piu pici lulo an-
ebora .
morte fapcndr,Manelhbrode'Hf filegge.chcdal iieloim Gungnele è giuramento upito da plebei et uillam,&uall'an *8
carroé fuoco tutto infi-to a caualh che’ l tirauano,fcenieffc; gelo i.iauerilà . ueii all' Indile lunga ifpofitione. B o c. Dif
fapra itqiiale Helia fililo, cr in alto L aatofi alla uijìa de mor fi Ut Scalata alleguagiu te non fo . Alte Cuagntleaion ha in
(àù del tutto fi tolfe. Et però il noflroPtT. dice Cumen con questa terra medico , che s' intenda dorma itafino affetto a
lei in fu l Carro S Helia, cojim. (beffando)
Hclifco raccolto c’hchbe la uefle,con taquale Helia hauendi- DAtrori . B oc. l Santi Dottori, dr Dottrina, uediaMiner-
Hifo l'acquedel fiume Giordano dopoché fu rapito al lielo uaa 17S.
fu'l carro di fuoco, laqu ite nel faliregti era caduta , ritornò Mtrtire . adie, che fignifica teflmonio. Vo. lat.Boc. ligio
al Cardano, & con queUadmile l’acqua & ritorno in Hitri. rmjb Martire fin Lorenzo, & quando è ^fl. che tormento
co,&mdiandandoin Bethel ,ifaneiuUiuetmeroincoinrapct duatapiedia >2.
fcberncndolodiceuam,uicniealuo,quafirimprouerandoebe Aiitiiit:. Lat. è rettore nello cofèfacre.B oc. metaphorica- '
menliiu fCbeHeha fofie ceffi rapito; gli maladiffe nel no- memeufatonelAmeto.AlgkriofochoroiehabbiamocUu
me di Diofir fubito ufetrono delle felue due Orfipqualt late- tu Annfìe. k'occ da non ufarft da gU fcrittori .
rarono xlu. di quelli fanciulli. &pcrà dice D a N. £r qual ò
quel, che fi uengiò con gli Ocft,i'ide'l carro dlHclu al dipofa
ture Sìuàdoi caualUalcieloertiUuorfi; Che noi polca fi ci FEDE,
■ gliocchifeguire,Cheuedeffealirocbelafiammfota,Sl(o~
me nuuoUtta in si falere.
Sibilla. Lat. Sybilla. S a k. Che U SAiUa ne le foglie ftrff- Fede. Fe, Fidanga, FideUà , Batte fimo, Uuacre, Sacramen-
feb. T.Trcdctto daTropheti&da Sibille. 'Latuntb ne t*,Sacrifuio,Ciuramenio,Terdonanza,Terdono^oio,Mi
ferine. ■■•,2 tatob/)raiione,Orare,Adorare,Vregbiera,Vrieghi,Di. '
•7 Apoftolo. Lat.Boc. Secondo t Apóflob. VipUe iTApoBa notane, t omrimne, f'gica.Meffa, Hobeauflo, Vrocelsio*
i. D A N. Voi con dottrina & con uoler infieme Con [offici* ìó,Supplicaeiam,Digiuno.Aflininga,Difciplma, Vaticirfa,
A^fioticofi tmfse Qjiafi torrente, eh’ alea uena preme Tn Soffcrenga,Charità,Vu tà,Compj]^ne,LemofmaJLmnilti,
mite cinfe me.fi come tacqui VApofMico kmè, A R X.Ap!» Huinamu , Mercè, Mercede, Miferere, Kbidienge, Fedeli,
fiolicaSede. Oratori J)iuoti,Contriti,AilMenti,Vietofi,Tti,Humili,Hn
Apoiioìi,cebbr.itidaVoetiViero,Ciouanni. 'i. imaui.Vaticnli.t'bidtemi,
Piero & Vietro di Simonefigliuob ,ird’Andrra ffateU», il~ Fubre,conjUare, battegg:are,orare,aJorare , pregare,fuppli-
quab fupaidcgliApoBolipriniipe. Ondeil Vix.Tolft tare,pcntire,tmeudare, compungere, humtlure,cedenfli-
Giouanm da la rcte,ér Piero. I die in guardia a fan Vieti* fiipbiare, digiunare, frfferire, obedire , offeruare , giurare,
(tdcli,alVapa .per mctonymia, come primo p'icarb di {congiurare .patire ,limofinare ,comportare,aflenere,cou-
Cbrilio. )' tenere .
Cìouinni. lat. Io.ìnes figliuolo di Zebcdeo,e^diCiaami$Mag Vede.Lat. fides. V n.& Bo c.FedeS.inta ,rera ,Verfet. 20
gare fratelb,ilqualfu Apoflob et Emngèbjla,onde ilPtr. la. Buona, Rara , Alta , Coftante , Ferma , Certa , Intera , *
Tolfi Cauanni dalla rete , eFVicro. D a n. Ditemi deto-
Hildi fin CiouannL A r i.glidiffe Eff»rc»lui,cbeteuange-
iio fcriffe; lìuel tanto al redemor caro Gauonni, "Ver
culli fermane tra i fi^atebt ufeto. Che nondouea per trut-
te finir gli amò. Si che fu cauft . cbe’l fighuol é Db
A Vietro diffe , perche pur [affanni; S’u uo , che co-
fi affetti il uemr ma i Ben che non diffe ; egli nondè mo-
rire ; Si uedepur, che cofi uoljè dire. Lo fermare della ofiu-
raApocabfie.
yaimclio , 0 l'angeb , & Euangelio , Lat. come fi kgge ne
tefii amichi, figmfica buoni naoua, B oc. Verche non
figuuiamo rat quella altra finta parala del yangeho , che
incominciò CbriJIo a fare, & ad infegnarei Dan. 7Vr
Chiara, Somma , Mirabile, Sincera,Cbriftiana. Falfa, In-
certa,!nftabde, Tnjìa, Vana, Voca,Mainmonial,Vromef-
fa , Amorofa . F e D 1 1 Amico, Configlio,'Hecehiero, Co-
re, Cane, & Fcdel Bruto, Fidata Cuida,Scorta,& Fi-
do Albergo, Conf orto, Duce, Sguardo, Soccorfo , Inganno ,
Ftà Compagni , M effaggt , Vnneipi, Amiti , Luoghi , Fida
Urna &■ Fida A rgia. Fide Scorte, Cofi, Stelle, Ver far f eòe
q»f giudei fuo bduijà. Ihmndo, che aciiol tempo netien
Fede , tp- tal fama Fede acquila . Et fa qui de celeili ffirii
Fede, il bel uifo ; Chefolea far del cielo Et del ben di blu Fe
de fra noi. Dandopuna F edeatte pareb . Cranfiiocchezga
porre nei fogiii alcuna Fede . ueM [Indice. T, Sengt fi de {
Lat. mfiJut .
Moife , per propbeti , & per Salmi , per C Euangelio ,& Fe. P E T. cir B o c. J«e promeffe di Fe come firn unte. Malfa,
per uot.cbe fcriuelie.nela mentemi figilb Viu uohe la chi tanta Fe fi lofio abita, la ^naFe. In Fe d’iddio. Sopr.t
Mnangehca dottrina. Am. Et-pfferob man fu gli euai^eii, bfuaFe.RotfiUFe.
idesì gmeartnr.'ìiinmpoaa fenffelfe*aage\it di fan Ciò* Fedelti . Lat. fides. B oc. La Fedeltà delfno famiglio , Fe-
■ .4-.
D 1 O
icì Seruitore, Bjlia,Cmmi{!ttirio,Famigliare. I cani Feie-t
lisfimi a gh huommi. Da Fedcbsjinio amor mojfaj' n FScr--
nitore. Fedelmente C banca configliato.
Leaìtituedi a 1 6 y j.
Fidanza. P e t. 0 Fidanza gentil, ihe Dio ben cole. Boc.Se
io te domeflicamente,& a Fidanza ruhteieri Della tna f <».•
ea Fidami mi (a dolere.
Fidare. Lat. P E T. Ma fur in te t anima mìa fi fida.chiinlni
fi fida, m c’huom fàggio fi fide . Se del configlio mio punto ti
fiàt. guarda m chi li fidif affai mi fidarne di lei molto mi fido,
Boc.'I'^on uolcndofi di qm fio amore in alcuna per fona fi-
dare. Se cofiui fe ne fidauajìcn me ne po(fo fidar io. ta donai
troppo fidandofi di ai. Senza fidarmi io di te. lo non ho alea
tiojienitinto fidafji, afidi, quanto io mi fido d'Mnicchmo,
F’aa Cameriera Fidata, fn fuo Fidato Compagno ,'nedi
all’ indico,
diffidare. Lat fàluum facere. ,Tet. Ches'ellami fiauentd
amorm’affida. Boc. MaaffidandofiédareaciO riparo
Lafficurandofi,
Confiate. Lat. confiderà. Boc. 'UgUa fina buona affetthne
confidandoft. I danari, hqualieffoconfidandofi mattamente
fempre portaua addoffo. Del fuo fenno non ni confidate. Di
cui egh molto fi confidaua.
Diffidare oial non fidarfi. Lat. diffùtere. Dan. E'imioconform
to.perche pur diffidi ,A dir mi (ominciò.
Diffidenza. Lai. Mffidcntia. Boc, Molto della fua tiepide:^
za & diffidenza riprefolo.
fedeli, celebratida nofiriToctt.vAbrabam primo fedel di Dio,
uedi.Argia,Bmto,Hipciinelìra HoeiM. .Attilio Regolo,
^ ° Hoe fu il primo della fèt oda età; laqualeduri In fino ad -Abra-
ham,aa -Adam infino a lui durò la prima, Cofiui fu folo tra
tutti gli buomim di quello fecola tremato giufio & fedele. Et
irato iddio per l’nmuerfal fceleratezja di tuttigli huomini,
uoUndo uccidergli, cyfpegnerli col cÙIunio dell'acqua , eoe
mandò a luiMualera giu di anni ottocento, che faceffe Car-
ta ,comt pone la Bibia , laqual penò a fare cent’anni ;& in
Jjuefla eglittttrò,& tre fighuoli,Sem,Cam,& lapheticon le
oro mogli, & duo animali mafehio, &femtna dt ogni ffiette.
Dopo d dilunio T^,et Sem habuarono in -Afta, Cam in -Am
frica,& lapbct in Europa , uiffe 950. anni. D a n.
L'ombra del primo parente D’-Abel fuo figlia, & quel-
la di 'Upe.
Attilio. M. .Attilio Regolo, tr'tompbò di Salfutim, &dprtmt
de ilo. imperatori pafiò in -Africa con l'armata, pigliò Lxmù
nani lunghe a Carthaginefijttprcfc cc.cittadini,& ce.millia
buomim. Et efiendo poi fiato per arte del Lacedemonico Sa*
tippo capitano de nemici ninto, & prefo; & mandato poi per
làùbafiiaeore a Roma, per cangiare i prefi di una città co»
quelli deli'altra,(on giuramento di tornare, fe non impetrafr
feUbifogno; amando pm Cutilitd comune, che la propria,
confortò il Senato a non fare il cambio. Et per feruar la fe-
de tornò mCarthagine ,& fapendo iCarthaginefi,cbeper
fua opera era fiurbata la permutatione &lapace,fupofio
in un doglio à legno; che di dentro hauea agutiffime punture
di chiodi; ma prima tagliarunli le palpebre degliocthi,acao
thè infimo allcfiremo ffiirito fentiffe dolore. &iofi notte, &
giorno ueggbiando con fonttna patienz* fi morì: & però di-
ce il nofirp P E X.. yn Hegel ,cb’a>M Roma ,& nanfe
fieffo. & altroue. Regolo -Attilio fi à laude degno , Et um-
tendo^ morendo, ...
Bittefimo. Lat. Baptifhium. Boc. Tion creditutrouare
qui, ehi il Battefitmo tt diai Fot he tenni il uofiro figlu'olo a
Baitcfimo.Che ad-Abram doueffinodare il Battefmto.Dns,
Et nelt’antito uofiro battifico.i. il fonte del Baitefmo.Lufin-
cuidiei,ilàdelbattefimo, ^
Battezy^are. Boc. Qjùui mi fa battezytare, & credendo che
Turco fuffe , il fe battezzare. Che egli la uerace eredenz*
battezzàdofihaueffe prefa. yoifofii battezzato in domrni-
ta proucrbio.'D kv. Muore non battczzato,iy fenza fede,
Q-uefie tre donne gli fur per batte fimo , Dinanzi alhattez
zar piu d'un millefimo.
Lzuicro. yo. Lat. i il battefimo. BoC.prefiquel fantoLa-
uacro dalle man di colui,ebe porgli piacque, ÌA M. Corrae
al finto fonte del nero Lauacro. P h. Ari. Carludaì
falutifero Lauacro Con cerimome debite leuolìa.
Sacramento, yo. Lat. Boc. Tsfen fi uorrà confeffarc , ne
prendere alcuno Sacramento della chiefa : & morendo fen-
za confeffione ninna chiefa uorrà U fuo corpo riceuerc. -A
chiefa non ufauagiamai , & i Sacramenti tutti é quella co-
me uil cofa, con abomineuoli parole fi hemiua. & per lo giu*
ramento. -Affiermando con Sacramento. Rieordandoft delta
promiffion fattagli,& co» Sacramento fermato. Dandofi
que tempi m Francia a Sacramenti grandiffima fede. Et
co* molti Sacramemi gliel affermò , Sacro , Sacra , sacri.
Sacrato, Sacraliffimi,Sacrare,confecrare,ueé a g i.
GiurameAto.Iitl.XiiraMdU<o». Boc. Qjiefiofermoro-
no con Giuramento.
Giurare. Lat. iurare. Boc. giurare di dtreiluerofoprala .
fua fede, lohaneua giurato, ne permeneperaltn odrpe-
rarla. uoglio , che mi giuriate. Io ti giuro , uedt all'Indice,
V iZ.Ellamiprefè;fzio;e'hauràffuraio Difendermi da
huom copertoaame, -Amor piatura. Contea me fon giura-
iLLcongiurati,
Congiurare. Lat.eoiàurate,couffiirare. P e t. Che m'hanno
congiurato a torto incontra. -Amor natura. Contea me fon
giuratU. congiurati .
Scongiurare. Lat. periurare. Boc. Quando -Anicchino fi fin-
ti feongiurare. Vi» m'haueteficangiuratoperperfona , che
nonni fottegarecofa cbeuoimidomandiate, Tantodiffe,&
tanto fiongiurò.
Spergiuro ,i giuramento falfb. Lat. periurium . D a n.
Ricordati il Spergiuro del cauallo. Boc. 0 Spergiurato .
Cùme, che fanno le folgori tue IGioue acciochegU altri per
innam^di Spergiurarti babhiano temenza. Fi.
Perdonanza. Lat. indulgentia. Boc. Che andar uo-
leuaallaVerdcmaitza a fan Gallo, lo uoglio infino ad bo-
ra, che tu fila parieàpe di tutte le mie Terdonauze. Et
le feSe & le Terdonauze , & digiuni , ferbarmi quando
ftròuecchia.
Vetdono.Lat.uenia.' Boc. tìaueregfiadagnato il perdo-
no di colpa, ó" di pena. Quella fatica di andare a Ro-
ma per mio tonfigli ti ferberii ad un'altra uolta ad alcuno
Terdono,
Voto. Lat. Pet. Ofieroyoto, Cho'lpadiee'lfiglhaduna
morte offerfi. Boc. Io fo yoto a Dio,uedi all Indice,
Dan. Et quafi peregrin, che fi ricrea “Hgl tempo del fuo
yoto riguardando.
Sicrificio.Lat.^boftia, Boc. Il fanto tempio, nelqual fi
rende Sacrificio a Dio. Elle diuinecpfi afacrifiaj appartu
. uenti. San. quefii pochi Sacnficifi
Vittima.
DIO C
Vittimi. Lit.uicUiu-zè loptcrifUi},^.\s.Co>ilepnfrieinj- ixmorti'. fhopregJtoamr,ci~iiclrlprego. QMpipoftr
Rj uccife uni buHca agm^ le intcriori di quella diuotamm fiL-ntio al fignor mio, Che per me ui pregaua. Matubennt-
leper yittimtoferje. A K i. Come uittime tratte ai Cmi- ta preghi, th'i fprec^i’l mondo &Jwijnlrihami. Tantali
teri D: morti ji^:, e di fua man f cannate. prego piu gentile jpirto. T{e quella prego, i he per me fi feto-
Holociudo. Lat., il Sacrificio, uittima. Ari. Ter far de glia. Et dou’io prego, che l mioalbcrgo fa. Io per me prego
leflramere empio Holocaujìo. il mio acerbo dolore, i pur ti prego & chiamo. O fole Manda
HoUii. lae. Sacrificium Aki. S'alcunnelafciapeuolchepri prego d mio in prima, che' l pio p ne. Con le ginocchia de la
ma giuri Su bHofiufacra; che'l femineo fejfo. niente inthine Trego , che fa mia /corta, i prego che m’a-
Cerimonie. Lat. cerimonie; Iòne icoflumi fieri ecclrfiallici,tt filetti. Occhi miei la/fi Tregoui, fiate accorti. Boc. uen
ordinai ioni. Ari. Tm che le Cerimonie finite hanno. di alt Indice.
Miracolo. Lat. Miraculum. P et. Miracolo .Alto t'ìloiio, Kipregare. Tet. Qjiefleuocimefchine'ÌInn grani al mio fiu
Gentile,. Primo,SeconJo,ungran Miricolo. Ma Miracol no gnor,percb’io'lnpreghi. Ch'amhor poinpregando ,inerui
i.QjulMiracoliquel;quando fratherba. Boc.A//ra- &tojfa Mi uolfe in dura lèlce.Etnfiregando te pallida mor
eoloDiuino. Che quafi un Miracolo mi pare. Molti Mirato- te.fbopregacoamor,i<rnelriprego.Boc.Touheladon-
li Iddio hauer mo firati. Miracolofa maniera. Il Miracolofo na da capo anchora il riprrgò.
/inno di Salomone. Impetrare. Lat. Tet. Si dolcemente, che merci m'impetre.
?4 Otitioni:. iM.oratio. Bo c. Standomi in Oratione.f'na fan M'impetre gratia,cb'ipofiaej]er feto. Et perche pria ta-
ta & buona Oratione . fare Oratiom Speciali a Dio in iiofiro tendo non m'impetro f Hot, poi che da madonna i non impe-
nome. Ti conuerrebbe dire certe Orationi. uedi alt In- tro Vu fata atta. 0 qual grana mi fio fe mai Cinipi irò.
dice, Dak. Glioccbi do D'to diletti, &uenerati Tifine Boc.LapotenxadeUemerttrici,°arzoniadimpetr.i
tOrator. re qualunque gran cofiipton era di picciolo potere. Et cofiU
Orare, lat. Boc. L'Orare e'I difciplinarft. fu m'impetra La tornata. D'andar a Tuitfila bcemga impc-
Orore.Boc.Orando/iandareinpelkpinaggu. Dam.Om»- trajfe. La grafia di Dio Impetrata. Ilthe agcuolmente impe
do grafia conuienrche Ciinpetri. A# orai. trauano. uedi C Indice.
.Adorare. La. P et. Da me ralma adorar; forfè l farei. Il /ho Sapplicationc. Boc. tfe anchora humilifupplicationi do
belnomeadora. Triomphar uolfe quel che'l mondo adora. Iddio fatte, i.procesfioni.
If adoroe' ncbiao come cofa finta. Et al Signor ch'i adoro,& Supplicare A R t.La fupphcaJLt prega la feongiura.
eh'i ringralio. Boc. In guifadhuom che adorar uoleffe. Te Procesfionc. B o c. Molte Supplicationi, &Trocc/fioni or-
odorando come mio Idèo. Ejfeneb per finto adorato. D ah. dmarie,& in altre guife a Iddio fatte.
Omètiadeltielouio contemplo, .Adoraper color,chefono V>\\xoiione. Lat. deuotio,drrebgio.B oc. Dmotione Spaia»
in terra. 7fon adorar debuameme Dio. Che ben per me le. Crandi/ftma. Gran D. Commenda la fua D. Dinota Ga- ^
t'adori. nane. Diuote Terfone Dinoti di Dio. Dinoto Tarlare. Diuo-
Salmi. Lat. Tfalmi. D a v. Ter Moife,perTrophetiiperSaL tiifimi è fam' Antonio. Dimtamente fi confefsi .Tet.
mì,Terl'euangelio,&per uoiebe firiueHe. Trefcandoal'ga piu Denota che non fole. Forfè i Denoti, &gliamorofi pro-
to thumile Sahntfia. ghi , & le lagrime fante de mortili Son giunte inangi a U -
Siìterio. Lat. pfaùerium. Ari. Che'l Silentio,oue cantano pietà fupema. Tornai fempre Deuotoaprhnirami. Signor
iSalteri. mfOcaroognipenfiermitnraDeuotoauedcruoi. Ch'almen
Preghiera. Lat.preces,drregationes. P et, Selapreghiera T ultimo pianto fia Denoto. Curio con loruema non men De-
c mitnonifuperba.&leTregliiere honefle.Boc.LaTre» uotoChe dtfe,
ghiera da Vhilomena fatta. Contririonc. Lat. Boc. Hauere fi fatta Contrithne.Contri
fregWi,&Trieghi.T ET. TreghiAmorofi, Ardenti, Calli, tadogni fuopeccato. Ch'egli ne fujfepemito,^ Contrito.
Dtuini,Giuftidfoneflidfumili,Mortali,li^ti,Spefii, men» Tet. Mlfereredun cor Comrito,e humile.
te mi rdeua Trego ch'io faccia . al mio Trego l'inchina. Et Officio, & vfficio. Lat. Ogicium. Boc. Senza affaticarfi in
fé Trego mortai al del >' intende Sahfiialeiel finde miei Tre troppo lungo rgicUtio S otenne. In chiefa il Diuino fj/iao
ghiafcolti. Etda fuoiTreghi per fug^fi fciolfe. C'hor ■ afcoltarono. Vl'f}uio,ih'intalgtomoficanta,ceUbratoda
per lodi anzi Dio "Preghi mi rendi. Teribe porger al del fi Sacerdoti & quando dinota debito fi U magifirato dulie, ue-
^esfiTreghi.B o c. SenzaTriego affettare. Douere alcun dia 409. Tet. Se gli ianchoruenuto Rumor la giù del
priegoperfeporgere. "Porgere iTrteghinofiri nel cofpttio ben locato Officio, ùitic.
di tamo giudice delle cofè. Molti ,Troppi,Grandi,Tietofi, Dipano. Lat. ieiuiiiumjnedia.TET.llRefèmpredilagrime 11
Humilt, uedi t Indice. Digiuno. Tonerei Digiuno Senio io tornato a feluere il Digiu
fregare. Lat.obfecrare.rogare.T ET. Etperimi fonmojfoa no. Boc.Dopohmgpèpuno.lld.giunodellaQuadrageft-
pTegarmorte. TerchTi lodo pregare, ch'C m'affretti Don- ma.Lnnghi Digiuni. Li Digiuni,& le uigilie. La buona feml-
na mi prega. Trega, che non e fiingua. "Prega ch'i uengx naeffere anchora Digiuna.
lofio aliar con noi Che la cafiamogliera afiietta & prega. Digiunare Lat. leiunare. Boc. yfo rumerà è ègiunare.
Del Ungo odio ciuiljipregan fine. L'herbetta.eifiori.Tre- A rmtrenza della uerg/ne digiunare, dipunaua per de-
gan pur che'l bel pie li premalo loccbi.Tutti infieme pregan- uoiione.
do ch’io fempi ami Tregando,ih'alleuarCalma non tardi. Diert, èafiinenzaècibo. Lat.inedia.So c. EteffcnJodal
Tregandohuniilmente, che confinta. Himèfidurocor,che manto lungamente fiata tenuta a Dieta, meta. Etforfeper
Ugrtmaudo ,Tregando ,amando,tatharnon fi mona, ella la uecchie^gia faceua mollofpeJfodroppophUngbe Ditte,
fofienne D'effpr molto pregata. Tregaie,immifiapmfàr- tbeuaUtononbaunbbe.
D 1 O
Quarefima.c?’ Qjftdrigefmu. Lil. Boc. Che a Jigium del-
ie Qjierefimr. Ti; mgilu/ie quMro tempora, ite Quari fi-
ma. f'tta mattina di Qjiarifima. Gli banca dipi ma lajiiUa
fata la Quarefima. Oltre al digiuno della Quarefima.
Vigilia. Lat. Boc. Sopra il loipo fecero una grande et foleru
ne f^igdia. Che ijumi non ci ha fefla ne yigdia. 'He digiuni,
ne yigdie poteano macerare. Come de égmm, & del-
le yigitie.
ABinenza. Lat. atflinmtia. Boc Gli coiuiiene cominciare
un digiuno, (ir una afimenga^andifiima. Se .Afimemi &
fanti non fi credono dauer ejfere.
cAflenere. Lai. abflinere. B o c. ZXi toccare tatua moglie ti cÓ-
uiene afienerc. Lat. ahRinere feacoitu. .A pena di ridere
potendofiafienere. L’huomo eiria donna douerfi aSlenere da
enfi fatti eongiungimenti.Dal nofiro noueUar a aHcniamo.
l)irciplina. Lat. & jlagellum. Boc. Lafiiati fiare daU'una
delle parti i penfier fanti, & Coratioiiir& le difcipline.
Difciplinare. Lat.fiageUare. Boc. t)ifcipiinauafi,<<r digiuna-
ua. L'orare,& d difciplinarfi.i.batterfi,
3® Penitcnza.dr'PfwtoirM. Lat. Taimtemia. P e T. Tcnitemia,
& dolor dopo le jfiiUe. Boc. Penitenza Crndele,Trofitte-
uole. Fatta la confesfione,& prefa LtTeniteirga. .Acchebe
Iddio gb faceffe la fki Tendenza profitteuole.
Corr.battea in me con la Tictà il drfire. Deli com'è tua Tie»
tà uer me fi tardai Che pietà non bauelfcfpe me lire a on Vie
tà guardate Le lagrime, s'ia morta la Tuta. Dipinta di Vie-
ti. Et fe Pietà anchor furba. L'arco fuojaldo, 'Hon mia ; ma
di Ttetd la fai eia amica. Ma uvi.che mai Vieti non éfcolo-
ra. Per far forfè Pietà uemr negli occhi Di tal. Spero tro.
tiar Pietà, non che perdono. VerlaPiftadcl fuofatior trai.
Ben paria anchor Viltà con amor mijla Vorfi. Ch'un tordi
Marmo a Vieti luoffuhaarebbe. Boc. Le donne uime da
doppia Vieti. Sigran Vieti mi ninne é la.Vi^ofia la dan-
nefea Vieti. Varole piene di materna Vieti. Soprahondantf
V. Senza alcuna Vutà.O Vieti lintiifinia patf ione di gmfii
cuori. DitamaVietà lofuouifodipinfe. D a k. Lamenti
fatttaron me diuerfi ,Cbe di Vieti ferrati haucan h flrali,
Ond iogli occhi con le man coperfi. La tua benigniti nonpur
ficcorre .A chi dimanda; ma molte fiate liberanninte aldi,
mandar precorre. Benfei erudii /è di me non ti chiede.
Pictoib. Lat. pius. P E T. cr Boc. Vietoft Donna, Gionane,
Tiouella.Mamera, I'crga,'HaturaMadre,Morte, Pieno di
Vktofa Liberalità, Viciofe RimetTarolcJiiacpafHpte,^^
lofi Vreghi, Soffiiri,Giri, Detti yAttu 11 m[ò di Vietofi color
farfi. Vietofo Vcnficr,Mormorar, Stile, & Cuore. Uififile
Vietofituediaó^ i
’Ventire.Lat.Vanitere.'Pir.Etdelfuoerror ^uandonouual V 'io. Lat. pius. PsT. >10 .Amor, Variar, Enea,Umonin,
fipeme.DiaòdfuperbofiUmema.&pente. E’ipiufipeme C’Hanmbale,nonih'aUri,farian Pio. Via Laura, Madre,
de l’ardite imprefe.yolgi in quagli occhi al gran pa tre fcher BsimaJ'ergine,.Aura, Pw Lagrime, .Accoglurez^. Hs
nito,Cbenonfipeme.E'lpeniirfi,e’leonofeer chiararncme. piuVia Ferme fitmofin.
Et anchor non men' perno. Ond'io Dui non mi pento.Cbe non Antonin Pio , figliuolo adoUiuo é Helio Hadnant , & dopo
ben fi ripeme.hoc.uedif Indice. la fica morte fu affumo allo imperio; di fiefo per naturaje-
imendare,Lat.ualleuariferrore.P BT.Mentreemendar po condo ferine Giulio Capitolino di uto.Aurelio Flautonato
tete’luoSiro fallo. Boc. Le cofe mal fatte fimo troppo pUt
ageuoli a riprendert,che a emendare.
Ammendare. Lat. emendare. P e T. Dunque per ammendar la
lunga guerra. Boc. D' ammendar me fiàffo m'mgegnerei.
Io ne farò cio,cbe potrò per ammendarlo. Di quefio tu douet
ui auertire & ammendarti. Ma tuti fèt bene ammendato
per glimieicalligamenti. Dan, 'Hs'n'omuiendMia per
pregar difetto.
Ammenda, che uaìeemendatione. uedi S9 9-
Compungere. Lat.ualfitmolare.P n. Che non fiaiira,^ di i
inGalliaTranfiilpù>a,&per fuoimeriùuemiein Ro.caii la
dignità conjòlare. Fu egli Meramente Pio, ornato et ogni uirtu
&fu eguale a TLerua: Tenne C imperio cong’nhtgiufittia m
■ paceAS" fu égnotde autorità, Quanie tra dagli amia per-
fuafia fargnerra rijpondeuacon lidegna lenieaza diSo-
crate. Malo unum ciuem feruare , quam mille hofìes occi-
dere. Tenne l’imperio corca i j . ami , morì di età d'ami 7 7.
onde »/ P H T. Helio Hairiano , e'I fiur .Amomn Pw,
Bellapcccifione infine a Marco, chebber nò meno il natu- 40
ral defio.
dolor compunto. Dan. Et io c’hauep lo corquafi computo. Ljmofina. I4t. Elcemofyna.&è noce greca fignifica donoiir
Kàznti.Caraate,& Chatiti. Lat.charuas.V ut. Cariti di dato alpouero-Bo c.Tipndcmenole fece Litaofuu.l'nafe-
fignor,amor di donna Sonle catene. .A l'.alu tmmenfa Cari-. , mina gli domando lamo^,& bcbbela, & rttomasaper U
tate (prona di Carilate aceejà. B oc-LacaruidegU amici.
■ la bippocnca Carni de fiali. .Actefo d'boaefla CarÉ-
t.i. L’opera della Cariti. Carilatuu pietà. L-A.&’Cari-
teuede ardore.
39 Cìtezte, carenare, &Careggiare.uedia 1 ydj.
'Compaslìone. lAf. Boc. Dacompasfioneuintt,
CraniisfimaCompasftone.Vienodi Compasfiume.Dicbepor
tanno pari Com^fione. Hauendo Emilia la fica Com^-
fioneuoje T^uella ^ua.
Compiangere compia fftere. Lat. compìorare per bauer cotti
pasfione dell altrui mate. Dan. Donna i gentil nel àel,che
fi compiange Dt quello impedimemotou'io ti mando. Qjciui
le linda il Compianto e’I lamento.iJl piato mfiteme, che fifa.
feconda porta purallni Umofina chiedendo Chdibe. .A rico-
■ gliere le Lancine fatte loro da gli fciocehu
làmofmare. Boc. Et Ltmofinando trauersò tifala.
Mercè,& metcedc.Lat.pietas,merces,dit. uat PietJ,etcont
pasfitne. P l T. Rubella di mercè. Merci chiamando. D'in-
■ j'S”® fi'tttfidi Merci degno. Dopo quantunque afeli a,
Merci Henne, noncb’i Merci mi uagha . Ti chier Merci da
■ tuttifette icoìlijcheMercim'impetre.Horte,o Merci fila fi-
■ ne il mio dolore, fe forfè elladiutde Cliocebifuoi da Merci.
TueridiMercichumargia nco. Piacciaui homai di que-
llo bauer Mercede. Poi tbe’lcaminm'i cbiulb di Mercede.
omPattendea Mercede. Fergine t'a Mercede Ciamai ti uol-
fe.B o c.uediaU'lndtceAÌr a6y X.
VictL Lat. pietas. eufibia.P ET. Vieth.Alta,Celefie,'Hgtu, H\mù\ti,et HumiUate,FoXat.iiicotrjriodella fupbia.Ptr.
'HouafHgìUfPerfettajrera^upema^SoTda,F ma, Fonte di Ma talhor Huntài fpegneéfdegiio.pien é Humilù fi nera.
Vieti. Foco divieta Dourian deUVtetà romperun fafii. Tienafid'Hmttiltà;uotaitorgoglio..Alt*uumiltate,cb’ogm
FM lettere di Tictà. Se le man di Tietà umida m'ha chmfi, . mi gioia Spegner per Hiuiultate,oferptgcgtioJIum iltatt
txaltar
'•-■gDvJ'
m.
I
DIO 7
mlur fimprcgU pUcque.Valms^ìt fHumiltate, & non Paticntc. Lat. poiìens. R oc. Se tk /irai Tatiente,o perdona
d'altr'armo. Si che cantra Hkmiltate orgoglio ty tra 11 bei toritingmne.EfierhiimiltTatienie tir ubidiente. La donna
pjjfo non chiuda. Hoc. ueél'Indice. conTatiinteamrnoapoltò. SiateTatienti a perdonar l’in*
Humil.d’’ Humile. Lat,ual benigno & humana, & ancho uile giurie . Vaticntemente la fra pouertà cotnportaua . uedi
tr bafio. P B T. Humil .Atto,CorJngegno,f.oco, Tortamene f Indice.
toJOIò, Sembiante, Colte, Fera.Sembiain;^,Touertate,L'ua, Tatire. lat. pati &tolerare. Boc. .A patir granpenitenza
Donna, Faueìla,Vreghiera,Figura. Vero ch’inuiflaetla fi deipeccatone fumandatoallathieji.Cbe'ltiiornonmipa-
mo/ha burnite. Col corner me pacifiiO& Humile. Et ella fi tirebbe per ninna cagione , di uederti tra letorniam. Otme
JeJea Humil in tanta gloria. Ch’ogm afpro ingegno &-fero diffe la doma, dunque hai tu patito difigm di danari! Haucn
FaceuaHumtl. Humile in fe,ma cantra amor fuperba. Eli do in affai mifera ulta motte cojé patite,
dolci [degni alteramente Humili. U queUa, che nùei preghi Sostenere per paure, uedi a • 8 a i.
Humih&cafìiGradi.I lariueggioflarfi Humilmcnte.lnat SoSferenil.Lat.tolerantiafauemia. Vet. Ma Sofferenza l
ti,&inparolela ringratio Humilmente.Tregando Humil- nel dolor conforto. Boc. Varendogit tempo di far f ultima
mente. Boc.7{e lo effere Humile m’è ualuto. Huomo di na prona della [offerenga di cofiet.
tione affai Humtle.i. bajìa. Humili & benigni uerfidilui. Sofferire, lat. pan, [erre, ^tolerare. P e T. Stuella ih' amar
’H9nfotamenteHumili,mauihffimi diuenire. Scritteinfiile &fifferirm'mfegna. U foffnrCafpra guerra. Erbaggio a
Huiniliffimo & rimefio. Come Humibffimo feruidore ui
priego. H umilmente parlando. Con atti HumiUtmi cerca-
ua perdono. .A. M.
Humiìiare. P et. Ho riprouato bumiliar quell’alma. Che’l cor
s'bumiliaffe offro & feroce.
JtAhumihare. Boc. Et poi con dolci parole rahumiliandolo il
commciò a lufingare. Cominciò con iolaffime parole a rahu-
mitiarla.
Cedere. Lat. ualdar luogo al fuo maggiore.jt R l. Comeparten
do affiitio Tauro fu^. Che la giouenca al umiitor ceffo bah
bia Cercar lefelue.
[offrir aniho.Tanteuarietatihomaifoffnre. Che tanuaffan
m huom mai fotta la luna "hlonfiifferfe. Tal che (occhio la
uiSianonfofferfe. Che delauiflaeinonfofferfeilpondo. Et
uiuer orbo per amor fofferfe. Che’lRejbfferfi conpiugraue
pena. Di quanto per amorgiamai /ùfftrfi. Ma noi oci hi bea-
li Jn cui foffer fi ffuel colpo. Che la parola non fofferfe. Voi
ch’i foffèrfi gli occhi fuoi dapreffo . & tanti Tormenti in juf-
ferfi. Sìuant'iofofferfi mai. i^ fa ben quanto 'ìfho [offerto.
Sai quel, che per fèguirti bogiafòfferto. OncFiho dami^'n-
f anni affai (offerto. Mlmanonulagnar; ma [offri ,0- taci,
ioc.uedialflndice.
Punti,&TurUate.Lat.PEt.Cortefia intorno intorno, & Comportare per tolerare.o fòpportare. I-tt. pati, fufferre.
Turilate. Boc. La Turiti dell’animo. .Alla Turiti del pre
gatore riguardando. So conofeo la Turiti dcKarnmo tuo.
Puro. Lat.purus. P b t. Turo Core. Huom.OrTuro.Tura Fe-
deJ'ergineJLaura. Colomba Giouanetta. Lamentarfidi me,
thè Puro & netto. Boc. Confiderata laTuramtemione
della donna. Dan. Forma & materia congiunte et Turet»
te y [tiro adatto.
B oc.'Nnn potendo do Comportare Mcciothe date appa-
rando io poffa la mia patientemente comportarejbquale fal-
lo Iddio, fef.tr lo poteifi, uolentieri ti donerei.poi che fi buom
no Comportatore netè. in alcuni tefii moderni fi legge com-
porrein uecedi comportare.Tiunonintedocomportarglie-
ne. Che esfi patientemente comportaffero il fiato pouero.
Comporre uedi la tamia .
4»
Sempliciti Ut. fimplicitas.ualbonti,& alcuna uoltaual Miferire.Ut.V et. Miferertdelmionondegnoafanno.Mi- 4J
goffiti.Boc. Cominciò della fica uita,& della fua SemplU fererei un cor cotaritohumile.B oc. Gli fece dtuotamente
citimarauigliiffe ceffe a parlare. Tnormien dire cinquàt a p.i cantare il Miferere.
ter nofirie& conaltrctante auemariejetapprefìoquèfiocó \hidicnK,ó' Obediente.y o.Ut. P tr..A dio dinota Obidié
Semplicitifarealcunituoifatti.uedi fxqp. teanceila. Bo c.ybidienteGiouane, Damigella, Moglie,
Hempnce. Ut. Shnplex.ual puro. P ET. Quel ch'iuo dir in Tbidienti figliuoli.
Semphciparole.Elciel tener con Semplici parole. Semplicet ybidire,&Obedire.P bt. Obeér a natura in tutto i meglio^
tafarfaUaallumeauez‘za,ctotioLeHte;cheSemplicettico- Fratei negli annitonctubidir conuenne. Boc. Udonnano
ri inuefea. Boc. Semplicetta donna. UChuane.che Sem- fu lenta ad ubidir’ il marito. Diffo/to ad ubidire. Ilqualenoi
plicifjima era. Semplicemente parlando quando dinota honoriamo dr ubidiamo, come maggiore, ubidirò alla Rci-
Scempiouedia H49. na.Et io perubidiruineracconterò una.
Humaiiicài & Humanitate. Vo. Ut. P b t . -dnima ,che di Offeruare per mantenere, Lat. feruare,&obferuart. Boc. SI
noflra Humanitade yefiitauai,non come (altre carta. uogliono i pattiofferuareo Dioneo.Offeruare i comandamen
piumano. Ut. & tornii. P e t. Human Ligufiro.Mrdore.In* ti d'iddio. Mapenfa d nfferuarlotm. Che la fede gli era fiata
gegno.& yefii^.Humano Corpo.Intelletto.Tarlare.Sem maleofferuata. effere fiatoofieruato inTrato. loCojferuerò
biante. Senfi cr yffo. Humana Carne. Difefa, Fronte. Cen- fermamente. Io ti prego per Dio, che le conditiom poflemi tu
te.Hifioria. Ufcmia.yita.y ergine. Mifiria.^yoce.Hu- lem’offeriii.
mane Difefe. Cofe. Qjialitati .Tempie. Humani Mffctti. Seruare per ofiemare. Pet. Dura Ugge ifamon ma ben 4^
Ingegni.Prieghi. Semtuccio,(lr Francefihin,chefurfi Hu- ch'obliqua fènur conuienfi. Boc. Ter feruar quello,
mani. Boc. uedi all’Indice. che promeffo bauea . & per feruarr la fama della mia
Trashumanare ,i trasformar fi di humana natura indiuina. honefià.
n AK.Trasbumanar fignificar per uerbaTlon fi patria. ^Attenere. Latobfernrre.per attendere, tà" offeruare. Bo c.
Paricntia. Lat. Pet. Ch'ai fine uinta fu quella infinita mia quello promettere uogliate per douerlo attenere. Et ricor-
Tatientia. Ondiohebbi la ulta. Boc. Douerfi con Taiien- ■ dandofi della ptomesfionprocurarSattene^licla. Che ut ri*
ZA pajiarelagr.tndeTgca demali.TrouartlaTatiizA di lei, coi'di-iteiTaitenermilapromefia. Egli m ha male attenuto
DIO
queliti , cbf egli mìfrctrrjji . Er «or. Cè attenuto , quello che Spedale . Lat. Xenoioihium, brephetrophiumii & bcjpiiiuitf
c’è prom'IJò . .AltenendoJineSaUbetto atlajua fetnplice ptu abhofpitando detto . B o c. yna gran Trtona di qiulie del-
mijjiime,idejl fidandofi . lo Spedale.
.AttendercperojferuaretOmantencre.Lat.objeruare.'&oc. Deiuoro. lat. è il tempio. D A s. Che fu ferrato a Ciano il ■
Trouifidelte altri, iheglic l'attendano.Tuttifietegranprom fuoDelubro.T.ttftanotlnpi il fuu fimo Delubro . Kku
mctiitori^et poftia nÓaitcndite nulla. Dan. Cbenómifac Ch'ornerà di tropbei tanti Delubri,
d de t .Attender nego. Lunga promejfa là [.Attender corto. Chiollro. tlaujlrum. (ir claufura .V n. Cbiojlro t'ir
gmaLD'amore . Cbiojlracmbrofa .Ter adornar i fuoiSìel-
C H I £ S .A E T C. iatiCkioJìri.D A K.Dinìmifeutend’mfcmo,oéqualcbio
Jlra .Con le due [Ielle nel beato cbiojlro .
45 Chiefa.Tetnpio,Mefchita,Choro,Tarr»cchÌJ,MonaJlero,Con~ CliuRro. Lat. ualclaufura. A r i. ComeapiedelfuoCLu-
kento.Cenobio, Badia, Trioria, Spedale, Delubro, Cbioftro , Jiro empie la foglia .
Cimitero. Capella,Calonica,SacriJha, .Altare, CeUa,Ermo, Cimitero. Lat. (ameterium,fepMUhretum&Crx.fopioquix
Croce , Crocifijfo . Reliquie fante . ibi mortui dormire écuiitur, qua fi mortuorum dormitonu .
Chiefl. Lat.ecclefia,delubrum,fanum,gbhebreidiconoSi- Boc. .Al Cimitero de f-ati minori. Si fateuano per Cernite
nagoga , che dinota congregatione . B o c.T{ella uenerabi- ridelletbiefefojfe .Dan. Fatt'ba del Ciimteru mio Cloa»
le Cbiefaé fama Stana. Della maggiore Chiefa di Treni- ca.uediaièii.
gl. ToueraChieJà. Ter li cimiteri delle Chiefe.Tn. Don Kltire .Fa. Lat. & ara. .Altari.CaHi, D',uim,Santt .Vene-
tu in ucce delta Chieft. Et in Donna amoroptanebor m’ag- rabili. V tT. Et tra gb altari, (j- tra le Jlatueignude Ogni
grada. M alte mrrutt in bella Donna a fonde. Dan. Ma imprefatrudelpar che f tratti. B oc. Fattofi tl prcteal-
, perche fama cbiefa in aòégicnfa.Ee fama Chiefacon l’alt. ire. In full' altare.
ajjtetto bumano , Gabriel , (jSr Michel ni rapprefenta . T. la Captila . quòd capti facra . Lat.ftcellum , quaf fiera cella . è
finta madre Cbiefa .Ari, Quindi alla thieja catbedral luogo in chiefa ione fi faenfea .Boc. Inun'arca di inarm
eonuerf. mo fepoltoju honoreuobneme in una Capella . Ma non uo-
Tetnpio .Lat. templum.luogoJàgrato.V BT.Etpoi cadd'ei Ua.ch'ellaandafe ai altra cbicfa,cbeaUa Captila loro, & >
fotio’lfamofoTempio..AlueroDio Jàcrato ,&utuoTenu confejfarfi dal Capellano .
pw.Tortì dal fumé alTempio acqua col eribro.Tempiod he SactcBis.lat.aditum. Dan. Tenh’io fui ladro allaSa.»
rcfui'HelTcmpiopna, che dedicò Solpitia. Boc.'Hiuua ere fu de BeUi arredi.
coft f conuien tener piu netta, quamotlfamoTempio.nei- Sigtcllano. Lat. Sacrif a ^xdituui, ueladitimui,è quello ,
qualfirendefacrifiaoaDio.Eteocle RediThebe,drRede che cufodtfce le eofefacre. Boc. Sonato gu rnatutinoilSx
gli oreomem primo che edifeaffe Tempio alle Gratie . gre f ano delia chiefa emr'o con un lume in mano.
ÌAefchitef'o.turebeftofonolecbuJèdeturchi. Dan. Erio Cìlonici. Lat. Epifeopium è la capella gr.tnde della chiefa,
macflrogialefueMeJihite .là emro certo ne laualle ter- quaf colonia in qua deus coUtur.B o c. "ÌLella Calonac^
no. A R t..Ardeapalagi,portici,eMefchite. quandotenipoguparuefattofimnanv dtjfe.
Choro. Lat. Chorus,con,,emus,(!r in Greco dinotamoltitudi- Cella. Lat quòd celai facra, è hàbuation ai tfeligiofi . P e T.
ne di geme adunata a cantare^ giuoi hi, onde è detto il Cbo- Sol chiufo in fofea Cella. Qjcal Celia é di meuwria ut cui l’ae
rodeprctififratineUachieJa.Boc.SitttifeafedertmCho coglia, idefl ricetto. B oc. Et qutm una piuiola Cella fi
ro della Cbiefa . uedi a i o. mif( col fuo figliuolo. Pajfando dalla Cella di cojlui femì le la
q6 Parocchia .f'o. ^.D A N. Con le bellezze ctogni fua Ta- ro Celle piene, (jr quando éaota ricetto di qualunque coft,
roffia. in ucce diTarocchia. edificio per far la rana. uediapqy.
Monadcro. Lat. &cemdìium . B o c.L'nMonafieTodidon Hermo. fa. Gri. Zar. errmw. è luogo deferta. Dan. Sotto
nealfaifamoJòéfamtt.i.Etfaniofffimoéftmilà,&dire- alqualiconfatrateunHermo.uedia 1117. Ermo,
hgione. Ku.t. Lopuotrouar inchtefeje in Monajleri. Qtoce. Lat. enee. Boc. Croce fama. Ccd fegno della Croce . W
Conuento . fa. Lil. D a n. Et Francefo hurmlmeme il fuo .Alla Croce i Iddio turami! . Facendo U maggiori Croci del
Conuemo .'Hpndiffe Cbrijlo al fuo primo Conuento, .Aii- mondo .A commendare tlmcouoauifo del Crociato.!, fgna-
date (T predicate al mondo ciancie ; Ma diede lor nera- to col fegno della Croce. D A N. Terò mira ne comi de la
ce fondamento. Qjiam’e'l Conuemo delle bianche Jlole,ideJl Croce . Tofece’lfegnodella fama Croce .
numero. Croce per la forca. Lat. crux,utinmalamcruceni,fkrca,pa-
Ccnobio .Lat. cienobiumhinc Canobite,fonoquelli,theha- (tbulum. Bo c. Comandò, che fojfe fatto morireinCro- -
bitan nel monafltrio,(Jr che muono m commune.i il conuen, ce . Quai catene, qual carcere, quat Croci à bajlarianof Crm
tofi monafiero. A R i.lnhonorarncl fuo Ccnobto adorno , ciariu! ,ii , qiicllo,tbemertaLtforca,^patibulatus, quel-
le donne e i caualicr cheuanno tmorno. lo ch’ipofiom croce.
.Badia Lat. ahbatia .Boc. FuaduiuqueinTbofcaaaunaBa Incrocicclmre . Lat.tranfuerfa atmeBcre, ut cancelli .Boc.
dia. .Abate d'una delle magghn Baèectlngbtlterra. Dan. Et quindi [ una uerfo dclC altra patte , & [altra uerfo la fini
Le mura ; chelileano effer Badia, fatte fon jheluiiche . fira incrocicchiate rifedire al colmo . A m. Sopra le incrocic-
’Prìotii. F'o. frate fca. Boc. llTapanconcuiatofcio,gli donò chiare piante é Siringa. A u.
una gran Trioria é quelle dello Spedale. CrociElTo . Lat. crudfijcusxìr truce fixui . B oc. Et tenere
Priore, lat. prior. B o c. Il frate, chetonfeffalo Vhauea ue- i piedi m terra ,drifiendere le braccia a gufa di Crocififfo.
dendoeh'(glierapaffaio,fuuifiemeeolTrioredellui^oi^ Groctfigere. B oc. Hoherocififfo CbnflotT. in fuquelmon, 5»
fatto fonare a caboto. te, Oue fucrvcififfoilgran Motore. Lat.<TU(ifgcre .
■ ' Tergamo,
Tcr^tno,piJpitmn Utùu. è d pergola oue fi predica . B o c. ti raffermati, aedi Flndice .
SaUtojid Vergamo^ ha cominciò a predicare. QiuUifiaH , ^rrefiare , & .Arrofiare per affermare . Ut. manere, mora- » *
chemaggiorromorefaanomfaiTergami. ri.P zt.U atta fagge & non s’arrefla anhora.Xe mai
Keli ffOae.lieugiafi^acerdoit,?reti, Frati, .Abati.Badcffe, fi pofa ne darre fia ,o tarda. Or codaitre cTarreflar ti h.
Mimathi ,S4ore ,Cberici.&c.aeiia Rfligtone Sotto Sa- ie.Talhor m’arreflo. B o c. Corfefi adunane aUecafedel
tarnoai^f. tonteperarreflarlo .Semcaarreftarfiline kenneacalalka.
V.KUiiuieJaate,aedia. 767. forte gridi arrefiateaiidr calatele aele . D a k. Qaai di
qaejla greggia darreSìa patito. Giace poi cent’anni fenga
F EHM EZ Z.^. ETC, orroflarfipanto,qaandofocoUjreguJarrefiarji,ó-nonper
altrafciarji lonf altri tfiimgona. Far pia di cemo,ibeqaan-
ferme^t^ditì, Coftaaxa, CerteT^ , TerfiaeramcA, Wo* do fadiro darreftaron nelfoffo a ngaardanm . Tercb'io tat
rattga,Sicartd,Bitegno,Softegno,Taatello. tofimarritondarrefiai.'ìlpau'arrefiate^ Badiate il pad- ■
fermo,Teaace,Satdo,SuJoMafficiio,CoJlaiite,Stabde,Im>na- fo.Debperche nont'arrefli i
tabiledmaobile, Coadenfo. Soppreffo . Refiare per fermare . & per ceffare , tr mancare a 1/04.
Terfeaerante , Fiffo, Confitto, Intrepido,Certo,Sicaro . Ben Sofiare . Lat.fiBereper fermare .D a s. Et dafeun gridaaa
in accedi fermamente. SoBaii ta.idcB fiBe gradam . SoBa anpocoper me tua
fermareAffermareAppantare^ftare,airefiare,arrofla- maggior cura ..A pajji dicà sofia j. fermai, aedi ajts.
re,attaccareAppiccarc^careAppigl^re,fiabilire , falda- t^a 1717,
referfeuerare,ficarareAjficarareltenereAttenere,fiffare, ,/dppamare per affermare.cir per conuemrfiinfieme. onde aol-
ficcare,prefiffare, conficcare, fifitnere puntellare. gannente fiàce.fapanto.i. fcrmati,nan procedere pm altra.
Fermezza . Lat. StabiÙtasjirmitaf,firmttudo,confiantia. ual Dan. Venite s’appantaninofiri defin. Di qaejìo ciclo , m
fortezza prop.meta. P « T. 'ì{el corfemineo fa tanta Fer- cui [ombra dappiùita. Fior qui a la qaefiion prima dappan-
mez'^. ebe patito di Fermezpt ,odi aaiore Mancaffe mai ta La mia rifpojìa . Oue dappunta ogni ubi, eir ogni quando .
ne [indurato core . Cbe (fogni pace,& di f emneca ipri- luce àaina /òpra me s'appunta .
«o.Bo c. Conpia Fermezzaitanimo .L'huomodeebaucrn .Attaccare. Lat. anuedere. hoc. Hauendo i gheroni della
re pm di Fcrme^ cbe non ha lafemina . F'cdendola é tan gonnella alla coreggia attauatt . Lo Stadico bauere [uncino
ta buona fermezp^, attaccato l^oBe una aolta attaccare l'uncino alla thnfiia-
Fermo. Lat.fiabdis,firmus,confians. P et. Fermo De- neUailddtometa.profiéagdare.'D ak. Mentre dte tatto
fir . f'oler . Ben . De fiino . L'octbio non po Bar fermo .S'io in lui ueder m'astaccoà. lego , o Bò attento .
fòffi Boto Fermo a la ^elunca. Veri pia Fermo ogn’bordi A([emaimente.Lat.affeueranter.Boc.ciòcbe.Affrrti-
tempo intanpo. Cattzpn mia Fermo in campo fiorò . Da- uamente haaeua dauanti di lei detto , di uoler par fègaire .
foichefitto’lcielcofsnottaidiStabile&Fcrmatluttosbi- pentendomi nella mente aacdlaua.f i.
gettito. Diletti fuggitÌHÌ,& Ferma noia. Cianfe a man .Attendere ^ fermare. 'D a h. Et atte fer fi a noi fie fanti la jj
%fira e'n terra Ferma falfe . Fermi eran gli occhi àfiofi tm.UÌe lorgridt il mio dottor s'attefe . Tipi eraaamo an-
e'ntenti . B o c. ferma Credenza . Tutte per Ferme le ere- fiora al tronco Alttefi, Crcdtdo cldaltro ne uoleffe dire .
do . Fermi Banano a riguardarle . Hebbe per Fermo,idefl .Attenere per fermare 0 attaccare . Lat. retinere, dettnere, ap-
per certo . Fermamente io acconcierò i fatti uofirià. certa- prebendere .Dan. .Attienti ben, che per cotab fiale jdefl
mente . Fermijfima opinione . Fermiffnno tefiimonio , aedi appiccati ben . Lo duca diffe attienti , & fa cbejeggia lo ai-
alTIndice. fo • idoB affermati , onero Ba attento . hoc. Et s’egU
fermare. Ut. Babfiire .fancire ,firmum facete, affirmare. nonfifoffebenattenato.farebbealfaadocaduto.idefiappi-
P E T. Oidamor nidi già fermar le piante. Etper firmar faa gUato.
bella imentione. Fermar in cofe il cor, cbdl tempo preme. .Appiccarepcrattaccare,appiglitre.Ut.appendert,affigea
Ma ferma fin d’adiarb tatti quàtL & qaelfana ^er ferma. re. hùc. Dico , cbe é tanta efficacia fu la quabtà della
Che at^a aifia miai non puofermarfe. Chi i firmato di me peflilem/a narrata nello appiccarfi da uno aW altro . Tiptan-
narfuayitaSupertondefaUad&per gli [cogli. Fermole do quelli che notar lapeaano imcomtnciarono ad appiccar.,
f tante sbigottito, & [morto. Et Jbn fermo a amare il tempo fi a quelle cofe , che per auemara loro fiparaaanocÙnanzi.
f/rthora. B o c. QjieBo fermarono congiuramento.i.con- Lafeto la pelle .Appiccata alte lenzuola.Ma infino aWoffa di-
f Infero. La pronùfjione fauagb,& con facramemo Ferma- uorato, leqaai bianche ranafe a turai appiccate poi lungo
ta.& ceffi è firmato .miai la nofira fferaaza fi firmi . ue* tempo.F.ffendo tutto il bianco aefiimento appiccato alle car-
di [Indice . ni. Dan. TleW orto doue tal feme s'appicca. Voi [appiccar
affermare. Lat.hn T.S‘ergelaffeme,&poinonjàBarfer- comedicalda cera fojj'ero /to. & e^ndoBàproappen-
ma Maricadendo afferma Di mainon ueder lei. B o c. dcre .Ut.uedi 1781.
Comittóòaffermarcoafacramemi.Similmcnteigiouamafi. Spiccare. Ut. difcerpere,difiangere.iilcontrariodiappicca- 54
fermando. Et al caaaliere .Affermato , che carola doaeua re.per Baccare.h o c.Spiccata [atiadellecofiied^a grò,
hauere. .Altri affcrmatiano il bere affai , aedi [Indice . aliaBranettaladKde.Chenonfòé&laaottetltrochefi-
D A N. Senga difiintion afferma 0 niega . Con [affermar , lare , tanto t he la carne mi [ideata dalT angh:: . Et /pic-
che fa creder altrai. In Cefàre affermando, affermando ef- tato d porco aia a cafa col prete ne portarono Tffel ffecebu
fere beati. fi riguardaua , eir quafi molto a )i Beffa piaceffe , a pena da
flaffètmare.Lat. Ctmfirnure.hoc.llche raffermando piu quello fi jpiccauaj.fcoftaaa.
aoite .Unofira credenza raffermeremo. Col caaaliere ipat DiffUcare per ffiuare .aedi a t jti.
V-
DIO
tcpmStUas'ìmagluTcrfjrà marno unaperfona urna.
VaUro col pie ft ernie mai fa Saldo. Che mai ftu Saldo in
Tturmo non fi fi riffe . Salde i hiaai , cr Tiene . Saldi Chioui .
^ Oichi. Salda Torre. Tlaae, & memoria. Fa Ima
gaie Salda di diamante . B o c . Salda f'oce . Saldi Capelli J.
non maculali . Coft intero , & Saldo come fu mai. Dormiua
Saldili imo.
cheuiluppo di fina , tlqual e'J* cbiamiaa treccia .La.&
D K ti. che non fi conuerria [occhio fpprifo d'alcaaa neh.
bia andar dautnti al primo mmijiroia accedi Soppreft.i.
condenfato,& vfufcato , chi pri»u prefo da nebbia.i. ofem
ritàjir che purgato n.m foffe .uediaìfj.
abbarbicare . Lat. raJices deor funi agere , germirure coalcfce
re. per appiccare , &appigtiarc ,daad éf Barba .Dan.
Hellera abbarbicata mai non fuead arbore. idefl appicca-
ta ; impenioche l'bellera ha molte radici fimili alle Barbe
con che s’appicca a muri. A R i Tion cofi Sìretiamentc be-
dera preme Tianta , oue intorno abbarbicata s'hubbia .
^Jhrfit pauimcnto amma mea , fi nti dir loro ujato daD Ati.
idclì l anima mia riman appiccata al pauimcnto ,&al fuolo Saldare . Lat ; Solidare , firmare, roborare . P e t. Ter te fpe-
de'.ia terra , che fignifica l’anima, che fidoueaeUuareaWa- rafaldarognijuouim.ih'emedcfuniporian faldar L pia-
more delle cofecelefli, è runafa appiccata aU’amore de beni ga . Et per faldar le ragion nojlreamiibe .Saldinle piaghe ,
temporaU& terreni. ch’io prefi m ijuel bofeo .
,/tppigliare.Lat .apprebendere. Per. Et uegpo'l meglio, Rifaldare.P er. Rifalda il cor , perche piu tempo auampi,
palpeggiar m'appiglio idefl accojlo . .Al cui fàper non Chim’ba'lfiancoferitoipch’il rifalda.
pur IO non m'appiglio.i.noH comprendo nulla. Boc. Era Sodo. Lat. Solidus.ual fermo, duro, intero, p non uacuo.
già l'htimidoradicale,perloquaù tutte le piante fappigliam Boc. Toitoicandoietlpctto,ptrouandotoSodo,pton-
no, uenuto, Ch'alcun de tuoi , uncin mai non m'appigb .La do,T rimò due poppcUine tonde , p Sode .Dan. Grattar
mortifera pefidenga in uer toteidente s'era appigliata, lifccedutntreatfimdoSodo.Mapariin atto ,p bone fio»
idefi attaccata .Dan Et abbracciollo oue’l nutrir s appi to , pSodo .
glia . Qjiando alcuna pianta feuga feme palefe ui s'appiglia. Condenfo . lat. condrnfus . ual fuppreffo , carico , p gra-
.Appigiéofealeuelluiecofie. nato. P et. Oidolorofaaebhu il cor Condenfo.
55 Ben ,muece dt fermamente , certamente ,oueramente .Lat . Maflìccio . Sobdus.ual Sodo, e da niuna parte uacuo
bene quidem,p certe. emmuero,equidem,p mehercle , Ari. Mojlrxtl portar de le Mafiicde antenne .
P sr.' Mabenueggi'hor , fi comealpopoltutto Fauolafui Sopprcfo . Lat. alubpprehenfusipSorprelOAfuprapre-
graatempo. Ei jò ben, ch'iuo dietro a quel che m'arde. Ben henfus.hoc. RauiUii capelli in capo Sopprefi a mm tb
micredeadinancia glioccbi fuoi. Che non ben fi ripente . ' > - j ' ..... _
Tempobenforahomai.EtparBen ch'io m’ ingegni . E’I fol
abbaglia, t hi Ben fifo il mira. "ì{e fiinBen ancho,chi di tei mi-
creda. Ben debbio perdonar'a tute menti. .Altri che uoi fo
Benchenmm'mtcnde. L'opra fuBendtquelle.Benmicre,
deapafjdr mio tempo homai . Ter punir in un dì Ben mille Fi(Tc . Lat. fi xx , ual ferme , p flabiU . P t t. Co fi fonie fue r %
ofejea. certamente, o benebe , cui che a lui pareffe benpu» forti a ciafiun Fife .laonl iati fi allhor, ma hor fi Fife Sue
nire. B oc. ueJit Indice. parole mitrcntonelatefia ,Cbemaipiufaldoinmarmotm
Tenace . Lat . tenax . ual tenente , pper tonfiante fermo, p fi fcrife .
perlèuerante.pnp.pmctatPtx. Tenace yifco.Tcce. Tifare, per ponere, fi tbiìire ,oficcare,P sr .Che fardde la
Hedera ,pTcuaceSpeme, .Amore, Memoria ipTinaci legge, che Uiel fife i Mas io u' era con faldt cbioui fijptj.
Hami . B o c. d Tenace yifco . nel cordi M. Laura .
Tenere per fermare . Lat firmare manne . P E T. fi del te- Affiflb ,ual aggiunto , o rifiretto . P b r. Ubero Jpirto , od 4
uer con jempbii parole . p cofi fifo tieueil fuodolce fguar- fico membri .Affifò .
do. gliocibi Quando primin fi fifo Gb team nel bel uifo.ma Prefifare per flabibre . Ari .Quel,cb'iprefifoèdalfuofier
rueutre tener fijò Tofo la méte. "Tien pur gli occhi com'.Aqui deflino .
lamqueltòle..Amedicdeocibi: piopurneimiei mab U Ficcare. Lat. figne .'Ro c. FiccargbartigU.'Hinofiricuo.d
tenni.Boc. uedi l'Indice. rigbaculidàerdidiCup.dononmai fi potè ^care. Vh.Lu
Ritenere per fermare . P E T. Qui fi riuolji , p qui ritenne'l nane tutta fi ficcò nella reru . lign lò a ch'io mi tengaMi'in
pafo .ucdiaój. non ti ficchi le mani ne gb occhi. O A n .Ficcando gb oc—
Stabilita. S tabilitas. 'Boc. le cojè di quello mondo non chi urrful oriente .l> n .Maiio u'era con faldi chioui fif-
^ bauereRabibtànlcHiia,mafempreelfer in mutamento. }o.i.fittoo conficcato.
Stabile , ual fermo . P e t. Stabile Loco . Colà. l'ergine chia- Confitte . P e t. Le parole , che mi flanno altamente Con-
ra,psubde in eterno. Fondar in loco Stabile jua jpeme. fitte mmezo’l core. Boc. Mlcunetauole confitte.
Dapoi che lòtto Idei coft non uidiStabile.p ferma. Boc. Conficcare .Lat -.configere. Boc. Qiiandoconuncbiouo,p
LafortunanonStabile. Lat:Stabiìis,Firmuj,Confians.pe. quando con due i pie conficcar fopra la croce.
Stabilire . Lat sperfcrmareiP.t x. Tal foni quatera,an;Q che Sconficcare. Lat; éfdudere,recludire/iperire,fparare. Boc.
Stabilita Fofie la terra . Et f conficcò la cajfa . yna tauola , laquale era fionfitta dal
Immobile . dot . P s t . lafeian le membra qua fi ImmobU trauicello.Ma tu rificchi purgb occhi della mente. L a.
pondo . yeder mi paruewa manda fqouo in etate Immobile Coftanza . Lat : cofiamia , iut , robur . Boc. La Cojìamga
p eterno .Boc. Leuar uolendola , p Immobile trouan- p l coftumi di Ceneura . Fu dt tanta Cojianga . Maraui-
d-la,moria la conobbero. Ari. Immota, e come attonita gbofi della fuaCoflairga.
Hè alquanto . C orante .Boc. Tiu Collante thè mai trouandoU . T ulti
ÌAub'ilcucdiaFortunaalluogo per Collante bebberoJ.per fermo. P et . Ilmio gran Co-
ff Siido. lat. Solidui.P EX. Saldo .Arco. Ciudicio.Tenfier . lonnejè Magnanimo, Cmlil, Collante , p lar^.p no»
Scudo. £tXenocTatepiuSaidotb'unfaffo.Che'nnuUapar- fui piuCoftante cantra io tfoixo jci d'una anpoUtta.
Ter
'}
« DIO 5>
Ter forte. gli occhi. QMndomu donna j/!jiproms&Securt. E .
Coftanti , ei'" Patientx, ceUbrati danoflri autori, per éjperalion fotta SecMra.Tal;ibc mia tiitapainon fu
.Anafarco, ^rijlide^tutio Sunoia, .Attilio Regolo Ti- Sccttra. giouanccta donnaiE tra due ta nemici i fi Secu-
fiflrato. ra.TeufiergueSecuribomat. Ton man in quella neiie-
4o MutioSccaola.T{el tempo che Tor/cna Re di Cbmfi ha- rabilihtomaSecurameme. UaUropuoffi uederSctura-
Meaa[iedutaRoma,C.Muiionobtl giouane Rom.tmpe- mente.
trota beent^ dal Senato , andò nel campo de nemici lon Sicuro , B o c. Moflrami in che mi connenga effer Sicura
fermo propofito o di morire, o di occidere il Re, ma hebbe ianimofa. in Tane fuura . .A cuoche le nurcatantie Sia
tnuiéa la fortuna aftalta imprefa. Troni adunque il ma cureflejieroà. ferrea JiJbetto. c!r Sicuri poter uiutre, SUu
gfiinimogiouaneilRtinfietnecolfuoSecretariofifacer- re,Stcuranun:e,uediah'laJue, . ;
iotediporporaueflito,percioihel'habitoUparuercgale, Sicurare,Roc.liberamentedalla fila fcSictirarti.EtSi-
l'ucciji, credendo uccidere il Re;(jrprefo,confefii l’errore luratodalui. Che egli fi Sicurarebbe delia mercataiitia.
infieme,cnlfuopropofito.DipotuoltoalladeJlrajua,de- .Ajficurare.Lat.fecurumfacere. Pet. Ter cui la gente
liberò punirCtdelTerrore,&m fui fuoco qniui parato per bcnnons'ajficura,ùilorribtm'ajficurai Quanta piula •' ;
fcarificare tardona. flupì Torfena di tanta 1011001^,0" jperam^mqfiicura. Cbemortalguardombinont’afiu ■
eccellentia dì attimo,^ pcrdonogluMa Muiio per piu tbi- cura. .Amor m'afiicura, tìe]j>aueuM. La,douc horm'af.
goti irlo gli dtfie,che trecento giouam haueano t ongiurato fi curaAlthor mi sfidei Oche bene i ingannerà hi ìafiii u
uentre ad uno ad uno per ucciderlo. CoHut fu dipoi detto ra.Hoc.fi ifor^ (tafiicurarfi. di poter parlare afiicii-
Sceuola.i. fine noia, cioè sfza palma ,pen bencliuoioCha rato fi. thè ta tutte i'.tltrt afiicurai , .A fin uiaii, Afiicu-
tieaarfa.EtperciòdiceD/Lìi.Sefofiefiatoloruotcriu- rato, uedi all'indice. Dan. Qjaflo m'muita ,queJlo
tetro, Come tenne lorenxp in fu la grata , E fece Mutio a m’afiicura. Lena la tefla, e fa che t'a/iicuri.
lafua man feuero. Pet. Mutio che la fua dejlra errante Rafiicurare, B o c. Itqual toccamemo fu cagione di rafiicn
toce.E qucleche’n metto del nemico Ruolo,Mofie la mano rare gli antini. lUhe ucJcndo tutto mi rafitcurai.Ma pur
indamo,& pofeia Forfè, Si ficco trato,cbe no finti' l duolo. Rafiicurato dtfie loft tutto Rafiicurato. Et Rafitcìiratofi
Pififtraro, Coflutfuhuomopienodi PhiloJiphia,&d’elo- tuttodì prefe per la mano.Rafiicuratoft allbora .Ameto,
quenza,&in forma ft conciliò la plebe,chcdiucntòtiran uediaK Indice. Pet. Con ferena accoglimi rafiicura,
no X.Athene^ anni xxxitf. in quella regnò. Il.tuea co- .Attentare, Lat. audcre,ual afiicurare. Hoc. "Non attcn.
firn una figbuoLt motto bella, laquaF un nobile guuanetto tandofi di dire limo alt altro alt una cofaà. non afi'icuran-
accefò del fiuoamore non dubitò fiontrandola baficiare. dofuldon attentando di farmi piu auanti. Mapurnon fi
.AdtrofSene la madre, & diftderaua concitare TifiSlrato atteiuaua di dimandarlo. Donna che non s’attendi di farm
a uendetta , ma cgb patientijjimo fiorrtdendo dtjfe , Che mi oltraggio i. ardifica oprofiusni. D A N. £ qual il lico-
faremonoiacbi cthainodto ,fie uegliamo nuocere aihi gninahe lena l’ala Per uogbadi uolar, e non s’attenta
ci amai onde dice D AH. yendica tré quelle braccia ar- D’abbandonar il nido, e giu la cala Diffemi , Frate per- '
dite,Ch’abbracciarnoftrafigba ,OTififlrato lE'lfignor che non t’attenti .A dimandar hcmiaiucnindo meco {
mi parca berùgno,& mite Rijponder lei con uijò icniperom Attcntonc aduerbio.uale ritentiuamente,ucdi
to; Che farem noi a chi mal ne deJira;Se quei,che ci ama Attento, & Intento uedt
i per noi condannato. Ritegno. Lat. rcisiuculum.? tr. ouenaturat'olòteffcn-
Intrepido, A'o. Alt. (ir mpAB/V/m Ptx.yidi.Anafiarco dal mio dolce Ritegno. B o c.Stn^ alcun freno orite-
Jntrepido,euinle. Comeuno febermo Intrepido, & ho- gito cominciarono a jjteadere. Il cuore di quejle cofi Rite»
neftoSubito ricoperfe quel bel uijò. nitore, ueél’Imbce. D uìì. Che non alcun Hitrgnoadn-
■jcrfcucranza, Fo. Lat. B o c. £ ueggendo la fitta Terfe- dugio, Lat. mora.
ueran:;a,& il fuofenno. Con jauiaTerficueranzaié lei, Rjtcnereperfermare,Lat.retmere.Vn.Et
& étne.P Bt.Terfeuerantia,egloriainfulafìne. ritener gli anni. Mtriticnconunjreno.
Terfeuerare, Lat. B o c. Terfeueraudo adunque ilgiouane meco parla Sol mi rtticnfb’tonon ncida’l nòdo.Ma Ctr-
nelFamare. Incotaluitapeifèueraronobentrcanni. Et ce amando gbclritienengomhra. 1detcmogiÀ,Chemi
tanto in quefioperfeuerò, ueé aWlndice. ritegna. O Falma fcioltafi Ritenuta ai baflo. E, ritenuta
Sicnni,& Sicurtade. Lat.fiecuritas.tutamcn. Pet. Già anebor data' duo noéiQuifiriuolfe.e qui ritenne il puffo,
incomtnciaua a prender Sicurtade La mia cara nemica a Sodegno. Lat. prafiéum. Tst.O ufatodimiauiia So-
pocoapoco.Bo c..AcciotheconSuurtàpotefieroinJie- ftegno ; Ter Sodiegno di me doppia colonna, ho c Lai
me é cofi fatte notti hauere. Si come piu forti, con mag- ne itedeua andare.cbefuo Soflegno & refugh era. La dono
giare Sicurtà ne patria nelle ufitte leggi reflrtagere .& efii fondamento, d!"Sofiegiiodourianoefijere della Chru
pcrlapiegeria,ucdia i o j 8. fltanarchgione.Con put firma et Soflenentememoria.Vt.
SicuTznix.Lat.fecuritas.hoc.Toich’inpiacerHonUfu Sojlcnere , per fiopportare,& [offerire. Lat.fubjimere ,&
amare,CheamedonaffitantaSicuranza,Ch’amefferfar fulcire. 7>i r. Che nullo sforzo è, che fojlegna. Seco mi
fapeffi lo mio core. tira fit,ih’iofioHegno Mlcungiogomengraue.Cofinela
fi Securo,£4t. P e r.Teròn’andaiSecur fenza folpeito.Ter tempefia,Ch’i fojtcgnoifamtir.i.fopporio. 'Hemaipelò
mezp i bofiebi F o fecur’io. Che fa Securo’l nauigar fenz,’ fu grane Quanto quel ch’i [oflegno in tale flato.Efe con.
arte, qui firn Securo. non perch'io fia Seenroaton farò Se» Ira fuo flileclla fòflene D' effer motto pregata.!.' effer mio
curo. PIU Securo m’accoflai lor. Secura dirada, Tarte, gli rijji.ifipion fioflcne Tanto conofliior . Forfè am bor fia;
Fedoua, T ua dolce uifia; bomai tutta Secura Folgi a me cb'i foffirando éca ; a/iai fofienne Ter belli fiimo amor
B
nonmi ^fion
ìuet.il) amor
DIO
ifiulli alfuo tempo . Toifegnirò quel, che <f altrui fofien- ronlo . Ma poi che cojloro bebbero l’arca aperta, cSr Thm
ue. &foJierreiCirmen con ella m fui carro d'Heha. Do Iellata in queRione caddero .
ter perche mi meni fuordtcamm ; Sojlien cb’i uada, oue’l. Spr^ga è certa lama é ferro jche fi pone a irauerfò a qual
filler mi Rrtnge . & borfojìien cb’i arda Senza alcun ri che cofa ifcfia per congiungerla tnfieme. Lat. CoarOafio,
fugio. Ko.i.'He di farla pregar anco fofienne. Comprefj'to . Dan. Cun legno Ugno Spranga mainon '>'»
Sollcnimcnto . Lat. Subjlentaculum &fulamen. B o c. Rriife jorte cefi .
£t quantunque il mioSoJlcmmenlo.o conforto, che uo- Durarcperfoftencre,fopportare.Lat.tolerare,ferre,paii.
gliamdire ,pojfaiJfere& fui abifognofajfai poco.ue* hoc.Toictemaldurarfatua .Inlèruigiodi uoici uo-
é . 149 J . gito durar fatica, tioi cihabbiamu durato fatica . Ter la
Punccllo . Lat.fkflentaculum,ual fofegnofifollenimento, fatua il di durata . Ter lo durato affanno. Di tanti fatu
driun legno 0 traue, chef pone a muri , 0 ad altro acciò ca.quatuo i quella ch'ui duro.Dife la Beh olort, bene ijtai
non caggiano . B o c. Trefo tempo , tirarono uia U puiu. Se uoi uolete andare , andate {Senonfinene durate Jjie
tello , cheti coperchiodeUarca foftenea. ne baucrete paticnza..yiUbe per cofa del mondo non poa
Tuntellare . Lat.fuRmere . & fulcire. P e t. Si'l cor tema, tete durare.i.reflareofopportare. P e t. Che pcnjirr haf
tà-jferanzamipuntella .hoc.Ilcoperchiofodeuarono Jo,ograue Tlsn poti nut durar dtnanzf a Uia re fare,
(auto quanto un buenno ut poteffe entrare , ^ funtcliom 0 refi fere ,
Fine del primo libro.
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10
Apollo C I
LIBRO SECONDO-
CIELO
CIELO, P^R^D/JO, FEHM,yeME-ì{TO,
Mondo , Olimpo, Eihera , Empirio , Reame , Re^no ,
. Stato , Seggio , Telo .Dei, Dee , "Pianeti ,
Segni telejii ,& Stelle ,,Aflri ,
Zod^to .Cometa.
I E L o.Lat. talnm. cefi dettedal
la bcUe^^a di Celo padre di Setter
Ito, nato della fua forella. ^ a ca-
lo Scalpo eoQ, fitcalainm hot eft
E L O Apollo
non punte miei ocdit è Taradifo . la dolce ftmpltoma di
Taradijo .
Imparadijìre^ porre in Taradijo .Dan. QuelU,cl)r‘mpJ-
radtla la mia mente . yoce nuoua di Dante,
Olimpo . Lat. Olympus^ i noce greca ; perche rij^lende,
et anco pgmfica mòtealtijJimo,ehe dmota il cielo. Dan.
triompha lieta He [alto Olimpo gid la fua corona . nedt
Alili.
Ethcra. atherin greco, dinota la compofitùm tir coniuntion
di tutto il cide con le Jielle . alcuna udita dinota lo elemen
to del fuoco . àr pigliaji comunemente per l’aere , & coft
appo tatuò. D A Kjniù uid'io cofi [ Ethera adonto farfi.
A R 1. RendcBi grafia ai regnatordeCEtraàxtlura per
aceorciamento .
Sider, hus Stalptum fme fipiatum. Empireo cielo . LatJ. qua fi infocato, pertbe luce tutto delia
Leggi fi nelle diurne cannoni di Or, luce propria del fuoco ; & ptr in greco figmfica fuoco , et
pheo, che fclamando egli uerjoil qHÌuiJiiIdJto.l)AN.Hel£mpireotielperpadreeUtto.
Culoéjfe.Ocielodi tutto fatto. Keimeperlocielo.Lat.regnum . Ù ak. Ben fi, che nel 6S
re , prmcipio à tutte lecofe,cydi del alto Reame La dtuina giujlitia fa fuo jpccchio .
tutte le cofe fine . Cr nel Tetrarca , nel Boccaccio , dr tn Regno .Lat.Vtt. Regno Celefie, Cloriofo, Superno , Re-
Dante fi legge conuarij , & diuerfi Epilheti , Smonomi , gno del neh .Regno deghticitt. Di Dio. De gli Dei: dr nel
«jr con uarie circuiciom di parole ejfer fiato ufato,&pri- Regno del del fece hr parte . Ondai fio Regno da qua giù
tnanoteremogliEpnhcttdelP ET.&del Boc.Ctelo, fi turca. Et cittadina del celejie Regno. B oc. Iddio nel
C Ciel, Empireo, .Adorno, .Alto, Bello, Cortefè , Dipia- fuo Regnod riceuette. Saliti alla altezza de Regm.& per
to,Taciio,Sereno,SteUato,TranquiUo,.Amico,Crande, hregno temporale a j 8/.
lieto , Chiaro , Immortai , Terzo . Le bellezze del Cielo . Stato Celefie jEtemo,Dimno, Cloriofo, Immortale . & per
Haueagfà VottauoCiehd'azunvioincohrecilejlromu hStatoiemporaleuedia J ip.lp' quandodinota h ef-
tato tutta. Il Cieh pieno é chiare flette dauaparttcdare fetta i >94,
inJicio al futuro giorno. Si comeilCielTraaquillo,eÌr Se- Se^^o. Lai. Sedes per h deh. Vt r.Qjiel,ch’ordtnaloè
renomoflrahchiariflelie.il Cieh mtemo a fHarmo, . gtanei fonano Seggh,^ per hdommh agi 9-
ma. il Cieh ofeurato é nuuidt , ir di buia notte . Il Cieh Polo. Lm. Pet. Stanco nocebier di notte alzalateHa
dfofcunffimi nuuolipieno ,&trafcorjòdauarii,^lonan
ti uenii . Tieno di ofeurilà, Ofeuro, Off tfeato, Teuebrofb,
Fofeo , Irato, yarh , yolubih , Rapido ^Freddo . D a n.'
Chiaro mi fu allhor ; come ogni doue In Cieh i Taradifo.
"Hslempireo Cielper padre ehtto -Curandi tenelacot-
te dei Cieh. Ter quelhc’hodiluinrldeludito..Ahbato-
donati ifuoi da Ganimede Qjiando fu ratto al fonano CSr
àjloro . Da quel Ciel c’ha minor li cerchi può . Corte d^
Cieh . Tqon iterate mai ueder h Cieh .B tu. Di me poto
dal Ciel mente come io uiuo .
Celeilc . Lat. cmhfis. Pet. CeUlh Regno fit,Spirito,jtr
to, Camar,Dihtto, Habito,lumt,Tortamento,.Anda. I
refihna,fama, Tietd,& CehftiBeOezge,Forme,Do-
m,Raggi.Rai,Spiriti, tir CehfiialGhria. Boc LeCe- I
. lefiiaU BelletQte di madonna Ufetta .
Incielare i por nel deh. T> A a.Tcrfettauita,t^altomer-
to inciela Donna piu fu. yoce nuoua di Dante .
f UzeUfoingreeoA appo noi Horto piantato di pomi. Lat,
Pet. ^afi UH hirto gentil di Taradifo. Conobbi allhor,
JicomtinTaradifb.yede [un [altro. Cofiei per fermo
nacque in Taradifo.Ter gir nel T.fuo terreno. Tu Tj fen
Ita cor un ptfio . Due rofe jrefebe colte in TaradipiX’mm,
fibtlfua forma ìinTaradifo . Che lòkan far in terraun
Taradifo . Ch'un de gli arbor parta del Taradifo . l’era
interra,e'l corin Taradifo. Delaperfonafatta inTara-
dif> . B o c. T utta la corte del Taradifo . Semina tanto
pùcer nell animo, quanto fi fiata fojfe in Taradifo.
D A N. In CiehèTaradifò . Rjjfonder quanto fa lun^
ylafefiaInTaradifb tanto .futbandita diTatadift.cic
due lumi, c’ha fempre il nofiro Tolo . Hor uedi mfteme
[un, & [altro Toh Le flelh tughe, ep- hi maggio torto.
T.Terò fòpraa ogni cboroal fbmmo Toh Col corpo tpù-
titemtrediUtta.uediaiCq,
DEI.
.ATOLLO, EOLO, S.ACCO,
TLyrOH^E.
Pollo, &.Apolline,Lat.uediaSoh. fu fi- 69
gito di Cioue,& é Latonafiio della japien-
tia/h Toetiedelle Mujè,^ m ueu del S oh.
.Ardendo .ApoUoneli’amor di Daphenem-
pha,& figlia di Tento fiume ; uelaceméte la
ftgutaua , Ma ella non pigramenie hfuggtuajaquah fi-
nalmente laffa,&-nonpotendo altrimenti fcampare dalle
forge del cupido amati; mofii li Dà a rmfencorduju traf
mutata in albero del medejimonome, chi Daphne in Gì»
co, quello che da Lalini dicono Lauro, & non .Alloro.
■ Tercbe come r«NMtMi nimpha , cofi l’amò albero, Delqua .
■ hlrcoronauanoiirit>mphanti,&iToeri,eTdiceficbeU
, faetta del cuhnonmat pitocca. Tercbe Tiberu Impe-
rotare ne tempi di tuoni fempre fe ne coronano, perche
molto temeua le flette . -Ahumfcriiiono, che chi aormen
• do h tiene pitto ilcapo fa uarij pigni . ucdi a Daphne a
■ rnf.0"chiamafibiondoperlatburemdeljuouilò,on
dedaLatmii-ibiajuatofarmofui,oftaperU capelli,
effondo da Latinidettomonfut.lUbe dinota i ragp la-
Apollo
tm! piu che Foro , percioche apollo i il fole. T roiufi
[inno tulle f amie , che Miiurua fonando il xkfoloio
piffero fopra {acqua della palude T ritone,fi mdegonjtau
le gote ,UihegUparue coft coft brutta > che gittè uia la
Tibia I & non piu uoljé fonarla . Marfia fatiro la trouò ^
& perfeuerando nel fonarla diuenne dotto mufiioima
tanto infoiente, & temerà rio , che fi preponeua adepti
line Dio delfarte mu ficaie , &prouocollo a cantar. feca ,
Sedeuano per giudici Mmerua,& Alida He di Lidia, uin
fe .ydpollttte fecondo il uerogiudicio di Mmcrua : ma Ali-
da come indotto fauoriua Alarfta : perche .Apolline fece
a Alida (orecchie ita fino , (Ir Marfia fcortiiòdella fua
pelle . .Apollo i nome greco , & trito apprefio de latini ,
(r fecondo gli antichi i dio del Sole. & i nerbo greco,
che fignifica disfare & uccidere, perche i raggi folari fo-
no coft atti alla corruttione perla eccefiiuo caldo , come
alla generai Urne pel temperato, perche Homero lo indu-
ce datore della pejlileirga , ej-gh antichi gli attribuifco-
no (arco ,& la cithara , quello per dimoflrare , che fui
nociu», quello per figmjicare [armonia ,& temperan-
za, & proporik>ne,& conuenientia fua/lallaquale ogni
co fa fi genera , onde H or alio nelle ode prega , che uenga
fmja le faetie , & con la cithara . doue dice Condiiorni-
tii placidnsqi telo,Supplicei audi pueroi .Apollo. Finge ft
che fa Dto de "Poeti, perche nonpuo efiere alcuno nero
poeta feltra la felenga di tutte le atjciplÌMe,& fono i poe-
ti coronati di lauro , perche quefa arbore i dedicata ad
.A polline .Ptr.Se non che forfè .Apollo f difdegna ,
eh’ a parlar de futi femprenadiraim làngua mortai pre
foniuofa uegna . Ch‘.Apollo Iqfegma qua giù per terra .
Tergratiatiendetimmortal .Apolb . .Apollo ianeh'oi
uiue’l bel difio. 7<lil bel guardo d' .Apollo. S' io fo fi flato
fitrmo a la fpelùea Là doue .Apollo diuenti propheta. Spi
raoueamoB fetìnel fianco Jlpollo. yediOiunongiùrfa
e'ibiondo .Apollo . Il fighuoidi Lawua.bauea gfànmte
y olte guardato dal baUonfourano (intendendo .Apol-
lo,cioè il Sole .)Da s.O bnndt-dpollo,a [ultimo la-
uoro Fa me deltpo uoler fifattfi uqfii^ Come dim.tda dar
[.Amato .Adoro . Minerua ffira.S'Coliduetml .Apollo;
Et none mufe mi dimolìrag fvrffi .V^on .Apollo entra
nel petto mio , &jj>ira tue Si come quando iU.iJjjjra-
befli De la uagina de le membra fue.So c. .ApolldJcfi
derojòdi preflo tornare nelle btof da della roffeggUnte
aurora . .Apollo col carro della luce [alito ai ì,\.ctidiauo.
terchio . Luminarne il cielo , ^ la terra. A k i .'còn tap
taattention tanto Stupore Con quanto .Aàpbrifb ùide
Ufuo’Pttftore.i-.Apollo. quando pafceua [armento apr
prefjo .Ampbryfo fiume di Thefiaglia .
.Apoltiaei raggi, uedi Sole a 6 li,
T 0 E T l.
Toetì,Toefia,SoggettodAateria,Tetna,Senli,StiU,f'euaiii
direc Ballate,Barztllette,Caax.oni,Carmt,Adetri/:oiM-
die, Compofitioui, ChioJi,Daitogbi,Differate, EUoghe ,
Epigrammi .EpitaphidEpiflole, Efiordio, Fauole, Farfè ,
Frottole , HiHorie , ninni , AUdngaii , 7{pueile. ,7Ìg-
te , Ode , Tarabole , Tifiole, Poemi , Triuiiegif , Proe-
mio, Trofiedlime, Satire, Sejime, S anetti. Stanze, Sira
motti,Storie,Trrzetti,Tragedur,Tefli,yerfi.
Txtare,yerfificare,fauoleggtare, .
C X E t O Apollb
PoetLtof. .Apollinei, Dotti, .Amorofi,IIeiier.tti, .All ffmi, ya
Fauoloft. P t T.Diuini,‘tlobili,Fiorcnga haurij fors hog
■ gidfuo Poeta. .Arbbruiitorioja&iitomphale llonor
<f ImperaJori, e di Poeti, hoc. Et piu pam troucrai ne
le fauole de Poeti, che i ticchi tra loto tbejòri. Otji rutti
Lat.id furor poetico, luu.
Txiare. Lat. poctari. Pìt. Che /io! ornar chi poetando ferì
uè. Oue fi fende poetando, e poggia.
Poeti, dr Dicitori in rima celebrati da noflri Poeti , jtga-
tbone. .Alceo poeta lyrUo. .Amerigo, .Anacrconte, .An-
fclmo,.ArHaldo DanieUo,Beniardo, Brunetto, Buoiugrun ‘■'i
ta da Lucca, CatuUo,Cecilio, Stano, M.Cmo.Dantc, Da-
uidJ>»iùfioSiracufano,Empcdode,Fnnia,F.uripide,Frà
ufihin,GMglielmodiRofigltone,Giraldo, Guido cauaUan
ti, Guido GuiniceUi , Guido Orlandi , Guitton S .Arezzo,
Homero, Orphco,Ouidio,Perfi0, PierT.Aluerma.Tlaiim
to,Properiio,RaimbjUo,SeHnuccio,Simomde,StatioCe-
cdio,T erentio,Thomafo.T ibullod'go.
Agathonc. Lat. .Agatbon, poeta Greco, &Samio, le fen- V l
tenne delquale fono laudate da .Artflyn altro -.Agatho-
neamboratragico,celcbre,&amicodiPlatone. Ì)a k.
Euripide uè nojco; Aiucreonte, SimomdrAgatbone,clr
altri piue Greci Che già di lauro ornar la fronte.
Alcco, Lat. Alce US, Poeta Lyrico, Che come fcriue Quin-
tiliano nel deamo delle oratorie inftautioni meritò il do-
no del Laureopleetro.perqucKoperaaultaquale riprende
^ biafima i tiranni. Fu nel ér breue,^ grande. & dili-
gente,^ molto ad Horatio fimile. ma nei giuochi , & ne
gb amori dijcefe, e fendo cgh piu d ffoFlo alte cole magga
rifFudi .Hityleae.tlr facendone mennone dnoflro P it.
: dice Alceo conobbi adir iamor fi feorto. Fu un'altro
1 Alceo Aihouiefi poeta tragico ,& altri duo scema , «jr
. uno Scriuotetb, Epigrammi,
Amerigo. Lat. \Autcnacs . Duo Rimatori trouodi quefla
nome,[ uno de Belengi dì Bordioui, et un caflello chiamato
SpadaàlqMaleamandamaJonnaGentile una dellegenól
donne di Ottaflognasperlei compoli molti amoruft.ct le^
giadriucfft'i ultimamente forni gb anni fuoi in Catalo-
gaa ! L'altro fu di Piguillan da Toh fa figlio iun merco-
tutite àdrappiulcMÌ ingegno c fendo afiai éffoflo adir
male, pur fenfe alcune colette in laude cFuna contadina,
' Uqualeegbardentanenteamaua , et andando in Calalo^
gua perle fue lodewU eangoui, fu molto coro al Re Al- .
! fimjo, al fine in Lombardia fi fciolfi della una mortale.
‘ -Ondeil P i T. Amerigo, Bernardo ,ygo,&Anfilm9.,
1 E niU'aUri ne nidi ,4 cui la bngua, lancia e jpadafu fem
pre, e feudo ,&• elmo . . .
A nacrco n tc daTeo, Poeta Liric o,come i firmo ne Girti
epigranufiatt in tre cofe fficfigli anni fùotmfinoaUo efltu ' . t >
mo giamo, in Amare fnBactbo,& nelle Mufit amiteli
ardentemente tra le fanciulle Eunpile,(ìrtra fanciulli,
il Samio BathyUo,& il Tbracio Smerdo & Magiflco,iL-
qnale alcuna uolta nomini Magifla. ondeil uer fcrtfi-
fe Marco Tullio,cbe la poifia di lui fu tutta amorofa (j-
cofiilnoflro P UT. due, Alceo conobbi. 1 dirO'amor fi
feorto. Pindaro, Anacrcouii',1 he rimefe Hauta le muh
fbl di amor mporto.Du u. Euripide uènofcosAnacri’óm
te,Simonide , Agatlmne , Satiri pine Gren ; che già di
lauro ornar U fi^ite.Qjucfli ottine il Secolo hce dopo fin
.daro,ttiffe fino ad ouantacsnq; vm/tfitangplato da uno
granello.
Il
Apollo
CIELO
Apollo
patullo j) acino ifiuu pafi* morì, tome ferme Tiuth ,& n.Jn notoria pafii tutti gli altri, & in qatU'artcJun- ■
t'alerà Majiimo . fatodifalfitàuollepiutaSÌi>efiereioitdeiaato,ibecunfef
Anfelmo FJuMeiaf'fertaborgodiUmoges, &ficome’l fare [errore ,& per ulfiegm andò adhabnare a Tan-
padrecamò molto male tcoiid jnodiremafu moltoagra ff,&iiuim finfiem lingua jranceje il Tbeforo Jópradtt-
'Hpadimeao.percbeeffenJofi dato alla golaj& al gnu to .Buono ambo che fu eciellentcmatbematiio,&ucdu
co,& allo jpenderelargamenteÀmenm panerò, onde per u (bora della natinai di Dante, Uprediffe tomi baneua
ptu piacere, per le corti la fua maghe daquale fapena con- ad arrtuare al fommo grado di dottrina . Ma perche fu
^reCrfonaTe,fecomenaHa,periheiaitrononuiueua. maculato del uitio della fodomia D ah. finge trouarlo
Indi appo il Marcbefe Bomfaiiodt Monferrato confegià nello' nfemoaioiie tal uttio fi pnmjce.&éce .fieu noi qui
nnaUhe bene, onde il P tr..Amerigo,Bernxrdo,rgo,& Ser Brunetto {Et quegU;Ofiglmolmionon ti éjpiaccta
Ztn&tmo , Et mil[ altri ne nidi. Se Brunetto Latm un poco teto ritorna inéeiro,tìr lafcta
Arnaldo DameUoVoeta proneirg^e gran maeflroindir andar la traccia, dr quel che fegue ,& piu oltre .Ids di
S amare jiqual col fio dirnuouoO-bello,amborfàbono. men parbndo uommi con Ser Brunetto, & m perpnadi
re alla fua patria. Fu cofiui dun cadilo nominato Bjba. effo Brunetto . siati raccomandato il mio Tbeforo , '^icl-
rac nelyefcouado di Varagos ch i in Trouenv, & di no ^ i uiuo amhara t& piu non cheggio .
biltà di [angue, & di Uttere ornato . amò coflui una gen- Buonagiunta/i* degl'Obtg^om da Iucca, or fu ottimo di,
tiùSima donna à Guafeogna moglie dt Guglielmo di Bo- citare in fonerti, & in con cotti , amico di Dante, tlqual di
mUa,ambor ch'ella fempre al fuoéfioconcraflaffe,& la lui parlando dice, iiueliif&moflrò col dito) iBuona-
celebrò nelle fue rime, per lequaU ottenne fra àatort Tra giunta , Buonagiunta da Lucca.
uixalid primo luogorirejjendooppreffo da pouertàneUa CamWoToetayeronefènanaSermionelfiLi dellagodi -jj
fua uecebiena fcnjfe un’opera morale , con laquale ibi gardaMtiflimo,& edebratifiimo nel tempo fuo , che fu
Jtf di FranM,& tTlnghilterra hebbe affai danari . onde, con luUo Cefare poco innanzi di yirgihojlquale non file.
ilP ir Fra tutti il primo .Arnaldo Daniello Gran mae- giù furare i liioi uer fi interi . mori giouaoe ette non pafia
aroÌamor,cb'abfiiaterraAmhorfahonorcolfuodir ua trent anni, coslui amò Usbia,& di Iti cantò .P ir. .
nono & bello &D AH. 0 fidate éffe,quefii ch'io ti feer. L’altro Tropertio, ibed'amor cantaro fermdameme , &
no Col ditola- additò col dito innanzi) FumigUor fabro. [altro era Catullo. B t m. fe dolce ragionar
delparlar materno, yerfid'amore.&profediromanv CatuUo .
So^ibiò tuttiidr Ufcu dirgli Holti,Cbe quel di Lemosi Cecilio Statio,poeta camico,alcuni thctmopmefu di queila
credoncb’auanziJGuittoneda.Ar^Zp. parte della Calila oue fono gli InfubntalUimenti Mib.
Bernardo CofiManebor che [offe figliuolo di fornaio fu nefi. detto StatiopercbefudinationeStrude. Fu (ami-
' nondimeno di perfona affai belto,& piaeeuoU, & (Cinge- . gUar ^Enmo,& mori l'auuofcguente aib morte di En-
no leggiaJro,& di coflumigemili, amòprima U donai mo ntUa Olimpiade c a. Fu feptiliio nel mme lamcu..
delyefcontciayentidamunodecafUllidiLimogesMu lofinde Dan. Dimrm,dou'iTeremionofiroamict,Ce
^ egli era, &à lei cantò un poco,& perche fu [coper cilio,TUuto,& yarro,ftiifai.
tod fai amore, fu coflrettoa partirfi,&fen’andòalla Cino fu de Sightbaldt chiara famiglb da THflob .ilquale
Duchefia é X:;rmandb allhoragnuaue & amorpfa don fcr^e fiipra il Codicodottipmejbofitiomitìr di digefii gri .
na,lecmlodinon fenxa gutd irdoni [piegò in molte cara» parte e^ofla bfciò,& origine diede alb mirabile dottri-
N. m ‘.marUaiafi poi cofiet col Re .Arrigo d'Inghilterra fe aaà Bartolo , che fu auditor di lui . compofe anche egli
nèuenne a TtAofa al conte Raimondo, appo iLquale hono- tbafeanamente uerfi i amorofo fpirto adorni, ft come leg-
ratamentefi Rette fin ch’egli uiffe . ultimamente dopo la padm diatore in rane ,d- dopo Dante fior) m quefia lui.
mortediluihauendoilmondo in fafUdio ,fi fece fiate. gua ìbutmoà leggiadro mgegno,& nel dire S amorofo
■ptt.,AmeTigo,Bernardo,ygo,&.Anfelmo,Etmil- tir fiume Rde.piu che gU altri primieri ne fuot tempi.
[a Uri ne nidi . ^ P**"” obndn & neri in Faenze nate,& per [al
~ Brunetto Utini fu Fiorentino, maeflro di Dante ,&buo- tre cutadi fparfe guoRauano b Thofeana &é quà , &
unmtdloumuerftleinrnoUcartiliberidi.Scriffedueope é U tutto àandauam in efilù; bande egli fu cacciato t.
re ; La prima in lingua Fiorentina in uerfi , nellaquale fuori deUaoatrb ,ft come Dame , & fuori ne mori , &
tratta de cofiumide gli huonàni , &decaft,&mutatio. però éce iluoRro P e r. Vtangan te rime , anchor pu^
ni della fortuna,& dello Rato bumano.&intitololla The gano i uerfi .Verche’lnoRro amorofo meffer Cmo nauei-
iorefto . Laitra i maggiore,& cbiamolla Tbeforo ferina bmente l'ida noi partito . Ecco Cin da TiRou; Guuton
inlmgùafrancefe,&inprofadiuifititttreLbrtiilpritno d .Arr^. Ma ben ti prego, che b terga [pera Cuittou
i qua fi cronica de tempi ,& delU cofe fatte nel nuouo , & faluti, mefierCino.dr Dame : amò cgb. &lcri[je di Scl-
uecchu) tefiamemo. & de regni de Gentili, de Tropheti , uaggb . Lat. Cynui . B i m. QjieRa fe Cmo poi lodar
degli.ApolloUM'adottionedeUacbKCa,&deUoimpe- Seluaggia.
ruRomano,traffebiaCreàAFrancefi,&Mbmamii. Dante Mhgieri. Lat.Dames.Aligeriiu .‘Poeta ranfimu, 74
.Anchora de gli elemftijui filo delle regiani/letii anima ■& Cuna de tre lumi della uelgar Imgua . fu oUragU aUri
li -HelfecÓdo tratta é-Phtbfophu morale.'Nel tergo de fuoiRuduottimoThiblòpbo.,AmòBicedaluipoiHonti-
fnceui retborici,&fcriue delle amrmmfiratiom dcUe dt nata Beatrice per piu ccceUengaMclbfua una & bude-
tà . Il primo chiamò moneta ufuale. il fecondo pietre pre noli opere mferiubmopernoeffér troppo proli[fo, et per
,i.r. Il nronuridimo. Secondo alcuni aUriinn- chenelprincipiodeilafiiaoperaafiaianipbmiten'ifirU
Apollo CIELO Apollo
Itti Uxce-cmputtndo gli anni iella iiuitnaiiotte di Chri & però di Im parlando il no fin V t J.dicej^olchenoth'»
fio. Se adunane il dì della pafiione nella Jèfla bora pel ter- Marftlia il nome ha dato.Et a Cenoua tolto, dr a Pejlre-
remoto furonorotti gliarchi,dr nelgiomo cbeDante tno Cangiò per miglior patria hahito& fiato ; &D av.
uifitronò, che era k prima bora del fatato fantofaceua folco mi diffe quella gente,/a cui Fu noto il nome mio, &■
M.cclxyLreftachefojfenclM.ccc.perciocbedobbiamo quefiocielo Dime t tmprema fom'io fè é lui.
amgare.xxxiij.cheCbrifioerautuKtOi&unoannopiu, Tnncefchin fòlade gli ^Ihh^drlle cut compofitionitro-
percbe none mefi era fiato neluentreieUamaire.adunm uafi una ballata, che comincia , Ter fuggir nprenfmte,
guearrogandoaimixxxiij.aM.cclxyi, faranno M.cec. Fu amico del fetrarca;drcofiSennuccio del Senno Fio-
f'ilfe annitrì. timori nel M.cccxxi. fecondo cbeappa- retttino^tutudue furonocortcfibumiini,&amorofi:
re a Rauenna , nella Jua frpoltura, & leuanio xxiélri, c però il detto P et. dice Sennucch & Francefchmxbe
reflanoxxxr.drtantoueniuaegliadbaiierenelM.ccc. furfihumani, Com'ogniunuede. Francefcbinnoflro,&
tfuanio finge hauerbauutokuifione,dr però dice tìgl tutta quella fibiera.
tnexpdtl camin di noflra ulta . dr altroue Hier piu oltre G uglieltno, alcuni dicono Guglielmo Cabefìein, che fu un
etnqu bore , che quest otta Mille dugcnto con /effanta
,Anni compier, che qui kuia fu rotta ,P et. Ecco Dan-
te, Beatrice, ecco Seluaggia , Cinda Tifloia. B o c.neU
la uifione amorofa. La donna mi dtffe cojìuii Dame -4lk
gier Fioremino ; llqual con eccellerne fhl fcriffe , Il fom-
mo ben , le pene , & le gran morti Gloria fu delle muje
mentre uiK . Fu un altro Dame da Molano, che comfoji
alcune cofette amorofe. B e m. £ Dame acciocbe^ Bue ho
nornetraggia.
Dauid Poeta , dr Tropheta ; uedi a Tropbeti 414.
Tt Empedocle Poeta egregio,& perfettiJDimo Medico, dr ot-
timo degli oratori , uedi a Medici 4190.
Ennio Taremino,& piu toHodaRudic cafiello di Cala-.
brio boggi detto terra d'Otramo . Fu poeta nel fuo tem-
po di gganhjftmo nome , tomo che Scipione Ufricano lo
fece degno che foffe fipellito, drpoftakfiatua di quel-
lo nel fuo fcpeiUro neUa tèa ./fppia uicino a Ro ; imorno
ad un miglio, ma a ricetto de gli altri poeti, piu tofio
rogo che ornato , non efiendo a fuoi tempi adorni di leg-
giadria . Qjitfto cantò di Scipione ruuido ,ajpro, dr du-,
ro nerjò . dr però dite ilP et. Ennio di/juet cantò ruui-
docarme.
Euripide 7\W4fr4|»fi) ottimo fcrittore inTragediedet-
10 da Euripodinatione bafiifiima ;i»ari kcerato da ca-
ni andando a caccia con -4rcbelao Re,o come alcuni
uoghono dalle donne per Codio che loro portauano per
hauer trouato k fua moglie con uno nJirione.Fu di-
fiepoloà-dnaxagora;&-condifcepolodiSocrate, fumai
to atto a f criuere le cofe tragiche con miferatione Dan.
Euripide u'tnofco , -dnacreome , Shnonide , -.dgatbone,
dr altri pine.
7^ Folchetto fu figlio d’un .Alfonfò ricco mercatante Getto-
ne fe, fu bello,pkeeme , dr liberale .fu dal^dre kfeia-
to ricco, & emendo i alto xt grande fpirito,fi diede atCami
càia, & fcruUù di ualorofi taualieri, onde fu molto hauu
to in pregio dal Re Ricca rdo, dr dal come Ratmondo di To
lofa, mafjietialmeme da Barai di Marfilk fuo fignore, k
CUI doniu detta .Adakgkprtfiegli ad amare , e kudare
nelle fue campo fitioni, benché ella dura foffe , é modo che
ejfendo egli da Genouafta chiamato FoUbetto da Marfi
Ua,dr uenendo a morte k domuxbe egli amaua,dr ceic-
braua,prefe tanto a fdegno k ulta mortale ,&k mobi-
Utàdelmondo; ibe fi fece tofto frate dell'ordine di Cifial,
con duo fuoi figliuoli . altri dicono cibate di Torinello, dr
fecondo alcuni fu refeouo di Marfilia finalmente , &
. taccionnemoUiberctitidirixxandoi fiioipcnfierialuero
tt ottimo fine jct k moglieredel medefimo ordine monaca.
gema buomo di Rofigiion , tra Catalogna , & llgrboMa,
innamorato delia maghe di Raimbaldo daCaHet Rofu
glion , del cui amore meruò per lo ualore deU' animo , &
per uirtu del fuo ingegno godere ; lidie uenuto in notiiia
al marito di lei per le cannoni che egh in kudark faceua,.
fu cagione che egh un di con fuoi feruiton armato aftu-
dio ntrouando lui Jifarmato,& da pochi aciompaguato,
Cuccife , & cauogti il cuor del petto , dr fattone fare un
mamearetto troppo buono: alta fua donna il diede a manu
giare, kquale baueiidolo commendato , dr imefo quello,
ch'igliera ,diliberòdinoupiu mangiare altra uiuanda.
Et tofio correndo egli alla ^ada per ueciderk, ella fi git-
tò dal balcone, fi che fubuo pofefine alk fua uàa.Óueflo
miferabil cafo fu tofio fbarlò dalla fama per li par fi intor»
no. dr portato all'orecchà del Red' -dragon, dquale ejfen.
do di quel paefe ftgnore uenne a Rofiglione, dr dannato in
prigione Raimbaldo/iue egh alfine morì, fece fiiiaiure tut
ti i caflelii di lui, &i duo mfeha amanti honereuoiuunte
donanti aita chieft maggiore in Terpignano mfieme m
un medefimo marmo fepellire. Et ordinò ch'ogni anno i
eanaheri,dr le donne di quel contado a far toro andaffero
l'annuale. Ma U Boccaccio,cbe nella quarta giornata rac
toma la Infiont in forma di T^ouelk , l'amame chiama
Guglielmo Cuardafiagno , dr d manto Guglielmo Rofi-
glioneduo cauaiteri, coideglidice.prouenzali affai «a/oi
rofi,&cbiari,dr Signori di cafìeUa;dr in Trouenga nel
cafioUodolle donne dice lei, & il fuo amarne effere fiato da
quei delk contrada poRi in una medefimo jipoltura con
nerfi 1 nomi loro,& li capi fignificami.dr ilP et. Et quel
Gughelmo, Che per ramar ha't fior defilai iD fermo.
Guido caualcanti dotto ne gli Rudi di Toefia , ma piu in
tpiehi di Tbilafophia. ty Guido Cumicelh da Bologna bui
diiàore m rima, dr un Guido Qrlàdifiilqual fi legge una
rifpoRa a Dame da Maiano. P e t. Ecco i duo Guidixhe
gtdfur in pretino, intendendo de gh due primi.
Guitton Lat.yittomuibuono compofitcre in
rmaplqual fi pàfaua di dir meglio di Dame^t di meffer
CinOida quali fu auangato : & però di luiparkndo il no-
flroV ET. dice. Ecco Dame teatri ce, ecco Setuaggk, Ec
tocinda Tifiok; Guitton it .Areg!^, Che di non effer pri
mo par cb'àa haggfa . & altroue. Ma ben ti prego chea
k ten^ fpera Gmtton falmipneffer Onoro- Dante;Fraa
cefebin noRrox tmta t altra fchtera. D an. 0 frate if-
fa uegg'hfiifi'egh il nodo, Che’l 'Hstaiox Guatane re me
ràenne Di qua dal dolce ftd nono cb'i odo. Quefio Gua-
tane fu fiate.
Giraldo Trouematlmeme Cerault dtSemeil ,fu da limo-
gei
Apollo C I E L' O' Apollo i»
. get u!U'do,& tHfhor che fi trona0e iuta in ofcuro , molte jKjmifeP.o'quai (ofieU ftafxtrii, percioche altri
hnmiihiago^iiMmenOifi perla linàio delle polite let~ iitono Smirna, alluni Colophone ,ulichie,& alanà.
treji mafiimamlte per U uirtù della naturai nem, cbia lAtbcne . Similmente i controuerfia tra gli firittori in
ro dinenne , & i inalbò ; falena egli per le corti menare che tempo nafte fie . HeroJoto nuote centoquaranta anni
feto due ,ihe cantafiero le fnenmt ,& quanto gnada-^ dopo la JeflrutttonediTroia.Eratofiene cento iThiloio-
gnauaalthe non c ra poco,tutto a poneri /noi parenti^ ro cento ottanta.^poUodoro ^theniefe dueento quaran
alia chiefa della patria donaua . P e t. £’/ uecebio Tier ta . Cofiui adunque fu prmctpe delia Greca Eloquemia i
d^lnemia co Giraldo. Ha fatto fimilmente mejSer Gw onde dice Dan. Quegli i Homeio poeta fourano . Cofta
uan ballilla Giraldi Cintbio cittadino noHro nobiliffimo ro,& Terfto : & altri afiai Rijjiofe il Duca mio(j.f'irg.)
di Ferrara anojiri tempi afiai chiaro qneQo nome di Siam con quel Greco ( lioìHumero) Chele mufe lat-
Giraldo, Vero che egli neli’bonorato collegio de tar pm ch'altro mai.zT^ft. Se rirgilto , & Homenr
tAedici,& di Thilofophi i flato honorcuolmente menu- bauefien uiflo Siuel fot . Che d Home ro dtgnifiima &
^ IO, dr egli pera, anni continui ha ietto puh. Tbilofophia cfOrpheo.
nella fua natia città^gli in quello fiore della f uà gioueu- Lucano .M..Ajtneo lucana fnnepotedi Seneca Tbilofo-
tù fibre le tangpm,& fòaetli,& nouelle fne, tale fii ho- pbo nato di ./Ittiiio Lucano fuo figliuolo , fu da Corduba
rafeoperto nelle Tragedie da lui compofie, che già fi leg cittàdi Spagna,&diuua , à-écofìianifimiljaU'.Auo-
gono con bonorato grido, che forfè non minore chiare^ lo,& tanto amatore della ùbertà,ibediucnti uno de com
' %a,& pudore ha bauulo iuiiòla lingua uolgare da Im, pagni di Tifone contro a 1<lnone : onde damato a morte
thè fi bauefien da gli antichi Tragici,& la Greca jó- la fi fece tagliar le uene,& mori l’ultimo giorno d'aprile ,
' Latina; Hellaqual Latina lingua ù ne uerfi, come ru He nel uigefimofltthno anno della fuauua, a nel terranno
prof e fi italo eletto fuccefiore ad infègnarla con pubbeo della ducenti fima decima Olimpiadi , & nel fcfìagefimo
tiipééo a quel felicìfiimo^rto di M. Celio Calcagnino, auinioannodi Cbnflo.ScrifieSalumalia Syluarmn b-- 1
a tal confemimito di tutti i dotiifihe fi punte ficuramite bros x.Mcdeam , Orpheum , & TbarfàUam dotte fona le
érefihe ne M. Cebo era degno di meno bonorato fuccef- gutrre ciuib tra Cefarefifr Tompeo. Dan. Quegli i Ho
fiore, ne egb degno di (uccedere ad huomo dimeno celebre, mero poeta fourano ; L’altro è Oratio fatiro , che uicuc :
^gloriofónome.Etuott meno i Hata di ornaméto a que Ouidio il tergo, &l ubimo Lucano .
fio nome della medefima patria, &cogm>me Ubo Grego Orpheo, il Tbracio che amò Eunice .uedi agi. 8o
fio Giraldo huomo celeberrimo, ór dowflimo,come per Ouidio nacque a Sulmona nel tergo amto della centefima
Papere che bacópofioi marafeflo al mòdo, uedi a i j 1 8. ottagefima fefla Obmpiadejiuomo fi atto ad ogm genera
^ ^8 }ioi^TO. Utt. Homerus poetarumpnnceps. figlio i Ma uoneiToema.&italmgegno .che fenonhauefiefug
' rone,& i Omtthone : Ubri affermano fihe mtafigbuo- gto la fianca dello eimarefi nefiuno era infcriort . fn nel
lai MenabpochiamataChiweidageneròHomero,ne fiu>dirlaficino.amò&celebròCorima.Morìntb‘ifòlai
ùpea chi fi fofie il padre, & partoriilo in Smime appref Toto.done da Ottamano era filato rilegalo. P et. L'un era
Ual fiume Melata ,& per quello lo chiamò Melefogenoi OmioJ.' altro era TibuUo,L’abro Tropcrtio, che d'amor
nodrito con fomma pouertà.Dapoi per lo fino mirabile in- cantaro Fernidamcme. dr D a n . Omdio d tergo, órl’ul
regno fn adollatodanno maefiro é GrammalicaMfat timo lucano . Taccia i Cadmo , & d',^retnjà Outìu) .
IO adubo , & iuennto dotto ; andò cercando la maggior Beh. Di Lesbia e i Corinna tl Snlmoneli .
parte delie altd i Grecia : & finalménte in Colophone Perfio Toeia Satirico fu y aberrano, del cui ingegno le fue Si
‘ ^uenlòcieco.a' per quello fu chiamato Homero;^rcl)e Satire,benche poche, àmofilrano mamfieSiofe^. onde
i Colophon! cbiamano i cttihi Uomeri . Tornò adunque Dan. Tarlante yirgilia: Co{ioro,&Ttrfio,&io, &.
inSm^na,&quiniefiìercitòrarteToeticafiiellaqualefu altri afiai. mori ne primi anni delia fina gionentn, &pur
fi eccellente, che per anebora nefinno [ha fupemlo ; acqiailò fama immortale .
d'aUunofe rum da ytrgibo i ilato etpàpcrato.Fu coHret Pier flT Mluemiaplquale ben che fofie contadino del nefiioua
^ to da ponertà andar cantando I fuoiner fi per preggo,& dodiCbiaramontefimrfiud’ingegno,órdidottriaapieno, '• • ^
ikIU regione dt Tboeida fi pattuì con un ttrto Tefiort- ér bello in uijla,&gratiofo , & m cantare U migbore de ^ 3
de;cbc dàndagU d mtto , e’iueflito gU attribuifie , tutti* jii Oltramontani. Ma tanto piaeeua a jeflefio; che diffra
uerfitbefaceua.MadopoaUuntempoTefioridefinan giaua Papere altrui ^yi/ie Lungo tempo ,& alPcfìnvio
dòmrifoladiChto,&quiui tecbauainerfi dHomera fialtapemtengafimorì,btfctaadodijébuoiiaopimoiiem
per fuoi . finabneme uolendo andare a Sano in Mtbene terra. V et. e l uetebia Tier d'Mbirrma con Giraldo . '•
gbfu propofie uno enimmaadefi nu detto ofcuro, ilquabi Flauto Tocia i amico, fu anco dato Marco Mao fu Sym
non potendo egb rifòluere di dolore fi morì .Lo emmma bna,&deUacittàdiSarfinatamopoueTO,ebeperpreg^
fu,cbe domandando Hanuro a eertipef<atori,Ohuomuù gpuoìgealamacinadelpiflrtno FuneWobmpiaJe.c.xlr.
d[ Mrcadiababhiamonotprefii alcuna cofat^inffofèro, D a m. D!mmi,dok'iTercntionoflroainico,Cecdio,Tlau
Quetlifbenoibabbiamoprefò,noiljfciamo;órportian- lo,g^yarro,
tenequeUi.cberumbabbiamoprefo. Homerointefedepe KaimbaSdo. DueRamibaldifinoitoideqn^luno fn Si- 8»
fci,& però noi feppe rifòluere. & loro tntendeuano de pi- gnor i Mruegna di Cortefo», &■ d’abre caflella ualorofò
doubl,c’baHeanoadofso,Ma in nero non par quella a eauabere,crleg^drocompofiioreamòjjielialmcntema
tanto hnomo conueniente morte ; perche piu lofio confen donna Maria y erde fogha gentildonna Tronenzale , CT
to ad Herodoto padre delle Hifiorie greche, ilqnal ferine per fama smnamorò della contrfia d'yrgUi fighnala dei
lui efierc morto opprefio dalia nbim* uecibiegj^ . He i marchefe df Bnfiar&fn lókardajequabamdne celebra
Apollo
fuUt fiée rime,t!r da loro ne fu amato. L’altro Jtaimbatdo
altramente nominato Tanops,fu un fumerò caualiero.ne
molto faggio da f'actbieres : datofi a dire in rima . uiffe
gran tempo bonoratamante prejfo al Principe <l.Arue~
gna^i uenuto a Monferrato in corte del Marcheji Boni-
facio fine uijfe motti anm, & amò & cantò madonna Bea
trtee forella del Marcbefe,^ donna d'^rngo del Carret-
to. onde il P ET. dice. Che cantò per Beatrice in Monfer»
rato fbenebe alcttm teShbabbiano net numero del piu;
ebe cantar per Beatrice in Monferrato-, licbe non t affer-
ma; perche non fi ià altro Raimbaidoeffere mai uenuto
al Marchefe di Monferrato. T et. I dico Pun & Paltro
Raimbaldo;Cbe cantò per Beatrice in Monferrato.
Sj . Sennuccio del fenno Fiorentino, amico del P s x. fu éci-
tore PI rima in que tempi & innamorato ; & pm fonetti
glifcrijfeiinojlro P et. quali fono ,ScimHccto 1' uo ebe
fappiinqualmanieraTraitato fona. Quidouemeo^pfin
Sennuccio mio. Senimccio mio benebe doghofo,e fola
M’habbi lafciato. Tiecofi belio il fòlgiamaiUuarf ,&
nel fine. Setmuccio'l uidiér nel inonphoiiij. et amore Sen-
nucciotdr Fraiuefcbin,cbe fur fi bumani.
Simonidc. poeta delt'ifola Cca ,fuinuentorede luoghi,^
delle maginiapparttnenti alla memoria artificiale . Ha-
nea cofiut feruti himu in bonore di Scopa buomo potentif-
fimo,& riccbifftmoinTbelfaglia;'ìd£ quali baueauuer-
pofle molte lode di ToUuce ,& di Caftore figliuob di Clo-
ne chiamati Diofeuri ; & recitagli in un conuito , atquale
Scopa banca comùtati molti; & dopo i uerfi recitati dtffe
a SimonidejcbegU darebbe la meti del premio che meri-
taua pe uerfi , & Paltra meta doueffe domandare a Dri-
feuri ; i quali parimente baueua lodato . Confeni) Simonia
de, &eoco dopo uennero duo giouani uifiitia bianco ; Et
per coja dtmportanxa fecero chiamare fuori di capi SU
monide,&fia>ito,cbe fuufcùocadde tacafa,Crigiouaià
^arirono ; perche fu giudicato, che quelli fiqfine fiati i
Omfeuri per camparlo di quella rouina, douegli altri peri
rono;ma egli ritornato a uedere il luogo riconobbe i mor-
ti fbianunte conlamemorianominaudogliper nome , tir
cofi ritrouò Parte mediante i luoghi ordinati,et di qui beh
he principio la memoria locale, morì in efirema uecebie^
zagidprefso a cent'anni. Dan. Euripide ui nofio M-
nacreonte,Simomde, Mgalhone,a- altri pine Greci,cbe
di lauro ornar la fronte.
Sudo Cecilie atedi di fofra a Cecilio al fico luogo.
84 Tcrentio fu Cartbagmefe,& prtfo in guerra diuenne
febiauojt!!- a Roma jeruì a Terentio Lucano Senatore,»
per lo ingegno fuo eccellente fu nudrito come Ubero, ir
diuenne dotto.Scrifte feicomedie. fu amico a Scipione,
tra Lelio;& Damechiamaua Terentio amicofuo,&
di rirgiUo,ptrchei poeti, che furono dopo Terentio beb-
iero piu famigliare Terentio, che gli altri antichi ;tr
imita Cicerone , tlquale per quefla medefima ragione
ebiama Terentio fuo famigliare, & CeciÙo Slatto, on-
de Da n. Dimmi dou'è Terentio noflro amico, fn comi-
co Toeta candidifi. & come i piu nogUonò mori in mare
perielilato, fn antbo detto TubUo.
Thonufo fu da Mefi'ma, & fingularìfiimo amico del Te
frana fludià in Bologna , <<r come dùnoflra il Tetrarca
nelle fùe Epifiole famiglia ri ,fn uinto da pafiion d'amo-
rt,(crleqnàli fumiamo fqfieftancofiraioa fenuae al
CIELO Apollo
cuneeofette. EtdapiugemirbuommidaMe/ìina hoitu
tefo , che lafciò fermo in F'erfi heroicHatmamt nte mt
gran uolumc. morì a Mefìina . onde il noflro P e r. nella
lix. Epiflola delle famigUari. Tali Thomam mcum,fa-
teor mori uolui, nec potui,fi>craui,féd etufiu fum .&■ ne
fuoi uerfi uolgari. Et poi conuien , che't mio dolor difiin-
gua; yolfimi a nofin, & uidi'l buon Thomafio , Ch'orni
Bologna,&horMtpina impingua. O fugacedolcex^,
0 uiuer laflo; Chi mi t'ha tolto fi toHo dinanzi. Senza U
qual non fapea mauer un pafSo. & quel che feguiia.
Tibullo Jllhio poeta primaionelle elegie fucaualier Ro-
mano, nato m un mtdefimo di con Ouidio , ma molto in-
nanzi mono, tome colui jche appena era anchora gioua-
ne; celebrò due fue innamorate T{anefia& Tlama ,quan
tunque lei dinominafie Delia ,fi cornei finito nelle fùe
elegie. P e x. L un era Ouidio d'altro era TibuUo,L' altro
Tropertio, che d'amor cantaro Feruidamente. Beu.
yno a cui Tatria fu que fio paefe .
y^o, tome dicono daTennaduncafieUochumato Mam-
me fiat poHonel Genouefe piu nominato per hauere ben
cantato le Canzoni akrm,cbeper hauerne compoììo ; poi
c'hebbe giocando confilmato quanto bauea, in TrouenzA
fi n'andò a torre doniia,cT a finir la una. P e x. Mmeru
go, Bernardo p'goj&- Mnfelmo.
Virgilio f Tubilo yirgilio Marone nacque nel xuj. di d’Ot- 8 S
tobre,neli'anno che Tompeo magno,& Marco Craffofù-
ron Confiti, negli anni del mondo cinquemila cento tren-
ta uno,& nel fecondo armo della centefima feptuagefima
fittóna olimpiade, eSr anm fiffmtaotto auanti la natiuiti
di CbrifioiSonoadunq; anni M.cc. Ixxxyi. mquefioanno
della falute M. D. xlim. nacque nei tornado Ji Mantoua
in una uilla detta MlrnU. il padre fu chiamato Marone^U
madre Maia. Sognò la madre la notte innanzi il pano,
tbepartorina un ramo di Lauro.& ijuello piantato in bre
MT crtfieua, & fatto grande Atarq pomi, & frutti produ.,
tetta. Studiò in Cremona, & a Melano, prefe la toga uiri-
It quelmedefitmogiomo,tbe LucretioToeta mori. Stu-
diòanchora a 'Hgpoli,& diuenne inmedicina,/^ in tut
te lemathematicbe ecceUentifiimo .poi uenuto a Roma
diuenne amiiiffimo di Mecenate, fua imercefjiona
uenne neUamicitia di Cefare .AuguSìo. apprefio il-
quale fu di tanta autorità; che imparò cM a tutti i
Mantouam fidino rifiituitelepofiefiioni , lequab tutte
prima l'imperadore bauea tolteé^diuifia funi fòldati.
Molto proii/lo farebbe riferire leuarie dottrinerà la firn
ma eloquhiadiquefio Toeta.'He può pfna andare pref,
fi al uoiereine lo nchiede il luogo,ct la cofa per fi ad ogni
detto i maiiifefla.Ma eÓiludo f molte manifehipime ra
gùmircbe nò cede ad Hom. ilqualefu il primo Toeta tra
Grecite però due Dan rnperfonadteffoyirgibo.Tiacqui
fub luho , anebor ebefuffe tardi , Et utfii a Roma fatto'l
buon .AuguHo Al tempo deliDafalfi&bugiardt;Toe
la fui & cauta é quelgtufio figlimi Ì Ambile abe Hen-
ne da Troia, Voi cbc’lfuperbollion fucombuFlotcirpiu
oltre rifondendo. Dan. Hor fei tu quel yirgiliojet^l
la fonte ; Che fpande di parlar fi largo fiume i Rfofi al-
Ihor eoa uergogu‘>f<tfi«>>tc • 0 degli aitn l'oca bonor ^
lume & quello ebefiguita . & uT et. Se yergilio , &
H omero haueflin utflo Qjiet fole . A man a man con lui
caniàdogma II Mantouanabe di par fico gioflraJ-’irgie
li»
f
IJ
Apollo CIELO Apollo
bfMidi , pirmi intorno hjueffe Campigni i 'alto inge- D a it.Qiiefi' ffùm fi gorgo%Uon ne la firoxx? •
gno,& da troHnllo .cmè mnamorati.&- yirgiho hanen- Parabola. Hai fimilitHàne. B oc. Intendo éraccon-
do fcntto t pafiorali amori ; oue i per Coridone mnamora tare cento nonelUfi fauole^ Tarabole^ hijlorie.
toi^lejjìde,& per Titiroprefodelt amore d'.Amartllim Fauola. Lat. fabula. P it.Mabenueggi’horficomralpo gS
daintejèrolui;'hlrperòio faprà affermare qual egba- poltHtto Fauola fui gran tempo, lania Fauola breucè
> “He tului che ferine la fua ulta [afferma . ueit a già compita T ra quejìi Fauolofi gr uam amori.Lat.iom-
Varrone a yjSatl luogo fuo. mentici. B o cSauola Lunga Ordinatamente Compajia.
t6 Soggetto & l'ubictto.Latijnateria. Tn. Soggetto .Alto. Fanale Belle. Marauigltofe.Fauolofe Dimoflrationi .
T'(j fai idolo un nome l'ano fenga foggetto. Cbe’n un Sog Fauoleggutre . Lat fabiUari. Par. Quél fauoleggiar £ a»
gettoogni Jlella cofferfi. Etcbiéuoi ragiona Tiendel mor f le notti. B o c.Cofieliatralefeminedimefiuoleg
Soggetto un bahito gentile. Subietto inme Calliope, ó" gtaua.La..
Euterpe . Frottola. Lat.cantio.nis, cantilena, uel carmen,aut thalaf
Thema, f'o.Lat.ualprincipiodiparlare,&pofitioneofog~ fionis.fiuefefienmniuerJiis.i.uerfidinozgeailafcim.SAS.
gettodPn. Maper ni Jeguirpiu fi lungoTbema.B oc. .A cautarurrft fi leggiadri & Frottole .
DttrouarTbemada rannate. LoTbema dato dalBjt HiftorÌ3.Z4t. P e x. HilionaCraca.Lnnga.Ma pur quan
piacque alla beta brigata.!) A s. Ma chi penjaffeilpon to[ éiifioriarrouofcntta . Et fanno HiHoriaqne pochi,
derofo Thema . ch’a'ntefi . degna Di poema ihianpimo ,& a Hijloria .
Stile. Lat. Stylui dicendi. P e x. Stile, & Stil .Amorof».Ul B oc. La Hiboria precedente. Hiflorie .Antiche Racion
lo, Dolce, Omato,Legffodro,.Antico, Canuto,GraueAla- tatala Hijioria Conparole molte tutta la Hilìoria narrò.
ro,Tietofo,l'ano, l'Iato J4utato[Rimeffo,.Affro, Doloro Hiftorici celebrati da nojiri Vueti.Tlinio, Salujlio, Tito Li
foJ)ebiÌe,Frale,Stanto. De Moderni .&[unHilcon [al uio,Tbutidide.
tromiHo.LeuociinnumeropiuffeffoanStilpiurare.Che Plinio F'eronefefcrifie le hiflorie Romane dal principiodi 19
mgegno 0 Sul non fia mai che'l deji rtua.Ch'aggiunger noi Roma infino a tempi fuoi,& de oaturab HiHorta; uedi fot
po Stil,ne’ilgegm humano. 0n£ tono col penfier cangian» toM inerua la fua bifioria 4181.
doStileàuflparlar.chenuUoStilagguaglia.CheStileol- Tbnionepotedelfoprafcritto,fcrijSela Hijloria deimondo
tra [ingegno non fi fiende.'He col mio Sti[ il Juo bel uifo in lujtno a tempi fuoiaieàlafua bili uria al fopr adetto luogo
camoA.elodtmainonitallra,etpropriejke,CbealeifHr, a i8t .
comefielle in cielo ffarte Tur ardifeo ombreggiar hor SiluRio.CrifpoSal.fuprefiante°nocittadinoRo.huo
unaJìoedue.B o c. uedi [indiceJsuiB.DatealoStil che mo dottiJ3imo,& cLariJfimo hiJlorùo.La cui dottrina ,elem
nacque de miei darmi. gamia , ir deftentà del dire afitiibtarofi può uedere per
Materia. Lat. & argumentum , & ret. P i x. Materia da le opere fue [critte della congiuratiime & exitio di CatiU-
cotburni,& non da focthLFuron Materia a fi puffo difde na,& della guerra di lugurta, come ferme in fua cornmen
pn. B o c. Fiera materia da ragionare. Umpia Materia datume Qjiintibano quefle parole. .At non hijloria cefie-
accio-, che m'è ffatopropoffo.Materia Bella. Dogbola lieta. rit patti ; necopponcrcThuadidi Salluffiumuerear.
Senfo . Lat. Dan. Qmffeparole ditolore ojeuro ytiio oltreaquejlo per uniuerfal contlufione de gli antichi &
/f riffe al fommo d'una porta Terch'i ; maejìro d Senjò lor moderni fcrittori i dato a Saluffio meritamente il primo
m’i dura.i.fentenga . luogo di tutti queUi.c hanno fcritto hilioria . Scrifie mol-
87 Vena, di dire. Lat.ueua;modus,&ffjlus dicendi. Ptt.Sec te degne fentemiej& ueramentefugran lumeRofferha-
' Cai la yena de [ufato ingegno. Lalungauita,&lafua, nere fcntto tutta la bifloriaRo. Computando Cicerone
Larga yena D’ingegno pofein accordar la parti . Et hor ilprimoj'arone il fetondo.Salufho il tergp.T e x. Crijpo
nouellamentein ogni yena Intrò di lei.& per la uena del Saluffio ; & (èco a mano a mano y no, che gli hebbe inui-
fangueuediaigxcc.&perquelladlacquaa io«i. dta, &uiJe’l torto: Cioè il granTitoLiuioTadoano.
Canzone. Lat.cantit,&cantileta.PsT. Canzontuue- TitoLiuio Tadouano fu chiamato aureo pelago £ctoquen po
drà Italia . Cangpnei’t'ammoHÌfco. Chi ffiajle Cannone. tia.Scrffle libri cxLdiffintt in xiiii. Jeihe delle hiHorieRo
Opouerellamia tome fei Roga. Ti^ta di notte. Tfl^taiH mane.incommciandodalprinapiodiBpjnffnoaltempodi
fue^o i bofebi uederai un caualier . B o c. Canzoni ya- Cefare .Augujlo, onero di Ouaxiwo, & l'ultima guerra,
ghe , Liete , Disbonefìe. Canzonette belle. Leggiadre. La cheferiueè quella à Drufi cantra Germani fempre emu-
CanzondiJanlo .AleJìio.Ciancione inuece di Cangonijie landò Saluffio, perciochc da inuictia mojlo fi diede£Jcn
di4 1 J95 BtriB.CangpnqiàuedounTempio. uere le hijlorie Ro. onde Seneca, làuiustam intquuiSa-
Cantilcna. Lat. Cantio,canlus. D a u.Rifpofe aladiuiiut luHiofuit.nthancipfamfcntentiam&tanquamiraniU
Cantilena. T. Ma cauti fi una dolce Cantilena In laude de tam,& corruptam dum transfertur obijcen t Salluffio ;
la ulta paliorale . necbocamore7hutididisfecu,utillumpraferatjaudat.
& Farfetta. Lat..Acromata ; èfeliiuarecitatione. Mori Tito LimoaTadoatliiif.anno éTiberh Cefare di
dr narramne giocofa A r i . Con tomiamenti,Terfonag età d'anni circa Ix.xxJLa cuifipoltura al di d" hoggi i ma-
jri,e Farfe. nifeHa m TadouaArperò dice il nollroPtr.Crifpo Sala
Ballata. Lat. caniilena,cantio.è certa cannone, che fi cama ffioj&feco a mano amano yno, che gli hebbe inuidia,tà‘
a balli. B o c. Ballata mia 1 alcuno non tappata , io non uide’l torto,C ioè il pan Tito Liuh Tadouano .
mi curo. .A fare delle Canxonij& delle Badiate. Etmu ThuódidecittadinoMtbemtfepielfuBffitetraGreciotten
Ballatettafi due furono cantate. «■ H P'iuio luop . S crifleegti la guerra Tcloponnrfiaca.
naaodipecqmLat.iembymnutiuaUcnmo,<tude chebberogbMbtmfi coni Lacedemoni, & con quelli
Apollo C 1 E L ' O Apollo
di Velopomrfa coiKmcunlo di i tempi di "Pericle quando turft. Che comprender noi po Trofi,ne uerfo. Bb c. U~
ThueiMie ijiejjo fu iiicftlt» ,n:llaquaie hiSìoria egUben qHaltmmeUeinFiorenlinuolgaTe,& inTrojaijirUteper ,
dishngue dijhntamenie le opere leggiadre, &i fatti glo- mefano. Bem. leprofe.
. ■riojìdiciafiunutinqHaltempOi&inqualluogofurono, yerCo.Lit.carmcn,&nietrum.eTuirfaorjtio,Crcarmi-
cr di chefanguediquetU,&di quejiapartequalcampo nalis. F'crfi ^Arguto, mfonjiite,Terfo,Or>uu, Uggii-
s’ingrajia ,& certo i greci non bimio piu uero Hiflorico di dro. Corrente^ ottinte,Ttcno,3afio, Touem Faljò. Vhe-
hà.ondc Cicerone , Tbuiididi imuarc oplime fi bifioriam monoe figbuoli di "Pbebo fu la primi,che riirouó il uer-
fcrtbere : non fi caufis dicere cogitas.Thucidides cnim re- fo beroico. P E T. quanti l'or fi Ho gii fparti al mio tem-
rmn gejlarum pronunciator ffiicerus dr grandi! f Hit. & po;e’n quòte note Ho rìprouato buimbar quell'alma. Lt-
QjimtiUatto.Thucididei dulcn,iir candidus.^ altri auto» grimandouà' cantando i nodiri f'erfi. Tiu uolte incomui-
rijCri/noBroP E r.Thucidideuid'io ,chebendijlmgue cui a fcriuer f'eifi;Malipenna,&la mano,tà-l'intel~.
1 tempu i luoghi, & loro opre leggiadre. Et di qual fan- letto Rimajir uinti nel primier ajfalto.So ben,cbe a uoler
gue qual campo s'impingue . chiuder in Ferfi Sue laudi fora fianco Chi pm degna la
ìioui:\\ì.Lat.fabulaiialfauolaJ>ifioria,parLire,o nuntio. manoaferiuerporfe. E iftauifo^ir,e'ldokefiile,Cb'i
P E T . "Houetla ^lla.Fre fiche nouelle. che h'abntio Si fiac folea rifinir in l'or fi e’n rime. Et quel cantato m F"erfi
eia lieto udendo la noueUa . il' agghiaccio dentro in gmfa -Achille. Bo c.lnunimedefiima fepoltnrafurpofli;c}~
d'huom,ch'aficolea'hloueUa,cheéfiubito l'accora. Io pur fopraefia fcritnyerfi lignificanti. Senga, chele donne
af colto, & non odo "fiouella De la dolce & amata mia ne mi furono cagione ad aiutar m i a camp nere nulle yer 2
tnica.yago dt udir Tipuelle olirà mi mifi. B o c. "Upuella fi. Fu oltre ad ogni altro graniijjimo y erfificatore.
BeUa,Tiaceuole,Trecedente,ContataMaccontata,1<lar- yerfiificare i proprio far uerfi;mai da notare,cbeyerlificA
rata, Lunga ^n troppo Lunga. Cento 'F{puelle,Trime^u tori no è uocabolo Ciceroniano, ne y erjifiiatori fi chiama
ture,Lietet& -Attrattine a concupificcnga. & per lo nun no poeti ; perche yerfiificatori quafi a piu miti di nome fi
tio.Latamntium,"Hpuelle Lietediuone,'Huoue, Care,T ri tolgono dalla fichiera poetica;& fino quetlinhe Crea chi* •.
fle,RÌe. Dan. "Perche nofira "hlquella fi riflette . mano tji» rmeiodefl epopeiàdefifiut ita dtcam)HCijifica»
'ìfoHeUare per dir nouelle s. -A Dioneo refiaua danouella- tores. Bo c. Et qui fiudiandoioperaiido uerfificando-
■ re.iqpueltando,quefia calda parte del giorno trapaffare- effercuare lo ingegno. L n.
nto.Cbe tutti baucano nouellato . Citme. Lat.carmen,&'metrum.'P% t. Ennio di quel can
tioti.Lat.uerbuin,Signum,Scriptura.meloi,cantusJ]armo tò ruuido carme. Aei. Scriue neluerde ceppombreue,
ma,& lignifica accento, parotaja noce, perche fa noto co Carme.
lui che parla. P e T. Tiote amorofie,Soaui,"Pietofc, Qjtie Metro. Lat. & Gre. & Snota uerfo tir mifiura. Boc.Lefue
te,Scorte,CofirutteKAlpefiri,Siuante,Qjielle,Mie,Sue, beilct^e Sgne d'tgnicanto "Hpnpoftonrfier louhecol t
Lor.Con tante Tlgte fiptetofie & forte. B o c. Sonando mio Metro. A m. Dan. Et uede , che s’accorda Con
aggiunga belle parole con gratiofi uerfo alla fuaTqpta. efio, come nota confuo Metro, Giaera (^conpaurail
-A u.Conpiaceuolejqpta,etlbaue cantando commnòque- metto in Metro. ) Tatti era ini lo'ncendio finga Metro.!,
fìi uerfii. .A u.Cli uccelli dolci (Jr naoue "Fiate aggiungem fienga mifiia-a. Ari. Sol la Citala confuodoUe Metro*. »
do.D f. K.qualiSonlrnue'tloteate,chettonl'iateiuli. cantOjOgiido.
Et ueìe che t' accorda Conefo , come "Hqtacon fitornem ’Rjan.lat.rythmus.i la definetttia,& fine del uerfo, che
tro.&'HotaperlopeccatOMediajpp. coitunallra l'accordas detta* rimando per la ddigruga^
Chiofe.glofla.Lat.glofiamenta.ualinterpretatiom.DuK. ^eonfidcratione delle rime concorS, (mero da^^yof^
"Poi giunfe ; figlio quefte fon le Cbiofe Di quel cheti fu che ual numero,cioi confinanga.onde numerofi pout,c he
detto . firuano nel parlare i fuoi numeri con acconcio,& teggia-
Chiofar.La.imerpretari*:xponere,explicare,expUmcre,glo drofuanodlqualnumcroèiltcmpo,theaUefiUabeli dafi
fare.D A ti. Serbato a cbiopir con altro teflo. lungo, obreiie,peroperadellelrttere,cbefannolefiJlabe, j
Pocma.iat.P e t. bendegneS Toema tbiarifiimoAÌreChi ^ per gli atcentiiaie fi danno alle parole non filamca
floria. Dan. Semai continga cbe’l Toema fiacro Mlqual tefonodettiipoeunumerofi; ma i profatori,piomeap-,
hopoflomanoA^cielo,eirierra,&Terficoretunadelle frefloiLatim fiSct*imnerofaoratio.OndcilT b x.S-
mufefi pritga neiVoemi. ce. Che non curò giamai Rimeneuerfi,perlerime uiiole
Vroemto AlpirSo. uedi a i6op. huendereuerfiuolgari,^ per uerfii Latini; perciò, che,
Pnniicgto.Lat.&diplonuAìt.P ET. Chequefìoèprimle- noi Sciamo i uerfi uotgari rime Aome ti mede fimo Pet.
già de gli amanti. B oc. Spetial priuilegio. ITriuilegt yoÌAh'aficoitateTnRiinefparfe'dfuimo.Ettutliuoi,cb’a j
SI Torcetlani. Et gabbando il Smandò ,fe [ ImperaSre mor laudate in Rima. "Hg’n penfier cape , nonché n uerfi
gli hauea qucfto TriuUegiopin che a tutti gli alari huomi o’n Rima. Tiaiigan le Rimeaiuhdrpiangan i uerfi. Hor
meoneeduto.SaluofempreilTriuUegioSDioneo. Kr i. time,bor uerfijMrcolgoherbette,& fiori.DoldJLtggia- j
Tlpn firmo <f efli hamrpiu prmilegio . Se,DolorofieJ^eruiS,.\IuteJ{ime -A^re , & Fioche far
Triuilegianr. Lat. infignire , primlegio ornare. Pn."ìl£ SoauÌAlr Chiare. ScarfiJ>efuiateAloche,Bafiefagrimo
poeta ne tolga mai ; ne Cioue lapnuilegl: elralfot uenga f,-AugofciofJDolenl!,T'ietofe,Difufaie, "Hpuc , y olle in
M ira. piamo, yolte w doglia. Ignude S Sleegga. Boc. Egf
Tcfto.ZJf. textus.'D Aie. Et come'ltempoin cotalteflo. . hauer,dolemRimamtfierifponSua,SroIli!UÌ,egliétar-
Profk. lat. &proftoraiio. Pet. Come fi legge inTrofa do, lògliarS, bugiardo. MinuccioaJiS buono Scitorei»
^nytrfi,cbeut’nmiaToriajtte'nprofiafsaiornarAie'H. .SimainqiieteinpL .
Terifpre
•4
Apollo CIELO Apollo
’fem^nuslnmc/tcimoriiiUie.lM.Soitiu,tm^inM^ gli aUri,ueiiltfiu fiorie che jcgmano.
mfidoUi^mfiliuiàTemprellijiiurJep^ MuGci celebraù di oofirt Toeii. ^/npbione Orione, Chiro
pigli amorofigmi. &per le tiumere nedi a i; < 8. He,Marfu Siterò, Orpbeo^ocnte.
pillola. & EptiUU. Lit. & CoMciUks. D in.Tit mi flil- Amphione Mafico . Jlmiope coacepe à Gioite tre figlinoli P7
lifli conio fii'lir fino ’hfe U VtfioUpoi. jecondo Homero.^mphione,Zrtojn Cilii„Ampbiune ii
Egloga lit. mi R’ffmemo^Uttionc^ulti, J a nJt/uto» fm dolce muftci ttnita itile pietre ,&■ quelle jeie inj'orm
tire le ro^ Egloghe di miurd ueiu ufitte.
Tragedie Lai.Thc^ts nimphi,et Memlippetum delle mn
(e ne furono mueturia. Ari qml tndtmento rio ynqui
i udì per T ngiche querele .
Epitaphio. lit. S A s. Et letto nelli Bella fipoUura il de-
gno Epitaphio .
9i Mnfc. Ut. Mufa,rim. Mnemofynes, Cjmamt.Thtfiiiides,
dumHelicomde!,Tarnipdes,Ubetbridei,Timpleidet,Ci
ftilidei,Tegifides,Hippocraiidei,Vieridet^omdesdum
\lifiidei,Ilefiiidei,Corjcidei,Tateidet,Olympiides,jirdt
lidetMjomdei^MyomceJjgice.HiamueSorora
Sono le Mufe,cioi Clio,£ueerpe,Thibi,Melpome)ie,To~
linmi,Erjto,Terficon^nma,Calliope.Clio fignifia fa-
ma iccoj^rft ; che fecero le mura di Tbebe ; tube altra
ttoafignijiiijfe non ihe tgh con la fm pr-deiiza, & joa,
HiJJima eloquenza puotei òduuregli buon, mi é quella re
gione , che habitauano ffarfi pe campi ,eirperle Jelue ad
habitare cimlmite m una medefima ttiu,fi tome Orpheo
cantando mafie i]àfji,& le felue afegutr bn, cioè col dtr
leggiadro , & bello . onde éccil Pii. "Perche d orpheo
teggeudo,& d odmphione Se non il marauigU,& il hoc.
nella fm mfion amoroia-AiUpbion li con lauou conjolata
Conobbi al juon del fua dolce Lutto Tbebe fu pria di muri
circondata, dr U a k. Ma quelle donne aiutino il mio uer
fo, Ch'aiutar Mmpbun a c hutder Tbebe Siche dalfauo d
dtrnonfiadiurrfó.
ma,& cogmthne aWimparare ; tJr s'muoca nelle Satire . Arione perftttijJimoMufico fu di Methunna città in Letbor
Euterpe dinota ddeuione, & tremò le Tibie . TaUa fiorire,
dr capacità, & tinuoca nelle Comedie . Melpomene can-
to,& mcditationee& tremò le Tragedie.Vobnnia memo-
ria , & l’inuoca nel cantare i gefii dell' armi , & trono la
Rhetorica . Erato amore, inucnlione,tìr trouò la Geai-
metria,& s’inuoca nelle Elegie. Terfitore Letitia, drdt-
letteuole di fimi urne, dr fi prega nel poema . Calliope buon
canto, & l'inuoca neU'beroico fhle di qmlunque degna hi
Bona,& trouò le lettere.Sono piu fonti fatri ad eflc Mu»
fi„4on nella regione di .^onia cj* perciòfoilo dette .Anni
ie.Egeria nei bofeo -driciuo.Libeibro fante di Magnrfia,
per cui fono dette Libethride,TegalioJ^amppe,Tirenq,
et Hippocrene fonti del monte Tarn ijó /aerati alle Mufi.
Ofireo fonte di Mili.i eprefìo ilqmlefono uenerate le M ti-
fi Cafialio monte in Ddpho ad effe Mnfefacro,(!r Tordo
monte in Tbejfaglia. Par. Ma mmphe , & Mufè a quel
tenor cantando che rimeffe Hauea le Mulifil S amen in
porto , & quell’ardente feecchio, a cui fur le Mufe tanto
amiche. Calliope, fjr Clio cont altre fette, hoc. Le
Mufe fino donne . Che io farei piu fauiamente a fiarment
con le mufe in Tarmfo. Dan. Mtnerm fj>ira,efi- condum
temi Mpollo ; Et none Mufe mi dimofiran forfè,
u y s i c ji.
Moetio nelproemio della fua Mufica dice, che quella ad ogni
età diletta,^- tanto i potenie,ehe ogni buomo muta. Em-
pedocle con la fua Mufica mitigò,&jpenfe t ira d’uà gio-
nanejlqmle uoleua uccidere faccufatore del padre.Mrim
fintele ne problemati dice; che chi è dolente, tir chi è alle-
gro u fa la mufica, f uno per diminuire il dolore,t altro per
accrefeere t allegrezja..Anafiafio Tapa uietò,che in chie
finonfi ufajfe Umufica.AC>nbrofio comandò;chelafi u-
faffe per eccitar la mente no fira alla religione. Mgofti-
no d^utapro & cantra .
96 ÌAti(ici.Camo,Gamto,Suono;rintinnofiianmnia,Melo-
& per fua artefumoltoacc.ttoaTeriandroRedi Comi
tho : Ma cupido di uedere , & dmulgare la fama fui non
feltra utilità ; nauigò in Sicilia, tfi- <f mdi in Italia doue col
fuo artificio ac cumulò gran pecunia.Ma dopo alcun tem-
po difiderojò di torture a Tehandro montò m nane di ter»
ti Corinthq, Cofioro mojji d auantia, CT altem eC ogni hu-
mamtà l'ac cordarono gittare in mare Mnone , & largii
la fua pecunia ; Ilche intendendo il Mufico prona fi u5fi
a preghi,^ tentò con loro ricomperar la una; Uopo ue-
dendo che indarno pregaua, chiefi fiatu prona che lo git
tafiero, di potere cantare con la fua Cubare ue fitto & or
natodellepiupretiofe uefte,et gioie,eheegl'baMefSe.Fuglò
coHceflo;& egli fu la prua cantò , & dopo il canto figittò
in mare. Et di fubito rieeuuto da uno Delphino a Jaluarnim
to fu portato nella ifila di Tenaro , Et oidi andò a Corm-
tbo,& da Teriandrofe mare quelli, che l'haueano uolum
to affogare in mareà quali fiupefaiti per la non ajpettata
pre/ènza d" M rione non fippono negare. Et afferma Mero
dMo j( beinT maro doue il Delphino t apportò, eralafta-
tuafiuadi brÓzo pofta in fui Delphinoatella natura del Del
plìtno diremo al luogo fuo. B o c. nella fua uifione amoro
fa dicefiJiofcoride ancboru'era^t ambe Orphco,& l'har
monico-dnone.
Chironc cemauro, nonfigbuolo iPlxione , & della nuuola,
come gU altri Centauri;ma di Satumo,tlquale innamora-
to d una niinpha chiamata Tbiltrefi congiunfi con quel-
la ; ma foprauenendo la mogbe per non eJSer giunto in ma
mfeflo funo , fi conuertl in cauallo , il perche Thilare di
tal congiumione partorì Cbironemezp buomo ,^mezo
cauallo.Cofiuifu dotto in Mufica ; onde in quella era mae
firocfMcbille. CoRui tnfegnò Carte della chirurgia ad
Efculapio Fu detto mezp huomo,& niezp cauallojpcrcbe
fu huomo beUicofi , pero cbe’l cauallo i animale atto a
guerra , però -de bilie i detto huomo bcOieofifuo difcipo -
lo.ondedice Dan. Et aueldi me:(p,th’ al petto fi mira.
It ilgranCbironeàlqualnodriUcInlle.
dia,Simpbonia.Concento,BordonJiominzi,cantare/ona Mirfti Satiro,mufico uedi ad Mpollo la hiRoriaa 146.
re,gamrejjnofniauentore deSa Mufica-ApoUo,Catbo, Orpheo-Arifleo amando ardentemente Euridice fi mife un
pe,-dlphee,& Orpheo tutti Mufiei di Cuhara. Afrrcurt* giorno a feguirla,et ella fuggendo efiendo punta neltalion
^tfillola,tfi‘SiarfiadiiÌHioJiAinpbme.UTÌ»ne^ de damipicàoloangue,&ditalpiorjòfienta. Orpbeo,cblt
V
Apollo
tnche egli feruti ammtc tamau» , per rihauerla fufi al~
^inferno ; & cantando con la fica Lira , e Cithara la rac-
qutSiò con pano che nel ritorno non fi uotgefie indietro }
Ma uinto dal troppo difio é uedere snella ilfeguiua, non ri
(oriandofi delle leggi dategli dalli Dei infernali , un' Ina
noie a la perdi fen^a jperanza di poterla piu nhauere , il
che uedendo , deliberò di non amare altra donna per amor
di lei, onde per quello fu dalle femine di T hracia,cbe fi uea
deano effereda Im fregiate fler faenficiéBaetho occifo,
tìr lacerato a parte a parte,& per li campi jparto,&git~
tato il filo capo nel fiume Hebro,come dtceW ix atei quar
to della Georgica, il qual hall nofiro Tenarci qui imita-
to : Eurydicen uax tpjà , & fritida Lingua Jih miferam
Eurydicen anima fugiente uocabat ; Eurydicen loto refe»
rebatfiummeripit. fuOrpheo come tutti affermano,fi-
gliodi Calliope; ma del padre non Raccordano; perche
Apollonio , chefcrifletargonautica , & Diodoro dicono
itEagro ; Tindaro ; ,Afclepiade, Cheride, Ammonio, &
Ouidio anebora tC apollo . Fu quefto OrpbeoTbracio,&
tome ferine Snida ,yndici età innam^ìaguerraTroia-
naiEt quanto fi dice bauer ferino tutto fi £t altrui ; per-
che Dumifio, & ,/driflotele con pochi argumenti fiftudia
> no dimoSirare,Orpheo poeta non efiere Italo giamaiS u-
rono altri del medefimo nome : onde Orpbeo Camarineo fi
dice bauere ferino l’andare aWinfemo,& Orpbeo da Cor
tona t Argonautica, lequalt opere s’attribuijiiMO alThra
ciò , ilquale non è certo , che come è la comune opinione
andafie in CoUbo in compagnia di lafone: perche Herodo
to nomando duo Orpbei,C altro ferine efiere andato in quel
la ifpeditione ; altra che Therecide non Orpbeo dica, ma
Tbilemone.Tfr tacerò quello, che mi rimembra bauer let
to negli Epigrammati Greci ; Orpbeo non dal furoredel
le donne , ma dalle folgori di Ghue efiere flato uccifo ; &
perciò dice il nofiro Pet. yié colui;che fòla Euridice a-
ma. Elei fegueat inferno, et p lei morto Co la lingua già
fredda la chiama. Che Lauramiapotefie torre a morte,
Com' Euridice Orpbeo fuo fen^a rime . Terche iT Orpbeo
leggendo,& i ,Anmbione . Che £ ilomero dignijiima,&-
d'Orpheo;Odelpaflor , cb'anchor Màtouahonora,Ch'an
dafier fempre lei fola cantando . Opra non mia,mad‘Ho-
mero,&£Orpbeo.
Socrate l'uno de piu ari amici del noflro Tetrarca Fudi
natùrne oltramontano; ma necoflutm di qua da monti;&
.fe crediamo a Beuuenuta; che mterpretòla Bucobcadel
T.Mufita,& amico delle fue mufepiu erudito,&pcrquà
to fi fltma per quello,che ne appare nella mta del Tetrarm
ca,fu anche egli innamorato. Tur. Qjtando Socrate, &■
Lelio nidi inp rima Con lor piu lunga uia conuien, ch'io ua
da. 0 qual coppia d'amici; & quel, che figue . uedi a Letto
a 711 .
(•O Ctnto.Lat.& Sympboma.^ minurritiojomi ilcantodegb
HcceUi & Thrygiut cantus ; il canto jòaue,& doUe.Vir,
B o c. .Angelico .Amorofo Dolce . Canto pien d'angelico
dilelto..Acciò,chedi Canto non fefiero da gUuccelltauan
xati. CantffnettediCamomaeflreuoii. ’hlgnt'aporeflar
oue fia rifi)/) Canto.Canti pieni di melodia.Lat. Tbrygins
cantui.
Cantare. lat. V sr.&Bo c. Celefie. Tiouo.Tamo Soa-
ue.Cmuerfoinmanto. IlCantar,cbenefanimafifente.
Cantatore fimfiMO.Camte C*K(pni .Cantami y cetili.
CIELO Apollo
^ quel Cantato In uerfi .Achille. ì
Cantare per cantare,&per celebrare. Ttr.&'Boc. Can
tare dolcemente . yidi cantar per l una ^ l'altra rtua .
Mai non nò piu cantar com' io foiea. Dolce cantar honefle ■
donne ^ belle.CantandoU duol fi cUfacerba. Che cantafie
a fuo nome. Cbeif amor càtaro. Cantai bvr piango.Eagton ■
ì ben eh' alcuna uoltai canti. Cantò la fuaBeltade. Hor
pungo bor canto.Qjuflo cantò gU errori jet le fatiche Del
figbnol di Latrtejet delia diua. S'odono gli uccelli cantar,
a ridere,^ a cantar meco, y enti mamere di canti £ ucu l
li quafi a prona fun deU altro cantare . Cantando amaro ■
famente.Gli uccelli tutti lieti cantauano. Si canti una can
Zpne. Dan. Toetafm ; eìr cantai di quel giufio Figtiuol
d'.Ancbife. BEUu.Etper Delia & per 'Hemefi Tibullo
cantar.
Garrire. Lat. &uernareèpropriocantar £uccrìli.&pcr lot
meta, per gridare, riprendere, contraftare. P t t. Etgar
rir Trogne,tà' pianger Thilomena. Con amor con madon-
na; CP meco gorra. Bo c. La donna hauendo garrito al-
lagattajn camera fenc tornò. Tareviole hautre udito
il manto garrire, uedi Cinéce. Dan. Tur che mia i on-
feienza non migarra , idefl contrafli,&fia contraria.
Suono Jiarmonia,Mclodu,Simpboma,Stampita, Concento,
Trintmno, BordonAomanzi. Sonare, rijonare , bucinare,
barmonizare .
Suoao,«j7' SonoJM.fonus.Titagora ne fu inuemore. P e t.
&B oc, Dolce,yfato,Bafio, Crande,Terribile,Sparfo,
Triflo di doUe^. Di Sirene. D' un Cigno. D'amorofe no-
te. De calli detti. Delle parole. De primi accenti. De miei
fifiiri. Del ragionar Latino . Del tuo firmane. Dijpr^-
ta nebbu.Dell'acque. Delle purpuree pemie.Sonanteuen
to . Mare, Scogb, Selua, yoce flòra, ycrfò, .Ami, Suoni
t>iuerfi.
Sonare, V et. Etmm finì poi Squilla . L'aere , thè fi dolce
fuona . DoueCaere freddo fuona.Lepareleanchormifo-
nannelamcnte. Boc. Igiouanifapatano tutti fonare.
Cominciò dolcemente fonando a cantare . Le trombe fonte-
tono . Sonata nona. Sonato il maturino. Con la fua muoia
finn una flampita.
Bffinare. lat. refonare. Vet.T^ mai in fi dalà^ in fi fot»
ui tempre Bifinar fippigli amorofiguat. Che folca rijonar
inuerfie'nnm.
Bucinare per mormorare , & meta, per dare .parlare . uedi
aiypy.
Sufolarefi fibilare con la bocca airdi a lyqy.
Armonia! & Harmonia . Lat.D k n. Si dolce Harmenia Wi
dorgano non menea fimi fece attefo Con l'Hamionu,
che tempi ri,& ifiemu T. Bocca purna £ odore, ^ £Har-
tnonia.Arifioxeno tnofSo, che gU ammi nuflri ef tendo per
fettameme creati non pofiono efiere fenxa fommapropur
tione,diflejrbel’amma noflra era Harmonia .
Harmonizare.D a n. La doueharmonixando il del t’ adom-
bra. A L.L'arcadn Tan con la fqidllaate fìflota Harmo-
nizandoapiédun'altanmcre Compofiin carmi quefia
dolce Epiiiola .
S\taphoiùa.Lat.Sympboidaà.confonanrza.T> K vfladol-
ce Simpbonia del paradtfit ,
Melodia,^ AfeMe. Lat.Melos indeclinabile ualdoUe can
n>. D A N. S'accegUena per la crou una melode ,
CviWC)lM,udimnuMu,&fiMta corno Ari. Trai
fuon
Apollo C t B' I» O ApoUo
(hMÌ argute tronAe^éCdmre. Ganniraella. Lat.àtfij tsnnajn pmlugbifiiiee Cura- •'
Stampita i cerio fuono da baUare,&Jaeautare,‘coine una nuLa. Dan. r{egù lOii fi dwerla CamumUa Caualicr
pifferata. Lai. vmcemus ubtarum. B oc. Co» una umo- uùii mouer ne ptdom.
tadoUementelonàakkaastamprta^tcamòapprelìòal- Cxthaa.Cuhara.Cetbera.o Cetra. Lat. &Cithara,et
lune cannoni. Voi che alcuna Stampila , & una ballatct- Lyra. Apollo greto fu d primo che la fouafie. B o c
tafidue furono cantate. Saura Xanto jiucggonoaniborale Jjiarfe reliquie della
Concento, tt». & occentui.Sjmphoma,àuerfarumuo- terra, che per adutro da 'ìigttuno lonìlrum al fuono
tum modulatto. P e T. Facean pungendo un fi dolce Co- della (ethera i .Apollo, fud’altiffime mura muraia.Vhe
cerno D'ogn'altro,cheael mondo udir fi foglia. ho accordatore delU Cithare di Tanujò. F i. 4e doUi uo
Tintinno Ut.tinmtus&foausexiguus.Boc. Qjiaado cidelia Cubarad’Orpheo ,etdi qualur.que altro Cuba- .
una fogUa con Valtra^ Ulte dolci Tintinno rendono. Pa- rdìa. P h. ir Ceibere de Sagginali. Ptr.Ela Ctlhcra
1 Tintinnanti bacili. A m. D a n. £ towe Giga jet Har- rma riuolta in punto. D a n. £( come a buon cantor buS
pa m tépra tefa Di molte corde fan dolce Tiiittuno. Ari. Ciibarifta. San. One come che ntolliuifuffeao,etiii Ce
faccndoiniornol'ana tintinnire D'anuomadoLe. tberejctmSampogneeffeniffimu A r i. »w quella Cer
Bordon figmfica tenore nel canto. Lat. tenor. Dnn.cU tra Con che tu dopo i Gigante! furori Bcndefli gratu al
augeliclttCantaudorueuemoinjralefoglieCheicneuan reguatordeCEtra. r-j
Bordon alefuenme.ibecofai Bordonaiedi <« 778. Cembalo, 0 Ctembalo. Lat. tympanum. B oc. Et meglio
Romanzi, oiloiNinizoton. Lat. rhyihmi/trctaloges, CT dr fàpeua fonare il Cicmbaloche alcun altra Gli fece tnear
culalores. fono quelli, che cantano fu banchi per Upirgr CiembalOyetapMcargltunfonaglikViy. Madon-
Xe.V &e.SogmimfcrmiafoUdtRoma»7p.Ouìi.L'erm tUiUibaiuJJiCicmbaloaodirti. ;
JicCantor,eprvfediKomangiSouercbiòtutii.Boc. Chi Cornamul'a. LatMcntriculut.batdlut.icoraiolumj.Boc.
alcggcreL^mangi,(!rcbigiuocareafcacihi alcumdtco Fare.carcAarcglthuommfengaluonod. Cornamufa.M
no, che in lingua gallica figmficano gli annali ,&brtui fùonodella CoriumujàdiTtndaro S a u. .Amphi.ne col
memorie fatte deUe cofe occorrentL fuono delU joaue Comamufa edificò le eterne mura del-
Li diurn i Cittade.
ST R.OU E'HT I Alesici. Corno.lM.comuaquocormcines,quellicbefufano.BQC. '•
, Le tronée fonarono ,& Corni, & altri firomcnu molti. '
^rpicordo,Uuena,Baeiiti,BaldofajBiumbi, Buccina.Caca Hgint fonanti tamburi, & rauchi ComLSAti. .Andò.
penfiero,Campana,Canna.Can>umeltajCetbara, Cura- col rauco Como tutta la brigata deflando.
melLt,CienAaU,Chuóira,Cho>a,CUmicerdo,Clauuttm. Cwna. Lat. fiftula. Boc. Etlamcerata Canna coni* >
balo,Colonna, Comamufa, ComoAioltemelloA^ifibio, FU gonfiata gola , &lumurofe gote largo fijtodanda. A m.
ftola.FLmoAlgajHarpaJjuiOtLegfioJjra, Mameordo, neéatljnéce.$Au. Canto conia mu Cannaòtr uerfi,. >
'ìqacchere,Organo,Ortcaica,Viffero,Viua,Vlntro,Vfal borrirne. &perarundo. Lat.nediactp }. &per le
terio,lluagliaruolo,Blbcc.t,Sambuca,Sampogna,Ìtbmo- fauci della gola a •417.
lo^ifiro,So»agli,Sqiolla,Stif<llojrabdliyambim ,Ti- TciùìùoUat. fibdumdeUo dalla noce ifief!a,cbe fi facon U.
bi^Telracordojrimpano,Trombajrrombetta,Tuba,yU boicafibilando. D AH.Tuitifipofanoalfanard'u» fi~
uola^ioleitaùlufati. febio.Eifihiare,uedta II ft.
• 04 Snomenzi,o Strumenti Mufici. Latino h^nrmentamn- Giga. Dan. Et eoa Giga. & con Harpa in tempra teft
fica. Boc. Comandò la Beuta, che gkStromenti ue- DimoltecorJe fan dolce tinttmio.
mffero. SìumiT tombe fonaranojó'Comt,& altri Stro- Hupi,Lat.tylbara,fidei. D an. uedidilòpra a Giga
mentimoitl. a tot. Aki. .A queiiamenfaCubare.Arpe^lJre,£
Aucna, Lat. T. La mia è letitia a fiat ne le mie torme ,Cbe diuerfi altri dilelteuolfuom,
fe m'odon fonar la iolee .Auena. Qjulmibela a Coree- ìàxu.,Lat.lyra.Lira.Anama,Orpbica,Sonante,CauaJ)ol- yeti •
tbie.Hr qual fi dorme. S a n. a fuon i(.Auena. (e. V et. £' cofà da fiancar -itheiie,.Arpiao,&CuHa,ct
Baldofa è certo firomentomupco. Lat. barbttoi, noce non (aitraUra. Dan. Silemio pofeala fiiadoieeLira, E
uolgare. fece quietar le fante corde. Mercurio ne fu inuentore.
Tlituo. Lai. aulos,&monau!os ,iflromento come la eia- Liuto, lat. tefiud». Boc. Dtoneoprefo u» Lutto tC La,
ramclla detto uedgarmente Flauto. fuanmftta uua V moia ; gf- nelLi jba mfionf amorofa^
Ciaramella. Lai. monauloneSitéiafimplex Alar. Sepe Mmphumlicanlabbia cvnfolata Conobbialfnon del fuo
duaipauter,pipemonaklimbabet,HancMercuriui or* dolce lauto Tbebe fu pria di muncircoudaca.
uemfie fcnbitibn. Lcpioo, Lat inStruinentummu/ìcum. Boc. La cercata,
Bacino. Lat.truiLa,&peluim,aquimnarium.iuafodaLt- Euridue a condaume EdalfuonuintodeCargutoLegnot
uarlemam. Boc. Cìuiui fònantiTamburiArrauibi Etdalanotadelafuacamonc.Kìi.&neliauifioneamo
Corni, ftiTiniuinantiBacinL Eli Bacini, gù orcioli, fia- rofà. Ver la doliez^ del canato Legno ( parlando pnrJ^ ■
fchijle coppe. Due gran Bacini (t argenta ptemé Dobre. Orpheo) San. Hot petibe lofio alluondelcuruu Le-r
t07 Campane, Lat- nuoua il medcfimo che Squille. Boc.Le . gnoTcutprar nonliceamc fimifienote.
Camp.viedelLimaggiorcbieJadiTrÌMÌgu»minciarono 4 Nacchere. Boc. L firatt mmon a fuon di Tiae^hcre li
fonare, te campane del tempio di Salomone. Qjiaud» ui- rindon tributo . San. Mi fuono della Sampoffui gfi di
iero-fònartk Campane. Squilla per la campana uiò al f{actbcri,tantauadiftimameiitrletodi.StluaggioaMJar
PiT.uediatot. perlaSempogna,ei'Hìccari,
• Apollo C I E I, O Apollo
Organo. LaÌ.&hydraittosaGréio.t> AS.Talmugin a T uhi. Lai. T> ah. OuejhttuUTomfxaiuTKba.
fuau mi rettdea Cu^h'l' udii, qual prrder fi [noie ^an Viuola. lai. pania fyra. B o c. ì)imkp preji un Uiit» , ^
do a cantar con T Orbano fi fiea,C'hor fi hor ni l'intcndon Fiammetta una yumla cominciarvno a cantare . Con la
le parole. Come men a F orecchia dolce Hamtoma da Or- Fhiola fimi ma Stampiiajiedi Cindice. Bau perch'tL
^ano,miHÌene. San. Che filpenfando udir ijnelfno dal laprefiaunafnaFmola.K s.
ce Organo
Oricalco m nece della tromba^ fimile flromento A tu. do
ne dice, E fa gridando al /non degli OricaUhi nimitor del
lagiojira. iu.ti ■ i}^.
Plettro. A'o.Crj.^ Lai. ’PleSriem,& TleSen i Parchetto
della Mimla, a della lira, & quella penna contaqualfi
fiioHa la cithara,o filmile Stromento. A R i.Doue cbumò
con lagrimofo “Plettro Phebo il figlmol ; c'hanea mal ret
to il lume. Fermar al finon de lor Soani Plettri il fiume, o-
ttefndargU antiqui elettri ,
■0 8 Ribeca & Ribeba i la uioletta o fmùle flromento.Lat. che-
iys, R oc. Se tu CI rechi la Ribeca tua,(ir canti un poco
con efia di quelle lue cangpm innamorateXu mi bai grò»
tigliafoil cuore con la tua Ribeca .
Zufoli . Lat.fijlnia .Ari. Tanto cb’ndi fonar Zufoli, e
Canne.
t
Z 0 l 0.
V
Olo Dio de Fenti , ^ della tempefia figlio
di Gioue,d- di Segejia, li nomi de t uenti fi-
no Sirocco..AquiU»ie,Tramoniana,.Aujiro,
Borea,OBro,'ìqgto, Garbino, Maiflro,Can-
ro,coro,Euro, zepbiro,.Aura,Ora,Bufe- .
ra, Bufi^, Turbo, Rouaio, Tronj-jfSoffianti,
f>ffiare,finrare,regurare,gonfiare,turgnreSluattropinoi
unti pnnctpalijcioi Orintale,Ouidentalejouero léuan- '.
te,Pontnte,OFìro,(^Tramomana.
Sampogna jlromento con fette forami fu prima tronata in EoloXat-^rolujXUppoudeui.Fentipetem. P ir. Eolo < • ' O
.ArcaMa paefe nella Morea. Lat.fiflnlaauena,calamut.
B o c. £r Stringa Sampogna celebrata da Theocrilo.
San. Sonando a uicenda la fua Sampogna. Che ben s'ag
guagba a la Sampogna mia. RufUca ^ bofcarecda Sam
pugna.
Caoibuca. Fo. Gra.& Lat. è StromentoTaflorale. Ani.
7letiuno,e<ra Giunon turbalo Fa fintir, ep-ana tome fi
pane II bel nifi dagli angeli affienato .Hoc. Ztphim
ancbora non era flato da Eolo rtnchiujò nella canata pte-
tr a ,anvf> filando correa fopra le falate onde con le pie for
T> H. D A N. Qjtando DoloSrrocco fuor difdoglie. T.
Eoloi uenti ficai tutti dfifierga. Ahi. FeutiEoli.
Ode la fiera il Suon della Sambuca Con che inuaa lafciar Vento. Lai. uentus & flamina,um,flabra,orum,mn:but.et
l'bunùde herbette, E ritornar le pecore a [albergo II fier
Pj!ior,che br uema da tergo .
$iRro.lat.fltrumento,cbe uf^nogli Egitti ne facrificij di
l fide loro Rf ina ,
Sonagli. Lai. tintinnahula. B o c. Circondati lutti di So-
aagltfòpra correnti canalligioflrauano. Fi. L'aererijò-
nauatt infiniti Sonagli per molti armeggiatori.P H.llpre
le gli fece incartare il Ciembalo,& appiccargli unSona-
tlmXfp.
Squilla l la cameana. V n. Et non fimi poi Squilla . “ile
finza squille t incomincia afialto.Jd nona,a urffiro a [al
ba, lira le Squille. Dan. Cbe‘1 nono peregrin d'amore
Punge, fe ode Squilla di lomano. A ni. Et piu [ficJio,cbe
i altro M (non à Squille . Ad un botto di Squilla, ad una
voce, uedi a Campana a loq.
Tamburi. Lat. rympana. B o c. Quiui fonanti Tamburi,
c!riramhicorni,&itintinna7mBacini.A m.D a k.Cou
Tamburi^ con Cenni di caflella. Ani J>i trombe di tam
burdifuondecomi.
'• yiinpini.Lat.tymfana.è come il tamburo. Ari. Suetlia
noi font a Timpani ,eTaballi. Di Timpani, e de barbari
flrumenti,Cerni Bufom,Ttmpani morcjcbi .
Taballi. i flromento carne iTimpamupuida mori/ir i no-
te morefea, ^ ^gnuola, uedi difiipraa Thnpam [auto-
rità ,
Tibia. Lat. Sannazaro ; che alla finora Tibia di Patade.
altro non è che aere compofio. Frmo Occidentale. Borra- -
le ,Meridionale, Orientale. V e t. ^ B o c.prvp.& mera.
F eniiProJfierì.Soaui,Amorofi,AmettiJtlanii, numidi,
Gelali,FreddiXieri, Sonanti ,Farif,Diuerfi, Mormoranti,
Sofiiami, Turbati, Contrari, DifcordenobX»lminanti,F»
ri^i,lmpetuofìj)olorofiXternid(abbiofiAngofciofi.Tie
ni dt doUe-exa . Furor de F enti . Diedero te neleaFemi,
Ajfiettando miglior Fmto . Mutofi'd Fmto.Fenne fug-
gendo la temprai e’t Fento. 7te moflr’l Fento mai fi uer
di fiondi. Tanta dolcetta hauea pien tarla e‘t Fmto. Sol-
co C onde,e‘n arena fondo, dr fermo in Fmto. Ma'l Fento
ne ponana le parole. Spargi con le tue man Ir dnomeal
Fmto. le chiome ffiarfe al Fmto. Che come nebbia ai
F ente fi dilegua. Amor m'ha pofto come nebbia al Fm-
to Ma non f uggia namai nebbia per Fmti.Come pianta, ■
cdte ferro, 0 Fmto flerpe.Piu leggiera che Fmto. Qjian-
tefperanzefe ne porta’ l Fmto.Ch’i Fmto, ex ombra, &
ha nome bebade.One non fpira fulgore /te indegno Fento.
PrtHo di nauicar a ciaf un Fmlo.pima la urla Di Fm-
to,che mi^mft a anelli fogli. O di ueloei pin che Fmto,
0 Arali . Ma piu che neue bianca, che fenxa Fmto in un
bel coUe fiocchi AptandcmalFento.ilciewc&Ponde.Co
me afitrtt? FentiSlanco nocchirr di notte alga la te,
fla. Et acquetar i Fmti, & le tempeftt .Et lei piu prefla
afiai che fiamma ouenio.D A N. La terra lagrimofa die- ^
de Fento.
Tromba.Ì4/. tuba.P sr.O fortunalo,ihe fi chiara Tram Ventofo ual pim di umto. Lat. & nmbofiu. B o c. Fento
ha Tronafli tdfebidi te fialto fcrifle ,meta. Eliaco- foMare.V it.Fmtofapioggta .
M'hnom,cbe teme Futuro mal & trema anzi laTromba, Femare.ualftruenta.Lat.flare.D a n. 5r iwi» ch'ai tifò
D A tc.ES cgbbauea coiculfattoTrombetta.LajlaffcS. di fittomi umia.ijtiimmuento.
B o c. it Trombe fonarono ; prefero f armi . Parti ch’io Tramontana, lat. boreasrt, apogmsei, aquila. B o c.
fappia f ar carolare gUbmmtm fenxafitondiT romba ,0 Percio,cb’efiendoeUajacinaaSiciliaSilmi unaTramS
ihCtmatimfti taBapericolqfi.Tercioccb'tficndoilnmiochelrahcuapet
Tramontana
Apollo C I
Tratnontautjìaijiuiu. Et mito a Tramontana conia
imagittcinmano,QjKUc Uqnaiil carro di Tramontana
guardaua.
Carro dt T ramontana. Lat. cnrrns borcaUs bootet cSr ardo
fhylax,cts. P s t. Inghilterra ^onCifòU.che bagna VO-
ceanointra'l Carro & le colonne. Ahi. Etudcpoidi
uerfo il freddo Tlanilro Entrar nel campoj.dalia parte
diTramontaaa doue èl’orfa ,cbequièmicfo perlocar-
ro.
Borea . Lat. Boreas diciiur a Boatn lat. .Aqnilo flatus efl
utolemi,& fimori,nubes difiuttt/irfcremim redditaeri,
V ode & SnJificusab Homerq^t^bijuusa Cobtmella
kocarur,atq; a diuo Hier. Scoflas uiarmn, Seu floparium
quid lUfflanJoperpHrgat quicquii in uia obiacet. Stat^ a
iinislra Septentrioms,cuiHs dexteramhabet Tbrafias,Si
ne Cracias. Bo c. Dal jreddifiimo Borea canuto.Borea ne
mfòyijr frigido in affetto s l. P e t. Et quella doue l'ae-
re fredda litonaTqebrem giorni quando Borea fede . Dal
Borea a Cauflrofi dal mar indo al mauro. Dan. Sìuan-
do foffia Borea da quella guancia , ond'i più lem . uedi ad
Euroa ut.
Scirocco.Lat.notiu^euroiiotus. B o c. Leuandafllafira
un Sciroccoólqualemnfolamenleera contrario , ma an-
chorafaceua grandifiimoilmare.D a s.Qjiattdo Eolo
Scirocco fuor difciogUe .
'■ Olirò, lat. ^ufler. Ari. Come fifliinto fuol da Borea, o
d'Oftro V enir lungo Tfauilio a pigliar porto .
Aulirò. Lat.auflermerubonalis;gre. mios nominatiir quo
mam efl nebuiojusatque humedus notis enimgrajiumor
nommatur babcns addextra Euro notuma SouSiraliba
uotum. Dan. Che non fin ficuri <f .Aqmlone , & d'.AUf
flro. B oc. Et quali alberi io douefit da Euro, (ir quali da
Borea, oda ./iudro guardare .nella yifione amorofa .
Ku.i.Qj4aluenirfolnelfalfltluoVondaMofia dalT.Au
ftro,fb'a prinàpiofcberga .
ìioto.lM.'Uptus.uideittdidione .Aufler.B o c. Leboc-
cbe di Zepbtro cbiufe, erafi effo 'Ugto con focofifiimo flf-
jiamentoda Etbiopia leuato . Da caldi flati del turbato
T^to Dafoicge pioue,enuuob premuto, D'ogni letitia ne
l affetto noto. Aia. A ui.Tercbe leuofii unfuriofo HotOi
Cbe d'ombra il cielo, e'I pelago toperjéssa lui fuggir uelo
cepiucbe'ì^o.
Euro. Latxurus. Orientalis,fiue uultiimus, qui fiat a ftm-
flra jlpeliotitj.fubpilani , tenens a dextra Circium fiue
Corum. B o c. Et quali alberi io douefìe da Euro,^ qua
li da Borea, o d .Au flro guardare , & quali dal jiaue Ze»
pbirofeiuii alcun' oflacolo concedere.Et empiute le noflre
uele da Euro cominciamo ad abandouare i bti Tirrheni nel
la f'ifloneamorojà. Bt». Fedeli miei che fitto [Euro ha
ueteR I.
Garbino .Lat. .Aphricus, aut Caciai, Siue Carha. Ari.
Quando' l furor di Borea, o di Garbino Snelle da i monti
il f raffino, et abete.
Aquilone. Lat.aquUo. ueà Borea, hoc. Et lo ghuane Op
pio non piu rcftameaueloci .Aquiloni. V i. D a n. 0«e
tra noi,& .Aqudone entrano. Cbe fin ficuri d.Aquilone,
<>rd.AuRro.
Macllro,«o»o Lat. Comsdapys dii, Circius ij. A ni. Sal-
tauuMae{lro,cb’atrauerfomena , E crefee adbora ad
bora^foprabenuk, .Al uemo di la nane, Le
E Lt O Apollo
uele a Torza,& aUargoffi m alto .
Coro. Lat. CorusMedi in Euro. D a n. JTl carro tutto fo-
ura'l Corogiace. A r i.percbetorga Lenuil nouhicr,
thè crefcerfente'l foro .
Zephiro.iUr. eJ- fauomcusocdJuus cui iungitur a dc'Xtris 1 1 J
tipisfme .Afiicus acquea fimfira Japix.PtT.Zephtro
tama/l bel tempo rrmena. Et i fiori, & (birba firn dolce
famiglia; Et garrir Trogne , & pianger Tbilomina ; Et
fnmaucra candida dr uerniiglia: RiJom i praiiat del fi
rafierena. B o c . Zepbtro era leuato per io fide, eh' al Tom
nenie s'auidnaua. Il fiorifero Zepbiro fopraucnuio col Juo
lem, & pacifico fiffiamento, haueua le impnuofc guerre
di Borea pofie in pace. P z. Come quando Zephirofòucme
Jf)ira,fi fogliano le tenere fommtà de gli arbori mouere
pe campi ,l una fronda nell’altra fermio AS" di liiltcdol-
ce tintinno rendendo. T h . ueé ad Eolo a no.c-ad Eu-
roa 111 .
Aura. Lat. i unto foauc.'P s t. .Aura Dolce, Celcfie, Efli-
ua, Gentile, Sacra,Soaue .l^'tile, .Amica, .Amuroja .Di
fofjiiri. L'.4ura,cbe'l uerJe Lauro AT (aureo crine. Era-
mi capei d'oro a (.Aura jpai fi. Le chiome sparfè a i',Au
ra. In rete accolgo l'.Aura..Aure Sottili, Sofliand.B o c.
1 capclUdatiaU’.Aufe ucnsiland.Lcuclc date a (.Aure
ueniilanti . ynuelo fotubfstmo fiflemSeueniilato dalie
fittili .Aure con piaceuole moto. .Aure foffianu .\ i.
D A n.ycH, cbe correte fu pert.Aura fofea. Etqual'an-
mnciatrtce de gh .Al^n L',Aura di maggio mouerfi,
y ri Aura dolce forza mutamemo Hauer la fe mi feria
per la fronte , Tdon di pm colpo , che fòaue sunto .Ella
percoffà pianta tanto puote ,Cbedelafua utrtuu (Aura
impregna .
Ora ni «ere di Aura . P s t. Ora Dolce . L'Ora parla ia- 114
mor , Ou'i l’ombra gentil Ai nife humano ; Ch'Ora^et ri-
pofoi aua a l'alma fianca . Tarmi d' udirla udendo i rami,
^ (Ore. Ma pur che (Ora un poco .
B ulFera i una certa uarietd é ucnti, thè nelle momagne ag
gtra.&rauolgelaneueton ruinaquando cade;tl Boio-
gfuji due Bifera .D a u. La Bufferà infernafithe mai no
refla. Menagli fpirti con la fua rapata , ideìì il uemo in-
fernale , che aggira (anime, come i aggirata la neue .
Buffa, buffare, buffare, uedi 41594.
T urbo . Lat.turbo,nisAir. Et terrai turbine uerfitt . i uen
tograndedlquateleuandolapotucre,o la rena da terra
(aggira, (ir rauotge in circolo nell'aere. B o c. Tcnio
ch'io mn uoglio,che di me altro pofia auemre ,cbe que Ho,
che della minuta peduere auieiu ; Laquale Spirante Tur-
ho,o egb da terra rumlamouefi fe la moueja porla in al-
ta. La miapuciola nauicrlla hauea la fuapioda dinega-
ta per peruemre a faluteucde porto AC per muoTurbojpa
rito, 7 H. D A N. Eaceuan un tumulto , ilqual s’aggira
Sempre in quell’aria fenga tempo lima; Come (arena
quando Turbo fp&a .
Rouaio . Lat. Boreas , i uemo à Tramontana. B o c. i tre
mafnadicri il di figueme andarono a dare de calci a Ro-
itaio,idefi dudero de calciai uemo,prribefurom appicca
ti per la gola. B i h. che quelloRouaio cbe tutta mattina
hafùffiato.T R .
Sofflinti.Lat.Spiramesflamcs.B oc Da cefi filli Sofjtan
ti uenii firn fvjfinio. & Soffiami aure . Parane un Soffio^
ne aUa luafcrnenleAotquale ella accenda il fuoco . .1, .
Bacco
C I E
So^tre.Lat. afJì-tre.B o c.Caknir'maltTOchefoffiarenon
faceiut . Diiuto le JjiiUe a ijuetìo Mento, & Ujiiandol
loffiire.
Spirationc, Ltl.injpiratio. B o c.'t{onpoco mirauiglutn
dofi , qiuìe Spiratone potejie cfiere fùtJ ; che Currado
hauejie a tanta bemgmtà reeato.Laquale rijpofe,che Spi-
rata da Iddio andana cercando defiere al pio fimigio.
Spirare, Lat. & infpirare, nal fujpare, & per infondere , dr
alcuna uolta per aggirare. P e t. Onde net fato al nouo
Carlo jpiraLauendelta. Toi quel dolce, eh amor mi jpi-
ra Menami a morte, Oue non jfira folgore , ne indegno
Vento. Ter far dolce fercnounaqiiejfira. L'aura cele-
flejthe dal uiuo lauro Spira. Et la fua fama,che ffira In
molte parti perla tua Imgua. L'aura mia facra al mio Uà
to ripojb Spira fi ^efio. L'altro è d'un marmo, che fi mo-
na, e jpirt. B o c. SpiranteTurboj.aggirante. Dan.
Come l’arena quando turbo fpiraj.gira.
Rtjfirare, Lat. Cr^irare. Pe T. £ rejptrar no’l laffa],Si
che'l cor laffo altroue non rejpira. Et in quefio penfier
talmarejjiira. Ter uoi conuien ch'iardae’nuoi ridire.
Sotto' l cui giogo giamat non rrfpiro.
Conpare, Lat.tumere,Crinfiare. P e t. Gonfiata ucla. En-
L O Bacco
nino. Et ne fàcrifieij erano le donne piene é furia,
mento correuano con faccelUne acce fi con hajte riuom
iute con pampini congrandiffimeMoiitnuocando i nomi di
Bacchopquali erano molti , onde Bacchate fi ducuano le
ficerdotejfe di Baccho. & B oc. nello olmeto parlando
di Baccho dtce.Et cofi recate di Cerere le non Japuleabou
dange , fi toifiuia l'ufo delle non Lbidinof e utuande. Età
cofiet fopraucrme Baccho nato della confumata Snnrlei
Jddiomolloriueritoda Thebam , ilquale ne ptoi giouaut
anni fattofi per molti paefit conofcere,ricmpie de lem doni
'Halfo,& Chio,& nifi, & Heilta,&d monte falerno,
Cr Vefcuo, & altri luoghi afidi , er uifino vi India i /noi
ufi >C andarono. Baccho a tutto il mondo tiotifiimo con le
riceuute uh torte in India mi fu padre. Cr nella jua amo-
rofa V ifioue dice , Oue to nidi mordine dipinto Si come.
Baccho per forga d'amore Informad’Vuaablandir fu-
fpinto Ijt figlia di lagurgo , il cut ardore Ter timpcrare
mie file manienea Trefa dafuadolccgga ,e bel colore.
Con tlqiial pofeia giunta mi parta Elia , luiritomandiu
d’Vua \ddio,E l‘uno,e taltropoi fodiifaceaiucdiaCauo,
baitj 1. Da gli antichi gb fu furato il Becco animale,
fiati con hoc. Il mar grofiisfimo,& Gonfiato. Il corpo jjaccho, Lat. Bacchus fihus louis & Semclu,& ut fabula»
dtTafqmnogiaceua Gonfiato. Currado a cm non era per
lo dormire [tra cefiatajutto anebor Gonfiata fi leuò/defi
pieno d ira. Le carni uiue gonfia. L a. "Hon altrimenti
uote,àr uigge, che fita una uefiica Sgonfiata, L a.
Tro nfo, Lat. lumidus, inflatus, turgidui, ual gonfiato nella
gola, come U colombo,quando feguita la colomba, o ìlg.iUo
ìagallma. B o c. Et non come colombi , ma comegalli
T ronfi con la crefta rileuata.
Turgere, Lat. per gonfiar & enfiare. Duv.Chebendijpo-
flofpirto d'amar turge. OndeTurgide fjiigbe fidicepdeft
golpate.
B ,4 C C II 0.
tur poeU,Bisgemtusc& Bimatcr. Diciiurqi Libcr,L'~
nxus,Lyeusfiromius, T hyrfiger, Semclius,éuan, Ofyris,
Dieuyfius,DatorUtitu, 'Poter genialil. Indctiinfui, Eie,
leus,éuhyius,Bryfeus,Hnmitus,BrotinusJ'hyoncus , £af-
fitreus,lgnigenadIyfeiudIySetiui,Dithyrambns.etqiia»
doque Triapus, Dio del Vino. EeSiufi),ioilaxgpjo, Molle,
f^GeneroJo. P et. l2j{alBacco„Aliide, Epamincnda a.
Tjtebc.'flgn<iioue,&Tallainia Venere, C £j«o.Dan..
lì fi cantò natuBuebopum Teana, ma tre perfone m dmi.
Ita natura. Qjial Ifmeneogia uide, &^jopo Lungo dife,
di uoncfuria,e calca TurcheTheban di Baccho kaueficr
buopo. £ ueitae lèriia la citt,i di Baccho/ioè Thebc.Boc.
Età Baccho ponderofijiini. Et Baccho a lui fi come Dio ,
fof petto; Et aachor Cerere prender con mi fura.
uno di .4pbrica figliuolo di .Aminone ,& ^icchmi furiofaàìr flotta detta da Baccbopiedi itS
.Amalthca: L'altro d'Egitto figliuolo dì difopra.Bo f..1ÌgBaccbatati fcguo,conquello furore,
lo,&di Gioue ; Il ler^ Thebam figliuo- che la mifeta .yigauecon le (ue jorelle fcguitarono , fi-
lo di Gioue , & di Semele figba é Cadmo gjunfeno Tentbeo. A n. t{pn conofundugh empiti miei,
RediTbebe,Etciafcunofidicehaurrecontoeffercitogi- come Eacchatamtgiitaiinterra.f- 1.
rato il mondo Ltfeiato per ogni parte Statue,& Tnom Icaro viibcwfji figlilo di Oebalo RedeLaconi, padre é
\ccho ,& Bacco. Tre furono i Bacchi,
phi.in lefiimonio delle loro imprefe. I Greei dicono il The,
hauoconle ffoglie dì molte genti primo dt lutti hauert
nella patria trimphato. .Altri fcriuono il primo efier
flatoilndia figliuoìoé Gioue, &éTroferpiiia,o come
iicouo di Cerere,^ dicefi abe fu il primo che triom-
phaffe , fT ebetroMafie triompbo mnie le parti orientali,
_
Giunone a fdegno del congiungimento dt Gioue , et di Sc-
nieUJa ingannò con afiutiafilpercbe effa semele ne fu ar,
fa da folgori é Gioue per lo giuramento fattogb degli
adornandoti doni, & ejfendo Baccho nel uentre della ma
altri dicono dt Cerere dicefi,cbefu il primo che triom-
. - ''P' _
ér u carro fuo tffer flato tirato da gb Elepbanii . mojfa Vino,Moflo,.Aceto,Vua,Raccmi/'iti,Vigne,Vignji, Ter-
Teuelope Outd.Et uebttlcaridisfamutamperireprociq-,.
tà- Tibu. CunlUi Baccho iucundior hofpes, Icarut ut puro
U]laturSideracalo.fuinuentoredcluiuo,ilqual gujiato
da fuoiuillam,(^ diuenuti ebbri/uccifero. Ari. L' al-
mo bquor,th' a nuditari fuoi Fece IcaioguJIar con fuo
gran danno. San. Icaro cadde qui.
golati,Tampam,T rala,ScrmentiVndemmia, .Alitino,
Beubon,Cincigbom,EbbriJcbi,Efaujii,,Afietali,Tauer-
nieri,$cte,Suppc. berr,d;fietare, lùggcrejncbruure, imr,
mare,auiticcbtare,difiaticchiare,Menilemiare.
dre,& non eficndo ucuuto il tempo del partorire Gioue (e Vino.tì" uin. LatJ'wum,Latcx : Viu tolto; defrutmn, he.
lo legò allo fuo femore tanto che uenifi'e il nono me fe
perche fupartorìto da due, prima dalla madre poi dal
padre, fi detto Ditlnrambus. Quefio adunque adorauano
iTbebaui, perche fuilprimo, che portò d' India aTbcbe
la uite,& per quefio dutuano lui effer fiato mentore del
fpefmaAÙAncUatium ij, Sapa, a. Vin conira fallo , Lcu-
croihoni. Vtn imho;tatu;éffufum uinum. Vm fatto con
fuuoit mortella; MyrUtei.Vm/h'efcedella fcctia;fae,
catiim mnum.Vin ccrafuolo; heluolum uinum,V in fua-
ntdoA‘oltatofifpboilOjiuppa,tympuroi»effù.yi»foriet
mtrum
i
Baccho
CIELO
Baccho
•7
^ mrrHmttmrtum^CftHm yinpottnUitrnutimVmpic-
tnloJar^iero,Kwena;iU!lumd./'in^rMuio;rhoitom. yin
' éolcci bcUaria, orniti, yin imcquito ; Humm dUutum .
y infanto^ ; yinum caprufia atis , yui pici ivlo fitto con
acifiuiJeutmnm tt,pojca^. yin Creco,Corfo, Calabre fe.
TiroolMtito,TibidragoJ‘ribbixno,StrHolo,HibiiolaJHal
' mafia Jiomania,yernaccia.ym di Roft^ in Friuli, del
Mortaro,Tnbhiano di Fireni^dicaftel jan dOHOtm.Mo
I fcatello di Monte FiafconeÀa RhoJLFalerno lefl. Tltmo,
Cetnbo tefl-Straboiie . LesbiojteH. Mulo Gelilo . Majiico
detto da Monte Mafiico in campagna. Boc J'inoBnono.
Chiaro, Cotto,MoTbido, MccoHante, Bianco, ycrmiglio .
yuii Tretlofi.OttwùjTraboccantiJ'rejHiifsimi.Siiompi-
iai,FinifSimi,Solenni,yarij,Mefcolati,Mig!iori,Vodero-
ì- p.Chinonsàcbe'lymoèommacofaauiueiiti.Ladonna
fm calda di ymo,che d'honelld temperata.Col y ino, fi co
Pie miniiiro di yenere,fi aitiiò di poterla pigbare. uedi al
l'Indice. P E T.Oi yinfcrHa,fb letti.ir dt muandc.S A N.
7^(£a peròfenrta yinigeiierojifSmiijet per molla necchieg^
7^ odoriferi,^ apportatori di letitia ne i mefìi cori. Ica-
ro padre di Tenclope fecondo la opinione d alcnmfu lauen
toro del yom.
Vìb greco .Boc. SHaera /bienne tenitrice del buon yin
Greco Bottacci di Maln.igia,&di ym Greco. L a.
yin corro.taf. Sapa.de/ruium.B o c. Ella era folennein^
meftigatrice, & beniirice del buon yin Cotto , della yer-
naccta é Corntglia^l Greco, & di ipulunqne altro bnon-
yino. L A.
ìia,\ut^ii.Lat.yimm maliiaticum,& amifium cofi detto
dal Inogo.Boc. Bottata Ji Malnagia,&di Grtco,etifal
tri yim pretiofie& traboccanti .
Ito \erniccÌ2.Latjiematicum l'imm. B o cJi mangiò il pa
ne, & benne la yernaccia.Conuenne,che co yenuccia ,et
eo confetti fi riftorafSeJiella migliore yemaccia,chemat
fi bee^e . D a m. L’angnille di Bolfenr, & la yernacm .
Modo. Lat.mnflnm <jr umnm nounm. Boc. Con le calla
pte, & colMoflo fi rappatnmò con Ini.Ma bauenìogia fe
i,| dkimoUrgnfiatiidoici Mojli. Au.
Bipa.lat.èil moflo cotto.
Aceto.Lat.&acremnum.èilninforte.D a n. yeggio ri-
nonellarl'Mceto.Crfelt .
• yua.Z^r. Matura,Dolce,MceTha,'Hera, Bianca. Boc. Et
affai dolce mn che yna matura, yne dorate, drpnrpntU
ne didiucrfe forme. V l.Vergolati di niti, leqnabfaceua-
nograii nifla di donare qneltanno afiai yne fare. Dan.
l’bnom de la nilla quando C yna imbruna .
Aetetto.Lae.omphaXiCiiJa una acerba .
Ceruoù. tCeruogia.Lat. Cerni fia .
Racemi. Lrf.cir botrui,itjiotrmpotrio, mi . fino i grappoli
àeltnna. SAn.decampi le^icbe ;degli arbnflt iRaceml
con tutti iVamptni.
\'i^i.Latjiinea.nedi di fitto ayigntào.
Vignaio qneUo^begonema la yigna.tat. niiiitor. Dan.
M circuir la yigiu,Che lofio imbianca fel yignam ì reo.
^ f »I Tergolato. Lat.'Pergula.B o c.yieamplifiime tutte dirit
^ tecomearali,&copertediTergolati,dii'iti.SAH.tra
quelle baffe Vergole.
Vite . Vam^inofa . lat. nitis, & ingata , è la ulte col Vaio.
Boc. LOlmoconlefneulàteyiti.DiueTfiaUierifille-
mimtabontenali yiti. Tergolati di ym .D a n. Cbe /m.
già yite,^ bori fatto Vruno .
Lambrufca.Lir. Labrnfca;la uue,& la una faluatica.
Mmticcbiare,LatMinàreJ attaccare, come yne. D a n.C»
metborribilfieraVerraltrm membra aniticchiolejue.
Ah t.Ch’un Tijno aniticcbulo era con quella .
Difuiticcbiare, Lat.explicareFhfioluere;ual di!uiluppare,rt
drfinngerc,e!réfpartire .D A N. & éfuiticchia Col nijo
qnefche men fotta a quei fafli .
PampaniiCir Tampim.Lat. B o c.T^e a pena nilla una te-
nera yite,che‘l filiante Capretto intorno bfua rodere di
Tampono in Tampano , non fènza dtmoflrato /degne per
la turbata fronte del fuo Dio. Tipn altrimenti combat tciu
dofi , che le tele delle figliuole del Re Mi neo in troia con ’i
Tamponi per lo peccato commrffodel di/preguto Bacco.
A M. S A N.&de leTampaneSiuan nudrendo; theper
terra adunano. Et qual a rbu/io fenga Ulte o Tampino.
’Xhxicì.Latxapreoli.colicuh fino getti delle uitiahe dilìen»
dendo s'intricano Inno con l’altro.BoC.Mlberi d'ogni ma
mera,de quali tutti fopra i legati Tralci, bquai i bòro peda
li foHeneuano. M a. T^a non torniamo onde ueninimo per
rempeluofeTralciate uie ; V i . ueé difopraa Tampam.
\ca&emmìa.LatJiindemia.Fertile & Ttngue£acSt ten > :
negb fauella fino a yendemmta.
yendeminiare.iì a s.Forfe coli, ove ueniemmi ^ara.
Aatnnno.lot.aHtHmnus,Moflolenie,Tampbiofo,Frutlife-
ro,yimfero. defiderato da Satumo.DAN.Come dt Muiun t
no fi leuan le foglie L’un’apprcflo de l'altra infin che'l ra-
mo yede a la terra tutte lefue ffioglie. ai. come le febie '
nedMutondi fronde Rimangonnude. San. 'Helfrutufe
ro Mutuano. A m. SìiiandoCMutunno gli arbori ut
^glia .
Sere. Lat. flit. P e t. Spenga la Sete fua con un bei netto .
Boc. HauendoSeteaquelpoggpueniuanoabere. Ha-
tua beunta acqua per gran Sete. Dan. Che tutti
quelli n hanno maggior Sete . & pero che fi gode Tanto
del bere quant'i grande la Sete .
Mfietare i bauer,& dar fete.Lat.ptire,& fitm pafiiuo Qui.
Sino plut funt poia,plus fitinntut aqua. Dan. Camma
miaguflaua di quel cibo,Che [aliando fedi fi afSeta . Ma
perche' l [acro amorfii ch'io mi uegbo Co perpetua uifia ,
& che m'afleta Di dolce defiar,s' adempia meglio, lì ftue
dea la fùperbia ch'afetaàdef lo fa cupido et imperare.
Aflctato, i pieno di fete. Lat. Sitibundus. Boc. Linai fuol
porgere le chiare fontane a gii Mfletati.CoHoro Mfieia- ;
tipofligmlortauolacci.P e t. SÌuaadoMfietatoìfflan
co'Nott piu benne del fiume acqua che /'angue. D AN.San»
gue perfetto che mai non fi bene De t Mfsetate uene.
Dif'etareileuarlaSete. Lat. Sithn depellere.DAM. Che mi
di/feta con le dolci Stille.
Beuitorc . Lai. potaiur. potulentus , commenfator 1 3
eompotalor aal beuilore mfieme . Boc. Gran Beni-
tote . Cofe pm alte a curio/t Beuitori . Era jilciine Be-
uitrice del buon uin greco . L a. Hauea dige/loUBe-,
ueraggto . l'na beuanda Stillata molto buona . 'inu-
lto fiume non era , che non potgefSe doUifiimi Beue-
raggi a gli fucn popob. V l . IlCangedauaa fuoi/ia-
uifiiMì Beri conte chiare onde. \ i. ynfapontobe- *
re.
Bere, Lat. bibere , potare , aurire ,pocuhtm cxbaurire .
potum haunre , fòrbice , &btufiut U~beuert,.P.E i.,
C
L
Baccho
CIELO
Wutorir
Jhtt fonti b-t ; (bidetuiu Bec mor ridendo.benete un fu~
(t£ birbo, 'bfon piu beuut del fiume octfuj che fonane. et
Labe al fondo bibo. B o c. Egli fi uuote inacquare duino
quando altri il bee. Farai che tu multi a ber teco tutti. Et
eonunciarann; a bere un buon bicchier grande per uolta .
Egli bee uolentieri quando altri paga . Fino allo ineb-
briarfii beendo il conduceuaibeuuc di un lorbuonuino.
beuuero troppo hierf era. O A n. come di Letbeo bene-
Jìianchoi. .^d ber lo dolce a/ieniio de martiri , Etdegli
hebrei, cb'al ber fi moflrar molli . Et le Romane antiche
per lor bere Contente furon d'acqua. Dibere, &dtman-
giar u accende cura .
Beuitori, & Colofi celebrati da noflri Toeti . ,Anacreonte
da Teo Toeta Urico . uedia Toeti .
Ciacco in Ungua Fiorentina ì porco jo animale folamente at
to ad mgrafiare,& empiere U uentre, delqual parlando il
nojiro B o c.dtce,Ejienio uno in Firenze da tutti chiama
to Ciacco huomogioteifiimo quanto alcun altro fofle gia-
mo! , & quello che fegue.Et parlando egli con D a N. nel
lo’nferno dice . f'oi cittadini mi cbtamajie Ciacco Ter la
dannofa colpa delia gola , Come tu uedi a la pioggia mi
fiacco,
Tauema. Lat. taberna , caupona, è Luogo doue praticano i
Tauemierijjeuitorij^cbbriachi. B o c .Eficndo già buo
IM bora quando dalla Tauerna fi parti. Il giorno cet la not
tejroe a quell' altra aniando.llqual mitorna ebbro a cafa,
0 la firn t'addormenta per le Tauerne ,
Tauemiere . lat. afotus i quello che pratica alle Tauerne .
B o c. 0 alcuno altro di uoi beuitori , ebbriachi,&Ta-
uenùen,
tuggere.Lat.fuggere fugare. T s T.Et fi le uene/l cor m'a-
fciuga.& fugge.^ poco a poco confumando Sugge.T.tig
fon filneflra fera ufata a ruggere, Da temer eh' i ti uoglta
il fangue fuggere.uediSciugare, & .Afaugarc a6ip.
IbhreiziAatabrietas. Boc.Et tanta fidanza nella cofiui
Ebbrezza pofe.D a n. Tercbe in ebbrega^a Entraua per
l‘uérec& per lo uifo.meta.
EbbcÌ3iCO,& ubbriaco. Lat. ebrius,ebrUchus,temulemut,
iànoobrutus,nimiopotu confeSut. B o c..Afinofafiidiom
fo,& Ebbriacocche tu dei efiere. Ebbriaco cattiuo,che no
fi uergognaSeuitori,golofi,Ebbnacbi,QueBo trifio huo-
moàlqual torna Ebbro U fera a cafa. t'auitò hit in alcuno
luogo Ebbro dorm&fit .
Inebbrure. Latjnebriari. B oc. Si uada inebbriando per le
tauerne . Che la donna lui inebbriafie per poter poi fare il
parer fuo.lnfino allo mebbriarfi bruendo il conduceua. Et
oltre ciò t'inebbriaua alcuna uolta. uedi t Indice.
Cinciglione nome proprio , &pigUafi per beuitorejetfrap
patere fi ciantore B o c.Comefeglifofie Cinciglione fi al
da' altro di uoi beuitori ebbriathiAT tauermeri .
Ciurmare ual inebbriare,& perfuadere con mganno,Lat.inm
ebbriarc,& è proprio anello fihe noi diciamo uolgarmen-
feZurmarr quando fi bee é quel nino che danno quelli,
(he dicono haucre la grada di fan Taolo. B o c. Menian
fa alla tauerna , che egli fi cturmeri.i.piglieri la Zerma ,
aoètinebrierd.
Biechi ero uafii da nino per bereJM.cyatbusfiut Bacebar,
ruttut/TgnttuUtil dhni. B o c.Vn Bicchier diurno l'n
buon Bicchier grande per uolta. yn gran Bicchiere dif^er
pfccia,Confiiccbienfibeiargentopareuaiio. Sjtattn
Bicchieri miouLTer lanari biccbierijiedi a i6oq,
piefcere,i mettere uino.o acqua ne bicihieri, et ferutre altrui
co bicchieri m manofit è tbofeo uocabolo.La.mijcerepoiu.
Boc.Lafciate queilofcruigm farame; theiofo nonne-
no ben mefeerefibeio fappia infornare. P s t. Tdjin alcun
malyche falò il tempo mefceiàtidute, & non mifthia come
è poflo. Duu.ma perche tu t'auifi Adirla lite fi , thè
l'buom ti mefca.i.a dir il difto,cbe Cbuoni t'induca.
Suppe,o Zuppe Lat. offa umo madidajiipa i quella fibe fi fa
inacqua 0 inbrodo. D A u Che uendettadiDionon teme
Suppe.B o c.Zuppe lombarde ,
T L y T O'H^E.
Lutonc. Lat.plutofircus ; Utheus,Satur-
niuc.rex umbrarum,Sumanuifiartareut,ra
ptor4is,dux herebi,regnator, CT arbiter no
(lisfiertiut bdrei,ueiouiui,phlegctbomeut ,
auemaiit, agefilaus, dymenut, getter Cerem
rii,elyfiut . Secandogli antichi poeti fu Cuna
de figliuoli di Saturno , & di Opis fua donna, altri dicono
di Rbea,& da efiifu detto Iddio dello inferno fiir delle ne
chezze . Qjiattro furono i figliuoli di Saturno fignificanti
li quattro clementi , cioè Gioue per lo fuoco, Giunone l'a-
ria, Tfrituno tacque, &Tlutone la terra fiir fiaferofihe
Saturno dinoufieil tempo, & che mangiafie tutti ghal-
tri fuui figli ficcetto questi quattro,! quali mai non poffono
mancare ; efiendo adunque Tintone per lo elemento doti*
terra, uolfcro,cbe amora fòfle Iddio delle ricchezze come,
che neUa terra fi della terra filano i metallijepietreprecio
fejbiade.frutt'ifinimali. eJr per efiere quella nella piu baf-
fa parte del mondo, per quefla ragione ambo lo dtjjiro Id
dio deìl'infnnoc& eoe habiti nella città chiamata Dite jet
in altre figmficatiom ambo fi piglia Tintone, quali per ho
ralafiiamo , ma non taceremo qui la Storia della rapita
Troferpina da lui, llquale (come ferine Ouidio) uedenda
fender nell' inferno alcun fflendore per gli feofii dati da
Tipheo gigante , qualfisforzaua leuarfi da dpfioil monte
di Trinacria; dubiti , che per la prefnza della luce mgU
foff occupato il reno fer laquài cofa ufcl fuori per uede.
re come fiauano ifondamemi delt ijila, & efiendo appref
fi a Siracufa,gU uenne ueduta Troferpina figliuola JiGio
UCj& di Cerere Rema delt I (ola, quale era ufeita fuori per
raccogliere fiori nepra ti,& fi entrando fi con lei Timone,
& uedutola bella fubito fe ne inuagbi , élr acceflalolefi,la
prefe,&feco altmferno la condufie ; Ter laqual cofa Ce-
rere fi mife a cercarla per tutto il mondo, & nontrouan..
dola, conobbe per inebeh di A rethufà nimpha leiuerami
le efiere fcefa alt inferno : et uedido di no poterla ribaue-
rCyffiHo Dea delle biade, quelle negi a tutto tuniuerfi.on
de efifdone di rii pòrti lamétije preghi a GuuejetU al fin
giudici, che mezo del tòpo Troferpina fifleffe i o u madre
Cerere. et il reflo col marito Tintone neU'mfernox thè Ce
rere cÓcedefie le biade al modo, uedia Trojerpina a$qq.
Riecbezi:e;rhefcri.Diuitie,TecuUjrioneta,Tecicnia.CÌtiui,
Danari,DobreJ^iorimJ)ucati,Lire,Cr<fei,Bagatlim,Ti€
rioL,’t>opolm,Conie,Oro, Argento, Roba, Faiuhà,Haue
re,TotenzatPodere,StabUe,ÀIobile, Heredààfieiaggio,
Dotefiemita,Ricco,Toffente.arricchtreJrafrtccbirc,pllf
federe JiiUfrt^rnertJotarejmiatcfiaftere.
Ricchette.
Tintone
C t 8 1 Ò
Tintone
tk
lUccbezte. tu. Dìiàti*jofuUntutfiftt,é‘ gt'XpfhiUcii ,
la armato delle rtcà>exj{. P e t. Ricchezze, Serue,Mal-
tuteiVropneJfMte . Jjdte Rtccbezje a nutt altro fecon-
de. y fon bor le ricibez^ honort i Boc.Rtc.
tbezT^ bnnune,SKperbe,famoJe,Crandi/lmte. Quefte fi
no cptellefer le^ualt i nùferi mortali t’affaticano Rtccbe^
za Grande, TiccioU .
Kcco.LatJwet,opulentiu. P e t. tUcco Crembo,Ulbergo.
Ter far Ricco un, por gli altri in libertate . Che mifeRtc-
co,éepouero inunpunto. Ricca Donna, Viaggia, Merce,
Somma. TerCaltrunnpouerirfiRicca^grande.B o c.
Ricca Gemma, Roba. Ricchi Trelati . Huomim . Rie,
cbifsime Camere, Riuhtfiimo Mercatante .Cakabere.
^rricchirejMJttare.Vii.Tucbaiperamcchirei’unbel
tbefauroxnanzi l’alba Tuonimi arricchir dal tramontar
del jble . Confente bor noi per arricchirmi amore . B o c.
Co/( potremo fubitamente arricchire . ,4uatui che ame-
cbiti fofìero. LatJocupktari .
Trafncchtre èftrft trop^ ricco Lat.iiteftere. B o C. /» bre
uè tempo diuenuti ricebifiimi , mentre che di trafricebire
cercauano auenne .
D'ttùtix. Lat.abundantia, copia, uberitas, affluentia.
D A M. Ett'i’hauefie indir tanta Diuitu ,idell tanta
f acuità,
Tccniio.pr tM^ion uocabob.Lat.i proprio la ricchezj^,che
promene dalle pecore. B o c. Mailcibo bona, cbe'l Tecu
bornio dalla pietra diueltopafce &gufia. nelle rime et jl
aneto. San. utòTeculio .
Totcre, & “Podere, Lat.facultas;perlo bauere,&faeultì,
hoc. Chi poco,& chi affatficondo il “Potere, & diuotùm
fua , lionate in capi fua oltre al Poter fito uba bonora-
to . Spendendo dùnque Federigo oltre ad ojni fuo Poter»
molto . Il che efiendo allo Inquifitort rapportato , tir
fentendo,tbei(uoi Poderi erano grandi, &ben ttraxa
laborft.
Totenix per lo bauere.lat.potentia,ep“dommatut.h oc,
yngiouane di gran paremado,dr di molta Potenza .
Toflente,ia uece di Ricco. Lat.poteus/liuetjocùplei.lioc,
Iffendopofiente ouomo , la mandò mtaatcùtndo diuitu^
perarla.
Tbeforo. Lat. tbefmrum. Ptt. Come t auaro , cb’in cer-
car Thejòro Con diletto t affanno difaterba. Et uacillando
cerco il mioTbejòroJjnadonna Laura, yeder nel fango d
bel Tbefiro miojl bel Theforo à caflità.Il mio amato The
foro interratroua,Cbem’inafcoHo. mio mbilTbejir»,
Ite rime dolenti al duro fafio , Che'lmio caro Theforo in
terra afeonde. Et col ftngue acquiHar terrari Theforo,
Tolto m'hai morte dmiodoppioTbefauro. B o c.TbeJà,
ro Sommo, Spetialejnfiniio. The fòri Ricchi. Io ho femprt
imitiTbefòeidonati i &ffefi. Sotto uU panni alcuna noi
ta grandifinm Tbelori di uiriù nafeonde , Tbtforiert The
foriera. Scrwonoalcuni fenga b.
Kobxlat,ret,opesaliuUiaA!rfacnllatet.R o c.EtqueU
lacafatrouòdi Rpbapiena. EfiendoogmfuaRpba giun-
ta . -dndatoà a Ruba ogni cofùji facco,oa bottino . Et
Ruba noni comune con Roba.
Facoltà . Lat. ual riecbezg* , fucile anione , & pode/U .
hoc.TuttelefuefaaUu ^feincortefia.S AH.Ogni
mia Fatuità commijfi in mano della cieca Fortuna .
hnxtinmc» delie fatuità, Lat. faedtat,opn.hoc,'Pin
ritto é beni patemi che di faeutia ’,
Rendita. Lat. reddiius, cenfus,& ue(ligal,perU entrata,
hoc,“Hg alcuna altra Rendita era; ebe di mente gb ri»
ffondefie. tlon ballando alle commiiate ffefe joLmitme
le loro Rendite, yn fuo podereiio picciolo, delie Rettdue
delquate uiuea ,
Dote. Lat. dot.Ptz. Che naturai mia Dote a me non ua-
le.Ett altre Don a me date dal cielo .Bue. Tua jòreUa
non baurebbe mai alcuna Dole . Diedegb grande & buo-
na Dole,
Dotato. Lat.dotatus.h o c.yn corpo Dotato di anima gen
tile. Dotato iCalt^Simo ingegno . Dotata eh jultiU aut di-
menti , Dotata di maramgbofa bellez^ . noi ornato da
Cieli.
Dotare. Lat. & dotem dare. D a u. Le menti lune nel fuo
belo affetto. Creando al fuo piacer digralia dota .
Haucrc. Lat.opei,diuitit,copia. hoc. Ci torrauno l’Haue
re. La pouertà non toghe geniilezpta ; ma fi Hauere . Mio
padre mi lafciò ricco buomo, del cui Hauere, come egUfn
morto, dìeé la maggior parte per Dio .
HauereJjit.habere. P et. Per bauer co begUocchi uoflri pa ij«
ce.Per bauer pofa almen infin a C Mlba . non ffero hauer
mai pace . “Piacemi bauer uolìre queiìion nàte . Slm uidi
nofira gite hauer perdute. “ìfel bel mfo é quella,che u’ha
morti. prefe ha [arme.madonna cha'l cor di fmaUo.lhtoT
ril’ha uftrada . Hoggi ha fett'amuà.fono. Par c’ babbi a
feberno . non babbi a fcbmo . Ben che guardato tbabbia
di menzogna, parte babbia del foco, beuche n'habbia ornm
hrt. Signor hMiate curajb abbiti ignudo tofia.yi baggio
proferto il core.affai ffatio non baggio.Tu,cbe bai f arric
cbirdun bel ihe^rojt che codotto m’haiau bai bflrali. '
bai tal fkn m balia, che fig^ria non bai. perdut'bai Par
me . ch’altri han piu caro . C ban fatto tmlle ucdte muidia
al fole. & qui m'ban colto . ne fiere han quefii boféi. &
bornie efliiito , Bonn altro obietto . cbe'l cor m’ban arfo.
c'banno in od» U fole jet hanno i corpi abbandonati.m'ban
no U cor tolto, che bice altra non hanno, la firada hanno
finarrita . donna di nei non baue. che m’hane'l cor conqn
fò . che fcofla ( bone, ardir non baue .fferato hauea già di
lor corona . m'bauea fatto ardito . defio bauea’l carbone,
frouatohauea f artiglio, r'anofio banca gia'luelo. C’ba-
uean molt'anm^ celato il uero.C’hauean fatto ad amor
chiaro cbffelto.ricondotto m’ hauea' l chiufo loco . Il nodo
cbe’al cor bauei.bauem rotto la nane. Siuefli cinque iri-
ompbi hauem ueduti. yn fri conforto de la uita bauemo.
iniiecedibabbi»mo.Hauett<tio P ale. haueudouintod ne-
mico . bauendo tab . il mondo non fu degno dhauerla . ne
piu certezza haueme . per troppo bauerue copia . credm
do bauerue inuidwfi patti . cofi hauefi’io . bor haurfi’io
un fili . sbauefli dato a l'opera gentile . come intdUno
baueffe , gli bauefier data . eh’ amor m Cipro haiiefie . Se
yirgilio, & Homero bauefier uiflo.nbauefii quel , Cofi
baueHùripoSh.Etc'bauetedi febermi fempre accorti.
Dorma m'bauete fiacciato . feorto m'bauele a ragionar .
m’ baue te in fiato bafio mefff . poco haueua da indugiar,
hauti da pianger fempre , Et la fua luce haura’l làida la
lunaqiochi compagni baurai forfè non haurai fempre. ha»
uran di me pocojion bauranno in man. piu làggio ingàna
tobaurebbe.c’baurebbe a Guue tolto tarme eli mano. Pie
. tà baurebbe uopo J>io&iiaturabaurtbbonmefio.cbiufi
C >i
■ jr
!Pluto«e i CIELO • • Tltttons-
jli hjkrei . anguto mia fortiuhanrci . depojlo hawrti Direde.Lu.exhareJo. D a n.£* Cu>a,&rakra gatte idt- .
parUmio.iie la fronte hanrei Ulto , ondami pac, hanre~ . redata.i. non fcgueUhcrednà de [noi antiM nella metà,
tuo. ella fola banria la fama. Leda hanria ben detto. & ne buoni coilunù .
tiorem^a banrit forfè, hauria benninto.&fianco.ma- TcilamcntoXM. legaiim.TefiataareJjit.Legater }
ranigUa n hauria . mercede n bauria , .4 pena bebb’io gaiarms,queUo,ch‘i rimafo herede ,
quelle parole d:tte.Qiidlmarauigliahebb‘io.7{on beh- Moneti.Lat.Boc.£tuidefiditalMonetapaiato ,quai
beiantuneuigor,9elpatio.amorajdegnoibebbe.Qjtel erano fiate U derrate uendute . Crandifitma quaniilddl
'' e'hebbeU ma» fi pronte, da prima bebbe per uoi.Hebbe Moneta.MakorreibuonaMoneta.
un'altro lacciuolfra l'herba tefb.Hebbon tanto uigor nel Moncticr quello che batte monaa.Lat. Monetarmi mone
vuoconjjiitto.ehcbberfama.bcbbrrmujouergognaheb teexcuffor.D ah. .Allhord Monetier cofi fi fquarii*
biéme.&ht bbi ardir cantando . in odio bebbi la uita . La bocca tua ^ fu mal,come foU .
non bebbi bora tranquilla . fubito hebbi fiomo. poi cb’i Monetili celebrati. Diogene Tbilofi^bo^ìiitefiofiiop*
bebbi ueduto . Et fi non che'ljko lume a ( eiiremo bebé. drc,uedt a too..Adamo Brtftiano .
ideEìfceml),&ofiurò,& è uoce latina dal uerbohebeo . Adamo fudaBrtfcia,drfu Monetario fmgularifiimo.ir
7donhomaitregua.non botanti capelli.Uuoii ihofpar falfificò il fiorino Fiorentino.ondeD a n.Dtfi'eglianoi,
te.nela fronte ho fcrilie.& ho fi la mente aucx^a. & bar guardate ,& attendete M. la mifiria di maeSin .Ada-
t'hodetto.nonhocura.hoc.uediali'Jndice.ì) A kJìo- mo.
p'uno cheggio, cb'alcunfchermo t'baia per t'babbia , Tfe Pecunia. Lat. B oc. Huomini uaghi di Tecunia. Teculio . 1 3^
ferma fede per effcmpio,chaia . uedt a 1 47.
I Tenere, per hauere.Lai. poffidere. P s T.^'n canàdo armel. C ontanti.Zjtf. numerata pecunia. B oc. Et egli uendègli
i. tino, ch'oro fino, triopaiialcillo legna. E’ifuoftggio panni fuoi a Contanti . freggendofinmafi nctbifihntdi
maggiorntlmiocortene .TenhetienuerfomeUmanfi Contanti, & di poffifiiom.LafuolUdugenio tire é piccioli,
firctte Cantra fua uoglia UdcSl ho , ha, 0 cbmde. Et chi Contanti .
di uoi ragiona,Tien dclfoggetto un hahiiogentiUalpet- Ditiiri, Lat.numi,& pecunia. B o c. f'na certa quantità
to Che forma titn del uariato ajjiettoj. ha, 0 moflra . & di dananXune potrefii cofi hauere un Danaio Se Ufem
uederete come Tien caro altrui,chi tien fi cofi uile.& co- ne foffiro di .Ancnto nou uarrebbano un Danaio ,pcnbe,
fi bella riede nelcor,come colei, che tien la chiauea. ha,o ninna fi terrebbe a martello .
ch'apre^ ferra Surge nel mezo giorno f'na fontana,& Nummi Lat. fono i danari Ari. Qju'lche'l maefìro fu»
tiennomeJalfoU Et teneanfipermaHoadueadue,idell pertreniaTdumtmDiedeaCmdei.nonfideekfite.
fihaueuanofipigUauano. Oia^. noce puerile uoUmto dir Jattan. D a n.lnnaitzl
Domre,per hauere. Lat. deberteoputtB,necefjeefi. B oc. chetafciaffiil pappo e'I Dindi, déferutùm itela pueri-
Tercioihe pur douidomorire mi ueggio morir nelle brat le .
ita ,Auenne,che douendofifarfin un certo tempo deli'au Dobrp era certa moneta come doppioni^ o c. Che non eroe
wo a* guijait una fiera,una gran raunanza di mercatanti, fi poco, che oltre a dieci mila ifibre non Holcfie. Due
ynahauendomi recati danari, che micloutuadare.Io ni graniijiimi bacini i argento pietà di Dobre fi portare,
darò facenJoui compagnia la notte, quella confilaiione, i fteSio antico ha Debbre. & neramente meglio, \ -
thè uiiouerebbe dar egli. Tenfando al maluagio flato, Bìgzttinu lat. numi ftmplices.denarioli.obolfi^&Terim
theneirallrauitadoueretebauere.'biondouerfimaifar (ifB oc. CoflhdtUelirtfrefioacentodiBagaitità.M» ;
tbrifliano. Etficredeuaie,douerume,comedimalfar, vela f'initiana .
pemire; non farlo.Ma temette di mmdouemiefiererice- Vicào\ì.Lat.areoli.]òno Bagattini.B o c.Trouai ch’eran»
Muto ! percioche . Secondo la mia pofiibihtà io ui douefii quattro TiceioU piu, Dugemo lire di Viccioli . . i
bonorare. Che l’ejfir uolefiimoet douejiimo tefhmoni di Mattapane ; i moneta di quattro foldi . B o c. T^n rrot
quanti . Douete fapere . J danarieche ui doueua dare. & mai cb'una candela di un Mattapane non gti accendejfe
quando fignifica uolere.Hcdia 116S perconutnirea donanti.
I iyì.& per potere a f 18. PQpolini,eranomoncteìlipoeoualore.Boc.F4luJorartt jjq
Stabile per la roba.Lai.bonaflabilia. Boc. Heredi itogm Tooolini fargétOiche alihera fi ffi.-ndeuano,glie le diede.
fuobcne,& Mobilejir Stabile. Cvovsi,monaa afiai nota. Bo c.Tauolefimpre cariche
Mobile perla roba di cafa.Lat.mohdiaJ.fuppelleSilia, di Gro(fi,& di Fiorini. Ch’ella da lui pmidejje tanto; che
Boc. Ognifiobene Mobile, ^Stabde glilafiii. uaUffi un Groffo .
aj» Heredità. Boc.SluanteamphfiimcHert Lire, Lai. Libra numorum. Boc. Co5ò delle lire pregò a
ditifi uidero fi nzafuccefiore debito rimanere. HereJifd fentqdifiagattini.Se uoi mi preflate cinque Lire; io rac-
jimpla, Grandifitma . D’ogni fuo bene rima fi H erede. Il coglierò la mia gonella dei perfo.lafiiogli dugento Lire di
maritoleifuaHeredefulUtuìQjialiicoElorofogtilue- Ticcioltcontantt ..libra fignoceUnea 86i,diieiicion-
roHereJe del padre. Legnimi fuoiHeredi. Comepropria àe lysq.cioè Ubrea 17;$.
noftraHeredilana ragione li doniamo Au.V ÈX.Tiap Fiorini, jjtt.fltreni ,&nunu aurei. Bei c. Cinquecento
to fu l mio é lama ^ftHertde. Mettilo duo &f uopo, EiorimcToro La borfa con bm cento Fiorini d’oro, ya-
dre,&fnoBede. , . feuabm trenta Ftoritùdloto, Clipofim mano un Fio- ;
Rede M uece it herede.lat.h4res. Medi di fopra . rmo d’oro.
ReraggiOj ual beredtti, B o c. £( popedere Cantiche rie- Duciti. LoLnuniaurei, Bo C. Clifete nemre cinquecen-
fbn^poJfednteluttiamitttepeTBfUggu, uiDuviti.. . ... .. ^ ■ • •'
■ Conio
Fami
Conio IM. Formi, fitta j liumbritio ruiis, e.xtmpUrim
prejih, tjpm. &• ila formi della momta. B o C. tljjlU
litri moneti pudenda , thefentii Como per tjnei paeft,
' ■■ idcfl I he nan^nieino nuncti impreffa-, cioè niente jfeii
danno . Dan. Rnffii»,'imnonfonfeminc di Comoidefl
di pecuniiyO moneta . ■ •
Coniire. ùit.cnderr imprimere flbp^^e . mi battere dtia
ri. D A N. Mi fi,cr pia Cbinet tjmndo coniaui .
Bittere per cernire. D a ìt. Et m’injufie a battere i Fiorini.
• J J Zecca. Lit. ilei monetarii,i il luogo one ft comi fi bitte le
monete.
Tatti gli litri Dtifono collocati i i luoghi loro piu a loro ap-
pirtinenti ; Come Saturno Dio della retinone . Ciane Dio
J.l Ufi J-M- > ... il. ,M I fr .
CIELO Fama ij»
t^.La buoni Fama del Moniflcrio . E i duo cercando PJ •
meindegne falje. £tnonbiuraanoinmingli.inaiìi
gonerno Delle Fame mortali. Dan. Fama di lor il mori-
do eJSer non lajia. 0 diiu peg.tfea, ibegt ingegni Fai glo.
riofi,eSrrendiltlongeui,&e]Jiiecoleattadifii regni. Cre
dette Cimabueneii pittura Tener h campo ,& bar ha
Ciottoli grido St cbela Fama di colui ofeura. A r i.Ot-
delaFemtJua con maggior ucloT>ocria farmegbomlm
alciellàUre.Chetofloobuoni,ona,ihela Fama efee
Fuor d'uni bocca in infinito crejce Ter tutto il campo alto
ramar fi filande Di ucce in noce fi l mormorio, e’I biibgliu
La uaga Fama intorno fi fi grinde,E narra,o' acirejit'it
■ , , - ■ o do ua’l periglio Ou'era Orlando .
del Cielo. MimdeUa BittigUi. Mercur.o della Ebr- Fimoro, famigerabilit.famii’critor, fimi terulmji
quen^ Thcbo,oSole. Qjcefit tutti fono nell' ordine de
'pianeti . Hmeneo,&Tilifito Dei delle no^e.f'ertunno
Dio dell anno . Triapo Dio degli Horti . Vulcano Dio del
Fuoco . Siluano Dio delle Selue . Serapi Dio degli Egitti.
Sabi Dio degli Mrabi. Ha rpocrate Dio dei Sileni U). Meii-
certi altrimemi detto Tortunno,& Talemone dei de por-
ti marini.‘l'lerca,^Gùuio Dei marini. F’edi a juoi luo-
ghi.
DEE.
fama, fortvna, minerva,'
0( A N A, CE R ERE. SEGEST A ,
CIVNONE, UEBE.
Dea per la innamorata. Ttx. Fedita a la fua ombra ho-
neflaaneme il nuo Signor fidet fi ,& lamia Dea . Sijiàl
MÌiHftn.9 inrnmfi . iti Mutotmjii fhìaI tSao/t Ti
ma noius. P e t. ^ B o c. Famojò Tempio, Epicuro,Hia
mo.Jl men famojò Mmaldo,Famofo di wrtù era ciafcU-
no. Famoji Donni. B.lleggia, Beiti te. Tromba, Tomba, .
Firtute.SeluaiTardenna.FamofericthegTie. Salme IJò- •
le di fortuna. Cipolle Famofe per tutta in Thofi ani . Fa-
mojijlimo Monafiero di fintità,t^ à religione, uedt l' In-
dice.
Hcix>i,& Semidei, uedia Marte 54.
Faniofi celebrati da nodlri Toeti Mm hife , Dardano, Dio-
ne,Eleo, Edipo, Elettri, Enfitone,Fabritio Romano. Co.
fianv, Gugliclmo,Heliadoro,Hermapbroéto,lcaro,Mi
ia. Manto. Marco Topilto.Medufi, Meleagro, Tiajfidto,
’Hsmbroth,Orfo,Taris,ThUgii^abello,&'Ha\fidiB.
Anchife padre di Enea, trfigho di Capii, ianan^ liguer- 1 ? 8
ra Troiani mentre amaua la fiibt Udine , amato di Fcné-
re,dellaquale partorì Enea, dictfirfierflatocieio,<fi'pcr
queflofu menato da Enea in Sieilia,doue mor'i, tome jeri.
............ I»rjw JU menalo aa enea tnì:icilia,itoue mori, comejcn.
mmphainfontt,infeluemaiipt4lDea.Boc.Dubitaiut ueFirgilioiuediadefioEnea^g. ’
Honfofie alcuiu Dea . bzrdino figliuolo di Chue, & é Elettra, fondatore A Tto
TnzpcrI)ea,f>rdiiiini.DAtc.EtioutOnelauocepmDia. ia, nodi é foco ad Elettra. 1
V A M A.
Diohe fu madrdé Venere , onde Virilio Ecce Aomei prd-
teffitCafarìtafintm. a Venere faremo mentionediefia.
Dan .Ma Diane honoriuano,^ Cupido per nia
dre fui , tptefiopér figlio ; Et dicem che fedette in greni-
boiDidt.
Ama l nome A mexo ,&cofi fi Afiende al
male, eamedbtne,eS‘ è freeptente parlare
d'dcumfiir A quipoi nafte il nome , perche Eaco. Lac. Eacut. Afopobebbe due figlie Egina.cr Thelde
tal huomo i nominato ver tutto ,• & dal no. A Fama l'mùamnti, ni... l*. rlZ... uA-...i i
I tal hnomo i nominato per tutto ; & dal no-
ti me atquifia gloria ; & la gloria è un cer-
" io pudore Jlqualerifiilta dalla Fama buom
na,& dal nome, &però lei Adamo efiere Dea, i fuoi de-
fendemi,& deriuattfono .
Faina jblome,GriiloA<>more,Gloria,VAta.Vamo,Honore,
laude, Tri^. Conte per famofe.Efialtamento,lnf amia,
Cjlunnùt,Rhnprouerio,Obbrobrio,ttominareJaudareJo-
dare fifannare fili altare fielcbrart, rimproutrart.
f 37 Fama. Lai. &opiaiofiXiJiimatio,fermo,rumor,pradicatiO.
Vir.&hoc. Fama Alta , AltilUma , GranAfimr,
C biara ,Smgulare, Celebre jUufirt,Reale,SplenAme, Ift
ta,V ntueThie,Tuhlica,Ijoquace,Mortalefiruna, Ofeura,
Rea,Occulta,Tnfia. Et ella fòia hiurà la Fama e‘l grido.
Ma la Fama,e‘lualor,themai non moretipn Un tuafòr
ga,habbiti ignudo C ofia.LiFama fèmmatriiedeW amiche
uirtù,Cr preAcatrice A uitij. Vélociffima rrporcatr'tce de
mali. Come chiarifiima Fama per rutto' Inondo fuona.
A Egma l’tnmmoro Ghne , tir informa A fuoco la conob --
be,^A lei generò Eaco padre dì Telteo, il quale procriiìò
Achille forufiimo dì tutti i Greci fecondo Homero, & fb-
rondo quella fauala bif nepote di Gioue. Da ipuHd Eiiiia
fu denominata Eginala tini , laquale prima era Artu
Enopia ; Regnò Eaco in Egina, cJr ne fuoi tempi fu tama,
&fi granA'ptfiilcnxafihel'ifola ne rrflò Alitata. TeF.
che pregò Eacèilfiio paAe Gtoue , che gli dejìe lamoF-
te,o gli refiitmfieil popolo perduto; (fi Apoi andando
per f ilota uute infinito numero Aformic he falire , (fi jet u
'Areimia Qjimia ,Cfi Afiderò tal efiere tl popolo fuo. i
'Cioue pelA fiderìodel figbuAo comirrtì le formi, he m
huommi. Q^cHo fingono le fanale, peri he mancando
gli habitatun alTlfòta Eaco la riempii A Knte rulH-
' tana , (fi A nuoi'ì editori A terra , eJr che furono fimi-
•b alle formiche,l'quaH. erano nen prrlaajiidua ftan-
xa nel fole, erano robnfli , (fi di molta fatila , (fi rf-
fertitio , erano parchi, maafiai,£rcon mdufìna roni-
peuanofiS- conferuanano le biiuc; il che tutto fi ueA nei.
IÌ9
Crebbe la Fama A A fua faiu ili. Di cui i fiata fi lunga pruanofizreonieruanano le Viiuc;U che tutto fi uedt nei.
FamjfiiegiK A eterni Fami . Li Fami AIU fua - U Formic.t . Furono adunque quefii popoli detti Mjrmii.
. Cu,
Ai
Fama
C I JE L O
Fama
ititi, ferihemymix in Crea figni^ca formica . Qjiefli
oltre l' altre fue genti menò ^Achille nepoie di Eneo negli
eserciti à Greci contro a T roiani . onde dice Dan. "ìion
credo j che a ueier maggior trijhtu Eofìe m Egina il po-
pò/ tu Ito infermo dinamo fu l'aer ftfiendimalttia ; Che
gli ammali infitto al ficciol uermo Cafeanm tutti, ^ poi
le genti antiche , Secondo che "Poeti hanno per fermo , Si
rijtorar di feme di Formiche. Fingono i poeti , che-Eaeo ,
Minos, & Riiadamanto figUuoli di Gioue , perche furono
molto giufli principi , dopo la morte loro fujicro fatti giu»
dici dello infemo,liiualt hauejieroad efiammarle ani-
me , & dapoi punirle jecondo che meritaffero i loro delit-
ti, yedileTraiformatiomi Ornilo,
Edipo. Lat.Oedipus, figlio di Laio Ee diThehejÉrdiloca-
Ha & padre di Eteocle , & di Polinice , tlqual foluette lo
enigma di Sphinge , uedi la bijloria a Laio fuo padre
«J!4,
tiOyir un Fahritio apaipiu belli C3 la lorpouertì.cbe Mi
da,oCrapo Con l’oro;<òtde a uirtùfuron nbelU . ,/Lrillù
de : che fu un Greco Fahritio .
Coftanza. Lat. Cofiaiitiafu figliuola di Ruggieri Re di Si-
tilia,altri fermano delbuonUf Guglielmo, morto ilman-
to finga herede Tancredi uno de baroni occupai regwjet
ella fi fece monaca ; ma perche Tancredi non obediua alla
Cbiefa, il yefcouodi Palermo , conauttontàdcl Papa f e
trarre Gojlait^ del monajlerio di Palermo doue hauea
fatia profefiione,& diedeCt per moglie ad ^Arrigo figlino
io del primo Federico Imperatore , della famiglia di iue-
uia . ,4rrigo fu coronato Imperadore da Celefimo , Èr di
Coflanga hebbe Federigo fecondo , dqual fu terzo, Gr ul-
timo Imperadore di quefta famiglia, onde dice Dan.
SiueB' ila luce de la gran Gofianza, Che dei fecondo uem
to di Soaue Genero’l terzo ,é"ll ultima poffanga . yedi il
yUlani
*4*
Elettra figUuolai»ittlaiite,hebbe,Atlantepttefigliiude, Guglielmo Re di Sicilia, Coflui fu ottimo principe inltbe-
Elettra^Iaia,Sterope,Cillenofraigete,.Alciane,tà- Me- raittie& gmSìitia, (jr clemenza . regnò in Sicilia ifelT an
rope,Eiettra fu moglie é Chorilo Re in Italia Pelquale la noM. clioj.ueédtlòpraaGoJlanza D a h. Et quel,! he
fua Principal cittdju denominata Chorito.Quefia credo- ueé nettareo decimo , Guglielmofu,che quella terra pio
no molti fope quella ,che boggi chiamano Cometa . Elet- ra, Che piange Carlo , <ir Federigo uiuo . yedi Gian yif-
tra adunque, non dal marito, ma da Game generò Darda Ioni.
no,ilquau dopo la morte éChoritouenendo in dipenfio- Heliodoro . Co/?»/ mandalo da SeleucoRe di„dfiain
ne con Lato fuo fratello di madre , & figliuolo é Chorito, Hierufalem a torre molti tbefori del tempio , i quali il Re
•4*
éliberòlafciarlo folo nel regno,& con parte delpopolo na
uigò inSamoihracia,& dipoi i» Pbrigia, doue poi fu Tro
iat&dalui bebbono origine i T roiam.Que{lo fu nel tri-
gefimo quinto annoéMoife,^ ne gli anni del mondo
gqqz , onde dice il nofiro Dan. Poi nidi Elettra con
molti compagni ,Tra quai conobbi, Cr Uator , & Enea,
Cefare armato con gli occhi grifagni .hoc. nella uifione
hauea intefò d',A polirne non eperc neceparv i ma efsen-
do nel tempio Heltodoro! gli apparue unhuomo armato
fopra un ternbil caualla dalquale era apahto co cala . Il
perche impaurito Heliodoro humilmeme chiefe perdono a
JDkh&lafdò i thefòri^ tornato in.4fia, r^erl il nàiaco
lo a S elenco. & però dece Dan. Lodiamo i calci, c hebbe
Heliodoro. yèdtyal.Maffimo.
amorofa, Rabbiofa fi moHraua, ^ pien ^ardire Barda- Hermaphrodito . Lat. &androgynus , Di Mercurio , dr
no quiui col frennuouo in mano Parea in atto, che uolefie di yenere nacque un figliuolo , iiquale fuebiamato Her- ■
dire. lo fui colui nel mondo primerauo,llqual con fren maphrodito dal nome del padre, & della madre , perche ^
in Thefiaglia domai il canai in ufo anebor ifirano Mira-
bibnente,^ antho edificai Primo quella città ; che pofaa
- ■ ■ ■ - - ...
Trota chiamano t fucceffor tch'iuilafdai. K r,i. Fermar
al fon de lor foJui Pietri II fiume , oue fudar gli antichi
^ Elettri,
Etili tone. Lat. Erifichtbon , Diriopeus, Tbepalus, Cererit
contemptor . fu buomoimpioin Thepagliaàlqualebaue-
ua in di^regio Cerei Dea delle biaMe,Cj-prohibiua,chenó
fi facepe facnficio; perche irata Cerei gli mife addoffp
inaudita fame, per laquale in hreue tenmo confumò tutte
le fue fofianze, & finalmente ucndè la figliuola piu uolte)
Et dopo quello fi mangiaua le proprie membra ,f itto tal
fàuoL e^rime Gnidio la natura delgolofo, &T) KK.dt-
ce , iq^n credo che cofi a buccia firema Erifiton fi fpfie
fatto fecco Ter digiunar quando piu n hebbe tema.
Fabritio Romano fu m efiremapouertà, nemai cercò ric-
chexxt , & ejfendogliprefentatiamphpimi doni da San-
niti popoli infrnfi a Romani, & pregando che gli rkeueffe
perle fue necefittà , r^fe, che mentre che patena uptre i
membri funi mente gUbaueua a mancarejér eh" i Rojun
curauano oro t ma efiere fupcnori a chi lo pofiedeua ,
D A K.Soueruemente latefi ,obuon Fabritio Con pouer-
tà uolefli anzi uirtute , Che gran ticebezze pofieder con
Hermet in Greco figmfica Mercurio, »4pb rodile lignifica
yenere. Slueflo uenutoagliamttdellagiouemù,amuan
do m Caria ad un fonte , ni trono Salmacu nanphajLtqua
le prefi dal fuo amore , corfe a lui, che gfi fi hagnaua nel
la fonte , & uolendoilgiouane fuggirla t abbracciò pre-
gando à Dij , cbefacefiero , che egli non fi potefie feparar
da lei. Furono efiauditi,i fuoi preghi , & tratfòrmojji in
forma , che di due diuemarono uno , ma ritenne quefi’u-
tto etmendue i fefii , & cefi reflò mafcbio,& f emina , dr
quello è quanto alla fauola . quanto alla ragione natura»
te fecondo iThilofiiphi ,in che modoficoncepe al uenrre .
della femina non Mnemo ,perche noni in propofilo no-
Jiro. SluefiitaliiaCretì fonochiarnatijòtirogimjdéfl
mafchi,efemine , perche inlor lingua chiamano lima»
fcbioandron , & la femina gynem , & idecifo in iure »
che ciafeuno elegga qual fefiodiJueuuole quel filo
aferciti . In .A fica ferine Plinio efier popoli detti Ma»
clii,iquali fempre nafeono Hermapbrodiii ,& ufimoa
uicenda hor C uno , hor Coltro fifio , dr .AriUoielearro-
ge , che quefti hanno la poppa deflra di mafihio ,&lafi
uiflra di femina. Crperòbenchcefì tcti.'Hofiropecca
tofnUermaphrodtto; Ma perche non fcruanto bumana
le^e. Seguendo come beHie tappetilo . yedi Oui-
eho.
tòt io. Ter. Come cri che Fabritio Si faccia lieto udendo
U nouella ; Et dica Ruma mia fitrà antbor beila . yu Cu- IcaiofigUo di Dedalo, ueà 4 740. yah Gnidio ,
Manto
_L
1
4f
IO
Fama
I4J Manto fecondo Diodoro Suolo fu figìimU di Mdampo.
Costui ejsenìo grande Jndoumo,et hauendo liberato dal-
ie furie le donne ^rgiue, lequali Baccho hauea fatto in-
furiare; meritò che ^uaffagora figbuoio di Megaperueo
Kedi ^rgoghde^e teduepartidelregno,& la figUuoU
fer moglie Jaquale ftthumò Jlphìamra,& dicojieige-
uerò Manto . Ma gù altri dicono efiere Stata figliuola di
Tirefia,0- écono, che dopala mafie del padre la città di
Baccho, cioè Tbebe/loue nacque Baccho muenttnre del ui»
BOiéuenne fcrua. Tercioebe dopo la battaglia di fette
Regimorto Eteocle,& Totimce regiThebam,CrcÓtehuo
mo crudebfSimo occupò la tirannide in Tbebe. Ma poco
dopo pe preghi delle mogli de i Re già morti , li cut corpi
Creonte uietaua fepellire, Thefeo Re d Atheue uenne co
tfercito contro a Creonte tolfegb la città jcfi- feccia trii
tutaria. Ridotta adunque m fermtù Tbebe , Manto cercò
molti paefi, & finalmente uenne in Itaha/ioue Tbiberino
Iddio del Teucre partorì Ochno, ilipule l'irg. nel decimo
ferine bauere edificato Mantoua.lUe etiam patrus agmen
aer Ocbnus ab orit Fatidica Mantus, &Tujcifilius am-
ai. Qjii muro! matrisq; dedit tibi Mamua nomen. Qjie-
fioOchnopercheera fortiifimo dicorpOs&dantmo ,fu
auchora chiamato Bianore , perche bia in Greco figmfica
fortegt:adicorpo,&aner figmfica quello che i latim di-
cono utrum adunque Bianor t'interpreta fortex^ ui-
nle. La fipoltura pia erafamoft apprefio Mantoua.Onde
nella Bucolica tl medefimo yirgibo ferine. Tlanuj; fepul-
ebrum Inapit apparere Biancrii. Edificò adunque Man-
tona Ochno,zT da Manto pia madre gU diede tl nome, &
però nel Dan. parlante V : a. dice , Et quella )
Manto fu che cerco per terre molte ; Tofeta fi po/i là,
douenacqu'h.
Maia fu unadelle fette figlie d‘,Athlante,& partorì Mer
curio a Gioue. D a n. ^ udi come fi mone Crrcajir uiein
a lui Maia,e!r Dione ddcH Mercurio , &■ tenere, perche
Dione fu madre di tenere, come al fuo luogo è detto.
Marco Popilio, ilquale con altri legati marni ito dal fena-
to al Re .Antioco di Siria , perche comandafiero a luiycbe
ftare in pace lafciafie il Re Tolomeo, & Cleopatra d’Egii
topquali teneua egli ajfediati , ^ prendendo il Re tempo
a rifondere Jo cinfeanimofamente d’un cerchio, et coma
dò, che a non ufeire del cerchio ri^ondefieionde con l'ani-
mo fa firontejirconCaréta lingua lo lirinji al fuo uolere,
tr fi che la imprepi lafciaffi ,onde «/ P s t. Eram quei,
cbe’lRediSinacinfe D'un magnanimo cerchio ,econla
Imgiu ,Econlafronteafuouolertofirinfe. l'edif'ale-
noMajftmo.
144 Xlcdufà, Lat. Saxifica , Thoricis, & Gorgon : laquale ( fi
come ifcritto nelle fauole)cangiaua chiunque d fuo uolto
miraua infa^oMa nófaràeglial creder mio fuori iogni
fropofitoi’h ui darò a leggere queljcbe Mmtumo,da dim
uerfi fcrittori delle Gorgone in un luogo accolp;;& per co
vtmetare da Toeti, Varrone ferme, che Tboreo di Tbofet
’Hhnpba,C' di Untuno figÙo,& di Corfica,& di Sardi,
gna Re, nella battaglia nauale,cbe fi con .Athktttejiin-
todabà,&in mare affondato, per opera , <$• beneficio
del padre "Hettuno diuemò marino Iddio .di lui, & deU
laTfimpha Cetone,ficomenarraHefiodo,pcr defeen-
dete edde fattole nacquero Verpbredune , Enione
immortali, ma canute ; onde foro» nominale necebie.
Fama"
De' medefimi parenti tr afiero origine le tre Gorgone
se E N n T« iitdlnuin Jaeppd ìrttSaiSt mia
am ^ àyifOt Sabtrame Eurtale,
tJr Medufa ; laquele era mortale efiendo [altre due fo-
relie immortali, nt mai inueccbiando . Di Medufa poi in-
namoratoli Tigttuno , con lei amorofamente congiuntofi
nel tempio à Taliadefienchc Hefiodo dica ^ ;utEniii fM
««Siati’ tiafutioi , cioè tra [herba ,ei fiori. La
Dea jdegnando quei capelli , co iqiiaU piaciuto baueua al
Dio del mare .cangiò m Serpeuti,et que beglioccht,co iqua
li mpàmato l’haueua, fetejche chiunque la mirafie, traf.
formafiero in pietra; Scontra lei mandò Terjeo . Ma la
maggior parte ; & fpetialmente Zenodoto , che finfie i
prouerhi,Jice,cheTolulette fignare di Seriphoi filetta,
fp- fratello di Dati, che nudriio t hauea Verjco, come fi»
gfiuoio,poi che [arca, out era con la madre mchiufo , ep-
gittata in mare per uolontà d'Mcnfiupadredilei ,ejr fi-
guore d'Mrgo, peruetme a S eripho,& alle fne tuamuimà
do lafiiuamenttùanae,&ptr ejferegta biiomoVeifeo,
& non pofi endo il )uo amorolò appetito adempire, chia-
mò a fè tutti gli amili ytraquab fuTerfeo difji loro
douerfcgli portare il dono nelle nojg:cd'Hippodoniia fi-
gjimola di Enomao. Mllhora affi rmatJo Terjio di. non
ctntraérli, ambor che dimandafie Li tefla di Medufiia
gli altri chiefe canai li, a lui di Medufa ri capto, benché
Ifcaccio di Ucophrone interprete ferina tuttoefiere finta
uouella.rt che Medufa donna di TifidioJbtUa efiendo
htbbe ardire di farftiii bellezxft a Muierua uguale ; on-
de etlaé fdeguoMna mandò Verfeojche lucadeffe ; Ma
fègueudo la fauolofa bifioria di Zenodoto, egli menato da
Mercurio a Vallai, uenne alle fighe di ’Pborco Enioue,
MemphedaAir Dinone, lequali eranodalnafcimento uet
alile, & tre efiendo , benché Hefiodo ,fi come detto hab-
btamo due ne noma Tephredone , Entone , un’occhio,
^ un dente haueuano ,i!r hor f una ,hor [altra eguale
mente , ne loro bif ogni gli ufauano.Qiicflihauuti mina-
no "Per fio, renderli mai loro non uolle, infia che elle Man-
dare alle Tqfmpbe la uta glinfegnarono . Haueano quefie
Tfimphe le fiarpe alale, & la pera, & il capello dt Tlu. .
tonejlquale cbiftortanain tefla egh chiunque uoleagitar
daua ,ma lui nefiuno ueder patena. ond'ò nato il prom
uerbio vuJbt uatm , il capello di Tintone per coloro , che
connuouimgamu fèflefiì nafeondono. Da quefie Tiifum
phe tolte le dette cofe.C da Talladelo feudo éCriflal,
lo , onera d Meciaro , tr da Fulcano la ffiada falcata di
Diamante. Mltridifiero ,cheda Mercurio prendefie i
talari ,uolandon andò alle Gorgone . Eranle Gorgone
tre fonile, fi come detto habbiamo, lequali bauean le
I efie drat hondofol dai , cioè arcondate , in ucce di capel-
li di fftoglie di Draghi , 1 denti grandi di cinghiali ,le ma-
ni di ferro, & le peane ,fopra lequali a uolonandaua-
na,<Ér coloro, che le mirauano nel uolto, pian face-
nano. Ma perche delle tn fila Medufa era morta -
le , cornea Ut fi mafie Terfeo w'I nifi adietro uolto,
CT nello feudo mirando .per loquale il fembiantc del-
la Gorgoni uedea,Sìefi la mano drixgqndogliele Tal-
lade ,&letaghòil fiero capo; Inedia Meduja.leStroc-
cbie di lei figuirono Terfeo , eh’ a nolo n’andaiia.tic tram
tiare .neuedenpoffendolo per lo fatai capello , piangendo
fi Ite ritentaronoMa Terfeo nenuto in Seripho trouò Po-
C ìoj
CIELO
Fam»
CIELO
Fam»'
lidene, c'httua li fuoi amici alla regia chiamati) per cele-
brar là noz'^ co» Danae: Et rmc^oft m cìietro moHrà
la teHa della Gorgona , onde quanti la uiiero m fajio fi
trasformarono ; zr fatto Re de l'IJbla Ditti, d capo di Me
dufa diede a Minerua, & il capetle,& le fcarpejir la pe-
ra a Mercurio , ch'ai proprio ^rone ciajiuna tofa rendef
fe. Ma Efculapio , che imparò medicare dal uecc hh Cbi-
rone,bebbeda Talladeu fangue delle uene della fiera
Corgona ufiito , colquale effetti nella medicina marauia
gliòfi operò , con quello delle fimSire uene oc adendo , &
con l'altro dette deflre fanando ; onde fi difie, che egli alcn
ni morti in ulta ne richiamafie . nero òche Scruto nel fi-
fio dell Eneida narra ecbe tetre Gorgone un filo occhio ha
ueano, faeton marmo diueittar la geme, perche Sere-
no interpretando bifloricamente la fauola diffii eh' elle fn
rono tre bellifiime fanciulle duna medefima betleo^, nel
la eftrcma Jifriea , & come ferisce il Mela , netl'ijole del
mare Ethiopico chiamate Dorcadefi come altroueji Ug-
ge Gergale jUcendo Hefiodo, cb’etU habitano
nùmuatur*», Inoltra il famofiOceano ,& mirando fa-
ceano rimanere i riguardanti giouani sbigottiti,& fiupe-
do ri fiat tana quanti nell ifole, tà- ne liti habitatutner, t-
cidendo qualunque non glt pagana danari, onde nauigan-
do a Seripho,doMaudò danari a gii habitaton ; iquait pe»
non pagare, & per tema iefferoccifi, lafiiando l IJola fo-
la,fipartirono: oue tornando Terfio a raccogliere la paga
domandata,^ nella pia^^ non ritrouando fi non pietra
con la grandezza de corpi humani, diuntgò peri altre Ifi
U,cbe poi che i Seriphiani non haueano pagato,per la fie-
ra uifta del capo della Gorgonaed'buomini erano fatti gto!
fifii ; & il mede fimo diceua,cbepagarebbe t biunque non
l'obediua. Sluel,che naturalmente s'intcfi della fauola al
troueil èremo . & qui porremo quello , che ne dice il no-
ftroV n.Secio nonfofse ; andrei non uUrameme M ue-
dcrlei,cbe't uolto è Medufi ; Cbefacea mamu> diuemar
U gente . chi ueggendo madonna laura . & altroue.To
quello inme ,chenet gran uecchm Mauro Medufi, qua»
do in felce trasformoUo. Che’ n me ti moua acurarcCbuom
fi bajSofitedufii,&lerror mio m’han fatto un fijio. Ella
bauea mdoffo fi candida gonna ; Lo feudo m man, ibe mal
uide Medufa. Dan. f^enga Medufi i s'ilfarcuc è fruì
IO ; Diceuan tutte .
fatti detta marauiglhfa tor beltade ,&fi fuori del finti- Meleagro. Lat.MeUager. fu figlio è Eneo Re è Calidouia, , ^ j
mento, eh' efii freddi fifii paretuno^QjieBa medefima fa
noia a guifi d’hifioria ritruouo altramente narrata, o per
dir meglio interpretata da Greci, i quali fcriuono,che
Tborco fu da Cirene .formi Cireni per antica origine E-
tbiopi,a'habitano rifila è CireneoltraUcolonned’Her
toU , benché coltiuino in Mfrica prefio al fiume Murmn»
non lungi da Carthagine,& fino afiai ricchi. QjieHo
Thorco regnò neUe colonne dHercoU; che fino tre! fole,
^feceuna fiatua£oroaTaHade,laqualchiamauanoi
Cirenei Gorgoni ,fi come Diana i Creli Dttthma , i Tbroa
ciBendea. Tborco adunche morendo prima , che altcm
fio della Dea deècafie la siatua , lafcio tre figliuole Sthe
none, Euriale,& Medufi, Uqualibauen^ ènemma-
ritarfi deliberato , fi partirono il regno paterno talmeiun,
che etafeuna hebbe una IJòta m figuona . Ella Batua è
Gorgona piacque loro , che non conficrafie al tempio, ma
per comune tbefiro alla parte fola tenefiero. Fu un'buohi
da bene , & mero amico è Tborco , del quale elle in ogni
bifigno fi firuirono a guifi d'occhio tonde fi finfiinloro
quel, che d un'occhio habbiamo detto. Terfio fcacciato
k Mrgo , a £Kf/ tempo per la mare, ou egli bauendo mal
ti namgi afai poteua , andana facendopreda ,& uden-
do queBa Gorgona efiere Rema delle donne ricca è
& Li madre Mltbea . quando nacque uide che te Fate po-
feroHnpezzpdi legtuinful fuoco ,& èfioiio, che tautq
uiucrebbe Meleagro,quanto durafiequel legnoXeuoUoLt
madre dal fuoco iocao che non ardefie. CrcbbeMclea-
gro,& fitto giouane i adtuemie che un terribile Cigna.,
teguiflaua tutta la regione é Calidonia . Il perche conu»
eò a caccia molti tubUi della Grecia .Thifeo; Teruhoo,
CaBore.Toliucefiifine^elamone,'Hellore.TAeo,padre
d McbiUe,Speufippo, & T roxeno frategh delia madie jet
MtLmta bellìfiima femina. Cofleifu lapnma,fhe cooUt
freccia il perche nelToccbiOpMa Meleagro fucctfaacce-
fi dell amor della fanctuilaje donò il capo dclcignale,d-
mal fimi effere prenuo è chi t uccide ; ilche fu molto mo-
le fioa frategh della madre,& lo tolfono alta fanciulla ;U
qualcofa tanto éfiiacque a Meleagro , che uciifi ambo
duoi Zij;&MUbeamuendetia de frategh rito fi il tiz-
zone in fulfmco,& a un mede fimo tempo quello arfi,^
Meleagro fi confitmè . <Sr qui aUigoricamentefipuo dire^
che Meleagro fi coufumò pel pentimento c'beÙie del fallo
iommefiopel dohre,che neprrpt.&però dice D a u.par
tante \ I u.Sei’ammentafii come Meteagro, Si coiduiuò
elconjumardun iizzp,'Ìfoii foraèfir quejloatefia-
gro.
tnoWoro , & èfefa da pochi huomim , nauigò , oue re- Naslìdio>Ae<li piu bafio a Sabello .
yiauAuo le figlie èTharco,& hauendote prmatedel- Ncinbtoth. Lac.l'ycmbroehut fu figliuolo di Caa,drCan
f occhio loro ,fippe da una , ch'elle non haueano altro, figtiuolè'Ugejiediaq-j^.
che egh toglier loro potefie,fe non U Gorgona, àrquan Otto. Lat.F'rfus fitanmodclnoJlroT t T.colqual jiteuu
toella era corca doro , poi che le tre joreìle fi uide- comnmmcare i fuoi amorofi ociidcm ,onde dice Orfo,t
ro fenza t occhio, domandandolo f una atPaltra , fi ma-
rauighauano del fatto . In quefla ecco Terfio, ir èee
doro, che eghbaCoccbio ,affernucndo dinon uotcrlomai
rendere,pnma ebegh dimojlrino onci la Gorgona; Elmi
naccia d'uccidere ,fe non gliele maniftjiano . Di quelle
Medufi, chenegauauolergUelepaiefitre, ne fu occifada
luiitalrredue che gliele èmofirarono, ne racquiflaro-
notocebio. Et Terfio poi c hebbe la Gorgona in fio po-
nonfuronmai fiumi ne flagm , & quel chefeguc.F'n'aL
tro Orfianebo celebro U mflro Tetrarca da Mompolierta
ilqual ècono , che fu è buone lettere fiudafo . altri ua-
ghotto , che fu ilconte delf Mnguiliara ualorofi caualie-
ro ,& Uggudro amante, onde dite ,Orfial uojlro de-
ftrier fi può ben porre Vu fren ; &qutUoi he figue . qnc-
ofolo
fliduo foto babbuino pofii per ejfer flati celebrati dal no-
flroTetrarca.
tere,UtagUòinmolte'pmi,& fipofikteBa fisl'EL T iris. lat.TarisDardamu,Triamidet alio nomine Mie- 1^5
tmOtUanale egli duam Gorgona, Conqueilanauiganr xander, Hecuba figjhadiJ)imame,oiiaoé £tlfcoy&
II
Funs
C I ErL O
Fama
t«mu di Trìamo figlio di Lxomedonte,& di LeMcifptJm ano homai li doni tocca Del mi fero Sabello, &di'Ngf^
ntndo tnchora nel nentre, quel che poi fu chiamato Ta- fubo j Et attenda a udir , quel c'hurji fiocca .
ride, uide il fógno della faceva diuulgato. perche Efapo tiomc, prop.& metaXatMmen et fama. P E T. c?" B o c,
figlio é Triamo, & di Elisie ottimo propheta , anuue-
dutoquel che feguirnedouea ,giitdicò che’ t parto infie
me, & quella che’l partoriuafojfero occift . Ma Tnamo
in ucce di quefii uccifi col nuouo parto Olla figlia cUThe
nullo , che di lui celacamente già fatta grauida parto-
rito gli hauea Menippo, tr fecretamentediedea nutrire
il figlio di Hecuba a i fuoi pa fiori . tra iquali egli uiuen-
do,& crefeendo diuenne altresì, coni è da tutti già ferii
lo, Vafiore . ,4lcuni dicono , che Triamo il deffe ad .Ar-
chelao princqie de fuoi pallori , che in Ida monte lo Jpo-
Xejfc, & lafciaffe, oue cinque di fu nutrito daU'orJa . Toi
.Archelao moffo a pietate indi d tolfi , & conte proprio
Tiome bello,Centde„AltoJìegnofi'ero,Troprio,Cliiarv,
l'ario,f'ano,Gran7iome Latmo. 'Ifpme fenga foggetto,
Vammirabile & fanto nome di colui , ilquale di tutto fu
fattore . Laudato il nome di Iddio iHpmi.Altij.Cran Hp
mi.Chiamandt là fòla per tiorne •cifba'Home beliate .
Ch'a "Home ulta. & fonimi l 'Hsme detto D' alcun di lo-
ro, Et leggeafi a ciafeun intorno al ctgUo il Tlpme al mon
doptn dt gloria amico . Chefia memurta eterna il tipnie
toro. T re dola , & cari 'Hpmi ha in te raccolti , Madre ,
Figliuola ,&Spofit .Sipar che i Tgpmi d tempo Imi ,&
ctiopra.Cofil tempo triompbai'Hpm e'I mondo. uedi
all Indice .
«47
figlio dnutrio,nomandoloTaride .Voi penheamtaua'i gommare ,dr nomare. Ltt. Pet. Ch'a nominar perduta.
Ta fiori, fu chiamato .Alefiandro. Snida ferine ahe Tria
ma mandò a nutrire Taride, onero .AL ^andro in un tuo
go chiamato .AmanJro,che da lui poi fi ihffe Tana . lui
dimorando .Aleffandro trenta anni , per effere d' arguto ,
tìr defiro ingegno , imparò tutta Thdofophii Greca, &
compoji le laude di yenere , dicendo lei effere maggiore
di Minerua,cr di Giunone , conciofia che per yenere in.
tendeaddifto ,dquat puopin dogm altra cofa interra ,
opra farebbe ..A Babilonia ,& chida lei fi noma .Tip-,
mando un’altra amarne acerba , &fera . B o c. Tlpn le
uolle nominare per.proprio 'Home , cioifemine . Intendo,
di nominarle, yna jua camerera Hpminata Lufea . Le-
quah enfiature li uolgan nominauano Gauoccioli ,cbe .
non ut uentfie 'Hommato uno per un'altro . yn cauahert.
nominato meffer Francefio . ilqual maell ro io non nomi-',
nero, uedtl Indice. i
Indiftfinfe, che Taride giudicò tra Minerua, & Cium- Infamia . Lat. & dedecor ignominia . ual mala fama ; ob- .
ne, & yenere^ che a yenere diede il pomo, che ila uit brobrio. P e t. Timor d' Infamia, & fol difioithonore .:
toria . difie anchora iHinno in laude di lei chiamato Ce* Fa perpurgarfi ilogni Infamia na Torto . Che del mar ■
fioAggiungendoui poi le fauole,cht in guiderdone del giu siciliano Infamia fi^e. hoc. Temo che Iiifaima non
dicio yenere promette ffe a Taride Hclena pm bella di aneuenga.Ilqualdiladranezgi,&ifaltrcutiifiimecat.
tutte 1 altre donne di quella nate ;&per configlio della tiuità era Infame ,
Dea fabricaffe le nani Tbereclo ; con lequali egli andaffe Calunnia . Lat. Calumma . altro non i , cbefalfà infamia ,
in Grecia a togliere la promejft donna; laquale già to^, cringanM,perchche fé tu a medi mal d' un altro fatfa-
fbpra il nauigio menò inTroia . ma Hifioricamente fi
firiue,cbeeglifi mandaffe dalpadreajatrifkarein Cre-
eia,&giuiito in Sparta,^ innamoratofidi Helenajato-
glieffe fi come nelle epillole Gnidio largamente narrò
lahiSìoriadiHelena,uedi adeffaHclenala fuabifioria
allungo fuoa & quella di Enone 'Hpnpha ,deUa-
cjual s'innamorò mentre fu pa fiore asxó.etle altre a gli
fuoi luoghi .Pet. Tlp’l paftorydi che anebor Troia fi £u>
le . Oà poi lamentar fra 1 altre melle Enone di Taris , &
MenelaoilHelena.&D A ti.yidiTaris ,TriSiaM ,&
piu di mille.
Thkgii. Lat.Thlegyas figlio di Marte f uedi ad Efcula-
pioa 191.
StkeMo ,cìr'Hulfidio . Strine Lucano , che Sabello faldato
diCatone nella Ltbiaarenofa fu puma dal fèrpente detto
feps , & tal puntura in breue comprefe tutto il corpo , &
rompea la pelle ,& la carne. Et finalmente con ardemif-
fima fiamma lo riduffe in poca cenere. Et dopoqueàopo
ue il medeftnto poeta ^etto contrano d" un'altro uelenu
fbe un ferpente detto TreHerpunfe "Hofiiclto faldato del
medefimo efferàto,t!r tal morfo in forma gon^ il corpo,
thè gli feoppiò la cora;m , gjr tanto ingrofiò ,che non fi
mente, tu cerchi et ingannarmi , & ch’io babbi falla opi-
monedi colui, ilquale è innocente, onde ottimameme fu
dipinta la Calunnia it.Apelle ephefo , pittore nobiLfiimo
inquella forma .DallamandeUra fiede un’buomo ,ma
con orecchie iPafino a guifa di Mida , & porge la mano
alla Calunnia ,cbe a lui uiene : Intorno a coflui Hanno rit
tedue donne, una detta Ignoranza , [altra Soffitione.
.Allo incontro è la Calunnia, la cui forma i egregia ; ma
piena di rabbia ,& di dif degno ; con la fimlìra tiene una
ftcellmaAlr con la delira fi tira dietro ungiouanejlqua-
ie alza le mani al cielo ,& inuoca Iddio in teHimonio della
fina innocenza . Dauanti gli uà la Inuidia con occhio acu-
to ; ma pallida, come chi i Hata oppre/io da lunga infer-
mità ; intorno alla Calunnia fono due,cbe[ornano,cT ad*
delìrano,queliefono l‘infidie,cioè aguati , & fraudi, ma
dietro le feguita la Tenitarga di neri, & lacerati panm ue
Hita, diptamopiena, & da uergogna confu fa,& riguar-
da la yeritàjaquale uiene per fieeorrere il giouane a tor
to calunniato . érperò calunniatore ingreco i detto Dia-
bolo,cioi colui che conmenzogna accufa,&nafce da que
Ho nerbo diabolinahefigntfica calunniare. Aki. E che
fefiingua la Calunniafella
148
)
§0. n
'O -
dffeemea alcuno membro fi giuntura, Hedt tal corpo gu Rimproucrio . Lat. probrium . D a n. /n Bjmprouerio
Hò fiera alcuna, 0 uccello , che non morifie .Dicono al- delfeodfcluaggio .
tuni , cheTrefler èffetie di affido ,& ua femore a bocca R/mproutrarc. LatJmproperare, exprobart, ual buttare in
aperta,&fumante,Facomeèdettogonfiarilcorpopun- occbioi&iàllaneggtare.hoc-F.t feminar fcandali,òr
to da lut,& quello dopo il gran rumore putrefà . onde di- dir cattiuità, & Irifiezzie, & rimprouerare imab ,&le
et D Ai*, uelendo egli dir ufa maggiore , Taccia Ltc- ttergog^ [uno deWaltre . Et perciò non rimprouerare al .
Famai
C I E L O
Fàmf-
rntrc tbauergUfittocrtjiereunpicMoniJcrUo. EtJi-
fcorrettdo per mito con duhonelte am’xpm rimproneran-
dù(iinollndjtmi,V> AH. Kimpronerando a jì lom'bai
kduo .
JmpTouerare.Lat.improperare, A r \.uedendopoiLaTot~
ta fede cofi improuetarfe Di fiorm > & d'ira dentro & di
fuor arie.
j-a Remore pcrlaFama.lat.I\unior,Pf.T.SegUianchor
uenulo Romor ta giù del b. n locata officio J>e tfuà duo tal
Romoral mondo fafìe . Macom'è;cbefigran Romor non
fono per altri mejiifi ^cr lei fhffa tl ferita. & quando éno
ta flrcpitOjOtumulloaicdia iqo6.
G rido. lat. rumor ,fama,& nomcn . 7* e t. TJ ella fola
haurà la Fama cl Grido, "tlpn quel <f Enea com'è pubùco
Grido . Ond'iofora men chiara, & di men Grido .D ah.
Credette CimabiienelapinturaTcnerlo campo, &hor
ha Gioì to' l Grido, Si che la fama di colui ofi ura. & quan
do dinota.Lat.clamor per lo roinore o tumulto,uediiqof ,
B E M. Che pur hanno alcun grido P R.
Gloria . Lat. P e t. Quanta Gloria tifa. Et ella fi fedea
Hurmlintanta Gloria. Stiamo amor a ueder la Gloria no
fìra. Gloria di noflra etate. Tra Cuna, & l’altra Gloria ,
Quella ecceUentta i Gloria (i'io non erro ) Grande a na-
tura . Caduta i la tua Gloria . T riomphal carro a gran
Gloria conduce. Chiaro difnor,^' Gloriaofcura,& mgra.
Terfeueramiajù' Gloria in ju tafme . perche rara è nera
Cloria.llnomeal mondo piu di Gloria amico. Cheuincerle
fùCloriaalgrande .Alcide .Uor pcrthehumana Gloria
ha tante corna .y idi ogni nojlra Gloria al jòl dineuc.
B oc. Gloria yana, "Fijuna Gloria, Gran Gloria, Gloria
Fiorentina &Subita .uedi all’Indice.
Gloriofoi Gloriofi, Gloriofe . uedi Jotto Dio a il. & Glo-
riare a tt.
Vdita>per la fama. B o c. CWalcum per y dita fi poffano
innamorare , idefi per fama .
Ijo Vanto. Lat.iaBantia,&aliquandolam.'P Bi.Tantoch'a
Lelio ne di yanto a pena . Che neffiun altro fe ne può dar
yanto . B o c. Credendofi poter dar yanto,cbe mun al-
tro fa,
y antare. Lat. fe tonare eextoUae.V^ r.L'una è nel del,
che fine gloria tà" uanta.Sol dt uittoria fi rallegra (Ir
nauta . Con gli altri fet^i cui Grecia fi nauta. B o c. yd
tù potete uantare d'hauere la piu bella figliuola, tà' lo piu
honefla. 7ie altra Gloria hanno maggiore;che il uantarfit
di quelle c’hanno hauute . Di che egli della moglie di Ber-
nabò fi uantaua . uedi [Indice •
Honore,&honorare,uedifiietodi Curnea ^^p.tà'Tregio
per [honore a qot.
I » I Laude. Lat. laut. P e t. Q^nto mia Laude i ingiuriofa a
noi. Doueffe’l prepo di piu Laude darfi. yidi ilbon Mar-
to d^ogm Laude degno . yolumn 'ioniM Salta Laude de-
gno,Tanto pare' bonefld fua Laude accrefca.Soio ben
I h'a uoler chiuder in uerfi Sue Laudi fora fianco . B o c.
laude Sornma,MaTauigliofa , Terpetua , Le laudi del fuo
manto, Laudeuol Fine, y ita.
Lauda . Lat. bymnus. B oc. Et la Lauda dì donna Matel-
da . ynde Laude fi tche fono compagni di fenolo ^ue fi con
tanole Laude, &oratnni.Et la mattina fe ne tarnaua a
bottega , cr tal bora a Laudefi firn , yfan:^ partictlar
di Fioretizii .
Lauditi. P BT.Horconlapemu,horeon LauSatiinihìd-
Bri. Et [ultimo era'l primo tra Laudati. Onde firn [opre
tue nel del Laudate . Tornar non iiide’l uifit ; che Lauda-
to farà l'io uiuo , m piu di mille carte .
Laudare . Lat. P e T. Cofi laudar, & riurrir infigna La no-
te fieffa . Laudando s'incomincia udir di fiore II fuon de
prmi dolci accenti fuoi.Et lutti uoi,cb'amcr laddaie
m rima . Morte biafmate air:^ laudate lui, Che lega,
&-fiioglie.
Lode, il mede fimo che laude .Tn.Jn quali he bella Lode.
Ma forfè fetma fue lode parlar.do.Le degne lode, e’I gran
pTCgiore'l ualore . Le Lode mai non d'altra . ihc'l ano Bil
giunga al figno De te fue Lede, yedi’l famojo con tante
fue LodeTrefo nu'iiar . Et S altrui Loda curerai fi poco,
t'har per lodi anzi a Dio preghi mi rende. e'I mio Lodar
Konffirez^e. B o c. Loda ylttma . Degne Loda & fom-
nie . In Jomma Lode . uedi [indice .Dan. Se quanto m-
finoaquìdi lei fi dice Foffe rinchiufo tutto in una loda ,
Toco farebbe . Odor dt lode al fior che fempre urma .
Lodar . Lat. laudare . P s T. Tigmalion quanto lodar tidei, i j *
ne la man, come Lodar fi poffa in coite altra pei fona i
Tarràforfead alcun; che'n lodar quella Ch'i adoro in ter
ra,errante fita'l mio file .La una al finje'l di loda la fera .
Lodando piu l morir uecchio,che'n culla . Ch'ine rtngra»
tio,& lodo tl grandifdetto . B o c. Tiu [uiu che l’altra
lodare . io lodai già ad uno mio fignore fefjère gelofo. lor-
dandoli fuo nome. Lodando Iddio. Tutti lodarono il neual
lare. La Fiammetta lodala da lutti. Laudato fia lidio c
Quelle fico fommamente lodaua.Tiu anclKra tl lodau.i-
no.Et riguardando tutta la lodò, uedi [ Indice .
Clamare, che ual laudare Iddio . lat. hymnos canere, adora
re,deprecari . D a n. i fintma oftnnar di choro in eboro
.Alpuntofifio.
Effaitamento.Boc.Tuttìperlofuobene j&perlofuo
flato jiir per lo fuo Effaltamento pregando .
Effaltare . Lat.exaltare, efferre . P e t. Humillate rjìaltar
Jèmpregb piacque. loTefialto^diuulgo. B OC. Tiimut
cofa fu mai tanto effaltata. Se uoi contante parole le ape
redclReefialtate.
Extollere , C efferre per manifejlare & effaltare . uedi a_
*774-
Celebrare . Lat. e,etollere, & efferre . P e t. Con Parbofcel t
che'n rime orno,& celebro. Et fecoliuietor Sogni Cele-
bro.i.d'ogni buomo eelebrato. S A H..Ant^ percb'ogn’hor
piu li bonari, dr celebre . S'io uiuo anebor farà tra quefit
mfìia La fepoltura tua fameffia & Celebre.
Cantare per cekbrurec& per càtare, uedi a i oo.Bemb.Rhn.
Conte. inueceéfamofe,¬e.Lat. fama illuBrts, & ijj
ndb'ilis. P E T. Raffiguratoale fategge Come. Et parlo
cofi mamfefie, <$■ Conte. Dan. 'Però che noia fede , ibe
fa Conte [ anime a Dio .
F 0 R r y Tl.A.
Omini Dea della buona, et della triflalòr 154
re. B o c nella fua uifioneamorofa cofi la
deferme . lui uiSio dipinta in forma nera
Colti che muta ogni mondano flato Tal uni-
ta lieta ,tal con trifla cera ; Che fopra Iriom
pbal carro tirato da due fiere ,th'ogni colar
parca D'altrui pigliar il lor color macchiato iHorrikil
nella
Forcuns CIELO Fortuna s»
ntlU fivnte, fai h*ucti li capei uolti, e a neffun prego ftt Sarte. Quam’itucidia a tpieWamme; cbe'n Sarte. J mi ui-
to E jordj, e tieca mai fi nimlgea; Ma come pojlo lalbor uca di una Sorte loiuemo. Teriheogm mia Forikiu,vgni
Chauea fatto; f'olgerido Jhnprt hor indietro Jhora auan mia Sorte ; Mio ben ^mo MaLO bd tufo a me dato m Ott-
tt l'Ila gran Ruota Jenza alcun ripofo Con taqualdaua raSorte;cbc’nSorteHanahorjua fante, & dolce iom~
hor gioia, e tathor pianti. Fortuna eft per quam nubi} ali pagata ; thè m’era data in Sorte: & noJiraSorti Come
quiipretcTfcnteiuiamHoitramfinealiquaopera,&la- ueé,i tniimfa. Cofi fonie fueSorti aciafiunfiffe.
bore uojiro euenit. Sortire. Lat. Sorttri; per deftiiiareai <hf porre. Pii. Terche
Fortuna. Lat. Fortuna, fori, fortuna .Sor},hera,euen- a faltogrado'lctel fortiUoj.deiUiiò D a n. Saettando
tui ca/us,conJitio, tementas , rhamnufia ,accidenti6 re- qual aiitma fi fucile Del fangue piu thè fua colpa furtiUe,
rum,Subitus ac inopinatuseuentus.a Chdone di8a cacus t. diede per forte al fuo peciaio: quando fulàrttto 'Hgiluo
medicmpnultos emmexcacat . FuappreffodeScitbi di- go,cbe perdi l’anima riai.ibc fu elftto per forte. A r
pmta fetrz^piedi,& appo iSmirneimfitmilmodo thè fo- Ma tome gU altri e fieruolfè ella fortua,Hor fbpraleila
ftennefie il cielo col capo, Crconlemamil conto é,Amal forti infomina cade,
tbea.ScriueLattantio, che fu dipinta da gli antichi con Sorteggiarci forure,cioi dar le fòrti, &ordoiare, Lat.Sor..
potefià , &gouemo , fi come che fojje difiributrite delle lin. Dan. Sorteggia qui, fi tome tu ofierue.
ricebet^e,^ come die tenga in fio dominio le cofehuma Accline, ual inclinale. Lat.acclin,s.D a n. 'ìfe Carène
ne. DeHino,Fato,'Prodigio,Tianeta, Stella, Sorte , Conm chi dico fon .Accline Tutte nature per èuerfe fòrti.
ditione,Cafo,Rota,Mola,C.irrucola,Ciro,Tondo,Ritondo, Deltino. Lat. Fatum,Sorst& uotum. ThX. Defìmo , Fer- i^6
Ccrcolo,Circuito,Tomo,lntornOrAtomod>atorno,\uol mo,Fiero. Mapuruofiro Defitn a uoi pur meta L’efierai
gimcnto, Rauolgimento , Rimefcolamento , Mutamento, troue. Cha'l fuo Deflmo Mal chi conirafia , C mal ehi fi
-Auenimentod'arietà,.Accidente,Ii^oriMnio,Difgratia, uaftonde. VoichepermioDeflino.Adirmiiforza. S'egli
SMenturafiifaueniura,l'entura,uiuentHra,Cratia, Du ipurnuoDefiino E'I cielo in ciò ladopra.iqonper elei-
bitatione. Dubbio, .Ambiguità, Forfi, Baratto,Cambio, tton,ma per Dcflino.Ma fi confentimeuto i è Deflmo C he
Scambio,So^ttiotte,Soffietto,lnconfianza. Mobile, in- ppfi'ioptu. A r i.Ma non patria ne gli buomini il Deflmo
terto,FallaceJnflabile,Lubrico.f'ario,Diuerfì>,CoauoU Sedei futuro ogn un fojfeindouino.
to,Sconuolto,TraMoltodiluolto,Coniierfò,.Aduerfò, Suen Deflinare. Lat. permutere^cmdonare, concedere, confli
turato, Inconfiante,Dubbiofo,S<^efo. Mutare, Girare, tuere.V tt.Se'lciel fibonefiamortemideflma.Cratie
-Adirare, .Arrmare, f'oigerej''oltarednuertert. Ri- ch’a pochi l del largo deflinaddeft concede, fe C eterna fa-
u^ere,lnuoluere,Trauoluere,lmplicarefiubitarefiub tuie ’HonfoffedefUnata al fiio ben farei idelì auez^a.
tiare, T ra fiatare, T rafmutare. Tramutare, .Alternare, .A lui fu deftmatoi. deputato.
Cambiare, Cangiare,Conuertire,Barattart,yariare,Dim Tz^o,Lat. fdtum,tà‘ deorum decretum. iui fatalis, neceffi-
MÌfare,SoJjiicare, .Auiticebiare, .Auingbiare, .Auenire, tot, Pii. Stella égòrme,&Fato ftd qui Reo. ( i non fò
Incontrare, Deflinare, Sortire, Conditionare, Innafpare, per qual Fato ) de firn coruo, o qual manca cornice
iiefcoLtre,RÌmefcolare,& Confondere. Canti l aio Fato; o qual parca Cinafpe i 0 mia Stella , o
Fortuna, i«/. Pii.eT’Boc. Fortuna Defira,Mode-i fortunafiFatofimorte.FataSSole.Corfo.FataliStdie.Fa
fla,Humile, Serena, lieta,Migliore iBuona .Datrice de ta noi è dorella auétur^ufatodalf Ariofiopiedia qp}.
gidderdoni. tnen Deftderata , .Auerfa, .Auara, Crudele, Vroai^o , Lat. i fegno che fignifica , & annnntia le co fe
Empia JFallacedm^cabile incerta, Ingiuriofa,lngTra- c’hanno a uenire. S a n. ^ofW infelice Trodigio è Come-
ta,lnlìibileJiadraJAolefta,Cieca, Mutabile, Dubbhfàei teji terremoto,èpcfiilétia,difànguin<^e battaglie nato.
D’jbbia,Coatrarit, MaUagU, InuiiiofaJDpra, Strema, Stejlo, doi DeftinoJ’ato, Sorte. Lat. fella , aflrum, fydut, ts7
Turbata,poco .Anùca.Suhita uoluitricedellecofe Mon- Vnz.Sepur fua af^rezxa,o mia Stella n't^ende.S lléf
dane,& Jnuidiofade’ benimedifimi,cb’ellanhaiieapre- fi; centra tue l’armi ogni StcUa.Tal fumiaStella.et tid
fiati .0 Fortuna Spiaceuole nemica diciafcun felice,^'... mia cruda fòrte, fìjjantamai piouue da benigna Stella,
de’ miferi fitngoiar fperanxa.Tu idutatrUe de' regni,&'‘ Difforme Js" fiato folqulrto, I male Stella duo beglioc-
de' mondani cafiyddiutrice. La fortuna giouaaforti,& ‘ chi uidi.Omui Stella,o fvrtuna,ofato,oforte,Tfsumio
auilifce li miferi, la non pacifica Fortuna Inuidiofa del uoler ma mia Stella féguendo.fo Stella imqua)mtropen
j fallace bene. La Fortuna aiuta gli audid,^ li timidi cac fifa le crudeli Stelle, Che m'hanno fatto è fcnfibil cera,
ciauia. I mouimenti della Fortuna fonouariiin èfufati Lamio fiero def Un uien da le Stelle . Benigne Stelle; che
rnadi..Accondttrice de' mondani acddenti.,Àcconciatri- compagne ferfi .Al fortunato fianco. Stelle noiofè fug-
tede' pitceridepoffenti.f'oi,cuiFortunabapofì'tnman goniogniparte. Che colpa i de le Stelle I Hor par , non
ilfreno. Fortune .Afflitte,Spartefiraui,Tan:e,Fortuna- fopercheSiellemaligne,Cbe’lcielinodiom'baggia.Ildi,
to -dchille,& Fianco,Fortunofo cafo, Fortunofi .Aueni- che coflei nacque /ran le Stelle, Cheproducon fra noife-
menti.Fatti&Cafii.AKi.'Flott comincia Fortuna mai licieffetti lnluogbialti,ù' eletti.Come ciafiunlefueStel
perpoco Oliando un Mortai fipigliaafcbemo^agtoco, leordinaro.StelleFataliatpkSteliedclcklopicdiaióq
Indi a f arbitrio de la infiabd Dea LifecetrarreJ.èForu Vizxieti, Lat. pianeti. V .Altro Ttancta conuten eh i
tuta per la tempefia maritima, uedi al Mare a tojg. fegua. & qual fiero Tianeta He nuièò inficine e mio now
1 5 S Sorte, Lat. fon. Secondagli antichi autiori Le Sorti furono bil tbefòro ì Raccolto ha in quefla donna il fuo Tianeta.
trouate nella città di Taleflrina. P s t. £ir B o c. Sorte 'Hsffn” Tianeta a pianger mi condanna . & per li fitte
CrudaJ>ogliofaJ>olorofa,EHremaJMaluagia,Dura,Dol pianetiaicdi a ì q. j.
ce, Con pari Sorte di morte.Cbe per alto defluì ti uennem Conditone, Lat.Jòrt conditio,fortuna,eafui. Qjulitai,
Fortuna ' CIELO Fortuna
Jittui.ptrU fortuna, forte, flatofiijualuà.Boc.'tipn Infiammatemr,!iif}abili.D a n, "ì^n banno'moltó'é
farà di gente di finita CoaMtione , come cofìoro furono uolger quefia Rota .
idefl qualità fi flato, rnagiouane affai bella , & Itggta- Rotare. P e T. <fi & notte rotando . L'amorofa fletta rotaia
dra;madi picciola Conàtione, & di pouero padre figli- i raggi fuoLfru paura &ffemeMi rota fra b'ogni mio flit
noia, fi uomini ritrofi, & di mala Conàtione, & difle.iU. lo in, orfa. Atti. 0 me fortuna in aUo , o in baffo rtiLte .
idefl forte,o qualità . Di niUflina Conàtione Jnfinu,Bafm D a n. ^ rotar camini tò la fama mola .
ft,Seruilefl>iira . Et creàndofilafua Conàtione miglio- ,Arruotare per aggirare jrauotgere. Aui.E ài afflitta mot
rare. "Pienamente l'informò àtle Conditioni .del Hata re aggiri . e arruoli . *
àlpaefe,iJefl quabta & quando ànota pattOiip- conucH Ritondici. lat.ratunditai.B oc. Phcbea correa conli
tione ,uediaq^j. fue acute coma lieta alla fua ntondità .V ii.
Condittonare. Lat. fortunate, beare, felicemfacere,projfiera- Tondo . Ritondo, Ritonda, Circolo, Circuito, Palla, Balla,
re , fccunda re , projjit rum reddcre .ualàr buona forte . ucdi a Mercurio 4780.
^Dan. Ch’abti u edere ne londaiona. Uoli.Lat&CatilluiàJamolaàfopradclmolino.DAK, 4
Accidente . Lat. P s t. S'cdtro .Accidente no'l àfloma f'e Girando fe come ueloce Mola. .4 rotar cominciò b fama
drà. Bo c. Accideme , Fiero, Mifero,Pictofo,Suentu. Mola idefl ruota .
tato , "H^o , Meàftmo , Grande , Moderni Suentu- Carrucola . Lat. trocheU , uebiculi ; è quella gb
rati , Diuerfi . rella che corre , a fmùlitudine à earruca , 0 à girella .
Termine . Lat. flatus, quando ftgmfica accidente, cajò, ojbr Boc.Udun pozzo ,alqualeJiiot fempre effere la Carru
te.Boc.Standoin queftì Tcrnuni . f'eggendo le cofe in cola. & un gran fecchione . Voce Thofeana .
buoniTermim.iJnbuonoeffere fi flato .Prego ìdào , che Cito . Lat.ambilus,uel circutuSt&mtander ,dri .? t r, tS»
a coiai termini ne noi ne me rechi . Ma ella è anchora in "Hgl quinto Giro non babitrebb'ella . L'orme , Che'l bel
cofi fatti Termini che . & quando ànota lépo ueàa 1 {4.
&lHogoapy-j.& perlofinea 1617.
j^g Cafo . Lat. capii fiuentusJori,& fortuna. V it. La noltei
chejèguilhorribdCafo.TipnaCalòiuirtìi.anziibel-
tarte. Cantanà i Cafi de la ulta noflra. B oc. Cafo Dub
biofoJìoleme,SoBraiienuto,Simile, Fortunofo, Per Cafo,
pie fece in quel cortefe Giro. "Ffotte’l carro Celiato in Gi-
ro mena . Et bagnar gli occhi, & pia pietofi Ciri Far.
B o c. £r era di Giro poco piu i un mexo miglio . Dan:
Intregiorniiàjiinto,&conlìruito Del’acqua,checa-
àa ne l’altro Giro. Ari. Menaua Miodante il bran-
do in Giro .
a Cafi), Cafi Dubbio fi , Cafi Diuerfi àlU fortuna, F"arij , Girare. Lat.gyrare,& uoluere. V ir. Gli occhi per graiix
Prefemi,Infortunati,.AfpriJFuturifiraid,Tipiofl.'ÙAìt,
Democrito ,Cbe’l mondo a Cèfo pone.
Auenìmento . Lat. euentus, capii , ual accidente . B o c.
.Auemmeruo Dotorofò . & altri foriunofi Auenimemi .
.Auemre . Lat atccidertfiuenire,contmgere,caà)e,per intra
nenireficcaàrefiuontraredmbauere nel futuro . P e t.
Che fimilmente non auenga a uoi. Che gran duol rade uol
gira . Quant’il (il gira,glhcchi, come fouenteella gli gi-
ra. Mi tiene a Jreno,& mi trauolge rigira . Sìual con uit
Mago errore Girando parea àr, qui regna amore.i.bcglhi
chi.Poii’auienappreflojme li gire.S'tuim che'l uoltà
inquella parte giri . Occhi miei tap i, mentre ch'io uigfio;
Per gli occhi,cb‘al mie mal fi ffeffò giro. B oc. Col con-i
tinouo girar à cieli.
le amen, che'nuecchi. Ma irgli amen , eh' anco non mi fi .Aggirare è compoflo da gyro . Lat. ìnuolucre, tircnire, che
nieghi.SitoHo come amen, che turco fcoccbi.S'auien
che’l uolto in quella parte giri. S’auien che'n tnaniofi'n la
mentar trabocchi . Pur qkel thè n'auefine . Fora auenu-
K * IO. Forfè auerrifihe’lbet nome gttiUConfacrerò. Boc.
Tflel tempo auenire alcuna à loro poffa prendere utrgo-
gnaj.nel futuro. & ueà l'Inàce, c!r irouerai che ha afa-
ual circondare,^ far arcalo .Dan. Eaceuan un tumut
tofilqual s'aggira Sempre in queltaria fema tempo tin»
td.quìàfie aggirare, perche ehi uà in circolò in nano l'af
fatica . Come Cocchio tidice, che s’aggira . Qjiel , eh' a l*
àfenfion dentro s'aggiri . T{pì aggirammo a tondo quelLt
flrada, A 'k'i'.epertuttotag^a.
IO auenire,& adiuenire indifferentemente. D a n. Et ciò Raggirare per rauoigeTe'. Atei. Epoi A’ una , 0 due uolté
aueniadiduoljèngamartirt C hauean le turbe ,cb’eran raggirolloDafeperl’ariainuerfò'lmarlo fcaglia. '•*
molte . Menne a me , chefenga’ntero fimo Incominciai . ■ Aggirata . La. circuitus , & ambitili .Dan. "Non fengff
Che àie noflre non anemie. Se piu auien,chefortuna t'ac prima far grande .Agff rata y mimmo in parte .
coglia . Ma fi come egli amen . Ond'egli auiene,ch'un me Voi gere . T e t. E'I Volger de duo lumi honefti & fami .t( X
de fimo legno . Volgere. Lat. uoluere, et uertere .Psr. Per fami al bel di-'
.Adiuenire di meàftmo ch'i allenire . P e t. Qjiando in noi
aàuien che giàcchi giri .Boc. Come aàuenir poffa Ae
amato fia.llcbe rade uoltefuole a T eàfi hi adiuemre. Co
me ne ragtonamemi adiuiene. Quello eh' ad uno noflro cit
taàno aàueniffe. Elia ne focena non altre corpacciate ,
che fanno à fichu uillani , quanà ad effi aàuengono ./.
l'imbattono . L a. D a n. Sìuinct adiuien , cb'Efaufi di-
parte . Molte fiate già frate adtuenne , Che per fuggir
periglio .
Incontrare per auemre . P e T. .Altro mai dilorgralà non
fio uolger lefpalle. Ife per uolger ài cui, ne di pianeta.’
Hpn iAe'n dutroil uolgafichetaffrcni.Tiuolgaaltuot
diletto almo paefe.Come'l fól uolgePinfiantmate rote.'
Horuolge fignormàtunàam'amio . Qiielle co fe, che' fi
mi uolge érgouema . I uià amor, che beglàcAt uolgea.
Hor quinci ■ hor quindi mi uolgea guardando . uolgenàft.
a tomo, fi dolcemmte Volga queglioechi. Volgera’lfnt;
non pur anni maluflri. Ver me uolgendo quelle luci /àn.
te . Che potea'l cor uolgerfi altreuc . Et ratto mi uolgefli
al uerdebofeo. Volgete i pafii. Volgi in quà gitoci hi. Voi
già me giàcchi ..A lui ti uolgi. Ma le ferite mipreffe Vi l
m'incontra . Seàrfi mfieme , tìrdirihe Uro incontra
tff Roti. Lat. PsT, Rota terga ài Càio, Superna, Volubile,- - ganperforzd ilfor piagate altrouedaierui ^ Pofiamè
uelfe
, ì
C I È r. O ■ Fortuna T :j
» intorno agb'otcbìnoJlri.Da firn nemici auolio. eifu-
mamlto EraaUriun. Lacb'aiuUo tbaueanel jìtobcl
marno. B o c. ueiù l’indice. Dan. D'un mfcctUuo,
che qmuidifccnde Ter U buca etnn [affo, ch'egli ha rofo
Colcorjò , ch'egli oMolge , dr poco pende . Tcrche una gli
l’auolj'ealcollo.li duo Jerpenti .Auoltt con la ucrga.
Quali dai uento le gonfiate ut le Caggiono auoUe .
Rauolgere . Lat. rauoluttx ^ircumuotuere, circuire . B o c.
Fortuna
MolCcmiurafelce.i.tTaiformò. yelfeinetiuaro fue fame
, ^ doUcg^a.cangiò..Muernonuolfeglioceupaii (enfi. in
' - fejlefia il becco uolfe.i.pafii uolfe.cbe fi jpefjo .Athena Co
me ino piacer uoife & tiuolfc.Cbe nulla forata il uolfe a pé
fierude.S'a ueder uoi tardo m uolfi. tutto sbigottuo mi
uolfi . yolfimi, & nidi un ombra . yolfimi a no]tn;& uu
di'l bon Thomafio . yo^imi da man mica,& uuUTlato.
hoc.uedil'Iudtce.
y oliare. Lat. ualuert . P e x. Tal ; che ad ogni altro fa noi- JnteSla alla lorguifa una delle fue lunghijfime bende fe~
lar le jfialle,uago di Mollar la ueta. Dopo tanto T’aitar, ce rauolgere. .A me medefmiomcrefce andarmi tra tan-
che fine bauranno fin fuga i uolta.i.uoUata. La mia una te mifcrie rauolgeudo . Et co capelli Rauolti al capo . ue-
• apianger yollaJdeflriualta.nonmtualdargtiuatta. Le dillndice.
^alle ha uoltej. riuoltate . le carte hai uoltea. jeffiir uolti Stuolgere . Lat. reuotucre .'PBT.Se n'uolgendo per molTan
m pianto .gliocchi a tefur uniti . Qjiando fon tutto uolto niì Cielo. Ma quame uolte a me ui riuolgcte. & rtuolge
m quella parte. Il fot era gii uolto a mectu lgiomo.Ec firn
ae'l mondo finto fopra uolto. Teneffe uolto per natura fibi
uà A Roma'l nifi) . Il cor gii uolto , ouhabita'l fuo lume'.
Laura mi uolne. Mirando’l cielo, che ti uolue intorno . Se
pietate altramente licielnon uolue.Che uoluer non mi pof
Jo . Et reggo,& uoluo quant al monda uedi. B o c. ueii
C Indice .Dan. Tolue fua ^era, & beata fi gode .Si nel
tamia , cb’i ucÀto per paura . y oliando , & percotendo
gUmo'eSla.
ua ingmeo Mie pene acerbe . Io mi riuolgo indutro a cia-
feun pajio . A noi riuolgo ti mio debile fide . Voi mi ri-
uolgo a la mia ufata guerra . Qjùfi riuoife, & qui rauca
ne’l pafio . Come fu fuo piacer uolfi, & rmolfe . 1 riuolfi i
penfiertuttiadunlègHO . Horcbadriito camin Iba Dio
r inolia . Et la Cethera mia riuolta in pianto . Da riuoU
tarfiinpiuficuraparte.e'ndietrofinuolue. B o c. ae-
di a [Indice.
Trauotco . Lat. attraSus . B o c. Martellino per effere i6q
tnìcertere . Lat. ual uoltare [un cantra [altro .Dan. Al~ cefi T rauolto , rum era conoft iuta . idefi attratto . Con gli
tra, com’arco ilttoUoapiediiauerte.Danou ufarfinel- otcbiTrauolti.P h. Simarautgbà della Trauoltauia,
la lingua . idell finarrita . P h.
Ma Conuoltolo.Iiir. inuolutus. Boc. Et Conuoltolo per Traaolgere.Lat.circuire,comicduere .P sr.Mitictteafre
lofango tuttiipamu indofio gli ftracào.ideSi riuolta- na,fy mi trauolue&gira.D a ti. Mirabilmente apparm
foto bene. ueefiertrauolto.
Sconuolto . Lat.imcolutui.B o c.CliSconmlti Bronchi, Inuoluerc. Lat. & implicare, glomerare.Vt r. Deferrar-
die intorno ti fiono affiepati .h a. cm'ioSlefiom'erainuolto.Ettuttoquel,ch’unarouiuam-
Conucrfo.Lat.&mutatMt.PBr.Chepiugbriaènelre uolue. ho c.Inquefii peufieri inuolto.D ah. Ch’idi
. .i gùodeglieletHD’unffiritoConuerfo,etpmi’eftima,Che torbidi nuuoliinuoUo.
dtnouantanoue altri perfetti. Cofi e’I mto cantarjconuer- Implicarcper inuoluere . Lat. ìnuoluere . P x t. Quel mar
fu in piamo . Al fin ambo Conuerfial giufto feggio.t.r'mol nofiro ^ la terra implica ,
$i.O- lei Conuer fa indietro ueggio. Jnaa^are.lat.akbrare per innolgere.PBX. Qual deliro •'
Comiertire^uoltareft tramutare. Lat. mutare^nuertere , coruo,o qual manta cornice Canu’l mio fato, o qual parca
hoa.Connertire in rabbini ira. che Iddio ti tonuerta, linnafpe .
V amore bi mortai odio conuerti. Tarendogli bauerla gid Auinchiare per inuoluere . Lat. uincire, cingere, ampleSi.
mezaconaertita.Etaitrecofeafiai;LeqiÌMtutteinuea Ptt. yrtarcomeLeoni,&comeDragbiCólecodeaum
toConuertite tornarono in uano.Conueriito in buomo fai cbiarfi.ho c. Et con le braccia aperte, & amnehiato-
uatico.uedilInàce.D Ati. Che fe quello in ferpente, ’glìiltóllo .ComeOlmoauincbialodaEllera. AiuEtar-.',*
tir quella in fónte . Connette poetando i non [inuidio . me t abbracciarne Eller a auinchia il robuflo Olmo . P k.
Auoiginicnto. Lat. impbcatiodnuolucrum, Boc, Dopo uediaq^o. \
alcuno Auoigimeuto . Rtuoieimento . Mcfitdare. Ut. imfcert , & confundere . P e r. X?»
Hauolgimcnco . Lat.perturbatio , commolio , defidium . malghe folli tempu mefee . B o c. comincA con loro a
hoc.IlRanolgintentoilefiaticommunibabbiamo ado- mefcolart.Cbtconquefiecianciemcfccdarmitrauoi.Sel
forato. hf.Lq fortuna fubita Riuolgitrice delle cofe mon freddo con queflo c-udo mefcolerai. yna breue paura, con
dane.Pi.Ut.ferturbatrix. uergopiamefidata.yoceMcfcoiatadifojjnri.TH.Me
Riuolta . P E T. Cb’inoM cangiafji ad una Riuolta docebi . feoUte , Mefcolato . urdi ( Indice .
Ch’unaTreccia Riuolta, &[Qtrafi>arfi.'ì{e per nulle Mefcolato. Ut. lana uariegata , ual Mefchiato.hoc.
Riuolte ambo fon mo fio. Et uedendo da ninna altra ,cofa efiere fiu alianti , che da
’Auolgere. Ut. ciraórt. P e r. £t cofi auolge, & fjicga lo faperc diuifirc un Mefcolato , ofar anitre una tela, (par
Slame de la Ulta JugglomeraJ.capei Che’ n mille dolci no landodilana.)
digb auolgea . L’tnduSiria ialquanti huomini s’auolfi . Rimefcolare . Ut. commifeere .Boc. Squame uolte dietro
BeuedettaUchiaue,chei'auolje Alcorc. Intorno intor- alle femine ti naia rimefcolare. La. Con quefia cattiua
no a le mie tempie auotfe i Morte mi l’era intorno al core femina, Cl" hor con quella rimefcolaadofi .
uuoha.Umantbauefi’ioauolte entro cafeUi. Ma le par RiiXicfcoraincnti .Ì4t. ccmfufio.ho C.lomiricordo,che
ttfupreme Erano auolte duna nebbia feura .Etlechio- in quelli Rimefcolamentiio perdei una figlioietta.
ne bor auoite in perle e’ugtmtfie . il neh, Cb’è fiate aud Confioidert . Ut. confundere^petturbare,^ mifcere.h oc.
c4i ■
itfS
Fomit»
CIELO
Fortunt
Vn buoit buom confonde con m bel ietto U maluagia hi Uffurti delle ttu cruielijfmte Difnentnre .
focnfiaderebgwfi.DAU.CbedimJiauttnitofi conf» SMetA\iia.,V tT.Coft SMcnturUiOuer colpa mi ftina .rie
fe. A Ki. Cbmde una uia, e un'altra , e fi (onfoiiie ,Cbe mai ifogni Suemura altra mi iole . B o c. "Per Snemu-
fi ripara quinci j. non id che fi fare. ra. Come auengono le Suenture . Suenturata BeUevia , .
Torno . Lat. tornai , è Hromeniofabrilecon cbefitormfce Morte. 0 S»enturata,Sucmurati .Accidenti, .AmoMi ,
il legno, metalli, & altro. Ari. Ciran il capo a tutti co, Suenlurato Cmuane, Suenturatamente . uedi alClndiu .
me unTorno , Con quel frontin , che gira com’unTomo . Sciagura . lat. caiamitas^truvuiajnforuimmn ; la éfgra
Diatretarium poculi genus tornatile . Diatreiariut il tia.h oc. La donna della fua prima Sciagura, &dique
Tornidore . fiajéconda fi dolfe molto. 0 tua uemura,o mia fiiagura, .
Intorno . Lat. circum. P e t. Firtùpthe’ntorno iforapra, che fu . Era già pieno di compaffione diuenutodelie Jue
er rinoue . .A fcuoter t ombra intorno de la terra. Morte Sciagure , Fna nouella di cofe catholicheAr di Saagure,
nù l'era Intorno al corauoka.Et io non ritrouando Imor- & d'amore in parte mef colata .
no intorno Ombra di lei . il uelo Cb'i flato auoUo intorno Sciagurato . Lat. infelix,illepidus, e*r Sciaurato hanno al
agli occhi mieLL'anime degne intorno aleifià ^arte.Col cum tejìi , ual éfgratiati , quafi fine augurio bone .
gran fuetto i uicin dintorno ajlorda . d’ogni intorno .ri~ Da n. Sluefli Sciagurati , che mai non fur uiui . i pro-
mirando intorno . L'aer granato ,\& Itmoortuna ncbbu prie di quelli , che fono dannati, però m Dante tmaiuoa
Compreffa intorno da rabbioft uenti. Abbaglia il belptbe ce comune .
fimoftra intorno . tlqn pur dintorno bauea , ma dentro Difgratia.Air. infortumum,calamitas,arumna. B o c.Si
al legtto.Cb'ogni uil cura mileuar d intorno le luci fante, tome tu bai una Difgratia , cefi n’ho io un' altra .
"Che fanno intorno afe Vaer fereno. e ipaffi intorno fer- Gratia. Lat. V iX.TerGratutiende [immartale Apoi
ra.Vn mmiletto inforno ricoperfe .rafierena interno, lo. Gli occhi per Gratia gira Di fe aafeendoa Roma no»
folgorauad intorno . faccende intorno. B o c. £r fattoi fi Grafia. Delafua Gratia fopramenimpioue.E'lfuo di-
girarintomoDatomomirandomi.uediablindice.AKl..-- folto i tua Gratia adempì. Famnu che puoi, de k fua
Duo chiari ma mormorando intorno . che pare Che tre- Graua degno . Ferpne fama degni Grana piena . Oue'l
tm kforefia dogrilmor»o.Cbe uede appre^o^ dogru in, fallo abondà,U Gratia abonda . Voi quel eh' a Dio fami-
tomod fuoco. gbar futamo in Gratia. per Gratia chieggio, Graiie,
Attorno. Lat, Circum. Phr.il coricbemal fuogradoat- cb’a pochi l del krgo deflina. Se tutte le mie Gratie »»-
tomo mando. Et firingendo ambedue Kolgerfi a Tomo. fieme ad unoMatardenonfurmaiCratiediuine.h oc.
tff Datomo . Lat. Circumcirca, in proximum, & i proximo, Gratia Spetiale , Somma , Vicdola , Grandifftma , Gran
&iltproximim.ualperle contrade ,& luoghi circo». Gratie, Gratie Maggiori, Debite,Fltpue.uediaWiu-
Hanti,& meiai. hoc. Erano di màdarlo Datomo ufui. dice, & Grata, Gratiofo, Gratitudine, uedi a Feuere*
Fn'aura foaue^be da quelle montagne Datorno nafceua, 6}i. Bemb. Rim.
QentiChuonùnircbe ui erano Datomo . Efiendo tutti i buo Singratkre . Lat. ageregratkt; & comprende tutti i figni-
ni buomini ,& le f emine delle uiUe Datorno uenuti alla jicati di ringratiare: che per diuerfi nerbi fono detti da La
mefia , La fua famiglia uenuta Datomoa coftoro . tini comebaheoAgo et refero gratkt. Ptr. Et èco Ani
Intorniare . Lat. circumiire, ambire .B oc. il piano era di ma affai ringratiar dei. R/ngratiando natura A' I di cb'i»
giropoceoiud'unmezo miglio intomiatoda fei monta- nacqui.Dicbeamor,&meJìefSoafiiB ringratio.Ondi»
guette . Il ronzino comincio a uoler fuggire , ma efiendo ringrauo amore. Riugratio lui, cb'i giufii preghi buma-
intorniuoAlr nonpotendo.Efiendoinpmliùdii fatti let niBeuigRamentefuamercedeafloUa.Tìii.n.Dioancbor
ti,& tutti àfarge fiancefebe Intomiatij&cbiufi. neUdoAF ne riugratio. B oc. Incominciò a ringraón-
Tomeare,& tomeamenti,ueè a 488. re Iddio. Iddio primieramente ,ixappre[fo uni ringratiam
Ventura . Lat. bona fortuna , bonus euentut ,felix .Ptr. do. Affai cortelemente ringratiandola. Ringratio Eederi-
FinfeHambalretnonfeppeufarpoiBeuUFUtoriofafua godeubonore fattole.
Fentura. Qjtal Fentura mi fu; quando da [uno. Mia Rfniere gratie , ual riaffotiare .B oc. RtndeaiogU quelle
Fentura,& amor. 'Prouerai tua Fentura . Sua Fentu- gratie . Cofiui rcndutogli quelle patio , lequali . A pena
ra ha ciafeun dal è che nafee. che quei dolci barn S'acqui poffo a renderti te debite grane formare la ri^fa.L'ul- ,
ftanper Fentura.&nonper arte, Qfpmdo per tal Fentu timtfgratie , lequali rendere li debbo, da mia parte gli
ra tutta ignuda La u'idc.'Hs di aò lei ima imaFentura renderai, Rfudute Grafie a Giacomino della fiia liberal
incolpo . Fentura, Cruda, Fiera , Forte, Dipelata: Mie ridila ,
Fenturealuenir fon tarde ,&pigre,Etpoialpartirjòn AdoetCìti.Lat.&cakmitas.Boc.Cie noi perla fu»
p'iuleui che tigre, B oc. Mala Fentura ,Buom^Gra» gratkneliejnrefenti Aduerfiti fumo fini. OguiAduer»
F entura, Miglior, ueét Indice. affata dimenticando.
Auentora. Lat. aleam iacert . B o c. Mettere m Auentu . & Auerlò. Lat. aduerfus , & Autrfus Latino-
ra la mta fualPer AuemuraJIuomo Auenturato,Auen mente fignifica il contrario è aduerfus . ual contrario .
tnrofamente .ueèCindice .P hJ.Auenturofo loco,& P h x. Da CAduerfoOrizpnte, Stato Aduetfo , Fortuna.
Auenmroft amanti. A & i. Et lieta data iafòltu Aduerfa.Boc.Laparte AduerfuH KiiuFierameute
Auentura , furono Auerft a me.Segli occhi mieidaUifuferAuer-
Pifauen tura . Lat. infòrtunium, & infortunitas, & mala ftòjulti altroue . Lat. euerft . Se ben qfoUi [argymtn-
fortuna ,B o c. ebura uedea la fua Difauentnra .Ter tar ; ch'io gU farò Auerfo.
mkOiJatmnra.IlfuoDifiufiuur4toAmore,S»h.& AÀuttùào,iiedi» Marte jqs.
I
t
Forcuiu C I E
j4f Din:rfo . LM. al4ewgenui^ems,remotMsextrMeiis. nal
tluno, contrario.^ disile . P b t. Diuerfa tofa, Scbit
ufiiiurfeTcmpre^ormeiMitle cofe Dmerfe, Diuerfi at
liJHoà,Taefi,'Pkceri,TenfieTÌ, Monti .hoc. La can-
^ne Dinerfamente da Dìaerfi fu tntefa . Di Dintrfe cofe
Dmerfamcnic parUnJo,Diuerfe brigate, yiHande,Cker-
re.Dmerfi luogbi,Mcciiemi. D a tt.Mbi Genoueft buo-
mini. Ducer ft d ogni cojiumcjn piendogm magagna. £a
trammogiùpernna uia Dinerfa .ide^òffiiiie.
Varicti . La. & inconfiantiajir mjlabiiaas. hoc. Dipin
to di mille yanetà di fiori . Di forfè cento y ariete d'ani-
mali . La yanetà delle cefi. Pi t. laipial y arieti fa
^ejfo altrui . T ante y arietati .
Vario . Lat. uanus. P n. yarioflile, yarie Gemi.yaria
yita, yanj .Augelli , yanj dt lingue , & yarifdi paefi ,
B o c. yarii Arbufceìli,Fiori,Kagionamenti,Cibi,yartt
Cofe ,y ario animo, yariamerue .
Variabile. IM. Pbt. yariabile Fortuna, Rota, Tem-
po,Cielo.
Variare . Lat. & mutare uices. Pbt. yariar BcUo-Al ya
riardefuoi dolci coffuini . Ter lo cut yariar .
\ yariare nerbo. P i r.Già peritili miodefirnonuaria Ter
Caere in color tanti uariarft . Ma uanafìl pelo , y anato
Coftume,M^etto,Loco,hai uariati Coflumi .
tHuijire per uanare . Lat. uariareaUHinguere,uariis p'tSìu-
rii exornare . B o c. TarendogU in ogm altra cofa fi del
tuttoeffere diuifato ,cbec^ertdaiei riconoj'ciuto a niun
patto creJUua. Si contrafatto, &é fi Dinijato uijà.i. ua-
riato & trasformato .
Xjo Soljjctto . Lai. Su^itio,& fujfefiui. Pbt. Seir^ Solet-
to . Cbe'lfernon Soletto . Sempre pien di deftre , & di
\ Sogieeto . folpien à Soffietto Ter luoghi ombrofi . Con tal
Soletto . onde Soffietto non fora il ragionare . Gii inco-
miaciaua a premier ficurtate La mia nemica de fuoiSo-
^tti .hoc. uedt l ìndice .
SoTpitione. B o c. Senza prendere nana Soffiitione. La
Su^itione del fonnoprefà. .Acciò, cb’egii noma Soffino-
ne prendeffi.
Soffncare,eìranchofoffieciare. tot. Sufficari,dubitare,anu
bigerepceren . B o c. Cominciò a f^icciare . "Hpn for-
cando piu. Mlcuna uolta forfè forcherebbe. Mcctò cb e-
gliiCaltronon fofficciajfe . Semente di me fi ftfficheri.
Ch'egli nonfoffichi . "Hon fefficò , che ciò bauiffe fatto .
DAN.Macbe'lfMicitarfututtoffemo.
Solpiccio fo. Lat. (ùrciolùsptal picn di ]bffetto,t!r dubbio*
r fi. D AH. Si mouea tardo Sogucciofi C raro.
»7> Forfè noce é dubbio . lat. Forte,Forfttan forfan,fortafie.
P ft.Etfedilui Forfè altra donna fpera . Fiorenza ba-
uria Fors'hoggPl fuo poeta , Fon'era'lpnmo . Se non che
Forfè jloolio fi èfdegna . che /pera gioir Forfè nel fuoco,
ideh non fon Forfè chi tu credi . yero dirò : Forfè parrà
mengigna. Forfè i deuoti, &gli amorofi preghi Songiun
ti inangialla pieti fupema . Et Forfè non fur mai tante
ne tali fCadduce in Forfè, fallir Forfè non fi . che dt li
Forfè Cafpetta. potrebbe Forfè aitarmi. Forjenon baurai
fempre'l nifi afiiutto . Forfè ch'ogni boom, che legge non
intende . Forfè tal m’arde & figge . B o c. Forjé fi di
minar bone^. entrata in Forfè. mentre ella flette in
Forfè .D AH. Et io rimango in Forfè .
, Jafot/i. Lat. indubio.dubiuitt ridditi ftdt.PMT. Mi
L O
Fornina
»4
rota fi , ch'ogni mio fiato Jnfirja ,
Dubicationc . Lir. Mmbiguitas ,hafitatio,ScropuUis ,
B o c. Laqual Dubitatione. Et ueduta la lor Dubitanza,
Dubitare. Lat. addubitarejsarereandubium uenirrAubium
efie . B o c. io comprendo , ciafiuna é noiéfe mciefima
dubitare . Tipn dubitare . Chi dubita adunque (dubitan-
do di loro medeftmt , Dubitando detta inutdut cortigiana ,
Dubitauano forte. Dubitarono di non ejfere conofciuti . Et
pregarlo eh' egb non dubitaffe . Madonna non dubitate,
dubitaua non foffe alcuna Dea,yedcjti coja,che tu Jubttti
Io dubito forte idi ninna co/a io dubuo, forte dubnò.
Dubbio . Lat.dubius,& anceptdncertus, ambiguui, fufpi-
ciofui,uanus .T tz. Et qual fia piu fi Dubbio l'intellet-
to. In Dubbio flato fi fidel configUo , yn Dubbio uerno ,
inftabilefereno . Come buom che per terren Dubbio canai
ca. Senza alcun Dubbio . Qjiefia anchor Dubbia del fatai
fuo corfo. Dubbia Speme, à" yta . Dubbialo aljalio.
Colle, ér tardare.DubbioftpaJfi , Scogli, Dubbtoja yta ,
Dubbiojè cofe , & fperaitze . Lofio me,tb‘io nonjo'n qual
parte pieghi. hoc.M molti era un coiai Dubbio neli'am
mo, L' ultimo DuiAiofSenza Dubbio . Lat. indubii . yarij
Dubbi Alubbio/a cofa , Dubbiofi pajfi , Dubbiofo Cafo , Et
mentre Dubitofi cjr timidi il riguardauano .
In dubbio. P b t.iw tafeia In Dubbio . Coft In Dubbio la- ijt
filai la ulta mia . Di mio fiato In Dubbio , tener in Dub-
bio, cbefpeffo altrui pofir InDubbio.
Dubbiare. Lat. dubitare, extimefeere .P B t.Facean dub-
biar ;fe mortai dorma . o dina Fofie ,
Sofpendere . Lat.fufpendere, & fufpenfum tenere, ual flore,
0 tenere in dubbio,in forfe,ambiguofopra di fi. ho c.Poi
che fer Ciapellettopiangendo bebbegran pezzo tenuto il
fidate cofit fofpefiiffttò un grandijfimo fifpiro & di/ie.
uedia ijl},
Solpelb. Lat. Sufpenfus,dubiusAubiofus,ambiguus3 o c.
Le dorme , lequaU tutte temendo fiauano Sofpt fe ad udire'
fi i duo amamtfofiero arfi . Lequalt donzelle il Re ueden-
do fi marauigliò , & Sofpefo atlefi quello, che queflo uo-
lefie dire . idefi fopra à fe . Che di fi mede finta uergogno-
fa , i!r Sofpefa fiaua. ideft attonita . Si dolcemente jonau .
do,che quami nella reale fola u’erano parcuaim huoinini
adombrati; fi tutti iiauano taciti & Sofpefi ad aJcoUare.
ideft intenti,& attoniti .
Nodo per lo Dubbio . Lai. nodus, dr omgtna .Dan. SoL-
uetemi quel 'Nm/o, che qui ha inuiluppata mia fintenza .
Groppo per lo dubbio .Dan. Difi' io là, doue di, Che ufu*
ra offende La diurna bomatefi'l Groppo fòlui.i. nodo.
Ambiguo. Lat. ual dubbiofi. San. Che forfè mai m alcun
tempo il reuercndo Termino Jègnò piu egualmente gli am
bigul campi nel tuo .
Inccno . Lat. Pn. Dirà , quefio arde ,& del fuo Flato i lyg
Incerto . Incerta f'peme . Incerte ^Uegrcz^ .hoc. In
certa Fede. làqualt huomtm Incerti de futuri cafi .
TìMlce.Lat.fallax. P b t. Fallace Speranza ,Sperare,Defi
re, -àrdile. Fallaci Onde , dante . Conie'l itoFlro fperar
Fallace .yer amente Fallace ila Speranza.
Inftabil . Latànfìabilis, uolubibc. Pbt. Inftahil Federili
do,Sereno,dr In', label Rote .
Lubrico . lor.P B z.Et Lubrico fferar dopo le fialle .
Sdrucciolare . Lat. delabi , &labi . A K i. yeder de monti
[drucdolarne mille .
Fortuni
C I I "L .‘O MinoTJi ”
ihi . Qgella ; per cui con Sorga ho cangmfjtrm . Caif.
gùtJ Speme, Figura, & Forza, Cangiati, Defiri, & fol-
ti . cangiato haurei fitte . cangiato haurei forma . hauea
cangiato uifla . cangiaua il gioitami affetto . Et p^ra'l
buonSaul cangiò le ciglia, tangiò habito ,tìr Hato.jt
fua figlia , & a Roma cangiò flato . piu notte fi cangiò .
Dan. Cangia colore. Et per nuoui penjier cangia
propofla .
%àcazcio\a, latdubruus. onde Utimt fono dette Siruc- cht . livella ; per cui conSorgaho cangiai jtrno.Cai^ ~
dote .
Smuctiareual firucttdarejbUffigare. B o c.Scendcndojitt
no aueduta fmuci landole il pte,caJde delia fiala in terra .
Inquieto . Lat & inconflans . P b i. Cbe'l nofiro fìatoè
JmjuU IO &fofco . & Catulo Inquieto ; Che fe'lpopol iìo
man piu notte flracco ,
Incofìincì.PsT.OJnco/langaderhumanecofe.
^ Incoftantc.Icf. inconflans. Pet. Infomma sò com’è Scambio . X4f. uice.aut loco. hoc. Guardate che non Ijé
Incoflautc uaga ,iT imida ardita ulta degli amanti . m’habbiate colto in Scambio . In Scàbio delle cinque lire. .
Mobile . Lat. mobilis ,uarius,& incertut. Pet. F emina Scambiare . Lat. mutare, hoc. Etpernon ifmarrirlefi Scà
i copi Mobil per natura. B oc. fna donna naturalmen- » biarle. .Xcciocbe mona cofà gli potrfie efiere tocca fi tra.
te Mobile . 'Noi fiamo Mobili , CT ritrofe ,pufillammi , mutata, o fcambiata .
^paurofi. ÌAntumenzo.Lat.mutatio,transfi>rmatio.Boc.Intait
Immobile, «e* Fen»e«;4 a 5^. to Mutamento dicofe . Le cofeéquejio mondo fempre
Bara ttarc . Lat. permutare fiat cambiare. B o c. .Al Bom efiere tn Mutamento .
rattarocculloogn’unimcfio. Ah. Baratta per labatla. Mutare.Lat.& transformare.P Bt.oue lepenne ufate Mu
gha . uedi a q86. tai per tempo, & te mie prime labbia. E’ n duo rami mu-
Barattare , Lat. mutare, commutare ,mutationemfacere. tarfi ambe te braccia. & terra mute, t^r con qualartitl
hoc. Et del barattare fieno maeftri fourani. Dan, mutei&com'huom cbe’l uoler mute. Muti una uoita *
ebe già per barattar ha Loccbio aguzzo. quel fitoamico flile. Mutato flile. B oc. ueditlndice.
BiT2nicii.Lat.aleatoriumforumampoflura,fraus.tà'l Tramutare . Lat. transformare, hoc. .Acciò che muna
proprio quàdo fi compra, ouende la giujlitiafi ucnde quel sofà glifufie tramutata, ofcambiaujior quà,& bar li fi
U che noni lecito; i uocabolode iegifii.Bo c. Scipione tramutaua.tramutandohoramquejlolttojborainquel-
.A fiicano troni mRoma chi [accusò di Baratteria, ne fu lo.ItrijliueflimentimUetiTramutauaieggeudofiTra- \
Ton coft alti meriti dt tanta potentia, che in queUa mede fi mutalo, uedi [Indice. i
manonfoffacbiriceueffe [accups,& chi lo chiama ffe in T raflatare. Lat. trausf erre. V n.M del tra fiato in quel
giuJitio. Ep.D AH. Sìuiuimiraifia far Baratteria . fuo albergo fido.
17 j Barai tiere. Lat. aleator, & impoflor, implanator . B o c. alternare per mutare .Pet. Loqual fenza alternar pog-
ConuufaccenteBarattiereficonucmiedelprezpi.MaH già conorga.'D kk.Dcus uenerùntgentes alternand» ' c ,i
Barattiere(comecolui,cheattétoflaua)fuprt]io& fug Hor tre, bor quattro dolce falmodia.
■gì uia.Diremo noi fi crederemo S dpione Barattiere f E n. Permutanza i permutatione. D a n. £i ogni Termutan- i JJ
Senga guardare fegentithuomoi,o uUlano ,opouerofl o;a credi fìoltaja profa ufarebbe cambio fi permutatione.
ricco fi mercatante fi Barattiere fia flato. D a N.Ogn'un Trauafare . Lat. iranfuuderefirauferrcfiiutare, demutare.
u’iBarattier fuor che Bonturo .Barattier fu nonpitdol ualpermutaredettodaluino,cheÌunuap>inun'altro fi
mapmrano.Etcome'lBarattier fudifperato, tramuta.'D AH.Chepurdimalinpeggio fi trauafa . I
B*c2tn. Lat. permutano. B o c. Ragionano de Cambi Madniluogo rmtbiufo ,doue fi pongono gU uccelli qnan-
de Baratti. Dan. Ruffian,Baratti, & filmile lordura , ■ do mutano le penne . Lat. auiarius locus .Dan. Breue
Cumhio.Lat.mutatio,permutatio.P tr.Talch'ellaflef pertugio dentro de- la Muda. idc fi de la prigione, cofi t
fi lieta, (p- uergognofa Tarea del Cambio. B o c.Gualtie chiamata .
ribaueuafattobutnCambio.IuC.imbiodidò.lmerca Mnta.D an. 0 s’ egli fianchi gli altrt aMutaaMutait
tantiragionan de Cambi de Baratti. Cominciò nel uim
fio a canìbiare, & apprefio il Cambiamento . Tutto il nifi»
Cambiato . Le tauole de Cambiatori .
Cambiare della profit mutare,^ uertere,permutare,conuer
tere.B oc. Cominciò nel uifo a cambiare. Il fuo feruore \ticmt,o'PaUade,oTalla figliuola diGho 178
m compajfione cominciò a cambiare. Che egliquelli dana ut fu la orima.chetrouòillmoj^ihedefìa . *'i
ri canibiaffe. Il nome cambiato gli hauea . La uifia,che
cofi fi càbiaua.lAaledeU amore della dona era ricibiato .
Cangiare del uerfòfinutare,conuertere. P e t./o temodi con
giar pria uolto,(p-chiome.Checome uidelei càgiarTbef
faglia, cangiar queflomio uiuer. cangiar uitafit cofiume.
Hi cangiar pofiotofiinata uoglia . Stato, uoglia, color,
tangfareMlo . che’luiuer cange .He fiate' l cangia , ne
Jo fpegneu uemo . cangio il pelo . calcio il tempo . Di di
’indìuò cangiando il nifi e' l pelo. uÒMpenfier cangian,
do fide .di fuor minò cangiando. Tutto dentro,(fi dt fuor
fento cangiarmi. &cangiarfi ogni defir.canpafi'd del
pttorno . cangiafie'l fuo uaturafyorfà. Che non cangiaffèr
qualuateatempo.cb’inolcangiaJfiadunaRmolta Ìot-
mutando &fcam&ando . Lai. mcijfim . per uices.
M 1 H,E RfU.
inema, 0 TaOade, 0 Valla figliuola di Gho
ue fu la prima,cheirouòillmofip- thè defSe
il modo del filare, & tefiere, & del cucire ,
CS" anco trouò d ferro in arte militare ,& or
dittò te fipiadre : gir fu muentriu della oii-
ua, c!r fecondo le famle effendo comentiont
tra M inema , cr Tiettuno chi douefie porre il nome alla
città , thè dipoi fu detta .Athene : comandò Gioue , eh*
ogn’uno per cotefie la terra, Miuerua conia fina hajìa,^
Hettuno col tridente , & quello rananefie Minatore dell*
caufa , che con la fua percofìa produerfie eefa migliore .
Vercofie Hgttano, & nacque un cauaUo . Ter cefi e Mi-
uerua, ^ nacque un Olino, & perche Ucauallo ianimal
bellicojò, Cr la oliua pianta pacifica ; fu giudicata la urna
tiaiÌHatrua,mtdepercbeilnemejuomgretuiMib*.» i
nt.
k
Minmii
CIELO
Minrrna
te,tt»lfe che U città fo{fe chumata ^tbene.Coflci jccim- Anfrlmo f» di ’tlgrmaitiui theelogo egregK,&arcùieJlO'
4» i poeti è Dea detta Sapìentia^cìeiuia,Dottrma,Trudi
tiaÌapeTe,Senno^aturità,StHdto,UggeJI'nrtù. Argo-
menti ^pborifim,Sephtfini,SitIogifmi, Thdofòpbia, Dia-
■Uttica,Grammatica,Uedicina,Vbifica, Cirnrgia .flt de
Saggi, Tricdemi,Maticri,D’itti,Thtlofophi^ie2ci,Thifi
ei.iMci, Legijìi, f'irtuofi Libri. Sapere^tndtarejcgge-
Te/trgomentare,ftUogrgare, medicare ungere .Degli ani
mali file dedica la Cornacchia, & degli Alberi l'Olino,
uo di Comnrbia ; Cofini fcrifie della concordantia diurna,
trprcdeflmatione,della cadnta del Dianolo ; delpeicato
originale; tr della incamatione del nerbo dinino .Dan.
Tiatan propbeta; il Metropobtano,Cbrij<^omi>^ An-
felmOytà" ^t Donato, ch'a la prim'arte degnò poner mano.
Graciano da Cberfi città amtqntjlimajn monaco di fan Fe
lice di Bologna, ^ compofe'd Decreto ,&dimoflròcome
b* legge canomea fi concorda con la citale ,& di Im dice
Dan. QjieWaltro fiammeggiar efee del rijbDi Grattan,
eheCnnOtCrt altro foro. Aiutò fi, cbepiacein Taraéfo.
tà’ Mafìico mome é Campania fi le pura. Tiacqne poi a
gliaatuhidideduarleLiScimiaammalnoto.
l^liiicrua .Lat.& Tritonis,Biiloma,Aegijina,lonenata, Heroéoco di natnme, et é lingua lonioprimofcrittore del
Cerebrigena.D A u. Minerna^ira,etconducemi ApoU lebiflorie Greche di molta eccettenga,ilquat cominciò a
lo,Etnouemnfentidiinofiraa(orfe.
' Tilia.Lat.Tallai.P st.VsnGioue&Valla,ma/'ener*
& Bacco . & quando énota cofà ritonda nedi ajSj.
Sapicntia. Lai. La Sapientia dt Salomone . d Sapiente Sa»
lomone .
Sapere. Lat.Sapiemia. P a t.llparlardi Saper pieno.Cb'om
gn’nndel fino Saper par che t’appaghi. Crebbe tinuidia
col Sapere infieme .
Sapere. Lai. prfeire. P i t. Sarei contento di ft^ il quan-
do. Tipntàone fluida. chi noi là. Tnfail'efièrmio.per
prona il fai . Sai madonna & io . Salto amor , i piè altra
nia non fanno. S annoi fi i bofihi. Senza" Iqnal no Japea mo
ner unpajfo ,nonrapend'io ,&perfìperio ,apocoapoco
tul laoraia.be per fe non fapreboeaiolenilerJàpret,Safiel,
Saper,Seppe,Seppi,Sò io ben, nomò. Boc. nediflmltce.
D AH. Dt^regiòcibo,& acqniflò papere joon f apendo co-
me . Et che fi fefie rimembrar non [ape.
Sdentia . Lat. Boc. Scientia "Profonda , Hnomini Scien-
tiati . Al numero delti Sdentati .
Lat. fapieni. P E i. Saggio Signor,'Hoechier,Amà
te,Cor, Variar ,Figliuol,Attodìuomftggio.t'lcorSag.
fcrmeredetla prima origine della difcordu dell'Europa
tontAfia,&deGred coiBarbari dilenamemfiaalla
guerra di Serpe , Et però dice il noflro P e T. Hcrodoto di
Greca biiìora padre yidi .
P linio .Furono duo Tlini, de quali dafenno fi chiamò Vlinio 1 8 1
fecódo,doèloauócoioeetdnepote,fra tiquatifngrà cifor
mità circa delf ennere affai ,et grà diffimihtudine arcala
morte. Vlinio fetido nepote pmidpalmite nenido a Roma
tifegnì piu g ri digiti mafiimaméte d Vroiò filato dA-
fiica,et la Pretura di Spagna Jà doue effemlo fenfie aTra
tana Augufioàlqual perjeguitaua i chnjliani m fauor lom
ro dicéda,quelli utuere fitto te leggi Ramtneat foto adora
re Chnfio crodfifio: laqual cofà quetìe nò cltradiceua. on
de T raiano perle tenete di Vtimo nonuolte, che piu chri-
fiiani t'uciuiefiero.fi come ferine Eufebiocejariffe, netta
bifioria ecctefiaflica . ScnfSe queflo Vlinio la hiftoria dal-
prindpu) del mondo infino a tipi puoi in libri. Ixx v iif. doue
imita d pio auonculojfi come lui afferma nel. r. libro dt Ue
epifiolefue ad Capitone nelC ottaua.Scnffe de uirii tllujlri
bus jet de tripartitione orbts , dr uno uolume di dtgnifStme
epiliole;Mori uecchio a Roma di morte naturale, l’altro .
gù pudico. Che piu Saggio di me ingannato haurcbbe.Ke Plinio fuperiorefu tauonculodelfòpradetto , &fu yerone
di Sanfon uu ptu forte jtbe Saggio. Venfier miei non Sag
gi . Algato un poco come fanno i Saggi . QjuUa Saggia
( à.Laura)Hor grane & SagpajxUhorhonefia dg b^a.
Saggia y ergine Judit, in fiientio parole accorte, dr Sag-
gie,et Anima Saga in ucce é Saggia usò U Bembo. A a i.
Che poco Saggio fi può dir colui , Che perde d fino per ac-
quifiar { altrui . •
Dottrina. Lat.doSrina. P e x. infin là doue fona Dottrina
del fantiffimo Hclicona. Boc. Sotto la Dottrina d'uno
Tbdofipbo.Dottoredi medicina . I fanti Dottori. Dan.
liber officio di Dottor affarne .Ceffi ricorfi aia Dottrina
di Colui.
'* 8o Sigienti Jcientiati,&Saggi,celebratida nofiri Voeti, Al
oerto magno, Alabiade,Anfebno di Tiormandia , Gra-
tiano da cberfi Jlerodoto,Iofeph.'Ngfior. Vltnio fecondo,
tp-fuperiorejolonj'balete .
Alberto dt Colonia Agrippina nella Magna hafia maeflro
di fai Thomafi if Aquino , ilquale per fua dottrina fu
chiamato Sfagno, buomo uniuerlale in ogm feientta , ig
fommohmefiigatore de fecretideUa natura, come mamfe
fiamente appare per gb fuoi uolumi. fiori in V.irigi circa
Canno 11^7. D a a.QjieSìijcbem’èdadeflrapiuuici-
uo Frate , & maeflro fammi , dr rfio Alberto i di Colo-
gnajdr io Thomas d Aquino ,
Aàhude, aedi ad Oratori.
fi,comeegbdùnofira netto efiordio de naturali htfiona là
doue dice y aleno Catulo ejfere fuo conterraneo . Ma da
Suetonio Tranqudlo in libro deuiris iUuflribusè detto
"hlpuocomenfetpercbe in gran parte egli habitò a Como,
Otretiandioapprrfio del lago Cumanojàdoue baueua grà
copia di poffefiioni. Fu queflo Vlinio huome ftudiofiifsimo,
&grande fcrittore,&dtcofeeeceltenti.ondefcTifielhh-
Hone Romane dal principio di Romamfino a tempi fuoi
in libn xxxriif. CT de naturali bifloria libri xxxiif. doue
nel etmteflo dmoflra hauer tenuto t anima noflra col cor
po'efier mortale Jcrifse qua fi infima detti notabili jcon la
deplora tione della uita bumana, cofa molte memoranda .
Morì come firiue Tranquillo , & Vbnio net v . bòro nella
epiflobt a Cornebo Tacito efiendoegh prefetto detta Ciaf,
fe a Miffeno in colende di nouembre una muoia m fimiti-
tudine d un'arbore ufcidelbt uoragine di mome yejumo ,
qual è uicino a "Hapob chiamalo U montagna é Somma,
la fuafòretta adunque gU anminiiò quella eleuauone del
Li nuuola efiendo egU mfiudio tonde ucnendo a u edere de-
liberò fibre fopra del mome a comemplare il loco, doue
quefli denft , Cr »egri uapori ufi iuano , & mrmre era in
uiaffi leuò un Mento, ir il mote cuminaò ad euomere acce
fe fiàme,&- affirare odore folfureo,per laqual cojà 1 tuoU
IO Vbnio dalla poluerulenta tempefla efiendo m mero di
duo fieni fuoi cadde m terra f affocato et morto;quàiiiqHe
D
Mincnia
CIELO
Mincrua
dica Suetom^he per fuoi preghi lU Furio de fum ferui fu comperò imumxi al temOo,&gran pecunia ne guadagni,
anorto.fuadunijuepocoaccortoal morire ;percioihepo- Hingratiaua dure cofeU fortuna . che fufiebuomo ,(jr
tea con le galee partir fi ,& renderfi ficuro della tempefU non beJìia;mafchio cj-non femina;Crcco et non barbaro,
tnaritima. & ejiendo a qucjlo eportato dal gouernatore Benché altri attréuifcoao quejlo a SocrateJìtceua Iddio
della nane non uoOe confi mire, ma rijpo^,come fi riue TU e fiere antichiffimo dt tutte le cofe, belhjfimo, ingenito, &
nio,Fortes fortuna iuuat . onde perù fua durex^fu con fattore del furto. Dan. Diogene! ,Anaxagoraat Thale t
dotto al fuofiae.&però di lui parlando il noflra P s raU Sonno. Lat.prudentia,ctmtrlleBus. P et.ctB oc.Sf»
ce. Merare io miraua fubito bebbi feorto. Sìuel Tlimo ye no ,Alto, Buono, Grandiffimo , Laudeuole , Maggiore . il
ronefifuouicino jtferiuer mollo, amortr poto accorto . fermo de mortali,CranSenno,ilmiracolofo Senno diSa-
1 8» Solone pgUo d'Eupboriotte,come piace a Didimo . onero jh- lamoneJSenno ,Atheniefc,Tarole condite di lanio Senno,
condo Ut comune epbaone di Bfieceflide fitpientiffinto fi, .Apollo fuo Dio, &Mtnerua fua Dea. uedt a luoghi loro.
tbediedcUleggiagli.Atbcniefi, peregrinando giuntoucl rjrjii^S.
realpaUactfidi CrefòRediLidia ,&da luiper la faina ìnzeiìctto,Ingegno,MÌte,.Animo.uediaU’.Anima. iijf.
della fua fapientia fpUndtdamfute accolto , poi cbedalRe Prudenza. Lit. prudentia. B o c. Laudabit co/u, ^ nectf- ,
tutti U fiiotthejiri moflrigU furono , perche egli Slimato fitria moUo ne principi i la prudenza , finta laquale niun *
da Im beato fofie, bòfacendofègnoalcunodimarauiglia , regno ben fi gouema, P et. Trudrnti yergm.
come farmo gli adulaioriàcorteifn dimandato dal Re chi Mituritd. Lat.maturitaiAjrprudcntia. ilo c.Cre/leljilf
fiimaua egfi U piu felice ahmond» dtiui,a cui nfpofiJeUo dore,& bcUexgia alla loro Matuntd Matura Eti,Tenb.
fico cittadino; iltpcale bauendo ben uifio,<& lafcian ottimi ne Mature, Maturi .Ama, Matura Trtto,Maturjmentr.
figli,per la patria combattendo finaiméte con jommalau rudi alF ìndice. P £ t. Frf gUanmdei’Etd Maturaboua
de mario .domandò uri altra unita chi dopo Tello di lui giu Sia Mia Matura Etate,od a l'acerba,
dicafie piu beato , difie Cleobe , & Bitone .Argini fratelli Studio, per lo Studio delle lettere, & per la diligenza . Lat.
eoncordeuolijfirm,et reuerendifimi della ntatre, hpiali ha Studiumah:igentia,cura. P t t. ^ B o C.Siudio SoUeci-
uendom portar lei col carro al tempio della utnerabile toMonefiodJcngo.Continuo^FHone fiate, Ch'mtcnde no.,
Giunone fatto opera de buoi , lofio lafciarono cpieRa uita fin Studi fi me‘1 dica. Cameade indi in fuoi Studi fi de fio,
mortale,come fe'l cielo afe chiamatigli haueffe in dar /or Ilqual credendofi forfè con quelle medefime opere fòdiifa..
il guide rdone di tamo pictofò officio. ludi irato Crefo^idun re alla mogliealbe eglifaceua a gli Studi. Citiàjbrtifima
que noi, difie, in luogo neffune de beati noi riponete .Mi- fi arme fi' imperio, &■ dt Rudi Taglie Scole tra gli S tudta n
IboraSolMe per non efierli tanto moleftodijputò, che nef ti,& quando dinota follecnudmeuedi a i ;oi.
funodtrfi beato poffa innangiit fine di quefia uita. ma Cre Studure . Ltt.fiuderr. B o c. Teraòahe ue ad Mthcne, ne
fi ridcndofidilàUdifie.piu imi a gradala fintentiaéEfo aBotogna.oaTarip alcuna di uci non uà a Radiare. Et '
po Thripo : Hquak adulando dieeua lui e fiere il piu bea- con pari pafiofempre proceduti fitamo fiudiando . Che uoi
to huomo di quella età: benché poi nel fine il Re fi ramen- fiudiafie in medicina.Hanendo lungamente fludiato a Ta
tafie ddettodi Solone ; perla cui podere fu dal fuoco, & rigi. &qudttdoftàperfollecitare,uedia i roo.
dallamorteliber.uo. quefia fententiadiSobnei repeti- SchoUre ,DifcepobA>ifcente,lnfegnare,Mmmaeflrare, jgj
ta da molti^ffietialmente da Ouidio, ilquak nella Meta Maefiro . uedi fotta a Mercurio j 8 ; <$ .
morpbofi diffe. Sed fcilicet ultima femper ExpcRàda diet Leggere. Lat. legete .PET.Mchisà legger ne Li fronte[il
homitti efi : dici^ beatus Mute obitii nemo fupremacpfu mafiroJìi fuor fi legge,com'b dftro auipi. Forfè ch’ogni
neradebet .iìuefia medefima fu dal Tetrarca dettain boom cheleggenonmtende , come filegge.Troua ,chib
quel uerfo La ulta il fina;' Idi loda la fera . & altroue , Et paure, & gli ardimenti Del cor profimdo ne la fronte Ug»_
bor di quel, ch’io ho letto , mi fòuiene : Cbe’nangj al dì de ge.Et leggeaftactafeuM intorno al ciglio il nome. Terihe
l'ultima partita Huom beato chiamar non fi conuiene. Si d'Orpheo figgendo, &tF Mmphione B O c. Leggere, &■
figge, che efiendo Solone uicino alla morte fenti gli amia Scriuere. ^ queifi che dilettano legga. Et a chi per tem- ;
fuot,che diffiutauano là,doue fi drizzò ad udire loro éfpu po pafiar figge . Se a quei tempi fi leggeranno. Ch'io leg~
lationiMimandato della cagione perche co fi fi era ritto , gefii a quàu fcholari ni hauea m mediana, t'oda innanzi
nffiofi yt cum iftud, de quo difputatti,pereepero moriar . la fcnteirga Letta dtlui Trouata la lettera,^ Lettala . Si
MorìSobnein Cipri di età di anni lxxx.& comandòai come nelle antiihehiRoriehabbiamo già fitto. uedi al-
fuoi il fuo corpo efiere a rfo, et diffiufe fi ceneri per tuttala [Indice .
terra della regione di Salamina. & perche fu l'uno defet Libro . Lat. & codex.cis. P b t. Schiera , che del fuo noma
te fapicnti della Grecia, dace tlnofiro P e r.yidiSobndi empie ogni Libro. B oc. Il Ltbrodell'offiiiale.Libro della
CUI fu l'util pianta, Che si mal culla jual frutto produce; dogana. Be labri . Con miei labnccblei ti pofio liberamele
Con gli altri fei,é cui Grecia fi uanta . te ragionare Lat. codicilli . Tififirato fu il pruno , che ut ..
lij Thulece nacque in Tbenicia della nobilfibiatta del ReMge Mtbeneconfiituifie Libraria. D a R.Luce in dodici Li-
nòre,& uenne in Mileto ifòla,& funi fatto cittaéno . Fu belli j.Libri piccioli .
uno de fette Sapienti diCreiia,^ilprtmo,chefulietbia ‘Virtù te. yirtù Lat.uirtus. P et. Mffiettata,BeUa,Ge- i8tf
matofiuio.Scnue Callimaco.cbeegli trouò Forft minore, bta,Stanca, yifiua, Iniiida, Mila, Mcceft.Rara, Cbia-
allaquafi namgano i Thenià . Il primo fu , che in Grecia raFHaturafi,Fra^eMinorefHuda,Mona Grò yirtù,
thfputaffe la Toiftca , y olendo dhnoflrare quanto fofie fa yirtuti Diuine,ChtareMrdéti,Toi che Db,& natura, et
ede diuemare riccoMnofcendoperaftrologia,cheinquel amor uolfe Locar compiutamente ogmyirtiite Inquei
tannobaueua ad efier grande abondantia iolmejtutte fi bei lumi . Che mia yirtù non pò cantra [affanno . Et non
l'*
Minerna
CIELO
Miacrua
it
gii P'irni <f herbe, o d'arte maga fi ii pietra dal mar m-
fìro ditufa. Tanta Firtute ha Jol un noflra fguarJo . Con
la Ftrti d’ali /abito ^Icndore . Tb^lende la Firtù gelata,
df bella. HgM pò pM la Firtù jragUefit /lanca. C' bauria
Firtù éfar pianger un fà/So.Firtù cantra furor prende-
rà Carme. Era la mia Firtuteal cor ri/lretta. .Anime bel
Itfiìr it Firtute amiche . Oiariente Firtute ornata &
falda .Alma gentil.O inuidia nemica di Ftrtute.Oue ogni
alta Firtute alberga, & regna . Di fi alta Firtute il cielo
alluma. "Ho a ca/òi Firtù,angi è belT arte. Che fuelto bai
di Firtute il chiaro germe . In un corgiouaml tanta Fir-
tute. Che dt Firtute i feme ha i{ua fi /pento . Et [amar for
Vfi'l tacer fu Firtute,Di fua Firtute,& di mie fpoglie al
ter a . Quando un fouerchio orgoglio Molta Firtute in bel
la donna afconde , Quel por amico di Firtuti, & d'armi .
La gola e’I fonno,tìlT’ociofe piume Hanno del mondo ogni
Firtu ibandita.Et tElotptentia fua Firti qui mo/hrf.. pe-
rò ch'altroue un raggio ueggio di Firtù, ch'ai mon-
do è/pema. L'a^ettata Firtù fihe in uoi fiariua.Ma’l mo
do cieco, che Firtù non cura. Che i uitiif^gUa ; & Firtù
ue/leebonora.FiordiFirlùJomaua di leltate.Si come la
Firtù nuda fi {lima . Rara Firtù nongiàdhumana gen-
te. Ma Firtù fibe da buon non fi fiompagna. Si come ad-
uienfi cui Firtù relinque , Fltima che porta . R//lretta al
core. B o c. uedi all'Indice . Bemb. T a.
I hauea trouato apprejfo dell'acqua lo chiami Moi/i. ue-
nendo poi Moifi in età adultaitJ- ueiendo in quanta af/lit
téme era il popolo hebreo, che quafi era diuenuto fcbiauo
degli Egitti : un giorno in uendetta d'uno hebreo uccife
uno EgutianOi& nafcofelo nel fabhione.Dapoi pmidofihe
[ hoimcubo era fcoperto , fùg^ per paura dal con/pctto di
Tharaone che lo facea urtare ,& andò nella regione di
Madtanfacerdolefilracalòtrouando fette figliuole} alle-
quaU da altri pa/lon era /lata tolta [ acqua fihe baiicua-
no attinta per abbeuerare le loro greggi, le dtfcfe, & aiu
lolle abbeurrare,pcr queflo menti d'bauer una di quelle
per moglie detta Sepbora;& pa/cendo [armento delpto-
cero arriui al monte Oreb , doue in /orma di fiamma gli
apparue Iddio: & da lui fu ammae/lrato; che uia bautfie
a tenere a lécrare il popolo ([I/rael dalle mani di Tha-
raoneJAolto proh/fo farebbe riferire le innumerabib , dr
egregie uirtùfùefer lequali meriti uedere Iddio a faccia
a faccia fion^ in Orebimaanchora in Sinai , Fu buomo
in dottrina, &difciplina militare, & in fantità di uiu adm
mirabili/fimo.Fmalmentemori nelmonte'iqebor,poi che
Iddio gli hebbe moftro la terra di promi/iione : f'ijje anni
cerno uemi,&fu ne tempi, che Cecrope regnaua in .Albe
ne.J{e fia chi fi dolga fè molto breuemente trafeorro quea
fle hiflorie , perche non fi può in poco luogo mettere molte
cofe. D A N. Di Moifelegi/ia, e ubidiente.
Virtuofb . lat. officiofus, Firtute pradttus. B o c. llquale Medicina . Lat. & medela. .Apollo fu ilprimo Medico,& i gf
fu di Grecia,& hebbe un figliuolo nominato Efculapio, il
quale molto ampliò [artedella Medicina, drdopo U mor
te fica fiulti i/uoi libri furono arfi.drque/ìo -Apollo fu an
eho ilprimo,cbe fònafie citbara. ma appo Tlimo Snnoni-
de medico fu primo fibe trouò la Medicina,& Htppocra-
te la rinouò. P et. ch'ai gran dolor la Medicina icona.
Trhnache Medicine antiche ,o none Saldin le piaghe.
B o c. Meduina cerii/fima a tanto male, la Medicina di
guarirlo sò io bene.Studiò in Medicina . Muenga.che Ga
fieno non ne parli tn alcuna delle fue Medicine. Conia juo
Medicine fanità rendeua. uedi [ Indice.
bauea trefigbuoli belli, 6" Firtuoft , Fnthne Firtuofa
Colui fihe FiTtuofamente adopera . uediaWindiu.
tip Legge. Lat.Ux.P ET.Trap.i^a adhoradhor ufata Leg
ge Morte m’ha fciolto amor d'ogni tua Legge. Dura Lega
gei amor ;ma ben ch'obliqua Serbar conuieufitperò cb'el
la aggiunge, Di del in terra umuerfale antiqua . 7{^n fta
Xpppa la Legge fiu' altri attende. Topol fewxa Legge. Lat,
ex lex. Che farà de la legge , che'l ciel fi/leiqual conpiu
grani Leggi mena fua uita a^ra & acerba.'Poi quel buon
Giuda a cui ne/fun po torre Le fue Leggi paterne inuitto',
elrfranco.Chi pon fieno agli amati, o da lor Legge/ Boc.
Legge Fera, Incommutabile,Ffata,Ferace,Giudaica,Sa Medico . Lat.hoc. Fu grandi/fimo Medito in cirugia.
ratina, Chrifliana, Setto certa Legge . E fendo hoggi ri- EccoM edito honorato . Fn ualente Medico . Fecero pre-
iìrette le Leggi al piacere . "Per uigore delle Leggi huma blamente uenir Medici. I Media furon prelli. 1 Maggior
ne . L'auttorità delle publicbe Leggi. Leggi Diurne. Della Medici del mondo . uedi [Indice .
ghuanerpta. LeLe^deonoefiere comuni. Leggi Sana Medicare Lat.Bo C.T^n/ilafiierebbemedicare.medicar
tefiilatiimoniali. uedi alT Indice. & nella uifione amoro- uoleua il fua infermo, lo non medico con la mia fapicaxa,
fa . Ratto gb altri di filtra contati Si ficea F oroneo ; che aa^ con l'aiuto d’iddio .
prona diede Leggi ciuil iocciò che moderati I fuoi uiuef- Medici celebrati da no/ìri Toeti,huerrw,Muic(na,Empe
fir, fi come fi crede. docle,Efculapio,GalienoJIipocrate, Enone mnfa 4 1 1 ; .
Legifla . Lat. & legiflator. Boc. Morto ilprimo Legifla , A ucrrois Medico,&Tbilo/ìipho fommo,& emulo di Mui-
cioè Moifi. D A N. Ci Moifi Legffla,^ tiidiente . ceiina,& iTuna medefima patria , & ilpnmo tra quelli ,
«88 MoiCe.Lat.MofesrdiuiualegiJlatorfi:omigerJ>lefius,deilo- t'hanno comentato JdrifioteU.D ah. Muerreis, che'l
auusfiiatei , poeta , fu il primo Legifla , perciò Ideilo per gran comentofeo .
le fue mani diede le leggi al popola hebreo . Cofiui nacque Aiiicenna Meéco,& emulo Ì.Auerroù,& figlio di Re Hi
per padre, cr per madre della tràu di Leni in Egitto , Et fieno . R/dufie in ordine le ufi di Galeno , Fifie ne tem-
inquel tempo,cbe'lReXEgitto faceuagittarenel fiume pi {intonino Th. DAN.Hippocrate .Auicenna ,c/r
tutti I mafchi,che nafceuano della gemei hebrea . "Perche Galieno .
uedtdolo la madre di ottimo afi:ito,lo tenne uafeofo me fi Empedocle fu di Sicilia , della città d’-Agrigento pofe fii
tre, Dapoi non lo potido celare p'm, lomifiemunuafifat priniipij aUecofe.cioiquattrorlemétifit[amicitia,e!rla
to de giunchi,&/luccato di bitume fit di pece,& fecelo la difeordia : fecondo -Ari/lotelehtSophiftafit primo inulto
fóare fu la ruta del fiume; Féne alle mani della figliuola redeUarteoratoriaxtHelldiroieToetiùi tbiam.i Ewpe
di Tharaone Air per opera della firella del fanciullo lofca dacie Homerico,pihefu egregia Toeta. Satiro ferme che
m alUuan alla propria madre , ^ adottollo : & perche fu ottimo MeJiio,& ottimo degli oratoriAt precettori
199
Minerai CIELO Minerai
Coriùt leomm , il^nal afferma ejìtrft tnuato quando &gli allri Empia fi ri . ^ àucrfe infermità dhterfì En$-
Empedock e ffercitaua l’arte Stacca, et daua peticnea pMjlriadopra d fumo medito ,P h.F ir. .Atlulube
tacciare i morbi,& la feneitù, & a far uemre «enfi prò- doglie fiero Itr.piaflro .
fbari^ceffareglxanerfi .Heraclitofiriue, thè egli riduf Impafiriciiare è proprio imbrattare uno di qualche cofa ,
fe in ulta unafemina morta.Scriffe di Thifua^t delle pur ihet'altacchi,come ctnpiaftro. Lat.ccnfpurcarejadare ,
gationi unquetmla uerfi, & di medicina feicento ; & con Unire, hoc. Il doghe è tutto Impafim ciato é non sò che
jua miifica mitigò jir jjif n/e II irai un giauanc^lqual uok eoja fetta ; che io non ne poffo Icuar con tunghiea. tefìi
ua uccidere taccufatore del padre. onde che meritamente moderni hanno empiaflrtcciato .
fu poi chiamato dittino , ma per cupiàtà di gloria fi gittò Lcttouario. Lat etcduanu. Boc. Lafiiamo flore di haue
una notte nella bocca del monte di Etna, che mandano fuo re k loro celle ialbereUi di Lcttouari, et iungutti colmi,
fi fiamme /tccih che i popoli credefiero lui di repente efler V nguento. Lat. entplaflrum .Boc. Ma botteghe dt ffe-
• ■ fiato portato in ciek , nondimeno i fuoi calciar! ributtati ci*U,& é Unguentari appaiono.piu toflo a riguardanti,
dal fuoco indietro manifeflarono la fila uamtàiiUhe die- &ntUaVi.Lemietribiàationimaida unguento debito
de cagione a lucano di b^arfène nel Dialogo Iiarome- non effondo alleniate per ogni bora inafprifcoao .
nippo. Dan. Empedock, HeracUto,& Zenone . T.Em- Vnrione. lat. undto. B o c.yntione molto utrtuofa. VuU
fedock dittinofir Mnafiagora . tona & fama yntione .
* Eicnlapio figlio di Coroni! figlia di Thiepa figlio di Mar- Vnta . lat. unBa. Boc. hauendo la barba unta, che fifac
tejiaquakfH iihlata <C MpoUine,delqual congiungiinemo c ia al fuoco k cofe fecche ,&yme. Legato fu ad un palo
nacque Efculapio huomo fi eccellente in Medicina, che fu ymo di mele.
chiamato Dio dell arte.ma tata fu l'ira , che cScepe Thk V ntume . lat. pinguedo. hoc.yn fuo cappuccio, fopra tpt
già incontro MpoUineperhauerhuiolata htfigha,ch‘ar delquak era tanto y ntume, c'haurebbe condito ilcalde-
fe il fuo tempio, tUhefunelquinquagc fimo fecondaanna rond’Mltopaftio.
[opra tremila fettecento dopo il mondo creato.PsT. yngere.lat.P sr.udmor contaldolcez7^am'ungt,&pun-
.Apollo, ér Efculapio gli fon jopra chiufij.fopra tt Hippo ge.h 0 C.Gh fece con una buona quantità deua grajaa di
trace. Dan. Thìcgiai Vhkgias tu gridi a uoto.gh ami- fan Ciouàni Boccadoro ungere le mam.Dibbirè di trouar
fhi honorarono il Serpente per Efcukpio. Efculapio figlu modo di ungerfi ti grifo alle ffefe di CaLiiidrmo .
uok di .Afippot&di Mrfionefidice efiere flato tl pruno, Silopo . Lat. Syrupui .Ari. Che nfauar gl'infermi di
chetrouò la purgationdel uemre, & il cauardedenti . Silopo.
Cileno. Lat. Gaktms medico eccelkmiffimo da Tergamo Critteo . Lat.ClyHer,ris,ilSrruigiaìe,oborfetta. hoc.
<T -4 fila, che fcrifle molte opere in medicina notifihne^ifle yitòére ch'ella ni farebbe dimcmicar U medicine ,et Cri
fiel tempo diTraianoimeeradore, fin ad -limonino Tio. lìei,&gh altri emptafiri.
-liuicenna riduffe in ordine k cofe , come à fopra èdetto Scruigialc , ^i/ Crifleo.h oc. Le dirai, ch’io firn fuo fer~
ad jiuicemta. Dan. Hippocrate,Muicenna,et Gaheno. uigkk ( beffando. ) fimo ambo i fanti dt Santa Maria
'h o c. ,4uenga , che Galteno non ne parU in alcuna delle T^foua.
fine Medicine , Condire. Lat. Sapidumfacerejual ungere jÉr fare uiuande fa
Hipocrace figlio d-dfckpkdel'lfola diChio,ilqual fuil poritt.V tt. Checca di dokexgaogm agro fiik.hoc.
primo, chela medicina per lungo tempo dopo Efculapio yncappuccio,jopra Iquakera tamo untume c'haurebbe
ffenta deflòin luce,& la riduffe in regole no batundofene condito il calderon dMUopafcio.i.unto,o ingr affato. Le pa
altra notitia infino ahhora/he per gU efferimemi, a fece rok uoflre fono condite di tanto fermo .
miglior opra afiai di quella di Èorpbirio, fe ben fofiero in Burro ò il butiro,bituro,o fmalzo.Lat. butyrù. Dan. f'iu
te fi i fcritti da lui , cioè k breue fementk della Medicina . oca bianca piu che Burro . yoce Fhremtna .
egli fu tamo eccellerne nella medicina,tbe in quella fu re- Philofophia . Lat. -drchelao Re di Macedonia detto Tbi- 1 94
putato Iddio .fu nei tempi dMrtaxerfe Re di Terfla. & fico,erudeUffimo perla fua Thilofophia , fu tl primo, che
peròdiceilni>firohtt.EequcldiCoo,chefauia miglior larinouò mMthene.P n.Touera, & racdauaiThUffò
opra Se ben ime fi fuflergU aphorifmi .&D a n. Hippo- phia . Titbagora,che prima humilmhe Trhiloftpbia cbta
crate,-4.uicinafGahenOyAuerrois,ehe'lgricométofeo. mòpernome degno, hoc. ad imparare Tbilojòpbia il
L'un fi moflraua alcun de farmghari Di quel fonano Hip mandò ad jithene .
poetate ,cbe natura -4 gUanimahfe,ch'ellabaptu cari, Philofophi. Par. yengan quanti Tbikfopbi far mai,
Phifico.Ijir. FtT.Etfenott [offe la dtf creta aita delTbifi Boc. Lofonmercatame,&nonTbdofcpho.iltefioana
co gitil,cbe hi saccorfe. Boc ."Hg tialfc a fargh tornare tico ha Fifofolo cofi detto dal mercatante idiota . y alerò
la ulta errate ne fuoi luoghi di Thifico aUu rimedio .Fi. fiffinio tra Thilofopbi dtuenne . 'Helle feok di Thikfophi
X j j Phifid . Empedoelepiedi dt fopra al luogo fuo a ipo.airche ti . Lafiiati ipenfier Thilofofici .
lao uedi a Vhikfopbia piu baffo a ipq. Philofophi cekbrati da noflri Toeti -dnaflarco, .Anaxa-
Cirugia . tot. chirurgia ,& art cbirurpca. B o cJnSaler gora,Urchelao,jlrchefiÌao,-irifltppo,-iriflotek,-AueT
no fu ungrandiffimo Medico in Cirugia, A R i.Tercura, rois4Soetio,Brunetto Latini, Cameade,Chrifippo,Ckóte ,
& arte d’uà chirurgo amico . Damock uedi a Dumi fio fitracufano diate abgieri,Diccar
Empiallro .tìrlmpufflro. Lat. emplaflrum, tir Cataplffm cod>iogeneJ}ioiiifiioareopagitad.picuro,Giiidocaualcan
ma/t i quello, che fi pone [òpra quaUhe nafeenga per far ti,Her acino, Marco amonio, Merrodoro.Tififtrato Mlhe
la 0 ftiemarefi ere fiere /he uolgarmeme diciamo unguen nicfi,Vlatone,Tlotino, Torpbirio, Trifeiano, Seneca, Som
n,Ìoc.uifarehbtdimmicaTekmtdtcmt,&cT^ei, tratedCtuocratedCcnophome, Zenone, Zoroafiro.
Anafl'arco
Mincrua'
CIELO
Mineruj
19/ \nif^ixcoThLfu di kiu (itti greca ài ThrscU ihimuta
^bdera ne tempi del grande ^leffandroidr per t fiere fiu
lo libero é lingka,& < oftantijfimo di animo, lagnai liber~
là (On la medi fima cofianrxa egli ritenne injmo alla mor-
te^ perche T'^icorrom/f tiranno di cipri có motii,^gra
m tormenti il fac< fie morire ,gliele poti mai torre, & fi co
me fn conterraneo di Dionifio,cofi fu della jua fetta, ^ pe
ri ben dice di Ini parlandoti no fin P s t. fidi ,Anafiar-
co intrepido,^ uinle,Et Xenocrate pin jaldoih'nu jafio,
che nulla forga il uolfe a penficr uile .
»7
giojniomo cenfolare . cfum a nofiric pleriipee in Martyri
cataUgo p^itus efi fiqmlfcrifie de lonjcdatione Tbilofo.
phica,igli fu dannato da Theodofio Re di Gothi,& final-
mente Urangolato inTaniu . t£r peri Dan. finge tro-
uarlo inpwrgatorio^due. Hor je tu Cocchio delia meme
tram Di luce in luce dietro a te mie lode dà de! ottona ci
file rimani . Ter ueder ogmbcn dentro ui gode L'anima
putta ( cuti Boctio ) del mondo fallace Famanifefioa chi
di lui ben ode . B o c. nella fua uifione amorofit , yc fitto
d'bumiltà pudico, ^ caRo Boi tu fi uedea .
Ati2XigociThi.fu di ClagpmenecittàJiiedeoperaaThi CzmeideCirenefifuThi.dimoUonomedellanuoua^Xca
lofophta in ,Athene fono Callia , delt/ualc trenta anni fu
difiepolo . Dicea,che taluna contenea in fe gran paefe , ^
monii,& utili . domandato a che fofie nato , ri^ofe ; Ter
contemplare il cielo fi fole,& la buia . Dicea , ihe'l Toe-
tna iHomero era tutto campo fio di uirtù, (Sr égmfittia.
Fu Thilojipbo naturale, Jl pnni ipio delPopera fiia i che
in principio, tutte le cofe erano confufe, ey mfietne mifie ;
Dopai la mente duina,! ordini, é-compofi . Dtjfechela
mente era principio del moto. Dan. Democrito che'l mi
do a cafo pone Dngenes„Anaxagora,& Thale,Empedo-
elei,Herachto,& Zenone .
Archelao, uedi é fopra a Thilopipbiafir a Crudeli o J 5 j.
Archefilao Titano eccellente Thi. academico^a tCogm co
fa dubbiofofei che la fua fetta nò era é nulla affermare ,
ma di dire io penfi che fta cofiflon hauea per meonuenien
te cangiare opinione, ér falena argomentare nell' una ,gy
tielTai
pia il uecchierelrche giàfuofoDiriiò tutto. & poi énul
la certo , Ma di ogm copi ,Arcbefilao dubbiofo .
tfi Atiftippo Cretenjé auditore di Socrate fiquale fi eomepri*
ma di Epicuro, cofi prima pofe nel piacere il fimmo bene ,
dr la fetta di lui fi nomò Cirenaica , ma difeordò da lui in
alcune coli Epicuro maffimamentefe credere fi dee a colo
ro, che difiero dtlmtfier Rato di ottimi cofiumi,& di uir
Iute ornato,& il fornir, 0 bene bauer pofto nel piacere , dr
demia d',Archefilaofiori nel tempo di M. Ca tane U primo
peraoche fi legge, che in i/ue tempi egli,cir Diogene Stot-
cofi}- Critolao peripatetico uennero a Roma da gli ,fithe
niefi per negotio publico maudat negli fu fi pronto,» defio
nel difputare reame narra Eufibm nel xitij. de preparatio-
ne euangelica , che parlando a pena fidifcerneua elicerò
dal falfo, che tal d Iacea parere, cpual egli uedea , tanto fu
prefio, & ueloce nel direjufie anni no. Come ferine t'ala
rioMaffimoJafuafcientiapofeinaccordarele uarie,efi‘
differenti fitte de Tbilofophi,Teripat»ici, Stoiei,Epicu-
ri,&altrifiquahd furor litterato conduce a guerra con-
tendendo fia loro con diuerfi opinionijonde di lui parlando
ilV tr. dice. Cameade nidi in funi Rudi fi deflo,Che par
landò egli d nero e"! falfo a pena Si difeernea ; cofi nel cUr
fu preJto.Laluga Ulta,» la fua larga uena D'ingegno pope
igiare opinione, ér foleua argomentare neli'una ,& m accordar le parti,Cbel furor letterato a guerra mena ,
Ttraparte . &peri dnofiro P BT.dice. yidi Hip- C htiCippo da Tarfo fu Thilofophofioicoauétor di Zeno-
ne,tr di Cleante, qual (ompofe quella mirabile, ó" lunga
opera nelli Ixx. anni di fua ulta; compofe del fato fi alto
intendimento, che a uolerla intendere btfignerebbe fpatio
dilunga uita;fcrifie egli altri libri quafi infiniti. P £ T.
Toi con gran fubbio/t con ndrahil fufo l'idi tela fottìi tef
fer Crifippo . ér come fcriue Laertio fu eccellemilfimo nel
la facultà oratoria , perfetto in Thdofophia ,tfr fubltmt
nella dialettica difiiplina.
198
nella tranquillità della mente . P e t. Con la brigata al Cleante da fifio città in fifta Thi. nobibffimo.fii difeepo-
fuo maeflro equale ; Di Mitridoro parlo,» é firiflippo .
Ariftotelc. Lat. firifloteln Thilofophusfummus di TÌico
macho fu di StagbrajCaflellofi uiUa prefio d’.fiihenafir
hebbe origine da Efculapiojpoi fecondo la fina opinione fi-
guendo in queflo ,fi come nelle altre cofe non ilgiudicio di
M.Tuliia/-t à.AugufiÌHoptta é Boetio,Tbomafò S fiqui
m,& altri, (be'lprepofiro a tutta Thi.perche meglio
d’ogni altro inuefiigar fippe i ficreli della natura, &piu
difitnt amite parlarne^ infegnargli aUruLScrifie in ogni
dottrina,^' marauigliofo ordine ferub ne fuoi libri, & nel
fico dire,& non finta fomma ammiratione il ueggio effe-
re appo CrecinelleThificedottrine,ondeeglifu nomina-
to Demonio fir Tlatone Diuino , & però non finta caupt
dice D A tì.Toi (he'unalzai un pocopm le ciglia l'idi il
maeflro é color ebe fannoSedertra Tbilofo^ica fami-
io fir fuccefiore di Zenone nella feuola de gli Stola,» ben
che fofie pouerofir tardo iingegno,col continuo, &■ lun-
go Rudto ninfe la tardità at con la fatica delle proprie ma
m la pouertàabe per fiflentarfi nello imparare, nonfifde
gnaua d'andare ad irrigare gli berti altrui,&a cernere
la farina di unapouera femina,che ne lo pagana, onde per
formare la fua bella intentione di riducere al nero la tu-
ga opinione di Tbi. iquaU ignorano il nero difeordando ,
tà-pertronarlonanno con la mente difiorrendo,che'lfom
mo bene fia nella uhtù fola,& cb'efia metà foli baflt a
fare altrui beato; onero l'opera damale egli fece Ja uaga,
fir uolgare opinione c'haueanogli huomini delli Dei tiran
do al uero intendimento fi come legger ne potr»e in quelm
lo,chefcrifieTulliodelladiuinanatura. P i t.Etpcrfor
mar fua beila intentione La fua tela gentil tefier Cleante,
Che tira aluerla falfa opinione.
gUaJ'utti lo mirandutti bonor gli fanno .érSoc. nella
fua uifione amoro/i . -Xriflotele Rar con atto pio Tacito Damocle Tbijiedi a Diomfio Siracufano a j}t.
riguardandoin feronùtoTenfòfomiparea,tjpofc'iaap- Dxmc-dbgieri^iedi aToetiayq.alluogofuo.
prefio Socrate gli fidea quafi fmanrito , P i t.,Xrifiotele Democrito ,Abdcrita.Tbi.fiingolare,fir dal principe della 199
poi pien d'alto mgegno , Tbilofophia .finflotelefipra tutti gli altri,nelecofe na-
Auerrois fimmo Thi.& medico, uedi a Medicinaa 190. turali loinendato.cofluifempreai^ua tutto perifolb per
Boctio Ottimo Tbihat. Boetius diRut .Amtius , Maiiius , efitrfi dato del tutto alla contcmplatione, et a inuefiigart
StuermusjBottiuitpbilofopbojmatbematicoftpoetacfft ificreti della natura, fir trouàdofi ilpaebr fico tato ricco,
D %
Mincnu
CIELO
Mincma
thè ptteua nutrire [efferato di Serfe, poi che U roba
Metuie iaftiopodere, prendendone pocaper JòJlcntarfi la
mea fatto [altro ne diede alla patria^onciofia che egltJU
mam la pouertate efiere piu dtffoffa al philofopbare , &
al kinere tranquillamente dalla uifia dijiitata , fi ceti ; o
per non uedere i uitiofi con projperitate della fortuna ef~
[aitati fi per dmietare la uta agli [guardi lafaui dette don
ncfla quali a pena fi pelea difendere : drfi come Bracli~
to Ephefio tagrhnaua fempre ,cbe uedeua tal iìoltitia in
alcuno, cefi Demoeritopcr [oppofitondea.fihcrnendola
iianità degli huomini . ^Alcuni ducono che udì in Egitto i
Sacerdoti an Terfia i Magi,& andò anche in 1 odia a Ci-
ptnofopbifli , & in quefleperegrinationi jpefe tutto tl fino
patrimonio , ebefu cento talenti ; Tercbe fu necefiarto ,
abe'l fratello lo nutrifle . Ma dopai fu in tanta auttorità,
abe la fina repuhlica l’bonorò di gran pecunia ; & fecegli
flatne . Et perciò ridea di ciò che uedea fare,fprezzando
le opere bumane, come coffe piene dipianitdfit difioltitia .
Tercbe riputando i [noi cittadini ebe egli bauefie perduto
il fentimento , cbiamarono Hippocrate medico digmfitmo
Ma fica cura àlqualconoldie non per flohitia: ma che per
erroris ; L'haUtatione fua era in un uafò di terra rhnbot
tatofinendicaua tl uittofiepiu riceueua,chegli bifignaua
per un giorno. Fu huomopaueti filmo di ogm affentàjdar
mua inuolto in un fuo mantello , mangiano poco col pane
altro ebe herbe, & dicendoli ,Ariflippo: Se tu ffapefii adu
lare a Dtonigio Re fu non uiuereìlt intanto penuria ,rtffa
fi; Et fi tu jàpeffi umere in tanta penuria non haurefli ad
efiere adulatore a Dioniffto . era in tanta reputattone/he
;Aleffandro magno andò a uifitariofit trouoUo [otto il ua
lò uolto al [ole . ‘Profirrfigli affai . ^ cui Diogene riffofi ,
non uoler altro fi non che non gli toglieffe il fole . Conobbe
tanta grandegga d'animo Mieffandro , & intefi che era
piu ricco di lui ; Tercbe nel Tbilofòphare non era cupidi-
tà alcuna uiuendo contentifimio di poco ;& in fi [emina
tanta ambinone, dr defitìerio di dominare ; d" uedendo ,
ebe [econdo Democrito erano piu mondi Jagrimò differan
dofi poter uineergli tutti. Tercbe [vleua dire , che fi non
[offe Mlefiandro non uorrebbe efier altri che Diogene,dr
però dàce il nofiro V Bt. Et Diogene cinico in [noi [atti
.Affai pm che non uuol uergogna aperto . <&• D a n. Dm
gene: .An.ixagora,& Thale ,
fòmma ffapientia parca flolto.firiffe molte coffe; ma per» ’Epicuto.Alhenicfifigliodi'l^cle.ilqualdiedeorigiueal aoi
thè nel parlare fu effeuro è detto da Greci [cetinos , idefi
nmbrofo. La opinione [ua fU, che fia unfiatio infimto ua-
tuo al tutto , nelquale uadano uolando infiniti atomi , cioè
tarpi fi picewlitcbe non fipofiono uedere, iqualt a cafi toc
tandofi mffiemefippiccandofi fanno per quefìo uacuo infi-
mto innumer abili mondi. Jldunque la [ortuna,& il caffo,
non diuino artificio gli ffà.et imperò dice D n tt. Democri
to,che'l mondo a cafò pone, ér P s T. E Democrito andar
tutto penfòffoTer fuo uoler étume,& doro cafio.
Diccarco TbiJiligenteflelqualeffa mentione M.Tullionel
primodelleTuffculane ..Aicuniguafiandoil uerffo leggo-
no Clitarco or more, dr nella hiSioria curiofo, benché
mendace, fi come Cicerone &iQuintiliano affermano.
trilVn. lui era il curioffo Dicearco .Eti finn magifle
ri affai diffpari .
aoo Diomfio .Anopagita , ilqual fcrifie deBa natura angelica
piu eccellentemente de gli altri . Fu innanzi il baiiefimo
eccellentffftmo Thi. & fatto chrifiiano, fcrifie coffe molto
alte, drutiliffimealla fede maffime delia celefiiale hie-
rarchia; & de ditUni nomi ,&fuil primo che aperfegli
alti [enfi di Taulo Mpofìolo,& però dice Dan. Mppref
fo uide’l lume di quel cero, Che giuffo in carne piu a dentro
lòde V angelica natura, e'I mtniflero .
la fua fetta daini chiamata Epicura,jludiàdofidimoflra-
re [anima humatta che fia mortale, & che morifie infie-
me cd corpo ,fi armò di ffottih argomenti , centra il buon
Sirofiioi Therecide Siro Thi. [e intendiamo il primo, che
ponendo efiere [anima nnmortaleal^[humana fieran
ga a ffierare ulta fanpitema; onde alcuni leggono cantra
il buon Siro;oTlatone,fi riguardiamo aHaetcetlenga,dr
alla auttorità del Tbiloffopho, dr a quelcbe fiffcriue ; che
fietialmente rtprouaua leTlatomcbe opinioni; onde per
efier fiato ardito a direbbe [anima nonfofie tale , quale
egli bauea detto Therecide 0 Tlatone,ffna fama langue
per lo biafimo che uacquiHò, cofi fu al lume detta uerità,
& delle ragioni del buon Shrefamofo in mala parte almo
do Latino fioi primo d'infamia;oucroffamofò al lume, per
hauerfit acquetato fama éfputando centra il nero. onde fu
di breue, ér egra uifia, anv cieco non éfiemendo la neri
tà; & però ben dtfie d no fi ro Ptr.Contrail buon Sire,
cbei’bumaaa fieme .Algò ponendo [anima immortale
S'armò Epicuro, onde fila fama geme .A rJito adir ch’ella
nottfofietale; Cofiallumeffufamofo,&bppoConlabri
gota al filo maefiro equale . D a n. Suo Cimitero da
quefia parte hanno Con EJneuro tutti i ffuoi feguaci , Che
[anima cd corpo morta fanno.
Diogene Thi. cinico da Sinope citU,figliuolo di 'hficefio, il Hcradito/i« <T Ephefio città in jt[ia,&perafiiduo , cr or
30»
quale era càbiatore,&faffificò la pecunia (fi anche dico»
no alcuni f he Diogene la falfilìcò,ma dapoi mutando ulta
Huentò Thi. fu àfcepob di Jfnthiftene deBa fetta de cim
àjàoè cani in lingua Greca per la loro impudentia,opiu
tofloperlosfrenato morder della lingua m biafimaral-
trui/}uefli fòlamcteapprouando quanto bifogna dada na
turafutto [ altro ffrepauano, come tutti gli omamemt
del[arte,& i piaceri del[ appetito damianano, cofi ncmfi
uergognauano di dire, ne a fare apenamtte quamo alia
dauifiimo [ìndio dtuetttòfingularifiimo finga precetto.
re;& come Democrito -ibdenta del continuo ndea della
Sioltitia degli huomini,cofi per [oppofitoHeraclito pian
gea,mofio a compafiione delia mifiria h umana, & iiedcn-
doi cattali cofiumi defud cittadini ;babitaua ne monti
in fobtudine .fu mdio coperto net fuo dire, che da Greci ò
chiamato fio^t , cioè ^curo,/& però dice il Par. hi-
dt in funi detti Herachto coperto. &D ah. Empedocles,
Heraclito,efi Zenone.
narrai: operatùme li ne richiede !■ onde egli in fuoi fatti Mctrodoro d Epicuro dtfiepolorù'gli altri chedifie, bea»
fu affai piu apertorche non uuol uergogna ;alludendo alle to èchinonnafce. Ilche fi fcriue nelle fauole hauer detto
parolett-AugufiinonelxiiijJeCiuitateDei;Contrahu- SilenoaMida. Ttr. Di Mctrodoro parb^d'Mnfìippo.
manàuerecundiamimmundiimpufteutemjpfintentiam Platone Tbiloffopho Mthemefe figlio d uno .Arifloae: et di ooj
frofercbatJ'uit tamen pudornaturaliiopSùonembuius Teritoma/merTetona^cme ferme Laertio;etaU fuo prò
pria
Minerai
CIELO
Minerai
«8
frio nume ^riflocU, U cui materna ori^ùte fu da Sola-
ne .Usuate andò piu preffo al nero, éeijme della Thilofo
fbica confideratume che alcun' altro, concio fia cofa che fe
(crediamo ad ^uguflino egli diffe , quanto è nella chnflia
na ueritd, fenon .yerbum caro faìfum efl,& da Eufe-
bio è chiamato Moife ,Athemefe . fu if opinione , che ogni
noflra operationefoffe condotta da i corpi ceiejii,oalmc-
trfima ottona odimpiade fedendo a tauola a certe ner^e •
tp- però dice il noflro Vit. yolfmtidamanmama
nidi "Piato, Che’n quella fchiera andò piu prefio al fegno ,
^Iqual aggiunge ,a chi dal cielo i dato. & Hoc. nella
uifione amorofa . Era quiui il gran Platon con efio . &
Dan. iìuiut ui(t io Socrate, & Platone ,Che innatrtl *
gli altri piuprefSogli iìatmo ,
no quelli por!erserogrand:kma mclinaiione .fu auditore Plotino Philofopho , che di un [cultore nacque in .Aleffan- *04
■ J / Jz t I -I r • drì/ufFffitta fitOr^iieimtiattìr/'iirUaiintertna
di Socrate, & dtuenne tale jcbeof curò i condifeepoti fuoi
Strine y alerio inanimo , che emendo Platone nella cuna
picciolinoaiennero certe api, ^diftitlarono il mele nella
fua bocca in fegno della fua eloquentia; cercò la origine
del 'Silo,tìf ejiendo peruenuto in Egitto arithmctica , &
aflrohgia imparò, inà dapoi fe ite uenne in Italia foto per
udire Urebua Tarentino. Dapoi pafiò in Sicilia per con-
tiplare il monte di Ethna.ntomato in ^tbene per meglio
notare alle fpeculatiom elefje [,Academia in loco noulola
mente deferto , ma ombrofò , acciò chetaffidue cure delle
egritudini mortificajfero l'incendio della hbidine. onde Ci-
eerone nel primo delle tufculane. .Arijiotelet longe omni-
um ( Platonem femper exciph ) praiiant ingemo ac diti
gentia , & .Auguflmo nel decimo de ciuitate dei al primo
capitolo, Elegimus enim Platonicos omnium Philojopho-
rum merito nobilifftmos.& nelottauo dice . .Ariilotelet
uir ectellentis mgenv. Piatomi tamen eloquio impar . dr
Marco Fabio Quintiliano nel decimo de injiituiione orato
dria cT Egitto .fugràde imitatore della dottrina di Tlatom
nedlqualfacido mia jolitaria m uilìaidt credendofi Jiàdo
in queir otto uiuer fatuo dalla pefiefi come altri dicono dai
la lùa infermitade,fu fòpragiunto innózi della fua opinio-
nedal(uofierode/Uno:cioèdallamorte,che di fopragU
era dejìinataala che fu cicepmo nel uentre materno, 0 da
che ne uenne fuori nafcidoiperi he t'unoi& C altro tipo di
cono i Mathematiàdouerfi guardare dienche piu il dì che
fi nafte, come due il Put. Sua uttura ha ciafeu dal di che
nafte, dr però prouidcnza non gli ualfe Jiudiandofi egli di
uiuer iranquillo fcampare dalla infermità , che centra il
del noflrv operar non ualedn quello però che no pende dal
noflro arbitrio, epcal i il morirebbe no è in noflro podere ,
fe non uogliamo noi fleffi occiderfi.et però ben difie in que
fio il noflro P I T. parlando del detto Plotino . Poi uidtl
gran Platonico Plotino; Che credendofi in olio uiuer faU
uo.Preuento fu dal fico fiero deflino; llqualfeco nenia dai
matem'aluo ; Etperòprouidenxq uà non ualfe.
ria QuiiduhààtPUtonemeffepracipuumfiuea 'cumine Porphirio Philofopho piu PUtomeo, che -^nfloteltco ne
difendi, fine loquendi facultate diurna quadam, et homo tempi diCoflammo Imperadorr , ilquale cétra de chrifha
rica i MuUu enimfupra profam oralionem: & qui pede- hauea induralo, & ofiinato il cuore,et perche era buon
firem oraci uocant .furgit, ut nubi non homuus ingenio : dialettico , ufaua acuti Sillogifmi neUe difbutatiom , cidi
fed qmLmdelphico uideatur oraculo inflruHut . Ma- fi>ttiU argomenti, nonni dimoflrate probabili , ma fallaci
ùud fententui conforme quella purdi Tullio dicendo, fophiflia.&piem d'inganni. Scrifiecontrachnfliam, &
tonte omnium quicunque fcripferumjua loculi funt ex, giudei, come commemora y berlo nel Pobcrato,& Eufe-
tititOr tramteae princeps Plato . & Eufebio nel decimo ^ ”^1 dechnode preparathne euangeUca .& però dice il
Lbro de pr tparatione euangeUca al capitolo fecondo dice. P * t. a quel che n uer di noi diuenne pietra Porphino ,
TUtoc^Jeuirnaturapraflami&uereiÙuinitus mif- thè dacutiSiUogifmi Empie la dialatica Phareua.
fui nullam partem Pbilofophia tmperfedam reliquit.Per Pnfaano/* di Cefarea é Cappadocia huomo molto efierci
tequaU oiatorità fi comprende meritamente Platone effe “ Philofàphia uenne a Roma,&a requifitme di In
1.- .-.,11 — n 1 lianoapofiata,effendoanchoraegUapofiata,fcriffè elegi
tifiimamentedigràmaticahbrixrjic quali xiu.finomi-
nano Pri filano maggiore, doue tratta di tutte le parli del
l’oratioue,i duo uUimt Prifeiano minorerei trattano della
cÓflruttione. DAN.Pnfcii fin uà co quefta turba grama.
Seneca . fu figlio di .Anneo Seneca Spagnuoio nato in Cor- ìog
duba,poi fatto cittadino Romano . fu Seneca huomo mira
bilemdourina , mafinue Stoica lìdg meno laudabile per
ftpientia naturale, & jàmttà di una , per lequah uirtuti
fu dato a "Herone in precettore, ^ ne iprincipu molto h»
norato da lui . Ma difjàacendo ogni cO piu a Seneca la mt
del tirannide di 'blffroneAÌ' molte unite ingtgnandofiob-
uiareafuoifuTonjicnnemfofpitione ,etanchorada mU
ti detrattori ff efio era morfò apprefio di 'Herone ; come
huomotchele ricchezze fue grandi, tir piu che dipriuato
t'ingcgnafie accre fiere , & il f nuore de cittadini fi conci-
liajie. Et quafi uolefìe contendere con 'Herone nella ma-
gnificenza delle mUe ,&bellezzade gb boni . yoUea-
dunque Seneca fólto bonefia ffetie Uberarfi é tanta mui-
dia,et rendere a "ìigrone tutte quefle cofiaìimofìràdo per
la fentleetà non efterepiu atto algouemodt tàu eofe . ma
"ìdsrimf alibora fhnulaado «marUi non le uolfe.Dapoi mm
t> iàf
re flato la fommità deUo^culatiuo inteUetto.Quanto aU
le Platonice opinioni, lequati fimo moUe, ir uarie, quelle
per bora lafciertmo.perche non fononi propofito noflro.
Serijfe Platone piu degne fententie. Fu chiamato Platone
da Peccellentc habito del corpo , onero da larga copia à di
re, altri àcono dalla larga, & f^ùfitfi‘onte,perche pia-
to! in greco fipàfica largo. Fujludiofo tu pittura jet in pqe
fica. Tre uolte andò in Sicilia per ridurla in Ubenà,et tato
offefe Dmufio Tirino di quella che lo nidi a PoUde Spar
tana. Dapoi in Egina fu ricomperato daiqiceride Cire-
tuico,&rimandatoin Mbene ,& per fomma cupiditd
thaueadi configuireognidottrina, cercò gran parte del
la terra.ìn uenti anni cominciò ad udore Socrate , m uin-
tifette andò in Megara ad Euclide Matbematico. dapoi in
Cirene da Tedoro . yenne in Italia a Phitolao ; & Euri,
to Pithagorici , T^auigò infieme con Euripide in Egatoa
facerdotijte quaU era fomma dotrina . In Bablloma a Cai
dei Molle andare in Perfia a Magi ; ma fu impedito dalh
|;iierr<i jlfiiatica.onde fu accumulato ditata faitia, che
dopolmnófu neceffario ad alcun greco rumare altri flu
é,che quelli di Grecia. Morì di età d" anni Ixxxial xnfjan
mi del regno di Pbilippo Macedone. U primo amo dell* c(
Mineraa
CIELO
Minerua
fotenJo piu JiJJimkUre Codio ,dettrmM iht moriffe;
& coHteJtegli chefirhggtffetjmtl morte uoUfie.Stneci
in bagno d acqua calda fi fece tagliar le uene . Fu amtcifm
fimo di Taolo apoflolo , come dimofirano piucpifloleman
date tuno all' altro . Quanto fufie dottijìimo m qualunque
generatione é Hudio , Qjimtiliano ajsai apertamente il
dechiara, doue dice. Seneca in omni genere eloquemU dim
fluli,& aggiunge Cuius,& multa, et magna uirtutes fue
rum ingcmum facile , & copiofum ; plurimum Jiudij , &
tnultarum rerum cognitio, & foggiunge . traClauit enim
omnium fere Jludiorum materiam ,'}jam & orathnef
eius,& poema ta, crepi/loU,& dialogi feruntur . Scrifie
tanti detti morali , quante quaft parole fino effrefie nelle
opere fue é onde dalnoflroD a u. è ruminato morale,il-
quale non apparendo di lui batte fimo ; ne trouandolo nel
tataiogo de fanti , lo pone nel lómbo , doue dice . Tullio ,
tir Lino, & Seneca Morale. &ilPm. Qmntiliano, Se-
neca, &Tlutarco.
Socrate fu figliuolo di Sophonifeo Lapidario d’Mlopaco cam
flello neWMtheniefe . Cojiuinon appigliandofiad alcuna
ferma opinione , ma di^utandoper Cuna, tir per C altra
parte ^iede principio a tante, t^ftuarie fette di Thilofò-
phi,&{uilprimoche ragionò della Thilofophia mora-
le , perciò che tutti gli altri iimantti a lui ìeranédati alla
naturale ,&alla Metaphifica . onde Cicerone nel quinto
delle Tufculane dice ,Socrates autemprimum Thilofo-
phiam deuocauit e celo ; & in urbibus collocauit; erindo
mibus ià introduxit,& coegit de una, & de monbus : re-
bus^ bonis, & malis quarere . fu] aiutatore di Eupolio a
fenuere le tragedie . Fu Scultore,&fecelegratie,lequali
furono pofle nella roccadiMthena.Fuin arte oratoria
uehemente ; Ma uietarongL i trenta tiranni ad infegnar-
la . S criuono lui efere Ciato il primo, che con Ef chine fuo
difeepoio aperfe, & dilatò i campi ,& gli ornamenti ora-
to! ij , onde da Mriftophane poeta comico è riprefo: come
huomo che poteffè perfora di eloqufga far giufla la cau
ft ingiufia . era ^rezgatore et ogni uoùtttà; allegramente
fòpportaua la pouertà,ma ornato ditutte le uirtù,conCar
te imparata dalpadre fofentaua la ulta , infino a tanto ,
che Critone con fua liberalità lo fòuennc/SrfecegU Lafciar
Carte,et diuhò fuo difcepob,infegnaua per le botteghe de
gUartefhi fenza alcuna pompa, ma con grande utilitìjtfr
prouauacolteflimoniod’Homero,chelaThitofophia mo
raleè piu utile a gli huomini,che la naturale.Finalmente
perchedaWoracotoitMpollme fu reputato fapientiffimo
é tutti gli altri^ontrafk tanta inuidia, che Mnito li prò
uocò centra Mrifopbane poeta, tir commofie Melito che
l'accufafie ; che non adorano gli Dei della patria, ma m-
duceua uarij Iddu,& corrompeua la giouentù ; & al fine
dannato a morte beuue il ueleno datogliipercbe m queBo
modoucddeuanogliMthenieft,cbiera condennatoa mor
te.V Et. Socrate Xenophonte,& queWardéte Fecebio.
Dan. Qmui uid'io Socra te, & Tintone, Che innan^
agli altri piu prefio gb flanno . Sog^ Socrate, che in
grembo gbcrejceua un picciolo cigno, tr crefeiuto uola-
ua tCS" mirabilmente cantano. Dopo il giorno figuen-
te dandogli il padreTlatone per éfcepolo dijfe;queBoi
il cigno.
i06 Xcnocrlte, &Senocrate Thilofòpbo, ilqual fu di Calcido-
ma figli» inno .Agatheture, tr difcefùiltdiTlatout , &
fuccefiore ne t Mcademia,& di tanta continentia.rhe beti
che piu uoltef offe tentato a lafciarLt, non però mai forza
alirm/ie d'humano appetito il uolfe ad atto uile,& di tan
ta granitale, & é tanta fede , che a lui lologli Mtbenicfi
cantra [autlorità delle leggi prrmijèro dar tefimionio fen
Zf giurare, fu piu falda ch 'un fafio.alludcndo la hifiona ;
che Thrinefamofiffima puttana , hauidole promefiv mol
ti ricchi doni alcuni giouam if Mlhcneifèuinieua la conti
ticttga diXenocrate,poiche pregàdo otti nne da lui alber
go,per molte ciance piene di [afiiuia che gli faci fie, non lo
poli mai mouere . onde a coloro , che ne la Himaitdauano ,
nfpofe hauere giaciuto non con un’huomo ma co un faflo.
M a poflagli anebora da difcepoli nel letto Laute non men
lafciua ne men bella meretrice di Thrine , poi ch’egb fi ne
feriti mouere, fi ieuò lofio, et coi fuoco jpenj'e il furore delie
parti fue gemtab . ne qui anco taceremo queUoahe ferine
y alerio, che leggendo Xenocrate a fuen difcepoli le con fue
te letthni,ungiouaneito nominato Tolemo di f celerai! co
fiumi entrò nella fiala per beffarlo, dellaqual coft accor-
gendofi.egli pretermeffa la materia Adlaqualetrattaua ,
commeiò a parlare delta moralità,» cofiurm^et tanto de-
giumitej&efficacemitedtlie,cheToleino rimofia la na
tura prima che fi partifie,diuenne fuo difeepoio , & d.ipoi
chiaro, zìrinfigneThilofophopielafciaremoanchora que
fia aurea fintentia di Xenocrate , come aitefia Cicerone .
Me quidemfuifle locutum aUquandopenituit: tacmfie ue
ro nunquam . Morì afiai maturo é età , con gran dtdore ,
& danno di Calcedonici , & Mtheniefi r & però dice il
P E T. Et Xenocrate più falda eh' unfafio,ChemilLt forza
iluolfeapenfieruile .Ari. Conlaqual non jària stai»
quel crudo Xenocrate di lui piu patiente .
Xenophonte Thilofopbo figlio di un nominato Grillo, <f un
cafiello detto Mrcheo nelCMtbeniefe,fu di corpo beUiffu
mo,& cofiumato ,& depderofo iCogni Uudabil fiudio.
Trocedendo un giorno per un angiporto in Mt bene fu net
Stretto di quello rifiontrato da Socrate , onde uolendo poi
oltre pafiare , Socrate gb probibi, & domandandolo doue
fofie la fila intentione. nffiofe Xenophonte fi uoler andare
là doue fiderò b buoni,& f :ientiati huominifindeSocra-
te,aiunquefeguita!mj&‘ impara , & Xenophonte ubidì .
Tlsn fufolxmente Xenophonte infigne,& chiaro Thilojò
pho, ma ecceUenle,& facondo oratore . onde era chiama
to muft ef Mtbene.Fu cofiantifiimo, magnammo, dr mot
to ofieruatore della giuSìitia . onde fterificando in Co-
rimbo hebbe in quel pilo nouelle, che'l fuo figliuolo chta
nato Grillo dal nome dcU'Muo era morto in battaglia ,
egli congrandiffimapatienza tollerò ,ne per quefiofi mof
fidalfacrificare ,ma fòlodèpofe una corona c'baueuain
te fia . Ma poi fintendo, che'! figliuolo combattendo fra ne
mici era Stato uccifo,rallegrandofi della utrtù fua,& de-
gno nome, riprefa la corona, fi la rimifi in capo .Mori ih
Corintho fanno xxix.della fua laudatili ulta . P s x. So-
crate Xenopbonte,dr quel! ardente yecebio .
Zenone Citbiefi da Cipri figbod'un'Hafic», onero Dente- 107 ’
lofupadredeUi Stoici, perche mfignandoad un leggiadro
pertico inM-tbena che grecamente fi chiamaua Stoa^
diede origine alla fua fitta.che dal luogo prefe il nome; zf-
fu difeepoio di Cratere ; tà'fuditantauenerationtappref '
fo gb JCtheniefi^che lo incoronarono di corona aurea ; tir
eìpprefio il lui iepofero le ehiaut della città loro , come tea
fiifica
Minmu CIELO Duna 19
fiilUa Umio.noltnclo Zenone éimoflrare U differentU in Arguto. Lttual fottile, pronto. D a tt. Ma difle parla ;tìr
fra la <liaUtiua,et la rhetorua, tome recita Cicerone, che in breue,^ ^rgato/desi breue nelle parolccCF cauto nei
fi^r^ retboricadhnoliraua la palma della mano apcr léfèntenze. Etéreiroatuttiunuecchiofoloyenirdor-
la,eltgKrido dialettica flrigntua'l pu^noi onde éceTul- menda con la faceta .A rguta . intendendo di San Ciouan-
ùo, Zeno nicfuc manu demojlrare folebat ; quid inter hai ni, che fcrijfe [jtpocahpfe . A m. Fra il Suon iC .Argute
artesinterejjèt digitai pugnumcjefecerat, Dialedicà aie- trombe ,& di canore,
bai eiufmodi efie eym aktcmduùixerai, tST fftaaum dda- Argomentare. Lai. argìtmentare . è sformare difare quaL
tamrai palma Ululi fimdemeficeloquentiamdtcebat.De che copi con ragione. hoc. Doue argomentate di dar„
fcrific , & ridufie in dottrina le ragioni, (j- li fondamenti
delia floica pofitione , onde la opimone uagabonda per le
molte , & diuerp opinioni è tirata al nero , thè a fapere
operare con uireù,& ragione perla rigore della fcientia
Stoica. EfSendo un giorno detto a Zenone, come ferme Se
ncca ; che ogmfua ncchtxga era pnnmerja in mare , ri-
lami tale , che mi piaccia , ideFl affi innate . Si argomen-
tò diformrlo come potefie , idedì ingegnò , determinò .
D A u. Mercè delpopoltuofbeiargomentaudeP prone,
deacafi tali. Che fa colui ,cbe al dieer i argomenta . Et
qumei puoi argomentare anthora . Che l’argomentin di
campar hr legno. B E m.£ uanno argomentando . R 1.
^ofiJubet me fortuna expeditmt pbilojbphari. Morì Ze- Stoici.Aif.P E x.Df liStoict Upadre aliato in jufo Ter far
ttofjt dì anni cento ^ con gratile honorct^ glo~ chiaro Jìio dir kidi Zenone,
riafufepelìito. onde dice // P e x. De li Stoici il padre al-
zato in fujò. Ter far chiaro fuo dir,utdi Zenone Mofirar
la pahna aperta e'I pugno chiufo .
Zoroaftro Re deBattriam Tbdofopbo,& imuntore de Par
te Magica.uedi 4798.
Dialcttica.Z.4r. P E x. Et quel ebe'n uerJi noi diuenne pie
traTorphirio, Che d'acuti Sillogifmi Empiila Dialetti-
fa pbaretra. Facendo contra’luer arme,eìr Sophijmi, Et
quel di Coo,cbe feuia miglior opra , Se ben imefifuBer
gli,Aphorifmi.
Crammacica.Lit. è una delle fette arti liberali, per laqiia
le fi renderaghnedi tutto iio,cbe fi parla/) firiueM o c.
y alente huomo in Grammatica, fi grammaticamente
firacantate, (irrifòrie . )
Loìca. Lat. logica hoc. La donna, che lanca non fapena/fr
D I .A 7{^.A.
ìtns.Lat. Diana, Luna,'hlq{Jducadaicina,
Trofirpma,DiSyna,Tergta, Fafcdtt, Tri-
uia,Tergemina,Tnformu, Latoit, Cullai ne
morum, Confort Thebi . Figliuola é Gioue,
&di Latona bebbe tre amanti,cu>i -4theo-
nedtippohto,tà' Orione/le quali fi come duo
ne furono altreci amati da lei, cofi -dtheone odiato ,dele
cuifauole al luogo fuo parleremo . da gli amichigli fu fa
crata la fonte Gargaphia.Fu Dea deUa CaSlità^lla t'ir
ginità,Cominenza,TuécitiaJ'’ergogna,tìoncfià . di Don
zeUe,Tlirnphe,Cafii^ergm,Tudubi,yergognofii,Hcine
. . _ . , , fii,Cominemi.
dipicctola leuatura hauea bffogno.EgUfu uno de miglh- Uiana.P e r.'Hpn al fuo amante piu Diana piacque Qjiait
h Laici ^haueffe il mondo . do hoc. La Fredda Diana ne mtepedifce.S ah. -Ai fer
Sìllogifini, Sophifmi,.Aphorifini.Lat. uedi di fopra a Otta- uigi di Diana dijpofta.
lettica.Sopbifmofi Sophifina èffetie di SiUopfmo,cioè ra Caflita.i.<if. P e x. Cafiitì Sama. Il bel tbeforo di Cafiiti .
gmne, (jr argomento fallace . & che par nero . Sillogifmi Somma beltà con Cafiiti . Treffo era'l tempo douamorfi
- u-r.., ... Jiontra Con Cafiitate.h oc. confortandole a feruar la
lor Cafiitate,Seruate Cafiità,fiate patienti. A R i.C'hor-
uer può donna al mondo piu di buono -A ernia Cafiitàle-
uata fia i Mi nuoce ahimè ch’io fono giouane,e fono Temi
ta bella/) fia nero 0 bugia .
Cafta.Zjt. t!rpudicitia.P s x. Calla Bellezp^JIedera,0-
liua,Touerta,lmention,yergmitàJAoglìèra.CaSie.Ac-
cogltemzf,Lufimghe,& Oreccbie.Cafii -Altari.AttiJìct~
ti,Tenfieri,Treghi,Cafio -Amore Ajetto,TettoJ>onne Ca
He . ludit Hebreaducrctia Romaiu,Tenelopc /Sulpim.
yefiald'irpnea,Zenobia, -AtlantaJ)ido,Erfiiiia . LeSi-
bdle.Huomtm Calli, lofèpb Lucretm Romano. hac.'Flg
piu Cafia di lei Honefio,& Cafio.
Cafti,dt CaSie,<!r yergim celebrati da nofiri Toeti, Dido,
lofephJJicretia.Mania,Orithu,Tenelope,Sulpttia,yir
ginia,Zenobia. .Amaba ataredo di fi rara cafiiti, che mai
uoUe conofier la fua moglie. Ss m. Cafiilate pregiar
pungemi,dr fattili argomemi delle cofe dubbie. -Aphorff-
mijono le breui femenv della medicina fcritte/be i me-
diti non imendcndole bene,piu noccidono,che non fonano.
Dan. Qjfomo fon defcttiuiSiUogifmi. chi dietro a giu-
ra, & chi ad -Aphorifm Se negma ; Et chi regnar per
fon^a,i<r per Sopbifmi .
Sillogixare,Ìat. argomernari.h o c.lequali cofe,fè frate Rf
naldo bauefiefapute/ion farebbe ftalobifiigno andar Siilo
grondo /juatido conuerti a fuoi piaceri la comare. Dan.
ci conuiene Sillogigare fenr^a hauer altra uifla ,
Argomento. Lat. P e x. Chi’ unti amor con tutti fuef jlr
gomenti Mouer comra colei, di ch'io ragiono. B o c. i>a
quello -Argomento mofii,idefi raghne. Tarueglt -Argo-
mentoében difjiofia meme,idefifegno ,oindtcto-Argo-
memo etóda^imo . Debito. Certifiimo . Molti altri fuoi
•rtrgomemi fatti fare /deHprouifioni. llual Thilofopho
potrebbe moHraregh-Argomemitcbef attui Ter uil-
tàd'animo/umbauendo -ArgomemOfComeglialtrihuo- piuehelauita.Ki «.
mini di emamearfi, rifuggono doue hauer poffono da man Dido , & Dtdone/l nome fuo fu prima Elifa, ma per pani-
giare . D A N, yedi che fdegnagli -Argomemi humani, mo fuo uirile,fu nominata bidone fu figlta delRedi Tiro,
ideH artifici. Ben conobbi’ l uenen de l'.Argomemo. Ter- d cui nome appo ytrgtlh è Belo, appo Sermo Meibre, ap.
ih non fu ihonorpoco -Argomemo. Et da quella creden po Eufebio CarchedoneAlZ legittima donna del fuo mater
za fi conuiene SiUopgar , fènga hauer altra mila , Tarò no zio Sicheo da Seruh chiamato Sicarba facerdoted Her
tntenga -Argotnemo tiene . cede, ilquale Olendo fiato per glt fuoi tbefori uccifoda
110
III
Ita
Dian»
CIELO
Diana
TimiHilme He di Tiro , & frattUo di lei ; ella co» gran
pene del popolo de gentil hHomini,& theforo occulta,
mente fi partì ntuigaaio,& giunta in ^Jhcafi comperò
tanto terreno, quanto occuptua un cuoio di bue.colqual ta
gUtto Jòtiilmente prefe unto à fpjtio,che bajlòa riceue-
re lama gente. Il luogo chiama rono Birft, che indi fu toc
ta della città nouellamentt edificata /laquale nomò ella
Carthagme,che nuoua Città [nona in bngua pumea; o co-
me altri fcriuono dal nome del padre , perche quel che noi
diciamo Carthagine , Greci dicono Carebedoue ; ^l fine
nonuolendo ella confentire a preghine cedere alle minac,
de di larba Re de Mauritam ,cheperfuajpofala chiede-
tia,per feruar caHo il uedouo letto ìoccife ,fi come ferine
Trogo,& il Pet. Rafferma netta quinta cp^ola del quar
to indette Senili flon dal finto amore d Enea, com'e'lpu
blico grido, per quello, che finfe Virgilio, fe può piu la fono
la d"uH poeta eciettente , che la uerità detta bifiaria ; onde
inperfona di lei in uno Epigramma deGrcci menteuol-
tnente fi duole delle mufe^he conira lei deflarono lo inge-
gno di f'irgilio a ér menzogne detta fuapudidtia . &
però ben dice ilnofiroV trJtel triompbo detta caRità. Io
ueggioad unlacciuol Giunone , ^ Dido Cheamorpiodel
fico ffofoa morte jfimfe Vg quel dEnea comi pubUco gri
do ,ar piu innanzi dice Toi uidi fra le donne peregrine
Sìmlla ; cheperlo fuo diletto, &fido^fo,nonperEiita
uots'ir al fine : Taccia il uolgo ignorarne to dico Dido , Cui
ftudio d’boneftate a morte jptnje , T^gn nano amor, corni
pubbeo grido, et il nofirolDAN.poifiguitandoropiniondi
f'irgibo,fi come nette altre cofe ha fattodbjual per ornare
il fuo poema finge, che arriuando per tempefla Enea a liti
Carthaginefi,& uifitandola,etta s innamori é ba,& fug
gendo in una caccia la pioua in una fiiebmca ; doue tac-
eox^garonoja conobbe , Dapoi andatofine Enea in Italia .
Bidone umta dal troppo amore tuccife/mdc dice; L’altra
ì colei jchesancife amorofa. Et ruppe fede al tener di Si-
ebeo . altroue , Che piu non arjila figlia di Belo 7{g..
iando,& a Sicheo,& a Creuja.&il B o c. Certo hfli-
mo.cbe'l dolore della hnpatiente Didone , fofie minore del
mio ; quando ella uide Enea dipartirfi. Au.& netta uifio
ne amorofa. Moueafi dopo quelle, quella Dido Cartbagi-
nefe^be credendo bauere ,Af corno m braccio ui tenta Cu,
pido IfconfòUta giua al mio parere Chiamando in noci me
fle , pio Enea Di me ti prego degnati dolere, ,Anchora ,
emù io uidi tn man tenea tutta fmarrita quella ^ada igim
da Che' l petto gbpafiò.
lofcph,^ Giofifpq. Lat.Iojèpbus. Di locobfigUuol { ifaae
nacquero xij.figtiuob : onde dipoi difeefero le xif. tribù del
popolo ludàicOfMa de tutti a lacohfu accetto lofeph; dr
perche era di grande ingegno,crpercbe era nato nella Se
, uettùfua;madeWamorgrande,cbegliportauailpadre,
ne confeguì inutdia apprefìo de jrategb, i quab finalmen-
te lo uenderono per trenta danari a mercatanti Ifmaebti ,
thè andauano tn Egiuo , preg^co finza fatto mobo picciolo
a tanto huomo ; il quale banea ad efiere figura atta uendi
ta di Chriflohuomo,& Dio. E mercatanti lo uenderono
dapoiinEgittoaSutifarEunuchodiTbaraoneMqnaTera
ducedelTefiercito.lofipb per fiieuirti in breue tempo
dhunne tanto accetto al fignor fuo, chegb diede! ammini
flratione di tutta la fiu ci^a: ma dalTiutra parte la bel-
lezza del fuo corpo lo cotidkfie apauepericolaJmpero-
che la moglie di Sutifar fi uehemente fu aecejà della fuo
forma, che prima per lufmghe , poi per forza lo notte ti-
rare infua peruerfa uolontà. Ma lofeph fi fuggi lafciau-
doleil mantello , pel quale rfia lo tenia, cojauer amente
egregia, ne minor laude meritò , che HippoUto :& nel me
defimo pericolo incorfe,per ilche ella nuolfe tutto l'amore
in crudel odio: perche come dice Seneca ,,,1 ut amai fie-
mina, aut oda , Et certo fenga alcuno megp ua da uno e-
JìremoadunaUro.EtV i R.lapientementcfirifie.ya-
rium , di' mutabile femperfetmina; accusò adunque la
iniqua lo innocente ;&doue efia haueua fiimolato ligit-
uaneattfieahcdalui era fiata ritbielìa : Ilpenhe fu in-
carcerato lofeph : ma dopo duo anni fognò Tharaone,che
uedea fétte nocche graffe efiere éuorate da fette magre .
& fette fiiighe piene fimilmente efiere confumate da fétte
note . SfueRo fogno non fu alcuno de funi fauù , thè lo fa-
pefie interpretare dnterpretotto lofeph, dTdmoRròque-
flo fignifuare , che i primi fette armi hauiuano adejfere
ferttti, ma poi i fette feguemi mobo fierili,Ibhe pcrfiiafi
al Re,che in lofeph fofie fiiirito diurno ; liberotto ; drfeee-
b prefetto di tutto il regno ; prolifio farebbe a narrare co
quanta dibgentia ,&prudentia amrniniRrò il tutto . Ri-
fitrbò il frumemo detta fcrtibtà a foRentare la Rercbtà .
Souuéne al padri, dr afrategb. Condufieli in Egitto Mone
impetrò dal Re, che in ottima regione fufiiuo collocati; dT
fi come era fiato figni ficaio per quella uifione, che'l Soie,
dr undià Rette a lui l’ingiitocchiauano ; cofit da gli undici
fiuoifrategli , & dal pa,befu adorato , come piu difufa-
mente è fcritto nelGcnefi ,df nette antiquitati de Giudei,
dr come narra ilnofiroV et. doue dice,e‘l fàggio,& ca-
flo lofeph dalpadre attontanarfi un poco.& altroue par.,
landò pur de caRi,Fra quab io uidi Hippabto,& lofeppe,
di' Da •k.V un ila f alfa jcW accusò Giujéppo.
ludi t, tó" Giudit. haueudo mandato Tfgbuchodonofor Re de
! -Sfuria Obfeme fuo capitano per conquifiare il mondo,
dr dopo le ubtorie de molti paefi ueuuto in Giudea, drac
campato fi a Betulia tenea fifiretta, dr ehiufa quella cit-
tà,cbe cbtadini dubbiofi detta falute erano in gran perno
losdr era necefiario,cbe fi arrende ffero Me pe confòrti di
Ogia facerdoie dettberaron di affettare cinque giorni , In
queRo tempo una di loro cbtadsne chiamata ludit attho.
ragia ucdoua (da Dio inff irata) pensò Uberarlij^effen
do ella affai bcìla,& ornata fi it allegri panm , dr di uaghi
ornamenti peraccrefiere b naturai bcllegga con la mae
fireuolc bggiadna dr a Dio raccamandatafi dt notte ufei
doaguifa di fuggitiua n'andò innanzi ad Obfeme; ilqua
le pieno di mar auiglia lofio che la tede, di lei s'innamorò.
Indi ordinato cb’una notte fi uenifie a giacer con lui, dr
ella fingendoftd'hauerbagrado,&mofirandodiuob-
re prima orare , eh' a letto nandafie , come uide lui uinto
dal fòuno , perdo ch’era uinto dal uino ; con la ffada di lui
fieffo gb tagliò il capo : &pofiolo nel caneRro della fica
aiiciUaqiercbe bauea per comandamento d Oloferne bber
tàdandarejdruenireafuapofiaperbcampodnfulame
ga notte m fretta libera fé ne ritornò a Betulia deuotamf
te ringratiandone Iddio. Ilcbe debberò la patria,&fcac-
dò i nemid.dr però ben dice il noRro. Pet. reé qui be»
fra quante ^de,& lande -dmor il \onnoj& uua ucdouet
ta (ludit intendendo) Con bel parlar, dr con pobteguan,
ckymce Obferne ;&ki tornar foletta Con una anctttat
Diina
CIELO
Diana
^ un Thonibil tejlbio Dio rin^atirnJott notteiu
fretta . poltrone, luitt H ebrea la faggia,tafta,& for-
te.Frai mnm ,Che'nJir breuealcoado , & premoTign
fra Utdit la HeéoHetta ardita ; Che fe'l folle amator del (a
fo fermo. Dan. Sarra.Rebecca, ludit ; drUleifutef-
frrciu <f Olopberne cento ^ nenii mila pedoni, & xxtj.mu
lacauahen.
ai J Liicrcria Konuna.'Hel tempo,che incoile deHomani era
a campo ad^rdea città de UhihU n.tcqne altenatione
tra Sefh) Tarquinio figlinolo del He,& Tarqumio CollatU
no,dt chi hanejSe pm cojlumata moglie , & finalmente ftt
fmdicato,cbe Liicret fa moglie di CoUatino foffe unico ef
frmpio di cafhtà tra le Romane donne . Ilche tanto fn mo-
leHoa Sefhicheoccnltamentefi pani di campo, & iien-
tic di notte a Lncretia -, tir da lei come parente fu libera -
mente riceunto . Dapoi nolendo torle la caflitì, la mmac-
riò , che fe non gli mnfentiua , ucciderebbe lei con un fno
! fermjCr dapoi direbbe con quello hanerla crollata in adnl
terio. .Accoltemi Lncretia col corpo, & non con C animo
per fuggire fempitema infamia. Maf altro giorno conno-
tò il padre fuo Spurio Lncretio : & il marito . Stuello me
nò feto Tiglio f'alerh,& quello Lucio licnio Bruto. Ugr
rò Lncretia tuttofi fatto , Et benché da fuoifofie confeìa-
ta,&dimoflratole,che doue non hauea acconfentito la no
dontd,non potrà efiere peccato.iqyntrément col alt eOo,
ilquale per quello hauea occultato fatto la nefle ,snc-
cife dicendo prima, che non uolea, che da lei alcuna Roma
Ita prende/ie catliuo tflempto.Fu Lucio Iunio,come dicem
tnoprefente a tal morte. Ilquale per enfino a quel tempo
per fuggirla crudeltà diTarquimo , ilquale occideua,o
mondana in efrilio qualunque fofte i alcuna prudentiafra
tiea fiato efiere Holto, & uiuea qua fi come bruto anima.
ie,per qutHo era chiamato Lucio lunio Bruto. Co fini mo-
ftrando il coltello fanguinofo della morte di Lncretia con-
mocò U popolo Rumam , dr un lunga oratione émoflra-
ta la crudehàfdr fupeÀ'ia diTarquino,dr de figliuoli per
fuafe,che fufiero mandati m efiilio,et priuati del regno, in
quefio modo mancò il regno a Romam, il quale era durato
anni ccxlnij. Fu Bruu figliuolo d’uno forelladi Tarqui-
nìojiuomo tanto amatore della libertà , chefatto Confalo
dannò amortei figliuoli; perche infieme con li ^quilij
loro cugini haueuano congiurato di reflituire il regno a
Tarquino,& da cofiui ieriuò la cafa de Bruti : dellaquale
fu quell' altro Bruto, che per liberar la patria dal Tiran-
no uccife Ce fitte; Il primo ucàfi [ ultimo Re , il fecondo il
primo Tiranno . & però ben dice il noflro PiX. Mattai
quante dirò, che' n fu la cima Son di uera bone fiate; infra
tequali Lncretia da man defira era Lo prima. Donne elette
eccellenti n'elefii una; Clualnon fi uedrà mai fiotto la Lu-
na , Benché Ducretut ritornafie a Roma . He di Lncretia
mi marauigliai , Se non come a morir le hifògnafle Ferro ,
qfi'nonlebafiafieildolorfòlo.dt’D A n.l'ediquelBru-
to,checacciòTarqumo;LucretiaJulia,Martia, & Cor-
nelia.'B a m. Moflrando eh' a lncretia non fu greue .
Marria .perii cafiità pia , de per teccetlenlia del maritoè
nobilitata ; fu moglie é Catone y’ticenfe,& a. quello par
tori due figliuoli , Dipoi parendo a Catone , che quelli gli
hafiafiero, de uedenao ,che Hortenfio fio ami tifi ima era
feev figbuoli,fece diuortio dalei;& maritolla ad Hor-
tenfio,tfr egli tiiffe in uiu celibe, dr eaHi, Hfentediintm
ìo
morto Hortenfiofiiofìoa còpafiumedi leija ritolfe. Daìc,
Lucretiajulia, Mania , efr Comclu .
OTÌthiì.Lat.Orithia,'Pàdonia,Mttis,Euìnotpea Erichtbii; t ■ <
Uquale (fi cornei poeti ftuoleggiano) fu rapita da gora,
fu figliuola di Eric htheo Re JPMthcae una delle .Amattg
ne ottenne laudi fiugulare nell'arte militare, drper tutta
tajua Ulta fu uergine,dr feruò lafua bellez(z^a pura, e net
tx CoHei fi ritrouò efier fuori a far guerra quando Her.
cole,Thefeo,& altri caualieri di Grecia uenneroadafiaL
tare le Mmagpne, dr prefiono Hippohta, & Mcnatippa .
Oritbia poi tornata per ucndicare tal ingiuria moffieguer
ra a gli Mtbeniefi, de quali Thefeo era principe con aiuto
degU Scili da qualiper difeonlia abbandonata,fc ne tornò
umta nel fuo paefe &peràò dice il noflro P e t. Antio-
pe jdr Onthia armata dr bella .
Penelope, mofio datt autorità del noflro "Petrarca, dr quel <
lo, che ne fcrifieHomero da tutti reputata cafiiflima,l‘hab
biamo polla nella fchiera delle Cafle ,ancbora che tra
“Poeti, Ucophrone la chiami Bagaficia,aoè puttana ;dr tra
hiflorici ; Il làmio Duris firme lei haucre fatto copiadi
fi a tutti quelligiouam/he per donna la dimandauaaoJBt
di quel mefcolato fimo efiere nato Tan Dio de Tafiort, dr
horribilmoflro ,drfi come H omero difie , ch'ella diede a
tendere l'arco df rhfie a Proci affcrmFndoconccduido-
uerfimaritarr,chetefùChaueffe,pcrdimofirarexl’enef-
funo era degno Pefiere manto della donna et Pliffe ,per-
cioebe [apea,che ninno fi haurebbe tefo; cofi Ouidio ucl pri
mo libro de gli amori Penelope uiresiuuenum tentabato»
arcui Qui latus arguerat comeus arcui crai . Ilche fi legm
ge amhora nella Priapea : i cafli faggi penfieri di lei, can
giando in nani & lafieiui. Pur. nel trtompbo della caSU-
tà.Lucretia da man delira era la prima . L'altra Penrlo-
peiqueflegli tirali, Et la Pharctra,dr t arco hautan^er
xato Sd quelproteruo , dr ^ermacebìate taU. Atei. Sm
perche Calia f'^e Penelope non fu minor i F“lifie .
Sulpitia.*£>/«iio i Romani edificare un tempio ,&fiacrar- tij
lo a yenerertcciocbe le Romane fi confermafiero nello ha
bito della Cafiità , & douendofi fecondo lo editto di deci,
uiri create una donna architettrice é tanto edificio uen-
nero in quella compofitione,cbe di tutte le donne di Roma
fene trabeffero mille,& delle miUe ne trahrfSino cento jet
delle cèto Jieci,& delle dieci ne pigliajfero unailaqual feci
ta, dr fintentia foffe da farfi dalle donne. Elefforo adùque
efie donne per uncuerfàle brogiudicio,non con minor glo-
ria é Cafiità jcbe fi fofieLucretia,Suipitia figlia di Ser-
uh Sulpith Patricio, dr moghere dà Quinto Fuluio Flac
co , la onde ella afionta a unto bonore conducejfeil detto
tempio a debito fine, dr fi come comandauano i Ubri della
Sibilla, acàoche fi ffegnefie il nano difio di V encre,fccon
do che defiriue y alerio nel lAro ottano, & Plinio nei fit-
timOtdr chiamarono la Dea yertkordia,cbe dall’appeti-
to uolgefie i cuori alla puduitia . non refitremo ancho di
narrare l'hiHoria della capelia nel fóro Boario al rotondo
tempio i Hercole dedicata alla Pudicitia, ONe fòllmente
le matrone Patritie facrificauano , ne di quefie altro , che
le caffè , lequali non fofiero maritate fe non una uolta .
auucnne ebeVirmnii figlia di Mukdel fangue Pam-
tio , tr^gliere di L. yolunnio allhora Confolo,ch'era di
gente plebea , andò per fiacrificare alla Pudicitia, anebor
(befcffepàtriliaj& pudica, ne piu d’una uolta mariiau.
Diana CIELO Diana
ptirfHiaBe patrUie donne fiaccuta ;pmkihe appo iRo fuoi bempnblicati^ Ini dannato, fi come era pjkfio'a firn
mani U donna fcgne U wnduione del marito, onde ella piterno cfiiho.& cefi per l'opera di p-ergimo prima la jns
fdtenando confai rò una parie delU cafa del Vico lungo diletta figlia , quamunque mfelicementi fn per Un polì»
atUmedifima Dea,& chiamò le matrone plebee confor- nella fina Ubertk , & aUa Romana Rrpublica, fu mede fi.
tandoleafarbonoreolrfacrificareatlapUbeaTkdicitia mamenteanchorareSittmta, quale da qnelU decemuiri
con tanta fantitate , con quanta le patrilie alla loro, & era fiata occupata, però btn dice il nofiro P i. tMirgima
i e fiere potea con maggiore ; Uqude reUgtone poi corrot- apprefio il fiero padre armato Di di fdcgno,dJ ferro , & di
ta da donne impudiche, & fatta comune non pur alle ma- piotate; Ch'afuafigUa, & a Ruma cangiò fiato l’un, &■
trone jma alle f emine i ogni conditione, al fine cadde ino- faltra ponendo in libertate.
hlio,cofi come narra Limo nel decimodella prima Deca. \irpniìfigUa di .Aulo del fangue Tatritto.ueàdtfòpra*
onde il nofiro Pei. Cofi giungemmo alla città foprana Sulpiiia .
Wf/ tempio pria ; che dedicò Sulpitia Ter fpegner de la Virginità . lat. uirginitas. V et. Verginità Feconda.Vhr-
meme fiamma infana i Tafiammo al tempio poi di Tudi gmal Claufiro. Vergine VefialaMina,Bruna,Mau uedi
litiaiChe accendein cor gentil honefieuogìie.'Hondi a Maria Vergine a 7. B oc. t{onfaitu,cbeh.tbbiamo
gente plebea , ma di patritia. Vedt VaUiafiimo. promefia la Virginità nofira a Dio.eolei, laqualfi dice del
• 1 8 Vir<nnia . emendo dal popolo Romano eletto per uno detti x. lafua V&gmità hauer priuata. In premio detta mia Vir.
eie mimarauanoquafi il megp dominio é RomaMpph gmità.Io foncofi Vergine,comeioufildel corpode mu
Claudiodlquaietl fecondo atmodelloro magifiratoefien- madre. Virgineo Ventre, uedi alt Indice. Dan. Ter cut
do rimalo atta guardia di Roma infieme con un altro Mp mori la Vergine Camilla .
pio : &gU altri proceduti ne gU efierciii contea de gU E- Pudicitu . P e i. Tafiammo al tempio poi di Tudici- a 19
quia- Volfci, uedendo ungiamo paffarper la uia Vir tia.E’l cor faggio Air Tudico . Tipn con'alti'arme.che col
rima figliuola d’uno Virginio buomo Romano, madetor corTuduo. Huefia piu d'altra i betta ,& piu Tudica.
dine pUbeo, UquaU hauea promefia in^fa ad unogen- Ari. Di uera Tudicitia è un paragone . uedi di jopra a
tiUfitmo giouane, tir Tribuno chiamato llilio LuciUo.Ef- Sulpim a ^ 1 jÀouefi narra del tempio di Tudiatia .
fendo adunque Virginio ne campi infume con gli aUriRo Continenza, Contiaentia. A r i.Difommao! incom-
mani Claudio piu uolte tentò con lufinghe^tlr con doni ri- parabil contmenx/t .
durre Virginia a finn piaceri, laqual cofafu in uano^ur- Vergogna. latMcrecundia.pudor. è paura di non errare, 0
thè ella a tal fallo non confentiua . Simulato adunque di non hauere errato. P et. HoneSlate,& uergogna a U
Claudio dal furore,cSfideran,lo di fare a tei uiolemia.trop fronte era.Che Vergogna con man da gli occhi iorba.per-
po farà fiato mole fio al popolo Romano, compofe con uno che Vergog^,& tema Facean molto defir parer fi poco,
fio liberto buomo audacifiimo chiamato Marco Claudio, CbeHdamto i graue,& la Vergogna irla. Vergogna beh
tbedoueffe coflei quando pafiaua per ta uia rapire: fi co- hi di me. De tempia Babilonia ond i fuggita Ogm Vergo,
mefoffefiggiliua ferua, tà" cofi prefa andafie al tribuna gna.Tien di V ergogna^ d amorqfifcomo. Lagttme noe
le a domandare ch’egli tagiudicafie . fecequefio ungior- tume,che’l é celateper Vergogfia porto . Vergogna, c>*
no Marco, onde pigliando netta uia Virginia jSf lei difen- duol^he'nJietro mi riuolue.Signor imo,cbe non togli Hom
derido fi, Cele donne, che taccompagnauano porgendole maidaluoltormo quefia Vergognniìi o c.Scnxa alcu-^
aiutofufcitandofigranromore,uiconcorfeal]aipopolout na V ergogna.Lat.effronsdii.CranVergogiu. Crandifii
infra gli altri il marito . Jntefa adunque la difienjione, fu ma,Generale,Debita,Euideate^ nitierfaL Vermigl ia per
annuntiata , dr apportata al giudice , ilquale pronunciò V ergogna . Ofantijfima V ergogna, durifiimo freno delle
efueHafentcntiauolere differire infinoatCaltrogiarno. uaghementi rimprouerarimali ,&le Vergogne fune
Terufru in tanto la nouella a Virgitriofilquale fubito mof delt altro, uedi l’Indice .
fi uetme a Romagna non fi tofio, che Claudio prima effen VcrgognofoXur. pudicuspudéundus.T e t. Vergognofit
do taltro giorno uenuto rio defie fcntentia,che lei fufiefer Fronte. T al,ch’eUa fiefia lietauT Vergognofi Et mi con-
ua di quel Marco CtaudioJUqiial cofa fentédo’l padre Vir duce Vergogpu>fo,& tardo M rmedergU occhi leggiadri .
giniochiefedtgratiaaClaudio,ch'mprefentiaétitogiu donane fcbiuo,(lr Vergognofò matto Onde poi Vergo-
dhio poieffe a Virginia, & alla nutrice fua in ficretopar gognofo,& luto uada.B o c.V ergognofi,& taciti fe n an
lare saccmheinteft da loro la ueriti piu facilmente ac- darono.
toiifentifie il darla. Mccanfentì il giudice peruerfò atta do Snergognato,^ /òixa uergogna,come sfacciato. Latómpu aaa
manda, per laqual cofi tirata da canto V trgima diffe : fi- dcns^amis.Dhti. MafeleSucrgognate fufier certe Di
gliuola mia:perquefiafolauia,chemiconceffaiotiri- quel,che'l del ueloce loro ammanna.
tomo alla tua libertJ,&prefo un coltello mprefenzA del ’Vituperio.uituperarcaiedtJàtto Vàio a i66i.
giudice le diede nel petto, ilquale lei intrepida uoluntariom Ignominia. lat.{irdedecusAontumelia,macula,probmilim
mente parfi ch'ella offertfie. pome quefio alURomani, infamia. A ki.E por Gineura in Ignominia immenfi.
quaheranoprefcntigroppoinftlice,&mifcrandoffetta- Vergognare.LatJurtcundari.pudere.VET.Vergognandota
tob.onde atte fi da Virginio la cagione,& al fine conofeiu Ibor , ch'aneborfi taccia Danna per me uofira bellezza iu ■_
ta la iniquàà di Claudio , congiurarono infieme,& quelli rima.’He par che fi uergogne. ifig trouo chi di mal far fi
decemuiri depofiro del inaurato ; & dapoi Claudio per uergogni. Come ciafeuna par che fi uergogni. Di me me-
ftuflauendettafuincatemtto,&condottoinprifonealo definomecomi uergotno. B oc. non ti doucuiuergofftu
ue congrande flemo,& molta rmferia morì. Et lo fcelera re. 'He ti uergognar ihaucrmi uoluto uccidere per dmen
te liberto Marco Claudio frggendofi per paura, firottO{ tarfamiffo. Effe uergognando ungono Camorofè fiimme
afioft
'■»
4
filili C 1 £ L O Diana
a(cafe . & uergùgiunàofi cominciò « pùngere. Ji te Hc(pt Egeria, EuriJice,Ga{atea,Helperia, Siringa.
uertognandoti.Cofiorondendol parlar finergugnarono . KiethuCiTijmphj figlia cU di Donde, & campa >14
mohrando alijnanto diaergognarfi.Come ch'ella alquan-
to fi nergognajfe. Et farebbefi nergognato,che alcuno t ha
ue/le (àpulo, ma pur fi uergoguaua di discoprirlo .uedi
[indice.
**i HotìcRi/lr HoneHate.Lat.& decorum,ri.P e t.^ Boc.
Inuuta^anta, Dounefca, Continoua,Soma, l'era J3olu,
Frcddafiarbarica . il pregio d’Honefià . Haneflàgiunta
conleggiadria.Ornata di leggiadra Houeflà.Qjianta Ho
ueHà nelle uedoue fi nchiede.Oue alberga HoneSìà. 'Hg-
uo fiori Honefià. Ocibi pieni d’HonejU . l'era arnica
d'Honeftà .
Honcfio. Lat. & modeHui. P e t. B o c. Honeflo .At
n,Conuerfare^more,Sibenno,Foco,Cuardo, Sguardo,
HabitOjSoccorfoJIoneSìa Donna.Ivpreìa,Tartita, Mor
te,i'ita,Dolce7^,Trigion,Età,HoneSlefaui'deÌJigrtme,
fna di Diana jaquale tornando da caccia per rifirfcarfi.fi
agni nuda nel fiume Alpheo , ilquale corre per -drca-
dta, Tercbe -ilpheo Dio di quel fiume fubito prejo deli" a,
more della Idnttpha la uolle coiaminare;.Aretbufa come
uergme caflalo fuggì ,& nel correre per molto J udore fi
trasformò in fonte, cr Diana commojia a mijèricordia gli
aperfe la terra jonde tal acqua corfe lòtto terra, & (òtto il
tnare,& arriui inSuiba femta me f colar fi con [acqua fai
pt^ per quello ceftò .Alpbeo di feguttarla, ma conuerti-
to in fiume infino in SiciUa dietro le corfeSìjiefio fingono
i Toeti, perche m uerit.ì il fiume Mpheo fecondo 1 precla-
rifiimi fcrittori in Arcadia fi dimerge folto terra, crne-
fcein Sicilia nel fonte detto Aretbufa ; onde dice Dan.
Taccia di Cadmo, e i Arethiifà Ouidio,CbeJè quello in fer
pente iàr quella infante Conuerte poetando i non [ inuidut.
"Parole, yie I'oglie,iiembra,FormeJloneJli Lumi, "Prie, Califlo. La.CaUSìo'Himphafu figba di Licaone EeiAr-
ghi,Bafci,Sofi)iri,Atti,TafSi,'Pannij. condecenti, Hone-
fiifiima donane, eir Donna . HoneSiifiimi l'ocaboli , &
Honefiifiimo Luogo.
Inhonefto . Lat. & in decorut , & dedeeor ual dishonejlo .
Ptr. Da milfatti Inhonelii [ ho ritratto .
DishoneliiJait.dedecus,risATÌgnoniinia.Q o c. Voi che
a tanta Disbonejlà conducere ti doueuidlauejfe le fue Di-
thoneSid dimenticate .
Dishonello. Lat. turpis , obfcunus , impurus , inhoneflus ,
Boc. Da Dishoneflo amor prefo.Dishonefic Cantoni.
Dishonefli efiempiMormorq del Talatxo. Disboneflifii-
mamente peccare in lufiwriaMisbouefiifitmamente ami-
cati fu.
» »i Doozelie , & Damigelle . Lat. mrgines ped^eque . fino le
firuurici della Signora. Ptr. Et ucderfeco parine Donne,
tà" DongeHe, &linoabeti,& fagff .Boc. "Piu honeflo
iuna Donzella . Tutte le mrtu,cbe Donna, 0 caualiere,o
Donzello dee Hauere . Con unafua Dongpila bonefia, (ft
cadiaatna delnumerodelle ucrgim confccratea Diauaj&
infoio a que tempi uiffe caSia,&pura . Dapot uiolata da
Cioue concepe Arcade . lUhe uedendo Diana un giorno
efìendo nuda per lauarfi [ hebbe infomma aboimnatione,
Cr cacdoUa del fuo cboro,& fuggifiiin felua . Accorgen
doft luttune, che Cabalo era fiata conofeiuta da Gioue per
gelofia la mutò m Orfa,e Cioue per compenfo di tal danno
la conuerti nella flclla enfi ihiamata da Greci domandato
artico, perche arto in Greco fignifica Orfa , zr Latini la
chiamano Settentrione.lunone impetrò da Tbetis Dea ma
ttnajcbe mai non la lafdafte bagnare nel mare, come fi ba
guano [altre flelle . Queilo fingono i poeti jperche [altre
fielle quando fimo alfoccidente, & tramontano par che fi
tuffino nel mare, tà" non par que fio dell'orfa , perche inai
non tramonta. D a v.lanomina Ehce,per che ambo cofì
chiamano i poeti quel jegno celefle, in chefutrafmutata ;
onde dice. al bofio Corje Duna , et Elice cai donne Che di
Vener bauea fentito’l tofeo .
bumue,& ubidiente. Due DamigeBe delle piu belle. Ma- Doiphne.ApoÙo dopo [ottenuta uittoria contea il fmifu- jij
donna a pouera Damgella, &difua cafa cacciate non fi
richiede. B e m. l'uà delle fue damigelle. A s.
Pulzcll3,o Totcella. LatMÌrgo,Tuellu,i ladamigeìla uergi
ne.B o c.Io non ho uidna, che Tulgellafia andata a ma-
rito.Io foufemina,& non buomo,& Pulzella partitami ,
Dan. Che fece "Hifotao a le Tulvlle ,
aij ìiimphe.Lat.'Hapeefi'effitade,OreadeJ)riade,'ì{aùdi,A-
madriadeyAtlantiade.'ligpee fono mmpbe,& deedefio-
rùTefiiade "Uijnpbe, Mufee& Dee , Oreade 'Hfmpbede
monti.DriadeHimphe Bofcareccie,& AmadnadeTffin
pbe di bofeo . Atlantiade Wmpbe, & fighe di Atlante .
"ìljiadi t{impbe de [Acque dolci Egeria "Himpha^
CUI facrificauano le donne pregne.MiceazT^mphafial-
laquale è detta la dttà di Mtceua. Alia tfiinpba figlino
la del[ Oceano, dallaqual fu detta A fiala terga parte del
mondo. Boc. yagbe Driadi. Floride Hapte,& monta-
ne Oreadi accompagnate dalla lafciuiante torma depetu
lantiSatiri,/&"nequitofiFauni.Wi.Pi t.Qjial'ìiimpba
m fontina felue mai qual Dea.O 'ìfinipbe,& uoi,che'lfre
fio herbofo fondo . Ma ì{impbe, &mufit a tal tener can-
tando. Hor informadi'ìljinpba.oialtradiua . 7{neide
"H^mphe manne, a 1 05 6 .
Kimp he (tiebrau tU ut Stri Ttai Aretufa,Califto,Da[He,
rato Serpente detto Tithone , uide cafiualmente Cupidoie
con [arco, tutto f degnato uedendo eh’ un fanciullo ardifca
ufare quelle medefime arme, con lequab egli baueua ufu
te in uccidere Tithone fio cominciò con uillane parole a ri-
prendere della fua pro jbntione, uolendofi attribuire le lau
di di lui ,doue che ballar gli douea di potere infiammare
alcum plebei con la fua falcila ; per lequali parole fdegna
to Cupido, che in tanta fuperbuperla preferite uittoria
Apollo fcfSe montato , & che non fòlamente non uoleflt
fiuperiorejnapur compagno, gli riffiofe, che gli moSlrareb
befe eflere tanto piuglorioji di lui,quamo degU altri ani
mali,cbe tutti foffino da lui per gloria auangati. Et mdi co
uelocifiimo mouinumo uoùto hebbe fopra del monte Tqr
tufi lui propinquo,^ tratto della fua pbaretra due jàet-
tejfuna con la punta £ oro, laquale induce amore ; l'altra
di piombo non acuta, che induce odiojàr con quella épiom
bo fnbuu percofSe Daphne 'NJmpba,^' figlia di Tento fin
me fanciulla di niarauigliofa bellez'Ka,& con la dorata fe
ri Apollo fii maniera che gli pafiò [offa infino alla niedol
la, ione fi occulta la materia £ amore hbidinofa ;per mo-
do , cifp quanto piu era Apollo di lei innamorato i tanto
quella in maggiore odio ueniua cétra lui, efleiido tutta da
fa alla uirginità . Et hauaidola Apollo prima con paroU
r
A.'
Diani
CIELO
Cerere
bifmghfuoli,melto loàau.et fregiti, et mlU giouido, fi jjiiadij) rudi Satiri, Tm,Liri,F anni, Sthum .
tiu^ieafegairU.Dapbneshigottttafimifetonikttetefiie ìiaiìdi.S a n.Ol^iaé habitatnct decorrenti fiumi, 0 aj
forfè afuggire^ficìidole i biódi capelli da l’aura ffarfia^
dietro. Jlcbe uedédo .A pollo ,& meglio lófiderinao t altre
parti del corpo belhjfime, poi che utde nulla giouare le fae
lufittghe,comegiouatte,& i amore infiamttuto la filando
il parlare cominciolle dietro a correre, non altrimenti ,f he
nolomerofb,‘ir affanuto ueltro alla lepre, cofi per alquan
to ^atio feguitolti , finalmente potendo piu la jperanf^,
thè la paura, aiutato .Apollo dalle penne i amore hauen-
dola quafi giunta , & Ui fintendo gu l'banelito é lui ne
fnoi tapelh fpa rfi dopo le ^alle,& nel collo ,diuenne palli-
da, {!r debile di modo, che quafi piu mouere non fi potea ;
per ilche drifgatigli occhi alt acque del fiume paterno jdo
tteeragjui correndo peruenuta, con humili , e!r caldtfiimi
preghi pregaua il padre, come Dio del fiume, che t aiuta fi-
fi ; liqualt preghi a pena finiti , Daphne miraeolofamente
tn Lauro fi trasformò; cominciando prima alle giunture
de membri a anger fi di fottìi /cor?j» ; dr i capelli mutarfi
in fronde ; le braccia crefeere in rami, i pieé in radici; &
del uijo fi fece la cima deU‘ arbore la fua uiuacitì, & uer
defp^agli rtmafe . .Apollo Aheanchora tamaua,potia la
tnanonel troncone Air il ferito petto anthora mouerfifin.
tendo, abbracciò i rami non aù rimenti , che fe le membra
foffero , bafeiando t arbore indietro piangendo fi nrrafie,
(!r con lamento grandifitmo mifio conpianlo,& con paro
teafiai fidolfedieofi fatloacddente;& però dUetlno-
flro'P ET. L'arbor ch’amò già Thebom corpo humano .
t'arborgcmil,ihe forte attui moU‘anni(parlando di Lare
ra) che sto ueggio et un arco, & et uno flrale Thebo per-
tofso, e'igiouane et .Abido , Se non che forfè .Apollo fidi-
fdegru,! h’a parlar de fuot fempre ueré rami lingua mor
tal prefontuofa uegna. uedi ad .Apollo a tq6. Ouidio.
»i6 Egeria. Lat. Jltgena. nimpha , con laquale fi éceiqiimn
Tompilio Secondo Re de Romani bautte bauto i nctturm
(ongionghneniiidr con lei ragiotunJobauere apparato le
diuine leggi ; & efierle flato fi caro; che morto egli tanto
lo pian fi, che tuf tafi cangiò infante dj lagrime nella felua
della yalle .Arcinia, dr m ucce d ofie, che foglm re flore
di cetororche fi confuinano,rimafe é lei ilpiantoAnde Oui
dio nel XV. della Mctamorphofi ; Mota furorThabi geli
"ìfapee gratiofifjima turba de npofiati luoghi, & de liqui-
di fonti, 0 bellipime Orcadijequali ignude folate perlai,
te ripe cacciando andarejoficute borali dominio degli al
ti monti. yfeite da uofl ri alberi, o pietà fi .Amadrudi folle
che conferuatrici di quelli. 0 Drudi fomuififfime donnei -
le delle alte filue.T alche fauni,^ Driadi Diran, che ul-
na anchor Damcta,^ CoridojA T^aiadi 7{apee,& jl-
mairiaé ; £ i Satiri ,eiS iluani dejteraimofi Ter me dal
lungo fanno Air le T heffiadi ..Altri Fauni, & Stluani Ter
luoghi dola eflmi Seguir le T^mpbein piu felici amori.
Et altra a quefli Fauni Lari Siluani,tà' Satin . 0 Vhare,
trate’Hitnpbefiagreflt Tani,0 Satin, o Siluanifi Fauni,
0 Driadi. "Ftaioà, & Hamadrutàfi Semidee . ùreadi,&
“Hapeejior file fòle.
CERERE.
Ercre . Lat. Cerei Reina di Sicilia la prima ut
fecondo Cicerone, Ouidto, y’irgiho,& altri,
che trouò t .Agritollura ,Cr fola prima fe-
condo Tlinio ,cbemoflròa ficai popoli difa-
hriearet aratro, &fiminare,&coltiuare
* la terra Air raccogliere il grano, & macinar
lojip’fa me il cotto pane, (Ir la prnna ch’infognò l'agrtcoU
tura,comeScriue fi ir. dr Oui.&fu lapnma chefeminaf
fe formento in Grecia ; perche in.Atbene,m Italia,^
in Siciha fu tenuta per Dea delle Biade , delFubondantu
della Fertilitàp'bertdfecondiù,yettouaghaAAuatlion,
Copia RicoltafiSpighe, Frumento, Tritico.Grane, Taglia,
tiada,OrfO,AuenaAxiglio,Frutti,Seme, Seminare fute-
tereAOglurc.Cr.Abondante, Fenile, ybertofo. Fecondo,
Copiofò,foprahondareAuanxAre. Eoe. EtBacchoa lui
fi t ome Dio fofiette. Et anchor Cerere prender coti mifu-
ra Aitila uifione amorofa. A r i.S’mpoterfofie flato Or.,
landò paro .A T Eufina DtaAome in difio. (iniendendo Ce
rere ) cefi detta da Eleufi città non lontana di.Athe-
ne , in cui regnò Eden fio , che imparò C agricoltura dalla
detta Dea Air qutui ni fu folto un ricco tempio era mol
to riuerirada ciafiuno .
dum de torpore fontem Fectt , tretemasartustenuauit Segcfta utl Segttia Dea della Rìeolta,^ delle yittouaglie
in undat, il VET.yidi il pianto et Egeria in ueie cFofde. detta da Latini Dea Segetum .
1f,ttone. Lat.Ocnone una delle mmphe Idee j&figliadel flu- AbonàintiiJAt..Abu>ulantia,elr copia Jiubertas, exube
me Tandafòjaquale bebbe la nothia deWherbt, tr Carte tantiafipulemiayifliuentia, fertilità! ,fotcunditas, luxu-
delmedicartcC .Apollo in guidardon della fua uirgmità ,
ebeegli tolta lehauea . Cofieimemre Tansbabitòtra
fafloriifo molto amata da luiana poiper amore di Hete-
na egli Cabbandonò, Cy fi come fin fo Ouidio nelle epifille,
thè fi lamenti , cofi finge il noflro Pai. quando dice. OH
poi lamentar fiat altre meSìe EnonediTarii.
Euridice . Lat. Eurydice nmipha/lonna di OrpheoAcediad
Orpbeoa 198.
Eperia. Lat. Eperie nimpba di Cebrtno fiume Atedi ad E fo-
na 6q6.
Siringa. Lat.Syrìnx,gisj& Syringago. amau da Tan Dio
tiesAedundantia.B o C. .Abondanra grande. Soprauemr
in tanta .Abondairga le lagrhne..Abondantr Campo. For
tunarAtlegrezT^Jìe Bem della fortuna Ubondantc..A-
bondantifiima copia di ragionare. Lai. Facundia, .A boni-
dantiffime Lagrime.Domenedio .Abondam iffimo Donato-
re.Taftni in grjmbflima quantità .Abondanti . La tini
iinuoue genti .Abondeuole.Lacótrada .Abondenoled'Oa
bui. .Abondeuoli yiti. .Abondeuob regni S .Aufonia..A-
hondeuolmente .
Abondante. Lat. afjiuem, copìofusfikpfibs,tffertijimut,
feraxAitager,OpiparHtAct conuitusAiepotinut.
de^Bori irafmutata in cannuccicAO lequaU Tan formò .Abondart.LatjbioidareAffbtere,redundare. P e t. Del ci-
foi la Zampogna, laqnalepoi fi chiami Siringa dfl none bofinde’l fignor mio fimprt abonda.Oue’l fallo abondo U
de C amata TÌfmpba.uedi adefioTana joj. gratia abonda.
l{aiadi.7{jpn,'ì{ntiit,0rtadi,Semidee,.4iiudriadifirt- Sopai>9ad»asc,lAt.exMriem,exbuberani. Bac.Scu.
*■ prabiu-
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Cerere C 1 E L, O Giunone j»
prtbondjHte Tielà,& alìtpexjji malenule . «a/ìe in Grecia. B o c. Biade Bionde, Mature. 1 fokhi pie
Soprabondare. Lai. Snperefìe, exubcrare. B o c. Qiielf ac- ni di Marie Bude, & già bancheggianti danano fegnait di
qua, che foprabondjua al piano della fonte . Vacqua, che loro nuturez'^. A M.Doue le Bude anchora abandonate
foprabondaua,un aJiro canaletto riceueua . erano.I lauoratori le loro Biade batteuano.Et prima il eie
^uanzare per foprabondare : Lai. exuberare , fuperefSe . lo arato da buoi produrrà le mature Biade. È p. D a N.
B o c MllequaU donne tanto del tempo auanza . Come quando cogliendo Buda,o loglio Gli colombi . Her-
Et per refi are, rimanere. B o c. Cotanti panai Uni ; che ba ne biada m fua ulta non pafee , senza danno é pecore,
oda fiera di Salerno gli erano auanzftlJLAt. Supere fie. o di Bude.Sxn.Et (ondeggiami Bude ai lieti capi. Ari.
Verti\e.lat.Ó'ferax,fiugifer,fctcundM.T. Fertile Campo. che non affbnde I uerdt pafchie&U ^erata Biada.
Vendemmia, .yduiunno. Crino.Lat.tnticum,granum.'&ocJìcluo!iroGranodel
*3° Whexri.Lat.ybertas.abuudantia.'D AH Moftrandotf'- le uoflre biade .'HonhauereSle ricolto grand di Grana,
berta del fuo cacume . B o c. Khcrtifera Kicolta . E P. yny ipiHello uiuo,ey tre GranelU i Inceiiió. Eat. mica.
ybcrtofiRegnì.Sulmona ybertifiima di chiare onde.?n. Trumetito.Lat.& triticum. S a n.Hauemo fattoprouadi
dSuidio; Suùno mibi patria cficUruubc rrmus undis. femmare U candido Frumemo; lame in uece di quello hab
Copia. Lai. & ahundamu . P i z.Touero fol per troppo biamo ricoltolomfeliceLogLo,cyleJieriiiMuenepcrgli
bauerne Copia. B o c. Copia SoaeTcbia,lncera,Grandif fc<tn,'otaiiJòUhi .
fima,.Abondantifiima.Copia é ragionare. Hauendo Co- Tritica. Lat. iilfrumemo.S a ufi ricolgono De noftri cam
pia di uedere Ufua donna. Gran Copia di acqua utua. pi il defiato Tritico .
Copiofo.Lat.&dapfilu,nefotiaui.ìicic.yamimaSìe- Logiio. lM.lolium.&zh(ama. Dan EttaHoiauedràde
rodi famità di Monaci Copiofo. Copiofi di faetu- la ricolta De U mala coltura ; quando Loglio si Ugnerà,
memo . Che Copwlàmcmeé diuerfi; faluagg/ne baurr ri ebe (arca gli fu tolta. Sa tc.ueà di fupra a F rumento.
douepe. Aucna. Lat.i certo grano ,uedi di jòpra a Frumento.
Fecondo. Lai FacunduSiferax. A R t.Sonptr fiorir da quando dinota flromemo da Janare,ueé a loq .
l'arbor tuo Fecondo.RujeelFecondo^cmre Fecondo. Ouo. Lat. hordeum. i certa jpettedibiada.P s.r..AfMOÌ
Veccouaglia.^. annona. A r i..,à raccor buona gente .et corfierraddoppiat'era L'Orgp .
yeltouagUa.Da ogm parte yeltouaglie bauieno. La yet Ricolta. Lat.mefiis. B o c. ybertifcra.& meta. I frati ma igg
touaglia iacarra,driHiuntemiTuitofHordcletuuiera emano aStcoUa.D Ati.uedidilbpraa Luglio,
no carcbe.Lat.Commeatui, usaci, U uettouagba del cam YcMCto, Frutti Jirutta,& Frutte JrutUfcra,jruttare . Medi
po tmbtare.uedidi jotiua Munttiott . . «iiS'.
ÌAunicion.Laijuuniminj,munimemaj&munimcn.chefi- Cogbere.Lat.colli^ere. Pit. dr B o c. Fatti cogliete de piu
gmfica tutte le cofe che fi fami'),& preparano per fortifi, befrutti,cbc u erano.Coglundo bcrbe.Hautoducoite ro- ;
camcHto,oadifenfioxé guerra,e3- de Campi.K R i.'H^ feSolper uenir allauro.oue ficogbe .A-cerlm firutto .Co-r
m appareci hia,e Mumtion da guerra, yettouagUa, e da gUdo homai qualcun di qucjii rami. Del juo bel uiuergia
tur maturamite. ogm apparecchio e Munitiondauane. logbendo i frutti .M-cogUer fiori mque prati d'intorno,
I Spighe, dr Spicbe.Lal.anJU. Granifere, Turgide, Gonfiate. "Hon potei coglier mai ramo ne foglia. Colgo feertewe ,dr
P ST. Tra U Spiga, dr la man qual muroèmejlo. San. fon. y nterrenoafciutto,& coltoda uoiadeH coliiuato.
de campile Soiche. K n i. ne (apriche yalli nede ondeg Terleuie,tà'perlicoliipdepluogbicolttuati..Affannofi
giar le bianche Sptebe . foltmamemidella terra. Media i6pp.
^pigoUreJl cogliere ne campile Spighe refiateui dopo lapri Bicogbere,dr Saccogliere^edi a irooSemeucdiaterraa
ma raci olia. Dan. Di ^igoUr foueme la uillana . iti q. Mietere, CÌdtiuare. uedi .Agricoltura a joi.
SpigoliRra. Latanfimi fortis fantina da jpigoUrtadefi don
na di uiUonditione.& oc. Laquale è una dotmaTicebia- Gl y Td.^0 Ti E,
petto Spigobjìra.Ci è nelle nouelle alcuna parola piu bbe-
rale,che a SpigoUsire danne non fi conuiene , allequaU te
parole piu pepino che fatti , & piu di parere s ingegnano,
che d'^ier buone. Si chiamano SpigotifireAr Ticchupet
to quelle dUnne j:he fecche, pallide, O' di mala compie filo-
ne fi fanno pinzoc^e fingendo iefierediuote, cofi dette
dai fuono, che con la bocca fannoquando fiamuidmanzi tacefit delnurito; & le fauole fono note per quetloahe ne
a fami ingpioccbiatc fingendo dir pater lujlri; chip fi pft ferine Ouidio ne lUbri delle trasformathni ,Se le dedica
pfi . Tuebupato poi , perche fi battono il petto ^jfo con il Tauone ,&dagb antichi la Tecora . lì fuoi nerbi fo-
dirfuacolpajéedia 144.5. no ingeloftre , ingranidare ,é[grauidare , impregnare,
Spigoli.LatSpicuta fimo pumeacute.DAS.Et quando far ^regnare.
ne cardimdiHorti Gli Spigoli é quella regge [ocra. Giunone. Lat. Inno. P e t. yeé Giunongelofa, e'I biondo
Paglia. Lat palea,& Stipula faleanum^l pagliato^ o c. apollo. & (altra, che Giunone Suol far gelof.i.Et ueggio
Et tuoi capei piu uolte ho fumigliati di Cerere alle Vaghe ad un Laciiuol Giunone , &• Dido . Eolo alilitluno, a
feccbe,& bum he.V i.La cafa della Vaglia. Ver ogm fu- Ciunon turbato Fa fentir cr qiuui Giunone i polla mue-
fcello di Tagha.Vagliaricciofideft Vaglia rotta, Hr min» ce del(aireiBiA.1^ con Gioue e Giunone gU occhtc(Mr
ta, uedi (Indice. S**' ^
*ì » Biada. Lae.feges.frux,gis, Cerere fu la prima che la fenù- Ciclo. Mere, HictluTC^ , T^og^e . tutti fin. 0 collocati agli
limone. Lat.Iuno figliuola di Saturno fo- s 34
rella.dr legittima mogiiedi Gioue Dea del
iielo,del(aert4elle Ricchegge, delle Tipg-
Xf/iel Varto, Grauidexxe, Vregnegze, or
Soggetto di Gelofia per turni adultcnt , dy
5 ^
*‘ic
it
•J5
Giunone C I
fhoi bughìfìufrincipali. uediLttauola.'Bt K.Tcrch'ef
fimipareapHrfHueldclo.K. t.
E L O
H £ B K.
GcIoHa. Ltt.zflotypiajtmkUtioformd.V e t. ,Amor,&
Celofia mbMPul cor tolto . Subito in •lUegrez^ fi con-
ucrfe La Ctlofia . il bel uifo Che filegno , o Gelosia celato
tiemme.Et dal mio lato fia paura ^ Gelofia.Liijual ti to
glie inuidia^ Gelofta. hoc. Gelofta Fredda, Magrifji-
ma,Sconfolata^ouercbia. Fix^ nel uifo.Dt ojiun uejii-
tncnii uefiUa. dinaro frutto . Sollecmjjma Fugai rice de
rii federati afsalti di Cupido.T h. entrò in una Subita Ge
lafiajiedil'indicr,cbe ui fònobcUifiimidifiorfi.
^uel mari ir , da quella freni fia , Da quella rabbia , detta
Ebe Dea delta Ghuenti , cJr de Giovani fi.
gltuda di Giunone, d- moglie di Hercde,So
uraftante al bere di Cioue ; ma per lo cadem
remoftratea i Dei le parti fne uergognofè,
(X perciò priuata deh' officio, fu fatto in tur
go lue Ganimede. It juoi dtriuatiuiJòno.Giouanexia,Gio-
uanil,'HuouoJ^refcoJ(tcente,F'crde,rinoHellare,rinfre-
feareaterdeggiare .
A Ki. Da Giouentù, cJr Gioventate. Lat.iuuentut.Psr et Boc jlr
dita,£rrante.Di Giouentute,^ di belleggfaltera.lijian
to in piu Giouentute, e'n piu bellezza.
Cdqfta .
Ccloio. Lat.gelotypus. P s r.reé Giunon Celofa,e'l bion. Cioiunezza. Boc. Gau,Straboccheuole. La Gtouanez-
do-4MUo.jiCeloft,&piaTorniouiofon Boc.Gelo- xailutta fottopofta alle amorefe leggi,
fo Dolente. Il Gdofo ba l amino pieno X infinite lòliecttudi Glouane,<>- non Gioitene, & Ciomne.Latàuuenis P e r.&
m,Egb uiue credendo,er non credendo. Th.I Gdofi fono
infidiatori delle giouani Donne, & diltgentifinni cercatori
della lor morte, ir molti altri belltfi imi difcorfitrouerai
nell'Indice .
Ingelofire. Lat.xelotjpia affici B o c.Qjiando i mariti fen-
za cagione ingelojtf cono , Et cofi ingdofuo tanta guardia
ne prendeua .
Parto. Lat.Lucina,e Giunone fimo le Dee del Tano,& llt-
tia Dea fauoreuole alle donne éVarto. Puz.'PanoBd,
CrntdXeidauami,ir meprodufieun Tarto.B o c.X?a
efiendo anebora del nuouo Tarto rafeiutto tl Latte delpet
to.-ddunmedcfonoTarto nate.
Partorire. Lat. Boc. Ella finti il tempo del Tartorir efier
venuto.
Partorire. Lat. ir parere.P e t. Tu partoriHi il fonte di ge-
late. B O C.EUa ingrauidò,& ai tempo partorì unafan-
tiulla. La donna partorì un figliuol mafiuio . come parto-
rirò to quello figliuolo^ Il figliuolo poto fa da lei partoria
to. uedt l'Indice .
*j6 Vce^eiii.Lat.pragnatio,nis,Ìrfettu^auis uenter.Boc.
Tenuta hauea nafeofa la fua Tregnezza P E T. Che di la-
grime Tregni Siangh occhi miei . Ch'iuidigti occhi tuoi
talhor fi Vregni.Lat. plem .
Jmprcgnare.Lat.implere,&grauidare. Boc. .AUafedld
dtoaumihora la Tefsa quella chet’imprcgnaua.
Spregnare. Lataboruo, abortior, ir aborto. B o c.D'hauer
fatto Calandrino in tre difenda alcuna pena Spregnare.
. Grauiciezza.Edt fcetura,érpragnatio. Boc. La tua Gra
videzxq feoprird tl fallo nojìro. Conte Gramtcxge/) con
Tarli hanno i matrimoni palefati .
tj7 Crauida. P e x. Gravido fa dt fi il terreUrehumore.
Boc. Tertìo che gravida era.Ella non fapefie èchi gra
vidafofie
B o c.R0mano,Tbofcano,Difarmaio, leggiadro, Ineau-
to^olo^thiuo^auio,Difcretojealorofi>fjtmante,Buono,
Da bene,Gtmile,Topolari,Compagni„/Igiati, e è buone
famiglie,Maluagioj)ifleate.II Giovane d‘.Abido F'ergo-
gnojo in .AttOyBelyBelliJjimo, Grande,Frefco della perli-
na. Famofoinprodez;ga,irin cortefia .nobile, tà" Bello.
ajSai Leggiadro,irèborreuolefamiglia.mccodSicihifiU
tno,Tiaceuole,GioHane Lauoratorcect nel genere fi m.Gio
vane, ir Giovam Donna, Frefia, Rrtondclla, .Auencnte,
V aga , Delicata, ir è laudcuob maniere , ó" collumi,&
Luta molto.Compreffa,ir di pel rojSo,& accefa. Del cor-
po bella dell'animo altera, CoflHmata,Leggudra,iKa
èpicciola conditione.Honejla,& benparlamc, irà gran
cuore. Di Legnaggfi affai gentile . Di [angue nvbile,& di
marauigliofa belleggia dotata La Giovane Spofi Tiace.
vole,Obedunte,Seruente,Gratk>fa£enigna,Omata,llo-
nefiifitma Greca, Sempliiijfima,P'btduntefielli}Sima,Ben
nata,Tutofà,'Hsbile,l'atorofaJJeta,Content,i,.Altiera,
Sauia.La Ciouanc f'ergognofa,o‘ Timida, fi come Colpe
vote.Lainifera Giouane ingmoechiata.La giovane dolen-
te irTriiia,Spauentata,Crudele,SatuMiiiu,ir StncXfifa,
Bizarra ,S piacevole, & Rfirofa ,Saoeca,Ciouani no Bello,
Leggiadrò,.AdornofieHro della perfma, Fiero, Tufilla-
mmo. Gtouanmo Lauro, Giovanetti poco difcreti, Gioua-
netta bella ,Leggiadra,f'agaJ' ama. Donna, .Altiera per
la fua nobiltà, Tovera, Cruda, Dura ,S confata, & dive-
nuta Sdegnofa, Giouanette Belle, Benfatte , Colìtonate,
-Amate ffioneHamente Fergugnofi. Ciouanile,& Giova -
nifi .Affieno fiifio, Errore, Età.Core, Fiorir, Tetto, Figu-
ra,Braccia-Anm,Foglie,Giouanefibi animi i Senno Gt»
vanifiimofiiouanaglta Romana Superba, ueè alt' Indice.
Dan. Ifiphile ingannò la Cuuaneiia. Sotto efii Giova-
netti mompharo SàptoncAr Tompeo.
Ingravidare. Latjmplere,&grauidare.B o c. Forfè nri fari Ringiovanire. Lat. muene fiere, vai far fi giouane, ir nuouo.
Idèo gratini mgrauidare.Ohfinoiingrauidafimv>aome P s t. Et quando piu rmgiouanfce Canno .
andrebbe il fatto i La donna inpaÙUò è due figliuoli ma Noiio,^ nuovo cper raro avm piu veduto, nato aUhoragh-
fihi.La donna da capo ingravidò.
Kngrauidare. Boc. In cafa con la moglie tomatofi la riu-
grauidò al fuo parere .
DÌfiprauidare. Lai. abortum parere, aboriri,aboreri.B o c.
La dina molte arti usi per dovere contro aliorjò dellana
turaéjgramdare.
f.
■Hane,fhfcoJjit.ncuutararut,rtcms.P m.&Boc Can
tar,ColorfConfiglio, Diletto, Dolore, Ernre,Habilo,Soi,
Tempo,FocoJtior,.AugelloA)irèofihetto,Tenfier,Mott-
do,Moda,Soldano,CarÌo,'Nfiua, ir Huova Cortcfia,Con
futtudmeJ)oUexxa,Gente,Tietà,QjithiOHfietiexga,0-
pra,EfiaJ‘igura,Cofa,Ltberti^tagion,A.ngeletta,Eti,
Rema, Trova, "Plpue, ir 'H.uoue Fauole,Lagrime,Medt-.
ùaefPa iole. Rime, Fffie, Forme filerbe, Fagbn^e, Fe.
rute.
H.be
rBtt,Tcntbrt,'ìigm^ "Hiiohi T-'nfKTÌ,& Fiori .
KoncUa ndu. Lit, £t aoiu, nouii mi, a, um, nunquam mfa
fmi-Vi T.cr B o c.Stagton,Tela^tà,& yiu.'ìiouel-
ie,Fiori,Colore^mame,^bjte,'HoueUeRofe,'ìqffiieUi
Spofi RptoMtae Ceno. Ecco 'tiouellatuftelatiu barca ,
meficrCiao "Houellanienie Fida mi partito, Q^nda
"Hauellameiiteioueimi in terra. Et bar 'UpueUamettte
in ogni urna Entrò di lei. Lat. meper,nomJSime ,prt..
tmon. Ma Tionameme Dirol come perfona , acni m»
ulji.
tUmnare,& rimneUare.Lat.renonart, inliaiirare, interpol,
lare. P t T. Deb non rimuellarquel che tri anciie.L' anta
tmorofa^he rtnena t anno, a uiuerft rinena. “blel tempOp
che rinoua i miei fojihn .Et fica forella par che fi rinone .
yirtn,cbe'ntorm i ^rapra^ rinone. B o c. Bocca ha.
filata mn perde nentnra,angi riaoua,comefa la luna.rim
ttonando le rifa ,
Frcfco in necedi Gioiumle , e nnotto. Lat. recent, iuuenilis,
ptnHens. T i r.&R o c. Frefco Dolor ^jtnro, Laureto,
Frefca Herba,Età,Memoria,Giouane , 'Ugneuedcndola
Frefca,e!r bella, Frefcbe'HpneUe,B0fe,Snne,yona, Fre
fchi .Aglt, Fiori . ér m nece di otrérofo,& feir^a fole ;&
per lo freddo i ^tra ilfreddo,e’lcaldo.Lat.frigusopa.
cnm..Aere affai Frefco Jl troppo Frefco qnefla notte m'tif
fefe. .Accio cbe per lo Frefco fi mangi .tà" Fre fio Fonte,
Colle, TianOpFondo, Frefca Mcqna . Fonte,Rina,Frefihi
Sini , ymi , & Ft efebi fimi yjui. Frefibifinne .Acque
Fonti .
Jlinfrefcare nal rinonareA^pigliar frefco .Lat. refrigerare
auram capfare. Ttr. Ter rinfeefear C offre facete a C»
ne. Laffo ,fr ragtenando fi rinfrtfia Quell' ardente difio ,
Fama ^martir ne Camma rinfirefea. B o c. Gli fece
falcare peferinfrefeare alquamo confrefcbifiinuumi,
Difeejò eraarn^efearfi ad una fontana . Sentendoti
nento rinfrefoart . & Frejcbr^ .per lo nigore, nedi
f indice.
Rf ccntc. Lat.B o c. ReeenteVeccato. & Recenti Viagbe.
y ctAc pergionanile. Latjiuidisàuneatus. P'i T.(f- B o c.
yerde Età, Etate,Difir. y cedi ama, yerde naturale a
e i%t. yerde per bicolore a ili.
Soro, ual di prima pernia A n i. Et bor potrà Ruggiergio
naneSaroFarmiàaSoloafih,oianno,o Scornoiidefl
gtouane dt prima baiba .
Taetni.Lar.Themis.Dea de Centili,laqnale biTamafomon
te daua reffiòfi^ molto ofcnri,come di Deucaboneje Ttr
ra dopo il dtbaao , jl quali domandando in cbe modo po-
teflino nSiaurare Ltgenerattoae bumana , rifiofe , che
fi Rafano dopale fralleCofladellamadre ,tlqualeo-
racoto Di ucalione interpretato,cbe la madre fta L terra,
dr C afra nella terra fiam le pietre .Dan. Qml Themi ,
tlrSphingpmmtiperJùade.
.Triforme Deafdefi Diana. Knt.O fiata Dea, cbe dagli
antitbi noShrt Debitamente fit detta Triforme, Cbc'n eie
lofin terra, e net infirmo moflri L’alta bellexxa tua fótta
f tu forme. V i K.Tudea,tupr*fininollrofuccurTelaboa
ri fAfirorum decus,&nemontm Latoma enfros:
Brilona Dea della guerra . Tallade Dea della Sapiemia .
Napea Dea,^ nimpba de Fiori. Pomona Dea de Frjit
*i,Ó'de Ftort.ìAephitiDeadi gramftimoodore . Luci-
■a DeafauortnoU al pari», Themi Bea de rigonfi, ^
CICLO Sa turno j }
Dea de GmliliMdiJifopra lao,& Samathea Dee ma
riifr.Seia Dea della Stmenza.Tutte fono a gli Juoi luoghi
per ordine collocate .
lào\o. Ut. m greco fignificaimagine.P s r L'Idolo mio fi ol *4»
ptto in Merde Uuro.ldolo un nome yano. CCidoli fnoi fa-
ranno in terra fiarfi .
Belo il cui hebbe principio CldoLuria ; Coflui fu padre di
’tiino ; il quale per lo troppo àfidrrio,che lafilato gli ba-
nca morendo il figliuolo, per confoUre Ufuo dolore lo fece
fioiptrem uno hìolofioqualfu pot dal uolgo adorato,& pe
rò fu fonte .l'errore, perche quiui hebbe onnapioCldota.
tria.nonperfua colpa,>>ia diTqmo fuo frgbMolo.ondc il no
Jlro P E T Belo , dune riman fonte d'errore Tfon per fua
colpa.tli Tfmo ucdi 0477,
Micometto. UtMabomeIN Idolo JeTurihi.D a N.Ke«
dttome jlroptatoi Macometto. Ari. Cbumaudoutte '
jiimottioilgran Maumete.ucdi a
T l .A tf-R T I,
Puaeti. Ut. pianeta L’anima noflra fcendendonclcorpo tqg
nofironceue^l Soie uirtù .perlaquale aiquifla fiin-
tÌJ,&opimone.Sìtutno gltda ratiocinatione. Gioue
la pratiia,& fatitene. M.aneardort,& ammcfità.Vc-
nerc il molo nella cupidità. Mercurio la proniuuia. Lu-
na j/ifwnfiiewKiìihpMiiriirf, tir generare^ augu-
mtmare i corpi. P s Quando’ l Tiancta , che àjlmgut
t bore Qual fiero Tianeia cotunen chefegua He/iun Tia
nclaapianger mi condanna. So c.Siiomengono tra
uci,CrmeionguoigereiTianai.
SATVRNO 5. GIOVE f. MARTE
SOLE Q. VENERE p. UVRCVa
RIO$ . 1.V N A 3.
s u T y R 'n^o.
Aturno. Ut. Taire di Gioue, diTkto,di 244
'Heituno,&di Giunone figbuolo dt Ceto,&
é yejla , tagliò il membro mrtle a Suo pa-
dre, & gittollo nel mare , donde ne nacque
, m m mi ^ cnere,& mangiò t figliuoli eccetto Gioue;
d-ilquale lai dito di Creti uenae in Italia . i Ttanera dtur
uo,mafcobno,freddo,fectoAF Malencomco; Timido/'et ;
cbio,StenleMaUgno,.Auaro,Tigro, Solaano, Inutdiofi.
Ma graue,& accortoalF fàggio, {fi dt reai naiura.(fian
chor thè fia piu rimato dalla terra deglialtri Tianeti , i
pcròpiunoituo,{fièfigntficatoredcgb.Antubt,{fiaate-
tefsart delle Sepolture de morti, delle Trighiù, &àogrd
Coltura di terra , degli Eéfia.efi J'ogm Caua di metal-
li , di ihefori occulti ~fa l’buomo di feudo baino, (fi ama-
tore di cofefetidc,(fib>rde,Tigro,Lento, di color Tallida,
dt corpo Curuo , Magro,ycnofò .Lebbra grofie ; gambe,
fottib , & Tempre guardante alla terra, poco paria, poco
iibiMnoji . difidcra piu il mafebio ,tbe la femina . Ma '.
?uan.loébriiéfioflofa l’huumo Muto, Calio,{fi di pr»
mie opinitm,& diuerfe. T^pn s’allegra ; L'ira fua è im-
putabile .poco ama f di leggieri Ufiia la cefa amata-, prò
duce Sacerdoti, ma piu Rebgiofi ueflui a nero, cr di color
éurra,et .sipofi*ti,Sifmatiit,UtrelUi,Simom4ciequii »
Saturna
CIELO
Saturno
li, cht combattono a corpo, a corpo, Incantatori,Cimgici, namoròft forte ilTropoTìo della chiift .
Harmomaciiàr Sogni jàrte S Indouiruttart.Vsgh huomi Trcte. Lat.prcsbyttr, ideft femor. B o c. Tcrche Frate tot
m signoreggia alla Malenconia. "Hrlle fette i lignificato- Trae a farà tbe'l uoglta ,opofia affoluere . Vna noneliét
re deila Giudaica, ha luce in fé, ma la riceue dagli al contra a Tretià <l*aii [opra le noHre donne hanno bandi-
tri Tiaiicti,mafiime dal Sole ; ù" pcrthe lo Sale lo fa In- te le croci. Che andando due,o tre l^ti con una croce per
tido,& rifcaldalo gliinimico„Amalo-dutnnno!fape- «no. A r i.BiTretiarirratipuiperfotUrarlo.
nuria, fredda, ghiaci io, & pcjte ; il fino di i Sabato ; "Ng i Frate. Lat.frater. P i tSen fi po diramo Frate tu nai Mo
Metalli Significa il Tiombo,ir il ferro rnggincji. gban firando altrui la uia ; onde fonente folli fmarrito . I neri
■ - " ■ : r f FraticelhfBigi^iBianchi.B oc.FrateSantoJ^alente,
yalentifimo,Solenne,Matto, Brodaiuolo, Manucator di
torte.Fraii Minori.CreduliJiodierni,..dmaton,& yi fitta
toriaion jolamente é donne , ma di Mona fieri . Furono i
Frati Santi ffimi,& y olenti huomini. ffon fi uergognano
di oppa rir Grafi, CT Coloriti nel nifi) , Morbidi ne uefìi-
menti La hipocrrfia de Frati. Fraticello Tai^. BefliaUt
e!r Inuiiafio. uedi nell Indice, dono fono belìifiimi difeorfi.
Dan. Come Frati mótor nonno per uia.
Maccelliere JatJiaccbalarius, è iena égniti tra (acri thè»
logi. D A N. 5i come il Baccellier iarma , & non parla,
RELIGIONE, VECCHIEZZA, TEM- Uncbe’lmaefirolaqueFi'm propone, Ter approuarU
PO, AtìRICOLTVRA, POVERTÀ*, nonperterminarlaJSaccalare.uediataS.
avariti A, PRIGIONI, Romito cofi detto per Jlarrifirettoin nnluogo ,& Jòlo ad
babitare . Lat. Fremita. B o c. Ma cella S uno komito
R E L I C I 0 "H^E, ^uant.MuaniicbeRomitafòfle.ynadiqnelleRomite-
Tiacefie ad uno Romitelio. & quando dinota nftrelto,iie-
E\ipon.Relighfi,Ordineperlareligion, dia «794.
Moti, Bade^e^acerdoti.Threti, Frati fio Eremita. Lat.& .Anaeboreta. A R i. E benedillo il fempli
mitlfiacceUteri,Tingpcberi,Brtpcbi,Cbe- ce Eremita.T<(amga infin lapoppa ynEremtta.
ncifilonachi,Suore,Mifierio. Romeo lo Eremita . Lat. Eremua .Ari. Fece'l Romei»
Religione. Lat.RfligioMdrodo,cheedi- cbiamarncllafua corte,
fico Epheo confliluila religione degli Ioni.& laChriHU Piniochcro. LatJerttj babitusair P^ft legge ffe tefii
tubigli iLdiiarono la Tefludine . .Alcuna udita fignifica
Tempo /inde in greco è detto Cronos, che rimoffa Caf^ra-
pone deriua da Cbronoi , che Snota Tempo , onde fi dice
[Età di Saturno, & .Alano afiroligo fcrmtndo di Satur-
no àceMic algore fuo furatur gaudia ueris. Furatur^ de
CMS pratu,& tydera fiorumjà' quello è quando egli da ui
gore alla Luiia.gli antichi lo figurarono con la falce.
Saturno Tadre antico . yeccbio ,Malenconico , Tenace .
D AM. ymto da terrai talhor da Saturno.? t t-Allhor
riprende ardir Satumo,& Marte .
na Rcligune bebbe principio da gli Ztpofioti. B o c. Reli-
gione Cbrifliana.Lucida,CbUra.Uuoara Religione ou.
mentare,&piu Santa,& piuJjicida diuenire .
Rcligiofo. Inr. Boc.yn Religiofoanaro .Tipi cbefiamo
ReligiofifieUgiofe Donne. -
Ordine per la Religione. Lat relipo. toc. DifirSer Cia.
antichi J il frate del tergo ordine di fian Francefeo.cr d’al
tri. ho c.Eflendo tutto dato alto fiiirito fi feerTingpchem
ro di queiU di fan Francefeo, i fiati con le fimbrie amplifji
me auolgcndofì molte Tingpcbere , molte nedone , molt*
altre fcioecbef emine, ^ huomini S auilupparui folto 1 in-
gegnano
pelletto al fiate, lobo femprebauta^etialedeuotioneal Cherico. Lat. clericus.Cra.bierodolns,&TbalacruM la
mitro Ordine . iberica. B o c. Conte un Cherico magnifico foffe.Lauita
Sacerdote. Latfàcerdotes.h o c; Idufficio.cbe in talgior-
*4*
no fi canta celebrato da Sacerdoti. Il qual ordine anchora
fi feruane Tapati,t!rSacerdolij.LA.AKl. Rtlipon
non gioua al Sacerdote.
•4S bUderio, Cra.Myfierium,& Lat facrum arcanum, appar
fcelerata,& lorda de Cberici. yngarxflnettoaguifa, che
fefie flato il Cherico del Trete . yno mio Cheriebetto. Et
fecondo la quabtà del morto ui ueniua il Cbericato. L'ordi
ne del Cbericato.Dktc.Et fe tutti far Cherà,qneBi Cber
imi a la finiHra noftra.
lenite fioloafaccrJoti.\tii.Tercbe àrea ilmiofludioal- Monaco.Utjnonacus,&canobitaJe.B o e.ynoMona.
to mifieno Mi faceffe Merlm meglio palefie.Tur crtdi,che cogiouaneMeffer lo Monaco come Mifericordiofo . yna
nòn'fiemta alto n^erio yenuto fei da [artico Hem^erio. Monaca gùmane. Il Monacaleojfieiofublime. A u. Ari.
Arczaoiilfecretodclcieloaieéaó. Monaca t’andò a render fin in Dalia. Steron granpartt
Abate. Ut. abbas.hoc.yu Mate, ilquale in ogni eofia col Monaco faggio . _
era fiantiffimo, fuori che neh' opera delle f emine . Santiffi - Donne per te Monache .hoc. il qual non contentando^
PUI& gwfioera tenulo.MolioMdulo.Santofiauio.ue del falario fatta la ragione conio CafialdodeUe danne,*
Mlndue.H Kìi.llcaualiere Ubate Giouacibmo.Io fu Lampolecchiofe ne tornò.
MateinfanZcnoayerona.'ìielqualiCbriao Mate Suora, la monaca. Lat. forar, hoc. lo credo che tutte la
dd collegio , 4**®*'^ ^ domirt , Dan. J fui nel mudo uer^i*
^adelfia, & non MadeflaJa priora delle monache quello ne suora.
ne tefii aiitiibi,eeqiieftonemodemi.Ut Matifia. hoc. Chic fia. Tempio, Monanero,CBiiento,Tarocebiafi)elitb^
la Badefia andandoun di tutta fola per lo giardmo.LaBa Lhiofiro,Chmtero,.Altare,Cella^ermo,Eroce, Croafif-
dtfia pohafi a federe in capitolo. Era quella notte laBa- fo. aedi ai luoghi loro .
defia accompagnata. & in altri Loghi.
tiopQ&oiH'Preitefio.Ut.prapofitiu.hàC.DtUiiMu
yeccbitxEA
' Saturno
yZCCHIEZZ^’
C 1 E L O
SaruiHiu
J4
Ecchiciza . yetchh > y fglie , yi^ufio ,
^mco ^bantUo^ene,ScniU,Vr%liO, Cat
IiuuiJiMao^noio, Cuniuo, Ctlkù, Bunuo,
CurnMu,Iii(bineiiole,Di:ircpito^ Tjjftto.
Vccchiciza. Lat.fciteSMs.yeabiofi(lue
qMtUo,che per lo pojiato ejiendo gu fitto lungo tempo ft,
euubora utue,dr durojeome yecchto buumo, K etthio Co
fililo inoHn y eubt, thè gu fi tramuto tu tuo (mt non
yeccht diremo t noUrt ^uolttibegutfòno morti . putito
fi dee attendere quello , che peradtetrofit ,aiìòcb è fiato
molto tempo fa, crcoftquello che fiaaiprejèate ,come
quello che non i piutcome ,^atico nomer^uttea Ctttà,et
t uofin Unticbiaioèimliri predecefiort.P B t.yeccbiei^
%a ylttmaaafiao a la yeccbìr^. ilmfii in y eccbiexi;a
la lianqiò da morte. B o c.yecchiexvylttma.S trema,
fpertmeutatanegbaffMOtif&pìenadtamfigb.La Bun-
ca yecchiexxa jùmmo uforiumodemetidicantt.
mc,Tatrimom,Vere,frate.sAntica Citte Ijonna.lo »ii
HO all' ,4ntica.,4Hlichc fiamme Jmagmi,^utuhi Huo~
mvti.Secondo che git .Antubt ratcotuauo . .Amtcbifitiua
Cutà..Auttchifiimo «4 imco/Hemico. .Aattcamertte folen
ua ufarji. uedil' Indice. P£ r .Antico fianco, C>iogi>,y lai
gio^ajcioJiiitttofi'alorc,fior,Secretarto,Amante,Sti-
le,Stgnor,ioggierno,ilafi’int))a,al tempo .Antico.Trouer
bnama cbiiamafi fatto .Aulico..AnTÌct Madrr.Tncio
tte,Sirada,y l'amba Jilie, Soma, Domu,Belli^aJ'uttitor.
tute a la grà Madre Mnttia,MiUuhe iotue, Cartc,Mu~.
ra,Tughe,Opre,Troue,MedtciiieJiagioH,Memorie,Mni
tubi Lacci,TcnfierJ>efir,Legge Mmiqua. L'Mmiquifii-
mo fabro Siciliano . L MntiquifStmo .Albergodt Sibilla..
La differenza, che fi fa tra Mniuo,!}" yecihtoaiedidt\o-,
pra a yeccbto 4 J 84 D AN.r« uecchio bianco per l' Ma-,
tfcoptlo.Untico "Poeta, Mondo/'crfo,.AuerJàrio, Pecca
to,Errore..Antica Hachele,Miiima, fiamma, JUa,Liepa,
Strega,Selua,Mnttche donne, Gemi, Bomane,Siritiure.
gb uofin amubi,Regi,moltt,.^nticanieme.
yecchio.LatJUtus,& feuexcamu;&.Anutkuecchia: Abantico. Lat.amiquaus ab bominum memoria abanti.
decrepita leue.v queUo.cbe pafia Bojinai. Par. yecehio co, ohm. ualamicaiacme .D a s. Che difeefe da fieJoL
Stamo.GcanyetcbioMagra.UytabioPiexiMlncra Ubtnuco. \
na „Ardeute,Pettiuàdo alfuo yecchto 1 buucbi ueUt.Cbt Sctst,& Senile.Ut. D A u £l forno S ette ; yola congli oc
legno yecchio mai non refe tarloSta mane traunfaucwl chi.&uiàunSene yefiiio con le gemi glorio fe . P s T..
k,a- hoTfoHueccbio.Ia>danJo pini morir yecchto cbeit frutto Senile m (ni giouanil fiore. San. Cb’i danno in<
culU.yecehtStanthuyecchUOùofaa-lenta.U Stanca. g/ouentnaurgognaalSenio.yocedaaimnfarfinellaliu-
yeuhiarella PeU^iina Mouefìl yeccbiarel Canuto, & gua nofira .
Bianco od dolce locoJbttto da gli aniiia- dal camino Stan PriicoJat.ualamieo.Vie t.Tra lofiUdemoierni.e'lSer-
co.yidiHipiailyecchiarel.Ma4uaofancinllo,SÌrFie- monPrifco. L'ufo per cretto della rima.
*0 yeglio.Tu (è pur Veglio. B o c. yecchi jteanci,frut AaoÌQcty Jiuo.Ut. anut Par. Veditpadrediquefio, &
tLVna yeubiaGrecaafiendo yeccbtfiimo. il buon' buon r» id-R abr^hon. Uni- CrMuo rcJiuilcro,
e,cbcgia Vecchio tra. So^,Impax:zito . Daue la cnu
da^et bombile uifia D'un Vecchio fre^fi.uuidoxt
uaroogm bora conaffdunopium’attriSla. V i.Mitrida^
Mes difie Vegliardo tu fi morto , tdefi uecchiaccio ,oVk
gUacco,uoce Spagnola. A n t. Siche finirò il camo,tiruu
fiaffeccbioQjielcbeper ircqipo dirnccade al Vecchio.
iiedi £V/4ku . ideH .Abraham . B o c. Semita cofiuiloro»
Anolo efiere . Dal filo .Auola a&euato . (Secando ch'mai
fua Uuolafoteua lùre ) Della beredieà de mici pafali .A-
uoli.nediClndice.D AH.La ou andanaf Muoio alacer-
eaJdefiUfiioanteerfìore. Ab. i.Laftre,&Culonne ,eU‘
dorate tram,Cbefurin prezzo a li lor padri , ©• Ani. Et,
de uoSirt MuuUnfirid ceppo Vecchio.
T^unuifimoflròJénouunVegiio;Ueutiljanguere-c P aSfati Laiaiita funai£ o e:.! mia Pajfati Muoliaieàa
ta,non iardirfeiuga . Tempo ai99.& per morti 4 i ò 1 7.
Veglio Vegliardo, aedi di [opra a Vecchio. Canuto Jjitwnjurfjr aéut Boc. Si come colmicbe uec- »
Vctnfto.Lw Dan.IniIi parufft ponero^t VetnHo.Dal de- ehm Canuto, &■ barbuto era. Par. Moueffluecchiarel
tiro uidi quelpadreVetufio. Aot. Rtmprouerar tutu gli Canuto eVBiancoSotto biondi capei Canuta mente.Pen-
honor VauSh De tarme inuitte aUa fua Italia damo. fier Canuti ingmeand ernie . Ab. i.Tfiel prono ihmjlro
Cattino ualnecchio,arpermtta.triftoe&fruSlo.Lit.ma. unafeminaCanafiUaunafjuitrahea.BB H.pafleggjia-
hn,coHfumptuta3tefuifitfiipatui.BoeUìatogUpanniaf ncarmufiimo e barbuto. As.
fu Cattiui . Di queUi tre letti feeeil meno CaUiuo accon. fiianco per canuto .Lat.canus.PB r. Mouefi'l uecchierel
tiare per gli due giouani.& quando dinota fcelerato uedi canutOAÌr Bianco . Si cb’a la morte in un punto s'arriua ,
- - O con le brunefi con le Bianche Chiome. '
Rancio f er c«ÌMT, »r(6 4 8 1 9.
c ai66j.&permeHoai6»4.&ptrpoueroa}ti.eV
per prigione. Ab..
tnnecchiare.Lat.fenef rete. B oc. lo potrò affettando inuec
chiare . Quando a mnecchiano .mi fon mueccbiato . uedi
flndice.PBT. Che gran duol rare uolie amen che' mucchi,
già fot IO non m' muecchio.
•jo Anticliita'.i4t.4iwi^««4i, uetufiat.B o c. V Antico Pag-
ello con le circonftante Antichaglie, & anchora quan-
te tofe mirabili in quelle parti la reuertndifiona Antichi
tà per gli loro autori rapprelimanoTu.AB.l.Videue-
ntrunafeminaanttca.Cbeiafiae fiancaeradilunga uia
Ma ma piu afflitta di malinconia.
Antico antiquo J o c.Lat.aatiqunt.B o c. Antico CoRiiq
TEMPO.
Empo,Stagiune,Termine,Etd,Seeoli,Lu- a 5 j
lln.Tnlu{lre.Inilicioni,Anm,sirfi, Seiii-
mant.Giornifil,Hore,Momenii, Internai
li,tnterfiti,Punti,Minuti,A tomi,ehe /..»»
indiuifibHi,Trattotraito, M.iwnt,M.ttfu •
tino.Hoggi,Ancoi }iieri,DomaH,D(m <tli
na,\llbora,Kdborttal^r,Qiulhor,Allhorafibor.Aibor
E q
-
Saturno ' C I E L "O Saturno
tJhBT.Opii bar, M opàhora, Harhora , IitijHella, ^ Stagione. Ut. Tempus. T i t.&H o c. Sumfitit, riotta, 1*4
tanto, Tal Kolta, .Awhar.Trtfetaen^iprefemc.Tretni 'HoucìlaJjinga,Tar(Uj^rtJda,ComTaria,ydurl<a,Mi- ^7^.
to,fiititro,Hor,Gia,GLwui,Fm,Mai,S^uaudoJÌHaH- randa . U Stagiona-beUfi-eddo perde. Taffataila'sia-
dutiHe.Ter tfpo,Ver tcmpiflimo,.A bnonhera, Inumpe.. pon.£ra ne la Stagion,ihe l'tqmnottn) Fa nmator il vior
Jiuo,Tardip' ardo, ÌerotmoJ3uonmioiio,Cotidano, Sem no,xìrTrogae rude Conia ftreUaaiJnodoke utotto. La
frc,Contiaokamente,THttania,Toi,Vofcia, Come,Men- S tagion di tfion.Laperutrjìtddeila Stagione , Frutti fc-
tre,Dopo,Dapoi,Tez7p,Ti:;pta,^toltoJ'iiqiiaJ^nqiian- tondotbela Stagm portaua ..A pm tarda Stagnile. *
to,CKari,Spatioétempo.Dotia,Diatrgt,Dinair^,Daiian Mengtadua.
n,Auami,lmaitv,Uiw,.Am:itenipo,Diitro, Adietro, ^ooicàifigniiicabMontmpo.Ut.ptrenitasjrranqiiUH..
TeHè,udd£fio,lfia,Mò.Dainéinqua,Vafiato,.Andare, htt,platiditas,matatia,a,la bonactiadelmare.D as.C»
Tanto, Breae,Inbreke,.A:bada,Iadngio.l'n batter d'ot- ntrfel merlo per poca Bonauia,
thio.VrefióXofto, Anactto, Iniprviufo,Reptntc, Subito, Termi ne che tempo figntfica. Ut.terminns. B o c.Di ritri
ùibotiojmmantinauejncontanauijnflante. Spaccia- narmi al termine poftomTaiua,Ch'toalTermtncpremer
ta»icnte,Sp>ouediaa, A mano a mano, L'io tua . attem- fo non ti rendei i tuoi danari . £t feco penJando quali inS
perare,aggiomare,tardare, badare, indugiare, cimtare,' picciol Temane doueatto duunire lefue riccbezze.£t ma
contmouare , pajSarc , trapajiare , andare , abhremare , no Termine i fi lungo, iberni bajlaffe a pienainente poter
ofcortiare. ’«ringratiareJEtpafiatoéimnieJi,&dtdueiiTernime,
Icmpo. UtJcmpns,Dimandato.Arcbimenidef3mofophi &■ quando figmfiiailfineaiedi a 1617.0- quando dinota
lofopho,che cofit era Tempo,rifpop:J uno inuentorr di cut luogo a Accidente, a 1 57.
tcleitfenuoue,eiiinrigifindcUecuteantiche,&équel, i.ti£.tate,ir£tade±atMas.TtT.&QocTrima Ciò- fSS
che utdeprtniipiareAmmegareasr finire tutte le cofi.eSr •iantk.Frefca,^loMa,ìipuelU,Acerba,fiortta,H<^fia,
in fomma il Tempo i quel,ibe a tutte le cofi da finec&fii Unga,& Grande Jjtt. grandenus. Matura, Tiu yerde
pra tutte le afe bafignoria,Senonfopra la uerità. P tr. Tiu Bella , pm Cara, Men Fnfea . QjuUaabeépiu £tà
è- B O c. TempoTrinto,Dolce,Urto,Migliore,Uue,An tra.di itera £td,Vfiena £tà,FuturainagliùnJella pm
Ìato,Motto,ConutneuoteA>ebito, Amiio,Lungo,Urgo, finte. A u. L'Aurea iti di Saturno non tornò mai , efi\
Segueiue,yrloce,Rk ompereuoleJ^ugate.TajiatoJBreuei quella éGioue d'A-rtemofu Migliere,& quella di Rama
BrcuiJfimo,Ticciolo,Toio, Troppo, Gran TépOAcertoT. jiguentepoL A M. £ra di mia Beate ApnleJSloria di no
ne guari T eraXa Lunghexga,& Corteo^ del TtMtrto Jira Etatc.Debilo émondo, Cy dekio a lEtate. Ciunfe A
elT.’HeLT.auemre.BuonT.paJiato.'Upnianthorgran laTerra pm Fiorita Etale.
i, ^•‘Hs'>moltoT.dauantLChecorre,ejruoia.Cbetima,àr iecolo. Lat.fecubun,*imm .dinota Tempo nelle fiacre leu
t*opre.AT.AÌ.T.Suo,.Miopruo,Anrfi InnangfiTerT. tere,&appolatiniùofi>aliodicentamu,TBT.& Boci
diT.inT. D’ogniT.Tiu T.lnquelT. ITempi Tafiati Secolo TuniPorgpgbo.yotodtualore.Honordel najiro
AntUhi, Moderni, a noflri Tempi per la commoditd Setolo . Il ficolpiea (terrori ofinri/irfofchi.dl Secai cb»
del tempo Opponiou,Conucneuolc,Bkeao,Dehila, Quan- uerrà.Secoli Molti Fcbaanoiìri Secoli. Hauendo piu St
dpTempoguparue,yenutoilTempo,'PrefoTenipo,Tem folbcbe'lnaouanteCeruo.ttSecolimttord'ogni celebro.
pil'anf.'UtlTempoaucnireJjtt.infiutieruni.&polibac. D kn. Che faccia il Secai perfine uie.
D A N Tempo era dal principto del mattiuo.ll qual l'ag, Liilkri.Lat.LuJlroèfiatiodtciuqueanuì. P tT.f'ul^a'i
gira Sempre in quell'aria fatt^ Tempo tinta, uiefifimea . fil non pur onnijuaLi^iri. A tea. mani parca imèrualt
ordine ,0 rmfiura. a T cmpo,& biogejMtJifiquequaqne. lo di moUi je molii,non ch'anni ; ma lufln.'ìie thè fina non
*53/Pxrtcmpo.Lat.temporiuusanature.&tempefiiue.P ir. bàtate habbia piu Lufihi Semata ; è feruerà.
yattem tnfla;cbe nottua TcrTtmpo Chidopolafiai 7nhx(lre.Lai.ttrnumlulirum,^tertia oiympksapui
[uoi^piufereni.EtmefafiTerTempocaugiaTprio.U Cra.tmlediqumdicram.P l nContùiuamloilniiofo-
cielnafiprlla a uoi parrà Ter Tempo fine le pruueufiat'e. fpirTnlufire..
Mutai per Tempo Air le mie prime Labbia. Som per tardi liiàitione.Lat.iBdiQuÀ:ilfiiatioéquioditiaiiai,&piglu. >
fieguiruififepeTTcmpo.EllamutardiAiueriopiu'PorTf fiperiotempo.£otSCiime U donna hebbei danari, cofi
po. che la colpa i pur mia ;ibe pui Ter Tempo Douoaa^ i i fi cominciarono te Induioni a mutare .Ani. Che Caien-
SrirgUocthi.TnmaporiaTtrTempaiiemrmeno.yni- dr,&Ià ui flette. .
magme falda ééamanteadefl piu toflo,o con tur^he^ AtmoJfertùuofimpiuXratuttigtihtiomimigUEgittii}>eh
di t cnipo . C he mai non incomiuin aflai Ter Tempi. Tee ?. bero ne primi tempi Panno perfino, et affiMutui et Huma
fino amor m er io mejfio A fiaticofia imprefia afiai Ter Té- TompUiofiedmlo Re de Romani fudprtmo,tbe ordinafie i
po.Teròpiufieinoogm bor di Tempo inTempoSeguen- tannodidtdici meft.Pix.^ Boc.Auuotertio,yndeci-
dofiiTemwm Tempomifiifiamehdara. mo.QiamedetàmoAefiiadetimoMdlrfimo,yUimo,yentn
■ Tempo per la Stagione, 0 qualità del tempo JaUempcflai. ro . Il buon di/l buon Anno . Benedetto fia l’Anno. Col
Tir.&Boc. Caldo, Freddo,'Hpuo,CiouanìIe,ideSì Mal Anna. jntniMJtHri,TafiaUcMigliori,Tothi,Canu .. . -
della primauera . Bcu difioflo,Cbianfitmo, Teflilemtofio, li,lR>Ui,CKmamluMigliori,Tuertbj'iràJuteri, Molili '
RtaluagiOjAjprofi/o, FÌertfiimo,Temptflofio,Contrttm, Spefii,Trimi,Cotanlin^uari, Malanni Ab yem'otto anni
Fortunal^unultnafioÀdeRitnerno.uedta Gemini. intrauaJ)ucfitte,Diciotlo,Rottodagltanai.Fnggottgli
Attemparx.Lat. finere,& fitnefieere .P ir cT troppo inlei , arwtAmn^gltattnt.Alfiordegbanmi£ràgliannidel
maltempi . eh a dir àttero homat troppo m'athmpo. ■ la fruttifera mcamatianedel figbuol iblèo al nuniem
Dnu.CbepmmigraMerd;Compium‘ateimp»i , 4-. f*neBut«émlirtTtientoquarattÌoit^Gli.,fiinalt Rga ^
• , mam
rSMurno C 1 £ l O Sctimiò jy
mMii pieni tUTrkmif hi. D All .Anchor Miti nffh'ojun. tioucnibre . iM.tmamberperefienU itOMmejè,iieitrà
feiuodimJip4reuhi.Aimim/iisentiloliritio Dolorofi fiipran Ottobre.
t/lma . Mille, iegeiuo coitfejsemafei .Amo compier. Vm Dicembre. Lat.decenà>eT.K ri./ bianchi gigli fi le uenm
^nnipaliatulMnM del gikbtlco.ln quella parte del ga gài rofe Da ma cader per loglio fi per Dicembre,
nonetto Mnao.CheUfoTi crm fatto l'acquano tempra . ap Caitndi. Lat. éciamo il primo é del mefe. hoc. Iddio ut
frifyoConuien,cJieqmeIiacaggiaiafrjtrrfi)li,idelhnfra dia il buon anm,<tr le buone Calcndi Senza fallo a Caleiu
ereanm.Lat.tricnmum,q. élarà capitano Buffalmacco...AUaqualedCalendidi Gen
Xqnoaao.Lat.yertunusDiodeHUnM.nedithilìoriaa natofegmtaua.K r i.DelRe ni dico fihe Colende, & lèi
fiót.alluogefuo.&Aii.l'ertnamnon ladupraatriq- f'i {lette finche uolfe ilrifoinpianto .
formarfe . Cgiendirio Jat.feliorium. B oc.lncomincii ad infegna-
iii\2nno.Lat.mfortuniumaialcoiitinenoaff'éat)e,e!rfafli- re a cojleiun Calendario buom da fanciulli.
du>,ft qnafituitofanno male. D a' w. Ha ella tratti jèco Scttim2ni.Lat.&bebdomada,t'o.nuouo, jpatium feotem ì6o
nel Malanno, hoc. Col malanno. éeruneh oc. E/sefianiio tutta la SeUimanarinchiufe.
Vguanno>/4<.i)M annoatal qneSl'anm; nocabelo da f'illa.
£ o c.Mi conuenne l'gnanno dinemre amica. Io non ha.,
nrò yguannopace con lui .
* MeCe.lat.Mcifiii. P t t. Benedetto fta'I giorno il Mefe , tir
tamioMefiSirani,Gai,Vechi.h o c. lui ben ad un Me
Ch'ella fio neUamiacafauktna da tre Meft Hata.
Cconaio,e^ Gennaro JM.IanuarÌMi.lìueHo mefe,&an-
tho Febraio furomaggiunii da Romani all' anno eh Roma
lo, tir ordini cbe'l principio drltamo fofji efio Gemuto,
e lo denomini da Giano/l quale i Gentili credeuano efiere
Dio if ogni principioitSr Febraio denomini da Februa.cbe
figmfica purgattone,Terche in quel mefe faceUaiui ifacr*
fici per purgare Panane de morti.Tercheancbora la chie
fa Romana {ègmtando qnejio ordine pone Gennaio primi,
fto, & capok anno. Dan-. Ma prona che Gennaio lutto
fijuerm B o c. Del mefi di Gennaio. lldldellnCaiendidi
Gennaio P i r.Mojirandoui un dlMgpfio/ir di Gennaro.
Febraio.lat.februariuijtedidi/Mra a Gennaio.
Marzo. Lat.martms.hoc.D^aiLMaTzg ,&'dproffic
mo Luglio.
tfS Aprile.Lat.P tr.£ i fior di .Aprii morrannoin ogni piag~
gia.Su l'bora prima U di feHo it .Aprile . Ch'era de Panno,
di nua etate .AprileX’hora prim'erafi'l di fé fio S .Aprile.
Gli altri afciugajfe un piu corte fi .Aprile. Il di fèllo d’.Aa
frdetn Phoraprima.h o c.Qjufifrefcarofad'.Aprile.
T.'ìfei dolce tepo del Tauro,o del Gemini „Al fuon di Tré
gne,t!r Thdomena deHomifideft Ì .Aprile, & di Maggio.
Miggio.Lat.maiui. P i x. Due rofe frefche,& colte in pa
radili Vaitr'hier nafeendo d di primo di Maggio . Gli or-
faccbijuoi.Chetrouarondi Maggma^ra pafiura.DAU.
£t qual annuntiatriee degli albori L'aura di Maggio mo -
tufi ,&olega . B o c. Eflendo Thebo nelle braccu di
CaHore ,t!rdi TtMuce ,Uefiefiendo d Sol al tempo di
Maggio ,0 Giugno. San. yn bel fiorito, &dilettofi
Maggio.
Luglio, d- Giulio. Latàuliut. hoc.il profiimo Luglio ue-
nente. Et egli itefiidi Luglio, che fara d hagnarfi dilette.
uole.S AH. Ter le lor Grotte da P.AgoHo al Giulio.
*S9 ^SoUo.LatJtugufiui.D a v.Tfe fol featdando nuuole d'.A
goHo.S AH.dal.AgoHo al Giulia.
Settembre, Lat. September, cofi detto per efiere d fettimo
nell'ordine .
Ottobre. Lat. oHober,peTejferHelPottauo luogo collocato.
Krci.TradfindL Ottobre, e'I capo di "Ffonembre, "Hs lo
fiagwn , che la fiondafd uefia yède leuarfi , edifeoprir le
membra Tepida pianta Jùi che nuda redi, Euangli augel
hafìrettafcbierainfiemt.
Confefiarmi almeno ogni Settimana una uolta.
Q'ìOtnoJait.diei,T a r.& B o c. Giorno Benedetto,Chia-
ro,Dolce,Licto,HoMrato,Trimo,yltimo,0/iuro,'Hnii-
loJod^rcddo,Crudo,Bfircmo, Tenebro/o fi megp'l Giorno,
Tiu bel giorno. Tien di noia. Giorni TerfettifAUegn.Chia,
ri,Tochi, Breui,Terduii, Trilli, 0 fiuti, Efiremifi'ltam.
y alane i Ciorm,Cioniata Efiremafifiura. QjieHa pii- . .
ma Giornata.Mlfindtfua Giornata. Le Gu» nate di mia
uita,Gran Giornate . dejirittione del Giorno, o delmattiL
no. Boc .yeggédo il Rf, cbe'l fide cormnciaua a far fi gioì
lo. yna mattina prima che’l fol l'apparecchiafle d'entra-.
re nell'aurora Lat ante lucanus. Ma fi tofio come t chiari
raggi di .Apollo ne recheranno il Giorno . Hauendo dfole ‘
Oen gli acuti raggi cominciato a difiolnere te ofatrr trae- i
hre. Come d nuouo Sole ufii nel mondo . Tot che Thebo co
tepidi raggi recò nuouo fiiUdore. Thebo bauea gu rafiiut
te le brtnojè herbe . Rendè la chiara luce di 'Pbeioi raggi ■
fimi conf ortando le tramortite herbette.jth caualiero le-,
uafu,non dormire; non uedt colui ,lo cmfigbucdo feppe fi
mal guardar t ardente carro della lutefihe anebora fi pn
re nelle noHre regioni, che già co funi raggi ha cacciate le
felle i Le notturne tenebre dopo h loro .jpatq trapafiarom
UOJ&- Titan ueimto nell aurora recò lo nuouo Giorno. S a-
ittoil fide nell aurora . tutte le foprafiritte auttoritan fo-
no ufiite nel Th. tir parte nell' A m uedi aU'Indtce.DA n.
Vedba uincendo Phora mattutina , Che fuggia'nitan-
gi,fi che di lontano ConobbPl tremolar de la nurina . .
Temp'era dal prinapio del mattino. Lo fiduimofirerà ,
che furgehormaì.'T.Ilaueagiad fide fkorid petto deU
Poeeanomare. Ilfolebaneagiatoitodaidurouoitodd-
U terra la benda humtda,& nera. L’amica di Titvne
bauea pofio fine aUe fue lagrime , & partinafi dal caro
padre , ideH Paurora bagnata dada rofata .Ari. Tot
ibe la luce canéda,&nermigUa De taUro giorno aperfi
CHemiipcro . tìr panfili . tome nacque Del bei gtorao fe.
guendo il man unno . Era ne Phora , che le chiome gialle
La beila aurora bauea fpiegate al fòle Megp / c aperto an-
eborafi megoafiofuT^fiitga fdegno di TuungeloJò.Era
ne P bora , che trahea i laùalit Thebo dal mar con rugia-
dofo pelo; Et Paurora di fior urrmigb,& gulb yenia jfiar j j
genio d’ogn'intorno il cielo . Fm che Paurora la gelata bri
na Da le dorate ruote m terra jfarfe , Et Pulir l'Mlcioue
4 la marma Del'omitoinftriuniolamitaTfè. Bragia Pai
ta Aurora in cielo afirfii. Il fide a pena hauea il dorato cri
neToltodi grembo ala nutriceamiia ,Etcommnaua(U
fc piagge alpine .A cacciar Pombra, et farla cima apnea.
Et fin a Phora , che dalfonno defia L’ .Aurora d uecchia-
£ iif . >
Siturne
C { B L O
•Sanmte
rrtgit filo diietto . Cofifu dtferita U tenone Fin, che di
Gente nfcijie il nuoMO albore. Et ijHÌné,foi tb'ufci con U
ghiruoda Di eoli adorna, tir di purpurea fiala La bianca
,/iurora al foUto camino, Tatti con Ifiabetla il Talaéno.
Dal duro uoUode la terra il fòle 'bion tollea anchor il ue-
lo ofcuro,& atro .Apcaabaueala Licaonica prole (J.Ca
lillà figlia di làtaone) Ver li folihi del citi udito f aratro,
eia banca atluffata ledorate ruote II folnc la marina
d'occidite.Era del giorno il termine bormai poco, Cherof
feggiauam occidente d fole; Ilota opportuna da ritrarji
tn porto chi la notte al bofeo flar non uuole . Tafia la
c': notte, &Tbebo ilcapobiondoTrahea delmare, érdaua
luce al mondo. Et uarriuai ; che non era la luce Dei
fole afeofa anchor ne la marina. Del lucuto oriente d.oa
ffi intorno ; Et indi ufcl de l'aureo albergo dgu>rno.Saetm
tòdfoldat orrgpnte i raggi. Tanto ch'ai fole là uaga .Au
rora fi t ufatafcorta.Ter ueder, s'ancho di Titon la Qiofa
Spargi diuan^ al matutino lume II bianco giglio , & la
uermiglia rofa.uedi a Sole.& ali' .Aurora.
^ggnmareJjit diefcerejucefctrc. Vtr.Ma dentro , doue
pamai non l'agpoma.De gUoichi e'I duol ; che lofio che
a'aggioma Danno a me pianto. Dan. Tenfa che tfuefio
di mai non Eaegiama .S a n. Tal, che quando a mortali
aggiorna il fole .A me s'ofcura .Ari. Caualca e quando
annotta A quando aggiorna .
SoróornOjt^- Soggtornare,uedi a mondo apio.
I Di itii. & plu.Latdus. P ET. &Bo c.Il Di Mede/imo. Il
Di Fefio,(!r ,Altero,Chiaro,Bel/o,ylimo. Il di delle fati
cbe.ll Di à lauorare, Serem, Lieti, Tochi,t'eloci,Fojchi,
<jr EHremi.Tutto'l Dipiango Et chi fi ne potrebbe tene-
re ueggendo tutto il Di gli huommi far le fconcie coft .
iqonfaceua alt ro tutto Di; che Battere la moglie . Doue
tutto Di tornare non falena. Di di indino cangiando il ui-^
fonicelo . Lat. diem de die ducere procrafiinare. Dan.
Tenfa che quefto Di mai non raggiorna ,idejl non mai
piu torna .
Jìomemcì.latJominica. B o c.per honore della fopraue-
gnente Domenica.La Domenica feguentej'àfojh battete
■X^o in Domemca.Le Domeniche del ftgnore .
Luaedi.Lat.éet Ijuna,& lux luna, erfie diei,& lux Mar
lisd^crcurit,loun,f'cneris,Saturm. B o c. Hoggicb'idi
é lauorare. (imendendo Lunedi)
Mortedi.B oc.yn Martedì di mattina.
Mereoledì, hoc. Il Mercoledì in fui chiarir delgiomo lo
donne.
GìouedJ .Lat.dies iouhj^ lux ioms .
Venerdì. Boc. Fn Fenerdt quafi alta entrata di Maggio.
Sicordandofi la Reina Ahe'l feguentedi era Frnerdi .Ag-
giungendo dtpuni,Fenerdi, & Sabati.
Sabato.Z^r. B o c.Fn Sabato di mattina. Domani è Fener
di,& il feguentr i Sabato . Li Sabato u fango è alle donne
dilauarftla tefla.Et Fenadt,C Sabati.
uCt Hore Canoniche. Tnma, Terga, Sefla,'Hmia,f'e^roA!r
Compieta.
Terza per l'hora canonica, hoc. Et comeTerga tuona .
'Ns’t guari appreffb la mega Terga il medico tomb . Et
poi infn la mega Terga.
Nona. Lat. bora canonua. P t t. Oue't [mifolft uede , CT
[aUromfuWblona.Ch'a7ionaAFrffiTOAl’alba, &a
Itfquilie.&o c. “ìign era é molto ^liopafiauTiotu-
Dopollon*; a
Mtzodì . Lxct. meridies. SolIhiinmA»fifr,^notus, uemk
P ET ."Hsn pur queir una. Di flateamegodi uintono il fo
leu Mego'l die.hoc. Tafiatogia il Megp dt.Sìjtanio al-
la pu^ia del Megoporuo.
Mmggìo ualmegodt.hoc.S'aìcnm>nolefiedormire,g
gucarfi di Meriggio. Haurndo il fole già pafiato il Merig
gio . .Andandoilprele difillo Meriggio per la comi rada, T
idefi nel tempo delmaggttr caldo . onde Mengpana om-
bra.D A v.Che't fole haueua il cercbui é Menggie laft ia
toaltauroadefìdamegpdi. 1
Meridiano. Latjneridkmus. ual Meriggitr, Boc. nane-
ua già il fòle per lungo fjmtìo il Merubané'fuo ceri hh paf
fato. T H. .Auante cbe'l jite uenga domane al Meridiano •*
Cerchio. T uMaieagianrl breue giorno Tein trapafia-
to il Meridiano Cerchio. T h .
yefpToJat.ue^eraficOauenerisocà.lua.PEr.Ch‘anonar i6j ■ <
a FcfproA CalbaAìralefqmlkddefi da cuti hore. B o c<
Come [bora del Fcj^ fi amanerà . Toco pacato F,fj>to
fimori.EfiendoiljàteaUoanKXpFcIpro. lajulFifpro. >
Compieta. LM.eompleQorium, bora canomca,ihefidico
dopuilFMm-B o c.Etinfurbora della compiila anda-
re in queflo luogo. &-quiuihauere. <
Feria.. Lit. ^aUjomfdtet. Boc Elfendoaluiil calenda-
rio caduto da ctnlolaAi’ ogni fefiafétFeru ufuta di men.
te. Che le Ferie fi celebrano per le cerei . .Amfàndofi ihe
cefi Ferie fare fi conuenifie con le donne nel letto, ehegU
faceua piacendo alle ciuili . Di Feriali uefiuuenri uefiita,
idcfi comuni . Et efiendo dalla donna Ferialmente ncca
unto , idefi gaiamente , onero ordinariameute ,come fi
fa ne idi feriali. ^
ìiotMche tempo ftgmfica.Lat.Lebore fi dicono daToaiefie
Tetre forelle,& figbuoledi Cioue,&diThenade, dette-
quali [unaptaréilaparteorientale,l[altraimegodi, ^
ia terga l’occidente,iy chiamafi Erina,DicaAt Eunoma;,
dr altri dicono Le Hore efiere ancelle dei file diuife m um
uquattro parti, come che cufeuna fiagiùdatruedcltimò
ne del carro filare per lo fuo fpalio,liepitheti dal P s TXi
dal Boc. nfati fono quefiiHora Pelùe,LJeta,Tr.inqml-
la,Trima,TtccuÀafireue,LungaJ}eterminata,Co>mcne-
uole. Tarda, Efìrema. Ciafiunhora, tniihna Hora efier '.
uenuta.ìn Buon' Hora. In fua mal Hora . In poco iTHora.
,AU'Hora della cena, alquàto a migbor Hora. t Hora del
pianto, [ Hora del di. & Hore Benedette , Troute, T arde,
Contraiie. Il fuggir de l'Hore.colitando [Hore.
biotti in ucce di bora.Boc.Tirro corri ua reca una feurci ■ * 1
t^ad un'Hotta le, & me ueadica tagliando il pero. Egli
non ci tornò mai piu in quefla Hotta.D A k.Hict piu uol
te dnqu'Hore,cbe quefi' Hotta.Tu uuoi faper mi difie que I
gli al[ Hotto-alcuna uolta fi dice Hotta per mctda. Boc.
Ixpingpcbere altreà dicono ,& anche fanno delle cofi
Hotta per menda. Et come che io a ciafeun di quefli Hot ^ |
taper uicnda acqua fòpralefue fiamme uerjàjftmo.L a.
A R l.talHatta..jflÌhora„AlìhottaMedia x6i. :
Hora jn ucce di .Adefiofi al pre]inte.Lat.nunc,iam, impra, l dj
fentiarum. Pet. Dunque Hora i'I tempo da riirar il collo j
dalgiogo antico.h la tela noueUa (’Horit ordijco.Com'Ho
ra cÓprendo.cHora ì donna. Hora la nita i breuc.B o c.
Se mai mi dilpofi Hora piu ibernai mi éfporrò. Mala,
feiamo Hora fior quefto. Tenfau,cfie noni» Hora,m»
uoi fiele-
•t
Simra«
CIELO
Saturno
J<S
Hoi fifte fluitare. Z t M.HorjpoJiUch’ihof^prefe.
Hor ptradejio.oalprefemtJjit. nmc,iam. P b t. £f Hor
inn piccioi borg» Kafal n'ha dato. VratdetcHor a U fi-
ne breue confòrto, Hor,tb'al dritto camiti Iba Dio rittol-
ta.Et Hor perche non fia. Dife ndi Hpr l'bonorata,t!r fit-
trafiwide.Hor ti conforta.& Hor eomtnoue .Chi' tengo
Hor a freno ; & tptafi infiniti. Hoc. aedi t Indice.
Hor per alcuna uolta.LatjnierdimutLqiiando nonnuntpà.
P ET. HorcontalingkaJIorconlandaliincbioBri.Hor
quuuiìHor quindi Hor pace, Hor guerra. Horaffira,Hor
, piana. Hor rime, & uerfi. Hor colgo ber bette ,&fiorL
Hor rideJHor piange. Hor con uogliegelate.Hor con acce
fe.Hor mi tien injfieranv.& Hor in pena. Hor fu l'bome
roJeJìro,& Hor fui mani o.Hor di dolce orajlor pien di
dolapaci ,llqualHor tona, Hor nenica,& Hor pioue,
JBo c. uediC Indice.
%6t Horologiojér Horiuolo.Lat horologium,et clepjydra,qud
e!r foni dicituri Solarium lo horoiogio da fole.O a n. In-
di come Horolegio,cbe m chiami. Et come cerchi m tem-
pra ifHormliSiiiranfijué CerchL
^Uilhotfidefl qualuoltafi quido.lat.quotiefiunque.PkX,.
trefee, Sijóalhortinuia Ter partirfi da noi f eterna luce.
Qualhor tenera neueperli colli Dal fidpercojia.Cbc po-
rla quefia il Rcn , Siualbor piu agghiaccia .Ardir con gli
occhi. Qjial hor ueggu cangiata fua figura . Slual hor a
quel di torno ripenfando . Cb'i' tremo unihar Uual hor
me ne ricordo, tipnfinfi grande Air fi terribil fuono Et-
na,hor da Encelado i piufeofSa.b o cJiirgli linai
bora egli ti parleràpiu , ch'io amo . Ettbe Jlartbbebe-
ne linai bora fnfìe fuori delle mani di Chino, uedi l'In-
dice.
Ognihor.fempre, à continuo. Lai. femper. P e t. Ma par
Ognibor prefinte tisi i»e7p del mio cor madónafiede. Et
emmi Ogmbor ado^o. Tacerem quefia fonte, cb'Ogmbor
i piena. Veri pm fermo Ogmbor di tempo in tevmo . &
tfia Ogmbor piu fella . Ou’i'l punto Ognihorfrefeo^ft
Tinuerde.Di fue beUezxe Ogmbor piu m’innamora. Dice,
thè Roma ugnibora Ti cbicr merci da tutti fitte i colli .
B o c.uediClndice.
•*7 Ad o^aihor,Lat.fimper.V b x.Cb'.Ad ognihormeco pian
ge.Tungo ^dognihor.Cbe la memoria -dd ogmbor fie-
I fca & forda.Men gb occhi .Ad ogmbor molli. Mi tengcm
..Ad ogmbor di pace m bando.
Adhor, Alprefeme.Lat. mmcdam,hnprafintiamm. P s t.
t’n fin .Adbor ti fueglio.ma’nfiHO -Adbor Cibattut’hàno .
Adhor adhorJid uwa^lcuna uolta,o qualche uolta. Lat.
aiiquando. P E T. Trapaffa .Adbor Mdbortufata legge.
.Adbor .Adbor amefiepo m'inuolo. Et finto id dbor ad-
horuemrmial core yn leggiadro difiegno.Et pur eh' .Ada
hor adbor fi uolge a tergo. Quando fi-a l’altre donne M.d-
hora adbora Mmor uien. Terò cb’.Adhora adbora t'er-
ge la Ipeme.Ma cheuuolfi rallegri..Adbora adbora. Di-
<OAh'.ddhora adbora , HoHra mercede , i finto in mego
Palma. Delben thè .Adbor adbor C anima fime. &oc.
uedi [Indice.
A Uhor, & -dllbora, a quel tempo . lat. fune, eo tempore.
P E X. Et prendo Mbordeluofiro aere conforto.Alfi)orì
tbefubmnato,& morto giacque. Et quanto era rma uita
-dUhorgioiofa. .Allhor riprende arda Saturno aIT Mar-
te. Mbor ti fini Sempre piu fiedda . .Atlbor mifiriiifi 4
[ombra d’un bel faggio.-d Ubar pm nel beimfo mi rmne-
fca. .AllborMlibor da uergmen.an colte. CbefoHiaian
tobonor degnata Mllhora .1 tibe'lfuoragionar imendo
.Allhora.Di noiofi ptnfter difjgombra .Abhora. D'Mllhor
^mnanziun di non mfii mai.Q^ndo D'-dUbon ib'i' m'a-
dormiua m fafce.D A n..4Ìlbor mi ualfcal poèta. .AL-
Ihor pofi la mano. Tre fimi .Alibor la rmoduca per mano.
.Allbora il mìofignor quafi ammirandosi^ egli .Attbo-
ra.nffiofi quelli .Allhora.h o c. uetU f Indice.
Allhocta ual MUboraS}AH.Tipi nportiam Tignulion Al
ihoita.Tali erauamo tutti e tre Allbotta . mi^fle quegli
jiUbotia.Hottauedia 164^
At2MO.Lat.tunc,adhoc. £) a n. Et tacque a tanto.
I-
I n quclUipcr allbora, 0 in quello mfiante. Lat. ìUìcoJSa n.
fiidi una naue pictioietta yentr per [ac qua uerfo noi In
quella, hoc. Se non che frate Rincfldo noflro compare
giunfi In quella. In quella Elorio ìapprefiò aLei.Tn. .
Talhoc. alcutu uolta. LatabquanJoanterdum.P i. t. Tate 169
ber m'ajSale in megp a trijlt pianti . Cefi lafio T alhor uà
tercandio.f'ergognamlo Tdlhor cb'anchorfi taccia. Aia
.Talhor btimilta ^gne difcL gno.Talbar [enfiamma . Et fi
pur t'arma Talhor a doierji. Q}ialfi Icua Talhor da que-
•Jltualli. Si come Talhor fole B:ncb'iom’arnfchiTjlhor..,
ou'amor l'arco tira.Talhora i jconfolata.Come Talhor al
taldo tempo fòle. T albora per uu facra,opcr uia lata.
B ocz.uediC Indice .
Alcuna uolta. Lat. interdum aiiquando, P e t. Raghui
bea che .Alcuna uolta i tanti . Quando noi .Alcuna uolta
uoigeteil lume.Veri [.Alcuna uolta i ridoA camo.Et an
th'io fui .Alcuna uolta in danga. Ch'io porto .Alcuna uot
ta lauiMa a quei, che fon fu [altra riua . Marauighoim.x
ben i t Alcuna uolta non rompe, EteiCba detto Alcuna
Molta mrma.
Tal uolta./At. interdumAtliqM’tdo.T e t. Amar piange*,
^ io con lui Tal uolta. B u c. £t tal uolta fenga alcuno.
Et altra ciò con életto Tal uolta la Marchefina riguar-
dando . Td^uolta per b gurdino riguardando . ued$
[Indice.
A quella uoIta.l4r. nune. Tix.Ala man, ond’io ferino
è fatta amica A qnefia uolta.Tcr Vna'ai
tra uolta. Morte m'ha liberato yn'altra unta, Lat Ma
rum. B o c.uedi[ Indice.
Anchor,^ AneborOA queiì'boraA infia a quello tempo, 17»
Latatiam hucufqueAÒbuc, T £ x.Cb'ancbormiloifi dal
nero camino, yergognando Talhor eh' Jtiulmr fi taccia .
che nafier uide , & Anebor quafi in berba La fe ra no- .
gtia.'HemcnoAncborm’aggmaccia Ch' Anebor poiri-
pregando. Confolate let dunque,ch' Anebor bada, y cier
quefi 'occhi Anebor non ti fi tolte. Apodo i Anebor ui-
ue'l bel éfio . Tig lagrima però éfctfi Anebora Dauo-
fir occhi. Io amai femprt,(y amo forte Anchora , Quel
che mi fanno i miei mmici Anchera.'tlel coreAteuui An
thora,EtJarà fimpre. che' l tempo Ancbora,n3eragÌHn
to.cofi bagnati Aucboragli neggio sfauillare. Ondiofui
7>{e prm'anni abbagliato a fon Anchora. Crà marauiglia
ho com’iouma An^ra.Ma la fama miglior che uiue A»
chora,Etuinrà fimpre. y tua fon' io, e tufi morto Aiubo-
ra.Cbcla memoria Ancbora'lcornciéna.Bocjieéflnd.
D A nJiati raccomandatoiltmotbefontHelquol i mh»
i ini
Sirurno
SanirnA CIELO
\4Mhcra et etliameTu imagini ^ncbora D'tfier di là. fa uendctta.
Fitt'era .Atichora, fi come era prima . /Lncho,ciiam,fimìlmeiite.Lat.etiam/ilim, aliijuando,mam
Aachor^ .Anchora infili aUhora,o a i/iultempo.Utjtd- domite. P st. Che fai, l'aimiUor tempo .Ancho ntomii
bac. Pi T. Lagrima .Ambor non mi hapuna il petto. £t di una bianca mano jlncho mi doglio. Et .Ancho io fui
,Acerlro.Anchormitra/Jealafiia fcbiera L'animamia, alcunauoltamdanga.Cb’.Ancbo’lciel,<f-laterraiinna
th'offefaUncbarnonera£amorofofocoSlitefl’.Anch«r mora.Hifipbde uienpoij& duolfi .Anch'ella, B o c.uedi
dubbia delfaul fno corfo.Teco era fiato .Anchor l'alma l'inàce. Dan.» negli altri ofiici .Anche Sarattier fu.
gemile. Con noci .Anchor non preHe. ^iopoiiane .Aik. Uormai di .Anche. Si che'n inferno creda tornar .Anche. .
chora f'infIlmondo,& me fieflaStancogiadbmirarnon Ancho uo che tu per certo credi. Rtcorderati .Ambo del
fatio .Anchora. B o c. uedi [ Indice. D a k. Gii hornbili Mofca. che fu Fiorentino .
giganti,CHÌminacciaCiouedelciel.Anchora quandoto- Anchodialmai,peralcuntempo.Lat.unquam,ullotempo- int
na.Ma perche lei,cbe di,t!r notte fila, "blpn gli vanta trai re. ohm, ahquando,quandoque. P e t. Che fiiiji’a miglior
ta .Anchora la conocchia . tempo.Aruhoritomi.Tttiuagodiueder,ch'ionefojs’.Ail
•71 Anchor, pfr loauemre.Lal.infuturumjnpofiemm.Vtl. tho.DAV.Tafiòcridando,& anchononfaffifie.
forfè .Ambor ti ferua amore Muntempomighore.'He Anchoperloauenire.Lat.infutunm,<!r in pofierum.
porian infiammar forfè anchor miile . Forfè .Anchor fia, p etJ)ì quanto per amor giamai fifi'erft,gf haggio,afi^
che fojjnrandoéca.lm'luedremo .Anchor. In quefla^- frir .Ancho,
ra farai Unchor meco. &.4nchor quella Saròpiucbe UomeMO,UtJnomemumpun(ium,uis.ualpuntoditem,
mai bella. B o c.uedi Ptndice.D a n. Che quanto durerà po.Tti.Inun Momento ogm mio ben m'ha tolto . E'n
I ufo moderno , Faranno cari .Anchora i loro inchioBri. „„ Momento ghfomorti,& uiui . Et fo far lieti, & tnBi
Tiangerà Feltro .Anchora la diffalca De f empio fuopa- in im Momento.O giorno fi bora fi f'himo Momento. Co~
Hor.Lefuemagnificengeconofciuie Saranno .Anchora. m’huomfih’ifanofi'n un Momento ammorba. So cornei
Btu. Ma anchor delTaltre. Ai. di fiome i Momeneifi^-l'horeTqeportan gli anni. B oc:.
Anchor^nouo,ocomeprima.Lat.rurfufjlerum.V ti.A Sìuafi in unMomentoà tempo .Ari. Efuattaccato
me piu gioua éjperar .Ancbora..Anchor toma fouente a j„ „„ Momento il foco.
tramefore Lagrime, tfcpotrianinfimmar forfè .A^ Tnttotrittoaduerbiodatraggo,neltrabo.Lat.ualado-
tbormille.Regga .Anchor quefia fianca nauicelIa.Delal pti momento, ad ogni punto ih tempo. B o c.Tarmdogli
ma, oue m'ancide .Anchor fi feorta . Oue .Anchor pr «- Tratto Tratto, che Scannadio fi douefie leuar ritto.
(ùnga amor mi mena . Ch'Cuiueret.Ancborpiucbemai Alc\ii3.nto aduerbiodi tempote^ualpoeoffatui.Lataihqui
lino. Che .Anchor fènto tornar pur come foglio. B oc. tulum.Tt i. Et fè quello mio ben JurafieAilquamo.S'a
uedi Pinéte. fiaccarle .Alquanto ohraPufanga fi (òggiornaJ3opo.Al~
Anchor congiuntione,perfimilmentefitianJio.Lat. ita, fimi quoto. Dan. Terch'io fia giunto forfè .Alquanto tardo.
hter , quoque, etiam. P e t. Che ui può dar dopo la morte Da chebbero ragionato infieme .Alquanto. quando é
, .Anchorafama. Ideile braccia uegg' io aperte .Ancho- notaunpocoaiedia iy}8.
ra.Etle cofè pafiate mi danno guerra, ér le future .An- <toco llantc. Lat. parua mora , ualin breue tempo fi poco 174
thora . & io giouane .Anchora yinfPlmondo .Tuuuoift auantifipocodapoi.B o c. Et Tocofiame dalla peniten-
i per, eh I fon quell' altri .Anchora.Teròued^do .Ancho. a quello fe ne nenia frateVuccio . EtToco fame due
ra ilfùo fin reo.cb' .Anchor là fu nel ael uiWreffera . Et gran cocchedi Genouefi peruennero . Terche non molto
.Anchor poi trouaié quel mal fine. Et per pianger .An- stante partorì un fighuol ma fchio.
fhor co piu életto. Et éce Roma mia farà Jlnchor bella. Poco.Lat.Tarum. quando tempo fìgnifiea.T s r. inTo-
Tianganle rime .Anchor piangano iuerfi. Tempo uerrà co tempo, e Toco tempo. Toco innanzi. Toco fa. B o c,
.Anchor forfè .E^l pianto a fciuga,truuol Anchor elfi Toco pafiato ueffiro . Toco apprefio la tua partita,
uiua. B o c. aedi F Indice. Dan. Moki fongh ammali, ùlefi poco dapoi . Ser Ciapellelto lui a poco fi commu-
eìrpiufàranno Anchor .Et io a lui Anchor uo che m' in- mcò.
fegni. Anchor un poco indietro ti riuolui.Domandaéf3e Intetvilìo.Lat.Vsi.E'nfiemeconbreuifìimoIttterual-
Anebor fe piu Sàj . Ma perche piu aperto intendi An- lo. An i. mani pareainteruallo DimoltifimoUi,nom
ehora . ch’anni, ma luBri.
»7* Anchor cheXat.quamuis quanquam, etfi, tamen etfi . ual Intcrfitio ual mteruallo.Lat. interflilium.T s T. Contrari
benché fijuantunque. Ti Kv. 'hfacqmfubiuho Anchor che duo conpicciol mterfitio .
fofie tardi. Anchor che mi fia tolto Lo mouer per le mem- Tunto,Lat.punllus.V n.érBoc. Benedetto fia'l Tun-
brafihe fon grani Anchor ch'ai fin fi penta. Anchor che to.Inun punio.In quel Tanto. In un medefimo Tanto. In
buona fia la cera. &fengala che nel medefimo fentmen- fi forte Tanto. A certi Tanti é Luna.lÌAti.& quel ib'io
to.Cbe ti conofeo Anchor fie lordo tutto. intefi nel primo T unto f he dite mi duole. et in uece é nien
Ancho,&Anche.quefi'horafi al pre fonte. Lat. adhue. efr te fi mica.B o c.non mi ami Tanto é bene . Tion facen-
ttiam. P E r.'Hs fhben Ancbo,cbeélami creda.In co do Tanto éuento.Se'l fuoco èTuntoJpento.D Auàìual
filungaguerra Ancho non fiero. Che memoria de lopra di quefia greggia s'arrefiaTunto.Cbeper merito lorTun ■'
Ambo non langue. Laqual Ancho uorrei,cb'a nafeer fof to fipiegm fuor del fio corfo la giuBitia eiema.Che Tun
Jè.Et parole Air fojpiri Ambo ne elicei Et Ambo eéua- toé fermerà fi é ualore Hafceffe mai ne f indurato co-
lor fi nuda,^ macra . Cotal er egli , dr Ancho apeggior re. aedi 1 jqy.à'a 966.
fWo£oe.uedirindice,DAti.£tAneboéMedeafi MuóaxJfit.mane.V n.DalaMattmaaier^.laMau rjf
Saturno C I ' E , L O Saturno J7
$mapermepikfelùebora.hoe.LaMatMafegiieate, CbidopoUfpti fiioidipm fenili. ^uef}>ro tal, tpulerj
La MatUH.iuegaeHte.l'emm li Mattina . La Mattina boggifertempo.^oc.Cheilmaritodilcifileiufieogn
fcr tempo . Hier Mattina . In tre Mattine. Dan. Vht mamna Ter tempo aedi a
Uier Mattina le nolfi lejfiaUe. Pcrtcmpisfimo . Lat.JUmmù mane , dilnculo , matuiina ,
Mattino. PfiT.C4«;;an jel'efiermeco dal MattinoaU antelmamis .li oc. La mattina uegncmeTcrtemptjji-
frra rba fatto di mia fàuera. Ma fifpirattdo andai Mat- mo lenatafi .
tmo ,& jira. Com perde ageuoimenu tu un Maum Tudi, &• Tardo.Lat.tarde .V ST,(auengamifiatarJi aji
Sìuel cbein moU'anni a gran pena t'acqmfta . Dianzi, attorto) Tal ibenùabhertà Tardi reftanro Ella piu Tar
adejfo, hier,doman,Mattitto,crfera. Dan. Tempo era
dal pnnitpio del Mattino. B o c. Mattinate Hatuttna .
aedi [Indice,
ÌAiDc.Lat.ualmattino.Boc.SeiunebeiflaMane en-
trò in un mio giardino . Io non pota Ha Mane far nenir
tutte le legna .
Mattinare, ual orare al mattino. D a n. mattinar lo
fo perche [ami.
Maturino . Lat. & galliciniiim . B o c. Voi cbequefia not
te Jonò Matuttno. Mudarono in fili Matutmo . Con gli Of-
cbi uagbiretfitmillanti non altrimemi^be Matutinaftel
di, ouerio pm per temoo . Tarò penino di Jua feritale .
Et come Tardi dopo'l danno intendo . l' io fon per Tardife
guirti, 0 fi per té^. Dunque ià ueder uà Tardo rmuolfi.
S'al benueloce,&- al cÓtrario Tardo. Mifiro me^be Tar
do il mio mal feppL Ma cbeiuen Tardo; & fubtto uà uia.
Se non fojfi fra noi ftefa fi Tardo .il Sol, Se tramomarfi
al Tardo Tarmel ueder aJa fera. Boc. Ter lo c fiere Tar
di eletta al reggimento . Madonna io nidi quefia fera al
Tardi . Ma ejfendogià Tardi. Terciò che troppo Tardi fi
faceua.Lagiouaneueggendo,che [boraera TardaSamo
re della dima per Jua Tardanza bauea perduto ,Th.
la. A ki.M lagioftra , che al Maiutino Del é fequente Tardo . adie. Lat. & lentia. Par. Tardo Mito , Fuggire ,
in pianga fi faria.
•ytf Hog^.Lat.bodie, P sr.Chetalcomarnonem;Hoggi
bafett'anm; Che fojjurando uè dt riua in ruta . Tenfofo nt
la uifiaboggi farei. Chearde Moggi tutta. Ramenta lor,
tome Moggi folli in croce. Et con quanta fatica Moggi mi
^etro . Doue Moggi alberga Pamma gemile, fioren^
bauna forfè Moggi il fuo poeta . Moggi per tempo. &
Motore, Tarda Stagione ai" Fiiga,Tarà Mnm, Ingegni , ^
Tafii,Sojpiri, Tarde Venture, More. Et im condufie uer-
gognofu,& Tardo M rtueder . Giunfi jòl con amor pcnfo-
fOj&Tarda.afegùrfonTario. Dahora inntnzi ogni
difejà iTarda. Deh com'i tua pietà uermefi Tarda.Mie
Venture al uenir fonTarde & pigre . Ma Tarde nonfur
^ mai grane diurne .
ro uedertó Moggi . Mi ùello,onde'Ho^i agni buom ue- Tardare .P et, il mio Tardar le dote. Et di noflro Tardar *79
ftir fi noie. Di nme armato finde Moggi mi difarmo.llnal forfè li dole.Et del Tardar fi pente. Che dubbiofo i d Tar-
eltaè MoggLChealmondofia ledonneMoggi noniujà. dar,cometufai .Lauendetta cheanoiTardatanoce.
Boc. Ltquale noi Moggi chiamiamo la ma del Cocome- Tardare. Lat. e!Tmorari,cunUari,procrafiinare,comperen-
ro.Sicomeanchora Moggiueggtamo ufare.BEia.ficot dinare, diem de die ducere. P et. Et per tardar anebor
uem'anniai trenta .non tardar fila fe piu tarda,& botar
dato piu ch'i uonuorrei, che al leuar [alma non tarde,prt
go non tardi al ben ueloce,& al contrario Tarda.
Ritardare .P et. Che l’opra è ritardata dal de fio. d mio fon
me fi muta in hpggi T r.
Doman . lat. crat,pofiera die, eraflbia die, Boc. Doman
auanti chefia fera . Di hoggi in Doman . Moggi
biogo , & Domani in queWatrro. Demam è yenerdi. Do-
mam i l’ultimo dì.P e t. Ricca piaggia uedrai Doman da
fira. Dan. Qjiando fui de fio mnangi la Dimane .
Domattina . Lat. eros manefiduculo, prima luce .Boc.
Delibererà efiere per Domattina opportuno . Domattina
perlofrefcoleuatoci.
»77 Hieriy&Hier.Lat.beri.PET.lui tafeiammo Mierlui, Serotino. Lat. ual tardo ,0" che uà uer fola fera. D a n.
L’altro Mier da bù partimmi lagrimando. mtdius tertmt. Cantra raggi ferotini,& lucenti, «fcfi cantra raggi delfo
Lat. L'altr'Mier nafeendo d di primo di maggio .Boc. . lefibe uerfo la fira andauano .
L’altro Mieti uipromifi . Seta Mieri ci ajfiigefii, tu a bai Intempcftiuo . Lat. Pet. iìjd ricercargli lateinpefiiuo,
boggi tanto dilettato . & tnrdi .
Anchoi . Lat. badie. Dan. 7{pn credo che per terra ua- Dopo . Lat. pofiea , poli .P et. Di tal che nafeerà Dopo »
daMnchoiMuomofiduro.Tempoueg^iononmoltodo- miU’ anni. Dopo [empia dipartita. Et ciò ch’i uidt Dopo
no; &chù ritarda.
Contare uatìfdare, perciò che quando uno uà piano per ma
fi piol dir, che conta 1 pafii da cunQor , che dinota tarda-
rer&iudugiare,&òuoeedi Dan. R/cominiiò figuen-
do forza conta . ideH tardanza .
po Mnchoi . Si come di Letbeo beeHi Mnchoi . yoce
■Lombarda.
Hicr mattina. Lat. beri mane. Boc. Mier mattina cele-
brandofi la fefia . Che d marito mio andafie Mier matti-
na a Genoua.-
Hkricra . Lat. heriuejperi . Boc. lo non ti uoUl dire Mieru
fera copi ninna. S A N. Sopra nn grande Olmo Mierfera,
<!r pditario DueTortorelle uùU
lor mijpiacque . Cbi dopo ùfiia i fuoi di piu firem .Cheui
può dar Dopo la morte anchora mille,& milFanni al inon
do bonor, & fama, àia fe'l latino ,e’l greco Ta rlan di me
Dopo la morte fi ua uento.Dopo molti anni. Et come tar-
di.Dopo il danno intendo .Boc. yn fabato Dopo nona .
Et Dopo alquanto .Dopo la morte di Federigo . Dopo pm
giorni Dopo la confefiione . & quando dinota luogo , ueii
a p66. Senne fi fenza [accento .
Hier notte. Lat. praterita noHt. Boc.-d Calandrino Dzpoi .Lat.^H .poPquam ,pofieaquam , ubi ,fimulae.
Hiernotte futoUoun fuoporco. B et. Tal bar l’enfiamma :&ciò fipp'io Dapoi.Cb'iin
Per tempo , <» buon bora ,odi mattino . Lat. tempefiiue , .gratia Dapoi,Cbe ne conobbe fi Dio, & alla gente .
demporiiu . P s t. yattene trifta f che non uà Ter tempo Pofeù • poi dapoi. Lat. dcade, pofiea .Pai. Tofaafia me
Saturno CIELO Saturno
fUìi frìano. Trr guanto nS norrrfle,t Tofcia od antt Ejjer fpepi. Che io nù Hongo a liar tea unpeetjcjpunio di»*
giunti al canù>i,ehe fi mai Utr.fi. Mafie !a mato indarno, ta t}uamnd,uedi a tj63.
tirTofitatarfe.Tofiiayt^ajiantolfigliiioluidi.Tofiia, Cniri.i.moUo . lat.multum ,B o c.'t^on flette Guaridi
ohe ogni mia gioia m pianto è Molla . Toflia chtfl dolce ^ tempo. 7^e flette Guari che addormentato jij'u.'tie Gua
amorofott^ piano, T>ofiù che mia fortuna inforxaal- ri di tempo pafiò. Se tu lo terrai Guari in bocca egùgua-
trui M’bcbbefo^into, hoc. quello, che tu Tofi ia uolen flerà gUaltrùTie Guari dopo quefle parole . (p- quando di
dorendtreluttonmìpotrefli.maTofiiami bopenfato, notajj>atio,uedtaijìp.Stu.E'guari moltuufiuada
^ io non fari maiVofiia luta. Vofàa che uoim'hauete glianticbiTu.
promiffo .Tofaa thè io conofto il tuo defiderio .Tofcta Gii.aduer.temporis.lat.iam.PtT.ChaueaHmoltiattni
ch'ella l'ba prcfo . uedi l’Indice, Gii celato il nero . Si ch'i uè Già de la jperanga altero .
Poi, pofcia, col tempo del p.tfiato,& del pre finte, lat. pofl , Che Già ui sfida amor. L’ bore del piamo, thè fon dà uenu
foftea, poflquam. Voi che. Lat. Simul at,eP’ fmul atque . U. Tm uolte Già per dir le labbia aper^ che mille penne
P E •t.Mapoicb'amordimeuifeceauorta.MaToicbe’l TdefimGlà flambé .Diche flurato baueaGiàlorCoro.^
Mce tifo burnii, & piano. Tot che madonna da pietà com na.Che Ciàd’altruinonpuouenirtalgraaa.Maquella
tnojfa. Toi che a mirar fua bcUeiixa. Toi cercando Haitco ingiuria Già lunge mi jjirona Madònafi^, CUgrantem '
non feppevues'albcrgafie. Toi che fe giunto a l'bonora~ poinuoi. B o c. uedi l'indice,
tauerga. EtToithe'lfhnperforgaaferaccolfe.Gettan Cumii. Latatbquaiulo,Muquam .P m. Madentro ,dout
le membra Toi che'l fol safcaùie. Sul duro legno. Toi ri.- Clamai non Jòggioma . Eficr non può Giamai cofi come
penfande.Et aifepp’iodapoi.Ch’i ia grafia dapoi.B O c. era. yer cui poco Giamai mi ual[e,o naie. Et Clamai poi
uediClndice.hits.Laqualipoipn’itipio .Al. la mia lingua non tacque. Jis Giamai Jlgue fiuto al jol
•Si Come inuecediToiche,oSubitocbe. Lat.ut,cum,pofl- d^arue. Di quanto per amor Clamai fiiferfi.'HpH fur
quam.D Ati.Comio fuidentro Cocchio intorno muto. Clamai uedutt fi begkocebi. Altro Giamai noncheggio.
hoc.Comeafederfifumopofiicominciòmrperlhcciar Tal ch'io non penfo udir cofa Clamai, Cbemt conforte.
doadire.EtCome fumontatoacauallo , grondato ma , ho c. uedi l'Indice.
eofi la donna n'andò al fama fiate.Come a tauola il fenti~ M ai, affermatiuo, Lat. unquà^ialeper alcun tempo . P e t, j
trono, fe ne fcefeero aUaflraiù . Et Come tu mi finti ; cofi Talché nuil’altra fia Mai , che mi piaccia .Et a cui Mai
tu il fa entrare in quefla caffi . Come .Andreuccio fi uÀe del urropregfi catfe . Quai figli Mai . quai donne furon .
alta jponda del poxgp, FnrMaicagfon fibelle. Oue non fptra l'eneo Mai che
ApprelTo in ucce di dopo.Lat.pofl,poflmod&Jpoflea. B o c, Caggraue.O fe't perduto ben Mai fi racquifla 1 0nde Mai
Àpprejfo ilquale,o in un modofi in un altro, o confolath- neperforgaaieper arte. Che fe'l popolé Marte Douefie
nefoprauienefidiuentalanoiammore.D xn.Et noima ai primo bonaralgar Mai gli ocebLh oc. uedi all’Indi.
uemo ioiedi in uerta porta Sicuri Apprefio le parole fan ce. A R i.Cbe.pochipar Maigiunfiro a quel figno.
te, ideft dopo le parole. Tei Appreffocanuien che queRa Mzinon, mgatuto. Lat. unquam.P e t. Et Mai non foffe
caggia Infra te foli. Àpprejfo uolfe a man finiflra il pie- l'alba . Terò di perdonar Mai non i fata . Che ferro mai
de . uedi la tauola . non flringe. Di Mei non neder lei. Ma uot, che Mai pietà
fdtnneual nel lempoànfin,&mfiu che, quando ui fi girne nondifcvlora.SeMai fitto per foco non fi ^fe.Alirei
gela cbe.Lat.intcrea,dum,donec.Ptr.Mentreto fona Mai élor grata non m'incontra, hoc. uedi l'Indice.
tmraruiimemOitSrfifio . Menir loparla .TiJitS MentrT Non mai. Lat.nunquam .P e t. Trimauera per me pur
neggioleimillaminoce.Mentr'ioportauaibepeHfierce 'H^imai tfon ho mai tregua. C.ingonioTionfuiMai
lati. Mentre a Dio piacque. Che, Mentre’ Ifigui, al fom- quel nuuol <T oro. D^ual miei pafii iqgn fur mai tonta-
mo ben l’inuita . Mentre algouerno anchor cede la uela . m.Orfò e T{pn furo mai fiumi neflagni . Fece la puga,on-
Mentre'! nuouo dolor dunque l’accora. Ma Mentre tener dt ló iìonguarri mai . Certo Criflallo ; o uetro 'blpn mo~
•fifioToflolamente .Mentre fiamùdiuita albergatau- flromaidifuor.hoc.uedil'liidice,
Ta . M entre amor nel mio albergo a Jicgno ihebbe Nc tnai. Lat. nec unquam, P e t. "He mai in fi dola ,oinli
Mentre porco. Mentre i bei rami non m'bebber a fdeffn. fèam tempre. Tlg poeta ne colga mai ,neCume.'liemai
Occhi miei taffi; Mentre ch’io ui giro. Mentre che Cunei nafcofidcielfi folta nebbia.Tie mai fiume per pioggia.
• f altro ucro accoppio. Mora , Mentre eh' io parlo il tempo l{s mai fiato gioiofi) .Tig mai pictofa madre ai caro fi- •
fugge. Mentre che al mar defeenderanno i pumi . Mentre gito . B o c. uedi C Indice .Etualil mede fimo che nò mai.
che'l cuor da gli amoroft uermi Eh confumato . B o c. Vnc|aa,c^ Muque conia non.Lat.unquamjual mai. P e t.
Mtntrtcbt cofi diceua,cficadobuonapczgadi notte paf S t’idiffis ynqua nonucggiangliocchimia "He donna,
fitta . Mentre erano tra le donne fi fatti ragionamenti , . ite dongtUa.Che per nofira falute l'iiqua non uenne.
Mentre che lo fiolarequeflo dice*. Umifera donna fem- O A N.Pwi mcttte,liéUminedeflef'nque.hoc.yn
prep’tagnea .Medi C Indice. quealddiononpiaccia.Madoniul'nqueaDìononpiac-
Peiia , eP Tezgpaial di qui a gran tempo. Lat. diu^ dudn, eia, Azi. T^on che lafiiar del fuofignor uoilta ynque ,
iamdiu, temporis ,^iuin. 6 o c.Ter ancntura fintile a Tifi graiutamor ,nele reliquie morte . qual tradimento
"Pe^ non mi tornerà. Ilqualegranéfflma Teg^ dormi no Fnqua s’udì.
to baueaadeft molto. Grandijfima Vegga fletterò ìnfe- Vnquanco ,anchora maijM. unquam. P e t. yerdi pan- »
fia. Efiendo buona Vegga di notte pafiataddefi gran par m fangkigni,ofcuri,& per fi tipn uejli donna ynquanco .
te . Egli ha gran Teggao-bea te uenutafarei,<defi aflai , Qjunta dolcegga ynq^nto Fa' in cor Ì auenturofi ami ;
t molto. Pm che gran pegggbcbbe tenuto U fiate cofi fo- ti accolta, lo non fui* amar uoiL^aanynquancoJiual
nùn
Satnrno * CO I - B
noHsògU fi (f altre fiondi f'it^iuaee.Cbep bel ptedeTdS
, lèrci terra 'finquiiuo. B o C. C/)r donane pur ynqnan.
che. Dan. Branca i Ona non mori ynquanche . B E «k
ynquanelnerfotdr i uncfnanto .V n.
Fin cùc.lM,afque.Pt7.FiacbenalMÌilcorcolei,cbe'l
morfe. Fm tbe [ultimo di chiuda cpufi'octhi.Fin ch'io fi*
dato m preda. Fin eh' { le jia in braccio. Fin che fi fucila .
Fm thè ma dura forte nuadu n'hehbe .Finche nel regno
di fua madre Henne Jm che uba ricondotti in poca pMue,
^ oc. aedi [Indice.
latino. Lat.ufqne. P n.InfmoaUbor .In finoaU’alba.
la fino a qui . In fino alla ueccbie^jyt . B o c. uedi ab-
l’Indice.
ItTa . Lat. mine , naie adejfo , tefle , bora . noce Lombarda .
Dan. Chepiunon fi pareggia mò,& Ijfa. Duendo Ifia
teifua , piu non t'ai^gp . Da non i^arjt ne in profa , ne
inuerfo.
a8/ Preferite , tempo. Lat.prafeni . P i t. M’infegni la prefen
le a^ca,e!r nohfa . Spoglia r di lei quefta ulta Trefente .
Del Trefente mi godaci meglio afjierto. Elle cofe Trefen
ti,& le pafiate. Col perieoi Trefente . Ma è filo in Tre fin
te,& bora,& bogp. B o c. Di Trefenu . 'ìdeWhauere a
memora le cofi preurtte, o conofeere le Tee f enti .
Preterito . Lat. pratentus, exadui, gp-oBus. B o c. DeU
le mal inaluagte opere nel preterito fatte da lm.Tretenta
yita. Trafiurag^. Treterue cofi. Treterut 0/1.185.
yoce non della lingua .
c Futuro . adie. Lai.polìerus,confequentarebquus. Psr. Fu
turo Mal, Cofe Future , Futuri Mfanni . Bo c Futura
ytibtdd'itJ,Future Hquelle, Futtai Frutti delle befiie ,
ér delle loro pafiate fatiche. Lafiiare te fiammante a Fu
turi,idejlaMÌien.
Jnfuturare. e farfifuturojdefl da durare pel tempo futuro.
Dan. Tofeia che tofiitura tatua ulta . yoce da non
ufarfi.
iDinaaiitpiu fi dd al luogo, che al tempo. Lat atnte,& paolo
ante. Por. yola Dinanzi ai lento correr mio.Ben mi ere
dea Dinanzi a gli occhi fuoi . B o c. Dinanz) lacafadel
morto . Dinanzi ‘ piedi lefogU hauea .
aS6 Dianù. dinotatemi poco fa pafiato. innanzi, tefle. Lat.
Taulo ante^udum. Pn.Et panni, che pur Dianzi . Io
dico, che pur Dianzi nù fi feo^ji . Doue tè hor, che me-
co eri pur Dianzi i Che detto haurefUee fi cord pur Dian
ì^.Bo c.Terciòch'iodiffi Dianzi ilTelucit,& la inte-
merata .Dan. Dianzi uenimmo innanzi “
Dianzi * l'alba,cbe precede’ l giorno . Tur Dianzi ne dijie
andate Id . yoce Tbofeana .
13 iuiati.fi dà alle cofe,alle perfine; & al tempo . Lat. an-
te,antea. ante bac,ante hoc tempore, fuperioribus tempo
ribus, fuperioréusdiebus . Psz.Lei Dauanti,&mepoi
prodnfie un parto . Che fatto dolce non mi fila Dauante .
B oc. un ufi qua fi Dauanti mai non udito . Hiun altra
medicint cótro alle pefidenzf migliore^ cofi buona, che
fuggir lor Dauanti. Il dì Dauanti.La noue Dauanti. .Ab-
quanti anni Dauanti nelle parti orientali incominciata .
Aaìnti,& .A uante. LatJtnte,aaileafiltrajaluriusfiddal
tempo, tir dinota prima, oltra . P e t. Era un tenero fior
nato in quel bofcoilgiomo .Auanti. I figui tanto Muanti
il mio defire. B oc. Et perciò i buonodi prouedere .Ani
ti cbt cominciamo . Dtpiu legger* .Auanti ui^auenti.
fL' O • Saturno -> ^8
Mandato Auantiognbuomo , efio con poca compagnia .
Dan. Qjul giorno f tu nonni leggemmo jluamc . Al-
Ibor porfi la mano un poco Auante. Fa che ini piaghe mi
difi ‘un poco il ufo piu Auante . Terche uolle ueder trop-
po Auante, Et A uantia he fian é là difeefe. Auanti che
l'età mu fofSe piena. Tragga fi Auanti lun di noi, che.
m'oda . E dianoli fifecer tuti Aitanti . Tot che eia, cuna,
fu tomaio nclTuao del cerchio, m tbe Auanti icra.i,
priut. Ben. D*uanti fi partirlo le gioie . Ai.
liìcuaù. Lai.deuide,ante,aiuea, uherius . quando fi dà al lip
tempo pajìato, & al futuro .V et. Da bora innanzi. Da
quel di Imunzi. Ma molto piu quel, cb'è per Innanzi può
rifiorar molt'anni ,e'nnanz! falba Tuommi arricchir,
Del fiorir quefle Innanzi tempo tempie . Deh peri he m-,
nanzi tempo ticonfimief Dallborl.undl non mjfi mai.
Mi legò i.cr te prima difcio^e. Che tal mori già injlo,et
fionfolatoi Cui poco I Ara il morir bealo. Toi che alquan
lodi lei uegg hor piu l.Ettompii mugiornata Innanzi
/èra eh hmanzf tempo mi t'afionde,gj- uicta Gente, tui
fi fa notte I.fera . Altroue agUocibimiei uedato I yia
piu eh' Innanzi noi tenta geiuile. Siuanti fjùanali dietro *
Innaiizipoggi. £' dunque uer, che'iuiarr^teinpofiierita.
Sia f alma luce. Cagiimftrd ebe'nnanzi tempo moia . Che
innanzi aldi de l'ultima partita. Et in uece à prima thè,
"ìdegar difie , non pofio , che f affanno ; Che ua innanzi al
morir non doglia forte . Cha ferino Innan^,cbe a parlar
commii.Ee in uece di piu tofio,& prima. Lat. pomi, ma-
gis,prius. Morir innanzi, che feruir jofienne . Hora a uqi
Drizzp li mio corfo Innanzhtbe fortuna "ìfrl uoflro doL
ce quaUhe amarometta .& fenza SìeUe iltielo Fia In-
nanzi ch’io, potè* Innanzi lei andarne A uedere . Cac- f
ciar me Innanzi,cb'era giunto prima. B o c.ucdif india
ce.et quidoè moutmentoa iq9S.et inprefenzaa 1412. ;
& per prima 0 dauanti a 16 ij.
Aaziidinota innanzi frima,piu lofio, Lat. ante,& priut fin »88
de il P ET. Terò dolenti Anzi che fian uenute l’hore del
manto. Anzi ch'io mora . Anzi uoglio un fipolcbro belj-
ì»i& bianco. &temonon chiuda Anzimone.i. beglioc-
chi. ch’altri cangia d pelo\Anzi cbe'l uezzo. Augi che'l
giorno già uicin m'aggiunga. Anzi che lìabihta fujìe la
terra , Uefiapie fupie mai nera Angi.o dietro . Angil
mio fine . Angi f eftremo . Angi gli anni . Augi tre di
creata era alma in parte. Et quef la che Anzi uefpro a i
me fa fera . ^ fiati cofa piana Angi mill 'anmpdefi dalia
poco tempo . B o c. Ci leueremo angi di. Anzi mia mor-
te bo ueduto. D A il. & difie, chi fei tu, che uiem Anzi
barai fe noncom'huom s'accorge Angfl primo penfier
delfuouenire.Anzicb'al’altopafiotumi fidi.'iinnnd ■
celar chi fofiiAngtla morte. Anzi che l’altro mondo
fofjè fatto .Ben. Angi paruneme fi dice in luogo di
prima .Tk. r
Anzi tempo, mnansq il fine. Lat. intempefiiue, ante tem-
puf. P ET. Augi tempo chiamata a l'altra uita . Che mi
fanno Augi tempo uenir meno . Anzi tempo per me nel
fkopaefèE' ritomata.Onde l’io nonfingiunto Augi leni
po da morte. Onde forfè Augi tempo 01 imi le tanpie . .
Dietro quand.i énota il tempo papato. Lat. retro , auiea ,
P ET. Come papato hauea quefii anni a Dietro . B 0
Et quanti nooih habitan pera Dietro di fa niiglte pieni,
.B in. Contraria à culi di dtttro.Tiu ^
Saturno C' I E L O
Quando, tat tunt , ^ am , thè t$al allhara fbe.&è
adutrbioJi tcmpo,t*ri CHmieUx.fnéktmenti d'^ri-
Jiotcle,tt fimfiia quel ttmfojulqMk fu fatta uua cojà,
lomc JdrMe a ère Qjianiafufiucrt farà fatta tal copti
che fi riprenderebbe l'altro giorno aideP*, curro farà fatta
da qui ad otto giorni, però il nofiro PtT.éi e. Quaa~
do il colpo mortai la giù èfeefe . Òpando il pianeta , che
dtffmgue tbore. QjianJo la fera fiatila il thiaro giorno,
Qjiando primier m'atiorfi . Quando il gran Cioueiona .
' Quando mia fiieniegià tondolta al uerde. Quando xede il
fafior calar I raggi , 1 miei ferrame pertbe non tolti.
Quando ihe pai perche no’ l grane giogoiidelì ima qual
che uolta. Dan. peribc^ran è ueuir Qjiando chefia
a le beate genti. B o c. ueè [Indice .Ari. Di rum mi
riueder fin, Dio sa quando .
<ìuindunqac. Lat.quandocunqne.ual ogniuoUa che, e
quàdo mai.D a k. Quandunque [una d’ejiechiauifalla,
B I M. yuol èr quando mai . T s.
Ouc. in uece di quando. Lat. quando. P e T. One fta chi per
prona intenda amore. Oue'l morir [adduce in forfe.Boc,
One co fi nonfuffejto mi rimarrò giudeo,Oue tu no uogtia
far cop, raccomanda a Idèo [anima tua .
tpo Come,ualquando. Lat.cum ipofiquam ,ut. Ptr.' Come
imbrunir ueggui la fèra . B o c. Come a federe furono po~
fli . Come una giouane ha (òpra il capo pofla la benda bià
ta.Et come egb fu montato a cauallo,& andato utafla di
na n'andò al S. frate . Laqual Come cofiui uide auicinarp
di lontano. Come .Andreuccio fi mete alla ffóda del pos^
nicino . Et come lanate fojie crollajfe la fune . B s m. Et
come che pa. Tri.
Pnr.m ucce à quàdo, & ogni uolta. Lat. modo. Dan. ,An
che men duol. Tur ch’i me ne rimembri ,
Sempre .Lat. fimper . P e x. Humiltate efialtar Sempre
gli piacque. Ch'a parlar defuoi Sempre uerè rami . Che
'■ uolendo parlar cantaua Sempre, ch i [ho dinam^ a gli oc
i bi,& baurò Sempre . Sempre piangendo andrò per ogni
riua . ch'amor non uenga Sempre. Ter gli octbi , cheè
Sempre pianger uaghi. Ch’i Hata Sempre accorta a far-
mi guerra. Et c'hauete li fchemi Sempre accorti . B o c.
Quafi Sempre tra fomiti, & tra lagrime . Et Sempre per
fuo amico ihebbe. Io ho hauuto Sempre Jjietiale diuotio-
ne alt’ordme uofiro ,
\nfemprare è fare eterno. LatMemare,perennare. diuma-
re , perpetuare .D a n.Doue'lgioir i'infempraJ.douei
fempre gloria, dr iletto . Foce trouata da lui .
Continouanza . Lat. continuo^ coutinuus , B o c.Ter
troppa continouan^ .
Continouo , & Continuo aduerhio. Lat. perpetuo ater-
num,confeflim, fiatim.Bo c.Etbauere quafi Contmo-
Ho mala ulta .
Del continouo . Lat.femper,inceffanter. hoc. Del con
tinouo con la non giaceua . Et femando quefla maniera
Del continouo . Et Del commouo mangiato , tir beuuto
bene, & fonato . Seruaudo quejlo Del continouo .
tpi Continouo , & Continuo adiettiuo. Lat. continuus,perpe
tuiu , peremnis. Ptr. Et del continuo lagnmar fon flan
co . Conlmua Tioggu, Troua . B o c. Continouo jludto ,
ideft foUecito . Commoua TribuLuion , Honeflà, Concor-
dia , Fratellanza , Continone Fanti , Continoui Conforti,
Mormorij Contineuamente, Contoiouant;a ,Centmouare
Saturno
nome,druerbo,nedia 1^00. ,
Cotidiano .Ltt.quotidianui^ommanis ,ajJìduusualcofii
degni è.DuN.Da hoggi amia cotiduna Manna .
Tuttauia,wn/ lomiaouammte.Lat. Semper quotidie.
B o c. Hauendo nondonenopenfiero tiittauta comeir.ir- i
re d potefie delle mamdt l popolo . Tur nondimeno tutta-
uia fifpetuua . Et della corte ,acuiT uttauia faceua in-
giuria. Et detto quefio T uttauia putngendo forte , Ma
paffaua lafelua Tuttauia .
Spano, quando tempo ènota . Lat. dr intemallumànterca
pedo .Pei. Hon hebbe tanto neutgpr, ne Spano. Cb'af .
jiifpationoo haggio. He còche Spatio mi défilé d cui»
Tundipietateer'wpenfandod breue Spalto al gran fo-
co, hoc. ìion era anchora di molto Spatto fonata uum r
uà. I due amanti iìettero per lungo S patio infieme . Ter
grandijfimo Spatio cofifiettero . Di che in afiai Spatio di
tempo d giouane s'accorfe. Dopo alquanto Spatip comin-
cià a dire . Et in ciò Rette lunghiffimo Sparto . Ter lungo
Spatio con lei fi troRuilò . uedi [Indice , T. per Spallo da
un bora . Lat. herarium . & quando dinota luogo ampiot
0 diRanxa . ueé avjpo-
Dotta . Lat. breue tempori! fpatium, cioè breuifftmo fpatia
è tempo. D A a. Et non u'era mejUerpiu,cbe la Dotta ,
Se non haueffì uifle le ritorte. & io èra Dotta per la pan 7
ra,& timore anchora che'l Landino habbut ^ft» , thè in
lingua fiorentina figrdfii hi breuifiimo ^atu> di tempo, to-
me è detto .uedi a iipo.
ToR.o.Lat.cito.ualelùbtto.V sT.Cbemenagliamiimiei
fitojloariua. EHa^Toflo del fuocorfoa riua.Tofio
tomando.Tofio tonuien,cbeficonuerta inpioggia.Le
dì, ch'io firò la Toftoch’io poffa . ToRo che del mio Rato
fofii aciorta . Toflo che giunto a [amorofa regia. Mal fa
di toma fe fi Toflo oblia . Dio che fi Toflo al mondo ti ri-
tolfe .& tu altri luoghi affai, hoc. éfcalèr Toflo al-
quanto mi conforta . Tiu Toflo . molto Toflo . Cofi To-
Ro.SiTofl»,Tantofto,Toflocbe. ConToflifiimopalfo,
Io debboToflanume morire. Toflana partita. ToRano
rincrefeimento .Dan. maeRro fé non celi tee me Tom
fìananente , Che fu nel cominciar cotanto Tofla . Mal fu
la uoglia tua fempre fi T»fla.i.cofi furibonda, 0 iraconda .
Auaccio . aiuerbto, ual toflo. Lat. StatmaitoqiropeJiem,
Dan. Terch’ìwegailofpirito piu M-uaccut, Che midi
teffe, chi conlui fiRaua . Óndeegh a me, .Auaccio farai
doue,Diciòti farà [occhio la rijpofla. Et cieco teropiu
-Auaccu cade,Cbe'l cieco agnello . A m.Di uendtear il
fuo fratello .Auaccio , -Allacciare nerbo. uedt a 1497.
Foce de Contadini inThofeana.
Prcllo. aduerbio in uece è T oflo contro [ opinione di molti .
•lat. cito . P E t.E’I tempo disfar tutto , ^ cofi TreRo .
hoc. Et TreRo deWarca fi gittò fuori.TreRo nella ca-
mera fcefe della fanciulla. F enne in defider» a Tmuccto
è douerfi ac conciamente ,& TreRo con cofiet irouare.
-Acdoche col Treflo partirfi ricqpnjfe la fua duboneRa
uenuta,a Cenoua fi n'andò TreStamaite.Mailbarattie
refeome colui che attento Rana )fù Treflo . Tirro Treflif
fimioandòperlafcure,&Ugliàd pero.m AH. Et per
udirti Treflo non la èco. & per foUecito uedi a 1497.
Ratto , Lat. raptim. ual preRo, toRo,fubito. P e x. Hatto 192
per man damor ,netò ben doueJ.raptto in quefio luogo .
Euggo , ma non fi Ritto , che'l dcfio Meco non uenga . Di
fichu
Saturno <T HE' Li (J- Saturno*
fritti in felittHjtto mi eratformo chimi k fronte ^oierMote pur Teflècoft malata, lobo Tefli ricrmit»
lur^Oiiwia. CbeiUttoaqtteHapinalamanporfi.iit (è lettere iamejjina.uedil Indice .
ttniiJjiralfiiofttg^irliRatio.CbeS.atta mi mlgeitial TeAefòmiieceéTrfti ufita dal hoc. & non f/tonelle lyj
nerde bofco. Ratto tome imbrunir ttégg» U fera. Ratto do profé, ma anthora nelle nme,ttoce peri antuanente ujim
^ pteiiicato fm con tutti. Si Ratto ufrma'i fòl àiùo di rag» la .TurTeficfonii dtceua'ìgello .Quando tu mi tiraui
gto. hoc. Videro lo [colare fare per La nette una carola Tejlejo i capelli . aedi l’Indice . D A N. £/ tiuelìo , thè mi
tritaalluonod'HHbanerdedevi tfh'rgltfacettapertrap conuien ritrae TeQ^o ; Perche la faccia tua Tefrefi yn
fo freddo fi lpe(fa& Ratta, che mai fimilettedata non bà lampeggiar ^ un nfo danoftromrm a. diangi.'& tu. Te- .
lteano.B.tandaMainie Ratti qu-iniopoteano. QtttlfuLxca Jlefòanliiamente .T k.
giondeila Itti Rottegli. F i. ./t me parca piu Rattameiir Immintencncc, to/io.iar. rrpenter&dereprme.cito,
teuolar. La. D iLS..4lM7iidonanfiermaiprrliuieRac tptafi immantencnte quello, che ér fi auole. PsT. £a
teafarlorprò.SA'S.Imalfpejiannitcbefirattittolar che poi mi fpogUate Imnuntenente Del ben ,ch'adhor
no.firquaitdodmottertottediad.Aittx.'gaavj'gq . adbor Tanimafiote. Atti. & donde l' uno cede L’altra -
D'Ì}OKO,ttalliiblto.L*t.illuoJiaum,qiiainpriwttm,prir batter polloImmantenemeU piede.
mo quoque tempore, hoc. Et uedremodi Bottojtbt (ha Incontanente . Lat. jlattm, illico, rnox, repente , cito, (ir
hauttto,D AN.'HonaltrimemPanitradiButto Q^aau\. fémpre fi trema afitto tolpretemo perfetta, hoc. Ina i
do il falton t'apprefia,giii ialtnffa.lnquelmedefmo ittof tonunente gli occorfe neWammo un penfiero non mai piu
nò di Butto,cioi di Botto. A«.t.Lemam,eil dome Laf ciò Hatom . Iniontam nte fi foglio mfarfetto. Guani imon-
andar di Botto In quel che troni prtmtfi erado,o colto.É ianaite il fiuti . Et àncontaaiente fu tolta nu . £> a n. In.
eomra Berhngier Henne di Botto. Etto SUndardo pia»~ contanente-intefi ,& certo fai .
touttié Botto, ynee Lombarda. ■ Amano ìmiua . Lat.ìnfimal,itta{imt,ejrual bicaau.aT
Appreflo . NI acce di Subito . Lv.pofi,p»Jiea , paulopodi ^ oeme , poco dopai , a poco a poco , cdrànfiemememe , (taf
B o c. In piccioli bora ..AppreyodopoaUttnauolgimtn Ì'hai unno apprejpi all'altra. P n.odìn.iK.A man lon
to caddero IH terra morti. ,1.. Iuit4ttt.indpgiaa. TuttoafidltrafierdMo^tbe ..dmano
*P4 Subito , &di Subito . Lat. flatim, ijlico > tutfiigh , P s t. -4 mano Taffauon dolcemente ragionando . Crflpe Salit-
S abito aldi quella altera fronde . C'hanno Sabiio fatto d filo . & feto .4 mano jl mano '.hbaiC mano .A mar-'l
tempo no. Subito in. tllegregjitficoatieffc.fi.fuhito.^ no doueffero entrare tncammo. .A maao.Amamcomiia-
rir ogni altra ftctla '. Subito fcorji il buon gmdUio intero^ aarona le genti ad accender lamL lo ai fòri fatto .A man
Ha che l uen tardo, & Subito ad ma . COfi fua aita Sabi .A mano capitano ,
• totrafcorfe.QufllapianufebceSubitofuelfe.OnieSMa\la.\ia.Lat.npxpattlopaSi:atllncotttanente,&ipprtf ajtf
b'tocorfi.Ond’io Subno arfi .Subitoalfieiuoiafti.'tìfft fk.h oc. Sidteder la pofta (Ceffere-mfieme f'ia yia..
fu ilcader Difubitofi firano .Libelladoniia,cbecotanr D AK.Terlòferpente,cbeuerrdÈ'iaf'ia,Modoé fa-
to amaui Subitamente t'i da mi partita. yoUt Subitir. ucUarTbofeano, <1
mente in doglia e'n pianto . B o c. Che fengi bauerla ut Mò ^ particella Lombarda, & TdapoUtana. Lat modo . ual
data Subito Fieramente la cominciò ad amare . Qjtando bora , adejfo tefii .Dan. Che parlotti Mò lombardo ,
alcuna cofa non ufàlaappirifse Di Subito i Se Subiui$en HisàMò gm ,&Mò recicolando ,tdtfl hota sù,bora
te da uno arciere i ferita, uedi P Indice. & quando i aéetr giù . Tu m'hai noupurAdòaaò difiìofio , ale fi non adefjb,
tmo,uedia 1497. . Rtaaltreaolte. ?
ImpToaifo,&.AWimprouili.-Iat.exiempore,impar4- Spicciinmcnte , ual lofio ,& in poco jpatto di tempo,
te, ual impenfàtamentejnunoifldnte. A r i. od Pappa- Lat, ilUco, flatim, confePlhn, continuo . h o C. .AmUau- 'l
rer che fecero flmprouifi) .conequtUo.,Che’l jiiede in- neLì,&lauaremloSpacctatameHte.SpacciilameHtefi
cauto d’improuifo ha mefio Sopra' l ferpente uelenojò, e teaò Pufo,& fi uejll .
fello Dal pigro fonno in megp P herbe appxefio , Chtjpa- Spaccio , ual ijpeditione, tbrigamento , & uendita , uedi a i
/tentata , e fmorto fi ritira Fuggendo quel , elfi pieR di ' ì/ió.jqi. ,T,
tofco^ed'ira. ' ^ictureperifpeéreal detto biogodi [opra.
Adeflb ual al prefente. Lat. mine, cT è ucce lombarda , efr Sproueduto , ual aU'improHÌfo,&iton prouifio. lati ind* 1 97
nonufatadaaoftripoeti,akeng4tbeHelbcÌtìólóD A K, paratus. ho-c.StcondocfuaSproueduia furono afiaibi
ÌHunfrlluogonelloiHfemofitroui,douedite.Ogcute,bi /tetrànatamemeferuitii
cui femore acuto wddefio Ricompie. & dal uofiro Prr, Kepence.lar.ualfubiio.'Pcr.JnuideTarehefiRepelf-
unafoluolu,douenelTri, .iella diuinitd diee;DiaiK(i, leilfujóTroneafle.D Au.OmPei Repente fièiggerà U
.Adefio,hier,doman,matuno,&‘féra,mafònoéUu»s \ nebbia. .
ebe uogliono, che non mai ilP tj. Puf afre nel fentimen. Vnbatter d’occhio . Lat. uno tSu , iSus ocili, &niSut
to della nunc Lat. m t che filano due dittiom diaijé , eioi ocult .h iX.Jdt miei, piu leggier, che nefiun ttruo,Fug'^
.Adefio,&cbes'mtendaDuiiQad effe Dio,percio^e girceme ombra t&jaatueder pm bene. CifunBjttet
parta<PJddiocbepui>Jiarbenijl]imo,neame quefia opir daubia; &poibehorefÌTene.J.'lbatticr gltocxhi muli
tuonefpfoce. lamfi/fiefpefio..
Inftantc . Lat. infians , che tempo dbiota. A ri. Et riunì-, Bretic. Lat. breuihet in BrateJat.breui adae.'quanda tem_
tojjìinuumedefmoinftante,ideftmunpuuto. podinota Pex.BreueHora,Tt7npo,Di,Cioruo,yiutre.
Teftc , ual adeffi),mò,bora. Lat. nunc, lam ,moJo. B o c» yiaggio,Camino,f'ta,yitafirtuij}imo Tempo, InteruaU
fai ni part^pnr Tffli dam.Et giungi pur TeHi. i Iq^S/udiacP^er Bd-enc. Effe fama nmrtalaùorido nrfce\
Saturno CIELO Sattirno
thè Ipepier p douea « Breiie . B o c. E/ « Breue di c»fi tr fer morire a t6ij,
fattegliene éjie molte , In Breue t/ueflo anello andò di Trapalare. Lat. tranfgredi. P s t. Cofi mio tempo ho fi»
mano m mana.Qnanto ptu Breue pote.In breuiffima T em bui Trapalato. & quàdo dinota mouimfto. ut'di a 1 46^
po.BrekiJìimamente.D AN.Madipe;parla,órtif Brer •lifcriue per p, fola,
ue, & arguto . dkcnltt molto Breue .Tu che forfè uedrà A ndare , quando tempo dinota . Lat. agere , cS* perngere^
il fól di Breue. & quando i in uece di corto,uedi P e T. L'altra Conjòlai con ueder le cefi .Andate, quando
quando dinota finltura 8od. fi rimembra del tempo .Andato . B o c. uedi ('Indire . •
.Abbreutare. Leu. dtminucre, amputare, demerc, breuiorem A lungo andare . Lat.oUm.&pofl tógum tempiii. B o c.
ficere, decurtare, abbreuiare. Ho a:. La noftra Ulta ha A lungo andar per faritftO per amore le conuerrebbe.
ìom
ualuta abbreuiare con ueleno. T H Ejierepojsdnle perdi
luenticanza il dolore abbreuiarfi .Th.II tempo che mol
to banca le notti abbremate . K i .
.Accorciare per abbreuiare. Lat. inadere,àfroduBa. P et.
Ter accorciar del mia uiuer la tela. D un. Tanto allun-
gar, quanto atcorciauan quelle
Tereiò thè 10 A lungo andare l’alpetto infeliaffimo Et di
queflo m huomo faluatico conuettito A lungo andare,
P ET. Vandolfo mio quefleopre fon frali A lungo anda-
re. A ni. Ma ftfecreto alcuno efìer nò puote, CheAlun
go Ondar non fia ch'il uegga , & note . Che come Tarlo II
teikpo A lungo andar qud gii dinota .
Haecornarc . Lat. incidere .hoc. Il difio mi Siringe a rac~ Andare. Lat. ebbi , abire. P e t. Tin ueggio'l tempo andar
cordare il termine . A m. Sarà cagione, che 1 miei gtomi
fi raccorcino. F t.Chi non là che la iunghegga,<y la cor
tex^a deltcmpoallunga,tr raccorcia la noia tE t. non i
della Imgua .
«yS Tanto, cStoimh/o. ualaqueltemqo,oinquelmegpditrm
po. Lat. intered, interim. P E t.ltuppefi m tanto di uer.
gogna il nodo . Comincio^'n Tanto lagrtmando sfogo. E'n
ueloce,aT lene. Lat. cito labi . Che quant'ie ueggio il tema
po andar leggero . Et uegpo andar, anzi Molar il tempo ,
iiuefli hauea poco andar ad efier morto. Idi mutpm
correnti,che fatua Sonfen' andati. Se n'andò m pace Sani
ma contenta, andò piu prefSo al fegno . E'ighru» andrà
pien à minute flelle . Hot l'andrò dietro bomai con altro
peto . B o c. uedi t Indice .
tanto pur fognando liberiate. Dan. Tanto ebedataui Vi.Lai.uade, accede, progrede. P sr. rettene triSla}
t ultima poSìa . . che nourà per tempo. Chi dopo lafSaifuoi di piu fèrem.
Da.iadiia(]ai.Lat.ileindefoflea,paulopoSÌ,ualdaqueL uediatqóó.
[bora, 0 da quel tempo w qua . P e T. £M indi in qua mi A bada . Bada , badare quando dinota perdimento é tenu
piace. Oa indi in qnà m'incominciò apparere. Da indi in po.iiSt.
qui cotante carte ajpergo . Da indi in qua , lò che fi fa nel I ndugio , & indugiar*, uedi a noi.
chiofiro D’amore, hoc. Da indìmnauQ, ideji perla Durare. Lat. &terdurare,permanere,conflarr. che tempo fot
auemre.Dapocoinqudjidejlda poco tempo in qud. Da dinota. &ualreflare, regnare, oliar in uneffere.VtT,
quinci innanzi .
Proceflb , idefl in proceffo di tempo , cheffatio di tempo fi-
gnifica. Lat. & multò po fi ^ut Unga temporii mora, prom
greffu tempori! . B o c. Tiu uolte poi In TrocefSo di tem
po ui ritornò. Tercbe m Troceffo di tempo aucnne.Ter f*
medefimoinTroctfìoditempofiJimiimi.
Trocedereperderiuare. & per andare auantijuedi a iq6i,
&a 1591.
tyy Vretento. lat. praterUum,affum,trjHfa(ium. Boc.
Delle maluagic opere nel Treterito fatte da lui . Treteri-
ta rua,& Trafeur aggine, Traente Cofe,Traeriti Cafi,
Padàto . lat. prawitum. P tT.Tafiato Tempo^ Mdle-
ftmo anno i TaJSato,Tafsato è il Merlo, Ta fiato ho il me-
X.o,Tafiatoèiltrmpo,Vafiata Stagione^ita ,Tafiata ì
• tHora,TafiateCafe,TafiatiAmà,Tempi,Benmicre-
dca pafSar mio tempo homai , Come pafiato hauea quefii
anni adietro. Boc. Tafiata Mortalità, Sera , UpueUa ,
tIora,Sberanga,Tafiate Fatiihe , Cofe Tafiati Infortn-
mi,Ciorm,Alquattti Di. unii l'indiec
Che uriamorofo flato In cor di donna picchi tempo dura ,
<ome nulla qui giù diictia, odura. Tipu potè mai durar
dinanzi a leij.reflare. Etfe queflo mio ben durafie alqui
to. Durò moU'anni m astrando ungiamo, hoc. Le co»
fefènza modo non pofflmo lungamente durar àie fi ftarfer
meTer quanto ta fua Signoria dauea durare, iiuaniod»
rafie il fuo reggimento, mentre che il mondo durerà Men»
tre durò la loro compagnu.
ACBlCOlTrR A.
Gricoltura, Agricoltore, Zappatore, Ara-
tore Aoboico, Lauoralore,Ta flore, F Ulano,
Contadino, Ruflico, Situeftre,Zo(ico, Agre
fle,Bifolco,Forefé,& Forefoggfi,Ealte, Car
ro,Carretta,S>uadriga,3aftema Aliga, Fe-
htculo JBaSìri, Zappe Aadili, Marre, Fangbe , Fomtrii
Aratri,Cilmdri,lòdoli,Seminare,Mictere,Cogliere,Zap
pare. Collinare, Taflurare, Arare, Lauarare .
Pada to aduer. Lat.etapfis dttbus. Boc. "Het Tafiato,Ter Ag^coltiira . Lat.agricultura . fecondo alcuni Clearco fu qo»
lo Tafiato. P E T. T<{el Tafiato .
Tafjare quando tempo fignifìca. lat praterirc. P E T. Iltem
popafia . Inptcnol tempo pafia ogni gran pioggia . Cofa
beUa,&morial pafia, Crnon dura . tutta [età mia nuo-
ua Taffai comenlo.Tafianuofiritriomphi,^ uofirepom
pe,Tafian lefignor'ie,pafiaitoiregni. Tutta la mia fiori-
ta ,&uerdeeiade Tafiaua . Tutti in un punto pafia-
rem come ombra .Boc. nedi [ j ndice . Ct quando figni-
ficamoMoiKnte.ueéa 1464. eJrper trafiggere a
il primo (he la ntrouò^ltridicone Dionifio,^iab Satui
no,& Tibullo afferma Ofiridicendo . Ofiri prime riinui
Taratro,Et con lo acuto ferro il terrai mofiei Egli fu pri-
mo,ch'a la rtnega terra 1 (cmidiedejet ne ractelfe 1 fi-uni,
ma alcuni uogÙono,tbe fujse folamcnte in Egitto, c-r- Tri
toleme in Crtcìa,^ in Affa fecondo Giuflino, tir Satur- -
no nel La!h.Altri uogUono,chefùffe Caere , cheta infe-
gnaficamortali ,iameattefla Firrilio , Cerere prima di
nettar la terra Col ferro 4 hffegnò U ma migliore,^ Dui
•X.'
J»
A
?
r»
Saturno CIELO Saturno 4*
im,Ctrerefrimtt cól' antro admuoì frutti ie la terra» MteìfrimoTaflort fu fgliuolo indarno jet iEua,huomo J05
r buomo diede, ma fecondo Ciofèfho nel primo delle anti- giufto , ér molto reltgtofo .fu utcìfo da Cam juo fratello
cbità due, che Caino fglmolo di .Adamo fu d prono, che per mmduifigmfica m bebreo lutto ,timore, uamtà , ef
dorar la terra, di porre iconfimd modo trouò;&cofl miferabde .D A N. Trafieci [ombra del prono parente
fienxa dubbio credere fi dee, che ijueflofofidprouipio Je !>' Abel juo figlio, & quella di ueé a Cam.
[ Agricoltura Jaquale a uanj popoli muanj tempi fu poi ftefcpio.Lat.praprpium.iilluogodoue fi pone il mau-
iufegnata. Qgejlafu in tanta uenerationeapprepo de Et)- guir degb animali . S^a n. Ter le piene Trefipi cantaro-
mani, come attefla Cicerone , Ct altri cb'i primi Senatori no amorofe canoni .
babuauan ne càpi,& molto era lodato quello , che megbo Villano . Zj(. efr rusìicus , ruris accola , uillicut , colonui .
quelli coliiuaua;& non tanto queflo fu appreffo de Homo» Bo c.y^dlanoricchiffimo .S'egliadun y'dlan [haueffe
ni. quanto appo moiti Re, Trimipi, & gran Signori . <bua . Senxa guardare fegentUTiuomo , 0 yillano Sìato fi
Agricoltore . lat. agricola jtgricultor,etagricolatorjlu fia.Eta ytllam rmoUodtfìe.HabitoyillefcOj&perme-
ro,Forte,Robuflo.AKl,Gliagricoltortaccortiagli al- ta.per chi ujduillania.yillanCaualiere.y diane Taro-
truiefiempi. le .D Ati.Cortefia fu alui efier yiUatu) .uedia^t.^.
Agrìcola. tar.D a ti.Sicomede[Agricola,CheCbrifio Coacidiao. Lat. ruSiicm,/&pagaHus,ruilitaHMt, agre.
Elefie a [orto fuo per aiutarlo . iiiijn urbanis^r in fuauium morum. B o c.Inteudo rat
Lauoratorc , & lauorare,uedi a 847. contarut uno amorazzo Coniaduio. Sentendo la moltuu-
30J Zappator . Lat. fofior .Pii. L'auaro Zappator [arme dine grande ejlere uenuta de Contadtm.
riprende. Ruftichwza. Lat. rujiicitas .hoc. 'hlpn mouefie la fua
Zappa . Lat. Ugo, dr bideni. la Zappa,che ha duo denti,& Rt^uhexga ad alcuna t<^a,the a uergogna le potefie tor
trpicei il Zappone di ferro. B o c. credono jche la Zappa, nare. llgwuane atto a lafciare ogni Rujiuicà. La Rujlica
drlayanga tcdganodel tutto a lauoratori della terra.! noce in cittadine fihariduliey&Rufiico romito ginepro
foncupijcéiiiappetiti.S AH. portar fu [humero laca- prio.S a H.faròtraquejliRufltcìla fepoUura.
ra Zappa . Bifolco . Lat. bubulcus , Ioaratore .Ptr.'Hf pallori ap- joé
Zappare . Let. fodere .hoc. Et molti di quelli , che la ter- preffauan , ne Bifolchi. Dan. Qjiaudo lafon uider [at-
ra t^appano ,dr guardano le pecore già ricchifjimi furo- to Bifólco. SA>i.ifolenmbonori,iquaU horaituot Bi-
no. & fono. . folci II rendono.
Vili Dio deTaflori fi finge conle corna ftmdi a iraggtf^- hobolco. Lat. bubulcus. Ioaratore. Dan. A fimmar
ri,& a corni della Luna,& la fua faccia roffeggiante co- qua giù buone Bobolce. Lai. lugera .
m'aere. Fu adorato nel monte Liceo , & Menalo itArca- Zo tico ^ huom rnjiico,& rude. Lat. rudis^grejlit. hoc,
dia. Le fue felle ft.cbiamauano Lupercali , & faceuanfi i alcuno fi forbito qual non aréfea di dire ciò che bi
mel monte Auentiao del mefe di Feltraio, di ebefumuen- fògna,ne fi Zotico jebe non ammorbtdifca bene.Ugllaqual
tore Euandro per Romolo, & Remo nudriudaia Lupa, Utteretta quantunque queUa con aperte pcuroUmunacofa
amò Siringajaquale lo fuggiua,& egli la feguitaua mfi- al mio amore nfi>ondefie,pur con parole afiai Zoticamen
no chegiuiifero al fiume; li doue non potendo pafiarl», la te compoflejcr che rimate pareuano . L a. yoce contadia
"Himpha domandò aiuto da li Dif, che la fcampaflero dal nefea di Tbofeana 1
Umani diPan.iquaU mofiiaputà,latrafmutannom Vorefi‘,oForejòzgaJauiUana.uediap6s,
cannuccu di Vantano . Tan non la potendo altrtmenti ha CogUere,ricogliere. aedi alla Dea Cerere a nf.
: uerejii quelle cannuccie formò la ZampognaJaquaU dal Mecitorc . Lat. Meflor, è quello che taglia le biade. S a u,
nome delT amata nmipha ; chiamò Siringa , benché que- Tnma ebei Metitor U biade affafemo. h tei. L'almo li-
Ro uocabolo in greco fignifica canna .Dan. parlando quor, cb'a i Metitori fuoi ,
qui della Zampogna , cioi di Smaga fonata da Mercurio Mietere . Lat. mctere . P a t. Conuien che del mio campo
miando addormentò Argo dice. S'ì poteffi ritrae come af mieta Lappole, & Recebi con la falce adunca . L'efca fu’l
fomia ro Gli occhi ff telati udendo di Siringa Clioabi a cui fme , dregh [farge , & miete . Di buon feme mal frutto
pm ueggtarcofiò fi caro. mieto .& [òpra ogni altra mieti. D a h. Dimia [emenzf
J04 Tidote digreggia . Lat. &abigeus,& aboBus .Abel fi- cotalpaghamieto.S a H.Tnma ifinuemo fimiettra»-
gliuolo di Adiamo fu il primo TaRore .Psr.ll Vajior no le biade. Mefiiojonitfio atto del mutere .
che Mantoua honora. Il Taflor, eh' a Golia ruppe la fron Tiantart. Lat. plantare, uedi a Pianta 4115;.
te ."HglTaRor , diche aiuborTro'ia fiduoU ,ideftpaa Coltnrz. Lat. cultura j&cuttus,cullio,agricultHra,agri- joj
ris.A R i.AlgranVafiordellamontagnaldea.Lparit, colano. D a k. Che lofio s’auedrà de la ricoltaDelama
Con tanta attermonjantofiupore Con quanta Ampkrifò ' la. Coltura.
udì già il fuo Vaflore^efi Apollo, hoc. Se in certi pa- Inculco. Lat. Ari. Sarefle come Jnculta ulte in torto ,
Rori non fi fòfie (lontrato. Di lupo era diuenuio Taflore, Collinare. Lat. colere terram exercere .Pm.loperma
trmeta.ptr toTapa,uedia Cme .VafioreUa Cruda, firn quafi un lernnafctullo Colto da uoi,idefi coùiuat».
Alpeflra , dr bella . ‘Hiu>‘ campo fu mai fi ben coltiuato . B o c. Ter U uie ,
PaAura. Lat. pabulum.h oc. Ibuoidal^go alleuiatijet & per li Colti jdefi luoghi coUiuau. A gli affannofi Col-
difaoitiper li bofebi taf ciati andare alla Taflura. Di me , tiuamentt della terra.T H.
die lor conduco alleTaflure. Uedi ali‘Jndice.& a 1598. Solca . Lat. Lira.D a n. Et prefo il pimolo colquale epi
fPafiurare. Lat. paj'cere. guidare alla paflura .Boc.O'ia piantana gli buomini,& preRamenlc nei StUt perciò fi»
mmaiedipafturaremaldifeftfcienz^, umeffoU.meta.dtreucnerea.
Sitarti» C I E
Falce . tdt.filx. Pir.& del mh rampo mieta lappele,&
Stecchi ionia Falce adunca .B oc. Sepoi mi dijStcjiuna
do la curua Falcei lujiiirianti rami diluite teparn fum
da nmauere V i. S a n, C( feperneceffità di herbe ha~'
uefSe con la importuna Falce Agliaio le facre felue de
rami ombrofi .Ari. lafcian ne i campi aratri , marre,
tir Falci .
falcar per torcere, detto della Falce, uedi a i6p}.non è
della lingua ,
tnnejlare . Lat inferereata mferojinfeiò, infitum, ual incal-
mare. Ari. Che nel tuo felice arbore i’innejia. Cbedo-
ueilfruttobada uenir s’mneFìa
I. O
Saturno
datore del carro, & de eaualli d\Aihilk,ihe per fama ót
tenne il primo luogo tra carrettieri di cjHetla tià.&vppo è
porli mento porji in ucce dt qualunque ctiimo rettore,
S crine lo interprete d'Homero nella regola della Iliade ,
che d'Achille il carrettiero era TatroclojdiTatroclo,Am
tumtdone,a'^utumedone .Alcimedontejà onde Homer»
carretliero nomò Tatroclo . Tipbif» poi , a cui prima fi
diede ilgouemodellanaued’argo, come alluogojùodirem
tno . onde il nojiro Vur.éce. Felue .Autumedon , felue
Tiphi, Che conducefie fi leggiadra gente . & Ouuho , Ti-
phiiità" Autumedon duaramotis ego.
Mirrilo figlio di Mercurio regguore del carro ctHippoda-
Aratro . Lat. Ofin fe di Egitto ne fu primo inuentore , <jr mia. uedi a Mirteo mare a ìój a
Cerere Dea, &Retua di Sicilia fu la prima ,ehemoflria Temo i il iimone,gjrgouemo delta nane. Lat. dauus nauU
fuoipoMh ftbricarlo,& <Farare,& feminare. B oc. Et gnbernacHtum,fiuettmo,maquilopoftV) An.pe'rqueU 'v
data forma col Ricuruo aratro alla nuoua terra. A H.Va lo del carro. Lat. temo currui.doueéce. Et la quinta era
anhuominiuenulidalP Aratro. alTemo DrrrgamdapHr m futardente corno.
Arare. Lat. & coltre. D A v. Forfè coll, oueucndeimnia, Miàuilu. Lat. limopta. i stromcnto mllefio con che fi »
&ara. fiangc dlinoialtrimentidettagramola.D ah. Da ogm ^
Jo8 Rt(ito.Lat.raflrum,ri.S AH.If'omeriàRjflri,leZap- hoccadirompeacodéuTn peicatoraguifaéMaiUtU.
pe,gh Aratri, (triGioghifimUmenteomatidifèrltdino yoce Tbofeana . ’
ueBl fiori. Et pei comincialo cedrafiroa frangere La dura Z»ppì,Zappatore,Zappare .ucdidifopraa joj.
terra. Et cangiar Raflti, Stiue, aratri, (f- Capoli.T. Che Mktru.LuJa Zappa. Hoc. Verthe efficouyanga.t^tom
principio non han cffi pretori Da RaSiri Zappe, y omeri , • Marra nella firada parati dinanzi airAngiolien. Dai»,
drcCAraln. Lat.Raficlli. ‘PcrògirifortunaUfuaruota,ConUgiipuce,e'tuiilanU Z
Bifchcri fino i pironi de Liuti & de riobni. B oc. Con que fua Al arra,. A R i jAfeum ne capi aratri,e Marre je falci,
SU tuoi denti fatti a BifiheTÌ,ideSì a foggia di pironi Vinp,i.Lat.ligo,nts.Boc.ejficbiconlayangaj&chtci
da corde .
Vomere. Lat. uomrr,&Homit,erii,iilferro,che i incapo
dello Aratro , cotquale fi fende la terra arando . B o c.
Col yecebio yomere fende la terra , mela, prò parte pu-
denda. P i T. yomer di penna con fi^ di fianco , tmen-
dendo per lo fcriuere. Ari. Come purpureo fior Lnguen
do more, Che'l yomer al paflar tagliato taffa .
Carro , ef- Carretta. Lat. currut. Ertttomofu primo inut»
me del carro con quattro ruote , Cr con quattro eaualH
tU ufo d'arme .B oc. Siuelle piagge , lequah d Carro di
Marra. Chela Zepparla yanga tolgano a Uuuratort • a
dtUatmaiconcupifcibdi appetiti.
T 0 y E R T U*.
Ouerta, Bifogno , Difagh . rape , “Vlecefi j | y
fità, Venuria , Inopia, Careflia,Faine, Ca-
lamtld. Mendicanti, Mefibim,Tapini,yiU,
Baffi.Céu minuta,Cómé,CòuemrC:Bifogns
_ . TeJmpouerire,DiligiareAUitire,Tapinare-
Tramontana gfurdauano . Ljt.currui Boreali!. Pofiem Poacrti. lat. paupertas^cflat,inopia .V si. CrBo c.
me li»gegnodiDedalo,o le Carta di Medea , acciò che io Cafìa,Humil,FraiuaJ3ura,Strema,'ìluda,CT Difeoptr
per Caere portata. F i. A R i..HorpoicbedicauatU,edì Uc.Lapouertànoutogliegemiltxgtaadalcuno.Laboue-
Carrette,Enbotnbardegridi, Sia Tauerti antico, e^largbiffimo patrimonio de mdnli,
’&sdcTns.lJt. era certa carretta, fòpra laquale i Romani Lapouertàefi»rtilarrucdetleferuuùfeiifitìMe,ef-defla- '
faeerbli,(y-leuergtmueflaUporuuano quafiaprocep- trtcedenofiriiugegm,doueUnccheggc*i& quelli, tir
fione i loro furi .Dan. Colali in fu la diuina Bafìtrna Si tnufli addormenta, & in tenebre riduce la chiarezza deU
leuar cento ad uocem tali fenit , yoce non uolgart ne da t intelletto .Br.La pouertà i una delle moleHe cofé del
ufarfi . mondo da fofienere . E P. Ella i facciatrue di allcgtex- . ^
Biga .i carretta di due ruote^irata da due eaualli .Dan. OM.Crdi ripojoiFugairicedthonorti Occupatncc di uir-
Se tal fu Cuna ruota de la Biga. Lai. Biga ,Cr Birotum, tu ;.4dducunceia)narefollecitudini. Tanto bafiaVo-
idefi Cifium , if. uertà,quamonatutaricbiede.T.La fmurtade èCultum
Vchicmlo. Lat. f!ruehia,auehendo,t^pUufirum.D A N. efierminio , uedi C Indice,
Tofeia uidi auentarfi ne la cuna Del triomphal Tehicu- Pouero. Lat.pauper/gmusànops. P aT.rfrB oc. Tou»
lo,unayolp«.yocenedaprofanedauerfo. roHuomo,Staio,Touerodicore,T>ouera Geate,Tellegri-
Qjiiàrigs. Lat. i Carretta di quattro ruote. K R l. Te- na,Giouanetia,Tbilofiphia,Cortcfia,Vouert Capanue,
man i intorno a la ignobilSluadriga Tecchie sfacciate, TouetiLakoratori,Tanm,'Pouereldigiuao .OTouertll»
e diibonefh putte . mu come fi rotga ( idefi cannone ). Effeudo Touerifii-
VlaisfiTO.Lat.plauSirumc&plofìrumiffiplefiellumildi- mo ,Touerameme. ,.^'1
mi. i carro da tutte le pani aperto. Jmpouerire. Lat.depaKpirart.V si.VerCakruiimpoue-.
Carrertiero. LatMirigafiigariHt,ptoflrarius,tà'plaMfira rirfericcatCzgrande.llreffKiCamore haiimpoueruofm
rmt,carrucba,(!rcarrucanui. , morte.) Boc.Trtgumamhauédodlormaltfitfòimpo^y^
ì*9 Autumedon .Auriga ,fu figliuolo à Ditreo fi buono guia turifiono , Landolfo Rnffolt Impouertu dtueuta taralo «
Caniu»
1 V «I f -a f: a IL B ^ V-FrifCA*^
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SacurnA C I' E' L' O' Saturn»' 41
(13 Cattiuo in uete di Tonerò lat. pjnperjno^s. B o c. Egli poto in ujb ; uat BifigM , & ntilitd . P e t. eue ìeggiern ,
non ne ni ninno fi cattino, ohe non parcfie nno Impera- vfi»lteTiantabaureÙ}eyopo,tir fana.tTogni parte .
dorè. & per federato nedi a i66j.&perme{io,&do .A tnttaltaliaginnJèmaggiorf'opo.Boc.Maiuneri-
■ientea j88. tàbene atnoHnopofetufiaicbeta,t^laftmifareDifie
Trifto per pouero^^r mifero. B o c. Calandrino gli inaiti a la Bel colore , 0 che bene a mio Hnopo , che fiete tntti pim
■eena cotale alia trifiaJ.allamiferaj:t per lcelerato,nedia fcarfiche'lfiltolo.'hlpn si che Hnopo gli fia di cercarla
\66i ■& per mefibino a i6%.^permfemna 1684. «or/t.F i.D a n. Tin non yi Hnopo aprirmi il tuo ta-
KiCop,no.LategeJlascda bis,& eteoÀnaldeegeoiindigétia, lento . cJr CHuopo nede . A r i. Cader in terra alo ^Un
tir neceffitas.i la neccffaà,& udijagio. Pe t. f poteffe dorfn d’f'ope. Ma perche nariefilaa norie tele yopomi
al Btfogno prender Carme. E‘ bifogno ch'io èco. Lat. opnt fin. E doneyoponefngnidalimefie. Sufiiiente,&att»
eH. Che la mia nobti preda non pm Jìretta T enni al Btfo- a fami yopo. B i u. Fofie hnopo .At.
gno.ACnltimoBilignoomiferalma.SefiatofoJùilmio Slifcria. Lat.P sr.&B o c.Miferia Humana,Eftreim, jl$
foto intelletto Meco al Bifogno.Chepoffi, et nogli aigran GrandiJJima,Maggiore,Lnnga,Innata,Torto di Mijèrie ,
Bifogno attarrue. B oc. Che al fin Bifogno maggiore gli Mtfero Amjiae,Core,Efiho,Hnom,Monio,Stato^i(i-
baneano predato ficcorfo. in cofi fatto Bifogno . Alcuna ara Dorma.R.onmaJ'ifiont.Alma, Gente, Mente, Mfcr*
tultapernnBifognograndealbergana.'hloibaneredel- Cappe de frati, ideH ponete. Odi le [Inda Dele Mijèrit
t altrui gonemo Bifogno.'Helle Bifognenoh cofe. Bifogno- atcefe, Mifèri Occhi . tir foSì. Mifiri Tonteficidìegnanti,
(- . fa domta.Et fina Bifogiu^i afiatpoco.se tu non fojfiBifoo Imperatori Cbrifiiani , Cnrjòri , Lauoratori , Mortali ,
gnofo à configho. Lat. mdigimi. Luna metà coauertendo Miferrimo mondo , Miferabil pianto , & Mijirabib Ac-
nemieiBifogni. Abbandonati nelorobifogni.D AS.S* eemi,idefldegnidimifericordu.S a n.Mapercbelo ifo .
di Bijòffio limolo il trafigge. gare con parole a Mifèri finite alte notte efiere altenia-
glj Birognaperlobifigno.Latneceffitas,egefìas.D AK. Stan nentodipefo ;ildiripnre. Kxi.M^eroibentbiueder .
no a perdoni a chieder lor Bifógna. Incominciai; Madon- f china il fole .
Ha ima Bifogna yoi conofeete , & ciò ch'ad effi i buono . Mefehino . Lat. miferabilit , nal degno di mifericanba ,
Toi difie mal contana la Biligna . & quando fignifica la P £ t. Qjialche gratta il Mefehino corpo fra noi rico-
facenda,ofattonedia 846. fra. Boc. Pone il Mefehino Rinaldo sera accoflato,
tifognare.Lat. opus efl,&canuenit,tempusfert,necefieefl. Dan. che ben conobbe le Mefchine Delaregina de Ce-
fo t. Che quanto piu Uno aiuto mt bifogna. Bifogna ir le ternopianlo.
ue al perigliofonarco . Qjmiito bifogna a disfogare il CO- Tapino. yoXSra. Lat. uagus. noi mefchmo, hnmile, baffo .
re.Trefoloflil,cborprédermibifogna.Chebqignaamo Boc, Cb'efia folamente ledottne Tapmelle eofbnuge .
tir ben altre fcorte.Ma pin tempo bifogna a tanta lite. Se Dan. Come'l Tapin, che non là che fi faccia .
I non come a morir le bifognafie. Boc. Oltre a quefle non Tapinare. Lat.peregrinarijiagari^rrareAalfientare,meo »
bifignarpiuparole.miiifognadngentofiorinid’oro.bifi febmare, tir gir come tapino. B o e. Cheto finoandat»
rnandogU una buona qnàlit.i di danari. QueRe cofe eh' al tapinando per lo mondo . Io firn la mifira , dr fnenenrata
la nita bifognano in qnefli tempi.Terciochetn ci hifognao Cinenra fei anni andata tapinando in forma d'huomo per
mperdircerteorationi.'lfgameborfibilignerà.iì a n. lo mondo. Che del fnoefiUoAr dell efiere andato tapina»
dà non fi fi per noi ,cbe non bifogna . Cui bifognafie per dolerlo mondo [ètt'anni ne fiete cagione,
farle ir conerte . Qjeanto bifogna noi . ber ha btfògno il Inopia. Lat. la ponertà . P e t. Cercate dunque fonte piu J it
tuo fedele . tranquillo, Che'l mio S ogni liquor fòflene Inopia. T. Ino-
Meftiero,dr Meflieri;& ambo Mefliert. lat. opni,& nem pia fonerai fame, & difagio .S ah. A dire il nero bog
cefie efl . quando nal bifogno fempre è aggiunto a qnefit gf i toma l'Inopia . ECìrema l’Inopia .Krci.Oper nfar
nerbi, cioè hanere, fare,& effere .Boc. Liquabgià ban iC Inopia chi t'uccida .
Hoéconforio hauuto Meflieri.Ilqual jóloottimamenee Heccsuci. Lat.necefjitai,indigentia. Boc. Solo chela .•
cono fi e ciò che fa Me fiere a ciafeuno. Dah.Ei conàò tieceffità della fica infermità il rie biedeffe . lina fi da ìqt
tba Mefliert il fito compare .Ari, Comra a 1 barbari cefiità cofiretto .Che di Hecefiità fi connenina m uno
infiniti banria Mefliero. incappare . La mogbe , che con lui in gran Hecefiità ui-
214 Dìiàgio . lat. incommodum , il contrario di agio , ual bifòa uea,di ciò che mefierk monaco, come mifericordiojògra»
gno, incommodo .Boc./ fiati tutti il Difagio andana- douitia te fece .
no per f amor di Dio fichi fando. Che del mangiare nonpa- Ncccfl tri odM. Boc.Chinonsà che'l fuoco è utibfiimo ,
tifee Difagio. Con poco ctbo,& con molto Difitgfo,Grandifi angi 'tfecefia rio a mortaliBruno comperati i Capponi
fimo Dàfa^hafof erto. Stando anrf a Difagio che nò nel altre cpfiTqecefiarie al godere. *
• i l'arca, idefi mal accommodato. Che i Di fagi tolgono a U Ciie{ii3.Elìrema,'Penat'sAGrande.Lu.Charitas,Tenu
ueratori della terra i concupifiibib appetiu.yna carne- ria,'hfgcefiitas .inopia . llmondochaiogninirtùTenu-
rttta Difagiata, idefi mal commoda. Si molìrò forte deU ria. ne luna, ne l'altra trono ufata da nofiri poeti .
la per fona Difàgiato , idefi mal condiiionato , non fino . Fame . Lat. è necefiità di cibo . P e t. Fame Amorofa .1*7
D A H. Che di federili prima baurai difiretta, idefi dipi- Quella ,pcrcuibodtmorirtalFame .idefidefio.Bo c.
gio,odifficultà. Che maggior Fame banca , che noglia di motteggiare,
Dijàgtare. Latàncomrnodareàmpedirejunhare. Dan. Che Della mia Fame hanno tanta compafiione . mora- di Fa-'.
U tua lianga mio pianger àfagia . me . Lat. exuntio, exuries,& quando dinota nomedigri-'
Huopo,dc'Vopo.Lat.<fni.uoceproMen^lefCbeboggii dojncéaFamaa sg6. .
Saturno
CIELO
Saturno
uacnci , che Lauaceci , perche cefi pctrcbbe hauer dettm
tana faua ,o fagbuoli , che eeci , pigli bar eiafcuno ijuell»
che pmgb aggrada, che cfuejlo poco o mila importa, aedi
all’indice jdoae ne habhtamo ambo largamente parla-
to. & aedi a Cencio a ISfO.
Famelico, lat. exnriens. ual bramo/à . B o c. ’tfpn altri-
menti, che un Leon Famelico nclC armento degiouenihi ,
pria codentt, con tunghie la fua ira fatta, che la Fa-
me. P s T. iìueto i frali, & Famclitimiei jpirti .
Disfamare. Lat.fiturare,fatiari^xplere.ual fatiare. D ak.
Et fr la mia ragion non ti disfama jidcfr non ti contenta Pìdocchcrìa. ual cofa mie , tome fimoi pidocchi . Lat. fbr—
affamare. Lat. Famelicum redderc,C pafSiue fameo ,efu- didus.drfinrdes.Boc. Che altro non pareogmlor fat-
rio,&famefio. D a k. Già era in ammirar che fi gli affa to,che una Tidocchieria . ideB una miferia,una cofs
ma.ty nella fignijicationepafriua fi ufa nelle profe. mefchina.
Affmiitx. Latxxuriens.Boc. affamata F'cltra.Cbe,^f Poìtroneri». Lat. ignauia.B oc. Chi non sàche fem^
[amate fempre le tien. A u. Io lafciai Biancofiore tra co- danari la "Poltroneria non può durare.
loro,chefono./lffamatidellajuauita.PH..Affamatifli- Poltrone. Lat. ignauus. da poltro,ih'èilktto.Uo c. Per
mi Mafiini , cioche con conueneuole motto lui (irgli altri Poltroni ha
ji8 Mendico. Lat. i piu che pouero. P e t. Ond io fon fi Men- uea fchermti; altri leggono Paltoni , cb'i il medefimo
dico.LafciandoimieiijUÌ MiferitdrMendici. Boc.Tro guifache ueggiamo jare ijuejli Paltoni Francefihl ,ji
uandofi pouero, dr Mendico . "ìign follmente pouero, ma diedero ad andare U limvfina addomandando , non è nero
Mendico . La bianca uecchic^ta jòmmo uifonumo de che poltroni fiati mede fimo.
Mendicanti . 0,an. Cambiando conditm ricchi, & Toltroneggiare.Lat.ignauit indulgere, hoc. Se tu ne tuoi
Mendici . diletti [penderai i danari , il frale non può poltroneggiare
Mendicare . Lat. P e t. e‘l fiso amor in qual modo yi mendi neh' ordine .
cando, accio che'n pace’l porte . Po\tro,ual poltrone fi fecondo alcuni Poledro, dr tali illet
Vil>& Vile adie. Lat. ual di poco prnj^o. P E T. yil curaci to.D ah. Come fan beflie fpauentate , (S- poltre . A ». l.
gnoria,Soma,Feminclla,Cofa^tta,Stato,Arte,-dltodri La befl'utfihe era jpauentoja e Poltra .
uer nojtro , Piacer , Tlibhia , Lafciai cader in yU amor Spoltrare. Lat. expergiftere. ual né eflerepiu Poledro j.g»
dannile. T ante ritten di l fino prono efier yile . Tien caro nane, & fecondo il Landino è uldr di poltrone.!. fmgbarft
altrui che tien fe cofi yiled'il Tolomeo.yilmente.'B o c. dal uttio alla uirtu, da Poltro i he fignifica il letto sonde fi
yiltd,yiU,yihfiima,yilmente, uedi [ Indice . no detti poltroni quelli che fanno ajiai nel letto , & Jpol-
.atuilire.Lat mlitare.iaiilem faccre;el uilefi ere jedis fieri ui- trare è ufeire del letto, & poltroneggiare ijlare ne uitij c
Lfacere,& uilcfcerefialfar mie. B o c. lo auiltre altrui. Dan. Homaiconuicn che tu cofi u [poltre,
yfando i celefiialt diletti, fbrjè amlendo i mondani . Come Mifczlzone.Lat.nebulodgnauui. A»i.Efra duo Maficai
cofi t'auilifii i Che (hi lor fenito amlifce .La. qjoni una dont^rUa . Orlando fi nfpofla al Mafcalgpne .
V dipendere . Lat. mhfacere , [pemere, ual jpregiare, &far ConucUie?" Conmen.Lat.cormemt,necejie efifipui eSl, ual
uile.A» I. Coftui che tutto il mondo uilip^nde .Hpn i efierneceflaiio,ofor^ .P n.QndU aluero ualorCon-
della bngua .
Minuta gente,aal uile.yna maniera di beccamorti foproa
uenutt di Minuta gente, gente ébaffa mano , plebei.
Bado, in uecediude,& infimo.Lat. iafimusfibie(lus,Siem»
rmflut . B o c. Lei di BafSa conditione douere efiere . La
mia Baffa condittone .tì Ati.O llten come te Bafio , (^
mie Mofiraua'l frgno . Chefia di fùa grande!^ m Bafio
mefio, (jr per imo; ingiufo. ueé a i -jS. Inferiore, & Imo
a 17S3.
Humile. per uile, dr bafio uedi a 40.
Lauaceci>»d/ huomo mie da poco fi da niente; comequeUo,
cheuende i ceti lauati . B o c. Bruno uedendo coflui , &
parendogli un Lauaceii diffe . yno che fi chiamò Gianni
di 't{ellofiott meno fofficiente Lauauci , che fofie Gianni
Loteringbi ,& quella ila nera leitura , dr è uiua nella
uen che poggi. Conuen che’ Iduol per gliocchi fi éRille,
Tùlio Conuen che ficonuerta in pioggia. Di cui Conuen
che'n tante carte ferina. Ma pur Conuen che l’alta imprt
fa fcgua.Hor a polla cC altrui Conuen che uada . Sempre
Conuen che combattendo uiua. Conuien ch'io uolga le do-
gliojirime. Conuen ch’arriue a quel dubbiofo calle .Per
cui Conuen che’n pena fi’ n fama poggi . Perche mhxmr
a Dio molto Conuene. Huom beato chiamar non fi Cenue
ne.i non i condecente. dr ne Conuiene Lamentar piu fal-
pui,che’lno/lro errore. Perche fra geme altera ir ti Con
Itene. Che natura nonuolfitefi Conuene.ÌJKÌIicito.Boc.
Conuien, & Conuune uedi aU’Indice .D a N.-d te Con-
uien tener altro uiaggio . Ogni uilrd Conuien , che qui fia
morta. "Piu lieue legno Conmen che ti portLB s uSi con-
uiene con ogni parte P ».
bocca deTbofeani ,&non Lanacenci come qm fiotto fi Coaucneao\ezz»,Conueneuole,Conueniemedconueneu0
Jiggiugne . begtiadconuenieme '. uedi a ti finn luoghi .
Lauacendicfcr uale laua Bracci, perciò che cofi fi dice alle Conuenire. La. congruit, decet , decens e fi . per efiere bifr.
puttane,cbe diuenute poi uecclne, et non piu buone lami-
no I cenci ftomacofi delle altre puttane, ^perciò fi p^lia
queflo motto per qualunque per fona uilefitda poco, per-
àoche i piu conueniente il lauare gli flracctfihe i Cecide
quali il fuo piu proprio è il mollare, di' facilmente potreb-
te efiere eqmuocato il utxabolo di Cerni in Cea .fi ufa in
Thofeana un motto, che fi dice ad uno che fiafiracnolo;
egli mi pare un monte di Cenci fiioè amluppato in mfimti
dijlracci, & peri direi cbe'l B o c éceffepiu tofto I4-
gnofiiecefiario , 0 fòrza . P e t. Per forza conuerrd cbe’l
uiuer cange. Però la fio conuienfi. Che Cefi remo del rifò af
fàglia il pianto. Che far conuienfi, di" non piu iFuna uolia.
Ter domar me conuienti mneer prima. B o c.Di necefii-
tà conuenire (fiere tra noi un principale. Mi conuenga rt
dere ragionedi conuengono purfofferire i tempi. Et freon
dola àjcretionedi quelli conuenirfi reggere. Et pur quan
do altro farmiconuemfie.Conueniuacbe cofi fofie. Gli
conuenne fuggire , Gli era conueamo partire . Pi rfòrg*
fico»-
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Saturno C I £ L O Saturno 41
U cupidità di predure incautamente negli agnati Cralfo,
tir attorniato da nemici perdi con grande infamu imi»
l’tfiercito, & per non uenre nino neUemam de Barbari
fi fece uccidere da un fu» fcruo , Fugli poi tagluia la le-
Ra.&pojia in un nero d’oro frutto ,&-dettoglioro fitim
iUairOBei; onde per tale ignominiofa morte fi ofiurò ogni
opera degnamente operata per lui cantra di Spartaco neU
ù guerra de ferui tip- le reliquie de Galli, ip de Gcrma-
nitlàonde uccifetrentacinquemila perfone colima loro
infierite detto Ganico, bauendogià prima ucàft Spartaco
confittautamiladefugitiui. & però dice ilP E r. Et nidi
Ciro piu di lìngue auaro, Che CrajSo i oro,& [un, & l'al
tra nhebbe Tanto a la finabe a ciafcunparue amaro. &
altroue , yn Curio ,tp-un Fabrilio afiaipiu belli Con la
lor pouertà ; che Mida ,oCraffo Con l'oro, onde a uirtù
fitron ribelli ,t!rD ah. Tolineftor ,ih'ancife Tahdoro :
yltimamente fi et grida CrafSo Dica cbe'l fai , é che fa-
poriCoro.
‘tgltancbo ritrouò ìpefi , &le mifure fecondo il maeShro Mida. Lat.MiiaiJteantnhifiimo di Thrigia,ilquale fu tan
delle hijiorie,&uccifiUfuojratel.Abel. to auarOyCbefi finge hauere ot tenuto da b Dei, ciò che toc
Auantia. lat.& cupidttatjuaditas. B o c. ,/Cuaritia,Mi- cauafarfi oro,ma poi fu cojlretto domandar grolla m con
fera,lnnata^ubua,'ìi^caJmqua,Difufata. 0 Uuari- tranorùtrimcnti era necefiano ch'egli munjie,perciocbt
tiamiferabilferaJìeuoratrUediimtetecofe. V h. ,4ua t»ccandotlciboficonueniuaiaoro,penhenonpoteuann
ritiaDeuoratrtcei&inefiiinabilmaleLadaueejfadimo- trtrfì, onde dice df t T. ynCurto ,& un Fabritio affai
ra comen chegiufiitu fi parta. T h. Superbia, lauidia , più belle Con la lor pouertà jebe Mietalo Crafio Con Foro ,
tp- Uuaritia fono te tre fauillec hanno icori accefi.Che onde a uirtù furon ribelli.
la uoflra .Auaritiail mondo attrifla . Come punte trouar Polineftor. Lat. Tobneflor fu Re di Thracia; tfi- Triamt
dentro attuo feno luogo .Auaritia tra cotanto fenno .In RediT roia uedendofi in grandifiimo pericola per la guer
CUI ufa .jtuaritia il fu» foperchio . ra de Greci,gb mandò uno de fiuti figbuob detto Tobdoro,
» Auaro. Lat.& fordidus,auidui ,parcus,refiri3ut ,alieni congranpartedetbefòrifuoi,.Acctochefetgbftgb aUrt
appetens,ariscupidui.ual bramofo.V n.eir Boc. periffono,almancorimanefie Tobdoro, et hauefie con che
^uara Babtloma , Donna, Maghe , Fortuna, Lingua, Jòflentarfhma morto Tiiamo,Tolineftore per fommaaua
. Terra ,&,Auaro Zappatore , Rtligùtfo , Crafio , Gel» , ritia cantra la fede data utcifedgiouane,& rapii The fi
,4uariffime Donne . ( Occhi ) che pur uoi fofie nelUt pri- rifinde Dan. Tobneflor ech'anafe Tobdoro .
mauijìa Del uoflro, ir del fu» mal colato .Auari. Dan. Tantalo figlio di Gume, & di Tiote T<limpha,auo di jtga-
£t la miferia de l’auaro Mida . Gente .Auara Inuidiofa , menane, & di Menelao ; fu Re di Tbrigiae& diede fio fi-
^ Superha.Da Dioanimafuideltutto,4uara.L’Uua- gboTelope nel conuito a mangiare a gb DeipoHo nello
ra pouertà é Catalogna . mfemo da poetiopprefio da fame da fete, tr in chianf
finzrìceiebratidaHo{lriToeti,UcJm, Uglauro,Crajfo, fitma acqua mfino al labbro di fitto ,& uanfpomi,& fi-ut
Dominano Imperadore, Eur^ùde, Marco Graffo , Muta , ti gb pendono difopra infino al labbro Ma quando fi chi»
Tobneflor,Tantal» . »< prr bere , [acqua labbafia , quando egb finali per
Acam Auaro , & ladro . ueii a Sofue a q66. al biogo fu», mangiare i pomi 1 allontanano. lUhe interuieneall'Aua
Aglauro. Tre furono lefigbuole di Cecrope Re dt Atbene . ro, che, benché fia m abondantiad'ogmbene,nienteibme-
Herfe,Tandrafo,& Aglauro.Herfe fu piu bella delle al- u» l'auaritiafa che non fi toghe fame,ne fete. T. Tantalo
tre duefiellaquale f innamorò Mercurio,& Aglauro Aa fia ne laghi auenu ,tp- iiigt,
uara,ir inuidiofigU Sìurbò il fuo amore .gp- per queflo fu V fura . Lat. tr da mfmajtb,fitnutfirii. Boc. bquaU cjuiui
da efio Mercurio conuerfa in f affo. & però dice Dan. ad ufura preflauano. Efli dannano t y fura. Cri maluagi
IofinAglauro,chediuennefafio. guadagm.Ma grafia y fura neuuote.
t.UTÌpi\e,o Euriphilefigbuola à Telamone figlio dilafio, \laT2ÌQ,&yfuriere.Lat.FaneratordamiJla,e.Boc.I»
donnadAmpbiaraoal fiogodelqualelabijloria idijliH raccogberòlamiagonnella ,ch'iin pegno claWyfuraio.
fa. P I -t.EtArgiaToliniceafiaipbi fida, Che l'auara Tercb'iofonin cafadiquefliyfurai.Hauendolomcfio nel
mogber iPAmphiarao . [arca da gby furai muoiala dtefloantico bayfuneri.
Marco CrilVo fu riccbifiino di tuttii Romani. Auariffi- Dan. Et perche [yfurkre altra uia tene,
m» di tutti gli huommi ,fi come moBra Cicerone nella ul T enacc. Lat. tenaJc uai iegnente,& per coJlantefirmo,&
timaparadofiafatiacontrabii,&tantaeraLi fuarte- perfeuerante,uedtaFermeg^aas$.
ebeg^a , che facilmente potea nutrire tutto [cfSercito del P»rco.Lat.ualfcarfi,rcnace,&auaro. V sr. Di feonuienfi
popolo Romano, efiendo mandato centra bTarthi dette afignor[eficrfiTarco.CrfinnelmioérTarco.D ah.
granfegm<[Auaritia,iUbe gb nemici afinti fingendo Contrafua uogba è Tarco^defi debole,
paura rifuggirono lafciando d paefe abondantijfimo di Scarìb . Lat. parcus , deparciu . ual ricco auaro .Per.
ognt^ócitprtdat ma pieno d'aguatumeorfe cieco deU tìopruttoaifignor crudele,» ScarJò.Zenobia delfuo bo-
M eonuerrà compiacere al uoUr loro . Conuerratti uentr a
pie. Conuerrebbefi far ficurodibuon preggp. Ci couuien
far la penitenza. Da H.EtPunnoruaralaltroconiuuet
te, quello preierbo non può flore jiercbe fi dice couueuni.
Et le labbra ingrafiò quanto conuenne .
Vien m ucce dt conuien . P l x. Tur queft’è fattoi Cr yitu
me ne foglie.
A y A R I T 1 A.
VzTÌni.Cupidbi,Scarfità, TrramùaMna
ri,yfurari,Tarchi,Scarfi,Cupidt, Grifagni,
Tiranni, Lupi , figurati per gb auari , &
la Lupa perl'auarilia uecU a Lupo .
Czin fu ilprimo,chepeccòinauaritia,&
fupm intento al guadagno che non fi ricbiedeua ; Cr nelle
onmitiecbeaDiooffenuaficbmoflrauala fuaauantia.
Saturno
CIELO
Saturno
HùTf affai piu Scarfa Et qut heglioechi, che ne fon ft Star
fi . Scarfe rime , & 'Hoiti. B o c Tutti fiete pia Scarfi
che'ififioto ,D Ati. Et nò feceri mjiri puffi Scarfi, dtjl
forti,&brcui.
|iy Scìtfiti.Lat.penuria.Bo c.Ethanendo Scarfitàdifer-
uemi .
Scarfclla iermata da qnello , che fallarli . Lai. crumna ,
B o c. Cbuurem noia fare altro fi non metterla nella
Scarlltla .
Cupidigia. Lat. cupiditas,^mbiiio^uidilajJibido, dkfide
ratn4rftderÌHm,fìudimn,imoT,.trdor . la enpiéta^utdi
tifi auariùa. B o c. Colpa, &uergogna della mifinra Cu
pidigia de mortali- Et nel mondo polente l'amata Cupidi
già. A M. Come uno ualcnte huomodi corte pungefieiCu-
m riethiffimo mercatante la Cupidigia.
Cupido. Lat. appetem^uidut, amans,fiudiolus, ambHio-
jut. hoc. Ld onde egli diueniao piu Cupido , che confi-
gliato , Io ne fon non come Cupido , ma come amato dalla
fortuna abondaiite. 0 da fuol difiepoli Cupidamente ufur
pato. PtT.&fi Cupidamente ha in fe raccolto .
} 28 Grifagno. Lat. rapax , onde fi dice il farmeli , cb’i fiato
un anno nella fiùia,CT fi fia iui mutato, & peri dice
Dan. -Ma l'altro fu ben fbaruicr Crifagno.Cefarearma
to con gli occhi Grifagni, fi iffime per lucidi,& fiintillanti
a guifaé quelli dii Sparuiere ;ma meglio mi parrebbe
che gli occhi Grifagni s'intendefieroper cupidi, auidi, &
fopramodo di fiofi, perciò che Cefare era a quejìo tutto m-
tento,a ftmilitudme del Grifone , che i animale parte leo-
ne,tr parte aquila rapinofo, & molto dannofo, & però fi
dice effier un Grifone colui , che tutto uuoleperfe . A a i.
-àquila Grifagna .
lice denna.il fece uccidere,^ però ben dice di lui il P j T.
Quei dui pien di paura,» di fojpetto lun i Dionifio/altro
è.Aleffiandro ,Ma queldel fuotemere ha degno effetto,
Azzolino . Lat. .yfBiolinusda Romanocajlello diTriuigi . j go
Btntbe Mufatto Tadouano ut una fua tragedia, n, llaqua
le finge efiere figliuolo del Dianolo, lo chiami Ecenno,
GuuanFiUam pone nella cbronica efiere flato di nobil
fìirpc.Cofluifu Tiranno potentiffimo nella Marca Triui
giana ne tempi di Federigo fecondo . egli fignoreggiò Vam
doua, Verona fi'icenza,& Brefiia,ct per fua efferata erto
deltd mfiniti huomini parte uccl/è,cir parte mandò in efi-
Uo,0' dopo la ribellione de Tadouani,nel prato di Tadouec
rincbiufe dentro da uno palancato dodici mila huomim,ct
tuuigli fece ardere^ in quella crudeltà fi narra,che ha
uendo prefo fojpetto <f un fio cancelliere chiamato fir U»
dobrandino,& determinando per quello far lo morire, gli
domandò je japea chi erano 1 rinchiufi nel palancato ft ri
ffiòJendo il cancelliere, che tutti gli bauea notati munfuo
quaderno , difie .Axjolino hauere determinalo di uolere
pre fintare le atdme é quelli al diauolo per molti bene fidi
riceuuti da lui; per che uolea, che andaffe col qua lerno in-
fiieme co loro all mfcmo,e^ nominatamente per fua parte
gliele prefentaffe.Cofimfiemc co gli altri lo fece ardere.
Cojiui moffe efierato cétra Milancfi,& giunto ad .Adda,
&trouando il ponte occupato dal marchefe Tallauitino
fuo aduerfar;o,fi rmfe a uadare,&giung(do a riua co fuo
difauantaggiofu rotto dal MarcheJ'e, -inferito, et prefi xt
menato a enfiano taflello oropinquo ,onde non uolendo
màgiarepte curare le ferite mori di fame, & di dolore piel
[anno della nofira falute M.eelx. regnò in F erotta anni
xxxiil.DAN.Etquellajrotecha'lpelneroI^ -Aetp^no.
Crifire.ualilmedefimoch'auolgerfi intomoal uifoper- Cteonte.TiraHnodiTbebepiediai.Argia.&aManto.
che grifo in Tbofeana fignifica uifo, 0 ceffo, 0 mufo,ofac- Dioniiìo Siracufano. Lu. Dionyfius. fuénobilflirpe. La jji
eia, ma grifo i proprio del porco . per meta, ufuroare . madre di lui fognò ebepartorma un Sottro , & gli inter-
B o c. Ò difie Bruno tu te lagriferai , altunl tejli hanno preti de fogni predifiono lui hauere ad efiere potentiffimo :
Guferai ,& altri Goderai .
Graffiare ,& Grattare uedi a
Harpic . Lat. Harpyia. Si pongono per tAuaritiafbe affa
pano ucé il Laudino al capitolo 1 dello' tffemo . U a n.
Qiàui le brutte Ha rpie lor nido fanno. Ani. A Imen dif
caccia le fetide Harpie . Ecco uenir tHarpie brutte , &
nefande,
fip Tirannìa. Lai. Tyratmis, idit, ual forcata fignoria,dr uio-
lenga. hoc. Che efia alcuna uolta riconofurefidouefie
(Jr della fua pre ft Tirannia rhnanerfi à. dominio .La.
Tiranno.Lat.tyrannus . Pi t. TerquefioTiranno,Chedel
mio duol fi pape , & del mio danno, hoc. Tu dijleal Ti-
ranno affro^ rapace. Efirndo già Hpiu de fignon diue-
nuti crudeli,(r Tiranni. Diuenuta fiera Tiranna. L a.
Tiranni celebrati da nofiri poeti..AÙfiandro Thereo,.Ag^
telino, Toìomeo Re i Egitto, Giuda Scariolto , Creonte,
Dionipo Siracufano,'Hgbide,Tififlrato Albeniefe,
Alefftndto.Alefiandro Thereo Tirànopoflui riconofeen-
dofiifbe ingiufiamete teneua la hbertd della patria, & di
molte altre trifle opere per lui témefiepienne in lui tanta
la paura fhe altri liS nefrfie uendetta, che ben che molto
amaffe Thebe fua legittima donna pio però mai andana co
lei a letto ferrea prima hauere cerco tutta la cor, ’era , &
le caffè doue teneua i fuoi panni, temfdo non in quelli (offe
il ferro afcofifia/pialcoja nò potendo piu tollerare la ufi e-
Et Himerafemina nobile di Siracuji fognò efiere mena-
ta in cielo, & che uedeua fiuto a piedi di Gioue un'buomo
di pel roffo,& lentiginofii legato co mille catene,& lagni
da fua gli diceua , che coflui bauea ai efiere la flrage &
dijiruttione di Sicilia . Dopo in proceffo di tempo hauendo
occupato la fignoria Dionipo ,fubito che la donna lo nule
gridà,quello effere [huomo ilquale in fogno haueua uein
IO incatenato , lequali parole furono cagione che Dumi fio
la facefie uc^re . Diuentò coflui fignore é Sicilia , poi
che gli effercin Carthaginefi , iquali erano potemijìimi no
quella ifila confumati dalla pejtilenga lafciarono lifola li
bera. fatto Repafiò in Italia contro alle cittàgreche, &■
prima ninfe Locri fiìopo afiediò Crotone fida uemndonuo
ui efierciti di Carthaginefi in Sicilia fu coflretto abbondo
tur [imprefa , & ritornar nell’Ifola. La città Stracufi m
quel tipo jflendidi fiima mgraue feruitù opprcffe,percbe
ih natura era maleficopngiufio,& molto crudele.iOccupi
•la tìranuide 2 ;. anni della fua ulta , & temiela anni } S.
ma con firnima miferia^ebe effendo huomo nobile,» let
teratoAr "Poeta di qualche céto,a' per queflo cupido deU
la famigliarttà,^ conuerfatione di molti buomim , nien-
tedimeno ei a neceffario cbedatutti fi guardaffe, perche
Tiràni fempre temono piu de buom,che de rei, perche fono
piu amatori della libertà jàuea aduque co feriti,» co bar
henJSt per cupidità di figftoreggiare, effii mede fimo ter*
rmcbtujo
Saturno C 1 E I. O
titKhh/fi w finti* carceri ; Et f»ffe UJiia mife-
ria egli medefmo d mojirò m Démodé Tbdojbpho /io di
letto fimiglure; dauate lodando mollo la felice fua iuta ,
rogito difie Dionifioiche t» la gufili Et f ubilo fece para-
re nobilifjiniot onnito ; comandò Démodé che Jcdefte in
luogo che hanendo da ogmmanocompagm «cmft potefse
a fna pii fin pari tre, & lòpra il capotilo fece legare al pal-
co coil una Jètola di canaio una mollo appuntala jpada ,
iaqualpareua che del continuo gli poteJSe cadere in capo;
craornata lamcnfad’aurei.&d’argmieiuafiiera ripie-
na di uarie,& JòauiJJime uiuande ; ma tanto era la pau-
ra che la ffiada non gli cadefie m capo,cbe nefiuna uolon-
tà prefe delle gii delle cofe . ^Adunque mojirò che fimtle
era la ulta tirannica. Hauea due mogli,ne mai emraua in
camera et alcuna, che prima non mandafle chi con diligen
5J4 inuefUgafiejche non hauejfino nafcoji alcune armi,ù'
fcnhcmmfifidaua é barbiere, fi faceua radere dalle ji-
gliuoleqioi quando erano in età adulta leuò loro il rafoto
Saturno
4?
Lacci,Capeflri,Corie,Fum,SogheXanapefi.itortc,Lafti,
Cuingagti, Cubie, Uno, Stoppadlcfe,Filo, Spago, Stame ,
Strabe, Croppo,'b{odo,riluppo, Ciogo,t'ijio, f'meajirt,
Fmci, yimiX'inuglt, y inane . Trigium,'Pngioneri,^.
ptiui,Trefnra,'Preft,l*tercetci,Giuiui,Legati,Ltberi,Scof
fiXdolti . ImprigionareXprigionare,Scapeflrare,Sialap
piare. Scappare, Imarierare, Vigliare, Viedare,Occu-
pare , .Aumeere , .Auiiuhia re , ,Auiu, are, Leg-trr, S le- '■
gare, Soluerc,Sciogltere,Dijiioghere,-dnnadareXuoda-
re, Dijuodare, sAigroppare,Adacctaredaiflact iare,in-
capejlrare , .Auduppare , Inmluppare , Dij'uiluppa/e ,
Suiluppare,difuitiiibiare,Auiticthiare,Dtuiuart,Siiua-
reXtipare,Strfpare,Cingeredrretire,Stnngere,Alfer-
rare,Tenere,F ilare jSeruire,SoggiacereXermtiiXeruigi,
Serui,SeruidoriXeruenti,Seruigiali, Famigli, fantidia-
gagp,Vaggi,yaletliXcudieri„Aui die, Sehiam ,Manci-
pil,SoggettiX'afialli,Ugif,ZaffiXbirri,Mafialzom,Brie
coni, Famiglia del Todejlà.
^ facèualiabbrufciareiabarba congufddi nociaccefn Vnffone. Lat. career, cunodiagra.de fmoterion,ii,phyla-
era mollo impune gli Dq. Spogliòll tempio é Troferpi- ca,ca. P 1 1. «ir B o c.Vrigim Antica, Terpetua tipiou
na^ poi hauendoliuona nautgatione aggiunjè al fàcrile fà,Crudeled'iera,Ojcura,TerreJire,HoneBa,Bella,Vrt-
gio derijorie parole àcendo,uedete quau'a bonaccia dan- gion et tra . Amor con fue promefie lufmgando mi ricon-
uogliDqa chili ruba. Haueua Hierone Re ornata la jìa dufie a UTngton Antica.
tua di Gioue di drappo doroAgh la toghe, & dettegliene Prìgioni,&Vrigionero,icolmchei{ljeo,&ch'iinprigm
una di lana,affermando che l'oro era mutile ad ogm Ha- ne. Ut. capimi. P s T. T uttifon qui prigion U dei di far
gtone,percbe duerno era troppo freddo,^ la fiate nappo ro , lo jòn Vngion . Et come nero Vrigtontero afflitto,
grane. Faceuanoglt antichi le Hatue adApolline detd Boc. Furono perTrigiom dati al Re Carlo . Gittate in
giouande,tr quelle d'EjcuUpiofuofglmolo fenih , & con terra l’armi,tutti fi confeJSarono Trigiom. l Vrigioni fo-
Imga barba ; adunque leuò la barba ad Efculaoio ib’era pra lenauipoHi.Lufiiigòd Trigionere . Et quafiinguif*
ioroAfermando nonefier cofa conucniente , che efiendo di confortatore col piacere del Vngioneri a jut n'entrò
il padre fenga barba , il fghuol fu bai boto . Fu non poto Imprigionare. Lai. carcenbus mancipare. Boc.Fargh ,m
auefo nell'amore d un fanciulloéirftfortt,tbegmocan- prigionare . Comandò che imprigionati fu/lero . Furono
doHngiomoallapaHagUdiedemguardula^ida.&il prefi,cir per molte citiàdiuifi,& imprigionati.
tnanteUocet nhdtmeno perche uno de fuoi famigh pergiuo Sfrigionare. Ut. e carcere folui. P i T. Ver tutto quello, a-
10 gh domandò, come commeflo bauefiein man d un fan- mornm mtjjirigiona .Boc. Lo Sinifcalco,& ScatpadU
tiuUo la fua Ulta , & il fanciullo nerij'e ; tanto foretto gli no furono per le loro feufeffrigionau . P h.
nacque, chel'uno&taltrofeceuccidere.Amòeghan- Scalappiare . Ut. efugere ,uat fuggire di luogo Errato,
thora tra Caltre donne due ardentemente Ariflomaca Si Dan. Homai ueggio la rete ,f he qua m pigha , Et come
racufana,^ Dorida l»crefi,ne mai contuna,neconl'al fifcalappia.uediéfotioa Calappio a gjq.
tra fi congiungeua fe prima tutta la camera non ricerca f Scappare per fuggire. Boc. Mafcrmaméte tu non mifcap
fe,comedifopra è detto. Queflo che lungamente di Dumi perai delie mani . i Lombardi dicono S campare .
fiobahbiamo firitioi fiato ^lo per dare comune notitia Cucete. Ut. &cuHodu ,uinculum . la prigione. P bt.
di tutti I finali tiranni, à- perche oltre che fu tiranno, fu Career, oue fi uicn per firade aperte ,Oue per Hrqttea
granpeaa fi migra. Tanti^irti,& fi chiari in Career rem i
tro.He ben piudel car.er fi diferra, Cb'iniornoal lollo
hebbe la corda auinca .Boc. Sijiai catene ; qual carte- _
rei quai ceppi. Comandò thè fofie in Career raeffoi Ari.
Che nel Career d amor lo te/uia chiufo . cr meta, per lo
corpo Aedi a IJ17.
crudele jòdomito^rez%ator dt dei,Voeta, fi cornea i tuo
gbi loro lo citiamo: al fine fcacciau u efilio diuenne mae
Uro di fiala, come nella mfione aniorafa dace il noHro
B o c.OiidefuggendodAtbeneildoloreMiugatopentò
per non morire Difamefarfi é lettre dottore , Tipo uedi
tM,cbelifahbriaprireAfmcmlli,&colduomoflra lo , ,
ro Come una lettra [aUra dii feguire ,0' ilP B t.l^uni Incarcerare . Ut.incarcerem dttrudere.Boc. Auiu di
farlo incarcerare . Ruflico le tnfrgpo come flar doHcfie a
douere m.arcerart quel nuladetto da Iddio. Douc incarm
ceratolo dapoimiferamence.fi crede eh' egli morifie .
Captiui. Ut. fino t prigioni prefi inbattaglia .Ari. Gli
duol cheghaltri caualieri anchoi'Hahbia umceiido, a far
fimpre Captiui.
Didcc tco per k prigione usò IK r i. Ut. eareer.doiie di-
ce. Ma quando fentìpoi t h'era in Diflretto T urbici tutta
fiipone,CarcereJ3iflretto,Lahtrinto,Cabbia,Calappio, , dfamorofa pietà . j
T'appola,Stipa,Slia^e fitti. Ceppi, Catritf, legami > Labennto . Ut, labjrinihus . fu fa'jr'tcaio da Dedalo per
F iq
Piomfio ,CaitroiAhfiandro,Maqueldelfuotemerha
degno effetto. D a u.liuiuii Aleflandro,^' Dùmfio fiem
ro,Cbefe a Sicilia bauer dolonfi anni .
Kabùde rirjivio de Lacedemoni^lqualfu umto^ fcaccia-
lodaTuo Flaminio, come ad efio Tito a
V R I G I O 7i,E.
Sarnmo C I E L O Satom»
ttnumdjmnto di Muios Re di Creta, doue poi la pofè Irretire. Lat.uaìpigUar conia rete .Ho c.Tarole,leipi*H
deturoilMmtauro.ueélabifloria ad ejjo Minotauro laccifinodairreitreglihuommidipiirafede.Imiferidal
a 111}. P ET 'HelLabcrmtoeiiiraiineueggioondeefta. fallace ,4more Irretiti.
S'utt lungo errorin cieco Labernito. ho c. nella fuaui- LiCÓodaLaqueo.Lat.P tr.TralecbiomedeCornafcCa jjy
fumé ainorofa ; l'idi ijuiui Thefco nel Laberinto Jtl Mi- fe il Laccio.'He per fuomi ritien.ne ftkglie il Laccio.Ch’at
torceaflame al mio Laccio, ch'ad un LaccioTrefihauea
notauro bombile , ^ nefando .Ari. Cbe come labe-
nntojentro s'intrica .
Calappio. Lat. canea deccf torta i certa gabbia , o fintile,
doue fi pone tefca,cbe eiitrandonidcntroCnciello fi chiu-
de,& quando poi ne u false, fi direbbe ejiere fcalappiato ,
cioè fuggito, come di (opra a fcalappiare •» J J J .
Trappola . lat.decipulijl medcfimo ih't Calappio. S a N.
Io con la rete uccello,& con la Trappola.T. Viglio le yd
pi, tr le lepri allaTrappola . Ktcì. Che ducnoltealla
Trappola Cha collo .
tìf Stipa, (ScS lina. Lat. fepis è chiufiira di fiepe , che Stia dice
à lombardo. B o c. iiUaqual Botta non hauendo alcuno
ardire di apprefiarfi, fattale ifnitorno una Stipa grandifm
finta, quiui mfieme con la faluia tarfero . Et legati ad un
dalmar d’india a quel diThile. Laccio Ceniil,Crcfjio,T'of
fenteJTor . Et da Lacci cCamor leggiera , &\fciolta . Et
tende i Lacci in fi dmerfe tempre. Lacci amor mille, & nef
fun tende in fallo, e i tuoi Lacci nafconde . Donna del Re ,
che nofln Lacci ha fciolti.de Laca antichi fciolta . Che
u’era di Lacciuò forme fi none in uece di dirLacctuoU.
Hebbe un’altro Lacciuol fra fherba tefo. Et ueggioad un
Lacduol Giunone , ^ Dido . Mille Lacciuoli in ogni para
te te fi . Et di Lacciuoti innumerabil carco, hoc. Da Lofi
ti dt uituperofa morte fi fuibtppà . Ella hauea tefo il Lac-
ciuolo.Io tf hauea mill’altn,ér mille Lacciuoli col moflrar
d’amarti t hauea cefi intorno a pkdi.ùnganm, & Laccio
per lo corpo. ucdi i j 1 8.
palo nella pia'^a , ir dauanti a gli occhi loro fu la Stipa, ^Allacciare. Lat. illaquearefiblaquearejuinàre, ual legare .
tir il fuoco apparecchiato per douergli ardere. D a N.f'r P ft.Sidttbepococanapes'allaccia.Etquelfhe come
ntmmo fopra ptu crudele Stipa, idejl fepe, cbe circondaua uri animai s’allaccia .
ipeccatori,^ teneualt cbiufi.Et uidiui entro terribile Sii T>is\acciare. Lat.difioluere ,ablaqueare,& è proprio le
pa Diferpenti.i.multituéHeflrettainfieme ,comefònole Scal'^r delle uiti,leuando la terra datomoil piede.
B o c. lìjcandoda quefio uiluppofaraidifiaccialo. La.
Laido, & la Lafcia dice il 'napolitano da laf ilare. L a. reti
naculum, er lorumji, i quello laccio , che fi pone al cane
quando fi mena alla caccia. T. qual cacciator,cbe mena il
canalLafcio.
Cubia. Lat. copula, nexus , uinculim , i quella catena che
tien accoppiati due cani da nafo detti brace hi. onde Guidi
Copula detrahuur cauibus .you non uolgare ne ufata
d'aldino .
n in queÙe Statati, come fi mettono le mercatanlie Gìàmagìio.Lat.copula.quedueanellipolìialeollaredet
nelle naui a fuolo a fuolo con poca terra fi copriuano . cane da caccia f he infieme aggiSii fi fnodano, doue fi met
Stoppare da flipo. Lat. ualferrare; & Stoppa cofidetteda te il Lafcio,e!r ancho fiponea Cetideghfiiaruieri.
noi come da Lanni.Stupa.Lì A n. Et chi nfìoppa le cofte Catcna.Lat. P i t. Riman legato con maggior Catena. Ca qgt
a quel cbepmuiaggifecefparlando de legni maritimi . ) tena di Diamanti , tr di Topatio . De le Catene mie grati
tofe fìiuate, onero calcate nelle nani. S ah. Et cangiar
Rafiri,Stiue,Uratri, & Capali .
Stipare . Lat. per raccogliere infieme .Dan. .Ahi giufli-
tia diDio,tante chi fiipa T^pue trauaglie (>r pene .
Stia. Lat. canea , ubi altihapinguent . i quella gabbia do-
ue fi tengono i cappom chiufi.i Lombaré écono cap-
ponata.
Stiuare. Lat. ftipare . ual metter [ un fopra Poltro .hoc.
"Hgllequali (ofie a centinaia fimetleuanoifòprauegnen.
IJ6 Gabbia . Lat. canea . P i t. Hot dentro ad una Gabbia
y fende fuor della comune Gabbia. In cofiTenebrofa,&
Stretta Gabbia . B o c. Hauer meffoil Lufigniuolo nel-
la fua Gabbia, tìr per la Gabbia della nane, uedi a Mare
« lori .
Ceppi, cbe fi pongono a piedi de prigionerijat boie,anmu
cippi, pedtca, compedes , & catajla . P t t. Girne il gio-
go; & le'Catene,ei Ceppi. B o c.Lìuai catene ,qual carco
re,quaiCcppi . ^ quando dinota zocihi , che fono legni
pane porto . Son le Catene , oue con molti affanni Legato
fon . Sotto mille Catene, tT mille chiaui. Tv(y rallentatele
Catene, 0 fcoffe.Libero in fetuafi di Catene fcarco.& fcofpt
thaue Di Catena fi grane . yien Catenato Ghue innairti
cd carro. B 0 e. tenendolo perla CatenaAottePamorofe
Catene . La noflra una con piu forti Catene effere legata
ateorponoflro.D A u.Tìonbaucua Catenella non coroi
iM ; ctoiomomentoaltoUo. Lat. catenula . B e m. yena
dette, catene, ferite -ds.
groffi per brufciare,ucdi a tipi, efr quando dinota le fa- Cotda.Lat.tfr fums,reflis, rudent,&anquina la fune chi
miglie,o flirpe ais66.
Ceti, 0 Getti. Lat. rctinacula . fono quei legami cbe fi pon-
gono a piedi dclfbaruiere . B o c. Trefolo per ti Geti, &
al muro ilpereoffr, & UMptlofparlando del ffaruiere . )
Rete. Lat. retta , cajfis ,dii.PsT. .Amor fra C herbe una
leggiadra Rete . Cofi cadé a la Rete ; (Jr qui m'han colto.
In Rete accolgo Paura,enghiaccio i fiori. Si e’hauendo te
tega P antenna aWalboro, tende Cinna .Anquma regere fra
biìemfortiffima curfiem . P s T. "Ne lieto piu dal career fi
diferra Cb'i’ntomo al collo habbela corda aumta. L’uU
timo {irai, la divietata Corda . B o c. f'i eonuien far te
Corde piu fattili a gli archi de uoflri arcieri . Corda fiot-
tile , Corde Grafie .D ah. Io hauea una Corda intor- ^
no cinta .
Reti ui damo tefe.'Hed'amoruifcoiemi,o Lacci, 0 Reti. CoTdighero, queOo cbe porta la corda ,com’i fratié firn
B o c. Ghino di Tacco hauea tefe le fise Renadefi infidie . ■ Trance fio . D A n.7o fut buómd'àrme , & poi fui Cor-
I capelli con una fottiliffima Retuella fermaua . iCmis digtkro.
Lat.i quella lauciafipertiu,cbeticnla Rete. hi ut. Le Luae.Lat.fums,refrts .V n.'tl Fune auolto Era a la Jgfr ■
dolci reti. udt. maa.Boc,lÀgarlotliafnnc,9rdmau nnafuneco»
urti
c I E l O
Saturno
44
tea foaue,tr (turo Stawu ai uiio kcth . Detto parila a
laJuaMolubilruolaStiioijc ìvitb’elia pia li mJiroSta-
ote.Bo cubui!teiieLv,ibtKkoifiunabeUa jiila dista
me. yno Siamam lo.i, laiumoio .
Saturno
tertimJi.D A V. Invalide tagliar U prima Fune
Soga. yo Lombardo. Ut. famt. l> AU.Cenaiial tolto, &
troaerax U Soga . . .
Cipe{tro.Ut.eapiftramJ.camsaiitcalam<]aodeeiuu,& — - VTTT7 — / i i
Lafmodiaaimabba,adb,benjoUtp,efa&‘*'- B o c.Gb Uno.J^t.Miaeraa ligi^oUà Oioaclaprima thelotroab.
farebbe ,l Capeflro haaer allagola.Tratlo li eapo del Ca 6' thè dtfie.l modo delJiUte, o' <iti‘‘Pcre. &det caci-
«Aro CUgittò aUa gola an Capeliro . re. B o c. ycjttle à an aijiimemo ò Uno fmibJfitr.o,&
sSpenrare.lM.Solaere.Pit.Toitbel'almadaUormin biaaio.Ta^^
ir olirà Stoppi, cr Ho f pare ter ferrare, aedi a
InXlrare. Ut. iUaoaeare .Boc.Tia tnflo £ amore ef- Bimhiffi.UrJ,aml,aaam,& bambuiam,eil
lèremapeflratiJt^aaedereaedoaemiomeneUuiao
hitaaJe mcapcflra^, & neUt mara danafemma dar g>a beUo, & grande iniapo. Si la bambagia del larjeito
legata la mia Lu rtà. La.
Canape . Ut. canttjbu,& tannabiam,per lo laccio. P i t.
Sòdi che poco Canape sfilaccia yn anima gentil. San*
Conio maefiato Canape .
Canauaccio. IM. telU cannabina, è tela fatta di Canape.
Boc. Etgtioauifnfo un Cananaccio é anofacconea.be
fatto baaea il di aotareatlcunt leHi hanno pannaccia,che
i ijaello ifteffo.
. Ritorte . legami,cordefijlroppe. Ut aincula, &rctmaca.
la. Boc. Commi iò a legami con Ritorte iba]lomattra~
uerfo. Dan. S'iononba)tefjiaifoleRitorte,CheAeetja
te haaerianRitorte,& Strambe, hit. Da la rabbu del
aento,che fi fende, i(e le Ritorte efiono hombdfaoni .
i49 Strambe fino certi legami fattt di giunchi ,oaeroginejlre
PI foggia di corde ritorte ; che Utim dicoim jfartum , con
leqaaU fi legano le balle de corami, che fi mandano mBar
tratta gb hauea , che egU a tal bora fentiua freddo, ebe
un'altro farebbe fudatoa.gb baueua alliggetita la fibte-
na per troppo ufare il coito .
Cotone. Ui.gojjipiumetut xyltaitm,ilabàbagia. A r i.
ìig nella pieiu dt Cotone a tale , Cbe ardoudano il capo
in mille uolti .
G'iopp, quello de buoi. Ut. lugum. P e jJìunqueboraèil
tempo da ritrarre il coUodal Giogo antico ib’io non folle
gno alcun Giogo mcngraucàpefo Ch'io fui fòmmejso al di
jpietato Giogo . Sottotl cui'Gtogo giamai non refpiro . He
dal tao Giogo amor Calma fi parte .Sperai ripojo al fuo ■
Giogo ajfro, & fero. .Andando tutti tre fémpre ad un Gio
go . Sijiaiido ad un Giogo ,& in un temo, quiui. Mdciade
che'l gran Giogo a Grecu tolfe. Grane fiel,.Antico, Ma-
ritai Boc./ bu<» fotta U Giogo rifiretti . & quando fi-
gmficalalommitd.uedia 1775.
Ì^^TetZfeTI^^^^ Dt^iogare,perfcioglieredalG^
r£7in&F'^”plBÌtt.Jiium,^ upaefiWAtt.&CefareperfÒggiogarell^
U fL fcuit’aUenela^ra mia atta . Ma perciò che Marfdta OuefiedeU chu^cbef^^^^^
miiÈtamraa fornir foùra.Al4uaiUod^UFiLtDtfneiUtte. tuJoprjBMbacontetideflJoprafld,
Boc Virco.(ir/'t/ifo«.. Ut.u,fcum,&lxeu^a,kyifcata. jq,
UconkpiafeuoUzzadFilodelkcamifiia.Conunafi- Pir.yiJcoTeMce.Entrakfrondedyifco.Tamo^r
uceniap . .. tana con piu yifco intrica .0 come nono augello al yifca
in ramo. Hs Marnar y 'tfco temi,Lacci 0 reti. E’ l padre col
lo , e'I popol ad un yifibio .
Inuefcare . Ut. inuifeare . P e t. .Amor , cbe foto i cor leg-
giadri biuefcu . Ouefoauemente Ucor tinaefea . che fem.
Utriee dilatare dal Fikto.D a tt.Dapoiuoknpiuinftt
ta,Cr panno infilo. Che mife Roma teco nei buon Fdoi.
tn buona uia, 0 a buon'ordine , onde diciamo k coja e fere
in Filoaioi in buona ukfi a buon ordine .
fikre .Ut.ttcre,&pernere ,fiiumdMcere .P tt. L'auro ,
eh' amor di [ua man lik,& tefìe. U uokbil rota fi uolj'e;
in cb'elk fik il aoflro flame .Boc.Iononfò altroché
fikre. Dando lana a filare . Unafikta . U lana con ihe
k Simona fikua. ueé C Indice. O a n. Ma perche lei, cbe
é ,& notte fik.
J41 Tramare. Ut. machiaare. Ari. Di tenerlo in^erairga or
difceAlr trama ,
Trama . Ut. tr fubtegmen , ilo filo che fi trabe nello
me. a A li. Di mettere k Trama in queUa T eia, Cb'i le
porfi ordita.
Filatoio i d mulinello. uedi a sj 31.
Refe da cufiire , a reficio tb'ifilo ritorto/i dal greco rima,
(h'i il refe fida rauoijtbe uale ebbquns. Boc. Et dona-
tole una borfa di Refe bianco, tà-filum. Ut.
Spago . Ut. filumfiraffmsr& fortius . B o c. tfce quando
uenifie doueffe tirare lo Spago. Diuisò di mandare un Spa
ghetto fuor delkfimefira.D a n. Cbauermtefo alcuo-
io,& allo Spago
pbeetti cori bmefea . Oue tu prima, & poifu'inuefcat'io.
Fuggir Mpofi gli Inuefcati rami , e per kjiiarpiu Cam-
molnuefcato.D A s.Terih'hunpocoa ragionarm'ia-
uefibi ,ulefi ebeio con le tue parole grate mi ritenga a
parkrtecoa guipt ,ibe fuol far l'uccellatore nelrttene-
re ,& pigliar gli uccelli con lo adefcargli.Boc.Rian»
cofiore Inuefiata dalle parole di Gloritk .'P H. Si nelle
amorofépame s’uiuefcò. Ogni bora piu inuefcandofi.Riiu
uefiare ,ualdi muco inuefcare. P e t.jiUhorpiu nel bel
aifpmirinuefia.
Vinte fono bachi tte picciole biue fiate per pigliar uccelli,&
permcta.fipiglia thè filano atte da pigliar qualunque co-
fa. Ut. ramuli ,feu cakmi uifiatt , uel aucupat^ , &
Ixeugita .Boc. Si nelle amorofe Vanie l’inucfcò. Senza
japertene guardare nebeTanie iniappafii.l.A. D A v,
Torfergli uniini uerfigl'lmoaniali. Ari. Chi mette il.
plifutamoroja Tania Cerchi ritrarlo , & non maefiht
t ale . yidi gran copia di Tante con uifeo, Ch'eranoodon.
Saturno CIELO Saturno
intorno te bollenti TaneJ. panie per far la rima . tu paJree'nlenerifci, & fèudi . Che morte fola fa,cb'ia^
' ^luppo. Lai. fafmulus,uel faJcis.S oc. Laquat aperta, di lo [nodi,
trauorono in un gran yUuppo di Zédadofalnata una pie Difnodare. Lat.foluere, ual difìoluere, chiarire, & mamfe-
ciola cajsetta. 1 capelli con pituolo Filuppo fienjendofi . ftare.D as.Dìciò che nero jpirto mi difènda .
Wuoltii capelli in capo,fopraejfi non so che yiluppo dife Groppo . Lat.nedus. Cre.gnjon,cioèindifsolubile. P e t.
ta^qualeefiachiamaualreccuJiponca.QMndo daque J treTheban ch'io dijSiinunbelGroppo.hoc.Solutofi
fio f'ibippo farai éflacciato . fubitamente nelLaere un Gropjoo dì uento. Dan. Quan-
^iiiluppare.l^t.hiMoiuere, glumerare, circumplicare. Boc. do pioui ,n queflo Groppoj.mfernopercioche chi ui uànó
Sìucl fatto auilupparem unpanniceUo di lana.Cbe ti uai fi può foluere,come fi luifojie legato^- aggroppato. Dif
pur amluppando per cafaf Uuiluppatafi la tefla innii i'ioladoue£,ch'ufuiaoffcnde Ladiuinabotateié'lGrop
mantello.Et i capelli ^uiluppati al capo. Sluando il cor pofotui ,idefl dubbio. A Ki.yedi inun bello, & amu
pomcofi uilpanr.0 amluppauano.i.malamcnteuefliuano. cheuol Groppo .
ARi.,4uiluppapromrfie,egiuramaiti; Che tutti fpar- .dggropparedat.innodare^nedere .1) hn.Torfilaalui
gon poi per Caria ì ut itti . .Aggroppata, & rauolta. Confctpi le man dietro eran le
Inuiluppare.Lat.inuolkere .Boc. Fatti prenderei panni gate: HÌueìlefucauanperlerenlacoda,E'teapo,&eran
di lei i&iimiluppare nel mantello della fame. Gli fpiccò dinanzi aggroppate .& .ibnodare per {grappare .
dal bufo la tejla,& quella in uno fiiugatoio ìnmluppata. Legame . Lat. umculum .Boc. Ter joluem dal Legame
IlRe Inuiliippato in un ntamcllo. Ver lo Inuiluppato bo- della promejia. Con Legami fvrtifiimi legate.Sciolii i Le-
fco.tjntricatopdrfofio. gami annodali da fperanxa.il Matrimoniai Legame.
j Difuiiuppare i ufare di Viluppo . Lat. difioluere .Boc. Se Th.P t rSt ei quefìo n'auien per l'ajpre fame De Lega-
da Lacci di uituperofa morte difuiluppà .Dan. Voglio mi ch'io porto .
che tu homai ti difuiluppe . Legaggio . lut. ligamen, ligamentum,ligatura.ù’ nexus .
Suiluppare,i il comrario dinuiluppare,^ ual fondare. Lat. B o c. w f orili in Taiermo , & il legaggio delle balle
difioluere diberare. Boc. Frate Cipolla foaiierncmefui- dato a doganieri, &fimilmeme il collo delle botti . Voce
luppqndo il zendado . .A fuilupparfi dalla loro infamia . mercantile .
DaognialtrafollecitudincSuiluppata.Etquiuiconfatica Legare. Lat Jigare,& neSere.P ft.Leg.triluidij& fame
te mani dalla cafia Suiluppatogb. Biancofiore con la delU iiuello Hratto. Ma me fot ad un nodo Legar potrei. Molti
cala mano fuiluppò il uelo della bionda tefla .Th. ai quei, che legar uidi amore. Lega la bngua aUrui. Che fi
Dijuiticchiare,& Jluiticchure. uedi fitto a Vite a ili. foauemente legajgr Hringe. Lega il cor lafio,e i leui fpirti
Intricare. Lat. & intrigare uale inuibippare.P t t. Tanto erdira.anxf laudate lui, che lega &fiuigbe. Onde morte
fortuna con piu uifi intrica . it cgni error, cb'i pellegrini mi fiugUe/tmor mi lega. Da l’un fi fihglie, & lega a l'al
nitrica .Dan. Qjiella con non poter la uoglia intrica . tro nodo . legano il mondo in tutto mi difciogli . Legami
Intralciare ha ufaio il Boc. uedi a ijoi. & giudicio- con coftei. Che ibeuofiidocchi donna mi tegaro . Daduo
fornente per met. begbocchijcbe legato m'hanno. Con parole , tìr con cenni
Stralaare,& Intralciare,uale f nudare, fùiluppare, diflrica* fui legato. Et uedrafii oue Amor tu mi legafli. Leghi bo-
re da tralci delle ulti. ra in uno,& hor in altro modo. Cleopatra legò tra fon t
Ambage . Lat. ambages . meta, ual intricamento , & cir- ^ therha.Legò fi umo,tdlpadre morto fiiolfe. Con la Im-
cuitione di parole. D a n.'NgperAmbageinthelagen guapofìente legòilfUe.Btmanlegatoconmaggior cate-
te folleGid iinuefcaua ,pria che foffe ancifi Cagneldi na. B o c.uediCindice ,
Dio, che te peccata tolte. T. Hor ueggh mmpha, che uai Vinci, & Vimi.Lat. uincula, fonai legami con che fi lega-
per Ambagoie . noicerchidelleboiteLuiii,& altrecofe.Bo c. Concbiu-
ìiodo. Lat.P ET. 'Usuò che di tal Tfpdo amor mi feio- fura di canne con loro giunte con tenace Vinco. Ah.
glia . tfe di lui , che a tal tiodo mi dijirigne . Solameme Dan. Che milegafi con fi dolci Vinci. Cofi ueloci feguo-
quelTfodo.Che amor circonda a la mia bngua. Ruppe fi noifumVimiddegami.
in tanto é uergogna il Tfodo. Anima bella ét quel Tfodo Vimine . Lat.nimenaiirgulta. A a i. Et afte, e tramavi-
fiioita. Tal per te "Nodo fafSi,& tu noi fai. Che'l t{pdo fi mine conteflo.Chepercuotan con Vimim le Spalle .
difchgba dal collo. Da [un fi fciogbe,et lega a Coltro TÌg Vincigli. Boc.Dalmi legato den-
do . "biodo, Affro, Aureo, Ardente, Caro, Dolce, Bel , tro a tuoi Vincigb .
D'amor. Rotto i il "ìfodo .Boc. T{odo Tiaceuole,Ordi- Vincaftro. Lat. uimen . i uerga uerde contheiipaflorgui
nata unafune concerti'Hodi.DAN.Soluetemiquel'ìis daCarmento. Bo c. lo dò al gregge ombre di beUa uer-
do, Che qui ha inuiluppata mia fintenga meta, per lo dii dura, co Vincafiro quelle baitfdo. nelle rime cfAme
biotàrper locorpo,uedia ijiS.S AN.Iobounbaflo- to.D a n. Et prende Vincafiro, Et fuor le pecorelle a
ne di Tioderofo Mirto . pafeer caccia .
Annodare. Lat. anne(iere^lbgart,agglutinare.PsT. dr Diuinareperflegart.Lat. foluere.D a N.Vfelmexp ftrinfi
Boc. Onde [annoda, & preme. 0 chiome bionde; di che potenti! con atto Tal Vime; chegiamai non fi danna .
il cor m' annoda. Ma poi che in quefle catene ui piace d'an Tenere per legare/! conHringere. Lat. & Ugare, ncClere.
nodarmi.MadÌna annodaieui la cuffia. Legami Annodati P * t. "Hatura tien coflei d'uà fi gentile laccio . dtgeU-
da ficranga. D an. Li doue’l colto leffalle s'annoda. u paura il tien eoniiretto .Amor che m'ha legato , tir
Snodare Jat.foluere,& abnodare/ial fciogbere. T tr. Co- tiemmi in croce, litSÌ che mi crucia, & afflile. t{ft-
mefancàl ,cbeapemVolgeù Imgua ,0" fnoda.Apri te,&di tiemmi il fignor noflro Amore.Cbi ajorx^
no
"X
Satamo CIELO Saturno
m firn jmì. Boc. itedi tlndice , Stringere, & Slrigitere,neeli a Qjianiità. 1 795.
Ritenere. Lat. retinere. P e ■t.'tign temo già, thè piu miflra Prefura. Lat. captiuitatja cattura.Ro c. Hanea il Tapa J5
tifi fcépie mi ritega, alma jcioltafi Ritenuta al bofto. ' faputo della Vrefnra dell .Abate . Il cajo, che foprautnne
Slegare.Lat.loinere.Boc£'impofiibiledatalnodoslega- delUTrepiradi me/ierTorello . Li^ualt maidopola fna
re, fé non quanto a lui piace . Trefura niente hauea faputo. Martellino njponiea mot-
Sciolca. Lat. folata. P e t. Sciolu .Anima, .Alma, Mente, teggiaiido/piafi per mente hauejie qtiella Trefura.
Carne,Tianta.Schiera dt donne non dal corpo ScioUa.la Trefi,&TreJo. lat.captusfiome ,cr nerbo. V t -t.rì’intor-
barca da tacci anttebi Sciolta. Coliti da lata d'anior libe no umumerahilt mortali Tane Trefi in battaglia,er par
rater Sciolta .ReniimtUmia confòrtt ltbera, & Sciolta, teuccift. lìuant'eran ini amanti ignudi, & Trefi . Dinui,
ScidteTrecàe. Chiome , Stiolti Buoi, Amanti. I-'andar ty-d’altri,che ad un taccio TrefiHauea dal mar iC India
Sciolto, dolcemente Sciolto dal mortai mio uelo . a quel di Tbile.Et qual moni da lui,qual prefi uiui.ll cor
ScioglicreXat.foluere. P e x.'N.eperfuomintien.nefcio- Trefotui,comepefce alÌ)amo.Trefolafn.amenarmc.Co-
jue d laccio. Da l’un fi fctoglie,& léga a [altro nodo. Tfg fi Trefo mi trouo,c!r ella fciolta. fedi ilfamojà con tante
uofihe da tal nodo Amor mi (doglia . 7[e temer, che già ~ fue lode Trefo menar fra due/òrelle mone . yeder Trefo
maimi feioglia quinci . Ma’lcorchilegherd ,che non fi colui, cheifano Deo. quando fuiTrejóoutofuìTrefo ,i
faolga.CbiomeSorofifinoataurajciolfei Etdafuoiprt firei Trelò,&arjò. cofi m'bauea Trefi. Bem. Egli
tbipir fuggir fi feiolfe-Cofi dal mondo il piu bel fiore fciol prende. A s.
fe.E'kor che da paura tanta fiiolfi. Di let,cb’ihor dal fuo Trenderc. Lat.prehendere, capere [Sumere. P er.Chepotef
bel nodo fiiolta . Donna del Re, che nolin Lacci ha feioUi. fi al bifigno prender l’arme . Cia incomini lana a prender
Mone m'ha fi iolto Amor d'ogm tua legge .Boc. uedi ficurtade. Che chi prende diletto dtfar frode . yd feminel
l'Indice. la m Taglia il prende, & lega . Tiu dolccg^ pn ndea di
Difctoghere.Lat.difioluere ,abnodare. Per. Che'lnodo,di tal concetto. Trendean ulta i miei fenfi .Fo/Sedifiioltoti
ch’ioparlo,fidijcioglia.Ma chine flrinfi qui dilfolue il noà prenderei baldanga.yirtù cantra furor prenderàl’arme,
da.intuttomidjfiiogli.Melegòinnangi,&teprimadi- Onde prendelli al ciel [ultimo nolo. Trendete bar a la fin
fiiolfifil nodo Mone difctolfi.Se [uniuerfo pria non fi dtfi breue conforto Et prendi qualità dal uiuo lume . Trendi i
filue.Boc. Tioupofiendo da quel amor difehgtierji Ac dorati frrali,& prendi farco.Trendipartito accortamen
cieche tu fia da quella promefjadifiiolta,I buoi ejlere dal te prendi. Del gran piacer ch’io prendo. Teriadolcevta,
giogo difeioUi . che del fio dir prendo . Siuando prendon ripofo 1 mifiri
Soluere. Lat.liberare -, redimere. B o c.Terfoluerui dalle- manali . yna faettadi putate ha prefa . Trefi in fua
game della promefSa.Et non lefolute perfine; ma anchoa^ (corta una pofiente donna . M'aperfe'l petto e'iior prefi
ra le rinchiufe ne monalleri.&- per disfare, uedi a con mano . per man mi prefi. "Usi di ch'io pre fi [amo- :
^perchiarire i6it . ■ rofo incarco. Lutale fieUapre fi (efca.trCbamo.B oc.
Diliurare,perliberare,lat.redimerepiindicare, recuperare, uedi l’Indice.
in tntegrumreliituerrjdeflnfcattare di prigione. P btj ^ìprendere,idi nuouoprendere.Lat.reprebmdere.P e r.Al jji
Bcnuenneaéliurarmiungrandeamtoo.Ter fomma& ' Ihornprende arér Saturno,^ Mane. L’auaro Zappa-
tnegabil corte fia. dor [arme riprende.tr ripremlrinemif uoi.Et riprende-
150 %colXa.Lat.liberajexcuffa.V tx.& cofit Scofia yocertmafi ua un piu [fedito nolo. Celatamente amor [arco nprefi,
de [amiche finte. & fcMfi[ alma, c^Seofia [bone Di . Riprefi ilcorfópiuuelocea/iai.Clsepoic'haurànprefid >
catena fi grane jiedi a 4J0. fuobeluifo.B oc. (i buoi) & uagando riprendere firn
Auinchiare, tr Auinghiare, abbracciare , uocabolo antico a riemrare fitto il giogo . Lat camera era ofiurifiima ; «
thof tanofinde i rufhci tbofeani dicono una uinghtataàdefi che ciafeuna delle parti era contenta , ne per lungamente
una bracciata,^’ uien dal latino uintirt per legare^ ina dimorarui riprendeuano gli occhi piu di potere S.t tiafeu-
uoluere ; perche chi abbraccia lega. Lat. amplefb, utnei- na le cofi recate hauendo riprefi Jf}- alt re fue uanitdfure
rejnuoluere. P t T.£t come draghi Con le code aumebiar in procefjò dt tempo femea lafctare l’habito fi le nprefi , td
fi. Onde amordi fiiamanm’auinfiinmodoàlcoriuaum- eHripigliò. Dan. Chequi riprendodatteroperfigo.tr
fi.Cbi'momo alcoUohebbela corda anima. EtognUau- ■ quando fla per ammonire jucdt a 8;9.Bem. Cb’a Gijmon
cio;ondeUmiocorèauimo.Boc Etconlebraccuaptr dofacciameUeriodiripigliare.Ki.
te.tr aumchiatogli il collo.Come Olmo Auinchiato da £l Tigliare.Lat.capere,captare,prettfare,comprehenfum tene- ;
lera . Et come la abbractiante Ellera auingbia il robuHo re. P i x. Tanto che per Le fu la lancia pigli . Et tal tende
Olmo.D AS.Ciudica,trmandaJicondo,tbeaumghiai. Iarete,ihe non piglia. Boc. Totrete alcuno diportopia
Come a lui piacqueal collogli aumghiai.Cbe buom,tr rei gliare. Lequalt uoHre utrtu haurebbon finca di ptgUare
amor accoglie air mglia.per uinghia, ideft lega . eia feuno alto anmo di qualunque huomo^deH figgiogoa
Auincare per inuoluere. uedi aióq. re. Ma fintendo cofloro Osbecb efier uinto , tr morto, tr
Aumcereperlegare.lat. uincireJÌAti.Coniebraccia m’a- Bafianoogni cofi uenire pigliando àde fi occupando Jtlife
ninfe, orni fofleime . Tre uolte dietro a lei le mam auinfi. la mano per lo rotto deli afte , tr pigliò il fondo delle bra-
D'una catena; che'lteneuaauimo.Ttx. Onde amordi chedelgiuéee.Efiendofiaueduio,ebealladonnapiaceua
Jùa man m' auinfi in modo, il cor m'aninfe , Che' ntorno al il nino, con quello, fi come minili ro di yeuere^’auuò di po
collo hebbe la corda Anima . Et ogni Laccio oade'l mio terla pighareàdefl ingannare .
cori Animo, Ripigliare.Lat.reprehendirt,rejkmere.Boc.Aumfiabe
Cingerc/frScingertpitdia Cintura a Httieofifattecofipnnchegliamki,maglifiramripi-
Saturno CIELO Saturno
giure. Mdo^he ih l'kftuefor:^ iikenga aw. franca pouertà Sene Rfccbevff. Bbm. Sento (fam^
mofo.& quando Sia per riprendere ^edi a tì9. re. hi.
fbpetere.Utjepetere,re[umcre,Hol ripigliare. ho.i.Etri ConfcruL Ut. ual feriti infieme. P s t. / miei infelici , dr
petendo i pianti , e le querele . tnifcri Conferui.
Tiglio. Ul.captui,us^, per lo Sguardo, perche guardando Setuentc. maf. & fem.'B o t. fatane un foffione atta tu»
par che fi pigli longU oct hi U guardato . D a N. Io duca Seruemeddeflfantefca.UtJinctUa,peéfStqua.Zthaucfse
mio fi uolfe ci quel Tiglio Dolce. Riguardando prima Ben
la riua,ó' diedenii di Tiglio .
Dar di piglio. Ut. nianu itiqcere , capere, prehendere^al
pigliare. Dan. uedidijupra. Ari. Et ad una fua tafia
dadi Tiglio.
Sopraprcndimcnto. Ut.fuperuentut. B o c.I dueaman
fcarfiti di Seruemi. Ut.mtmSìn; cr jirui. Tiu al neutre
Serucntiaguifadiamnialibruti. Era tanto Seruenteaì
manto.Ui. morigera, & obfcquiofa. Ti prego, che tu no»
ti facci di turpiffimafjieramca fruente . F l.
Sergente, è d fante deputato daU'uffUiale a piglUreirei,
cioiZaffo,shtrro,&fimile;&iuoeal>oto trancefè,&na
thofcano.Ut.Satelles. B o c. Subitamente fintilo quejlo
ben doéci de Sergenti corfero Li.'Ng prima fi parti U mi-
fihia,cbe i Sergenti del capitano delia terra ui Jàpragiu»
fòro . Ifurioft Sergentiuennero impetuopimente fen^ al
cun ordine a prenderU . Famiglia per la t otte del Tode..
fàjeeéa}^^.
tt j quali da cofi fubito Sopraprendnnento fiorditi nonja-
pendo chefarfi fletterò fermi .
Sopraprendere. Ut. deprehendere . ual prendere alS impro-
uqà. B o c. jiuenne thè una jubita ptoua gli fopraprefe .
Jlueitne che Subitamente un fiero accidente UjoprapreSe.
Da Corrado joprapreft furono . .Andreuciio in una notte
da tregrandi accidenti,& pericoli Sopraprefo^t da tutti Sccuidorc.Iot. & afietlaJamulus^eruutdomeSlitutJfa..
fcampaio . miUaris . B o c. Serata aiuto di Seruidore. fedele Serui -
Sorprendere lo iSìeffojche è fopraprendere. D a h. Quando nidore. y no fuo fedelijiimo Seruidore. Humihfìimo,Ube-
noi fummo da un romor jorpreft . Che non fi couerria Soc raUjitmo.Ticiiolo.Seruidore iSlddio. Uguijd di Scruidom ■
cbio forprefo. uedi d ; 7. ri.Con alcuni fuot Seruidori TfobiliJ}nai,& Belli .
.Afiumire .Ut.& capere ,comprehendere , ual pigliare . Sertùuice.Ut,pedifìequa,aHcilla,Serua.]i oc.Tercitcbe
* Dan. Ltberoofficiodidoitorafiunfe.Upenaadunque, lafamaSeruitncedeUeantuhe uirtù,&pteécalruede
che la croce porfe S"a la natura afSunta fi mifura.pria che unii. Er. Con una fua Serunrice . P h.
altraalmadeltriompbodiChriflofuSifiunta.Stjcheper ScaiHc.Ut.? it.HoramattoSerudfeffefiadoma.Boc, jqM
fua dottrina fe diigiunio da Sanima il pafiibile intelletto Che’lfuo meSìierofofle flato Seruile.
Teribe da lui non uide organo .Afiunto percbe’l del Saf- Serubre. Ut. P £ t. Morir imanxi^befèruirfoflennc.Et tal
fama . premio ha chi ingrato ferue.Ho fermio a fignor cnidel,et
Siajfumerejper rimgliare.Ut.refumere.h o c.yltimamen- fiarfb. Sette, Cr Seti' anni per Rachel fermio. Boc.Ha^
te riaffumere il nero nomeahe anchora tene. A m. uendota per alcuni di ottimamente fatta feruire . Doue »
,4fferrart. Ut apprendere jCr firmiter tenere. Ptx.Eran- meconuien feruire none femme.ln forma dS buomo jirucm ,
uiquei,cbettmorfileue effcrra.Boc.'iqspriaiaccor- do al SoLiano.Serui diligentemente Jen fermio,
fefebauerealla ifola di RhoJi afferrato , idefl peruenuto. DiferuSre.Ut. aduerfare/iffenderejjcdere.ual difcompiace-^
Ut. applicuilfe , appubfie, Dan. fin a Mmoc, che eia- re. B o c.Credendomi feruire diferuita m’bauete.Si com»
jebeduno afferra . coluiahe forfè d' alcuna cofagli dtffruì.
C iunto ut ucce di pref »,o colto.Ut.deprebenSui.P iX. Eli Citàuitd per la fendtùjM. captiuitas feruitus , famula~
bel pacfeal locofiutfm dumo da duo begli occhi, che le tus,famulitium.B oc. Ma in origione.Cp in cattiuità per,
gaiom'hanno.B o c. Mapur polche quefl'horauhaqui hReCarlomiardato.tfiendoegliinCaitimiàperlolie • .
■Sopra Giunto adefl colto.B t n.Cmnti cb'effi furono. A t, carlo.T rarli é quefla Cattiuità di Star con altn.et quan
Intercetto. Ui.aterceptufs aoi prefi da nemici. A k i, do dinota triflevQti&fieleritàjiedia 1667 a
Forfè per dubbio , che gli fin intercetto ,idefì occupato 1 0 Schinao jMt.feruusAf captiuui. B o c.Doue egli nonfiet- gjj
pre/oda nemid . te guari;che due Scbuueuenncro cariche. A r i./o no»
Scnità.Ut.ffruitus.P I x.TqgfiunSSeruitùgiamai fiiol fia prefa jepoi uendutaSchiaua.
feJluant'io di léertate . Fuggendo la prigion , oue amor Mancipio il feruo. P e r.Vundi uirtute,& non J'a^
m'bebbe Molt’anni a fardime,quel eb'a hiiparue , mor Mancipio. Aui.Che tificefji d’Ulcina Mancipio,
jff Scrmpo.Uc.feruitium. TBj.Etperdira SeSìremo il grò Soggctto,ual fubditoUt.fubic^HS,obnoxius.tà‘ fubditnt^
Seruigio.EtnidiqualSernigio,&aqualmone.Boc. PBX.Che fopraipm soggetta piu ftroce.Boc.TSlffi
Che tuiderdon debbo iobauerdicofi fatto Seruigial Set- uolendo Soggetto diuenire del nemico del fuo fignore . Di
uendò in tal Seruig» . Ter merito del Seruigu nceuuto . che i Soggetti fi contenlauano mUto.Cof adunque opera»
,4lSeruipo della Sala. I n ogni uUSeruigio adoperati .1 do fi pigliano gli animi de Soggetti, y al auto U mede fc,
quali qnefU Seruigi pre^lftpiau faceuauo ,A piccioli Sere mo eh oggetto .
uigi della patema cafa fi diede.Etfaceua colali altri Set- SoggiacereJat,jubiaeere,ualfiar fottopoSio, Boc.Le cofi
uigiopporiuai.FpccuacolaliaitnSeruigetli. temporali ad mfiniti pericoli foggiacere , Dunquea gli
Seniigiali. fimo lefantcfche di cafaJji.famuU,& ancilln. buomim dobbiamo fommamentc bouorandoli foggiacere .
Boc .14 baliae& S altre Seruigiali della cafa.Et una del Ma Soggiacendo io infieme reame noi a quelle leggi .Com-
le Seruigiali della donna . l lombarOi dicono maffare. pofta da fotta ,
Seruo. Ut. feruus , & cium, tis. Tbj. Seno <f amor, che Suddito. Lat. fubditns. Boa. Et non uolendo Suddito di-
queBeraKlrgghDiuinSeruadileitii&diuiuande.Con uemredelnam(oiel fi» figure. StmrfotSudduidel ^
marit» "
Saturk*
f VUritoeratMlogratulk. La uolirauirtù, Odigli al-
tri ma Sudditi.
VaiTallo, Lai imperio adte3Hi,aal ferito; kocabolo legale .
hoc. Et di tutti gli altri fuoi f'afialli.ebe età fentiroiu;
fece graudifiima fella . Ma non bijógna fiufaal ftgnore
uerjò tl l'aliano. Dan. Hsn altrimenti ituothi a fuoi
f'ajialli .
Xigio. Lat. Ugiim,& honiagmm,uocabolo legaleàdeR tu-
rare in nerba reps , ]è eiui bvmtnem fai ere, tonceptii
uerbis in manibus regiii . praunte epifiolarum mapflro .
Cuius ritum Vontanus de bello T^apolitano elegamer de
fcribit,ual foggetto,feruidore/> uaffallo, particella uenu-
ta d.1 oltramontani tn Italia, non pur nel uoìgare idioma,
ma tra fcrittori latini,Etper queUo,cbe ne Jlima U Ton-
tanoàné bebbe origineferebe quei baroni,& quei tana*
beri , ebefi danno in perpetua feruitù del Re fogliano con-
giungere I pollici loro in guifa di legame, con quelli del Re,
& quelli bafciare.quando giurano tal feruigiopromaten
do.Et tofi trouiamo.ihe'l prono Redi Stcilu, et di Tuglia
fife Ligio alla cbiefa; de latinamente da legifli è ufata ut
uece di colui ebe per fedeltà i legato alfuo fignore , &■ fi
troua ufata folameme nel uerfodal nofiro Vtr. doue di-
te. poi ebe fatto ero buom ligio Di UHM Laura .
»5« Famiglio. Lai. famului,c^ pediflequus,puer,mancipium .
B o c. Strillo famiglio di Tarmeno . Se diuemre potefie
famiglio del marito di lei.Famiglio Migliore. SecretifiU
mo,Difireto. CUfamigb,cbequiui ueniuanoa bere idefii
birri .
Finte. Lat famuìus,& famula,& pedifìequa.ual il feruito-
re,&la feruitrice. hoc. Il Fante di Rinaldo come cat-
tino . Il Fante, ebe ambo era digiuno. l'ita Fame attem-
pata. Vna Fante delfbojie grafia, di pKciola,dr malfai;
tajtutta fudataamta,dr affunàcata. La Fante della dan-
na ammaeRrata.Dolorafa,Bella. fecero uemre medicijtt
tanti , ebeifiruifiero . Trendeudo le nofire Fanti . Vna
Famicellaaflai bella, & piaceuoletta. Come Je una pitelo
la F anticella della cafa fojfe .
Valctco. Lat.fcruuluiJ'cutigerulusfedifltqunt . tatulaèil
raga il paggio, o feruitore di non gran cento, hoc.
Tra gli altri un gnuane l'aletta delpadrt il cui nome era
Guifeardo. A R i.CVufiir fa un gitno informa di yjet-
to E due yalcttidondefi ferula portar l’elmo.
3J9 Viggio i il mede fimo cb'èyaletto.Lat.puer,acerfecomet,
Ari. Forfè anebor men cbeun'intgierto Taggio.
Ragaz zo. Lat.puet ,auteambulojìms, a pedtbus fine pedet,
ctrcumpeJcsJìabularius/amulus. h o c.Et andando co-
, . me Ragat^o nell'efSerciio del Re di Francia . .Almenoti
fo io cvtamo bonore,tb'io non mi pongo con RagazT^, ne
con tignofi. T ulte quelle cofe facendo, ebe a Fantero a Ra-
gazzo pojfono appartenere.yn filo Kagazgctto .
Scudiere, èli Sermdore della menft, da excubo detto. Lat,
pociUator,feu a fercubs,et pmeemajet fcutigerulus.hoc.
Gli difie ,cbeuolenttenper Scudiere d’un fignore da bene
fi porrebbe. Stando fempre lo Scudiere attento alle parole
del cauabere . .Ad un altra Scudiere , o damigella . .Ac-
compagnato da Scudieri. Ari. "ìfon l'appar^cepu Scn
dter.neAnalia.
Famiglia, per la corte del podeHà,cioi Zaffi,Sbirri.Lat.fa-
telùtes .ItHorts ,famulitiumfori ,feuiudites, hoc.La
famiglia del rttlort itila terra, Conofctutalafamiglu
C 1 1 L O Sartirne q6
della fignoria. Anemie, che alcuni della Famiglia della
Signoria .
Birro il Zaffo Lat. officialitàiSoriui.tiruiatorJo Sbirro re
gale. Ari. Trima Cbe fia tondutta da quei Birri .
Corte in uece della famiglia del Todejià,odelBargel!o,cioè
sbirri , Zaffi, hoc. Fu riguardalo dalla Corte . Auanti
tbela Cortei beniflaii dei padre oceupaffea il fifco.EJien
do la Corte molto puna d buomini.i. il tribunal del Tode-
flà.Aui ì{e temeruilmaritoaie La Corte.
Sbirraglia. Lat lorarq.la fibiera de Sbirri fiuerola fami-
glia iblTodeiìà .Ari, Cb’al capuandela Sbirraglia
tolfe.
Ancella, dr ancilla. Lat.& Serua,&pedifiequa. è la fcrui-
trite. P ST. A Dio diletta ohedteme Ancella . Etdiuil
fignona l’anima Ancella Conuna AaciHa,e^ conCbor-
réil tefebio. Lafciai cader in uil amor d" Anelile. Dan.
Cbe non torna dal Seruigio de t Ancella . Qjiando lunon
a fua Ancella iube.Et lomeuien la cbianjstma Ancella,
idefl la luna. Ecce Anelila dei. Fumni ordinate a lei per
fue Ancelle . Kk i. >(pa gli apparifceneSiudier, ut
Ancilla .
T A L L I D I .
\
Tallidi,Biancbi,Smorti,SqualidiJjuidi,Laff!,Deboli,Imbe-
ctUi,Fieuoli,Frali,FragiliJ^iocbt,MagriMeSli, Affiati,
Occupati,Stancbi,Malinconiofi,Maceri, Attenuati, Ca- .
gioneuoli.Impallidire, fiaccare ffinagrart , dimagrare, di-
fcarnare,occupare,lìancare , macerare.
Pallido. Lat.& decolor. Par. Sifon TalliJo^ Magro.Tal
lida M orte.TaUida in uijìa horribile, & fuperba.Tallidt
yiole. B o c. Tutto Tallido, come colui, cbe tanto tempo
era fiato fenxa uedere il cieleXat.luridus/*r Lurorèpm .
che paUidezp;a,cioì come giallo. Lorengpleapparuend
foano tutto TalUdo.Con uifiartifidofi/rTallidiEra nei
la prigione TalUdajtlr Magra dmenuta. Dan. Tallida
nella faccia , tanto feema Cbe da l’offa la pelle l'uifór-
maua. A r x.RefibTalltio in faccia,come quello, Cbe'l
piede incauto d'trnprouifoba mefio Sopra U Serpente uem
tenofi re fello .
Pallore. T a r.S'unTallor dimoia damar tinto.
Impallidire. Lat paliefeere. T a T.Qjiel uago Impallidir,
ebe'l dolce rifo.Cbe'mpallidtrfe'1 tempo aSt morte amara.
Etffeffò tremo, ^ ffefso impallidifco .
hiìncoperpallido.Lat.pallidus.T iT.Coftcaido uermi- .
giio,freddo,tT Bianco.
Smono per pallidoitp' come color de morti.Lat.decolor,ris, j6n
palltduiAolore inorticào. Ptx. Fermo le piante tbigoltito
^ Smorto . Omt’io dtuento Smorto . Tutto di pietà, ir di
pauraSmorto.Moffi con fronte rtuerente.ir Smorta.Er-
rori fogni, ir tmagme Smorte. D A s. Cominciò il poeta
tutto Smorto. A R i.CbeSpaucntato A Smorto fi riiroua. ■
Sqaallorc.l>ruttea::^axlr magrc^^a. lat. Squalor. B o c.
A te conuicn andar rabbuffato con ffarte chiome , ir di
Squallore pieno. F i.
Squallido. Lat. SqualUdut . ual brutte, effro,ir horrido.
Par. Mofir.indoal fot la fua Squallida Sterpe. San.
Con chiome bii futeAlr con la barba Squalidt è
Liaidore.Lat Liuor ilfegno.che lafcia la percoffa per il fan
guefeorfo. B o c:Sruno,& Buffalmacco hauetulofi tutte.
Saturno
CIELO
Satirrno
Uctm jittoa pattnidipimedi LiiàJori , a gui fa thè p>-
gUon farle battnttre.Tartiti i Ltuidori del uijò , comintiò
a Mfcire di cafa , "He conofu il aero Lmidore della muidia
diHoritrice,^ vtordcnte,(Ondente mquo^meta. F i.
Liuido.Lae.Lmdjti^al nero per meflitia. P e t.Toinenia
tjnel ( he il Lindo maligno Tome r di {aiigUi. ben oprando
opprejie. Zac La dona tutta Liuida nel utfò dolorofanten
te pungea . La infermità predetta a permutare inmac-
ehienere,&lwtJriatomintio. D a u.^lnoabier del-
la Lmtda palude. Tiena la pietra Laida di fiori.meta. per
tnuidio, 'ò.Liuidotirnero, comegrandi pepe. S A s.Gliocm
ehi Laidi per lo fouerchio piangere. A R i . ^ Carlo un
giorno i Laidi occhi leua. qua fi oliuido ,
^lacero. Lat.maceratm ual Fiacio,Luido,^ domo per hot
titure Crfimili. B o c. Senga Lfciartein capo capello,o
, i^So addoffojibe Macero non fojfe .
^Lacerare. Lat. & attcnuare,conterere.ual domare, fupe
rare le carni battendofi con percofie,^ finuli.B o c Ha-
ttea la prigione macerale le carmdt Giannotto, ynmona
fo che ne uigilie,ne digiuni poteano Macerare . Et confa,
tiche continone fi macerò il fuo fiero appetito . 7ie alcuna
parte rimafi nel dojio della buona donna , che macerata
nonfufie.
Attenuato. Lat. extcnuatus , macìlentus ,gracilis, macie
tonfeLlui. A tct. Da gli anni, <jr dal digiuno Attenuato.
Lat. defclìks quando fi riferifee atf attimo.
Eshaullo. Lat.exhaullui, ual uacua , finito, & pieno di Se
te. Ari Stato reHauro a corpi Esbauiìije uoti .
Fiacco, debole. Lat.ftfius,debilts,imbecillis,inu.tliduslaf.
fut,fiacut,flactdMt,languidus. Boc. Glufuoi mcm.
bri erano per magrei^a afiottigliatit& egli era dmenu-
to debole , & Fiacco .
f'iaccare,rompere,Lat.deb'iUtare^umpere4emolirifittcre.
rejeuertere,deSlruere. T e T.Trefèhagia tarme per fine
ear le corna tuoni mar auigha la fiaccarle alquanto ol^-
tra Cufatoft foggioma. Et cb'i pie miei non fin fiaccati, a
lafii Mffteitando ragion mi (iruggo,& fiacco.Vrtma cb’i
fiacd’i il legno tra^ fcogli. hoc.Cbe fiaccar poffa Li co
fila chi prima ne fece parola. L fi. Che non tene gnti tu
in terra l & fiaccandoli tu il collo ufetrai della pena.EgU
i un gran peccato , che uoi non ut faccaté il collo. Dan.
Si come quei , cbeCtr.t dentro fìaccaj.confuma . Caggion
auolte,e che l’arborfiaccaddefl cade, & rompe. Come tu
aedi a la pioggia mi fiaccojdelì confumo.
Fioco . rauco, & debole delta uoce.Lat.raucus4ebiliiaioce
obtufui,comprcfiut, impiditus. P s t. Cefi m'ha fatto a-
mortrcmante,& Fioco. lui fra l’herbegia dtpungerFio
lo.Bo c.Ogm parlar farebbe corto,& Fioco.D a n. Co*
meidifcemoptrlo Fioco lume.i.ofeutatodinebbiaS a h.
Quantunque con Fiaca mifcrabih accenti a fo^
rare piu uolte ne mourfie .
Fhccare per nettare ,uedt alt elemento delt.Acqua « 8 5 7.
Frale uatfragile,e^dibole.Lat.fiagdis,cadutU3,mobéialem
btlit . P E T. Frale Sn'mtafiarca.GonnajOggettod'fla,
yUa ,yiuere , Stile . Trouaimia toprauia piulentedr
Frale . E i corpi fon fi Frali . Degli buomini mortali. Fra
U Opre. Spòrti.
frt^i\e.Latxirletm,incertusualdcboie,cadueo. P e t. Fra
gii Bene. Legno , Firtù. B o c. Quanta fu la Fragihtide
gLbuomini,&delledonne-il'tmlufielaniiafemimlfra-
giliti. Lat.fragilitai,uolkbtluai tinflabiliiai , Icuittti
iniontiantia .
CagioneuoIe,»o/ difettofo,Crdebole/mdecaufatioappu
tiatmi dinota L infermità di dentro :& Caujarq miiitei
erano delti quei fildati,cbe per infermità fi per ueechie^-
za erano licenuati daUa guerra. B o cMa pereto che Ca
gioncuole era alquanto della perjòna. Lat.ualitudmarius,
quifrequenteragrotat.
Fieuole,J(JÌ debote.quafi fefius,& friuolus. D a «.Tarlati
do andana per non parer Fieuole .
Ambafcia il mede fimo ch'i AfmiJatt.Dyfpncea abundant
halitus,uel abundant anxia . i troppo copia di haltto , la -
quale molto offende chi faltjie per luoghi erti, & pero ual
lafie^a ,flraccbezza,&affanno,&paJ>ionedammo,
D A n.£( però leua fu,uinci l’ambafcia. Si uolue 1» entro
a far crefeerf .Ambafcia .Tria ch'i Jcen.lelJia linfcmal
Jdmbafcia.yenni qui per t infernale Mnibafcia.t. per luo
ghi infernali, chef anno Fanime affannate fiS la ffe. Ari.
Ma trapalato il cor df eSirema fAmbafcia,0 fe’l duolo.et
l'MmbafiUnon l'accora . Che fpefa m damo ni faria ogni
-Ambafcia J. ogni fatica,/:^ afanno.Graue Mmbafcta.
Imbecillità. Lat. ual debolcxtA- F. Che l’imbecillità no-
firadtfiopre.
LafTo. Lat. & fefius.T t T. Laffo Cor, Spirto, yiuer. Io fon j 64
già Lafio.Hor qui firn Lofio. Songiadtuiuer Lafic.Oime
Laffo. od Lofio, Laffo me. Ma Lofio hor iitggio. Loffi oc-
chi,Tie,Sofpir,Dodici Donne boneSìamentc Lofic.li o c.
Deh Laffa la mia uita. Mi Laffa me. Girne Lofio.
Debolezza. Lat. debilitas, imbecdlitat , tnfirnutai defati,
gatio. Soc. Conobbe alla noce 1 1 fua Debolcgga . Ter
Debolezza fu coflrctto a giacere. Ari. TerD.bolezga
piunonpotea dre.
Debole, & debile. iM.&fiaccidutdmbetillis, tentàtfiebU
Ittfixanguis. P E T. Debile Barca, Filodngegno, Stile. EU
fuggoamor cofi debile , & Zoppo . Sii debile tifilo., a cui
i’atteiieLagrauofanUauita.B o cMebole&pa'Mdadi.
uenuta.lncitare le Deboli menti .
Hebc. IfitJhebuitfia bebeofibefiguifiia far debole^ ofeus. f
ro.Vir.EtfenoHcbé'lfuolHmeaCeSìremahcbeà. he.
betem babuit lucem, chi ofeurò , inondai preteruo di
baUre,pertiocheperdoppLbfilcriue,^Lrimafàreiu
befalfa.'A r i.Lafpadadi Medoranchanon hebeMafi
/degna ferir l'iguobtlplebej. non hauea ancho perdutoti
taglhfiuero non era anthora macibuta di f angue.
Magre2za.Zo/.moriri.Bo c.M quella diforme Magrezu i
za m'bauea ccmdutta,
Magro,& Macro.Latanacerfitropia,a,macilentus. P e t.
Si firn TaUido,& Magro.Et ancìto di uabtrfinuàa et Ma
cra.B O C.uedendocof}riaheMagra,&'bruna,^peloa
fa diuenuta era ,Leuiuande grofie facciano gli huomtm
Magri, & fonili. yecchio,&couuto.& barbuto era,& ■;
Magro, ét bruno diuenuto .
Dimagrare. Lat. macrere, macre fiere, emacrare , ual uenir
magro, &per meta, ual priuare. Dan. Tilioia in
pna dt negri fi dimagra, ulefi fine priua, perche inegri
furono f cacciati.
Difcamareperfmagrare.'DKH.Ont io nel unito mi difeamo.
Mefto. Lat.malìut,triflit.P E T. Mefio Core, Mefta, Mnim £
ma,& Gente.Md acquetar il Cor inifiro,(!f Mefio .
OccupatO.£or. P e TmAI uernonuolfe gk Occupati [enfi *.
Boc.
Saturno CIELO Saturno 47
10 c.f'edi di fitto ad Occupare. .4fcondere,nafcotidere^fifcoiiderc,uUrer>ceMUire^pfÌJt j-jo
Occupare.Lat. B o c. Cofi come teflreuùtà deWatlegm^ tare^cquattare.
11 dolore occupa-E/tendo ella al fuodolerft occupata. Egli Occulto,Celito.Coperto,'Haftondtmento.
ifi ogni mia uirtù occupata ,Guccio uuorm alWìlif- .AfcOadere.LatJù>fcojuierefiCCultare,abderr,cttart.Tit.
taOuupato.Tmio Occupato da grauMfiimejoUecùudim. Che dura quanto il tuo mfi,iaf ionie .Tm non afcondon
Et quanto il dolore delta mente dijociupaua, tanto infera fue ke(lctì:e none . poi cbe'l fil ^af tonde. S e morte gb oc-
,uente amore fi raccendeuano. cbijuoi ibmde,erafionde. fra nomt.ibc’n dtrbrturajio
TtìAopermeRoJafio.Lat tnflis.V sr.TriHoCordJumo do,ó- premo. M’afcondonque due lumi. C'boporiate nel
re, Honda, Giuoco, Enea.Suondiegno d'amar. Trilli pian cor gran tempo afiofe.So,come (la tra fiori afiojó [angue,
tiJ}annidìt,Cioriu,Augurq,Mu,Occbi,tiscdnen,Tri E'I giouane Tbofcan.cbe non afiofe. boc.Ét uergogiun
Sia „dnima,'Hpuella,f'itaJ'accia,Opimone,Mente,For dotengoleamorofe fiamme afiofe. DAN.LajHa radice
tuna,Ombra,Ittfegna, Hippobia, Trtjle Donne, Lagnine, incogmta ,cir afcofa.Lo duca, & io per quel camino .Ajco-
1Ìoiti,OmbreJe TriSle onde del punto. Et fi far Ueti,et fi.poi f afiofe nel foco. Che tnafiondeua quanto ben io du
Triftì in un momento. Tentito,& Tnfiodemiet fi fiefi an co.Hirate la dottrina, cbe ìafconde.
m.Hor Trillo, bar lieto fin qui t’ho condotto . Cbe tal mori T^fconJere.lat. abfcondere,abdere. P ST.,/f cui non uale
guTriSìo,&fionfolato. 7{efiunumeémepiuTnfto. 'Hafcondere , ne fuggir , ne far Mfejàiiqontinafionder
jj o c.La letitia di due amanti riuolfe in Trifio pianto.La più ; tu fi pur uegUo.Mal cbi comraHa,& mal ibi fi na-
qual morte bo tanto pianto, cbe dolente , & Tnfia me.L fconde.Lci ; cbe’l ciel ne moSlrò,terra nafiondeal uijo na-
lafia^tgrama et quando fignifica federato ,uedi ai66j. fiondendo. e i tuoi lacci lufioné Fra i capei. Tra le cbio~
é- perpouero ajii.cfiper Infermofi debile a 1 684. me de lor nafiofe il laccio . Et fi nafiofe dentroafuai begli
Tciftitic,ptr U Melhtie. Lat. maSlititt, angullietmarores, occhuCbe’l uer 'Uafcofo,&fconofcuuo giacque ..Apar-
majluudo. Boc. Vgper altra corion taU Trifiitte ci ba tir teco i lor penfiter 'Hafiofii ; fÌon mofir'o mai dt fare
fatte fuggire.tir quanao fignifica fielerata^edi a i66j , T^feofio altro colore. Cofi 'HafioSìo miritroua inui-
Uttrifiare,peraffbgere,& Contrijiareaieé a 1 30 9. diadi mio amato tbeforo m terra trono , Cbe m'i na-
C»tcmopermehodolente.ueéa i66j. fcoflo.boc.ueJtC Indice.
Stxaco,&Stracco,dallratusparticipioéflemo.Lat.fef- tìiCconi’fimenùdat.Utibulum,Utebra,&LuS}rumfe-
fiu/lefejfus, & indefeflus, non mai jiracco. P s T. Stanco rarum. boc.Cb orfi laftiarono l’antubefieiue, &gbfe
Corpo reccbio,'Hpccbiero,Stite,lntelletto,Coraggio,Cor, creti iqafcondtmenti delle loro caueme. V h. SIh/ui
Tenfter,Ripa,fi,.AntmoJlancogia di mirar non (atio an- feof amente tenendola. Lat. abditi. Et come piu 'Hafcofa-
tbora. Il ueccbierel Rotto da gli anni,t!r dal carnuto Stan mente puote fe n'andò albofeo.
co.Gia era d mio defir prefio cbe Stanco. Stanca .Anima, Difafcandere,il contrario di nafcÓdereaial mamfefUre. Lat.
Utma,Mite,'Hi}iùceUa,Tenna/'cccbiarella,Terfoiut, detegerejpropaìare^nifeliare.DAU.'Perchelafiuaboii
Vtrtn . Stanebe Venne, R>me,Sarte;Stancbi, y cechi. Gli tà fi di{ajconJa.yoee nuoua di Dante da non ufarfi.
OCcbiJpiriimiti.hoc.EfiendoStamo,sandòadomii CelareJat.&abderefibtegerefiprrire/ibducere,contigere, 371
re.Se Stanca fofie di Ragionare. .Auifandofi mefier Torti uelare, occultare . ual nafeondere. Ptr. Ma puofii aum
lo loro efiere Stracchi . Caualcato giadtUemigba piudi celar la uoflra luce. Fio da celare il mio ango fin fi pian-
tre,percbe Stanthetto fi ripoftua. Latabquamulum laf- to . Indi mi mofira quel, cbe a molti cela . Qjid nino fil a
fiui jefiulus, langtàdnbts. gb occhi miei non cela. Mi celan ouefli luoghi alpejin,^
36P Stancare. Lat. lafiare. V tr. Cannone i finto già fiancarla fieri .Celando t allegrerà mani fefia. Celando gbotclu a
penna. Etnonmifiancaprimofonno}idalba.Dicb'iomi me fi dolci &rei.Celanfii due mei dolci ufatijegm.Et per
no fiancando . temendo non fiauiatm fiauebi. Di dnol mi fame uendettafi per celarfi.In alcun modo piu non può ce
firuggOj& di fuggirmi fianco.b o c. ynafeminafian- larfijia la mia uita;cb'è celata altruLCbaueanmolt an
eberebbe molti buomini, doue nubi non pojìono una fend ni già celato il nero. CeU unbuom uiuoX'alta puga amo
tu fiancare. Et il trottare forte rompe, & fianca aàrui rofi,chemal celo.Bo c.yediall' Indice,
quantunque fia giouane. D a tt.Iofon Stancato,& amen Celato. LatAr clandelìinui,demufiatui,abditni,abfcondt-
dne incerti dinofirauita. tui,rtcondilusASIrufii‘deS{utjacitui/urttuui.P it.Ct
St»nc\\nix.Lat.Lafiitttdo. Par. Fattene inan^iiltno lato Soccorfo,VenfieroJ^ifo Celato,Celatelagnme.CrUu
corfi non frena Ve ftancbezga,ne finno. 'Penfieri. Celatamente amor l'arco riprefe. Boc. Celato
Stracco. Lat. lafius. P e t. Cbe fe'lpopd Roman piu uol- .Amor.Veccato Celato mexo perdonato.Celatamemefar
te Stracco . queSio tradimento.Celatamcnte informa di TeUegrmo.
M3.^aconÌ3.‘LatMelancbolia.maror,mafiitiaaitrabilis. Occultare. Lat.&abdere.&o c. Vonfifippefioaultare,
B o cJncominciò a prendere Malinconia.Di che entrò m cbe egli non fufie lonofiiutoJ fiori occultamcmtfe prefen
Fiera Malinconia,&dijpiaceuole.7qpH finga gran Ma- tare alla fiu donna.
lincoma della donna . Cefiando le Malencome.dr dolori. Occulto. Lat.&abditui.P tT.OccultoVenfiero.Ouulta 37»
Tutta Malenconiofa fi dipartì .Mtlafcundogli Maltnco- fanu,& Tuga. B o c. Occulta iofa„Aadata, Mite, Oc
nioficottlacafiipiruadtpietrefipartirono.Mfiaineltaui cube EntrateJOinOccuittfiinpaUft.SìutSìoaoniOca >
Sia fina Mabneomofo. S a h. Fdendoti parlar fi Melan- cubo. Occultata il lume. Il frate Occultato nel dommo-
tbomeo. Lat. ilUtabiUs . no.Checioibefarmiendeua OctultifSimofoffi.Ouuba,
%pc\onciie.Mntri,Caueme,Otue,Crotte,Tomhe,f'me, mente,Occultiffimamente.ueél Indice.
Sofia. uediaTerraattit. Coucrto. Lat. toopertus,openui,teBia,clandeMtmit,ab-
Gione
C I B L O
Cioue
fcmJitus,furtìuus,feroccklto,&jicrett.V tr.^A ttfa-
Ufe a tutti altri Couerto.
%ccreto,&Sccrftario,iiedi a Mercurio >i 1088.
appiattare . Lat ,abf.<mdere. TtT.Et lei non Siringi , che
i’appiatta,&fM$ge. Dan. In tjiut che s appiatti mifer
Udenti. A K t. Et s'appiattar nella profonda ualle. Et ne
la trita polue in modo appiatta .
47Ì Q^itto,oCnailo,chepikficoniiieHecon.Aguato .drnal
colnitthe raccolto in fe,fi rijlringe in un luogo, & come in
nifibile (lafiad udire, 0 a ueJere <}Mel!o,{healtri fi faccia,
pragiii ,e dirafii anche quello (è ni andato guaito guaito
cioè nmefSo rime/ìe con difidcrio d: ne efserueduto. lat.
^etus,occultus,u Ousjnuifus.i. non uifus,celaius. Hoc.
lo mi leuai del luogo , ou’era Qjiatio flato ad udire ,&a
uedi re il giorno , Tanio di ben (pianto fu patrfatto A M,
D A N.Tra gli fcheggion del ponte Sfunno iluatto.
jlcquat tare, Lat. celare. Dan.Sì chetucisiumidijfe,
gm t'acquatta .
7iatto,conr afcojò,& bafio. Lat celatui,fimus,fubfimus.
D A N. Ter la felfura de la pietra Tiatti.
Tiino.lat.planusjatui,patulus,ualfliianato. B o C. Col
uijò Tiatlo,& rincagnilo i.fihiacciato.
Simo. Lat. ual piatto , 0 fcbiacciato , onde fono cofi dette le
Simiefer che hanno ilnafofchiacciato.\tn..Dum tene-
ra attondentS ima uirgulta capelle.Ani Simogregge.
Tutte le altre cofe appartenenti a Saturno jche qui non jon po
fieji troueranno collocate a luoghi fimi piu propri/ .
GIOVE.
loue^ Tiancta beniuolofliumo, Mafcolmo,
temperato nelle fue qualità ,ftnguigno, fano,
aSte^ , tir eloquente , amale belle ueHe,&
rojje,& il tem^ chiaro; fa abondanga di ro.
- - bt,Ufuo colore è argtnteo,candido,chiarojfi‘
piaceuote.Fa [ huomo belloj>oneflo,& di colore bianco m
eamatotfa begli occhi, denti, capeHi,& barba tonda, lei
tiufluia je leggi, <jri regni, fitto di eflop contengono, gli
bononderuebegge, & gli omaiiueflimenti,iueridKO,
tr quando appanjce neU’afcendente induce reuertnzafio
meflàjede,^ difitplina,conforta,& fortifica la borni io
gnifignadel Zodiaco ; <2r fignifica bene in quello^lqual
fi troua ; eccetto nella duodecima cafa, netlaquale figni-
ficafiruiiù,pouertd, perdila é be filarne, & malttta nella
famiglia. &■ come fi riue Vtolemeo affai può nell’aria, ^
melfingue . Con la fua bontà reprime la malignità di Sa-
turno quando con la parte inferiore del firn circolo i con-
gmmo ai circolo di Saturno; ir per Mflo fingono i poeti,
che Saturno fia padre di Cioue, trine Gioue lo fcacciafi»
del regno.Iefue cafl fono d Saptlario,tr d Tefce,& re-
gna nel Cancro. In dodici anni fa dfiuo corfi di tutto
li Zodiaco fecondagli aSlrologi , tr fla uri anno in ciafain
fegno.De metalli fignifit a il Slapto, tr degli animali fi
gUdeéca t .Aquila. &gU antichi li dedicarono d Monto-
neXe fue hiflorie,efauede fono agli firn luoghi coUacate.
Cioue figliuola di Saturno, <>• Dio del Cielo, del Fuoco, della
Bontà,et de Tontifiii,Cardinali,Legali,.Artiuefcoui,Crà
Trelati,Monanhiflmp^adorijRe,Trincipi,StgnoriJriSm
fignori. Donni, Tofienti Siri, Duchi, Marchefi, Trimatt,
Contt,Saroiu,Caualieri,Ciudiei/'icari,Miniftri,Coap- .
. glicri, Commiflarii, Couernadon, .AnibafiiadorfSeeré-
tarli. Madame, Donne, Madonne, Monne,Mefieri,Seri.
tr di Cuide,Scoree,TedoltiUiuciJHonarchie,InipenJtem
gniJieami,Stali,Domimj,Seggi,Signorie,Couemi,Cure,
Trouedimeiiti,GuardieiScdie,Curule,Scettri,Verghe,Cn
roneJ>iademeJAitre,Digiutà,Honon,Culti,Tregttl,Trt
ghi,Cradi,Gouemi, Reggimenti, Offiitj, Comandamenti,
lmpofitioni,Corti, ,Aule, Regie, d Imperiali, Inumi , II-
luftri,GranJi,Magni,Maggion,Tofienti,Treclari,Incli-
tiflleuerendi,V enerandi,UonorandiMagmfici,Cenerofi,
^gtegi,TatTÌci,Ccntirhuomini,'fisbili,Ciuili,iilladini,
Vrbam,Degni,MagnanimiJjherali^piendidiJ)cnatori,
Ruebi, Signorili, Eccellenti. Benigni, Difi reti. Giocondi,
-dllegn,Tu,MaHfueti,Tietofi.Dani,Mancie,Strene,Tre
fenti,Tremiifiuiderdoni,Offerte,Tregi,Treliofi.Folgori,
Fubnir.fiLampi, Saette, Freccie, Strati, Calami, Cocche,
Tharetre,IacoliA>ardi,T*li, QjudreUaJFionde.Frombe,
FroiKbole,Max.xap'uSii.Tuoiii,Baleni.R/nibombi,p.ombi,
Crepitanti JcOfpi,.Ariegliaria,Trcmoti,Strcpiti,S trofei,
S cofii,StorrmÌiomori. TreiipumiRoinna, Fracapo.Cu*
Jlamenco,Stroppio.Gliaiuichi gli éedero i tuoni J folgo- .
rifiuenii,tr la pioggia,^ per li nerbi dominare Jignoreg
giare,regnare,pofiedere,coronare,mionuare,n.itriare,
reggere gouernare,proucdere,configbare, fedi rc,affide-
Te,riuerire,bonorare,colere,preggare,apprexgare,nobi
litarc,degHare,comandare,commettere,ordinare,impor
te,conducere,inducere,adducere,gnidart,fcorgere,trar-
re,tenere,curare, guardare, donare, largire, prefentare,
accettare , concedere , admettere , attribuire, diffcnfare,
porgere,offcrire,dare,premiare.guiderdonare, impetra-
re,pigliare,tenerc,togliere,preftare.diflruggere,flrugge
re,dilcguare,rompere,intemmpere, fcofcendere, difio-
fienderc,fpregi'are frangere Jquari iare,abbai tere,tra-
boccare,precipitareJìrama:qgare,éfl>crdnr,diffoluere,
tfare,disfart,guaflare,tformre,rom^refcaufg^arr,ti-
rare,auenure,faLttare,dardegguireJeoccare,arrandeU
lare f cagliare . tonare futlenareanbrare, fulminare, f^-
gorare,tampeggtaTe,nmbomb*re,fcoppiare,mpareftna
tert Sìonmre,ftcrére.
G iouoXat.Iuppiter,Deifiitcr,Diiouis, Lucetiui,& Satur-
ntgena . Scriue Tertuliano, che Marco Varrone nomiti
trecento Gioui ; Hgcque egb con Giunone in un parto m
Cmiifidaj&làfu nudrtto da 1 Cureti,cbe fonauano i tam
buri, accio che’l bambm piangendo nonfofle udito da Sa
turno ,die diuoraua i fiuoi figliuoli ;fu nutricato di latte di
Capra cP .Amalthea, & da Mebffa fue nutrici ,&diqui
nacque la fauola, che fcrifferoi poeti lui tffernudrito di
una Capra, Benigno, Manfueto, Grande, Eterno, Viuo,
Iratofafcluo, lufiuriofo. P i t. T Ira di Guue . Il fuocm .
di Gioue. Sìjiando’lgran Gio.toua. Ter rinfrefear C aire
fitetteaG.Ch'aG.t^jonCarmtdimano.C’haurebbea .
C.nel maggior furor Tolto f arme di mano,fj-C ira mor-
ta^Hpn mai fu moflo Gùtai fulminare . Cioue t'allegra di
rmrar fua figlia.Con froute humaua da far arder C. Vieu
<a fenato G.utnairgi al carro. Vener'e'l Tadre con bemgui
qfietti,tdeSl Gioue. Dan. ^ueSio princ^io mal mtefi
torfe Cia tutto il mondo quafi; fi che Cune Mercurio, (T
Marte a uominar trafeorfe. A R tJleudefli gratta al Re-
gnatorde [Etra,ideflaGioue. :
CieU>,Fuoco,Bontàjiedidglifiioilu^bi.
Tontefià
t-V ? T^a r--- * - arsii
OiODC
CIELO
Clone
j 7 j pontefici LU. P * T. lui era quei, che far detti Felici, Ton
teftcidlegmnti,& Imperatori ; Horjòno Ifflità,Miferi,
& Meiuùci B o c.TontijicaU cappe fratejihe.
fj6 Papa. Lat. & Toanfex max. & fummm Tontifex. B o c.
Ter legato del Tapa uenuto uà Cardinale. Coimnciò a ri~
guardare alle maniere del Tapa dr anibor ferua il monm
doprefcnteneTapati,HegUlmpenf. L a.D a v.Chedi-
cea..Aaaliafto Tapa guardo. .A quello attende ilTapax
Cardinali. Pur. £t Roma, cì>eddfuo^,'ifilagna,idelì
del Tapa. Kk\.E prender lafiia il fucc^or di Pietro.
V»{lote,meta.perlo Tapa. B o c.Tanto aachora migliori,
quanta ejfi fono piu uicini al Taftor principale . Mi pare
Che’l uofiro Tafiore, & perconfequente tutti gli altri.
Padre . per lo Tapa. B o c. Giannotto lo domandò di quel-
lo , che del Santo Padre ,drde Cardinali , dr degli al-
tri cortigiani gli parca .Par. Che’l maggior padre ad
altra opera intende .
Papaflb ; il Tontefice degli injideli. Ari. Sullibro , che
mantiene dSuo Tapaflo.
, CldìfCertadigniti Turebefea. Kxi.ToichedalfuoCadì
fu benedctto.f'edi i trelén de Turchi,
fu Cardinali.A'o.iUr.mova. D a v. .A quello attende ilTa»
paf CardinabM o c.Ter legato del Tapa uenuto un Car
dinaie, yenutodutant^a tutta Cardinab. B i m. Meffer
Giulio Cardinale.
t.egiCO.LatJegatui. B o c. Sentendo nella Marca d^ .An-
cona efier per Legato uenuto un Cardinale.
Arciaclcoxio. Latjtrihiepifcopus.D A k. Et quelli t Ar-
tmefiouo Ruggieii.
Prelaco. Lat. pralatut. B o c. "Prelato ualorofo, dr fauio .
Gran Trelati,MaggioriJiicibi . .
Monarchia. Lal.è l’imperio di un Trincipe buomo,co/i di-
remo neimondo Monarca ,lafignoria duna cutàdi tut-
te capo; & donna principale . Ptr. In flato la pm no-
bil Monarchia.
Monarca. Ut. ual folo fignore. Par. Onde a chi nel mio
corfiede Monarca .
Archiinandrica. Lat. fignifica archipaRore ,&principe
d" una congregatione. O a n. At fanta uoglia d’eRo Ar,
chimandrita (parlandodifanFrancefcoprincipe.drpa-
flore della fua religione.)
j7 8 Impero, dr imperio. Lat. P i r. loparlo de t imperio alto
di Roma. Amor regge filo Imperio finga jpada.L' Imperio
del figliuel di Marte Alma aignifiima Impero. Et riflo-
rar non può terra pie Impero. Sol per triomphip& Imperi
nacque. R oc. Lo Imperio é Roma .
Impcradore. Ut. Im^erator. Par. Arbor uittoriojà, (fi
triompbale, Honord Imperadori ,&di Torti. Tontifici,
Regnanti edmperadori. B o c. Imperador Federico fi-
tondo . Il domandò fi t’Imperadoregh hauea queflo pri-
uilegio,pÌMchea tutti gli altri conceduto. U Corti de
gli Re , (y de gli Imperadori . I fammi Imperadori. U
Imperatrice i Osbecb. Dan. R/dulfo Imperador fu che
potrà Sanar le piaghe . Hipotedi CuRanza Imperatrice.
Cefaredetto tulio C. Imperatore,
Imperioià. B o c. Quanto ella nel farfi feruire fia Impe-
riofa,noiofa.L a.
Impcracori,ce/e6rori da noffri Torli . AuguRo , Arrigo,
Cefire,CoRantino,Domiliano,GiuRiniano.
379 Augufto Imperador ficondopcbefu 'dmaggiorprin^ptr.
thè durò piu anni , &piu pacificamente di quanti furono
mai prtma,efi dopo lui, iLbefi può penfare,che non imer
uemfie finza diffofitione del fornmo , & grande Iddio , Il
quale per fintar la humanagenerationeuolfe mandare il
fuo figliuolo ChriRo in terra in tempodipace uniuerfale
fitto enfi grande, (fi eccellentifiimo Monarca ; (fiauenga
the'l detto Imperadore fofie nel primiph (per giufto file
gno) alquanto mole fio, fu nondimeno nella fine tanto pm
per fetta, al contrario di tutti i principi. Auguflo figni^a
luogo uenerando, (fi conf cerato ton Augurio ; Auguflo
adunque i quafi che fiacre fama , Di qui i nato, che tutti i
fuccefiori di Cefare nello imperio mfino a quefli tempi fo-
no chiamati Cefan Augufti. Pax. Sai da l'Imperio JH
figliuol di Marte Al grande AuguRo^deR fin a l' Impe-
rio di Cefare AuguRo. (fi pur amò coRui Tiu giuftamen
te ; egli i Cefare AuguRo,Cbe Liuia fua pregnante tolfe
altrui. B o c. Ottauian,Cefarenon anchor ihiamato A»
guRo. D AH. Et uiffi a Roma fiotto d buon AuguRo al
tempo degli Dei fai fi, (fi bugiardi . Et gl’mfiammaii in-
fiammar fi Auguflo.Ratlegraffe Aphncano,oueroAn-
guflo . Ter efier propinquijfimi ad Augufla ,idejl alla
imptratTice,tioi a Maria yergtne. Sederà Calmajcbegia
fu Agofla De l'alto A rrigo.
Kmgo.Lat.HenncutÀt Lucimburgolo eccellente jlqual fh
Imperadore ornato di due uinù,cioiTcmperanza,& Far
tezga dclqual parlando D A v.dice.Mapna che’l Gua-
feo l’alto Arrigo inganni Tarraii fauille della fua mrtutt
In non curar Ì argento, nel a ffanm ;
Cefare Imperadore uedi fotta Marte qó ^ ad luogo fiio.dout
fimo le file bilione .
Coftanrino Imperadore coflui imperi anni xxx.mefix.(f j g«
nel fine della etd fu battezzato da Eufibio yefcouoàTii
comedià; ma terme laberefita de gli Amani.Cofluieffen
do infetto della lebbra, hebbe da fuoi medici, che la falute
fua unica era li bagnarfi neipuro fangm de piccioli fan*
aulii -, CoRantino benché molto defidierafie liberar fi da
tanto morbo ftondaneno in neffun ntodo uoUe effer fi em~
ph,cbe per ha tati fanciulli morifionoi Terche tamopute
que a Iddio, che la notte figuente m utfione gli fece appa-
rirei Trinctpi degli Apofloli Tietroft Taulo,(fida quel
lifuammomto, che cercafie per Siluejlro Tapa , liquale
perlaperfecutione fatta contro a cbrifiiani ,&per fare
afpra pemtenga habitaua le caueme di Stratte, ma ap-
prefjo gli antichi furono chiamate Saratte,et i mante mol
IO ajfiroàlquale i nella regione degli hirpini, oueramente
Thalifci.Sìjtefio Coftamino fu quello, che finto buona in-
tentione conferì tutte le imperiali dignità al Tapajecon*
do peri la opinione diD AU.efila defittone del Landino,
anchor che molti babbiano firitto circa ciò in comrano .
&■ di ciò Lorcnxp yalla ne ha de fi ritto a jofficuirza nelfo
pera de f alfa donatione.(fiperi dice Dan. Ahi Coftan-
tin di quanto mal fu madre Tfon la tua conuerfion ; ma
quella dote , Che da teprefe il primo ricco padre . Tofeia
che Cojlantm l’Aquda uclfe Lontra il corjo del citi. Ma
come Cofiantin cbiefe Siluelìro Demro Stirarti a gua-
rir de la lebbra Cufi mi cbiefe cofiuipermaeftro.Laltro
che figue con le leggi, & meco Sotto buona mtemion,
ehefe mal frutto Ter ceder al paftor fi fece Greco. Pax. .
Hot Collant in non toma .
Domician. Coftui fu xqjmperadere, regni anni x\, me fi
QioDe
•CIELO
Giòue
^,putedetteaTitafHO frastilo,'iltpntl tanto fu pio,&
pHfto guanto Domitiano mipi»i& mgmfto.prefe ilmpet
no Patmo ottogi fimo ftconda della iiKanunone di Chri-
fio ; cradelifiimamaite affifie i cbriftiani. t'olir efiere Id
dio, & fignor nofiro , noaémeno ut tanti ttiiiifit jtum in
imprimere gli aduUcrv^&fattonri dotti. Dan. yen-
lurmt poi parlando tamtjaittt.tbtijuando Dcmttian gli
ferfeguitte fimxa mi lagrmtar non fnr lor pianti. Ttr,
DÒmitian non nera , omC ira, ^ onta banta , ludx a Ft»
^filano a 484 ,
||i CuxÀiaiino,& Infiiniannt figlinolo della Sorella àCin^
fiino Imperadore, Stucefie a Cinfimo neW anno del fitgor»
re Dxxif.&neWanno del mondo cinquemila Dcxxn.tìuo
ptogmftofiqnale tutte le leggi Romane antiche jfarte per
motti uolnnu,con maranighoio oréne compoj'e, in bre
mtàrtdnjpr. regni anni treittaolto,& per bclirtrio huo~
moindtfctplota militare eccellentifiimo fienjìi y andati
’n .Aphnea . ymfe in Dalmatta i Gotbi , & prefe Solona.
Riandò a liberare Italia Beltfarioi prefe'ìi^poti,&a
Rauenna prefe Futigide Re de Cothi, & la moglie ,et mol
ti barom. Fu difefi l’anno feguente Firenze da duci é Cttt
fliniano , laquale era afiediata da Cothi i Mandi anebo
Ciouanni fuo prefetto m Uphrica.et ninfei Mauri ; &fi
nalmente mandò 'Hqrfete in Italia ; il quale ninfe pròna
Totila, dopai Theia Re de Cotbi,eSr prejègli, & uccifegli.
fòulmente nello efiremo della uitajuaferdi ( intelletto,
tir diuenne fiotido, ftupido,et moribonde Dan. Ceja»
re fui, tir fon CiuSìhtiano , Che per uoler del primo amor
tb'i finto, Denlroale leggi trafifl troppo,e'l nano.
f8» Re, Lai. rex. V tr.&boc.Redi Francia, é Ciprioti Li-
. dia.di Siriaede Fiumi,de gtialtri, de glianimalÌRe Car-
iote Thitippo,.A rtù,Sii itia, Maffintfla, Come nero Refi
dee ubidire .Il Re come fituio . MarófeSìa cofà il cb’ogm
riuflo Re prono feruatoredee efiere delle leggi fatte da
lui,&f altro fa; fimo & degno di punitione,& non Rje
fi dee giudicare. “Nfi è atto da Re magnanònoXel Re firn
fre di lagrime digiuno (parlando i .Amore) Re ualoro-
foSentgno, Liberale, Difi reto. Buon, CanenteAÌr pica un
giadenofiriRcgi. Fiiti il gran fondatordf Regi cinque .
Dan. SlMunfi tengono bor la fu gran Regt.Sotto il cui
Urge fu già il mondo cafio.& Gridifimu Re difie il Hoc.
; RomulofuprimoRediRoma. BoetiofupnmoReéBoe~
tia. Orco prono Re de Molofii,U quale rapi Trofirpma.
Tanao primo Re deSciti.GianoprunoRe d’ltalia..Agra~
leo pròno Re della Sicioròa.Zoroaflro primo Re de Baitna
miJaul pròno Re de gli Hebrei. 0 <C Ifrael predecefiore di
Dautd. llerode Idumeo,fu pròno de Giudei . Cangio Con
primo Re de Tartari.Franco pròno Re de Sicamhnjda cui
furon delti F rancbiT uif lon pròiu) Re de Cermaiu,& pri
mo riformatore del fuo regno , da cui furon detti ti Tode-
fchi. .ArJàceprimoRedi Vanbia . Mekbifedech prono
Re,& primopuerdote di Salem figurato per Chnfio .
mitore Re de Latini . Tirefia Re £t bebe,a cui Cioue die
tane itindouinare fatto ateo per Ciutone.Dauid fecon-
do Re del popolo dd Dio.
Sr in uece dt Dio. Vtr.&Boc.Re inuifibile , immortale.
Benedetto,CelefieJ}el Cielo, tirelle Stelle .
Re feltrati da noftri VoeU..Alefiandro magno. .Archelao.
,Arrigo,.Artaxerfi,.Artù,Aftiage Re de Medifielo.Cam
faoeo, Carlo mg». Orno, Guglielmo, Uertde,HieroOu
LaioJxonida,Mafiinifia,Maufoleo,Mithlridate,Tiabu- ' ; ,{
fbodonofor,’Haio,tiifo.
Arrigo Re d' Inghilterra, qual fu di fempticeuita quanto al jig
corpo . perche ne'l mtto.dr nel uefitto non usò l'abbondan }
ZA, come ufanogli altri Re , a- quanto alCanitno , perche
non fu doppio che hauefie una cofa nel cuore ,&C altra
nella lingua finde di lui dice Dan. yedete il Re de la firn
plice uua^eder là filo Arrigo cf Inghilterra.
Artaxerfe. Lat . Artaxerfet ,Rede Ter fi uedi ad Afiuero
a 6qj.
Aitù. Lat.Arturui,ilquale fi comeper diuinomiracolo fu ■
fatto Re S Inghilterra,fu capo de cauatien della tauola ri
tonda ,cofiperlafua uòvi ottenne molte uittorie. P e t.
Oue'lRe Artù,eitTeCefariaugujiL AnitRe di Berta.. T
gna,dr capo della tauola ritonda, hebbe uno figliuolo no-
minato Moéteplquale fi ribelli al padre, éf mefiefi in a-
guatoper ucciderlo ,maArtu fctprendo lo agnato lo ferì
dilancianclpetto,&pafiolioperleremjmdel3 A n. Con '
efi ‘un colpo per la man dÌArtu.
C iano/« anliquifiòno Re ùi Italia, ilquale da principio re- }>4
gnò con gran concordia con Camefi , & da efio fu nomi-
nalo il munte, ch‘i a Roma T rafleuen propinquo a yati- ^
tano , Ct da Camefe quella regione fu nominala Camefe-
na,& dopo la mone di Camefi prefi in compagno del Re-
gno Saturno, ^per la fica prudenza fndipmio conine
faccieX una guar dante innanT^,Ìft altra aàeiro.percke I
il prudente conia memoria deìle cofi preterite fa conget-
tura delle futureScruieZmone.ch'egli fuilprimOA.be m .
Italia infittui lempii,& faenfieij a gli IiÙti, perche egli an
chora meriti diuinihonori, tir che PI tutti I facnficqegli :
fofie nomòiato nel principio;& il pròno mefe dell'anno fu
da Giano detto lamuriojl tempio fuo nella pace fiaua fer i
rato . Ilthe auuerme òman:^ ad Oriauiano due notte. Lx
pròna folto "Ulema fecondo Ar de Romani , nel cui regnn
non fu mai guerra a Roma . La feconda dopo la pnmx
guerra punica. Dapoi la terza fitto Ottauiano Impera-
dor ; & quefiafu diut urna, & uniuerfal pace.Etper que
fio dice t> A N. Con cofiuipofe'l mondo in tanta paceAhe •
fu ferrato a Ciano d fuo delubro . P e T. "Primi in Italia
regi Satumo,& "Pico, & Fauno Az Ciano. Lat.Iamu,
BijronsAifirmii,Clauiger .
LaioRediThebebebbeunfigtiuolocbiamatoEdipo,ilqua - |
le ficondo gli oracoli hauea ad uccidere il padre, pere he lo
dette a feruiAhe lì ucctdefieroAptah per pietà gli donarono
la ulta , & infilzatolo pe pieé con un uinculo , la filarono
nella felua, ér trouato da Ttiìorifu dato a Tolibio Re di
CorinthoAla enulio fu uut rito per fuo.Dapot ucnmo ad età I
perfetta intefi dall'oracolo d'Apolline,tbe ut Thocide dt
Boetia ntrouerebbe il ueropadre.Andò ailunqne m Tbo-
cide,dr utcìfe il padre non lo lonofcendo ; Era in quel
tempo a Thebe un meflro chiamalo Spbinge, il quale prò
poncua enigmali; cioè dettiofeuri, con queflacondòicine,
che chi non lo fapefie foluere fójfe uccifoAZ ‘hi lo folue fi-
fi hauefie per moglie locafla regina é ThebeAbhora ue-
doua per fa morte dtlaio Edipo foluè l enònmaalqual ju
quefio.SiualfiaqueUoanònaleÀlqualepnma uaconquat i
ITO piedi Aapoi con duejinalmcule con tre. Edipo difie que
floefierlbmmo, ilqual da picciolo ua carpone , dapoi ua )
in due piedi , Cz finalmente nella uecchiezxA ua con tre,
ptptbii'appog^iatolli4if}tiK,Tmbtbaucudoliputo -.j
'filuert ~
Gioue
CIELO
Gkme
49
fiUere Cemmnut , meritò che gli fi^e ItU per moglie U ge , iJtil di qiulU perù regale . Con due g. per njpetie ,
Rema ch'era Iouflit& cgh la tolfe non fapendo che fofie \delU hima.
fnamadre^ di lei hebbe due figliuoli. Mteocle, et Tolinice, Corte. Ut. aula, curia. B o c. Corte di Roma, del paradi-
dr finalmente rieonofeendo U padre, la madre, & la fee Jiò.L'ampltJ}ima,& lieta Corte delpalagio . Corti defigno ^
leraiegtjtchaueacommeJia,t’accecò,&uiJie in tenebre; ri. P n.MormoratordiCorti,unhuomdeluolgo.DAK.
Di poi la morte fua uennero in dtfcordia i due fratelli, per CuraiiJt te ne la Corte del cielo. & per la S birragUa, ue-
ebe ogniunouolea regnar .IH fine fi compoj'eroé regnare dtajtg. ;
auicendaciafcuniljuo anno-,et toccando il primo anno ad Au\l.Lat. prmapum domuija corte J) a v.Her^ulapiu
£teocle,Tobnue la feiando U patria al fratello per ijuel- jecrctaco juoicoiiti,idefi portico, o fola. Foce da nm
ranno, arrÌHÌin.ydrgos, ep'da./idrafia Kegbfiidatala ufarfi.
figliuola per moglie , & finito fanno non uolendo Eteocle Duca. Lat.dux.Pn. Duca di ÌJtnuHro.& moSlra’il Duca
ofieruartl patto, .Adrajioinfiieme con fri altri Re andato lor.E o c. Duca d’.Athene. Linuali dal Duca honoreuol-
uo a campo a Thebej quali Re furono Udrafio,T<dinice, mente riceuuii,& dalla Duebe/iapin .
Tideofrlippomedonte^Amphierao, Tartbenopeo,& Ca~ Duce per lo capitano. Lat. dux, & antefignatus . Impera-
paneogl quale era ^rez'gatore Ì ogni rebgione, & afferm tor , primi pilui. P t T. Fidi un uittoriL'lo, &fommo Du-
maua,che non era Iddio, deche la paura era quella,! ha ce. 'ifpnfofemigtior Duce ,oCaualiero. Peiuema fri il
uea indotti ghhnomini a credere , che (offe Iddio , molto fi buon Duce Goffrido . Ch'ifegua lamiafida,0' On-
tonfidaua nelle forze fue, perche era mollo grande, & ro- ce , ideft guida .
bulio^df nella batuglia data aThebe per forga inontòlé Doge, Lat. dux.Roc.Elhauui letti piu belli, chequelli
mura , dr gridando fi uantaua, che uincerebhe la città al del Doge di Fmegia. Et è proprio del Trincipe di Fenetia.
dijpettodegliDei.drprouocauaalla battaglia Hercole.et Signore. Lat.dominus, &pnnceps.PiT.&Boc. Dol- jSj
RacchOfdtfTbebam, Dapoiuergognandofi di combattere ce,Caro,Imendente,Magnifico,Feccbio,Fecih^.<in.’o,'Po
tentifSimo,Falcnte,'t{obile,Cortefr,Uberale. affai hua '
nano,dr di bemgno ometto, molto Samo . molto .Auedu-
to . Fn Signor Falorofo ,Accorto,& Saggio. SignoriTif
bili, Magnifici,Mifrri, Scoflumati, Chrifhani. QuafiSi-
gnori,& ppfiejfari di quello . Signoril Fita, Tarn Signo-
nli.Signono, dr Signorfo usò il hoc. per Signor tuo,cT
Signor fuo.Signoretn ueceé Dio,uedta6 .crinuece
if Amore, a 6 ji.
Moniignore. noce di bonore, che fi da al Re. Lat.fdus do-
minut. Boc. Monpgnor lo Re . Rijpof; al Re Monfignor
nò. La ghuane difje, Monfignor uoi febifate la mia arte.
Signoria. Lat. impcrium dominatioa Cie.dtSa; Magifira-
tut, poteSìas , rtpublica, ducatus , prafcBura. Tte.dr
Boc. Reale , Fil , Cruda . La famiglia della signoria . ;
Imi rimango in Signoria di lui. Che Signoria non hai
fuor del tuo regno. Conofeendo la Reina, che' l termi-
ne della fua Signoria era uenuto. Tafiau le Signorie,
pafiani regni.
con Dq mmori , muitaua Gioue alla battaglia, il quale lo
percofie di fretta,» uccifrlo,eperò di lui parlando L')an.
dice. 0 Capaneo in ciò,cbe non l'ammorza La tua frper-
tia,frlu piu punito ; Tlullo mari irto, fuor che la tua rab-
bia,Sarebbe al tuo furor dolor compito. Voi fi rtuolfr a me
eo miglior labbia, Dicfdo/juelfu [un de fitte Regi,Ch’af
frlir Thebe ; & hebbe,& par ch'egli babbia Dio in difpre
gto,dr poco par che'l pregi.Di Eteocle jf}- Volinice . utdi a
Tolinice al luogo fico .
ìdiaColeoRediCariapiediad Arlemifiaa
tii&iRede Megari, dr padre di Scilla crudele, uedi a ScilU
aóS9.
Rcina, & Regina. Lat. P t t. Tatto citar dinairri a la Rei-
na. Et la Reina di ch'io fopra difji .dr tu del del Regimi.
Magnanima. B o c.& ad una noce lei per Rrina delpri-
mo giorno eUfiono.fiueileecbe Reme auanti a lui erano fio
te.Tutte le Reine del mondo. Bau. Ma allenort^e del-
la Reina tornando. A j.
Erate. Lat. regalis,regius.quello,cbe conragion fi regge /ir Signoreggiare. Lat.dominariàmperari,preeffe. Vm.Amor
per cofr di Re.P a t. (J- B o c. Reai Amma,Coflume,fa ne [alma ou’elia Signoreggia.Iné mtfignorcggia.
ma,T{atura, Corona, Ferga, Signoria, Maggioranza, Donno, Don,Dorma,dr Domno fi Irggene teftì antichi,efr jSt
Menfr,Manto,Stato,coiuiito,Antmo,FeSìimento,Rtale
Uofliereideii giuflo. Dan. Realmente ne l'atto anchor
proteruapdeft imperiofrmente .
Re gnOjiar.P £ r. Regno di Roma,diTioia,di Siria /li Tra-
chi. B o c. Salili ali altezga de Regni . & quando dinota
il Taradifo/uedi a dclo.Dardano fu il primo ,ebe ineomm
ciafle il Regno de Troiani.dT Bruto fu d pruno f he regnaf
feinBertagna.
Reame. Lat. regnum. Boc. Che a lui il Reame di Tunifi
[un,dr [altro fignifica fignore,& Signora, lat. domine,
titolo conueniente a Vrett . onde nelle facre lettere furo,
ua iubedoninebenedicere,idefidomine;drF arroneuuol,
che fi pofia dire dominus,domnus,dr donnus. T a T. Ver
inganni Air per forza è fatto Donno. Bo c.DonnoGiau-
m . che io fia di città Donna di tutto d mondo ,& egli di
città ubidiente alla mia , idefi Roma . Douc da tutti, co-
me toro Donna fu nceuuta .Dan. Che bebbe i nemici
del filo Donno in mano . Ffa con efio Donno Miihelian-
cbe. C’bauean di confidar i anime Donne òde fi c'hauean»
grafia ,& fatuità di confidare le loro anime , tir Donna.
Lat.mulier. uedi ai^tg.
i%6
appaneneua . Ver non lafrtare il Reame finga gouemo.
Re^re.Lai.PtT.Che fra glihuomini regna,&fra gli Dei
regna altrofignore.Qjfi regna amore.Regnanoifrnfi,&
la ragion i mo»a. Che'n Dee non credeuio regnape mor- Donncicamcnte. Lat. principahier , more domimeo . ual
te. Boc. Conofeendo Lauretta il termine efiert uenuto, fignortlmente. Boc. laquale donnefiamente inconnne ò
oltre alquale piu regnare non douea . a parlare. Quando Donnefiamente la Rema ad Eltfffr
Reggia. Lat. regia,fhabitaiion reale. Par. Tofto che ginn impofe , che fignifit .Dan. Donnefeamente difiepiie n
to a [amorof a Reggia. Da >1. Gli pigoli di quella Rétg- cottlui.
Gioae CIELO Gioue
btmieire,pcrpgMreggure.Lat.demiuri,rtgiure,lmpe^ alta, &■ gloriola fide. Cofipietofai'afiifi', luim'alfifi.
rtumgtrere dominatum tenere. l> AH.La gratia,ibe don Dan. .Arrt^ m'ajfifi nella prima giunta. ma dimnù per.^
nea con la mia Donna. che .Ajjifo ritto iè , ideH fermato , Da queSìa ^rte
Indonnate , per figaoreggiare. Lat. dominari,prineipé locnm fono .Affi fi Sìuei,cbe credetter in Cbriflo uenturo.Se nuli
tenere. P e t. Fiamma <f amor, ibe'n loralto i indonna , uolete,cbe con noi m'affieggia .
Dan. Ma quella reuerentia.cbe s'indonna Di tutto me. .Afiettare per accomodare. B o c. .Affettate erano le donne
j8p Site, ualfignore.yo.Francefe.Lat.Tnnccps V et. Centra’ l atauola^ermangiarej..AppreJìandofiPboradelmàgia
buon Sire,cbel'hutnana ffeme .Al^-h o c. (quafi flato re, il Resafiettò ad una tauolaà.s'accomodò,dr accomaa
foffieilSiredi CafligUone ,) Difie .Afcalone alRe ,Sire. date a mangiare s'afficttomo,idefl fi pofiro a tauola,
P H.yidiunpofiente,^ gcmrojo Shre.X i.D an. £t Scntxo,Lat.Sceptrum,lituus,hacidus,ac uirgaregia . ual jpi
bora pena in Siena fen bisbiglia, Ond'eraSire.'bfpnéfi realmfigna.B oc. HauerdonatounReloScettro,^la
non ffilendor di quella Idea ; Chepartorifee amando 'd no^ corona. P e t. F' fon borie ricchevie fon gli bonari ,■
tiro Sire. Ft le gcmme,&gli Scettri^ le corone f A r i.Terrà eo
Preme, rt Trincipe ilprincipe.Lat.princeps.T et.I^I buon fui con piu felice S cettro .
T^rua Traian Vrincipi fidi.Boc.Corfela fama agli \er^2perloScettro.Lat.uirga,t!rfceptrum.TET.Toiche
orecchi del Trenge della Morta . Vngran Trenxf.MoUi feffuntoaCbonorata f'erga.hoc.TieW uno diqueflifor
gran Tnnàpi furono già poueri . Inguifa digrandifStme o^teri ila mia corona, e la Ferga Reale. Tutti gb fuoi jer~
Trincipeffe. 7* h. D a n. Del Roman Treirge, lo cui gran gentia dimoftratione della maggiorala di lei portano la
tutore. .Alcuni fcriuono Vrencejma male . Ferga. Aki Tu fii paflore;e Dio t’ba quella Ferga Data
Stato. Lat. imperium. T et. In Suio di piu nobil menar- a portar, tr quando dinota la baccbetta,uedi a 1 1 94.
cbia. Boc. In Stato Reale ritornare, gp-perlo Stato fpi- Corona. Lat.infigne regu/liadema,Sertu,i oroUa,& coroa
rituale,uedia ìsj.&quandodinotaloèfierea 1594. nulaildhni:Stiipbia,&StrophiolaildimiVET.&hoc.
Scggio,M/ dominio. Lat. Sedes, Sella curubs,& eburnea. Corona Grande^ella. Ricca, Udorna di gran Falere J o-'
P E T. Boc. Maggiore, .Altero, Giuflojdefl dcllara orale Corone de gli Rea de gli Imperadori. Connetta Bel
gione , tir per lo luogo . Et talhor farfi un Seggio frefto, la.Mofie uer me da mille altre Corone . lui ha del pio bar
fiorito ,& uerde . -Al bclSeggm ripofloonàrojò,&fo- far Connati palma.F' fon bora gli feettri, e le Corone.'
fio . 0- quando dinota dominio ffiirituale , cioiil cieto,ue- CoTOnsn..Lat.Laureata,infigniia. T s T.Fergine Corona
dtaói. ta di Stelle.Coronata nel fupernoregno.Connatif Alloro
Sedia,^ Sede per lo domìnio. Lat ìmperìumffi)lium,& ea. Incoronata. Boc.à Gemme orientali ineonnata. di ro Jg*
tbedra ; la Sedia, cariega,o fcranmi per federe. V et. -A fi Incoronata.Iucoronata nel regno Thilomena .
ueder preparar fua Sedia in cielo , -Afiifa in aita, &glo- Connare.Lat.& corona capiteìponcre£oc.FuRe di Sicilia
riofa Sede. Sol una Sede, & quella fu in Baldacco.b oc. carorutoManfiedi.Etmfuo luogo fu connato il figliuolo,
Quiui le non penfite Sedie éuoi fi funno largite if amo- Inconnare.Lat.coronare ,diademateornare. B oc. 7o ha
re. Ait.I> AN.Tqpl’oréne,chefannoiter^Seé,Siede già propoflo ,cuiperlodi fegueme ne debba incoronare,
Rachel,^ qui éfieSedi in uecediSeggi Lat.fedes. Chi non era meritamente incannato.Conquiflò la Scoria,
jpo Solio. Lat.i la fedu del Re. B o c. Fermò il Solio del regno, &f unite Re inconnato , Dicendo a Lauretta , Madoimx-
tdefl la flantta regale. 'DMi.Fidiffiecchiarfempiudimil io u incorono di uoimedefima.
le Soglie jdeSìinfimte fidie. Mitre,cbeportanoi Fefcouipotificalmfte in capo. Lat. et in
Curule, erano SeMealoue gli ancianidelle cittàjlauano in fula,etapexr& miteUa.i.parua mitra.TtT.F' fon borie
pubbcoafidere,Lat.digenereneutrale,ufitodaD A n. ricchett^,ù fin gli bononi& Mitre con purpurei colori.
Et già tran ale Curule Sitif,et -ArriguccU. a magiilrati. B o C.Tei dato il Tafiorale,^ la Mitra,& guami.
Chìthitdraie.Lat.AKi.Qjiindi alla Cb'teja Catbedral Mttriare.Ia.omareinfuUs per mettere la Mitra.DAS.Ter
conuerfi. ch'io te fopra te corono, (fi mitrio.
Sedere neme.T ET.E’lSedere,(filoflare , Diadema. Lai. tolta da Greti per la corona regale.T et.
Sedere. Lat. P E T. Seder la donna noflrafòpra Thetha.S' afii Forma un Diadema naturalab' alluma L’aere' A' ntorno.
fi; (fi federfemmi in una riua . e’n cima fide. La douea. Ani. Ha difegnato,chabbia d Diadema , C'bcbbe .Au-
mor feJea.Ouefila fideala bella domta.Tacita & betafi guflo .
la fi fideajedendofi entro Palma. Sederfi inparte,& con Marchefè. Lat. marchio Fo. nuouo, & demarchus. B o c.
tar dolcemente .Il mio Signor federfi,(fiùi miaDiua. Marchrfidi Monferrato.Marchefi di Sabr^jp. Marche
lauto figgia iPamor penfofi,(fi fcriua.S'to dormo fi ua- fatu di Monferrato.Marchefi Malaffiini.
do, 0 fòggia. Dentn la douefil ci amor figgio.Oue fifiede Conte Lat.comarchus,& comes, nomen dignitatis nouum. J 9 j
all'ombra.Onde a chi nel mio cor fiede monarca, lìgi me, Boc. Conte Guido.Coitte .Aleffandn. Conte d’-Anuerfa,
xo del mio cor madonna fiede.'B o c.uedi PindiceS) a n. Contepouero,& mal in arnefe.Conti di finta Fior.
Et h foggio m quello loco fieffo.O bice eterna, che fobtm Conte(ii.Ltt.comitiffa.Fo.nuouo£o cJJi Contefiq'Jnten
te ftdi,ÌH uece di fiedi.Etpiu à cento ffiirti entro federo in de éfarui caualier bagnato . La Contefia di Ciudlari . .A
neceebfedettero . cuilaComeffadiffi.
Rifedert. Lat.rtpdereualripofare,&firifeTifce alt animo. Barone i il figaor di cafteUL Lat. legale. Boc. Del Barone
D A s.Cbe filo a ciò la mia mente rifiede. tneJSer Santo .Antonio. 'Nffiiite^gran Barone del paefi.
,Affidrre.Lat.(fifidere,(fifermart.'P ET. EtpietofiPaffi- LecalìeCade Baroni.Magmfià Baroni. Etadun’aftrodo s
de in Ju la ffionda.TnrH medi fimo affido, donna .Affifiin ntjfeealiella,cittit!fi Baronie.
J^pumuir
e
Gioue CIELO Gioue j«
Trìnmuiraro Xit.B o cMineìT ufficio chiamato Trium- fitauo con due CoufigUtri .
utrato t impero di noma rrggcua. Coniìglio. Lat.cófiiik^léeratio,cogitath.ammaduerfo,
Meflère. quafimioftrcfimi;mherus.Lat. domine^troue. coguatu,ratto^cmfitaaóftderatio. P e Boc.Con/i
Pet. Il mjiro amorofo Mejitr Cino . Guitton {aiuti, & glto^lto,Altero,Fidil,'HauraL7ioHoJ)tltreto,Buono,
Mcfier Ciaor& Dante. B o c. Mificrh Frate. Mejfer lo Ottimo, HoncHo, f'ero,F'ttle, Lungo, Subito, Maluagio,
Cluéce. Mejfer Carlo htffioje Mefiernò. Mejier ji. TOm Deléerato.Mutato Coitftglw.Mal prejó CoaJigUo.Toueo
reme di Mejier DomcnedM. ridiConjiglio..Ajlretto Conjiglio.ideJI {Irtnametue.
ÌAidonniodcfl mia donna.Lat.Dontina.Hera. B o c. Sen Configliare. Lat.confuicrerdeliberarejcoiijuliarv,pToffiuere,
za iuenga di Madonna Uncina. Madonna Margherita. prauidereanedert,eonftltumpctere.P e t. Che mi conftgU
T BT.Oue'l bel utfo di Madonna luce. Tot che Madòna amore i Chi Marnar altameme ftconfiglia Boc.^tui
di pietà commofiaj'edeteiche Madonna ha'l cor di fmal U donna più innamorata, che conftgùata nffioji . Toi più
to. Madóna dijSi , già gran tempo in uot Toftl mio amor. turbato che configliato difie. L'baueua fedelmente conft-
^uaji m infiniti luoghi , eff fempre in uece di Laura Jiluo gliato. Mi configUano ch’io procaca del pane,
doue éceÌE’ncomincio ; Madonna il manco piede Ciotta- Sconiìgliato. c quello,ch'i bilògnojb di Cotffiglia. Lat.indi-
neitopos'tonelcoSluiregno.inuecedellaragione. Beh. gemconftlto,CrcoHjiliiinops.P tr.CheSconfigliatoate
Madonna Berenice A s. uien per conftglio.
ÌAon2,per madonna, quafi matrona,mater familias. B o c. Pofleditorc.cr ToJsefiore.lat.P e T ira i breue furori^
Mona Hermellina, Mona Bel colore. Sifermeperuna n. chi noi frena E' furor lungo; che IfuoToJfefioreSpefio a
jpq iiidtmì.miadama.Lat.Domina.BocJ^ratellodiMada uergogna, drealhor mena a morte. B oc. QjiaHtunque
ma FiordaiifòMadama U Reina. dura glifope a fare altri Voflejiori di quello,ihe egli J'om
Dama. yo. franeeji per fignora , & donna . Lat. dominai mamenteperfedcftderaua . Et percioihe cffi canojcono,
B oc. Et a nojlra Dama é Tarigi con Ita andofieneódeft che quami meno fono i ToffeJfori { una gran ncchezza,
alla chiefa é nojlra Donna. Et in uerfo lei difie. liama na tanto piu fiatino ad agio. Ma quaft come Toffefiori,& fi-
feono in quello paefe fdamente galline, fenga gallo alcu^ gnon di quello.Douenoi nogliate recare le uoSìrc ricche^
noi La Dama che pietofa tra . Damma quando animai gemuno,&me far tergo ToJfeditore con uoi infteme di
dinota, uedt a i > 1 7. quelle.D ah. I pu Tofieduorfaccia più ricchL
ScT,Ladontmui; quaft herus. Bo c.Ser Ciapelletto.O Sere. Tofiedere. Lat.poffidere.P e r. Qual piu gente poffede, colui
UM fiate il ben uenuto. Torto quejle cofé a Sere Bonaccorm i piu da fimi nemici auolto . Voi pofiedete ,&io piango il I
ri da Giueflreto.Sere andiancene qua nella capanna. Dun mio beneMel tuo cor, eh’ ella pofiedeua m uita.Bo c.L’ap
que loi tu ricordanza dal Sere l petito del pofieder U cofa amala .^cciocbe foto poffedeffe
Vicario. Lat. B oc. Vicario di Chriflo. General Vicario Uguadagnatapreda.Voiriceuereteperuntento,etpofie
^ReamediFrancia.D nn.ebe lafcià Cbnflo neVi- deretelo a ulta etema.IlmiouolerfofieggioMedil’ Indice
cari filai . Tenere per pofiedere.Lat. Pet. Chela parte éuma Tien di
Giudice, lat. index. Boc. .Al coietto di tanto Giudice nofira natura, e'n cinta fede , & cofi bella riede Tiel cor
delle cofe . Lequali cofe udendo il Giudice del podeSià , il come colei,che tien U chiaue,idefl i he apre,& ferra. T er
Giudice quaft fìupefatto delUccidente . Mefier lo Giudi- rà del ciel la piu beata parte, idefl poffederà, 0 habiterà .
te, Gh Giudici hanno lafctatiitnbunali.Chegiufii Giudi. Unirne belle, & di uirtute amiche Terranno d mondo,
ti fieno alla mia Querela . Boc. Tenendo queUo,che tu bauer non dtureSli . Vorrei
3 j j Podfftà. Ut^rator.ifofficUle. Boc. Colui, che in luogo iofàpcre fe tenendoci, Grufando ifuoi feruigi, il primo ft-
del Tvdefii erodi Todeflà riguardando cofluiAl palagi giure fi può dolere del fecondo . Et non hauendo moglie fi
STO del Todeflà ne fu menata Jji famiglia del Todeflà. pensò di fempre tenerfi coHei, idefl pofiederfi, & goder fu
Podcfta.Ì4f potefUs.gliaiiticbiledauanodnomedellafe Clialtrtchel luogo hanno tenuto,cbe tu tieni.
minaconl’acccntofopralapenuliima,comefileggeinal ItwùttOflonmaiuhuofifuperato.Lat.muiiìus.P jgé
emù tejli antichi c'hoggi non s'ufa.B oc.Qjiando egli e- togia Inuttto a le terrene latte . Tot quel buon Giuda , a
ra giudice della TodèJlaàForlimpopoli . Commeffaogni cui nefiun può torre Ufue leggi pateme.Inutt0,&FraH
fua Todifla in .Mannello. Lat. omné iurifdiBioné .Dan. co.Cbe meritò la fua Inuitta boneflate .
La nemica TodèSla Ut. mimicum ius . Illuftrc. Ut. &praclarus,ffileiulidus,ual chiaro, & nobile.
Poddlcria Ut. pratoria diguuat.iiigouemo. B o c.Ver T e t.Tommi con fama ofeurafi con Illufire . Et uedrà d.
fo Melano fe n'andò in TodeJleria . uaneggur di quelli lUufiri . Titolo di buomtm chiari ér
Tribumlc.UtJluogoeleuatoAouefiedechi tienragione. grandi.
Kk i. Come dinangiaTnbunah jn fiotta Di ujlimoneit ÌA»gno.Ut.magnusdnagnariusjialgrande/amofò.TsT.
finiti, &di Toflille. Ter molti tempi quella turba Magna. Tafioquieofe glo-
frowbuazli.Lat.uoeabolodilegilli,ualJlareaJiderein rhfè ,& Magne; Ch'io nidi, &ér non ofò. Concafi;
tnbunale,& fedendo giudicare.BocMcfiendofila Rei dellequai mai le piu Magneifon uide il paladin pnma
■na a federe poflaTro tribunali. ne poi.
Caualicrì , Giudici , Ambafiiatori , Secretati .uedi a fuoi Magni, celebrati in arme,& in lettere da nojlripoetixt tra
Incubi. tuttiildomatoredelmondoullefiandro.Hagno.lluitto- Z:
CQnrig\ier.Ut.coiifiliarius,&aamfiliii. Pet. Di ciò m'è tufo Carlo M JgnoxprimofaiitoredeTaUdiiu.liMagno
flato ConfigUer fol efio. B o c. Capitano farà Buffai- Tompeo piu nittoriofà,c^ fortunato. Adrerto Magno il
wtacco,& » fuo Configliert.'ìifii babbiimo fimpr^ un Ca Magno Mtbanafio.Bafilio MagnoJàMagoo fòmite,
C »
Gioue CIELO Cioue
padrone della inclita città di yinegia, & altri miti di altri,come tnagpore,bonorato,eìr rentritó .
fi bel cognome ornatile gU antichi fecali, & ne moderni, Irrcucrcntc. Lat.jpretortet coméptor. noi fen^ reuertx/k
dotte habbiamo uedato ConfalMO Ferrante di Coriuba da P e t. nuotta gente altra mfuraaltera Irreuertnte 4
to meritamente per le fnegran prodett^,& mttorie;Ma tanta,& a tal madre .
gno capitano . Trouanfi aneto qiiafiin ogni atta d’Italia Venerabile. Lat. Pet. Ton man in tpiella renerabtl eh»-
nobili famiglie di cotal cognome jcome in Roma, in Hapo- ma.B oc. yenerabil,Chiefa,Tadre,Huomo, Fenerabi-
U,in Fiorem^,m Genoua, in Milano,» Ferrara ; Ma piu li .Altariy cneranda Donna.t'ecchievCfl & Imago,
che in alcun altra fiorifce lanobiltàde Magm inizine- GiidìC2,ualpregiata,eireffaltata.Lat.honorata.P lt.
già , Là doue i nato il mio amicifitmo M. Marc'antomo Gradita f'oce,Tianta.Hora men Gradita,
Magno buomo rarijjimo nella profe/iione delle buone let Gradire. Lat. grati habere,aRtmareJn predo efie,fepalt4
tere Oratore, &Toeta non mediocre, ,Arithmetico,& re,ethaueregrado,etm pregio. Pet. Là doue piu gradir
S crittore ecccUemeje di quefla lingua dihgentijfimo ofier Jua uilla [ente, che miei prieghi humili, et cajli Gradi al-
uatore,&compofttore, ér oltre aò,tr ch’io molto jltmo, cun tempo Gradifcejrfdegna.Quantogradifio Selafufiè
nelle cofe del mondo.uniuerfalmeute jperimentato per ha- quam’ejfer dè gradita. B o c.L'ammapoco da mortali eji
ueremolti,& moltianmuagato.tà' (comeunnmmoylif Jérgradita.Ter la uirtù ch’era poco gradita. D a n.tiel
fe) ueéito i coftumi é molti huomim, or di molte citti,et mondo fu douria ejJergradita.Hor ti piaccia gradir la fu»
paefi,&per lefue uirtù fmgulari acquiSìato la grada di uenuta. P et. Se la fufo è quant’efSer di gradita,
molti gran fignori,da cuiefiercitatomeofe honoreuoU,co .Aggradire. Lat. gratum effe, piacere fatiifacere,cordi rfie.
me in magijlrad , & ingouemi é flato fémpre ne ha ri- Pet. Qjtanto u'aggrada.Che mal fi fegue,cto ch'a gli oc
portato laude,& nome celebre;(^ finalmente per l'affet- chi aggrada, dt che anchor m’aggrada. B oc. Da douere
tione,(be egli porta aliapatru fua, i ritornato a uiuere, e aggradire.m'aggrada di dimoflrarlo.iUbe gli aggradì for
moriredoue egli nacque ,0" qui bora inetà già canuta teaiedi alt Indice. D a n.Tanto m’aggrada il tuo coman
conduce la fua profilerà ulta , cr anchor uerde uecchiez- damento.Che rtó men.Che fauer,dubbiarm’aggrata. Che
za . & merci Jua idiuenuto compagno mio nelflampare per ueder gli afpetti de fiati , Et per trouar lo tibofinde ti
la prefente Fianca . P^fea In che igraui taborgjijono aggrati.
Magnaniimti . Lat. B oc. Tu non fi di quelle , m cui la HoaoTe.Lat.etgloria omamentuJaus,amplitudo4ignitat, j
Magnanimitàdebba ifuoi effietn moHrare . uenerat» ,exiHimatio4ecuiretdecMi firn, l’honore acqui
497 Magnammo. Lat. P s T.Eraui quel cbe’l Re di Siria cinfe flato co fatica. Pet. & Boc. Gride fiegno, Dolce, Tro-
D un Magnanimo cerchio. Il mio gran Colonnefe Maglia pr 'ie,Hoflile,Souran,y ero,Riceuuto,Sommo.Diffufo in ri
nimogentil,coflante,et largo,Vrouerai tua ucntura Fra me,MolloJietlo,Có meno Honore.GrìdifSimo dono i quel
Magnanimi pocbiMagnamma Reina,eir Imprefa.Boc. lo Honore,che calia,et buona la dona ridtaltbuomo, &
queRo non i atto da Re Magnanimo.Come ch’io Magia- molto da tener caroMonor ctlmperadori,e di poeti Honor
ninu mi ritragga é punirti. delefamofefrondi.de^ÌHonore.Qjiella,cbefudclfe-
Magnificcnia. Lat. magni ftcentia.B o c. "Prendete cotefli col nofiro Honore.Che uipuo dar dopo la morte anchora,
ehm dalia Magnificenza di Monfignor lo Re. Rieordataft Miller Mille anni al mòdo Honorem fama . Che la flrada
della Magmfic enga ultima di Federigo. L’amiflà, fi come d’Honore Mai nò lafcia fèguire . Che i uitijfiioglia^ uir
madre di MagnificeKza,& di honetìà . La Magmficeirga tù uefle HonoreXJàn^poHa farti un tato H onore Qual
del Re.La uoHra Magmficenga. Hauendo ingandiflime altrui far no fòglio. “ìfon ben contento de Secondi Honori,
Manificeng fiefo tutto il theforo. Beh. La uoflra Ma Honorato Medico. Lat. bonorificus. Fine.Honorata Sòie
gnificenza. A s. ra. Spoglia , l'erga , Fronde , TeRa , Honorate Froudi,
Magnifico. Lat.T e t. B o c. Magnifico Sigmre ,cirRe. Coji, Honoreuol Stato, Honoreuoli Huomini,Honortuo-
MagnificaFeRa.M agni fiche FeJ^,CoJi.z!r Donne. Ma- lifiimi yeRimenti.
gmficbi Doni.& Huomini . Honorare. Lat, &afiicertjhonorem habere, honoremdebi-
^ueremi. Lat. reuerentiajionar, P e t. 0 itogniRiuereH tum alieni preflare fin honare baberi. P e t.gU occhi no-
honor degnaHagion,uergognaj& Riuereuga af- ft n ; eh’ amor jt’l del bonamj'n caualier, che tutta Ita-
frene.Bo cJ\iuerenga,Somma,Grandifl'tma,Singolare, liahonora.Cb’unbelmorirtutta lauitabonora .Ilfecol
Debita-Auebora che in Riuerenga, come padre l'baueffe. noflro bonora.Lei,cbe ne mid detti bonoio.Cheper te con
-A Riueret^ di celui,a cui tutte le cofè uiuono. Ari. E f cerato bonoro,& colo. Che col cor ueggh, dr con la lin-
t ahbrattiaro,oueil maggior i abbraccia Col capo nudo, gua honoro. Boc. Honorandola quamopiu potea, ’Hiu-
& cofginoccbio chino . na cofafu mai tanto bonorata. Deuefle ejfc re come mag-
Reuerendo^ Reuerente. lat. Pet. T^gn la toccar ; ma giare honorato, efl- riuertto . bomrauano igentilhuomud
ReuerenteapiediLedi. Mafie con fronte Reuerente foreRieri.Tdgtbanpiu gùmibonorò Mitridanes.
{morta. Boc. La Reuerenélaauttorità delle leggLHuo- lioneuolei2Ji.Lat.1><mor,decus,hoHeRamentù,ualboHé
mogande, &diReuerenda auttontà. Le Reuerendi Leg ràza.B o c. Qjutlfòfie fiata la Horreudexga del padre
g. Luoghi fanti, tir RiuerendL RiuerenteTerfona. Con loro r& quanta la loro ricdtejTt/t.Ugnfoglioim alcuni ae
Fronte Riuerente. crefcerepuntodiHorreuoiezga.yoceThofcanaantica.
19* Siuenre,dr Reue/ire,far bonoreJatareueriri. Tet.Co/I lau Hon»nz2.LatJionor,ualbonorà^.DAtt.C‘horreuolpof-
dare,&riueririnfegnaLauoceflefpi. Bo c. quelle cofe, fedeaquelloco,0 tti;c'boiuìriognifcienna,et arte; iìuefli,
che fono da riuerire. Et par lor efi er degnioT eflere reueri chi Jòn,chaimo cotanta Horranga.yoce di Dante.
tìXr dalle lordomie.Boutffetfiert da tutti gli HoTieaoktualbommole,Lat,boiKrabitis. B o c.ytn
gfittUnda
* '
Gloné
CIELO
Cioue
51
^hlaìiiaItonetiok^apparaite.Terc«mp*rmHor- mok temprali afe dijpre^ttehaiieam.
mule alla fe^aMorreHolti& can ctttaJini.Come egli faf Negletto, Uu. Ubieflut, Sumtmfus,tomem-
ji Horreuolmeatejepellito . ptus^neglcdiu. P k t. /I mal guardalo , cìrgia T^egkita
Dishorreuolc. lae. inhonorabilis,hih«imrÌMs,pradetorus, mdo. Dal lauto d’or Tdsgktio odane, e’naaaeliato , dr
ingtorms . fi o c. £t ueggeiMo ui ogni cofa cofi Duhor- ino. D a s.però n’è data ; perche fur 'Hegkiii li.àjiri
reuok . noti. A r i. £t non potendo bormai , che fi Hj^faia
Difnor,«4/ diibonore,& uergpgna. Lat opprobrium^ede. Ogm (emina (offe piu patire.
CUI. P E T. fermo in campo Starò; eh' egbi Dtfnor, morir Rifiuto. Ljt. rf/«4Ho. D A N. Che fece per uiltated gran
fuggendo. Mifera nò uuendt Con quanto tuo Dtfnor U lem Rifiuto .
fo paffa. Chiaro Dijnor,& gloria ofcura,&mgra.A R l
Ben ni uide,che ogni minimo foggiorno. Che faccia ad aiu
tarlo;è fuo Difnore.Che no rieeua alcun Difnor;ne\danno.
Colto. Lat. cnltut, che fignifica t'bonore. D a N.Che udir
tarlar di cofi fatto Colto.
Colere. Lat. druen
uenerari, ob]èruareJhonorare.per offeruare,
drbonorare.'P iT.OfidantagentilchiDiobeniok.Che
per te confecrato honoro, & colo. D a n. le cor, che' n fu
Tamigi anchorfi coiafiJcd honora.
Vtmo,& Tregio,ellimatione,cioè far conto. Lat. aflitna.
tiofrelhon, Tn. Ecco i due Guidi,chegiafur tn Tre^-
sp. fi o c. Segaiagiouanetja ut bello amante dee donna
appagare, o Trezzo di uirtute , o ardire . dr quando fid
^la ualuta,uidia j6i.
Tregio. P E T. D’HonedateJii Tietate.D'eccellentia. Grà
Tregio.Et a cui mai di nero Tregio calfe. e'I Tkegio iuo-
firoin tutto a lui non fi può torre Suo Tkegio.Cofà; onde'l
uojlro nome in "Pregio faglia . & éffrez^ di quel che a
molti è in "Pregio. S’ahunTregummeuiue. Tiufidi^
/dice, a chi piu "Pregio brama. DouefleU Pregio di piu lau
Rifiutare. Lat.refutare,repudiarejrecufare,refpuere,afper~
nari,abécare,rinicere.B o c.Marcuccto (degnato udendo
fi per pouerta rifiutare. Uqualtcaurioli non rifutandoil
firuigio .Ilqual titolo Rifiutato da lui. Et quantunque la
giouanefua compagna rifiutafie.T^n rifiutate la grana,
che Iddio ui manda. Guido tu rifiuti Cefier é nofira
compagnia iP n.Graé alcun tempo , hor par che odi,
drrifute.
Maggioranza,/^ fuperioritd. Lat. preflantia,dominatio,
principatus,prafellura,digmtas,au3oritaf. fi o c.
cioche ciafeunprom ape fa della fiilleeit odine infiemecol
piacere della Maggioranza.EttuttiadtmoflrationedeU
la Maggioranza é lei;purtano la uergajir il piombo .
Maggiore,ut ucce di fuperiore. Lat. maiordupenor, prima
Ttus ; prafeflui, prmcc-ps, anttlìes. Pet. Che'l Maggior
padre ad altra opera int(de.i.ilPapa Diròdi noi,maprim
ma del Maggiore, fioc.f' il uero,cbe’l mio Maggwre rio
ha mai lòffi no. D ah. T rouàmo l'altro afiai piu fiero,et
Miggiopdeft maggiore. Perche non h uedrem minor ,ne
Maggifideji Maggiori, per rifpetto della rima.
dedarfi. Cheben s’ acquila "Pregio altro ched'arme, t.^Tegi.Lat.PETMadifuiommiiperegrim£gregi.Han-
SommiPregi.& «761. mbalprimo,^queltantatoinuerfi.4chilie.Boc."Hgl
Prezzare , eftnnare. Lat. aflimare .Pet. Calte bellezze la Egregia Cittàdi Firenze. Magmficentia Egregia. L a.
Tinger caniando,accioihel'ame, tir prezze. Dnn.Sai quel che fu portato da gli Egregi Romani .
Pregiare. Pet. Cui folaparche pregi. .^nzimipregio,& Egregia "ìdatione. A Kt. Fatto Egregio.
tengo afiai piu caro. . Gtanofo.Lat.&ac.llGenerefoanimodedalùaorigine.
•Cpjnezgare. Latjtlìimare,magniluare,magnifacere,plu, Gentilezza. Latjnhililas,geHtilitas. fi o c. Purehauen-
rifacere.P e t. M' infiamma fi, eh" oblio niente apprezza. do in fi qualche fouilluzza di Gentilezza. "Ho fai tu qual
"H!» fi pareggi a ki qual piu lapprezza.Bo c. lo non fi
th'errore ò quello detkdonnejequaii^huomini fchifa..
no apprezZfndogh poco. D A N. ^ quel ch'ei piu «/>*
prezza, uedi a q6i.
40S Tretiofo.LH ualdigranprezzo.P t t. Dokemio caro,et
Prethfo pegno. T^uedi merce Prrtiofe carta . fi o c*
dell'anima mia ; laquale il mio Saluatore rieomperòcoi
fuoPretiofi (angue , ynoanellobelItfimio,&"PTettofo.
■PretiofePietre.Tretiofi f'im . EtloroeonPretiopfimii
confetti , e*r ottimi uini riceueite. Ari. Dipinto uetroa
gemma "Prelhfa.
Dirprezzo,ér Diffregio. Lat. dijblicentia/ledtcus, oppro.
brium,infamia,contemptuspiat diéonore, cr udipendio.
Pet. "Ù$n per odio <f alirui,ne per Diffrezgo.
t>ifpre^2COTe.Latdefie{iui,us,ui/jrretor,còtfptor.PET.
fia la nera Gemilezza>& quali la fatja t'Hpn fai tu che
cofa fia quella, che faccia l'buomo G(tik,e quale fta quel
la,chegemde efiere noi lafciatNiuno i che non fappia noi
da un mede fimo paJre-,e da una mede fona madre tutti ha
uerei tarpi, e (anime tutte eguali da un medefimo crea-
tore. LA."Ke per niuna cofifel’ungentik/rl'altroutlla
no,fenoncbe ciafcunhtuendoparimétedbbero arbuno
a quello operare,cbe piu gli piaceffe.colui cbeleuinù fe-
guitòffu detto CeHtile,c gli altri il contrario operando, e
feguttando i uittiffurouo non Gentili riputati. Dunque da
uirtu uemte prima Gmtkz"Za nel mondo. La. La Genti-
kzzf uon fi puolafctare m hereditdje non come k uinù,
k jcientte, la fanità . &■ cofi fatte cofe, ciafiuna conuien,
che kfi procacci , & acquifli chi bauere k unok .La.
uedtCl ndiceja doue fino altri belli difiorfi .
Diffregiator di quanto il mondo brama, fi o c."Hpnfino Ccatil‘huotao.lM.nobiliiMoc.SenzaguardarlhCentit
degli Dei Diffreguirice.f i.PerconduceruiapiuDiffre
ffeuol fine. P h. .dbieilio lo Diffrezzamento.
t>iffrezzare,& Difpregure. Lat. negligere, ntbd facerejni-
bilipendere.ffernere,contemnere.T e r.Cbefolea éfprez_
Zarfetate,i!p Carco . Già per antica ujimza odia,z^ di-
jfirem . Et difprezz^e à quelcbea moltiim pregio,
tìjcafi ud (orna equalmente dif pregi, fi o c. Cfit oclfaai-
huomofi uiltano fiato fifita."Hgn k ricchezze, ne il ua/eer
.depoffenti,^ ualorefi huomim fanno Cbuomo &lafenù
na Gentikana C animo uktuofi con Coperatmni buone. In
compagnia di GeutiChuomini. 0 bella. 0 Gentil dina fofie^
Geniti donane. Gemtlifsime Donne, D ak. Donna i
Geniti nelàetcbe fi compiange Di quefto impedimemo,
uediaórq,
e »!
Gioue CIELO Gioae
Timtìi,Ldt.iulgetuil,&mhiU.TiT.'Hsn di gente Degnare Ut Jigmre.&digttari.tjnòdmdgisell in ufn tri^
” ' plebea, nu Jt Tatrttia. D ah. Bt nota i gran Tatrici Di buere Jignum babereaul exiiianare^gni potare. PkT.
quello imperio . C’babitar no degna Tm ne la nita.Chejofii a tanto honor
Ecccllciua.i4t.«cf flotf M, praUàtia.B o c.Hebbe un in degnata allbora . Bt al morir degm efier tua man preRa .
gegno di tanta EueUem^.Ver eccellenza di t oftnmi. Dorai tuo riihiamar nenir non égno . Voi < he madonna
Ec»Uence. Ue.exceUeniq>raliam,praliabiIi>,pracellem, dt pietà commofia degnò mirarmi. Degni moHrar del ino
antecelUni^ximins,egregiiis.Boc.lJiogoJiiiomo, Ec- lauoro in terra ’Honguardarme:/na ibi degnò crearmi,
celienti donne , ho c.nedtaU Indice.
Spkndido.perecceUente.Ut.l^lendidns.Boc.Splendida Indcgnitate. Ut.&parnitas,himulitas.Vsx.rorJèibe
Rmliita, Splendide Donne. alihor mia Indtgmtate offende .
CYiiito per dlnjlreaiobile,eccellentejetfamofo.Ut.clarus, indegyio.Ut.indignns.hoc Ella,fi come Indigna dilanio ^eS
cofficMMsaUnilruaiobiluónlignis,generofiit,egrtgins,pra bene.P i T.Indegno Efiibo,foco,y enio.Indegni Mah. In
apnusffinguUru, excedens,celebns,famiger, famigera- degna Nerba, Indegne Fame. D Indegno far lofidi merci
tor,famigerabilii,tnctyiiis,peruiilgatus,Siimmo loco na- degno . Fallir forfè non fu di fenja Indegno, ey non è forfè
tUi,non ignobili! fionobjciirus,famanotus,qHÌin elanfii- Indegno yofiro gentile fitegno.
ma noce omnmm uerfatHr.P x x .Chiaro IngegnOtldgme, AuttOTÌC!Ì.Ut.anRoritas.h o c.Brala reuerenda ,4ntto
Cerme.Et étutti ilpikChiaro. Farà in pm Chiara note rita dtUe leggi lofi dittine ,iomehumane quafi iadMa,&
manifeRo. Chiara Tromba,ytnute,f'ergine,Fama,On- difsolala tutta per li minifin,& efiecutm di quelle. Huo~
dio foramenChiara,& di men grido. Chiare Eme,yir- moanticoeraJi^dtgrande,Auttorita'H}indeecjiertme _ .
tuli, Chiari Spirti. / due Chiari Trouni,e i due gran Ter~ no i',AHttorità conceduta alla ma penna, che fio. Dan.
fi,Iutellctti.Siuamifur Chiari tra Veneo,&Hcbro.Cbia Et per Auttontade a lui concorde, {re.
nlJìinoToema .ho c. UCbiarex^deluoftrofangue, Aixttotc.U.auQordÌAìiJcerne la uocedeluerace Auitom
Chiara Heligione.Chia'O fnocoddeR nobile amore. Di fan AuttoTtMole/hauttorità Ut.maximaauQontatii.hoc.
gue Chtanffimo. tà" Chiaro per tuiido.ueé a per Sìjial glorhfa copti qual degna dt fornai quale Auitore-
certo,& manifeflo ai6-j-j. uole uàifli mai dire.LA Liqualiro buommi , liquali nel
Jnóki. Ut. iniUtus.ualgloriefo eccellente. A ti t. .Anime fembianteafiai.Auttoreuoltm pareuano .altri leggono
belle) Che cbiaredlluftndnilitednuitte,& fante Son per Honoreuoli.
fiorir de Carbor tuo fecondo. Fanno per quelle icaualicri Ctldo Jadignità. Ut. gradui, dignitas.P tT.Verihe a 40^
erranti Incliti in arme.E (òpra tutti gli altri Incbti pre^. fi alto grado il del fòrttUo. Si trouer anno/) trouano m tal
qoi Nobiltà, ?)• 'nobiliti. Ut. B o c. Qjiantunque la 'Hobiltì Crado,Cbe fiam memoriaeterna il nome loro.h o c.U-
del fuofanguc non fia cofi chiara ,come i la reale . Fn giom quale mai da me in fi fupremo Grado non fu meritata,
nane per ‘UshUtà dt fangue chiaro, per Hobdtà Ì animo. O Micio, ^Fffittoil primo del nerjb, e' l fecondo delle profi.
Ugiouanettapcrlafua'ìlpbiltàfialtrradiuenuta, U.officiu,ma^ratns PtT.feguiancboruenuto Komor
Nobil.eir 'Flobile.Ut et telfui.VtT.& hoc.Marauiglut, lagiudelbeuucatoOfficio.hocJ^uiuifbmitoiltépodel
Reina,Vredayittoria,FmMa,Salma,Monarthia,Vian fuo Ffiicio , Tutti gU Ffficu da Vapinea dati riconfermò,
ta,Vellegnna,CeometraJ)onna,lngegno,BÌsbiglio,San- Ffficialifàpra aòortUnati.ueiU fIndice.D a K.Uiiiandt
gue,Cibt,TheforoJ'oliimo,FMluio.di Sangue'Nobile'Hp fatto di cotanto F ffUtoSede portai al glortofo Fffeio.
bihIntelIetti.TH>eti,Cioie,HabUari,Signori,'tlpbilifitmi Cotnand3ltiento.Ut.priteepin,pmceptio,iufiio,iuffus,et
Varéti.'Hobiliffime Dóne,cF Giouani.'Hobéffima Città, lufiaonandatum. Boc. Et fummi commeffo con effrefio
^{pbilitare.Ut.b o c. Ciafeuno ridcua del nuouo argometo Comandamento. Secondo il Comandamento del Re fnnuo
dello Scalza ufato a nobilitare jbpra ogni altro i Baronci mcnatt.Ver Comandamento della Rcina.Senza troppo So
am\cUt.^cmicus.PiT.CniilSangue,Odio.hcif:',Fnc benne CaoàdamentoaffettaTe.ComaniatatboradalRe, .
armario di ragion Ciuilefu riputato, (ir Ciuili Ferie. Comandateadopauw.uedtl’Indice.D AN.Tamomag
Cittadini Cittadine,t!FCittà.Ut.ciuei.uediaCitt4aBpi\ grada il tuo.Coonandamento.
407 lòeeoiti. Ut.dignitai,honefias , gradui , honoriigradut. Comandare. Utanadarc^bere,praciperedmperare^er- 410
ampbtudo,ornamentum,lplrudor,decui. Boc. 'Sluan- minaredmponere,ffiribere, pbere,cometlere,impoiurzi
loaltauoflra Degnitài appartiene. Il grane pefo della madata dareaiegouu dare. hoc. Feccia comàdare.Il mio
fica Degniti. Signore mi comanda . Cbt comandando io tutto il mondo
J3egno,&- Digno,Ut.hoc.Degno cf bonorr. Degni di giur m'ubidifie.CbtUReinaComttndatomelbauea.uedifIn ,
dar porci. Verfona Degna di fede. Degiu cofareputa.i. dice.T Rt.L'altretrarfiindiffarteComandòconmano ,
DepufitmoVatriarcadtCìerufalem.Di fingoUrereue- D AK.Talchedicomaiidariolarichiefi.
ronza Dignifitma.Digniffimadinprmfione.Degnamtte. .Accomandareólprimofileggt ne tefliaiuitbidelh o c.!^ ^
P fT.o'cfogmrenerenzaiCrifhonorDegna. Chi piu De funo,^Caltronemoderm,indiferentemente,tridelle
gna la manna fcriuerporfe.t b'ogni altra mi parca d'ho~ profe , CT noi legare , fermare. Ut. commendare. Boc,
por wm Degna. Che delfuo amor piu Degna efier credia. Ma una cofàti ricordo figliuoLimÌacb'ÌOtifi^.rIccomia
Degno ,Ànitite.Lode JìegmVreghti^ Effetti.Cbe ne può data.Utjnemor ftiweiaietefti antubifilegge raccomS» t
firiteteme albergo Degni Folummo nobili .Alta Uu. data..AciomidatalaaDu>aCenoiiafinaudò,ue tcjiiau
de Drgno.CbedlHomrro Degnifiinia.CrdiOrpheo. .Al- tithifilegge.idccomidatoloellaa.Dio.Bff .Accamandau
ma reai degrùfitma d impero. D a k. Dignttofd confata- loro a Du.Et .Accomandato bene tuno de capi iella fune
^ & aettaddeft piena dt degniti. a un forte brontojJegato, 0 fermato j &oclPH.Mapot
V 6-*“ - -■ >• S’ f »• K * T s -.t-a-i.
Giofue
CIELO
Gioite
<hr piu uedcrnal puetetUUa torte accmaniljtolo a Dij dufieulmonJe,hortm comluce. Qjijudornh jpime^u
fi Hc toruò,iilefl pofiolo nelCarbitriode cieli. Ut. traJitus trotta al uerdc.I ho condoli' al fin la gi me greta Sitha
diti, &fortuiu. Conia accomandata gregge qmui fi fta~ ueuafotto Catimie Condotto ji tamorofia guerra eran
ua,ideli fibi commifia . Condotti, ho c.ucdt atri udite .
Ra<comaiidare.Ul.iSmendare,& anthora chefia in comu- Riconducere.UtaterS conducere.T E T.Che amor per fòrga
ne ufo di fcnuerfi per fimplice mjpure il fio fimplice,ch‘é a lui mi riconduce. Mi riconduce difarmaro al capo Mi n-
Commcndare/lelquateeglièeompoftoffifcriueconlam. condufiealaprigtonantica.Chefuaihiarauiriuteil rito ■
doppuparmt.cbecofircriuerefidouria.PiT.Raccoman dujie. Fmcheu’haricondottimpocapolue. Rhonlotto
dami ai tuo figliuol uerace. B o c.Raccomauda a Dio ta- m haueano al chiufe loto. Le éfufate rime hai ruonJoite.
nana tua.Raccomandatemi/t /latti con Dio.Raccomàdo- Mducere. Ui.deductre^onducere.ual apportare nnrum
lamolto.Che te mie cofi,& ella tijiano raccomandate. Io rr.P E c.Oue’lmarttrl'adduceuifbrfi.Ma lajiooamdo-
letiraccomanderò quanto io porrò il piu. Salabeiro dolce lor.tbe'ldtm'adduci ouunqueuuól m’ adduce. O mia for-
h mi ti raccomando.Raci omado/st Calandrino al medico . te uentura a che mi adduce.Et tema, Cf odi ^cht m'adduce
Vrecetto.Ut.praceplUimè Ucomandamento. A R i.Chri affjnno.Mmor ntaddufsein/igtoriofi /perne. Et di Cren,
Ho ha lajiiaio ne i Trecetti firn "Hon far altrui quel, & di Spagna addu/fer prede. D a n. Dmanvqurl, tbe'l
che patir non uuoi . rrmp»yn v adduce . "Han dee addur marauiglia'l tu uolto.
Commettere. Ut. committere, mandare, ($■ demandare. Lo nome di colui che'n terra addulfe.
P BT. E' horcommeffo il noHroeapo Roma, linei caro Inducere.Lat.&attrahere,allucere,inueherepertirare,o 41»
pefo,cb'amormihacommejfo. yoHra merci cui tutta códucere. P e t.Mergme, Del comune principio amor t'm
ji coinmife , ideH diede in preda . L'aura joane ; a cui go- duca.iijiefla ita uiHa;ch'al ben far m'induce.h o c.Le-
uerno uela Conontfi . Ma tutti i colpi jitoi commette quatiofi ad amare mi deonoinJutere.U precedete nouH
aluento. hoc.uedil Indice. la m' induie a doucr dir . Inducendumt amhorala paura
411 Cotameffi.Ut.commiffii(p-patrata.hoc Cornmefiao, delnegromanleyingegnòdinducerlaa farei fum^ce- t
gm fuapote/U in Mannello. Teccati Commc/St.FaUo Com ri.U mdufie a douer fico andare, uedil Indice.
meffo.Regno,yffitio,Tcccato. Indozzanicnti LatJnduffio.ualeindurtioni.Boc.Che per
Commettitore. Ut. patrator,prauaricator, reni. B oc, Indoxzaméli di demoni queflo loro fo/se auenuto.ue tefìi
U diurna bontà ogni grandifi imo peccato filo che buona, moderni fi legge p incàtatiom di Jimoni. Il primo i meglio
tfi nera contruume habbia il peccatore foglie uta, et lena Terducere. Lat. per condure , 0 menare. Tbt. onde da'imo
deliamente dA Commettitore .L A, Commrttitori di Ji Verdi^iealfommof edificio fimo,
grande ecccjio.' Cu.iÀ3.JaScorta,ilConduttore,oConduttrier.Lat.Dux,dn
Comme((atio.Ut.legatiiSfnandalarmifinm,'m.Bac, ffor,cbiffrtx. P BT.D'ogmfedelnoechier fidata Guida. T!
BgUerafedelComme/iarn. Imaginaia Guida la conZiee.Dopo la Guida fiaschemai
Ordinare, & Ordine fiedi fitto a Dio a memeron. nonpofa.hoc.DietrodeldifcretoRe. Se uoialcunaL
htnt\ito,&StatHirejuedia iiy6. traGuida.allaGutdanoaprendiamo.I'ngranJiJjiinoca^
Impotre. nome. Lat. traditio , tuffio,praceptio. B o C. A'* uahrre; ilquale per ajpetto parca Guidatore, efimaeHro
cortefe Imporredi Silentio fatto danna gnuane donna étuttiglialtn.T H.UGuidatncrfòrtuaa.D Au.Che
adunocauaiiere. 1 turni fegm,&iofiri ma guata.
Imporre fìr imponete. Ut.iubere,mandare,pritcipere per or Guidare ; fi guidano quelli , che uogliono ; ma quelli che non qij
dmaref) comandar^. P e T. * chi m'impofequefio Tdoit ■ uogliouo,fittrano.LatAMere,iydu8are. Phr.Miguida
m' ingannò. B o c.Im^ncndogti che piu non gli auenifie, ' amor. P’oglia mi firona: amar rm Guida, efi fiorge.che gU
Jmponmdomiychequidotempofi^iolamarieafe.Ólii fiirtlRenderoa lui,ehe^utalmodoglituida.cb'alirolu-
mnque il Re piu uolte filentio immneffe . Lineile quattro me non è ch’mfiantmicoguide. .Amor ch'anchor mi guidi
orationt , che m'mpoueHe iole hodrite tutte. Etdime puraCombradifama.tufhela bellafchieraguié.Boc.
quella pena pigfia,che te leggi impongim.impone,m^ra II lupo fiprà meglio guidar le pecore. Il noflro auedimen-
rete,imporraiJmporra. uedi t Indice . to et ha guidati . Urcurp , che tutti loro fatti guida-
rla T>ace,&Duca,perlaguiJa,&perlaSignora,oinnamo„ ua,c faceua. Coltro, che la brigata guidauono. Si-
rata. Ut. Dux, Duffirix, prantut. P E T. Ogni giorno mi come la fortuna il guidò . B e m . Erano da lui gui-
farpmdimiU‘anni,Ch'ifrgualamiafida,c6‘caraDuce. ' dati. A 4.
yiàunmttoriofi,arfimmo DuceJ.capitanoleluci.Ch'a Scorta; la guida. Ut.Dux. P e t. Scorta, Di/leale, Cieca,
la firada iTamor mifuron Duci. D A n.Tu Duca,iu Si- Fidata, Vionc/ia.LaScoilapononetlac/ierderifi ’Prrfe
gnor,&tumaefiro.ycdidifopra. infia Scorta una pojfentedomia. “Poi che finta campa-
Conducitori-.Ut.còdicffor,dkffor.Dux,Imperator,pra- gna,& finga Scorta Miuidc.Scortefide.Flm. Cbebtfo
tor,princcps,praféffusAfidHffrixfizm.Boc.Elfendoio gnaamonr ben altre Scorte t
flato diuotne projfien paffi Conduc'ttore. V H. Scargere,gHidare,o cSdirciirt diìigememete.e cófidutia. Lat.
Conducere.Ut.& ducere.P bt. che gli conduce .Al dolce por ducere. Ptr. ne chi lo fiorga y'ii fino amore. Cha'tiiei-
todeUalorfalute.MiodeHinoauedertamiconduce.Cbe tifiergeperdejlrofintim . Etchimifcorgeal gìonofo
mi mofira la uia, ch’ai ciel conduce. Tal d'amari fojpir ci fine-yerginefcorgimi a migbor guado. Et duri paflifmde
duce fÌMolo. Tnompha'l carro a gran gloria conduce. Che tu fil mtfcorgi..A pena wi/w 4 qm t’anima fiorgo. fiuàdo
eouducefìe fi leggiadra gente . U condurrà de lacci ami- H bclpartogiu nel mÓdofiorfi.yaghipFfier;checofipal-
ibifciolta.Et mi coudMjfe uergpgnofo etardo.Cheimcon- fio paflo Scorto m’bauetearqgumartàt'jUo.E fcarto.d’ut
C itq
Gione
CIELO
Cione
do lei lonnien mi regga, ^ pieghi ^mor regge [no impé*
rojinza jpada. I mi fido in loUn ihe'l mondo reggi ; Et lon
un duro jren mi mena & rtgge. £s indi regge, lempra
l’uniuerjòSpinogentilychciiueUemembra reggi.El rcg-
go,& iioluo quanto al mondo uedi . Et quel ihe refie an~
m einquantajii. B o c. ueél’ Indite ,
fiaue chiaro lume. Itrattoa forxa,&i d’amore
Scorlo.Scorgereper coHojiere,ucé <» 745 • &ptr ammo-
nire, 48^9.
Ti;dotto.Ljt JuElor,& dudrix.Boc. Come pacando il rof
fo mare, ufiijiero da quello con feto piejiauédoper Tedot
to la notte una Colóna é fuoco.E i.SiécehoggiTeotta.
Menare. Lat. ducere. P £ T. Chi è fermato di menar fiia ui- Tenere,pcr reggere, ogouernare. Lat. ®ere, &guher.
ta.TrCjO menar fra due foretle morte .Che uendctta i di nare, ^ moderare. T B T. Et la ragioni morta , Chele-
lui,ch'a cioinimeiu.ilSolquandoneniena’lgiorno.Oua nca il freno. Largai il de fio, chi tenga bor moUoa freno,
tnor me,te fol natura inena. qual con piugraui Uggì me- idefl gouemo ton mifura.
najkauita.Cheifurorletteratoaguerramena.Vrefola Ritenere, per reggere,ogouemare. Lat.retinae. P E t.Mì
fciaimcnarme .Chemtnan glianmmiei frtoHoariua. ritienconun freno. B o c. Era molto Jpefro fatto capu
Cbe'npoco tempo la menato al pa/io. Mi meniapafrobo tarade Laudefr db fama MarWìqquella hauea J ri-
mai tra le fue gregge . Dolor perche mi niem . altronde il
meno. Qjiefla mia donna mi menò moll’anni. tdgn meni
tanti armati m Greca Xerfe. B o c. uedt l'Indice,
Rimenare. LatJterum ducere. P E T. L'idi l’aurora de tau-
rato letto Bjmenar a mortali d giorno. Et mdi al tempo ri
menar tal prede . Zephiro torna , e'I bel tempo rimena ,
B o c. 'Hellafalalarintcnarono. Et contea aiuolerdi
lei la rimenò in Caff~à . Seco la rtrnem alla fua forelU ,
ludi t Indite .
tenere U jcola loro ,& altri tofi fatti 0 fitte tu hauea af-
fai fruente,
Prouidenza , &Trouidentia. Lat i prone Jer le cofr , che
hanno a uenire. P £ x. Qjul.the infinita Vrouidtntia , cir
arte. Troiiidentia ueloce,alto penfit ro.Et pi ri Prauidiu
tia mi non ualfr. Ho c.Terciu ehe'lpailire della j.-cre-
ta Vromdeaia,&intrntione de gli Iddìi pare a moli 1 du -
ro, & grane . Et fraga U Trouidenga d'akuno bnomo fi
fappianio reggere.
Thrare,per menar, 0 conducere. LaUrahere V e t. Tirar mi Proucdimcnto. Lat. prouidentia , ingcnium ,remedium .
fuol un de fiderio mtenfo,$ecotm tira fi, eh' n non frfiegno. B O C. EtutqueUanon ualendo altuno bumanoTro-
,Amor la Spinge & tira,Ch’ogni occulto penfiero Tira in uedimento .
ìnego la fnmte.Signormio caro ogni péfitr nu tira. Hoc, Trouedere. Lat.prouidere. Tbj, Fui mal accorto a proue-
Belto,&compagniTeranomoltoingegnatiditirarGui- dcr mio flato . Et mal può proueder,thi lemc,& brama .
do CauaUanti nella fua compagnia. -d raccontami mi ti- Rifirettoinguipiitbuom ch’ajpctta guerra, Chefiproue-
ra finto .Arrigo una nouella. Tirandolo da una parte a- de.Teri chi del fuo flato cura fi teme,Vroueggia beii.Be»
more,daU‘ altra i conforti di Gifippo. uedi ITndice . prouidc natura al noflro Hato . -dUbor prouidi d bone fi»
Trarre per mandar fuori,eflrabere,tirarepndure.LatJrabe fotcorfo. B o c.uedi ali'Induc .
re.Ptr.yn fà^ a arar piu fcarfr Carne, che ferro.llor Sptoucduto.Lat.improuifus,iuopinatut,repentinus. ual
Korria trar degli occhi noftri un Lago.L'napietra,cbe da aVimprouifreà nonfroueduto, uedi a 197.
naturaTraggeafeil ferro e'I fura, i piu pani Sofpiri.t Fornire per prouedere , projpicere ,prouidere , mederi.
chedelcuorprofondotragge.Mlfadelmalpafiatotrag- Boc.,Auiii di fiurmrfi d'altro famiglio. In babitodi
ger guai. Che de gli occhi mi trabe lagrime tàte.Che Ma pellegrino , ben formio, di danari. Era di figliuoli afiai
he dal cor fi lagnmofe rime . Come d’afre fi trahe chiodo bene fornito . & quando dinota compire ,0 finire per
conibiodo.Cbetrahefhuomdelfepolcroe'nuitailferba. guamirefimare.uedia lòfi.
Indi trahendo poi [amico fiato. Soffiiri,aUbor trabete len Guarmre,ptrformre,prouedcre.uedia tófi.
ti CT rotti. Tramene faluo da gli etcrm danm.Che'n carne GQuemo. Lat. regimen,gubernaculum. Ttt.&alGo-
effrndourggiotramiiariua. .Anthor torna fruite a trar uetno Siede l fignor ;anziil nemico mio. Col gouemo
ne fuore. Trarrebbe a fin quell ’affira pena,& dura , ideH
conducerebhe .eh’ aiduro fianto il di mille frfpinTrarrei
per fórza.L'altre maggior di tempo, & di fortuna T rarfi
indijparte. Terche quelche mi trofie adamar prima,
-Acerbo andior mi trofie a la fua ftbiera . Tien é quella
di fua pietà natia . mia una Stanca fenga Gouemo in
mar, che frange. Taffar l’Euphrate feced mal Gouer-
PO, Et non bauranno in man gli annil Gouemo. Hoc,
tfpnhaueré dell' altrui Gouemo bifrgno. .Al Gouemo
deile laniere delle donne . & per lo Gouemo della nane ,
ineffabile dolcegp(a , Che del bel uifo trafoen gli occhi uni dtemone. uefi 4 1 05 1 .
miei Giua'lcordtpenfierinpenfiert quando tutto fr'ltraf Goacrn2tore.Lat.gubemator,ra8orfitodcrator.Bo^
ferduO.TrafemiaqucitreJpirti,iberiftrettieraHO.Itrat Soggelto,&obedtenteal Gouematorefiio.Etcbthabbid
toafórga,&id’aHiorefcorto.Haueacolord'huomtrat- monot CoueniatoriAraiutatori,frnoHgli bnomini i
to i una tomba . Ter piu dolcezza trar degli occhi fuoi.i, Couemare. Lat.regere, gubernare. P e x quel benigno
pigliare^ o c.uedi alf Indice & a 1487. &a 14J7.
Reggimento. Lat.reghnen, re(lio,imperium,gubemacu-
lum,admimfiratn,magifiratus. Hoc. ’Hmna cofa re fra
piu a fare al mio Reggimento. Conofeendo la Reina, cbc'l
finedel fuoReggimentoerauenuto.Ciocheafarebauef-
fe , mentre cbe'l fuo Reggimento durafie éuifi.I Reggi-
tori delle torti . Si contenti d'effer corretto da colai Reg-
gitori . uedi [Indice ,
Rfggere. Lat. reggere. P i x.x<;g4 quetla naHiaUa.Secoiu
Rcfihe’l cielgourrna. Com' amor doUtmme gli guucrna,
Jiuelie cofrfibe'l del uedge &goucma SìjieUht'l mon-
do touerna pur col aglio. Ma come (b'cUa gli gouernififr
udga. B oc. La mchezza, che fiata era di Ferondo,co-
miruii a gouemare . che uoi torniate a gouernarc il uo-
flro contado . Gli Du dobbum creder, < hegouermno noi,
(ir le cofe nofire. uedi [ indice .
Curìfr'lgouemo.Lal.®imenfiiligitiadiUicitudo.Vir,
Cura hflrema, Mirabile ,yd. Dimta faiute.OgmUf
Gioue
C I E I. O
Gioue
5?
tura . Ogni altra Cura .Tcrò fignor mio caro haggiatc Et gnardalinonfórfetaatolilKralerfierf difiderafii,ihe
C» ra. Da por fica Curatn cofi altere , & none . Qji^i he m Troégaluà cade/iijaqual non a meno nule altri (on-
Cnra di noi . yeJraJfi quanto in nan Cura fi pone . B o c. duu^be Canarina . P h.
Et qnafi mnno mano banca dell’altro Cnra.tl a Ini tutta Iacopo . Lat. lacobns . coflm fn nebil Vadonano della ca-
la Cnra della nofira famiglia commetto, uedi C Indice
Curare per far conlo.Lat.inrare^nimainertere,parntfaee-
re^ibilifaeere .V tr. Et fe cofa di qnal nel nel fi cnra.
Tno regno f}>rcg^a,cldel mio mal non tnra.'Hon cnraae
di tua, ne d'altrm for^a.DeCarbornhe ne fot enra^ge-
lo.O t'infinge fi non cnra fi non s’accorge . Terò cbidtlno
fiato cnra, o teme . Tipn curando dime , ne di mie pene .
Che'n me ti mona a curar d hnomfi bafio.Tde fuon enra-
ua é jpezgata nebbia . Et iC altrui loda curerai fi poco .
Tipn curi chi fi fia di loro in terra.Cb'i non curo altro bé,
ne bramo ahrefea. Di ueder lei , che falò al mondo uro ,
che non enrògiamat rime,ne uerfit. B o c. ueà l'Indice .
Dan. Curan di te ne la corte del cielo.
.Attendere. Lat.nacareancnmben^reoperamJjabere cu
rim , perhauer cnra ,folIecitare ,odarc opera . B o c.
finalhora gli altri intorno agli loro ngi, i impcdiii attetu
di re non ut potefferojembunte facendo di attendere alla
caccia.Tiniaro al feruigto dt Tbdoflrato attenda alle ca-
fa di forno .Andreamolto ricco .mabeflulmente lonfu-
mò le fine fnSlairge; Et tra Colt re jne floltiliefindaiidn pi r
la Brenta a Feneiu con altri nobili gionam , et nedendo
che ciafenn di quelli sejier citano injvnarc ,ointjm.tre,
per non parere tra loro oàojò,gittaua ad uno ad uno i da-
nari nel fiume . Et altra uolla uentndo a lui molti giuua-
m in mila, & ucggendogli da lontano, per fa r loro bonore,
fece mettere fuoco in tutte le capanne,^ cafe de fuoi agri
cab. Da k.O Iacopo dicea , da fànt .Andrea .
Dono.Lat.i^munni,loprefente. P e t. .Aperto,Caro,Bel,
C elefie,& Gratiojo,Doni liartfit Cclefii,E’n Don le cbieg
gio pia doUefiueila.Due rofe frefche,V' colte in paradijo,
bd Dono,&d' un amate antico,efi- faggio. ho c. Degno
iogm gran Dono . farne un caro,tà- Solenne Dono a no-
li ro manto . Ceri bebbe il Dono carifiimo, Ticciolo. Lat.
munnli ulum . ultimo. Doni CranJifitmi, Maramgliofi ,
Canfiimi,'H^iliMagnifiii,ÌDttbi.ncdi l'indice. B E m.
Dono della natura,
mere. Coluifihealgouernodtloro attendea..A niiirf altra Donatore. Lat. & prabitor , largiior. B o c. Domenedio
cofd attendendo fihe afarc.Congente delta guardia .ttten abondantijiimo Donatore. Gb Iddif fono bberaL Donatori
defie.Etpregatofibeaqnellecofeaitendegè.lonÓattcdo delle cofe a ghhnomtni.Ejsere noi medefitme Donatrici de .
a lofi fatte nouetle .Dan. "Usn attendere la forma del noli ri guiderdoni .
martire J.nonpenfare. .Attendi ad altro, nedilatauola. Donare. Lat. munerare, mnnerari,largiri,elargiri .P tr. jj,»
yacare.Lat.& ineumbereper atlcndere,odaropera.h O c
Etgb duo difègnenti a quelle cofe uacando, che prima U
Rema bancua ragionate. Che ad bonore if Iddio piu lofio
ad oratiom, chea nonellare uacafjino .
Guardia, ^jr. cujiodia ,ual gouerno.P UT.'Partendo m
Guardia la piu mbilfalmadufcuti.Chegb bauea in Guar
dia biftoricofi poeta.l dii in Guardia a fan Tietro;hor no
Donarealtrnilafiiadilettaffiofa .hoc.'Hpn ni uogbo
qua donare ne eaflellajie ciilà.Ti debba piacer di donar-
lomi .Seni piacerd di donarmi marito , Molte gioie , che
egh,& la Rema allagiouaue donarono. Fna roba le donaf
fé. Se noi mi dvnafie ciò.e'bauete . -A giouani Rodutm fu
donata la ulta. Et donatile Dom.uedi [Indice. Beh. .Ad
alcun altro non dam .As. )
ptunò. B o c. Osbecb lafcuta a Guardia d'uno fnc fami Largire. Lat. largtn,Cr donare. ho c. fluì le non pen fate fe
gbare la fica bella donna .Con buona Guardiane fuma»- die da uoi, fi furono largite da Marte. .Ah. P e r.Hor
dato alla cbtefa. uedi [Indice. Dan. Dotte per Guardia uersi in una ogmfualaigitate.D a n.Terch'i pregai, che
delle mura,rm & piufoffi cbigon L cafielli . rm largtjie'l pafio.Di cut largito m'haueua il dtfito .
Cùardare pergouemare. Lat. cufioàre. Par. dolce miope Mancia. Lat. fìrena.mumisfilonum . iquel dono che fi fuol
gnojChc natura mi tolfee'l cui mi guarda. Il mal guarda dar a fanciulli la fefia di natale, onde fi dice buona Man-
te, & già negletto mio. ho c.Macb'egliuoleua guar-
dar le I biaui de tnagazuti. Comando a due; ebe Gmf cardo
guariauano,che lo flrangolafiero . uedtC Indice .
Cuardatorc.Z.a{. cufios,ual cuJlode.hoc.Hoelettote
per fedebffimo Guardatorei un mio fecreto .
(il & eattiua Mancia quando fi dà irifla cofà , o danno
nellaperfóna,come aér buona,& enfia nouella. Dan.
Trima é trifta, &poié buona Manciapdeji prima per-
coteua poi f annua la piaga. Kt. i.Damepwtofloaduu
filo amico Mancia,
ÌAiailìro.Lat.&adminifier,&adminiflrator. P et.Ei Sttcni. tlmedc fimo ,cb'i mancia .D a s.Etmai non furo
IO ebe del dolor Mmifirofui . Quani ecco i tuoi Mmifirifi Strenne , chefufler di piacer a quefle iguali . per la rima
nontòdoue.) hoc.Cotuino,ficameMinifirodi>'ene- uipofe In, doppia.
re , fi auisòé poterla pigliare .Et fe Miniflri chiamano Pnft:tite,dono.Lat.munus/ionum,&largitiofitparapber 41 j
della giujìitia . La natura , & la fortuna due Minifire
delmondo.
Liberalità. Late^ largieas,miinifititia,benificentia. Boc.
Maggiore,Marauigltojà . Di pietofa Ltherahti piena Ti
tailatuaUberaktà.D Att.Le fiuemagnificeiitieconom
feiute Saranno anebora sì ; cb'i fuoi nemici 'ffpn ne patri
tenerle Imguemute.
4*1 Liberiic.Lat.&dapfilis.hoc.LiberalGentil'huomOiSi
gnorri .AmmojGli Iddu fono ottimi, & Liberab donato
ri delle coli a gli buomini . Isberabfimio firuidore .
Prodigalità. Lat.uallarghe:cg^,& coafumatiouc. Boc.
na ìloprefenteche fidona ala donna maritata .ho c.
Grande, & nobile i lo Vrcfimtejifi- pretiofò U terreno, che
fi fatti finiti produce .Tn.Et come il Trefcnte dauami
da uotjàrà pofìo . Lat. apophorata, oruni. T H. Et perciò
[ultime gratie,lcqualrendtre gU debbo gtamai di cofi
granTrefente .
Trefentare . Lat. numerare, prafi mare, & donare .Boc.
I fiori occultamante fe prèfiutare alla fua donna . Et per
potere hauerc la dnaeflicbett^a di Mona Belcolore a hot
ta a batta la prefimaua ."Porti certi falconi pellegrini ai
Saldano, & prefentoglie ,
Cioue
CIELO
Cionc
Prefcntagionc , ual prefetitatione , luogo Jone thuomo fi iato a C opera gemile . Datemi pace o dolci tmcigt'errefi.
rapprejenta per notijicarfi .Boc.Fe mpHO far chiaro “Hoti sò che ffatio mi fi iefie ditelo . Ben me la iifpna tom
(ufficiale Squalo flà alle T>rtJimagiom . fio la rttolje . ^ me diede occhi, elfiu iidu<ii,c‘l min ti
Cuidi:rdon,& Cuidardon,ilpnndo,(!r è f'o.prouem^le. lolft.Ro c ucétlndice .
lat.pramiuni,amidorum. V tr.Mvlto comranoilCui- Darefer porgere. Lat.&praJlare^tporrigere,oprin dare,
dardonia f opre . onera ripojìo il Cnidardcn de la mtafe fuppelias ferre. P E T. 0 darfoccorjó alle mriiitt afflitte
de.,Amor quando fioria mia fprne ,e‘l Cuidardon d’ogui
mia fede. B o c. Fece il Cutderdon uenire. Et io per tan~
to amor morte riceua per Guiderdone. Ma quefto beni fi-
do merita alcun Guiderdone ,Allcqualt cofe uide i Cuidir
doni fecondo l'agittionrfeguitarc.Donatnci de uoftri Gui
per piu doglia darme . Et uoi fi pronti a danni angtft la ,
C- duolo. Dunque perche mi date tanta guerra f thè pur
tanta baldauTta al mio cor diedi . quando amor diirr.mr.
(tal amor ditmmi aita. ) Terdarforfedimenonbafitef
tempi. i.porgcre , o lafciare . B o c. nidi l'Indice .
derdoni.O Tbebea mala Cuiderdonatnee de ritenuti jir Dare,ha piu altri fignificati, fecondo gli fuoiaggionli . P et.
uigi .Fi. ucé l'indice . B e m, jeno prouenzalt guider-
done . T R.
Guiderdonare, lat. remunerare,penfare,compcnfare,retri-
buere. B o c "Promettendo di ben guiderdonare ammiue
del nceuuto fèruigio ,Tk. "fion di bilame me ui haurei
guiderdonali. T H. Iddio che degnamente haueagutder-
donato Federigo . uedi ( Indice .
"He crollo pqfSo dar.i. fcuotermi , Lat. excutere. Che nef-
Jun’altrofimepkodaruanto.ijiantafi. lat. iaRare . "Pii
mi ual f}>eronar,o dargli tiolta.i.unitarlo . Lat. uolntrein
gyrum. Ver darmi a dtuedtrjeb'al fuo defilino Mal ehi con
trafla.i.conofcere,o mtendere Lat admemre. -A eui tutto
Ifraeldaua le fpalleJ.uoltaua,ogiua in fugaalare terga.
&altnmolti. B o c.uedi all'Indice.
414 Premio. Boc.lo'uipregpinPremiodetta Impetrare. Lat. per ottenere gratia. P tr.M'imprtrrgra, qi6
ma uirgnati, che ci recai. La ingiuria fattami in Premio
del grande amore. A R i.PatirfipuoiChePremioalben
feruire Pur mene al fin fé ben tarda a uentre. Che l'oro e'I
Premio ognidureg^a inchina .
Premuri .Lat.prxnnan , dare pramium .B o c. Per pre-
miare il caualiere dell'honore nceuuto da lui . Il Re, il ca
uahere altamente premiò .
tia^h’ipojia efierfico. che merci m'mpetrr.Horpoi che
da madonna non impetro. 0 qual grana mi fia fé mai F im
paro. B oc. La gralu d Iddio da pneghi di 1 oloro Impe
Irata . Doue noi una gratu m'impetrutem fon prefìoeU
farlo. Dal fildano impetrò , che dauami uenir fifacefle
.Ambrogmolo . D A K . Che quello dentro impetro.i.ritrn
gp fifiamente . iiediaqq.
Offerta. Lat.oblationet ,&offerrimenta. Boc Quanti .Admettert. Lat. adniittere,ual concedere, accettare. Lat.
moccoli ricoglieua tutto Canno d Offerta non farebbonola Sufcipere,reiipereA/>umece. Ari. Che facilmente ogni
metà di cmque lire. Dando migliore Offerte, che u fa ti non feufa t’admette .
erano. Dan. Però nece/iitato fuagh hebrei Pur l Of- Concedere per dare. Lat. & condonare, permktere^re,fa^
ferire , anebor cb’alcuna Offerta Si permutafie come fi- cultatem dare,poteliatem concedere . P £ t. Come eiafeu
perdei.
Offerire. Lat.offerre. P e t. Con tanta maeRade al cor s'of
ferfè. C be' l padre e' l figlio ad una morte Offerfe. La poca
tcifla a me dal cielo offerta. Boc- Il fuo aiuto in ciò, che
per lui fi potefie offerendo . Offerendole é menarla a ca-
fajua. Offerendofi di irouarghela tale. Quello che tu offe
na par che fi uergogm Delalorno CimeffaeCr torta uia.
Boc.I'npcacSiodono,chetidomanderò concedere mi
uogU. Dico ch'ida concedere llqualeffe a Iddìo piacefine
concede a noi. Furi che concedeua il tempo, a» concederà.,
uedialtindice. D uu.Maupercheuentrmiocbi'l con-
cede (Perch'io difii ; Maefiro bor mi concedi..
TI di uolerfare.T 1 offero il imo aiuto. Inuoiato haurebbe, -dttribuirt. Lat. tnbuereAttribuere,afcrii)ere, arrogare jtd '
& rubalo con quella coftienga , cbeunfànio buomooffer dare fi concedere. B o c.Quefla humamtà del Rejn gran
rebbi, uedi l' Indile . dehonorefu attribuita ni fpetiale Dico che a ciafiuno Fot
’Profetti. Lat.Matio.Boc..Alladonaa,ficomebifigno tributfca^tlpefofiff tbonore. 13 un. Et pieé,e7 ma-
fa piacque iaProf erta. Il caualiere udita la domanda,& no attribuifu a Dio
la Prof erta della fua donna. Per le grandi Proferte che Porgere per eflendere , dare fi concedere. Lutfixtendete.por-
fanno.Ilgiouane nàte molte uolte quefieThraferte . vigere. P i T Due porge ombra un pino. Et la man defira
Proferire. Lat.proferre. Boc. .Aecucbe il Zana gliel prò» al cor già Homo porge. C h'ella ti porgerà la bella mano .
fertflein dono ,& gli atti cbeaccadeunno proferma.il
fèruigio , che tu mi proferì, llqualc per arte di negro-
mantia proferiua di farlo . Marauigliofi doni mi ha da
parte fua proferii.
41/ Dare per concedere. Lat. & concedere,permittere,& condo
ture. P E T. Per dar luogo a la notte. Che'lmondo tradì»
t or può dar altrui, che ui può dar dopo milC anm ancho-
ta.Pur mi darà tanta baldanza amare Jiii darà penne in
guifa di colomba ( Et torre taìme a corpi,rt darle altrui,
Douefie’lpregiodipiulaudtdarfi.DiiiolaTfopra'lcielCli
hauea dat’ab. Mi date quelalomFio mai no fimfatio (S’al Sporgere . Lat. exporrigerefiXporgere,protendrre. ual por-
che a giucchi fanti Porgefie alcun dilato . PiH fondo del
imo corgliocchi noi porgi. Deb porgi mano a l'aff- muito
ingegno . "Porgimi la man defira in quefio bollo . Chi piu
degna la mano a fcriuer porjè. Quefia ffieranza ardir uà
porfe. Quanta dolcegga porfeagU oci hi tuoi . Et ratto a
quefia penna la man porfi. Da man defira ,ouc giucchi
prima porfi .D AK..A le nere parole, che ti porle, l'dir
uonpotei quHche a lar porfe. B o c.Peròchcdileitopu»
porgere . Qjielcheuonmemdilcttofib'altropoTgeHa era
un fiuimcello. porgi cotefli preghi a colui . mediali' Indice.
tra fferanga le mie rime nane Gli hauejfer data.Lo Jiame
della uitafibe m'i data. Et Faine dote a me date dal eie.
le. Et bor it un picciol borgo un fol n'ba dato , S'baueffe
gere infuori . D a K. Perche con gbocchi m giù la tefla
fforgo .Boc. l'idcuna cafa fopra le mura del cafielle
^rtata^alquantq in fuori ifotto^ilqnal ffocto deliberi. 't
^ d'andar fi
Gtoue CIELO Gìoue )4
iindarfi ajlare vtjiao al gtora». uetU a Sporto 4919. ?(e pen[i, che perche ufojfer tolti . Se non che'l nedcr uoi
Tenere f ir dare. Lm. dare. V n. Et poner fine a gUinfimti JieJieM'è tolto. Tolte l’arme di mano. Tolto m'hai morte
^«41. V I K.finemjiunponeretnru.Van dal cui mena il mio doppio thefanro . Se urna & morta ne douea tor pa
te. Unandondidir iponmente a l'altro lato.Etpongo ce'Pifdeilaameper tutto ilfuodifdegfloTorrà giamai .
mente uuorno. Vor pne al mio dolore. Hoc Ioni rubeg Et torre talme a corpi , ctr darle altrui . Che Laura mia
gio per Dio , ihe le londilioni pojlemi per li due cauaheri potefie torre a morte . S'il dijji . io ^taccia a quella ,cb'i
tuie miojicrut . .AqualiragionamcntiCalandnnopoflo torrei.B o c. uedi C Indice .
erecibu . Infino al tempo poHo fi licite m prigione , Et T oUeia,& ToUeto dal nerbo T orre. Lat. raptus, rapina, ra~
porrouui ju^oaliun lelluello. uedtlindue. può. raptum.D A n. Kuine,mcendi,& Tollete danno-
Dijfienjare. Lat. dilfimcreccollocarejocare,confiituere, tona fé . Di mal T oikto iiuoifar buon lauoro, idefl é ruberia .
/erre .P tr.Ei col tempo Jifiieala le parole . .Amor tu , f' oce Furlana .
cb'ipenfurnojlriéfjienfe.ìioc.ll'Papabaucrjecodi- Ritogliere. Lat. refumere ,reàpere ,aufèrre.T tx.lOtogli 4J0
^enfilo di poter torre altra moglie. .Ad impetrar mRo- amorte quel eh’ ella n’ha tolto. Tatuo uince& ruoglud
ma dal lauto padre ,tbe nel difetto della troppo giouane tempo amaro. Et al mar ruogbeJfeipefci,&l’ onde. E’n
età dijpenfi di lui . ueé Cinéte . fomma lal,the a morte mi ntoglio. Dio che fi tofio al mi
odrrogare,per dare,&porgerc,tÌrperatcrefcere.Lat.auge do ti rilolfè . .AUhor ihe Dio per adomare il CieloLÀfi
rejcr arrogare. P tr. Et duolmt, ih ogni giorno arroge al ritolfe.Ben me la dii,ma lofio la ritolfe Et Ritolta a men
dtnnoJ.porga/iaccrefia.D *.n.&arrolemi uncenno, buon non da piu degni. Boc.S'eglife la ritoglieua non
Che fece crefeer l'ale al uoUr mio. Ar i.arrogepoi con doueuaff lacere,
loro Con Ferrai piu d'un famofo Moro i.s' aggiunga . .Afiumere Ut. & accipere. ual togliere fi pigliare. D a k.
418 Preftanza. Ut.mutatio,mutuum,& prafiatto. B o c.'Pre Libero ufficio di dottore afiunfe .
ferodallauoratore inTrefiangaduemantcllacciuecibi. Accettare. Ut accipere, fufiipere per riceueregratamen-
Tielle Trefiange di danari firalealijfimo renduore. te.D a s. Con quello ^fb , ih' ogni noto accetta . ^ io
Trefiare per accommodarefioncedcre,^ Jare.Lat. ^com- però l'accetto.
modare,ntktuari, concedere ,Jare mutuo , & mutuati . Accetto. Ut. Gratus,& acceptus Mal grato. Dan. EfSo
P s T. Etprefia a miei fofjitr fi largo nolo. B o c.A qua. litare fiato Accetto, &faHfio.i.efiofacrificare efierefta
U, alcuno aÙeggiamenio prefiare . Fallofi prefiare uno tograto,^ felice a Dio,
de (uoi Anelli, a ciafiun fogno tanta fede prefiano.l Scotti, tolta, cfilufi ,priuata ,0 ffiogliata . Ut. excufla .
quali al ogni materia prefiano abondanttfima copia dira P e t. Hor hai priuata uoFìta una, & Scofia D'ogni or.
gionare .uedi t Indice . namento. Che quando io fìa di quella carne ScofSo.’Hg
. Sficdere. Lat. reddere. P e t. Chea penagli potei render fa rallentale le catene,oScoffe. Etlordetufat'armeambe.
lule.Rendaaquefi'occbile lorlucipriue.Etott'è,cbice’l due Scoffi. uedi a jfo.
rende, 0 chi ce'lfer'oa.Cbor per lodi amga Diopregbi Riccuuta Sofi. cioè tl Ritenuto, la confefi'tone deidebito,
m rende, che unuo mi rendei. Al buon te fior de gl amo-'’ IM. Acceptio,Acceptilatio. non fi troua negli fcrittori.
Tofi detti Rendete honor. Renderò a lui che'n tal modo gli Riceuere . Lat. rectpere , & accipere . P s t. D' e ffier fenxa i
gmdaJlieiidiagliocd}i,agliorecchiilproprioobietto.Re» Roman rieeuer tono. &^n ricetto inganno. Gli ffiirtt,
dtmta'efierpuo. Ubera & fetoUa. Hor lajfo al^o la mano, che da uoi rieeuon mia . 5 o c. Tifuna cbiefa uorra il firn
& l’arme rendo.Mi rendon l'arco ch'ogni tofa filetta. gli corpo riceuere . Qjiil afino da in pareteial riceue.uriaU
occhi ti fujier toUiMn mille uolte, & oiu di nulle, & mi 'tra canaletto riceuea . yen riceuerete per ogni un cento .
le Renduli .già però non m'hai rendmto bonore.Mi rende f Ritenuta Ser ciapelletto la procura. Rieeuuta la ingiuna.
fèrundilamentefciolta.Boc.uedtl’lndice. , Ritenute yoci.Riceuuti Danni. L’honore da lei Riceuu-
tti^ndere. perrendere.fruttarefi dare. Ut. uotic rifjxmde- to . uedt l'Indue . D a n. riceuette,come acqua nce-
re.Boc.Hgnmn’alira Rendita et a, che di niente gU ri pe, in uece di riceue . Cantando riceuemo intra le foglie ,
ffiondefieJjiroeiUraieJequaUdigranuaataggiobenegli Che teneuanbordon delle fueriine.i.riceueano.
Tiffiondcuanojaendeuano,ofruttuauana . Benignità. Ut. Baie.. Crandiffimafipuo dirla Benigniti
Reciproco. Ut. ual corrifpondente. A Ri.£t l'animofi (Cfddio.Dafua propria Benigmtà mafia L’bauefìe a tan-
fide.&- fi deuote D’un Reciproco amor dina bauer merlo. ta Benignuà recato. E' tanta la Bemgnità d’Iddto.U uo.
Rtndjtorc. Lat. refittutor. B o c. Tercioche egU era nelle lira Bcmgnuà uerfi di me mo firata .
pre fiate àianari,chef atte gli erano lealiffimor editore. Beaignì.Ut.Et iomei,placida,&mitis. P sx.&B oc. 4JI
’Rcndiu .per la entrata uedi {otto diVlutone Dio a 11& Bemgna'Hatura,MadreJ^artuna,SaUite,Madonna,Sul
419 TogUere,& torre Jm. toUere,auferrefiripeitfiUgere, acci- la, cr lntciuion,tkiitgnc Donne , Menti , Accoglietcfe ,
pere. PiX.D'ir pareafio di me quel che tu poi.Signor mio Oreubte, & Stelle, Benigno Colle fiiudicio , Lume ,Rf,
chenontogli. Altrui colpa mi taglia Togliendo antfi per cS,- Signore, BemgniA{ffietli,Benignameme fica mercede
lei finipre trae guai.quel che piu brami mi togli, perche a aftolta.B. Calutafido.B.afiaipar che m'afcolte ,Rtceui,
uoil’andarfitolga.yederquefi'oichianchornonii fitpl B.lultimo dono .1) ah. Benigna Jntention. Tanto Be-
led toghe. Qjtellacbe acuitoli mondo fama tolte. Toìfi nign'hauea difuorlapelle,Senigm>Animal,Cielo,Àffiet
Giouanm da le retefifi- 'Piero.Cbe lauia fua pregnante col io,Signurc,Varlare,Benignamentefu da Im ricolto .
fi altrui, il piu tt diedi, ei men ti tcdfi. U Lbirtà mi fu Bcaioanzi. Ut.bcn^miaiJionitas,probitas,humanitai,
tolta . U falfà opinion dal cor s'è tolta . Cb a Gioue coke pietas, ual benignità, bontà . yo. Tronentfale . B o c.
• fititarmedimano.lHiiei foffiin a me perche non tolti i Ter nera uirtùdeljùo pruno amore Di fintma£eninan^
Cioue
CIELO
Gione
fhnpre fiena^Ue rime cf^meto. D * n. Kr *i«« kiiKe fulminare . Lat. & Saettare. P et. "tionfiir mai Chue , m
fon fua Bf nwiMJi , Ma uofira Hitajèn^ mev> ^tra la Cefare fi mofii jl fulminar coluiiifueflo a ferire. Mtlbor
Jòmma Beninanxa alt antica. che fulmmato^morto giacciue Ilmio^rar.
DUcretiou.Ì4/. frudentia,modefliaa>ioderatio, pudorju- Lampo, Lampa.Lat. fulgor,Lampus,&fulgetrumatal
dutum . B o c. Secondo la Difcretiou di quelli . La Di- ffCendore . P e t. ChiareeLampo . Chiara Lampa. D a k.
fcretion d'Emilia noSlra Bcina. Et con Difcretion nepre- Di quelPincendio tremolaua un Lampo .
fe il fuo piacere. Lampeggiare. iaf.fomyfaM.P et. £7 lampeggiar de
DiCcreta.Z^. & mode fla,prudem, commoda, honefla . ual t angelico uifo . B o c. Rinaldo il Lampeggiar de gU oc-
fauia; ma tiene altro fignificato appo noii perche appo La thi delia donna ueggendo. feggendo alcuno Lampeg-
nni fignifica feparata,ii2r appo noi dinota colui che ha di- giar (tocchi .
/cretioHe.Lcbesàdifcernere il aero dalfalfo .Vn.Etfe Lmpeggtare. Lat. corrufeare, fulgore. P e t. Ch'io uiJilam
MonfoPe la Difcretaaita , B o c. Maniera men Difcreta. poggiar quel dolce uifò .
i Difcretedóne.Difcretigiouani.Thtlomena Difirettpima . l.ìmpìài,CTLampanadapiuamicbithofcani,doues'ac-
Difcretipime per feme .EPendouot tutte Difcretipime,& tende il lume con Colio. Lat. Lampasaicendula,&cicen-
4J4
della Ly clima penfilis .& Lucerna bilychnis ; la Lucerna
didueLucigmoli. B o c. f'idiin epa una lampada acce-
fa dauanti alla pgura della noPra donna .La. Et acee/è
le Lampade , éedero maggior lumi . A m. A r i. Surgea
nel megp in ben locato altare. C’haueadinam^ unaLam
pada accefa .
moderate. Difcretipimofinifcalco. Si come Difirctijfimo
huomo. Difcretamente. Difcretiffimamente.& Imtnode-
Put,& Indecorus uale Indifcreto .
Manfuetudinc . Lat. & humanitas . P e t. Indi & man-
fuetudtne,& durexxn. B o c. Intendo di rendermi bem-
uola la tua Manfuetudine.driltuo amore.
ÌAit\rueto.Lat.&humilis,placidus,&quietus. P e T. Afrt Baìeno. Lat.fulgetnm,fulgur,&corrufcatio,èraggiodt
fueto Mgnello.M tto,CoPume,FanciuÙofiifò,& Manfue fuoco, che uien dal cielo con uelocità ne tempi della Rate .
topm Gioue,cbe Marte.Màfueta .Agna.Manfuete Greg D a tiSubito,(y- jpepoaguifa di Baleno. San. Caggiam
geJDonne.Ro c.Manfuete yoci,Manfuetamcnte.ue- Baleni, ^Tuonquamimaiuiderol per Giganti in Tbit ■
di l’Indice. gra. A ri. Che fu prePo a girar, come un Baleno .
Bianfuefare .per domeRicare far manfueto . lat. manfue- Balenare. Lat. corrufearejó' ^lendere. P e t. Come colBa-
facere,manfueperi,manfuefcere,niitefcere.f'oce che lenar tuona in un punto. D a tt.EteccounluPro fubtto
non s'ufa . trajlorfe Tal che di balenar mi mife m forfè . Ma perche' l
Maiife. Lat. Manfueta .Dan. Qiutli fi fanno ruminando Balenar come uien reRa. Che baleni una luce uermiglia.
Manfe Le capre . Et nafeondeua in men, che non balena .
Piano, in uece di manfueto,modePoJiapo,& bumile. Pet. yibTiTe.Latual mouere con fretta ftlgorando, onde fidice .ije
Ma poi che’l dolce rifa humtl,& Tiano.U mia nemica in uibrare la ^da quando quella è mopa con fritta uerfo il
atto humil,& Tiano . Son afringer d cor timido, & Tia file. Pet. Laura foaue,ch'al fil fiiega,& ubra .Ari.
no . Tofeia cbe’l dolce amaro j& Tiano Lume. Hq/r ajpra. Ecco uibrando la fiada tagliente .
horpianaJioréjpietata.borpia.L'angelicafembianga .Arrandellare .Lat. iaculari , ual lanciare . Ari. "Prende
bumil,& "Piana. D ah. & coiUptciommi a dir loaiie,^- t altro nel petto , dr t arrandeila In me^ alla attd fi-.
Tiana.&quàdupgnipcachiaro,&Talefeuedia i6St. pralemura.
tirperlapianitraatiO).etperampio,etlargoa 17^4. S cagliare, per Unciare jmetajolta dal fcaepedare de marmi
dr per quieto a %qij, . - .
quando le paglie Spiccate uanno con oehciii a gufa di
faetta. Ari. Da jèperforga in uerfo t mar lo paglia. '
Cittare. Lat. iaculari ual lanciai. B OC. Comincù a pet.
tare,&agittarpietrePuno uerfo Poltro. Eglimictédet- '•
tefiauentarecolgittarenonsòthenelpozxoTerlokiJ»
, dandogli chiana lordura^ chi urf altra, Tirro uà /nò
taui iù,&gittane alquante di quelle pere. Dipe k polare
pttatigiùpiutoRo . Calandrinohor qua horU fkltandn -i.
douunque alcuna pietra nera uedeua, fi gittaua.
ardenti.lì A h. Da cut Crucciato pre fila Folgore acuta. Tirare. Lat.ùuulari,trahere,JirigereiRu.ualrimouereda -t
Copnel fiammeggiar del Folgor jantoJdel filendore.T er fi, drf cacciare , come Parco, che tirando fiocca .Pet.
rAdtomeFolgordipendefie. ContraParcotamor.che'ndamotira.Ou'amerParcoti- '•
Folgorare. Lat. figurare. ual pieadere,& lampeggiare ra,drempie .Ch'aforgaegnifuofdegnomdietrotita.^ V <j-j.
fulminando. Pet. 7{pn come foglio d folgorar pauento . per cenducere,uedi aqt).
Et folgorar i nodi ond'io fon prefo.f'eggioibegLocthi,& Muentare,ual tirare gptarefilanàare,&apprePare. Lat. 47^
FOLGORI, F V LM 1
Olgore. lat. fulgur. Splendor, &fulgi-
trump faetta accefa celePe, onero Lampo .
PtT.yn gran Folgor parea tutto di foco.
Oue non fiira Folgore , ne uento . Sljiei tre
Folgori tre fcogli diguerraMuu Folgori
fb^orarda lunge. E'I chiaro lume, che fparir fa'lfole Fol
goraua d'intorno . Folgorando d percofie .Dan. Ma
quello folgori ne lo miofguardo.
Fuin nine. Lat.fulmen il UmpoM baleno, la lofena . è faetta
accefa, che uien dal cielo. Ari. quaP d Poréto,e fiupido
aratore Tot cb’è pafi’ato d Fulmine fi lena Di li, dtue Pai
infinto Fragore "Prefio a limarti bumfiefiPbauea,
iaculari frofdireànfultare. P Et. Io hauro fempre in 0-
dio tafenefha , Onde amor m'auentigid mille Prali.i.tia
trite lanciò. Veri t'oltra'l fùo Pd ella sauentaJfifa mnan
teipiu dtlPufato. B o c. Il Lupo figli fu auentatoabag»
la. Che già al cotto egli fi uoleua aueutare. La pefie p aui
tauaa poti, che fi facciad fuoco alle eofipccbe unir,
& qui usò d proprie uocaiolo da la tmt detto Morbntadm
ttemttm
Gioue
CIELO
Gioue
timitiusqiuni» aatfo.&fen^noUrt colpa armene.
Dan. Temendo l fiotto,che (otto lors’anenta.Vofcia ut-
ile auentarfi nella cuna . Et ecco ad un, ch'era da noHra
proda S’auentò un (irpente.
pattare. Lai. repellere, rrifcereualgittar aia , & Ributtare
ual ribattere indietro . B o c. L'-dndreuola uirilnientefi
^ éfeji , lui con uillane parole , & altere ributtando indie-
tro .Et da Cintone feriti, ù" ributtati indietro furono,
Dan. La giu l butti ; & per lo fcoglto duro .
Arco . Lut. arcus . P s t. Ond’amor l'arco noti tendeua in
fallo. Indarno tendi [.Arco; a noto fcocchi. Et la corda al
f orecchia baueua te(a . Si tojio come amen , che l' .Arco
Scocchi, aedi fatto Marte . d 4 85 .
4J7 Sictte di Clone. ide(l che ukn dal cielo. Lat.fulmen T.E
pur Gioue dal ciel fulmina , e tragge Saette acceJè,cofi
fulminando.
Saetto. Lat. Sagiita,Spicu!um,& iaculum. P s t. Oue fo»
tea ^ntarfi qgni Saetta.Fenr me di Saetta m ijuello Ra-
to. Il colposi £ Saetta, cynondi^iedo.Etqual cento fe-
rito di Saetta . yna Saetta dt pittate ha prefi . I dì miei
piu correnti, che Saetta. Con fue Saette uetemfe, «Sr em-
pie . Rotte tarme cC amor [arco , & Saette. Con l’arco in
manojdr con Saette a (tonchi. Ipenfier(òufaette, e’I uifo
un fok. .A(pre,&Uccefe. B o c. SaetU,Saetee,et Sact
tomento , uedi alt Indice .
Saettare . Lat.fagittare , iaculari, & iaculare .P et. Et ti
comefaetta , & come inuola. B o c. Semgapiu attendere
aputtare , eira giitar pietre [uno uerfoFaltro ( fefaet-
tato e(iere non uoleua .) Dan. Saettando quelt anima
fi (nelle.
I Freccia . i la fletta, 0 il (Itale .Ami. ferito , ouunque uà
porta la Freccia.
Calamo .per la fretta , 0 freccia .Ari. yoigonfi tutti gli
altri a quella banda Omt era ufcito il Calamo homici£i ,
Cocca. Lat. cremjl la concauitd della faetta , douefi pone
la corda deltarco .B oc. La fottil corda riceuerd la faet-
ta,cbe haurd la Cocca larga . Le Redole Cocche .Dan.
Si dileguò come da corda Cocca. KuiSeben uolafie piu
che (irai di Cocca,
Scoccare, ual cacciatela faetta della Cocca con [arco . Lat.
extendere neruum, emittere Sagittam , eiicere, P e t.
to(lo , come auien che l'arco Scocchi . Indarno tendi tarm
co ; a noto fiocchi . affa tate, che la morte Scocchi.
Dan. .Attendi ad udire quel dbor fi f ìocca.i.fi par la Air
manda fuori.
^Aetoccare. Lat. decipert . ual far la berta quel che fi dice
uolgarmeme colui glie la ha fatto .Dan.Eì cbinauan i
graffi, & uuoi ch’il tocchi : Diceua tun con [altro fn (HI
grappone,Etn(bondean: fi fa che glie n'accocchi Ari.
come potranno bauer CuardiaAbe le moglier non ne fac
cocchi ii. non gli faccia la berta.
Tratta : a trahendo .Boc.Si uidero forfè per una Tratta
d'arco uicini alla naue.i.quàto tira [arco . Lat. troQus ar
’ cus. \Ki.f'ntrattoitarcofuordi(lrada ufeiro.
ci a ffiada T ratta.LatJhofies capitalei .
Tratte di corda. Lat. fidicularum i9us. B o c. Tofiob alla
cordapateccbieTratteddle buone gliene fecedare.
Tiro di man. Lat. iRus. A r i. £ lunff quanto potrebbe ef-
fèrunTiroDi mauoj. un tratto .
tàak.Lat.figitta. tu. Strale Ardente, Aurato, Or »-
JS
toJRaro(Primo^ltimo. Amor m'bapo(io,comefegnoa
Strale.Strali Amoroft, Dorati,Tungenti,Accep in fum
ma.y eloci piu che Strali.In che 1 fuot Serali Amor dora,
Raffina . Omtamor m’auent'o già mille Strali . B o c.
f'ir amplifSime tutte diritte , come Strali .ditti. Mette
fu [arco un de funi Strali acuti .
Dardo. Lat.telumAir iaculumJ>vlis,disArundo. P B T.Oi-
i»e d dolce rifofind’ufiio’i Dardo .San. Souente'l Dar-
do, oniiofleflo traf(iimi .
Dardeggiare. Lataaculari, iaculare, tclum lacere, conifcere
telum,& tclum immittere^al lanciar il dardo.S a n.Ho
ra a dardeggiare con hpa(iorali ba(ioni .
lacolo. Lat. iaculum. San. QjiÌ Diana ti lafiia [arco, dr
il lacolo. Foce da non uftrfi ne in profa ne m uer(ò .
Telo. Lat. i il dardojìralcfi lancia, & qualunque coft che
fi può trar con mano. Dan. t'idea Briareo fitto dal Te-
lo Cele(iialfiìar da [altra parte.
Fionda.e^ Tromba. Lat.funda , i Rromentocon che fi ti- qjf
rana le pietre fi fafSi da alcum detto Ma7^(ru(lo.h o c.
Io prego fihe tu pofla in luogo di pc(ànte piombo, 0 di pie»
tra nella canata Fionda tu fu tra mmici gittata . P i.
S A N. Chi gli archi, & chi le Fionde, & con quelle di paf
fi in pafio (coppiando,& trahédo pietre, ne diportammo.
Etfengaefiereoltraa due tratti à FiSda lontani . Akii
Et con (pontoni Ar archi fit (piedi fi F romite, co fi i nel San
nazaro del San(àuino ,
Mazzafruilo. i^r. Funda. Ari. E con un Mai;;ga(ru(lo
a [acqua ffiinge . Credo che mai^t^afruSìo fia dmerft dt
fionda.
Frombola. Lat. funda i la fionda . B • c. t{gn altrimenti
fece fihe la piombofa pietra,laquale ufiendo delta rifar ■ ,
te Frombola uolta , ir uoltando imbianca per gh empiti ,
che dinanzi troua alla fua fuga .Tn.Ln luogo é baùflra
uftuano Frombole Ar i loro quadrelli erano rilondi dota
tali. Tn.onde Frombolare ual tirar con la Frombola.
Quadrella. Lat.fagitt*. Ito. Tr. fino (ìralifi flette. P e t.
S’U dffii, Amar [aurate fue Qjiairella. Lato mi bagna,
cbiprtmier laccorfe OjLtdreUa .Ari. E fra pume di
lande Ar di Qjiadrella. Dan. Et forfè in tanto in quan»
to Quadrel pofaj.mattone fi pietra cotta. B o c. Et i loro
QtudreUi eran ritondi ciottoli . 7 h.
Kombo. Lat. rombus ,(ragor ,i(ùono ,0 Rrepito. Ari.
L'aria fendendo uien dlhorrtbil Rombo .
Rimbombo. Lat.bombus,i tratto da bombo fih’i la noce, 440
che fanno le Api,(T le trombe j onde rimbombare per ri-
fonare. D AN.Ciàerain loco , oue s’udia’l Rimbombo ,
Simil a quel, che [amie fanno Rombo.iJiombo . Ari.
Ile [acqua fi gran Rimbombo al ciel ne riede .
Rimbombare. Lat. refonare. V i R. Formofm refmare do-
cci Amarylltda fyluas. fi ET. Et nmbombaua tutta quel
la ualle. Rimbombi l fuon de miei grani foffiiri . Ma la fua
uoceanchorquàgiù rimbomba. Ilei mio (hi affai poco
rimbomba. Dan. Rimbomba là (òpra fan Benedetto .
Indirà quel, che m eterno rimbomba .
S tornio . i romore , 0 Rrepito , uedi 499. onde Stormire l
far romore fi R repitofil detto luogo ,
Stordire . i quando per qualibe inufitaeo tuono fi finte offièn
dere [udito. uedi a 119;.
Sc\ùimiZEO,er SchiimaTgfioittcoufonanx/idi oblio, nò ,
con l'accento fu la ficoada i, Lat.exclamatto,ualRrepi-
Gìoue C I
t»,&remre;&Sibuiaur^are è proprio delie gaUiae
muoio hanno fjttol'oouo.ìioC.TaJiamio dalla (el-
udi (ojim femì lo Sebiama^io , che cofloro infiemefa
cenno . Il podeftà daWaUra parte pentitolo fece oa grande
Schuma'^,
Tuonì.Lat.tonitn4a,fulnùna,& fulgetra. P i T. « B o c.
Tuoni jpauenteuoU Ch'acqueta C acre, & mette i T uom in
bando . Che dopo molli Tuoni una gragniuola grofia , tr
fpeJSa comincio a uenire.Che i T uoni non ihaurianopot»
ti fentire . Sanando preJioilTuon paruegià roco Efihine.
Dan. Ruppemi l'alto jimno ne la iella l'n grane T nono
fitcb’i mi rifcofii.Ti^iormtefnfemiuinie Tuono. Et
fogge come Tuon che fi dilegua ,Se j ubilo la numla feo-
(cende.A. R i.ConTuoni,eUmpi,Cìrilneroaerinina(cia
Grandine, dr pioggia.
Tuonare, & Tonare. Lat. P i T. Come col balenar tuona in
un punto . Qjundo'l gran Gioue tona, bor tona, hor ne-
E L O Gioue
tutte tarme che hailiidallajjiada ; St in fpalla un Scop^
pio, 0 un'.Archibufo prendi , Chepnega io sò non tocche^
rai lìipendi . Signor hauete a creder, che Bombarda Mai
nonuedefle.
/crchibiiCo.LatjikouoJ'clopus,fiuetormetttum ,fiuearcus .f4^
hipoireticus. fecondo IAki. Cimofeo ne fu inuentorreet
defcrmendolo dee. Torta alcun arme ,cbe l'antica gente
"Hpn uide mai, ne fuor che lui la nuoua ; l'n ferro bugio^
lungo da due braccia , Denero , a cuipolue , druna palla
caccu Col fuoco dentro oue la canna e chiufa , Tocca uit
Miraglio ! che fi uede a pena , A guifà , che toccar il me-
dico ufa Doni bifògnoìallaccur la uena: Ondeuieiico*
talfuon la palla efclufà , Cbefipuodir,chetuona,ecbe ha
lena ,7ipmen che fogha il fulmina oue pafja ; Oò che
tocca arde , abbatte , apre , dr fracaffa . Tofe due uoltc
il nofiro campo in rotta Con que fio inganno, e i miei fiom
telliucafe.
Mica, dr hor pioue. Come irato ciel tona.o Iconrugge. Tormento per tarchibufo,& pigliafi ingenereperl'arti-
D A N. Che fomighi tonar ecbetoRofegiu. S a n.ì^otte glteria. Ari. 'Honuolfi porre ad altra cofa mano, Se
diuemOfChetonandopioueno . non a quel Tormento c'hahbiam detto , Ch'ai fulmine
Scoppio Lat.fclopuifiilluono.VtT.ChefinaRomanuJi fomigluin ogm effetto. & tormento, & tormentare.
rai lo Scoppio Lgrido . midi a 1 8 1 9.
Scoppiare.Lat.erumpere,rumpere.L’auara Babilomaba Ordigno per tarchibufo,ueih aTartaree a 1805.
colmo il (accoTanto che [coppia . B o c. Che qua fi feop- Tremoto m ucce é T aremoto. Lat. terramotuuChapna-
piauano deUe rifa . Lat. cachinabantur.Egh no è di quer- ticus.i. Dan. "hlpn fu tranoto già tamo robufio , Che
aafi d' grotta^ di dura pietra fioppiato.i ufciio, 0 nato . feotefie una torre cofi forte. Taò fenili Tremoto ti pff
Se tu cofi Scoppiato di cerrofi di grottalD ah. Va gli Spinti pa lo marne render lode. OperT remolo fi perlòa
occhi fuori fcoppiauatorduoloadeftufciuafuori.El come [legno manco. % a n. Sotto infelice prodigio di Comete .
tunpenfiadePaltrofcoppiafidefiufcendodaiua. Km. éTerremoio dipefiilemia^fanguinofe battaglie nato
Efiride,i!pfeoppiaàdefl crepare. yncedeThofeani. *
trepare. Lat. & crepitare,crepitum f acne fonare, perfona- Komore, GriJo,Strido,Tumulto. uedi a Voce .
refinacpere,paaepae,dolae,querifi:óqueri, dolore cru ÌAoTmorio,Mormorare,Snfurrare.uedi « i ?9».
(un,uel affici fiolorem capere fiodolae indolere, merere, Crich. Lat. crepttus. è certo flrepito,o filano, che fi fa con te
ingemifcaeangifiolétaferrein dolore^ moleflia efie, dua, 0 come fa la ghiaccia quando fi fpicca ,0 rompe, dett»
Male haner dolore, rifònaTe,& far firepito.D A N.Ètti dalla Moceifìefia.D a n.'lf^nhaMru par dal'orlo fatto
fiarealafete.ondeticrepaDifiulgrecola lingMa'. Chrich( parlando detta ghiaccia.)
Crepitanti. Ì4t.R4Ì rifonanli. hoc. Et gli Crepitanti Rompere.Lat.rMmperefiangere.P tr.TuotMrharmiTfon 444
Tnonifpauentano le torri ( nella Fiammetta ) Dauanii a no,Ma romper nò. Et tMtti i miei penfier romper nel me-
Crepitanti fuochi ( nel Tbdocolo . ) come te foghe del lau
ranci fuoco.
441 Fragore. Lat. ual fnonofiflremto, che prouiene di arbmefi
di qualunque cofa rotta,& fiacafiata. Kr.i.’Poich'èpaf
fato il fulmine fi lena Di là, doue taltifiimo Fragore Tref
fo h moni buoi Uefa Chaueua, idefl la faetta 0 U fulmine
che uien con tanto furore.
Strepito Lat.ualromore. B o c.T^/JfKexiwna leuarfi
il Re ; ilquale io Hrepiio de caricanti fi*r delle beftie haue
ua defio . Da Hrepiti di tumultuante famiglia .Ari.
Contai romor,e Strepito, cbepareCbe tremi la forefUt
iogn' intorno.
Artiglieria . IM. tormentum , nufiile , murale , belheum ,
XP.Douriandelapietà romper un faffo.&rotuper ogma-
ffro fcoglio .ebeì» nnantip di me conuien che rompa . U
Mela rompe un uento hnnudo eterno . Et rompea’l fanno .
Rompendo' l duolfihe'n lei s'accogUe,e!r [lagna. Rompefie,
[aura del mio ardente dtre Rompete’l ghiaccio, che pietà
eontende . Rotta è l’alta colonna e’I uerde lanro. & Rota
te onde dal uento. & Rotto arbore , & farle . Rotte [ar-
me S amor. Rotte membra. Rotti fofpiri. Et legittimi nodi
furon Rotti. Rotto Troncon. Il Feccbicrcl Rotto dagli an
ni . E'ipaflor , che a Colia ruppe la fronte .Che col pii
ruppe le tartaree porte . Ruppefim tanto di uergogna il
nodo. Sluando ti ruppi al cor tanta durr^ . B o c. »e-
dillndice.
igKum, Tormemurn entm macbina efi.Kn.1. L'Aru- Interrompere. Ut. Pt 7. Interromper conuien quefi'anid
gheria come tempelia fiocca. rei . Ogm cofa mortai tempo mterrompe . E ’nterrompen-
^oinbirdi.I'oc7nuouocofidtttadaUoiflefp)Suono,per- do quelli ffirtiaccefi. Che mterrompendo àimia uaail
ibenmbombafirde, t!r dà. Kv.i.Equal Bombarda, e corfo M'han fatto .
diu/nvKuiM Scoppio, Ovai fempbce Cannoa, qual Schiantare. dafcmdo.Ut.ualfendere,&rompereinpec^
Camion doppio, ilual Sagra, qual Palcoa.quat Colo- ^fii i proprio de rami quando fi rompono in gualche par
brina Sento nomar fiome al fuo autor piu aggradi, Cbe'i te, ma non fi [epura del tutto luna parte dall altra. Ptx.
ferro fbemfi!rimarmiapre,e rouina; Et ouunque pa/ìa Ahi morte ria.comeafibianiarsiprefia. B oc. Et par
fifad^UHradaiRendimìèr (oidaionUafucm Tur cbt'Uuor nu JcbiaiitiJfcitda,^qira ,ffie tuttala cot-
* ' ‘fa (elle
Gioae
C I £ L O ' Gioite 56
qHodtrm. latMff[ÌHne,orimem obuerim . D A N. OÒ
UpeUelefi fchÌMtafle.aUnni Uggtno ifchknt<ific,& _
t uno &[tUroi ben detto. tbepertuniuerIófififMjdermtj.pmamfefia , admul^a.
Sebiicaore , ual rompere percotenJo. Lat. comprimere. Lat.patefacere.
B oc.fihutcciaua noci, tir uenJeuaigufci a rttagiioi Disfare. Lat. uaflare^ertere delereiconjìimere.couterere , ,
ch'io mi ten^o a poco , ch'io non ti dò tale fu la tefla.che’1 dtfftpare/Uftruere. P et. Si che n'auà^ homai da disfar
najò non ti /i jchiacà nelle calcagna .D \ Et che la
forca fimilmentefchiaccia. Ari. DapaUhi,edafine-
flre altra fi (chiaccia .
fchiacciito,ualpÌJtto,&maccato.Lat.fimus.B o c.
Ella hauea il najb Schiacciato forte .Ari. Schiacciato
il najò ,eneleciglia hirfiito .
Piatto, c?" Simo Medi a in.
poco i Di far cojè.tìr disfar tanto leggiadre^ E'I tempo
disfar tutto. Sìuel celefie cantar , che mi disface . B o c.
Dubitando la guerra noi diifacefie . Come che tutta la cit
tà disfatta fia. La donna cadde, nò lolamente mori/na
tuttafidiifecej.ruppe,&mfianfe.Con Disfacmicpto
dì tutta Italia, lat. excidiiÓH^uerfio,cladesjruma,exci-
fiodnfiammatio^epopulatio,uaflatio .
Scofcendere. Vo. Tr. da fcofiio, ua! rompere. Lat. precipita Sfare. Lat. dolere ,confuere . P a t. chimi s face Sempre
re. Dan. OuieVuliima parte fi fco fende J. con diffiiul- m'é innanzi per mia dolce pena . Dunque ch'i non mi sfac
tà fi feende. Se (ubilo la nuuolafcofiendeà.rompe^ feen eia. B o c. Miifaccioa pocoa poco .
dealba[io,&òilpropriodeHuuoli.Tarrebbefronda,cht Ci\iR.ztnento.latjiaflatioutfupraaSfaiimemo.B o c,
troppo feofeende . La uergogna,& il Cuaftamemo deirbonore .
Difeofiendere. iilmcde fimo che feofeendere .T) K n. .Alpia GnaAa.Pi T.L’arteGuaflafi'anoi.aUhornon mle.f'idiU a,
Boifilaroccia Difiofcefaàindmerfepartirotta.Cofiigià giufio Ecechia,t^SanfonGuaHo. Hoc. La uoftrabuo '
duna ripa Difeofeefa Trouammo rifonar quelTacqua tin-
ta. Km. e piena d acqua corre un fiume di alta je Difeo-
feefa rmaj.ruinofa. Iat.prarupta,p‘a8a. deirta.
Sctiàìci panni, fìratJ^liati. Lat. laciniati, & colorati di ua
rij colori. Lat. diuerficolores, uariegati . B oc. Et colei ,
laquale fi uede indizio i panni piu Scrii iati,& piu uerga-
na fama fieGuafia.LM.rHpta,deuaftata. Quella legge
min è anchor Guafla dalla natura . Lat aboleta .Ogm co
fa Guafla , efr fcapeHrata . Lat. diffìpata . Il corpo an-
chora di niuna cofa Guaflo , ne corrotto. Lat. eorruptus .
Vn dente guaflo. Lat. putrtdus. Guaflatore, & Guatta-
trice.ueéf Indice.
ti,& con piu fregi. Quefle cofi fregiate , co fi dipinte , cofi GuxHare . Lat. uafiarejdiffipaTe , toUere, delere. P e t. Gua
S tritiate . yoce non piu ufata . ftan del mondo la ptu bella parte. Tanti uolti,chel tfpo,et
irctetio,quafi irafeuio. Lat.ira.ual rotto, 0 rottura. B O c. morte ban guafli .Boc. Di non guaflare ogni cofa. Con
La Beleolore rtmafà jcomala uenm m Ifcretio col Sere . i bugie gua fiondo la fama fisa . Guaflerebbefi ogni cofa .
tefii moderni hanno uenne in cruccio col Sereetimeglio. Sconcio.Lat. imntoderarHs,incomodusdnbonefiuiàudeco-
Sptexgare. Lat. frangere. PtT.tp- Orione armato Spe^ rus,dedecorus,turptsànfmiit, &eorumaduerbia eum fu
pra modum . ualilòrdmato , mal fatto .Boc. A qual
I im-
partitogli haueffeil Sconcio fendere recati . Settga im
no, 0 Sconcio di loro j.difordine. La nouella fecondo, che
Sconciamente fi diceua.yeggendo tutto digli huominifa
tele fconciecofe.lfaccidit in penfier fòle altri mettere
Sconci . P H. Diminuire in niun ateo fhoneflà delle donne
con Ifconci parlari J.mal detti. Beuitor grande; tanto che
alcuna uolta Sconciamente gli ficea noia. D a u.Che fuo
mia Sconcia nouellaàanal detta.Soaueper lo (caglio Scoh^
tiOigfi" erto J.mal fatto faticojò.che farà Sconcia Si che<
perfimil non l'entrò in malta. i fuor di mifura .
a trijii nocehier,gouerni, dr fòrte. Mi rendou torco , che
ogni cofa ^evCA. 'He t arme mie punta di (degni fpegja .
Che Ifieggò il nodo,onJ‘io temea (campare. "Hp (non cura
ua di Spexg^a nebbia. B o c.CA mifeinnanTÌ certi cep,
pi, che T^to non hauea potuti fj>t"ggare ; liquali coRui ,
’ chefortiffimo era , in poca dhora lutti hebbe (fegati .
Spezziate , & rotte t amoro fe catene.
44< Frangere . Lat. Vtt.e'lmar che frange . Onde le perle , in
ch’ei frange , & affiena . mia una Stanca fenzjgouemo
in mar che frange.
A ffrangere. Lat. frangere ,& effringere. per rompere. , , .
Dan. Che la natura del monte a affranfe . T^on era di Sfornire . ual diforénare ,guaflare . Lat. exuere ,fpoUare .
Rupor tremando affranto .T. Taci Licoro,e'l cuor tuo P ET.Cofil'almaba sfornila Furandoilcor.
non affrangire . s Soluere. Lat. uaflare,ual romptre guaflare fi disfare. P e t.
ScOueggare. lat. rompere, ual frangere in due pezzi. Pix. Et non pur quel di fuori il tempo folue; Ma le uoHre elo-
El chi troppo apotiglia fi fcauezja. quenze,eiuofìri ingegni. Send’io tornato a foluere ildi-
Sqdarciare. Lat.fcindtre , lacerare , & rumperc . prop. & gmno.dr per liberare.uedi ajqq.drper chiarire aóì.
meta. P e t. Dunque bora è il tempo difquarciare il uelo. Rifoltterefial. disfare /bfiienire. Lat. relòluerepiluerefiuane
Lafeiando in terra lo Squarciato uelo . Ma Squarciati ne (cere .Psr.al fòl fi uolue,& cofi fi rifolue. Boc. In tre
porto ilpettofi ipanm.Tanto ne fquarciofi’apparecchio , mattine rifoluerà ogni cofa. uedi l'Indice,
druergo .Boc. Squarciandofi 1 ueflimenti conunciò a Difioluere. Lat. refcindere ficai fchgliere disfare. B o c.Che
gridar forte. D a u-Allbora il nionetier; cofi fi fquarcia, quefla compagma non fidifiolua . La riuerendaauttorità
meta, per dir male . delle Uggì cofi diurne, come humane,quafi caduta, df dif-
447 Squartare fi!r Ifquartare ual rompere in przgÌ.Lat. lacera- frluta tuitijono diuenute lafciue^dj- Difiolute . Lat.pe-
re,dtfcerpere.éfcindere, & dilaniare. Boc. Mi lafcierei tulans i.nel uiuere difirdmate. Come huomo Difsoluto .
prima fquanare,cbe pur il péfaffi. Tnma foffrerebbe Diffolutioni. Lat. petulantixjuxusjuxuriajibido, effre-
fère ifquartalo. Dan. Graffaglifftrlifiigoia,&ifqua- nata ficimpetus animi iminodcratus ual diforéni.B oc.
traJJIquartafma cofi difie per la lima.) "Hs in altre Di fiolutioni allargando fi.
Squadernare , ual guaflare , & rompere unlibro , detto da- Struggere. Lat. defiruere$ó' c^umcre,ab^ertfiibrògarei
if9
Gione C I E I- O Ciouc
aftclHerrfiijurfimidrluiiirrcertpiJUiiiOt<qiirfacert un matto, lat.interrudera.
timo Pii Che tu' arde jCr iiruggcdtmna forte afar .AbbattcreperTOMÌnare.Lat.eiitrtere,fro!lemerf,extiar~
tt .Ternen auumarmi a ihtn.tllrkilt . ,4fe^utre una bare,de]intere . h a c. ^Ardere ifatfi.H- abbattere le
fera < be tnt lirttgge. Che doli eminte fi tonfuma & fi mg littàbhr regnt antf Itati. Et hor iftieftiija- houjtaUo fe-
ge, teme fi-efia nette Si ttàflmggindo.^Anx! mt fimggo rendo tjttafi fetore gUabbattetiaj.mandatia a urrà. Lat.
al {non de te parole. Che t raggi o«'/o mi Jtruggo eran pre fiernebat Lumi.’Nj prima abbattmo bibbc il gran cefio
fetiti. che mi firnggon loft tome al Jól nelle, h o c. Egli fi in terra j.gatato. Lat. deiitit. A n l.Ciòihe tona arde
flruggea tutto if andarla ad albrattiare. C he toflei tnt- abbatte, apre , efiacafia .
ta fi iiriiggepefer fno amore . Tutto fi ne Slmggtna . Fracaflb. Latjruinafiagor.è il rtmorejo firtpito di tofi rat
DiJlrHggtre.Lat.ionl'kmcreetbolere.abrogare.naldisjare. te, & fjn^zate daiiinti,o fimite . ho c. Menando gran-
P s T. Ch'to temo lafio,no’l fiiierihio afanno Difìnigga'l dijjme fietredeqnali fanno infieme nonmotùre Eratafio,
cor, che triegna non ha mai Se col cieco defir ibe'l cor da- thè C acqua cofi gii per ta Brarmcnole montagna . Lat,
firngge . Mi punge amor , m' abbaglia , & mi diftrngge . frerupm aqna mom .TH.Trali rotti monti, & i Fra-
Et quel nano amator ibe la Jna f rafia BeUet^ difiando cafiatt alberi. Ah. La nane Fracafiata.T h.D a n.
fu dtflrutto . i'f nenia lù per le turbale onde un Fracafio tCun fuom
DiRruggnore. Lat. diffipator, enerJir.D a H.Difiiug- pandi fauento. A r i.& a Fracafio arbori maia,e db
gitordife^di fue cofe. iheuietailpafo.Cbenonfurlharifinto,Mauoliom
dileguare. Lat. hque fiere, noi disfare ,& confumare a poco fugai Fracafiatoe utnto :
a poco, uedi a i6i2.&aq^o.& anco allontanarfi . Stroscio, ualiìrefito , &gran [nono , Lat.fragor, mina ,
J)ifcrdereJjtt.&difipare,turbare,conturbare.S‘ u t.Ter flrepilusmagnusfonus .li AH.Far fitto noi un mira-,
non fiontrar,ch'i mici fenfi difierga. Subito;accii ih' ogni bile S trofiio .
mio ben àfierga . Stropiccio Lat. fiicatiojlref itasi daftrepo ,pìs . ual pic-
Diiperfe. Lat. P tr.Difierfe dal bel nifi innamorato dina fi ciato minore, o firtpito, fatto con mani fi con pudi fiegam
tu tutto dal nel eran Dificrfi.Bo c. Fu il fue efinito doli per terra. B o c.Tanndog/i bauer fintilo alcun»
feonfitte , & Diferfo . St mpU ciò de piedi per lo dormitorio .
Sporgere. Lat. Spargere, ual difjierdere,& perdere. Dan. Stropiuiare, ned fregare leggiermente. Lat.fiicare. Bo C.
Terihe non fu te uoi del mondo fierfi , Guardando perche Colfi una foglia é jàluia , o- con efia afiai s'incommciò a
fiera non lo fierga . ftropuciare i denti , ó" le genguce . Et appreffo fifeu la-
S trabocchfuolc. ual fent(a confideratione . Lat. precefs , u.ue, ^ftropicciare alle fibiaue . Et come fi dal letto , a
B O c. Lauccihiexp^ift eomefierimentata negtiaffan- da alto finnoftUuafie ibadìgliaua ,& fimpiatauafigli
«(,er putta dd utili configli bauere piu cara, (he la Sira- occhi. Et quiui inunafiufa mefiolo tanto lo firopuciò,
boccbeuole giouanevea. £ p.CranJifimefomtffono quel con acqua calda lo lauò .
le d’aiuorctir a granfaliibe,t!r a StrabocchcuoU, et non Scofeio, eir Saffo. Lat. quapatiorquaffusfisfionqualsatio,
fenfiu pericoli gli amanti dtfiongono. Tiu che mai Hra- teutuffusfitfioniufurafiommotio . ual rouina , o caduta
bocchiuolmente fendendo J.juor dsmifura; moltolar con mouimento uioleme .B o c.Cagnn dimaigi -iSco-
gamente .met dal freno del cauallo, fiio.F i.D a n. .AllhorfuinpiuiiinidoaloSiulcu .
Scraboccamrnti. Lat.pracipitia.B o c. Straboccamen- Scuotere. Lat.excuterefioncutere,quatere per firollare, di-
ti contraridi fortuna . A u. menarfijtaitere. P e r. Torre gli uidifiSrf cuoi crii di ma-
Traboccare. Lat. cadere, precipitare jabifirumperefixeide noàJeuarglifi togliergli. .A fiuoter l’umbra intorno de la
re, ual uerfarejÉr mandar fuori con furia. P e T. Lagri- terra.i a cacciare. i be fiuou r forte, & fiUeuar la fumo,
me per la piaga il cor trabocchi . Auen ebe'n pianto , e'n Ethna qualhor da Encelado ioiufioJSa. Boc. I>ouc tu li
lamentar tramtcìbi. Che di dolce ueleno il cor trabocchi , credeui un giouane hauere , che molto bene il pdliccton ti
idefi caggia ,DAH.Etegbame,LMtuaeittà,ch‘i pie- fiotefe , hauefii un dormiglione . lo confefo i ìse igiouani
iM Hmuidia Si chegiàtrabocca ilpuco. idefi che piu non con magtior forza fcuotono i peUiccionU.battono, o dime
può tenere . nano, ^battendofi ad efi ducporci,liquali ficoudo il lo-
Prccipido . Lat. pracipitium, &praceps. Ari. Fofie ne ro cofiume prima molto col grifo poi co denti prefigli, ^
tallo prectpitiomorta,Tionba mai fine UTrecipiiu mio. Scofjiglt alle guancie.f parlando di Sìraui.) Dan.
TPrecif 'aare.Lat.pracifitare .ualtraboccare .V n.Et tal Tercbe’lciel ,comefarancborpScofie .ifcotendoda fi
piacer precipitaua al corfi . ideB con ucÀonterofojir Hra l’arfura fiefea ,
boccheuole corfi , Crollo. Lat. conquafath, quaffut, er rouina . i lo Scofeio ,
Stramazzare, per traboccare, & cadere. Ari. Stordito de Eouina, o percupionejcbe fifa cadendo confirepitofi fuo
tarcionqucl Bjt firamazta, no. Pe x.Che gbdtede tnTbcfiagha poi tal Crollo.
Stroppio , & Storpio, da fierto. Lat, debilitasfiebilitatio, pofio dal bel melo homai dar CroUo,i.fcuotermifi liberar,
diminutio^rapeiumcntumfiaQura.iimpcdùucte.intrr- mi.D Ati.dnne;filufiu iTerchetaiCroUi Dii dian^
rompimi nio, eSrguafiamento . P e t. S' amorfi morte m tl monte i Ani. Ma tanto fu de la fercojia il CroUoabe
dàquaUheStropfio.lì Ati.ll jalirnon ualeaStorpus. la ulta gli tolfi, e ruppe il collo,
ideh impedimento. Croltart,ualfquafarea>inouereconfirepito,&impeio.Lat.
Rofjina. Lai. ual fracafio . P e t. Rouina Babilonica . Ma- conquafare, qua fare, quatere, concutere .P ST-Daba,
nifeHa ,Mifira,Dcl mondo. Boc. Boutnofa acqua. rnartberbej&dacroUartbofihi .Boc.LadounaCrol
^dasùufifund.RoutaaTreiana. Entrato tra te Rouine undo U capo diffe. Et di quello crollando la te fla,& mi-
succiando
I
I»
oti
lU
loft
lai
'^*1
P*
U
I».
Uk
IM
,IJ
Marte
mtceianló fiuftl. Di caUrlo nel ^ fi ^
aajf/r , & come lauto fojie crollajie Ufnne ,&ejJilon-
Irarebbcrjnjò .
StroiUre,& ifcToUare ambo fi dice. Lar. exa^itare . B o c.
Bfiere da cotal «rato fierammie fcrotlato .
CrojcurepercroUarc.Lat.mcKterejconckiere^fcktere^x-
rutere .Dan. Ogiicflaia é Dio quanti fenera. Che co-
lai colpi per nenietta fcrofciaafercuote con empito, et ne
brmi atij;et diceft un jcrofaotCacqna.iam Jqnafio di piog
gu. Lat. tcmpc]ias,ér kit aqtu ,
ignare, per iommouere,ionquaffaTe. Lat..Agitare. P i T.
fAgttandom'i uenujd cieloje [onde .
u u V. r t.
Arte . IM. Mars, & da greci detto jlret ;
& Tyrois, & Mauors da poeti . Marnes da
Sabim.Marjlnter.i.marf^ater.^rmipotem,
dr Bellipolens ; Figliuolo cb Cioue^ di Gtu-
lone nato tu Tbracia , però che quelle gemi
junu oeuii.olefu detto Dio della guerra ; Vadre di Komo-
lo,e di Remo; Fratello é Bellona; colto da yentre in adul
urto da yulcano , & legato con una rete di ferro, i pia-
neta caldo, fecco, mafcotiao, nottumo,fiero , crudele >
(ciocco, impatieme,pieiu d’orgoglio, e>r it ira, temerario,
nomi co é pace, amico di guerra, & di difcordia , uago di
Jangue; tndace collera, <(r fuoco, animofiià , audaiia, &
appetito di uendetta. Fa gli buomim del corpo lunghi , &
JottiU perlafua caltditicet ficcità; ma nella ueccbiaia per
ebeti calore,&la ficcità rannicchia; gli fa curui, & chi-
ni: fa gb animi mobib, & promi alTira . Lefuecafe jimo
,Artete,tr Scorpn>ne,regnain Cancro. Quandoibendi-
^llotnfluifce nella natiuità deUbuomo egregia uirtù m
difcipbna mtbtare.De metalU fignifca il ferro. Degli ani
mali fegb dedica il Cauallo.il Cane^ Leone di Lupo,& il
Ttcoucallo, & il Monte Bereemo nella Frigia ambo i
facratoaMaite.
^ arte Dio della Battagba,della Guerra, Militia, Certame,
Mgone,Baratte,Tugne,Lutte,Soldo,& de Martiab Cam
battenti, Campiom,Fatti d’arnte,Stratageme, Scalette ,
6io/lreJ'ormamemi,Sagordi,et delle Mrme, Spade, Brà
é,Sloccbi,El:^,Tomo della ^ada,Vugaab,Coltelh, Spi
tom,SpiedidRoncheJattCÌe,.Afle, Tridenti ,S cure,Btpen-
ne,jÌccettedScnmtarrt, Ronconi, Ronagb, Gragi, Raffi,
ynam,BaHom,Baccbette,Mazxe„Arebi,Saette,Frec-
eitfiardt,Teli, Targbe,Scudi,Vauefi,Tauolacci, Targo-
m,Flnit,CimieriJ'tliere,u4AerghifiacmeitidSraccu3et-
tifiorgarim,Gorgiere,FaldejCorao!p^,Lonche,-piaflre,
Magbe,Stendaré,Sonfaloni,Bandiere,yeffiib, Infegne ,
DiuifeJmprefe,VadigÌiom,TrabacchefrendedStuob,Ef-
ferciti,CampidloJle,.Appartccbiamfli,St«nm,Moflre ,
C ' I £ L O Marte 57
ture,yendettejmp refr, yittorieJatti.Spugrie , Trophtì,
■T rhmphi,Cam triòpbab,T réuti,Fui,-4ri bi, Batejire ,
MartineUi,Lieue,Saette,Sirab,Freccie,Dardi,Teli,Tur
etffi,Vharctre,Berzagb,liuadrella, Fionde , Frombole,
Safji,Tietre,Ciottob,Confalonieri,Capitam,Mminiragli,
Satrapi, Coaduttteri,Capi di fquadra,FrenMamfialcbi,
Combaitenti,Lottatori,Belbiofi, Soldati, Fanti, Arma-
ti, Dtfarmatt, Inermi, Schermidori , 'ibernici , -Aduerfi ,
Riudi, Proibì, Muerfarq, Hojitb , Contrari , yalorofi ,
Prodi, Mrdiii, Baldi, Baldangpfi, .Audaci , Mufi , .Anim
mofi. Gagliardi, Forti,Pofienti, Robufti , Feroci, furi ,
yimitort,yittorioft,Triomphami,Furiofi, Furibondi, ha
petuofi. Baccalari, Pericolofi, Collerici, Crué , Crudeli,
Boll, Manigoldi , Immanijjimi , Rabbtofi ,Seui , Se uei,
Mtri,-Atroci, Empi, Din, Propham,Duri,hidurati,IU -
gidt,Rumdi,Mffirt, .Affierrmi, Importuni, Impronti, Te*
me rari, .A rrogami > Prijòntuofi, Spietati S frenaci, Dt-
jòrdinati, yenJbca'iui , y endici, Orgogbofi, Vercujiori ,
Homictéali , MiiidiaU , yc cifori , Patricidi , Sanguino-
lemi, Horribib, Horrendi , Homii , Terribili , Superbi ,
Iracondi, Iraii,Mdiratt, Heqmtofi, Ofhnati, Sdegnoft,
Crucenffi, Turbati, Orgogbofi, Peruerfi, Spietari,Spu-
ceuob, Praui, Perfidi, Felli,Felloni,StramJlitrofi,MaU
uagi , Maligni , Iniqui , Proter ui , Indomiti, Ingiurio fi ,
Odiofi, Diffireggatori, "negletti, IngiuHi, InFlabib, Im-,
portuni, Infefli, DifleaU, Mifleab, yani , Inuidi , yana-
glorio/i, Infidiofi, Scheram, Mfiafiini , Malandrini , PU
ratijjtdn,Fun,RMbaton,Rapaà, Litigioft, Cauillatori ,
Frodolenti, Fm, Ingannatori, Traditon^ibelli,Giuoia-
tori, Golofi, y ceffi, Mncffi, Conquffi, Tagbati, Stagliati,
Mo7^,Smoggati, Trombi, Monchi, Cionchi, Feriti, Pu
gati,Trajiiti, Pajfati, Incffi,Sangumofi,Cruemofi,Conu
battuti,ypiti. Superali, Prua, Scacciati,Effiub, Ramin-
ghi, Bandai, Efcluft, Spiaceri,Sdegni,Diffietti, Iniquità,
Oltraggi,TurbalHmi,Perturbamm,Comaimnationi,Or-
rogb. Superbie, Impeti,Fune,FuroriJlabbte, Crudeltà,
^adio,Mtcidio,Homuidio, Mortabtà,ycafioni, Seueri-
tà, ,Ajpregge . Dureo^e , Rigidezze, Strati, Scempi,Pt
ricob, Rifchi, Inganm, T rame,Dffiordie, Infidie,Mgua-
ti. Fraudi, Frodi , Ire, Odij, Corucci , Inuicbe, Ingiurie ,
Turbamenti , Ofibiationi , Diffiregp, Maluagità, Pra-
uità, Peruerjità, yanità , Iracondie , Repulfe , Profon-
tioià , Latrocini , Ruberie , Saccbeggiamemi , .Aruba ,
Furti, Rapine, Incendi, Rouine, Diflruttioni, Di/cordie ,
njmicuie, Comentum, Comefe, Contrafti, Dardicoggp,
Rifie, Brighe, Zfgame,Liti, Piati , liuerele , Querimo-
nie, Accufe, Comemioni,Mifcbie,Buffe,Zuffe,Queflio-
ui,Tentiom, Contrari, Imoppi, Comra, lncoutro,Ai inm
contro, Malgrado,yer,Inuer^contri,Rigori,Confufioni,
Errori,Erranze, Eccefli, Falli , Tradtmemt , Ribelboiii . .
jèugàano i nerbi fecondo le qualità de nomi . come a fuoi
luoghi.
Schiere, Squadre, Pbaiange , Afedi, Afialti, Soccorfi ,
Ugge, Steccati,Agoni, Aiuti, Suffidi, Accorri , Fano- Marte . Lat. Mare . P 1 1. £f Manfueta piu Cioue , che
ei^fugii Rimedi, Compenfi, Afolutiom, Perdoni, Ripa Marte, l'imperio delfgliuol di Marte. S'ella ninan fa'l
n, Schermi,Schermaglie, Mmaccie, Offiefe, Difefè, Sfor,
ytolenge, "Hocimemi, Forze, Fartezge,'Pofiairz(,Le
ne, Franchexge.Gxgliardie, Prodegge,yab>ri, Ammo-
ptà,Ardin,Arikneuti,Baldanze,Colpi,PeTcofie, Pun-
te,Tungemi,Acuti,Tagli,Tagbamemi,Ritagbj:efie,Fe
nte,Piagb€,ColleUatejMjltnatt,Maggfite,BiffieJBitttim
tergo lume, tir Marte . Allhor riprende ardir Saturno ,
tir Marte. PrefiamirarilbuonpopoidiMarte.Douear
maio per Marte non accenna. ('idi yenere bella AZ co lei
Marte. B o c. Ofirtijìimo principe, 0 duca delie batta- ^
gbeflRiuercndo Marte. A m. yfne il baitagboio Marte.
Fl.O AN. Mercurio ,& Marte a nominar trafcorjè.'
H
Marte ; C 1 E l O ' Marte '
Ter li griffi lupor Marte raffi . Tutti ctlorDa far- ilo Chrififìom Nettare ucàfe -4chiUe.oiiie ilV a r.Cìim
tar arme tra Maree e' iBatttjia. uedca Va llade,& Mar io ^te/iandro alla famofa tomba del fiera -4chiUe faffi-
le ^Armati anchar imomo al padre laro . randa aifie. 0 fortiinato-AibiUe,t'lifie,&glt altri fimi-
MittÌ3.\e.Lat.&manitis,<irmarcÌMiii.iial feruUntea dei.Jùsàibe'lgrandi ^tride^l’alto^chille,EtlIani '
Marte, 0 nato fotta il piamta é Marte . A tt t.Tercbe bai al terrea noftro amaro, Hercolecbe amar preie,^
a tutta la gente Marttale . -4udate entrò nel Marnale l'altro i -4ibtUe , -4cbitie,cbe dt fama babbi- gran fregi. *'
.Agone. , 'D Kn.Nelenauidi per cui tanto reoTempo ftuolfe ,f!r
Bellona. Oea delle Battaglie,Sareìla ramai dìMarte.Lat. uutdgrdde.Arbille,Cbecanla morte alpne tambatteo .
Mauartia , Hafiata , ac nulncribus , tirflrage gandent . Cantai di Thcbe^paidel grande .Achille, E'I gran Chi—
A Kì. E [elei Marte filmato {hanea , Stimato cgbha- ran^lqualnudrì ,Achitle . Deidatmaamhor fi duoltt .A-
uria lei forfè Bellona. cbtlle.Lalancud’.Achtlle,Kedtapiagaa ■-
Hcroi. Ltt. & Semidei, fino i/uelli, che per fkoifamefige- Agzmctinone . ccgnommatotl grande Redi Mitene jiglin
fiimcrttaronoefier nominati tra étti, drfrmidtt .Ak i. di .Atreo idi8ni.Atridei,tà'Taniabdei ,uediad .Amam
('oifeatiretefraipiudcgmHeraiiChenominarconlaude r/ap4t.
m’apparecchio Ricordar qncl Ruggter . che fi chiari He- Aiace. Lat. .Aiax figliuolo di T clamonedhpiale dopo Mthil
roi efier douefien , dei nipoti tuoi Degno, che Heroica e lefuocMgmofuiiprimofortedegreii,érollra thenclla
chiar.i tuba conte . guerra Troiana fifSe mnrabd prone , & che infiniti n'ucci
Pecfonaggi. lat. htroet .Ani. Contomiamenti , Terfò- defie , combattè da folo a folocun Hettore lenza efferne
naggi^ farfe . uinto, uccife CLmco,& nella morte d" .Achille feri Enea,
Semiaei. Lat. &heroes; è il medefimo che Neroi.AfiU eiTaridealfineefinidopergiudtiiodegreiidoteadf'lif •
gli eccellenti Trincipi, eglonofit Semidei . fi Carme ^ Sfchdle^'bcbbe tanta ira,ibe diuintò matto,
Famofì in arme celebrati Xt noftri poeti -dehiDes, -Agami Cfrfuriofojdt modo che alla fine feficflo uccifc,(irferò dt-
aon,Aiace,-dlardo,-dlcide,.Alefiandro magno ,.AÌeffan ce il V bt. Sai yalcntinian,ih'a fitmd pena Ira condufiet,
dro Re di Epiro, -dmilcar, -dmballe,Antco, .Antenore, & fai quei; che ne more, .Aiace ut molti ,&pdin fi fieficf
,Antioihoi.Antione Marthefia,.Appio Clauéo,Arifiide, forte. 1 tre T beban,cb’io dtffi mun bel groffo,'He l'altro
-AfdrubaUeyAttiUtAtride, Mentito regolo, Barbarofia , .Ance, Diomede, & t'iifie .
telgiofieUifiarioJBrcnm capiiano,& duca de galli. Bru A^ordo. fu francefe barone di non foca axtloritdret già uec 45!
Tcogigamefiruto,CandUo Ramano.Capaneo, Cario ma- chiù uinendo dt terra jànta , & uedendo le poche forge lU.
gno,CatOtt,Cefare,Cimtnnato,Ciro,Clauéo 7{erone,Cof. Carlo centra a Curradinojo eonfiglià,cbe piu fifidafje nel
ft Cornelio, CurioJCurtio Romano, D:omeJegreco,Encela configlio,che nell’arrm , ilcbe hebbe tòta auttorità apprep
dogigattte,Enea,Epaminonda;Ephialte gigante, Ethec- fo di Carlo ; che a lui comrmfie la tura del tutto , per.
de,Egechia U giufio,Federigo Barbarofia, Fiacco, Flami fica prudenza qua fi uinto nella battaglia ricuperò la aita
mo,Fuluio,Gofrido,Colu gigante,Cedcone, Gracco, Ha torta ampbfjimamente; ma mu fenga grande ucafioue
uiballejielio adnanodlercole, Hettore Aiteron Siracufiu da ogm parte; perche Carlo perfàlute delle anme de gli.
uo,lafonAofue,Leonida, Lefte, Icuinio, Loteringo, Lucio uccifi edificò una eccellente Badia,^ cbiamolla uittona .
dentato, Harcelto,Marcoantomo,MatcofirgU),Marco_ &peròdiceD a tt.&LidaTagliacoggp,Ouefenzar-
maniiocapitohno,MarioJAafinifiaJHenatippe,Mcnaltp me uinfe'l uecihio.Alardt .
fo,Menelao,Metello,Milciade,Mitridate, Mummioattk Alcidedn uece di Hercole detto da .Aleeofiie paterno Ano;
(MI 7i^uthodonofi>r,'ìqjnd)rotb gigante.'Hgfìor, T^ino , onero dalla uinù da greci detta .Alci, delqual parleremo.
Qlof berne, Oritut amagpna,Taolo emilio,Verfeo, Vbiiip al luogo {Hercole. Lat. .Alcidet dt8us Hercules ab .Al-
fo,VirrofigliodEaciieTirrofigliod.Achille,Volimce, ceopatre. P s t .Et Menali fpe,tir citfeuna fijhelU,tb'a
Tòpeo,Vrotefilaofiegole attillo fi.onuAoJbitilio, Salads- uincere fu gloria aigrande Silàde . ir altroue Bat
tio,et Saracino,Saul,ScipioHe,Semiramis,Serran,Serfè , ebo .AUiìe , Epaminonda a Tbebe.D ak. ne .Alade.
Tjmirii,Tarquino,Themiflocle,Tbcfeo, Tqtbeo gigante, fluando Iole nel cor hebbe rincbiufo, A ut. La ensfierpe
Titiogigante,Titofiandmo,Titoue^afiano,Tuomanlu) fcendeadalbuono .Alcide.
torquaio, Tuo femprontograccoirorquato,Traiano,Tur. AicSlindtoMagno .Redi Macedonia quafi tutta[.Afio.
nofi'cfpaftane.f'iuumtioJCerfe, Zenobia . tutti con le fue fòggfogò al fuo impero,» fu il primo,cbedopoBaccbo ttii.
htflone per aréne di alpbabtto^ prima .Achille. phòdeWltidtae^anchora che magmfiiofofie, dr ègri.
4fyj Acìùlle.Lat.Mihillei,Teleides,Thetidesfroles , Chironis sartù ,nondtmenofpef!oera uiutodaltira fieramente, ne.
-dlumnusdleros ab Homero dccàtalus.figliuoloéVeleo, fapea frenare la fua natura; perche a molli atti indegni
tir éTbilomcna figlia é-Aitoreunode Mirmidoni,an- fu iilofpinto,&moltihuomiménonpictioloualore^t di.
ebor che fofieuolgar fama, che Tetide dea marina fofie auttentàmalamemefecemortre,eomenarra "Plutarco,,
fua madreSu nutrito nel mote Velia da Cbirone centau- Onde é lui parlando il nofiro P a "i.écej^mctme -dlef-
rojK mai in quel tempo mangiò cibo cotto, perche fu ne- jandro t tra uinfi . Giunto -Alefiandro a la famofa tomba,
fumato -dthilleferche m greco fipufica fenga, dt chilos Del fiero .Athille fofpirando difie..Alefiandro,th‘al modo
riho cotto. Imparò da Chitone Strologiarmufitca, tr mcé briga di.J3AtiJlual .Alefiàdiv in quelle parti calie.uedt
cina,Cofìui uccife Nettare ,& Trailo fecondo Nomerò Jìo a Vbiltppo fuo padre pm baffo al luogo fuo,tlr ad-4pelle.
fo innamorato diVoltffena figliuola éVriamo , nel tfpio Aleffandto. Red Epiro c’hoggi i -dlbama, figliuole del 45^
dl,Apelline inginocchiato per adorare efio.Afollme,fufe Re 'ligiioUmo ; & Zie materne del fopradctio grande
no éfiralt nel calcagna da Vaniti fenemoriMa fecon UU^udro^t cognatofilqual uencndo in Italia al foccorn
fa de
Marte
C I E r. O Marte j8
Alcide, Cbi Tum hlbbe,^ Thcfiv faltrtpurclid ,
/» ic Tarenióii centra i Brut ij, che hogp fono i Calabre fi,
tà- contea i Lncamjche hog^i jono quelli di Bafilicata; Cr Appio. Molti furono nella famiglia degli ,Afpi Claudi ,che
di Trinci fato nel regno 'Hapobtano , dopo alquante pro-
j^c battaglie t S t bauer prtfò molte città, fu da uno delti
jcacctati,iii erano con lui, non lungi da Cofen^a prefio
alla città diTandofapafiandotlfumecCMcheronie ucci
p>e& pori ben dice il nofln Pei. yidi un'altro ^Icfian
dro non men lungi indi .
Anù\cZT.fupadred',Aniballe,delqual parleremo adefié
Hannibale . P i T. L'altro(J^mballe) e'I fgltuol d\A-
mlcar, che noi piega In cotam'anm Italia tutta ,Cr Ro-
ma , laquale hiHorta narreremo inficine con le altre ai
Hamtòale al luogo fuoptu bafso.
Anteo -fu figliuolo della terra^deo terrigena diflus forte ,
tir ifimfurato . Combattè con Hercole ,&ogni uolta che
Hercoleilgittauainterra ,la terra rinouaua le forze al
fuo figliuolo ,Anteo, ma finalmente Hercole io f^feda
terra , arrecofieloful petto , gir tanto lo Jìrmpr , che lo
fece crepare . Tomponto mela ferine, che egli fu Re della
ultimaparte della Mauritanit , &in quella edificò Tin-
ge città,doue rimafi lo fendo fiio fatto d’auorio molto
grande . Tbeodontto ferme, che Hercole col fue efie reità
giitolfcil regno, ma tome Hercole Cera partttoeglt de
luoghi uicmi rtpigliaua le forze, & racqmlìaua il re-
gno ,& finalmente fingendo Hercole di fuggire locon-
àujle mo.todi butano, & poi ad un tratto rtuoltofi b
ninfe , & ucctfe . Qjtefio, ft condo -dgoiìino , fu ne tem-
pi, che Danao regno tu ,Argo,& fecondo Bujibio ne tem
pi, che in Utbene regnò Egeo padre di Thefeo , onde di-
te D AH. Et uenimmo ai, Anteo , che ben cinque alla
Senza la teSia ufcia fuor de la grotta . Tal parue Aiaeo
a me. 0 tu, (tdefi Anteo ) che ne la fortunata ualle,Che
chiara fama otteimero,ma{j>ettalmente Claudio , che uin
(è i yoÌjentfi,&fu ilprimo, che fuor S Italia in Sicilia m
fòccorjo di Mefiina pafiò con te]JercÌto,& ninfe i Cariba
gmefiiCr I Siracufam;Et il cieco fidate di lui.dclqual fi ere
dcyche di lui mtédejfeil P t t.Cofiui domò i Sabini, i San
niii,dr I Thofeani,et felicò la uia da Roma a Brindi fi , la-
quale da lui è chiamata uia Appta . Fu cinque anni conti
nui Ccnfòrcy&dueuolte ConfobconL.yolnnnio,et nella
cenfura fe Senaton,et Libertini,Tolfi;a Senatori di piu U
mangiire.efi- licitare in publico. Et perche erano due fa
migliedejlinate a faenfiai' Hercole à Toiitif,& i Tinna
ritcorrupeiTotitif con prezftp .chea fèrui publiehi infe-
gnaffero di jacrificare ad Hercob, onde per dtuina ira di-
uentò cieco . Contradifie che non fi mandafie Fabwfob
aUa guerra ; & trattandofi nel Senato la pace di Tir..
roitFfludiandofi enea legato del Re, che egli neniffi a
/arti in Roma , fatto fi portare conia lenita , perche era
necchio,e!r cieco,tol fuo dir feTirroé ueder Roma inde-
gno. Fu jempre il proprie de gli Appi m fauor de Tatrittf
comradire alla plebe ; Ma fi come Appio Cbiidio fi ifiir
ri ^fuadere che nonfifacefie la legge di far pane alla
plebe del conp>bto,cofi coftui agramente fi Jludiò di pri-.
uamela,&- con tutta t> forza delia fna etoquiz* centra.,
fiò ch’ella no participafie ne diurni bonari del factrdotio .■
tSrperòdice il Pst. Appio conobbi agli occhi ficai che
graia Furon femprecet mobfli a (bunà plebe ce alrroue,
Regob Attilio fi di laude degno. Et uincendo, ^ moren-
do,& Appm cieco. Che Tino fedi ueder Roma indegno ,>
Et due primi ebe'n mar uinfir Caribago; Dico Appio au
iace,& Catulo^he fmalta II pelago £ {angue ,
fece Scipion£gbrk bercia Qjtando Anmbal co ifnoi Ari&ide Greco, ilquale fu neramente un Fabritio Romano
dauabjfalle.
Antcnor Troiano ;CoJluidopo la dejlruttionà Troia nani
gò in Iialu,& prefe Taiouajaquale nommò prona An-
tenora , & poi T’atauium , fecondo Seruto ab eo quei eli
peteflbe . lieH a noUre , perche prefi; augurio iti uolar
itigli uccelli , oueramente , quia teb petiuit auema. co»
la faetta pcrcofie un uccello. D a n. Fatti mi furo m
grembo agli Antenori . Hortu chi fe,cbe uai^CAn-
tenora Tercotendo , nffiofe, altrui legate, liefi per b fe-
condo giro jebe fu detto i' Anienore,ilquati era da Trota
Jia patria.
nella uirtù /iella confiàtia/ulle feniitie anteponendo [ho qi t
ntrealla utilità/ie permei tédo mai , che co inganno fi uin
cefie/ome ferine Tlutarco.Fu cpflia capitano de gli Atbe
mefi cétra Serfe in Afia , tSr discoprendo il tradimento di
Taufania capitano de Lacedemom,che co [aiuto de Terfi
etreaua occultamenteiIoccuparbhbertàdeGrtu,Ube-
TÒ tutta b Grecia di f erutti , al fine {cacciato lungi dalla'
patria morì in efiUo/mdeil P e ■t.Themiflocle.et The fio
con quejia fctta,Arifiide/,befu un greco Pabntb A tot
ti fu crudelmente interdetta la patria jèpoltura ,
AfdmbxMeuediaClaudio'Heroneal luogo fuo.
4^0 Antione MarthefiafunadelleReinedelleamazpmhebbe Attib fiagello ti Dm fu Re de gby uni, come fcrmeTaolo
mtattro figliuole, Orabia,Antiope,Menaltppe, et Hippo-
luajtiqualt neh' arte mitiiare ottennero buit finguiari,et
pertuuabfuauitafuronouergim,i!rfitruaromla fua
heUez^ pura,& netta, aueune che tronandofi fuori Ori
thia a far guerra /t Mena lippe efiendo rmajà nel regno,
Hercole, tj- Thefeo con altri cauatieri andarono ad aflal
care le Amazgpni;&trouaiidotitì>rouedute,ageuotifu
la uietoria,deUéqualiprefa Hippehta , Tbefio fe la fe fua
Jfio{à,& nbebbe un figliuob chiamato Hippoluo ,perb-
nle ella rimafi tri{ia,ionie al luogo fuo tiremo. Hercole
ftr Menahppejaquate egli redi ad A miope m fua
ucce ne prefe [arme della Rema , per tiquab era uenuto .
onde ilpET.nedice. Antiope , iz Orithia armala , e<r
hdia, Uippolaa del figlio afpitta,zr trilla, tfi- Menalip-
pt,t{rciajcuuafifuella,Cb'auiacertifugbna al grandr.
diacono nell’anno qqì.efìtdofignoredi DaUaJ'ngbena,
Macedonia, Mifia.Aihaia.,t!rThraciahuomoaui<h{limo
d'mtpero,(!r fitibomb ti {angue bumano. ér {opraci al-
tri amdeb/iinnumcrabili copie uolfitilfuo furore mita
ha,& conogm forza,& mdulìrta afìediòAquilegu, la-
quale fi uirìlmentefii tifefa da futi cutadim ; che non fen
Zf grauijfimi affanni , ^ dopo tre anni a pena b mnji ,
CT crudelmente con ferro, gf fuoco la condufìe in ulti-
ma rouina ; tome ial pre fiate . Dufece poi Concordia ,
Aitino, crTadoua,cìr facebeggiò y iceazad'erona,3re
fila , Bergamo , Milano, Tauia,& molte altre terre in
Lombardia, & àSomagna , ne fiiizagrandiffima ucci-
ftone , et finalmente arriuòdoued Mincnmette in Pai
meutrechedeùbert fedebbeandarea Roma jopranenna
leone Papa^noafinzatiniaojmracob , impetrò da fia
Mirte
CIELO
Marte
truiet TiranHo , che lafciau Ìtiìia tomifSe in f'ngaria].
Vercbe e^h ritornò , preft primi per nto^ùe Hunoria
furcUa di /'alcminiano Impt:rjdore,Et m yn^aru in con
mio morì per abondanza éfangiiechedet naie^liii[cia^t
(oft come era flato cupido é fan^uc, cofi filogoto lol fan
^ue. mi par juì da pretermettere , perche fofie detto
flagello di Dio. Ejjendo Attila arriuato col fuo ejsercuo a
Modonai Geminuno yefcouu di quella atta huomo dijàn
ta Ulta , confidando fi del diurno aiuto glt uenne incontro ,
Cir domàdogU cbifi^e,rtjjiofe fono Attila flagrilo di Dio}
a cut rigofe Ceniiniano;^ io fon Cemimano jeruo di DiO,
cr dopo tali parole gli aperfe le porte;ct Attila mojìo dal
diuino terrore ^flà co juoi per met(p della citta jenxa le-
fione <C alcuno . Tde lafeierò anchor di dire , come Attila
tee de Gotti dtgatte molle città in Loniharéa in Ro-
magna pa/iò in Tbofeana^ affediò Fireno^, & iionpo-
tendola per forza hauere ,uolje lo ingegno a gii inganni >
f>r co molte faijiperfuafioni indujse i cittaéni a riceuerlo
dentro alla città , & fu meffo in Campidoglio . Egli fotta
^etie <t honorefece conuocare afei principati ciltaéni,et
mentre che pafiauano da una camera in uifaltra.gliface
ua uccidere^t gettare in una gora deriuata ad jltnoahe
faflaua fono il Campidoglio. Intefo il popolo la uccifione,
uedendo l' acque della gora fanguigne,& tumultuando
perciò, ,4ttila mandò i faldati per la terra , & comandò
to. terribile guerre fece in Italia controa lombardi fauom
reggianti al Vapa . Disfece Spaino Jrafmutà Lodi, edifi-
cò Cremona,prefepcrafiedio Milano nell’anno della jalm
te ii6g.& tutto [arfej& éifece, arollo, & femmouui ;f
•Jaie.Et dicono, che ottantamila huomini di quella città am
da rono dijfierfi. C randiflìma lìragefece de Romani. Ver»
che perterrefatto il Papa fuggì a y inetta ; &■ il Doge im
fauore della chiefa fece grande armata cantra ad M rngo
figbuolo di Federigo. prefelo,&menotlo a t'inetia.F'ede*
doadunque Federigo La fortuna mutata,^ fi fauore c'ha
uea Mlejiandro da Lodouico Re di Francia,(^ da .Arrigo
Re d Inghilterra.^- da Guglielmo animo Re di Sicilta,i2r
da ymitiam,& da Lombardi,ieterminò bumiliarfi al Pi
tefice,gr chieder pace. Et ueune a piedi del Vapa, ilquale
premendoli Ugola co piedi difle i uerfi del Salmifla . Su-
per ajpidem & bafiUfcum ambuUbo , & conculcabo leo-
nemitìr draeonem. allequali parole nfflondendo Federigo,
Tipn tibi.JèdVetro. Difle d Vapa,& mihi,& Vciro.Do-
po quella reconaltatione.Fedt rigo per fodnf anione del-
le bìgiune fatte alla chiejà , paflò con gli eflernii tu Siria
contro a gli infideb. Ma eflendo in Mniiochia, & ne gran
calè bagnando fi nel fiume sa fogo. MiUno Slette disfano
cinque anni; onde D an.I fui Mbatedi fan Zeno a Fe-
rona Sono fimperio dei buon Barbarofla ; Di cui doUnte
anchor Mtlan ragiona .
che tutti & mafehi & femtne& picciob ^grandi ucci. Bclgio,tSr Brenna famoflfimi capitani,nel tempo che Fram
defleropie campò alcuno fi non quelli che fuggirono , &
fra gli altri fu Hccifò Maurilio t'efcouo è ^ntiffima ulta.
Dopo tale ucaftone, con ferro tfi- fuoco disfece la città; &
in quel tempo U flatua è Marte laquale era in fu U torre
Ulema ad A mo, cadde in Amo.gf queflofu nell'almo del
fiffiore q^o.ddi iS.é Giugno, anni cinquecento dopo U
fica edificatione , Fu neéficata da Carlo Imperadorc de
Romani infiemecid popolo Romano moflo da preghi de
fiorentini negb anni di Cbriflo 8oi. al principio di Apn
k, altri ècono a è trenta é Marcio ; allhorafu iroua
ta m Arno la flatua è Marte;ben chf rotta, & U pofero
/il C una de pdaflri del ponte uecchio, & quiui flette infino
all'anno è Cbrifio i J j . nelqual anno uenne tal dUuuio,
che Amane menò U ponte ueccbto,& gli altri due ponti
è fatto, & in queflo modo rouinò dt nuouo la Slatua; onde
dice D A u.Laèuina giuflttiadiquàpungefàjuiCirfer»
no ) Sìu^ AitiUtcbe fu flagello mterra ,& altrout.
tefi pafarono in Italia ad andare a Roma ,gran parte di
laro per Uyngaria n'andò m MacedonU m CrfH4
con gb due /òpra detti Capitani;Brenno ucggcudu i Maio
dom unti da Belgio con grande eflereito entrò in Maceda
ma, & uinto hauendofe molta preda. Indimoflo dalla fu
ma de Thclòridel lépio del delphico Apollo andò in Vbo»
tide a Delphi, oue da quattro mia greci fu tUfefb il t em-
pio,& la città per la fede che haueano ad ApoUoalqualt
fu ueduto comoattere cantra i nemici con un tembiit
mouiyiento di terra fe cadere fòpra loro gran parte del
monte Tamafofoggiunfe poi bombile tempeflaé gran,
dme^t difulgori,che pochi ne fcamparonojet Brenne iflef
fi> non potendo U dolore delle ferite foppqrtare,rgb mede-
fimo col pugnale s'uccife,onde fi come fatto è lui peri mot
tagente,eglimori poi fitto il tempio del Delphico Apol-
kìtr però ben dice il noflro Vtr. Brenna fitto cui cadda
geme molla, & poi cadiCii fitto il famofi tempio.
Sluei cittadim , che pm la rtfomdar» , Sopra’l tener , che Bclifario huomo in éfàplina militare eccellcntijjimo , uedi
iC Atlilarinufi.Haurebber fallo lauorar indarno. Rki. aCiuSlinianoImperadorea j8i.
Cbed’Allila éròi che de l'iniquo Eacxebu daRomauo. Utenno fu duca de Galli SenoniàquaUpafati in Italia oe- 4^f
KtnAe,cioè Agamennon figliuola è AtreOyO come ferme
HifiodoèVhflbeaeAF di Aeropa,ilqualfuRe, &capo
de Greci a T roia , uedt la hiflorut è Àgatnennon .Par.
Et là che'l grande Atride,^ l'alto Achille .
Attilio . Marco. Lat. M. Attihus. Attilio Cabrione Con-
fokAfdò in Creda, oue aftretto dalle Thermophite uatfe
il Re Antioche, & cofirinfih a fuggirfene in Afta, ym-
fegli EtoU,&di queÌlo,&è queftì triompbò. P s t. Mu
mio Leuinio Attilio, ^era feto Tito Flammto .
Attilio R^ola , uedt a fedeli ajo.
Barbarofla . Lat.anobarbui ffiuebarbarubea . Federigo
prono éSueuia chiamato Barbarofla dal colore. Tenne
fìmperio anni trcntafette,prima amico dtUa chiefa, dopo
Umiice et Alefandto terza Senefe ,C daini feomuauta-
■noniaqu
cuparono ciò cb’t tra l'alpi,^ ilvò.poi ueauero m Tho-
ftana , dr afiedierouo Chiufi hoggi quafi èfòiaio, (J- fit-
to iunfiitione Srnefi ; ma in que tempi uno de capi éTbo
fcana quiui offefi da Romani uoltarono ogm fauore can-
tra loro. Ruppongli al fiume Allea . te prefon Roma, ec-
cetto il Campidegboalquale fri me fi affcdiarono,eir flnaU
mente opprrjfi i Romam dalla famepanoui rono a paga-
re mille bbbre d’oro, & loro fi partiflero, ma Camillo del
quale farebbe lunga hiSiona riferire, fatto Dittatorefirm
che afleme, tr e file raccolte le reliquie del rotto efiUrti-
toaflaltà li campo de Galli, & tutti gli uetije.& però di-
ce a s. Sai quel che fu portato da U egregi Romani im»
conir'a Brenna, incomr'a Tirro, Inetmraglt abri prao-
àpi, & collegi.
-i ^ ? ir ? a. ” • r-a * «
Marte
Stiano fiigaitte timo de aamci di Ghxe, ma Homero lo
pone amico, & dice, che congiurarono apprejfo di "Hereo
^ DioMarino,Imiane,'fieltuno,Ó-TaUaidifjbricareuna
catena, con Lupiale t irafiero Cioue fuori del cielojaijuale
congmrathne Tbetit dea marina nuelò a Gioue, & Cm-
ue ihiamò Bnareo infuo aiuto, e!r in forma gli impauri ,
che lafciarono la imprefa. D A Nj'efier potè i uorrei,Che
4e lo fmifurato Bnareo Efiieriftia bauefier ghoccbi miei,
yedeua Brureo fitto dal telo Celejhale fiar da Cabra pte.
Bruto, nommato fedele , perche fe morire il figUuoio per ef
fer fido alia patria, onero perche fimo la fede data a Lu-
crclia mteiidcnJo il primo onero il fecondo , che per efiert
fedele alla Republica ,& per feruare la congiuratiane ue
cifi colui da cui erafempre fiatobonoratoà.Qefare.'P i T.
C grandi S cipioni , ofedel Bruto. Furono due Bruti, cioi
Lucio Gmnio,& Marco , UquaU diedero alla patria bber
tà.L'uno fiacciando di Roma i TarqumiJ! altro uccidendo
Ce fare, turno fu il primo confile de Romani Cr uccifi i fi-
gliuoli del fratello Crifuoi, che con gli .dquiln, & con Vi
ulh baueano congiurato in f onore de Tarquint, tSrinque
fla guerra che hebbe con gli fcacciati Reaombatti fbrte-
memeconji rame figliuolo del fuperbo T arquino , nella-
qual battaglia l’uno uccifi l'altro. Marco Bmto per fifie-
ner la Republica hebbe guerra con .Antonio, & nella bat
taglia prima già era uincilore,quando terrore , <*r la uo-
lontaria morte di Cajfio fuo compagno diede lauittoriaa
uenucifCr forfè al fine uincenafe fuoi compagni et faldati
non h coflnngeuano a nprouare,fi de nemia col ferro po
tea ftrfi quel che era certo poter fi far con la fame , onde
nmife ianto,(lr fuggendo fu cofirettoafarfi uolontaria*.
mente dar la morte. V tj. Duo TaulitDuo Bmti, Cr duo
Marcelli. Dan. yedi quel Bruto, che cacciò Tarquino .
Sluel che pende dal nero cefo i Bruto. Di Bmto,et Cafjìo
thè uciijl Cefàre , parleremo ad efio Cefire.
4^4 Camillo Romano . CoJJw uinfe iThaUfci ,triomphò de
Fei-, Uberò lapat ria da F rance fi, quab tutti con poca gi-
te afiabato uccife , fu chiamato Marco Furio Camillo Ro
mano,& padre della patria;& fu quattordici uolte Dit-
tatore. P s T. e'I gran Camillo Di uiuer prima, che di ben
far la fio. uedi a Brenna piu di fipra .
Carlo Re di FrancUflmperadore ebrifìianifiimo figlio di Vi
pino , ilquale per fiioi egregi fatti fu nommato Magno,
fhiatnato in Italia da Mdruno Vonu fice con ualido effer
cito uenne,& utnfi i Longobardi, efi prefi Defideno i ò la
maghe, tfr co figliuob , dr tnandogb in Francia neli’anm
della filute qjq. Il padre di Carlo fu Vipino Re de Fran-
chi,ét perche ne fioi tempi C imperio é conimuo manca-
na in oriente , & lo Imperadore perfiguitaua cbrifliani ,
Tapa Stepbano trans ferì i titoli della Mgn ti imperiale a
Tipino ,& a Sucerfiori fuoi nel regno , chef» fero é fia
iiirpei dr Boràfac'io yejcouo di Maganga legato apoflo-
liioitt tal cerimonia lo confecrò,& unje . -i Vipino fuc-
tefie Carlo magno Vrinapeperdifciplma militare,» per
molte uirtùcaellentifiimo ,ilqual ninfe Himoldo Re di
,Aouitania/!r cacciatolo occupò il regno; fece guerra con
tra t Safioni con fimma fehciti trentalre anni , in quel
mexp, parte in perfino andando, parte fuoi figbuob, o Du
chi mandanìo^nfe Hunnifipagnuoli;& In^ fi, & uen
ne in Italia ,& come i detto ninfe Defulerio . In Hijpagna
debellò ‘Pai>ipiiona,dr,rtugufia nobihfiipit città, peribe
C I E L O ' Marre ' ' je
non uolfero unire alla fede chriflianatTorniin ìtalU,
ninfe .4 rafia Duca di Beneuento, & in quefio anno , che
fu qSj. tenne l’imperio in Conjiantinopoh otto anni com-
batti con Vannonia, dt con gli Hunm, di' defirufseli , &
fece il f to eff eretto ricco d'infinite prede, lequaUgb Hun-
ni in ducer fe prouincie baueuano ragunate; T ornò dinuo
no m Italia, & reftituì nella fedia pontificale Leone Tape
tergpalqualei Romam haueuam ingiuflamente caccialo;
perctoibeàa Leone fu chiamato ,Augufìo,drfuil prima,
che dopo -Auguflo regnò a Roma . Coflui reflaurò Firen.
Xejaqualeingran parte era abbandonata, dr ndu/ietut
te le nobib famiglie fbarte per le terre circoHàti , compofi
alcune nuoue le^i; finalmente umfiSafoni;dr ridufiegli
alla fede chrifUana. Morì l'anno 7 7 . della fica età,^ alni
fuccefie Lodouico,cofluilafeiòtre figiiuoh,lMarto,Carlo,
dt LoJouico , iquaU dopo lunga dif cardia s’accoriarono ,
che Lotario fofie Imperadore ,& Carlo hauefie il reame
di Francia,dr Lodouico dt Germania. Lotario Imperaào-
refu coronato da Sergio Vapa,et m fua finettù fi fece m»
nacoi& lafaò f imperio a Lodouico fuo figbuolo Impera
dorequarto.ilquintofu Carlo fecondo nominato Caluo. Il
fijiofu Carlo grofloalquale dopo alquante guerre indcbom
U fi deh' animo, et dei corpo,chefu ttecepano,che A rnul-
fo nato d un fuo fratello togouemafe,& Jméne Mrnulfò
ilfetiimo Imperadore,co]lui facendo guerra cantra 'Nor«
mamli mori ned anno della falute 1 007. dr cofi refiò firn
perio nella {lupe é Carlo magno nò finza dolore lii tutta
Itahaahefufie tramferito nella Magna,Vercheaie Ro-
mani ,neil Vontcfice uolfero mai coronare , ne ornare di
titolo Imperiale alcuno Jllamano infino ad Othone pri-
mo .^Adunque cominciò {imperio di Tipino ned anno di
Chriflo 774. fFfinlin.Aniulfi> ned anno loaj.P tr.
Due nel petto al nuouo Carlo fira . Il f ucce fior di Carlo,
che la chioma. H a n. Carlo uenne in Itaba per ammen-
da yittima fe di Corrado.Cbetragge unabro Cario fuor.
di Francia.kt non l’abbatta efio Carlo uouelh.
Capanco. uediaLaioRediThebe a fiq. Lat. Capaneut,
Caton. Lat. Cato. furono due CatoniJlprimofuCenfiriaa, qSf
ilquale andò pretore in Sardigna,& la figgtogòxaudò có-
fole in Hifagna , & ne riportò 11 tnòpimiper opera di lui
.Attiho Gatabrume ninfe .Anttocho in Grecia;Et efiend»
Cifire ronofie dal Senato L. Siuintio,a>fini p la uirtu del
fuoanimo/u reputalo fornmo oratore Jommo Imperado-
re,&fommo Senatore. Labro Catone i[yticifi,che ri-
da fe U regno di apro in prouincia del popolo Romano, et
nelle guerre ciuih fifienne in .Africa le parti della Repu-
bhca,& di VÓpeo comra Cefare,infin cbei’uccifeper ni
ueJcre la patria in [eruttùft per morire in libertà. P h t.
yn’abro Fabio, & duo Caton con efo. &Boc. nella ut
filone amorofa . L'antico ualorofi buon Catone .
Celare. Lat. Cafar .primoimperatore fu cinque uolte CÓ-
fole,uinfila Francia J InghiUerraipafiò il Rhenoeó dan
HO de Tede fi biaiinfi la Spagna/ .Africa/ Egiuo, t-ifia
minore,il Vento, &abrcparti , Fe battagbe cinquanta
due ad mf cgnef àgate auanzanio egb filo M. Marcello,
che ne fece quaranta none iTacerò qui iheobra le ciuiii
untone nouita due mila huemini cibattendo uciifi, et fio
di taniofirito che firiuere dr leggere ufieme, dettare et
udire loiea; & tal uoba àttere a quattro Scrittori di cofi
grandi dttlaua; Talbora a fitte quando mite altro facea-
H ni
Mane
CIELO
Marte'
^menoteulIentefHneldire.MtpVprieahiful’elfe- adogmhHtmu.Lealtrebiftoriedi Ccfart foneagU M
re clemetue^humano, quanto fój}e Ufuo ardore lulfe- luoghi, come è detto .
tnre,TUaio nel fittimo librone ferine amplamenie.Laflo- Cincinnato.!. Qiàmio Cincinnato pouero, dalloaratro.
riadiVompeo^fb Cleopatra, ey di moli altri(parlàdo pur
di CeJàre)Jino a gli fuoi luoghi piupropr» . P s t. Cejkre
poi che'l traditor £ Egitto Gli fece à don de t honorata te-
fia. Credete ucn,che Cefarefi Marcello. Cefàretaccto,che
perogm piaggia Fece therbe fingnigne. i^nfu mai Già
uè , & Celare fi mojji Libera fama al mio Cefare parue .
“Honfu fi ardhe Cefare in Tharjàgtia . Ou'e'l He .Artue i
trefefin .Augufli. DAUparlàdo di Cejàre dice, che trù
fhando udì chiamarfi Reina.Era fomma licenza ne folda
ti,quando il lorfiguoretrióphaua potergli rimprouerare
ogni uitio,ey Ce fare, perche in adolefcentia militando jòu
tuT hermo Re in .Afta, fu da lui mandato a "Hicomede Re
di Bitinia,fu opinione che tgb hauefle afato Cefare in luo
go di moglie, ^che epeando efto triomphò della Galha , i
fòUati che erano intorno al carro tmtnphalegridaaano,
Cefare s’ha fottomeffo la Galiia,g!r 'Hicomede fottomefie
Cefare^ qui D a a Alce, La gente che non uien con noi,
offefe Di àò ; perche gid CefartriomphandoRegmt con-
tro fi chiamar tinte fi parlando di Bruto ,&CaJJio,
abe uccifiro Cefire dice . 'Non niego Cefare efiere flato or
unto di molte uarie^ ecceUentijftmeuirtùima fubito che
& dalla Zappa chiamato alla Dittatura Idxrb Qjiinto
Minuta) il confile dallo affidio,& n àmphò de t'olfci,^
de Sabini ,& menò prefo innanzi al carro ilcapitano de
nemici ; Toi nel feflodeetmo giorno depofla la Dittatura
fi ne tornò alla agricoltura: {'enti anm dopo creato un al
tra uolta Dittatore comandò a Seruitio Hala MaeRro de
Cauahen,cbe ucadejie Spurio Melio, che tentano di farfi
Rf . Oncinnato in lingua ihofca fignifica rabbuffato . cin-
cinnoat cirrbo in Imgua latina dinota capello torto, ilqua
le alcuna uolta fi fa con ferro, o con altro flromento adar
te,che i capelli farmoft innanellati , Cr ricciuti per orna-
mento ..Alcuna uolta fono torni capelli in capo quando
non li petteniamo,onde rimangono auiluppati,Et allbora
il cincinno il cirrbo non ha omamento^a il contrario, &
per qucfto C urtano huomo di dura aita , perche teneua i
capelli negletti, dr inculti , & finza pettine fu chiamato
Ctncinnaio. et però ben dice Ó A n. Onde Torquato, dr
lìuintto,che dal Ciro Ngglettofu nomato, ir Deci, et fa
bibebber la fimajcbeuolentierniiro,&V sx. Et Cmcin
nato con la taculta chioma, Ciactnnato,o' Saran; che fo-
la un pafio.
ài lui nacque fi efferata impietà, che perfperanza di occu Ciro . nipote materno di jtfliage Rf di Media , & figliuolo
pare la tirannide pafiòd fiume Rubicone fih huomo eeceU
lemiffimo diuenne immaniffima fiera , & con quella fila
fteleratezxa fòmmerfe,& eftinfe tutti i benefieij, de quali
Roma fi confeffaua a lui debitrice. .Adunque non uccifiro
Bruto jdt Caffo quel Cefareflquale con laboriofiffime,dl'
decennali fatiche conhorrende digicultà, é'g.randiffi
tnipericoà acqui flò at/popolo Romano.'Non uccifiro quel
Cejàre , dquale in dieci anni, & in uarie battaglie uccife
ttm fuoi uittoriofi eflercitiun milione , & cento nouanta
due mila <f huomini nemici al nome Romano. "Non uceffè-
ro quel Cefare^lquale fu fomma liberalitàdnaudaa cle-
tuenza.ornatiffma eloquenza; molta , & uera dottrina ,
Ma quello, che contro alla fua patria mgratiffmamente
tultò le forze ^be da quella haueua riceuuto, Quello che
fceleratifiimamente tal fi la libertà a quella che douea di-
fendere : eSr certamente qual può efiere maggiore uirti,
fbeuendicare le ingiurie della patria, per laquale ogni
buon cittadino è tenuto non perdonare alla roba /ma a fi-
gliuoli, non alla propria aita: onde il medefmo Dan.
dice Degb altri duo che hanno il capo di folto , Qjiel che
dal nero ceffo è Bruto yedi come fi florcee^ nonja mot-
to: Et f altro è Cafiio^he par fi membruto. Dopo tulio Ce
i6t
diCambqèhuompnuatodiTerfia,dopo [bauer toltoli
regno all' ,Auo,(^uinto qua fi tutto l oriente. La V edotta
Thamiri Reina di Seithia orba del figliuolo per hauer-
glielo con tutto Cefiercito di lui uccifo;lo uccifi ,percio-
. che eftendopafiato in Settentrione per uincere la Seithia
non contento de fuoi regni , auenne che fingendo la Reina
Thamiri fuggire, tir lalciindo le tauole piene di pretiofi
làuande, ^égeneroft nini, acdoche nemici fine ineb-
briafiero , e inebbriatigli affaltaffe , perche hauendo ella
pojlo molta gente in luogo occubo, & con poca fchkra an
dando conira Ciro finfe fuggire fin che'l menò alle infidie,
oue egU con dugento mila de Ter fi uccifi, gfi a dimoìira-
re la fua file del fangue h umano gU leuò il capo , & mef-
foloinunutro pieno di fmgue , dicendo , Sangue filifti,
triodi fangue ti empio , <*r cofi fece la grande , & me-
morabile uendetta , come dice il Pur, La uedoua , che
fi ficura uide Morto il figliuolo^ tal uendetu feo, Cb’uc
tifi Ciro, & bar fua fama uccide. "Ne Ciro in Seithia,
oue la uedoua orba La gran uendetta, & memorabilfco .
Et nidi Ciro piu di fangue auaro , che Crafio d’oro , dr
{uno , & Paltronbebk Tomo ch'ai fineaciafeun par-
ue amaro.
ftrefucceffeCefare.Auguflo,ilqualeperuidicarelamoT C\3iudio'Nerone^endoConp>leantÌHedendoilpericolo,& q6j
te di Cefare, fece guerra con Bruto^ Cafito, liquali alla
fine in Theffagba fi uccifero,onde dice . Di quel,cbe fe col
baialo figuente Bruto con Cafiio nell inferno lalra,Et Mo
dona,&Terugia fu dolente. "Ns miparancho di tacere ,
thè efiendo fatto Cefare Dittatore perpetuo , drhauendo
indù fi tutti gli altri magflrati fitto la fua potefìà, quan
do huomo gli padana ,gli parea parlare apiu,t!r perciò
non diceajo prego te Cefare ana prego uoi Cefare, dt cofi
Roma fu la prima, che'l fòfferfi ufindo tal adulanonea
Ceptre,Cnelqual t'oli cittadini Romam perfeuerano.
Tercieche da ^l tempo in qui quafi tutte nationi,& po
poli dicono tu ad unoetccetlo che i Romani, che dicono noi
prouedendo con la mano forte combattendo giunfi a tutta
Italia a maggior bifogno , perciocheefiendofi Claudio còm
trapoflo ad .Aniballe nel regno di 'Napoli, & bauendogli
tombattendo uccifi , prima in Bafilicata appo Cromeitto
piu di ottantamila faldati/^- prefi piu di fittecento, poi a
l'eitofa in Tuglia,piu di uétimila,poi che -dfdruballe Bar
cbino,contra'l quale M.Liuio Cabro Coiffole in LÓbardia,
& in Romagna era Uoàntefi apparecchiarfi diuenir a gii
gerfi con ,Aniballe,la/cìando ne i caflri QA'atio Legato ,
et con fri mila fanti ‘il fiore del fuo efierctto^ con mille ca
ualli eletti, fingendo Mandare in BafUicata fecret amente
di notte parta^i,riuolfi il piede uerfo la Marca,etperlo
4
I
Marte C I E
ttmitto raccolto molti de luieraiù^ir de «Se»/, che uolon
tarUmerae fiofferiuanoa ijoclU mfrefa.di tutte, ^
tf lUetameme akreù,pmfe al fiume Metaitro prefio a Si-
mgaglU nel campo di M. Lutto, alquale haueua prmu da
to del fuo configho notitia; cofi giunti i due Confili fenga
danofiratione di maggior campo ,ancbor che al nemico
parefie [effercito maggiore , cofirinfiro^/lldrubaUe fuo
pud grado a combattere,^ co lui ctnquantafei mila nue
a fero, ne prefero cinquemila quattrocemo. fé eroi che ui
morirono ottomila de Homamfilqual danno compenfaro-
m con quattro mda.che effetti fiali pre fi dal nemico per
quefta uittoria fi racquiflarono.ln quefia battagbafifcri
pe con molto ardere, & incredibile prefle^gfi bauere com
battuto Claudio, Ilquale lofio dopo la uittoria , piu prefio
tbemmera Siato al uenire , tornando in feidi giuntoin
campo incontra udmballe con la tefia del fratello dei
f,Afdruballe,laqualefe buttare nel campo d‘,Amballe ,
ne prima conobbe la partita di Claudio, onero il tornare,
che uedefie d capo del morto filatelie, dopo con dolore fi ri
trofie dalle eftrcme parti (t Italia. PtiJli Claudio dico,
che notturno, & Turno, Come il Metauro uide , a purgar
penue Di ria femenga il buon campo Romano. Claudio
1frron,(be'l capo <f .Afdruballe Tr^mi al fratelTafpro,
t^feroce,Sickedi duolglifeuoltarle fiabe.
Coflò . Cometh Cqfioalquale nella gnerra de yeifie Fide-
nati , & deFalifci efiendo Confile ,fi come d titolo da lui
Befio fcritto al tempio di Gioue Theretrio émofiraua, di
larteFolunnio Duca de nemici riportò le fioglìe opime,
fecondo a Romolo, che primo le portò i .Altri dicono , che
agli fn Tribuno fatto la dittatura di J^uuUo Cincinnato d
gianane .Ilmedtfiuu fupoi Tribunode cauaheri conte
mfegne confolan ,&maefirodecauaiuri neba dittatura
iEmibo Mamercocontra f'eià Fidenati ftebaqnalguer
ra fece una memorabile battaglia a cauallo. P s t. Cofio
Tbdott,Rut 'ilio^ dalefieffe . Et parecchi altri é natu-
ra bumili Rutiiiocon yohmnio, Gracco , & Tbilo, Fatti
per uirti tarme atti, & gentili .
Curio . Marco Curio Dentatoprima triompbò de Sanniti,
iquaii domòj& appagò infin al mar di Spagna; poi é Sa-
bini fioi de Lucani; Scacciò tltahadRe TirroaEpiroti;.
partì il terrena al popolo dandone a ciafiuno quattordici
Moggi,& per fi altrotanto neprefi,dicendo niuno doue-
re efiere,a cui canto non bafii, .4 gli ambaf datori de San
piti che gran quantità toro gli portauano.difiiuoler piu
toflo lui uiuere in quei ua filli fuoi di creta, & comandare
a ricchi , & effendo Sialo accufaio dt hauer pigliato afiai
della preda ; moftrò un calice di legno àlquale ufiua ne fa
erificq^ giurò niente altro delia preda baner portato in
fila cafa,^però dice dP ST.f'n Curio, e un Fabritio af
fai piu bebt Con la br pouertà che Mida,o Crafio con lo-
ro Ontauirtn fiiron ribeUi .
C urrio Romano. Lai. diSui M.Cnrtini dinoto, & affettio-
pato della publica falute deba patria ; onde che efiendo fi
pouelLamente fattane! mexg della piaecga una grande
apertura,^ fruga trouar rimedio a poco a poco per tutta
la città fi Slendeua,gj- dicendo li Dei non poterfi moie hm
dere ,fi non ui figittaua queUo , onde erano piu pofienti i
Romani , Curilo interpretando ciò efiere gU huommi, &
tarme, armato a cauaUo uifigittò,fi che difende tar-
me empie lo fiato noto, & aperto in megp il foro ,&cofi
~ ; F VW
"SJ.'.dt.
-
1 O
Marte
6o
toftoficbmfi,& però dice il PtT.Cnrth conlornenia
non men diuoto; Che dì fe, & de t arme empii lo ficco la
mego il foro hombdmente noto. B oc. nella fna uifione
amorofa , Dietro nenia quel Curtio; chea ualle armato fi
ghtò per Lafrfiura In forfè di fua Ulta di fuo calle .
Diotnedc figliuolo di T ideo , & Deiphile , & nel ualare a
uefiuno de Greci ficondo :fer) Marte nella battigha; feri
Venere :fn con Vbfie di notte a rapir! cauaUi di Rhefò ,
&alorreilTalladiocheeraaTroianel tempio di Mi-
nerua.Queflei&afiai eofeputdiUauirtùdi lui fcrifiero
Homero,et Sìuiatojrno .A nflotele per quanto mi rimem
brabaucr letto, fcrifie lui effere fiatoin Italia ,oueegli
edificò alcune ciliàju ucàfi dal T rotano Enea. Pix. Tlg
taiero MiaceJ>iomede,& Vltfie, che éfiò dei mondo ne»
der troppa, aedi adVlifie.
Encclado. fn uno de Giganti, che cercando ceedare Ciane q6f
dal cielo, furono da lui fulminati,& fatti cader fitte qua
monti aquali portauano per ifiugnart il celefie regno ; oum
de ficódo che ferine Virgilio, fono MongibeUo rtmafe En
teiido , 0 come narra Gnidio T ipheo da lui a tutta Sicilia
fottopoflo; ilquale Homero, & Lucano chiù fero fitto Ina
rime , che boggi ilfihia,fi tome lefauoU- anthora fotte
Meffiaa pejero Zancle, onde ella per adietro fn detta Zau / tHttu
cleaÉr d mote Vefnuioa tfpi nofiri chiamato Somma fi-
prapo fero alle fiade tfMlaoneo , ilquale i Torpbino da
uofin detto Torporeo , furono della prima fcbiera de Ci-
gàti. Tindaro da Ifibia afimad Etna pofè fipra T ipbeo,
fi come il ietto é Ttpbone i beato in Boeiia, in Cicilia , in
Thrigia,Grda Herodoto in Egitto ; lUhe amene fecondo
che ne Siima Mrtemone; perche [arfura & U moutmen-
to di quelli luoghi , & dogni altro fimib uiene da repenti
ne fiato,che chtufò nelle caueme delta terra cerca ujetre ,
ilquab grecamente fi chiama TiphoneiTlS altro figmfica
Tipbeoaie altro Enceiadui perche mouere con
empito, CT nfofimgere-.onde i Toett éfieroa/uanào Etna
fi moueret nerfa fiamma mafia dal furore dì Encelado,che
cerca fcuoterfela daUe fialb . onde dice i/ P e t. Tìon fan
fi grande, & fi terribil}iiono,Etna quaibor da Encelado
i piu f coffa Siba,& Caridé/iuando irate fono.&allroue
"Ugn freme cofi U mar quando i adira , 'Ugn Inarine al-
tbor che Tipheo piàge,Tifn Mongtbel s’ Encelado fifihra.
Ani. Là doue calca la montagna Etbnea .Al fulminato
Encelado le fiabe.
Enea. Lai. Meneas. DardauofigUo di Gbue , & di Eletbrn
figlia di .Alblante uenne m T roia; bebé fn fecondo Eufe-
bb il trigefiimoquinto anno di Moifè, &■ [anno del mondo
Tremila fcttecenio trentafitte. Cofiui generò Eriibomo ,
liqnab^ fuofucctfiore nel regno, &refie anni quaran-
tafette. la filò figliuob,& fuccefiore T roo/> T roe, dalqua
b quella regione prima detta Dardama da Dardano ,/»
denominata T roia; Ganimede nacque é T roo.cr diGarnm
mede Ikon fi Ibfitalqual prefi nome Ikon cntà di T roia .
Ikon generò LaomedÓte padre di Triamo. Fu anebora fi-
gliuolo di Troo,& fiatebo di Ganimede .A fiat cofi Mfia-
racoalquai generò Capitai- Capis.Anthifi,& .Aiithife
Enea.Cofha (fifudo anebora in T rota generò ..Afianiodi
Creufi fua mogUeAì- figliuola del Re Priamo; g^épenn
Italia bauendo Enea ciqmfltto b imperio é Latino lafiiò
fÌKCt fiore Ufi amo fuo figliuolcuMa è dubbio fi quello,! he
generò a Troia di Cnula,o cut Uo cb'acquiflò mi tatù di
li mi
Matte
CIELO
Marre
tojluprefe Ma ; & Ufiii facctfere SìImìo . deltpial Fuluio fUcce QJhleBa fua guerra pmiea Coiijhle mih 479
ntcqne Enea Siiuh^lqual poi tatti 1 Re furono detti Sii
tài.Et furono quejii per ordine . Latino,Ulba,^tis, Ca-
pii, Capito, Tiberino , dilqualeacqmitò il nome Tenere
fiumc^rinu detto -bibula ,x Tiberino fuccefSe ,Agrippa,
delquale naeque Romolo Situio. & di colini ,AnenunoaU
qnal detle nome ad ^Anentin» uno de fette colU eb Roma .
Dopo coflui regni Tornea ,cb' di Troea nacque 'Njemtto-
re ;& di tfnmitore Romolo anttore della gente Romana.
Secondo Homero Enea fu figliuolo é .Aiitbife,tfi- di f'e-
nere Secondo , cbelcriue Homero nelTHimno dt Venere
tofi chiatto, perche lei lùtit iyiaexoi 'Ìhuk ( fof ittfOt
ifitnav ivni . cioè gran dolor pre fé per ejfcrfi pofia a già
aere nei litio di mortai huomo. Strine Virgilio, & Limo .
Come Enea ucnne m Italia ,& combattè con Turno , &
rnccifeaolfe lanini per moglie figlia del Re latino . Seri
ne anebo Virgilio nel fefio , come Enea andò allo mfemo
toH la Sibilla^ dipoi ritornò, & hebbe la nittoria m Ita
Ha , come di j'opra è detto , La fica morte i dubbiali ; ma
pur fi crede , eoe fi aimegafle nel fiume 'Hnmico ; dipoi fit
adorato,et cbiamato Guue indigene.La Hiftoria di Enea,
ti" Didone.uedi a Dido a jjp.P ht. Di che farebbe Enea
, turbato , &■ trijlo . Vidi color eh' andato al regno Higni ,
ad afiediart Capua che fi tenena per Carthaginefi,& tan
to prolungò [ajfedio che la pigliò , & hantndo fatto mori
re gran parte de Capnam S enatori , come fu a Carinola
per dar morte a quei che in mella città n'bauea rijèruato
alla pena ; hebbe lettere dal Senato , lequali poflofele nel
feno/ion prima lefìe, che tutti gli hMe con legitimo tor-
mento uccifi ; perche liimaua m quelle efiere firato , eh*
egli oerdonafie a Capuani ; ilche nongiudtcaua egli efiere
giujlo, ne alla Republica utile.! Capuani neramente m-
gratijiaucndo loro i Romani non pur d^o da Sanniti, ma
fatto cutadmi. Coflui fu quattro uolte Confole ,fu Cenfo-
re, & piu uolte "Pretore della città, a Capua gli fu prolun
gaio C Imperio fin che la prefe ,Etpoiglifudaiaper pro-
uincia; Et nel Coufòlato,ilqual hebbe lon Fabio Ma firn»
ricourò 1 Lncani,gli Hirpini,& i Volfcu M. Fuluio "Hobi
bore andò Pretore in Hijpagna ninfe i Vaccei, i V elioni ,
Cr I Celtiberi a Toletoj& uiuo prefe U Re Hilermo, & co
utttoria quando a Roma ne ritornò , fatto Con fòle andò in
Creda : prefi ,Ambracia,& Cephalonia, ^degb Etob >
& di Cephalonia triomphò. onde UPst.& Fubuo Flac
co, Cb'a gU ingrati troncare bel Sludio erra.E'l piu nobit
Fubuo, Crfol un Crocco .
Hercole , Enea , The fio , e!r Vbfie.Dardano,Tros,& Gedeone. Permefie Iddio Oe peccati che' l popob) ctlfiaei
beroi altri nidi . & di Dido , Quella } che per lo fuo élet- fofie bmgo tempo nejfato da Madianiti , confarne, & co»
to,& fido SMfoper Enea uoli’ir' al fine. "Hpn quel d Enea
tom'è pubitco grido. ^ 1>a n. parlante in perfino di
V 1 R. Poeta fii, & cantai dt quelgiuflo Figtiuol S.An-
tbife: che uenne da Troia,Pot che'l fuperbo Ibon fu com-
bufto , dr parlando D Kn.conV in.Tu diei,cbe di Sil-
Uto lo parente (.ùEnea) Corruttibil anebora adinmer-
taleSecoFandò, drfu fenfibtlmente.ijpumdoandòali'in-
femoxty i K. nelTEnetda,doue deferiue le uirtù et Enea.
Rex erat .Aeneas nobtc,quo iuflior alter Tqec pittate fiat
nec belio maior,drarmu,
t.p*niinondi ,àquale efiendofi ertfeiuto tra bbri,nalfr
tanto nella mibuaeche la gloria de Thebani con lui pome
efiere nata, dr fienta, moHrò lafua uirtà , & la fitentfa
tmbtare cétra i Lacedemoni, 1 quab uinfi tre nulte,prima
in difendere gb .Atheniefiupoi infoccorfi de gb .Arcadi,,!!
fine Qudiandcfi di fittoporre Sparta alia patria nella ulti
ma battaglia uincendo moii.PsT, Qual Racco,.Aicide,
Epammonda a Tbebe.
Ephialte . Otto furono i figliuoli di "Nsttuno^ di Phimo-
ba mogbediJtloQ uno deTitani,crefceuanoogni mefino
ne dita fecondo Homero, & erano già alti none paffi . Co-
flui nolfe fare efierientfa della fua potentia contro a Clo-
ne , & fece gran prona nella guerra de Ciganti contra
Cioue^infiro Marte, dr none me fi lo tennero in carcere.
Ma ìunonefece che Mercurio di furto lo tolfe di carcere.
Dopo nella guerra de Cigarui furono uccifìcon le fame
guerra: ma conuertendofi con lagrime jet con prieght,uen
ne l'angelo a Gedeone,cbe mouejfe,contro a nemici . con-
gregò adunque Cedeone trentamila Hebrti, dqual nume
ro parca picciolo a comparatione de Madiani , iquab per
la innumerabilctHobit Udine, come locufle copriano la ter
ra.Di nuouofoi comandò C angelo ,cheegb luentiaffe iti-
midi, perilcBe fi ne partirono uentimila . Venne la tergf.
noltaAlr comandò nell’ardente fole menafie i diecimila ri
ma fi al fiume, & tutti quelli che beefiero porgendo la boa
caalT acque manda fie uia,dr ritenevi quelli che beefiero
trahendo Tacque con la concamtà delle mani , iquab non
furono piu che trecento jé!" con quefii in uirtù di Dio umfi
I nemia,& ucdfine cxx. migliaia; onde uiffero dopo igiti
dei in tranquilla pace quarant’annijche tanto mfie Cede»
ne,ondeilnoflroD A H.Etdegbhebrajchealberfimoa
Orar molb ; Perche non hebbe Cedeon compagni Quan»
do inuer Madian dif cefi i colli .
Goffndo duca Billomco,pafiando di Europa in .Afa Capi
tono delio efiercito cbnjìiano contra i turchi a racqaiflar
Cierufalem; & fatto Re di Cicrufalemmt fece di belli edi
liti nel fipcAcrodel noftro Signor , dr per buon tempo co»
fuot fuccefiori ni regnò . onde ilP et. dice Poi urna fil U
buon duce Coffndo,Chefe timore fa fama, e i pafii giufli,
Quefloà.Coffridofli ch'io mifdeguo, e’ndamo grido Fec»
in HitrufaUm con le fue mani. Il mal guardaioAt già nea
gletto nido, il fio diritto è Gottifirdo. Vedi Paolo Emilio .
da Pbebo , e fiondo anchora ho fenga barba , dr però dice G olia . gigante jiUfuale per diurna uoloueà,fi come è fcritto '
Dan. Volti a fmiflra; ^ al trar d’uu baleflroTrouam
tuo taltro afiai piu fiero dr magno, cioè Ephbilte .
Ethcocic . Figbo di Edipo , che fi amat;gò tonPolmice fuo
fiatello. dr "Pobnice fiateUi .aedi pm bafio a Pobmce,ct
ad Mrgfi a •jqó. 6qi.
tedetigoBarbaroJfa.uediaBarharcfia di fipra.
Wlzcco,ucdidifittoaFuluit,¥Uutùiùo uódia TitoFla-
tal luogo fito.
nel libro dei Rejdr da Giofipho fi narra nella bifloria del
le antiquità degmdei ,fu ucafo da Dau» , che tobofi dal
pafloralgreggejdr uenuto alla reni corte/ulla guerra dt
Palefliniaió con altre arme,che c3 bt fiondaAfi tre pietre
andòincatroaColiagràdedicorpoquattrobTaecia,etn»
palmo jdr armato, ifquale b tuta già quarama uolte chèa
maio alla baiiagba alcuno de Giuda, tVntffnnt infine al
fiora et* flato ardito a uoler combatter cm ini 1 mm Dau
r nù
Mirre
C I E
• kU Combattendo al fnegti ruffe la fronte, dr rifortò la
UBaldt bufifianettalia.&fero due HPst. E‘i TaHor
(cioè Damd) che a Goliaruffela fronte.'He giacque fi
jmarrito nella ualle bi Terebuobo quel gran Thibfieo
(cioè Colia) cui tutto Ifraetdauale fiialle ,Al frimo
jajSo dei gorgon Hebreo (cutè Dauid) la jia bill orto, ue-
dtaiq.
Cricco, cioèTitoSemf ramo Gracco, il quale benché fofie
nomea de gltSàpùm non jòHeuueef/endo tribuno della
fiche , che l',A fianco fi mcnafie m fagiane , &■ fer mego
del Senato fatto laro amico figliò fer juaffolà Cornelia fi
ghuola del maggiore ,Ajricano i laquale egli amò tanto,
che la una di lei alla jua antefofe^t come narreremo ne la
fioriadi Cornelia a jfqXoJtui nella fretura domò t CaU
li,nel frimo con filato gli Sfagnoli,nell' altro i Sardi, clan
ti ne menò frefi , che lungo temfo durando il uendeme,fi
ne fe'l frouerbioà Sardi uenali ; Et nella cenfura i Liber-
tim,cbe erano nelle rufiichetribu,chiufe in quattro urba
ne ^pendone Claudio tl fuo comfagno dannato,ilfeafioU
etere giurando fé altresì con lui douere andare mefiitio.
tanto fu Cauttorità di tm affo Ufofoio di quella grande,
dr nobile famiglia garrula,dr inquieta,chefiu uolte flan
tò il fofoio Romano, fere» che efiendofi data a fiHener
la ftebe, & con la lingua facendo ffejìe uolte fubluo far
lamemo,mofieUfopolo Romano, ^fifiùnfe la fiche cono
tro la nohiltàySfetialmente T, & C. Gracco figli di coUà,
delqual bahhiamo farlatonmde Tiberio fuuccijò da Tiafi
cajiT Caio da [o fintone fer decreto del Scruto ; fi che giu
L O
Mirre
maggiori di xxx. Indi cominciato a forfim effetto le dette
I oditiom,arfe che futon le nani, quado fi uenne alla prima
faga che dar fi htfigruua a Rontam, f a rendo ella malage
uote a Carthaginefi fer fi lunga guerra imfouerin, nac-
que toHo in mego del Senato nngran dolore, & un tamen
lo con fianto: é che rifa hanendo ,Anmbale,& riprenden
dolane l’Hedo A fdrubaUe/bfieeglt,fi lomeThabiw del ui
fi per gli occhi fuori fiucde;cofi l'animo dentro ueder fii
fotefse, ageuolmenteui fi moflrarebbe non di lieto ,madi
matto ,& infanopertanti mali gu giunti aUuoreeffere
qnefio Tifò, che noi riprendete dlquale non è tanto fuori di
tempo, quanto qnefte uoftre dijdiieuoltlagrime. ,AUhora
lagrimar fi conuenne, quando tolte ru furon C armi ,arfe
le naui,utctatene le guerre di fuori : perche di quella feri
ta caduti fumo, onde quando le ffoghe della uittoria a
Carthaginefi toglieuano,quàdo éjarmata, & ignuda fra
tautearmate genti d',Afrua la nedeuate,nejfuno punjè,
bora che'l tributo dclfriuato accoglier conuieufi/iuafi in
publica morte piangeteJluamo IO temo non habouteto
Ho a fentire di Uggerifitmo maleuoi boggi bauer pianto,
onde due il rufiro P ET. Et .Xnnibal quando a lo imperi»
afliitto yidefarfi fortuna fi molefia Rijifra gente lagri-
mofa,& meha Ter isfogar il fi» acerbo de^itto.& altra
ne . fu'l cader é /ubilo fi firano Dopo tante uittorie
ad Haniballe Vinto ala fin dal giouane Romaiu .Et un
gran necchio il Jeguitaua apfrejSo,Che con arte Hanmba
le a bada tenne. Che Hanihal, non che altri fanan fioiper
ebefn detto lui efier crudele.
ftamente non mentano fama , anchor che f aererò cofe Hclio Hidninoifu egli fuccejfore a Traiano nclt imperio.
afiai memorenoli ; onde UT e t. dice . E'ifiu nobil Ful-
*»;& folnnCracco Diquel gran nido i&Catuloia-
qnieto; Che fe'l pofol Roman fin uolte /tracco.
tÌ2mbl\,oHinnaale,o.4mbatle. CoHuifufigliuold'.X-
milcare . per brtuemente l'bi/loria raccoutarui , efiendo
ianm undici, come fcriue Tlaio,dal padre menato a i poi.
ti fnocbi giurò cantra Romani od» fimfittmo; poi fu cam
il quale tenne altreit anni uenti,con gran lande fe rum che
alfinefuodiato;pertefidio,etper la mortele diede*
molti buomini llln/lri; t/iuna memoreuol guerra fece, fé
uòcbeuinfii Giudei J)e fi ruffe Cerufalemf poi la rijiorò.
fu della militar difcipliua dottijjimo , fi come dell' arti
liberali P e t. Heiio Hadriano.è'l fi» .Antonio Tu fieli*
fuccejfione infu» a Marco
fag!»,Cr foldato nel campo del padre. Dopo lacm morte Hcrcoie il Thebano,delqual lungo /irebbe a uoler de fcriue
re tutte lefue biftorK,tequaliin uan luoghi fono difiim*
mente notate. Come di Caco Ladro da lui oecifo ; al luogo
dei Ladriatoqi.ediT'ie/focentauroa xqyo.&percbe
amò Deianira , Iole Ompbale, Lidia , et altre al luogo de
gliimumoratia9*i.e l'altreagli fuoi luoghi .lequali
tutte in un raccolte folto breuità in pochi uerfi notere-
mo quali efli fi filano.
e^ cercando cagione dignerra ; Sagnnto città amica de
Romani in /patio di fei me fi diSiru/JeiIndi aperte l^alpifer
rate incontra alla barbarica rabbuqia/iò in Italia. Tfici
pione a Ticino fi empromo Lungo a T rehia. Flaminio aTr*
fmeno, Taulo,& Vairone a Canna uinfeiEt pqfiendagia
Roma prendere m Terra é lauorofi uoìfe: per le cui deli-
tiefallodebcato,&molle^penfeÌuirile ardore: ludiac
tampatofifreffo a Roma tre miglia jdalle /ortunenoli lem QjàdHeriol le fatiche infieme aduno
pefie prmafcacciatojpoi da Fabio Mafitmo a bada temi- Che de la terra il gran figliuol couqufe.
lOipcfiiada Valerio Flocco indietro patto, Da Gracco, -dnteogigante,cheumceacìafcmu,
cSr da Marcello pollo in fngafiSa fuoi tn .Africa richiam* Que/lil crudel.Bufiri a morte mife,
to,fu da Scipione, che poi fi difieAfncauo muto, & co- L'Harpie in .Arcadufii Spagna Germe,
ftrcfto a chieder pace ; laqual fi diede a Carthaginefi con Et Caco Latro a la /petunca ucci/ì.
tali conditiom,cbe a Romam ejjfi lutti i cattiui, cr fugitiui Qjufli amazxò a C He/pende il Dragone
rendefSero: le nani roHrate tutte fe non quelle a tre remi. De pomi difenfor,e die la morte
deflero;Etglielephanti,cbebauean domali; ne per m- Squarciando l'cmpiabocca al fin leone,
lum^i piu ne domafiero ,ne guerra in Africa, o fuori fen- Quefli il cujlode de Cufeure porte
X/tuoiomì del popolo Romano facefiero; A Ma/Jinijfa le Cerbero tra/fe al /Ù da [ombre mefie,
fiu tofe rendefirro, & in concordia con lui ucm/f tro ;fro- E ’l ad fifttnne piu d' Atlante forte.
mettto,& proni fione a loro aiuti, fin che di Roma ucniano Quefii atinrò la Cerna a le forefie.
• legati, prefia/icro: dieci mila talenti i argento in paghe £'l Torco uccife eh' A rcadia guafiaua,
glnfleper anquam'anm pagafino: cento i^aggi ad arti- Et a PHidra troncò le fette tejle.
tmdel uincitore defirrojee mmi di quattordici anni, m diuefii Diomede Re^be a gb bpfii dau*
■■ IK 1
r
Marte
9er palio de caualli ancifi,& nm/é.
^ehetoo, (be'l corpo irasformaM ,
tlgeiii bcbhe a fór:(a il Baltco, ibegia cinli
Menalippet& domiti foconi Tcmro .
E roti Ucoa l'aria, S'efimfe .
Ter Dianira al^n'Hiffo Cent auro .
Htttore,/» figlinolo di Triamo Re di Troia;^ di tanta nir
tifCbe qu.tjì jitofk cagione , cbe Troia fi éfendefie dieci
anni. Et dopo molte ecceUentifiime prone fecondo Homtm
to, &gli altri fcritiori, cbe fcgniiano Homero,fn morto
da .Acbàle.Ma Dione Cbrijollomo fimano philojopbo, &
diligente mnefitgatore de l’antUbità dtmofira perle
hiflorie degli Egittp^ per molli fcgni, cbe non .A tbd.
le Hettorama Hettore Achille uccidefie.EtTroia non ef
fere fiata difimtia da Greci, Mai Creò rotti, &ingran
parte confanti da Troiani. Dan./ nié Elettra con molti
compagni Tra qnai conobbi Hettore ,& Enea ; Cefiiwm^
maio con gli occhi grifagni.& là,done Hettore fi cuba.
liicron. Lat. HieronSyracnfannsRedeSiracnfam,coflià
perfmeri m amicitia con Romani infin cbe nijie,et moren
dojbfciò che finm in quella fede perfeuerafferoSu egb fi-
glinolo di Hero,ilqnale origine banca da Celo antico figno
redi Sicilia : Militò da prima folto il Re Tirro , dalqnal
bebbe della fna nini molti milttari dom; & dopo il dcpar
tir di lui fu da Siciliani creato Duca conira i Cartbaginem
fi,&al fine Re di tutta [ ifola : Tqel principio della prima
guerra fn co i Cartbaginefi contea i Romani ; poi ninto da
Appio Claudio,con loro fi congiunjè,tr fu loro non piccia
lo aiuto. P ET. Con luimirando quinci,& quindi fifoHte
TonSiraculàn conobbi.
Horatio Code. efienJo uenuto il Re Torfèna con thofcam a
campo a Roma per porre nel regno i Tarqumi ; nel primo
empito fofienne tanto il ponte Snbliciotnjn la rina delTe.
nere, cbe'l ponte dalT altra ruta fu tagliato da Romam.to
fio poi giti ofSi nel fiume notando a fum libero tornò co
fi liberò la patria dagli nimici , cofiuipoi bebbe tanto dai
popolo di campo , quanto intorno in un di fi polejfe arare,
t La fiatua ancboragb fu pofia nel rulcanale.eperò due
ilVn. Mutio,cbe la fica defira errante coce.Horatio fui
tonira Tbofiana tutta, Cbe ne foto, ne ferro a uirtù noce.
Et quelube fido Contea tutta Thoftana tenne’l Tonte.df
B o c. nella uifiane amoropt.Horatu Code nera per lo-
quale ,T agliaio dutro il ponte alle fue ^alle Sanata Ro~
mafie dal Thofean male .
lalbn, 0 Giajontqui credendomi far coja,cheagrado ui fia,
nonmiigraue raccontami le fauolofi bidorie deCred
di Già fin per quello , cbe Tberecide,& altri ne fcrif-
fero,cbeTirone figlia di Salmoneoj& di Alcidoce,& no-
trita da Crctheofratello del padre, comprefia da ìdeuu-
no generò due figliuoli Telu,& Tieleo: Uquali dalla ma-
dre pojli a paJccrecaualli,notnti poi fenga conofcerela
madre JU madrigna di lei ucaf ero. J né nata fra loro du
fcordia.'Heleo uéne tn Mefena;et un edificò THlo: E Telia
giunto in TbefSaglia iui babitò : &éAnaJfibia figlia di
Biante, onero diThilomaca figlia é Amphune , bebbe
Acaflo, Tifiéca, Telopu, Hippolboa,Alceflejna Cre-
tbeo bauendo edificato lolco della medrfimaTirone fina
nepotefece £fone,Amithaone, & Thereta . Dopo Cre-
tbeo,fi come narra Scino , Teba regnò m laico ,atquale
ptrioracolo ri^Hoera,ibe per alcuna degU Enbdi mor
CIELO Marre
to efiere douea. Fu Cretheo figbuoh di Eolo figlio di HeU'
Uno ; onde Teba uccife tutti gb Bolidi , fi non Già fine fU'
gbo di Efine , ^ di Tobmeda figba di Autobeo : però che
fanciullo effendojcoloro che' ngouer no Cbaueanoab notte
il menarono alla grottadiCbtrone ,gra luid diedero a
nutrire fiargendo fama che morto foffe . Tot il mede fimo
bebbe un'altro oracoU , cbe fi guardajfe dal Monopelido,
tini da colui .che una fòla jearpa in piede baueffe , perche
egb fairificando a 'Hettuno chiamo tutu al facrifi i/o per
Turouare colut da cut guardare fi duuca.Allbora Oiajoue
efiendu crefciulo,gr fatto gu>uane,ufcito delle grotte uenm
nea rnrouareTcba fio Zio ; Et perche nel pafiare del,
fiume Anahro lajciato hauea nel fango una fcarpa,fi co-
me narra Apollonio portando fbpra U fiabe Gmnone,tbt
a guiia diHecchurcllagbapparuCt&moliraua diuoler.
pafiar' il fiume , & non potere ; lofio che tgb d uide, ri-
cordandoli deli'oracolo , debberò mandarla a conquifiare
l’aureo nello a fine, che egb morijfe m tal uuggio.l o/i mal
ti delii hiSìorici firttio la,ctarono . ma Tiudaro dice , thè
ufcdoGiafincdella grottaéCbirone ,& conofiwtudal
padre, & da parenti, cominciò a far co fi- degne di princi-
pato . Tot ut nulo a Teba nel megp dt molte genti ,chegti
erano attorno; il regno de funi predcceffontbit fi. Onda
Teba prmntfi darglielo , fi prima andato foffe mCoUbo,
tì'iui chiamato hautfie Camma diTbrifio cotUguirm,
dinoti modi, diccndt,' da le notturne ombre dt bui oiiii-
nuameiite efiere tuibato perù egb diffi ju andrai ,cr io&
farai,e’l ut Ilo porterat.pcnbe fiigiouane, & io firn ucc-
cbio,darotn d regno,{Sr quejìo die. -a egb,percbc uoUntie*
riandaffe.ficrando cbeuùto indi torifare non douefie. On-
de Cia fine fatto fabricare la nane Argo, laquaU banca
la fatidica Carina della Dodonea Quercia , raccolta la
piu fiorita gioueneù di Grecia ,tbe furoiTO quararuanvue
ghuam,&- con iui cimiuania nauigò utColtho,& chic fi
ad ESa Re di quel pane il uelloalquaU nfiofi i he uolen-
neri datogbeio haurcbbe,fe prima fitto ilgiago,poneua i
tori di t'ideano fiiranti fuoi o, & fiminajfe i denti del Dea
god quali baueuaeffoRehauendogbeU dati Minerua di
cpiellitbefuronomThebefeminatida Cadmo. Cofiegli
fatte U prone a configbo della innamorata Medea tolfi il.
nello ,& lieto con la Ina donna m Grecia fi ne tornò. Fu
Argo fecondo , che ferine Thtlofiapbano , la prima nane
lunga A di cinquanta remi per quel cbe ne dice Scltiofat
ta da Argo figliuolo di Geflore, onero di Alettorejmde el
la bebbe Unome.ft come piacque ad Apollonto.Altnara,
i quali i Oefandro Salatmnioaiogbono efiere detta Argo
pereffere fiata fabneata in Argo città , onero perla jua
uelocità,perche Argo! tn greco ftgmfica ueloce Dcll'cl-
lo~Atbamante frate é Crelbco,e!- figbodi Eolo, di 'ìfe-
pbile fia primiera donna, fece HelleAT TbnjJò,morta co
fleiprefenuouamogliere chiamata Inane figba di Cad-
mo; Et di quella generò Clearco,nomato da alcum Lear.^
fOt& Talemone ciiiamato Mebcerta.Ella corrotto ilforf,
mento col fuocoabefiminaio nafeerpoi nonpot.fie , onde,
fegm gride inopia, fe dire a tutti ipropbeti di quel paefi^
non patemi effereabro rimeéo, cbe’l facrifitio d'uno de fi.
gbuob di Tfrphilepercbe Athamate cÓflrrno menò il fi,
gliuo'o alt aitare perficrificarloAia "Hephile tolfi Tbrf-
for& Helle,ediède loro il montone itaurea pelle ,ib{uaU
alia haueuabauto ladano da Mercuri». Da quello efif
^rtau
Mane
CIELO
Marte
6i
■ ftrttui ptrVtrU, tueme ch'H clic carne thmia fanciiiUa
. cadde nel marcai quale da la i’é dato Helic^onto; Tbrif
jògiunfeiH Cokho ,&mjacnjic6 il Montone a Stoue
Tbr^opcr baucrle fuggendo dal pericolo liberato Jafua
gadi Greci è thUmata ^ùfif.JluellopoiEBaRediCvl
ebo pofe nel tempio di Martelli quale dicono lefauole jèr
narfì dal ueggbiante Drago, ma bifloricamente il Monto
ne dicono effer flato cotni , che nutno Tbrifio, dr Nelle ;
chiamatogrecamente npif • laqual noce fignifica il Mon
tone. Coflui conofeiute l mfegne della madrigna fer fug-
girle con Ulta Barca UlraJ^rlò : & Nelle nel mare Hel-
lejponto morta per irf entità fi perche ini dal natàgio ca.
defle^ede ilname almare. CrioeThriffb giuntiinCol-
cho indorarono d Montone,& il facnf canno a Gioue,&
la pe/fe confccrannoa Marte, et la dieden in guardia ad
un buomo ebumato Drado ,ft come narra f interprete di
JJcopbnne , -dltrt firiuono coloro efierne fuggiti fopra
ma naue,nella cui prora era dipinto il Montone. Ma Stra
bone dice lafauola deWaureo uello indi ^ere nata^bc in
Colcbo fon fiumi,cbe portano oro, fi come il Togo in Spa-
gna,^ Tatlolo in MifiaMquale i barbari con le forate ta
uolefiir con le pelli lanofi pigliano. Di Medea ùtnamora-
tadi Iafone,& come poi fu da luì abbandonata, & della
nendetta ,che ne fece parleremo ad ej]a Medea al luogo
fuo . & però dice Dan. Qjeell'è lafon ; ebe per core , &
per fenno UColcbidel Montonpriuatifeue. P e r.Simd
non credo fibe lafin portale Mi t'eUo,ondeboggi ogniun
uefiirfiHUoledìuett è Jafòn,dr quetCaltrè Medea,Ch'a-
mor,& luifegui per tante utile .
lolite. Lat.& alio nomine di8us lefu nane , che fuccefiea
Mofe, Capitano del pipoloit iddio in terra é pramifiione
ninfe pui uolte gli Mmalecbiti popoli barbari, & crudeli,
tSrefiendoadu’u città in Giudea accampati quattro Re
di Mmot rei,& uno di Nierufàlem temendo che per lo be-
neficto della notte li umici non fcampafSero dalle fue ma-
m ; ieuot amente pregò Dio , che fi gli era caro il popolo
fuo feffe fermare il fole,&cofi DioCefiaudl. Fermò la ma
china del cielo ueruùfuattr'bore, & prefe li cinque Re, &
gli cruci fffe.^ qua anebonon taceremo, che bauendo
minta La città é Gerico jtomàdò fecondo il precetto di Dio,
thè nefiuno toccaffe della preda: ma Mcam mafio da aua
ritta furò una uefie , Cr argento, ér oro, & fòtteroUo nel
popol iT Ijrael da figliuoli d’Mmon i fimi cittadini lo fece-
ro prencipe in quella guerra, & ^hfece uoto,che fe tor-
naua uincttore offerirebbe a Dio mbolocaudloil primo
che di cafafuatbuemjie incontro. Ninfei mmici,tà'ociu
pò turni città aMmon , & tornò in Mafpha fua . M cafi
gli Henne incontro la fua unica figliuola col timpano , &
colcboro . Dolji affai al padre fi mifcro feantro, & La fi-
gbuola intendendo il noto paterno , confortò il padre che
offeruaffe a Dio quanto gU hauena pronuffo; ma a lei con
cedeffeffatto di due me fi innanzi che la facrificaffe; accio
che poteffe uagandoper monti mfieme con le fne compa-
gne piangere la fua uirginità . Et in quejlo modo paffato i
due me fi tornò la mifera nergincUa al padre, & fu Jàcri-
ficata.Da quello nacque conjuetudme nelpopolo cFlfrael,
che m elafi un'anno fi ragunino infume le uergini,& quat
trogiorm piangono la figlia di Lepte Galaadite . Fu jiobo
adunque coflui ,& era mai male non banere offe ruoto il
uoto,che bauer uccifa la figliuoLt,et però ben dice Dan.
Tdonprendan i mortali il noto a ciancia: State fedeli,^
a età far non bicci,Conufn lepbte a la fua prima mancia:
Qjuflo rulla Bibia è detto lepte .
Leuinio detto Mumto t'aleno Leuinio . Due Marni f'aleri
leuini fono celebrati nelle hi fiorie; Cuna rulla guerra di
Ttrentcni,clrdi Tirro . L'altro nella feconda guerra Tu-
nica fieitaquale egli fu due uolte Confole altra la pretnra,
& gb altri Magtfiratie& primo di tutti paffando in Gre
eia con l'armata, raffrenò l empito del Re Tbibppo di Ma
cedonia ; ebe icgatofi con Mmballe fi temeua run pof-
fare in Italia : Uberò dalCarme del Ke Orice , & Mpollo-
ma,& cofirinfelo a ritornare al fuo reguo . Giunfc poi gli
£toU,ó' altri popoli Greci, dr il Re Mttalo d'Mfia m ami
eitia coi popolo Romano cantra lui, Et net cominciare det-
la guerra fogliò Clfola di Zaciutbo,pigbò 'Hafio,dr Ole-
niada terre df Mearuania,^' Mnticira de Locri , die-
deleagliEtoU. Scacciò poi del tueto di SieibaiCarthagi-
tufi.ar ridulfe C ifota in podere de Romam;Tie una uolta
ruppe , &ffiarfe le naui de uimià , dr parte ne prefe , dr
ifMjrica riportò prede. Mudò legato con quattro altri al
Re Mttalo per bauere la madre deliDei ,&per confer-
mare tuWamiciiia de Romani i popob di Grecia d'M~
fio, di queflo parlò il P e tjdoue dice Mumto Uuinto,
Mtttlio,& era foco Tito Flaminio.
fuo Tadiglione , Iddio adirato , foce ; che efleudo dopo i Loteringo,e»o^ Re Carlo di Francia, che per antica origi-
Ciudei accampati ad un'altra città detta Nai furono mef tu fu Loteringo. Coflui i pofio dal noflro Ptx.nel nume
fi in fuga. Doùuafi Iofue:ma intefo per rtuelatume diuina rode li tre Cefali Mugufìt,doue éceOu'i'lReM rtu, &
tlfurtotCMcamlofecelapidare.^fferìdiceilP tr.Et tre Cefari Mugujlt;f'n ÌMfhca,yndi Spagna, Vn
Inda Macabeor& Iofue,M cui la Luna, e‘l Sole immobit Lotenngo .
ferfi.V> n n. Del foUe Mcam eia finn poi finconta Co- Lucio Sicinio Dentato, ilquale non guari poi ebefuronodi
me furò le ffoglie fi, ebe Ora Di lofue qui par cb’ancbor Rorru i Re ffacciatiju Tribuno della plebe eff elido Confili
lo moria
tfj a Leonida Re degli Spartartt,uedi thifioria a Serfep'm baffo
al luogo fuo. P E T. Ma Maratona le mortali jbttte. Che
dffefeil Leon con poca gente (intendendo Leonida allu-
dendo al nome di bit) & altroue . Leonida , eh' a fuoi lieto
fropofe ynduroprandio,unaterTd>ilceiu, E'npocapia^
•gafemirabilcofe .
le^ te fecondo fi legge nella Bibia. coflui fu figliuolo di Ga
laai ; ma nato if adulterio, & da figliuoU legitimi di Ga»
laai fu cacciato dà cafa,xsrandoffene nella terra Tob.Era
àuomo fortifiimo, gir per queflo eff end» molto opprfffo il
SpurioTarpeo,^ aule Thermo. Cojim cento et uenti uol
le combattendo fu uincitore,tà' chiamato afn^uiar bat.
taglia uinjeotto uolte.Nebbe dalla partedinangi qua-
rantacinque ferite 4i dietro ttiuna nocabile.Tolfè a mmici
trentaquattro ffoglie ; Meritò tra Tbalere ,hafie feng/t
ferro,M rimile, Cr corone trecento, & dodici doni rrnltta-
ri : fcampiia morte quattordici cittadm, Cr di tiafcuuo
bebbe la corona foguiitriompbi di noueCafotani, onero
I mperatori, i quaU per opera di lui haueano de nimici ri-
portalo uittoria. Cofiui Meramente in fe comiene qua fi U
gloria di tutti i Mibti,dàe mai fofferoin RtaHa.etptrò di-
Mute
C I t T, O
Marte
teiiV t T.trefiUiriudiiu Eltitemhritrttte,ti [maglia
tCi^rme,&fijte.Lkc» ùcmato,& Marco iergio, &St*
fa : Qjiei tre folgori, & tre f :ogli <L guerra.
Marco Manlio CapitohnojlqiulemUilòkolontariameMe
Jeaiii anm ; Hcbbe Jodiii ferite «el pettc,a’ da jmii Cafim
tatti trenta fette doni ir.ililari Fu il primo ihe maral ro-
Ttma prindrfìe. Fa feiuoUe coronato deU’hamrferHatotl
tittadtitQ.-jàliii T Serrilio Maejlro de caiialieri.Et arma
Io folli d.felc U monte di Cmnptdcgliaaielqnale egli era fla
to cagiiuie.cbe Romani poi, ebefu la and prefa da Fran-
tefi^oPoft riconr afiero, & una notte deflalo egli dal gri
do d'nnOea,Franit ft,che gia]àliuano,hidietrone nlòlfiia
fé : onde da ctttaém fu difenditore chiamato , c!r pubtico
doiionht bbe . Ma poi aciufalo , che fi riteneua i Tbefori
de Frani efi ,&liberaHa ipoueri dtbiiori , perche parca
tentare di farfi Re, fu poRo in prigione,&ejiendo perfom
uor del popolo bberato,prrcmhe cemnicio aperfiuerare
piu grauemfie nella mrdefima colpa,fu dannaio,et Mar
co Menenio, & Qjtmto Tubilo aihora iribum della ple-
be il fi tono morire gli tandulo già del fafìo tarpi o , qual è
loiaio nel ntedefimo monte, ^diedero a rouina la fua co,
fa .Elfi urtò a bene la gente di Manli non fofie il preno-
me di Marco , cr il cognome di Capitolino . onde dice il
P E T. £r quel che armato /«/ difeje'l monte , Onde poi fu
fo^fo .
tinuò poi per ordine infin al fiflo Còfolato ; tanta fu la ulr
lù àlui,&la btp/gna della Republica , oceijè per decre»
del Senato .jipuleio Saturnino Tribuno delta plebe, &
Ciancia Tretorejiditiofi cittadini ; Indi [cacciato da sii-
la,dr tornata con l'aiuto di Coma, ottenne il Jettimo con-
foUto,&,comedicono alcuni jit uolontaria morte mori,e»
peròéceilPt t Mariopotche lMgurtha,iCimbriattcT
ra; E iTtdefco furor,&altroue parlando, & lamentan-
doft d' Italia . Ter piu dolor del popol jenza legge, Mqual
come fi legge , Mano aperfe stl fianco , Che memoria dt
l’opra ani ho non langue.Qjiando affetato,& fianco 'Flou
piu beuue del fiume acqua, che [angue , a intelligentia dt
quai uerfi è da fapere , che nel quarto conjolaio , nelquai
ninfe i Theutomci , drglt .Ambroni in Francia tra l'atpi,
&URhodano aU’ acque Sefiie,de quali occife ducent orni-
la: prefe xc.Mila ; la battagUa,come narra Tlutarco,co-
mmeiò per t acqua ,che per uolerne bere i Romani, ni mam
daremo i fimi armati , in una mano hauendo il ferro
[altra il uafofinde ejiendefi poi da l'uno,& [altro ejier-
cito uenuto alle mani, per lo jangue abondeuulmente giar
fojbtjogm che a fpenger la fele effe non meno [angue , che
acquabeuefiero. SìjaSH row,& fracafiatt,m Italia utn-
fi infieme ton Slgimo Catulu i Cimbri ; de quali occ i fi fu-
rono cxl.mila ; prefi lx.mita , il refio della bifionai det-
ta di (opra.
Marco SereiOi il quale nelle due prime uolte che militò Ja Masfininà. /» ile delti M affiti ; coRui bimbe prima in Spe
primi! ra b, bbe dinangi uentiire [trite i la feconda com-
battendo perdi la dcRra ; onde fe la fece di ferro ; b: m he
neB'una e [altra mano acconiumente a far battaglia nS
ealrpe,purun undi quattro uolte combatti, & uofe ton
lajiniltra, rfiendogti flato otcìfi due cauaL'i di folto . Da
.Amballe due uolte prefo fuggendo [campò; benché uenci
me fi, ne quali fu mprigionc fhebbe [empie ilegami, & le
■latbtne apiedi;Ubero Cremona dali’afiedioidifefèTia-
tenza : prtfe doéci camp di nemici m Lombardia: In tut
tc quelle battaglie, che in que tempi Romani foHennerofir
tato di militari domdaTrafimeno,da Trcbia,dr da Tici-
no corone dlhauer fcruate i tuiaJmi riportò : “Hella bat-
taglia di Canna , dellaquale efiere [campato fu fmgolare
opra di uirtù, egli folo mento corona Pur. Lucio Denta
to, Marco Sergio, & Sceua;Sli/ei ere folgori, tre f cogli
di guerra ; Ma l'un non fuccefior dt fama leua.
gna militò co i Cartbaginefi , nondimeno riuollalofi a fe-
gutr Carme de Romani cantra Cartbaginefi femoUeiofì
in battaglia memoreuotie& degne di Refi come Ltuio, d»
.Appuno defenuono , & tanta fula fiu amicitia coi Ro-
mani, che egbflimaua riieuere torto efiendo fcnzaloro;
perctoche infino aìCutimto della ulta fu laro ami, o , dr i»
quella fedelafciòi fuoi fuccejSori infina J uba, delqualt
Mario momphò ; regnò egli anni fcfjanta,^ dopo gli ot-
tantafh l chiaro bauer bauuto un ^liuolo, fiorì neU’antì
to fecolo,&però U nofiro P tx. lo chiama buono, &an-
tico,done dice .F etimi al primo o Mafjinifla antico per lo
tuo Scipione,^ per cofict (intendendo il maggiore Scipi»
ne,& per toflet per Sopboniiba moftrando,di cui per fa-
ma hauea nottua) Cominciai jnn t’hurefca quel,ih'iodt
co.^aliroueilbuonTirn bebbi [corto jCl buon Re Maf-
fiuiffa ; egli era auijò,D’efler fenz* i Roman riceuer torto.
MarccUo, ilquale riportò le terge,& ultime foglie opime, Mtnalippe, una deÙe amazom,laqualfupreft da Hercele,
ociifo hauendo nella battaglia da fàloa folo f'iridomar» il quale per hauere [arme della Reina, per lequali era am
Capitano de Lombardi,&fu il primo che moRrò a 'Hpia dato con Tbefeo ad afialtarla le rendi ad .Antiope jùa fo-
foterfi uim ere .Annibale ;pigUò Sirteufa lombaltuia per rella, come diremo a Thrfeo, & in altri luoghi. Pix. Et
tre anni Triomphò nel mente Mlbano per propria Jitibe Menatippe,& ciafcunafifnella.Cb'aumcerlefHgloriaal
rauone,cfiendogli dal Senato per calunnia negato.Ml fine grande ^dUide,Cbe Cuna hebbo,tt Tbefèt [altra fortlla,
ttnque uolte cfjindofiatoCtmfoU,fupcrmgannoda -in- Mi tuiippo,ihefuocàfodaTidconellaguerraThebanat
mbakfpmo,&hcnortuolmcntefepolto. l’ofia di lui ri- netti aTtdcoalfuoluogo.P e xX'iraTideoatal rabbia f»
pumdandofi a Roma P e x.CreJeteuot,ihe Ceftre,o Mar j^ui/r ; che moremteifi rvfe Menatippo .
ceilo,OTaulo,od.Apbricanfef:in colati.
Mario, ilquale nato m -drpino luogo bumile aftefe in Roma
per ordine a fonimi konori.CoRui militò pitto Scipione E-
mtlian* . andò pretore m Hifpagna : laquale liberò da Ì4-
drontfoifulegatodiMetelloin'Hjimiitij ; ^ miolpatt-
‘ dottò mghgcntia atqmfiofji li conjolaio , & menò prejò
d Re Juguriha bmanzi ai carro; Fatto l'anno dopai un al
tra mila CònfoUauMfiri Ctmhi n Franila,^ poi m Iia-
Jidifimqfi Tedtfcbt,v ^bmofamfuttattnmiigbò-.Cvit-
Mcnrlao ,fu figliuolo di -Anco, o come firme HefiodoM
TliRbene ,et manto di Hctcna , el fratello di Mgamcn-
mnfiqual fu generai capitano de Crea nella guerra T re
Urna. et [ uno , et [-Uro afiai laudò Hemero nelle batta-
glie. et pm -dgamemnon,cbe Menelao et lutti due furono
pu.hifiluiin^lè l perciocbe Clttcmtufira c ommife adul
terio I on Egi^,et al fine uccife.Agamcmnon fua manto,
et Ihtcaa moglie é Menelao fe ne fuggì con Tonde per
ftifferatm lUtUqufle ne fegicì U hlf-tgbe J roi^. uh
étti
Marte
CIELO
Marte
di ai jtgtmcmnm. et aedi ad Heleiia . et perì ben dice d
millro P tr. Odi pai lamentar fra t altre mefie Enoae di
Tani,ér Menelao é HeUna.^gamemnon^& Menelao ;
tbe'n jpoji Tato felici al mondo fergran riffe .
Metello, lij^eiello Macedonico; ilqual ruta m Roma di no
bililJimi parenti, & dotato di rarifjime doti dett animo, tT
di fortiffimo corpo, hcbbe ituna modejiifsima, & boneSla
magherà ijuatcro figliuoli , de ijuali tre uiJe Confili , due
Triompbanti ; uno Cenfore , il quarto Vretort ;&■ tre fi-
gliuole ;dellequaU mde ti^ti-lAl fine morendo da quat-
tro figliuoli,& da genere fu menato alla fepoltura. "Hs
mancò aluiC bonore del confolato,ne la imperiale poteftà,
tu la cenfura.Egh triompbò di Macedoma,e del Re Tfeu
do TbilippOydue uolte in battaglia uinfegh M.cbei,&la-
fiionne il triSpbo a Mummio. Domò in Hi^agnagU Mr-
bacbi,& I TeUiberi: Et nondimeno affai U /cerna delta fe-
ìicuàjcbe due uolte gli fu negato il CÓfolaeo,&C.Mattilio
labeone tré uno della plebe jlquale egh quando fu Cenjòa
re bauea cacciato del Senato, comandò che dal jajfo Tar-
peo figutjfle ; tfrfacealo ,fe lamio degli altri Tribuni
non ut s'mterponeua . llpadre di C/Jdctello Macedonico
fu Lucio Cedilo MeuUo,ilquale dueuoUefu Confole,Dit
tatore,Maeliro di Caualieri ; (fi nella prima guerra pu-
nica triomphò de Carthaginefi ; Et fu tlprimojchegli £.
lephanti prefi in battaglia innanxi al carro menafie. In
lui fcrifie li figlio efiere fiato dieci ottinu,trfomme cofè,
perfetio guerriero; ottimo oratore, fommoSenatore,for-
tijfimo Capitano , "Hel fuo capitanato bauer fatto cofe
grandi attenuto fommo bonore, acquiHato Ticchetta co
buona maniera jafeiato molti figlmoli, effere fiato di ma-
rauighofo fermo , & cbiarifjimo rulla città. Etnondimeno
nella uecebieoex^ ‘S^ diuenne cieco Jl. Cedilo Metello tu
no de quattro figliuoli tnopbò delle i^ Raleari,cbe begu
gifono Maiorica. L'altro nel medefimo prenome trhm-
phòdiTi^idia , &diluguriha ,onde'ilumidico,nefn
detto. Et quelli credo furono i due triompbah ; hquali e-
ghuideibencbe Tlinio dica t un Balearico,(ir Poltro ere-
tico ; Ma fe crediamo a liuto , colui che ninfei Creti fu il
nipote ne tempi di Gneo Tompeo , qual ninfe egh Cenfim
non fi fe'l Tfiumidico.o Lucio Metello, che domò la Dalma
tia ; perche l'uno e l'altro fi legge che fu Cenfore.Del "HH
midicofu figlio Qjidetello T» ; percioche con lagrime ,et
ton frughi tmpetrì,che'l padre allapatria ritornafie dal
Fefjilio,alquale era fiato coHretto andare, per non giura
re rulla mgiufia legge Mpulea data per forza .CoHui ef-
fóndo Tretore nella guerra Italiana, ocafe (f/Pedio Capi
tono de Mar fi ; & Conffie andando in Hìfiagna opprejfe
i fiati Herculei,& cacciò et Hijpagna Sertoru. & cofi ad
dujfero prede é Macedonia il Macedonico , & di Tlumi-
dia il 'Humidico,^ di Creti il eretico Jt d’Hifiagna il Ma
tedonico, tr il Tio. yn' altro rede del Macedonico pm eo-
Bo nepote,com'io fiimo , che figlio fi legge ; d quale fu Lu
eòo MeteUo,cbe in Sicilia uinfir i Corfiri.ondedite il nofiro
P i 7. Metello dito, ér fito padre, & fuo tede s Che ^ di
Macedonia,^ di 'ì^umidi ,Etdi Creti ,&di Spagna ad
duffer prede.
Milciade , eletto Capitano da gli -dtbemefi centra Dario
Re de Ter fi , Che con feicento mila era giunto in Grecia,
andò fenzaafiettarei Lacedemoni occupati nei facrifià,
ooniditàmuai’uiihtne,^milUTiatrfiatuinbaimt
ne i campi Maratbonl, ruOaqual battaglia occife dutei.n
mila de nemici,eìr Ippa concitatore di tal guerra, & tol-
fea GreciU giogo del Seruire aTcrfi.ru quii da lacere,
che un cauahere detto Ctnegero, ilqual feguitò i Tcrfi in-
fin alle lor nani, tu prefe una con la mano delira, dr quel-
la tenendo, gh fu tagtiata,oude egh la irudrfima luue prt
fe con la mano finiHra,& parimente efiendogh quella ta
gliata^refe la naue co denti, dr quella tenne tanto che fi
pragiuferogliMiheniefi,talcbe prefero delta naue.Ttr.
MiU iade, che' l gran giogo a Grtt u tolfi .
Mithndatc, Redi Toniv,& di Bubinia fu grande di tanto
impero, che rgh acquifiò, anebor che poi ne foffe fioghato
di tanto ardire^h tanto ejierctia,& pm uolte rmoutUato,
dr di tante fatiche,cbe egh fenza eherru fianco fiSìenne,
Fudt tanta menuria, chediucniìdue nattoni, eh' egh ha»
uea fitto il fuo imperio, tutte imenJeua fenza interprete,
& di tutte tu fapea parlare,dr piu lutto Cefiercuo juo an
chor che graride fofiediominatairunte falutaua; Fu cruda
le di nudo , che con una fola fua rpiliola fece uccidere et.
tanta mila cittadini Romani fi quali rugottauano per le [ut
terre in -dfia,coriu recita y alerio Mafi.dr altri: fu ne-
mico eterno de Romani, co i quali hebhe guerra piu di qua
raru'anm in tre uolte, prima con Stila, dalquaifu coHrtt
to a chieder pace , dr a rendere quanto bauea occupato,
poi con Murena; .Al fine con Lucullo , dal quale fu aiata
piu uolte,dr con Tompeo, ibepufe fine a cofi lunga gucr-
ra,che a guifà di ramingo uccello occulto di regione in
rtgfoneandò fuggendo bor in Tomo, barin Capadoiu,
bar inMrmenia, bor in Colcho, & in Scitbta, & quando
pareua effer uimo, et cadutole fi uedtua diche fu piu uol
U ; con nuouo efierato fergendo fi dimofiraua; ultanami
te per piu non potere , come colui cbenonlafaòdtfarene
di penfire cofi che ad huomofofie poffibileAddicraio bn
■uea per Matedoma^t per yngaria pafìart in Germania,
dr in Francia,ei i indi in ItaUa a far guerra a Romani; et
U faceafe l'efferato fegmto tbauefse : onde defierandofu
(ojbreiio ad ucaderfi colueleno.et pero dice il ¥it, Ou'i'l
gran Mttbridate , queU’etemo "Ugnuco de Ramon che fi
rammgo Fuggì dinanxi alarla fiate e‘l uen» i
Mumio .Audio . uedidtfopra ad Mttiho ,
Mumio Leumio,uedi di [opra a Leuimo .
Nabuchodonofor Re di Babilonia fu fuccefiort at^no,
li quale bene be [tmpeno cT oriente [offe in poder de Medi,
pur rifiorì in gran parte U Babilonico regno , ptrciocba
ninfe l'Egitto, racquiflò tMffiria, [aggiogò la Giudea, ma
la [uperbui di tome uittoriertmtfieiM tutto Camma fuoda
IdMofindefece far una fiatua a fuaftmtlitudineAt eia fin
no cofhtnfe a douere quella adorarejutqual cofi imi» uo-
lendo fare Stdrac, Mific,et Mbdenago , li fece mettere in
una fornace ardane At fignandofi una notte non finxa uo
lomà d Iddio di uedere un'arbore, fino delqual pafetuano
ammali, per laqual ufionegh uennegran lemreAftendo
gli interpretata da Damele, et m fine gU conclufe.comee-
gli bauea ad habiiare infieme con le fiere tra bofcbi,» cS
quelli mangiar fieno,et berba mfino in capo di fette anni:
et cofi fcacciato da fum andò tra bofcbi,came fiera At fini-
ti li [tue anni, riconobbe Iddio, et quello ringranò , et lau-
dò, fi come è firitio in Damele al quarto : et pero due il
Tir. Ma TiinoAnde ogni kfioria humana i ordita, Do
M iti ilfimgranfuimffin 'Habucbodonofir)
Marte
CIELO
Marte
Che fuperbu eòniuffe a bejìial xita .
Ncmbroth:iXfjj/f/« figlinolo di Con figlio di
Coflni ucramente fi può dire,i he talefofie tra gli buorm-
ni, quale era fiato Lucifero tra gli angeli. Et ptriheerain
abondantia di tutte le cofe , & audace , & robufiiptmo,
perfuadea a gli huomini,cbe la loro febcilà non uemua lo
ro da Dio: ma dalia propria uirtùj& confortaua i fuoi pa
remi a pigliar la tirannide fiierando potere riuocar gli
buomiai dal temere Iddio, & porre ogmfjieran^a in fe; et
accioche Iddio non gli potejie punire col diluuio : comi ha
quelle ,f£gitto,eome le Gretbe,& telatine tmiineiarh.
no ; peraoike regnò non molto dopo il diluuio , innanzi al
quale non è mimoria di tofe bumane,fe non quanto Moje
diurnamente ne fcrifie, edificò m Stria la gran citta detta
Tiiniue i dr hautndo mofiò guerra a Zoroafire tie é Ba- C
tnani; in ne ndo con quello a battaglia l'uccife ; ulttmami
le andando lontra gji Egitlif fuinunabaitagba danna
faella finto, & morì. La biiìoria é Belo fuo padre aetdi
tf 14 « . tr perno il nofiro P i t. dice, Ma 'Nato. onde ogni
hihoria bumana i ordita Doue Ufi' 10 i
uca fatto al tempo di lise juo,4uolo,dibberò edificare Paolo Emilio fieronodue Taoli Emili,tl padre, &U fighi
a /I f À il UOnt* Oé i tìnt /O Èa jOV» H Ài Ifl il 0\,oÀl»mnmÈAmli^acm,'^l^ i". . ^ _
una torre fi alta,che’l diluuio non ni poteJSe arriuare.Edi
ficoÙa adunque di mattoni in luogo é putre,& de bitume
in luogo di calcina , & età finn giorno bauea uenii nula
huommi a tal operati tutti erano injòmma loncordia in
talimquità:ma Iddio, ilquale depojùtt potenietde fede,et
exalt auit bumiles ; non uoBedi nuouo eHingucre la bum
Piana getter Jtione,comc bauea fatto pel diluucojna diter
mtHÒdifunirU,et confonderU .Terche gittò a terra U
Torre , & doue prima ufauano una medefima lingua,
generò confu fione per U diuerfità delle lingue che diede lo
lo. Il padrenioriConfole combattendo fortemente a Can-
na cantra Carthaginefi , i quaU hebbero la uittoria per h
poco lapere ,& per lo temerario ardire delf altro Confate
M. Marrone . Il figliuolo nel primo ConfoUto triomphò de
Liguri, & ntlfeiondo de Macedoni, (fi- di Terfa loro Bf,
ilquale uiuoprcfe,& legato menò nel triompho. Et a lui
fudalSenato,ér dal popolo prome fio, che ne giuochi del
Cerchio ueRiJfe U uefie triomphade, Pn.ùuo Taob,
duoBruli,& duo Marcelli.Credete uoi,cbe Ccftrcfi Mar
cello, 0 "Paolo, od .Afi-ican fafiin eotalt .
ro. Et per quefio U Torre fu chiamata Babilonia ; perche Ptrfeo. Lat. TerfeusJouenatusfinacbtdet„Abamiadet,Dq
Babel figntfica confufioneXti quella Torre, & delle confa
/ioni delle lingue afferma lolipho, t he co fi firme la S ibil-
la.Eranogh buomim tutti d un linguaggio, & eéficaua-
no Ulta torre altifihna credendo per quella poter fthral
culo .Mah dii con ucrtti disfecero la torre, & diuifono la
lingua dando a ciafeuno la fua.Tercbe tal città fu chiama
ta Babilonia , & pero dice Dan. SÌJKfli è 'Hembrotto;
per lo cui mal colo Tur un bnguaggn nel mondo non tu-
fa . & diferiuendo L figura di 'Hgmbroth éce. La faccia
fuana parca lunga, «fi- grofia. Come la pma éSan Tiero
aRoma,Et afiiaproportioHeeranl’altrofia.tfiil Psr.
Et quel,cbe commciopotla gran Torre, Chefufidipecr
cat!,& d'error carca .
47} Nellore^iiaiii T{eleo figliuolo di t{gttuno, (fi di Doris,»
Chiara figlia delThcbano Amphione, buomo facondifiir
fno«fi dottiamo ffecondo la tefiimoniatrga di Homeroml
la Iliade , ufffe lungo tcmpo,fecondo che dmofira Ouidio
nel undeiimo metbamorphofii , quando inttoduce ,Atbil
le domandare Tqe{ior,(fi pregare, tbegli dica in che nu-
do Cenea di femma éuemfie mafihio , deuefoggmnge la
rijjiona Quifquis adefl , & quel che. feguita ; & oltre La
doctrÌH4,& eognitione delle cofe ffenmntw qual bebbe
per la lunga efàffu huomo b.-<licofifiimo,ònde efiendo gi»
nanetto fece guerra con iTheffahà quali fuperò,&uiiifi
nccidendo.grandffiima niuuiid di loro«come firiue Home
r». fu poi infieme con T liefeo , «fi Terithoo centra de Ceuu
tauri,(fi fecondo Darete ,& Ditit Cretenfeju nell' una j&
neWaltra guerra Troiana prima con Hercole , & lafon
centra Laomedonte, dapoi congU altri Greci centra Tria
nOfUeUaquale effeduione anebora cbeuecchifiimo -foffe,
conte firmo») i prtnarrati hiRorieiJn mode l't ffcri/neift
tò nella battaglia, che non fu da reputare inferiori a mol-
(iCreci,dequalilaetderaflorida,g!rforte.B t T.llg-
flnr,che tanto fippt«& tanto mjfe
naus, -i trifioniades.fufi^ di Cioue,& di Danae figlia
dC -denfito Re de gli ,A rgmi figbo di Ubbame. queStò Re
^crifio bebbe da f oracolo £ ApoUtue^he della fua figlia
Danae, qual era belltfiimafioueua nafiere un figlio ,pcr le
cui mani egli perderebbe la uita . Ilche udido .Airijio per
Holere ornare tal infortunio ,firrò detta fua figlia in una
torre , & a quella per guardia pofi buomini a fefidatifii-
mi , accioche ninno thaueffe , peruenne la fama della fua
tnarauighofa beltà all'orecchiediCioue ,«fi fubitodilei
t innamorò, perche lafiiatoilgouemo del ctelo,«fi ogni al
tra ueceffma.afa abbandonata/bfiefiin terra perfidi^
far il filo amonjò difio,uenuto al luogo tentò gh guardia-
ni conhuSnd preghi ,cbe confentirgb uoUff ero Centrata,
Ilche poi che uiàe non potere, deUberò ufare un'arte che
detti guardia» ingatuufffe, (fi con prefle^ leuatofiitt
aere fem;a indurre altre nuuole , trasformò fe mede fimo
tu una minuta pioggia £oro,(fipiouendofopraillettodel
Uben guardata torre, éfiefé per le tegole nel grembo dei
la Maga fanciulla, Uqual pioggia con gran flupor miran-
do jtr nel mirare fommo piacer prendendo, che non filo fi
mofse ,doue fideua ,ma con éfioà tal pioggia il grembo
t'empii in fino a tato che tutto quello »ropiouuto«m cui s't
ra Gioue trasformato ritornò nella fua prtftma figura,
perche con atftorojo piacere con Gtoue congiuntali gene-
rò Ter f codi quale poi c bebbe fatto pel mondo non piceio
la dimollratume dàlia fua uhrtù, & tagliatoti capo a Me
dufà col caltellodt Hulcano Harpe ntomò in jlrgos , efi--
tnoRrato a fuo auo-dcrifiocbericeuernoluoleua,il ca-
po-di Medufa, iltrasftrmò infaffo: come nella hi 'sìona di
tSidupt, (fi in queUa di .Andromada babbiamo narrato.
P I T. Canxfiniouonfiù mai quel Huuolataro,Cbe poidt-
fiefi inpretiofa piogg/a , Si ihe'l foco é Gioue in parte
fpenfe . Tnfioera l'un» , & uolli faper come Andromada
gli piacque m Etbhpu .
tiino figlio di BeUjfit U primo, ebeperforzf i arme figgtu Phtlippo Re di Macedonia, figlio di Amiitta, & padre dot i^t
gjòiuicint popohinfin» afi’.Afiica.dt lutto fOrientefial- magno Alefhvtdro.-eofiui aumentò d fiato di Macedonia,
quali orditaogm bumana bifidi percheda tempine tdneeHdogliAiitmefipmuolte,iThoc^/!tThtbam,nk
quali igh npìi,ctffifiiebrai(bi, &J^Cal^ bifioipt^t fme tutta la Crew,)iiiutiidegli iUtiij,i Thqfiali,i Tbum
u,i
I
Marti
C I E
ti‘ì Dirhm ; i Mob/si,& gli Seìthi, aggiungendo afuoi
regni prouiniie,& tutto tio facendo, non pm con uiriù thè
ton ingaimo.yùimameme baucndo tornea U He di Terfia
grande efiercuo apparecchiato nelle notge di Cleopatra
fiu figlia fu da Tanjama uno de nobili adoleji enti di Ma~
eedoma uuifoicollui [eppe meglio cclare,& a frenare Ci~
ra^be Alefiandro , ma non aggiunfeferd alla magnani-
mità, ne alla liberalità^ ne alia pietà, ncaW accorgimento
iijlUfiandro tilquale dopala morte del padre baucndo
acquetate tutte le difiordie indi già naie,& uinto i n bel-
L O M arèe 64.
eia ,e!r afiedianio gli Spartam fu da loro indietro r^ffiia
to : Indi uolgendo ad ,Argo , mentre uineere ^Antigono fi
sforga ua , ilquale era di ntro nella città, combatti ndofu
da colpo di pietra da muri tirata uccijo . H; tacerò , che
domandando Tirro all’oracolo d’^pollme fchaueUaaum
cere Romani : la rijjioflafu . ,Aio te ,Aeacidem Romanoa
umcerepoffe. llcbe fu ambiguo,the fi potea cofi intende-
re, cbe I Romani te uinceranno, come tu umcerai 1 Roma-
ni. P E T. Com'io mi uolfi il buon Tirro hebbi fcorto . &
Dan. Romani incontro a Brenna, incontra a Tirro.
lauti Greci,pafiòfaciimeatettt,Afia , cfi-da Telia città di PÌTro,figbo d' ,AihiUe,il qual partorì Dttdamia figliuola di
Macedoma mfin all’ India ,fenza frode umcendo diuerfi
faefi con tamafacilità,& con tanta preflcxza,che parca
minccr correndo , toife il regno a Terfi , &lóggiogò tutto
toriente. Pei./ duo tbian Troiani, et duo gran Ter fi ;
Tbdippo , e'I figlio ; cbe da Telia a gl'indi Correndo ninfe
faefi diuerfi. y incitar ,4lefiandro Tira ninfe ; Et fel mt-
mirmparte,cbeTbibppo .uediambo ad .Alefiandro pm
fiu di fopra al fuo luogo .
Thilon.P.ar/ primo confolato triomphò de Latini,fu poi dee
n maeflrode caualieri da Lutto Emilio Mamerco dma-
tore ! poi fu cenfire con Spurio Tojìhumio, Et fatto un al
tra uolta Confale fe guerra con Crea , Tdapoletam, nella
qual guerra bcbbe due tofc fingolari ; cbe'l mede fimo im-
pelo gli fu prolungato, llcbe nefiuno ancbora haueua có-
feguito.^ dopo Tbonore ottenne il triompho d'bauer prem
Jo Hapob , Cr fiat ciato i Sanniti , & 1 Tughe fi ; Fucila
plebe il primo pretore,& certo egli fu tale,che fi come Lu
lacomedeRe . FucbumatoTirro dal colore del fuo pelo,
il qual era rofio , &focojò ,perche pyr in greco figmfica
fuoco. Fu chiamato 'Heptolomo quafi nuouo faldato, per-
che dopo la morte del padre ancbora giouanetto fu coum
dotto nelt efier, ito a Troia.Qjiefìo uccife di fua mano To-
Ute figlio di Triamo,& Tohjsena fua figliuola facrificò al-
la fepolturadelpadre ,e!rTriamouecchio uccif e prejio
ali' altare Ame era fuggito.'Hpn perdonò adunque ad età-
fende , ne a giouanile , ne a feminco fi fio , ne a rehgione
Menò in feruttù .Andromaca moglie di Elettore. Dapoi.
prefo dall'amore della figlia di Menelao Hermimon : la
qual tolfi ad Horelìe dette .Andromaca ad Heleno figlio
di Triamo con parte del reame, pere he Heleno con fuo ua
tteinh io campò da pericoh del mare. Ma finalmente tor-
nato Horefle dalla regione Taurica Tucàfe nel tempio
d'-4poUine.D Anjai diurna giuflitia dt qua punge TÌuel
-inda ; cbe fu flagello in terra ; Et Tirro,e Sefio .
do yotunioicofi egli pofi Tito Uuio tra quei capitani, che PoUnicr,cSr Eteocle fratelli figli dt Edippo Re di Thcbetra
Romam poteano hauer cantra il magno .AleJiandro,fi in
Italia pafiaua. P E T. Coffa, TbdonRutiho ; CT dalle ^ef-
fe luci. Et parecchi altri di natura bumdiJRutlUo.co yoli
mo,Gracco,et Thile,Fatti per uirtù J arme aUi,e gitili.
f.TTO,figUo di Eacide Red Epiro, ^ delC antica fibiatta di
-Achille, Sparente dT-AUffandro Magno huomo eccel-
lente per multa humamlà,& Ubi ralitàfna cupido et impe
roAgh fu il primo che condufie in Itaha elephanti ; il qua
lehauendoneprimi aimiapena fuggitotodiodegli Epi-
roti uerfo del padre Ju poi tulli undici unni da fuoi ruhiaa
tnato. Coli ut fé moUegucrre,& aumentò il regno pater-
m/mde m foccorfo de Tarentim bebbe guerra co Romani,
ne prima umettare che uinto da loropartendofi, ad occu-
pare Sicilia fi riuolfé ,oue hauendouintoiCarthaginefi,
tàttoriofo in Italia tornò cantra Romani jÉr durò la guerm
ra quattro anni,ma fenza perfidia ,& crudeltà jnepm cer
tauono uincere conl'arme,thecon magnanimiti.y odono
iRomam ricomperare gran numero di prigioni , cbe egli
haueua prefi in battaglia. Tirro ghe ti rendi fenga pre:(j
%o ; affermando cbe non era uenuto per far mercatan-
lia et buomini , ma per tentare a chi di loro la fortuna uo-
lefie dar C imperio ; T^e furono in quefio beneficio uinti i
loro conuennerono dt regnare a uicenda ciafiuno un’anno..
Ilprtmo anno toccò ad Eteocle ; Ma non uolendo fimtoil
primo anno cedere al fratello Tolinice,egli con l’aiuto del-
fuocero -Adraiìo Re dt .Argot, tir del cognato Tideu con—
dufie a Tbebe uno efiercuo dt fette Re,et combatti col fra-
tetiotontanto furore,cheTuno oca fi labro. Creonte che
fuccedette ad Eteocle nel regno di Tbebe , uietò loro la fi-
pohuraMa -Argia maghe di Totimce,fi partì da -Argot,
-Antigone fbrelta S amendue ufà iti Tbebe , ér ragunate
in campo prefono il corpo di Tohmeej^r portaronlo al fuo
cofiouegia trouarono arfo Eteocle,&fubito che lo pofe-
roappre/ioil fratello tremaron le legna , tir ributtarono
Tohmee, onde b fiamme di due corpi fuggirono luna Cai
tra come fi cofi morti ruencjitro l odio antico . Onde StOm
Ito . Ecce tterum fratrei primoi ut contigli artut Ignit e-
dax,Tremuere rogi, & nouut aduena bufloTelhtur,ex—
lundant diuerfi uertue fiamma. Et Lucano. Scimhtur in
partei .gemmai cacumine furgitThebanot mutata ro-
got.&ilnofiroD KK.dimandanteaV i tc.Chi i in quel-
fuoco,cbeuien fi dhàfo Di fopra ,che par furger de la pua, ■
Ou' Eteocle col fratei fu mifi { Di -Argia,tìr d'-Antigone,-
nedtadjlrgia,CruediaLaio Reda Tbebe.
Romani. Terciocbeofferendogh ilmeécodtTirro,cbefe Pompeo,uimodaCefareinTbarfaluAraregniamici/ìHe 477
noleffrro lo auelenarebbe , dt fubito gh manifeilarono U
frauJe CT Cauttore di queUafiimoflrando quanto fofie a-
lieno dal popolo Romano fi inganno . Donò adunque Tir-
ro iprigiom a Romam, tiri Romani donarem la aita a
Turo, partifii finalmente d’Italia : & poi efiendo in Sic i-
lia da Carthaginefi uinto nella nauale battaglia ,contra .
-Antigone Re di Macedonia n'andò ; ilquai ninfe & ffo-
tfti iti rtgno.'Hgn contento ancbora uolfi Carpii in Gre-
fuggtndo ricorrere douefle perle fue forze racquiliare,
eleffe lo Egitto, fidandofi ne bt fici fatti da lui al padre deh
nuouo Tolomeo, jù fanttuilo; ércoft partttofi di Cipro,-
liuchrigT^ uerfo Telufio, oue udito hauea efferetl Re con
gente armata ,peribe faceua guerra alla forella nomata
Cleopatrajaquale regnare cercaua;Ma prima,cbe in ter
ra fiendeffe mandò unmefioal giouanetto Re ili quale
per la picciola età era col fùo regno al gouerno di Tbott- v
Marte
CIELO
Marte
W iuHHce . EgUcbijmc al configHuinle^^orì, chefro-
Hedejfmro a qatìlo che'l gran Tempea cbtedcua.Era qnm
tra gli altri Theoioro da Chio matSlro dt Rettoricadel
fanciulla Re ; & Achilia Egittitd piM eccellenti configlie
ri.Im parte Jipero,cbe Tompco non pur s'accogliefie,ma
fi fcacciqfie, parte che cUgno, et bonejlo era (raccoglierlo.
.AUbora Theodoro per moflrar lafarga del fuo parlare,
dafie , neW uno aelf altro ejfere ficuro ,• perche il riceuerltr
farebbe loro nemico il maiitore,& figmreil uinto : Il cac
ciarlo darebbe materia , c*r cagione a Crjare , che perfe-
gnijfe loro , come coipenali ; il migliare adunipie era acci-
derlo I che con tanto beneficio l'acquiUarcbbono U gratta
di Cefare,& dalla tema di Vompeo fi feioglierebbono: jhg
giunji poi ridcndo,cbe come dice il pronerbio, Hnom mor
to no morde. Al colini conftglio tutti s'appiglurono/mde
ad Achilia fu data la cura di fi mal fatto ; tlqualein fua
compagma prefi Settimio, eh' un tempo fu defildati tribù
no di Tompeo,& Saluto Centurione con tre, o quattro fer
nigiaà mintfiri . Alihora ueggendogli amiti é Tompeo
una fola fiapha uenire per riceuerc un fi fattohuomo,
pane che ciò fofie un dileggio, perche effe lo configliorono
che facete uolgere la galea indietro; ma a che pròipoi
che già le nani del Reerano intorno fi , che fcamparnon
potcua f ondelufingheuolmente da Settimio in parlar Ro
mano chiamato Imperadore,&d' Achilia grecamente fa
lutato, fuinuitalo a montare in fu la fcafa, che con la ga-
lea non haurcbhe potuto uemre a terra per lo troppo , &
Ma egh fent elidane fiumna noia, come firiut Tlutarar, U
fcactioda fepernon ueder con filagrimruole oggetto , fi
fiero,&- ingmnofo huomo . ma prclò l’anello motte lagri -
me fparfe,& tome è fcritto dagli altri, comandò che ila-
dorato capo coHpretiofi odoriofual era il collume di queU
la età,s’ardejìe , S ono alcuni a i quali piacque che'l piato
di Cefarefbffè flato in celare la maaifeSia allegregpt , fi
tome lajuò fentto Lucano dicendo. E'téft fiiemmda jee-,
leris,tutumq; putauit lam bonus effe focer, lachrjmas ai
Jjionte cadentet Effuét, gemitusq; expreflit pelìore lato .
eh alt ri ,000 la maggior parte éjfero, che per uera pieti
ueranientepianfi,lentendone grane cordogho,fi come Fa.
Urto ; Tlutarco,Vlirtia,e!r cerno altri firtjJèro.ma il Tet.
feguitamio la opinione dt Lucano facendo al fuo propofit»
dice. Cefare, poi che'l traditori Egitto Li fece il don de.
r honorata tefla, Celando tatlegregica mamfella Tunfe
per gli oc chi fuor, fi come è fcritto . cr ahrouc . ycdi quel-
grande, ilqual ogiu huomo honora. Egli è Vompeo, et ha
Cornelia feco,Cbe del uilTolomeo fi lagnaci piora,liucl,
(intendendo Ceptre) Cbem Tbcflagha hebbe lem.in fi
pronte A farla di ciuil (angue uermigtia Vianfe mori»
il marito di Jka figlia (figmflcando Tompeo) Raffigura»,
dolefatteggf conte. B o c. nella nìfione amorofa , A
lui feguiua pài molto peniòji Vallido nello affetto d gran
TompeoTal,che Ji lui fé uenir pietofo,Mìrandoh poi die»
tro T olomeo,Che fu da quel già fatto Re d Egttto , Et po-
feia uccider Li uUmeme il feo.
nonprofondo Umode [ arenofo mare .perche egli ueden- 'PtoteRIzo ,flglioillpbicloTbeffaloamaloda .
‘lata, con due Cemu, /* uno de principi della Grecia ; che fu primo morto da
Laudomia.
dofiogmaUrautaefSereprtcifa,&toi
rioni, & con due liberti i»ontò in fu la fcafa, ^ alla cara DardanoalUgHerraTrotanacopermanéHcttordpn-
mogUera, tirai figliuolouoUofidiffcquet celebrato uerfo mo di che fcefero in terra, ilche indica il fuo tfleflo nome,
di Sophocle, Chiunque ua alla cafa del Tiranno , anebor ebefignifica d medcfiino, che prono mortoniedt a Laudo-
ehefialiberOipurfegUfafiruo.liidialdefceadernelhto, ndaaósi.
Settimio prima édietro condì ffiada lo fer] mortalmente. Regolo Attilio , uedta fedeli ad AttilsoRegolo afo. X
Al cui colpo foggiunfero Saluio , & Achilia , ma il gran Romolo, fu il pruno Re de fondatori di Roma, & non tan-,
Tompeo per cadere honrliamente fi coperfe la fronte col to edifici Roma : ma quella bauea fatta ben popolafà per
lo concorfi di molta giouentù, ma perche tutti imeim por
pohfi fitegnauan-i apparentarfi con loro: perche m grò»
parte erano flati caccuti della propria patria peruari ee-
ceffi, & in Roma non erano femine ; dtliberò il Re confi-.
gutrecoH fronde quello , che no» patena impetra re per
graiia;^ ordini fatrifici,& giuochi, con grandi ffimout'
ornatiffimo apparato. Concorjono a tal celebrità i Sabini,
& altri uicim a Roma ,& con le mogli , & con figliuoli,
mlentieri,& finta fòfpetto. ma Romolo quando mde tuu
ta la turba Jaquale era molto intenta a giuochi Auto l'or-
dinato fcgnoafuoiche armatierano,& quelheon fubin,
drimprouifo tumulto rapirono tantedelle uergim Sabi-
ne,chc ciafeuno hebbe la fua. 'Upu potendo fopportare la»
ta contumelioft ingiuria i Sabim; tornarono a capi & or-
dinato robuflo effcrcito.con tanto empito uenneroAbe en-
trarono m Roma ;fu la battaglia atroci ffima,^ molti da
ogiu pa i te perirono ; ma nelle donne parne prudt-mia, &
frani hett^dammo piu che muliebre, & pietà degna d* •
jv eterna memoria.Tercwche le rapite Sabine di cemu-
neconfiglio.fenta timor di morte ficaciiorononelmetf
delle due combattenti fchiere ,e^con molte lagnine , tS*
ftracciati i capelh bora a padri, bora amanti uolgen-.
dofl , "tini diceuan fiamo cagione di tanto male ,&inn»L
uolgeteongi uàflra difeordia ,& furore . puqte tanto fi;
mirabtl
manto, ae parola, ne altro atto facendo di fi indegno , mt
fofpirando le crudeltflimeferiteaffeilana; cefi nùfereuol
mente nel Ix. anno di fiu ulta di giorno dinanzi al fuo na-
tale uenneafine colui, che tante uoltefu Duca prima che
feldaloabe ricourò la perduta Siciliaffiiggiogò tutta TA
fi-ica tonde egli il nome di Magno bauuione , no efienda an
chora Senatore,netriomphh . IndiaToccidentepafSand»
tacqui fU la Spagna ; Et anebora effendo Romano caua-
liero , honoreuolmente iriompbo ne riportò . ritornato in
Jtahapofi fine alla fintile guerra; poi riuoltofi alt orien-
te fliberò tutti i maritdr tutte t ifole da cor fari, (cacciato,
occifi,riccuulo m feruitù cento uenti una uolta, ottanta,
tremile huomini,& affondato, o prefo hauendo ottocento
qnaramafei naui,& pigliato m fua fede città, tir calielU
mille anquecentotrentaotto, (fi- Jiggiogato quanto è di
terra da laghi Meotici al Rofie mare. Al fine ninfe Mt-
thridate , CTigrane duepotent^imiRe . & d’Afia, gp-
eh Tonto , tf Armenia, di Taphlagoma, di Cappadoeiafli
CUictaAi Sorta Ai Stithia,di Giudea, d'AlbantaA'Hibe-
riaAì Creti, di BaHermi, (fi- di altri popoli riportò uitto-
naglorhp.lndt uenutoiuAleffandria Cefire, lofio ton_
Tonello innangi la tefia del gran Tomfeo gli apprrfeniò
Theodoro,o come alcuni éfiero Achilia fi quale tonfi ho
norate dono ere deuafi acquiftarla gratta del mncitore,_
' Marte
mrjb l ano delle fanàulle,& la fomma pitti thè in v^ni
parte dtmtfiraiuno ,tbe fecero cefiartU battaglia , or
depoHo ogni odio , non jólamrnte diuetaero amiti ; ma di
due città diMenuero mta^erciocbe i Stdiità lafciaudo Cu-
rts loro città habitaron lioma , con quefla coaJitmte, t he
Roma non mutafie nome, ma tutti i cittadini cofi Romam,
tome i'abim Ja Cnresfufieno thiamau Qjiitites. ma pri-
ma della rapina delle fanciulle bebbe guerra con i Cime-
nefi, I quali ninfe, & ielDucalor-4 rane adone Therc-
trio cimlicrò le fpoglie opime. Voi con Sabim,come i det-
to.ninfe poi i Fiienau , & i yeientam . fn huome bellicofi
molto ; fece il popolo mtrepido contea ogni pericolo . Dopo
Romolo primo Re fnccefietiumi Tompilio pieno di gin.
flitia,&di fóntità,attefe algonemo , tr allo flato pacifi-
tOtdr tranquillo, & ornò la città di reUgium,& é dinine,
ty fiere leggi. Tullio HoSUlto terzo Re ninfe gli -4lba,
ni, I Fidcnati, & i yeiemani per la perfidia di Meno
Snfecto , d quale egltfe fqnartare a quattro canalli fofptn
Il in éuerfè parti^jirnfse -4lba,& coflrmfc gli -dlbani
nenireadbabitareinRoma, &alia citlàaggmnfedmon
te Celio. Anco Marno benché nella ginflitia, «Sr nella re
iigione fóffeaiqnma Tompdio fno ano materno fimile,
pur domi i Launi ;aggiunfe due monti [Unentum , & il
Cianicolo,& nnone mura intorno ; pnblicò le felne al bi-
figm nauale ; ordinò le rendite delle Saline ; edifici pri-
mo dt tutti d Carcere tpofe nella foce del Tenere la Colo-
ma Hoilia.prefé dagli Eqnicolija ragion fecialejaqnaU
mfanoi legati ricordando le cofi rnbate.Tztqainio Tri-
fio triompbi de Latini , ^ de Sabini ; ^ggiunfi a cento
padri eletti da Romolo alireianti .addoppiò d numero dt
e.tnalli da Romolo dimfiin tre centurie Edifici d Circo t
mrdini i grandi giuochi ; circondò la città di muro di pie-
tra. Senu'o Tullio ninfe piu nolte i Thofeam; aumenti la
città del Code QuiriHale,& del yeminale, & deli Efquil
le ,Forttficollad'.Aggere ,& di f^a ipartì d popolai»
quattro tribù , Diede alla plebe il f armento, le mi^re,&
tpefi; Ordinò le Clajii,& le Centurie, & il Cenfotper-
fuafèa Latini che in ./duentino faceffero d tempio a Dia-
na ad imitatione di coloro che'l fecero a Diana Ephefia ;
e!r hauendo ottimamente gouernato d regno ,fu occifo da
Tarquinia fuperbo fua genero, il quale ejSendiofi fatto Re
per lofi crudele, & ingufla uia, & efiendo per talpa del
fgliuolo che iforzatoiauea la pudicitia di Lucrelia, e per
la fùa fuperbia tugiufiilia uenulo in odio de piuUlufiri
della città; fu del regno fcacctato^i che meritamente fuo
oi della compagnia de fama fi , à" ualorofi buomini, & de
glialtn RomamReinterra,e!rinbaffoflatoeranoHeffai
tato dalla fama/nacarcodipefodiuitii,&dlinfamia,fi
come auuiene a chiunque abbandona uirtù^omeegli Cab
bandoni-Adunque fud popolo Romano pitto Romolo aiu
dace, fatto "Huma religiofo , Sotto Hofiilio armato , folto
-Anco ficuro , fatto Trifeo ornato , fotta Sermo premiato,
fitto Superbo liberata. Simdmente Romolo houori mol-
to gbScarpcUini. 'ìfuma Tompdio fuo fucceporei Sacer-
doti . Taolo Emdio i Marinai . Catullo i Cacciatori . Caio
Ce fare gb Oreftì . Scipione i Capitani . .Augnilo Ottauu»
i Ciuocatori di palla . CaltguU i Buffom . Tiberio i Ruffia-
ni . ìderoHeil crudele i Giuocaton di ffiaJe. Clau.lio gli
Scrittori. Stila gb .Armateli. Mario fuo competitore gb
iutagbatoru y’effiafiano i Vittori. Tito fuo figliuolo mag-
C 1 E L O 'Marte 65
i Mufici. Domitiano di cofiui frateìlo,& molto fc.a
lerato i Balefirtri. & Marco Aurelio 1 Sau . Rigiiaro-
noi Rem Roma armi dugenta,e quaraiitaquatiro . QuaU
trocenio anni durò la prvffieriti di Roma, intanto fu Ro-
ma ; quanto in fi bebbe fempbiità nelle parole , (jr mac-
ftàueti’opcre. Cofa ueramuite ammiranda da notare,
la quale pone gran confufton ne uiui,& grande antmira-
tton ne morti, ibe étutigbanih hi non f i troua efier let-
to una parola, che babbino detta leggiera , ne opra latti-
na thebabbmo fatta ,& però ben dice dnofiro P E T.
Mentre che uago obra con gb ocibi uarco ; yié'l gran
fondatore ; e i regi cinque . L'altro era m terra di malpe-
fo cario; ComeadmieneA cuimrtù rebnque. D ah. Sai
quel,che fe dal mal de le Sabine Al dolor é Lucrelia i fit
te reggi ymcendoimoruo le genti nume.
Rutti Uo . Caio Mario Ruttilio nel primo confolato triom-
pbò de Triuernati; 'bfel feiondo prefe Abfe, C molle ter
tede Sanniti . Fu delia plebe il primo Dittatore , & il
primo Cenfore, drnella Dittatura triomphòde Tbopa-,
ni,& fi come yolunmo, & Thdone, cofi cgh fi contrapo-
ne da lauto al grande Alefiandro . Fu un'altro chiama-
lo Tubbo Rutdia, buomo é fomma iimoceniia , & efien-
do legato dt Caio Mario proconfòle in A fia, liberò la prò
uincia delle ingiurie de TubUcani: Tercbe fe uemre in
odio di quello ordme ; appo il quale erano igmdici , & con
dennato andare m effith: Fn poi Confili nella guerrA
Italiana , toura Marfi , da quab fu umeo: & però,
dice il uoHro P e t. parlando del primo Rutibo . Cofi
fi,Tbibm , Rutdio ,tydale jpefie Lucim difiarti . Et
parecchi altri é natura bumb , Rutibo con yoiun-
uo, &Grjcco,drThdo, Fatti per uirtù it arme al-,
ti,&geniib.
Saladino , uno de Saracm che facefle danno , ty uer-
gogna a nofiri Cbnfiiani ; percioebe Baldouino fuccef-
fòre di Goffindo nel regno dt Gierufalem dne uobe fit
rotto da gli infedeb , & Baldoumo fecondo che fu pre-
fo da Balaccbo Re de Tarthi , & regnando Folco , che
fu U quarto Re , Alaffio Turco prelè , ey arfe Edefi
fit citta di Mejòpotamta da gb Hebrei chiamata A-
rach : Indi Mclecbfak , che fn Fultimo Saldano dEm
gttto, di quelb che hebbero origine daSacone, &dal
Saladtno prefe Gierufalem abbandonata da Saracini ,
da Cordino figlio del Saladino é mura lafdata ignu-
da, ty occife quanti CbriHiani ni trono; pigliò poi in
battaglia Lodouico Re di Francia . Et efiendo già uenu-
toil regno cfEguioin potere de firui Comant; Bando-
cador il terzo di quella gente fildano fiacciò di Seria
quafi del tutto i CbnHuni ; & prefe Antiochia nel M.
cclxvi. "Hel cui tempo Adoatda , che pot fu Re di Ino
gbilierra con grande armata pafiò in Sona, poi Ripi-
de dopo Bandocador terzo Scadano a noUri tolft TrU
pob in Sorta, & Bcrito Sidone , Alla fine U figlio
diluì MelectSìrapho dei tutto fcaccù di Sona il nome
Chnfiiana, &p.gUòTolemaida, il qnal luogo era filo
rimafi in podere de noHri nel M.ccxci. tfondimenoil
piu famofò, delqual credo , che intendefie il noflro P e T.
par che di lor fia Bandocador , 0 Melecaftrapho , 0 Me.
lethfala. Quel di Furia ,comeJieeilP et. diiono ef-
frr fiato 'Horandmo un de Re de Saracm , 0 come fcri-
nono gb altri de Turchi, 7^ é lui trono abre in b.
Marte C I
In defw di fede , fe non cht'l pte piecejìore fu il SéUdi-
«o; baueudopa egli , s’egli pur fu , Almerico Re dt Cie-^
rufalem fcaciiato del regno d Egitto ptrSaratonfùo Ca-
puano; tl quale. come lémjoo nome hamf>eumio,fene
feRe,& chiantoJ}i Soldano . Fu quello tìprandmo , ne i
tempi di Folco, di Baldi nino tergo dt quelm me dr d'.A l-
merico, ($-Boemondo uno de TÌorntanm jtgnort di Tu‘
glia, et Calabria jdr dt Sicilia, che fu de no]iri il primo Si-
gnor<t,dntiothia ifuprefotn battaglia gtncraleda co»
lui, il CUI nome non ji firme , che in Sorta ninfe , & ruppe
il primo Batdumiio . Onde non fapendo tndomnare , neje-
gutr Cbilìorta , che non è di qualche auttorità , lonfefìo
non bauer notitta di quel di Luna , ma forfè il meglio i,
thè Seguiamo d teflo aulito, linci di lungi feguiua ti Sala
dino,aoi quel Saranno , del qualeparlato habbiamo
nella gloria del ualort,dr delle cofe fatte, & nella età in-
tendendo majStmamente Melecaflropho , o Bandocador,
il qual il Sabellico dice e/ier flato flglio diSaracon, cr Juc
ecfore nd regno d'Eguio^df tome narrano gh aliri,l'nc-
eeJette a 'Npraitdino nello imperio de Turchi. Coflut fo-
gliò della Ulta, dr del regno Saiethon Re di Damafeo, &
Cathebadmo , dF benché due uolte flato fofle utmo dal
qna no Baldouina ; pur mnfi .df octife U gran maflro del
tHoffitaleéCierufilem con gran parte de fuoicauaben
aToUmatda ; uinjè dr preje Guido Lucignano ultimo Re
di Gerufalem con tutti I piu tUuflri futa compagni aTi-
benade : poi nelcorfo delia uittoriaTolemaida , .Afiala-
NJ,^ Gerufalem, laquale era fiata in podere de Chnllia
ni ottantafei anni pigbò nel M. cLxxxvi. benché poi da
Chrifliam ftritomó a prendere TolemJiJa,oueaJpre bat-
taglie con loro fece il Salaéno^e finga uittoria le piu noi
te . ueroiche al fine pur haurebbono umto i nofln ,fc la
defeordta del Re TbiUppo di Francia col Re Rie cardo et In
ghilterra non bauefSe colirato lo Jnglefi a lafciare quan-
to hauea prefo in tre anni,fe non T olemaida ; al Saladino;
il quale poco fòpramjfe : Helle cui eficquiefi dice, che nel
la punta della lancia a gufa dt tropheo portauano la ca-
mifiia di lui legata gridando il pretorie, il Saladino fi-
gnor deU‘,Afia di tanto regno, di tante ricebeggenien
teaùrofeco thè quella una fola tojà riporla . onde dice
il PtT.f'uùuerfala fineil Saracino, che fece anoflri
aflai uergogna, ^ danno Quel di lungi feguiua il Saladu
noiToitlDuuélantallro.D nu. Et filo in pane ui-
di il Saladino.
480 Siili fu il primo Red Ifraehà' unto per le mani à Samuel
Tropheta . Fu di grande flaiura , robuflo, bello, ^ forte
in baitagba, molti Re, gp- popoli uinfe . Occupò da Egitto
infinoalmar rqfloima uh inumiate : penile contraal
grecato di Dio confermò .A gag Re di Molai biti,fu pri-
uato della uifune delle coje future , la quale iddio gU ha-
ueua dato,Et ffeffo aa uefiato dal Demonh,& molte uol
te uolfe uccidere Dauui buomo moUo hurnde, il qual due
uoUe Cbaueua campaio dalla mone per neccfiità ricorfe
alla maga Tbimufla,chegli rifufcitaffe Samuel . Final-
tnente odtofo aDìo ,ér agU huonum infelicemente coir.
battendo contro a Vbiltflci perdi reficràto, & figliuoli.
Zt non polendo impetrar grafia da un de fuoi , che C ucci-
deffe,con le fue proprie armi s’uccifi. fu niJimeno da fcrit
tori chiamato ommo-tlcum uoghano,cbe gli foffe taglia-
ta la teHadaun» defuu (eruuri,put éfua ucdantàjoadt
E L O Marte
dice D A N. 0 Saul come in fu la propria fpada Qjiiulpa
reui mona in Gelboe ; P * T. E'ipaflor ch'a Golia rup
pe la fronte Ttanfe la ribellante fua femiglia;Et foprail
buon Saul cangiò le cigha ; Ondeafiai può dolcrfi a fiero
monte: ptrnothe Dauid maledifieil montiydouefu mor-
to Saul,i he ne rugiada,ne pioggu piu mai ut cadefle.
Scipione il maggiore Afruanogiouanetto tfsendo, dife fi il
padre a Tauta nel prm,o tombattere de Canhagineji co 1
Romani: Rite mie la nobiltà Romana dopo L'epitul baaa-
glia a Lanne ,cbenonabbattdonaJfero la paina:pot nel
uenufmnnjuario anno fatto pretore racquiflò la Spagna,
bauendo umto l uno XT l’altro Ajdrubale,& Magone Ca
pitaiii de nemici : Indi uenuto 0 Roma, & fallo Confile paf
iò ài Africa, oue umfe Sipbace Re de Mafjili, <Jr Ajdru-
balle; Fiat fine umfe il uittonafo Aniballejoauendolo già
coflreiloa panirfi ditata per dar foccorfòalla patria i
tf- fe Cattbagine tnbmarapcr alcuni anmde Rumam ;
dr ne trionipbÒ! 'tfe guari flette, che andando legalo del
fratello ch’era Coniotepfr Capuano ui Afta coatra An-
liocbo, ^ Amballe.gU acquiliò U triompho , et il nome
eterno eguale al fuo : che ji come egli Africano cCbaueT
uinta l'Africa , cofi coflut AftaticoSbauer uinca CAfta
fu I biamalo . onde benché Ce fare per la moUiiudine delle
uittorie auaniQ Scipione , cr ogni altro famofo i apuano,
per la qualnà del umeere fu dubbio qual di tor due memi
piu laude : Tercioihe Cefare uàuendo tanti, dr fi fieri
popoli, oltre r alpi, dr le Romane legumi in Hijpagna par
ebeumeeje eftercin fengacapo;drumcendo Tompto,
par che umcejfe Capuano Jenga ejferciio.Ma Stipane uin
fe li piu figga Capuana ,dr il piu ualorofi dt quanti nV-
ranofiatiancbora,&CepercUo muecihiato nella mihlia,
dr tante uolte uitiorajò , dr quella città , che tanti anm
tra fiata emula é Roma . T^ndtmeno i7 P e T. prima no
mando Celare par ebefeguendo la comune opmone gh dia
il primo luogo nel uaìort delF arme^doue dice. Da man de-
ftra , ouegh occhi prima pur fi La bella donna hauea Ce-
lare^ Scipio Ma qual piu prefio , a gran pena m’accorc
fi.drnel capaoto , che commiu T^el cor pica i amanjfi-
maèdce7^,doue dice. SottoCmf'egnad'unagranReir
ua. Etdamandefira haueua ,il gran Romano (mten-
dendoCefare) C he fe in Germania, dr Francia tal nui-
na. A uguBo,dr D rujò feto a man a mano : Et duofolgom
ri fico di battaglia II maggior ,e^ il minor Sctpio Afrua-
no ; Falfie anebora Cejare iniloquemia tanto, che polena
a Cicerone agguagliar fi, fi pollo ahro tanto fiudh uba-
uefie. Sctpmne fu polio dal noflro P ìt. nel triompho
della cafluà : perche non fu egli d’amor mantipio , dono
due .In cofi anguHa,& fohtaria uilla era’lgrand'buom,
che dt Africa i' appella , "Perche prona col ferro al uiuo
afrilla ,m quella tal uilla,laqual eranehti diLinter-
no babitaua Shotone per uolontarui effiho amboribt
fuffe affohuo dal popolo Remano efìendofi [degnato fi
parti di Roma per ejjcre fiato accufaio da Attiopetdio;
perche fu cofìretto a rendere ragione della ammimflra-
tione dell Africa . dr altroue j/ P B T. O Maffmiffa
antico Ter lo tuo Scipione, dr per coliti Cominciai.
0 grandi Scipioni , 0 fedel Bruto , li Sitpioni , fu-
rono mohi , cit tra quelh Scipiadei duo fulmina beU
li due/' I R. intendendo, come ejponeSeruio, quelh cb*
morirono ài Ht^agna Publio Lucio per lo tradimetitodi
Cehiben,
Marte C I
. CtUibtri.Som altra quefii idueA fricani il ma^iore^ il
niitort di i biarijsima fama, come di (òpra hahbum detto.
4ti Serrano. Can .Attilio CoUtmo , che dal Seminare fu detto
Serrano . onde Vi R. £r te Strane ferentem. .Andò Con
fole , & Capuano in Sicilia cantra Cartbagmcfi,a i quali
tallo banenJo tolto Etna , Trapani , lihbeo, ^ Talermo,
con poche nane gli umfe una grande armata de nemici, et
ultimamente glonofo triomphone riportò. P e t. Cincin
nato, tir Serran ; che fola un pajfo Senza colìor nò uano .
Sorfe, 0 Xerji.Lat.Xer^t; ihe in lingua greca figni/ica bei-
latore. & .ArtoXerxei,gran beUatoreal qual trouando,
cbe'tpadre Dario apparecchiato hauea cantra Crea fit-
tetenlomila ua/ialli, ertrecentomila amia , tà'leffama-
mila benché alcuni fermano afSai piu nani per feguirt
d'hnprrfa fi mafie fptanando i monti , auuaUando i poggi,
giungendo il mar co ponti . perche uenuto in Helle^mo ,
fece il ponte gmngendo .Abido , tir Sello città di giunte
dal mareperipaiiod'un mtglio,poiueggendoloper la lem
fefta dell 'onde tutto ^arfo , comandò , che battefiero con
duri cclpttl mare,& U legaffert con ajpre catene, et il pun
gefiero con ardenti punte di fuoco , cofi fcioccameme cre-
di lido il barbaro fare oltraggio a ’Hettuno; a pio mslgra
da lo flrinfe un'altra uolta col ponte, drcofi due unite fe-
ce fra Se fio ,et .Abida il ponte al ma re.Toigiùto in Tbra-
eia tagliando forò .Atho monte altijfimo, et per mego J'u
nagran foffaui fepafiare dentro fonde manneda l’una
all’ altra parte ,actieche indi nauigando in breue corfò en*
trafie in Grecia . onde Giuuenateal quale in parte qui iihi
tato ha il nolìro T e t. nella decima Satira, Creditur ohm
yelifitatui .Athoi , & quienuxt Grada mendax Mudet
in hiHorit,conllratum clafiibiu ujdem, Suppofitum^ ro-
di foltdum mare , Credtmut alios, et quello, chefeguita .
ft hauendo Serfe, come poi diremo , due notte prouato la
moltnudine de juot pocoai nulla gioua re contro lauirtù de
E L O Marte 66
belò farfèglialTmcotUro con quattro mila alle Thermo,
pbile luogo alto, et afpro pollo per naturai febermo de
Greci tra loro, & la Thejfaglia ; & fi firmo , che a po.
c hi nifi pre flati pafio , onde bebbe il nome , peri he a gui
fa di porte chiude l'entrata , ^ uelar lui il pafio, o fpa-
uentarlo almeno di paffar altra con la uirtù de pochi . oir-
de condanno de nemici tre giorni combattuto hauendo,
al quarto poi che uide tenerli da Barhanla fommità del
monte , confortò l compagni a tornarfene , riferuarfi a hi,
fognidetlacara patria, la filando lui coi juoi Spariania
prouarla fortuna ; percuchc uoleanoi fati, per quello
che dello .Apollo n hauea , che’t Re o la dttà douefier in
quella gueria perire . panironfi i compagm ; tir egh re-
iiò filo con jèteento Lacedemoni ti quali rifofpìngencfo ,
^ infiammando a baldangofamentc morire perla pa-
tria, nel defmare per dar algore alle forge, thè adope.
rare hi fignaua ,difie loro . Di finale compagni miei, co,
me coloro che hauete a (enare neli’mferno . 'He quelli
per tema di morte indugiarono , ma lieti hauendo Parme
in mano , ajfaltarono gli lurmici , con tanto ardire, & con
tamo impeto, che benché combattendo col Re loro tutti
occ ifit uifufiero , pure tanti delle contrarie fi hiere oca fe-
ro , the'l Barbaro éhberò non combattere piu per terra ,
Mafar prouafe uincere poteffe inmare. ondeilnoHro
P E T. Ton mente al temerario ardir di Serfe , Che feee
per calcar i no fili liti Di nuom ponti oltraggio a la mari-
na : tir quello chefeguita . tir altroue non menò tanti ar-
mati in Grecia Xerfi. Ani. De ghhuommi, che Xerfi
hebbegia intorno ;& Cicerone allegante y alerio Mafi.
due, "Ham Xerxet qutdem rtfertus omnibus pranùii, do,
nit^ fortuna non e^atum , non pedefirdms copuli , non
nautum multitudine ; non infinito pendere auri conten-
tut,pramium propofuit,qui inuentfiet nouam noluptaié ,
qua tpfi inuenta,nonfuit contentus.
Greci, far utile prona di quello chepoteua per mare ; Ma Tamiris , altramente Thomiris Rema degli Scithi ,o Maf, -
con peggiore fortuna fu da gli .Aiheniefi , dr da compa-
gni per lo configlio, & perlonoierediTbemifiocleloro
duca uinio, drpoflo in fuga, haueano -dthemefi nelpri-
mo uenir de barbari Infilata la città, & con dugento nani,
«nero, come ferine lficrate,eon Ix.commefft lor falute al
marr. Il Re lafiiando a Mardonio trecento mila armati,
■dr i migliori , l'altro eftercito diede a gli altri Capitani,
abe nel fio regno il nducefiero , dr egli con pochi a gran
giornate frneuenneda.Abido,& trouando il ponte rot-
eo dall’onde, tuttopien di paura con una barchetta pafiò.
figeti , la qual mandò il figlio fio unico con grande efier,
àio contea Ciro alla dtfenfion del regno , ma fu unto et
morto col fio effercito da Ciro, ma la Rana riparato fef-
fircuo é nuouo con mfidie fafialtò ; & uccifr ducente
mila de Terfi ,drii capo di Ciro mi fi in un Otre pieno di
fangue humano, con tal parole Di fangue eri afieta.
to , bora fangue bei . o come dice il noRro Dan.
Moflraua la rouina, e'I crudo feempio ; Che fe Ta-
min, quando difie a Ciro fangue fitifii ,dr io di fan-
gue t'empio.
"He con miglior fortuna rimafeil fuo Capitano iti quale Tarquino, ultimoRedeRomani.D a it.yedi quel Bruto,
fu poi in Boetia da cento mila de Greci, ihe ini con lui s’e, che cacciò Tarquino. uedia Lucrelia aiiq.&a Tana-
rano aggiunti , uinto & cefi retto a fuggire ,& non pur qutl augura fua moglie «790.
quefla mifera rouina , che fu tu Salamina Del po^lo Thcmiftocle, olirà la battaglia infra Dario, tJr Mil-
tforienee infelice , onde y 1 R. Sumpatriaexithacaco- ciade , nella quale in tal modo combatti con uirtù.
tnei infebàs ybjfis . a Maralhona poi luogo in .Attica ,
oue Dario padre del detto , con fiicento mila armati da
dùà mila .Atheniefi , mille Tiatefi per lo ualore di
Milciade , che non afiettatuio il foccarfo delli Spartani , i
quali uedea intertenuti dalla religione é quattro giorni
indugiare , piu eh fperanga potè nella preflezza , che nel-
la compagnia de gb amici ,& per la uirtù de foldati fu
rotto , (ir filar fi , <jr coflretto a ritomarfene fuggendo in
Oriente, dr Leonida Re de Spartani poi che s’udì Serfe
in Europa efi'erepafi'tto ,dr uenir fene in Grecia egli dili-
& con prudentia , che meritamente a lui quantunque
giouane fojfe la prima Laude fu attribuita , poi eletto
Duca cantra Xerfi flimando efiereil piu utile combat-
tere in mar che in terra ,fece tutti gli .Atheniefi en.
trare nelle nani, crui tal modo andò centra Xerfi ,ei
efSendo in quello gli Ioni ribellali da gli Atheniefi , et
actofiatofi dalla parte di Xerfi, et giudicando Thrmi-
flocle la co fa pericolofa , andò al porto , douedoueano de-
fixndere ,et in quel loco fcnjfe in fafiì, et marmi grandi ,
quanto errore fojfe il loro efiere centra di toro progeniloà
1 H
Marte
CIELO
Marte
tJr cmrj quelli , Uqiub piu uoUe erano flati uindici della Tiphco. Lat.Typheus Gigante uno de Titani, il quale coi»- ^8i
loro libertà , tommcmorando li bcmfiti fatti nella guerra battendo co fratelli centra Ctoue fu fulminato dalla fua
di Dario, onde gli lenii quando ui gtunjcro leggendo quel fletta ; &fu mejio fottoil monte di Ethaa . uedi di fopra
le fcritture.nella battaglia fi uoltarono contea Xerfe. Ef- ad Encelado .
fendo adunque quelle republicbe greche fotte ilgouerno, Ticio. Lat. Tuyus Gigante fu figliuolo di Gioue,dr cT Hede-
^ au^iaodiTbcmifioile, giunto al fretto del mar di sa ra figlia d‘,Arcomcnio .& temendo Gioue,ihe lunaue
non fin auorgefe lo nafiofe fiuto terrai onde fi credet-
lamtna,&uolendo alcumdi quelli ritornare alla difefa
delle terre , & egb dubitando per la fùa partita non fofie
atto a refiàerea Xerfe , fcriffe una Uttcra ad efio Xerfe
ferfuadendogb, che uenifie a battaglia ,cÌciofia cofa che
ad un tratto in quel luogo potea pigliare tutta la forga
della greca natume . Douefe partire le lafciafSe,haurebbe
poi difficultà maggiore di ottenere il domtmo della Gre-
cia. Xerfe adunque non cono fendo la prudentia di Theuii
fiocle, & parendogli che le fua foni fojiero nere , mofse la
elafe per uemre alla battaglia : onde mteriicnne , che già
te^be foffe figliuolo delia terra. Coflut uolle congiungerfi
con Latona madre di -dpoUme , perche .Apollo lo irafif-
fè con le fue fitette,& caccioUo nello inferno. Si che un'ÌA
uoltoio gliftraccia il fegato, c<r le ime fina , che poi fem-
pre nnafeono . leontino ferme , che fu principe di Boetia,
etfidandofi nelle fue gran forge uolle torre Delpho ad .Am
polline , ma .Apollo umfe lui , & caccialo nello mfer-
no,cioè lo ridufie a una bafa,ifr pnuata. U a n. 7ipn ci
farireaTitio,nea Tipho.
Iquami che erano panni fi ritornarono per paura a The Tito rlaminn . CoSìm nel fuo Confolato fcacciò il Re Tbi-
miflocle, onde per quefioféguendo la battaglia,^ uolian
dofigli lonq infauore de Greci , fecero in mudo che Xerfe
fu umto, drgia era d'intorno circondato tutto . ma dubi-
taiido Tbemiflocle , che per aifperatione i Verfinonfi m-
ftauraffino , gli apri una adito ,efr mandò a dire a Xerfe
che fifuggifiepruna chefufie prefb, moflrandtgli il mo-
do & la uu, lUbeuedendo Xerfi me f e ad effecutione, &
nilifi imamente fe ne fuggì. Tbemiftoc le dapoi fe ne tomo
in Mtbcne conia uittona .fu permerao poi di fidegna
opera banéto,& fi riJufie in Terfia appreffo di Xerfi
quale baueuauinto .onde Xerfe gratamente riceuutololi
lippo di Grecia : uùqi T^abide Tiranno de Lacedemoni, et
diede libertà a tutti i Greci ; ilqual aito é pietà Juggiogà
tutta la Grecia al popolo Romano . <jr però dice il noliro
P £ T. Tno Flaminio , che con forga ninfe , Ha affai piu
con pittate il popolo greco . Terchibe comandò a tutte le
città di Grecia a lui loggette, che uenifero un é difegna-
toaduérelauolontàdel Senato, liquali conuenuti con
gran paura afilettando La fententia ; fatto filerà io con al-
ta noce fe pronunciare quefta fententia. s, T. &
T. SÌ^Flaminiut imperator , omnes gracia urbes qua fub
ditune'Philippi regii fucrunt ,hberat ,& immune! efi*
iubet .
fe grande honore; & uolenJo Xerfeper uendetta farguer
ra ad .Aibene,fcceTbemifiocle fino capitano ima efSendo "XnoSempronioGracco.uedidifopraaGracco .qro.
queHo,per non fir guerra alla patria, (fr per nontradtre Tito F'efpafiano, uedi di folto a l'efpafiauo. 484.
Xerfi, uolle per morte a ciafeuno fodisfa re , onde prefir li Ti to Manlio T orquato.uedi qui di (otto a T orquito .
ueleno ,mef alio della fua patria morì. V ìt. Tbemiflo- Torquito .Tito ManhoTorquato fu figliuolo iunLuào
cle,& Thefeo con quefta fetta
"Ihcfeo, figho di Ethra, di Tittheo, & S Egeo Rei.Atbe-
ne, 0 come dicono lefauole di riiOM ,fu uno de compa-
gni d’Hercole , (fr riportò uit torta delle .Amazuni: per fe
ftefio ninfe, & occife tre fieri huomim , il cui fiudio era di
fare crudelmc nte altrui morire, prima Corrinelto,pui Sci,
rone, iltcrzoScironeficcife poi Cercione ; occife Trocru-
fte , non meno crudeli di quei tre . Menò legato in .Albe,
na quelfieroToro, che da Crea in Teloponnefo haueua
Hercole tradutio: occife poi per configbo della innamora-
ta .Ariadna il Minotauro : .Aumentò la cittàdiMlhene,
& coHrmfegli .Atheniefi a uiuere folto le fue leggi. Rapi
Helena dopo la morte di Thedra : Fu con Tirotboo allo
inferno a rapire Troferpina . .Al fine fcacciato dalla pa-
tria morì in effilio nella ijola di Sebiro . Fubuomo di gran
configtio, & non di nunor animo, dP fu il primo , fecondo
TluaOicbe trono te confederationice le leggi. L’altre hifìo
ne fono tutte a gU fuoi luoghi difl imamente per ordine col
locate :& perodue ilmfiro P 1 1. Et ella (.L Thedra)
ne mono uendetta forfè D’ H ippolito ,efr di Thefeo, or
S .Ari idna , Ch'alitando , come uediamorte corfe. Tbe-
miHocle . & Thefeo con quefia Setta . Et Menaltppe, (fr
ciafeuna fi fuella. Che a utnarle fu gloria al grande .Ai-
Òde, Che tuua hebbe,(fr Thefeo [altra (òrella.F'edi'tfa-
Manlio, tl quale perche mo flraua mvlto efìere tardo cfin
gegno , dal padre in uilla qua fi era fiato relegato ; onde
Manlio accufato da un Tumpomo , Sentendo quello Tor-
quato , come ferine Liuio ab urbe condita libro fettimo
y forcato dalla paterna affellione , tornò a Roma : & con
la fpada in mano cofhvfie a giurare Tompomo , che defi-
flerebbe dalla accufa del padre . Dopo dchberando i Ro-
mani di fpegnere in Italia le reliquie de Galli ,creato Da,
tutore Quinto Minutio Temo, & Sergio Cornelio ualtigf.
mfe maefiro detta mihliaTito Monito andò nell’i ffercito,
là doue efSendo un Gallo prouocatore a battaglia de i Ro-
mani cauaheri , foto Manlio procedi comra S lui,& coi»
battendo lo ninfe, (Ir togliendogli unmomtequal porta-
ua al collo, Cp mettendo a feetcqutSlò indi il nome dtTor
quoto jperebe in Latino fi c biama torquei.Fatto poi Confo
le conira Lat im,& Sanniti : pere he Ù figlio haueua com-
battuto comra li fuo comandamento, benché riporta/Se la
uittoria.per troppo pietà della patria uccife il figliuolo co»
lafcure, ^foSlenne refìar priuodelfigliuoloetcciocbela
militia non fuffeorba ; rhnafe dopo uincitore ; yinfe poi i
Latini al fiume di Teferi al monte é Somma non lungi da
"napoli . onde il noiìro Par. Toi quel Torquato icbe’l
figliuolpercofie , Et Valerio Coruino,dp quel Torquato,
Che per troppo ptetadeuccifètl figlio.
mofofideSìThefio)con tante fuelode Trefo menar fra Ttihno , fu Im^atore di tanta eccellentia ;ch'i difficile qtg
due forella morto ; Luna di lui, dp et Jet altra gode . ^ giuécare ; fe fu piu egregio in difòpltna militare ,cheiu
Dan. Mal non ueugiammo di Thefeo [afialte , gfufìitia,& l)umamta.Coflm accrebbe molto lo imperioi
il quale
Matte
CI E L O
Mirre
H tjiiale itigli imperidori thè furono dopo .4 ogHfio , ^
nn itrgt a lai era jhto pw difefo , che amplialo ; di tanta
hamamtàahe & a Koma,e!r per teproam le ciaf carta ao
leaaafeeqaale. Fa clemeate,& liberale, drmoito alleg
geri il popolo da tribali. l'i/itaaa gli amiti, tome priaaio,
non come imperatore . Saccefje a T^raa il centefime
anno delia noflra folate. Tnompbi de Dataci' deSiiibr,
£t rimoJSo Decebalo Re di Dalia , la riduffe in proaincta
de Romani ,0" a lai fi dettano gb Hiberi,Saartmaii,Ara
bt, 8ofphorani,(lr Colliri . Occapò Seleacac& Babilonia ,
& nel mar ro^oordinò grande armata per andarein In-
dia.Coflaiperfegailò Cbnfliani; ma aaifatoda Vltmo Se
tondo, il qaal era in magiflrato , che eccetto che non ao-
ieanofarefacrificio al ^ode gentili, eran di ottima ai-
ta,& colami, & obedienli aW imperio, Rijfrofe ; che tali
baomini non cercale . Ma aenendogli a cajo alle mani, gli
>' MCCiitjie . Ridale anehora in proaincii .Armenia , .Af]t-
ria,;}r MeflopotamU . Mori m Selennati, .Altri jcriaono
in Seltatia nel Lxiij. anno della faa aita, & pia none mefi,
tir qaattro dì. Il cenere fuoinatfi di oro raccolto fu porta
toaRoma,cr collocato m foro lòtto la colonna. Hetinnan
do Francefe, & Tolleralo Inglefiparttcolarmenie Icnao
no di Traianoiche aolendo ire ui efSerat» fe gli gitiòa pie
diana uedoaeUa ; ihiedendo giuflitia , cr fodhfattionedi
mno filo jigkuolo,ihtgla era fiato ateifo. Et furono in que
Ha petittone parile di lei,& H Trai ino , leqaaii il noflra
Dan. reata,doue due. Et èco di Traiano mperadorei
Et una aedonetla gli tra'l freno Di Ltgnme atteggiata, et
di dolore Dintorno a lai parca calcato pieno Di cana-
lieri, drragaglie ne f uro SoarefSoia aifta al aento fi ma
Itlena.la mifènila infra tutta eofluro Tarea dieer; Signor
fammi aenietta Di mi figlto,th'ì morto ond'to nf accoro-.
Et egli a tei nfpundcr,hor afjietta Tanto ch'io torni i &el
la ; fig^r rnto ; Come perfona , in cai dolor Capretta ) Se
Ìn «mi torm f & qnello che fegmta. Dicrfi, cbe le atrtà di
Traiano moffono Gregorio Tapa in forma che tanto pre-
gò pbr lai , che gli fa r'meUto , ch’era Ubero daSlepme
■delloìnfttHO. P s r. Traiano ,& Mriano, .Antonio, <ir
Marco.
Tàrno figlio di Ddano;&di Temila Re de Ruto'i ,ilqaak
ardcaa per amore di Laaina figlia di Lariho Re,^ancho
irà'ch'cfaffe htiomO foftlfjimofu morto da Enea, hauendo
frim ( egli morto Vallante fi^ Ho del Re Eaandrt i '&■ La-
aina Jiuenne moglie di Ened,eomé aJtfie Enea di fòpta è
detto. P E t.Tcnfofi aldi andar CamiUajciTurno.D a n.
\ ^ ^ Che Tali ante morì per darli regno.
YeJpafìano .fecondò che f&ike SuetontòTranqatUo hebbe
origine da Tito FldiHó Teirokio cittadino Reai irto . Jiatu
qae Tc^afiano fotta Maguflo magro reatino in an pte-
4ioto eajieto nominato aBiora FaUchrine . fa nutrito da
ima fha auota nominata Tertallia ,'CrefchiU , <d-'prefa la
toga airde,aenne a Roma imperante Claudio, cJte fa qain
jé imperadore ; elide ^ faùóredigli amici aMfegai alca
nt degniti, cioi la pretura, tì" la eiiUtà f refe danna, qual
fu dimandata Flaaia Domicilia tdeilaqual Hebbe due fi.
rliuoli, cioè Tito, & Dominano, (frana figlia femm-t-,
vqaate morì infièmi fon la madre prima, che Tcfii-ifia'.
nofofie aJSanto anoimperi&; t'effafiano aiaenl > CUa^
dio andò in Germ mia, &paflò in •Britannia, doae in cia-
fcana^nauncia dopo molte battaglie riimfeco» gUrm-,
ér'triomphò aittorio.'i, occupando in Britimia ctrVt
uenli caiiclla, cr una iiuia ibiamata TeBe, la quale fot.
tomije allo imperio dt Claudio . morto CUadio par opra eh
"Herone , effeudo già proceduto Tcfpjftano mfieme eoa
Tuo fao figUo alUifpcMiìone Induca, laqaale copiofcmé
te ferme Iofcpbo,neUotmperio fuccedeite Tenute ,dr
dopo la morte di 'Herone hauendo Galba da lai ribellala
la Spagna ,fn chiamato imperadorc da li militi Romani .
Interuenne poi , che Oiho qual era flato a T-lr rotte am im
cifjìmo uccife Galba,& i milui Romani il chiamarono im
peradore. Era in quel tempo m Gei-manta Titclliocott
an’efienito , onde fentendo i militi Romani la morte di
Galba,drla facce/itone di Otho , c hiamaroao Imperato,
re Titellìo , il quale ritornando in Italia combatti con O.
tbo , cS" lo coHnnfi ad ucudete fe jiefio , cir f'iiellio fil»
rimafi Imperadore . L'ottano mefe dello imperioéTi-
teliìo già eserciti Romani, quali erano inTngaria,^
quali altra' l mar di Siria, & di Giudea fi nbellaron da
lui , crchiamaron Teffiafiano . ilquale ritornando m Ira
Ha lontra TneUie lo prefèafiendo egli per paura afiai mi
mente fuggito , & lo fece morire , & fu decimo Impe-
ratore . T Ito poi fito figlio per le fue fingulari kiriù era co.
gnomtnato dal padre Tefp.ifiaao ,& tal cognome era ae-
ramente a lui conaeneuoLe tanta era la leggiadria ,gram
taudme , ^ humamei ,che diinofiraaa mp.trole , in co.
fiumi , & in opere , & era apprefjò qnefio beellijsimt di
■corpo jeffendo egli Tubano in Germania , ^mBntan.
aia meritò fomma laude , come teihficano t imagim del.
‘ Carco iriompbale , quale anehora bctggifi uede nella cit.
td di Roma. Medefimameute la mfegna , memorabi-
le miloria dt Gierufalem , per laqualefn Tito da i fuot mi
itti chiamato Imperatore iCrinficme col padre admim.
Brò lo impeno . fu tlemtntifimo , & dt tanta bemuo-
lentia , che quando fofie flato un giorno feirga hauerfat
Io qualche beneficio, iittcnfamente fi attriflauj .&fico-
■me egli fn eccellente in ogni uirin , cofi pel contrario fu
■ Domuiano proelme ne mtq i Luffuriafo , Ingiù fio ,aua-
To , perfeCHiore de Chrilìiani , & Giudei & come feri,
ue Tranquillo nella fiale uoleua alcpcante bore dinpof»,
&m quel tanto mun’aliraeoft focena , che ucadcrmo.
Jihe , dime fi alcuno lo damandaua per bauer udutrga ,
-fe alcuno era eoa Cefare, lutto Cnfpo fuo cauaiierorta.
fpondeua , 7dec mufea qmdcm. & quantunque Domt-
‘I tiano fojfe del corpo bello , era però mttofifjimo , onda
dice il nofiro P i r.- eflludcndolo fuori del triompbo
della fama. Tofaa Te^afian Col figlio nidi llbuone'l
bello -f mmgia il bello t‘Ì no; (intendendo Domala-
Ho) (y-altroue Trfpaftan poi , é-atle fpalie quadre II
'riconobbi a guifi dhuomebe poma ConTUof Mode Co-
pre alte leggiadre; Domiliannon u'era,ond'nra(fi’
fonia Hanea .
Volimmo . Lucia t'olunnio,o come fi legge altroueOuitt
to l'olunmo nobile , non di pingue pcrthe fupkbeo , ma
di uirtù degno di alta , (fi- gran laude; il qual fu due not-
te Coalide con Mppv. Claudio nella guerra de Sanmti;
& de Tbofiani,& nel frgiieme anno fu Troconfòte ; poi
fu Legato di L Taprrto Curfitre ninfe in quella guer-
ra i Tbofeam , (fi- i Sanniti fin uolte , (fi- efiendo m Ro-
ma uni granéfiinia pelle furono mandali iir Grecia
•a panari Efiulaptoc in Rama dica Legati i pcrtmba
l iq
Marte C 1 E L O Matte
yoìmmio hiueua configluto , ibe loucro joccorfo era di ti ritornati a battaglia, alfinefmii’itafyprrata,&frt
doHcr ricorrere a IdJioJ>aue>ido prima i Jìomjm ijpenmi fa Zrmbta; Uqnal poi ritornando ,AnreUaHO londmiji la.
tati tutti irmedt mondani de quali fn egli primo, feruti Jtan^ialjiioirioinpho inftemetol fno carro , qual era di
adnnquegli .jdmbafujton ai tempio, ir porti dinotamene argento,jopra delqiiale credena amhora dominar Roma,
te i preghi loro , di fatto alla imagine di Efiklapio ujcì un .& di tri nnperatori,the furono tra Faleriauo, &,Aure
ferpente pm preflo mfem nerabde che borrendo, ir pia- ho mentre ella regnò , nefiunofu ardilo a prender l'arme
namcnte procedendo peruenne alla nane de Romani, do- conira di leu ir però il nofiro P 1 1. de ferme affai larga»
ne fi lolcò nel tabernacolo, onero albergo dil'olunato, & mente quella hifloria; onde dice. Toi nidi Cleopatra ,()•
ritornando i Romani con effo , come furono peruenuii ad cafcunarjà D'indegno foco ; ir nidi in quella trefea Ze-
Hoflia il Serpente ufei della nane , ir entrò in una prof juhia delfuohonora/iai pin fcarfa.Bell‘era,& nell'età fi»
finta felua , nella quale doue fi fermò. Romani collituiro- rtta,crlrefca ; Qjeamo tn piugiouentute,e‘n piu belleg-
no un tempio in bonore di Efculapio , per Ixqual cofa la ga Tanto par choneflà fua laude accrefea: 1<{el eorfcmi-
CTuda peSiilentta lubitammte acquetò . & queUotanto neofulantafermezza,Checotbelmfo,irconCarmata
berufitofatto a Romani ,fu attribuito tutto a f'olunmo. toma Fece temer, ehi per natura ^rexgailo parlo deU’tm
onde dice ilTt r. Voi nenia quel, che' l liuido , ir mah- perio alto di Roma, Che con arme afialùi i benih'a Peftrf
gno Tumor di fangue bene oprando opprefie yolunmo no mo Fofie a noflro triompho ricca fama.
btliCalta laude (Ugno. Laqual infermila ideila da me- hittagMi- Lat. prahum,ir confii(lus,toHfii(ho,contentio,
dici .Apofiema . comurf ut. Bellona fua Dea. P b T, Quando amor conun»
\erfc, 0 Serji, figlio di Dario,uedi difopra a Serfe , ciò dami Battagha .Et duro campo di Battaglia d letto .
485 Zenobia. Reina di Valmirem, che dopo la morte del futi ma Torte preft in Battaglia , parte ucci fi. Camilla, & f altre
nto Odonato, qual fu per opra d'un fuo confobrino Maen- andar’ufe inBateagha . Operane di pace fi di Battaglia,
ho occifojrefie con molta laude P imperio dì Oriente Air nel B o c . Battaglia .Affira. 'Uauale. Cuntinoua de peufierL
le guerre uincenda moflrò ualore di nohihfiimo C aiutano. la Battaglia de T opi,ir delle Catte. Mille pertcolof Bai-
fu ornata di fmgoiar pudieitia ,&era bella , (fi- frcfia di taghe . 1 Baltaglierefihi Stromenti. P».ll Bailaghenolf
età , lequah due cofe molto incluiano a piaceri lafcmi , ir Marte. FI. Dan. Con l'animo , < he uinu ogni Batta-
fer queftogh accrebbe maggior laude , ir gran maraui- glia. 7{e le prime Battaglie del del dura,Voi uince tutto,
gliaueramentefucheinuncor feminile fpfietantafer- Mmos figho di Cioue ,&é Europa fecondo Vhmofud
mezga , ir coflanga . in quefio tempo efiendo fuccefio a primo, che facefle battagha nauale.
Sìutnidto fratello dt Claudio, AureUano, ilquale hauendo G ucrra .Zat. bell um, arma ,certamen , contentio , dueUum,
ricuperato tutto t Occidente , uoUe eliandio che l'oriente, pralium, pugna, miUtia prò bello, coi^iBio, confhdutfiì
qual teneua Zenobia, ritornajfe fitto del fuo impero,quau curfis.PtT.&Boc. Guerra Eterna,Verpetua, A-
tunqueeUaperifighuoU inpacifica pofSeffumeilteneffe . fira,AfprifSima,Crudele,lJinga,Breue,Tanta,ContittO-
Scrtfe adunque prima , cbetentafSela guerra m qucHa ua,t'fata,Foiita,Dilò,tpiri,Gvini.t Duierfe,Grààifimit
forma. .Aurelianut Jmperator Romani orbis,& receptor con Cuerregeuole Voce. P h. Mia dolce Guerrera . Sen-
enentii , Zenobia , catcris^ , quos fiiietas tenet bellica. ZA trouarmi dentro altri Guerreri. D a s.Romagna tua
Sponte facere debuiSìii id , quod meis lilteris nunc iubt- non fu mai fènga Guerra .
tur . Dediiioiiem pracipio , impunilatemu propofiia 1 ita G uerreggiare . Lat. donicatio , conurtath , confliSatio.
ut Ulte Zenobia , cum tuis agas uitam ; ubi te ex fenam B 9 c. / fiimo fittfìa al bene ammaeflrato Guerreggiaf
tmplifiimi femeniia collocautro, gemmai fiurumfirgeur re affai ageuole a uincere .
tum,feTÌcum,equoi,eameloimRo.ararutmtonferasi Guerreggiare. Lat. beliate ,dimUare. h o c. Fiorentini •
TalmyreniiiusJuumferuabitur.Zenobiabauendoadun. guerreggjananeconSenefi.
que rieeuuta la rpiftoLi , ne m animo , ne in parole, ne Bàr2ttiibarufa,zuff'a.lat.prahum conftiflus.D a u.Ver
etiandio in fatti fi diminuì la fua degna uiragine. ad Mu- che altra udita fui a tid Baratta£arattare ,uedi a 174.
reliano cofi ri^fi, Zenobia Regina ortentis .Anrehano Vugni Ja guerra. Lat.&cenamen,confii{lusfionpt fot fit
.Augufio. "Flgmo adhuc prater te, hoc quodfiofdt,htttru dtfertmen. Dan. Tur a noi conuetrà utneer la Tugna. ,
peiut. Vartutefadendum eH quicquii m rebus belheu efi Militia. Lat.& res aut Jifciphna mihtaris. P t t. £1 muer 4S7
gerendum . Deditionem meampetn,quafi nefdas Cleopa- orbo per amor fifferfe . DelaMihtia perch'orba noufuf-
tram Reginam perire malmfie,quam in qualibetumere fi. K 9. t. Fofie cadiaa la MiUtia fiera. Quel fi famofim
digmiate.7ipbisTerJ'arumauxthanoHdelum,quaiam tutta la Miluia.
f^amus,pronobis funtSarraceni,pronohuArmemi, Combattere. lM.certamenifralium ,confiifius,atietf
latTonesSjripexerdtumtunmAuTehaneéxerunt.quid dtmicatio. T t t. Treni*raPamie,&fia'lConéat-
igttUT,fiiUauenentmanus,quaundibfieraturipouei‘ ter corto,
profeiìo J'uperiihum , quo nunc nubi idamnem quafiop CembatleTc.lat.praliari,certart,bellare,émicare,pu-
miéfariamuilioTmperat. Dopo adunque le meffej^r ri- gnaresconfi’gert. P if.Combattea inme conia pietàd
tenute hture , ciafiuna parte 1 apparecchiò alla batta- deftre. Sempre conuien che combattendo uiua . Combat-
ghatdouecòmbattcndodefummarerum.quauot’afiet- lut'banno,& nonpur una Udita. BoC-tTafrontatofi
taalla mrlùhumana, Zenobia rtfiòumdtnee. onde ha- combattè.Qjundo fin Michele lombatti coldtauolo.Cpip
uendo combattuto in Stria in loco detto Thtma apprtf. battendo uirdmente. Egh non i cafielio fi forte ; che effin
fi ad Antiochia già iMihiiAurelum fi fuggmanoiquà» do ognidì combattuto, Dan* 7^ uedt tu U mortq
dnapparuc un uume,d quale h confortò, per la cui mr- cbe'icombatte.
Combattitori ''
•Matte a 1 E 1. O Marte à%
Coimbattitori . IM. bcUatora tgUJiaUret, fngH4terfs. loUtttert ctlebrttt ia Timian porta greci .
Mntomachui ; ipielùt che combaueJa {Ho 4 feto. & oc. Lotte. Lat.pale{lr4,jlr4 iijueUo,cbe nolgarmenteditian»
Iliialaredimupocbi Cambaimori, P h.Lc ium fMxi il giuoco delle braccia. S a x. Et nelle toni Lotte piene di
tombattiaadalmare.Lat.toncHlia,confttOa,conqua}itt- rusluane infidie . ^
u.EjiendodaiufimtQniar combattuu. V nx.'ìiaiiedt lottare.S A x. ordinò i premi a toloro, che lottare nolefSe-
tondecombauute.umta. ro,&aliroue.
Campioni. Lat.gladatorei, Ludatores, athleu, panerà- Athleta. Lat. lo lottatore. Eorte^chudo .
luih,agomHn,pjle5ltite,ptmathii.ipiinijutirmnei,pn. i fidare , nalfar nolo altrui di non uolrrpace, ma guerra, il
pugnatore!,xi{ìui. fono cfueUi combaiutori che fi condu- contrano à Fidare, che naie promettere la fede per lupa,
tona in campo per diluire loro quefiiontr& anticamente ce.iat. prouocare. P ix. Che già ni sfida amor i ondi io Ji
enfi le liti fi foùuano terminare, per due campioni thè in- finro.El é morte lo sfida. Lat ^n'Im m'ajficnra ; aUhor
firme combalteuavo, neper altro giuécioalinméti fi fiir mi sfide {
muano.SonoanchodettiCampiomiltbhpublin ficiiuali Arma, & .Arme fing.^.Arme,ir .Armi nel piu. Latjar-
fi fi nuono le ragioni tperciochc dichiarano leragtomdel maarmorum Tix.&Bo c.jCrme Romane .F fate ,
pnbhco.D a x.SìjuifóleaniCampionfarnudi,^unti Lucide. & SmagUat’ Arme Cr Fefie.Rottel' .Arme d'a-
> . Auifindolor prefa, ilrloruamaggio.ualgiuocodella pa morCarco,^jaeiie.Cittate[ Arme tnterraJl taglio del
leflra,cht anticamente fi focena da buomimmditfi)- un- lafuaKu.UA era perduto . Et eia fiana miaarmapofi
tl,cioi aUebractia^eranu detti athlcut. interra. A lepungenti. Ardenti, & Lucide A km i. ;
CettKaie.Lat.e!rcertatioJimicatio,ualpMgaa,contraJìo, D A xJfuihuom/Arme.SemfArmeuccifiiluecthio
Jcaramnccia , tjr pighafi per auolunifue lombattimento . Alardo Senx Arme nefce,& folo con la Lancia. Che paf
Ari. ùoue honurato , tr fisiendido Certame Haurà col fa monit,& ripe muraj& Armi. Ond' Amor già ii traf-
fiioatgnifjimacimjirxe.alfingularcrrtame. . fi le fise Armi.Et al mie Bellijàr commendai l'ArwL
Fatto tl'armé. Let. pralium. boc. Huomini fempre flati Armacurc. Lat Armatura £ o c. Spogliarfi le Tertugia-
mFatticCarme,&fildati.Andareadegnitomiameuto, leArmature.
ogiadra ,et altro Fano (tarme. "ìiemaiiu alcun Fatto Armato .Zjti. P ix. &b oc. Armato Marte, Orione,
d’atme andò , Tu bai fatto troppo Fattod’amteperbog- Amore,Dipatienza Armato. Arma x a. Mano, Co-,
gr.meta.dereuenerea. a.. ma. Galea, Oritia. Gente di ferro, &éualore Armata.
483 Cio{ira,ieonlraSiofattoconlancie,temiamento.Lat.bct- KK u at iCaKalicrLCompagni,Huomini,'lfsmici,Spi- -.f
fiaUTumludus,bclitfimulacrHm.boc.Andarttdogni rui. D a n. Centauri Armati dtfaette.Tallade, tir Mar
torniamento,oGioflra.'Hemtomei,neinGiòflre,nein uArntati. Cefàre Armato con gli occhi grifagni. < %
fuluncfue fatto d’arme. D A n.3^ fi uolgeaciafcun qua Armare. Lat. Pix. Che centra quel dlArpino armarle
d'era giunto Ter lo fuo megp cerchio a l'altra Cioflra. lingue. Et fi pur larmatalhor a dolerfi. In tei uagbipnt.
Cioflran.Latbaflisludere.£c}.C.Cominaiauu>flrartSar fier t’arman (t errore. S’ildifii; contea me ^arme ogni
meggiare,& digioflrare.Carolare(&giaflrare.GÌoflra- flellaAlalma che d hunnltate,& non d'altr’armo.b o C.
ua,armeggiau.t,&facea fefte. D ax.& filo conia lana fauo un legno armare. Et armatofi il di figuente con al- <x
aa Con ùqual geo flrò Guida.. tun fuo famigliare montò a camllo. armò unlegnctto fot
ToTiiiimenn.Lat.troianumagmeu,troiauilMdi,&con- tile.D a x. S i come il batcellier s'arma^ non parla me-
fliBiouet. Boc. Soprauenne, che un granTomiamento. u. Et beala Tiauarra,Ses’arma del monte,cbe lafajcia. |
fi bandi in Franaa.Et incoflumebaueano d' andare fem- Cb'agutjadi fcorpion la ^unta armaua . Tercbe di
preadogntTormameniOtOgioflra ,oaitro fiitlodlarme Tronidcntui è buon ch’i marmi . Onde conuien chedi
tnfteme . Tfj m Tomiamenti,neingioflre ninno u’era nei forteztta t'armi .
fae fi, che quello ualeffe,c^tgU.maltuns uftifikgge Armeggiare.Lat.e.rercerearma.bo c.ComineiòadAr. 5
Tornei. Caji detto dal giuoto antico detto Troia . meggiare,ù'gio0rare.Continouamente armeggiandoti’
Tormare , per circondare. Lat. arcnndare,circumlnere,tir- giostrando . TdgUaqual fifla armeggiaua alla Catelana.
tnmircrimbire. Boc. L'acqua che fiprabondaua ; tuta Et talhora armeggucuano.
IO il prateUo tormaua . Armeggiare. B o c. Bi donna che'l Inngo Armeggiareiet
Intarmare, i datomo,nedi arpa. U nagheggiare. Et per midti Armeggiatori cotumouan-
Bagordo Lat.ludus,i-lHdusiacnlatorum,SpelSaculum. do per multi giorni.
Boc. Conerti fi , &■ li loro taualli di fittilijsimi drappi Inermci Lat. noi dìfarmato. P t t. le donne Lagrmofi; e’I
eircondati lutti di fonanti fonagli con Bagtrdiinmano,ae untgo Inerme . Amor atco,& Inerme . Che foanolemi,
eompagnati da molti flromiti uarn,& coronati tntti di di timidi , & Inermi ,
uerfi fronde bagordando,con fifla grande gli uermerotn- Imbelle . «4/ non atto alla guerra . Ari. Qjianta qf
eoruro,facendorifittartaeredimoltifuom.P H. T.Gio- temefSenn popolo fi. imbelle . Efsercito facean timido ,
fire Bagordi ttà’miWaUnfoUvcf Eia dar élettoagtona- e Imbelle ,ideSì non ualorofi. Voce da non ufarfiiofi
nettiamomi . fjcibnenle.
Bagorda re . Lat. ludert. B o c . Sopra i ctrremi canalli, con Dilàntia co . Lu. mermit , dearmatns ,fioliatns , exutus . j
baile in mano,& con bandiere bagordaqdu. u. Corona Psx.HifannaloGnnane.Luogo.Mi riconduce Difir-
ti di diuerfe fronde bagordando P h. maio al campo . Barca Difarmaia di nele , & dtgouemo .
lutti. Lat. hisla, palestra, figmfica bauaglia.P sx.Spir Difirmata Tlaue. B OC. Lo mdeDifarmato. Con due fa
uiiammoaltttrreimEMUe.Agefidamofu/òriiffim migli ESifùrmti,
J idi
A
Marte
ttfarmare. LatJetmarc,f^tìare. 1* s t. Uar fe tu difar-
mato ; i fon ficnro Che di gioia, & di ^emefidijartne . Di
rane armato, ond'hoggi mi difarmo .
Ferro. Lat. arma.orurn per tarma.per metonymiam pgn-
ram come il Lat. P e t. Boc. Ferro Offendeuetc,lgnn
do.Topolo,che Ferro mai non ftringe. Fece Cherhe (àngui
gne di (or itene ante' l nofiro Ferro mife.Col Ferro auelena
te dentro al fianco , 7{on la bella Romana ; che col F erro
,4pn‘lfuocaSìo,& difdeg>iojopetto.a morir le bijogna fi-
fe Ferro.Cmto di Ferro,i pie le braeàa, e'I collo. i. di catta
iKajCrmate di difdegno di Ferroatt di pietale.Terthe pri
ma col Ferro al nino apnlla.Gente di FeirO:& di Malore
armaia.L'ahra è Torcia ; che'l Ferro e'I foce affina . Mi-
nerna figlinola di Cmne fn la prima, ihe troMÒ il Ferro m
arme emlitare, ta ordinò le (quadre, ^ ambe treni il li-
no,& diede il modo del filarlo, & di tefiere , er di cucire
& quando dinota il me tallo atedi a ii^d.
Sferrare. Lat. iiberare,folMcre/ liberare dalferro,chi dal~
Parme. P tT. Et non m’ancide amor, & non mi tferraj,
non mi Ubera dal pericolo. & quello i il nero fenjo .
%locco.Lat.enfuatuta,¶xonutm.èffiada da caualie-
re, t!r da huomo tarme. Roc.F'n Cauahere fonenei
mfo crucciato, con un Stocco in mano. Et riprefò lo Stocco
10 cominciò a feguitare. A R i.Talborpotea ferir cornai^
t(a,o Stocco. Tender ne qudfie là ma-tg^, ne Stocchi Già
tontra tutte trofie fuor lo Stocco. Dmtrfo da Spada per-
che non ha elv .
Fognale. Lat. Tugio. Ari.// ferro del Tugnale a Rodo-
monte Tutto nafeofeat fi leni t impaccio.
491 Fifa ,et Elga.Lat.capulu enfiual lo manico della ffiada ujàto
daD/i N.ondeV i tc. Et caputo tenui abdit enjèmà.fino
al manico. Ari. L'unchauea fina l'Elfa ne la panna
La ffiada immerfa a la maUgnafera. iJElfé indorate, et
gPmdorati ffironi.ES lor (angue infin a t Elft tinfi.
Forno della ffada.Lat.ponùi enfiuaiel caput. Am. llTomo
de la ffiada in lena pone , L'Elfa e'I Tome bauea in mano
ilTaganancbo.
Fil della ffiada. LatJuiesari.AKi.Deh 1» uogliate andar per
FU di ffiade Ottanta mila corpi numerofji,l he furo» quel
dimeffia Ftl di ffiade .liporriano ugualmente a hi di
ffiade.E farebbe ito ancbofu’n Fil di ffiada.
Spzd3i.Lat. enfisjnachaerajr. Boc.^ P 1 1. Spada jlma-
ta,Tellegrina,tionorata,Tuugemt, ignuda. ColTede(ca
furor la Spada cinge . Con la mia Spada, laqualpunge,^
feca . Le Forbite Spade. Hauendo già tratte fuori la
Spade: Salito in furore, con la Spada in mano fopra la fi-
piuola corfeMaueuano già tratte fuori le ffiade. P h.'^
mici a Spada trattaJ. affatto, 0 del tutto, lat.prorfut ini
miau,& ut diciturflriBo enfie. D a n.Cou una Spada In
€idj,t!r acuu.iiira coluiconqueUaSpadammano,Cht
nien dmangi a tre, fi come Sire. Azi. Fulminea Spada.
Tungenie.Famofia ,
Brando^ la Spada. Lat. enfit,glaJiui/nucro,Spata. Ari.
£ mefie al Brando P una,e Poltra manoJl Brando intorno
mena,&m altri luoghi, yocenuoua.
Coltello. Lat. cullelUit, cuUer,gladius . ^ piglia fi al.una
Molta per la ffiada. B oc. Et qutuiconun Coltro ferito
11 Traige . yoi ni recherete in mano il uoPlro Coltello
Jgnudo.Et un necebio porgerla pia gola al Coltello del «
mito. Dargli due, 0 tre colpi iPun Creilo. Con le C o.x*
CIELO Marte
T E I L A mmanoUeontradifiero. la fante sche dargli
hauea uoluto deUe Coltella . .Andando marine tombe con
un Coltellino dalie pietre fpucaudo.Come che
quelle parole fofjtro tutte CoiteUatej.uulnera .
Lancu,Lat.Lancea,dr doloniillaniioneao la picca. P e r.
Tanto ; che per leju la Lancia pigli..A cui la lingua Lan-
cia,Spada fu (.-mpre, tir fiuio,ejr elmo yedtquiben .
fra quante Spade , & Lamie. B o c. Tuffato di quella
Lancia caddeJ'ttpennoncello di Lancia . Con una Lancia
Jopra mano gli ufeì addofio. O' metaje re uenereaMt co-
lui tien ella che fia Lancdotto,Tri]lanoft Oluaeridipro-
degjaja cui Lancia perfeiaoperotco aringbi,o per duci
in una notte non fi puga in guifa , che poi non fi dirix;g/ .
L A ■ ToSìegiu le loro Lamie, non fi firme perx.
lanciare per filtareao flanciareaiedia 1491.
Atco.Lat. Arcui. Scabe fislridiGiouene fuinuentareAt 49»
ancho delle faetteft come altri uogltono Terfieo.T e t.Ar
co Te(b,SaldoM la pbaretra, fp-PAtco bauea fpex^to
A quel proirruoJioite Parme d'amorJ’Arco.éf jaetle.
In nano tendi l‘A reo. B oc. Trefo P Arco, & la fpada .
Allaqual cofa pochi, 0 nitino ha l’Arco teff delPintellef-
to.meta. Amore tl forte Arco adatta. P i. Gli Archi
de uoHri arcieri . La (tetta del mio Flefiibil Arco. Vi. .
D A n. DUelcùllutri sfenonl'Areottro. Alqualha hor
ciaftundihejoPArco.L'Arco deldir, che'n finalferru
hai tratto . Terche quantunque quefl'Krco faetta . Chi
drig^ffi l’Arco tuo a tal bersaglio . Come d' Arco tricor-
de trifaeste . choritus i la coperta dell'Arco, ucdi aqSq.
tà" Arco per lo uolto a qq^.yn Tratto d' Arco, uedi
aqdf.
Siette,Stnb,Frrccie, Dardifirtli,Fionda Frombola.Qjm
dreUa. uedi a Gioue a qj-j.
Halla. Lat.il fuo dnninutiuo i baPicriuolaXat.haftulaAÌoè ■
come faetta diarca. Dan. Con archi, ef- haflicauole prù
maeUtte.Boc.nella F i.7peamhoraeralafoltile,e lo
ue hafiaé corno armata diF errò.
Tridetite.Lat.tndeus,ltlficettro,armadiTqettunocofidrt " •
taaperchehatre denti. S A n.Terihea 'Hgttuno piacque
efibo durit,Et col Tridente urtarli in fu laguanaa.
BaleAra , da che dinota fagnta. Lat. balliHa, catom
pulta,Seorpio,ucl Arcuballifiam. B oc. Meffer lo prete
hauea (anca la Btlefira/ueta.ila coda ritta. Et parte co
BalePlra ijirmati co Baleflre.Credo che io la portafiipref
fi ad una Balefirata Forfè una Balefirata rtmofio dall’al-
tre habltatiom.D A s.ComeBaleJlro frange quando ficoe
ca Da troppo tefi la fina corda, & Parto .Etaltrard un
Balefiro TrouàmoPaltroaffaipiu fiero & maggio. Ari.
Tgon laffoAnerlo,traueArcoao BaleHra.
Baleflrare. Lat. fagtttare , percutere , traifcere, trasfigere ,
Boc. 7ìpn altrimenti che'l fuoco feflefio da una parte,
(T datPatìra balefiro. F 1 .Era fiato baleHrato dalla {or
luna. Dan. la ria fiantnu in fuorbatefira .Ma
la dotte fortuna le balefiro .
Noce,per quella della balefiro , che tien la corda quando è
tirata ,0 temperata .Lat. aSìragalus feorpiomt. Dan.
In quanto quadrel pofa , Etuola ,&da la Hoce fidi- .
fihiaua.
MìttinrWo ,& Martinettoi certo firomento, colquale fi
caricano le balefire, che poco alprtfinteiufi.A Ki.Ss .
piubiforxAMartmelh,&ljeut.
Lieua
Marte ' C < ‘I E L O Marte 69
l'iena, lat. hiUiflafoaSor/mt btrpt^. i certo tn/ìromen nmfiito, 0 uncino .Eoe. ^mor toflo mi fn fi aidojl»
to da tjricarUbiiltjira,uciù di (opra a MartmeUo. con le fnearmi.&it crudi Humigli.D a n. FcÀfercon-
4P j Turcaflb. Lat. pbaretra ,daue fi pongono, 0 tengono le jàet tra di lui tutu 1 Romigti.El prcjeglt li brat ao col Romi-
te. & oc. Et lo Tunafià cinto con molte fitette, dr nella gbo i.rampigoni .
finifira manoti fortearcoportaua.T H. Ronctgbare, & arroncigliare èprendere con Roncigli. Lat.
ThucttiUitlJtiTurcalio.P tT. Et laTbaretra ,& Car arpagare.D AK.Etpotéromigliarmt fi configli. CU
co bauean ■ Bnipiè la Dialettica Tbaretra . arroncigliò [impegolate chiome.
S AH. Et le tenere "Hmiphe dimenticale di perjegutrei G rafìio.Lat. harpe,& barpago . è certo jlromento di ferro
uaghiantmali lafciaronoleTbaretre,etgliarcbi.AA l. torto in capo per poter pigliar alcuna cofa.O Ati.Terb
£ ch'mditutialaTbareira fcarcbi. Jè tu non noi de noftri Graffùi.rampigoni .
Pbaretrato . Lat. Pax. Cieco non già, ma Tbaretrato il Graffiare, i fcbiamare, 0 fregar la pelle con le unghie, 0 con
ueggio . altro. Lai. lacerare, fcalpere,rufran. B o c. Cominciò a
Scrtaglio . Lat.fcopusjtolto da greci, & ècfuel fegno , al- graffiarfi tutte legore,Scaugbata,& tutta Graffiata dal
tputle tirano gli .Arcieri, Crjagmrt^. Dan. dicercon- lefrafibe,&dapruni.CoftGraffiatoAìriultopelato.Cor
nienti Cbidrr^ [arco tuo a tal Bersaglio. S A n.In fenelnifòa CalaHdrino,et tuttogbclgraffiò.D a h. Gr^
tirare cungU archi al Bersaglio ..Alcumgtocauano al Ber fiagli jpirti ingoia , & ifquaira .
faglio. Ani. BenclK Bersaglio ala cutà fi uede . Gratiare,uedt ad unghie a i^jy.
Sagittario. Lat.jagutarmt,& aratencni . P 1 T. Si eolio Rlftìo. il medefimochegraffio,orapiendo.D ah. Voi [ad
come amen che [arco fiocchi Buon Sagiitario.dr per lo fe dentar con piu di cento Raffi,
gno celejlejuediatBi. Rampiconc jgnt^o,o rampino . Lal.barpagp . Boc.
ATàcte.Lat.fagiteariutar^ilus.boc.Quandounaco- Tcrche Ciinone di^ le parole prefo un Ramfìconedi
fa non ufata apparifca di jubito , & fubnamente da uno ferro .
.Arciere [ferita. Gliarcierideluofiroaduerfiino. Ari. Vocino. Lai.B oc. E'olle una unita appiccar l’f'ncino
llnudo.Arcier,[beChantlcorferito.i..Amortfi Cupido. . alla chriflianetlaiClddioJdell fiubagttare...A pena creder
Spuntone. Lat.uerutum,ti,nmcrofraflatus. B o c.ì tafa poffo , Cb' alcun de tuoi f'min mai piu m’appiglt . idejl
mfifieramétela Himolinanoebeciafcunale parca una rampiconi,
punta iTunoSpnmone.La cuti cogli acuti Spuntoni guar ('minare. Lat. barpagare,&rapere. ual pigliare con [uu-
daua. T h. Tip amhor a era la fotttte,drleuehafla di cor tino. D A M. Coiui,cheipeccatordild feniina ,
Booirmata di ferro, ne [aguto Spuntone, f 1. Scudo. Lai. clypeus. P e t.Qjielcolpo,euenonual elmo.
Spiedo. iM.uenabulum.V it.llcolpodt{aetta,e!r run ue Scudo. Contea legnai non ual elmo,ne Scudo. Lancia,
diffiiedo. A Kl. Et con Spuntone archi , e Spiedi, ^ ff oda fu fempre,&Scudo,& elmo . Lo Scudo mman,
e ^mbe . che mal uide Medufit . dr mela. O laido Scudo de [ajftit-
Scure,& Seture.Lat.ficurii.laacetla,omanara .Boc. te genti. Che poco ual lontra fortuna Scudo. B o c. Dal
‘PirropreliamenleandòperlaScure,ty‘ tagliò dpero.La giornoch'ioduidiaScudo ,& Lanciaconglialtri eaua-
Sluerciacbe’l matto Erffithone molò co la tagliente beri arme portare.Jl finijlroghomero Uadornò dun bei-
re. A ». Con una Scurein collo fi n'andò al monafiero . lo,& forte Scudetto . T H.
Hora mettendo biette aUafefiura Optando la Scure riti. Scudare.Lat.fcuto protegere,ual riparare.Bo c.Lagra-
raua\uore.\ i.SonoiRonthioniffleScun.Aa. i.0ue tiofiAT bella miaTomonafugendol acque frtffde jet pe
Sìa contluftonfu La Secure,Cbe'l capo a un colpo gU leuò ligne, Daiorfi fenda, dr dal pian chelam.na.V i.
dal colla. San. nellaquale,ne con ferro,ne conSecure al- Ta rga. Lat.cetraA,peka,parmajdr parmula U demi. Ari.
enna fi optua entrare, la utoleme Secure . Tercht neTarga,ne capei difende . Ma Targhe , altre di
4P4 BiponneJjit.bipennisficome[accetta,cbetagliadaogni cuoio, altre di cerro.
banda,drpigbafidpiu perla Secure. A r \.Manequel Vmefe.Lat.clypeusjieclypeumji certo targone,ofcudogri
la, ne scure , ne Bipetmeera btfogno ; Toi c’ha fenttto la dejcbefi ujaua.B o c.Et mojii 1 Tauefi,dr le la»cie,gri-
dicra Bipenne. (Toce da non ujarfì. dò; chi Hai
Accetta.Iar fecurts. Boc. nellafuauifioneamorofa.in Tiuohccio.Lat.fcuiumbgneum.i certo targane dadifefa
moliiginRompea,cbicon.Accelta,oconmartello,Cbi cofidettoper ejferefatto di lauole.B o c£t poflì gm li
conpiceone, 0 untino .Ari. Altri perteina di ffiiedo , loroTauolacti,& loro arme .
0 i Accetta . Elmo . Lat. cafiii , & galea . P e r. uedi di [opra a Scudo .
Scimitarra. Lat. enfis falcata, arme da Saracini 0 Turchu Boc. Elmo lucente Ar leggiero. T u.Elmt lucenti. F i.
JgonczLat. ruma, a,friarusj.fiue Sparum la roncola da Ari. L'Elmo nel fiume fi lafciò cadere .
cotttadinotfirommlodatagliarlerami.A r i.£ chi la- \ tCteil dell'Elmo. Lat. buciuia. Boc. Marte gli algò la
fcialofjiiedojeibilaRonca . yifieradeWElmojuedia.iqr].
gUzziz.Lat. ciana. A R i.'ìfonportalancia ,ne jjiada ,ne Cimiero. /4t. conni, dT ertila. A r i.Chinelcimier , chi
Maz'ga.Talhorpotea ferir con Mag7;a,o Stoccoidr <[uan nel dipinto fiudo Difegna amor, f e [ ha benigno , 0 crudo ,
do fignifica il ba/ìonejiedi a qtq. Maglia . Lat. macula ferrea .icofa fatta con magliette di
Ronchione . Lat. rumina, i Hromento nillefio per taglia- ferro jo é acciah,come ZaccbijmamcbeAbeperdifefii del
rc.Bo c.Quefte pa role cofi det temono ìRoni hiom,& le la per fona fi portano, O" cofi ogni cofa fatta a buchi, co.
Scuri, con lequah fi tagliano 1 uelenofi Sìerpi .La. me le reti ^ ogni fitmil cofa. lat. macula . onde magliar
Roncigbo. Lat. uncus , ueruculum , barpaga . i tomolo fi U halle di alcuna merce fiioi batterle col maglio fi ingoi-
Mtrr# C >1 E *, O : M»rt« •
ftyche faìnUtUo,oucnperthefileganomffafa(eHtu c«Umy’tfiilh,Cbeeomahaur^tia>mlMiefie.rcx§ I
me, orde fmagìiare Mi aprire, orampcre. > la regtsorodtutantfermy trio dtimiU bandiere del Se
M2e\hK.Lat.mateepercnlpeMalbaltMte,etlegate.Boe. infemùe apparì fcono.
fecemoltebaUe benUgate,& ben Magliaie. Stenditelo. dettoabextendere.Lat.nexiUMm.KKi.f'm
Smagliare. Lai. aperire,diloricare,frangere/cindere.V 1 1. nel me^ apaUflegU Stendardi .
Conila nini ch'ogni lorUafmagtiaiEi membra rotte, c!r Infcgna. UtJioc infigne/rt htc mfigniaMexiUttm,fijmn, I
pnagliate arme, &fifie. Ani. Ch’ogni elmo rompe, mampulnt. la bandiera.? tt.&B o c. Infegmi mtteu
ogni Lorica [maglia
Dlfinagliart Alenar le maglie , come di ungiaceo,ofimile.
Lat. dirumpere ,/r.ingere, [eludere. D a n.0in,tbeion
le dita ti éfmaglie. tiejl ti lem da dojio le [taglie , come fi
fa a difmagliare
riifa,f'erde,0(cnra,cìr trijia.Im pon (uà lafègna. O fola
Infégua al gemino Mlort.Vlnjègne ChnUtamjitme ac»
compagna . f'id' io le’nfegne di quell' altra una . Et npon
letuelnjègnenelbeluoUe. i>a l' Inopie d’amar andar. 't
[olmga. D AH. Et io,che riguardai uidi una Injcgna .
Piaftre. Lat. lamine, & thorax,cis. B o c. £f apprefio gU Soprainfcgtia. Lat. ueflis miUtam^ftgmadndutafima- I
nefl) un paio di teggiadnjfime Tiaflre guarnite di qMMO
biji>gnaua^iobibj}ime,& fine ad ogm prona . P h. A R i.
ScbiodanoTuflre,ellraccianmagtie,e falde.
Bacinetto. Lat. buceula , caffii .hoc. Dandogli un Ba-
cim tto a eamaglio belb,& forte molto. T co» Ba-
ànetto in tejla. La.
Lorica.iur. U corarja . P b x. cemtra colui , ch’ogni Lori»
ea finirla .Ari. Ch’ogm elmo rompe , ogni Lorica
[maglia.
Corazza. Lat.agii,idis,thorax, & lorica , Coraz^ qua fi
cor agent , che faccia ti cor gagliardo a lombattere iiidu-
tendoglianimofità. hoc. ^fia prodecpia non infa
nelle puì^e, ne campi, ne fu per le mura, ne con Cora^^
za indoj[o,ne con Bacinetto in tefla, ne con akunoojfendi
bile ferro. L A. A R i. Ch’a forar l'babbia , o romper la
menta . B o c.'He altra Sopramfegna portafie, che quel
la delUgiouane.
DiaiCe. Lat. uarietates, forma, ueJlesMriegatit,ualfór»
me ,& maniere. P i x. Tarranao anebur Catigelitbe
Diuifejjmprefe . . ?
Padiglione. Lat. Temoria.Tapiiio finii jdrconopaum,ei,
il TaégUone del letto . B o c. Fecero tendere un Tadi»
gbone [opra un uerde prato. Tirati t Tadiglioni . Et qmui \
fatti uenire TaégU»m,& T rabaube. A'» uellimenio lar
go a guifa li un Tadiglione . Tubai figlio di Lamech [apri
mo inuentore de TadigUoni , onero Tenionfde pajlori,
ARi.TiantariTadigliom,ete Cortine. 2
Trabacche, fi ujino negCeflerciti. Lat. tentoria , dr <iuafi qpt
trabica a quo dida poit. hoc. .Andauano uerjà'le Tra*
bacibe,& guardando con torto occhio ifanguiuoft cain*
■Corazza. pi.P h.XJiii»! fatti uenire Tadigliom ,& Trabacche.
Braccialetto. Lat. armille, brachiale . ho C-Toi dhib- U Silnefira maritata ad uno buonogumane , chefactua »
he armate le braccia de beUiBracebdi, gli fece cmgere la Trabacche.
bada. Et fattegli mettere le Manichc,e!rcB»J«rf le Fai Tende. Ut. tentoria . B o c. Gente ruflica , laquale no»
cteglimi[elaGorffeTl,&appreflogliueftLunpaiodi TendafiATadiglioneerafiiatagliatiramidauanokdt*
leggeriffimeTiafireguamitediquanto btfiignaua. fiateombre.TH.ToforonfiUnoitefottoleiejéTide.TH.
Falde. Ut. arma,coxcndicum , [luefeminalu . B o c. Et .Attendart. Lat.ponere caflra,cafirametarijialportldefit
fattogb mettere le Maiùcbe, & cingere le Falde .Ari. accamMre. B o c. Ter pmficurtà del fica efferiitofenza
~ difeendere al piano i era attendato .T H. .Attendandofl
adunque quiutUahagio.
Eflcrcito .i»t. &aciet, agmen, copU.&cuneusfii ,Ìe[».
fcrctto de fanti a piedi. B o c. Efierato Grande,Crandif*
[imo.RaunòUfuoEfierctto.'HeiLEfieTcttodelRedi Fra»
eia. Lequalia gli amorofiEfierciti fi richieggono. EJStr. j
citio, & efieratare, uedi a 847 .
Campo, per lo efiercuo . Lat. caSlraAr militiafixeràtus .
V it. Il buon Campo Romano . RitroMrfi in mezo'l Cà
Schiodano piafire,e firaccian maglie , e Falde. L'aperfe
ton la Falda foprapofla .
Asbcrgo.eSr Albergo. Ut. tborax, munimentum, & pe»
.florale, è armatura di petto detta dal greco afiiefios, che
dinota mefiinguibile , percioche colui che enfi è armato è
comeiii^ugnabile .D a n. che thuomfiancbeggjia fat-
to [.AioeTgodelfeHtirftpura . Ak t.Et bengiouò ,che
fur buoni fit perfetti gt Alberghi, fi chelorfalnaroi petti.
Arncfc. Ut. tibialiaficree:oriiamentum,&fuppelle8ilia ,
Voce TroueitMle,& ufata da Thofeani , dr è armatura
delle cofcie,óoi Siiuali, & piglia fi anebo in genere per or
namcntofiiafiaritia, & fimtle . B o c. Ilquale afiai mal
era in jlmcfèianal m ordine ,& mal ueflito . Et fatta he
tudifue robe,& de [uni .A me fi ornare la cafà fiuti, maf-
po.FermoincampoSlarÒMiruonduceéjarmatoal Ca-
po . E duro Campo di battaglia il letto . Et é che pin-
gue qual Campo inupogue. B o c.Era nel Campo de
cbrifiiaià .Crperlo Spatio a yjpq.& per la tamagna
feritoia. Ut.fuppelUHilia.Et afiai belU,& ricchi Umeft Meamptre. Lat. ponere, metari, munire,facere,& babe-
nidii.omamenti.UtMnamenta. D a H.Difbprafiam- recaflra.tonferre canracafiru.ual campeggiare, &.
meggiaua il belT.Amefe.i:omimemo . Siede Ttfcbiera poner campo . P 1 x. .Accampa ogm tuo ingegno , ogni
betlo,& forte .Amefe. Da fronteggiare. tua forza .
Bandiera detta dal nerbo pandere. Ut. uexiHumJigiium , Campegpare. Lat. ornamento efiefiolorare ,excoUre, colo»
tir mampulut. hoc. Ter fare una bella Bandiera CiaL. rem inducercfixtomare, lUufirare, decorare, adomare.
la . Effi uentono cangrandiffane Bandiere Spiegate .Tu.
Comandi c6e le Reab Bandiere fofiero piegate a uenti .
Veilìllo. Lat.»txiltum,fignum,paruum uelum. P ( x. Et
riportane d perduto yefidlo .Dan. Diuemfjirfrgaa-
& ornando afficerefimatum afferre. uni abbellire.hoc.
Il fimllro bomerogU adornò am beUofiir forte feudetto,
T^lendente di fin oro,nelquaie fa rofate uermigUe c
peggiauauc.T &.
aòfli
Marr«
C 1 E 1 O
Marte
7»
}io(ttpirlae0cràtó,r]Mifihojl(tJ.inìmi(ifS.LJt.exerciim, Pedoni. fom>i Fami 4 pie. Dan. CeualiemidimoMereà'^
(dllra. B o c.CungrejflHm^r4'ìdt!,CFbelUi&pvderof4 Tedoni,
HaHe.&a ftTgxerrxeld'icad’^then: fidirf^^ . Li Piììdino.Lat.p4l4tin»s,JodicifkninoetettidjC4rloM4 joo
pouclLtjccoHJoibe fto^uU fi ducu-i pcruenite ntU’Hosie gao mlemi hnomini per itihl-murptrU fede ,e^ifitrjii
4ÌTi]recchieddRf.EfleadaittelierToreUoper U fuano- ' erano conti é palagio, &bibuauaiu> tulli lulpjbgia di
Oliti nilf Halle molto conof tinto. Et Carlo Magno,the fu Carlo, & pcreiù dalpalagiofono detti Taladini, ej di qnì .
ih p/i-no facitordepaUéiUdion nefeppe tanti creare, thè fono inni gli altri nalenti bnomim dctttVaUdim .Hoc.
eljfi di loro lòUpot^e far Hafte. Dimorò nell Hojle a gai Cacio magno ibe fu primo fautore de TaUdiat Dan.
fa é ^4^41^0. B E u.LaboSiedicolni. .As. ^d inn-ggiarcotanioValadmo Mi mojfela infiammata
AppiTccctvamcncOj&apparecchioperloefiercito.lat. corufiaDifraTboinajò.A%i.SoldiuriariilTalaé-
app.tratns miJilaris,exercieni,manns, nns. B o c. f'enn- no intento .
totltempodelptfii%gio,& facendoft t .Apparetihiamen Moà:a,nui de faldati f‘o.miblare.Lat.recenfns,Hsaii,&
to grande per tutto. Di uolere uederegli Jippareuhiami rcccgnilio miluaritarecenfio, nnmeratio .Ari. Difenrò
tidechrifliani. Ari. Capitano uertadeljuo jtppanca fignor con grata uojlra Tds l’altro tanto l'ordine eia ^
thio . Conftglianiuttia far grande Mppartccbia . Moffra .
Kodiie. Lat.ualtofa nemica. P kj. lini à Hoflil botar Czniaggi. Lat.iumenta;&impedimenta Sorcina. ^
Palla nanella . Ari. Tralarme,e Carriaggi fianrouerfi.E por le jomt
Stuolo. IM. manus ,rxercitut . cpiando dinota la moltitu- in terra ,ei Carriaggi .
dine de fòliati.& quando fignifiia moltituéne . Lat. co- Schieri. Lat.feries,t(iit,tà‘cohert.i moltitudine dt geme,
' pu,nuUtariifoifietas,congregatio,manui,mu!titudo,jre- o Soldati, che ordinatamente uada l’uno dopo Cabro.
quentia,turba,celehritat,iatut,coHtibum,fontio, conuen P s T. Schiera yalorofa,Contraria, Fbimn , Mmoroft,
tuj,caterua,cborus,naeio,poputut,uulgut,coronJd‘it,’iu- fieiia, HonorataJnfinita,Folta,Cloriofa, De nemici , De
merm.copiaccoUuuiet. Seha,fa{Ho,pbalanxJegio,ma- fobici. De gb occhi. Di danne , Schiera, che del fuo nome
mpulm/>rdo,equitatki,pedttatut,agmen, concomiiatio , empii ogni Ubro. Schiere Infinite, Trauagbau.H o C-
eommiimiai,evimias,cobort,dele3ut,ceHtuna,teniuria- Etpefiiuedcuanonotarperlolagoa granijfime Stbte-
$ui,& cemurionatm,commibtum,claffiari\,tomubermu, re . D a n. Si come Schiera iapnbe t’ infiora .
cunui,tjroànium,decuria. P e r.Tal tarmati fojfiir con^ SchicrRti. Lir in aciemordinati .Bo c. Molti neuccife- joi
duuSiuolo.EtqucItbe'nmezodelnemicoStuoia.D A n. to nella loro uenutatnuom$chieraii condotti ad artifi-
Ma io rimafi a riguardar lo Stuolo. iJcR la moltitudine. cìo.Th.
S n K. 0 nobile padre,eimaeliro di tutto dnoUro Stuolo. Sqaidr». lat.aciet,pbalanx ,i la fcl'ierade foldati.& »
Stormo. daTurma.Lat.rumor,Sirepimt,uoiifcratioaiU- ala.Lat.ila fibierade taualien.Cafficut ,a,um ,dela
UtUi,Sonus , Sonar ,Stridor .uocabolo mtbiareà.Turma primaScbiera.
hoc efi exercUus turbatio. ualfar romore,& Brepuo,& LilU, ual bnra, o fiiga , tir meta, per la Sihiera. Ptr./p
per U moUitkdine de combattenti detto da turma; & pie nidi alquante donne in una Ltjla. Ari. QjaSlo por tra
gtiafi amhorquàdoifoUati fona per pigUare qualche for bei colpi fi può in Lifia ,
tegj;a, che con gridi, tir romori cercano &auentaregtem Pkalaiige. Lat. phalanx , iuoceTerftca , &■ i unafehiera ,
min. P E T Et ancbordemieican feguo £ Stormo. Dan. quadrata di otto mila armati, e queflo fu peculiare ordt-
ft comincitre Stormo ,& far la mflra. Ani. Come Mede Macedoni. At.i.Vfindiròfquadre,mméròVba
Stormo d'augelb inripaunSiagno. lange,Makulgo,epupolag^o.
Stormireifare romore ,o flrepito ,da Hreeere , & Uri- Tritci,perlafcbiera.Lat.feries,acìei.'DAS.Edietrole
dere. Lat. &obflrepert.Q AH. Ch'ode le befiie,& le uemaflbingaTratta Di gente,
fi-afebe fìormire. Trclca , ual giuoco burleuole rugza burla. Lai.lripuMum
Soldo . Lat. flipendium, yo.miliure. Scrc.Fug/din Me ioeut. Per. Et uuh in quella trefea Zenobia del fuo bo- ,
lino unTeiefeo al Soldo. Et urna amore,CT muoia Soldo, noraflaipiufcarfa.D A u. Senza npojò mai era la trem
6' tutta la brigata.ijitua la pace, & muou la guerra . fcadele mifere madri .
Soldati. Lat.liiprnduni miiites.commampub ,coMmib- Trffcarf.Lat fabare,ivcari,ual ballare fabando. P t r.
tonci,^ gregartus rtulcs il ut utuneri.Mcrccnnanus mi- Ter le camere tue fanciulle ,&yecihi uanno trejeando .
les; il Soldato prouifionato, B oc. Et fiati nella loro gio 'D a H.Tcefcando alzato IbumileSalmifia. ,
fianezza qnafi fempre in fatti d ame, dr Soldati . Stcccito.Lat. ualliim,lb,caftra,orum,iLaultmm . i certa
Sodihao.Lat.uolioMpagiiia.D A u.OSodabtio eletto mobitniine di pab fitti in terra, dr ordinati a guijadifer
ala^anCena. raglio. AKl.talcuufofie e Sieuaii, e dopo poco Tra
.rifioldare.Lat.autborare.idefimbtufacramentoaflrijk- nofiri. Sia a la campagna ,o fu neh Steccato . Popolo
gere. AA\.Cclui,(h’afuadifefaCbaafioldalo.Lat.fii- ondegpaiiilornoalgranSteccato .Deb Steicatitpadi- rj
pendtarium feut . gltoM maro .
Stipendio. Lai. ual fòtdo,prouifione,Jàlario. Aki.Siì- Uzzi. Lat. uallum, alti, ih Steccalo, che fifapercm- 50Ì
pendio militare . battitori. A R 1. Inquefiohcofu la Lnxafaita De bre-
Eanti , per i fòldati . Lat.ptditet, drpeditatus la fanterìa . ni legni {ognintorno ihiuja iTergiufin ^atu> quadra al
' - BoC.ynaguatodibentrentaFanti.Tafiauanoungior bifogno aita,Conduecapaa porte,iomt TuJa.He la
m> Fanti a lumgiana .Dan. Salh incompagnaiuo ' l^Zól^l era entrato Salimrmn.Sinala Uz^ uuole ac^
tgni Fante,
t
t
Marte C 1 E I. O '' Marte
Agonc.£4t. afi<m,tra luogo in 'Romn^ouefi cmbattea dtt Stratagcma . èafiutin mitiurc. Lat.Jlratagemata, aflua d
to ccnbio f lammio , & figliaft per efio tombaitmmo , tt* rei vitUtaris ; tonfiha , dr exempla militarla , uajra-
i. dr per lo campo,& per la battaglia. A R i.Dii/ueftidut menta, captio, fallacia, tichna. A R i.EtogniSlratago
gnerrerdijfi , che tratti Sperano fuor del marnale vdgo- bauràft noto , Che fard duro il poter fargli inganno:
ne. .Audace entrò nel Ma male .Agone . Schermaglia. Lat. de f enfio, tutamentum ,tuitio.B o Ct
Analto.Lat. m/ultut,infultatioanuafìoaiggrejffìo.V t T.et Ter ceno ella fi farebbe mejfato quella mofea alla Seber
Bo c..AfSaltoTrimo ,Trimiero, Grane ,Sofienendoil magba.i. a fchermire,o a combattere . >
fiero A fialto della mmica fortuna. .Aguifa <f uno .Afial Schermidore. Lat. propugnator,defenfòr,parmulatorjaa
tofollax.^^piolc.lotemo fidebegltocihi l' .A fialto ."tie nifia.lutatortgladiator.V tr.'He giatnaiSihermidor
fènxafquiUet mcomineia.Afiatto. Gli Ai i ALT iifam non fu fi accorto .A fchermir colpo. ' .
more . Sen^a troppi .Afiaitiuolth le ffalle.D A s.Ma Schermire . Lat. digla diari , de fendere .V t T. Si può tanto
nonuenghiammodiThideot'.AlJalto.Cbefecea lacon- fchermirejetdagliaffdnm. D a n.A che nonpoffofeber
froda grande .A fialto, per tuttoqueUo .Afialio . mar lo utfo tanto Che mi uaglia. in uece di fchermtre .
Aflalicorì. Lat. detra(lores,oblrtUatoresdnfidiatorei, in~ Rij>aro. Lat. agger,risaiallum, repagulum, cafìra, dtfen-
fultoret. Bo c. .A i miei .Afialitori faueilando èco . fio . ual prouifione , nmedio , a fchermo . P e T. Tempo
^fiahre. Lat. inuadere,adoriridufultare. P Br.Cuidome- non mi parta da far Riparo. piu, che contro il primo ’
fina febreaffalirdeue. Io parlo de l’imperio alto èRo~ ò alcun Riparo. B oc. Et hauendo il nuouo Riparo prem
ma. Che con arme afialio.Ter afialtrmi il cor hor quinci, fo da lui.i.rimedio. Con fubito Riparo . :
bar quindi . Ch'amorofa paura il cor m'affalfe . lo nò pen Riparare. Lat. reparare,obuixrtfiCcurrcre, obuiam ire .per j o J
fóndo ,& nel penficrm'afiale .Laffo quante fiate amor prouedere, draeconaare,& ambo per èfendere ,&fihi
m'affale.Talhor m'affale in meep a trifli pianti.!, mi uien f are. B oc. .Ad infiniti pericoli figgiacere , albquali ne
a memoria . ihe l'cflremo del rifa afiaglia il piatito. potremmo noi durare aie ripararci. (T quando Uà per fìa
Dan. He fiamma d'eflo incendio non m'affale. Turco~ re^ilbergarr, conuerfàre , « liducerfi a mangiare con al-
me fanno ,o febee tafialiffe .Terche Tha tanta èfeordia trui,uedi a
affahta. Tercheafialiti Ibn da maggior cura, Bt u.Tf Guardare, per fchmare. Lat.eauere^etare .P tr.Ter non
peflofo nembo ttffaliti..As. cfierlor grane a/iai mi guardo. Tip mai faggiOHocchiet
c-lniulto . Lat. ual jfialto , e ofifa. A Kl. Efiima alcun, guardò da fcogtio'ì{aue .Bo c..Acciocheda gbmgane
che fia un ufato Infulto , Che Suiexeri , o Cuafeoni bah- natoti guardare ui pofiiate . Tf^o , da cui CaUndrinofi
biano fatto . guardaua . uedillndice .
jog Alkciio.Lat.obftdium,&obfidio,(ì'obfefiio. PET..Amor, Soccorfo,aiuto.Lat.fuppeM,arumfiuxilium,opii,adiu.
>ér crudelt.i m'hanpefìo Afiedio . B o c. Tar che m'hah mentum,fubfiàum,prafidium, admimculum. Pbt.Soc ’
bia poflo l'Af3cdio,ne poffò farmi ad ufei» , ne a finefira , torfo C^o,Dolce,FidoAlonefio. 0 dar Soccorfo a lenir
Amoreper beni Afiechamenti de gli ànimi infinite cit- tutiaffiitte.OgniSoccorfoètuamans'attende.QueJf un
fd cadute,cr arfene fumano . F i. A r i. Hf perche dal Soccorfo trono ttagliafialti D’amor . Onde Soctorfoat.
Reè Africa battaglia Et Afiedioui affetta. tenè fife trono in quejlauita altro Soccorfo . Nor tu:
S(RSnhtti.Lat. internecio, firagts, tadet, & Sconfitto , ^ i'altri ti r/br^4 , A lutti unita , a lui chieè Soccorfo J. d
ftonfingrrejual rotta di fauo danne . onde Sconfitto fef- Dio. B oc. In Soccorfo, <F refupo è quelle a:be amano,
firtao.i.rotto,& guafio tutto, & ftonfitta tal rottura fi Tenfaado fi dentroentrar ui pote/Se /qualche Soccorfo gli
dice, da profìigo . Lat. B o c. In una gran Sconfina , la- mandarebbe Idèo .
quale hauiadauad una moltitudine è Arabi. A R i. Soccorrere. Lat. fuccurrere/tèuuare,npem ferreiOpitnlarit ■ -
Eèlagran Sconfitta, Ch’a MoridiiRmldo.yoctTho admtmculare ,adtmniculari ,admmento efie ,ty fubfi-
fiana antica . . i dium . ual aiutare . P e T. Cofi foccorre a la fua amata
ConfUtto.Lót.confUlus , confiidatio ,ilcombatt'imenlo, fiiofà.Soccó/rriii tltbnaèfuiatà,^ frale.Soccoàri ala ^
Ari. Chiù quel Coretto mquella grangiomata ,Tie fmaguerra.
le battaglie, e ne fieri Conflitti . Vg imolti agalli, e nei Fauorc. Lat. &fkffragiumAura,Studium/ura , diligeu- 5 e>6
trudel Gonfiati , Che bauuti banca con Franeia,Africa, ■ tia,prafitèum,oott. Pbt.ToI nenia contea amor/e'n fi fé •.
a^Spagna . eondo Fauordelcielo,($'de lebennat'alme .B oc. Un-
iti tottd. ual feot^tta. A Kl.ToftdueuolteilnoftrocaM -uendo il Fauoreèila corte. Mi piace in Fauorc di me rat
po In Rotta . . . contare una nouella. La Fortuna a nofiri commeiamenti
TnciSòRouina.ueèaq^t. è Fauoreuole. Rieeuute le lettere Fauoreuoh. '.
Rotto . nal fracafiato ,&profiigato. A R 1. DoueSeCar Fauoreggiare. Lat. fauere,fHfragan,fuccurrere,epem fer-
ia Rotto,e mal eondutto . re .B oc, Fauoreggiiado Biancofiore in quanto pote-i .
JOfi S Aerino. Lat. defenfio,g!rtautio,repagubem,repugiuot- uano.Tn.
tia/obie8io,ohSìacklum. ual riparo, 0- dtfenfione. P s 7. Pro . in uece è fattore, come uolgarmente s'ufa , però tolto
-- ’ Altro Schermo non trono, che mi feampi . Qjtando de dal Latino prò fi, t^alioimuart,^ iuuamentum,fa-*
Salpi SchermoTofi tra noi ,& la tedefea rabbia . Come uorauxilium.profeQus.Bo c.Conmolttpiu argomen-
tino Schermo Imrcpidotelboneno.tl non lò fare Sche»- ti,&Tro,&Contra.Aui.Mletofemf^uo‘Prò\c'ha- i
ini. Et chanete gli Schermi fèmpre accorti. D a n. Che ueagiàrfferte,Cameborèffiada,hBrèfcudopcuopid.
t'ògfottato dime fan Schemoa, ripararti, &èfeaderti ?óA^c>.Lat.aufugium,&afylum.P-tj. tiewogiatmm
dame uafeondendoti. - j •» Ri fugio ombra de poggi. Il uulgo a me nemico, & oèqfò
Marte CIELO Marte 71
Ter mio Rifugio chero. Che morte attempa ènon duol , ucdit Indice.Tì kn.Se noi lampard'eflo loco feluaggio,
ma Rifugio . aedi U tauota.
Aiuto, & Una. lAt. auxiliumiprefidium/uppetia. P e t. Campare, uai jiuto,o Uberatume. Lat. falus, incolumitas ,
Che quando il pio tuo Uiuto mi infogna . ùdhor ti Stai liberano, conferuatio .D ah. Et con ciò, eba mejlieri il
femprepiu fredda. Et bramo di perir, e^chcggio Una. juoCampare .
Mantener ima ragion,^ darmi Ulta, t>r utggio ef tufi Scampare. Lat.auxiliarijiberare,filuumfacere,frruare,
Ogm altra Uita.L'ufita Ulta Ma celalo di fuor foccor- anxéo.tir prafiéoefiefipem forre fiptiulare,tudcre. per
/« Ulta t'ijjinii. Io cheggio a morte inconir’a morte Ui.
ta. (tal amor Jiemmi Ulta) Ma non sò cominciar fenga
tu Ulta, Gridano fignor nojiro Ulta Uita. Et fe non fof,
feladifcretaUita. Boc. Con FUiuto de Brcchim.U u
ta MamfeJio,Grande,UUuno.Comiiniò a gridare Uiuto
Ululo ,Uiutalore ,Uiutatrice .uedi [Indice . Dan.
Con [Ululo del fonano rege . Rtibiede anebor Uiuto a
tua dijfenfa .
507 Dtfaiuto. Lat. damnumjietrimitum;iualefiàumjobliacu~
luni .Boc. Tiu toflo Dif aiuto , che foccorfò mi porfero
libcrare,fituarefiaiutare.V tT.Tiunoiimi può /c.i<«-
par[aura nel reggo. Ma jiampar nonpoiiemmiaìene
piume . che per Jiamparlo d’amurofa mone . Siuetiiin
uecihicgza lo fcanipò da morte . Vreadc rOio perfeam-
parne. Tal th'a gran pena indi jeampato fora, horihi fra
che ne feampii Hoc. T'olendo ,adun'hora potea Rug-
gieri [campare, & feruarChonordi lei. Che per [amor
d'iddio gli fcampafre la uua . f'edcndogti f campar tutti
[allegrarono . Mite mano al coltello per darmi, (ir me ne
uenm , doue merci di Iddio fcampato fino . u:di [Indice .
Uiutarc,& Uttare. Lat.auxihan,adiuuareJ'ubuenire,opi Affoìucioni:. Lat.a^lutio,liberalio,remiffio culpa, condo $op
tulari,prajidio efrefipemferre. P i T. Dir, gli altri [awm natio erroriiJbenefrciMmàndulgeiilia,permifrlo, licemia ,
tar giouane,tà‘ forte. Quanto piu po, col buon uoler lai- impumtas. Boc. la femengadella fna Ufioluiione tu
ta. Elfi qui ta memoria non m'aua . Fcdem' arder nel fo intenderai . T'olendo egli procedere atta Uf>olutione.uedi
(0,{!r non mi atta. Et perche naturalmente l'atta . Quejìi l'Indice. D A N. Ma poi che' l gratular fi fu UjfoltoxU
icorfoU morte non [aiutando . Del qual fuggir uorreb- lieta accoglienga fu afioluta, Sfinita .
be,& non può aitarme.Che pojji,^- Mogli al gran btfogno Ujioluere. Lat. abfoluere,remiltere,condonare , indulgere ,
attarme. Boc. Ululare .uedt alTlndtce. Dan. Se permutere. ual liberare. P ex. Da [altro non m'ajìolue.
Onde morte m'afrolue,amor mi tega. B o c.'Non ci firà
prete,chc lo uoglia 0 pofla afj'oluere . D'ognipromefra fat
lami ut a/ioluo . uedi l’Indice .Dan. Ch'afioluer non jì
puochinon fi pente, fin hort’affiduo.yogUaUffolMta
non confinte al danno. Onde la donna che mi uide Uffolto
Da [ attender in ni. Che tutti quefli fon fiiriti UfioltuMa
pot ihe’l gratular fi fu U/Soltoadefl afioluto, & finito, fin
bor t'afSoluo.
Perdonane. Lat. urnia ut fupra in afiolutione .Boc.
Humilmcnte iogm oltraggio pafSato domandò Ter-
donanga.
buona oration lui non aita.Gratia da quella, che puote au
tarli. Chiamando buon yulcano A 1 v T a aiuta. Et aiu-
tan farfira uergognando. 0 mufi , 0 alto ingegno hor
m mutate . Et yrania m'aiuti col fio ihoro . Ma quelle
donneaiutanodmiouerfo. Ch'aiutar Umpbion a chiu-
der Thebe . Uiutò fi che giace in paradifi . Ben fi dee lor
Aitar lauarle nuote.i.aiutar.
SuCfidio.Lat.fubfidium. B o c.T^uno altroSuffidio rima
fi,che la carità degli amici , ofauaritia de feruenti .
Accorri, Ja accurro. Lat. & ual aiuto. Dan. QjkI dinan
gf fior UccorriUccorri morte.i.aiuio aiuto fi meni unni.
Souenire per aiutare. Lat. fubuenire , opitulan fuccurrere , Perdono. Lat. indulgemia,uenix. P e T. Spero trouarpie-
au.xiliarifipemferre.Éo c. Gli incominciò a fouenire, tà non che perdono. Ond'iochieggioTerdonoaquefle fio
quando duna quantità di danari, & quando d' un'altra. di.Et del peccato altrui cbieggtoTerdono. B o c. Humil
Quando fenga afiettar d’efler richiefio di cofigrati quan- mente perdono ut domando del fallo mio. Et quejlo Terdo
tità di moneta in cefi fattobifigno liberamente ui jòuen no non ui domando perche. Doue egli in quejlo tidoman-
m. che io ci trouajfi che di quefio mi fouenifie . Tur di dina Terdono, habbighper fratelli .
quello di Urriguccio medefimo la fiueune . Da gli amici Pcrdonatorc. Lat. Ctemens, Tius , mifericon , lenii , mi-
d Iddio SoucHutofiUa[ua cella tomaua . tis , indulgerli , tmmemor ingiuriarum , prochuui ad mi.
508 Rimedio.iar.roBfdiKTO. P e r. Quefio Rimedio prouedef feruordtam .Bo c. Se tu [arai pallente ,oTerdonatore
fi'l cielo. Ch’altro Rimedio non hauea'l wio core. Coiai ha deU'ingiurie .
qucHamalitia Rimedio. B O C.fion ueggendoui alcun Terdonare. Lat. parcere,indulgerefienumdare,remiltere.
Rimedio al fuo ficcar fo..4tla eonferuaiione della nofira ut condonare , ignofceie. P e t. Terò di perdonar mai non fi
ta prender quei Rimedi che noi poffiamh .
Compcnib. Lat. compenjàtio,remediumpnedela, medica-
men,medicamentum,miétina,fomentum. ual rimedio , a
proueémento, & i proprio de media. Boc. Ci trouare-
mo buon Compenfi . Etnonprendefie per noi alcun Com-
penlo . .Mila con fatai ione di lei quel Compenfo mettefie-
ro,che per loro fi potefie it migliore .
Campare . per liberare, fatuare. Lat. eripere, liberare, fer-
Jàtia. Fammifi perdonar molt altre ofrefe Ben debb’to per
donar a tutti i uenii.Dinoifa quella, eh' a nuli’huom per.
dona. & perdono "Piu licue ogni altra offefa. Elle mie col
pea fi Hrfia perdimi. Ter.ionnm qual i bella ,0 fi tene .
Boc. Egli allhora difrc,io 11 perdono per tal conuemen-
te,cbetualei uada,come prmiapolrai,Cf facciati perdo
narefifr doue ella non ti perdonilo ci tornerò. Et fi perdo
Ita egli uolenticri a chi fi pente uedt [ Indice .
uare & firuari pafiiue,euaderefiiniicare, abfiluere, re- Efiaudirc. Lat. Bo c.efi audire i tuoi noti. La benignità d'Id Sto
cuperare. Boc. Che dal fuoco la Tlfietta dauefie cam-
pare . Et uoUtemi da morte campare . Dalla mala uentu
rafi ne campa .Voi che [uno dalle forche hacampato.
So eflaudifce. Ejfauéfce coloro che’t pregano. Colei fola
i calìa ,laquale,o non fu mal d[ ale uno pregatalo fi prr»
gÒ,non fu fondita.
Marte
CIELO
Marte
EfTandcuoli. Lat. cUitit Ktrs^nti^JaciUs.O dei con qual
humiltà,^ dtHOtione i &pm uoi puote E(faude$ioU ren-
dere. F i. Et fi EJiaudettoli orccihie porle alle cojè pre-
gate . A M. non ji dee ufàre .
Difi fì.Lat. dcfaifio,tutio^utamentim,eautionem,propu-
gnatuliini. P h r.Difefa Tarda, Diftfi Humane , Ter far
tui^t negli occhi I uoi Difrfe,7{aji onderà fuggir, ne far
Eiifefi.Et uorreifar Difrlj,cr non ho t'armc.Ch'a mia'di
fefa non ho ardir , ne for^ . B o C Fece un grandijfimo
sforgp a lua Difefa. Dopo lunga Difcfa fu prcja , Soìiecito
Difinditore delle nojlre ragioni .
Difetidere.Lat.tueri,defendere,auertere^epellere,proh'ibe~
re,canerefibflare,propugnare,pracaueTe. P i t. Che con
tra'lfol pur fi difende. Chedifejel Leon co pocagente.yn
Lfmro mi difefeaUhor dal lulo. Difendi hot l'honorata e<r
ficrafronde. Bo c.Ciafcunoquamunquepuolafuauita
difende . Il paterfi difendere dallo {limolo della carne,
cuna offende fe difendendo . ueà l'Indice .
j 1 1 Tenere . per difendere . P s T. Che jòtto le fue ali il mio cor
tenne. Contea tutta Thofeana tenne'l ponte. B o cjienti
mo tu di non far ciò che umle.i.ajiienti,o difenditi .
Mantenere per difendere . Lat. defendere . P s x. Mantener
mia ragion, & darmi aita .
Olfefa, ingiuria. Lat.offenfioJitfiodniuria,molefliitcontUm
meha,conuitium, ob)ìaculinn. P b T. Offefa Grane. Tiu
lieueogn' altra Offefa,Queluincitor,che prima era aCOf
fefa. OffefeDifftetate, Mille. Dopo quantunque Offefe a
merci urne . Fammi fi perdonar molt'altre offefe . B o c.
In quanto la nendetta dee trapapar POffeJi , Quantun-
que ogtt’huomo naturalmente appctifea ucndetta delle ri
tenute Offefe.
Gffenfionc.Lat. B o c.Credendo non altrimenti efierefla
talafua Offenfione a Tqicoflrato,cbe fonapero le fue pa-
role. Gli Iddij a fuoi Offenfiri perdonauano quando ruo-
nefeiutod fallo pentendofi domandauano perdono. Tu.
La feuerità delt Òffefo polare .
Offendere. Lat. & ledere. V i T. Ch' offefe me per non offen
derlmSeperfua affre^a , onda {Iella n'offende . Forfè
eh' allhor mia ttidignitate offende, .filtri; perciò che' l grò
lume gli offende, yiffimi; che ne lar, ne altri offe fi . Ma io
u'annuntu),the uoi fitte offefi . Com’huom ch i offep . Da
tai due luci ir intelletto offejò. Et tempra il dolce amara ,
thè m'ha offefo. L’ingegno offefi dal fouerchio lume.
Hot da paura .borda uergogua Offefi. L'anima mia che
offefa Stnchor non era iamorofi fuoco . B o c. uedi
{Indice.
f II %fono.Lat.conatus,nifusdmpetusdrruptiodncurfus,molen
tia,ttis. P E T. Sfòrzo Maggiore. Lacchiche nullo Sforzo
i chefiffegna . .Amor con quanto Sforza hoggi mi uinci.
Cantra loSforzpfilifunaangioletta.Bo C.llRediTu-
ni fi fatta gran Sfòrzo a pia ^efa.i.effercito.Florio Sfar
zaiamente fi cambiò nel uifi; mofirando quella allegre:^
Za.&feda.TH.
Sforzare. Lat. cogereAdire,compellere impellere , umaffer
re.f tz.-d dir mi sforza quella accefa uoglia . .Amor
mi sforza. L'acqua, e'I uento ,&la uela, e i remisforzA ■
Deh perche me del mio mortai non sforza. Quello ftgnor
thè rutlo'l mondo fforza . ymee Dauid, & sforzala a far
l’opra. Che sforzar pofio . Et sforzata dal tempo me n'an
dai Sforzati al aelofi mio fianco coraggio . Sforzumi ef-
fer tale . B o c. uedi alt Indice .
Violenza Zdl. uiolentia,uis.uedi sforzo. B o c.'Keff Ihffem
rendale il cuore di fi medefima con alcuna yiolenza ucci
dere. Fior euui cofitofiodella mente caduto le iiiolenze
f atte alle donne diManfiedii Et la terra cauàdo,ihe mai
yioLalione alcuna piu non bauea ritenuta. A M. P E x.rt
{.Arme rendo .A tempia, & F'iolenta mia Fortuna.
A RI. e man y iolente Tq^l fangue .
y'solare . per guadare. Lat.dr uiiuiuferre. B o c. Ir {luer
eie uiolò con la tagliente pure . A m. A r i.lipn l’ha-
uea alcun però mai molata .
Kocimenco. Lat. detrimmtum,damnum,malefiiium .La qtj
durezja apparecchiarne TUpctmento. A k. et noiumiio.
NoóaoAatjiocuus . B o c. .Affermando efier troppa
duo dormire il giorno . Chi non sà , cbe'l uino è ifociuo a
thihalafibiefìiocivtanimali.'iq^ue cofe. ue-
di all’ Indice .
Tacere . Lat. & obefiefiedere offendere , detrhnentum in- .
ferre . P e r. Com’huom cb’a nocer luogo, Cr tempo ajpet ■
ta. La uendelta a noi tardata noce .L’un a me note , ir
{altro altrui . Tur mentre io ueggio lei nulla mi noie.
Laffo non a Maria , non nacque a ‘Pietro La fede . "bloc-
que ad alcuna gii {efier fi bella , D a n. Tfon tt noccia
la tua paura.
Minaccio . lat. mina comminai ionei. P e z.Tieminacde
temerdebboà morte. Boc.Le Minacele ejiere arme
del minacciato . Qmi leggi, quai Minaccio , qual paura .
DAS.Mauergognamifelefue Minacele.
Minacciare. Lat. rmnari. P e x. yafsene pura lei che la mi
Slaccia. Etsòcom'hor minaccia c<r hor perente. B o c.
La donna cominciò a gridare, ^poi a minacciare . Lei di
morte con parole fjiaucnteuole , & uillane minacciando .
Minacciandolo di far impiccar perL gola . Et per quefio !
tl lacerate, mmacciate, & mfidiate . Minacciolli forte dì
battcrgb.uediC Indice.
Minacciare. Lat. mina,& minatio. B o c. Sicorfe al mi-
nacciare ,& difie.
Tonìja uiolenza,pofianza,& ualore. Lat. uis . suà à fo-
praa Sfi>rzp,et a yiolenza. P e x. cìr B o c.Forza Grò»
diffisssa,Marauigbofa,Toca, Corporale, Dolce, Ter uiua
ForzAfijt Forza della Tefiilenza , Gran Forza , Tanta ,
Maggiore, Gran Forze, D'amore,Le Forze delle leggi fi
no Grandifiime,Maggion,Toche,Ticciole,Terdute, Rito
uerte,Le Smarrite Forze riuocate. Le partite Forze ritor
siatefiuForzedeliapenna fossotroppo Maggiori, Lefor- c
Zeufatefi'guali,La Forzeuole inuidia.T u.Se fpetialgra
tu di Dio Forzas& aucàmento non ci pre{ìajie i.Fartez
za . Che malmto grado a mone mi trafforta .Tign me
nauià (laflo) finonquandofuiinfua forza. Azi.Tref
fi alia Forzai buono hauercosfftglio. j
Forte. Lat.fonisucer,robufiusAnagnanimus,firenuHidn- 514
ui8usAialidisuiribiispraàtus,ualpofiente. P e x.^mor
tenace, & Forte. Giuda hebrea la figgia^afiaect Forte,
Ventura , 7{emica mia . Vn piacer per ubstza in me ft
Forte. Et poi che {alma i in fua ragion piu Forte. B o c.
Vnlauorator Forte drrohuLlo Forti Catene, ^Ca- ì
tulli. CitlàFortifiinui{arme .FonifitmiHuomini. Co-
{iui che Fontfitmo era..AlU Fortuna Fortificalrice à-
quelle flette , Ani. Fortificamento , Fortemente .iueà\
alflndice. . ...
Forti,
s
Marte CIELO Marte yi
Forti.cir VoPemi celebrjii di noflrì T’oeti^chilIe,^ure, B o c. Le leggi i amor fono di maggior Totenga . Li Lii-
^ ileo, eì" gli iltnGigiimjHercote,Ctipaneo,Lepte, San moli ielU carne, eìr la forgi detto amore ,U quali fono di
f ■m,Saul^ieui, tanta Votengi. LÀ Tolenga di qucltacqua fu tale; Fgua
51J *iin\'oa. fu figlio di Manuel de Giudei del popolo itljrael a f liVotenge .
fai piu forte che faggio, perche egli Fu d'tncrcdéd forga , Potcnte.ia/. potens .B oc. fi come piu Volente di lei II
m i foggetto alti uaniti d'amore, gir tnen faggio del bifò- uentopotenliffimopoggiaua ..Amore , come TotintiJJi-
gnoicOHcioftj cofi che egli hebbe per legitima donna una mo fignore .
del popolo pbduleo fuonemuo mortale per tanti danni, Podcrofo perVojfente uedi a 175 i.
che egli fatti gli h.tuea.dr amollafuor di mifura ; s'inna- Potere. B o c. .Affetto dal tuo Voler mercede , uedi ai-
mori Jum chiamata Dahda della mede fimi gente; eir fi [Indite .
gli hauea tolto amore U lume dell tntelletlo,che non lac- Volere. Lat. poffe,nalere,& quire. P tj. Io noi dirò perche
torjè, ch'egli amaua la fua nimica tperche umto dagli poterno’l^ero.'He natura pò ilar litra'l coftume.'Hul
amorafipregbidileimijliconfinte lagrime Jemamfefii,
che da capelli tutto li fuo podere ghucmui ; onde con la-
fiiuette ciancie recatofelo in grembo tofioebe lo uidedor
mire, gliele tagliò , & diedi lo i n man de Vhihjlei ;iqua li
grami, ^ molti premi perciò promcfto [haueano; ma poi
che cofi per mganno della (uà do/in 1 fu prefo da Vhililtei,
et pnuaio de gli occhi, ueggendo che p efiergU rin iuclUli
I capelli gli erano tornate Lufate forge, indiun giorno al ti
po oue haueua inrefò ifiere accolto il popolo Vhiliflco;
& fmouendo dr fpex.gando quella colonna in cui [appog
giaua il tempio, con la rouina fé flefio di' i nennti per fua
uendetta opprefie Egli in motte cofi i comparalo ad Htr-
cole , peri loche l’uno ev [altro cominciò la fua gloria dal
leone f!r ambedue inHÌtti.drqueHo,& quello per cagion
iidonna morirono; C uno per inganno, [altro per poggia,
ambo uolontariamente andarono aliamone Sanp-nc im-
patieiue della cecaggine i&Hercole del dolore; ma quel-
lo eh.' piu i da marauighare, che tome afferma fin Giro-
lamo furono eguali di età. & peri dice il nofiro P è T. Po
(D dinan^ a lei uedi Sanfone Via piu forte , che faggio j
thè per ciancie In grembo a U nemica il capo pone. Vidi’l
gtuho Egeihta;& Sanfòn guajio. £t B o c. nella uifione
amorofa.Eraui anebora Sanfon,the poffente Di forga cor
parai piu ch’altro mai Fu che nafeefie tradhurnana gen-
te. A R i.Come traVhihflei ChebreoSanfone Con la ma
fcella,che leni di terra.Come Sanfone incontro a Vhihfiei
Coiiflitnì adifefa de gli hebrei .
ictiii.ilqualefu Centurione di Cefitrhuomo di marauiglh
fa fortegga,laquale, come molte fueproue fi mamfejta ,
Analmente la dimofiri egli a Duraxgp quel é che Vom
li pi. Quanto piu pò. Che lòlleuarla panno . uftir non pon
no. Che potrà dir ibi per amor fòffira. Ma qual [non pa-
ria mai fahr tam'alto i 1 he penfar noi porta . Vorij ag-
guagliar il mio grauofo affanna. Che medcpni porun fai
dar (.1 piaga . lolla ch'io pofia, ridir faper,nt pc.fia che nS
pojiano i uerfi. non poflenio moncr [ah. Cheihi pojiendo
fUr cade tra ma Che po^i et uoth.quanto toolTiJirio Che
pof<'u)fariChepofì'iopiu,fenohauer 1
alma inlia . Io
nonpoffo.comepoffon quefle mébra uiuer.ConiraJhrnol
potè, oche potè rjìtr peggio iOnd'to non potè mai for-
mar parolaJ.porei.Ejihineildica,che'lpoti frnt’re. 'Hg
tacevo polca di fua man trarlo Votea leuarfi a [alta ca
gion prima, non te'l potei ér . Ch'a penagli potei render
jalute Ma jeampar nonpolitmmi ale/ie piume, ne’lpo
teofar. menirepoteo. Chepotefie albijOgnoprender[ar
me. che Latura mu potejfc torre a morte, et come luteSi-
dir potefii. Se uoi potefle per turbati figni.Memreamen-
Jar potete' luojiro fallo. ch’apprefiar noi patena. efier
turo potrebbe . potrefli u/cir del bo feo . Et potrete penfar
qual dentro fammi. Si può tanto febermir ,Vo ben può tu
Urtartene la feorga . L'aùre puoi giujbageuolmeule por
re. che puoi tu farmi t & puoinmifar contento . Qiiant»
perle fibreuemteuderpuoffi. ne puoie bauer più loco.
Quel ch'efier nonpuote. B o cjiecU [ Indice. Dan. Che
fe pofiut’haurfftueder tutto Mefiier no era partorir Ma
ria. BsM.fi come la morte può ne gC amanti . .At.
Douere. per potere. Boa. Venti leggiermente il juo de fide
rio douer uenir fatto . Senga fapere, doue mai alcuno do-
uemeritrouare ,& quando fid per uolere a per
hauerea if t.gp-perconnenirea iiqj.
peamuincendo, egli m difendere il cajìello a lui dato in i.eax.perlaforza,&po/tanga,nedia
guardia.hebbe molle ferite fu la perfona di Dardi, & di Valore. Lat. ualentia , uirtm ,firmitas ,fortitudo, robur.
Saette, & nello fendo cento trenta, & perdi un'occbio,et P s x. dr B o c. .Alto,jfittiio,Gemiiio,'Vrimo, Vroprh,
tanto fi dtfefe con te mani, tir co demi, che al fine piu non Fero, Vofknte, Freddo, Segno d ogni f'alor. Geme di fer
pofinido fofiener la molHtndtne de nemià , con l’aiuto de
fuoi ne fcampò : & peri il nofiro Par. parlando dt forti
buomau dice.Lucio dentato,Marco Sergio.tp- Scena; Qjie
tre folgori, tir tre fcoglté guerra. 0- fi comedice V i r.
Duo fulmina belli Scipiades .
Po(Ta, la pojSauxÀ- Lat. uires. hoc. Cofi debole', tS" fen-
ga Vojia ,
Poflèntc. i»t potrai, p s T.Voffente Hercole ,Lredere ,
-4nra . Foto, Vaffion, Lingna . P o $ unti Rii, On-
ro, & di t'alare armata . Ma la fama e’I t'alar , ibernai
non more, t'alo dogm falor , pten d'ogniorgoglio . Et fu
già di t'alar alta colonna. Scolpito perle fionti cra’l t'alo
re. D A N. Solca t'alor,tlr corte fu irouarfi .
Valorofo. Lat.firenuus ,fcu omm uirlute predilMi. Par.
tir B o c.f'alorofiiCiouanetto, Signore, Cor, V a 1. o-
RO s A Ctouane .Figlinola .Schiera . VALOROSa
Ciouani, Donne. V.a l o r o i i Huomim . t'alorofi}-
5
fima Donna .
de. Occhi . B O c. VafSentc Vadrone . Coloro iquah fe piu .Aualorare . Lat. uirtutem inferre ,i dar ualort .Dan.
thè la natura Voffenti eJUmano .TamoVoffeme ,Vm La bella donna ch’ai nel t'aualora.iàeflndà ardire di ji
Vofieme. lire al cielo,
5 16 Potentia. ltt.int,poiefias,facultai. P sT.Ets'egliiucr Gagliardezza, dr GaglurJia,cr Gagliardo, tir Sgagliarm
thè tua Votentiafta "bigi del fi grand*, tome fi ragiona. tUre,<teii4 54;. . .
Marte
CIELO
Marte
Ardire Lit .iMfio,aufu!,&Mfum,mtg>iatimitJS.V ir. tolta tutta la Buld jv:^. tt Baletitx?f‘>r, me cttficmnin -,
Tott Mente al temevano arér di Xerle Mbar nf rende oi . D A N. yom daraparkr tutta BaUa^ .Beh.
^rérSatunio,& Marte. Sento é troppo ^rdirnafcer .Ardita & balda .
paura Et hebbiMrér cantando édolcnm.Tianlimol- hsìéìmolo.Lal.lUentiofut,aiidens,e;;-aiidaxiHmalam
Vaimi il mìo sfrenato .Ardire . Quefra f}>eram^a Ardire partem . ual ardito . B O c. £ra ^ueflo Tropofto Balda»
mi porfr . Et [alma difrieraudo ba prejo .Ardire . Cicco . Tpfo ■ ^na alquanto pm BaUanxofa .
B o c. jlrdir Grande, Bc/ltale de girami . Trefo tempo , Bald9 ual ardito. Lat. Ucentiofiis mmium comis , o da bar~
^-.Ardire. D nti.Vcrche.Ardir,& franche'^ non do,tbe dinota leggiero.&matto.come è colui,che fi piglia
hai i Et tanto buon jirdtr al cor mi corfe . troppa Baldanza. P s T. Tign è ibi fot cu Et paueniofi i
Ardimento . Lat. ammoftias,& aufus. P e t. ch'io prendo & Baldi i miei penfieri .
.Ardimento Di dirle il maljtbU hofentuo &fento. Trotta Impomwo,Impronto. uedia 1199.
ehi lepaurc,&gb Aro i Min 1 1 .Boc.s'ame da- Prodezza. Lat.facinus, mrtus . italga%liardex.xa, & ua~
toUrdtmentobaurJji .D ah.Mì feriprender tMrdi- lentia. Boc.BeUifiimogiouane era, tir famojà in Vro..
memo d’Eua . ^ ‘O'ttfia . O ardire , 0 , fenno ,
Ardito. Lat. mtrepidus , audens .Vzt.Et quella Speme coHume .
m'bauea fatto .Ardito. non ch’io fra.Arditodi parUme ?iode.lal.fortis,&homofrugi,ualualentc,gagliardo,& jn
in uerfi , o’n rima . .4rduo a dir. B oc. mimo di noi fa prudeme,& fatto. Boc. l‘utu,cr f altro era Trode bua
.Ardito di toccarmi. Tampinea non meno Mrdua, che Ite mo nell'arme . Efrt uoleuano {lare .ippnfio a quel Prode
M. D A N. C he fi .Ardito entrò per quello regno. Etdif- huomod.prudeme . Perciò che Trode huomo , £)■ ualente
s'à mediar fte fòrte j& .Ardito. E'ipadrc perla cui .A^ era.i.prudeme. Ch’a lei piacefie é ucdergli buomint Pro
togu/io. JC^ueUbe fendendo uà l' Ardii A prora . Tanto di, & gaglardi con le lande ferrate giojirando . L a.
cb’i leuafn lù [ jiréta faccia.Poi che C Aro ite femina Pro . m ueceé ualeme,& aitarne. Lat. potens,forus , ua-
fpietate.yenàcate di quelle bracca .Ardite.BRU. Va- lidut,prjtHans . Boc. Gmuane bello, & Pro della per-
’utma ardita e balda . f«mt ■ Diueime della perfona bellifìtmo ,& Pro quanta
Ardire, lat. audere. P e T. Ch'a patteggiar n’ardtfce conia alcun’altro .
morte.yien tal,ch'a pena a rimirar Tardifco. Boc.'ìls Franchezza. Ut. animi magnitudo, fecuritasjtal forteti^
ardir di far motto. Tis» ardirà di uenirti a cafa. He mai sy , gagliardtxCf- O a n. Perche ardtre,& Eranchex,-
ardirò di poruimi a pkdi.Cb'ardtfce là doueio fia a parlar non bai i
di me. Ch'ella non ardtfle a nceuere amore nella fua men Franco . Ut. inirepidus. ual gagliardo. Pn.Ufue leggi
te. 7ion ardiuano i aiutarlo. Dan. 1^» ardirà lo mi- paterne , inuitto , & Franco . Con F r a n c a Pouertà
nimotmtare. Valtc^dàTroian.'chetantoardiua. feruericcliextie.Bo c.Kicoi^ortaiiconimmenfouigort
Aufa. Ut. aufuspulardimemo. D a s. Che nulla uolonta- affettananoFrancameme. P h. D a n. Chi cominciai co
de idi piu .AufaJ.baue ardir di piu. Foce nuoua. me perfona Franca .
.Audace Joi ardito Jn buona,et in mala parte. Ut..Amlax. Franco, in ucce dt libero, lat. immunuiMer,afe(his, do-
Boc. Forfè non .Audacedi porgere i preghi noftrL uatus rude. Boc. Egli il fece Franco, & tlfe batte^-
Frefuntione. Ut. hnpudemia , arrogamu,infoleutu,pe- re. Francameme àjie.i.libcrameme .V ah. Solo il pet-
tulantu .Boc. V -Ardita Prefumtone de gli amanti . tato i queUbe la dtsfranca .
Matta Prefumtone , & beftiale . Dt tanta Prefumione , Franchegffore, ual far franto. D ah. che [buomfrancheg
fjr ardimemo . Che tu non ti dà marautgliare della mia già Sotto [albergo di fentirftpura .
Colpo . Ut. iSusandihproprie. & meta. V ht.ùBoc.
fàpo.Agro,.Affro,Mortale,Funefio,PrimoJ)olce, Me
defimo,ylttmoÌD'amore.Comra Colpi d'amor^À /ór
tuna.CÓ troppiMaggior Colpi.Daigli due fitte Colpi d’u»
coltello . Il maggior Colpo del mondo . Et render Colpo
E ;r Colpo.
irtfialdardi coIm. Utferirefercutere cadere. Boc. ji»
Et di piu altri quali ella prouare uoteaaome armeportaf
fèro,& fàpefiero nella Chimana colpire . L a.
Botto . Lat. iSuifiufiii. Ari. .Ad un Botto di Squilla , ai
una noce apparecchiati.
Botta fofl. Ut. iSus tpercuffio . A r l. £ uolta ad hor ad
bor cantra le Botte Del mar. Ut.flufius.ianco animale, :
PercolTa. Ut. percuflio^us, iadmatulnut, plaga. P e t.
De le ’Percofie del fuo duro orgoglio. Infra aUhor Percoffa i
Trefuntume.
Trefumere . Ut. & ajlumerefieniicare, afiriberefrtfume
reaudicarefirbitrari,exiftimare,prauidere , audere . ual
fiimare,giudicare,conietturarefirdire. B o c.Per quel-
lo che io prefuma figli fe n'andò éj^rato.BaldatKoji , &
altcro.dfi dt fi ogm gran cofa prefumeua. yceiiido chiù»
que controllare prefumefiej.atdifie .
Prcfontiiolb . Lat.arrogansàmpudeniónfidens.pàulans,
cbromaiicut , ual sfacciato , e fruga uergogna . P e T.
Lingua mortai Prefòntuofauegna.Boc. Femmifi ium
Mangi pà PiefrntuofOj'Prefomuofodeliderio. Prefontuo-
faJmprefa.
Temcrario.£4r. e!r arrogans . P e t. P«* menu al T ewe.
Torio ardir di Xerfe.
Arrogante . Lat. D ah. De mià maggior mi frr fi ir-
rogante.
Baldanza, & Baldexxa . Lat. eonfrdentia . ual ardimento ,
fductafi ficurtd. P a r.Pur mi darà tanta Baldàga amo
reà.prenderei BaldanzaMi dir parole.Cbe pur tanta Bai
dauxfi al nuocor diede, eòe Baldaagpfamente corfr al Ti
broXatJicemer. B o c. Crr/ cintagli BaUa»ga.TM m'bai
di fuo frale .Boc. Etglidiede conejfo nelle reni una
gran Tercofia. Et non trouanJogll piaga , ne Percofia al
cuna.&perlo participio. Et non altramente fihe un ue-,
troPercofio ad un muro . P e t. Dal fol Percofsa ueggr»
di lontano. L’aere Ptreofio da funi dolci rai.Tbebo Per-
coffo,e'lgiouaae.£ijbdo , , , *
Percotcre,
Mane CIELO Marte 7^
Tercotere ,& Tircuotere. hu. perMert, Pet. ?^«e nerbera.Eoc.Siiomenliueh'ifiiugo di Mi, tome'^
Tionpenofia dal fol molti, &molt'umi.Tcnfjado <jui cane delle Mainate . Di farlo in tre pace,& nv^rea
pertofie iluagolnme.Cbe la naucpercoffe ad uno feo- i'ia’^ata.uhc fiefie diritto comi' mazza,ouero pcrcuo-
^lio.on^io futpercoffoingkifa .Toiche'là chiaro par fcrlo.con una ma:^afi bacchetta tanto tbe fi ^onfia/ie et
che la percola .Ombrofe lelue ,oue percote'l fole.Era'l ^hiemfieduro,acciO(befiefSeritto,altreej}ioJuiom,&ini
tnumpbo, doue Fonde fa^e Tercoton Baia . Tot quel Tor- $liori fi Ugge neWlndice . A/«^frjre per fiffocare, ludi
tiuato ,chc'ljigltmlpcTiulie .hoc.Etfen^dir alcuna a lo jó.CT Macerare per dont-ire. a }6f.
coft percuotere una uolta,odue l'ufcio con ifuella bac, Corcggiìti,JinoleMaa:^concheJibaite il grano, ue-
ebetta . Si leuò una tramontana pemolofii, che nelle fcc» dia 1547.
cbeéBarberia percofse la galea. Temendo non quella ticchetti. Lai. bacillum,uirga , (ir uirgula dtmi.flìgd- 51J
cafia forfè il percotejie per modo che gli noiajie .Ari. lum, uimen , fuflis .hoc. Da una mano un torchietto
Cbe'lpaladiH con gran ualor percu/ie. Il caiialier del fuo acceJò,dalFalira una Baccbeita,
cajiel percufie . 7<ion fufìe al cor lojlral , che U penufie . Battimento . Lat. agaath^tto,& commotiojpulfut.pul
jlj Fruiiare. Lat. fumigare, ctdere,fiagellare,ubrberareHir, Jàtio,mvlus. Hoc. Cominciò a temer tanto che fopra il
> & ferula . ual feorreggiare , & ifergare , cioè bau Battimento della fatica bauuta , la paura naggmnji un
tere aUrut con la iferga , 0 fcoriala. Hoc. hfiendo dopo maggiore . Stette cbeloper uedere quaiuo quello Batti-
alquanli di dal capitano condaiiaato,ibeperla terra fru- mento haueffe a durare .
flato fojfe , & poi appiccato per la gola . Menato alle for. BìCÙtutc.fonopcrcofle . lat. nerberà, nerberai io, percuf»
che frullando . Et alle forche condannato , allequalt fru- fio, iSni,plage. Hoc. Le carni dipinte di liuidort a guu
flandoflcflcndo menato. fa che fogLono far le Battiture . Che 10 ti debba dar que-
Trutlatorì .quelli che fruflano. Lal.USora ,& lorarij. FiaBaiiitiirainfinoatanlo.Tqfperlufuiga.oBatiuura
V AH.IdjfOuilormentiietnuouiFruflatori.EiquelFru delpadre. "Ponete mente /eh ho fi gno mono per tutta la
fiato celar fi credette. perjòiia diBaltitura aUuna . Semitono la fiera Battaut
% femre. per battere con Lferxa,uedi a 1114. ra Jaquale alla moglie daua .
l-'cria, & Sferga .ucdi a 12 iq. Battere. Lat. percutere,cadere, uerberare. B o c. F'idero U
Scopì.Lat.iqucllaconchefilcopalacafa. Hoc. Si co- fiolare far /oprala neue una carola trita al fuon duri Bat
me èilTamigninadallaporta ,donmeta,mamcodiSco- ter di denti ."Hpn faceua altro che batter la mo^e .Et
pa,lo Squacchera . tornò a lei, ^ BatteUa.Ha battè .Tremando & battendo
Scopare. ual battere didietro in fu le /palle: etfruflare è quel i demi.Uora perle anche, & bora per le fralle battendo-
lo ijltflo. Lat. flagellare, fujligare. Hoc. Che piu parole la. Mai non la batterò. Piangendo forte come farebbe un
ne romoreface/Se S’e/fere non uokfie Scopata. Lat fufli- fanciuUo che fcflSe Battuto . Battendofi a palme cominciò
bus ùtdere,uel uirgis. Ari. Legar lo fanno , ^ non Ira a gridare. Dan. Batte col remo qualunque t'adagia .
fiorif&Fberba ; Et per tutto [ioparPaitra mattina. ond ei fi batte [ anca .Batteanfi a palme. Et egh aUbor
Scopatori .fono quelli c he fi battono ,ochc battono altri . battendofi la Zucca. Che per terra et per mare batti FaU.
B o c. DigiuHaua,difcipliiiauafi, efr bucinauafi , che egli Prima ebefiantra lor battuti spunti,
era de gh Scopatori. fdibattert.Ul.moueri,pulfare.Hoc.Gliparuefmtireal- ^26
Badonc. Lat.baculusatefiisJ'uflis,& Scipto il baflone dvU cuna cefi dibattere il cuore a coftei .Dan. Cang ar co-
la ueccbtcjga iCfi quel baìloneopolo che fòflma laui- lorc,&dibatlendoidenti,ueé a 1^00.
te. Hoc. Mani lo caccierò con quefto Baflone. Et al- ^foiere,&fcuotereperbattere,&fcorlareflimenandofi. ue
•Zato d Baflone tl cominciò a fonare ,ideH a baflonare. . <61145;. *
Buoni femina somale femina uuol Baflon.f'n Ballon f'c/lare.Lat.tundere,pinfire,pittfare ,& pinpeare.Ho c.
Tondo, Lungo, Grandcfr'mco Ba/lone della mia uecchtez^ Odiando uoifate oeflarc il cornino .Che noi non pefleretè
za . Delle feinine era fi uago /tome fono i cani de Baftoni . mai piu falja in fuo mortaio . Trouò la fante tutta Pefla,
Et prefo un Baflonrtt» . che piangeua forte, idefl battuta .
514 Baftonate. Lat. nerberà , plaga ,uulnera ,percufioHes. PiccbiareMpcdireucrboanticoLattnoj^ ual proprio pede
Hoc.lononsòachermtcngacbeionon ueiigi lagiù, pulfare,rtpcutere,cbtèbattertadunufchcol picd!c,et
& diati tante B iflonate quanto io ti urggia mouere. Egoa diufi ancho mcchiare con le mani, 0 con altra cofit. Boc.
nobauendubauutepareccbiedeUebuone.ideflBaflonate. Chi picchia la giui Et picchiandotufeh. Et aÙa cafadel
Lat . Plagipatus . buon huom picchiarono. Et fi non trouafic tufeh aperto
B li (fé, [le bajlonate, 0 percofse .Ho c.Che quelle Bufle pa- pianamente picchia/ie treuolte, & ella gli aprireUie . Et
tiemementericeue/le . Etdiedcrgli tante Buffe. 71^0 ti picchiò tanto Cufchch’aperto gh fu.U kh. Et je me-
dtedi iomolte Bufici Habbtamobauute tante Bufle . Che defina con le palme picchia .
in luogo delle Bufle ,lequaU egh ui diede a mie cagioni. ,ydmmaccare.Lat.cSeulcare,cÓprimere,perfchiz^re.Boc.
Ari. l'olendo a chriflian dar de le Bufle . T ante pug,ta & tanti calcigli diede , che tatto Uuijò gli
Mazza . é li ballon groflo , Ut. baculum .Hoc. Et po- ammaccò. A r i.Vrta,rtuerfa,efende,efor3je ammacca,
co pmldtrouai geme, che portano il pan nelle Mam, Vi3nta.Xat.muaoaujpii,tcumensacies,èiltaghodelfar- 517
efrdmnoncUc lacca, per parer didire cofa impoffibìle . ma. Pbt. Tip l'armeniie Punta difdegni fjiezga .Boc.
V no torchietto,^- una Alaz^^uola. idei! bacchetta. Maz Pajfata da cento Pvnte di coltello. Pvntvr a Maggio-
Zparmaaqpq. t'Cfirauiffima.PvtnsiKsGrandiÀime d’animo. Cantra
Mv.uze.fono le baflonatefipcrcoffe di masfgsa. lat.pl gè, . le Punture deWacute laacie .
K
Marte CIELO Marte
Pungenti . Lat. & acmi . P e t. Folgorar ne turbati oc- Ritaglio . Lat. rejègmina , tonus . onde uendere a ritagli»
chi Vungenti . ^ie 'Pungenti ardenti ,& Lucut armi. ual uendere a minuto, o a pes;p^i tagliati, ouero a faggio ,
Parte feriu da Pungenti firaii . Com'è Pungente , & come fi fanno i meUoni. B o c. Schiacciaua i nocciuoli,&
fàldo . B o c. Pungenti prum . Le Pungerai foUecitudi- uendeuaigufci a Ritaglio.
mSamore. Scagliato. Lat. frujlatimconcifus. ual in piu pez^ taglia.^
Pungere . Lat. tà" ferire, perforare. Ledere, exagitare, lan- to.D a s../f pii de la Stagliata rocca j. rotea , ^ roui.^
catare . P e t. Che'l dirminfiamma &punge . yna man nata,& perciò m piu pez^f atta, feparata, tr dmifa .
fola mi nfana,& punge Et gh amami pungea quella Jia^' Eccidio. Lat. exàdium , euerfto.ualtagUamento della cit
gione ,Et Carco, & le faetec ,ond’io fuipumo .li oc. Il tà, éjiruttion, rtuma. Ari. L'Eccidio fuo conofce ma-
Ronzino femcndoft pungere. Et tafani ingrandijjima qui nifeflo. T. ueggo la morte rt mw crudele Eccidio . non i
tttà ahondaniiÀquàliipungendolajòpra le carni . Comeun della lingua .
ualentcbuomo di corte pimgejfed'un ricco mercatante Tondarc.Lat.tondere,ualtagliare.Bec.IlTondutotut-
la cupiàgia . meta. Ti punfi, & trafjft. Che chi l'hamfie ti gU altri tondi . Gli tondi alcuna delle parti de capelli .
punto, non fi farebbe fentito . .Anghlien- di grandtfjimo Et i capelUTonduti, irjhatformata tutta informa iun
dolor Punto. marinato.
Spuntare, ualfcrirépuma ,&ttltuna uoltaper Icuar la Tonditura.ila raditura.Lat.tonfura.B o c.Librettomio
punta.Lat.rctundereJ>ehetare. B oc. Et uedendo la don non ti fia cura tC alcuno ornamento hauere, chi é nobili
na fua tutta utnta , tutta fpunta giacere in terra ignuda . couerte di colori uari tinte, & ornate/) di poLta Tonditu-
Cir quando ffuntare Sia pcrufcirfuori,uedi a paj. ra/idiliggiidri minq.r.idere ucdia-^iy.
j , g Acuti, ual pimgcnti.Lat.& acuminati. prOp.et wt-M.P E T. Tagliare. Lat. inciderc,reciderc,cxdere/runcare,darunca-
Porphirio , che £ .Acuti Sillogilini Empii la éalettica re,amputare,fecare, abfcindere. B o c. Doue commefio
Pharctra. B oc. Da cofi atraa,& .Acuti denti infinù al bauea Chomicidio; fece tagliar la tejla. Lat decollare,ca-
uiuotrafiito.D Att.Con una jfada tulìda & stenta. pitepleSlere,pHnire/iltimofupplicioagicere.Cheperta-
Pcr far efkr ben lor uogba .Acuta. E' Sillogifmo, Chela gliare borfe era Siato preji. Et tagliati i capelli .Coica-
m'ha concbmfa .Acutamente j.jbttilmeate .che tu dei ha pelli ad un modo Tagliati . Suigliatafi , cSt trouaiofi Ta-
uer le luci tue chiare, & .Acute. Et come al lume .Acuto gliato lo Jbagp daldito t accorte. L'uno gb tagliaua innan
fidifonna. y idi che ragguua un lume .Acuto . gì ..Andòferlafiure,&' tagliò il pero.
Aguti.o- .Aguzp^ . B o c. .Alenare con gL .Aguti jfkdi Tagliare a pc^p^. Lat. lamatto,nis,& fruflatim cadere fen
li Ipumanti Cinghiali . A M. L’ .Agate Saune de caci unti minntim. B o C. Che non grida fie,i ella non uolena ch'em
cani.Pa. D AK. L’.Aguta punta mofSe . Con le .Agute gUfofe tagliato a pexv.Hor queflohor quello taglundo
Saune. Et dibattendo il corno .Aguto. Ecco la fiera con la de piracini crudelmente molti n'ucàfe. A r i. E taglia, e
4 coda Aouiza .i.aguzgata.B OC. yeggcndogliarma- fenda, e fiere, e fora, e tronca.
tiy&con AoyzzATAjchicTafuperbinelliajfetti.PH. .Affrappart. Lat.lanciniare,cadere,dilaniare. ualSirata-
per fittili, & pronti, uedi a 1 799. gliare .Ani. E quei c’ha intorno, aff'rappa,efora, e ta-
Aguzptare. Lat.acucre.ualfarlapunta,&afioltigliare,(D' gita, yoce Lombarda.
per meta, fi diccaguzpcar rmgegno,cioiponere ogni fua Incidere. Lat. uahagliare.V tx.&tuttitneruilnciflDìli jji
uirtù, & forza per far bene alcuna cofi . B o c. ^anto- bertate,ou'alcun tempo fui. yoce da ufar per necejjità.
potei per lo lume gli occhi aguxtjire/antogli jjiinfe auan Incifchiare/tal intaccare, quefla i noce dedotta dalla Roma
tu F I ~Aguz;z^to Cingegno,gL Henne preftamente dauan na incido, drèprefa la meta, da duri legni , che fi poffino
ti quello che dir fi Joueffe . Amore glt haueua agoraio intaccare , ma non aprire col ferro . P i r. m’apra'l
l’ingegno. D a n. Agwgp^ uer me l’oecbio,Si chela fac- cor, perche di fuor l'incifchi .
eia mia ben ti rifionda . Agu^p^t qu) lettor ben gliocchi Secare. Lat.& incidere. P e t. Con la mia fiada, laqualpm
alucro. Et fi uernoiaguxtiauanleciglut,nianelgiocon- geCrfeca.D a u. Ogni firma fuliantial; che fetta E' da
do Lume,cb'è dentro agu^jp-an li tuou Che già per barat matcria/ir i con la unita.i.Jègata, tr fiparata .fegare i
tar ha Coethh AgitzTp.iagux'gato . il proprio .
Broccaca,a ìmbroccata,come hanno alcuni tefliper meta. Fendere. uidiaFefiaa i i;i.
ual inchiodatura/) il colpireXat.congrefius/it primocon Troncare, unii a Tronco a 1187.
grcfiu,mcca. B o C-Allafamc per la prima Imbroccata Mogp^re. Lat. obtruncare, amputare, ficare , auferre, per
parendo hauere bene procurato J. nella prima inchiodatu troncare , 0 feparare . B o c. 0 mi trahefiero i denti , o
ra/ioi nel primo tcntamento della materia . & è meglio moxgafiermi le mani.Ch’io gli anni,iqualt ho cotanto de-
nubroccatamet.dagUfcbcrmidori. fiderato, fi mozgaftero.E i.D a K.Cbedametufiemoa^
j»9 Taglumenco.LatJncifio,pracifio/'ecenfio,fe(lio, interne- ^J.fiparato. A r i.Ad Horrigille,ealui rimarrà Moz
tSio/iel intemiUho, & cidef ,ualucciCtone. B o c. Et gli za, ideSl decapitata .
orfi, che fentirono il trijlo fiato della bruttura delTinfan- Smozzatola/ mogzp. Lat. mutUatusjnulilutJtruncui,cH
guutatoTagUamento lafciarono le antiche Jelue. Tu. In» minutus. D a u.Si fiffblgelagiù tra [ombre trifte Smoz
fin che'l ponte gli fu dietro tagliato, & la città pertalTa zAteJ /nozze ditefle,&di mani .
gliamento delhcrataj.per tagliare.T H.Co» la tagliente Monco/ial mneo/fi- mutilato. Lat. mulilm,amputatut ,
feure . A M. mancus/ibfci/3us,obtruncatui. B o c. Erafciancata , tì"
TagU.Lat.acies. B o c. Contrai Tagli delle fiadf,^ con- un poco Monca dal lato deftro.D a u.Conleman Mon-
tra le punte delle acute lande, Th, ' (be,&dtcolòrcfcialba.lpenficrc-baifattiluttiMÌchi.i, ■
fittili.
Marte C I E
f«iti ^ elltiHi . leKando i Mo»rb<ri« per [aura fojia.L
te bractìj feir^a le mxm. Lit. eyllus,»^.
QìOaco.LM. <étruncatHS^cijiu,ud tatrz^, onde cionca-
re ual moviere, 0 troncare .Dan. Che jU per pena ha
la Iperanza Cionca . è noce ’HapoUlana .
Stroppiato, nate Attratto. Lat.mancns.ueJi a i ; io.
RÌCldcrc,& recidere. Lai. recidere {tai^liare fendere. P sx.
Sol m ritien ch'io non recida' l nodo . B o c. Cui animo-
jamenie Cintone [opra la iella feri , & reafegliela ben
mc:^ , & morto il fè cadere a piedi . O A n. 7^oi reci-
dumo il cerchio a fiùtra rma .ideHpajSiamo . Che nci-
den gli argini &fojji , mfin alfojio . uUtì trauerfauamo,
0 paffaHamo.
Ferite . Lai. uulnera, & cicatrix è il fegno^he riman della
ferita . P s x. Ma le Ferite imprefie . .Amor de la tua
man nuaue F s R v x E .«. Ferite. Dan, Et Ferule do-
gliofe nel projjìmo fi danno . jl tu cb'anchor mirana pia
Ferixa.Boc. Titeque alla donna il configtio della
fante, fuor che cb dargli alluna Ferita. P E x. Tane Feri
ti da pungenti iiraluFedita dr fedite difiero i piu antichi.
Be u. Fiere difiero in ucce di ferifce.Tti.
Ferire . Lai. dr uidnerare, pcrcutere. P E x. Mormor.tndo a
ferir nel uelto uianme, & I proprio de uenli il ferire qui
do uengono con impeto . .A fulminar colui , qucjio a feri-
re . Ferir me di fletta in quello fiato, ou'amor feri net fian
fo MpoUo . Ferita in mezp'l core . Chi m'ha'l fianco Fe-
rito . Et qual cerno Ferito di faetta .B oc. San Michele
ferire il ferpeute con la fpada,o con la lancia. Con un col-
tello hor quefio hor quello ferendo C ui antmofamente Ci-
inone {opra la iella ferì. Gli folari raggi,chegliferiano .
Temendo defier ferita. Crauemente ferito. Feriti,dr ri-
battuti indietro furono . Bella enfi è ualorofi donne il fe-
rire un pegno che mai non fi muti, ma quella iquafi ma-
rauiglioja quando alcuna cofa non ufdtaappanjce di pubi
f« , fe fubitamente da uno arderò i ferita .Kfci.F'naU
to duole orecchie gli feria .
Fedure, per ferire. P e r.He breui giorni quando Borea'l fie-
L O
Marte
74
rotte , & fmagliat’arme ,& fefiea ligi, fi dice anio
tfendere .
Trecidere. Lat.prxciderecual tagliare, & terminare. P e x.
M’hanno lauta fi (Coltro amor precifa . Di libertà mi fu
precifa, «jr tolta .
Piaga. Lat. plaga, uulnus,percuJfio,uerber. FingonoiToe qqq
Il un rimedio ufato d'Mchille per faldor le piaghe , in tal
modo . T eleapho He di Mefia i tT confederalo con Troia-
ni uotendo cacciare i Greci del jno regno fu ferito d'Mt hd
le con la lancia , & non tronando altro rimedio da rifal-
dar la piaga ,hebbe dalC oracolo, che U rifatdarebbe fe
-ichille conia medefima Landa di nuouo n.l mrdejim»
luogo lo riferifie, & co fi inter uenne . Ilche fingono i Toe-
ti, perche .Achille hauea imparato da Chirone chirur-
gia , & dopo perfemcdefimo trono efiere ottimo rimedio
a faldar le piaghe fi; fi medicano con la ruggine della pun
ta della lancia ; o di ferro , o di rame , chefofie . Et certo
nferifce Tlinio,che MchtUe in quefio cafo fi dipingea rade
re col coltello tal ruggine però non fetr^a caufadice
D A s. Cofi (uCio che folcua la Lamia d Mctiille ,tà‘ del .
fuo padre efier cagione T rima di trifla dr poi é buona
mancia . P e x. Ch i medejmiporian faldar la piaga . Via
ga per allentar darco non fina . L'alta Tinga amoropt
che mal celo . Tenfando a la fua Piaga afpra sprofon-
da. CheTiagaanliucdutaafiaimen dole.Etneleueneui
uè occulta Tuga. T i feopre le fue Piaghe a mille a mille.
Mi nnfref ta in quel dì f amiche Piaghe. Le prime Piaghe
fi dolci S profónde. M quefii le mie Piaghe tutte apcrji.
Piaghe Mortali, Same, Belle . B o c. Quando le picaolt
Tughe fino recenti S frefche allhor fi fanano con piu
ageuolena , che le uecchie già putrefatte non fanno,
PH.Perle Tughe d'iddio egli d fa meglio che mio nu-
rito . Le 'Piaghe di San Francefeo .Ari. Tuga cnt
del che fupra ogni dolore Conduce thuom che di^era-
tomore. ’
Piagato . lat. uulneratus . P e x. P'olgon per forx/t d cor
"Fugato aliroue.
de.ilfKretOpercote.T) A n. Et purgherò la nebbia ^he mi Vcdfione. Lat.occi{io,cedes,mors,clades,imemitio,nex ,
feda. Forfè quefia fede pur qui per ufo£t difiea glialtri às,parricidium ,dr pa rricida,a, communi! lo ucciditor de
btmal non fu ferule. note ufita d amichi thofcanipie piu parcmi,& de cittadini. B o c. Tion lò qual maggior cru
fi ufa . cofi Feére,& Fediu per ferire, & Ferita . Guce deità t'bauefie potuta ufare in un traditor che hauefie
poi cem’anni {en^a arrofiarfi,quando’l foco il feggia . & tutta una città mefia ad Fccifione .‘Beh. Si fon dette
fa che feggia Lo uifoinle di quefi'altri mal natij.fenfca. Tbofeanamente uccifono. P r.
Ar i.Chefelofemeaddofia,echelafiede.algalafpa- Vedditori. Lae.occijòrei,imerfé(lores, homicide . B o c. gjq
da, e fi b fiede . B e u. Ferifco che fa fede , e fiere . T r. Dandoui^U ycciditori di quelgiouane nelle mani.Tuper
Tafiart,pertrafiggereJjU.tranifigeTe,traifodere,&traif fida ycaditrice de miei foggetli .T ».
forare . P E X. Che mi pafiò nel core, il colpo de noHr oc- Vccifi. Lat acci fi ànterfc(li,necati, enfi drucidati,peremptr.
chi femifie . Demro pafiar . Taffa d penfier ,fi come fid P e x. Parte prefi m battaglia,parte f'ccifii . ^
inuetro. 'Hpnefieruipafiato olirà la gonna.! if arte ,ch’ io Mmeone. figlio d’Mmphiarao,iheuccife la madre fua Eu
per me demro noi pafiò .Bo c.uedi l'Indice. riphile^be per cupiditàdbauere la collana mfegnòMm
T rafiggere. Lat. trantfigere, tramfodere, transforare, è paf pburao , ilquale s’era nafcofii per non andare alta guerra
fare demrocpuugere . P E x. Qjiì ro begliocchi mi trafifi Thebana , uedilahifloria di fAmpbiarao .Dan. Come
fe'lcore. Boc. Lolnquifitore femeiidotrafiggerelaltm Mlmeona fua madre fe caro Com'.Atnteone che di ciò
ro brodaiuola hipocrifia;tutto fi turbò. Con maggior pun- pregato Dal padre fuo L propria madre fpenfi .
tura trafifie la donna. In quami moditu fai,npunft& y ccidcre .Lat. occidere,mterficere , dare letho ,u'itam eri-
~~ - - - - pere, mortemuKlare,intertmere,necare, cedere, tmei-
trafiffi. Jlngofcuta,fìinKdataftTrafitta.Semeniofitpa
rtmeme Trafitti .Il Re di Cipri T rafitto da una donna di
Cuafeogna . ucdi (Indice .
Fendere . Lat. fóndere. Boc. Sopra U capello dacciaio ta-
■ ■ Ifend '’
ghiado d fendi infitto a i denti , P u, P e x. £t membra
dare, ma(lare,euitarc . P E x. Cb'uccife Ctro, & hor fua
fama uccide .Boc. Et feguitollo a cacciare, dr ad ncri-
dcre frante felli : Merci per Dio auami che tu m'uccida ,
dimmi di ebeht'bo ogefo,cbe tu uccidere mi uogliaiycci
K 1
h
J-,* '
Marte
CIELO
Marte
ietiio cbiimme ciò contraflar preliimefie . Che fcn^t A u. Che ba/ìòbenmille altre f'enJrtle. A kj. Stante
tmfcrkordu hjMer di noi n'kcc'idcpe. Tirala fuori Li Jj>a- der tardo la y endctta mia .
da, lei i/l nano mercè éntandame uccije . Il popolo a fu- V eadiiare . Lai. uiniicare , ulcifci ,puutre , cajligare , ple-
rar uccifero le guardie . Con quello flocco col quale io uc-
ci fi me, uccido Li . Et Teriontc dormendo uccifero . ucdi
allTiidice .
5 ^incidere. Lat. occiderc,mlerimere. uoce Trouem^le il me
defimo , che è uccidere . P i t. Tqpn perche mille uolie il
di niancida . Et non in'anc ide amor,Cr non mi iferra.ldg
li coni amor fana, & come ancide , Se'l dolce Jguardo di
Sere, muiSare , ammaducricre , pana, uel fuppliciu
a ffieere.panam fumerò . P E T. e*r B o C. uendicar le
dijpietate offefe . Ter uendicar fuoi dami fopra noi , ren-
dnar lingmria . Con un mede fimo colpo la tua ingioia ,
& la mia uenditherai . La ingiuria agramente uendici .
S’ionon mi ue^io uendicata é CIÒ che fatto m’hai, per
lo participio di uendicare.
toflci m’ancide . Deh non rinouellar quel che m' ancide , V engiare , ual uendicare uoce antica Trouen:^le .Dan.
Che m'aniidono a torto . & quel ch'aneife EgiHo . Bcatif Mal non uengiammo m ThejioCapalio.Et qual colui che
fima lei che morte ancife.D K s. Incofa chemolefbo fiuengiò con gli orfuH iui.y engiare, giuggiare&apm
forfè ancide . yende la carne loro eflendo uiua , Tofcia gli procciare . T a.
ancide . -dnciderammi qualunque m'apprende . Idncifa ’Viadice , ual uendtcatore.Lat.uindex,ultor ,punitor.
t'hai per non perder Latina. Tolineflor che ancife Tolim A a i.Forfe fu da Dio y indice promejfo; Che ui trouafie
aquelcafompedito.Lat.luJiauindexuUionii.yoteda
non ufarft .
Imprefa./J/. captum^xpeditio miUtarisjl quando fi piglia j
a far alcuna cofa di qualche momento. Pet. & Boc. Im
prefi .Alta,.Amoro]àJloneflaMagnjnima,Santa, Ma-
gnifica, Crudele, Delira,Matta, Faticofa , Trejintuefa ,
T ropp.Alie lmprefe,yane,Ttu Belle, Siedile, Che Clm-
prefe del imo fignor uu torio fc fanno .
gue, e Strage, e fuoco. Che la ffiada del del jeende con un Imprendere. Lat Aifponere,ajìumere, & deliberare ,ac am-
ta Strage de fuoi . mo, & mente condpereSdecemerednflituere . è pigliare ,
5 SltiS'^euiolente. Lat. cruorjÉr Sangui! exuulnere.P bx. oajfumerepertmprefa .&oc. Et dijpoflo a far quello
.A farla di rimi Sangue uermiglu. Et di qual Sàgue qual mede fimo che tu hai affare imprefa. Dan. Terò guarda
campo l'tmpingue . Verche'l uerde terrene del barbarico che l'habbi a meme s’a parlar t'imprendixti pom .
Sangue fi dipinga. "Fion piu beuui del fiume acqua che yittOTÌi.Lat.uiSoria,paima,triumphustropbeum,resbe
Sangue.etgradiribifpa/ga’l Sangueyedi Sichen,c'l fuo negefla, gloria adoru. Pbx. yitloria t’impromette.
Sangue ch'è mifchio Et col Sangue acquiflar terra et thè In fua tanta y moria . Talma è yittoria ; Sol di y moria
foro. Sanguigne Herbe, (fi- Onde.Sangue corporeo, uedi a fi rallegra, CT uatua. Sperando la yittor'u, ond'efferfò-
1 j 1 5 . CJr Sangue per l'origme, uedi 41567. le fT ornando da la nobile yittoria .
Sancuinofe. Lat. cruenta. Boc. Con le Sanguinofe mani Vittoriofo . Lat.uiSoru/fus. Pet. yidi un ymoriofò dP
a Uto le fi coricò . (fi- Sangumafe battaglie . fommo duce . Ben la yitioriofa fua uemura . .Arbor P'tf.
Jnfanguinare. Lat . cruentare. Boc. Lo Srafdnò infangai toriofa triomphale .ini depofi le fue ytttonofe, & fa-
nandu il piano, conlefue piaghe. Th. ere foglie.
CtnenTort,pieméfaague.Lat.&fanguinolenti,& cruen Pihni. Latperkymoria.P bt. luibadel fuobenfar
II. B o c. nella uifione amorofà. Trailo Tolidoro, & To corona (fi- Talma, yn ramufcel di Talma . Talma è uit-
hfiena Cruentofi giacer aflai uilnteme .S a s. Cruenta toria; &togiouaneanchora. Mille uittoriofe (fi- chiare
Spada .yoceianottufarfi . Talme.T) AN.lnfinlaTalma,tìral'ufcir dclcampo.,
Miciilio. Lat.homic'idium Pet. Ma piu ne’ncolpoi Mici, Terih’cgh è quegli che portò la Talma ,
dialiSpecchi . Boc.lnuitatoadunoMicidio,o a qua- Pitti. le imprefe. Lat. resgefla,facinora,magnalia,expem
lunque altra r. a cofà , uolomerofamente andana . Indù- ditionei miUtares , confliSut , acies, exercitus , bella, arm
doro .L'altra è colei che lancile amoroft. pria che fofle
ani ifò L’agnel di Dio che le peccata toUe .Etna uiut la-
droni efleranctfo .Beh. Jilcuna uolta cofi ancidea i
.Ammalare. Lat. maSare. uedi yceidere. Boc. Che co-
me prima addormentato tifujfi,farefli flato amma-^o^to.
A a I. Chi grida ómpicca, abbrucia, lquarta,ammac^ .
Mortalità . ual ut cifione , uedi di fopra .
Strage . Lat. ualmortalttà. A a i. Chefempreuorriafan-
ani a far alcuno Micidio . Ilqual lo Mictdio bauea comm
mi-fio . alla Tbofeana .
578 Homicidio. Lat. Boc. Douecommefio hauea PHomici-
diOifece tagliar la tcfla.Difalfano,(fi-iHomiiida fu Ore
dicatorediuenuto. A a i.Saperchi l'Homicidto fatto ba-
uea . yedetegli Homi cidi , (fi- le rapine.
ÌAi\indtim,wdflaJiim,Sihcram, Corfalt, Tirati, Spoglia-
tori . unita
Pitriàdi. quello che ammaxfta ilpadre uedi a i^it.
Priui, Morti, Fmiti.uediaMortea 1615.
. Vendetta. iUtf.KOK/i^d , ultn, puntilo. P t t. dtB oc.
yendelta Leggiadra Mirabile, Ticàola, Kigida, Intera ,
Gran yendetta. La yendctta,ch'a noi lardata noce.yen
detta D'Hippoiito,diTbefeo(^i .Arianna. La yendet-
ta dee trapafiar Co ffepc.lueadicbeuolt archi di Latona,
>?
ma , duella , pugna .Pet. Che a gli ammofi Fatti mal
l’accorda . Et Diogene cinico i funi Fatti. Boc. HuomU
IO fempre Sari m Fatti d'arme. .Andare ad ognttorniam
memo , ogioflra , 0 altro Fatto d'arme . "Fie mai in alcuu
F atto (Canne andò, uedi a qSj.
Ce{ix.Lat.reigefle,&aSa,arum,uedidi fopra. S an.
Fu olirà alla nobiltà de maggiori per fuoi propri GeSi
aotabiliflimo .
Spoglie. Lat.fpolia,exuma,manubit,prada , trophea,fàm
no le prede fatte de nemiùjuttoriofameme. Pet. ber ficn
di meCulttmc Spoghe . Chi uidealmondo mai fi dola Spo
glie i Et di fue belle Spoglie Seco fonide .Spargendo a
terra le fue Spoglu eccelfe . Di fua uinute (fi- di mie Spo-
glie altera . luijpiegò le gloriofe Spoghe . Hauran di me
pocobouerau Spoglia ,Dah. Che de l’auella-ft fi alte
Spoglie,
- * : 0..
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75
J4«
Marre C I E
Spoglie, &qMMdi>figai^n la Spoglia moriale, cioè il lor Ph.D a m. (ìuafi Ammiraglio, ch^npoppa,& in pro-
po,iudit i}i6. raf'icnaiiedcrLtgemc,(bemimlira.MamialiitraRa-
Trophci . Lac. trophai , fino le fraglie , & uittoriofe prede chel mai non fi finaga Dal fuo Ammiraglio . Ha pm ni
f atte de nemici. \ R i.Ufaatohaueamfinm, tj-immor metteranno gli Ammiragli .
tal I rophei . Satrapo, lat. fttrapei , & j'atrapa , a , noce pcrfica . na-
Tnmnptu.Lat. trirnnphifiuationetifupplicaiioneSfifna de- le ‘Prefetto , Principe , & loco tenente dell’e/krciti ,
cemebantnrprotiUhnjs P E7.& Hoc.SdperTrtom &del regno. Ari. ARe,aSignon,aPrimipi,a
fbi , cr per Imperi liscine . Et gU annali Romam fi trom Satrapi ,
nano pien di Trumplii menati da linmti fili Romano Caualicre, ^ Canaliero. Lat.eques,tis. P s T. (jr B o c.
Campidoglio. Il Lauro fegnaTrumpbo .D an. Eccole i'alorolò,Cortefe,Leggiadro,Sanio,Ricchifiimo,CoJiu-
fchiere dei Triompbo di CbriHo .& per io godimento
a ibo6.
TrioniphaIe.£«f. triumphaiii .P i t. Trhmpbale Arco ,
Carro , & Arbore .
Triomphare . Lat. triumpbare, onere , dà fìrpplicare . P s x.
Triomphar niédt colui, che prima, f'cdnto banca del
mondo triomphare . Triomphar nolfe ^nel ihe’l mondo
adora . Dopo che morte triottiphò nel mondo , Che di me
^efio triomphar folca . On’hor triompba ornai a del' Al
loro.Sotto'l qual fi triompha ,non pur fcampa .Horé Fricre. Lat. ante cnrjòr; è quello che alloggia t'bofie,eT me
Im fitnompha .Cofi’ltempotriomphatuomi,e'lntoudo, ta. per foprajiante dello Spedale lo pofetl Boc.penhe
Tre uoltetriomphando ornò la chioma . Hor qntui inom- alloggia ipoueri. Et fello Erieredelio Spedale, qnafifra-
phò't fignor gentile . te, (j- fida loro titolo di frate .
Carro triomphate. Lat.cnrrnitrinmphalit,carpentum. UiiiCc3dco,t̑ Manifcaleo.Lat.qH*fior;prafiil,prafeBut.
Ver. Poi le nidi in un Carro trùmpbale . T riompbal è ilgouematore degli efiercàt , & delle corti , quafi caU
maio. Prode, Leabfimio, Bruno , yalorofifiimo , & de-
gno d ugni gran dono. Affai Talorofo, «r da Bcne,S ottì-
te,& Imeudcnte . Per uiriù,& per nobiltà di /angue ri-
guardeuoleajfai.il piu leggiadro, & il piu Delicato .
frejco alla battaglia . Pouero, yiUan, Dijleale , Ualiia-
gio. Di picciolo ualore, l'ii C.iuaher, che tutta Italia ho-
nora .ilon sòfe miglior duce,o Caualiero. CaualieriAn
tichi. Armati . Sarmcnte fu primo huomo che fcriuejie
di Caualerta .
Cam a gran gloria conduce. Dan. tlon che Ro-
ma à Carro cofi belio Rallrgra/le Apbriiano j onero
AuguHo .
Tributo. Lat. ui£Iigat,<^cenfui .Par. CheLufato Tri-
buto a gb occhi chiede . Che piu largo T ributo a gli occhi
chiede .hoc. Et non che altri; ma i frati minori a fiuon
cuns mala ; &era ilpràno honore nell'cfierctto , perche
era in luogo del Re. hoc. Trono lui efiere Malifcalco ,
&graafiguore. L’uno de Manifcalcbi del Re d Inghilter
ra. Quiui era uenuto l'uno de MaUfcakhi delBje.D an.
Che ^ fur del mondo fi gran ManiJcalchij.primi preti , da
quali gli alt ri fono retti.
1,
dinaccarelerendonTributo.S A n.ifium poco curando Sitùfcolcojilr Scalco. Lat./lru8or,et architriclinus.è quel
di rendere al mare il foltto Tributo
Tributario. Lat. fìipendiarie, cenfualu,ue{}igalit .Pax.
Et Tributane far le gemi dìrane.hoc.Iodirò che IO fia
di città Ubera jCt egli di Tributaria. Laipiale in que tempi
alRediSiaUaTributaria era,
)4S Fio, lo feudoytributo, pena , o merito . Lat. ueSigal . P t x.
tìrane fonia è un mal Fica mantenerlo. Dan. Di tal fu
lorebe ha cura della cafa delfignore. hoc. Io primiera-
mente conjiituifcoParmeno famigliar di Dioneo mio Sud
fcalco,tìr a Ini la cura , ($■ follecàudine di tutta la noSira
famigUa commeuo . Ejiendo ogni cofa dal éfirétijfimo Si
uifcalco apparecchiata. \m.Lo Scalcoper la mcnfafat
to hauea . Et lo ScaUofi dogUa ,e doglia il ceco Che i cibi
lafcianraffredarnei uafi,
perbia qui fi paga il Fio J. tributo. A R i.T{f chiaripiu Kim'iAì. lat. inimicitiadéd.iioràfienfiordifcordia,belUim. 544
per non pagare ti Fio. A M cerca fuggir pon grane Eh, , Boc.'Hgfeguiràtrauofiromarito&memortale'ìii- .
ÌRefiateohlà,chequifipagatlFio. miiìà.'Nacque trai una natione trCaUra grandifimia
Gonfalouicrr , è proprio come capuano, 0 di fimile digni- 7s{[^/ià. 'Njmifiifmgulare, che a noflri fecoU fu porta-
ti . Lat. figrùfer , uexilUfer , uexillariut , antefignanus , ta da deh . Voce Thofeana .
dracouarmi,& aquilifer, manipulanus .hoc. Il mar- Nimicitie . B o c. Mali H!micàie,& fcandali Chele "ìii
thefi di Monferrato , huomo d'alto ualore , Gonfaloniere micittefi dimentichino .
deia chi^ .Ari. yedi At^ fefio un de figliuoli fuoi Nimici, & tlrmici. Lat. inànicifiiofles , perduellei .Pax.
Gonfalomer della cbrifhana croce . ér B O c.Tiimiu Armati.Pofienii,'ìlmici a fpada trat
Capitano. Lat.imperatorjuxd>rator,prafefiui,primipu ta . Et le torri fuperbe al del 'ifemiche. Le città fin
ius^tréuiiui mduum . B O c. Capitano della guardia de
mercatanù. Fattodi ceTtaquantitàdigenteCapitano,&
ehtlurcus , il capitano di nùUe fiddati .
ABuniraglio . Lat. cujios , aut prtfeQni maru, claffts nel
regni ./'ocaboloProuemcale ,iil capitano deli’ Arma-
ta di mare , & ancho di terra, tolto dal greco fiogucpgut ,
che ual colui , che è /òpra a diecimila huomint ,ò-idet-
.toAmmiraglio,prraoche è poflo (opra molta gite.percbt
mille fi piglia per grò quantità, hoc. Ruggier detl'Oria
hnomodi udore me filmabile, et allhor a Ammiraglio del
Kt. Già lo/ole miaatcuntVoccafo qiiàdo PAunuragUo.
\
miche, amici i bofehi . Due gran t/emithe infieme erano
aggiunte. Madonna mi pare; che uoi fiatedcUe'Himube .
della Fortuna . F emine del corpo beliifiime , ma Temiti he
dhonefii.S e u i co Armato,Belio,DoUe, Mortale ,
Comune , Eterno , Amichiflimo , Fulgo , Stuolo , Gran
Ufinico ,HauerTtto per ‘ìdjmco acquifletU . il '>(uwj-
co della mia honeflà .Si come Capitale '\imico di Carlo.
Fi tu tr A altera, Aéerba, Armata, Beila , Cara,
Dolce, Gente , Fortuna , F ergine humana , & limca
Gorgoglio. Del uer/impreTigmicad>’amore,Diutrtute, . -
Tiinuca Tarte^ Fede, Fortuna Tignua dtfebd^a che
. «I
Mane C I E
jimpreilVtT.ufa 7ifmico,&il'Boc.'Nimico.
Inimichcuolmcnte.£4r.ifi(mfc^ , hofliùtet , aducrfo ani-
mo & contrario . B o c. Inimicbenobncnte con armata
mano perfeguitarlo . E P.
J4J AacrCìno,i!r ^ducrfario. Lat.aduerfariitf, aJnerfator,re
fHgnaior. ual contrario. P E T. -ddncrfarto .Alto.H mio
^dncrfarto cÓ grane rampogne Comincia. Ma C Adver
SARI A mai ibe'l ben perturba . B o c. Cb Adtersa-
Ri di Cimane, haneanol'arme tratte . Giù fe ne fcefe con
poca beta uittoria defuoi -dduerfari hauere acquifìata ,
Chea gli arcieri del uojfro .Adut rfàrio mancajie il faet-
tamento .Dan. Vefò fe C^uerfario £ ogm male Cor-
tefe fu . De Cantico -^iuetfano a fe ni tira , Dicendo ue-
dili ilnoflro ^uerfano . Erano in campo giunti co ilo-
ro -Cucrfari, cT quando figmfica il Demonio, uedi a
180 a.
Auerfo. Lat.aduerfus ttà'auerfus. T) ah. Se ben afcolti
l'argomentarath'io faro -ducrfoadefl contrario.Se gli oc-
chi miei da luifojìer ./iuerfij.uolti alerone ,auerfus. Lat,
Media 168.
Riuali. Lat.proci.fono contrarilo concorrentiin amare una
iHefSagiouane . A r i.EranRiuab ,eran diFediuerft,
Chegb haueffeilRiualufifiherniti. Che per Gineura fi
fefiott Riuab.Da terminar col fuo Siual Cimprefa. B £ m.
idefi I nuali che /intono .Ai.
Tmchi. Lu.&riualet.fonorinabda Lufiuria cofit detti,
CT dal troppo de fiderio in cercarla cofa amata. Ari.
Toi bir contention ratificuro Jn man del Se quei duo Trom
chi famofi .Dai Troihi mille oltraggi hauea fofferto,
yocedanonufarfit.
Gagliardezza, & Gagbardia. Lat.fortitudo , robur,uir-
tus, magnanimtoi , perciochegb antichi allagrandegpca
deU'anmo la nfenuano. B o c. 5'i come colui , alla quale
pare di Gagbardet^a auamgare Galeotto. L a. El poi fe-
ce tutte quelle fine Gagbardej^ cb'egb dice ,
Gagliardo. Ut. forni, agibs,robufius,uabdus,inui{{us,
potem . P £ T. Faceui burnii, &£ogni buom uil Cagliar
do. L A. B o C. Era giallone frejca & Cagbarda ,
Sgagliardare. Ut. entrare, uircs admtere. Malfar Umidori
poco. D A N. £( CU! paura j'ubtta fgagbarda .
Aniniofiri. Ut.animojitas ,affc8ui.B o C.Setuuorrai
finga Animofitàgiudicarc,tu dtrai.Se tu con tanta .Ani
mvfitd faiqueUoihe gb distate ,tdefhtogba.o anmet-
faincttte .
An’wnofo.Ut.impauidui,& audens,& magnaninaa.
Pet. Che agli Ahimoìi fatti mali’accordaJìa lei uten
TAmmosa leggiadria . B o c. .Acciochetu Cufau for-
ge npigbjirdiuenga Animofo,ideSÌ magnanimo.AKi-
mosaminTì.Dam. frrANiMOd man del
duca , (ir pronte .
RobuBo. Ut. (jr fonii,membrofui, lacertofius. P i t. Ci»
gean coflmfuoi dodici Roivsti. Femtna’l ninfe ,& par
tanto Sobufìo . B o c. Bello buomo del corpo , Sobu-
fio.Sobufto Olmo, Cerro. Rozvsti yoci , Queitie .
A R i.I cafhnni,ei cauaber Roivsii .Cbc Fila con
quel di noi ih'i piu Sobufio .
547 Tetocità. Ut. ferocità!. B oc. Poicb'a montar cominciò
la Ferocità della peftilenza.
fiereiii.Ut.ftritas. Boc. Ter la fica Fieregga ,&cru-
deUà.f'mcerela Fiereggadeb’appetito.
L O Xfanc
Ytroce.Ut.ferox/mpotens,uttl crudele. P i r. Feroce Cdr,
Tiu Feroce uer me ]impre,et piu bella.Cbe fopra i piu fog
getti i piu Feroce. Boc. Cimone nelle cofe bellitofe c^r '
tifiimo, & Feroce éuemie .Dan. Quando fi parte uni
ma Feroce.
Ferità . Lat. feritasi la fieregga. Boc. Era manifefta la ;
Ferità del crudelgiorìio . T H.
Fiero, Fero, ualcrudo . Ut. ferus.ferox,crudeUs,ajper,
atrox, alpejlris. P E x. e*r B o c. Fiero Deflino , Monte ,
Tafio,SaggioJSguardo,ycglio,yoto, Tadre, Imptaiìro ,
Troponmento,Marte,Gbiaccu>, Furi Lupi enti fia-
gionamenti . idefi di cofe crudele, & dure .Fura Cofa,
Fiere Bateagbe,Fierijfimo tempo,Fieramcnte. ueditin- ' '
dice. Vt.-i.ufa Fiero , & Fero. ilBo c.fempre uja Fie-
ro.lì ah. Ahi quant'egb era nell ometto Fero. Boc. <
Toi diffe Fieramente furoaduerfi .i.crudelmente.Fem-
mifii imiangi poi prefontuofo yn giouanetio Fiero .
Vincitore . Ut. uiflor .Pet. yuteitor Alefiandro tira
ninfe . E ch'in mar prima y incitar apparfe . Fa yinettor
il giorno. Ubella\iHciTKict.Ut.uiHrix.Bo c.lo
mi credo efiere y incitare. A lui come y motore ubiJiua .
Vittor, ual uincitori . Ut. uiSoreu Vtt.Et fecob yittor j
£ognicelebro. Che del fuo uincitor fi gloria il Vitto.
y tm ere. Ut. Pet. ymo AmbaUe. ymto dal jonno. Vi n- .
T A Barca,'Haue,'Hatura,Alma,Atalanta,Da tre palle
d'or yinta. Et ymta a terra caggia la bugia, 'tfo/lra na
tura ymta dal coflume . Onde [anima mudai dolor ym
ta . Et con Gioue fia uinta ogni altra ftella. Smtafer Vii*
T I nel pmntero afialto . Si grane eh' a ridirlo farian uinii
Tut III maggior, fi dolce atihor ihe yinto mi rendei, y ai-
to alla fin dai giouane Romano . Cotanto [ efier uhm gli
cbfpiaeque . ymca'l uer dunque . Di me ut dolga, & um-
caui pietade . Quant'i crealo uince , & cangia’l tempo ,
Sìueì, i he d'odor, et- di color uincea . Ter domar me cou-
uienti uincer prima . Qual uincerà nomò. Che utncerle
fu gloria al grande Alcide . yinceme £inteUetto. Con
quefi’arme uinceui ogni cor duro. Amor con quanto iform
Zfi hoggi mi urna, mncan,mncono , ninfe , umfi .Dan.
C'bemt^erio ditcnebre uÌHCtaà.utnccua,(fr fuperaua.
Boc.ueditlnéce.
Auaitgare . Lat. augere, anteire , fuperare, prarfie ,fupe.
riorem difeedere , oblinere , domare , prodigare , uiSo..
tram reportare, feBinare , accedere,propcrare, augere.
peruincere , fuperare , 0 auaniaggiare .Boc. Accio-
che di canti non fofiero da gli uccelli auanzati .Dan.
Si come'l del che tutti gU altri auanga . Toi che'n mal
farlo fenie tuo auattgai. C he quel di Lemoi) credon ch'a-
uanzi .Et neramente fu figbuol de l'orfà. Cupidi si per
auangargU arfatti. Pet. Fofieda feperauangar fica '1
imprefa . ideB per farfit iimanxi , & maggiore , 0 auan-
taggiare .Terle cofe dubbufe altri 1 auanga m ucce di
auaccia, idefi affretta, uocabolo antico, che dinota auan-
taggiarefi accrtf cere piu degli abriff quando auanga-. \
re Bà per trapalare auantifUedia iqiq.tjrperacq»i-
. fiore a-j66.& ptraccrefeerta ijpo.ct- per re fiore, et
fòpraboudare a 119.
Superare. Lat. per auangare. Dan. Sopraiofefie comico,
0 tragedo. in ucce di Superato .
Sourauaugare.ififrauangare per uincere.'D ah. Vlgu
•Spifa che [butiiiofil boom fouroMga.
Couquifio
Mine
CIELO
Marte
76
549 Conquifto.Lft. uitioria.pattum, àtifui^titm. B o c. Dom
po il Cun^miio fitto dcUa terra f 'tnu. Ccfare ConqutJU-
torde aojiri re^ai .
ConqusUre . Ltt. acqnireTerdeiiincere,(kbigcre,fupeTire ,
fubìjtgjre . B o c. Con l'aiuto del fko foiero egli conqui-
Slipjl la Siotta,& fkiiK Ke tncoronato .
Coiinrnib.Ut.deHlÙusj'ubcaus/ipprefiHs.dcbellatuiyfum
fcratu>J'itlntilus,fHbiMgatnJ.ual < onqmflo uotabolo Tro-
Mtitzale. l'tr. De k beltà thè M'hane'l cor Couquifo,
thè Coaquilo Scn:^ mouerfi haurtan qual pm ribelli . Et
quei che fur Coiiquifi con pm guerra .Dan, Ciò che
lajfettoiii [cbauea Conquija.
Soggtogare^cJi a Giogo fatto Saturno.
ijpHgpiare. Lat.cxpugnare^certare^emncertàn potejla-
tem redigere, ual combattere, & ancho umccre .Ari.
ConftgUan tutti a far grande apparecchi* .
F urorc. Lat. P tj.eir Ho c.Irai breue Furor, & chi noi
frena, E' Furor lungo.Furor Magiare Jj. tterato,Solle~
tico,Subiioàl TedcfcoFuror.ln fiero Furor accefa . L’ira
VI feruemiff inio Furore accende l'anima nojira . Il popolo
a Furor corjb, Furordeyeiiti,Furordikiù . De La Ma-
trigna . Cbe'l Furor letterato a guerra mena . Lat. oe-
fhum,ri.
Furia. IM. Hoc. Quafi con Furia dfie . Tiu da Furia che
da ragion tacitato. Et furiare & infuriare ft éce .
j jo Furiofo .Lat B o c. fedendolo Furiofo leuare per batte-
re k moglie . Tutto Furiofo rijjipjè . Qjtafi Furtojà diue-
nuta diJSe. Di itta correre Furiofamente . Cifippo Furio-
f amente ne menarono prejò . & per Holt* , uedi a 1 147.
Furire, 0 furiare. Lat, furere . ual far furia. Ari. Cofi fu-
rendo il Saracin bùtarro . Si uolge al Hano .
BlcaUceiia bateban, Lat. che dinota far furia . naie fu-
riofo,brano . B o c. Mojirauadi douere ifiere un gran
Satakre con un* barba nera, sfolta al mito .
Baccelliere Rf<Ù4 147.
j j I lrapeto,<ir Empito. Lat. hnpetustiisatiolentia,ferocia,fO-
natutiiHciirfio . B o c. Landolfo con grandijfutto Impeto
percojfe. in una fbcca.l jfiaceuoli Impeti .Tutiklciagli
impeti dell' tra l ra^ortare ,D AN.ktnegb flerpi beret
tici percofie P Impeto fuo .
Impettioh. Lai, ferexjtioleiitut. B oc. Liquali uenti,efc
fèudo tialiuno oltre modo Impetuofo.Impttuofuiunte
corjèaformargliwtprotepoaddofìograndiffimo.
Ptricolo.dr Terigtio. Lat peruulitmMcnmen. P et. &
3 Q.C. ’Peruolo‘Graude,Grandiffmo,'Pnfente , Medefir
mo,Soprafltntc,Mmmio,Gra» Tericùlo. Pericoli
Infaiti,TnJ}ibiU,Mille, Strabocebeuoii , tà- non Tenfatt .
D A v.sélea creder iLmondom fuo Tendo. per far k
rima ma ma. fi dee ufare .
Pcricololb . Lat. peruidofia , diffióUi. B o c. Tericoloft
■Tramontana. Peiricolose Battaglie. P et. De le
Tcricolofc tue Fauille .
Periglia. Lat. periculum.B o c. In lui t'ingegna di metter
tenerne del tuo honore, per cui quel mèd^imojet bora,
c^miUeahre nonbaidubaato di mettere m Tertglio.
Per. "Peri Signor mio baggktecura , Che fimilmcnte
Hoaauen^auoi.
Pcrigliofo . Lat. periculofut , difficilii, difficultate plenus.
.P E T.y idi affai Terigliofi il mio uiaggio. Bifagnair lene
al Terigliefo uara.Dfo Ptmprefe Terigliofe , ó* nate .
Terirc. B i M.Ter farmi an:^ il mio di donna perire.K 1 .
BàrcWlo. Lat. periculum, ual pencolo. P ET. Onde uaiino 551
a gran Hifchio huomini ©• arme .Dan. St come per cef
farfaUca,o Rifcbio.
.Arrifcbiare. Lat. pericttlumfacerc,ateam lacere rudere, è
ponerfi a pencolo, tcntare^rouareroardire.P e T.Secu-
ro non làròjn ti ch’io a’arnfcbi. Tato ama fe eh' in tal gio
cOiamfibia.i.afficura.Boc .Aitami che alcuno ìar-
rifcbiafic a credere, che faffe difio . Et mciò arrifchkrò
k pcrjonajdr la Hita.i.mi iterò a rife bu>,o a pericolo. In-
torno a quelle nouelit non s'arrifcbiò .
ArTÌ(c.h'icuo\i.Lat.aHdcntcsjntrepidi. B oc. Credciidoa
marinai bugiardii&ArnfihuMoti. F i.
Ctudclti. Lai. feritai,fauitk,mmanuaifiirilas,ajferi-
tat,icerbitai,fiuirttas. P i t. Ch' amor Crudeltà gli
han pojio afiedio. B o c. yfa in me k tua-Crudeùà. T an
la, & tal fu k Crudeltà del tielo , Maggiore, .Amba,
yjàta,I'eniÌKalaU Crudeltà. B e h. Mollo doucte eficr
cruda . Ah.
Crudele. Lat. fieuus ,immanii; ferus ,dirus ,efferatui ,
efferusjmportunusAoceni.immanfuelus, infejtus, ater ,
feuerus . P b T. tir B o C- Crudcl,& Crudele , Tefttlen-
^4 , Temtcnxa, Madre, Fine, Guerra, Impreft, Madri-
gna, Morte, Ombra, Tngione, l'ita , A mor , Sentimen-
to , Lufingbier , "Pianto , Signore , Ftuomo , Tiu Crudel
d'ogmaltrafkra,Cic\t)hEt Mani,SteUe,Da Crudeliobó
brattom offufcaie,CrudcbffimT<miim. D a m. Lucia uè
mica di ctafiun Crudele:
Crudeli, celebrati da nofiri Torti, Archelao, .Attik,
cCplino,Ciro, Coti,Creonte , Dionifto Siracufano , Diomfio
imperadorc,Mida,Me:temio,tieron, TbaUrù, Stilk di
'Ujlò>àibino,Scirtme,'Proeufie , Cerchile iCorinetotutti
uccifi pcrmandiThefeoJSilU Romano.
ArclicUo.philofopboRe di Macedonia fu difieflrema Cru
deltà,che amaxi;^ ilfi^molo, il tìo, & li jratelioil quale
ragioneuolmente nel regno douea fuecciere , uedi a Tbd»
fipbka 195.
Attila flagello AlddhjudiPìufloria aqéi.
Cito ^ di .Meéa , uedi k bifiork a qó 6.
CotiJic é Troia, che uentiquattro anni fu piaceuélifiimo,
poi Suine fi pieno S crudeltà, che fiuenòk moglie per ut
der dotte erano flou I fuoi figliuoli.
Ccconte . erudeifiimo tiranno , ueS a Manto, & ai
Argia .
Dionifio.SiracnIànoaiedi U fiut hifioria a Tiranni a %q\.
Mezencio. fu uno de principi della Thofcanoi&p quello
che ne ferule FirgSo difjiregiatort delliDei,& biajmuto
S nuoua&mufitata cruSltà lontra U ulta human*, d
quale legaua 1 corpi uiut con quelli de morti finguinofi &
mani.&contal line S fuppliuo ucadeua 1 fuSliti-Altri
leggono Metallo figlio di Majfimtano , il quale a tempi S
■Cojhumno Imperadorc ivgmjlaméteet fieramente tenne
in Ramai impeno,ct perfiguiti a lerbaniente i cbrifiiani,
riar di molte & nane f tue di fic ra tir acerba mone, eir
però ponendolo il wfiro P e.j. tra crudeli dice Siila ,Ma-
>io,7^eron,GaK,& Me:(iirtioJauno parer k mone ama
raptuib'nluncui,
Ncron. Lat. TieronfigliaS DomuiOi&S Agrippma,U-
qualefu moghedt Ckudh imperadorc. Cofiui fu dilpieta ^ > ;
te^iW7oict crudele lotra il padre, kmadrejgd fratello
K iitj
Marte CIELO Marte
Britttmco,OttMiit fra forella & doma, ilfro precettore Crudo. Ut. atrox,eruielis,ferutjmmamt, mmanfretus ,
Seneca .cantra molli Komani, iijualtfe tutti crudelmente inexorabitii,ual afrro,acerbo,4uro. P E t. t>" B o c. f m
tnorire,iT cantra ieHapatria ,iellaqHale arfe la maggior do Odio,.Ammo,S4mor,Giomo,Garzon„4mitcar,C R v
panerei al fine piu crudele d'ugm piu fiero tirano. Fu Se- D i Roncigli. C R v d a Sorte, Fiera, Imagine, Foglia , ‘
fio mperadore per adotuone di Claudio.alqualefuccedet Tafiorella,Morte,Ftmura. C R v D e Bracda.'hlpttt ,
te;&benchelofiepieni'ira&dijdegno&robufioetdu V oci.D a n. Tofioelte’ntefer le parole Crude .
rOifuegUuinto dall'amore di piu femme, & tutte final- Incrudelire. Ut. lenire, ho c.Dinonuolerein alcunaco-
menteì'hcbbemodio&lefèmorire;m.i (òpra tutte amò fa nella per fona di lei incrudelire. U deca fruerità di Ile
Sabina l'oppea ; laquale nondimeno un giorno adiratofi leggi, & de rettorijiquali ajiai uolte quafi folleciti inue-
fartemente con un calcio uccife. Lungo neramente fareb- fiigatori del nero mcrudelédo fanno il falfoprouare. Tioi
be a uotere tutte le crudeltà deferiuere ditiffrone et però non incrudeliamo pm gb ammi.i. facciamo crudetiexaffie
faremo fine;uedila hi fona di Seneca a lo^. al luogo fuo. remus at exacerbemusanimos.T H.Cbeiocontra mia na
P B T. è'I tergo divietalo e'ngiuflo , Kedilo andar tura in te incrudebfca .
pien d'ira e di dtfdegno, Femina'l ninfee par tanto robu- DuTe2i2,Duro.Jndurarefiigidcgja,Rjgore,Rigido, Ruut-
flo. SiBa,Mario,'Heron,Gaio,(fi- MegenUo tutti crudeli. do, .Afpro . uedi a Qualità .
jjj Vhihvi. Ut. Thalarii fu Re di -dgngemo città di Cicilia, Scempio fofi. Ut.cruciatus,ignominia, infamia, dedecui,
ilquale per fomma crudeltà proponeua premio a chi tro- contumelia, probrum,ual firattojdifgranajo cafo mifera-
uafìe nuouo cruciato o tormento contro agli huomini, & bile, come appo il P i x.fien che'l mio crudo Scempio. Fi
ne medcfimi tempi fu VerMo .Atheniefe artefice digrà- di Siface pan afimilScempio.D a n.Moflraualaroui-
de ingegna. Cofiui formò un tondi brongo di fottiliifime na e‘l crudo Scempio ,Oni io alni , lo Hratio.e’l grande
pulire Inelqualuolea thè fimettefie chìhaueaadefiere Scempio . A n i. "Perche cofior uolcffen far Scempio De '
ucàji,& intorno fi facejft fuoco; onde quando per foper- gb anni uerdi miri contea ragione. & quando dinota fola ,
chh ardore Fhiiomo dentro pofioui gridafie , ufeifie noce cJ- leggiero^& di poco ingegno, uedi a i tqp.
che pareffe horrendo mugghio di ton,o é bue Thalaris Scempiare. Ut.crucure.lacerare. P e r.'hlpn temogià,cbe
gli rendè degno guiderdone a tale opera ipercioihe uoUe piu mi firati, ojcempte.i.mi dia difgratiafi mi factufee-
che egli primo fofie che tal fupplicio prouaffe. Et certo mo,& manco. Ut.fioUdum reddere^pud peijiot.tìr ra-
fugiufla co fa .chethiè inuétore di crudeltà fii quella me. bies,& animi acerbitas .
defima paiifca ; Et ottimamente quefio tfrrefie Ouidio: Kahbii.Ut.rabics,è tra ira,& funre. PtT.’Pofefranoi, 557
tipnefilexaquiorullaiQuamneeisartifieemfraudepe- &laTedefcaRabbu.L'iraTidtoatal Rabbia fojfmie.
Tire fra . Di "Penilo manifefta "Propertio. Et gemere m Ond' altrui cieca Rabbia dtparullo . S ruga temer di tem-
taur» faue Penile tuo. EtGiouenale. Thalans Ucet hn- po,o di fra Rabbia. B oc. U Rabbia dell'infemo.Longo-
peret Ft fa Falfm,et admoto diSat penuru taun.Sum- barde Rabbie . A m. Quafi per doglia fu prefSo a conuer
mum crede nefas ammani prx ferro pudori : adunque ot- tire in Rabbia la fra grande ira ,
umamente dice Dan. Come'/ Bue Cicilian, che niugm Rabbioro.lat.rabidui,& rabiofrt. Boc. Rabbiolijjiirto
gbiò prima Col pianto di colui ((^ ciò fu detto ) Che Cha- della muidia. -/Cguifa if un can Rabbiofo. In Rabbiofr ira
uea temperato con fualima. accefo. P n. L'orfr Rabbafr per gliorfaccbifuoi. Com-
Silla. Lat.SjUadifìus Luciusaicmico di Mario .nobitisfimo prefiamtomodaRabbtoftuerm .
cittadino Rfimanoflquale lira hauiua talmente occupa- .Arrabbutre.Lat. rabire. dr rabidut fieri. D A ».V-4rrab-
to.che egli era diuenuto del tutto cieco; non pur bppo, thè biate ombre, che uanno intomo .Atii. E pel contraria
latinamente fi due bpput , dr oculoslippientct habem.i. duolfi egli, dr arrabbia .
laibrymanies cum puiredo ab hitdefiuit. Cofiui come Seueriti.Lat.fruerirat.ègiuftitia fetrgamifèricordia.Boc.
narra Plutarco mò per ira, dr odiograndisfima crudeltà La S euentà delPoffefò JcoUre. la cieca Seuerità delle leg
in quelle fueprofirittiom.nellequalife morire tanti della gi. Che conSeutntàfitrahejfe Uuero.
Romana nobdtà,ihe farebbe lungo & faticofò a dirlo, Seuero. Lar.P iX.Fnleggiadrofdegnoajj>ro,&Seuero. .
Tra falere fue opere, fè in un punto tnfieme morire dodi- Et quanto in arme fu crudo,dr Scuero. Boc. La tua Se»
à mila Preuefiini, talmente fi lafciaua uincere all’ira;dr nera Rigidegga dtminuifu quefio fido mio atto .Dan.
efièdo i Pogguolo occupato dal morbo pediculare,ehe gre Ogiufiuiaé Dioquant'iSeuira.
camente fi chiama mtefe thè Gramo , tlquale Atto. Ìat.&obfcurum,drnigrum.T) uh. La morte pre- 558
gran quantità é danari alla Republica no uolea pagare, fi frbitana , d!" jltra . La barba unta, drMrt. Agi,
indugiaua afrettanJo la fua morte findeiratofijengamu Maptude l'abrenubilofe,& ,Atre, 1
fura feb fece innaagiuciiire,& infra prefcngacoman. AaoccJiat.atrox,ferus,/euerut.Bo c. Da cofi acuti
dò che iaffcgafiefd" tanta fiala uehementtadelC ira CF .Atroci denti trafitto.
del gridare, che rottafi la poBema conmolta efufione di ProteTuo.Lar.&petulaut,proeax,fuperbus. Atit.Cbe
fangurla feguente notte fi morì: dr però ben dici il Ptx. nimofiratelordure^Proterue .
L'ira cietodel tutto non pur lippa Fatto hauea SiUa,a Sefatido.Lat.ualcrudele,fielerato.AKt.Perfarauu
t ultimo f e fiinleieS" alerone ftcendomenttone de crude- mofiropcdaboUsfatdo.'tiofiritiefandiobbrobriofier
li dite. Siila, Mario,Tq,eron,Caio, & Megentio. Ari. rori . Ecco ucnir l'Harpie brutte,e TÌsfande. Che mam^e
Mano,SlUa,7ieron,Caio,dr .Antonio. pene non fon fi "Uefande .
Imnuni/ììmo. Lacual crudelufimo. Ari. Eggelinolnu Empio. Lat. mpiiu,cruJeltsJmmamsàuhumanus,efiirui.
mamtfimo tiranno ; Che fu creduto figito del Demom. noi crudele , dura, Ptr. Enpn Sonore , & Spenta-
Em pi
. ■ -V.
*:
V
I
Marte
Empi Martir, Empia bifgratia.Fortiu
tu, Bibilotùa. 'Hnbe,yoglu,Cote,Clitfmmflrti. Empie
Sactte,DolcexxfjMci, & Kiéci. B o c. 0 Cioue chi pm
Mmpùmentehamrrùatoletuefaetteifi. D a n. De
iEmpuxj^ <h la che mutò forma.
Afprczta, lat.^fperitas, atfleritas,ual cruieltà,&du-
rr^. T E T.Scpurfua .A^rex^tomia fieUa noffcn~
de . al corpo trajcf Jt^re^a .
Afpro. Lat.a^, efferaius, tfferus. P E T. .A^ro Cor.T em
po Giogp,Scoglto,Mare, C^po Indegno, Danno, &Stile.
Cofi nel mio parlar uoglio {fiere .Afpro. Aspra l'ita, Te
na,Iniagine,f'ia, Guerra, Tiaga,Tetra. .A uot fiefia pia
tendo .Afpra,e!r fuperba. Aspre f'ie,Saette, Gonne ^i-
me,& Selue, Aspri colli. B o c. .Ajpra yiia„AfprtSo
J^irj .Alpro Senticro,et Stato..Ajprij]ima Guerra. .A Ipra
CIELO Marce 77
Lat elatut ; dr nobiUsjanperiofus^oganijafiuefutan-
fotens, inflatui, difficitn,grauu, procerut, non ferendus .
P E T. Marte Superbo &fero. Superbo fiume. Di nòli Su
perbo fi lamenta, di' pente, & me Superbo d'honor tanto.
S V p E R B A Treghiera , Centura, Morte, l'ifla. S v p t r-
BE T’orn.S'vpERBi Chnfliam.Cheui fa nr Superbi oro et
argento . Tonimi m humil fortuna od in Superba . Tfon
Superba,oritrofa, Auoi llejfapiaiendoafpra ,& Super
ba.Era fua uifla fi dolce Superba.Humil in uiHa,& con-
ir amor Superba. Conlepalme,& coipiefrefca,&Sum
perba . Tallida in uifia bornhiU df Superba . Che ui fa
cofuoiraggiaUe dr Superbe. Diche uanno Superbi in
mjlaifiumi. Boc. Ucifea, che attempalctta tra ,dr
ungi Superba che nò. La tua forga fuperbientc fiher-
nifie.ÀM.
mente Uriptefero. Dan. A fpra Selua . Afpre Lingue , Superbi, cf/ftr>ir»i<i»ofJn Toeti. Tutti i Giganti, uedi a
Rime; Afpri Sofpiri. Afpro Marliro, Diferto,Telo. le fue bidone a Famofi in arme . fecondo tor-
Inafpro. Latatfpero,& mdurefeo, exafpero,exacerbo.P E T. dme deil’alphabeto. Roboan.
Onde come nel cor m’ induro, e'naf prò ; Cofi nel mio par- Roboam fu figliuolo di Salamone che fuccefìe al padre nel
regno,& uenuio in Sichen, oueera congregalo lutto ilpo
polo d'ifrael, usò tanta Superhu ; che pregandolo il popo
h che t' aUeggerifie del grane giogo c banca mipoflo Sala
mone firn padrc.incitato da Superbia fpreggiando il confi-
gliu de uecchi etfegmtando quello degiouani rifpole,ibe'l
fuo mimmo àio era pmgrofso chele f palle paterne.dr fe’l
padre gli hauea battuti con la uerga, egli gli percotcreb-
cc col baflone ; Terchefubuo fi nbellarono dieci tribù , di
dodici,& elefiono il loro Re Icroboan, tìr lapidarono A -
doramal quale rifioleua il tributo per Roboam egli fi fug
gf in Hierufalem ; perche Sifolb Re Jt Egitto fperando nel
lafeditionedegliHebrei,uenne con robudo efferato dr
affcéò Hierufalem ; dr per fame coflrinfi Roboam a ce»
dargli che faccheggiafie la cuià & il tempio di Salamone
drdiueniarglitrwutariofindedice'D a k.O Roboam già
non par che minacci .
lar uoglio efiere Afpro
Profano, & Tropbano.Lti.idedprocul afanoaiel longe a
tempio , ual tnfto , & contea la religione d'Iddm. Dan.
Folgonfi fpefio i miferi Trofara. A sii. E le Teofane cofi
ire ugualmente .
Sfrenato, Sfrenati, uedi a Freno ai tu.
Spietato . Lat. iinpius. P e t. Fece di dolce fe Spietato le-
gno. Spietata flampa. D A ti.Qjiiuifi piangongli Spie-
taii danni.i. i danm dati .
Diipietaro. Lat. impius ; iruculentut,immanii. T e r.Di-
f^etato Giogo, Lume, Tdgron. 1.) t s P i etat a Corda, t'en
tura,Morie.Tarttffi quella Difpietata dr rea, Tallida in
mfla. Hor Afpra,bor piana, bor Difpietata,hor pia. Di-
jpietate Offefe. Boc. Difpictato Taire.
Horribile. Lat. ual horndo & brutto. P e t. Ch’i nel mio
mar Horribil nvtle,dr uemo. Del nauicarper quede Hor
ribd onde . In mei.o'1 fòro Hon ibilmente noto. Boc. Faftoiò. Lat. ual fuperbo,& altero. A r i. Tion fiate però
HorribU l'ida. Horribilmenle la pelle incommeiò . Tee. tumide , dr Fafiofe Dome ,per dir che t'buom fia uoflro
catihorribili. D A K.Difelafciando Hombili éfpregU. figbo.drFauflo,ualfebce,uedia 706.
brutta fama . Tumore, cbedinota fuperbia,o gonfiamento uedi ai69$.
q6» Horritio. Lat.ualpaumtofi,terribile,&duro, B oC.Qkb Itz. Lat. L'ira niunaltracofai, cbeunmouimentofubitoet
fio Horridocommeiamento ut fia non altrimenti che a co* inconfideratodafentitatrifiitiafòfpinto, P Et. & Boc.
minanti una montagtu afpra dr erta.
Terribile. Lat. ual fpauenteuole. P e t. Terribile "Procel-
la . Suono, Cena.Thedra amante Terribile, dr maligna.
Boc. yeder del corpo di lui ufiire una cofa ofeura , dr
Terribile.
Manigoldo. Lai. carni fex, lorarius , uérgator, dr brulla,
nui , dicitur abrutus. i tl Boia , il Carnefice , 0 maeflro di
giufiitia. Ari.;/ Manigoldo in loco incubo, & Ermo
Tado di corni , e df auoltoi lafiiotlo. Si uide/lManigoL
do amor fatoOo. A noi mega uemre il Manigoldo .
Boia. Lat. carnifex, tortor. Ari. Martano iéfegnato in
mano al Boa. Ben mi duol ebai troppo bonorato Boia .
Superbia. Lat.elaiiodnlòtentia,faflui,arrogamia Tet.
Che Superbia condufie a bedial una . Con ToUmn , che' n
Ira i hreue furor, & chi noi frena,i furor lungo.Ira Mol
tafirande,Tanta,Feruentc,FieraJStraboccheuoleA^oco-
fi. Giuda ira à Dio, L'Ira di Gtpue^l cielo . Guerra .
dira piena. Da fubita Ira accefa. Tngion et Ira. Alber-
go dira. Compunto d’ira. Tim d‘Ira,drdi difdegno. Ta-
feendofi diraStato d’ira , Ch'orgoglio & Ira il bel pafSo
non chiuda .dral fot uenga in Ira . L’Ira cieco del lutto
Fatto hauea Siila. Cacciala [Ira diffe. Che pietà non ba-
ueffefpentetlre. /re Dolci.
Irato. Lat. T E t. Irato Culo.Gioue,Scilla,dr Canddi,Mu
no fi [eco Irato, che non filiti' l duolo .
Iracondia . Lai. iracunJia. i ira che dura. B o c.tfe[l-
racondia ,nela rabia fia in te 0 duri, U quab fogltono indù J i 3
cere (ubiti mouiiHeHti,ct fconci, lequalt poi papale joglio-
S6i
tal Superbia fitlfi. Boc. Superbia Grande, Iniqua, Te, no ddere. T H.
Ticolofa Tedilengadeltuohofle . Dementi Guaflatrice, Iracondo. Lat.tracundns. B o c.Si come colui che piu che
Inuocatrice dira,SufalatricediBrigajrelT H.ueél'In aliunabroera Iracondo et bizzarro piu che’altro .
ibce,douetroueraidifcorfiaffai uagbi. Jrafcere.Lat jrafiiS A n. Dimmi caprarnouelio/:t nonti-
Superbo, dinota abero , & alcuna ueba fignifica nobile. rafiere. F editArcadu del Sanjouino,
Mifte CIELO Marte
triconà\.ceìAraliianoSiriTi>eti.UUffat>àronugHoSilU ebhorri.i.{behoHpoi comJcereperfettiwimc.Laiiouitàl
Romano, Tideo,yttlnttPttano. s'ijiorU Lngna abbona .
Aleflandro MagiK.P t T.yinàcor jtlcffandrotln ninfe. Sdegno . Ut. màgmtio. P s t. «Jr B o c.Sdegno Gentil.
ueJt a 45 8. Cramii/iiino.Cmjlo.la ai non alberga ira neSdegm.Oa-
S i \h.nobililJimo cittadino Romano V Et. Vira cieco del tnt d'alt roche ira & Sdegno non bibbi mai. Tietofa, & len-
to non pur lipfo fatto hauea Siila inedia crudeli a 5 5 4* Sdcgno.Si>Ean i Suaui. irgriadri, Dolci, alteramente
lideo.Ut.TydeusligliodelReEneo.nanaSiatioHcllaTbe Humth. fufsegmflatagion a Hojtri Sdegni. "HeCarme
balde, che non potendo regnare in Cabdoniauenne ad .A- mie punta di Sdegni ffie^t^a. £t cantando acquetar gli
drajlo Re di .A rgojil quale a lui éede una delle fuefigliuo Sdegm.tà" l’irt .
le per moglie.indi fatta Jlretta amicitia ti Tolmceprima Sdegnofo.Z4». irafcéilii,iracunjui,adiramfacilis.alcn..
mmicifsiini,il quale in quel mede fimo tempo ft acciaio dal na uolta in mala parte, tir alcuna in buona parte fi pigliai
fratello Eteocle era flato fraudato del regno diTbtbe,In Boc.Lol'colareSdegnojoficontefauio.EtforteSdegno-
loccor\odi lui andò con moltialtri Reallaguerra Thcba fo,iracondo,& big^arropiu cbealtro.Uquale poi ibel'u
na,oue IH battaglia meontrando Menabppo che in aiuto no & [altrounpoco Sdegnofetta bebbe guatato.D nn.
era deTbebani,fu daini grauamente ferito, KtTideo con EtpoiquafiSdcgnofimtdimàdò. Bi ut. Amate \degnoja.
grande tra ferendo i'uccife, ma accorgendofi poi che la fe Sdegnare. Ut.dcdignari. P Ei.DinoHroardirfra jefieffa
nta era mortale, & che uiuer non potea, fi fe uenire innan fi fdegna.Gradtfce^ fdegna. Ouunqueella fdegnandogli
SJ la tefta di Menabppo, & quella con grandifiima ira ro
dendo fi morì. Et però dice il noflro V ET.L’lraTideoa
tal rabbia fo]pinfe,Che momifei fi rofe Menabppo . Duo
Aiaa,Tideo,&Tolinice'Hemici prima, amici poi fi fidi,
IJ A N. 'Hon altrimenti Tideo fi rofe Le tempie a Mena-
lippo per di (pegno .
\ak-ntinii(io,lmperadorRomano di natione yng3ro,&
buon chnHiano , ilquale iratofi cantra certe legatiom,gU
fi ruppe una uena nel petto col gridare , & indi uerfando
il fangue fi morì . onde il noflro VEt. Sai yaUatinian,
che a fimil pina L'Ira conduce .
j6 4 Kicpiitofo. Lat.iracundus,maleficut,perturbatui,furia-
Jus , uat furiofo, cJr pieno eCira. B o c. Calandrino feari-
caie le pietre, che recate hauea , "Hiquitofo corfe uerfo la
moglie Arprefebt per le treccie. Bem.O niquitofo arciero.
Adirato. Ut.iratus,pcrturhatus,commotus,concitaiusdn
dignaiHidnflains,atrabibs. B o c.Sopragiunfel’Aéram
tu marUo.Lambcrtuccio cofi Adirato, t Adirato Mulat-
tiere. Adiratamente commeiò a dire.
Adirare. Ut.irafci,excandefcere,furere4remere.P Et On
de la mente ftolta S'adira,^ ptange.Se Cbriflo teco alfi-
ne non l'adira. Ceri, quando talhormeco s'adira.'Hpn fre
me cofi il mar quando ì adira , VI fi> cbe’l fento , & fpeffo
cubi gira Volli in fefieljdilbecto Siuafi jdegnando. >(5
fo ,11 me ne fdegm , in prima perlòna . ond io mi fdegno.
Sìucfìo di cb'to mt J^gno e'ndarno grido. B o c.Sdegaan
do la uiltà della feruile condii ione. i. hauendo a fdegno . Et
forte ne Jdegnò.IJdegnato per la fica utibtà. uedi i’ Indice.
Difdcgno. Lat. indignatio,ira. Rannufiajua Dea. P et.
DifdegnogmSio , Leggiadro, Afpro, Scuero, Armato di
Difdegno.'Pien d!tra& di Dijdeguo.Suo nfo,fuoi Jj tsoi
ON fue parole TaUnr humtità uince Dijdegno.
Diidegnofo . Ut. iracondus , coneitusad tram , ad rixam
procltuis. P E tMifdegnofo 'PettoMoniu,Chc'n mila ua
da altera tr Diplegnofa . Hor maitfueta , hor Dijiiegnofa
e fera , Vedi Tamii ts che'lfuo fiate Abfalone Difdegno-
face dolente fi rithiama.Boc.L'Abalc DijdegHofi.DAN,
Come tijiaui obera, dr Difdegnoja . Dal fico maeflioDi-
fdegnofo,&feUo ,
Difdegnare. Lat.dcdignari.P e t. Senonebe forfè Apollo fi
éfdegna.
Stizza. Lat.ira,bibs,e.rcandefcentia,i ira,raibia,cobora,
coruccioÀetta da Stiggp ; perciocbe Ctraiondoctoi flat-
•gpfi s’accende dì ira,come fa il Strgptoaffocato. B o c.Oo
ue la donna per Stigma datauola leuatafi. £ piena di Sti^
gliele toljidi mano .
5(56
zai
me n'adiro. hoc. Si nferbafie [adirar da fexxe.U mcn Stizzo(b./a(. iracundui, atra bib percùus. B o c Uqua-
tes'aJira.Fieramenteaérata.D A K.Tu,percb'iom'a- leeratanto piu fpiaceuoledr Sliggtpfa che alcun'abra.
din non ibigottir.Si th'un'abra fiata homai t’adirt.
Odio Ut. odiumàrafindignaiiojiomaibuiidolor.i ira in-
uecchiata,& perla noia,& per mole fiia. P e i.tSr Boc.
Odio Mortai, Crudo, Lungo, Cinti . Inacerbo Odio acce fa
daUafica ira.lo haggio in odio lafpemeei defiri.Che'l ad
nOdion'haggia. Home fiefiom Odio. Hebbilauttam
Odio. SitamorinOdiotorfe. L'amore in crudo &actrm
ho Odio irafmniò. Sono alquanti animab,c' hanno in
Odioil file.
Odiofo. Ut. P E T. Odiofo Volgojdr Odhfa "Parte.
j6j Odiar. Lat. odcre odio pcrfiqui, odio habere.U fera defiar,
odiar l'aurora . Odiar ulta mi fanno . cubar me medefino.
Dan. Che Stivgopnnenieéceancb'i coHuii
Cruccio; & Coruciio.Ut iracuiubajrafientia, odiumjn- 66-j
dignatio P E T. Ingiuria da Coruuto, gir non da febergp.
B oc. D'ira & di Cruccio fremendo andaua.Terche que-
Jlo Cruccio mefiere i fu un frate cagione del Cruccio. Da
focofo Cruccio rifcaldato . Et appreffo con parole, & con
Crvcci luÌAt fenon iribokJSe.DAS.Cb'io'luidibuom
già di fangue AV di Comedo.
Cruccio(ò.Ut.concitui ad tram, procbuis,femens ad irà.
iracundtam incaatus. tracundus, irafiéilis. hoc.fula
donna oltre modo Cruccic^à.dolente. Crucctofo afiaijpie
HoiViraJje Crucciate acque delmare.
Ciaperanticanfamtaodiaelrdifiirevga. Ma ferma fon Crucdare.Ut.irafci,tncendi,futcenlere,flomacbari.D ah.
et odiarli lutti quanti. Boc. Si come già odiai , cefi al E’I duca lui,Charon non ti crucciare,
prcfrnte amo • Oftinarione. Ut.objlmatio,pcrtinatia. hot:. Et douetu
Abhorrire. Ut.abborrereihauerinodio,oafchifo. P et. pure in fu la tua OJliuatione fojfi duro.
Se brama hunoree'lfuociirarioabborre.D Anglofile- ORinito.Ut.ob{linatus,prrtinax/:erebrojui,duracenii-
gbaio ao che uedeabborre . Amen che poi nel magtnar dtjiomo cermccfutfcapitofus, utexorabibs,clurus, diffia-
Marte C t B L O Marte 78
lis.MffimjtitrJmmKUbilis.Ti T.Oflmaro Uffjtmo. Ofii Scom figliare. Ut perturbare,&profligare. A« t.Pl cam
tura y agita . B p c. Ojliitata durexv Ma pure Oftiiu- po eultfiaSìico fiompiglia. per p. non per b.
lo in fu la jua ircienzA • Contaminare. Lat.Cr tnauinare,fitdare, ntatulare,folUie-
ScranOjC^ Stranio. Lal.morofm,Jilfictlis. P i t. Strano Ca re,peruertereaonturbare, (ommaculare,maculuaffice-
derJittoJCabno, StRANtCenti, Forme, Str an 1 Ef- re,labem mferert,macklu a^ergere;irformare^urptfa-
fem. yoltan. Udì, Topati, Melfi .Strana ÙoUexxgr iere,tbfcenarealebaneflare; per tonturbare,corrompere.
Fenice, Clima. Stranio Cibo, ir Eflranu f'otc.D a h. maculare. Boc.ll frate non ardirà uemrti a capi a con-
Soito‘luelamedcgUiterftStrani.i.t’hannolenlóéHerfoa taminat la tua famiglia. La ben difpopa mente non pojfo
quello,cbe moflrano. B o c. Strana Donna,Cofa. Strana no coniaminare.Coiaaminala non haurehbe thonepà del
mente ual grandemente. la donna fua . 7dpn Jòlamente della infermità il comamù
jgg Stramare. Lat.alienare,&abalienare.ualelferediuerfo,& nape , ma quello in breuifitmo tempo occidefse. Ari.
contrario al uolerdf altrui. D u N. Ch'lftramajfimegia- Contaminar potejjero la moglie,
maidauoi. Conttmimtione.Ut. contagio, infamia ,notamacula,
Stnniero, è lo forefìiero,uedi a tj7f. labei,calumnia,oppofitio,ual Macula, torrutela. B o c.
Eftraiiio,^ Straniero i il forelliero,et alieno, uedi a t $7 9 .4Ua "Honna parue che quelle parole alquamo mordcpe-
Ritrolb. Lat. morofus ,peruerfui difficilù , dtp repam ìda rolafua honefti, 0 la douefiero contaminare ne gli animi
retrorfum. lat. 0 da ritrarre, ual fuperbo m mala parte, di coloro che molti u 'erano,che f udirono: Terche non in-
fdegnofo,& oSìtnaio, ir è proprio quello che non uuol ce- tendendo a purgare qiiefta coniaminatione , ma rendere
dere aialcunoatnzf é adogntunocontrario. P E T.Kitro- colpo per colpo prrfiamcnie rifpiije .
fa Gente, Donna . 'Hpn]uperba,oritrofa. B oc. Rtirofi Orgoglio. yo.Tr. irLat.fjfiHS,fupcrbia,daira,&ur-
Fcimna.Ritrofi buomini.Ritrofetto. Ritrvfia. uedi l Indi- geo . che dinota fuperbia , £*r arrogantia. P tr. Sol che
ce. Dhk. Dtrietro guarda, &fa Riirojo calle i altari- cantra humiltade Orgoglio ,& tra il bel papo non chiuda,
uerjà . Che'l giglio Han era ad bafla mai poHo a Ritro- Spegne^per humiltaie,o per Orgoglio . Et ha fi eguale a
pi, tdelì retrorfum . kbellezxp Orgoglio. Tiena fi d’humtlrà,uotad’Orgoglio.
Rintrofire. Lat. Superbire. Boc. fiyina cofa è piu grata da y ergine humaua , & nemica d Orgogho.y oto i offuua-
tomportarc, cheunafemtna ricca ;muns piufpiaeeuole, lorpuniogni OrgoglioJouercbio,Duro.
. che uedere Rintrofire una pouera. L a. Orgogliofo, ual fHperbo,arroganie,& altiero latfuper-
Turbamento. Lat. perturhatio. Boc. Innam^ che tu dia bue, fafiuojusa latus, tracundus. Boc.U donna uolta-
materia di Turbamento alla diuina ytnere. A u. In Ci- la fi Orgogluja dipe.
fri, ti- in Rbodt furono 1 romori & 1 Turbamenti grandi . Malgraoo,iMÌ a onta, 0 a di^tto,tir cantra il uolere. Ut,
^69 Tatbitione.Boc.TantaTurbationedicofe.Turbatione ui^elperuim,autprateruoluHtatem,feuueUtnolu,me
diacquaJ.eTvKUk-tiotitmolte&grandij:.Angiolieri aoiente.P e T.Cbe Mal mio gradoamonemitrajportaj.
Turbatifjimo. meodanno. s'aMalmio gradoillamentarnonualeill
Turbato. Ut. iratus, perturhatus , comntotui, indignatut cor che Mal fuo grado a tomo mando . & Mal fuo grado
atrabili percitus,contilatus, inflatui. P s T. Turbato Ci- ,4 la fua lunga, ^ mia morte coipintajìegno i,che Mal
gUo,occbio,Eolo,Enea.TvKtnti yenti, Occbi,Segni, Jùo grado a terra guccia.Boc.Mal grado di quanti u e
TeròTvunmunelprimieroapalto.EUaparlauaftTur rano.Mal grado di leiMalgradoditutto'lmvndo .
batainuiPaXant'alfuoamantefuTuihata&fella.Tur I)ifpeno.ualfuperbia,CrldegnoJMjmurta,opprobriiim,
baio inuifla ft ritenne unpoco. yidiui alquàti cbanTur odium,caluniniaJafio,contemptui,dejplictntia,deJpeRio,
batti mari. Boc. L’animo fuo Turbato . llgmdueTur- defpeOus. Boc. MoRrò il Difpetto a lei fatto dal Duca,
baio. VareaTurbata. U difpetto di te iofo cio.L a tuo difpregio. Ut. uelis nolit.
Turbare . Ut. perturbare. P E t. Ter non turbar il bel uifo & cantra il tuo uolere.Lat.uelis nolis,inuitut. Tiu Difpet
fheno. Fia'l uiuerbellopoiuedrem turbare . E'iuoltofi tofamente che foauemente parlando hanno dettai per dim
lurba,&raperena.‘Hsnficb’larda;arpuoturbarmPl fpregio. Dtjpetteuolecofainelprimiperauaritia. Ph.
fumo . Toi repente tempefla Orientai turbò p Caere Ó a n. Ma com’i dipi luiPi fuoi Difpetti.
tonde. EtnonturbòlaJùafronteferena.Boc.Tionuo. Dcfpinodnuecedidifpetto. P et. Teriifogarilfuoacer-
lendola troppo turbare ,&fefi turbano . Sen^a piu tur- bo Defpitto. Dan. Come bauepe Pinferno in gran De-
I barfi. Di che egli fi turbò forte, uedi Cindice. A r t. fpitto.i.in difpregio. Et ciò fi ha detto per far la caden^ ,
"Non ti turbar, & fe turbar ti dei Turbati che dife Uiipcttst . Ut.DefpeBa.V i R.Dtfpeduttibifumjial di-
mancato fei . ikepota. Dan. ^eHa priuata del primo marito Mil-
fjo Torbidare. Ut. conturbare. confundert,mifcere, ARi.Tre- tet ceny anni^Tpiu Difpeita,& pura. 0 cacciati dal del
mò Tarigi, e torbidoffi Senna. gente Difpetta .
Torbido, perfofeo, uedi a 1 8io. Difpettofo. Ut. mfePut,odiofus.ualfuperbo,&fd^fo,
Comurbare.Lat.&turbare,confendere,commifcerefommo colui che tutti altri difpregia. D a n.£t giace Difpettojò
uerejper turbare, obturare,mipere. P 1 r.Siuel che con- c torto .
turba, et acqueta gli elementi. Difprcgio, O/prra^a , i/^retxarr. Negletto, uedi
Terturbare.Lat.Pfi.MaFaduerfariarma.the'lbenper, ft^t’
turba . Peruerfiti Ut.peruerfitai,acerbiuieet calamitauB o c.
Ddìurbare. LaU&perturbarejial impelle, interrompere. U Terueffità di qne^ mortifera Pagtone . U Teruer-
Ant, Ma tufeigiuntoadlfturbariidU tutto, •* fitàdt tempi.
Ma^t^ C I B L O Mirre
Terti crfo. Ut. '&KrrfipeUu , uarim. Tir. Terterfi Cit. Ingiuria. Ut. iniiirk, iitinflitk, offenfit, caliimm.ir cstu , yt
ttdtai.Boc.Ti:rHnfoimeridi,nento.TtKViKtA Moglie, iumcluyutmiurbis. P ET.MaquelIa Intiiiriaru bingi ''
I quella Ingiuria già lungi
mijprona . Ingiuria da coruccio ,& non da ftbergo .
raltrui /NOiVRU delfuo fangueSma.hoc.Ufortu
ua quafi femuadeUafubitaIngiun.ifattaaCimne.jt
fuggire tanta Ingiuria detta fortuna . Ogni Ingiuria ri-
eeuuia rimife . Maggior Ingiuria . loumendohotamt
Ingiurie fatte a Domcneéo. Come (altre Ingiurie della
fortuna hauea jòftenute .
^ Femtna.TkKViKit Cofe.
Trauicà. Lat.prauitai,errorà>btiquitat. B o c. Inquifitort
detta heretica Trauttà. yoce thè non fi dee ufare.
Trino Lat.prakus,prajraSius,non reSus. Ttr. Toiguar
da lom'amor crudel,^ Trauo ymcc Dauid.
Jmperuerfare, Ut. pe ruerf um falere , Ih, uct alium furtre,
infamre.ualmaltofupcrboyd- fuori di ragione, drimpern
uerfato, come ittdiauolato.B u c.ht comintiò ad urlare,e Ingiuriofb. Ut. iniuriofus , contumeliofut. 7> t T. Diuetu
ftridcre in guifa,cbes'imperu( rfatofojie. Ma poi thè Buf tò lugiuriojo & importuno . Fortuna Ingmrioja mi ton~
fatmaico bcbbe alquanto imperuerjato . Mt poi lominiiì traili, ì>jianlo mialaudeèlngiurioftauoi.lioc.In-
a ringhiar fòrte, &a fattore, & ad nnpcTuerjàre.i. a in~ giuriofe parole, Toi ad .Ambrogmeto Ingiuriofameme
diauolare. y oceTbofcana, domandando,
jyj Maluagità. Ut. Maluagitai,improbitas,iualitia, impuri- Ingiuriare. Ut. iiiferre iniuriam.ho c.Senga uolcre fopra
ritai,iniquitas,perfidia.«almabgntLÌ,&falfità.]ioe. bondando oltre la tonucneuolexxa della uen.letta ingiù-.
U Malua^nà de Borgognoni. Delia donna . Di niente. Di riare rdouc (huomo fi mette alla ritenuta Jngiuru utndt-
coflume.D animo , (are. l'bauer altrui ingiuriato.
Maluagio.Zaf. malus.&malignus. B o c. MaluagioCon “Prouerbiire. yotcTbojiana. Ut.obiieere,reprehendcre,
figùo.Operarc,lIuomo,Statoj^iaggio, Malvagia Fe- (ontumcbaminferre,exprobare,improptrare, protro ubi
mina. Sorte. Operatione,dryita.MAL\Acis Opere, ' '
//alvaoi Dadi .Teriioihe MaluagiJJimo erada tutti
ttimto.Coii teliimomanze falfe tante quellwni Maluagut
mente uinccua. P e t. Fiamma dal cielfu le tue tretite pio
ua Maluagia .Opermia colpa,oper Maluagiafòrte.
Maligno. Ut. maltgnus,mahis,imprùbns,inipurus,feele- Proucrbio. quafi fommuneomnmm uerbum.uedta 1 65»
ratui,fcele!iusjaemorofus,perfdtofiu,tmquut,nequam, Okric^o. Ut. iniuria,offtnfio,damnum,Ufio.nalfupera cjy
uefariusfiagitiofut. P £ (.Cader mabgno. 7>oi nenia quel thieria. P s t. Xerfe, ihe fece Oltraggio a la manna.
ehe’ltimdo,^ MabgnoTumoràfangue.Thedraamanr Soc.D'ogniOltraggio pa/iaio domandò perdonanza.
te terribile 0- Maligna . Mabgne Stelle. B o c. Maligno lo non farei a lui fi fatto Oh raggio. D ah. Ft cede la me
ffirto della gelofia , moria a tanto Oltraggio Aui.W uolea far al fuo fignor
Ribaldo . Ut.lceieflus , flagitiofut .facinorofus, nefarius. Oltraggio. Tis f->ti ch'altri andajfeafarle Oltraggio,
(ruciariut, dircHut , ual matuagio , detto da reo 0 baldo Oltraggiato . Ut. iniuriatus , offenfus , damno affefiut ,
idefl triHo,& baldo. S oc. Et per misfatto d’uno foof- B o c. Fu uilUnamente Oltraggiata. Oltraggio^ Varo-
gliuo Ubaldo. Se ad uno Ubaldo detto (hauefie. Ho dato lejdefl ingiurio fe ,
a mangiare il mio ad infiniti Ubaldi . S" alcuno conofiefit Oltreggiare. Ut.iniuriam mferre, offenderejadertycahem..
quel Ubaldo . niarijnacert, molefiia afficere. B o c. Tercioebe s’ingaum
FeUo. Ut. perfidnsyfadus, iruculentuipiat aAro,traditore, nare,e oltraggiare u'hauefii uoluto . Et min quejio ol-
crudele ,0 trtjìo. P m.Fella yiHa. Medea, 0 e ffa ogni traggiato,nonegli ,
borpiH Fella. Tantoal fuo amarne piu turbata &FetU. Infidtare.Ut.i far bruito, ingiuriare ,& per àleggiare .
Et leluciempie 0 Felte.D AK.Chegridaua,horfeiqna Ari. Ch'àdbor ad bor non mi farebbe infulto.
anima Fella. Dal fico maelìro difdepuofi & Fello . Ma ri Di^iaccre. UtjnmriajnoleJiiajdi^ltcentia, B o cMi^ia ;
gridò,tii(lundiuoifia Felloa.babbiatanimotriflo. ceregrjndiJfimOyMiaoreJd'ldcùo.CranDifiitaceri. Forfè
f7J Teìlone.Ui.perfidui,oblìinatusÌHobfcenis.ualpeffimo. che non gltjàràDifinacenga.
h oc. Fellone & pieno di mal talento con una lancia fom Di(piiceuole.UtJiiorofuscdifiialis,ruIìicusdngratut,no-
pr amano gli uf d addojfo gridando j.pefiimo,0 htantma. cuusfioctuus.Boc . Di^iaceuole Maltnconia-Affllttione,
cere Alai improuerare. Roc.U moglie prone rbia Calan
demo . reggendolo uenire cominciò proutrbianiolo a di,
te. Et qui non fon ucnuta fe non per tredici, & nconofau -
la,0prouerbiata fon fiata. Fatta fi alla finelìra Trouer-
bmfamente difie i chi pi, cbia la giù i idefi con nilUnia.
te nel malfare . Il cauahere fieramente dmenne Fellone,
Con fellone animo centra la donna.
Terfido. Ut. & uerfipellis, rebtUihTk r. Terfida lealta-
decefidomganuo.Yi o c. TerfiéJSimaereafemma cb'el-
fa dee efiere.iqiiena di perfidia.
Iniquità. Ut. imquitas,malitia. uedi maluaptà. B o c..^
purgofe la / utilità degli huominiXume fono delta Iniqui
ti del Dianolo ejiecutori .
Coft a Die Dijpiaceuoie. L a. Difinaceuoli Impeti.
Di^ùcere . Ut. difiilicere. P e t. Terche jdegno cto eh' a noi j 7I
dijpiace. S i fòrte tt difpiace. 7(e le chfpiaccia che per leifo
fpiri , Cotanto PeJIer uintob drfpiacque . Quel che pai uri
difpiacque.yna nube lontana midilpucque.B o c.Difp 'ut
cendo afe mede fimo perla puzzA . Se tidijpiaiciono gli
Spiaceuoli. Haueua a Dio dtfipiaciuto.ìlcbe molto Jifpiae
cfueaUa Donna.
Iniquo. Lat.&abfurdus, intulìus. P e t. Iniqua SteUa,0 Spjaccuolczza. UtaruflicitasAnorofitas. B o c. Modi &
IniquaTarte. Bo c.lniquoTempo ,Huemo.M’hanm eoflumi pieni di Spiaceuolezo;a.
reputato Iniquo, 0 crudele. Il nojtro meUiero chea loro Spiaceiiole. Ut. morofus, égicilis, ruflicus ,intra(!abilit,
par Iniquiffimo . maleficus. B o c. Credendo lui efiere alcuno Spiaceuole.
Scclcraggme. Ut.fielus,facmnt,flagitiim. A\, i. Feu 4 DonnafòpraegiualiraBizarra, Spiaceuole, 0rttrolk,
le Seelrraggmi tragitto (parlando del fdeniio) Huontim,0fcimm SpiaccHolt,CuaTduni Spiaceuolt.
Sptacert
'’-t
Mirtc O 1 H L O Marte 79
SpuureJMjifplicere. Ttj. Dittroatjnel fommo benché Infcftamcnto. lat. moleJlUJnàtamentiim, imitatio, m-
trui non fpuce. Egnahuente mi jpiace morte cr tuta. Co. JUgaUu,f 'ajlidMm, commoeio, imputfus^mpttlfio^jHlia.
Hui cerloper fe già nonmifjuace . Cbeé piacer altrMi Hoc.TuanotcagiondicontiitouolnfeHamento.fi.
par chele giaccia . £’l fico fommo piacer par che hgiac. InfeJlare.Lat. & moleflare,gtmuiare,incttare,inHigare,
cu. Eoo ch’io uié dopo lor rnijpuitfue.El no mi fpucqne impellere, fafliére. B o c.purueggendofi infeflare. Et
foi.Ver no ueder ne’ tuoi quel cb’a te fpiacque.'Heltrm- non fo qual lidio dentro migimola, &infega a doucre il
pbo d’ altrui fermrefpiicque.Boc.'Hspaliafuu uno che miopeccato nunifeflare . La buona donna efiendo un di
ttonmifpuccia.fon.nuMentefpiacendoqueJloal giudeo. moitada frate Rinaldo infegata . Chida diuerfe cofe è
On ta. lalJniuru;dedecus,probrum,opprobrium,infamia, infeflato .
nota, contumelia ,iuoce pronengale ; & uai àfpetto, in- S tiinolo . Lat. fliauilus , calcar , imitamentum , punilio .
pura. Hoc. lo intendo di tonni uu la Onta ùquale e~ B o c.lo credo tb’egUf'u nato per miograndigimo Stimo
gU fa alla ima forella. .Aulii con la morte é KiHagnone lo . ‘Perche parendo quego Stimolo troppo grane Cf irap
l'Onta che ritenere gli era paruta uei^care.Che egh l'al po notofò alla donna. GU StimoU della carne, od tuoifra-
irc Onte con gingilla uendicafie. Dan. Gridandofi an- telU da Stimolo de quali.
cho lor Ontofo metroj ingiurtofo. Ari. "Pregando bora. Stimolare. Lat.Himulare,pungere,molegare.uedi infegare.
bora duendogU Onte, h E m. f’oceproucngale. B o c.Tcrcio che fe ptumigtmolajfe. La donna thè d'al-
.Adontare. Lat. inmnam atferre , oHme ,Jid pagine indede- tro dolore gimolata era.Se ^ amore llimolaii fofsero. .A-
cus,acàpere. O A n. Come che di ciò pianga <ir n’adonti. braam Giudeo da Giano! to Stimolato ua m corte. Qjemi
ideH habbu ingiuru , cjr difpetto .Etichi per ingiuria fi per molti penfien che lo fiimolauano. Ari. Che fi U
par th’ adonti. Si che fifa della uendetta gioito . gimolar de la partita .
J7P A.hommeaole. lat. abominabilts,i!irdeteJlabiUi,execram Dislealtà. perfidia, ual infideltà.Hoc.Ter la uo-.^S
biùs,abborrendusJjomduiMal maiadrtto, éfpregiatore, fira Difl.all.i .
q(iafi lomra Dio : efr alcuna uolta fignifica puxpiplen Disleale. Lat.pcrfidus, ual linfa fede. P s rj>i nogra cie-
tc cr fponoptedi nell' Inferno. Boc. Et torgU da queHo ca, efr Difleale feorta. B o c. Come Difleale femma . Di-
uCbùNuneuole guadagno . La mutata Mirra .Abomine- ficai Caualiere.Tu Difieal tiranno.il piu Difleale^ mag
noie per gli fuoi amori. A m. Con -Abomtneuoli parole gior traditor,che uiuaMifiealGiouane. DntBMi proa
fiherniua i facramenti di quella tutti, come utl cofa , ideft mifiioni. Ari. D’ogm promefia jua fu Difleale.
éfpregieuoU. Mhlc»ie.Lat.perfidks,érinfidui,drfeHMt,proditor.Hal
lichiiiìlti. Lat. abominaiio horror,& oéum,ifchifare una fèngafetie. Boc. Borgognonibuomim ritrofi,dimala ccn
cofa fdegnofamente. B o c ..Accio che per lfibifiltà,o tra daune,<*r Miileali B £ m. M ideale miftredenga. P H.
feuraggine non cadefiimo. . t'aiutate. Lat. uamtai,leuitas Jrugatio^ga-
Schifu, Schiuo . Lat. odiofia, defpe{lus,alknns auerfia, X menta piuga, &gera ficuia,i eofà uanae& fenza frutto,
ualfdegnofo, noiofo, &fagidtolò. P e ii Sthiua '^latina, P b t. Che non fian tutte f'amtà palefi. famtaiein brac
Meme,Ciouane.ScHiv 1 Tenfiert EliaifiSchiua.cba ào.Mirabil/'atiitaie.Boc. I giouam andar dietro alle
bitarnondegna'Piuttelauttafaticofa^mle. Boc. Se yanità.Et certe altre fuel'anità,uedi a 6px
mat ne trouaialcunadi quege fciocchevtf , Schifaellai \»no,& yan.pnuoaiacuo, eirfeiizt profitto. Lat.uamo,
defia. ria da quelle Saniate che fi d’amore Schifo fi ma irrituspiHgatorJeuis, futili!, nequam,nihili homo. P e t.
ftrano.D AS.Tal ch’ogni uiHa ne farebbeSchiua, tdefi i^Boc. Dolore, Difio,Cor,Errore,1'lome,TcnfierJIu-
ogni uno ne farebbe timido . T^qn te ne ueuga Schifo , mar,.Ainor,.Amatore.'V AStanxa.Cente,0'Cre-
ideH (degno . dmxa. Vani Sogni.Tenfier & .Amori. Vani Speram-
A fcliifo,» U fchiuojulafdegnofiinodio.LatJ^temptim, te. Credenze , lmprefi,&Cofe. Das.Ecuì hgciò jua
ideg fprezzatamenic,odio babere.pitl haberi, coutcmpiu ■ corpo l'ano.i.priuo dell’aamu. Data fua fponda, oue con
laboraredP E T. Terc’hanno .A febifo ogni opera morta- fina il l'ano , ideH il fentiero . Tifi yano tutta la coda
U.'Npnhabbi A fchifoilmiodtr troppobumile. Boc. guiz^ua, Boc. Seco Hefpt yanamente gloriandop
Tercbe egli il quale hauea .A febifo la Giannetta dtfie. uedi 4 97 j .
Somnumentehaueua A fihifo. Inuidii.Lat.&liuor,orÌ!pionialtro,cbemeHilia,&dolo- {8
S china re,& Scili fare. Lai. cauere,& uetare . ual fuggire ai ■ re é animo , il quale pigliamo delle cofi piofpere d'aUri ,
cuna cofa con fdegnopiaufeare,contemnere, refpuerc,fa- benché a noi non nuochmo. P e T. dr 6 o c. Inutdia Cor-
Hidtre,abborrcrepierlkri,fpermre,afpeman, abomina- tigiana, MiferagìoUeMolta, Alcuna filuanta,
ridctegarip-eeiifarejrefutare nonagnofeerepreucere/’em ca di uirlù.I mor fi della Inmdia. D a N. £4 doue Imulia
pudiarefieuitare,fugere,amoUri^bdicaTe^ alia. P e t. prima dipartilLa. ueJi t’Jndii edoue fon belli difcorfi.
Eia chi no'lfebifij. babbi a nota. Boc. Del fchifare & a, per Inuidia.li ah. Dal corpo fitopcragio,&
del fuggir l’pifermi. Le donne, lequaÙgU buomtnifcbi- perlnuegiia.Cofidetiaperfarlanma.
fano apprezpfandogU poco, Monfignore uoi fibiuate la lauido.pcrlnuidiafi,cioéiuenodln;iidi.i. Lat. P e t. Ma
mia arte . forfè aUrui farebbe Inuido,iìr me fuperbo diionor tanto.
j8o Importuno. Lat Jmportnnus,moleHus,fagidiofui,urgms, I»v\DtTaribe,finpenie'lfufo.
incommodus ,ualmoUflo.V Et. L’aer granato dlmpor InuidioCo. Lat. dr iiuidjtt,ér UuidulutBoc-lnuidiofo
tunanebbia.l fon colei che I Importuna & fera Diuemt- Erattcello.lKviDtosA fortuna. ls\ idiote Campa-
to ingiunojò dr Importuno ,Son Importuno affai pin thè gue . baruBateria a gU Inuidiofi a mordere. P e T. Inui-
jum foglio, AiofiTatti.
cmnicmio. uni mgamo. Ari. Certo brUemmhJLtir»^ ’•
ìuv^OjDolo, y[ura,CThomuidio, e fe u'i peggio.
Fraudo. Lat. frjMS , dolui ; qkePadifiriurHdoYfi. Ki.cofi rgr
dice. Hauea piactkol uifo, habtto Ixmeflu, Vn hmHit uol-
ger d occhi, un’ andar grane, yn parlar fi bemgtoje fi ma
dello, Che parca Gabriel che dueffe, ,Ane. Era brutta, e
di forme m tutto il re fio; Ma nafeondea eptelie faitezge
praue Con lungo habiie, & largo, e fotta quello Mttofii-
catobauca fempre il coltello. & piu innamci dice; Ben-
che foglia la Fraudeeffer bugiarda. Tur è tanto ilfuodtr
fimile al nero , Che l'angelo te crede , £ feguitò la donna
Fraudolente.
Marte CIELO MarW
litui bare. Ut.inuidere. P s t. llMiUou’miào gli atti ho
nePi,& rari . Ch'ambrofia dr nettar non tnuiàoa Clone.
0 'Hionùhò infiemCfO mio mbil theforo .
Inneggiare per iimidiare . piu non t'ufa. Dan. .Admueg-
gar cotanto paladino.
Infidiatori. lat. hoc.l Gelofi fono Infidiatori della ulta
delle giouani Donne .
lofidic. Lat. fallacia, fraudes,doli,aPMtia,techna,infi-
dia,pralligia,calMmma,fcilus,(rimcn,circunjcriptio,da-
mnuin. Uoc.Tie altra cagione mi fece mai alla tua ul-
ta, ne alte tue cofe Jnfidte , come a traditor porre. San.
Et nelle forti Lotte piene di ruflicane InuiJie.
Aguato, lat.iifidut. ualinfidia, ingannofinafeondimento. Trama, ualfittionedngàno Latjecbna. A r i. £ cerchifar
Dan. L‘.Agualo del caual, che fe la porta. Ari. con difufataTrama.
Ecco finge lafciar l'alloggiamento; E pongli Ugnati. Infidclc, <ir Infido. Lat.lnfidus. Ari, Trouarcb'altuoft-
jg, Trode. loinganno. Lat. Jraus, ficopbantia. P BT.Che chi gnor fei fiato Infido.
^ prende ddettodifarFrode.Hor^abeffiertouoiìre Frodiin Tradimento. £ar./>n)iitfio.£o c. Tradimentodi eterno
tendo. 0 dolci inganni,& Umorofa Froda. A r i .Tercbe fupphcio. 'Hatkm piena d’inganni & di Tradtmcnti.Pn,
niriute ufar uolje,& non Frodo. per la cadenza. 7ii^ di Tradimenti.
Trodoknti. Lat. &ftllaces perfidi fiaudolentesjfraudato Ttiditoic. Lat.proditor ,perfidui ,defeBor.P s t.Qjiel
res.maibinatoreiyprafiigiaioresfinlidiatores, calummalo Traàtorin fimcniite larue.Cefarepoi cheHTraétor i E
resf:eleFli,rtelerati,criminefi.boc.IFrodotetttiakifi
dell’iniquo tiranno. A M.
Frodare. Lai. fraudare ; naie ingannare. Dan. La uerità
nulla menzogna frodi ,
Fuio, ual furOytrìSioJrodolentefi feuro. Dan. 7{pn è la-
dron.ne io anima Fnia.i. frodolente dTtnfia. V oglia dife
a le puote ejier Fuia.i.nafcoja. Voce del folo Dante.
Inaiano. Lat. fraus,decrptio,fucusdmpletatioalolus.PhT.
<Jr B o c. Inganno Fido. L'Inganno ch'io ti feci .Taliln-
ganm.rucina d’Inganni.Cbe con fuo Inganni tutto’l mon
gitto. Che’l mondo Traditor può dar altrui. Boc.Si come
il piu dulcale,& il maggior Traditor che utua.Duleale e
Spergiuro et Traétor chiamandolo .
Tradire. Lat.prodere,deficere, decipere, fr andare dnfidiari.
B o c. Tamphilo perche m'hai cofi traétaj. ingannata.
F I.D'efier tradito fiato fede amore.Psr. La jpemech'i
tradita bomai piu uoltefidcfl ingannata. D a N.Qiiatu»
que tradefin eterno i confuntoadefi tradifceo) è tiaditore.
Sappi che toHo che F anima trade , idefi pecca, detto al-
la Latina.
^atterra.Huomini pienid’Inganni.Lat.fallaciofhUmo Tradi tori,^B*iflC celebratidanoLìriToeti.U.chilla&
refi Inganni. Et non mi pofion ritenergli Inganni . Tie’n- Settimio ,che ucctfero Ugran Tompeo , ni di aJ effo Tam-
ganno altrui contra'l tuo fenno naie. & non riceuo Irtgaa peo. Uchitofei,uedi a Tamar. Untenor T roiano, che tra
no a forza affai maggiore. dì la fica patria. Bruto, & Cafiio,che uccifero Ccfitreaccdi
Inganneuole. Lat. deceptor,circumfcriptoràmpoSìorJm- ad ejio Cefarr. Gano ò Maganga.Giuda Scariotto.Tolt-
planator.^oc.lnganneuole Umore. nefior.Sinone Creco.Tolomeo.
Ingannato. Lai. deceptut, circumuentus. B o c. L'ingan- Gano di Maganga da "Pontieri, il malfuTraditore di Car
tutore rimane ^fio a pie dell Ingannato. Ingànata Me» lo Magno (Jr de Taladmtjelqual ne fono piene le carte jet
te. Ingannate perfine . Dan. parlando de traditori dice.Cunni del Soldamer ere
{84 Ingannare. Lat.fraudarefiUcipere,liducrre. V tz.Ochelie do che fiuTiu Li co» Ganellone,&Tnbaldello.
ue ingannar chi t’afiicura.So mille uolle' Idi ingannar me Giada. Lat. ludas Scariotio Difcepolo diCbriSlo,ilquale
ftejfo. Et chi m'inganna Ultri che loflefio . Quel cb’iofb per trenta danari lo tradì .onde Dan. trouandolo ncl-
ueggiOyfSrnon m’mganna’l uero.Inganna i ciechi,& mife
ri mortali. TLpn m’ingannò quandiopartì da lui.S'to no»
m'inga imo. Che piu faggio é me mgamuto haurebbe. U
la fÌM ingannalo i ben ragione. B o c.uedi alt Indice.
Sgamure.leuar d'inganno. Lat. a dolo hberare,fraudem ape
Tire,& delegete. Boc.ll cafi ebefioprauenne della pre-
fitta,non lafciòfgaimare gli agannati . Quelle cofe lei O"
altri pannarono . Di me fgannerei ogm ingannata per-
jbna . F I. D A N. £r queflo fin figgelcb'ogni bua-
mo fganni .
Difgannare. Boc. nella nifioae amorofij» cotalguifiifief-
fiadifgamiare.
Sodocto da fubducere,ual ingannato. IM.Subdullus,ad-
duSus ,fedu£lus,traÌbis.B oc. Che poicbetucihauea
iU Sedotti a cercar della pietra. itelìi moderni han-
no condotti ,
Dolo, Lat.&fTa»5/nalttiafaUaciajmatb'ma4eiept'io,cira
t Inferno dice . QmW anima la sù c’ha fi gran pena, Dif-
ft’l maeSlro é Giuda Scariotto Che’l capo haientro,&
fuor le gambe mena.
Sinone Greco . erano fiati a campo a Troia già dieci anni i
Greci difierandofi bomai nelle forge fiebberarono tenta-
re CaHutie,& gl'inganni. Eéficarono adunque di legna-
me un grandi/limo cauallo,ma uoto,& in quello nnehinm
fono molti principab dello efiercito. Dipoi uenne sinone co
me trasfuga a Trinam , & finfe bauer ritenuto molte in-
giurie il Greci ; & che finalmente lo uoleuano facrifica-
reagliDi); Cperquefioera fuggito ,& per quello f»
accettato come amico da Triamo, ^ domandato con che
fieranga uiueano 1 Greci , Ullhorail fraudolente Sinone
^fi, che loro baueano edificalo quelcauallo:& confa-
crotalo a M 'tneruatà’ fi aito ; perche i Troiani non lo po-
teffero mettere intero inTroia , però che i fati uoleuano,
che fe loro loguajlafiinofi:’ roia bauefiead efiere perduta!
' I
Mirre
CIELO
Marte
So
mafifòfie cmJotto dentro alla città intero^Uhorj Crea
bakcjfero a d efier muti da T roiam ; iìjiejle parole fnro-
m cestone cheTrotani tagliafiero una porta , tymettcf-
fero dentro il cauallo . Terche la notte fèguente ufeirono
del cauallo gli armati, & affocarono la terra, & aperpm
le porte allo effèriiio, & in queSia forma ingannò Sinone
iTniani.ondcTroia fu prefa. Dan. L'un èia falfa cb'ac
cusò Giufeppo. L’altro e'I falfó Stnon Greco da T roia.
j 87 Tolomeo . He di Egitto^l quale tradì il gran Tompeo, nedi
adefso Tompeoal luogo fuo. TtT. figli iTompco,& ha
Cornelia fico Che del uil Tolomeo fi lagna, plora.Crfa-
ptre poi che’lTraJitor d'Egitto (idefi Tolomeo) la fece’l
don de l'honorata teff a. Lat. Tiolomens.
Ribellione, rJr Rebellione. iM.rebcllio.ptrduelliordefcBio.
B o c. Hauendo udito la RcbcUion di Suitia. P E t. Che
mai RcbcUion f anima finta .
'Bahi:Vlo,RubeUo,&Rebello.Lat.rebellii,petfidut,prodttor,
defe8or,defenor,traifugad)ofiìs,pcrdnelìio. è quello, che
non fcrua fede. Par. Sidifiiogliadal toUo.c^t da tuo pie-
di anchor Ribelli . onXa uirtù furon Ribelli . che conquifo
Senga mouerfi baurian quai piu Rebefliiurd' amor maù
Rubcllaémerci.D AH. Mifihtate fino a quel cattino
(boro Degli .Angeli, che non furon Ribelli .
Ribellante. P e r. Tunfe la Ribellante fua famiglia . Ceffi
filuaggiaAlr Ribellante fuole. ’
ftjbeUare. Lat. rebelltre, deficere. Boc. ft mimico de Conti
di fama Fiore nbelìò RaJicofanialla cKiefa di Roma .
Efsilio , Gr Exibo. Lat. elrprofiriptió. Vet. Effilio Duro.
Giocòdo,lndegH'j,Graue,Infelice.Eit i L i .Amari. Boc.
Scacciato in Eterno Eflilio. Mandarlo in Efiilio tapinan-
do per lo mondo. Dannato ad EffilioTerpetuo . f'iuere in
in Effilio per contumacia. Se forfè delcEfiilio che hai,
piangi flon fai lo meglio, che penfando il nero, muno Effi-
lu ji potè hanere , conaofia cofa che't mondo fia una fila
città a tutti fiue la fortuna ponga altrui,ella noi può cac-
ciare di queUo; In ciafeun luogo giunge altrui la morte co
morfo finale, a Firtuofi ogni paefe è conceduto. V H.
Efule. Lat. exul, exterris, exibo mnlSatus , & effcHus, in
exilium eieSui. ual baadiio,tfi cacciato fuori delta fua pa
ma. Ari./ figli priui dal paterno regno EfuU andar
uedrà m (frane contrade.
j 88 Bando, lat. exilium, & abarmato, il bando di un'anno. .A-
bannati 1 banditi per un’anno , è efiere priuo di libertà, 0
cacciato . t'o. F rance fe , cJr Lombardo. T et. Me dime
flefio ten in Bando.i.fuori di me. Mi tengon di pace in Ban
do,& mette i tuoni in Bando. Del albergo ilpofiin Bando.
Tutiidt uiuerho mefìo in Bando. Cortefia in Bando.
B oc. Et cofi ti conuerrà efjere in Bando .Che per bauer
Bando à Firenze. D ah. De l'bumana natura lofio in
Bando.almio ufeir di Bando, ^per la grida uedi a 1406.
Bando, in ucce detta grida, la proclama, che fifa con la uo.
cedichibandifce.Lat.pratomuma iqo6.
Banditore, il irombettiero. Lat.praco,onis.
Bandito, 0 Bandeggiato.Lat.Apobs,extorrit,txul.
Sandire. IM. pubbeare, come fi fa la cruciata contragClna
fideb. Boc./ preti , 1 quaU fopra le noUre donne hanno
bandito la croce .
Ribandire. Lat. reuocare ab exiUo.è riuocar di bando.Boc.
Che Camillo efSendo m efiUio appo gli Ardenti,^ non fo
Unente ribandttofofie ,mada quelli medefimi , che cac-
ciato r haueano fatto dittatore in Roma triomphando ri-
tornajfe. E T.
Cateiata per lo rffilio. Boc. Del titolo della uofira Cac-
ciata cr dello hauere bauuto bando di Firenza. £ T.
Difcacciamento.inr. alienano. Boc. Dei fiotto ch’è jgp
quello a thè il poco conofeimento della ragione , angi piu
lofio il Difcacciamento di quella li conducei L a.
Sbandegeiamento . Lat. exilium. B o c. fe mai auicne
iheTebaidodel fua lungo Sbandeggiamaito qui tomi.
Ter lo mio ef]i!io,& Sbandcggiamento.
S bandeggiare,& ibandire.Lai.eX ulare.i.filum uertere, pa-
tria pnuari, exibo a fitte re,aut muldare altum, efl expel
lerc a patrio filo. P e x. Hanno del mondo ogni iiirtù ibi
ditaj. cacciatadel turto.Ch'indiperlelbeefjernoposba»
dita. & le mie notti il fonno Sbandirò .
Ramingo. Lat. uagabundus,&inplu. errores .è colui thè
uafòlo , & come di nafcoflo. metafora tolta da gli ui ceU
li che uanno di ramo in ramo , & non fi fermano. P e x.
Mithridate ; che fi Ramingo Fuggi dinanzi a lorU fiate
e’tuemo.
Rcpiilic . Lat. dr rfiedio. P e x. Tlacide Repulfe. B o c:
Tfpn hauendo prima hauuta alcuna Repulfi. A r i . Con
Répteìfe crudeli, dr inhumane.
Co^oiart. Lat. cormtferire,ebluSaricapite,ualcontrafla-
re,& repugnare, dr proprio dare del capo l'uno centra
r altro , come fanno 1 montoni. Boc .'/«(aR hauendo mai
daiiia fjputo con che corno gb huomini cozzano Dan.
Ineiemo uerranno alb due Cozzai A due contrasi 1. Ari.
Amfi coz^roaguifi di montoni.
Accozzare. Lat. curali ferire, uel capite obtudari. Ari. jpo
Tfonfi nino i Leoni, o i Tori in fatto A dar di petto ad ac
cozzar fi crudi.Etpro comungere,&addere.Chepertut
to quel di non C atcoz^aro .
Dar di cozzo. Lat. corna petere , contendere ,dblu5ari ,
obfi{iere,ireobuiam , agognare. Dan. Che gtouane
lefatadardiCozjp.Ku. i. fanne iu quel che cercaua a ,
dardiCcrzzp.
Contrafto. Lat.difieptatio , émicatio ,pugna,certamen .
Boc. Senza Contrafii. I duegiouaui ContraSfanti.
Contraftarc. Lat djfceptere,& obuiare,dr fi opponere,dijj)U
tare,contcndcre/d>lu(iari,ohfifiere,decertare. P e x. Ma
contrafìarnon pofio al gran defio .percbe’l uer fideut
Tfon contrafiar.Mal chi contraffa, & mal chi fi najcon-
de.A quelpur contraffandoi fon già UfSo Fortuna ingiù .
riofa non concontrafli.Ch’a bei principi uolentier contro»
fli. Boc. fciidendo chiunque contraffare prefume. Ah
daronaa contraffare a certe frontiere, contraffa alla
tua bbidine.
Carrire,per iomrafiare,lamentarejegridare.uedia 1010.
Cauittare, Lat.cauillan.df etiam tocan,&imdere.èufare
mgarmo,& fallacia con afiutia. Boc. Et perche alcuno
la noftra lunga dtmoranza cauittare non poteffe.
Rimbeccare. Lat. remurderc, repellere, dt fi obifcere,per con 59 1
traftare, & efSere all’oppofito ; & ribeccare uolgarmen-
fi dice , uocabolo da giocatori dalla Valla, quando che un
compagno la manda alfallro che fia attento perrimbec»
caria , idefi per rimandargliela. D a N. Et fippi che la
colpa che rimbecca per dritta oppofition alcun peccalo J.
il peccato eh' è comrario dell'altro, come la prodigalui cU
l’auaritia, metajoltajla gb uccelU quando co becchi con-
Mirte CIELO Marte
trtfldtto infime , che ftando uno è beccato mgUa ribec^ & nel plu.i neutro &fem.& figmficapermeta.la difcan
car l'altro. dia.unde y erfus^in Zigoma Jid più. xigainadicas.SAtit
tb^ondere . per contraltare , Lat, rejpondere. S oc. Cono- £t non eran Zigame Orni amen cb'Ogniguerra^ malti
{tendo il coliume efiere de Crea tanto iimangi fogmgerfi gemim. Tonendo fi’a pajlor toma Zinnia i
con romori & con minacele , quanto pcnauano a trouare Difeordia. lat. difienfioJtffiéum^jfidmia,fafIio.queflM
ibi loro rijpondejfe, titrouatadalangeloMubeletrafratlintaimodoìadì^
Oliare. Lat, obliare, ual contraliare, o fare al contrafto , pinge l'ARi.La conobbe al ueiiir di color cento.Fatto a
bfe mequaU,& infinite .d bar la cuoprono, borni, thè i
paffie'l uentoUgian aprendo ib'erano fdrufcite-.I cri-
ni banca qual d'oro ,e qual d'argento, E nen, e bi-
gi ,ebauerpareano lite, Ultri in treccia, altri in naflra
eran raccolti.Moltialcf>aUe,altumalpettofciolii. Di ci
taiorie piene, e éltbclli.D'efianine,e di carte di procure
Houean le mam,ed{eno,egran faiielU Di ChioJé,di con-
{igU,e di letture. Ter cui le {acuità de poue relU lion lino
tuaine le città ficuretUauea dietro & dinanzi e d'am-
bi i latifTiptaifroturatoriiOr auocati .
A R 1.^ cui non ofla incanto ne Iattura.
Lice- lat. lis,eontentio, dtfeeptatio. T £ e. Ma piu tempo hi
fogna a tanta Lue.
Litigio . lai. & lis. D A K. Che t anima peuri da Litigio .
B o C.Lmgo pten di litigi & di quefioni. S A K. Ripaci-
ficaui la quefionde litiganti Taf ori.
qpì Tiatirt. Lat. Ltigare,controuerfari,iniudicio epe,& credo
che uenga da piaculum Latino, che ual faguium,& cri-
men, & chi piatifee iltà.Boc.Cbeh non intendo di pia
tire conuoi, che mi ubuerefìe.uiuifandop forfè che cofi
ferie far fi conuenijfe con le donne nel letto,cbe egbface- Difeordanti, Lat. éfiordans,autàfcordishuiusdifcordit.
ua tal uolta piateti alle ciuili . B o c. L'ultme parole alle prime Difeordami.
RcfiUere. lai.&oppugnare,per repugnare, & centra fare. Mifchia. Lat. rtxa,conlufio, & coMurbatiopugna , certa-
Boc. Douefse molto a cofi fatto accidente refiiìere . Et nten B o c. Tqe prima fi parti la Mifibutibe i {ergi nti ut
quelle medi fime forge fimo a refiflere a quclii naturali fopragiunfero. yiggcndòutper le già dette cofeatia Mi -
appetiti.Lagiouane commaò a re fi fere.,» a gridar forte, fihia. P i t. Dentro confufion torbida & Mifibia , ideH
OmccIa. lat.uallamento.P BT.iìuereUgiufia.Tanteet nufa gjrconfufit.
fi graui,& fi gmiieiìuerele.h oc. Dinangi ad huomi Mifcbiare.Lat.mifiere,con{undere,turbart.V tr.Ch'apo ro<
ni che gtnfli fieno aba mia Qjiercla,conieuoi farete. coapocoparcbe’ltempomtfcbi yedisiihen/llkojàn-
Querimonia. Lat.& quefutdamentatio querela. B o ci gue cb'i mifebio . Tietà con amar mifa . Tietà con dolor
Con gran Querimoma dalle monache fatta . 'Hgfece una nuRa . Ter quefi efremidue contrari & inifli . L'nnllil
lunga&gran Querimonia . Et dopo molte Querimonie con t altro miflo.D ns.Mifcbiate firn a quel catliuocbo
piangendo gli difie. ro.Si quietò con efto il dolce mifebio.
Queruli. Lat. ual lamentanti. B o c. Odei Queruli ucul- Zuffa. Lat.Us,bcUumfralmmjrixa,pugna, certamen.ual
U fremir con dolci canti, fi. rijfa, queflione. B o c. Terciò cb'una gran Zuffa Rata
JUchiamare. Lat. reclamare, ual far querela. PtT. Fedi u era. Dan. Che con gli occhi, ^colnafofacea Zuffa.
Tamar, ch'ai fuofate.AbfaloneDildigaofatà' dolente fi ^gguffare.Lat.praliari4igladiari,certare,lKllarr,pugna-
ruhiama. B o c. Tentò d'andarfene a ncbiamare al Re. re,confiigere.B o c. .4rttpbdo,cbe nella punga lungo jpa
lo fon uenu io a richiamarmi di lui d'una uabgia , laquale lio hauea fi> fenato il dipo dell'azzuffarfi. TH. Ter le nc
egli m'ha inuolata . chegge i miferi mortali piu che loro non bifogna fi affa-
Ì9J Qucrelare.Lat.fonqueri,uallamenlare.As.i.'iqeétan titano, pagguffano , per quefie combattono .ET. Et
ta iattura rm querelo. agguffanfi mfieme.
Rat^care. Lat. &ratumhabere,firmum, confans,fixum Biotti, lat. lis.difceptatio,contentio. ual contraflo &con-
approbart,conprmare.iuocegiudtctalemolto frequenta- ten tiene. B o c.Trmtacon parole granii dura Biotta
la nelle corti , & naie confermare .AiuToilor imen- ine ominciorono,tt da quelle accefi nell'ira , meffo mano
tumratificaro. alle coltella .
Auoca to. Lat. caufidicus , patronut,& aflor. D a n. -diggare Lat.irritare,incitare,excitare,prouocart, inJuce-
[ altra piccioletu luce ride Quel -iuocato de templi Chri rejmpellere . ual rifarer& prouocare ad ira , detto dalla
fianiàlcuni mtidono di Taolo Orefto,altri di .Ambrofio ifiefSa uoce ufata . nello irritare de cani. O a n. Dicendo
Ri fTc. Lat. rixa altercatumet,iurgia. ual conte fe. Ptt. .A- iffatenuà,piunon t'aiggp. alcuni leggono adrncgpddeR ■
gamemnen tT Menelao , che'n ffoje Toco felici al mondo prouoco, & irrito jna fa male.
fergranRifie. A R i.Ofeuer,gonoaRiflaefi faguerra. .Attizzare il medefimo che .diggare,uedi appi.
Ch'oue {emine fon,fòn Itti e Ripe. Irritare.Lat.&prouocare,&adiram incidere, naie aigga-
’Tent'ionc,tà'Tengpne.Lat.comentioacalconteli,comra- re.S a n. Cbeglibaurcflii cantirritatiappreffo, 'Honpe
floahfferenga. VfT. In nulla fua Tentione fur mai ca- rò cb'altra cofit deffe Briga .
ghnfibelle & fi leggiadre, hoc. Et dopo lunga Ten- Btigl.Lat.bellu,rixa,lii,mimicitia,difcordia.ualgnerra,
tóme un prete bfie .Cifippodopo lungaTentiotte uel pur contrafio, mpeémento, fafiidio. Lat.bcllum,rixa,lu .
ìp6
tnenò. Chi piu pofliede iella Tentionata quefiioneà. pofla
in Tentume. A x. A r i. Cofi fu diferua la Tenzone .
Cb'apparetchtauanParmealaTengpne.
%9 4 Ziaania. Lat, &gizanium, gpnij, & quando è fem. dinota
tnfla femengfjLome il loglio tr fitniujinde dominusj^e-
B o c. Mettere in pericolo , & in Briga noflro manto &
me là maffa cT oro di Briga cagione. jl M£o. i oh t citta
dinefthe.D A n. Ombre portate daUdettaBrigaj. dal
detto intrico de uemiXt «affé in campo la fua ermi Briga,
idefl guerra.
nit inimKutr&fupafemmaua t^ganiam mter trìttem. Brigare. Lai. litigare, rixari, contendere, cenare , pugnare,
ibauer
i
Marre
S97
thxuer briga ^ fatica . D a H.Brigauam di jbutr-
chtarUflrada.
sbrigare. L*tJiberare^xpUcare,eximert . èleuar di briga,
g^difaiiidio. B o C. Qjtanmmfneil capoappre/io diTi
pbco Cina mofirante le fne ire accefè,d>rigajieife giugnen
do a Ubico . nelle rime d’omero .
Disbrigare^l mede fimo che sbrigare D A s.Et l'h non ti di
sbrigo .Al fondo della ghiaccia ir mi conuenga.
Cara. Lat. amnlatio, amulatns, aimemiojiifferentia, nal
briga, Zn fa, Ute. Ari. "Hita pochi di inuanv era una
Cara Tra‘1 come Orlando e’I fno cugm Rinaldo .
B uff t,per la comronerfia . nedi 41594.
Qucilione . lat. lis. concertano , inrgatio, altercano . nal
dnbbio,Lite. 0 domanda. 7 e T. (ir B a.c. Qneftion Dn.
ra,Maggiore^H$iie,Crnninab.iì^t*'tinn i Taate,Tan
te . Tiaiemi haner noHre lluejiiom udite Ma piu tempo
C I E L O Marte |{
fioche .Ammendamemo potrebbe e fjere. LauogUadtU
t Ammendare. D a n. ^ comtnciò,Lafna rapina UT pò
fila per Ammenda Tomi,& 'H^rmandia prefe,(T Gnau
jcogna . Carlo uenne in Italia , & per Ammenda yiitu
ma fedì Curradino,&poi Ripins'alcietThomafo per
Ammenda . ^ cofi anificiofamemepofe per concord in- ■ ■■ =
tu tre uoUc Ammenda, Credendomi fi cinto farAnsu
menda . Si, che n nece d’alenna Ammenda tua fama
rinfrrfihi , idell in nece di reflauro . ammendare ,^e-
mendare ucdt a .
yactllare. Lat. & labaro, cefiitare,mitare,fiu£lnaredabe. tfoo
fiere . nal errare. T E T. Et naciltando cerco it mio tbcjò-
ro.B oc. Venlendomt nella mia mente nacillana. F i.
Ben ehcild,& il nò credendo nel capo mi naallafie. f i .
Anseidatodi poter porre il nome tra tanta gente di qne
^ _ fia città y aoUatoà.SÌato m controuerfia ,
bifigna a tanta lite. Alla Fiammetta comandò che no, Conueniente. Lat. conneniio,iomli8u,pa{ìnm. nal conen
ncllandatrabefiero loro di Qjie{iione.taU dnbbio.D a h. tione. B o c. Et 10 te' l perdono per tal Connenicnte.
Qjicfla Sìueflion feci 10 . Torto, prr lo errore fibbqnoónginlio. nedi a 169*.
Qu^eftionarc. LatJuigare.B o c. ilUìnefiionarconparo- Fallo. Lat. error,crimen,erratitm,peccatKm;menda, naler
te potrebbe dcfienderfitroppo,. rore ,mganno ,0 peccato. V i r.Tinf alimi Fallo, che'l
Sdjcefitonare. Lat. litigare, alttrcari. Boc, Infteme di bel, mia mal rm dote . Ch'i conofio’l mio Fallo, & non lo finfi.
quelhonando . One'l Fallo abondò la grafia abonda . Mentr emendar po
Coafulione. Lat.iOifnfio,pertnrbatio.P s-t. Dentro Con teteii uofiro Fallo . 'Helcm amor non fiir mai inganni o-
fujion tnrbida , & nàlchia . Confnfi fogni ,BoC. Songa
Confufione.UimafiCoHfnfi.
593 Errore. Lat. & menda, mendnmAoxa.P b T.(9’SocCrn
til,Dolce,LMngo,'Hpno,'Pnmo,Seeido^agoJ'ano,Tro,
pno.SciaccoJs’nna Gionane. Eiro >1 Ofinri,Folti,Cran
falU. Ond' amor [ arco mntendenain FaUoJdefiinuano.
B o c.Abimalnagia f emina, credi ch'io noglia fareal
mio fignor qnefio Fallo i. quella nergogna,v qneHo erro-
re . La nergogna del Fallo commejfo . Anediitefi del fno
proprio Fallo, 1 Falli meritano pnmtione ,
di,tipliri. Barca d'Error fi corca. D'Errornonfnfipie» Fallire. Ì4t. errare.decipere. nal errare, ingannare,opec-
com’ei ner noi. D a n. ^ trarmi d Erro un poco mt fa- ' tare. Pi r. Fallir gionand . Che di nofiro Fallir morto
nella, tdefl d Errore . fiftene. Amor io fallo &neggio il mio Fallire, Odio
Erranza, nal EmrefieliSnmJlagitium. Boc. Tiattiani neggio me flefit e'I Fallir mio . Fallir forfè non fu di
adnnqucaheperuoidiqHeflaErrangoefca.Vn.IÌ a k. fcufi indegno ,
Tu t'abbagli te fteffo m tanta E rranx/c • ■ Fattire. Latfallere4ecipere,fiandare,& defiaudare.P i t.
Errante. Est. nrnltiuagns,palans, tii,errubnndus. P ir, et Rifimfi net Signor che mai falUto'Ffonhaperfima chi fi fi.
199
Boc. Ctma,Conjòrte,Monds,Spinto, Stile ,yolgo,E*'-
« A KT I Stelle. Lancilotto,& Trifìano, eyglt altri Erram
ti, idefl nagabondi uedi 4 1 479.
Errare. Lat. P ir. Errar non deffi in cmeflo brene niaggio .
yoffro fdegmrtrra ; & non fio quel che crede.Se'lgindi-
tio mio non erra . Io com'hnom ch'erra ,&pcn pin dritto
tfltma Errai finga lenar l'occhio a la nelaÀT gir mi fece
errando. Boc. Spefio ne nomi errando , l'nnt per l’altro
ponenJo.Upi erriamo. S'm non erro .
Eocellb. Lat deU8nm,error,peccatnm,crimen, erratnm,
nal peccaro,errore,& fallo. A R t.Cbt pare a f ignoran-
te uolgo un grane EcceJfo.Doneano alCbora haner gU Ec
cefjiloro Di Dm turbala la ferenafronte.T.nontiutiiga
pietà di tanto EcceffbàÀi fi gran male
da mini. Boc. Che per prigione de monaa che falÙfier»
era fiata fatta (ji fallito non ci nkne,) idefi fi non etnien
mal fatto . Ma tu (hai fallita J. tu fe ingannata. Sempre
fiaua alle mefie,& mai nonfalliaa ,
Fallare. Latalejieere^eef]e^areJallere,deciperejul man
carer&noubaHare,ir anchora alcuna nolta per far er
rere, mganno . come per efiempio fi nede. Par. Se'n ciò
fallafii Colpa d’amor , non già difetto darle .Che folnn
non falle. Amor io fallo. Boc. Et fiaffi con meco ér qne
Ho non falla mai.Laqnal donna fallato iiongliparea c’ha
nefieJ. fatto mancamento,e errore. Di poco fallò che egli
A cpcell’una non facefie tanolaàdcfi poco ci mancò. D a m.
Et la fieranga di coHor non falla.ijnm manca,onon gl’m
gamu fecondo il Landino .
ìiucm . Lat. & mfanna ,dedecus , label, macula, prò. Conteù. Lat. comentio,Altercalio,dijpntati09ialcoMra.
brnm, opprobrium . nal la macebu, & il peccato D a k.
Ben fi dee Uir aiutar lessar U ìfuote . yoce T ofeana che
fignifica macchia .
ÌAogagni,perlodifetlo,uedia 1514.
Ammenda , nal Menda emendauone . errore , & danno .
Lat. correQio.rmendatio, detrimentum, uh onunodum
frani, Boc. 0 ferendomi ad ogm Ammenda , In fino
ad bora ad ogni Ammenda che comandata mifie,mi prò
fero apparecchiato. Che quefio fico coafitmamtato pin 10-
fto,pngiia,o contentione. Boc. Dopo lunga Contefà Min
ghino tolfe la gionane a Gunnolc .
Contendere. Latjmpedire,percontrafiare. P sr.CB'acon.
tender con lei il tempo ne sfirga.'Hon per Jàper ma per co
tender chiari. a gli occhi mici cela,& contende llfit
mar . Rompete’l ghiaccio che pietà contende . ch’nn do-
loiyfi neh Contende lor la defiata Ucce . Et mi contendi
f aria delbcl Udito. Che tefiemù conte fa Qjtella faln-
dt. 'ìlgn fionda lui le lagrime cmtefe. Talomglior
L
Mirte
CIELO
Marre
ai mio ieftr contffè . Io tei dirò fe'l dir non m'i contejò ,
B o c. Come cb'elU fi contendejfe.
Coatentione. Lai. contentio,altercatio. S A s.SoUuanH
tempo tra noi le Conteiuiom decidere. Ari. Toi lor con
temion ralificaro .
4qi Tenere. Lat.&probibere, impedire, turbare,perimpedÌTe,
fiMrbarejuetare,o contraltare. P E r ..Aiuti pw ajfai,pe-
tra For^, Fortuna, llumamtà . Cli'octhi Colpi tanior.
Virtn Cantra furor prenderà Carme . Cantra' l ìiater . il
fenjó. li Difio. il Coniane, il l'ero. L’arco . L‘ affamo. Lo
Sformo . il Vrtmo .Suo fili, fka uoglia . Tua ufiiirza.tuoi
Fondatori. Thofiana tutta. B o c. Cantra ilfuo ptacere,
ContrapoSìa parte. Contraferute. Btn.Sl dijjè pari-
mente incontro &iacontraV a, ^
ri tbe nulla il tiene Che con arte Hanmballe a bada tenm Contro. Lat.contra,econtrario. B o c.Apertifiimo arfo-
nr. B O c. Io non fo a che mi tenga , ch'io non uerga la mento Comro noi. T toppo Sete Contro gli amati crudele ,
giù, tir diati tante bafìonate. Et tanto m quelle parole d Hat tu mainiuna teflànomanga falpt fatta Cantra aleu-
tennero porgli paHiu,the quanti nella corte u’eranojiat- no (Et proaduerfus. Lat. ‘Hnina altra medicina efSer Co
eorferoej}èrgbflatetrattelebraibe._ t’^ndepeflilengemigliore.Controanoieri de padri .
Ritenere. Lat. reimere ,per impedire. V or. Ma Circe aman Inconcro. Lat obuiam, è uou deltaduerbio locale, quafi in
do gbel ritiene e'ngombra.Et non mi pofion ritener gl'in. fn la ma uemre. & fi da alia per fina. P sr. Che b fi fece
ganm . Po» cb’enfra duo [cogli E* ritenuta . Sol mi rtticn
ch'io non ricida'l nodo, tdefi meta. B o c. fcedendolo fn-
nofo leuare per batter la mogUeJeuaugbfi alC incontro d
ntennero. Et uolendo egli entrar dcntro,il ruenni .
Intolpare. Lataulparejòntem reddereadmoxium facete jm
Incontr' a mexo i nifi . y n ombra mifife Incontro .Jiami
a [ Incontro. Bo c. Gli fi fece Incontro. Lai. obuiam ue-
nit. Loro fi feccincomroJattogltfi Incontro. Ufifeeo
Incontro lieumente dicendo. B t u. Si diffe parimente
incontro.
putare,per accnfire,darla colpa.? n.Tipnaltmiin- lncontto.Lat.adueiÌbt.P hj.Humilin fema’neonii'a.
colpando che me fieffo.'ÌIg di ciò la ma mia uentura mcol morfuperba. Ma nulla può fe'ncontr'ha maggior forga .
Cbénconira'i fai pur fi difende. Iti queBcuaUt Serrate
po.Tercheiogni mio mal te fòla incolpo.ma piu ne'ncoL
po i micidialilpeccbi. Coipauedia 1811.
Dijcolpare , ual efcufire . Lat. a culpa redìmere , excufare »
crimen diluerc,remouere. Dan. Difcolpi menonpoter-
f nfarniego.
Scolpare fUalleuardi colpa, dr perdonare. D n n.yerfol*
I queBe uallt Serrate
Incontro agli amorofi uenti . Io cheggfi a morte Incon-
tra morte aita . Che m'baimo congiurato a torto ineon.
Oro. lio.et.Allalwtontro recandogli certi anelletti cou-
trafàtti.i.m ricompenfapin quella ucce fi in cambio M-
IHmontro.dtncn ueliende unforejltert.
tulle fine mai ni fi fiolpa ijoue mai il pei calo ni fi purga. IneontrareaLat. obuiare, occorrere. P s t. Che’ncoittrilfol gou
^ppouere. Lat. opponete, obiiiere,afcribere, afUgnare . ual quando ne mena'l giorno. Hoc. Alcuna unita ejfendo ~
mcolpare.D Au.Etfaifiuneutegiafuappofioaitrur.ne incontrato.
diaiaqq.&atq-ji. > Intoppo. Lauconturfio,grconcuTfut,oceurfns,detemio,
Accufa. LatÀelatio,la querela. Boa, La ingiuBa Accu- impedimentum , obBaculum . i quando due fi fiontrano
jaàcoBtifuda tniquitefiianmiprouata.T ». Latjnfi- inunluogoiBtfii.PtT.$egnicb’toprrfiaTamorofoln
mulath ; notarla a . toppo . Tiongia eoerer tofi c'bebbe altro Intoppo. Ari.
fc» Aceufare.Ldt.&deferre,calumniari,òincolpare.T MT.I . E fiera compagnia couduro Intoppo. pei^ando tre-
mi foglieaccufare i&hormifmfoJniaccufandodfugi- narftdurolmoppoj I
tino raggio.Di libertà qiieflo crudeltb'i ai o^ò.B oc. Di Intoppare. Lat. oecurrere, incidere, obfiaeulo efie, & hnpe-
douerU-aciufareallaBadrfsa.LafuamaluagitàAccufam dmmmo ,impedtri . ned feontrare. D An.Chefifiange
ta. Lo innocente per falfi jojjiitiotte accufato. ucdtalCliuL con quella in cui 1 intoppa .
j ScuCt.fixfare,ifeufare.uedia i6y6, Rintoppare.Lat.refirmareficcludereyemadlocumfuumre \
Contrario. Lat.&aduerfui,pugnant,repugnans,tnter digere ii acconciare alcnnacofa al [uoluogo.lLÌ a u.€hi
oppofitm. P 1 T. Contrario Manto , Effetto , Cmdardon. Tergeruolo, efi- chi Artimon rimoppa. Chi troua m fu gli
CoNTKAtiA StagfOn,Scbiera .Conrnkxxc HoreJ'o^ occhi Rhuoppofi noluemdietro.LataqipofittOfippofitumt
gite. Con T.A A « > yenii,Cielo,terradinomini,e!r dei , Mi mpedimeninm contrarietas. Et di Rtntuppogb altri dffìe
fianContrari. S'alben neloce,&al Contrario tarda. alui,idellérimpetto.Lat.econtraexadnerfo.
T ra duo Contrari mi difiempre . Chejfiefio finn Cantra- Incappare. Latjnàderefincurrere, naie intoppare, tr inco»
rio l’altro accende . Se brama bonore e'I fno Centra- trare. B oc. Ter non Incappare nel fecondo erroreMd-
no abhorre. Molto Contrar» il gnidardon da fiopre,
che gia'l Contrario era ordinato m cielo . B o c. no-
di l'Indice .
Cantra. Lat. tir aduerfim, aduerfits , eeontrario . ìprepo-
fitionedel nato contea alla yerfò prepofitionecperÓD-
le laccmob t'hanea lofi intorno a piedi che li conuenina i»
uno incappare, nepotem incappare in alcuno che m mag-
gior nergogm caduta nonfojil. Che tu fiapofaa fauiafijr
piu non mcappi in qneBe faocchexxt- Credendofi la mor-
te fuggire, in quella incapparono .
chejì come quefla è piena di bemuolengafiofi queìla ipie AbbattcreXat.mcidere,incMrreTe,oecurrere . per imbatte-
Ha di maliuobnza .tp-fiufànel daiiiio,& accufattHo,di-
notante nerfò la perfiaa. Ttr. Cantra Amor,CoUii,Co-
flni, Coflor , Cui, Te. Me, Me Refio . Aiace m molti fi!r
pchn fi fic fio forte fideB Cantra Molti. B 0 c./)i mormom
rar Cantra bri. S" alcuna cofa detta l'era Cantra al mari-
to per lei, quando ffofata fibanea .
CoDtti.Lat,adnerfiu,(jr fidaaile coft.T n j. Co»-
re, intoppare, incontrare. Bo c.Etcome dura mafia
quella di coluifiheadomia non bene a ficonuemcmes'ab
batte.Canalcandoiierjo yerona l'abbatlim alcuni Jiqna
U mercatiti farenanofilr erano mafnacberi,ct hnomhu di
iRj/iujM utaiàncoiari Lat.obuianit. Cb'effcndo U flrac
ci ifiutt panerò hnamo di cotale infermità morto gittati nel
la Mia publica , & abbatttadofi ad Ridite porci . Lat,
fortuu»
Mirto
fórttiiloiitcidenÈes. HMìMnoa ricofUtre tutte tf nelle
futre che uedremo nere, unto che noi ci Matteremo ad
tjSajideHUtrouereim. Lai. mciiemns.t{on farebbe fojr
fc fiato mtl innejlilo dt efferfi Mattato ad ma .Lat.m-
uemjie ■ Stendendo il pie per lo letto gU netme abbattnto a
quello fpago. Lat. percnfiit .
Ver, in ucce Ot f'erfo.è propofitione. Lat. nerfns, ^ tèmpre
fi poJipone,nl Rumam nerfns. Per. yer me.yer te.yrr
lei. yernoi.yerlatiagion. yerfanrora.Boc. yerpo~
nenie uegnendofer neia. I) a x.yer me fi fece,& io yer
lui mi fei B £ M. Legge fi uer in nece di uerfo.
tot Verfb. Lat. nerfut.Tt t. yerfòla jera.yerfola fine.yer-
fo t aurora, yerfo l'elìremo . yerjo’l maggiore i’I pin Ine-
dito giogo . yerfo r aurea fronde . y erfbi mio fine, yerfò
Occiienle. B o c. yerj'o le jmirne. yerfo yerona . Bene
io nò yerfò là ,
'VnCo.èpropofiiione. Lat erga. unolfèmpreU feflo cafò,«<r
è kocediuemuolenrta del tutto contraria alla prepofiiione
, Centra per efier noce piena di matiuolcHga ,& fida alia
perfona. P e T. Terche lim yerfo me le man fi flrette.
yerfò é noto dolce fi hiera amica . gp- quefia fid Molta dif-
fe yer fi di noi centra la regola , peri he la prepo fittone Di
fegnitandoui dprenome uerfo. Centra, .Apprtfio, Sopra,
non mai fi pone , tome éfòpra alla prepofiiione yer , gjr
yerfo. ma quefia una fi può dir effer sformatamente det-
ta per caufa del uerfò ; anibora che‘l B o c. dicefie Con
camere i iafeuna yerfo di fe beihljima . Et fegh Re Chri-
ftiani fon cofi fatti Re yerfo di fe i berne è cojiut. caualie-
re.&q:iidirei uerfo fi , per fuggire quella éfonaitga di
jòfe et altroue poi Jifl e yerfò biro,ibe fermi fiauanoj'er
fò te. yerfo noi, yerfo lui. yerjò lei.
Inuer,^ Inuerfò prepofiiione. Lat. uerfui.&Huole fempre
i’accupitiuo. P ET. Che mai non fofle Inuerdimepuifie
ra. Ch'i uolfi Inuer f angelica beltade ,
Inuerfo. B o c. Inuerfo l'occidente. Caualtaffe la capra In
uerfo il chino . & qui non fi dirà Inuerfo all’occideme , ne
Inuerfo al porto .
Tue, in liete di uerfò prepofithne.D c v. Eiuiéfunocbe
miraua Tur me come conofier mi uolefie .
Scontro . Lat. concurfio Sue. Tutti ualorofamente cem-
battenda abbaltutia loro Scontri caualcaxono auanti.
6of Scontrare. Lat. ohmare,offendere,occurrere,fefe opponete.
P E T. Ter non fcontrarch'i miei fenfi diverga . Trefso
era'l tempo doue amor fi fcontra.B o c.JCndanJo da Me
Uno a T.iuta fi feontraronamun gentifhuomo . iluafi
pug^ogh uemffe di chiunque uedefSeofcontrafie.Cbe ehi
fconirati gli baneffe. Hg pafsò molti di, che mini fi feon-
irà . Tiu Molte feontrandofi mpicctole fcbiere de nemici
combattemmo. T h.
Occorfo. Lat. occurfus . ual feontro. Por. Se nel mio pri-
mo Occorfo honefla & bella yegghU .
.Affrontare . Lat. opponete fe ,coigreé , conuenire. B o o.
Seirga fegno cantra i nemici i affrontano, A n. Et col Re
affrontatofi combattè. U a u.Toicbepergratiauuolcbe
tu t' affronti .
‘Raffrontare. P e T. Et feto in terra mai non fi r.tffroma .
Cacciare. Lat. expeUere,&fugare,amouere, eutere,exige-
re , depeUere , deturbare, extrudere. Ttt. Cacciar me
innanzi; ch'era giunto prima.L’alma,cui morte del fin al
hergo caccia. Bue, Cacciar uia i foprauegaenu pencola.
CIELO Mirti Hi
Caccia uia U manhuonia . .Anzi a calciano in cuctn-T-i
mandano. caccUrebbemt fuor di lafit.Cacciaia uia la p.in
ra. Ma io la caci icrò con quefto bajlane. Dan. Caccierà
l’altra con molta offenfione . i>ijefli la caccierà per .gnt
mlla.CaccUrli i tuC per non efser men belli.
Cicciacrice . Lat. expnltru.tii. Bue. Q^Ba donna fa.,
rà deUa mia nota Cacaotrice, Diana ut habito S una Cacr
ciamce.Tn.
Scuaare. Lat. expeUereAhduarejrdfcere^repndiare. Pet. 6o8
Che mi [cacciar di là èoue amor corfe. Qjiado U fera fcac
cia'l chiaro giorno . Scactiando del ofeuro gy grane core i l
penfter tristi . Hor sìo lo fcaccio . & U Scamata parte.
Scacciato del mio dolce albergo fora. Che di fua terra fu
fcacciato, & morto. IjU. exadut .
Difiaccure. Lat. depeUere , abigere , propulfare , deqcere,
Boc.Il rubar l huomoai uccìderlo, odtfcacciarloda maU
nagità procede. L'auaritia tutte le beile ufàitgeba di-
fcacctaie. t
Ifcacciare. B o c. D<> queUa con eterno effiUo ifcacàato.
Bifcaxxitre ,ual fquacquarare (}r confumare. Da u, Bi-
fia-g^ , et fonde U fua f acuitale .noni da ufare , & è
ucce furlana .
Caccio,^ quando fina a pigliar animati fèluaggi. Lat. nena \
no yuenatns. Bue. In fu U piaz'ga dt fan Marco fifa .
uni Caccia . Hjufla Città atta alieCaccie piu uoll e fi ri-
corda bauer ueirta , fi come luogo abondeuole di gioua-
nette Capriole , & Ufciue , & dt Damme giouam ,&
preSie , piu correnti , & Cernie ad agni rete , cane ,o
flraieanifate . Ah. .A prender nuoua lacciagioncfi ri-
torna. L k.Etcomeil porco poi che finte f -Agate San-
ne de cacciami cani .Tu. Et altri ammali fiatri da Cac-
ciatori. Diana inbahito dCuna Cacfiatrtu . Pa. Lati,
yenetrix ,
CiccÌ3toK.Iat.nenator. A Ri.CUridanCacciatortnt- 6op
ta fua uita Di robufia perfona .
Cacciare. LatJienari, aucupari.feras indagare fferis infidùu
ri , feras inquirere , & inuefligare .Ptx.Cb'undtcae- l
dando fi com’io falca . Et col bue 'gpppo andrem caccian-
do l’aura . Caccio con un bue gpp^ , infermo , gir temo .
Bue. ycceUare,Caceiart,& pefiare. Il fino tempo tutto ■ l
ffendea in uccellare, & in cacciare . In una filua andan-
do cacciando.!, andando a caccia .
EfcIuTo,^ Lat. exclufns, euBus, ual ferrato fuori, o
cacciato da fio if altrui . Pet. Cofi dunquefa tu eh'»
mggio Efilufa Ogni altra aita. Ari. Doue fimo i
parlari in modo Efclnfi, -A far che fiail fcUon di ai-
ta Efclufò , idefi privo . Il Re d’-Ai^ dalnfna don-
na Efclufo.
Tornare . Lat. ta.xare , meta. pknlHm ferire, ual accufare,
gir efSere contrario con folleiituJine. Bue. liuiui potim
tandoU addòjio la Stramba , gir l’-Alticaato ,el Malau ' r :
gelate compagni éTafquiuo. Tra fiatane prefit quan-
do ma na addofio ad nn altro per batterlo, o per uccider-
lo. Pet. yiipafiau pai iCfiale fjutte quadre lirico,
nobbi a guifa d'buom che poma , idefi che ffmge per an-
dar del lorpo.
yrtare per Cptngrre. Lat. urgere Jpercutere, impellere, pelle- 6 io
re,propeliere.Phr.yrtar come leoni ,e come draghi -Auin
ch'iarfile code. B o e. ari P m. Come tonde cacciate tu-
atdaluemo/t taltra dalla Urrà inficnte artarfu cader *
t «f
Marte C I E L O
terra fen^a eflere urtati. Egli patri afiai urtare il capo al
muro. S'egli auien che urtar con lui ti conuenga. 1 pajìori
fare i lor montoni urtare.
Spingerete^ Sptgnere. Lat. expellere. T et Soflien ch’io ua
da, oue'l piacer mi jf igne . il mal cojhane olirà la fjiigne .
tdmor mi fpingeadir dite parole . D' infiniti /ójfir hor
C hanno jpiata .Tempo ben forahomai d'hauere jpinto
L'ultimo ftral . Del uento , iberni jbinjé in quelli [togli .
Spmi'e amor,tt dolor fine ir non debbe La mia lingua aula
ta a lamentarli, tanto innanzi finlliinto .
Sog)ingere,Cr fojpignere. Lat. anpellerc,cogere. P s T. L'ira
Tideoatal rabbia jofpnife. Tojiia che mia fortuna m for-
ata altrui M'bcbbeSofpinlo. B o c. Tirandolo da una par
te amore,& dall'altra i conforti di Gtfippojbjpmgendolo.
TamoCufeto fofjttngefferotibe egli s'apnfie. Gli occhi
infra’ l mar fofpinfe & mde la galea . La naue,che da im~
peiuofò uento era fofpinta . f'utmamente £ amor Sofpin-
ta cofi lominiiò a dire . Sofpintigli ufii delle camere . Ri.
ualdo fòfpinto dalla fortuna, aedi alf Indice. Dan. .An»
diam thè la uia lunga ne fhfpingetidcli ci affretta ,o ne
faeQer foUeiiti.Verpiu fiate gU occhi ci fbfpmfè quella
lettura . B t m. Tempefìofo nembo afialitt e fofpmti.
Refpingcre. Ari. yn'altro al primo termine Relpinto.
yrgere. Lat. da utgeo . ual fpmgere, & urtare. D Uìi. Che
Cuna parte,t!r l'altra tira, & urge. Caduto farei giu fen
gaeffer urto, ide/l urtata .
<11 Sgombrare,peruacuate. Lat. expedire, euacuare, explica,
re^expi liete. P et. Ogm uoglia dal cor mi fgombra . Voi
mando’luero Igombra. Cofleiche tutto'lmondo fgoru-
bra . un bora fgombra Qjiel che'n moltannia pena fi
raguna . .Adunar fempre quel eh’ un bora fgombre . UOm
ra fgombrando’l pafio ,onde tu entrafli. Et fgorubrar
i ogni nebbia . Di fofpir molti mi fgombraua’l petto .
Tot che ti Inombro de la maggior falma. Boc.fr
fgombreremaluoSiri prati, idcii lafcierem noti di noi.
meta. Tu."'
Dijgombrare. Lat. diffoluere,expeUere. P E T. Di quelle hn
prefimn [aere difgouAra.'ìfg mare ou opu nuo fi difgom
gra.Di ncuofi penfier difgombra allbora .
Ingombrare, ual trHptre,£r occuparla mente di faHidi. Lat.
tmplcre.ociupare, unpedire. P s T. Qjcalunquepiu [ha,
mana uifla ingombra . Et poi la menja mgomhra Dipo,
nere uiuande . Se non lamia, cui tanta doglia ingom.
bra. D’amorofi penfier il cor ne’ ttgombra. atti (f- pa-
role m’ hanno Tutta ingombrata l'alma . D A ti.Che
[uno a [altro raggio non uigombra,idefl non fa om-
bra , 0 impedmento ,
SOLE.
6ii Sole ,ì detto Sole , perche i foloquello che luce, dr eoi
fuo lume iOuHra le cofe fuperiori rf le mferiort , & ogni
fieBahalumedalui ,&ipianetafòrtunato,mafculm ,
diurno , caldo , & fitto , 0- una fica tutte letofe llfbtei
[ouhhdelmoiuh,ghàiKht3deldi,beliezfadelcieto,tni
fura de tempi. Signor de pianeti, utrti, & uigore di tutte
lecofinafcenti,perfeitiondele fielleA!r Re della natura,
femphtifitmo,^ non compofto di parti contrarie; & dal
la femplicilàprocede,ib’i Uuifiimó, apre i pori della ter-
ra,tir eccita il mrtù ch’ia^radia, & mutua tutele
Sole
piante , dr nutrifcele rijòluc ndo [humore nella terra , i(p
conuerteloinnudrimento. Sana , &confcrua ,pcrcioilie
gUeltmenti per loro contrarietà ftdufarebbonot’unCal-
tro , fé non fi riconcilia ffero conia mfluc ma della celeRe
uirtù. Ilei Sole i la uirtù uiuifiiatiua, perche neffuna
cofa mue , doue non penetra ta uirtù del Sole . il Soie m-
fiuifie nelthuomo natura di fapere, & £ imaginare.il So
le perche i maggior di tutti t corpi cetefii , è maggior mi-
nijlro , tr I fijfaniafei uolte quanto la terra , cr come i
m.iggiordi corpo J anche maggior de uirlùii collocato nel
quarto cielo. Cicerone h chiama duca delle altre flelle,
perche per la maeftà della fua luce precede tutti gli altri
lumi, cofi lo chiamò prucipe^y^ moderatore, & tempera-
tare degli altri pianeti, perch'egli gli regge.Thitofophi lo
chiamano mente del mido,ir cuor del ciclo, fa il fiio c orfò
in ccclxr. dì, ta quarta parte di un dì,cioi j 65 . dr *>
quarto Terche ogni quactr’anni s’mterpone un di, et quel
tal anno ig66.giorm, & aneboui rimane lacenttfima
parte £ ungiamo, lljiefio pianeta fa [anno finito luttoil
Zodiaio,fa il mefe finito un fi gito del zodiaco, (a il dì ih'i
10 [patto di xxihf.Dore.Fa il giorno quando i nel nofiro he
tmjperw [opra la terra . Fa la notte quando è fólto terra.
Qjiandouiene idl’oriemefamattmo.Quado a megpgmr
no^a mezo di. Quando dei fina a Oi adente fa fera. Quido
entra nell’ .Anete.ch'ì il primo equatore ,fa làTi imaue-
ra. Quando peruiene al Cancro, fa eflate.Qjiando alia Ci
bra [.Autunno. Quando al Capricomoft uento. Onde per
quelle quattro fiagiom i poeti finganoli carro tirato da
quattro caualli/puti fetondo Ouidio fono Tiroo, Eoo,E-
tbott,ù-Thlegon.Tiroo i detto da ptrAhefigm fica fuoco.
Eoo.da eoSyChedmotJ [aurora. Ethon,&Thlegonda E-
tbiuA!rTbtegin,the[uno,e [altro ftgntfica a^re ;han
m adunque 1 nomi dai calore delSoteMa altrinominano
11 puma cauaìio Eritbreoj.rofiojcome i la mattina il So.
it. Ilfecondé .Aneonpcrcheuerf) la terga difende i fuai
* Gtff» chiamano IdSin. xltergo Lamprosc
noi fplendiJo . perche nel mezo giamo molto fplende . Il
quarto Tbilogio, ideSi amatore di terra,periheuerfo ta
fera cala alla terra.
Hiperionc. [econdolefauoU fu figlimkdiTitano ,^dt
y cita padre del Sole, onde OiadM, yidit boni bypeno-
nenatus.
Caualli del Sole.hn. t. Tenftih’Etù,&Tiroofia fatto
zoppo; ucdi [opra a Sole.
Sole, onero -ApoUo.Thibo,Tbetonte,Lucifero,Titone. Ret-
ter della luce,SpUnJoreJjime,Luce, Lucore-Lucido, Lum
itnte£taggiJ{ai.Lufiro,T ranslucido, Chiaro,Corrufi an-
te, Fulgente, Fuluido, Limpido, Fuipdo, Ombra,EcliJii,
Giamo, Di,Matlino,.Alba,.Aurora, .Antelucano. Caldo,
Tepido, Stale, EfiÌMO,Secco, .Afiiutto, .Ando. Dio degli
Imperatori /le Rt,Duchi^ignon,Tountt,Magnati,Ric.
ebiJHagnammiJmperiofi,fortunati, yanagloru>ft,ya-
gabondi .^dei Forti.RobufìiJutttton,Timorofi .dr dei
fcdeli,Gmfit,Seereti,Subilt, Fermi, CaBi, Deuott fieni-
gni,Tlacidi,.Auidi£boHore . Il fuo metallo i [oro. con i
funi nerbi fetondo la qnaìità de nomi .
Sole. Lat. Sol,Thubui,.Apollo,Titan, Djperan, Cjmhiut,
Latoidii,OffTtiJ>eltm,ffd bai nomma ut phertmum poe-
tica, 7 i T. <^B o c. Sede di luttoil delo ornamento^
thurezxa , & lume , Rtttor della Iute . Gran Tuenaa ;
llStd
Sole
CIELO
Sole
8i
IlSelimominciaiuta f^rfi gUUo .llSolcrigubafSoil- tutta lòretia .ThebomncaordelgranVhilene,& atcor-
l bora del neutro. Il Sol era già inolio alto . tpeuda dSel datore delie cubare di Tamajo .
alto a nteio nelpro. Il Sol eraferucatijiuiio ai megogior- Lucifero. Ut. btcìfer , Hejper, mjperugo , befperus , plto-
nofaltto.&rul K». il l'ergine Sole era gta coperto del- fpbonit ,ueiiertilieUa,cytbereiisigmi. B oc. Ogni Ilei
tonde d Uejperia.&ael P H. Entratta il Sol nella rofata la era già dalie parti d’Onente fucila ,fe non quella fo,
Aurora ton lento paPo. Come cbelnuouo Soleufcidel la, ebe noi chunuamo Lucifero, che ancboialucena nella
mondo, tigli' bora cbi'l Sol cerca toccafoMapoi cbe’l So- biancheggiante aurora . & quando dinota il minuo infer
le nafeofe i fuoi Raggi nelle ofeure tenebre. Tanto cbe’l So naie, uedt all’ inferno a iSoi.
le Ulumiitòciafiun clima delnojhro Hemi^erio .Saluoil Thetonte.Ut.phaeton.figliodelSole,&diCbmene Era ^ ,j
Sole nell' .Aurora . il Sol uolta a inetto giorno . U dorata ne mede fimi tempi Epapho figlio di Cune, il qualfuper-
tafi del Sole, il Sol piu ardente. Coft bello. Cimo é raggi. bo per tamu padre Jpre^ua Tbetonte ; negaua lui efie-
" ' ' ' TenatoéVbcbo.DolfeleneconlamadreTbrtunie,tà'da
Dolce . Sdjianto'l Sol gira . Donna non penojia dal iole,
Tdsnc percola dal Soie. Corne i Sol uolge t infiammate ro
tc.Voi cbe’l Sol safeonde. Qjiando’l Sul apre le ualii. De
tai^r, che ne Sol curane gxio . Quando'l Sol Bagna in
mar l'aurato carro .il Sol mai pui bel giorno non aperfi.
Scaldaua’lSol già Cuti <!r Coltro corno dclT auro.!' olgc-
ral Sol non pur anm,ma lutlri. Donna piu bella cbc’l So-
le . Tiu chiara cbe'l Sole è la mia fede .Occhi piu chiari
cbe’l Sole. Conia lingua po/iemelegò'l Sole. Sommo sole,
inuecedt Cbrifio.Teptdi Soli. Solari Raggi . ^ meta per
Laura.Fatal mio Sole, il mondo rimaner linga'l lùo Sole.
SìuelSol ,chefiloaglioccbi miei rijfilende.Lb'è jola un
Sol, non pur a gli occhi miti. Ma'l mando ctec o. Et fu del
mondo il fuo Sol tolto, Coftei cb'i tra le donne unSole.E'
uerameute fi'a le Stelle un Sole. Breue, Chiaro, V furalo.
Dan. Voiapprefib tonuien thè quella taggia Tra tre
foli, idetl tre ram . Onii leuai le mani inuer la cima De
le mie ciglia, à- fecemi Solecchio j. picciolo Sole .quetio
amen quando'l Sol ci da ne gU occhi , quello rimouiamo
con qualche oliacolo , & chumiamo tal rimotione Sclecm
chio,percbe éminumio d Sole. A r i.Etgiaueniachide
la lucei donno Le /ielle a tor del del, di terra [ombra.!
fignore della luce, cioi d Sole .
Soie, per lo anno, ueà di fopra,& uedt a dodici fegni del
Zoéncoab$i.
Solecchio,! picciolo fide ;uedi di /òpra Sole nel fine.
Edifsi. Utaciipfu. .Aereo figliuolo ài Tiefiefu d primo,ebe
trouò là Ech^ delSoU. D a ti.TigtEcl^ daifolpertra
tarere.Et lalEcbJfi credocbeuculfcpeSiuànJopàti
I fupema poffan^ Ari. Come tEcUfie , o la Cometa
fu. San. 'Ugn uedete la Luna ineclipfata i
ZcUp/are. Lat.deficerefibtmebrarerohcacare,d>fiTuere,eri
pereaioliem indneerejòlem obfatrare. noi mancare ji(a-
toda D a n. Di ueJerecliplar lo pdit un poco. Che Bea-
trice eclipti nc [oblio , idefi poco manti tb’io non mi
fcorJaidilei.
Carro del foie. Lat. currusfilis. P i t. Tommi , ouè’l Car-
ro fm temprato,tfi- leue.idmudo’l fol bagiu in mar
[aurato Carro .
Apollo Dio ; uedt al luogo degli Dei a numero 69.
<14 Phebo. Lat. pbitbut ,uedi Sole. Tot. L’arbor ch’ami già
Tbebo ai carpo bumano.Tbebe percolo, e‘lgiouaned',A
bida,LuudettoDioJ[altT’biumpuromottale. B o cjk{
T M Thdio hauea già rafeiutte le brinofeherbe. Effendo
Tbebo nelle braccia di Ca fiore , & di ToUuce . Tui che
Tbebo co tepidi raggi retò nuouo jfiiendore . Già banca
Tbebo nafcolilfiad raggi nelle marine onde, drnellt E i.
Rendila chura Incedi Tbebo i raggi fuoi confortando le
ir amor tue berbateJSia lafiiaua ueder Tbebo Ufna cor-
tei ammacHrato andò alla cafa di Tbebo ,&alut etnefe
grata tnnominat.i.gmròVbeboa he impetrerebbe dò che
cbiedejie. .Altbora d temerario giouanetto cbiefi che pi r
un giorno gli concedejfe guidare d fuo carro . pmi/si The
bo dbauer giurato , c' tentò di dijfuadcrlo di qnefìa fua ■
temertu , m fine fiondo egli nel U merano juo propofuo
h conccjfe il fatar carro , d quale 1 poeti fingono efiere gni
dato da quattro caualli Tiroo , Eoo , kthone , ejr Vhte-
g/me . tome babbamo di lorejpofìoa Sole . Era adunque
già a mezod deio Tbetonte quando i cauallt non temen-
do fi debole gouematore lafcurono d quarto delo,nrlqua
le d Jole fi uolge & fcefero non folamente /òtto il tergo de
le di tenere & il jecando di Mercurio; ma fitto la Luna,
la quale! nel primo. Semi la terra la troppa propin-
quità del Sole, tal ch’igni cofa ardeua ; perche mojfoa
compajfione Gioue perco/fe Tbetonte col celefie folgo-
re ,& pmfeto nelTòytfi- qumt morì , non ha fio efiempio
a temtranj , & però dice d noflro P e t. Tbetonte odo
cbemTò cadde , ^ moria . tir D a n. Maggior paura
tum credo che fifie ,SìjandoThettmteabandcmògU fre-
ni Tercbe’l del come pare anchor fi feoffe. Et diuerft He-
mifperi; ondila firada, Che mal non fippecarreggiar
Tbeton. &dho c.Upfrefio a foltbi correnti d'acqua
erano te mifirefirette di Tbetonte. A n.
Tirone . Lat. T ithonut , & titan , ^ iitanus . Dicono gli
antichi hifiorid, che di Laomedonte Re dt Troia nacque-
ro Triamo , & Titone : & Triamo rana fi nel regno . Tu
tane con ualtdo ejfercito pafiò nelle pam orientali ,(fiui.l
acquiflò florent^imomperiOiondediconolefauole,fbe
[aurora fu fua moglie ^ molto [amò . Ikhe fignifica ,
che le genti onde uiene [aurora gli furono foitopofie ,dr
fu amato da que popoli. Dell' Murar a generò Menno-
ne;d quale nella guerra Troiana uenuein aiutodiTna-
mo fuo gip ,& fu ucafi i Mcbille ; dr mentre che fe-
condo [amica confuetudine l'ardeuano ,pe preghi deU
[Murerà jua madre , fi mutò m uefelio,& molti altri
utceUiufciToiuidiqHelfiioco,iqualifmronothiamJtimcn
noni, fetonda Salufìto . £' il Jèpolcre fuo appreffo a
Troia, tir éce fi che del continouo [Etbiopia ut uolano
grandifiime fchiere d'uccelli . Titone uìfie infmoal'e-
fhtàia uecchicgga .onde da 'Propertio ,Cum fine non
pudmt talem dormire puetlam Eie ana miesojculafere
coma. Et finalmente dicano che fi cunuertì m Cicala ,
lUbe fiiigotto perche i uecebi fina molto loquaci , utdi
ai[ Murora a pio Vuir.Cbe conia bianca amica diTL
tane Suol da fogni confufi tom'lnebf. Et la fanciulla
éTilone Correa gclatn al fuo antHo- foggiamo. 0 fe- ‘
'Jiu Titon tu .fiù beiil'.hora .Dan. la.toncuhina di
L ili
r.a
t
Sole CIELO Sole
Thon antico Già {imbiancaua al balzo ^oriente, Fuor ite hanra’l Joi da la luna, l'idi una^ran Lnce.Dipocajum-
te braccia del fko dolce amilo , Digmmela {na fronte ma gran Luienonucne.eS' per meta Maggior, Difiata,
era lucerne . yega. Chiara , Che di Luce pnuar mia una [pera. Lyc t
gli Spie ndorc. lat. dr tubar , nitor, fulgor, lumen. P e t. Empie, FetieJlelle,BeateJ}mine.fiame,Trmie„Afiiuite,
sai nero Splendor gunui riiorno.Cotfuo Splendor la mia TrarujuiUe, SpefSe.Luu della Fiorentina gloria. Luce per
uirtùuifiua . Ccnlautrtù <Cun Jubito Splendore. B o o. ghocibi,nedia i}48.
yUi un granSplendore . La luce , il lui Splenderla notte Lucente. Lat. drmicans. Ttr.dfBo c. Lucente Carbois
fugge . Tra molti <àui alluna uolia un meno fauio,inon chio, Orofitella.Fenejlra del del. dg- meta. Lucerne Don-
foumerue uno aurefure Splendore, & hellezxa alla na,f'irtù,&Lrct«TiStelle,Occhi.'ìiuuolettifimiiiad
maturità loro , Spliiùbdo per eccellente , & ampui , uc- oro Lucenti jiimi .
di 4 405. l-ucido. Lat. &clarus, luculentus.V ST.&hoc. Lu- 6ta
Splendere. Lat. &fulgere, &micare. P E T. Gioir forfè nel ciào Oriente, Lvcida Religione. Lrciotonde, .Arme,
foco, per ibe^lendc . Ogmaltrolume ,doue'luojlro jflen- Fauille, Feneflre.LucidtRiui,Serem.Btu.7{eCodoral.
de. Tanto fi uede min auanio piu jplende.&dal piu to e Lucido oriente.
chiaro Hifo , che mai Jftendejfe , Lontra cojlor , colui che Lucore . in ucce di luce . Lat. lux. Dan. Che con tan-
ff tende jolo. to Lucore , & tanti robi M’apparuero fplendor dentro
Ri^lendere . Lat. refplendere. P e T. Tot ihe’l uoUro ueder a due raggi .
IH me rifplende .!>jielfol ihefolo a gli occhi miei nfplen- Lucere . Lat. & Iplendere , fulgere , micare , nitere. P e t.
de. Fuggir uorrà,ma gli amaro/i rat Rtfplendon fi.Hoc. Quel bel uifb di madonna luce . Et jt com'etla luce Ridir
J tijuat titolo tanto piu m lui rifplendeua. potefJi.Cbeijuanto'lmiroptutamopiuluce. Bo c.Ofm
Fulg re . Lai. ualfplenderc .Dan. Fulgeami già in fron - ftella lucena. U tue uirtù perfe meJefime lucano. Dan.
te la corona . Et uegno in parte fiue non i chi luca .
Rifulgere . Lat. rcfulgere. Dan. Qjtanto primo fplendor Rilucere . lati, relucere , micare . B o c. QmIU pietre ri~
ouel che rifnlfe . buon da mega notte . Dan. Et toma gratto foura
Fuluido da fiilgne. Lat.fignijica lucido, fplendido. Dan. me rilufie .
^ mài un lume in forma di riuiera . Fuluido di fulgor Tralucere. Ut.traflucereA!r diaphanum epe. Tir. Tanta
intra duenue. bue nel mio cor dal del traluce . Sìuafi uifibibnente il cor
Riflettere. Lat. reflefiere.ual riuerberare. B o c. Feriua del trabue.Come raggio é /bl trabuein uetroJielTalma che
fol un raggio paffando fra Upondt fopra U fonte , il quale trabue eom’unuetro.Ondepm che mot chiara al cor tram
la fila bue rifietteua nel uifo della Reina. T h . Hauendo luce . Et fuortrabuea chiaramente. Già trabtceua a be-
gia tratte te forbite fpadcje quabpcrcofie daihiart rag- gbocchil imo core .
gl del fole riattendo mmacuauano 1 nemici. 7> h.D A N. Trafparere. Ut. ebuere^rifluceredrm^endere. diaphanu
i he rifieeicuai raggi fiuernoi,Cb‘idtnzgaua fpefioil efieièuedereé fuori quello che i dentro ad alcuna cofa.
Hijim nano. Lofi mi pamela bue Rifraua luidinanzia D a u.EitrafpareancomefeButamuetro.
noi iJSerpercojfo.inuece di Rijietu.i. mi parueejfetper- Corrufeare. Ut.ualnbuerejmde Corrufeo ual rilucente,
lofioda ragguhe donano m terra, &dalla terra in me Da n.Etpiu corrufeo, & conpiulucemtpqfsi Teneua
r^jilendeuanoArriuerberauano. A » 1. £ facUnunteo- il fole il cerchio di meriggie.
gm fiuja sadmeite Quando tu amor la ccipa fi ribatte. Lume. Lat.pro.&meU P 1 t. B o c. Toco Lume, Tic « j©
ide/l fi fuga,o ributta, ueé 4 1 789 . ■ ciobffimo. Spento, Mcefó , Raccefo, Dolce, Gran Lume,
Raggi. Lat. radii. P et. cir B o c. RagffSolan,Sorgenti, Tcrzp,Difpietato,Mrdente,Benigno,EterHo,per Dio.L»
Miuti.ilfoliimoé Riggt.L' amanza jlellaRotauatHag me della Luna. Dal Lumc,ondefaluu, &uitapende.Co-
gt. Calar 1 Raggi del gran pianeta. Si come 1 chiari Rag- ,ue Lume di notte in alcun porto . Fra tanti amili .Lini
gid’.ApoUonerechcrannoilgporoo.Tmche Thebocon .Acccfi. DAM.Caaie diBmu da mmorii mafgi lumi
tepidi Raggi recò uuouofplendore-A penafpunu in one* hiancheggian trapobdel mondo .driuuecedegb occhi ,
te un Raggio Difol. Come Raggio Dtfoltrabue m netto. ueé a t ^48.
Come fieila che l Ibi copre tot Raegto. Dan. Conte un Lumicino Lat. lycbnusAStlucemabifycbiiittéduo lumi-
pocoéRagffofifumrfio.il'apparuerogilendordentrou dni. ual piccuito bone. A m.(Uimaucao[olio;relU.
dueRaggi.EtquaHdodtnotagbocchi,ueéa iqqy.- , dlunàduo.
ili Raggiare.Lat.radure .radmemutere. D uu.Siélubm. Lumicti.Lat.ètucema;granlume.D a n.Cofin’andam
do pur conuten thè raggi. Ani. Che come un fuoco atut- mo infino a la Lumiera. A » i. Quante mai furonfiactt-
Tiluiforagg/a. Reggiana fuor / igni mortai coftumtict’ le , 0 Lumiere,
quando énota la noie delt afino fi due ragghiare. Lampada, 0 Umpana uedi a fulgori a 67 8.
RaJ. Lai. radu. P e T. Ter la pietà dcLfuofattoriRai.Sico- Luminofo. Lat.Crradiaiu. Boc. Lummofo Cielo. .Apol-
me'l fol asproipi^senti Rat. lì A v.O ben creato fpmto, lo. Lyn ihoaa yia . Lat. .ApoOoLumaumutl itelo, &
che a Rai Di Ulta eterna la dolce fenti.Crinueetde Uurra.Au.
gboccbiuedia iìqy. ^ -4tbminarr.LA.illuminare,^clarificare.T»T.Ch'aUu
Raiare .Lat. radiare, p A n. yedi Palbòr che perla fumo ma Caere di intorno. Di fi alea uirtute il iklo alluma .
raiaàdell manda ilitoi rat.. Ch’allumiqueHauita,e[altraadomi.Boc.Conocchio
Luce del fole, &• per lo fplendore. Lat.lux.P i r.tJ-Boc. .Allummatoéragione. A m.D a n. Onde fimo allumati
ÌMieEterna.J3iuiua,Segurmt,Vjf0ua.BtlafuaLuu fiuémiUe.Etprtmapo,ffbDiom'allumiiiaftUlfbl;ti>t
UdilMWtÙià
Sole
Sole
C t E L O
a'tllHmM & arji tìr thmor di *rte,ih' allumi do alla bidona JiDJphite,
nar è ihunata la Var.gi. ©>■ tjaeflo ^Ihunuure in "Pan Ombrolb . Lat. uabroiiu , ofacus. P i t. Ombrofò Bofco,
Colle, Seggio.Oa*Ko%if'aUe,ChioJira,Setiu,Oat*ott
"Pugge ,yaHi,OmbrufiMirti.Boc. Ombroja f'alle.
Ombreggunti arbori. A m . Lat. opai itas,tis.
Ombrare. Lat. ombrare, & ummbrare P tr Et fai d’in-
torno ombrar i poggi . Latjual ombrano un bel lauro, C
un bel pino. O a n. Come faljo ueder bejlia quantom-
hrajdeH quando pigliaonéra.
me apertiji U paménan^.,gti moliraronoi petti laro tutti Ombri ggiare, far l'ombra, come fanno i pittori a quello che
dipinti. b pmgiino . Lat. umbrts dtHinguere , adombrare . P E T.
Lullro. Lai.ciardasluciditas.B oc. IlLuflro mirabile del Tur ardifcoombreggiarjjor unajiordue.
beluifo.TH. T^lqual Lujlrofe mi parue uedere una .Adombrare. Lat.adumbrarefiffufcare ualofcurare.Bo c. ^14
ÉZ .m t È Ari ^ dàÉ0 ItattMrt nm h<iw tat eu im i/*
i intende C arte del minare, perche’l mimo luce,& dln-
Huni, tadorna la Scrittura .
Illuminare Lat.& luiidum reddere.P E rJ'egnendo inter-
ra a illuminar le carte.
BirUimc. Lat.crepufcidum, dubia lux, è cjuetlo chef uede,
cioè che chiaramente difternert non fi può quello che fi
Mede;. letto da buio tir Ucme.B oc . Et adun certo Barlu
<11
figura i' un angelo. T H.
Enfi rare Latallulirare,perilluminare,circoudarc, peragra
re, ambire,Urcuire. A R l.'Hon uedioTbebo che'lgran
mondo lujìn. 'Hqfca un legnaggio che pm chiarolujtri .
Che'l churu fot per quanto gira a tondo .
lUnjirare. Lat.T E r.&tatirui uitio lUuflra lor. Dan./
ueggio benché giamat non fi fatia,Hpfiroinlellelto,Je‘l
uer noal’illuflra .
IV.u&ri, gtonofi, ri- chiari perfama.uedia aoj.
Chiarezza. Lat. claritas. li oc. Il fol diluito il cielo beU
Ictja ornamento ChiarexTta & lume .
Chiarì tate. P s r. fua Cbiantate Qjiafi d'un piu bel
fài t’allegra & gloria
Ma tue lufinghe non m’adonérano gli oc chi de W intellet-
to. iiualcecna d’animo figlioccbidella meniet hauea
-4dombrali.LA. P ht. De beuoflr occhi il dolce lume Om
dombraa.affigura,(trtmagina.meta.loltadapiitori.Qjii
do d'un uel,che due beglioccbi adombra . Tanto piu bella
il mio penfier adombra.Come a noi il Sol, fé fua fororadò.
bra. Dan. Mora le'nnanxàa me imlla 1 adombra. La do
ue barmont^ando d nel t'adombra . uedi a city.
,Adombrare,perffiauemare ; onde fi dice un'animale adom-
brare quando i reSiio. Latfamdum efSe. Boc . Tarmano
huomiai .Adombratid mipauriti. Et perauitura u'hebbt
un mulo pi quale adombrò. t.hebbe paura.T e t.Come ani
malpcbe fpeffo adombra e'necfjie.uedi ainy.
Chiaro per lucAo. Lat. clarus ,luculentui. P e t. Chiaro Opaco . Lat. ual ombrio. Ari. Quiui atiendemo infin
Sol, Lampo, Di,Ciomo,Gbiaceio, Lume,yiiò,Spectbio,
Corgo,FoniÌo.CiitAUA Luce, Lampa, .Acqua. Chiari
che flefo a l'ombra D'un bofco Opaco it nafuto Orco dor-
ma. Di felue Opacap la più parte piana.
Otch! . Que duo bei lumi affai pm thd Ljòl Chiari Occhi, Rezo. Lat. umbra. Dan. E trema tutto pur guardando d.
Chiari SleOe.Chiarifiima .Acqua,Fonee£t>C. Chiaro
Ciurno,Cbiare Fontane, Chiari fimo Laghetto,Tfpo.ifiù
reno et meta Chiaro Ingegno ,S iame,i:erme,Srgiio,'t>(ou
me, Difnor,Sermone,Spirti, Chiari Tf fieri. uedia Chiaro
pcerto,emanifefloa 1 6io.etp lUulire,et famofoa 40 j
Rischiarare. Lat. frenare , clanficare ,ifar chiaro. Tir.
Tffienti a rifehiarar abifioect notti Hor è del cielrchetut
t’orna ^ rifchtara .
Limpido, taf. ualchiaTo.lneente,&puro.KRr. Limpido
e chiaro fi, rh’iu lui mirando Sentga loatefiralmondopor
tailiume.OI UmpUezga umconoichnSlaUk
Ombra. Lat.umbra. P e r.ijr Boc. Ombra Dolce-Afa-
biUfietla,Gentile,Odorifera,DileUenole,Tiaceuole,Fol-
ta,Maggicire, Sìmile, Ria, Crudel.Delgraue uelo.D'un' fil
loro. D'un Faggio. D'un Tino . D'un Lauro. D'un Ramo.
'D'unCuUe DeToggi. Dilei.Delbeluifo. Del T’elo.OeSe
Braccia. Delle Frondi. ucramentefiarrf Ombra . pafieran
tom' Ombra 1 fuggir com’Ombra , Faeean Ombra ai mio
fianco periterò . Cdc tinta hauea il fUe C Numida Ombra
etella noiie.O m > r r Tiactuoli,'HudnTm trtfie che Liete,
D A N.Rifiofi del magnanimo queWOmbra.1. l’anima ,
Ari. Ddgùrmeliiui con le firffi Ombrelle.
Ombria . Lai. umbra , B o c. yédi qui C acque uedi qui
[ Ombria, nelle rime d’K et . Ombrella dijfe f A*, i.iit
ucce dt pie dola ombra .
Rn.0.1. confiderando C ombra . Et io tremaua net eterno
Begpj.nel lnogoombroli,m ucce di ofenro T e r.Tm non
mi può fcampar C aura ne'l Rexp. Già non fofin nndriia in
piume al Regp. Ari. Godeanfi il fiefeo Rezo a gran di-
detto. Et era fparfii il tenebrofo Rego.
A dorczza, / ombra, 0 rezo. Lat. umbra pmde adorerx^e
ual far umbra. Dan. Ouc .Adoregga poco fidirada.
Orczza. .è ombra ,& luogo ,doue il pdemnpenuote,(^
che mfitra l’aura. Dan. CbefefèntiradombrofiaCOm
rezxAÌleRi'odoredeluento.AK i.Il merigge faceagr»
tofOreggp.
.Adhugxiare, ual adombrare di ombra noema , dt Huggia,
(hefgnifica ombra.cbe nuoce, cofi iefioHo da contenta.
tontmaftriuendòfifenzab.hanra il fignifkalodiodia-
re,&fa{iidtre.mntando mou.^la d.ing. doppio, come
inodie.cbe hoggifidkt.&aduggiare fin allmo,&pafii-
noper odiare , tir fdHidire fi ufainqkatché parte della
' Thofeana di dire, tu mi dai uggiat. tu mi annoi, 0 daifafli
dio . .Alcuni efiottgono , che odhuggiarr ual abhrufciare
loliodal uerbo aduro, &• pereto fi dourebbe jertuerefen-
gah. P t r.Qjialpmbra i fi irudel che'l fetne adhugge.
Quanti prefio a luinafcon par eh' adhugge . & quièfog,
ghuniuoi. adumbrtaomnufi &guafii. Dan. E’ifumo
del ròfel dt /opra adhugguj adombra t aria di foprt. Che
la terra ChriHtàn» l'Ulta adhuggla.
6zj Spera per l’ombra del fole, &Spbera.Lat.Sphara,Globus. A\ba.LatMuroraecSr‘cnepuliutkm,trélucuìum.iilmatti tfij
unArafoUt T ir. Toi che t'ac cor fe cbiufa dalia Spera no.Tir.Ttimarcheafidalee..Aibaartiuìlfòle.daibe’n
De tamico piu bello i. da raggi del fileagutfa diSpera, cimhu.Ulabet^S>a.Cbur»na,aiuffirori(Mbajl!ra
etoc quafi Sperica figura lucente chiufà da ombrofi liner, leSqnille. Mafolpm,Cy lamemiinfinat.Aiba .Trrha-
deltamicopiubeUoJdeH delfòleamuodi Laura alluiett- uer pofaalnKiumfiqafUlka.EinoHiui fianca pmno
l Wj
Sole C I B L O Sole
fowu>, oiAlhi. Boc. ComMi F^lba »i apparire, per rifcaUarfì , ForlidtmnOjOdjfluercbUletitia Si-
D A N. L'^lbi uirneua Fbara mattutim. imanxi * fieUuo.HtìttU' Indice.
l'.Albi. Ari. Che feieita^etur km, oche [.Albóre, Rircaldamcnto >«<i/ feccaggine. Ltt. £f}ns.Boc.T*~ (tj
CheuaduunzialnHOHO giorno nafci.UlbacUU.uedi rendogU hanerea/iai dolore , non Holendo anche il Rtlcd-
al fuo kogo 4901. iamento della moglie j.rimbrono.
hl'aòte.Lot.albor,^ albHndoJk bianchrx^.X) a v.ye Tepido. Lat. Mal temperate J.fra'lcaldoe’l freddo.V ìt.
dt[Albir,cheper lefkmoraia.&MedtéfòpraadAL. Tepidoyemo.TEViDt T^Mi.Tiewi Soli.Boc.An
Ì4 . ci’’ 4 8 14. noM facendo il fole già Tepido alcuna noia .
Aurora. Lat. &TaLinliis,Tiihonia,Thaiimantes, Leuco- Tiepidezza. Boc. £4 Tiepidezza de gli
ih^yMater MénoniiiTalàtts. Fingono iToeti.che tAu- ammigia alla uecchiez^ appreflantifi. L a.
rara fia ancella del Jole,& che la mattma efea del letto di Intepiére . ual temperare. Lat. tepere,tepefcerefn fignifica
Titone , & che fempre uada innanzi a preparare il uiag- tiene pa{fma,e!r tepidare,^ tepefacere alHna.u icpidunc
giofindeV 1 R. Tithonicroccumlinqiunt Aurora cubi- facete . aut reddere. P ur.E’ntepidir feutia già d foca,
le. et Prr. Qjiàd'io ueggiodalckl fccnder [ Aurora Co Boc. E' Ifol già incominciando a httiepiére.Terchel'om
la fronte di rofe co crin itero .De [aureo albergo con mordi lei gin nel freddo cuo re di lei Intiepidito con fubita
[Aurora innangi. Cefi mi fueglto afalutar[Aurora.La fiamma ji naccefe. D A n.Jig [hora,cbe non può U color
fera defilar, oéar l'Aurora Soghon quefli tranquilli, &■ diurno mtepidar piu H freddo della Luna,
lieti amanti. Che con la bianca amica di Titone Suol da fio Rattiepidire. Boc. ligia Rattiepidito amore per la jperan-
gni confuft torre' luelo. Cria fancùdla di Titone Correa SJ» pafSata. Et gta il urnereo fuoco gli haueua fi ac-
gelataal fuo amico jòggiomo. B o c.L' Aurora uermi- cefi, che tardila freddezza é Diana gli baurebberat-
glia comincuua a diuentar rancia . Lucifer , che anchora tiepeéti. T k.
luceua nella Biancheggiante Aurora. Come la roffeggùin State. Lat. aflas P e T. 'N> State il cangia , nc lo fptnge il
te Aurora moHra la imttina le fue ucrmtglie guancie. uerno . Di State un ghiacc» , un foco quando uerna . Di
P H. S /in.tiepiutoiìo labella Aurora cacciùlenot, Stateamcxpdiutncontlfole.RofedtuemoamezaSta-
tume fielle,e'l enfiato gallo con fuo canta faktò il uicmo te'l ghiaccio. Et tremaamexa State ardtndo'l ucmo.
giorno fignificanda [bora, che g}i accoppiati buoi foglio- Boc. EjSendola ^ouaneun giomodiSlate jolettaal-
no alla fatua ufata ritornare ; L’Aurora già incommcia l* marina .
uaa roffeggiarerml cielo rifuegUando uniuerlàlmentei El^uo . ual caldo , odi efiate . Lat.afiiiius. P et. Spar- iSiS
nuirtali a [opre loro. D a s. Si che le belle, tr te uermi- gea per l’aere d dolce Efiiuo gelo .D’abbracciar [ondirt,
glie guancK Là dou'i era della bella Aurora Ter troppo & Jèguir[AuraEl}iua.Et[ombrafòltait<rfAuredol
etate dmeniauo rande . La concubina di Titon antico Già ci Ejliue .San. Ter kogbi dolci Efiiul. Ari. Degior-
iunbiancauaalbalzoionentcEuoTdelebracctadtlfuo kEiiiuiconle^fi’eombrelle.
dolce amico Di gemme la fua fronte era lucente . Et tome Secco. Lat.ficcus,andus,uatafiiutto. P e T. ^ B o c.Seo
uien da ihianfitma ancella Del fU piu oltre ; coft'l del fi *0 Humort,Uare,Secca Seka.sectbe Cofe. Secchi Fiori,
chiude . uedi la hiBoria a T itone Ar a Ciomo/loutfipuo Fiumi Jjtgbi. VOima è Secca.La uena i Secca.'Hg fiume
anebo intendere di tfia Aurora, fugianuuSeaoperpiog^.
Antelucano . Lai. i lo ^lendore , che conùnda apparire Secca di marcai luogo pencolofb pe marinai ne tempi fortum
auamiildi.D A n. Et già per li jflendor Antelucani. nofi. Lat. Sjrtis. Boc. Co grandifiimo empito di fopra al
di6 Caldo. Lat.cidori.uapor,fi>fi.P e r. & B o c. CaldoCran [iiòiadiCrphaloniafcofieinunaSecca.Iobocorfóéuer
de , Grandifiimo., Souerebio , Ardente , IneflimabUt i fi man,eta me nefiogho,ue Secca,neporto l'occulta.TH.
T{aturale , Montato il Caldo . oniFio bebbi freddi , cSt Secchezza . Lat. Siccità!. Dan. yidi meffer Marcbefè,
Caldi. per toadu. Caldo Amore , Tempo, Bagno, tbebbefiiatioGiadibere a Forti conmenStcchez^ga.
Cielo , Difio,Dtfire,Sereno, Tiacer, Caldi S^iri, Tre., Scccaegine, Lat.faflidmm,inoia,molelìia,e rincrefeimen
gbi, Ingegm.Sproni, Raggi, Difiri, Calda Alma, Aria^ tp^oe fi da ad altri. B o Q. Et non d dar quefia Sectagff
Caldai imo Difiro. CU frenai 1 caualli, & i amor Caldi . nejla notte . Et dauami tanta Seccaggine, ch'io laf ciana
Caldezza. Lat.Calor,calJor.Bo c.DaUaC*ldezzo,delbt fiore Ulanono.AcdocbelaloroSecagginefileuafieda
gno riconfortato, Lejmarrilo Calere i.ealdo naturale, dafioJa danne non faueliatridanaSeccatrui fino. La.
Scaldare. Lat. Calefacere. P i i. oc. li fol comincia- Sciuga^eine, per k/iccità. Lat. fiiccitas. Boc. Almeno 6*9
uaafcaldare. Sìuantiil fidile fcalda. Quel fol aiidror in- uubtcAttr d'aeepiamifauentrt,cb'iopofiabagnanmla
dimi fcalda .Sfaldaua'l fili giaPun,e[^ro coimdei bocca, aUaquale non baflanole mie lagrime ,tantaila
Tauro. "Hg fi freddo uoler , che non fi fcaide. Ite oti Seiugaggint,tamail’arfura,laquale io u’bo dentro,
fcaldi i mici penfieri . Seccare. Lat.ficcartrirerejandum efie , Cf arefcere.iairi-
Rifcaldart . Ut. calere , calefcere , ftrnert , ealefien paH, dnm fieri, ^arefacertà, aridumfacere. P e t. Tal che fi
infiammare atiiuo.Psr.Cè’in un punto m'aggiauiji ficcbiogni fua foglia uerde.B oc. Jleni maluagie fuo-
&mi nfeatda .Totcbefonmntanfcaldando’l oleBen co.tlfome ficca della pietà. LA.S’ingcgnauadinutnUr
mi può rifealdar il fiero raggio. Diche contea me fl^ leSeccateradki.TttJamia^ranxafinaginaumman
boemi Tifcatdo. Boc.Cbeeglia lato aletfi coricajfe, cboraefierficca,uecredo^bematfifeccbi.TH.DAii.
tanto che alquanto rifcaldar fi poteffe . Facciate far un Se quella con tb’i parlo non fi fecfa,idefi la lingua,
bum fuoco ,accioche io rnip^rifceddare. Il folci in- Afeiuno. Lat. aridusJkcuj.T tr. A fduito lerreuoJ'ifò,
conunciaua artfcaldare troppo. Lo fcolare fi qfieratana Locom utfia A sciviUee lieta Luci Atei vite. CU oabi
Afcmtti.
Venere
CI E L O
Venere
^/rnrtti.Bo e. Come non curante coti^fcìum uifo^ leajfegnailColombosmagUantichileJedicareilTejce.
aperto cUfie . congliocchi ^fciuUi.& per lo lòfi. Andare ueà a Tefcifegno Celefte 4 8é J . ^ma la pnmauera^r-
in ^tpctoUperl'^fcmtto .Dan. Deh non contender a la namenti lafciu fintati Soro,&J argento, odori Jtellet ti.
.Aiiùttta fcMia . Gli l'ho ucduto con capelii .Afctutti . Vf nere. Ciprigna, & Cuherea ; Dea dell' .Amore jieUa Bel
Coin't fot ea tener tl tufo .Afantto .
Scingare . Lat. ficcare. Ani. .A cui il {àngue [età, nontar
.dirfiiuga.nedta 1 14.
6jo .AIctugare.Lat.ficcare,&abflergere.Pn.Et fileuene
e'icvrm'afitnga C fiigge .E’ i pianto afetuga . .Afciiu
gandofiglioccbicMbeluelo .eh altri afiiugafie un pm
fiorito aprile, tì UN. CheCtmaginelorkia pmm'afcm-
ga. idejì m'mduce molta fine . Di quel cbe'l cui de la me-
moria afciuga .
Rafcmgare . Lat. iterum tergere & ficcare . B o c. Qiulle
futre , augi cbe'l fil [habhia rafciutte paiono nere . tu
non bai anebora rafeium gliocchi. .Alitalo il upo,& ra.
fauttigU octhi dijie Tdan efiendo anebora del nuouopar
lo raluutto il latte del petto .
SciugACoio . I4t. fudarium ,e'l drappo, per afeiugare,
uedia 1550.
Stuccare, ualfeccare,omdurarv. D A N.Omtiononhebbi
mai la bugna Stucca . perche /èmpre [adoperai in adulai
re. onde diciamo colui che molto paria ba merbidalalitt
giUidril contrario afeiutta fi indurata .
Stucco. /.4I plafUsmaurtati certa materia compojlaé
leg^a,P aghe^a,Cratia,f'enu{là, Leggiadria, Gentile^
V,Córtèfia,Lufiinghe,Btanditier>tdulatiom,DoUip'arla
ri, A F F s IT t amorofi,Zeli,.Abbracciamenti,Bafci.ùt{Ìl-
uia,Ubldine,lM[ìuria,.A^lterio,lnce{là,sÌdomia-,TP-
tri,Conuiti,'Elog^,Vompe,DelitieJ}elicateg;ge,Cam,
SHoai,Balli,Dange,Tripiidij,'Wdde,GauagpJ,CaroleiSal
ti,GaMé,Diletti,SoUagpti,Tiaceri,Diporli,SoggtomiJiim
fiAiolceit^e,Soauità,Còforti,Re/rigeri,GiocbifiJioie,.AU
Traflullt,Stbergi, Frafihe,Letitie , Febeuà,
Annui i,AHiatori,B.mab,Trochi,InmmoratiJ>rudi jet
degù Attici ,.Amtcheuob,Famigliari, T>artigiam,Cio-
tonài,AjfabiU,Bemgm,Soaui,Cari,DiUlti,.AUegn,lae~
ti,Tacitui,Quieti,ClHti,Tranquilli,Gai,Gaggi,Conleiili,
Felici,Secondi,DeHri,Viiceuob,.AffcltuoJificreni,Gra~
tiofi,.Aueueuob,Tace,.Amore,Conioréa, Bcniuolcnga ,
.Amicuia,Famigliarit,i,f'mon,TnegHa,Lega,Conuerja-
re,Bequit,liÌpofo,Softa,T‘o{k,T ràqui!lttàfAdagio,0-r 1 1,
la tti,Tiume,Dormre,Sogm,l'ifiotti,0 R N A M t NT t , «<-
darnamrufi,OJori,MoniU,Fregi,.Anella,Speccbi,Bellet~
ti,ADORKi,'H^i,ToUti, Terfi, Forbiti, con tutu i fuoi
nerbi. tSfdcriuati.
uaric cofèfiaquale poi cb'ifàutta diuien durtjfima. Ari. V enere . Lat. f'enns,Cipris,Citherea,udphrodile, Bionaa ,
Conuinicnte ad buoni fatto di Stucco .
Arido, ual feao. lat. aridus .tìrficcus.VBt. Che gentil
pianta in .Arido terreno Tar che ji difconueuga . B o c.
Ci argentate onde rinjrefcaua le^ndegole .Am. Dan.
Lo^gjp era una rena lArida c!r Ifiefia .
Oro. uedi al fino luogo, al capo de Metalli a itjq.
y E Ti,E R S.
.Afiarte . P g t. T^on Cioue,Tallafina yenere& Bacco,
y enere l padre con bentgnt ajpetti . Fedi y enere bella &
con Ut Marte . Huefl'i la terra i che cotanto piacque q
y enere .Boc.Jl uino , fi come mimfiro dt F enere . La..
maUa Fenerei atti tutta idifpofia.TH. 1 Fenereiue..
leni , contaminarono il puro caHo petto .Fi. Mo-
firandoUro come Fenereamenu loro matrimouiaU Ulti
Eaiea Hwlall .'Tir.
Enere hebbe moltinomiapprefìogU unti-
ehi ; Fu chiamata Giunone; IfitiCibelecb'i
CifiJgfaa. Ut. lypfU, & cj/pHna,'t!r cjiprii . idèfi uenut i
U xa.solea erìl^ÌBìnoà&ìl fuopeniti'fchi li betta
~Xiprì^1lfo1UèBiiiSreR.àf^S{{c fiata miurip ipiiKlo.
madre degli Dei, Ciprigna,Citberea. i Tia Citheiea . Lat. cytberaa. B (t c. i capelU ,de quali fi; e/la
netabeutuolo&taduettorediaHiiutie,Efe Citberea amata nel cielo, nata neU'ondc,& munta m
mimnofitnotturno,&neliafi>aqualitàcal quelle, ben che d’ognigratiqpuna fi ueggia,t<ré quelli
da, tà-humida. E' molto temperato,^ comemojlraTo- nudatafippenapotràalfuomaruopiacere . Am.
torneo nel Ubrodelfhamionia,i {Iella molti falutareJ>el Amorp. Lat. amor, cupido! quando fi nomina per Dh,& 6ju
la fua in/iuen^ procede ogni mufica;m {blamente quella per lo affetto amoro{o , o' prima de fimi epabai ufiti dal
PiT.Boc.&daDaN.Mmoreudfiettuo{ò,Mbo,
ch'inella canfiuaugaddlenoci , ma aneboraia corupofi-
tumede uerfi . Induceamart ,^Utondogh affetti dedi.
nerfi pianeti alcuna noèta pubUebt, tSTcaSr, alcuna uolta
lafiauifilrimpudicbiFaiifuocorfoinoccxtvin.por
m,nemai fi allontana dalfole piu che XLvt. padt,ma
quando lo precede , appanfee m ariete la mattina innan..
gl alfiUjèr cbiamafi Luciferoj& da uolgan Dtana.Slui
dò gb i diruto fi uede la fera moceideate, Ridetta He..
fferOidrfuilprimo'Pitbagoratra Greti ,tbe fiaccorfe
che Luciferofijr He/pero fufie una mede finta Bella J fimi
domictb nel goduta fimo Tauro, & Libra {regnane ’Pe.
fei nella Fergine manca U fuo regno , i Bella gentile .
Et {ola e/JaFetnre di tutti i pianeti ef ce due gradi del tso
duco . tde metalli figràfica d Same,& Il ottone ,tr fiele
{aera Idolo monte. Mirto arbore, &Sifitmbrioherba. ér
Madab fame in Boetia . & anebofe le dedica Citbera ,
jdmaihufia, Cipro,^ T^bo, terre; & itgb animab fi:
M.lt^mo,Grande,Grandi{fimoMagg;oreJnfimio , Tm,
Tteto/o, Grai»fo,7iobile, Degno, Caldo , Ferueme, Fo-
afio,Ì4rdeme^onercbiujTenace,Tda{ìo{b,Occulto,Cebtm
to. Secreto, Forte,Finace, Sommo,'Hwo,'Houello,Lun-
goJìiUtteuole,Belii/fimo,Cvto,Comune.Mrmato, Iner-
me,VaMemofo.Oliuro,'Prauo, Crude!*, Crudo ,Ttrauno,
lugtuneuoleAJifiiigheuoie,ScoHueneuole,Scarfo,Tarat
Ftie,Empio,Btrbmco, P.t T. Umor d'ogmfiua luce ignu
do Air capo, yimor regge fino impero finga ffada. ,A mor
fioimi mantiene. Mmor rtfttfiel fioco, Mmonl cor m'an
noda .Celat amente MmM l’arco riprtfie.gìi occhi Tip
epub Mutar jù" la nùa.im>rte alberga. Quetl'i cobi, clie'l
mondochiama Mmore.efiitpicl/Mmorauanipa. Il re.
gno et Mmor imponerito . Era qut/lifabulofi, et uaniM-
mori . Man/uetofianàuUot&fieroFegbo 1. amore . Del
Rt Sempre di lagrtme ég/uno . e quei figuat ionlei,Cbf
Venere CIELO Venere
1re^hlumtimrfgna,&lragliJei. HJrtiiutheltiih kmorbMm.lat charitas.V%r.^mtirJ1mu!lo,Ijegtti- 6ì^
mofimmo,^ntico,Cbenioriiemk^m<ir cercate fi fe-
de. L'ima ucr Coltra COH .Amor cÓtierfi. Ojòptmo .Amor,
o aooo torte fm .Chetami foifibe te ae'nganiu .Amore.
Terja del nel m’alzaaa a tomo .Amore . B o C. Tenero,
Talcmo , Sommo . C'ipuo baaer rendati urti quamo i
C .Amore ch’io ai porto . Donna gaarda che per quanto
ta bai caro il mio .Amore fia non faccia motto. Et in tan-
ta gratia.^ .Amore acnne delia buona donna, & delle al
tre . Da fedelifitmo .Amore mofia . Ti prometto per U
mia feJe,& per lo buono .Amore ch'io ti porto. T h. Qae
Ciò ilo buono ^l daritto, & lo leale .Amore, ilqaale da tot
ti deae e/iere prefo . Queflo il fommo, tìr lo primo creato-
re tiene alle jàe creature congiunto, & il loro a lui con- ■
giunge . Ter queflo i cieli ji mondo, i reami, le prouincie,
dr le città permangono in dato. Ter queflo meruiamo
noi di dmenire eterni pofieditori de celeflt repii. Senza
queflo i perduto dà che noi habbiamo in potenza di ben
fare. D ah. La Somma fapientiaje’l primo .Amore. Cb* '
non pofla tornar l'eterno .Amore. .Amore .Accefo di uir-
tù Jémpr‘altroacce(è.da caldo .Amore &■ da uiua fjieran-
Za . Che umee la diurna uolontate ■ Iné jptrà l‘.Amore ;
Ond'ioauampo.Anchorperla utnù. 'Per lo /io .Amor am
dunque a noi II piega . Jc la menjà J .Amor corte fi multi.
Ogni tuodtrd’iAmorm'ècaro cenno fi ai cefem tanto fa
co di Mero .Amor.
ne abbe/bjiono^ udendogli piaceiom atutti,& nelTH. Amore diurno. P b x. y ergine bella .Amor mi fjiinge a dir
Umore(fi come noi urgffomo) ha fi fatta mamera , che dite parole . y ergine bumaua, & nemica d: orgoglio Del
mohiplitando m un cor la fua forza , ogni altra cofa ne comune prmetpio Umor t'mduca . ^l gratta , qual
caen.t fuori ^quello per fuobiogorilcruando t^niouen- Umor.oqualdefliuo.D A s. quando L'Umor Dumo
dolo poi fiiondo I juoi piaceri , <Jr ninno auenimento potè Hofle da prima quelle cofe belle .
a quelli reftflerti chepur non fi conueuga quelli {igni- Kmor patermMitajfi(lus,& affedio. Psr.Tadrem'ent
tare. Umore mun altra coiài iiheuna irrationahl uo^ m honor m Umor figlio . B o c. £f utggendo che'l pa-
lonta nata da una pàllioneuenuta nelWe ì>ér Undimqo dreper troppo Umor che gbportaua ;poca curafidaua
PÌJcéTt.the a tUocchi i apptrio nutritati ph óubda'mè di piu marnarla. Et per quello tenero Umore non la ma .
mòna.dr Jà oènfièd nelle to^tnenti , C molteiiottè ,in roana ,&nedendtla di tanta buona fermezza fommo
turmora .mira dalle neceflàde ei^fit dirotteli alle npn Umore jjUbaueapoflo .Ter CUmor dimiamadre,& i
utiU.Egliiguaflatoredim»ltibem,0-piutofloragionr dime terni a dare inTalermo. •
uolmemeparlandofidourià-thltmareVdlo, & aqnejhi D’itnore . P mr. La fiamma,l Jiaggi, il Regno,L'Urco,Le .
mano che uituperofii uoa itjUbndi figuire, fi deurta jòt~ SaetttULacà,LaStrada,Ilyifo,LeHime,LaColpa,La à
tornei tere ; pi retò che egh id'honort priuatore , adduci- 7{emiiajmefiijl Giogo fll Carro, Il Cbioflro, Il Torte ,
tor d’affanni , deflatore deUfiift tophleionatordi uarie VU rrae. Le Luftnghe, Gli amorosi y eleni , Seruo d!U-
foUrtiludim , & indegno occr^ore de t altrui Idxrtà , mor,Cran maeflrod'Umor .
piu ch'altra lofa da tener cara. Umore ipafjtoneabetan Signore . in ucce di Umore. Lat. dominusfimor. Psr.In
toerefie, quanto piu argomenti amutarla fiadoprano. queftopei^ief lofio 'ìifone, (Té tiemmi il Signor nodro
uedi nell’indicctdoue trauerai molti altri belbfiimi diftor Umore . Dijcónuienfi a signor Ceflarfi parca. L'alto Si-
fi . Dato éfcreto ordine a lori Umori , acciotbe ficreti gnor dinanzi fi cui fuggir non ualefic far difefa . Ho fer-
fofiero . Umori Fcba tff infelici. D a n. Umor che ne uito a Signor crudel Cr fcarjo . Ei nacque dolio ,&■ di bu-
ia mente mi ragiona . ^ant'm femina foco damor du- fama bumaua , Tipdrilo di pmj'ter dolci & foaui , Fattu
ra. Ché'dif»nifUmorpar(tmpr’ardenie.& uidi'lgran Signor & Dio da gente nana . Siuefto Signor che tutto’i
deUihille,Checim Umore al fine tombattco.Umor monài sforza. Horquiuitriomphil Signor gentile Simi
eh’alcorgcntilrailOi’apprcndi.OdolitUmorcbediri amico mio dolce Empio Signore,
ji t’ammanti . Rime dumorufar dola , & leggiadre. C2TrodUmort..Lat.currutamoris.P sr.yiencatena-
yerfid' Umor, c prole diitmanzi. Ecco chi creperà to Ctoue mnamfàl Cam.SopraunCarrodifocoun^
U nodri Umori . Et quando queftì Umori Furon creati zpn crudo .
qucgbaltri Umori. Deh bella donna ch'a raggi dumo. Ateo dUmorefiiediaGioueqj^. (fi- a Marte a
re Ti fcaldl , di uo crederà fmhianti Cbejòglionefferte- Amorcuoiczza. Lat.ifffcSio affedus . B o c. In fgno di
fltmoa del core . Atei. ìlnudo Uraer (he l'ba nel cor Umoreuolez^filU ujanza pugbep . Miha pur carez^ -
firctoà fimore ficupido.Z t u.Ogmamaroaltrocbciom zfit^-dmoreuolezgte fiate. Guatatala un poco in capie
mentnonuiene.Ut. ■ • \ ■ jcofcr UmortMoUzgfilt.rimprthma.
Umoremle,
cor nrluifo porta. Tiel joi do del mio arguoi i m imn por-
gi.U tepalefea lutt’altricoucrto. Boc. Turm’idi lan
to dato Umore grattofo .^UilL aJ' edere adunque do
ueui Umore ehere una palfiom actecatme dell antmo,
diCuiatrue dedinr tnofintralSatriceanzi priuatmedeU
la memoria, diflipairice tLile terrene jacuUà.guafUtrice
delle forze del corpo ,nen.i(a delta gtouiàieZ'Zf » & .
uecchiezZ'* mone, genitrice de uitù, habiiairice
'etti,colalinzaragione,& forza aréne, & fenza dabi-
'ità alciena, uiiicfSllc mcntfnòhfane , & fommergnrice
della humana libertà, nella F i. Rade notte fi non mai
ad Umore pale fi i conceduto felice fine, ó' nell Au.Che
fiu é coflui le molle lode in poche parole firingendo dire-
moi SenoHcbet fuoieffetti tergono in moto commuoi
fiaceuolt cieU,dando eterna legge alle delle;^ ne i uiuen
ti potentiata forza é bene operare Jquabt’uditi da Cref»
nel fuoco fi da Ciro net farguefi netta pouerlà da Cadrò, o
nelle tenebre da Edtppo piaceranno , Marte afcoltan-
doglifi darà alt a rme quiete ,opiu feruente t operer à ne
bifi giu . Tallade U dolcezza de fuoiftué i cofim fatti fin
tenao, «T animo diuentata maggiore li lafcicrd alcuna noi
ta,& Mmerua robuflafi fa manjùeta mtcndendogli
la fredda Diana ne'niepeélcer& Upollopiufocojoporge
le fuefaette . Che piu f I Satin, le 'Ngmphe, le Dnaé,&
leTiataé. firoualunaue altro fi mone frtuiiand'gU ,fi
Venere C I E
Amoreuolc . Itì. httKuolus . B o c. £' huomo di natura
^tMreKoU.Tentrojrt ^moremU della Cbrt
Sìuna fede . .Amarcuoli Domt,Tarole, ^mortaolmctu
tegU commi iò a ère.
Amorofo. pieno <f .Amore. Lal.uenerm,cupidineHS.amà$,
amaionusytd amorem procbMÌs,faciluJbenignus,beneuot
lui. P £ T. ^ B o c. .Amorofo Camia,Canto,Choro, Fom
{0,Celo,Cuardo,lniarco,Lume,'Hnibo, Tenfiero, Rag-
gio Jguardo,Scorno, Statojtde, Strale, Imoppo, Dijio ,
Mcfer (ino. Amorosa Donna, .Aura,Efca,Fame,Fa-
ma^ide,CreggiafNcbbia,TUgaficlua, Speme, Stella ,
Ftta,F'cglit,Rcggia,TaMra,Sibiera, Beliate, -Afìutia ,
ér .Amoroft,lòjt per la Innamorata,e!r Amorosi Don
He,Compagne,.AÌe,Amme,Tiu7ne,yef)e,Tempie,Cbia-
ui,Tuntcit^e, Amoros i 'Pinfieri^tridt,-Atti,E/Serm
(iti,Gb amorofi Inganm,.Ajfan>uJiai,Balli,t'enni,Slra-
ù,f'fti,TregbiA>itii,Guat, Amorosetti VioUnAmo
refamente cantando. Incominiiò .Amorofamente a Jótla^
garfi , Et gitlatole'il braccio al colla -Amorofamente la
bajciò.Ù A u Dentro m nacque l’.Amorofo drudo . I mi
riuolfi a (.Amorofi) fono . L’altra i colti, ebe s’.Aucijè
-Amorofa .
6g 6 Amante, maf Lat. amans, amator. P k t. eir B o c. -An-
tiio,Ferucniij}iino,Saggio,Caro^alorofio,'Pietofo,Mor-
to,'Perduto,Mijcro,'tipuello(Stgau, Bello, Troppo Feli-
ce . 'Hpn al juo .Amante piu Duna piacque . L'Umante
ne taiiuio fi trasforme. ^ Fem. -Amante Cartjjima,
.Acerba,Fcra, Amanti -iuiturofi & Lieli,Vreji,lgnu
è,TranquiUi,'ìiguelli,Sucnturati,Gtouam,Corufi,'Priui
legio è'gU amanti.Beai» fiopra gli altri atmanu.yn fimil
fard.'-Ainanti,DHO Tali.Amanti, Turba iC -Amanti, Ti-
mida ardua uua de gli -Amami .Dan. Efier bafciato
da cotanto -Amarue. 0 amarena del prime Jimante. per
quefii .Amami . B £ m. Ze narrate dolce:^ de gli jl-
mami . Au
AmitoA, la innamorata ;uptta da piuantiebi Tbofeam.
Lat. amica , amafta . B o c. Hpngli potè concedereper
Amanga una donna alla fuauirtùdebita.D a s.OA-
manga del pruno Amarne, o Dina .
Speranza mia . Lat. niea . per la innamorata . B o c.
Deh Speranza mia cara non atr piu cefi , A'i prego caro
mu) ben,tà- lòia Sperami delt anima mia. Fate adunque
dolce Speranza mia per quello che io fò per noi uolentie-
ri. Anima mia, dolce Speranz/imia , non riconofei tu
Ricciardo tuoi
Anima mia. per Za innamorata . Lat. aniinula, aut anima
mea .Hoc. Dimmi caro mio ben. Anima mia , Aroma
ima dolce non ni turbate . Deh Anima mia dolce lafcia-
mu bafaare . Anima mia bella. Ofelia Anime /tUeeput
ti in un mede fimo dì auenne ilferuente amore tp- la mor-
tai ulta temiiaart . uedi [ Indice .
Donna . per la innamorata aiedi a tqip.
4j 7 Drudo . lat. amant, amator. Foce "Pro. Da Draucut, che
ualamadore.D A tc.TbaideèlaVuttanacberilpofiial
Drudo fuo. A Ki. onde era a lei uenuto Fn Drudo fino •
di chi egli non là il nome . Col Drudo hauendo già la te-
la ordita .
^Vmatore. Lat.& muUerofut. P i r. Amator Fano. Boc.
Tur chi fia eh' munì [Amatore, lon’bonemiei di imlie
tieduti Amatori,
L O Venere * 86
Amato. Lat. & dileQut . P e t. £>• B o c. .Amalo 'tlido i
Thefitro, A mata Cofa,Spada,Giouanetta,Spo[a, Fisia,
A.mate, Giouam,TÌante, Rine, Chiome. D a tt. Finche
la cofa Amala il fa gioire. Amor eh' a nuli’ Amato amar
perdona , Come domanda dir l'Amato alloro .
Amare . Lat. Ptr.Ett Amar forza ;e’l tacer fu iiirtute ,
Ido c. Tebaldo perfeuerando nel fuo Amare .Terfeue-
randotagiouane nell’ Amare.
Amare. Lat. &èligcre,amore completi, amore profequt, 6}8
bene nelle dimore captum efie,in ocubs ferrejm finn gere-
re,carum babere. Pet.^Boc.£ gran fenno di cer-
car fimpre damar donna di piu alto lignaggio,! he egli
non è. Et fon fermo d amarli tempo,& l hora.lnfino neU
la ima pueritia cominciai ad amare . lo fimpre amai . Li
lume ihc tanto amai. Amando jòpra ogni altracoja.I
giauani uolentien amano nella gtouanez^ . Donna non
fu mai ihe tantoamafie huomo . Si dourebbe gloriare ,
quando li giouani it alcuno amante amate fino . Ho fimo
inamente amato . amerò fimpre . In perpetuo uameiò .
Detarborfempre uerde ,cbi tant'aino .L’arbor ch'amò
gi.i Thebo in corpo humano. D a n. fi quei che clama,
che dentr'a fi [ama . Com'i t'ainai nel mortai corpo , cofi
t'amo fciolta . La uedouella mia, che tanto amai Che par
torifce amando il Hoflro fire . Et comandi che Pamaper
con fede . affai m'amafli . Gran fegno è che Diot'ami . Di
dì in di l'amo piu forte, a^i t'amo. Ari. Cbetidi^nga
amarmi, oue m'odiafii ,
Difamare per non amare. Lat. defifiere ab amare , odi tre..
P ET. Fè l'altro che' a un punto ama,e éfinta .
Innamoramenti . Cast, amorci .Boc. Motteggiarlo di
queflofiio innamoramento. Lafaati fiaoi altri Imtamoroa .
menti é fuori.
Innamorato . Lat. amator , rit ,amafius .amore captut . .
P * T. ^ B o C. Innamorata Memoria. Innamorati
Donne. Innamorati Huomiiii. Ilpiu Innamorato
Huomo del mondo. Innamorato Giouane. Fedi Bello
Innamorato .
Innamorare fecondo la uera orthograplìùt non fi donria feri, 6f p
nere con n,doppto per efier compojto da in ér amore finde
io direi efier cumpofio dainaO- nemore. Lat.ù che l' inna-
morato fia come in nemore ombrofo, chi nelle delettath-
nifiuero che la In accrefeefie, uenifie a dire molto pien
d'amore^ non da in & amore,percioche uiene a àr fin
^a amore, onde il P E t. Da far innamorar un buoni fil—
Maggio. Tanto crefce'l è fu che m' innamora. Che le non
fuebelleggieu' innamora. Se non come per fama huom
p.innaiaora.Che’l del è tue beUeggtf tnnamorafli. Boc.
Coloro fibemendo, che tener nogliono; ch’alcuno per udì
ta fi poffa innamorare . Si dolcemente il core m'innamo-
ra, futi noi innamorando . Di Iti ardentemente mnamo-
randofi . (ìuando noi é lui u'innamorafie . La donna piu.
Junamorata che configliata . Laqual è fi forte irmamo-
rataème. Et cantiunpoco è quelle fine canzpmlnuamo
rate.Ardentijfimamentc è Iti Innamoratoft.Del fuo
Innamorarfièlei. Innamoroffi <f uno afiaiualorofo buo-
mo.'ueéClndice.
Imbardare per innamorare upUo dal hoc. Calandrino di
lei fubitamfte t'tmbardò,alciini tefli hanno tmbarègbo ,
^alcuni hobarbiglii .
Zelo. Lat. geiui.. Fot. Grt. dinota amorcteffetto, odefire.
Vcnfrtf C T E
P s T. jtrmr tht'ncendel nr f ardrtite Zite, hor conuié
cheiaueniU ogni mio Zclo.i fiudio-fl ardore . Bo c Da
buon Ztio monendofii.d'ardinte amore fi carità .
6ao Amanti i dT Innamorati ceUbratidanoflri porti . ^ci,o
^n^gjmcnt!onenidlcione,^tidromeda,^ntigoiie,^n
L O
Venere
fórma hmnana, top in tjueP' altra ft congìkngnnn mn firn
mo&pdo amore, 0- però dice il P s t. ÌÌMei duo ihe fine
amor compagni eterni ,,Alcione 0 Cene in rma al mare
FargUlormdiapmfoauiuerni. Ktcì.Et inérle ,AU-
clone a la marina De l'amico infortunio lamemarjè .
<41
Mio,,Argia„Arianna,jlrtafrrfefi,/iPiitro„4rtctr4a, Andromeda figlia di Cephalo Hedi dpnlaquale eflendo
Beatrice, Bibli, Ceict,Cephalo iClitinncflra, torneila, j.
Dcidamia,Diana, Egeria nimpha , Egina, Egifto,Efaio ,
EurnUte mmphajGalatea nimpha, Gmenra, CraccoJIem
lena,Heriole,Hero, Herode, Hermiene, Herfilia, Hepe-
ria,HeJlrr hebrea,HtPirme{lra,Hippolita,Hippoliio,Hi
pomenes,Hifipbile,lpfii, Ijòita,Uilia, Lancilotto, Laura,
Leandro,Leda, Lima, Mananne, Medea, tfenne, Olo-
phemr,Orelle,Thedra,Thittii,Tt}ilomena,Tico,Triamo,
Trocri,Toliphcmo,Tolil>ena,Trogne,Troprrtio,Ham-
baldo dicitore in rima, Scilla, Seliuco,Scmiramis, Suhen,
Sophoniiba,Straionica,T ama r,T omajìo, Tibullo, T ube ,
Trifiano.I'crtunno
nel bto per ejier diuorala dal marmo moflro per colpa di
Cajfiopiea jua madre ofa di dire che era piu bella delle T^e
rcide,0gmgnldo iui Trrfeo nel tornar che fece delfcltre
mo oruntef&toHomnamoratojèneJajcampò, conpat-
to chefulfe jua legittima fpofa, dral fine la ottenne, mal
grado diThtneo .che cercando di turbare le nozife can-
giato in fàfio per la uirtù del capo di Midufa nepòrtòlt
pena . La Storta é Terfeo narreremo al luogo fico . onde
diceilP c r.TcrfcoeraCuno0uoUijàpercome.Andro-
medagb piacque mEthiopia. L'ergine bruna 1 beghoc-
cbi, vie chiome.
A ntigone . uedt di fótto ad .Argia .
Acifi.Att fu figlio di Fauno,& di una delle nimphe di Sime Antioco figUuolodiScleucoianamoratodi Stratonicamo
tho fiume di Sicilia, uedi la hifioria a Galateo fua tnnamo ghe di Seleucofuo padre . la Hona parremo aSeUuioal
rata piu baffo fecondo l'ordine deltalphabcto . Inolino . P E T. Diffe,ioSeleucolòn ,queShè .Anttoco
Agitncnnonc.Lat..Agamemnon,.Atrides,Tàtalides,Myr Mio figlio.
caneut. cognominato il grande per efier {fato capitano Arpi figliuola di Mrafio Re é .Argo Jaquale continuami «4»
generale di tutti i Greci cfcf furono nella guerra Troia. te chiamando Tolmieefuo diletto manto , & figliuolo di
na..AmòcolluiBrifcida,& Cajfandra figlia di Priamo, fi
che tornando a Micena .della qual città egli era Re, deli-
berò, fi come i ferino nelle tragedie , tenerfela per legiti-
ma fpofa; 0 farla reina ; ne uiJe che Cluennefirafua mo
glie prendendo ira 0fdegno ordì fua morte con Egiflofa
curdote,0 cugino di lui,0 amante di leifilqual parten-
do egli bauea il regno 0 la capi raccomandato . Ben c he
egli allo incontro gUcle macchiafie. 0 con la donna di hd
iubdteru commtttejìe ! onde egli cieco deli’ amore di Caf-
findra non taccorfe di quello che gli polena feguire. .Al-
tri danno quefla cecità ad Egifl», 0 a Clàeimefira: per-
eioche non uidero, che Cuna, 0 Calerò rompeano la fede ,
che doueano portare ad Agamennone . qui tactraffi,
ebeefiendo Agamennon primo duca apprefjó de Greci ,
iquati con mtlie nani armate nel porto a A ulule 0 nien-
locafla iC Edipo, llquale bauendo uccilò Imo fuo padre no
coHofeiuto da Im prefi; per donna locafla jiia madre col re
gno Thebano , 0 al fine nella guerra Tbebanafu morto
infieme con A mphiarao ,0TiJeo,0 hauendo C reonte
crudelifjìmo T iranno di Tbebe melata la fepoltu ra a mor
ti ; ella nondimeno con Antigona forelta del marno fenga
temer del fiero comandamento findò dt notte al campo, 0
nconofeiuto U fuo ffofo tra morti con molte lagrime il fe-
peli il meglio che la mifera punte , onde il fiero T iranno
quejlo ùitefò di fi pietofo ufficio Cuna, 0 Coltra fece cru-
delmente mor ir e, onde due il nofiro P e x. Odi poi lamen-
tar fi-a Coltre mefie Enone di Parli, 0 Menelao d'Hele-
na ; 0 Hermion chiamar Horrfte Et Laudotma d fuo
Trotefdao^ Argia Toliniceafiai piu fida, CbeCoMara
mogher di Amphiaraojiedi a Polinice qq6.
te altro aJpeiiandoihe'l uento pnfpero , che gli conduuf Arianna. Lat. Ariadne, figlia di Mimi Reé Creta, inga» .
- .il I ti. I.f ... . .i .. J-lri I
fe a Troia , 0 intendendo dall’Oracolo , che haurebbero
prefpero uento fe Diana irata,percbe in caccia Agameiu,
non gli haueua uccifa una Cerna a lei conficrata ,fofJe
placata col pingue d'ipbigema fua figlia : Agamennon
cupido dtnautearetonfenti th'ejia (offe facnficata , Ma
Diana mofda a gran commiferatione della innocente fan-
ciulla, lo fi rapire, 0 portare nella regieneTaurua , 0
quitti cu fiodire in fino che Horefie fuo fratello la riduce fie
nata da Tbefeo prefo delCamore é Pbedra fu lafciata
daldetto ThefeoneÌlalfiladitfafio,ocume altri feti-
uonodiChio,0cottlanouafpoptfineuemieinAihena,
Uqual hifioria narreremo ad Hippoliio , a Tbefeo , 0 a
Thedra . P e x. £( ella, cioi Tbedra ne morio yendetta
forfè D'Hippolito0 dtTbefeo, 0d Arianna, Ch'aman-
do come uedi a morte corfèateà anebo a Minotauro la hi»
Fioria piudifiinta a 111}.
w patria,ondeDiiN.ripremlendolo,0 chiamandolo AmfeTk.Lat.ArtaxerxeiRedePerfitUedidi fotta ad
Salto due. etcoft Salto Ritrouarpuoilgran duca de Gre Afiuero .
a,Onde pian felphigeaia li fuo bel uolto. Et fi piangerà Artcmifia, cofleiamòcontantoardore,0con tanta fede
fè,0folli,0faui ,0P tr. L’altro ptuàUmtan quei-
te'lgran Greco "NgutdcEg^o^ tempia Chtenutfira ,
Hor poi ueder amor l'egli ibtH cieco. 0 altroue . Et quel
eh'ancife Egifio .
AldoncjO Haitiane figliuola à Eolo Re de uenti0 Ccicc
figlmoloà Lutifero fignortàTrathma,Spofi 0 lompa»
gni etcmi,quab merci de 1 Ilei furono traifonuati m uc-
celli,quali fono chiamati Halaom,0 fono poco maggiori
dtlfafierf0dieolorefiatunhau>&ueroAfif‘eomeia.
MaupUeo Re à Caria fuo fido 0caromanto, che poi che
eghuenueamorteChonori di fi honorato fcpolcro.che
egliipoSo fiale fette cofe del mondo a uedere maraut-
ghofi ; "He pur quefio,ma quello che auanga ogni amare;
che deliberato hauendo di jèruare d caSo 0 uedauo let-
to AUchor che molli Principi in matrimonio la dimandaf
firo,Simòimlloaliroriteitoe(ferpiudrgiiodellecenert -
diluicbtlfuopettocbe fiCaumua ,oudemifia con lefue
abondeuoltlagiimeperfeiieròtautoaberfcle.,tbeUeeue-
re0
Vtnfre
CIELO
Venere
87
rt^il piàio la titammt punto fmì. onde dice ilVix.
Frétte Mltdomte iimamorjteTocn,^rtcmìfia,(f-
Jìadjmut .
Allurro. iM.iF^rUxtrxes.ilifnalefetondocheneinfe-
giu lofrpho da Greti, & da Latini i chiamato rtafer-
jeHedeTerji, Coltiti arnana tjmifnratamaiie la Keina
Falli fna leguiima donna, & delle betlexv é lei fi fòle-
lu gìoriare.Mainiino defuoifeltenotiffimi conuiti,iltfHa
le étti fette giorni fattothumarleipermofirarla a quei
fignon^naU erano feto nella menfa. Et non efiendoni ella
anJatJ , ne prefe tanto jdegno , che per configho de jné la
repuéò,acetò che da lei non prendejiero le donne Verfe ef
f empio di non obedhre a manti . dr perche temeano 1 che
to r uno altro Raimbaldo, Che cantar per Beatrice m
Monferrato. LaTerta.
Beatri cc ^ mia fempre honoranda madre , & fu figlinola
é mrfler Ctouamii Ronchcgalio nobihjjimo tutaéno é
Ferrara, dt bnomo digmfimo ,& donna é mefier T^ico
lù él Bailo padre mio honorando ,dr fi non ehe forfè non
mi faru pre fiata quella fede che mi farebbe quaJo io par
lafit di altre perfine; delle uirtù df bontà dell uno & de U
f altro , m’ii gegnerei (fé in me fufSe tanto é japere ) /.e»
fiume buona memoria al mondo , ma non ferrtp quali he
mu nota pcròper non e fiere io fiato a quelli fimiU é buo
na pexxa,& inuinù,dr mbomà. A R i.Stco baucai^
fòrella Beatrice,^ cui fi conuerrà tal nome a punto.
ra frenando l’ardore dell'ira il fuoco amorofi non raccen fiibli. Lat. Bybhs Innamorata di Canno juo fratello non ha-
delie li Re, & pentir lo facefie S hauerla rcpuéata , Fno
de fué Eunuehigli troni Hefierhebrea , laqual piacendo
mirabilmente ad Mfiuero egli la fi fica fpofa & ìieina,dh
amando lei pofe él lutto l'altra in oblia. Era in quei tem-
pi‘Prefetto élla miiitia Aman.ro/hri aératnfi cantra
Mardocheo buomo Hebreo &pnfio ,tF padre di He-
fter Rema , perche nonio aéraua tome gltohn . perfuafi
al Re, che uolefie uccider tutti i gééi ch’erano nel fuo re
gno ; come natton contumace df laquaU non renéa a lui
I ébiti honori ; creéttegli il Re df éttegli Panello; acciò
che da gli altri fofie creduto, & ordinò lefue lettere , che
uendo ardimento di ftoprirL il fuo calè éfio. gliele man-
è firn IO, é che egli prefe tanto dira dr éjégno , che a
fihifo bauendo lei,ihieè lui fcacctata pur {indiana far-
lo di fipietofo : fi partì da Mtleto fica patria , dr andò ad
babttare allroue , Di che ella fentrné gran cordoglio ,fi
potè a jèguirlo, & tanto il figui ; fin che per h-tuerlo cer-
cato in uanOjdiuniutaél lutto fianca ,jigittò nelprato
doUndofi élla fuga fiaterna, di" lagrimandoiK,dr pian-
gendo fi fece una fonte. P E T.Semiramiifitbb^ Mirra
ria Come ciafeuna par che fi uergogm .De la lor non con-
tefia,dr torta HÙ .
per tutto il regno éPerfi turni giudei in un édetermi- Ceice.Lat. Cceytit .ueépmbafoadHaltiOHe allucgnfuo.
natofofierouccifi. intefequefio Hefierdalpaée ,drper Cephalo. Lai.Cepb.tlut figlio é Eumeofi é Eolo,comt feri
ubidirlo fi rmf e alla morte, & andò finga effir chiamata ue OmdioamaioéProcn.ueépiubafioaProcri .
al Realibe era capitale ;& impetrò él Re che chumaft Clitennellrx , uedi ad .dgamennane é fopra 4641.
fia fi .Aman ey Mardocheo nel conilo. Et -dmanueden Cornelia figlu di Stipume , & legittima énna deigran 6qq
do di nuouo che Mardocheo non lohonoraua, fece rhegar Pompeojlquale amo fei aréutemente , df fu parimente
é lei amato, dr in pace, dr in guerra il fi guitò,dl‘ pian-
gendo la morte él marito fi lamenta él utl Tolomeo, che
fi uilmeniegliePhabbiamorto, Si comeaVompco narre-
remo . P E T. Feé quel grané, ilqual ogni huomo hono-
ra,EgliiTompeo,& ha Cornelia fico. Che éluilTolo-
meo filagna cf plora .
una traile alta cinquata cubiti per cructfiggerlo. Ma épo
H conni! 0 la Rema narrò al Re tutta la co fa , dr impetri
la Uberai ione del popolo hebreo . onde Mman fu cnuifif-
fò ; doue uolea crucifiggere Mardocheo;& Marécheofu
pollo nella digmtà, laquale prima leneua Aman, dr éeci
figliuoli d Aman furono tmpiccati,tyigiuéi uccifiero
gra turba é quelli che Aman hauea orénato ch’uà iéf Deidamia figliuola di Licomeé Re é Sciro , laquakd'A-
firoloro.onédiceD u n.lmornoad efioera'lgrané Af
fuero,Hefler fua fiofiee’l gtuflo Mardotheo,Chefu al di-
re,el al f.ir co fi mero, rt P i t. Feé Afiuero di fio amor
in qual modo Fa menécando, acciò ebe'n pace'l porte .
Beatrice . Lai. Beatrix.Tre Beatrici trono celebrate. La
prima fu figUuoladi Folco Tortinari detta Bice amata
dal nofiro Dante , laquale egli conpiu degno nome ché-
thilleprodufle Tino mquelmoé che al luogo fuo ére-
mo,dr amò fi fieramente lui, che non pur memre egU mffe.
lontano é lei no uolle mai marito, ma poi che morì a Tra
kuedoua fionfolata in uefia negra menò fuauita,non
d' altro pafeendofi che élla memonaélui. Pet. Feé
tre belle ènne innamorate Trocri,Artetmfia,con Deid*
mia . D A K. Deièmia anchor fi dtul d’Achille-
mi Beatrice,&amoUamutia,&èpomorte,ficomeap Diana , ueéalfioluogoai 1 1.
pa re nella una é efio Dame, et quefia è lui neWopre fie Egina. Lat. At gma figlu dAfòpo , di cui t'innamori Cio-
in nane mamere fu celebrata , bora figmficame Thetè- ue,&m forma di fuoco la conobbe uedi ad Eacoa ijp.
gu,cr bora che a fa beati .Dan. 'Hs'fitmqul'blm- E^do. fiicerJote, uedi di fipra ad Agamennone.
phe,& nel del fimo flelle . Tria che Beatrice defeenéfie Elaco . Lat. Aegyllhu! , Thyefiiaés che é Triamo ,&é 6q(
al monè Fumm’orénat'a la per fi ancelle . Folgi Bea- Alifìothoe figlu éDtmante^acque nel monte lèjlqua
‘ ‘ . kefàenèfi innamorato éHepcna nimpha figba éCe-
brenof urne, laquale figuiiada lut.fuèl tnorfod'unfir-
pcnteUciU'a.éUhc parrnèa Un tjfire flato cagiooeél-
lafiahnorte, éliberi morire, drgniandofi ni mare , per
la piai di Tbaide Dea del mare fi trasfirmò in Smergo
uccello , di' uago anchora di morire fpefio d alto fi preci-
pita, dr fi tu fa jitiot acqua , oné ragumruolmenie dia
ceti nofiro Pet. Lungo cofior penfòfb Efaco {lare Cer-
aanè Epcria,bor fipra un fiffoafiifo , Et ber fono;
trice, noi ffgUocihi fanti Era la fia cannone; al tu fièle;
ebeper ucdertiha moffi paffi tanti . Quando Beatrice in
filfimflro fianco Fié nuoUa,et nguarèr nel file Aqui
la fi non gli èfiifSe unquanco . <T in altri luoghi afsai .
Pet. Ecco Dante Beatrice , ecco Seluaggia .Ben. Eì
Dame acni che Bice bonor ne traggia. La feconè.
<44 Beatrice /» fireUa él Marcbefi é Monferrato ,dr donna
é Arrigo él Carrttlo,élla quale canti Raimbaldo no-
minalo Tatropsifi come al luogo fuo èremo .Vnx.Idi-
Venere
CIELO
Venere
atqu* , & hr alio uokrt ,
Zwopt.^ltmreRc dt Themcin bebbetrefyU Cilice,
Cadmo, cJ- Ftnict . tr una figlia nominata turopa bdhf
finta della quale innamoraioji Cume, Mandò MercuTt» ac
ciòibe tarmemodi ,Agfnandelq"aleera copmjo ,factf
fé andare uerjò il mare, tome tra jòltto alluna uoitaauda
re,& daut per diporto tonicfue lonipagne fiiltua andare
la bilia Europa, fcefii adunque Cioue dal cielo, lonuciji in
candidoTorofinufetraildettoarmcnto, & utdindoue-
tdrui Europa , eoe uifia manfueta & loi capo tbmo aum
dando uerjò leijaquiùe uedendoto belle , lo cominciò a pi^
gliar per le corna, dr egli facendole fefla,iir Iciandolele
mam fi conco fu’l Ino del mare ; & Europa fallagli una
ghirlanda di fiori glie la pofe in capo, alfine per lai modo
ji ajjicurò che gU montò /« la fchiena,allhora Cioue leua^
lofi tomimiò pian piano andar uerfo il mare ,& tanto
uetitrò,ibe tardi accoriafi del fuo errore cominciò a chic
der fot corfò alle compagne , lequaU rimaje erano in fu la
riua dr putngeuano ucdiudo portar uia la bella Europa
tenendoli con una delle mani ad uno de corni , df con l al-
tra fui dorjò. di' cofi fu portata nell'i/ola dt Creii. Fulgen
lio firme che Cioue Re di Cren udendo la fama della bcl-
leg^a di Europa, andò con una nane nelngno del padre,
dr giunto alla riua del mare con lufinghc, de con inganni
tanto opt rò,che Europa uenne fui Ino ptr uederla,d' fio
iiatofi dalle compagne, & mirando la nane per marauiu
gltaal ejiendo Cioue fullito la raptj&portofSela incre-
ti ,& perche nelle uele della nane era dipinto unToro,
fingono I poeti, che Ctoue trafmutato inToro la rapifie.
onde D AH. & di qua prefio al Ilio T^fl qual fi fece Eu-
ropa dolce carco , Di Cadmo, & de gluitri fratelli aUro-
ue parleremo.
fqy C»\»Kn.ntmpha marina, una dette figlie di tifreo&ò
Doride innamorata di ,Ati,& odiaua Tolipbemojialqua
le ella era (truentemente amata ; auenne thè un dì Volt-
phemo andando càtando di lei la uide in grembo ad ,4ti,
ilquale fi come Calatea per la paura lofio fuggendo fina-
feofefòttotonde,cofi cercando fuggire fu daljafiothegli
tirò il Culope,ilquale pieno di fdignoet iira nefulmina-
ua.eon acerbe parole, aggiunto & morto ; Et poi da Com
latta cangiato nel fiume del fuo nome . & però dace il
V ST y idi Mt & Galateaabe'n grembo gU crai Et To
Uphemo fame gran romori,
Cencura . Rema donna del Re .Arti ,amata da Lancilot-
tojiT 1 fotta Rema, donna di Marco Re di Cemouia ama-
ta fttmlmcme da Triflano,& per loro amore nelle giofire
fecero affai leggiadre prone, per lequali meritarono molti
C grandi bonari .PsT. Ecco quei che le carte empwn di
fogni Lamilotto,TrifìaHO,&gù altri erranti i Onde conm
uien cbe'l uulgo errante agogni, ytdi CcueuraJ fotta, tir
gliahri amami .
tqi Helcna . belhjfima fu figlmola di Leda (p- di Gkmemoglie
di Tindaro Re Ji Laiedemoma. LMMtUna,TiudaTU,Ut-
dea,lyimgena . Dicono i Tteu,cbe Cioue innamorato di
Leda fi iraiformò in Cigno, o uucu dir Cefem) uccello bian
ehiffimo, & cofi eou la g/acendo nacquero due nona , ejr
dettuno nacque TcÀluie ; delL altro Heleaajaquaie urna
ta alia età matura fi maritò in Menelao . "Hf mede fimi
tempi era Tatis figliuolo del Re Vriamo riputalo giufio
pudico . Tercbe trt Dtt Guumc, Hmerua, ifr yc tmej
couiendcndo chi di loro atungafie [altre di btttcìc^a , rù.
tnifero in lui tutta la lite . .Accettò l’arbitrato Tarh.ma
gfudicononfinxacorrultela,pcròibe prepofe yenere,
percheej.a gli promtfe farli hauere Hcleua bellijfinudi
culle le nonne . S otto laqual fperanxa namgò in Creda,
tr rapì Helenajòenche alquanti dicono ,ebeé fua uolam
t.i le feguì, & ninne in T roin . iiuefla mgiuria commofie
I Crea a lundurl efieraioa Troia, & dedica anni nim
ferula città ciMit.gjnno,arfonlaCrfacineggiaronla ; &
Memlao ricupero Helcna . Benché Herodoio firiua , che
Helena non uenne matm Troia, ma ibeVamper fortu-
na Jcorfi in Igilio , & quun dal Re Troleogli fu tolta :
efi- feruata tatuo che Menelao dopo l'eccidio Troiano an-
dò per lei. Duine Cbnjòfiomo tutta quejia bifìoria per-
uerte,ma non fi può folto breuuà trattare il tutto, onde il
noflro P E T.dice Odi poi lamentar fra [ altre mefle Emme
diTariSjtr Menelao d Htlena ,& Hcrmton chiamar
Orefìe .&D AH. Helena uià . per cui tomo reo Tempo
fi uolfò .Aui.Seben fofic quciùi i Cb' Europa, &.4fi4
vnfiein tanti guai.i.Hclena ,
Hcrcolc. Lat. heriuies^ludetuirjmbiui/imphitrionideti
li Tibano frgbuolo di Cioue, & di .Alimeua legittima
nata di .Ampbytrione ,peribe furono altri Hercoh, Co-
fiui auanxpé fortevta tutti g!ialtn,trira molti fuoi
diuerfi amori amò ferut uteau me Daautra figlia d 'Eneo
Ri M CalidoHU, per cui conte fi con-eeheloo,(jr il uinfr .
.Amò anihora Iole figliuola d'Eurito,& Omphale Luiinf
dallcquali due m hahitofemiuilefu ru ondoilo a filare, &
a partire tra le doni^Ue la lant, & ueHire come femma,
& altri eficrcitq muiiebri.et però éce ilPfc. Colui eh'i
fico, è quel poffente & forte, Hercoie cb'amor prefe ; &
Dan.»? .Alcide Qjcqndo Iole nel corbebbe rimbiufa .
dt .Alcide é efio Hercoie, uedi aqyo.le altre hiflorie
f ino tutte a fuoi luoghi .
Heto. amata da UamiTod.Abido.uedt al detto Uandro
piu bafio al luogo fuo ,
Herode. Lat. herodet primo di quello nome Re degiudei,et
figliuolo d Umipatro della Giudea procuratore, Cofi ni, fi
i ome ferine lofi ^0, amò oltre moao Marianne fua dima
figlia d'Ulcfiandroal cui padre fu .Arifiobolo nere Re de
Cmdei , ma con maiauiglio/i jijjielto parte per gclofit ,
parte per odio di lei Mr/o lui hauendo egli lotto il regno ,
la Ulta ad Hircano ano materno di leijir ad .Artiiobo
lo il fratello, onde Solome fina fioretta per [odio che a Ma»
rianne portaua , un giorno che mtefe Herode efiere indi»
fcordia conU iìntrodutto il coppteroa ère che ella per lui
haueua dato ordme di porgerli il ueìtno amatorio, non pe
rò igbfàpea qual fi fufie,fe non ch'era uelcnojl Re uinto
dalla natiua Jua fiere^a.intenJendoper firga de tormé
II da [ Eunuco è tei , che Soemo , a cm Vhauea egli rat -
. comandata quando parti per andar a trouarc Cefare .Ah
guflo iheperfieguiua M. .Antonio , baiando a Marianne
oMrto quel ch'egli in fecreto gli haueua camme fio ,cioi
ebetucadefie feigline ritoruaua fàtuo fra flato cagione
dell odio di là uerJo è lui, lodo il fi mot ire. Et poco dopo
faitoèlàilgiuèc» comandò che fufie ucafatiUbe fu
[annodopo che tornò iTEguio da Cefare .Augufio .Voi
raffreddato [arderne furore jir trouato il nero, non pur fi
ne pentì ,ma ne finti tanto dolore che piangendo foueute
k chiqmaiutir tal ntUayumeJe umfofie,cÓ la ragio-
nando
Vrtiew
C t li £ O
Venere
88
wmtiaimèJwi ,mieMcomÌJmtMe iìcHlm>l(r0 Pgt/
yuMMeJtr m un cor diletto , & tedio , Dolcet^omoro i-
Hormn il fioro HerodeiCh'amor crudeltà gli boti
pofloajftdi . y edi coni orde prima & fot fi rodtTirdi^
tifo éj'ka fentatt Marianne chiamando , che non l'ode •
Hcnnione. figlia di Menelao, & di HeUna maritala in Ore
Be figlio Jt oig imennone, & di Cltlenneftra joreUa di Ho
lenafinde che liauendoia Tindaro fino ano materno mari-
tata tonOrejle.Menelao Ino padre, che non banca noii-
tutditalmairmcnoeifnado era coniejiertito accampato
a Troiai banca promefia a Tirro figbo d" Achille. onde do
pò la nittoria tornato alla patria Menelao; pere he Orefte
fn per bancte nceifo la madre condannato, la diede contea
la uoglia di la a Tirro; e pure non contefe che egli filato
gfiejie , Ma poi Orefte uccifi) THrri , fi ripigliò lei perfna
legittima , cr cara Donna . In quel tempo thè ella era in
poder di Tirro chiamana Orefte, dicendo Ouidio neliEpi-
Bete Clamantem noiaen Ore flit Traiti mornam infilate
Bacomu.&ilnoftroV s t. & Menelao dCHelena,&
Hemuim ibiamare Orefte.
Hcrfìlia. Lai. et Mora dea falla enm Quitinoj. Romnlo ma
rtto,apnd Ouidium e he fu donna di Romolo, effindo Baia
ton 1‘ altre Sabine da Roniatii ne igmochi equeftn rapita i
£t pudicamente , «Jr fidelmente tutte nifkro co i loro ma»
mi , fi lome tutti gli ftriirori delle cofe Romane n'hanno
fcmio della pudicau,& fide Uà loro ,^ftntialmentequi
doperloroutndma combattendo i Salmi COlRomaiii,
elle con la guida dHerfilia poflefi fra tante ff ode, & tan
te lande co i maràià parenti, e fratelli pacificarono^do
dice <7 P E T. Toi nidi Hafilia con le ^ Sabme , jcbma
che del (no nome empie ogni Ubro.
Heperia mmpha,uedi di fifra ad Epico a ($48.
Hefter HebrcadoimadelRe^ffuen,nediad.^(tnero.
éj o Hipcmc{lr2.Lat.fIypi7meftra,una delle cinquanta figlie
di Egitto ftaquaie non noUe uccidere il fiiofiiojò Lino figli-
nolo di DanaoJ't eondo ibe'lpadre comàdata Thauea : per
che ejftudoiforgaiq Egitto da Danae fno fratta darle cin
quanta fue fighe a cinquanta figli di lui, llche nonnolea,
t^ fare temendo toracolo che gitele metaua , comandi
thè la prima none che le figlinole figinngenano con loro
manti , ciafcnnanccidefie dfno, onde tutte adempierono
il paterno comandamento, ft non la fida Uipermejira. &
peri dice il V si. jtUra fede; altro amor : nidi Hi-
per me Bea ,
Hippolita.Ior. Hippolyta; forella della Reina .Antiope
delle jtmoTpneJonna é Thefeo , & n’bebhtnufiglmolt
j chutmato Hippohto,det quale ella n'i affiata et mfta per
la fiera tr mdegna morte di Un, llqnalemmnolendo con.
finiire al furore della matrigna (Thedra intendendo )
Laqnal in quel tempo che Thefeo in compagnia di Tert-
ohoo fuo amico fmgolare andò allo inferno per npigUar
•Proferpinn,! innamorò fi furiof amente del Triuigne, che
non riguardando eh' egU era figlio di fno marito , fi Budii
con prieghi ridurlo ajnoi diletti , & egli repugnando allo
ifienaiu difio di la fuggendo fi Uteri da fuoi pneghitonde
per non cornmatere aduUeno, & molare illato paterno
ne hebbe la morte ,peribe ella ph guata thè tgh banefte
. tontraftatoal fno furore , uolfe [amore m odio ,poi che'l
manto tonÙ! dallo mfemo t acculi al padre, fingrndo che
ogh [ bone fie untata per ufonatrla tonde T^fio-irato
feaedi da fe il figliuolo , &il biaflrmò , ilqnal fuggendo
l'ira del padre,tofla che giurie ne liti di Conato, fu aflal-
tatodaunterrdnlmoftromanno,fit tb'i caualii del fno
Carro ^anentattfi ne turbarono elr moffero talmente che .
egli ne rimaji laceralo cp molto in terra . llche Thedra
intendendo ne mono, perche udita la morte dello amato
giouane, dr riaccefa di nnonafuria,comeft pentita fi fof
fi del fno errore, fi nccife conia ffiadad Hippolito, 0 come
glahri fi rinono t'impiccò, lUhe fu forfè uendelta dllip»
fedito ffiendogh fiata perla fua falfa & empia acenfa di
fiera morte cagione . dr peri benchceilnofiroV c i. K<7»
to hai ragionar étunebe non uolfe Confentir al furor del-
la maniglia , Elda fuoi fri. gin per fuggir fi fiiolfitma
quella intentioncafta Crbemgna L’mcife ; fi ( amore in
oda torfe Thedra amante terribile ^maligna. Et ella
nemoTio uendelta forfè d’Hippvltto . & altroue Hippoli-
ta del figlio afflitta irtriBa .
Hippolito. Lat. Hippolytus. neé di fopra ad Hippolita fua
madre al luogo Ino.
Hippomcne -donio dtfcefo di Tritono cr di Megara, che
ninfe .Atalautanelcorfi.Lat.tìippomenei.nedtlabifto . ■
ria ad ,/dtalanta .
KiCiplìiìt,perfiruarla GrecafcriituraHiplyphile ferine- <51
re fi douria . fufigbuola di Tboante,& Rcina di Unno If»
la ftaquale beni he ntte [altre dame uccidejfero luropa-
renti,erfi‘atelli^ figliuoli,^ manti,mindtmeno per la
pietà firnòit neccbio padre ^ amò lafme; delqnaie l’in*
namori.quàdo egli per [ Ijòla di Unno fine ella regnaua,
pafii con la nane .Argo per andare a Coleo, mapoiCabbi
doni per [amore di Medeajaqnalfn di barbarua natio-
■ne. ^ peri diceilPc r. Hiftpbile nien poi;^ dnolfian-,
fb'elia Del barbarico amor , che'l fno^ ha tolto . TdpU
7>oli/ienaBlifipbilt,& .4rgia.parUndo à donne belle . ■
Ipbi.fiiéCipnfi uelece,t!r prefto al fno male, che amando
.Anajjerete hebbe fi in odio, perche effendogU eUa piu dn
ra che'lferro,& piu fiera del marerCr hauctidoloa fibi-
fbfigliatnfao di lei per la àftierationei appicci, & ella
ne portò la penaahene futraiformata infafìo. Fn nnaU
tro Ipbi che efiendo Boto fanciulla , dinenne poi un bel
garzone .onde dice ilPsi.ini qneltaltro al mal pio fi
uelocelpbiycb'amandoaltruiinodiot'hebbe.
Ilbtca ArMii amata da Tnftanojadi di fopra a Geneura.&
di fono a T riftano . 1
lufiifn figliuola di Cefare,& moglie del granTompeo ,& 6g%
tato amò d marito, thè eflend^ armata alla cafa lane
Be del marito macchiata dtfangue che gli era ujcitodel
nap) ,allriduonoebeefiendole arrecatala candida nefit
tolta delfacnfichfit ricordandofi delle difcordie cinihfirt
dendofi che egli fofieBato nccijò,prep: tanto dolore che
tramortì, & efiertdo giàgranidajubito fenemorì,& no
porga pianto uniuerfale,percbe era di tanta nirtù, che fn
€oftameopinione,ibefefefie utnntajartbbeBatotal le-
game tra Tompeo&CefaTi,cbenonfarcbbonofiguitt
le guerre aulii, ma La fua morte f òolfe t'aimcitia del ma-
rito col padre Ji come la una thauea ginnt a & còferua-
tafiuchora che fi banrfie da dolere del manto, lioi di Tó
.peoplquale innamorato di Cornelia moftrò amarla ptu,i t
per lei fi Bnnfe co i nemià di Cefare, pin che per anenium
ra altramente non haunbbt già fatto. & però^ dice il . j
S 2 T, Hjotll' altra i Inlta,^ dnolfi del manto,l,b’a la fin
Venera
e I É t Q
Venere
toada fm s'incbna . *>• D a M. iMCrttia tinti* ,
Maru*,& torm^bajn ncce di Contila ,
Lancilo tto, uté di fofra a Geatara ,
h$udomia figlia di ^cajio Tbefiah donna di Trotefilaa
figlio di Ipbitlo rifiato ancor* : laifnak rfieadofi nenel
lamcatt maritata con lutigli connrnne allontanarfi per gi
re alia guerra T rotano: neiiatpial diparttta bancttdoio W*»
la Irguao lafin 4 bti^ pena con mille baia mifli con infini
te lagrime fi poti fucllere dal toUo del caro ^fi> 1 & poi
che egli diede le tale al uento , quel cbenon patta far con
Jiaj[ji,tlfcgui co ghocibt lentaaojin cheti poti utdere ; ne
i tofio le ft tolfe del tutto di uifla,cbe a gufi à morta cad
de tu terra . a gran fatica riuenuta tn ulta fempre il chia-
mò, fin che ulttmamentefu riportato il corpo di lui mor-
to per man dHettort tl prima diche fafe in terra, i Greci
(ombatteroao co T roiani,&jòpra di quello mnta datrop
po cordoglio fi mori la infelice, alide il noflro P e T.dice,
Oé poi lamentar fia [altre mefle Enone di Tarii, &Me
nelao d'Hclenaeet Hermion chiamar Orefle,B Laudonua
il fuo "Frate filao EhArgia Tolinice .
^r> Lauti amatMidr celebrata dal noJìfoPetrtrca dtibiella
fvjie fighoiCr deue nataj& quando moria diiterfc femo jla
te leopinteni; & penbepocofi nulla quejio importa /un
ci e faticheremo di atirimenn darne notitia per efierne
fiata detto a bailanga, ma foto noteremo parte delie iodi
datele da efio Petrarca . Tofio che giunto a Pamorofa
reggia yidiamde nacque laura dulie & purat ch'acque-
ta l’aere,^ mette i tuoni in bando. Et Laura mia con. pioi
pinti attijchtfi. Hor bauefi’io un fi purlaji flile; Cbe Lau-
ra mia pouffi torre a morte . Latcra mi uolue i&fon pur
quel ib’i ni era . Ulma in ucce deW anima dt Laura , A-
mor .natura la beli Alma bumile . Cb'amorfiorifca tu
quella nobil Alma Efiernanpò^e quell AngeUe' Alma
Tifi finta il fuon de [amorofenote , Alma reai dig^iftma
^impero. Alma Febce,Gentile.et in ucce dt Laura. Alma
gpntil aui tate carte uergo. iìuella in ueceé Laura .Quel
la, per cui per finga ho edgiaCA rno.'hisl bel ufo di Quel
la ibeu'ha mortut QuMaincuitetade'HsflTafimira.
tìr bora la cbtanuAngiolettaMta Donna,Tbenice,Ca-
ra i Tellegnna, Colei, Cojlei, Lei , Ella . facendola fipra
ogni altra gentile Jaaia,Satgia,Leggiadra, Honefia
Velia . 0 quafi in infinite uarte, 0 diuerfe maniere.
Leandro . Lut. Leandcr fu d" Abido Città pofia nella riua
deli' Afiajà otte HeUefontoifmfirettoàhiuide amando
egli Hero,cbefudaSefio Cittanellito d Europa coutra-
pofiaadAhidoperandarfia fiarcimtei,gtibijcgnauano
tardi notte, & Hero cara fua donna .che al notante gùma
ue panca per fegno il lume nella feneSha della torre , dr
nella fem firn fi iìaua ajfiettandolu; onde auennetebe nna
notte il troppo nento fenfe U fido lume,0 Leandro nel no
la re fopragiunto da tctttpefiofe onde da fogo nel mare, il
tui mijéreuol corpo menato dall acqua nel Ino di Se fio l-
ia falda della torre d Hero,0 ncntrofiinto da kiaiÙadai-
la medtfmia femfiraptellaqnal ilana mirando,0 ai-
tando ,ft precipitò , là ouegucena morto il ddettojfofo ,
fer fegutrio morendo ,fi come narra a piem Hufeo . 0
come iteti noflro Par. Leandro in mar '0 Hero a la
feneitra .
tfq Leàa. Lat.Lada,mog6ediTindarol{rdeLaconi^tmatada
CmeilqnaUfiieniiertiintigno,0 conobbeUi0àtal
(oncetto nacquero dueoua,0 dilPuno nfeì ToUuce , 0
Heltna,0 ded altro Cafiore,0 Cluenneilra.VoUace 0
C a fiore fnron cbiamii Dàifiuru.figltuolt di Gtoue , 0
traiformau in cielo nel jegao dt Gemmi , 0 però dite
X>uti.{>elhelmdodi Leda mi dinetfej,fnelfe,0 lenò del
Jigno di Cemini.0 ilPt t. E'n bianca nube fi fatta jcbt '
Leda H aurta ben detto cbe fua figlia perde , intendendo dt
Uekua reputata la pinbeUa donna del monda.
Li uia. Ltonna di Tibeno Tierone amuodi Cefare Augufio,
ilquale amandola ^rigando fe la fi dare per fua ,coi mrga
del repudio lecito alUma fraRomam,ancborcbe fofie
grauida di quelTiberio che poi fu Imperadore, onde aUm
ut leggono, in ucce di pregando, pregnante . 0 però dice il
P E 7.L’allroe'lfnofiglio;0puTimòcofini'PÌMgmfia-
mente;egli è Cefare Augufio i Cbe Luta fila prignani*
tolfe altrui.
Marco Antonio, figliuolo irAnmuero,0 per adotiioae
dt AntomnoFto^ cui fu juccefore neU imperio Atre cbe
il nome dibnonobebbeper foccefiitnedaTratano tbe pri
mo di tutti , fi come Ottauiaao fu nomato Augufio , cofi
egli ottimo, 0 lafaoUo agii altri. La cut Fbilojòphia fit
tale & tantaliche Tbiiofopbo fu nommato,& non fola in-
tendala perfettamente le cofi; é Fbdofòpbujna ne rag»
nana ,0éjf>utaua aiguiameuie, 0 abondeuolmeme ,
Domò I Germani , & col fi-atedo ne triompbò . yinfe i»
Oriente i Terfi,et nel Stttentrione i Marcomanni,t Qui-
à,& altri fieripopoliret tanta fu la bontàdelf ingegno di
lui, Tali0 tante le uirtù dell'anima che no trouaua pari,
in ogni cofaefiendo felice, fi non nella donna 0 nel fuo
tede, ah^ morendo lafciòt imperio banendolo t gli temo
to anni diciatto, pur fu fiuinto daltamore dt Fauftina
fua moglie 0 figlia dt Antonino Fio , cbe lo fignorrggia-
UO0" lofacea Ilare a fnot lomandamenu . Cojlei, fecondo
che fi ferme, fu di maramgliofàbcllexxa,0 tanto amata
da (fio Uarco Antonio .che [impudtdiia di lei a Ini mani
fefiapm ballò a fare cbe egli la repndiafie ,maficome
in fua Ulta alcuni degli adulteri per amor di lei innatgò a
gran diguiti; cofi lei, poi che ella morì confccrò con diurni
bonari . 0 però dice il noflro Par. fedi tl buon Marca
d’agni laude degno , Fica di Pbiiiftphta la lingua e'I pet-
to: Furfaufltnail fi qui Bara fegno, 0altroue. Hello
Hadriano.e’l jiioAntonin pio, Sella jùccejlioa injino*
Marco i Cbebber non meno U tattural de fio .
Mardocheo Hebreo. ucdilhiftoriaadAlìueroa&qj.
Marianna amata dalRe Hcrode,uedt é Jopra ad Herode
«1 luogo fuo.
Mede:a.tofieiinnamoratadiCialbHgti diede il modo iac- 655
quiftare [aureo ueio; poi tolti tutti 1 Tbe fori del padre Oc
a Re di Coicbi,con lut jè ne fuggì, &Jòpragiunta dal fira-
ull9AbfirtocoHbtgannotuccife,0 di parte in parte
fquarciatolo ^arfi le membrauteciò cbe'l padre oi cupan
a raccoglierk defie ^at io alla fuga di lei, cofi fuggendo
col fno amante Mandò per molti paefi d' Europa, 0if Am
fica, fin cbe giunfe m Grecia ; one finalmente repudiata
da Ciafime, che prefòbauea per donna, Crenfa figlia dì
Creonte Re di Coriulo. con doni ammaliati modali a Cren
ft compofii confocolauoratoarfelei 0 il fno palrggpj0
per maggior nendetta nccife i due figliuoli e’banea di lut ,
0fec^i apporre per cibo a Giajòne.0peròàcetlHn-
. Jir» P E i,Qijffi[ilafon,qnclIaltTa è Medea, Cb'amortt
Ini
Venere
e r H L o
Venere
liy
IkI fe^wì per MUfe ditte. Et qiant» ai fttre , & al fratel
fu rea, Tanto al fm antante pu tMrbata,& fella , Che del
[ito amor ptu d.gna efier creiea . (jr D A N. £( aiuho di
Uede i fi fa nendeiu . U bilìorta di Gtafonpudt a 70 S.oi
lluigo fua .
Oiophcnc. fa prtndjit della mibtiadi T^abuebodotafor
he de gli ^ffm. eofliuaadà anitra Giuda, ^ ajiedtò he-
tolta lon ixx.mila pillotti , & xxu. mila caualien, in fine
fa morto &liifittoCcfiercuo per uirtò di ludit Hebrea,
ionie al fao luog > a { j^.hnbbiam narrato . P e T. /'na ue
douetta(iatendemlo Indir ) f'iace Otapheme. & D h a.
piollraua come in Rotufi fuggirò Gli ,Ajiiri, poi che fa
morto Olopberne .
t '^Ocede figlio di ,/igamennon, & é Clitennefira . aedi di fo.
pra ad Hermione fua donna ,
P hedra. matrigna ì HippoUto;& moglie di Tbefeo. aedi di
^raadHip^iloal luogo fuo.
6fS thide. Lat.Tbillu figlia é Licurgo Re di Tbraeia , laipial
Quidt* chiama Rhodopea da Rbodope monte in Thracia .
Tornando Demophonte dalla guerra Troiana pafiando
perThraiia fu tanto dalt amore di Vhille , & uago d'an-
dare a ricourare il regno d^theue lafciato ùbero per la
morte di Muefibeo, preli hi entu per certo tempo , ilqual
f afiato ; Thtde a cut era nou C affienare, credendofi efie-
re ingannata per éfiterattone l’apiccò . pretti al porto in
fili Mandorlo alqualapparma ficcojrimifiu foglie. Onde
i Greci da quella ThiUe ibiaiaarono Vhtlla le fronde de
gli arbori ,lequab prima chiamarono pctalla . Tornato
Demophonte, pudendo il mifir.-uobfinao fine di la , con
amaro pianto fe ne mofirò doiéte. (fi- però dice U A u-Ht
quella Rhodopea (intendendo 'Pbitte)tbe delufa fnda
Demophonte. P e t. Qjull’ altro i Demopbonte,& quel-
la i Tbilie .
Phi/otnena.cJr Tropie. qui tacerò la fauola di Trognec&
■ di T’hilomena per ejfer cofa afiai nota , come elle furono
figCiuole di Tandione Re d'Mlhene ; Dellequali T erro Re
dt Thraciajtanendo per donna Trognedsfiirzòl'altrajifi
tomeperueadelta deWmgiuria, & dell oltraggio uccifeto
il» figbo diTereo&dt Trogae,et al padre a mangiare il
diedero jet come al fine pgiiendole Tetto per ucciderle,egli
fi traiformò in ypupa . Trogne in Rondine.Thitamena in
Rofigauob>,& l'infelice Itu in Vha fumo. onde tl P e T. £t
garrir Trogne,& pianger Thilomena . Era ne la Hagion
che Cequinottto Fa uincitor ilgiomo,<fi Trogne riede Con
la forelia al fuo dolce negotio. E'LR»figuuot,cbe dolcemen
te all'ombra Tutte le notti fi lamenta,& punge. T.^ede
te Tbtlomena tapinella , Che fi Lamenta del crudel T etto
“Ng folli bofehi conia fua fórella .San. Tbrogue ritorna
a noi per tantojjiatto Con la forelia fua dolce Cecropia M.
lamentarfi del antico Hratto . Seluaggiomioper queSìe
pfeure grottole Thilomena ne Trogne ut fi uedono. Ari.
iiual Trogne fi lamenta, (fi Thilomena,Cb’a cercar efea
ai figliuoli Ita era Et trauail nido noto. \ l n.Qualispo
fntlea marent ThUomela fub umbra Mmiffos queritat
fatui .
Pico. Lat. Ticui figlio di Saturno,^ padre di Fauno, Re de
Latini bebbe per donna Canentegàmlifima fanciulla fi-
glia di latto , (fi di Femba fua donna , laquale pari laudi
tueriiò in bellex^ di corpo,& m dolcetta di cato,& era
/immement* amata da Tico.auenne ebe ungiamo anii-
' ■
do Vico ala tacàa per nata feluajd doue era Circe, la quii
uedendolo bcUifiimo del corpo intenfamente t’innamorò di
lui,(fi gUfcceapparert un porco faiuancoft che paflafie
innangi a Tico, ilqualper tauidità della preda feguendo-
lo , entrò in parte della piu denfa felua doue nafeofa l'era
Circe Jaqual feopertafigb fece meoutro , (fi prigoUo fom
mamenie che le compucefie della fua perjòna, mofifàdo-
gb ejfer figlia delSole.Tico, ilquale era jòmmamente lu-
tento alla jua bella Canrnte, nj^feche mentre La jkafiio-i
ja muea/nai nou fi uolea ad altra donna congiungere.Cir
ce per la ri^fìa agitata da ^ran dolore, (fi commojfa dt
grand'ira fubitotltraiformo m uccello del fuo nome la
cui forma è alquanto minor della Tua ; ha t unghie a cu»
Cedragli albeTÌ,(y luifa mdo ; i uccello di triflo augu-
ra; (fi perciò è detto il manco Tico, da Horatio i dello
Marta perche ò fitcrato a Marte, (fi perche fu uno degli
antiihi Re i Italuja refiò d rigai manto, e 1 fregi nelle ua
nate penne di piu & diuerfi colon,come era confuetudiuo
degltautiihiRegi.Lìuefla cofd intendendo Caneuieper
gran doglia piangendo per la rina del Tenere fi morì ; (fi
però dice il noflroP sr.Canente ,& Tico; un giade no-
Jlri regi, Hor uago augello ;(fi chidt flato il mqfie , La-
Iciogb'l nomeai'lregat manto, eifiigi. -i
Piramo. Lat. Tyramut ^ Thiibe. furono di Babilonia bel-
lifiimi.tfidifmifnrato amore infteme collegati, (fi non po
tendo haucr copia tuta dell’altro,fi cópcijero di notte njii-
re della città fnrtiuamente,& ritronarfi alla fepoltura di
auenne che Thiibe prima arrinò al luogo , cp- i^a-
uentata per una Leonga fi fuggi, (fi nafeofefi per paura,
(fi nel fuggire le cadde un ueio che in capo portana. Tro-
uollo la LeonxA,& llracciollo,& infanguinoUo, (fi tinjilo
di pingue, ch'anebora era nella bocca della caccia che fat •
to banca . (T giungendo Tir amo, & TÌtrouandoiluelo;&
credendo che Tbube fuffe diuoraia , tanto dolor ne pre-
jiilfi in tanta dij^eraiione ueime che tofio tuccife . & nel
ritorno la infebee donna tronando ilfno amante (cV a pe-
na era ^rato cominciò gridando a dire, Tir amo r^ndl i
alla tuaThisbefil cui nome tòta forza bebbe, che ancho-
ra che fc^copprefio dalla morte, pur aperfi alquanto gli
occhi, (fi nguardoila; allborala infebee da foperchio dolo
re eecupaiajofto gittata nella punta della giada , che fho
ri dell'amato corpo ufeiua, morte fi diede ; (fi dicefi che fi
uccifero fiuto di un moro ,0 nero Cclfo,dquale prima haué
do le gelji bianche prejiro color é Jangue;^ dopo fempre :
fece le gelfe nere, (fi però ben dice D un.Come alnome
di Thiibe aperfe il ciglio Tiramo in fui morir, (p* riguar-
dolla .Allhor che'l Gelfo dmentò uermiglio,& P e T. Fi-
di Piramo , (fi Thiibe infieme alt ombra ,
Vrocrì. figlia di Erechtheo figbo di Fulcano, (fi Re de gli 6^9
.Athentefi , (fi donna di Cephalo figlio di Eioneo ,fi come
n'infigna Eullachio nelle gofiliomitHomerortnthor che
OnidiO dica d'Eolc, Fu t amare di lojioro rectproco,(fi fin
gulart,niente piu curando la fua anticamente amata jtu
tO'a,Uqualcomofiaadira,dijìc ungiamo a Cedale thè
lafciafici amare Trac ri , peri ioche le egli conoj lefle quel
lo che ella lutédeua, gUrincrefecrebbe bauerla per dona.
Cephalo per far prona della pudicttia di Tretri , alloula-
natofi da lei, (fi nel ntomo iraifigurato in altra forma ,
poi che con pritghi non la puoie mutare , bauendola con
lunghe prtmefie , (fi con molti doni alquante inchinata ^
Venere
tiiutu m dubbio, fu cagione chef :oprendofì egli ,per
la uergogna ella tojlo fe ne fhggiPe nelle fclne ,& ionia
Dea Diana taccompagnafie, l'eia gran pena ni htama-
tala hebbe da lei in dono un cane ibe cgni fura per uiitù
di Diana giungeiia,& uno firale,d cui colpo non erainua
no mji;& fi rinouellò tra loro con maggiore, & piu doUe
fiamma,ct con piu fede l'amore.Efendo ajunijue ungior
no Cephalo affannato per La caccia,per refrigerio ihiamà
dot gli l'aura, fu per un ruflieo riferuo a Vrotri,come Ce
pbalo ejpcttaua una tinnpha.o come uogliono alium che
dubitando Trocnihc L'aurajacjuale joUna ill'uo manta
ihtamare,ijHanda fianco drl cacciare fiponeua a ripojar
nell’ombra ; nonfojìe nhnpha da luiamata,& uoleiidoji-
ue certificare ungiamoti feguì j Et come in quel che egli
chiamaua L'aura , ella uerfò lui fi mafie , fi fìrepito tale
thè Cephalo lei credendo efiere frera,con lo fìrale che ella
dato glihauea, La feri mortalmente ; Et nconofiiutala ,fe
la recò in grembo per ricimfortarla ; Ma ella non altro
gli chiefe, ne dfie ,fe non che L’aura che le era fiato ca-
gione di morte,non prendtpe per donna finite le parale
fi morì . P * T. yedi tre belle donne mnamorate , Trocri ,
,Artemifia,con Deidamia .
Poliphemo. uno de Ciclopifigli diTiettuno innamorato di
Calaihea , laquale amaiia Mti figlio di Fauno , &£una
delle Tiiniphe di Simeiho fiume di Sicilia . uedi lafua bl-
flona a Calaihea piu di fopra al luogo fuo .
Voìifferu.Lat.Tolyxena.figlia di Trumo,delIaquale e fen-
do innamorato Mchillefuper man diTaride con l'aiuto
d',Apollo uccifo . ondeTirro figlio di^cbille col fangue
di lei appagò r anima diluì, come ad .Achille, Crn Tan-
de,eraTirro.
Progne, che fu conuerfa in Rondinella ,ipofìa a Thilome-
na fica fòrella. P b x. Et garrir "Progne, & pianger Philo
mena. Fa uincitor il giorno t&Prcgneriede Conia [orci
la alfuodolce negotio.S a n, Progne ritornaa mi per
tanto fpatio.
tropetnoPoeta , elegiaco detto feflo Properth .Aurelio
ymbrio di Mfifi emà doue nacque San Francefeo, ilquai
tmò,& celebrò ne fuoi uerft Cmthujl cui uero nome era
Uofìia. Cofiui fu fra gli altri il miglior pittore de gli amo*
Tofi affetti . P H T. L'un era Ouidio,taltro era Tibullo ,
L'altro Properth i che damar cantaro Feruidamente i
tir l'altro era Catullo .
tci\\ì.LatScylla figlia di TqjfoRedi Megari,Laquale t'in-
naniorò di Minos Redi Creii, ilquale per uendicar la mot
te d’.Androgeo fece guerra a gli .A theniefi,& a Megari,
allhora tmcua apediato Jiifo, tagliò al padre il purpu
reo capello dormendo fiquale bauendo cgh,uoleuauo ifa*
ti che non potefie perdere il regno, & correndo fe ne uen-
tte a Mmoi, tr doniglielo pregandolo che la Ughefie per
donna; Mines ueduta la crudeltàdella infida figlia , efSen
do giufìiffimo;nonuolU adempiere la fua irgiujla doman
da, & lajcacciò da lui , Stilla uedendofi fcacciata,tT che
per fuo tradtmc nto con uittona fe ne tomaua a Creti , ^
uedendofi del padre nbellaficléeràJo figuirlo, t appigliò
alla poppa della nane t fiche ueggendo u padre muto dal-
tira & dallo fdcgno,fi moffe per giungerla ; &elLi ceni
do figgirloccr fum,C l'altro fi traiformarono in uccelli
Ira Uno nemici fiuno in quello che è chiamato Crecamite
Uaiieio fi.' altra Lodala, onde dice il Pix. Et melila cru-
Venere
del figlia di "nifi Fuggir uoUndo: dr altroue Scilla inda-
rarfiinptcìra afra , &alpefìra. Che del mar Siiiliant
infamia fefie . SijKfla Salla fu figlia diPhorco mutata ,
la metà in cane latrante infcoglio infamia del mar
S iediano ; perche nel Pharofi flretto di Meffina, chi tra
Scilla & Canbdi fi annegano molte nani , ilquale fcogli*
pofio nella riua et Italia; benché i poeti la finfero trasfor-
mala in marino moftro habttare m quella caua , & non
perche amafie,ma perche amore fu cagione della fua traf
formationr ^cuoche tal pietra foffe infamia del mar Sili
liano,ptrcbe il poffare da quella parte tfrendo afSai peri-
colofo , il mar Suiliano grande infamia ne ha confèguho ,
& i tenuto é tutti i mari il piu fiero . uedi a io fi.
Seicnco anchora che'l Petrarca ne funi uerfi deferiua am. 46»
piamente la natura della Hifloria, di modo che chiaramé
te fi può comprenderefer feguttart ordine nofiro, non re ’
fiero di narrarla fiotto breuità.Seleuco nomato TLicanore
fuRedtSoria,& efiendofi infermato Antioco fuo figlio ,
ficonuocaregran numero de medici per la cura fua, iqua
li non conofièdoin lui alcuna cagione di tanta grani ,
{fonano foffefi : ^ non fapeuano che fi operare per la fua
fàlute,auenne cafùalméte,the l’uno di loro chiamato He-
rafiftrato fi tome altroue fi legge Theombroto. tenendo in
mano il braccio.et ricercando ilpolfò/n lòto fi prefentò la
Reina Stratomeadmàgiad Antioco; laquale ueduta cefi
lauirtùfua rinuigort.&ilpolfò fifortificòfiopofi tofio co
me fupamta^omò Antioco alta fica prima debclex^afit
riuenuta un'altra uolta la Rema m prefenga di Antioco,
ilpolfofeceil medefimoeffetto,perlaqualcofa Hcrafifira
to conobbe Antheo efiere delta matrigna innamoratn.et
però cefi rette dalla fallite di Antioco, co modo accommo-
dato òfie a Seleuce. Antheo tuo i necefiario che fi mora,
perchche io ho conofeiuto lui efiere innamorato della don
na nùaJUquale io per cofa del mondo non li confintirei, oa '
decÓuien che tofio peruéga alla morteSeleucointefelepa *
role,per la pietà del figliuolo grane dolore fi f enti uemr al
coreefrpietofamenteuoltead Herafifirato moltoUpre-
gauafibe per la ulta del fuo figliuolo unico li cicedefie la
cara donna fifferendcgligrandiffimi doni.Dice Herafiflra
toidimmi Seleuco;tu mi aggraui ch'h dom la mia dona ad
A nthco,ilqual i tuo unno figliuolo nondimeno tu no
eonfentirefii dargli Stratomcafiuando lei amafie,fi come
urna la mia ; ri^fe Seleuco,uoufiero gli dq che cofifofie;
accioche p la jalute del mh proprio figliuolo, h nefiun'al
tro che me hauefiia grauare.Intefòaduque Herafifirato
quella che haueua offerto Seleuco,allbora li mamfeHò: fi
tome Antioco era in pericolo foloperh intenfo amore,
qual occulto portaua alla Rema S tratonica Jà doue Scie»
co con dilightia cercando dal figlio fe cofi fufie ; trouò per
fua modella confeffume efieruero quello che gli haueua
raccótato Herafijirato.-adunque dipari uolòtà di Seleuco,
Antheo, tir S tratonica: Iti c he prima era dona del padre,
ffofadiuenne di Antheo fio figliuolo. ne qui taceremo,co
me quefioAntioco hebbe co Romam crudcliffima guerra,
tr la cagione fu , che efiendo morto Tolomeo Thilopatro
dignifiimo Re «ffgùro, dr lafciatii figliuoli pupilli fatto
la tutela, & prouttione de Romam,Antiocodiri‘^ò t ani
moa occupar {Egitto ; dr maffimamhte perche fi uedtua
ricchiffimo di theforofiigente abódante, (fr oltre a qut fio
Hanibaile Carthagmefe^uale di poco fugato da Sapio-
CIELO
Venere
Vedere / C ' ! È X D D
?*
ne ^ futa» Jimortuatpprefio di lui, il f iena f fiere afiai ■ cerne vedi è huUuifi.'' \
fiMJitdMe^erUqiuUofttliomaai pt^iiand» gmlUmm TimaT.Demddi lurk donne brbbe uerii figli i tre <fnali 66i
H U pioteiuane , & difefà depufdtt , fecero guerra con .^bfitone,& Tamar beUiffum d’ima, &■ Ornane d'unfal
,,Antioco;& Crearono Coafàie Scipione ,Afuno fraleilo ■ tra; lUpule amando fmifiiratamcneeTamar^pernonf'a^
eh S i ipion; ^Africano, &.lo ^Africano collega: accmche he pere, come attramentr goder ne potrfiefi finfe »ar male ,
jtsi/itcodefie sdatioco iRomam non minor eonfide nza ha tonfigluto cofi da tonadabfno cugtno,& algonerno della
aere nel mnèilore Scipione ,chc haHeffe igL nel Juperaio fna infermità chiefi lei alpadrt ,es- hanmola fi findtò con
U intbaile. Combattendo aJimijiie iSpinam con ,A ntioco pnghi di recarfìla a lupi piaceri piche non pof tendo amo~
li', approjioihoonteS.pilofraSiru ,ey igiltOtfu fuptrato * reuolmfte ottenere, ruiolfe toflal'amoremodio,&la pre
^ntmo,{^- ni- gaio mUliciaoltra li monte Tauro; ehm- ghiera in forga: omtella iforzata fin andò difdignofa ad I
dempiciiolapaiiedctrigno a lui per gratia de Romani ^bfaloneJuofrateariehiamarfene,itqualedifJimMlando
fajctaiai jig‘ioreggiandoiòleManttgratiarLtfortuna,& il dolore & l'ira tulltmainentcìonuit» tutti fuoi p-atilU
Romani ibi gli haueano diminuite ieeure regie , i penfie- ad una folenaefefla che fìneltofarlelane, & nel conuito
n, &glt ajjanni , hauendogU lafaata tanta pane del re- uccidendo -dtnonc nidicò Volt raggio della fua fòrella ; do
gno che jilo alla tonfiruanone di quello, dr non allo aug» pofifuggìtnSiria;madopotreanmlacob principedeUa -
mento era intento U fuo ammo . onde dice il /loflro P e t. mtUtta di Uamdto rieonalii col padre.onde tornò m Hie-
ùifie Io S elenco fonpjuefi 'è Antioco Mio figlio; che gran rufalem , benché duo anni Beffe ihe ISauid non uolle eh»
guerra btbbe con uoi: Ma ragion cantra forga non ha lo uemfit nel juocoffetto^ lento anno gU perdonò afioluta^
co. Qjjcliaituaprima,Ciu donna fu poi; Che per fcam- meiue,c!r parlogli.Ma ,Abjalon cò uane ani molte irdm
farlodamorofamone,Gltdiedi;e'ldon fulicno franai. ftciiibò,&feielcimoiicbealpidre:&chijmaroiiio Rei
Siraloniia e'I fuo nome ; & noflra forte , Come iiedi . & tirò a fi .Achitophel configlier di Damd nella fua d-
quello chefegmta.crgiuanfi pernia Tarlando mfieme gmratione.Dauidorénò ib'un altro fuo cifigiicr chiama
de lor dolci affetti ; Et fiorando il rtgno dt Soria , onde lo Cbufi fiageffi di rAellarfi ad -dbf aion , come idthiio-
idafapere;ihequeflo-4ntiocofuilptim» dtquel nome phel;et ordinò tanto che iconfcgUd'-dthnophel nò furo-
cberignòin Sorut,& non quello c’bebbe guerra con Ro- . no piu accetti ad -dbfaion.Terihe-dihitopheli'impiciòì
iKam,iljujtefH da Seleuco U Se fra , di tal nome detto Ma et -dbfalon credendo a cÓfiglt fraudolétt dt Chuftfnalmf
gno per la graudegga de fatti ,& de fuot regni. Mail te fu rotto in Ephraim. Et dopo nella fuga pafrando fon»
Petrarca,// come joghonoipoet-, éede quel chefud'uno una quercia, nmafi appiccato a rarmperlaibioma,et da
adunaliroperconuemengadinometoitie quel che fèti doab uno de capitani di Dauid fu mono, onde dice UT fc,
(ibleo llertole diedero gli fcntiori al T bebano,et quelihe Vi i'ahrofintendendo .Amonfihe’n un punto ama, di <h
fi Con bedunc padre di Dtdene alla figlia : Et molti altri fama; Vedi T amarpth’al fra frale -dbfaìone dtfdegnoft,ft
tfitmpi a tal proponiinemo addur fi potrebbono . He qua dolente fi richiama. ^ D a n. lfeei'lpadre,e'l figlio in f»
fio i quello che da Rhetoricifì chiama mduttione d'erra- ribtUi -4cbitophel non fi piu ([.Abfjlone Et eh Damd coi
re . lUhe fi fa quando l'oratore ad arte dimofìra bauere . maltugi puntelli. Ari. Sallo,ch'mcontra fi U frate .Ak
errato ,opemtrfi,ficome ne infigna Quinnlunonelno- falone PerTamartrafieafànguinoji fdeg;no.
Cv. no libro delle oiatoriemfiuieuoiutH.'C ifimile a quel di Ti%bc. lai. ThubeinnamorataéTiramouedi di fopra »d
Virgilio. Qu'dtoquariaut Scillam Hifi.He a quel di tfioPiramoal luogo fuo. i
Ouiiio,Siue quislAittilochìinarrabat ab HcUore uiHi , TlilìinofuHcpotediMarcoRediComouaglia,& innam»
ferchc nell Egloga il pafrore, ér nella Eptfiola unafemi- ralofi della Reiiia Ifiita moglie del Re Marco . llqual Re
nelia,! omc perfine che ignorar ( iufrone^ i nomi fi potè gli appofiò in camera ,e^ con la lancia medefitma dt Tri-
fare che eirafiero , Ma qnì Seleuco primo padre diquei fUmtkqualeeglihaueaUfciatafùmfttettendoUperuH.
Re, come douea, o polca nelle cofe de fuoi errare i buco dtli'ufcio lo ferì , Trijiaiu dopo poco tipo mori di tal
i6 1 Sichen. Venuto lacob conlajua lamigUa ad habilare nel- ferita . Quefio fu U prmcipal de cauaberi chiamati er-
ta tegi'jne.deUt Ificomi , de quaU era principe Emor, U fi- rami , le cut prodevir lòmpiu fauolofi che utre . Onde il
glia di cojlui , i ichen imiamoratofi afro di Dina un* delle noflro P e t.Ecco quei che le cane empiendi fogni lancio
figliuole di Im gitela rapi; Et per far legitiim» U fuo dube lotto TriJlano,& gbaltri errami.&D A u. Vedi Tanti
ptflo a»iore,con prieghi del ^drt, & co patto di panirfi T nfiano,<fr piu di miUe Ombre moflrommi. Medi dt fipr»
quel paefi con Mal i on i figUuob,cercendo dt ottener lei a Ceneura .
ferfi4a^ofa,nonglifu imunvpromrfio che egb promifi Vcrtunno. mnamoralo di Tomona , coftui fi traifiguraua
poLpaJre, &tolpo^tutloprimaiirconciderfì;'Hella. in uarie forme. & perciò i figurato per fanno, ilquale fi
qualnrtoncifitoneefìendo efjiper le ferite fatti infermi; muta.iome fono uarieleBagiomr&Tomona per Uceltu
farne a laiobes-a figbuobtempo di uendicarfi dell'ol- ile influen^ che opera ne gUarbori,pertaquate produco • '>
/raggio delta iforgatafancm!la;ondeprefr Parme Stcheu tu i loro frutti, come Ouidunelfuo Melamorphofidimo-
Cr £mor,cT tuitoilmiferahUpopoluialiro.fV pitòdtm fira.S a k. Veriunno non l'adopra in traifùrmarli,Too
(r U P E T. Vedi Siibene'i fuo fangue cb’i nufibio , E de mona ha rotte , ts jparfi te fue piante .
la lircontifion , à'deia mone, E’ipadre cotto , eli popul Bc\lezaiJatt.pulcbntiido,formaa<cnuflai/ormofitas,ff>»- (6}
*d unuijchta. cies .detor.T ìt. & Hoc Bellegga .Alta , Diurna ,
Stiitoaici. primi moglie diSeleucoRe diSiria ,&dopo CaUa.-imtca, Immortale, Infumi fÌ4aua,Stmpittrna,
i fattoio figlia deidetto Seleucoaudt la hifiona di fopra SingUare, Vaga,Vmca, Minore, Molla JHmnina.Mor-
4 Seleiuo. Pai. Slratemca e l fuo aome; iriufrrat one itie,Tropna,<iiomBe,M i mondo [ola Jl fior ii BeUeggi;
Tenere
CIELO
Venere
Poniudi Maraitigliofi BelUzv,G'^nBeUex^i Suentu
r4tt,0nafla,& nétU F r ^ A m. Dubhtofo bau de mor
tilt. Dato éfiitKlo tempo . Coja fugace , Fior Caduco,
£en Caduco . liEttcz zi Celt{li,f'mche,.^ccolte, Infer
ne,f lori botte Hate, & di Selùoc^e. ,/tl mondo fole . O tu
donna che uai Oigtouemute,&diBeUeo;^ altera.LcBtl
Uxj.e eterne del culo. D A N. £r Bellezza, & mnù cre-
(ctuta mera . La feconda BcUezjta che tu cele . Sianoin
eterno le Bcliezpcf tue .
Beltà, & Beliate. Lat. dccentia, dignitat , hotior. P t t. e<r
£ o c. ,AUa„Altera,Diuina, Rara, Somma, naturale,
,Angelita,Famofa,Tanla,'tipua„Amorofa, Senza efiem
pio. Fontana di Beltà . P s r. Ma ne fuoi giorni al mondo
fu fi fola Cb'a tutte, ito non erro fama ha tolta .
BeltCr Bello . Lat. &puUbcr,fi>rmofuialecorus.fiietiofui ,
uenufiut , P E T. cr B o c. Bel Petto , Tiaier , f'i/ó ,
Moine, Guardo, Difio,Tbeforo ,Paljò , Torto , Sereno ,
Manno , Faggio, Taefe, Fcrde, Fior, Frutti, Fine, Mar
tir,Soggiorno,F'etro, Coflume, f'eltro. Ramo, Tie,Tie-
dt, fianco. Corpo, feio. Lume, Rio, Fin, Lauro ,Seren,
Sembiante, Diamante , Foco, Collo, Tigne , T rapunto ,
Ghiaccio, CuKO , Tiumero, Raggio , Dono, Mlbergo, Tig
do. Tacere, Giglio , Carcere ,Sol, Spirto , Ciglio , Seno ,
f'ariar , Tarlar , Diedro , Tenfier , Drapelto , f'mer ,
Colle , Groppo , Tiero , & Bianco, Bello, Cielo, ,Atmco ,
icogUo , y meteore , yiuere , Sepolcro , Cortile, Dir, Mo
rir Bella Cofa, ,Antma, Età, Fiamma, fera , Giouaneu
ta. Libertà, Lode, HemicalTerfiitu,Donna, Bocca,
nere ,VrigioHe , Compagnia, Romana, Schiera, Spoglia ,
Succeffione, yergme, ymcitrice , FeHa, Oncia , Inten-
tUne, Morte parca Bella , fi Bella cofa ,Tm Bella aflai
tbe’l jble , Tiu che mai Bella , Men Bella . & BcICmU
nia,Orma, Mrte.Mc(oglicnza,Bti.i.t Donne, Ca-
poni , EcceUentie , Giouam , Logrmie , Opre, Foci, Im-
prefi , Membra , Contrade , F rondi, Brincia, Tiu Beile
fbegù anpli dipmti. Ilfior delie Belie,Belia, altra le Bel
le. Bellissimo Mnello ,lMOgo ,Figfiucdo ,,Amare ,
Dì, Fifa, Belbfitma Camera, fra tutte le donne del mon-
do era Bellijiima . Oltre ad ogm altra efiimatione Bellif.
finta, Bell^me Fatte^, Capi, Bellifiimi Oricanm dar»
gemo , Letti . D A s.'Bd Mante , Fiumuello , Sentbian-
te , Soggiorno ,Mrnefe, Ctel , Sereno .S’ei fu fi Bei co-
m'egli bora i brutto. Etto; tanto m'i Bei,quant‘a lepio-
te. BcWMcgua, .Aurora ,BeU»Stiie , Tacere ,oue poi
Bello tacere , gum'Orofu Bello , Carro tofii Bella , Beila
Donna, Scola, Terfona , Deiamra ,Fita,Italia , Figlia ,
Sepoltura, Creatura , Fiumana , Giauane,Folta uermt
fi beta come Bella, tra bella,tjr'Jbuona, Belle Cofe, Stelle,
Mani , Membra , Creature , Gli oecbi BeUi , Segltoc-
fbi , Men Beiti. B i M. Fornito bai beila doma il tu»
uutflgto •
BdH tdbbelbre. latarnarefulcbrum fatert,uel fieri, ha la pgui
ficaiione aitiua,GFpafiiua,tSr‘ ideilaipuirtamamera da
nerbi, &o c.CbideUa cagionediguefiofuoabbellirfid»
mandata l’hauefie ; preflameitte , fi amie colei che pm
cb'abra femiUadimalitiapitua ,ri^ondeuaibepeTpiu
piaeermi ti f.tiea.i.farfi bella. L a.D a k. Tiglura Ufi»
poi far a uoi, S ■tondo che uabbella J. fecondo cbeuipui-
ceco par bello . Di colui thè abbeliiuadi Mar» , Che Pah-
tfltiuaH (Oh mutui rai , fa ctmtnuè bimramtuu a ért,
Tanm’abbelit uotrecortois deman.ì.tamt mi piace a*-
Jtra corte fe domanda.MbbeUiftopoi i ufato da profatori.
Ari. Douelefj>ogliadoroabbeUa,a'lifiia ,
Fulcro. Lat.puhher, decens,decorui,formofut. ualbello.
D A u.Maldar ,&maltenerloniondoTuUro Ha tolto
Ur.&poftoaguejUzuffaììualeUt fia.paroU nonci
appaierò .
Mppulcrare, per abbellire aiedi difopra a Tulcro .
Pelli.ér Belle ceUbrati da nojin poeti. Mbf alone, Mdone, 66$
Mlabude,MlciHaA>anaeJ}aphiie,Fauflittafiaia,Hele
uaAierfi,Hifipbtlcaofephfiglmoldilacoy,Olimpia,Ori-
thUamazona,Thilomena,Tico,Trofirpina,Rachtl,Semi
ramii,Tamar ,Tiibe,et Tiramo,Europa amata da Gtoue.
Ahfaìonc fu figliuolo di DauU ,&fubelhfiimo , tJr rAd-
lo al padre da lui muto fuggendo per le feluc,& ntcrm
to da iramid 'un albero per ti capelli thè lunghi banca jrt
da loabfoldato del padre fu trafitto da una lancia j*r mo-
rì-, fu pot lungamente pianto dal padre . P s T. Feà Ta-
mar,che'lfuo fiate Ubfaione difdeguofa , & dolerne fi ri-
chiama. uedi a Tamar aóói.Boc. Tiella uifione am»
rofa. T{el riguardar ptumuanv augurai Uuijòd’Mbfa
len che per bellezgta Sol hebbe ih'altro nel modo giamai.
A R i.Sallo,cb‘in«mtra fe tifiate Mfalone Ter Tamar
traffe a fàugutnofi ‘degno .
Adoncji cuifauoleggiandoipoeti dicono, die abbraeciau*
do Cupiduie la fuamadre Fenerea cafigli ufduna fiee-
fia della pharetra ,(jr la ferì nel petto , per lagnai piaga
arfeS amore dCMdonegiouanebeUifiano figliuolo di Cu
uara & di Mirradduale dopo morto & Umato d~un cin-
ghiale Ji cÓuerti IH fiore cofi nominato,et però dice Dan.
Tign credo che ^lendeffe tanto lume Sotto le ciglia é Ft
uer trafitta Dalfigltofuordituttofiiocoflumt.uediil roa
Ilo della bifloria a Mirra a6So.
MdbiideMtbeuiefeécorpofomtofifiimo.uedi ad or»-
loriayi}.
Alcina celebrata dal nonroMriofìo,iliiualedefcriuemlo I* 666
fue bellezv enfi dice. Sola è tutte -4lcina tra piu bella
Sicomeiielloilfolpiu dogai fletta. Diperfonaera tan-
to ben formata fidante me’ finger fui pittori induflri, Ct
bionda chioma, lunga tir annodata,Oro noni, che piu rim
^leuda ,olufiri; Spargeanfi per la guancia debeata Mi-
fio color di rofci&éLiguftri Di lerjb auorio era la fron-
te tietaiCbe lobata fina con giufia meta -.Sotto duo ut- ■ ■
gri , & fottibfiimi archi Son duo negri occhi ,anz) du»
cbian Tutofi a riguardar , a mouer parchi ; Intor-
no cui par cb'amor fiherzt, & uotizEt ch'indi tutiA
la pharetra f carchi, & che uifibdmente i cori inuoli,
d^jundiil nafo per mezp U uifo feende. Che non troua l'uu
uiJba,oue [emende. Stato cfuai fiàtcpiafi fia duo uaU
lette La bocca jfiarpt di nano cinabro , Qniui due filze fin
di perle elette. Che chiude, ^ apre un hello, & dolce la-
broQgtnA efconle cortrfi parolette Da reuderrnoUeOm
giri cor rozzo, & fcabroJìmiift forma quilfoaue tifo t
ch'apre afua pefta in terra il Taradi/o . Bianca neue i il
belcollo,e'lpetto latte; il collo i tondoni petto colmo ^
largo. Due pome acerbe,t pur d'auorio fatte FengontojO'
uan come onda al primo margo , Qjianib) pitceuol aura U
mar combatte. TÌsupotrta[altrepartineder.Argo. Me»
fi può giudicar ; che corri^imde.4 futi cb'apparéfuor^
foci eie taf nMrir, tdofitau k brani» fi» imjiira jwM
UtU
s
Venere
. Et U fita'iiJa Miti jj>eJìo p Mede Tjinghetta alifuinto , tir
dt Ur^bc^ axgMlia llbreueafiÌMtio,& ntomiettopie-
de . CU aa^eUa jembuMii nalim culo tipn p pomi» ie~
Ur fatto d bel Melo . H-iMea ogni Jiufparie nn Laccio tefo.
.0 parli, 0 nda,o canti,» pupo muoka,'Hs miramglia è,
fcRMggierneèprep,Tonbelaut» benigna fela trona ,
<ollei fn maga ,& incanutrice . ,Aluua bruttifpma,
■Media 1818.
Diagora feriio , che per la pia belle:^ fu comperatoda
Jìemocrito cento dramme acciò liudupe, diuenne Thito-
ftpho , & perche non bauea religione & era incredulo Jii
ideilo ^ibcoi.
Dtoac m-idre di Verfeo , aedi ad eP» Terfeo a 474.
ì-»aAini ISelUjpma pgiu d'Antonino Tio; Hr moglie di
Mai co Aurelio, ueM ad ePo Marco Antouioa6^^.al
pio luogo .
•«7 Cai a. fu donna bellijpma ep- bonePiffiiiia, famofi per tutta
ItaUa .Dan. "Peraltro fopranome noi conolco Se noi
togliepe da jua fglia Caia ; parlando di Gerardo da Tra-
Migi della famiglia del Cainino;laifualffepo h.-bbeil pria
iipaio ut Trauigi; CoPui per Juoi oturm conpgli dr uirtù,
fu chiamatoti buon Gerardo ,
ìierfe belhffima pgliueta dt Cecropi Re di Athene ,di cui
finnutnorò Mercurio,ueé la Porta ad Aglauro a ji).
Olimpia, celebrata dall' A a 1. Ir bellej^ d OUmpia erau
dtcjuclte ,Chefonpmrare,e noHlapontefoia,CUocihice
le guaucie,» le chiome hauea belle, La bocca,el uajo, gU ho
meri, e la gola ,Ma dipendendogli dalle Mammelle , Le
farti che falca coprirla fiolapturditàta eccellitia ch'an
teporfe A quante n hauea il mondo potean forfè, t'inceom
m di condor le nem intatte , Et eran pm ch’ouorio a lot-
tar molli ; Le poppe ritondette parean latte, Che fuor de
giunchi a t boraathora toUippatiopa ior tal difcédea ,
1 Malfatte sper urggianpa picciobni colli >L'»mbrop noi
in fna lìagun amene , Che'l uemo habbu di nelle allho
rapiene .1 rdeuati ponchi , e le belle ambe E netto pm
thè Ipecchio , U Mentre piano Tareano fatti,e quelle cap *
li i.be Da Thiéa a tomofida piu dotta mano. Di quelle
farti debboui dir anche , Cbepitr celare ella bramaua, in
nano , Dirò infomma ib'in lei dal tapo al piede . Quan,
t'effèr può beiti- tntta fi uede.Se f»pe Pata ne le ualli
Idee yifla dal Vafior Thrigiofo non sò quanto yener ,fe
ben uincea quedCaltre Dee,Vortaio bauiP» di beUexxetl
Manto , He forfè no fattane le Amulce Contrade epoa
titolar l’hofpitio fiato; Ma detto hauna con Menelao ti
refa Helenapur , cb’alera 10 non uà cbequejla . Etp fbf
p cofUt Hata a Crotone Ciuando Zeuji timaginefar uoL-
p. Che por douea nel tempio di lunone, E tante belle nu-
de infieme accolfe,Et che per una farne m perpttioue
■Da chi una parte , & da chi un altra toife, non hauea da
torre altra che cofei ; Che tutte le bellet^ erano in lei .
Rachel . donna di tacob patriarca fiedi a lacob a 11.
4' Stuolcndo lodare una danna di belleg^aiedi a Zeufi pitto-
reSop.&a Simone pittore al detto luogo. CT a Laura te
debrata dal no flro Vetra rea ,doue tmuerai tutte le lodi da
tele daePoTetrarca a 65 f.alluago pio.-
«8 Vaghezza , idefidcmo , tr brama di cofa che diletta . LaL
,tienuPai,gratu,fua»itat,puUhrttudo, cupiditai , iepor,
i T. de ii o C. SÌMal yoghet^t di laurofi quiHi uutr
tfo,Cotal, HiRia, ’Piea di ya^oex^ , yogher,
C I E L O Venere 9 1
Che mi mettepe'mcor Ifoua yagheg^a. H cl'agbc-Ztlf
di preda , ne odio .Mifero amante , che yaghezza il me-
iia.lduejla tuta donna nùmenò matti anniTien dtya-
ghcT^ gieuaml ardendo . y alar ne gli occhi alimi per
Jua yagheg^a . Gli occhi; per quanto la yagheg^a,
che gli Ipii-ge. y olirà yagbex^ aiqiieta un mailer
d'ocihio.
Vago, bello , innamorato , & i qnello che prende diletto di
loja molto de fiderata . Lat. uenuPns, uagus,[kaui> gra-
tiofus ,amanas ,lepidui , cupidui. P*x. yago D,ftr,
Defio,Cer,Tenfier,AuerJario;yagbi Occhi, Senfi,
Luci , yaga Alma , langu ì , Mente , yita .Cliocchi di
pianger y. gbi.O yaghihabitatordeucrii bofcbi.Cb’i
farci yago ut uoltarla uela. l'ago de bri rami. TiencCun
yagopenfier che mi difuia . Deh bor fop'ie col yago de
la Urna Addormentalo . iicf Endimion difiofo della La-
na, onero innamorato della Luna. yago d'udir nouclle
olirà mi mifi . di ueder pm yago . come inconflante , &
yaga Timida ardita Mita de gli amami Fanno le luci mie
di pianger yaghe . B O c. yaga Luce, ideft bella . Io fon
fi yaga della mia bellet.'Za, utefi difiofa , efr innamorata.
Si come yaga di ueder cojè nume . T na figliuola i fiata fi
yaga del lufigimolo . yaghe Donne,Canxpni. ideSl belle,
yaghi di petunia . Si come y agili d’efier ciafcnn il piu ho
norato. Con ghocihi y aghi & leimillanti, Delle f emme
era coft yago, come pino i caniiiclle bafionate. di che eh-
laéyaghiffima.
Vagheggiatore. Lat.infpe(lorfidmirator,& cenrempla-
tor.Bo c Diegofiqnale efìendo del corpo beUiffimo,^
tàipmgranyagheggiatore.lonebonemicié miUeue- '
dutt yagjieggiatori, amatori .
yagheggiare. Lat. contemplarifidmirari,amaMterfeu cu-
pide inpicere. P. £ T. C be'n uagbeggiar noi Heffa baneié
Hanchi.E^lfotuaghrggio. B o c. LuiuagbcggyarU ma-
gltedi mrfier Francejio. Che'l tempo cbtLggierife'n Mo-
ia, tutto in uagbeggiarmifpefè . Et lungamente fiata ua-
gheggiata dal duca. Che ungionane molto da bene la ua-
ghegguua diferet amente .
Inuajfitirt. Lat. obli Sari, & cupidum fieri . B o c. Mefier ggp
10 prete ne inuagbl fi forte, che ne menaua ifinanie . Del-
quat fallane il fanciullo mio ift forte muaghito J. dtuenu
todafidcTofo.Vic .CUoubimuaghiroaUhot fi delorguoL
Tium'inuaghifie,doMe piu ni incende.
CtztixLat. Crdeannaoudolet Tre fimo le gratiefiioi Am
glaiafibe ingreco figmfica fpicndido. Eupàrofinafibedi-
uata Letiua,& Tbaba fiorente, & nereggiante . P s T. *.
dr B o c. Gratta Spciule.Somnu, Tanta, Gran Grafia ,
.Crandifiuna . Ter quantotgb ha tara la uofira Grafia .
11 Re gli rendè la fna Gratta . Gliocchi per Grana gira ,
yergine facra d’tgm Cralia piena . thè tarde non fnr .
■mot Grafie diuine . Grane cb’a pocbi'l del largo defiina .
D A n.Tionèl'affettion tantoprofonda; CbebaSiarea
fier noi Gratin per Grafia .
Gratitudine. Lat. grana. Bo-c.La Magnifica Gratitudi
ur é TitOi&periióche la Gratitudine (Jeconda ch'io crtm
da) tral'aUre uirciifommamente da commencUrt,
Grato. JU/. grami. Bo c.Grato Seruigio.Jl Re. Carlo
uerfijnoi irouammaji Grato, Grata yennta, Amifiàrtr
-.Coiiclnfione-
Gratiofo. L4l.&eMcharisfiifiepidui. B o c.Cratiofio CeUm
M ‘ iq
Venere CIELO Venere
tiThKoma.TiteatHttii R<mumCmiofo.Tantolttta,& ,AgeitoUTt.Lat.fa(ilemreddcre,txptiin ,expliure .ud (-ji
Grjtiofii,Crat»ofiJfime Donnei Gratiofijlimamrme rt~ faciiitarc^ioèfjrfaalc.Boc.Et ^ne/io preji non per '
tenute furono . P E T. Gratiojò Dono .Dan. Gratto]» ageueUrti^a per rfitre pm toflo luto. D a k. Se l'age-
fialor nederti gfiai. •‘olòperlajnania.An.l.Miratolfn.thefentì alfiniel
t-jo Ringratiare. Lat. ageregratias . P K T. ér B o C. Incomin- noto Crefierfi forza , e agenolarfi U nnoto .Blu. lo ni
ma rmgratiar Idèo . BjngratunJa Idèo . RingratiaaJo agenolerò la Innga nia .
uatnra e‘l è thè nacqni . Dio ringratiando a meztl» »«*• Malageuolc . Lat èffit ilif.Bo c. Ma poco MaUgenote
te m fretta . ^frai cortefemente ringratiandolo . lo rm- glt]n. EgU i molto MaUg noie ad una donna il poter tro
grattarono quanto miglio frppero^ piu poterono. Et ton nare miliejionm ioro . Malagenoimente , Malagenoltp.
putofi core ringratiò Idèaabe lei non banca dimentica- fintamente .Dan. Ch'era ronthiojò , Slrttto , &■ Ma-
ta .Et come mtgbo pnote,& frppe ringratiò il canaliere. lageuole .
Oni’K) amor ringratiò . Ringratiò Ini ; che gmfti preghi Malagcuolezza. Lat. èfflcnltas. B o c. uUaqnale fenza
bnmani Bemgnamente fna merceè afcolta . In atto & gran Malagenolezzp andar non patena . Jltbe con gran
mparolelartngratio.Etalfignorcb'i adoro tà-ih'iorin Malagenoleip^ ottenne ,
gratio . uedi 1 94. Latino, lat. factlu .lì a k. Si che raffigurar m'i più Lati
Ingratitudine, lat. ingratitndoaittamen hoc nocabnlo Ci no . idefi facile . & però fi ète Latinamente . idefr latti-
ca 0 non nfui efl,]ed grato potins ai banfla, ut in epiftolis mente, ér largamente .
ad .Attitttm .Bo c. La Ingratitudine i un grandiffimo Mercè. Lat. gratta, mnnni,pietai,& nenia ;nalgratia,
peccato de popdi, &ifi raècata in quelli, che non fi co- P e t. yofira Merci cui tanto fi commijè . Merci è quel
mctaUre cofe inuecchiajaia ogmdì piu nerdegermcglia; f gnor che mi èè forza ,B oc.. La buona Merci et Iddio .
& dopo i fiori cèdute mgrandiffima copia i frutti fnoi nel Martellino gndana Merci per Dio . idefl pietà . La fna
la Epiftola confortatoria . Hanendo riguardo alla ingrati Merci, ideh grana . Che la Iddio Merci non mi btjogna .
tndtne è Im uerfo la mia madre moflrata. tc -ri. Seito- Voflra buona Merci . Lat. dono nesìro . T^una co]à ua-
gm altro peccato affai piu quello De l'empia ingratitudi- lendote il chieder Merci co le braccia tn croce. Gran Mer
uethnomgrana;Eperqneflodal del l'angelpin belio Fu ci . ueè a 40.
relegato in parte ofeura e tana ; E fe gran fallo affetta ÌAercedeagratia.B ir. Yofira Mercede. S'honeflo amor
gran flagello Quando debita menda li cornon lana; Gnor può meritar merude. Che quanto ptu’l tuo aiuto mi bifo-
da ch’afpro flagello in te non f tenda ,Chcmfei ingrato, e gna Ter domandar Mercede. Et fe pietà anebor può quan
nonuuoi farne emenda. t'eUaflnle Mercede haurò. Bemgnamente fna Mercede
Ingrato. Lat. & acharit .P ir. Ingrato Mondo , Ingrau afcolta..Alfome è pietà trouar Mercede. B o c.Etch't»
Lingua, Qjieflo Ingrato èrà. Et tal mento ha chi In- gli pècao,quàto egli a me piace ./{mor la tua Mercede,
grato frrue .Cb'a gl'ingrati troncar a bel Siudio erra . .,1 frettando da tuo poter Mercede . ueè 440.
B o c. Per iKui parere Ingrato . Chi i flato uerfo il uo- Cildo,grato,piacere. Lat. gratut. Pn.La rita che per
fhroutlert Ingrato . altro non m i Grado. Et prenè in Grado t canguttèfiri.
tfX Venuftà. Lat.uenuflat,gratia,& ut docet Cicero yenufla Cba nome una uh' a molti i fi a Grado.Boc. Luiafiai
tem famtna ; ègmtatem uim canuenire . i fcei/e^ è acconciamente, & a Grado feruendo . Che loro ucmfsero
corpo , tir grana ne gli atti ;& nel parlare . T. yenuHo a Grado , 0 in piacére, uedi Pinéte . B E M. Liggefi mal
Iguardo, Mfretto . grado uoliro . T r.
Allenente. Lat.benemcratns .bonaindolis, & gratiofus. Leggiadria nenii/iaj.rt-agifi/ai. P Ex.e>*
ualapparefcente,gratio(o,ttUegr». da auere. Lat.per effe Boc. Leggiadria PeUrgrina,Smgulart,yfata,yera,MaÌ
re allegro. Boc. La fanciullaqiereioehe bella, Agenti- molà,Jgmida,OmaU, Giunta honrfld con Uggiadna.il
kfea,^ .Xueneme era .IlReueggendola bella, giouant folnonuide tanta Leggiadria, Uggiadne compiute,
ifr Mueneme non feppe èfdtreJEfiendo coflei bella donna Leggiadro . lat. gratini, uenufius , ó- agiltt .Ptr.&
tir .Anenente.i.gratiofi . Gmusne m dafeuna cofd afinto • B o c. Leggiadro Core,Difègno,DuloredIabM,Torta-
<<r .Anenmte . memo,StUefUime,Tenfter,yiJoJ'elo,Cafligamento,Leg
Apparifceme.i quello ifleflocb’i.4uenente.tteè a 1411. gìjèa CagionJ>onna,Cente,Gonna,Opra,yendetta,ye
Ageuolezza . Lat. facilitai, gratta , uolnptas . ual gratin, ftafieteXtcìo i acre Domie,TaixÀe, Canzonette, .4ni
piacere , eirauantaggio. Dan. Et quali Ugeuoiegge, me,.Artiàitme,Cofe, Leggiadri Modi,'ÌÌ^, Occhi,
& iltali auangi . Sègm, ytfi. Rami, Gmuani, Uggiadnffimo Guuanetto ,
Ageoole. Lat a^.faalisflacidut, cornei, i proprio queL Leggiaèetia Scorgajaggiaèetto Guanto fr'eb, Uggpt
lo che fi moftra ad altrui grato .Boc. QneHo gli parfe dretle yefie. Leggiadramente .
.rigeuoU per f ufficioa.faale . Sono troppo piu .AgeuoU a G entilezza , uedt a Gioue a 404.
riprendere che ad emendare. Spepo io le noci in prtegbi.Cenùl,&Geiitile.maf.Lat.nobilu.Pnr.&Boc -dt- A74
per pi-dgencètmentt élla Luna ufate,rinolfiÌH minac- to,.AièoTe,Collt,Core^tfito,FocofriabaoJiamo,Colo»-
tk. idefl preftezzpitycorfi élla Luna.1r i.idPè.Agt- ntfr, Stato, Sangue, Defìr,Cuardo , Miratol,Tarlar,
nolmenre fipiegòap^hideW.Ahate .iéQ facèmentt . Torto,SdegnoiSpirto,Signore,Home,Huomo.Lat.pa-
V n. CaltropuMgiufoMgeuolmenuporrt.com per- • anuns.Canhho ùnuofo con le operatiom buone fanno
é Mgeuolmente in un mattino. D a s. La piu romita l'hkjuiOydrtaéttaGentéT a.&'fem.Gieaane.Mgna,
mayerfò èquella Mgeuolt,& aptru Ugenoinuntt Mnont,Muraéracaa, Colonna ,Cefa,Fidanza,Fera,
komaififal», Laura,Qmbra,Terfina,Tianta,Ttaau,Tela,Mltna^
Vi nere
C r B L o
Venere
JNimi foprac^.’ù altra Gentile. Gentili hkomini. Lat. S a v.i prathfi .Abbracciari .
frticrtt. .Aiumi , .Anime , Gentilifinna D-'niu, Certi .Abbracciare. Lat. amp/e(ti,tompleSi,amptexari,cb'tene-
Ce/udotti . Genlilcfco .Dan. Dantu è Geniti nel citi ,
ahe fi compiange Di quello imprdiim-nto . .Amor ih'al
cor gentdratto >' apprende . A R t. Ch'amar di far Gen-
tile mi cor mllano ; E non far d'ien Gi ntd contrario effet-
to . nedi ^04.
I ingentilire. Lat. nobiUtarefe. B O C. pimi i ingentilire} &
per me g'ie prefe una giontne Gentil Danna .
Cortefia. Lat. benefieeniia; nmniis, liberalità!, i liumana,
til- gratula liberalità con deflri & moderati co}inmi.cofi
detta dalle corti de buoni "Principi, ne quali lèmpre tal uir
tù dee nfflendere. P t T. dr B o c. Ter Somma,& Inef
fabd Cottefia . Due alberga honeflate , dr Corte fia . Ter
Corte fta di lui , Cortrfia in bando .Sia pie tà per me mor-
ta & Cortefia . "Upua , .Alta , Magg ore. Tonerà, Cor.
tefie Maggiori tSmifurate , Marautgliofe , Liete, Tre.
Sic , Care .
6jq Cortcfe.nW benigno,& liberale. Lat.nmnijicu!,lihtraìisM
mgnuijicnefiiui/lemenid'g'nu»! Pet. eJ-Boc Cor
tefe m if.Cielo,.Apnle,.Afitto,Delire,Dono,Giro,Kagio
nare. Signore, demi fta Cortefe quanto Infogna . drf-m.
re complexum aliquem. P e r. .Abbracciar (ombre. Fot
rt’l nero abbracciar lafciando (ombre. Ch'abbraeii quel
la. Mentre le parla, & piange, & poi ( abbraccu Et nulla
ftrmgo,dr lutto' l mondo abbraccio. Boc. Egli fi Hrug-
gea tutto d’andarta ad abbracciare. Toflo leuati !Ù,ud ab
braccialo . .Abbracciandola, dr bajciandola piu uolte -db
bracciandola jìretta, non che mille , ma piu di cento mila
uolte la ba(eiaua. Lat. ai Buri amplexu, dr compir xu ta
nere,& in fmu,dr in complexu tenere, & tenere ample-
xum,eomplexu. .Affettuojamente corfe ad abbratcurlo.
Contentate il piacer uoflro d'abbraaiaami,dr à bafi iar-
mi. Ignudi,dr difcoperti dormire .Abbracciali. Hel letto
trouaruno I due amati .Abbraciiati.ucdi (Indice. Dan.
Com’i credetti, fa che tu m’abbraccie . Come quella che
tnt to' l piano abbraccia j.eirge . Chi di lor abbracciar mù
faceua gioito Dt quelle braccia ardite,cb'abbraciiarn a
flra figlia. i. abbraccierò . Ter abbruci iarmi ccnfigran. 't
affetto . Et (altro abbraci iaua. lat ampledi intrr fé. tUm
ter fe complexoi . Rii ornò uc rlui,dra bbracciollo,abbrae
eiommi la lefla .
Roman.i’,Domanlt,Lotcrtsi limanti, -dtli,Coliùmi , Rabbraciiare. Lat iterumampledi.B oc Et cefi detto da
Huomini.Gltoccbi Furiiii nel cominci ir tato Cortrfi. Che capo il rabbracciò.Taniti cofloi 0 1 g ouani fi rabbraci ia-
tua ragion Cortelémente dica. Cortefémente la domandi. ronoinfieme.
Corlcfementeriffofe .D fi N.Terò \e (auer'ai-h (Cagni Imbracciare. Lat.clypearebrarbium.B o C. Reeatofi la là
male Cortefe Fu. Et donna mi chi.imi Cortejè , & bt Ua . cu in mano.dr chmfafi L mfiera deU'clmo,et Imbraccu-
todbuon feudo. Th.
Congiungimenti. Ltt.amplexui,coniun{ho,concubitus, 677
ccutuidou gli duUi,dr ultimi effetti ^‘jnnirr. B o c.L’huo
mo,& la donna douerfi ajlenere da cefi fatti Congiungi-
menti .Tfgquai primi Congiungimenti affettuojamente
dal conte cercati. Ipuceuoti aLhracciameniii& Congiun
gimenti ddetteuoli. Et cofi furtiuamente li loro Congiun-
gmienii contmouando. Ma come marito i fiioi Congtungi~
menti cercai.Thebo la Congtungttrice flella lafcuia.T h.
Thoiion i detta da greci .
.Allettare. Lat. alledare, 0 allicere . ual trarre afè.Vsr.
O aniiiu Cortefe mantouana. Et tu Corte f-,ch' ubidijii ta
Sio. Figliuol mio ; dijie il maeflro Cortefe .
Cortefèggiare. Lat. mutuficentu uii ual far cortefu. B o C.
He peri del cortep ggìare éuenuto fianco.
Luflnghe. Lat blandttia, idulationn, afìentationei fin pa,
iole finte,cSfalfe accoglienze per tndur altri a fare d fuo
uolere . P E T . dr B o c. Lufinghe Ingannatrici , Finte ,
Falfi,Cafle. He per Lu finga del padre, Lufmgheuole Spe
ranga. .Amore , Lufn.gbeuoU atti , Lufmgbier Crudele,
blandicui, blandicului . Mi c redi bora con tue finte Lufin
gbe lufingare.
Lufingare . Lat. blandiri/tdulari,palpare . P e T. dr B O C.
Lufingalo , fagli uegpti . Cleopatra lufing.it a dalla fuper-
bu . E V. Fano errore uiLufmga. Speranza mi lufn.ga.
.Amor con fue parole lufingando , mi riconiufie alla più
gon antica .
Ma fi com'buom talbor che piège tìr parte y tde cofa i he
gUocebt , e'I cor alletta .Dan. OnJCefia tracotanaca tH
uoi (allctta.i.onde quella fuperbia i tratta ; & pofia, dr
aggiunta . Terche tanta uiltà nel cor aliene i Kki.L*
fredda notte ogni animale alletta .
Blandimenti, lat. bLandimentaJbUnditiaetdulat'ionesffo- Baici,» Baci. Lat. ofiulumail inter amicos, Bafium ut inter
no carezze, con lufinghe. B oc. Che con parole , cenni, » parente! . Suauium, uoluptatis a fuauitate diBum, ut in-
BlanJimemi . nelle Ballate . ter amante! .Boc. Bajci Honefii, .Amorofi, conofeend»
Adalitorc. Lat. dr blandu!,iflentatOr,palpator,et palpo. quanto piu Saporofi fileni Bafiideb'amante.yn fol»
Ar i.yolta la turba .Adulatrice lipiede. Bafeio Grandiffimo.il prete dandole i piu dolci Bafciozxi
iq6 .Applauiere . lat.& aUudered.ttan.uatblandire,dr carez del mondo. K%\.MaBacichetmitauan le colombe.
gare con atti &grfii delle mani drdel corpo.S AS.Tut Bifeure. Lat. ofculum. P t r. Difpralbafciar fie'nuecedi
ti con Iteti gridi andauano applaudendo d'mtorno, cr fa- parole .
tendo marauigliofa fefia ; fi come a tal giuoco fi conue- Bafciare . Lat. ofculariJb.ifiart,&fùauiari. P E T. Bafciale't
ma. A R i..Amor che dolcemente ne 1 prtncipq applaude, piede, ola man bella cS" bianca . Bafi ioUe fi c he rallegri
.Acuicolcore econlahnguaapplaudo.
Czrtize,f'egji,auezzare,carez^re. uedi a Ijdj.
Abbracciamenti. Lat.amplexut. Boc./ Tiaccuoli-dbt
brai lamenti. Dopo mille .Abbracciamenti. Di non uole-
rede fuoi .Abbraccumenti inaUuna mamera.V Abbrae
tante tllera autngu il robufio Olmo .Th. Et ueggendo
U untrt Lagnms , gli Abbr acciari ,& gli boncSli bufici .
ciafeuna. B o c. £t abbracciatola la uolea bafeure. Hor
m bajeia ben mille uolte , Io bafei li glioci hi , che m’ba-
uea morta . Et tutti bafciandagli in bocca. Tfe ficea al-
tro che bafciarla . yna uoltafi bafciarono alla tfugiafea.
Bocca bafiiatanon perde uemura . D A N.Effèrbafciato
da cotanto amante. La bocca mi liafcii tutta tremante.
■bafciaifi una con (altra , Et bafiiauaufi mfieuie alcuna
M inj
Venere
C 1 B L O
Venere
M)/m . Bafciommi'l Molto
Lafeiuia. IM. petMtamm,mollitiei,molIiludo,& neqMÙia ,
P E t.£ì nofqued olio-Ù' dt Lalimu humana.
tfi Lafciuo. Lat. &■ proiax, & a^tus , fetulaus , bbidinofMS,
kmreMS,lMXuriofMS,mollis. B o c. Laftina t'ita ,Sono
diueiiMte Lafcike. CioMaiuiit Cannule ,& Laftikc ,Di-
Menuti Lafiiui.
Libidine. Lai. libido ,fluxkra . B o c. Centrala inqneflo
IMO (ommiaitutito alta tua libidine, et nella mfoneamo
rofa . Iquai beau }i tengon f.M , quanto Tiu a tal Ubidint
gU reca .
Lufl'tiria . Lat luxus ,fluxiira, nrquitia ,pelMlaniia , bbi-
do .V BX. Intuì Lijiuria fa l’ultima proua .Hoc. Se
mai in Lufjuriacvn alluna fimina ptcìaio hautjìe dr
nel T H. Similmente li fia la LuJ.uria ninma ,laquale
conciofta cofaihi tutti gli altri unv. da combatter fta,fula
i da fuggire, Quefìa è del corpo, et della borfa m n.iiajLon
la fua torta , &faJlidlofa dolctT,^ . Seguendo la Jinten-
^ di Sophoile , & di Zenone éunli t he la Lufiuna i da
fuggire,comefunofaf gnotia . Fotofa Lufluria Lupurian
Il rami .ideP trefcenti oltre il douere. A m. D a n./'e-
drajp la Lujfuria , e’I uiuer molle. Toi è Cleopatra Luf-
furiofa.
Lufluriofo. Lat Luxumjiu, nequam .
Lu(rnrio(ì,c!r Laf im celebrati da nojlri poeti, Bibli, Carlo
primo Jir di Vuglia,Cleopalr4,Mirra,'Penelope,Thedra,
TafipbeAaab,Sardanapallo,Semiramis,Teriv.
Carlo . Lai. Carolus,fecondopgbuolodi Carlopnmo Redi
"Puglia; di tafd di Francia. llqualfuzoppo,ouerofiianca
to, fu muko lupuriofo , & corrultor é uergtm ,diihefi
pujàua dicendt, farlo perche abriincnti farebbe diuenuto
lebrojoi hebbe quefla fola bontà che fu liberale, onde dice
D A N. fedraffi il xpppodiOicrufalemnie Segnata con
un Ila fua bootaie Qiuado’l contrario fegnerà un emme,
che uicnea fgmp.arc mille, pcrciotbe fu macchiato i in.
fimti uilif(& altroue)Guglicimo fu;ihe queUa terraplo
ra. Che piai ge Carlo & Fedtricouiuo.
Clcopatra/a pgfiuola éPtolomeoTitoiie Re d'Egitto, tir
forella ,cir mrgbe di Plotomco Dumi fio, ibiuale uccifePÓ
pto ; er cpendodtftordu tra'lRe fanciullo la jorcUa
Cleopatrajaquale il padre haucua lafiiata partecipe nel
tigno, (jr prigaua nel tefamento il popolu Romano , che
fatepe la eSirema fua uolontà eftquirc nella cfjm-
gnaùone che Cef are fé i .Ahfiandria ,tpa & tonbeUc^
•Ze & con ornato parlare & dolie maniera, lequabcofe
marauigliofamenie erano in tei, allenò Cefare alfuoamo
re ; & di let partorì Cefarivne , & dopo la morte é Ce-
fare ; con le mede fané arti tanto tirò apM. ./intorno che
egli ardi ntemente ramò, tir per lei nfulò Ottauia forella
4* ùtiauuino . In molte debile, ir. ingrati lupo ufferain
.Alepandna. Finalmente uinto thè fu M. ./intorno da Ot
ramano, fi nftggironoin Egitto, & .Antonio uedendeaU
trimenti non poter fuggire Ottauiano fi uccip; Cleopatra
prefa urna, temendo non bauere ad ePtre me nata nel ino
pboa’uccip coi neleno, altn dicono che col morfo dell'ale
f i uctife,fufemtna dt grande animo, cr tnoleo prudente ,
rna non meno lafciuaflaquale come firme Plutarco, uale-
ua piu per certa ui nuflà , gì Pi , & medi pieni itallet~
lambii che perbethxxta, et però bi udite il noPro Dan.
Toi i CUopaira Lupuriofa JViang/.u anebor la trilla
Cleopatra , Cbefuggrndogi'imiair^ d.ti colubro La rr.U>.
te prefefubuana cr atra .& itP m. Poi uidi Cleopa~
tra, & etafeunarfa D' indigno foco . Qjtrl ehe'n fi figno-
ril , e'nfi luperba F’ifia uun prima ileftr, ibe’n t gitto
CUopatra hgò ira pori, &l'hcrba. Ari. 0 la Rigma
pilendidadi’Umo Hauru imitata con mortifer fonnoX
llcopatra.
Mirti, lai. Myrrha.coPeii innamorò di Cina Re di Cipri <go
fiio padre,& ociultamimr giacaue 1 5 bii per me^ deU
la fua balia, laquale pngea leupne unafannutìa ite nS
uotea e pere conofi iuta . piu uoltr gliela menò celatamen-
le di notte al letto ,pnibe‘l padre uagp di conofcerla, con
tro alla data fede,! aicorfe ch'era la fua pglia ; onde pie-
no cT ira & di furore , cercò d’uccidirla ; ma ella aiuta»
dalle tenebre toPofuggldo,allontanatafi da lui,& uaga-
bouda per molti pai fi arnuò m .Arabia,» uenendo il no-
no mtfe partorì .Adone pgbuolo,& neoote del padre , &
patebo,&pgbuolo della madrealqualepcr cper fato di
marauigbofa beUcxtca,fu da t'olir, feruidan.ente ama.
to,ielqual amore nidi ad epo.Adone a 94 ì .alpne per pie
tà de g'ilddtj ella fi lÓuertim arbore del fuo nome. P e t.
Scnuramii,Bibb, zf Mirra ria Comeuapuna pan he fi
uergcgni De la lor non concefia, & tona iiia . D a n . £t
egli a nu , quelTi l amina antica Di Mura flcierata che
diuéne .Al padre fuor di l dritt 'amor amica. Quefia a pec
canon epo cofi uenne Falfipiando fé in altrui forma.
A R I. £ Mirra il padre ; ifr la Cretenfe il Toro .
Pafiphc pgba del SoL , mogbe é Mtnos Re di Cren innamo
rata,& ingrauidata dai Toro , che poi che partorì il Mi-
notauro moflro,ueà a m J Ari. Com'odo Pafiphe ne
la uacca entrò del legno. E Mirra il padre re la Cretenfe d
Toroj.Pafipbe .
Vhedri.Lat.Pbitdra. moglie di The f co, & matrigna iHtp
poiieoaiediaéf^.
Penelope per lauttorhà del Petrarca tbabbiam pofla nel
numero delle cafiejuecb a Jt6.
Raab meretrice, Quefia fu prima, che n Ipopolo gentile 6St
credefie alla religione del tefiamento uecchio, & combat
tendo lopte Hienco città per non hauerlo uoiuto riceuer -
per poter meglio &ptu lofio eff ugnarla , mandò tre fine
perinformarfi del fico & deproceffi degli huomini, cofla
rodopoaUuni di furono conofeiuti, &hauendo la caccia
dal popolo che gli uoleano pigbare , rifuggirono in cafa di
Raab femina molto accefa nelle fiamme é tenere .tffa .
mafia iT amore di Dio, & del proffimo gU occultò , o' do-
po, perche haueua la cafa congiunta con le mura della
città , li calò fuori &faluolb, & efia fu fola faluata,per- '
che con quelli fi compofe , che quando lofue facchrggutfie
la terra, effa porrebbe un panno ucrmigìio alle fuefine-
SlreàlqualcuedulolefcfiecÓfcruatalacafa.D a v.Hor
fappi , che là entrò fi tranquilla Raab , & a noRrordb»
congiunta dt lei nel ]òmmo grado fi figiUa .
Sardanapallo fu tng fimo, cr ultimo Re degli .Affiti fbuo
mo deibtifiimo ad ogni fpetie effimauata uoluttà , cefiui
dìaua rmcbmfo tra lefue concubine uefìito, & ornato, &•
bfciato tome f emina ;ne<tabum>fi lafciaua uedere.Que- .
Jla fi dcliiwfa.ei otiofa una diede ficràtta ad.Arbace capi
tana dePtrfi ^ de Medi che milttauauoalla gut tra del
Refii poter largii il rignottt lóferinnecÓ Balefealqual an
tbora tgfi fi irouaua in talmilaia Capuano dcEabilom.et
perche
Venere
C 1 E; L O
Venere
9}
ftrihe er.t àouoin ajiroia^ia mlcntitrftee f imprcfa.per
xhc le litlUghfromettemuo indubitati mttom;ma non
(mz.a Uboriofi affatali ,& fangnmofe battaglie . furono
adunque due uolle rotti da gU rfieratt del He, ma fiualmé
tetajiidurono, Terebedtjperaniola jdluie Sardanapal
lo ordinò grjodifiiino fuoco ,&in quello fe,<!ripiu cari
amici,& tutte le concubine, & lepiu pretioje cojèarji.Fe
cc l kpitapbio della fua fepoltura ut queHa fentemta. So-
lo quello i flato inio,cl)io ho mangiato,^ beuto, & cou-
fumato neW amore, altri flriuonoMangiajbeut,& giuoca
dopo la morte mente piace, onde U a n. "Hó era giuto an
ebur Sardanapallo Ja. tnoflrar ciò tbe'n camera ji puote .
6Si Senrirumis fu mogùedi Timo Redegli -djjiriflcÙa cuion
gincDiodoro Siculo ponecofe fauolofe .Terciocbe ferme
lei cflcre nata m una felua apprefio dì un Lago d'.Afcalo-
uia città, & la madre pone unajaquale quiui era adora-
ta per dea,(p‘ il padre giouane, il quale le facrtjicaua,na-
cento migliaia di carri condufle. Tu molto lufiuriàfa. Ma
non uolle manto proprio . eteggeua tra gumani t piu belli
& dipoi U mandaua mlut go ,ibe piu non fi nuedeuano .
.ideilo firme Diodoro.luliino due,che finalmeiae uoleih
do ujare colfigtio'ì{ino,fudalui uecifa..Alquanti dicono;
che lo prefe per manto, & a ricoprire l'infamia coiiflitut
per Ugge,cbefofie beilo a ciafeunofare ilfimile . CT peri
diceilHoflro P e t. Semiramis, Bibb, & Mirra ria ; Co-
me ciajcuna par ebcfi uergogm De la tor non concefia &
torta uta . Toc uié la magnamma Rtina Serrar armi )
eh’ una treccia riuolur& Cabra ffarfa Corfeala Babtlou
Mica rouma. Dan. Ella è Sctmramufli cut fi legge, Cbe
fuccedette a Tqjno ,&fu jua jjtojà ; Tenne La terra cbe’l
Soldan corregge. B oc. Et ben ch'io babbia udito, cbe co
tantiornameu f alea Semiramu entrare nelle camere del
figbuolo di Belo. A tei. La mogbe del Re 'hljrio bel/be di-
fio Il figlio amando fcelerato & empio .
tafliee eflere fiata occuUata in una fjiebmca,& qumi dal Tcrco Re di Thracia jigbo di Mane, con Biflonide nimpha.
le colombe nutrita col latte , il quale toglieuano a pa fiori
qua lido muiigeuano,<lr finalmente trouata effere fiata da
ta a Simula Vr e fetta dopa fiori del Re. Coftei adunque fu
nommata Semiramit per effere fiata nuirita dalle colom
bc, perche in lingua Soriana Semiramis figmfica colomba.
C refiendo uenne di fi marauigliofa beUe3;^a,cJie Menno-
ne buomo primo del c onfiglio del Re la fpaiò,nefu in lei mi
bauendoper donna "Progne , sforgi la fua fòreUa Thilo-
mena, lequab per uendetta della ingiuria ó' dell'obrag-
g!0 ficafero Itis fico figbo et di Trogae,cr al padre a man ,
gfare il diedero, & fcguendole Terno per ucciderle, egli fi
trasformò in f'pupa,'Progne in Rondinella, Philomena in
Rojigtmolo,& lo tnfebee Itis m Eafiuno,uedi a Tbilome
nalahiflonaaó^è.
tiare la prudentia,cbeùZellegga,onde il manto niente fa. Strupo,^ Stupro. LatS> u u.Doue Michele fi la uendet 6Sg
ccuafenza il f uoconfiglio. Era laquef lo tempo jqiiioHe^. tadelfupcrboSirupoj.uiiio. A R s.EconincendieStu-
degb Ufiiri con l’efSercito cantra Baunanfinj- afiedaaua : prileéuine E le profane cofe ire ugualmente .
Battra cuti prima di quella regione r&. uedendo Menno- Ad uiccrio. Lat. &fiuprum. Per. Et doue hai pofio ffe-
ncjtbelaofitdionebaueaadefieTlunga,nuniòper Semi nei. ,'lfiggb.Aduberituoi. Boc. Fofie con alcuno fuo
tamis,fenza laquale non uiueafenoninmeroreJ'enne la amante trouata m .Aduberio. D a tc.Tofio Ubere fien de
doniu :& con àbgemcfl ffeculando il fila delia terra per (.Adulterio .Per oro&perargento.Aiuberate. Are i.
ma di fiale & non guardata , perche quella parte parea Riconobbe C .Adultero dibotto . Cb" .Adultererà , e uou
ineffugnabde prefe la rocca della città; onde i Battiiam di lei fratello .
ffirouo cofiretli a dar fi. Qjiefìo alla doma dette grandtf- ineeflo. Lat.ual abbracciamento di parente to di facerdote. .
flirta fama: Et il Re cofimoffodaUebellegge, come daie Ar ì. Sono quefi'abre due nate d'inceflo.
uirtùja cbiefe al marito,promettendogb mcambio Sofà- Sodotnicica. Lat. ir padicatio , prapofiera libido,pederao
ne fua figlia, &dincganLia minacciò d’accecarlo. Uen- fler. B o C. Disbonefiamente peccare vi lufiurta , & ma
„ noM- per dolore s’impiccò,& inqueflomododiuentò mo- • fslamente nellanatuTale,ma nella Sodomitica fetegcifre-
glieM'lfifnoSemiramiSy&dtluipartori'Nfiio.Haueiuio nodi nmordimento. D a n.Etper lommorgiron fuggel
"nino prefa tutta Siria, & in quella edificata la gran òtti Ut Del fegnofuo,& Sodoma &Caorfa. La nona gente Sa
detta iqiniue, prefe fkccefiiuamente tutto l'imperio cCO- doma,gp- Gomorra .
riente , poi mafie guerra a Zoroafire Re de Battiiani, tal Sodomito. Lat. emafculator,pcubo,tSr pctdicator, diuifor, .
quaU uenendo a battaglia lo fuperòait ucctfej'bimnmen Cinedus,et PancusÀ quello che patifceAt Draucus i quel
te andò cantra gli Egittt,&fn m una battaglia di una fa- lo che fa per piacere, a paciendo diÙum .
atta ferito,& morì, & La fciòd reame a Saniramis, Ella Sodomiti celebrati da nofiripoeti, DtomfioSiracufano,ue '
notendo far cofe egregie edificò Babilonia fopratEupbra diaTiranma }) t . .Anacreonte da Teo poeta lirico. loco
(e, le mura della quab girauano fladu tami quanti dì ha po Ruflicncci. Brunetto Latini.
Canno, C lo fladio è l'ottaua parte d" un miglio . adunque Iacopo Ruflicucct. Lat.lacobus. Fu coflui cauabere Fioren 84
t recento e quindici jòno miglia quaràlafei m circa Je miu tino, non di moba famofa famiglia, ma abondante di rie-
ra tram é mattoni^ haueano ccLtom.He mattom cru
di hauea imprefie uarie forme difere,& ciafeuna del fuo
colore in forma che'l circuilofaceua una caccia^ m bco-
go di calcina tolfi bitume delta palude asfabide.Lafcio
daetro molte flupende tofe circa ciò, perche fole ncbtede-
rebbono un uolunie. ninfei Medi, doue lafciò molte mi-
r abile optre,hortt,atquedutti, &uie.ymfe i Perfifioue
cheg^,cr é grande animo ,et pieno di liberalità. Ma beh
he moglie di fi peruerfi coflumi, che finabnentegU fu ne-
cefiarm di fcpararla dafe,& quefìo fu cagione, che egli
rtmafo fenza moglie cadeffe nel uttioabcmmeuole centra
natura. & però dice D k h. Et io che pofio fon con biro in
croce Iacopo RuSluucci fui, & certo La fiera mogbe piu .
tb'abro mi noce .
molli monti jpianò,&in piano molti monti fece per fèpol- Blt!,irdc,Tuttane,ConcnbineìRufiani. uedi 1514.
ture de fuoi amici. F'mfrgli lndi,coutn a quaU iremibo- Fella. Lar. uobiptas,gaudium. P i r.Qjiante Felle ffreg-
.nt^hnominiapie ,&!Ìnquanta migliaia a canallo,^^ adornar lidi Fcflo&abcn.Lat. dtcsFeflus,^ • .
Ycncfe G 1 E L O Venere
buerdfiis dìet ; la mr:^ Filili , cioè ihr fi hkor/i ,drihe Cinti,Sitoiii. aedi fitto spalle, tìf a loo.
nonliUkora.Bo c Fella Grande, Bella, Lnnpa ,Ami- BtWi.Lat.ihorea. P i. T.DiliamatjuondegUamonfiBat
(bekule, Tubile, MaranigLofi, l/iellimabile, Dolorofj, It. hoc.BalliCofliimati.,AltuniBaUifiitt.DopoaUuH
Inuitati ad una grandijfiina Fcfta da Imapparccihiata, Balio. Eraqkclla,chemegliofapeuamenaretlBjUoii.‘
lar.nuptiit. Ter douereton gran Fella celebrar litigi^ chuadtli ballo tondo yo. uiUefio D AN.Donnemipar^
t(e. Laiajà fu di luta Fcfta piina.& Fefle Marauigliofi. iter non da Ballo fciolte .
Trmcipab. Ilfiheggiate dalle ftUe.Coft Iteta,^ Feftante Ballare. B o c. Comandi,che ogni huomofifìe fui Ballare .
la uide.Felianii Ciouani. Lat. Gaudemes, exultaiurs,bt- Ballare. Lat.jaltare,trtpudiare. B o c. .AUaguifa é Maioli
titia dedite. I porti, preghi, tir faerifìcif agli iddg Fefteg ca ballare.ballando una gran pena fi trallullarono. Toi
geuoliefultano. A m. Li lor famigli Leu Feftiggianti bailerrmo,& cauteremo.Ejfa alla maniera .Alejiandri-
irouarona. FcHcggia Coinpagniuole , na ballò. D a u.DijScriouerto,conmenihequiballi.
^gj Fcfteuolc. Lai.Ului,feliiuus,lcpidus,ludibudui,iucundui, Dìiliìfi ballo & canto fatto per diporto. Lat.iborea.PkT.
hilarii. B oc. Felieiiolelluon.o . Elifi tutta Felleuole. Ma cerca honnai fi troutm ejuella Danga Mirabiltof. ,
Ftfteuolmeiite uiuere fi uuole-Feftofi, Foghe. B o c.Cominiiarono a finarc una Danxa . La Daitga Tri
Inulto. Lai. inuitamenium,muitatioanuuatut,conuocatio. utgiana. Et piu Danvji fecero.
B o c. Effi tennero lo Inulto . Lat. acceperunt tondino- Vanzare. Lat. ihoreat dutere ,faltare. Soc. In fu'l Dan-
rum . Senga alcuno Inulto affettare . Qjulìo caualu re garrir cantar .A. dangar fi du dero dannarono al^u.tiiia.
baucua dubito,tbe elJinonhauefiero tenuto l'Inuilo . Et D A v.Cofiejuelletaroledift'ennii Mentredangando.
fenza troppi Inulti . La bella giouane forfè tal uoltain- Carola. Lai.chorea ;è ballo, b o c. Menando Eti,ilia la Ca
uitatrice. rola.Lo jiolare farjuperta ncueuna Carolaalfuono Sun
Jnmtare. Lat. & connotare. P E T. Terthe di e notte indi batter di denti Dan. Coji quelle Carole differenti Mcn
m'inuua.& come amor m' multa -d parlar tetoion pietà tre danzando.,A thè rifjiole tutte le Carole. Au i. Et co-
ni'inulta. Boc .Al qual canuilo una parte de piu borre- me il Rojignuol dola Carole Mena ne i rami aldbor del
noli cittadmifeie multare . Cefi adunque inuitandoffefso uerde fleto .
la giouaneKuftuo.lnuitarmia bere. ucdi l'Indice. Carolare .Lat. tripudiare , fallare. Bo c. Senza fuono di
. Conuiro. Lat. conuiiiium, conuocatu ,fynipofium. B o C. trombe Carolare . Cominciarono a fonare & a Carotare.
C onuito Solenne. Magm fio, Grandifiimo.Bel et Gran Con aedi ( Indice.
uito.Cofi fatti Conuiti D Coniatali partitifi. Tripudio. Lat J il Ballo. D i, u.Toi cbe'lTiipudio& l'al
£8é Tauola ptrloionuito . Lat menfa ,ccnuitus ,lympofium . tafeflagrande ;Sidelcantar& ftdel fiammeggiarfi Ln
Bo c. Il Re ^ la Marche fina ad una Tauola Data Cat oe con lucegaudtofe 0 blande .
qua alle mani mife ogmuno a Tauola. Le fpofi con le altre Ridda ; ballo tondo che fi ufi m Thofeana. Lat. chorea cir,
donne aTaueta erano per mangiare aftettate. Spendo il cularis. Boc. Et oltre accio era quella, themcgUofipea
mio per metter Tauota,0 bonorarc i miei ciitadini.i.far na finarc dciemhalo,& cantar l acqua corre alta borra.-
conuito ueéClndice.drperlamenfiAtdia i6oc, na,0-mcnarla Rtdda,& ilballoncbio .
tiolic. Lat. 'biupita,&Taranymphusilinegano,ofenfi- Riddare. Lat. faltare, pi r ballare usò D a u.Coficonuien,
le delle ’Hozge Hmteneo,&- Talafto funi Dei, 0 Giunone che qui la gente riddi .
fua Dea .Boc. Magnifiche , Belle , Horrtuoli . aauaggare,ual ballare ffeUeggiare et dangare. Lat. Salta-
S^uiui Marcuctio la fj>otù,e!r grandi , ejr belle "ìiozgcfe- re. A n l. La fuperbia con lei falla, 0-gauazga .
ce. Liete, Grandi , Spefie . Ependo delle Tatiuite Ufigge Sl\co,Saleare,LaHctare. uedia Tiedi a iqqo.
uenuto il tempo. Toi che Himenco coronalo delle fremè ili Dilctcacioni. Lat.delellationes,dele{lamenta^oluptatet,
Taliade fu prima nelle fìte cafe, & le finte tede or fi nella oble8alionesfible(lamtnta, obleSamina. Boc. L'ulti-
Camera.Tu. me DiiettattomSamor cono fiere.
Himc ned . Lat. Himeiteus Dio delle 'Hpggie. Ari. Spera Dilettanza i è diletto con allegregga. Dan. Quando per
Celebrare i legittimi Himenet.ideft matrimoni), cofì detti Dilettanga,ouerp>er doghe .
da II imi neo fio Dio . Diletto . Lat. delefiamentum , uoluptas , obledamentum .
Pompa. Lat. Pbt. In te fpiega fortuna ogni fua Tompa . Tot. Diletto -Alto,CeleftefHpuo Sommo,.Amaro, Con
Sengaltra Tompa digoderft m fino. Taffan uoftrt triomm trario ,Tanto , Taefi , Tadre , Spofò . yoi neder m un
phi,& uoflreTompe.B o c.Tompagrande. Magnifica, corDiletlo& tedio. Ma prendi a Diletto i dolormiet.
Con tutta la Tompa delle nogzf. Che chi prende Diletto di far frode Tfpn fi dee lamentar
Tompofo. Lat.Uutut,f}>lendtdni,ffeciofus,faftofusffuper- ^altrui [inganna . Habuo con Diletto in mego’l core,
bus. B o c. Tompofo Habtto.Tompofi Ghirlanda . Ch'altro Diletto che imparar non prouo. Diiitti/w-
6Zq 'DeBtie. Lat. dehiia.D A N.ÌUtoriltrci Lo mutano tenta gitiui. Tutti ghaltriDileitihoperminori. Boc. Con
re di fua Defitta . Diletto cenarono . .Andar fuori delia città a Dilette .
T>ìUcitmc:.Lat.delttia.Boc.cAUeuatainDilicatezge y ari) Diletti.
moite.qiZ . Diletteuole.Lat.uoluptnofis,uoluptabihs,amgnMS,delicio
Dilicato. Lat. &mollis,effaminatus. Boc. Diheato Ca- fus,feSìmus. T e T.Dtltucuol Salma.B o c.Diletteuol yi
uahere .Corpo tenero, 0 Dihcata . Diete AT A Mano, uanda.L'yltime Dtlettatiom d’amore. Dm tu voti
Giouanc. Di ii c a 1 1 ymande,Donne,ToppeUme. Dm Confolatumi,Luoght. La pia Dilcueuole parte Sltaha. .
cATi Tctti,yifi,Homcri.l mercatanti fon nettt,&Dih- Di\ettoCo.Lat.UMuptuefusJxneamanui.Ti r. Dtìetto-
cati.DiUiaiiIJim Cibi. foMaU,Fiume.Boc.DiitTrotAGioia. Dmrro-
Venere CIELO Ventre 94
<1 Dome. D A Dilettanze, o»er perii» teudi^&dJtehitelL'tlJ ,Et laicaJentetetmet'jrrtdi i.
ghe^-a ibieui,& attegrexT^e. Ittumente mi ti mojiri A R l.£ ijujiUo in que^o anibor
i}0 Diieture. iM.itU^rt.ohlefUrt.teertore.V tr-Chetm tonto gli arridj La fortuna.
tanfnma , sporte mi diletta. llmaUhemidiletta ,& Sogghignare. Lai. Ikhridere. è forridere tome di nafcoiìo. ,
mnmtdHole. Come tu l mondo hor mi diletta & piace. B o Q.Etmcntre thè della buonanotte logghignando fi
B o c. .Attendendo a dilettare gli ouht de gli mnamo- ragionana . 1‘nna all altra gnardandofi a pena di ride.,
rati. .Altro che diletur noi debba. Et pu della nofira re potè ndvfi a fienere figghignando quella afioltamna,
belt.i ut diletterete . In cam , & m ucteili fi dilettaua , & altnue . .A pena di ridere potendoji aftenere foggbt^
medi aW Indice . gnando l’afioliauano .
Molare . Lat.mulcert .ual dilettare ,& mitigare . PtT. \ inità. Lat. uamtat. ueé a %ii .
Fuor di mandi colei che nnge& moUeftdeft che conjoa- Vano. IM. ual uacuo. P i t. l'ano Cor, .Amatore, .Amor,
uità appaga . Humor.Error.'HomeJ'aa Defio.Wi.KX .Amori, Venfier.
icA\mzo.Lat.folatium.Boc.Solla^oCrandijfimo.Inco~ Vaki Speranote,CredcnxfJmprefe. Van* SUn%a,Cen
nanaato. Dopo alcune camom, ir altri Sellai^. te. Credenza. B O c. Coje l'aue.l'ani fogni. Scio SUjfa
Sollazzcnole.iat. placidui,feiiiiiiu,iuciindui. B o c. f'anamentegloriandofi.D ak. Et nell'ano tuttalaco-
Sollaij(euolhuomo,Verfma . SollavcfUob Bagumament da guixjaua.Et ut Infilò (no corpo yanoj. noto; &prikO
ti. Canzonette . dell’anima ,oiiero fenza fruttola la jna fpenda,ouc con-
Sollazzare. lat.obleSarife, iocari, deleftari. B o c.Da fina il yano,ideft la ftrada.
uguale appetito tirati cominciarono a fitllazzare . La don lauino,ualfenzaJrutto,&uanamente.LatJnuanum,in- ipj
na con Tim cominciò a (ollazjiare. Ciafi uno a fuo piace, cjfium,neqicicquam/inefruSu,inani laSura. T i T.^e-
re fòllazzando fi nada. Et infieme fiberzando, foUaZf drajfi quanto In uan cura fi pone . Ter quella ch’alcun
Zando. Effa col fuo amante .Sollazzatali . .Alcuna uolta tempo mojfe In nano I fuoijòfpir. Lacci amor mille ,ir nef
efiendoahbracciata,irbafiutaconluifijbtlazzAffe. tende In nano . Mi danno affalto;& piacciaaDio
Diporto ,/ò/ii?^tOiCÌrA/«re. Lat. jòlatmm, reireatio, che'nuano. Git occhi miei ftamhi lei cercando In nano.
Boc..Andar fuori della città a Diporto. TrendereaL Bo c.Cbe'nuanJòfpiroJjeiinuanomercèaddomandan
cun Diporto nel giardino. Facendo fembiante d’andare teoccife.MalnujHoanJaronoipregbi.
a fuo Diporto. yamre,è andare in uano,cioi (partir. Lat. euaiiefcere.D ah.
Diportare i foUazzare.Cat.uoiuptatisgraiia ire,ire fpatia- Maria cantando, ir cantando nonio .
tum. B o c. ’Nglbel giardino fi commeù a àportare.So- Indimo.ualut nano. Lat.incafium ; fruftra. Tir. Con,
prailuerde prato fiandarono diportando. .Anda/sero a tra C arcai amor che" ndamo tira. Et come fpeffolndar-
diportarfiiaUtldelmare. nofi(o(pira.haiiendolereti Indarno tefè. Si tb’anurartn
(a I Rifo. Ut. rifui, & cachimmt. Ttr.&Boc.Rifi» Unge darno m’affatico . Italia mia ; bencbe’l parlar fu mdar,
liio,Dolce,rnnamorato,Humile, TioAdanfueto, Souer- lui-Chi nelar penfajlndamoffiuga [ale . Indarno bor fit-
ihto,Breuqfimo. Da far innamorar uibuomfeluaggio. pra me tua forza adopre.Iodaruo tendi Carco. Dipoi pim
Sopra’ l Rifb iogni altro fu beato. Rifa Breni, Gran Rifa, unite bo nprouato Indarno . Indarno al marttal giogo con ’
Che quafi feoppiauano delle Ri/à . Et igb facendo Cotai dotti. Alofie la mano Indarno. Forfè cb' indarno mu
RifaSciocche.Grandtfitme.Maggioridelmondo.Cbcper paroleffargo. Et quanto Indarno s’affatica ,& pida.
non poter tener le Rifa, fuggito! era. Cb’to mdtlampeg- B o c. Et quando farò uecebiaranedendotni Indarno
giar quel dolce Rilò,Ch’un folfugia di mie uirtuti afflitta midorrò .
Sàdente. Lat. ir cai homo drduui.B oc. Bella donna, ir A uoto, ual inuano,o indarno.Lat fiufira iincafium ne
pm eh’ altra mi uifopiattuoleAS-RldtHte. Uquale con Hi quicquam,fine confa ; operam, & oleum perdere, aquam
dente nifi) incominiiò . pio tundere. P sT.Inìimo tendi l’arco.Auoto fcoccbi,
Ridere. Lat. Rifui. PtT, ti Rider doglia. B o c. Il Rider D A N.ThleguiTblrgiai tugridt.A uoto.LH.admare
putoBo delle cattiuecofe, che delle buone opere. clamaiJ'idi^ fame .A noto ufiiri denti.
Ridere. Lat. P tr.&Boc..A (otlazzareirandere con T)o\cezzad)olutàgbfuoderiuati.utdiaSljiahtaa 16}^
meco ui difporrete . Hanendo fi gran uogba di ridere , che SoMÙtìdat.fiianitas. Bo.cJu Soauttà deUe parole melU-
fioppiauauo.MOttegguudoirndende.Tiai^etidondoi flue ,Tarcndoglt,cbeolaqutglocthi unaSoauiufi mo.
Ridono i prati,Cherbr,& i fiori. EtUetenderedegliamo nefiedi piacere molila ha non prouato.T. La firn Soauttà
l^iinganm.MaeflroStmone ndea fifqnattheratamente, mai non fi fnaria Da ciafeuntempo fèiiza thè fi femité
thè tntti I denti gli fi farehbonopointi trarre. Di che efsa Germina fenz^hanerafft contraria .
fteerogranrifa, che anihor ridono. HaneudorijòmoUo. Soauc* Lai. (nauti. P e t. tir B oc. prep.dr meta. Soaue
fènza modo nfcro le donne . .Alio,Ciforto.Foco,Odor,Teiffier,Sprto,Sguardo,Guar <94
Sorridere. Lat. fubridere.B o c.Il fiate caminctoaSorrUe, do, yelo,Siamc,ljimé,Biamo,£irnero.ycnio,f'acantar
re . Sorridendo riffiofi.P ir.chequando fblbirando ella tantoSoaue.irfem.SoaiieaieraFiamma,Fiera,Lanra,
firride . Sol quandoparla,ouer quando fomde . Et di fnt ,Xcqna,Contrada.In yoce fi Soaue. ynacbiuja bcBezz*
betleffiigllejecolcirride.Ellaaliborfarrideudo.forniUn. ipbcSoane.& per fuaiemente. ludi amor thè begli oc~
do di ffe Sorridendo con lane la gran ccUt^. ehi nolgea Soaue fi. Q^p^rofiignuol che fi Stane piange.
Ghignare ,ual forridere. Lat. Suhridert.BocJi quali uden • SoArt./frcenti,.Atti,Deui,Diii,Membri,Oicbi,Begli-
do lo Scalza tompuiè a ghignare. ocehi,'Hfidi,Fiurm,Seffm,Sprtt,Sdegai,.Auxt,Belicz^
,Arridert.DAK.OLMcettcrHa,tbefolaintefieé,folai'in zf ,Tarole , Tiante, Rime, 'HjtcJ' ntifre.Cumnciaronn
Venere C 1
SMtmtnte «iw danzit * lìnjre.Cli atti Stantmcntc *L
teri.^mor m'abbaglia fi SeaucmcHte. ComcSoanattm-
te eh occhi-lira. One s’imiej<.a’l cor Soauemente.
Contòrto. Lat. rxortatio.fujfioj'olatum, qttòd poetickm
f H, Solatio, Confolatio,Ukamai,Uuatio,Medumj,C<»i-
prnt3iio;Salks. P B T. «ir B o c. Dotce,Fido,Soaue,Brt
tic, Cifognodi Conforto, Recare gli animi a Conforto. Ma
fo^erenzadneldolorConforto . Solun Conforto alte mie
fene a^euo.O letticcÌMol,che reqHÌerri,&Coaforto.Mol
. tttudme di Conforti,Contiaoki,RMon Confortatore.^ t m.
Ter recarne Conforto a ^ellafede .
Sconforto, feonfortare . nedi a t}oj.
iff Confortare. Lat. bortari,& folari.T i t. B o c. Confor
tare non mi può altri che tu. Dourefle C altre confortare.
,/ifpige piu che non coaforta.S‘ingeinò di confortarla.Co
me feppero il meglio la confortarono . Confortateuijlate
lieto,Confortati tu fi in bnoninogo..AjÌaifamigiiarmen-
teil conforti. Dan. Ond'io mi confortai .
. JHeonforiart. Lat.itemmfàlarijreficere,refocilltre,recrea,
rejreparare.inflanrart. P H T. Hor ui riconfortate m uo-
fìrefok Ciokam . Ma por che l’almam Dio fi riionfone.
Col (ito morir parche mi riconforto . io pur mi riconforto,
B oc. Ma con lieta riffolìa,Ì!r piena di gratia nconfir-
tareicgliffiriti miei, f.t loro con preliofifmii confetti, dr
ottimi nini riconfortò. ucdiaWlndue.
Refrigerio, ciri(//rrjwo. Lal.^filatium. P B T.fosSe-
fngeuom mezo't foco utffi . 0 Refrigerio al cieco arder
ch’auampajdr hor lófticn,ch'i arda Sen^a alcun Refrige-
rio . Vna ualie, eh' i Refrigerio de fofiirmiii lafii. B o c.
"Helta (jual noia tanto Rcfigeno mi porfero i piaceuolt ra
gKnamenti Ì alcuno amico . .Acqua Refrigeratoria Jipra
le fue fiamme uer fino. ■»
tpt Tiaccrej-^ il diletto. Lat.uoluptat, gaudium, Utitia^li,
iubilatto. P s T, B o c. Tiacer Doppio, Grande,Udor
no, Tipuo, uino. Bello, Tanto, Molto , Maggiore, Cran-
tifiimo , Marauigliofi) , Sommo, Coatadmejco, MoleHo,
Toco. Ch’egli non la douefie centra il fuoTiacerbafeia-
re i Mer 'tpone oue'l Tiacer fi fèrh* . Qne‘1 Tiacer i accia
de. Oue'l Tiacer mi Jfinge . Tiaceri Diuerfi , Molti, Co-
muni Grandiflmù.
Tiacere. Lat. piacere. Vtz.&Boc. Torre ogni foUecitn
dine m piaceri a coflei..4 cui um&nónhanea uoluto ina
fili bafuo piicene. le gli piaccio quant’egii a me piace .A-
morlatua mercede.^ gli ocetm tuoi già piacqui cotan-
to.Cdi*e al figrior ch’m cielo flaffitS.tpucemi'1 bel nome.
Se qneflo a tei piacea , a ha Ora molto grato . S’al mondo
tu ^acefli a •gliocchi miei . Qjcefto m tacca . Qjtando a
a uoipiaieffe, mi piacerei^ , .AciiochepcrJo fua piacerà
Ufi fuo-amoie acqui flajfe . lo mitrarrtt‘1 cuore per dura
loki.fe io credefii piaceruene . Andromeda gli piacque ia
F.lhiopia. Le chiome fi mi piacquero Ma afidi fu belpaem
fèainele ti piacqui .CheuM mi piacele troppo .
Fiacfuoleiza. Lat. obfequiumfacilitat,comttas, iucundi-
tas, le aitai, lenuudojiheatta, lubemia,fuaMttasdcpubtai.
B o c. Maraulghofa,Tanta^rtifiiiopi,DoimefcaMqf-
fi la Tiaceuolczptadf Emilia tuifcuao a ridere.
Tiaceuole.Lat.ìb(equiafusJdcilie,cvmB,feSìiuus. B o c,
TiaceuoleGftil’bkomo,Seruigio,Oggetio,'Updo,Ombra,
Tiatemlifrondi(RaùoHameHtifParolc,TaJSioiù,Tiacem
aotijlima S‘aaaorc,Tiacait^§im Ragfoaamcmi, Tiaceno
E L O
Vrturf
Ulta Panticella.Tiaeeaotmentegli èffe. "
Ciuoco,cir Gaio iejòlaz^fiactre.ofcbervi. Lat.heut gfj
inuerbii.V sr-lioai Gioco uno Scogla in megp fonde.
Et ella II prefe in Gioco , (& parui un Gioco) Che faiaar
mi f e dolce ,e‘lpung.‘r Gioco. Ella fe'l ride, drnoni pa-
rli Gio co. Et dentro affai doior con breue Gioco. Vaneg-
giarfi , cbe’l uiuerpar un Gioco . Tepidi foli , tr Giochi ,
cr libi , & olio .B oc. In fefla nino , e in Giuoco. Ter
farne un mal Giuoco, iìuejie mafchere,che ufar fifoglto-
tto a certi Giuochi.
Gioco> >1 Gioco, 0 in Gioco. Lat. iocoe& heofiyaui feria è-
cercficlfacere. alcuna uolta fignifica a fuo modo,& atta
libera, 0 alla larga.Lat. fuomore, aperte, libere . e peri \
dieefi l’uccello efierea Gioco, quando fi pno girare ouun-
queuuole, & cofifi dice a qualunque coja , che feltra un- •
gémente fipuogo-are . come quando la rotella può iffie-
ètamentc giocare,& uolgire nella girella ; & fimilmen
te éciamo della nane, quando fuori è porto , & è luogo ■.
filetto fi può ifiiedttameme uoUare . & éceft ambo pren
dere a Gioco tot fiberxOAlT non curare. P et. De la mia
donna ; che fouente in Gioco Gira’l tormento,Cb'io porto
per UiJ.prendere a Gioco. & rmolgeua in Gioco Mie peno
acerbe. D a n.Et poi cb’al tuttofi (enti a Gioco; La'u’e-
ra’lpettofa coda riuoljèJ.a jito modo.efi-alia larga. f
Cioca.tOTe.Lat.lulor, t!raleator,iigiocatorededadi; pi-
licrepus,&fphenflet,a,logiocatoréTalla.
G iocOiC^ Giuoco, quando i utuo,& oro Ludo Latino, & a.
tea Adlgioco de dadi ;&ludus in fortuna uarietatepofi- ;
tut; Sphariflerium; lo giuoco della Valla al muro; T roui,
4,bgiuocodi canne,comegio]ira,otormamenio.
Ciocare,Lat.bidere.Boc.Con luifi mifieagucareaScac-
tbi. Cbiaadò a dormire.& chi agiocare a fcaccht,& ehi ,
a tauole . "Hpn blamente m 'bai rubato,^ giocato il inio^
Che il Fortarngqi danari delf-dngiolieri bauefoe gmearu.
Hauendo prima ogni coji giocata. Giocatore^ metikoa
reèmaluagiDadierafolenne.
Ciocare,per follaggare. Lat. locaruludereablcflari. B o g
Siuel nafeondeado , omCio m’alltgro, & gioco . nelle bai-,
late inde finenza.
Zita, i giuoco de Dadi, latjdeaetleajudus infortuna ua-
rictate pofitut. Dah. Sduando fi parte ilgioco delta.Za-
ra; Colui che perde fi riman dolente.
Dadi.Ur. taliMxiUt,teffera^(tragali, & camiàt, ilo un ’
fumo del dado. B d c. Metutore de mabiagi Daè era
' ^enuej.falfi.
Scacchi. Lat.latrunculi,furiincub,cakulL Boe.Cbiagio-
careaScattbi,^cbi a Tauole fi diede. Chi ondi a dormi
re,& Ma giocare a Scacchi, ^cbiaTauole. Et eccoui
un Tauolierc,tìr un Stactbiere, & può ciafcuno , feconda
fhe( animo giti piu è piace re, diletto pigliare ,& nel Tu,
i. Dandogli con una pedona pii, gente Scacco,quiui il matti.
Ter dar Scacco matto al Re. Thitocoio gli leni con uno
.Alfino il cautliere,&èedegU Scacco. Fuo Scacchiere
nobilisfimo,^ ricco. Dan. Et eran tante, che' Inumerà
loro Tm cbe'ldopptart degli Scaci hi t’immil/a,A R i.
utdifìo il tefio a I Saratini ^mfe Tardar lor Scacco ,t
guadagnar fi il gioco.
Tliioìicre .iqneHodoae figiotaa Tauole & a Scacchi. >
Lat. alueHus,fritiUMt,Ìairu»caUria,aleatoria,&Tam
bùlaiufqnt... _
Caualiere,
Venere CIELO Venere 95
Cauilitre. Ut. tifnrs ItlmncMlurum. 'tixxoXedM.Ulc* U mfiMc tmertfi , Tipnifcbemircon Gabbo mia B.-lia .
iMjórut. Pedona. Lai.pedesJainiiKMlonm. HumlefbHient 1 Gabbi tMtn^HilfngamuMa itm ui-
Rocco. Lai. turni, et lurrituU latruuculorum , cr cenlua fìa CabbtUoU meno.i.fcbcnituolc. I) * n. Cbc non i im-
noiKi. lotto due fcacchi,cbe flanm da igm corno del Seat frefa da pigbare a Gabbo .
tbiere,i}uafi Rotia, &{orte%^ de gUaUn. B o c. "Hel Gabbare.ual fiberair, beffare Jugamare. Lat. iectpere,fal~
folto del fuo Rocco, Th.D AH. tbiamò Rocco uh pafto~ lert,imponere,irndere,iocan. R oc. Et gabbando li do-
rai da f'efiùuoabe non era torto «megli aUn,mauià-
IM4 hauea un Rotcofimile arfuetlodeS cacibi , onde dice,
Cbcpajturi col Rocce molte g. ntu gonemòcol lùopajlo
rate nel fuo arciucjcouado moU, genti, altn uegUono ejic
re uefle di Cardinali chiamato li Roccbrtto.
#99 B«a:^4rr. Lat.ludcre,obUH.iri,»cari,jàltare,tripuditreJia
mandò ,{c lo'mptradore gli baucua cfueRo priuilcgio piu
tbe a tutu gU altn buomini i onccffo.Ma ridendo & gab-
bando con diuerji ragionamenti gran parte della notte
pafiarono , ideft jcbtrzando. T ii Serbando Camma mia
Ubera , fi come quelle gabbando la loro ferbauano , ideiì
ingannando. F 1.
re loco nefcire. ual fiberzart con piaceri del corpo. B o c. Gioia, ual allrgrezga,àlelto,gloria,&lrìompbojat.gau qo 1
CoClei cominciò a cianciare,a RnvCAT «m lui, a bafeiar-
lo, ir abbracciarlo moflrandofi fi forte di lui innamora-
ta . .A meta congU futi cani bora l’uno , <<r bora C altro
cbiamando cominciò a ruzzare. A m. Vemoebe ruxzan
domefierrloMonacotioppoconladonnaallafcapelira-
la,cr ella con lui.
Riuaamenti. Lat. lufuifibleSatùmei. ual Scberzi.B o c.
la notte tutu da ffiaceuoli Ruggamerai, & da feonuene
diumiubilum ,triumf.bus ,ÌMÌtu exultatio. P t T. ir
B o c. Giota Maggiore , Brtue . Infteme prefero piacere
ir Gioia. Ogni mia Cuiia in pianto iuolta. L'un Calerò
prendendo dilettofa Gioia. Cbe mi Irabe del cor ogni altra
Gioia, ri farebbe allegrarli tu Icntiffi La miUefinta par-
te di mia Gnua.Che di Gioia, iy é jpeme fidifarme. D* n.
ib’i principio ir cagion di tutta Gioia, ir quando dinota
cola pretiofa,Hedi alle pietre. 1141.
uobaltijinxafonuoaccidiofataifaceualrapa(iarc.Au. CioioCo.Lat. laiut, trtumpbani.P sr. CiotoH Stato,
Trali il'.lo I i diletto , er piacere , ir ò proprio da fanciuiU, Oad'io Cioioji uiuo . Cioiofa y ita, ir Confoiation. B o c.
Lai. lol.itiMm,rcfr;germmalacrieaa,recreatio. P 1 T. Cò Che uoi tutta GiuUua muerete, ideft allegra ir gioconda,
pagm<Caitoingcg/ia,&daTra!iuUo. Boc.In/inaJlho- yoceThojcana ,
ra,i be uenga il piu drjidcrato TraSiullo . Cbe fe per aUro Gioire, Lat. latart. gaudere, iubilari. Par. Cbeffera Gioir
nunfoffed'bauercara;fiipfrciocheuagbezga,irTra- forfè nel foco. Onde col fuo gioir tempro’ l mio duolo . Io
ftuUo, ir diletto i della giouanei^zadegli buoinim . che gioir di tal uiHa non foglio. D ah. & mai non pof a,
TraftuUare . Lat. oblcCiari . ir ò proprio ntonet con diletto Fin cbe la colà amata d fa g/oire , tatti fempnfti -di tu
giocandotir majstmamcme qnando i paftiuo ,traSìnllou piacer, pcrtbe cU noi li gioì .
ma ,lra(inllati ,trafluUafi ima quando i altmo dinou AUegrezil, Lat feftiuitas gratulano, bylarilas, iucundi-
etiandiomoucr lènza gioco V t T.Menon;ma’lSolcbe'l uiau)luptas,exullatioamutiJiuitia,^crùai,gaudiumt
cor arde ir traftuUa . yolgete d lume,m cui amor fi tra
ftuUa. B O C. re/ mutolo tandauano a irafbdUreAopra
un lettuccio fi commeiarouo a traSìulUre . Et per bingt
ffano coniti traftuUò. S a m. ConnoShi cani fegueiSk
ne tramutiamo .
joo Scherzo, Lat. iocuc.T i t. Ingiuria da coruccio, inonda
Seberzp .
Seberzart. Lat. iocari. B o c. Rifialdati, fi dal tempo, ir fi
ialfeberzare iaddormemarono . Siuaudo ella baurtbbe
uoluto fcherzar con lui . .Andatepene ai letto , ir mfiiemt
feberzandoAr foUazgandofi. Men cautamente che uou fi
touuemua con lei fcherzaua. 7 • t. Cb'alzando'l dito
ual contentezza ftuiuacttà d'anima PsT.irboc..Al
Ugrezza ASanifefta,Mijurata, IneHtmabde, .Abondait-
teJdatenule,Craude, Crandifiima, ineompar-bile . Et
di mirabile Allegrezza octulta fu rqneno . Et da tanta
Alhgrezza fopraprefo.Atli d'Allegrezza^ubito in Al
legrezza fitonuerfe. Che non fu itAUegrezzaabua fi
unga . Il punto tomi m Allegrezza- <7 -ddigrez^ in-
certe .D AH. Allegrezza 'bioua , ineffabile . Ter tanti
rattCemfted'AUegrtzzf bamentetma .luidifopralei
tanta Allegrezza Vtouer portata ne le menti fante .
Quaud’io parlai alle Albgrezzs fne. Bau. Le uuoue
- . , . Allegrezze,
eonlamorteliherza.DAH.Cbefmpreaguiptdifau- AHcgn>,lat.byUrii,bocbyUre,iucuttditas,latusalacer, 7*»
ciuito ftherza . alacris,ir alacre. P tz. ir Bo c. Allegro fine. Alle-
Trafchc, ual fthèrzi con burle, nouellnzze, uanitari &fc- gra brigata fieme,ùomu,Alltgri Giorm,TaHni . Alle-
milt.Lat.iociJfaletaffamaarumAngaarum,ger€retu- gre Donne. Allegre fere. Tornauaconbonor dalia fua
la.Hugo,irTiugatorkfraltbetla.Moc.Scr\fteiu fii guerra AUegrad'baueruintoilgrannemico.D a H.'Hg
una carta certe fue Frafcbe con alquante carattere . Che ne potrebbe bauer ucudetta allegra .
iofartimegboapenfare jdoueiodouefti bauer del pane. Allegrare, Lat. lattri gaudere exuUare, triumphare,lati-
th* dietro a quefte Frafibe andarmi paftendo di Ucuto.Et tu efferijatuiam aperte ferre, latitiam capere, deliOa-
iu quella cafa entrato con fue Frafihe,cbe portate baueu,
magnolofi irasfigurò.irperlefiobéaiedia 115;.
Braftbéggure,i mattamente feberzarr. Lat. lenir rr iocari.
£oc. ’Hon aUrtmemi con uno fcolart crcdtndofijrafcbeg
giare, che con un’altro baurebbe fatto ,
CiUsOfi burla, fcitrno,o beffa. Lat.detrpuofivcusfraui,
dobu. B oc. Il caualkre iutefo d motto , ir quello m fè-
men capere, gambo afici. P t z.Ethora'lmonrmioeh*
fi t'annou 7Ì farebbe allegrar. Onde'l cor lafio anebor tal
legra ir tane.Gioue s’aUegra di durar pia figlia . Qjtaft
d’unpiu bel fol t allegra &gloru. L’aere, rfr U terra t'al
legrtua& tacque. Boc. Ter gli loro fógni Befii , s'at-
tnftano,&i allegrano. Dan. Tielaer dolce, cbedal
pd iaUegra. 7^ ti aJlegrammo,& lofio tornò m punto,.
fu t-iu Gabbo fTtfo,u>etìi mano ad altn uomiie. # »tl R^grari. ftz.A raUtgrat di tua mila coafiuti. m mfia
Venere
C< Il E L" O
Venere
firalìrgra. toldiuiltom fi rallegra àr Muta. Etralle.. tamenteacmlfiaquelfiinj Caramente pregi',
gru’ d lieto fin’elioìg'to. Ma ibi uuol fi rallegri adhora Difcaro,i il contrario di laro.Lat.mgratut, moleftkt
ad bora BilctoUefi , ibe rallegrò tiajcuiu. Hoc. Ralle-
grar la briglia conaUuna noucUadU ridere Jx doane tnt
te fi raUegraroao , aedi aW Indue ,
Alleluia, yo. Hebraiia,& dinota allegrezza , & loda Id-
dio. D A >i. Tal fi partì da cantar .ÀMeluia .
Ciuliuo, Lat.mbiUiuaialallegro.Hoc.l/icbeitoiiMita
Ciutiaa amerete. yoceTbojcana .
Qongolare, Lai. lxtari,iabdare,gefìirepragaudio. ualgia-
b oc. Il quale fu Oli, aro alPaao, drall altro . Compre,
{obaurejtialeiramejjer DTfiaro. L a . Ilche ui dee efier
molto pm caro , iheDifiaro . £ r. Qjianto mt fia liijca.
ra la aita .
Coarcntamento, Lat.fatiifadio ,qua potiuspro exeu.
fiatione accipttur, purgatiotie ; ut ufui eft Cicero, quiet
amimtranqmllitatJatuiatolapiat,tucundilas. B o c.Ter
Couteataifieuto di te.
btlare coadilelto godere del jegaitopiacere. B o c. fi Conti nco. Lat./àtisfaflui. P s T.&B oc. Io firn d'arder
parendole coaofcere lui tutto gongolare ,pertioihe per
man teueua un cefi bel gioaanetto . Ut tutta gongola
quando fi uede bene afioltare. L a .
Brdlare.ual gongolare. A.«.i.Efi fenti brillar dentro il co.
raggio. Ltt. palpitare. Saltar d'allegrezua.
LctitU iat.Utitia,ualallegrezxa.P s T Gli occhi pien di
Lctitia,cr d’honelìate. B o c. Lrtiiu Souertbia,Tama,
Simile, lneliimabitc,Vrefente,.Maggiore,Sopraaegnen-
te. lofi Lunga . Gran Letuii . .Al lomtnoaar della iioslra
Lentia Con pan Letitia mfieme fi tnaarono .
Comento. Elio per me ne fui Contento, & fatto. Hon ben
Contento. Sondi languir Contento . I mi muea Contento.
Tuammi far Contento. Di ciò fon Contento.Vur non effer
mai Contento . Co n t i n ti -Angeli, Defiri,Solj>iri. Itpa.
drex la madre, ^ ella altrefi Conteuti.CnariKiA .A-
mma,Ella. Lafeiiuna Conteutijfima fi partì.Cbe d'ima co
fa Contentifiimo muoio.Si ncca donna deue efier Corneo a
ta. Chefuol far Contenta la mia aita. L) » x. Lbumana
jpecie t ccede ogni Contemo. Et aederai color che fon Coom
temi 'Helfoco. Bi u. Viu contemezge dell’ulato .
Liceo Lat.lniui.V h-c. & là oc. Lieto Cor, Ciel,Di,Guar Contentare . Lat fatufacere ,acquiejcere ,compotem effe,
do,Penfier, T empo,t'ila,f'iuer,Vaefe, Leonida . Fu Urto Vmt. Tuo coment arai fenga fame firatio. B o c. Si po, »
di tal auidente. Cbe mt fca uaierLuto,elrgiraltero.Tiu tea comemare. Fofiecontentaab'egli Camajje. T<ign co»
tbc mai Lieto. Luta ,.Aniina,yita,'bltMe,Hora ,Tian- lemandofi del f alano. Si diffiojidi contemarlo,ibe ibe ef-,
ta, yifia,'HgueUa, yagbez^a, .Alma, Donna. InaiHa fere ne douejfe.uedit Indice,
tutta Lieta.Littt Belte^,Luii,Ombre,Dipiuture,Can Sodiifare,& jattifarepcriontentare,uedian^ .
gpm. Madri, Dorme. Luti Tajji,Ocibi,-Augelt,Fiori, Compiacere. Lat. placere,obfeqm,facere fiitis.gratari .gra.
C.omt,Tenfieri,Licuffirue Danne, Lietifiimo Huomo.Lte lificariaialfar tluoUr d'altri. B oc. Io fon diffiosia di do >
tamente rijfiole . Uetifiimamerne mangiarono . Dan. uerelurodelmioaioore compiaure. Dilpofia per picciol
Sembiangj bauea ne trifiaate Lieta . plagio a compiacere a qualunque huomo. S'ingegnercbbc
Ictttiare , è far letttia. Lat Utitian & geflirepra Utitia. a compiacergli Sete fiato pronta a compi icentii .
D A M. Letman del fuoordme formati. Felicità. Lat.frbcitai,&faliittatJìeaiitudo,beaitiai,pro.
GaiO) igalame,diletteuole,^allegro.LatJiitidus,rlegam, fiieritasjalut. Hoc. Feltati iomma. Sopraogmfua Fo
Bgiln, & alacer. P E T. E'I di dopo le fjntlle , e i me fi Gai. iiiità,t*r pm che la ulta ainaua .
B oc. Gaia Giouanegga,Gaie Donne.Tanto Gaiamente Felice. Lat. falix,beatui, fortunata t, fauSìui, uifior, fio.
cantare irufignuoli. Ù A n. Ch‘ alcun' altro m quella tur rins, cui beneeH-,profper,pro^erm.lecundui,falutariu
bacata, eh' a ben filerà re m'era cagione di quella fera U
Canna pelle. San. f'o/ uccelletti ooiamoratt,& Gai .
C ag”io F'b, Trouen. ual guadagno ,& uttlttà. Lat. lucri,
eiiiolumentumducellum,uertigalpriuatum. Da u.Ma
nel commenfurar de nofin Gaggi Col meno ipane dt no,
fira letiiia. noni da ufàre nelle profe, ne ambo ne uerfi.
Giocondo. LatJucunduspialallegro.Ti T. Che fa uendet
ta c’I juo e fila Giocondo . mondo , Et rifarne un piu bello,
er piu Giocondo .
AH'abile. Lat. ual facondo,cfi- facile del parlare. Lat. illix,
corno , urhanus, facundus. P e T. Sitai fi penfòfo i Vlifse
i^dfabil ombra.
Benignità. Benigrà . aedi fiotto Gioue 44}!.
Ciiopergrato. Lat.carusj& cbanis,graiMi,t!r amore de.
Ttr. Felice -Aere,Mi»auee,Mgnelh,Huom,TaeJè,Sta
to, yeder,Di,Core,Mntma,Mlma,Hora,Ttaiita, Terra,
Tiacer,Spirto,.Autumedon, Iearo,Tiphi,Titen .Filici •
-Aatme, Efetti.H erbe, Occhi . lui eran quei, cbe far delti
Feliii TonttficijRegnanti/mperatori. lijianti Fclicilo»
già mortiinfalce. Cofimedaima il uoi ueder Feltce.Feli-
ceT alma , che per uoi f off tra .Sol eri in terra, bor fanti
. del Fehce-Agamennonèàr Menelao,ihe'nfpojèToco Fe.
liti al mondo fcr gran riffe. B o c. F elice fiato.Jdg a Fe.
beiate a fuemurati Fehcifitme -Anime.M cutFebieme». l
te adiuemfie. Tutti Febcemente uifiero .
Febcitare,ifar febee. Lat. beare , fortunate ,féruare , ^ 70 <5
infebatare figmfica il contrario. Dan. Febcitando fi di
cura tu cura .
mniìui,iuiuttdui. P e T. cJ" B o c. Caro Duce,Figbuolo, Infelice. Lat uifeUxfiirutfmfaufius, mifer. P e T. Infelice
F-glio, Dono, Mouile,1dodo,'Hudrimento,Tadre,Tefò, Stato.Efiibo. I miei Infebii,& m^eri confimi. Del pop»
J>rigio,Fidet «1» Caro II tuo mucr m'i Caro.CA ucMmi lo Infelue £ Oriente. B o c. Molte hanno ad Infebce mor
ea,'Hemua, Coiifiirte,Duce, Dottna,Bellez'ga,F’ita Ter teimarituondotti.Infcbainnamorati.Glicuiamoriheb
quanto egb baurà Cara la nofira gratta . Cofi quefla mia 1 brro Infelue fine,pmU> ch'io a lungo andar l'affetto Ina
Cara a morte penne (tde fi Laura) CAuiTanle ,yoct, ftUctfiimo.Infebiemente.
Membra, Sabne,Cofe, Compagne. Le femine per quefip fmRo.Lat.ualinfrbce.Su K.SÌifelcU FauBo dr amena,
fon tenute Care, Ca »i Cutadiui,Occbi, Tenfieri.Carijfi- F alio poi figmfica la fuperhia, uedi a 561.
ona Bonna,Garilj'ime Gmam. Carifiimo .Atmio. Et Co. .lotauilojMi injeUct. Lat. iufebt,mforfuraitf, T. 0 por.
Venere
CIELO
Ventre
t$eghtftfUe. DtlbelSerrudelttraiKjiiiUe ciglia. Senni
0€ibi Lucidi Sereni. SerrncHore.
»olHfjHf}ò,mifero,&nrphari». ' —
SccuntiO) per felice, & prvjl>ero.Lat.& felix P i t.TjI uè
ni ioniraaiuor,e‘iifiSeiondoFauoriUlcieio.Driiioper Serenare, Lat. V t j . Di fereair la tcmpeSlofa mente .
Saerealfuodrfir Seconde.R o C.lliumumpie i Sogni pa Rafttrrnare.Lat.ferettare,ueliterum ]erenare. Pet-E*/
ianofortuneuoli, & con Seconde émojiratiom chi gli ne- mito fi turba, & rafiereru . Talhor jiia dolce utfla raffe-
de conforimo .ninno fe ne nued credere
Delira. Lat. dexter,propitius,fecundus,profperuj,ualfeli'‘
ce protra ,&fauoreuole. P e T. Ch'èbel monr mentre
la Ulta i DeJIra. D i la man Delira ch'a buon porlo ag-
giunge. che l'altro amante ha piu Dejira fortuna
rena . Che'n parte rafierena il cor dagliojò . Laura gentil
che rafferena i poggi, ma tran./uilla oliua Vutà nii man-
da e'I tempo rafierena . Il del fi rafierena . Et digiufittia
U fòt che rafierena 11 fecol nofiro . fe mortai donna o dea
Fufie che'l nel rafierenaua intorno .
jog Domelìiàiezz»,&dimefìubez.za,Lat.famtliantai,ufiu SeTeactdr Sirene , lonoc/ueUechabitanoilmarefeiondoU '
toujucluii),neccfiituio. 1} o c. Ditaejhthegiia .Amare,
mie,Smg‘ilare,Stretta.La Domeliicbetcta cb‘u> bauea fe
co. F'n poco di piu Domeflithexga .
Domtftico. Lat.famdiarisifamiliaritateconiunlius, ne-
eefiariui,‘ntimus,domeJiicui, ufu comunduM Boc. Mol-
to mia Domefiica. La donna era fua Domefiica diuenuta.
dir de gli f nocchi Je quali cantano fi foauemente . Lat. fj»
renci,& ,Aibeloiiei ; pcribe i poeti fingono , che fofiero
figlie di .Acheloo , & di Calliope , che fofiero tre , cioi
"Partenope, Ugia,Cr Leucafia, che furono mutate in Ti-
cbeuecelitnoii.'P t r. Et di Sirene al fuono Chiuderto-
teccbie Qjiefla fola era noi del del Sirena . uedi a 105 é.
yollri Domeflichi,,AmmaL Domeftiibi. .Attendano alle Pace. Lat. pax. P E T. dr Bo c. Suona, Etcnu,Doite,San 709
ta,Tràquilla,Somma,Gratiopt,Lieta.'t^Uama!giorTa
ce del mondo, l/or pace Jiorguerra.hor tregue . I uògri-
dando "Pace, Tace, Tace. T^n fo fe guerra fi Tace a Dio
michieggio. Et IH quand'eUa parli, ho Tace, 0 tregua.
Tra il figliuolo, dT U padre douere effer Tace . Di trattai!
Pad.Dohi Taci. Ari. "Ugn conofee la Tace,dr non [e-
filma Cbiprouato non ha la guerra prima .
, bijogne familiari, et Domefliihe.SnoDomefiicoera Dime
' fliiamcnte. P E -c.CuiDomeliua Febrcafialirdeue.
Domcllicare,dr Dtmejiicare. Lai. domare, maifiìiefaceret
diurireaticurofii,pen.pro.famihariui nerfca-i.domefh-
cum fe facere. Boc. S'mcommctò a dmelUcare con Tbt
bppo.Miitghino daW altra parte hauea dimefinata La fan
te. Effendofi con l’abate dimedicato. Giannole dmeflicof
fi molto. Con loro noi, ntteri fi dmtefluaua. Con efio lei fi Pacifico. Làt.quietus,& tranquillus. P e B o c.Ma
dimefiitò. Fedendo tanto lei dimeflicarfi . reostato, di Tacificatocore . Fi entrò Tacificamente co
Affettione, i uolontà, amorrfiefiderto. Lat. affedut,ani- gran piacere. Coloro che Taaficamente utuer defiiderano.
mus,uduntaifimor,propcn]io,inclinatio. B o c.ConTan Tauficare. Lat. pacare,componere, pacatum recidere, miti- I
ta afettione le cofe ualorolimente operatedal Gerbino gare Jimre,placare. Boc. Con te miglior parole che egli
raccolie.Tcnendo ilRe [aff'ettione najcofa .AUamia buou potè, iHngegnidipacificargli .Tanto feceche pactficoil
NJ .Ajfcllione guardando. Grandifiima,Haturale . Egli fighuol col padre .
uede I guidardoni fecondo fi.Afi'elt toni fcguitare.D ah. Rappacificare, lat. iterum componere Boc.Tu mi credi
SecorÀoC.Afftttionib‘adirci firona.Chelatua.Afiet- bora con tue careigge rappadficare. Rappacificata la .
tionmifepaleJi.CheP.AfiettiondeluelGoliangaunne. donna. D i u.Qjtanioclliunpocorappaciatiforo,idefi
f/pn ò C .Affettione fi profonda . £1 tu mi fegui con CAf- rappacificati .
fetttane . Rappattumare, Fo. uillefco , ual rappacificare, ricondliareé
Affetto Lat.afic8io,amorfioluntat,defiideriumfialdefiio, farpace.Boc.Ter bella paura con le caftagne dj- co '.
amore,uolonta. P e T. Affetto Duro, Indurato, Cortefe, moiio fi rappattumò con lui , dT piu uoUe fecero poi infili
Ffato. Antrit Humam,DoUi.l{aiffiatoambodue gii megog^mglia.
Affetti miei D * V. Ter abbracciarmi con fi grande Riconciliare. Lat. reconcitiarefin gratiam reflituere, placa- ;
Affetto. Qjiinci addolci fee la uiua giuflitia ]n noi TAf- re , in priflmum reponere. Boc. Difiderofa pienamente
fetta. La noce mia é grande Affetto tmpreffa . Et poi ricomitiarfi col fuo Tebaldo. Et uno abatefin^fuocoflt
C A ffettoff mtelletto tega. giù doue l'Affetto nofiro hauer riconciliato un malfattore al papa. Et Riconcihatom
Lingue. Et con Ardente Affetto li fot affetta . Si che tal- feto gli donò una gran prioria: Et dopo molte parole la do-
tto Affetto, I h'rgli baueano a Maria mi fu palefe . Gli lente donna riconciliarono con effo lui.
fuoi con tane' Affetto uolfe a leijà nofiri Affetti, che fido Amore, per la bcmuolenga. uedi aój.^.
infiammati Sol dal piacer de lo ffirito fanto . Dopo tanto Concordia, Lat. P e t. £r la Concordia cb’ifi rara al mon
ueder gli Affetti fuoi, do. Che Concordia era tal detaltre cofe. Boc. Con-
Affettionare nerbo uja ilSpagnuolo , Lat. afficere fe. cardia contmoua. rmteflo in Comordia-Andarono di Con
708 ASetttloCopienod'amore.Lat.affe8usardeni,propenfus, cordiaacaja.
cupidus. Hoc. Affettuofo Amore. Affettuofe Tarole . Concordi, lat. concorda, confentiens, conuernemes, con- 710
Affettuofamentecorfe ad abbracciarlo. AfittuofiJJi- iui8i.B oc. Ma con lonjentnnento Concordi tuttidtf- .
inamente lo abbracciò di' bafiiò.D xn. Sifone ful'Af fin. Concordeuoliajuoi Difq. A «.
fettuofo grido. Accordatore. Lat. pacator,mediator .compofitor. Boc.
Sere no.eìr Sereno.Lat.lirenutaial cbiaroAllegro.giocondo. Theho uiiiciiordtlgran Thitone , A ccordatore delle Cl-
Sofi.^ Adie. pTop.tfi-meta. P et.^B o c. Ciel, Ciel thare di Tarnafo. F 1.
empireo,Aere,Caldo,Sole,Di.Fifo,Dolce, Stato, Cuar- Accordare. Ut. conq>onerejconcordarejconuertire,confen-
do . Pili che'l ciel Sereno . Il ciel s'accende, drfi rallegra tire,cuntemperarejHoderare,iemperare. TsT. D'mge-
D'tfitr fatto Seren da fi begfi occbi.'Ht yr Sereno ciel tr gnopofe inacordar le parti. £t con T andar , dr coljoaue
Te«rro CIELO
le Mci^ime penlt. Che agli amorofi
falli mal l’aciorJa . Boc. ^ quejlo i'accordana lutili
Thilalóphi ^Itaqual cufa Upriore,& i frali iUctorilani
UO.Efiendoji miti a queSìo cenj glio aciordati. D a N.<^
Mede ihe l'accorda Conefio, come nota con jiio metro,
Hor accordali a tatuo imiiio il padre .
Equità ; nal cofagiufla, ragioneuole . Lai. aquilai. B o c.
Si può a buona Equilà duierrj gtufiametite .
CoMtunprare ,per accordar. P s t. Et cui defio le mie rima
Contempre.
Comporre per accordare, & acconaare Lal.cóponere,opta-
re,conuemre. B o c. Compufe il corpo fuojopra quello, &
al fuo cuore accofìà quello del morto amante j. acconciò.
Campo fe di douergli dare cinquecento fiorini ioro.i.fac-
cardù.& quando sia per apportare fi toder are uedi aqi.
tir per por infume a i6p^. & per ordinare a •>.
Difceiure. Lat. dijceplarefial difeordare. Pah. Come fu-
bito lampo fibe difcctti Gli ff triti uifiui .
Vinere
de honoreglt f acena, ft come trouerete b ggendo Lini». oh.
Jediceil Tir. Haticndoinquel fomm'buom lutto hor
mejfo. Tanto ch’aUlio nedò nanioapena. Fuun'al-
iro Lelio nomano , col qual il nofiro P e r. bebbe grande
amicitia,& di un Socrate di natione oltramontano, ma ne
cojlunti di qua da monti, Lelio fu fludiojò delle pobte lette
re, quanta frlfe la loro amicuia ft legge nella ulta del
P E r.il qual con Socrate mffeaimilieuolnif te anni.xxxì.
Cir con Lelio xxxmi.&funo,et l'altro muri prima di lui.
Tlefi può non fltmare, che egli lai nomi loro impolìo ha-
uefSc l'uno chiamando Socrate perla fantttàde cojlumi,
l'altro Lelio perla cara loro .Amicitia, qua fi de Lelio, ^
Scipione,fi come Simonide chiamò Francefeopnor de fan
tt . onde dice Vaco era fuor della comune firada iiuand»
Socrate, Letto nidi prima Con tor piu lunga uia conuien
chiio uada . onde con un grido foggmnge . O qual coppia
d’amia; che ne'nrimaToria ne'mprojà affai ornar ne'n
uerfi Si come di iiiriù nuda fi filma .
Tregua, er Triegua. Lat.fcedut, inducia baruminduciarù. Amico. JoR. & adte. Lat.amicuifociui,comes, con[ort,con j, j
i promiffion di non ofil nderfi, & ual ancho ripoji. Tt r,
Dirò perche ifoffiiri par laudo ban Tregua . Haurem mai
pace i haurem mai Tregua i od haurem guerra eterna :
Tempo era homai da trouarpace,oTregua. Il tor non ha
mai Tregua . Hor pace , hor guerra, horTrtgue. B o c.
Efiendo l ultima Trirgua finita co Tedefthi .Auennefibe
il Re é Francia molte Triegue fatte con .Alamanni, mo-
rì. Ari. Et talTrigualor fubuorucque .0 ch'ioti fac-
cia foli un'hora Tregua.
\.e%Oi,idcficomplice,opanecipe.Lat.coUigatiopiitto,coplex,
cii.faduiris. A Ki. E fe gli fi uopre al ritornar nimico
Con ymetiaui in Lega , e uuol pigliarlo . Ecco malgrado
de la Lega, prende Mdano . Il campo de la Lega le rouine
Mira ,
Icniuolcnza . Lat. beneuolentta , amor. S oc. La uoRra
Bcniuoleirga li rendiate .Lamia Rencuolenga acquifiercm
te.Confireitadapuralleniuolenxa.D A n.MiaBenmo-
lenza in uerft te fu, quale .
fcuuqiarticepitunanimut, collega. P e t. ^ B o c .Bri/*,
Dolce,Grande,T anco, Fidele,Famigliare,Car^imo, Buo-
no. bebbe ilaelfi .Amico, t'n .Amico Tenfierle mofira'l
uado. .Amica Cara,Dnlce,Fedele,t'era.CbeconUbianca
.Amica di T none. A mica di pietà, di f'iriù.t'era Amici
tia di ChriRo , La Forium m’i fiata poco Amica. &per
lo adie.Amica Schiera . & Amiche Mufe, Rine. Anime
di uirtute Amiche. & Amici cari, Lieti,Ran,Fuli,Molei,
Grandifimi,Sconfolaii.Copia i Amici, tir per l adte. Bo. •
fibi,Lumi. Dan. Fuor de le braccia d-, l fuo dolce Ami-
co Egli per trar [ Amico fuo di pena.EtcomeAmico ho»
mai meco ragiona. Et lial uero firn timido Amico . T oRo
cheparton taccoghenga Amica. Da indi in qua mifur le
frrpi Amiche. De Fantine, che Dio Than fatte Amiche .
Et quafi Amici dipartirfi pigri.C'ban detto a i dolci A-
rmaa Dio.Chenel confpetto di Dionifer Amici.
Amichcuoli. Lat. amicabilii. B o c, Amiibeuoli Tarolt,
Edere.& Amiibeuolniente lo cominciò aprtgare.
Bt'aiuQÌx.Lat.beneuoiusa,um B oc. Intendo di render- Tirti^iiai.Lat.fu{iiofifrquaces,fe8atorei,adharentes, >
mi Bemuola la tua manluetudtne. Le mogli efSere Bemuo- comiuilitonetJocii,fa{Uenis eiufdcm ; fimo i fedeli, & cor
let& piaccuoLCb fu la fortuna Bemuola, diali amici. A R \.l pagani dtran che nulla puoijCbepe-
Atnicicia. Lat.&amor,beneuolenlia,t!rbeniuolenttecoH rirlafcUTartigiamtuoi,
tMnliio,famdtaritat.focietas,confiicieiai Boc. Grande, Tarteggiare,ptr tener parte uedi a 1761.
Interi. Le fante leggi dell' Amicitia. Ari. Ouelacha- Famigliarità. Lat. ér confuetudo ,ual domeRichezga,
ritate è in lutto efiinta,T{efi troua Amuitia fi non finta. Boc. Cominciò fico tanta Famigliarità a pigliare. Af-
B » u. Amico fedele . , ' fai Famigliarmente il confortò . L'haueua Famigliarmen
Amidà. Lat. amtciiia. Boc. Crande,Camale,Crata,Sin» te accompagnato,
gulaie, Leale ,y era Jjberale. Santifrima cofàil'AmiRà, Famigliare. Lat.domeRieuifamiliarisjuildomefiico dica
nonfolameniedifingular reuerenxfl égmjfima.mada ef fa^ come amicofi compagno, &doue nel B o c.fi troua
fere con perpetua laude commendata , fi come dif cretifii-
ma madre di magfiificeuza , & é honefià,forelU dt gra-
titudine,ry ih carità,& di odto,e!r i'auarttta nemica, fin
' V affettare pronta, uedt [ Indice .
Lelio, fi come furono due Scifuoni Africani, enfi due Deli ce
Famigliare per famiglio non fia bene. P e t.7\w quel eh’ a
Dio Famigliar fu tanto In gratia. B o c.Tarmeno Fami
gliar di Dtoneo.Con alcuno fio Famigliare montò a canai
lo. Con tre loro Famigliar! ufiiti della città . Attendendo
alle cofe Famigliarujella Famigba di cafa .
lebratiidequalitAmiatiadelfeccndo col tumore Afri- Requie . ^r. paufalil ripofo.V \ r.O Letticiuol ,che
cane i delle rare ir fide,cbe fono da li fcnttori,ir da. M. Requie ert ir conforto In tanti a fama. Requie cercaui
TuUioUudate.HpndimenoqutlTallro,delqualparlail de futuri affanni . Femia Requie a fiioi giorni, &bre-
noRro T E T. anchor che non fia di tanta fama pur beb- ue & rara .
he col maggiore Africano tanta Amicitia, che in tutte le Ripofb. Lat. quietytquiei,pax,ocium,paufa,tranqMÌlIitai.
tofe che fece inlltffagna <y in Africa /hebbemfua com P i o C. Breue,Stanco,Finlo,Molto,Sommo,Grà
fógma,0-conluicomunicauatuttiifuoife(reti,&graH de,ir Sicuro. Dapoi alcun Rtpofi prefi. Laura Ripofo di
• Venere
' mid Hanca uiti . Che ora hipolò data a Calma flanea.
Ripofiro. Lai. qaietusJiramiaiÙHt. P b T. Rifofuo .Affan
no.Torto. B o c. Ripolàto Ordme,^mmo .
Rlpofare. Lai. quiefure , ocian. Ptr. La guancia Ripofate
fu l'un figuor mio caro. Et fiate homai di noi fiefio piu a.
uaro . {^pa bebbi rtpofata un bora. Cb'i mi npofi. Boc.
.RipolaaJofi Coflamino con la donna . Coflui nauendo uh
di lauorato motto , & ripofandofi . al tempo del caldo per
npojarfi.Qjtui piu giorni Ripofata.Toi che npojàtofu al
I cuitgturno. uedtaH' Indice. & Bipo/àre per dormire ^edi
adocchia ij6q.
ftf Pofì^uat ripofo Lat.quies,pax.Oiium,paufa,tranquillitai.
T ST. Ter hauer Toja almeno infino aCatha ."Hon f^ero
del mio a fanno hauer mai Topi . L'anima poi ch'altroue
uonbaTofa Corre, h oc.Tutte le cofefenga alcuna To~
ja eficre dalla fortuna permutate .
Tifare. Lat.quiefcere.ociart.T t r. Quaatio poftr dourei .
Tarea poftr ,comc perfona fianca. Dopo la guida fua,ihe
m ti non pofa.Tie mai fi pofa,ne tarrejìa unbora.Se fi po
fafie lòtto' l quarto nido .Qual fi pofatta in terra , elr qual
fu tonde. Benfia in prima ah’ io pofidmarfenxjanie.Oue
■ch'io pofigli occhi la/Si,o giri . Chi non ha albergo pofifi
fu’l ucrde. Boc. uedi t Indice.
Soida per la Tofa,o quiete. Boc. nella F i. L'un confortato
dall' altro jrafciHgammo le lagrime jfr a quelle ponemmo
Sofia per quella notte, e^in queila maniera con nana al-
Irgregja alquanto diede Sofia alle mie doglie. dr nelTn,
Jìnnque geranio confortarti deui, & dare alquanta So-
fia al prt(entedefio. l) a K.-dpafit diedi Sofia, idefiftr
mai . Sofìa p: r lo guaio, uedi a fòfiare per fer-
mare a fi .
yiS Quiete. Lai. B o c Efiendole cofide Longobardi pro&ere,
O" in Qjiiete . Tiu me fi lieto, (jr in Qjaete con qutMa di*
marò, d’haucre alcuna Qjucte.Terpetua Qjiiete.
a Queco. Lat. quietut , pacatus , ociofus. P E T. Queio Core
Qjieta I'tta,Mente,Fera.y’idi una gente andar fen Qja-
ta Queta.er QueteUpie.
Sìjietare. P E T. Ter quetar la uaghsgza , che gli fbigne i
eh' affai l mio flato rio quetar duurebbe. Io qm difoco,^
lumi Quieto i miei ^rti .
^Acquetare per pacificare.placare.Lat. placare Jenircfacam
re, mitigare, acquiefiere,tonquufcert,traHquiUKm,pacifi
cum&quietumreddere. P e r.Ter acquetare il core.La
qualera poffente Cantando i acquetar li fdegni &Cire,
Et acquetar i uenti & le tempefie..Ad acquetar il cor mi
fero cr mello. Tur acqueta gli ardenti mici dcfirì.Ch’ac-
queta Caere,<dr mette i tuoni in bando.Iui t’acqueta Cal-
ma abiguttita ..Alcun d acquajo é foco,U gufto , c’I tatto
.Acquetan.Lagrtmando trauarfi,oue acquetarfi Cangpn
tu non t'acqucti.anzt t’mjiammi. E'I mondo & gli anima
It .Acquetino i lor mah . lui m' acqueto. Et ben rn'acquem
tu, lÈT me fiefio confalo .
tafquetare. Lat.iterum pacare . uedi acquetare. D a N. £t
fi racqutta poi che'l pafio morde .
717 Cheto. Lat. Uiuut,quietutfranquillusfópofitusualquie-
jo <ì- tanto. Boc. Si flette Cheto. Tarendogli ogm copi
Cheta . flette Cheta . Sentì te cofe Chete . Ter fargli flar
Cheti . Et tenga piu Chetamente gli tre famigli Cernirono
letauole.D ». u.Cbefi Cbuma acqua Cheta tufo auantc.
/'oceTbofeana- .
CIELO Venere yj
.Acchetare. Lat. acquiefeere , & conquiefeere. Boc. ,41-
quanto la tempefia Sdcchetaia .
Racchetare. Boc.Leicon dolce parole s’mgegnauano di rac
cheta re, & confortare. Ma poi Racchetata la cofa.Rjccbe
lato ciafeuno .
Tranquilliti . Lat. Boc. Onde io amata daini , in Tran-
qmUttà con lui mi dtmoro .
Traiujuillo. Lat.tranqutllus. T e t. Tranquillo Mare, Tur
to,Stato,r onte.Tt»ua_yiiit .Amanti. T« a n<i_»i 1 1 »
Tace, T^tle, l'ita, Fofia , Donna, Obua, Hora, Cogita.
Teakq.vii.ii Fauifle,Luci,l'ogiu,Ciglia,'Hpili.Le par
tideCammotranquifie. Boc.TranqmdoMare.
Agio , # 1/ commodo. Lat. commoiumj'pportunitasficcafiio, 7 ■
ocium. B o c.Gtanm a grande -dgioAS" con molto piacer
ceno. Et erafi riueflito a bello .Agio. .Anichin 'j & la don
na hebbe afiai .Agu Eletta diluì con piu .Agio pre/i pia
cere,& diletto. Incitandi gli il buio & t'utgio. Et efiend»
io negli ..Agl, ne quali uoa mi ucdtte. ueé l'Indice .
Agiato. Lat. accommodus,(Sr accommodatut. B o c. ■>
me .Agiato Huomoj.attoa fare ogni capa per ordine. Tu
fai ben come 10 fon .Agiato da potere albergare.Ser Ciapel
letto che fi uedea mal .Agiato delle cofe del mondo.Tercib
chela piu Agiata donna del mondo non era. Agiati Huo
mtau,Ciouam .uedt [India .
Adagio Lat. ocmmjcommoebtatjual commodo, uedi Agio,
Boc. Accio che con piu Adagio poteffero eficre infie-
me.&perlo aduer. Accio che piu Adagio fi potefie al
falazgo tornare . Lat. commodi commodum . ‘Tanto
piu fia amo Adagio .
Adagiare. Lai. accommodareASr adaptare,qme fiere. Boc,
Tenti di poter fi adagiare per lo cofioro amore. I loro Ron
Zini adagiarono . Fu affai bene adagialo. P e T. lui finga
penfier t adagia & dorme. D A ujatte col remo qualun
que s'adagia j. qualunque diuenta agiato Otarda. Ma
perche dentro al tuo uoler t’adageàaua uolontà confimi .
,Aecommodarc,& Accommodarfi,ptr adagiare, adattarfi,
ordinare Accoiiciare.LataccomniodareÀdapiareAptare,
commodare, adiungereànfertare,acquiefcere .
Accommodaco adie. cioi agiato , acconcio, Lat. Accom-
modatus , aceommodus, idoneus, aptui , confentaneus ,
per appofitus .
Accommodo, la commodità, lo agio. lat. commodimj^
percommodus, ual molto accommodo ,
AuoHeiare,pcr adattare, accommodare,affcttare. Lat. ac-
commodarcAttemperare /amare, dirigere,concbtnarcql-
lufirarc. Boc. Et fenga altro dire,fattofi tutti i fuoi uè*
fimcnti in una camera acconciare, nel menò dentro pie fi
prcparare.omare .Era in un fuo horto , che faceua certi
fiioilauorclli acconciare ,idefl mettere in affitto. Ha-
uendo adunque al conte il figliuolo , CT la figliuola Ac-
conci ,tdcfi acconciati . Acconcia la Grulamcflealfuo-
co,idefi pelata ,eSrorénjla. Et io quimi fon Aecomio
d impegnar tutte qucHe robe, idefi apparecchia, lo fon
Acconcia i abbandonare il dislealgiouane, idefi firn ripa-
iuta , fon àfjaofia .
Acconcioidr Acconci adie. Lat. comptus, tui/tptus, con-
fimaneuf ,compofitus/irnatus ,politus ,elegaai. Boc.
Con afiai Acconcio modofe, idefi buono. Ch’ella pofià
con fuo Acconcio per me uenireà. commodo . Incominciò
i* Accodo de fatti fuoa a dir quefta noutliaJJnpropopio,
Venere
CIELO Venere
inbene^cio^cmeUnunte . ioinpiu liaghi fatti iletli,&tiuti di Sarge francefebem
^jfettare,peraccommodare, ordinare. Ut.acconmodare, tormaii&cbirfi.Hormafacciamfmnlettotalftai e^
adaptare,apiare;coiumodare. D A N. io Benero ìajiet~ ui cape, & fallo fafeure datormdtalcHna Sargia,
ta a farfua guerra j.accommoda. Conine. Lai. jono paramenti, che fi tirano dinair^ del leu
Allctta tuzzOjiai auommodato, pulito. Lat.appofitut,ac- to.Boc.Et appoggiato d capo al letto tirata [opra U
commoiijtus,& aicommodui. B o c. Teriio che piciùlo Conma.Le Cortine del letta abbattute.L' abate dannerà
dtper'finaera,& molto .Afiettatuvep. U Cortine foiudinan^i.liuàdo le Cortine fi Jle fero. Aku
In affctto,«4/ accommodato,& in ordine.Lat.ordinate,per Tiamari Tadigluni,e le Cortine Qual alcatarde le Cor
oréoes,accommodatè,concinHè,appofitè,compofitè,aptè. tine fiude Tarer fra nulle lampade la Scena .
Tutti i luci cauatli,& tutte lefue cofe fece mettere In .Af G nandali. Lat puluinar,& puluinutjeu puluillui, pulma 7»!
fitto per douerfene andare. Di cauallir^ di amefirimef- tius,&pulumulusildimi. fono gli OriiUeri,oueroCofim,
fi fu In .Afictto.Tuttt fi mifero In affetto . aedi a Guancia 4 1 J 74.
710 Orio. Lat.ocium. Psx.Ei nacque d Otio,& di lafciuia bu Origliere. Lat. cenàcal . iloguanciale/i cefinodelto da 0-
' manj.TepiJijbli,&giochi,& cibi,& Olio Lento.Che ere reccbie,come d guanciale da guancia. B o c. Et posagli
dendofiin Otioutuer fàtuo. Bo c.Sentendofi della per. la tefla [opra un Origliere. Condue Origliert ornati a ma
fina piu aitante, che nuando giouanein Otiodimoranàa rauiglia.Ku. i.Haueangemmati,efilenMdi Origlieri.
nonera.Ejfind'ionegli.Agi,tynegliOiif,GUOtif,< Carello,^ guanciale, 0 cofino di panno fattoa inododi
delicate^ , fibacebi di piu pexp- B o C. M M canto fopra un Carel-
O tiofa. lai. inanis. P e t. Vecchia Oliofà, & lenta . Otiofi lofi pofe a federe.
Tiume.B o c.Vna donna riccaj& OthfaiSonuenuta per Coltrc,i la coperta delletto. Latculcitra,r^flragutumJ»
feruire a Dio,& non per fiore Oiiofa.Siuelìo mio affanno dix,&loécula il dimi.B o c.Et poiana Colere di buche,
offero alle otiofi,& non alle altre. rame cipriana biancbifiima. Feceai porre fufi una Coltre
Letto. Lat.leClus,grabatus,lorui,anaclinterium,cbne,cubi lauorata a certi cSpafìi di perle grofitfiane. Io aiti porrò
te.V or.&Bo c. Letto BuonJieUi$mo,CaHo!.lncorti- chetamente una Coltricetta , donmraiti. Ari. Sotto
lUtOyBclJUaramgliolo, Cattino . Ricco di materafii tutto La Coltre in braccio a ungiouane gùcea .
di ucUuti,& di drappi i oro fonato. £' duro campo di bat Schiauina. Lat. lodtx,cit,gmphitapa, a, gauftpaau Ora,
taghailLnto.LatnDmerfit.'ìieUecameretLettifatti. hcteromafiala è coperta pelolà,&cbeancboportanoiii
Difàrgie fiancefcbe&dt capedetti intorniati ,&tbtufi. doffoi pellegrini, &marmari,e^Schiauiperlofieddo.
Molti jòpra le Letta ne prefe, prima tbeiaccorgefiero ef Boc, Etpreilamentela Sihiautnagittatafididoffo ,&
jèr i nimià foprauenuti.O Letttciuol,the requie eri & con é capo d capello.
fono In tanti affanm . Vn Lctticiuolo afiai picciolo. Lat. Lenzuolo. Lat.LodixJinteus,linteidus. B o c.Fuori di que
ilinidion. Di fronde di palma. Sopra un Letuauolo da fé- latguoli tratti hmafiro ignmU. Ttgliando fitto le LÌe.u»
dere fi cominciarono a trafiullare,Lettuuio.ueé [Indice. la amorofi pUcere.Tutta la pelle pm uolte appiccala la.
San. Tigro letto . fili alle Lengucda.Due Lengmila biancbifipne & fittili .
Lettieti. Lat.le(liu,fulcrum.B oc.StefoqueiloMate. Mom\e.Lat.&torquet,&totquu aureut.èom.wiento 7i»
rafjo fopra una Lettiera. Guarnita con un Lato ebente a che fi porta al collo ,&non filo delle donne ,maanihode
cofi fatta Lettiera fi mbiede i cauallifinde OuiJnfaHitJìat digitii gemmai, dot longa
710 MatcralTo. LatMcubitii/tnaclMtriù,culeitra.ìlettodila mtmiliacolloi ff.T.parlante de caualli .Aurea peBoribut
nafidibambagio B o c.VnMateraffodibambagiobel. demiffamondupemlcm,&.AuLGel.inno(iaitti.equitati
lo,& grande. Vn belliffimo & ricco letto di Materafft . inquit fremi ephippii, monibbut,f>hedrit^ prafulgentem.
Dormire. Somu,Sogno,VifioneJ^antafma.ripofàrcpeTdor P e t. Forma fent’ane un fi caro Monile. San. Et quel
mire, uedt adocchia lì6-}. Monile, che bora gli uedi di mirine cochiglie con quel den
Lenire. Lat.furgere.per ufctr del letto. P e t. Leuata era a fi tedi cinghiale ,ebea guifa di una bianca luna dmauri al
lar la uecchiarclia. Boc.U Rema leuaufi,tutte[ altre pettogb vende. Ani. Di ricche gemme un fflendtdo Mo
fece leuareMuendo leua fu donmgbone.Defii a quello ro mie Gli defeeudea dal collo in mezzo d petto .
more fi Uuarom Quello tuo uitio di leuarti in figno.Co. Maniglie. Lat. armtUe,crfiintberfftno omaméti d’oro,&
me dal letto fi d’alto filino fi leuaffe,ibadigliaua , et fin. flmdi,che portano le dònefit anebo gli huomini al braccio
ficciauafigboccbi.Cbe’l marito di lei fi leuaua ogni mat* Ttpeto.Lat.tapetumfiifiapesaisfit tapete,petii.B o cJat
tini per tempo. Leuato fi [abate da dormire, et quando fU ti in fu (berbaTapeti difiendere . Trattami fipra i dtfieft
perrimouerefiedia per alzare a ilio. TapetLF I.S AN.Etqui dentro tremammo foprauerJi
Toltro, ch'idletto,^' ffoltrareper ufctr dilettoa jo». Tapeti alcune Tqfinpbe. A r i.Di finifiimmidrappi,&
Capoletti. Lat.conapaum,pai. finoomamentidifeiafidi diTapeti.Lemenfèd'altrapartemfuTapeti.
fargia .che fi pongono intorno a letti, & ad altri luogbu Fregi. Lat. bmbi,&p‘treregi,fignafiota, fono ornamenti,
altri cingono che fiano intomiamenti da letti, che mal- che fi pongono intorno alle eBrenUtd delle uefltfilr baimo
cuni bicghi fi dimandano Vadiglioni , & inoltri Trabac. nome dal luogo, cidi dalla Frigia , oue furono prima tro-
tbe. B o c.l letti difargtefrantefche,&diCapolettiin uati.PtT-Achillefihedifama hebbe gran Fregi. Lafcie..
tornili i. .A ffaz^ le camere & ornare , &a far porre gb'l nome,e'l rrgalmanto, e i Fregi. Boc. Drappi uer.
Capolati . Uarauigliofa cofa era a uedere 1 Caletti in. goti con piu Fregi ^fle donne Fregiate, & co/i di-
tomo alla fila . pente . Di quanta infamia rimarrebbe la tua memoria
Sargia, < cortina da UttoJM.cam^aumfei.B o c. Efie». fregiata, D a n. Li fuoi diffau Seaaifuo pato affai
Venr^e
CIELO
Venere
9$
étbiti Frep, iiifl cillifrtg'.tto(L!ijmm4 difmet come
mente ai f»o pticaio .
frtffau.Mtl ornxre. Lnufign tre^npgmre. P l T. Di cafiità
parche gli aioriù & frt gt Ari./» nn neflir d’ujjKr
lor» Fregiato.
Sfregiare , il comrnria di fregiare. Lat. i»faiiiare,exi{Uma-
tuitent offendireiìgaoìniniam imucre,net(tre inrpané-
ne.Oji N. CheMrtrjgente hontrata non fi tfrrgia Del
preg^ ) detU bnetcé ,-ffrJleUa^aJ* , idtfl fi aiurna il ben
tà,iT ii pr gto iella Qi lia .
71} Trapunto . lat.'phrygiiÀi i-pm .flamiro fatto confago.
P* t. Mia iteHHera ^-^'àinoem' haueart fi adorno D'nn
beil'aurato 4^ lincoTrOfmnm .
Trtpung Te .Ltì.aatptngeTt. K*. i uefla Haneatraptin-
tx^ttfnamn eonteH*. x
An-llo. Gra.ii(Ui»n:hK.atttittn,^Mthotoiialeia ctt-
fire.ig-dallylioteeh*,tilltmgi ione fi pone Paneila/Pir.
Sen:^a fior prato, & fngag moia ^nello.h oc ^ne/_
lo Hello, iiclìigitlk>\Caro,Vretiopi,Ùilìaoro. Corali Ak»i
»> rTi contrafattl. O n ». Che ieK,C nella fefialte^o-
®l’C glh'-'Parean toeihtaia Svili* fènxa gemme. i he gm-
fta mente Si ti n^onie ial Anello al ino .
1 nanell a to . Lat m^nsjtacmami,annnlis oriutni . na ere»
jpo, ria u),mtonuaio, annoialo. P i T.Pel laccio J'or.X?
re,Ìln!irarrMitt>iiiiare/lilltiignere,MaTiare,f)ingere,ho-
ucfiare,ampUfcarej»otare,iaHÌare, coUocn^tare, pnl~
chmm f aceri ,ornatMm afferre .ornamento agiceree& ef-
(e,ornatefacere,honorarejiecorare.V t r.La corona,Che
fnol ornar chi poetando feri ne . yidint di pietate omare'l
nolto . Che ne'n rima Tona , ne’n profa ajiai Omar nen
nerfi.Ollra U nifia a gli occhi orna,e'nfinge Hor é Jel citi
thè tnttoma & rijihiara . Onde forfè angi tempo ornai
te tempie .Che tntteornaua,crnontogliea lamsìa .Con
tarbejiel,ebe’n rime orno,e celebro.Tre notte tnóphanii.
ornò la ihioma.rt uiM'l bon Tbomaffo; Ch'ornò Bolog-ta,
et hot MefSina impingma. Boc.La donna Jaifnalc egli rie
camente hanea /- ta uetUre.Cr ornare. Di bianchi fior or
nirmirct Jiuermigli. Senza troppoornarft . nedi l Indice.
Adornam-nto. Lat.ornamentnm. D a k. Tarer lofnen-
tnrato .Adornamento .
Adorno. P m. .A domo del, Habito,.Atto,Mal,Moiido,
Vifo.Tiaiere. Adoni Utti. Gli occhi fatti ùidorni.
hoc. .Adorno Ctouanrtto. Adoaki Donne. Glt occhi
ieU'Kooivi. gtonane. D a »..Adomo Marmo, Sere-
no,Miracol.Di dintrfi color fi moflra .Aiomo.In Jh nid'io
eofi feiber .Adorno Farft . Si fpeccbia ifnafi^ peruederft
.Adorno, come ifnei che pnotedianejie il ilei d’nn altro
Sol adonioàJefI adornato .
ghetto
adèrte lnanrHaio,cs irto B o G.£f n» capelli tale .A limare. Ut. ornare. T E rVadomar fi, ch’ai fW n’andi
Folore.Ter adornar il iìfefioe& altero. Le rine e i colli di
foreitiadoina.Contacoronadel f no antuo adorna. Fidi
lagrime honefte il nifii adorna . Cb'aiomanfiCale'habito
■ celefte,Ch'agginngerno'tpoflil,neingegnohnmano. Se-
gnilla amor confi mirabil cura In adornario.Ter adornar
ne i fnoiflellanti ehàflri .AlUior,cbe Dio per adomar ne'l
ciclo la fi ntolfe.Di caSiità par chef adorni i fergi,Ch‘at
lumi qntfla nita & I altra adorni . C’ha di noti mondo am
domo. U A V. Di rinerentia gli atti e'I uifo adorna. L'altro
th’appreffo adorna'l noflro choro . Com'io de C adornarmi
con le mani.Ter piacermi a lo fpeccbioqui m' adorno .
V-f
H Inanellati. D noi. Solfi cotni, ihe’namUatapria Uiffo-
ftado m'h tuea con la fua gemma , UtR che m'bauea po-
ftolanello. 'V
Specchio, Lat.jpetuliimimagimfiim. Pit.In
nactia pafso'l tempo tf- nello Specchio Mi neggw andar a-
li flagion contraria Che Specchio era di nera leggiadria,-
ideiì ef empio llar ho dinanzi agliocihi-un thtaroSpeCm
chi} Odio negglO me fieffo , e’I fallir mie . Die emi ^lo il
mio fidato Sfumilo Che ftdd a gli occhi mteifnlnme &fpa
gboadefl eficinpto . Ma piu neneolpoi micidiali SpeclhL
0 lumi.che ContaldolcezgafnfleihnoiSpecchi.D A V. - j- ■
EiRomtgnardi,ficomefuoSpegho.TercbeUneggionel Comare, per ornare, & per pettinare ,ucdi a Chioma a
ucrace Spegkt.f.tccnneSpeahioi’nnalaltrorTnde.Co- IJ4»-
menumdoda Caccfiia.oda lo Specchio . .Addobbare per adomare . yo.Francefe.Tì a m. Cbldijfifi
Specihi tre. Lat.imagin}noflr,iconihlartin fpecnlo,& Spe Helias,rhefighaddobbiaiedi a 15 jd.
tidari.Ucnpotimfigailiitetfpecnlaprofpeflare.P, T> FoUire.peradornare^ornire^fortificare .&perfoflei^e.
Incutnttnr4 e'ISolft jptCchÌJ Ut cut mtfptcchio etereo, Lat.fitUire. P k t. Etal ftg^rfChepurcolcìptoUael
Omaijìento, Lat. oroamentum,ornjtin,l>onor,dignita}, gtmema,&folce.i.fofiiene. . . ,
ciiltus, deiuSflumen inftgneAecor apparami. T i z.Hor Smancerie. Lai. omamentumfen tneptta,fono belli orna-
■ r haifpoghita mHfa mia , & feofla dogni ornamento . Se menti,& pohteggefinde Smancierefono dette quelle che
IN hauepi Orn.Imetiti quanfhai uoglia.TotreRi ardila- nogliono anitra tutte le feRe coufoggtediuefier& altri
inrnteuriirdelbofco.Boc.SonoleflelleOrnamcntodel ornamenti «oc. Et a muna donna par effere belU & ri
r«>la.O*KAMiMTi Ruihiffimi, Del corpo. Ciafiun giorno guardeuoleife non quanto elU ne moò,Aelle Smancerie,
piu IrtgiadraOrnaturatrouanJo alla mia bcHcgp^a. Fi. ne portamenti fomighano aM publiche meretrici La. Et
Biù. Ornata di bellrgja. tutta piena di imanurtc.aUuni ripongono per braucrie.
Ornato. Lat.Ornatui,praditus,eoUlus,tumulatuiJnJlrua dettoda fmagare.che a me non piace.& altre ineptieJ^o
f}usJlucHlentuifXpalitusa!Xcultus,mtem,iomptus,clabo ce Thofiana e pgn fiia pompe femmth.
raiut,Ornamemitd(coratui.P or. Alma. Etdiduppia Guarnire, &fornireuedia lóti. ■ , ,
fdetate Ornata'htgbo. In Rilialti, & Dava ri . Ornata Corredare, ual adornare, cr formre,da Cornuado,tat.per-
deiCAUoro. Et d'altro Ornata , che di perle , & iCofìro. cioche U tofa ornata , & fornita fi ui aggiunge Corna-
B o G. -Hon meno diioHimi,che di beitela Omtta . La mento, onde Corredi fono dettigli ornamenti & fornirne»
Ornata Leggiadria. Oav A ri Camere.Ciouani,& Dotine ti.BoC.La fece /òpra una nane ben arnMatfr ben Cor
Orn-ile.OAAATi toRumi,yeRtmenli Ornato Fauellato rcdatamontare.H /.ti.lijiellapicciola fleUafieorreda
te.D'alta bellezza Ornato. Camere Om ittjfime . Di buoni fpfnti , ^
Ornare per far bello. Ltl.ornart,vcomare,i»Rruere,para^ Corredi,/»/» gli omamemi,& fimtttntnttXalMrna^a,
716
4
■t.
- .Jf -
;r
Venere CIELO Venere
B o c.Comandò , cheli fn»iUMefofieatctitcU,&tMU Forbire.èiiettar,& far bello, Lat.tergere^xpiirftre^xpt
diimoui Corredi guarnita. l>'e . P E T. Che uergogiu eoa maa da gU occhi forba .
AmeCupergli orrnmeanjiedi a 497 . DKK.Dalur cojiuiaifache la tiforbi^fl che im firn
ììettczzì. Ut. poLliei.mtor ,Uiuitia,maadUia. Boc. bnutnecoHami loro .
^Aliente ucglumocbe jlianoalU T(fZfe«4 delaogbi, Fregare.Lal./ruare.aalflropicciare.'B o c.^iiadiipieBe
douejUremo. foghe di jeluu fr, gindofu denti , Totibe alquanto fre-
Netto. Lai.mtidut,politui,expolttusqiurtlicataijerfas,de- gnigU hebbe. Vrejò fanello, ^fregatofrioagli ocehi,et
Icrfai. P tt.Che coprii "Hetto auorio , & frefebe roti . poi bafaatolofé'l mjein duo. lo la fregherà a Chriflo m
Lanieatarfi é me , che puro& netto lat team . Et quella cuft fatte cofej. la farei O A N. Ciz’i ami pudi Cofi fica»
greca,cbe fallò nel mare Ter morir 'Netta, e fuggtr dura ro per lo’iifemo freghi .
Jone. B o c.7{iuna cOj'à fi coiiuitn tener taittoT^ttaquà Liftiare per puhre. lat. perpohre. Da m, leccando comebe
tati piato tempio. I mercatanti fono'Netti & delicati huo fila che fi lifcia. A r l.Doue le fraglie d' oro abbclla & U-
Pum. Se IO non ucJefli primo "Nelto ildigho. fila, le bifcie ; Che dopo f uno al fui fi goda, tT hjà .
Tfgttare . Lat. polire ,pui gire. Boc. Terihe ancora ogni lÀCcio.Lat.pigmeatnm,cultUièquella miflura che operam
iofiaDas‘erapotutonetiare,chenonputifie . lacommuò le donne per parer belle, A ri Talàparbello,ebuoaot
a ftropicciarli 1 denti dicendo , chela faluii molto bea gli che depofio II Ufi», brutto,e rio forfè puma .
nettaua ogm cofi.Mio marito netterà tutto il dogho , Stnfiian. ualfiropicaare, fregare» hfeiare. A r t.Slriftia
ÌAotido. Ue.mundMi,terfui,puruipoUtus. A r i.^ uolcr fra l'herbe» uaferpendoa proda,
fcbmi di pantano e loto Mondi pafSar per quefla morta Stropicàare^r fregare lenemente, aedi a qqi,
gonne ù beifonde Che non foro mai piu chiare,ne Mode. Stropuao è il romore»he fregando fifa co piedi, aedi a joS.
Schietto, ualpuro, & fenxa alcuna macula. Ut.fimplex , Turgore, Lat. P i t. CUudio, eh' a purgar penne Di ria fe- 77»
pumi. T s X. Schietto yefiire. Jc hi itti .Arbofietli, et mencia il buon campo Romano. Et per purgarfi degni atm
Diti.Fiotiandun Lauro giouanctto,& Schietto. famta ria Torto dal fiume al tempio acqua col cribro, un
Radere. Lat. & tendere barbam .ual nettare ,& abradere fucod’herba. Che purghe ogni penfier, che' l coraffitgge,
per nettar uta del tutto. Pfix. Che dal cor mi rade Ogni . Fergine iifatro& purgo Mltuo nome,&peiifitri/na
dehra imprefa. Boc. Et funi entrato dentro, d' comin- gegno,&fiile, B o o.Fu da molte immonditie purgata la,
CIÒ a radere U digito . Mi marito,cbe radi ua U doglio co- atti. 1 peccati , che tu hai infine ad bora della penitenza
miHiiò a dire.radi quiui,& qmui anche, colà ueà, & ne- fatti,tutti fi purgheranno, uedi alf Indice,
dine qm rimafo un micohno.El fu rafò il dogho . . Spurgare , Lat. exereare , ifihiarir frurando , quando uno
Tondare,& Tonditura, urdi a ijo. ■ uuol bere, uolgarmenie detto. B o c.Toi eh’ una ucdla ir
gìg Pulito. Lat. elrgamaerfusActerfuscmundusjheuii hoc U due frurgato iera , comuuiaua a bere fi faporitament»
ue ual ornato.'P u T D'un bel,cbiaroTulito»t uiuoghiac cjueiio fuouino .
c».Boc Leggiadrobuomo»tpiuTulito»beunamofca. Cribrare, Lat. ir decemerejlufirart purgare, ual purgare.
Il quale ir fi Tullio , & ornato delia perfona andana. Le & nettare la biada col cribro ; ir ambo dinota commo-
Tulite tirormttecamcre.Dn h. Lucida ,freffa ,fohda, ucre,& agitare i&uenttlare.Tix.Lega'lcorlafio.ei
ir'fiuhta ,& lo Jiaghou prunaio Bianco marmo era fi Icuifrirti créra .
Tuiitu & Tt rfo . Cribro. Lat. irfubcermcuhtmj& excufiorium. ual il cri»
Tuhre. Lat. ir tergere, puUbrumreddere. Tsr.T^oura nello conche fi purga la biada. T t j. Tonò dal fiume al
da pulir con la mia luna . tempio acqua col Cribro. San. Con bianchi & foltihffi-
Dilicatczze. Lat.delitu,arum. 6 o.c.Tiu alle Dihcatei- Cribri cemiuanooro.
Xfatte .Mlieuatatn DiUcatexjJt .Fa dimorandommoL Vaglio. Lat.uammt.iilcribro.D u s. M fina rgu fio ya
te Dihtaiexge , gito Ticonuienfibiarar.Boc.Liquah nonaUrimenti
Dilicato. Lat. deheatus. Boc, Dihcato Cauahere.Tene- che il paniere, 0 il y aglio l'acqua»engonoi fiorài ne pet-
ro,ir Dllicaio corpo .Il nego mfo.ir Dtheato della Don- ti loro . La,
na. DiitCATA Donna, Ciouane,ManuJì\i.ir. Alt Do» Spai^re,pernàtare aiedia Spaxnaluraa 1817. 771
ue,yiuande,Toppelhne. Dicicah Tetti,yifi. 1 merca- Spaflare,Lat.expurgare.i leuar lapafìa/p" meta.pernetta»
tanti fono netiicr DthcatibuominiJ.uiuentimdehtie. re.Boc.Spafiandoficonlemani,comepoteuailmegho.
Dihcatiffimi cibi. Le uiuande Ddicatamente fatte. Fri mauera,l4(j>n- nouS,^ uerfti. P e t. Zephiro toma
Terfo, Lat. cr PoUtus, limatut , deterfus. Ttx.Le chiome e’ibeltempo rimena,E i fiori» fherba»tfua dolce fami-
M llhora fi ulte,& fiuraorT erfò bionde T effendo un cer- glia, Et garrir Trogne,à pianger Tilomena,Ei Trrmant
chioaforTerfOf&crtfro.D uti.Etlofcaglionpnmaio, '
bianco, puUto,cfi Terfo .
7»9 Tergere. Lat.per puhre. P t r.O fiamma» rofifrarteiudol
ce falda Di ulna neue in eh'» mifreccb»irtetgo .
Forbito. Lat.nitidus,emuiiilui^eterfui,purgatus, expoli-
tqt. ual netto. P E T. Ch'oro Forbito ir perle Era quel dì
a uederle. BoC.lefoAiiTi frade Lat. leuigate. Ter-
cioch'tgUnonìaltunofiForbito ,alqualeio nonardfea
di dire»» che bifigna i.tniuato à di grande afrare. S am.
Tutte ornate di Forbito piombo Jpuhto.
ra candida et uermigha : Ridono i prati»' l del fi rafSere-
naiCuue 1 allegra di mirar fina figha; V aria jf acqua» la
terra ìSamor piena ; Ogni arnmal Warner fi ncoufiglia,
Trimaucra per me pur nò i mai. Cofit refi et mole Ha Tri
mauera »'l uemo ha neue»t ghiaccio. Boc. Qjiafi nel
principio della Tnmauera . Et nella Tnmauera i fiori
ue uerdi prati , T(e//4 franata nona Trimauera In loco
frefìo d ber bette, e à fiorirla folti rami chiufo pofio m’e»
ra Ad afcoltare 1 luti»! uaghi amori. A u . uecLf IndÀoue
fono molli belUffimi éfeorp. utu.Tu mifairamétar.doue
^qual
Mercnrìo ' CI'
&fiial erd Trefarpuu lul tempo j theferéette L* mt-
Iciitp'elU ’Pnmtkera T, L'aoao rueut, tir l» tcrrtt
rumerde,SurgoK i fior éefbcrbe^ognt arborrtJe,£’ »/«*
mo iCJt iteblutitl iicraofi di^rde ; òmma Zephiror& Bo-
rea pm naa /Iride, I eoUi il Sol fotHemente fcalda , Et /la-
da {i-gion piaa pian dioide .Ari. MapoUbe'l Sol
neCanimal di/crcto, Cbc portò Tbriga^nmutòla/pera,
j . . £/ Zephiro tomi fòaiic, & Urto A runtnar la dolce Tri
matterà t. tonando il Sole entra ut Ariete nel tnrfe di Mar
Xfloredt ad Aru.te.Dch torna a me mio Sol^orna &nme
M lA defiata doUe Trunauera , Sgombra i ghiacci , e
le neni,e raficreua La meni e mia fi nubtlofa,e nera.
Ajlrico. Lat. tolto da Greci, i luogo aperto, & e^ilo al jb-
le,& fen^ freddo, dr ambo per Uiogonago,^' élette*
noie. P it.Eteofina/lendctmno m luogo Aprico, tdeSi
alto. Et con uot jentprt in quella yaUe Apnca.yalU chiù
fe,aUicoiti, & piagge Apruhe. Ani. A cacciar i'om^
hre,efarU cima Aprica .
t.cfuinotio,& £qutaotiio,cioiifuando è uguale il di ; Lat.
AequtnoOium. P i X. Era ne la Stagton, ebeV EquutotlO
Fa umcitor ilgiomo,e Tregue rtedej. neUafrimautra .
M E R C y B. I Q.
I Ercurio. Lat.Mercnriiafroduceglieffèt-
I II , non Jtcondu la fua ai/iuenga , ma jécondo
I queiladel Ttaneta/t cui i congtunio. Mafie,
inamente dijpone ,etfaiUttagb buomtm alla
1 irttbmetua,iS' al conto de numeri, dr però
cdttto Dio ae mercatanti , & quando i bene collocato in-
duce aperti oracoU , ^ mantfeda-indiumatione, (Se tan-
ta eloquemta nel perfuadere dr difuadere , in commonere
dr acquetare gU ammi noHn,the induce l buomo a qua-
lunque copigùpiacei TerchegUdannoinmam) la uerga;
ma auiluppau in due fnrpentiA dinotare, dte [ ornato del
parlare nani /ufficiente a far uera eloqumga,.Jin(muii
aggfuta jomnta ptruàfmjbqualeifignffieata pel Serped
te,iuduudottrìna,memona, htfld)rte,afirot»gia, acumi
d/aigegiio,dredultti,heUex^, cupidità d'imperto,lpecuLt
mone di cofe ofam^Ma feitnmal Ut^ofidìtee fimi, fra»
deJ)ugie,te/hnioniangefaIfeaierfutia, & taUdttà. È ra-
étuatte fuoti de raggi del fole, dr per quello rade uoUe fi
bedt,etperefereaque/loaffuefaidi, mn teme-la combu-
fitonc tanto,quamo gb altri pianetitet per quefio/ìngouo,
ahpprn fi eap^h incapo, ne inat fi decolla pm chetrtn
E L ’ a
Mercurio '
y?
ornato , di’ peri i detto Dio della Eloqnemra , Facondia,
£Ugantia,Trndentia,A/iutìa,Arte,Maluia,Sagaeuà,’
Accorganento/:autelafibermineUe,drde Funi,Kapi-
ne,Ruberie,Trede,Tellegmuggi , Amba filane ,dsr della
Geometria AflroUgia,Geomanna, irrefagio, "Klegromà
tutine magaJncanti,Augnnt,Atfipicn. TronoHuhi,
di delia Tutnra,Stoltkra,dr degU Oratori, de Truden.
ttrA/luti,Stgaci,Satcemi,ScaUrui.Trmcatii Forbiti , /.
dona,Aicorti,Aui/li^auti,tngcmofi,lndulìrioftjAdri,
Fun,Falftficatort,Affit/Jini,Malandruti,ScheTam,Maf-
nadien,Corfari,'Ptratt,Mercatantt,Tligoaaton, Cornea
n,M efiaggi Mefiaggieri, Metfi,TeUrgrint, A mba filato
n, Secretari.di de Mathematia, Arfimetia, Geometri,
AHrologbt,Indouim,Trefagbi,Gcomanti, Magici, 7{e‘
gromami,lncantaton , Auguri, di de Sera tori. Tutori,
Uimatoriddicanuton,Ofejict^cuUoti, Maefin d'opere,
& degù Honejìi,ModeiU,y ergrgnofi; Taajià, Tiacidt,
SiuUti,Amoreuok,SeTuuiab,ty della Induilna, Fatica,
]^dercttto,Sudore . I uerbifono; Auedcreprauedere,dtue-
dere Addate, feorgere ,fialtnre , furare, rapire, carpire,
inuolare, rubare, faccbeggiare,mercantare,mercare, pat
Ftgiure,pattouire,ciucmrefromettcre,impegnareanar
rare,accuare,ficurare,prevcAre,appritjare,acquijìa~
Te,racquiSìaTejr‘/iorarcAÌcourarejn^iarmare,approdA
reAuant.ggiareAUangare , ctuangarepueritare, perdo,
re, fmamreyion^rareatendcrepialère /nomare, coflare,
: nfiuotere,nfiattare, /fendere, pagare, appagare, fodisfa
re, fdebitare,contemareànfaoèndare,deÌKreaircntre, tir
tondare/erchiare, f quadrare AUgnrarepudoumare, mti
UreArnmabare, affatnrareAfatare, f ninere, tfirinere,
defcnuereAtnonfirinere,prelcrineTeAergareAomere,dà
uare/fi dipcnnare^ingeire,dipingere, figurare, dijcgna-
re,ptneUcggiareAidorireab(colorare, trafiolorarediiait-
tbeggiare/mbtancare, inalbare, annerare piffiufiare, at-
tmareÀmbrumre,rofieggijreArrqfiaTeArridiinare, im.
gtre /magare, difmagare/ffigiareànta^areAmmaeflr*
reJifiignare/noSirare/bchta rare, importare, corregge-
re/tprendere/ipigliare, ammonire, fcorgtre,furare,^a-
fbgare/mparareApprendere/mprendere ,fabricare, fi-
mare ,f chiodare, cribrare, operare, adoperare, Inuorore,-
esercitare, fare,TÌfare/enere, nrneére, faticare , aoeo-
fciare,fudare,D A u.dtiuiparlandodice. SicheGioue,
Mercurio, di Marte a nominar tra fiorfe. Atti. ■ Chi
mai d'alto cader [argemomde; Che gli AlcbàuHU beai
Hercunodetto.MercoldÌAediaitempoatii.
tag.adi ,che fono loffiattodt un jigno .Fa ilcirfofuom Eloq\xentiz.lat.Eloqueittia,Eloquium,Elocutio,Facun- jjj
treaiuo trcniaotto giorni, nefia in un ftgnopiuche gior dia,Dicendi uii . Copia,Ari, Facultat,ybertas^bene
m ucnt’otte, ir bore fa, fecondo die nferficr Al/ragano ' ac reSe eloqucndifiientia. P E T. Etl'Éloquentia fuauir
a/lrologo il pm bafio della jfera.Mercuno eptupre/fo alla tu qui moBn; D'alta Eloquemia fi foaui ^mt. Male uo
terradcgcntoolio miglia, dimigliaetcinquecemoqua- fireEi.o<i_yf»ritetuofiriiugegmJutlparlarcbenul-
rama due miglia. Et U piualtoimquecento quaranta due loftiieagguagba ,
nùgàa di migba, ey’ fittecento cinquanta miglia. Il fuo Ontori,cr Elaquetai celebrati da »oflriToeti.AUAiadr,
metalhi lo argento muo. De gli ammali fé gU deéca il Amo»ie,&CrajfoCaluo. Catone Cenlorino.Cbnfippo a
Gillo , dr il falcone . di’ gb Egitti lo figurarono per lo 198. Cicerone Comeba mogbe di Gracco,CurtoneJ)emi
tane ,ferlafna uigtlamia . fihene,Efibmo,Galba,Hotnen,Honenfio,Marco Tntbo.
yAactKio figlinolo di Gune,di-dì Maia,dr<tmbafiutore TtfifiratoAthemeJea 6c.ToUion,Qiimlibunofioeratei
dtefio Olone. Lat. Mcrcnrms,Ftaiagenitrtx,Cjllenia prò 10^. Tiberio, yjrronr,Xenofimtepbilo/ipboa iod.
let ,Teniatet ,CyIlenmt, Author Cytbara,Atlanttdet, kKtotào,drCrafiofommiOratonnetcmpidi Mario, ^
Deus Arcadut,CadncifeT,TÌeiade natni, Ttgeei alitimi, Hortenfto etceUemi Oratori nel mede fimo tempo di Mar
HtrmeLfu pniqo innentore della Lira,dS'icibH parlart co TttUio , (!r dopo lui il primo di tutti g6 altri ,'Galba
. "K. "i
Mercurio
C laE iL O
Mercurio '
tbiiripimo Ormrcnetmft di Catone^ Cabttjl qualr
'neit'cta di Tullio commfiòafiorirntU'orieMt,&iniuia^
tempo morbo ToUme affai chiaro per fe^a piu
per (amiiitia A Cejare MuguHoi il ijuale afcjèm lan~
taalteKamoualeraafteju Calao, dequali parlandoli
nollro Per. me.Toi Crajfo,Antoitto,Honer^io,CaSbac
Ó* Calao con Tollion ihe'a tal faperbia filfc. Che coatr/t
qui l d'yirpino (i.Cii erone) armar le Imgae , £ l duo ter
candofame iniLgne,& faiji .
7J4 Alcibiade nobilifionoiiitadino<f,Aihette, & come Unge-
gnu .tir d'eloquentiJ pii no &' di dottrina acfi di fi/rtifimo
corpo tir d‘altu animo ornatoci quale con la cloquentia et
con la gratta delluoajpettouolje tir riuolfe ^t bene fi fpef
Jòyioiiic gli piacque fiiouendo la cantra altrui, tir hot ab
trai cantra let,tir però dice ilnojlro P m.^Aliibutdeihe
fi jpefio ^tbene Come fu fico piacer uolfe tir riuolfiCoil
doUe lingua tir con fronte ferina ,
Caluo oratore, aedi di [opra ad ^Antonio tj Craflo .
Catone Cenfortno, ucdi a 46^. al luogo fico.
Cicercne, cto^ Mano Tullio Ci, crone,come firiueTlutar-
< 0 fu d 'Arpino figUaolo d'un T alito éfcefo per antica ori
gme daTulìtUc de y olfit , tir Olbia jua diletta donna ,il
quale mfinu dalla fua tenera età dandofi alftudio, dtuen-
ue in tal g 'oria, ebe meritamente confrgui la palma della
tloqut mia.ln Albene fotta piu precettori 1 mparò lettere
greihe; inJt dapoi pcruenuto a Bliodi a perf'uafionidi Aa
f oliamo Tbilojapboi&oratoregreco , declamò mbngua
grecaqierla qual lofa da tut tigli auditori.tir da efròA-
foUonio fu fornmamente laudato FuCiierontachademi-,
ce,la CUI fetta era ninna cofa affermare, ma ad bhitum dif
fendere egm contraria parte. iinfiemolte,& quafit mfim
te fc aieniie morah nelle opere fue. In Romad’una in altra
dignitate aftendendo giuiffè al Confòlato,tir meritò effera
chiamato da Catone padre della patria, & haueado il ga
Memo di Cilicia ,fn chiamato Imperatore dallo efieteito .
Si che parca delle cofr.che lui egregiamente baueua fatto
douefia caiffogutre qualche trtompho , onde pateadalui,
tra cidoroèlhe parte di paté, odi battagUa fama otteuneu
to gfutiamtte locarfiima àbaoeddi ingegno ofearò in Itti
<lgm aierc[ffiendore;ambor chofeffe ihiarffiima perii
TinlolÌ!hi,& altt feattmenttiti^-che foffe uno de primi
lumi dtllà iinguaiatina . Mori fit'l lito dei mare apprefìo
ad Affare, occifo da militt di M. Antonia condutnda un
TotupilioJi quale già Cicerone per la aita in gmdicio dife
fe. onde dite li Tt r. JCine/l'iquriMarcoTuUio,inaiifi
. ». moftra Chiaro, quani' ha Uoquentta,tiir fruii, fiori Que-
iii jingù.oecbi della lingua noHta.tir alinme; tir uno al
tut paffar l herba fioriuaa. CU erone .
Comalii. figUuoUdiScipuaeApbricaaomaggiort,et me
gite di Graceoalotpu dt pmdeirtia,&.dammo unle,eper
quello tanto amata dal marito,cheef}cndo apparito in u
fa duifd*peutn Ifr per rdfienfo degli tgdouim era necrjia
no che uno fi ne uectdrffe, & ucctdeudafi il ma fi bto, mo-
rirebbe draeco, & uccidi ndofilafemma, morrebbe Cor.
ndia i yeljiCraccocibe fi uicidefie dmafcbiOfftimando,
che alle fua famiglia fofiepm unte la aita di lei,chclafna.
Fu eloqmuifiima, tr tu forma erudì Tibeno Gracco,tir
Caio Crofco fini figliuoli , che uhi fono tutti gli altri ora-
tori di quella età, v domaudala akuua molta da altre fe
intnej.he ffimofirafit le fut gioie, mfirauagUi figtimt,
liomalidiegmcofliime ,&deloqiienzd.eyqnefU dhù
ua effer le fue gaie . poi che rimaji mdeua ,fu chiefia dt
Site da molti principi, tir He, ma effe fempre jeruò ca-
rne uidutlà. D A K.f'idi lucrem, lulia, MartiactiT
Corneiia: Qiial hur faria Cmc mnato,tfr Cornelia . la hiflo
ria dt Gracco, cioè di Tuo Sempronio Gracco manto di ef-,
fit Cornelta,ucé a4.i1.al Inogo fuo .
Curio ne Romano oruore motto eloquente , del quale feri- • j »
ueCicerone. Fu inquieto, &fatuofo, tir motto fauor) le
parli di Cefiire nelle guerre ciuiti contro a T‘ompeo,tir ri-
duccadu già Ce fare l'eficrcuo di Gallk a Roma ,fi fermi
ad A rpim , perche fecondo le leggi non potea poffare coM
tefiercitoil Subitone fiume . Venne Cunone da Koma,ii \
quale alibora era tribuno della plebe, & in forma comm
moffe con fuaetoquentia Cefitreicbedoue era anibora
dubbiofofepapaffconò ,diliherò é paffare debitamen-
te adunque effeudo Canone grande cagione delle ciuib dtf
fcnfioni,majiimeperla fua eloquenza. Dan. lo pone
nell’ Inferno fetrga lingua, doue dice. 0 quanto mi parena 1
sbigottito Con la lingua tagluta ne la flnrt^ Curto^b'a.
dteer fu cofi ardito. i
Demollhcne^^/ino/o S Demoflhene detto Macropioper-
chelauoraua coltelli; la madre fu figliuola dfun Ctlonejtt
duna femina barbara;Fu di tanta eloqui tttiJ,thc in tuttq_
Grecia era tenutoti primo, fi come appo Cicerone, Quimi . j
liano,tir Bfchine fi Ugge diedi dt folto ad Efebinc.
ElUiine Atbemefe oratore dopo DemoSibene il primo de •
Crea, ben cb'altn dicano Démodé ; qnamo fofie tardilo
di lui nel dire ,chc tuonando , tir balenando fi [acca fin- J
tire : tonciofia cofa ,cbeaccnfando Efcbme Ai%tphiim„
Demofibene il difefttalmentedbe ne fu Jùperuirc,oudetu
gli fdegnofofe n'aadò a Rbodo , onde a preghi del popola
quella or alme di DemoHhene, per Ut quale era fiato un»
to nettando , con molta marauiglia di tutti gli auditori,
non pati tacere , ebe non dieefie , Horebe dtrejh, fe udtt*
thaueHe quando egli fieffo la dùeua,onde il aoBro Prrv
éee. Dopo nenia Demofibene cbefiion E' di fferatno»
homai del pomo Ulto ’Hon ben contento de feeoadibouo-
ri Vn gran folgpr parea mito difnoco, Efcbine'l dica p
cbe‘1 pnole fenttre Qjundo pr^'l fiio oro» pa me giara
co. Lat. Aefcbinet .
Galba> chiarifiimo oratore,ne tempi di Catone diedi ad Am
conio dt l'opra. P IT. Voi Crafio,AmoatoMortenfio, Gaà
ha, & Caino.
Homero , piiacipe della greca tloquenxf, aedi a poeti fottm
di Apollo ayi, .1
Hom nfiojtrdi di fòpra ad Antonio tir Craffò .
lAucoTailio Cicerone,atdtdifbpraaCkerone.
Marco Varronedudi di fiato a Varrone .
Toì\ioae.Lat.Afimat Tallio Jìjiàto foffèUgran prtflàtia qjg
di A finto TolUone/ió pnre fi comprendeper Ut fua gride
opinione appreffo di Ottautano,ma per te parole fcruttda
Muint Ulano nei decimo de mflirnttoae oratoria. Coftai a-
danqae, fi per la fan dottrina, fi etiandioper Ut potentia ,
quale haaeaa prefio di Augufto gli pareaa ifflai dimoiai
re della fiiaji quella di Cuerone non ìabbafiaua, onde t» '
fiemecon Calao cominciò ad infejitare Cicerone annido
cantra dtlui leloroUngne, tir pia ept fiale gli fcrifftrotm-
ponendogU graHé&grmétfianemfaaàe,tSraccaftaaala
ftriaatdia,tirdkeaa»iilparlaTdtlMÌe^e feitKanerai,
fewA
Mercurio
CIELO
Mcrciuìo
M Huggtonetale tmifiderando^n che modo un'huomo ocm
CKfuto, & traiug 'latodelCintellrUo miorm) alla cara fa
migliarti iuimcrofafjna( Ita patite contmoHe faceti,
de del paUz^ ,aeUeqHait tutto Jì fi uede occupatifitmo,
babbi tatuo potuto rej^irare , che non jòlamente habbta
copofìoatia pure potuto onaginare fi aUift profondi con,
tetti; tà" perche lau certo,che le opere jue lo faranno afiai
piu noto di quello, chtnclU mia lingua, nella mia pernia,
ne dC altri fare lo potnano, per bora non mi efienderò pm
olirà in dir é lui. A r i.IlibefordtTiberh imperatore.
T^pttfartajlaloa taule^cfealfcgno.
quenza , & la fòmmauirtù fua . l'enne a Roma al tempo T ullio.cio^ Marco T ullto Luerone,ueM à fopra ad efio Ci-
di Calba , doue pubbeantente conduteo lejie , & tnfegnà cerone .
Rbetorica ; ferijìe anchora ptu notabili detti, come fi Ug- Varrone. MarcoTeréiio rarrone nobili finto cittadino Ro 7 j 2
genefuot lthri.Mori di naturai morte nel primo lemo.on~ mano, nacque nella Olmpude cxl ri. fu dotlifiimo di tutti
~ ■ -■ iRomam,et il primo jralctuton della lmqualatina;Toe
feetx.n lemhi,^ fenxaforzaàlebe fi ptto leggere nel dialo-
go,che nefcnjie CornehoTactto nel libro de darti orato-
nbus . & però non finz,a ragione fu pollo dal tufi ro P i T.
con gh altri or atonjloue dice. Vot CraJSoMntomo,Hor-
tettlio,Galba,& Calao, Con Tolhon;Che'n tal j'uperbta fiU
fé,Che cantra quelddMrpmo armar le Imgne. £ 1 duo ter
taodofame indegne, &falfi .
Q«inciljano,#ra/ore/i< Spagnuolo , iniègnò Rbctorica . fn
prelianliffimo et degao,compr fc U libro de mjlituuone O-
ratona; Cr il libro delle cauje, onero dedamaiiout,doue fi
può chiara mente co*ofcere,la dottrina, [ ingegno, la elo-
deilPtr. Quintiliam>,Seneca,&Tlnttrio.
qf-j Tiberio Gracco,&GaioCraceo fratelli, & figliuoli di Ti-
to Sempromo Graceo,CTdi Corneba figlia dio cipione -4-
fneauo ambedu» eloqmmifiimi,& ammirabibperla ju*
facondia a tutta Roma, & tanto pm ,che’l maeiiro di fi
rara ehquenzA gb era Hata foto Cotnelu fua madre, la-
quale,& dt dolcezza di parlare, & di pmdenga,Cr diho-
nejh co fiumi, fupcrò non falam. tue le matrone Romane;
ma di qualunque altro legntgg!0,che da fcrutore alcuno
ne ftfir fatta mentume;come ad e fa Corneba,& a Crae-
ca a I luoghi loro habbiamo fermo . fìjufit duo fratelli-,
lofi ben dolali da cieb di fi raraeloquenxa,bebbero non-
dimeno il [ho ricompctfo di uitii , però che furono frduioc
fifiimi , perche furono nel fenato dal popolo Romano mal
menati,& alla fine nccifi. Fu altresì queflo nome tUuftra
to da Tiberio Cefare -dugudio ImperadortRonutno,ee»
ìehrato da tutti per giufio,rr dt rare uirtuti dotalo, Joitò
delquale fufiorentùfimo ,& giufio C Imperio Romano,
quanto mai fojie fatto altro JmptraJore, & tanto puefa
fdltait, chenegli annidai fuo impero paà tacerbifima
morte della croce il Sabutore,tìr Redentore della hunu-
na natura le fu Chrifio benedetto; della ulta delquale Im-
per adora non mieflendt ri piu oltre per e fiere copiafitmem
ff fiata narrataedr tjpofla da molti fenttori. Qjtefio no-
me ne tempi nofin ha noueUamente dlufiratù il mio moU
to cartfitmo,f^honoratocume padre ,mefiere Tiberio
tleaana Dottor Legifia da Fdine,H uomo nella fùa pa-
tria notisfimo.& in fcicntia legale,ct neW arte delteloqi^
xa,C candidezxa iT animo reputato da tutti ifuoi patrio
ta , er Tbilajòpbo preflamifjimo , itquaie molli dota non
dubitarono equiperare ad Mrillotele-fcrifie xbJibro i an.
tiquiti,& quefii dtmfe in cofe humane,e diurne ,et le ope-,
re fue furono piene étgmfcientiaiet il nofiro Tetrarca il
pone per la tergo, pero che il primo fu Marco Tullio Ci-
cerone,il fecondo yirgibo,perquello,cbe Tullio ifiefio,ne
pndicò udendo recitare alcum uerfi di lui, pieno di mara-
Mgbt,difle,Magna fei altera Roma, come s’egbfofie la
pnma,& Fcrgibo la fecondUjet il tergo lume Marce l'or
rane per tante afe, che cgb latinamente ferifie,onde fi dif.
fe.DoStfitmns undecunque yarro ; &■ Romanorum doBif
fimui.Mori dt cid afai necchio.Ond’il P tTjfìju uié no,
ftra g-.-nte hauerper ducef'arronel tergo gran lume Ro
mano, che quant'd miro piu,tanlo piu luce . Tutti fon qui
prgumbdei di l'atro; cioè quanti ne fenfe Marca yar-
rone , il quale ne fece nn'opera , ben che non fia nenuta a
tempi nofi ri, pur fi troua alata ptu uoltt da fanto Mugu,
fimojCr da Lattautio,& da altri famofi fcrittori,c^idel
nome genttle,comedelthrifiuno. <!r D a n. Dimmi,do-
ui Terentio nofiro amico, Ceedio, Tiauto , & yarro. Fu
nn'aUro Vasto Coetaneo di yirgibo , delqnale egb nella
Bueobea honoratamente ftnue. Tfam ncque adhuc yara
uidar ncque dicerc Cinna Dtgna : fid argutos infterpert
anftr alorrs . Mlqual infume con T ucca, Ott amano dopa
la morte di V 1 u. dette ad emendar f Enrida . Laquale
V ■ t.peruenuio alla morte la friòimper fetta tdrquefla
iaftià m tejiamento ches'ardefje ; Ma non fòfiewu Otta-
uiano,cbe tbanore della bugna latina fiffegnefie .
Il tra qucUnbe mentano i pnmi bollori ,& memoria eter Afturia. lai. Hic aflus,aBHS,aiiui,callidttai,caMÌlln/ubti
na.ìlquale non Contento Alfiere fabto a primi gradi di
gloria nella fua patria, ha uobuo anchora di nuouo dar
faggio delle uirtu fue in queSia tncbta,e2r glariojà cuti di
ymegu^llaquai' m pochi mefi fi ha fatto conofcere,per
tale,quaie la Tatna fua lo elimaua,intàto thè bora uie
ne fra I pnnapab Mnocali facondiifimt celebrato,ccme
litasJlropba,cunOaiio fiuhdolajergmerfatio, fraudolcn-
tia, fallacia. B o c. Mfiutia Mmorojà. -diluii Giouani.
Mfiutiffimo Huomo . Et bene Mfiuiamente tutta fece . .
San. 'Ninno fumai dt tanta Miìutia dalla natura do-
tatOydquale. A r i. £l figuttò La fua querela cofi
^ ^ Mfiutamente.
ne può rendere filo lefimonto tutta la cttlà , & fetml- Aftio. Lai. afiut,afiu,calliditasaiaframentttm/iolusfrauf, . 7 j 9
minte tdoiti,tf^letteratiaqiiab concorrono alle fue orna- deceptie techna.Hol aflutia. D a k.Ei C anima dtuifa dal .
tffime renghe. Ma qutfio andror che gri cofapataamol corpo fuo per Miìio,^ per inueggia i.perafiutia,mmal4
ti,& quafi miracolofi i però leggiera rifettuade granU, partepnò,cioè per inganuo,tj- per innuba .
t^artificiofe opere, che cgbhanell'animo fuo conceputo, Vrudi-ntia^edi iotto Mineruaa 184.
et che(fe lidio g'iprefia ulta) è per dare a tempo in luce; Arte. Ut. ari,pruJentiaJiubiflriaytnificium,cnnaatio,&
quaboUra tbefnrleingeuiofefue inuentioni , CToo» mai per Cafiutia,prudentta,o indufiria.PBt.Cbe con arte M-
pmtrouatiotdim faranno uttbfiime a tutu gb fiudiofidi niballe a bad.i tenne. Boc.Mrtey fata, Marauigtiofà,
malte feuntu Jermdernniio ammirabile al mendo,etiau f)ccuka,kferta.SpefieuekeaMÌene,tbctArtedafiA.Ttt,
t TtC*
I
Mercurio
e I
èfcberniti. Lat. ars dcludàiir arte . mura imlpem uuU-
fiiumtiim , dolut dolo lompmpttur . Quiuifi uuolt ufart
un poco d’^rie.El con fue^rtifece un bel giarda» jdefi
negromantie . Il quale per ^rte di negromimia proferU
uadt farlo,!) a k, Qja fuormicn ufarun pocoa,ATte,
Tratto l'ho qù con ingigno,tjr con Urte. La gente con in
gegno,^ ,Arte acqniita. Onde ; che fui accorto difu’Ur
te. &per [,Arte mannare jea aiojj,
Aduti , ^ Ittgeniafi celebrati da mSìrt Toetijìedalofiio^
mede, .
74» DcdalOi/ii padre di Icaro, delqnale farebbe troppoprobflo
narrare ogm hiflorta,pnr non taceremo, che non potendo
altrimenti fuggir di Creta , efiendo egli di fomma Indu-
flru,&,Ane m molttfiime cojèjdbnci atiafe& al fi~
tlÌMolo:ammonendo,che non troppo alto uolajfe, ne troppo
M/io, perche nelle fupernn pa rtt il caldo flruggerebhe la
cera , che teneua le penne , C nelle infinon I humidità
taggrauerebbe troppo. Colarono adunque ambeduo falui
iùjino che'l figlinolo teme dietro al padre, ma dopo alqui
to Ipatio ftimolato Icaro da troppa cupidit.ì del uolare in
alto,diueme immobile a fa luti feri pneghi del padre, fall
tome aquila tant'alto, che liquefatta la etra che tenta le
penne rimafè fendali , cr cadde in quel mare, il quale dal
Jùonomefu poinominatolcaro.^ peròdiceD AU.Mag
gior paura non credo che fujfe Quando Theionte abban-
donò gli frem,'He quando Icaro mifero le reni Semi fpen-
uar per la fcaldata Cera Gridando' l padre a lui mala ma
tieni QjitHo Dedalo fu,chefabriiò la uacca di Tafiphe,
medume laquale fi congiunfe col Toro .fabricò ambo il
Labirinto douefu poHo dentro il kiinotauro . uedi ad efio
Mmotauroa Aki.O fiupenda opra; 0 Dedalo
architetto, Qualfabrica tra noi le rafiimiglia (
Penilo . tofluifeceilToro di RameaThalan Re di ,/fgri^
to cmdehpimo per cruaarut dentro gli buomini,c’hjui^
ro ad efier ncafipergiuHmai ataa che quello che dentro
HI fojfe, effóndo d Toro affocato màdaffe fuori borribili no-
d,CT egli fu il primo che lo prouòjnedi a Thalarisa 554.
741 yfiffc.Lat.ylifjes,Laeriiades,e!r proles Laertii figUo di La-
erte, &Rr<t Itbaca fu prudentijiimor& ailutofopra 0*
gm altroiper fùa opera fi troni Jichilte, & behbero i Gre
a le faette di Thdoctete , lUbefn fammo heneficioa Gre-i
ci,perchendpotea fecondo i fati efiereprefa Troia ftirgd
queHe jàette^ finga uno della ffirpe di Baco ; dtlquaie
funepote odchille.Terfuaopera fu deUmtto il fepolcro
di Laomrdonte ; fu uccifo Rhtfò ; fu furato il paltado , tj"
ueHito da medeo entrò in Troia non ctnolciulo,gpfpiò c»
ebe’n T roia fi faceua, biche Uelena lo conofcefSe. Tercbe
dmoflra Homero;che pm ualfe in efjmgnare l’afiutia ty.
Lfiejche la forga tf Achille, perche ^fie uolte il chiama
na nella fua Iliade Tiolyportbon^ioimncitorejtrpiu to»
fio deftruttore di città fiuero Tolytropos,cbe figmfua buo
modi uarie genti cogmtorfy&adotcbille in neffun luogo
éttnbuifee tal r»me.Dopo t aqui fio di Troia finge Home-
rOfChe egli trafiorfe dieci anm per moki mari , «Jr arriui
a Ciconi,a Lotophagi,a Toltpbemo,(!r ad Eolo Re de uen-
ti)t quale gii donò ulripiem defuen uentiretgia lappref-
faua atta poma fua.Ma i compagni fttmandoft, che negli
uni bauuti da Molofuffe oro,gll aperfero;oade 1 uhi ufei
do fuori con empito concitarono tama tempefta m mare,
fbe yiffia di nnouofarfit^amui aie Ifotaé Ceree Ja~
E . L O Mrrcutio
fKsif mutano gb buomini in norie forme, &gia haneàx
mutati alcuni de fuoi compagni ; Ma egli hi hbe da Men-
omo tal beuanda,ibe poti andar fteun a Circe, cr da lei
impetrò,chen'óptgm ruorrufftro buommi.Gennòé Cir
ce un figliuolo ihiaoiaio Telegano. Dipoi in una notte no»
uigù nel mare OceanoOr fatti ccnifacnficie^fufiaUTn
femo.Indi tornò a Circe, LnpoinauigòaltcSirine.papif
mezzo di Cartbdi^t di Stilla, et perche haucua predaiigli •
armentidel Sole,ruppemmarc,&coni‘albttoJella runa
henne a Calipfo nimplia ncU'Jlola Ogigia,et dopo fette au
ni da là partendo^ mono ruppe in mare, ma con Camiu
éLeucothe nimpha marma mire di arriuòad oleine*
Re de Tbeaci , dr da Mineruafu condotto ad Mirethe m»
glie àoilcmoo , dalia quale hebbt molti doni, Etaddor.
mentalo fu mepo in naue,tìr finabntniejudutto in patria,
M atutiaqueflai fintione <f Homerojl quale mente altro
per quello imofha/e non come Chuonto trafeomndo per
molti uilif,& dipoi purgando, fe narriua al fommo bene,
Ilcheimiliyirgilio nelli lihn deU' Eneide, & Dante m
quelli tre canti ,cbereguito yirgiho, e là doue lo pone Dan
te tormentalo con Diomede per quelle fraudi , cbe'nfieme
commeffero,pnma ebebauendo Telhii occultato ,4chil-
le neir tfòla di Sciro con le figliuole di Licomede Re con ue
flefemmitiyin forma che non fi lonofccua.&cercandoloi •
Greci per menarlo allo acqutHo é Troia, yhpe,& Dio»
mede con loroalìutia to conobbero, 0- lòJufionlo a Tro-
ia,doue ne fu ucafò da Tani.Dapoi con grande afluna en
trarono di notte, &toifirodà Tempio di Minerua la fia»
tua diquella Deajaqualeera detta Valìadm, fraga laqua
le i Greà non poteano hauer T rota.^ ultimamenie ordi-
narono il eauatio pieno di huomim armaii,cou tanta fra»
dejche i T roiam lo mijiro demro alta ctii.i,& accio che ut
potrfie entrare, ruppono una porta, effr il fepoUro di Lao.
medome ch'era jbpra la porta joue furono ingannati i Tr»
iam. pero dite D a u.Rifpolinu;là entro fi marttra y-
Uffe,ir Biomede;0’ top mficme M la ueniU tta corro» c»
m'a eira: Et ditro da lor fiamma fi geme L'aguato del ea
ual-,che fela porta , Oiut ufii de Romani il gentil fhne .
P t j.yidi color ch'andaro al regno frigio Hercole,Enea,
ThefeOjtS- ylipe Ter lafaar qui di fama tal uehigio.jt-
duUe,yliffe,eìr gli altri Semidà. Qjiel fi penjòfbi yUfie
afibd ombra . Tfelaliro Miacejìiomede, & yliffe.Cha
defiò del mando ueder troppo. Qjieflo cantò gU errori,
le fatiche Delfigliuoldi Laerte,&dela Diua.uediaCir-
cea79q.t!ra Diomede a qéS.
Malitia. Lat.cabditai,argutia^framentù/iequ'itiafnaìi- 74*
gnttas,maUficentiajul triHuia,et alcuna uolta ingegno,
oafrutia dinota. Lat.dolus,frauifreceptio.P e j.Coialba
quefia Maiala ritned» , Come d'afte fi trabe chiodo con
chiodo. B o c.Maluia Sottile, 'ìifioua. La tù malitia bm
gp lépofojtfne la potentta, e lo fiato dimeffir Mufiiatto,
Ma\KÌofo.Lat.aftutnt,calidHS,uafer,fallax,cautus,fkbdo-
lui, peUaxficutt diBus fua ytyffeta yirgibo, malefiius,
mabgnuijial pien di malitia. B o c. Cofim, cbeMabt»-
frera EraMalmofrito.EranoMabtiofu
Chertninelle, /oM malate, tnftaie,ghiotlonerie inganni,
& opere fceleratr. Lai. frauda, doU Boc-Tercbeai-
corgendofi quiuile fut Gherminelle non hauer piu biogp.
Chermire.uedia tqj 8.
AccorguncatOjHjj auadimnto, t at.prudmia^agaritat,
ftr^Uatta,
i
Msrcnrìo
C I E L O
Mtrcario
^iteiU mattnu itùriM ct^a trokandofi , di che potere htr~
aorare la [aa domut ,per amordeUatjkale effi già mjiaù
ti huomim hoaorato haneaalfè rauedere. Et quando m (a
rà kecchiaranedendomi , indarno mi dorrò d'baaere la
mugtokanegjf perduta . Rauediti boggimai , & terna
bkoìnoaome ejtere lilem.i.ruonofciti .Ari. Voi fi rane
de, dr pente, & n'ba dilpetto Ma quel ,iheba detto non
può far non detto ,
perl^ieatia,per^cuitas,perjficatitatrammadueTfio,amfi
dcratio,mdiiikm,projpuuntu Per. BeU’auoglieaxit »
,/tciorgimento fare. ho C-Tipn tallendo ,Aecorgimea-
todi maadarla.D a H Mapenhepuoteuefiro^aorgi^
mento Ben penetrare a quejla uentà. Gli ,Accergimeati,
* & le coperti aie Io feppi latte .
Accorto tot . caatai,pradeHS,circanjj>e(Ias,'tatat , proai^
dasjàg IX . aal fama , & auedato. P i t. ^ B o c. „dc~
corto Signore JInoaie,Rjgionare,Pànio yeronefè, a mo~ Oddere . Lat. praaidere , per accorgere , aaedere .Dan.
tir poco ^Accorte. Il perder face ,Accom, ér fiiggio .Fa Ci apparar an ombra, & dietro a noi nenia Da piè guar-
mal^ccorto. Accorti Otcbi,Schermi,\ccoarcEpa dando la turba ebe giace , “He à addemmo dila,]ipar-
role,Braccia, Accort a Mano,Fxaeiìai'Usaa angioiet lo pria .
Ut (opra Cale ,Accorta . Il Saldano , ilqaale ,AccortiiJimo Diueaere, per aaedere jtìr tonofeere. P E T. Ter darmi a di-
ara .D a v.UcartoMaeflrofl>i^o.Ond io fai ,Accor~ aederch’aifaodeJlinoMalchi contraila,drmalcbi ft :
todifa'arte. Trincipe glonofo efiere ^Accorto. T dato mi naf tonde .
faraerSabiù,&.Auora.L' emme che fi farò me -de- Dilkueduto. Lat.iacaatus,imparatai . aalinadaertente.
torte, finoa far -Accorte Le gambe tue alle giolirt del Bo cLafiia hormat le foperdneaedtoffefi, a- perdonati
toppo . Comeperfona -Accorta . Del mar fi fa la doloropt Di faaedato fallo alla innocente gioaane. T h. Riprendono
-Accorta - i Diftaeduti difetti in altrui . Difauedalamente Cera acce
Accorgere. Lat. cognitiojprouidemia,prof^cientia. P i t. /ò tmore.ijnadaertentemcnte .
Delmanifefto -Aicorgtrdtìlegenti.-AUbor,qaan£iodel Scotto. Lat.pmdem,caatasyafiutas,iÌTcarfpeCius. aal aut 74;
fuo -Accorger m'accorfi . dato , & accorto . P s T. -Alceo conobbi a dir d amor fi
74; -4ccorgere.Lat.praaidere,cognolcert,projpicere,perlpicere, Scorto . De Caltra-ouem’ancideanchor fiscorta-Contan.
caacre, preoccupare -anticipare, praaenire . P 1 T. 0 non te note fi pietofe,& Scarte. B 1 M. Scorgea fi defiro .
cura,o non ^accorge. "Hon a' accorgete anebor .io fai me Scorgere. Lai. perticare ,&proffiicere, che aal feorgere di
n’accorgo . chi primier l'accorfi . Sluando prtmicr m’ac- lontano ,per accorgere,^ cono fiere, & perfettamente ut
corfi. Mif era; che dourebheefier accorta. (^aaenga mi
pa tardi accorto, ^ioe.aedil’ Indice. X> kk. Sente ne
puoi accorger per gb aolti. Che haom non t'accorge, per-,
che £ intorno juomn nulle tabe . non me n’accorgo . Di aoi
paflor l'accorfi il aangelifla. De qaai ne io, ne'l duca mio.
t ac cor fi. Ben m' accori 10. Comi io di lui m'accorfi.S’accor
fer £ efta innata liberiate .
Auedimento. Latpradentia,animadaerfio, confideratio .
mlaccergfinento . B o c. Urano poter efiere con meno
-Juedtmente .Madaan naturai -Auedimento majfi.Don Sagaciti. Lat.fagacitat-pradentia . B o C. fu commenda
neiluoflro fermo piu che'lnojlro -Auedimento ciba qui. talaSagaàtàdelZima.ConlafuaSagacitdfaggi’lperi
guidati -iaedimerttaSubito,Marauigliojò,h.\faiimnm colo fiprafiante .
riTreftt.O amore cbente,& quali Jono te tue forge , Sigice. Lat. fagax,prouidus, hoc. Sagace -Amante,
cbentegli configli, & chemeglt -dncdimenti . Sagaci Haomtm,Gb Dif Sagacifiimi prouedttori - Saga-
Aueduto. Lat.pradensjcautai, afiutus, circunfiieClus . aal cijiimameme .
accorto, fialtro. B o c. Come mollo -Auedato . La donna Scaltrito . Lat. prudens, cautas,aHatus,circar^5ut. aal
faaui,& Avidvt a. -daidaiedmne. Huomim Avedv auorto,&aaeduto.B oc. Oae aoi mi promettiate fòi
TI , &}aggi . -Aaedutiffimo ereìl gioaane . Il gclofo, a cui pra lauofira grande Scaltrita fede . deridentis . ne te-
molto -duedutamentepareaahauereilficreto detladon- fii aniubi fi legge Callrita , noce però imperfetta, ma
na fintuo . P i t. Mente mia : Totei ben ér ,fe del tutto parlando Bruno conpigliarfigabbo del medico goffo, po-
rri-Aaifta-iaccorta. tèdircofi.
-Auadcre. Lat.animaduertert,prauidereaiccidere,ccgnofce- S caltrire . Lat. aperireMcere-enucleare, inflruere, cautam
rtperfjncere.peraccorgere.P t T.'ìiinperchenoniiia- facete. per accorgerti& aaedere. P e r.L’anamenoce,
neggia.Menamiamorteiih’inonme naueggio.'ldpHme l’altro -Altrui, ch'io non lo fialtro. D an.Diccaa,
n'autdila/iofinonqaandofu’mlor forza. Bo c. dine- guarda, gioui ch'io li fialtro.i.giouitiqaebo cb'iotimo-
fla fera ut ne potrete aaedere .Ch'io non auedendomenei Slro,& tufi gno. è deÙa quarta regola. A % i.llparerdi
ffutai urta aolta nella chiefi£lddio..Aaedendomiciafcn quel Re uò che mi fialtri.
nadtnoi haaere fintimftodidóna. Che fi'l Se di ciò s'aue Forbito. Lat. cautMdngemofatjttrfusaltgant . limatusali 74^
defic. Et fi tu non te n’aucdcfji. Dan. yafieue'l tempo , matus, homo emunCìa narii,pargatis aanbus. aal trinca
cheChuom nons’auede.Machiiaarde,ch’iuiaifuggelii to ,(}rdi grande affare .B o c.Teriioche noni alcuno fi
fi’l gai belli zga.Cbe lofio t'aaedrà della ricolta De la ma Forbito ; alqaale 10 non ardtfea di ère ciò che bifigna. ^
la coltura. Ben tauidef porta, ch'io fiaaa Stupido. qaandoénolapuluojicdiayip. .
744 Rtaedere. Lat.reccgnofcereranimaduertere-uofiere fiipfum. Cautela. Lat. cabditas,aflatia,caatio,pracautio,prcaidem
noi nconofeere fi fiefio,& per accorgere, B OC, Ma. Ita ,feeuritat . aal auedimento , adlutia. B o c. Cautela
dere,efi alcuna uolta ual conducere altrui con ddigenzA »
come al fito luogo a 4 1 4.P e t. Douh feorfi Molti di quei
che lega r aidi amore. Com'io mi aolfi ; il buon Toro hebu
bi fior IO. M erario miraua,fubitohebbi Scorto. QjulTU
roo yeronefefuouiciHO. Boc. Ifimplicifuron di aò Scor
ti,& non curanti. Et quiai finta faueUare in ffiifa che
fiorger fi potefie U noce . La dorma banca fiotto Alefiam
dro.uedia ii(i.Be m. Tig Stella feorgono ne cot'al-
cuna.-As.
Mercurio C I E
Setreta,Moba,CoH molta Cautela mfórmatoft del tumu
L O
Mercurio
t^eqiie il fórno Smonefimilmente Ladro iraiidiljimé, ■
delia flrada.Con /pianta Cautela uenuiufiete.i.fUMHà. il Cicco, fa figlmolo (jecondolefauole) di yuUai» Iddio dei
che ad un bora m prelìcrà Cautela nelle cofe i bepofiono
auenireaM farà aciorte .
Cl\lto.Lal.& calidus,ajlulMi,prudent,tiitus,diligeni, prom
uidiii. B o C.Cakio .Amba filatore Toio Cauta.Forlepill
Caute dtucrrete. Contamente tomimiù adomandare.CoH
tornente la ejìammò .
Saccente. Lat.fapieni,fagax,pmuidMi. ual fugiciente^ag-
gio; CT pr arilo ; uogbono alcum ebefia uoteanticaaiondi
meno i pur in ufo buggtdi unmerjalmente . B o c. Ciacco
con uno Saciente barattiere fi conuenne delprexgp . yn
defuoi fm Saccenu.
Pratico. Lai. expertus,& uerfatus in re aliqua . ual e^er-
to. B o c. .fi forar colui , che molto Tratico era .
Idoneo. Lat. tdoneus, aptui, accommodatus , è quello che è
atto ad ogni cofa. S A tt. Et (età Idonea a generare .
Habile. Lat ual jufficiente, Catto. Ari. Che ad haueme
utttoria Habil non era .
Guardingo. Lat.confideratui,pHdicusJifirctin,baudte-
merarius è di pmordtne riguardojrioè rtfpettofo.riferua-
(0. Bo c. Ma lodifcretoarciero amore t he per fonili fen
rieri fotta entraua nel Guardingo ammo. T H. Dellequali
cofe tiafiuna per fe, C anicndue ri doueano rendere cau-
to,& Cuarérgn da gCamoroftlacciuob. L A. dr Guardin
goiun luogo cefi detto m Firenze ufato daD un.Ch'an
choT fi fare intorno dal Guardingo .
L U D R I.
Ladri,Furi,Fui,Inuolatori,Rubatori,Rapitori,Rapinofi,^f
fajfmi,Corfalt,Tirari,Malandrini,Sihrram,Mafnadteó,
SpvgliatoriJIapine^urti,Ladronegj(i,Iiuberie,Trede,iif
facco^faccomano,.A macco^.bottmo,.A ruha.Gual-
dana,Maltolletto,Forcbe,Croci, Rubare Jnuolare,Fura
re,Saciheggiarc, Rapire, Corfiggiare.
Ladro. Lat. ìatro,mt, h lo Ladro pubbeo, come tafiajfinojl
CUI dumnuuuo è Latruntulus.Fur,i quello che ruba di noi
tcfeiundo che uogliono alcuni, il fuo énunutiuo è Fuma
itùus . .Abadoransjl quello che ruba [armento, C .ribi
geut, quello che ruba gb animab. Grafiator,quello che af
Jàlta alla firada per rubare jcomeil malandrino . Expila-
tor, mjo Udrò crudele . Trado,nis, quello thè ruba come
faccomanoal fuo diminutiuo i Trtdonulut . DepecuUtor,
nido rubatore della rep.et del fgnore.llcm Tradator Co
feUtor. P * T. Che'n quefia età mi fa diuenir Ladro . La-
dri Rapati . Giorni Ladri . Qjiafi Spebinca di Ladron fori
fiuti. B o c. Ladro publiio. Si come Ladro douere efierre
appiccato, yngìouane ihiamalo Tublto .Ambufio di per
dtua fperanga, & a tutti i Romani notijjimo Ladro . Co-
tefio Ladroncello .
Ladronezzo. Lai.furtumJatrocmum,peculatuiA!r Refe
tundarum reui . lo accujàto di Urroeimo . D a k. Falji-
tà. Ladrone-^, & Smionta. B o c. De Ladrone^ , &
iCabre cat imiti era infame .
Ladri celebrati da noftn Toeti . Ucam , .ArpaU, .Autobo ,
Caico,Ghmo di Tacco^nume. ^
Acam lat, Acanius . Ladro auaro^di a lofue a q64.
al luogo jùo .
Autoliu figbuolo di tdercurio grandifiìino ladro, C di bri
fuoiojC fu il primo ladro in Italia fieUjuale fingono i poe
tifhe ejjindo mfame Udronejet rubatore dutti i paeftpr»
pmquiguafiaua, ondefiigono che di bocca gb ujafiefuo-
co,Cjumo. babitaua in Auenttno uno dejctte colli di Ro
tua , in quello bauea terribile firebinca , & la entrata dt »
queUa ihiudea con un grandifiiino fqfi'o , dr quiui condu-
cea tutte le prede . Finalmente tornando Hercote é Spa-
gna,C conducendo gb .Armenti dtyacihe, lequab haue
ua tolte a Gettone Re di Spagna ; Carco auidifiimo di nuo
ua predarle furò quattro, et tirolle per U coda dentro albi
jpebittca,actiotbepel fegnodelle ormejche nonfufiero ite
aUa lpelunca,ma fufiero à quella tomale.Certolie molto-
Hercole, finalmente non trouandole già fipariiua/juand»
al maggio di quelle iaccorfe dou erano, ociorfe alla Spem
lunca,tlifendeuafi Cacto mandando fuori fuoco, fumo, &
fiamma ; ma più potò la forza é Hercole , ilquale leuù il
fafio che copriua U jpebinca ; jaltonui dentro , & con la
maz^ ucctfe Cacca, & menonneleyacthe . Cofiut fu fi-
gurato mezgp buomo j & mezx? caualloAFfu chiama-
to Centauro, perche t fuot cofiumi furono efferati , ^ be-
fiiab; delquetl due V l R. Cacus auentuue Itelus atque in-
famia jylua . ^ D A N . trouandolo neU'infemo dice , E$
IO uidt un Centauro pten dt rabbia yentr chiamando, (in, ■
tendendo Cacce . )
Ghino diTacco.fu Senefe iTun cafiello detto TurritaiUqua
le infieme con Tacco fuo gio haueua furato un cafiello aU
la Repubbea Senefe detto Radicofam m Maremma; dr do
poquefio tempo mefierBenincafa andò nel pontificato di
Bonifacio, giudue del tribuno di Roma, abri dicono audi-
tor di Roma , cofiui fu huomo dottiffimo in iure ciutb , dr
efiendo uicario del podeflà di Siena condannò a morte Tu
Tino fratello di Ghino diT acco . Hor intendendo quello .
Ghino ,fu dt tanto ammo che andò a Roma ; entrò in
cafa,tà‘ nella fala dune meficr Bemncafà fedeua a banco ,
Gr nel conjpetto dt molti l'uectfe,& ueme fette a /à biame»
lo con la tefia che gb hauea tagliato . Dieeft che Ghino ■
fu grande di HaturapnembrutoAlr robufiifiimo,& mol-
to liberale, drefiemtaua il latrocino , non per auarina,
ma per potere u fare la bberabtà , & fempre uoleua eh*
cbigb ueniuaper Umani fiponeficperfemedefimo lata
gbaAf dopo glie ne rendeua buona pane,& trouàdo huo
mini Sludiofifionaua lor danariart confortauagb a gb fin
dii . Conofeendo Bonifacio che fòlamemeper bberabtà rn-
bauajo chiamò a Roma , dr fecelo caualier frtere m Rom
ma che polena uiuere honoreuolmente . Qjiefio ò quel
Ghmo,di chi mefier Gtouan Boccaccio pone la nouellafiom .
ue narra in che modo guarì del fuo fiomaco [.Abate cln
niacenfè,douedtce,ChinodiTactoperlafua fierezza ,
drprr U fine rubarie huomo affai famofòcrf lindo dt Suna
cacciato aP" nemico de Conti di finta Fiore , ilquaU dimo-
rando in Radicofam chiunque per U circonfianti parti paf
fina rubar facea a fuoi mafnadien .Dan. Qjiim era
tArerin,iheda le braccia Fiere dtCbm dt Tacco beb-
be la morte.
Sìnone. figbuolo di .Autelio amendue ladri famofifiimi, ut
db di fppra ad efio Autobo.
Furo. Lat.frr , plagiariut ; il litro .Dar. Et mai non fu yqm
mafiinoliiobo Con tanta furia afeguitarlo Furo.
Furto.
Mercurio C f E L O Mercurio loi
Furto. Lff. tir expiUth.Unocmam. Vn. Se umidir che Saccheggiare. Lai. diripere. A k i. £ cfcc Rauemu Saccheg
jia furur . Tur quell' i Furto ; C uien ibi me ne foglie . giala refla ,
^ocLFurtifatttéuidea.FumuamcmerapìdaUefueca ^macco.doèajpefealtrui.lM.fymbolus^Uenouiuere^Ue ^
fe.D A s. Delfofio^be nefiuna aoflrail Furto . na quadra .Ari. Che é uature uuol uiuere U macco.
Furare, lat. furari. Pei. Cb'a me tanima fura. perche AriCCOm3no.lat.treinpradam,pradatumire;&Calo,
morte fura Vrima t mìgUori . Furando il cor che fu già co onis, il Saccomano che porta Itgne al campo . A R i. tbe
fadura. B o c.ChimiluròtibafUuòfalarmtattO.D a h. oltreche porufie a Saccomano II popol.y iuta cbes’bab-
St che notte m fanno aminoti furaTaffo . bia a fuoco^ Saccomano .
Fuio per furo frodoteiue . Medi a 5 8^. A Ucco,cioia bottino. UtMreptio. Ari. L'hauerfu mef
Tagliaborfe . Ut. numicutanus ; cioi lo rubator à borfe fo .A Sacco: mefiofocofu neUe cafe . ^ Sacco^fangueA
ti Manuolo . /«oro al fin fi metta, yà difeOrrédo e molti pone A Sai co.
Prcda.iJi. prxda.itlfurto.P tr. Finch'ifiadatoinTre Atuhi.Ue.éreptio,ualalàcco,oabottino.hQC.Cbe
da. Aibttuttodiparte.Cbelamia nobilVreda nonpiu auandoqueJtacutàdaFedcrigolmperaJorefuprefaan-.
RrettaTtnmalbifogno.Chefalcond'altoafuaTrcdauo datoci .A ruba ogni eopt.
lamio. Vrede Dolorofe . Che éCreti,& di Spagna adduf- Guildine. Lat.incurfio^ncurfut.i yo.antico^figmfica 75J
ferTnde Et uidt al tempo rimenar talTrede DeuoSìri correria che fanno i joUaù per rubare a nemui, che ai di
mmi.Boc.TredaCara. Guadagnata .'tigUe fue man d'hoggiji domanda andate a guadagno. lì a n.Corruor
umua la Tredataiito fegattata, uidt per la terra noRraO.Arettni, firudi dtrCuaUine..
Ripias. iintenfa ruberia. lat.&raptiem.P ir. Sento far Tot riede & U ^eraitfa ringauagna . j
dei u.io lor dolce Rapina. hoc. Rapina Dilettata . ya- Spogliacori. Ut. pradonei , fono 1 ladroni . B o c. Sentì
gbi della Rapina. Trima; & SecunJa Rapina. A r l. £J/ì f^iaceuole romoredeglijpogliatori. Th.
che di guaJagno,e di Rapine Erari bramofi . ^ Adasfino. Ut.obfefior uiaruim è quello che per danari uc-
Rapiai.U. Ut. rapar. Boc.Raptnofi morte, ideflrepea ,cidtglibuomimdaad& folio .come dal Ut. infuUo da _
ima , & moUttte .& rullai i. le tue ojìa, acciò che Ra- in& fabo,& ambo noi diciamo afiaUart.D Ati.lojia-.
pinofamenu rodendole , te di Rapina ddettau in uita^ uacome’l fate che confèffa , il perfido .Afajiin.Kn.1.,
dimoHnao. > Còme .Affàfiino e tradUor morire .
Rapitore. Ut. raptorjurjatro. B o c.Iononuenni comeMìRiidicte.Ut.grajfrtorf compagno jna,l fattore^ n»
kapitore a urie la Jua uirginità . batordafirada.Bo c.Terciò cb'ejio era colpe noi fumo
Rapire. Ut.furari/apere. ual rubare. B o c. TrefepartUpt; Mafrudiere. & qui f intende mandantefifame, & di uil
di rapir Calandra . Tercbe aonuàìdr entrq nelle mteca. cònditione. laquali mercatamipareanoOr erano Mafneu
fe, & rapifco, & mcnoUmi qua i II Rumore della Rapilfi ] dierUbuomim mfli.eir rubatori da Strada . Tutto il lua.^
tnuane fu grande . Chi fuJSero' Siati color* , cbè.RapUct. gi'di Mafnacberiarceiidato.Cbiunqiit.Jier le circo fanti
-thaucuano. . .cfpaiupafauarnbarfaceaafuoi Mafiadicri. Kxt.Sle- ^
Carpire . Ut.'carpere .ì) a k. Cbegià per luf carpir ,ft /t, ' gfteil cauabcf gridò canagfu ( H etnie oMapudieri )
la ragnaàper pigliar lui. ai''' •V’'" o.c^'iou uccido.
limolare. Ut. udrulure , & alcuna npllà per lufcondcr^t . Mtliddrmo. Zar. pc^atOT.&ficarins^ i Quello che ruba
Cp coprire. Inuolareì rubare di nafcofOiCr rubare òpi— alla Brada , ^ che uccide. Ari. TÌrafegf percofe il ^
gjiarpa^cmeme,^perforx/tA<>tneappqtn m queBni MjUMtdrm a cafoDoue (onfina unle ugfia il nafp.U,
uerfodelT\x.S'oC*merubaper furT^t&corneinnol*' donna uecchu amica a Malandrini. - , t . ,.
Àmore.&Boc:iliiHotato^rubaubaurebbecóquel.Scìì^3ao.Utjn{uUor.èlomiiidialeatUaJìalitoredinotte,
la t*ng.Unv:A^ unfam buono offerrebbe . P e i^ rubare. B o c.Cotefe fono cofe da farle gU Scherani,
BocL.EtaMrauM^apet'bjuolaie.yQglungb &fabucmiùU.yecLaan yidaninefle Crinuche,
inuolìre 'quel porci ! yna ualigia'JaqOxlc cgU m'ba Inno CotftU, Ut. pirata iprtdones marii,^ aia, a CictUa.Uc 754
lua .CUIbÌ'Uinitola.Adboradbor amefieffi <<*W i corfabbebb ero origine sé quello ibe ruba d mare .
Cefi dal.'!ui£l unito limolo ber um,^ bar un Bit»- ‘ R p.ti Undolfó Riiffoli mpoueriu diuenta Corftie. Ta- ,
guardo, f) AttiÈiogni fammi unpeCcaurmuok.SiU. gìàio) da Muvea aUftara famofi CcufaU. Et uenendo
upfra memotia aou ùmbob Tirlpctmo modode l’bma ' ^rigalee de Corfìb Gcnouefi di Uuante.Terciòficome i Cer-
ne mentùé'.quidiS'e'imbeUpertnuob. . fòli loglmo la roba diigiuhuomo^cofi. Atei. Se ben uin j
Ruhcà2.Utjreéina,furtum,raptumJaÌrocinium,&pécÙ: je^qacciòtutùi.Cprfartf
làtui. B oc. I^cfia era Ruberu , & fumieneuale cofa « Corfiggure. Uf.piruuamexercexe, i rubare ifmib'e, rioA,
ter le fue Ruberie buomoaflai famofo. ,, anfore tncorSoc^Bp c.ComotròunbgnoJiiuiledaiorfcg_
Rub»totcdelle^^iiejLat.graj]aliar.B dc.Io non ueitnt' tupe.Copfcjg^^^. Hhando iiafcjm.Corfggjandn.
Jui come Ruhatore della caflnà del tuo làu. ,, . " c, , . ' . . '
are. Lat.abriperep’apcre,pradari,diripcrc,uiaufcfre^ Pir^a. Ut-imj(prfuf.p ladmnedtlmare.O AM.7'(y«aa,
Boc- Et diefi arubare la roba iagpihumno .lòinttn y Tirate pte dagcaup^gglica.A r i.HuifiqequelDoria^
dendo noci dirupare al Duca la fevuna fiià . Corfggiànr chefadaVnaiìiicuroiìueflromaTpertutttilatu
do rubando cia/iune. Deliberò di rubarlo. AJiabto f plfihcatotidimoncte^ucdiaMouetaa i ji. 1
il rubarono. Jf* certi legni de Saraciaifu prefe , & ru- iOTCU.Ut.furia^ cruxjiuepatibulum. Ari. Haureb-
hato .P tT. Si iome riha per forza àltìr come inuoia kedatoinfulq nrebeun crallo, ...
Mereario CIELO Mercuri®
y t C A T U “ìiJT l A, lèguaalUuoflrapr»me/!a,
Tane%g^rc. Ut.pacijei^pacifcor^it. P i t. Cb'a pattet
MtnatantiaMercatmtì,Merce,Tatti,CeHuentiom, CanJi s^rn'ariifitcoHla worfc . D a m. Cheafcman patteg-
hom,'Prome]fe,Credan^,Vigm^tatichi,Hoflagg:,Tre- giaci di CaproiuJ.cbchaueanfatto patto di ufcirc.
gi,Caparrc,^rTe,rtiU,Tnliitt, Guadagni, Miriti.Ri- Vattouire.Ut.pacifii.^o c.EgUnoni attodtbutufladon '''
ffaitri,ramaggi,Ciuam:e,Vn,Verdni-,Danm,Spefe, Co ita fotta alcuna conditione pattouire la fua caftità.Vatto.
prc,('cnditf,f^cnati„^tfiifli.Vagamniti,Mcrcati, Fie- mte'ìfoxxf.&Tattomta Legge.
re.Doganc, Fondachi, F.ucnde,^legoiil,Trafichi, Spacci. Cotmcnàone .èilpatto . Lat. conuentio . paflh.fótdus . 757
Buona , f Caltiua Derrata, Mercatantare, Conuetùn , B o c. I fatti facramemi,ct le promefie ConueiUiom an- '■
fatteggiare,Vromettere,lmpegnare,Inarrare,Trezxa- nuUate.An.
re,./tc^iflare.Cuadagnare,Ciuan:^re,Riflorare,Gh- Conueniente.Lat.conditio,bocpa3o,baclege.lìoe. Et
uare,jipprodare,Mtntare,.Auarr:^re,Srttarrire,Terde 10 ti perdono per tal C onuenunte , che tu a tei uada.cotne •
n.Comprare, f'endere.f'alere. Montare, Rifcuotere, prima potrai, & facciati perdonare. & doueeUanonti
Spi.ndere,Tagare,Sdebitare,Deuere,Acduire,Traffita- perdonijoci tomerò,&darottene tante, tdefi conquefio
'■ re, Spacciare . patto per quefla caufa,che Latinamente fi dina Hoc pa
7JJ Mercitintia.Lat.mercatura.tìfmerces.Boc.Recata So,uelbacdere.
eptim tanta Mercatantia.Huomini ricchi, ^pncacòan- Conuenire. Lat. ^pacifici, per accordare. B o c. Siconuen
tttn atto dtMercatantia. Ho fatte miepicciole Merca. ne di tarla per moglie. Con Bruno,& con Buffalmacco che
tantie.EtleMercatantieficure Slefiero.Comefi met- tuttogUelpingefiefi conuenne . Biondelloconun faccente *
tino le Mercitantie nelle nani a juolo a fuolo . Varie Barattiere fi lanuewne del prc^. Maratto con loro con-
Mercatantie. uenutofi. Ter grandiffima quantità di danari cóuenutofi.
Merca tàntefchc . B o c. Robe Mercatantefche . Tercbe conuenutofi infieme .
ÌAcrcatznte.Lat.mercator. B o c. Mercatante Riero, Rie Condittone. Lat.conJitio.quandoèmta patto,iàr connem i
chijjimo, Grandiffimo,Ticciolo,Cran Mercatante. Leale, tione . B o c< Etfeceut inmtare^ Cijli 1 tlquale per mutui
fir di chtaiafede .'Mercatanti Sani ,Cbrifltani ,Sa^ Gonditione andar ui uolie'.^F^di pattouire (òtto alcuna
ratini , Siciliani , Tijàni , V htttiani , Genouefi , Cipriani • Condttione la fila caflita.l due caualieri udita la dura Cbm
Mercatantur^o di feccia tCafmo.Mercalantut^olo di '^' dmonepeflaneUeduequafiimpo/iibilicofe.toti richieg '
quattro danari . ' ^ gioperDio,cheleCondttiompo/lomtperglidMecaualte~
Mercatantare. Lat. mercari,ris Bo c.Sotto tholodi uole::'^ rlibetimtndaitulemiolierMi. U Siluelirahaucndo un •“*
reton danari andare mercatando. VcceUare, cacciare jea poco compafiumeà lui. Con le Condithm date da lui il co
kalcare,& mercatantare. mercatantare fi dice di quelù, cedette. & quando dinota la qualità , forte, 0 fortuna,
che uanno pel mondo eliercitaiiio la mercat amU. «érfì» rji. ' i
Merce. Lat. nmitpMrcis, authac rei rei . la roba . P U'f.^rotiìcffi. Lat. promiflum, pollicitum^pollicitatió.lbonfio, jci
Ella carcadlriccarMeriebonefia. d'altra Merce eàrc't?- fits,teceptum,HipulaùoV ii.td-^ocEtottaiaTro. ’
dt Mera preikife carta. Dan. DifiemerpuoUbe' mefia latta. Lat. jri^o federe, non lèruàtis^cirii . lo
■ buona Merce'cirìa^l-'' ■f<ufpfr[hiareauoitaÌ>ii)meffa.PerTromffiafrde Mi
Mertare. lat.mmari,ualmercatantarr.T> u u.Taltàt^- fhfynelfignoribe'mai fitUUoTionba pramejia a chi ff‘
tòiFiortnttm,'& cambia, &merca:'ti-ènie Cbrifio WK' fida in Uà. ProUesss Gràndilìtme, .Ampie, Falfe. Con.
toéfitneria.,Pii,Turhgrmr,&'f^iri,é-dolormr‘, Promefie ',&eon dota. Jlnur cin fueTromefie lufin.'
col'idefftenodilagrimare.comecmaMmercatannlw^'^gmlo.SuePipimefiediftconiefonubte,
mercatantie a. ' ' ' ^roilihCicln. Lat. prouàfiio, ffonfio.Bc) c. Ricordati deU^
yft UcTCìto,u^derrata. lat.honrfloMemiuilhripetiUA , UTrbmifitonfaitatli.SempliceTrotmfiion. Ttanufiituf
re -Bo^'.' GB conutàiitfìtFgranimriàoWe&cheponkh''-^ là dfieaU. '• '
haueaa.buimaderritta.Etbebhe biùm Mercato A'JòUtVrcMaettitorì.Latl^nforrs . B O C. Tutti flètè gran
cinque .Tir bauetrm^rMereiitò.Con quanti fó^àSi 'fihinittitori. £afSma Dea promettttrtte èque dilet- '
haueamFirenxje ttnea Mercato, Tìsntò perche tenpfi- rf'.'Fi.
quelli Mercati. -■ *■ ' ^T'dliitttere.Lat.pronàttèreffolIiceri.'Ptr.Cb'amefuin.
Dcmti.ìat. hnM pecunia, botefla pretto , ual meVeM,' fieme, & a merci pratnefio . Vittoria t'imptomctte . Che
firiqutUofbefibaperuHdanan>fiperbueno,opertai^ promette unamtapin mnquilk.Troràettendonù paco "
tiuomercàtoO-dittfi buona,& emina derrata.&derL"‘i •èBaffetto. Boc.Doueuoi quello promettere uo^te,
rataiuM monetapiccioU.&petbftàetiinafidneDira peruoUrlomenerf,Vonfaicbe noihabbiamopromejia
TmedifilMa^nendeiub quanto uugfioimuna,oduefiml M'ÙirghntànoJliia Iddioi Che ioni termine Tromefio ^
Il monete. B o c. Saluo fi io non uoliffia quefia matua- . non ti rendet-ù tutù danari . Quejlo benefiào,cbe HRrpm
paDerrMafarunamalagiutna.Ditoliuonetapagim''^itttttefigrandeperte.<rininoltifiimluo^i: '•
imai crana Hate le Derrate uenduU. .Appena,! hp io bah CMcma,i credità,arra. Lat.f.des; utfub fide dtdit. B oc.
bia delle due Derrate UH danaio. • 7ldt perderemo folamente la Credenza. ' "
Patto,# conuentione,condithne,accordo. Lat. paHum <Ìttder>rt,ificiirii,afiii^.chefifaagraufiTnoricirea yem
tìmJìtw picx tconucmio ,fatdMs,9^E’t.*Pfr aicunTata ■ * iimafigiar,^Ubert, iM.prdgMH-xtiàiffrjtitbatic Boc*
n». iotaleAglto&anchcfe^torTarto^ Credendoba^ h. fau^kcaCM^ukrA
acme inuiéofi Tatti, Boc-. Con tal Tatto, che effetto • gp^ccii che altra peffonauonuimorifie,dellaqualeo^
cbmnque
/
Mercurio' C ' I .E L Mercurio * lo^
chimufiu firJ primo mjnguforry » Jkbùamente morrJjo SìcanLLat.ohfnJiiiJiimi!ior,uasfilim m:d'ts,Hitdimonm,
n fieri per Upotrir^ del neltHo.Hiwolioreprtfo quel f ’gini ■& naie UpiegUna .ho c. Et era a^ai buon*
panane jìnxafarfene far ateuna Credemùt. Et nottata a Sicnrtà.nedi a6l.
Salpadiao^qnalenotenalefaielpeCrtdi^nelTanone. Sienrare .Lat. obfidem dare ,fecnrnm facere. Boc. Che
Dan. Et fatti far Credente ConletnemamaUmbode egU dSienrerebbe della mercataniia .
tnoi panni . St3iticO.Latji>bfos,dis. è f Hoflaggio che fi dà ad altri per Si
CrcdeaiAyLa tanolaàl fcrigno done fi ripone i nafi, et le co enrtà. Ari. Done del padre uUhor Statico fia .
fe appartcnemiallamenJa.Lit.^bax,abacinm,cij,(i- VTegio,&Tre^,peTlaualnia.Lat.pretmm^raminm, ytfi
abacnlns il dtmi. mercet . B o e. Connenenole, Ingordo, f'ero, Ticiiol mi-
Crcdcni 3-,crtdnlied,i0 credere, tener fecreto,preflar fede . nor. Maggior. Con nn Jaccente Barattiere fi connenne del
Lat. crednbtaStfidet.B OC. loporto ferma Credenget. ~
Dalla f alfa Crederrga ingannato. Di far certa la nojìra
CredeugaJ.io credo , Calandrino , fimtendo che non n'era
Credenza Ji conginnfi con loro . Se noi mi promettete te.
Trez'gp. il mercato fempre fi gnaflaua quando al Treg^
ZO delpoderc domandato fi perneniua. P t T.Si uenda (al
ma aVrez2;p,e!r quando dinota efiimatione,&honore,
uediaóiq.
ncrmi Credenza, ojimato nella fna Creden za. i .credulità . Pregia to. Lat. pretiofia , afiimatut ,&in pretto babitut ,
Tarlar di Credenza.i di ficreto. Che egli la ueraccCre^ Par. OiCunDiafiin Tregiatopoidaluulgoauaro,Cr
denza battezandoji bauefje prefa.idefi la fede chrijìiana. fctocco .
PiT. Che(fe Credenza noni uana ) ideft opinione, o Ptezro\lto,cioiperprezp>,obenpagato.Lat.propterpre
credulità . Tanta Credenza a pin fidi compagni ,iielì il tium loercediigratia.mercinariut. B O c. f'mt maniera
fécreio .(ai Credenze nane c'iiferme.) A 9. i.O fallace di beccamortifquali quefii (eruigiVrezgiolatifaceuano.
degb huomini Cudinza . Lat.ofallacem bominis ffem , Inalami teSiifi Ugge ggnte prezzpUtaajoltaaprezglp,
Cicerone. aedi all'Indice.
Cicdito.Lat.Boc..Arip:uotereifuoiCredttifattiaBor Treztfare.Lat.a/limare , per {limare .B oc. Ma ecci di
gognom. quelli macigni fi gran quantità , che appo nei i poco
Pegno. Lat. pignu!. P b t. Tegno Caro .Tarde la fede mia prezzata .
nonlrggierTegno. B o c. Sicuro eS" buon Tigno . Difie .Awrezjare. Lat. aflimare. B o c. Il cui gu.trnimento non
haner muto il Tigno . La mia gonnella iinTignoalTufu fi fina dt leggieri apprezzato . uedi 4401.
rato. Krci.Enonhauendagiou ,0 nugUor Tegni Ter AcqaiBo. Lai.adeptio,crpartum,acquifitiojucrum,quie-
fiiurtà damile il frate in mano . {im. Bo c. Ordinò di faracquifio di quejio amore comu
impegnare . Lat. pignerare.fiue pignerarifippignorare,mn . nr . D a N. T^nmo Mcquilio . Ma per .Ccqniflo iteilo
tuari. Boc.Sonoaiconiiaad impegnar per te tutte que niuerlieto.Terbauerafeii bene .Acqnijio .Ter efier
{le mie robe . Cominciò ad impegnare , ^ a nendert le ad .Acquiflo Som ufata .
niiepofiefiioni. Tu m'impcgni kgonnella,<lrgbaltri miei uSequiJUre. Lat. acquirere,parare,comparare, conciliare ,
pannicelli .
Ktta.Lat.arrha,b*,uel arrhabo^i,SymboUan,fignnm^
ta, pignns,indicium . Tignoratituu ,q, quello che piglia
(.Arra ,0 il Tegno. Tignoraeieini,a,UM, il pegno che fi da
come nelle, ojhnile . i Ut caparra , aoiprmcipm di paga-
mento. Boc.Io ti uoglio dare un bafciopcr Jirra. Le pm
miffiom de giouani non fimo bora é tmouo .Arra cUfntu-
m inganno alle donne . F 1. D a n. £( quejio loco Diede
perderà a lui S eterna pace. 7ign inuona a gUocchi
mieital-drra i prmaptoéauerfiitàjCbegiàperZirra di
quefio Hicofia,& Famagofla .
Ina rrare. Lat. a rrham dare, prauenire arrba; uale incappa-
rarefi apparecchiare .Bn.Etconla luna ynangofiio
fa,c!rduranotteinarm.i.m’appareicbio. A R i.Cratiea
Dio rende ; e con noto n marra. Cb'efiendo fuor di tal mi-
feria nfcita . e di quell' arte Inarrar con gran premio i mi
glior maltn .
.Acciuire . Lat permutare ,tò' da pluere. Lat. perche fimpre
pioue.i crefce.i F'o.mercatantefco Gtnonefe,the naie
adiungcre,coUigere^dipiJii,confequi, nancifci, P i r.Ma
perche ben morendo honor s'acquifla . Et tal fama fede
atquijla . come fi perde, linei ebe'n molt’anni a gran pe-
na lacqnifia. Quefio per amor tacquifia. Et le fielle mi-
glior acquilian forza, che quei dola lumi S'acquifian per
uentura, CT non per arte . OnSmfama (acquifio. Boc.
yirilmente combattendo acqniUar poffiamo . Cofi adun-
que operando fame eterne TacquiHano . Spendendo , dr
niente acquiRando . uedi (Indice . D a M. L'amma per
acquiliar uirtute . In che pm di piacerlo canto acquifia .
T atta la perfettton quiui 1 acquifia . La gente con mge-
gno,&arte acquifia. Sempre acquiUando dal lato rnaiim
cmo Torgeuan de la pace ,& del ardore : Cb’cgb.acqui-
Hauan ueniUando il fianco . Che t’acqntliò piangendo ne
(efilio . Che facquiflò con la lancia . L'altra nittoria che
l'acquifiò con (una, &t altra palma.
Kacqmllo. Lat. adeptu>A^redemptto,rccnperatio, refiitn
no. B o c.Tm liete che mai perloRacquiMo dt cofi fetta
cauabere.
prendere, 0 dare damiri a càbio, ir tenergli fu cambi fino Racquifiare. Lat. acquìferecrecupcrare,refumere .'PsT.lt
thè fino pagati, che bora fi cUce ciuire , 0 cbtuire. Boc.
Se io hauefle fiatio per quindici giorni, io trouerrei mo-
do di aciiuime Salcun luogo . i teHi moderni hanno, S ha
ueme.&male.
Vettura . Lat. uellura, condufium. A tei. Che di Fetture
nuol uiuere a macco . Ch'era fei giorm tonanti Mutando
ogm bora altro yeuurejtotfo Con molta fittia .
perduto ben mai fi racquifia. Che fimilembra mainonfi
racqmfia. Boc. Come uno nofim cittaéno la fua donna
perduta racquifiafie . Tlan folamente il fuo hauer racqui
Hatofiia dtgran lunga quello radoppiatoj'oi fitte ambo
re con l'arme indojio nel regno nuouamente Racquifiato,
uedi l’Indice.
C uadagno . Lat. hurum , compendium ,ij.Vs r. Dite la q6}
Mercurio C‘ I E L O Mercurio'
tnrb.i,il ufi GHiàagno iitteft . ElptrÌMto'1 Ci4it(Ugm> de nette f'tìli.&htneHe. C qnante Ftili htmefie uiefre^
miei donili. Et djniulòGiiedegto,^ mit diano. ^de ^.ytilmeme.BtM. Cheurilfia.
Cv ADAQui y CTI, ^ de filjili farà ra^hne.B o C.Cua Inacttmencc. Lat.Jrnftra,mcaJìum,fmejru(hi, ne quii-
digno .Aboauneuòlc.GaidigHi Malnigi . quam. P E T. Terdettio Inutilmente tutu i puffi .
Cuudegnare. Lat. luirart. hoc. In quejle mercatantie ho PtO,f'o. Tniiten^/edaprofiim,prodeft. lut. lucrnm, utili jff
drjidcriodigujdagnare. giudjgn.wdi>affài.fotiilintnle . lui .nule utilità ,guidjgno.V t t. Che Tra ; fi con que-
(ott Pafino, cf con Ltcì nj/la guaJjgaeremo due lotun, gliocchietta ne face Di fiate un ghiaccio , un foco quando
. ti . Tafirdette la Guad ugnata peeda . La guada ucrna i Danno non già.ma "Pro. B o C. Poi farefte danno
gai la camijcia . yenit tte t panni f noi a lontanti, & guà a noi,Scngafare a uoi Vro ninno . Senga Tro pianfi i pec-
dagnonne bene . '• tati conmteffi.Senga Vro fidai fi.i.fcnza modo, &fen^ *
Rirgjuagnare fUalntomardtnuoHO.D À u.Voi ricde,<if mifura .& quando dinota ualenie . uedi a ^it. caperlo
la fieranga rtngauagna . tic fi Ji nuouo riacquiUa U fauorea 509.
fberanxa, ' approdare. Lat. ffungeteaìlanua ,a<cofiarpconlaprua»
RiTtoro. Lal.inliauraiio,rcfocillatio,reparatio,inBatum D a s.Et comeagliorbi nonapproda’l file . Et uenne*
priftinum reducife , Boc EtilRIfioniiotale ;cheio lut dicendo ibe gU appfoda.i.coja (he gU pace dtdir^yet
intendo iComienae con uemaccia,& con Confetti Rifio- che gtigioua.
ratini nel mondo fi ritorna/ie.D A N. Dunque che render Ciouarc. Lai. lunare ,adiuuare prodefle . Vtr.Elh finii
puoffipet Rifioroi quei , ChtPl pianger gioua f el nmembrìr ni gioua . Voi
Rifiorare. Ltt4nflaurare,refoci!lare,reptrare,recreare,re* thè di m.il oprar tanto ti ghua. 0 ciechi titanio affaticar
fiaurart ,in ilatum prifiinum reducere. Per. Tal che chegioiiaèjioc.Lebuoneparolefiniprepofiniiogioua-
mia liberti torà rifiauro. Cbeungionio filpuo nfiorar re. Lequab molto gioua atte infermità. Et t altra giouan
moti’anni. Et rOlorar no’lpò lerra/u impero.B o c; R» dodeffere fiUttitaia . Lequali limofine molto giouanoa
bando riBorarei danni juoi. Et di fuoi^if il danno rifiora. quelli di là. Che poco gh fu fferogionate leparole.
lojan urnuta a rifiorarli de danni, de quali tu hai per me Profitto ,<i>t profi: io. Lat.lucrumjilililat,fruBui. naie uti-
amandomihauuti. Et dtfiioi danai Rifiorato a caja ritor Ittà, tir finito Pet. FacendomiVrofitto l'altrui male.
na.Rifiorarit in parte detti danni nofiri. ' Bot:.T'ie lonf.g'io di medico, ne uirtù di medttinaparem
R>courare,& rieouerare. Lat.{eruart,occulcre, occultare, ua cheualefSe ofacofie alcun Vrofiito. Daglihuominido
tbiegeie, recuperare, redimere, infiaurare,reteuarr.ual uefleirarTrofittigranJiffimi. Lajcia lanonVnjiiteuole
ricuperare,tSr alcuna uolta per nafiondere.PBT. Tem- mabneonia .V H.
poi da ricourare ambe le chiaui . Da ricourare il tuo cà~ Vafitaggio. Lat utilitas . ual accrefiimento . P e t. £f ne- jd
rotbeforo .Bo c.Ver lo fuoconfigbomi credereigran dtafiiEficrfiatodattno,&nonyamaggh.Boc.lelo
parte del mio fiato ricotterare in Cuitit,MoBrandofipàu ro entrate di gran yantaggio bene gb riffondeuano . I
rofa molto , lui fece rieouerare in quella cafia cbe'l mari» Troiani haueano yantaggio al cominciar della batta-
lo detto gh hanea .i. nafcondere.o ritirare . Lat. celate JU gba . 7 h . Lai.uiilitas,augmen, auBariuni, augmentum,
titare.occultare . Sotto quella cefia de polli che u'era, H fe dUgumentatioJucrum.compenMum, inerrmentum, pra-
ce rieouerare. Di chi aliuna cojà molto dtfiderata con in- fiantia. I> a n. Dui tanto y antatgto,Che ciafeun tcB.
àufirta acquiBata ,0 la perduta riioueraffe .i rihauefie 1' \ antigiD^to J.at.praftans,prtpofituta:ximius.uale auan
Tanto che efio le fàrge ruouerate , conobbelà doucera , gato con yantaggio. Boc. MaVarn fuegbtanto yan
idefi nbauute. foggiato da me che egb le mde ignude ; Ma non fi conueni
Riffarmiare,& riffiarmare fecondo alcuni tefii ; da reffitiò ua che alcuno yamaggio hauefie un figbuolo d'unReda
à.rrfficttniof attere. Lat.pareere,firuare,confiruare,ab, un finiplice cacciatore i Alt.
Bin. re,fiugi effe, par fimoma uti,coéreere. ual non mette yantaggiare. Lat. exhnium facere,atttprtferre,fuperare ,
re in opera, non ufareatuangare. B o c. fi come fauia pet praftanthrem ffie. D A u.CH tutte quefte cofe fi uantag-
potere quello di taf a rifjiarmiare ,fidi^fe di gitlarfi alla già t hiimana creaturaaaiinte gliaUri atàmaU, & le al-
firada,tr uoUre logorare deWaltrui.Tai uolta digiunaud tre creature .
perriffarmiarr .lo non intendo di riff armoire le mie for» Difauantaggio. Lat.diffaritasjnsqualitas. Boc. 'HelU
ze. 'Éionémenod' alcuna cofa nffarmtòil circoflante con qual copi ti parehaueremoUo Difauitaggio da lui. L a.
tadu.i.nguardò. Che di là ninna elione fi lenca dette co- Beneficio. Lat.officiumJieneficuim,munus,mcritu D a k.
miri , lommcii a far fi beffe della feutebe^ , perciò Ciafcun fi fida Del Bemfitio tuo fenzf giurarlo .
che già parecchie n'bauea riffarmiote . Auimo.Lat.reliquumJucrum,refiduui,iaccrefcimenlo,o
KifpaTmio. Lat.patfimonia,ttalauanzo .B o c. In quelli refiante. Boc. Et per lo .Auanzotmpegncrò tutte q»e- •
munoriguarduatiunoRiffarmio/ieauaruiaalcunainlo- fiemiecofi.i.perbrefio. Qjui.Auairgamenti haurebbo
rofiiroìaua giamii. * no fatto Gifippo non curare é perderei (noi parenti! Con
\tiUti.Lat. utilitas, commodum, & commoàtas, com- attegrexg.ajtttanxanieognitriftezg;aUcon(olaua.P 1.
pendium .Boc. ytibtd Futura, Grandiffima, Vropria, D a n. 0 quab ageuolezp^e , 0 quab -4uangi ne la fronte
Ticaola. deglioccbifimi^aro.
\ ti\c,& y til LatMibt,fiugi,coniucibilisJ}OC conducibile, ..4uanzart ,per acquifiare. Lat. fuperlucrarì.B o c. "Hien
isfimniig. P E X. &Bo c.ytil,Grande ,Grandiffimo, te potendo auanzare. In pochi anni grandifiima quan-
Voco,Vicciohffimo,ytil Fatica, Vianta . Et dannufi gua- tii.i di danari anangarono .D ah. Che qui di per quei di
dagno,& y iH danno, y ttb herbe a qutfia infermita.'lff là medio t’auanga. quando auaugar fità per aecrtPeert,
Mercurio C I E
aedi * ì^f.&per fitperart ,o mnure * $^9.& per
L O
Mercurio
104
trapafUr aiumi a 1 464.
Reliquie. Ir^l. reUquU,qDÌfqiiili£,&anaUCÌMm.lònotjitel-
U foche colè, che di molte refìtm). Ari. ùotu Re Carlo
rolto,& mai condotte Con le ReUqoie fot l'era condotto .
Che otfitar lefoe Reùqme fante,
Au^umenco.Latjucrememom, aoliariom . oal accrefa-
mento .A tu. In aogomento de U fama fede .
Ciuiazi,figvlicago.tdjgno,&auamagg,o.Hon ftofa.
B O c.Vtrcbeladonnainaltrafartecercherei mu Ci-
oam^.meta de re oencrea . yoce tutta Thofeana .
Cioanxare , oal goadagwe , (jr aoanxAre . Lat. foperln-
crari . B o c. 'Hon baueado argpmeato come gitaitri boo
mini di aoanz^rfi,fi nfoggono dooe haoer penfano da
derfjce accerto faggio.
Terdere. Lat. tl fuo parnctpi/i è perduto. dr perdei per 00- 769
cepnmadel preterito perfetto perde per ooce ter^a ,
<5* ambe perdeo anticameme ofato . P s x. Che per fredm
da Hagion foglia non perde . Et parea dir ; perche tuo ua
lor perde i Ou’io perdei me fieflo , Terdendo tama amata
copi propria . T auto quel é del fuo nome perdeo. Che me
Jìefio perdei'tiepioperierdeorei . Che perder libcrtate
io' era m pregio . Oo'igni latte perderla foa pi ana . jli
quanti pajfi per la fèlua perdi.perduto hai Carme Di ch'io
trtmaoa. B o c. oediC Indice. Dan. Vroferpina nel tem
po che perdette La madre lei^ ella primaoera . Che 00-
iando per l'aere il jigUupcrfe . non però dtfie per fo, peri he
perduto jemprefi dice .
mangiare . Iattura. Lat. laCfura . dr è proprio il danno ,& la perdita
Merito. & Merto.Lat.P tj. Che per merito lor pomo fi che fi ha nel mare, &fi piglia in genere per ogni danno ,
pieghi. Et tal Merito ha ch’ingrato lèroe.Hoc.Ter al- A r t.'Heé tama Iattura mi querek.i.di tanta perdita,
cun nojlro Merito. Che m Merito di tamo amore. Hpn fi Smarrire,s'mtende quando una cofa fi può trouare,dr che in
direbbe beffa auv Merito .Lo ciò gran Merito a debbe fe tutto non è perduta. Latjemambus lahifxtra manom ire.
guire . Di potere dtgni .feriti rendere . Gli Iddq coloro di
piu alti Meriti fanno degni . Iddio gmfio riguardatore de
gli altrui Meriti .Dan. irfcuà mai alcuno per fuo Mer
to ,0 per altrui 1
Meritare. Lat. me ren. P s x. S'boneflo amor può meritar
mercede . Et quei che fama mentaron chura.Che meritò
la foa inuitta bonefiate . B o c. Queflo m» beneficioope
rato in uoi quefia notte menta alcun guiderdone. .A Ber-
nabò perdonò la Meritata morte . Hai tamo pio merita-
to .Me che l'bo meritato , ponifci . Come i falli merita-
no ponitione , cofi 1 benefici meritano Guiderdone . uedi
l’Indice ,
768 Danno. Lat. damnum,difj>endium,ia3ora,perMtio. Par.
&Boc. Danno Eterno. Ajpro, Fuhlico, Grandiffimo ,
Graoe,f'lìlJ>ASSlTiccioii,Rari,Fafiati,Maggior,Pr*
deperdere . alcuna uolta fid perfallire,o per errare jLome
finarrir la oia. Lat. errare ^euiareaUona uolta per inde
bdtre.come fmarrita uita^mtmbra. Lat. palle feere. alcu-
na uolta per temerei impaurire, come la gauancmpauu
ri. Lat. tonere formulare . uedi a gU fimi luoghi .Pax. . .
Smarrir Boria il fuo naturai corfo. Hjn finarrir Coltre ci
pagne.Cbelaflradadel del hanno Smarrila.Et mifil per
la uix qua fi Smarrita . Chi fmarrit'ba la Brada tomi in
dietro . Onde dal corfo fuo qutfi S mirrila tiofira natu-
ra. Alhoonteftordegltamorofi detti Rendete bonor,
ch'era fmarrito in prima . Mofi rondo altrui lauia; dooe
fòueme Fofii lhtarrito,& bor fei pio che mai. B o c.Ha-
uendo per feiagura un lauorator quel di due fuoi porci
SmamtLA guatar le lor beftie Smarrite. & quando ual
per impaurire fi temereaiedi a iisf.
fòga de tuoi Dama . Et perduto il guadagno de miei Dan- Comperatore . Lat. empier .B oc. Et trouato Compe- 770
ni .Con glianimial fuo Danno fimpre accefi.Che'luofho rotore del fuo gran Ugno . Et feuendere la uoleua nullo
nome amie Danno fi ferina .Io piangi» C altrui noia,& Comperatore di efp» meglio fe ne trouaua .V h.
no'lmio Danno. De pafiali miei Daunipiango &ndoi Comperare. Lat. comparare, & emere.Boc.Et compe-
&indemuis, ual fenoA Danno. raredauenti bottidìolio. Comperata capponi, Egliuom
Dinnvuole.Lat.damnuminferem.B o C.A fi Danneuole lena comperare un podere. Cr a danari uendeuano,
Mefliero luoftringe, comprauano,Comperò uno legnetto fiottile da eorfeggia-
Dannolb. Ltt.damnofus,diffendiofui,nocens,perniciofut , re. uedi C Indice.
incommodus.infejlua.P LX.EaDaunofi» guadagno ,gr Ricomperi, idefirijeatto, Lat. redemptio.Bo c. frenuli
pili D.tno, Sgombra da te queBe Dannosa Some.Boc. certigentiChuumini Cenouefii per Ambafetatori ai Sol-
JÌANKOiu'PeBileuga.lncpficheDannolà mi douefie dono per Ricompera di certi lim» cittadini. Senza lafciar
riufcire .La. pafiare alcuna particella del nofitro Ricompereuole tem-
"Dinniggio. Lat. darnuumÀncorumodum. B oc. In que- po . A u.
fio mio Dannaggio, Dime come lofio bai mutato mfioa Ricomperare. Lat. redimere, recuperare .B oc. L’anima
mio Dannaggio . P h. D A N. £t qual i quei, che fuo Di mia , laquale il mio faluatore ricomperò col fuo pretto^
naggio fògna.i.gran Danna . froce Trouenzaie , langue . Gran parte delle Jhe pofSefiiom ricomperarono ,
Dannatione. Lat. damnatio. Danmti,dannare.uedi aWm ’Veniìlti.LatJicnditio. B oc. In uenditagb domandò il fuo
ferno a 1 8 aS. palafreno .
VerditSi.L4Lamiffiofitamnum,&ia3urafibeipropriodel fr cadere. Lat. Pax. Da under parolette, augi menzogne,
mare . Boc. Chi con pronta rifpofìa fuggiffe Terdaa , Che fifarga'l fangue , & uenda Calma a pregp» . B o c.
pericolo,ofiorno.MenodannofiiràUperdiiadi Bianco- Coimncià ad impegnare j&uendere le pofiefitom fi compe
fiore-, chela Verdenza di Fiorio . P h.
Perduto. Lat.amifius, perditui. P a x. ^ B o c.Terduto
Ben,Stato,GuaiUgno, Psrdvxa Opra,Speranza, Ter-
dute Forge, Terduii Giorni.
rare,Crauendere. Egli uendèi panm fuma cornami , tT
guadagnonne bene. A conumeuole pregio yendendtie. O
uenderei alcuna delle nofire pofiefiiom. y enduri adunque
icaualti. ueéalTlndice.
Vetdcr.lat.amitiere,pcrdere. Pax. Cerne cbe’l 'Per- Tc^co.Lat.mercatio,commutatio,commerciumreriim 771
».
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31
Mercurio CIELO Mercurio
Houlimn, iiHt arili riunì re rum cmenianm . i yo. mer- Di chi co» legare motto fi rifcoiefie, ided riftmi^e , •
catilcfco»JÌ maaiggio^rt IO da trafiggere, pcribe l'bko rihaucjse. Ond'ella fu per mettere un gran lindo temen-
motrafficandoqujji filtafigge . Lat. mercatura, nego- dodejiereferua;marteordidojità duuera,rifcoffafijiet
(latto, cmportuai,atis,& nundi»jtio.Roc.Gi.m»ot~ tcibeta,idelìnhauutafifirico»ofiiutafi.ChiUfaarpo-
IO da Ciuigni letblfimo,dtritto,(<rdi granTrafficodiope tejfefofficiente a rifcuotereijuoi crediti fatti a piuBor-
ra di drapperia . g<gnom,iJeH réaucreji racquiSiare.'Hoa jò cui mi pof-
Trafficjrc,ujlmancggiare. lat. commercart, commutare. }a lafciare a rifcuotereil mio da loro . Se fentono le donne
B oc. Oouep-aa parte dilla tuarteebe^ga uedrai ,co- un topo andare per la cafa fi cbe’l unto muoua una fine-
mc fi traffica . Sira tutte fi r^cuoto»o,& fugge loro il Jàngue, &■ la for
Spiccio. Lataxpeditio,l yo.mercatantefco, ual ucndtta , gafideSt jfiauntano, jmamjiono . Etglnondi tuttigli
iffieélioneeyibrigamnio.hoc. Mifè la nurcatantta afcoltantifinfcofienofideSirthehbono.Sljiantipanmegli
tn un magaggQHo cir fenza moSìrar troppo gran fetta hauea indofìo,gb uinfero; ond'eglt tbfiderojo di nfiuoter»
dello Spacap . Ragionando di cambiai baratti, di uendi~ glfiieH rihamrgbfi rifcattarfi.
te,& d’altri Spacci. Et dncgromameaffiettanioloSpac Rilcatro. Ut. redtinplio,ual acpuiSlo , riJcuotere,& bbeu
vcu. la iffii Salone. rare. B o c. Diffiolloaffiendere perloRtfcattodileiogin
Spacciare, lat. expcdire. ualijjiedtre&uenderela merca- quantità di danari.
tamia .hoc. Trono modo dt ffiacciar le fue pietre . Tde» Rifcattare per rifiuotere. Lat. redimere. B oc. Et rifcattafi
jblamcnte gl conuennefargranmercato dt ciò ebeporta» per dieci rrnla fiorini doro.
lobaueua,maquafi,)iljiacciaruoUele fue cofelecon- Spefie.Lat.tmpci^kfixpe»fetd^endia.VfX.&Boc. Co
uenaegittaruia.Ettutttbafiiandofitnhocca,conpoche um ch'altri impana le (le jfiefe. Le Cominciate Spefe.
parole jpacciandofi,ogm tiigiuna nceuuta rimifeajbngà Sottilffime,Crandifiime,Cran Spssa &perloaée.Svi
dofi . Hauendo il mercatante Cipriam ogni Juo fatto in se Spesi .Anni.
Rhodi jjiacctato . Spenditorc. Ut. emptor/tconomus. B o c. Sirifeo nogli»
Veaa\c.Ut.<T uemtibils. i quello che fi nenie. P e r.Che'n che di noifia SpenJitore,& Thejiricre .
cor Fenale amor cercate,» fede. SpendeTe.Ut.impcndinm,expnpt.Boc.Ttrfeueran-
’V3\ere.Lat.fumma,faintlas.'&oc, Chein parte ti toc- do il giouane nell'amore &nel Spendere. Hauendo di-
therà il falere é troppo pm che perduto non bai . fole- mnticato a qual partito gl hanejje lo (concio Spende-
nti preghu.cheuaglhno ad impetrare ."P H. re recati.
p’alerepergiouare.Lat.tuuare,prodcjie. V m. .A menon Spendere .Lat.expendere,impendere,exponere .V sx. Et 774
ual fiorir di Halli. Tfemi uaU(fironarlo,o dargli noia, quclche'naltruipenaTempofiffiende;amorlauratefiie
quel thè tu ualfiT poi. Cantra cui nullo ingegno, 0 forga quadrelli Spenda in me tutte . Cefi jpendo'l mio tempo la
lutine, fer cut poco giamairmualfe,o uaie,ch'a merci Rimando. Che (fender fi doueammiglor ujò.Boc.Co
miuaìfia. Mille piacer nonuaglionuntormento. Boc- me feda Spendere hanejdehauuto dieci mila fiorini doro.
Tanti'panni lantyche potcuano ualer un cinquecento fio- Vefiomerofié guadagnar afiai,^ffiender poco, (iraboe-
rim doro. Ut. ualere, conflarefialeua ben trenta fiorini cbeuobneme (fendenano. Donaua &fenga alcun ritegno
doro. Elle non uarrebbouo un danaro fiedi all'Indice. ffiendeua .Se tu ne tuoi diletti ffenderai i danari . uecH
Montarefiolerefi cofìare. Ut. con/iarefialere. Boc. Que alt Indice.
(le parole non montano un jruUo. Ut.nnUius funi ualoris. Tagare.Lat. foluert,commodart, per accordare ft contentn*
Colio, pagamento,opretio. Ut. folutio,pretium. Boc. re.B o c. Di peggiobauea paura che di pagar danari.
Co(U'amanie fenga Coflo godette della fua auara donna. 'HS'ffi lafcipag.ire aluinulla . Fatto pagare Cbofie.Egli
Stnga fuo Collo hauere riconciliato unmal fattore. Et bee nolentieri quando airi paga . y olendo thofleefiert
egli haurebbe uolutofare fine Coflo. Come rihauere la po pagato. Et pagato chi haueua hauere . Et uùUfi di tal mo
tefie fenza Cofio. Ani. Sin che ripa fio In un fepolcrofia netapagato,quai erano (late le derrate uendute. uedi Citi
di maggutr Collo.!. di piu gran ualore. dice . e)- quando flà per punire . uedi ad inferno « 1 8i l.
Celiare, uatrreomonrare.Lat.conJìare. Boc. Srngaeo, .Appagare per contentare fodiifare . Lat. fttisfacere .
f largì co fa del mondo. -Anebora che a bollare nume ce- P ir.&BoC.SegaiagiouaneggaInbelloatnantedte
JìaJlt ro. Si tome a i obli alquale eiu cojiauano le lagrime. donna appagare. Il piu apoagato huome del mondo fi te-
Mieojii delleUre ben fette, coflò delle Ire prejfoacenio runa. P et. Ch'un jòl dolce penfier l’anima appaga. M4
diboUgnim. ' tome può \ appaga. D' errar C alma l’appaga.Ch' un poco
Scotto.Ut.fymbolim,folutio,loeariumfii,èquelpagamf dolce molto amaro appaga. "Prego co’appaghe'l core,
to che fi faal'hofle quando fi hamangiaioaln confiare. Ogmun deljuoptper par che l’appagbi.D altra uijia non
Lat.ptrcbenon fimangia fenga cofiave. Dan. Ettal m'appago .Cb'ioitefSer folm’appago.V A s. Ette, &
utuandaFefiegujlaiaJènza alcuno Scotto Dipenttpen- mecoltueparUreappaga.Scintillandoaler uifìa figli '.
to^eB finza co fio di pemtenga. npposa .Chela uerace lice che taj^ga . Com’io ùoleMa
Rifcuotere,& Rifeotere,per raequtfiare la cofa perduta, ri- diurfiu m'appaghe. Io trafSi ylfie del fio camin lug»
hauere/ifemire,riconofeerr,fmarrirefiiouer fortemfie. .Al canto m» ; & qual meco s'anft ; Rado fen parte ; fi
Lat. redimere. P%j. lo mi rilcoffi; & ella olra parlando tutto l’appago .
pafiòfilefì raeqnifiai,rUbiamai, dr nprefi le uirti di. Vigzxore . Lat. foloor .Bo c.'tfe a noi Pagatore , ne 4
ffierfe; che Ialinamente diraffifiolligi me. lami rifenoto; me borfa hjógnerd .
drtrouomifimidofiieBraiquilìomtfiornomme. Boc. S»dufart,df Satufare anelo fipm nfae ,anebora cbe’l 775
Boccaccio
Mcrearì»
CIELO
MiTCurio
Betcaccithabbi fempre upuo fxiitfare .lat.ftiiifacert
obfeqmjHorewgmtt . nói contentare .&OC.U donne
leqnali motto meglio che gU hnomtnipotrebbono a molti
fvdttfarr . Conmen cb'io jodufaccia ai mio defire. La don-
na per lódufargli dffie difarto.lt Saldano poi uueranunu
Injndtsfcie.Innanxicbe'lmaritotorna^eda Genoua della
ICJ
nero, Farà in pin chiara noce mamfeflo . Tornata la Mef-
jaggi. ra della fna donna con la rijpofla .Tercbe eJSendo
eUamedefima UtUKOciinkdclpadre della ma-
dre difSe. D A n.Et due di toro informa di MefSaggi Cor
fero incontra noi . Et come a Mefiaggier che porta olino
T ragge la gente per udir nouelle .
ftaper fona gli fòdisfece. V> K il. U la domanda tua non ÌAciCi.Latjiunuj.V e T.&&oc.Meff<ramore,bimor-
ftf tifar ài m uete di dire fatisfa rebbe . te. E mi par di bora in bora uàrii Miao, Che mi man-
Sodùt'aci cucnto.Lat.pttisfaSio,complementum. ual con- de madonna a fi cbiamando .
teutamenio. B o c. ÓmIIo che Victrofiéuiftjseafadif- Corrieri. Lat. tabelLartiecttrforet.JinomefJì,onuntii che fi
fnamento di tutù tre m'i nfeito di mente. Ma uolere a \o- mandano infetta .P tt. Il Re celelledluo'alati Corrie»
disfamane di (kmedefimatrouare alcuno, liquale pmdi
etb.che'1 lanaiuolo gkptnfie degno.
Conuntare,CtintentamemOi Compucere. uedi a 70;.
Ficanìz,LarMgoàuma^es. B o c. Lafciata ogni altra pia
F.OftUtdo , Ot ueruna lor cofa 0 Faceuda curauano . Mif
la uecchia in Faconde per tutto quel giorno , 'Hftlequali
Vacende.
Infqccadarejtfar facende. Lat. negociari, & ncgociu immer
g.’re. Hoc. Tdon era alcuno che infacendato non fufie .
Dedico, ualobi.go,jMuemenie . Lat. dcbitum. P s T. Con
tama fede Q^nta a Dio per debito conuienfi.Et per pren
n.Come 4 Cork i ek tra uiajé'l cobo manca Cóuien per
forza rallentar il corfò ,
SenfRle./LJt proxcneta,ia.pararÌMtdntemutius, mediatore
Jequeflcr,cF parochus,iancbo il catnarlingofi findicodel
la dui Varanimphusda Senfale delle nog^; ^ Troxe-
neta ; ilSenjalefi megauo,& maffime de gUbofoiti . deu
to da fentiee, percioche fempre Hanno attenti per fornire
1 contralti i be nella città fi fanno. Hoc. Et da quefo li-
bro della dogana afiai uolte fi formano i Senpib della qua
luà,&dilla quantità delle mercantie . Maggior merca-
tantia facendone & piu Senfali hauendone; che a Tarigi
di drappi non erano .
TT4
,
deril cui Debito alui,Uebito al mondo,& Debitoa la eia
te. Ho c.SoJl.tà’adie.Tantopm mi conofeo Debito alla Pellegrinaggio.ijf.pfrr^riw/». B oc. Molto fu rifa del
pena del mio errore. Debito Skccefiort. Cofiume . -4liho- TcUegrinjggiirdi fa Cipolla. Sembiante facendo di anda
ra Debita. Debitamente. reinVellegnnaggioSi mife in camino.lojino un pouero
Sdebitate deuarft di debito . Lat. filuere asabennm .B o e. Vellegrin d’amore, & vi mioTellegriniggio. T H.
0 umnamo, ofibbitandoci di taluergogna, mandiamo le Pellegrino,^ "Peregrino. Lat & exoticus ,aduentitiui, I jjt
noflre amine aWinfomali fodu . P h. d forefure , & ambo per marauigliojà . Lat. mirabilis ,
Deuerc, ualdebiloé" ragiovuole.Lu.debitum,modus,me P e t. M’aadauafconofciutotir Pellegrino Jalfdo quafi
diocritas. PsT.fr ben in accorgo che'l Deuer fi uarca .
B o c. Come ualorofk donna baucteiluojlro Deuere for-
naio.Ph.
Douert ual efere eonueniente, debito, 0 raghvuole. Lat. de-
bere ^decere . P i T. Gran cagion hai da douer pianger
meco . Cui domenica febee afìalirdem. Si ricca donna
deue efer coventa , pt nbe'l uer fi deue "Nnn contea fa-
re, che douea torcer gliocthi Dal troppo lume . lìueHi
ni ba fatto men amare Dio ch'io non douea Che douendo
. languir fi moli prima Doue al primo honor aitar mai gli
occhi Deuete dir pierofa,& finta jdegno. Piangertvrja
terra tc'l mar deurcbbe.lo pur deurei.Al fonte di pietà tra
uar mercede. La notte allbor quando pofàr deurei . fiori ,
Cimi vrno deuria far làguidi,& fecckiJPeurian de la pie
tà romper un fafio. Che deurò farò te cofa gentilelBcn
debb'to perdonar a tutti i ucnti.Cbe debb'io far, che mi con
figli .Amore i Spinfi amor, ^ dolor , oueir non debbe La
ima Ungua . "ìqe minacck temer debbo di morte. Et dico ,
mPelkgrinofcarco. Fuggo perpin non efier Pellegri-
no . Et ogni error che Pellegrini intrica . La Fianca ve»
chiarella PiLLtCKiUA.MofieunaPellegrinailmio eor
Mago . ulefl M. Laura per effere di marauigliofa bellet-
ta . Ma piango, & grido, Ui nobii Pellegrina Fìuant’ba
vi Pellegrino ,& delg;ntile.i.nobile,<f marauigliofo. (jr
aàe. Pelli grilla Donna. Per fpelumhe de forte, tr VtL-
L EC R I N e Spade, Parole, Unirne .Et tra Poltre leggia-
dre,& Pellegrim Bellifiima colei. Peregrin parlare, Pem
regrine donne . M a defu tarmi < P e R i c R 1 n i egregi Han
nibal primo &qvl cantato in uer fi UchiUe.O kh.
Che utuejie m Jialia Peregrina . B o c. ;» forma di
Pellegrino, che dal favo fipolcro ueniffe . Buon'huo-
mo, tu mi pari un Pellegrino fore fiere . In habito di Pel-
legrino.Porto certi falconipellegrini al Saldano, cofi no
minati per la eccellente • Inguifa é pouera Pellegrina ,
Cliinjiaiti pencoli, M quali iPellegrinantifogbono in-
tappare. Ph.
anima afiai ringraliar dei. Pigmahon quoto lodar ti dei . Peregrinare . Lat. peragrarc , (fiperegre profeifei. P e t.
Ch'ai corpi del mio uiuer lume deano .Hoc. uedi ab' In- Dentro a lequaU Peregrinando alberga .
Bordoil. Lat.hafla,doliin,nis. i quella bafa che portano in
mano 1 peUegrim per loro lòfegno,&dolon,mi. ipoiPhu
777
dice. Beh. E' piu nofra noce deono .
Fiera, per lo mercato. Lat. mercatus,nundina,arumjnnpOm
rium , cr Pantopohon, ij, la Fiera di nane mercatantu .
B O C.JLa Fiera di Salerno.Douendofiaguila i una Fie-
ra jare una gran raunanta Ji mercatanti.Porture me r-
catantie alle Fiere di Puglia .
Negotio. Lat. vgocium. Pii. Conia for.Ua al fuo dolce
7{egot/o. uedi a 847.
'Me((3Lgpf\.Lat.nuntt»Jfonomeffi & nuntn.V et.O’B o c.
B'fqpaggi Semtifetrtttj}tmiJiii,Altro Msrs a«c io7
fa col ferro in upo per meta, t ratto da quel legno grojio
chefoltienl.1 cafa detto Bordonale, onde ancho dit lamo
Boi done il tenere vlcaMo,perchefofienejfocanto,come
aiqs Dan. Per quello, Che fi reca’lBordon diurna
cinto.i.il Pelli gemo .
Amba fei a do re. Lat.legatui,numius,&orator.Boc. 77^
Un.bapiatore Cauto,'Ììpbile, SpecialdeiRe di Fravia.
Fenuti certi gentil'huomini per [Ambafdatori .
Mercuri» CIELO Mercuri»
AmhiràiTh.LatJegath,nMmii>m:Boc.Hiiominititia letonfuoirgrpi«msthetnatuobaiimejiigannlim»lm
parure ^mb/fcurU. ‘ MtnfimiU,(r qiufi dimofiriaùte .D comeM»'
Ambarciata l4t. n»ii«Km Boc. Fatti r^mbafcitta . Brunette Latim.
^mbafKtite di femtna.TmuolK^mbafitate portò alla Tondo [ejl.& idie. Ut. f^bericus,erbiailaris ,ciretàm.
Janna . Boc. Tondo Cenhio, Baflon, Tetto, TondeToppellim.
V tT DiniangoliToné,(Srfórme^adrt.E‘t]ttt,&tut
to'l titl disfarli ,A Tortdo , cioè marno gira odel tutto,
Dan. TÌgi eggiravto ,4 Teudo tjuefla Sirada . A n i.
C he'i I hiare Jolper guanto gira U Tondo.Lat.circumfuo
gur/jua uerfus, prorfus undique, emumtrea .
AvMo.Lat. fccialis,& cadKeeater,ris.è t oratore, t amba
fiiatorc,ohgato . Ari. ìnran.poue>m'eraP,4ratdoa
far d(uieto,e nsetter Upg ,Che ne in fatti , ne m dittt al-
eun parfrrgi ,
Si ctrrario . Lar. a ferrctii,auritiilariui, rpiflolarutn magi
ftrr.arthigratnmatcìis. P E r„4-mor mi mar.da quel dot- Ritondita. Lat. orbis,itreulus.hoc. Thebea correa (M
cepenfieru, CheSeerttarioantiio i fra noi due. Bo c. ItluraiutecomaUetaaUafuaRitoudità.TH.
Vere he mi trouaua f, buon Secret arte .
Secreto. Lttt.arcantim,rrentiitn. P tr.Sòfl.'Hepurilmio
SrcTéto,e’l mio ripn/ò X' fi"” Setretefia i li apra, o chiù
d i.^aJie. Secreto ,4lto. Secreti Meffaggi.Fi tòih'al
trieheuninefiunm’intcr.di. B o c.Sofi. cifadie.Seento
Bagionamrnio. Gran Scircli.Siiniide gli hucn/ini. Se»
creta Cautela. Seeretijprr.o Camarrrre,fam!g}io,Setre
tameme,<Èr Seiretiffìmameme . uedi alPlndiie .
Arcani . .Arcanamente, uedi a 6.
C E 0 M E T R I .A.
780 CeOmetr\:i,Gremctri,Tondi,Rilondità,Certhi,Circoli,Cir
clini, Epictch.CirconfrrenxeSalle, Tabe, Talloltole,Ta-
lto,(ìuadriti,Qundnlatvn,Rhon,bi, Triangoli, .Angoli,
Ttir g ,m,Sirpirfiiie,Centri,t)iamein,Tunli,Ltme, Cor
Ritondo lal.rotundus.globofui. B o c. Cefi il piano era Ri
tondo, come fi a jefiali^ie Rato fatto .tà-nelAn. yelta
la tefta del cauallo lon Ritondo torfii litireul. Ritoné Co-
ciemeri. P b r.Ter la firada Rotonda cb'i infinita. D a *.
Mouefi Paigua m un Ritoudo uajb .
Circuito . Lat. &an,bnus. Boc. 'Hel pieeiolo dreuito
delle loro camere nnilnufe dimorane. ( iriutaie tiglia ,
A M. Co» una lunga Ciri uitumc di parole .
Circuire. Lat. liraimire, Boc .Folta la tcjla del cauallo tS
ritenerlo cerio gli linui. V h.
Circondare. Lat iirciinJare,&circumire,fepirf,tiugere,am
lare. P e r.Cb'atrpiniiinpartr^'lmariiricmu.0-P.At
pe. quefie ualii, Circondate da Raguati fiumi . Sotameute
quel nodo, Cb’amor circonda a la mia tirgia ..Aura thè
quelle ihtome bionde ,&-cri]f>e Cirioncb .
pi,CitnpajjiaiScfiiJ>quadri, Mtfure . MathcvtaticiyAba Cerchio. Zar. tirtulus,iunafigurapiana contenta danna 78
. /I ..j .. — i... »• — 1.J — 1 folalineadeltaCn-confereirgq,outroperifiria;dftroaUa
quale lineai un puntodetto Centro di cenhio, dalquale
tutte le Imee 1 he Iòno menate alla arconfennea, fimo tra
loro tguali. Boc. Hauendo il fole^ papato il Cerchi»
del meriggio. Qjiafit in Cerchio afeder pofii.Due àgli» fa
cenano un tondo Certhui. A M. / crin pendenti fòpra i con
didifsimi homeri da fittile tto Cerchiello dloro,o Ji ghirlàm
da di fronde lumelle lettofopra alla tefta riRretri. F l.
P BX.SP tona feorro litui di Cerchiò in Cerchio. T^eU
si fopra il Cerchio de la Luna. Che'lteirgp Cerchio ferra.
Cbe'l Re dt Sina cinfe D’un magnammo Cerchio .Dan.
Honfi eR dare pnmum motum efiei Ofitrul me^o Cer
eh» far fi puoteTrimgol fi , ch’nn retro non hauepe . Et
quefta teptdeepga il quarto Cerchio Cercar mi fi piu che'l
guano centefimo, che da la gran Cerchia Si moue,Et uar
cu tutti i nailon fieri I Cerchi corporai fon ampli, & rari
Daquelcùtlcha minor Cerchi fùoi .
chifti. Cirtondare,Circuire,Cerehiare, Squadrare
Ceometrìi.Lat.rt terra menfùratm,uel ars tcrram dhnit
tendi fu tremata da Erato Sibilla. Boc Ter punti di Lu
na,& peri fquatri di Gecmcteta.
Gcomerra.Ziif.é* Gnmerret,ierne agrimrnfor.pue diui-
for. P E T. £( diptmo il nubile Giometra Di trtingoli ton»
di,cr forme quadre . Dan. Qual et Geometra ihe lut
tu iJtfiiggt TVr mi furare lo ceri hia,& non lo troni, Ten
fondu quel prlmipio onJ"igll indigeTal erto .
Geometri celebrati da nojtri ani ton, .Archimede, Eucli-
de,Eraloflené.
Archimi de Geòmetra nohililfimo . fu di Siraerfa di Sìii-
ha. lìnamlofu prcfi Siraeuja da Romani , andando i fiA-
daii come rlOTCoftume, Agitando ,& occidtndoi mifhi
cittadim,& ucnendone alcuni in caft di .A ri hhnedeal tro
Urrouofi inirmo a fare nella poluere figure maihema-
tice ihf domandato chi egli fufie , non njfiofe altre ,fe
no’i. Deh non mi guaflalequefiocerihio,dellaqual riftio- Cerchiare . Lat. arcundare .cuberò .ì> A M. Cerchiando'l
Ra,mofli ad ira t jotJali.cndcndofene cfsereperauemura moiulo del fu» care duce .
beffali l'uccifcrojacui morte molto difpiacque a M. Mar Fallare per arcondare. uedi a 1 108.
eeliò,haumdotglicomandatoiht jirihimedcfaluo fila Cinghio in luogo di Cerchia usò ì> a ti. Quel Cinghio che
fetaffe. P ET Fidi Mrchnnede Rarpenfofò,0' baffo. rimane adunque itondo.fa che tuaniui Da Poltro Cm-
Euclidef» della littà di Megera fiudiofifsimo lettore de i li ghia, & difmontian lo muro.
bri di TatmeniJc.D:iienntThif;co,ó' Mathematica, &■ EpKÌc\o.Lae.iterchmdeTianeti.DAn.Rag^fieuoU
Gnmilraiccellcnte.Trrihedofo la morte di Socrate, la nel tergo EpicHh.
Tlatonr,& glia Ini l'uoi diftepoli per paura di nenia tiri Paralleli fono 1 cenbty» linee della ffera, uedia Spera a it.
m S-dihene fuggì in Megera adEutlide,Cofìui ftimò effe CiTCoafennizXat.etrcuufermtiaAmbitm. B o c.Ju in- f
re un foimno bène; & quello chiama bora Diofhora Ulta finito la Circonferrngq di quella fiàRmdeua.A u. La
te , & bora prudc niia .Dan. Eucltde Geometra , & terra diede per diut rfe parti della fua Circonferemga alle
Ttolomco . gnr& mamfefii legni di futura uittoria. P h. D a m. £t
781 M:nh<nn2ti6,EratoRene,Mathematico,&mtfuratore queiibe figue mia Ctrtoufcrema .
del mondo. Eucltde jicdi di fispra ..Antonio Manettt,tl<pia. Centro . lat. i il fatuo tbtim meggo al àrtaU . D a tt.
Dal
Mereurià'
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Mercurio •
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'■Bai Céntn il cenhio, ft fi i-tl cmhi» ai Cfntra Matuafi
J.'acifita m un runtdo uafo iciando th'épercolia fucri, tf-
Jtnrro.JCÌHani cUe fondai Cétro.ptu rimotcMe iofitndeu
.^ujgtà ta tjucHo Centroj.neU’Infenio .
Cilo,Ccribiu,0- girare. Hcdi a 160.
Balla. Lu. pila foUisuemofa.deua da fiocart,/n pigUafi fer
ogm cofi rttonda . ij- Halle ditiai»o<pitUtde meriaunti
piene di merce . Hoc. Toi fcioglitndo le Baci e tinte
I fuor che dne,che di panm erano piene , le trono di capcc-
thio. Fae molte Stile ben legate^ ben magliaie .
Palco ì un trottolo da giuocare per fam tulli ihcgira attor
<w. O A N. Et lentia era Jet Talco , cht'i Latino turbo U
abiama fecondo ti Landino neleergpdeU'infemo,mi,coine
la rena quando al turbo fpira .
Pallottole. Lat.pariiaptU.BO c. Che andar comperando
terra feigli hauefle hauuto a far VaUottole.
Rimbalzo, tire fa la Taila. uedi a 1119.
Eimbeccare la palla .,ual rtmandarU. uedi i 5 9 1 .
Palla , è Anniento mondo . Lat. piU, falbi uentofa . P e T.
Datre VnLLeiforutnta,&d'unbeiutfo.Talla Dea.ucm
diMiaeruaa ij%.
7 84 Qiadro. Ltt. quadrangului; & quadrateti un qua
dro,e qualunque cofa quadra . P e t. D'uii bei diamante
iiuadro, 0- mai non feemo . DitrungoU tondi , ^ forme
Sluadre .
Quadeipartitoa. partito per quadro. A r t. LboSìe che
I hauean Qiiadripariito .
Qii3drant;ulo. Lat. San. itletgerannelbel uifo Qita.,
drangolo II titoL
RhotnbOj^Mcr Grahefignifica figura quadrata,gli cui ta
It fono tutti eguabjgU anguU obliqui di quattro lati , onde
li gfttata NI terra fi uelge a gmfa di quella cotounctta det
ta Cjbndro, co laquale 1 contadini fòghono rendere eguale
1 l'ara,douefi batte il grano, Outdio ijuid torto concita rbS
bo Licia f Martiale. uunc Tbefabeo Lunam deduce-
reRbombo. A a i.Enoé,eHbombi, eTurbimdtfcorre,
C parUndo dteofea magica appartenenti . )
Quadranti . Lat. D a H.Cbe fan giunture di J^uadranti
m tendo.
Tetragono. Lat. i quadro quadrangnUre ,& fi come egli
i uguale in riafcuna delle fue parti ,tofi per fermo, &for
le ad ogni tempo, Cfdibuona,&ditrtiìa fortuna pofe ,
Dan. .Auenga ch'iim finta benTetragottoU colpi di
uentura .
T riangoli. Lat. trianguU . P s x. rie Triangoli , Tondi, tJr
forme Hu^re .
785 Superfitie. Lat. i quella cofa c'ha lungheg^/lrlarghFg.
X.a, dellaqualehtermim fono le Uuee.^O c. La juptrficie
della terra. F l. Et parti Supcrficub. Superficial parere,
Damctro.Ltt.diameter.iuna bnea retta, cbepafafipra
tl CcnirOyif- da ciafcnn lato tocca la CirconferenxAt& di
nide it cerchio in due parti eguali. B o c.Tra'l ceno, &
Tbilocoloeraquafiper Diametro pollo un altijfimo Ti-
no.Th.
Linea. Latdmea. i qnella che da un punto alt altro i mena-
ta diritta. B o c. .Alcuna ramemoratione de puerib Li-
neamente del utfodel fno figliuolo .
Compa(ro.Z4r. ciretnus. iti Sefio. B o c. yna coltre Uno
rata a Compafji .
Sefta,^ f c/ti, Lat, ttreintuA d compaflo. Talofigbotb Ca
tato .Atheui^ , (p- nepote di Dedalo connerfo in per dice T
ne pi inbentore .boc.Jl piano toji era monde, tome fi
a Sella fufie flato fatto . U A N. Colui tbe nolfi d ScHt
.Atoeltremo del monde.
Stjuidmjofquatm. Lat. amnfjis norma ; i Uromemo
che adupcrano 1 maeftn da Ugnami per dirigp^re 1 loro
lauori . B o c. Ter Ifquatn di Geometria . ' r
Squadrare, lat adamufiim reddere,ual adaitare,acconaa-
re,if indiriixare. P E r Chi uerrà mai che Iquadre IJw
Ho mio cor di jhiabo .D UK.Le mam alga tou ambe-
due le fiibc Gridando, togUD», ch'ale le jquadro.idell
indrrggo .
Abachicra. Lat. ratiocinatrix, caladatrix , a rationibus .
Boc.Efia prinurrameute negb animi piu gionam, quan •
tunque piu uitiui a quaranta,! he a tremafei fufieroi pojlo
ch'ella nonfofienon top buona .Abacbieragli diceji'e uen
fotta. L A. & Logifla fonogU abachijh , & computila ,
thè tengono conti de Ubri,ctrca d dare ,t!rlo hauere.
Kumero,Teji,&Mijura.uedia Qjiantilda idjj.
,AArotugia,Gemnantia,Magica,T^tgromàtiaJncanti, Ma
lie,Fjfiim,Fatiure..Aflrologi,Magici,Geomanli,T'legr0
mami,Fate,Fatab,Stnge,lncantarerAfattuare .
StTologia,eSr -Aftrolugia. Lat. &afiron»mia,&fiderum,
nel a/irorum feiemia ebe predice le cofefuinre , fecondo i
nani cor fi delle fieUe; .Arte da fotalifitmi ingegni, & non
da mente occupata, & gnomon,oiiit,lo aShnlahio. .Anafi-
fimanJro fu primo .A Urologo tefle Tlimo . La S urologia
futrouata da yrania SibiUa,o-idetta da .Aflro che fi-i’
tnifica fleUaS)AS..A pii di quella croce corji un .AflrOA
Aurologi celebrati da noflri Tetti , Tolomeo che fcrijle d
filo delle terre e& fcrijle anche nuÀtt coft in .AHrolegiat
.Alano,Zoroafiro, Michel fiotto.
Tolomeo . B o c. nella nifiune amtrofa . lufieme coflui in
atto bumile Sifedea Tolomeo tbe padana II del con ut-
taUetto affai follile .
Alano .Allrologo,neJi a Saturno a 144.
ZoroaAro .Afirologo , uedi a Magici a 791.
Michele Scotto,ueé a 797.
Augurio. Lat.quafi auigarrium,ab amumgamdittte , ‘tir 787 ^
noce,& gamédo,& omenpiis;quòd fit ort,qnafi oremen,
& Onututor , d datore de gli augurij . P e r. Hor triHi
-Augurij,& jbgni^ penfier nigri. B O c. tugurio bno-
nofiAigUore .a A k. Et degU.Akg4nfA!r delle premefle
de gU Dq non fi deut alcuno feonfortare giamai.Tre^ero
.Augurio ,
Auguro. Lat. augurjiiuiiiare,&auguriiiMfjcere. iqueU >
li che mdouiiu. li ah. Si ch'apeua rtmejèr per le cune
.Augure , CT diede j punto con CaUanta in Jfuhdc a ta-
gliar la prima fune.
-Augurare. Lat. augurarifi itiuinare che uenga la cofa defi->
derata, dr tome -dugurofii ' loutne.D AH.Toicvme
nel percoter de tmccbi arji Surgono innumerabUi faudiei
Onde li fiotti jiglknagurarfi , tioidiconehauefi'io tanti
ducati quame fino ijueliefanille .
Pronollico.lif &oHtntum,diuiHatto ,prafeniaiio,&
fiicatia rerum futurarum. i ah. Et li nonfatfi Trono-
fiuht delie tempefiati.
Au(picio,</»a/ì aun ffeàum ,&fitab auium uolatu . Lat.
aujj)icium,augurium,omen,is. A R l.ContUn^uiodi
Tro^trCdonneftfimpmumjliffiti, v t •
O fi
-■>
Mercuri® C I E
1ndowno.LJl.Mles,éi<iiutùrJ>ariBlitsda Dinint. Lat.ér
comi(lori& onyropcLtjXjl diMnaiorijii IfgHi ,P BJ.Jit
fci Jrl mio noltxqnnfi} rt/oMW , Ctua Itidomna de mici
danni. B o c. ^mlroginolo del [no mole ìndonma.Come
di cofa natautnma fui uno Jndonuu. Thyj-.oixmjtt ipallo
thè mdonma nedt ndo nella fatua deli'bnvnio .
ySS Indomnare. Lat katuinari,unhfiare.V n.TiefOpo in-
dumnar tlii me ne far gita . B o c. polrtbbiiio indolii,
nate quello thè noi aiMJjimo faun^ .Ingignandvji di
quello uoUrt lodoninarr ,
Indoiijni, & tuguri leUhraii da tieflnfocti.Mmfhia.
rao,.Aromr,.>ipcnte,^fl.igie,CoUanle,Dafhiieitnn~
pilo, Milampo ,Tanaquil,Tinfia.
Amphiarao btbbe origine da Gnmetpruiothc da Eolo fi.
gimlo di Clone nacque Erithioji^ é Erubeo ^ruithaom
ne, dquale generò Biantbe,& Eianihc ,/tmipbalo; et,An
tipbatufu figlinolo di OUdeopadre di ^Amybiarao. Coflni
fn potcmifjimo negli ^Auguri, cioè diuiiiatione , come pi.
gliauanogli-imiihl dal canio de gli uicelii, ty dal loro no
lato . Egli fu m tanta riiicrcnza ibcg'aaniuhigli edifica
rono nn lempio^t ionfliiniron gU fat > ifii u.^ppareubi?»
do sdrailo Re degli àrgini grande i [fi reno per refluni
. - re TolUnice nel regno Thtbauo , & bantndo iiednto per
glt angurii ibe egli donena perire in qui Ila gnt rraficcnl-
tamente fi ne fuggi fi nafeof:, amò non fn/ie conflret
to d’andarnuàt quejlo folofippela fna moglie Eripbile ;
ma ,Argia moglie diVolliiiiie promeffe ad Enphde una
aobibjJimaeoUana, laquale hantna fatta ynleano fi lo
inltgnana.La anara adunque, & nana moglie lo infegnàf
onde conflrctio andare alla guerra nella prima battaglia
efiido armato nel fuo carro Ju ingbtoiltto dalla terra, tal
carro /t co caualli,per laqualccfa ^Abueeme figlio di ,Am
fbiarae uccifila madre fna Eurtphile,ende D a n. finge
die ruinafieinfino alTinferua,^ dice. Drizza la tefia
dri'^ai& utdt a lui S'api rfe a gbocibidtTbibà la terra
iìuandogridauan tutù, dune rui .Ampbiarao ! perche la»
fei la guerra ijpsr. Et .Argia ToUtnite afiat piti fida ,
che l anara mogìicr d' Ampbtttrao .
7^9 yPro^t€,eofiuipone Lucano ^tre {lato Augure Tbofea-
ryo nella uttà di Lucca aiellaquede dal fenato cupidodi fa-
pcreehefinr hautPebauerelaguem.ua (efaree&Tòr
peofu chiamato a Ron.a,& quiut fàtrificalo un Toro, &
pane delie inteflina attribuendo a Taapeo ,&parte a
fitfare , VI .quella conobbe Cefimdauert umteTe . D a M.
Arònla è cuiui ch’ai uentre giti atterga..
Ardente fu ia Tarma, & cab^atojiuomo fenga lettere ,
& nientedimeno fi dette all'arte deli'tndouaiare ,dr in
quella fi per. benignità de cicitfihe a quejio lo incbnauano,
0 faciUtauanofi per altro modo che fifufiePu eccellente ,
predipe molu iofi. Et maffimamente che Federico ha
uea a tentare é fare k ideila t’uioria apprePo a
TarmajS' baueìeii eperc rotto, onde di lui dice D a m.
trouandolo nello inferno l'idi Afdrnte c’hauet mtcfoal
CUOIO, & a lo fiiagoÌHora uorrebbe i ma tardi fi pente .
Aniade Be de Medi uide in fogpoo thè delle parti genitali
dclU figlinola nafceiia una uite,gb cui ualci tutta CAfu
inÓbrauaiio Et gli Indouim mterpretarom che di lei baite
ua a nafeere un figliuolo ,&che egligU baueua a torre il
reame ,Adnqueh.échemotttprouediméti cétra quello fa
oept Aflkge , o- prima matuaffe U figlia tn Tetfu ad
L ,0
Mercuri*'
huomo mliffan»,& dopo comandaptcho'lfigpnologiàu
tufi kjuape lofilua alle fiere. Titemedimeno uoile Li for
luna (be lfaniiuUocheJu Cyroupipe d'igaipctueloc0‘
crefimto gli togfiePe lo (mpero,& iranifenpeloa Terfi.
La fioria che fi guua diCyroucdiailuogo fuo.
Calcante Augure fiedi qui é foiioad Euripito .
liiphncfigUuekdiTirefia Tbebano indouinofiiedi di fotta
a Tircfia .
LuripiloAugure.ilqualinfiemeeonraltroAugure Cai. jpa
tante ,epctido già tutte le nani piene de Creetnelporto
di AulidePifie qual'eraC boraci il péto prodiero a ufttr
del porto,ó-feie tagliare la fune alU prima nane, cioè al
ia pi iniipale , come (aria la Capttania feirga altnmenti
Juelltre t anihorefir,de \ i K.Tortaiqui incidere funet.
Aulide è porto in Boetia nò lomami da Taiugra: nelqual
Agamtnnope Re de Crei i ragunò mille naui pi r andare
alk dfidione di Troia, turipilo fu quello , itqual diceSi-
none fibctCn et mcndarunoaU'otaiolo£ Af olirne per ft
pere nube modo peuffero placare gli Dnihe treoefimo
ottima nauigationeper rilornaiein Orena , onde V i lu
Suffenfì turipidum fntatum oracukTiabi JUittimus
tfi^aditujucc trtfladida refortat . onde D Ah.Siib'a
pinanniafirperlecuneiAugurttr du Je'l punto con
Calianta In Aulide tagliar la prima jnne.EuripiC btb-
be nome,& cofii canta. L'alta mia Tragedia inahuulo.
eOsBtnkfaitu; tbekfàilntta quanta. parLudoV ir..'
con Dan.
Mclampo padre di Manto grande indouino . nedi a Manto
4I4J.
Tanaquil moglie di Seflo T arquino , Uqual nacque m Tar-
qutm città d Itala onde piefe U nome. Cofia fu molto peri
tane gli Auguri, co quali prtdiceua le top future.^»
fuafèa Tarquuiodi uaurc a Roma .
TireCa/N Thebano indouino . Scti>ndolefauoU,theandaru Jfl
doungiomoper una fibca feontrò duo.fcrpemi tnfieme
euiluppaii , iquab penotendo con la uerga fiibito fi muti
di ma fi hio m f emina , fintai fi fio per/eaerè fitte anni .
' Dopodfatmo anno rttornando a eafo nella medefima fd .
ua, nel mede fimo luogo riirouò i medefimi Serpenti ;<dr
iliimando quelli iMUerfòrga di mutare il fifio , di nuono .
dibatte con k uerga.tr niomò dtfemina in mafebm. DL
(cfianchora tbeefitndo lontcniumefi-a Gioue,& Ciuno-
ntcfial {epe maggiore uolentd nel coito ,edeimafilm,o
della femina,^ non fi accordando, fi fòttomifiero ai giudi
eiodtTirtfiaperbauerprouaioPuno ,tr [altro. Cofiui
pronunciò che nelle femmefofie maggior furore,tr libidi
ne . Tqefinza naluralragione diede tal fememia, laqual
bora lafiiamo, perche mente rilieua al prppofiionollro.
pronuntiando adunque tal fentcntia Tmfk offefi tamo
Giunone fibe per ira gbtol fi il lume de glt ecck.tr Guute .
in ricompenfi di quello li diede diurne detk mente , per-
deche lo fece indouino , & diedegU fdentia delle eofifutn
re. & ePendoCadmetfignoridtThebemprrtcoloqicrtbe
erano apedtati da AUmeone,Tirefiapredipe loro ebek
[tipo era che fi fuggpeno,et abbidonapero k cutd-Tcr-
docbefiridupero m Thdpbofò regume é Beetia.Doue
poi morendoTirefiafnbonoratifiimameme da Cadmei fa
pelUtoxfiendo poi Tbebeprefà,& fauhegguta. Daphne
figliaé TirrftafumandatamDelphoaltempioSApol-
UnefijradApoUinededutua.DoiiefuefeeU<ntenell'<utt ''
deL’indamnaret
Mercurio C I ’E ’LlO Mercurio 107
^eh'inhkin rre^ tompofe molti imtcntim urrfije <juth ^MÌ.Lot.nugt S3xy(la,fatidua,id5vt‘» kcnturefi. Ari.
,H omero moki ncpofenel (no poema, ^fu chumota SU Coitx piu aggrada a quella Fata altiera. Morir nò puoie
itlla,penhe mquella liHguaiibiUa figmlicaa uoieuiua aUuna Fatamai Fttuhe’ljblgira . Ma le Fatemonrfem
4ell'ora(ulo . onde dice D a N. A'/i Tirefia che muiò pre non ponito.f'enae Ruggiero a la Fata Tradente, l'am
fémbiante , Qjiando di mafcbiofemma diurnite C angiaa- ma incantata, Che d'un Follato nacque, e et una Fata,
dufi le membra tutte quante. Et prima, & poi ribatter le Affatato.Ait. inuiokbìUs,&fatisinJignitut. A R i.ch'Or
eonueiine U dneferpenti auolti con la ueiga; Che réauef landa nato impenetrabile era ejr a jfatato .
felemalcbib penne. FitiW.Lat.&delhiiatum. P s T.Cofi jempre io corro al Fa
romancia. Lat. è fpetie dt diuinationejaquale gli orien- tal mio fole . Quejia anchor dubbia del Fatai fico corfo. Fa
lalimajjime efiercnauano circa l'aurora mfue liti ;fan- taliStelle. \k i. Ijhla Fatale .Che Ferrau^er tutto era
nofi l'.dccirighe nondi linee, ma di punti fortuiti, non Fatato. Era ugualmente ilprincipeiF,Anglate, Tutto Fa
mumerati da ihi gli fa, poi fi diuidono in quattro parti , fi tatofuor,che in una parte.
thè ogni pane ha quattro righe accoppiami i pumi del M agici, 'HcgromSti,ét‘ Incantatori celebrati da nollripoe
ngo III forma che nelT ultimo rimane parificalo .Etefo- ti.Circe,Empedocle,Erithtbone,Macometto,Merlino,Mi
gui quaternaria traggono t ultime parti ; & fanno una thel Scotto, Simon mago, Zoroafiro .
figura. / nomidetlefigartfimoLetitta,Trijlitia,Fortuna Circe fecondo alquanti fu figliuola del IUe;& di Calchi jien 794
tnator, Fortuna miuoryAcquifitio, .Amijfio , .Atbus, Ru-
heut,Ciii8to,Carcer,Topulus,yia,Tuer,TueUa,Capiit,
Cr Cauda. Dan. Solcando 1 Ceomanti lor maggior fartu
na yeggiono in ortenie mnam^a Falba Sorger per nia che
poco le sii bruna ; Mi uenne in fogno una femina balbai
Pregio. Lai.prafagium,admomtio,ofientumprafitttio ,
dmtnatio,ualuinatia . ual figno. P i T. Che da prim'anm
Tal Trejagto di te tua msa daua .
freù^,iadouino. Ltt.ù’uaticinator ,diuinxtor, uatet.
P tT.Odelmtomalparticipe^Trefagì. Forfè Trcfag»
Ce di trtjìi & negri . Mente mia che Trefitga de tuoi don
m.S’imtmrjauquàgiùdelben Vrefaghe .Kni. Trefa-
ga che quel giorno effer rubella ùouea fortuna a la chrit
fitana fede.
ÌA*pc3arte,&arteMiiga. Lat.iincantatione. Pet.ìo-
»** Zoroaliro, Cbefo dell’arte Magici muentore . Et non Erichthonci/rcflnd» lucano fu Maga in Thefiaglia; laqmt
uè in Italia, tr habitò neliifola da lei nominata Circea ,
laqual Ifola in proceflo di tempo éiienti terra forma.Di-
cono I poeti, che per arte Magica conuerliua gli buonuni
in uaric fiere j& che giunto F'iifie a i liti di Circe innamo
rato dilei,tonojciuto chi egli era ,dri compagni fuoi che
Trasformati bauea in anghialifer uirtù , rimedio che
le diede Mercurio (campò da gli inganni di tei, dr nelprU
flum Sì-Ilo humanoridujfeijuoi compagniima prtmafiecù
a fuoiékiti un anno fi tenne, fi come narra Homcro nel
decimo dcFOijffea.dr però due tlnofira Pet Sluelfi
pcnfofoèf'lifie affabdcrmbra,Cbe la calìa moglierajpet
tacrprega,Ma Circe amando gliel ntieu e'ngombra. di’
Dan. Gettò noce fuori, dr dtfÌe,Sìuando mi partì da Or
ce; che fettrafie Me piu d’anno prejfo a Gaeta. S A u.Tut
te F herbe della Magica Circe, & di Medea .
;«r
già mrtil dherbe,o darle Maga. Ma forga afiai maggut
thè d'arte Maga .
Arte magica,magafi nigromantica. Lat.magica ars.ma^
t a pramtas. B o c.llqual per Mrle di Td,egromantia prò
ferma di farlo. Ud uno fuo Tiegromante, h cui Mete già
(fpenmentata bauea. S a n. Tanto fi può per arte ilmon
do inualuere . P 1 t. uedi di jbpra a Magica .
Megromantìa. Lat.necromantia; diumatio quafit per ea
dauera , uel per inorlui refufiitanonempnagia, meanta-
tio.Roc.Fugià maefiro in “Hegromantia Se lo fiolare
jàputa bauefie 'Hrgromantia,perfe adoperata l'baureb-
be. negromantica operatjone.
79 j 'tieuTotnante.LalJtccromantU!,magttsfincantaior,diuìna
nr. hoc. Hauenio il Ut geomante tolto uia il fico giar
dmo.lnducendami la paura delnig'omante. Md uno fuo
Ucgiomante. la cm arte già ejfieni/untaia bauea. Ari.
A' n.' gemmante Cauto.
ÌAngo lat. magna, lo incantatore. P ST. Da quelli Magi
trai mutato fui .hoc. Et alquanti de raggi della Stella
th’apparue a tre Magi inortite.iajuelli che andarono ad
odorare Chrilio ; & quefti {intendono per macliri,& la-
pienti m Italia, & in Graia fi chiamano Tbilofipht; oue.
I ro Sacerdoti fin India Scribi,& in Terfia Magi . I tarpi lo
re fona in Cotogna città nella Magna ùafìa [opra il Rhe-
no. A R I. la gfoita,Cb'cdtficò Merlinoti fiuto Mago. Et
agio aFoprede la Maga diede . Ch'a Bradamaute meli la
•dotta Maga. Come febiuando Herodei Magi ftro. San.
Ttrcht i Magici Dqdet impari numero godano ,
le a reqm fittone diTompeo figliuolo di'Pompeo Magno ^
trafiedelF inferno un'anima al corpo, & fecegli dire cht
fine bauefie bauere la guerra dulie tra Cefàre ,ejr "Pom-
peo. onde dice O ak. parlàdo con un'anima neit'infemo .
Ver'i ch'altra fiata qua giù fui Congiurata da quella
Erichthon cruda, C he mhiamaua Fomhra a corpifui .
ÌAicometto,o Mabumeth.lac. Macometus. nell’anno 79;
della mflra falute fecento uentt fedhe Bonifacio tergo, ^
imperante Honorio: fu tu Mrabia Uabumeib Mago , &
di fiamma caltdaàfilr cupido di honore,non bumano.ma di
inno; efi-infna giouemù inde nane terre,& nationi;& in
Hierufalem imefe la mofatca,& altroue la ebriftiana leg
gefit cofi infirutto co miracoli che focena c3 arte Magica
perfuadcrte alla imperfetta moltitudine iMrabia ,the
rglifofie Mejjia uenutodaldelo.dr dicienuoueUggifine
/ colàdoui molte cefo uolutluojèper Icquab fadbnélt tiram
ua a tua diuotionela turba , et con quefio fonare acquiSVb
la fignoria;0- nuffimc fingfdofidalam.'ffima Ulta, ^ co-
Jlumi ; & con fornma a/lutiJuaueua auegga una colóba
bianca a pafeerfi nefuoi orecchi: ne quabfurtmamfle po
neua panno fi!r fimtl efea in forma, che quido era
a pfrdu are al popolo, focena aprire alta colomba , &]u-
bito quella gli uenrua a ^ orecchi: Ttraffermana epa effe . ’
re lofjiiritefant», ilqualegH mofiraua quello fufte bene a
fare.m taro forfè un'altra pefie pemitmfa, perciotheSer
gio monaco cadendo nilFherefia Uefioriana fu cacciato
il pitaltrt monacbttpcrche pafiò in Mrabia, tìr aggiufefi
nMabumclb,crpenbeeramoltoutrfoto,& pieno di
0 iq
Mercurio CIELO Mercurio
taliiiti^UlimmmijÌTaua molti fugaci cofgli,& Machn ro loro te mani addogo, dr tpielti riceuettcro lo f^ttit» fi»
meih lo lencua rimhikfo,affermido Iniejjere t'angeloga to;perthe parendo gran cofi a Simone ,cbe jolopert»
brilli ilqiial tammaeUrana di tutte le toje , ebe fono utili por della mano , lofiiritofinto uemfie tofferfegranpecu^
aie anima . alcuni dicono ibe Sergio fu mandato da Ro- ma agli apofiolijó- loro gli defiino tal potejid. Rjfiofe Tie
ma a predicare a gb ^rabi,& a uolgerli nella noflra re* tro.La pecuma tua fia teco in perditione. Et certo peri bt
bgione,&promi^onglicbe portandoli uirilméte,haurcb tu Siimajli ebeti dono di Dio ft potefiebauere per pecn-
be d capello, Et dopo ni efiendoglto/Jcruata la promefia ^ nia,tu non bai parte,ne fòrte in ipieflofermone, &ilcuor
tornò in ,Arabia,dr cantò la Talmodia,cioipreécò dio tuo non i diritto nel concito dt Dioaienii la tua pecuma,
trario di tfuello ebe pròna hauea predicato, dr fugrandtf & prega Iddio fe pofstbd i che quella ccgttatioue ft parta
fimo aiuto a Mahumetb , informa ebe no filo in Arabia, dal cor tuo, perche io ti ueggio ejiere nel fele deltamarit»
ma in tutto ^Egitto fu reputato nero MejjiaJnllitui che dine,& nel uincolo della iniquità. Da quejlo Simone adiim
ifuoipopolifujjino chiamati SarrainiioSarraceni da Sa- que fino detti Simoniaci nel nuouo leUamento quelli che
ra legittmia mcgludi Habraham,quafi legatimi fuiief- contrattano con pretta le cofi [acre, come nel teliamento
fon della diurna fuccefiione. Era di tal mgegno,che eliam uecchw erano denominati da Hicgi fimo di Helifio prò-
gCincomtnodi fuoi ufiua a fuo propofao,penu>ibe ejiendo pheta quando mondò tiqman principe della mdma Jet
fftjie uolteopprefiodalmorbo caduco,i gni uolta che poi Redi Siria della lebra. onde dice D A v. 0 Simon Mago,
tomaua in fe^gea, che gli fufle apparito Cabrici ^iige omifirifiguaàiCbelecofidiDiocheébontateDeonef»
lo, & egli cadefie per non potere fipportare tanto filen- fere fiefiacoi rapaci Ter oro, & per argento adulterate ,
dorè. Rmu fi finga padre da pucritia,ei pouero fu nutrito Zoroallro Rt de Battriani,ilquale hebbe guerra ci T^no,
dal Zio.Mori nel me fi di Luglio neU anno della noflra fa- & fu ungo , & luperato ; cr dice fi efiere Slato inuentore
Iute fcccntcfimo uent'uno..Altri pongono nel fecento tre» dell’arte MagicaètT dell' Uflroh/gia.fuinjigtie Thilofo-
tadue:dopoilqualeottenaeilfuoprincipatoCjlipba:& pho.^finucSoltno, che la niedefina bora che nacque '
a Cabpha fuccejfe .Acbaly, ilquale cacciato del principa- egli rife,cofa ueramente tnirabile.ct però due il Pm.do
to regni M-ly; ma ejiendo egli molto fuperfliiiofo.gb Egit u'i Zoroafiro,Cbefu dell' atti Megica inuc more . A r t.
ti trearon citra Cabpba nuouo principe . .Alcuni credono He ual lungo ojicruar di bcmgno ASlro,He quanta effe
thè .Alyfufle Zio dt Mahumetb , & aiutatore m tutte le rienlia diarie Maga Fece mai l'inucntc,r fuo Zoroaflro ,
fue imprefe. dr D a n. trouaudolo neWinferno dtte.yi- incinto, Incantagione,Incamt fimo, tir Incantatori. Lat, 798
di com'i Storpiato MacomcttoDinamt a mefi’uuàpiaa- òicantatiojexorcifmmcarmcn,camio,fajci»atio,fafmu,
gendo .Ali Feffo nel uolto dal mento al eiuffctto. Boc. Molto di quella òicaniatione rife con efio lui . Al-
Merlino , uedi di fopra a Mago . cuna cofi per forza ilncantamentofanno.Incantamcnti
797 Michele Scotto. Alcuni uegitono che fopeSpagnuolo, Al di Demoni ne teSii antichi fi legge (ndozpcamcmi.yna no
cuni dicono che fu deW Ifota di Scotia,& peri lo cbieman uella iC una nuoua ineàtagione . Et fari fare fla nette la
Michel Scotto; ma tutti concludono chefufie ottano A- Incantagione fopra le galle delgergiouo. Et teco con funi
Slrologo,& gran Magp,Hrficjioconuitauafeitza alcuna ineantejimiegni notte fi giace . Che non ti faintfegnare
prepa catione di uiuande , cr dopo fu l'hora del mangiare quello Incaute fimo. Ogni cofa guafli dallo Incitatore fat
cofl ringeuafpiriti a condurle di diuerfi luoghi; & dieeua, ta. P e t. Ter herbe a per Incanto a fe ritrarlo.
queflo uiene della Cucina del Re di Frani ia,& quello di Incantare. Lat.&fafcinare^diurareucxorcnare. P n. Et
quella delRfd Inghilterra. Fu Aflrolvgo dt Federigo fe- gli affidi mcantarfinuomlor note. Soc. Difle la dina ,
condo, tira lui finfle un libro, ilquale Bcncucnuto affer. ben la si 10 incantarcMifle Gianni fi tome i incanta ellat
ma bauer kttofit m quello àu hauerfi nottua di molti fi Io voglio che noi andiamo ad mcantarla . Quefli fono uer
gm della nalura.TrediJ3e a Federico che morirebbe in Fi- mini; togli incanterò per fargli morire . uedi tiràbce .
tenge . Ma mgannollo la equiuocatione del nome.Terao- Malie, fono le fatture fatte da gli incantatori Lat.fafcinu,
che non morì nella emidi Firenze, Ma òi Puglia in un ca òuantathjafcinalio, magica artei.D un. Fecer Malie
Hello detto Fiorcitviola . Viie la morte fua Souere proct con herbe, & con imago . Et efiere come Mabofi conden-
dere da cicciolo fajfolmo di certo pefo , dr cofl aàuenae , nato al fuoco .
Terciocbeefleadoincbiefaaca^fioperto perbonorare Amrnaliare.Lat.fafcmariualaff'atturareguaflare.T) a;n.
il corpo éCbriflo, la fune della campana gU fece cadere Laciecacupidtgia,cheuammaba,SimiUfatttuanalfa»
un fifloitno in capo , ilquale egli pefindo conobbe c he era tolino.Che muor per famefij- caccia uia la balta .
del^o che baueeprtueduto,Cffudicojflìmorto,^ cofl Affatturare,i[ar mabe.Lat.fafcinari.D a K.Onde nel cer 799
morì, onde due Da sJìueltaliro ebeneflanebi i fi foco chio fecondo s'annidajpotriftaflufiitghe ,&chi affattu-
Muhele Scotto fu; ebeue, amente De le Magiche frode ra, Ladroneccio/^ fintonia.ideSÌ cbiammalta.&falfifia
fippe'lgioco/liiono alcuni che in que tpnpi fi era d ueflir catori di qualunque forte ,
aflcttatoAr il cmger Hretto , che per queflo dijle Dante Falcino. Lat. fafcinus,tr fafeimem . è certa infermità, che
che nefiancbiiflpoco. uiena glianmuti,cemefiregan,ento.\ i n..HsScio quii
Simon Mago philofopho , ilquale per le cofi cbefacca con lenerot oeulut méi fafeinat agim. S ah. Ai loro agneU
fue arti maghe era m jbmma autiornàc& reputationr/t hgfà non nafte il Faftino. Guarda i teneri agneUi dal Fa-
predicandoinSamanaTbilippe,cofluimfiemecouglial. (ano. Et fi élcguacomeagnelper Faftmo,
tri credette, & battezpfti,ma anihora ne battezfU di Sa SmgeJM.Hnx noQuma.jono certe uecebie ficondoi feuu
maria non era lo ^iritofaiito,ma uenendout poi Pietro fit pUci che fi traiformano òi gatte ,&m altre uarie forme
Ctouanni orarono per battezati,tS' dopo U oratìtnefoje- di anwuli/S- juccueno d Jangue a bambini-filtri Maghe le
cbiamano.
Mercurio CIELO Mercurio i aif
Soo
j
(bÌJnuma . B O c. Con carte ^ infamate Streghe , ^ con
te/Ucoli di ùtpi. D A K. Fcdefli dtfie queUa antica Stre-
ga . ideji quella faljafeUcaate .San. Ma mefle Strigi,
er importune nottole . "Hpttnma Striga . A & i. Che non
fnofar parlarla bruta Striga ,
SC&ITTOKE.
Scr!ttore,ScTÌba,'}iqtah,TeMne, Carte, Incbh/lri, Lettere ,
Caratteri, Ventacoìi,^lpha^ti,SiUabe, Scritti, S cnttu-
re,Copir,LéeUi,CarteUt,Rnbriche,Tofiille,Inilici,Breiii,
Stromenti,Ltbri, Calamari, Temiamoli, CompaJJi, Sefli ,
S crinere,Tref innerejfcnure,yergare. Vomere.
ScDtCorc. Lat.fcnptorjexfcnptorJiibranus,&béliogra-
phiii. Meco pollando mdulijjimo lettore; quaui, & quali
fieno Itati coloro squali dell'arte dello femtere hanno fat-
to profcjjìone , io comprendo , & noi fnnilmentc il potete
comprendere che tatti dmerfamente in quella fi diletta-
nano, Cfchipm,<y‘ chi meno fecondo che nell'ammo gli
tapina ;& che più profitto gli pareua io quella disfare.
De quali alcuni n erano, thè fi affaticauano con ogni ra-
gione mijiira,& arte di fennere quelle fòrti di lettere fine
ro caratteri che noi per proprio uocabolo ufiamo nomi-
nare Corfme,Forniate , Maiufcnle , & Minori . .Altri in
tontrana opinione tratti l'ingegaanano piu afiai di far let
tere Caldee, .4ratK,Turthe^aracene,UlJtrie, Indiane ,
Uebree,Greche,& .Armene, Serniane,.Afiaae,Iacobtte,
Coffite,Theniiie,Golhice,Mofihomte,Tholiaae,Schiaiio
ne ,e if infinite altrelòrti,Si tome nelle loro carte,&mo
ffrefiba potuto nedeie.MoItt altri fenza pito afaticarfi
in tante, t!r tali nartationi poCero tuta la loroperfcttiane
io jiriure le loro lettere chefnfiero ben fimte, ugnali, &
con le fue dillanzftet con glilhoi corpi alCbafie conformi ,
tr fola in ere maniere.neU'una detta CanceUaref :a pofiro
. ogni loto lìnJioin fcrinerla cheellafofie alqnamo,gran..
de,piena,liingheteajien Icg ita , alqnauo pendente da
mano fimfira . neU’altra chiamata Mercatantelca tutta
in contrario della predetta,tioi picàola,fcama,tonda,<fi’
alquàto pendente nerfò la defira-nelia terza detta Bafiar
4a,ch ’cUa deU'nna^ deW altra delle due predette teneffe:
tì'.di qulli anchora u'erano ajiai, che faceuano chetane
tua minua tomieggiafie con la pia largbrgo^a in tutte le
file partifecondo la qnaiaà della fui grandezxa.Et come
che quelli co fi uariamente fermenti non fi accoflafiero al
nome del buono firittore tutti; non peruò tutti s'allonta-
nauano,angi ejfendoae molti dt ciafcum che fi pillano ue
rameue attréuire(fecondo i loro tempi) il nome di buo-
no,Cr perfetto fi ritlore,ci hanno donato Cartoni dibri,mo
fire,iCr altre eoleconfue mani i fenile , lequaU ci pofioiio
efiere ccrtifiima tejhmonto della lor (officiettga . £r afiai
furono^ fono,clKpiuoltreuolidoprocedere delhlàpra-
dettt , diedero opera m cauare le lettere Matufcuie antì.,
che Romane, co la nera, et giufta ragione del copafio cauà
iole del juo tondo, & quadro alfalte^^ delle none te Ile
con le proprie fue grojsezxe , fottigliezze , & dijtange, a
quelle còuruientLMt quanti anchora eche dopo fi hanno la
piato a poflert memoria di mille bei Mlphabetié lettere
ligi barde fi uogliam dire Capttonfe canate del tondo éui
pi per terzo dado lorolafua forma ouau.Et di lettere Mo
derni cóla ragion della pina ci le fue quattro tefie, oucrq
grofiez^. Tion à i mancato anchora di quelli che hanno
Jcrutoqual lettere bianche corfiue minute egreche, ir di
ogniprte m campo nero cauandole della iHefia carta, co
ja ranjSima xv qual lettere d oro corfiue file di altri colo-
ri fijr tali a Breu a Tronchifi Togliarm,a GroppiJAmia-
te,& toccate di penna con quella éhgenga.cr fottiglieg»
•gafibene octbto, ne intelletto humano potefic giamai ci-
prcndtre meglio.Et tal l'imprincipio , ir l'auemaria con
pochifitme bremoture nel tondo dt un picciolo marchetto,
0 uogliam cbrefoldo Vinitiano . E chi ne fuoi efiempi , &
Canoni bauer j crino tutto quello che può fcriuere,ir far
con le penna qualunque piu accortofilr proteico fermo re .
Et chi ha lalciato dopo je mille forme di lettere, nulle fog
gie diminiature, ir tante altre norie cofiaWarte dell»
fcriuere appartinenti , & tutte di fua propria mano .
-idunque io francefeo -diunno compofitore di quello biro
mtuolatola Falrrica del mondo , fetente & tali cofeha-
uefii fatto di mta mano, ehi prò colui fi feiagurato che dim
ca,cbe lofevga punto iFarroganga nò mi pefii con ucritd
lodare me fola bauer fatto tantoquanto coftoro tutti infie
me ueggiamo hauer fatte i Le mie moflre, i muri Cartoni
fofli in publtcon'ban potuto diciò far piena fede a tutto
il mondo , ir meglio pofiono fare al prefente a coloro che
non mai gU uidero ; liquali fino flati commendati per li
piu belli ir per li più copiofi che mai fin qui l’babbiana po
mi uederefiT tanto piu dia commendare, equàto piu fi ueg
gono correttamente jeritti, ir conhello ìromato modo
di parlare, ir tante compofitiom nuoue da me compojle ,
ir non cpfe a fiampa , come molti ufano. co fa nei aero ,
che ne d'antichi ,neda moderni nelle loroferitture fu of~
ftruato giamai ; non è peri da pigliar fi ammiratione di
quefiofereioebe io hoancbor fatto moflre & eartoniad
altri [crittori.chefono nominati famofi che fono flati mo
Bri quafi per tutta Italia per fuoi, come a molti è manife
flo;ma a me non i lecito a nominarli^enga che mai perfò
ua del mondo fipofia uantare é hauer pojle le mani nelle
tofe mie file in fcriuere file in miniare, ne in toccar di pen-
najingq ebefeome a molti i noto)io firn Baio co le opere
mie alla prejenz* de Tapi,{lmperatori,i!r it altri Trin-
tmjir gran fignori,^ quelle non folamente da tutti fimo
fiate cornine ndate,ma ammirate, Lequali tutte cofè fper
laldJiogratia ) fonoalprefeutem miglior efierchemai
fofierotdralla gtoruatapiu fèmpre le ampliamo
naparqmditacereacommendattouediquefia lUuflnf-
ti fimi Republica fida refugio pe uiriuofi, che merci tir boit
tà juagià piu anni fono juo prouifionato,& con ajiai ho-
norato flrpendio,'Ìdg di quello che dtfie la Santità di Ta-
pa Clemente fetttmo in Bologna nel tempo che ni era lo
Imperadore, alla prefenga di molti fignori, tir gran pre-
lati, cbeeghueramentegmdicaua, che io porta/si il non-
io di qkànti Scrittori che mai furono, tjfdiqnami adope
ràfirropcnnagumanMorantiiendoslleauttontà deno
Jiri poeti prima noteremo quel che ne dice il luflro B o c.
Mn je pur prefuporre fi uolejj'e, che lojpfii Bato<b qneBa
opera la inucniore ér io Scrittorefilicofihe io ntA »>< uer-
gogneret, che tutta bella non jòfie,perciò che macfl’V al-
cuno non fi truua , da Iddio ut fuori ; che ogni cofa^teia
bene compiutamente, uedi aWlndta, & a Vangeloo *7.
A R i. parlante SanCiuuanm euangeliBa. CUScritto-
TÌamo,e fi il debito mio Ch’ai uoflro monda fuiStnttor
O mj
Mercurio C I E l O Mercurio
Mch'h, &pu oltre dice , Refli con lo Scrittor de tenan- Preferitto. Latfrcifaiptnt. P e x. Trefiritto Fji , trine^
gelo ^ilolfo hormoi . re,Vrefintta V jatr^ . Se t’bonorjia fronde che preferii
8oi CocinnopoetagrecofHÌlfrnnothefcrMePeUlliada,& ne L’ira del tieU.poM fine, & temine ,
fn innàri di Homero,& la fenfie inlettere D(irithe,ailho V ergare.Lat. ftrj>ere^xararejineare,ferfcrinere,& riga-
ra ritrouate da Talamede, di cui egli fn difcepolo, iitpule re. P E r. Ond'iopm carta uergo. ^Ima gentil, cni tante
nacque al tempo della gnerra Troiana 4i mi fi fitma Ho~
mero hauere dipinta la fna dminajiT grande Jliada .
Cancdlierc.ér CanuUteri.Lat.ciullartni,ac(immentarfit
amanuenfis indeclinabile , ab cpiflolts mann, a nianibns ,
grammatens, fcriba .
Scriba. Lai. tir ab epiftobs. Dan. Qjiella materia, oni io
fonfiatoScriba.
Scrittura . Lat.fcriptnrajyngraphia.& chirographnnija
fcnitura di propni mano. Idrograpbns liberi d libro firtt
lodi propria mano . ìdocbira ; la jirittnra con leflnnoni ,
Lemmafio titolo fila ifcriitiBnr.Opifiograpba,tft (òpra-
carte uergo Da iné in qnà cotante carte ajpergo Dtpen-
fieriah Ligrime,<ìrd’mi htoflro. Tante ne jqnarciò n’appa
reicbiOtU uerga. B o c. Il panni piu fcritiati,^ pin ner
gali .San. Verqnefloio lcriuo,t$- uergo ,
y omer di pernia meta, per ifcriuere. P e T. yomer dipiemnit
cofojpirdi fianco.
Notaio. Lat. notarmi, fcribadabellie ifemntpublicus, &
ailuanui . i il notaio de danni dati . B o c. Egli efiend»
Tiotaio bautnagrandij/imauetgogna,quàdonno de funi
Strumenti fufìe altro che falli trouato . lìtui medico, c>*
qual ’Hatau. Gmdici , & Tqqtai .
fintta.B o c. Scrittura Sacra. Dmina . St come colui che Penna da fcrinere. Lat. & talamus,grapbium,flylHS .
nóbanea Smtti.netefiimomo.VerbelleScrittedimano
[un [altro fi obltgaro Etfattofi loro Scritte fit Contra-
(crittc mjiemc i cocordia nmafiei f lo adic.ct participio.
Scritta. Lat.fcriptum. P e x. ir B o c. Scritta Hiiìoria .
Scritte Tarvle.Oraitoni. Onde bopm co/ir nella mente
fcrute . La mano fenuente reggia .U Scnuere le fopra-
fentte nouellc .
toa Scrmcre. Lat. fervere fixarare, notare jperfenbere, mandare
llterii,conderefiomponere, fcnpiis mandare, pnhlictt, no
numcniit amfignarc,memone tradere, monumenta pro-
dere, memoria propagare, mvnumeniii aiinalium mandau
re,cbjrtispromereammortabtcriommendare,cudere,et
excudere ; & m/inòfre ; per (iprafcriuert . P ex. <jr
B o c. 'Ngn fi potrebbe con penna fcrutere . Tm notte m-
P £ X. ir B o c. Tcnna Stanca. Sento fiancarla Tcnna .
Che rattoa quefia Tcnna la manporft. Mai non porta no
lar Tennad'mgcgno . T^onfipoiireb^ con Tenna firme
re, uomer di Tenna. fenuendo con la penna . 'Hmna cojà
dalia natura fu, che [ ..diunno col Ulte, & con la Tcnna i.
&coi Tcnneilo non dtpmgefìe fimite a quella. Senxa ch'ai
lamia Tenna non dee efiere meno di auttorità conceduto,
che fia al pennello del dipintore . Tenne Stanche , Mille r
Voi mille uobe indarno a l'opra nolfe Ingegno,lempo, T^
negarle, e’ ntbtofiri . Come ebegb uedèffe un TenrutnoU
a ctniola. Lat. pennariumoà'calamariuni,fed fine exem-
pbapud bonos fcriptorei, Craphumm antem apud Maf
tialem.Cr qnàdo Uà per la Tenna deli'nccelio nedt a ppy.
Bi M.Tennadegtanticbi.
comtncii a fcriner nerfi . il nome che nel cor mi fcriffe a- Dannare. Lat. deiere,expnngere,retraRarefiancellare . pere
more .ydidir,nouùacutma'ldetto(cnffi.Edoneint- dipenHare,orcanceliare.Ro c.Terdò dannerete la mi*
timancattmifofierononmifnggiuaUpeniia,contaqnam ragione.i.annnllereie, farete bbera .
le tante ,e!r fi fatte cofe due finite baurei, fi fatta Cirtz.Lat.papyrum,cbarta,pagma,fcheda,nel fccda,ma- 804
maniera che Intuendole tu rifaputethe[baxrefit,baure- crocoU fia carta regale,phjhra,la carta jfittibffima. cor
tabibulaita carta jciugarina. La carta pergamtna fu pri
ma trouau in Tergamo città in dfia . P e x. B o o.
Carta Tota , Tion nata , Di Ttcora , Che » ti doueffi far
Carta à ciò che uoleffiJLfarti dona rione . Cane .Antiche ,
Moderne, Mille, Couatte,Tante. Teri mi dice'l cor ebe'n
Onte ferma , Ch'ingegno human non può Rilegar in Cara
tt. Ouifio gridai con Carta, & con mcbiojtro. Ben. Car
te de piu dotti b nomini .
Ut Udì miiieuuite de fiderato di non mai ejfcr nata. Le
fòrxedelia penna fona troppa granài^he colorouonfitma
no . nedt ab'Indtce . I mui penfier feruti erano tutu . E'I
cm n-^cthì-tCf nella fronte ho feruta. Di cm tonuten
chetante carte ferma . Cbe'iuofito nome a mio danno fi
firma , Inaliunmarmo , yn altra fame ha Epiro ; dt uà
fi firme ; ihrtfiendo fredda eba .Accende. Tm uobea-
mor m'haueuadttiofirtm ,Sinuiquel che uedefti miet-
ere doro. Ter cut nel leruut piuche'n carta fermo. ai Rincartare ;per rianur di un'altra carta, Boc. Et piu
lainanemfiofcrmoèfattaamtca.Scrmerealcuuautlta notte fecero poi mfiemegoxpymgba, (fi’ in (cambio delle
figmfica mandare a memoria. Das.Cù thè narrate cinque bre le fece il prete rincartare il eiembalo fuo , dr
del mio uni» firmo, idcfi peno alla memona. B e m. firtt appiccami un fcnagltutt;e.o , ir fu contenta ,
toriillufin, 'Po^Uodellacarta.Lat.ftbumpapyri.fthedaaielfceJaA-
Scrigno. Lat. firinimnwCrcartophilacntm, archmum.plu- Axi.Di marmo ct/i bunco i quello Ricco Com'ejfer fo-
tenuìlaScabtUoÀour fi pongonok fcruture, dt bbrt . gita anebor non ferino Foglio.
Ifcrinere . lat. farètre B o c.iicnucre in fioremmo uoU Inciùoflto.LatMramenium. P a r.Toeo Inchèflro.Tier-
gare,(fi in p^ifa . Dando m Rèritto tutta la mercatantia, ch'io nerfai lagrimex’nthèjlro. Laudati Incbiofiri . uedi
Deferiuere . Iju. defenbere. Pbt.Lc foam parole , e t dolci di (òpra a Tenna a Carla.é" a fenuere. D AH.tloHpop
’ fguarè , Che ad un ai un Defcntt’& dtpmt’bai . Di fua t'o noce nutrie fcrifie Incbiofiro .
ma a propria banca defcritto amore Con lettre di pietà, S'ift. LatJjcucoporon;ìeertamtìiura fatta et gefto da oro,
yerrà^fgaelìrochedefcriua a pieno. Ch'ingegno 0 lìU (fi- boloarminio^oncolla marcia che adoperano ipitlori,
. nonfiamattbeildefcnua. dTfottilmentemacmauxfitonquefiafiponePoroinear
Cmanfirtuere. Lai. ctrcumfcribrre .Dan. 0 padre eterno ta ; auenga che a tempi nofin poco fi adoperi , perche in
thè ne cieli dÌMlisnCtrienfirUto ima per pmamott. fua ucce fiufal’oromaciiuto, t
Lettere,
Mercario CIELO Mercurio loy
lettere. Va. lUterM .uellitcra, wuc, charaSera, figura, riale. Ari. Di tiuiorie piene ,edi LibtUi, D’efianune,
tUmemj.IliJeHemadegltEgiai.&figUaiUlrucoKe e di lartté procure Htmea le mani .
iegU,4rgmifuU prima, thè injegmjie le lelteredel- Ubri,Slé,Compafii.tumfom>agtifuoiLioghipiuproprH,
tulphabeto 4 iuoi popoli , & ibegli dejje le cmilt Uggì . Indice. Lat. index generis tomumi, reperlormm ,muenta-
Talamede figlinolo del Re d'Euboiatrouòle quanroUt- nnm,pròptnarm,elenà>us,& ècomerepertorio,& quel
tereCrecheabefononelLatmolb.x.ph.ch.CadmofuiH- lofiq»ella,iheMoilra,eaccufacometeilimomo. Ari.
uentore delle Iettare Grethe. Carmenta donna trono l'M Mofira il Ubretlo,cb< tofiei gU diede Douc ne tratta fi pm ,
phabeio Latina . Talamede fu primo inncntore delle lei. dietro fi piu innanzi Ter rubrica.o peY indiufi uede .
tere Doriibe , 0’/« preutiore di Corimo primo ebe firi-
uejie la Iliada innanzi Homero in lettere DorUbe.Femce T I T T y R .A .
fratello é Cadmo,e Re di Fenuiafn primo muentore delle
lettere E emtn& alcuni filmano Cadmo hanere imagi- TittatifitTinlura,Tauoletta,Tittore,Tintore,&Dipinio 807
natoitcarattendelle lettere prefio Hippvtrene fontana rr,Mimatore,Difegei,figure,lmagim,AledagUe,Dipin-
in Boetia , Ui di aiubora i o 8 7. P 1 e.Stnui quel thè ne- ture,Colon,Stili,rennelli, dipingi re, pingcre, difignare,
dejli in Ut tre d'oro . Dijua man propria haueua deferii. tplonre,fignrare, ritrarre , effigiare ,ombreggiare,lm-
to amore Con Lettre é pietà. Et qui difie lettre con liien. gere,fmagare ,difmegare .
%a poetica . Pittura . Lat. ptBura. P s r. Sìigafi lunga Tìttura in tem-
805 ^’^vxia muect deUaletieraimfiina,OTÌffonfiiia. Lat.btm pebreue.D ah. Credette limabuenelaTitturaTener
tern epistola , tabelU, diplomata. Boc.Eita firilfe una il campo.
Lettera. Trouata la Uttcra M lei, & lettala. Con Lette- Tauolct ta Ut. tabula pifiìaacon . ì quadro é alcuna bua
rcfauorcuoli del Re . Lo polare , &a fcriuere Lettere, cir gine,o pittura. B o C. Dinanv adunaTauoletta , doue il
amandar dom. Et date le Uttere ,&f aitai' ambapia- nosìro pg/ure era figurato .
ta. F.ce ncnir fue Uitere tontrafatte da Roma, yifitar- Pittori celebrati da aojlripoeti , Ciinone, Ciotto, Fiorenti-
citon Lettere, Le quali in poco inihio'iro dimoììrino prò- no,Cimabuc, ApeUe, Tromrteo,Simone da Siena,Zeufì,
fonebù de no'lri animi. Er.Tis mai per fatica di maejiro Varrafn,ToUgnoto,Timagora,Vrotbogene,.ApoUodoro,
gU s'era potuto metter.- in capo Lettera. 0 coll urne aJcu- Timante . & de moderni Andrea Mantegna, Gian Belli- .
npaaiottruia.'}{e telli aniiibi fempre fi legge lettere fiedi no, Leonardo yinci , Miibcl angelo , due Doffi , Raphael
àu' Indile. B t m. T-{e!le lettere Utine famofi. di yrbino, Bajbano, Titano .
Alphabeto. Ut. Carmenta madreé Euaadronefu innem Cimone Cleoneo celebrato da Tlinìo primo hmentore delle
trite. Ut. Aìphabeus ; non però apprefio di buoni auto- imagnu tranerfe;& ngnardanti in ogni guifa,&apprefi
ri i^Abecedarinsiufatoda fvtt Agofiino,& daFui- fi) troni le pieghe nelln Pittura .
genuo. li oc. Che uùlemto fignificare P Alphabeto difie, .Cinubue Fn>rcntino,che nefuoi tempi ottenne tbonore & j
Egli crederebbe,cbeu(,i fapefie L'A.B.C.Etihe uoinon pruno luogo uelia Tuiura, tanto, che Giotto uenne tale
apparaHetmcal'A. B.C.mfuUmela. cke'lmnfe&fuperò.Vl AU.Credette Ctmabue ne laTit
Silììoe.Dionifio Liniio ne fuiniientore. Ut. fy'dabe. turaTener lo campo ; ^ ber ba Giotto l grido; Si che la
ClTltMe.Ut.caraaeret.Soc.Brunofcrifieinfiiqael famaétoSiutofeura.
U tana fue fi-afcbe,& alquante Carattere. Lo feoUrt Ciotto.Lat.Ioans.bebbe un'ingegno Jitantaeccellerrta, 808
feie fare una imoguie con fue Carattere fcritte.idell pi. cheniuuacofadtUatuturamadredituttelecofe&opc-
gm,ofignre. nurut col tontinouo girar de culi fu che egli cólo fliie e
Pentacolo. Lat. peutagoma. Ari. 'Perche da li fftrti con la penna, & eoi permeilo non dipinge ff e co fi fttmle a
non fiiaoffefaUfjdungranTemaiolocopercbio.EU quella che non fimile angi pmtojiodefSapareffe,mtan-
dice.iheiacaa. tofihemolteeoficdaUufattefitrouiiehelmfiuofetffodt
8o< StruiiHnti.fbe AwP « Tiotai.Ut.infirumenta.docu. gli buomuuuipre fi errore , quello credéjoefier nero cb'e
menta , coniradus ,PipuUtionet, cauuouet, coufcriptio- ra épialo.&ieggefi,chotra[aitrefueeccellenzeiinge-
nes, lyngrapha, teliifiiaufnet, tejltttumet , teSiimoma , JW dipmgere ilpeto, onero coreggia fotta C acqua. Fuan-
conuentioncs, pada. B o c. Slromeitti Faifi.utdidi fo- cbotciebratodaDan e,comeapparéfifra a Cimabue.
pfa a 'Hgtaio aSoj, Lafua fepoltura i nella chic fa di fama Maria reparata m
* reue. Lat. diploma breuiarium . eompembafum fcriptum . Firenze con la figura delfuo unito di nlieuo con uno Epu
fummartiuM. ual picciota, & cartate ruma. B o c. fti- gramma del Teiuiano fiolpio in tauok di marmo,ll qual
TJtl’il cuore di toccarla con un Oreue 1 che to U darò f eff cominiu Jlle ego funi per quem pidura exlinda reuixit.
quando énota c»rtofii(di a dlijaiuitda quando Bo c. nella uifione amorofz., Humana »un non credo,
t ftupo dinota, uèdi a ipy. thè fofpmta Mai foffk a tanto ingegno, quanto in quella
Poflilla. Ut.fiboltum . glafSema, interpretati*, expofim, Mojirantc ogm figura ti didmta i Eccètto fi da Giotto fit
paraphralii,tomentum.iduedituouitnunaaggiunte,et qimlelabeiU Hjtura parte di fe fomighantc'HS’ioccul,
pigliafi per breuefiritlura. Ani Li telUmon,diJcruti fi ti nell' arte, m che figgeva.
dtTt>Hiitf,vqiiaHdodiiiolalaimagiiie,uedia 1509. Apclle e(^f/ò chiarifiitno putore, il quale feeeilritratto .
"Rubrica. Ut. iitnluifialfcrttlurafifioulejlritia.o figlia. i{Alefiandrom.tgno,&VirpiOtekfam*fijiimofcuUore
la di colare rojfofinde rubricare ual fignarérofioAnt. égemme li fctdpi, Terno che AleffaudrofMingemme ^
Ter Rubncafi per indice fi uede, dtjideraua efferefc0lpiio,comenarraTbnio.cTLifippo
Uhilio.Lat.»alHrtflk,mad:ìafamia^up^i;ajiiemo, nobiiiffimomtagliatoreéJlatiteémetaUotdelqiialfoln g
\
Mercnrltt C I E L O Mercurio
titkuaffU^heUfuaimagmfoflefirtla,llmhot<i»mimò gb,pÌH ridai kurte,Chefemellegga Franco Sdopuft: •
altre efjtre JtgM i intaglur Ufua figura, fi come fcriae L'himor è tntthor fno,& mio in pane.
Thuarco . & però dice U noflro 9 sr. Cheli naie (J.ad Odorifi <f .//gabbro buon Miniatore. D * m. 0 difii Ini/tom
.4leJiitndro) jiVirgotele ,o Uftppo Lintaglur foìo,Cr fetnOdoriji,L’honord’.4gubbio,& l’bonoré^nelFane,
.Apelle U épinfe , CoSlniIra l' altre fne cojé memorande Ch'alluminar i chiamata in Varigi {alinminar in Tarigi
dipinfe la Calnnnia,uedi a I ^i. figmfii a miniare appo noi.
Simonc daSiena pittore famojo ne fiioi tempi fece il Ritrae Mimi Lat B oc. .A te o librette miononfi conuienaltr»
tódiM. Laura, onde ilTij. Quando gmnfe a Simon Cai ornamento haucrefi di Irggiadn Min). F i .
19 concetto, Ch'a mio nome gli pofe in man lo fide S'hauef Figura. Lat. & Imago, facies, effigies, fimulacrum. P e t.
fe dato a C opera gentile Con la figura uoce, & intelletto. .Ang tica,Ciouanile, Tiuoua. Ed ella ne la ujata fua FU
Di p^tr molli mi fgombraua il petto . Ma certo d mio Si- gara . S'haueJSe dato a l'opera gmtde. Con la figura uo-
mon fu inTaradifà . ce^mtelietto.QualhorueggiocangiatafuaFigura.Et-
Zeufi pittore celebratifiimo. K%l.Etli foffe cofiei fiata a mia urna Figura Far jèntia un marmo. B o cJ'na Figu-
Crotone Quando Zeufi Ctmagine far uollè,Che por douea rafopra una colonna . Dinanzi alla Figura di meffer fan.
neltempiodi Iunone,Et tante belle nude infirmeaccolfe, to .Ambruogto .
Et cheperunafamcinperfettione. Da chi una parte, et Figurare.Lat.exprimere,delineare,formare,plafmare^ffi- iti
da chi un’altra tolfe, Tipn hauea da tor altra thè cofiei , gare, quo nerbo ufut eR diuus Jtugufiinus. P B T. Cbe'l
Che tutte le belteige erano in lei. P et.£ filo ad una Ima penfier mio figura ouunque i (guardo . One raffigurai al-
fine m’aitcgno,Che no ft Zeufi,Trafiiete,o Tbidia.AKS. cun moderni . Raffigurando le Faite7;je come. Trasfigu»
'fimagon,Tarrafio,Tolignoto . Troihogene,Timame, rata perfine, B o cEtgurare, raffigurare^ traffigura.
.Apollodoro. .A pelle piu dt quefti tutti noto, £ Zeufi .egli re . uedi t Indice .
attn,ih’a quei tempi foro; Diquaitafama (mal grado <U Difcgnare. Lat. exprimere , delineare. Ptr.fua bellaper-
Cloto che fpinfe i corpi, e dipoi Copre loro) Sempre farà, Iona Coprì mai d'ombra ft éfegnò col piede .
fin che fi Uggtft ferina ,Merce degli fcriitoriftl mondo m % tilt, i qualunque copi diritta, come una colonna,o legno fit
ua.E quei,ihefuro a nofiri é,ojono hora;Leonardo,.Aa io m terra Lat. flylus,grapbium,& è quello,che adopra
drea Mamegna.Gian Bellino JìuoDojsi,e quel, ch’a par i Dipintori per dijiignare. P trJìjiandogmnfea Simon
Jculpeeeotora,Miihel,piu che mortal,Mngfl diurno fin- Calco concetto , Ch'a mio nome gli pofe in man lo Stile ,
Jiiaao,RaphaelX>tian c'honera “Hi men Cader, che quei B o C. ueà di folto a Tennello .
yenetia e Orbino E gli altri;di cui tal Copra fi uede,Qual Pennello, colqual fi dipinge. Lat. penicillum , Stylus, gra-
de la prifea età fi legge, e crede .Idfhauria a fatica un tal pbium,penici!lusq>emculus,pemcilum,peniculumft pene,
fatto a penello .ApeUe, Zeufi, o fe uè alcun piu d. gno . hoc efi a cauda éSum. B O c. 'Ninna cofa da natura fu,
rarralio di Ephefi piiior celebre, fu di Epbefiajioggi det- che egli col flile con la penna, & col "Pennello non dipinge f
ta .Arcadia nella Marea ; fu tnuentore di molti orna- fecofifimilefparlandodiGiottopittore.) SengachealU
menti nella pittura ; contefe con Zeufi, & fecondo Plinio mia penna non dee rJfermenoiCauttortià conuduta, che
fu uinciiore . al p-. nnello del Dipintore .
Tktor. Lat. piRor. P e T. "Primo "Pittor de le memorie an- ‘Pentielleg^re , pinger col pennello . Lat. pirgere penicUlo .
ciche. Dan. ComePittor,che coneffempio ptngi^.Pro- £) a s.piu ridon le carte, Che pennelleggu Franco Bo-
metieofuilprimo.theformafieChuomomPittura . l'gaelè.
Dipinrore. I^.piffer.B o c. Miglior del mondo. .Alcuni- pctitiaiuoìo , la uagina delle pennedafiriuere. Lat.pen-
Dipintoriftbe piu a dilettare gli occhi de gC ignoranti, che narium,& lalamariumjma non appo de buoni autori; &
al compiacere alC intelletto dt fiuij Dipingono . Crapbium fi legge appo Marttale , B o c. Come che gli
Dipinto. Lat.piSus. B o c.ynprato lutto Dipinto di mil- uedefSeil uaio tutto affumicata in capor& un Pennaiuo-
le uarieLÌ di colori. La donni di uergpgna Dippita.Ledon , loacintola,à'ptulungalagonnella,cbelaguamacca,
ne cofi Dipinte. P e t. CanconconCab.non Dipinto, ma
nino, yidi Dipinto ilnobile Geometra Di trian^,tondi, , COLORI,
er fornir quadre . Gente di pietà Dipinta . la fronte
rgm penfier Dipinto. Colori,jtzurro,CeleRro,Cerulee,IndicO,CotcoXurchino,
Dipingere . Lat. pingere. P s T. Tiu di mille fiate ira difinfe "Perfi, "Negro, Hebeno, Brura>,Fumo, Inchultro, Tinta, -
Il Udito mio. Che bella donna im dipinfiS>uel dolce fguar Sturo,Spalto, Biacca,Bianco,Candido, Ebumeo,.Argen-
do mi dipinfe amore ,-dnzi fcolpio. B o c .Haueua comin- io, Berettino, Bigio,§ro,Orpirnemo, Biondo jGiallo, Ran-
ciato adorare a dipingere -, f attiri dipingere la cortefita. cio,Ranetato, GialÌolino,Zaferano,Cmaorodiuffo,Refiet
La battaglia de topi a!; dcUe'gattedipmgeua . Hauendofi ta^offore,Rouente,Rubecchio, RubtcÓdo,RobboJl»ggio,
le carni dipinte di liutdoriftgiàfa,che fiiglion farle batti- Sanguigno, yermigho,Scarlaito, Morello, Mmio,Intarm
ture,yn bel cafamento, che tutto gliel dipinfero. Dan. nato,ytolato,yervno,'Purpureo,Vurpurina,Tani,yer
"Nel ui forni Spinge quella pietà Che tu per tema fenti . deaguTro, yerderame , Sbiauo. Colorire, difi olorireftra-
Tingere.Lat.V B r..Alfecolcheuerràrattebellegze'Pin- fcolorire,biancbeggiareambuncare,roffeggiareftrro]Ji-
ger eaHtanioJL>AS.Comepintorftbeconefiempiopwga. reftrrubinarefttngereftnneraredmbrumreftffufcare.
Uiniotorì celebrati da nofiriToeti. Franco da Bologna 0- Colore,&Color.LatTiT.&Boc..Aureo,yeide,Bianeo, 8lt
denfi {.Agubbio . Ciallo,Conforme,Morto,yero,'NsfcoSìo, T(ouo,'Nouel,
Franco da Bologna ottimo Mimatore, Dan. Frate difs't- Orientai , Tietofi , tanto , Ctkfiro , .Agumno , "Nsrag -
Smarrito,
Mercurio
CIELO
Mercurio
Smjnito,Tiatiiril.D'iinCigno.D‘iinSmeraLh.t>'uH' folfo.il/iMllkmeooithelcielobeblfe imbueato.D a k.
buoni trailo é labe. Q^el,cbe<toiore, e MColorumcea. Sljiat ifioretii del noiiurno gelo Chinali e chhifi poi che‘1
L'odorifero, &■ lucida oriente. Color nero di bianchi gigli, JoigC imbianca. Si drizxan tutti aperti in loro Jielo . Fuoì
^diuemaghe ro[e mefcolato. Colori Torporim,Tieioft, tu che quejio uer fiuti i imbianchi j.ti faccia chiaro.
Uille.CbeimfareidtluoiColordipinio.yictlcelefl'arco A\bòte.Lat.albedo,&albitudo,i labiamhff^.'D a n.
tnColortanUuanarfulfioriéColormille.IColoridelie y’edit’.Albir,ibeperlu fumoraia Cta biancheggiare .
Cappe. Con piu macchie & di piu Colori. D a n. Que- l'dcndoinquetio MbirbalenarChnfio.Ki.i.pur nat
fìeftrole di Colore ofeuro yitCn fcritte. Cangiar Colore, que In oriente il difiato .Albóre .
Cr dibattendo i denti. Inalbare. Lai.deaUuure.perimbiancare.V STj'ienpoitjfii
Colorata. Lat.&fiOa. Boc, Colorata Bagione,idefl fino n>nr,e^ Caura fofea inalba ,
ta. £t baucndoalquantopiud’.Arbitrio Colorato. Ticl Cìadido.lat.&albicans.Ptr.&Boc. Candido Cl-
uifoColoriti. gno,.ArniilUnojCcUo,T‘K,Seno,Cuanto.CAuotoA 'He-
tolorare,per fingere, Lat.&pingere,&chromaticHS,a,um. ue,Gonna,Cerua,Verlafi.ofà,Colomba,Tnmauera, Ca n
ual coja colonia, o dipinta, hoc. Con nane cagioni colo- oidi HomerL C a n o i o i Carni, & di nere Candide pano
randa lo andare. diuenute le Tempie. Candidijiimi Homeri. Candidate f'tt
Scolorare. Lai. pallefcere. P e t. Era'lgiornoch'alfolft fio Ione. Ari. Candido comeneueil fuo uePtre.
tarara Ter la pietà del fuo fattorini. Il uijofcoloram. Cindare. Lat.candar.D a s. LoCandor dela temprata 8i;
f ia la mila del fole feohnta. fella.
Difiolorare Lat. declorare, pallefcere . ual fare di color di. Cclcftro,eìe Cilelho. uedi Cileliro.
uerfocomeérofobianco.V it. Ma uoi; che mai putà fiondo, lat.fiauut, buxeus.aureus , ualflauo,ilicolordi
non éf colora. Si cornei miei ftguaiidifcolaro . Ond io mi bojio. TcT.dfBoc. Sondo Capel,Mpo!to rfiendoegU
difcolvro Difeolorat» hai morir il piu bel uilò,
Trafcolorare. Lat. pailefcere . ual mutareolere.V a v.S’io
mi Iralioloro TÌun ti niarauigliar , che dicend'io V cdrai
trafiolorar tulli coiloro .
Slj Azurro. Lat.indicum,caruLum,c4ruleus,cyaneus, cuma-
uhi color ,glaucus color, & caruleum indicum, lo atturro
bianco, eSr Biondo f iokda Treccia, Teiìa,Zatxpetta,
f t OKD 1 Chiome fT reccie.Due giouanette Bionde come fL
La doro, f ion d i Capelli, Capei, Cria. Mlquantipeluxj^
Btondt come oro Biondifiinio Capo. Biondifsum Capetti, co-
me pia tC oro. D A K.Biond'era cr belio.et quell’ altro ih' i
Biondo £' Obtgp.TeJla Bionda.
altra marino.B o c. L’ollauo cielo da'^rriiio colore in Ebumco.Lat.cojaJ'auono.Pt T. Ti bagna amor con quel
celeflro mutato, f'n Icon ramparne d'oro tu Mzurro cam te man Eburne. B o C. Eburnei Demi. A n.
pò rijptendeua. T n.D A N. In una botjà gialla uidi Biacca . Lat.ceruffa.Bo^.Iuifi delle femine ponendouifi
.Azurro . La Biacca éuentan banchi. La.Dak. Oro, & argento
Aigt otite. Lat. argento illinitui. Boc. Con argentate pn,&Cocco,& Biacca,
onde rinfrefcaua le aride gole. A u. Bicchieri, che di .Ar, Bigio,berettinocolore,&anehedmotalf>etiedipannogrof ti6
gemo partano . Che ^ruvgando farea di lungi .Argen- jtjbaffo, & inpmo, tr ofeuro qual dinota bumdtà per chi
to unto .
fianco jof. per Cocchio . Lat. albugo , nii. Ttr.T ra'l bel
nero e‘l Bianco, tiil bel nero, èr nel Bianco, Del bel dolco
foaue Bianco. nero. &per l’aée.
Bianco. Lat. albut,caudidusjcolorniueuijcolorleucopheut.
P 1 T. <?• B o c. Bianco Color, Fior , Marmo , Sepolcro,
feltro , Abate .f'w . & ependo egli Bianco , & bion-
do. Bianca 'Hube,'Heue,Manofienda,Taura. U bian-
ca qmiia di Titone . f'ié una Donna piu biama, che ncue.
Bianchi Chiome,Riue, Tempie, Colombe, Man,Tiume,
Sianchipima CoUre.TouagUa.eranotul uifo Biambijfi-
me.Biancbifiimo Marmo, Farfitto^uncbiggiante Au-
rora.D A N. Bianca Oca . Ira Bunca, (^gialla. Bianche
gli porta. Lai. color uenetui, qui propria quafi caruleut
eH.Leucopbeui nero pre^rior efl ueneto,qui Itmiui eft,ut
hi qui telo percupi concreto fangume in tumoribus corpo-
rii huiufinòdi nigrefeemem colorem offendunt/fui Ct iba
Upicui dicitur, hoc efl maritimus. P i t. / neri fraticelli,
e i Bigi, e i Bianchi. Dan. L'acqu'era Bigia molto piu,
che perfa . Che Letbe non può torre, ne far Bigio. (ir
OndeBigeJ.ofcure.Tutti,fuorch'un rendutoinpàm Bigi.
Sbiadato. Lat. albidusfubalbui è colore come di buda non
m tutto bianco jma pallido. Boc. loti lafcierò pepa qua
fiomioTabarro Sbiauato.ne teflitnodemift ùggeibu-
dato,& bora fi direbbe Sbuuo. Dan. Con le man moiL.
che,& di colore fctalba.iabtaua, che figmpea pallida .
Cuancie,Bende,BiA nck t .MarmiJ'nuecchio Bianco per Cera\eo.Lat.caruleus.è colore celefte. P E T. Torporeaue-
antico pclofiianco ìildo,Tel, Marmo, Aflutto .ep-Sofl. flad un Ceruleo lembo .
e'I Bianco more. Si ch’ogni bancone faria feruto. Bianco Ciledro. Bar. cceleflrii color, comatilis color ,cyaneus,ó'
ueflu. dr in ucce di paUido a }6i, cefiui,ut ocutui Tlumatilii apt ceruleusut efl apud Tlau.
Bianchezza. Lat. albedo,candor. Boc. I^qual Bianchet^ i colore del cielo . ncSi agurro. B o dC L'ottano cielo di
ga quanto fi conuemadtropo colore tra mefcolato. La agurrmo in colore CileSire mutato tutta. D a n.II jòl
Bianchegga del juo corpo. che già raggiando tutto Poccidente Mutauàm bianco a-
Hancheggiare.Lat.albefcere.D A n. Et uede la campagna jpettodì Cileftro.
Stancheggiar tutta . yedi talbor,che perla fiume rata Cocco. LatAberba é colore purpureo, che ruti diciamo gra
Cu Biàcbeggiare.Cheàretroa Micbolmibiàcbeggiaua. lu.D a n.Oroj& argento fln,0' Cocco,& biacca,
dmbiancare. Lat. dealbare. P ir. A quel crudel, che fuoi fe Giallo. Lat. color croceus. P E T. Biue,Biancbejuer<h,uer-
guaci hnbianca.Cbe’n un punto arde,aggbiaccia,arrofia, miglieferli,dr Giade Star bianchi,^ Ci a iti. B u c. /I
tmhianca. Boa, (he io dianv irnhiancai i miei uck coi file incomintiaua a farp Ciailo'. Con un colore uerde tir
Mercurio C 1 S L O ‘Mercurio
€iaBo.Siallipopop(mi. A n-SanàieraGaHa. P t x.Turfttrta f'efle .TurpHrtiTemetTiirpKreiCt'-
tlj Hepo(oton,fìrperofciiro,&meflo.Cat.mgrior,m}^er, lort.yejltuii Torpora.ìioc.Torfmni^n.ùtap^»
aier^<tlim,<ihfcMrusJanguidiufiifais.TtrSotUn]uel Torponao.Tn.
f Blu antica^ Ni G > a t'cdotu Icculòlata lu ueiìa Perlo. Lat.jahfmrus . ì colai' uerde ma filtro df che lira al
fra. •PcnfierNtoiii,olcMn,&meiU.Forfipref;gidc am.Ps r.riMe, Bianche, aerdi,Hcrimglif He Terfe,^
élriBi,&nefri.Boc.Gii>nio7^egnfSinio^elidolorom
ffiimo. Ari. Secondo che farà Corno a Colomba , ideH
mgro,o bianco .
Nero. Lai. nifer,ater.per lo colore,& ancho per me fio, &
ofinro. Lai.mafìni,obfcnrKS,&pnUiiscolàr. Soft. P e T.
T^l bel Hero,dr n:l bianco Jn nece de gli occhi .tra'l bel
gialle. l'erJi Tanm fangnigni ,ofcitn,dr Tatti .Bo c.
loraccoglierò la mia gonnella del Terlò.i. di color uerde
ofinro. D A w. Vacijna era bigia , molto ptn che Ter fa.
Era il fecondo tinto ptn che Terfo . 0 animai gratiofo, dT
bemgnoyChe nifitando nai per t aere Terfo.i.perdnto.'Nj *
fi profonde, che fondi fian Terfi.i.nerdi ojcuri.
'Hero,e‘lBianco.Delbcldotcefoauebiancodr'Nsro.& Rancio, è colore gutlo. Lat.croceus color, dralcnnanoha gip
,/tdie. Cacciata da dnoneltri nn'ìlero,e nnhtanco
i N I > 1 fratte ellL Boc.BarbaNttt .Ter far una ha n-
diera gialla glie la pofe fid t{rro , & adie. Tiero Feltro,
nerba nerdc tanto che qnafi Tirra parea.ìittt Mac-
thie, Tieire, Ciglia . T^eri Feftimenti , Fraticelli, Denti.
Dan. Fidi dietro a noi nn Dianol "H^.i-uitiolb .
A tiero.adue.Lataitrati,pullali,liigkbres. B o c. i fratel-
li di Tebaldo ne fini Si nero . Quattro fratelli tatti di
uerouefiiti .
.Annerare fi fare nero, bruno. Lat. offnfiare, mgrare,nigre-
facete, nigre efie,fidnigrere, ntgrefiere,u nigre fieri fi-
gfttficant nigrum fieri , dr mgricare aliqnamultim mgri
ejj'e. D K ti.M enne che l' 01 udente noni’ annera .
Folco. Lat. fnfent color .dr dinota negro, ^ofinro.T it.
fignifica uecchio . onde diciamo la carne falata efier ran-
cia quando è necebia, perche é nermigluAìr bianca è fot
ta gialla. Lat. rancidui,extolelui. B o c. L’aurora già di
nermiglia commaaua appref landò fi il fole a dmenire Barn
cta,aoi gialla, onero uecchia , perche ptn non appariua ,
Dan. Le cappe Rande Soné piombo figrojieàdt fi uecm
chie,etJino mole fie come cefa rancia,ouiro dorate difuOm
ri, perche di fopra dice , Egli bauean cappe, con cappucci
bafii Dinairnagb occhi. Di fuor dorate firn fi ch'tgh ab-
baglia, Ma dentro tutto piombo^ gram tanto. .?/ thè la
bumbe, dr le uermigUe guance La ioni' era , de la bella
aurora Ter troppa e:ate diueniuan Rande i.uect hii ,doi
che que dite colori biàco,dt uermiglio,erano franti. Ari.
Tiacetati queBa afflitta anima fuorreDa lafua fcorxdt
homai putrida df Raniia.i uecchiae frauda .
Fofeo .Acre,Di,Tenfiro ,Stato,Seg^o. Col aglio men tor
bidoAi' menFofco.Il cieljerenm'i Fofeo . f o »ca .Aria, RolFczza . Lai. rubor. B o c. «•/ A n.Miparfeuergogna,
.Aura,Cella,Confiien^a.FotcMi Luoghi, Colli. Fmcnt &dimuna Rojletza dipinta tornai. Con focofaRoJiexxA
Riue.D t H.7lonfrondiuerdi,madicolorFofco. giami fiato la ungignanelnifiiKnirer
Offnfcare,iofiurare Annerare. Latoffufeare. B o c..Amo- Roflbre./jif. rubor. B o c. fi honeBo Rojfure apparitone
re eccitatore de gli addormentati ingegni.le uirtn da cm- loro mft. La mia miti non ferrea gran Rofìore i,i feourirò, A
deli obumbrat ioni Ofufiate conia fua forxa fofrinfe in RolTo. Lat. rnbeus, tr rufiit.B tt. Et tinto in Rafia il mar
chiara luce. Cit occhi della mente hauendo ih tenebre diSalainina.B'oC.Dip.-lRofio.Calandrinotuiiofuda-
offkfcaii . toj(T Rifio . La Giannetta diuenuia tutta Rocca. Dine- '
jhtuiareperoffufcarepftttrare,&intricarefialLat.obtun nutaRofia come rubia . Luceus , & luieolus color, ual
dere finite obtnfumiugmium.iangegno grpfio.V a n.Ter rofetto .
che a toro niohoCintelletto attuta . ■ RofJrggiare.Lat.rubefceie,& rubcre.per rifikndere. D ak.
St8 Bruno, iiotorenondeltuttonero.Lat.fufcus,fnbmger,m, Ter ghgnfiinapor Marte rofieggia.
gricannf- però ben dice D a n.Comeprocedeiniianxido -drroffare. Lat.erubefiere.V tt.Cbe'nunpunto arde,ag- Sto
tardare TerloTapiro fnfi un color.Bruno , Che non i ghiaccia firroffa/nihianca. B o c. Conalcuna parola fa
neroanchora, e'I bianco more. Lo giorno fi n andina ,
taer Bruno Toglieua a gU anima, che fono m terra
Da le fatiche loro .Bar ha Onda , Montagna . C acqua ;
jtuenga che fimoua Bruna . Bruna Sotto l'ombra perpe-
tua. Spalle B A « M A. P I r.e^Boc. Bruna Fcrgtne.
re ah mia rroffire.Thilomena per uergogna alquanto Jir
ridata . Le donne erano arrojfate . 'Hnphile un poco ar-
rofiò. Dan. Et Galli, & quei, che arrofianper hftaio .
Oniio fouentearrofio,dr sfamilo . &arrofitmrm un ccn
no, Che fece crefeer tale al uoler mio'.
Coflei che Bruna era dinenuta. Tutte ueBue alirunle RoMentc.Lat.candens,feruenc,feruidus.ualittfitmmato,
donneperje.BkrnlTamu. Tutte di Bruno ueBite.Mo, Dan. F er t altra torre la cima RouenteJ affocata Et io
naBel odore, cbeBrnnacua era. 0 con le Brune, o con le facea con t’ombra piu RouenteTarer la fiamma .
bianche chiome , Ritbeccliio. Lai. rubeui, rufut, rube fieni, l di color rofio .
Imbrunire. Lat.obienebrarr,offu''cirt,nigrefcere.ualfar Da u.Tu uedreBtd Zodiaco Rubecebio.
bruno , & nero. ‘P'e t.E'mbrumrìetontrade Sortente , .Arrubinare. Lai. pnrpurafieTe,eS-pnrpunfiare. ual tinge-
Ratto, tome imbrunir neggu la fera . Et l aer noftr»,^ re , ofar rofio t da rubro. Bo C. Et mondani pregando.
lamiamentemibrnna.D A u. L'huom de la nilla, quan-
do tkua imbruna .
Ktbeno, i legno, 0 arbore negro, tfi-pigha fi in ucce del co-
lor negro. Lat. ebenui,uel tbenum.T A r.Hebcno itigli,
ifi-gli occhi eran due Jlelle. 'HaùcTutta S.Auorio , (fi-
d'Hebeno conte fra.
Pntporca,(S- ’^ora.Lat.purfura,ofinm àbap^„ M^o. Terebenondentro della cittì Roggia Smuocì
;. funifi
che ui piaccia di arrubinargli quefio fiafiodel uojlrobui
mn uermigho ; modo di dtr de calcagni , calmi , furbi, o
trincati fife per meta, dinota empire . Che arrubinatemi,
a- che xanzen mi mandi tu dicendo amei Haucua ben»
egli mtefo dello .Arrubinatani,& de ’^nzeri.
Roggio , ual rofio. Da k.11 Sol, che dietro fiammeggiaut
Mercuri A
C I E
L 1 O Mrrcnrio
queiìo mUe moflrtrrT)A n, Che thiimaM- fr4ndc uin-
8ii
f t iHllr tt altre , rumo U ftpieiilij,e2r però dice . 0 jolte
fregna fi ttedeita io teCiamc^ uirag4a triJUmjii gli ■■
firaut Ut l'opera, che mal per le fi fe. 'Nsfur lai tele per
ragne mpoJle,& B o c. nella nijione amorojà . Come
la nidi cjiii luna raccolta ’PlrJiiot JIracct in Ragnmtii ira
fmutata Fu dala Dea perla fuperbia molta. 0- come fe ri
uè Tlùuo,fii umentrice del Uno 0 delle rat, 0 Clojicrp
Juo figliuolo troni I Fuji .
SCOLTyR^.
puniti. Lat. rufut. A» i. Gemme uerdi,e«o^ie ,
Robbo. iat. rubeni, rufus . ual tuffo. D A n. eoa tan-
to lueor , 0 tanto Hobiu AJ‘appamen jpltndor dentro p
due raggi.
Vernitglioi ualeaUrt non in tutto rpfo, ma come il fuoco.
lat.jiauuiJuliUKipierpnreut, calar. Ttr.&Boc, Gii
uiune mi ptnoMM. f/an macchia di l'enniglio nontior
ta, ma naturale . Labbra à naturai l'em.iglio mnanti.
f'ermgtio Sangue. V»«»iloi,l* Tnviiuera,Bocta. .A
far Tl.uifcana di iiuil làngie f'emiiglta.\ t « h i c 1 1 Fio-
ri, liafai, \iO}iK.utRolr,Hiiic.F'enntglmxjailotC4l,
Dmemaa per uergugna F'ermtglu .
SanguignOi i uoior r^ta/>purpurtHo,comt di fingue.LaL Scollare, Statue, Imagini, Simulacri, Culofii, yaft. Coppe,
JanguiKeuuP UT. yerdi panni Savoncut ,ojiuri,0 fiafchi,Scarpelli.
pcrji.Di ijua dalmarphe ja l'ondeScuayiQsc.Cbeper Scukote.lat.jculptorjapacida.marmorariusjlaeuarim, 814
ogni piaggia Fece l'Lerbe jànguigne. IH a m. Che tigucm utlaior, Utl/oglyphut .
ii.oiir,.cadodiSanguigmjdèiidifangne. . Scultori ceUbrati .Tralftele,Fidia,Tirgolele,TubaUain,
Scìrhtto.Lat.purpura^lruui,dibapba,caccui,concl/yliil, Toticleto,\oi ratrTbilofopho .
murex uaicMote th grana. B u c-f'tiiita diStarùiio. Tubalcain fu il primo inuentore della fcultura , 0 prima
lat.iaccinut. iijiai medua con panni lunghi, & con Scar Fabro, 0 il primo ihefactfie carbon di cerro 0 di cabla-
latti,0ioaMai. ■■ gnoAi'inuintordeUaScuUura,fufigUualdiLamech,ue-
hdinio talare. Lat.miniumlo miuia;0tmmacus lobolot de ^ilafua moglie,
Prais'itelc ,0Fidia fmguLrilfimi Scultori. V et. Et fola
ad una magine m'atunp» , Che non fe Ztufi Traiptele,
e Fuka , Ma miglior mallro . di quelli fi nrggeno aocbor .
la JUWM a mante cauoUa due gran canatli di marmo < he
dimojlrano la grande arte loro . Lat, Traxitcbs, 0.
Thiduii ,
Tidili,OThidia,ueàdi fòttaaToUileto.
amumo , - -i
\etóe.Lat.'mrtdit color, color prafinut.P tr.In Campo
yerie un candida -ArmeUmo. yerdi Vomii. 0. F'crdc lA
jigna . yerdenaturaUtCome delle punte/i herlie,uiua-
0,giuBamle ,pcr iafiae, meta. inui fimoagU luoc lua-
gbi , uedilatauoU. 1
In^co, ual tolare aixurrinu fiuto, IM. mdtcns colar
Dan. Oro, 0 argeniojìn ,0 cocca ,0 bucca ,Jndita Pojiclcto fiultort rcctUemiffiioo.'Lat. T.olytlrtus, come
Si»
legno lucido, 0 ferma
Tinto. Lat.tduluf, & mfe(lui.P ut. Et liaio in Roffail
mar di Satamina, "Ne l'altrui fangùe già Bagnata 0
Tinto. D’inudiaTmto. D'amar Tinta. Iteiel Tinto in
mfia.l dorati fuai firaliinpiacmTmtL (Specchi)Tjau
nel eterno obin ,
Tingere .Lat.0mficere.PtT.Etdi biaaupanra iluifb
tinge. D A u.Tisicbetignemma'lmondodifitaguigiia.
Otoiolare.Lat.fkuuiaturcuij’ulgidui,cnneus,coruliant,.
mitam,mtent, fulgurant , raJiant , rutilarli , dlufiris.
Hoc. Due guuanettebivndeAome fila ^ Oro. -dltiua»-
lipelu0tibuutdi ycanie Oro . l loro lapetUcomc filato-
ro bivndiffimi. P t T.EicapetOro fin farfii d’argeatOi
Erano napàd’Oraf Mura fparfi .Sema quel ibeuede-
finn lettre, d'Ora.toicrin dOro.Tefienda un cerchia
d'Oro terfo, 0 crefpo .
Sìj Bicum-atùte . Lat.pbrygiapbiygionis. Aa. i.Lj fopraut-
Jìe Ricamata a tronconi era di fnare. Lat. pulmarium o~
puiffiue phrygium . Vnlmarim è ifneito che lauora 0 pin-
geconlago Ritratto banca ne 1 bei Ricami gai toro 0 di
nana feto di fua mano .
Aragnc. Lat. Mrachne. Dicono lefauole,cbe in Lidia fu una
feminadcttaMragnr,natampiuiolautlla0 di mlle-
gnaggit,ma fi dotta neWarte dt ricantare, 0 m ogni artia
fido di ago in tela, che di motta umceua tutte le altre, li-
che la fece fi arrogante, che non cMrota di jùperare 1 mor
tatijuoUe gareggiare tong/i Du,0 contender conValla-
de Dea della fa piemia ; ma V allude la ninfe, 0 fpct^le
firiue Turno fu SicUmo de Mgelade famolà mae/lro nella
Scoliuradifiepolo .fiori nell' Olympiaie fCHteluuaterxet
prefpi a i trtiento anni del Romano fiata :fcft egh molte
■ opere degne di laude immortali , ira le quali I Li 'Florma
detta ntaibi ,ondetoglieuanTejfii)ipiogliartcfìit,fico-
•ir da certa legge di quella aru } Eli giouatte delicato 0
' malie , che bauca U diadema chiamato JffillSipStot , cioè
1 Diadumcno per pregio di cerno talemi celebrato; e' l fan-
ciullo uirile portante nulla detto Jltpi^fOt > &dnoat 1
tria 1 dadi gmocanti , i quali fi chiamano ^yetHifórct >
dreni iieli'atrio di Tuo Imperadore: della qual opera nul
k^i perfetta da molti fi giudicò . Cofimfi ftimahaucre,
riduiiaafine la fioltura,0 haHCrfatta,0 imprefta tara
. le nei fuoi mirabili magifieTh furono nólti in diuerfi età- I
ti, ma per ér di coloro , CO! quali Henne a contendereil
detto, 0 de pm laudati furon Thidia, Chrefitia, Ciclone,
. Vhratumene,bauendoquebìifaiteCMmmargpne,0uo
lendofi confecrare al tempio di Diana Ephefia quella ohe
ptrlarogtuduiomigliorefitlUmafje ,ciafiknolufuaaate- i
ponendo a tutte , dopo giudici quella di Volicleto, laquale
perdo che ogu uno kjtimò dopo la fua migliare dell' ar-
te fiu aniefolla a tuice,dejitilequalifi fltmò queUa dx Tbi J
diS,'jiit quelk di Cbrefilia,pai quella di Cuhneda quin-
ta fu di Tbrammone . Tobcleioin greco figmfiia huom di
molta fama . 0peròdiceil P t T.VermirarVoUcletoa.
prona fifa Con gli altri , chebber fama di quell'arte. 0
D A il. Efierémarmo candido,» adorna D'iniagb fi che
nonpurTolicleta,Malanaiuraglihaurebbcfiama.
0 taglioUe k lek 0 loauertiUa m Ragna i il quale am- Scolpire. Lat. fialpere, 0 fiulpere. P E T. L'Idolo mu> fcul— 815
male anthauaanfqfiajariartificiofuaeMe tele, 0 per pitainumo Lauro, Scnlpilo per le fioHtttra'luaUreD*.'.-'’
/
Mercnrio
CIELO
Mercurio
in
Dan
fetta
Mcrcuno ^ -
N, B niM ha,cbtlgratiùrtt» ti Dogel tHUiafra U melk.Ut &fifi^Jbm uafif^tli di ui^o
r.,.o,aguifit dt dog, : io iggere^g-t.i cHoprc.per. frr coagoUredUtte. S \Y!l T^efiiy^ ^
Tbede^m eruji tramU thegU eoprm, tuUa tipetto. muto Utte.lnforfempreFtfte U a l ombre rìitut.
Stcchia. eir Secebit Ut.fitHU^u^ra. cadtis.&bMri- Conca. Lot. &pelms^ uafodiIcgnoAtrto.p a n. In que
* tormm^ree. Hydria.iuafoérame/tdileguoperiMMre
tciiUA de pozzi^ limile. B o c.SifoUU, Jinougi ,U u. Conca,ih i Urgi m bocca,^ jlretta nelfondo.& quando
fJrecJe^tubu nuou, , &ìlogm, di acqua fre- fignifica U fepoUuro .uedia,6,i.& quando dinota pe.
fca TofanoprePiLiSeubUcou Utune,ful:tiametttefi jcemaruuia topi. , ^
i,,tiàcal/per%arLt.&corSqJpo:(p:o.7{ot flauto Corjoa,oCorbeUa.lat.Lynter, iuafo fatto éutrmnt, per
Do^Mliumtèuafod^^^ 8^1
yih.Ut!S^ ^ ambe proprio quello del- tutra tn quello txgbo lo fccimercato <U quello Doglio.
P ^t.j>hJu,ampu/ta,érfecodoalcum
tbedogliofe Vrne Ti bagna amor, mila, per gli occhi. . fiata dalmno.DAS.'ljullt lafuaftak.
« Coppa LMcuta.pateraZa!craJk^iiat^,rti.tu.l liuUa . G u^ftaBata . Lat.pbtala.i U tught^ara puctoU. ho c.
èZakdabereJu!ificaupaMcÌflcaua£oj:.LaCoppa GU Henne nclUfneHraiaduta quella Cuana^ttadac-
^e^tmnp.fnuLcoppadlorp.l'nagranioppado^^^ qua . £ttrouandofila Cualladctta nota . E, Cuafladet- ^
cl^^ZTcILfAKÌ^^&onuiencbe
rilTtm Calice nel gOT^jJabeuatptiglmlufia, trg.hs. i.Siutdearaccdtoinuaru .AmpolU.L .Ant^,.
Ba£daLarleJJ^cdiat04, ^
Nicchierò . Ut. tyatbui . i tufo i* hio» per bere, ucdi a. i potici oh era IlfinM,cbefiUafarfauio Come.
* JsJappo CatopJfcrdfObba.dC. è uafodài otre, B o c. Mejftr
•oooaciS. _ ^f^r(gomifeHelenoinHttT{appocoHHÌno.EtHoieuadi
uiooatzs, ,
«ofTolo. Ut. bHXolum.&py.xisàn.greto.&’PyxidtcHU.H.
bugola da Jfetie. hoc. Et non fono meno oJoriferp
ftano i Sofioli delle jpelie della bottega uojlra . la .Aiuitfi
cità in Tromotftorioj boggt Colla di malji,fp prima trpr'.
iia/o il Bovolo dedacaUniua per Urte menuarefea.. '
Alberello^. alueolHipiafcHlHm . i UiifoJlterrapiffolp,
B oc. Le loro cede piene di .Alberelli, di Uttuarr, tir
wje #K*t w I» »»« —.luagli
pardon tre due beÙiJfimi "Nappi <T argenta. Difiderò ébe
re di quella acqua , fteefi un "Njppo il anento recare. , ^
r K. S A K.OUràdiciò un'Nappo di faggiocondue aree
cl^beUifStmedelmdefmo legno. K r. t.Bfttduuil'Nop
po fUacerdote, lieto per abbracciar DrufiUa apre le brac
■ B ò c Le loro cede piale di .Alberelli , di letticari;,& eia . Ton fu la menfa un bel Nappo d'or fino à fuor di_
nZa duino delle botti^uaouafo.col quale fi met te ac- Cimelio iuafo di legno picciolo. Ut.Mq^. lA
quaai MUOM unaUro uafo. hoc. CltOrauoH.i fiifebi, Oficatmo. Ut.quafioruaptum. iuafo Sacqim<^nfe^t\
U Coppe. Et qitelio deuofi fe dare lOrcioletto , nelquaìe Bpc. Et tratw delTaniere Oncamutatgeto belli fimi. .
tra lUqua. Ornici piccioli Orcioletti *1 ho dimofirofo, & pieni qual di acqim rofa/jual di acqua éfioriitaran^
r tbeoueloiKnriamJjafamlglia.EtunopUcioloOrcio. Viuttiddo.Lm.UnxArpatm,aplmUe^uafi^ g
UttoJlognefcimouodclfuobuonumbianco. doperano alla menfa. ImoBdia;^^^^
Vtrdio, lucilo, 0 lMcUo.yo. Cra, capfacetJAtMterjtru. B-p c. Con due grandmimi T^ttejlt i argento. U^fe in
^ dimt'itriculusjecbytus. i lorciuoloZi olio. B o c. mano un grandfflmm piattello d argemo .fopraj qiule
TZl“MeiloSolio. raMclena,opauimdm^raua.Tu.AKi.gr^Tiatn.
Amie. Ut. alueus, fitte aluus.apiarium.q. fono uafi oue fodaUuaretpieé.& Ubes,tu,iduafodouefiUuanole
btlutano UapLDAu.Gia eralloco,oue tudia'i ribom- mam,doue caik [acqua^ndofiUuMlein^.
ho De Cacqua, ibe cadca ne Coltro giro fitttil a quel. che ScorVrlU, Lat.Scutelìq , & paropfu. B o C. Maleman-
rfrmef2Zmbo jera, una ScodelU d'argènto .In cuana ad annouerare le
in clnearo.lJ^caUtLèquafi^ p,moU&U Scodelle, M ,
cartbaluiÓ.icertocePofattodiuiuci,dfuodtmtmiliuoi unSciAeUtnodifmfa. -Pentole
cauelìruccio Ut.canlHellus.&caUéifiut.Unc.Mt Stowe,h. fono i uafelUmenti da aicina.Tegghte,TcntoU,
quaniolemandaua unCanafiru,ccutdibaccelb,atal -PMlelle.uediaCHtitia.a9ii.
uolta UH matxuolo di iipolk laahgie. S A n C«i Caneflrf j n t v
biani biffimi pieni di fiori, U K. .
d'argemo. En grand, filmo Panuropteno di cofi . Uquab Artidi . Magiaert . U»oraton . Opere . Fa^-
uonitrimenlicbelPaniereodf'agM» cbe,ScoU.Scqkri,Ufcepob,DifUm,Urr^elì^^
7pZT^Dbtrq,Ku. à.Calìiitmemi.Cortt^imem,.^ipr^
Mercuri*
CIELO
Mcfeurio ''
te, Cariaffieri . Martella, Tanaglie, Incuie, Lima,
faccbietio , Chiodo , Forfiie , Force ,Scarfcllo, Tiichio,
^rihipenguob, MenJoU,Scarda(li,Mamthi Inf piare,
fognare ^Hrare,ammaejlrare,dtchiarareintcrf mare,
apportare,ammomre^aliigarc,mparart,aff rendere, ri
prendere, affaticare,opcrare, adoperare iakor are, fabri-
care, martellare , limare .
Atte,alirononè ebe la nera dr retta ragione delle cofe fat-
tibili. Lai. ars, artifuiumfipera uiriiis,liicnlia,doSrma,
fÌHÌinm4ifciplinapiia/nanus,raiiofacicndi,faeultas^n-
-tttbeton ,incrtia ..Ars eFi nera ratio, renanfadihibum.
P E T. C5’ B o c Belt .Arte,Grandiffima,Magica,Maga,
Mttrinarefca.ajiai Humìle. Di ’Hegromàtia. Di Magica.
Utfna .Arteejieràtaua.qnàto può far .Arte. Qjielcb’in
finita pronidftia et .Arte Moflrò nel fno mirabil magifle
ra. "i{anicarfenx!.Arte .nepforga nep.ArleJ. ingegno,
oàftutu.Morta fra t’onde la ragioneett.Arte. !ìjiejl,fn
dato a i'.ArteDt nenderparolette,auxi mégegne 0 p Sir
te dipace odibaitagUa. A«ti Leggiadre, M.rghe.Ììntt.
MaiHofirinòappreferb(qnelÌ.Arte.Omthonori,op,i
feitna et .Arte. L'bonor di qnelC.Arte.cbe come forma ito
s’iicorda Molte fiate a C intétió delC Krte.C erme del fahro
t .Arte del martello.Similmente ope randa a Cartifla C'ha
l'habita eie T .ArtèA^ manche trema.Con fn ferni afarjk
.Arti . Cb'ejJ'erfnolfbntea irmdtuojlr'.Afti .dr qnando
arte dinota afìniia,nedi a jjp .
Artefice. Lat. artifex, opifex B o c. .Artefice,lanaÌHolo,
MÌgUort,Sotlile.Kr.-f%r\ci dellacittì.
t\.nCRcio.Lat.& arsangeninm,indnflria B oc. .Artificio
della natura eS non mannaie. Con j'noi.Ariificn i.ingegni.
In nna .Artificiata enfia U fece portare . .Artificiata ^e-
na. .Artificiata TiaccneÀexgta di coBei . l'ifi .Artificial-
mente pallidi. Canaletti .Artificiofamente fatti. Da h.
Secondo Cartificn figurato .
ArtiBa. Ziir. artifex. B o c. Qjial Tbibfi>pho,qnal .Arti»
ftà mai banrebhe potuto .Dan. Similmente operando
areifìa. Vnra uedeafinelC ultimo ofrtifta. Qjialeratra
casitor del liel .ArtiBa .
Mefticro,<jr Mefiiere. Lat.opus,arsArtificimn.ib efierci-
tb'dell'iirte.ìS o c.Terbnofiro Me filerò cb’aloropa-
re'imquifjimo.Tn fai che del mio MeBiero non ti torri un
ianatoSAttefeafaril [no Me filerò antico. Come che'lfno
JAefiterefofie fiato feruile & quando dinota bijbgno . ue-
tj 5 Maeftro d’opere. Lat.Mafffier. B o c.Mandifiper un Mae
firo.Hor haiuteintefò MaeBro mie da bene.QueBi Mae
fin fon fu rudeii a quefii femigi di trarre i denti, yna nec
thia Greca pan MaeBra in compir ueleni df per b ad-
ie trino MaeBra mano.
ìfiicBro per b precettore ,& in genere. Lat. magifler pra-
cepiorAoBor drgymnafiarches,a.T ■ T.rJr B o c.Gran
Maeftrud'amor. eie bordi anali Stole f'erra'l Maefiro,
thè de ferina a pieni . Gran Maefiro in Saera Seni tura .
.Affai buon Maefiro . Maggiori MaeBri . Era maggior
Maeflra di beffare altrui. Maefireuoli Caretpnette .
Mail ro. PiT.f'fiir buone di man del Majlro eterno , Ma
Maggbr Mafiro,& di pin alto ingegno .
Mag iftero , dr Magifirrio .Lat.& opus. P E T. ér B o C.
Magifiero MirabUe,Cburaper MagiflerioA)' per belUrg^
ga. Et gli futi Maceri affai diffan.,ArtificiopiMae-
flria. Con "Hnona a Difiifata Mae firia. U figUuola Maé^-
firtnolmentemije a dormir col Conte.
AmmaeAraniento. Lat.docnmmtum,praceptnm,prace-
ptia,momtnm,adiuomtK,infiitutnm, ratio,drgma,pra- •
ftrtpium.B o c.L’.Ammaefiramcnioif .Antigono L'.Am
maeflramento della Balia . doglio itene ne renda .Am.
macfiramtiuo. Mille .Arnmaeliramenn. .Afcabne .Am
maeBraiifitmo Dnia del bro camino. Tu. La femina
.Ammacfirata. Dan. .Ammaejiraio daUa tua jorcUa. .
lai. peritns .
.Amnuesìrarc.Lat docere,erndirejnfirnere,inflitnerejrdo 8j6
cere, praiipcre , difiiplmam tradere , cognitionem dare . >
B o c. Lo fece ammaefirare nella nofira fede. .Ammae-
Jlrata alquanto dell aree marinarefea . .Ancborcb'afiai
ainmaeJiratofófie'nelCarte della guerra. Facciano prima
rffi,poi ammaefirino gli altri. ' -ci
luBrnere. Ut. &apparare,componere,firnere,machinari.
nalammaefirarejMfegnare,& ordinare. Ari. Gli altri,
ibi a piedi dtihia cuualb Infirntti .
Scola. Ut gymnafinm.ludnm'literarmm, mnfaitm .d’ina ‘
dns gladiatorinsja fcoladifnimia .Lndusfaliaionns ;bt
fola di ballare. P tr.&Eoc.Ter qneUheegb impa- 'c
rànetb mia Scola .Scota d errori . Et hor di quali Siob
y errà'l macBro,che Jefiriua a pieno .lUbe molto piu fi
conuiene nelle Scole tra findianti .Tdelle Scob deTbib-
ffphanti . l’elle Scob delle bggi . U Scoia de Uudefi di
finta Maria nonetla .
Scolare, idr Scolaro. Ut. dipipului. auditor. B o c. Losco
lare CattiueBo , Sauio. Che di mal pilo hauea coperta la
. pcllr.Cbecofàfi^e a mettere in aia congliScòlarLTro-
uerb.Tbofcano .
Difcepolo. Ut. difcipuliis. B o c. Ci lafiiò due Soffeienti.
Difepob .Oda Suoi Dibepobera cupidamente ufurpato.
Gifcente. Ut, ualdifcepob.D AV.Comeil maeBnfail >
Difcente.
Anania fu uno de difcepoli diChrifio.cofluibattrgT'ando
TaobapoBobgli fere ritornare il uedere.D A n.Uuir .
tù c'hebbe b man i .Anania .
Infiignare.Ut.docereArudireAedi ammaelìrare.P i x.Quel 8J7
la ch’amare d bfferir n’infgna . Cofi laudar d riuenr
I ii^ria.TuluediamoT.che tal arte m'mfegm. Come pof-
s'bfinon m’mfegni amorei Sia la mia feorta e’nfignimi’l
ramino. B o c.Seiafignargli fapefiedoue.Cbe non tifai
in/ègnar quello incantefimo. Ttacciaui d" ugnarci doue. T
Mefier Ricciardo infi gitana aUa fua mogie b fefle d i li
giuni.Ti prego che tu m'infigni come tu foffèri quefle tue
mgiurie . Standogli in bracin la natte gli injègno da fri
dèib laudi del fuo mirilo .
Moflrare.Ut.oBendere. P bt. Et a noi armata non mo-
Brar pur l’ arco. MoBrarb palma aperta e l pugno chiu ' il
fo.Et buia di f attrai àel mi mofira , rm mofira'l uado.
Hìuandomofirai di chiuder gli occhi aperfi.MoJtram'al-
to fìgnordigir al cieb.Le uogtie che fi moBran fi infiam-
uaie.Mofirandoal fol b fua fquabda fterpe.Mofirando.
mi pur C ombra /il uebjo ipanm. Mofirandoui un iC .Ago-
fio d di Gennaro. Di Moftrarb in pabfe ardir non haue, '
yoUi mofiranra quel ch’io ueJea fi mprr.credea altro mo
ftrarte.T u non no trai moftrarti in alcun beo . Troppo fe-
lice amante psi nuftrafii .dpvi mi fu mof irata gente . s
dito ne fari moftratM moftruomadao.il camtn immon.
ftrana.
J.
■ -ì
Mercurio CIELO McrciJr.o nj
firjan Et meftraaan Jifon U mia iòta. EtcUa,MtnM- ci far di ciifimi^ non carMiufatti aardali faeton! , ■.
gi'mibetHmimoJire.EtCelcaiamia faa arriàqaim»- Fatare.Lat.ioi^alartconfaadtre,reJarguireatatatialare
Jirt. t pia aer me ji moHri in aito. pur ibr aoi mojlria con ripn afiene. D A nJji danna nua la aoljr in lama F»
teSegnoaUanJipiciaie.^mormianiccOy^mofìrami la^sl confatalioae .
oad'iouada Duolmi affai pm,iith non moRro.M chiù Ci(iigitneato,<!rCaPigammto.ljtrrprthcnlH),admiiii
rueU franici moflro, qucl,ihc Hoflri cui faa mira Ito. aal pumcionr^mmonitiouc. B o c. Leggiadro Gajii.
bilmagijlcroMòna ib'apoihilimolirigiamaiXb'amor gamaUa della Martbejana fallo al He di Francia. Iddio ■
molìrommifolio quel bel ciglio. B o c. aedi lladiu . quel Gafbgamitua mandò . ..Ajfro Cajligamenlo. Ter gli
fig Dàbtarare,Lai.exponL‘re,enudeare,intcrprrtari,deilara- miei OaHigamétiammidato. llgrà He Felke degli aliri
re, dilucidare, commentari, amanare,expluare ,pnfum Spagnaoli regni Oalltgatore.uraiore,o Honarea.\iM.Cli
ebeere, ape nre,pal imfaiere. ual ffianare. P r x. L'arte darebbe fi fatta Gafttgatura alcuni i ggone Cafligaioia.
taalìa franoiallhoraanatle,Ma treae e ofeura la di • Cafiigare:XF Cafligarc. Lat.pamre,ple8ere,i'umere jappU-
chura & Pende. B o c Forfè pia àibtarato rbaurebbe cium mulS..re,iondemnare,damnare. B u c C/rrj uena
[a^etioditaldunni.aiéa cOii. toprrduuerg!iammonirt,t!rga{iigare.(ofiadunquifa
interprete. Lai iHterp, ei.P tJ. Maflnterprcumiome'l gafiigaiolaruroja.Lorteliniiiilcgafi.gaionbaaeie. Ca
feu piano. Jhgaio del primo errureXbiae ne gafligòcofif
Importare. Lal.portetatere^denotare.per fignificare.T i r. Imparare. Lai.difcert,pircipereaiprtbind. reangeaioafle-
ebe uvglion importar quelledae froadi . qai.P tr. .XltrodiUtn che imparar non prono . Ben fa'l
Corrcggimcnco. Lat. reprehenfio, admonitio, uellicatio, uenbi t impara. Com'ho faii’u. Conuien ch'altri impari
eorriUio,emendam,caSUgatio.Boc.SemtaCorreggi~ « le jnefinje. 0 amor,o madonna altr'ufotmpari. D’arder
menicdipaPorc filornauanojkiolli. Se di tutu facendo- con la mia fiamma non impari . imparai che cojà è amo-
fi Correggitore. Tu. '*• Oiufogm ben imparo . Ter quel eh' egli impari ne la
Correggere. Lai. torngere,eompere,caPigare,rtprehnide- ima fiala .
re, aimonere, uelbcart , emendare , animaduertrrr , pUm -Apprendere , per comprendere , ìntenJert,pigUarr, attac-
nire,rigtre,moderan. P et Et uedeamor,ihefueim- care . per meta, per imparare. Lai, difccre , comprrhen-
pr.Jè corregge i’Ubonoraia nerga , Con laqual Roma, & dere. B o c. Loto collumi apprendendo . Laquate ujanxa
può erranti corregge BoC.Et pereti chauetegb ahn a bauendo le donne ottimamente apprtji.Lj doue egU di be
correggere , uincete uoi medefimo . Ter donar corregge- coffami^ di buone cofé haaeua apprefe. La fede egli pre
re idift tu mondani. flamente appari. D*u.-Amor ch'ai cor geniti ratto
Riprcnfìonc. Lat.r.prehenfiO admomtio Boc. “Hiunt ri t’apprende, idefl l appiglia . tdgn ti maraaigltar, thè ciò
pnnfionepuìcadercincotalconfigho figoire .Tantoché procede Da perfetto uedcr,cbe come apprende. Cofinel '■
iaftmia,&Klpreafionenonceiu figua. Sengaalcuna bene apprefimoue'l piede .Fai tome quei, che la cofii per
H/p f enfiane aitendire da uoi. laudano non lÙamentt "onte .Apprende ben . Ter apprende r da lei qual fu la
di Riprenfune,ma dUjfro cafiigamento. GmlìaRì- ula,idelìimendeTe,ofapere.Utuoipmfienondecagioni
prenfione. Rtprenfioni.Agre. Graulfiime. delpadre. apprendo, idefl comprendo, tono fio . Si cem’tgli era
alqnanu Riprenfiri . candelabri apprefepdefi i omorefe.Cbe lame bngue ne fon
•19 Riprendere. Lat.reprehendaTe,adntonerejcorriggere,corTÌ- bora apprefe adeft apparecchiale. Ma uoUnnonapprt-
pere.T l1.Sichorfiiinarauiglta,horfiiriprende.Etme fir ben quell arte .
flrfio riprendo. & mia ulta riprendo Boc.Rtuolto(fia Imprendere.perimparare.Boc.MimprtnderThilcfo-
riprendere il popolo. riprendendo i difauedati difettt in pbiailmandòin.Athene.
altrui, aulii di riprenderlo forte . Molto prmia della fica Fabro, Maefìro, Sarto, Scardafliere . .Anemie , & ineude , 8^ l
tepidcgx^ . Riprefo. Btu. Riprender la aita . Martello,lima;r anaglie,Forfice.Sacchiello,SpiUo,ChiOm
Kpi^iare per riprendere. Boc. FigUaolamtafitndiqae- do,ScarpeUo,TictottcManUoJienfola,CnbTo^card^-
fte cofi ti crucci, io non mene maraaiglio,ae te ne si npi- fi .fabneart ^martellare, limare Jaaorare,operare.
{•lare ; ma lodo molto che tu in quello fegaitiil mio con- Fabro, o Fabbro. Latfaber,maileatorXabalcain fa primo i
'iglio loloripgUaiCaltrbieTi.UuoiflabeneécofiifaU Fabro,& primo fialtore.P e T.L’amiqaiflimo Fabbro Si
te cofe nonché gbamei/na gii firaniripigUare.Cofiim ri cibano fa.F aitano.) Boc. Etti coflumato al fuoco Fa-
pigba,& K poto me ne caro.Terche quanto le loro opera, brodi Gnue/ facitore de folgori aitano) f i.D a n.
tioni (parlando de gb Iddu) ripigliare firn matta prefatt- Come del Fabro lane del martello,
ttane et befliaUafiat leggurmenle fi può aedmAH qaan Fabricare. Lat.fabrtfiuere,condere, edificare. Tir. Sìb-
ilo aien dal nerbo pigUare.aedi a T5». flifarfabruatilipraracqaed'Mbifio.
BÙarguire.Lat.redargaerexotrgaere,refatareiaccufart Si.no. Ut. fàrema ar, fatar atjitann ò’I Sartore. B o C.
connprenfione.KtLl.Etfempreleragfonrtdargaeado, Figbaolait un Sarto.
Ch'tn tontraru Kaggiergb potrà dire. Scardafsicre. Ut lanariai, è cobà, thè fcardafia U Uni.
-Ammonire . Ut. admonert. P E T. Camipn io t’ammomfee, Boc. Forfè S cardafiieri, e pia aiti huomini . '■
Che laa ragion cortrfememe dica Boc.jtnv eraae- Scitiiùi, fonai peltmida pettinar U Una. Ut.pedea
nato per doaerlo arnmoaire. DrammomrU con una faa pa Uuarius .Boc. Biafimaado ilacigmob , i peutm , c gU
roU. D A N. i* era ben del fao ammonir ufi . S tardafii .
Scorgere per ammonire. P e T.VmaolteChocontai paroU Ancude, &lncade. Ut. inats.incaditfetnhmi generis, è i
Jwtajaiaertua,tfauaa(tmi.ioc.Etsanda>ifesnpls, ftromento grande à ftrro,fopra dclqmdei fabti batto,.
Mercurio
CIELO
Mercurio
«4.
imSferrtt. P tT. Credete yoi^he Ctfareo Marcello fof- coni, t M:(pm , li ipuH gli alti momt, te dure ròceieco»-
pmeetaìTer lacitdegiamM^pernutrtelloiD A N.iii nien thè rompiiio . L a. Ah i.Tagliato a Ticchi tra
fcaldo ferro inaiane batti incitile. San. Sopra i fonati- fcarpelU U fajìe ,
ti^ncitdinibatlonoitMmaGioue.AK t.Done Battea Schiodare. Lai, dxia>teikere,extrahert. A h i.Scbiodam
a Clneude i folgori di Cioue . Ma non gli fan piu che fin- pu{ire,eftraccian maglie^ falde,Schiodandobor piaftre,
eudeCago. e quando maglie aprendo .
iAiTtcììo.Lat.mallens.Boc.SelefeminefkfleroJ'argen- Cribroc? iribrare,nediayio.
IO non narrebbono un danaio ,percbe ninna fi terrebbe a Architetto. Lat.archneBns.i quello cbeeomparte&or.
Martello. Da n.Come del Labro Carte del Martello. dina lo eéficto ,fabnca ,0 fmile . Pet. tqjm tal dentri
P I j.Ter lncHdegiamai,ne per Martello. Ari.// Mar .Architetto com'toflnno. Ari. Con betta .Architettura
lei di yidcauo era pin tardo . era fojpcfa .
Martellare, per afJitgere.D ah. La dinina giuSiitia gli ATchipenzolo.Lat.prrpendickln,regnla.amH/!u,norma.
martelli . i quello flromento eh' adopera CArchuettodettopiombìa
Lima. Lat.dr feobina peripfema la limatnra. Pet. ?'(f 0- no,niediame il quale fi póngono le cofe a retta linea .
urada polir con la mia Urna . Io mi credea per forzadi Men{oUt.Lat.procerci,miiiuli,tramei.iimcenolegHO
fkaLtma;Tdsnpof30,&nonbopmfidolceLima.amor che fi pone folto a frani nelle nmra de tetti intagliato in
*44
tktte Ine Lime f'ft fipra'l mio cor afflitto tanto.% a n A-
ckta Umnla. Akì.< hipal dtferro.e chi nna Lima forda.
limare. Lat. & eltmarejeorrodere,polire,cxpoltre,perpoli-
reaequareatxpnrgare . per confimiare. Par. Si par che i
nomi U tempo limi,& cnopra .
Tanaglie. Lat.fortept,cipi%.<ir qnafi tenace! D A N £t che
foggia di figura, qnafi lignam mutilalnm; & epyflilia fi-
no qnelli che noi capitelli chiamiamo Dan. Come per fi
flencr folan,o tetto Ter Menfola tal kolia nna fignra Si
uede gnengerit giox.hUalp. tto , & nedrai parimente
CArchititinra di M. Iacopo Sanfomnoche lofio nerri
fkori.yedi yitmuio .
faid'efieialkoltaTanaglte.À RI, Cvnmanio firmgea ìdonico. Lat.mandtrinm (jr capulni. B oc. Si comeid
gmfa dtT attaglia. • Tamatnmodellaporta , don Mita, Manicodi fcvpa ,1»
SucchiOjdr Sutchiello.Lat.terebrum,hac terebra terebeU fqnaccbera,^ altri (dileggiando )
Inm diminktine.i il Trinello da forare .detto da facchiare, Opf r»! & Onra, Lat. opera, opus. P E T dr B o C.
idiHfkggeredier che a fe tira quel legno^ue fi forati bu Opera Buona , Tigna, Leggiadra, Gentil, Mortale, Ver-
dina, Mighote, Mala, Fanc'mUelca, Trcfente , ù’ Ara-
gna. D'arme. Rade nolte riefee alcuna noflra Opera a lan
dabil fine . Et con C Opera, con C aiuto della fante ope-
rò tamo . Et iforganlo a far l'Opra . a finir l’Opra. Suda
aCOpcraynlcanodtOpra perla hbro. Or tnclf Opra
Belle,Antitbe, Sante, Diurne, Frali,Di ragni,l eggiadre,
Santiffime, Laudate, Maggiori, yitnperofe, yiinperen»
li , Sconcie , Maluagie . dar con l'Opere peonie pareli
nera tefhmomanxA. fate che alle nofire bellezje l Open
fumo nfiondemi . Molto contrario ilguidardon da Copre.
Dan. Indurlo adonta ch'amt fleffo pefi.Taitt'Ourd
poi che fi maue^t fonte.
co.Abaptiflomi il Trapano,cbe adopera il chirurgico per
trapanare , e terebrare. D a k. Done fvglton far de denti
Succ bioJ.cbe con denti trafiggono i fnddui .
Spillo Lat. aculem,ò‘lpnnternolo,obruf caglio. A R l.T'ha
uea Spillo /I cortei fnbito fitto .
Forfice.dr Force fempre fi'trouano nel numero del piu,ap-
po Latini fi fa differenza tra Forfices. f orpicrt,& Fonia
pei.Forficei fono quelle, con cm fi tagliano lefila.Forpicei
ipeh.& Forcipes quelle defabri per pighare i ferri caldi,
(!r (»rò force diremo a quelle da pighare.onde D ah JA
tempo na d' intorno con le Fo rce,& potriafi dire,tbe C hah
biapoflepetle force jxhe'l tempo taglia,^ confuma 0-
gm cofa,come fi taglia con le Forfice una uefle. B oc.El Operatione, Lat. operatio,opus, motus. Pet. dr B o c.
t . irouatounpaiùdiForficeaiuttitomlòicapelli.ynpaio Ter Operatiou de corpi foperiori.T{igromantitaOpeTam
di Forficette, delle quali per aucntnra u erano alcun paH Itone , Moderata, Maluagia . Operationi Alte & Tellem
perlaflallaper (crmgiodecauaBi.ConunpaiodtForfi- pine, yna Fuàna di diaboliche Operatuni. Ladtuiwc
tette gb tagliò alquanto dall' una delle parti i capellL ginfiitia tutte le file Operattom mena ad effètto . Tignerà
«4i Chiodo efa/ONff. L«t. tidiau,i. P ET. Come d'afiefi madre di tulle /ecofè&Operaiioni.
trabe Chiodo con Chiodo. Ma fi nera con faldi Chioui fif- Operare. Lat. operano. B o c. Ter fino bene Operare. V'tr-
fi.Boc. Quando con un Cbiono,& quando con duci pie tuofameute Operare. Maluagh Operare,
conficca. D AH.Tifiachiouatoin megode la teflaCon Op»rare.Lat.operari,facere,conart,patrare,curare,dar*
m.iggior Chioui,che èC altrui fèrmone . Che s’acquiflò con operam. B o c. Tanto feppe operare . Con la lingua ape-
lalancia,&coCb'iauii.ChiomARi.CbedaCapefitra~
he ChiodoconChiodo.Comefit dice , che fi fiutÀÌunltpo
Talhor Chiodo con 1' lodò cacciar fuore. Cicerone.Etutm
nono quodam amore urte rem amorem,Taaquam clono
clauum ,eÌ!Ctendum putat .
Scarpello. lai.fcalpellni,&cnbim. A r i, Tagliato a pie
*45
rare. Mal operare. Se 10 fipefSi bene operare come noi.
Ogni forza, & ogni arte operando. Ilcontrariooperan*
do, Difcrelamente operando. Miracolo pareua, che un
cberico alcunacofa magmficamemehanejse operato, ope
rò tanto la ghuane. Tm.Tumordtfdngue ben opran-
do oppreffe.
chi , & ScarpeUiilfafio . Leuando m tanto queBe prime Adoperare, Lat, operari. Pet. E'I del in ciò iadopra. in-
rudi Scaglie n'andrò con lo Scarpello inetto . Tagliato a damobor fipra me tua forza adoprt . temo non adopre,
punte di ScarpelU in nolta . Bo c . Dimmi t io pofio adoperare alcuna cofa.Che aò,cbe
Picclii, & Ticcont. Lat. fcalptum,fono ftrementi grandi di ' ladòpra tra mortali ;fiadegU Iddq. Le forge con gran-
fcrrt per rempereficanar pietre, Boc,I martelli^ Tu difiimo datmo deli affaticante fi adapenmo.U forz! ai.
. altrui
’i.
X- •
' Mercnrio CIELO Mercnrìó’
tltrui le prederei, che te per me le adopenjìi.Ciiftuna ce tpieilo che confifleméttiene .
»»4
fa ma! adoperata peoeperenoimaamoln. lofltoadope Attilio. Lata(ìiiikm,a(}iofiu.i quelle, che è tuta atto.
rata ottani’ anni. D a n. £( cometfiici thè adopera ^
filma non adopra commcia adoprrare.QemitUthe,t!reo
fidat altro lato Eunone fi ihuma^ non adopra Se quin-
ct,& quindi pria non fgnflato i non fa nero prò.
Scioperato. Lai. ignaiinj oi iofns.yir Ignaunm jneoj pecnt
a prafipihus areen , noi dijoperaio, noe fenza opt ra ah u~
na,&peiò dilùtile cjr f n^a pt njitro. È oc. Set Ciappel
Luto thè Scioperalo fi nc dea .
8+5 Lauoro,c*r Lanorio.Lat. «pai. T s r.Lanor Doppio. Degnò
&fóùtoafareCTOperare,t;rtpertnare.D A N. Che eh
thè frena .alitino qnint tira in fna Jnftjmia . La nirtnce
.A tlina.D't bnoni fjiirii che fon fiati .Alimi.
InduAria Lai.nai il findto,&la fatica. P tT.L'lnJnjlria
di quanti hnomini l'anolje Ter dmerfi paefi. B o c. P'na
coja motto dtfidtrala con liidufirtaaiqntiiafsr.lndiner-
fiiuamiretifiidiU’bkmana Indnflria.Cfde cafiuarij
ragionalo, A r i.Sìjiantome fiigerfan Tutori Indù.
iiri.Ter ariifiiio é linlton Jndniln .
tnoiìrar il fuu Lanore in terra. .Altro Lanoru. T^imofìd.0 Facitore, è quello, che fa, Lat.fa{lor,opifrx,ilf.flor,con.
firo.B oc. Lanvrtdtfcta.di moto II Lanono era mollo. daor,au(ìor, creator, gemtor,arthiteder,fahri,atBr, ■
SihmalSe ognimattiuiptr tempopcr andare a lanorare, pater , eanja , prinapuim , origo. Boc. Carlo natgn»
» a trouarc Lanono. Facena urti fnoi Lanoreiii. Dan. cbefnil pnme Fautore deTaladim.Si come Facitore del
Se r unghia ti badi Elemalnienie a loiefio Lanero. ladiihonefiatofa. lldeca i Faiitor é tutu im.di Et il co
LauotÀCOte . Lat. opcranm, opifex,arlifex hoc. For- fininaio alfnocofabrodiCioueer F autor delle folgori.Fi.
teJicbnfio,LanoraloriMilcn,C!rToneri . l tuoi jempre Fare. Lai.facere,agere, molici, exequi, efficere.elaborare, 84S
fiati fono Lauoratori. l Lauoraton della terra, iJefi condere,criar,,generare,mathinari,operan,perfcert.
Contadini.
Lanorare. Lat.laborare,exercere/>perari,fabrefacere,cole-
recexcoUre.hoC. Lauorare lauori difeta , tt fmili. Si
leuafie ogni mattina per tempo per andare a lauorare, 0
a Irouare Lanario .Moggi ch'è Udì da lauorare. Le donne
dietro andare a ihi megbo lauora,mcta.l Lanoratori,ihe
uoflre pofieffuni lauorano,Lauofate difor:(a.Acque La.
Morate. Ongbc ri Lauorati a marauiglia Inunfuo horto,-
che lauoraua a fue mani Et tutte Jiuirfi cofe l luorauano
di jiiacdr é palma,& di cuoio diuirfi lauoci facendo .
EfR’ttO. Lat.hmifiperatiofifus,coni lulio,perle(ho exitui.
èiaoperattunr,ol’opera.T t t. Temo, non aJopre Can-
tra noi no la mia lingua al core. Ch’a la o-igion non
a fiEff Ilo intefi. S’è buona, ond è L Effetto affro mortale^
Ma quel delfuo temer ha iLgao Eff. Ito. l magin.tr, nà che
narrargli F.rnrTt MirandopergltEffeitiacirbi,ffi-
firxrii.Boc.'H>nfudiluiig l Effclcoal fuo auffa Et al
penfierlìgv lo ittlerato Elfeiio. Le uosìrt panie m’han
no gb Eletti afi. 14 dtmoflrato Conofaate deU’aaaaiiiia gli
Effitti Eff.ttl Sactatijfimi Dctrrminatt.
fifogna. Lat.neiefiitas,npus,Megocium.i la facenUa,o cofa,
Boc. Come fefie andata la Biogna. Miia fiuBifogiia.
Couuencndog'i andare a fare arte fueBuocot. Etaf.
tndenda alle Bifignt fannghan & domefiiche . Ter fue
Mifogne uenulo a Bologna. Ter certe fue gran Bifogne.i^'
quando fgnifica li btjognojieé a jij.
t+7 Negotio. Lat. nrgoiium. P i x. £» Trogoe riede Con la fi
rella al fuo dalie Tlegotio.
L Aerei rio. lat. exertttium. B o c.Sentendofi per lo largo
Efiercitto dilla perfino atlante .
Sjftrcitart. Lat.exercere . P B r Dui colei; ib'efiercitar
ut file . B o C. £c fue forge cantra una femina tfiercita-
re ComenclCarmeefiircitatoti fta. Lofiolarefiejfert
Maua per rifcaldarfi .
Atrione la faitiane . Lat. adio . jècondo .Arinotele è quel,
lo atto , onero operaihne , thè fa un fubii Ilo in un altro ,
come quello , thè batte ;o ihi taglia un legno , cf quello
tal battere , 0 tagliare fi dimanda .Anione ,prr.h. iilrne
dallo ag me, & finifee nel pallente , & quedo è U fello
predicamento d.AnHotele nidi a Taffionea 1 ; 10 . cJ"
tidio i la tanfi tbefi dafeitJe,& lo far efjtrtitio, & tutto-
■ir
: .X
producere, compiere, exigere, finire etbioUtere, < Ludi re,
termuiare,ad exttuni perda cere ,ad umblkum perducere,
modMmfiatutre,faduLumimponere P E T.Tcrfaruna
Lggiadra fuauendetla . CheCtunone fuulfargelofa.'tqe
trono i hi di mal far fi uergogni , m' inda ce a btn far f de
qua giu. Di qua dal mar,ihefa fonde finguigne . doue d. ■
morfa nido.malnofirofiudioi quello, Che faperfama
gli huoimni immortali . Et fai pi rche'l peicarpiu fipa-
uente O putir mi fai eia cefi adintro. ma di pietà lafaciia
amica. Tdonèchi dtffefafaccit . cofi fempre falciamo. Et
facciamifi udirfffcome file . Terò l’alcuna uolta rido , 0
canto F acciai perche . Et mi face obliar me fleffo aforga.
Torto miface‘1 uelo.gir mi face errando. Come che’lper.
der face accorto, & faggfi, il unito da Medufa , Che faceti
marmo éuentar la gente . Morta i colei ; che mi faceti
parlare . Facean piang.ndo un piu dolce concento,
che facean ombra al duo fianco penfiero . Facendo a
Uiragion,cb‘ame fa firja. Facendola fluirà ogn’al-
tra gentile . Facendo contra'l ucr arme i fophifini.
Facendomi cThuom uiuo un Lauro uerde . Facendomi
profitto C altrui male. Ch'i non faceffi per pittàdoler.
fi . Fumr facena d mio debile mgegno . & fi parole fai
fino impcrfitte. che fati Che’n quefia età mi fai di.
unir ladre. Famifi perdonar moli altre offe fi. bora
felìremo finirne Et fortuna, & amor pur come fòle.
Et potete penfar, qual dentro fammi , Fammi finttrdi
quell aura gentile . Fammi, che puoi de la pia gratin de.
gno. Che iio ch’altri han piu caro, a me fan mie,
Tlqn fan fi grande , & fi lerribd fieno . Che fan com
fittfepra le donne altera. Che maramglia fanno a chi
tafiolta . che mi fanno anxf timpo uimr meno ,
Chei’miprefi Dii mio figno r uiiioruifi fanno .Fanno poi
gli occhi fidi mio peufier uano.O duo fulgori ardenti, ( h'a
Ciri, e a terra cù mar dar luogo fanfi.e!r deguadagm Vcm
ri i dr falfi fifarii rginne. f araldi mt quel che de gli al.
trt fajjt JnqucL'e ffirOiihe’nme anthor faramnAlte
rpt ralKtni , ^ pellegrine . non lofarephermi . Tl fareb.
he allegrar, firfi V faiei. t hefariangiri mnnti.C'Hanni-
bal^on ch’altri farian pio A farla di ciuil Cinque uermi
glia.pir farle honore.Ti r farli al tergo I iti uolandc ir ui. ' •
ui.TerfiUiiuttJludivpoffofaraeJuiqMeperfarmimonr, .
.8
Marcati*
C I E
ftr farne nenietu 1 fari forfè wt mia lanor fi doppio E i
tape {oro finfarfi d argeuo Ver furia al bt l Jijio Molger
ie jpalie. De qua duo tal romor al mondo jajfe .Tal per te
Modofa/.iy.^ IH no'l fai. Che mi fate ir ari ondo pi>igi,&
monti. L'alma fatta gentil .Dame fon fottìi uati pi nfiiT
dine I fi. CofiTha fallo in fi rmo. Che ne f e uantggia r fi lui
gamente. Elfel minor in parte { ^hpjudro.tbe mifea
Imo, CT fi'ffirar fou.nie.fi a mal guJagno. fet emi Je.
ter, fecero, fei i ,fegbfi,f.i, fefie, femmi, fenno, feo,fer,
ferfi,f,He,fia. fiati, fi n,ficno,fora,foran,fofie,fojitr,
foji,foffin fo!ìc,fi>niJofiu,fn,fkc fu, fanne, fuijnrmi,
furo,furon,fnjfe, fofie, fipi. B o c. ueà flndite.
Rifare . Lai, mflaurare , iterum facete , rifice re , renouare,
P ( j.Ma innanzi a tutti ch'a rifar fi nanne. E rifarne un
più bello & pmgtjionJo. B o C. Tif piu li ha modo dipo
terla rifare h. ggi mai .epifi nfaceuano come hti fignori
(onbuoniffnnt lapponi . lofi pienamente tl letto nella f uà
la mera rifier. uté l Indice .
t49 Tcnere,queUocbealtrimi mi fi dirla fare. Lat. facete, lene.
re,^habire. P t t. Che tenni gi ocihimici nuntreal
elei piacque tìagnatidr li li,Lorltlien iriili& molli.
B o C. che di là niuna ragion fi lenca delle lomariJi^iie-
Jta buona donni hi terrà comp.ignu tanto iheio uadaa
far mi iter lo lauvla .
Eimrdire. Lat. redimere Jatcrari, adipifii, eonliqiii, crufeori
per far tutto quello ,ibefì può, far, penfàr, c.iuore, iror
re,o procauiare. Bo c Cite tu haueui quinti fu una gia-
nanetla ,chetn icneui o tua polla , CT douUe itoibctn
poieui rvuedire ,
Fatica. Lai. Lobor,dtffiiuUa<atrumno.V E t. Fn^iiUFo
tiio,Cran fatica. fémhe.Amorofe, Lunghe,Tonte Et.
con quefta Falli a hi fgi mi jptiro nairoT ulte le mie Fa-
7ICU A ad unaad una,&leFaiiihebruéeilorlutti.
Jtlfueflo cantò gli errori ^ le Falli he Del fighmil di Loer
te de la Dma.Ratie fieli ali ntrar, a l ulur erte ;Den
tra confitfion turbtda Cf miti hia Di doglie i erte ,0‘alk-
gregpte ittierte . B o c. Senza Latita Vienna dimréeo,
Tota,l'ana,Ltagg ore,T.e,!nieJìurata,Sollenuia. Ora
Fatica Grantlifjìiua. f aticiii, CrjM,Vajfate. VitcioU
Fama Lat.armnnula.
Fatico/b . Lat. Jiffiiilu , labortofm ,ar»mnalii , operefus .
Ttt Fam Ilio Voggio ,Loco, Fatti afa In prefa , Salma,
Fu. Bue. FattcojO polena effert ogm affanno. Bau.
Suoleaf.mofinauianti A i.
Eatiiare. Lat. laborate, lapare lùdareànfHdare,nitiaibniti,
infiare, u rgere, comendere, opus facete, mullum opera
ponrre,eouferre magmi laboràui.fe frangere, fe exerum
re,f‘tig tre, cnm labore aliqmd ag re, lonaruho C. Io
poffo m. gfio fatuar di uoi.Faiicadofi in trouare cofe mol-
to ifquifiie, Ciafcunofi dee uolemien faticar fi in fare . £'
da dare alla penna , ^ alla man Faticata npvfo. Recare
giamtui dell Faticati a ioafono. Calandnno Fatiia-
loJa'p foJeUepicire.Lai,lapUi,eSrLifiatui. Toitbo
iluoi all una parte del giorno hanno fai nato fatto dgfOn
go ■iilrciii. Donna tu li fatichi Pi nano .
8)0 ,AffalÌiare. Lat.laborare,laffare.V 6T Et quantoindamo
laffuttta cJr fnda , 0 ticihiUtamoaffatitarihegiona^i
eb'a mirarlo indarno rn affamo. Boc.Cb fludianti ,i
mai non p. r pafsarc,ma p. rutlttà adoperare il tempo af
f amano, idefi ji affaiitan».sinja affailtarfijt egli et-
L O IfloA ' '
tratofene tutto „4ffatUau. tu Ila camera . in uno s'affku
tea. Inuano iaffituanlUne. D A u. Cta/iuna l'affou
ma . T{e potrà rama Ime affamarne. Che già non m’af..
fatuo.
.Aciafiiare. Lat. dumttere,deficere, cadere, bh^cere, prò-
iumb.re,proiieruire,diminuere,bmare,lenttfcere,fie-
fiere uaitCiman,i/ dnutnmrr,& iquandouna lofatù ’
pi teudofi folli nere per lafua grauezza, fi bfeta cadere a
terra da ad {2" cada. D A N. £/ peri bua fu , umii
tamba'itia tont animo ; che umee oj;«i battaglia Sciai
fuo grane lorpo non s'aciafiia. A r i.Ma b fua imeniiom
da quel eh affuiuu Huueagia dt morir,poco i'aiiajiia,uU
cfidinunufce .
A gran pena, ual a gran fatica. Lat. nix, maximo lumla-
ìore,h<rcububboribut.T A r Sdulibe‘nmoltanai.A
gran pena I aiquiHa.Tal; ih'./igranpiuaindtliati,pa-
tafora.Carcer,iiuc fi Uen per jirade aperu.ùkt pcrjiret
ti ,Agr. npena fi uugra. Ataqualpin prefpi„A granpe-
luin .. ilor fi. Hoc. .A grau pena fi titupero .
Diftcultà. Lat-cr nruhna,bbor,ni.ui,cr lonaiua.h o c.
Singa troppa DiffiiAlia. Se tonijiulia Diffiiulla leuiogU
fi ironaficro, befi trokanugfi anuii. Dif/ii.111 ad tuut fu-
gar U forze d amare.
Malag< uole, ualéfiinb. ueiia *jt.
Su Jor..£4r. B oc nube a madonna Horcna udendo ue- 8)t
mua un Sudore <y' uno tifinimeoto di cuore. .Afiiugatii
Caldi Sniori,fi rif' bella , Et i jvprauemiti sudon jeuad
con biania binda A m.
Sudare. Lat.V ix.Sofftra fuda a topera FuUann.El qui
to indarno t' affatila ofiuda. Bue. Voiibedi fudarcfn
tono reflatl. Gabriotto amando forte pafià delta prtftUU
uita.Cadaadtinoimtofndato refio CF affannato.
l F ti, .A.
VniA Delia J)bna,Lalomi, Tucbu,The-
bea,Trof(rpina, Eiate.La Luna peribeb
piu kiiina alle cofe bfenori & per quefl»
ifimiballa natura di qutUe,a- iufìuifce pm
efficacemente . Sluesia rtg gè tb umidita de
IO) pi il pirche nutrifieimttaiii&b piarne, &b mem-
bra oegU amioali,^ perihcii omrarta aUa terra ,& al-
l’aequa, muoue tutte b eofijiellequali k terra, e C aiqun
predominai de moti éuerfi del mare ue parlertmo al Mx
re tal Iwg- fuc ama b FU n.ma,it Femori Freddo C Hu-
niido l.Acqiui.iTtfiatori.Moltnauaifitnili,triDea dt
Legati,"Humii,C orricTt,Mobdi,lHfiabilt,CrtdHliÀc 'no-
ta, i dii Fulgii.de Vi, bei cb Tmudi,Luf uriofi.^ deiVa
iifiii. Qj<ieii,VUiidi,LietiJjb( rali,SeruitiaU . Hr dt Far
lunati lumi ri amia, il fuo metalbiiargrmoAìragli am
tubi piacque é fai rarb la Ccrua ,
Luna. Lat. LtPAtfLatoiutfiliana, DiSynna, TriuiaiTrifor- t f »
niuJjiiinJ,Vrofèrpnu,Hctate,(ymhut, Vbebe, Cufico
nemorJi,Vb.bicimlori.'Ufoniima iU Lunanuoua Pit.
B o c. Corunta J'ouda,Kuonda JmpalaJua Jmargen-
lata,'hfiueUa.,Anzi fi nnoua,cumefab LunaSfiiudoU
Luna molto fiema . tffiudola Lunauiqujriadi.iima,t!r
iklV u. La Luna Impallidita banca perduti i juoi raggi.
La fonila di loiui, ebe mena ipoderofi lanalli portanti
Ifhna iuu. Sopra U weirn 4tlU Luna fiTaan affajui.
folto
Lnna
CIELO
Luna
font U Lini non fofferft . Et U fot late hiarìH jhlJiU Verno. Lat.hyrm. P t T. c^' B o c. fredJo,Ligrimtlo. TV
tmu.lli'ol diilno^oiLt Lmi .^lUiHe de U Lutu.un
fm penule Stilo del imo non è lòtto U Lutti . aedi f Indi-
tf . D * «. Intepidir piu il fhdda de li Luni .Tinto ; che
fwii lo Jlremo de U Lum tiuuhnfe al letto jno per riior-
arli. Li Luni quift a mt ^ notte arda fitei le itetle a
noi parer pm nde Fitti lom’nnjecibtone^he tutt'irdi,
iJeli gli eri pipili li teriii pine delti notte. Sxn.Et
li molliforate Lu.u potente nel ciclo iT negli ofiuri abij-
fi. Ari. htoslnndo tor U tteunrm Dina Li dritta nu
tol Ikminoli torno.i.li luna.
Diana. P £ x. tion al fno .Amante pm Diint piacque.
Boc.Lt freddi Ditni ne intepidilce. aedi a iti.
pilo. Cofi rofejir mole Ha prtmauen , e'I yerm ha ne~
ne ,&ghucao, Maprufiilyernoltfla^ondepori, >
eh' amor. Rofi di yerno,a mr^4 fiate il ghuccio.Toi qai
do'l yerno l’aer fi rmfrefca . T epidi foli. ì{pn piu fitte , o
yerno.Il lagrimopi yerno nemico a funi pncerijitacndo )
Roghilo di ff ondi le felue, & le alte jpiUe de monti eccel-
li loperti é bianca neue. Aa Ei quando’ l l'erno fjur. e
le pruine. "He fiate il cangi.i.nelojpegae’l yerno.Et tri-
IHO a me:(i Jltte ardendo l yerno far i lor nidi a piu Soi-
ui yerm. Dan. Bolle C Interno la tenace pece . & aedi
f Indice. & a Scorpione a S6ì.
yemare . Ltt. byemare ,perfar freddo. Tst, Di fitte un
Litom. Lai. & oc. Gli quattro uolte cornuta ,& altre gbiiccio,unfotoquando ucrna. D \n. Che di qua dietro
tante tondi s'cramoHrtti la fgtiuoUdiLitont dopali miuemi.i.mififreddu,oflàilfreJda,ofl.imecomque-
fui partiti di Roma. T> n.D A u.Cofi anger li fighi di fta freddura, v redole Odor di lode al fior,cte fempre uer
Laiona yedrem. Pbt. Il figlio di Latona (.Apodo ut- mi.fiorifce.&uUnda uere.i.dinaprimauert.
tendeado,cuèliiole) hauti gn none y ulte guardato dal Suernare , i ufare del uerno . Ut. byemare definit. Dan.
balcon fuurano . Mi prima che gennaio tuttofi fuem .
Luf ini ■ Lit. U o c. Il Sole poi che Lucina chiamati dal- Freddo ,fàH. Lai. frigut,algor. Pei. & B o c. Freddo
la fui midre liuti donò quattiurdui uolte ad uno medefi- CrandCyBreue.Mimuoiodi Freddo.Eglifentiua Freddo.
mo punta i ritornati. V h.
Delia. Lit. D A N. Onde fc Carco il Sole,& Delia il cinto.
T. Fin che Delta andrà pel citi errando .
gfj Ph,rbca. Ltt. Thtlici. Boc.nelVu. Sedici uolte tonda,
dr altre uolte bicorne ci fimoiìrò Thebea auanti . Gii
Tbcbea cunfieint monditi teiirut metto il cielo, quando.
Cam.naroiiofi,tbe primt Thebea nel pariiniemo cor.
nuca 1 hiucjie le fue corna rifatte , efi peruennero all'i-
fòla . aedi l'Indice .
Pro/erpina . Lat. Uquale quella medefimti chela Luna,
dr fecondo i Toctiju fighuula di Gtoue.dF di Cerere.eficn
Freddi Grandipimi.i& per lo adie.Lat.gelidui Freddo jfe
re, Giorno, 'Hido, Tempo, Cielo, Gbiacc», Foco, Cor „A-
mor, yoler , Smallo , Fae o d a .Acqua, Diana, Lingua,
Honefl.tle,5tigionJ>onna,Fomana.Freddilfimi.Acqua,
y ni fontana et acqua Freddiffima . Rinaldo fiijpinto dalla
Freddura .Ter la fopraflante Freddura del yerno. F i.
Tiu freddo che neue, che ghiaccio. Ond’io bebbi caldi, &
Freddi. Frigidi T^oce .
Riffreddire. Ltt.algereJrigereJrigefcerefiigcfacere.T e r.
yna fontana, che fide in fui giorno ejfcr fredda,& tanto fi
raf redda Qjianto’l fili monta. Et l’empia nuberche’l raf-
fio un giorno ne prati dell’ ifola di SuìUa ,o pur diydntu fredda ,!$• ueU.B o e.Temò raffreddare con gh attrai
iaCaLbria,comenenfignaStrabone,a coglier fiori fu ue daaniilfuoferuemeamore.
fiuta da Tintone Dio dello Iiferno,il qual prefi) dalla bel- Infreddare. Lat frigefacere.B o c.Ella il piu del tempo Jlaua
lez'ga della fanciulla Jt rapi, & feceféla moglie. Molto lHfreddata,fi come colei , che nel letto era male dal mae-
fiolje tanta ingiuriai Cerei , ne permadoalcuno reHaua flro tenuta coperta. Lal.pttuofii,^phlecmatica. , >
fitiente,che la fighi flefieapprefio del rattorc, infin che AigcaccBtxitDl. Lat.algembruma,cioifreddoucriioBra 8}$
Carne compofi tanta hte^l qual era firatelio di Tlutuneitì
padre di Trofi rpina,& eletto arbitro delle parti, giuécò,
che douefse fiate mefifelcon Tintone nello’ nferao , tSr fé
con la madre. Quefla ha uirtù in cieto,oue è chiamata La
aa. balla ni terra , tf^idetta Diana,& halli in Inferno,
ou'i nominata Troferpina.& per quefla tripheata poten
tiadiceV 1 t.Ter germinam^Hecalentriaairgimsora
Duna . Et perche fèi mefi dell anno crtfceAìr fei diferefee
fingono ! poeti.cbe fèi me fi fiefSe nelf Inferno ,& fei di fir
pra . Fingono la Luna deW Inferno, perche maljiinamente
adopera ne corpi inferiori , Et fòmma mriù è la fua ciru
^ la formatume,& augumento die corpi terreflri.Molte al-
tre cofit fingono i poeti di Troferpina, per lequah uogliono
affrunereli natura delia Luna , lequah bora non fino io
fropofito. Gh intubi le dedicarono la TipttoU.uedi a Tla
tono. P E I. £l Tintone, (fi' Troferpma in dtfparte.&
D A u.Ma non cinquanta uolte fia raccefà La faceia de là
donna ; (intrmlende Trofirpina ) che qui regge .
*14 Verno, & liiuerno,frcddo,Ghiaiào,Gielo,Celatina,'Hg-
tie,GragmuolafPioggia,.AlgenuBruma . raffreddareaa
fredfiarc,gbiaiiiare, aggbiacaareAlfe, gelare, aggelare,
jaggclartjumtcqre fioccare. \
ma iuoce latina , ma di greea origine; laquale fignifica
quella fiagione c’ba i giorni breuifinui albvgido il Sole in
eaprieorno,dalIa cui bremtà ella trofie il uomejicodo che )
ferme Macrobio nel primo hhro de Satumah, come fe di
quello, ch’i Grecidicono hfuyyiuaf fattone fiabruma.
.Altri difiero Bruma uentre dalla particella greca Bfàiue ò
figmficante il mangiare, coagula la o,in u. perche recaa
dofi I Romani a aergogna il mangiar fieTaltrui/mfie ne co ,
aiti ciafeuno il proprio mangiare, ey fi proprio bere fi por
tana, per nontfiere detto ^fu<fityit> tuè mangiatore
ddtattruifcomediceanogUanticbiRomam.Bmmalius,
Romolo , che fitKalirui flato era nodrite nei primi anni, ■'ì
quàdo gittate alla riua del fiume col firatelio fu pietofami
te raccolto,per léerarfi da quèfhcuergogna cordini i Brut
mali,cioi lOnangiare alle fpefe alnrui file enfio efier necefi,
fkrh,che éuerno/juido dalla gu. rraacquetàdofiinocio
fi fiannojl Re nodrifea il Senato, e dal pruno cominciando
infili alTalttmo comandaua loro chiamaffero, iquaU uolé
dofi partire fónaicano la fera per fàp-. rejoue nutrir fi douea
no.Talcòuito bauido Remolo irouato chiamò per nome il
taàvareJe Soldati Brumaho,che'n lingua de primi Roma
m é fi mangiare delTaltrui.. Algemei yoJjuina,(!r
Lun*
fignilict frfiiò . eJr ptrò dice ilPtj. Fon , che m'ariU a
U pm ^/g me Bruma .
Brumi.Lat.ueJiélbprj^lgeme. P t T.l'Hbqmdofbiiili
Foco^he m'arde a lapin ulg me Bruma. \ k i.Horpir
fuggire li tempo arderne, hor il Brumai maluagto .
ChiiCcio.Lat.glacies. P E T. Ghiaccio Freddo , Indurato,
Fier, l'ino. Chiaro, DolceiVotilo, B. l Doue‘1 Sol kince l
Chiaciio,0-la itrur-lemo Chiaciiofarme.& ardu,cr fón
tu Ghiaccio. E’I caldofi^ tnr la neue'l Ghiaino V h hui
di Ghiaccio al Sole. Altri al Ghiaccio fi Jlrugge Ohìc mi
nacque un Ghiaccio T^rl cor fa'l mia cor un Ghiaitio.Mi
cuoiono’l cor in Ghiaccio, e’ n foco . Accolgo in Ghiaccio i
fon.lo uidi'l Ghiaccio,^ lì prefso la rofa. IJ o c. Laqua.
te come il Ghiaccio in fuoco fi confuma per uoi . cgvioj'4
piena di neur,& di Ghiaccio .
Chiacciare.Lai.g Ure,ioi g lare.V E r./'edrcn ghiacciar'd
foco arder la m ue i
Sj5 Agghiacciare. Lat.gelu,& giade aflringi g'-lafiere.T I r.
Chc'l fangue u. g i perleuene agghiaccia . Chc'nunpun-
to m‘.gghiacii,i,\ir mi rifcalda II Rb< n qual hor piu ag-
ghciccia. Ma gli jpirn mu i i'a[ ghiaciian poi . Et jpc molt
^coou'.cgghuicciaMdu fai fi . / mici penfitr, ne chi gli ag-
ghiaca/ijcaliU. denaro m'agghiaciio. IS o c.Credi tn che
IO fàfenj.a, che egli flejie la giu ad agghiacciare iS" era
abitando agghiacciato. Dan. Comefa Chuom.che^a
Ucncato agghiaccia .
Crolla. Lat.erufij,tf‘ cruHu,i,pcr logliiacciopofc Dan.
Et un de rriffi de la fredda Crofla .
Alfe,uale raffreddi,& agghiaccio. Latadfit. ulfudau'ct , &
atfic. Tet. L'alma cb'arfeper lei fi Sféfio,^ alje.ibe fa
de Falere fi; c^SÌ'arfe,^ alfe In poche noni d
Celo. Lat g'iu indeclinabile . uel hocgelum , & hie gelus.
P E T. Gelo DoUtfEHiuo. Qjiinci'lmio Gelo, omfanchur
midijlempre.D a v. Et loctopiedtunlagq,iheperCelo
Hauca di uetro , <jr non dacqnafembcance . 7{e le tene-
bre etemein caldo , e’n Gelo .
Celato. UU.gehdus ,frigidut. P i t. Gelato Cor . Celata
Meme, Tg^e, "Paura, yirti. Et la fanaulla diTiccme
torrea ikta al fm amico foggforno, CiLati Ko-
ftirfUeni, C» H-r i Trufien .
Cetatina,^ KH.DegnaTiuiefitr fittain
Celattua ,Jdéfl CU ghiaccio. Lat. acqua frufultnta tefli
THato.netomttmuìu, J
Ceiare. Lat.&geia afirii.g',gtlafiert,x»ugeUrt. 9 K r.\4l
durocorch'ametafUiegUi
Aggelare per (cmg“Unre D a u, fiondi Cocitotutto
gelaua adefi eongdaiia .
KaggeUre.lca.iterum gciu 4^Mgi.DA tt.'f'npecofidi
cbc'l piamo fi rafgdi.l.rajfreddt.
857 ticue. Lat. nix imiprrf ione generata da freddo mmeeceffi
■re di hnmutb cperche tal freddo i miaorea he quel che ge-
nera la ghuuria ,t!r te grandine .,tr ha m fealquamu di
taUo.P ET. tir B oc T^utBuma,Folta, Tepida, Col,
da, f'ma. Pcrcofia dal Sole.Fredda piu thè Tgeue.Bian-
fapmcbe'Hene.bauertleoré'Hnee.ero nfatioalsd
di tiene. L’*un,ti topa^alSol fopra la "Nsue. Et la
rofe uermigfie iufia U tiene . la tefia or fiiio,<S- Calda
tigne Inetto. Era la mau,th'auorio,t!r tiene auauga.Gt
iatetijyi . La tigutfian tepidetìr mgre. D * Hr Co/i U
Heu<alSoifiJiljigitU.At,l.<befoj^unfuiuo (roddt
CIELO Segni c;I. Hi
et aria grieue Vtoggia la notte le minacrit a tigne .
tigmeare Ut.mngcre. lì o c. Effcnuo'ifiedJ,. grande, &
muli judo tutta tua forte . Cb alniero addojjh nongltncui
cajie I’ E 1. Hor tuona, hor neutca.C horpmue.
Fio, care.prr neuKare. Lat. ungere. P e T Ma pm ette neut
bunca. Che tinga ueutoin un bri Colie fiotchi.D a N.ii
iDwie di uapor gelati fiocca Ingiufo Caer nofito .
9xlii.:,clKfiiiomaggionchefiocchidiKuc.Lai. cumutus
muci Dan. Vioucn é fuoco iiUtate Falde,Comr di tic
ue IH talpe finga uemo. Pij.O fiamma , 0 roi. jpar-
fe in didee Falda Di urna neue. B o c. Faldeliati di bian-
ca muffa .
P'Ogg -.Cirandine «rilial capodetracqua.a lOiS.
Humido. Ut & budus,v humedus. T i i.Humido /rrn- 85*
to,l'i ggio. Gl occhi He H tota- balli . H umidi gb occhi
femprc et m,o chino Humidigb occhi, l‘una,cr l'altra
gota. B o c Erag a l hutmdo raitcale,pcr lo qu.tte tutte
le piante i'appigi,aeui,uenuio , ideji il feioc buieiano . U
Humtda Ombra della none .
Tutteleabre colè chefiMolotioiUapodclla Luna fonopofle -
a gli fuoi luoghi fiu piopn).
S E G t{,! CELESTI.
F gni Cetejli . Lat. planeu . Signa calrfìit.
Vi r piu chiara nonna di quejb S ■ g>ii,]jpcr
dtbfiiamo i che nelia Oltana Ipira oue («n*
Ir fitUe fifjt i un cerchio chumato il Z àba-
co in dodici légni di ficUto, nato & diil mo i
I BOOTI de quab fino M ornane , Tauro, Gtfutm ,<auiro,
Leone, l'ergine, Libra , Scorpu>ne,Sagtiuriu, l apruor- > •
lu Aquano eVefcciCF' iiufiitno traila gradi lungo.Sot
t» qUi fi ipaffaudo 1 fitte pianeti a giro, fi dicono n quell»
fign» albergare , fitto dilquale fi innuono. M i(,erthi
egri llagicme ha tre fegm il pruno chiamato mobile, < h»
non ifi rm ita anchoratafiagune ; Cabro fifSo,pc ribt eU
ia i già fermata ; il tergo , megor/ii ndo partecipe della
flagmn che pafia deh'abra che m: ritorna : Comi d
Montone ib’i fgno mobile , purché da lui comincia la
Viimautra, t>r Gemmi megp, perche ha partr della Vri-
mauera,&ptrtedeUa fiate .CofiTuurei fgnofifiodi
quella flagiene , camiofu , che quando il fòle per lui fi
mone Trimauera i pieua cjr perfetu ,che laimamenu
da Timo fi dice Plenum uer.Emra d Sol in Tauro a tene
pin»fìnadieàJ'Aprde,aquamidiMarzoemhorand
Momone comincia ad albergare . & dopo le aultoiird
dette da noftri poeti di/iendercmo alle Stelle .Ajin, A-
fluro, Orione, Zodiaco, T>»l»,AiCBcrb;fle,Cometa,ipbt
tra , Tara fieli,
Arka,é d Momone LitMriei.fingouoi porti, che queHofu
quellojtquatehaucuailueiod'oro pafiòd mette Vbnxo,
tir HtUe; benché HtUe cadtfsi a megf'l mare-, Ma tiriiu
mia etnfèrub^ é lei generò Peone, ^ fu il À/umeue fio
gbeélÌttluuo,eéTheopham:prTOiheTigttuno ama»
io t»l fanauBaptr poterla hauerrfitraifvrmòm Mtnm
ne,& lei trafformò m pecora, gp- però quello , che effi ge-
ncratomfu MÌttmtJiqualduouoiporli,cbrglldutraf- •
formarono m quefio fremo feguo del Zodiaco.'Nigidio j 1 li
ue.che quefio i quefio mi^e,ilqiiaiappiaruea Bauoqud
do ciducea tefierciio f ia téla aratolo, cbmt ni i acqua.
Segni cdcfti C 1 E
Et moUrdltuiufimteJiaqutleì foUàKfiailt re%iouc,&
fCT tal beneficio Bacco lo troiformi in qnefto fegno,& iom
ue era la fonte conflitiiì un teinfioa Cvme juo padre . il
aliale è lontano iC^lcfandria itEgmo]. none giornate .
Ha qHeiio fegno una ficlla nel capo,& tre nelle narudnt
nd collo, in ciafeun pie énanv una, nel dojio tfnattro,nd
la coda una , nel nenire tre , in cufem pie di dietro una .
Ma Ufi. landò le fannie, qnejlo fegno feconditi Mathema-
tia è nominato Montone per firimere U natura del foie :
aerolite la natura del Montone i di giacere il uernofulft
tiiìro Uto,& U Pate fM'ldenro,co{i il Soieit turno na al
fintfro hemijjierio ,&U fate al deliro D * n. Che lofi
germoglia in fuf a primauerafimpucma ; Cbenouur-
no Mrute non draglia. Ari. Ma poi , che Isolaci aU
maldiftret0,Cbcportà TbrifoalluminòU^era,& ^rpbi
ro tornò fune , Cj" lieto M rinienar la dolce Triniatiera,
(iati udendo d sole, che entrando in Uriete mlmefeJi
Maret^ue apporta UprinapiodcllaTrimauera.)
Montone . Lu. ariei. D a n. Qjtundo ambo due li fgU di
intona Couerti dal Montone,(!tda U libra Fanno de IO»
ri^on.'f /N/ii’fne saiM.
1^3 Taiiro. LatJamus Erato[ìhene,Mraio,Cicerone,Higinio,
molti altri auliiri {iruionoUTauro celefebauerenel
lapo cm que,o fette felle lucenti chiamate Hiadc, una per
éorno,& una per occhio, & una in fronte, &Uonde na.
fono le cara i due altre , lequaìa dicono alcune non eficre
L O Segni cek'lli - ii6
gliuoiediltucifp» ftofuedaUnceo,a'daIdj,OnleIdn
t
eco occtfe CaSUirc,ir ToUuce Linceo per utndicare d Iram
ulto, & Ida haurebbe oicifo Tolluce , fé Ciane non l'ha-
uefe jóccorfo .Clone adunque gb afiunfe in ciclo, & po-
figb nel terzo fègaodel Zodiaco detto Cenimi, perche è
fattodt quelli due frategU,i quali erano Geiaini, idef na
ti ad un parlo, & ToUuce immortale parti U ma Lnmor
taluàconCafere illche fngonoi poeti , Terihe quando
l’uuo di quelli fende al contrario Hanifferio , ( altro fate
al nafta . U /fri ibcono,cbe menta tono il aelo, perche pur
garonuilmar Greco da Corfali. Mltnperihe neUa naui-
gatioae degli a rgonauti léeraruno la nane Mrgoi da mol
te tempefcfinde dapot m culo erano inuocatt da iianigaa
U,come felle fdutari,&propitq, 0- quando appannano
informa di lutm,cefSana fa tempefa,ceme pone Thmo^t
lloralio nelle ode . Sìuorum fimui alba natii fella refuU
fit.Cwiiidnnt uentifugbmi^ nubes.Et mmax/fuod fu no
bure ponto Fada recumbit . llcbe ifmble a quello, che a
tioliri tempi fi dice di fautHermo . Il primo, cioè Tolbict
ha none ficUe,dcUequab una nel capo^bu nelle jfalle, che
fono mabo chiare . Cafiore ne ha dieci , che fono in tutto
.tir, onde Dan. parlauie l'ir. dice, Ond'egb a me,Se Ca
fior , & Tolluce F afferò in compagnia di qnefo ]fi cchiO,
Che fu,elrgiu del f no lume conduce; Tu uedrefii il zodia- ■
co rubecchio, T-Tlel dolce tempo del Tauro,& de Cctiii-
ni Mi feou di Trogne, & Thìlomena deftomU.lra lo M-
priUidr il Maggio, uedi a Sanonide la bifioria .
S6t
.ieUe.Ma per dir dtlT auro quello, che neltf fauole fé ne „ ,
legge, Meono, fi come degreci, non pochi uogbono.elferJU, Cancro. Ut. cancer. Dan. Si che fel Cancro haurffe un
i^uellojn che fi trasformi Gioue,o pur come aWgido ItlClmftallo lluernohaurebbeun mefrcTun fol dì .&
Romano piace queUo.colqual Couehauulo che ihebbo, , Cancaro^ctUémorbo.Ut.carcmmaMt.
4a'ì{rttun»,»ndò per Earopa.U'^ade per quello che ne Dan. Cadendo Hibero fotta tabaUbra. uedi 8<*
ferme EreadeMtheneofnr fitte nutria àBtccho a- da, aMonetaa lJi.&a TauroaS6o.& per U Libra di
Ciouctraf Ite incielo pertorleatiradi Giunone, &di xii.oocie.uedia ij $6.
Jdcurgo,cbel.perl(vuiiau4.Mufeocjntò,cbeJ^MUMt,ScOTpione. Lat.fcorpio. Boc. Temprante MmUoì
fcanuto&uecchkMiuro.&Sunanimphanoiniitjta feddi uilem del Scorpione , ideft éfttnttone del uer-
Mi de toccano fgbuùUnacqlierodoèci fanciulle; delie no.Ku.
qutbfettenefuronochianiateHiade.&ctnqueTleiade. Sagittano. iaf. Ari. Cbementreil Solfunubilofofit-
et un filbuolo detto Tante A qual punto Sunfrpefi dun lo II gran Centauro (fendendo Sagittario) ideft quan-
Uanefertto, & prraomorto.lefirocchie tautopanfero, doUSoU entra in tale fegno nel me fedi Tiouembre net
(he Ciane mofom a compafitoue U tramferì in cielo , ClT «himo dell Mutunno . & quando dmata lo arciere . ue-
pofe le fette Iliade nella fonte, Ù' le Tleade (fe credia- dianPJ-
moa-Hicandro)HclUcoda del T auro ;o come pace ad Cipnf.OTao.Ut.eapncomus.D a u.QjianiolcormDe
HipparcodiìginoithtoingiudiTerfioiCbipmfauerdcl Ucapradelcielcolfol fi tocca. K Ki.Chepaffno quel fe-
Tauro, & delle Hiade ctrcjfle, legga Higmio^ timer, gno .onde ritorno FailSokanoi lafundo dCapncor-
prcfdi Germanico, &lalj>ofitiontgrecad‘Mrato. onde no. qnefto s'intende tITopico Hiemale,delquale il Sole
éceUPi X. Siuandol pianeta, che éllsngne thore (j.d piu obra non trapajfa ; ma incomincia rUoriure altufro
'Sole) Md albergar lolTaurof ritorna. iluandocolTan Hemi^ero.
rodS*h'adunaMaUaua’lSolgatimo,& Cabro corno Aquano. Lat . aquarius . Dan. In queUa parte del
DelTauro.T^nhauràaUurgodSolmTauro.omTefce. gnuanett' anno Chel SoU i crm fatto l’Mquano tem,
S A N MpolloinTauro,o in Libra non alberga. pra . , , , , . ■ . oa
Gemini LatjingonolefamU,chediCiouecoHuerfoinCi- Veke. Ut. pif ces.Macrtfu^biualuuoU che t nomi di tutti Só}
gno.&dlLcda mogbe é Tindaro nacquero Caftorc^eS* » legni fi riducano alla luuurajlel fide Jinue che firn det-
PolUice. Mitri dicono, che due uoua partorì Leda di Ciò
ue ut Cigno mutato,^ dell' uno nacque ToUace,& Hele-
ta mogbe di Meutlao rapita da Tarn ,Et queili due fu-
rono immortab.dcKaUro ufi CaSìore Clitemnciìra.
Mbri dicono che fu un lido ueuo,& di quelle nacquero Ca
flore, Tolluce, c Helena . Mlcum dicono, che Cafiore
fu mortale, ir nato diTiudaro, cr non di Game. Tornan
do ToUua ,dr Cafìort congb argonauti , rapirono te fi-
li Tejct, a dinotare, thè non fdamenie gbanimab terre-
fìricir aerti ,maam bora tntti queib c'habitano tacque .'
i poeti fei ondo Higinio écono,che nelC E uphrate fiume di
Siria fi trouò un uouo moUogrande,d quale duepefii pin
fimo a terra , <Jr le colombe lo cauarono , ^ uacquene la
Dea della Siria,0- la ihiamarono Fenus, laquale èucrfò
li Dii molto rebgiolà,& inuerfogU huamini fommamen-
te inifiricordiofo,& ofUiofa. Fu inucutrice di molli arti,
T inj
iX:
■' , tx ■
Segni ccIcfU C I
(J- thre fojf Miti alla aita bumana . Itehe udendo Cione
da Mercurio ^li concedette, ibe gli addomandafie qual
grana noleJSe. Chicjè la Dca.cbe jaceffe immortali i due
Tefti ,i quali barn nano confcruato la fui genératione;
Clone li trajlatò in quello fegno ultimo del Zodiaco . ma
[uno de peji i è fcitcni rionale , & l'altro è meridiano , &
banna te c ode iiolte contra l'ima all'altraiEl tra loro è un
legame che U contiene infume wfino a piedi d’^ndroma-
da . Il VcjceSctuntmnaleba dodici Jlelle,il meridiona-
le quindici . Il Itgame ha dodici flette , fi che in tutto fono
trenta none. Ter queflo bcnifliio i Siri non mangiano pe-
fce,& te colombe adorano cerne Dee . onde dice D a n. Zo
bel pianeta cb'ad amar conforta Patena tutto rider Po-
nente P’elando i pefei, th'erano infra fona. P s t. T^n
haur albergo il Sol inTauro,o’n'Pefce, '*
Orione. Lat.tome ferine Higin 'tofra le ftelk tiene dalla fi-
mflra mano il ballane , & neW altra la jpada, & quando
egliapforenubilofl) apporta pioggia & tmpefla , onde
dice il Tn. Et Orione armato Spezia a trifli nocchier
gouerm cir fòrte , a hnitaiione de poeti antichi . cnde llOt
mero nel T. dilla itiada reffniJlac: o-9vÌiflast, tÓtì <rSi
ut eifiarot ,&Vt »• nel tergo dell Eneida , ^rliurum^
pluhiaiq; 7{fgadas geminas^Triones ^miatumq; duro'
cireunlpictt Oriona . & per narrar la fra Hiftoria . Fin-
gono I pocti,ehe Enopion Refcte ungiamo uno honorcuom
le conulto a tre Dei óioue,'Hetiuno,& Mercurio, i quoti
uedaidofi bonoreiiolinciite riecuuti , il confbrtarano a di-
mandar loro qualche gratia,& egli non bauendo figliuoli
li prigi,ché gliene concedefSero , ilcheuolendo esaudire,
orinarono tutte tre in un cuoio di bue a loro per quello in-
uolato dicendogli , che quel cuoio con quella orina douejle
con feruare, & pàfSati i debiti me fi difoprìrto . T afiato il
tempo ui trouò un fanciullo noto in qui Ila orina , alquale
pofe nome Orione , cbefigmfica orinario . crejciuto coHui
dmenne i grigio cacciatore . iimamonfii di Diana, & beh
be ardire di uuU re feto giocare aUe braceia,dclcbe Diana
ind gnatafud ifc con le pie forze , onero cim lo Scorpio-
ne, che b mandò addoffo ,ib'i piu da credere , perche te-
uandoji il Scorpione , quello uaad occàfo . morto Orione ,
gli Dei mofii a compafjfione il conueri trono in una conflel-
lagiene , comi è detto, & però non i da pigliar marauiglia
Jr induce pioggia ,^u mpefla quando fi leua effendo na-
ta di Orina .
Polo. lat. polusardicus , &antar(licus in greco fgnifica
la fiipri ma parte del cielo, in fui quale efio cielo li uolge;
come fe tu toglie fli una fpcra materiale, & ficca fr una Hi
le per mezp , il quale da una fuperficie dC una fperaarri-
ujiido al centro per linea retta pafiiaWaltra fuperficie,
quelle due parti, che fimo propmquead amendue i fori ,
, dou'imeffoloftile .fonodettiTob, perche in fu quelli p
uolta la fpcra , Et polen in greco fignifica uolgere , & in
latino fono detti uertices ; perche uerto m latino è quel-
lo , ebe'n tbofcanouolgo . Onde V I u. parlando del Volo
E L O Segni cdefti
articodice. Hicuertex nobis femper fublamsatiUum.
Sub ptéhusflyx at ra uidet, manci^ profundi. Due adun
quefoHo i Voli l'artico,ch'inelfettcntnone,& FautartL
co,chc aluiè contrapoflo ucrfoilmezp di. onde dieed
Vir .Hor uedi inptme l'un e Cabro ToloJ.e flelle uagbe,
drloruiaggh torto. Stanconocch'ierdi notte alzala te-
da duo lumi, eh’ a fempre'l noftro Volo. &D a tc.Co
me filile uicineamflriVoh.I miuolfia man deflra&
pop mente ,A CaltroTolo,& nidi quattro delle.
Jinpolare, idtd entrar ne pati, oinepoli . Lat.polos inire.
D An.TerchenonimloiOtUrnon s'impola, iJed non è
fermo ne pob.
Arco cclcftc. Lat.iris,ric, uelridis. IrisfigUa diTauman-
te, Huntia di Giunone, che promette ccrtiffima pioggia . è
uno apparir di Sole, odi luna in humida, c cauanube,
tì- continuata in uifta, come s'cglinclìo frccckio traluctf-
fè.V ir. 'He dopo pioggia uidi'l celefte jlrco Ter Caere
in color tanti uariarfi. San. Et di tanti colori dipinta ,
quanti nel cele filale .Arco f quando a mortali denuntta
pioggia) fi ucdono uariare .
Stella. Ì4r. &fydus.T e t. l^ualm fui giorno tamorofa J
Stella Suol nenir dC oriente imianzt'l fole. Ciafiammiggia
ua C amorofa Stella Ter ìonente. Come Stella i he'l copre
Col raggio . Si come'l Sol fa fpartr ogm Stella . OnieH mo-
toT eterno de le Sni.ii.URe de le Stelle rergineco-
ronata di Stelle . Et ueramente fi-a le Stelle un Sole. Ero
rant) , lucenti , Chiare Minute, Mniori , Tleiade. Boc.
Come neiucldi fercnt fono leStcUe omamentoJel cielo.
Il cielo nel tranquille fi reno moftra le chiare Stelle . "Hsn
uedi tu le Stelle Tleiade, che pur bora cominciano a figno-
reggiare. Tu. Le Stelle haucuanogia il cielo del pio lume
dip'imo. T H. CongUocchi uaghi , & fcintiUantt non al-
trimenti, che una mattutina Stella. D a u.Ter lo candof
de la tcmperatsStella. 0 trina btce,tb'umca Stella Scin-
tillando a lor uifta fi gli appaga. Bm.Tfe Stella fcorgpa
nonecofa alcuna. A i .
S tellanti . Lat.ftelUfer. P e T. Gli acci fereni & le 'SteSaM
li cigUa. Ter adornar i fuoi Stellanti chioftri .
Aftro. lat. iftella. Vtz.Et chi de noft'ri duci , che’n dm*
.AftroTaffarCEufrate.D A N. .A pie di quella croce cot
finn .Aftro Dclaconftellationchebrifponde.AKi.'He
ual lungo offeruardi benigno .Apro .
Arturo. JLtft. arClurus. è ftella pigrifiima a fqreilfro cor-
pi. A-ri. C’hauefiedatouoltatlpigro -drturo,idefi fin
che uenga il giorno.
Zodiaco. Lat .V> A n.Tu uedreftiil Zodiaco rubecchio,
idefté color rofio.
Cometa, lat. cometesgen.maf. Capponai è fem. D a h.
Fiammando forte a gufa di Cometa. Sax. Sotto infeli-
ce prodigio di Cometa, di terremoto, dipeftilentiafii pm-
guinofe battaglie nato , cjr in pouerti. Ari. ComePE-
cbfie ,ola Cometa fia ,
«'7
LIBRO
M 0
MONDO
TERZO tun» l’f'mHtrfo.lbe U luct éuina è fcnttnnte Vct
D 0. \muvrÌ2lLat.knbierfalis,commintis.PeT.(Dkralegge
d’amor) Di itelo in terra yrnucrfat antica .Boc.A'w-
O K D o . Moniial machina.Mor nerfal uergo^na di tutte le donne . La Fniucrptl moltitn
lalinarca,VerpclHO Carcere, l'al éne delle Jeinine. Doioroja F nmerfalmente a liafcuno .
letFmucrfo.Hemifjiero, Clobo,0- Hcmirpeto.Lat.bemi^bxrium.& lignifica mezza jpera ,
nenie, Occidente.Mexg^ dì, Sene a-jpera figmfìca coja tonda, tome una palla . L’HemiJjie-
rioé]opraèiliielo,&fudagentili datoaTa!lade,cya
Giunone l’Hemijjiem di fono; cioè dalla terra in gm, ma
impropriamente; perche Hemif^erio ila metàdeila fjie-.
ra,tìr lofi la terra cornei! deb i ffiera, coft partito il mon
de ne faremo due parti, Cuna chiameremo [Herm^eno
éjipra ,&l'allraCHemilperio difotlo;& però diceil
P r.£f«el cbe eriò queji'et quetC altro Hemijpero.^o c.
1 lo'gcmi raiper tutto il noftro Hcrm^erio baueuano fot
toihtaro.Et tnmenahora che' I grado del cieb tocio dal
iloflro orizonte non bfcia C un Hemifperb all'altro papan
dofufoprabnojlreiafe. A m. lìuando Vbcbo lajiiò il
nostro Hcmijpetio feltra luce. idcB cbe fi fece notte. T h.
D A N. 0 quando l'Hemtjperio nojlro annotta . Et li bor
l'otto [ Hcrmjperio gumto . Quando cobi chetutto‘1 mon-
do alluma De iHimilpcno no Siro fi dipende . Et ucnne a
[ Hemilpcrio nojlro . C'henu^no di tenebre uinaa. ideSì
intitoli cerchio. A r i.Honar de l'arme ,& del paefe
Hcfpcrio. idefi d Italia da Hc^ero fratello iC .Al lame.
.Artico Hemifjierb
trione,Lcuame,Tonente,Orto,Oc-
cafOyUqudoue, Orizgnte .Asia,
Europa, .Apbnca, India , Egitto,
Etbiopia,pKO\ itiCit, llolc,Tae
li,Eegioni,Cm\', Terre,Caflcl-
bd^iUe,Iiorghi,Fuhi,Tomdioccbe,Baliie, FortezpQ,Té
pi,Clncfe,MonaSìen,Conucnti,Campamli,Delubri,Sacel
lt,Oratoru,CeUe,ìè.mtì C i fPabgi;Preto\y,Cajè,Mura,
Tacete, Camere, Sale, Torte, Fjci, Fineflre, Serraglie ,
Sj>arre,Camim,Battuti,Coperti,Tctti.Talcbt,Aibirghi,
.Alloggiamcnii,'tiidi,Stanze , Ma%iom,][sdotti, Ricetti ,
HoQntu,Halitaitonidlabnart,HMitacOti,lIoflelli,Sog-
gbrrn.T ugurt,Capatute, Confi rue,Depofttt, Granai, Mo- '
btt.Form, Fornaci. ^\ll,Loggie,Tortiei,Cololfi,.Ar-''
cbi,Thealri,Speltacoli, Scene, Steli, ColOnkd, Tiran idi , '
Tonti,Follt,Gradi,SCcglioni,Scabni,Liiintari,Giri,y ar. •
cbi,Fadi,Talli,Rofle,Traghetti,Sito,lJiego. con lultigU
fimi nerbi, & (Urinati , exabfoluta perfcflaq; cloquentia
didus eSl abo nomine Calu,& agntt li Cofmus^ Tjtha.
goricis DecatAuòd eo numero fit compaHus. Timeus ue- Valle per lo mondo. Lat. uattis. meta. P e y.Al pafiar qiie-
ro dixtt eundem conflare meme & necejfitate , & dii efie Ila Falle . FaUe di Miferia . Cieca Falle . B £ m. Falli
tanquam Rempub.& dei templum , &■ a nonuullis diBus e colb .
eli D(na;& non mancarono di quelli che difiero egb efic- Mortai Marca.pfr lo mondo Fo.Tr. & dinota contrada. ,
re U.mafia,l’Adunatbnedi tutti imaU. & habttatione . D a n. Quand’h udì TarUre in modo
Mondo. Lat. mundui,elìq,omne cumelemcniiieahm.lt foaue.et bemgno Qualnonfilenteiiiquefla Mortai Mar •
■- Mondo fiigrubtahoraiUielo,& la terra infieme,ettalho ea. Beato te, cbe de lenofire .Marche T.Tuiuer megli»
ra fi pone per la terra jida,comc uolgarmfte parbamo;et ejperientiaimbarchej.de nofiri paefi. ^
fi parte in ciclo CT in terra, per b ctHo mtnidfdo daU ae- Globo. lat.& fgnifica cirtob,o ritendita ; come dclb Lu 8PS
re m ni dr per b terra dall aere ingiù.EraloSlhene ma- na,& moltiluéne / huommi, & <f animab ; & di qualun
thimatiiofu mifurattre del Mondo . Vcz-CrBoc. quecofamfieme congregata, erpigfia fi ambo per b mon
Quattro parti del Mondo.Tuttol Mondo. "HeHaUro MÌ do, K ». l. Di ciò ehm quello Globo fi raguna . In quello
do Fna parte del Mondo.Il piufcelcrato huomodel Mon» ultimo Gbbo de la terra Mettendo il mar che b circonda
cb,Mdorno,Dtgiio,T{pflro,Tradilore,'N.oue,Sordo,Or-- e ferra.
bt),l ieco,ingraio,Trifto, Errante, Guaflo,Mifero,Mifcrri Clima.Iar èilpartimento delb Sphera,& fignifica paefi .
mo . Quanto mal per b Mondo boggi fi jpande. D a n. df Cbmaia grecamente fi dicono b regiom del mondo,aa
Rimira ingiufo; dr ut di quanto Mondo Sotto U piedi già fama con tanto fiatio fin quanto fi finta uariare i borob-
■- gio;uartarfi fenfìbilmente thorobgio dicono almeno in
mtgriA bora, cioè quel bogofa dine rfo Cbrua dali'abro ;
oueÙgbrno nò fu é ntezg.a bora maggiore o minore che
altroue. P e t. Qual piu diuerfa , & nuoua Copi fu mai ■ * ,
in qualche flramo Clima. Dan. L'arco Cbe fa dal meg^
zo alfine il primo Clima .
efier ti fa. Cobo cbe uolfi il fiflo.A lo Sìremo del Mondo,
trdtniroadrfioDiSiinfe tanto occulto, dr manifeSlo.
Ari, 'tlon uedi o Tbi bo, cbe’l gran Mondo Luflri .
Mondano. Lat. mundanui.B o c.Tutte le cofi Mondane
hauer fine.Comggcre I difetti Mondani. B e u.Dellemò
duine CO fc K, a f ^
Quattro parti del mondo inpiuforme,dr da piu autlon de Oricnte.iaf. & ortui.comincb il cieb a mouerfi da tOrie
ferine. P ir. Che ntrouar non fiero Dal Borea,alAu-
firofi dalmar Indotti Mauro. A R i.'Hpniinatafaridal
lindo alMauro EdatAuflrmeaChliperboreecafe. T,
che di fileiidor equa! arca,o ihefauro T^n uide il fol an.
chor dall Indo EooM l'Ocean del lito Hefienoje Mauro,
"Nf da CAujlrmo terimno a t Arto» .
Vniuerfo. Lat. tot in terrarum orbi; .Vn.il fignort,che
rtgge & tempra l'Fntuerfo .Set Fniuerfò pria non fi rim
fibe .Dan. Hpa potè» fuo uabr fi far fimprejb /«
te; onde meritamente fi fuob in quella parte tenere riuol
toiluifo adorando, 0 pregando Iddio . onde ilV n.diie .
A pena fiunta inOru ntc un raggb Di fol . Qual in fui
giorno tamorofa ficUa Suol uenir d Oriente innangi al fit
b . Quel cbe d'o<br,dI- diiolor uincea L'odorifero, flr lu-
cido oriente. Già fiammeggiaiia l’amorofiflella peri O-
ricnte .Topo! iC Oriente, i ontradei Oriente .Ferace 0-
riente. B o c. Era già [Oriente tutto bianco.Tareua to-
ro (Tcfiert tra tutte le fietune tbe nacquero m Onente .
\ . t
MONDO
D A N. ctucubioj di TittHttHtict Cii simbuncaua
al b.it%o i Oriente. B E M. l'odorato e In. ilo Oriente.
Orientale. Lu. aous,aoa,aoum. P ( T. Ortemol Gemma ,
Colore ^cmpejla. B o c. Orteaule Orrfonte.ìdcOe par-
liO'UntoU.
Cecidi nte. Lat. &oecal'us.i dune il jìil tramonta .V bt,
"He Ujiopiott che lael rapido m. ima ycrjo O.adetuei. Lutopì.Lat.i la ter:^ parte del mondo, latinalprefe il no- gyi
uer(òlajer.i . 'Hel’ejinmoOi.iidente.lnuerlol Ouidcn meda Enropa figlia di Cadmo, o tome firinono alcnm
ha, TaphlagoniafTaropanifaie,Tjrihia,Verfide,Thcm ■
tia,Thrigia,Tomo,Sace,Sarmatiaaftalica,Sothiaden--
' troll monte imano,Schhiafnori del monte imanu, Nerica,
Sogdiana,SnJìana.Taprobanai]òla. P e t.L' .od fianco era
ini (^vUendcndodiSapione fratello del maggior Scipione
.Africano.)
te. B o c.Elgià ì'Octidi ntc Ontonte hanena ricoperto li
carro della Ince, & le fiche fi nedenano.i.erafationotie.
Le manne acqne dOecidt me. D a k.O fiati dijfi che per
centomilaTeriglia fiele giunto a l'Oct ideate .
Occiàenta.1. Lat.&oatduus. V BT. Occidental Fento,
tìrLiio.
Orto . lat. & orient . D A n. -dd nnOccafo qnafi , & ad
un Orto Bnggia fiede .
Occafo . Lat. 01 cafnt. hoc. Il fai uelocemente fi catana
att'Oicafo . nedi di (opra ad Orto.
Settenmone.Lat.lèpt(mpinoJ>oreaht.plaga.glaciahc,&
hyperborea. Pei. Che Giunone (noi fargelufa nel Set-
tentrione .
LeiianteLat.orient P sr. Qnafi dno Lenanti Di beltade ,
Cr di lume fife mbianti .hoc. Di Lename uenire in "Po-
nente . Heilep.trtidi Lename . Fenenio galee di Lenan-
re. D A N. 'Prr modo che al Cenante mi rendei . Folti al
Lenante,onStranam Ialiti.
Ponvnte.Lat.occidcns. P e r.E'n Ponente abbandoni il fin
bel lume. Quel ibe S odor , & di color mncea L'odorifero
& Indilo Oriente Frutti, Fton, Herbe, & F rondi, onde'l
Ponente D’ogniraraeccellemiail pregio banea. hoc.
Le Cocche uer Poneme negnenda . Per laqnal Hrada paf
fona ciafcnvo che di Ponete nerfò Lenite andare uoleua
OTÌtonce.LatJjorh;pn.ènnpgno cbedipartetl delo in due
parti fecondo gli afirologi,ilqnalefi chiama il giro é quel Africa èl'nna delle tre partirei mondo, ^ i detta .Aphri-
cCUgenore ttafennoRedi Phenicu, & per la fica troppa
bellegjafn da Gione amata , dmennta pregna panari
Mtnosdihadamanto,tÌFSarpcdone,cir Ciane in perpetua
memoria é hi nominò Enropa la terg^ parte del inondo.
La fanola della fua rapina, nedt a pqi. TfelT Enropa fo-
no trentaqnattro Pronincie cono fante ,cioiM>aia,la-
ctnale Ct Hetlade,^ .Atttde hor la Grecia. Brttannia i,to«
la 0 Inghilterra, Cherfonefio,Corfiia ifola,Creta tf la fior
Candia, Dacia hor Falacchia, Dahna Ita fEpirocliehorfi
chiama .A lbania,Euboea ifida, bar Urgroponie, Calila ,
cioi Francia aqmtanica , Calila lugdnmfi hor l^orman-
dia,CaIlu Belgica hor Piccardia,ijotoringia,Biitgondia,
Callia Tdarboiufè hor Pronetn^,onero Dalpbinato, Ger
mania grande, Hifpagnabetbica hor reamedigranata ,
Hifjiagna Lufit.wu hor reame di Portogallo, H ffiagn*
tarraconefi bar Catalogna, Ibernm ifolaJliiria,& Lwnr
niahor Schianoni t, Italia con le fue fidid regioni, Lagigi
methanafii borie fette cafiella , Macedonia fndettagU
Migdomafiiria,Emathiajthepaglia, Mifia fnperiore hor .
la Sernia,Mifia inferiore hor la Bifpna ^ Bulgaria, Pan
noma fnpcriorc,Pannonia inferiore hor F ngheria ,Pelo-
ponefiìo,qnafi ijòla hor la Morea.Rbetia hor Banaria,Sar
digna ifola, Sarmatia di Europa hor Roffia , Sicilia ijola ,
Thracta, Findehcia, dr Teorico hor .Anflria . P s t. Si
che moli' anni Europa ne foAira.
la parte,one noi habitamoalqnale termina notira uijia,fi
tome là onde ci nafee il fide fi dice Ori'^pnte Orientale ,cofi
Li onde calando fi lafcia Ondate occidentale, onde U
P s T. Dal pireneo a [ultimo Oraconte. Che a l'aUro mon
tt Da l'adnerfo Qrrronte Ciunto'l ncdrai .trhoc. Già
[ occidente Otrrsttte banca ricopertoli carrodella luce,
CÉr le Hellefi uedenano, .Auanti che l occidente Ochtpnte
fafie dal nel toccato. D a tt.Memre chetOrixpnt^l dà
tirncbinIò.CheipefciguiggansnperCOrigpnta.&Ori
ttgnancbo fi dice.
.ASI.A, EFR0P.A, UFRlCjl.
870 AHa^Lor. èlametàdelmondo,qnantoallagrandeT^
qnito al numero è la terga parte,cofi detta da .A fta rnmm
pha figlia di Thelis et dell'oceano Jaqnale prefio a que Ino
^i tenne [imperio . fi deB’.Afia maggiore, come della mi
nore.L'-dfia maggiore ha c alquanta Pronmcie,cioi .A firn
tuinore^lbania,.Arabia petrea,.Arabia defLrta,.Ara-
ha febee ,-drachofa, .Aria, Armenia minore, .Armenia
naggiore,Babilonii,Battriana,Bitbinia,Cappadocia,Car
mania deferta, Carmama uri altra,Cihcia,Cipri tfola,CoL
chi,Drangiana,Difiuari rcpone, Egttto,Elhiopia, Cala-
lia,Cedrofu,CindeafiIireania,lberia, India drtroalgan
ge, India fuori del gange,Licia,Margiana filedia, Mefo-
fotaania,Palefiinadaqnalei chiamata giudea . Pam^i-
ct,quafi aprica, cioiallcgrantefi dei Sole , perche i prina
di freddo omero detta da .Aphrouno de defeendenti Su~
braham , come dice lofepho , 0 come altri àcono figlinola
di Hercote : ferine Plinio nel quinto, da Greci efier chia-
mala Libia . ma Libia fu figlinola di Epapho Egtttiano fi,
ghnolo di Olone, laqnale efiendo concnpifcibilmeme nenu,.
ta nell amor di "Hettuno eartorì Bufino^ nelle parti deU
[.Africa tenne il reamejaquale dalfno nome Lbiafn dee
ta. Sono nell .Africa dodici pronincie, cioè .A finca minore
hor Tunigi,CirenaicaJaqualè detta pcntapoli, cioè di chi
que Città. Egitto in ferme, Egitto Tbebaide , Etbiopia fo-
pra Egitto, Ethiapia pin antlrale, Libia, Libia interiore ,
Manntama tingiiamca hor è la Barbaria,Maurctania et
farienfe , Tiumidu . Molte uanefortié Serpenti fitro-
nano neU'Mphnca , come Chelidri, lacoli, Pbarce, Cea,
cri , Umpbifibene .Dan. Che fi Chehbri , Iaculi , &
Pharee, Produce , & Ceneri con Mmphifibenafie quali
tutti parleremo al luogo de gli aniinah nclenofi. affer-
ma Plinio , & molti altri hiQorici che M -Aulito Regolo
Confile de Romani nella prima guerra centra Cartbagi-
nefit , nccife in Mfiica apprefio il fiume Bagrada^on baie
Hra,& filmili infiromenti un ferpente lungo cento nrnti
piedi, r E T. Era'l granefhuom che i .Aphrtca [appella
(.idi maggior Scipione.) S'.Aphnct pianfe Itaha non
ne tifi. & tre Cefàri .Augufln Fu d .Apbrica,un di Spa-
gna jin Lotertngo . Credete noi che Cefaro 0 M arabo , 0
Paolo,
87*
M O N
TJtlo,i>d ^pbricAnfaJjin cotsli.D a n. RtUcgnjfi jtm
fbrujao , onero ^ngujio ,
TROf' Itisi £, REGlOtll, VjlRSl.
Frouincia. Lat. prof rumente èia regione da lungi dalla
lulu conbaU-tgUaacquijlata.^ par ambo eficT detta
pronuKu, perebe da lungi fia mnta , (jr fitperaia . jcrine
£g Jippuibehauendoil popolo Romano jnpi rato aUnne
ngioiu da Inngt polle, tir quelle guerreggiando al jno do-
minio J llomtl>e,ihiamakaleTroiiinae. Mano Cicerone
{òpra la qnarta ytrnna mptgnaà Sutùa la prima di tnt
te efien nominala Vrontniu. Oltre a quello erano nomi-
nale TrouiniK confulan, alcune pretorie /-t ndncere una
regione in forma di prouincia,'ion èaluoJUluo cbe j'oito-
mcnere la regione alla potemu Ronuna, et al reggiinéto
di quella mandare lo podellà. Là onde fatto è ebeefji ma-
gillrati con egm ufiuo lo n> impojlo appellalo fu proiaa-
tia , laf I laino , cbe Trtmeiiza è pei regione della I rancia
narbomfc finitima al fiume Rbodano .Hoc. Hauendo
cercate molte Vroumae cbnjluae .
Zjq Vluik.Lat. regio. P « B o c. Biion,Bel,Copiofó,Di!et-
to.Lontano. Fubgcta anuuti per cufcun Vaefii.Ti uolga
al tuo Taefe almo <3- diletto. Di cbe il Taefe è abondantif
DO 1 18
tutta Orientai chiamarodo/altra Octidetttale.Iui d Side
quandoalbcrga m Cancro fiere io raggi diritti per la grà
caldo è cagione cbe non pure la poluere bollajma ani bora
lag’nienediuengtnera; Di lei Meroc prima città Ila fot
lo quimbci gradi al Tauro , come Tiolomeo ne firme ,ft
che quand i djhlem quella parte è giuntoabriito la tocca,
& (calda . Sceme SoUuo ebe di Li da Mene lòtto l'tipii-
nottial: babitano i Macrobi cofi chiamati per efiere di li
ga Ulta , ou'è la mrnj'a del Sole , che lonferaia la opinione
d'.Auicemueffer nera che nel giorno deli'Rquinonio fia
la pm temperata babuatione . Olirà poi ucrjo di è
un monte ch'arde di continuo . E' ella per quello cbe ne
lirtuonogU antubi cofmegraphi ehmfa tutta nelt ardente
Zona , èuerfò mexjio di daltOieano terminata .Tacci»
cpulto cbe moderni n hanno tronato namcamlo , detto
perefieraluuigiaflai mantfeflo. L’Ethiopu è piena di
Serpenti uartf, ^ fmifiirati ; écefi cbe in que Ut! s intri-
cano quatirore inique mfieme,Cr uannoper mare , come
nani , Cf portano d capo alto nulo di uete . onde Dan.
'HetaniepefliUntie ,neftree Mofirà giamai con tutta
l'Etbiapi i . cJr P 1 T. Che non bolle la poluer d'Ethiopia
Sono il piu ardente Sol. Verfeo era (uno, (3 uolh faper c»
me -Àniromada gU piacque in Etbiopia. Ari. ytde in-
nanzi la porta un Etbkpo.
fimo . Lumgtann Taefe nvt inolio lontano, f nuli Taefe India. Air è tra d met(to dì ,c3’ l Oriente,comincia da monii
quàtunqne fredda lieto, cr di belle montagne .Et per ogni
Taefe è buona li tnza. Solo Taefe al mondo almo, &feli
ce . Taefì TJu:u,Aitli, DnbbhjìtDineifi, DlfcruSarq,
Dhhabtuti.Habaati.y n Taefaao.Tutu i Tatfant, Tocbi
Taefani.
Seno. Lat.fiaus.perlopaefc. D a n. Recate a mente d no-
Jlro auaro Seno . <3" quando dinota gotfa dt mare,urdta
tOi6. & per Tetto, a iqqi. ^ Senno per io fapert
a iifS.
Libia, Elbupudndii,£gitto„rdralni,Sorin, Terfu, Italia ,
,4ulbnia,Greiia,hantia, Spagna, Germama, o Magtu^t
,Aleniagiufi tamagna, Sibtauonu.y ngariajCic iba,Ar
tadu. Tonto, .ydrda,OiudcaJoma, Macedonia , Marocc»,
Carta Jlarbana,Cappadocij(rhr/Diglia,ThrJCU,Ueao^
nia,Litia,Lidu,yindelKÌa,GetuUa,Tbtnicia,'Humtdu,
Epiro, Tbiegrt, M.iranma,Uatgiana,Tbarfa^,Tbo,c
jcjiia.Tnglia, Calabria, Marca, Romagna, Lambardu ,
Fnnli, Hifin*.
Mediiip è ngune fàlubrrrimj,0' due raccolte fà di bu-
da l’aano,^ jecondo Dionifio banca cinquemila città ; <!r
nouenula popoli, dp tanto fertile che non mai fi parti po-
polo aitano dlttàu per andare ad babilare atiroue.fu
giudicata la terga parte del mondo . Baciho fu d primo
thè ne triompbòi Dopo -dlefiandro Magno, tdtdè maggio-
ri finmi di qneUa fimo Ginge, altramente Geon, {Jr indo ,
nltrimntiTbifon,eir da queHoè nominila India . Scrine
Mrgai»]ihene,che in India fimo fi grandi firpenti ebein-
ghntti fieno i Cerni ,i Ton interi. onde Dan. Qnmi
.Alrfitadro in quelle parti calde d India uide (òpra b fno
Ruab. dpPtx. Trefi banca dal mar d'india a qnel di
Thde.Tbihppod finche da Telia agflndi.yna pe-
na è fi ardita Làperl’tndicomar. Dal Borea a (.Aufiro,
otbdmarlnbiUMauro.drBo C.Ptrcerta eghnonè
uenuto d' India ninno a torti d porco . Infitto in Imlia Ta-
Rinica . (irriforie) Drappi Itidiam,
Egino.latjtgyptus.Egino Hà da b Leuame dritto ad ,An ifg
'l.\bia.Lat.Liltyadanoiibmìdala,Afin>a,u»a delle tre par
udclmondo,(3-p:refierepoliaameggpdi èfintia freiU
do. CofinomiUJta di Ubu figbaoLtdt Epaphorcp madre
di B ufirtàe. yna parte di ùbu è detta jiretmja ,& quefla
è ania,& ficia,rp prina di fiumi, fimti,& poxxii et deue
maimneaggiompioggieJLifua terra è tutta rena, et co
figuente ih r ile, nuda dtberbejei- a akrt punte , ripiema
di uane ffictie di firpemi, de Ùqiiab ne fi rate Lucano, dr
Dan. Pi» non fi uanti Liba confina rena , Cbe fiche- Arabia Taefe diuidéte la Giudea dall' Egkto,detta da jlr*
lidri,Iacok,i!rTbatrte, Produce, cr Ceneri con -4m- bofigltuoba' P m.,jirab monti. Turchi, airo-
pbtfiibcna. hicCP Caldei. B oc. yna gnu moltitudine d’.Araii.
874 Etlùopi».Lat.atbiopia.EtbomCneofgitificaardo,otiJe Saiiz.Lil (yria,&afiyrti .? ix.Tal ch'ella fhfia lie-
i detta Ethiopia di gli finifurati ardori del Solc,iqualibà la ,& mrgogmja Taira del cambi» ginafi feruiM
m fofianxa di produtregUhnomminenm quella rtgu-
ne. èpofld nel Leuante dèlHento,Cp U Vonente.Cpba lom
fine t India d" Oriente Egitto Ap Ufrua da Tramontana,
(<r Marocco da Occidente . Onde Hma» ne fa due paru
..li.
fìropl’Etbiopio fi àutde da quel é Libia , oue’t Tonente
è detto. Tra tuitiglibuomiHigli Egitti hehbero neprim
tempi [ anno perfetto & affoco , peraoche erano periti
M .Allronomu. P £ t. Egh m Gierufalem, &ioin Egttf
t», quei è Ce far ebe'u fguto Cleopatra Ugo tra fiori cjr
(herba. Cefare poi che l iraditord’ Egitto Li fece l don de
(banorata icjla. ( iatindendo Tolomeo Red.’Epilo.)uedi
la biliona a 5 87.
Tarlando in firme deloribUiafttti,£t fiorando tl re-
gno di Sona ( parlando di Stbuce,q^ dodntiotbo firn
figlio ,&di Stroiomca fina donna . ) nedii'bifbria n Sl^
itncaatdm.
MONDO
‘PerTii. Ut. Vtt. Tane uefìkeahntnle donne Verfe.l
due thun T roun, c i due gran Verji ( intendi ndo il pri-
mo cr l'utiuno Darlo .) Hoc. In Verju era una puce.
noie ufairta .
Italia. Lai. cf- laùum ubi bojìia tyberina . ht^eria,& au~
fon.a,anotria,laiurma .Taifediuifo injeciti regioni. 15i
Ultra di CenouafTboJiana.Terra di RonuifCalabria dtri^
trOjTi rra di tauoro, l^uuipolo , Catabnu di fuora , Tu-
glu piana,Tuglia,.ÀbrHg^to,Marca anioniiana, Roma-
gna,Lomhardia,ManaTnuigiaiia,Friuli,liÌria. In Ita
lia prima ngiiò Satiinio^a iui fu delta Saturnia, V’ha
Ha da Iialo Re di Sicilta-,& tmtna da Enotrto Re de Sa.
hini,& da Greti è di Ita Hi fjieria, & da Latini .Aufoma .
T. Liaba i lunga uemi , & mille m.gba , Et unita in lutto
doue ba fignoi la uer.ii unite quaramatioue miglia. P t T.
Italia ihei funi guai non par che finta, L'ceibia nanfa dr
lenta. Italia mia bcmbtl parlar fia indarno, (bei al uer
miratpiefla antica tnadref .i. Italia) Madre btiiigna , cr
pia.Si che la n. gbiiiefa elcadtlfargnfinltndédoltalia.)
-d tltalube doghe fiero impiafiro . CIk L antico ualore
HeVltalicocornoni anchor morto. B a c. Mercatanti
Italiani . Vuo de tnagmfia Signori c be fi jàpejse in Italia,
D A K.Sufo m Italia bella giace un lago, A R i.Houor
de l'arme del paefi Hrfjicrui.l.it Italia.
Anfonia. Lat.èlaltaba D a tt. Et quel corno d .Aufoma
tbei'imhorga.hoc. El gb abondeuob regni d‘.Aujo-
nia . A M.
G recia. Lat.gracia,acbaia.danatjir aegiatea . Mendace ;
cCT F amo fa . ha fitte p rouauie, cinque tu terra, & due nel
mare .Hoc. .Argo antichijfima città di Grecia per gU
fuoi pajiatURe mobo piu faoioft che grande . f'in greco ,
Bottaccidittialujgia,a‘ di Greco. CoLlume de Greci.
P E T. Hqn meni tanti armati in Grecia Xerfe. T<(gn chi
reci conjùa uaga belleZKf Creaa affanni, m T rena ul
timi firidi . MiUtadecbc’lgrangtogoa Grecia tolfif. Con
gli altri fri , di cui Grecia fi uama . Et quella Greca ; che
jalti nel mare. Greca Hilloria,Gente,l'ecthia,GioHane,
Topol Grico,Gran Greco. Ma fe'l Ialino, e l Greco Varia
di me .MnlUàe che fu un Greco Fabrttio .
%77 Argolici Lai-tìraigiui fonoigrecuDaK.ìdondaVira-
te.non da gente. Argoliea.
Francia da latmièdctta Gallia.tireeltt,riim,lofrancefi.
I T. Stgiiita Francia fecondo’lrum Rde, Che diuerfi Aqui
lonlacbiude'lRheno,Apenm dal Leuante fai fimilec
Voi dtHiriAuftroèmonteVtimeo;Et daVotunte ilo
mar di Bercagna,( h'Equitauia,& Fiandra tien nel fino,
Rodano,Sinoa, & le Scolte la bagna Con altri fiumi, ^
gran prouinaefi rra; E ricca molto,& di qui pajio in Spa
gna . Bo c. Re é Franila. Eifeguttandoa cacitare,&
ad uciiderr Francefehi . M/icr Muf ciano Frana fi rie-
chijfimo , ergran mercatante in Francut . P e T. // duca
di Lancaflro che pur dianzi Efal regno de Franthia^ro
tacimo. D AH, Et di Franceftbi f -nuccbio .
Spagna, Hiff>agna,tfi- ljjiagiiafidice.LatJ}ijfiania,iberiaJ)t
Ifieria ultima, aui minor ,Iffama ulterior i la Cafttgba ,
hiffiania citerior,i il regno di Aragona j&- di Catalogna,
quefla infii preuincie i dunfa , cioi in Setbica , in Lu fi to-
ma Jn GaliiiaónTarraconefian Catabtgna,& in Canba
gfuejci&la regola il he quam(ouiipofla noce innanzi
che lermim in notale fi dee dir Spagna. & quando fimfe*
in confonante Hfffiagna ; quello non i malte ofiemato da
nolìri Toeli,eome quiui appare. Par. Et di Crai, &é
Spagna addufierprcde.t' n itAfrica,unéSpagnaainLo
tcruigp.Dal pireneo a C ubmio OrnrpiUe,Con Aragon Lu
filerà nota Hiffiagna, Inghilterra. Et lajct Hifpagna ée-
tro a le jue jfial'.e,& Granata,g>r Maroceo,ct le Colonne. '
B o c. Era andato m Hifpagna . Alfònjò Re d’Ifpagua ,
Voi non hauae animo di Uiuentar Spagnuolo .Dan.
Vunbio tir Caliroandi infiala Spagna . Vunje Marfiliq ,
cr poi corfe m Hijfiagna. & cefi nidi bauer Dante offer-
uata quefla rigata.
Gcnnania.6ir i Lamagna. prouincia , Calta, ^ la bajfa ; Jyg
l'alta i circondala dal Danubio ; la bafìa dal Rheno uerfo
mezzodì, finche fi ai tuffa nel mar del Settentrione , &
dal Toneiite COii aia) ; ficondo uogliono alcuni ui fono CiM
ijuantaquaiiro naiiont,^ gente ferocifpme,come il nome
loro rifuona. T. Due le Germanie fon C alta, & Uba fia ,
Volta il Danubioda Ltuantebga Voidatfuonidouer la
Tbraciapafia ; Dal mcgpyd) U baffo bagna, df frega il
Kbeno,^ quello mai non C abbandona Infin chi giunge al
mar, in culi annega ; Di uer Settentrione l'tncorona ,&
dal Vanente antbor il grande Oceano , Che come uedi a ■
tutto'l mondo i zpna;Moni’A:ho quiui fignoreggia il pia
no ,'Hpnminordi Rifio fen^alcun fallo Bcnch’.g'imo-
lln piu [olingo , & firano .Ptz. Et da man delira ba-
uea quel gran Romano; Che fi itt Germonu, & Francia
tal rouma .
Lamagna . Migna,&Alemjgna D a h. A pii de talpe
che ferra Lam.’gna .
V innonia, i U Vngbcria .Asn.DeU corona di Vanno-
nia opima . ?
Cilicia VrouinctaneW Afta minare flui la Spelunca,
Arcadia. Lor.dr/ra da Arcade figliuolo di Gioueect i anche
delta Vclafgia,Ucaonia,Giganiida, efr Varrhafia .paefe
nella morea, della da Arcade figbuolo di Gione , oue pri-
ma fu trouaia U Sampogna con fitte forami.
Arcadia. Proaincù fùggetta al gran Cau; doue la donna
fubito che ha partonio,fi lena di l letto & fa i feruigi deU
U cafa , & dà filam nte il Ulte al fanciullo che i nudrite
dal padre; tlqual fià in letto in luogo della donna, dr que-
flo per quaranta diedri mfitato ne piu ne meno che fi fan
no le donne di parto.
Ponto. Lat Vontus fieno prima HelleffontusfieindeVro-
pontut,pofiea Tbraciui bo^orms, demum Vontus euxu
nuSfdVpalus Muoiica . Vroutni io oltra Conflaniinopoli
in Afta l'opra U riuadel mar maggiore. P i T. QueUu
che'l fuofignoT con breue chioma Va figuitando, in Van-
to fu Reina .
Arda. Lat. Aria,a, VrouincU neltAfia maggiore , nella-
quai i Alefiandna città nobibffima .
G iudet.Latjudeaaftct tir Valeflina dicitur, regione disi-
no , celebre per la natiuità di ChriBo figliuolo di Dio'.
P ET. Di fiualcendoa Roma non figratua Giudea fi.
B O C. Vnoriccbiffimo Giudeo. Io mi rimarrò GiudiV,co
m'io mi fono. Gb errori detta fede Giudaica. IXa finn Gm- ' 4
dei fu horreuobnente riceuuto .
Jonia.VrouincianelC Afia minore,ok'è il monte Lamie fa-
mofò per lo fogno dC Endmione amato daUa Luna .
LKÌa,Vrouiui U neWAfia, onera t oracolo Delpbico S U-
foUo,deitadaLicoRe. -
Macedonia,
.en.
M 1D R D O
Macedonia, TnMrfnrtA neV Euroftjicttt da Uanéme /(•
j/uwi il Ofiru di Gioite , iielUtjual i Telia fatrii
di ^lefiaadro magno .PtT.Cbrgiàdi Maceioam , &
di 'Njfmié,& di Cnti,& di Sfegaa addufier prede .
Cuu,Tromacia melt Ufia mmorc,OMera'l UaufoUo fepol
ero Ji Maufob Re . Cvji delta da Carioche fu il prima au
gare de gii uccelli ^oiue fi dice .
Sto Marocco ^Mauritaaia regione delt africa trai mexjodi,
ir Coccidciue. Catta» i daitefiremo d’Jmiu orientale
uer[o Settentrione. PsT.Oat Indo dal Canaio, hiaroc-
co, ir Spagna. Et Granata , & Uarocco ,irle colanae.
Che fa con le fine jpalle ombra a Marocco. O a N . Cuopre
tip
tu ila citta famopiAt VaionahdgpfiAiama,BinuBb
Epuo grecamente fia qualunque terra continente fbe ni
iifida.Phr.Tn'altrafomebaEpiro.
ThofcaQaXuuj^M hetruna. fitueethrnria ,lydia, P e t.
Tra la riuaThofcana.ir T Elba,e'l Gigào.Oratiofol fo».
tra Tho frana tutta.ir quel che Jòlo Contea tutta Tliofcat
na tenne' IponteJSt tect nacqui in terra Thofea. Fuor del
dulie aere,cr de paefi Thofihi. Fuggo dal mm nat» dolco
aere Tbofio . E'igiouane Thofean che non afiofè le belle
plaghe. B o c.ynode piu belli palafrem di Thofiana.
Confiderata la qualità del muer é Tbojiana .Chi ha da
far conTbofeo non uuolifier lofio.
la notte già coi mi Marocco . Lombardia.Zjt infiibru.gallia cifclpina,& togata. Boc.
Thelfa^fiz.Latjhe/ialia.parfèia Grecia,ou'e’l mote Ohm Tauia città in Lombardia. Qjufit Lombaré cam . l'èro
po,&ioue futi gran élumo , detta dUTbefialo figliuolo la confejfione iFun Lombardo .
di Umeonep di laiime, & di Medea da Homero Mgope Komap,t\a.Lat jlainimajromanàola.aiitilya B o C.InRo. 88i
lijjgicon nominatuT ; a Strabo dtdamfu^iepnfm faculis magna fu un caualiere.Duo mantellauiuecibi di Rema.
Tyrrheam a Tyrrha Deucabonu uxorc^uaferuata e fi a guuolo. refiitialla Romagnuola. Tanmcelli Romagnuo-
dtiuuiopit poeteuolunt.P t T.iìuelcbe'nTbeliagUabeb ù.D a s.Cheuolfiàrlofjnrtoè R'imagna . Romagna
he le man fi pronte. Che gli diede m Tbcfiaglta poi tal croi tua non i,^ non fu mai Senga guerra ne cuor de Juoi
U. Che come nule lei cangiar Thefiagiia. tiramà.
Thcacia,ouV CcmBanttncpoli , hoggi credo fia la Romania. Friali.Lat. Cimi, Forum lubum a Ttolomco àtlum , tic» a
lat.Tbrace,es,Tbracea,ea,poJia nelle parti éSitia in Tòponio me la Forum lulifponit urta Calila tiarbonenfi
Europa . prope Majjibam .Boc. Taefe quantunque freddo , beta
Licaooia . paefe nella Morea , quafi in nte^ tMfia , di belle montagne, & di piu fiunu, & è chiare fontane .
da alcuni è ètta parte deWMrcadtajinv effa Urcadia , Calaaru.lat.Calahria nunc,oùm Brucia, Locri,& M.igna L
detta da Ucaone ùfato ad uccidere glt boriti, Giuue il con gratta ècebatur. Calabria uero antiqua, dr Sat nlini eà
; "> bnpo . pi emittutti peninfulam a Taramoi& Brundufio,Hidrun
Lidia, paefe nell' M fia minore altramente detta Meonia pa tum ufque, qua prius dida fiat a Gradi Mefapia a duce
Iru ({ Homero , là dou’i Epbeft città, & celebre per Crem Mefapo,& ante Tancecia , a Taucec» Onotn jratre di-
foRe,& per Tatiolo fiume , che fi due hauer (arene da. Boc. In Calauna pcruenutt .
dCvro.Lat. Lydia .Ptt.llRedi Ulta mamfefio efiempio. Pugiia.i« apuhaiatpypa . P i t. FdfermneUa in Tuglia '
Xindelicii.^arte deUaCermania,altnmettti'lioruum, ilprcnde,^Uga.Boc~ nel regno è Tugba.Ter le fiere
hoggi Mufiria
C ctuli a . paefe in .àfrica . oue nafeano gli Elefanti .
Mircmmi. Lat.Tbyrreaumlitut,aquomareéSum efl.
paefe uerfii Siena apprejfo alla marma.doue fino afiai pa
febt è buoi,uacchefpccore ,&fimili animali, & per effer
di Taglia. Mila gufa Taglie fi,
Marcia Mneona. lai. T^cenum,&Tifenuiager cefi detta
da Tico coHuerfo m uccello, perdoche ment re che Sabini
eéfitauanoMfcoliiilTico uccello fi fermò fopra Ufua
bandiera .Boc.Sentendo nella Marca dMneonaefier
pollo al d uemo i men freddo , & l herbe uiuo- per legato un Cardinale .
no.cr THoltebifde uifono .Boc. la piu bella donna che l^ii.Latjufiinopolis,anticamente detta Illyria hoggi Ca-
fia al mondo, 0 in Maremma, lirrijbrie.) Dan. Ma- poJ'llina.Bo C. MefierTorello dIfinadaTauu.
remma non cred" » chetante olabiiia. ( bauendoparla- Beri. pBetii paefe aeila Spagna,dou'é Corduba,et Granata. 88q
toè bifide.) ¥hcoicii.lat.TboemtiaregumeuidnaallaGmdea,detta
et 1 Lunigiana. Lat. Lunenfé agrum in fimbut Hethruria , & da FemceRe,oui‘l monte Carmelo^ Ubano, ^ doue fi
lygurum regione detta da Luna già nobile città, fatto li toghe tincenfo.
au monti hoggi i Carrara . onde Dan. Che ne monti è Mbaniz.Lat.cahoniaM,rpirum . è rrgtonein Epiro ,&oL
Inni , doue ronca il Carrarefe che à fatto alberga . cuna unita fi piglia per tutto (Epiro, & Chaonet.Lat.fo-
B oc. Fu in Lunigianapaefe da queflononmoltoionta- nogUMlbaneli.onde V l s.. Chaomamf omnem Trom
no im monallero . ianoaChaoneèxit .
Thirriiii.partedellagrecia,peraltronomeTbefialia,Mem Siiici,n gione in Mfia/iue fonai popob detti feret ebefan-
mathia,MacedoHia,Thilippici campi ; chiara per duo co- noia fila .
fiuti celebri. iinThefiagtu fdouefula liragegrandeè Bithipi ,quafìBarbqra .i paefi di Sardigna, doue fono
T^ompeo . P * t. Tdgn fu fi ardente Cefart in Tbarfalia monti afprifiimi habttati dafembu ueneree .Dan. Che
i?3
la Barbogia è Saràigna afiai He le femine fueipiu pn-
diaa , Chela Barbagia/leui la tafeuu ,
contrai gcnooo fuo .
K umidia. partedeltMfhca. luogo lentatiifjinia,e!r deferto
nel mej;gpè.P E t.SiuaiSdthiam'afficuraai qualHu
iktdia. Che gfà di Macedonia, & de Hjemxh ; Et è Creti^
Ó" di Spagna addufier preda.
EpiTO.Lat.Epirus parte della greàa^ià detta Moloffia, & l{ble,Mndro,Baia,Barbana,tatria,Caeraria, Canaria, Cà
Chaaoia bar Muama i baktata dagrtdjdr da barbari, dia. Creta, Cipri, Otberea, Cog/t , Coo,Ctrpea fMtalia,
ISOLE.
À
MONDO
ttoìUJtm,Gìaua,G«rg»M, Corfu , Hibenm.Icaria « Giace altra ^ue t Egeofoff>ira,(!r piàge Vn’ifoletta Mica *
lngbilterra,Irtanda,I)ihiaJa:lba,Umio,Dpari,lMfie. ta^>aoUeTiHih'aitruiheÌ,otlidlde/nbe'lìitarhjgne.
gia,TaIma,Tolttàdro,Tan^,Sar<iigmi,Siciìia,Suuima, Cipro, iar.iypri/s. P et. Tiomrtdo già ch'amar ia Opra
iUarniro^lrombuUXapnibaiK,Tbirimfia,ThUtJ^ma, baniffi, 0 maliraparie piujoaumàì. A k i. L'iJòU ja-
f'uhana. era a ta».orufa Dea. iJeJi Cipro. B in. Madama la keU ^
gg^ ICoie. Lat.infiile.&fcapiili.Vn.'HstiJàlefamofedifor, nadiCipri.
luna. f'n’ilotetCaMicata^molle.B oc la f'ticapic- Cipriii,& Corgana. Due ifaleUepoHenelmarenanlaa-
ciala ijitetta . Di fopraallilola é Ctphatoma percepem tane dalla foce di ^riia . altri pangoiio Capraia nel mare
una ficca. In un fino di mare, ilquale una puiiola ijò- 1 iguflico molto lontana da Cor fica miglia uenli, deluda
letta faceua. Grtulgìon Gorgonapoi nelmarTirino,cioèdiTbofia-
Bzii.Lat BautACum. i lontana da "Hapoli dieci miglia ucTm ni lem aita da Cor fica miglia fifianta .Dan. Mouafi la
fo ociidente nonbingida luma bebhe illuo nome da Capraia, tr la Cargona.
unodc compagni Sybfie un fepeliuo. P i r.Era'ltrum- C\ìio,ènelmare Ionio detta da Latini chiot, drdauolgari
pho,doueCoridefalfi Tenuoton Baia. Sio,tr amteanunte Stolta, Maiti,^ pytbtufa nomina..
^ttbLTÌi.lai.'Humidu,& .AjricaaieWSlbiopiaJhene ham ta ; il fuo circuita i miglia cxn.fu patria di Theopompo bi
biiata. Boc Conunaòacojteggiarela Barbarla. "Hi Ila fiorito j& di Homero ambo fiìUmjor fi .
città di caffa in Barbaria.'Helle ficebe di Barbarla p, nof Coo.Lat. cooi,&- cos. & higgi fi appella Langp,èpofia nel
fi.P n. EtpopobaltnBarbarefibif&Slram.'Puiltte mar di Caria.iUuuircutto è miglu fefianta idi cofiada
defibe,theion afpra morte Seruar la lor Barbarica bone Bbudi miglia ottima per Leuanteja Candii per T ramon
fiate. Peribe’l ucrde terreno del Barbarico jangue fi dipin tana cento je cinquanta , da Deio per Sbrocco trenta , i nel
gafeìrduolfi.incb'ellaDel Barbamo amor ciie'l fuo gli meggp del quarto clima alTaraileb decimo ;d lue piu li
ha tolto. Dan. Quai Barbare fur mai/quai Saramte.gli go giorno i bore quaitordii iee ittir^a.fu patria di Thile-
efiempi addutn ùntenduno m mala parte, i loi luttt quelli te pot ia,& et Hippocraie figlio di ^fclepi i,'lquale nduf-
ebe Ialini ncmfino eccettuando i Greci, CT anebofi piglia fi in luce la me duini eco ne ad Hippocraie a iptJd. Ito;
per feri, ^ c rudeli . et però dice li Pet. £f quel di Cooe he fi nix miglior opra
Eactria & Battnana Lat baflra, detta dabaitrofiume;et Se beni'itcfijoifer gli .Aphorifmi .
ficondo Copinuiitc de molli i n gione che produce caiu di Gorgoni I oieiia,urdi di lòpraa Capraia .
efiremagrandfxg^a.liqualipenìò ebe mangiano gli buo- Inghilt-rra Lat angba,britannia,albium.icontrapoHaal 887
mini quàdofimo mimi alla morte fono detti fipuli hralei . la Franaa,d ttap. r adirtro Britanma; Ma poi che gbln
i pofia nel! Grume Setieninonale ,la cm kiituJine idi glifi Safiomda Britanni cbinnati in foccor,o lontra gli
gradi al piu quarantaquattro,almeno di quaranta.V E T. Sco^écefienonfilameateit aiut iton diuennero fignori dcl~
Se mie rtmcinttfeFofiinfi lunge,baurci pienTbiie ,& l ljola,ma mlcaccuroniglia itichihabnaton^uabfug
Uattroju tanafi Idjfii ,Sttlame, Olimpo ,tp Calpe. gendo ueunero ad b ibitare in quella parte d Francia che
Candia Lat. creta. iifola,uiédilotto a Creta. da loro s'i nomata Bartag 11, perdi il primiero nome, (f
S8$ CKti,CJ Creti.LatMaprimitempifudittalda.Dopopre pre(e quello che anebora ritiene. P s i. Con .yiragon la-
fi fio nome da Creta figliuola Suna di Creti , «Jr incgtie filerà nota Hifpagna ; Inghilterra con P//oie che bagna
d Harnmone,&hoigi delta Cindii.dluefia da Setun. L'oceano intra’l carro, v le colonne . B o c. IlSiedlo-
trame ha il mare Egeofia mt^^ giorno U mare .Africa- glnlterra ,
noalquaU arriua al mare d’Egitto. E' perii fna lunghcx. Inarimc.iJt.^ lfchia,nrdi ad Ifihia cheficguita .
xa duomtla treeento iiadii,et otto ftadi) fanno un imgHo, ifcliia. Lat. aniria . d.i Homero.,&da Ver. i detta Tnarì-
bxlaighexxai conutmcnteaUalnnghexyta tonde il cir- me ,& anticamente fu detta puheenfi ,fu habiuia da
; I culto tuo fitondo Socrate è cinquemila ftadu -Altri la de- Cecropide gigante/iel cui fondo i fipolto Tiphonegigan-
Jcnuonotii.iggiore.llpiualtomoniediquefia ifilailda te.dijrontea Cuma nonbcngidaTiapolicbe peradietro
ctrcondjtoda tre città in forma éghirtanda,&i colloca atdeua,boranonarde.P ir .Vonoolbmai yulcanjj-
toquafi m meggpl’ifola . Il circuito fuoi fiicentu fiadif. pari ,od Ifihia.Hon Inarane aUbor cbcTipheopiagne .
fiiqucfiaifila per legge di Bbadamàibo,&<b Mmotot- Boc. lIchiaiunalfilaa/iaimcmaa'Hupoli. mStra-
timameatc mfliiuta,^^ le lor h g^i a ciuile,& humano ui bone fi legge jtrime.
ture ridotia.fu ornata di cento terre,& per quefto Home Lcniio. Lat. lemnot. Ifola doue fu Hifiphile amata da lafio
ro la chiamò Hecatontf oli Dan In mexgc,o'lmar un ne.uedilaHiflonaadHifiphile.VÌKv.EUofintendido
patfigualìoDtJs'iglialihoraichetappelIaCreia,SoitoÌ Iafine)pafiòperPijòbdi LcnnoToichefaréte femine 1
cui rege fu gia't moudo cafio .Pii. Et di Crcti, & é fiieUteTutugUmafibifiramortedenno.
Spagna addufier prede . hemi. Lat.lbajjcn llua,aalufiethaba.& Gigliopicnd
Cotf\i,&Gorfùifili.Lat.phaaciajcoTCjra,giàcofidetu. Uifiiene mimar ligufi ito non fingi dalla rum delmar
Boc. Teruenne al fio aeU’ifòla di Gorfù . nt Ir fli ami- tbrrheno da gb ami, bi detta lina , aboudantrdt mmere di
chi fibggc Gurfo . Ani. Ch'oda darputa lapairia di ftrrofindeW itc.lfiamexbauSiametallu.ilontanada
"Hqufica bda . 'Hauficafu figbuolo di .Alcinoo La pa- Tumbino città mìgUa dieci, GtgUto. Lat. igibum lomana
Ina i Corfù , da monte chrifli migba fifiama . P & i. Tra ta nua ibo.
$8é Cithcfi.Lat.cythera Ifola facrata a yenere, non molto 15 fcana,& LrIba,e’lGiglio.
lanauerjàLeuautedalmonuTrnnndcltinoLaconuoJi làpiri, Lat.lpara ,11^ ,iberitieneanchornm fitanti- 888
tome uckotunodalUGcographu firme Sitabvne.Pkt, eonom,&fu Jcnopiinata da Ltparo Hf,ilqiuieafiai
pin
i
.4
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MONDO
Citti
fuoco i amie ellahaiim)mt,(tr(Ugli mtkhifu nomiiu'u
Hltra,aiiì fiera fitUaqualc ft contiene uho altiffiiuomi-
te^he ipufi a continuo ardejii modo che la notte dt afìm
lungi r^lendt . P £ T. 7{on bolli mai f'ulcan , Ltpari,
od IJcbia .
fiuinnangidi Eolo uihabitò , P i t.T^oìi bolli mai yul-
can , Ufari , od Ifcbu ,
Svdigna.£4r. Sardmia,& Icbnnfa, & Sandalotis. P s t.
J£.t ib'in mar prima umcttor apparft Cètra Carihagineft ,
cr chi lor Mal Fra Sicilia , & Sardigna ruppe ^arji .
(parlando di Caio Duibe^ual fu il primo tbe con batta Andro. Adt. ^ndre,i nel mar Egeo pofìa dalla parte di Si-
gila nauale uincefie i Cartbaginefi.tT ebe ne triópbajje.) rocco uerfo 'Heg^ponte miglia uentt, detta dagli antichi
ut ifuella ifila non nafte lupi^ ferpenti. a4niandroi,AugHrÌMm,Caururit,'Hpnagria, Lafia, Hy-
Scocia.tor.ér lkUentu,èprouiutia^ ijola. B o c.Infine drujà,& Epagrui; ma boggi da moclerni i detta Andre.
egli conquijìò poi la Scotta. ijuefta ifblaabonda di fontane .
Sicilia. J/o/jipiM perfetta, et piu antica é tutte Paltre Ijòle, Etalia . Lat. .Aethaba . nel mare Uguftico , cioè à Gcnoua
tnifiaè Siracufa,Tanormo,iteUana & altre città Ja fon hoggi detta Valuto fi Vabuoja, è cuptoft di minere di fer-
teMritufa„Acttut,&Ericomonti.Inquetta fu prima ro. detta da Etalo Duce,
trouaia la Comedia,e$- fu patria é .Archimede .et ìirolo- Cuba^uii Oceano occidentale, & è grandifftma Ifola con
go,& molti altri famoji, Lat. Sicilia J'rinacriajO' Trina porto bellijfimo & capace ad ogni numero dt nani . I pope
trti,Triquetrairriquctrisfit Sicama.Pe T.Etth'inmar lidi tjuelia ujano per céo ottimo (Ir delicato certi ferpen-
prima uiacitor appatfe Cantra Cartbagtaefi ; ^ chi lor tida cubiti quattro lunghi a guifa é Crocodilli .
nani Fra Sicilia, Sardigna ruppe ,& jfarfe. e i Stcduini Panchea. Ifola fertilifpiua di drappi d'inceufifit di tofe aro
chefurgià primi L'antichijjimo fabro Siciliano.i.f'ulca- matice,di melarami; dt caualli,^ d'oro, uiima al monte
no. Cbedclmar Sicibano infamia fiifle.Llbuó Re Siiitia- itnai,al Cairo ,&a Lamtcca ou'è il corpodi Maumctb
aoich'in alto mufe^ lungi utde. B o c.Eliendoetlam- hoggideitaCandiara.
cma a SinUa fileno una tramontana. Hantndo poca fi- Cambaia Ifola nel mondo nuouo.uedi di Jòpra.
curtà nella meertafede de Suiliam. A'iu Giouanc Sicilia. Cìceztu. è in ponente, oue gli uccelli combattono con gli
Stiombo\i,eStrongih. Lat. Strongylot , dr Sirongyle,es, huonitm .Cogzm India ,ey- ha il fuo Re .Fìciz ,dMe
boggi Tdjifso,& Già Dia nommata. fughi delta Ònoflrou
gita dalla figura fica monda . fola fpcnalmente dedicata
ad Eolo , perche forfèil fumothe indiefce dimojlra qual
Mento debba fjiirare , C alcuni dicono che per la dmerfnà
degli odori, che rende'l detto fumo infra tre di, gli habi-
taati conofeono quai uenli debbano girare jòpra la terra.
P £ T. 7^0» bollì mai f'ukanjjpartfid IJcbta,Stròboli ,
» Mongibello in tanta rabbia.
S8p Strophadc. Lat fonoifole ned .Arcipelago di Romania, da
gli auti.bi dette Viole, ouegià babitarono le Harpye, fOm
no dirimpetto al II retto di Larta , come net ter^ delPE-
neida attefla yirgilio. D a u.Cbe cacciar de le Stropba-
dei Troiani.
Tzprobina.Lat.Taprobane. T Sotto Shocco da tjuellapen
dice L'ijòla uifitroua Taprobana, Chequafi uri altro mS
doli fi dice liisn hanqueimannarlaTramomana,He
ftnebi funoCaftor ,&Votluu,'H£ fan che {iella fia
uirgiliana .
Tbi\e. Lal.TbyleJnelSetteHtrUmoccidentaleeda Strabone,
ij- Dionifio chiamata Tbulcdlqualnomebtbbeda Thuln
Kr di Egitto,quàdo egli fignorrggii per tutto l'oceano infi
no a quella parte fleje ilfuo imperio . Il nulgo la chiamò
Thile ; forfè perche appo Vlimo i ufi fi legge ; ma Dio uo-
glianoH fiuta errore. In qucjia ijolanel jòljìitio efliuo
mai non è noite,tà' nelfolfliiio biemale mai non è giorno,
nltunameme conofeiuta da Romani. Pst. Se le mie rime
intefe Fuffiu fi Unge, baurei pien Thile, & Battro. Vrefi
bauea d-ti mar X India a quelà Tbtle Tibi fer
Miat ultima Toule. uedi ad Hhlanda Ifola fitto a Caceou
na a 8qi.
Vtica. B o c. in ytica picchetta ifoU qua fi dirimpetto a
Trapani . & ytica è atta in A finca non Ungi da Cariba
pnefia cui è detto Catone yticeup;. Chiara per la morte
dt efio Catone ebe fe mede fimo fi ucaft per non andar pii
gioneé Ctfare .
tfm MvicuiO.lat.yiikamaìifAa fatrataayuUanoDiodtì
8pi
nacque Demetrio . Ciana w Caliiutfiuegb huommi md
giano carne humana.Hit\andì,o I slanda.da gli antichi
chiamata Hibemta,L'Oriade,L’Ameode, L'Hebude,Mo
na,Alenopia,Andro,A jfjnto,& altre Ifolefil fine l'ulti-
ma Thile dal noflro Vetrarca a Siudio cercata ; ma non
già trouata , come igti ferme nelle fue pillole . Icarìa tra
S.trdigna,^- Sicilia. Luftegia uicina a yulcano.Pa.\mi
nel mondo nuouo,& Paria nuouamente trouata Ja Spa-
gnuolifiue ciuilmentefi urne. Policandro defèrta nel Li
Mante. Pomi mema a Genoua. Scoria nella eSìrema
parte X Ingbilterra,& da lei poco mteruallo di mare dif.
gtunta,(Tgià diuifa , Siconia nel mar Egeo . Sicandra
m Leuante cofi detta dalla copia de fichi che hi fono,
Samatria in India /loue fono quattro Re di Corona, Te-
milìa uicina a Sicilia. lAtkz.Latjnelitafiut maura ùt*
Jula,& altre molte.
e 1 T r jC.
Irta, & Terre celebrate da noRrianttoH.
J ,Acn,-4dria,jtlagna,Albia,.Alrpo,Alef
fandrta,Ancona,.Antandro„4rttptp,Ar-
genla,Argi„Arimino,Arli,udrpino,Aru
ca,AffififdfiOyAthcna,Babtlonia^etulia,
BoU>gna,BTai)ditio,Brelcui,liruggia, Bergamo, Buggera ,
Cairo,Ca.'Ugura,Caribagine,Cefna,Cologna, Damiata,
Doagh,Epbtfi),Fano,Felfina,Fcltrr,Ferrara , Firem^ ,
Gaeta, Garda, Ctbenna, Gcnoua, Gerufalem, Gomorra ,
Cuanto,Gui^ante,Ilerda,Imola,LilU,Lucca,Luni,Ui
tona ,Ma ratona,Marfilia ,Mt Uno, Mi fima.Mictna, Mo
dona,Mompoheri,'HapolifHagarellefHpli,Vadoua,Va
rigi,Vauia,Volttronio,Vella,Vergamo,Vhlegra,Vifa,Vt
Roia,VoU,Vrato, RauénaJieggio,Rbodi, Rimino, Roma,
Sealea,Seariolto,Setla,SieHa,S mirna,Sodoma, Siene ,Te
]fii,Thcbe,Tinge;roloft,TraniX'rapani,TrenloJÌiefle,
Trimgi,Troia,Tun^i, y olona, ydine, y trono , yinegta.
Citti M O N
ì'tica, Cittsdim, Ciudi, f'rbam, Imnhire.Tcrra^iii ,
Tatria, Vaino .
8j» Citti.Lat.itkitas,oppidumyKrbt,CainfgliuolI^damfuil
fnmo th’eéficajit città ton mura m orùtejò immuoùa
tniKhàaluot'gliHiAoihtcofi hauea nome ,& mfi et ha
iitart ogmfttUrato.V e lUa CWtàSoprana Ix l itta fon
mmiiht. Ctilaitmàthol\hi.Ctttadimftrutrft Uttiutir.a
del irlefiertgno. CittadmedelculoXai,m.eibclasMjcH
Ciltadiae.B o c.Cilta T^ofria,lgngia.é Firnr(r.^LS
diuulediuaru maimredigenli.^iitica,ér mhiU£mta ,
Copiala di riiihi huomtm.C di gran mi calanti . Cefi dim
ltlieuole,opiu,tvme nc jia alcun altra in Italia . Ciipmfa
di lutti I in nim^tia a iaitie.le Città Ticiiole Hoi riunii,
Ciliadino'Kcibili ,Uhcrale; & ^:aglulnm.o.^^ulnlo tuU
uioTiobiUmAnlno^ Ricco Cittadino B.omano.H arreno
II, dr Cari Ciitadini. I Migìlon Cilladtni dilla terra. Lat.
eftimaiei.C ittadina d’,4il>ene. F' farine Cittadine brighe
Cittadimli he . Due ut fte non mica Ciitadmili he, ne da
mercatanti ; ma da Signon . eJ” Cittadini p anime m-
uerfi .Dan. "Hen uuol ihe’n fua Città per mef uenga ,
(lutili è la fua Città , & tallo iiggio.TirmJ. uà nella
Città dolente.
Cittidini Calili, aedi a ^c6.
Vrbanità. Da. F'rbaHitai,facrtia,diBerii,Joa,làlesJepOm
res.cauillatio,llicatitas,argulia/Ulilu. igraUuja conuer
fattone di catadini.
Imirbare,ual entrare in città, dai farfi cittadino, T> s N.
Sìuando ntxp & faluaiico inurba , Lat. urbem introire,
ciuem fe facere, cmtai dona ri .
Terra per la Città. Lat. mttas, urbi. P e t. L' affitto (acro
della Terra uoftra. & teto nacijui in Terra Thofea. eh' a
la jua Terra rn^mbor fahonorcol juo dir nono debello.
Quefi'è la Terra che cotanto piacque a yi nere , e a quel
tempo a lei fu facra. Che di fua Terra fu fcacciato, et ntor.
to. ,4llomanarmi& cercar Terre,& mari, b oc. yna
Terra ihiamata ydme . Tutte le Terre maniime.Due
huontffimeTenrejdr di grandijfimo frutto, yna reliquia,
' laquale recai delle fante Terre d'altre mare, yna Saia
Tirrena. CamereTerrcneJ.cheparticipa é Terra, drd
D A N. ...4 uelger ruota di molin terragno.
Turaiianijifct habuanoalìa Terra, utdia M71.
Patria Latilaiittà,ocafleHo,diiiethu<mioinato.Au 1,
.ai chi agu tta di lariere ,0 di bando yfiir , non par c he'l
tempo pm foggiami .A dargli libertate, ode Carnata Ta-
tna mila gioì onda, dr difiala .
Patrio. Lat pttnus,a,um. A k i. Che fatto ufiime i galli
fi rtpigha Colfauer della Chiefa li Tatuo fido ,
tfij Vinegia. Lat. yenetiajurum. Città aobihjfima&felicif-
fma per Cordtne de fuot magijlrati, (^perlefuc giullifft-
iue& fautif>tmeliggi,fiede nelCeflrimo fino delmare
.Adriatico Jaquale da diuerfi fi rilton moderni i diuerfa-
menle chiamata , perni ib'alc um la ihiamano Tdfioua
.Arca di tdocAltn Mondo picciolo , tali n fugh de mifiri
dr opprt fiiAfi molti .Alma iena di tutte Coltre Ctttà; et
- fono anthora dt quelli afiai thè la domandano ricetto de
gli bmmtmi niriuofi ; ^ daCapiodoro fu detta bauere d
mare per mura, drfer tetto il eielo . Quefia i quell’alma
citfàche folaconféruad uome libero, & thè con giuHo
freno tempera il duro morii della inutdta Sluefla i quella
che tra tantibuomtm uirtuofi, tante accolte mni ut fe co
D O
Citti
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lune; ihepmtoflolefranieneglialberi^ nelitiCare-
ne, c nel mio le flette fi potnano annoucrare che quelle .
J II questa latlegromi bi mecofiefiodihauer fbefii L mag
gior pa rte de miei piu fruituofi anniaon affai honorato fii
f indio delPeceellentif imo Configho di dita per rendere
difiiplinaiiigwuani della loro CaruelUria^ fargliador
mtuhilhj Uni caratteri delle noSlre nuoue fiiggit di Ulte
re .tUamlni zodeirauagltdi lutto Cumkerjb ,fola &
unua ira u.ue Coltre lillà fi mpre ^ha confi ruaiu la pro-
fila l.hirià .tlla ,fiienie manififtamime fiuedeutra-
u.tnt fi ftiria ihiaaare mnaltlt.eenuefi.a ibe tulle C al
treiiitu fino fondate m terra, dr quefta ntU'aique ,iofa
f tu leS'O diuma chi humana . Singii ibi intfia ui fimo ti
tuegm lépiiaittmugktfiatdifiti tàteticelfe Torri.etti
le all fi II arauigiliife lofi-, ihe una pazgcia fan hte b mia
d liui. ri di qnel'a il pn jei,do pelago ; Tcriht douer.de io
tante fieibreis eiieUi tid gnua (fi tome fi due) eoi
pi, de afiiuito irapafjart.f, r fi rtonpnela tahriia
detu.oi,av,n.cioi,.tdit rm. tui di^i fi di dourri .fi nintut»
Il I tnii I piu filigubti amictailmi no parte di qui Ut nifita-
rr.poTiaHdoiieii.ecolammioriadtquiUi ihe refìerann»
in quella alma alla, laquale rieouofiepcr fatru, {jr non
meno doUe ^gmonda, tbequeUa cheuaghiggia i’her-
bofefjioiAe delfamofo Elidano mio nano lui go ueoeràda
(errata. Mcfioim adunque b uia tra pi é,iome piu lo-
fio potei dr come piu uiana, lominciai dal mio nnfiir Gin
ho TaiitagJiho, perciò ih'iofapea molto bene di hauerl»
a rurona re mi juo lauro TertUeo , 0 nel fuo marauigUol»
fiudio; Ih he di leggieri mi ueune fatto, fi come quello che
^ende U iue bore nelle Lttere, 0 nel fjneutare le maram-
gliedt natura , Et cofi gluma lui rnteranio infu me (fi
tome tra buoni fratelli & fi deli amia fi fuol fare) 1 noìhi
fi-aterneuoli abbracibmewi , niuno bel falular fra noi fi
taique :mapnr alla fine di, emUghd tempo rfitre brine
dr le noSire uoglie lungbe,per partirmi da lui perutfita-
re d reflo degù amia, noi lofferfrgi imaiAnzi come queU
lo che i tutta humano & tutto gentile in farmi piacere ,
mi notte tenere compagnia; onde uoUndo poma uifitare il
mio carifitmo Mefier .Angelo Colonna ragionato merilif
fimo alla cafra d. Ili cceUttifitmo Configho di dieci per Sìa
re alquanto lontano, montammo in barca ,& giunti alla
fua cafajo ritrouammo a punto nel fuo belgiar.,mo fiarft
a diporto ufi e fenda egli informato perananti della farti
ta miafintuédo rifrofio a noSlri f aiuti fòggiuufe ; .Alunno
mio futbreue ut pregati uoSìroda noe har lontano , a età
r^fi;non ui penfate Mefier .Angelo mio,che‘l marea mS
tt,& diungo kiaggh che mi Jimderà dalla uoBra per fin
za, mi ut pafia mai torre delia memoria ,fi che douunquc
io fari nonni hahbia dauanti gli occhi delia mente ricor-
dandomi fempre della humanità dr geniilez^ uaSìra;
Et ciò dello rientrammo m barca, dr ragionandoAt" do-
lendoci infume per e fiere Chora tarda di non bauer tempo
di uifitare d mio carifióno Compare Mefier Tbafio ThL
tolimo pittore dtgnifimOtdr il mio cotanto amato M fier
.Angelo .Agatù) uirtuofiliimo,prrefier fuori alb uilla,&
fero difii.nufierCiulioiiao uiprego facciate per meqne
SìouffiihfcnfandomtappobroAfigi. •tiriamia , conli-,
quali cofiretto da necefictà ( come uidrte)conuirmmi del
debito mio mancare. Et enfi detto efiendo b epportuaiti
de uenu, che tende afe mi chiamano, & d dtfiderhà
rtuedtr
mondo ih
ttixivrUidiefatriiAtiSimltira^tpcndogià ji-, Bolegnt/i.D a h-CI /raietiuJigiàdir a Boligut Del
fra il ttiuilto (he portar mi ionei filuoja.iui U mia tarif Diaialo . Sìjtando m Bologna un f auro fi traigoa. Et non
JfimoTantogttbo m terra eoa la maggior pane di me flef pur io qui piango Bologne je^ramoBoiogaelc, Frali Co-
JiirimaiuaaaiminpredadeL’acqiieeTdeuenti.&oc.Et denti fummo O' Bologne ji.
fofi in meno dt due di ne fu tutta ripiena yiaegiaSi come FeUìna. Lat tìrBonoma. A*.i.Et quafi a un tempo Felfi-
tolei ibef'itiitiana era. Mercatanti f'inituni. ruloecorre.
*9i Tctriri.Lat, ferreria. Cufi lofio tome giuufi alla dolcifiìma Firenze, et Fiorenxfl.Lat F!oreniia.Gimito alla bella Firn Sjj
pairujaqualedaciajiuao ciic’aqueUa arriuaé tenuta ze,demte/onon uie/iereilmio Michel .Angelo pittore
non>tienbelta,crpompolaib'ella fi fia potente & forte
me n andai alla eafa dcUa mia honoranda d,~ doUiffima
madre madonna Beatrice , & della mia carijjima forella
madonna ìjabetta da Cajlello,& dopo li debili laluti tan-
to btbbero g -aia la mia non jfcrata uenuia,che dalli ut-
bracciameati,^ dalle amorcuobnccoglicnge per lungo
^anofi pena fi poterono rattenere;Tur racquetate ahfux
10,^ accommiatatemi, eF’ fapetido ritrouarfi bora in Vi-
fa il mio tanto amato i^bonorato dal mondo parente U
Dottore Fbnchegallo Gbtuldi,non mi auiai fecondo il jolì-
toperuijitarlo&peruedere quel fuo marauigbofo fiu-
dio copiofo a migliaia dianticagiie &<{altre uarieco-
fe memoreuoli , delle quali non è mena copiofò ibeegli fi
fia eccellerne ér raro ne b lì udì di Ile b ggi , come manife-
flamente appare , che dom iodato dall lÙufiriffimo Duca
di Firenze glt ba dato la lettura in Tifa Hudio bora flo-
remijjimo , doue ba tenuto concio fiom .^mndt pia mio
vumiélo,& riportatone honore grandijjimo, pi rò uoltai et
piede per andare afjr riueri nzaalS. mefier jiL. fiandra
Guarino meritifi.Secrrt-irio Ducale O" nero Macinate de
uirtuofi, & al fio molto honoranda fratello il S. .Alfonfi,
tr cofi andando fiotto la loggia del palaz^ del noflro Uln
Jlnfiuno Duca i toccai ambo 1 1 mano al mio carifiimo &i
bonorando Cugmo M. Bafiuno del Bailo ,dqual poibi di
hoggi fenta pari.per ritrouarfi a Roma a dipingere la ca-
pelladel "Pupa tanto memoranda i he in uero fi può dire ,
che igU bahbia rmouata Carte della pittura & d. Ila fiol-
tura,& ridotta a quella perfettione i he ella fofie mai, &
che forfè mai farà, cr anchorche Giano pittore fiagula-
rifiuuo ,& mentamente una deUe luci della Fiorentina
glona, fofie in que tempi, come fcriue il noflro hoc. non
d perciò ebe't noflro Miibcl .Angelo di gran lunga non
thabbia fuperato ,&però fénxa a Iti imenei quiui indu-
giarmi me n’andrò cbriitamente a Siena, non la filando pe
rà é notar quello, che in commendaiione di fi nobilifiima
città ne fin fiato d. Ho da nofirt Porti.Et perche nel Dam.
fibgge non fòlamente di tutti b pittori eccelb nti , Mufici,
Cp- altri in abreutriù,fcienze,& arti fmgularifiimt delta
detta città di Fnrenze,& come,ihe prima quella fifie no
minata Fluentia per efiere lolhcata tra duo fiumi, & to-
me poi fi ihiamaffe da cittadini Floremia , & abreftmil
cofiinoH piglieremo altrimenti fatica di firiuernejtauen,
dune egh largamente firitto .fp della fua rouina ; uedt ad
Attilaaqhi.ViT. Fiorrga bautta forfè boggCl fuo poeta.
B O C. Oltre a centomila creature human: fi crede per
certo dentro alle mura della città diFircnge efiere flati
di ulta lobe . Le prefenti nouelle in Fmcntin uolgire in
profi fenttepermefiono . Et Fior.mmparhnJodifir .
Jono(mercide!lafuag ntilezztfmiuifitòinf'm giaicon Sienz.lat.fena^nim.iuoceéduefitlabe,etSicnriutàin
queùeamoreuabo^ertedifèetd ICbaucrfiuo ihej'empre
i fobia fanm, yifitai apprefio il S. Ferrino dignifiimo Ci
celliere Ducale, col quale émorai alquanto, penb'u uolti
annerir con lui ab uni dubbi fòpra del Boccaccio , Iquali
nÓ poco mi tencuano anchora la mente intricata , de quali
fènza punto mancare de Ila fua febea gentibz^a mifm-
luppò é maniera ch'io ne refìai moltojidùfatio . Ttù quia
Egitto Jà doue il cbma dr f borologio piana. E dnrefiL
labe.Lafinafamofa.Acadcmiamiha fatto affrettateli
pafio per lofio giungerui di fiderojò di ued. rta;ejr giunto-
ut, tir intefo quella efiere dtifatta fi nga fermanm punto
mi indirizzai nerfo Roma. hoc.Muoda Siena afiai bui
diàure in rima in que tempi . Fiorentini guem ggianano
con Senefi , La befbaggine de Senjfi ,
di partito uifilaiaiquami de miei pin cari armti , come il Romi città finta ;principal città ifiltaba ,^già capo di gg(
Xauibojl Banihifil Terzp cofi ne fi ordine teme nel nome,
dr U duo Girolami pùtori l’uno d Carpi fmgulanfiimo &
tanto imitatori del ucro ; quanto Carte può efiere della na
tura ifiefia,CF Calerò de Grandi tantoeccelUmifiimo. Ha
uendo adunque falle le fopradette uifitatiom,non telìan-
douii per bora altra fatba,prt fi il lamino nerfo Bokgna .
hoc. .Al tempo del Marcbefe .AZZ!^ Ferrara. Raul
dod\Afii ufeito di Ferrara ,dr caualcando uerfi) y crema .
Dan. CoericeuefSed favgue Ferrartfe .
%o\ogm.LatMoiionia. Felfina. mater fiudiontm. Anthor
ch'ella fia nobilifiima città di Lombardia, deche la fingu
lar dokezzn del fangue Bologaefe fia da commendare, dr
che afe mi tiri , pur foffuuo dalla auubtà dt rimuart la
bella Firenze, fon sforzato fenza fiirui alcuna dimora ol
tre pafiare.notando fol quello thè nofiri "Poeti ne ragiona.
no. P ( T. yedrà Bologna, & poi la nobd Roma . Ch 'orni
Bologna de ber Mefima impingua . B o c. Bolcgna nobim
Ufiima cittàdi Lombardia, yji picciolo oràolttto Bolo-
^nefè del fuo buon uino. 0 fingular dolcezza del fangRC,
lutto d mondo, patria comune , ma nube hoggi diffe reme
dalle prime anta he neftigiei Tiòdimeno per tuobi [ ommi
Pontefici inalzataci per molti fupcrbi cdificij rcp^tioa
bile; fkprimadctta Salurma,dF urbs utfitpuaapudLi-
ummenno ab urbe condita . La trifia forte, chepin uobe
indiuerfi tempi tbe io ut fon fiato ho lèmpre bauuta non
ha giamai fofi'erto ihe lui gamente ui dimori, ani ber ihe
allhoracbe Papa Clemente fuo famigliare mifcce,mi ere
defiihauerla trouata buona, la morte fèmpre contraria a
bei deftri mcontancte la mi tolfe ; peri he non mi parri hbe
per bora alirimi un cmrarui,fi: no i he sforzato dtnedere
alcustt miei carifiimt amici; m’ auiai alla uoba del paiaz^
Zp del Papadà doue prima mfiitai U mio i otanio amato df
honorato MCiai opo Bonacoffe noflro nobdifiiino Ftrra-
refr,& MtdiiO mcrilifimio del "H. F. Papa Paolo HI.
col qual per effere tempo afiat che neueduii uegidutici
erauamo; dimorailuttoquelgiornop r coufenn infitme
delle lofenofire; ramaricàdoci di Ila hremtà del ti^oalla
ingorda uogUa di lungamiu goderci Ji comeiufiememlie
MONDO'
itfiicTtntna , naforunioci però che fiimx (facfix mia U Ui^he7r(a M tempó che ri amtbbejagraair^ at
Fabricadtlmundotibabbiamo agoàere tfaeHo rcflo di tbodeliiolMmem)'lpàtinbbe,& però folto breaua
mMeTtbe<ia» mv]feaIddiopiaceTd.EtptriheJifidcr4 meate tratteremo dt quelle thè fimo di quaUbe memoria,
lu uedere il mio quaiuo fratello maggiore M. Ciacepo degne,Cr maggioi mcale delle nommate da frf radetti B«-
Mtl'gbiaopHTaoftrodtgiiflimocittaduio&la caraeor SinToett,
muoia del Tapa.ce n andammo infieme a Bel» dtrr, dotte Hipuìi.Ut.neapolis Tartbenope città gentile, dr ornata ài
egiémoraJapendocertoJnirdeTdalMieofrbelli/iime,et beUiJsimedoiue.drleggiadre.hoc.'tiapoittiitàami-
tharamgltofefiéa»ticag\ie,comedtaltre uaricià,iome ibqiiina et forfè ioli Jiittunoleiipm come aefia aleonal
colui ihe frmprefe «V fommamente dilettato ,'N' mi uen tra in Italia . rna bella & gt mtldonna tljp^itaua .
ne m ciò il penfier fallilo, perebe egli uifitatolo v abbrac Brzaduio.Lai.bnmdnJiiim^iie mori yirgibo ,& fu poi
aatocidopo le amorcuoltactoglt^ (fi come tutto g nti trajportatoa'UtpojyoaJe D Aii.loiorpotigpoàtbae)'
le uerfogU amici) me lu moflrò piu di quello afrai che no aBraaditm i tolto.
mi baurei peiifaio di uedére,di modo che ne rmufiSìupe. Cenou2Jju.Genua.& Iama,cittànobilif<bua& empori»
fai to,& con efSo Im per compiacergli re/lai per quella fr. di laguri ditta da Cenno jiglmolo dt Saturno, onero da Ce
ra ; la mattina fgtientemi uollefar compagnia a (aiuta- nommi compagno é Tbetonte;mapm lofio deliada Cemt
re il mio frmpn honorato Mi fra Giulio de Grandi uobi- per baucr certa ru nnuà uerjo la banda del mare a g'ufa
lijìmo Ferrare frydrmoUo grato al nofln Signore media di Giaotihio. fiumi i il lorpodiSan Ciouan Battijla , tir
te la fua af>idua,&fi:debf}ima feruitù. foprauenutoui d calino nclquale mangiò Cbrifio io i jùoi dijcepob. Pet.
acajod mio tanto cariphno,& da me oficruandifitmo FoUhuIoib'aMarliiatlnomehadato.EtaCinoualol-
tonte Miibele dalla Torre (merci & fomma bontà fua) io. Boc. GintUhuomtm Cenauefi per ambafiiadori.
mt fece quelle domefliibcaccoglun'fe che ft ponfareda t atra d generai coflume de Ceuouefi che ufauodt nobd-
coluichiilautrag ntde^&Utnagnamnatàdtlmou miute ucfltre .
do Tot prefa da tutti la debita he ruga n andai al palag. Noli, terra dt Genouefi neita riuiera poHa in un nallone, do
XO del molto Rem rendtfrimo Cardinale Crefi enlio,doue ri uè con itfricuita fi feende. O a N.^api in Sonico , di-
trouai d mio Mtffer U dauico Fontana nohUipimo Mode- fiindifnn HoU .
nefralquale per le fuelodiuobmamen-, da tutto il mondo Aaconz. Ut &ancoH.Boc.Tiell4 miriai[.4ncomi. Spi
i amato & honorato , & molto grato al fuo Signore . Et uenne ad .Ancona .
quindi fmrtenlomt dopi le debite accoglténge.dr bonore, Fano. Ut. forum fortuna . B o c. Tiella città di Fano du»
uolifììmiabbratiiaMenu.hauendo prima trattato tntto meri alanti habitau ino.
CIÒ che ne fon tefiimoni i noflri poeu , dirizzai d ut iggio Piiloia. Ut p. llona,cr pifìorium, città di Tho 'tarut tra Fi
mio uerfò il genldTljipoli Pet. Io parlo de f imperio aU renge Luua. Pet Ecco Cin da Pillola , Cuaiond'.4-
to é Roma, ytdrà Boi gaa , ir polla nobtl Roma.Madrt rcggii. Boc. -d Pillola dimoraua.f'n caualier Ti,loleJt l
d'errori . Irreuermte a tanta & a talMadre (j. Roma ) Dan. Ttagm Tilìoia.
Iboiioraiauerga Con laqualRpma,^ ficai erranti cerr g Prtto. Ut. h oc. "Nella terra di T>rato fu già un flatuto,
gl. t'hor commefio d nofiro capo Roma. Et dice Rfi mia fa 11 éiaiuto Ptatefr . Caflelio come una Cutà . >
r.iaiichorbeliateienJouolto,-dhomaUuilOieTaBabrl Kra.io-Ut..Arrmm,doHeiu.qutH nofiro M.Fraue-
Ufpalle.CiàRomahir Bibdomafalfaetria. Qutdnelrt fioTetr arca . mad padre o la madre furono della città
gno à Roma, e n quii dt Trota . Chefe'l popcd Roman pm di Firenze. Pet. Ecco Cin da "Pijioia ; Cutttonif .Areg»
uoltellracco.'NonU bella Romana che col ferro .Aprii gy . B o c. Fu tn .Artzxo un ricco buomo.D AU.Et
fino iaflo,&dificgnofo petto. Vo’ che Carme Romane a l'.Arctia,tbe rimafr tremando . Qtùui era l'uretm,
grande bonore "Per l eflremo occidente furoa^rte.y tu- O .Aretini .
ìoahlìn Jelgtouane Romano, a purgtr uenne Di rea fin Pifa Lat.pifx, farum. Boc. yngiouaneTilàno. Mereataa.
tenga'i buoi: campo Romano, yammtl terzo gran lume li Pifani. D A s. .Ahi Tifa uauperio delle gemi .
Romano . Ruma fondataincafiauP' bumtlpoucrlade.ue Lucca Ut. Lueca città mThofiana, ladouiuuoho Janto.
dig'ultn Cuoi epilbeli nel fònetto fontana di dolor,alber.i O ah. Et fè Ulefim Imerminct da Lucca . luca nomo.
guiCira.DicoflorpiugiiequellagentddemHa ( iRoma .) proprio fi fcriue loa frmplUe t.ma Lncea atta con due a
uedianchoaBabitomainuecediRoma.Boc.cofielcla-, P2doai.Lat.padaa,&pàtauìum.tado;taPadou.i patria
mandidice; 0 almaiillà,o reuerrndifìima Roma,taqua diTito,Liuio,ondeil P tT.CiuidgrauTito UuioTado-
le egualmente a tutto' i mando pouefli fignoni giugo fopra nano. D ah. Et le fontane di Bratta c di Pa\ a.
grimiomìli colli. V h. Roma,laquale come i boggt coda , BnfcÌ2.LatJirixia.B o c.TigUa emà dt Brefiia fi, pà un
tofigiafacapo del mondo. Gli annali Romani fi iroueran gemilhnomo. D ah. TafloreAfr quel di irefcu,e‘L Per»
nopumé trtompbi Hanende egbammoRomano,&fen- nrfe. & cenomama tobrefetano .
no .Atheniefe.nedi a Romulo a 478. P2iÙ2.Lat.&uciaumpiomenciuuatis,&fluuÌMs. neliem-
897 Campidoglio. Lai. Capitolmm,tfmplnm louis, in monte poche Longobardi dominauana Tatua fu capo del regno
Tarpeo.P E T. Si come in Campidrgbo al irm^ antico toro. Boc. Tania città m Lombardu. ouc pà furano i.
Talhera pernia [aera fi per uia Lata . Tur («la «a dico. Re Longobardi ,
lor ebe'u Campidogbo T nontpbal carr* a gran gloria con Tri uigLLu. taruiftumfiut taurifium.i città lopiofà di firn
duce.Boc In fu iRoman Campidoglio. KuiXbt farà. tane. Boc.ErannTedefcoaTreu:gi tbiamato .Arri-,
prefjo al Campidoglio eorfo. gfi.EtbaueaftmitaUianafiTraugiana.ibefopTadca
StioiulefiieontaltKdaKfrtctdeTtè(iuàmiittà,oUrtak fpofattagfibànaa,^ . . . . .
yerona ,
tp9 Vuoi» ritri mbiUlJtmt.primitramfleietttBfeaiiiiù ,iU
Brittm Onci de Gj:h,ihepriMU la edifi.ò. Fh a priiuipio
(»loma de Kheion EagJiu ; patria di t'aleno Catodo , di
fimlio^ di Mairo poeii.c? i VLnio lume H'g’uKO alt «-
n',&a ifpi nofln di Fracajioro poeta et TbUoiopho ate-
M" O N D' O Iti
yefcoao i Imola id>ep drgoamente ferine in theologhié
S. MpoUomo primo yeliuiio di epa ciilà;di S. y itale elf
di Geruafò^diVrutafOttydimoltiaUri /òaii .Bo C.
Tutte le Hauegnane dome pauToje ne diuenaero.yn ca-
lendario forfè già fatto a Raneana .
berrimo. onde il noli ro Pst. Vhnio y<ronefé fno Trklke.Lat.teigefiiimrimiihiffima.iofinominjta.ptrche
mci'to . Hon par yerona . Cr B o c. Hanendo megere tre notte d.pn,me& fanpre rifatta .
Can dalla iiala disilo di fare nna maramg ufàfella m K.'g^o.Lal.riginm. B oc. la maruia tra Reggio, ^ Caem
yerona. taaMIiretto di Meffina in Calabria.
Garda. Lat.èterrapoflafnlariiiadiBenacoprepoayero Veline. Lat. niimmeint bnnnmm. Hanendo io tonogni lòU 901
«.Dan. Tra Garda & n.il Camonna .Apenanu . leatndtne cenolamagg or parte del Frinbgtnmoad ydi
Melano. Li mediulannm in infnbna.Gatiu eilalpuia diti neiittà nobilifJima,& capo di qnetla patria, mi panie con
pria: ipale in Lombardia deliaqnaie nane ,bno le opinioni nenunte di aljnanto in quella dimorare per effe rmt fi m-
peribe eofi fofie nominato;ma a me pare che mentamfte
I fi potna chiamar Malanno alla Lombardia per efier ogni
anno nejfata dalle guerre . B o C. .Andando da .vietano a
Tania. L’auara donna Mctanefe- .Ada Metanefe. Doncn
do andare podeiià a Melano. D A s. dilati dolentcan-.
chor Melan ragiona .
Mantoua. Lat.m mina, i patria à yirgilio principe de lati
m Toetii Fu Cotoma de Tbofioni. allaqualfi diiedi 0 no
figliuolo diiTen.re ,e!rde.la Tbtbana Mantoua fig’ia di
Tirefia barn r dato le mura,& il nome della madre. lii^i
idelmrofangtedi Cbniioche fi moflra congran iiue-
ren;^ ini ..Andrea, nedi lahilioriaa Manto a 14 {.onde
' [Ak t.Faràtaterra,ihefulM-ngpfìide..Acuilaman
dre if Orno il nome diede. £?• li P * T Odet Taflor ch'an-
(hor Mantoua bonora.M.intoua,iSr Smirna, «ytuna, &
l'altra Lira . Il Mantouan che di par ficuguflra .(yir-
gfln intendendo . )
Midolla, <11(4 m Lombardia. Lat. mutino. Boc. Eflendo
Todeflà ibiamatodi Modona/t'oi.dò . Modena ba U tefio
antico. Atei Rieggingaiiondo ,0 Modona feroce .
900 Ttnoli . Lat. imola , ey forum cornetti^ tmilta pronin ia,
beggi Romagna ,per laquale pa(fa Santerno fiume . delta
Imula dal nerbo immola re i he figmfica fàcnficare , pero-
che fu feruenU nella fede. Onde Dan. La città di La-
anmeÀirdiSaiilerno per Lamoumtende Faen^ Bo c.
tu in Imola unbuomo. L'opere fue conof cinte da gli
Imolefi.
R .'ggio. città hi Lombardia preflo MoJonaJat. Regiam le
pidum enfi detta da Lepido che la nfiauri .
F otlì. Lat. forum liuiffi forum liuium. Dan, Et a ForD di
quel nome i uacante .
Ctdèna. Lat. apprefio della qual corre il fiume Sauio, detto
da latim Sapis. D a n. Et quella (J. Cefena ) cu’il Santo
bagna il fianco.
Arimino & Rimino . Lat. ariminum .Per. Et la coppia
i .Arimino cb'mfieme , yanno facendo dolorofi pianti .
Boc. Fu adunque in Rimino un mercatante .
ASkCi,& .Afiifi Lat.afctfum. & lune Axu, fine Uffa di-
lla. ^ doue nacque il ferapbico fan Francefea. D a n.
tò chi d’efio loco faparole Hgndica.Afcefi che direbbe
corto, Ma oriente, fe proprio dir unole . qneflodice per
efSerui nato un Iole, chi il mio fan F rance feo .
Agobbio . Lat. augubium , i città nella marca S ancona ,
D A N. 0, difie lui; non fé tu Odonfi Cbonor d'-dg >bbio.
toflm fu ottimo miniatore uedi a S 10.
Raurnna.Lu.^ cittàaniichiffima ^ Santa, patria di Caf-
- . fiodoro, che fi eUgiimemeptefcriffe ; di Vmn ranennott
pre Hata non men cara , ibe la propria mia patria nana
Ferrara , percim he potrei qnafi ton ucntà dire é hauer
fattoinefia tantodt profitto, qnanlom me fi riiroua
fi nell arte dello finuere, cr dcU’arithmt tua , tome mila
Unguauolgirt;&m altrefiiultà,qualiperhoralafita-
mo. Cmntoui adunque non andai prima, i onte baurti fat-
toamfiiar. il mio carifJimo,cr fempre honorando compa
re M. Tibem Deciano, pertioihelo lafaat in yi, igu nel
partirmio ,in quella fama Crgtdoibe 10 ne ho decritto
al nome ino. ma mi amai alla cala del mio .Allieuo ,
come figliuolo M. .Antonio G.'llidino fcriliarr, Cr pariti ^
le abaihiflaeccellentifJimo,Crfe non ihe a fcrinere mi fi
poma ifie vmfiodalla troppa aff[ mone parlafii men del
nero. Io mi iforzerei ornare quefie mie carte con lo ferine
re delle rare ninn Cr bontà fuejeqnab ben eonofaute nei
lafua patnafcofiicbe di raroauicnt)da quella magmficà
Comuntà i tlatoaccetuto per prom fionato , dalla quale
etto fimilmerne lungi tempo fili bonoreuolmentt Hipen-
dtato . mfuatolo adunque , Cr con breniflime cerimoifie , \
perche poco innaat^ egli mi uifiti in yungia infieme od
fno fratello Francefio fimilmente mh Ulheuo , Cr come.
figltuolo,ilqnaledipotoerauenutodiCipri neandamno
in/iemeacaladi M Bartolomeo Louaria dottore di Ug-
ge ectelleuti, limo &• mio molto cor diahfitmoaimto,Cr
da quello alle caf e del mh molto Reuerendo Monfignore
M. -intorno StrafoUo.&trouammolmtfiere andato al '
fno cafiello ,onde 10 mi dijfofi di andarlo a tronare ,an-
ebora che mi fiojfe fuor di mano ma non peri nodi la- .>
fetore di non uedere in efia cuti le due fontane fatteni di
nuouo per opera delio mgentofifiimo M.Ctouanni Car-.
r ara Bergatnafco,leqnalt oltre la naghcoijade niuiCr
poUtimarmi ,Cr fua perfetttfiima architettura, gitta-
m fi grande abonianga di acqua Cr di lama perfettto-
ne , quanto che alcuna altra che fi trom , ne mi fudiicaro
apprefio ^intendere ,cb'd mollo M gnifico M.'l{uoli
dU Tome dottore .& philofipho fingolarifium^Ubiira C
Luogotenente di quella patria fu quello che fece fare la
non mal a bafianx* lodeuoie Optra, & qneUo ciré pin mi C
porne di marauiglia ,fn ,the cinque nngUa lontano dalla
cutàper condutti era tolta 1 1 detta at qua, là doue ella na
fee ,nt per aliun tempo quella mania giamat , prril.be
hgindicai non meno porgere di eccrlleuiga a detta ma-
gmfiia Città quelle due fontane che féteporgino inno/"'
tuarauigliofi edtfin er le fnprrbe torri ihe ni fono, h, .1
lecitalo dal tempo.prefi la debita lichen da gli amici mfie
mecolmio-tntomomi aniaia Siraloldo ,douetrouai il
wifo Rfuerldo M-Antomo^ol mio Monfig. M.CamiUk
' ' a. ii
M ■ O ' N DO
fuo fratetle , aUiipialipn lì miti hmrflci da loro riceuuti
dopo gli abbraciumemi , remiti queÙe grane ihe meglio
per me fi potè & fippe,& fodiifattoinpartea tanto de-
bito , ^ di tjnmdi mjieme eoi mio Monj gnore M. Camil-
lo lafciaiidegbaìtri duo intoni) conia miglior parte di
me, dato fine a gli abbrac(i.menn,mianiai turfi) ^qui-
teia ptrMcderr te nenerande fine reliquie higgi miratolo
fetondo dilla mifira Italia. Ma per fg:, ire l’ordine nofiro
porrtMO circa a qui fia città di f'dme/iuello che ne due il
noHro B oc. In Friuli pacfi quantunque fri ddo, beto,&
dt belle montagne^i piu fiumi, & di chiare Fontane è una
terra chiamata ('dine .
MarfìUa Lat.maffìlia.Boc.Marfiliaèinprouen^fopra
la marina pofìa,antichiffima, ejr nobitifiima città. P E T.
FoUbctto ch'a Marfilia il nome ha data Et a Ci noa tolto,
poi Virigi.Lat.tutitia,panfiorum .B oc Hauenio Studiato a
Tangi andando per noSìrehifogne a Tarigi.
Toìofì.La città mia confinidi Cuafingna uerfo Bretagna ,
D A K Che Tolofana a fi mi truffe a Roma .
Wompolk'ri. Cafletlo in Francia. B oc. ConefitaMom-
poherfeneuenne.
Trento . lat. triderttum .D av. Dilàda Trento f ..ddice
percofie.
Ama, fono piu città di tal nome ; prima .Alba lunga nel la-
tKjctci uerfo Roma . .Alba Tompeia in Uguria , cioi uerf>
Genoua .Alba .Augujlain Francia, jlma Greca in lun-
gheria ,già detta Taururo o nero Taurunno , hoggi BeU
grado; & Alba Rrgate pure in f'ngheria;& f una et ( al
tra a noflri giorni cfpugnate da Turchi. Pn. lui era quel
che fondamenti Iota D'Alba lunga il bel monte pelitgri-
no.D A u. Tu fai che fece in Alba fica dimora .
Adria. & uoigarmente Ari città lontana da Ferrara tren
taciaque imgba/hUa quale hebbe nome il mare Adria-
tico .Ari. Haitrà d Ducato t Adria con la figlia Del
fecondo Re Carlo di Sicilia . Adria che ualfe Da fe no-
mar l' indomite acque falfè. &■ Adria fu anoho colonia de
Roma mpofiafopraiun colle e rto/Iaiquale Adriano im
peradore trafse origine .
Tntìi.latjrinntn &trardum. Boc.Et di quindi di marim
na in marina fi condufie infima Troni.
CaetJ.Lat.i attà in terra di lauoro chiara pel porto, dr pel
Utoameniffimordoue in cima del mate detto la Torre d Or
landò è tempio di Saturno ritondo infiggia di Torre con
tertaifcrittioitt di MunatioTianco Rumano che lo fece
edificare fòhconlefpoglkde nemici. Boc.Credeft che
la marina da Riggio a Gaeta fia quafi la piu diietteuole
parte i Italia .Van.Mì diparti da Circe che fottrafie
Me piu {un anno làprefio a Gaeta.
Tnpzni.f/at.drepanum.Bo c.ht ytica picchietta IfUa
quafi a Trapam dirimpetto .
TuniCi.Lat.tunetum,0- lumtiurn . B o c. S'Ha figliuola del
Re dt Tunifi. Menalo in Tumfifu mefio m prigione,
pej Mesrina.Lat.Mcflana,Zanclc,& mamertium antteamfte.
P ET. Ch’orni Bologna, éthor Meffina impingua .
Guizzante , & Bruggia in Fiandra ,pofle ne liti del mare
Oceano ch’i tra ( Inghilterra ,C la Francia, Et L’oceano
in que luoghi due uoite in xxiHj.horefimoue da leuame
in uei fa ponente,^ altrettante torna in dietro, & nel filo
mauimemo efie del luogi fuo,& entra infra terra; & pe-
rò dite Da a, Siuale I paminghi tra Gmgg;antt ,
Bruggia Temendo il fiotto ebe’n uer tor l’auema Faidh ti- ’
jchtrmoptrche'l mar fi foggia.
Doagio . Guanto Jjlla , ér Bruggia tutte città in Fiandra,-
D A K.MafeDoago,Guanto,LilIafiBruggiaTotefieT.
Bibilonh.cofiditta da Greajet da Latini babyton,^ Giu
dei la nomini Babel, mi città di tonfufione , fi tome ifpo-
fie Ghf pbo, che grecamente finffe le lofe de giudei fu det
la la gl àde,netiaquaU fu edificata la gran Torre é 7{em
hrvtb perlaquale furono éuiji le lingue ;& fecondo che
ucgliono all um fu edificata da Semiramide Rema con fi
mirabili edifii q che meritamente fi può connominare tra
li fitte miracoli del mondo . Euphraicgb pi fia per meg^
•JO0 ni il Cairo douepafia il Ì{ito i detta Babylon come
uuol Strabane & T olumeo laquale da gli anni hi fu detta
Memphisart il noliro P et. in ucce di Ruma fempre la po
uc onde dice 'Non Roma bar Babilonia f alfa é" ria.Et tre-
mar Babilonia, cirliar penfofa.De i'empia Babilonia , on-
{i fuggita Cg,u uergogna,ondc ogni ben è fuori; Alber-
go di lor maire d errori L'auara Babilonia ha colmo' t fie
co . bauendo uolto A Roma il uoUo,& d Babcl le jjiaUe, ■
Corfe a Li Babilomi a rouina . B o c. /( Suldan di Bahih-
nia.T.La gran Babilonia. A R i.Talcbela gente falfadi
Babetle Caccierà .
Baldacco per Babilonia pofe il nofiro P e t. doue dice; Sol
una fede , & quella fia m BaUacco . & Baldacco i una
tauerna in Firenze, doue il B oc. molteggiàdo dice ; Ter
Io reame del Garbo caualcando per unire a Baldacco.
Cairo Lat. babylon,nunc uero babulis,& bora uolgarmite
ideila Babilonia . E'eittà regìa deW Egitto laquale a tia
pi noflri ci tutto Cimperio,chauea durato quattrocit'a»
ni infieme con la militia di Mamaluccbi quafi inuitta, et l
ridotta fatto la potefìà de Turchi.
Troia. Lat.ilhn. P et. SiualnelrignodiRomafibiqueldi 9*4
Tina. 'Nqa chi recò confua ung i bellegga in Grecia af-
fanm , in Troia ultimi Hrtdt . Ne‘l paSìor , di che anebor
Troia fi dote. Voi uidi quella che mal uide Troia .l'ha co»
d»tloalfinlag(teGreca,t^la Troiana. I duo chiari Tr»
iani.Ch'm ItaUn a Troian fi tanta noia. B o c.Doue tut-
ta Li Troiana ruma erafmaltata. T h.
Argo. Lai. argot. Boc Argo antiebifiima città di Greti*
pirglifuoipjfiaii Refmoitopiufamofa thè gride. P e T,
Ch‘argo,& Miceua,& T roia fi ne féme . Argo che ha-
uea cent» occhi uedi a tyqy.DAtc. "No* da Tirati , n$ ■
da gente Argolica J.greca ;
Miccna.^1 micetutetrum.ieittàinGrecia.PET.Ch'Ar-
go^Mteena,^Troiafene(inte,
CirthìpneJM.cartbagp-Alta.Toteute/f’Superba.Di-
dune dopo che Tigmabonq bebbe ucctfi Steheo faceriou
di Hercole mentre ficrificaua,ilqual erafkozÌo,&nuri
lo di Di Jone ella fi ne fuggi iu Africa con tutte le ricchet
ge del marito céfici Carthagint ; uedi la hifloria aDi ^
doncApph Claudio fu il prono che mofie guerra a Car-
tbagineÀtrfiuperoUa . P e t. Ton difìtl cor 0 Sophonisb*
in pace Che Cartbagine tua per le mi noflrtTrr uoUe cad
de,&a la terga giace Et eb'cn mar prima umeitor appar
fi Centra Carthagint fi;^ chi lor naui Fra Siiiba,ér Sor ■
digna ruppe fi. ff^ctrcbedomui. Lat.i il con bop
»efe,0’pòcnut,Tyriì; Cadmageiu,Al3rubaltam,Sido-
mt,Ebpti,Byrifiai ’
Atbeni,tfi-AtbeneJMA^Kii*ftri,iiuGceeiifiàdomi-
(ilo.
ai *■
t
V
MONDO'
^•,etret(Ua(elaiìtnttele iottriiie.f» liómin^ta^lhe CkelhhtJjno A m. Etrhenn pocì>i in uHi
UJ <U ’MmcrnaJiaquaU t greci ihumaao ^ihciu; al tnt- tra ritrailo. Et feto in ^rit ad ./igramante il tr.ifie.
U> hnggi éflrmia, tre opinioni ni fono , tinnii per bora la- Vergimo.Ul.pergaHmm,fme pergamns . è città nobàBi-
fiiamo.Fu pana di D. moflhcne.onde il P i j. Et cofa da ma in -dpa , nellaqnale regnò .Aitalo amico de Romani,
fiancare .Aihene.Arpino,Mamonaj&Smima,&l nna, P £ \.l'n da Tergamu'ljigue^t da Un pende, L'artegaà
Ù’faltraLira ..Aliibiaiechefi fjirfio .Albe na; come fu Hafranoi.
Jno piacer ,nolfe, & rinolfe .Dan. Tu credi ihe quijìa il Marathoaa. lat. marathon . Luogo in Unita , oue Dario
Duca d Uihene. iiual fi partì Hippolitod'Uthene.Uihe per lo ualure di MiUiadefu roHo. onde il P £ ì. Aia Aio.
ne,&LaicdcmonaìCbejcimL’anucbeUggi.Tdaitu- rathona le mortali finite .
diofaUibene. AruacìfiokefuLuiillotnuentoredelleSJtire,&fucolonia
Thcbe and celebratijfimaé Grecia in Boetia .eàfìeatada dcgUUufum. Ptt "Hon pur t'erona.MàtoaO- Urica,
Cadmofigliuoloé Ugenore,&iima di mura eoi fuoiio PMa.Ut.i atti diMacedonia,^ patnadi Ulefiandroma
della iithara di U mpbione litarifia, come fingono i Toc- gno. P £ t. Tbilippo ,e'l figlio ibeda Velia agl’indi Cor-
ta dopo rouinata da Utefiandro AlJg>io, CtUbredt duo rendo uiafir pac fi diuerfi .
Duci,ciaèEpaminonda,&Tobp4da.Tatriadt Bacco ft di Poli. Lat. è tut.i incapo eflHria uicina algolft delmart
Hcrcole;prcfioJaquaUiHeliconbofco,&Citherea Sei- Udruno detto Quarnaro . & però dice D ns.Sicom'a
ua; & UgamppeUretufa, Dace, & Hippocrene fonti . Vola prefio del Siuarnaro , Ch' Italia cbiude, O' finii ler-
Furono ambo molte altre Thcbi;lequab per bora fi lafcia rem bagna .
no. Ltt.Tbeba,arum. Pai. Qj^al Bacco,UUide,Epami Caorfa,( città in Troueiri^già lunghi ftcoU refe ria d'ufn-
ncniaaTbcbe.T.LabebcaThcbe. rai D a n. Eiperò loniatorgironluggella Dillégnofuo,
Snmni.Lat.fmymaJccondolapincelebrataopinionefupa & Sodoma aìT Caoifa.
trii d'Homcro fommo Tot fa de quanti mai ne furo . (jr/i Sodoma,«r Gomorra. Lat fodoma,x.fi)domìi, & fodoma,
comeitnofiroPir.affermaquandoàcc.Eicoladafiaii- orum,plu. fono cafielli in Saia VaUSima ,lequaU per ù,
cor Mamoa,& Sminuì, cioè b'irgiUoAÌr H omero . fiderà tomi io conira natura fopra Uno, Dio piouue fuo- '
ATpino.Lal.patriaéCiieroiu,IlquaJenonlolamentefupa oo,&Solfo,&arfeogmcofa.D A N. Et pero lo minor gi
drede'.laeloqucaca^nafulaifieSdeloquenxa. P£T. £» (» ron {nigella Dclfignofuo Sodoma, &■ Caorfa . La intona
fit da Haacar Utbette Urpmo i. Cicerone. uié a qiq. gente Sudoma,S‘ Gomorra.
tblegci.Lat.Tblcgre,eUtueThltgretrouo,L‘unaiiiTbra Cologna. Lat. lolonu.iiittà nella Mignabafia (opra il
elafi comejcnue Solino in .Macedonia, ci/efiendo per adie Rbenoiiofi detta perebe fu Colonia de Romani. Fu disfat-
tro detta PbL g'aper quel thè de Giganti i onera i Dei ti la da .Agrippina genero d'.Augufio,& per qui fio i detta
diuulgato.bebbepoiil nome , come narra E^ippo,da Coloma.Agrippa.D a n.Le cappe fatte dellatagba,Cbe
Tbcdlcne figliuola dtStctbone ,& donna diCleto;uenii per U monaci in Col gru fafii .
(he Theag-ne nelle cofe tbeferifie de Macedoni, dtmofira Luni città già nobile; ma hcggi è ffienta, dallaqnalela regio,
coloro cbebabitanaminquella terra efier fiali fi fienfit neuicinaideltaLnmgitiu.Lat.Lunaalpre}ènieidctta
ftfuperbi eh’ erano chiamati Gigami; Et perche combatti fiorto ntnere, V) ah. Che ne monti di Utni , doue ronca .
do Hercole con loro, caddero dal cielo ardenti folgori, fi Weiat i città in Ufhca non moUo lontana da Carihagine ,
che furono pofii in fugafifi- uinti , nacque la f ima de Gigi da cui i detto Catone P'ticenfe. Dan. Tnl fai , Che non
ti contea i Dà. L'altra ThUgra è m terra di lauoro Cuma ti fu per leiamara in f'tica la morte .
,Auerfa,c^Toxj.oliprefioa T>lapob ,fi come ne mfgna hug^czcittàncllito -Africano , ali incontro di Marfilia.
Tbnio, oue, fi come narrai trabone, fi dtuulgalamedcfi- D A tt.Buggea fiede , & la terra oniCifui.
ma hifiona de CgintiidequaUi orimi furono .AUuineo, Aaguùz.famofifiimaditdinGermanu delta uolgarmen
CTorpbirioicbeinprtutlegiu hthbero dalla terra loro le-Ausburg.
tnadre,memre Ut toccauanofiondoucrecfiere mai uinti . AusbuTg,altrimentidetta -Augufia; uedi di fopra .
Maper confighodiValladealzati in fufo rimafero abbai Callagura. lat.uulgo caliborra.i città in Hifp.igna patria
luti; Et di quefli -AUiuneofuuciifo da Hercole , fitome di janDomenico.DAn.Su:de la fortunata Callagura Sol
ft legge appo làcopbrone. onde il P £ t. Et una donna int lolaprolcttiondel grande findo.t.dt fan Domentto.
nolta in uefie negra Con un furor ; qual io non si fe mai Sibilla. Lat. bijfalis , t ittà nelle parti piu occidentali della
Ul tempo de Giganti faficaTbUgra. ^ Spagna. D Ati.Eltoccai’ondaSolto Sibilla.
yotf Rhodi.Lat.rbodoi.Boc.nafiofameniefen’andaronoaRho A\igni c.ltà^Cr colonia di Herniapofla nellatio fecondo
di. Da moke nobd done di Rbodifu accompagnata. Sopra Tolomeofiucro m terra di Lauoro, tome piace ad altri pa-
la nane à Bhodunifakò.'HpbtUgmuane Rliodiano . tna di Bonifacio Tapa. D A ii.F'eggio in -Alagna entrar
Acri . già nobiUJfima città marittima in Sorta autiquifiima lo FiordaUfò. Et farà qnel d’Mligna ejfirpmgtnfò.Boc.
di tutte faine del mondo, & fecondo che firme Salmo, & Et preftroil camino uerfi -dlagna.done là Ttetro baueé
Tlucofuinnanì^ il diluuio edificata; &■ dopo molte gucr certi amiti .
re fané fu prefa dal Soldanofii facebeggiatafit routo-ita. lkTài.Lat.& uolgarmrnle LrridajCr Leidaà città ìnSpa-
Dan Et neffutt era fiato a mneer Ucri. B oc. -Acri, gna.D AK.Et CefareptrfuggiugarellerJaVunfeMar
laqualj0ltoilSoldanoera.Terkrnnead.Acrt. fiUa,&poitorfeinFh^gna.
Arli città in proucir^pofla alla foce del Rbodino , lontana D3imiìtì.Lat.herU)polis,cfi- Telufium è nobile città ht Egit
tre leghe da -Augnane multo lOpiofa di fipolcrnbelLa- lopofiaful’Hilo.D An.Chetun unite leAaile iu uer
tao la chiama .Arelate .onde Da n. Si come ad .Arli, Dalmata. _
mondo
CaftcUi
Setra città in Barbaria. D a n. Dj [altrjgiì m’hanea U- tradì Chrifìo. Dan. QueWanrmaUsA c'ba fi grà perni,
filata Setta . Difie'tmaeflroi Cinda S canotto.
Gcrufalcm , & Hicrufatem , città in Sona celcbratiftma Thdpia città in Boettafiia alle radili di Tamifo, da cui /b
perla fepotero di Chrifìo ,&perlo tempio di Saiimone
Lat Hi:rofolyma,(P‘ Sohma. Ifiodoro ferine ; ebeSenfi-
gliuol di 'Hoe dopo d dilanio edificò in Siria quefla ctttaft
nommlla Salem . Dapoi habitata da Icbiifii mntò nome,
^ da loro fu detta Iron ; Toi lopofero l'uno,& l'altro no
me,& chiamolla libufalcm,et poi Hierufali m Salamone
la nomini) Hierofolima,^ RomamS 'dima. onde Inncnare
Solymarnmq; facerdoi.Fiiulmente Elio .Adriano Impera
dorè infiituì che da fi fnjjc detta Elia . ^ noghono alcuni
ch'ella fia nel mn^ del mondo . onde Dan. Gernfalem
col fuo piu alto punto . Terò gli è loncrduto ihe et Egitto
Venga in Hierufilemine per nedere. P e T. Egli tu Hieru
talemj& io m Egitto ,
Nazareetc. Lat ‘Ha^areth. Hoc. Quefla i una delle pen
ne delt.tgnol Gabriello , laquale nella camera della Ver-
gine Maria rimafe quando egli la uennead annuniiare in
Tdai^rette.
pop Gchennz.Lat nunc uulgo Genru.ca> Centura, i città pofìa
nelCejiremo degli .Allobrogi prefio a HeluiXP'Eis guari
lungi dalla Vrouenxa^uc dal Lago temano rfee il Bhoda
no dette le muje Thifpiade . Aflò città in Afia Vatria di
Cleante Vhilojòpho nobilijjimo. Tinge cittàin Maunta-
maedifii ata da .A ateo Re della ultima parte é Maurnom
nia.doue rimafe lo feudo fuo iauono molto graueji come
firme Tomponio meù.Bcculia patria di ludit hebrea,ue
dialudu jottoCaflitda >14. Feltre città neiia Marca
T riuiguna a i^^^.&altre molte ,
ter-
CUSTELLl.
Aftella. Liatemo,Slagira,Certaldo, Riba-
re, Lumages,Chiaue ri,Cometo,Ejti,Tefihe
ra,Vontremoh,Bagnacaual,Sanleo,Brettim
noro. Ville, Contadi,Borghi,Vii bi,T om,Ba
ftie,Bafliomdiocche,FortexiLeJilpan, Edi-
jii iJHui a .ValagotitCafi.
Cilii:ì\o.Lat.caflrump]elfingulare,&Caflellijet Caflella pu
nel plurale.lat. cafira. P e t. "Per oroper eittadi, et per
Cafiella. B o c. Caflel Guglielmo.fla filando tiare le Ca-
Hella . _) D A N. Ter difender lor uiUe,& lor Cajlclti .
noAndetheparech'indinafca,aniboreheueiigadaW.Al Licerno,e!r no» Untemo.Lat. Unternum. è camello al lito
pi, ilqual fiume paJSa per Si uignone , nel cui contado i la delm.ire jopra il fiume del /io nome prefio a CumaAlr li
gida'ìd^poli quindecimiglia uerfòponente,giiehiaro,cr
famofo per l'efilio, ^ per la fipoltura di Scipione ; Ho^ji
la chi imam patria,ne altro i che una Torre, & quiui jtet
te in efibo Scipione.& i lontano Literno da T raietio utrm
fo oriente uintiiinque miglia, perche fu mamfefio ferrare
di coloro che gliele pofiro da prejjotuokndoforfi m uece
terra , oue nacque madonna Laura celebrala dal uoffro
P E j. onde dice .Mmua un fiume che nafte mCtbenna
^mor mi dii per lei fi lunga guerra.
Anc»ndro.Lat.aneandrus,da Tlinio edonii . & .Antandrii
promontonum efl . i pofta ne liti uicini a monte Ida . onde
V i a., nel tergo dell Eneida . Clafiem^ fub ipfa .Antan-
dro,& Vhrygia ntolimur momibus IdaiContrahimuiqi'ui
ros. e!r P E T. L'altro i colui ; che pianfe fitto .Antaniiro
La morte di Creuft. Dan. .Antandro,& Simoemafinde
fi mofie, Runde,&- là deu’fUttore fi cuba .
Alcflà tióriì.Lai.i eh là nobilifjima neW-Afia maggiore nel
la prouincia ibMrda .eéficata da -dlefsandro magno ,
che per lommodità del filo hebbe tìud» di tutte ledqcipli
ne Lberab, e perciò fu > mporio di tutio'l mondo .Dan.
Ti r CUI .Alexandria,<!r la fua guerra
il Un dire Mintuma città mfiilifflma per aiietro fopra il
Carigbano , donde ha origine Traietto: Ilqual errar nac-
que per la Hatua di Scipione , che fu trouata nelle mine
di Minturna prefio al fiume. ^ quìida notare che la
mila di S oprane era ne ilici di Literno . onde UT st. Indi
fra monte Barbaro , tir -Auemo , L'antiquiffimo albergo
di Sibilla Tafianio fé n'andar dritto a literno.ln cofi an-
gutia ,&folitana uUla Era'lgrand'huom, ebe df .Africa
{'appella .
Sicne.^r. Syent.i città tra confini d’Ethiop 'ia,& di Egitto Mintumo caflellofioggi detto Traietto preflo Uri fiume,
dirittamente pofìa fitto il tropico di Cancro. Onde il Sole boggi Garigliano, all' incontro diGateta città patriadi
efilndo nel detto CancrotiUhe è il mefe di Giugno; {landò M. .Antonio Mmturno buomo a giorni noftri dottijffimo .
perpenJii ularméte a mettgp Udì nel Solfiitiofipra la firn Stagira camello apprefio .Athena patria di -Ariflotele di
mità dt lei^nfa ombra alcuna. A. R l.^e fofienato afa» 'Ificomacoalqualcbebbeoripneda Efculapio, uedi la hi-
prica SienejO doue .Ammone il Garamante cole . fioria a 196.
Scììlei, oScaleacittàéCalabria fitainun colle prefiola CettMo . Lat. certaldiim . cafiello patria del noflro pi*
manna thè fi fale,eome per fiala,(fi perciò detta Scalea, MefierCiouanBocuccio.D A N. Da campi éCertaldo,
non lungi dal capo é Tabnuro che bebbe U nome dal noe & di Feghme ,
chierodi Enea,cbe nauigando quim cadde inmare . Brettinoro . Lat. fòrum truentinorum .eafielloinmexptf
Ttxpatii.Lat.drapanum,ctttà in SicUia abondante,cofi detm la Romagna pofio in monte /òpra Forlì . D A N. 0 Bretù-
ta dalla piegatura cbefanelpartoag/ufadfuna falce. E' noro che non figgi uia .
di là da monte Ubano litana da Enee monte fialqual Sodoma,dt Gomorra cafìelb, aedi a 907.
porto i commodo a pafiare in .Africa. B OC. In Vtica pie Rjbare cafiello nel uefeouado di Teragot tb'è in Treuenta,
dola ifola quafi a T rapam dirmipetto . patria di -Arnaldo Daniello gran maefiro in dirif amore,
pio Klepo città mana al Cairo abondantijfima,& di gran traf LamogcscafietloinTrouengafiauenacqHeGiraldo,del- .
fico. Pelctronio tura, doue fu prima irouaioU modo di quale fa memumeilPtTÀoue dice E'IueccbioTierif .Al
1, domar cauaUi.Tphcfoctttà in ùdu patria di Homerofe uema con Giraldo.
& tondo la opinione daltum.\ilon2 città famojànellare ChiaucricafielfinelUriuieradiGenoua.DAS.IntraSi-
'gfoneé Epiro. Scuiotto patria di Giuda apofiol», che fieri, tfi'Cbiaueris'adptiaVna fontana bella.
Cometo.
MONDO ,14
Comfto I-Tf eallnmìnm,iirlMllnmmitirm,&c«ri- hwmofoffe detta. f'iUawmtìttefiioUrMggiéU.
tbij.è un Caflelle m terra di Roma nel patmnunio di Jan Viltà. Lat. ipama,pufiUammilas^midaas naie d.tpoct^
Ttrtro.D A N.ibe'nodioha»aoTraCieciita,t!rCome- gme.Se^uendoiayiltàdeUa feruile conditione.Terf'i:td
to i luoghi colti .Ari. Credendo chedalor fi fojie tolto d’ammo.Ma pur quefla yUtà umcendo U fuo animo alte-
Ter praRoma,&- Ito era a Cornato. ro.uedi alt Indice.
Uii,CafìeltomTadouana.Lat..Atefleifu eglidonatoda Contidoyèlayillayft-pponeperogm paejè Jòttopofloa
Carlo Magno Imperadore uenfdo in J tolta cétra Lógobar ctttd^ ancho paeje fottopojio ad un come.ùt.rus^pr,
di ad uno de fuoi baroni dahfual poi nacque la lUuJirijJi- ntinagroferranenfi,Tagutahtio^fJlri8ut,tra{lus,ter-
macafadaBjle.DhN. iìuel Ì Ejh il fi far che m'bauea rttormm, regio, hoc. H arconjiante Contado . Stette in
inira. Boc. Rinaldo da Efli. i buoni tejii hanno Mjii. Contado.EjJendo in Coniado.£t cercarono taùrui.oalme
jlij Pefchera. Ì4t.pf/Iiina Cajlrilo pollo nel fine del Lato di no il ter Contado. Contadino, uedt a J05.
Carda McUa durcefe à yerona.D*ti.SiedeTefiherabello Tiralli , i contado , li cui conti da latini fono detti thurones .
& forte arnefe da fronteggiar Brefciani, et Bergamafchi. D ah. ./i piè de l’alpe che Jèrra Lamagna jòura Tiralli .
Atgeati. Lat. CaHellojàpra il Tò Untano di Ferrara ,8. Borgo. Lat.[uburbium^fuburbiaa>rumanUa.uieus,& in
miglia. Ari. Taccio di Argenta ,di Logo, & di mille ctuitate uicus urbanus, angiportus .è luogo doue fono piu
altre Caflella , e populofe utile .Boc. yngennthuomo cefi infieme fuori dei circuito della cittdaleiio dal Lat. ab
if Argenta , urbe fi a fuburbto, ma fi piglia anchora per quello di den-
BtgjMCìuailo.LatJyberianumJeuad caballoticalìeUo in troia cittàP e r.Et hard un pudol Borgo un fòln'ha da
Romagna ,&idel Duca di Ferrara .Dan. Ben fi Ba~ to. B o o.Borgodi Credei una Sirada in Ftrenge cofidet u
gnacaual che non rifglia . tafinde formò D a N. li nerbo imborgare quandodice. Et
’Pontremoli.Latfippua.caflello del Conte di Fiefeo. Boc. quel corno { Eufonia che itmborga Di Bari.S A N. Ogni
llqual fi chiama Fatinolo da Vontrtmoli. Shada, ogni Borgo figni triuu.
Sanleo . 0 Salleo Cajlelio in monte feltro, nella fòmmità del \icoJat.i borgo &uia.D a h. Dimmi fe fon dannati et in
tnonte.DAN.yaffiinSallcofiìrélcetulefunTiolt. qual y icojuercbio .
Afcian Castello nel Sene fe .Dan. Cauta dMfiianla ui~ TorrcO.»f torris,pyrgutji. P e t. Torre in alto ualor fondam p
gaae& lagran fonda. tae& falda.Et quel che comuiciò poi la gran Torre.Torre
Feltro, cajiello nella Marca df Ancona, aedi 1555. d'alto mtelletto.Etletomfuperbeal ctel nemiche ;Et fuoi
Tomer difuorcornedentr'arfuifuperbi.BocLaTorm
y. I L LE. re è alttffima;& tanto che quafi par che inuuoli tocchi-,
> L’alteTorrifilepiueleuatecimedeglialberuSopraCec-
914 Yillt.Ut.&rui,fuburhiimJuburbaiàifitCHS,pagiii.P sr, ce^Torri.ynaTornceila duhabaata. Dan. Che uri
In cofi angufla , Cr folitaria yilia Era'lgrand'buom che pome ueder molt'alte TorrLSappi che no fimo Torri, ma
d' .Àfrica i’appeUa.Ouio fia in qualche yilia.Ch'amorfi!r Ciganti.& di qui formi Dante il nerbo torreggiare ,quan
luifegui per tante yille. B o c A'no de gmeoU di fan Ce- da dice. Torregguuian di megga la ptrfona Gli bombili
Tardo di yilla magni (irridenti!. ) Vene ^rfe yiUefit C^antUpareuano T arri dal meggo in si.
pergliumpLUadòadunayiltettaiiàuicma.Etinlin- C2nreadi,iunaTorreÌHBolognachependeprefiolater-
guaFrancefe yilla naie quòta catà,fi come la pofè Dan. re de gli .4 finelli.D a n. Sìgai par a riguardar la Cari-
quando dice Sopra’l gran funted.Àrno a lagran y dia . fènda fottod chinalo .
( intendendo Fireno^g . ) Baftia. la forte^ ufato dal Morgantelatagger figgerli,
laiicifa yilla doue nacque il Tetrarca. BzSlioneJatagger,riigr<mgnaculu,muninofiiummen,
Aluernii ydlajòttoil yefconadodi Chiaramente in Fran munimentumTiUnparo,fonegga.\KiJpaganfipro-
da.Psr. E'IyeubioTierd’MluermaconGtraldo. uedefi catta terra J^ofiifiipari fi Bajliomfiampa.
Piccola.^ yilla à M.mtouaaloue nacque ytrgdio .Dan. Riparo. Lat. agger. noi baSime ,forteggfi .Ari, Erano
Ec queir ombra gentd^er cui fi noma Tiet^ piu che y il quejii duefiipra i Ripa ri ,
la Mantouana . Rocche. Lat. arces. Boc. Et le alte Rocche tirate uerfi il
\iUtno.lat.ruSiicusfiquorMfiicanns,colomisfigricolafiil cteh.DA N.Cofine pofealfondoGerione apied'apiède
licusfigrefiiihocagrejie . ^paganusfin fuautum mori , laflagliata Rocca j.rupti.Sopra'1 qual pontan tutte fal-
i il uiliano , che uà in campo perguaSiadore . & pagus il tre Rocche J.f affi , & monti . cofi gli antU hi Thofeani di-
^ mllaggioficaptle.Boc.yulanCaualitrt.ynricdiiffi- ceanoroccajiir roccia per b monte. trRoccelladdmtnm
moydbno.yiUane parole. In habitoy db fco.'P ir. Ha- tino é Rocca usò iMrnJio.
urian fatto gentd SMma yillana .Dan. Cortefia fu a Altaforte, è una rocca in Inghilterra. Dan. Sopra colui
lutefSerydlano.uediajo^. che pi tenne Mltaforte .
VillelcOji cofa di ydb.Lat.ruflicanusfit ruflicarius. Boc. CSùete.Tempi.CelbMermi, Debbri, .Altari, Monafleri ,
L'alta nini di coflà nafeofa fatto ipouen panm, & fitto Conuenti,ChhSlri,Cimiteri. aedi a 47.
[babitoyillefco. UuT».Lat.murifiutmania,um,bmuradellacittd.'Psr. p\q
9 1 J \iU»nÌ3i.Lat.inurbanitasfiouitiu,ruflicitas,cótumelia, iniu L antiche Mura; ch'anchor teme,& ama. "He di Muro fi
riafipprobrium. è cofa contraria alta ciuiltti & feonuene é poggbp dir am'ombra.Sìualper tronco, 0 per Muro he
uobfip-ydtàuab Umedefimo. B o c.SìueSiaègranyd dera fèrpe.Munerand'alabaliro,& tetto aoro. Boc.
lamaa uemre m queji'hora a cafale buone femine.CUdsf Dentro alle Mura della lor città. Sopra b merlateMu- i
fegraiiydlania.Clidifiebmaggioryillamacbewiaiai ra.Le Mure erano gjammofe di faSUdiopt mafia. Th,
MONDO
Eraimilb(ruìi patiliJImf M. Salito [opra un Moretto.
Murare. Lat. murum condere , edificare .Bo c.LaTorre
tutta miino alla fummilà ruuratjj.dnta di mura.llgiar-
dino tutto intorno Murato.
Vitete.Lat.paries, lattrmut in LÓbardia è un muro di una
tefta jota. B o c. Qual afino da in Tarete tal nane, & il
mede fimo dice un’altra uolta alche uale^be C a fino t he di
di' calci nel muro ,fe forte gli dà , forte audio egli riceue
duolo;& è quello che latini ^cejpar pari referre .Dan,
Tra due Tareti del duro macigno . Cerchi di fuerchiar
quella Tarete .1. quefta grotta .Ani. e tutte le Tarete .
Eoiticio. Lat.cdifcium. P s e.T'rodufie al fommoC Edificio
fanto.Et DifUio dice D e. n.yedermtparueun talDif-
cio allhora .
Edtficare.LatJcdificare. S ntt. In fu ^edificar de lor tugurij.
Tiaolato. Lat. tabulatumji ferratura fatta diMfSiperdi-
uidere un luogo da un altro. B o c.S’erano pofli apprefio
et uno Tauolaio , ilqual diuidea (una camera dall'altra .
918 P»\iZzo,&Talagio.Lat.palatium, & conciliabulHm,fo-
rum,e!T iuditium.il palazzo defignori, doue fi tien ragia-,
ne fi tome luogo publico. P e t , Qui non TalazjjfiA tbea
tro fi loggia. Bo c.ynTalagio con un bello ^ gran cor^
ttle nel mez^o con loggie,& confale, et con camere tutte
ciafeuna uerfodifibetlifiima,&di liete pianure Tignar-
denole, ornata , con pratedi d" intorno con gurdmi
ma rautgUofi,(Z con po^gi d'acque frefchifìime ,0" co uol
te piene di pretiofifiimi umi. Vn bellifiimo, & ricco Taiio
ghalquale alquanto rileuatodal piano fipra un poggtnto
era pollo . 0 quanti gran Talagi per adietro é famiglie
pieni fi uiddero fenza fucceflore debito rimanere . Quan-
tunque amore i lieti Talagi fi!r le morbide camere piu uoa
lentieri che le pouere capanne babiti .&CAk\. deferi-
uendo un bello palazzo fiofi dice. Fn tratto Sarto fuor dà
. flradaulciro:kinnanztungranTalazzpfitrouaro,Di
, ferpeminàporphidoledureTietre fonde laporta Urie-
co Udito i Quel che chiude è di broHzp,con figure Chefem
brano Airarcmouente il uolto. Sotto un’arco poi 1 entra ;
oue mitlure Di bel mufaico ingaunan l’occhio molto, Qm
nifi uà in un quadro ch'ogni faccia De le file loggia ha li
ghe cento braccia . La fina porta ha per fé ciafeuna log-
gia,E tra la porta fi fé ciafeuna ha un'arco , D'ampiezza
fari fon ima uaria foggia Fè Somamenti ilMaflro lor
non parco 1 Di ciafcun'arco i entra oue fi poggia Si faci
che un fómierui può gir carco; yi^altroarco disi troua
ogni fcala,Cbe t'entra per ogni arco in una fola: Cli archi
di fopra efeono fuor delfegno Tanto , Che fan coperchio a
le gran porte, E ciafeun due colonne ha per foHegno, .Al-
tre di bron^, altre é pietra forte , Lungo farà li tutti ni
difiegno di ornati alloggiaméti de la corte fEt oltre a quel
ch'apparfifuaati agi fitto La caua terra il Mafiro banca
ridotto ; L’alte colonne , e i capitelli Soro Da ehi 1 gem-
mati palchi eranfuffultiilperegrinimarmi che ui fino
Da dotta mano in narie formefculti ,Titture ,egetti ,e
tant'altro lanoro( Benché la notte a gliocchi il pm n’oc-
cnlti ) Moflra che non badaro a tanta Mole .Di duo He
infieme le ricchezze fidrJopraghaltri ornamenti ricchi,
e belli . eh' erano afìai ne la gioconda danza y'era una
Fonte, aedi a Fontea 1084.
Pretorio. Lat. pratonum , i il palazzo , doue habita ilpre
tare, omagidrato,oilSignore.Ìiìc.Tito perauen-
tura in quella bora uenuto al Tretorio .
Cafi.Lat.domus. ades adii. lar. penates,&dij penate!, foci aiq
patrufieSum, fede! arfi/iomiciiium,receptu!,receptacu-
lum, Furialo , <<r Hyperbu furono 1 primi che facefiero
cafe di mattoni habuandofi innanzi ccelle cauerne .Pei.
Qual toma a Cafa , 0 quali annida in febea . 0 Ca fetta,
0 fpelunca Di uerdi frondi mgumea . Lat. aduula,domun
cula,gurguflium,& bgcUum. B o c.CafaTiccicta,Toue
ra,Duhabitata,'tluoua,'lfontroppo grande. Case Bel-
le,BeUifiime,TropieSiade,Touere,^pparate,CafiComm
mum. Lat.tabenìacula.y n bello ,&■ bonoreuole Cafamen
lo . In un Ca folate fi rieoueròàJn una cape rouinata , {>■
diibabitata. Lat. parietina, a,
CiinuecediCafii.D a n.Et reducermi a Cà per queflo col ■
le .Boc. Madonna Lifetta da Cà Quirino , laquale Vi-
nitiana era.&quidàin ucce delia famigba & i uoca-
bolo ymitiano .
Spono,&Spaldo.Lat. hortnt penfilù,^ Meniana,a
Memo, muentore , qua fi extra domum locuiporredus . è
quella parte della cafa , che dal taffèllo al tetto pende in
fuora , detto cofiquod extra pandcat,&quafi ^rto in -
fuori.Bo c. Et liuto quello Sporto troni un ufiio,e!ra
pii di quello raunato alquanto di pagliariccìo;Sotto ilqua '•
le Sporto. Ak i-Ouem tetto, oue non farei un Sporto,
Sporgere . aedi « 417.
Spaldo , è ilmedefimo ch'i Sporto .Dan. Tafiammo tra
martiri,&abrtSpaldudeftfepoUhrichefuUmureera- 1
no appiccali, tir penieuano in fuori che pareuano Sfaldi,
et perciò dice altri,percbe aUro dùiotafimibtudinefit an
eoo co fi difle per non dire piu uolte un uocabolo ifle]fo,per
cioebe Sepuicn, .Arche ,^-iuelb baueua detto , onero
diremo altri Sfaldi , idefi lemure della terra alle che fiut
la parte pofla per b tutto, ilcbe fi uede baueruoluto dire.
Itmura , perciocbe'lprincipio dello figuente canto Jicbùt
raque fio fine.
Verone. Lat. poJium , &diminutiuepodiolum , nel porti-
cuifiinbnlatiofixeJra . Xifius , loco editori . i luogo alto ,
fborto infuorifiun peri fatto fopra i tetti delle cafe, come
le altane. B oc. Se tu potefli uenirein fiulyerone ch'i fi
pra il giardino di tuo padre. Che ui fa egU perche elU^ .
pra quel yerone fi dormai Ani. Si puoiÙ quella in l'un .
yerone entrare,Che fuordelmuroMdifcoperto ufcialo
facea il mio amator quoti uemre, E la fiala di corde onde
fòlla lofiefia dal yerongiù gb màdai Qual uoba hauer-
lomeco[defitai. Trarr' un fino amante afe fopraunyero-
ne. Et dal yeron COI panni di Gineura Mandai la fiala, ■'
herbe fi fiori. Che da yeroni fi da finefire amene Donneo
donzelle gittano a man piene.
Merli . Lat. mina, arum. Ari. Tugnandofale , e al fin un pia
Merlo prende, Stàfufòi Merbfi mena il brando bi uolta,
B o c. Merlate mura. T h. Merlati muri. A m.
Man'eritic.Itfr. mobilia, & fupeUrddia .fbnolemafleritie
della cafa. Boc.Hauendobifogno di Mafieruie. '
Csmetz.Lat.cubieubimfihalamu!, la camera doue fi dor-
me.Cella, v Contlaue,la camera rimota, fèrratafi^ daU
l'altrefiparata,^douefifannoiparlamemifètrtti.Te- »
ftudoja camera fatta in uoltofiX cafalatinamente figni-
fitailtaflellofi fidare fattoinuolta,t!r dicefibca concoa
meratagb edifici fatti m uoba .P bt. Ter le Camere tua
fti>iiuiie/:ueiilM.O CzmeretUcbegiàfi!fiiforto.B<ìC,
yna
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, .t;
MONDO iij
yniCimers9fcurit.Seìlx,BeUi!ìima^opTÌi,Tcrren*. llqutlebxunioUdama femitadrboìe ,dr JtlU grjMe
FomÌ!.idicaliopporcii»e.Ci>tt»» Varate, Ornanijime, noia angoftuja Henne jòpraU Cateratta .
MorbiJe . QjteUe Camere patuno ut parodilo tanto fono G rata, & GraiUola. Lat. cratis,tu,è tptetla.ehe tengono le
be!Ie,^lbno non mena oJortfere,(yornaie.Coniertttaaf puuiube nefnai parlatoialle fineftredoue parianoaUt
Cai picaola,& Zambra per la camera i ^a. Froncefe. periàne é fuori, hoc. Et ejfeitdo un di ad uno fno paren
Ùmcrìrrc. Lat.tubuularius,aHlicusetCkbKulo,è quello, le alla Grata uennta.D a n. Come tenne Lorengnin fu
thg jla alla cuflodia delia camera, B o c. Cameriere fe„ la Grata . f>r qui t intende per quella ,doue fi arrottiiee d
tuijiino.l'Ha Cameriera tutta jinnacibiofa,FiJata. pefce,& carne. Lat. g'oticula .
Sala, dilla a fallando. Lat, ^ambulatio ,antrum,t<tutio, Chiaue. Lat. clamsfatihiilitm,rtpagulumfira,claufura.
cana^ulum,&triiliuium.i il maggiore del palatjo,do.- P s T. Dolce del mio cor Chiauc.Del nuocer donna &l'u
ue fi fanno lefefie,^baUi.hoc.E-itratiinuuaSala uat^-ColtraChiaue Hauetein mam.C>jielcore,ond'ban
terrena . Siuanti nella reale Sala u erano, yaa gran sa~ no ibeglnccbi la Chiane. Benedetta la Chiaue; che m’a-
la. .A far porre pancali & capoletti per le Sale, Videla ninfe .Aicore . ICelcor, Come colei che tien la Chiane,
jka donna federe in una Saletta terrena. Cbtaui .Amorofe , Ingegnòfe, .Ambe, Utile. E’I uiurio
7orta,l'fcio, Entrata J^aeflra, Balcone, Cateratta, Grata, di Chnjio con la fama de le Cbiaui. Che portaron le Cbia-
Chiaue,Toppa^errame.ferrarejrifeTrart4>(crrareabiH ut ,Demiei dola penfier . Et dte le Chiaui a quella mia
dere,rim.btud;re,iiichiauare,fchiauareApnrejentrare, nemica. lìueUa ch'ai ciel fine portò le Chiaui. hoc. ■.
ne itr are fittoentrarc,uf are, puntare . . Serrato la cella con la Chiaue . Lat. pefiiilata farei ; op-
Torta. Lat.dr ianua,pohis/>llium,aétus, farei , ualua cT ^fidata ianua, idefi dauft , cr pefiulti firmata . V.A-
pofiicula porta; la porta falfa di dietro. P a t, Trema nate uolentier prefe la Chuue, Dan. Intra Sieflri«!r
qu indo la uede in fu la Torta , Ui fanno guerra intorno ; Chiaueri Rannida Vaa fiumana bella, quello i un cjfteL T
t'n fu le Tauri. Che col pie ruppe le tartaree Torte.Et h della rimerà di Genoua .
falfeopimoaiiapt leTorte.hoc. Ter una falfi Tana, inehauare. Lat. chiudere. P %j. Orgoglio & ira dbApafi
doue egli entrato era.Gh miei penfierilafiiai dentro dada fò^oncPio uegno iqgn Cbiuda,i^ non luchiaue . . ^
Torta delti attà.Trouata ixTonaapertaentròdentro. Schuuare. Lat. referare . operare, hoc. leggendo che non
Torta SaLua.Torta San Turo. Torta don meta. Efiendo uemua,fece che’l Stufale fece fchiauare i magagini .
le Torte firrate. .Aperte le Torte entrò nel cafiello. Toppa. Lat. fera,patibulum. i la chiauatura di ferro, noce
Portiere, ir Torttnaio . Lat. ianitor, ofiiartut, hminarcha “tlapolilatta, & anche ufata in Thofeana. D a n.Cbe non
clan lriaui,et admillionaUi,prafe{iui ianu*,i quello c'ha fi uolga dritta per la T oppa .
cura della porta. Dan. Et uuportier che anebor non fa Serrare. Lat. claudereànclùderefibflniere, obturare, oppio pig
cca motto.iriui. Rtcommciò il cortefi Tortinaio. laredmercludere/icclndere. P E t, Ondt'l caniin alar tei
\ iMki\llo.Lat.èilluogp donanti la porta deUa capa KtcT, tifi ferra . Et che' l camino a tal una tm ferra .yentte a
Tjel iicente VefUrulo di quella Felice cajà. me fi'l pafio altri non ferra. i paffi intorno firra.Tal m’ha
Vfeio . Lat. exitnt ofimm ab os, oris, uelaboflando. P e t. pi prigum ; che non m'apre , ne ferra . "He ^ui giorno.
Che di lagrime fin fatto yfeio or Varco. Tal eh' a buon fi chela mta ferra Antiueder. lui fi alar; che’l tergo cer-
lam-nteCVfcto chiude. Infin a l'Vfcto del fio albergo cor cbio ferra La riuidipiu bella . Felice fifio , cbe'l bel uifo
fi. D'auorio Vjcio & fineàredi Zaphiro.hac.AllV- firra.quefie Valh Serrate incontr’aglt amorofi uenri.
fcioJelia ceUa.Delpirdtno. Della tamera. Chiamare al- B o c. Sìuanda la donna uide firrar la camera. Serrata
l'Vfiioah'aperto^ifofie.DaunfoTtifiimoVfcioferrata. UiameraAentroSerrati.daUToSerratofi.Serratolaal
Aperto [VfMiuUa grotta di f ce fi. Serrai tv feto detta ia.uedialCindice,
uu,& da mezafcaU,a- quello della Camera. La donna Certame per la Serratura. Lat. fèraclaufura,rtpagulitm.
hauédo fatto ferrare gli Vfa. Ventre dentro da quello V- Dan. Laqual finga Serrarne anebor fi trono. Tejjuhu i
feudo , oue era entrato . lo fattelio,o merlettaci' lo caltenaccio della porta .
Tinelitìci Fenelira.Lai.&lpecultcilfeeMlariSilaFine Riferrare.Lat.iterumcUudere.TÈ T.Tqelieto piudalcar
ftra di uetro , é carta, prop. & meta. P e T. Leandro in ter fi diferra , Ch'intorno al collo bebbe la calda auinta .
mar,& Mero alla Finejtra. lo haurò feinpre m odio la Fi Lat. difceditu r. Et per altrui fi rado fi diferra, hoc. Ufi
nefira Oud'amor m'auentò ben nulle tirati JìjuUa Fine- ferrato Vufeio dentro . & prettamente tnfiio fi riferrò di
lira onde't mio Sol fi uede Standomi un giorno fòla a la Fi dentro. D an.E’I gulo firrnfe Le lagrime tra efii,&
neilra.O Ftneftra del ciellucenleattera.D'auonoufiioet rifirrolli .
FiiuHra é Zapbiro . 0 belle, & alte, & lucide Fineflre. Difirrare. Lat. aperire,excludere,ueJi di fipra a inferrare .
Boe.ChmdereUFineIira.FattafiaUa Finefìra.Trouan Cbindere. Lat.claudere. P e t. AlCbinder di begliocM 914
do le Finefire chiù fi. Vna Fine Sirena della cella . Chiufa Via,Vaile,BeUegga, Fiamma, Morte . Terla m
Balcone. Latfcneflrajl la finefiraci è Vocabolo Venitia- or fin Cbmfa . In una V aÙe Chiufa dì ognintorno . Cbmfe
m , ti Genouefi. Tty.Jl figliuol di Latona bauea già VaUt.Le man m ba Chmfi. Duo begliocibi Cbiufi. Chiufi
none notte guardato dal baUon fiutano . Standomi ad un pugno Cor, Loco . Cbiufi gran tempo in quello lieco Ugno,i •
Balcone . Sol Cbmfo infofia eilU. St Cbiujamente nò mancando .
Cateratta. Lat. cratera,ra, fine crater . tolto da Greci ,ual Chiudere. Lat. claudere. P e t. Morte po chiuder fola 1 miei
ferriata, che fi poneatla FineSira, perlaquale fipofia penfieri.Soiobeutch’auolercbiuderin uerfi Sue lodi,
guardare a bi^io. hoc. La donna pofiafi boccone fi- E'npicciot netto chiuder tutte l’acque. Et di Sirene al fuo ’ |
fra U battntoil capo foto fece alla Cattrattadt quello, ao chiuder Soreccbi.Sl^iidomoSìrai di chiuder gli cechi . P
M O N D O
ttperft, a umici «miti Chiuderti papaemU mmbra Chmdelorpoit'Eittrata.GiiprimahrbbèpertitiirEma
fitejielo Cb’a Lauri k^mando chiude. Tal ih’a buon jà, ta amore. B o c.'Hella prima Entrata.'HeUa Entrata di
kmente ufào fi chiude . Miri ciò che’l cor chiude . CoHor Maggm.H onerai C Entrata aperta.Entrate Occulte,
tbiudean queU'bonoratafibiera. E’n poco jpatio k mia ni Enno,che ual m quel luogo juedi a luogo apój.
iachiudi.^praftkpngion,oHÌojmchmfo.Mi chiu^ Emvue.V tT.KattefcefeaCemraral'ufarerte. gi(
trai bel uerde..Alfin nidi ima,cbeft chiufe^ firinfe So- Entrare. Lat. introirc, ingredi. P s t. Trono k ma S entrar
pr'jtmo ] mietpenfter,come nel cor li chiudo. Toi cbe’l in fi bel corpo.T<lonpotea fiamma entrar per altrui fece,
camin m‘i chinfo di mercede . Boc. uedi altJndiie. Chezoppon’efco,e‘ntra'uiafigrancorfo.T^lkbirinto
D« K. ritornar de la mente, che ficbiufeDinan^ak entrai,neueggiooneCefca. acni gouerno,&uek commi, '
fietàé duecognati. fientràdoa[amorofauita.Sokemròinunbelbo(co.Ver.
Hiuihiudere.Lat. mcludere. V ir. In cielo , e’n terra m’ha qual penfier cofi tacita entraci in quel bel petto i Ch’io
rinthiufi i pafii. Con lì altro rinchiudete k man manca. Si fon entrato in fmul frenefia.B oc.Che mai qua entro huo
gnorcbe’nqueflo career m'hai rM(fcni/ó. Boc.^etm moufaentrare.llprimodijcbenelfuocoentrai.'ìqonpo-
eh' alcuno dentro non ghpotcfSe rinchiudere . Et m quelle irebbe entrarci fenonper Tufiio. Jnquelk barca con lei
’ caferinchmdendofiMincbiufakcaJietla. Et Jiamo tutta EMrata.uediaÌIIndice.& Entratanome,uedidifopra.
kfettimanaRiucbiufi.uediC Indice, Rientrare. Lat. rurfmingredi.T e T.Corro^ffo,& rientro
Schiudere.Lat aperire,& referare.H Ktt.Che’lporcoquan Cold,doue piu largo Uduoltrabocchi.
dodelporcUftchiude.Ondeirmi conuernadalktofchium SottoenirareXat.fubire.uedia 178;.
/bJJalta aia aperta. A R i. poiché k fauelia Le freon- \Ccire. Lat.exitus.P sr. Ratte fiefèa f entrar a CFfàr
cefiaufar,kboccachiup!,E domandò, erte.B oc. .AlkFfciredeltoSptragliofuprefo.
Turare. Lat. ual chiudere, & ferrare. Lat obturare, accia- Ffcire.Lat.exire,egre^euokre. P t t. Tutte cofe yjcir bua
dere , obfiruere , oppikre. D a k. Che Panda kttC altra ne di man del maeflro eterno . Lagrime bomai de gli oc-
bolgia tura . chi ufeir non panno . Totrefli arduamente ufctr del bofeo .
; .Aprire, attualmente. Lat. aperire,& referarefatefacere . OnPhor non fo tC ufeir kuiancC arte . Ffeendo fuor dell*
p t TSu’lprimo aprir de fiori che piu per tempo Doue’om comune gabbia. Fidi qual ufi) già del foce ignudo. Et pe-
pnrgboccm.daldì ch’.Adamoaperlègliocchi. Fagadir co poi ufi! tutto àuifla. Sidolce lumeufiiade gbecebi
feco aptrfe ambedue Cale. Tiu uoltegia per dirlekbbra fuoi. Fine fauille ufeian de duo bei lumi .Etdifua ombra
aperfi..AqucHilemiepiagheiutteaperfi.cbe’ntomoi ufeian fi dola canti. Da gli occhi uofiriufcio’lcolponitrm .
fior apra,& rinoue. -dprafilapregion, oue io fon chiufò. tale. Et oime il dolce rifa ond'ufcio'l dardo . Che lofio i ri-
Tfe ghiaccio quando’l Sol apre le ualIi.Uprì tu padre.cbe tomata,ond’elk ufeio . Il di fello d aprilein Chora prona
col ferro .Apri’l fuo caflo,& éfdegnofo petto . chi fi dolce Del corpo ufeio quell anima beata. Ver ufeirmi di braccia,
«pria mio cor. Tercbe prona col ferro a l uiuo apnlk. De Indi mefSi d amor armali ufeiro. Si ratto ufcauPal Sol dn
k tua mente amor, che prima apriUa.'Hoi gli aprimmo todiraggi.Saetteufciuand'inuifibilfoco. Ch’ufii/iedifua
k uia.Cbe^fio in un momento apron allbora L’un foUet terra, &gifSe al loco.Ffeita i pur del dolce albergo fora.
Caino. Mofirar kpalma .Aperta ; e'ipugno chiufò..A- Boc. uedilTndice.
perla la firada del ciel.La uia non fu piu aperta. Eia ogni Efca. VsrSi che k ueghittofa efea del fango.Che quando ho
confcientia Diaairgi a tutto' l mondo aperta, & nuda, -d- piu f^anza,che'l cor n’efca. quando fia quelgiomo,eb’e
pene Braccia, Strade. Boc, Et chetamemeandatofene fca del fuoco, & di fi knghefrneiTqelkbinnto entrai,
aUa cella, quella apri. Con un coltello il petto é Guarda- neueggioondefca.Chedalpiuchiarofbndodtforgaefca.
fiagno apri, uedi all'Indice. Da «.Et apre gli occhi a fua L’anima efee del corperfeguir uoi.ond efee D'un medefi-
uogba^ coperchia. .Aprigli Occhiai mioaimumio. .Al- tuo fonte Euphrateè^ Tigre . In una chiufa ualtefinde-
thor licretamente apri la bocca. Anxf ad aprir ,cbe a tea fie Scorga. Che ben mor ; chi morendo efee di doglia . Co-
nerk ferrata . Ubi dura terra perche non t’apriHi . Toi me é fua magion fol con Sarra efee. E di fua fama permo
farne a me, che k terra lapriffe ; ‘Pria ch’io a dimandar rirnon efce.Che goppo n’efco,fntra>uia figrancorfo.'H»
k bocca afrio. Si come Cocchio noflro non t’aperfe Inalto efeon fuor fe non uerfo k fera.Sofi>hr del pttto,^ de glt oc
fiffo alle cofe tenne. & quando fta per mani f e flore. & cbiefeononde. B o c. uedi Clnéce .
Upeno.pcrmanifeUo. uedia 1 591. Riufeire. Lat. euenire, contingere, uertert,ty‘ uccidere bene y.,
Apcitore.Lat.referator.hoc.E^enutoandatordinol uelmale. P et. Dolce fentier, che fi amaro rie fri. Et ue-
te , ^ Upritor degkrdini . Et per quelle Upriture delk drai riufeir cofe leggiadre. Boc. Ufpetiando a che il fot
uefle mettendo Cocchio. Lat. rima. to douefle riufeire . Sia oltre k flieranza riufeito a lieto.
OprireFoceVro.peraprire.Tft.Iopregpebe tnCopra, fm.Ucrudel fine rwfduanok parole. Splendida riufei-
El uedrai riufeir cofe leggiadre. Lapra mutata kaino. ta. uediClndice .
Sbarri. Lat. nfrigulum. ual ferraglia. Ai. l.Maptùcbe'l Spuntare,per ufeir fuori. Latexire,&fl>onttegrtdi.P s t.
giorno aperta fu k Sbarra. Upena fpuntam oriente un raggio.Boc.'H.eancbora
Slarrare.Lat.ktepanderejrecludere. ual krgamenuapri- fountauano i raggi delfòle ben bene.(T quando fla per fe-
re,come una coja ferrata di banda in banda apnlk,et tba rirdi punta/i perlenar k puma^edt a fiq.
dark. D * «.Terch’iauanti intento Cocchio sbarro. Si- Spicciare. Lat. fpiculumerumpere. ualfpiecart,mouere,t^
cure tCogifimoppoft dotili Sbarro j. d ogni copt,cbefia andare,oueroper^ruz^are,& ufeir fuoii,tTbaueronp
ibarrata,& allargata al fuo cotraflo per refiflere a loro, ne , onde fidice leuoua^ciare quando noglmnafcerei
Entrata . lar. introitus, mgrefini, hngfrfiio, aditus. Bit. polcini ,0 colombini. Lat. emergere. D ah. La otte foie-
MONDO ]i«
dM Fuor deli SeUa un ficchi liumiceUoJ.efcc fuora. Che Coperchiare. ÌM.opercuUre.operire^ tegere.Tì « -H-Que
infia la lù fjcea fjnccur fuo ifjjco. f'na rana rhnan , dr ih far cherci,& non baa coperchio p-lofo al capo.papi^t
l’altra felceta , ideji fen uà &fugge. A R i. £r fuor Cac- cardmakSaluo che queiì'i rotto & no» coperchia,
qua Ipuciar con piu rampoUijD prejfo a montile il gran Scoperchiare. Lat.claudere,tegere. B o cJiftOferthiata la
T<{ilo Ijni tia . coppa . Scoperchio la coppa .
Caolino. Lat. & fomax . epicauJlroritm,fumarium, ua~ Scoperchiare. Lat. detegere^penre, patefacere. B o c.
porarium. & Caminata,ideiì cameragrande. Lat.iaua- coppaprefe ,&queUa Scoperchiala . Trefa la coppa <$•
culum , nel cornano. B oc. Fatto far gran fuoco in una Scoperchurala.D « n. .Allbor furfe a la uijla Scoper-
fua Cantinata. O A N. "Hon era Camtnata di palagio^oi chiata y n'ombra lungo quefla injin al mento,
non era bella camera . & in lingua Cenouefe Caminata i Velo, per lo coperto. Lat. uelamen. P £ T. Onde le membra
la fala grande dd patarcp^ . fanno a Calma Kelo . .Agli occhi nò^b’un dolorofo ^e-
Coperto. Lat. culmen.teaum,opertum,opertorium^pe- loCmtcndelorladefiatahtce.drperloyeloa ■ 54;.
rimentum/alUgium.lummitas^h Tetto della cafa.Sofl. meta perlocorpoa i}i6.
& adie. proprio, dr meta. B o c. Et conflrenfelt la uecef Velame. Lat. uelamea,meta.ual coperto D a KMhratela
fui del poco Coperto a toccarfiinfieme..Accio ch'io pofla dottrina, che l'afconde forni Velame de h aerfi Jiram .
cofit dentro fiareal Coperto . Qjiel prato uidt Coperto Velare, per coprire. Lat. dr tegere. P si. Furi biondi ca-
di finale Copertura. Lat. tegmtn . pelli allbor uelati . Tiudo fé non quanto uergogna il mela.
918 Coprire.tìr aucho Courire. Lat.tegere.B o c. Daqueluen- E'icicl.qualèfe nulla nube dueù.
to Coperto ftraccolfe ,qutui proponendo afbettare.i. per Suolare. Lat. indicare,reuclaredctegere,retegere aperire,
efiere difefo. Coperta ogni cofaé fiori. "Hel letto era male perfeoprire. Dan. Che come fa nouuuol,cb'anoi fi fue-
dal medico tenuta coperta . Vie Coperte di pergolati . Co- U t. difcopra, & apra .
pertameiite.P ix. Couertodibiancbepiumej.uePito.Co Tetto. Lat tedum.tegmen. per lo coperto. V n.Onde'lca pgo
perto (Carme . Coperto d'amorofeptume . Coperto fuoco. min a lor tetti fi ferra . Tafier mai folitarh in alcun Tet-
.4 te pale fi , a tuti'aUri Coperto . Vidi infuoi detti Hera, to.Muri eran ialabaflro e'I Tetto d'oro. Boc. Gli par-
clito Coperto. Ogni Jiella caper fi. Simile nebbia par ch'om ue é fentire iin fui Tetto della cafa fiendere nella cafi
f curile cuopra. Come fie!'a,t'iefol copre col raggio. Qjul perfone. Et fotto d’un poco di Tetto,che anchor rima fi ue
fuoco è morto fil copre unpiciiol marmo.Con quanti Ino- ra fi niìrmfono. Lat. fubteSo. T roua modo ; che fu per lo
ghifua bella perfina Coprì mai d'umbra.Cbe copria net- letto tu uenga ifla notte. TafioraU Tetti,
toauorio . D A n. £( qua cbe'ntefiU mio parlar Couer- Btttuco.Latltthoflratus.uellithoilrorus. & pauhnentum
to .Lat. palliatus, fiata, Itatum. Che di pel maculato fubte{lo,ftAdiale,opuiuermiculatum,irbarbarica,dV
era Coperta . fubteguianea,U Battuto, & ancho la fofitta . i il teraxxp
.Appannare. Lat. urlare, pan-io tegere, obumbrare,obtege- onero pauimento, che fi fa con calcina dr pietre fiante,co
re, openre , ual coprire. P E T. Se mortai uelo d mio ue- fi detto perche molto fi batte, hoc. Il Battuto dalla tor-
der appanna . re era feruentt. Il Sol di foprajdr d femore del Battuto di
.Ammantare, per coprire, uedi d 1 f ; 8 . fiuto. La donna poflafi boccone fipra d Battuto.
Dtfeoprire cr difiourire. Lat.detegere T? i r.L’amorofopen Pilco.Lat conttgnatn,foUrium.i dfolaro della rafia Boc.
fiero,Cb'alherga deni ro in noi mi fi éfiopre.dT dtjcourir £t mandò il compagno fuo con efio lei nel Talco de colom
Cauorio. CbT uidtfcourirò. uedia lóto. bi. Et l’altro capo dello Spaghetto mandatolo alto in fino
Scoprire,& Ricourtre. Lat. tegere fienuo uelare. Ptr.Vn fbpra il Talco conducerlo al letto fuo . La Beltobre,cb'e-
nuuoletto intorno ricouerfi.Leggiadria ricouerfe Con Can ra andata in Talco , udendolo , difie , 0 Sere. Km. Da
gelico rifi) . d' un amoro fi nebbia ricouerfe . Ma ricoperte Talchi^ da fineflre altra fi fcbiaccia.
alquanto lefauilte. QjteUa feorga. Che ricopria le porgo- Solaio. Lat. filanum, folum.& conttgnatio.i proprh d So-
lette membra. Scopre con la uifla. Mentre! mio primo laro fattodi tauole.Boc.Cercaretuttalatorreinfino
amor terra ricopre.Qjtalche gratta d mefihino Corpo fra al primo Solaio. T h .
uoiricopra. B o c. uedi alf Indice a 1675». Suolo.Lat.fofiim,foli.iognicofit,chefojlieae,comeilfolaio,
ftg Scoprire ,&fcourire. Lat detegere.T B T. Scoperfinquel, onde fi dice nelle nani porre le mercatantie a Suolo a Suo-
che! nifi mi celaua.Le fùe piaghe tifeuopre. Mifif loper- lofidefl [ una fipra l'altra, chèa folaio a filah. Boc. Si
fé . Di/courirle il mio mal, ideH mamfeHarle. Boc. Tu come fi mettono le mercatantie nelle nani a Suolo a Suo-
non poteuia perfina del mondo difeourire f animo che piu lo. Lat.gradatan ; feriatim. & quando dinota la terrapte
utile ti fofie di me JdeflmanifeUare. Ricciardo, & lei uide dia lóSó.&pertacquaa 1015.
ignuéScopertidormire abbracciati.Tianamente feoprtn Albergo. Lat.hoff»tium,flatio,diuerfirium. P s t. Mentge 9} •
dota tutta, uide che cofi bella ignuda. Ma ficuramente o- amar nel mio Albergo a fdtgno l'hebbe. £r dou’io prego,
gni de fiderio mi feopri. Laqualnua utltà,non fenga gran che' Imh Albergo fia. Scaciiato delmio dolce Albergo
rofiore ti feouriri , lonon lofi) feourire fuori ebeauoi, fora.Là onde anchor com'in fuo Aibegouenne.Cbi non ha
uedi a f<79. .Albergo pofififu'luerde. Albergo di dolor. Fontana di do
Coperchio. Lat. operculum , tegmen, tegumen, tegimen, lor. Albergo (tira. 0 Sol ria d’boaejìate intero Albergo,
tegumemum^egulum,r!rtegiÙum ildani.opertuma>pert Vfeita è pur del dolce Amergo fora. L‘alma,cui morte
torium,&operimenium Boc. Il Coperchio della cafla del fuo Albergo caccia. Son fatto Albergo cC infinita do»
DeltArca. Et conierò ferri, il Coperchio ch'era gra- gita. Al ciettraslaioini^ fuo Albergo fido. Ella con- .
uifiime folleuarono . tenta bauer cangiato AÌbergp , L’antiqu^imo Albetgp ■. U
M O N 'D O '
iiSihillt.Et<liiel,theuolfeaDi»ftrpra>ide^lbtrgo.De tedtUatirra rdijiiareajerfak Habitarr.’Pn'.QuoTitr
Laureo Mbct^t con t ancora innanzi. 7(on hanr^lbc r nobili Habilari Ji famiglie pii ai. fecero bcliiflime H abita
go il Sol m TanrOfO'n Vefce.Mbctgo Dolce, Etemo,R)c- tioai,& élcttckoU . nel fello antiiofi legge Habitnri. Di
to,Solitano,Vropno. B o c. luprigo Iddio che la jeguen Theairi , di Tempn , & a'oltn Habitari bt llifjimi. A m.
tenottemi dia buono .Aliiirgoj.bnono alloggiamento. HabitaioioucdiaHoliello.
CheaTauia,e7almigbor.AtbeTgoiocondincfe,idefl Hìbitztori. Lat..ar accoU,tncoU.inqHÌlini.exteri. B o c. '
cfieria . .Ahi dolaliimo .Albergo de tutti! mici piaieri . LanoHraiittidHabitatonquafmuda diutnne . Leca-
ytiauiUa non troppo fornita a’.Albirght. Et mfinnge Jidrglibabiianti. Taeft molto Habitati.P et. M’han
giuniolinandòaduno.Albergetto.D nu.Chtfu .Al- fatto llabitator dotiibrofi bojco. 0 neghi Habitator de
bergidelnoflrodefiro. ntrdtbojcbi.
Albergatore Lal.hoj^s,canpo. B o c. Troni P.Albcrga Habitare. Lat habilarejncolere/ligere,>norare,reftdere.fia
tore,& compagm UboHoJ due fratelli .Albergatori..A rr,permam:re,iommorari, colere. P e t.Ilcor ^lauolto
CUI l' .Albergatrice ri^ofe. ouhabnal fuo lume . .Auenga chio non fora D'habi-
.Albergare . Lat. hofjiitart , dmerfxri . per alloggiare. Pii. tar d. gno , onc uoi fila fiele. Ella i fi f bina c'babL
.A qualunque animai alberga in terra . l he non pur folto tar non cLgaaTiu nella uilafaticofadr mie. 'bigi quinto
bende .Alberga amore ; per cut fi ride & piagne . One al- giro non habiirebb'ella. B o c. uedi Vìndice,
terga boneHateert cortefia.Spirto gentili che qmllemem Ttn;re,perhabitare. P e t. Terrò del cui la piu beala parte,
tra reggi Dentro ale qua peregrinando alberga ynfi- .Anime beUe,eéuirtuteamicheTerranoilmondo.lioq. ^
gnorùatorofo . Douboggi alberga i'antma gentile. Oue'l uedi Vlndiie. B E m. 5/ teneuano ficurameute.
moiorconla fuadonnaalberga.'H.e tanti augelli alber- HoftcUo. Lat.bc^pitium.D a n.JicofifiiaCittaiiuavga,
ganper b bofebi . .Ad albergar colTauro fi moina. One cofi dolce HoUetlo. Ilprimo tuo refugioe‘1 primo Hollel-
Juol albergar la Ulta mia . S'albergafseda prejjo,o di lon- lo..Ahiferua Italiadidolor Hofiello. B o c. £t ritornare ■
lano. B o c.uedi C ìndice. Dan. Che di folto alberga . a cofi fatto HoSìelio. Au.La uerginefu formata a doue-
aibergan men lomani.che'l del u alberghi . teiere Habitaeolo & Hoftetio ^l figliuolo di Dio. L A.
9 J » Riparare. Lat.recipere. ual albergare alloggiare fi fare. yo. Trnutendo'l cibo di qualunque fìoHello .
Trouengale,&poi ufitta da Tbofcamjal nerbo Unno re Habicacolo. Lat. uetìidifopra ad Hofiello .
dpiodiqurl fignificato,ch'irecipere fe ludomo abqua, Hotllere. lat. tabernafiiofpitium,éuer/òrium,pa9dochiu. pjq
che ual ripararli tuiralirui cafa. Bo cJlqualemoltoal caupona.ila hofierta , fianza ,o alloggiauieato. Bo c.
lafuacajainTangi fi riparaua. Rtparandofi in cafa di .Andò all HollierodiTarolpho. Et tutto loleitnperiienne
ibie fratelli ftorentim,ideSÌ conuerfando, {jr nducendofi. ab'HoHuro dtUfialone enelTii. Et potagli turo Hofite.
"biella torte delquale il Come alcuna uolta egli e'I figlino- n tornarono.f^ nella uifione amorola,Rouina'igli Hofiter
lo per bauere da mangiare firiparauano.& quando fla ne memora .Altro che beSUefaluatiihe e fiere. Et quan ..
per difendere piedi a ^oq. tofofie grande parfianchora.
A\\oe,gilvnenio.LatÀiuer[orium,(irbolfiitiionfiabemacu Hofte. Ut. hofpeiiéf caupo.nis. i Vulloggivite , Vallcg-
lumpiniorium. A a i.Tutla la notte per gli udiloggnuen g.aio. B o c. MefierToreilo quefio udendo cominciò ad
tl. Con molti altri a guardar gli .Alloggiamenti , effere bctifiimo,& a uergognarfi, ad efiere lieto ihauert
Magion. Ut.domutjreceptaiulum, reccpius .ilo albergo. hauuto cefi fatto Hofie. Meffer Ghino, di cut noi fiele Ho-
yo. Erancefe P E T. Comedi fua Magumfolcon Sara e- fieni manda pregando. Dime odi gli hoflinoflric'hanno
fee. Et fe ben guardi a la Megion di Dio. Boc.Horanon non foche parole infieme . dr per colui ch’alloggia . .Alefr
nhanctetto , ne Magione .nella yifion amorofà. B * m. fàudrodoniandilhofir,doueeflopoleffedormire,alqual
la mia Magione in Bologna. [Hofie rifpofe. Come che a pouera Hofie fiete uenuta. La
Stanza. Lat.fiatio,drafima,orum.leStanzedefoldatì di donna dell’ Hofie .
fiate ,&tVammali,&byberna,uelhyhcrnatulafirum, Hofpite . Lat.il/uello , che alberga, & che uien albergo-
graia {lonza defoldali nel uerno. P E T. £t per ogni pae lo. Ari. Giunger gli Hofpiti fuoi con nodo fòrte, .Ad
feebuonaSlanza. db fe bastanza Fuuana,almenjiala amorucro.
partita honefia ial mio fiore, hoc. yerji la loro itaum Somiomo. Lat frteffitlfipricatio,ohlt[lalio, apricitas.jò- , j
za nolfr i papi Che di Stanga fi procurafuro infin che. Unum, i ftanza.habitarione,df tuegp ftgnifica,& i ucce
Stangare. Ut. figerefedem,& ìlare, ual fiar fermo IH un prouengale. P E T. Soggiorno .Alto, Dolce, Eterno, Bel,
pi opofilo. T) ntt.^Abi 'Pifioia Vifioia ,che non {langi yfaio , .Antico . Et fra tutti i terreni altri Soggiomi So-
di incenerarti .M'al fatto i d’altra forma che non ftanzi, la tu foHi eletta ,idefi fra tutta luoghi deimondo. Et
I idefiihenonptnfit. fi,n fatto dt lagrime Soggiorno, "big fo quando fra meco
Stiìio. Ut f di i,^flatio. ual {lanza.Dns, Ceffat’ha- il fuo Soggiorno.
uefte de mioutfò Stallo J.fianza del mio uilò, come da un Soggiornare. Ut.frcedere/tpricari/ibleflarijpatiarideam-
Calle , chi i he U mia faccia non hauta piu frufó in fi, buiare . per kabitare , db Ponzare , quafi giorno /òpra
c'babbia un ■. allo, ilquale perche i carne morta non fónte, ghmo menare, cr pigliafiper conimouare ; alcuna uolta
Stabare,ualjòuraflarr.D AN-VerchefòcoiVamorcópiain dinota indugiare ,0 fcrmare.'P t r.,Alquamoolira tu- ’
un punto Ciojibedeefodisfarahcquififlalla.Ut.rcfidcr. purga fi feggomaddefl t’iniugia,oferma. B e n.iìjiafi
pqg ìÌ3bit2àon.Ut.adel,domus,babitatiodoii,iiibum.B o c. giorno fòpra giorno menare.
Crandi/fimi Habitathm,&dilctteuob Comecifono Ha- bi^o.Ut.&fialio,cuuabula,incunabula/nittafirtuifiri-
. ifvancr da potere albergarci 'Piacque nella piu altapar- go, patria, habitaculum, domicdiuni,requiet. P e t. Se fi
pofafSe
.
V
MONDO 117
fottoH sparto . Del gran Tianl la al Jiiihi fiala, T egghia, ^chidone, Trtfie,'PiatteHi,Scodj;Ue,f'trel
CH igli alhergi. Occhi leggiadri don amor fa 'hlKlo. 'Hon li, Orcwoli, alberelli, Bo/3oli,Bicchien, fu/e , Gnafia-
icjnejiatttuo Hido One nodrtio {ni fi doUemente ( ’ìdjdo dette, Fufihi,Mortai,TeSlelli,Stuuiglie.
diTradinunti.Qjul HÌttO Lauro; otte filean far 'Hido,GU Cucina.£4t. coqkina,cuUna,popma.H o c, Ucifca&'Pbi pjy
altipenfieri,eimieiJòlpiriardeHti.ii{Hthorio‘l'hiiiocb lomena nella Cucina faranno continoue.il grande appa-
peufieri eletti Tofi m quettatma piàta.Duotmi am hor ue reccbiodclla Cucina.Et a fare apparecchiare Le Cucink.
ramente ch’io non nacqui .Almen pm prefio al tuo fiorito Cuoco. Lat. cocui,coquus,tnagirus.obfopaus ei. Lixajl cuo
T^o Di quel gran "Hido II mal guarJato,& già neglet co, ejr che mimflra acqua in campo, hoc. Quella man-
to T^do. D I Leggiadri, Soaui. Fargli lor "Hidi a piu dò ad un fuo buon Cuoco, il quale era chiamato Chichibio.
jiauiucrm. Boc. Et é torture ho prtfauna "ìiidutale Di quelle jòleuariemuandediuisòa fuoi Cuochi pelcon-
piu belle del mondo. A u . D A N. Qicale four'efio'il 'Ng- ulto reale .
dofir;g:ra. Fu fatto ilTdjdio di malitia tanta. muece Pideìii. Lat. JriSorium,^ frixorium,patella,& fartago.
é T^ido . è uafo doue fe jrige.aUuni la chiamano freffora. B oc.Et
,Annidare.Latatidificare,nidumfacere. P t t Qual Urna a pofla la Tadelta fopra il trepie,& dell olio mefioui. Haue
tafa,& qual Rannida pi felua . inche t’annida Hor dentro ua fopra la fiialla finifira una Tadella . Tfoi habbiamo co
adunagibbia Fere feluagge,&manfuete gregge. S’an- firn tratto detta Tadella, & gittatonclfuoco.fcKl.Cader
nidanfi, che fempre il miglurgeme.E’n bel ramo tu' anni de la Tadella ne le brage . Trouerbio comune .
do. Da h. Onde nel UTibto fecondo tanmda.Tnmacbe’l Tentali. Lat. olla ,&ollulaildiininutiuo.ilapignatta. •
poco fui hoinai 1 annidi . Boc. "He cacciano in cucina ad annoucrar le Tentole,et
Snid-ire. Lat. enido extrr, euolarejuale ufeir del mio. A K l. le Scodelle . Senga che la cafa mia era piena d, fornelli , di
Luna ha dafiar/ altra conuien che faide . lambichi . dr di Tcntolmi. La.T..AI foco già mi par po-
Couare. Lai. foucre oua Uoprir C uoua incubare,calefacere, nrr la Temala .
& caltda tenere oua/mii incund>ere,infidcre, & inhare- Radimadia. Lat. radula ,ila rafora. B o c. yi fece acce»
re.P BT.Hidodi tradimenti , in cui ficoua Qgantomal dere una lume, & dare uru Fi.adimadia,& cominciòara
per Ut mondo boggi fijpande. Boc. Couare il fuoco, in pi dere il doglio .
le calcagna fedendo fi . Caldaia^ Calderone.Lat.abenù. Boc. Due grandi jfime
■ Riduteo. Lat.bofpitiumdiuerforiim,feufiui.T BX.Etld Caldaie dtbroda.il Calderone iAltopafciotprouerbio.
donerà il mio dolce Ridutto . Lauezzo, 0 Caldaio fi Tatualo. Lat. Lebes, tu, Cacabut, tjr
Bjcbicere,& ridurre. Lat. reducere fidducere, udire, reddere, lebeta i quello doue fi cuoce .
confugere.T tx.Biducii penfier unghia miglior luogo, Ti^Mcrofi piattello di legno. Lat. magonoimum fi.
Benigna mi ridujfe al pruno fiato. Boc. Tipn fi uolendo Mellola . Lat cocleare ferreum perforatum ,ila mefeoU
•ltroue,che fatto le braccia dd Re Carlo riducere"alla me con che fi lena la febiuma atta carne quando boUe,& per-
moria riducendufi.Et tempo era di nducerfianouelUre. cheituttaforata,àoipienaàbuchi,permeta.cofifidi-
ridurlainlperanzadi miglior fortuna , in acqua ridufie , ce ad un huomo, oad una donna quando è fctoccofiano, 0
ndufiono . uedil Indice. D a u. Si com’ioàcolautSian- poco fauio. Boc.Dfie allhora madonna Mefiola (parm
dui , idefl riduci , landò di madonna lifetta , che era poco lima . ) Et hor
Ricetto. Lat. receptus, tus, lui, & redu8io,receptaculum. Gocciolone ; hor nIeUone , & hor Scr Mellola , chaman-
confugmm,hahitaculum,diuerforiumjfeieffut.iloricet- dolo. La.
tacolu,& habitatioue.V Bt.Ter tornar al fino amico Ri* Tegghìz,oTeggia.Lat.clibanus.èuajòdilerradj cucina p}8
certo. Qjiante fiate al mio dolce Ricetto. Mirando dal fuo quafit tegula , 0 tagendo detta. Dan. Come a fcaldar fi
eterno atto Ricetto. Boc. Cominciò a riguardare fida- ponga Tegghia a Tegghia. Boc. Et poila Tegghiuggfi,
tomo alcuna Ricetto fi uedcfiejdouc la notte poteffe fiore, fopra laquale jparto l bauea .
Lutigia <f ogm bruttura Rjcetlo . Hauendo u fuo Ricetto Trepie,& Trepiede.Lat. tripes,uel tripos. Boc. Quiuiac-
tàcinu ad una firada. cefiU fuoco, &-pofialaTadcllafu'lTrepie.Elnellama*
Jficettare.Lat.reàpere. P et. Che fiere (corte Lairicettan no unTrepiede,t!r neWaltra mi utehCoLo.
do.D A N.Cofa,cbefofieanibordaleiricettaj.riceuuta. Schidone. Lat; obelut,ueru indeclinJiile.ma nel plu.in
Ter emro sic eterna margarita He nceuette ,come ac- mriicafi,& ueruculutn dèmi, ilo fpiedo dell'arrolìo,
quarecepe.i.rieeue.B oc.uediall'Indue . Boc.Ucconciometterloin uno Schidone,& arrofiirt
Capanna. LatJugurium. i cafa, & habitatione uUlcfca de dibgemememe .
pallori detta a capicndo. Boc. .Andiamocene qua nel- TizttM , Scodelle ,ytrelli, Lmelli,Ortiuoli, .Alberelli ,
la Capanna. Quamunque amou 1 lieti palagi, & le mor- Bofioli , Bicchieri , Fiale , Guafiadate ,Fufibi. uedi a
bidè cameu piu uolemieri , che le pouere Capanne babitL Lofi a 8 ì3.
Jnunafua Capannetta ilmenò.IlmenònelCapaimetto. Stovùg^e fino le maflaritie detta Cucina; come uafittamen
S AH.f'ùpiuuolteCapanna.T.S’auieacb’uH trattoli tiéterra,dirame,ep-fimili.Ljt.fupellt8ilia.Boc.Ter-
Capannocciol fulmini . uennt doue una pouera f emina per auentura fuoi Stoni*
Tugurio . Zjit. cafa. i pouera babitatione uilìefca , detta ■ glie con la rena con Cacquafillàlauaua.
ategendo.S a u.In fuo Cedificar de fuoi Tuguri;. T.M che icuf3i.Lat.uaporariuJrypocaufiumiherma,rxm LaenicS. •
temer colui c'ba'l fu Tugurio Forte di giui^i,et ben com uel fudatoria loca. Boc. Et quiiii in una Stufa meffoio
pofiod olmini. tomo lo firopicciò.Et prima in una Stufa lauatofi bene. ‘
Cucina, Cuoco, Tadella,Temola, Caldaia,RAdimadia,Mt^ Forno . lat.pmm , clàanut i doue fi cuote il pane. B o c. P jP
r
MONDO
fioue Cìfli fomòo il /irò forno hjMfn» . fenX4 che U uf*
mid cn pieiu di FornetU.O' Umbuhi. L > .
Fornaio. Ltt.ftjior. furati tU '. B o C. Il qual Ciniifitllif-
fimo animo fonuioja natura /. ce tornaio.O tori U lauan
datafi con la fornata fauetla.
fofie teme.Cran tépo hnmiib tenni quel uiaggh.Lmeni
tarfi di me,che puro e netto Cétra' l de fio lui tini. Boc./o
ut diri il modo ihe a tenere hauretej.Jeruare. Etpiupor
HI apprejyo quella maniera tcnfdo la fcSìa tottnouarono*
Mattona tenete quelli danartait dategli al uoflro marito.
Infoijuare. Lat.imicere,infumumimmittere. BocJDife Rittnire. Lat.retinere.perconferuare.P ir.'Nfperfuomi
Citli Fornaio, Ch'io non jo meno ben nufaere,ibio fappu
infornare.
Fornace. Lat.fomax,caUariaJ>ypocauJlum.
Fornaciai Lat caUarmt,cr formcartus. B o C.Sent^cht
inf-o a fornaciai a luoicr gufila (C uoua Le.
Cella. Lat.C dotiarium,& rcceptaiulum. ì rieettodi qua-
lunque cofa. P E T. Qual Celia di m mona ; in lui l'ac-
ritien,ne jcioglte'l laicio. L'alma Smule al fuofattor flato
ritiene. Vero l’aere ritenne il pruno flato . Tanto ritien del
fuo primo efier uile.& urggto quella. Ch’ambo noi me fo-
flunledrte ritenne. Boc. S'egli fa lauorare mgegnatiui
di ritenercelo. Lequalt parole egb fermamente nella men
te ritenne, lo per queflo dono pojsa dire ihauere nterm-
t tn Ulta li mio flgliuolo.i.riferbato.
coglia Quanta uide uiriù . cjr quando dinota luogo fairo, G ranai. Lat. granaria , horrea, i doue fi pone tl grano , .
ucdiaqy. tebiade.BoC.lobaurei fatiodormtrejbpra aCranaii
Conft.rua Lat. cella penaria, cellaria,a,feUlUo,conllnuu monaiifuoi.
no. P ET. Et de lùoi detti conferue f fanno. lrlo\ino,a Molinantlnumcrodeipiu. lat.piflrinum,pi-
Conjeruare. Lat &dilig ntercuflodire .per mantenere, & Jlrillaat Boc Tanta acqua,ihe due Molina uvìgea.E’tr
cuflodire. P fi.Conjerua uerde il premio dhontiìate. fo U Molmao-hc fuor di quelmaiinauano.Cirtaua tanta
Boc. Ter conjc mare lauta. La fua ulta quantunque acqua ,ihr di meno kiuria mannaro un Molino .Ari.
puoaiutareionconlcruarer&defendere.Confbrtandolea Duifiamhor .ihemaiinar Molini Totnan far l'acque
lonjeruarelalorocaHità. lanfe,chefonquiui. i
940 Siruaree& Serbare Lat.jeruare,cufìodire,tuerijdtfende, Tì\e.Lae.paltnula,nioletrufatilii,&palmuUmolarinafo
re, per conjeruare, mailtenere,guardjre,tcnerefare . & no quelle del molino, ihepcnoff dall acqua lo fanno uol-
pcr attendere, &i^eruareucdiaq.f P E T. Ale riponete grre.D a n. Quand'eUapiuuerjolepale approccui,(!r
outHpeuficrfiferba. Ma fe pietà amhor fòiba L'arco tuo i«fMndtbulum,elnnformibulumÀapala diljomo.
faldo Che trahethuomdelfipuUroe'nuitailfcrba.Etdil Mtlgtì»io.Latjaolttor,tà'piflrinariut Boc HamndoCi-
bel piede alcun ueftigioferbe.Seruar la lor barbarica ho- fli un farfetio beane bijiimo in de^!0,& un grembiule di in
mflate.-4lfiauiéuna,ihefiehiufr,&-flrinfe Sour‘-4r- catomnangt fempre, li qualiptuiofloMugnaio, che fot- •
no per feruarfi ; cjr non le ualfe . D'cffer fe ruoto a la fio- nato il dimoflrauano . il quale patena pm tallo Mi gnaio,
gunpiu tarda.lb'amare&dolctnelamentejirho.Boc. ' ihe altro a uedere .
in quello poeodi rimanente de ulta, eht la ueeehicz'^a mi Macina. Lai. molaja. i quella pietra grande,^ tonda del
ferba . tir digiuni lerbatmi a fare quando laròueeihia, molino conihr fi macina il grano &jono due, quelladif»
Tancredi fertiaii eotiQe legame amino dejiderata fonn fra fi dimanda latinamente Catillus , & quella di fitto fi
na.hauindogliferbatibcHun'atmoperrendeigititenuti. thiamaMela B oc. Ter la kirtù deOequali (parlando
It perciò quella fatila per imo lonfigliotilerbiraiadun di pietre) quando lim Maeim-fatlejènefd farina . Etpe-
aii ra uolta.Trr firuarc quetlo,cbeprumi fio hauea i.offcr ro fi dice egli in quepaeji dildabeda iddio uengono le gra
kar ,0 attendere come uolgarmf le fi ibiiJ' enutoiàtem nr,dr da Monitfei le Macine. Se ne Henne a capi fua,
fOychi tolonopcrferuare lapromifiaj.atlendereoman laquale tra ucina al canto alta Macina, ipitftai una
tenere. Et jeruando la gioitane quefla mamera del conti. Contrada m firenge top detta .
muoa.tenindo.Hauendolepiucarecofene piuuitiluo- Macinare. Lat.moltre.uedifopraaMolinoxt permeta.pro
gi’i delle lorocafefcruatej. euflodittaiafiole . liccio ibe fkb.igitare,&rem uenrreà agere. Boc. yna brunagg*
M*
luti fian.o farà, 0- fatui feruaii i.eonfi mali .
fyfarbare. Lai. iterum feruare Ttr.Cbe nferbato m'han-
no atomo bene. Che gli anni tuen r ferba a tanto bene .
Boc. Il Re il dtreiano luogo nlérbando a Dienro. ,/tl
tuo amante le tue notti nferba. Dijiofe f ingegno <)t far-
te,nferbandufi alla fine le forge . Quafi fi nferbafie ta-
dirarfi al dafigg^o .
Si ruatorc . Lat. feruator ,enfloi . Boc. Ogm giuflo Re
primo Semaiore de ejiere delle leggi fatte da lui, idefi
ofitruatore.
Tenere. Lat. per confemare, feruare, mantenere, Vtr.Se
mortai cofa Mi poiefie tener in mia un giorno . L'altra
(tuFla Ulta) me tun qua giu contea mia uogba . e'I con
ben tarchiata atta meglio faprre macinare che alcun' a!-
tra.Tero che i frati fimo buone perfine e fuggon' tl dijagio
f Camor i liitope maimanoaraccolla.prouerlno.i.prmia
raccorre acqua afiai, e poi macinare Et dal Maetmo leua
tifi difieddalCopera della macinaa.dal coito. Tate pigna
eir calci ledu,ihe tutto d nifit le macinò i.pr, fio et guaflò.
Dogana.^, ponoriumfortoriij'ufieptonum merimm. è
luogo doue fi pongono le mercatantie. Bo c .Facendole di-
fcancare tutte inun Fondaco ,ilquale in moitt luoghi
chiamato Dogana , tenuto per lo comune, &i detti Doga-
nieri fcriuono m fidi libro della Dogana . Ter parte della
mercatantia , chetgbdi Dogana trahefie.Lat.alabar-
j . , o * chei. lo Doganieri del fiele.
fotiragg- .A queldolcc penfur eh; nulla l Itene. Laqual Fondaco. Lat.tabema,portorium ,emporium .i bottega
piuebe Lauro, omirto leneain me uerde famorofauo. grafia di granmercatamie.B oc EfiendoigliadunFon
glta.'Trm.ndo al fin Ufuo ufato coflume. onde bemgnamen daeodi mercatanti l'enitiam. Et hauendo oltre aeno que
jelalutandoTenefleinuiu'leore.Tengandunqueuerme Bilre fhtegli in uno loro Fondacoun giouinetto Tifano
. ^ufa*o fide yAmor Madonna. Et femprt un JiUouunque ■ chiamato LùrégpiFacidolefcaricaee tutte itiunFódaco.
Magazino.
MONDO. 4.8
Militino. Cr£.i4yùftiì.niijniimiisciium. Iti. from- Eiorneri di templi^ diTjU^,Dipi<tx^JiTbt4m\c il •
ptiurÌMm.i Im^a lotu jioo/igoifiteimroitJittic. B o c. miìle agi. Sari dviium pi iilThi\uroéjula.
Ouoper U imid mercatante ua M ^gtjpno^lquale Spercacolo Lat ^iBacnln.S \ s .Autoiheio làlodiiah»
tjfo U jka Mercatantia ripofe iìjtcUe rubbe meffe ne re Spettatolo j^a a mnenii nmanere.T.Ueijagltott [eì
AUgaxp^pti. fatto,& granSpettaiolo. A R i. Sola a tanto ipttuiolo
BqtCwga. Lat. apotbeca, officina,^ tabema.B o e. Dirhn preferite Lbenoafn mai Spettacolo fioi'turo. UUrouepal
petto alla Bottega di quel Ugnatmlo.Chenò ielle de frati, ibi con dinerfi giochi, E Spettacoli^ ntimta;li enta attu
maBottcghedt Spettab, e dniiguentari appaiono. Cbefo ScetULLttfrana,puimbratio,taberaacnlnm,papil«> A R :•
no tboQoh delle fritte deUa Bottega Holira. iìjialdiader de le cortine [noie Farer fra nulle tampa-
Sprticria Lat. fepù, fiotta ojjicuia aromatana. B o c.Sigrà de la Scena. E SpettaioU, e Mirni.e Scenui atti.
deodorperlogiarénrendenanoiche parena loro ejlere Co\onna.Ltt.columna prop.dr maa.&penllytlMS,&pe pqf
tratktteleSpetierie,chematna.qneromortettte. Etibi penHydmn , il luogo unoniato di lolonne.V s t.D'un
bel dtafpro era ini una Coìòna.Har m'ha poflo m oblio ton
quella donna,Cb'iltàeper Colonna Dinano^una Colonna
cnfiallina Contijile thebagnalOceanooura'ltarro,cf
leCoinsut. Et Granata, & Marocio , le Colonne .
B o c. Legò il filo bnomofalnatico ad una Colonna Et e.
gli I fi ndo tra le Colonne di Vorfido,t be ui fino, cjr in ue~
u della famiglia.? u j.Gloriofa Colonnaoncuis'app<g,
già. .Ad una gran marmorea Colonna . f'n Lauro uerae,
una gentil ColonnaMoltaèCalta Colonna, c‘l tu rie lau-
ro A R I / indo fono a (.Atlantee Colonne.
imerfe maniere di Spet utrie qui lleduafi fonendofi fref-
fadefl odori, profumi,& fiinili .
Spetic. Lat frctuieeijromata. Boc. Il cuoco prefo il cuo-
re , CT mmuxxatolo , & mefiom di buone Specie afiai,ne
fece un manicaretto troppo buono . Sono non meno odori,
fere , thè pano i bofiolt delle Spetw di Ila bottega uollra .
D A K. Fatto per proprio de fhumana Spece in uecedi
Specie per la quiliti.
Spetak . Lat. Icplafiarius ,aromatarius,aromatopola,et.
B o c.,AllacafadelSpeitalefenaHdò.Etnel giardino en
trota fece lo Spettale chiamare. Tfan celle di frationa Filaftrì. Lat. paraPatnJnfìemai ula J’uUimenta, motel Jen
tighe di Spetuhyod'unguintan . columiu c.tminticie,lonoque camonidilla portai limo
Cengiouo.Lat.gtngiber.fiuexingtber.Boc.f'orrcbbefi quadri, & fi pongono per fojlentami modi gran caruo.
fare con belle galle di Geiigiouo uerde , Et cofi p pqpvno Ari. Gran Tilafìri.
benedire U galle del Ctngiouo come il pane 0- il taf 10. Tiramidc. Lat. pyramii, dit.fino moli altiffime, & quadre
P pe, Lat.piper. D A n.Limdo,(lr nc to,comegia.t di Vepe. larghe nel pii de,0p uanno rifìringendo pno alla cima,
Mortno.Lat mortarium.Bo c.Tregandola,ihelepiacef cofi dette perche fono fatte in gai, a di poinmadifaoio,
frdiprePaiiiil Mortaio fuodcUapietra.Che uotnon pelle S nti. Era la bella Tiramide in picciolo piano fonraunx
rete mai piufaljà nel fuo Mortaio . S'ella non mi prtperi bella momagnetta polla fra duepmtane.A n i.Memphi-
U Moruio io non le preflerò il Tcflello^da t uno per tal tiperle Tiramidi famofi .
tro.meta.de partibuspudenàs uedia iqs6. Stelo Lal.fieU,iolumna,thyrfusflornm.èqualunquecafi
Pcftcllo Lal.ptfiillum.Bo c. Et feto Ilo in peccato morta dtnilaaometolonna.olegnopttointerra.Dnti.Sidiri^
le,io Parò quando tbe fu tnpeciatoTePello,meta.mott.g
giando^" prò parte pudenda n. di 14^4.
Loggia. F'o Ora Lat portiius,xiPui, i ridotto de nobili per
ptr ragion dii puhbco . onde il Tir. liui non TaLini ,
nonTbeatro , 0 luggu ,ideR qui non uè cura del puhbco
uoetapborice nfato. Boc. Somala Loggia , che la ione
tutta fgnoreggtaita Effondo una (uaLoggettantiinaal-
^n tutti aperti in loro Stelo (parlando de fiori, et inten-
dendo li pi. di , 0 gambe loro . ) Si come rota pm ptefiolo
Stelo ,ide!i alpude ,0 gambadella rote. Ar i.Mena
ne trami allhor del uerde Stelo , idefi il gambo delt orbo.
re.Manonptoiiodal materno Stelo RtmofSa uien. (par
landò della rofa.) E come U nedouo il Stelo II fior fugget-
to al nariar del itelo.
la camira . Con Lgefe , confale ,0con camere. Ari. Toate.lat.poni, P t t. Che non pur Tonteeognadofi remi, 947
94S
oncia ,0 quel, che fhContra tutta Tbofeana tenne l
Tonte. Xerfe: Che fece per calori HoBn itti Di nuoù
Tonti obraggio a la manna. Boc. Teruennero ad un
finme.Jòpra il quateera ka Tonte. ,4lqualSalamonenMl-
C altro i^je ; fi nonaia al Tonte all oia.Effendo le porte
ferrate,0iToi.tilenatientrarenonuipotè. Ari Eue
de in .Auignone il ricco Tonte .
E monta fu k Loggia.
Portico. Lit.propybtnm,proibyru. luogo danantiktafin
gutfadilorga Ari. Jdrdea pakg .Tortici, e mefclute.
Arco triomphalc.Ltt../<r(iu triuphabt. P e t.Erandìin
lomoal‘.Ario tnompbaleMcéa qtò.qSq. 491. K64.
Arco . Lat. anut . èU uobo , 0 k uoba dt muto , 0 d akro.
Dan. Come fi uolgon per tenera nube Due .Anbi Ta-
ralU U. lo uub un ampia fofia in .Ano terta.Gia erauam V olte. Lat. iella umana i fin edU concameratamel icRn-
lAue k Pretto calie Con l’argine fecondo t'inirocuihia . dmata.Hypogea ;0iai. gcum è buo (otterraneo ; iòno lo
Etfxdiqnelloadim'aitro .Arco frolle. Come Delphtià cantine de nini fatte muoiia. B o c. Con T'o'te piene di
quando fanno fegno .A mannJtionr,Arco dekfibiena. pretti filfiaii utnt . InuoUapdePmfugapicdia
Ònde'lfe [.Anoti SoU,0 Delia d cinto prò uuei 4 1 7 {4.
Thi atro.7'0 Gra Lat.uiforÌHm,cauea,0frccuksoTÌum; CndiLitgrjdus.Gra.anabalbrJArumntlpìu.fonoifia-
èlMgodouefifannotfrrtiacob.P t t.Qjéi nonpakt:gi, bnt.? bt. Et Gradi/>uc piu feeode, chi piu late.Bo c Co
nonTbeatro, olnggu.B oc. Le piaggeiofi digradando menelbentriueggiamoiklkkro fnmimiàiGraébifino
dinerpi il piano diicenJeuano , come ne Tbeatn ueggumo ali'infimo uenirc \uccefiiuamtnte ordinati, frmpre rtPnn
delkkrofmmitàigradtinfinoaU infimo uemre focceffi- genio ilcircuito toro. D A n.t'idi una porta,0 tre Gra-
tamente UfdinatiJèMprenjiriiigHo il cerchio liir«.\».i.. édiftto per gir ai ifiaà color dmeifi.
, M O N
Digraiarr.lat. peTgraius,autgridaiim dcfctvdere. B o c.
la piagge delle quai mamagnttte cofi digradando gai tur
[oli piano dil'teadeiuno .
Ingndtrt. Laijngrediaul gradatim ire . i andare^ entra-
re di grado m grado. Dan. Sìiufla natura fi oltre « in-
grada in numero ,cbe mai non fa loquela , Tfe contato
mortai , che tanto naia .
547 ScM}ìon'\ . Lae. gradui .fonoigradidclle ftale.D a n.Lo
Siaglion frimaio Bianco marmo ,era fi polito , & fw/ò .
B o c. Ejfa incontra da tre Scaglioni fcefe con le bracija
aperte, alcuni tefli hanno gradi.
limirarr, ^limitarlo. Lai. Umen .i quel [calino, e grado
che irauerfa la porta. P é t 7\)i tomai oidictro, perch'io,
nidi [crino Dijopra'l Limitar , che'l tempo anebora tion
era giunto al mio utuer prefentto .
Soglio, Soglta,& Sog/iare. Lai.limen. ila parte pofla (òt-
to la porta per foflentacolo. Dan. Toifnmmo dentroal
Soglio della porta . Et come a tai [ortevtS ^
da loro parte.Comincii egli m fu C bombii Soglio il cui So.
gliare a neffun i ferrato J. la porta, «ir qui po(è la parte
per le tutto. A R I . ^ pena ha Bradamante da la Soglia
Leuato il ptenela furata Cella .
Scala . Lat. [cala Jcalarum nel piu. PsT.Et jòn Scala al
[attor [e ben ì tflma . Et lubrno jferar ju perle Scale-,
Boc, Et in qui fla grotta ptruna fecreta Scala fipote-
ua andare . I trauicelli delta Scala .cadde della Sialatn
terra ye n'andrete gin perle Sente, Con C buone montò
[uperlc Scale .
Scalca, Scalco in uete di Scala ufato da'D nK.Si rompe
del montare [ardita foga Ter le Sealee.,Ad ma S laleo uie
tnen che gli altri eretto . yid" io nn Scaleo eretto infulò,
Boc. Dijcorfo tutta la marma-iitlU Mmerua infino al-
la Scalea in Cala uria , & per tutto della giouane muefli-
Jìando,netla Scalea gli fu detto lei efiere da marinai ,
Scalea i una terra alla marma Ji Calabriajicdi a 909.
94t 'Virco.Lat.fabut.tranfitui,itlpalfo,oguado. P i t. Che di
lagrime jon fatto u feto, & yarco ,ideli un fiume dt lagri-
me. Ma per ch'io temo, t he [irebbe un yarco di pianto in
pmniv .Fa ch'io ti troni ai y«rco.7{pn corfè mai fi lene-
mente al yarco Difugitiua cerna un Leopardo. B o c.Et
prendcnial yarco della montagna. P m. ^ D A N. To-
fe yalco m ucce dt yarco quando dice, Sipartì da nói con
maggior y alibi.
y arcare J pafiarejualieare. Lat.uadare,àr profilirt. P i t.
Onde al fuo regno di qna giu fi uarca . Et ben m'accor^
che'l deuer fi uarca Rimirando oue [occhio oltra non uar
et Diquadalpafioanihorcht mi fi ferra, Megp riman-
go Uljor& mezo il uareo.C he debb io diri in un pafSo men
utrio. Mentre che uago olirà con gli ocihi nano.
yalicare. Lal.profilireaiadare,traifcrrejranfilire, prateria
I e,exigere^ranfigere. Boc. .Al yalicar i un fiume . Et
/'alleato il fiume andarono uta . T^on efiendo dopo le fue
ffon(àlitie auchora un di naturale ualicatu.i.fcorjò,opaf-
fato. F I. Liquali piaceri ufandu ualicherm d tempo cou
meno di trilliajdeft trapafierai. P h.
Trauabeart. Lat trafgrtdi , & tranfmittere . ual trapafSa-
re. Hoc. Et if uno ragionamento in altro trauaUcando
peruennero a dir delle loro donne .
Tratialicatorc.iut. iranfgrefior. Boc. lo cui figlut^
, Tinto era fiato primo- Traualicatort de , mairtmmali
\
'i
D O Luogo
tenabd .Tu.
Viào.Lat.èdpafiOfóuarcoéfiume.&diqualunqueac-
qua , ibeperla baJiefiga,oficcitàdel[acquaficurameu-
tej'tpojfa uaheart , opajSare. P £ eyn' amico penfter mi
moHra l yado.
PalFo , luogo tiretto , & difficile da pafiare. Lat. tranfitut 545
a9ui, uadum, uia, tter,angulia traieSus. P E t. £1 qua
dal paffoanchotyihe nu fi jtrra.Horafgombrando’1 Tafio
onde tu entrafii. y ernie a me fe’l Tafio almi non ferra.Si
che a pena fila mai,che'lTa fio chiuda. E' l fiero Tafio fiue .
tu' aggmnje amore . Se quefia ffeme porlo ,A queldub-
biolòTafl'o. Incielo ,e'n terra m’ha rinchiufi 1 Tafii.
E i duri Tajfionde tu }òl miftorgi, Siguendo Iciperdub
bufi Tafii .
G uado . Lat. uadum. P i t. S'corgto» a miglior Guadi . 0
. felice ytolut che troua'l Guado Ut quello alpeflro , & ra-
pido Torrente, Che non pur ponte.o Guado fi Titm,ouela.
Boc.miia.yoUc conptetofe parole pieni di prigiu euu
trare nel nuoua Guado . .
Guadare , per pajiarc , Lat. nadare.'D a n. Che nemoHri
Li, oue fi guada .
Traeetto per lapafio,e tragittare per pafare uedia 104 1
Rolta. Lai. tmpedimntuiH,obfiaculum,citullrum,ualiniu
pedtmentOf'la refiare duiofihe ual affiermare,«!r mene-
re, & fi jùol farne paffi.percdenemuiuon pofianopefia-
re,tr ambo alle acque de mohmfi fanno le rafie per fer-
marCacque. Dan. Cbedcla felua rompanoogm Rofic.
Sito. P n.Qjnndo dal proprio Sito fi nmoue.Boc.il
Sito della camera .
Situare. Lat ponerefiéficareJlaluerefiimfibuere,dedifarf,
. pnefinire,prafcnbere,pr£fiitutre,Ìocare.Bof:.'Htlfm
nobd luogo déUa mia città filuatai la calt.
LV 0 G 0.
Vogo, hoto,Tarte,Oue'y.&Veinutu jjo
di Oufy Onde , Dotte, ybi. Donde, yltron-
de, y itroue , Qjia , Sìjb, Colà, Colli, Co-
ni , Quinci , Quindi, Ini, Indi , Dintorno ,
Dentro , Entro , Intorno , Fuora , Di fuor.
Dietro, A tergo, Dauante, Doiangi, Diairgi, Angi, Sn,
CÌM,Sufo,Giufi,Ld,LÌ.Ci, Diqud.Pilà, Dim, Di ;
gai , Fmquà, Fin Li , fin done,Infine, yerfòqui ,yer-
/« li , Ter qui , Ter là , Infra , Imra , Ouunque , Douun-
que , In nece , Abfemca, Lontanamjt , Difiamta , Intera
Hallo , Lontano, Di Lontano, Oltra, Lunge, Rjnnoto,Ai-
to. Baffi) , Delira, Dritta, Manctt,Sintfira .Sponda, Lu
lo. Stare, Giacere, ludtffiarte, Deponereyicmo, Treffr,.
Trpfihnana, Apprtfjo ,Apie, Appo, A prono. Di en-
fia. locare fillogare,impiegare,appreffare, approccia-.
re,auidnart,rautcinare, approffmare,eutrare, alterna-,
re, diuidere, lontanare, cdiontanare,accofiart ,f enfiare,
gittate, coricare , giacere, [lare .
Luogo,(^ Loco . Lai. locui. Tir. Cem'huom , cbeanocer
luogo , & tempo affiena . & da Luogo alia notte. Da co- .
fiermm mi può tempo, ne luogo diuider mot . CheacMo,.
e a terra ; ^ wur dar luogo fanfi. Miglior tuegp ,yfal9,.
AprUo,Of(uro, & Cauo. LroQuifin fqffiirtr npefiffi, tfu
fidi.
flT
I .
Luogo M O N
fidi,Tmebrofi.Be.^tKfirij& Fieri.Ombroft ,&fafchi.
^Lti,& Eletti. .Al furo Locarla fu po/Jo in enne . In
piu ripofio Loto . Cantra tni non mi ual tempo, ne Lo-
co. 0 fiero, 0 anenturofo,o dolce Loco.Gli occhi mici non
Ufeian Loco afeiutto. RicSdotio m’hauean al chmfo Loco.
Ma ragion conlra forge non ha Loco, fondar mLoco Ila-
bile fica jpeme ■ Ogni babitato loco E nemico mortai de
gli occhi miei, loco Tnmo.Sduageio.Beato.Alcun.Cia-
Jcun.Alto.Fattcofo.Humtle.Bal]ò.Ofcuro. feario.B o c.
£>a un Luogo ad un altro aiutìdoj' olendo dare a ciafiun
luogo proprio.Era il Luogo fopra una pie dola ntontagnet
taJjuogofaluatico.'ìiontroppo frequitato dagli huomi-
ni.Tiel piu bd luogo della capi. In un Luogo iletteuole,
<>■ pieno d'herbaA}' di fiori , & tCalbert chtulb npofiyfi,
Trefo tempo, dr Luogo, lo ufi tn Luogo lU quejloJ.ia ue-
ce.ìl uofiro corpo fta fipdlitoal noftro Luogo, idefi mona
flerio.Luogo Ordinato. Eccellente Jolttarto.Solmgo.De-
ferto.Chmfo.Buono TroprioJiebttoJicuro.Bellifumo. Di
mollratoAlio.Frelco.lbtano.Rtguardeuole.yfuoStret
to.Diretano.ln diuerfi Luoghi. Altri LuoghtdiUtteuoli.
affai Luoghi Santi.Reuerendt.Diibonellt. 'Hpn conofau-
tt. Solitari. Ofcuri.Vublicbi . Sanno meglio i Luoghi doue
ftanno lepuiia. Riguardai Luoghi de /hot diletti.
Deferittione de Luoghi , Taefi , oSiti uarq. A « i. tfe
fe tutto cercato hauelfè il mondo yedria di qutfio tl
pur gentil paefe, Cnlce pianure ,e delicati colli, Chure oc»
que, ombrofe rtpe,e prati molli . yaghi bofebetti di foaui
Allori; Di Talmc,e damemf itmeMortdle,Cedri,et Ari
CI, c’hanno i frutti^ fiori,Contefti m nane forme le tutm
te'beUe; Facei riparo ai frruidt calori De giorni e firn co
ter (beffe ombrelle E tra quei rami con ftckrt noti C antan
do fe ttegianolRoftgnuoli.Tralepnrpuree rofe,ei biaiu
chi gigli; Che tepida aura frefthtogri bora [erba Secun fi
uedean Lepri ,e Conigli je Centi co la fronte alta,e f uper-
ba . Stnga temer ài alcun gli uccida , o pigli; Tafcono,o
fUanfi rummando VierbaSahano i Daini,e i Capri fnelU,
dt deflri,Che fino in copia in quei luogin campeflri.moU
te^ qua fi infinite fino le Defcriltiom uarie, Uquab fono
tutte collocate a fuoc luoghi piu propni.
locare.Lat.rtponere,coltocare,conflituere.Pit..Toiche
Dh,et naturaan amor uolfé Locar compiutamente ogni
uhrtute . Che Locata f banca là doueWera.Romor la giù
del bea locata officio.
Allogare,^ d.ir luogo Jocarejponere , o mettere,Latdocare,
coUocarr,ponere,cólhtucre.Boc . Et cofi hauédo la fua fi
gOuola allogata, Cheì altra parte hauea allogali i fuoi pé
fiertTer la mila Allogata tutta la fanugliajdato luogo,
Impiegare.Lat.implicare.yo: Spagmuolo , ual locare^et-
tere/icquiJìare.B o c. Terduta ho la faticaPaquale otti
mamente mi parca hauere hnpiegala.t.non mi credea ha
uerla gittata tda Ahi quamo emifirala fortuna delle
donne,» come è mal impiegato Pamor di molti ne mari-
ùjmde Cicerone ad Appio Bilbo, Etemm ois Cafaris fa
Mibarei faltis opportune balco imphcatos tòfuttudine^
beniuolétiafflcut cu ab ilio éfieffirit, me f.xtmii habeàt.
Parte quando luogo fignifica . Lat . locut. regio . P « t .
JHuaudo io fon tutto uolto m quella Tarte.ln quella Tar
te doue amor mijproua.S'bauié cbe'l uolto in quellaTar
tegiriJjxffa me a’i non fo in qual Tartepie^i. In qual
Tarte del del, in qual Idea, yolgea’lmiocor mquefU
D O Luogo II?
Torte A‘n quella. Contai diletto in quelle parti fiauno-A
feguir (orme uoflre tu ogm Tarte. Mille iacctuoU in ogni
Tarte tefi.yna parte del mòdo;i che fi giace. Arrma in
TarteMtra Tarte.Sederfi ut Tarte . bie fiato ho mot fi
non quanto la Luna.iduago.dtBoc.EISi erano m Tarte
affai rlmota.ln parte la fecero andare. Come ut Tane fof
fi , che miglior gli parcf 'e la doueffe ucadere,i. in luogo.
Gaeta i quafi la piu diletteuole 'Tane tC Italia . Et neda
piu folta Parte del baffo ff naffofi. In altra Tane banca
allogati I fuoi péficri.In una dette TamdeUa cbKjà.L’ac-
qua alte Pam piu baffi fi ne correa. Molta gente di uarie
Toni fofie uenuta.Per diuerfe Tarn del monda . "bieU*
OricutaU uedi aK Indice ; dr uedt aiijtantUaa 17O0.
In dirpirtc,fiparalo/t ut diuerjapane. LatffoijUM^epa
ratmfipUattm.P i r. E'ndifparte Cercar gente,» gra
dire.Trarfilndtf parte comando con mano. ciT dalejpejje
Luci I udii parte tre joUir uedeua . En'dijparle color, ibe
fotta' l fieno.
I n V ecc.uale tn luogo in quel f cambio, dr i indcclmabile;
Lat.uite.P ij.Maiuiorycce HHabeleunf.iggio,ua
Timi.E’n ucce de (berbetta per le natii ’Hvu ff uede al-
tro;che Truine^t gfftaccio.DiUeff bajciar fta lu ucce di
parole, ytdilpumo SEgeria Jnuece d’offe. Bo c. Al
uuouo mondo con Ini mi ncongiungerù , et doue il corpo
mio effere nò puod’aninia faro in quella yece.f i.Ù a n.
E'n quella Pece Chi fa fio Ugna nuouo;& chi rintappa.
iìmui compane y tee & officio.
Doue. Lat.ybi.èaduerbio Ioide, &troua fi fempre ufuo PSJ
per lo relttiuo deti’antccedcnte,à' fi iroua pofio da Ari
jleltle per lo nonopredicameato ; & fignifica lo efftre in
InogOidt dinota quella dfcrettwne , ouero fpatio caufitto
dal dnuito del luogo attorno la cofa locata At in noi dif
ferente qutfio Doue dal nome Luogo; pereto che Luogo ^
l'uUona termmattone del corpo caufato dalla cofa loca-
ta. Comeptr tfffpio diremo , che lafuperficie di tutte le
cofi i terminata daffaereffquale in fi coHuene,& etreun
da quelle, drtofiU toca,& percui quella tal ttrininat io-
ne e detta Luogo ;dr la cofa terminata fi due e fiere loca-
ta,dr in Luogptdr di qui nafte quello prcditamemo Do»
ue,dr latina ybi.Le éfierenge de luoghi jouo poi é fo-
pra, di fono , dauanli.didietroffeflro.jimjlro. & fecon-
do quefie dtffirenge ha diuerfe fpetie , & uarUtà.df im»
però non fent^ ragione l'ufa U nofiro D a m.ùi ucce di
luogo nome quando due.che [ago a la ftella Tarermife
ce tu nolgermi al fuo DoueJjtl juo luogo, & aUroue Chia
rami fu alibor,come ogni Doue In cttliparadijo.PiT,
Ma dentro Douegiamai non fòggioma . Tiu m'irmaghi-.
fcefioue piu m’m tende. Che milaf dar di là, Doue amor
corfe.E I faffi Douefur cbmfi le membra.Cbe parlofo do
ue fonai &cht ni ingannai Dentro làjlouefol con amor
figgio. Ogfu altro lume doue’l uofiro jpUnde.Elfangue fi
na fonde a non fo Doue. Da neffun latoi pm la Doue ita
ua.MoflrandoaltruHauia,Douefouente Fofii fmarrito.
Et quella Doue l'aer freddo fuona.Ld Doue piu nu dolfc,
altri fi dole.Et Dou’ioprego.tbe’l mto albergo fia.cbe lo
tata Cbauea làfiìouelt era.La Don io bramo.» la Doti
efferdeue. Doue rotte dal uento piangon (onde. Boc,
Là Doae.Ld Onde, uedi (Indice. "
Indouare i compoiìo da Doue. D a k. Come fi conuenne ’ -
L'imago al cerebio^t come ui l’uidoMadMUeaghuedo
Luog»
ue ài procelle.
Vbi.lM.ual DoMC.ÙAn.Oues'appiintacgml'hi.fìropii
q Mando.
4 Onde.Litjmde.adMerbiolccale.UMOgodelqMatdequaUydi
qnalodi quel Imoì^o,T t r .DtqMuji^ir iùmfuinuntia
il eore.O)gcglu>,&- iraii btlpal:o,Ond‘ioMigiiono iLm
da. Et C0Hl:eraJ:'il fui leclireCKa'tjic . Et allocogtKiil
Ond’ io tMtl'aulo. Jn quei bti Unsi Ondio giigtojo mimo.
Ma Moi occhi btati.Ond'iofjfirfsyQj^el colpo. Del'tm
pia Bab, toma iOnd^ifaggitaOgniuirgogna ,OndL0gm
n en ì[m ori.Onde’l cor laporu de. [c bona; Ondi l'effetto
offro mortali fji ria, Ondi fi dolicogm lom.ento. La on»
de tl di Mitnfore.ln Mna thiMla naUt ùnd'e]eejoiga.iol
perneniral LanroOndefs toghe .Acerbo fn.tto,e'lbel
monte Micino, Onde fi feende poetando, & poggia. Onde'l
prtniipio di mia mone nacqMc. Et Onde Mitn l'tncHofiro
Onde le carte,Ch’iMO empiendo di Mai m caradijo Onde
qnefla gcntildctma fi pane. Là Onde anthor lom’ m fno
albergo Menne.Boe.Mediad'indice.
Oue m qnel luogo.o in qMella paTle.LalMbi,in kco,^ qno
adloCMin.Pte.OMe folca fpMntarfiogni faina. .A piede
colli, One la bella nefta.Ma del ii.ifiro fiato ; Cmcisiì fi-
mo Co ndette In qMella pane , Omc'I bel Mifò di n adtnna
luce.Cbe non fa One fi nada,Cì por fi pane. Pcrqistfìa
ofiMra Malie , One piangendo il noflro , & CaltrMÌ tono
Conferna Merde il pregio dhoncfiate.OMC non fpira fclgo
re.Mouefi'l uccchiarel Dal dolce loco,Ok’ha fna ita for-
nita. 'Hs fa flarf l,ne gir OM'alir’il chiama. Ogoilcco
m’aurifla, Om’io non Meggio Qjie bcglioc chi . Tfe mare
Ou'ogiii rÌMo fi difgombra. M 'aecópagnate, Om'io Morrà
ftarfolo.B o c.MediaU’Indtce.dr in Mete diOMMnqMe , &
dì quando. Ter. Et Moggio Omo ch’io miru.OMunque.
OM’iofia in pggio,o in nna.
9J5 Ve inMctedioMe,Lat.Mbi.P i r.La’ne cantando andai di te
molt’anni.Et La' uè i inieipcnfier firitti era tatti la'ue
dìM notte flammi.La' uefeinpre fon Mimo.
Ouunquc,in qulanque pane.Lat.qMocMnqMe,etMbicMn-
qMe,qMjndofitmlùainloco.P i r.OuMnqMe MMol.m’addn
te.Ter far doice fermo OMunque If ira. Che’l pcnfiermio
figMra,OMMnqMeiofguardo. OMunqueella fdegnandogli
occhi gira.OMMnquc gli occhi Molgo.OuunqMe furfueinfe
gae.sofegMendol mn fuoco Ommoiiu' figge , Air Jer da
preflo.Er sépre un lìil OMÙqu'e fofie taii.e. Terthela ro
ta OMunqMefofie,flabiie,et imniota.B o c.uedi alTlndice
V,ia noce di doue.ufata da gli antichi tbofcaai,et bora i ufi
ti da Luccbcfl.LatJibi.P ■ r. Suo dritto al mar fifa y ft
moflriatttendi’y fon i uerfi,y fon giunte le rime . y fon
horlericche^^ y fonglihonon. D a u.Come tocchio,
y che t aggiraceli alle Tariicelle.
VLauando luogo dinota fignifica imi . & in quel luogo Lat.
ihi,(ir Illuc quando fignificat ad locum. F « t. Si che di
tnilleMnfolyifitTOMa.yifiucdeanel noTp^ un feggio
altero b o e.Tercbe anchora non i era potuto ogni tifa
nettare jche nò yi putipe.ln chiefa tutto di yi fpuuamo.
Auifoe,ihe la fame delta (uà bellegg;ail yitraheffeJ.in
quel luogo. Dopo molte dtfdi tte.fpoglìatofi yi fi coricò J.
tn rffoluogo.Facciauifi un letto tale,quale egli yi cape.
Io yi ti Menerò dr quando dinota uatcdi al fuo luogo.
S : \ee}uaiido luogo dinota Lat. ibi , & lUuc quando figmficat
atdloci.p tx.M^ chi fpeme in cofa mortai ponc. fMa
MONDO
Luogo
chi non f'r la ponef.Uui.B o cMmgratiatido Iddio , che
COI, dello ye lo Lauta. 7^Ua nuftra città affai belle , ^
laudiMoU ufs-mgeedcLequali bvgginiuna yenèrimafa.
Et non yeru irouerai niuHO.& quando fignifica yoi, ne
di ni l fine alle Ta rlicelle.
Honàe.LatMndc di qual luogo. Pir.la ringralio humiU
menu ,dr pii dmsandojhor Donde Sai tu'l mio fiato;Co-
la Donch piu targo il duol trabocc bi.i. nelqual . DomCio
mai non fon fatio.iAi ihe.B o r. Comma uifia homiile.
non fo Donde m loro nuouamente ucnuta. ueggendo
Donde cofs pref amenti haucre gli poi effe.
Altronde de loco.i.da altra parte faina parte. Lat aliun-
de,PiT. Et io lontra fua uogliaAltronde il meno.ChenÒ
Altronde il cor doghofò tktama.Boc. tipn fo perche ptu
di qua ent. o;chc d'Alnonde fi creda eff: re flato tolto.
Altroue./ altro luogojo uerfo altro luogo.Lat.aliubi,abbi,
a-alioifum VttJìinibc'lmiodMTO fcempio Sia firato
altroue.Che la fua cara amica uede altroue. pero ih' Al-
troue un raggio Ticn ueggio é uirtu. L'effer allroue.yol
gò pi r fòrza il cor piagato Altroue. Si ibe'l corlaffo Al
iroue nonrrfprra.c uoghoeffer Ahroue.tb'altrouenon
m'affìjò Ch'Altioue r.on ho pace.quando fi uoìge Altro,
ue.ih‘Altroue par non troua . 'He degna di prouar fi'a
forzaAltroue.tbe'lnsiouoler Altrouenon s’inuefca,
tua riuedenr.i Altroue. yolgerfi Altroue,Boc.ucdi
nndiie.D a K.iìi idigétepiuibeAltrouetroppa.Slui
et Altroue Sen ghociU tuoi nuoltt Altroue.lnunapar
te piu meno Altroue.
QV.3i.Lat.hic in loto,dr bue ad locum alcuna uolu dinota pfj
fiaK(a ,alcuna Molta tempo, dr mouimento ; df fi da alla
prima pi rfona,& SìjianJo Qjtaje Laanfieme fi pongo-
no jfe la Sluafi prepone Siuafidite,feftpofpone fi dice
iìjii. B o c. CbiQjiaconuna,et chi La con un'altra
fuggendo. Chi Qua , dr chi La fuggendo. Et feirga che
tu diucnterai molto migliore, dr piu ioflumato,&pm
da bene Là , che Siui non farefli . Et penfa che tati fo-
no lài pillati , quali tu gli bai Sìjii piotuti ucdere,&
fimilmemefi due Di Qjcà , Colà ,DiLà. Accio che io
Di Là uantarmipofia , che io di qua amato fia dalla pm
bella donnaahe mai formata foffe dalla natura;dr fenga
laLàffi dice Di Qui drmmdt Qua . Di Qui alle porte a
■Tarigi yilla affaiuìcina Di Qjci.cofi anihòr quàJo la Co
flà con la Qua fi pone. "Hep^a coftà una fola , che Quà
molte.ma qual uolta fi due Di Qua, per dir di quello mo
do,non fi dicegiamai Di Qui,anchor che Ldpion s'accom
pagni ionia Di Ufi accompapiandofi ft pofponga,ma di
cefi di Qua. Et fedi Qua come Di U s'ama; dice fi fimil-
mentefempre In Quajft come infino a Qui,& Quagiù,
Qua fù Qjia entro J)a indi in Qua. Coftà fu, Coftà gin,Di
CofU,cóedi ceU, C olà sù, Colà gm. come per gli tff empi
appare. Che egU fi fa bene anchor Qua . Che quelle fono
che ledane C}uacbiamano rofi.Qua picciolo fàciuUotra
ffonato.lnQua,et mlà fofpmtodahnare . Che tu efea
di Qua entro, l frati di Qua entro Jiua di fuori . Le uirtu
Di Qjiagiù lofon Qui sà . Dada mia pueritu in Qua.
P 1 T. Ch’Apollo ta feguia Qua giù per terra . Ond al fuo
regno di Qua grufi Marca, rcr far fede Qua giù del
fiiobcluifò. Ma U fua uoce anchor Qua giu ribòbaJe
annue fon Qua gin del ben prefaghe . Onde Quagiufo un
beupietofo coreTalhorfi ^fce. j^Qt^ dolman. Di
Qua
d
»
a
Pi»
9%9
Luogo U O
QjiaiUlpifio, EtfecoftDi Quinelùelfi eurt.Tcr-
thè nui Mcier lei Di Qttt non^o. Di Qju di lui, che
fecelagrand'iTCi.^Aji'ii diiìjuijln.wiral coflume,.
Da indi ut Qm mi piace Qtu^'berbafnDa utdi in Qju
tn'ineomincio apparere . Da inh in l^jia cotante carte
aJpergo.Da indi in Qjiafocbe fi fa nel cbiofiro D'amor .
Hi pongon fi , che'n fin Qua il fento , & ploro. Kolgi in
iìna giacchiai gran padre fcbermto.
Qm.Lae.bmc,& hicjignificando fiato , & monimento , fi
da alla perfona ; come alla regola della fina appare. Di
Qui al porto érasfi,& non di Q^ua. Luogo ajfaimcino Di
Qui,Cr nondi Qjia.Di Qjii a domane ibe tempo dino-
tj.l’i t.Qu( non palai;p^,non theatrofi loggu.Et feQjti
la memoria non m'aita. Et l'eloquenza fna nirtu Qjd
nuflri.E flato infino a Qgi cagion ch'io ulna . Et del non
ejfer Q^ui fi flrugge,& langue.Qm tutta burmler& Q]a
la nidi altera. Qm càtò dolcemeine,& Qm fafiife; Qui
fi rmolji;& Qja rattenne d pajiò ; Qm co begUoctbt mi
trafile il care , Qui dtfie una parola, er Qm forriji.Qjti
cangiai uijb.Qui doue megzo firn Sennuccio mio. B o c.
"ì{i uogha gridar Qjp.'hlpi dimoriamo Qjii.Qui,&fH0r
di Qja.ep- in cafamt fembra flar male . Hon creditu
trouar Qjù,chi’l battefimo tidiaQr oltre le altre fitgni-
ficatani dinota alcuna uolta allbora,come la poJi.D* u.
Trega Mathelda,Cbe'l ti dica, & Qui rifponde.tailbo-
ra,& cefi fin fa a ncho nelle profe alcuna uolta.
QmaLLatallic,m quel luogp,ma non doue feitu.Ptr. Che
furgiaprimi,& Quiui eranda HorQmui trtom
pba'l Signor gentUe.Qjiando ad un giogo, &tnun tem-
po Quiui Era miracol nuouo a ueder Qumi.Boc.f'olle il
yefcouo Capere ,come queflo fojfe auenuto, ch’egli Qgiui
conLtCiutazjafofiea giacere andato. Che tuuadaa
quello anello jdoue fu Jòtterraio S cannaéo , tp- lui treg-
gia di quello, tir recbiegliele a ca fa Quiui D A u. Quiui
^0 io coi pargoletti umocemi. Quiui fio io con quei,cbe
le tre finte uirtuueflir.Qffui([econdo cheperafcoltart
m bauea pianto .) ancbora che alcuni efpougono Quiui
ejfer nome.i.quello luogp,maiolodireiadaerbio efponen
do . Quiui.un quel luogo non baueua pianto , cioè non
uerapumo,ma ui era jàfpiri,
Quindialelocodilàfidaquelluoge.Lat.hinc.V i r.Tla-
turalmenie Quindi fi diparte. Bo carchi andana, o ueni
un per QmndiJomandò chi egli foffe, et qual bijogtu per
Quindi il portajic lai. tUuc dubito forte, che morta non
fo Ifefi di Quindi mutata. Quella tauola con Im infieme
je n'andò Qinndi giufò^ niun mal fi fece nella cadutaa.
di l à ingiu,cioi dall’alto al bafio. Lat.illucdìjiinci rtuol
ta alla campagna àjfej poi. Quinci fatto il corpo della
beila donna ricoghere. D a w. Quindi ridiam mà.Quinm
di facciam le lagrime ,e i fofpiri.
Quindi,& Qfincu.di là,etdiqud.Lat.hinc,et illinc.Ptr.
TVr aflahrmi il corfior Qmndijbor Qjtinci.D a n. Sen
Xf npofo mai era la trefca Delle mi fere mam hor Quhu
^jbor Quinci.
Q^ó.Lat.bincdiquà, alcuna uolta énota. .A queflo
modo, Da queflo, & Cofi.come il pofe il B o c.£t Quinci
fattala cifefìione.EtQmntitaiido.rerciochefe Qum
ci non cominciaua ta cagione del mio bene potere adope-
rare.Et Qumci commctò a difiinguere le^tiélà. Ma
X/urda,tbeperlauitautadaQuiau mnoi^ éfimile
N D O
liO
960
LUojo
nouelleuoi non fentiamo piu.Lda qua innano^ , cidi per lo
aueuirt. Lat. pofl hic. Etfe di Quinci ufciamo .Lat.ab
bine.? 1 rJìjuna in duo uniti un color morto appare .
Lat.bmc.Ma Quinci da la mone indugio prendo. Qjun-
ciuedea'l mio bene .C“ Laurei Quincilpie moffo Quinci
nafeile lagrime.'Hs temer, chegiamai nu jcioglia Quin
ci.Quittcfl mio greto. D a u.Quinci non pajiò nui anima
bmina.Qmncifur chete le lanoj e gote , Cb'l uallont jee-
man Qunci inuece é dir Qjiinci.
Quinci,cr Quindi.é qnó,& di là.Lat.hinc,ir illinc.P 1 t,
Hor Quinct Jior Qmndi , come amor minforma. C’bor
Qmnci,barQiuadiudiataatolodarfi. Hor Quinci , bar
Sfjiindi fi che'n ueritate, Hor Quinci Jior Quindi nu uol
geaguardando.Cofibor Quinci , hor JQuindi rimirando.
Et Quinci,tSrQjunifl cor punge, &aj]ate. Conlutmt-
raudu Quinci AS" Quindi fijO.
Ci.Lat.bicJnic,(S' illucfin quello ,& in quilluogp.P f t.
Cofi Ci fojl’io intero , Qr uoi contento.tan queflo luogo.
Boc.Uabaurebbedettopo non ci fui io,Cbifu colui, ibe
Cifu}comeandò,cbi CiuenneiSida cena Ciha,noi jiamo
molto ufi fare da cena quando noncife. (p'in uece della
lUuc.La.-4 cui tl buò huomo nfpofi; Figliuola ima que
fla non ila ma di andare ad atlagna,egli Ciba delle mi
glia piu di dodiciabfle allhora la giouane,Qr come Ci fo-
no babitanxe prefio da potere al^rgareC acuid bui huo
mo nfpofepnn Ci fono ui luogo muno fi prefso ,che tu di
giorno ut polefii andare.H^t Ci feggiamo.'Hot Ci conien
teremo molto.Hjuna perfona Ci fia rtmafa ,Dié,&di
notteficilauora.
luifli 11.0 in quel luogo. Latabi.P ■ ■t.Ter far lui ,Qr ne gb .
occhi f UOI difefe . lmacculandoilfaticoforaggf0.ini ni
donne , ma fontane,& faffi. lui fa cb'l tuo uero, per La
mia bngua ioda.Iui t'acqueta [alma sbigottita . lui e'I
eormioJui s'afconde. Im dipinge . Baffo defir noni cb'iui
fi fèuto-Dolce m'i fot pargarme efler Hat'lm. Etfollui
conuoi rimafe amore.B oc. Ser Ciapcllctto lui a poco fo
cimmumcò.i.dtllapoco,odapoi.LaiJ}mc,paulopofi.Be- '
flagnoneluiajpocbi giormfi troubconlaìlaieita. Che
Cuafparuolo fuo manto douea Ima pochi guimi andare
infinoaGeneua.Tu mttrouerai lui.i.m quel luogo.
1 ndi, brdt là , di quel luogo/) per laqual cofa. Lat . bine
P tT. Indi trahendo poi l'antico fiòco. Et con molto pen-
fitero Indififuelle.puTui Sm Indtipiedi.'Perà chedì,&
notte Indi m'inuia.L'im^fn donnatogm altra Indi fi par
te.O fimd Indi acce fa luu.lndt i miei danm Indi i man-
fuetudmere durezza a.per laqual cofà,o per laqual cagfo
ne.Dalndimqua.uedi a apB.B oc. Damdtinnan^U
Re uenne rigidiffimo perficutore. D a m. Ter Indi , oua
quel fumo i pm acerbo.
Lì/nqiielluogoLalabi. P i r.l uidfl ghiaccio fl!r Id preffo
larofa,pur li medefitmo affido. ■ 96 1
UcLLat.illie,& dbtc/n uece di Li ufato daD a». Tercbe
nfaccorfi cbe'l paffo era LictIToco allungati s'erauamdi
laàtLat illittc.Upimontauanogia partiti Linci jn uece
diquindLTer efferpurallborauolto in lati, in uece di
Lànonedaujàre. •
La, in loco,Qralauia uolta flato, et alcuna uolta mouimen -,
to dinota . lM.illic in locofiUuc ad locum, et dlinc de lo-. . I ^
co. P t j.Li' nedi/t notte flamrm Moffo col poder ,La‘.'--
ue f empre fon uintoJÀ'ue citando andai di te molt’aani,
» »■ ■■
i
'.-A
N D O Luogo
fin niSiofer Entro i fiori /ir therba. Glauco onérg-
par per Entro quella fibiera, Difiemi Entro Coreet lue.
Etlefierefelujgge.Entralemura. Mi firipe Eiitr' un
diamante mme^o’lcore.'B o c.lfratidt qua Entro.ij
frati ibe flanno qua Entro.Entro il mio U Ito . Ma un la
uoratoreperlauigna pafiandohauea Entro dato dun
bajione , fattolo girar intorno intorno. t{apoli non e
terra d'andarui per Entro di notte, D a u.Tcì tb'io nò te
modiuenirqua Emro.Enirata, & Entrare, uedi a qi6.
Luogo \ M O
Et Li nei miei penfier fcritti eran tutti. Et corch erajii‘1
folLaoltreond'eJce.BocXiifiecbtèLà. Chipiccbiali
giùiCbi piange LàsùfSeti uenifie ueduto là Tucch. Chi
quà, chi Là in diuerp; partulo uà uerfo Là. Che Là sù ue-
mJie..Andate Là giù ad affettarlo.Di là entro. Di Là ori
defipartiuano,a colà doue tutti a pie andare intendeua-
no.Là Doue ueJi a Doue aq^j.Cra iiua « 95 7.
Di \i.Lat. ultra /licubi/iUbt,aUuna unita fignifica neWal-
tra Ulta ,e dopo morte, lat.pofl obitum , in futura ulta.
B oc.Tenfando almaluagio flato,Che uoi Di LànetCal Ititerno.Lat.ualcoJa é dentro.? t r.Con l'occhio Interno
tra Ulta douretebauere. Cbepene fi deffeno DìLàper Con gli angeli la ueggio aitata a uolo.i.ion Cocchiodel-
ciafeuno de peccati C om’io gtunfi Di Lajet quando ftgtdfi- la mente, Donna (cntifie a le mie parti Interne ,a 1694.
ca luogo.Di Là entro fu ueduto.Lal.illinc intuì. Intemare/ial andar in entro. Lai. penetrare/ntroire , pigre
Co[ii,Lat.Iliic,& lUuc/be uolgarmente fi dice Là,o fat- di. ? 1 1. Et mentre piu l'interna La mente mia. Lenirà
ti m Là fi ritirati a éetro.et alcuna uoba flittafit alcuna in pifare.Oue nel fuofattortalma l'interna.i.ji conguen
uoltamouimftodimoflra.Ko c.Seuoi mi mettete Cofià jr.D a u. Come ocebioper lo mar entro l'interna liefi
entro io uilauoreròftChorto. Et etti grane il CoSìà fu guarda entra dmare.
ignudadimorare.Oimemad6na,cbiuiportòCoslàiù{Di lntcocqnc.Lat.introq;jialdentroufatodaT> c n. simi 9^4
Coftàfufcendere. “He piu poffa Cofià una lòia , che IÌM parlaua.tr andauamo Introcqueaptu cntro/tipofe la c
molte. Fatti in Cofià non mi toccare. Lfam inlà,o mira per accordarla con la rima tacque.
tiadietro.&Dkv.?attiinCoftà maluagio uccello, yat faori,arFora.fuore.fuori.Lat.extrajualfeparato,trlon
Cofià congb altri canL
fi(* CoRìjiale come la CoflaJat.iBicJ.in quello luogo. Boc,
uolere quefia notte effere uccifo Co^^i nidi leuar
uifit pomi Coftì a federe..Acào cb’iopojia Cojii detro jia
re al copto.Terche Cofiì fi è unpoco di neue.uedi l’Indice
ColUnci in ucce di Cofiì uiò Dan. Ditel Cofimà fenon
tacco tiro.&fi come fi ufa la Qjiinci cofi , Coflinci mi
parch’ufarfipoffa.
Colà, in ucce é quel luogo, 0 in quella parteJal.iUuc.P > t.
Corro fpefio,Cr rimiro Colà, doue piu largo il duol traboc
fbi.B o c.Et ufeito Colà.douera chetamente, Eadiqui,
dr qui,& anche Colà.Cbe noi ce ne meniamo una Cola ni
di quejìe papere. Era ufam;a [empre Cola di decembre di
andareJjiel tempo di decembreSI a K.F'uolfi cofi Colà
doue fi puote.Lat.JlUc.
In fine,Lat.ufque.V ■ r.InfineaRoma.In finquagiù. In
Fino a quLln Fin al cor mi uanno. Boc. In Fmo ad bora.
In Final fineJn Fin a tanto. In Fm al nino trafitto.
Dintorno. Lat.arcum circa.ual in giro , 0 da ogm parte .
P i T. Dintona al mio cor penfier gelati . Ch’alluma
taer Dintorno: dr fai Dintorno ombraci poggiai bel
collo Dintorno Scritto haue^ Dintorno innumerabili
mortalLEran Dintorno al ca^ triomfhale. Era Dintor
no il ciel lutto fereno.B o c.Con pratellt Dtntomo.
9^ì Dentro.Lat.intuifihefianzafi^ mouimento dmota;per lo
luogo fil luogo,& del luogo fecondagli aggiunti delle fue
tana Alcuna uolta énota eccetto.? 1 t. Scacciato de t al-
bergo Fora jxxtra.f'fiita de t albergo Fora. I farci già
dt quefli penfier Fora. onde ogni beni Fuori. .Anchor tor
nalòueme a trame Fare Lagrime. é Fuor fi legge. Dolor
perchemimeni Fuor del camm. Tiàfe per gb occhi Fuor
fi com'i fcritto.Fuor del dolce aere. Chefignorta non bai
Fuor del tuo regno Fimi fentir é Fuor. Voi uolò Fuor de
la ueduta nofira.Fuor tutti i nofiri lidi . Saran Fuor di
^eram;a,dr Fuord’errore.dr io fon Fuor di tanto affan»
no,dr Fuor tralucea chiaramente . ufctr Fuor di man di
coluifibe punge/ir molce,Toco Fuor de la comune fira-
da.’Honefcon Fuor fenonuerfo laferaJ.forùuel forai.
l'Icendo Fuor de la comune gabbia. Et non pur cfuedi
Fuori il tempo fidue.B o c.Fuor delgiardmo . yfcì Fuor
delfalbergo.Cacciarebbemi fuor di cafiu In luogfi molto
folmgOt& Fuor di mano . S" mcondnàarono ad bauer in
odio Fuor di modo Lpnifuratamente. Eflendo tui di Fuo-
re tutta la Fatniglia..Anchor di Fuori Federico già fofpet
tando afbettaua.etmuece di eccetto..Lat.pratcr. Terfi
ruiicbe atcefie una parola Fuor folamente io? K. T^uns
allegrc^ga gli mancaua Fuori /blamente la fina Bianco»
fiore.? M, In ogni cofa era fantifiimo Fuori neltopera del
le femine.Emrò in una cafa/t quella trouidagli babi-
tanti abbandonata Fuori fidamente quella fanciulla . Il
giudeo rifpondea,che niuna fede ne crcJeua/iefanta, ne
buona Fuori che la giudaica.
particelle,? ■ t . Ch'ogni altra uoglia Dente' alcor mi la fuoriLat.prieter, et ufque.ual eccetto òe, odaDiòin
fgombra.Col ferro auelenato Dentro al fianco.Dentro al giù,et è ufitto co nomi pnprii dalBoc.llpiu ricco prela
mio corJlentro mi firugge. Dentro aPacque: Dentro a to Sbobbia la chiefa.dalTapain fuori. Dalla forgaSii
Panima.Dentrom'agghiaccio.Cofidentronon Difeemo. dioinfieori.etTlin..Afienfiruntconfulei defignati om-
Difieor,& Dentro mi uedete ignudo. Dentro ad una gab netetiamconfularesufqueadTompeiumidefida Vom-
bia-Mentro confufionturbida,gp-mifibia.Boc..Dentro peoin FuorL
aDemuradeìlacittà,Dentro della porta della città.Serra ForePeXat.rufiicns,paganuifixtemut,ualbabitantefùo- pàS
to Puf ciò Dentro, Tanto andai a Dentroxinnangi.Et ma tu. ri alla mila , cioè uiUana , 0 rufiica .Boc. Laquale
mfeflamente conobbe , che Dentro a quella era f emina. Monna BeUolore era una piaceuola Forfegga , brunag^
DAu.CbecbiuCoincamefiiuaDentrouiJe. ga, et ben tarchiata. Et Forefe iarabatta nomepro-
Entro.P « r.Lemakthauefi'ioaMolteEutroeapeelu Ch'i prie,
m Entro fi nafconie.ér piantoti Entro in meggp'Tcore.St Oltc».LatJiltra , in uece di eccetto , et di fuori . Lai , pré-
iendofiEMtroPalmaJOpom'Entro'lbelmfoiluiuolMme, tvr.tfi. Et qudloHrale, onde morte piacque. Olirà
roofi/f^o
«
V
Lnog»
noflt^iifo.Ttciti sfiHilUndo Olirà lor mJo^Lpiavo Ol
tri tufairta ji fògg o •na.Però t Olirà [ho [ili olii s'iMen.
6 c.Clìi di dtuerfe tofe infeftito,fia Oltn la fpcran
riufàto lieto fme.tdefl fuori.
Dihimi.qu.ìdulao^adinoli. L.it. ante.Ptr, Otte [ila jidta
la beili donni OinanTÌ una colonna. Toco Dinanzi a lei,
uedt SanJòne.Benìm credei Dinanzi a gli Occhi fuei d’io
M O -N D ''p Luogo ij»
Mamma , £*< ferro ignudo tien da la Simflra.'B o S. ^0
Tieo [otto la poppa Siniflra. Per quella uia, ibeuedi4
Slniflra.
Manca.prr fmiflra,e>r che luogo, & debole fignifica. Por,
Manca Btuafipondi,CoTmce, Manco Lato, & ftoniero.
B dc.Voppa Manca.Dk >i,0 perteremotojoperfolicgn»
Manco .
degno far,coji di merci degno B oc.DinJ^atlacafadcl' M2Bcmo..i.iamanmanca.Lat.leuuiJceui/t.D a u.Sem
morto co fuoi profimi fi raunananoifueiniiini. llqual pre acqniflando dallato Mancino. 0 nt.^/tttrilalciirU
Dinanzi a piedi tefò gli hiuea. ieflre,t U Mancine Rine. TotutohaurianpigUar la ma
Dietro, a Dietro, Indiètro.Lat.retro,pofl, pone, che danza Maniitta,Cb'erapiu diletteuole,e piu piana.
C nioiiimento dmota.Pfi. lafciai di me la maggiorpar Manca mtn.Lat.Uua manus.P t t. Ida Man manca . D
tea Diciro.EcJò ben ch'io ua Dictroaqnel ibem'arde. da Man Manca giri I uidi un da man Mica fuor dtfira
Rima fi a Dietro il fi fiodecm anno. lomiriuolgom Die- da yolfemida Man Manca,& uidiTlato.
troatiifeunpaffo. Et tomai in Dietro quafiannzpl Sponda..yo.Lal.&dmotiogmbanda,&anchoriui.PiT,
giorno.le tue beilez^ in Dietro uanno i.rnaneano. Ch'a in fu la Sponda manca. Et pietoja s'afjide in fu la Sponda,
paffo a palfo a Dietro torni.B oc. Erano poftiDietiv ad B oc.come .Andreuccio fiuide alla Spanda del poz^out-
un tauolato.D A u.ge nidi Dietro a noi ua diauol nero. cino.DAu.TcrcuttremaHan amendue le sponde i riue .
DopofidaalLu(tgii,.ilt‘oràne&altempo.Latpofl,ctpo A*i.Cbelaprorafiuulta,euerfoFoiidafanmanerla
fica.Ti T.E^léDopolefpalk,eimefigaiVeaunzjat dtfiermata Sponda.
dolor Dopole [palle. L'un giuainnatr^.&duoneuiman Diftanra u.tllalontan.inza.Lat.diflantiadnterualIum,lon p6%
Dcpo.RarOiOncffunche'iialtafamajègliaf'idiDopoco ginquitasinter/litium,if.Boc.Tcr lunga Difianza tifico
dui Dopo nenia Demofthene.the fuori £ difaeranxj Ta amante s’allantanauo. Et quanto fofié il luogo di quindi
drcdelcielDopo iperdutigiorm.iì'dnobg'iocthtihii'fi Dinante.
Rimaner Dopo noi pien di f auille.Et Dopo'lpiamo fa fiar IntcTUìllo.Lat.&fpatinmfialercapedo tinterfiitaim .per
lieto altriii.Taato,c fianco Dopo femi chiama Et come Udtiìanza.h a t.'bl^ mai potè faper del caro amico thè
tardi Dopo il danno intendo. & poi mi fu moliraia Dopo di tanto Interuallo era lontano. Scofiarfi é lunghifiimo
fi gloriofo,& bel principio. Dopo la lunga età fui nome Jnteruallo.SÌHcl breue fpatio,quelpoco InteruaUo,Che fi
chiaro. Dopo molto uoltar,ch:finibauTannojet quando utdea fra [una,e Coltra gente,
tempo fignificajnedi a i8o. Lontinin2i.LaeabJèntia,e la éflanza,o ejferdi lontano.
Tuato,cheluogodinota,LatjertmnutJocui. Dan.f'rfMM- fi r.La Lontananza delmiocor piangendo . Horàtua
mo al Punto.doue fi dtgrada.Lpreciif al luogo. Lontannza fijòfpira. B oc. La Lontananza del mio mom
lMO,uallabandadefirafilafitmfira,^ Lati , &Latora rito.
aInumerodelpiu.Lat.latus.P i r.LatoMinco.Danrf- tontano, Lat.longinquui, V i r.OniTiofonfi Lontano, el
J firn Lato. Et da Cun Lato ilSol, iodi Ciltm. ma. Etda folafliLontano.iqpnpoetfere mollo Lontano.
l'un Lato punge. Ricercàdo dal Lato, et d.ntro a C acque. Di Lonzino,Lat.longe,&Bginquo.PAr. ydl dir atta uo
Et dal mh Lato fia paura. Qjiaado una ramani tra he'u ce di Lontano. S'albergaf le di lontano, ueggio di iStaro.
bi da Lato.Fora uno [degno a Lato a qui l cb’r. dico i.ap L'aicropra di Lontan Buon faggittario di Lontan éfcer-
preJio,o a comparatione.B 0 c. Et doltndoghil Liti ,m ne.Et cofidi Loncan,m‘alluma, e'nccnde. DifiLn.tan a
pi qual eradn fu C altro uotendofi. Le fintine mi al Lato fofpir nut i rifponde . B o c.Rare uolte fi uifitauano, cr
doniiiuano. Et tu dalCunLato,et Stecchi d’altro mi uerre diLoiuano.
tefojlenenio . Laf dando il motteggiar da Cun de Lati. LotKinoadie.Lal.ìonginquus.P ■ r.ìnLontanTaefi fida,
che dato delle reni nelC un de Lati dell’ arca . LeLaiora, Ondhiòil fi lontano. Dahpialmiei paflinó fur mai L-.n
ielle quali uie tutte di rofai bianchi erano quafi cbiufe. cani Che uo noiando profitmi,c*r Lontani.Tucta Lontana
Et iuedimemi dalle Latora aperte di fitto Irbracda.
A u.queBa noce è ufata da gli antichi thofeam, drpiu
nontufa Dos. Dal'unde Latifaiinea CaUro fchermo.
S A K.Ter te cui Latora fi poteuano iccdere.
t3nda,illatodeflro,o fimfiro,&parte.Latpars, &latus.
Da v.ChenemauerfonoidaCaUraBania.yirgiUo mi
uenia da quella Banda De U roniicr.
DefiT2,6erìa banda/i latod honore.Lat.dextera.II o c. Il
qual dalla fua Dcfira fi fedea pur. Defira Man. Deflro
dal camin del file. Lei,che'l ad non potru Lontana fa
me.Sole* lontana in fonno eonfilaime.yna nule Lonta-
na mi difpiacque.queHe membra Da lo fpirito ter uiuer
Lontane. Bor. Laqual diquiuiera Lontana . I ihiamau
erano troppo lontani Tarfe non motto Lontano . Il pen-
fier era molto Lontano da quella delta donna.
Lontanare, ual dilungare. Pai. lofephdalpadre Lontanarfi
unpocofD A u.Et durerà quanto il mondo Lontana. Lat,
cbtrare,perdurare,manere,permanere,^e]fe.
Homero. Sole.Occhio,Scntiero . Camino.JS a c . Deflro .Allontanare Lat.longiui proficifei ,feparare,legregare,!i-
Braech.
Delira man7af dextra rnanus.e'rr dextera. P i r. Ciunfe
a man Delira e'n terra ferma falfejrna fera m’apparue
damanDeflra DA man Defira ,oue pria gli occhi porfi.
Lucrctia da man Dtfira era la prima.
iimtin.cbe Inogo dmou-Lat. fini [ira. P. i x. Simfira SiM
iungere tdiuidcre ,fiducere .T A x. Qjiefiafila daluul-
gom'allontana Qujndo't>mio fU Caiteuttana. .Atlonta
narme, tr cercar terre ,& mari, accio ch'ogni nieo beù
éjperga. Et m'allontane. Dicendo non temer ,lx m'at-
lonia.ai.Bo c. Dal palagio s'allontanarono . CotautoaU
Otanati fi fiamo.'Ptr la lunga difianza t’aBÓMtauaJH/
• m
Lnogo O- N D -O , f-ff«go
^iSemkfem’aOontai». • JioflatfiMbofiO ’Bo^.Seudallttiitmàilclfattoimfof
Ùmiii-reftra'Jontanare,MÌta 147», fcPoJlamoliilo.okvt.jffi.Eie^liSailLlofi.&k'Ptro.
i6g Ljnurr^al lek irft da umo,» dar luogo Lat.taierc.T)t.k, nilU tratto diafo del doglio, ^utotbeiotroppodauot
Et fa coniar i'atlro fit'Ura u'intofpa. non mt jiofli.
AbC nciì Lot. è lo lomaitan^t A.* i.Latuuga Ubfmia, PTOsfm!ini,Lot.proxinikiuuittks.Vor.Tmpro/:btuii4
il kedcrkarulkopjHVrattiore o'ic limine ai {kon. Che tornata mi numiaua f i.Cercaidiuolere Vrojjunanoan
ne tLmpo,ne .Ablcntiamaidar irollo. dare.TrvIfimo Torte. P h.
970 Lun^e,i(.i//<i«J/ii>tJ» longets-loi.ginako.Vi-c. .Arder Lungoadue:kalktciia.apprefioJLat.fecksJkXto,propeJi-
do Lk'igc,& aggbiacitar da prejio . (LpoJo longrgli cuudkm.P tr.CoJi Lungo l’aaate ritte andai. Lungo com
euhi miei far mnlli.ihcda Lmigc g'i abbaglia ch'almn Jlorpenfo;o Efaiollarr. B o c. Dainmt falla trtfU-^b’el
da Lungi m' appariteti porto. lIuidaLungemtJlrkggo. lanondicde al prttedelkinodtllabottedi Lungo itmu-
s’arderda Lungc .et agghiacciar da preffoSonlc cagiou. ro.Et pajjdndo LuiighefSo la camera . Chelajuacamem
yiggio I hi ghoiibi,efolgerarJa Lurge . EJleTUumo , 0 ra fojie lungo lauta. O un. Tipi erauam Lungh'ejfo d
non molto da Lunge . fe mie rime imeié Fofiin fi Lunge. mare anibora.
Tanto da la fatuie mia fon Lunge . Vidi l'altro ^lefian- Pre(To,uutno, 0 propiu juo.Lal.apud.propi.proxime Pii.
dronon Lunge indi il d) i'apprefia,& non poiecfier Lun- HpamiTfefi'a lui nafió par Ji'aobugge.Ei mggiTrefm
ge.& Luigi uide. Boc. Di Lungi del cafleUo prifio ad juTfindeU nualuce.TrcjiaCtfiremo. La penna albmin
91^
un mig'ui .
Oltra.er Oltre. Lat ultra.ual molto lontano.0 piu innati:^
P i r. Cute Olirà, ouet Egeo fojjiira , & piange t'Aifi»-
letia Et conbcrafiil Jol la Oltre oiid’efte B o r, .Alpafu
faggio Olirà mare . Olita a tjuifio modo. Lat . proporti.
Tetibc fiefo Oltre la mano Diftdrrofo Oltre modo di ue-
dcrla i.fuordi laodo.Chi da diuerfe cofe infefìalo fia OU
tre la ^.•ran'gi riujciio a bei» fine. ut òli 4 1 49 8.
RiniotOi/ÓMfltf.o ftparato.Lu rcmotui,fepojitus,occultus,
longiiuiiiui.feparaius P i t. Peri forfè è demota Daini
gornaiural.B o c. la luogo molto folitario,& BjmotoL
fegrigttò.Ejii erano in parte afiatrimota,^ foli. A » i.
f'enmé rtmottfJimopaefi.E diedi Italia a tenipi mcn Re
moli in preda a gb Hunni.a i Longobardi, a i Gatbi. ^ la^
uia dritta tu ne A le porle non troppo indi Remote.
\icino .aduerBio.Lat propi.et proximùi.V ■ r. Hot iberni
uoUr non può gir Trefio Ch'ai deflato frutto era fi Trtf
folEti già Trefio al giorno Da prefio . è pm da J'rejfo.
Tiu prejfb.Trcfio di jt. Prejfo era'l tt rapo fui ier pr.Jio.
Quando Trefio d lUo luonparm g.a roto. luieb'lghiac-
ao,& là preffo la roOi.li.br & Trtffo Boc. .Afiaipref
fo di iluiTigu baufdo piu Trefio rifugio ,fe n'entrarono ut
una infetta et <iuattdu fia mute di tfuafi.urdia i6-)s.
Aprc{1'o,4^iu<>^ tuxta,propi pena, non lo’.ge ual mimo}
accamo-dapot P 1 r. Virginia .Appnfiod pero padre ar
mito Etungranuecibio d jaguiiaka .Appr.fio. Boc.
Scr.Ciappelleitoalifual .Apprejfo guceua .Appreffo tri
uabnti huo, nini il fece ammaeflrare. Dà K-lutinufeu
entrare .Appreffo a lut.V altro ib'.Apprefio melaterra
traa,E ’XtggfJUi.LoduiamiOfiT to .Apprtfio fib. Che
qà.AppreJsumeiofi fiintilia.ueéa xBi.ipi.yjSg.
B 1 H St gratta potranno appreffo.
credo altempodelpartirc Effer y Hinofinonmolto da li DapKÙ'o.Lai.dapropi. P ■ r. S'albergaffe Dapreffo; 0 di p-j
lontauo.Rompt n io tot fofpir l'atr Da preffo.Ma pur de -
urebbe d tempo tffer De prifio.Come di tofajc'buom ue-
di Da prefio .Aedi r da Lunge, ir . g fiitauiar Da prrfio.
B n c.Tm Dapreffo lento ma^.g argma.
Appo Lai.apud,C penetataljfprtffo. P 1 r. Cbemiftufi
.Appo uoi doti e ma pena. Boc. Qjtantunque .Appo lOu
loro,iht di, trai erano B.inifuio Papa, .Appo dpnale che
Appo noi e poto pr, ^114,1 omr Appo long 1 , meraldi,
AppoqucUe.Deu.Uoiogratie grandi Appo te. A « l.
Che pietofi Appo lui datt faranno Mario.itUa, Tferon,
Caio,& Antonio. £ gtudica Appo quei
ge. Ethogiada yicin Cultimefi'ida Bo c ytimaTa»
uia.ytim a l<rc^.T{e paura di morte etUa quale fi uide ui
ci no. Al b l pal.igio afiai y ii ino. Injino Ftcìno alia mez
q^4 notte tir per lo adiettiuo.Pie. Angi ihc’l giorno ga
yiein m' iggiungt.L'horc del pianto, ibefongia y urne.
Tutte jue amiihe.&tuiteeran f' icine.llbel mante y iii-
nn.^ quando i fodamiuo uedi 41)78.
Auicinare. Lat prupmqujre,appropiuquare/tcceiere,proxi
mare,ipproximare,.idmoiiere,aduentare,immtncre,m^
flare,cidert ,i'iipeiiderc,p.d m confi rre. propinquumef-
fi,MiiinusaiLfie,pnpc,crpropiutaJrfie,priq>e,&pro-
piusaccedere,effe.P f r.Qjiantopium'auicinoalgiorno Apie.appnffo pur. A piede colli ; oue la bellauefle
eUremo.Bnc.Aui mi lofi alte terre del maribeje. Mol Trefe . Et firmiuna fontana A pird' un f.iggia. (b’a-
tocironoaiiicmateh'auitinauaalle terre delduca.Vbou mor toadute A pie del durolauro. A pii delfuo , &
ra del mangiare i'auicmauaAuanti thè tu pmi'amiird, tmofgnor eterno B o c. A pi; d’una fontana . Apio
La notte s'auiiinaua aldi. Da u. Dimanda tu ; ibegli della montagna tarreua un fiumcelloé uernaecia. A
t'auittni . pie deltaquate pofiefi a fidi re . Lai.xta.
Kauicinare.P t r.Ter nonrauicinarmi a tliimiflrugre. Aprouo.perappreffo.Lat.apnd,penesauxta.D u u.Dtu
Accoflare.perap'profiiinare Lat. appropinquare, aSiitre- ne un de tuoi, a cuinoifiamo A provo idcfi accio che
re.Pti.Viuficuro M aciofiatlor.Bac.FattolaaccofUre tofrguiuamo.
alla fine lira . Accodai, gain qaabbemodo, & toccala. Di coua,vi/ a pruouo,o utcinn.Lat proximuicpnpe. Boc.
Serrgaaccodarfialbtto. Et efia alquanto al muro ac- Fattofi aprire uno gioì dtnocbc Di coftaera al palagio,
■ coflatjfi deSa torre. Rinaldo s’tra accofiato fuori del- idefi da un tato.
la terra ad uno.Ellaui fiaccofieri pianamente, tacco, Alato.ualappnffo LatJuxta., D à n. Lo iuc* mio li io-
fio al letto. lofio A lato.
91* ScQf}areJal.ficidereJiiui^ere.D* u.Homaiitempglia Appreffart, per aiùeiiure , accofiart. Ut. appropm-
. quart.
Luogo M O N P O Luogo ijz
fur-, P I r. Tir poter appre/ìtrglimMi rami Ch’ap» tofimpùcereiienereo. Se per ingegno (onltliemagùut
preifjr non potetti aitima [tiotu.ilon l'apprefiar otte jìa repotefle. Et egli con U moglie U UJ'cufie g acere. lo uom
M]o,optjato. Chekmortesttppnlia/lHiHerfugge. Il gito thè tu gictmtfiiella notte nel letto mui.CÓUjiglm
ài s'tpprefia^ ampote efier Iknge . Voi; saitien cb'ap. la di Imfigucqtu.Ser CiappeUettognicna infermo,
preftandoa meli tire. Upprtfiandofimpoco. Tocoera Giacitura. Ui. lonaibuiu. B o c. Ultra Guiuura face»
ad apprtjfarfiagìi nubi miei.ch'inÓfenta tremar; pur dole.tbe mnfacea U marito.
tb'tm'appTejie Macomepiumenatlungo^pmm'ap- Stare. Ut. P o n. Fa tremar Babiloma.eirlìar penfofi.t{e gjf
prego. Ba c.uedil Indice. lÌKv.SicomeFonda,tbefug fafiarjil. "Ugn làflar ferma, iouorreiftarlolo.^ fico
ge^t s'apprefia.'Flgper lo foco in là piu m’apprcgai.Tfgi
ti opprelìammo a quelle fere fielle. Terihrappre/iando
feaijuo deftre.Li duepeetiaCalben’jppiegaro.Cb'a Cui
I ime fonde apprepauamo, uedi Uuicinare.
U iprocaare. tro. Trouenzale^e appre/iare,& approf-
fimare.Lat pronmare.Dtv. Ma ficca gii occhi a ual.
le. Che i'approccia la riuiera dtlfangte. Hjptnd'cUa
tterfi lefpahe apf roccia , Da Coltra parte m fuor tropo
fo s'approccia.
Ugg'ufiare, per appregare da ad,& iuxta. ÌJtt.che ftgnifi-
laapprefia. Ut.approximare.iy.A a. Colui,che da fini-
Jtrates'apgmfta E' dpadre doue altri leggono s’aiuftaj.
gb s' appresa . uedt Urne mare.
574 Uppropinquare, Ut.per auumare. Dku. Ch'ai fin di tut~
ttidifqm 'appropinqua, uedt Unti mare.
S u. J ufo,Giu,Ciufi, Di fu. Dtgiu^lto,Bapo . uedi ad Ul-
*^•">778- . . "
Cittare.pcr porre leuando,cìr rhnoumdo dafe.Lat.iacioais,
fiar non uolfi, Cbefariangir i monti, & fiore 1 fium. Se
Chrtfio^ da la contrana partei Sta fu mifiroiitx fati Sà
comefià tra fiori af lofoCangue. doue tu fiat. Troppo fiat
in un penfiero. F'iucrfi.mdo dal cor Calma diuifa. Stan-
domi un giorno folo a lafinefira . Et cofi tnfio fiandoji in
difiarte. Standofi ad un balcone. Tu fiorai in terra feirga
me pan tem^.Cancpn mia, fermo m campo fiarb. Sola
uemfSe afiariuiuna notte. Cuna nei ciel, & Coltra m ter
rafiarfucome un ghiaccio fiafii Ch'i fiata fimprc accorta
a farmi guerra. Et fiate foran lor luci tranquille Sempre
uer te. U uelo,Cb’i fiato auolio intono agUoechi nnfiri,
Or»,^ terreno Efiert fiato danno,& non uant aggio. In
una fonte fi flaua. Umor;, he meco al buon tempo ti fia-
ui.Vj doue in tanta Ubertà mi fiefii. E'I dì fi fii fSe/l Sol
finiprc ne C onde. yiJi m un pie colui,ihe mai non flette.
E i piedi in I h'u) mi fietti,elr mosfi,& cor fi. Che Catto dal
tenonmifiiadaMante.Stiamo amoraueda laglonano-
fira. Qui mi fio fola. 8 o c. uedi alt Indice,
tacere. P » t. E inauiganti in qualche cbiujà uaBeQu- Stirenome.latmanfioJlatus.flatio.PtT.U/larniifirug
fan le membrajqmgpao. Et Fauc bore gittqrjn qualche ge,e'l fuggir non m'axta E' l fèdere, lo Stare. B oc. Et
porto. Gittaimi flauto fopra Cherba un gurao. B oc. Et neUuo arbitrio rimege lo andare, tir lo Stare, lacue mi fa
queflo detto le pennese i^cdi,e‘lbecfo leftfeguure auàr iqftare,ou’io micuoco.l^ui i bello,& fiefeo Stare.
U.Cutandobinnure.Dibl'baueguioeffia^ato,tomr Up^are Ut. geeulan.cufìodire.ualfiarfermomunitu 977
flit ti /«AtiAPu m9t Aamnotok .4^^/fìna ttac mA A ^ .J-ÌX I. __ 'ti
tfii ti gittartno, là oue tu eri degno d’egir gittattF, vEofi
UT fitto gittarfi fipra il letto, pttatogli una cappa
Cittatofi iitpnocthioni. ’
575 Cittits. Lat. laSui. B oc. y teina a lido fotfè una Gittqm
ta di pietra . Quanto il nofiro arco per ogni parte ,fi può
una Gittata diflendere, A M.
' Coneare. Ut. recumbere,& accumbertper giacere. P 1 t.
Et BonhcrafiilSol la oltre ond’efee. Si ratto ufciua'l Sol
anto de raggi, Chedettohaurefii,e fi corei pur dianzi.
B o c. Credeniafi col marito coricare. Mi coricai con lei.
Si coricafìe a lato a lei. Le fi coricò a lato. Si corica*
reno infiemc.
Supino Ut ualgiacerecolcorpoinfufi.DAii.Supingia-
ceua m terra alcuna gente. Tot fer i uifi per dirmi Supi-
mJ.al^ronola faccia, A « j. Con le man giunte, egli oc
ihi al cui Supim.i.guardami ad alto.
Ciaeere. Ut. iaceo/:sfiacereJìareaiianere permanere, rem
fitdtre,awe(cerr,per Rare. Ter.
doancoella giacque; "Hplqual
uoUi. Degno è che mal fuo grado a terra giaccia. Et nolo
féura’l ctel,et giaccio in terra.yna parte del mondo ì;cbe
fi pace Mai fempre in ghiaccio in gplate neui.Cbe'l fèr
pfte tra fiori yet Pherba giace. Et nel fuo letto il marfini:^
onde giace, Ouegiace'l tuo albtrgo,ér doue nacque II uo-
flroamore. UUhor; che fulminato,er morto giacque II C
miofperar. "Ugu giacque fi finarrito nella ualle di Tere-
binto qux Igran Thilifieo.che'nfm allbor nacqui .A me
"Oiofo;^ graue . Felice agnello a la penofa mandra Mi
giacqui UH tempo. Boc. Qjiandù muoia Rare nellet-
go/ldjfiìettare alcuno da appofitus,idefl pofio in luogo.
cui colui ha da pa fare. Boc. U feguentc mattina
appofiaio quando Calandrino di cafa ufóge.
Totaiinc, thè luogo dinota. Ut. termesdtis^amus^xarbo
re Surplus cumfrullu qui ttmùnonomendedttjirter-
mmus,fims,umfir4i. Bor. Riftringere dentro ad alcun
Termine quelìo,di che habbiamo anuueUare, Hacofiei
fuor de flremi Termmi delta terra in 1 fililo perpetuo riìtm
gota. D.mioa Termini della cafa del padre fuo. "hit fulam
mente dentro aTermini di Stalla flette la fua fama rm-
(hmfajma in uarte pam del mondo fè nandò . {<r quando
flà per lo fine, uedt a 1 ; 0. 6. quando dmota tempo a
XS a- & per lo accidente u 1^7.
Giubbetto, i luogo doue fono le forche in Tarigi. Da n. I
fi i Giubbetto a me de le mie caleJ.in cafa mia m'appictaL
Guardingo rrax» luogocofi detto inFireuge. D a m.
Ch'anchor fi par {intorno dal Guardmgo.
EtuotOi&fieddo'lni- Limbo, lat. detto da Lembo,che i laeflnmitd,ihe circonda
IO uiuo,ty morto giacer la uefie di folto, come lifla;o orlo, cofi illmibo ilo primo
terchio,ihe circonda Pmfemo fecondo Dan. Conobbi
che’n quel limbe eran fo^fijidefl dou'tram i fanti Ta-
dri,ueéalemboà
C 0 s u.
o % K. Ut.rtt. V * T. Cofa Amata, Bella, DoU 97S
ce,Dura,£^a, GaittleJm^ibileJncndàileJHira.y
bile,Monde,Mobile,7iaturale,'Huoiu,Terfetta,PiaMa, .
Trtpia,Santa,yera,yile,OgniCoià,Ogn'altraCofa,0- 1 à
gù Cofa mortalCfOgiripi Coft,Co 1 1 Alttrt,Andatt,
R mi .
Cofa
MONDO
Elementi
Ctrf, DÌMcrfe, Dubbiofe, Eccclfc, Vide, Cratiofi, Honom
riitc^umane,lnitumeribili,Lrggut4rt,M‘iffie,M<tntfu
Pe, Mille, Ofcitre. Tafiate, Vrcicnii, Verptte ,almondo
Rade,Sole^itiue,Tah,Tiitte,m)H Humant. In tnuftaU
tre Ctfe. Mi rendunCarco,ibc6ptt Cofa ^
da Pancare ^ihene,^ rpino. Cofa bella mortai pafia,&
non dnra.Ogni Cola al fin noia. Elfr muitmealcnna Co
fa ponilo. Mifrchiffemr in Cofa mortai pone, tt parlo
Cojè mamfePe,& conte. Firmar in Cojeil cor,tbc’i tépo
preme.Tafto qui Cofe gloriofe,ir magne Molte gran Co-
fi in picciol falcio Pnngo.Cofi [opra natura Tfon pin »f.
dute.Che'l ctel gonerna. B o c. Co(al>Hbbiofa,f'iik,Di-
letteMole,Vicciola,Mortale,Mirabile,ManifePa,Mani-
fePiffima, .Amata, & Defiderata,Dtgna,& Conneneno-
■ U.’Hmna.ct StranaJIumana,HonePa, Incredibile, Mag
g/ore. Dolce, Certifima, Marauigliofa, Ottima, Liggia-
draflpportuna, T^obile, Sciocca,'noncia, Sconuetieuole,
Impermutabile, Racchetata ,Cara , DhhonePaJ^tde, lie-
ta, Bella, Tiaceuole, Ricca, Rea,Fiera, Malfatta, Mata,
yiltffima.Craue, Crauofa,7frra, Magnifica, Ofeura, &
Terribile. ilualunqueCofapiudefidereuole. Copta fare
yiìifiima. La Cofa era a tanto. D'una Cojà ui prego. Cofa
non yfata. T^juna Cofa piu lieta mi potea auenire. T\Q»-
na Cefafu mal tanto eflaltata,tanto magnificata, tanto
bonorata , quanto eranate uoi.Ciafcuna Cofa m fi mede-
fimaè buona ad alcuna Cofafet mal adoperata può efiere
nottua a molte.Cop fatta Cojà.Di mn fi che Cofa. Cofi no
cndibile.Tal Cofaiconciofojfe Cofa.Cofe tutte Buone futm
te HonePe,tutte Sante, Humiliifime,Laudabih, Tretiofi,
SoUax^enoU;Profiere,Trofonde,Ccife ualorofamente ^
rate.Temporali, Raccontate, Treterite,,'PTefenti, Future', ■
DiutfateJmpoifibilt,Cotai,Morbide,yarie,Diuerfi,ìlel-
ticofi,'P^Mi,'Hpiofe,Simili Cofe,& Ttggiori. Mi
ritte ,come TerrePn,Veruerfe,& Maluagie. Friuolii '&
Vane , Sceltrate, Horrihili, Intollerabili, yulcanofud
frimo,chemefcoÌapemfieme le Cofet conte fittole Cofi
dolci il piacer , & altre Cofi contrarie; & coji di compor
le top miHe.
Ciò ,inuece di tal cofafiquefio. Lat hoc. P « t. Ciofepp'io
dapoLCio nefat ombra ria del grane urlo Sedo nonfofi
fi. do fu per mia pena. La geme non fido. Siuando do
fia nomò, a do ne mena. Amor;ch’a do niinmta. Ch'a
do prouegga.di do che mi auenne. di C10 non far parola,
tir di do fin contento . ì{e di do duoimi . Et di do umo,
iT altro mi tal poco. "He di do la,ma mia uentura in-
colpo. Et di do infieme mi nutrico, er ardo. Si lamema di
Cto. Et di Cio,come <t iniqua parte duolti . Trima ch'io
troni in do pace ne tregua. Se'nCtofallaifi:. E'icielin
Ctoiadopra.inCtoftguofuoPile. Boc. uedi Pindice.
Dah. Animando di me piu degna. Mendegnoa do.
Ciò ch'io nidi, do che mole. Et non C» c’ha mePicri. Ciò
che fi uuole. Latjfùccmd.
Cioè,ideP uidelicet,fiiLcetJjoceft. P I v. CioiilgranTito
liuto Tadoano. Boc. Et non mi uoU r tor, Cioi l’homr
mio.Et chiamatola per nume Clolno Crifelda.Cioè douerfi
conpattemupaffare.
Ondctperlaqual afa. Lat. qnapTopter.quamobrem, quo-
te fropter quodex qno,iccirco,uelidcirco,qua dereddeo
ergo, igitur,itaq:,atque,quidita,cur quo. Pit. Onde
foueme meco mi uergugno.Onde piu cofe nc la méte fcril-
te. yotrappaffando . Onde al uero ualoreonuien c'huom
poggi. Onde nel petto al nuouo Cario fjnra. Onde noi pace
hauremo Onde mai ne per for%A,ne per arte. Onde' Ica»
min alar tetti fi prra.Onde fien Popre tue nel t iti lauda-
ti. Onde benignamente jalutando Tenefle multa il core.
Onde come nel cor m' mduro,t'nafiro. Onde parole, 0-
pre Efion di me. Ondeigniuirtumore. Ond' 10 '.tutto nà
Jiruggo Ond'iofoHtate. Onimnonpofioaitarme.Onia»
uien ih’ella more. Boc. uedtCIndice.
Che, inuetedt onde. Tir. Da fi flefiafuggendo arriua in
parte Che fa ucndeita . Che fin [attoua’Augeljnt-
turno al Sole.
LIBRO <^V arto-
elementi.
Fyoco aere acq^a terra.
Lementi . lat. elemento . fono pio
que principi! , de quali lompoUt
Jiamo,ty l'ordine della cumpufi.
tianeèquefio,ih^litetOtolejiel- ' '
le dijpone le parti de gli Elimini ì,
& te riduce a certa proportione,
dellaquale poi fi faceta la teflura
del corpo quale a lui fi cornitene}
onde fecom&'chefiaordmaia, & difpofla Fhumana lom-
pofinione, tale ella fard piu, 0 men bella. Ma iMathemt-
tici uogliono,ancholra che in fui najiert/amma/um che’l
ioipobabbiJle fue qualità 'da cetefti lumi. "Pie. Le ftel-
deA‘tdUl(t,& gli Elementi a proua Tutte lorarti,et ogni
eflrema cura Tofir nel uiuo tume.i.dl M.. Laura. Dah.
Turbòilfig^ttodeùofiri Elementi.
Fyoco.
■ I ■
VIcano Dio del Fuoco. Furono piu f’ul-
cani;il primo nato dtf. eh; il fei ondo di ffu
h,ihe gli Egitti chiamarono Opu , cujiode
deb' Egitto i tl Teroip del terxp Cioue, di
Giunone, & quello fu d fabroneP’ijola di
Lettno;tl quarto nacque di Menalio,che tenne fijole yul-
caute prefio Sicilia ,come uuol Cicerone. Fmgono ipoeli,
che yulcatiofpfiefabro di Gioue , & che gli fabncafie i
fotgpri,& le faette, quando uolea percuotere alcuna cofa,
et alcuna unita yulcano fi piglia per hfuoco,tbc noi ufia ’
mo,& fi gli attrtbuifee tre fabri Bronte,Sterope, «Jr Ti-
ragmon , e due primi dinotano gli accidenti detta jàetta:
perche Bronce fignilua tuono, uqual nafte dalla fiatth-
ne,& uioleatt rompimento della nuuoia.ncUaqualeèac.
cefo il uapore ; SteroM fignifca baleno, che noni altro,
che il lampeggiare del fuoco . che appanfee nella rotta
uuuola : Tiragmon ifirtme gli firomentt fabnli , per-
CKcbepir'dfuoco.et agmonl'ancudme. Vi». Brontesó;
Steropes^,(^nudus membra riracmon.MaHefiodouam
la fia tbeogoma non pone Piracmon.ma pone mqueltì- ,
hio Harpet , a dinotare la utolentia della faetta , laquale
fogni cofi farapma.Etìdemdah*rpa:cm,chefitgmffi
fa rapire. & dicefi jneHi ejfere figliuoli della terra, per.
tbelalaettanafieiLl fuococa,a ulefle^deuaponete
fiati cofaiernjlre. ionoétii Cyilopesuiltr.gaa ijreca,
peribe jeconio i poni haueuano an foto occhio nella fron
te. .ilcum uugliano,ih<; ferunoa y ideano, quelli iquali
Crei 1 ( liiaiUMìu TtUhim,qucHi dicono lefauole epere fi,
gliuoU del mare j& furono i primi habitatori delt'JjiU di
K.hodi. Furono inutntori di molte arti; Scolpirono le fta-
tuc a gli Di). Oreterea poteano indurre uéti,pioggie.gra-
gmuoie^ neui douunque uoleuano, c*r mutare le forme
Fuoco MONDO Fuoco nj
giàdelFocoigfiuéoJlReéLipia. F'ngranfolgor poiea
tuttodì Foco. óac. Et fece un granaijjiHM Fuoco. Et
giàtrefceuail Fuoco neu'acceiauaue. Uunósa cbe'i Fuo
co è utiUifimo,an^ netepano a mot lali. Ujianio piu nel
Fuocofip)jjia,&’ pm l'au enie,i-r fln'^fijparui i amuor
ta.P u. Hel profondo dell inferno joim inepa nel fuoco
penate. Fuoim,lrrandipimi,c repituatiFieii l’Indice. *
Tocoro.latjtrdeni Bor. Mopa da Focolòdijio.i. ardente
^ grande.lt Foio,eMonaihe. Lat. percupidx. .Amaua
FocofamentedMrdemememe.
'alle cojc come fanno r'Magi.Ondednaflro P i t. So^i- Infocare. Lat. infiammare, Bo c. Tutto uifocato neluifo.
ra, eluda atroperayulcauo Perrmpefear Capire factte lat.ira \ucceu.us. Ondi io tutto m'ardo tn foco ,iociiHa
aGioue. Lehraccua la fucina indamomoue L'antubitft adiro, lat. irapor.
mofabroSicibana'X mcndenio yulcano )perciothefe-’ AffocttoUjit.igmtMSFialiHfijmmato. D a k. T’erl'.Afo.
tondo yngitio , tiene fua fncina m HongUrelio, cui Etna tato ri, ode la llelia. Veri .Azotato amor ond'cj^u e puam
monte altislimo in Sicilia; oue fabricò tarme d’Enea;per to,Due .Angeli con duejfiade .Ajfoiatc.iai.i^»nt.
che Fiomero il chiamò fabro delti Dei.et in citta fucina li .Affocarer& .A]fuoiare,Uu.uiflamm.tre;inccndererirdere,
diede;ouedicecheeglifecetarmeadjtcbiBe.lì A o. Se dfoco eterno ,lh'entrol'affocaajncende',&ai»)ruciafi
Cuue fianchi ifuoifabnjla CUI Crueeiatoprefe la folgp.d ledunoPraroffe.E.t queuoajfoca qualunque l'tntoppaj,
re acuta .Onde t ultimo di perupofui, 0 pegU ftam hi gli abbrucia. Bac.luhmio piu l'appeiilo i‘ejfuoia iiufuota,
altri a muta a muta In Mcgibelloa brfunnantgraCbia. ttinpama. A m. Colei rmuranao taffiioia.i arde A m.
mando buon yulconaiuta aiuta. Bo e. Et il eojlumato .Atteggiare, Fa'otli lon laperioiiat.omefojuu farei pitto»
al fuoco Fabro di Gume,^ facitor de folgori. F i. A a i. n alle loro figure. D a u. Di lagrime atteggiala cf di
Se la fefie Mioeruafi il Dio di Lemo.i.yulcano. dolore , ideb piena di atti, out ro.AitcJtata, or faiiidita,
fuoco, fiamma, Lampa,Lampo,Folg»re,lncendio,.Accen (bei meglio.
dimenio,.Ardore,Rogo,Pirajriaccolejrace,Facetla,Can Sfogare,etiifogare.Iat.exacerbareFlemulcere, edere, eruin
deia,Candei.ibro,Monoti,Doppure,Torchio,Lampada, pere,dtferuere,extpuare,uapoi are ,eruiltere ignem,ual
lanterna,LumtraJiauiUe,SimtiUe,Brace,Carbom, Stiz
^ , Fitmo,Caligine, Focolare, Fucina, Mantice,
EfcaX^ucde,jicciaio,Solfo,Cerafiece,jtrfi»Accefi,.Ab
bruciaii,lnarficmti,Infiammati,.Arilenti,Foeofi, Com-
bujti , Infocati, Lampeggfanli, Fiammanti, Scintillanti,
S fauàtamtp>Kmiceai. .A ccendere, incendere, ardercAb-
bruciareAttix‘KdreAuamparednjìamniare/iff6care,dir-
fogire,ijcgare,infiHare,tiammigffare, flagrare, fauil-
lare,sfauiitare, lampggiare, houire, feruere,tocere,fu‘
nare,ifumigare,tllingueTe,amortare.
fuoco,& foco, per io Elcnitnto,& mela. Lat. Jgnis pyr,
IgiJs facer,& igmi pcrfuut & grata bjeramojns; il Fuo
codi S ..Antonio. P « i. Foto JlcceJi,Arditei.Amoro]b,
liberare dalf.tOco,<ioioc on parole ,oion altro mo io al-
leggiar fura, crii iolore iraiondo,ihc Ibuomoha diden-
tro. P 1 T. Madtró per ifcgar Tanima mejla.icmp'era
pardi ifogar'il doloro, ocor< .,be per quefl alta piaggia
Sfogandù uo loi mormorar de ( onde. Che almen torn io
joiea pcpa'foganue. Ei per, he un poto nel parlar mi sfo
go du tomo Ligi imandoifcgo,ll core peri ifogar'il pit-
to. Verisfogartl, uo acerbo degnilo. B o c.uedt l'Indice.
Sax. Ma perche lo sftgarton parole ai mifin Juole alle
notte ejterealltuiamcuw di pefo^tl diri pure. Ani. La
lunga abfeutia, il ueder uarq luoghi, Vtaticar altre ft mu
ne at fuori. Tar che jouenie dif/icerin & sfigfn De l'amo
rofcpahumiliore.
Freddo, CHite,Honefto,lndegno,lnuiJibile,Liquido,Mag Dufoiarejiilmedifmtojtheèifogare. Pi t. Quanto bifo-
gnire,y>ofiite,?icciol,SoJue,OràFoco,BelFocoJ)iCioue, gna a disfocar l'Icore.
Di Pietà, Gioir forfè nel Foco, perche IpUde.yedremghiac Rogo, Lat. iqMellaadunationdi.legni,ihe fi facea per arde
(iar il FocoArdcr la neue. Dentropur Focorrtfòr candida rei corpi n.orii,tomeu,auaao gliantubi Greci & Roma,
neue.Semat Focoper Foto non fi Ipenfi. Quel Foto ih'io ni,ihe nelle ejsequieardeuanoi corpi morti,ihegretamen
fmfaicbefojse^ento.llFaiodelmiotor.Ractele'lFoco, te fi thiaaiauaVira. & però due tl T\r,Infin deener
e^enfe lapaura. Enonlaftia inme dramma,Cbe nonfia del funereo Rogo,ideft fin al a morte.
focorCr fiamma . Amor m'ba pofio,comefegnoaflrale. Viri, &'Pytagra.^ Lat. i certa coadunation dilegneacce-
Come al Solneue,C come cera al Foco. Co mantiii,e col Ji;altrt du ono effere un ua^o,doue dabbruciauona i corpi
Tocoj! congli jpccihi.Diflaie un ghiaccio jun Foco quan- morti. onJcD Au.Che far jorgerede laVira.
douema. iolfoCrefcafontutto,eltorunFoco.\Alcun foco\lK.lat.prunarium,focus,Lir, B o c. Da guardare
dCatquafidiFocotlgufloe’ltattoAcquetan. Et io che la cintreimormal Focolare.'
fon di cera d Foco tomo, yederm' arder nel Foco , e non Fucina, lat. officina, l luogo doue fi fa il fuoco per ifabri •
m'aita. Che mi cuotono'l cor'in ghiaccio e'n Foco. L'una Ptx.Le bratcìaala Fuima indarno muoue lamu hisfr
mo fabro Siciliano. 0 Fucinad'iiga..m ,op> giontCnra,
Soc. yna fuema di diabolu he operai ioni, c hc'l bollen-
te ferro iratio de Cardente Futinauide dtmfinue faudlt
sfaullare. A*. Skama Fuetnaceuiifimade Ciclopi.
Am, D A ». In Morgihello ala fucina nera.
piCgt arde,^ uerfa foiojcT fiamma. Giugnendo legneal
Eoivfiue tu ardùE ^intn'l Foco ou agghucaando l'arfi,
Cb'arfi quanto l mio Foco bibbi donanti. lui com’oro,cbe
nei Foco affina. Subito oLbor lom’ acqua d Foco ammor-
ta. e'n FotoAngielo Tremando ardendo qfiai felice fui.
LdiraiTonia;cbt'l ferrod Foco affina. yidi]quduj^ f'ajnmz,Lit.fiamma,prop.& meta. Pi T.FummaAm».
Fuoco M> O; N, D' Qi Fuoco-
w/jr, ^ccefa, ^lma,Chùifa,Dolce,ìiifaM,TH>ca,Soaiie. gbi,f'o(i^proiii. S a c. L'imfttuofo, & Orienti Ven^
SecomU,Fiamma itamor. Ma fu ben Fiam«ta,tbe mbn la delia tnùuiia , CaUo,Gioaane, Ardttuijfimo ieftderio,
[guardo aeufe. Fiamma dal del fu le tue treccie pkma. tArdciucmente ami. .Ardemtsfimameiuc à Ut tnna.
D'arder con larma Fiamma nonimpari.Vuna piaga ar» ntoraadofi. Dak. .Ardente Corno, Spirto , Mffet~
de,iÌFuerfa fuoco et Fiamma.'ì^anpoteaFiammaiiurar to, .Amore, .Ardenti Soli, Raggi. Che gli occhi miei
per altrui face. I dardi fouoflraUacceftinFiamma.'Hi dtmirar fepiu .Ardenti.
come Fiamma.che per forza è jpenta. Sento in mezp de .Ardere. Lat. er conJLtgrareidcflagrare, incendere, ual ab- plf
le Fiamme un girlo. Di mia morte mi pafco,& urna in Fii bruciare,& grandemente éjiare, Pii. Che [mifurata-
ma. Boc, LaFutmmaaccejad'amorofi ji^iri.ardeui mente’lmio cor arda. Saper quanto ciafcunee'nqual fuca_
con Fiamm i piu chiara . con fubua Fiamma, nu raccefe. arda. Come ardcuamo ni quel punto. Forfè tal m'arde cr
Tarimented" amorali F i a m m i accefiardeuano.ten- . fugge,C’hauna parte del caldo. Foco,thc m’arde alapuc
gonol'amorofe Fiamme afiofe. Cantiche Fiamme rifu- algente bruma. IlScdpmfprtf ardeuaa.fcaldauagran-
jcitateui. Dan. Ter due Fiammette,ch’ei uedemmp por- demente. .Ardendo leirche come unghiaecio fiafit.Tenne-,
re.Che (òpra li tutte Fiammelle ammorta. . mi amor anni uent uno ardendo, Xornodou'mderuidiU
tfq Infiammare. Lat. infiammare. Pii. InfammataComau fauiUe. .Arder dalunge,Cragglnacciar da preSo.onSiò,
Rote, roglte. Infiammato .Amore , . Tei ch’mfammaut tutt'ardo.Se non ch'i ardo come apcefo legno. &e da luu»
Chcbbe.Che‘ldirm'inliamma,&puuge.Cbe quando li^i- . gemiflruggo,&daprefi'ardo. Giungendo legne al foco,
rondo ella [òrride M’injiamma fi; che oblio niente appre^, <me tu ardi. Tot nidi Cleopatra, & ciafcun-drlà D'inde-
Xa. L'aer percojso dalor dolci rat S’infiamma d'honefia-, gnofoco. e’nfammaamproft arfe.ond'ie fuhit'arfi. Fede-
te. Cr la foaue fiamma; cb'aniborlafiom'mjiamma. Gli fiiben,quandofitacttoarfi.iofàrnprefo & arfii. Tanto
occhi m' infiamma; ch’io fon et arder contento. Tdg potnan piu quanto fon meimerde legno. £ da bcghocchijuoi,che’l
infiimmar forfè anebor mille .Apollo tanchorutue’lbel cor m'han arfo, B o a.uedi l'Indice. Djih, che tutt’ardat
defio,Cbrtinfiammaua a le Tbefahche onde.Ch’ altro Uu .4d ^agb occhi piu che maiardea. Taruerm cbe'l fuo uU
me non è, ih’ infiammi, ogvide. Canzpn tu non m'acqueti, fo ardeffe tutto. La donnamifgridò.perche pur ardi Sino
angim' infiammi. Cademrtù da C infiammate corna.icbe Civetto de le uiue luti.Ri^^a)ne,cbe'nfeteArinfo» '
rendono fiamma ,cSr jflt udore per rifletto del Sole. Boc, co ardo: Cpm’ei fot, effe & arfe, E feuer tutto. Che piu non
Molirandofi fi forte di lui infiammata .fi m'ha infiam- ' arfe Lafighaà belo. lamarginifanuia,ihtnonfonarfi..
mata. Infiammato piu che prima .piu che mai Infiam- Comed’unfliggpuerdecb'ariofia.
maio. .Anzi non meno élut la giouane infiammatafofi, Iticeadio. Da, O-ftagramia^&infiammatio. Por. Ondf filj
fe,lui di lei haueua infiammato. morte ipalefert'ucendto aperto.
Fiammeggiare. Lat. rcfiilendere ,ffleHdere, micare, fiiutil- Incendere. Lat. & infiammare. Pii. Trouan Coltra uirA
lare. 1‘ I r. Ter Caere in color tanti uariar fi. Inquanto quella che’nctnde. Etcpfi dilontanm’alhtma e’ncende.
fiammegguado trasformarft. Toi quando io ueggio fiam .Amor che’ncende il cortCardetàc gelo., Tm m'muaghi-,
Pieggiar leftelle. Et fiammeggiar fra la rugiada, e'Igelo, fee/ioue piu tn’mcende. Tfon tempraffi l'or furarmi»
Cta jiammeggioual’amorolajiella.Toifiammeggiaua a cende.Muue la fiamma jchem'incendegjrfirugge, Dau,
gmfa di piropo. Dau. fiàmandoforte aguifaécomete. Edelagente,cb’enirou’era incefajMcefa.
\ ampi, dcua da uapore. i ardore & fiamma . Lat. fiam- Accendimcnto. Lat.ardor,&incenfio,&fiagrMia.Roc.
ma. Dan. Manda fuor la Fampa dcltuo difio. Boc. ^nnuono .Acccndtmemo di piuajjiro fuoco. A it. i
Si come le fiamme da uenti agitate, crefeonom maggior Acxefo.Lat.accenfui. prop.& meta Pt i. .Accefo Defir,
rapa, "tip altriméli che lucerna ulema al fuo funere fuo Foco,Ltgno,Spirio, .Accefi Occhi,.Animi,Strab,.Actelu
le alcuna rapa piena di luce maggiore che Cufato gittare. Cbamate,Mente,Spene,rirtutt,roglia,Facella,Bonaa,
905 .Auampare. Iat.fiammefcere,fitmmare,fiagrare iahbru Fiamma,.Accefe FauiUi,Saetle,roglie,Miferie. Dan.
ciare,dauapor. Lat. P et. dt fuor fi legge coni io den- .Accefarogha,Face,.Accefe Fiamme.ToiuidigéteM-
tro uampi.D, n. di quel dnito zelo. Che mifurata- cefe in foco d’ira Ucctfi corpi humam..AccefòliaggiojU
mente in corauampa.L'amorc,ondTauampo. qaell'ainorMcefo.Cbeperlomezpdeltamm.Atufii.
Lampo, F algore audt folto di Gwue a qgf. Accenfi. p 1 1. .Accenfi Sptrti,LumL
Ardore. Lat. & fiagramia, incenfio. Pii. Urdore Efirt- Arficcia, ual arfa dal fuoco. Lat. adufia Dak .Et guarda,
mo, Fallace.Fcro.'hlpn temprafieTArfunahe m'incen- che non metti .Anchor 1 piedi ne l'arena .Arficcia .A una
de.Bo e.'He con quanto .Ardore fi defidcri la ucndetta. petrinaruuida,e>r .Arficcia. A a i.'Flondourebbela car
Canteuole .Ardore. Sentì con pm forza nel cuoreCamo- ne bauerpm .Arficcia
rofoUrdore. Dan. MmC.Ardor furfemelefamUe, .Accendere. Ut. &incendcre.iufiantmare,per infiammare. ?•*
Che tnifcaldard.U duina fiamtiu.U(iia chiarezza fe- Pii. Tutta Uccefa de raggi di fuafieUa EllaCacufi.
guital’.Ardore,L'.ArdorUmfion.CrefceC.Ardor,cheé otfcefodentro; fi eh' ardendo godo. Hor comàencbeiacu
queUa s'accende.Tale HendeuaCeternd Urdore. Sentir umdaogni mto Zelo.£lcieldtuaghe,etlMcide famlle S'at
mi fate tutti i uofin .Ardori, m uento impetuofo per gli tende intorno. Ch'accende in car gètti ^nefle uoglie.Ogé
^ll^'fi Ardori, Chefier la felua. facella Accende ; & Jftgne qual trouafSe accefi.
Atacntf. Lat.ardens.infìammatodjmorpfofuocopiehemi auemÌcràd'amor7{pMdicuun‘buom;manacorditigre,
te & grandemente defianie. T t.r. Ardente Firtute, & d’orfo, e'n uffa parue faccendefii. che fi f accendi, &
Zeio,SpirtoJ}irc,CeJàre, DefiofiefinJ)efire,TrtgatOu fi lo]pnm.Fedendoarder 1 lumi^iom’accendo.toe.
t*,diraU^oglia,'Hpdo,Limt,Sol, A a p 1 h 1 1 , 3¥c- Tig fi curò altramente accender lume 4 m ferueutifiàm .
Fuoco . Mr O' Df O Fuoco ij4
«wr iwenic Camma aoflraj mnrnmra. In furore aue ti liafcntto alla put etmera fe u andò, fatti accidere Ton-
ft.urata.Q^<Mto dtdonttaCacctndejfe giaHtai.i.infiimaf (hi.Vrefoun Trochictto accefoinmano. A 1 1. Cinnfea
fe di amore. Fano un poco di fuoco il fkotorihteto aicefe.i. ^Undor di Torchi, &di Facelle.
apprefe. ueéalClaiice . D * n. peraaender la fede VìuilkJait.&fcintilla.PtT.fauilte^ngelhhc, ^ccefe.
de l'euangeloftfem fetidi,^ lance.i.infammar. Quep'aL tìonefìe,lJicide,'h!^HeMiopertc,t'jghe,riMc, hoUiTo
^ tro^Undor, che fi s'accende. Lo raggio de la gratta, onde che.De le pericolo, etue f amile. Tiepcrduojontijolitna
s' accende yeraec amor. onde la rena s'acceudeua Le pian FauiUa liallentadelimendio,ihel'in^na.DUior,c‘ha
te eran’aecefeaom'eis’acccfe. i'acceCe in tanto fuoco .le fecole fauiUe & Celia, Tomo dou’ardkr mdi le Famile.
ire fauinec'bannoicuoriaecefi.Xpi fiatilo accefi. ^tiolit Sìaimo'Helmiocorle FauiUe . e Icbiaro lampo. '
Facctkdere.P it.&iMle altri defin Raccenderti ne la gem Boc.Jlauendo in fe alcuna Fauilluxjff é gentilezza.
^ua mente. Ractefe'lfoco,et^nfe la paura.Coft piu uol yna fola Fauilluz^ D * u.Quanto pàreui ardente in
tcba'lcorracceli,érfj>ento. ito c. raccenda ilfuoco. ^uciFauUlUiaijuiilucié giriti,
^ccenda nell anime uoflre la dmotione. ni ha raccefa del Fauiliare.Utluntitlareanuarejiir fpUndere.V x r.Ouefa^
fuo dolce amore. EtRaccefo il lume.'FlsUo fdegno Racce- mila il mio foaue foco.aUuni tiCii hanno ifaunla.
lofi ocdi alCindice, Sfauillare.7> i r.iijt dolce Sfamllar degli occbifuci. Dji
ImjpteCo. Lat.conceptus,.ual impreffo duro,et oflinato. Sfam\linK,àrimorofo raggio.
Per. Se hmprefo rigor gran tempo dura. sfamlkreJat.Jcmtillare.B t TMfi bagnati anebora U ueg
9B9 Coaibullo.Lit.etamOuItusjialarJó.D A u.Toiche’l fu. gioSfauillarJlaccefomioà/inuttoifauiita Sfamllanli ’
perb'o lùonfu Combufio. U; due mie filile f de. Taciti sfanillandooltra lor modo.
Flagrare Ut. ual arder fidando. P i t. ■J<o» fatte quanCCio Quelle notefiue amor par che sfamile . com'to ifamlio.
agAiaccio,oquamCio flagro. L) a u.CbepcnaeinuoichefiifauilkiideHluie.
InarCcciato, mezp abbrunato . Ut. ufiulatus. B o c . Ef Scintila, Ej/.D a ^.Lonccnd,o fegmtaba ogm Scintilla. ‘
ìicdendo la donna fua non tarpo humanopna piu tofio un Vi» hcimitlam èxcìiidii ydchatcs.
cepperello Inarftuiato parere, et nella uifione amorofa . Brucuire. iMaomburcrt.lÌA Ma perche mifareiBru- ■
Sceuolaapprijso lui anchor mofiràdo U Inarficaata ma ciato cotto. LatMiibuflià^crcmatkS.
no.ih’uccifc altrui ibclcoreiionuolcanefciufaUando. ,Abbruciare.Lat.comburrcr,',adurere, incenderc.il o c.co-
Tzcelli.Ut.facula.P t i.S'iidifii.ihi con fua cicca FaceUa meuna carta di pecora abbriuiata D ah. Si che Cui'ìf
Dietro a morte m' muta . Ogni fiienta FaceUa accende. .abbruciato nonéfife.<.b('lJoiogli abbrucia. ‘
Bo c.rnafuafaceUa ..Acccndettc le ntifere FauUme. Btice,& BrageJjtt!pruna,cbefor.oearbomaccèfi.Bo c. agi
Fi. Da H.EtioalmaqueUetrefaceUejJleUe. Con preficzgeaUeaeteJe Brace mifi la ficca fioppa. A n.
Face , per lafacella . Ut. fax.P ■ t. Hor di dolce ira , bar D Av.Cofi un }ol color é molte Brage fi fa fetitire.Cbaron
piené dolci Faci. 7{pn potrà fiamma entrar per altrui dimomoconocchidiBragui.At. i.Cóglioccbibiecbipiu
Face.DA K. Dinatrnagb occhimiei lequattrofacc,per cheBraaarofii. Cader de la padella ne le Brage.
la rima àffeFace,the Facidouria dire. Cubone,e la bragia eflmta.Ut.carbo.Tubalcam fuilpri
975 Fiaccole, a n..Aicinicmmedi molte Fiacco- mo,ebefaceJfe Carbone di cafiagao fi àterro.V • t. Le-
te intorno ala fcpoltura. A » i.Quaiite maifureii Fiat- uataeraajUarlauecibiareUaJMfcinta,Crfcalza,&de-
Ic , 0 lumiere. fio haura'l Carbone. ulfuoco.B o c.Fnaueltra nera, co
Lanterna altrimcnhf-rale.Ut.lantcrna , & Tbarus , uel me un Carbonc.l Carbom,co quali fu arrofiuo fin Lo-
Tbaraos t Tapr.Lumtna nodmagt loUit Tbarus emula renzp.D a h Come s'auiua a lo fpirar defieuti Carbone
luiu;cioilaUnterna,ihcSlaalportopnfgnodenaui- infiamma;cofimdiquelULucerifplendera mieibUndU
spimi S\ o R. Combaticuana lumtdi Lanterne cofior di meuti.Cp per la gimmapicdsa ■ 140.
notte e Fiaccole di Tino. Cenere, /4t CinerfiS- emsanafe ^fcrne P a -t.Infin ai Ct
LzuipidzuedtaCioueaqjq. ncrdelfunercorogo.HoruipiangendoilfuoCenercJìar
Luoui'CZ.uediaSole.aóio. fi-BacJ)aibedtaiiotofiamonoi,poi cbefiamoueccbie,
Candcla.Dir.B n e.Conuna Candela accefa. .Accio cheld fe no da guardare la cenere intorno al Jòcolarei One le ri
dio faccia lumc,& candela a moni tuoi.Et alcuno macco uercnde Ceneri dellaltifiimo poeta Maro fi pofino.P H.
' lo di Candele. Q A K.fermofii come a candetier Candela. TÌAn.Et ruppe fedealCenerMSicheo.
nel genere del nufthio. _ l«cenerarefifarccnere.DA*,UhiTifloiaTifioia,ibenon
Czn<delzhTO.Lat.&Lychnus.D a k.Sì come egli era can fianziD'mcenerartififibepiunonduri.
delabri apprt fi, drobelifco lyehinum, &lychmichusil Stìiio,Stizg(one,&Tiz;zp.Ut tmopiis,& torrit- iltgno
candelierofi lucernaio di Ugno doue fi pcgpno te lucerne. in parte arfo dal fuoco. Da u.Come iFuu Stn^ uerde,cbe
ÌAoccoloficandebin parte arfa. Ut. candela femiulìa. arfo fia Da l’un de cantifibe da Paltrogme,E cigola per
B oc. Et alcun Moccolo di Candele . Che quami moccoli ueto.cbeua ma. Cefi di quella fcbeggia ufetua tnfiemepa
ricoglieua tutto t annoftrebbono la metà di cinque lire. role,& f angue. A » i.Tien di fuoco, e é fumo uno S tz^^
Doppiere. Ut. fax. da doppio detto per effere di quattro ne TrafefipercoJfe.Lo Stizg^ne ambe le palpfbre ciufe.
candele.& Torchw,& Torcia anebora fi dice. B o c./n Thio,&Th^ne.eilmedtfimo,cb'i Stn^o. Da k. Come
^Ua camera con un gran Doppiere accefo innan^ fe Meleagro.Si confumò fil tonfimar ddun Ti^.B oc.ifcl
ne entrò H-iuendo fatti molti Doppieri accendere. Pa.O Meleagro Ja cmuitadimoraua nel fatato Ttzgifne,
990 Totch'io,ualdoppicre.Lat.fax. Boc.Fn Carboihio tanto Cefi fentolamia ulta confumar neltamorofi fiamma fio-
lucentegcbe un Torchio accefb pareua . Con Torchi amtn tqe quella delmiferoMeleagro nel fatato Tn^one fi con-
' I fuoco ^ M O N D' O ' Vuoco
fkmh »nKrrtimp«reilìctm:re,iuttjqiiikriluccMM» ^Hoiitafu laCtraihel!jrdeàqi<tUtm,\r^\Skt! fitoiit
'*» Tifali già itii^ fj)i mi. »<•» J’torlr^ótMlfoie U tMlU Cera Mayt , ii,U fiuti
agl ^ttrj^re UttJrrUi'i^n'HiicaTe.ualaittniire/tfeTnit della Cera.
td,p^r ardire. * t i Siueh'jltropoi cult Ihjfla non l'at lncirata.Bo c.Lamcerata canoa con gviluta gola, &td
trgj^rtMa di farla coi fumo fi deltbra . Cranfitoio al cor moiiuoii g te largo luto donando A «.
del jaraiioo alinea . Che d'alttz-^r le MC^ tipropofe. Pece.Cf Tegola Lu pix & palimpilia.è la pece Itqiir fitta. ^
tiedi^tZ^re.a »9J. P» T.Tuttifiatoiaacibtaiiduaa Pece Dah. ii»tloe
SemdcconuerfaioCcnere.Fufig'ioladiCadmoTkbano, pjr%anà de t' toni ant bolle dtimerno Ittcnaie Pece,
taqoale partorlBaciho di Gwke , & Giunone mutata m Ma doue bolle la tenace Teu.buUta la g ijo una T go-
Facea gli perfuafe , ibe ihied peaGiime , ihe nella lajjrcffa.
fórma abegiaceua conGiuncn. guteffefico. & Ciotit f Bitume.Lat.bitumf.&maltba.a .icertaiofa che arde c»
pfsrruarglilapromeffa.uénealiiarmatodueltlle fan me la T ce,perche i di natura Julfurea . A 1 1. Mapoi
ta,perihe lofigacena con Ctunoneat non potendo Seme ibt\ Zotfo,ela peccai B tume iparjòmg ao copia , ha
le Joffnr l'ardore, fu da quel'a arfa,i& eonuerfa in cene. prorea jfiuii- accefe.
re.&-peroéee.D a n.Tutifare]U,H^iemtlfu,quan Bo'ltre.Laiferuete.Pu.ChcpernaturafolrBnllirleoctti,
dodtlinerfejii. t' n fui giorno ejhrfrcdda.lhe non boUe la pulucri Echio
Fumo,{^r P • t. Che qnint'io miro par fìgui ombre, tir pia.'Xq bolli mai F uliao,Lipari,0dlfibi.'^moriJ>e dio
Fumi.Ho e Teribeilfumonicuejproi^liuna Fumo. trolanimabolliua.OiKjaprauna/onir,,hcbolle,&ri
filò di ftomaco.D a k. Portando d, nero atiidiofo Fum. uerla Ter unfuffato,i he da lei denua.l nei. a lei; ma non
mo.Cr fuerrorepertheuuoliffrrfcritivionkn fotm. uideuain efj'a Maahrit B3lle,ihe‘lbo'.orleuaua. Egon
Fumare Lai ^uapvrare D a n.'K^l paio lor troppo di f:r fiartuice.Bollialagtufounip.gjìa.pejfa.
nunfnma.iaioncuapora La minte chi qui luie in terra to\hn:e.Iat firuim.D i n.livuintcltagno flual ferro,
fHma.i.iofiura & laligtncq'a. che Bilhnteeicidelfo o. Cerc.itc'atoruo .e Bo imPa-
AfFumicata Lat.fumuata, Bo c. Tutta fudata ^.Affu. ne.OueiBo'HtifaieanalteHndi.ComefmiUniro.inuH
nacata.Le mura ./Iffumiiate.L a Fnuaio tutto affumi- Bcgnentr urtro Gufato mi faniptr nnfrrfcarnu.
cato.Aii. 'ìielafpelonca.Apimiticcia.doue Bitteaa BoUoic-Lat fcruor,is.r> a n lu g lapiooadi Bii"oruer-
linikdc ifolgoridi Clune ii fkinigart.Lit.fumigtreJuf miglio.Le L g-ime ,ibe col Bolior Jilerra . ma l boiiorde
fitere.S i k.ioffkmigandotiionuirgm. Solfo. ì acqua rojfa lufifritraheanji ttoibo ori.
Caligine ah. Tus’ingrojfail fumoelaCah tiu]icìmt.iaioua,ihejorgeconbo"orediiatdo ondcilba
gn0di\iterooèd.ttoikliiame.O I k.ihe nfiaala go
pfl Focile, efr' Fucile Lat. chalybs,è quello acciaio con che tae la T .rea, che di quei buluame ujiiffe.llual delBuluamt
cende il fuoco.? i r. Ch'alluma L’airi d'intomo/Uaiii efielrufceUo.
to FoiiU D'amortr 'gge indi un liquido fattile Poco che Feruerc.Lat.ual bol’ire.o fcaldarr, P t j. Che tra caldi inge
m'arde a la pik I g mebrunia finti. Ouelarcnai'aicen gtiferue ihuonuim.D a k Mentreih. l,olfitue.
deua,com'efca Suio Focile a doppiar io dolore. Ani. Feiuido Lat ualiaidoretmità.dilgintc.Pfi t'njiFcrui
Di'leihettjca,rtl Fotti je.oprinu E nel campo demo- di rime farmi udtre.thi a'amor ramaio Feiuidamime.
ri fuoco accenda. Fcruentc..i.4t.3 oc. Il mio amore piu iCogai altro Fer-
jLcciiio.o.Acnalmo,filmedifmoeh’èFociìeperba.rtere ucnie inFerucntifimafurorr aictnd. l anima nuflra.
fkOco.Bi-t.Conf .4 telaio, hfliivhiuia.ilfuotorthitt. Feruemifiimod.futerio FerueniiJitmam’te.Feruim:.
to accefe.U t i. Vacualo al borala dif.orJia prije ,Eù fi ruore Lat ual calore,(T ardore.tt o i I! Femori Jc li-
pietrafocaia,epicchùunpoco, E fifta fonala juptrbui gnnu:,& l'Io^indi Tito utriuCif.ppo.i il calore Ilfuo
feje. Efk attaccato munmomentoilfuoio: tir per lo
metallo, uedi a ii jq.
tdintice Mautaiu.Lai follit. P i t. ^ Belzebub in mrttptf
eo Mantici,& cnlfoco,& cogli ^ Cihi.Di u.Iauuba mo
nell m.intico a fojfirt.
Elea per accendere ilfuoco.Lat fimiesdl-P » r. Dal corchi
feiofamll'e.&lElia.l ;tbrCE(caimoro(t alprttoba-
uea.Solfo^i Efca fon lutto.e'lii.r unfoio. Et dinmCEfca
tn’aitmfneo àccefo. Dan, Onde la rena t'a cendea co.
tne'Efea Sotto Focile adoppiar todolore. et quando ino
taaboacedia 1597
Solfo.tjr Zolphb-iai.fiilphur.p I r. Solfò et Efca fon tutto,
dltorun foco Hoc.Ilm.iggior puìpfp diSolfoilmon
doSk » Con fumo di purt/itmoSolpho. Ani. Come bah Cotta Cotlo.Cotii.Cottura.uedialTlndice.
bia ne le Itene accefo Zolfo. Lejfire.Lat eùxartpial cuocere ococlnare.
Cera. Ltl.cttra.i materia 1 ombulìibilc. P 1 t. Com’al (il ne Ixffo. Lat eltxum. B oc. Et alla fante fece portarti» SM
»e,&comeerraalfoio EtioihefimiCeraalfoco tor. touagha bi anca iduoi capponi L'Jh.
.4 no.Boe Confunna pompa di Cera alla chiefa era por Ciido.CaUe^jMarcJbfcald»Te,ludia taf, *Vv ' '
t»to.£iappittértCimigmide8»Cer*,7f£Mip*treidirt * '
Femori in co,»p.ilsione lonunuo a cainbiarr.i.fumrt.
fttfz.Lat.aflu}j:ruor,afcrurnJod.tta,f:gniliiagra»ca-
lore Da u.Com’'lRamarro ottola g'anFetfa De ili
nicular ca gundo [epe Folgore pare,lt lama tra:er,a.
Cuocere, «Jr Coi crtMtl.krtrr,ardcrt, &ioqUi re.ual abbru jjj
ciare,ofioitareptT. Che’ riiordarmt tace, ibetui
cuoiano il cor in ghiaccio, e’tt foto idcfla'dono.B oc. Et
fentinlomi cuocere idefi fiottare. .4 cuocere commeii U
gru ideila cucinare, eyalleflare. Che tanto fi mi cote
tdefi abbrucia , tormenta. Il fuoco noi cuocerà ideH
non tahbrucierà. I Rauiuoli , & cuocerli in brodo i cap
poniul Rcoiinarli.Cuminiii a cuocerlo con una caudtU
accefa iifl a fcottarlo.
Aere
^ £ R E.
ELEMENTI Aere Hi
rt.Thdornau/PerdiàJ>aprri,Tole,TM, Tidem^oitS
ttelle, RMfiffutoli, Spjrmeri, SmerigU,SumJ>tamif
Ere,& htìi.lMMr.Cinnonefiia Dea,»t Ter^oUiylHle^figmtoli^ptipe^ejpe^eiiatfre.
dii Jf g.Aurifìti, f'ento,Tiu>m,Balem, Vccello.Z«r.dinf,^ alts itis^olMcns; ér Omuiboa la uu
'H;be,y{uMoù,7{i-mbi, ycccUi,t^am- alleria^aaefimunfctnogUucuUi.lfttEtjiuCyiul
matiaerci. che pu per [aer foggiajSaqula, Hoc, CUycceUifu
Aria- Aun.mafi.pro lo elemtie.Lat^er per gùamù rana caatamlo piaceuoli Merfi . S’odoao gli
caliJupuer,xtlH-r^lhcra,fpintkì ,uen y cetili càtare.Siiàini'odem>gli yccelletU càtare.Vari
tus^tuspnodicMS, anima ,&eli ^er ommitm rerum , dogli dx fojfe un nuoua y cuUone, B i m./ uagjn uccet-
tà- mprborum caufa. Hippocrates. P i 7.felice.FredJo, Uuolando.
Fofco,Graiie,Crauato, Fuggo dal mioTiauo Dolce ^er yccclkre.Lal.aHCUpariconfe3ari/putrere,lunari,aiiesca 997
Thofeo. Rompenio co i Jbfpir P^er daprejio. Et premio ptre.B o c. fpFdeua il tipo m uueUart, & cacciare . £t
allbor del uoSlr^cr conforto. Et fui tuccel che piu per poi co» lei lungamenlc in pace, & m confolauone uccel-
[aer poggia-Tanta dolcezza bauea pien [.Aere'luen^ lè al lufignuoh.&quiui quando poteua uccellando, tir
to . Tiaiiger P.4.rU terra , e'I mar dourebbe. Gir per quando jta per beffdre,o ingannare. LatÀertdere,dectpe
C.Aer ferino Pelle erranti. Tls dopo pioggia uidìleelt- re.Lequahlpepe uoltepaentre altrui ficredonouiielU-
P'urco Ver r^erem color tanti uartarji.Boc, Medi Fin rejlopoilfattofePaltruieper Pati uccellali eonojioita
dtce.Duu.Sichepareache l'.Aerne temefie. Cb'iuidtp Ella,ch‘auedutasera del guatare éeoPui; per uccel-
quell'.Acr gropo.eit fcuro.M'andaua io peri .Aere ama larlo,aUuna uoltaguataua lui, alcuno jbjpiretto gittan-
ro,&fozzp . Qjiand'io fentì da prima l‘.Aer Tbojeo. do. “Np accorgendo^ che egli era uccellato, uedi l'indice,
.Aere per lo afpettouedi a iqzo. Btu.Tafianuuccellando.
ATÌa,feme.Pit..Ariademieifolpircalda,e!rferena. De AugeIlo.P’«.7'ro.t«.aiur.P 1 r. Che fon fatto un ^ugel
legami,th'io portole .Aria fofea Contende a gii etciii notturnoallòle.Etcome .Augello mramo,Ouementc-
tuoi,L'aria,ò‘ t acqua la terra è itamor piena.L‘ber- me, un piu follo i colto. 0 come nouo .Augello al uijio in
ba piu Merde, & I Stria piu fcrena . Quant'.Aria dal bel ramo. Et le fiere, & gii .Augelli il fonno ap'rena. 1 1 citar
uilòmidipariej.fpatio.Boe.EtppigUareun poco òìjd- m>uo,e'l piangerde gli .Augelli.He tanti .Augelli atber-
riaa.pefeo.L’.Arta piena di hiikoìì.Da u.Faccuan un tu gan f i bofchuSe lamentar d'.Augellt.Egb .Augelletti in
multo^qual t'aggira Sempre’» quel .Aria fenza tempo cominciar lor uerfi. Da n .Et come .Augelli funi di riuie
tinta.Ec quando figmpcaloajpetto .uedia iqio.&per ra.Qualdiuerrebbe Cioueii'egb & Marte Foffer.Augel
lojfatioaij9j. li , & cambiafferfipeune. Come l’.Augello tra tamace
Auta,ueatolòaue,fiedi pitto ad Eolo dio de Meliti a 1 11. frondeTanto ,chegli.AugtUettiperle cime Lafciaffer
Ori,in uece di .Aura al detto luogo. i operar ogni lor aru.'Ugouo .Augelletto due,otre ajpet
Vento, congii fuoi Epitbeli , & deriuatt. uedi ad Eolo pto UJMatmcula.ueé y cullo.
Dioa ut. Augà.PiT.EtlefrondiAÌrgli .Augeilagnarfi.&Cacque.
Tuonì-uedifottodiGiouefuo Dioaqqi. O a a.Comegli.Augeijcbeuemanlu^ilHilo.
'Nuhe.Tiuuolo,TlubilofoJtipmbo,uedi fitto t demento del penmdel uccello,Lat.peuaretplumaltuior.9* r.Sfgtàm
l’acquaa toiy. moilfuo» de le purpuruTenne.E quePo'lnido ; m ebe
y C C E L L I. lanuaTbemceMifeCauratcASrlepurpureeTennefoue
\cce\\i,.Augelli,(p- Uugei, Tenne, Vmme,.Ali, .Artigli, le Tenne ufate Mutai pertcmpo,et le mie prime labbia.
yngbiom,Becco,RuPro,CreUa,l ogorofi Ladro J' do Jda E gli hebbeoccbi'al neder,al uolar Tenne.E pur come in
gmiyUalare, cantare garrire. teUetto hauepe,^ Tenne. Mi darà Tenne a gmfa di coi-
pp6 Vcccllì didicttti.L'.Aquila a Gioue.il Colombo a yenerefit lomba.Bo cj^napenna della coda cTunTapagallo. Ha-
Cornaccbia a Minrrua.il Corno a Tbebo. il Callo a Mer uendolo unto di mele,et empiutolo é pipra dt matta Ten
curio.il Vauone a Giunone. Il Vico a Marte. d TipiPrello na.Le penne del Falcone.yna delle Tenne dell'angelo Ca
a Troferpina. brkUo.CupudoTennutoperlo mondo uolante.f i.t<rpla
QjieUicbe fi fino trasformati in y cerili .Epieoin Smergo, pennadafcriuere,uediaioq.etpenafladogliaa ijii
uedi Jtis conuerfi tn Fagiano. Menane in y cerilo cofi no. Impennare Jjit.pmnas addere,uel immittere.P > r..Amor, ^
minatoTitone marito dell .Aurora in Cicala. TereoRe cb'a fuoi le putnie,e icori impernia. O * u.Cbinon iim
di Dauila manto di Trogne conuerfi in ypupa uccello, pcnnaficbelafuuduti. a uSecomotu ebeper lui pm
uedi a luoghi loro. ftraliimpenni.
ycce\\i,'Hotturni,’.Allocco,Lafciuolo,Ciuetta,'Fipttola, Spenmcchiite,ftT.&tarcehaueanfii7;^to jl quel
Cuffo,Tipiflrello,yipiflrcÙo,Cuculo/iedta 1811. proteruo,& Spennaccbiatel’aUa.leuatelepame.
\cccl\i,tiranimaliaereia.Alciotti,.Aquile,.Agugbr,.An- Veanzti,fono gli uculU pennuti. Lat.pamates.B oc. Che
ghtor»i,.Anitre,.Allodole,.AjìoriJ(uoltoi,adpi, Colobi, io uiéuolare i Tetmati^oja incredibile a chinongU ha-
Corui,Coiiimici,Cigni,Cucculi,Calandre,Capj)oni,Ceìti, uefieueduti.Sono ancho inflromemi dapotarìemti.
Comici,Chioceia,Cornacchie,Cieogne,Cicale,Fenice, Fai Pennoacello.lat.peniculum,uel p. mcilliim,peniculuss&
coai,Fagiani,Farfalle, Calli, Cheppi,Cufp,Cbiandaìe, pemciUus.è unpermeUo dipennafidipiuma,odiftmiial .
Graccbir,Cru,Cirifa Ubi. Harpie,Hiiidtne,LufignoliJjc tra copi fattoSne fi pone in capo delle lande ,cjrm altri
garini, Lucciole , Mofiardi , Mofthe, Mulacchie, "Hibbi, fimili luoghi eleuati^be dal uento è fempre nu>lfo.B oc.
‘Hottole,Oche,TapagaUi,Tauoni,Tagolm,Titehi,Tapt Et quel fatto auiiuppare mnuTftécelioé lancia coma
Aere ELEMENTI Aere
di ad uno de fuoifamigUari che ne portalfe. na uoUa fi piglia per la boccali per U Ha t « della nane.
Tium2,Lat.pluma,èlapeanaminutadel{uccello. P • r, ¥i-t.('ol(em[eJtefiailaecco,^afifdegnÒdo.B o c.Le
Sdjtella Vhemce da [aurata Vmma. L'altro couerto tPa» penned pieé^'l Becco gli fecegitcar dauanti . Vna nera
tuorofe Tiume. L’effer couerto poi di bianche TiumeMa Merla Jaquak mouendo col Becco rofio modi piaceuoti
fiampar noi patria ale ne Tiume . Ma nonho comete da cantare.Px.Sotto il Becco della proda della nane.
ttolarTmme.^ meta:per liletti La^olart'lfouno^Co Beccare,Lat.uefii,pafii.è quando le galline, o altri uccelli
thjèTiume. Aai.Cóctrouaie hauel}e,oTtume,opagUa. màguno da f lor, Imbeccare è ponere il cibo caule mani
\itmì,Lat. pinne maioreSifiono le penne maefire deWaUs dentro dalbeccodeeolombtfi adaltri uccelli. Imboccare
lequali fono dopo le prime cl) alcuni le adm-àdanocoltel- i poi quando fi mette il cibo m bocca a fanciulli fi a uec-
lifi ^Hihium. Pi t.Si ch'ai mio nolo l ira adoppii l'àni, cm,et impotéii.Bo c Meniamo una di quelle papere fit io
D A N-.Si cheCeruia rieuopre fuoi P'anm. A a t. Mada ledaròbeccarea.màgure.TunófaiouceUe t'imbeccano
tergo [ adugna,e balte it'anni, .Accio non fe le uolga, e Rimbeccare, et Ribeccare,p cótraflare col becco uedia. 591,
nontatp^nni.La fama del mio ftngue jpiega i yamu. Artigli, Latjmgutsjl [unghie de piedi de gli ycceUiet me
ffp Aìl,Mle,& .Ali. Lat ala Pfx. Miilepatchochielie a Dio la.per legami, che flrmgono.P i T.Tàtoprouatobauea’l
quel[.Ali . yaga J ir feco aperfe ambedue [.A le. Che ,0 tuo fiero .Ariigao,B o c. Hauendo riinejfa la colomba m
fieibatte[aliTertornar a[antuofkoricetto.& delfino fra gU .Arttgb de fpietati'Nfibbi. Da K.ttpoidifiefei
lume in cima,Chi uolar penfa ladarnajpiega [Mie . Che difpietaii .Ariigli..Ale hanno late,colli,& uiji humam,
fuggendo .Ale non glutei a le piante. ìopenfaua affai de- Tur 1 on .Ariig/ifparlando deltHarpie.)
firoeffer fuVMUr.Sen^aleuarmi a uolo hauendiu l -tle, Crcna,Lat.iritla.O * u.Et fi giiigono al luogo de la Cre
Sìuando piu difiojè [Mbjpaiido.Battédo l’-dU uerfiolau Jia.Crefiuti galli , cy marijca , rt jicm Lai .jono le crefle
reafro»de.Chefeltolefiie.Aliilmtocorteii>u:.Sii^t'cra delculo .
meglio atgar da terra [-ili.Dauolar jòprif Ititi gbha^ l.ogoro,Logroe& Ladro-, Lat.illecebraefcie. è quel fógno
ueadat'.Ali.yotocon[.Alidepenficraì cielo.Sopragli del pajlo, thè fi moflraal fattone per farlo feendere quan
bomen hauea jbl due grani Mia . Et pharetraelT l’arco doifu [ab ucU'aria.D a «.Che fenga ueder Logoro fi ue
haueàfpegptMoM quel proteruo,ir^énacchute [Mb. telh.Cbocd-i riuotgi al Legoro,the gira loRege eterno
hor n'ha diletto il ctìcflep fino' -Alati Corrieri. Hoc. tot br roteiiiagne.i.l'inuocatione, & dimoflrauone, che
Volò frngf.Ali.Dau J'n mouer <f .Ala.Si die pojia fàlir cija Iddio per tirarci al cielo.ton tanta fretta , Che con
chi ua jeni^-AlatChe pofiiate mouer [-Ala. Come’l fai- maggiore a Logoro non feende Falcon,th' al grido del pa,
cS ch'e fleto affai fu [-Abbotto ciaficuna ufciuà due gran tronniponde.onde logorare ualpafcere , a turco Lai, 0-
i-AbQgantoficonueniuaa tanto uccellot-Alejevibia- logorare per confiumare piedi a i6q.
ron le lor gambe fnelle.ChinauaingiufoC.Ale.con[-ile Rlgni,Lat.reticiUum.ifpetiedireteper piglutre uccelb,
aperte .[ .Ale ioro.& meta. De remi facemmo .Ale d abaraneadetta.D a u.Che già per bii carpir fi faURa
folleuolo.Et quanto [occhio mio potea orar Ì-AUHtr gna.p. t uTefa d’amor[inefiricabil Ragna . yentimiU
dal finifìro,& hor dal defiro fianco. B e u.Vab accorte. tra ([Africa , & di Spagna Fur eh' a Rinaldo ufeir fuor
\olo,lM.uolatui,0- uolatura.Ptr. yolo Spedito,Largo, de laRagna.
yltimo.nepenfierpotriagiamai Seguir fuo yob fio che At2gne,ètlmedefimoch’iRagna.S a h. Aragneper no-
Unguafi flile.Che l’alma trema per leuarfi ayolo.Che me chiamauano.uedi la hiflorù agxi.ep-è anebo nome
figuendol talher leuÓmi a yoio. Et queft una uedremoal proprio .
Sjir/5 a y oU. Alteramente tè leuato a yolo.Congb an- Kete.f ptgUtr ucelU Lat. Tàther,Tantheraru uedi a } ; tf.
gebiaue^io ai-tata a yolo. Sengaleuamttaygloha- ècc\\\Ì\2,lat.è[uccellodedicato a Gioue.la fua noce è clan-
neni lai'ale.Si tolte gb eran [abfi'lgirayolo. Che per gerean peri dice Duu.Com'i uié calar [uccel di Ctoue.
fe ftefit fon leuaii a y olo.Seguimmo ilfuon de le purpu- P 1 x.Tien purgU occhi com' Aquila in quel file.OrfidJi
ree penne.De y clami corfier per mille fc^ie. pi,Leon,Aquile,0- Serpi.B o c. Come ad un Aquila ha
\ol2r,Ptr.Ijtt llyolarfi’lfiiggirdclgranpianeta.Tan uer uinta una Colomba. D a u.Che foura gU altri com'
to fortuna con pm uifco intrica II mtoyolar che girmi Aquila nel del con penne d'oro. Et riguardar nel fole
fece errando. Aquila fi nengU tàffiffe un quanto. Tofeia che CoHaa*
i 00 Volar.tif.P • rJempUcetta Farfalla 4 lume auegga yo tin l’Aquila uolfe Contrai corfo del del che U feguio.
lar ne gUocchi altrui per fua uagbe^^e. Mai non polna VAguglia che lafdi le penne d'oro. H a t.CeiermimfhrO
notar penna d’ingegno. Et ueggh andar, augi uolar il del fulmineo flrale (intendendo [Aquila che da poetie
tempo. Et borjoit'aojua , 0- hor alto uotare. yolocon finta portare i folgori é Cioue.fyedi Tbnio.
Valide penfier’ aldeU.Toiuolò fuor de la uedutamia. Agugliata vece AquUausòDAu.Cagugbauidifixn-
CbeuoUa[horcpgiorHi,&gbanaifiimefi.Terfarbal der gitine l’arca.tii farà tutto tempo finga redaL’Ai
tergo cieluolaudoir uiui. T orni uoLando al fuo lieto fogm gugba che tafciò le penne al carro. 'Hpnfu Utente U fa*
giorno fuggir uoUndo,& eorr,r AtaUma, Et chef uhi ta intéttone De VAgugba di Chrilìo, et[Agugbe itelo
toalcifl uoUfli poi. Vafii quafi una fella chea def uole. ro Sourefio in utfla al utio fi muuienofit fifiener lo paga
B o c. Ordì aW/aiice. go Del uiUan d AgugUonJ^- quello fu un Meffer Balio
SuoUggarefi sbatter [ab,come quando fi uoU. Lat. mepte dAgugboaecafli^. '
MoUre. D A K. iluellc fuotla^ua fi, thè tre uentiSi Alàonc,0-ceice.Lat.Alciaie,& Ceycu.uccelli mariti-
mouean d’etto. mi. Pi t. Attiene e Ceicein riua al mare farli loruidi 4
Becco,Lat.tofirumjj3usxloTiggpdel[f'tcelU^altU- piufoauiuemLuedilhifloruiaóqi,
^ , AuoUoio.
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Aere ' ELEMENTI Acre ij6
Aao\toio,lMMMUur&uuUur^
i««/pj_re,Boc.6' galiiMjie haipnicm-A. « i.CofidrapMc'Hib‘0 furar .o<-4
tirltmt^u(dtoto.fu.^iimahrmrttcbtf,gcmLUml jMideilnttferopuUiHprelfoakibmua. ^ ^
tcoaUacarogna.EtCacrcnoufinmpièdnami^uol- Coturnice ut alio ahmvHo maggiore dcUa quaglia
rT’ dclU starnaci ha, Irofiroé Star rojji, jJ. iLrmZ
BO c.Er gra.0rtygf0.Au i.lA Stame, é Eagiam.di Coturmti.
IMlodoUtmt anttChumariecetberecolcotocommita- C3Ìlf\iri.Ut.acredMla.adonfi c c.ym Calarti, a Ph
rama riprendere tlcielo. A «.D * n. iìual Moietta s a u.Cantauano le Calandre.
cbmaeteìirpatuTrimacantanioa; pettate tontema. C\cogna.Lat.cuoniafclargus.queSìa dagliEgntifuado
Api,// tbofto <Lu Tectbielat. ape, ucl apis quafiftne fede rata per Dio. B o c.Ilqual per fo freddo pareva dtuenu-
quia fine pedibvs naf :i dicuntur, tefle v i • . Trunca pe-
dum prtmerum la fua unte a fujiurare, bombilare.T.api
fuluTranti,&melifluc.D A u.Sicomefluéo in .Ape Di
farlor mele. ma .Api frana meglto.Si come fehiera dM
pi. thè l'mfrora Frut fiata.& una fi ritorna Là , dove fuo
laiioro smfapora.S a n-NT credo antbora.the le fufurrà
to una Ctcogna.lo fcolare caumello per lo freddo quaft
Cicogna éuenutofi forte battcua identi.Folandouidero
venire fette biaiitbifrimi ugni . & altre tante cicogne.
A «.Da nJiattendo ideati a giiifa di Cicogna. Etqual
ilCicogmn.cbe lena [aia Ver uoglia é volar da fua uoce
eglotorare.
<1 - - — ■ — — w™. M. egtaiorare.
"ym • tener, ^n. Umifere Cappone, Zjt.wpw, & capo. B o c . Fn graffo Cappone.
.Api dentro a i loro taui la ciarono imoerfettn orrtre In n... .....ir. ,.n: i ‘‘
.Api dentro ailorofaiiilafciarono imperfetto perire lo
incomincialo mele.y i u.nel q.della Ccorgica tratta la
natura del,’ A pi.
Amtxz,lat.atui.la fua voce itritmare.S a k. Similmente
de Eagiani.de!ie Tortore.delle Colbbe. delle fluuiali Ani
tre, a- degli altri uccelli. A t i. Qjial buon Afrur che
V Anitra. Anera dicono ! Lombardi.
AdoTC,Lat.accipiter.A u i.QualbhonAfror .che [Ani.
tra,o[ateeggix Starna, o colombo, o fimi[ altro augello
Fewrfi III cantra di lontano ucggia;Uua la icfla.eli fa
lieto c^ belto;Quido fi iiuol deìe calde interiora, ibe fai
100? con.ncbeAjlorrelìifatollo.
Coiotnba.Lat.columba & periflrotrophium , & perifte-
reonfra colombara,eir Tipiomifrl pmione/) piccione, e de
Due graffi Cappotti lefji.T re paia di Cappoiu buomgrcf
pATgraffu
C icala,/^r.(/o»/it.^ Cr.eilxtaa. Titone marito de [Ah
Tura dopola ellrema ueuhicg^fi conuertì in Cicalajie
dtadtffoTitone apio.B o e.r.e altrotode.cbe le Cicale
f ù pereti olmi. Efi'endo già di cantare le cicale re frate, lo
lo faro addormentare al tanto delle Cicaie.Cicale Argu
le,Efiiued\auche.lalua uoce if'ritimre. S a k. Et per gli
ombrofi rami le Argute Cicale (amando fi afr'attcauane
folto al grau caldo. A k i.Stafri cbetoogntaugellua [om
tra tnuUe Salta Cicala col noiolò maro Fra i dtnfì rami
dclfronguto HeloLe ualli , (jr monti afiordare il mare,e
tlcielo. Coinè apprefio la fera racchetata Ut Cicaletta
fta.f’bor i ode fola. Di Cicale Scoppiale tmagine hanno.
.li..,, . tr..... ir ‘ ^ .rr l•‘•n■ roaeiuui.ui cicale scoppiale rmagme Danno.
^ Cc,àizxctnci\A.CodarquafoU.C^cciucUAutratola.o
’^‘»M'^<-”>«‘‘^‘i»A,epicciokuccelUc^^
^“'^àrl^-l^^odalunga.g/dicommuokmcuc&con
C olomhipna come galli trionfi . t,. . , ru. c ./.£ , ...
Colombiana come gallitrionfi .
Cigno, lat.cycnus.cT cygnuiJx>lorris,& olor.P t i. On-
èfioprefi col fuon colori un Cigno.Boe.Fiden uemrefet
te bianilxjiimi CigniSn x.Et al bianco Cigno nò giouaua
babtiare nelle tumide acque p guardar fi dal fuoco temen
dadelcafodtVhaonte.Bi u.Fedcrpjreua un Cigno.
Corno, e Corbo.la.coruus,i dedicato a Tbebo.lafua uoce
i crocitare,o plocitare.Lat.cncum u\ ui.lluiuace Coruo
PiT. Qual deliro Coruo, o qual manca Cornice Boc.I
pina ap ai nolo, 9 i x.CheFalcond'ahoa fua preda uo,
landò ttuc.Ccndiioocthiiniefratihe parcuanoitmEal
cene VcUegnno.F u Falcon miglior del mondo . Tfpn at-
trinaimi li falcon tratto il capello fi nfà tutto.Vortò cer
li f atconipelligrlmalSoldano.FalcomeredelRe. Dak.
Come'l Falcon ch'i fiato afsat fu [ah Che fenga ueder
Logoro/) utullo fa dir al fole ouier cime tu tali Difende
kfSo. Cefi ne pofe al fendo Cenone . Logoro , e quello con
chifiehuma ilFakone,uedt a loot.
. c, r ■ È , U..U.I t,j,jiu,umaiirauone,uecuan
ruoe\uor^l\n\'^l^^^^ ^^"'^^t&Thenice.Lat.phcrnix.P,^.Fnaf}ranaThemce
trSlue^JT^u- /,««,*,. ambedue [al, D, porpora ueflita. Sl«efla Tbenice da
“'“j’ ^ • l-^tratapiuma .Equefro ,ln,do;mthe k mia Vhemee
L^?Ì7nA ~^pl«^»„4r//f/;,cc.£,««c%raÌATfc«,ccaf«4.
••oUntemolto.V^uiifiglioàTcreoìmucrpimVagut
CoZclTtotnut ’C, r-nun »o.uediaVb,lomcna.s a%. l froib, Fagutn, fU toro L
T/iCor^eclZ'^^^^^^^^ ne faceuano fruente per uérUk^
CnccxtìojiCucealucrrllJ’^V'^* I i r '’^'^^srroiei i ragnnanunti.A A i. Horcoii fagaci carni
ceTcueukre f «o«//r»o.^f. /a//w uo ragion folli Con fìrepfro ufar fan di Sloppic/t uepn.
Jtruf l ^ ^ C»» A l^ir{MA.Lat.pyraufla.irix.Seniphcetta Farfal^l tu-
fiCufoh^ommé A Al. Tenendo bafeCaU come d meaucTga. mpucettaearjaiia a, ih
Hccoue 4.100J. 2-mitixAibe il pm vola di notte , gfr piu regHa ne luoghi
100J[
Aere ELEMENTI Acre
luUofi & pitduloft. Ut. cuUx.'B o r.,nel L A. La mal- UqualemouUo il betcorojfo in modi piacenotié tàtare,
ut^ia.tìr perfida Zarrtara turbatricedelripojò.Tercio Mo{che^afiiditfeXat.mufca,& cynomea.la mofca tagm
thè diceua la Zanzara m [ho dijpetto andare ^folaodo, na.Boc.S en^a ah una Mofca unarono.Tiu leggudm,
O’apojlaHdolanottediguaJiarledjkobelmfoamorofo. &ptupulHo thè una Mofca . villa quale leMojihe^
Da k. Come la mofca cede a la Zanzara. Tafani dauanogranéfimia nota. Da u. quando morfi
G riphon. Lal.grypbcs. Dan. f'enuta prima tra'l Gnpbo Da pulci fon^a Mofche, o tafam. Qi^ndo la Mafia ce-
ne & efio . vtl petto del Gnpbon fecomenariai. A> i. de a la Zanzara .
eh' una giumenta generò d'un Grifo. Mulaccic,Lj/. auei comicum genere, fon uccelli come cor
lOCXS Gr2Cch\i,LJt.corni.r.lacornacilHa.T. Belaua al !upo,a la nacchie, che alcuni U chiamano mulacihe. At> i. Giua-
uolpe^a la Gracclm.Cormce^cdi a 1467. no Corni, et amdi viuoltort Mulacchie uarij augelli.E le
C TìcchiiTC.Ul Jlridcrc. ual gridare come la Gracchia. MuLcihie,egli altri uanf augelli.
A» ì.SoldtHtroinu.infelibejlemmia,egracthia.& Nihbio,Lat.mituus,&nuluius ,ò uccello BapaceJa fua
ìportuno augello,! Iqual da it et ti, e da le fròde graubte. noce ètipire.Bo c.D ’kauerti a modo d’un iqpbbio lafiia
G'mfi\co.Utfalco.A%j.utapmleggiero,Che‘lCirifalco, toadifcare,et pigliare alle bHfeahie.l.A.Hauendogiari
a cui Iteua il capello il maflro a tépo.e fa ueder l'augello. m. (fa la fmiphcetta colomba miragli ufati artigli de dim
Gbiandaii;Ut.'Pica,iuccellochemagia leghiandi.Bne. fpietati'ìqjbbi Ph. A « i. Rapace T^bbio.
una Ghiandaia,che pigolando nolana. Ph. Et fubitoan- tdottola,LalJio(}ua ilaCiuetta.T li fmnolenti Ghiri loot
chora poi alla fpofa Tlnlologia appo lei afiijà ruppe fuora Cieche 'tignole. Sa k. Ma mefie Strip, gj- importune
del megp diuno fiorito cefpugho di purpure l'iole una di
uarii colori piena Ghiandaia, con ainimratuBe,tal quale Oca, Lat. anfcr,Oca yigilanic.Sagace.Vcnr.ma, & Biartm
gli Egittianiuidcroufcirc diurna pietra il martioTico ca.B o c.Etdauafiun‘Ocaaldanaio,&unpapcrogitin
f magico fufurare del faggioTianeo.ueiUaTico a 1009. ta.yàalponte ail'Oca,SA s. Chi ci cdcrtbbe pofiibtle ,
GiWo.Lat.Cr alei.tis.deécatoa Mercurùt.yigUe.Mattuti chela fugace Oca fiìlecita pale fatrice delle notturne fro-
no.vCitdacifiimo.Cantante.Crellato. et B oc. Il yigilàte é no fapeiia la fua noce i gracidare, 'et ambo delle rane.
Gallo bauea le prime bore carnate.. \ u. yn Gallo bafla PcIicaiiOi/.d(. figurato per Chriflo.QjieJlo è un uccello in
affai bene a dicci galline.Come Galli tronfi , con lacrejia Egitto,ilqual col proprio fangue refufiita 1 morti figlino
leuata,pettoruti.%A n. Mattutiao.et enfiato Gallo.L'yc li Dicefi ch'i figliuoli del Tclicano , poi che'l padre gli ha
cello efcubitore col fico c.into hauea dato fegnali del uen nodriti,infurgono cétra lui,&cfio diftnJidojì gb uccide,
turo giorno. A h . V i > . Excubitorq; diem cantu patefa & dopo mojfo a pietà col becco fiferifce il petto,& fpar-
cerat alas La fua uoce è cucurtre;et gractUare , et pipire tendo il fangue [opra quelli li refufiita ,ar per queflo egli
delle galline. è figurato per Cbrifio.& però dice il nofiro Dan. £>jie-
C TÙ,è indeclinabile mafc.etfem.la fua uoce i gruire. Lat. fio è colui ,cbe giacque fopra al petto del nofiroTelicano;
grues,et ami Talamedts , et uipio, nis, è la picciolagri. & quefio fue Di fu la croce al gride ufficio eletto (par-
B o c. yeiute fopra la riua ben da dieci Gru, Si come la lido de Giouau. Euigilifia)relicanopejce uedi aiopz.
Gru fotto'l falcone . Signor mio le Gru non hanno fe non Papz^ììlo fijt.pfitacus,Loquace.Signorile.yerde,etBoc.
unacofcia.A « t. L'oéa,efuggeellapiuche Grufalco unoIndiano’Pap.Pn.ynapénadeUacodaiuTapagallo,
ne.Comefuol far la peregrina Grue. Dau. Cornei Gru Pici, Lat.Tiero dalla città éTella hebbe none figliuole ,et **9
uaa cantando lor lai facendo in aer di fe lunga riga,Cofi ueramente erudite in molti arti , Ma p la gloria di quelle
Sak.uù Criia. Lacauta Grua uediaJexcubiea 1161. tàtofupbr,che niente fitmauà lemufi-,et ppirncuanoatm
G \x(o,uccello notturno,urdi a 1 8 1 1 . tecedcrle in ogni cofa,'najSime net cito , ne fi cétennono,
Hirundinit aiedi a Rondinella aioii. chenoandaffcnoinTarnafoaritrouarleappreffoilfon-
Hìrpii:,ueé fitto Saturno ad vduaritia a gi8. te Vegafeo,ir quiui co uillane parole le .puoca^eno a ci
Lu{ignao\o,yfigniuolo.Rofcigniuolo, & 'Pbilomena,uedi lare Fu data la comifìione a Calliope fiaquale di grò lun-
a Roftgnmalo a ioti. galeuinfe,&couertilleinTtthe.Quefioèuccellog.irru
• 007 Lugarìno.o Luchenno.Lat. Ligurinus; e uccello uerde, co lo,& facilmente appara il parlare huniano. Tica m La-
alcune macchie nere, et èalqto piu picciolo del cardello. tino ftgnifiiaGbiàdaia,& ani bora la Gazza: Ma quella
Lucciole finanimaletti itoti,ebe nolano di notte, & luce. chiama Tlmio nel libMelta hifioria naturaleTica cauda
no,& è detto Lucciole quafi lucerne , greci le nominano ta pche ha luga coda;che ah uni la chiamano Regaxzafi
lampyrideidaltmpj,ihcfignificalume Lat.nodiJuaici- GazzuoLt,et però Dcti.uolendo inuocarnel (ito càtare
cindelUitli! nitcdula,fedmale D A u. Comelamofcace- Calliope dice.Ma qui la morta poefia rifurga 0 fanieMu
deala Zairzqra,yede UicciolegiùperUuallea.SA u. fe,poi cheuofirofono,Etqui Calliope alquirofurga.Se-
Chefperando udir piutmdi le Lucciole. gmtando’ l mio canto con quel fonojii cut le Viche nufe-
Menone. Memnon fu figliuolo dcK Aurora oteijb da re feniiro Lo colpo tal, che Jifperar perdono.
Achdle alla guerra troiana, & ardendefi d fuo corpo fi PicOcCt lombardamente Vigert^fi 7;coggp,e uccello poco
condo Cantica conpie ludi ne per preghi dclT Aurora fi cóm maggiore del merlo ^t baie unghie potitela buchi ne gli
uertì in uccello,& molti altri uccelli ufiirono di quel fuo alberile ini fa mdo^ue di formiche et d'altri uermicel-
to,i quali furono chiamati Stennouq. ueéCbifioria a Tt lijat.picui dedicato a Martejondeil B o c.d Marth Ti
4 toneagia. co.v i.Cbe nonni fifiaebbonoaggrappati ìTicchi .uedi
ÌAnlo, Lat. merula. P a r. Et già di là dal rio paffatoe’l la fua fitria a Tito figho di Saturno a 6q7.nl luogo fito.
Merlo.Bo c. nel fu, ynnert^imo Merlo . yna Merla, Piperò, Lat.pullus anjèris ,eCOea giouane.B oc, Mt ha-
Aere
ELEMENTI
Acre 1J7
■meapua'OcaaldjuMo^unTaperùpunta.'ìisiileiiol- lo Sparuiere era cotarM da 'Hicofirau tenuto earo,&
te mumtur per nome , tna difie ,cUefi chiatnano Tapere. jàoUolo , qiufi in man fé lo uolc/ie leuare, prefolo per gli
fate ibe noi ce ne meniamo una la ai di quelle Tapere . geli, ai muro d perca ffe,& uccifclo. Dan. Ma l’altro fu
Teliti uccello nero, altrimenti detta mulacchia, graia, dr bea Sparuier grifagno.
taccola ,& inette di Corno pUciolo.LatMoneduia. Dan. Sciorinare, & Sdorare fi dice quando loSparuiereua in al- loi a
Le Tole infume al cominciar del giorno. to, èrma cura, ru dell'uccello , ne d'altro, cofi detto da
T>ollo. Lat.puUus, lopoUaflro. B o c. Lepecore,le capre, i fciorre,idclì fciogbere,percbe fi fdcg!u,èr libera dal pam
porci , I Tolti . .Affettati alle ricche tauole, o Tolti o altra drone. D a te.S'alcun fenef cioròuadell efde fuori, s'in-
cofa ibe ui rechi donanti. T h. tende ancho tf ogn altra cofa .
pulón. Lat.pullusgaltiuaceui. Ak l.CofiU rapaceTljb- Smetig\io.Lat.^etus,etbu,mfui.iuccetl» da rapina,
bio furar juole 11 mifero Tulcin preffo a la Chioccia. B o c^m Smeriglio leuarfi & cercare U cielo .
loia Tlffcte. Lat.la fua noce i pipillare.i uccello biffuriofo,alcu Storno. Lat.Purnui. la fuauoceipififlrare ,tr^are ,i
ni lo dimandano Zeleghe,& ne fono per tutto. Taffer foli- uccello noto, che d piu uola m frotta infoile fchiere . onde
ioti
D A ìi.Et come gli Stomeintporunt'aliti^lfreddo tem
po a fchura lunga & piena ,Cofi.S m. Quando nel frut
tiferò Mutuimo le folle calerne distomi uolando in drap
pedo ractolti fi mojiram a riguardanti quafi una rotonda
palla nell' aria .
torio po! i quafi mguifa d’un merlo , & canta bene, & in
rari ùughi fene trouam ,&non conuerfano con niuii al-
tro uccello, &fempre Jlanno ne luoghi fòlitart.onde il no-
flro P n.Tafier mai fobtario in alcun Ulto T^on fu
quando. Lat. pafSer fohtanus .
TPhdomenz,&TbilomeU. Lat.èdRofignuolo.P tr. Et Stami. Lat. cotunux .ilapermee. Atei. Qualhuon.A-
garnr Progne,& pianger Thilomena. uedi a Rofiignuo- Jtorch'a (Mnura,o la acceggiata Starna, o colom-
lotoii.&lahifioriaaó^ó. bo,o fimil altro augello. Distarne , di Fagun, di Co-
Trogne. Lai.i la Rondiiullajicdi difiipraa Tbtlamena . turnice .
TauonL'i èr Tigone, dedicato a Giunone. Lat.pauo,^pa- Tortore . Lat. turiur .eofi detta dal canto fino ,la fua uo-
uut. B o c. Giunone pofii a refficndenti corrigli occhiuti ce i gemire i di natura foLtaria. B o c. Ter cui
uccellt.T u.L'nbello&grafio Pauone pieno di uclenofi la Tortora d fuo mafehio figuila . Fi. Le Tortorelle.
fughi.Tu. Si mirano non altrimenti che’ iTauone le fue L a. Ak i. 0 qual fi lagna Tortore , c'ha perduta la
penne. F i . Onde pauoneggiare , o paganeggiare . i dilet- compagna .
tarfidi farfi iieder in pnbtico ejfendo uefiito di bei panni Terzuolo. Lat. accipiter.i uccello di rapina. Boc.f'fcir
tnirandofi a lormi,come fa d Tonane. Q oc. Con le cap- del piano un T ertolo con forte noto. T h.
pe leggiadre & pontificali pauoneggiar con effe nelle cbie Tifini . Lat. tabanis , èr afilij. Gr. ceHri. B oc. .Al quale
feCj-neUepiaggct .lauocedelTauonei pupdlar.S un. le mofche& Tafani donano grandifima noia. Mofib»
Di tanti colori dipinta, quanti nella pom^fa coda del fu- & Tafani m grandifiima quantità^ abondami .Dan. *
perbo Tauone, o nel uleiiiale arcofeneuedono lunare . Quando morfi Da pulci firn da mofche ,odaTafani .
Tagolino, i uccello quafi filmile al paffete; ma d fuo becco, Eftro . lat. afilus. & Gr. aftrum.fouo i Tafani ,o Tauani,
onero roftro i come un neruo fottile , ilqual fi allunga nel che danno punture gannirne. \ tu. Cui nomen Mfido .
tirare ,& accorta poinellafciare a guifa,cbe fanno le Ari. EtlorpungeffedcoriamorofoEflro,idefiépu»
Aringhe ben follili & molli . Boc.(fehnon erro) io tura grane .
baurò prefòunoTagolino per lo nafo,meta.uedif Indice, \pup3i. Lat.TereoRedi Danila marito di Tromeonuerfò lotj
KoCigauoìo .Lat.pbilomena,adon.& fidiceRufiignuo- inf'pupa.uedilahifioriaaTbilomeiuaó^o.l'pup.iCri
10. Lufigniuolo . yfcigniuolo, èf Thilomena Senne Tlinio fiuta. Capelluto , & Coronata. San. Cantauano ù Me- ,
che'l Rofcigniuolo canta giorni , & notti di continouo , mie, le F'pupe & le Calandre .
quindici dì, indi a poco a poco cefia talmente, che neflan- Vcfpc . Lai. è animai fimil all'Mpe. P s x. Onde amorofe
co, ne fàtio di cantare il potrefii dire : poi crefeiuto U col- f'efpe Mi pungon fi,cbé'n fin qui d fento. & ploro.ho c.
docangialauoce,noncofileggiadra,neditantimodi;can con grandifiima angp[eìa dalle mofche,o' dalle f'efpe,&
già ancho i l colore . .Al fine de l ueruo egli piu non fi uede, da tafani. D A N. £( JlimoU molto Da mofcordjcF da ye,
V tr. Qual Rufignuol, che fi joaue piagne. E' iRufci- ffe ,cb'eran iui.
gnuol,cbe dolcemente a l’ombra Tutte le notti fi lanterna, Vlula. Lat. è uccello cofi detto dalla noce ifleffa cb’i ulula-
èr piagne. A r i. Cantando fe ne gianoiRofignuoli. re.Lat.fiere.V i u.Certent, &cygnit uIuU.Sa n.Et
Lulìgnuolo . B o c. comare il Lufignuolo..Alla noni’uéuanyluleMauaghiuccelhdilettofi&lepidi.T.
guida del corno di forfè uenti Lufigmuoli , & altri uccel- Da indi in qua mi fon le Cetre, Zufoli Gracchiar di Comi,
11 . Sopra i uerdi rami i Lufignuoli . Thilomena uedi di meSìi noci d'ylule. la fua uoce è ululare .
fopra. lOio. \CignìuolÌMediaRofigniuoloa ioti . ^
Rondinella, Lat. himndo , progne , typfelui . la fua uoce i Zanzara, o Sattgala . uedi di fopra a i ooq.
triuare,o tnnftre, &'ginzicidare.Ù a u.'Hel bora che
eomiiiciaitrdìilaiLaRondinellapreJioalamatiinaFor FCCELLI HpTTyKHJ.
fe a memoria de fuoi tnfiiguaLA r i.uaconquellafrct-
ta,ChcuaperrariaHirondine,cheuola. uedilafuabi- .Allocco , Barbagianni, Ciuetta, Cuccoo Cucculo Gufo,
ftoria a Tbilomen.1, & a Trogne a6j6. .Affinolo , Tipijirello o yipflttllo,yltda ,& altri, ueé
Sporauiere , Lat. accipiter , la fua uoce è pipare. B o c. ali’lnfernoa i S 1 1 .
SparmereBuon,Sellipim.Sen'andìi alUStJmga,dout
e t E M E N T r
^ c 6^ f'
1014
C<j_»A, Bri>u,tirTruma, T'(j»
bo,Tiebbu, NjfuoJt t'Njfbe ,Siilbi , Goc-
cia 1 Gronda, CuaT^yVmn, GragmuoU,
Grandine, TÌent,Giclu,Gbiaccio. Su^o^Spu
Saia inì,Sndi>TC,HHmorc,Sfru7^o,,4f^i rgti .
,/lc^HJiui,.A.‘inaxy>li,BaiiMii,Moilati,SfrHTjaU,lnfu-
fi,K.Kgiadofi,Guax^ofl,SliUanti,'PlMUÌofi,'PalMÌiri.
Mori, GolfitVeUgln, Fimiit,Torrr»ri,Stagtu, Laghi.Gor-
Acqrf»
Rugiada. LaX. rot rìs. èmprefiiondiarij gnerata da frei
di,ijrhumido,&m>H rapprefo ,& ptiiclUinilttnu
po dclLt llalix , & fecondo JlnSìotele , non fi fa Rugiada,
/f non quando fòffia aulirò. P e T.& fiammeggiar fa la
Rugiadae'tgielo . Et tutti Rugiadofi glioecbi juoi. B o C.
Senj^ dubbio alcuna Rugiada cadere Jopra ilmio fuoco
commiuròafentire Con lento pa/Jo pi per la Rugiada fa
tiandofi . Le Rugiadofe herbe con lento pajfofcalpitando.
D A K.liuando noi fummo doue la Rugiada "Pugna colSo
le. "Hon Rugiada ^on brina piu fu cade.
lO.J
ghi, Riui, RufcelU, Rig igm,Dotiie, Foci, Canab, Lagune, Brina, Lat. Pruina,ros,geius . è rugiada congelata nelme*
fontane. Fonti, F'enc d'acqua, yatli, Paludi, Solgie, no deltariJ ,Crirouafi al tempo dcU'inuerno ,(j la rat
Core , Chiane, Pantani, Ltmi,CiPcmc ,Poc(j:i,Bagni, giadala fate .T.BnneTcnere ,Frefihe ,Candide,Pu-
Diluui ,lnnondationt. ' re. PBX.E'nqualpiaggialeBrine.hoc.Pbcboba-
Pefei, Squame, Pe\catori,Reti, Giacchi, yangaiuole. Ha. uea già rifcmttele Brinofe herbe. Pu. D AS.'Hg Ru-
mi, Efca,Pefcbiere,yiuai . giada,ne Brina piu fu cade. Qjiandola Brina infu la ter
Inacquare Jbagnare,mollare,fruipiarepnfbnderrpnaffiare, ra a/iembra .
lauare,guaxjare,rifiiacquare,flillare , colare,forgere. Pniin-;,Lat.fonlebrine. P BX.'Hgnfiuedealtro^htPrm
piouere,neuare,fioccare. pefcarejudare,a fondare, prò- He,oCbiaciio.Et quando'l ucmojpaige tePruine.
f ondare, fommergere immergere, a^ogare, annegare ,flt- Stilla, Lat.i la goccia. P tx. fu brine flillad inpnuiabif-
tutareduffdre, attutare, mergare , allagare ,diflagare, fi. SnUa dai qua non uen da quePe fonti . D'humor uam
aualLareidiuaUare,trageltare. Stillante. I> a h. Che nn dipela con le dolci Stille.
Acqua. Lai. acqua, ^laiex,cis.Lympha, liquor ,bumor. stillare. Lat. P e r.C'bor fu dalciet tama dolcegga flille.Sid
Td^ttuno liw Dio. P iX.,4Cqua Chiara & Dolce . A c- uodiquel,chelagnmando PUlo.Ti oc. StdUta .Acqua,
<L*i Frefche,Gebde,Salfe,Torbtde . E' n picciol uetro Beuanda,Beueraggio Stillalo, &faltepucnircberbe^
chiuder tutte f .Acque. Via piu dolce fi troua f .Acque t'I radici quelle flUlò & m acqua ridufSe .
pane. .Al fuon del" .Acque fcriua. Et ribombaua tutta inPiUare Lat.P tx.Comeamorproprioa fuoipgiiaciin-
quella ualle D'jlcque,it .Augelli. "Portò dal pume al lem fìiUa .
pto .Acquacolcnbro.Com' .Aiquailfoco ammorga.Sttlla DifìtUare : Lit.tbe dolor diflilla Perg'iocthi miei. Con- ioi(
d.AcqHanouuendj^ueJie fonfl.Senc(acquailmare,& uienihe'lduol per ghocebi ftéPille.D A u.Mauoiih(
. fenxa flelle‘1 cielo . Lacqua,e‘luenlo,& la urla, ei remi pete , a cui tanto éitilla,SÌkauxoioueggiodidor giu per
r tforga.L'.AcqnacbeéParnap>fideriua.Boc..Acqua leguancei
Chianjfima, Calda, Frefca, Lauoraia, FredJa,Freddipi- Colare. Lat. ual flillare & purgare , facendo pafare a poti
-ma, Amanffima, Santa, Rofala,Ropt,'Hanft. Dipor apocouna lofabquida perla colatoio. B oc. Tdiunuet-
cf arano. Di fior di Gelfonum,Odorif era. gran copia Ì .Ac chio bauofoa cui colino gliocchi .
■euaMortifera,.AHelenatJ,Peltileutiofa,.Alloppiata,Sa Cocci», docciata. Gocciai. Lat gutta dr gutiuUa ildimL
lutcuolr. La molte .Ai qua forala pietra Le eruttate .Ac- B o c. Senxa bauere entro Gocciola it.Acqua.7don a^
qne del mare.Le Rumnule Acque. D a u.Come quei;ch’u tate noi dafaggiarne Gocciola. D ah. Et bora lofio uu
piti fuor del pelago a la riua Si uolge a [Acqua periglio- Goccioliacqua bramo. A tei. Se di fangue uedefitrouna
fa, & guata. Grandine grafia , ^ Acqua tinta , tir neue Coccia .
Ter l ’aer lencbrofo fi ri, iuerfa.il ribombo de t acqua . Vn Gocciolare , ò gittargoccie . Lat. latbrimare , guttatim ef-
goccuid Acqua bramo.Traffi de [acqua minfatuila^u fluere. B o c. Et ogni uicino arbore parca che gocciolile
gna.SàntilkComeraggiodiSoleittAcquamera. Ter fanguinofe lagrime per gtmnghioni fangumoft,chepre-
t Acque nitide & tranquille. Sa h. Gelide Acque. menano gli ^gitali rami. Tn.D xu.D’una fefiurt.
Acqua Tdaifh Laufa,uedia > 6 j6. che lagrime goccia.
Acquazzofì. Lat.aqualiii,&lacunati. Btyc, jLqwtxjoft Nebbia. Lat. nebula, caligo. P e x.7dcbbiaamorofa,Bm-
Ttmpi. Ah. na, Compnfia , Folta, Grauofa , Ofeura, Spn;yxata, Im-
Inacquare, Lat. irrigare, inlpergere,madefacere,ual molla- portuna, Dolorofa , Vfata , Vtile .7de"ìdsbbia cheti ad
re, 0 bagnare. B oc. Et il bafiUco da ninna altra acqua copra, e' l mondo bagni. Fiadinamcf a begliocchi quella
rofata,oé por di aranci ,odi fue lagrime non incquaua
giamauEgU fi uuole inacquare U nino quando altri il bee.
"Rfcia:quare,Lat.ahluere,rtfrigvrare,aqua immergere . cioè
dì nuouo lauare, ripefcare, 0 nfcntarei bicchieri. B o c:
Fatti ripiacquare 1 bicchien,tbl uoUe,alquaiito beuue.Et
quiuidinloruoalla chianfonte fatti rifaacquareibUthie
ri.alcuniteSìi haamo rinf aacquare .
Suolo,/» ucce iella fuperpePs delt Acqua Latinamente
ufato JaD A u.Chenon forgeua fuor del marm Solo per
Suolo. tir qnando fignipcala terra ,uedia lopj.tìr per,
l/dSoliue ,t p}0-.
Tisbbia. HodigrauipenfurtalunaTdsbbia. Mano»
fucilo giamai ^bbia peruemi. D'uuamorofaTdslt-
biaricoperfe . Etcomeidrbbiaaluento. SìjuBuh'ldd
fifie pbtdi Tdebbia parco , Et f^ombrar degni Td^b-
bia ofeura, & uile . Et come Tdebbia al uento fi dilegua,
SimileTd^biaparcbe opuri&copra.Boc.L'anatì
miofaTpbbia parca che piange fic. HatteudoilSolecon
gli acuti raggi cemmeiato a folucre [ofcurc N.» ■ > 1 •.
P K. Da N.Pfr Caer nero & per la Tdebbia folta . Se
mai ne [Alpe ti colfifU^ia, Ofiura profondera&
Difnebbiare,
1017
lOlt
Acqna £ L E Ki
Dihi bhùre^alillMnÈiiure & fxr ch'uri Lat.cljrere,ilr cU
rw. e,là"clurcfure, ùlumiture, ejr chtrilirire, jSime At-
K N. Che paté épiebiium/'Hi tintt lleito.
Nubi, Ut nubes. P e t. £ nbumi'Njibe ft fwathe Le-
4-1, H.nrii. Et l'oopie "t{ubi chei rifreddi •& «ria. £’/
ciet quii ? , fi nulli Hubc U ueU . t'm Tqube lamini mi
éjjuicqui & o c.y a llreptto limile i quello che Jint far
{qu-muti 'Hubc. P n . D a n. Tireui me che ìqjibe ne
cuprtfle Lui ih Jòlidi ^ puùti , Qjufi idiinume
mcmloSulfenfe.
Nubilo.ZA/.RKÒj^i.Pi T. Che piu che un giorni èli uita
morule t{ubilo,breue: freddo, <ir pien é nou l
Nubilofo. P • T.ùipieuteunriggioScorgofa’l'ì'lubilo
Jò altero ciglio. La [otto i giorni "Hubilofi^brcui .
Niiuolo . Jt. nubes, Cr nuoecula. P e t. Can^om io no fui
niit quel tquuol d’oro . Vn "ìduuiltlto mtorno ricouerf,
Boc.Tvlyvoi* Bum. Tiiuntletti Lucente. 'Urrmi
yermigli , 0 feuri & Turbidi . Surfe un tempo fienljimo
Kir iempeSìojo,ilquate il cielo di 'Nuuob^’l mare di tempo
Jlofiucntiriempie.Olcure'Njrait. D a k. Ch’idi tur-
biti 'HuHolttnuolto.Si cume’biuHoletti in fu fabre.'He fól
fblcando ìquuole d’agoRo. Se fubito U 7{uuoU feofeende,
CuzziO.Lat acqua, tir aquitieui, tocus iottdrguigtiarei
bagnare nel[ acqua. B o c. Et fatta uenirei Inai falcom,
adunGuiveo uumo gbmeni.ìì Kn.Tcnfiniialfe , C
Tipaliojli'1 Guadilo, idefl Guada, opaffo . Et uerrà jimpre
de gl lati Guag]it.i. acqua igghiacciita . tir Guaxy> r la
rugiada yo.To/ibo. A R i. E del [angue Tedefeohorri-
htl Guaifjo . Che come porto dt loto ,edt Cuavip Tutto
fra brutto.
G uazzofo , uil bagnato. B o c. £4 terra Cuagjppt per le
uer fate piane dal cieli fpiaceuole fi rendeua a uiandanti .
ToicbeiGuaxpft tempi deluerno fino trapaffati.F l,
pt i Cuag^ofi Triti rafeiutti dalle cadute pùnte. Suu,
.CuagTtpfe'Pioggie .
Pioggia.cir Vioua,Lat. pluuia & mmbus: i la pioggit re-
pentina,i da uapori freddi {Jr humidi congregati in nuuo-
la. P E T. “Pioggia Cominua, Lagrimofa,T{ottlima,Len-
ta, Tretiofa , yentofa . In picciol tempo pajja ogni gran
Tioggia.yna Pioggia di fiorfoura'l fuo grembo . “Pioggia
di Lagrime , nebbia di fdegni . fiume fugiamai [ecco
per Pioggia .Anzi piango al fereno &ala Pioggia-Qjian
do cade dal ciel piu Urna “Pioggia . “He dopo Pioggia uiJP l
eelefl’ arco.& quando dinota le Lagrime, aedi a i ? 6 1 .
Pioua hit piuma. Boc. Pioua Subita.Kouinofit. 1 Roma-
ni eljerciti per Sole & per Pioua . Da Som Tioue , &
nuuoli premuto. D a tt.IofinalterzocercbiodelaPio-
ua Eterna,MaUdctta,Frtdda,ir Graue .
pIoi»,perpioggia éjse Dan. lipn uidi quiui Lo refrigerio
de l’eterna Tloia.la larga Tloia de b Spirto fante, chi la
rogiada del cieh^os dejcendit de ceb .
Tioucre. Lai. pluere. P e t. £’i Pbuer giu da gli occhi un
dolce humore.
Tiouere. Lat.pbere. P e r. Fiamma dal ciel fu Unte treceb
fioua . Par ch'amor' tir dalcexpte , &gralia pioua. Et La
tua gratta [òpra me non pmue.yedt ben quanta in lei dol-
tegfa pione.Quamo mai pioue da betugaa jleUa.Viouom
MI amare lagrime dal uifi. B o c.T{eUe pouere cafe prò-
nano dal cielo de diuini jpiriti. D a s.Tuidi piu di miUe in
(k b portoDal cbl pmuti I pbmti é Thofeana Poco tem
E N T f ' Acqua ijS
poi in qurfiagola fere, nel preterito fa piouue .
P'iotsofo.Lat.plumoiui. B o c.Et io m'ingegnerò é porta-
re altrui in nauepcr b Piouofij.uel tempo pluuiojò.
Nembo . Let. ntmbus , ipioggia fubiia. Pur. Coperta già ,'g jp
de i’amorofi 'Hembo ,tdetidi pioggu amorofa .Ben.
Ofeuroe tempeflofo’Jdpnbo. A «.
Gragiìiuola.£4r^4niu ipioggugbiaccMte,ouero gran t
diae.li o c.Dopo meltiTuoni fubitamente una Cngmuo .
la grofiifjima,& fieffa conunciò a uenire .
Grandine. Let. aoi la tempefla,bquak igoccbla di piog-
gia per mgprdtfiipélà,tS“ di uento congreg ito nell'aria;
Jafli di uapor freddo,!!!’ bumido firopici iai o nelb parti m*
tenori del “iquuobfinie grandinare per tipefiare. D» m.
Grandine grafia,^ acqua tintajir neue. Perche no picg ^
gia,HOn Grande ,non neue in ucce di grandine .
Craudinare,ual temperare. Lat.ut Deut qui dicttur grandi
tiare. Boc. Tuttauta grandmando .
Tempefta.tJf. granirò, igoccb é acqua congelata che cad
de dal cieb con impeto. A Rt. Che di fende che’tueruoe
la Tempefla Di Gtoue irato fipra noi non crofiiaet per la
Temprila manna fiuero Fonuna,uedi 1 074.
Crafcure.i quello ftrepito, & quello efettoahe fa la Tempe
fladoue percuote. Ari. uedi di fipra Tempefla .
Chiiccio,&ghiacaare,uediaucrnaa 85 f.Gito,f!r^e
Urea 6. 7{tr r, neuare,& fioccare a ÌS7‘
Bagnare. Lat.madefacere,madidare, rigare, & balnealum
facere. uil mollare. P b T. Pofia a bagnar un bggudret-
10 ueb. Et dagli occhi efeon onde Da bagnar l'herbe.Con
tifob, che bagna Pioggia di Ugrimar.nebbia di fdegm Bx
gna & raUeuta bgu fianthe fine. Qjtando’l Sol bagna
in mar tauralo carro. Ti bagjta amor co quelb manebur ^
Ile. yò con gli occhi bagnando Pherba e’I prato . Lagrima , . "
aiichor non mi bagnaua'lpetto.Piu ih' altra che’l Sol fiat
de fi ihe’l mar bagne. epuro fiume, Che bagm'lfkobelui-
fi.e glbcchi ebbri . Con gltocchi di dobr Bagnati e molli,
I begliocchi; cefi Bagnati anchora Li ueggio sfauiUar..
Boc. uedi all Indice. Dan. La mente di fudor anchor
mi bagna.Cbefuman tome man bagnata il uemo. Indt mi
tolfe.& Bagnato m'offerfe Dentro a la daa^. Ltc.madi-
dus.Cbefi bagnane a ungo feto fi punto .
Rigare. Lat. ual bagnare. Ari. Come U belle lagrime com 1010
prefe Cader ngando d delicato uoito .
Irrigare.Lal.ècondurreacquafifiargerdunriuo. S a k.O
gratiofo Scbctbo, thè con tue chiare & freddi acque irri-
di la mu bella patna .
Inaiare fiat bagnare. Lat. adergere. S A H.Conacaua be-
nedetta t'maffiarò lutto. Ari due fiumi cbrijlawm yen
noinafibndoperdiuerfi riui . T. Et lomedacqua ki tut-
to l'maffia .
SprugT^are , 0 Sprizcta’v, come hanno itrfli antichi fiat mi-
nutamente Ipa rgendo acqua bagnare. Lat. irrorare Bo C.
yn fiumi, elio cadeua giu fi de baiti di pietra uiua ,&
fprut^ndo pareua da bugi argento ubo, che if alcu-
na cofà premuta minutami me fprutz^a/ie. Et tratti del
paniere oncamu d'argento pieni , qual d’acqua rofà ,
quedd acqua di fior d'aranci, tutti cofloroà quelle ac,
que fprutqtanno. Ari. Che di jprutp;ar uermePac-
qua incantata .
Spraz zo, # 1/ guattpfilr b bagnare deltacque da fpnrgga- .
redetio.D A'S.Cb'ifcedrlpomoi&dibSpratgp. -
S li
^ C A.
■ •14
Ca_TA, R,ygutUy Brina, &Truma, T'(jn»
bOitirbbu, Njfkoia y'Hnbc , Stilla ,Gnc-
:ia , CtjnJj, GHajptp, Vana, Cragniuola,
Gramtine,'hÌeiie,Gu:lo,Gbiaccio.Sngo,Spu
ySi <itJ,SKdar(,Hiimrc,Sfru7^o,A^irgei •
^i^Muuii,,A.‘l>iaxjfilt,Bagnati,kii>ilaU,'ifrHXT:aU,lt^'H-
fifi.Kgiadofi,Gii3-^ofi,SiiUanii,Tliimoli,7^aliinrt.
Mari, Golfi, "Pelaghi, HHnu,Toeraui,Stagm, Laghi, Gor.
ELEMENTI AcqiA
Rugiada. Las. ros rii. t imprefiioadi aria generata da /rei
do ,&■ hmnido y&nonrapprelò ,& pnócilaimlittn,
po della Ilota ,&fetondojlnhotele , non fi fa Rugiada,
fé non quando lòffia aulir». Tbt.Ei fiammeggiar fra la ■
Rngtadae’lgielo . Et miti Rugiadofighocchi fiioi. B o c.
Seirsa dubbio aUnna Rugiada cadere Jopra Unno fuoco
comuuierò a fentire Con lento pa/io fu per la Rugiada ffia
tiandofi . Le dugia-tofe herbe con temo pajfo fcalpitando.
D A udluando mi fummo doue la Rugiada Pugna col Sa
le. "Hoii Rugiad.i,non brina piu fu cade .
IO) J
gin, RiuiiRufielb, Rig tgm,Dociie, Foci, Canih, Lagune, Brina, Lat. Truina,ros,gelut . i rugiada congelata mime*
Fontane, Fonti, f'ene d'acqua, t'aiti, Paludi, Boigie, :(pde!rariJ,tà-trouafi al tempo dcU'inuemo , <^ la ru*
Gore, chiane, Pantani, lami, CiJlcmc,P<rggi, Bagni, giadala fiate .T.BrmeTcttere ,Frefihe , Candide, Pu~
Diurni ,!nnondaiiom. ’ re. Ptr.E'nqualpiaggialeBrine.hoc.Tbeboha-
Jtfci, squame, Pelcatori,Reti, Giacchi, f'angaiuole. Ha- uea già rifciuttele Brinofe herbe. Ph. D AN."He Ru-
mi, Efca,Pe[chiere, t'inai, giada,ne Brina pm fu cade. Qjiando la Brina in futa ttr
Inacquare JOagnare,moUare,fpru7^efrnfr>ndcrejnaffiare, raajumbra.
laHare,guagjare, rifiiaiquare,lhllare , cotare,forgere. Prwtif,Ltt. fonie brine. P e T.tqonfi uede alero,ihePrui*
piouere,neuare,fioccart. pefcareJ"udare,affondare,pro- ne,oCbiaciio.Et quando'l ucrno jparge le Pruine.
fondare,fommergereàmmergere,affogare,annegare,at- Stilla, Lat.iiagiuta. P e t.€u brtue filila diiifinttiabif-
lutareduffiare, attuffiare, mergare ,aiiagare ,diflagare, fi. Stilla Saiqua non uea da quifle fonti . D'humor mino
auallareidiuallare, tragettare. Stillante. IJ a n. Che midificta co.i le dolci Stille.
Acqua. Lat. acqua, &latex,cii . lympha, liquor ,humor. stillare. Lat. P e t.C' bar fu dal cui lamadolceg^gajlille.Sal
'H^tiuuo Ino Dio. P e t. Aiqua l bara & Dolce . A e- uoéquel,chelagn,nando flillo. B oc. Stillala Acqua,
o_vi F re f che, Gelide, Solfe, Torbide . Efnpiccioluetro Beuanda, Beueracgto Stillato ,cÉr fattofiucmre herbe ^
chiuder tutteX Acque, Via pm dolce fi trono C Acque e'I radici quelle flUlò ór in acqua ridufie .
pane. Al [non del' Acque faina. Et ribomba ua mila infliUare Lat.Pn. Come amor proprio a fuoijrguarìin-
quella ualleD' Acque, iX Augelli. Porti dal fiume al lem {ìiUa .
pio Acquacolaihro.com' Aiquailfncoammorga.Stilla DiiìdlaretLat.che dolor difiilla Pa g’iocchi miei . Con- tOli
eC Acqua non uen da ^uefle fonti . Sen^acqua il mare,& uien che't duot per ghocchi fi éftille. D a k . Ma noi cbf
, fenxa fielie'l cielo . L acqua,e'luento,& la uela,ei remi fiele , a cui tanto dijtilla. Squamo io ueggio dolor giu per
r sforga.C Acqua che éParnaf» fi dcriua.B oc.. Acqua leguancei
Cbtanffima, Calda, Frefca, Lauorata, FredJa,Freddifìi- Colare. Lat. ual fìillare & purgare , facendo pajìare a poto
ma, Amartffma, Santa, Rofata, Roji, "Hanfa . Di fior a poco una cofa liquida per lo colatoio. Boc. "ìqiunuef-
df aranci. Di fiordi Gelfonum,Odorifaa. gran copiai Ac chio bauofoacm colino gliocchi .
qua,MorrifeTa,Auelettaia,Pelliteutiofa,Alloppiata,Sa Cocctiz, Gocciola , Gocciol. Lat giitta & gutiuUa ildimi.
luteuole. La molle Atqua forala pietra Le cruciate Ac-
B oc.Senxabauere entro Gocciolai A equa. "ìqonajjiet
que del mare.LeRuuinuje Acque. D a s.Come quei;ch’u tate uoi d’afiaggiarne Gocciola. Dan. Et bora lafio un
jcit! fuor delpelagoala riua Si uolge a X Acqua periglio- Coccioltacqua bramo. Ari. Seé fangue uedcjSerouna
fa,&guala. Grandine grafia, & Acqua tinta, (j-neue Goccia,
Ter t'arrienebrofofi ruuerfa.il nbombo de (acqua . Vn Gocciolare , ò gittar goccia . Lat.lacbrimare , gutlatimef-
gocciol i Acqua bramo. T raffi de (acqua non fatta la ffiu fiuere. B O c.El ogni uicino arbore parca che gocciolafie
gna.SantiUaCorueraggiodiSoleinAcquamera. Ter fangumofe lagrime per gliunghioni faHgumcfi,cbepre~
(Acqueniiidetlrt'anquille.S A H. Gelide Acque. meuano gli ^gitali rana, T u.D a u.D’una fefiura ,
Acqui"Hanfa,Lanfa,uediai6i6. che lagrime goccia,
Acquazzofi. Lat. aquatici^ lacmati. Boc. Aquajjpfi Nebbia. Lat. nebula, caligo. P e x. T{ebbiaamorofa, Brn-
Tcmpi. A M. na, Comprtjia , Fedu, Grauofi , ofeura, Spegg^a, Ino-
Inacquare, Lat. irrigare, infpergere, madefacere,ual molla- portuna, Dolorofa , yfata , ytile .Hgiisblna che’t nel
re , 0 bagnare. Boc. Et il bafilico da ninna altra acqua copra , e'I mondo bagni , Eia dinaraci a begliocchi quella
rofata, 0 di fior di aranci ,odi fue lagrime non incquaua
giamai.Egb fi uuole inacquare il nino quando altri il bee.
Rffita:quare,Lat.abluere,rifrigerart,aqua immergere . cioè
di nuouo lauare, rifrefeare, » nfentare i bicchieri. B o c:
Fatti nfciacquare 1 bicchien,cbl uolle, alquanto beuue.Et
qiàui dintorno alla chiara fonte fatti nfciacquare i biedùe
^ . alcuni telìi hanno rinf aacquare .
Suolo , in ucce della fuperficiei dcK Acqua Latinamente
. ufatoJaD A n. Che non fòrgeua fuor del marm Solo per
' Suolo. & quando figmficala terra, uedi a lopj.tà' per,
• ' klS_olqiq,a9jCi,
Xn
"liebbia. Ho di grani penfier tal una Trebbia. Mano»
frinito giamai "ffrbbia peruemi. D'uu amorofa Treb-
bia ricoperfe. Etcomeifrbbiaaluento. Sfjuóido'lciel
fòfie piu di Tfcbbia fcarco , Et fgombrar Xogni "ìfgb^
bia ofeura, & uile , Et come "Hgbbia al uento fi dilegua,
SimileTfebbia parche ofcun&copra.B o c.L'anadi
noiofalfebbia parca che piargefie. HauendodSoleco»
gli acuti raggi cominciato a folurre (qfeure N.> 1 > 1 1.
T M. D A N. Per (aer nero & per la T{ebbia folla . Se
mai ne (Alpe ti colJèTìfgbbia, Ofeura profomLeratfr
Hgbukfi.
• Difnebbiare,
Acqua ELEMENTr* Acqua ijS
DiluMjrt^itl Hlnotinare & far chUrt Lit.clarerf^ cU poi in (puHtgoUfirt. mlpreicriio fi piouut .
M' t^&(Urefi ere, ulnmiiure, cjr clanficare, afiiHt iu Tiociofo. Lax. pUuuujki. B o c.£c io m'ingegnerò S poru-
A s.Cbepnotedifnebburm'IliOinhitelto. re altrui in rune per toTionolòjMel tempo pltimojò.
,^Nob;,£j/ nubes.Vn.EnbuitciTAjtbeftfattaibeLe- Nembo .lat.iumvia ,ipÌpggia/MbHa.P st. Coperta già l'oij
dt, Hanria. Et l'eiupte Nubi cbe'l ra fredda dr nela. £‘l de (amorofo Tieodio ,idest di pioggia amorofa . B £ M.
del qual ì, fi nuda'Nubeiltieta.l'na'Nube lontana mi Ofeuroe tempeSìolòTipnbo. A ».
dt^acqin b ei c.yniirepuofimtle a quello cbefml far Cngniuola.lae.graniu épioggugbiacciata,ouerogran i
/qitariiata n- 0- n-1'areua me che Nube ne dine.boc.ùopomoitiTuontfubttamemeuuaCnigniuo
loprifie Lutidajpefa folida di' pulita , Qjiaft ddainante la grtjiifma.ò'feffa cominciò a uemre.
m cullo Sul fcrife . C randine. Lat. cioi la tempefia, laquale l gocciola di piog-
Nubilo. Lat.imbthtt.Tt r. Che piu che un giorno ila tuta già per mgprdifripdttàtiS' di uentocongregno neltarias
mortale 'Njfbilo,breue; freddo, dt pien di noia i fafSi di uapor feddoidtbumida ffropictiato nelle parti ma
Nubilo(o. P I t.UipietatetutraggioScorgofr^l'NubUo tcriori del Tdlfuoto/inde grandinare per tipefiare. Dan.
fi) altero ciglio. La jotto i giorni tinhilo fi & breui , Grandine grafia,^ a^ua tiata,& neue. Verche rio picg ^
Nultolo .Lit.nubes.o-nubecula. P sT.Canjpm ioni fui gia,nonGrando,non neue m ucce di grandine.
mot quel "NuhoI d'oro . yn "Nuuiletto intorno riconerfi. Cranénare,ual temperare. Lat. ut Deus qui dicitur grandi
Boc.Ts^tvoia Buia .'Hunoletta Lucente . Tfronit nare.bo Q.Tuttauia grandmando ,
yermiglt , 0 futri &Turbtdi . Surfe un tempo fierifimo Tcmpefla.^. traodo, é^occir di atequa congelata che cad
dt tempeflofo^lqualeilcieloih'NuuoU/lmaredttempe de dal cielo con impeto. A ut. Che difende cbe'luernoe
Jlofìuenti riempie. Ofeure tfyy Oli. Dan. Cb’iétur- laTempefla Di Guue irato fipra noi non cnfliaet per la
bati'NunotiinnoUo.Sicame'Nuuoleitamfufalire.'Nsfbl Tempeflamannafiuero Fortuna,ueé to}^ .
falcando Nuuoled’agoHo. Se fobico la "Nfuola fcoflemle, Crafcurc,i quello ftrepito, & quello efetto^chefa la Tempe
Cuzzzo.Lm acqua,dtaquacicus,locus iondeguagtiarei ftaaloue percuote. Ari. uedi di [opraTempeRa .
bagnare nelTacqua.B oc. Et fatto uentreilnoi falconi, Chitccio,dtgbi.icciare,uedia uernoa Sq s.Giio,&ge
adun Guazzo Ulema gb menò. D A s. Vai fi riuol/i, et lare a tq6.7{}yr,neuare,& fioccare aS^y.
TÌpafioJii'lGuax^o,ideflGuado,opafo. Et uerràfimprt Bagnare. Lat. madefacere,madidare, rigare, &balneatum
dr gelati Guagt^.i. acqua agghiacciata . dt Cuagzo r la facete, ual mollare. P s t. Tofla a bagnar un leggiadret-
rugiada yo.Tojiho. A r i. £ del f angue Tedefio borri- touelo.Etdaghoccbiefcanonde Dabagnarl’herbe .Con
bilGuag^ .Che come porcodilota,ediGuazxp Tutto tfole,cbe bagna Vioggudilagrimar. nebbia difdegmB*
qrabrutto, gqu& rallenta le gufianebe fatte. Quando’l Sol bagna
GvtazioCo ,ualhagnato.'bo c.La terraGucntjpfaper le in mar l'aurato carro.Ti bagna amor ci quelle man nur ^
uerfate pione dal cielo fpiaceuole fi rendeua a uiandanti . 'ne.yòtongliocchibagnandolherbae'lprato. Lagrima .V
ToicbeiCuagzofi tempi deluerno pino trapafati.F s. anchornonmibagnauaHpetto.Vmth'alcrathe'lSolrcal
JEtiGuagqiofi Vrati rafeiutti daliecadute piane, S a n. defiihclmarbague.opurofiumeiChebagnilfuobeiui-
.Cuag^feTioggie , fò, e ghocchi chiari. Con gltoccbi di dolor Bagnati e molli.
I Viogffi, &Vioua, Lat.phmiadrnimbus: èlapiog^re- I begbocchi; cofi Bagnati anebora Li ueggio sfauiUar, ^
pentma,i da uapori freddi (p-humidi congregati in rumo- hoc. medi alClndue.D a u.Lamente di fudoranchor
io. P E T. 7>iu^ù Continua, lagrimofà, 'Notturna JM- mi bagna.Chefuman come man bagnata il uemo. Indi mi
ta,Tretiofa , yemofa . In picciol tempo pafja ogni gran tolfe.& Bagnato m'oferfcDemro a la danza. Lat. madi-
Tioggia.yna Viaggia dt fior foura’lfuogrembo .Viaggia dus.Cbefi bagnaua a angofaolò pianto,
di Ijgr'tme, nebbia dtfdcgni.'Ns fiume fngiamaifecco Rigare. Lat. ual bagnare. A r s.Come le belle lagrime com loio
perVioggia ^nzipiaiigoalfireiio&ataVioggia.JÌuan prefe Cader rigando il delicato uollo .
do cade dal ciel piu lenta Vioggii . 'Ne dopo Viaggia uidl l Irrigare Lat.i condurre acquai farger <f un tino. S a n.O
akf arcojtir quandodtnotale Lagrime,uedia t;ii. gratiofoSebetbo,cbeconiueibiare & freddi acque trri-
Fioua. Lat pluuia. Boc. Vioua Subita.Rouinofa. I Roma- ^i la mia bella patria . •
ni efierciii per Sole & per Vuota . Da Som Vtoue , eJr Ina faterai bagnare. Lat. adergere. S a n.Co» acqua be-
nuuoli premuto. D a n. Io fon al terzo cerchio de la Vur- neJetta t’inaffiarò tutto. A r i due pumi cbriflalùmyan
ua Eterna,Maledetta,Frtdda,& Craue. noinaffiandoperdiuerfi riui.T. Et comedi acqua Uitut-
tìoiitperpioggiadifieD AS.T^nuiéquiuiLorefrigerio tol’inaffia.
de l'eterna Vloia.La larga Vloia de lo Spirto fanto. cioè la Spruzjm , o Sprizzare, come hanno i tefi anticlri,ual mi-
rogiada del cielo jros dejtendtt de celo . nutamenie fpargendo acqua bagnare. Lat. irrorare Boc.
T'iouerc. Lat.pluere.V iT.E'lVùuer giuda glioccbiun yn pumiirilocadeua giufo de balzi di pietra uiua,&
dolccbumore . fpnizztndo pareua da lungi argento uiuo,che<falcn-
Tiouere. Lat.plucre. V e t. Fiamma dal ciel fu le tue treccie na afa premuta minutami me fpruzzafic . Et tratti del
fioua.Var ch'amar' ^dolcezjoe, &gratiapioua. Ella paniere oricarmi d'argenco pieni , qual d’acqua rapi,
tuagratia fipra me non pwue.yedi ben quanta in lei dol- qual d acqua di por d aranci , tutti coPoro di quelle ac»
cez^apme.Q.uanto mai pioue da benigna Pella.Viouom que fpruzznamo. Ak l.Che di ffiruz^ar uermetac-
mi amare lagrime dal uijo. 8 o c.'NsÌl^P‘“<tre cappio^ qua incantata .
uono dal cielo de dmini f ititi. D a n.Tniépiu émillein Sprazzo, èUgua7:z?>&^hagnaredcltacquedafpruz^
pie portoDal ciel pmuti JpkmiiiéThofcanaTocttcm rtietto.'D A-n.Cb’cfiedelpomo,tà'icloSprazjp, ,
• ■ S tj
Acqns > ELEMENTI Acqiu
1 nfufo . IM. & tmiiiut , mcidttHt j kal baffute ,Tti, Dan. laflaua fowr al feittea uc4er Sarto. B o cSttrft
A la fui H’kna m mci;o Itlbc litlufa Catena é diantanm un tempo fier^uno tempeRofa. Et jitrgmdogia dalla tem
U, ^ di topatto . ptfla tomtnciata la ttr^a notte.Surge^o taurora.^uai>
lalOndere.LatJulIpargert.>ttart.Attì.CeficonqHan tid>e'lcaldofurgejpipm.EtnelrtteT;gdelC<dlegrexxam
to fenno , tìr qnaota mente Oa la fomma pradentia luteB ptrjero nella mente uarie dubitaiuni. F t. Se la guerra de
ra ìufufa . nonfufie Surta da Ttriioo . E r.
Arperge». Lat. D a ti.^lpergetmefidolcemenie udijfi. Surgenti. lat. B o c. Eragia [oriente tutto bianco, &gli
Bagno. Lat.balneumJauMrumJauaiio,themia,arum;& Surgenti raggi per tutte il noflro Hem^erio haueana
ny mpbeum . i doue ft tauano le danne , Sergio orata fu il fatto chiare .
pnmoahe troni Cnl'odc bagm,pmftltjum mai pm fapmo. Rifirgere. Lat. refurgere . i di nuouo forgere. P e t. De [un
^oc.llBagnotuttoiauarono^&jpaxTiaroiioottmamen uagodefie l’altro njórge. A ut. 7(00 fu interra fi to-
te . Entrato nel Bagno. Tenfojii di uolerloguanre fenica fio , che riforji .
Bagno CheegliandafieaBagmdiSiena. SugO> & Sucie . Lat.fuccus. Pii. Et coltergo beuete un »olj
loii MoUare.Lat.mollire^l intenerire [animo,d core. &ancbo Succo {berba.Seuerfi,opietre ,o Sugo d’berbe none,
per bagnare. Lat. madefacere. P E T. Terche di & notte B o C. Che premendoti tutto non ufurebbe tanto Sugo,
gli occhi miei fon Molli Jegruta i l’herbaj& da quefi'ot- (he baflajfe ad una falji. Che gli uberi di quelli fon Sugoft
(hi Molle. Congliocchididolor bagnati & Molli. Dagli Di tante latte,ideSipienidiSugo.A h.Ak uTienadi
ecchiapUilèdellorrfierMoltiCtialtriafciugaJieunpin dalce,&di nettareo Succo.&Succo inuecedi Latteue
fiorito. tprile.MengiiocchiadegmhorMoUi. Chepoda dia 1447.
lungegh occhi mia far Molli . Dic’ella ; ch’i lafciaigli oc Spuma.Zof. Cf Schiuma anchofi dice. Ct i quella feccia/t-
ihituoiMolli. Chetennegliocchimiei bagnatiti lieti, nero ^rchezja, che efeedeW acqua, oper boUore,oper
Hor gUtien trilli & Molli. Eoe. Ejfendo alquantoan- caldo fouerchio ai per lo molto agitare ;cofi demetalU,co
dati,& tutti Molli uedendofi , & zaccheroft . & quando me de fali,et fimili. B o c.Cli ardui caualli con Spumanti
fignifica intetterireaiedi a 1589. B « m. llpettomoUe, fremji debbono reggere. F 1. Spumanti Cinghiali . A m.
CTOnÀì,& Grondaia.Lat.flilliciàu ,i quella efiremild, de Spumofi Cii^hiah. Fi. Da k. Se toflo grata nfoluale
coppi ,0 uogUam di canalidelle ct^e doue goccia l’acqua ScbucmcDi uoftra confenga,uleJl le macchie de peccati,
quando pioue,& piglia fi per meta.perqueuejlremità del Ari. Ch’ alboragonfio.ebiancogiadi Spume Ternene
ìabrodellepalpeéredegUocchiufatodaD UN.doue di- fcielta,e per montane pioue.
ce. Et fi come dt lei beue la Gronda de le palpebre mie. T. Sudore, & Sudare, uedia 851
Che’l frequentar de [acqua {una Gronda VenetraCr Hutnoreterrejireaiedia per lo corporale a io8j
^ ogni alahaRre dare.
^JJquido. Lat. ualmolle,ffdlcunauoltapuro. Per. Che’l M oi R E.
frefeo herbojò fondo Del bquido criflallo alberga et pafee.
E'imormorar de Liquidi cri}ialU.D’amor tragge indi un Miie.Hewmo Dio del Mare ..AmphitriteDeadel Mare,
liquido lottile Foco. Glauco, Hpreo, ir Melicerta DeiMarim. Samatea,lno,
Lauare.Lat. & abluere,alluere,tollMerejial mondare, pur- & Tbetide Dee Marine. Galatea nimpba Marina . Scilla
gare pitture. P e •t.Ver tei (òfriira [alma ; & ella è degno conuerfa in moRro marino .
Che le fue piaghe lane. B o c. Facendoft il medico tuttala Mari, ..Adriano,, .Arcipelago, Leone , Mediterrano , Mag-
nare.Lauandofi le mam e’I uifo.Il medico già Lanata. T ut giore. Mauro, Moro, Morto, Indo, Rubro, Siciliano,HL
talacqua {.Amo nauti lauarebbe. Con acquacaldalo frano, Libico,Euxino,Thirreno,Cafpio,Heltefponto,Oe
iauò. Lat.& lUotus. ual non lauato . capi, Cretenfr. Di T ile, D’ India. SiS alamina. Delle Zuhae
Lauandaia. Lat. lauatrix. i quella che lana i panni é lino che. Golf, Seni ,
frorchi. B o c.Conlafante,& con la Lauandaia, 0 conia Onde,Fortuna,TempeRa,Trocetla!HaufraffO, Fiotto„Af-
fomaiafauella . fondare^cogli,Lidi,Marine,Biue,T’orti,Htui, Legm,Ga
lOi» Rucito.Lat.lixiuium,humorq;CÌneremixtus.iacquabol lee . ondeggiare,inondtre^ffondare,fommergere.
lita con la cenereart pigiti per quello effetto che fi fa qui Ne ttuno. lat. neptuuui . Dio del mare, tp- padre de uenti. 1014
cb/i la ua noi panni di bnoimbrattatt.B óc. Con un grém ir piglia fi alcuna uolta per qualuiaque mare, onero alqut
biute di Bucato innangi frmpre . to ih tutto,conciofia cojaa he la detta del mede fimo eoa fi-
Vena di acqua.Lat.fons riuuiiaut fubterranei aquari mea- unione poetica difegni efio mare, onero del mare la Juapo 1
tui P ti.Rapido fumé, che { alpeflra ^ena Rodendo, lenza; TerciocheTdrttunofuhuomo figliuolo di Satur-
Tacerem quella fonte, ch'ogni hor piena ; Ma con piu lar noj& fratello di Gioue,iré Tintone, & druidendo lo rea
ga frena . Si profond era cT di fi larga Vena il pianger me paterno , le cofe cb'erano preffola rtua del mare per- -
mio. B o c.Tra una fontana di luarmopion fo da che no- uennero per forte a Tfettuno, da cui fu tolto il luogo della
turai f'ena,oSarti^ofa,yena di fangut,ueéa ijif. fabula:Da gli antichi gli fu /aerato il cauallo,efiimoder- '
iryenaperlofiileomododidtrtaiq. nilo/àcraroniiaMarte.P BT.Eoloa7lettuuo,à'aCm
Scorgere,&Surgere Lat.& erigere , ir aliquandoprocre- nonturbato lafentir.iranoicomefipane.D a n.Nj»
(cere. P E T. Chiara fontana m quel medtfmo bofeo Sor- tàde mai coiai fallò '}s(fKNni.
gea {un /affo, ir acque frefebe, & dolci Spargea jòuente Cliuco. fupefcatore.ilquale in .AnthedoneterraEubaica,
■ tnormoraiM.Sorge nel mezo giorno una fontana. Et tun ' ponendaipefciprefinclprato^anncbe leraifiafauffff
mmeif4Sole. Èttiipurniadi ppggioia poggio fòrgi. ^foidne die alumo di quegli gi^àded una certa hiìrba
i
Acqui
rrifrtfeU{»r^,& nfdtò tulTacqM.Stufi pel tufo GUu
. (»,& itili medcjimjrHeate dilU medefvna herba,epre-
JOiUl itbitaftnrt ft gitti nel wuir.Cir cefi di btomo Ji-
^neane Iddio miirine,poi ondegg'mdo egli per lo Tbin Si-
.tiliMo,et ti litid'lijlia mgiendoSalU beUifiimafaneuil
■Urdi tei s'innamuri ; & dijpregiato da tei a Circe prefio a
F L E Kf E N" T I
Acqui. i}9
te. Mah jtlUjfimifinàofiùln mexo Mare. 'HpnefleiUo
qiùfii Mare anodo di dir da Mannaro. In un fino di Mare,
te cruccuce acque del Mare. Efiendo da infinito Mare
tombattun.Lafciatodfiioorgoglto il mare , palifico fi la-
fciaua nau gare.T. Solcando di ’Heieuno il uajto regno .
Solcando di Heitunoil tallo fiume .
■MrfUtet iinnitmvru f %;/ «
G4Cf»tic peraÌHto:Uqu4U accefa dalbelmfodi Salc.fvr/onwrf kw.D a ^,Mcitcrpctetcbcn fttaUoS*
luififiudiòperfuadergliabeanuffeleiaheamauatui,& le t'olirò nautgtojèmandomioiorfo. ,
Uciafie cbi fihifo ibauea{ >(f pojiendogUeU perfuadere; Mareggiare . Lat.fiuOnaTe. Boc.Vsin terra del picaolo
'iratacontraSiillapanifiiatgitntealfmtefineUafolea l gioditiendcreuoieua ,maqueUa memo mareggiando
lauarfiaii pofe alcuni ueleni, per U quaU ella fi trasfigurò s andata. A u. Dan. Ter mareggiare mira Sefio,&
in marino moliro di uarie,ó' brutte forme: Delikpian .Abido.1 far lorfo come dmare .
t amaramente (fianco nominando Circe acerba & firt. Mari, & Gcdfi dmerfi ,iruarn.Tn.Delmar Thirrheno ioti
..a. ai.. D . » eil.u.,. AnJ. oaiar orr rmira a auelLt a U lìmllra riua. iiun da l’Hilbaao Hlbero al Indo HiiLu
onde due il Per. Glauco ondeggiar per entro a quella
■ fibieraSenea colei cui fifiiparcbepregiV^mandoun'
altra amarne acerbaefera.D A u.lìualfi fi Glauco nel
eufiar de l herba Cbe’l fi conforto in mard, gU altri Dei.
Solla, tmaiada (fianco conuerfa in moftro marmo , uedi di
fopraa Clauco,<Sr a Scilla.
Galacca . nimpha marina , & una delle figlie di "Hereo ,
uediaóqj.
Marc. ÙU.& altnm profundumaeqiior,frctHm,pelagusj>ou
tuSfftltm.gurgesabufiue. Mare.ÀdnaticumJo mare di
ypu.giaj'yrrbenum il ThofianooTtfano.lberumfii Spx
gna.&aleancum di Maiorica,& MinoricaJonium d'UL.
baiuayLiiaflicifii Genoua.MegeumJo A rapelago.Hel-
lefiioniiacum di CofiammpoU Crrucumfii Candia.Lybi-
tHm,dt Birbaria . £uxinum,di Tana. Eritbreumjo mar
roflo.Scythicim,di Tartana.Tomus /«tìf.tir Lucrmm, d
mar morto.Sarmalu mn.Sono li Mari di dmerfi moti.Ter
ciò che alcuni non rigonfiano mai ; come i'I mare Tifam,
cr Getouefimlcum rigonfiano dalla nuout luna infimi al-
la quintadecima ; tir nel reflo (cernano : alcuni ogni gior-
no due tolte crefconOiCt due feemano^ome il golfo di Ter
fia,ilmare Indo^ di tutte tifile, che fono tra qucllii&
. w .....
alafimfira riua. "Hun da l’Hijpano Hibtro al Indo HiiLu
jj)t' Hfiercaio del Marc ogm péndice.Hf dal Uto uermigUo
ai’onde cafpe. Dal Boreaa t Aullro,o dal Mar Jndotl
Mauro, con tifale ibeb.gna L'Oceano intra‘lcarro,et le
colonne.Cirfuorde t Oceano mfin al petto, quatlrocatai
Tafo ne t Oicano,t!r jfirono,ey ifirgp . Et tinto in roji il
mar di Salaimua.Cbe del mar Suiiiauo infamia fife. A»
chaiiO Mare giace apprifio Achata pmuinaa de Greci .
Acheloo limitar i golfo del mare a fini nobile fi per la gl» ;
riadeGreci,coine pertccaéoillùone. Caphareomarei
parte dclt Antpelagocofi chiamato dalmonte Capha-
reodeltifola di Tl^ropante , nobile per lo naufragiode
Greti da Troia ritornanti , tir per la perfidia di T^plio.
Tbaro i netme dimareper qualunque cagione diuilo,fi cp
me tra Italu & Sicilia, lequalt fi crede già efier fiale con
glume, poi per teremoto fidate ; Tbaro grecamente (no
na diuifhnein Latino; Mail Tbaro di Cicilia tra tutti
gli altri ha (erbato quello nome. Freto mare, quello è no
me generale a dafeun mare pafiante m luoghi firelti, f o-
meloflre.lodiCoHantinopolif&tra Mefiina& Rtgr
gl». Mar Mono i appellato Lago Ajfihaltide , ty cofi
detto però che muna cojauiua idalniriceuuta.uedia
ferra, rwmira *** un-r w»**.**i* ,
quando la luna (ale da Leuante infino a megp del cielo,&
ritorna infimi , che da megp cielo feenJe a Toneme , & da
■ponente di nuano ricrtfieiufino ebe arnua alla metàdel
fido di fotto,& é nuouo (cerna mfino che arrtua al nofiro
.lineare ; Et ciafeuno di quelli inierualli bore feiLa cagto
quello cb'ìtraCollantinò^,&yinegia;&tratlngbd detto lago a tot • . , ,
terra. & U Fiandra , & la Germania ; crefeono adunque Seno. Lai. finus.per lo golfo di mare. Boc. In un Seno di
- ' .1 1... mare,ilqualeuiiapicciola ifblettafaceua.Iluentopoten-
tifitmo pojtgiaua in contrario , m tamo che non theefSt
delpicciolSemiufcirpotejfi;ro,ma.lnunSeno dimareft
raccolje . & quando dinou il petto a i qqó. & per i»
oriente ; Et ctaicuno ai quemtmeruaa, aure ja.cjA„.iK, pMfe a Syq . . ~ n .
ne di quefii moti fono due circobj quaU fanno quattro ar- Golfo .Lat.finus.iii fino del mare tolto ^ Grea. Dan.
chitperocheilcircolodeKorigpiitefaUprimoarcoino- CbeeaUga tra Tachm&Teton Sopra IC^. ,
rientedlr d fecondo in occidente, et U circolo meridiano fa Q^amaro. Ut.fimusfanatuus. i un Golfo delrm-re A^
itprimo arcoin mexodel iielofiquale ili nofiro gimibtet tico. Uquali da quaranta mig^. & deluemo Aufirof
il fecondo nella parte oppofita fatto terra. Adunque quan molto pencolo fi . il qual quiuifi chiama lly^maroda efj»
do la luna tocca gb archi deKorigpnte fa mouert d mare golfo, ifum liti fonoitermmtdeiriialia.D an, Sicomq
al crefeere: quando gbanbi del meridtano,lo fa (ccmare. Tuia prefio del Qjiamaro. _
& ideilo Mare, perche perla troppa lalficra ì amaro . Kènicso,& Adriatico.Lat-AdrtatuiinMrt.flfuoprma iO*7
P I T Mare Alto^firo(Fempefiofo,TranqmlloTmtodt fale^t amiquiffimo nome,dal cito defiroagb entrati pie
rollo Senz'onde J-ur^ti MariXh'i udrò ficcoil Mareje no de pontina no enfi da finifiro. inolia da monti ce,
Utbi,& fiumi . DÌquadal Mar, che fat onde (anguigne. taum dlAlbamafiagnando lonfuoi btttjnpobTanbem,
Alcione, &Ceiceinriua al Mare Far gblormdia piu Dafiartu,Taolàti,Enieti,Tbeaci,epoiltlmti,Tirret.U,
fiaui uerm. Et uelfuo letto il Mar fenz’ondegiate.Quan bumi,el Hifinant lufiuo-.' golfo di ToU.e^o^gna
dbl Sol bagna in Mar (aurato carro . Eubin Mar pri- nitiani&mfinoaireflTeuioAlnnocacci^illuoe^
ma uinater apparfe .Ter cercar terra, & Mar da turni tOreipoiloUto dirimpetto, lafiia pr^ gii Anthenonit t
m. Mentre ch'ai Mar difcenderanno i fiumi. Et al Mar epcnprtlfo lebocibe delTo.bagna la Lombardiaja Mar
rUotliefieipefii,&l‘'iinde . 'Huotoper Mar, che non ha ca Ancomtana,Fcrentani,TugUcfi,Cataurefi,SaUnitm,
fon^fi riua,» piagare JurbatoJ'tritggfan mfigf lt<tba>ùiiniprHo, a quasi» firn urcniu fio^t^.. .
Acqns E L £ M
iìjuìio ógni anno il giorm delt^fStnfmne dalla lUu-
firiJStma Signoria di ymegia per mano del Serenifiano
Duce infime col reuerendifSuno Legato delTapaif^fa»
to con uno anello foro gettandolo nel detto mare con gran
difiimi triompbi , onde meritamente fi può dire il mare de
yemtiani. D A n. £t Tietro pefcator fu ne la cafa Di no
firn donna in fu'l Uto Adriana .
eretico mare cofi nominato dalt ifoladi Creta, quefle toc-
ca molti mari , Teroche dal uento di Greco da noffri i del
to lo mar Cartaphh,da Siroco,L'Uatio, & Licio,da Tra
ENTI Acqns
inculù , & caJè^Horali confcor^dipefcinperteiiKw
mi fi tagliano C ung^, & con cuoi di pela & f altre bu
m cuopronfi li corpi, et mangiano le carni cruda Tronafi
dopo queHi Uprouincia Crodofia fertile é tutte le cofe al
l"fi>bumanoopportmej&poilaTamada,&dopo que-
lla la sagara habitatada Verfiam, li quali fimo al rafia
marpropinqui.neUaboccadelqualei fine delmar India
w. P 1 T. ynapietraè fiardua Là peri Indico mar: che
denatura Tregge a fi Uferro,e‘lfura Dal legno in gufa,
eh inauigiaffimde.
io:t
mntarmCEgeo,fioìUrcipelago,daVonentelomo,dal- Mirtoornare. lat.Myrtoum peUntinter^eaeum eb- .o»
P^uRroamar.Aohr.co.rir Fouimno Oueaa ,fr.L onOa iappreffoil^ISu7o;^X;^\t ^
^go.dt I onh ipiccnle camino ; & cofi deno da Mini-
lo figliuolo é Mercurio filqualeeliendo regguoredel cer-
erò di Enomao Re é Elide;Cr efiendo aqucfiola figlia Hip
podamia : laquale con quache la dimandauano mmalru
monto lemraua neUa ballaglia delcorlo;& ifuperati con
mone punma ; accadde che Tebpe domandandola per mo
glie ,& entralo con efio lei mi correre untai modo cor-
ruppe Minilo ; con patto che fi folje umeitore a Minilo
concederebbe le primiere jpo^ della uergimtd ctHippo-
iamta ìilqualehauendofatiolerotedellaianettadi te^ .
ra,& diifauefineltorfo.j'ece Telopeumcaarejda cui Mtr
ah domandai^ ilpatto , fu nel Mare gettato , nelquale
.. ■ , c n _i 1 - ^‘orendofiafiM al Mare nome perpetuo.
HeroaUfiiefira.Tbebopt^cofioelgj^^ Oceano Mare. Ut quefioipadredell'acque.t^diquelle
ancho famifio perU f^rbiaéXerfe , U quale diHefi il perpetuo aUegguttore ; attmo, che da^ Iddio fui crea
P.Auftro il mar .4phrico,ér Epttiano.llutfta ijola pofla
in megp il mare ha quei confim, ebe a nitm’ altra interuen
ne mai hauereah'è eofa memorabile molto,percbe fi driu
tamerae confideriamo ella è funata nel confino delie tre
pani del mondo; dal Lenite ha lo mar Mfiatiio,dalT.Au
firn & Tornante lo mar Mphricoola Tonerue e Tramonta
na lo mar d'Europa . Di che egli imamfe fio efio rjiereil
mei;p del mondo, di promomoni & di cento città fu gii ce
lebre. D a n. In mezo'l Mar fiede un paefiguafio, Dijfi
egli allhora ihe s’ appella Creta,
Hellelbonco. Ut.htUefjiontmèfiretto marejediuideCut-
fia da i' Europa ,& dalla parte f .A fui i Mbido città , (jr
da Europa i Sefiolà dout Lcandroaffogò per andare ad
Herofua innamorata, onde tlT t r. Leandro m Mar, eb'
ponte da Mbido& Sello énmpetto'Pofcoli caftello fatuo
fb per lo jòpradetto amore di Leandro ; (p- effo Xerfijn-
trodujie co pie ficchi tutto C ejJercaoJIelle figlia d’Jtlha-
tuunir fuggendo co'l fratello Tbrixo dalle iujidie della ma
frigna dal montone aureo poruta per fuo infortunio cad-
de in quelle ondi, & inghiottita diede d nome perpetuo’di
fi alle dette onde,et efiendo imiangi detto Tonto, fu poi no
minato HeUefionto ; hoggt detto braccio di fan Giorgio.
1 019 Iodico mare , Ut, mdicum mare è grand^imo,fp fiima fi
hauere tanto Ji ampiezza, che con le gonfiate tuie lo fia-
tio di quaranta giorni, (p notliafiidue balli alla nauiga-
ttone. Sotto il uento greco incommeuafiuero quafi da qnrl
pronto iiorio , prefio alquale il mar Serico finifie. Et di
quindi aUabocca del Gange dicono efièrcuna ifola detta
-4rgira,c'ha Li terra f argento , & in qui fio mare euui
la Ilota Taprobana grande , & ricca ,&dj molti popoli
pofieduta. Et non lontano di quindi fono té porte del Solere
però quiuii tarla tanto calda, che tbnomo entrante uc-
tide,& dicefi quiuie[fire t entrata del parodi fi delle deti-
tie. da loiide infim a Cudo fino li lidi diritti,cbe fino habi
tati da p^oli timidi & effemmati , ma abondeuoli di ric-
chezze marine. EtdopoqueJìiiUcoitoeJfereilpromonto-
rio Tamomadinanti di fi tifila Crfe appellata , laquale
fi dice hauere il fuoh d’oro per ejfert tanto ricca. DdTa-
mofia cm la terra comincia a piegarfi nel meriggio enfino
mila bocca del marrofio; qiufia rerione i del tutto abban
donaiaperli calàeecefiim.-dlln^ono,cheU bocctdel
gangeagtientrantrlorofio,, .-e prima tronart per lòfi- Sz\ùràniJM.SaLtmÌH,filanùt,gpfilamma.iifolafontra ioti
toUregmnr^lmnd^ poHaaU'MttuapreffLEg;Z!Z^filTJ^ ^
- .che da filo Iddio fu^,.„
torefu incomprenfibiie,quefio con coniKOue acque re mai
non mamheuoli tutta la terra tucouda ,tpin quella con
piu uarij corfi entrante rendeta, rp con certi ordinari tem
p alternai i afialifctla con bollore cofi impetuojo,cbe 1 oh
la ritornai a repétìna feto dal Ilio porta le fiere r& ale tote
uoUe in ficco abbàdona le fiere marine. le cagioni del qual
bollore diuerfameme furono narrale dalit maggiori, Icqua
li io prnermetterò,tonctofia cofa che fiano ad altra tonfi
deratione pertmmt , Ter che euandto Oc cono fia detto fi
no piu ragioni riferite. Teraoebe aleum. perche a^uifi di
circolo cinga la terra. ,4ltri perthe corre pm neUjce , la»
qual cofa, tir al nomeAr all'opera è piu eonuemente. Tati
ptrche,came’l cielo, egli i mirabile di rolfi colore, & altre
fimi cofi dicono. I n quello fino ìjole m^ej& infinite he
file marine. Et tutto rio che di acque hanno 1 fonti, laghi,
fiunuAfi tutto quefcheinogniluogo'èdi liquor, di humi-
dili,z!rdi qualunque altra atipia figlia fi , & deriuafi da
queHopiotantifi le uìfeere della terra.Sipeflo tra Tlnghd
terra, (pia Fiandra dne uolte in xxim. bore fi mone da le
uante in uerfi ponente , dr altre tante toma in dietro, (p
nel fuo mommento efee del fuo luogo ,dr entra fra terra,
uedi a Guizzante eutà a ijii. P tx. Ingbilierra con
fljble che bagna L’Oeeano mtra'l carro, (p le colon-
nt.e'lSole'Gia fuordetOeeanoiafin alpetto, Qjiat-
tro canai con quanto Jiudto tomo , Tafto ne tOcea-
no ,(fi finmo dr sferzfi, Bsm. llMarOceanoggan-
hocebt del fiume Barbaro con li popoli Aloriti,prejfi iqua
li -ilejptndro Macedone edificò una ritti , (fi eonduffeui i
Macrófiadbabitare,drdo^quefiifi troualartgionea-
^•lìeSierdemmdimtnobapiiìne^buominideltHU»
terra due uolte prouoto la moltitudine de fuot pocoo nul-
la ualere eotra la uirtu de Greti, far uoJlf prona di quello
che polca p mare;Ma co peggior fortumi fu da giiAlhtme
peda còpagm per lo confitte (fi ferhuaUre diTbena.
ftode
A!cq^a^ ELTE >iCE NTT'IT Arqna'
fiodeloroJiici,uÌHto,tì' poHonfi/gi.hjieH4m>g't^-> cMlaperotbeLi fkcMa malti putrebbe Hamin\iióii»
theiKfiaelpriinoaemrdibirbjtiMnuuUiitU^ ioa naaiiaU grande ,& amba Jipurtbbc ér TiUxgO'prr
dnceiuoH.iui,aacm ernie firme IfamtCtioHiepama ti. petiegrinaggiopiiiiolo.
ÌAìnD3.,ilariiudelmare.Lat.mare^litiit Pe t Ditto
uipomi oltraggioa la Manna . 711011 d'altra tcmpetiofa.
meflatorfalate al mare, lì Re lafcando a Mardomo t re-
tento mila armati 1 migl onj 'altroi fiertito died-, a gli
altri lapitani, iberni Ino regno dndiiiepcn.&tgìnon
fochi a gran giornate je ne Henne ad .Abuio , & trottan-
do il fonte ronoda'l'onU, tutto pen dtp aura ton una bar
fhetta fafsò.'He lon migliorfortuaa rimafe ti luo lapita-i
no ; ilt/ttale fopoiinlSixiéadai emo mila de Gruiahe mi
lOjì
onda M arma, B o c. Credi fiihc la Marttia tra Reggio et
Gaeta fiaqiiafi la fmditcìiettole parte if Italia. Dijiotja
tutta la Marma della Mtnerua tafioo alla fialea, Ac-
^ua Manna . Tifile toji beiutoje, tofi Manne , come ter
reSirit^cwIjimo.
■toniraaltitierattoa;gmnii,iimoi&-tafirettoalttggire, Marinarcft'a Ktte.Latairinauti<a.Tìo e. AmmaeJlrj-,
tomehablHamdeitoaaifjoUrfè.gfinalm luoghi. £g taahfuanto nell'arte Afarinarilia. Et li fiiriofi Henti,a
f ero dice il T t r. Ton mi Hte al temerario ardir di Set jei ifualtniuna Alannarefia arte nuda riinedio Tu.
&■ ptubajSo fot. Et unto tortaio il mar di ialamna . Arte Marinari jeamedt di jotloamarmai a 1054.
Sòlito Mare. Lat.SiylUummareii}ueltbelraSiiiba& Onde d acqua. Lat. unda. P e t.Onde Fa’laii.Sargtigney
ildiaTbaroduiatm da Scilla aaUrottoiniaato uicinoal falfc,Cajj>e,Thei'atiihi,Horribili,Roiiedalufttio Onda
la parte Ì Italiadoqualdicono efere ungranfa/ìojiauen
te qua fi nella parte disopra huniana efigie,coniiofia cofà,
che di fotta habbta moht CT tagliati fetg'i.ira 1 quali mea
tres'i Htra, lo fchiumvfoinare, & boUcttte rottoli trai lue
defilai lipgltdaiapo,!)- gemenjot amo per fua cagione ,
quanto per la cum autlà funi fpeloMÀ lulllante, pare che
faor mande con rabbia moltiijima, un hornbit luono di la
trami cani , laqnat coft éede caguute aìlaMaufla fannia,
cioè SetUanergineda Giamo efiet fiata atmta,^ qmui
iauandnfi con mali di Circe,& nenenifiaeani marmi ef-
fcr fiala inghiottua ialino a quelle fnrtiddcorpo,.leqna-ì
li feutarojore non novin.-rri ,eT -tofi perptualmrnte
efi.re fiata nel medi fimo luogo ritenuta , come babbtam
Manna, T empeSlofa .Atra Agitandomi 1 tu nii,il lieta *
fonde . Il mar feng Onde. T'oggiiO Oadepajj'ando. foura
f Onde. Tiaue mata d t fOnde . S ’attnfiiin uie-ga l Onde ,
LOade,theuerlanglioithi ( i.le lagnate) doue ptangem
fOade. I> o c.0mle-4rgenutr^alite,f'erdi^tbtuniani
ti.iorde,Maniie,Tenioluft . l) a K.Cvfifctt uauaolnper,
fOndabruna. A H l.QjtalucmrfuulnelftljilitofOada.
Moffadafaaflnitib'a prtat tpio fcberza.i. Che maggior,
delta prima i la feconda, £ eoa piu forma poi jtgue Li (cr-^
; Et ogni uolia piu fhumore abonda , E ne Carena piu
Jlendela ferga ;Tai cantra Orlando f empia turba cre/cc
Cblgiudabalgfficttde,&dtuallttfie. btu. LeOn-
didelmarc,
detto al effa Glauco .'Houli'ttettoferuaUnuogfioiio Std Oadolb A/jrr . IjM. uttdafum,& fiuBmifùm mare.ucL
la effir fiata femtaarapaciffi'naa^ufuataa Imitare gH bbdpla & jiufluafe marina. B o c.md Tu. Oadafi.
firaaieritperiiiquindiefSef fiata ndmar gettata, vrh Man. ,
de al faifi c^r alla fauola parata ihauer datoti nome, dK Ondeggiare. Lal,undarr,fiufluarr,fiiiSuari.V ST.Glauco
ahnaltrjopnom.coMeadefiaSetlUtonleauttoriudel orni ggiarperentraaquellafchiera.Bvc.drtcàpipiiai
Tetrartaiif é Dante . dtbtadenOHaltriaemtondiggiareihedmare,uediClndi
Supero taare,Adriatricoinominato,rijpittoal Tinhe'o, cvj> a ti. Coiai futonJeggiar del fantono.
tofaale 1 Greti Infero chiamarono, di cui ad Adriano ma Inondare. Lat.taundare P E t.per inondar 1 aofiri dolci cam
re affai è detto. pi.D nti.H cut parlar m'uonda ,idefi mi da onda&
TirrhenofiThirrenoMare.Lat.tyrrbenum.ccficb'iama- Influentu. i
fa d i CreciulqualeThofc»dìccmotlattm,Ma (come adai Fortuna, perla tetnpefia marùu.P e t. leggio Portnnain
cunpian)laTbufcomolto^fpaiiooccnpap.bclTirtbe porto, & ftancohomai Ilmio nouhier In gran Fortuna,
mj,coniiofiacofache‘lTirrhenoda Tbofeana infiaoaBm ^ dtfarmato legno.B o c. 7{rl mare quefia tempefiofl
tianifidilungafoUmcnteLoqualduonotfierenomiaato Fonunaejfercnata.l-ortunaDcaneàa 154.
da nn certo picciolo Re LutoTirrheno iiqnatliauendopar Tempefta. Lat.lempefias,ftu{ius.hyeiasambtr^ aflnsi 10J4
tite le gcmdarmein A fiaeoft fratello Udo,toUalafar- per la fortuna maritima ; prvp.& meta. P e a.TtaaqmU
loportahaueamufiratoamore A la luta lunga, Sturbi
da TempeOa. Tot Repente Tempefia Oriétalinrbò fi l'ae
re Ct fonde , Che la nane per copie ad uno fcoglto Cufiuela
Tempi fU ch'i fifilrgno D'umor /'cnni fuggendo la Tempo
fla,e’lueut» Siche, fnuifii inferra, & tuTcmpeila
Morampace,et inporto.ù iamirctta,ihcgiafofliunpor
to A legram Teinpefie mie diurne.ond'ufiir gran Tépeu
fle . Se nongliel lolle Tempeftateofcogli. B oc. Tempe.^
fla fiera, Grandifftnia S'optauegnitrcéàìiqueaila la T(-
peSìa Et cotale la nana h litui in mb,con tio Oiiitn fubitit
fi uolgeapiuate poi (he'l fartealbero,ranodap>rinri uhi,
echi u leraotluppate m Mare 3 forga di quelli iirajpor
tato, la Tepefìo'a onda tuopre finta ctutralln U legno pe
ricliia me. frnrlTu.Le toci hr di z^rphiro thiupearafief
f» ìbloiho con fbrtiffinto JufiLmeiuu da Ethiopi-a IruatOf
S iiq
te di pigliar nuoue fiajttje Henne in Tboùana , cr in Ita-
lia fuperiore , & quella tenne ,Crdelfuo nome Ttrrhena
thiamoUa (-.fp- aiutare impofeiinome , che infino alilidi
hoggi conferua. P et. Dal mar T irrheno a la fimfira ri.,
ua Doue rotte dal uento piangm fonde .
Vòì^o.Lat.tì' mela.perlo M are, 0- per qualunque profon
di là. D a K. y litio fnordei Telagoafa rata Si uolge»
t’acqua perigitofa , 0 g'caca . Tlnn ut mettece in Teiago,
■che forfè T. rdendo me , rimarretie fmarriti . Dif cefo poi
per fin Telagbi cupi. Boc. Chi troppo non fi mette ne
fm tupiT, laghi ifamur nauicando. Et uedmdofi il Tela-
ghetto churo dauàtLUigo il Trlagbuto a tauola polhfi ,
?eìeggio,ii4l piceni pel gì. Dan. èpeleggio da pie-
ciola barca Qjiel che fendendo ua f ardua prora ,idcfi
quel pelago , che fende la gran barca noni pelago dafic-.
>4
>
ìi<
1 Acqna-
ntlcnio il gìorrni dire tlliiiHìttt bi»g»,& h/tucathem
jpemtHitocbiujvitofiiirifiimi iwHoU numicundonoio-
jijiimo tempo ! & I marouri di lontana pam netUnano il
mare hanere mutato colore. Ma poi ihe’l giorno fu parti-
to I marinari da doppu notte occupati , nonuedeuanoihe
fi fare,egli targomcntauano quanto poteuano di prende-
re alto mare,& reftHere alla jópramgnenteTemptfta pi
neduti fegm : ina mentre i hegiiargnnenti utili alta lor fa
iute fi premteuauo jncominciò da nuuoli a fedire una grì
difilma acqua, & lo ut aio a muliìplicare tu tanta quanti
tJ,chf leuate lor le uele, & jjii t^to [albero, non fi come
efii uoleuano,ma fi tome a lui piaceua,la guidanafi mari
erano alti al cielo,& da ogni pane peri oteuano la refiflen
te naue toprendo quella alluna uolta daU’ un capo aitai-
tro,^gia tolto haueuano t uno de tcmorà,et dett altro fla
nano in granJifiimo affanno, ir lo cielo lapriua jouente,
moftrando terribili ,& fbiofib tieni, con peliilentioft tua-
m , U quali in alluna pane nceuuii dalla naue ne haue-
uaao tutte le bande mandate al mareja onde tutti i man
nartdopolunga fattca,iombattuti dal uinto,dalla fòpra-
uegnente acqua, & da tuom, il poterfi aiutare o loro.o li
na ue haueuano perdutoa: ihi quà,i hi là qua fi morti Jopra
la couerta della naue profirati fi giaieuano uinti,& quafi
ogni jfieranga di falute (per lo dire de padroni/! per le ma
mfefle tofe) era perdu:a.La notte auchora mege le fue di
moranj;e non haueua compiute,ne lo tempo facea fembun
ti di ripofarfi ; ma ciafiun bora piu mmaccieuole proferi-
ua maggnn efeitiMoliipltiauano tiafèun bora alla fton
folata naue i piami. Et quantunque il romore del mare,*
de uemi,e de tuom /e dell acqua fofjègrmiifimio/uchort
Ufaceuano molto maggiore le doliti uoci de marin tri, del
lequab alcune in ramariihi, abre in preghi a Du,ibe gli
donefiero aiulare/bdorofifitme delle toro bocche procede-
uano,cialcuno U pefkolo m che erano.uedi f Indtce,là do*
uefonoaltnbelbfiimidtjcorfi. U a m. Che mughia come
fa mar perTempefia,Seda contrari uenti i combattnto.
Ari. dijenuendo la Tempefta, r orluna,o TroceUa
mamma éce. Cantra la uolonià d'ogni nocchiero Tei
grà defityihe di tornarehauea. Entro nel mar,ch'era tur
baio ej fiero,Etgran procella minacciarparea.il uenio fi
jdegnò ,iheda l'altiero Spre:(7:ar fi utde/tt con Tempefla
rea S olle uà Untar monto je c on tal rabbia ,CbegU mandò
a bagnar finca la Gabbia. Calano lofio i mannari accor-
I tiLemaggiornele,e penfanodaruoUa; EritomarneU
medefmt porti ,Done in mal punto hauean la naue fctolta,
Honcotmmu (dice duerno) ih' io comporti Tanta heen-
Ùa,ii)c u'bauctrtolta;E fofia/tgrida/e naufragio minac
eia , S'akroue uau,cbedoueigli gli caccia .Hora poppa
bortlorgahamail crudele -, Che mai noncepa ,euien
fu ogmbor ere funde, Efii di qui e di là con burnii uele
yanfiaggiraudo,e[alta marfiotrtudo i Maperebeua-
rie fila a uarie tele l'epa mi fon ,tbe tutte ordire intendo
Vtfiu Bjmitdo,e [agitata prua, E tornoa dnrdiBradami
telua,cp;alitof!etfcriucttJodlce .DiMarpbifa ,d'^-
flolfo , d[^quiljuteiLCnpbotK ,cdcgUaltnui uo dire ;
i{ he tra'ttagluii , e ccu la morte mante Mal fi poteano in
tmilra H matfihtnmrt. Che fèmpre piu fupcrho, e piu ar
regime Crefcca Fortuna le minactie,e lire, Egiadurat»
era tre Uilo fdignoiTdeJi placarfi anihor mofiraua fe-
^nu.C*ficiio/ebafijiar^iT^,efratafia Vondammua^
Acqua
e'I uemo ogni bar piu fiero ie parte ritta il unto pur ne
iafiaLataglut,edona almar tutta d nocchiero. Chi fi*
col corpo chino in una cafia Su la carta appuntando d juo
fentten U lume di lanterna picciotina ,Eihi col torchio
gtu ne la Sentina . f'n fotte poppe, e [altro fotta prora sé
tien umancf [ banuol da polue .Eterna a rineder ogni
merhora Contagia ,&acbeuiafi uolue . Indi ciajcnn
conta fua carta )uora,Amexananeilfuoparerrilolue
Ut.doueaun tempo! marinari tntli Sono a confitgbodal
padron ridutti , ibi dice jopra Shnifio uenuti Starno per
quel,ch’io trono a lefeccagne. Che di Tripoli apprefio i )àf
fi acuti Doued mar te piu uoltei legni fiag te; C hi dice fiut
mu in Satalia fduti.Ter cui ptui un uocchier fofiitra e pia
gne Ctafcun fecondo d parer jùo argumenta , Ma tutti ut
guai umor preme.e /gomrnia . Il lert^ giorno con m. g- -
ghr éjpetio CU affale dui mo,e d mar piu irato freme, £
[uh ne frergea/e portane d Timihelto,E'lTimoni'altro/e
chi lo Motge infiline ,Btn é di forte ,edi marmoreo petto',
£ piu duro eh' acciar /bara non teme. Marphifa; • liegia
fu untoficura tion negò, thè quel giorno hebbe paura i
.Al monte Sinai fu peregrino A Gatlitia promejjo , a Ciò
prò, a noma. Al SepnUro,a la l'ergine iHettmo, E fece
tebre luegt altro fi noma Sn'l mar tanto , che fprfio al del
Ulano , L' afflitto, & conquifiato legno toma ; Di cui per
menirauagtia hauea d padrone Fatto [orbar tig'iare
[artimone. E colli, e caffè, ceto, che u'idi grane Cilla da
prora, e da poppe.e da f^e,E fa tutte fgombrar came-
re eguuitE darle luche merci a [onde onde, Ahri at-
tende a le trombe, e a tot dt naue L' acque importune , e il
marnel mar rifoade.SoccorreaUrimSftina ouunqueap*
pare Ugno da legno hauer fdrufdto d mare. Stero in que
fio irauaglio/n quefia pena Ben quattro giorm,e «on bo-
ne piu feermo E n’hauria hauto d mar un torio piena To-
CQpiu.cbe’lfnrortenefie ferme.Ma diede jfieme lor <[a-
Tta fi rena La de fiata luce di Santo Hcrmo.t b'in prua s‘u*
na cocchina a por fi uentte. Che pin non u erano arhori/te
amenne. yedkto fiammiggiarla bella face S'hgmocihia
ro tutti i namganti, E domandan Umar tranqudìo.e pa-
ce Con bnmtdi occhi/: c«« nati tremanti. La tempefia crn c
del; che pertinace Fu fin aLhora;non .indi piu manti Ma
ftr*,e Trauerfia piu non molefia , E folddmar Ttran li*
buchio refia . S^jefio refia fui mar tanta poffeute, E da
la negra bocca in modo esbaLi,Et è con lui fi il rapido lor
reme Del agnato mar , eh' in fretta cala , Che porta il le-
gno ptu uelacemente , Che peltegrmfaUan maifacefleata
Con timor del mccbier : ch’ai fin del modo "Hpn lo trafpor
tifi rompa, o cacciai fondo . Rimedio a que fio d buon noe.
liner ritruoua, thè comanda gettar per poppa Spere; B
caluma lagomona , e fa pruoua Di duo tergi del corfo ri*
tenere QjkSìo tonfiglio,epm[ai.gurto giouj Di che ba-
uea accefa in proda le lumiere . lìuefie d legno fidui che l
feria frófe, Efe cb'maUo mar fu nr o forfè. "Helgolfòdi
Laiaggg/inuerSaria Sopra una gran città fi troni feor-
to; E fi uuino al Uto, ibefopna L'uno c[ altro cafiel,che
ferra d porto, Come d padron s’accorfe de la uia , (he '
fallo hauea ritornò d nifi fmorta ; Che ne porto pigUir
quiui uolea ,'Hpflarin alto , ne fuggir pelea . tip» po.
tea fiarm alto , ne fuggire , Che gli arbori, e [antenne 1
hauea perdute , E ran t anele , e tram pel fenre Del mar
jdrufeue macere, e ibaltute. Etti pigUar porto era urp
uoler
E L E M E N T I’
I
Acqna
ELEMENTI
Acqua
14 1
i»;5
ttfUr morire; 0 pi-rprtito ligtrfi i'« finthote; Che rimau UatKP’oee.lM. fitbmergert.Ml m»egare,& foffógiir «fi-
feria vg u perfonifi morto ,Cbe ijmuu errar, 0 rut fortutu
porte . H'I ilare indubbio ero cungran per.gbo , Che non
jaUjier genti della terra Con legni armati, e al pio di fio»
di pigbo Mai'jltoa Slariul inai ,mm tb'a la guerra Men»
tre U padron non M p gliar confg’io Fn émadato da ijnel
iC Inghilterra, Chi gli tcnea p t animo fo^fo E perche gii
non uaneailportoprefo.il padron narrò lui ,the ijnella
rina .Tutta tenean lefemine bomUtde. & quel che frgHe .
Ti:mpe&ofo.Lat.lÌH(luojHi,imniitisoteljnui. P e t. Tcm,
peilofo mare. TempePoja mente. TempePofeonde. Boc-
SnrJ'enn tempo fUrilhmo,& Teinpellojo. Tempeflofafor
tana. Tempepata mue . V H.
tacqna (Sri proprio tenere nnatoja nell’acqHa tantoché
dmenga molle, come il linoàt canape e& ftnuìi. B o c.Do-
uerla quella notte iflefia fare in irurmag^erare L affoga
re. f' duo la Jilinetta la notte efier Pota macerata. Et Ji
loro la maggior parte de Saracini ma'g^rati .i.fommerfi
m mare,& annegati. D A N. £r macerati pn fio a la calo
hea Ter tradimento d’un tiranni fello ; tir ni qncSìo Iw gp
Dante non fèrnò l'ortograpbia,perihe macerare fignipu
domare,iomeag6{.
Sommergere.Latfnbmergere.è affondare. B o c.O noiaffei
tate ì c fiere notti , & fummerfi in mare. D ah. QiiePi
f caccialo il dubitar fommerfeJ.lenò di dubbio.
TempePare. Lat. ioncutcre,Pu(luare,'ccmmoueri ,iSarijn Immergere.Latjiol ponete fi ficcar dentro. Am.La ffada
dnbioefie ^ meta.pcr ,ombattcte.P tT. .A ciafiunre. Immerfaatamali^fera.
mo in penfier affro & rio. Che UmpeSla la n.tue .Boc. Mergere. Lat. ual affondare. D AS.Coft giuPitia qui a ter-
Tarea che tutto d mare mouefle , & tempeiìafie . 1* H. ta merfe. T.ii uedri in nono Laberuito mergere.fommer
B E M Ofiuroe tempeSìofo nembo . ,At. {crr ufa la profa ,
Procella, lat. i uento impctuofò con ptoua, ma non durati- Emergere. Lai. ual ufiir fuori, là doue era immtrfi . A r i,
te,CppiHtnm.irecheiaterra.EiperòfipigUaperUtem Tanta uiriù fra belle donne emerga .
pelli manna V l R Creber^ Vrocellu Idphruui P E T.
Hon doinofio dongelia.Ma ternbd Trocella, linai Thi
raon in perfeguirgibebr.i. A R i-Entri net mir ch'era
turbato et fi, ro.Etgran Procella mintcciar parrà. I^n po
nenie labeccbio che foau.- Tarue a principio fi fin che't fot
li.ttealtOjEippififèuerfilt fera grane, Le lena iu.Ótra
itinarcon fi roafidtoCon tanti cuod ,e tantoardirde
Uimpi, Che pir che’t del fi tutto auampi. Slédon
le nubi un tenebrofò u.-lo, Che ne'liol apparir la, ita ne Pel
-Afiògir.Lat obruerefiaiattuffare,erfommer^ere.BoC,
Sperando che forfè Iddio indi gundoegli lo aff g ire man-
dafie qualche aiuto al feampofuo. Et mi a quella guifa ,
che far Ut ggufno a coloro, che per aff gare fonoquando
perdono alcuna coft.i gitiarfi pitto tonde. Ma ah una pom
Jìa uii ina al cuore gli jarà rotta,^ aff g ito l'bauri . Ma
boruoteffe Iddio che < g'i ut fi fofiegiciato da douero&
a^ocatofi ( .i.nel pcrgifi ) cotanto pm dt quello tappetilo
I affuo. a.i,iafoca .
la; Di fitto d mar di [opra mugge d cielo: Il uéto cCoguin fit anegare Latjiccare. ual morire in acqua. Boc. Sefeam log 7
torno fi La Procella; Cheépi.giitofcur.fiini,eé g-lo pareuotefie ; non potefie ; ma é nccejfitd aunegaije , Et
l nau g rati miferi fl tgell t,E ta naue piu fempre fi dif ude per tutta la terra d'Egmo t hauefie per certo lei in mare,
Sopral'irate,efjriiuiabdoiide I nauiginii ahmislrar g^ erano pm anni pafiatt efiercanncgita . Et tutti quelli
effetto yanna de Carte, in che lodati fona; Che dtfeorre fi- Jòpra d legnetto erano flati ano. g iti. Dan Per un che
febunio col fi ifcbetto, E quanto a glialtri ha far moHra détto u' annegano. Et quella che 1 annegò io l'altro carco , '
colgono. Chi l’anihore apparecchia da riffetto , E cbial .Attutare.Ljt eximg urefibruere.uoleatiuffare,cioificta-
maiiurefi ehm la (cotta e buono,Chtl timone fibi l'arbo, re tutta fólto acqua con forgafiuero ammortare ^ e'im-
re afiicura,ChilacopertaiifgotnbrarthacuraCrebbcil guere. B o c. Perche col tuo dianolo aiuti adattutartla
rabbia dei mio inforno. Dipe che troppi diauoti uoreebbiu
no tffere a potere lo inforno attutare. Tu foteui attutare
C acerba uolontd della g ouau glia Romana. Th. Le Lon-
gobarde rabbie Attuiate. A M. U A H.Loqnal ncglial
tri cor tallo t’attuta fi afÌKura,da luto Lat.
tempo erudet tata U notte CaLgi nofa , e piu [cura cb’in-
fornn, Tien per Callo il padron.- fine non rotte Crede Con^
de franar , dritto Ugouemo, E uolla ad haradbor cantra
le botte D:l maria proda fi dr Chorribd uerno ; tfon fin*
’gtjptme mai : che come aggiorm Cefii fortuna fi piu pla-
tabd torni, T^o» ceffafiiion fi placa , e piu furore MoRra .Atluffare. Lat. immergere; ual ficcare rutto follo acqua con
ndgomo;fe pur giorno i quciìo,Cbt fi lonofcealnume- urto. P e x.TeriheiatiuffiinmewConde. D a n.A'i-
rar de Cl>ore,'Hon che per lume già futmjmjfoHo,Hor co di gente Mteuffataiunuo Rena. Quei satiuffà Cf tornò
m norffetanza ,e piu timore i Si cU mpoierdcl uentod, lùcouucdio. San. ynoudagrandedelmaremiailuffàf-
padeoninelloyoUa la poppa Conde,e il mar crudele Sctr fo.An i.CiàbaM.jauuffa,o le dorate ruote iljòlnella
rendo fi ne uà con humil uele . marma d occidente .
N i\ifTl^io.Lat.quafi nauii froRio; itale rompere in mare . T affare, ual appotgarc,& ficrar tetto fòlio ac qua, detto dal
Boc Didone rùeu.re d forefUcrc Enea 'Haufrago.i. rat fuono che fa neli'attuffare. D a n.Maeflro nudiojàrctua
tommire. Fi Aie l. Come nel mar ihe per tempetla goDtueierti tuffar mqueRabroda.
fremr; Afi-gfionC acque d temerario legno ; C borda la Subbarcare,pi r immergere; dal Lat.fkbmergete fitimerge*
prora, hor da te parti eflreme Cercano entrar con rabbia, re. ma in Lagna C a aurefi f gm ficai rapafiare. D AN. 4f*
eio.iifJ gio.tl pallido nocchicrfoffiraegeme.Ch'atutar aa chiamar,^ dice fi imfcbbano ,
deue,enoibacorucinggnoy’ajoedeui:aalfiH,cb'vc- Ingluottire.uedia 1417.
cupa il tulio. EdouequcUacttlrifcgueoguifiuito. .Affondare . Lat. fubmergrre .P sx. Due affondar conuicn
togt Fiotco a fluRiit. Lat. ilo mouimcntodelimirt. Da». Te- mia uita. Tragge a frd ferro ,mguifa ibe nauigiaffuiide.
menlu’l Fiotto, che ucrlorl'autnta. Dan Ocupidtgia,che mortaliaffvnde.
ioanàitUalbuMtempouedia 154. gjprufondare,ic^ondare,»attuffare.Lat.itcTUBifiéiiKT-
1078
Actiu» ' ELEMENTI-; Acqua ■ ’
gere.D Av.nJprofoaJjMMfeiiel mirógurgt. tunmmrefrjc^o.cbePacqMacefigm ferii Strarifé-.-
ScoaMo.lat mmrixièfoilvltugiiu.jprro.cioi uolemonUj^tu-TH. ,
]i^weltit3tttmaiqua,om terra ,nuiprojirM(itlmarc. ^muare. lai.qj>pelUre,perumre/idKemre.ualaggiimge
Stogilo ftrmo^iuti>J)uro,SaUojer Sfornante . P E T. re.V ft.Suh'aU morte m un punto sarnua . Da Icjief
(^rompereogniajfroScogbo.qmlbctSicglio.S'ioefta i~ — .j
uiuode dubbiofiScogli ."Hrmat faggio nociVier guardi
daSioglìotiaue.^ uclgn nane dagl Scigli m porto.
•Prima tht pacibi‘1 legno Ira gliSiogii .Tuiuatohdujie
inpiu di mille ScogbMal m motheiuipmjetn quejiiStoa
gli . La mia bariln iia,foichelragUSiigii.t‘ ritinuta.
Liuei tri fi lgir.,0- ne Scogli d. guerra Sù peri' onde fai
fa fuggendo arriua m parte . Et arriue l mio ìjilio ad un
beljine. CoituiiH thè arriue a quel dubbiofo calle. Prima,
ih’ a Ji dolce alba arriuilfòle. Tal thè s’ioarriuo al dejia-
toporio B O c.utdt l'indice. Dan. Tureome nane tifa.
la piaggia arriua , .Arriua'io foralo ne la golaj.arnuai .
.Antuammo ad una Landa. 'Uoneraanthordi la'Hlfi^
arriuaio . Seuucnne ; cfr arnui latrftacl bujlo .
lati .&fergliStogli.perthcdaunStoglioL}auiiu tot- .Abhattire .Lat.imidere ,offtndere .ptrarnuare. Boc.
to la mui .Che la nane fenofle ad uno Scogl.o iqpH igto Efiendogià ut ^ro l'ab^tli ad uno Scntenuolo .Lat.ca-
leuno Scogli» in meggLO C onde. Et lontrag ioiibi miti l’i • fu uemt .
fattaSccg..o{parlaiidodilla mano.) B o c. O/ StCghom RabbaiierepergÌHgnere,oarriuare. Boc. Et già auicinan
Stogilo maniie coni he con uuiolteltmo dalle pi, in ffic- dofnlg:omoton quello anello méta andò aita uiniura ,
tondo . ynlucgo fra gli Stagli ripofio .Dan. 'Hpidt- & peiuenm alla marma, & quiui al fuoalbergofi labat»
fteiidemmuin juCullima riua Dcllungo Scogliopurda tè i giunfeaforte.Lat.tafuueme.iniidit .
vianfimjira. Cofi da imo de Ltroctia Stagli. Mouen.i.pie Capuare. Lat.perurmrt.ualearrmtrcal’improuifi ad al-
tre g odi polle agui'd de pinti per pafSare . Correte al luu luogo ; onde diciamo dar di capo in un luogo , quando
moine a ffogl arui lo S coglia, Chifier non lafcia a noi ma.
nifefio i iajf aglio, cioè meta, per lo impedimento .
Scilla. Lai Scyilaè Staglio tonato dr emineme , oue il mar
fuol far tenip.fte nel Ilio d’Italia ,làdoue htggi èunca-
flillo thanlaio loScigIto. P B T. Stilla induratfi in putta
offra,<^alptfira.uedia6.{6 io;i.
18 jp Cariddi,# /< oglio dall altro còlo della riua di Sicilia in quel
a.‘gato perdtuetfi luoghi fi ferma in uno .Boc. iu.ioldo
tapua a laflel Cugbehno.lo capitai in Truffa, di' inBuJm
fa pai fi molli babitalt. .A. cafa mia i capitato un tuo fer-.
Ultore . In una camera , doue capuana la fe/iura . Et ùn
quella fjiefieuolte bonorauano i gentilhuomint foreflieri,
quandoueneeapilauano lironttino ci capitò hitrfera.i.
autnneaUemant. t
iHodiM fsinj tbethiamano il brace» , ilquale fa il porto .AuaUare Lat. uallare dr muaìlem froficifii .perarriuare r
della tuta, la di ne i la torre di fan Raniirr, è luogo ^rieo & corgiungtreda ualle Lat che naie muture^dr ferm ire',
lofoda iiautgarrpir fonde de duo contraili nutrì, ihc lui quafi ualluru fatere .D n u.Horauallittnohomattrale.
inioi/trandoUifiemc combattono. P tt.Scilla,drtarid- gramfombre.Ct parleremoadefie . i
di quando irate fono. Taflaua la nane mia . Infra SalloA)' Tragi tto^ Trag:iio,dr Tragettare. Lat trairdus, troie-.
Cariddi.D AN. Come fa fonda là foura CartddnChe fi fi» ,tranptui,iranfue8io,dS' traucere ;iheualpaf>are>.
frargetonquella,m cuit’intoppa
Lito, CT Lido. lat. lilusmaris. P E T. Deferto Lido. Strani'
Lidi. fuoriutliinoflriLidi'Heftfolefamofeéforiuna.
Per cercar terra dr mar da luitii Lidi Dal Uto Occiden-
tal fi mone un falò-. Che fa fiiuroil nauitarfenx.’arte.’He'
dallato ut m, glio a fonde caffè . Pon mente al temerà- •
tmardtr di XiTjè, Che fece per caliarinofln Liti Boc,
dauuartua atltliratoefun fiumead unaitro;outro i.
compofio da tra dr gitto dr perciò per un folo g fi ferme
onde fi dice tragettare robe d’uno nane in falera , D a
.Al quinto -Aigtne èTragittoà ponte,opafio. A R i.Fci»
leale fleUraggim T raguto .
VrocÌ2,quando fignifiiaianuaiunfiume,odfuna fofia,ue'.
dia 1049.
Teruenne al lito deififida di Corfù.5opra i jalati lodi Tu. ‘ Argini. Lat. agger; margo, ripa fono quelli che fi fanno per
Dan. Tradifcordanti Liti conira’lfole 1 raggi moni già.
ne bafsi Lidi . Di quella ualle fm 10 Litorano.
1040 Rina . Tot. ripa cè quella fommitàé terra lungo a fiumiyli-
to è poi quello del mare , <?• Riuiera e’I paelè ch'i prefio le
Hue.pt ndice poi è tutta la fponda del fiume . P b T. Urna.
Eiorita,frrfca,Honorata,Lagrimola.Thofcana.Eteranlg.
fueRiHf,Bianihe,P'erdi,yirmiglie,Terfe,& Culle. Che
loffirando nòdi Rina in Riua. Ch’io porto tnuidta a quei ,
che fin da faina Rina . Et Cerca’ l mar dT tutte le fue Rt-
fortegT^d.UermedcfiunÙACcioibequellinò efiauo dei,
fuo aiuto. D An.Sicbedalfmnofàluafacquadrg’i-dr:
gini. Che riadin .Argini &fojsi. ConPjirgine letondO'
iittcrocicihia..Allhorutnimmofntudrginequario.Si>yin.
doincontrànuif anime unafihitra,Cbe nenia lungo f.Ar.
gine. Ari. Con quel furor chc’l Re de fiumiallero.Sìuau.
da rompe tal uolta .Argim,dr S pondef tal Pò . ) Qjiindt.
ui de laftiargh .A rgmi molli. Et fuorCacqua fjaccur con
pm rampolli. S a k. Duo erti .Argini .
ueÈlihr mmlpeme fa uemraRiua..A bina nn fiume 1 he Sponda.Z^r.npa; è la riua del fiume. A K 1 Come il uillan;
najtein Gebennai pri fio un fiume ,oal'aRna if un fiu-
me. Dopo! ih’ io nacqmin pi la Rtuai .Arno. .Altione,dr
feiichRiuaat mare Farilor nidi a pm fiaut uemt,
’Roc.’ìfr d'altra Riua era tbmfoil Laghi no Ferfi una
fiumana Alla Riuadetla quale folca utderfi delle Gru .
Riuiera . lai. ora a. Pei. Fra due Riuiere a fonbraiCun
alloro. D A K.Sula trifla Rjuiera d’-Aiheronte.
Strariptuolc. Lat. praruptui locus . ual flrahoctbeuole .
Se fuor de falle SpondeTrapela il fiume,dr cerca nueiut.
. firada ; Frcitolofo a melar che non affondi- / uerdi prati
<Sr la fferata buda; C binde una uiaadf un'altra ,eficou»
fonde , che fi ripara quinci thè non cada ; Quindi uedila-
. fiiarfAhgmmolitEtfuorfaiquafpucurionpmram—
polli Quando rompe tal uolta Jfrgim Cf''Spoude.
Vcadicc.LaiAppendixfi tuttala Ijnòlda de fiumi.de monti,
dir di qualunque cefi aggiunta,CT che fiaalmoaJun'aU
B'U c. Menando granJtJiiRicpietrefi:qualifaiim> ufiepit . . tra, P e ■x.R/ttriàduifel mondo (Tgw P^ndtte.i agni luogo..
prvpin.juo
I84J.1.I
■i
164^: ::
Acqui
ffCfmifii» »l mare , In mexnp bauta gii pieno le Teniiei .
D A n.T’er tm fcoffe ànate^i ogtu “Pendice II naflro regio
jaignilMogocbependedalmome. Et amboWPtnità fot
t’eran pietraj.le jpomle^ marginile line , egli argini del
fiume, onde piu bafio due. CU margini fan ma che non
fon arji .
Margine . Lat. margo, & litns,i la eflremitd di qualunque
cojà B oc. Le uerdi berbette cbe'l Margine di quella fon
tana adomaua.i.la efiremità.Si ricordò lei douere bauere
una Margineaguifactuna crocetta foprat orecchia fim-
fira fiata <t una nafcenxaj.fegno rmajoui. Dan. .Am-
bo le parti fatte eran di pietra £ i Margim da lato . Hor
cen porM fun de duri Marginij.npe, cjr qui fi può inten
dere per lo tilo del mare. A a i.D'uncanalier;cb'a l’om
brad' UH bofi hello tlel Margin uerde , e bianco, refio, e
giallo Sedea penfo/i .
Porto. Portunoialtrimenti dello Melicertet , feu Palamon
Dei de porli. P i t. Porto Befiialo,SieuroJiipofato.Però
Jàrebbe di tirarfi inPorlo.Et jferandauetura miglior
Porto . Come lume di notte in aUun Porto . Che uoUndo
col giorno efiere a Porto . Et Cam bore gttar in qualche
Porlo.Driggq a bon Porto 1“ affannala uela. “H.o>i d’atra
I tempeflofa onda manna Foggiò m “Porto giamai fianco
noci biero . .Al dolce “Porto délalar falute .Tal uh'io co-
mincio a differardelPorto. Da la man definì ch'abuog
Porto aggiunge . friggio fortuna in Porto, & fianco ho-
mai II mu> nocihier;iT rotte arbore,cr fdrte : T ranquiUo
Torto hauea moflrato amore .A la mia lunga & turbiia
tempefia. “Porto de le mijirie.De temie fatiche. .A uolger
nane da gli feogU in Porto . B o c. Dal Porto <t.Alefian
• dna fi partirono . A miglior Porto mi ponga. La mia pie
eiolanauicellabauergid la fua proda diriz^la a fatn~
teuole Porto. B £ m. Porto ficuro .
104 J Molo.tar. cotonjinii. ditta a mole , Lat i ilporto manuoL
mente fatto. Ari. Che ficredeadiriueder fuH Molo .
Mettere fcala ,oponere Scala, i quando la nane giunge a
porto che fi fermaAf' che fi pongono i ponti per feendert.
Lai. epibaihra , 4. A a 1. £ furfi a Papha{, e pofe inter-
ra Scala.
SieAri .èporto de Cenouefi nella rimerà da Oriente prefio
Gemma trenta miglia .Dan. Infra Siefin , 6' Cbiaueri
tanmda yna fiumana bella .
Aulide . i porto di Grecia .finn. In .Anbde a tagliar la
prima fune.
V., a y X.
7qque,'iqauilio,'tiquigiofiAgno^afrllofi}altJ,Satttia, Fu-
V fla,Cocca,Fregata,Scbilo,Grippo , Spola, Palifihermo ,
Barca,Battello,Burcbio,Prora,“Poppa,“Poggia,Oro;a, St
tinafi'ela,.Artimone,Mex^J“enc,ernolo, Trinchetto,
^rbore,.Anienna,Cabbia,Caftello, Ballatore, S cheimo ,
Timone,Couerno,Btmi,-dnchorrfi=erri,Sartt, Gomene ,
Spere, Trombe, Spugna, Ghiaue, Carta, Horiuolo, “Hgc-
fOÌeri,“t{quigàti,Tiaute,“Pitoti,Marinarifialeolti, Ciur
ma,Corpili,“Pirati,Ztuorra,.Ar(na . nauicare, jjialma-
reàmpalmare(vrare,nmorcbiarejuogare,fciareeigon-
dare tfommergere .
to44 Danao figliuolo di Belo fu U primo che trouò la naue,eon la
quale nauigà in E^tto, C“ in Grecia, & prima erano in
ELEMENTI Acqua 14»
ufi le Rati i.piu nani conglutinati infieme , & quefia fu
inuenttone di Erithro Re nelmar mfiodetto Eriibreoda
Im.Ma il principio di fabricar quelle , lequah chiamaua-
no Haui lunghe Jecondo Plmio col teftimomo di Pbilofte
phano arme da I afone Jq cui naiiigatione in Colcho al fuo
luogo habbiamo detio,Cofiui fu ilprhno, ejr alla fua T^-
ue pofe nome .A rgojaquate fu la prima , & molto bella ,
Cr ecuUente .i ucrifimile cbeHetluno Diodel mare ne
prendejìe molto ffupore& fummo diletto. mule D ah.
Che uinttcmque fecoti alC tmprefa,Cbefi “Heltuno al mi-
rar l ombra iArgo.
Argo Lat Argot fecondo Copinione dalcuni fu il primo che
fabncafie Tgaui .
Minos figliuolo é Gioue, ^ di Europa regnò nelCifoladi
Creta AF fecondo Dtodoro Suolo edificò puc atta ,&futl
primo, feòódo Plinio che facefie battaglie nauali,& acqui
fio molte ifole & terre titani ime ,&fubiiomoé fonema
giufiuia , dr però da poeti èpofloper giudice deli inferno .
uedia liio;.
Tiphi Lai.Tiphyi hebhe il gouerno della nane di Argo, &
fu U primo che trouò l'arte de gouernar la nane , fi come
Auiumedon fuguuLitore del carro d AcbiUe.onde dice il
Hofiro P s T. Felice Autumedon , febee Tiphi 1 C he con-
ducefie fi leggiadra gite.Ouidio Tiphis & Autumedon di
caramoriugo.A R i. Di tuga Tiphi in nauigartrapafjò.
Nane. Lat. nauu,nauigmm,alueuijratis.CS“ dromonis,la uà 1C4)
ue che porta grano.hippagium, la nane da portar caualli,
nauarchii , la nane del capitano . oneraria nauis fi quella
che portamercatantia . oriaafia barca pifratona.& “ì{q
nabt ; i cofa di nane .Per. Più di me beta non fi uide a
terratique daf onde combattuta & uiuta . Indi per aUo
mar uidi una “tfaue Con le forte di fèto ,& d’or la uela
Tuita dauorio, dr S bebeno contefla. Tigue di merce pre
tiofe carco .Pafia UTique mia corca dobbo Per alto
mar. Salda “Hque . Come lume di notte m alcun porto Vi-
de mai daltoraar“Hque ne legno. Che la“Haue periofi*
ad uno Scogbo ,&thilor “Hqui Fra Sicilia , & Sardigna
ruppe dr frarfe.R ggeanebor quefia fianca “Nquicella.
fi o c.'Uque bene armatOidr corredata. La “Hquein ter
rapercofiadt dacqua piena .Fece una grand^ma ,dr
belU“ìiqueal porto di Carthagine apprefiare. Accefà
“hlaue.“Hquicella di pefeatori. Lat. bona/t.Opti cofa op-
portuna a battaglia “Ffauole. B £ M. Ir naui ut mare.
Nauili , dr T^lqutgi ,foao naui grandi . Lat. nautgium , dT
opbraBumjè nauibo non coperto . P £ x. Del legno ingoi
fa che “Hauigi a fronde .hoc. Di quelb fono flati che la
mercalàtia et “Hquilioq le polpe jet C offa la fiate u'hàno.
Legno mantimojn ucce della nane. P £ t.Cbtufo gran tem 1 046
po in quefio cieco Legno Errai purga leuar tocebu a la ut
la. E I uauiganti in qualche chiufa nalle Gettan le mem-
bra poi che fol s'afondeSu'l duro Legno, & fotta Caffrrt
gonne. Ingran fortuna f’n difarmato Legno . Chi è ferma
todi menar fua ulta Sii per fonde fallaci Secur da morte
con un piceni Legno, “ffe per tranquillo mar Legni pal-
mati .Poi temo ch’io mi ueggio in fragil Legno. ^afi
fengq gouerno, dr frngq antenna legno in mar piendi
penfìer grani dr febiaui. Prona ch'affondiilLignotra
gb Scogb . B o c. Comperò un grandiffrmo Legno . Per
Jorgadiuentofi Legno futrafrortato alfipila dipongp.
Sofrinto il Ugno da grauofi uentiS fondato U Legno. Certi
.1 Acqua. E! L E MtE-N'T Ir, Acqua-,
LtpùiiSarachtt. Comperò un Itgxtmfittilr per itirjig .per lorp hifagd, Atil.7^1 Schifo OrU^do eo*pO<4
tme ..Alcmii Legnem armali . L> a N. Qjule iieC.Art- ■ uiteriiallo .
XanÀ de yimtiam Bolle CmuenuU tenace pece jerhmr SpoWUgnoallaificimdaìracipte.Heiiax^ìi.
palmari Legni hr non fm.Tofiochelduca.&ionelLe- liUC)L.Lat.&cymba;&Lembiu èbarcapiuuUHeloiiJJÌT
gno fu Secondo fe ne uà l'anmaprora . legno, Ltgna.cr mudi un Itgnoi & lembkla la barchetta. P i i.frafi fo*
tran Henti m fragil Barca Mi trono m alto mar fenxa go-
iterm Si lene difimer d. error fi carca , la debile mia Bora 1
co. Ecco noneilamente la tua Barca . dodui dome, y idi ut
gno fu Secondo fe
lagne, aedi a 189^.
VafcUo,/cgito manttmo. D a n.Connn nafello fnelletto,&
hggien Tamo che t acqua nulla ne'nghmtinajJharchetr.
ta et nieu dal Ut. phafelluifitl fafelmcmutata la fin u.
dinota quello iflefio . ucé aSìp.
Galea. Ut. tr&emii. B O c.yna Galea di Corfab fopraueu
ne. Montati in Galea . Saliti fu le Galee . Fece due Galee
fattile armare . Montò (opra una Galeotta bene armata .
Saettia Lat.catafcoptum qji gno maritano, è come F rega-
ta,ofuila, & uà ueloce come faetta . B o c. yna Saettia
una Barchetta Miegre & fole . Che gioua adunque perche
tutta ffMme la mia Barchetta poi che’ n fra gli fcoglx E ri-
tenuta .B oc:. Il uemo la Barca fenati gouematore ri-
uolfe. Fece armare una Barca Jòttile . Sopra due Barchetu
te. D A s. che qui ò buon con uela^ co rem lluantun»
que può ciafeunpinger fna Barca, U duca mio difeefè
_ nelaBarca.
comperarono, & quella fecretamente armarono digrau Gondo\3i,i la barca Lat.lMìurmca,Cimbula.
uantaggio.Mandanaper loro una Saettia con alquanti Bmidìi.Ut.caudicarianaui},onenaria,corbita,a(luaria,
gemil!)nomm.uediaFu(ia.AKl.Ellanelporto,oFu. fiuuatilit . fono Ugm é acqua dolte.D As. Come tal
fiafi Saettia Farà ordinare . nolta Hanno a rma 1 Burchi, Che parte fimo m acqua , &
Cocche.Ut.holeadet^tno legmmarU'tmicbeufanoCata- . parteinterra.
Ioni, & Genouefi . B o c. Due gran Cocche de Genouefi . Proda, Trora, & "Prua . Lat. prora nauis . B o c fono il
te Cocche ner ponente uemuano . becco delUTrodadeUa'HaHe& alcuna nuita lignificala
Polio Jatjuyoparo,oms, bircmis.i legno maritimo,piupic riua é unfiume,oi{unafofia,octMtracofa. B o c. Hot
• • • -' ■ cottUMparola,horcOHu<Paltratùperla'ProdadelMua
gnont.ùcc«ftatofiaUaTrodaituttadtqucllefofie,Crprt
fo tempo il gittò in efia .Dan. yer’è ebe'n fu la T>roda
mi trouai De la ualte iabiffo dolorofa.Et ecco ad un cb'er
radanoliraTroda.ideHda nofira rma .Ari. Chela
Trora fiuolta,e uerfo [onda Fa rimaner la dijàrmata
^onda . Lfcio Rinaldo e [agitata Trua , E torno a érdi
Bradamautefua.
ciolo delia galeaat piu grande del Bergamino. A R i.£i>
la nel porto , 0 Fufie , 0 Saettia Farà ordinare . Taffando
una lor Fufia terra terra .
Crippo.Laf. parua nauti greca diHa forte quia nafum adii
cumhabetj.proramy(vrri{ilmedcfimofigmfica. Ari.
yamUfeorrendo tutta la marina Con fufie, Grippi, & al
tri hgni loro.
Picgiti.Lat^etulatoria,nauisfiembus,tabellaria,&cym
ba.i legno quafi come il Bergamino. B o c. Sapendo ner- Poppa . Lat. puppis. B 0 c. Sopra della TopM della nane,
fi che parte era la Fregala andata , fattane armare un' al Morato Slandoft fiipra la Toppa,er uerfo il mar guardan
uaiùuimomò.Mandatanela Fregata. do. D ah. Et uolta nofira Toppa nel mattino De remi fa
Bcrgantino.£«. celox,cii,&catafcopiuM .ilegno mariti cemmo alt folli nolo. U Legno Tre uolte il fe girar con tnt
mo,& minore della fufia. te [ acque yA la quarta leuar la Toppainfiufi>,EtlaTrOa .
Pali fc3t\mo,oTalifchermo. Lat. Tbafèlusjir pi firiiuelpri ra ire in giù, com' altrui piacque ; in fin chc’l marfufoprn
fiu. i certa nauicella mguifa di Schifo^he a tipi é qnaU noi rincbiuji . & quando ànota la mammella a i qqh- .
che fella folenne , 0 trióphe il piu fi ufa con uartate fóggie. Poggia.dr Orga.LatÀextra &fini]lra.uelfinillra,et dex-
Boc.EteffifattifitirareaPalifcalmi,tSraiutatidMma- tra,comefign^cano,Toggiai quella corda che legalità-
re/accofiarono al ptccul legno di Landolfo In mar gitta po deUamenna da man defira. Lat. podio. Orzai quella
ronounTahfcalmo.foprailqtiale. A Ki. Fummo gutati Aelegadamanfimiflra. Lat.Ora.èjr oraanebo iquella
afaluammtoalltto'Nsi.chenelTalifcbermoeranofcefi. tordaconche filegaia naue ad alcuupalo fi altro.V ir, \
SlTahlihermo mandano a leuarlo. Come nel TMifiber- LaqualfengaalternarTog^.conOrxa.Boc.pauna
mofufabu. uouaintùcaricol'OrzacongranpiacerdeUadonnamum
Sche\vno.Lat.fcalmns.iquellolegno,douefi lega'ilremo ta.dereuenerea.D a n. Como i/aue in fortuna y ima da
perauogare. A R i.Et menar prefò anaue ,& fopraun [ onda bordaToggia, borda Orza. Ani. HordaTop-
. : ScheirnoTroncogh il capo. & in qaeSlo luogo [Aiioflo parj}aral'OrzabannoilcTudelt,Cbemainoncefia.
imefe per la Ipo^a della galea. \dn.LatJineumaielum.P ir. L'acqua fi'luemo,& la ye lojo
BttteUo.Lat.epbaleion,&fcapbafi,ipieciololegnomari- la e i remi rfór^a. Gian/re Rudelch’mò la yelae'l remo.
timo che fi menano dietro le nani, & legni grandi per com
modità di fmomare , 0 fimiU altri bijògni .Ari. Sìuiui
mutando fimi & Galeotti Decimane il Marche fi nel Bat
fello. E'I Battei darmi, che partir mi uoglio Senz'altro co
pagma.Hebbericorfo fnbito al Battello Caloffi& meta
lor fece con efio.
Sàpho,o Schifo, lat, &fcapba, & Sjpbutadfimilitudi-
nemuafiitpocoriinauiculaà5a,iltgnopicciolo mariti-
no m ^u/À di' battello ficuto da un capo , er dalC altro co-
me moggp , 0 tronco ,&di quelli fi tiravo ^ro teg^
Errai fenga leuarCottbioala yela. Et piu ch’io non uor.
rei f iena la yela Del uemo che mipinfe m quefii feogti.
eh IO farti vago di voltar la yela. Drizga a bon portofaf
fumata yela . Gonfiata yela.R o C. Andando unita
yela uelociffimamerne la nave . Si maravigliò , come con
Uyelapienafoflefiatalafiiata percuotere in terra. U
Cocche ver ponemeueneridofer yela.Cc^omderoiltcm
pq ben disilo diedero le yele a venti .T. le yeledatea.
TAureJoffiantLD A n. Quahdaluemote gonfiate /'eie
CaggiottMolte, poi fMtlmlnr. fiacca, . ^. . . .
■ - ■
Acqui
ELEMENTI
Acqua
«4J
Vdo per Lx u:U. D ah. Siche remo hS uml^ 4Uro ytia, i Retai Bùmlitori delle pilli acque concede i ripop ‘
Anuaone.Lat.acattoa.iU prima ueU delie tre ibe fimo T H.Datii Reima!i’acqua.D"albcro,e<réueU&di Re~
iaunauaue,La[ecouda pdnajiiiiMi\ana,tìrliàapop mlotnuòformlo.D As.CURemipriane tacqua ri-
ft.Lat.f.piiromou.CaltraidcnaTerxeruol».Latdoloà, percefii . ^ Uri fan Remi ,& altri uolge forte.
i la minor Mela. D a n.CbiTer^rMolo,& chi jtr Anchore, fimo li ferri delle ajui.Lat.ancl>orx& harpa.
tunonrintoppa. A a i.OtcMipcrmentroHagUo haueail P ST. £f t.Anchore gittarin qualche porto . Boc.Le
paimnt Fatto Carbor tagliar del .Artimone. umiliate .Anthore.T ».D \ ti.TalMoUaafoUiere.Aii-
TcricTUolo.Lat.dolon.Mexaaa.Lat.epidiomoa.ueédifo chora,cbeaggrappa .A Scoglio. Ao. i. £ uoglio la m:g-
praad .Artimone . gtor Gomena meco,E t Anchora m tggior/i'babbi jul le-
Arbore,ó* Albero della tuue.Lat. malHS,i.drcariheftum gno.AnabarfodtScubia Tbilofopbone fn inucntore .
il caUefe dell'arbore doue fipongonole fnm.P or. & Pan ^iXte.Lat.rudentey fimo quelle corde che Ungono legatala
co homat il mio aoccbier,cr rotte Arbore At forte. B o c. uela a!C antenna .PiT.& rotte arbore Sarte Con le
yna nauiceila fornita it Albero , & di uela , & di remi , Sarte à feta,i^ctorU uela . Bagna tT rallenta già lefii
D A K . Quali dal Mento le gonfiate uele. Caggun auolte , che Sarte. Sùezga a trifii nocihter gouemi et Sarte.D a n.
poi che tArbor pacca. Et come Albero in nane fileuò. Calar le uele, tìrraccogUer le Sarti,
cr quando dinota C Arbore in generc.uedi <t i o; ;.B E M. Gotnene,CiaMe,Spert,Trincbettt,Salladori,Trombe,Car~
Arbori folti . ta da nauuare , HoriuoU . aedi a Tempejla maritima a
Atiteanì.Ui.iqueirarbore,acui fi legala uela, &pigliap lojq. Ari. Et uoglio la maggior Gomena meco .
ambo per ftm'd legno lungfl. V t, T. Qutfi fenta gouer- Spa^i. Lat.jpongia.ilajjtonga.O A ti.Trapi de tacque
no cr Icuga Antenna Legno tn mar. hoc. Trouita una non paia la Spugna. Boc. cofim diuenuto quaft una Spu
Antcnnetia alla pneflra della gioitane inpgfiatogb tap~ gnaa quella guijà, che far ueggwno a coloro, che per af-
poggiò ,& per quella a fiat leggiermente ne fati, ceruchut. fugare fimo .
Lat.èùellremitàdell'antenna. Spalmaredapalma.&dapalmarelatino, dreual far piana,
1051 Gabbia,??' Gaggiadella naue.Lauarchefia Cerucui,Spe ^uguaie,acconciare& addattare,&iprupriodeUena
cubi nauis .Boc. T<oii aUramente che 1 marinari fopra mJequaUfeinfeuano nel fondo Pendendo, <*r (pianando d
la Gaggia del lur legno fibti Ipecutando fe feogUo , 0 terra feuo con la palma delia mano . aeciochemeglio & con pm
ulema icorgono che gii impedì fio. F i . S a N. Mora net te. facilità popano joUar Tonde del mare. Ut. ungere. V l R.
mone, & bora nel'aUa Gabbia andauano cantanlt ucieUi unfla canna. V tt. "He per tranquillo mar legni Spalma
Magando infimibtudine di efpeni, & dePriffimi nauigan- ti . Che gioua adunque perche tutu fpalme U mia bar-
ri. Ak i.e contantarabbia,CltegUmindò abagnar p- ebetta. A r i.Qjiindi futrattalaCiUa Spalmata.
noJtaGabb'ia. Rimpalmare.DAN.ArmipalmarU Uguloruonfàm
CìHeUodeUanaue.Ut.puppisturrita.Aii.t.'Honpouadmoalmare.utdiapalmaatqfS.
calar uelc^ Carbor fopra Carpa legar, ne rouinar Caflei- Stupore pud lettore fAnthore 0 Ferri de T aeqno. LotMcUert
TunotK.èqucUoeolquol fireggelanaue.hoc.Feceue- la Sentina delle nautpicciocbeStionola{de,e' ette pel poco
la,C giitò MiairemielTimone,^alucnlolutuft comi carico non uaciUino.O a n. Cofiuidi io lafetrima Zauor
fé.SengacalarucUfitirareinaUoilTtmotte.LAMedidi raàjafcttimabolgiache eraarenoft.
fiuto Couerno. Aneaì,& Arfenaie. yo. moref r», & dmou cafa, 0 luogo
TemOji il Timone fiuero d gouemo della naue,& anche dei di epcrcino. il Ut.nauaJe ,&i detta quafi An naualis ,
urro,uedi a qop. àoilMogodoueftfannolenaui.'D a s.Qifale ne tAr-
Coucmo.Lat.iemonauitA^emrruiJoTlmonedellanaue. gemi de yimlùmi Bolle dinuemo la tenace pece A rim.
Ut.^ernacubim,dauus; & temo. P e r-Spegayt a in- palmor i legni tor non fimi . '
SUnocihierGouernìetSarie. Mentreal Gouerno anchor Nocchiero.Lat.nautapuuiculariuspiauiclerm.Tiphifud 1054
crede la uela. L’aura fòaue} a cui Gouemo, & uela Com- primo pt cui fi diede d gouerno della nauedArgp.P bx.
mi fi. Mi trono in alto mar fenau Gouemo. Qiiafi fimga 'Hpccbiero Fidel,Saggio,StancoJ)iSrige.'ìigccbieriTn
Gouerno, & finga antenna. Regga anchor qnefia fianca dii. Come a forga de uentiStancoTfgcchierdi notte alga
nauiceila. ColGouemo dtfuapietà tuclia.'Hauepiifarma. latefla.'He T^cihier (iprePoauolger uaue.D An. .
ta di Mele & di GouernoJn che terribile procella Imi tra- DapoppaPauailcelePtal'ìiocchien).
uo fòt finga GouernoMuido dinou lo dominio aedi a qij, Carontc,o nocchiero che papa t anime iufemalipiedtM»
10^0 CoacTnitote. Lat.gubemator. Boc. U Mento, U barca fenuaiioi.
finga Gouematore riuolgepe. Gomito di galea. Ut. poriifculHtpeleuPit,fìapnatet Hor
Frafchct to,e!r Fifehetto. Lat. pfìuk nautica . è quello pf- taior remigium fi può dire; ma egU mmfimpre i confor-
ehioihc adopera d nocchiero, od cornilo di galia, col qual tatare ,percbeianihobatntore.
comanda alla Ciurma . A r 1. Coft difiorre fifchiando col Nauiganti. P et. E iHauigautim qualche cbmfi utile .
Frafehetto,... .fUoatohanglialtriafarmofiracol fuouo . Btu.Suolea faticoftnauiunti.At.
Remi-Ul. P EX.L'acqiu,e'tkcneoa-lauelaAÌRcmtifor Padrone dtnaue.Larinauarchus, gubematornauiticiis.
ga. A ciafiun Remo un pmfier pronto &rio.CianfreRu ARl.DicuipermentrauagHobauea ilTadrone Fatto
deldfusòlaueUe'lRemoUctnarlafuanorte.Boc. [orbar tagliar de fArtimone.B s veSuopadroneauxiem,
Acqua E L E M
‘ Nauta.X^t. è il msrinAiojel nocchiero. Ari. Denùniin-
ti^ iCmfetici Houtc .
Vi\oti.Ut.indiicjcor,dii(Ìor,& thhfiometrn , i lofedoia
di nane. Atu.Cojifi porte col Tilou marne .
Marinai. Lat naitut.iuQorci. B o c. / Marinai come mie
roti tempo ben di^fio,f cieco uela, Credendo a Man-
rui bugiardi, ^ arrifihcnoU. F i.Seitga ib’alinn Mari-
naio fc n’jccorgifie . Inga , ormi ; d banio dune j'cdcmo i
Marinai .
Galeotti .l4r. remex .gis.D a n. f'na nane picchietta
Sotto ilgouerao tCnn Galeotto . udlihor thè ben conobbi il
Galeotto .
■ Ciurma, Ita/ i marinai,o galeotti , & pigbafi alcuna uolta
per la moltundme,<iuali turma.Lat. B o c. £t quello con
tutta la Ciurma bt bbero a man pilua . A r t. La sfortu-
nata OiiniiA fi uuol torre Del gran periglio , e uia pino-
gli borni torre.
Corfali, Pirati, aedi [otto Mercurio a 754.
Bitng\Ì2,o Scaramuccia maritima.lMMumachia.
1*5 5 T^aa^arr.Laf. dr remigare J.nauigar con remi,& uebfica-
re^namgare andando auela.V Kt.Chefa ficuroillia
uigar [entrane . Feggmal ma Tiauigar turbatii unni .
Del 7{Migar per quelle horribil onde. Trejlo di nauigar
a eia finn uento .B oc. Chi troppo non fi mette ne Juoi
piu cupi pelaghi Ì amore «awcaaiia .
Vogare. Lat. remigare jtal conducer naue con remi . fi o c.
Ijquali non uogandojma uolando, qua fi in fui di ai Egma
peruennero .
Bintorchta re. Lat. trahere.i VojHarinerefco,& naie tirare,
eonduccre,o guidare un legno fi naue grande, lon un altro
legnettOfi barcapicciola, con una corda ligata alia proda
della grande,& alla poppa della picchia , doue fanno gli
huomini cheuogano co remi , ufito dd B oc. per meta.
Etquàdouedeuadl tcmpoguataula unpoco in lagnejco,
peramorcuoleggalarimonbtauaXiingcgnaua con atti
a fe ritirarla . Vo. utUefcamenle ufato .
Varare . Lat. deducere e nauabbus nauuM . primus nauium
lapfusfiauim diniittcre in altum.i quandoaleunUgno fat
toJiniiouo ,eimpcgolatodiauouo m terra propinquo a
l’acqua fi gnta nell acqua fifuaf uadare.Lat Ari. Sen-
^ indugio al noccbteruara la barca £ dar fai remi a
[acqua da la ^ida . *
1 Corfia. Lat. agra, ila uia della galia , àoi il luogo di mrgj
gofcl quale fi camma in sù,eir ingiù. & lymothoe Gr.i
lo corrente del mare.
Collare la urla ,dr la uelaiaCollofitdia 17^7*
Pefei maritimi,Balene,OrcbeJ3elfimfiirene,'Usreiie, Fun
gbi , Cochiglh.
Balea2.LatJalana,piJlrix,cis,Cetnifii.{pefcemaggiorede
glialtri,& babitano nelatlamito mare. Dan. £t tella
(J.naturayElefanti.&éBalene'tipnfipente.Av.t.
Vcggiamo una Balena la maggiore ,Che mai per tutto U
mar ueduufoffe. S ah. le natanti Balene .
Ctocoddo.'Lat.Crocoiilus.i animai di quattro piedi ui
ue in acqua,& interra; & i moltogrande fatto in foggi.!
di Lucertola . A r i.Tortar come fi dice a Samo 1 uafi ,
t{ottolefi .Athenefi CrocodiUi a Egitto .
’ Otci . Lat. ipefie marino grande . Aki. Quel fmifurato
moftro Orca marina. Toi fbpra mano percottua [ Orca/t
in altri luoghi.
ENTI ' Acqua ' '
DeKino.Lat.delpbinus.StrÌ!ieTlinio ihe un D. Ifino nel gol
fo di Baia fi doiaejinò tanto con unfamiullo.ilquale ogni
giorno gli poigea del pane, ibe fnalmcnte ogm bora chc'l '
faniiuuoto ibiamaua per nome cioè Simone; perche alai
mime(comefiriuonoglijutton)idelfhuutngonoa nua,
coji egli uemua , & portaualoper lo iirittogolfo da Baia
apoxuolofiirdopoaiquantianmefiendemorio il faniiul
lod Delfino jlaua nel Ino ad affettarla, non fetrga jegno di
merore,finalmeme non comparendo il fanciullo, per dole-
re morì .Sara molto proli fio a riferire molte altre fimili
cofejiritte daTbeopbraflo,Mtiflotcle,& altrifcruton ,
pur dir affi clxl Delfino è di tanta celentà,cbe nonfulamé
te utnee nel corjo gltaltn pefii,ma ancborgli uccelliti lo
ìlrale,ne patri bbepefee alcuno campargli innanv fi non
fofle,che egli non può pigbarefinonfupmo , perche ha la
bocca loniana dal mujo , & quafi a mczjy la pancia . Et
perche halita come la Balcna,ér il Vecchio marino,ine-
cefiario ebe con incredibile uelocità dal fondo infitto doue .
feguua la preia,ritorm ag iUa.Tartorifieifigliuoli.enon
uoua; e con latte glinut nfie . Torta i piccioti addoji 0 ,&
ì giouaneiti accompagna, Cf feorgeb . uiuono trenta aimii
la noce Ioni fmiile alla querela bumana . Mmano ajiai
[buomocCr molto fi dilettano della mufica.come in .Arh-
ne.uedt alluogojkoapj. S' alcuno élor more ,glultri lo
conducono fuori dell'acqua . onde Dan. Come Dalpbini
quàdo fanno fegnoM marmar lÓ [arco de b fchiena Che
targomentin é capar lor legno, fi o c. .Apptrue il ricur
no Dalpbmo . A m. A r i. Veloci ui correuano i Delfini.
Sìtun.Lat.Sirenanonalirodmotacheunagratia épiaie 10^6
re cctt b noce foaue^ una eccellente uirtù di cantare, et
di dire ; Si legge che le Sirene furono figliuole di .Aibelo» '
fiume,tì- di CaUhpe ,tr compagne fiùhfiime ih Troferpi- •
naj& furono in tutto tre, chi Tarthtnope, Leucofiafit Li
gbjàr alcuni poeti greci difiero b prima Thelfiope , [al-
tra Molpe, U terga Mgbophono , onde fabulofamente fi '
dice,che pel fuo dolce cantare nel mare i marinai t adderà
mano,^ che poi gb uccida, (jr però dice O a n.Iofoncà
tauafo fon dolce Sirena,Che marinai in mexgp'l mar dif-
magoTanto fóndipiacera fentir piena. Canto che tanto
nini e nofire mufe,T^oflre Sirene in ciuelle dolci tube Qui
to.VBT. QMflafolatranoidelcieisiretta.
Ncrride.Laf . fono nimphe marine nominate 'Hefk ,tycy-
mothoc. A R i.Con MeUccrtoiitcollo lnopiangendo,E le 1
Ugreide co 1 capeUi ffarfi, Gbuci T ritoni , eglialtri non
fappienio ,
Fungo marinofil una certa coagubtione di fibiumamari-
na che fi fa uiuo,& fi mouc & fente, ma non ha membra
formate. Da n.TanCourapoijcbegbfi mone tir finte.
Come Fungo marino .
Cochi§ìic.Lat.cochcb,lee.fòno le fiorge,o uerogufeh del
le lumache cefi da terra.come d'acqua. S a quel moa
Itile ch'hora gli uccelli di marine Coehiglie conquelden-
te di cinghble , ebe aguifa S una luna alpettogU pende.
Ter ornamento pofie alcune marine CochigUe.
Pefei , & altri ammali acquatici uedi a topi.
F 1 V M
Fìume.Lat,amn'i,flumen,Puuiui,èegniatqua ebedaeffa 1057
ufiitafaccii cofiui dita )dal neutre infitto al fintò conte-
nuta;
144
Aecjni ELEMENTI Acqua.
mtM; cioè mfindaue per me fi olanza S •>lt ro fiume perde mime Stige Sìuefio Irilhrufeel.
h pnpriu nume . FtuuiO. ^ quello per loqual; il fiume co Fiumi del Tutguono la» due. Uthe,& tunone. L'uno fi-
ferpetuo cor fi i cidiHto,ir quii femperjiuM . Ri uo pui gmfica obltuione , come di frpru è detto ,i}-l’ utero duiotd
i un ucquu piccioLi ,Uqujte dj f onte, o Ugo fope ri butatc bmmu mente .
froude , ouer Uqu.tk per cagione di torre dell'acqua , o
per altra ddettutione, dal Flauto i allarga, ip-pigtialiu$ ORDIt{E DS I FtVUl.
qualche parte . Torrente è quello che per le foprauegnf
ti pioggie,fubito fi gonfia, &impetuojiporta»doft {tra- ,Acheìoo,^cheronte„Aei,A^ge,-dlhia,^lpheo,jinauro,
hoccheuolmente nelle uallifit dopo le cejiate fi jet ,Amphrtfo,jdrbu„Arthiano„AmOyAfopo,Bacco, Bat-
ta. ma per bora uolendo parlare de fiumi (ecoado u cotiiin
ttato ordine cL:ll’.Atpbabeto procederemo,CF conciojia co
Jàche-dibeloo nella prim-i fronte appanjcajo faremo ca
pttano della fquaira de fiumi, per ejsere apprtpo de poeti
famofifiimo. ma prima noteremo molte arcójtage.epuhe
ti jet altre finul cofe,tó l autorità de noflrigtà detti poetu
Fium e . dauco, & oilpbeo fono gli fuoi Det.Vt t. Fiume
adUero,Superbo,Grande,Ìlipiilo,'Puro,Dilettolli,Vutio.
lotOolorofo tion di Vento fila d'un piu altero fiume. T^e
fiume fugum ii per pioggia. Fiume che jpefio del mio pia
cbgiione,Bamboro,Btbito,Bijhizo.Breitta,Crocono, Cecia
na,Dunoia,Daaubio,Ebro,Elfa,Era,Eaidano, Ernuante ,
Euphrate,Eurota,FUg:ton,G.inge, Caronna, Giordano,
Hebro,Hermo,Hera,Hibera,Hijiro,l [mene J fora, Laann
HeUatbe,lMiuo,LiHeo,Lipari, Ltntemo, Magra, Malta ,
Marfta, Mencio fi1eandro,Metauro,'Hilo,Oiigeo, Valu-
deflge,Tattolo,VoJihtno,Rhodano,Rubicone,Sarno,Sa
uio,icbcthB,Senna,Sertbio,Sile,Soiga,Tago,Tuglianurn-
lo,Tamigt{rana,eiTanai,Teucro,Tcjino,Tigre,Timauo,
Thoa,t'aro,t'erde,f'olturno, Xanto .
g rcrefci .E’npomfite abbandoni UH piubtlh. me . Che Acht:ìoo.Lal.achelou.ifiumediCrectafamoftfiimtpref-
uuolfatSHclii ona najeer Fiume . Et già fon quaji di Cri
flallo if tv ut.Et circondate da {laguauti FiuimJli che
Hanno fuperbi in uifia t Fiumi. Mentre ch'ai mar é jien-
derannoi Fiumi. Che fir,an gir imouii,& stari Fiumi.
'HpnTefin,Vo,l'aro,Urno,./Cdige,&Tebro;Eupbrate,
Tigre,Vjfo,H ermo, lndo,Gange,T una dlifiro , -Xlpheo ,
Garonnaf’lmar che frange, Rhodano, Hibero,Rben,Se-
na,.4lbia,Hcbro.&o c ucéaW ìndice. Ktcs.Si titro-
uaroalfinfoprad'un Fiume iChecon fileuio almarud
declinando, E fe uada, ofi {ha mal fi profume , Limpido e
chiaro fi ch'm lui miràdo Stga citejà al mòdo porta lume.
Danubio grande,Euroia beato, Gange antiquijfimo, Helt-
conafaniilfimo,UmerHOjolilario, Meandro famofo , Ve-
nto uecchiojlheao picciolo,Sarnofreddijfimo. T igre uelo-
cilftmo,Tana fredda, Tenero triomphaue , f'oUurao lur-
bulente,Vo re de i fiumi Eufrate, & Tigre m.A.rmema .
Ga ig ■,Hipane.Indo,!r Hidajfiein India Tago,e}-Vatto,
lo in a pagna. ^araaro,& Grifàn in Hillna. Viaue,:^ Si
le nella marca iriu!giana.Voienca,Mume,Sauio,0' Me-
tro in Romagna. Uuenza,Saua,Torre,0' Tag.iatétenloin
fb a poeti ffiargentc fi dal mote Vtndo di Tbcfsaglia , diflin
gue la Etholia da'l’.Armenta, ^ difeorre nel golfo di .Ma
tea, queflo è famofifiimo appr fio i Vueti, quali dieo’.o tra
le altre cafè quello primiero bauere nelle lagze mefcolato
il uino,& uolendo per moglie prendere Deiamra forella di
Meleagro bebbe a combattere con Hcrcole , ilqual hauea
lfiolàca,CT cangiandoft in uarie forme fiW ultimo couuerfo
in Tauro Jungo giuoco di braccia efiercuoe con Hercole , '
ultimamente prtuato delt uno de duo comi, per uintoren
defii . Hercole dedicòd corno alla D:a dett'iwondanza.lS'
diedclo a'ie mntpbe ,la ueritd della fonala fu, che efjendo
.Aebeloo di due ioma,(^ terreno inolio tìccupando un cer
to Re iforxopi di affrtngerlo in un letto di fiume,ilche alt
ebor che fofie co fa labortofa, & diffiiile,all'ultimo fece la
cofà perfetta, tir il luogo che reftò fuori del corfo fiume ef
fendo per queflo la terra gtafiifiima produfie a contadini
grandtfiima copia di uiao, forme nto, tir altri frutti; onde il
Cofmico Vadouano . 'He dal M uflrino termino alT .Anoo
Merce de fabondante, elT'diua copia , Che già ut ^arfi d
corno dt.Acheloo.
Friuh , .Adite fiero,Lama,Cheo,Rheno, Lamoa, T amgi, Acheronte. Lat. tolto da Greci è fiume infernale . uedi àfo
&Vo irgLombardia,Hrbro in Thracia , Samoincampa-
nia,.Anuro in Tbcfiagha. Glauco nella Marea che tracor
re per Vrata cittd.Sercbio propinquo a Lucca detto da La
lini .Aufiris. Santerno corre per Imola Lamoneper Faen
o^fiauio apprrflo CefenaJSaccbigUoneapprefio yiciz* •
I0< 8 Fiumi dello ìnfemo.Vbefon circonda tutta la n gioite detta
Emlalh doue nafee Coro, & trouafi il Bdelto, ej la pietra
Omebina. tfi- Gutn.cbe circonda l'Etbiopia.& Ttgruijcbe
pra a i;;8. nafee apprefio Molofii fpargefi nel golfi»
Tbc^nlico , ouer pm lofio (come a gl altri puce)dal la-
godiTbe^otiafiafcendo cadde nel golfo dclCM-rta; ipoe
ti dicono queflo efiere fiume delt inferno ,peraoche pafia
con onde nere ,&ilfuo nome fuona triflitia . onde dice d
noHro D ah. Su la trtfla nuera di .Acheronte.Qual uer-
lo d' .Acheronte non fi cala, (fi- .Aiheronpoi i fumana de
Brutif circondante la città di Cofienza .
uiene da gb jlfStri . & Euphraie , & Letbe , che m greco Ad Lat. odi . fiume di Sicilia dai monte Etna procedente t
fignifica obliuione .& .Ai bcronte che nafee da Utbe,cbt dalla cui ripa dicefi Vohphemo bauer lanciati i fafii con-
dinota priuattone di gaudio. &Valude {ligia, che nafte trayliffe.
{.Acheronte, cioè trtfhiia ; (fi- Coctto nafee poi da Valuàt Adige. Ljt. albe fu . è nel fieronefe chiamato da gli amichi
Higia,tbe figmfica piamo, (fi Vhlegfton nafte da Coci- Mibifi. P i i.VoHTefin,Vo,f'aro,.Arno,Md'ge,&
to.cbeénotaardore.D AV.Vhlegetome,tfi Letbe, che Tebro,D ah lnfulpaefe-,the.Aiice,^Tor.ga.Ch{l
de Pun nei . Lor corfo in quella uatte fi derma Fino Mcbe Tagliamemo,(fi Mdice rmchiude. DilddaT remo fMdi
romefilige. FUgethoma , Infin là , ouepotnonfi dif- ce prrcofie .
moma Fanno Codio , Su latnfla riucra dMcherome. AMsLLat.èpumeinCermaHiatra Sueui,&Ceruez;gipaf
Vtt.Tal th'inon tema del nocchierdi Stige. Veggio luu fondo mette uelCoccano. Mbia ambo è fiume di Tho;iana
gl dii laghi, duerni , ér Stigi .D ah. fina palude fa eba quattn ttugfia loniau* da Siena nella uia .A retina, fe creo
diamo
«*>
105P
ledo
i
Acc)tu ELEMENTI'.. Act]na'
àimo a Siondo.D a u.Cbe menta M ^Ibii^^lhiain nuota fi potefit uidicare^lxauafi tulle tacJlue al citi» ti
marne perla. P e X.VMaao^UieTe^en,iina.^lbia, muuido,pcr laquale audacia Cioue ijdcgnatoji futmiaaUot
nera ,Hebro . tgli nondimeno lanciafi nell' Epidano. Dan. ilnal Ifne-
Alphco. Lai. in Elideparte di Grecia prefio a Tifa, ilqualt nugù uide,& ^fopo. ^fopo ambo i fiume d'.Afia ,
inghiottito dalla terra pafia il mare, & in Sicilia arriua Bicciii^lione.Lai.bacchilio.èfiumecbepafiaprelfotemit io6t
neU'amaia .^reibujà .laJuahifloriakediad,4reihupia redtf'icerta. Dan. Fuiral'mutato<r,4rìioinBacchi-
2 2 4. P E T. Tana , llifìro , ^tf beo , Carenila ; e'I mar gbooeJ. di Fiortm^ a l'ileo ta .
ch.fiange, Bìcco.LatJ>acthus,èfiumed’Hij}’agaaaCordouacitlàpro
.Kmpbnfo. Lat.amphrifm.ié Tìxfiaiia , prefio alquale pinqito. Bimhoro fiume apprefio Eihiopi ,pienodicar
.Apolloedepofia la diuinità per lo fuo Efcuìapu da faetta tulli jlutuali ,& di crocodili. biIbilo>iu^//» tmàe& pa~
teleiìepercofiojctte anm ri fie gli armenti del Ke .Adme iria di Marnale fiume d Hijpagm, le cui acque a tempera
IO forma é pafiore quei popolando . menti del ferro fono di for%a graiidifiima,& quelli del co
A na u ro. Latjinauros.i fiume di Tbefiaglia cefi fopra nomi- tado non lodano ferro alcuno jé 0 in quefioft in Gabbe nom
nato f rrtiothe da fe non manda fuoriaereate nebbia, la- fiabagnato,loqMalediionoefieredi uvrtùuguaU.
fon ucgni nte olii facrificij di Teba in quello lafcià i calza- Bifentio. Lat.uijèntius. è fiume tra Firenze, & Trato , dr
ri. Laqual cola Telia ueggendojconobbe douerepreflo mo mette in Urfio bimano fei migba da Firenze .Dns.La ;
rire,& manJollo m CoUbi . • ualle onde Bijenno fi decbna .
Achia,! fiume prefio monte aperto in quello di SienaUnti. Brcnta.Lat.medoacus.ua per Tadoua, & nafee in ibiaram,
. Che fece Cm. rbu colorata in rofio . tana montagna pofla nell' dpi .Dan. Qjtde i Tadoua»
Archiano nafeem quella cojla d .Appennino.laquale ì fb- lungo la Brema .
pra [Hi rmo di Camaldollr& feende in Cafentino, & met Cccina,alcum la ebiamano decina, che mette in mare no*
le m jfrno tra Toppi, & Bibicna .Dan. Trauerfa un oc lótano da yada,doue termina la manmma di TiJa.Dnti,
qua c'ha nome Mrcbiano , Che fàura f Hemo nafee in Tra Cecina,& Corneto i luoghi colti .
.Appennino. Lo corpo mto gelato in fu la foce, Trono [.Ar Crocono, onero Crocacolo i fiumana di afpruzzp nauiga-
chian robufto . bilefiuer de Salentini flellaqual fe ni fi gitta un ìlectv 0 le
061 Afno. Lat.amus. celebratifiimo fiume di Tbofeana deir.Ap gno,o fronde fi indurano co» feorga di pietra .
p nnino correndo nel mar ihofco fontmergtfi, correper lìanoiadetto DanubiodalM.&dauolgari,! fiume mag-
mezv> Firenze, &■ amhora che nauigabile non fu, ne fa- gmre di tutta f Europa,nafie de moti della Megnadel mo
molo di fertilità di pefci^a di operauoni cbiarifiime , dr te detto.Abnouo in un uillaggio detto Donefihmgenrct uaf
frai'altrenon taceremo quello ebeinpro deRo.pnfe le fene tontrail cofiume de glialtrifiumi uerfvoriente,C ri
fuc forge, quando Mnnibal Carthagmefe uenutogù d’Hi tenendo fefianta fiumi ; pafiaoer yngheria , <}r mi tte nel
fj'agttJ,& hauiBJo luperaio le alpi , & trapafiato [ Mp- mare Bufino co iato empito,cbe piu di dieci miglia tra ma
pennino, efiendo dalla Francia m Tbofeana utnutoperdo re màiiene [acqua dolce. Il uemo fi fortemente fi agghiac
nere andari da Fiefolc a .ArezZp quafi per ordine dato in eia che gli efierciti con caualli ui pafSano,& uolgarmcute
tanto coprendo tutto fuperihiiienpeaoe al Carthagine- fichiamaDanubio.'P BT.Là prefio dmardoueemrala
fé tolfegran parte Jell'tfiertitoaftringendo il capuano fe Danoia. Dan. T^ob fece al corfofuo fi forte uolo Di uer-
dcre fopra un Elephante m megpp al fiume , in luoghi no la Danoia m jiufiericb 'He'ì Tana Id fotta il freddo
piludofi di notte diede fi peflUente acre aie fio duca , che cielo. Ari. Tra tIndo,e'lTagOA'l'Hilo,&bt Danoia.
d'uii'occhio reflòpriuo, (fi- pertiidalfanma fama infino Danubio,alirimétidetloDanoiaaiediéfopra,&antbono io6j
all hodi. rno di iefieruato, tbe per efiere il nemico megzo minao Jjlro,Cr da Lat.lfler. nafee trai Sueui,& Li filua
eiecofi Fiorentini , nel cui contado forfè tal cofi interuen. Hcrcinta infin al luego doue precipitando cader fi la fila,
ne,fianuiiecbi fouranominati, &fe un altro fiume bauef con quei corfi.ihe caiaratte fi chiamano fi dice ijlro, indi
fé fatto, litro tito„Annibal 0 cieco haurebbe combattuto, per la Dalia infin al ponto Danubioeoue mette r«l cinque
onero haurebbe Lxfiiata Italia quieta . & peri ben dice il boccbe,feiondo che ferine Ephoro,o come dtffero aleum af
nofiro P E T. yidi altra un riuo il gran Carthagmefe,!» tri, con fette.Fu antica opmione,mafatJà,cbe per una foce
fui memoria anehor Italia punge . L'un occhio kauea la- entra egU nel mare .Adrutico all’incontro del To,fi come
fiato in mio paefe Stagnando al freddo tempo il fiume TbeopompoAlr Eraioflhene tra greci, & tra nofiri Coree
thofeo Si ihe [era a uedere Urano amefi Sopra un gran- lio'ÌÌ^oie,&ilMelafcnfiero,ondeuoglionobauertrat
{Ehpbante un duca lofio . Dapoi ch’io nacqui in fu la ri- toilnomefHtHria .San. Il gran Danubio .
uad'Mrno. Siuella; percmnonSorgabocaigial'admo. t,hro,ueJiadHebroalluogo fùo.
’ìignTcfin,To ,atrno. D a K.Furrafmutatod'.Anioin B.\ùc. Lai. fiume di Tbofeana nel contado Fiorentino,idqua*
Baccb.glione.Sopra il bel fiume i' Mmo. li rufcellettidi- , to fopra Colle uflello/ acqua delLaquale mdurifee le cofe,
fcendendogiufom.Amo. & quel fofoinfe in .Amo.E o C. . che in quella entrano,^ diuentanptetreJUqualii CoUigia
Ri^fe CifliAdM.rm.yd i Mrnodifopra . Arno Mn- ai,cbe fono propinqui a quello fiume ufanonegli eàfuu ,
ebo i fiume d’Arabia feparante meolide iamoriade. efuefìomedefimofatacquadclSarnojiumeinCampaiùa,
Amo fimiluieute è fiume prefio Cualcogna. 0 terra di Lauore ,
Afopo. lat. afipusjuel afopis i fiume di Boetia, di cui gC a» Era fiume di Germania , nafee nel monte /''—rfi) ; correper
. ticbitalfabuUrecilano.CbeCioueinMquiLiefiendotraf gltHedui,trSeqHamtantolfgicrn:,,„t„ji-^nafitdi-
hrmato,& bauédo fua figliuola Egina tocca lufiuriofami f cerne in qual parte ujda,r,u ne u Rhodano. Dan. Ifa»
MMfopepn>ntopeTlefuefon^fiiìtalwgÌMria,^igno :rainde,(fi'fyra,&»idtfrnna,^
W- <■ Eràfing.
Acqna
tridano.Ijif. ijiiime in lulia aùpr^oi greci altre na-
ciont celebrato i il medcjimo che il Tò , Joue al luogo fuo
parleremo, fingono Ignei quejlo frejio l’inferno ejSer na
to.fnguno i Toeti fruLino (fiere flato figliuolo del fole^
cuieffendodaEpaphogiouanedi Egitto jal famite rimpro
aerato ,per ottenere di figlio Ujede Holtamente impetri
dal padre il carro delta luce per guidarlo^lquale non poli
do reggere i deflneri quelle della Sirada uf iendo in parte
fu il cielo brufiiato, é" in terra molti fiumi ficchi, li onde
fu dallo irato Ciane fulmtnato,et nel Tò cadente dtedegU
dfuo nome . ,Altri dicono E ridano gtouane ,Alefiandrmo
uedendo i Cenone fi mutatele fue fidie ,& hauédu a quelli
date leggi , per fortuna in TÒ ifierfi ca( calo , & in quello
(fiere mono i Uqnale da giiantiihi Egtttiani m bollore del
fuogiouane tra Coltre iniagiaidel cielo con due coma fu
eoUocaiOyZ^ é piu Hclle ailoriiato , deU’alire enfi a queflo
eppan mente ne parleremo al Ti Re de fiumi .
io6q Erimanto flunie celebrato dal Sa N.llquale da pii et un
mon te per una rottura di pietra uiua con un remore gràr-
difftmo,& fpauenteuoleat con cent bollori di buche f chiù
me fi caccu fuori nel piano,/& per quello trafcorrendo'fol
fuo mormono uà fatigaiido le uicine filuejaqual afa di lo
tana a chi filo uandafie porgerebbe di prima entrata pau
ra ineflanabileji}- cerio non fincfa cagionesconciofia afa,
(he per comune opinione de circìflàti popoli fittene quafi
per certo che in quel luogo habitino le 'Himpbe del piefe ,
lequah per porre jjuuelo a gli animi di coloro che approffi
mare nifi uolefiero,facciano ql fuono cofi flrano ad nére.
Euphrite.lat.enpbrates.fìume mola celebre, yoglionoal
cum qneSio deriuare dal fonte delparadifi non anofiiuto
da mortali , altri dicono nel marne maggiore d'^demenia
non Initgi da Tigri fonte , altri affermano dalle radici del
monte d\4rmenia . & toh dicono efiere fiotto fuon dal
monte jlga della mtdeftma ,Armema , fono alquanti che
dicono, che queflo primieramente appaia nelle tulli delta
montagna Cafontepiogbono alcuni che queflo agni fa del
'Njlo;(>r quafi nel mede fimo tipo bagna la Mefopotamia ,
Tenàcia fertile,& a certo tempo eonflitnto nel fuo letto
ritornar fi, tlperche uogliono quello bauere forttto il nome
é Euphtate,conciofia thè hebraicamente Euphratas fer-
tilità ftgmfiihi nel noflro idioma , & alcuni dicono Pacque
fue efiere uicali,& per queflo da gli antichi .Aufieneo ef-
fcreappellato .V it.'HpnTcfin,TÒ,Eupbrate,Tigre.
Tafiarf Euphraie fece'lmalgoueno ,Et iPun medefmo
fonte Eupbrate, &Tigre.uedial fiume Tigre alluogo
fuofiouepm largamente ne parleremo.
1065 EarotxTateurotas . i fumana di Laconi* [otto le mura di
Macedonia corrente Le fue ripe fono di Lauri copiofe . &
però dice fi efiere ad Mpollo [aerata. S A n.ll beato Euro-
ta-, che unte uoltefu lecito afcoltare il cantante .Apollo .
Phlegeton.Lat.ifiumedell'iiiferiio,fignificaiuefuoco,6'
ardore . uedi éjapra a 1 05 8.
Ginge.Lat.gangei. è fiume i India grandiffimo &fjmofi,
dtlqual prcfiogbantichi fi dubita delia fua origine; perciò
eh'aliuni dieonofeome il Tiflo) ifio da incerti fonti nafee
re, altri dalli monti S cùbici uogliono uenire cÓ grande m
peto,&pt> j(Kg-,&luoghi<^nflraboccbeuolmenie en-
fia re in fino che nel piano far a peruenuto.^ lì come ad un
boSlenceuutoinlagp ripoftr fi. & ultimamente humt-
manfueto atmrfene , ilquale in leuante umiemlo ,
ELEMENTI Acqua 145
da xix.fiumi nauigabili,clr grandiffitni è accrefeiuto, &
nelt’uliimo fecondo alcuni con fitte bocche a guifa del 'Nf
lo mette fi nell'Oceano . .Altri difiero con none bocche , &
certi hanno folameìtte uoluto con tre. Gange i nominato
da Gangaro Red Indù antubifiimo/ome puce ad alcuni.
Mitri lunno feitttto queflo medejimo efiere lo fiume , che
le pure lettere Tbifion chiamano; doue occupa la minore
ampie^uàotto mille pafii paterne, & doue la maggiore
cento; la profondità in luogo niuno i meno di uemi pafii ,
conira itquate Ciro Re é Terfuni ueggendo uno delti fuoi
caualli rtgihAtforma,ir dibiamhe^gjx notabile Joqnale
mofio da fiducia incitato haueaa pafiare , efiere menato
d’intorno dalle uoragim deW onde,& ueggendo infieme co
quello aachara, che gii era addofio efiere inghiottito , efio
Re (degnato hauergmrato di fare lo fiume tàtopuciolo di
aitare 1 h' appena u guado toccherebbe le ginocchia alle fé
mine che pafiir lo uolefiero,& Papera nò màcò alle paro
letpercucbe polle tutte le fue giti a queflo un anno intero
all'opera attendendo m ecce. &lx. letti parti lo fiume .
Quantunque non comradiia,che in certo tempo delP anno
aguifidel "mio accrefiafi sfaccia i luoghi uicini fertili.
P * T. Eupbraie,Tigre,'tÌito,Hermo,Ittdo,& Gange.tr
Dan. yfiiadi Gange già con le bilance .
Gtronm.Lat.garnmna. nell'Mquitania,cioè nella Guafio
gna,& parte la Guafeogna dalla trancia , P e t. Chim-
quealbergitra Garonnae’l monte.TfpnTefmfPò, Garon
nj. A R 1. Doue prefio a Bordea mette Garonua .
Giordino.LaiMrdanis.fiume,ficondo Hieronimoidenot 1066
minato da duo fonti MUequali nafte Pura detta lor, Pol-
tra Dan. Dan. yeramente Giordan uoltoirctrorfo. In
questo ebrifto buomo,& ugualmente creatore del modo,
ef redentore da Giouan Battifla degnofii efie re lanata .
Garigliano fiume ,già detto Uri , alPincontro di Caieta città .
uedi Mmtumo caSlello a qii.
Hebeo . Lat. hebrus ,iin Tbracia per la ftcra memoria del
poeta Orpheo càtatifiono,efce del fiume Stribone che uien
da monte Emo, mette nel mare non lungi da Eno città fa»
mofa , & dalla fepoUura di Tolidoro , prefio al porto di
S untore. P a t. Rhodano, Hibero, Hben , Sena , Mlbia ,
nera fHebro.D A n.TraHebro,(!rMacracbeperca-
ntin corto Lo genouefi parte dalT boftano .& quello fin*
meiinltalix.
Henno in Udia,fi mefeotaeon Tatlolo , & Hemo ambo in
Uria che col diphthongo da gli antichi fi dice Hamus .
Hera.L4/.^ m tboftana , oue 1 Tifoni hauendo pofio in fuga
Iucche fi , da Fiorentim lofio fouragiunti furono rotti , &
fparft.De l'iflefio nome i quello, che pafia in Framia
da Tolomeo, come odo piacere ad alcum detto Erio. Lat.
Eriut.
Hibcro. Lat.famofifiimo nella Spagna cb’i di quìpt^ceap
poiCamabn fi come altri differo appo i yacamjl paeft on
depaffaélui tiene il nome chiamato iberit, (fi fitto Tor
tojà entra nel Batearico mare . P e t. Rhodano, tubero ,
Rben,Sena,Mlbia,Hera,Hebro.
Hillro,oJflro Lat.lSìer.fiumechedamoltticredutomei io6j
tere capo mi mareMdriaticofifi dirimpetto alTò le loro
bocche incótràdofifi percuotono, et il mareinterpoflo ad-
dolciftono;ma feconJoTlimomfiun fiume del Danubio en
tra nel mare Mdriaticoflitgannati credo, imperocbe la na
ut dMrgo fi dice che pel ^mt difceft nel mare Adriatico
T
Acqui ELEMENTI Acqui
tiiucenio certe ragioni tidiculojè; perche le acne deìf Hi fimmergerfi nel fumé Iri ,ofuàduc nomi Meandro , •
nro^t nò il Danubio entrano nel mare Mnatico. P e T. qncjlo Marfia, o altro Marfidi Marfu Jx non in do , U
TanaJiifiro,Mpbeo,Garonnajcl mar che frange . cagione delta diuerfrtà non intendo , ne pongo mente
ldirpe.Lat.hyd.i]]ies. è fiume celebratoper U firn grande^ Meandro fiume efre del Ugo ^latrine , & difcorremio con
:(a,&[etondo che fcnuono alcuni fi nona nel fuo fondo dmcrfi cinuiti.ó'rauolgimenti.moflrandouokre ritor-
oro,&uaric gemme , corre tra Tartbi^ Indi, tir entra
nel mar Inda ritenendo in fe altri fiumi, & è detto Idafre
da Idaffro Re de Medi ,
lUira fiume di Catlia,chemettemRbodano.D A K.Iptraui
de,& Era,& uide Senna .
IfineiiCjCf v</cpo fimo fiumi à Tbebe.Lat.ifmcms/U tto da
Jfmeiiofigbodi TcUfgio .D a n. Et pria cb’iconduci/hi
greci a fiunu Di T bebé poetando hcbb'io battefimo.
Lamonc.Lat.,/(mon.fiiime di Eaent^a.DAN. La cittd di La
mone,& di Sant er no Conduce il Iconcel dal nido bianco .
Lethc i fiume andante prefjo finferno,conie fingono i poeti,
C didT anime demoni beuuto,ba poteJU d’induccrc obU-
uionc delle cofè preterite^ uerofeome ad alcuni piacc)U
fetale le fiiitioni,fiueJlo fiume i m africa preffro l'eflremo
corno deUiSiri,non lungi dalla città Cromte,Magù babi-
tatori guidali da gli fingiméti antichi penfano ciucilo dal-
nare al mare onde ejle , poi dtfeorrendo bagna Uregtontl
^pamea^i campi Uirgaleti ci rende fenitifiimiad fine
la Cariapoi prefio Hippo città nonbtngi da MtUtonttài
mette net mar Icaro. San. Il famofo Meandro.
Mincio. Latjniniinus. fiume che nafte di Rena co, ^ uaf/e-
ne a Mamoua,doueiiagna intorno alla atta. D A s.’ìfó
pm Senato, ma Mincio fi chiama Fin a Goueriio .
Meti\iro.Lae.metaurus,c!r metaurum. i fiume di fembria
nel golfo Mdriaiico defeendente , iw lungi da Vhano uerfò
Sinigaglia,& famofoperU uittona di Liuto faluutoreo't
CUuUio Herone confbli, tà"per U flrage ,&ui cifione di
Hafdrubale Canbaginefeurgncnied'Hifpagna ; &■ però
dice il nofiro P e t. Come'l Metauro uide a purgar uenne
Di ria fomenta il buon campo Romano .
Molta fiume in Soemia. Dan. Che Molta in .Albia,ft M
- _ . biainmarneporta.uediaMoltoafjtp,
tinferno con empito andare alle terre.? i r.D ogm altro Mugnone fiume in Thofeana . Ut. Minio .
ddcejeUtbe al fondo bibo . Ch'indi per Lethc e fremo può Nilo. Lat. Vilut. benché non fra certezza onde habbu origi
abattdita.MllaquaUunam mezzo Uthtinfuf a Catena. ne , pur U comune opinioneiihe najea neimonti delia
D A KJÌutnci Ixtbeiet cofr dalC altro Uto Eunò fi chiama.
Linceo, over Lmchtfiio. Lat. Lyncefiu.i fiume di uirtù ma-
rauigtiofa ornato , perocbet'alcuno meno che moderata-
mente beerà deU'onde fue uacillerà non altrimenti ,che fe
bauefie beuuto uino fuor di mifura .
Lineo. Lat. Leneui,f^^tiusUtbeui.i fiume deir ififia di
Caudia, oltre alla citta Cortina correiite,per loquele dico-
no Europa efrer fiata portata da Gioue m tauro còuertito.
10^8 l.ipaii.Ut.liparis.ifiume dt Cilicia,per mirabile proprietà
mulinalo . affermano certamente che h notanti m quella,
ouerolauaittifr.jefrere da e ffaunti^on altrimenti ibefrdi
olio, onero di graffo fi fufrero lauati .
Lincemo . Ut. Imternus . i fiume di campagna non lungi
dalla fiumana di F'oltumo, & dal caSiello .
'Ma^a.Lat.macra.è fiume di Lunigtana, cioò liniera di Ce-
noua , che diuide la Tbojcaoa dalla Liguria, thè hoggifi
chiama Lunigiana da Lune città antiquifjinu. D a tt.Se
nouella Hcrrà di Val di Magra, 0 di parte uicina. Tra
Hebro , Macra che per camm corto logenouefi parte
dal tho fratto.
M2ka.UtmaltafeuMartha.fiumecbe corre nel lago di
Bolfena^oue i una torre , ncUaquale tenta il Tapa i che.,
rici che hautfrero contmefro peccato irremiffibile. Mlcu-
tti dicono efjère una prigione m Roma molto bombite per
fimili delinquenti. onde DAS.Sicheper frimil non
io6f
Mauritania preffo all’Oceano dallo flagnante lago chia-
mato Hifideft fotta i luoghi deferti,et areno fi lofio ch'e-
gli i nttoffi afeondeiRiforge poi iT un altro Ugo maggio-
re nella Cefariana Mauritania; Indi cclatofi un'altra ut l
ta per ffatio à uenti giornale appare in Ethiopia , & per
lei tfrorrendo arriua lu Egitto, per ioquale egh a certo ti-
po crefeendofi lparge,érfertilifrimo fa il tt rreno,& al fi»
ne per molte bMihe entra nel mare dt lui. Ma Staéfii di-
te Tlinto,cbe fi chiama quella città d'£ibiopia/tl cui pacm
fiilTdfioprecipitandofi fra fàfri,& Jcagli pcrtrouarfi
cbtufò da monti,con lo sfrenato fuono toglie agli habitato
riCudire,eSr M.T/iUionelfbgnodelminoreMfrtcanofcri
ut; che toreuhienoHre piene del celefle fuono fon fatte
fónte. E come il Tiflo m que luo^i d’Etbiopia Cat.tdupa
nomali ,<talti monti cadendo , la gente bakit attrice di tal
paefe per lofòuercbio fuono é lui perde il fenfio dell'uért,
co fi non poffono C orecchi mortali riceuere quello irnmen-
fofuono,&perquefioilnofìro P e T.éce.Forfr fi come'l
Ifif tP alto caggendo Col gran fuono i uicin d'intorno afror
da.UTanaàl 'Hilo,-4.tlante,0limpo, ^ Calpe .Dan.
Erantal^qualtVengondilà ,oue’l’Hjiosaualla.\ i r.
Et uiridem Egyptum nigra facundat barena . Mauolen-
douederqueHa materia trattata bene, legga il dtfeorf»
fermo al Fracafloro ilqual è nel libro Tergo delle nauiga-
tioniUampatodaThomafò Giunta.
Ten-
nòinMaltà. OTÌgcoèfiumeéCarmaniapienoàportiatlibircaai,& un»
MaTCia.Lat.Marfya.fiume,nafrette luogbidclle fimtanedi fertile d^ Oro.
Meandro fiume,& correndo diuide-doameor&poi ano Palude Stige fiume infernale, lat. palus Ryma, infemaUt
daTiboronecmàpofieneUeraàcidelmonteSigma,me- palus.D a s.f'imTaludefachanomtStme,Quefiolri
ficdatopoficia al Meandro fi neuànelmare Icaro, doue fiorufcel.uedia fiutmmfemalia locS.
delia felle nudato,& in fiumana del fuo nome conuerttto. imparato bauea , che qualunque cofa egli toccafre oro
ma altri dicono Marfia fiume nella cima del mòte bagnar diuenifie. * '
JnattàCcleiK,^daqH{U*ufritoeffer<tpfelUtoUoa' V eneo. Lat. è fiume àTb^iglm mtllD ctUttModapoeti
*
Actjut ELEMENTI Ac<)ua 144
per la fattola di Daphne amata da Apollo, ìaipiale fàggi danoj;'l Rhcno^ ttmde falfe .
d0lojopra[ondedtlnifitra>formòmLauro;&imptròle Rubiconc.i«. rnbuonjpiuiolo fiume tra ^rimino, &
jue riue abbondano di Lauriamde ti P e t/Hon di Tento, Rautnna -hoc .E'I Rubicone , ihe douea l'ardito paffo
ma d'ua piu altero fiume. Quanti fur chian tra Tento, & preftarea Celare, &■ ,Albula leirfpettante;& a cuigliiio
Hebro.uedi la Sloriaa Daphne. Sa s.Iluecchio Tento, noriddmòdodaueanotuttiejferjottopofiiVit.ìì ah.
Ifò.Lat.padus.i fiume notijiimom Lombardia, ilqude na- Etfidtò’lRubuon,fuditaluolo.
fic nel grembo dell'alt iji mu> monte yefulo da 1 fini di Li- San terno fiume d’Imola.D a s. La città di Lamone, & di
gnn Oabitni,con chumjliino, & breui/iimo principio per Santerna Conduce il leoncellofil mdo bianco, uedi a Ful-
Calpi fendendo, & poi calandofi fiuto terra. Indi ri/òrgen turno .
do trenta fiumi, &C onde de Laghi tmmenfi porta feto, & Sitno Fiume di Campania/! in terra di Lauorio daW.Apen 107»
mette coafeue bauhe nel Hadriano mare fi^rgcndofi Ur nino nell'ijoiadi Cuprea tendente;fc in quefto/i legno/) pa
gamente.oade fi dice fare fette mari .Crealo chiamano glia,o qualunque altra cofacafibino in pochi ^mi ftcuo
Eridano ,&lo iUuflrano con la pena dei fulminato The- pre di Jcorga di pictra,&c5 quefle poi gli habitàti fabri-
totue ; I Lai mi b chiamano Tadus trahendo origine, fecon cano loro cafh,èirdi queflo per midato é ce/are 'Np-one ,
do che firme Metrodoro Setm da gallica noce, perihe Ta fu di fopra edificato un acquedutto poco piu alto della rom
dui galUcaméte fi chiama la pece arbore, bquale abboda dice del monte cominciato co pah , ir altri foflenimenii di
intorno alla fonte diluii Liguri i chiamarono Ródilo efien pietra cotta faiti,&ef}o acquedutto infitto a Fiijeno ha-
dogli dapreffo un caSieUo detto anticamente Bondicoma- uendofeome giudico) xh.miUepafii é lunghej^ Quiui
gp ,oue lamaggunvalteggiadel fiume conrincia :& però era fóncLuot acquedultodi pi fiina di fmifurata grande^
non immeruamiMleida poeti dimandato Re de fiurm,fo- za. però cbeUgolfo di Rate per cagione del foljo dcll'acm
tttcilnolirof Bt.Re de ghaltri fuperbo altero fiume. quedelbagnopoiabdigranpenunapatifce,&conCabo»
Thetonte odo; ibe’n Tò cadde, & mono. Sopra Teuero,et dan^ à quello rifloraua il mancameiuo é tutta la riuie
-dmo,t'lTò/iouedoghofo,&graueborleggm.'Piben racongranéfiima commoditàdeglihahitanti . .Alcuni
può tu portartene la jcorza .D A K.Su la manna , doue’l non ponendoui mente pmfarono queflo Sarno e/ferlarno
Tò difeende. Fm a Gouerno,doue cade'l To. Endano, ue- fiume é Firenze.
dia io6}.Tbetonte,nedia6iq. Sauio.^jime c/;r correprefloaCefena da Latini detto Sa-
>7 1 KhcnoJjitpicciobfiume/iafce i-Apetmino uerfo Tiflom, pu . Lincia fi nel mare .Adriatico .D a n . £r epteUa,a cui
fideua correre tra Robgnajiìr Modena Jontan da Rologna il Sauio bagna il fianco fideli Ce fetta,
parecchi migba,dopofu condotto a Bobgna. D a M. Tra'l Seheto.Lat.libethos.fiume cekbratiflimodal Tonfano Jiog
Tòa'I monte, & la manno/e'l Rbevo-A dieer fitpa tra Sa gi detto il ponte della Maddalena fuor delle mura di "Hgm
uena e'I Rbeno. Quefli fimo duo fiumi Puno dall'un de lati poli.S a n.II bel Sehetbo accolto in picchi ftuub.
di Bobgna,^ CattrodalTaltrobio . Scna,o Sina.Lat.fequana/tjielltto Hadrbtico tra Sapi,e!r
Rlicno. Lat. rbenus,& rbenum.i fiume in Cermamafil cui Mufido, forfè qllo,che Senogalb pafia , bi ihe‘l Roccaccio
priucipb è qua fi nel mez^ de fonti del Danubio , & del Pa fermi onero quello c he pafia per la cittàfamofifiima di
Rbodano/ie i Lcuipontii/rai fini delle Curiefe/ir Trientim Tarifi in Francia, onde forfè que popoli fi chiamano Seno-
ea Diocefe/unlungidaJtaha/mero come altri difiero/n nesjbenche gliamicbi/iondallro nome,tbediSequattail
Rbetkprrfioaboghfouenafionoikini detti Oltrinafca, thiamauanoflabhÓdantedipefci,fcparaiBelgidagli Cel
pajfa per li tenmmcb molti popoli,de Coflantiefi,delli titfainqueliaregbaePlfobdettaLutetia.V Bi.Rhoda
• Uebetq/de Borgognoni fie Metefi/i.Argcntinefiii&Tre noHiberio,Rben,Seaa,MlbiaJLera,Hebro.D Atc.lfara
ueritjéparab Franciadalla Magna, alfinemettenelP 0- icide,CT Era,&uide Sena. Ani. Tremò Tangi,ffi- torbi-
ceano . Tohtiano neUe epiPlole fcr'iuendo di queflo fiume dofii Senna M. folta uoce/t queli’hombil grido,
tufi éce.Fluuium hunc cebturum infante t tntra fuum fu Serchio . Lat. Serculuui fiume propinquo a Lucca, il quale 1 07 7
num comePlos fi polluta matris puduitia efient fu finti tà da Latini i detto Muliris,uel Mufir.D a sJìjii fi nuo-
quam impuri lefli uindicem rapida uorticibus fuffocare ta altrimcmi,che nel Serchio.
unfuefie . Qjioi autem finfijiet legitimo , & impolluto Sile, Lat.fibs.i fiume de yinttbni efee dalli monti é Trini-
uatos matrimonio in porti placida aquis extulifie. P E T. gh,& bagna la città di Triuigi.'DAti. Et dono Sibjet Ca
ebeparia quefla il Rheuquando pm agghiaccia .Arder gnam s’accompagna Sdi poi fiume grande attàto, che dal
tongltocchcChcunque alberga tra Carotina e' l monte E'n b eflercito d’Mbffmdro Magno fu giudicato effere d Ta
tra’lRhodaao/e'l Rhenoc& fonde fòlfi . "ìlonTefin ,Tò , nai cÓciofia copi /he gli Scitbi tutti chiamano queflo Siti,
Rbodano, Hibro,Rben . et Battriani foli b appellano Laxate SUoè fiume de Terfi
fliiodìnoè fiume ,fhenafce circa ifinidelladiecefe diSe- daimonti Sufianidefcendente.
dunoprefioalmonte chbmato giàBriga , parte la Tro- Sorgi fiume, uedi a (èrga fomana aioSS.
uenza dalla Francbfafia a yienna,pafia ad Muignone, Tagliammco. Lat. Tdauentum. è fiume in friuli.D a n,
^ per le ffle mariane nel marTirrbeno , è detto Rodano Che Tagliamento,& Mdice rinchiude.
dal rodere /he egli fa b riue dt quei paefi, onde nella xx’i, Ttgo.Lat.fiuine di Spagna.eìrdi Lufitanb hoggi delta Tor
epiflola dopo k fenili , Itaque Tjbcrinos Cunfìa roient togalb,del qual fi dice tarme effere d'oro. A r i.Tra fin
Uidaausu,,ut....laTlinbfeguendoiCreci fcrittori di- do/lTago,e'lTdJb/irbDanoia.
wo flra che egli bebotd nome da Rboda Celoma Rbodùt- TirnifffiumediLondra.lat.Tamefis.D ah. Locorebe’n *
na;&cofiMiodanofcriuerefid«ecoiiRhajpirato. P et. fulTamigiaiichorficola.A R i, Sopra d Tamigiiluok-
Cbiunque alberga tra Caronna,itlmouleU'n tra’l Sfio- tordtclim,
T ij
e
Acqnt
ELEMENTI
Tìm,& TmjiM LatimTjiuii.&djCrrcièdtnoTéiui
jiiunc nelSettcìnoaeAtfct monti Ripbei/me fono fred
dt^rjttiùjfimiyfh' i ttrmtni delf ^fa, & della £«rup4A**
fce nella Sarmatia <[ Enrofa,mette nella palude Meotica,
entra nel mar Enfino prejio Theodofi città.P n.LaTa-
na,ilVjlo,~*ilante, Olimpo, & Calpe.'Hpn Tefm,
Tò , Tana , Hijlro .Dan. Di nerno U Danoia in Un-
Sìerub "He'l Tanai là follai freddo cielo .San. il fred-
diJftmoTanii .
1074 Tefino, oTicino. Lai. Tuinni fiume é Lombardia, dallago
urbano procedéte,corre limpido con l'onde, attanto cb'an
chora le pieciole pietrai^ pojia efier nel fondo ucdnte .
bagna Toma che Tiiino t detta , città nobiUffima già cafà
regalò Longobardi nndnjie ottimi pefci,ey ffietiaimente
Temoli; mena arene auree, nel fine alTòfi mefcola.Famo
fo per kmtioriad .Annibai carihaginefedopo pafìatital
pi. 9 ET. "HS» Tefin,Vòje'aro,.Artto,Udige, & Tebro.
A R i.EcbeconlutLambrajtTicmfimefu.
Tcucro,rftro,dr Tòro fi dice. Latjeybrisjet albula. fiume
Tnompbàte per le uitlone de So. nafte ueli'.AppeHnao ,
Tra il Latueet la Tbofeana, chiariffimo perla ctttà é Ro.
doue egli pafSa.fu detto Tebro da T iberino Re degli alba-
ni fecondo deuni ,-4ltn uogliono efSere fiato un Re di Tbo
ftana detto Tiberióltfuale come corfale molefiando il ma-
refi perforgafi altrmitifibcono eflerft in qutUofommer
fé. & altre ragioni afiegnano , lequali perche molte jbn»
lafctamo. P e t. Sopra'l T euero , tir C.Arnoje'1 Vó . 7{pn
Tefin,Vò,Tebro. Lfuonti in fui Xante Ar quanto iaualdi
TebroiChebaldanroftmentecorfealTibro.Ro c.'Hel
le foci dell' Imperiai Tenere .fcu. San. Il triomobante
Tenere : ilqual non come gUaltri i coronato di falci , 0 é
canne , ma di nerbimi Lauri ; per le continue mttorie de
fuoifkUuoli:
Thoa antitamite cofi detto fit uolgarmhe -Acbeloo.
Tigre.Lat. Tigna, fiume, in Ungu.tde Mediti ftgnifica faet-
taadetlo da Tigre fiera uetocifiima nelcorjo. n.ifle nella
maggiore jtrinenia nel pieno d'm luogo detto Elongoft-
uejaoue efiendo tardo il corfo i detto Diglito : poi rapidi/^
fimo,& ueloiifiimo fatto, Tigre t’incominiia a chiamare;
altufafi prima nel Lago .Aretilfas fiifUnente ogni pepa, e
entro con grane nebbia òirante , tTproducenie fola una
foggia dipefci,Eti mirabd cofa, nell acque, ne ipefei del
fiume mefcolarfi col lago. Indi ufatofi'inchiude in unafpe
lonca del monte Tauro, poi liberato dà doue fi dice Zoroan
dea arriua nel lago Teibtde , & un'altra uolta ìinch 'mde
nel neutre della terra, Indi apparendo uerfo iqipheo pafia
prefio ad .Arfania fiume fie fi mefea con kijbenihe fi cS-
giunga,quando egb i tnfiato.Egli ét Armenia accogliendo
taoUi celebrati fiumi pafia per gli Arabi,pergb Orciper
gU Adiehem,&giraperlimontiCioriam di qiià dalla
Seleucia Babilonia cxxr, mille pajiifiir fi parte in duo,l'u
uà parte andando uerfo meggp di /altra da fettemrme .
ritolte poi [acque mfieme,fi chiama Tafnigre ipoida
Media riceuendo Coalfe fiume nobibfiimo fiffarge ne la-
ghi Caldaici imli^rfo con dieci bocche entra nel mar
Terfico traU foce di duo fiumi fimo xxi . nulle pafii 0 com
' mealtridicono vij. ma molto dapoiEuphraie fu chtuf oda
ghOrcbcnierdauUim,ncgiui^ìHmarefenoHdopoTi
gre. Solino due che egli i duTigrepótutoal fenoTerfi-
~r . io iti paefe che quefii duo fiumi (buiionoTigredaU’orkn
Acqua
te; Euphrate dalToccidente. Mefopotamia é detto, fannie
fonti de delti fiumi lontane [una dalt altra due mUa,er
fettecento iìadi ; come ferine Sirabone. P et. Et d'un me
defmo fonte Eupbrate,& Tigre ; tfon Tefin,Tò,Eupbra
te,Tigre . (^Boccio Ttgris. v Euphraies uno fe fónte re-
foluuttt.Tigreammale.uedia ttip.
Tìmauo dagli antichi chiamato mare,prr efiere [acque liti
fe,& impetuofe,fi come degreii,To^io;et de noflri trae
rone fi rifie perche di fette fonti, & con profondo & latif-
fitmo fiume corrono al mare Hadnatico, un fola ui dolce ,■
& fecondo che narraVofiidonio da monti difcefò cade in
profondo indi fatto La terraiiigbìottito per fpothilt cxxx.
[iodi efee m mare, tlR oc. nel lóro de fiumi dice Tima-
uui yenetorum fiuuius efl Concordia atque Tergeflo oppi
dtsproximut ex monte quidem per nouem ora effufusam
pltfiimum ante alta fontemfaat^x quo uno 1 andé exient
alueo in Hadriatuum funduur mare in fina Tergefiino .
fuere tamen qui daere hunc fiuuium apud Antenoridat
effe,&ex Euganeo monte fundt,quodfaljum efi ; Lequai
parole pare egli che pigliafie da Vompomo melajlqual di
cecofifAtinorisproximaefi a TergeRe Concordia in-
terfluu Timauui none capitibusexurgens , uno olilo emif
fus/indcV I K. cantò di Timauo,ynde per ora nouem ua
ilo cum inurmure montis It mare praruptum, & pelago
prenut aura fonanti . Timauo i anchora porto nel feno di
Aquileia die ferine Strabane. Altri intefero le paludi
Atriane, fette man chiamate Jelle quaifè menttont Tli-
mo nel tergo libro . Altri il mar proprioalqual perfuana
tura frange ne i hti,cbe co i fiumi limare anchora non pof
fa allentare il fuo foco, drperòldice il nofiroP E T.Tana,
Hiflro,Alpheo e l Mar che frangeà.Timauo. & il Bembo
nella ungane della morte del fuo fratello; Ver duol Tima
no in dietro firiuolfe.
V siTo,i gran fiume dalTalpi corrente oltre Tqicea , & parte
[Italia dalia Francia termino antiquifiimo .Dan. Et
quelcbefèda l'aro infin al Rheno. P E T.T^pn Tefin,Vò,
yare,Arno,Adige,(lr T tbro .
Verde fiume /nette nel T ramo no lontano da Afeoli. Dan.
Di fuor dal regno qua fi lungo al yerde.
Volturno^«we. S a N.Oueil lorbolente yoltumo prò-
rumpe nel mare,& lanterno ben che fohtario ; niemedi-
meno famofo per la memoria delle facrate ceneri del àui-
no Africano.
Xanto i fiume del monte Ida/ir difcfde prefio Ilione, molto lojS
piu grande per fama che per [ onde. que fio da gli habitàti
Camandro fu cbiamato/lquale a Stmeonte cSgainto,fatta
una palude Talefcamandro chiamata fi infonde nel mare
di Vropomide. ejrXancho^ altro fiume per Licia corren
te,da CUI la città i nominata. PtT.lìuanti fulXanto,e
quanti inualdi Tebro. B o c. Soura Xanto belltfiimo fin ’c-
meinThrigia correnteconottdecbianfitme.V H. ' '
Torrente.Lat.torrens/is.ifiumecbenonfemprecorre;ma ^
die alcuna uolta fi fecca , comebabbiamo moflrato nel
principio de fiumi a ijjy.P et. Ofelice tohatbeeroua
Uuado Diquefloalpejtre , & rapido Torrente, meta, gfi"
Dan. Quafi Torrente ch'aita uenapre”"
^uo,Rio,RufceOo/ìrRigagnoJkt9mu^,. .umt.iacqua
ptcciola procedente da Lag<) , o fonte fopercliame , onero
fatto arufictofamerueptr hauere gunilidìtà ifnequa/o-
me è deaoa fiume* 1)57. P et. 'Hs-
^ fiino
*.v • ^
9
I
E L E M
Acqui
K»a fi difgombri . fifiiH'i iihM altro Riao. Rita Corren
rtfiht,SKeIU,Uitidi,Millc. B o cVerfo mi Rino iac .
qaa cbuxrijiima^quaU dà con fiiaitemormorh, bora tur-
mélfwii dietro trandiBime pietre da oli alti mi
dijfwii dietro grandifiime pietre da gU alti monti con ru
More^iaccnote^U afcoltanti infeftàdo difcendere,o tjiieU
il tutti in pietra per lo Shringenle freddo t fiere tornati pi-
gri. A u. A k i. Duo chiari nini mormorando intorno Sa
pra fherbe mfan tenere , &■ none Et rendea ad afcoltar
dolce concento Rotto tra picàol fafiijl correr lento ,
1077 Rio . P E T. Hifrtnfe tonde in un Rio ,cbe Cherba ajconde
Caddi. Tion hedera ^ete,Totna’lfoco allentar, Quanto
un bel Rio. Et già é là dal Rio pafiatoe'l merlo ,
Rufcello . Lat. riuulus , i canale é acqua corrente . P s T.
Miriuedraiibur un Rfifcel torrente. Boc. Et la fontana
con Rufcelletti procedenti da quella. La uermiglia arena ,
che di uarnRujiellettidifingue era falcata. T h.D an.
t'ifutoo del Rufcel di fopra^uggia ,Si che dal foco fol-
lia ( acquee^ gU ^ rgini.Li Rufcelletti Facendo 1 lor Ca-
nali fredé & molli .Ari. Sofrirando piangea tal tb'un
RuJieUo Tartan le guanae/l petto un Mongibello. Mur
muranti Ru felli , e ebeti Loghi .
Riglgno,éio tino. Dan. Sei prefente Rigapu Si derma
lojidal nolìro mondo. i un rufcelletto.
Doccid.Lat.du8uieiquarum,aduccndo, è condotto di ac-
quaaguiftdi riuo.D AH.Toifrn'uàgiùperqueflaflret
ta Doicia.'Hqn corfe mai fi toflo acqua per Doccia .A noi
ger mota di mobn terragno .Atti. In tanto Utngu la cor
teme Doccia uider uentr.
Canade. Lat. & canaln,iquagium,euripus .Boc. DaW al-
tra parte del Canale. Canaletti afiù belli , & artificiofa-
meme fatti, yn bel Canaletto raccolto mfino a met^ del
puno uelocifiimameme dtfcorreua .Dan. Li Rufcelletti
facendo i loro Canali freddi ,& molli ,
107 8 Goca.Latjiquadu8ui. i canaletto di acqua correrne, mgni
fidi quella che fa uoltare imolini. D A «.Mentre noi cor
rcnam la morta Gora. Crdifje morta perche non correna,
& pel contrario diciamo acqua tana quella che corre , &
mona quella ebenon corre. A%i..A uoler Mondi pafiar
per quefa morta Gora .
Bolgia . à bulgii Lat. che pino le bifaccie , & dinota ricet-
tacolo , & ogni copi che ritenga m fe , come è il golfo &
Seiio.chefidtniandanBolgi’.ondeD A «.dimanda Male
Bolgie I larghi infernali , per ejfere mah ricettacoli . Lno-
gi è nelf inferno detto male Botpe . Quindi femimmo gen
te ì che fi nicchia He [altra Bolgia . Ter uederdela Bol-
gia ogni contegno. Il modo della nona Bolpa p/ggiO.
Foce, cS- Foci, lino le bocche de fiumi, & kfirettura delle
uaUi.uedia 1418.
TjlLyDt ST.4GHJ UT LjtGHl.
1079 Palude, è una certa rannarrgai acque, & le piu uolte man
tante di fondo , e<r di qua ,eirdi là monemefi fecondo il
uoler di colui che fece il lutto . La palude per qualunque
. cagione f i diminuifce & faccrefee le piu uolte uedia-
mo t luoghi H'nrerra , dr baffi , per abondairga é fiumi pi
uenhifarit <c3v*«di . Magb Sragni fimo acque pigre,
kquali tLiUo Slare fi pigliarono il nome, liquali mntfiun
luogo piu , tbe’appo li liti del mare utggiamo efii re cm-
. fiùtiperioboll»rtdelcotttrafiatemare,&al[mcomro
f
E N"T- I Atqua ■ 147
Combattente, acciò [andare sù, & già del mare con tutte -
le forze non poffalPierameme emrare; ilperche le uegnf
ti acque Pubicamente fuperando le ripe,& i luoghi piu baf
fi fi fieno con [acque amare mefcolate , hanno di me filerò
ebefenga ritornata contendano , dr ociofe fi fermino , &
conciofia c o/i, che [acque delle paludi filano femplici , dr
delti fiagm fonofempre mefehiate , Le paludi nudneanoi
pefei , iquati lo fiume padre feto porla , >i Stagni nu-
dnfeono gli marmi peftì dal[ onda gittati. Spefiifimte uoL
te gli Stagni fanji putridi, gp- rade uolte le Taludi, & ano
chorch'amendue eshalino aere, & nebbie peflifere.ei gli
[lagni fempre mortifere , attento che affai mamfefto fia
qualthe fiata prefio alcune paludi efiere almeno aere to-
lerabtle, conciofia che non unquefitaapprejfogU Stagmeet
però appo le bocche delle fiumane uedumo fempre gtihaa
bilami é brutto,^ paUido colore At di malaiia macchia-
ti, (p- auenga che quafi ad un medefimo modo fi generino,
efranchoracondiuulgata opinione fianohauuti periime
defimi, non fòno però una cofa mede finta, come largamen
te babbiamo moflrato .
Va\uAe . Lat. palus,du. P e t. Monti ,yalli, Taludi, -
dr Mari , &■ Fiumi . In ahi poggi , in ualle ima dr Ta-
lufire. idefl paludofa .Dan, Quefia Talude che gran
puigppipira.
Impaludare . Lat. paludcm mferre. Dan. HeUaqual fi dio
flende, & la impaluda .
Stige . Lit. flyx . ^ Talude d .Africa uicina a Siern città ne
luoghi ultimi d Egitto , uerfogh Etbiopi , laqual è mobo
fango fa , & di canne piena ,attantoihedi^cil cofa fia il
fafiare a [ifòla Bathocofi nommata , cui Suge circonda . ■
Quefia in nero chiamano Stige che trifiitia fuona , per-
che perla fua difficultà , periglio , & trifiitia induce a gli
oUrepajftmi.
Sù^anchoì palude deU inferno celebrata da poeti. dicono
quefia circondare la città infernale diTlutone Air meritern >
uolmente ; perciocbe colui che quiui purga la pena fenM
freranga ih perdono fi di piu lieuepena,mantienfi in trilli
tia perpetua.Diceuano gl’ antichi per quefiagiurare^uafi
per trifiitia all' alme gloriole aduerf a .Tet.ToI di' io ni
tema del nocchier à Stige ueé aWinfemo a 1 805 .
Sta^o . Lat. Hagnum.icome il lago ricetto di acque, E 1080
fiumi che crefeono per commua pioggia ,]pargon tonde,
che ndutle in un luogo baffo fanno Stagm ,& Laghi, &
Stagnare éi iamo fermar [ acqua , come fiagnare U ua-
fiiche non cola , ma fi ritiene cbiufò [bumore che ufiir
non pofft . onde la bctte,per lo cui fondo ufato fia il nino ,
fiéce Stagnare quando non elee , pur che non fia nota,
dr onde appare il fiume che ftagna non douerfi dir fecca-,
re . fecca il fiume quando egU i afciutio fi , che poco habm
bia, 0 niente d acqua . P e T. Orfonon furon mai fiumi ,
ne Stagni Et circondato da Stagnanti fiumi. A R i.Come
fiormo daugei che in riua a un Sfagno yola fccuro ,efuA
pafiura attende.
Stagnare. Lai. Dan. Si come ad .Arti, oue’lRbodano flou
gna .i. fi ferma.
eia ne, ^ Stagno é Sicilia, non lomanoda Siracufa . finfrr»
gli poeti queflo effertfa nimpba Ciane compagna di Tro- .
ferpina , laquale uf tendo contraSiare alla rapina di Tin-
tone, & di^regfiata non potendo , piangente fu in Slagno
cotmerfa. , • '
•it . T Si;
t
u
i
/
.icciut ELEMENTI Ac<] ut
X* j.-jjno é Diam iapprefpiglt Sciihi, appo il<iiia ion dimojhart diaiuogimUcio ;ba gran tempo, thè app9
le Duna i barata, & dalla quale i nominato , toaciojia qneflo balijino fi raccogluua.gU alberi del quale ijlirpaà
cbe & efia da Scubi Scithtca fa ibiamata . furono da L leopatra é M. intorno Rema a£gttlo;et M
Lago,c!>' Laco. Lat. lacus,& lacuna, & latufculus ì il lago li inaino ad uno trattò in ^Alefiandria , doue feceltpia»
ptcttolo^quaft lucgo di acque. Si trouano aleuta uoltai La tare,i^ li fi Hanno infitto all’hodierao giorno,
gbi fcemarfi,& aUroue crefcere,& ambe feccarfi del tue Murno.i.fi»{a dtlcttatioae,i Lago allato deflro deltaUier | og j
to, &■ altrouenoueUatnente na fiere . come fi ut de al Cu- go delta Sibilla anJàdo uerfo Outdente noufiimo per quel
loihcHomero^t y irgilionecamaroHo,ouegUanticbifti
mano& T^apoletano paefe , conctofia tofa,the già molti
anni adietro li Lago Lucrino jfiaruc del tutto , .Agitano no
uellamente apparue ; dclquale non battendone firmo i no
ftri anticbi padri ,èf 'gno cbe egli fu nuouo Lago ; cofi de
fiumi,^ de Man, imperoi be in multe parti bora i terra,
oue prima fu mare,& allo incontro in qualche paefe ima
re boggiflelquale per adietro fu terra, fono generalmente
ne Laghi grandifiimipefci&faporiti. P e T. yeggiolun-
ge da Laghi Attenti, ir Stigi . Cb'io uedri ficco limar,
& Laghi, & fiumi . Hot uorria trar da ghoccbi noflri un
Lago. B oc. Et pefei perla Lago a grandifitme Schiere,
y a picciolo Latito . Dan. Augi che noi ufiifitmo
del Lago .
maroitti I befufie la ma che andafie ali'mfemo .pochi pefei
produce ,& piccioli <2r non buoni, ma ne ricette de grondila
fimi oLune fiate dal furibondo pelago inefio lanciati, O"
benché forfè al pruno guHar Jelt acqua paia éfficite,n3-
dmteno afiuefattifi in quello fi muono non molejiait da pe
fcaton.fi due Cejare ottomano batter fatto da ogm parte
tagliare,& eradicare le filue che ui erano intorno, et per
queHo hauer il luogo fono renduto. P e T. JiiA tra monte
Barbaro & AuenioL antiquifiimoalbergodi Sibilia Taf
fondo, fitiandardrittoa Untemo.Kta.Merlttt col libro,
ofofie illago Auerno, Ofofiefacro a le 'Horfime grotte .
Benaco.^itf, bcnacui.èil Lago di Carda che produceiCar
Allagare. I^t.lacunare. per inondare .D a n. Chegiamai piom, iqmdi fi dice nutrirft'de tarene d'oro. D a n. Tion
piu nottiallaga . piu Benaco,tiia Mengpfi thtaina. &yitc. fluHihui,^-
toil Difiagare. Lat,éffuttderefacumemitlere.ualaUargare,& gcmituafiurgcmBenace marino.
dilatare , detto quando [acqua fa Hagno, o lago .Dan. Bolfena Lago .Dan. L’anguiUe di Bolfina , & la uer-
Et diedtl uijò mio incontra' l pog^ , Che’n uerfo l del piu iiaccia .
alto fi diflagadiaUargaintendendo però del uifo . ma intf Cimmo.Lat.cyminus, i Lago prefio del Thofeano monte no
dcttdolarelatiottedelMggtoéreiàflagai. fiHrmge ,^r moto Cimino, gli antichi dueuano queHo fabulofamente
non t’allarga, percioche quanto piu d monte fi efiende uer efiere nato. Tercioebe efiendo alcuna uolta H ercole a qne
jòdcielo piufifirigne . HiDopoli^eriienuto,& effendo da lor multato a dimolira
Dilagare, per mondare. \ki. Et fi non che li noti il del pia re la uirtu fica ificcoe un palo di ferro in terra, &nonpo
torno, Che dilagò é tionia of cura U piano Cadea, Come tendo alcuno cauarlo,egli efiendo pregato cauollof 'acqua
in fi largo ^atio fi àlaghi. fithitameittefcguitò d buco del falò tlrfeceto lago .
AncticOji lago d Egitto, dintorno alquale nafte papiro , di Regillo,è Lago nel contado tbufcuUno,cbe Taoh Tofibum j o8?
cuifuronofatte le prime carte . mio dettatore guerreggiando contea Manilio capitano de
Afphaltiji laco } Sonatila prouincia cbe già molto è cbia thufculani , Cafior ,&Tcdluce prefio queflo lago apparo
mata é cinque città. & perche i grande ,<fi- fim;a moto è
appellalo mar morto , alcum lo chiamano lo mare faiina-
rio,& ueramente in molte cofe i mirabile, prima non prò
duce cofaalcuname ricette alcuna fiietiedammali uiueti ;
laqualcofauolendoye^aftanoprence conifferimltoue
dere'f certi buomini di nuotar ignari , <ir 4 morte dannati
ueroper la^rte Romana fortemente combattemi,& di-
cono a Tubilo y alerio y athtio podefià di reatini ; di notte
a Roma andante.d di auanti dalli medefimi efier fiato re-
ferito Verfi Redi Macedonia efiere Atto fuperato,t!r
prefo da Taolo Emilio. P e t. Et quel cbe i latini tónfi J%
prati lago Regi Ilo.
comattdimquefloefierbuttatiiiquah benché fommerfi Setipho fi Ugo an cui mutole fino le Rane,&s’m altro la-
fuficro,uiMÌ come da un grò fiirito furono dijoprajjnnli , go fieno portate coafiano con la filila querela, &Jèdi al-
cofiianchora non riceue uccelli ufati afommergerfi; tutte tro Ugo in queflo fono portate, par coafiano come fileua
le cofe che mancano di Ulta inghiottifce, et firn porrai una no, tiri nominato Seripho dadi fola , doue eghi.lo fonile
^cernaardenteaóueadoillumedtfipranuoia,&quello fdelUgoSuendodiTbe(faglia.
f^tofommergefi coatto Je cuiacque amare, & al guflo Cot^o.Lat gurges. noi copia di acqua. P E T. Rimanti , dP
fafiidiofi producono palle moltogràdifiime di certa creta tu corrente & chiaro Gorgo. D a u.Semiagtà daUmam
di natura di Solfo,ilche fa il Laco non poter efiere da uen deHrailCorgo.
ti molerò, oltre a queflo è molto im^ieme di nauiga- SgorgareaiJ mandar fuori. Lat. egurgitare. B o c.Na» al
tiene ,cociofia copi cbe ogni cofa morta rifiute, angiforbe, . tnmenti che uena pregna fgorgbi nelle humide ualli ama-
tccntuai^ le afe unte di detta creta, eglii nondimeno te lagrimccomincuauerptre.V i.ì3 An.DoueTronto
utile aUilauamemidegliinfcrmimtedtca certi morbi.è di &yerde in marcfgorga .Fuori fgorgando lagrime & fi
lunghe:^ miglia fettecemoottaata,&éamfieg^a.cL ^irifimandando fuori de glioccbi,0- della g<^.
circa i funi margmifono le città fodomitiche da fuoco diui. Ingorgare . Ut. ingurgitare . ual ritenere raccogliere
mconfumate,comeanchoraaUuntueflgieteflificatto,& Ari. Qual fogUonl acque per bunumo»>>--rottarn^
iimnbilecofi,cbeiui fono aUuni campi producenti albe- gorgate alcuna uolta, e cbiufe: Che q- -u aienpoi
ridirarabelle^faaemtpomajntqftochechtteuedeè rottotlfiHegnoCafcano.euanccmgran . amt. dtffufis
tiratodaldefiodtmangiarìu,mafealcuiu>nrprtnde futi Talgha/rican. •
W^onfi^alberi/r nfoluonfimcenàe/r fumando fq Corollare iueddaiqoa,
tonte.
X084
I
Acquo. -, 148
evolute inqKeHo Uturfi , Molenda fotta fiatione mofirn- .
regnale fu di quello fonte la proprietà,conaofu che'l no
Acquo E l F. M E N T 1
Fonte.l4f foHs.è alcunarannafK^ £ acque al f rimo ufàre
delie mfeeredeUa terra, &alcMnaitoltainfejlqiiimto]if — —
liaente,iiciofia tbe molte fiale poi in piceni riM,o in am me io faceta mamfeJlofe/cJx accula tn greeo fitona cura,
pu fiume àuenta; & però fono quafi i padri de fiumi , & opei^ierdi che gli amiti fono grandifiimaméte moiejlatu
pano de mantiJoHie nel genere maf£T fan. P s t. file Acilo.Lat.acù.fomeinSicilia. nelqualfuconuertito^cL
Cbiara,Fma,l’’iuoTranquillo,Dltagnme,OipianloJ)i uedttHiHoruadjlci.
errore. Chi uide mai dbuum uiuo nafeer fonte! In una /i^giaippe.lat.aganippe,pes,i fonte celebratiJSirao uiBoe-
Fjmu ignuda. Et £un medefino foie Eupbrau.Hr Tigre, nafiui il mote HeUcona/mde Ouidionel quinto de fajlt .
fonte li horé lagrime notturne. al fonte che la terra Duilequ*f<mtet.AgamppidoiHippocrenesGrauMedn
inuola.Di duo fontiun fiume mpace uoUo . ilual mmpba feifigna teneiisequt, ouedimoflra tenere ilnome dei ca-
irn Fonti jn Selue mai qual dea. 'Heper duo Fèti foia una uaUo. Et nel quinto della Metamrphofi. Fonte Medufeo ,
fauiUa Rallenta . Stilla d’acqua non uien da quejie Fonti . (fir Hyantea -igaruppe , fono gb Hianti po^ é Boetia .
yn' altra Fonte ba Epiro; Oi cui fi fcrme;cb‘e fendo fied- & però dice il P n. Et mille eben C aftaglia,& .Aganip
daellaOgnifienta[aceUa.4ccende,&fi>egnequaltrouaf pe y idi cantar per [una, & Coltra nua.
reaccefa'He [ifole famofe di fortuna Due Fonti bacchi de Aon. Lat.èfonte nella regionedi Uomo, m cui è nominato ;
, CMnaBeemorUendot&cbideCaUra fcampa.ho c, alle M u fe furo idalquaU&efie gonidi fono chiamate.
uedirindice . D a n. Hor fei tu quel yirgilh , & quella Aretlmfa. Ut. i fonte dt Siciba alle mura diStracufauia-
FtntejChe Oiargi di parlar fi largo fiume.Sembiam^ firn no^n quella parte tbe fi chiama -drcadu.ueà la Htjlorid
mi penb'ioBiandeJJi L'acqua é fuor del mio eterno Fonte, ad efia ^rctbufa mmpba conucrla m efia fonte «»»4-
CbiedeCett^Fontelondiffufe.AKi.UFoHtedifeor- BMidiileJopoiaima fonte nonlungidaCarre,uedi labi
rea per merco un prato D'arbori antu]ui,& di bell'ombre [ìoriaa Bàbconuerfainfonte.
adorno i CVi mandanti coi mormorto grato U ber inuita. Branda, c fonte m Siena abidanteet Limpida.onde Dan. i 0 86
f afar feto foggioraoynculiomonticcldalmanco lato Le Ter Fonte Branda tiondarei la nilla.
difende il color del mero» giorno . uedi a Bibb conuerja in Dan. é Fonu nel monte Léano,da cut efee un fiume, ilquale
Fonte, & a Egeria mmpba conuerfam Fonte. tanto feruaii nome delfoiueyifincheficógiunga ad un’al
Fcmtana.ia//o»i. P ,s i. Fótana Chiara. DtpiarafiimU tro fonte del medi fimo nafcente.ilqualei nominato Gwr,
HÌta,Dibeltade,Fontaneyiue,Chiare.Etfarmiuna Fon Lat. ior. ma giunttmfiieme fanno lo fiume Gmdano. ,
tana opti £un Fagt'O. Sorff nel mej^t giorno una Fon- Egcria.i4tj«gf «a i font e nel bof co aricino ad Aricina pn
I Una ; tir tien nome dal foie ; Che per natura fuole Bolbr pmquojaqualc da T'tynw Tomptiio Re de Rmam fu ^
U notte. Ufi tondo [herbe , le Fontane e i faggi .lui non mje dedicata , & conciò Jufie che da luogo fturoufeifie ,
donne,ma fontane &fdfi. fi oc.ynabelbjjima Fonu- per aumentare a fumparb^tiUfédeatel^d^^^^
maa^r fieddijtt chiara, yna Fontana di hianchijfimi mar go fingeuafe douere configbarft del danno,& delle cqfe da
mMiCacqua ebondante.ueàlndice. Ami. UFonteeru fare mentre folitanoefiercitafieia hUromatia.
non moltaafottilopra Di loggia aguija,opadigbon; eb bi Gu^phii.Ut.fiuerfomedi Gargotta im BMttaaDia
■eiut Factie dmiatetiuoruoadibnx cuopra yn cui d'oro na. giàfacrato,alcUHt ifimuno chefta queUo taefio che e
. I- f- •7.- Cuigi fontana di 1iegroponte,& la diuerfita de luoghi
noi eòiradice,conciofia io fa che facilmite thabbu potuto
[un per[altropigbare;percioihe'Hegroponte da Boetia
non è ci altro mezgp diuijòjaluo che con un canale. In que
fiouideAtteone Dianalauarfi/biUaqualefuinceruo traf
formato ,&da fuoi cani prefio que fio fonte lacerato. T.
Tm uolte uditogli ho citar la Enfiala, di’ atteon fece ala
no,ebeli,ituttaigualmete.Fermauatlpiecuqiuniuque fonte Gargaphia Quando Diana giuda [hebbeui^la.
Mi feont Sopra duebeUeimagini piu balle; Che con la hoc- Voi come d'acqua lei tutto [inaffia E de la propria for^
ta aperta faieanfigniChelcanio,e[harmoiùalordiiet- par che'l fiperi.EtcomemCerMofintàtoicamdgragi^
tAUE quell'atto in che fon.par che difiegni, Chel’oprae Gioue,ouero famedi Gunuimarauigbojò;perocberfiendo
rfiudio Ut tutto ioltfie U beUe donne (u gbhomeri : fi-edàfiiiuo,(elefjaprdemifienomefiofommerjemgm
Jianno; Seftfier quet,di cu'tnfembiantit nonno : l fimu- fadegUaltri ifmorxflU '■ ma le faci fiume naccenie; iMif
iacriitjeriorimmjnoHaueanbinghe,&ifiimefcrit cafulmerttgio.&amexxanotte é fouercbioabonda,
'tHre,OueftceaaconmoltalaudcpianoltiotmdelIe pudt per UquaUola dalli babitautii appeso Anaponomen^
,tne figuro. E mofirauanoanchor poco lontano! propri h Hippocrcm,-. Lat.oIppocreucfomeéBoetiapfimi^aU lo»/
roinBotenonoliure.&queUochefegue. -cumquefioefiere nato deUapercotttura del c^alUpega
FOntLd- romane ecUbrate da nofiri Toeu . Acidali,Aci- .)ò,& da uidifimra nomatofilqual fingm^ofatilmme i
U;Ag«mppe,Aon,Arethufa,BébMrdda,Dani&gior, fiofieriofe fi guarda all bifioria ficondo akuni , tU uo-
' Èteria.GargapbiaJl Giouefiiippocrenefiarope, Salma- gitono Cadmo fedendo a caualU mentre afe,&alh com-
■U Sorga pegni cereàualuogoiFbabitare prefio quefio fame efierfi
1*85 Acidali. Ut. Aceto, •bui fonte in Orebomeitoeiuà di Boe- tffcrmato:& penhe tgbfn delU greche lettere nueton,
Hutlquale fu f aerato a yenert,tr tal uolta da Im yene. la cognitume delle q»ah forfè bpre fi, uoUe quello e fiere
' aeJuidaltìièAppellMa,magtianiicbipoetidigeroletre fatratoalUMufè.^perctòfot»dettcHippocranda.
‘ Craiif figUuotedi Gme,léquaityenereiiiidtjcoiioffier \jiape^oUnqpeiJome,mcMi^onp "Fiarctfol^fiprt-
* T nq
-ot
etto teccie aistimeimoTnoaaoona imvfiu r»
che tutte era cU fitto Colorato difmalto le fiifopra Etot
to llatue fon di m.irmo bianco, ibe fifiengon quel cui col
braccio manco .tle la mnn defira il corno d’Ama.tlua
(culto bauca lor ingenUfo mafiro Onde con grato nmrmu
re cadea l'acqua di fuortn uafo dalabaflro. Et afembiaa
tga digr.m donna hauea Ridotto congranSarte ognipHa-
Mro; ipn d'babuoA di faccia differeme . Ma gratta han-
no,! beltà tutta cguabnete . Fermauail pficufilundtque
Acc]iu EtEMENTI Acqua
merimtMe Htduto, & prfjò delTamore di fefiejfo pnfo ucr^^ofi (ontr<t medici i»miine, & a gli amici molte It
di quelli) ejferfi morto . deiioll piflole, & dire ciòdeuita folitaria a Vhitipp» uè-
Si^niiCt.Lat.ifoate in Caria appo ^licarttajfo cittiMqna [coito di caHagUone un libro con tanto ifqmfuo,& fubltme
le con (alfa opinione de molti i creduto indneere alti benen iìiie,ihe pm prefto da diurno che hnmano ingegno paia ef
ti morbo uenereo. Et per qnefio iHiinano la fit tiene poetim fer nfciiofer laqnalcofa dopo cefiato lo qua fi antico mira
ut effer nata, Uqnalc legge ji del fanciullo Hermete dalla cola deW acque, & fnperata il furore dell età, dapoi la fua
nimpha Salmaccpref>,&didnecfferefattonn torpo/n partita, gli habitatori, nifitano quello albergo, a guiptà
no, galero feffo hanente. Ma altra cagione dinerfa ha certa coja facra^t é ditinitàpiena^ quei thè non tanno,
dato luogo aUa fittione, agli animi intendenti fe info- <$- a forelhen dimojlràdolo in luogo quafi di miracolo.oiu
tuia fia nataal fonte. L’acqua ueraméteà quefia fónte i de Cillejfo P £ r.teltbrandoU dtce.Mira'lgranfafìo,ione
fhiaramolto,&dipiporealgufloéletteuote,etuenendo Sorganafee. launachinfa ualleonttefce Soiga.Quella
»n certo Gmda^ Smania d'Argo menarono genti ad (idesl madonna Laura. ) per cui con Sorga ho càgiat’,4r
habitare inTroti;enadaonde [cacciarono ibarbari L'ara no.,Anchorm’hanrtatra fuol he colli foiihi Sorga, ch’a
re,tl Lclegijiqualifcacnandalorofedieandaronomluo pianger e a cantar m'aita. a n.Rbodano,potchti
gbi montnofi uicini,ct toit rnbaggiom cominciarono amo mijlo con Sorga. Sorga fiume a i6i}.
lejiare inuouibabitatori, Maunodecontadinibauendo \ zWe acquatica. Lat.ualiit aquatica .'P tj. E inau'iganti 1089
ftitopreffola fontanaun hoflellopublico daguadagno in qualche chiufa /'alte Gettan le membra, poi che'lfU
al letto Jalla bontà deWacqna , tir hauendo empiuto detto s’ajcondeSu'l duro Irgnoret fòlio Ca^re gonne Jn tpialcbe
hoflelio di tutte coji perlagione di lucro aedi alctboaUi poggio,inf'alleiina,t!rpaluflre,idedipatudofa.t'aUe
cerepotcffe^huomini,n iontinouàdo,con tempo adiuen potfttuata trapoggi,o monti. uedtdV Elemento della Ter
ne,cbcopi.r necefSuà,operdiUttatione traffe aUumdel ra a 1 108.
li barbari dopo iquai,^ altri ambora uenneroperlafé ,/tuallare.ftr ualle. Lat. in uaUemmitteretàefcendererde-
ma del luogo, & cofi pigliando connerfatione con li greti clonare, dcfUQere . & meta, per confondere, diminuire ,
a poco a poco cominciarono a Ufeiare li feroci cofìumi, et defeendere, appoggiare, congiungere, abbafiare .Dan.
con h umani a molli diuentare , & ultimamente é befhe Fengon di là, oue'l Hilo t‘aualla.i.fa ualle .tuttigU altri
buorr.ini rmti,& non(fi come alcuni intèdono) furono fat fimo pofìi a gli fuoi luoghi . proprio fignifìca addofSarc ,
ti dal fonte a lafciuia tnchineuoli,ma da fèluefira.&trtp • ammontare .
pa a^ità a manf oetudine riuocoHi , & facendogli càgli ùmatlarefi feendere acqua per te ualli, 0 fiumi. Lat. difmdt
nemici peregrini cittadini gU puote in perpetua anacttia re,profnndere^argtre,manare. D a tt.Cbe fi diualligià
tongiungere . T. non uide in cipri il fanaul Ciihereo pm nei baflo letto .
ameno fin, ne fónte piu thiaro Vide'ìfardfó , Salmace, Chiani,< acqua morta,quafi ffagnum,alcum dicono effert
ér ..idlpheo . un fiume in Thofeana di lento mouimento. D a n. iìuan
1088 SoT^a fontana, cofi detta dal forgert nella prouinda diT^r 10 di là dal niouer della Chiana Si moue'l del,cbe tutti gli
bonafttl luogo che è nomato Fai ihiufa,i fonte famofifii- altri anantta.
mo.pcracbe da un'antro remotiffimo del jafìofo monte tà. Fondo di acqua. Lat.fundus ledus, alueut . P e t. Che del
ìa abSdanga d^ acqua uùn fuori, chefipuopenfare aprir fi pm chiara Fondo di Sorga efea . O Himpbe ; ^ uoicbe’l
Il fónti £ Ubifìojnondimtno fpargmttli piu quietanifie in frefeo herboli Fondo del liquido criftaUo alberga, ^ pa-
certo tempo cteWanno, &■ i oni iofia che l’acqua fiachutif fce.& Leihe al Fondo bibo . Tiuoto per mar che non ha
finta tir amena fubào al gnflo fatta , lo fiume dottimi pe- Fondo, 0 riua . B o c . 7/ Fondo deUacqua era grande . Di
fci è abondame,produce nel fondo un'berba alti buoi tanto quello Laghetto cbianfUmo il filo Fondo molìraua .
fxporita,chepafcolàdofiafiiduamenteperprfderequeUa Sfondare.Lat.fubmergere,&immergere.Boc.
con le tefìe fornmerfefianfi qMfi infino al periglio di affo co fa del legno tolta, quello sfondarono. Fu prefo & ruba-
garfi . Tofda per afpnfiimi fafli giargendifi con picciolo to,& sfolto il legno .
corjonelRhodanofommergefi. Celebre per le lode degli DiUluio. Lat. & obluumm,alimio/mis,cataclylmus.P tr.
antiqui, & per la copia dell' acque,et per la fertilità depe 0 Diluuio raccolto Di che difetti liram Ter inondar i no-
fct,&heTbe;madopofottomoltopiktUufiretolutrfo,^ Un dolci campi .
habtt aliane del nuono albergatore Francefeo Tetrarca m Pozzo. Lat. puteus. i luogo firctte cjr cauo,done fi aduna»
ogni età huomo inclito /&■ Toeta chiarifiimoahe poflpofla l’acque per commodità . B o c. Deliberarono legarlo alla
la nuouaBibitoniaprcfioque fio monte uenne,& fattofi fune,& calarlonelTo^ , Hauendo fete , a quel potpip
uno picciolo tugurio,&acqnifiatofi un poderetto,Cr citi uemuano a beuere . Efiendo -dadreuedo nel fimdoM
to detferuigio del fuo agricoltore ,ibandiie dafele lafduie ToKgp . Come fluide alla [fionda del Tt^o mano . Con
tutte jtel medtftmo luop co bonefià & jancità mirabile U To^i di acque frechifiime .Dan. Faneggia un Tv^
fiore quafi di fui giouaneg;^^ confumòret quamuque della afiai largo, tp- profóndo. Domo figliuolo di Belo,&fratil
amenità della folaudme motto intertemao fofie; non però lo di Egifio fu il pdmoffeeondo alcmufiche trottò ipo^p^,
(OHmtupereuoie&uanoodopafiòiltem^,airgiaUelk- tp-lanaue.
(te lettre continuamente ftudiando,tra feogb & monti, et Voiii.Lat.fofJa,gr [ófiulai luogo dip- '•umeiTéC
ombre de bofebi con teflimonie delia fonante fonlana/-4m qna.DAn.Cofigirammodelak
fhcainuerfoheroicotibroegregiodcUi falli del primo Sci Q\Kevxii.Ut.diSaefl quòdeflciuatfatènamiraiaan
pione ^fi'iiane càtaoldo,con ane marauigliofa compofe , ttadi acque puuane, quafi ingn^ dipvm .D A.K. flln
^cofilaMnulicaucrftngiiardtiiote,^mtUepifiolti» ruùumfifattaCi^ema, ^
loft.
Acqna EL£ MENTI Acqua 1^9
To(Te, n^*ti,Vonii,Vnfondi . iteéi a Terra a 1 litogbi loro. mre ì foci peaM, i ^li fono medithu&jmaf^me a ' pa
Pantano. Lat.cam',kt lMu,columelUfK appelUt.f'o.Ijom raliiico/^U meitftmo co Ui mi fegti mg ‘u II penbe t fi-
bario', er dmou il fongo molle uiuro. O a n. yidi doro fcme.ihe i Latim lo chumano Cajlore, perthr fi la
gtmi faugufe io quel Tmuooo S'ilfamo del T-mtaoo'l ftra iiittrréilmorjò,&iioaalirmuiuiijgliogiarbo-
II otfcoode. ricodcHti;cbetbnomoiolffrro,&i'm.bouai4Hhiiomo,
; Belletta, ^ pofàtora di acqua torbida, come Tantalio/) fiiu- tornio fmorfà , pnma ibefeore bauerr loacioato l offia iti
g'iUquiliLat limus 10 lombariia ideila It^a.D a n. mnJ>ro,ibeig'imorir.E'fìmilealLt lootra,& come
Ecciatinfli.imHeiaBMiltaiirgrj. qjuelU ,habua la terra l'acqua ,trui pòdi didietro
limo. Lai. S latum,ualfar;g). L> A N. futi nel Limo di- comedioca,coquaiiimoUodeftraauuolare La loda ha
ceno trilli fummo. .Amor uajie m ire modi lauojlro Lt- lunga 0-Jquamufa, come pe]ie,t!rlèmpre la tutte in ac-
mo.i. io uoflra fangofa , gir umofi uolootà. P 1 t. Ch'ai- qua, et qutfla fola icibo pretiolò. Coltre membra fótio di
toeo Culttmo piamo fu denoto iiuga tetrefira Limo, abou.iiuuale Ug^Jafuifiumiartifiiiòfimime,^ ton
Be u.Tulte quelle Lmo/i e torte riue, ptu paUhi,acciotbe .bómbe f acqua crejca,ofcemipolfi4
TznQOf&Luio/itJia Terraa lo^t. hoerelacoda mi fiume,& ilreliodeleorpoio fiico.pa-
.e fiifiiipefii/edifiorga a’albtri Qjirllii’haotto piu fiorai
T E S C fifinooftbtauiipiudcboli,<tfaHOOgbaodarrouerfipel
fiume/t- tra legambedidiitro,&la paaeutgli carnai, o
Tefà tr altri ammali acquatici . jtefuiUaJaleiu, tenero, di legiteper la eéfitio delle lortafe,&perla coda lt lira..
Capiiogli,Coraarà,Combe,L>elfiai,Lampreie,Lafihe, uaallMogoeletlo.,A'.btriom>gi , Icnueifierfalfinhefi
Lomre.LuecitMerg^Hlule.Oribe.Telicano THnlifirelli, taflrioa ; peribe banno i granelli al filo della fi, hu 01,0"
Tifiui, Rane, SalinomiSalpr, SaofugrdScardoue,Sitcae, imo fipofioOofiiiccare finga lor morte j il medefimo agir
Sleriom,Tefiuditti,Toooi,yeuhimartoi . ma Dioftonde .della petlediqueftì fi fanno unti capelli.
Te fiatare, Tefihiera, Veliare.S quante, 5c.-g’ie,iqiii’Ld~ Dan. lo Beuerv s'afietta a far guerra ,
re,Reti,Ham, Giacibi,yaogtmote, C onci, ipefcemiriinoofimtlealColIriga.yo.Lat.comba. 1091
>091 Vefce.Lat.pifiud>ifctlus,&Vijiuleutus;luiigoabon.lan- B oc. Iti firgUo io fioglio ani indo marine Conche co»
le de pefci.et doue fi pu) pefiare.T t e.E lmarfeoguo un colttUióo dalle pietre fjiictaodo.
de,& per [alpe ogm Pefie Fiere filueflre uaghi augelli, CUluco,co»uerfoinpefce/iedtaMarea 1014.
er Tefei .L'a.qne parla» d'amnr,’ iaru/ri Te fi. Il cor Laica ,^te di pefie. Dan. Che raggu duiroala ceUfie
prefiiiui,'omeTe,ceat Hauo.Et alma- rUig'iefleiTe- Ltfeo.
fide Con ìe.fq;i» bt tanti anìauliil mtrfia (oaic.B o c. Calamaro .pefie afiai noto IM. lobgo ,tm ,& l/oligu»-
Le fanimile uegg ’odo ilT.fie cotto . Frugando in jueUe culo il dimi.
partialoue fipea che iPeiu fi uifio» L UMO,er in ine io- Chieppa pefee noto, in Roma fi dimand 1 Lacbia.o Laccia,
logilioditempoptfiroa/iaiVefii.lljeliiTefiilMprrla ì in'ììj^ jllofa. lAt..Alafa,ThrifiaTbrifiu,fiiatTrgfi
mtafa gnixgauana.T. TefiiGuigga»ii,Squa.nifi,.Ar- fa. lluelle del Tenere fino perfetuffime .
genteiiUjotanà, .Alidi. K tu pirlantedidiuerfiTH LzchizU medefimo che Chieppa medi di fipra,
fii .cofidice ydja uicorreuao i D.lphini ,yi uenua Delfino Rieumo.uedi alMarea 10; /.
bocca aperta il grofi’o Tonno . I Capidogli, to/Vec* Lamprede. Lat. a Ltmbenditpetrù ,& birudo .muRelt,
chimariui yengoi turbati dt /or pjjra^w,Mule,Sal luàdiricut. B O C. Comperi due grofiiffìnu; Lamprede.T»
pe,S3lomjni,rCoracini 'Njotaooa fcbtere inpm ItftgeropccruioateleLamprtdedimefierCorfi.
fiotta, che panno ; PiArìci, Phifillrelli, Orche, e Ba> Loattz.LaL Intra, i filmile alia yolpe di lunghe:^ , ma di
lene Efion del mtr co» monflrnofifibieue. peloiiere,&colmufipottlido,o- uiuedipefiti. D a u.Et
Guizzanti uediaTiedi 1491. irafle'lfu,chtmiparue una Lootra.uedia tia 1,
Anguilla Lat cofi detta perche bifitmifitM^ di Angue. Lùccio Spioofi Dentato, & Uordettte.lM. Input,
D A N. la coda riuolfi , Et quellt tefi, come Anguilla Mergo.o SmcrgoiuccelloXaequa Lat.mergus^meig:»
mofje. L‘AiguilltdiM/lf.tta,&lauer»ucU.T.An- do.AKt.Etpois'eraatluffatoaomcilMtrgp.
guiUa Lubrica . Pelicano pefee/ia Tlimo detto TlateaAfidaTuUtoTLta-
Balena Grande & 7{»otante. uedi a Mare atojf. lea/lqual mangi 1 te couebe finuiatiche, cj rotte le uomi-
Barbon: ,oTegUa,Lat. Barbo,& luullut tì^cemartno 'tàuciòpàlefiiffarimangure finga impedimento,
molto nòbile, &alpiuCunodemtggciripeladnelibre,o di tanta pientifitmanatura (fi diurna .fecondo che ferine
poto piu; onde Martiale'Hjlo nubi punti RhombumUul fan G.-nlamo,t he mggendoifuoi figliuoli morti da ferpt»
lumifi bilibrem. t detto M irbone , per. be produce doppia ti, fi tana d fi ,Kg<e dal lato, & eoa quello gli ritorna in ù
barba dalle bande d.- labd ionie yarrone (fi Cicerone la.Tcticano uccello, uedi a ioo3.
glinominanibarhati.obarbuiimulli.'Helfiuomouinie»- BjMe.Lat.la fina uocei gra^idare,(fi coaxare . &ololygo
to ,0 uolgimento dimofira colorato à uarij colori come d inittauoeeiel ranocthio. & ololygo nti.iil ranocchio ma
Canpante. fichu) D a Come le Rane innanva la nemica Bifcia per
Cicm\o,oe^'* noto , ^ thoflanamewte Muggine. Lat. [acqua fi ddeguan tutte , Fin ch’ala terra ciafiunaì ab-,
mugli, liit,^. mgibti» wtmmatmo,i fefuiapkuto, bica. Et come almodar fi fiala Rana Colmufofuurde
(fi fcagliofi . [acqua, quando ^na di fiigedar fiueme la y diana. E co
Bencro . da Greci detto Fibra. ScriueTlini», che per natn- . ad» torlo de la riua I un fbfiò Stati li Ranocchi pur col-
ctaltnRituo eoaoficcqdo cb$'l (4eàqurU(4*cia frrfca» mu{ofiioriLta.rubeufoHmltmfÌ4ruiuuoim»bdb(tt
VI
Aur..x^-'V ES:“É^M!E'NTT Tetra'
looj SltkmiraM. Ut. hhrmh, è atumàlM hafoaJe.tma.Bo'e.Jlmdrgoafiato.ìltt^o^
lOji tbemarePtpetuw.EgLfap^bcnmtare.Ma^^^ i
aareilfx^ue ,aUHmlocbumaa>S»ti$mtoif,&altri ipefà noUrrutdeanoperloUgo ugramlijjimefib^.ll
miorutte ^ mercatamie ihc notuuatto* Dan.
Scar^ua,ÌpefrtmWM/^»«iiw/b.r«tJ?»4>«>^^ QjifinMO,-atmmenti,cbenelSerc^.
Ims D» v,ComtcolteldtScarJffiultfnigUe,tlrtfaltTO.Rete.lat.retu,mTriniùfm,pUga,&c^u,cafiif.VsT.
pcjie^hepmlnrgherbMu. TMfcCioHamdaU ^te ,&TUto.Boc.U^ dal
itMÌoae.UiMpm,HtlfpigoUfeutxirÌHcbMS,grx.oxj^ SolleRmie fmpefuton. &mcta.Mdt{MoSatur-
mchos.BocMKiiirafumandatomSuimMat^ notfTY/gio». . . '
CorCo Donati Rh^^glioretedxpcfurefiredocbefuUCiaccbioM.fKiida.
Teftudine Ut.teaudo.è awmaU^acfta.&da tnra..Ri%ni,imcpcrptglureuucUi,Hcdiaioo%.
yna indif^ Tefiudme. Ari. Ilqual fu una Te~ Hatao. lai. bamiu.ton ebeft ptglU d prfee. Marno Cono,
fluMtieSedta Tungonte, Tenace.? et. Tds perù finorjit dolci intfia-
Tonno. lat.thymius,&cordyUs.KKl.yiuemaabot^ t'Hanti.Di^oMtgUUawou» fukpr^ìtrtefca,. In ,T
caapertailgrojioToimo. taU fleUa mefiCefca ,&PHanu>.D att.Mauotpren-
tana.mi.Lat.&èpropriodepefà.Dnv.Dilormagrex- deuFefcafi,iheiHa^a "ì i l
M. & dihr irida Squama . & dmota Rabbia, ft come fi. Giacchio i cena reteda pefeare delta a inerendo. B o c.
può conofeere per quello ebefiguiu piu bafio.cbe dice, fiualctlSiactbiirH peJÌMIoPed:occuparene fiunitmiH
Ohe non contendere a tafeiuttafiabbu, Che mi fcoloa pefei ad un tratto. ' . , ,
ra ,prcgaua,lapeUe. • Vinguuole.Ut.relifulumtfmrtttpruiolep^^^^
Gallico /4f. Garum, d.ùUqutrt falato fatto diuouedipe ? o c. SìuelU , che dmangiuenma recaua in fu te fimUe.
lie.ècibonotiffimo.fifaaBntnmo. unpaioà yangamrU.LunafimgqndomqueUepanié^
tcTeìiedmedefitnocbeiSquarua.Ut.fquaMét.'D a u.Co ueftpeuacbupelcifi nafcondeuano^taUraUyangom
- . McolteldiScardoualeScagUe .itiahropefie.chepm iuole lenendo con gran piacer del Se preleropejaafiat.
larghe thabbia. A ict.Uuando in tanto quefie prime rii
di Scaglie idandrò con to' fcarpello inetto (intendendo de
marmi , meta.) '
r'ett'itore^Lat.pifcator, B oc. Et qnalcolGiaecbioilTeh
fcatored: occupare ne fiumi molti Tefa ad un tratto. Et
fbpra dùebar (bette to T>efcatori ynanameeda di Te-
featori.
.^4 ìiaaicéWz'Pefchertfia.tai.hork aueloriaet lenunculut,è
nauighdiTefcatori.Boc.ynanaiàcelUdiTtfcatori,
Amiclate. Lat. jlnrgcUs. fu Tefcalorepouenfiimo.Striue
lucano, ebafiendo amenduegli efiertiti di tifare , Cf di
Tonico in Epiro in forma t he ogni buomo era in gran
iTCTiwrf , S«J» .Amtclaper non bauere mente che perdere,
ò perche ti douefieefieredifiderala la morte , uiueaficu.,
ti/iimamenuiuuna fua picchia capammeia ,doue dopo
T E BS.A.
E»»a > Madre antica. Madre uniuerptie.
Terreno , Tolue , Rena , .//rena , Sabbia ,
■ , ICbiaia , Fango , luto , Brago , Vantano,
Limo, TjrUe. y ik. Sentieri, Calli, Rughe,
Chiafii .Strade, Contrade , Triuq , yiag-
MtgltaJraccia.yarcbipPafii,
Confini, Viag^, Fori. Vikui, Tianure, Lande, Campi,
Campagne, Trati, Giardini, Broli, yerióeri. Morti, y kt.
1 1 , Bofcki , Selue, Tiaggie, T^gi, Codi , Codine, CoBe,
Monti, Momagne, .4lpi, Mucchi, Cumuli, Mete, Biche,
Ut Itoti, Menni, Speluncbe , Spechi, Amn , Caueme,
tifiimamentetnuna ]uapiccfOla capannucaa ,aoue uopo dìroite.Tombe, Caue,Tane,Burrom, Macchie.Fratte,
iapefcààonefiriduceuaaioptrioyolea Cefire contro la l Supe,Rmif,Xape.Bricchi.yme,StpuUri,Sepulture,
fbriM'dx uenti tornare in Italia per poffare tire fio deUoof Lacche, Lacune, Fofie ,Foffaii, Fondi, Trofoitdi, Cane,
fercitofuo in Epiro/^ finalmente ributtato dadatemper Concauità, Spiragli,Buibt,Buche ,Bugi, Tertugi, Fori,
lla firidufieatia Capaimadi .Amicla.ondeD kv.-He ■ Fege.F^ure,MJii,Vre(ipitij,Baratri.Cupi,Sotier-
•uJtJè udir,cbe la trouò ficura Con .Amiclate al finn della . ranei, ypragmi. «i ta lu. Ttetre, yeleni,Viante, Ra-
fuauoceGolui,cb'atutto’lmondofepaura. ' dtci,Sem,Mumore,yerde.Atioti,Rami,Scorge,Cor
Tefiare. Lat. pijcor,& expifeor. B o c At quiui fiandofife» q tecae, Foghe, F rondi , Merbe, Fiori , Frutti. Ttouent,
teungiornopefeare. Cacciare,uctedare,pefcare . BroncbifSami,Dumi,Spiue{Ctuncbi,Steechi,Cefii,Ce- •
TbCàiieri. Lat.ichihyutrophion. Ora. altrimenti yiuaio 0>ugli,yirguUi,yepri.yimine.Sterpi,Steggf,Triboli, ,
luogo doue fiatino i pefei. Lat.uiuaria pifeium. Lacim» Truni, Lappole, Vauiraxge, Tede, Legna. .Ammali
'■Murena ne fu d primo inuentore. Dan. Comen Ve- quadrupedt,Befhe,BelueJFiere,.Armemi, Gregge, Ma»
'fchiera, cb’i tranquilla &pura, Traggo» i pefei a ciò che dre, yrili , Coma . Con tutti i fin» nerbi fecondo taquali-
umdifuori. tàdenoim.
yiuzio.Lat.uiuariapifcium.iluogoinacquaferrato,oueircaa..elememoJAt.&bu»iusJi>lium.&tedui,rii,èUteT topé
fitengonoipefciuiui.Boc.Mauendo copia iacqudui- .ra,& la Dea di e§xTerra.Vluto»e^ Due furi Dei. Ce-
na fece unM ymau>. Et amendue nel ymaioj acqua del rere&lfufiueDee . Madre antica .Madre umuerfaU.il
■quale, loro infino al petto aggiungea.Et mi focena un pie fui circmto inuUe^ccc. xxiiiìf^miglia * fette- j
■.aohlagbettotqualtaluoltapermtdodiyiuaiofanaotte .etutomigliq,^MsoleiceniofefiaHta .uouequantoU
' loro giardini i àttadmi ;',ihe di ciò hanno defiro . Terra. Atr.O madre uniuerfal amica Terra. Vtji.
ÌÌoiare,t7T^otart.Latùatare,&natabidum,&natatOa TuttitortiauélagranmadreamietTerra.Auara,Er- 1.
%imilki^iUnuo(ifre.?STiVfoupermr,(bqmm A»4,CifiMamfixlkttfera/tfc)ir»fPo'(a,SenfM
. Igiroda,
*
Terra ELEMENTI- Terra 150
Igmida Iberbj.Ut.pÌMUcrat^ phaUcmn,Horche’l l'altra Sttterta.BlUfe»eponiSottrrra. B o c.Contf^
tifi e U Terra^'l unto tace.Et gltoechi. Terra ktgrimait fo ricouerafie Sotterra .
io abbuffo.^ tjualuaqui: animai alberga m TerraM ban Dijotterrare, Lat. exbumare , euellere , e fodere , detegere,
no i corpi abbandonati in Terra i nidi in terra angelici co terra exctudere. B o c. Bjja occultamente Difotterrata
fiumi. T^'n del ne'n Terra è piu (Cuna Tbenice, Lafcian la tefla.
doinTerra la terrena fpogLa, I^ciandoinTerralafua Suolo. Lat. fòlum perla terra.T> nv.Tercbee prouide a
betta Jpoglia . Lafeiando in T erra lo fquardato neh. Dura fcalpitar lo Suolo Con le fue febiere. B o c. J altra
legge d amor. Di del in Terra unuterfal antica. Giunfè ripa era thiufò, che dal Suolo del prato tanto dtntornoa
mandeflraen Terra ferma falfe. lat. contmentfit.Ter quel piubello.Et toSuoloé fiori {herbe cgnianno
Jeuarii di Terra [ultim'hora . Che ben ch'i fia mortai s'adorna piu bello , che alcuno altro prato uidno. Ari.
corpo di T erra . Ch' .Apollo la fegnia qua gin per Terra . mfanguinando il Suolo . ripiglia Col fauor de la chiefa il ■
ChuuuaaTerra il belguardogentde . Quando amoribe patrio Solo .Suolopertacqua uedi a lOi f.O'perloSo^
glioctbi a Terra inchina. Spargendo a Terra le fue jpo- laioap^o.
gite ecceife. Quanto era meglio alg^ da Terra Tati, Di fio Ai u ola, lu/ terra picdola, uedi a uoy.
fio ajòlteuarmi alto da Terra . Otme Terra i fatto il juo Polurre , & Tolue fi dice. Lat. puluis. mafie, et fiem. P i T.
belmfio. Qjyl che tu cerchi ìT erra già molt'aimt. Ben Chenonbolle LiToluer{Etbiopia.TocaToluerefion,cbe.
cb’hfiaTerra,&tudelcielEegina.Boc.TerraSacra, nulla fiente. Idrbbia.oTaluere al uento. Meramente jiam
Toca, T^uda, Cimboft , Cuaxe^fit. uedi ali Indice. S a k. noi Voluere ,Combra .(fi- mi nu{ ombre & Tolue Deh
0 madre uniuerfialbenignaTerra.Kn. i. Battere il uoU rcTìatcaucder,quali'lmtomate.ToliouedrefittnTobie
to de 1‘ antiqua madre . ritornarle. B o c. Toluere Minuta.Tanta Toluere coper
Terreno Lal.terrenusjterreut,terrefirit.ècofianatainter fi Caere per la furia de correnti cauaUi.T n.Toluerofo
ra,ochepanecipiditerra.(TTerrefiroiilmedefitmo.on campo, (fi-quando Toluere dinota miflura,ueé [in-
de T erreno Celefie, Acquatico,cioi che fla in terra Jn eie dice. Dan. Et come [ alma dentro a uofira Tolue , idefi
h,(fi-m acqua. & prima in uece é paefe. Lat. regio ter- a uofirt corpi.
ritorium,terrenum. P s x. £f Hanmbal al Terrea uofl ro Rena, .Arena, Sabbia, & Sabbione, i una enfia ifieffia. Lat,
amaro. Com'huom,che perT erren dubbio caualca. Che’n arena ,fiabulum,& fiabulo, qua tenuior,^ minutior; Sa-
trop^o burnii Terrea mi trouai nau . Che ui fia ir fiuperbi burra qua crafiior , dr uilior. Ttj. One uefiigio hunuat
or (fi Terreno. Et aée. per mondano P sr.TejòTerre- larenaftampi. Solco onde,e’n Rena fondo, (fi- ferino in
no non fia piutbet'aggraui.TdjfnteinleiTerrenoerao uento. B o c. f'nafemina.cbefiuoifiouigUconkRtnaft
mortale. Spirto già inumo a le Terrene lutte.& Terreno con [acqua falfit lauaua dfi facea belli.La nane quafii tut-
,Anunal,Carceredncarco,Taraiifio,& Terrena Scorta, ta fi ficcò nella Rena mcmaal Uto. Dan. Cometa Rena
yita. Soma, Membra . Ma per cbe'l mio Terrea piu non quando aiturbo fiira .
t’ingiuncai.lo ingegno. Che fcuriinmedel nino T erren Arcna.l4(. D a u.TmcomeCm ; ch’ale montagne Ripe lopS
[onde.i.gliocchi. chegentdpianta inaridoTerrem.i.per f'oLfiSerparte,(fi- parte in uerf-drene.
lo petto. Io per me fon qua fi un Terrenafiiutto Coltoda Sihbiz.T.ma'lformofio,Abel LafciodiSitfio,& mortoin
uoij.dife fiefio.Et proprio. Terreno .Auentnrofio. Verde. fu la gabbia .
non i queSìo’l terren,cb’i toccai pnmaf Credo che nel Ter Sabbione . Lat.fiabulum. D a h. Che tu uerrei ne tharri-
reno Maggia radice.'B o c. meta. Trouando Tin^cciod bileSabbione.
T erreno dolce della comareficangò,et tanto lauoro.Taren G hiara , & Ghiaia . Lat. glarea , i materia piuffrojfia che
dogli Terreno da ferri fuoi.Terrena Camera,Sala, la Rena. B o c. Queflo Laghetto cbiarijjimo dfiuo fondo
Tcrreftre . Lat. Par. Terreftre Tefo. Tregume. H umore, mofiraua effiere di una minutfiitma Gbiaiajaquale tutta,
Limo.Carcere. B o c.Vsllecofiebellicoji, cofimaratme cbialtronon bauefiè hauutoafare baurebbe potuta an
come T erreflri.B e m. Fatiche Terrefiri. muerare .Aki. Ma nulla Ghiara; qualche bumU uir-
I0J7 Terrigno. D A N. A uolgerrotadipKlinTerragno. gulto.
.Atterrare, ual abbafJare uerfio la terra. Lat. flernere humi. Piiigo,Lat.limutJutum,canum.T 1 T.Si che la negbittoft
Boc.ll Rondino alla fine da loro atterrato fui. polio a ejca del Fango. Veder nel Fango d bel Thejiro mu.Cbatt
terra. D A n. Et fuor é fina naturatn giu s'atterra.Come nopoftonelFango.ogmtorcura.Boc.Bafierebbe,ch‘egU
le pecorelle eficott delcbiufò .Adunaadueatre ,dr[al- (baueffie ricolta del FangoJEt conuoltonelFango.DAN,
tre fiondo TimiJette atterrando [occhio e' l mulo. Efto at- Dinanzi mi fi fece un pien di Fango. Vidi geme Fangofi
terrò l'orgoglio de gli Arabi.!, pojia terra , 0 abbafiiò . in quel pantano. Lat. canofus.
V ir.Su perla riuaarmgratiar t'atterra. Delpenfiier Afangare .Lat.lutefcre, ual empir, oabondar di fango,
amorufio,chem’atterra.i.chemi conducealfine. $ a u.Tu fiala uia,cheperlepiogge affiangafi.
Sotterrare, da fub di terra,per fiepeltre. Lat. fèpetlirejiuma limo ual fango,uedi adietro a ■ 090.
rejhumo contegere, B o c. £r giacqui tanto con una mia Luto, Loto, (fi lat.lutumjimut.uale Fango. SocXa ben
Comare tcbe io me ne fotterrai. Lorengp ucci fono , (fi- fot- di^fia mente non pojfienda contaminare; fe non come il
ferrarono . F.rnuiil di iflelTo fiata fiotterrata una f emina , loto i fiolari raggi. D a k . Tiu non ci barai, fe non pajfiau
Sottcrratopermo. ofiABate. doULotoAiii.AuoterfichiuidipantanoJ^LotoMon-
So^erra. nome^ub terra fenx/t numero del piu. Lat. huma di pajfiar .
tioomt ,&bypogeum, èlbabitatione fotterranea. P z t. Brago, & Bracojual fango, & pantano. Dan. QjiantiJi
Ma io farò Sotterra UI ficca fofia. Che la nera i Sotterra, tei^oit bor la fitlfa* Regp ,Chd qut fiaranuo, come.
Ter» EIEMENTI Terra
foni in Sri fi . & k caimuìt e'I tra fi ì^tmfiffuvt fi mt tutte diritte temeflrali,& coperte £ pergolati, & dì
ch’icaddi. mti.iitui.^geuolaronkf'ia.
ooo Zo'Ac^Clebe.Lat.gleba,&(^.iterratauataconber,. Viett», ualuupicciola. Ut.caUis,uicus,femHaa,tramet
ù^omece^i.&fmdi.^ oc. Sopra le ZoUe del [oktuo tis.Boc.Terunayicttanontroppoufita.
bonabajfJtk ginocchia. A u.Si^teuamuedereitam-^ Viandante.L»». »M/or. Ar i. Et ognuna perfmafipae-
fidogU «io» n/^i, con i fcagliont dt Zolle. A u. Con k ma jana , o yiandante. B oc. Fu un buon huomo , iltjuak a
mufate a rompere le dure ZoUe delta terra fuHeime le tur ytandantt daua per loro danari mangtare,& bere .Et la
M eburnea Lucio Cincinnalo .Er.KKi.Che rami , & terra guazvft per le uerfatepiouedal cielo .jpuceuokfi
ceppite tronchi , efafii.eZolle.'Hottcefiò digittar nek rendiua a riandanti. A u.uyiandanteTellegrine. Fi.
bt U'onde . ,Auure.Lat. in mam ingredi ual ponerfi mmaBoc.^ikn
Glebe /ono ^Ue. Kki. Che fe di fangue human grafie k ti paffi della Rema auiaiafi ad uno bofibetio. V ir. la
Glèbe. Cbcfaigumofc fa di fe te Glebe . mia lingua .Amata a lamentarft .
CeCpo CeS1o,& Cr^uglto.Lat.c(lpetjis Ut gìoboAZollafi Inuiare.lat inuiam dirigere. Boc.iìuafi come a quello
caffo della terra con Fherba.T ir. ouer cpianiella pre- prof io luogo Inuiati anda fiero . .Anifandofi 5 effère a mi-
' ma Col filo candido fino un Uerde Cefiio. Ciffiie è filamen glior albergo Inuiatu guidati, yerfo il palaT^^inuiaro
tedbcrhe&nonfruttici.KK\.tr peruiamertaSiua no.P tr.Chementreifgui alfommobent'muiaJ>rit^
adogm Cefpugtio^ad oi;»i uifre. to a morte m'inuia . Crcfie,quan>ori'inma Ttr parlirp
Jncefpare Ut.cafpitart,cajpitemoffendcre,percutere pendè, da noi l’eterna luce.i.mttte in uia.
P E T. Come animai, cbepefìoadombre,o‘neefie. B o c. Rauiare.Bo caielt A uXe nimpbeuerfoi lor ricetti raniar
Tu .Alluni mettendo, & auolgt ndo le gambe caddero, fi. A ri. Et onde era uenuto fi rauia.
Cedo , il medi fimo ch'i Cefpo. Boc. .41 gran Ceflo della Suiare. lai. druium facete, ual Icuaredtma.B e t. Ffato di
Salma riuoltofifii quello col fi nnafògba . Sotto il Ceflo di fuiare a mexzp'l torfi . La ragione fuiaia dietro a i fin fi .
quella Salma era una Botta di maramghofa grandeg^ . Dan. Teròfe’t mondo prefente uifuia.
tJr D A N Raccoglie ttk a pie del inflo Ceflo . & quando T rauiare.LaiJcducere e uiafii fli (lere4euertcre.ahaficna-
dmota lo caneflro. Lat.àfia,uas umiinum Boc. Chepa re . deuiarefi torcere delia ma. Tir. Si irauiato il folle
renano due Ci fionda ktame. Sotto una CefiadopoUi, miodifio.Ida’Uiuo amor,e lamia decameme Alitrauu
che u'eraal fece ruouerare . Thiiocolo trouata la cejia ni ronfii.i mi conduceuano fuori della dritta uia.Bo c. Da
fi mifi dentro rac tolto, tante celie di fiori .Fi. chegiuflo fibgno m'ha un poco trauiatopiu che io non ere
Ccijjuglio, il mede fimo ch'i Cefpo.Latxcfptt tis. B o c.Gli dati, il fai fi piacere delle caduche cofeMualepiufauio,
fuoipanmfottounCtfiuglionafiofi.Haueiidoa pteiun che io nonfonogiatrafuii molte uolie,& forfè a non mi-
C:fpi!gi.o dormilo . Et.fipra i nué Cefpiti menare i tieni note pericolo condufie. L a .
fonai. Fi. Sopra iuerdiCefpiti leni il capo.An.Vc v. Difuiare.Lat.dcuiare.Ttr.Ticnilunuagopenfur,cbtmi
Et iunCefpugliofeceungroppo. A R i.Ecco non lungi difuia.l’haueffe dijùiaudo altroue uolte.DiriùìtRalma,
im bel Ccfpugtio uerde Di fpm fioriti , e di uem.ig'ie refe. & difiùate rime .
Che de le liquide onde al jpecchio fede Cbiufo dal Sol fra Deuiare.Latiufcirediuia,&ufiiredeiranimodeglialtri,
Falle quenicombrofe, Cofi noto nel mezp,cbe concede drdifcoRare. Boc. Io non intendo dtuiare da miei paf~
F refea flamba fra l ombre piu nafeofe j EÌa foghe co i re fati. Senga dal noUro propofito deuiare. .Accio che tu non
mi :n modo milia , Cbe'l Sol non u'entra , non c he minor creda dati altre donne lei di mare. L a .
mfia. Dentro le Ito ut fan tenere herbclte,Cb'kuitai.o a Sentiero. Ltt.callitfiramestis,&femilaa.iyeFrancefè.
pojarch: l’appr, finta ; La bella donna m me^p a quel fi V tr.MoRrarmi altro Semier di gir al cielo. Che fon fi
me Ite lui fi corta, ir uà t addormenta. & piu oltre . Et fianco, e'I Scntier i trop’erio .fi con piena Fede dal dritto
fuordiquel Cefpugho ofiuro &cicco Fadi febella,& tnioSentiermipiego. Dolce Seruier , che fiamaroriefcL
improuifanioRra. Ch'alcieliifcorgeperdriitoSenlitn.’Perihe tortiSrn-
noo 'Vii.Lat.&iler,&a(!ut,utellapudiureconfullul.perla tieri.Bo c.Ter coft afpro sentiero uunarmi.S’abbaii
flrada, tir pómeerium .ila uia di dentro ,&di fuori della ad uno Senlieruolo. Dan. 7Vr un senticruol cb'ad una
città prefio k mura , tr angtportus i la uia che non ha ualle fiede .
ufiita. P E T. Donnei che ragionando ite per yia.Ehi dub Calle. Lat. caUis. i la maflretta tr non piiblica .CalkèJti
biaj'ia finga fidata feorta. Et feghfi a Cmi antro a mega genere mafi.ejr Calla del genere firn. P e t. iijtant'ifpi-
Via 1 come nemico armato . & meta. Et apertala uia per nofi Calle.Et quanto alpeilre é" dura la fàbta. Ve r drit-
Cliocihialcore.Ciunfinelcor,nonperCufatayia. Et mi tifiimo Calle , 1 miei fifpiri piu bem^no Calle Haueanper
fu per la yia qua fi fmamta.Terehe ala lunga yia trop~ gtre.Conuien cb'arriue a quel dnbbiofi Calle . Ch'igni fi.
po ne maniache mi molìra la uiarA'al del conduce, yia piato Calle prono J) AU.Cbe mena dritto altrui per ogni
Corta, Spedita, Dritta,TianaJ)efperata,.AJbra,Breue, Calk. CbenoneraUCallaoniefalnuLoducamu) ,C'm
larga. Migliore, Torta .De la lor non loncefia , & torta aftrcfSo foli . Cofi entrammo noi per la Callaia , idtR per
yia.Trayui Frayia.TronòlayiaAenlrarmfibelcoT lo luogo firettifiimo.
po.OfeltctqueWamme,che‘nyiaf<mo.yu .Afpre,Ho- Chiiffo, il fico dminutiuo è Chiaffohre ''■unificatale
f nefle. Lunghe, Diflorte. Tutte ùir y le firn bafie.S oc. firetto ,o ruga habitata da gente u: La. . gwortnsl
Teruia.Affucauta.TerlayuJinaitvalacafaptfiare. B oc. Egli erainun Ckaffetto Iìh.io. 'SJttofipraun
ftmtfiroinuia.'Perunayiaaffaifiretta.lat.eallUifimi- muretto, che quelli Cbiafiobii» daltuna caft'airaltra
tattrames.TTeferilamauerfokngiarimoJ'ktmplifJi-. tbindea, .
; . ' ■ ■ ■ * ■ Rag».
noi
noi
r
Terra E L E M E N T I Terra 151
Ruga, /•» jlrjdjfi kU.ikjJi rtg4 , quia rtClt. B o cSHuau Carnuto procedendo . La fatica del picciolo Camino.Ter lo
HHj^jJcoptrta , ma tutte tb beliijjimi drappi coperte. V h . lungo Camino. D A mex? del Camin di noSlra tà-
T^onfu alcuna R:iga la .Marmoritta , che di nobili drappi ta Mi ntrouai . è impeéto Si nel Camin ; che uolt'è per
mmjofie ornata. V h. Le mainonuedute Rughe della no- paura . Entrar per lo Camin Mito & Seluaggio. a Jòlle-
llra mia. A. n. Et quindi alle Rughe , & alle altre roc- ner la guerra Si del Cammo, Mutfimpediua tutto' Imio
che , tir alle laje popolefibe éede forma. A u. Diuuòte Camino.
diritte Rughe dell, j unire mura. Tu. Caininanci . Lai. uiatores . B o c. Comi coSìume de Ca-
Sttìiiz.Lat.uia,iy‘ Jlrata ilafiligata. P s T.Chemenjòn minanti. 7{pH altrimenti che a Caminanti una monta-
dritte al elei tutte le Strade. Career, oueft uien per Strade gna ajfra,& erta .
aperte, Oue per flretteagran pena ft migra . iluefiaper Camiuare.Lat.itinerari,proficifci,iterfacere,tenere,t!r ha»
mllc Strade.SUura Strada, Ch'ala Strada dLamortm fu bere iter. Boc.Liquaii per li dubbiofi pa/iid’amor fono
rott duci, richiudete La Strada a mefii fum, ch'indi pafia- cantinati . Et poi che alquante giornate laminati furono ,
ro-A llbor errai ; quando [ antica Strada Di libertà mi fit Cominciorono a caminare. cofi laminando .
freufa,e tolta . Chtfmamtahala StradatormtndietTo , Migi\iì,Miglio,t!r Migliato, iJpatiodimillepafsi.Lat.mille 1104
Clx la strada del del hanno fmarrita.Che la Strada dt bo pafius. P u r.Ver ben Jiare fi feende molte Migba.B o c.
nor,Uatnonlafciafegttir.Etgirinparte, oue la Strada Oltrt aduepicdole Miglia fi dibingarodaeffaJjmgiform
mauca.TuttiriuoltialajupemaStraJa.I uidiundaman fe a fei Miglia. y n Miglio . Mexp Migho.Ù A u.Siuan-
defirafuor ih Strada .Tocaera fuor de la comuneStra- lodi qua per un Miglio fi conta . Forfè JiimilaMigUa
da.'Perlajlrada rotonda'ch’imfimta.Roc.Mfiaiu'e. dilontano.
rano,che nella Strada pubtica finiuanoji dijfofe digittar Lega. Lttatia fiadium. è fitatio di Miglia iq Francia.DAS.
fiallaStraia. llfamtglioper certe Strade gli trauertò. Maù uenutopiucbemexaLega.Atii.Checonluiuiea ,
Era il luogo lontano alquanto dalle uofire Strade . ne a molle Leghe , e migba . 0 li miei gridi , Che fi douean
$ eradico, latrunculator.iilgiuécedi maleficio,quafi udir lungi una Lega .
cb igUhabbiaapumregliafiaJfi.-iidellellradc. B o c.Et Tnccizje ueHigic/iuerped.ite,&per la yia. Lat.femita,
crede fi che domani lo S tradico lo farà impiccare . ucSìigu , trames , uia tranfuerfa. P E T. Onde'l uago de-
Concra da 4 contraho. Lat. uicpua,regio, trailus,è luogo , fir perde la Traccia , ideii la uia . Ter giunger de nemici
oue flaiiao piu perfane rannate , & aiicho dinota il paefe . fucila Traccia .
V ir. E'mbrumrleContradedOriente.OJbaue Cantra- CoiìRne.lat.confims,linet,terminuf.V e r.Mfiaidi qua
da fi puro fiume, Cofiu'o ricercando ogni Contrada . Foi ; dal naturai Conane. Seiuo,& modefita a l'altre due Conm
cui fortuna ha poflom man il freno De le belle Contrade. fine.Da u. Da quel Confine,che pini remoto,
hoc. y enne in quella Contrada una ptfiilenxaa. paefè. Varch i,dr Tafji,per luoghi flretti, tà- ferrati fiedi a 947.
Efiendo la Contrada molto jòlitaru. yna Contrada chia- Piazza. LatpÌatea,& forum. P E r.E'n poca 7‘iaicxa fé mi
mata Malpertugio . Caualcò perla Contrada faluatica.i. rabil cofe. Roc. La Tiax^ è piena di Tedefchi . Ma poi
paefe . I miei pafiati fono fiati fignori di quefie Contrade, che uide la Tiazxà ben piena . Et paganeggiare con efSe
tdeh paefi.D A n. Che gli haifeorta fi buia Contrada. perlecbiefe,&perleTinxxt.
Rtu.Cbe le belle Contri amica e regge. focoJfit.perlapiaxga.Tt r. Et de le arme empiè lo ffuc»
Triuio. Lat.triumm.luogochehabbiatreuie.i A N.Ogw inmexp't Foro horribilmente noto, yoce da non ufarfi.
Strada, ogni borgo , ogni Tnuio fi uede feminato di uer- Piano, ual Tianura & planitie. Lat. folum planum, plani- no f
di Mini . ues,&planitudo. P e t.D' affiti colli mirandoH dolce Via
Ilo} \iig^iodettodayia.ualquantocamino.Lat.iter&itine no. Bo c. y na montagna afpra et enafippreffoallaqua
ru.& manfio è lo uiaggiodi ungmrno. tr itinerarium ila lena beUiffimo Tiano,&diletteuole fia ri^fio.'Hon fola-
de faittione dello yiaggio. Tir. Gran tempo humido ten mente perii Tiani, ma anchora per le profondiffime ualU
tu quel yiaggio . Le fietle uagbe,&lor yiaggio. Ettari- mi fon ingegnato di andare. Da a. Come quella, che tut-
cbtami al fuo antico yiaggio .y idi a fiai perigliojòilmio te'lpianoabbraccia& quando figmficaampio,& largo,
yiaggio. è gran yiaggio in cofi poca ulta. Errarnondef uedia fj9}.<irperhumile,&baffoaqii.&perqueto,
fiinquelbrcue yiaggn . Riconofei colui, che prima torfe a iqif.ò’perchiaro.Grpalefea i68i.
J pafii tuoi dal publico yiaggio. B o c. Mal yiaggio fece Pianura . Lat. planitiet aquor. Boc. Difcefa per Vampia
lagalca.Bi u. yiaggio corto. Tianura; fu per le rugtadofe herbe. Et col fuo fparuiere
CaminOiCr Camùt. Lat. iter .ila firada,ouiaggio.prop. in mano n'i andato alle Tianure a ucderlouolireJ'eggen
& meta. P e ■c.L'amorofo Camin. Mi Camin lungo, & al doft uerdeggure i colli , & le Ttanure . B • «. Mmpie
mm uiuer corto. Hor,ch'al drato Camin l'ha Dio riuolta Ttanure .
Tutta lontana dal Camin del Sole.Camin di hbertate.On. Spianare. Latexplanare. Tir. Qjianti Spianati dietro , e
id Camin a lor tetti fi ferra . Dolor perche mi meni Fuor inangi poggt .
diCamiuadir quel,ch'to non uogliof Et che'l Caminatal Lzndx/ìgnificapianura.yo.Thr.D A n.Dicoche arriuam-
mta mi ferra.Tercbe'l Camin m'i chiufo di mercede. Ida moad una Landa . mi parea Donna ueder andar per una
man manca ; et tenne il Camin dritto. Efier giunto al Ca, Landa Cogliendo fiori, yoce parimente da non ufarfi.
minfibef nfi. Terche’l Camini lungo e'I tempo i Campi & Campagne luoghi ùtghifitmi, a fpatiofi, & io
corto, iluel Sol eh, mi mofirauail Canun deliro. Ch'an- ne fi femina.Lat arua.& campi da lauorare. Lat. raj.rii.
charmi torfe daljtcro Camino.Rotto da gli anni fi dal com Psr.Solo & penfòfòi piu deferti Campici, .’erinon-
tmao fiancoXram per feguir altro Camino. Bac.Mlor dori nofin dola Campi. E quel che lieto ifuot Capi dufat-
> hm
Terra
Terra ELEMENTI
tiyiie^tdefertiiTaltremercetarco. Comtiemh’ifrgHa, tUe nel tìic^f,
t del mio Campo mieta Uppole, ejìci chi co la falce adkit Corte. Lai. cauxdium, i il luogo piu jjiattiofo del palaXxo,
ca. Tie tant herbe htbbc taai Campo ne piaggta.In Capo che alium lo chiamano cortde. So c.La Corte del paU^
Kerdeun candido Ermellino. Boc.Ter ifh.jlo Campo zo.llwenòinunafiefcaCorte.TertuttalaCorte.mda-
apertotà- libero dclmiuellart. ftpei bCampilauoraiori rei<kntibattendo,t^ calpeflrandolaneue.ycduta,ram.
tnijeri,ey poueri. I Campi piemdthiade.Cbe l mio picih- pltfiimaya beta Cortedel palagio. In una lorofrefea Cor
lo Campicellu haucua a lauorarej.pro habere rem.Cf Cà ticella entrato ^ prò .Auìa,uediji6.
po per lo ejfmiioacf^s erpir lo Spano «1794. Aia. Lat.area. & oc. Ella nonjàpeua bene, che cofa fofie il
Cimvign».Cat.planiiies,ager,campu}. T E rJÌjiando fi mettere in .Aia conhfcolarij. nonjàpeua chefi fojje a im
ueflep^ fpoglia Oi Jronde’l Bofcojr la Campagna iher. paeciarfi per gioco confiolari. Trouerbio Thofeano .
ha . Tienaà morti Tutta la Campagna, yetgfalaferai hiwoluièUdiminutiuo di Aia.Lat.areola.D a n.
buoi tornare fiioln Da le Campagne, C da folcati colli. mola, che ti fa tanto feroci y otgendem'iocon gli eterni
1{p per Cair.paffK caualicri armati . Et fiorir co bcgtioc- gemelli ,Tulia mi apporne da colli alle foci , noi .Aia
chi le Campagne. picciola ,idej} poca terraa nfpettodeltielo. Et piu mi
fic6 Fotefta. Lat. nemut, lucut . è campagna , tp felua lontana fora il fico é quefi' Aiuola , ideji é quejla terra, laquale
dalie habitation de gli huonuni.D a k. La diuina Fore- ifimileaduna picaolaAia.
fla jp-Jf: ,& urna . Atcì-Cbe parchetrcmila torcfla fcia.to,quello.cheuaatomoperleaie.Soc.Mef}èrlopre-
(togn'mlorao. « “ muaghififorte,che ne menaua ifmanie , & tutto di
Trito . Lat. pralum .quafiparatum.T i t. Etdeftaijior andana Alato per uederla.
tra Chirba in ciafeun "Prato . Quefia uitaterrena è quafi Podere. Latfreéumjimdus, i la pofiefitone. S oc. Io ho
unPraio. Ridono i'Prali,e'lciel fi rajferena. Tip tra chia un Podere lurjòil ual <f Amo. Al fuo "Podere fi nandù .
rt fontane, & l'enti Prati . A coglier fior in quei Prati lo non fo ne'l Podere ,nela torricelia . Calandrino hauea
dmtorno. B oc. Era unPrato di minuiijlima herba uer un fuo Podere non guan lontano da Firenr^e .Che un fuo
de, tanto che quafi nera parca . dipinto tutto forfè di mille "Foderetto picciolo ejfergli rhnafo. Lat.pradiolum. Accor-
pa ruta di colori, yn Prato di herba mirmtijiima, & pie- dato fi partei ipi uennero del "Podere del Ma fitto, meta.
n.1 di fiori porporini, & altri . yerde & belbfiimo molto. Valle ; luogo fituato fra poggi/) montagne.lat. ualleijis.&
dherbe , & di fiori pieno di dolce foauità tPodori,&"d in, uallisjit,cì" Cchenna,aJjebraica ; la yaUe di tnfiitiaft
torno alquaU belli, &gioumiarbufcelli erano affai con dim^eriat&ptgliafipcrloinfemo.V n.Etribmba-
fronJe uerdi,& folte, deltequali il luogo era difefo da rag
gi del gran pianeta. P n.ynpicciolo Prato di giouanetta
herba coperto i^ai piaceuole. P h ."Hella primauera i fio-
ri ne uerdi Prati.Cominciauanfi i fiorettiper li uerdi "Pra
ti a leuarfufo. I uò per uerdi Prati riguardando, I bian-
chi fiori i gialli, & iturmiglife rofi in fu le fiine,e i bian-
chi gigli. "Hgl frefeo PraleUo uenuti . In un "Fratello <T al-
tiflimi alberi circondato . yn Pratello ueflito di pallida
herba per la fiagione fredda. P n .
Giardino. Lat. pomanum/undariumjbortut. B o c.Ciar
dillo Bello, BclliJ/imo,Dilettcuole,Grattde. In un piaceuo-
le Giardino pieno di herbe^ di fiori, & diuarù frutti co-
piofri. P H . Era quel Giardino beUiffimo, & lopiofo efar-
■ I bori, fiori ,& di frefcbeherhcttejequali da piu fon-
tane per diuerfiriuoli eranbagnate.P H. I Giardinima-
rauigbofi/t di uarie piante fronzuti. Dan ^ola congU
occhi per queBo Giardino .
Vcrzicro . Lat. uiridarmm. B o c. nella uifione amorofa .
Andrei rigando il piaceuole y enfierò .
1 1 07 Hono.Lat.drortus/i. B o c.Lauoraua thorto.Etdiffegli,
liot
ua tutta auella yalle D'acaue, 1 augeUi,^ eran le fue ri
ue,Biancbe,uerdi, uermigbe,perfi, e$- ^e. "Hongiac-
que fi jmarrito nella yalle di Terebinto quel gran Phtli-
fleo.Quant’in fui Hanto/e quant'in yal di Tebro i In una
chiufa yalle ondi efee Sorga. Ma lafSo me non ual ^rir di
yalli.B o c. yna yalle ombrofa dimoiti alberi fidiman
daua La yalle delle donne. Per le profondifiime yalli mi
fon ingegnato di andare . yn yallone molto profondo &•
folitario,& chiufo (Calte grotte/e d'alberi. Le uicine mon
lagne fonopitnedifbUi bofihi , ^ é nafeofi yalloni P h.
yn canaletto fuori d’un yaUonceUo ufeendo. P e t. ^
B o c. yalle Ombrofa, Aprica,Piaceuole,Ticciola. Lat.
uaUicula yal d’Arno. "Profóndo yallone. IfafcoBi yal
Uni.D A u.Ladoue terminaua quella yalle. Per unfen-
tier ch'aduna yalle Jiede. yedebccctole giuperlayaL
lea j.y alle. K Ki. E queBo, e quel ne la y allea ritorna.
Flegra.o Pblegra. Lat. e ualle in Thefiaglta,la doue igigan
ti combatterò congb Dei. Tn.A tempo de giganti f of-
fe Flegra.T. Conìbattan i giganti arditi a Ftcgra, Tanto
che fuggon fmarriti gli DeL
che tgU di quelle cofedclC Morto prendeffe, che Gli Horti y (filare. Lat, ualctrcimdare.S a u. Che uaUan quella terra
di yenere, mutto s'affatica di coltiuare .prore uenerea . fionfolata .
A u.Peiffandoancbordiftarnel fiorii Morto . Xofipbiit ualle uictnaaMierufalem. doue fccnderà Chriflo
Hortolano. Lat.uiridarius firuus,ceporos/iillicus horti,oli agiudicare i buoni &i rei ; dr però figmfica il giudiao ,
tor. Boc.Eradiun loro bellifiimo Morto Mortolano . ouero gtudicio del fignore. Dan. Et egli a me fTuttifi-
Bro\o,ilouer^ro,ogiardmoilFerrarefediceBroiloASri rau ferrati Huanioé lofaphà qui torneranno Co corpi
luogo pieno di fruttari. Dan. Ma digigli Di fopra dea cbelasù hanno lafiiati .
po non faceuan Brobi.i. non uerdeggiauano . Brtfio anche Bofeo. Lat. nemusjucui,frlua detto da Latini,& è yo. gre liop
ualepclato/iedia ijn-mafcrittoperduel. co, che pa fio fignifica, per fioche meffr-' ..ogUani-
Qotxile. Lat. cobori,crcliori,atrium.i luogo nella cafri mfit. Luco dinota bofioofcuro;SeiL ...'"ìdemorebofeo
ffatmfo detto da corte , doue fi nutrì fono galline , polli, ameno. T et. sofio. Bel, yerde. Di fronde Jl Bofco,& la
b o c.y no pala^ con bello, ^ pan Cor- campagpaiherbo.EjnptondelboJcodegfiombrofirmr-,
tì.Ter
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Terra ELEMENTI Terra 151
ti. mezi Bifchi inlwlpiti & N f tanti angel a principi! di Rhemi fltnieniifi,i lunga piu di cinquecat*
U albcrgan per li Bofihi.t{e fiere han quefit Bofchi fi jet- toimglia , feconda che ferine Ceftre nel feflo coment anot
nag^e.Oujghi babitaiordc uerdiBofihi.CitadmdeBo- benché fecondo che piace a Strabane fia oltrailuero.
fchi .Tis per bei Bofihialbtrefere,efnelle.DeJlandoi V BT. Mille piagge tn un giorno, &mùlerini MoHrato
fior per queflo ombrofo Bofebo: m un Bo febei to nono ira- ni ba per la [amo fa ^ rietina .
mi fanti. Hoc. .Andando ungiamo per un Bofeo beUo,et Dodona . Lat.fclua celcbratijfima da poeti , quella ènei mi
folto d'alberi. Ent ra re in ungrandifiimo Bofeo . D'alberi, monte Dodonioin Chaonia molto uifitata, et dici fi in quel
di quercie,é cerri,^ é Mbt li. unfoltifitmo Bofeo. A « . la efSere flato un tempio a Cioue Dodonio confaerata , <jr
Fra felli ^ oinbroji bofehi. Bofibetti di querimoli.Vn Bo ebrea queflo fi thte due colombe effere fobte dal cielo in
phelto affai folle d’arbufcelb (Jr pruni l^i Diana dopo i quefla difcendere, &federfi nette Sluercie antiche, dalle-
Bofchereca affanni col fuocboroueniua a mreart.'Pn, quali dauano a domandanti nfponfi.l'ltimamente una di
Da n. Quando noi ci mettemmo per un Bofeo. Toidific; quelle (come fi due) trafuolò in Delphi città di Boetia,&
homai è tempo di fioflarfi Dal Bofeo. al Bofeo Corfe Dia- lì fece chiaro ioracolo del Delpitico .Apollo, L’dtrapafii
na^t HeUce cacciomte.7{e bofehi lorper aUet^ga mirata. in Mfrica al tempio dt Cioue amone,et coft Dodona abban
S A u.SchcrxandoconBofcareccie ajlutie . donata reflofli.
Imbofihire . Lat. fyluefcere. San. Che certo egli è meglio il Hercinia. Lat.è nome a molte Selue,ma la maggiore jet piu
poco terreno ben coltiuare, cbe'l molto laftiar per malga conofciuta i quella che è appo b Germani , & gli antichi
uerno onbofthire . Greci conobberta, & Hercinta cbiamaronla . P ampie ™
Simbofeare è entrar nel bofeo. Lat. latere,debcere,& delittm di quefla ad un'huomo fpeéto i mamfeHa col carnato di
feere tnfyluis. P 1 t. Conu fiera cacciata fi rimbofea . none giorni . 'Hafce dalli fini di suigeri , 'Hemeii,& Cu-
Idalio è bofeo netCifila di Cipri a Venere confacrato . riaci,& per diritta regione del fiume Danoiaperuienetn-
Sclua. Latjyluajmcui,& nemus, è una affa iHeffa;& è tuo fino olii fini de Daci,& Unarm , & di qumdt a finiflra
gp largo, Cr lungo con mobaudine d'alberi filueflri & in- parte piegando fi, per lafua fini furata grande^p^ .toccali
fruttuofi,& è detta felua quafifobua.idefi fobtaria . Sii- fini di nìobe genti, & [andata Jua in lunghezza di qua-
uano f to Dio. Vir.Ter obi monti & per Scine afjire tra rama giornate, nondimeno neffuno i de Germarnahc dica
uo.Mafi ratiati per Selue e per montagne.Selua .A inorò- d’hauer udito alcuno effere già mai al fine é quella uenu-
fa . Verde , Ombroft . Ma 10 farò foiterra in feccxSelua. to, ne maiintefe ,0 fiotto qual parte del cielo nafea , opiu
Solo iun Lauro tal Selua uerdeggia. B o c. Mi parca toHodaueella finifea .
d’effere m una bella dr dtietteuol Selua. Le fiere, che nelle Ida. Lat. felua dt Thri^ da Ida mante apprefio Troii.fin-
Selue frgbono babitare. Dan. Mi ritrouai per una Sei- gotto i poeti , che apprefio quefla per fuggire il futuro dan
ua ofcura.E fia Selua feluaggia, & offra e forte . no deltinfogno di Hecuba.ulefjandro che poi fu detto Ta
Sinfebiare, Lat. ire in latebraiJaterejìeZtefcere . ual entrar rii fu traf^rtato , & nelle uaUi di quefla della ir
inSebia. Ak 1. Quid per le fichu nomade,o Mafiile Cac- ouerodignui delle tre dine dal mede fimo fu dato il gmdi-
àata uien la generofa belua, Cb'amhor fuggendo mollra 00 quiui ambo Cioue informa d'aquila rapi Camme
il cor gentde,&miHacciofa,tir lenta fi rinfilila. de ,& però dice D a u. Et effer mi parue la doue furo
ino Se\aa.^o cofafilueHra.Lat.fjlueHernemorofut.P n, .Abbandonati ifuoi da Gammede Oliando fu ratto al fin*
Fere Seluagge, cJr man fune gregge .Ma pur fi affre uie, mo concifloro .
ne fi Seluagge. 7le fiereban quelli bofehi fiSeluagge. Kemei.Lat.febiatragli.Argiui,&Thebani,apprcffo U mi
Ter mex.0 i ^ fichi inboffiti tjr Seluaggi ..Atepiucara,a qual regnò Ljgurgojchiara perii Leoiu nemeo nella mede
me Seluaggia,& pia. Et quanto in piu Sebiaggio Loco nà fima da Hercolefuperatojet per giuochi annuahin hoao-
trouo.-Affro corje Sebiaggio. Ter far inamorar un'buom re di .Archemoro dal ferpente uccifit attenere Hipfipile nn
Seluaggio. hoc. Le fiere Seluagge. Dan. Ter cui io trite agU .Argini dtmoflraua il celebrato Langia .
mono / pafii miei per fi Seluaggia Strada. Thimbra felua propinqua a Troia ad .Apollo facrataj& in
Situano è habitator di Selua.Lat fyluanui. Dan. Qm fa- quella un tempio nomato Thimbreo Mpolloaielquale .A-
rat tu poco tempo Siluano. chille per infidie tradito da Hecuba , di notte fu da Tarit
SilucBro , dt filua. P e t. Onde fon fatto uti animai Sthu- ferito , & finga arme uccifi . Qjtefla felua è detta dalla
flro. Fiere Sibufìre. Et è ancho nome proprio . berba Thimbra ah cui mobo abbonda ; quefla herbafi di-
Seluaggiumi. Lat fere fyluefìresjbelua .fonoanimab feU te effer detta da Latini ciane,o faturcia .
uaggi. B oc. Il luogo douer efler tale , che copiofamente Piagge. Lat. plaga,ga,traflus,chma,htus.ftatio. V bt. Et
didiuerfiSelujggiumi bauereui douefie .ittHi antichi ^rian per leTiagge[berbe,eirami . Verdi Riue .fiorite
hanno Saluaggine.cbe non mi piace . ombrofe Tiagge.K/don hor perle Tiagge herbette tir fio-
Saiuitico,ualnondomeflico.Lat fyluefler.T B T. Io ch'era ri.VaUicbiufi.alticolhjO'Tiaggeapriche.Etcantaran
piu Saluatico.che Ceruo. B o c. Tanto cruda, & dura, et gelletti j&fiortrTtagge. Se'n fobtaria Viaggia riuofi firn
Saluaticafighmoflraualagiouanettaamata.Saluatica te.Helant'herbe Mbcmai campo ne Viaggia. Ritta
Via. Saluatuhe Fiere. Saluatiilu Tomi.Herbe,& Dotte- Viaggia uedrai diman da fera. Vidi in una fiorita, c uer-
rLSaUatico Aenate.Et ella Saluaticbeita.Saluaticaméte, de Piaggia Gente . Che perquefl'aba Viaggia, hoc. Le
Siduaticheija.Ii, ‘'luatichito.uedi Vindice . Tiagge dehequahmontagne cofi gmfo uerfo il pianodt-
Ardcana. Lat. ardùenna . Selua celebrata da fcrittori, è la gradauano . Velocifiimamente correndo in mia Viaggia
maggiore é quante ne fimo in Francia , laqual dal Rhtno deWifola dt Maioiica percoffe. Qtu.Le Viaggie .
per U termini de Treueri ba i ‘Hpruij hoggiiTornacefi, et 3^agc in ucce di Tiagge niòD a tt. Cbe’n diuerfe Tlage Lo
Tcrr»
del tmum dì tanto ferenojjregiom.
Tiaggure è flar fermo, non fi monere, comt flore di mt-
tta,doitra mare c terra, e dice fl flore m^iaggia.lì K n,
Con la flirta di tal,che teflè piaggia, altri Lggono Conia
foTxa di Dio chorapiaggiaj,ihe non fi mone.
Spiaggia. Lat. plaga, &jlatio,onu. A Kl. In quello ilirm
to,m fu [amena Spiaggia .
Ut] Poggio. iat. podium,colli<,e^cliuus; /monte, olui^o emi-
nente d.i potere riguardare di lontanojdcuna uolta dinota
ripofo. P L T. Onero al Teg^o , faticofo, & alto Kttrar-
mt accortamente da loflratioà. ad un luogo da potere ri-
pofare . Et tu pur uia é Toggio in Toggio forgiò, da ogni
banda fi di fatica infatua Onero al Toggio faticofo dr al
to.In alto ToggiOjin ualle ima & fntluftre.O Toggifi yal
tifi Fiumi fi Selue, o Campi. Se'n fra due Toggijude om-
krofa ualle . Et quando'l Solfa uerdeggiar i Poggi. OSot
B L E M E N T I Terra
ch’etemonome dennoalTeuere ,& albel colle .Auere-
tmo.lìicK.Chelótto’l faflo dimonte ,4uemm Di f an-
gue fece molte uolte laco.
M 0 ‘H.^T 1.
Monti, & Montagne, .Aganippe, Aitai, Acne, Appen-
nino, Aliante, Auenuao, Auemo, Barbaro, Bifmanto-
ua,Catpe, Capitolino,Caucafo, Chiarcntana,Cileno,Cm-
thio, Cttherone, Cliuo, Elicon Eridano, Ermianio, Elba,
Falerno, Ferrarla, Fejante, Gargano, HeUcona, Hermo,
ldajdalo,Imetto,Lamio,Malo,Mambe,MarathoueMo
pbcllo, Merot,Oeta,Olimpo, Obueto, Taruafo, Telione,
Tictrapana, Ttrenro,Tulciano,Sinai, Sion,SKbor,Sunto,
Tabernicb,Tabor,TarpeoiTipheo,F'alicano,F'ttellatoio,
Vefuuio.
UtcbefaiombrareiToggi. Laura gentd, che rafierena Monte.Lat.mons,&tumuliisilpicciolomontc.'P tr.On- m)
iTogii, Cercai per Tuggi folitari, &emi. B o c. So-
pra il Cerruto Veggio , ideft pieno di Cerri. V n. Il qual
palagio f opra un Toggetto era poflo , idefl (òpra un mon-
tueUo.Bi u.IToggi.
Appoggio. D A N.Cbe haueua in me de fuoi raggi [Ap-
poggio . Lat. flabiUmen , flabilimenium ,firmamentum ,
& juifidtiim .
"Poggiare perafceniere,& alcuna uolta dinota ripofare, che
lat. dicono adbartre. Pet. One fi feende poetando &
deafiaipuodolerfi il fiero Monte . Tra l'htrba tarde e’I
bel Monte uicinOfOue fi feende poetando ^poggia . So-
pra’l Monte Tarpeo Canyon uedrai y n eaualur che tut-
ta Italia bonora. Di penfiier in Jtenfier, di Monte in Mon-
te Mi guida amor .Indi fra Marne Barbaro & Auerno.
Et quel che armato Jildifcfi'l Moine. Bo c. Sopra un
Monte faluatieo,& làletario . Ter la trote di Manie Sion
mi giurate. Monte Morello MunteTIiro. SAH.Safiofi
Monti. Lo incolto paefe piu Monte foche piano .
poggij.Et fuitkccelyche per [aere poggia ; Ondealuero Montagna. Lat. mona. Pet. Ma flraiiati per fclue,eper
ualor tonuien c'huom poggi . Ter cui conuien, ebe'n pena Montagne.Fonii, fiumi, Motagne, bofibuefajii . S/uan-
e’n fama poggi. B oc. Il uento potentijjmo poggiauain teMontagne,& acque. Boc.Teruennialle Momagut
contranojtdtfl fpingeua,o puntaua. A r i.Cbi fiefe alma di bafebi . Vìi aura joaue,che da quelle Momagne ufciua.
re, echi poggio fui monte. Ticciola Montagnetta, Imorniatodafii Momagnette di
Appoggiare. Lat. adharere , reclinare , firmare ,flabilire. non troppa altegga,
Pet. Tirritrouar , oue col cors'appoggU. ripofit . m cui Montare.lM. afcendérefcandere/alire.prop.dr meta.PsT.
Hsfiroflierar & rimembrar lappoggi.Gloriofit colonna. Il defir monta cr errfee . S/jiando’l Sol moma. Il mio ffe-
rar ,chetroppoaltomontaua. B o c.Toicbea montare
incominciò la ferocità della pefiilemcaà.a crefccre. Et fat
tala fopra un palafreno montare j. faine . Cotefle parole
che non montano nulla.iJmpoftano.Lequai parole nò mon
taronounfruUo.i.ualjiro .uc'di all'Indice. Dan. IlSol
montana in fu con quelle flelle .
h cui s'appoggia TlgUra fberairga. Alqualunaimain
duo corpi s’appoggia .Oue la fianca mia una s'appoggfa ,
Di quella urna pietra oh io m’appoggio. B o c. Cheflanm
dompiedi ui pojp le reni appoggiare . Con una mano folto
al filo capo appoggiata al letto.Appogguito il capo al let-
to.Sopra il Ino ballone Appoggiato. Vnaantenntlla alla ^ ^
fineSìra della giouaneappog^.li) a v.Iouiéduefede- ‘Rimontare. lat. iterumafcendcre.B oc. QjiindiBiinonta-
reafe Appoggiati . liinfula barca.Bimomati a caualloRimontò a cauallo.
1 1 1 4 Colle . Lat. coliti , cliuus , tumulus . dinota picciolo monte. Sormontare, ual montare fi afeendere di /òpra, & inalzare,
Pet. Colle Frefco,Omhrofo.Fiorito,& Verde Colle. Ma quafifurfumfeiollcre, extoilere , t ferri. Ttr.Toiche
piu ckeneue bianca, ebefenza uento in un bel Colle fioc- fòrmontarifcaldandoilSole. Dan. Et che [altra for-
chi. Td£Ì mego/un ombrofo&uerde Colle Confi foaueo- monti Con la forza di tal, ihe teli/ piaggia .
dor,con fi dolce acque. ValUcbiufe,altiColli,&piagge Smontare.Lat.defcendert.B o c.FattolodtiRonzinofmon. lll6
apriihe. D'afri CoUt miràdo il dolce piano. Anibor m’ha tare. Che gli douefSe piacere d'andare a fmontare con cflo
uria tra fuoi bei Colli fofchi.Da le campagne,^ da folca-
ti Colli . Dolci ,Bei. B o c. Veggonfi uerdeggiaret Colli .
D A K. Ma po cb'ifui a pici un Collegiunto, Li oue ter-
minaua quella uaUe. B e h.'UcI Colle Ideo .
Aucntino .Lat, [uno de fette Colli di Roma, cofi detto da
Chino al taSlelloJn cafa deWhoUeil fece finontareJMm
Smontati alle loro caHella fi ne falirono. Qjiiui Smonta-
ti per rinfrefearfittir ripofarfi.Et egb nella corte Smonta
toiunpalafrem.tà' I fmontare .^difmontare anebofi
dice , uedi aU’inéce ,
Aucntino Re degli Aborigeni ,altri uogliono che Sabini Tramontare per andar di fitto. Lat. declinare, fubmergere ,
che [babitauanolo cbiamaflero Auentino da un monte pracipitareficcultarefiicidere,daicer; inpraceps. Pet.
cofidettofihehaueuaiioinloropaefl i Altri dicono efiere Dal tramontar delSole .Se' l Sol leuat ‘ <do,Setra-
cofi nominato dado auenimento de gh huomini ; perche in montar fi al tardo .
tinello a ad tempio di Diana ;douehoggi/fanta Sabina, Ciimiilo,eir accumulare, uedi a tyo i.
il qual era comune a lui ti i popoli Latini,ouero perche giu Mucchjo.idf. aceniiis, congcflus.ct lorica fi,/ il Mucchio,
iinondaio dal fiume [andana amie nam, P a t.£i (iao, rmtoneficataflra di pietre, oéttrra fatto intorno la
... wyi*
Terr*
ELEMENTI
<4/St. tt imi moitte,e cumulo di cojè fitto ferdcfaifioue co
me Lorica. D mi. Età friitcefcefthi fingumojò Mucchio.
Eat. i certo cumulo ,di qudunquecofa fatto in guipi
à piramide. B o cJ)e fuoi baroni fi ueggono per tutto af-
fli, fi come i il Tamagnino dalla porta don Meta, manico
Tetro 1 5 ;
fletle uetuHo , alenali faturma iuome , del quale poi tre
uefligi refiaroHO.Tercio,(be nelle prime bocche fu il tem-
pio à Saiumo-,& laporta fiuurmajaquatedoponomina-
roao TanJana ^ dietro il tempio à Saturno nelle ligi de
gli eàficijc mura à retro fono tra le pareti fcritte .
à feopa , lo Iquaceherd, & altri ■ & m quello luogo deri- Caucafo. Lai. caucafin. monte famofi/iimo, cofi detto per-
dendo, & beffando d meàeo, uul figntficare un cumulo à
Stromei pumido in cima in guifa piramidale, perche a
quella porta ui caca ogniuno che uuole , come nellTnàce
babbiamo a fifficienga iffo/io. ó" quando dinota U termi-
*ffife%uo delcorritorc^eàa I5ij.i6>(.
inr Aganippe monte in Boetia prinueramenie detto Eruppe, fa
croio alle Mufe,ueàad fdganippe fonte a loS;.
Alca mome neltifole nuouamente trouate, neiquale fi jèpe-
lifcono U Regi de tartari .
Aona monte à Helicone m Boetia facratoalle Mufe. .Altn
àcono Aorte efiere monte à Thracia ,& da lui le Mufe
Aonide ejfer nominate.
cu che le cime fue fiano fempre bianche à neue. Terche
in lingua deglihabitaturi candore,àcefit canea fio . alcu-
ni uogliono queHo efiere U monte Tauro , & altri parte
del monte Tauro,
Chiarentana , è montagna HeWAlpi,cheàuidono[ Italia
dalla Magna.DMi.Auxi che Chiarentana il caldo finta.
Cilenio monte à Anbaìia celebre perlonafcimeutoà
Mercurio .
Cinthio.Lat.cyntbiut.monte delTifolaà Delo,famofo
perla natiuitàiT Apollo, &à Diana, lacuigrandex»
ga àcefi ffier tanta,d>e con l'ombra Jùa cuopra il circui-
to dell'Arcipelago,
Apcnain.Lat.apenuinut.imontagnagrande,eheparuPl- Cicheroao.lat.cytharou.èMontedi Boetia peruerfide
uba comenxando dalTAlpe , dr giungendo perla efire- poeti cantatifiimo,0‘ non lungi «T Athene pcnalga. Alca
maCalabnauapermexplaltaUa.ThT.f'edralloUbel ni penfano efier una parte à ’Parnafo appelbto dacerto
paefe fxlulia) che Apenin parte, e'I mar circonda , & Citberone in queHo Bacibojbriialmente era adorato: ma
CAlpe. D A u. Da la fimHra coffa d’Apemuno.Tra Car fecondo altri yenere, & d.% lui dicono ella effer uommata
da,&ual Camonica Apennino.A pie del Cafentum Tra, Cubereajueà ad Helicona ino.
uerfa un'acqua iha nomeArcbiam , che foura CHermo Clino. Lat. dinota monucello. D a n. £t come Cbuo in ac-
nafee in Apennino . Alcuni fcriuono A termino con un p. qua difuo imo à Si Specchia, quafi per uederfi adorbu,
par, D A N. dri/P E r.loufaronocoHduo, T^coti monte à Boetia, ueà ad Helicona.
Ariance. Lat. atlas. Monte granàfibno in Mauritania nel- Erìmanto moiue poffo ne fini d: Arcbadiajnelqual Herco-
POccidente meridionale per amiquifiima fama celebrattf le prefe il cinghiate uiuodifiipaute ogni copi, &portoUo
fimo.V it.Delmfflro nome jfeimerimeintefe Fuffenfi alReEuriHeo.Lai.Erymanibui.uediatoó^
tungehaurei pienThile, & Battro,La Tanafil 'H^tAt- Etna. Ut. ataa. monte mmexp della Siedia celcbratifiimo,
lame, Ohmpo, tir Colpe . dqual è fedito a mandare fuori della fua eccelfa cima gli
Aucnrìno. Lat. l'uno de fette Monti, onero Colli della cittd buomini éfuoco,hoggià mancando hlòtterraneofolfoji
à Romaxuà «1114. lamentefumi gitta fuori,nella cui fommitd dicono due cop
Aucrna . Lat. è montdgna in Cuafeogna , oue fino i popc^ pe efiere /Ielle quab già fiamma ufeiua/prefio lequali affer
Auerrù , che combatterono con Cefare. Auemo ueà a mano lo monte efiere cmereo,& niueo, & le piu uoltecom
mente Barbaro piu baffo. B oc. Et uicun al lago di Auer
nouiacertifiimaagliIddiimfemaU.Au.Tir.InàJra
monte Barbaro, &Auerno.& ueàa 108».
Bifmantona montagna molto alta nelducato diReggh,
‘Pam. Montafi fu Bifmantouain cacume Con effoipie.
1118 Barbaro imontealla Grotte à Sibilla, finto donale Coe-
teio quello, che il monte à Taufibpo cauando fe la Grot-
te/he i fra ’h(apoli,&Toxpioloadiede aperta uia a colo-
ro che ad Auemo andauano a Cuma, come ferme Strabo
ne Vtr. Inàfra monte Barbaro, &Auerno
peno , efiendo poi nelle raàci à tutti li monti amerùfiima
abbondeuole à Inupvbffimi fonti & frutti, et perche afiai
uoltelaregionedaterremotiipercolfo,gliaHtichifinferu
la fauola,cioieffo monte effere fiato da GionefopraMHo
alla tefla à Tipbeo gigante, ilquale fijf brando quafi fuori
manda le fiamme, CT fallo tremare. Fu già in queHo un
grancafiellodelpionome. &peroàcedT 1 r.'Honfafi
grande fi terribil f nono Etna qualherda Enceladoi
^nfeofia .ueà a Mongtbello a 1111.
Falerno^ monte à Campagna /P ottimo nino ferace .
1119
Càlpc . Ut.monienelPeffremo occidente, & nel fine della Fcrraria , ì promontorio ÌHifpagria,fotto'l quale Hibero
JMJM , onde àffero efiere le colonne à Uercole in fegno fiume entra nel mare.
che piu oltre auar non fi douefie . & Colpe apprefio à Fcfante monte donde cominciò Tirfio a uolare per andare
Tbeopompo nell ottano delle cofegreche, i città m Bitbi- in Libia ad ammaggarela Gorgpnea tefta.
W,& porto. Alami anche uogliono Colpe efiere Monte Gzrgono.Ut.garganui mom.i numte à 'Puglia àmeì fan
npprefio d Tharo à Siedia . to Angelo, apprefio à queHo dicouo fu un tempio à Tal-
Capirolo,o CapiloliodM.capitobumJ monte à Roma, co- lai Helimte, nel qual furono lungamf te faluati Uformen
mo
p detto/he efiendo canati i fondamenti del tempio à Gto
ne, àcefi efieruifiatotrouato UH capo bumano. Innangi
dalla neHal uergine Tarpeia Tarpeio fu nominato, laqua
te ini uccida jn a- 'abini,& fepelhta, &ancboraddifei
fafio Tarpeio cbiamifi . S crifiero gli antiquifiimi queffo
ftefjo monte Saturno appellato effere, & da luiper tutta
k terra Saturnia, & etiandio m qneffo qffere flato «p co-
ti à EpioiaUiqualihancuaiiofabricatoilcauallo Dnrio
appo Jlione,et prtfio d mede fimo luogo effer fiala la regio
ne Daunia, dotte i’I tempio à PaUoj deità Marea : doue fi
no feureà brondo,& l'arme àeompagmà Dhmedepo-
fle lungaméte moftrate furono, e àcono nel meàfimo Ino
go efierui fiati cani/be co lieta fembiàxa à coregge a gli
negnenti. Greci lufingauano. ila do eb'i aia piu grande
: H
\
mi
Terr»
ELEMENTI
Terra
ture lutierthle: i» (jutSio monteiHcIfaimo cccclxxxi.
Zenone preme a Romani imperante , per dimno dono del
Michele M nbangelo un antro olii contadini fu moSìrato
infinoalfhodiernodifamofOfO'dalUCbnflianicon fora-
via Heneraiione uifieato .
Hclicona. Lnt. helUon , monte non parte di Tamafo,fi co-
qneflojpefìo arde &gitta fiioio, per ilcbe fingono i pteà
qnim ejiere la fucina di yuUano . onJed Tir. 'Hpn bolli
mai f'ultan ùpari, olfcbia, Strongil o Monff bello. Tqpn
p-eme cofìl mar quando i adira, Han Mongtbel, s'Ence-
ladofojfiira . uediadEibnaa 17 >S. A r uTal cb'un rn-
f celio Varean le guancu, e' l petto un Mongibello .
me dijfero alcuni fidandofi nelCautoritidiSeruio ,ilquale Ocra . Lat. monte tra Tbeffaglta , & Tbracia nobile per la
ferine U due fommità di Tartufo, luna ejiere Citlrerone, morte d'Hercole; perche in quello fatto fu il fuoco, &cf-
^ Poltra Heltcona, coneiofia cofa,cbe Herodolo nella V- jo conjumato ,
rania t una chiama Thitorea,& P altra Hiampeo: et Tot 0\impo.Latoitympus.monte aliijiitno di Macedoniaailcuni
nafo è in Thoàde, Citberonc non lungi da The be,& Heli già credettero quello effere flato una cofa nudefima con
corum Boetu; De quali Cttbcronee confecrato a Bac-
tho^tlitona ad MpoUo, & alle Mufe ;Tarnafi>,&aL
fum>,&alt altro.Ha Helicona un fiume chiamato da gre
ci Hippocrene,& da latini Cabalinojelquale chi bene fi
dice diuentar poeta per lo effempio di Hefiodo ,ehea que-
llo fonte bruendo dmenne poeta , onde Terfio . "Hpc fonte
labro prclui Caballino. P e j.Chi uuolfar £ Heltcond na
feer fiume. Dottrina del Santifimo Heluona ,
Ida- L>(. ^ monte di Tb rigia non lungi da Ihone ,& al mare
Hellef forno fòpraemmeme memorabile perlogiudiciodi
Tarn .& Ida è Monte in Greti, douefunudrito Gume fe-
condo fingono i poeti , onde D a s.Hna montagna ui;che
già fu lieta D'acqua ; & di fronde ; che fi chiama Ida ,
Hor i defèrta come cofa uieta A a t. f n al gran pajior de
la Montagna Ideaadefi Tatù .
Idalo. Lat. idalus.Monte m Cipri a Venere facrato.
ImcttOj V Himetto.Lat.Hyrnetusjnonte della regione jft-
tica,dt hellem tra tutti tiene il prineipato,folende di fio-
Offa monte di Thefiaglu , & in fine per termoto difgmnti
bauer la f ciato fuori il fiume Teneo,<S' alle palué,ptr le-
quali TbefiagUa era mal fàrujhauer data l'ufcita.ììueflo
tanto itulga il cacume al cielo, che per ifferimento i co-
nofeiuto fuperar le nebbie,percto che gli facrificanti bauea
no in colìume,dopo fegnato il cenere delti faenfici con eba
ratteri di lettere dipartiuanfi, c nell' anno feguente ritor
nati trouauanojì come le haueano lafciateal pertbeappa
re, ne ani he ucutifojjiare,ne uccelli uolare,ne pioggie ca-
pare/te intcruenire alcuna altra alteraihne,an3ii perche
Porre è fottihffimo fino chi duanoefier folitt di mettere
jponga piena di acqua all'odorato, ty afeende rlo,accio Po»
ria piu fpefio tiravano, par certo Olimpo,cioè cielojlqua-
lettiandio deh è nominato . Dicono anchora iii quejlo da-
uendo Cioue contea Titani guerreggiare hauerprinuerou
méte hauuto lo augurio delP Mqiula.uedta Ctehfanoau
ebo altri monti chiamati Olimpo. D jin.TfsPalto Ohm
po già Ufua corona.
ri ;éThimoabbondante,& di ottimo mele, & in quello OMicto.LatjnomeieCiudeagiuntoaCierufalcm.tragli
(come fi dice) nafeePherba Carifia ,laquale dalle fonine
fiud e fiere legata alle braccia de gli buommi aceto filano
da hro piu ardentemente defiderate ,
Lamio. Lat.& latmiut. è monte é Caria famofoper la fa-
vola di JMinùone , hquale due fi efiere fiato amato dalla
Luna, (Ir in quello bauer dormito ,
Malti, Lat. mote amalpha.B oc. Trefioa Salemoi una
colla fòpra il mare riguardante ; laqual gli babuaali
chiamano la Colia di Malfi piena di picciole cittàfiigiarr
dini. di fontane.
altri del mondo molto di ueneratione degru), perdo che ut
quello ebrifio figliuolo d’iddio infogni a difcepoli, & pre
gi per hro, &al padre ritornando lafai in terra Pult mie
uehige, Tfelqua! luogo non femtA miracoh,fabricandc>fi
per riuerentia , Cy memoria della fua qfeenfione una die» ■
fadi rotondafigura, conarte muna, con nulh ingegno de
fahrigpteffiotteuere ,tbela tana della cbiefa fi potefie
COprire,acdochefolfe manifeflo Iddio hauer uofuto da ter
ra per infmo al deio fin^ interpofitione di cofa alcuna ef
fèrercópruato P integro camma del fuoghrificato corpo .
J \
MalOidr Vcccllacoio monti. Su monte Mah fi può vede. PamaTo. Lat.& parna[fut.i monte di Tbocide quantunque ttì}
re tuui gli edifici Ro.L'Vccellatoio è hntan da Firenze
cinque migiia.undeD * u.Upnerauinto aneboramon-
te Mah Dal uofiro Vccellatoie,com'i umto .
Mambre . Lat. mome prefio Ebron ,doue da Iddio crea-
tore delle tofe , ereitamo il primo padre -4dam effere
fiato plafmato .
Marachonc. Latjnarathon . è monte dell' .ittica reghne,
nobile per la uittona di Tbefeo, dopo foperato il TaurojCF
chiaro anebora per la morte del Re Icaro da rufiid ued-
fo,& per la gloria di MiUiade .
Mero a. Iati mome S India a Chue fàcro ; nella cui ffelun»
cagli contadini giudicano Bacebo efiere fiato nodruo, &
alcuninoH fi concordmo , con due capila cima delfunoad
MpoUodl cacume delPaltro è facrato a Batcboamlle radU
d di queflo furono Delphi caflelh libero,per hquale paffa
il fiume Cepbtfoàn queflo i il fame CaSialio facroalle mn
fe (come alciòiifirniono) nel tempo deldduuhdi Deuca-
lione,nelle fommità di queflo effe Deucaboue infieme co in
moglie Tirrha con piu altri fufomafo. Cofi detto da
TamafoamiquiJiimOfVate coniominafOi&p’iinieramf
te fu detto Lamafò. nòdi ad HetUona a 1 x > o. P a t. VO»
liuaifecea,^inuoltaaitroueL'atqua,tbedaTamaà
fi derma, Ter cui inalcuntempoellafioriua.D AuJnfi»
aquir unghgo di Tamafo .Affai mi fu.
da queflo forfè k fauokbebbe argomento, che tratto dai Pelione monteinTbefiagÙaonentale,tantoperla ftangg
Mentre d^ fulminata madreatUa cofiia del padre i ecco- di Cbirone/nemorabile, quanto per lenoncge ài Trlleo, dp
fiaffe, queflo monte di molta helleraaiili,& frutti abbon- Thetide,àcefiqueSioeJiere alttffimoper do(ficome cez
da,et dlactpietrrigua,afotlolefueradiciikdttà'ìlilk, tidiconofmiUeecLpafficonragiimr Jareiaù
Mongibello. Lat Mua.ì monte piu alto di Sidba,detto da to ; nella cui altura fhiopineti,glt. . rt luoghi di Qjerà
gUanticbiEtbna,preffoaCatanJÌa;famofòperhfuocon de occupati fono,
ttimoarderttilqualictmcraqfo^^ ticae ufolfo^drpfr ?icVipiM, Lat. peiraafMna,i monte in Crafgunadi
Ibqfcaaa
1
i
i
r
•TcrFi £ L'E M-E K-T I Terra
rbofeamt ^mImccj. 1) « yt.ChtftTjbermtbyi fofie dtlcorpoutdia ffió.&Cofli ibeluoga dimaa $6i.
litcahao,o‘PktTapaiu'tiólK(.HruftirditlanfM9cmh. i &diCoHaJdtSinuitioa^'j}.
Piren :Q.Ut.pyrnM<tMome l'Hij^gaa dalia Francu di- Cefiiggiare. LatMÌl)xrcrc Utora legere i & drjm legare. tut-
mdtnte , co/i Mimato perche fouenee i percojit da faette le andare alle afte de menti, o-fimili. B o c.Commm a<o
tekiìi-.imperochepyr grecamente ifucoO-m quello ctr '.fteggiarelaBarbarta.ft r i.CoJieggiandoinichtlitijpef
1 • to naliiHio buoifcigeltri maggurt (eccettuandogli Elefan fo yede. Cofteggia de la Italia il lato manco.
I II) di nati gU altri animali , & in greca lingua rei fono Alpe, &^l^. Zat. alpits.fono monti altLTi r.Elta fi fla- tii6
appellati. P,a t.XXjì Tireneo a l’ultimo Omonte . mt come afpre Mpe a (anra.et per t.Alpe ogni pefce.Cm
I IH Smai. Lai. è momencUe repoiu Madian fopra l’Mrabia , il cfopral’-Alpi runa £ agii mtomo. libando de CMlpìfcbcr
qual (jrCoreb,&ereh alcuna nolta nelle facre lettemi moTofefi-anoi,&latedefcarabbia.Bo c.Fralerigide
nomnmo ,• qucfto i molto eccellb,& appare £altevta tut -£lpi,& nelle difette jpelunche. D A ti.Rinibomba Ufo-
I tigli altri fuperarei ftunarouo gUamtiht Iddio in quello prajdnBenedettoDel'Mlpepercaderadunafcefa.Th-
babitare,conciofia che ardendoinrofloparitfojia a Moi- nondi fuoadtlataee falde , Come diheue in .Alpi fen^
felefuegreggepjfcoLinte,cdmandandogli,chcftfcioglitfm nenta.M piede l'jtlpe,chefrrrala MagM.Rfcwdititei-
fe ti calxanitn nero per unite caginniinenerMe. In qui ■ torfe mai ne l’MlpeTi coi/è nebbia .
Jl» data fu daeflo Iddio la legge a MgifeMuergi delqua. Bica, i certo cumulo in guifa di quello, che Latimdicono Me
le per operadtumatomierlafuittlirpeate,&poiiauer- ta collii crtumnlusjaquatei forma ritonda,i*r a poco a
.g*Ja CUI manodilebbra piena fu fanau.tà-peruua hot- poco furgendo taf puma in forma di piramide /inde abbi-
.HtMradiqueftauergauaequetacqua-dellapielta.&ac- c.care,iaccumulare,0 far cumulo. B oc. nette Kimid’Ji- i
j ctocheionon reciti’jè coje piu antiche; ytlimamcnle il meto,I montil'undelttaltro caricàdoinfinoatcìetéquel
;'!i ■ f^''P^<lfll‘ttio^tCatermipertonomeéCbnliamar- -facendoBicaS"apprelJàuanoaGioueminactiandoD\M.
‘ ■ torneata dopo la penadi mone da gUangeUnellafommiti languirgli firuperdiuerfe Bichenltbeflauanoaguipi
fuportan,(2rptètofamentefopeUit0...a\t..'.... -diBiihe.An.t.Ta}iauadTaladinprr quelle Biche.
Sion. Lat.ipuciolmontediCierufalemme, nella eimadel abbicare i far bica . Lat. cumulare. U a ti.Come le rane
quale Dauid fece pa edificare una tiocca£uiucietì, dall -haaniftaUC nemtta Mifcta perFacqua fi diteguan tutte ■
qual con facri uer fi i molto iUuftrato. , Fincb'alaterra.ciafcuna{ahbicaa.fannodiftbica,ocu.
SubtT. Lat.imouteinCalilea,ilcbilepir la naphu dimoia -muto, congregandofcinfkme yOuero entrano nella terra,
propheta, tir per la memoria di Helifea per ìafiumedkfe iaSrqueild.gonliandut»guiftdiBica.
.1). benedetto. Koccii.Lat.rupes.,4ripapropriamentedemontlufatada
Sunio. Lat.fumus. promontorio della regione Mùca,fimen , £> a u.Cofi aepofi alftmdo Cerume Jl pied'a pie de fa fla.
.teprejfaillitodiSl«ìe,cbeguardatnkHante,appoque- -piata Bocciajurupmm. 'Hgu ti terri lo feender quefla
) -ftodiconoMpoUo.baMer ucedo conle putto Tbitone fi- Rocciaj.quclìnf^adel{infeino .ebeSiaaguiftiripa,
gho di Onitoré gou 'ernatore aeUanàueà Menelao ,«^lì ètripa chiama làinferno,come appare m.Tb-endendopim
.dalmcdeftmofiptdco:- , v ■ ■ de la dolerne ripa. Sopra'l qual pontan tutte l'altreRoc-
Tabernich,è monte aUiffmoin tchiauonÙLlì % m. Se Ta • cieàp^ù ér marni; per cui fi come latini chiamano i moa
bermih ni fofie fu caduto . ' \ • ti<mes,elrarceifonoleRocche,&copdieeuanoglianti-
III { Taboe lat.inumteuipiegpdiCalileapiobileperJafiiqnu che Tbojeani tocca, efi- roccia per lo monte, o Rocce per li
[. '.rauig'iofa ruondità ,appo ilqualej L ctuddi INfiàrct, . uitif/ir peccati, ^brutture. Che dietro ad yinmhalpaf.
j . daUaquale il Saluator noHrofu nominato jlr certamea. faro V alpestre Rocce Tò é cut tu labiaJe momagne di cui
I ! te queftq monte i uenerabile, eonàofia cOfacbefolointer tu Ti dtfeorri Boc.I martelli fi TtccomJlfbolfpmJiqua >
in| ^ era /labbia ueJuto Chrifto nella diuinitd ptatratfignrato li gli alti monti, le dure Roccie conuien che rampino.
' buunxitbepatitohauefie. teauCoftuipur dbatrgibaueadd fulaRocciaL'altofu-
TttpcQ.lat,tiirpàui,nmtediRoMq,iiqmtlgiaSatumo, ror de t infelice feorto.
poi Campidoglio fiidétto.Siuiui fi coronò il noftro.Tetrar KupeXat.rupcs. D * k. Come ferma Rape. S a u.yiOemt 1 1 17
jcaAr idettoiaTarpeauergmcbaoecipt.V tt, Saprai . .ciae,eRupi.Taihor£un alta Rupe il corba croata.
1 monicTarpto canyon uedrai. . Ermo,bmc £remitn,& Eremitani. & non Hermo come fi
V Micino. Lat. i monte m cui dicono alcuni Ciane efjert ,legge in molti ufltXat.eremui,&folitarius.Craxrimot..
nodnto, 'naltuogofolitario.PEr.Etquafiinterra£berbaignu-
Vcc.el\itoiooKnte,uediS fopra a monte Malo, da,,& Erma,tdcftdeferta. Cercaiperpoggifolttari,^
x-iyeSwxio.Lai.aitrimentiyeleno.Lat.uefeims.momeiian -enm.D au.Difottoal quali confetrato un Ermo. ,
lontano daliapoUprefioSarno fiume, fertile,&amemf- ./eauFacean lungo la ^ggm Erma ^aprua.Luog/i
fimo di mti, eccetto ùfommità,laqualeìfanemofa, ir -aAro,e!rErmoy .
Arficcu, & fetSgitiitlafuaco. A il. He yejuuio, nel Dc^rto. IM. defertwn ; i luogo mhabitato. Pst. Et con-
montedtSiulu. 4araugclletti,&fiartrpiaggefonoanDefirto,Mlpe-
Co&A,& CoJlieta,LatJocui,accliuii,& hoc accline actì fin Deferto. Defèrti Strani. Boc.yerfb.il Deferto di
■.tlmtasja montata. ihuuifi.& cliuulus d diminuttuo. i il Tehaida. D a u. Cke fempre fante II Defirta, gfi-ilmar-
! Ufo,obamta.^tn, ti,^£altrHMOghi.Boc.yntcofia tiriofofférfi.^perloaìemuo.V.tt.DefrmlJdio.De-
fopra il mare. ■^j.'O.tSalemo una CofianfiiJrdante al fini pac fi, C- campi. Define giunche . DefirtoLui-
I mare. Da n. fai mi feci io in quella ofiuraCoftq. Inidi go,.Dejirriecomrtde.DA>i.RiprefiuÌJperlapiag-
ferleCo/k,qfiperloJbndo.i.perterme.^p(rlaCiìfl4 gfitDrferta. : .
V 9
Terr* ELEMENTI Tcit»
Spelunca»^ SpUwK*. c*,& rupes exfaua- £l Balxp la ofrrr/! difmoata .E'I duci difie , am nn, ihe
ta,& crypta-P E T. 0 cafetufi SpehmcaJij^t Speùmca dtfcemto Con ifuejio uno giu ds Baii^ in Bal^.^dJiian-
dtUdron ItnfiUtLS'iofofU fiato fermo ala S^lunta,. domi un Bai^p poco infite. Che da <pcl lato d peggio tut
X>* ti. Hebbe trabiancbimanmla Spelunta.B o c.Fra topra-dit. i.Cbeginda Balate fcaide^énallieice. Sri
le rigide ^lpi,& nelle defitte SpilMttcbeS A. u.f'na Spe giormme n'andai matiina,& feraTer Balxe.e per pen~
lanca ueecbifiiiaa^tà' grande, ^àbomde,e firane. Matti per Balge,f rumati jafiiCtr
Speco.lat.]jiecus, ut. mie f'IR. Ad bmtationi gracorum chi entrar m pregiane ,
Spelaaferaniméxit.icomelaSpeluaca.'Pi r.Ztdital Sjmhiho.lat.laUusfenmlus,èllfèeondobal^,cbefa
lnfiaapriruidiuaSpeco.Curio,Cbedijii&deranneem la palla quando fi giuoco itr però fidtceunacofàuemrm
pie lo Speco In mexfiiforo horrAilménte noto. A k i.Co ti di Bimbal'^ quando fenxa penfamento auime ; onde
me di (elua,o fuor £ombrofo Speco. mando fi giuoiaalla Valla non i da ^are del fecondo
Antro. Lat. antrutn,Jpecui,crjpta, uel cauema. f'IS.nel- oai^p , ma fi del primo. Dan. Con altri , ebe l'udiroa
r£aeida,ExcifuMEuboicelauuingensmpiiiuantrum. diRimbalxf ,iJeilcbe udirono la noce, ebe nonera di~
P E T. fior,frombJ)erbefimbre, Antri fiude^repuai. rr^j/ttaaloro,
T. Grotte, rupi jpetuncbe,A «n/ CauemeJ'oi tefiinmii C reppo. Lat.fiagppt rupes, <jr prxrupta , i luogo ne monti
del mio cafo borrendo Speluncbe,Antri, eaueme,e ofaae fafjofi diroccato mguifa di fiagboni. Dan. Riffiofe,quan
grotte. Antri Ofcurifipacbt, Cani. Ari. Rifpondeangli do pioul in queBo Greppo, T. yengp a cercar qua fu per
Antri.cbepietàn’bauieno.Vnma ch'ai Antroarriui, quefiiCrtppif'aanmpba,cb’alpamipiate,& garba,.
mg C3Meini.Lat.&amrum,fpecus.T.CanemeCiecbe,Oftu Ar i.ll traditòr cercanti perquei Greppi . Imantki,
re,T enebrofe. Grotte, rupe,fpelunche, antri, e Caueme. ch'intorno han pieni i Greppi ,
Cane. Lat. canea, fino caueme fi Grotte. 6 o c.7<^ C«a Bricco. Lat.moma^trj&fraàut . i inguifadi Greppo. T.
uediquelmonte.T n.San Crefitinual Caua,nteta. per Satiro miotuefie cofit'inatte SeturperquiHiàrupati
lotnembromubchrt.'P n.Ondepoi pianga in loeaoftn-. Briccbi,Cb'apenaidandarianlecaprtfcalt;e.'Ptrcb’iofia
ro&Cauo, t. natorozTpintinaBriccola,
Canate. Lat. & fodere fixtrahere, extirpart. B o c.Anda- C upo da cono, lat.eonuuus profundus , attui .icofa can-
na cogliendo herbe , <*r cauanio con un picciolo cokBBdo tana , & profonda. B oc.'He firn piu Cupi pelaghi no-
certe radia. TnJDoueunofio fratido non fi cauafie.T ha i Mgando. Da. n; Difiefii poi per piu pelaghi Cupi. Lo fon-
urefli canati gli occhi. Del dente , che tu uel cani fuori " io Cupo fi ; ebe non ci bajla Loco a ueder. 'tion i fenga
Cani la terra ione men dura le pane. H cagion Fandar’al Cupo ,ideft al profondo inferno. &Co-
AUmgere.Lat.banrirefiducert.uallauareac<pia,otàno, po in ucce à Cupo pofiÒ A ìi. Riempio fitto'lugUo tut-
B o c-Attingeua acqua,& focena cotaii^tltriferuigied- • to'f Capo. Cr Coppi diciamo a quelli, conche fi cuopro-
ti.&quaHdofiapertoecare,ueéatnqj. .. - no itettt delteeafepercagiondellapioggfa, perche ^
Elicere. Lai. ual trabere. Ptr. Et parole, CT li^iraneho noconcaui..
tdebee, ■■■ ,\i Buco,Cr Bucarlo pertugio fi foro.lat.foramen,cauut,cm-
Tana. LatJuflrum,& cauta . i la cauema ione habitano le nicuùit,& iie,aenm puh rbuebi de nauitu,doue fi pongo- .
fiere.Dn u.EtViftoiamifudegaaTana. Cbetuttoitte noie fum.drcofi équabmque legno arbore j&fimUe.&
rouafouraleTane.iJebotgc. KKi.Siaquellafianxàni ptglm fi perfigm concautti.Bo e.. Quando tempo hebbe
dofiTanapropia.TanedjJérpi.d'oiftfidtleoni.Sitome'l .fciùmdò idlaJtuca,e!r fece il fegno ufato.Etperpitciola
lupo fibeé preda uada Carco a laTana. \ BucauidieturartnellacamerailnuouoSoIe.Fi.D AH.
Giorn. Lat.antrum,CTypia,cbegrecamentedinotatuego GiafòrtifuordelaSepulcralBuca.Cbeuididuogbiactiati
ofiuro; ep- i proprio luogo contano tr fòtterranco.B oc. •inuna Buca; Come fi eonuerrebhe al tri fio Buco. A R l Am
Erauna grotta canata nel monmdtlungbifiimltanpi'a- cafeura. Cefi dicendo ialBucoUnuenuto,
uantifaita. Abbandonata era la Grotta. Jnun uirilone B\ipo i buco fi pertugio. D ah. Su per lo collo, cumefbfi
molto profondo,» cbmfi et alu Grotte fit d’alberi.IX a pili Bugio ,
Che non uiera altra Grotta. Lequai accolte foran queSta Venagiofiol buco. Latxauuijoramen. Boc.Etuidepèr
Crotta.Che dannati uenite a le mie Grcmt. alcun Vertugiodeir Anello lume. Admpictiolo TVrM-
m> Tombi. Lat. tumba.figmfica luogo ofcuro,&lafipoltu!i, ■^deU'ufciopofiitoctbio.SeVcmgioattunofiiffenelmH
cofi detta dal nome greco , cioè Tymbc la fepoUura,&tl rofiouere per quello tante uoUeguardare.Se nefeeferoal
latino mutay inn,e!rfa Tumba ; & il Tbofeano muta u tufcio,iy quiuiperun Tertuggem,cbe nera U chiami.
, tuo,&faTomha.VtT.GiuntoAlefiaudroaUfamo. Veratgfiirt. Lat farare,pei forare jerebrarec&perterebra* '
■ptTomba. Haueacolor£huomtrtttodiTomba.Boc, Te.ualforart,&apnre.BocjtelVu.yoleafpoglUre
Etluiin una Tomba, neUaquale alcun lumenon fi ue- le Tertugiite armature a Sefto. Il fiore finga e^dalle
doa .cbe per pripoaede monach .D, k. Ciafcuariue- circonfiMifiiinepeTtugiato,&piaJlo.OAV.Com'Ìm-
deràlatr^Tornba ,idefi d ir.rpo fuo,ilqualeiTom- iCuitiCofi non fi pertugia.
baalTaaima.S Au.lntomoidUTombagiacendo.Kol. fnto.ibncofifoTame.Boc.llmaÌF«ron»nuw>lftfiojhi.
Odimorire,OaetaTombadfhofi^coprirt. U.pro parte pudenda. Et alle donne df-t- ■ »»diForofia
9»ilo,8al;^,t!r Bai^.Lat.ni^.èluogpalto&baffehi tnglia,mortaio, peSielÙD ak. xU pietra buidoii
ftggmntonda di pietra uiuat&Balgiantbo fi chiamano ForLEt in quello coli giù Foracddai a. & quando fi pm
r mecertht,cbeiqnlccu§ekdoimeport«noiucapo,c»- perlapiaxfatoltodaLatmifiudiavjQi
éUAìucbum Balgiicmbi ieìeii^emttOnJediu Uffiiat&F^a.Ut.fiijfura,rimu.Boc.Cbeumenit
tdU
Terra ELEMENTI ^ Terra ijj
tlk fefinri aceolìatofuyifititndo la F^fiurafpejf» qiuH. Profondo . Lat. cvntOMHt , inumui , cauut, Tir. Si prot
^ il gioitane ni fcnima ."Perle f e finte della terra. Ah. fead’era,&difilarganeru Jl pianger mio. al cor Vro-
Da ». yna Fejpira.(belagrmiegoccia. fondo. Trofonda Tuga . ^ Vtojonde Tughe. Boc.
fciyxLat.fiifins,fiifiio,&fii^iira.h o c.Cbe gnardando la "ìlgl profondo inferno. JnSàenùa Trofoiido molto. Lat.
Canna, & qnetia nedendo Fefia. P s T.£f nu mbra mite, ftientifiimns. Trofonda Scientia. Cofe Trofonde. Trofon-
ejmaghate amuje Fefie. Lat.dijcnneata. D a s.Tnr co- difiime t'aiti . Trofoaéfiimt Jò^iri , ideft che Menano dal
me fefio che'l mn ro diparte. Lai. rima . core. Trofondamente dormtua .
Fendere. Lat. fcindere,jindere,éuidere.Ro c.nelTii.Sot Sotterri mnece di Sotto ierra,nedi a 1097.
prailcapello d'acciaio tagUandoU fendè infino aidenii . SepolctiiSepolinre.iieéaMortea 1610.
Dan. Dicendo , colui fefie io grembo a Dio Lo cor, che' n
JulTaimgiancbor fi cola. M E T .4 L L I .
Spiraglio. Lat.fpirainlum . è baco detto da fpirare,accio re
jptrt il luogo done è fatto. Boc. ’Hellaqnal grotta dana Metalli.Ora.tJ’ .Anro,.4rgento, Rame, Oricalco, Ottone,
alquanto lume uno Spiraglio fatto perfori^ nel monte . Stagno, Tiombo..AuÌaio fini/iimo MaaUo,Ferro..Argen
Fofla. Foffo, & Foffatt. Laefonea,& fcrobs,la FoJfa,cbe fi to muo,-ilcbimiafironotp,Lega,Ruggine.
faperpiantaralbcri,MÌgna,&fimili.&loricailafoffa }ActaUo,Lat.Bnono,DMro,Fmo. D A s. Et falfii li metalli IIJ4
intorno alla cuti. & coltiquu èfofia done \adnnan Cac. con alchimia, cardini. Che di Metalli fon fonanti e forti .
A o.i.CbauTun^e3cr/ttounmonteé Metallo.
Oro. Lat.aumm.liiieflo i pretiofipimo di tutti i metalli, et
di piu buono, & bello colore. Creafi nella terra diSolfo fot
tile, &rofio,& d’argento uiuo fottile,& bianco ; onde il
que fuori del territorio. Ttr.De uolanti corfier per nul-
le Foffe. T rouaSìe per la uia Fofiati/i poggi. B o c.Era-
no per quella contrada Fofie.Sarà gittata a Fofiiinguifa
cTun cane . "Fiuona habitatione , laquale circondò di pro-
fondi]Ji,Tii Fojfi. Ph.($- quando dinota la jèpoltura de
morti , a lóti .
iijt Lacca Lai lacuna, fignifica fofia,& concauità,&douenon
fia gran qiianlitd di acquaj&itl mede fimo che Lama,&
Lacuna. D a n.Cofifcendemmonelaquarta Lacca . Che
ne condufie in fianco de la Lacca,& qui dinota concauilà.
Pn fu la puntarla rotta Lacca. & qui fi può dir che fi-
gmfica fcefa deriuato da labendo,come ifpone il Landtno .
Llcunilat. Dan. Hor quejli, che da tmfima Lacuna De
tuuiuerfi).
Lama I j il medefimo cb’i Lacca , & Lacuna. Dan. 7(pn
moltohacorfo ,cbetrouauna Lama. A a i.'Ugi iroue-
rem tra uia lofio una lama , Che fa due parti di (quella
pianura .
\ origine. Lat. uorago, & baraihrum. S * h. Tqgtlagran
f'oragine.Ouepiu rutta al ciellagran t'oragine .
Blritro.Gra.baraibrum.Lat.practpitiu,uorago,ualepro-
fonduàofiura. D a n.Elafiai ben difiingue quefloRa-
tatro.i.infemoacciocbe in quello Baratro non cadcfii,do-
ue ninno Tuo piu leuarfi .
Biiirizo,quafi baratbru,i luogo cauo,& profondo. Dan.
Coiai di quel Barrato era la fiefa .
Burrone. Lat. torrens ex monte. AKi.Tboper cauerne.
colore fuo è natijfimo ; Terche il rofio è in lui molto illu-
minato dal bianco, & il bianco riceue grato colore dal rof
fo .iqieniedimeno piu concorre alla generatione dell Oro
la pdidità del Jòlfoìche non fa la qualità aerea acquofa
dell' argento uiuo. Et per quejloèpiu fodo, ejr piu pelante,
che largcnto ; Et per tanta denfità non fcenif nel fonde-
re i è nullo pibére al corpo humano^rprc finn ubo con-
forta tutti i membri ; non perche gU nutrifea ; ma pere he
rode,& purga ogni lùperfluità di quelli; Terche preferua
da la tebbraSe mefcoli co la pia limatura fugo Ji borrana
& offodicuoiodi Cenno,ntoltouale contro dmorbo car-
diaco.'Ffeffunometattopiu fi difiende,nepiu reggeal mar
tello che l oro.ll fuo pianeio è il Sole. P s r. OroTuro, Ut
cente. Fino, Forbito, Dolce, Cre^fTerfi.Jui come Oro che
nel fuoco affina . Le chiome colte in Oro, offiarfe al uento.
Temendo un cerchu a l'Oro terfo & crefpo i Ouf tolfea-
mor loro, & di qual urna Siuellaicba neueil uolio.
Oro i capelli . L'Oro, & le perle. Corona S Oro.Crin di 0-
ro. Capelli, Capei, Chiome, Capo, Tetto, yafel. Treccie,
Lettre , y eia , Rete , Tabe ,'iluuol. Chiome de lOro .
Ter fuo uoler di lume ,& d'Oro cafio . Orata Arale .
Boc. Fiorini di Oro .Dan. Oro , Cr argento, & coc-
co ,& biacca. A K l. ChelOro,e’lTremioognidureg^
ga inchina .
tir horribili Burroni FanciuHoauezgoa firangoiarfer-
penti . Et riufeiro in un Burrone afeofo Tra monti macefi Auro. Lat. P b r. L’.4uro ,ei topaci , al Sol fopra la neue .
fibih a le genti: Chi non ha Induro , o'I perde .non pur Cambra , 0 l-du-
llJJ Ahiffo. Lat,abyfiut.yo.Gra.& profondo fignifica.tff ac- ro. 'Hegemmaoriental, ne forza il .duro. .Aureo Cri-
qua,cbe non ha fondo,cioè fine ; onde fi dicelAbifio del- ne , Ccdore , Letto , Strale , Trapunto . Aurata piuma .
l'infcmo.i.profonditi. P e r.Fubreue Stillailinfimti A- Aurate Tenne. Qii^ella. R o c.lljuo Auricomeca-
bil}i.Tomm'incielofidinterrafidin Abijfo.Tolfentiari po.Lat.Lu.
fcbiarar Abifio & notti . che tua polentiafia, "ìlei del fi Dorare.Lat. aurate, inaurare, & deaurare. Vn.yedi quan*
granie,come fi ragtona,& ne l'Aoiffo . SluefUfur fabrt- l'arte dora,e'mperlate'nofira Dorati Strali. Roc.Terche
tati foura Pacque D' Abifio. lì ah. De la ualle ÌAbif- fatti dorareTopoHmd" aigento.yna coppa Dorala,
fo dolorofa . che nel Ahtffo Del tuo configho futper alcun Argento. Lat. argencum .fi crea di argento iiiuo,& di fol-
bene . Ficcar" Oordtio per dentro P Abifio, Del eler- pho bianco. Ma piu partidpa della quabtà aerea acquofa
no configlio . deWargimouiuo , che deuafobétàdelfolfo,Terche pepi
Hfbiffiare.Lat.furere^l fare profondo romore con fracafio a mai che PorO,'Heji>lanuntePoro,e l'argento,ma lutttgli
gufa del Diauob SAbifSo. Boc. Cominciò a piltabella- altri metabi hanno principio dalC argento uiuo. Jl fuo pia-
re, tf-* fare un 'Hjbijfategraitdipimo fu perla ptatljia, ntuèlaLiina.TiT.Eicape d'oro fin farfi dArgen-
• y iq
*'JS
Tcrr» ELEMENTI Terra
t».i emuli. B o e. Con due biecbieri,cheIMgento pure, to hauea il pio imbietio eecefe.&quePo
perfedm. L) a k SMue io falfii U Lega [uggelUta delBat
tiila. & quando pgmpui ateordo,ueé ajii.Cperjpa.
no di miglia a 1104,
TIETRE TRETIOSE ET .dLTRE.
nano.netefìiantubi fi legge .Aricnto .Con .Argentate (ialino, (oncbefibatteilfuoco. uediapy}. Ak i.Con/é
onde rinpefiaita le aride gole. A». Da n.Terorofper piadra d’MiiartemprataAbuona.DififorbttoMetar
.Aroento adulterate.rauou'bauete DioiorOftf d JdT’ Iute ogni torre.
genio. .ArgemoFm, Turo . Alchimia Lat.chjhhimia,& calihimia,alihmiaAeial.
Areento ui»o. Ut. & mercuriui.Cra.bydrarghron. ilfuo ebymia.Due fono leffecie delC .AUhimia.una uera,et una
pianeta i Mercurio. B o c.Tarea é lungi .Argento muo, falfa, come dii inara il Unéno nelD ah. Ma per C.Al~
fprHzr^l^c . chimtJ , fhe nel mondo ufai . Etfjlfat li meraUt conr.AU
Aisenzo Sobm,uo.Lat.argentumfodum,&foUmatum. ibmia.A r i.CbegUAkbimiSlibanno Merennodet-
Roc.Ojialin fare .Argento iuUmato,opurgareuer- to.Ut.ihaUomilii.
derame . L a. Legali una certa fortedi oro,& di argento/) a altra cofa tu
'P.imo.uùs,ris.cuprumMf"opitnetoèf'enere.D Ati.ll unamMeftmamamera.Lat.bomtai,qujlitai,io^^
Bue,Si che con tutto cbefape di Ramc.lat Ararins,sreus,
meuit&aheneus.Toi i di Rame inpno a la forcata. Ari.
Quallo SlagnoatargimoalRamcatoro.
Oricalco. Lat.orichalcjm .iCottone .ma( ARt.ponela
materia per la forma, inttiidondo la tromba,o fimileflrom
mento, doue dice, EfagridandaalfuondegliOricakìn i o ^ •
ytnettor de lagioPra . onde Horatio ,Tibianon,utnune, .Adamante, .Agata, .Alabajtro, .Ambra, BalaJSo, Calami^
oricalco uinfla iuba% .Acmula . ta. Carbonchio, Cbnfolito, Corallo, Crijìalto, Diamante,
Bronzo. UtAt, rerii. Ari. iiuattro porte ha di Broitgp , Diafpro, Elitropia , Gemma , Gioia, Hiaeintho, Marga-
onde fi ferra . riM, Marno, Terle, Tiropo,TorpJo, Rubino, SaJio,Sel-
S ragno . Ut. flannum, eìr plumbum album, il fuo pianeta i ce, S erpentino , S matto, i mcraldo , Tofo , Topaiio , F'e-
Gioue. B oc. .A me conuten fare una iinaginc di Stagno tro , zaphiro .
in nomedi colei . Si fece recare una fecehia Stagnata nuo. Pietra. Ut. pena, & lapis. P e t. Me freddo Tietra morta
ua di acqua pefea. Atcì.lìuallo Stagno a t’ argento , il in Tietra uiua. Confumar nidi marmi,& Tietre falde. Se
rame a [oro.
ii6 pioaibo.Ut.plumbum.ilfuopianetoèSatemo.P m.Et
quella /n cui Peti noflraft mira; Uqual Tiomhofi legno
yedendo i chi non paue.S'tl di(ft; .Amorf aurate fue Siua
drella ffenda in me tutte/e f itnphmbaie in lei B oc. T ut
ti portano la yerga e'iTiambo . "ìdon altrimenti , che la
Ttombofa pietra ufeendo della rifonante frombola. T h .
Tiombare.Lat.perpendere/CxaminareAti perpendiculo nor.
mam dirigere . è quando il muratore col Tiombino diriz-
uerfi,o Tietre fi fugo di herbe nuoue.Gia terra infra le Tie
tre. Romper le Tietre, & pianger di doteerega. 0 dt Tie-
tra dal mar nofrro àutfa.Che tremar mi fea dentro a quel
la Tietra. B o c. Tietra Grandifiima . Tdera , yirtuofa,
Ticciola, Tetruccie . Ut. fcrupus, i. Biaiuhe , ér l'erre.
"Pietre f'iue', Pretiofi , Legate , Siiolie , Charifiime .
D AH. Et uedemmo a macina un gran Terrone . D'una
Tetrina riiuid.t,& erficeia,idefì pietra . Con tiuido color
de la T>eiraia,idell pietra.
xa.onde p dice a Tùmbo.idefr dirittamente /&giuPamen Impetrare,^ impetrare.Ut.lapidef(ert . naie indurare co- 1 13*
te.Dc X. Ch"a punto foura il mezo fo/to piomba i. dritto mepietra.Tt t. Etpercheprialacendononm’impeiro.
guarda fip-corri/fmnde. D ah. I non piangea fi dentro impetrai.
Ferro . Ut.ferrum . il fuo pianeta è Marte. P e r. Che per Sparare fr liberare della Tietra.Ut.eruereJiberarefiuelle-
naturaTraggeafeilFerro,&fura.yn làfìoa trarpiu refixtirpare,&d^oluere.P fr. Et dicea meco/ecofrei^
mi Spetra.i.efrendo io pietra mi libera da quella,ibe m al
tra fpecie mi tramuti j^uanto poflo mi fprtro. Et con qua
la fatica boggi mi fpctro.i mi libero d'errore fiuetofreffo
m'era inuolto .per maaphora , detto da uno thefta tra le
pieire,& efea fuori.iJella ignoranza, onero ch'efiendo di
pietra ritomafje di carne.
fiarfo Carne, che Ferro . Cinto di Ferro, i pie le braccia e'i
colto. B o c. Ugiouane,che non era di Ferro fi di diaman
te. Con loro Ferri il couerehio foUruarono.i.flromatti,o or
degnidi ferro. Ti ueggio tornare co Ferri tuoiinmano.
Scaricati certi Ferramenti , che in collo hauea. Ferrate
porte .Firrignoanimo,ideSidiiro. A u.D A H.Tutiadi
pietra, & di color Ferrigno.i. fimile al ferro ;& denota L2pidiTÌo.Ut.lapidarius.iquello,chehacognitiondipie-
■ Merde fcuro,&ii'o. Unno. treprethfe.&lapicidaiquello,ibeletaglia.Roc.Dcl-
Rugg;inc. Ut.ferrugo . & da arugofiiiifiuero da ruditas, lequat pietre parlaua , come fé fòfie flato uno folenne, &
3>e ì rogn^ ; & però per doppio g fi ferine, & fi rifai- grande Upidano.V altra i una pietra, che noi altri lapi-
fceancho aH'animo.B o c.Senga alcuna Ruggine d" ani- dari chiamiamo EUtropia.Gb amichi diceuanoUpularo,
mo.Et ogni RuggimnfcafibefofSe nata nelle menti d'ai- Adamante. Ul.adamas. P e r. Fatto banca già qua fi .A-
cuni da parole Jlatei-malauoglienga, 0 coUaafiuta.pre» damantino fmalto, D a N.T'(jiie Lucida,fpeffajolida,f!P
fa dal faro, che arrugginito non i nella fua propria fmee- polita (Ina fi .Adamante in cullo fot ferifee . Diamante t
■ rit4finettexxa.AR.i.Dififi>rbttoacciarluceogdtor- quello ifttfiojiedi piu baffo al luogo Ino.
'*■ re.Cbe nonni può ne Ruggine,ne Macchia. AlzblRro.Latfilabaflrites,onyx,ebi , fem.ifpt»
Acciaio. Ut.acialeficiare,uelcbdlybi,èjfecie di metallo, aedi marmo candido, ffrtrafparen e^ideitoda.Ala-
ouaodiferro,duro,& fiiui.B oc.’btgn ha (uordi Dia- bafrride luogo nonlomanodaThebedEgitto.VaxMMm
mante, od .Acciaio. F i.Soprallcapello d’.Aceiaio la- ria.ind.Al3baflro,&iettidaro.D a h. Che pane fo-
rfìandoilfe»dìinpnQatdenti,T u.Conf-Acaaio.cbefe- et dentro ai-Alabafiro, A r t, Da qftelU biìmca ma»
■fa-
lót'
Terra E L E M
fiK che ^Ubjflr». O ^^Ltbafln, o i altri marmi illu-
jin. Colonae ^labajiriiie .
Ambra. elcRrum detta da Greci.dr da Latini. Skcchiiiim,
etma^ma,tu,eT pajUdusidfomodiambra dimiliura,
t* palla , 0 mifliira di ambra , Ironanfcneé due Jòrti,
aoe di negra , di gialla, tifano afe la fejiuca di pa-
glia , come la calamita d ferro , &fi fannf corone per le
donne , dellaquale nane jònoll ate le opinioni di nani auto
n,ma Tlimo afferma quella luji ere nelle ifole del fetten-
tnonale Oceano , & ufàre di liquida imdoUa degli albe-
n,cbe jono di ffieiie di ptm,come la gamma nel cera]ò;La-
qual rafma abbondando Chuniore effe fuori, &■ fi flange
per lo jouercbio rigore ai per tepore, o per lo mare gonfia-
to, ilquale con le fpumofe onde agitandofi d porta dall’ijò-
le aeÙe piagge fi duro,e>- fi uolubile,che fi uede flore fojpc
(ó in acqua, 'S che fia fugo é arbore,lo antico nome Lati-
no dmoflra , che appo gli antichi fuccinum fi chiamano
l'^Ambra. P e t.La’ue ISoiperde inonpurC-dmbra ,e
Lauro. U a k. Cr come m uetro,in .Ambra, ^ in chriftal
lo Raggio njplcnde fi .
Bolafcio. Lat.balanitet , huius balanite, i gemma prethfn
di colore non in tutto uerde. Dan. dìnal fin Balafcio , in
chelofdpercuota.
Calamita. Lat. magnei.fi come Tlinto Solino, Alefandro,
^ altrifcrifiero è pietra, che abbondcuolmente,& quafi
per tutta Cimba, ne di uno fola colore t ma quella iCtpm
laudata ch'i del ceruleo, di queda fono alcuni fiogti rul-
iindico mare , là onde a gran periglio fi paffa, perche effa
jòttraggendo i chiodi a nauigi,& per quello rotti, &^r
fi in mega tonde t’aff'oadano.però ella fi dice anticamente
fidcritisoiJUgit è chiamato d ferro da Greci,cbe Ma-
gnei dal trouatore,fi come ferine 'ìficjndro,ii detta;an-
tbora Calamita differogb antichi un’altra pietra , che i
gemma del calamo,& fcriuono ritrouarfene molte infie-
me.Chi eiu brama di fipeme, perche fimo pm ffiecie di Ca
lanuta legga i dotti ferii tori; La Calamita per nauicami,
fu prima trouata da gli Amalphefi in Amalpha città in
promontorio , boggi delta Colia di Malfi . & peri dice il
noflro P ^ T. f'na pietra i fi ardita Là per l’Indico mar ;
che da natura tra^e a fcl ferro Dal Ugno inguipi.cbe na
mgi affonde.Cbc n carne efiendoueggio trarmi a riua Ad
una urna, tir dolce Calanuta .
Carboachio. Lat. carbunculus. B o c.yn'aneUo/ielqua-
le era Ugato un Carboruhio,tanto lucenteicbe un torchio
accefo partua.& Anthrax,cù,i mal nafeente cofi detto ,
Chrifolito. tur. ChryflUnu. i pietra dt color d‘oro,cofi det
la perche Cbryfo in greco fitgm fica oro , & Idthos pietra.
Ari- Rubtn uermigUo, & CbriJoUtogiallo, yerde fine-
Toldojcon flauo Hiacmto.
Calcùlonio pietra,& gemma pretiofa. Lat. onix.
Ciotto\o.Lat.calculusflpietrauiuadunfiima,&comeri-
tonda. B oc. Io gli darò tale équeflo Ciottolo nelle cal-
cagna; Et nel dirgU del Ciuttedo nelle calcagna fu tutt'u-
mJiecatofiin mano uno de CiottoU,cheraccoltihiMea.ln
luogo di baleflreulauano frombole,^! biro quadrelli era
no mondi CiottoU.T u.ne tefli antichi fi legge Codobi,
cbeuideilmr'bifiyn.hu. i.Oqualmaflm,ch'al Ciottolo,
che gh babbia Gittu ' il mandante fiirre in fretta E mora
da in uano confirgja,e con rabbia; T^eféiie uoglta andar
fi*^ueitdetta:Tai,Margc)ram).
ENTI
Terra
Corallo. Lat. ctraUium .fi trouano coralli ropi,biamhi,&
neri.'Ha fieno net mar roffo,^ nel Ter fico, v circa le ifo-
le Decade . & nel Siculo circa Drepano,lafua forma i in
guifa et arbore dt color uerde, con le bacche bianc he . folto
l'acqua i molte ; quando ffuo tratti fuori diuentan du-
ri come pietra ,dt diuengon rojfi.T. I labbri di Corallo
hancolortamo , Che foutntet aurora inuidujàTiange ,
che men rofiiggi il fuo bel manto .
Cote. Lat COI. ila pietra d'agui^recolielb.V • T. Sempre
agwxsfltdo li giouantl di fio A l empia Cote .
Chrtftallo. Lai.cryflal!uifam.& cryliallum theghiaccio
fignifica in greco . cJ- peri alcuna uolla fi pone per l’ac-
qua . onde w P E T. 0 'Idimphe ; & uoi.che'1 frefeo herbo-
(ò fondo Del bqmdo Chrijtatto alberga &pafie. E' l mor-
morar de bqutdi CriClalli Gm per lucidi frefihi riui , &
fiielli. meta, per le aeque ebure . Certo Órijlallo, ouetro ^ . ;
Ttonmotiròmai difore Tiafeoflo altro colorc.Et già jon
quafi dì Criflatto i fiumi. Fiamma i jaffiir , le lagrime Cri-
Sìatlo . Dinanzi una colonna CriflaUma. B o c. Criflatto
Tcdilo,& Lucente. T h.
Diamante. Lat. adamas . pietra pretiofa durifiima. P e T. 1141
Diamante Bello, Q^uadro ,non mai feemo. Catena di Dia*
manti . yna tmagtne falda di Diamante .Chai rami dt
Diamante, ’Cr ctoni crine. Scritto banca di Diamanti, &
diTopaci. B o c. Lagmane , che non era di Diamanie.
D AN.Chemi fimbiaua pietra di Diamante. Adamante
uedidifopra al fuo luogo.
Dialpro . Lat. iajjiis. i pietra, che j^enget incendio del fan-
gue,ilqual s incende fi per ira , 0 per Ubidine, P e T. D' un
iel Diaffiro era ini una colonna . 0 iCunDia^ro Tregiato
poi dal nolgo ignaro,^ feiocco.
Ebtropia,«!r Helitropia. Lai,beUtropia.ipietra,che porta
ta eddoflofa thuomo effere inutfibue fecondo topinion de '
Scùcebi. Boc. L’ edera i una pietra, che noi altri Lapida
richiamaino Ebtropia,pictra di troppo gran uirtù, pcr-
thehe quaìumjue perfima la porta Jòpra di fi , mentre ta
tiene non è da alcuna perfona uedutodoue non è.deridena
tii. D A N.Senxa fperar pertugio, 0 Elitropia. T. Et fen-
Xfi t Eutropia ua inuifibiìc . Ebtropia i ambo herha . ue-
dia Ufi,
Gemma. Lat. i nome generale di qualunctut pietra pretio-
fa fiofi detta dall'occbio della uite quando germoglia finde
■y in. Turgent in palmite Gemma. Tet.Tìc Gemma
orientalfie forila itauro. Di Gemme onentab incoronata.
Sen^fiarpraiofifim^aGemnuanetto. Etlechiomehor
auelte m perle fi' n Gemme. Et le Gemme,&gli fcepm.et
le corone E'I uetrof’l legno fihe le Gemme, & toro.Tig fi
partì la Gemma del fuo naflro.i del fuo tuogodoue era col
locata. A R 1 .qual Dipinto netto a Gemma pretiofa Gem
me canate a^rre,Merdi,roggie. Gemmati palchi.
Ingpnmarei ornare di Gemme.Lat.gemmuomare.D a n. 114»
Che quefla gioia pretiofa ingemmi .
Naftro. Lat amenti, è la cordella, doue fia la gemma attac
cata.uedia ■ ^q^.anxt'Hf Siro è ogni cordella.
Gioia. Lat.gfma. l nome generale di qualunque pietra pre
tiopt. Dan. Ben fupplico 10 a te uiuo T opatio,Cbe quella
Gioia prctiofi ingemmi. B o c.Gioie nobili. Care, Carijfi-
me. Bette, Ricche . & quando dinota allegrni^ piacere,
ueJifittoyenere.BtM.UGioiedegbamanli. ^
iUzàntho.LM,Hyati>ttHf.ipietrapretiofafimileaU’A- .
y ttq
% -t
Tcrr* ELEMENTI Terra
methySio. Ari. Ferde fmcraldo con fUuo Hiacinco . > o unfoh pCT^ detto da rompere , lat. rnptt
Macigno, lat. moUris,i pietra da maciaare,& per mura- abjiijia. Dan. D’ua Honihtonamfaua un'altra fibeg-
recdifiai.B oc. Ma eccidi qurftt Macigni figranquan ita. Ch'era Bonibiofijlretto^ malageuolej.nodojò,e)'
litàicheapponoièpocopre:^^^-^ * n. Tra due parai ifoppolofo. Ceno io piangea poggialo ad un de Rotcbi.
M duro Macigno. Et tien anebor del monie,& del Mari- Sallo. Lat. fixum. Tbt. Feceft'l corpo un duro saffo a-
gno. Quando fi Urinfer tutti ai duri Maffi DeCaltaripa, friutto.fonoungranSafSolnunachiufa Halle ,onÌefce
ideila duri monticeÙitih'erano di pietra Macigna.A ri. SorgaSi Jlà. Mira il gran Saffo tdoue Sorga nafee. fo-
che non di ferro ha il cuor pie di Macigno . ffaie dipetra cernì D 'un qua fi uiuo, & sbigottito Saffo. .Al pnmoSaf.
duriffima . fo delgarxpnbebrco .lut non donne, ma fontane,&SA t-
.^mmaficriare piale ammaffare,o aggiungere, urdi j 1 70 1. » i . Con parole, che 1 Saffi romper ponno . Se'l Se^io onSè
Mattone . i<«. later ,laterem ,laiere,& latcresin piu. piuchiufaqueJìaualle.Ma perche'lmu) lerren piu non
dirarofitroua nel gemtmo ,& nel datino, i terra, oar- fingiuma De tbumoréquel Saffo.Tuparaéfopofenxa
gillaeotta permurare.Boc.nelTu.EtdeeottiMat- cor un Saffo, yn Saffo a trar più fcarfo. Chaunautnà
tom fece fare belbffime mura . i Lombardi dicono pie- da far pianger un Saffo Deunan de la pietà romper un
tre colte. Saffo, chiara fontana Sorgcad'unSaffo .Cercando Epe-
1 14J Marmo. Lat. marmor,&parhcs lapis. Vtr.Odi diaman- ria,borfoura un Saffo affijo. D a s. lo fon .Aglauro,ihe
te, od" un bel Marmo bianco . Confumar mài Marna, & diuenm Saffo . & quando Saffo dinota il fepoltro , ueé a
pietre fatde.Cbe'n nulla parte fi faldo s'intaglia Ver farà Mortea idji .
Marmo unaperfonauiua.Che fai un Marmopbidapref ^ulce, Lat. ftlex. è pietra dura.V bt.Vuo quello mine, che **45
fo il guarda . Fn corà Marmoa pietà moffo haurebbe . nel gran uecchio Mauro Meda fa, quando in Selce trasfor
ebe facea Marmo diuentar la gente . Ma gli occhi hanno mollo . i nerui ,& Coffa Mi uolje in dura Selce ; er cofi
mrttt di fame un Manno. Et mia uiua figura Far fenda feoffa Foce runa fi .
• un Marmo.Cbe mai più faldo in Marmo non fi jeriffe. .Ad Serpentino. Lat, ophitet. è pietra durifiimaà color uerde.
una gran Marmorea colonna. Boc.Fna fonte à Mar- Ar uDiSerpentinàVorpbidoledure Vietre fan de U
mobianchiffimo.Fn'arcaàMarmo.DAN.Etlofcaglion porta il ricco uolto .
frimai 0 Bianco Marmo era fi pulito e lerfo , Che mi fpec- Smalto. Lat. encaufium, idei} materia adufia ad pingend»
chiana in effo,qual io paio.Ficm al fin à paleggiati Mar apta,& à qui uolgarmente poi fu detto Ciuchioftroet per
nu. Ar ì.Oi.Alabaflrop> d’altri Marmi illufin.etquan materia dura, (y- immobile fi pone. P s x.EUntorrual
do dinota bfopoUro,uediaMorie. mio cor penfier gelati Fatto bauean qua fi adamantino
Margarita . Lat. & unio , è nome à perla pietra pretiolì . Smalto.Lafciando comefuol, me freddo Smalto . Fedcte,
D A ii.TerentrofeCetemaMargaritaT^riceuetteiCO che madonna ba'l cor di Smalto. Quefto mio corà SmaU
me acqua ricepe Raggia à SoL Et i nome proprio . to.I con & gli occhi baueafattiàSmalto. B o c. Doue
Perla. Lat.urùo.i gemma àmoltabianchexKa,&dibuou tuttala troiana rouinaera Smaltata. Vu.Fn farfotto
Malore. P s t. Varea cbiufa in or fin candida perla . Qual intorno al collo tutto Smaltato à fuccidumeàdelì coper-
fu le treccie bionde ; Ch’oro f orbito je Verte E ran , Verte A *» à malta. Dan. Fenga Meda fa ,ft'l farem à Smal-
to fe uermiglie.Mmor fra t herbe una leggiadra rete D'o- to . Colà àntto fopra il uerde Smalto Mtfur mofiratigU
ro, e à Verte tefi fitto un ramo. Et le chiome horauolte fiinti magm ,idrii fopra il prato pereffer duro, onero
in Verte , e' n gemme Di cinque Verte orientai colore . Et ornato à fiori , & cCherbe . Q^nt’i meflier infin al
d' diro ornataecheàVerle,&àoro.FeàMam' arte do- fommo Smalto, idefì alta fommità del monte, ouè’l pa-
ra, e‘mpcrla,e’nofira. B o c.Verlegroffiffime.Màftmtl radifo àlleàlitie.
nonuedute. Dan. CheVerlainbiancafoonieHonuen Smerzldo.Lat.fmarqgdus.cheperufareleparoleàVli-
menioftoalenofirepupille. ^ «‘o'hiuUiuscolorisa^Clusiucundior.Tqgmherbasquo-
ImperUre fi ornar à 'perle. Pst. Feà quanta arte doraji’m que mrentes frondeis^ deffeQamus . Smaragdus nero
perla/noHra. Ferbo Icggiadnffimo del Vetr. tanto tibemius , quoniam mbil omnmo utnàuscompara-
1144 V'iTopod carbonchio. Ut.catbunculus,pyropusì gemma, tumillisuiret .pnraterea fohgemmanim coniuituoculot
cbeffUndeagùfaàfuoio,ondebebbeilnomepyr,chei implent,nec fattant. Quin & ab intentione alia obt
Greci chiamano Ufuoco.Verò àce UVbt. Voifiammeg feurata ,affeHu Smaragà recreatur aciet , fcalpenti-
giauaagMiptàViropoColui.AKi.Splendelofcudoagui bus^ gemmas non dia gratior oculorum refeHit.
fo àViropo. Et i gemma di granàffimopreg3so& tara. P b r. Fn Lauro uerà fi , cÌk à colore Ogm Sme-
Porfido.Lat.pqrpbyrites.fipietradurilfimaJ>A u.Loter raldo hauria benuinto,& flanco.DAU.Voflot'ba-
ZoVorfido mi parea fi fiammeggiante. Come fangueebé uean dinante a gli occhi Smeralà. FrefeaSmeri^m
fuoràuena fbiccia. A-r i. Cbema-idaatrouarVorpbi- Phora,chefi fiacca.
à,&Mlabajlri.Diferpentin,àVorphido. lat-iopa^.ipietra ,& remmabeltiffimafi- tiqd
Rabii}0, Lat. carbunculus . coficbùmatopel fuerubeoco- tagliarne a [oro, che acqueta ogfobridmento, etiandio
fore.Vtr. Et [altre care Cofe tra noi , perle & Rubini, del[acquaferuente.V*x.Catenaààamanti,&àToa
tà" oro. B o c. Et con un Rubino indilo. ConunRubino poth. L'auro, &iTopatial folfopralantue.Scriuoba-
.. fi toma a capi fua.Fna bocca picchia, le cui labbra pa- ueaàdiamante,txàTopati.Che ti'o ffr ’^Toputial
reandueRubinetà. follo tenga. D a u. Ben Jùppihe io ; uiuo Topati^ id-
Rocco pietra fi faffo ueà di fotto a Ronchione. efl uiua gemma .
Ronetuoae,(i-Rpccoipdrteàptetra,ofofft,comeuiu Tofo.lat.porHs,i.(fi-tofbiuUpù nrencfiu.Suii.Fnn
grotta
Terra
ELEMENTI
Terra 157
gntta colutane taf^roTofo . ^ugne .Lat.angmcuUt ,Sò ,come Uà tra pori afcoji
Vetro. LatJiUTum.Gr*.hryaùis. P e t. Certo CrtPallofi Fé t Angue .Dan. Ch'i occulto come in herba [Angue .
tro.ComeRagpodifoltradnceinf'etro.Lapononééa KkuToI Marginar £ogm MaPm ,Ìogm Angue t'u
manteca il f'etro f'eggio di man caiermi ogni Iperan- piu crudcl .
t^De [alma che traince com' un f'etro. Tajia’l penfier Alpe è firpente.Lat.aJbisJdis.ijnePo piu pmuoue al fuono
fi come fil in f'etro. Hoc. altrimenti che un f'etro che al uedere^ dieeji Afpeforiofi Ajpulo jòrdo,non perm
fercopo ad un muro tutta faperp^ftHritolò.'Hsn al-
trimenti li lor corpi nafcondeua;the haurebbe una uermU
giu ro/d un fottìi f'etro . Egli auuenne tra [altre uolte ,
che una mofea (òpra il uifo muetriato pigli poferet nel La.
Etfepuril uentre ha la natura muetriato.i.indurato.parm
landò delle donne Jicrili.S un. Et colonne ^di traflucido
yetro che fofteneuano il non alto tetto . Et quando fi pone
inneceéuafo.P BT.Elnpicciol f'etro ihiudcr tutte le
che fia fordo,ma perche fa fondo j.morto colui che da epo
i ferito; & perù Latim [appellano jòmniculofa affis, per-
che a chi f erif ce induce jonno mortifero . 'Pipilo jeriue che
morta la fua compagina cerca m ogni luogo [occifore fen
temere di cofaalcuna. P e t. Che fol trono pietà forda
come Alpe Mifero.Etgli Ajpuli incitar fanno in lor note.
B o c. Cofi alle parole l'orecihi chmdendo,come [Affido
al fuono dello incantatore .La.
acque .Spengalafetefuaconunbel f'etro. yiè piudol- Bafllifco. il4t. baplifcuSt^ catobicpett. S an.Ei frguoun
cep troua [acqua , e'I pane , E'I f'etro , e’I legno , che le Bi^ibfco .
gemme, &l'oro . Bifcia. Lat.anguii.ferpenoto. Dan. Daquella parte era
Zatiro, 0 Zapbiro. Lat.japh'pus . i gioia tri^arente ,&di
colore purpureo tt^urro fimila quel del culo, & piace
mirabilmente alla uijla , onde il torli ne conforta . P e T.
tf auorio ufeio, & pnePredi Zapbiro. Dan. Dolce co-
lor ([orientai Zapbiro .
y E L Eti^I.
1 147 Vc\eno,& yeneno,Tofcoaiuelenare,& Animaliuelenofi .
Veleno, dr yenenu.Lat.uenenum,aconitum,& antidotum,
i rimedio cantra uelcnofiueroueleno cantra ueleno. Pet.
una Bifcia .Forfè qual éede ad Eua il cibo amaro . Come
le rane innanzi nemica Bifiia per [acqua, fi dileguan
tutte ,Fm eh' a la terra ciafeuna S'abbica . Maremma non
tred‘10 che tante ribabbia Quante Bifcie gU hauea [opra
Ingroppa. A a i.Comeialto uedendo aquila fuolejcb’er
rar fra [herbe nijio habbia laBifcia;0 che fiia fopra un
nudo faffo al fole Doue le ^glie d'oro abbella & lifeia ,
iqqn apaUr da quel lato la uuole One la uelenofa foffla &
flrifeia ; Ma da tergo [ adugna,/àr batte iuanni Acciò no
fe le uolgarenonfazptnni.
Che di dolce yeleno il cor trabocchi . Per quel ch’io /òtto Botta, altrimenti Ro^.LatMufo,& Rubeta. V i R.Iuuen
al cor gir fra le uene Dolce yeleno . Et mandale’l yenen tusq; cauli bufo . & luuenale . PorreQura uiro mifeet fr-
eon fi dolenti Penfier . Tfe cor gonfiati 1 fuoi yenemfrart tiente rubetam. B oc. yru Botta di marauigUoft grana
ti . E’I gran tempo a gran nomi igran yeneno . B o c. de;^, del cui uelcnifiro fiato auifarono queUa faluta efie
Che neU’Oro alle menfe reali fi beuta il yeleno. Amorofo re uelenofa diuenuta. A ri. Et hauea nel fuo feudo , e fui
yeleno . & nella F i . y entree y eleni . cimiero ytia gonfiata, e uelenofa Botta .
\eìeao[o.LatJienenofus,uenenifer.V ir.Sonpermeacer Cencrì.Lat.cenchris,dit,fonoferpipiinteggiaiidipunti.fi-
bi & yeleuofi frecchi. Con fue fatue yelenofe & empie . nuli al granello del miglio cofi dette,percbe Cicron in gre
B o cyelenofa Botta,Serpe,Saluia, Linguayelenofe Her co figi^ca miglio ,uanno a dirittura,ne fi torcono come le
be,Radiciyelenofr fu^y elenifero fiato . altre ferpi. uediadAmphefibena <11148.
Aueknicz.Lat.uenenata.Boc.AcquaAuelenata. Pet. CenRe.Latfonoferpinella Libia, lequab hanno coma,cofi
Col ferro Auelenato dentro al fianco . dette cerai, perche cerai fignifica Como . tir dice fi quefre
Autlcnare . Lat.uenenare .B o c.Tum'hai auelenato. coma fono crine aUe fune infernali, onde Dan. Etcon
Tofeo. Lat. toxicum , eh- pigUafi in genere per ogni ueleno, Uidreuerdifiimeeran cinte ,SerpenteUi; Cerafle bauean
P E T. i/ rider doglia jl cibo afremiojet Tofco.Pur non fen per crine .
tifli maimioduroTofeo,
Attofiicare.da ad tr lofio. Lat. aueneutre , ex tofreo infice-
re.D A N. Se'lcielgliaddolcia,o[infemogliattofca .
Argento Solimato. uedi <1 1 1 ; 5 .
AVJMALl yELETipSI.
1 148 Atxphefrbene, Angui, Afridi,Bafilifcbi,Bifcie,Botte,Cen-
cri , Cerafle , Chelidri , Colubn , Drachi , Hidre , lacoli ,
Cneìidri, ferpi cofi detti quafi Chcrfydri,percbe parimente
habitano in terra, & in acqua; eìr eberos frgnipea terra ,
eh-hyderacqua.D AN.uediadAmphcfribena.
Colubro . lat. coluber. 0 a n. Piangon’ancbor la trifra
Cleopatra, Che fuggendogtinnanzidil Colubro lamor-
te prefe frubitana,Zr atra. A a i.che di Milano Farà [ac
quiflo ,&lfiegherài Colubri, Che nonpotrutn lifquali-
di Colubri ,
Pbarce ,Prefrer , Pytbone , Ro^i , Scorpioni , Serpi, & Dngo,Dracone,& Dragone.Lat.draco. yelenofò, Mortife
Serpenti, ro,Cnfiato,Squamofo. P e x.yrtar come Leoni, & come
'Amphenbena.Idt. ó-amplnfibana ba duo capi, uno doue Draghi Con le code auincbiarfi. B o c. San Geòrgie fcri-
uaturalmentedebbebauere, [altro nella coda, Alberto re il Dragone. D a n. Sopra le fpalle dietro deUcoppa
magno mega queflo hauer duo capi, ma ferine che cofi pa- Con le ale aperte gb giaceua un Drago,
re , perche per grande mobililà delle cofìe falta da ogni Indracare. Lat. draconiiperfbnaminducre ,cioècomedraco
f arte, l' tui u’^no uccide in tre bore. Dan. P,unonfr farfr fuperbo,& crudele. D an. La rracorau febiatta
nanti Libia cam, *rena:ChefeCbelidri,Iacob,&Pba- che sindraca Dietro a chi fugp ,
ree produce ,& Ceneri conAmpbefibena , Hidra é ferpe che babita [acqua, cofi detta,percbe hyder m
AagueJM, è Serpe. P a J, "Punta poi nel tallon dunpieciol greco fr^pea acqua,& di quefìifrdice le furie mfemali
1 '■
1149
Iljo
i
Tcrr*
E L E M
Terra
efier chttr .Dxa.Che con mire ueriijime era cinte .
Lei. Uydra^ byirHsiidi faniiu/Je nufcnlut .
lacol i fotfo fèrpi coj] dctli, pertficPigiiifj di Dardo fi ian-
uam da alberi, & ftiKvio le membra, tir Latim chia-
mano laailum il liatdu.D X n. nidi ad ,Amphefibena
a 1 1^8.
Plurt'C . Lat. fharias . forai ferpi , iquali nanne con la coda,
nelrejìo jòno elenatidaterra.V) xn.uediad ,4m-
fbrfibriu .
1151 Pitbonc.lat.pytbon.èferpfte fmijitraioche fu nccifod’,^-
foUo. eSr di qui trajieru origine i giuochi nominaci Tithif .
uedta Daphne. K %i. Il maggior che mot fofie, e lo piu
barrendo ; Quel Tilhon .
prefter. l^t. pralicr, ^ dypjade. inette di affiide ; ilquale
uà fernpre a bocca aperta óir fumante , fa gonfiare il cor-
po punto da lui, & quello crepato dopo il gran romorepu
trefa. ucdi a Sabelto , tra'Hsjfidto che far punti da tal
animale a ipt. alluogofuo.
Salamandra animai uelenojò, uedi a i ^^y,
Scorpione . Lat. feorpu .Dan. Cb'aguifa di Scorpion la
punta annaua. B o c. T emperante .Apollo i freddi uelem
di Scorpione, meta perla {lagum del uemo. A m.
Serpe nel genere fem.Lat.ferpem,anguii. B O c.Et non co-
lomba, ma uelenofa Serpe conofeendo . Santa f'eriduma ,
che da beccare alle Serpi. P E T. Orfi , lupi, leon , aquile,
. tir Serpi .Dan. Con Serpi le man dietro hauean lega-
te . Da indi in qua mi fur le Serpi amiche .Ari. Qual
Serpe che neldbalìarch’a la Sabbia La tenga fijia indarno
i denti metta .
Serpcnte.Zi« e!r anguis. 'R oc. San Michele ferir il Serpi
te con la Ipada,^^ con la lancia. Io pajfo di rigidezza i Id^
bicani Serpenti . T h. Subito de Serpentmi denti fi uidcro
fiorgere armigeri. A m, P E x. Chc’l Serpente tra fiori &
therba giace. D a n. £r un Serpente con fei piè fi lancia.
Et uiJiu entro terribile Sìipa Di Serpenti , tr fi dtuerfa
mena . Serpentelli CcraBe hauean per crine. Fn Serpen-
tello auefo Ituido & nero . Lat. aiiguUului . la fua note
èfibilare.
Serpere,per andar carpone a guifa di ferpe,uedi a nyi.
nj* Sibili. Lat. S X K. Et fi fijfi mi Ban gii accenti e i Sibili. •
Sibilare. Lai. & è proprio noce de Serpenti. San. Oue non
ual; che ( huom minami , 0 fibile . Rifiiondcranno al ucnto
I fibilando.
.Afiéilare. S xn.L'unarborperpieticontaltroafiibili.
Fifchiarc. Lat. fibilare. A ri. Chi difiorrefifihiando col Fra
fcbetto.Et quanto han gUallri a far mofira col fuono .
fifchio,uedtaiS^.allìu>gofuo.
.ALBERI.
Alberi,e!r .Arbori.Tiante.RamidSroncbi, Rampolli J^ogUe,
fronde,Frafche,Corieccie,Scorze,Cufct, nicchi, Tron-
thiJiadiii,Sterpi fierpere, fraécare,itTaàcare,innefia-
re,rampoUarejimoudart,auellere/buellere, fuellere,ra-
dteare, piantare, firappare, diramare , sfoglure , infron-
dare, sfrondare .
UJJ Alboro, .Albero, & .ArborequeBofcm.&quellomafc.
. Lat.arbor,& arbos.V i y. Cb’undegli -Arbor parca del
paradtfa . Schietti -irbufcelli , ^ uerdi fronde acerbe .
\ Eoe. .Alberi .Altifiimi,Fruttiferi^eréfiimi,Ritti,-4l
tffielU^ronzuti,yiirq,uedtfliidi(e,dimcopiofamemt
E N T I
ne parliamo .Dan. lleìlera abbarbicata mai non fue
jldMlber .Fanno lamcntiin fiigh .Alberi Brjni.Si ihe I
fuoi .A rbufcelli fianpiu uiui . yedt t.Alborche per lo fu»
moraia.i.labianchezyta. D'intorno af.Albore robujio.
quando dinota lo .Arbore da naue.ucdi aio^o.&.Ar
boreinuecediLaurofi.Alloro.uediaii^p.
Arbiifcclli. è il diniinuiiuo di .Arbore. Lat. arbufiuli , uedi
dilbpra.
rianta.perfarbore.Lat.TlantJ.PsT. Tianta .Alma,
Febee fientile.Liggiadra.'HpbilefSiiolta^ile. & da ra-
dice Qjiella Tianta Felice S u bito fuelfe . Che gentil Tun
ta in arido terreno Turche fi difionuéga. .Aliader d una
Tianta , che fi pielfe . F edi Solon , di cui fu filili Tianta ,
Che t'è mal culla , mal frutto produce . meta perla legge
che egb diede. accioche da lei fierpi Le male Piante,
che fiorir non fanno. T enere Tiantc. B o c. Qjianie , &
quai , & come ordinatamente pofle fofiero le Viante che
erano in quel luogo. Lai. inter ordinium . & quincutix e fi '.
fiiecies ordmum inarboribus pulcberrima.t^ per le Tiau
te de piedb. ucdi 41461. '
Tiantare . Lat. plantare. PsT. Et piantou'entro in mexpta'l
cor Fn Lauro uerde. Cefi crefca'l bel Lauro infrefea riua.
Et chtl piantò.
Ramo. & nel numero del piu Rami,et Ramora. Lat.ramus.
P ST. Ramo gloriofo,Bet,Gtnlil,Ticciol,RamiFerdt, Bei,
Leggiadri fPrimiJimefiati, .Amati.Sanli .T(e sbranco i
Ferdij& lune fiati Rami.Dabe Ramifiendeua.Cb’aiRa
mi di diamantc,&ifor le ibiome. Et fiorian per le piagge
f herbe, ei Rami . Et cra‘1 elei a f armonia s'intento. Che
non fi uedea in Ramo mouer foglia . Et come .Augello in
Ramo .Fn Bamufi cl dt palina. Lat. ramulus .hoc. Ri-
cor fe a prendere un Ramo di albero in luogo di baflone .
Di oleum Rami if Moro ne fece una ghirlania.Cb uccelli
fu per b uerdi Rami comando. Facendofi di uarij Rami di
alberi ghirlande beUifiime.Dx n.Cbe prima haueale
Ramora fi fole.
Diramare. Lat. deeerpereramos. è lenoni ramidagbalbea 1 1 J4
ri. D A N. Feò come Lì indi fi dirama L'obbquo cerchio .
.ifi diuide,coiae ramo d'arbore. Foce nuoua.
Kampo\lo.Lat.furcubis.germen,et frutex. è U ramo nuouo .
nato (òpra il ueccbio. B o c.Hauendo ueduto dello bumo-
re ifuugiouanetto Rampollo di pero d* uno antico,et robu
Bo pedale nafeen un bel garzone. A u.Feggiamo fouen-
. teauuenire, che piu lofio fi ficca ilgùuane Rampollo che .
iluecch'mramo . ARi.Et fuor f acqua fiicciar con piu
Rampolli.
Rampollare . lat.frulicare,fruticefcere,pullulare,expuUu-
lare,germinare,egerminan,prcgermtnarc,exireamitte-
refitrgeredtducerejemergere. naie rifurgere,& una cofa ' ■
fòpra fabra porre, & aggiuugen tolto eb Rampollo.
D A v.CbefemprethuomoancuipenfiierrampoUaSopra
penfiier,dafè élungailfigrio . Fedendoil nome,cbe ne U
mente fimpn mi rampoUa.i.rifurge. ’•
Fog}ta.Lat./obum. P et. Foglia Sacrai erde. Che quando
nafte & muor ficrj>erba,& Foglia . un Lauro uerdejCbe
perfretUafiagionFoglianonperde.Ch'ifiella interra,
t!rcomeinaTborFoglia.Cbenonfiuede- iraxitmeuef
Foglia. Honfiorin queBeFalb ,oFoi adfherba . Tdon
potei coglier mai ramo/ie Foglia. Roc J)i quella Saluut
alfe una Fogba. Tolttma Foghe fiefàn, r i
ifd^Uart.
€
Tcrr» ELEMENTI Terra 158
Sfogllirt. Lit.jhnÌATe,iefruttiaTt,&demtufampi>un, ^nelU.'Ef.CiiperaUmaU tanto Radicato. La.
Hat tenarie Foglie .Dan. Terò mi di per Dìo ,cbenip Diraditart. Lat. eradicare.eneUere ,extirpare . B o c. Bf-
ifogtta.i.che fi ni fi ama . fiere da total nenlo d'innidut fieramente ifcroUato , antj
jj Fronda, tir Fronde, &nelnumerodelpiufrondejirFron prefio che Diradicato.Ter Diradicarlo, &■ leuarlodater
di. Lat ./rons,& fblinm. P s T. Fronda Merde , & Fronde ra. meta.
nerdi. Sparte. In ramoFror.difiueruioleinterraJ)tFron Sterpe per la radtee. Lat. flirpt.P s x. .Altaderd’nnapian 1 1
de il bojio , & lacampagaa tCberba. E’n tra le Fronde il ta ibe fi fnelfe •, Come quella ; ebe ferro ,0 uento Sterpe
ni fio. ebe de bei rami mai non mofitn Fronda. So c. Spargendo a terrale fine Jfioglieeccelfe ,Moflrandoaljbl
Vigliare del fino amore Frondaio fiorerà frutto.Si ii.it»- la fina fipaaUda Sterpe ,
pieno di nerdt fiondi . Sterpare Jificauarero diradicare. Latxxthrparefiirpare, à-
Fron Je/Jdg P e x. Fronde Honorata,.Altera, Sacra, Lati- uellerearadicri anferre. P e x. Che ferro,o uento jlerpe.
rea Fronde . E i capei uidifar di quella Fronde Di cheffie- uedi Jilopra . Chet'ba ihiamato, acciò ibe di lei Sterpi Le
rato banca già lor corona . 0 Fronde bonor dele fainofe male piante che fiorir non janm.
fonti ..Amo jbl quella Fronde, ib'iofolamoTupnma am Strappare.da fiirpe.Lat. Bo c.Con marauigliofa forxa glie
mafii . Frondi yerdidIonorate,Sparte,.Acerbe, Tenere . lejtrappafie di braccio. San. Etfterperai la Lappola C6
.A ladolceombradeltebeUe Frondi.So c.yèrdi Fron- le are fienti biade.
di . Di quanto bonore quelle Frondt à quello Alloro Suellcre.lat.eueUereAbrùcarefilirpare.perflerpare.Pn.
erandegne. fin che fi (nella Da me Salma adorare. Et con molto pen-
Ttonzuto.Lat.fiondofui/ialpicnodifiottdi . B o c. Fron- fier indi fi (nelle. Qjiella pitta febee Subito(uelfi;.Allhor
VII Atlori,Cauob,yn bofebetto Frorrt^to . di quella bionda tejia fuelfi Morte con la fina man unau.
Infrondare fi ornar di fiondi. Dan. La fronde onde iinfionm reo erme. Da radice m'baifuelta mia pilute. Che (uelt’bai
da tutto S orto de S ortolano eterno, amo w cotanto . à utrtute il chiaro germe . Ch'ogm bajio penfier del cor
Frafci ila Fronde. Lat. ramului,furcubii.Soc.Tutta m'auuìfe.i.(uel(e. San. Et non tardate a fueliere. A ki.
graffiatadaFrafche,&da pruni. D a n. fetutronebi Che de Pardon lo fucile ,ecacaa in terra.
HuMe Frafihettad' una deste piante. & quando dinom Diutllere.Lat.&euellertfieuellere^xtirpare. T tr. Et del
tafoleeochiacciere. Latjiuga,irumfiffamx^aruni, gorra. cor tuo diueUi ogni radice. B o c.yno lucignoletto della
Media'] 00. barba del mento gli diuelfi. Con le mani diutl(e ungioua-
Scorza. Lat.cortexJéer,libri,i la fioglia, 0 uefte dell orbo- ne Cornio crefientein diritta uerga . A m.
rt.&ttlia,a,ila fiotta interiore deU’ albero . & Gluma, Uuellert,per fueliere, & togliere. Lat. aberuncare/lerpem,
a, la fior^ dell'orbo. P et. Ma non fimpre la ScorxA re.P E x. Doldduret^ , Ch'ogm bafio penfier del cor
Rimo,ne'nfior,ne’nfoglii Moftradifuorfuanaturaluir m'auulfe.
tute. B oc. Le dure Scorce del morbido ctrrgio .Vn.Et Roncare Jait.runcareaial ftirparee/r tagliare. Dan. dona
quando dinota per meta, ù (corta bumana, ueii a corpo a ronca Lo Carrarefi, che di (otto alberga .
VI t].& per lane fica 1540. Inntflareaiale infilare, incalmare. Lat.ui(erertfiinfirtart .
Sàmondo, ual fiorgato . Lat. mundatui ,decortteatut, ér PsT.DelpettoiOuedalprimolauroinneJlaAmorpin
excorticatui. Ari. Conungranramo cCalbero Rpnon- rami.
do . Di che haue.r fatta una pertica lunga. Seme. Lat.fimen.perU SemeittefiSemeiixa.SeiaiU (ua
Corteccia. Ut. cortex. d medefimo cb'i Scorda. Boc. nel Dea. P s x. Di buon Seme mal frutto mieto, che diuirtu-
A», lai mtfera Drtope fi feriti da fattile Corteccia copri., te d Semeba quafi fpento , meta. Sìiial ombra ifi crudel ,
re. le tenere Corteccie. Dure. &nelVH. le braedafirom tbe'lSemeadbugge.L'efca fulSemecb'egbfjiarge. Oue
tni,&i capelli in fronde trafmutò con dura Corteccia dnt (alcun bel frutto iiafee di mefia noi uien prima il Seme,
gendorm S AN.LaCortecciaiunOlmo. * Boc.CominaàanettarSemeàCauobni.uedialPlndt-
1 5< Ctifcio.Lat.eortex. nauti indecbniéile, &putamen , detto re. D a n. i/ tempo e’i Seme Di lorSementae& di lor na
daufciolcuatagUU g,perciaibeJicomeSufiioferraUca fiSmemi.Cb'efier conuieneAmorSementainuoi (Sogni
fa,cofiilgufciofidfcrrameéquellocbeuidentro.Boc. utrtute. Difiorde a fi come ogni altra Semente . Che fu
Chrfchiacciauanoccioli,& uendeua i Cufei aritagUo, per gb giudei mala Sementa, éf quando Seme fiàper la
Senta che infino a fornaciai a cuocere Gifcia duoua,ir origmeaiedia ifóS.
altre mille cofe nuoue. lat. putamen.nit. Hutaorc terrefire.Lat.bumor.P n.Grauidofadi fe’lter t «j8
Nicchio, i U (corta di qualunque conchiglia . Lat. oSirea , reflre Humore . E'I Troncon rotto , tJ- quel uiuo Humor
teSia, coeblea, coneba. Boc. Sluefio nuoTSjcchio/iouol fecce. DeS Humor é quel fafio . Cbepoco Humorgiàper
picchio . i certa Cantone, che comincia a quel modo . continua prona Con(umar nidi marmi At pietre (alde. &
Radice. Lat.radixfi daninutiuo radicuU . & fibra . fono le quando dmta S humore corporale, uedi a 1 } 7 5 .
radici minute de gb alberi. P tr.Credocbe nel terreno Wetdcnaturale.Lar.uiridu .P ix.yerde Lauro, Setua,
Maggia Radice, yien come ogni arbor uien da (ua Radice. Bofio, Nerba, Herbetta, Legno, Foglie, Fronda, Ra,.
Boc. Cumaicattbia Radia fece buono arbore, Dandom mo , Prato , Terrena ,Riua,Seggio, Cefpo,'Piaggia, Ca-
gli da mangiare badici d herbe , Fatiofi uenire Raéci , & mino , Colle . & meta. Coaferua yerde ilprcgioiS hone-
berbc utlenofe.D , N.Ver le none RMciiCefio legnosi' Siate .Ter far fimpre mai yerdi imiei defiri. Boc.
per lo principio, uedi a i6 IO. L'berbaerayerde,&gra»de .yeràFroadi.trVrati,
Radicare. Lat. radicare yadicefiere firmare. Boc. la hrgra yerdifiimi Aranti,Ce^, (fi Alberi . y erdeper la Età,
liludmianticbijfimo peccato de popoli, (fi fi R/tditata in ogioneatii,uedimj per la colore a i\t.&perl»
Tefra
ELEMENTI
Tcrr4
fne a 1619 & in ucce di Herba,utdi a n6p, AucUanLliir. B 0 c.Qiiìmì in molte nerghe litrgono ^net
f'etdiggiare. Lat. utrefure, T E T. Solo it un lauro tal fcU lata. A M. Tmte le l^igne di duellane ^ di molte marne
uà uerJeggu. Q^Ua fronde nerdeggu,&jcnta pan.Et re i arbori pane ,
quando' l fri fa uerdeggiar i poggi . Che 1 pròni rami f'er>- Boffo,& Bnffò.Lat. bnfiiis, tir bnxMi. B o c. Il pallido &
deggiar. B o c.f'eggenJoji nerdtggiarei colli. crt^BnJdo. A n.Viangea pallida come Bnfio.TH. San.
Bimerdire per rinculare, lat. reHire]ierè,repuUnlarea*na- Ji frondafo Bofro .
fci,rcnafcere. B oc. Il tuo iiifr riifiierdijce la mia ^eran CzR»gno.lauaJianea^rbor,&frii8iit. B o c.Et le pia-
SJ4. P E T. One il pianto ogni bor frefco, & fi rinuerde^ cenoti Cafiagne difefe Ì afpra nefie fiate già care ad .Ama
cjm fecondo tlcum rmuerdei terga ptrfcna perrwner.- nlli Scaledi Cafìagnmolt . P h. S a n. 'Hpderofr Cafia-
dirfei che può fiare, ma chi écepe che fofie nome dicèdo, gno.yn tronco di CaSìagno.Cafiagnefrntto^ieé a 1181.
& fi rinuerde.ijè tanto frcfcojauo , & di gran uigore, & Cedri, lat. citrui. B o c. Cbinfo dintorno dU ranci, &■ di
forga,noa errarebbe in tutto .V a u. Che Siudto à ben Cedri. & Cedriuoli fcropnlofi . A m.
far gratta nnncrda.i.rmoua, Cerro arbore,cbe produce ghumdedat. cerms.B o c. nel
.ALBERI T H.Ilrobufio Cerro turapoco Cottili Zepbin.'ìislqual
.A L B E tl 1 , piano altifiinuh&ueccbioCerraio era, & PI cfretio mai
,Abcto,.A ceri ..Allori, .Alni,.Amarami,.Aranci,Uuellartt i alcuna feure era fiata adoperata. Dan. Con men di refi
Bti]}i,Caslagni,Cedn,CeTri,Ciparifii,Cpegi,CtSU,Comoli, fienga fi dibarba robufìo Cerro .
Cuprcjji,ùalteri,Elci,Efc»li,Faggi, Fichi, Frafiini,Celft , Cipiritì'oJaU.cyparifiuty&tupreflui.B o C.Tfel cuipem
GtneurtJdalogo,Iiiii,Laun,Mandorii,Melar.ìcifritrrt, daiefi mutòd/ancpiUo Cipanfio. A m.
iilmi,hIorteUe,'HalSi,'Hocciuoli,'Hjlcifileafiri , Ohm , Ciprellb.lat.cuprifiui. Aho,Diritto,Odorifcro, Dolente,
Ohm, Orni, Talme, "Peri, Pefibt, Tua, Platani, Pomt, Funebre, 'H^ro,Fragile,Silueflro. B o c. llluogopteno
d alberici Ciprejiu S an. Ma fra tumnel mtggp prefio
un chiaro fonte l'orge uerfo tl cielo un dritto Cipri fio uera
ci fimo ònitaiore delle alte menti, nehfualenon che Cipa-
rifio ; ma (fedir conuienfi ) efio Apollo non fi fdegnereb
beefierrraifigurato. ARiJìicamalaa tronconiera difuo
re Di Ciprefio; che mai non fi rmfranca Poi c ha fenttta
la dura Bipenne .
Sìuircie,BouerifSaliiefialce,Saliceto,SaltgaHro,Sambu
cbi,Soueri,Sufim,Tamarift, /'Uui,f'iti .
j 159 Abete.l.at.abies,tis.arborrdrtttfiìnno,&femcanodi.PEr.
herba. Abete, pòi,faggio,ogcnebro .Mainlor uece
nn'Abae^n Faggtoam Tuo. tjr ueder feto panne Don,
ne,& donzelle, cr fono Abeti, & Faggi . B o c. Abete
piu bello all' occhio che per finito uiUe .A a. Era pieno
d Abeti,^ diCiprefii Diritti Abete A ui.D a N.Et co, Ciregio.Ì4f.fera/iu. Bo c. Le dure feorgg del morbido Ci
ne Abete malto fi digrada. S anì^wìiu femta modo fi ut regio . P h. Tutte di uignefr‘obui,di mandorli , é Cirrgi ,
dcildir.iifiimo Abete /tato a frfienere i pericoli del mare, di Fichi piene .
AceTO-LatMierfiutuscueris. S an. Che di fidermt filo a pii Cifto i arbore fogliofr che m^ce tra fafii.Lat. cifihus.
d'iitt’Aceio D'un Faggio,d'un’ Abete.ouer d'un Souero . Coriào.lat.comus. Bo c.Conlemanidiuelfeuugtouane
AÌ'DTolat.lauru!,&Dapbttr,ti.uediad Apollo, douetar Comiocrefeente mdiritta uerga. A M.T.Fmtli d'unCer
gftmentc ne parlumo.é' a Daphne. P et. Alloro Pròno, nto anebor non ben maturi. Lat. comum,m.
DoUcjSuelio. Fra due riuiere a l’ombra dun Alloro. Or~ Dittcto.lat.da(lili,cariea.t.fru8usfralma ,palmula . i U
nata de V Alloro. Coronata dclC Alloro . Come dimanda frutto delle palme. B o cJIieci piantomeli Dattencoper^
I dori amalo Alloro. B O C. Trattafi la corona del[ Alto- tid‘intorno,tà‘dtfuori.T H.Dandoglidamangiareradtee
! ro Uauendo luufu à quanto honare le frondt-dt quefio dberbe.tò' pomi fabialicbi,& Datteri. Dan. Cbequìri
• V Alioiorranodegne.D AN.L'amatoAllorodaApolla. prendo Dattero per fico.
Lauroucà al fuo luogo. Ben. Allori faui. EìceJat.ilex.PET.£tfiordicolormille,SparfifottoqueU
Albore in uece deW Adoro, 0 Lauro . P E T. Arbor uitto- [Elee antica.Prcgarpur cbe‘1 bel piè li premaci tacchi .
r riofr,& trimpbale HomrSlmperadori,& de Poeti.. Eiggio.Lat fagus.Jcue pbagut. del fra legno fi fanno te fret
V Arbor ch’amò già Pbebo in corpo bumanoX' Arbor gi le. P s t. Allhor mi jirinfi a Cambra d’un bel Faggh.La-
til ebe forte amai mole’ amò. De ( Arbor fempre uerde; ’ ’ . . ..
ch'ai tant'amoMe l'Arbor. che no jòl cura ne gelo. Con
C Arbufccl i he’n nme omo dr celebro .
lido Alno,èarborefenga feme, dr fengafiutto .i albero fliaòide
, delquale 1 contadini quello efeauando ni foggia di barche*
qual ombraua un bel Lanro,& un Faggio. Lafciado Chef
ba, le fontane je i Faggi, dr fono abeti, ^ Faggi . Et farmi
una fontana a piè dun Faggio. Hpn d'herba, abete , pin,
Faggio,ogenebro. B o c-Alto Faggio, dr Faggi Altiftu.
miS A N.L'ombrofo Faggio.
taufauioio,&mquefiialberifuniu>trajTnMtatelejerel E'ico.Ut.ficns,f<tm.&ficulnea.PE-t.Mal fi comret il
im /4t r’I n. t t_. ■ „ , J -
ledi Fetonte.
Amaranto Immortale. Olcaftro flerile. Pronulo ^inom
fi). Lat. prunus,dr pruneolui.
Arancio,dr Mclarancto.Latjnalum medtcum,citreum,&
malum aureum .Boc.jl luogo ehiufo intorno di uerdtf-
fintijdr uiut Aranà & di cedri Sion dAranciAcqna di
fior d'Antnci. Melaranci, nedt pin bafio al luogo fuo.
Arancio. S a N.f'ltimamemeun'alberobellifiimo dAran FrafÉno. Ut. fiaxiuuUngratoalle uipere Boc.F'nbo.
ao,&damemoltocoltmatomipareamnaretroncodal fcheUo diQjierciiioli ,&di Frafimi,ef daltr, alberi
leradtctmleprMdeeifiutti^ffinterTa, S AN.VaUoFntfìmo. '
Fico. Bo c.Mmuiorb,Ciregi,Ficbi,&Pefibiperlofiut
to.Lat. fieuimaf.Cli frani Fnhtajpcttati dal corba, il
corba m^a ad afreturet non maturi Futi, Da n. Che
qui riprendo Dattero per Fico . Fica è quella ebefi fa co»
mano, che Lat. dicono oflendere medium dgitum. Dan.
U mani algò con ambedue le Fiche canea i lo fi-
co ficco.
Cenebro, ,
Tcn» E L E M
C<ftì:bro.lal.ÌMmperut,& Jkidirata ,i facrato a. Guai-
ne. V n. 'Konherba/éete.pin.faggiofi Gnebr».
Cclfo,& Cclft. LM. moni!. Dan. Utlhor ihe’t Geljb dù
untò ucmfglio.Itpiacer laro un Viramo a U Celfa .
I itj Idalogo mutato in arbori .Boc.Et fel dolente Idalogo
fofie flato mutato in pino,Io baurei detto di quello che qui
ut nidi fofie Stato deffo . A m.
JUce.Lat.ilexdcu.i arbore finale alla quercia. A x ì.Di Fag
pjir i Omif <f Ilici, e d^ .Abeti .
Liueo.Cat.Uurus. Pst. Lauro Dolre,Ciouanetto,Schiet-
tofi'iuo,Durofi'erde,TrimofieHculto,Cran Lauro, Bel
lauro. Sei per uenir al Lauro onde fi coglie olcerbo fiut-
to , Slual uaghrT^a di Lauro , o qual di mirto . Cbefogba
tierde non fi troni m Lauro, f'n Lauro mi difefi allhor dal
melo . Il Lauro fegru triompbo . Solo £ un Lauro tal filua
merdtggia. Spemi fono i miei Lauri . D'un frefeo , & odo-
rifero Laureto. B o C. Leuatafi la Laurea di capo . Lata,
la corona di Lauro . Fra uerde Fronde della Laurea ghir-
landa . Moro, & .Albore in uece di Lauro, uedi 41158.
M aio fino i rami de gb arbori ebefi taglia il primo di Mag-
gio alla uilla per portarli alla città dagiouani dauanttle
cafe delle loro innamorate , per un certo fegno é fauore
amoreuole. B o c.£/ii fuorché fia tagliato come un Ma-
io in fu la campagna. Dan. DiUdatfiumicellopermira
re. la gran uariation de frefibi Mai .
Mandorlo,^ Mandob.Lat.amygdalut.&amygdalum,lo
frutto. R oc. .All ombra d'un Mandorlo danmrfijr'igiK
tutte é oboi, di Mandorb, di ciregi.
Melarancio . Lat. malum medicum, B o c. Fare delpm-
uo un Melarancio . I Melaranci carichi ad un bora di fio-
ri, & di uerdi frutti, & di dorati Manci.uedi difr-
praatiéo.
Melo, lat, malus. B oc, noi non apparefle mica tajbec,fn
la Mela, come molti fcioccbi uoglion fare , Meli fioriti.
Dia u.QsalauederdefioriiidetMelo. Mela frutto, ue
dia 1 i8j.
11^4 ÌAirrx.Lat.myrrht.è arbore thè nafte in Mabia nelle
medi finte filue che nafee le interno . altri uogUono che
nafta in piu regioni di Mabia , conciofia che tincenfi
nafee pia che in una detta Sabea , dr anticamente fi fole-
nano ungere i corpi morti di Mirra per conferuargli , co-
me bora di balfamo . B o c. In una parte mi parue ceno-
feere la piangeuile punta della mutata Mirra abomine-
nole per b fuoi amori . A m. A R i. f'ien per iMabia
tb'i detta felice. Ritta di Mirrha, e d’odorato ittcenfò.
D uìi.MafoliCi>KeufiiLagriiue,drd'aniomo,Et'llar-
do,df Mirra.
Mirrare, da Mirra,ual confemare,percbe anticamente foie»
nano ungere i corpi morti di Mirra, che bora fifa con bai
forno per tonfrruargb. D a n. it Dea , & Fabi Hcbber
la fama che uolentier Mirro.ijtarro, perche fia tonfirua-
U,eomefetunge{p di mirra.
Monelle. Lai. myriut arbosadepuitopiarium , dedicata a
Venere .Ari. Va^i bofebetti é foaui Mori , Di Tal-
me, edameniffime Mortelle, Cedri, dr Manti, c'baucan
frutti & fion, Contesa in uarie forme ,e tutte belle .
ìlÙnQjat.myrtui. ' a t. Sìjul uaghe:^ di Lauro,o qual
di Mirto . Laquil d) ^ notte piu che lauro,o Mirto, Te-
nea in me uerde fanurofa uogba . Empion d bofeo degU
tmbrofi Mirti.B^c.uippoggiatoaduno Uirteoba-
E N T I Terra 159
Sloue. idefi di mirto. P h. S a n. /«io a» bafione é nude»
rofo Mirto.
Naflb, i l’arbore Tato, delqual fi fa il tofiico . Lat. taxui .
D uu.OCmfentogbattofu.ueédcomento .
Nocciuolo,^ Hocco. Lat. corybu, & aueUana ,i arbore
che fa le nacciuolcfi nocelle. B o c. Tra Obm,& Hocci-
uob,& Cajlagni comperò . Hoccmolepoi perla frutto^
dialfuo luogo, & ambe Hocciuob fimo gb ofii delle per-
fitbe, 0 delle Cirege .
Hoce.Latjiux,& myriflicaja noce mofeata. Boc.La fred 1 ifif
da ‘>(oce date a je medefima co fuoi frutti cagione di affre
battiture. A u.TutteLeuigned'OUui,dré Hpci.D a n.
CoMe Canima fi lega in quelli 'HpccbtJ.groppi duri, che i
latini diconouucei,ì nodi de gb alberi duri .
Olino, 0/«4,C^ Vliuo. Lat. oleata, oleafier, & agrippusj.
laobuajaluatica^ioil'obaflrodrdrupa,t,Uoliuaacer»
ha. dr colymbasfiis, la obua filata, & acconcia per man
giare . .A rbore di Vallade figmficante abondeuobjSima co
pia,& pace ; onde coloro ebe chiedi nano graiie lUeuang
andare di frÓé,& di rami £ Obua ornati: benché delT Ob
ualiro,ctoi feluauca Obua fi coronafiero in Oltmpu 1 um»
àlori,com‘Mifiatele, Tbnio, dr mob’abri ninfignano ,
drperò dice dPtt.La Obua ifeccatdririuoUa altro-
ue. "ìign Lauro fi Talma,ma tranquilla Obua. Da tuiué-
trice delle prime OUue. Boc. Ht “hro s’ode che le Cicale
fu pergb VliuiJui tra T^cduoli, Vtiui, & Cajlagni . Il
pallido Vliuo caro a VaUade mobo di rami pieno fi uedea,
dr di fiondi figmficando con abondeuole fegno i futuri frut
ti. A u. D A N. £r come al mefiaggier eoe porta Oblio .
Traggo la gente per udirnoueÌle,& quìi intende, meta,
per la pace per ^erearboré pace, com’è detto. S AH. ‘
StdieSiatecogberemolenereObue.
Oltno.Lat. ulmis. T.Came non badi jòflentarfiuJinxaSen •
ga (Olmo abbracaar la fama mte,Cofi no ha lei fenxa me
^anga. P 1 t. Spenti fono i miei Lauri Jwr S^ercie, df
ObnL B o c.la domenica folto Fobno riceueuaifuoi po- j ,
polaui. Comefabbracciante Eliera auingbiail robuSìn
Olmo . P H. VifOlmo abifiimo congiunto con le amithe-
uobEUere,drconleufiteuiti.Ati.
Omo.lat.ornus. A r i. Hot éetro quercia , bar olmo ,hor
faggio Jior Orno.Di Faggi fi £Orm,e£lUci,e£Meti,
Palma. Lat. i arbore i bonorato di premio de umeitori ,(V tiss
eletto fegno di Vittoria, onde Vie. nelU Georgica,'Pri-
mut idimaas referam libi Mantua Talmat.& P s Tj'n
ramufcel diTalma,drundilauro.Talmaèuittoria.Iui
ba del fuo ben far corona fiV "Palma . Hpt Lauro, 0 Pal-
ma fina tranquilU Obua. Mille uittoriofejdr chiare Pal-
me. toc.Vn lettuccio di fiondi di Pabna. Rjigofc Pal-
me. A H.S ah. La Orientai Palma, dolce , dr bonorato
premio de umeitori .
Pero. Lat. pyrus. B oc. In un prateUo a pii £un Pero.So-
pra t un de canti l’antico Pero. A h. Di noà, di Peri , (V
di Su fini.
Pofeo. Lat.perpcus .Boc.vd nelf borio a piè del Pepo
grofio . Sìmile piagge tutte di uigne , £ obui , di Pefcm ,
dinoci.
Piao.Lat. phmt, &pinetum; il pinctoJJuogo de Piniji con»
fiera to alla Dea de gb inganni, dr peri n^ce in luogo npo
Ho & cbiufòteV confequentemente piaceuole. Par. Oue
porge ombra unTino,abo,od tmcolU.Md* loruete
Terr*
elementi
T»rr»
mftbett,tin fietj»,KttTino ,t{e)ihcrbt/ihete,Tiii,f>i* StInit,ScheTtioLt,Sti>>prtiih<a^cH4pc, ScffUlOtScrlUo
f(0,!o«f«fcro. Bo c. Et feidoUmeldalago /b/ieflalo Strame,Ttrcbmo,Tmo^cr\>cui^,yumlo.
iBJiM/0 i/i I rà baurt'i detto thequtflo. A m. Fece ^nQiìc,Lat.OeiionCt'Hinpbej&fi^ltodelitHitieT^ndjjef
mettere le tomle jòtto a i Tini , Tieiio di ebeti^ipreffiAb-
lorie&é alcuni Tini, fi ben compofli, & ordinati. Eccelft
Tim. A M. S A N. Et conpuntate fo^UeCeccelfoTim,Ca
TUO di dunjìimi frutti .
1 1 $-j Platano,^ Tiauno. Lat. Tlatanut ,famofi^imo jMo Ro-
mani, & molto da Tintone amato; fólto la cui ombra pia
tonixauanu i pbilofopbi Tlatontci .San, Io amemfiimo
Tiatano.
Pomo. Lat . pomumjmaluruAeit a frutti a tjBq.
Quercia Lar.quercui. Qjtercia AltaJ>ura,RioiJafH9^
Ja, Ruuida , jdnnofa , yittoriofa .P sr.Secik Iòni miei
Lauri Jyor Óar«e,c!r Olmi. Boc. diuercia altifiima.Ter
loprimocolpo non cade la Qjieraa, Sotto una ombrofa
Sjierna di ripofó ungo . T^elme^o forfè di non minor
grandetta di queUea be'l matto Enfiihone uhlb coniata
oliente Icure Siaua una bellifimu C^ercui porgente om-
bre con gb ampb rami dt nouelle froncb carichi , & mo-
firanti lieti fegnali di copula prole Hijierce Robufle, Ra-
mofr ,&abondantidi molte ghiande. Aie. Bofebetti^
bebbelanotttiadell'herbe,& dell'arte del medicaretA-
polio in guiderdon della uirginità ch'egli tolto l'haueaAea .
dilaUi/loriaatiì.alluogo fuo.
Herba. Lat.& laihanon , & olufculum , ìtberba da man- , , ^ j
giare. Par. Herba Ere fra, Verde, Segnata .tr (Herba :
Con lepalme, & coi pii frefea & fupetba, oue da quel
piede Segnata i (Herba Cittaimi fianco fopra l’Hcrba un
gfomo . Et de fra i fior tra (Herba in aafeun prato , Ben-
ché di fi bei fiorfia indegna (Herba . Che’l ferpente tra fio
ri,& (Herba g/aie.lniomincmrfi'l mondo a uefiirdiHer
ba . Et quafit m terra d' Herba ignuda^^' erma .E’nuece
de (Herbettaper le uaUi'Hgn fi ued altro che pruina &•
ghiaccio. L'Herbetta uerdeAi di color mille . Hor n-
me,horuerfi,hor colgo Herbe tee ti,' fiori. Onnttpbe,(^
noi che’l frefro Herbofo fondo. Boc. Het ba Verde, Crfr
defrnigliorefrierbe Rugiadofr,tfi Tafft . Verdi Herbette
j.herbe picciole,& baJSe. Luogo punod'Herba. lat. ben, ■
bofut . Herbaccie , Herbucaedberbe fduagge . Hfrbaio .
uedi (Indice .
Qjiernuoli. Con un pex-ttp éQwrciuolchJn màna.iJbafro Verde m ucce di herba. Lat. uiretum. P g t. Fuggii fireno,
ne fatto é quercia. Trouato un bafione tondo ifun Qjier- ei Verde . Tfe giucchi ho pur le Violette e’I Verde . Chi
ttnob giouane fe nandù in camera. Dan. Dal nafeerde non ba albergo pofi/iitn l'ulVerde.Verdenatuia'.e.uedi
la Quenia ai far U ghianda. San. Con pm aperti rami a iSi6.Verdecoloreailti.&perlagtoutntuteatjf.
larobufta Sìuercia . &perlofinea i6t9.& Verde fiumea loqq.
Siii(x,& Sa^.Ut.falix. LalentaSalice.B O c.llluogo Acincho. Ut. acant bui, i fiore ,o come alcuni uoglmo
pieno à Salti i . Tra Salci nafeofo l'era. K ai. Qual herba finmle alla frma bianca ,altri dicono effrre arbore '
lido Salce al frmpreuerde .Alloro
SaligalVro,^/ii pertica é Salice. Boc. Con un pexta di
Sahgajlro in mano . ne te fri moderni fi Ugge querciuolo .
Saliceto . Lar. i luogo piem di Salici .
Sìmbaco.Lat.fanSucnt.S A N.IfronxutiSàbucbicouera
Il é fiori odoriferi J! ampia frrada quafi tutta occupaffeno.
I i6S Sonoro. lat. fuber. S AN. D'un faggio ,d’unAbete,ouer
ohe fionfee, come le fpine bumbe. A r uTianconpiuno
di ifiefiiiofi,4cantbi Le ftfronne circondano e Utraut Di
ÌueUi.O compUfii iterati, che con tontiTigdicingeaii
anchifrl petto a’ I collo. Che non ite fan piu l'hedere, o gfi
jAcantbt. T- Che uqi gU roffonuate la raéce Di Croco ,
yAcanthofrU 7{qrcifio,ff Qalta.EtdaferailbgnSlro,OÌl
molle Acantho .
dunSoucro.-i (ombra degUopachi Suberi. T.Soutro Ambroru.Latiberba,& cibo éuino,uddi idea.
4
■ • ■■■
Aneti Lat. anetbum . i berbadi buono odore. A K i.e fiiel
fe, Comefujferfinocchi,cbuli, o Aneti .
KppioXatupium^fr herba amara, hoc. nelAN. Eico
piofiAppì co quali Hercele per adietro fidea coprireifuoi
capelli, , ,
Apiailro b.erba odorifera,^ alle api gratifrimalat-Apia
firum,Mehfopbjllas,& M^foptryuon,
AlfemioJiUt.^b/ynibiumrlherba amarifiima . P g t, £V
tnelamaiv,& addolcir (Ajfintio. hoc.U fortunam’ap
parecchio i fuoi AJIentii , liquali ame( mal mio grado )
miconuenneguftare.Fi.D AN-AberlodoUeAjiaitm ^
incorruttibile .Vigili Lat. tùia. Carpino. Lat. xfgiaA‘ demartiri.
San. L'aUra era appoggiata foura un Carpino. BiCiìicoJjitJ?afilic4herba,& ocimum.fme otfimum.i bera
ba odorifera, Boc.Toi prefi un gran tefto diquefri,m
quali fi pianta la perfaj& il Baftiuo.ll BafUico S alerntteu
no beliifrmiodmemie& odorifero mi A u.E'lcre^'
Bafibco ne i fuoi tempi imitanti i^erofóU col fuo odore, .
BorraggipÌA^ BorraAaLat.mebfópbylios,i,uelmelifrpby
/ea. Boc. Jljùoloerapienodijronifuti CauoliAfi’dicoflii
te Lattugbe,efré ampie Bietole, & ifrnreBorrag^,-
trdifùtiiliSehertuoleAfi'dimolteaUfetmaie. A »,
iiema,MÌÌIefeglio,Mortma,'ìiafiurei, Ortica, Tapaue- Borrana è dmedefimo ch'iBorraggme.Lat mrbfbpl^lloi,
to;perfa;eotcrilAnafProHmcAjBAmeiii>o^bia,R/ita, hQC,tttantar(acquacmedlaBorranafrunac<ergm,
^ tettonica.
corùcofù
Sufinitaf fofine fono d frutto . lat. pruHIim ,
h oc. Tutte U uitne S obui, & di mandoli , di Snfini , ne
teHiantiihinonfileggefufim,maciregiArfiibLD A n.
Ma la piiggia contraria connerte l BoggaccbionileSu-
ftneuere,
Tamarifeo. lat. myricaA,& tamarix. San FragdeT».,
marifeo.
Vìi no, tir Olmo Vite, uedi a gli fuoi luoghi. Rouere . Lat,
robur.robor, cjr quercia II forte & duro Rouere ctdHcr.,
tele confi crato. Eicolo. Lat. grandiferac& frondopt , lA
: HERBE.
Acantho,Alega,Ambrofu,Aneto,AppioKA}fenxp, Bap-
bcofiietoUfrioragglm.CT Borranafietomea, Campbora ,
Capello uenere,Cataputìa,Cbaraua,Cardo,CauoU, Cieu-
^ V .Coeco,Diiamo,Ebulo,Eiitropia,Ellera,Eringe,FKno ,
t macchio, Geneflra,Ctrmoglu, Gramigna,Cuàdo,Htde-
ra, laccnfò, lai tuta, Maiorana, Malta, Mainane frbio ,
• 170
0'
Tcrr» .ELEMBNTl Tcrr* ■ i<o
Btttenict.ljiueHraiti,ri,&TifcMnphiis.hoc.UM- tKgmriaacbera e per Fenili Spefo fitrouangli buomini
pioftHi-ttomcipkuidimoltemrtù.i^ M. genult. F ernie i un monte di F uno f. ufo in gKijo di pira-
Ciuio.Lu.cardniii^. B o c. «/ L A. £/ done herbe uer- midefi altramente . Farm duono i LcgiFU efl herba ficca.
dt.tr nartj fiori nelt entrata mi erano parati nedere.hora Finocchi^ pergb occhi. Lat fetaicnb , Gr. maratbron.
T^ì .Orti a,&T riboli,& Cardi , & fintili cofe nu parta A a efnelfe, come fufier Finocchi, cbuli, o aneti. T. Il
mtdere. T. Carda Santo, Bi nedctio, Tungcute . faporofo Finocchio .
I171 C2UOli.lai.br,^ita,a,foiiolef'trge.Bacihoinoamoralo Gemeperlaoriginei&gernwiare.nedia 1568.
delia figltnolaJiLignrgojrasfirmJtoinformaiFuMa, ^ Qetcnoglio.Lat gtrmen.nalgerme.T.Quiuicofi comeana 1 17J
tiratadaljnobeUoiore^tdaUajnadolce^tenédoqncl tara piacque Fnordela ripa afi'ma ombrofa Qnercia,
lafia le mani per temperare il fino arJore,allafi>ie Baccha Che per coprir pia Jk per altro nacque; L’acqua che al ce.
ritornato in Dio ut intero a gli ultimi élctti ; lUbe uedea fiio alcun Germoglio sferra, E falla ir roteando fia lapilli
doti padre l iguigojlquale non beuea uino.mofio a fdegna Doue m bel fimo fi diffonde , t(r fchen^a .
fece un Hatuto ■■befuoi popoli non beuefiero nino, ilcbeot Germogliare Lat.gcrminare,uemare,puUulare,germina-
tenendo egbufcì fuori con la fUe,& cominciò a tagliare feere,germcnemittere.D a n. IDtiiii germoglia come
le aiti, diUbe (degnato Baetbo fece tbe eoa la falce liiefia grand: ffelta.
p tagbo ambedue legtmbe , & cadde in terra . Bacihagli Gincftra IM. genifia, l utrgulto che fa i fiorigialli. Boc.
jòprauenne ,& lo legò alla ulte, & egli dato fi al piange. Et ogm co fa éfiiri di Ginevra coperto .San. ^ua lun.
re delle lagrime che in terra caddero nacque il Cauolo.o gacoroua ,difroné,&àfioridiGinelire,T.Lahumi-
uoglun dir la uerga , ma non mai crebbe troppo grande , le Cineftra.
tdrqneJloper.beLtuuecomefuaaemicaappnfiogliera: Gr21nigai.Lat.gramen.B0 c.Tie in tutto il cuoprePab
«Jr di qui caufa ibe i canali non uengono mai grandi quan. bracciante Gramigna. A m. La imquiti da fe mede finta fi
do fino piantati appre fio lauite ;&perqueflo anchorfit filande piu che la Gramigna per grafiiprati.’Pn. Grami,
utaapprefiogbebbriachiàlmangiareicauoli, ofitrbireil gnofiprati.D a n. t'erga gentil dipicdola Gramigna,
fuo brodo per non inebbria' fi fi come anchorfit co fin- Umiche riuufi, come é Gramigna t'iuace terra,
pud primo dii .Ago fio qui in V inegta,&in molte parti Hcdcra 0 Helera , tir H.litropia,uedidifopra a 1 iqi.
di mangiare i cauoU, perche in taldtfi fàcrifica a Bacche lacenCo.Lat.& hhanus, tr cus,ru, quo deum uerurarrmr,
per particolare priudegio; ipcqfiU giorno diSan Mar- gp'i arbore, & herba. S a ti.lUccen'tendolacaJlaf'erbe
tinopiucbeintuttiglialtrigionu dell anno. Hoc. il Imo na,^ mafebi Inunfi , con aUrt herbe non diuelcedaUt
goera pieno di fronzuti Cauoli. Ah. Conùnciò a nettar ràdui.ueibaójj.
lente di Cauolini. Miiouai.Lat.amaracui.Boc,Liodorifera Maiorana
Cocco i herba che noi chiamiaoio Grana, uedi 816, con picciole figlie tiene conueneuoh ffatu infieme conia
I>imtao.LatJillamMf.A a i.Fofie Dittamo fi fitfie Pana Menta , A h.
cca.0 non si qaal di tanto effetto piena,Che fiagna dfàn Menu berba nota. Boc, nelPA M. L'odorffera Maioranà
tuefidalapiaga reaLeuaogmffàfmo,eperigtìofapena. conPitciale fogliefiiene conMeneuoliffatij etnia MentaJ,
LDa'.i.Lit.ebulnm,& ebulni. Ari, efnelfé Come fitfie fi- Zufuerde .
nacibi,Ebuli fi aneti. ÌAotàtuJjtJnyrtuffimataf'eneri.Boc. neltAH.Cbe
laitropii,^ Hclitroptala belitropìumuolgarmentetm. bauendoio conlafalce tagliate fnperflue Mordru, fatta,
rajole. berba folarisofnid fi cumjole eircumag/ttfijl etii mi una ghirlanda . yidt quelle di Mortine pieno . Come ne
gpmma tefteTbmo.i berba che nolta fecondo dgirar del liti afiicani ad Eneacotal frale Mortine mi fimoflri U
fide ; & portatala aJdofiofa l'buomo inuifibile, fecondo il chiamau Dea.&nelTH.Etto mareje etti riut Monde
detto de fttottbi:/ÌrianAo pietra fiedi a 1 >41, uoliéuerdi Mortine.
«17» lilctiidr Helera. Lat.hxderaabbarendofilr^teraabtden OnicA.Lat.urtUaaburendodettapercbepungefitbrufài iiqa
dodttta.diqucfiafifoìtanocoronare iVoetùP fc.Qjial toccandola. hoc.'Hiun campo fu mai ficoltmatt,cbe
^tronco, e per muro Hederafcrpe.Bo c.ComeCab- m efio fi Ortica,otriboli,o alcuno pruno nS fi trouafie me.
tracciante Filerà auingbìadrobuftotlmo.'P H.Come Ol fcolato tra Pberbemiglutri.eb' per meta, Conpiupungen
moauinghiatodaEUera Ah. La uerdifiimaEUera lena te Ortica s'ingegnò cf a ffbgere tanima «sm.Fi.Dan.
ta dal fno caro Olmo. ¥ i.Fn Olmo conmmo confami. Dipemir fimi puiffeiuiC Ortica.
cbcuoU Edere. A M. D a n. hetlera abbraccusta mai non Vipìuero.Lat.papauer.i berba ftmsacthiofa. B o c.T(j
fueUdMrborefi. V 1 a. nella Buttoltca,lHterui(lricet qualifòkhifi uedeanogUaltiTapaueriuitlia fonili. Ah.
bederam libi ferperelaurus.T. Elitra Citfla,Rebgiefii, SAS.EtingrancopiaifonnaccbiofiTapauericonlein-
TaUida,Tcnace,l'/uadèrrante,Serpente . chinatetene. A a 1. 0 come carcodi fiuerchio humorc
fsÌageJ>erbaffinofii.Lot,crynge,fme eryngeon.S AH.'tis IlTapauerne fono dcapo abbafia .quale il campeftrt
io anebora celeròduot la Hrana pfitem^ della fpmofa Tapauerealarofa.
Eringi, notiffima berbanenoBri lui, la ràiticedellaquale terf3LLatfimaracus,& fmfucuifiel fàmpfucus,è herba odo
rappre finta alle uoUe fimdttudine del fefio mrtle,& femi rifera. Boc. Trefe un grande e!r bel te fio di queBi , ne
neOfbencbedirarofitrouaima fe per fine ad alcuno quaifipiaiitaiuilaTerfa,(!rilbafifico,A-ri.l. Serpillo ,t
ftrlbt del (no fefi. otruemfie nelle mam , farebbe fem^a Terfa, e Kofe, e Cigli , e Croco .
tnbb» fortnnattfiuao . Pro\ùnc2.Lat.umca,&peruinca.Boc.Etflmra efieuna
ftbDO. Latfamum. Boc;. Fedendo in una parte di queila letgiergbirLauUdiTroumca.LaKBacenleggiadntU ,
■Mtt* fienoinquella l’andtai^fcondere. AAi,Haper gMamia di Tratdm* toftrt4.Att.
f
Terr* ELEMENTI Terra
Rarnerino. Zjit.rcftMris^ nfituirìnuSiet libaaotis^ Boc. nfatUt CtifòothtO/ Ci^liOf Hiacisuoi Ltgujìro, *Ì^JrcfpCf
luU A u.EttKuimpiualtoramocoHtJirctufogUeilRi- Kofe, l'iole.
merino unica molte cofe . Flora Dea de fiori altrimenti doride, & Zepbiriu.lot.Floa
^ubbit,oRobLia.Ut.eryihrodanKS.èberba nota, che ra,Cloris,&Zephyntn.
il iolore rofìo .Boc. Ullbora rafia diuenne come Fióri trafmutati . .A cantho in .Aiace , Adone in Ama^
rMij . rantho , Aneto m Cluia , Croco m Vgrcifio , Tapauero
U75 SiUiii.Lat.èherbafamJpma.'Boc.Algran ceflodiSal- inHiacinto.
uit nuolto, di quella colfeuna foglia ■ La Saluia netta be- Tomona. Ut. Dea de Fiori, & de frutti San. Tomomha
ne I d. Itti . M olirà che quella Salma fta uelenata,ficbe del rotte &^arfe le fue piante, uedt a l'ertuno .
la Salma nonfuole auenire.Quiui non copiafo cejio la cci~ Fiore. Ut. fiat. P c T.Antieo,Gentiie,'Nouo,Tenero,Bei,
tiq6
d.i Saluia in pallida foglia . A M.
Scnapc.Iat.//iM^K. Bo c.LaSenapealnafò nemica,
unte alla teRa . A m.
SctT)ì\\o.Ut.ferpy!lus.& Irrpyllum. Boc. Quiuianebora
Jioudaua d Serpillo occupante la terra con fottilifiime
braccia. Au. Ae.ì.SerpiUo,eTerfa,eRofi,e Cigli,
e Croco.
Strame . Ut. Rramen .Dan. Facdan U beflie Fiefolane
Strame Di lof mede fine .
Verbena . Ut. berba facra . Cra. periflerton . S a n. Z4
rebgiofa Ferbena , gratiffimo fàcrificm a gli anttihi al-
tari ; del figo dellaquale qualunque suugefie hnpetra-
rebbe da ciafeuno quanto di dimandare gli aggradafie;
pur che al tempo di coglierla fofse accorto. Rat tenderò la
calta F’t rbrna .
Molte et qua fi mfimtefono le fòrti de t herbe non deferittd da
nofiri poeii,diaUunedelltquah fbuenendomihora alla me
moria an-.hor che jenza auttorità fieno non mi è parjò la-
fciarle fenja alcuna annatatume , fi come la medicinal
Ma.\as.Ut.& Crcmalachcjei. Ilmediànale Mainane*
fchio.Ut.malope, et, alibaa,aUeamm,& Cra. byhfcS.
la frigida Porcellana . Ut. portulaca,pepilon, & Cra.
andrathic/s. Ufhg da Ruta.Ut.ruia i & Cre. pega.
non . U uelenofa Ciciita.Lat.& Gra.ceniou. Loodori-
fero Scrtico . Ut. mcUlotui berba dilla fertulatamu-
Fiori Bianchi, Gialli, Fermigb, Fior di bellezza , de fuoi
dì,dimriù,de gli anm fuoi, d honefld,it aprile, di mille co
lori, dì uirtà, C <f armi. Ilpiu bel Fior ne colfè. Fna piog
già di Fior fòpra'l fuo grembo, ifioràcohr mille. Come
Fior colto langue. Sem;a Fior prato,& feirga gfma aneU
lo. Hcbbe'l nome in fui Fior de gli anni fuoi , Traduce ber
frutto che quel Fior agguagba . Che'l ferpente tra Fiori ,
tir therba giace. Sul primo aprir de Fiori . Radon bor per
le piagge bcrbette& Fiori . Zephtro torna e‘l bel tempo
ritncnaEi Fiori,&Cberba.A coglier Fiori in quei prati
dintorno . Si come fra tra Fiori afeofo langue. Le nuerei
coinè Fioretti adorna. Boc. Fior ègincftra, Fiorda-
ranàèCrllomino ( Ufciamo llarla bellezpta cb'è Fior
caduco ) Fiori Tor^rini,& altri . Fhn Bianchi^enm-
gli,GiaUi,Cbtrlandcè uarii Fiori . Quiui 'Harciflo , & U
pianto Adone ,&f amata Cbtia dal fblfr uede , & uede-
nafi lo fuemurato Htacinto,tT la forma è Aiace, & qua,
iunque altro piu bello a riguardare, tir è tanti colori i dia
pinta il luogo che appena ne tengono tanti le tele è Mi-
ncruafi i Turchi drappi. A M. A R i Di cefi nobili arbori
non fmle Trodurfr fuorèquefii beigiardini,Tqgè tai
RofÌA è fimili Fhle,Di Gigli, d Amaranti, o è Ge finirli,
Altroue appartarne a un medefino fole, E nafta, e uiua,
e morto il capo inchini , E come lafci uedouo il fuo fleto U
Fior foggetto al uariar del cielo .
na,teRelÌnio. Lo odon^’Timo. Ut. thymui , nel ihy- Konto.Lat.fioridus. P i t. Fiorito CaSe,Seggio,'t{ldo,Sta
mum .U ampia Bietola. Ì4t. ferra, iiimiir/B4 Aliga. toj&Ftonta Etd,Etade,Tiaggla,Fiftj,RiMa.'Boc,Fi»
Lat.algd:llC3Pi.\\o\enne.Ul.bryon,ealytbitn*, rkimeli.T.FioritaTntnauera.
adiantum,pc,iytbricon,& trKbomane. U Sempreuiua. Fiorire. Ut. fiorere. P e r. Le male piante che fiorir non fàm
no. Fiorir focena il mia debile ingegno. E cantar augcUet*
ti^ fiorirpiagge. E fiorir cobtglioechi le camfrigne.L’eti
fila in fui fiorir tra fornita. Et^rianper le piagge rber-
bef i ramiVafliettata uirtù che’n uoifioriua. B O C.Ff.
rero la lor etd^rire. Tm tbe mai fiorifce latria del rio
Rro nome. Bt tutte altbora Fiorite fi grande Aere per lo
tiardin rendeuano. Fioriti Mek. A u.
lat.atzoMtrogenneton, ^ erothalei Grò. U Catapn-
tia meéanale. Ltt. atbir. cefi detta damedict,ma ddr^
tie del Thhymalo . Lo ornamento de gli borii Charaeia
cefi uolgarmeme detta . G uado molto utile a tintori
per mgeroamn . Ut.glaRum f^eRre, & Gr. Ifatim.
l4 MiUcfoglio,Gr<e. nnrtophmn. Il murale Vitriolo
ottimo per nettar iuafifegg^i. Ut. parieiaria,& Gru.
helxme.UlAttuc3.UtURuca.Ul.att\ic3Salua- Infurart.Lat.omareftonbus.iornaitdefiori.Tzr. Cba-
iica . Cra. hyeracium . Lo amaro , CF fano Radicchio . doma e'nfiora la tua riua manco. Dan. Diteti fé la luce
Ut. àchitriaj& iniubus. Il meèdnale Fumorcrre.l.ar. onde i’infiora'Hpflra fiuflamutàiUumina .
tir Gr. capnion,& rapnoi . Il Petrofillo, o Trefiemolt, hfiorart.Lat dtftorare,ileutreifiori .Dan. Morifuggen njp
Ut. olifatrum . io Spinace . Zar. ofen HifbagHum . U do,& iifiorando Ugigbo.i.guftando il ggUo .
Citufella, con Catule foghe. Ut. oxylapatbui . U mu- Alifo fiore. IM. liliumatbef^nifita iigigM .Dan. Coro- ‘
rate Tir ftuiz Ut Tanbcniumi berba che nafee ne mn nati uenianè fior d'Ahfii. '
ri ta Cinqne foglie. iat. peutapbylon.loTiititig- Amitintho.Ut.ifiorecbemaimmmareifeeatperòidot
gine. Lat. planiago . U Bugloflà , ownv lingua bo- lohmurtale.A r i.DiGigli/t Amarantbi,OèGtfimni,
mai. Ut. Buglofia. Auatho fiore. &herba,uedi a i idp.
C\iti».Lat.c^ia.fioreincuifutrafin lata infelictCli-
f ioni. t»m>«pii^d(d*<eano.'B esc:, nell’ t^n.Qriiui'Hjrtiflo,
ìàrilpiantoAdotte,&CamalaClÌtÌaiii Jòkp uedtin
Acamho,Aùict,Al4<>,Amaraiitbo, Cbtia, Crwo,Ca- gyqndifitma abondingg,
, Croco,
A N
Ctoco,Lat. CTOcus,ihefgi:i]ica il Zaffrano,i fiore, & ber
ha. A I t.SerfiUo,e Terja,e rofe, eCtgb.e Croco, T^fie
IMA
in amerji paeJifZìr omo qui m ìudm^na non coli perfet-
umrme come neh’ indie.
Cito fino,Lat.cynniafeu gjryphitton Unco Ingrx.nel
garyepbiUiim,ililuale i fiore di acuiijiam, cjr foaue odo-
re.Caryiipbilòipvi qualità é^clte di foaue odcre.Boc.
Et il crefiio bajituo m fuoi tempi imita itti i Garofani col
Jiio odore. A ».C5 (àponomofcato,cS- Garofana to.Uuu.
che U cojluma ricca ùel Garofano prima difeoperfe ’blg
h borto.doue tal fimes appicca. LabijioriadeUecofe
OC i Garofjjii & come naftono & onde ttcfigono è ampu
ne libri deuiaggidcl Giunta.
lljt Cciromino non ha luogo appo i Latini, perche noti ha
gran tempo cIk fu portato in Italia. Boc. Tutte quelle ui
gw erano ihiuic é hofai,& é Gelfomini. t hiujeé fpef-
JifiimiGelfommi.,^cqua di Gelfomini. Sa m. llueU'al-
tra bianchegguua di Celjomini. Aki. Di Citb,d' .A ma-
rami, ho di Geimni.
CigUo,Lat.lihuin.B o c .Con un colore nero di bianchi Ci
gkLeroJiinfu le filine, e i bianchi Gigli. ynoàquejU
Gigli bianchifiimi uogbo aggiungere a quejlo utrmi.
gUo.A u.DAK.AIorìfuggcndo, cy- ufiorando il Ciglio.
Vcr.Trala riua ilxjcana , cyl’tlba e'I Ciglio.!. tra due
ifolette cofinominate. Sonopiu forti di gigli , bianchi e
turihiniji quali nelle cofè medicinali uagliono affai per
molle iiifermit.ì.ycdi il Diofeoride dei Maltbioh nel pri
mo libro col fuocomento. ^
Jiigigliarejualfare uigiglio.TÌA k. che contenta patena in
prima fingtgliarft a lemme ideft fopra laM.tn forma
di Ciglio . • c j
l.iffittro,Lat.ifiore bianeo,& che lofio cade, onde Vi».
^IbaUgufiracadunt. P » r.lnquefiihumaniadirpro
pria I^Sìri.T.Uguflro, Tallido, Bianco, & Odorifero.
SAu.Thillida mia piu che i Ligufiri bianca. A » t.Miflo
color di rofc,& di Ugujln.fra infinite rofe,& Càdidi U
guJbtL'odore de i Ugufini foampimo.ina dura poco.
I^iTcwo, Lat.narciffui.nalo di Ltriope mmpha , Cy di Ce-
pbifo fiume di Boctu,bcllifiimogiouane,del qual la hjlo
ria è affai uolgata, coite che fpcccbiandofi nel fonte urna
moratodife fteffo intanto focojò amore i'accefe che ne
mori,&ficaimerfe nel fiore del fuo nome, ilqual i giallo,
cui crocco co le foglie intorno bianche, et è da Theopbra
ilo chiamato giglio. Pn.Ci rtofiui rimembra di T^gr,
eiJfo.Che diuenne un bel fior jetnfalcun frutto .
«179 V.ofì,Ut.èfiore di foaue odore . yenere ufeendouna mau
lina nelfiuntar del fòle nel fuo giardino per coglier Bo~
fe,& efjendo fcal't^a aucnnc che fi punfe il piede negltfpi
ni di epe Eofe , perche gli ufei UfinguCyil quale bagnàdo
le radici ul^toRofàioJeKofepoi cominciarono ana-
feere roffc.che prima tutte bianche nafceuano. efr da in-
diinquapoipertuttoilmondoflfiarfero,VMc. Rofe
Candide,ymniglie,Frefilx,Sparfe.Duefrcfelu Rofe col
te in paradifo.Candida Rofa nata in dure fpinc . I uidi il
glnaccto,^ lipnffo U Rofa. EtleRofe uermiglie infra
U neue.Quand'io ueggio dal del feender l'aurora. Con la
fronte di Rofe,» co etm ioro.Rofe à uernoja mera fiate
ilghiaccm.B o c. "Ipeluifo diuenne qual fiefea RofàcTa-
a. ,'ulfihia rir del giorno fi mofira. Com
pfrefcht,yome rugiadofa Rofa tolta neWauroraS nU.tm
fi uermiglie, bianche dr noueUe. Le latora di quelle tut-
te di Rofài bianchi , ($■ uermigh ,& di gelfommi erano
chtufe.Cutte difpefiijitmi Ceijorntni, dr eh pungenti Ro
fai.A u.uediatl'indice. Rojèpotdalucrborodere .uedi a
1 3 y8.Efior medicinale ey confortattuo le Jue utrtù fono
trattale da Diofeoride ampiamente, cz Je ne irouano pa
rimcntedipiu fortidi bianche et di rofie come jiariatio.
Viola. Lat.uacinium , leucou . i fioretto di Joaue odore.
P« T..Amoro/étee, dr pallide yiole . Le notturne yitle
per tepiagge.S'un paltor di yiola, &d'amor tinto . Cefi
rofe dr y iole ha primauera , e'I uerno ha tteue &ghtac
do.Moiurilpiejra t herbe, dr le y tote. Di rofe incorona
ta,drdiyule. TlfgLotthiho pur le y iolette e'I Mer-
de ,i parimente injiromento da fonare che noi diciamo
yioloiii.
yioXito.Lat.ianthinusytiofaceus , purpureui, leucamhui.
Bo cjitip H.un Melodi colcreyuilatoidefl di colordi
mola. Et fcTuidori tutti di \ioìmo ueftui . ynilati pe*
tronciam.
Ghirlanda, Lat.ferta,corona;deua cefi da girando,^- chr 1 1 So
condando il capo.? % t. Dtuodc Lauro una Ghirlanda
tolfe.Et lajciar le Ghirlande or i uerdi panni. Depofia ha
uea fufata leggiadria Le perle, & le Ghirlàdc,e t pam al
Icgrt.B o c. Trattafi la Ghirlanda dell’ alloro . D alcuni
rami colti ne fece unaGlnrlandahorrtuole di' apparen-
te.Sotto pompoft Ghirlanda deile jrondt diTatiade ue
dethiamln capetii, A u.y nalcggierA Gbirlandctta di
TTouinca. Gli altri fiori mi tlom Ohrlandella.Egù era-
no tutti difrondi di quercia mgktrlaudati. yfanoigio-
<*amle ghirlande in diuerfipaifimalcum tempi, ma ue-
di Tlinio ilqual ragiona deU'ufo di effe et écbiuefoffe
linuentore.
Sirte.Lat.nalgioiegorone,ogfiirlande.Ii A h. Gridando
fu per lo beato Serto.i.circolo.S a u.Et omàdogli le ramo
fe corna con Serte di frejebe rofe, dr di fiori.
E R y T T 1.
frutto,Grano,formento,Biada,Spicbe, & yua, Umha,
.Aranci,.ArmeUtmfior^cchioni,CaLìagne, Cedri, Ciré
ge,Comaianghe,Datteri,rHht,Fragple,FSghi,Galle,Gel
fe,Cbiande,Hpcciuote,tfpit,Oliue,Tere,Tome,Sufnt,
-dgli,Scalognc,Torri.Cipoìlc r Cocomeri , Meltoni,Zuc-
fhe,Baccelli.legumi,Faua;Fagiuoii,Ceci,Lemi,Comino ■
fruttarc,ablomregn*turare.
TrottOtFrulthdr frutte in genere diciamo quelle,ihe dopo 1 18 1
mangiare fi danno,& fruita amo fi ufa in uerfo.Lat.fru
{lus.V I r.Frutto.Accrbofiifialo,MalFrutto,BelFrut
toMon in fui far Frutto.Tal Frutto nafte dt colai radi-
ce.On^ s alcun bel Frutto'Flafce dime; dauci uicn pri»
ma IfemeJlFruttcdi molti anmJDi bue fané, mal Frut
lo mieto.Cbe dmt rme un bel fior fars^ alcun Frutto. La. •
flerilit,inJacunduj,nonferax , non buber . Che t’i mal
culla Anal Frutto produce. Chiaro quant'eloquentia, dr
Frutti, dfi- fiori.Boc. Ch’altro nonteuaffe atleuar delle
laude fe nenie Frutta.Lat.feiunda menft .drbellarht.
Cangiando anchorghaltnle Frutte . i^una cofa fuori
che le Frutte re fiondo a dare nella cena . Fruiti nuoui
ttutcchi uarii,LfuturiFrutttdelkbeflie.Frutita’oxKi %
^homer a. dr meta : J primi Frutti dei loro amori ddeim
X
!
Terra
Terra
ELEMENTI
mente fetuirom ; Buòntfìme terrt , & di gran Fentto, in qnefla materia.
àoèrtttdita. Da K.Sonqueldak Frutta del malerto D3neTÌ,Lat.da8ylus,fru(}usfalmariim,Bo c. dandogli a
Tomona è la Dea de Fratti & de Fan. Dice Galeno che mangiare radice d’herbe,T\>mifalaatichi,^ Datteri,ne
le fratte fono peflifere magni temfo, e jbferendo una feb diiiói.
brcjaofaire ch'era medico lo fece alienerà guarii- Vichi, Lat. B o cjl corno mojfo ad affettareinon maturi
qua! febbre gliaemaiogm anno.ll Bembo da quejto con- Ficlii.A h. Li fjiarti Fichi ajpctlati dal corbo.a ii6i.
¥rtgo\c,Lat.fraga,aram.SAu. Lcriibiconde Fragole. La
faccia nihicoiiJa come matnra Fragola.
Vun^o,Lat.boteiai.AiLt.Irtlkogo(tocchi, di color di Fun-
go Sono la fronte ha due coccole do^o.Sono i Fughi ma
figUo a un fuo amico in una Jua lettera,
Trucàtcra,Lat.fruBifer.B o c.La Fruttifera incarnatie-
ne del figliuol di Da ..Alberi fruttiferi .Fruttuofe pa-
role.^ H.Hcé t Ittàce.
Fruttare,èfarfeutto.Lat.fruBicefcere.D a n . Che frutti
infamia al tradiior ch'io rodo.i.che faccia infamia. Si di-
fconuien fruttar il dolce fico.
Maturare.Lat.& maiurefcere,uenire y & appropinquare
maturitaicm,jfSequimaiHrnatem, tem maturam effe
habere maturuatem fuam.mLiare matuntatem rei.ual
abboiure.T.Fruttld'un Cornio anihornon ben maturi.
teri.1 uaporofa della terra, & mal Iòni al corpo humano,
anchora che appetito fi alla bocca, nondimeno tra loroi
prugnioìi hanno il primo luogo, h quali fono piccioli jy
bianchiflimi & cotti rendono quelfapore comedi cappoa
ne A porcini fono pericolofi ór tali dicono che furono quel
li co quali Claudio Imperatore fi ammaxjà . aedi Sue-
tona.
Si dice ancho matura [età degli huomim,,quando fono al G alla, Lat.i il Frutto della Qjiercia ; o d'altro fimil arbot (
la uecchiegga per met.de fruiti .
Grano, unii Bisda.,Spighc,F'ua.
Ambri,i frutto ftmile all aiuta , ma è piu lòauediejfa oli-
ua,& i grande quanto una mandola fatuaiica nafee in
Calecut .
ArìndyLat.malum dlreum,medicum,&aureum. B o c,
Laqual di rofé,ór di fiori .Aranci, & d'altri odori tutta
eltua. -Acqua di fiord' .Aranci, uedt a 1 160. L'odore de
étti fiori è piu foauedeglialtripna mefcolato con altri
li da la concia.
Armcllino frutto.uedi ad .Armellino animale, i g 70.
Boizicchioni/ouo frutti inutili ; che fanno le Qjfercie,
re.DuK.T ra brutti porci piu degni di Calle, Che daliro
cibo.Ani Come dmiamohaueffe tante galle.Boc. Vor-
rebbef far conbelle Galle di gengiouo. lo non fon grane,
cmxtfbn a fi lene ch'io Ih a Calla . & Gala ual pompa.
Gallare, & Bare a gallaa.Sìar difopra [acqua come la gal
la,cbe è frutto leggk-ro Lat.fuperna flare.fufpéfum effe.
D A H.iqon altrimenti! cuochi a loruaffalli Fanno at-
tujfarinmexpla ca'daia.La carne co gli uncini, perche
Hoiigalli.i.cbe non jìia di [opra . Di che [animo uofiro in
altogalla,i.i'inalga.
Ceìfe.Lat.moraA il frutto delgelfb .Boc.Ti firbo Celfi
bianche, t^- roffe come fuoco. A h .uedi a tSji.
quali pino pieni di acqua,&diuermetti piccioli, onero fé G bianda, ^Arrg/aw. Pi r.Oi poucre uiuande Simili a quel
no lefufme,cbe auanti che pano mature pino di dentro
guaHe,&bannouermi dentro, ór è l^o.'Prouen‘gale,che
dinota baliardo,\cioè non legitimo . onde fi dice la moglie
far le bog^e al marito quando li fa fallo.imperoche uien
a fare atto non legitimo , & Bog^ ancho t'intende per
frutti moJlruofi.Boc.in quel gonjiato, che tu [opra la cin
tura uedijiabbi per certo, che egli non uè ftoppi,ne altro Mela è ilfrutto,ór Melo è [arbore. Lat. malum, & malus
ripieno, che la carne fola di duo Bcn^cchiom,iheg/a for B o c-Alcune crefceuano come una comune Mela.Fre-
f; due acerbi pomi furono.L a. Et Mandorle, & Suftne, fca,& bella,ór rhondetta,chepareua una Mela capila-
Fragole.ór Bog^cchtoniyA H.iÌAu.Ma lapicggu con na.tpomo roffo.Mehper [arbore.ucdi a 1 16}.
tinua conuerte in Bo^cebiom le Sufine uere.Ec due cor Nocciuoie.lat.auellant.ór 'Hpcciuolo i[arbore,uedi a
ne bau fatte Bot^e. 1 841.Bnc.Com/0d0 à gittar lagrime, chepareuano'Hs
CaAi^CyLat.callanea.Boc.Etlepiaceuoli Cafiagnedife ciuole.fi erano groffe.Tipcciob poi fono gli ofll de perfi-
fe Jajpra nelle già care ad .AmariUe.A m. Con le Calla chi,odelte ciregK.uedi a ìtBq.con [accento fu la prima,
gar,crooi mollo prappatumò con lui.S a u.CaPagne OMiii-f'liuiaieé adarboria 116%.
mod’.pime.CaPagno arbore ^leé a i i6o.Lafauola della Peto.Lat.pyrum.myrapiumA^ fupcrbnm,è lo pero mofea
CaRagna e in Outdio. tello.Boc.lo ho deftderio di hauer diqneQe Vere . Belle
Como\ittg2,è frutto che nafee ne terreni aridiaguìfadi Verirgge.An uedia 1166.
mellom,& è fimile a una Cocogga ,nonèufatadafcnt- Pomo,Lat.pomum,&mabim.P 1 r.EtfunTomo beffa-
tore alcuno.
Ccdrìuoli. Lat.necumit.'fi oc.CedruoUfcropolop,ue-
dia lidi.
C \teg,e,Lat.cerafum, ór lauro cerafum è la marafea , &
amarafium idem. Bnc.Et come fimi efftre la mia ufan
XaleChregienferbo.AH nrdia ii6t. Sono le Cirege
corruilibiTi,&peròtt
, & però mal lane fi ne trouano di piu quali-
tà/na quelle che hanno nome éuiaral'ilx fin pcrfrtlipi
me in piu modi ór medicinali. -Alcune altre fi chiamano Pomo cotogno.Lat.malum cidonenm,cotoneum,&au
Marine ma fon piu garbo e di tmnot uirtù, yedi’Pluùq remjicomeptrouaper una Statua diHfrcok trona-
le Ghiande Le qua fuggendo tutto'l mondo honora.MaU
Magia jche dal pume,& da le Ghiande. B o c. Fronguta
ghirlanda di Gbiandifera Guercia. P t .Ghiandaia è uc-
cello che mangia le Chiandeaiedi a ioo6. A « i. Senga
difiernerc il pane da le Gliiande.Et propriamente Cbian
da s'intende quella delle Sìuercie in Thofeana.
1184
taal pn C dippe.B o c.dandolealqninlo da magiare ra
diri dherbe et Tomi pUuaticbi.'Heffuno <6 quefftfortje
ri è la mia coronala uerga , ór il Tomo.i.per la infegna
regale. Dan .Come al fantin fifa/h'i uinto al Tome, in
nere di pomo.Meìaórmelo àconoiThofeani i quali fono
parimente di pili qualità jma le apphuile fono perfettifii
me c medicinali ór di fuauipimo odore a dicono die .Apa
fio Clauéo le portò della Grecia in ba.
L
Terra
ELEMENTI
Terra
i6i
ngJ
nStf
M imottamrMt tu Roma, dotte è-fcolpito mi pomo Coto-
gno con lettere di [opra, che dicono mainm attreitm. Po>
mo Limone. LatMolum nulSicS. Pomo Granato. Lat.
malumpiintcum,<ìrmattcormm,la fra fion^. Pomo
Rancio. Lat matam mrdicum,
A^io.Lat.allcam. B o c.Qjtandoghmandaaaan nu^-
^ di .A^lifrefchi piu beili della contrada. S ptccbtati .A. -
gli. Am.
Sc2Ìogne.Lat.bnlbns,& paraacarpa.Boc. Et talhoraun
nw^olo é cipolle maligte,& di scalogni.
B accell I fono lefaue frefche.Lat.concbii ti liti qua, f aha ad
htic airidis,& baciHas il diminatimdi bacuium , perche
fono a gai fa di piccioli bafloni , bacca fignifica quella
fronda bianca del grano della fami leuatane la prima.
B o c.Et quàdo gli midaua un caneiiruciio diBacceOi.
Cipolla./jr capaa.B o c.Qaello terreno produceua Ci-
polle faniofè. Et alcuna uolta un mag^ é Cipolle malu
gieglimandauaLe Cipolle coperte de molte uejii . A h.
Frate Cipolla.
ÌAiMffcfonoleCipollepicciole frcpbe cheuigono di Mar
Xp&fi mangiano con la mfalata,ueJi di frpra a Cipolle.
Cocotnero.Lat.cucmner,& cucamis.e oc. Rotondi Coco
meri,^ Scropobifi. A m . Laqaale noi huggi chiama mo la
ma del Cocomero. S a M.L’ajparago, L'aneto , e'I belCu-
cumero .
Melìone.Lat.meloduimm.i.ntelo, es-pepo,peponis, melopo
ponei.Boc. Fot non apparafle mica [a.bxmfrlamela,
angi Capparefle bc ne in fui Mellone ,ib’è cofi lungo . Il
grande amore xhc io porto alla uojlra qi abtatiua MeU
lonaggme.i.gojfitì,ogroffexp:a,ueéa i iqó. Mellone in
Tbefcana aonèilpopone,ma e qaell’altra materia grop-
polofa che fi a/iimiglta di langbegg(a alle zucche,ptròdi
teli BocA Mellone cb’ècofi lungo. EJsi adunque dicono
popone £>■ noi di qua pipona. Il predetto Mellone ha fapo
re di citruoloj. cocomero in Ljombardia, e il cocomero in
Thofeano è quello che di qua fi dice Anguria J putti fola
mente fe ne feraono negioibi loro,o-git JpetiAi per qual
thè medicina.
Vono.Lat porrumjn plu.porri.S a c. lobo ueduto ineren
dare alle donne l upini Torri.Quegli par che mal co
uofcattoperdx il Vorrò habhia il capo bianco.i.ancora
che babbia canuto il capo , non l pero i he la coda non fia
uerJe,cioe che Vriapo non fia fnfto.Cafrtuti Porri. A m.
Zucca.Lat cucurbita, & colocjntba, uulgo coloquintaja
zucca piltiatica,alcuna uolta dinota frutto, taluoltaji,
gnipcailcapOyij-ancho fi piglia per lapagpfrt, ueéa
1 978.B o c. Et non uorrei Zucca mia da (àle.i.da ponti
dhro il fòle, come fanno 1 contadini, <^r però uacua , a cui
manca queUodidcntro.i.il ceruello.meta . Donna Zucca
al uentoxioi leggiera come è la gucca al uento. Come co
lei/he poco falrhauea in Zucca.i.poco fenno, 0 ceruello,
D A H.£r egli allhor battendofi la zucca.i.il capo, che è fi
mile alla Zucca.
Cece.Lat.cicer.Bnc.A tauola parimente hebbero del Ce
ce,& della Serra Bruno uedendo coflui,& parfdogb un
Laua Ceca, parendogli un buoni da poco, aedi a J 1
nell' A M. I rotondi Ceti.
’Lentc.Lat.lemxit. B • r .nclP A t . Le cieche Lenti.
LupinL/»r.Boc./o ha ueduto merendare le donne^et man
giare latpim,& Torri. . ■<
Faua.l4r .faba. Boc . S'accorfe ( Abate hauer mangiate
Fané frefche . Che Atro non chegntare una Fuua m boc
ca ALeone,ConlegiafèccheFaue.A u.
IH^FRFTTFOSI.
Tronchi , Falli , Bronchi, Lentifci, Dumi, Rubi, Spine, Ru-
fiht,Giunihi,Steccht,ìcufcelli,Fcjluchi,Cijfr, CiJpugU,Ce
frui,Sepi,Maccbie,Fraite,Firguiti,Fiiuc,ycpri,Vru-
m,Sierpi,Triboli,Lappole, Stoppie, Tautragge,Strgge,
T rdeJLegm, Zocchi, Ceppi, Fergbc, Bacchette, Bajtom,
Vali, Terticbe , S tanghe, T riboU , Fincajirt, Fiuti, Fi
mi,FnciglL
TrotìCO,& Trocone.Lal.truncuJ,è dfuflo dell’arbore fra 1187
gai rami. P • r.'HegiamairitrouaiTronco ne fogba.
Òjial per T ronco , 0 per muro H edera ferpe . E’IT ron-
coli rotto , cr quel amo humor fecco ,ml Troncond un
Faggio.DAM.k’lTroncoifi coldolcedir m'adej.bi, Cb'io
non poffo tacer. E'I T ronco fro grAo.Vanuo porto tl mio
cerebro laffo Dal fro principio , che'ii qucSlo T roncone j,
buflo fèirga teJla.SAU. Sopra Carnato Troncone.
Troncare.Lat. iriincare, auerruncare,amputare ,fiindere
in parte! per tagliare, 0 megp^tre Pur. Cita gl' ingrati
troncar a bel fludto erra.Ma ta mo benjA tronchi, cr fai
hnperfetto.ianterromphlnuideVariltefi reperLtilfu-
fo T roncafle,Mozgare,& tagliar epeeJU •>571.
Tu{ìo,dafufle Lat. è tl medefimo ih’ è il tronco fenga rami,
&pmeta,fipigliaperlocorpofenga iifla,utdia ijttf.
Lcnti(chi,Ziir./rnriji:M.s a k. Femuanquattro Satin per
una macchia di Leniifchipian piano.
Bronchi, £a/.riiou trafitoretjono i rami, onero bracci de
gliafreri.Bac.Etaccomtnandòtunodecapi delia fune
ad un forte Bronco^he nella bocca delio frtraglio era na
to.Sconueneuoli Bronthi.L A.Duti.Cbe tante uociujcifr
fer di que Bronchi.
Dumi,Lat.fipiglia per ogni frtno.P • r. Cercar m’ha fatto
diuerfi paefiiFiere , & ladri rapaci, hifrtdi Dumi Sam.
Mentre ferpenti in Dutmfaranno.TJìumofa jelua.
SepeAat.fcpet,&jprs.DA u.Come'l Ranurrofottolagrà
ferga De di canicular tariffando Sepe F Agore pare Je la
aia attrauerfa.
Afiitpare.Lat.fipire,uale impedire il pafio.Bo c.Li feonuA
ti bronchi jcÌk a non lafciarti la aia delFufctre,uedereAa
nauti ti fono afiiepait,i.muolti a gufa di yirpe.LA a h,
Che'luentreinnangigUoccbifi l'afj'epajdejl simerpo-
lu innanzi.
MacchiaZor fenticetum,i un cefpuglio difjiine, 0 uirgulti
adunati infieme quafi mucchiOfimoltitadtne.Boc.Etec
co aitino a lei ufare duna Maethu un lupogrande,
lerribile.AAi.Cbeptlia Macchie^ riui,é‘afraeaf!oar
bori menax ciò che uieta il pafio.
Immacchiare.LAtjoccalere mterfentes, daf condor fi netta
Macchia, A Kt. E poi la demro, il rio ladro iimmact hia.
Fratta. Lat ,fentis carni , i il medefimo che i Macchione.
S A «.Cacciateti ladro, dqual fempre s appiatta In qae-
fia Fratta e'n quella, e mat non iÌorme.QjieUa ebe'n mil
k f 1 luex'n mille Fratte Seguir mi fece amor.
Spine.Lat cjrdumMt,luma,&lumetum,lofrinaro.T t t.
Bofeo folto db Sptne/n quali Spine Colfele rofe IBoc.
Cogliete le roJe,& lafciate le Spine filare .Ix rofe in fu le
1187
'Jb..
; r-> 1
I i3fi
1 190
t
. Tcrr» ' E L E
Spine. A 1 1. La ucrgincUa i fintile ala n[a Che'n bel
, pariin fa U tutina Spina.
Spmufo. Lai. C dumofus. Pir.Fn per moHrarqiiant'i
Spina fa. Calle. Boc.S pino fi pruni. I. a .
Giunclii.Li(.iHatHi.B o c.Ui Ciumbi giuncata . &-nclt
A u.Coininciai a tremare come il molili Ciuco niolio da
fòaiii aure.dr nellaV t. Come tremano 1 piegbeuolt Ciun
MENTI
Tcrr»
nella cima certegrappeìle agutfa difagiuoli , ofimile cS
certe piite che gutàdole fi attaccano alle Hefie,{srih che
ftgU approfiinu fdellcqkah 'Pietro Crejccnttonefaun
capitolo nel fello tibn.T a T.& del mio capo mietoLap-
pole,<S' flecthi ionia falce adunca. Bnc.nH A « . T'(o»
curerei di Lappotefi diljnne.Sc n. Et flerperai la Lappo
la conlecrefuntiHiaiie.
•T
chilieucmeiite mofiida l'anra.DAs.iìjuJiatjoletta pie Sterpo, & Sicrpe.lat.tiirps.Vn .Honi Sierpo,nefifiom 1 191
uà di Giuli, bi foura il molle Inno .
Ingiuncare.Lal.iuncoUgcre.P ■ t. Mapercbe’lmioicrren
più non s ingiunca.
ilei delle uiti.Lat capreoU a cap tendo, ii.n uitis cap,t.&
Colicub in tortus unii. Cr. tSiust uedi a t'ite 4 1 1 1 . .
Stecchi, Lat.quifiiuili£,arum,fiipei,fu!iit , fono legni pic-
tioli,& pungenti detti da S tipiie.V tr.SOH per me acer
hi.CT ueUnoji Stecchij.Spinc.tt fcalga fra li Slecdii,.^ Sterpere,uale fradtcarejo difcau.trc.uedi ait%i.
del miocampo mieta Lappole èe Stecilti con la falce Ccipo,Cefpuglio,CeJlo,Cafpo,uediaTcrraa 1099.
adunca.Vìen di lacci, di StecihiOAu.'N^ pomi ti eri Legno, dr nel piu Legna,àr legneamcndendo per le legi
quefii momi.lil cader J'una pianta.ihefi fueljó ; Come
quellaiihe ferro fi uentoflerpc.Lat.ftirpai. Spargendo a
terra le fue foghe eccelle , Mojirando al fri la jua fqualt
da Sterpe jja raéce.Du u.è ripieno Di ueU nofi Sterpi,
che tardi Ter loltiuarebomaiuerrebbe meno. Et ne li
Sterpi heretui perule L'impeto fuo. A t.i. .Ad ogm Stcr
po,cbe pacando tocca.
ma Stecchi con tofeo tdefl fjiuie.S a u.Ma filo pruni, &
Steccbi;che'l cor ledono . Capi di Stecchi le fiorite piagge
Stecca,iiinamaggafibauhetta.lat.flipet,talea.B o c. Il
mulattiere prifr una Stecca prima affai temperatamen-
te lo cominciò a battere.
tuCzelii.Lat.fruflra,^ quisquilia , è ogni frfluco di legno,
paglia 0 limile. B o c. £r noi lualadetti da Dio per ogni
Fufcello di paglu , che ui fiuolgetra pieé beflemmiate
ìddio.Facendo cader petructie,cr certi FufceUiiii.
¥c&aco,Lat frufirum,i ilmcdefiino ch’i Fufcello. B o c.
nell' A u.Cofi nella fonte irajpareuano inoilri corpi,co-
me in uetro trafpare il tejìuco.
Vepri, Lai Jieprcs,er rubi , fono pruni ,0 uirguUi ffinofi.
Boc.neir Au. Come la paurofa lepre nelle Pepn nafeo-
fa. Et eh f'epri ripiena,& diTruniéii appena porgeua
altro indicio,ebe bora faccia Troia. A ri. Si ua ad ogni
da brufciare.Lat.hgnkm, & Legm poi s’tntendono h tra
ui per fabricare P r r. se no» cb'i ardo come acicfr larm
gno.Tantopiu quanto fra men uerde Legno .Fece di dol-
ce fe Spietato Legno.CheUgno uetcbio inti non rofèTar
lo.CiungenJoLignoalfoco,ouetuardi.B o c. louogho
andare al bofeoafar ucnir delle Legna . Sotto tl braccio
un falcetto di Legne.Si come il uerde Ugno , che malage
uolifiimimett rieeue il fuocopna quello rieeuuio poi con
férua,Cr con maggiore caldo,& bgnile.Lat.i doue fi pon
gonole legna dabrujciare, & quando dinota legno mari
tinioa loqó.
Legnìiaoìo,Lat.faber ligaarius,carpentariui, materia-
nui,iil maeflro da legname.Boc.. Madonna 10 uidiqué-
fla fera al tardi a nmpetto alla bottega diquejlo La-
gna'molo nojlro uteino un'arca. Tlanula ; e finimento dei
legnaiuolo 0 marangone detta Tiagna S piagna fi pioUa.
eejfugllofid ogni yepre Se peruentura ui fbffe coperta. T ralignare ifare di un legno un'altro.Lat.ppagarefiXten
T.yirtu che giace fra yepretti tj duna. Lat.ueprecula. derefrigener4re.DAM..^àdo in Bologna unjabro fi rah
StoppÌ3,Lat.fllpula.è quel refiduo defefluchi, che riman. gna,Quàdo in Faenza un Bernardin dt Fofeo l'erga gen
gonodopoilfegaredelformento.ini. Hor con fugaci ca til di picciola gramigna.i fifa diuile, nobile' famiglia .
tuifagianfolliConflrepitoufcir fa» di Stoppie e uepri. TrahgnarefiediaLegnaggioa 1566.
O ne la Stoppia a la campagna aperta-Stridula càna , 0 Affe,lat.afiis,& afjula,(!r afieretfila tauoU.V > r.Come
in campo arida Stoppia.De 1 giunchi , e de le Stoppie, e iP.Afle fi irahe chiodo con chiodo. B o c . Che oltre a do
de le eruche . uedendo rotta f -ifiejópra laquale mefìer lo giuàce te
VTUn\.Lat.&ruhifintesf})iiie,fonoiuirgultil}nnoft. Boc. ncuai piedi, Mifrla manoperlorottodeh'.Afie,A 1 1.
"Hiun campofu maifibentoltiuat»,che mtffooOrtica, Coinedaaflefitrahecbiodoconcbiodo.Et.Ajiefiirani,
0 T riboh,o ah un Th’uno nS fi trouaffe mefcolato Ira Cher uimine contefio,
he migliori.QjiafidaTruni,& da herbe éfopra nate ui, Zocco, & ciocco non fi dice . Lat.cippusligneus,trun-
rra riturato.SAu.Et s'hpaffai per Trum ortiche du- cut, è un legno grofioAfr non lungo finga rami , 0 bron-
mora Le gambe il fanno. chi.OAu.Toicomenelpercutereégiocchi arfi Surgo-
Imprunare.Lat.prumt tegere,uel Ledere, uale porre de pru no innumer abili le fauille .
m.DAu.MaggiorapertamiLe notte tmpruna Conuna Coppo, iilmedLfimo che giocccABoc.Chmifeinnanxfcer
forcatella di fuefiibie j.ferra con pruni fiir fpine. ti Ceppi, che liuto non hauea potuti fpegzare.lji donna
Tribo\i.Lat.trfrulifonofruitipugfti,ucéfopraa Truni, pareua/ncorpohumano,mapmtefioun Cepperellom-
1*0
119»
Virgu\tiLat.uirgulta,èilpuliularedimidteuergheiafie.
me. A * i.Era in quel tempo mi una jètua onticaD'om.
brofè piante ffeffa fi é yirgulti T.Stegge Sterpi, yirgul
ti,Spini,^ SteciN,Vungenti f 'irgulti,
arficciato.Au 1 .Scrini net uerde Ceppo un breue carme ,
ffr quando dinota cippus.latfrer lo fìromeuto,che fi po-
ne a piedi de prigianen. uedi a qj6,& quando dinota la
famtghafi confanguimtà 4 i j
Ku{ch\,Lat . rubirutuati. Sa u.Tercbe Rufehi pungenti Tr3UO,Lat.Crabesfiignut,&trabeiJbU,fem.iquellolrgmr
in te éuentano Siud Mirti, che fur già fi rnollifit teneri, piu grofiofihe fi pone a tetti delle caj- A ai. Laflre, co-
RubLZ4r. Aai. yna macchia di Rubi,ediuergura. lonne,cT le dorate Tram,tbefnr inprrgp;pa li lor padri
l^Ppoìe,lM.lappa^nnberbaacainpimiitiledaqualefa ^ aui.Et afe ^ Tram, .
Tertica.
a:.
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4
%
I
i
I
^ t Terri ELEMENTI Terra i5j
Perttca,Li/.e^ alJeraéliis,è nna rama di albero lÓga a gai Leofario,Upre,ljnce,li(oriio,Locufla,ljirKaca,ljipo,
ft (Chiù lancia , & decépeda i la pertica da nujiirar la Lkpo cermcrt>Jciartorello,Mallim>,Mólott,Moflro,MH
terrai è di duci piedi. A K i.CaniingraHr amo d'albe lo, Or/i,Talafrem,Tardo,Tecora,‘Porco,ViiUe, Ramar
ro rtmondo Di che hanea fatto una "Pertica lunga. ro,Ronzino,SalamanJra,Satiro, Stmia, Scrofa , Talpa,
St2Dgi.Lat.periica,He8is,repagiiliim,& jndeijLlatniicet Tarlo,Tafio,Tauro,Tigre,Topo,T rotata. Vacca , VeU
clatrum.'PefuimJia flange che ferra la porta], o catenac lro,Vermo,Vitello,Volpc,Ztbe.
CIO. B oc. eh corfe agboctbi dfuobiuin falcone jlqua Atùmil.Lat.Pcr.atmmal Sdiieflro,TeTreno,'Pigro.Et p-
, leneUafk.tfalcttaiiidefopTaunaSianga,Sen'andòalla che natnralmf te l aita CotraU morte ogni .Ammaher
Stanga, daue lo Sparmen era,"Helia camera nide un bel reno. .A qnalùqne A. mmal alberga in terra. Sono Ani-
bflmo letto,& molte robe fnperle flangbe. mah al modo di fi altera Villa , ebe incótra il fai pur fi di
BalionciClr Saflonate /tedi a martea 511. fcade.Roc.lobofempremtefa,l'htamoeffereilpinnobi
IIJJ hiCchetta.Lat urgafi:eptrum,a‘ htMUslabacchettare- le atnimatc,cbe tra mortali fojfe creato da Idèo . Aiti
gale , & ktndiBa quella del podeflà quando Ubera il fer fiduatico. Alali Belli, 'Hqciui,Al nétte feruiii a guifa
uo,&ruès quelladelgUdiatore,^dclfeniofattohbe d' Ammali bruti ,V> a K.Taluoltaun'A'iaUouertobro
ro,er caduceus quella di Mereuno,tà" dello amba filato- gha.Su la groppa del fiero Alale, Siuattr.0 Aiah Corona
re.tlr tndens quella è "Hettuno. B n c. hauere daU'una tieufiun èuerdefrÓda.untédendoi quatito Vàgelifli,
mano un torcbiettoaccejofaall'aitra una Bacchetta. Ficra,« fera J.nt.et bthia.Pie.Fera GétilJS oaue,Vagt,
Pi\o.-Lat.palus,i prima longa , a èjferenga é palut ài, Afara , Catciata,Qjala,Fere,AllegreMuagge^nel-
c’ha la prima brcue,&paxiilus lopalopicciolo ,fudei, le^Uueflre,Etditrodjlmioouil qualFeramgge, Vna
is , lo palo acuto, fubliia, ad palo poflonelf acqua per Feram'apparuedamandcflra'.Etlefereamerànoom-
ot ponttjteSitat.lo palo é ferro,ér è legno, prdamemum, brofe iialh.Et le Fere et gli augelli d fanno affrena.Bor,.
n!rjiatumen,& ridica lo palo clx faflien la uiteft tonfiL Fiera SelHJiua,FurcSeluagge,& Seluatiche.
la Adi palo dotte filegaia fune deUanaue.S a u.Ergafto Bcl\ll,Lat.bellua,i ilmedefimo che diale, sfiora Boc.Be
caccio fuori in belTalo grande, & lungo, ponderofa per ftia "Nera,Comuta.Haucdouoghaéprouart(heBeflia
moho ferro, &oltroue Qual uitc,cbe per "Pai non fi Ha fofieChuomo I futuri frutti delle Beflieret BeflieSmar-
tumina. Ari .Sarefle come intuita ulte in borro , Che no rite.li cn.Tal mi fiacca la Brflia finga pace. Vedi la Be»
ha Vaio dine s appoggi 0 piante. flia;p cui 10 mi uolfi.l h'ode leBtflu ,e le frafdieflormire.
Cicmì.-Lat.armido/Cg' donaxrcis, & ealamus la canna da In fin a quella Befiia maluagiaicóe Befha,cbe fitUfitu.Co
eefcarc.B o c.Maella è piu che una Canna nana .Inun mefan Befliejpauélatett poitre.Seguendocome Bejlie
boccmoloéCàna.Cofitremola,comele pieglxuoh Cane l’appetito, & quando fignifita lo "Pnapodieé a 1454.
moffeadogm uétoAu. Et le loro liete fiprédeuano fron Bi.{luì\e,Lat.befliahi,mfutfus,ual fenga ragume.Ptr. Che 1
tguu Cànetti P u.D a u.EtleCannuccie e'I braco m'on fupbiacÓdufieaBefiuluita.Bnc.Beflialedluomo,FraH
pigliar fi, cb’i caddi.<!r quando dinota le fauci della gota cello Bcfiione,Befitahtàficflialméte!faeflugginedeSe~
tteèa iqiq.& per lo Slromentoda fonare a 106. nefi.D a uJSeflial Ira,Vita^egno, Matta Befttalirate.
Ite M^^sàuoìOtèqneÙofpatio della canna, ebefiatral'uu no- BdMone,ualebuomogropo,caproneipecorone,gocciotone,
do,& l'altro A fimiht Udine è buccini , che fimo le trom- & fimdi.Lat . nedtuloAteridnorio,rudti,bardus.
be.Boc.Et poi quefl.1 meffa in un Bocciuolo di canna jH Imbefliare è coniungerfi con befliefi fitrfi beHia. lai. bru-
laxjando la diede a Guijcardo. tu fe immifiere . D a u. il nome di colei, Che iimbeflib
»1P4 V crga.LatJtirga.Boc.Cbe uot tremauate come Verga. Co nei! Imbelliate fi legge .
certe Verglx in mano, prefalo gli diede una gran battitu BcUu Lat.DAv."PofiiaghancideAome antica Belua-A la
ra.'P I r. Onici gran Lauro fu picctola Verga.Mi meni Tuttana de la nouaBelua.A « 1. Cacciata ua lagenerofa
alpafio bomai con le /ùe gregge. Et con Pufata Verga, Belua.fintendendo il Leone.)
Lafiiiando rberbeje campagne e i faggi. Ch’io fuggo lor A rmen to.iar.B o c.Tlfin altrimenti, che un Leonfameli
wme’l fanciul la Verga.Comefuolpigro animai f Ver- conell'ArmentodeGiouetuhi.D a s.Delgrande Aro
ga.DAu.Giunfca :aporta,^conunaVerghettaLaper mento eh’ eglilxbbeuicmoX .Armento uagabondo.
coffe idefl picctola uerga,& quando ènoca il feettro re- G reggia, ne/ numero del men.et Gregge rulpiuXat.grex.
galejteè a j^i, la molcitndine degU animali minuti, come peiore^apir,
\ermeni Ala uergaS)A h. surge in Vermena,&inpian it fimili.Pt r.Etcò qual arte A Camorofa Cr.ggia eran
tafiluefira. tZdiittt.MimemalpafcuhomaitralefHeGregge.B o c.
Vincaftro,/ la u rga del paflorefa'inàfa'imi,Vincigli, ue nelt Ku.Cbetuféi nemica di Greggia, piu che Guarèa,
diajqS. 0 Màdriale.D A K. fi come Andauan gU altri de la irilia
A If^l MALI Qj^ ADRVTEDI. CreggutSi che però non fita è maggior Greggia , D’anim
I>95 Aiùmale,Fiera,Beflia,Belua, Armento, Greggia, Man- me nude uidi molte Greggfe . Qual è quella Greggia
dra,Ghuent{Mf Giumente , Lana, Veh, Come, Branche, l'arrelìa punto.
zampe,Coda. C iouenchi lat.iuuÌci.fimo uitelli,o buoigiouani, chetton
Agna,Agnello,ALno,Aragne,Arietc,ArmeUÌHO ,Afi portano.Boc.HòaltrmiFticheunfamelicoLcótrafar
m^abbuino, BeccoJBertucciafiotolofiue,Camelo,Cane méta é Giouétbi. Sau ."Perritomare a i Ufi uni Gieuicbi
Capra,Capretto,C«uallo,Cauriolo,Ceruiero,Ceruo,Ciac CiumenK.LatJuuencafi>noquelUbelìie,cheportanofo
tojciaghiale,Comgao,ÌijmaX>efiriem,DracoHe Ekfan ma,B o c. Quando andaua a correrle Giumemr.A « 1. 1
teJFormica,Gaito,Giro,Gnllo,H^rueJjeofantepjcone, Cb'una Giumenta generi iiaiCnfa.Lauetlouagliam
X uf
Terr» ELEMENTI Tcm i«j
faprUo,cbt Utimmtiite fi àce,<put aUeiu fauet ùua.Co-
ihcft tHtaa un Moiuon per le Cena . Cumula befiia. La
Cormaa Luna,f ij HaucSù corm.Ku. D a u.Verona-
ra ne Corni de la Croce. A « x.Loiucarcode le Cornaela
piu lieue.Ch'al mondo fu Je bea l'buom tanto infama la i I
Mede ifuafi tutta Coltra gente, tt ihi l'bam capo mai non
Jèlojintc.Lat.iurruca,erèloturiiutu , obetLO.meta.ab
aueiurrura.i]uxatienafouei oua.
ferrai mCiumftiTutte fuor Jelenjui erano caribe.
ì-aiin.Lat.luJlrum i la tana delle fere.Duu.Tolàfi in ef-
fe tome fera m Luflra.
Mìndrisi,ey- Mandra.Lat.rS- Gre. drcauiaila mandra
delle pcLore, et badile la màdia de capretti, cioè il luogo,
doue le pecore fi riducono all' ombra xt amhodtuuta^-
UUha.PiT .Felice agnello a la penoja Màdia. D a n .it «i
dio muouer a uenir la trefea Ut quella Màdia fortuna-
ta alibotu.%a K.TernfcaldarlaMàdra.Clnufa Màdia. Coda Lat.cauda.VoT.O' eoe draglnCo le Cole auincbiar
Mandrian,& Màdriale,Lal.pafìor,et ouiucuflos. ualcU fi.B o c.\QuellaèbeilaCoda\di laualla. lol’bohauuti
pafior,dr cuflode de la Mandra. Boc . Che tu nemico di tanti cani alla Codajjante mfidiej-e Code de topt.et per
greggia piu che guardia, o Màdrialej.gmda di mandra. lo membro uirile„A Coda ritta a uemfh. ..A Cada ritta
Dkn.Et qual il Mandrian,ihe fuor alberga. le uandraijicdia iq^-q.OauJ'egg’ioa Coda duna be-
La.nz.Lat ér leuconicu;i la tana del materajj'a.^oe. Cappe fha tratto yerfo la tulle.
nidi Lanetmte,nedipamgeiUili.FilarlaLima.l)idi<^ Branca Lat.unguui lo artiglio.gàpa Rimano dello anima-
di notte fi batte la Lana.mita.de re uenerea . Maritata le.BocJtelLk.Cbetufiiferaruftenelle branthed'amo
ad uno Lanaiuolo La.lanarius Dko.Sìuiuttfurquetelc re auiluppataS'io le pongo la Brama aduf>o. Dak.Qmc
Lanojè gotte -il nocebitr de la liu’da palude. i.le bathu- fla fortuna fb ebe tu noi toccbe.Cb ’ètcb'e ben del mondo
teguantie.Sku lìibiamhe&nioUifiime Lanccoiiofe. bafitraBrancbtf,i.tnjuopotere.Sottole Branche uerdt
ScaTdafiicTe,Lat.comtinarmi,è qnellojthe fcardaffa lata fi ntroua.Branca d'aru nome proprio.
na,ip-Scardafli /imo i pettini della lana,uedi a 8-fi. Sbrancjre.Lataruaderefilucreaixmierereuellere,iialdiflri u
1190 ye\\o,Lat uellus,ila lana dellepecore non tondut.t. Por. gnrefipafiarbbero.Pir .Tdeibraneoi uerdt &:nuefca
Vetunando alfuo uciiNo 1 bianchi ucli.l.capelU . Simili li rami.imon pofio pafSare,cbe io non fin bratteato, ir pi
non credo che lafon portafie -il Fello oni'boggi ogni ghatoda ibroiuhi de ^1 alberi,
huom neRirft uuole.Òx «. .Appiglii fiale Felluic cofìe Zampa ila braca. Att^gran Lcone,Che la fpada d'argrn
.i.ptlotc,Oi Fello in Fello giu di/iende pofiia.i.di pelo in la ha ne la zàpa.L bombii Zampe, e 1 grafi 1 capi d'orfi,
pelo.A I i.Ognifuallàgahauea piena de Felli Di lin,di Anig,\i,&Onghiomdegliuccelli,nediatooO:
Sctaah. cuton di Lana, Tinti muan colori. OR D i TiE D E C LI -ATfl M -A LI.
Sannc.i^ Zànc,Lxt.d(tet maiores^ale la mafcella dalla- Agna.c^ .Agno.Lat .agnus,et buiens,i lo agnello di due an
IO délrorpiglufii per b dell maggiori delpono,& di al ni.iammate puro,& cafio.PtT.La manfueta uofirage»
^ tro aiate /Sedi cani, & fitmlt.Boc.nelPH.le agute San III .Agna .Abbatte i fieri lum.Da k.Sì fi farebbe u*
ne deb fieri Leoni.Leagute Sane debramoficam. Maga -ignoinfraduebrame.Defienbtpi.If'uidegb.Agnide
gnàdo còla Sana qualprimagiugefse.'Dtu.ettòr agute fàntagreggia.Le pecore AÌrgb.Agni.S a u.Menamto m
Sane Mi parea lor ueder fender b fiicbi . Le bocche apfi giornogb -Agniapprefiounfiume.
Cmafiroccile Sàne.Cariato SanutodahebaueagriSan A^ne\\o.Lat.agnui.Ptx.Felue-igneUoaLapeno(anua- i}i
ne,et Sane co un n mi anche in rima iforgalo da quella. dra. Duo. -4 la grati cena del benedetto -dgnelio. Et eie
,Afiannare,&a'z;gànare.Lat.déticulare, mordere , détihus co toropiuauoccto cade. Che'l cieco .Agnello . L'egnel dì
apprehcdere,ualmordere,& tener fermoco dfu.L) AH. Dh,che le peccata tana. Lat.agnusdei. Come-ignclfi
• Da laqual parte il periglio Pafiamà. Et qnefiohafli de la placa.Come.Agnel,cbelafciait latte.Baa.il lupo la com
prima Halle .Sal)cr,el é color ,che’n fe affanna i.ritenfer tmneii a portar uia comefofìe un picciolo .Agnelletto.
mi.L'nnagionfe aCappocchio, &m fili nodo Del collo AgnusDci.DA k.Vui .Agnus Da era la loro cxordm,
f affanni fiiche tirando Grattar U fece il uentre al fondo Boc. Bruno gbhaueaépimamlafua fata la quarefima,
fido. A R -fedo nanfe le uolga,& noni affanni. uno .AgrmsDci.
• ‘99 Coriio.iT for«4,<Jr Corm nel numero del piuJat. comu, AUno.Lai uertagus,moU)fìus,cams uenaiorius,iil caneda
comS.ei- bic comut fecuudù TrifiianS. P i j.Fna candì caccia. At i. f 6f Mafiin fatto feroce Alano, Che fìfii 1 diti
da Cerna eon due Coma D'oro. Cade uirtu da Pinfiàtnao ne Ugola gli habbta,Molto faffanna,et fi dibatte 1 uano
le Corna p fiaccar le Corna a Babilonia. Citta t tuoi fon Ciocchi arditi e ci fjiumofi labbia.E ni può ufcire al pda
datoralgi le Corna.!. infuperbifii. Hor perche Phumana tordimemo,CbeumcedÌHÌgor.nógiàdtrabbia,CofifalU i
gloria ha tante Corna. i.é tanto fuperba . Scaldaua dfol al paga ognipéfiero D'ufcir di folto al uineitor Ruggero,
gfatuno et l’altro Como DelTauro.Tu le ueuai col mio AraeinaA^'Ragno.Lat.araneus.PiT.Qjiani’almodofiltf '
mortai fu lComoà.tortoaguifa di corno (parUndo del fc opra cT-d ragna. Che tutte fienallhor opre di Ragni.
Tofinmefonde tutti e fiumi fi pogono cornuti a guifa di Boc.'Honera inqueUaparte;oue -Aragne nonhaueffe
Tauro,fefierei cor fi loro torti, S’obliqui, et f muggire ^copiofifsmamiteiefueielecompofie.PH.Dt. H.Ofol
eolfuono,oniefifmfedje.AiheloolMttàdaci Htreoiefi le .Aragna fi uedemao U . Tig furiai tele per -tragua
tratfomuffeiuTora,ettb'rgliiuncomoilpriuafle,it- impofie,ueìi la fua Hifioria a 81J.
quale poi le nimphe empierono cPogm mamera di fiori p Ariete Lat.aries;ilomonlune.S a nSacendofi uentre un
hauergb inérrg7ato il corfo,^ fatto che U onde danno- bello, eSrgràde .Ariete Je cui Une erano biantbifiinteA^
fi era ìndi fiimo fofie,et de fratti i l terreno abbodenole fa lunghe A-ito thè qua fi i piedi U loceav ■•no,ep- quàdo figm
^ eePe.Boc.Tfpnhauendomaidauanti faputo eon che fica lo figlio celefte,cofiHomÌHatojieot aS ^ p.^uedini
Cena gfibmmmàcvzgano. Le toma gU pouea foprad Montoneana^ , ;
< V’k . ^emelbm ,
noi
tioj
1104
Terri E L E M
ArmelUni. Iti .amtf Uni, /iiiit murfsap'jm.tlr fono Mima-
lem bìjncbi/iimi fimiU alla mk{iella,& la eflremità del
la coda i negra, della pelle de quaU fc nefodrano Ceflre-
witàdelleuelli. cr cpoflodalp t t. per la innocentia,
peroche rmelUno e animale jl'juak tato ilhma la [ua
iHanchetZ^.ihe pt r non nuccbiarta fi lafiia condurre a
morte jche‘1 Im. dice in motto Jenicntiofo, malo mori qui
fadari. Era la tor uittorhlii in[igna In campo uerde un
candido ,4rmclbuo. A ui. Candido pm che candido ,Armel
Uno . & a mah armen:aca,uel cbryfomela lat.iil frut
10 detto ,ArnielUno .
Arino.iat.afinut.et laUfioloafmello picciolo, et feluaggio,
& onager loafino faluatico lajua noce è raggiare , onta
re,et orcare.è animale affai noto, et per attribuirgli quel
lo,che non fi gli co nuiene per la fiia indifc rettone Jiglida
11 titolo di mefìereicioi mefferelo ,Afmo.B oc. nel A m.
Le labbra fue fono come quelle di un .Afillo pidule. Fno
oracchiuto .Afino,ilqHal raggiando fece quel piano rifo-
nare.& nel f u. Sedendo fopra un'.Afina cffendogli tutto
Hierufatem con rami dC olmo /t con palme uf etto in con-
tro, Qual .Afmo da in parete tal rieeue ,prouerbiopie
di aVarete a ^ly.
Bìltbuino. e aìal di fpetie di Simia,ma piu picciolo. A > 1.
che rafiimiglia -i un Babbuino, a im Bertuccione in uifo.
ENTI Terra 164
deli.B o cJaràgittato tfofli a guifa d'un Cane. .Agui-
ja dun Cane rabbioJo.Et Je non ebe 10 non uogUo mojtra
re d'effereiCtfchiatta dicane Botolo, che iniununeme Ji
uuole uendicare. Come tal uoUa li pero Cane trailo aet
la catena corre Jen'^a alcun ritegno Jejccndtn lo l'ajpro
monte.P h.I Cam pieUjiimi degli buomim. Due gran ca
m,che dal macello hauca menaii.cj nella t i. Pljjn altri-
menti che loaddeaiato Cinghiale alla turba ae cani.Ma
diuifOfS' itbraiiato dall! agognanti Cam.La Canina rab-
bia de Longobardi C)AH.Cerbero,Con trebocebe Camna
mente latra, ah .ComejogUon talhor duo Can morditi,
0 per lauidiafi per altroaio mopi .Autcìmrji digtignan
dot denti Con occhi bieibi,epm che braccia roju ,LoJia
le ffade,e da igridire dati 'onte l'enne il Circapo, &■ quel
di Chiaramonte. Come Jifpingeil Cane al Lupo adojjo.
Che dieci pafiigU ua dic tro,o ucnti,E poi ji jerrna, v ab
botando guarda Come degiigni mtnaccioji acnli,lome m
gU occhi bombii fuoco gii arda: Quiuijuggl. Come’l ue-
loce Can, cbe'l porco a^aUa , Che juor Ilei gregge errar
ueggia ne campi ; Do ua aggi ranno e quinci e quindi fal-
lai Ma quelloattende,cb'una Uotta inciampi: top jeuien
lafpada,obaJ.<a, odalta Sta mirando Zerbin comenejcà
pi i Come la uita,eCbonor/alui a un tempo Tum jimprt
d occhio je pc re,ejugge a tempo.
tenaccii.Lat.fmiia.Aui.Eparea cefi ornata una Berme Cane Maflinoaiedi a Majtino dne Mlano. ucdiadMla
ciajiedi di Ihpra a Babbuino. no Citte Boiolo,uedi a Botolo liane Braco, uedi a Bra-
Becco Jjttdùrcutiet caper jtragos,et aries i propriamite il co Cane Mohqio Cine l'eUropiedi a l'euro.
cafiraiotralecapre.queflofuda gli antichi deduatoa Ci^nepicl gen fcm.utò Dun.cra lajcluapicna Di negre
Baccoinfacripcio Da u.oncCei come duo Becchi coggao cagne bramojc Adi corrcnii.Toftia ui uidimiUcuijita-
ron'infieme;tant’ira gli uinfe.Cbe recberàla tafcacoi gna‘^Faiiipcrfreddo.i.ruaB&rugo]i come cane,
tre Beccbi.ma lungo pa dal Becco tberba .
Botolo. Lat.catellui iracudui i il cane picciolo di corpoana
orgogliofo,& iracÓdoaguifa della Bottaanimale ueleno
fo.Boc.lo non uoglio moflrare <f efiere fibiatta di can Bo
tolo,ihe incÓlanenie ji uuoluendicare.D a u.Botolitro
ua poi uenendogiujo.
Btìco.Lat.ianis jagax,& uenatoriut.i il cane da nafo,per
fagiani.peréci.&uertagusil can da caccia,Au i.Corren
do mene c'hnufo a guija porla Cbe'l Braco Juolquàd'en
train fu la traccia.
BucoUci.Lai.icofa.pertmentearu/ìodidibuoi.D a u.Dif
fe il cani or de Bue olici carmi.
Bue,& Buoi nel inaggiore.Lat.boi gen.com.dr bobus, ty p
ftneopam bubin nell'ablatmo più. la Tua noce i baiare, &
mugghure ,7’ I r.Etunacerua errante &fuggitiua,
Caecioconun Bue^^A nftrmocy temo . Et cclBue
ìfpppo andrò cacciando l'aura, l'cggio la fera i Buoi tor-
nare fciolti B o c.CaJe digiuncht affa! roxjf di terra, Cy
dt BouinoJlercomurate.pH.DAH. Dt fuor trafie la lin-
gua come Bue, Cbe’l nafo lecchi.
Cìincìo.Lat.camelusA!y chamelus,è animale noto.dr dro
mat^ii^ lo dromedario animale, quafi fintile al cameU
lo.B oc. l'na gran ca rauana di fame jbpramuli , &fi>-
pra CameU.
Hecuba mfebcijiima conuerfa in ( agiia fu pglmola di Dia
mantejouerodtCìjie, Crdonnadet ReTriamo pgUuoto
dt Laomedontedi Leuctppe. Coflet adunque nella greca
ofstdumeuide grà parte de figliuoli ucctjt; uide tl utcìhio
marito crudelmente mortoikide la cittada ferro, e} fuo
co dijlrutia,tìt dopo lame calamu.i ridotta in jeruiiu in
fiemeconTolipeiia;uide lacarifìima figliuola al jeput-
I hro del crudelijiimv Mi bilie morire , (y dipoi tirata in
Thracia gli appatue l'ombra de! fuo figliuolo Tolidoro,
ilquat flimaua anchora uiuere,(y epe re con buom par- .
te de thefiiri patcrm apprcpo di Volmepor peuro. Il che
fece la diuturna fua trillata, grauipimo lutto fi con-
uerti m efirema rabbia , CT da quel tal furore conci-
tata con ognigt neraiion di uiihnia lutti c greci bclienua
ua,dr con acerbiptme parolemordea. Ondefinjiroipoe
VAhefofie conuertita m rabbtoja cagna . uedt a Tarn a
a ^6.&a Tolincflroa 505. DAu.Etquandola fortuna
uolfe in baffo Valteyjf de Trotan , clx tutto ardtua ,Si
ch?nfieme col regno ilRefn caffo;Hecnha triffa , mife-
ra,&iattiua VoJ'cta ebeutde ToLffena morta,Et delfno
Tobdoro in fu la ruta Del mar fi fu la dotorofa accorta
Eorfennata latrò fi,come cane Tanto dolor le fela men-
te torta. Aui.Et fembra Eorfennata , e che adofio hab-
bia "Hpn un demomo fol;ma le decine: 0 qual Hecuba fia
conuerfa in rabbia ytfiofi morto Tobdoro al fine.
Quefiicaniim defiar bando
Cìtte.Lat.cams.gen.ci>m.i animale latrante.la fua uoce i ,
baÌJrcfftirare,ringire,rtganmre,ctèJacratoaMarte, Saure .Lat. latrare, s a
gUfuoi epitheti fono FideleJ'igile,Mordeme , Latrarne, al Lupe,
-Agpgaante,Fier'i,Rabbioji,Alolo{fo,Mlano,Botolo,Bra Mbbatjre,LatJatrare.èfare U fuono del cane.Boc.Cbead
miei Can fuggobftermo. uncaneforeSìiereputtiqlli dellacótrada abbaianoad
Che IfepohbroàCbrifloi inmande Canijwetaj,d’infi dopo,cmiàòa dire.Dn u.Mffailauocefua eburo Cab
; ‘ . X iiii
Terra
ELEMENTI
Terra
bMj.molìrapirlSdo.QjulèqMelcMe.cheabbiiaHdo [piedi glifpunumi Cinghiali, Sììi. Lafiera teJLidelfe-
agugna. a > i . de ^igne ilcàai lupo adi^io Che dieci paf lofi Cinghiate. T. Cmghule adJentato.Rabuffdio.
figli ua éctTO,ouén,Etpoififermaetabbatàdoguardt Conigli,LaUum(ulus,ianimaUttotimiJo jimile alla It-
1 10^ Abb2Ì3ton..Lit.detralloreidJtratorei,fi>no i maldicenti
latratOTÌ,& mordaci. meta.B o c.f'auia.crediiuche io
creda a gU abbaiatori.
Abbiiìnci.Lai.latranees.Boc.La lepre afeofa, afiolta le
uoct dclU .Abbaitnti cani. A » .
Latran.Lat.ual abbaiare.D a u.Cerbero fiera crudele, <2r
diuerfa Con tre gole canmanicnte latra.
Gannire Lat.ifire lamento da cane con certa noce fommef-
fa,cbc paiono infermi, o qua fi morti, ma chi ut loro ap
preffo morde , ér coft inganna , & ti furale della uol pe,
ch'èpiena d'inganni,&dt qui nifce tingannire,
Vjtighi,&Ringbiare,ela uoce che fa il cane quando è adì
rato.A u i.Cona]friRinghi,t>rrabbufaiidqfii.
CoUaro,i/r/ cane.Lat. colare, & mellium.
Cipri. Lat.capra iammal nolo, onde Caprone-, cioì monto
ne dinota huomo di poco fcnno.B o c . Clifaceuano canal
care la Capra delle maggiori fchioccheo^ del mondo.Ca
ualcarla Capra uerfo il thino,prouerbio , uediClndice.
Gli .AfiniJlepecore,&le Capre.Tutti i frati tengqnodel
Caprino.lileT^Caprino.Caprone. Da v.Sì^uiuififan
no ruminando manfe Le Capre flare rapide , & proterue
Sopra le cime,T. Capre Belanti, Barbute, Hirfute.
Capto. Lat.caperjiircui,gen . maf. CT birculus efi herba,
S A u.Tnrimieramenteiotipongoun Capro,uarioé pelo,
di corpo grande Jiarbuto,arnuto di quattro corna, et ufa
to di unuere fpefiifiime udite, U qual fenga pallore baila
rebbe filo a conducere una mandra quantunque grande
fojde.Bu t. Capri fneUt.
Ciarcno.Latiadjui.li oc.La brigata Cotti loro Cauret-
ti,et altre comi,
U07 Ciurioìi,Lat.capreolifilueflres,etcaprea,ilaCaurMa.
B o c. Cominàomo i cama feguireidue Caurioli. Trefa
una Cauriola.Si come luogo abbódeuole di giouanette Ca
uriolelafciue.A h. £t uidiui i due Caunoh forfeilme-
deftmo nati.
Ccrbiini.linoceruipiccioli,Litfubulottet.Boc.Et inai
cuna Cerbiatti gamani andar pafeendo .
Cenio.Lat.ceruui.T i e.Ceruofolitano,etuago.Feritodi
pre.Buc.Da una parte ufeir Conigli dalTaltra Lepri,
c .A y L L 0.
Cauallo,Corfiere,Delìriero,Talafrcno,ybino,Chinea,Ron
0!}no,B.ox^ne,StaUont,Coot3yae ,SeUa ..Arcione , Bri-
gUa, Tredella , Cautgja, Rcdme, fnno,Camo , Morfo,
Sprotti,Staffe,Cenghie,Strcggbia,Barde,Groppiera,Tet
torale,Ferga,Scoriada,Stajfili, Borchie, Horagbe , Bar-
bog^le,Trotto,CaloppOyAmbiadura,Reflio^taUa,ca-
uaìcare .galoppare jtrottare,^ronare,frenare,ddifrena~
refmorjare,domare,iferzare^iombrare,flallare.
CaualIo,iLat. caballus,equus, & defulioriusequuiilo ca noi
Hallo fenga fi Ua,&pcr atteggiare, equus mànus e lo ca-
uallo.ufato a >nano,mannului d dimiimtiuo , equus gra»
dariui.cbe ua portante, equus fuccujfarius,(he ua di trot
to.equus curforius lo cauallo corridore,equus palmatus,
fj>adtx,pbcemcatus,fiuephinicus, equus, d cauallo boto,
t quus admiparins lo Pallone .equus excufor , che non por
ta in groppa,equus frentarius,id cauallo leggferi. yere
darms,i lì cauallo da Paletta. Cantheriusil cauallo ca-
Prato . Refu, idis , il cauallo refiio . Cradariusi d Rongi
no.Tbieldones,&- .APurcones equdlo yboto , ^la Cht-
nea . Equus inPratusal cauallo fellato ; &equulcus,dr
equulus,id cauallo picciolo.&pullus equinusiil pulhe
tro . Tetdanfura Ja unghia bianca del cauallo , & phyr-
magmos;lo sbruffar, che fa il cauallo.il cauallo i dedica
tu a Marte.gh antichi lo dcécarono à 'Hettuno , la fua
uoce è mtrtre.lafone gentiihuomo di Thefagha fu il pri-
mo,che domaffe caualli,& ne domi cento, ep furono dee
ti Centauri , tir in Taletronio picciola città fu trouato il
modo é domarei caualli,gli epubeti fimo Cauallo Bellico
f>,Feroce;Schiumante.Corrente . .Anhelante. Sfrenato,
P > T.Horfa Caualli , hor naui.B o c. yoltò d Cauallo.
Tomba Cauallo.Caldi,.Affannaii/'eloci,Frefchi,Suoni,
'Huoui,Forti,Caualle dipartbut.
Rigmtre i la uoce de caualli, & delle caualle quando defidcm
rano il coito.
Ciuii.nelplu.usi il P t x.Qjtattro canai cò quanto fiudio
corno, Tafeo ne f occeano.tr Jprono,i!r sfergp.
fiietta.lé miei piu leggier che nepunCeruo.Et una Cer Caualcare.Lat.equitare.9%r£onìbuomahe p terrea dnb
uaerrante,ctfuggitiua.B o c.Si come Caurioli, Cerui,et bio caualca.Boc.Jùbitamente cominai a caualcare.Ca
altri animah.Hauente forfè uedutipiu fecpU.cbe’l rinoa ualcando uerfo yerona, Caualcarono alqnantoperla cit
stante Cerno. B u.Etdi Cerne ad ogniraejcatd,o Prole, tà.He furono guari piu di duoindgliacaualcati.
auipite. A M .Dutenne come timida Cerna dmangi ai Leo CiUi\cione,aduer.Latxquttatttium more,che naie a gui
ne.Pu.Et ne bopbi i timidi Cerui.F 1 . S a ». Learboree fa di cauallo.B oc. Et gÙ fai) addolfo a Caualcione.
corna del uiuace Ceno. Corfìere,^ il cauallo corritore.Lat. equus curforius. P i t.
Cemiero.Lat.'ynx.éanimald detto LupoCenicro,ilqua~ De uolantiCorfier per mille fóffe.Ufuoi Corfier rado,
lehauitìa acuta,et pronta ft pero ben dice il nofiro P ■ t. piat'era t Or;^.B o c. Sopra un Corfier nero un caualier
Cbiar alma.pronta uifia, occhio Ccruiero.Lat. lynceus. bruno. A > t.Ferocefopra ungran Corfiere armato, un
Ciacco in hngua fiorétma ual porco.Lat.porcus,fus. A» i. gran Corfier Forte gagliardo f tutto di pel fauro.
Terche faimomtitarCafinoe'l Ciacco.uedi a Ciacco, no T>ehriac,& DePneroperlocawdlo.P • rSijiattro De-
nte proprio,ctaVorco. firieruiapiu ebeneue biancbi.Orp>,aluoPro Defrierfi
Cin^nialc.^ (/porco faluatico. Lat.aper.Ltfua uocei fre- po ben porre Fn fren.B o c..Armato fopra ungran De,
liof
mtre/i freddirc. B oc. -Prenderai quel cordi Cinghiale.et
fa che tu ne facci una uiuanjitta . & nella F 1 . "Hon al-
trimenti che lo addentato Cingiale alla turba de cam.Et
i pepimi C manali diuenendo per amor fpumofi agugga-
00 gli eburnei deutu & nell A » . .Appettare con gli acuti
Priereyidiunpoffente &generofoSire.Vi.Aut. La
prona puedrà chi de noi fiapiu (irjna de la donna, & del
DePriero.CoUegroppeUDePrierglife iffofia. Cillaro
fiononfu-,nonfu.Anone Dite migliore , ne meritò piu
lode;'^e alcuna altro DePner.à cui mentione fatta da
erta
1
Terra ELEMENTI Terra itf5
Greci:o <L Latini ìode.CitUro/t Orione furono cauallty Sellare è porre la fella.Boc. Fatti filare i caualli andò uia.
quello di Cajlore,& quello dato in dono da "Fiettimo ad Aràone.Lat. ephippii,pars amerwrje la parte dma/n^i del
ldJraflo,celebrati,tìriliujlri per molli poeti.Entro Mar laSella.Boc.Caderlofece [opra l’.Artme della Sella
plnfis'uaDejinerleardoTuttojparfo dima(cbie,&di tutto jiordito.PH.yAttenidoft ^rctone.Q n s.Etdo-
rottlle.Di picaol capo ; e iaunnofo [guardo. D'andar fu ureft'inforcar li fuoi Mrcioni.l^ni.Stleuò Ju lejlaffe,efi
perbo ,e di fatte-imbelle . Quel uenneinpiatja Sopra ractoljè Fermo iMrcione.Cheriuertte de CMrciodiJcelò
ungrandeflricro.Che fuor,ch’infronte ,enelpte dietro Bri^ìii.latJ}abenaJorum,rettnaculum.T.Qualleggiadro
ruattco Erapm tbemai corboofcuro encroiì{tlpie,eHel torfierfidelìroiabrigliaSitnolfemai pcojjbdaguSpro
capo hauea alcun pel biàco Del color del canallo il canai m,Cbe'n aria con duo cala un jàUo pigùa. Ani. Con la ft»
Itero Deflriere in ueceéTnapo,uedia ii6o. mftra man prende la Briglut.
yAdde firare. Lat. adaptare,dirigere.ual guidar per le re Prcdcllire quella parte della briglia,cbe fi tiene in manoat
dine li dcjlriero. B o c . Mddejlrereme il uojlro cauaBo, prcedia Lat. onero a predio.ch’i la pojfcfiione.D a n. Tot
&uoifermremoinfinatanto,cbeuoifcanalcherele.P«. cbeponeflimanoala predella, figmficaanco feannoo
,4. l freno del canatlo di Biàcojiore uennero,& quella in» feabelio
fino al real palam Mddejlrandola accompagnarono . Rcdina,LatJiabenaJorum,& retinaculum equi.B o c.CÓ
Pzlafrena.e li canallo. B cì c. D'ogni tofa fornito l’era fi pin abbandonate Bedinerijtrbano le loro nendette a gin
non dunTatafrenofolamenteyCM bello foffe per lui . In fio tempo.Conptu abbandonate Kedme denofln pericoli
ncndita li dimandò il fino Talafreno. Tiu nolentien canai ne traporta.et meta. Le Aedtne delgonemo delta nofira
tana il Talafreno da co firn guardato . In luogo de loro repnbltca£ p . A n i . Diede al ualttto le Bcdiiie in mano.
Ron^ni tronaronotregrofii TaUfrem , & buoni . Ha- Cìueiza,Lat.capifirum,& capiumofyBoc.ll Bonptofen
uea coflui uno de piu belli Talafrem dt Tboficana, Dan. tendogli,tirata la tefia ruppe le caue-m”* > alcuni teflt
Cuopron de manti largii Talafrem. hanno Cauem-
Ti\a(rcntcre,Lat. antcambulofimt,a pedibusjìue pedes, BatdeyLat.pbalerayarumJono [armatura del cauallo,tr
circumpedesycurforjl quello , che firue alla fiaffacauaU duella fono quelle de muli . Ati. Exeoildefirter ,ch'a
cardo yCOfi deità Talafreno, cheti cauallo,& fiaffiert nuouo efilla^ Barde,
ambo fi dice. Bo c.Etquefio TalafrenUre mai dalla flaf Flcno,Lat.franum.camus,lupuf,& lupatum. Tx-r. Orfo
fa non le fi partiuaj-'n Tab fremere giace con la moglie al uoSìro defirier fi po bi porre l'n Fren,che del Juo cor-
di MgiulfKe, fi indietro il uolga.Et con un duro Fren rm mena & reg-
Vbino < // med- fimo che Cbinea . Lat. equi ihieldones , & ge.Cb'd Fren de la ragion amor non pre:^ . Et poiché' l
etfiurconei. A x i.’Hflmanfueto ybm;dxfuldoffoba Frenpfan(aaferatcoglie.comecaualfren,cbeuaneg-
nea la figlia del Re Storàlano. già. Jf le lagrime tnfieallaigat'il Freno. Et la ragioni
Chinca,Lir. equus marmi, i come tybino ,&i cauaUo, morta,Cbe tenta’ l Fre;& cotrafiar noi potej^oi; cuifór
cbebalo andarefoaue. tunahapofloinman'tlFreno.Mt rttiencouuFrcno.Mi
Koiìzino i picciolo cauallo . Lat. equus gregarius . Bo c. tieneaFreno,&imtrauolue&gira.THmFrenal gran
Tutti i ficai caualli mfino al pm mtfero Ronzpio.Sufo uno dolor,fhettlrafporta.B o c.In por Freno alle lor parole,
cattino Rondino da uettura. Il Ramano ruppe le caueg^ Semia Freno alcuno di runordimcnto di uergogna. latef
•^ne. yerfounafeluauolfeilfuo Rontpui .Ter Schrt;pt}, frenus,Ce^renis..Ahbandonidoogni uerptognofoFre
che Rondai fanno co piedi.Tobi duo Rorn^ni a uettura. m.P h. Furonod'intomoa Frem ,dralleflajfe .D a n.
A » i.TofloincorpoaduttRom^no ynnecofiringe.i. Cbeual;percbetiracconciajfeilFrenoIufiimano.AKs.
un demonio del Ronda difgrauato la dorntella. Smonta il Circajfo,tf al defirier l’accofia . Etfipéfadi
Ronzon,o Rozzon. lat. equus admifianusji lofiallone, dar é mano al Freno .
(yualtrifìocauàllo,&inuecediTriapo,ueJiasq^^. Cimo LaUolto da Creà,e lo freno,o legame J) a u.Etei
C roppiera del cauallo; Lat-pofiilena , e!r ^ ambo quel lem mi diffe,quel fui duro Como.
gnocheporta favo la coda i gmmentL SfTenzto.Lat.eff'renatusJnfranus,& indomitusJ quello,
Motig\ie,cbc fi pongono alle narife del cauallo perfarlo cbenonfipuogouernare.V x r.Cofi’ldefioJig losfrena
fiar fermo quando fi ferra, 0 per altra cagione Lat.pa- to obietto uienperdendo.B o c.In quella guifa, che negli
fiomiijdis. ampi campigli Sfrenati caualli,^ d’amorcaldije canai
B o rchie, 0 Barge del cauallo, o mula, cioè quelle rotelle che le di Tarlliia afialifcono,
fimoapptccate almorfo,& che ftanno fuori della bocca Frenare. Lat. frenare,refrenare,t!rcohibere.Pxt. So- i
pier ornamento. Lat. bulla, a. leafrentrt tlmio caldodefireJltuocorforum frena, Ira
Cozzone> Lat.equijò,agitator, hippodamus . i quello, che e breue furor re òi nolfrena,E fuor lungo.ll tuo dir firi
domai caualli. B oc. .Andreuccio é Tiero Ccn^neda gm,&frena.Av.i.1islopoffofrcnar,cbeiiÓhafreno,
caualli. Raffrenare Jat refranare, ual ritenere , o ritirare a dietro,
Sella.ior.dr ephippium,uel rpbippia.quefia & il freno fu Pi t. L’anima aldipartirprefia raffrena.Boc. raffrena
rono trouatim Taletromo piccìola città^ domare ca- il eoncupifcibile appetito.y inette uoi medefimojet quefio
ualli.V • T. yinca’l ucr dunque , dr fi rimanga in Sella; appetito raffrenate jraffrenarotui [impeto della loro ira.
Et uintaaterracaggiala bugia. Bo c.Caualcando al- RanTenameiKO.ior.r^«ur». Bacxheeffendo rifapu •
Ihora fenxa fella la efliadi SanbencdettoTÌAu.Etla- putodagfibuomininonfioffe loro g^andifiima caghne
filar feder Ce far in Sella, meta. A xijafàa la g!roppa,e fi di Raffrenamfto al beffami, conofctdo che noi fimumen
ripone in Sella. ttnuendoknnefapreSie fare.
Tcrr* CLEMENTI Terra
^frciurr.Ltt.frmire.P i i.Hor fiero in <tfrni<trUmcn- Et dilorunjiacaiJiòaleaiialloTcrUSuffatcner/ht
te otélo.Horn utggenh coine'l inai m'jffreoj . Che U nefcendejìe,
Tigion, ch'ogni buon l'dran off rem. Ma fé maggior pau- Staffcggiare,Lat. preuaricari. ual nfcire,o abbandonar co
ra "Koi m'ajfnnaffe.Et ukol ihe'lgri dejìo,'Cacceja fpe pie le Stafe. hti.Tnr Cripbon maggior colpo al pagan
ne Kagiun^iergngna rctiereni^ a f rene , "Hpn i,< hi'n diede, l he lofe fiageggiar dii manco piede,
dietro uolg tfi cbi Caffrera.I'olle’l mio torfo , & t'empia Cinghil.Lai.cÌKgiila,a.con che fi cinghia il cauallo , onde
Hog'u ardente LufingàJo a frenò , perch'io non pero. cingiate per circondare, & legare. D a k. Dieefi del cer
I) AK. £f pik [ingegno afrcno,ih'io non foglia. tbio primah Gin nel fecondo,cbe mcn IkOgo cinghia.
Difrenaie.Lat. defrenarekalkfcir di freno. Uà». Forfè in Strcggh'iiJjat,Sìrigilis,coJidettad.t firingo;oda gemo.
tre kolti ianio gallo prefi Knfrenata fletta. Da». Et nonkiddi giamai minare Siregghia ,Arega7Jf
ìdorCo,lM Ikpalkmj.Pi -i.Talbor ci kidt tali fproni al alfiettato dal ftgnor g>.
gianci>Oiidijii uni cokicnpik duro morfo. beni. Ghpon Stu\i, Lat .ftabkla &eiikilia,eilkile [agalla decakaUi.
[amar de La fka dona kn .\torfo.Da no tafciarlo in Ufiru E o c./o credo, che fia ben fallo , che noi diamo Stalla a
ca pm gire, mando dinota il Morfodedenii.kedia ijjy ^kejlebefiie. Et entrati in una Stalla tktte le altre fkor
Smorjare.Lat.defrnaare.i lenareil niorfo,meta,per libera- che la mola Stallarono.L'afino kfcitodella Stalla.LeStal
re.V t j.Sc'n breke nonm'accoghe,ononmi fmorfa.'hle ledecakalh.HakendomeJfighaftniinknaSialetta.
perifmorjiì dolcitnefcaiihami.Bne.nellakifionamoro Stallare,i ilpifctarc de cakalli,& filmili animaU che fianno li
fa,Tkito haneraife da me non fi fmorfi. nelle Stalle,Lat.lotikni emitiere. 'Bar. . La mola gallò
14 Sprone, Lat.caliar.& fihnklkS.l‘tTJÌjiando'lkoler,che nelfikme.HiponaDeahouoratadagidmlariTkttelebe
con dk k Sproni ardenti Et tonkndkrofrenmimena& gie gallarono.0 a s.cbe qui g agalla.i fimraga,
regge.C'ba fi caldi gli Spron , fi duro' l freno .Saga ben Domare [jl.kalfuperare , macerare.? 1 t. Ter domar me
tanto ; & altro Spron non koUi.O bel kifo ouamor infie, comenii mneer prima.Hora ni atto fermi frgcfifo doma,
me pofe Gli fproni c’ifren onte' mi punge, & uolue.'Tal, T rotto, Lat.fkctkffus,C- fucckfalura.i lo an^re in fretta
hor ti kidt tali Sproni gretti alfianco.B o r.t'olfe il Ron ma però manco del galoppo , cofi detto da tirare , pcro-
•LÌno',& tenendogli Sproni gretti al corpo. D a N.Giur- thè troltandoparchefiipcgifitrililaterra.B a c.'Uoi
da, come ga filerai fatta fellaTernò effer corretta da haurtinopcrduio il Trotto per l’ainbiadura.proueibio,
gli Sproni. Me fer quello uofiiro cauallo ha troppo duro Trotto.
Sprintare i dar di fproni,^ meta.Lat g'tmulare,& punge- ha iSencuaé Galoppo, et di buon trotto. Cbe'n pre%^
re.Pi r. Et per troppo fpronar la fugai tarda. Ma quel z^non i quiuiambio/ieTrotto.
la ingiuria da liige un fprona.In quella parte doue amor TrottareJat.fuccufare.'B o c.llTrottar forte rompe tà"
mi{prona.yoglìamifprona,amormiguida & gorge. Stracca altrui.Cog in cam'ifcia comincio a trottar dietro,
Hemiualefronarloftdargltuolta.cheftlaccendic!rft Sofptnto dalla freddura trottando fi drh^ uerfo Ca-
la fproni.lluattrocauaiTafcone['Oceaiio,&g>rono,& gel Guglielmo,
sfergp.Boc.Et Spronati icaualli a guipidl un afaltofo- Cuà\oppo,& Galoppo.Lat,gradariuscurfus, itralocor
Lntjeuole.Spronandolo amore.Si fpronato m’binno le uo rere,CT il trottare.? ■ i. Ter fuggir dietro piu che di Ga
greparole.Amormifpronaperfiifattamamera.UAu, lappo. U a k. Qual ege alcuna uolta di Cualoppo. Lo
Chela diurna giugitia li fprona. caualcar di ghiera , che caualchi. lononti uerro dietro
Sc\srìida.Lat.ferula,llagellum,fcutica Dan. Cofi par, di Gualoppo.
landò il peno fe un demomo De la fua Scuriadai^ dage Galoppare. Lat.faltuatim^utgradatimcurrere. Aui.Ol- li
uia Koffian;qui non fon [emine da conio. tre che’l fuo degrier fi faccia iiia Ter me^^o l’arui , oue
Teril,LJt.ferula,cofi detlada ferire. D A u-f'iàDimon galoppa,& falla Deibuon Fróiino et ma còlei galoppa,
cornui. con gran Ferz^.T rattei amor le corde de la Fer Atnbiadura,cT Ambio. Lai. gradatio , uel tollutim ince-
za.Pi T.'ìle per Feriali però maire men pia. dere.i lo andar portante.B oc .Tipi hauremo perfiil
■ J sferrare i battere con la ferza.Lat.F Lagellare,eadere,uer Trotto per iAmbiadura ideg perdere una cofa per un al
berare.P 1 r. quattro canai Tafeo ne [Oceano, agirono, tra. Att .Chin prtjpp non iquiui Ambio ne trotto.i.cht
& tferxp Che s’altr'ira ui j/f rgj Da la mattina a terza. bijògnaua correre.
UAH.DifuttoperdarpafoaUSfcrxati.Qjtpgo cinglno Adonuirare dicefi un cauallo, 0 altro animale quandoper
sferza La colpa de la muidia.i punigtfurga/) gageUa. futura di qualche cofa non uuol pagar piu auanti.Lat.pa
Berze.o Lene che [uno & l'altro figni]tcacuoio,Lat.gu- uere,expauere,& pauefcere.B o c. Teruentura u’heb-
tict liuor,i*r Lerzp fono te Scurude,cke fi fanno di cuoio be un mulodlquale adombrò Ji come gueme gli ueggiom
&Berzedabyrfa,Lac.diepurlìgmficacu(,io.D A u.Ai giamo fare,ne uoleaper alcuna maniera aitanti pafifa-
come fecen lor tenarie Berze.A le prime percofij'e,etgid re , uedi a 9 1 7 .
nejfuno Le feconde afpettaua , neùterze , perciocbele KeKo,Lat refesjditequus,&pauidus,i quandoil cauallo
percofife della feuriadateuano lebattiture,& li refiaao i che ne per fpironi,ne per battitura uuole paffarepiu in-
fogni diqucUa.uedia 145B. nxitzi,rvafiferma;ìr anche ftdtce adombrato, cofidet,
Stiffi.Lat.fiapetH,ti a go,& pedibusgege Thilepho.Boe. lo da refifiere,per contragare , tir non uolere ooedire,
Mejfod pie nella Staffa, & mótata a cauallo.Quego pa tt mi ual fperonar,o dargli uolta, Cb'amor per
Itgeniere mai dalla Staffa non fr le partiua. Cominciaro fua natura il fa Kegio.
no iloroanngbi,&‘ diritti foprate Staffe.? i.A quali fu Dimmaglal.dama/t,dorcai,dii.èla capra filuegra cb'i
kuantemefuronoSiniornoafreniatf'alleStaffe.Aii, fieraconfmtileallaCtmriola^alcumgU cbiamauoDamj.
Terra
D » vSi fi lltrebbe UH (^iuuitr4 iue 73rfmr.PiT.1>g/i
uidenui Ceno ue Damuu. Con tal difio cercar fonte ne
fiume, Bnc,ii teme luogo abbomleuoie di gtouaneUe Ca
unole e*r Ufciue,& di Dame giouam prefie, & piu cor-
reutiisp- Ceruiead ogni rcte,iaue^jirate auifae. K m.
Sk*. Vm ueloee Jk Damma Dolce dei mio cor fiamma.
A « I .(ìjial patgoietta o D.ima,o Capnola.l Capri fnel-
iire te Dame leggieri. Di qua, di U fallar come una Dam-
ma,& quando dinota figuo ra,o ienna^edia 6 1 o.
Danio ammal.akum lo nomina Dainma.T. Seguidoquan
do un Ceruo/juande un Damo Con gli pungiti dardi che
nonfaHano.utdidilòpraaDamma.
Deftricre uedidifopra aCaualìoa itoS.
Dxac;one,<(riii aghauimaU uelenofia i { ;o.
Iti8 EUfmante.Lat.^barruifit&barmui, ut,ui,iia jua noce,
i animalgrandiflimaajfainoto.Ptr.Sopra un grii'Bte
phaiueunducalofco.D k u .ffatura^ ceda d'Blephan
ri {!r di Balene non fi pente Medi a Leophdie al luogo fuo.
Sa H.f'jóo d'Elephanto.
Fonnicu.Lat.è animaletlonoto.formiea Orantfera, Solle
cua. D A k'.yi riflorar di fème le Formicìx^idi la hiHo-
ru ad Baco.
GKto.Lat.catus,et fehs,alurui.D* gli antidn fu dedicato
a Tlutonedajua noce igatuUate.T. Gatto Leggiero, De
ftro,0' Trefìo. Bne.La dòna bauido gridata alla Gatta .
Su p lo tetto eoe fanno le Gatte.ia battaglia de Topi, &
delle Gatte.Tu &gli altruhe andate ciprando Gatte in
facco.L k.yna Cattuccia magritcou.uido il fuoco.? « .
Chiro,Lat.glii,iru,eji mui fyluctinijammat fonnacthto
fo Dormiente, & ionuolente.T, U demolenti Ghiri/* eie
che nottole. A « i. Cefi profondamente ebe mai Tafio/te
Ghiro mai i addormentò qnant'effo.
C{ill\,Lai.gryllusgcnus locufU.CilantiJìjienili^trid»-
li.'Hotturiu,& neri annuntiatoridellefnture tenebre. U
fuanoce e'IgriUare. Lat.exultare.B a c.Btmmfim-
dero le cicale, ma gli firidemt Grilli per le rotture detta
terra fi baueano fatto cominciare a feniire. A u ^a h. £t
chei faflidmfi Grilli meommeiauano afindere per le
fefiuTe della Icrrj.i. 7\(oWww GnHi.
HUhice.Lat.htlìrtx,i animai permeiofba eam,efra eic-
c atoruper lo gii tare delle acutifiimc jjnne; oleum io di-
mandano porco fimiofOyUjato dal B o c.nelf A m.
Leofìnte. La.elephas,et clephàtut,i lo Blephite aialnota
e gradili imo, e difcipliuabile,ia fna noce i barrire, Bn r ,
Ella i maggior belba che il Leofante, tk.nedi Blephite.
Aixotio,Latxbnr , i lo dente delBElephante , lafua uocei
barrire. P ■ T.'Urtla .Mutria, yfeio tC^Anorio. f'na na
uetultad’,Auomo . c / Ebano contefla.lat. eburneut.
Era la man ch‘,4uono & neue auaitga, trdi/iourir
l’^uorit.Boc.'Hpn altrimenti, thè d .Auoriofofftro jìa
te te poppelline.f'n pettine d .duorio.
Leone,Lat.leo,&leiena,eSrleaJa leoneffa Re de gli anima
li/ia gli amichi ieduato a Marte,ia fua uoce i ruggire,
dr fremire.fugge é fua natura il fuoco p paura ,ct la fe-
mina p lafiutuiled/eflupifcedclfaudaciadelgallo.Egli
nanfa empito a cbifigUtain ferra,» eadejma benea chi
lina cantra per offemlerlo.Pfc. Cerne irato ciel tona,o
Leon mgge.E'n fui cor qua fi fero Leon rugge. 'Bfptt co al
tro ramar di petto ai fi Duo Leo fieri, 0 duo folgori arden
. ti,Che difrfeil Leon co poca gente.maap Leonida Sedi
ELEMENTI Terra t6é
Spartani ailndéio al nome di lui , f'rtar eòe leoni. Boc.
Jfltro ni eraichegUtare una fata in bocca ad un Leone.
E acido le unite del Leone. alirimiti che un Lei fame
lico nedarmito degiouendu uenuto,! miei eam non du-
bitano di affalireifuluti Leom. ku. & ntlP H.l Leoni
-dphricam corfero al tnSto fiato tenendogli acuti denti
negU injinfibiii corpi, yn Li ocello prelU et aueduto. Te
■ miionól» LeieeUouoleffe màgiarela Cerua.tìAu.Ma
m fi che paura no mi defie La uifla che m'appa rue dun
Lame.Seuliigu mille Leon p preda. kn. L>ual p te fel
ueTiomade,omafiyte Cacciata ua la generofa Belila;
Lh'ancor fuggendo moftra il cor gentile , Et mìnaceiofa
& lenta fi rittfelua,T al.(mtendcudo del Leone)
freiHere,Lat.jremerejl la uoce del leone, e p meta, p far tal l a » o
fremuo.Akx. Fremono i uéti/ portai! ghiacci/ neue.
LeopìtdoJja.pardui.Ptr.Td^corfemai fi leuemente
al uareo Di fuggitma cerua un Leopardo, uedi a Tardo
pin baffo.
LincxdJt.ljiix/ilLupoceruiero,uediadefp>LMpoeeruie
ro piu ba^.
Lkomo,i .dlicomo.Lat.unicomis, monoceron ,i animai
m forma di cauaUo cS un corno diritto in fronte il fuo ca
po i fimile a quello del ceruo,& i piedi come [Ekpbante,
ha muggito borrido/nolto fono inclinati marnar le ucrgi '
m,& molto del fuo odore fi diletta A « i . L'un et altro jim
dea l'un Liocorno Candido piu che Candido anneltino .
Lupo Lat.lupui,èamrnalfacratoaMane,et figuralo per ,
lo auaro,et piu mgordo/t ueraee che tutti gli altri ani- '
mati;& ni folamite noce alle greggi; maagli huomini,
et nebulofi giorni té aguati, et mfidtefurtmamiienepor
tagà ammali (è noi impedito tmto ilgrigge uccide,
fiimido di non maipoterfi fatiate, ile peri ha mai tomo,
thè della uogliafi finq.Lafua uoce i lo urlare, & uaggbi
Tt.PkT.La nanfiieia «offra gentil agna .Abbattei fieri
ÌMpi.Orfi,Lupi,Leom,.dqmle,& Serpi Boc.Chelcorpo
di lei banca tra parecchi Lupilafcialo.il Lupo meglio fa
pruguidarelepecore.Lupo Grande, Fiero jiorribile J(a
paie.Coe il fiero Lupo le Umiìe pecore fenga difcfa fran-
gola,P h.D A u.Maladetlafi tu antica Lupa.Et una Lu
pa/he di tutte brame Sibraua carca ti la fuamagng^
^a.Poi fi riuolfc a quella ir.fiata Labbia, Et diffe taci ma-
laJetto LupoJ.auaro.Cacciandoil Lupo, & Lupuint al
monte. Aki.Sicomeil Lupo/be dipreda uada Carcoa ^
la tana;ar quando pm fi crede D'effer ficur dal cacciator
lafirada.Edafuaicamattrauerfar fi uede; Getta la fil-
ma/ doue appar men rada La feura macchia mangi, af
fretta ilpiede.Giamen prefli non fur quelli a fuggire.
Che fi fufiin quefi’altn ad afiabre.
Lupo Ceruero ha la pelle maculofa detto da Greci Linx. ue un
dia Cerniera & anche qui dt fotta a Longa, la fua uocei
orcare„efi- frenire.
Lom».Latd/najba la pelle di uarie macchie difìima,fi eoe
il iMpo ceruiero il Tardoela Tàtera.ll Bnc.fcnue die
fanciulli fiorétini uedendo il Tardo gridauano uedi la
LongaSfuejla adiique alcuni uogUono,cbe l'imédaper
lo Ceruiero/cUum il Pardo, & eòe pone THnio eoi Leone
fi mefcola, piheil Tardo i diale molto hbidinofo.Q.mflo
credo/nouefie Homeroa ìdurre Tarli buomo libidhiolò
uefiito di pelle di pardo/t alenai imfdono della Tàihera
la citi natura al luogo fuo diremo .Dku.El ecco quafi al
Terr«
ELEMENTI
Tem
ctmnàar de Feria Fna Ló^a prefla malto.
Che di pel matulalo era caperla, & piu baffo . Di quella
forala galena pelle. Io haueua una carda Marno unta,
Et con cjia penjài alcuna uolla "Prender la Longaala
pelle dipmia.
Lontra. Lal.lutra.i animale non mollo minore della l'al-
pe ;ma lungi ^épclncro;&ka il muffi agux^, & pa
jcefi dipefci, iquali piglia entràda folto t’acqua M majSi
mena a quelli iquali uede nelle reli , & quelle uolentie-
ri rode Offracela. D a u. Et trajìe'lfu , che mi pane
una LoHtra.uedi.a 1091.
Lepre,LatJepui.è animai nmido,paurofo, leggiero, aree -
tbiuto,la fua’uoce èuagirc. B o c . Come la paura fa Le-
pre nelle uepri nafcofaafcolta intorno a quelle noci de
gli abbaiami cani, fcu. Et la paurofa Lepre con duo cani
dimorafie.y utero correr Lepri, Chi due Lepri caccia. Et
ho duo Lepre! tini pur teflè lotti alla madre piagata deiar
co mio. AM.DAu.Che cane a quella Lepre,ch‘tgli aeetffa
LocM&e,Latj^molurisD a «. Mele, etlicuffefurnole
uiuandejChe nutrirò il Batlijla nel deferto.
Lucercola,o Lucena.Lat.lacerta,et ficut alij uocam Chal
cideni è fpelie di f irpentello dt colore berrettino, trouaufi
anco d‘ un altra fpetiepna alquàto maggiore,» uerde det
ta da Latini lacerta uiridis. Qjceffa fu adorata dagli
Egilti.Bac.t'nadelle piu belle giouam di Tifi, come che
poche ue ne habbia.cke Lucertole non paiano.
Lumacajrt Limaca.Lat.cocbhca ic,i quella che ha la feor-
gae^t da Thofeani e nominata Chiocciola , tt Ltmax , et
anco Lxmaca a Lmo,è quella , che èfeaga ta cafa. B.o a.
Senga hauere tutto di a fcbiccberarelemura a modo,cbe
fa la Lumaca, D a u.Come fece le corna la Lamaccia; m
ucce di Lumaca jna cofi di/ie per la rima.
MictorcHo,lat.marles tu, i8is idis, è animale non mol-
to grile,della pelle del quale fé ne fanno fadre bellijìime
ÌAz{tini.rottocanigrandi,& morJenti.Lai.canes ma'toret,
cr moloJli.B oc. Le mdi a i ftamhi duo grandi cr fieri
Maflini.il cuore a duo Mail ini il gittò , U quali affama-
tifiimi in contanente d mangiarono. Da», E'I Maflin
uecchio,e‘l nuauodayerucchio Là , douefagbou fan de
denti fucchiaa.Tiranno.perciodie morde come'l con Ma»
iìino..K « i.OqiialMaflin.ch'alCiotlob.uedia Ciotto-
lo.D'ogai Maflin uia piu crudele.
Minotauro Lat.Hauendo MtnosRede Cretenfi mandato
fuo figliuolo .Androgeo ad Alheneiilquale offendo roba
fio di corpo figni bora che fi trouaua in alcuna Lutta fu-
perauaciafeun’ altro giouane. Commofii adinuidiagli
Albemefi, & quelli di Megera con fraudo efio Andro-
geo uccifero,ilche Melò Minos fu concitalo a grande ira,
tir al tutto difpofe d fuo figliuolo uendi care. Congregati
gli efferciti,ér procedendo cótra loro in breue tempo mn
. fe &Cuno,&taltro popolo. In queflo tanto che Mmot
manteneua C effercitofeome ferme Ouidio) Tafipbefna
donna dtuéne in tanta befiialità. che i innamorò d'un To
ro difponendo m tutto di congiunger fi feto. Mòdo per De
dolo, qual era ingeniofifUmo fabro, & dettogli d fuo defi
derioffabrieb unauaeca.fitmle aduna , laquale d Toro
ne gli armenti pin moflraua fègmre , dr fabricata che
[hebbe, quella lucifere d fuo cuoio diflefè fopra la lignea
uacca,^ dentro mebtufe'Pafitpht.lndupe co queflo mo
io il Toro ad adempire la fica bejlìal lAUtnei onde fegfà
mj
che "Pafiphe iingrauidoret al tempo partorì uno ferociP-
fimo moflro nominato il .Minotauro. Conofeiuto queno
Minai fece al medefimo Dedalo ftbricared LaberMo,
doue détro rmhtufc d Minotauro, &fra [altre fue leg
gi dopo la pia uittoria degli Atheniefi , & Megarenfi
tmpofi dopo le grani conditioni della pace, che a certo
tempo doueffeto mandare un huomo al Minotauro adef ■
fere diuorato da luifinde che tra loro deliberarono , che
per forte fi procedeffe di trouarto,auenne,che una uoUa
cadde la forte dt Tbefeo figlio Ji Egeo Re di Athene; per
laquat co fa effaiJo éfpofto di uolere adempire [acerbi-
tà della legge, perueiine ut Creta, & prefentofii a Mmot
hauea Minoi due figliuole ff una chiamata Arianna,Pal
tra "Plxdra . la doue Arianna , quale era la maggiore,
ueduto Thefeo del corpo btUifìimo , S ubito dt lui unno- ' ,
morò,& dato tra toro ordine di parlari tn ficrao , con-
uenne con lui di camparlo dal mmotauro ff poi la pigba
uaper donna, & Jhedrafua forella maritauaad Hippo
Ilio fuo figlio. Conienti Tbefeo , & Arianna gC infegnò à
fupcrareil Minotauro , & etiandio di ufeir del Laberin- »
io . yccifo il Mmotauro,& ufetto del LaberMo , <jr con
uiitoria tornando ad Athene ne menò feco A rianna,&
Tbedra,ma nelTifòla di Cbio, come fenju Ouidio , onero ■
dt Tiallo,comefcriue Laltantio.LafctaArianna addor-
mentata,» partì uia con Thedra,laqualegfSlo in Albe
ne la fposò per fua L gii tinta donna, efiendo pviThefeo
andato co Perithoo fuo amico all'inferno per ricuperatio
ne di Vrofi rpinaàn quella fua abfintia, Tbedra s’inna-
morò iCHippolito,t!f lo richiefc di copula camalejlquale
non uoU rido confemire, [ amore conuertì in crudebfstm»
odÌo,&.ne ffgui quello Ax narra la bifloria ad effo[Hip-
polito.Scriuono alcuui,iho p troppo uinobeuuto Artan-
na profondanute s addormentò fu da ThefeonelTlfo
la Lfciata,Cr però Bacco la prefe per amica, CràonoUe
preciofitma corona fatta da Vulcano iToroCfé gemmo,
laquole ipoeti fingonu,tbepeifutraslatam fegno cete»
fle,& ha quella tmagine otto flelle,deUe quali tre fona
fpkdidifsime,Cr pero dice Da h .Haucr fatti di fi duo fa
gni in ciclo. Qual fece la figliuola di Minos(.iArianna)
Allhoraclx lènti di morte ilgelo,& il B n cJxUayifto
neamoroft.yidi quìThefeo nel LaberMo AlMino-
. tauro borrlii'.e,& nefandod-'infamia di Cmiera difce-
fft,Clxfu concetta ne lafatfa uacca.
ÌAontonc.Lat-tnes,& i U mafebio tra le pecore , ciffi del I > ^
to dai montare Ja fua noce i baiare, fu dedicato a Guute
dagli amicbi.Boc. Di MÒtooe fatto tornare nifhuomo. '
Si eoe fi mena un Mótone p le coma tn beccheria.T. Ma
uia piu d" un Móton bianco & cornuto. Che co qualuque
al mòdo s’acco^^^uia ; Quefì’eranccciouì'nfinaa terra
hirfuto,Hauea le coma ut piu nodi rauolte , Largo m le
fpalle,& nel mito barbuto ; Se nel fallare hauea le gàbe
fciolte Tenfat Ruflico mio, Ch’ogm grò macchia Di quelli
capi fallò mille uolte; Balaua aìlupo,a la uolpe,ata grae
cbia,Etfpcfieuolte mifacea fapere,Chel cafeio m'hauea
tolto la cornacchia ; Florida mia n' hauea tanto piacere i
Che cS le nimphe fue per marautglia lo ufue iufiemepim'
notte a ucdcre,Qud leggiadro corfier fi dèfiro tu briglia.
Si moffie mai f coffa da gb [proni , Cl ’r triaeonduocal
ci un folto piglia, de queflo fcótramte altri MS toni, Che
dettobawrt^fix mifnmebottoTie'leriafoferfcop-,
fiati
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1^^6
Tcrr* ELEMENTI Terra 167
pali duo tr<m;Htuea il ape duraci cernei cotto. Ter le D a n.Senxa damo di pecore fi di bUde.SkH.LaiiiiteTe
percoffe ft ,che ( iuerftrm ^Iprmo colpo bMttaua di core.PecturuiSi&opiliOfimtjl pecoraio,
folto lohom Montoìt conifuattrobelle Corna Ch’ogni Oiiiìe, Lat.ila flatUdellepecore.V t r. Etdtntrodalmio
altro urne a nrtar.&foioe Duce fìe greggitaici,e qne Orni qual fera rngge.B o c.'ìionalttnnente,tbe latrmà
gU foto aioma.lK».itml’!!eme come la feroatd de Moit daTecoradCintornoachinfiOmli.l} a h. Le pecore ri-
tOHi forandogli li corno prcffolaorccchiay fi poffamitiga mote eirtiagahonde,SttoTnan a Comi di latte note. Del
re , et come Ugjndoglt il dejtro telinolo genera femmt , bel Omle,ou'idornà agnello,
ir ilfim^i-o iHjfcbi. K AI. .An'^toT^ndo a gmja de Vorco,Lat.i!- fusnis.&maiaiis ìd porco caflritouolgarm
llonioiii. mente detto maiale,^ grnnmre , fremire 0 jrendire è la
MoIoOo è nate mordente ir grande , coineit can Corfo. noce del porco fàlnatico. A» i. yntenerVorcoptefobab
Lat.mololsus.T.Fatto nildamidi IHololfo cane. hiatalbotta,Cbe con gmgmto,e gran jiridor ]i Ungue.
ÌAolÌTO,lat.montirMm.FiT.Odelle donnealtero,&raro Boc.Bru.'ioeù'BitjalmaccouuiolanoHnTorco a Ca-
Mofiro.t.cofi molìruoji, cr come miracolo Sphmge Mo landrmo.Torco Grajjb.Ec come il THircopoichefente le
frofiedia Lato Re éT bebé. agate (àmie de cacctanti camfqnamofo con furia fi rmol
Mulo.liir.^ bardo nii,& hmmclut, i animale nato di ca- ge tra efii magagnando con la ganna qual m prima ginn
nalla generato , daunafmo , ir pero noi diciamo Mu- Jè.P nSariam pn degni di guardareVorci, che éhaue
lo il bailardo^ quello che non i nato di nero matnmo- re fopra huomint fignona.Torcile di Venere. L a .0 a n.
nio.B o c.Vn mulo^lqualeaombri.Vnagran Carauana Tra bruttiTorci piu degni digalle Che d'altro cibo, Cia
dt (ome fopra Muli, ir làpraCamcli. Et entratiinuax caper lo porco, aedi a laoj.
flalla tutte le altre befiicfuore, che quella Mula flalla- Pardo, Lat .pardus, & Icopardui. è animale ucloce nel cor
rono.Vna delle migbor Mule,ir lapin bella.D a h.Vì- fii,ir che ha la pelle nanamente maculata , come il Luu
ca bejlialmi piacque , ir nonbnmana , Si come a Mul. poceruierofi^ la Tanthera ideila cui naturauedidi jé-
ilì'i fHÌ.i.baflardo,percioihe,mulonafce da caualla ge- praaLonga . P 1 t. Intelletto uelocepiueheTardo.T.
nerato da un afino,&nS da eauallofib'i delta fua fpetie. Tardo Dipinlo,Maculofo,Vcloiifimio.
Mulattiere,^ colui, che conduce Muli.Lat.muho onis , ir Plilcc,Lat.pulex,i la pulce.Boc.Ma gh attempati ,fi co-
agafo quello de caualìt, ir ifafini.Bnc.Terlaqualcofa me efpcrti,janno meglio 1 luoghi, done fanno le "Pulci,
un Mulattiere prelà una Siecea, prima affai temperata- Da v .Qjiado morfi si da Tuli i, da mofcbcfit da tafani
mentelo cominciò a battere, liinulatticre adirato. Si Kìtnirro,altrmentidettoragano,&h!guro.Lat.laarta
ebe'l Muiattiere ninfe la pugna. mruhsfii melesjii,i animale finale alla Lacertaana pia
MiifielIa,Li(.^ gtle ei;ir uiuerra;i la donnola. anhnalet grande,et i di color uerde, i amiio detC huomo , ir comm
to aminoli &pciuito,comi [armcUino,ilgirofit fonili, batte col/èrpente.D a u.Come'lRamarrojittolagran
(nemica de topieir de frpentt, tir quando combatte col férga.De di canicolar cangiando Jepc Folgore parjelaui
ferpfre,corre amordereùt ruta per Uberarft dal ueleno; tatrauerfa,CofipaieauenendouerJòlepe.A 1 1. Vacon
teJieTtimo,& Muflellaiancho pefeemarino. piu fretta, che nonna il Ramarro Qjeando ilcielardea
fihzoll.Lae.'Hicedulaii ammalctto piecioto come il ratei trauerfar la uia.
lo,o fircettoidi color giallo ihuro;babita neglialbeh, i Riccio, Lat.bericius.animalquodfetishorrcttè animale fpi
animalettoa^aidomeflico,caminafuperunjilo fattile, nofàaguifadelllfricefiuogUanéreTorco fpmofo,&
ir fu per un p di frtda,ir non fono daniiofi. alquanto men gride del comgho.pl fuo capo è fatto agni
OrCo.Lat.nrfusal dtmtnuuuo ò urfului , i animai noto .la fa di quello del porco, quando Jente flrepito, 0 che teme di
fuauoceioncare.PAr."ìfgnduoifhuomonauncorditi alcuna cofaji ritira in fe,&fafiim foggia duina palla
gre,&i Orjo.Ouclla burnii fera;un cor di tigre, od'Or rotonda ir fpmofa,pratua nelle uignefitfra le fepr, habi
là.L’OrjàrabbiofaperghOrfaechifuoi.Orfi,Lupi. bita ne gh arbori.ir lui fi raguna di diate il cibo perla
Palafreno.irnii di fòpra a Cavallo. uemo a guifà della fom.icafi fmtlmentt un pefee marì-
Panthera Lat.ba la pelle difinta di macule, &idi tanta no,coji nominato,ir Rieiioaneho i quella coperta /pino
uaghr'da.th'ogmfcra la defdera, ma temono delia fie- faplouenaftono dentro le co fagne.
rcr^fihe dimoltra tella iella. Onde occultando il capo. Ronzino, Heiii é fopra a Canada,
ir mofirando il dojfo, alletta con la belleg^a della fua Sx\iminiiriLa.ianmialetnfermadiLacertaJlcllataet
pelle uarielierc,irdapoieonfubito empito le prende & maculai a;& non utuenumcandofidi fuoco, comealtri
diuora ir Tanthera c ambo rete p< r pigliare uccelli. diiono,nia fecondo che ne ferme "Plinio mai nan nafte fe
Tecorx,Lat.pecus dii,maj ^ fem.oun, ir ouicula il dim- non nelle gran pioggie,ir non moreje non quando è fere
imtiuo fu dedicata da gh amichi a Giunone, la fua noce noli cielo fiuero quando (gran caldo ,ir è fi frigido , ihe
ili balare.B o c.l motti come la Pecora morde, deono toccandoti fuoco lo fpegne a gufa di frediifitmo ghiaccio
co fi mordere f uditore. "Ifqn altnmeme che la timida Te ir non pero per quefto ne more ; ir alcum uogliono,che
iota if intorno a thik fi Omh femente 1 freméii lupi A m. fiaammaleuelenofr.Vn.Straniocibo,irmirabilSala-
HÌmlafciateahnenouccidere,iomcfarmoleiiutide"Pe mandra.SA u.Vengaame Salamandra,
corelle a fieri lupi feitgf alcuna difefa. P h . Conofeondo Sìtno,Lat.fatyrui,ibuomo,i,-antnuleaJfaiaoto.Bo c,
ebe’l cauaUere era entrato nel Tceoreccio.i.era cntràto II Satiro reojnaluagio . & co agrejìeafpetto, difpojlo a
tuiciarlare.QiiefloTeeoronemiuuolfarconoftertlefe mal operare , augurio di futuro infortunio. P i.T. La-
f emine fiume fe io frfri nato bicrLTeniò eh rifondergli fe fcia arJar Tan con fua turba ftluauco Di Salir nimpha;
ewido che alla fua Teioraggine fi cÓueniuaà.befiulità. t’hounoipie capticoli,Cmetufai,epelofa ogni natila.
11X7
-è.
'..A'
Terr»
ELEMENTI
Terra
fatte le code a quelli Topi. Etfe feiuouo le donne un To-
po andare per rafa.A > i .Duo dx'l mago al gatto ^egU al
tri al Topoi'ajfomiglut.
Toro lai taurus, lajua noce èli muggiare , e animale cor a ago
mgero.ferotejndomiio,fiaiuiiianic.\int.JLt per lo dolore
feiitito loininiiò a niuggiare,che pareua unToro. L'indo
mito Toro. Come ifunoji Tori nceuuio il corpo del pefan
temaglio. D * s.lt ciecoToro piu auaccio cade. Ter
cbe'lTorello a fiialujfuria corra. Ao x.Comeuide Hinal
do.chefi mafie t on tanta rabbia mtorno a quel fignore.
Con quanta andria un Leou,ch' al prato haucfie Fiflo un
Torelyth’anthor non (enta amore.Come partendo afflit-
to Tauro fuole,Cbe la giouenca al umcuor cefio babbia;
Cercar le feluef le riue piu file Lungi da i pafcbi, o quaU
che arida [abbia Douemuggiar noncefia a tombra/tl
fole,'Heperò fcemal’amoraja rabbia; Cofifcn ua di gran
dolor confujò II Re d" ^Igier da la jua donna efclufo .
Satiri, & fautù,Ae leggiadri dannano.!» u.Che alla fo-
nora tibia di Vailade,per laquale il male injuperbito Sa-
tiro prouocò .Apollo alli Jiioi danni. Quattro Satin con le
corna in tejla^ i pieé caprini
$cimiì.Lat.liima,&- in plu.fnnia.tà'fimt<,tìr pithecusjtni
mal luto, quella fu da gli antiihi dedicata a Minerua.
Dan. Com'iofui di natura buona Siimia.ucome Siimia
fèppi bene contra fare , ir tmuarefalfifuando.fc t i.Col
uifo altri distimie alt ri di Gatti.
Scrofz.Lat.porcafetuolà/laporcafattrice.D a». Et un
che duna Scrofa axfrra,& groffa Segnai’ baueua'l fu
facchetto bianco.
Tioiitiè il luogo doue Hanno iporci. B » c . ynmercan-
tuccioufcUo delle Troiate ,ueliito di Romagmuolo.
T»lpi,Lae.QjtelladagU antichi fu dedicata alle furie ht-
fernab.è animale fimile al topo, ir fi fla fótta terrai mi
lapelle cuopregb ficchi, irpcroè detta cieca.D A u.per
taqiial uedefii Npnaltrinienti che perpcUeTalpe.AAi. TsiUTofegnocelrne,uedia S6o. al luogo filo,
è come Talpe Lo riportano ifuot di qua da Talpe.Sa u. \3iCCl,Lat.è la femmadelbue S a u. Domandò a quei bi-
yna cieca Talpa. folcbi,feunafiia l'acca uedutahaucfieuo.tt lemie yac
Tiiìo,Lat.tercdo,irtinea,uermisaterendodi3ui,èani- cheégiunenonufcirono dellathiufa mandra. Houe-
mal,che nifcene legni ueccbi, ir quelli coniinouamente duta la innamorata yaccbarella andar fola . La.uaccu
rode,0‘ però dice il Ptr. Che legno uecchio mai non ro- la, ir buculaA-
fe Tarlo. A » i.che come Tarlali tempo al lungo andar \lcciro,Lat. bubulcusjè quello , che gouema le uriche,
qua giù diuora. Sa a.Ouc trouai da dieci yaicari, ihe intorno al ucneran
ia>9 TiKo,Lat.taxuièanimalefonnacchiofo.A u.Cofiprofon do fepulibro del pallore .A ndrogeom cerchio dà't^tiano
damenie, che mai Taffo Ghiro mai l'adormentò \elt:TO,Lat.cams uenatortut ,ècaiie nel corpi uelocifiimo,
quant'elfo. Etgh orfi,e i Ginn, e i fonnaccbiofi T affi. da caccia . B o c. yna ueltra negra come un carbo-
Tigrc ,Lat.tigrii. Lafua noce è rancare AT è animale uelo- ne affamata , & fpauenteuole mollo nella apparenza .
ttfiimo nel corpi fecondo è feruta nelle naturali biliorie, P • r. Cacciata da duo yeltri un nero , i un bianco, ine-
che'l cacciatore quando laTtgre è fuori effendofopra un taàdeliilgiarn0& lanotte.D a n. che l y eltro y erri,
tteloctflimo cauallo piglia tutto il nido ir fugge,ma lafie chela fa morir di doglia.
ra tornata & trouaio il letto noto, fegue all'odore il Vermo,iryerme.Lat.uermit.P i r. Mentre che'lcoè da
tacciatore,ilqualecomeeffaiauicina legittauno de fi- gliamorofi y ermi fu concimato. Rn c. Comare quefli
gli , ella lo toglie & toflo riportalo al fuo nido , ' itorna fino yermtrù,che cgh ha nel corpo.T ra yermi del mor»
ffi'egli cofi ne gitta uno altro, femprefuggenJo,&ef- tocorpoconueniremonre.Xì ah. Che gU animali mfin al
fall prende ir riedefin che’l cacciatore è giunto in ma, pictiol yermo Cafearon tutti. Qjiando ci feorfe Cerbe-
ro co la preda, ir la fiera re fia albi o fremido iratamen ro gran yerme,ir midas lo uermo della faua ,
le.onde'l Aai. Come It Tigre poi eh' in uan dipende Hel Vitc\ti,Lat.uiculi.lafuauoceèmuggiare.B o c. nell A u.
noto albergo,e per tutto t'aggira. E i Cari figli al ultimo Et le y nelle di latte.T.Haueafra (altre una rofìa yi-
comprende E[fergh tolti; auampa di tant'ira ; .A tanta
rabbia tal furor s'efiende,Cbe ne a monte , ne a moie a
notte mira , tfe lunga uia , ne grandine raffrena L'odia
che dietro al predaior la mena;Cofifurendoil faracin bi
fifarro. C'haurebbe di pii tà fpe^^to unfaffo,ynaTigra
lift
tella Tanto gagliarda,che già nulle honori , Et mille rie,
chi pregi bebbi p quella, Correua a proua & uincea quan
ti Tori Son quinci mtorno 0-fempre ntornaua Con la co
tona dÌHedera ,'ir di fiori. Jan./ miferi yitelli fugan-
do le ficche poppe.
crudcl fatta clemente. Ptr.Etpoial partir fon piu lene, \ o\pc,Lat.uulpei,ir uulpisjè animale .Alluto,Malitmfo,
cheTigre. Quefla humilferauncordiTigre,ìrd'orfa. Ladra,Malnato,Trifio.lafua noce è gannire Dak. Le
Sa H.Eteerco unTigre bumihar piangen^,TigTcan- opre mie "blonfiir Leonine, ma éyolpe. Del tnomphal
cho è fiume uelocifimoaiedi al fuo luogo. uehicolounayolpe.Trouale yolpifipienedifroda.
Topo,Lat.mut,ris/ il fòrice,o ratto di cafa,ir forix è mag Zcbe,Lat capra ir pecudes fino le capre cofi nominate da
fiore d* filuefìre,& muf xrda è il fuo ilerco.& mufipu pallori Tinfcani D a h . fofte fiate qui pecore. Zebe .
téla rattaradouefipighanoefiitopi.Bo c.La batta- A 1 1 ah ifortunata plebeSempre è m conto di pecore,
gktdeTopi,ir delkgatte.lnfinoatanto ,cbe io habbia odi Zebe.
(
LIBRO CLV I N
A
T
N
o
I M A
i68
ANIMA.
■7s(_i « A. Due fino le apemtioni
tUU'^niiua , àoè lo Intendere &
il dolere; ma prmapalmente le
intendere i ptn proprio à effa
^mnuìpehe U tofa intefa e uni-
nerjale^t in tutto é feparata dal-
le eoje materialt,nonlècondo tef-
1 ;ore,mafceondokoperationedel
l'inteUelio,& periamo non iimprejfo in alcun organo
eorporale. pituite operationt,vuero pajiiom fino comu-
ni aWanima,^ al corpOyCotue Ira/jdio,Timore ,Cona
fidentu, Defiderio, Umore, Manfieiudinc . Vercioibe
fono fatte con moutmentOySr alterauonc del corpo,per-
che in tutti quelli fi moue U core allargandofi , o njlnn-
gfdofi.ueé ad Ungete a i S.doue haibtamo partalo di ef
fi Unima piu largamente.
Unima,Ulma,Unimo,Iniellelto.Ingegno,Crruc!lo. Senti,
mento, S enno,Spirito, Mente, Memoria ,Remintjcem^,
Ràmemoratione,lntelligeirga,ObbumcJntentioiie,In-
tento,Uttenlo,filo,Uueémento,Conofiimento,Concel.
raccapricciareahigottire,igometart,Bfare,niouere , eom
mouerc^oi(plare,eercare,capereJaJiidtre,noiare,atteg
giare,trauagUare,moUliare^ttcrelcere,rmcrefcere,inje
jiareJouemre,impeére,impacciirc,meure,aJicdtare,tÌ
foriare,fc5fortare,difconfortare,confilare,raccòjotare,
Jconfilare,ingombrare,difgomòrare,credere,dijcredere,
ajfermare,negare,marauigliare,aff^inaarejdotereytddo-
gUare,angere,attnflare,cotttriJUre,affiigere,opprime-
re,penare,liratiafejiruggere^ijlruggere,pefare,debra
re,farneticare,uaneggiare,ritu7;garedpaxj;ire,peccare.
Aaim2,Lat.&ióui.fcdaiaefiuita^ ammicóJilij.P i t.
Umorofi,Seaca,lielìa,Chiara,CoHtcma,Degna,f elice,
Citile,Craue,lmmortale,UggiadraJjcta,Mella,TcUe
gnna,Kara.Sita,SaoUa,Scolotata,Spéta,Siàia,Tntla,
yera, Umettala dal cieLS ciotta dafuoi nodi . Di uirtute
amica.M attenti UnimaTrilia.L’Unmia, ihe peccò jol
una uoita.L’amma dal dolor uinla.tt la l'iitu,ibe l Uni
ma còpaiteje ri anditi pace i'Untma dièta Sciolta dal
fonno a fe ftefia ritorna L' Unirne abe tatù fin lUtadme.
S' anime fin qua giù del b( prejaghe.O febei quell' Uni-
mecdx'u ma Sono/i farànodiuemrcal fine.Roc.Umma
Benedetta.Bé dijpo/la,Tq,obile,f'aloroja,imarrita, Cra-
tiofa,Febie,& ( la lnaamoraia,Untina mia dolce,Uni
ma mia bella. nidi [Indice.Dc h. 0 aia lorteji Màioiia.
naUmma fia,a ciò di me piu degna, U'ia mal nata.T n-
lia,fclla,ForoceUit Traue,Ujj'annate piu T^ere , Tiu
de,Crudeb,& Untma mia p la lnnamorata,uedi a 6}6.
1o,lmaginatiua,Imaginatione,Upprenfiua,Stimaiiua.
£jiimatione,Fantafia,OpinioneyUuilo.Hgiitia,Tenlic-
rD,SperanttaJpemeiSpene,Fidanx^, Sicurtà, Creden^, Alma, inuecedeb'Unima,èuo.pro.Tix.Ulma,Ungeb-
yo glia federe, yobmtà, U bel Jludio, U pojla, U fio eafieita,Buona,l biara,Humile,Jgnuda,Uue , Hobite,
fenno,Ufuafieba,Ubada,Urbitno,Làcrtà,Tarere,
Cofcienxa,Seniengq,Defiderio:Deflo,Defiro,Deftred3a-
fiare,Brama,TalentoUpptt‘lO’^'“&^'^^eliberatu>
ne,'Propofito,TropontmentoJ>ifiofitione,Conofctmento,
Urrendeuole,Tema,VauraJ>otiaiti^, T errore, Horro-
rr,Capriccio,Marauigba.Stupore^ lupefatione, Credibi
te,Incredibilr,Uttonito,VaHeHlolspnuento,Smarrimen
to,Tremore,Faflidio.'Hsia,lnftllaiaei!to,lmpaccio,Tra
Magfio,Cordogtio,Molellia,Ttdio,!mpedimento,Conjor-
lo,Sconforto,Uffanno,Dogba,Dolore,Duol,Tribulatio-
ne,Vena,Stratio,Martirt,Cuai,Ungofcia,lra,Odio,Con
filenga.Manluetudtne,Umorc,BeniiiogbcHga, c^fimi-
li.Sì,'Hò,'Hó,He,UffeTmatiuo,7iegatiuo, y irtu, Igno
ritia.R(n^:^a,arolìei!p^,Siiochcitja,Stottitia,Ta'^
•^,Mattc‘l^,tnfiniad'uriaJFoUia, Frenefu, Ignoran
tia, Ro‘^,Grqfsodlintugp^to,Incaulo,Dtjitpito, Balor
do,Baderlo,Bergoto,Scempio,Lcggiero,Smemorato,Deli
Caprone, Tecorone.
Ummentare,ràmentare, ricordare jiordare,ohliare jrà-
memorare,(memorare,mébrarejrimfbrare,imaginare,
iugegnare,pifare,diuifire,flimare,comftere,riconoffe.
re jrauedereaóprendereatifcernere.laperejpiare, incide
Teufinggiare,parertaiedereaintiuedereabuedere,aucde
re,mirare.guardare/corgere^ttendere,confiderare,fpe
rarr,jidarcJicurareaiifiareJbramare,appetire,uolererdi
fuUere , riuotere ,fuogbare, hmogbare , fentire, bbera-
refiibura re, fili ra^jconucnirefietiberare,éfj^rre,fcn
tftiare, agognare, affermare, temere,lmartire, dotare,
•dòbrare,panéiare,fiaucntare, tremare, accaprictiare.
Reale, SoL,yaga,Binaia,Centite,Febce,Scioltad-Uia,
£fiedita,DiuayUlbergpd'boneSlàdiigntJinna if impero.
Dubhiofa,Cieca,Defuiata,Fralc^igida,Sbigoltita,Stàca
Scòfiltia,Mifcrad«gÓbrata.Dmija dal core,tiodrita in
pene.TriJln,yillana,TnuaXUlma cb'i fil da Dm fat-
ta gittle.Oue nel fio fattor l'utma s'ntema.Febce l’Ul
ma ,cbe puoi fòfpira.Oue le mébra fanno a FU Ima ut lo.
De FUlma,the traluce con un uetro. Tur S algar F Ul
ma a quel celefle rigno.L'alma th'arfe pici fi jfejfo & al
fe.L'Ulma che’lgrà dcfio fa pròto & leue CòjoUt.Roc.
non mai mi Ulma p Camma Jè nò una uolla , Cy quel-
Funa aniltor per error di ftipa.D a n.Dice ebe C Ulma
alafua flella riede.Ch' Ulma beata non poria mentire,
prima cb'abrUlma Del triompbo di ihnjlofu affunta.
Ma quelFUlmanelciel,ihepm fifihiara . Ulma Sde-
gnofi,a mirar una de Cutme, Ulma adietttuo,cioi nu-
triate /tebe nutre.uedt di fotta a uiuere.nò i delle profe.
ro,Matto.Slolto,Pax;gp,lnfino,lnfcnfilo,Fatuo,Furio. Ombra perFUnima.DAu. Rifiofedcl magnanimo quel-
fo,Folle,Fotletto,Siiocco, farnetico, Beuone, Bejiione, l'ombra.
Animo.lat.aiia.Ptx.U}oStàco,Inuefcato,Crudo,Uni-
mi Getib,Uccefi,CÓ f Unimo al fio dóno fempre actefi.
ch’ai nero honor fargli Animi fi accefi.Sfjieiiaiibe col
mirargli Untmifura.Boc.Unimo Citile, Liberale Jìe
fiderofi,Generofi,Ulto,Ultiero,UltijìimoJ^ortefiiero
fermo,SUurv,Magnijito, Intero, Romano,UllÌto , Fra
ttlleuole.RtpofatoMàfuetojBuonoiPatiente,Toio,Toue
ro,yario,Smarrito,Femintlefiònefco,Reale,Fetto,Tie
no d’ira,!! di nial talfto.Ummi'Pepimi,CentibUcctIi
Calimi, Difpofli, Tieni di compafiione.Ummojamite Ci
mone fopra la tefla ferì.Unimoftniente ragionano.Se tu
narrai jensca Unimofità giudicarti tu dtrrai . Uccioebe
e
■h
t -
Terr* ELEMENTI Terra
dhtnii ^mmofi.i.magmnimo.Contri di loro ImmmUi glie era fauifiima^cttm tefli hanno Infenptto.
ttedi aU'indice.t) « «.La fama noflra il tno ^nw$o pie- Yorfeanito.Lat.Demens.è Umedeftmoehe Infenfiio^ioè
ghi.L' animo [magato. Drh^ nerfò me [.Animo e’I noi» fuori di fcnfo^o.Trouen'^le antica. Da n .forfennata la
lo. Di che [.Ammo uoflro in alto galla. Infiammi cantra tri fi come cane(parlando di Hecuba conuerfa in rabbia
ne gli .Animi tutti. facagna)uedilaHilluriaa lìo^. K« i. Et fembraf or
Pufillanimo.£4f.e!r animi humilis , praparci , & mitro- fennata^h'adofio habbia "Hon un demonio Jol, male deci
SchuSyUal é poco ammo.o uil d’animo. Boc.l'n Tufil ne.i.}demoniata.m dica.ilx'l Forsfnato e furiofo Orlhdo
\mogtOHancUo.tloifiamomobili,rifrofep>fpettQfe,TH Ath2minte.inpino.Lat..Aibamas quefio fu per Giunone
fillanimi,et paurof e. Se tu cofi Tufitlanimotcofi [caduto. condutlo in tanta uifania , furerete uenédo Ino fua
*J5 Jnrclletro. Latjtelle[ius.Vn..Alto,.Angelico,Humano, moglie co figliuoli gliparue che fofie ma leonejia con
J[obile,f'eloce,Tigro,Voco,Ofelo,Int<lletti A'ag/ji, Hg duo LronccUntl perche prefi l'uno chiamalo Learco, efr
bih,Dolci,.Alti , Lena da terra al cui nofiro Intelletto. percoflelo ad un fafioiOude Ino fpauenlata corfe al mare
Et pur.come Intelletto hauejle,ey- penne. Boc. Slgelben portandone feto l'altro chiamato Melicerta,& con quel
che fa contento l'Intelletto. .Altri furono di piu fublime, lofi otti in mare, & furono toauerfi in Dij marmi, &■
tr mighore,& piu nero 1 ntelletto. Huomo d'alto CT gran quefio nominarono i greci Leucothea^ i Latim Matuta,
de Imelletio. De «.Che berne fa tra’l nero, et l’Intelletto & quello Talentone, & t latmi Tortuno,delqual parlan
Jntendere.Lat.mielIigert,percipere.uale perfettamente [a- do.Ì>n «.largameme narra lahifloria,douedice..Atha-
perCyO conofeere. Pi-t.Ouefittthiperptouaintédaamo mante dtiienne tanto infimo , Che ueggeudo la mogUe co
re Spero forfè th'ogm huom,ehc legge non intenda. Mi- duofigb yenir cartata di ciafeuna mano;Cridi, tidtam
fera no intendi. Et come tardi dopo'l danno imendo. Hor le reti, fi ch’io pigli La leone[sa,t i Leoncini al uarco Et
ab e.xperto uoflre frodi mtendo.Intédami chi poiché m’in poi difiefe i éfpictati arligh TrendendoCunc'hauea no-
tenifio. .Altri che noi [o ben che nonm’intéde. Etjb ch'ai me Learco Et rottoloAfi' percofielo ad un fafioi Et quel-
tri che uoi neffun m' intende. Ch’altri non m'intendeua. la s'annegò con [altro carco.
Mafpcro che fia ime fa, La doglia mia.Se mie rime intefie Scntire.Lat.cognofcere,& intclbgere.ual conofeere uiden-
EolUnfilunge.lnonhntefiaUhor.il buon ReSicilian; do.? i •c.Eoloa'ì[ettuno,& Giunonturbato Ea [entir,
che'nalto imefè i Et lunge uide. Dolce partar,& dolce- a noi come fi parte. E ammi [entu é queW aura gentile
mente intefo.Et igli,i t'hauea già tacendomi efo.ouer co Di fuor.Credoperpiu dolor iui [entire. Efchme'léca;
leparolelntelletledanoifoUambedui.Boc.uediaWln- thè' l potè fentire.ltalia;chefuo guai par chenon fema.
dice.D * «.Turalapcgolaeralamiaintefaideflftaua Credo che'lpmtaogni gentil perfona, E'I cantar ,the ne
attento . [ anima fi femeJOi fuor, fi come dentro anchor fi [ente,
.Afiaggiare.Lat.fiagire,probare.gu(larejirpraguflare,ua- Ch'jfrtp,Micene, tjr Troia [enefinte.Chefentédo'lcru
le acutamente fentire,àoè perfettameme,& fottilmenie del,di c^io ragiono.Senlendomi perir finga alcun dub-
intendere;onde affaggiare il umo,iguflando acutamena bio. Confò) finti me tutto uenir meno.Che duol no fento,
te[entire,e<reono[eere.'Boc. Mfiaggiamo il nino èque tu fintimaipoi.Tu che’lmiomalfimi.lo finita dentr'al
fio nolente huomo.Tqonafpettate noi è affaggiame goc- cor già uenir meno. Et del mortai fentirongli occhi fuet.
0010.11100 ni potrei dare ad intendere, tome è buono il ui Tur no f cnttfii mai mio duro thofeo. Se tu fintifti La mil
no [e noi non [ afiaggiafle . Molto lofio bauete noi tran- lefinta parte 'Ch’io ho fintilo & fento . Sento di fuor con
gugiata quella cena ,Tietro rifpofi, non [habbiamo noi giarmc.aquel,ch'iofintoènuila.Terquel, cb'iofemo.
afiaggiata D a «.Come colui , che nuoue cofi ajfaggia.i. hor ueggio&fhuo Boc .uedialtindice.
guflafintendocofe nonpm nedute da lui. Etdipo^fca Senùmento.lat.finfus.Boc.Mlcunieranodipiucrudelt
ghonleuimoi Saggi.i.pochigradi habbiamo affaggiali, SentimentoideSìparere.Tarédomi ciafeuna di noi haue
ef-permetafitliti. refentmentodi donna. Gb uoiefie bifinarritauita,e'l
Senro.lat.finfui.T t r.Senfò Rumano . Sono i miei Senfi Sentimento riuocarejera è buon Semimemo.i.ricordo,
ua^ipur iahe7g^..Al ner non uolfegUoccupati Senfi, huomo di poco Sentimento.
yergmed’alti SenfiàmieiSenfidifperga. Ma’lfuon,che Senno.Lat.finfus,fitpientiaingenium,èilfipere. Theboi lljS
di dolceg[la i Senfi lega . Regnano i Senfi , & la ragion è il [uo Dio,& Minerua fua Dea.Por.'Hfngàno altrui c3
morta La ragione fuiata èetroaSenfi.che m’hanno fiat- tra’l [uo Sfno nale,a me pur pare Sennoanon cominciar
lo «fi Senfibilterra.i.èfeiifitiuotorpo.Boc.Ognifenfóp- tropp’alteimprefi.Ou'e'lualorjbicono[centaje'lSenno.
duto II uifino Senfo de gb huomini ui prefi errore.qutlio Boc. è grandiflimo Senno . Il Senno è grandifiimo
credendo efiere uero.ch’era dipinto Et come che fofie rot pericolo traheU Sauio.Huomoè alto Senno . Inmitbot
to il [onno , dr i Senfi hauefiero la loro nirtu ricuperata. Senno riuenuto . Il Senno di una ualorofit donna. lìmi-
Jtìfinfiire.Lat.reuiuilcereeripigbar[enfo,etritamareinfe. ractdofo senno è Salomone. .Animoromano,ó‘Sen-
Dcn.lHtantochetulirefinfidela ulta. no .Alheniefe. Lacuietàeragrandejma’lSennomag-
Jnreitfito.Lat.infanusJlultus,amensaialde finga Senno, giore. MamfeftofignodtpocoSemio, Terlofuolau-
B o c.Ferondo m ogni cofafemplice.cg Infen[ato.lnfen[a deuole Senno . Confortati , thè tanto manca il Senno
to anhnale.Infinfatamente et dando . Quefte donne, che quanto il conforto ne fauq.ll Séno de mortab. ueè aU In
coftmuiole ^ Infinfibili Hanno . diee.&uedia igg.
Din>ipito. Larjnfipidusualleitgafale,^meta,ualSempli .Afiennare,Latjdocere',inflruerefidf Cenno.ufar accorto
ce. Lai. fimplex.B o c.. Et quantunque Eerondo fofie in ^ [amo.Dc«.Teròt'afienno,che fi tu mai odiOriginar
ogtii cofi fimpbce , Difiipito, in amar quejla fila mo~ la mia terra altnmentHa uerità nulla mégogna fiodi.
' Ingegno
Ingegno. Lat.u!^nmm.lBmgrgno lmejligj,& la ragione
gùtdica le coji mueiitgate dtdla Ingegao,ti~ la memoria le
/ripone cpfi giuduate . Qjiod tngenmm fu ex t enfio puetle-
ftni ad miognuorum cognitionem. P h t. Ingegno ^Ite-
ro^lto^^o. Chiaro, DiboU,Fero, Humana, Offefo ,
j,4!fannato, Bajìo , Debile , Ffato, Ingigm Caldi Jjofchi,
Rintux^li,Sciotchi,Sordi,Tardi,HHmiti,'Hom.,Aecam
fa ogni tuoi ngegno figm tuaforxa.Et qual Ingegno ha fi
forale prefìe, CoutracuinutloIngegno,oforxjHalme.
Ter fuggir quelli Ingegnilòrdi, &lofibi. Cheningrgno,
Melmgua al nero aggiunge , Contro laqual non ual (or^a
- Perite la ulta è breue , Et l’Ingegno pauenta
M. l'alta impreft . Ma l’Ingegno ,& le rune crono fcarfe.
Àlainon paria uolar penna i Ingegno . Indarno a l'opra
■.ttolfe Ingegno & tempo. B o C. Ingegno Humana , Beni-
gno,Tronto,Cotamo,Crojio,.Alto,iiOttile,Marauigltofo,
JD'altiffimo Ingegno dotato. agu^p;ando [Ingegno. Con or
te,(ìr con Ing. gnojjtSìutia. Con certi fuoi Ingegni J arn-
ficq,oordignt. .Addormentati Ingegni. D A u.Tenfa bar»
mai per te s'hat fionClngegno .
anima itfj
noia mia Mente i piéna.Mente mia Aeprefaga de tnoi ii
m. iiual paura ho; quando mi torna a Méte £jiel giorno.
Ma tornandomi a Mente.Onde piu cofe ne la Meme fent y
te f'ò irapajfando.Ter tutto ciò la Mente non s’acqueta .
Che ripéfaiido anebor trema la Meme. Ter ^gner de la
Mente fiamma inftna . Ton Meme al temerario ardir di
Xerfe. Ton dal del Mente.Et pongo Mense intorno. Tor-
na a la Mente il loco. Tqe mi riede a laMente maiquel
giorno . Difegno con la Memeilfuo bel uifo. L'un peiificr
parla con la Mente, er dice, iqon ti fouien di quell ultima i
fera . B o c. 'Hel fecretode la diurna Mente, f'npenfier,
che nella material &gro(ia Meme gli ragionano . Santa j
& Corrotta Meme. Ben di^Ha Meme.poner Meme,
bauere lui a Meme. Da incitar le deboli Menti. E' un de-
siare nelle noJlreMemi . nelle Memi degUhuommi . lo
tratto dalla Memale cecitd. A m. uedi alC Indice . D a m.
OMemecbefcriuefiidòch'touidt.Au. i.adegh huo-
mtm mferma e insiabd Meme Come fian preSii a uanar
difiegnoTuttiipenfttr Mutamofacilmeme, Tiu quei che
najcon tt amorojò fdtgno .
luge^noCo.LatJrigeniofutfmdensJòlers. Tsr. Onde con .Ammemare. Lat. reminiftijrecordari. ual ridurre alla men
ftldexir Ingtgnole cbiaui. BoC.Sopratmtiipajloriln- te, ricordare so rammentare. Ti oc.O fiorio non tammen
%eniofifitmo.Tn.uediadIngegnoficelebrati. tiBiancofiore! A u.D un.Cbcbuon farà colini , s'an-
lngtgnare.Lat.fcrutari,inueSiigareàndagare,pemeShgare, chort’ammemaDiciò.Set’ammemaJìt come Meleagro
ferquirere , exquirere , canari , ammadueriere, imueri . Si confumò .
Tt r. .Amor l'ingignaCb'i mora a fatto Et par bench'io Rvnmemare. Lat. remimfcik.il ricordare ,& ridurre alla
m ingegni Che di lagiime pregni Sian glioccbi mui.S'i mente. V tx.TadredelcielRammentalorjcom'hoggifo
poi tanto ingegnata. Che. li oc. Et in tutto l'ingegna far Sliincroce.Etmirammenta la mia dura forte, è oc.
■ohe la copi hahbu effetto. Ingegnandoci noi di forni bona- Che io per mefquantknque la memoria ncerc hi ) rammi-
, re & piacere. I ngegnandomi di piacerui . Ingegnandoff di tare non mi pojio . Et perciò rammentati fi ad alcuno fe-
farlo parlare . llquale come molto %'pigegaaìSe dt parer gnale ricono fiere la credeJSi.
fórno . fingrgiiajUé torre itoi medeftmaaTebaldo.ke- Meateaitt3gpne.Lat.dememit,amétiaAtobliuio. Boc.
di all’indue. EteffindocertocmperMemecattagg/nenonauenire.Co-
Sc/lettc,Lat.filers.kalingcmofo,acutOArtifitiolò, Ari. me colui che Memecatto non era . Lat.memccaptus ,0"
forfè eh anchor ci put Solerti SludiToi ridurrò quefio la amens.Hauere per manto un Mentecatto.
«or perfetto. Tnrcixriggine,oTracutaggine,comehanHoalcunitefli.
1141
U40 Cerucllo . Lau cerebrum . pofi» per lo ingegno dal Boc.
Sjtàtunqueallagràdctpta del uojiro Ceruellofiaptcciola.
Spirto, (Sr jpirito. Lat. trffiritui. Ttr. jlctefò , .Amteo.,
.Ardente, Beato, Cele [le, Diuifo, DogUojò,Dolce,Erran-
te,Felice firmile JgmtdoJnuitto,Libero,'ìiudo, Tronto ,
■S ctoUofi oaueJ^ago,yltimoJjiliofSptnti .Acce fi, Chiari,
latjmcursa,fecordiafir quaji imusso mera <Afcuntas,cbe
«ale (feurità di méte,inauertcta,et incófideratione.Boc.
Et fe medefimo della fua preterita Tracmaggine biafimi
do..Acciocheiunperifibifiltà,operTracutaggiiie nonca .
defiimo m quel/ii che. Sìjial mifiria,qual tepideggf,qual
Tracktagginetea tecofi baueadelia memoria trattai
EUtti,Famebci,fraU,Bjfiretui.Af^tt,Stancbi,Tàtt. co Tracotanza , come fi leg^ ne tejli amichi, iuoce Tro. che
me pofioH quelle membra Da lo Spirito lor uiuer tornane,
Ouedi Spinto prua Sia la mia come. Spirito piu accefi di
kirtuti ardemi . lofimia demro al cor ^ uemr meno Gli
SpirtùTrafiemi a quei tre Spini,cbe njiretti erano.Boc.
lo Spìrito fimo. RabbiofoSfmto,Maltgno, Romano . La
nobiltà del fuo Spirito. Diurni Sptrui. Incredibili. Con lie-
ta rijpofta riconfortarele i miei Spiriti. lume ogni tramor
Oltracotanga efii han detto ,iU medefimo chef rafeu rag
gmejtbe uaU Trofumionefir aulaaa,^ dinota trapafia
. re [ordmeÀa quotutJjtt.quafi fuori del quoto,che uale il
quoto mordine. Lat.audacuaemeritas4emétiaJeltratio,
detÌTamiiii,deliruaranfgreliio.Siual cecità,qual T racoti
goni ti condufiei F i. D a n.QueJia lor Tracotanza non
i noua.OmfrjSa Tracotanza in noi salletta.ifuperbia.
òtoSpiriteld'amortfaceiiarifkfiitare.fiaiediCinàce, Ttacotito ,oTrafckrato,comeueteliimoderm filegge. 1141
Spirituìle,drSpiritale.Lat.Spiritualif. Boc, uoi fietemio
padre Spirituale . Ecco bonefia donna fire mi farei confi f
Jota da lei, fi Spiritale mi pareua, D ah. Le «ite Spiritai
.adunaaduna.
Hente.Lat.méiaìuafi eminis.& è la piu alla parte deli ani
mosper laquale lòprf demo anebora lecofi diuine.Tt t.
Kt/Cciefi,.Alliata,Altera,Alrdtta,Canuta,Celata,Sibiua
Sorda,Stàca,Stolti TempeSlofa,f'aga,Sempre digiuna.
n* il
Latàncunofusabenon ha cura delle cofe, &fafia l'ordi-
ne. Boc.In cui fi trono mai tomo T rafeutato amore, qui
to in Mirra! T h. Egbètardo ,fogliardo,Trafiutato, &
feofiumato. CiSìi fornaio fa rauedere mefier Ceri Spina di
una Trafeutata domanda . Maufandola fua Trafeutata
pramcz^,lofòtlecitò molte uoltc con lettere . Hora detta
mia beSliabtà dolendomi, & bora della crudeltà Trafeu-
tata di cofieuL A .D A «.La Tracot.ita fcbiatta .
àfenficr (’baaiMlaMctedefiamliitn9tia,D'erforfinQ-Xi)b\^oacjAt.^ln»,&obliuio/^oceTroueiizale.Vix-
.1 . A/. N 1- M A»
m
UOblrnion.gUamttofim M.DiCku(^lùi<m Scìbio.ècomtBflX^.HtdidifopraaRox^. '
ofturi abiffi. A R 1. Prr Obliuioit i hauea Ufàata . (Jni\azì.UUriSjtuei,crajiuuiiojruàtiiM"lf‘(^^^
Oblio/ 1( jncàtfmo che obUmw^m Itora che fu MccTro xudo. è U ding- gno. b o c. Cofi neUafua Grof
.Htn^UpKriKCatadattoUnfrUtoriymApiHmlucriò, fczzxjtrtruale^JMboriaftà.
P B r. Lungo ObUo . Eterno,^ Cicco . yol^cndoglt JW« Gj:affo.Ut.rudisJ>arduiJ}cbeiyiaers,morio,m. nebutodnft
gii poSìi inOblio.Tulia ia tutte mia cara d'Obbo.M'm, .tiu,rudisjMniuJ>Utcui,& ignauifiimui, & mertifimut,
%mma fi , tb’Oblu mente apprezza . Cbe fel tmrando ual grojii/iimu.uale ignorante.fciocco. nde^gra(foitM
Oblio ne l’alma piene .dmo t.ialpoji in Oblio , m'ha po. gegno. B o c. Calandrino, deb nanfe tu Crofio . yoifie^
ito III Oblio . Graffa. Compar piero,cb'era angi Grojfetto buomo
Obìiama, iilmedefimche Obbmone. B o c. nel Tu. Le ibenò. Grofiolone . Lat. iniatus.
aduerfui non danno a chi U riccue delLammo Oblunt^a . Rintuzzato. Lu. obtufu. ualgrofio. P e t J)4 taré inge-
Obliare .Lai.obliml'ti ,ualporrein oblutione ,& ftordir, gmB/nlugTiati & Scioabi,
P E T. Ou\ Ua obba La Mia. cbi tanta fe fi lofio obba.Dol RfmugTiareu retundere. Lat. tbeuale ribattere,& rinume-
temtnteobltaiulo ogni altra cura. Mi feceeblurme /ief. refi efìiiiguerefi reprimere. Boc. LagramUgja dtìlom
foa forga. Et mirar lei fiir obliar me fiefio. Boc.Cbeper mrno fuo, laquale la pouertà nonbauea potuto , ne patena
altrui te obbar nonpofio.&netC Ah. Talladeda me fe~ . nntugjare . Con bei motti,& con r^flepronte,& con
guttajuffeperqueUi obliata j.pofla in obbo .D a n.Ter auedimeuti prefli molti hanno già fàputo con debito mor-
■ altro modo quel amor i’obba,Cbefa iuturad.fi piega, & fò rintuzzare gli altrui denti fi i foprauegnlti pericob eoe
■fbrza,come oleum evengono. cur eia. Qjialibe grande buomo debbe efiere cofm, cbe
Jgiuriza,RozptcZ3ia,GroJiezga,Mattezp^,Stoltexp;a, Tag^ ribaldo mi parefioi cbe cofi m'i rintuzzato t ammo iCbo-
: , zia,lnl'ama,Eoliia,Scempieti,Stplicità,Sciede, F rene fu , norarlod.rimoffa o ingrofiato.Ter le indcbobte uirtù fi rm
BiZzarru,Mcl((aggine,Mtllonaggine.Ignoràtedttdotto, tuggarono le loro forze. A .%u
JJiola,Roggo;Scabro,ZoticofirofsodncautoJ(intuggato, Incauto.Ì4t.iui male accorto, & non cauto. P e t. Gionom 1*45
eH^ittolo,Capronr,Bcccone, Be filone. Mellone, Coi no- ne Incanto dif armato & fola . ma io Incauto dolente Cor.
lone,'t{efcio,ìgnauo,Codardo,Spenfierato. Matto, Stai- rofemprealimomal.ìioc.Conliqiuli ragionando Iiu-
to,Taggp, Sciocco, lnlano,Furiofo^cempio,Folte,Sempti cautamente fi accompagni. Lat. mc.tute. Ani. Come
ce,Melcnfi,Fariktico,Deliro,Biggarro,Bi rgeto,Infenfào quello , Cbe’l piede Incauto d’unprouifo ha meffo Sopra U
to,Fatuo,Zucca da fde, zucca duerno, Tinca daiime, fèrpente uencnofo & fello .
M.-fiola.tgnorare,rintugc.arefameùcare4elirarefianeg NeghittoCoJut.defeidgnauus,incuriofuf.ualeinfano,&
■gure, impazzare. negligente.? BT.Si,cheL'H.eghittofaefcadel fango.
1 *4J Ignoranza, cJr lgnorantia.Lit.& imperitia, & infcitia,& Boc. netta uifione amorofa. .Appreffo nera Birria Tifr
rudilas. Pn. Cbe fon Jerror con Igmrantia attorto. ghutofa.A r i.T^hittofifiglLS a N.Tdegbitiofipaflori.
Boc. Lafiiando andare la fua Ignoranza. Pecoronc.Lat.hebes;mbiUodneptilSimus.merio,ni}.nal{a
lgaotìnK.Lat.ignarusfiefims,imperUui,rudisdndifirtut, firoKjieccone. B o c.Et quefloTecorone mi unni far (• ’
infcius. P ET. Tacciai uolgo Ignorante: 10 dico Dido. nofcerelefemine.come fitto fifUnatohieri.
hoc.DilettaregliocebidegUignoranlUgnoritemeHte. .Ctprone.Lat.hebes.ualmmcbione,cioihuomodipocofen
lgnorare.Lat.&neJcire.&oc.neUa?i.lgnorandothie^ noficaprocb’ètlMontone.ho c. llfrate Caproneéede 1
fi f offe mi dipartì. La cagione ignorando. .laborfa.cr la cintola all'amico fuo :
Indotto LatdndoSusfid Ignorante. Goccio\one.Ltt.nebulo.niSjineptiliimia.iquellofihe par.
Idiota. Citr. & idivtet, uidodut , lUiteratus . uaU ignorante landa non sd cbe fi éca; come a dir minchione fifr fimi
grofso. Boc. Lequali lo ^irito fànto fopra la lingua del- , le. boc. .Andate uia andate Goceioloni che noi fiele. Et
Tbuomo Idiota poneua. Terchtbehnomo Idiota era.1{ui .tehorCoceiobne,e^'bor MetIone,tà‘hor Ser Mefio\a,ù‘
altri buommi Idioti,& non letterati . talhora Cenato chiamando .La.
NElcio.Lut.i^iumi. ualc ignorante, tir flupido .Dan. Si Meicùgefoe.Lat.meptiafitÌHeptiafial gpfiiiàfit dapocag
■Ji^cuilafMafubua uoglia. gine ,&melenfodtcumocolidih'idapoto ,qtufimtmH nq6
ìgnauo . Lat. ignauut. tuie da pecofiigro, codardo itanbuo. agat,t!rfapiat.Boc..AUaloroMelenlqgginehannopofto
A R I . £z fiano Ignaui, e utde del refto . nome boneSìà .
Codardo.Ltz.fgmuMu, wiu. Ar 1. Codardodetto fui , fon ÌAe\cnfo.Lat.uieptus,^obtufusfialfempUce.lto c.Tamm
teco anchora . pinta acciothe Melenfanon parefie. Io non uorrei , thè tu
'Rozzezza Lat.ruditasfiaìegoffiti,&grofiezza d’ingegno. eredefi'iabeiofefi'iunaMetaifa,
t : boc.EraCimone,fiperlafuafonnajipeTUJuaBozìAeììonaga,iiìeJLat.hebetudo^rudius,ÌgTofJezjadietr ^
ZpZaquafinotoaciafcunodelpufe . ueltodameUoue cofi detto in Firettze,the fino come 7;ue- '■
1144 Rozzo.Ut.rudu,impoùtuidmperfeèusJurut.uaUgzofio chelungbifitttli,é‘ncrdimudtmunofapore.etperme-
iFngegnofiKfpertofiir male ornato. Plt. 0 pouereUa ima ta.fidtce un'buamo Mellone, quando i fi goffo thè niente
quanto feiRozga.ifenzaoimamemo.b o c.Iofonhkomo uale,& quelbcbenoicbumamomelloniJnFirenze fidi- ^
di que^ coffe afié materiale fit Roggf Murando ambora mandano pcpotóitr imperi non fino di una mede fima fio ’
U Rozza honeflà da gb antichi . Rogga ucce .Ak uDi eie, &nafcono fimili melloni il fin fuor delia porta a fan
render molle ogni cor Rog:m,0- fcabto . Eriam detta Lepuia. Boc. Il grande amore ch'io porto
Xoùco.Lat.rudlifigreflu,tialrufiut/tliejlS^*l^pKtl dlauofiraquabtauua Mcliomgga it legnaia.
4uraa^o6. -iitìlofic,nalbuomogo^j,at,heb<f,Zoc.Cbe uoinon
_ apparafte
A' N I M A *
1/1
tfpjrijìe micaCa,b^^n lù Umela,tt)aj tapparaflc he- ptr amor Henne in Timteifmitt» .ti quarto ài iLtgran
me in fui M elione cafi luogo , furor tSmofio E maglie e piaflre fi tirutaò lii iefio. tbe'l
Boccone jlmeàt fimo ibe Caflrone.liUjiries,tlrueruex. forfennate,eFunvJuOrUnJo.
bccconi foneiUiii gli{iotii.,ibeiiolgarmfte duumomin- Inl'ino.ùtt.&JluitMS. P e i.Moilroffiauoi,qiulbuomper
ebione , o coglione . Boc. Et me a guifad'un Beceone bn dogba Infimo Ver Jpenger de le meati fiamma Infima .
fihermto.^guifadiMieBenouintl Mugaone ci lafcut~ Inknizto^uallem^lénao.uedia ii}6.
/h.CbeJoHergUdoHeabaHermeiutigiHdui^gùbame. fotfeaaito,iilmedifimo^helnjenfàto.uedia 1236.
nato Becconi . Follia, fiuUttia,mlàniafinfljbiUut^al mjlabibià^ani
Be&ione^edi a befiia di [opra a 11^3. tà,& pxxjfi. Boc. Io reputo gran foiba quella di chi fi ,
ìdAtteirAdM ftultitia^iueniu^demeiuiajnrptia.iiefama, mette femm bijognoatetarele forze dell'altrui mgegnOf.
mfaittaaiecordia,Sìabdttat.temerttas,deiiramentum,i^
ÀeUratio Boc. Et in tanta Mottezza per dolore cadde.
Ilfanno^ per Alatlez^ia lafiiano .
Sdegno prelh delia Ina Follia . Dantti materia digiamai
■piu in lai fatila non cadere .Dan. L’buoin per Je ijlejio
Hauejie jodiifatco a jua FoUia.ijtfuopeciato.
1 147 ìdoiCto.Lat.fiubniJiobdui^emerariut^nus, infaaut,Èejk BoUt.Lit.iinUuianlanus. uanutfiifiabtlii, naie uanofiiifla»
nus,ineplui,fatuus,barduiJblitheus,.deUrui, excert,dis,
ommtdiebeijritfimnu, tmentfisflmms,blax,ets, in obb-
quoriemens^tCir per lo dwùnutiuo, ctai paz^ello ine^
ptului. Boc. che noi fcioccamente credejle al Matto firn
■ te. yn Matto entrato tra le rouine. Matta Imprefa. Tre-
funtiane , &fufi. La piu della gente me ne riputerebbe
Matta. Et Mattamente credi, fe tu credi, che. liquab(.i.
danari ) efiononfidandofi Mattamente fempre portaua
hde, &po(0 (amorda folle Latino , che énota la palla di
uento enfiata fiuero dal mantice , 0 felle con che 1 accende
U fuoco. P E T. Folle Mmadorfiefio.Folbpenfieri. Si tra
matoe'l folle imo de fio. Boc. Come folli tu fi Folle . Li
foUeamoredclRe. follemente t’uuumorafii. A r i.Bat
terfiajichor del FoUe'ardir la guancia . E Dio per quejlo
fa, ch'egb uà Folle, E moflra nudo il ucmre , il petto, e'I
fiancoapas^.
addofio.Ver dare Scacco Matto al Re. A ut. Et diri che FoUetto.Latjallabilihicoluithenonmaillàfermo Dan.
fia ingiù fio ,0 che fu Matto Chi fece prima bjlatuti rii, ,tni difie lìuel FoUettoi Giaunifilnccbi. & quando dinota
M o R. Rinaldo fi crucciò con quello Matto. finrito mabgmuedi a loU j.
Stolto. Lai. llubus. Boc. Chi fiarebbe fiato fi Stolta , che Vola..lat.fabuia,ujn.tas. P e t. Sogni J infermi, & Fola di
l hauefie creduto . Chiamalo , Stolta che tufii.Lt Stólta romàz;. Hor m riconfortate in uoflre Foie Ciouam. Ari.
moltitudine. Ciò che tu dici potere auenhre alle Stobe..Af' CbiUaqutUaniadefumicredenza,CbefifuoldareafitttOm
fai fono quelliàquah efienda Stobiffimi, maelin de gli aU ni fi a Fole
In fi fanno, tir cafUgatori. Stoltifiimi buomini .
PzitÌX.LatJiultitia. uedi iifiopraaMattezja ifucù Latini.
Boc. amore, ma Vaz^ era fiat a tenuta Panhta
prefuntioiie degli amanti . A r i. £ qual i di Tazzia fe-
gnopiur^refio; Che per altrui uoler perder fefiefsod
V3zzo.lM.fluUus.uedidilòpra a Matto ifuoiLatuà.Boc.
ynlraticelloTaz3iO,& befiiaie. SefufieroftTazjf che,
lo te fari giuoco , cb’etla mi uerrà dietro come una Taz-
za al figliuolo.
Jmpjzxpte,& impazzare fi Ugge ne tefii antichi. Lat. h^d»
Stwiplicità.Lat.fimpUàtasfialgpffltà. B O c Rjdendodcl- ^
la Sempbcttà del frate. Cominciò della fua SempUatd
a parlare ,Doue Semplicità mi cendufie. Conofeendo la
SempUcità dei manto . C quando dinota purità, 0 bontà,
utdiaqt.
SempUce.Lat.fimpUx,rudùàgnarut. ualfcempio,(p- gojfo.
Bo c. Mal'etto mfirandofi Semplice ■H.ou foUmentei
faui/na anebora i Sempbcifurau di ciò fiorii, & non cu-
ranti . Semplici giouanelleisempUcetta donna . ej- quan-
do figmfica puroficdi 441.
nìre. è duent arp.tzzo. Boc. La donna fentiua fi fatto Scempio adie. Lai fimpUx fiat jilo,&fcomptgnalo, il fuo
1148
dolore, che qua fi nera per impazzare. Cb'egU ne fu quafi
fu l'impazzare . yecebio Intpazz/ttOichemaladeita fiali
bench'n'houoluto.
SciocchnzaXK. fimplicitas.ruditasfi ineptia, imprudea-
tia,fcempiezz>t ,infipidezza .Boc. Tercbe t andare al
■ frefente in atcnn luogo farebbe ferza alcun dubbia Scioe.
contrario i doppia , onde diciamo i huornoScemptoà.legm
gierofitr àpdco ingegno per efterefcoinpagnato dalia ra*
gfone .Dan. Trtma era feempio ,& bori fatto doppio .
yfcirgC orecchi de U gole Scempie d. forme, eS- jimptici
perche non baueana orecchie . & quando i Sofianbuif di-
nota àfgraùa ifiram , uediu j $6.
(Ffm. Gb faceuanacauaicare la capra dellemaggmi Scìede,Jliiede,&lfcedefiomefitrouaaetefiianticbi; fono
Sdocàtezzf delmondo
Sciocco. Lai. fiobdus.bardus.V s rScioccaVolgo.Tenfier,
Mortali, Sciocihi, Ingegni . Materia da Coturni ,& non
da Sciocchi . Ugn errar con gli S nocchi .Boc. La don-
na reputata Sciocca. Sdoahaaume de gtouam ,Come
moki Siiocchi uagbou fare, ideft uolgari,igaoranti.Io fba
dette d-t Latini fcononatafihe fimo fcioccbe facetie , buf-
fonerie Jempbcità,& cab Boc. che Uprecbihe fatte da
frati ilpm boggi piene fono di mom,di uaruieet d'ifcede. .
Et di feogni altra cofa prefumeua, coufuoi cofiu
mi pieni Slfcedefifi- di fifùueuoUzZP -Dan. Mora fi uà
con molti, & (01 ifiede .
■ji'
‘ uròperuno Semeone .uUH mollacelo. yeJi tuquello FKnef\i.Lal.ù‘Gr.pbremiis,&phrenefis,èinfenmiàJi
Sciocconei Scioccamente ctedefie ."D a n. Etegbame, nKnte,come quando uno uacilla . P e z.Cb’ioJonentrato
. O creature Sciocche. mfimil Frentfia.
Furore che nicn per pazzjqf lat.furor , infamia. uedidi Farnetico. Lal.Tbreneticus, Boi:. Etnoibalafciatonel
Uno. E arnetuoiC andar cercando U pietre nere grnpelmugnom
Turiofo.Lat.&niaaiacut/naniofus,ftuItut ,'BO c.Quaft nt.lncominciiaguifadhuomthefitgnafie adenirare in
. Furiofadiucmitadifie.TMUoEutioforigiofe.,A».i,Cbe ;aUriFametid)t.
Mi.*
i»5»
ANI
farnetictre. Lit.hifaiiire,fHrm, fhrtntfi Uh«rarr . B o c.
Che dice Tirr»f<imetM eglif^ l/fiuU Verro ri^fe , St-
upore mio IO mnfunittico mua.THfamtticbi a f*mtà.,et
anfani jlieeo.h A,
Deliro . Lat. delims, Hnlms . vai Hoho, & irrogiotieuole ,
P E T. Dal cor mi rade ogni Delira imfrefit. B o c. 'N.oo
ijyi
M A
iauolomà.V z c.MacpieUa Inlcntioii calla, &bctiigm
Vaccife . Etfer fermar jua bella Iiilentiotu . la (uà tei*
gentil tefier Cleante. B oc. La mala lataitioiu: de pefji- ■
Mu amim . Sopra quefio fondò la fua Intentione . T atta la
fmlntentioncgliaperfe.Con Intention di fargltunmal
giaoio.Cwifideratalapuralntentione della donna,
t'boiodettoquanloque^aprruerfamoltiiudinefiagèlo. Concetto. Ut. conceptus. ìqueUochel'huomogenera,o ii5j
fa & Delirai (parlando delle [emine.) La. i propone neU'amrno di fare.Tir.lìuando giunle a Sinum
Delirar e. Ut. ì proprio ufchre delta dtrilta uia.D a u. Et l’alto Concetto.T. Fermi Concetti in cofe alte &fiepremt .
egli a me, perche tanto delira , Difielo'ngegno tuo à quel Conctpere,& Concepire. Lat.comprehendere,&ioiicipere. .
(he fole i boc.Cùil fuodefideriohauendocoagltotchi concepu-
Meftola, i la mefcola forata , &per meta, ualperfòna uà- to,fiimlmente di la taccefeJ.compreJò , o conofcuuo. Ma
na,& poco fauia.uedia Cucina a 9 j 7. pcr foperehio amore nella mente Conceputo. Ma poi ih' al
hi\otdo,dabardui.Ut.ihedinoiapocofauio,etaachopeT la Catella pane tempo di douere il Conceputo fdtffiomiU : •>;
pigro ,&tardo.T.^nenatornaamecomeunBaloidOi darfuori.
Et dice hdl fattoi & dammi del fratello. Maxiotiaeft firma animi rerum, &uerborttmdilpofuionis
Bidcrio , lo ìHefio che Balordo , (ir anchopa^pgnifica. perceptu, ut inqutt Cicero, undemhil fcmmnifi quodad
B o c. Madonna Baderla atlhoradifle, ( parlando di ma mtemoriam mittimui. Tur. Memoria Eterita,DolceJiu
uamarata,Sorda,Teuau,Frefca,Memorie M.ntuhe.cbe
folDitua Memona,drdidolorfipafce.£t IbldelaMe-
moriamifgomento.'PertaMtmona étuamorte acer-
ba. Et fe qui la Memoria noti m’aita Come fuol fare. Ma
ffefia a lui con la Memoria torno. In Memoria di quella
.cb'i tant'amo.Chc la Memoria anehor il cor acet’ua.Boc.
Mi torna a Memoria il dubbiofo cajò . Lequai parole egli
fermante nella Memoria ritenne, lo uiuerijilr morrò mo .
glie dimeflerT orello,& della fua Memoria.
donna Lifctta frinitiana , )
Bergo Io. /n ihofcanafi dice Bergolo la pecora quando i co-
me ebbriaca , & che par matta mouendo fempre il capo .
Cenouefi dimandano Bergole quelle fanti-piu uili ihefrr-
u6no allacucinajgrda yinitiani fono detti 1 T edefibi Ber
gali quando fimo ebbnachi, & imperò di poco fèunojuam ,
mflabili,& leggieri,^ come ebbri, ^peròciarlatoru ue
diC Indice /loue bahbiamo poflo oltraifìofitione. Boc.U
■ quale fi come colei che feinmana era che fono tutu Bergo
bjl cuoco tra thiamato Chichibio,^era t'imtianoalqua Memoteuolc, Memoranda,^ Memorabile. Ut.memoroa
le com e nuouo Bergolo era; co fi pareua.
Biittrriì.Ut.cerebrofitas. phrenefityexiàdefienna. Ora,
eolera,fantafiicbexp;a,& uariation di coflumi deglialtn.
Bo c. EeperBit(7;aniagli comodò chequtllo,cbeglipia
•erffefacejjèifengapiudauantiuenirgli. •
Bir.ttiro.Ut.ccrtbrofus,& uarius,& phreneticut.i quello
11
btUs. Pbt. la gran uendetta , & Memorabil feo.B oc.
nella F i . Lequab de giorui Hati erano MemoccuoliJ che
a memoria imrecauanoi giorni fiati Ani Et cagiontr» i
ui;che con Memoranda Rouina mfieme a guerreggiar gli
■accendaJjdtgnadimemona.Cbecou alto,& Memoran-
do fegnoé ardire,
ihefimutaéfenno^leuolte,&iiracand»,coleri'co,(ìr VamtmontioM.Latremimfcentia,etretordatio,comme ,i>54 ^
■fafiidiofb.Boo.lIuomograiide ,nerbofò,& forte fde- .meratto.ilarUordanxadellecofepafiate .Boc.Et da
gno fofracodo/BiXKampiu thè aUroJ4oghef opra ogni -ouuha uirtddeliain laalcunaRamemorauone depue-
altra Bfgp^rra. VAn.Ufiorhino finnto Bn^garro. Ari. riji hneamem del uifo del fuo figliuolo. Ter le cefi che ap-
Dipiu colorite di piu augei Bizzarra Cufègna. piéirraet prtfio fi leggeranno, auenifiero, nonfipotea fenga quefta
Biggarro.ilfaracmBiggarro. Ranumorationedimoflrare ,
Taaittltico,ècomeBh^rro, uediaii^p. Ramemorare.latjeminifci,reeordari.&quafiiteTumrem
Fatuo. Ut. & BuUus. T. Fatuo/lelrrofazgp,Stolte,Infi- ' in mentem rtuotare. B o c. Dirouui una 'iqpuella, taqua
■ no,Demente,Fnriof0,& Meuucatte ,-UpoSiata , Siine- learamemorarfinonpotrieflerefenonutile.
Bro.HuomoInhumano. SmeMorareUt.obliuifii.ualdimenticare,& fcordart.Boc,
Zticciperlapazvn.meta.Boc.DonnaZuccaaluento. Ruggieri aperti ghocchi,tf uon ueggmdo cefi alcuna co-
.minciòafmemorare,(fi-a dir fico; che iqueflo ilo non
/énfi Smemorata, che io mmcouofcatCà Smemorati fie»
te uoi.Egli i uno Smemorato. En tu in quella Sme-
morato,^ Obliteratio,Oblmio,(>roblmum,lo Sme-
nuramento.
Zucca mia da fole . Come colei che poco fate hauea in Zuc-
ca. ideB poco fenno. Frate .Alberto conobbe incontanente '
die coBei tenta del fremo. UeB ch'era pazga. Tinca mia
dafeme.uediatiB6.
yaneggiare.Ut. uanert,uanefrere,& errare, naie uagare.
& andare errando con la mente. Tbt. Che ne fa uaneg- Dimenticare , Ut. oblimfri , demeutirt , & dementare . ual
feordare,^fmemorare;&quafiufrir dimente. Boc.
EMaui farebbe dimemicare le medicine. Ogm aduerfitd
trapjfiata dtmemicamdo. Dimenticata famifià , c9‘ Im
amore di .Antioco , Dmenticaio il fuo amante. Ut. obti-
tus.Cbedopola miamortenontidimcntidtùCbedeim-
wòàticfidimeKidnno.
perafenfatoa ii}6. ForArnnaco ,cbeual fuordiln- Kmiairccniz.Lat.remimfrentit.ila ricordanza, bi rame ti; J
•noaii}6. moratioi0ejioc.7iell4memoriatoru-m,cbemaiperme.
latcntioac, Lat. mientio,mens,iquellt«tto che gomnu [<^e fiM*mdutt,m*ltBtmiu^ctnza più ruordeuole ,
mlU
gfarfi luHgrmeiue.Chemifauaneggiarftldelpeufiero,
come canai fren che uaneggia. Dopo le notti uaueggiando
^efe . Et con duro peufier teco Maneggio . Et uedra’l ya-
neggiar di quefìi lUufin .Dan. Stana tom'buom , che
fònnolento uanaj. cbeiuacuodi cogniiione .
InfènfatOjMtiid 11^6. Mentecanoa ii4i.Dirsipito
ANI M A
16}
tiUafm-trriumemorixtornòcolleidttucHilìauii'altra ìag/itiiiMithpop mttntamntc ^Umecchi.Mapoiihe
tùia .Ah. la siimaUua artamente gU rende Ini rffere buomo , egli
RicordiCÌone.LiU.recordatio,remim/èentia.Boc.Siftme s'apprefiò a Ini . la angofeu ,<p- U pauranon bfiiaujno
della Ruordatione della peJUfera morulnà trapalata. alla S limai uucotHpriMdere aUKnacofa.HelqHalUifirt-
Ricordo^/ medeftan ib i kicordatioiK. Boc. Senza alim re ( litondo laSttmaiina mi porje ) ueder mi panie una
Ricordo di me. Gli abbatta in maniera ibe di lort piu mai figura il un’angelo.
Ricordo non fu. Stimare. Lat.alUiuare, per giudicare jcmofiere. P E T. cfuel-
Ricordare. Latjrecordari, remini fii. P e T. Cbe'l ricordar mi la,fe ben fi {lima,Tm mi raJIctnbraJi come dimrtù num
noce . Rt cbiamarmi a ji non te morda .Cofe cb' a ncor- da fi {lima. Hor qual fi^e’l dolor a]ui non fi filma . com'io
darle è brfue {bora. Et come montar di nero panne Ben filmo. Boc. Stmiando ejSere cofà ottima il cimbro con
ti mordi.dr mordar tende! . Et di quefio in quel di mi ri cotab odon confortare. Le parole per gli orecchi dal cor ri
tordaua . Ricordati che fece il peccar nofiro . Cb’i tremo ceuute hanno maggior for^a che molli non {iimano.^tef
auibor qual hor me ne mordo. Boc.Sicome cotuicbe Jandro lei {inno aouereefier bella, drmca.ueél Indice,
miimi conofei/S-perauentura mai mordar nonni udì- A r t.Diquà,éladouetrouarlofitma.
Sii.i nominare.LaCiutazza udendo ricordare la camiflia E&iiaìtioru:.Lal.afiimatio. Bo c.Tion fapendo per EfiL. iijg
éifie,fe noi mi date una camifcia , io migitterò nel fuoco.!. mattone martnaref laaluue efiifofero comprendere, /^eg
nominare . Et a mordarmi di quella mi tira Mefiina poco gendolaoUreogm altra Efitmauone bellifima.lo tm tro-
innanzi ricordata.i.nommata. .Apri adunque Cammo alle uo della mia EfiimationeMtre modo ingannato. Maggio-
mie parole , dr mordali che una uolta ferrea piu auuiene. re Iflimatorc delle jue forze dmciiuio .
a.ramentatuPercbe ricordauate uoi Iddio filanti. J per- Efiimare. Lat. afiiniare,cenf derare. P e T. Terò tmgegno,
che gli nomtnauate i Che ui ricordiate di me,& d'attener che fue forze efitmaMa lofi uà , chi fiipra’l uer lefiima .
mi la promejfu.rammcntiaee. uedit Indice. Io ; com'huom ch'erra, & poi piu dritto efiima. Lafio non
11^6 {bjàuemre. Lat. remirnfcìfial ricordare . P e t. Fammirifi- tò ibe é me fiefioc fiime . Chi là penfar il uer tacito efii-
uenir quando amor diemmi Le prime piaghe. me. S'io dritto cHtmo. Boc. Efitmando lui douer porta-
Mentouare,per memorare^ nominarefioee nllefcafiSrufa re danari. Eftimandolagentil donna. Uprenj^ fiura ogni
tada D kS.Sed'eficrmeatouatolagiùdignt. altro fehceeilimaua.uedi all' Indue.
Souenire.Lat nminifcipn menti uemre.per ricordare. P e t. InclUtnibik-.LatJna/limabilii. Boc. Inefiimabil Molti-
Etbordiqueii’boletlomi ihuicne.'Èlsntljòutendiquel- tudme,Caldo.ExlaforzAbifiignilnefitmahile .
la ultima ferai A r i. "He può foLt jàluar ,feaejuccede Tenere per finufire, reputare credere fi giudicare. Lat.arbi-
Hueft'una ch'io dirifi'bor mi fouiene . trari fiflimare,puiareàudicare, reri, cherarofiufa,ma
Rimembranza, dinota ricordanxa.Lat. reor. P e t. Terdommt quali bella fi fi tiene .AUborten-
reminifcemiafiecordatio. P et. Ter Rimembranza delle nioilumernofiroauile,f'iapiuche'nnanzjnelteni-ageu
treccie bionde .Boc. Con loro uolentien fi dimefiicaua tile.-^nzi mi pregio filr tengoajfai piu caro.f'mer quan-
per Rimembranza della contrada fua . d’aitn mi terrà per morto. & uedrete comeTien caro aU
1 RimenÀrarefialricordare.yolProutnzale.Lat.renmàfcifie truifibitienJècofiuile.Boc.Colorofihememlo.cbete-
cordari.Ttz.jUctòche'l rimembrar piu miconfumi, neruogUono, che alcuno per udita fipofiainnamorare.tr
^morcolrimembrarfolmimantcne.Chepurilriinem- ttmnLilanepiufebce.Efiendoiofuoamico.comeionàté ,
bear par mi confunu. Che fa di morte rimembrar la gen- fp.Guido càialcantifiìr Dante .Aligierigià uecchi ad ho
te.Marijpondemiamon'blgntinmembra tCbequefioi nor fi tennero. Si crede douer efier da molto piu tenuta ,
M .
Colmembrar de dolci armi,& degli amari .tr fon fatto come m'erraua, Che mentre baueafògnatofiù artdea Sa-
una fiera Membrando'lfuobeluifo,&{opre fante. gnommfofie,truerefjer fiimaua. A r iJIortaltaEan-
\tt-j Imaeinacione.Xdr. B o c.In quefia Imagiuattonefermt» rafia, ch'unfeniier lòloTionuuot cb'ifegua .
tifi, 'nacquero diuerfe[paure,S Iniaffiiatùmi. Rimanen Tiiiti&ico.lM.carebrofui. B o C.Be/ L a. Darmendo,da-
do del mio Imagìnamenlo beffata .fi. Con Imagineuole nanti alla utrtù fantafiua , laquale il fanno non liga di-
cura . A M. P E T. Imaginata guida la conduce . nerfe forme paratemi, aéuennc che a me fubuamite par
Jmaginare. Lat.imagmarifirbitrari,afiimart,examinaTe , ne entrare in un diletteuole,& bello fenttero. San. Et
perpendere.recogitareàndagarefinimo reuoluere. P e x. ebettfanSfir notteandar Fantafiito .
Sluandoglioctbitenni nel belutfaTer ifcoprirlo imagi- ApprenCiai,iquellacbegiuàcaque!lofibefidcbbeelegge
nando in parte . B o c. Et perni a noi donne la lafcio ad re. Lat.taptuifisfii. Boc. nc/i'A h.£* con dibgen^ di
ómaginare. Imaginando filone ciiglìpotefieeffere auenu- dogli Cjtpprenfiua in la memoria .Dan. yofira .Ap-
to . Lofi effere come imaglaato baueuano..Al fine imagi- prenfiua da efier uer ace T rogge iniemion .
natodalui peruenne .uedi t Indice. Clonoiicitncnto . Lat. agnato. B o c.Malaatopiudacfii
Imaginatiua. IM. hnaginatio, & tmaginariut . D a n. 0 per natura icouofciuto, quanto hanno pin Conofiimctode
lmaginatiua,che ne rube Td uolta fi é fuore. donani.Qiirlto chepiuCoffendeuaera il Conoicméto del-
Stimatiua. Lat. afiuutio.ual gfudtcto.BoQ.nd Tu. la fua infima condahne.Doue bene hauere tanto Conofeim
(enti un piamo, ilqnale per cbeniaao a mela Stàtlatina memo.(achtCpnofcimemoba.) ...■»*
r nj
ANIMA
nrfo CoBofcemi. Ltt.apntio.P ET.'Hedepiom.meHtr'elU t<rpeTgwJjiT,&coMilucerr^t<lÌJ4i4.&periunr^e-
y^e tini gii, d'haucr fiu Coaoficirga .Boc.Io ferme re.a-j^^.
nmiuConofeen-gehakeaàuoi. Sfme.Ut.làftiuriindiigm^ explorare;t;uererei»tjnU
Conorccnte.Lit.icgnitor. Boc. Fatto m'ha Conofceate Tere,fetere,merrogare,iialeoerlettameme indagati, &
deWinganno. P e T. Corteje nò,ma Conofceate^ pia. & cercare dt fapere tfaello thè figretamente fi i per fare .
per lo amico .Boc. Hauendo tjuuii troaato aitano jno P e t. S’ella ne fpu Dinne quel che dir dei. Chi fpiafie can
Conofccnte. yno che afiai fno Conofceate era . Co quali fi t^on Qnel ch'i fo.Haijpiato ainbodnogli effetti «uri.Boc.
come Conof centi accoflati.P e z.L'efier mio gli r^ojipioa Cautamente fece ffiare. Et del conte, & douefofie hanen
foHiene Tanto Conofciior. do Ipiatojà done ella ftcfie a cafa. D A «.Forfè a ffiarlor
Riconofcimcnto . Lat. remunerano. B o c. ia Riconofci- nia^ lor fortuna .
memo deU’bonore, che da bum Bologna ricencnaaM re- Sph.Lat.explorator,fpecnlator. & catafiopns è lojpione;et
maneratione . ckriofMSamifiitiks,& epifcopks .D a «. Et iotene farò
Biconofcenzi. Lat.remiaifientia. B o c.Ellailguardana, hor nera Spia .Am.Tqe mai del fno Rkggier ritroki
non gli per Riconofcenga alcuna ;ma per la uouiti delt'ba Spia. Ma che fonano i hauendone ancho Spiai 7{e pota
bito . In luogo di Ricono fcenga di ciójm rimuneratione, o tane anchor ntrouar Spia .
ricompenfa .Th. Lat. remuneratio . I.xcubieJju.fono le mgiUe che fi fanno di dì^ di nottejcht
SconotcenK.lat.ingratiis. Boc. Et come /ari io fiScono kolgarmentediciamoleguardietSentinelle. S a «.Che ni
fientej.dipocaconofienga.Qkcfio fafliiiofò,^ Scono. dirò io della cauta Grua t certo non gb ualeiia tenendotn
fiente.i.ingrato. D A N. ia Sionofcente uita,che fi fe fo-Xm pugno la pietra farfi le notturne Excubie .
■ zi. Lat. beaefioiimmanor. \ eletti, quafiuedettai luogo aperto, & alto doue fifala
Sconorciuto.Lat.incognitutignotusJgnabilii. P e t. Cbe'l guardia. Lat.profpeSut ,jpeculj , uel ffeiulatonus tocus
uer nafcofo,& S cono fciuto giacque. M’andaua Sconofim propatulum. Ari. yn ch'era a la y eletta in fu la Roc-
10 ,& pellegrino. Boc. Il come d'.AnuerjaSiotiofciuto ca.Tur fuleuata ficheala y eletta Stami mnmauna
toma.Ifconofciutamente fe riandò con alcuni firn campa. guardia bauea cnjiume .
gni.uedi ab' Indice. ìiotitii Lat. agnitio,& cogmtio.V ST.&s'alcunu'eraDi
Jgnoto.Lat.ual non conofciuto. P e r.yolgerft altroue a le mia Trotina hauea cangiato injia. Boc. Che a mia Tiom
■efieudo Ignota. tiiiiHenutononfia.a'HputiauennealSoliano.A tuttii
latfi Conofcere.Lat.cognofcere.V tx.E’lpentirfi,e’lconofcercbia Romani iqotijitmo Ladrone.
ramente.'N.on laconobbeilmondo.Talcb’inon la conob 'Nptare.Lat.agnojcere,animaduertere P iX.Etcomeintm ii6f
bi.'bfejia chi ragiongmdichifi conofea. .Accioche'l nido tornente afcolta,& nota La lunga hijloria. B O c.'Hptan
la cono fca,et ante. Mal fi conofee il fico.Conofcete in altrui do bene la mia nouella.i. ponendogli ben mente. Latatduer
quel che uoifeteMor conofci,che. Giudica te; che me co. tendo , “ìdiuno ut n'hebbe che non notafie bene le parole .
nofco,& lui.Ma fi conofeo io bernChe quando tomi ti cono La canzone notata da tutti, diuerpinientc fu iniefa .
f co. Hor cono feoi miei danni . Come non conofeio Calma Au\fo.Lat.optnio,confilmm,iudiciumptomdemia.nal confi,
tniadonnai uediaWindice.D ah. Ter quedo Di che dcratune,penfamentofipimone.cofidettodauedere.Boc.
tunoncoanfcefU, iùuno.Anifò. buono .Amfii.Fattifnoi.Amfi.FrateMbeT
Kconofcere.Lai.reccgnofcere,recenlire.? b t.Toì che rnom lOxAuifuociòcheera. Lat. uhicognouit. D a «.Magli
donna riconobbe, t!ruide.& riconobbi in terraQueUa^ m'era .Auifò thè cefi fofie. Lat. uidebaturmihi.Seccmdo
.Biconobbda aluoUo,e a la faneOa. Ben riconoftera'l mu. mio mfiabiie .inifà. Ter mio .Auifo. Lat. indici meo.LÀ
tato fili. iakujnRiconojctffinelafoba fcbicro-Ricono. oue'l tacer mi fu Siutjò il peggi, lai. mdicaui.
fa colei; che prima lorfe I paffituoidalpubtito maggi. ,4ufftre.Lat.pTautdere,aumiaduertere,aliimare,iudicart ,
11 jòaut fuo fpirto rkomfio.Ben nconofcomuoiiluftle confiderare. ual {iimare,imaginare,confiderare,penfare.
fhrme.Cb'a fuma rieonofeo bomai me fiefio.Ben le ricooo. P e t. Él buon Re Mafiimjia gU era auifò D'effer fewga i
fca Difie .Boc. uedi (Indice . roaMn riceuer tortoa. jiimaua , Terò l' auffa ,e‘lluodir
Uuedere,&Rauedereferaccorgm,&conofcereayqj. drengi, sfrena à. di accorto. Lai. fiiapudte. Boc.
Dffcerncre,ual conofcert.Lat. dticemere. P e t.Buou Sa^. ^Auffandamefìonou potere eflere.ijmaginaua ,o filma,
inrio é lontan éfeemeSi non [affo di/cemo .Manteche ua.Troppobeni'auifdua àò che era. Et baufdv'quella che
eofi dentro non dffcemo.B o c.La notte era fibula che afanhauefiero auifatoi.penfatofiimagmato. ^uiftiofi
egli non poteua éfcemere.doue egb tandaua.'Ugfi éfeer ilpercbe. Dan,/ mifii i pii del locojou'i flaua Ter am-
tua qual piufofie da coufolare . Et lui piu dt bbertà pieno far da prefio uri altra biflimaj per megli uedcrla . Lat.
difccrniamo. Dan. Onct io peri tuo mi penp>,& difeer utdere. D’un roncbion amfàua urialtra fi heggia.i.mi moa
no.lnonuidffcemeuaalcunacofa, draua.latafiendcbat..Auffattdtirprefa,iriruantag
Scemere. Lat. difeemere,& cernere. perconofcere.PiT. gio .come amfo .
Quel pietofo penfier ch'altri non feerfe . ma m quel cb'i Sutjàre. Lat. improuidum efieimpromdi qmdfacere , meau
fiema. Dan. Coaajfa che ne la mia lingua fi /cerna . tum efie. nate non ^cre amJato,& aueduto. Boc. nelle
ntf» Sctrgere.lat.eognofcerefrofpUere.ualconofcere.nccorge- cangpm .SltononfitSuifàta .quando ftiperguafiared
re;& uedere perfettamente. B o cSt quiui fenza fauci, tufo . uedì a
L- inguifa che feorgere fi potè fiele noce. Ladonna peri Opiaione.Lar.opmi,fententi,arbilratntindicium.P e t.
i: te tratto fuonhauta feorto Ulefiandro efiert ncjlito Opinione Falfa,Cieca,Dura,Trifla? »ga.Et falft fiamia
depcnaiJiScaimdioJ^AHJdm/eortafibuucontraik, triJU Opimone.EtaUOpimonfuaciecaAS-dura.Etpur
difalfe
ANIMA 164
difdlfeOpimaafipi^ce.Et falfeOpmm in fu sporte. urdiVluéce.l» kk Tipuelìjuifion; ch'afe mi piega Si,
B o c. Comra U Opinione (Cogvi huomo.SecoiiHo la Opi- che non poflo dalpenfar ntrarmt .
mone di tutti . Da Opinione ingannati . Opinione Sihcta , R/penfare.Lat. repetere animo, & reuoiuere .Ttr. Ch'inol
Buona,yolgare,CeneTale,Leopimom.Et come, che ^uejii tòripenJàrnnncberidire.ToinpenfamtoaldoUebenth’io
fofi uariamente Opinanti non morsero luttU.penfabon- laffo. in quel [aiuto riptnjando. Che npcnfando amhortre
dtfi hauenti opinione . ma la mente. Tur com'hor fu]fe,ripenfando tremo. Ripen
1164 f enfierò, Venfero, & Tenfieri . Lat. cogitatio,cura . P e t. [andò a quelc'boggi il cielo honora . yò ripenfando , ouio
amichi, Be,Bei,Bel,Baldi,Lteti,Tietolifiuro, 'Hsfiofli, lajiafl maggio . Ma quando auien ch’ai mio fiato ripeti fi.
Sciocchi, Craui,Gelati, RjoJ^ile, "Hpiofi, Santi, Tronto , B o C. ripenfando alle parole del lima. Tinpur ripenfanm
^Iti Can,lnfermi,Soaui,Uggiadri,.Amorofo,Tungente, dofi che da lui era la uillama mcominciata .
Saldo,Occulto,Mafchh,Celata,.Aperto,Frefco,Torbido , Spenfìerito.Lat.inounofui .ualjètn^ penfiero.
Stanco,'Uouo,folli,Egn,Trifli, Canuti,Scritti, Ofcuii, lmpenfitimentc.Lat.intonfiderateàmprekilè,&improm
Scbiui,Cafii, Dolenti, yani, .Amico.f aliate „Agro,Baf- utfo,de httprouifo,de repente. San. Terche aajiuno rm-
fo,Trimo,Sparfi,Eletti,Mille,Molti,Gelali,TafSa'lTen- gratiauaibemgmDqcheatantodiletto Impenfatamite
fier,ficomefoleinuetro.Sibreuee‘ltempoe'lTenfierfi n'hauefiero guidati.
ueloce. Ma con quefioTenfier un’altro gioHra .Ter far Diuifareperpenfarefiimaginare .Lat.fatuere ,iecemere.
lume al Tenfier turbaio,& fofco . .A ciafcun pajio nafte B O c. Era il caldo grande quanto piu fi potejie dtuiptre.
un Tenfier nouo . ( 0 penfier miei non faggi ) Et tutti i Et fico diuifando che uia douefie acciò tenere. Terche mol
miei Tenfier romper nel met^o .Datimi pace 0 duri miei te cofeDiuifate,feto imaginò.Terciò che'l fauh nimico prf
Tenfien . Fanno poigliocchi fiuti mio Tenfier nano . 1 uò derebbe riparo al Diuifato colpo . P H. quando flà per
penfmdo,&nel Tenfier m’afiale, yna pietà fi forte di me erdinare,narrarer&uariare;uedi agli fuoi luoghi,
fiefio. Amor tu, che Tenfier mtfln difjienfe. Amor mimi Comprendere.Lat.comprehendere. per mtiderefi cono fiere ^
da quel dolce Tenfiero,Che ficretario antico è fra noi due. Ttt. Che comprender nolpò profa, ne uerfo . fi com’bo-
JriuolfitTenfiertuttiaduafegno.Ethorconuiencbecol ra comprendo. I noi pc^oriériécntÀ comprendo. Boc.
Tenfier la fcgua . A eia finn remo un Terrier pronto, ey Et uoi fimilmente il potete comprendere . comprendendo
rio . eh' un fil dolce penfier tamma appaga . L’un Tenfier per le parole di 'Huto,che. la potenga d'amor comprende-
parlaconla mcttte,tirchce,Che piuagogaif yolo con foli rete. Io comprendo,&uoifimilmeme il potete compren-
de Tenfier al cielo. 'Hudnto di Tenfier dolci, gir foaui . Di dere . Et bene ogni cofa Comprefa. Ma molto ben compre
TenfierinTenfierAimonte mmonte.Giua il cordiTen- fi t Abate. uedi all' Indice.
fier in Tenfier , quando . I Tenfier f onfaette , e'I uifo un Confidcrarionc. Lat. & animaduerfio, confideriuio, cir- j
fole .BOC. Se'l Tenfier non m’inganna . D'un Tenfier eunfpe8io,ratio,contemplatio^meditaito.que e fi etiampu
in altro f aitando. EntrogU un nuouoTeufierneW animo; nitio. Boc. ScnrgaConfiidetatutnenmna.tdsUaConfide-
Ch occorfe un Tenfier cattino nelf animo,non mai piu fta ratione uofira difereta fi rimanga . Senga Confidcratione
toui.TenfierLungoScioceo,Amaro,Crudel,Falfo,Aue alcuna filafeià cefi tofìo abbagliare gh occhi deWintel-
duto,DoUe,Taurofo,Trofindo,Dellaguerra,Molti yarij jetto Tota Confidcratione. Confideratore della bellegga
Tenfier , Santi , Tbilofopbici , Hpiofi , & Tenfieruggp , della fiofa . Lat. penfitr , ri), penfatorfenfitator, afiima-
ucdi all’Indice . torfnedttahundus. '
Pciifofo,iM/ii penfier pieno. Lat. cogitahundus. T e r.Ten ConfitderareXat.reputare,cogitare,commitari, meditari^x
fofi C or, Efaco,yhfie, Democrito, CauaUer,Ter^fi Don- ^cari,circumfiicere,fiefiftrejextrmarejcomemplari,tn-
na , Madonna ,Mente,Sabilonia,Tenlbfi Donne, Miro Ti tuerifittendere, ponderare, expendere, animo completi,
fifo le crudeli fietle . Solo, & Tenfofo in piu iifirti cam- & intuen,atmnaduertere. Boc. S’iofeppi beneconpdea
pi yò mifurandoipajfi tardi, & lenti . Tenfifo ne la uifia rare. Tutto il uenne confiderando . Confiderando i fuoi co
boggt farei. Là ma figgia d’amor Téfi^,et firiua.Allhor fiumi . Confiderando [età . Cominciò a confiderarlo , ir
mtftrmfiatombra d'un bel faggio Tutto Tenfifi.Et dallato, &dal capo. Ogni parte hauendo confiderata,
Democrito andar luttoTenfofo. CofiTenfifainattobu- Confiderataladilpofitionedelluogp.Confideratelemanie
mtl,& faggio S’affife.Tenfofa mi rifiofe.E’n afjietto re. Confiderai iJuoicofiuim.Coifiderato ilmio bijògno.
Tenfofo amma lieta .Il di Tenfofi , poi piango la notte . uedi all'Indice.
Il Tettar . B o C. Deb Rinaldo perche fiate um lofi Contemplare. Lat. contemplari,& contemplare, per confidi
Tenfofo i rare. P bt.& ho fi auegga La mente acontemplar JiU
Utf j Tonfare, per confiderare, cogitare. Lat. cogitare, & opinali. cofieL Tur uederÀr contemplar' U fine.
T £ t. Ch’affai [patio non haggh Pur a penftr, com'io cor Artento,!»/; intento^ con attentione.Lat.imentiuus, atti
ro a la morte .Chi uolarpenfa indarno piegatale. Quel tus. P bt. Che percb'wmiri Mille cefi diuerfe Attorno ,
foco;ch’iopenfaichefofie filento. & atempi migliori ^ fifa. hoc. La gente Attenta a udire. Et conlealtre
Sempre penfmdo,Tenf andò pur che farò io che fui. Ch’a monaihe,cbeAttenteeranoadouerfare.Etfiandoiiu
dir,&apeifaramoltihadMo.Ch’apcTuofo penfume. torno a queHecofe Attento. Tm Attentamente comin-
"He penlafie <f altrui, ne di me fiefio . penfate a la partita . ciarono a riguardare . La donna che Attemifiimamente
S'io haiiejfi penfato che fi care Fofita le noci . Io penfaua ricoglirua ù parole. La cominciò Attemifiimamente aù
affai deliro tfier fu Cale. InguifaiThuom che penfi,/!^ pii guardare. Dan. Mirauafifiadmmohile,& Attenni
g)l,& ferina . Tal %Jio nonpcnfi udir cofagiamai,Cbe mi Colpa n’i la tua uoglia alrroue Attéta.Mofie la uifia fua
tonforte.Ma chi pensò ucdtr iHoi.fCbtl pisò mai.) ho C. difiarA ttfta.'HM andauam lutti pfi,& AttituDt nona
ANIMA
ì6]
Attenti arig»ariirintom).Tatit’erangliecchi miei fifi,
{ir Queliti- Ritento fi fermò ccm'buoin cb'afolu^ c~
dò ife'l due* frfie jUtento . io mi riuolfi Rilento al fri
ino tuono. Lamio .Attento fguardo .
Atccntione.Ì4'.4rifBrio fludium i cura,ddigentia .Ari,
fon tanta .Attention, tanto jlufore Con quanto .Amphri
fo udì gii il lito paliure . Con molta .Attention fu da un
ì^iccbierojCheglieramtontra riguardato fifa.
Inti'iuo.ÌJf.{J' deditus^al ddigememente attento . P e t.
Mentr'io fonaimrarui Intéto,^ fio- Et era' l ciclo a [bar
monia fi Inumo. Io era Intento al nobile bisbiglio, glian
geli; Et in ciò ttamio éfiofi^'menli.Etglioccbi porto per
fuggire Intenti . S’Imentamenu ne l'amata uijta Requie
cercaui . Et come Iruemamente afcolta , & nota , B o c.
Imemijfino la cominciò a confiJerare . Senti un piamo',
ilquale perche la Sìimatiua uicmo a me il giudicaua , io
po/i imcntijiimamente gli orecchi. T h.
Intendere per far im(to.Lat.imcUigereincumbereJludere,
prof ieri ,darc operam. P e T. Ùì'imende i uoftri Stuàp
me’l dica. Che'l maggior padre ad altra opera imcnde. Di
te la turba almi guadagno Imefa . Tiangete donne , Toi
che mono è colui che tutto inteli In farui mentre nife al
mòdo bonore.Ch'a la cagioni a l’effetto imtftSon i miei
fenfiua^ipurialtegga QMlicbe'ncoia nouagltoccbi
intende Et uede.i. mira. B o c. Ma intendi jànameme .
T'iCo.La(.fixus,imirarimemamemeconCammo. P e t.Ter
mirarVolicleto aprouaFifo Con gli altri. Dico che per-
ch’io miri Mille cofe diucrf alterno, & Fifo Sol una don-
na ueggio e'I fio bel uiji . Ma mentre tener Fijo poffo al
primo penfier la mente uaga,Et mirar lei . Rapido fumé ,
Fijò u Ji mofri attendi L'herba piu uerde, & (aria pm fem
rena . Qual donna attendea glonofa fama Miri Fifone
me. Et taee,& guarda pur ch'abri'l configUe . Mi uolfi •
& di/ìi guarda in cui tifdi.& non me ne guardai ; Che i
he uojtr occhi donna milegaro . con pietà guardate Le Um
grane del popol doloro fo .Et febea guardi a la magion di
Dio. Hoc. la benigmld d’iddio non guardare a nojlri cr
rori . Specialmente guardando . tdoii guardandofene egli
10 fece pigliare .Guardandofi egli daitorno . Che alta in-
giuria nonguardafie tamojquamo alio amore .
F'edere. Lat. ammaduertereperfficere, confiderare, cogno-
fcere,muenirepudere. per conJ'iderare,eoiiofcere, trouare.
P e T. Virò uedendo anchor U fuo fin reo. Che uedendop
giunta inforza aUruLEt quella , fedendofi fra lame dar
11 uomo. Et Vedrete come T len ca ro altrm. Trima uede fi-
fe m lei pietà . t'edete ben , quami color dipinge .Amor .
Hor uedi amor, che giouaneita donna T uo regno jpre'gga ,
il fignor mio fi tacque f'eggendo in uoi finir noftro dijio .
yegg ndofi m lemtan paejé jota La Siane* yeccbiarella ,
Ma ben ueggi’bor , fi come al popol tutto Fauola fui. Et
ueggio preJSo il fin della mia luce, & riconobbe , & uide .
Boc. yuollì ueder uia(lenoi fappiamo) di rihauerloSe
tu mirrai bene riguardare , tu uedrai bene; che iojònoil
tuo mtfrer Ricciardo . Che noi bahiiamo a ricoghcre tut-
te quelle che noi uederemo nere.i.troueremo efer nere.la
sò fare la ilpencnga del pane^t uede remo dibatto chi [ha
hauulo . Deliber aremo fame prima tempo fi uedeffero di
rubarlo. .Ateioebe tuueggia quanto dijcretamente tu ti
taf ciagh empiti dell’ira trajponare .
.Antiuedcre. Lat.pr*uidcre,& profpicere , è piu innàgi cono
fcere.PtJ.He poffo tlgiorno,che la Ulta ferra .Antiueder
p lo corporeo uelo. Tigro in antiueder i dolor miei.Cb'.Au
tiuednta piaga afiià men dote .Boc. Ma per [una ,
per l'altra fapeua antiuedere le future. .Ad .Antmeduto
fine operaua .Dan. Effe mio frate quejio antiuedefre ,
SeP.An
.An-
gU occhi a quella mia Hgmica.Qjiando una donna Di té
po antica, &gfouane del uifo yeiendomifi Fifo .A l’alto Antiuedere. Lat.prouideiitia,projpe(ì'us. V \u. Se
delafronie,&delecigliaAiIidiffe.CbemirandocibenFi- tiuederqui noiiiuano.Tu le n’andrai con queSìo
fi, quantici quali Eran uirtuti in quella fua jferàga.J’er a tiuedere .
alfincongliocchi,&colcorFifo. Malto ueracon faldi Diuidereperauedere,conofcere.uedia-jqq.
chioui Ftfi^ qui [intende per fitto, o conficeato .Boc. Auedimento. .Aueduto. .Auedere. uedi a 74 }.
Laqual donna fifam-.ntedormiuaààmentamente ,opro- Mirare,Lal.animaduertere,lpe5areàntueri,cemerealifcer.
foiùameiite,& quando fra per mirar con [occhio corpo-
rale pieé a 1744.
itf 8 jtffrgere.Lat. figere, firmare, per fermare, & ficeare.D a n.
Qual i’I Geometra, che tutto laffige Ter mifurar lo cer-
chio . Tercbe comefafhuom ebe non laffige ;Ma uafSi a
la uia piaghe che gli appaia , Se dibifògnoftimolo il tra-
figge à. ferma . Secondo che faffigon li de fri , in alcuni te.
fii fi legge affliggono.
.Afflare. Lttfixarejigere . per fermare .Dan. Quando
[affifìerffi cornea affge Chi uà dinanzi a fchiera per ifeor
ta .Tocopm oltre il centauro saffifieSoura una gente à.
Intenfa'^. intenfus. ualmtento,&fifi,d.ttendo,&m-
teudo. Lat. P s x. Defideru) Intenfo . Intenfi affetti. Fer-
mi I ran gb occhi defioft e'nteiui . Men per molto uoler le
ucglie InieiffeJabe non tanto f eSlendono, mperoebe fi-
no h-tfìe^ infime.
ii6q
nere. per confiderare ,penfare. Tsr. Che t’al uer mira que
jlaanttea madre . in cui l’etade tlsfira fi mira . Mirande
pergU affetti acerbi e ftrani L .Anima uoflra . Mtràdo la
Jlagion che’l freddo perde. Et mirido io fifa CangtofTilciel
intorno. Mirandola in imagine non falfe.Tercbe non piu fi
uente Mirate ; qual amor di me fa ffraiio . Signor mirate
come’l tempo uoia. Sluando [amico mio che fai che mirei
QiKldifor miri^quel dentro non ueggia. Miro penfofi
le crudeli flelle,Ldlloorcb’iomiro,IÌr penfi. B o c.Sen-
ga mirar al danno atei mio futuro affanno. & quando Sii
per guardar corporalmente, aedi a ino.
117*
fermò. I fono Orefie,TaJSò gridando/T anebo non s’affif. R/mirare .Lat. mffftcere, fieculari , contemplari . Boc.
fe.fermoiafffre.Terciòa figurarlo gnocchi affifSe .tir Jist fnggtqucjlo ben qual hor di fio Di rimirarlo mmia
quando flà per mirare, uedi a i;54* ,onfolatione.P tx.Tal; cbecongranpa
che congran paura il rimirai.
Tutto penfofi; & rimirando intorno. Rimirando e/io fat-
to al foi di neue Tanti ffiirti.ch'a pena a rimirar l’ardi-
fio. .A llhor mi Jlmfi a rimirati alcuno Riconofeefii.
*<11754.
Affiirare.Lat.&auere,eupere,optsrejexoptare.iintétami
iardare.Ltt.animaduerterefer confiderare ,& poner men te defiiiidare, & Oifare co gran difioiaaltuna tofaPtr,
pefi cura, P s t. 'Npn guardar me, ma ehi degni crear- Et non ii^a al gloriofi regno, Certo in piu falda nane a,
af tende.
I
A N
4p.enle,Siiliribenilylla,eueque{U 4jk>4 É cofiit
fiancar ^thcne , ^rpmo. Siprciuie'l del , oue'l/uo cor
ajpira . D K tì.Di làdalqHalnonèaches’ajpiri,
Attendere per poner mente , afioltarep dare orecchie . aedi
«>37ì’
1171 Speranza. Lat.^es; opmu,&fperesy rispUlferogli antichi,
P £ T. Alta, Fallace, Debile , Dolce, Humana , Ignuda,
Morta.yina,lnjinita. Gran Speranza, & Sperare^ Bo-
Be,Cadnche,CiechefiubbiofeJ^alji,Humane,yaneancià
s'appoggia tioSira Speranza.Qnante Speram;efe ne por
ta'l nemo.Dt mu Sperane bornie la maggior parte J'er
ginejn cni ho tutta mia Speranzfl.ymetn Speranza de-
bile,drfallace.Etuim di defir fuor diSperanzaahe fuori
Speranza homai del prmo loco. Hormi tten in Spe-
ranza, & hor in penaj'iuo fol à Speranza. HormieSpe
ranze fiiarte ha morte. Agguaglia la Speranza col defare.
La Speranza è morta, yerameme fallace ìlaSperanza.
0 Speranza,odefirfemprefalIace.lajfónoné diamante,
maituHuetro yeggio di man cadérmi ogni Speranza.
Boc. Speranza Morta,Sciocca, yanaj^erma. Grande,
Certa,Migliore, Taffata, Lufingheuok.Terduta, Intera,
uedi all' Indice j>ue fono bellid^corfi. «jr quandoénota la
innamorata.uediaSjé.
Sperare. Lat. P £ t. Fallace, Lubrico, Scemo . Il mio Spe-
rar , che troppo alto montaua .et non jia, in cui Tipìlro
Sperar, o" rimembrar s'appoggi , Allbor, che fólmina-
to, & morto giacque II mio Sperar .
Sperare , Lat. ajpirare, e.xpc8art, conjidere,jidere, niti . &
ft riferì cofi al bene come al male. Tst. Rifpofe con
un uolto. Che temere ,&fperarim farà fempre.Ame
pur gioua di fperar ^hora .Che jòl da uoi ripofo Dopo
Dio fpera . ouefpera efSer contenu , Oni io fperai ripi^.
Con tutti quei ,thefperanneliDei. Et fperando uenir a
miglior porto . Mifero ; onde fperana efier febee . Et non
fos'iomi fperi yederla anzi ch'io mora. Spero trouar
pietà non che perdono . 'blgnfpero bauer mai pofx.B o c.
uedi alt indice.
Speme, & Spene per la Speranza. Lat. fes,opinio. P e T.
Speme Amorojà. Dubbiofa,Humana,IneeTta,Lunga,Ta
uentofa,Tenace,Traduafyltima, Condotta al uerde. Che
uince offii altra Speme. Crefee la Speme. Si di farmi diSpe
Pfe. gli empia di Speme . pafce’l cor di Speme . Mifer chi
Speme in co fa mortai pone.yifli di Speme Jbor tòno pur di
pianto, haggio in odio la Speme et i defiri .
Spene. Lat.fiiei. P st. Accefa, Gioiolì, Tarda J>ura, yi-
ua. Cotanta .piu Beata .Amor quando fioria mia Spe-
ne, doue bai pollo Spene { Q.^Sto fignor Teme di lei fin-
dio fon fuor di Spene .
Defiderìo. lat. defyderium , cupidità!, & cupido, inis, li-
bido, luxuria, auiditas. P e t. Tirami fol kn Defiderio in-
tenfo. Boc. Defiderio Grande,Grandi^imo,ArdentifJi-
mo, Caldijfuno , Feruentifiimo, Incbineuele , Vrefentuo-
fo , Concupifiibile , HoneHo , Giouanile , Secreto , Ter-
merfo. cotanto F cruente. Temprai Defideri non fani.
Medeftmi , liumani .
Defiderofb . Lat. cupidut , auidni ,ardens , appetensjlu»
diofus , diligens , amani , obferuaiu. Boc. Hauenda ta-
nótto Defiderofo. pefiderofa di douerlo piu attendere.
De fidente di fegmtarto.Defiderofediuénen.uedit Indi.
\\y\ Pciio,e!r DifioMti.defjderiimifiupiditas,^ tuptdo. t.
IMA idj J'\h
DefmArdente, Bello , Caldo, Dolce, Fero, Folle, dona-
mi, 'naturai. Sommo, yago, yan. Gran Defio Benedet-
teli Defio. Si tramatoel fòUemioDefio.Solopermfiam-
mar noflro De fio . Ter farui al bel De fio uolger legnile.
Apollo; s'ancboruiuel bel Defio, Chet'mfiammauaa le
Tbefabcb’onJe. Largali Defio,ch'i tengo bor molto a fre-
no . al Defio crefee la ^eme . Cantra' l Defio , che fpefio
ilfuo mal noie. B o cJDifio Caldo,Amorojb. D a n.Iuì è
perfetta,matura,& intera Ciafeuna DifianzajJIifioMo
firato ilfuo Difio le die cagione é cofi meommeiare .
Defìofb. Lat. cupidus, auidus, ardens. P e t. Defiofo Tor-
to, Frutto ,Defiofa Man, Sorte, Fama, Luce, Defilar
Cortefe , Souerebio .
Dcfir,^ Defire. Lat. bac cupido,& libido. P e t. Antichi,
Accefo, Baffo, Cieco, Fallace, y ago. Ardente, il uifo un
Sole, E'iDefitr foco. Combat tea in me con la pietà il Defi-
re. Ter lo migliore al mio Defir contefe.La fpeme incerta,
e'I Defir moma,e crefee. Caccefo mio Defir tutto sfauiUa.
Già era'l nuo Defir prefio che fianco . Onde’l uago Defir
perde la traccia . Già mi fu col Defir fi dolce' Ipianto.Trom
uar parlando al mio arderne Defire Q.ualcheripofo. Che
gran temenza gran Defir a frena . Dcfiri ArìemijCal-
^,Cangiati, Contenti, yerdi. Et mille altri Defitti Raccen
derei ne la gelata mente. Et fe'ltempoè comrario abe
DefrLAfiai contenti lafci i miei Defiri. Si crefeer fento il
mio Ardente Defiro. Boc. Conuien ch’io fodisf accia al
mio Defire . Iddio ba mandato tempo a miei Defiri.
Defilare, & Di fare . Lat.defiderare , capere, concupi fiere,
exoptare, optare, auere,petere,appetere,expetere,expea
tefeere, expetifare ,praoptare,fitire, cupiditate ardere,
nota facete. P e z.ToaiprtZfandoquel,cb'ogni buom de
fia.Gia Defiiatjum fi giuha querela Farmi udirei penfie-
ri , ebanno la mente defilando morta . Lafio che defilando
yo quel,cb' efier non punte in alcun modoJiuel,tbepiu de
fiaua in uoi m’è tolto . & i defio,che le lagrime mie fi far
gin fòle.&ybfie; Cbedefiò del mondo ueder troppo .
Boc. Difiare con lutti i fimi termini, uedi aW Indice.
Agognare . Lat. attere foUicitum efie . da agoniare uenend»
dalla greca agpnia, ouero da angoaiel angor uerbi latini,
che dinotano foUedtudine,& anfieià di mente,et però ual
penfàndo difiare, 0 bramare; ouerodolerfi , ramaricarfi,
li’ attrifiarfi temendo anfiamented’alcuno infante peri
colo.T tr.ynpenfier con la mente parla ,& dice. Che
pur agogni i idefi che defiiderifl brami.Onde conuien cbe'l
uolgo errante agognii fi mofiri uago <f udire; ouero fiJi-
lettt . Che s'afpetti nomò, ne cbei’agogm i. cbefipenfi,o
defiderL D tifi. Di qualche prato jaon ch’altri t' agogni,
idefi molto ti defilerà . Ma per la uifia , che non men ago-
gnaàdefi che induce non meno defiderio di compajfione. Si
che quel eh’ è, come non fofie agogna, Quqlè quel cane,
che abbaiando agogna,Et fi racqueta poi che’l^fio mor-
de.i.fi mofira éfiofo do fendere. Ak i.Etauoi foli, ogni
mio ittento agogna .
TaIct»to. Lat.uobintas,bbido,appetitut, procliuitas, indi- 117}
natio,i noce antica prouenz^, & ufata da Thofiani an-
ticbiataleintlmatioiie^ammo,CTdiappetitoaUa uotun-
td,& diletto fenfitiuo/inJe talentare,& attalentare naie
conftntire, 0 piacere ; che ifroprio deltafùa uoglia far la
uogba d'altri , da Talento . Lat. ch i il danaro cofa molto
dejiderata. B o c.Tieno iira,& dà mal Talemo. Ilquale
ANIMA
bJkej Talenio S mmguu^àrJto S mal Tale ato.M i i
Mimito Talatto Jt moftrarui.D a n fin non t i bieopo a-
primt’l luo Talatto. Chela ragion commaton al T alento,
ideflallauolonti.
Appetito. lat.appttitus,appaenlia,apfetmo,defyderiiim,
dr qHcUo che dcjìdcra i ioniupiJiibite,dr ijuelto,tbefHg~
ge è irafìtbile. Hoc. Il coiicupifcibile .Appetito. Soloihe
V .Appetito il tbieggia . Koi generalmente da torto .Appe-
tito tirate . .Appetito Ciouamle , .A rdentiffimo , Fgnale,
Dijurdm ito, fammUefio, Carnale, Fiero . poco Regolato.
.Appetiti "naturali , Feminili . Secondagli loro -Appetiti
le cofe ufiuano. D A N. o Cacra fame Dei (oro (Aitilo
de moriali.Seguendo come bejlte l’Appalto. Che làjioue
Appetito non fi torce. A r i.bHon Appetito.
Appetibili. Ut. obtabilu. D A n.Tero la onde uenga lo’n-
telletto De le prime notitiebuomo non [ape , St da primi
Appetibili l'affetto .
Appetite. Lai. appcierejial defiderare. B o c.£f quantun-
que ugtà buoino appetijca uendata delie rnceuute offe fe .
Sbando cofi leggiermente é torti della ulta appetifcij.
hiiappaito,metaforicamente data.LnJ-1 notte appeten
do\perclx uenuta era mi no del tempo a trapaffare. F i .
Brama, ual auidità , & fummo defiderio . Lat. defyderium,
auiditat, ardor, uorago,uoratio,gurget. P s t.Uqualio
cercai fempre con tal Brama. D nu.Ft una Lupa, che di
tutte Brame Sembiaua carco nella fua magrezttaj.farm,
cidi di tutti gU auidi appaiti Bramofa . S'baueju hauuto
di tal tigna Brama, del contrario ho io Brama . Soluaemi
ffirando il gran digiuno. Che lungo tempo m’ha tenuto m
fame , ideft bramofo . Et (eia mia ragion non ti étfama
/Cedrai BeatrUe , ch'ella pienamente Tt torri quefta , ^
ciafcun'altra Brama. A R i.Ecbtaman Lupi di piu inm
gorde Brame .
Bramofo. Ut.auidui, cupiduf,ardens.ual pieno di brama,
drdifomma auidità.Ttt.Cbetenneghoccbimie( fira
mofi e Ite ti;bor li tien trifti,& molli. D a n . Cfce mai non
empie la Bramofa uogha. Boc.BramoJàmétemangiaua .
L A . Bramata morte. Bramofe canne. Cagne.
Bramare.Lat. ardere deftderio.auert . i amare con defiderio
nttenfo. P i t. "Hs piufihrama.ne bramar piu lice. Odiar
Ulta mi fanno, & bramar morte . Tiu fi difdice , a chi piu
pregio brama Et mal può proueder chi teme, & brama.
Fa di tua man non pur bramando, i mora, ch'io non fem-
pre tema, & brami.! cadrei morto, Ou'io piu uiner bra-
mo. Ch'altra non ueggio mai, ne ueder bramo. B oc. La
morte bramo , Lui éfto , e>r bramo. D KV.di quel che
qui fi brama . conuienchemiferia anebor brami . un goc-
cioli acqua bramo.
Curriofo.UtJiale troppo auido,& uogUofó. Ttr. lui era
il Curiof) Dicearco. Hoc. Cofèpiu atte a Curiofi bemto-
ri,cbea fobrie,et honefìe donne.
tryq Voloacì.LatJioluntas/trbitnum,libub.B o c.Spontanea,
Temperata . Hanno f'olontà di rubarci . Di jua Vedami
non l haurebbe fatto. Haurebbe la donna fatta la mia Vo
lomi.In tanta Volontà fi accefe .
Volonteroib . Lat. cupidut, auidus. B o c. Comepiu Vo-
lonterofo. Ella Volomerofa. Monache Volonteroff.Vo-
lontcrofi di guadagnare. Volontario Efiiho. Ver. Di
Volontaria morte .
yp^lia, & Vpglie, lat. uoUmtasi libido, arbiirium, F s Ti
■\
Accefa , Amorofa , Arderne , Cieca , Compita, Cruda,
Empia, Fiera , Lunga , Oflinata, Sfrenala, Spenta . Vo-
glie , Accefe, Contrarie, Diuerfe, Dtuife , Gelate, Hone-
fie. Infiammate , Ingorde, inti njè, Souerihie , Giouamli.
La uogha ,c2Lla ragion contbattut hanno . Ma’l tempo i
breue, cjr noftra Voglia è lunga . Cornea fua Voglia. Lat.
muitut . I ’bonefie Voghe in gemd foco accefe. OnÌ » Vo~
ghe& pcnficrtutti alcielergo. B oc. Maggior Voglia
di mangiare. Gran Voglia di ridere . Stordì mala Vom
gita. Etcghqueflo fenica piu inuili affettare di Voglia
fece , ideft nolontariameme .
Vogliofb. Lat.cupidus,auidus.èpicn di uogha. Dan. Mi
ft Vogliofo di faper lor nomi .
Volenticri.Latdihenter.aquo animo.ual uolomerofamente,
(Srdi uoglia. B o c.Ciajcuno difte ; che ne uoleua Volen-
tier mangiare. Li qnah V<dentteri,& guida,&feruidori
ne faranno. Et fi perdona egh Volentieri.
Suoghare , i torre L uoglia. Lat. fatiare, expellere/alisfa-
cere. P e t. Dal uoler mio non fi f uogha . Dal mio fermo
uolergia non mi fuoglia. Hoc. Se moftrando effere fuo-
gliato. La donna,! f e fuoghata non era,commciò mangia-
re.Che fola a riguardarle haueua forga iCinuoghare l'ap-
petito in qualunque f offe fiato fuoghato .
Inuogliare. Lat.ammarc Accendere ^nduccrt.i far uenir uo-
cioiuolonterofo. V bt. Et perche accio m'muogha
Ragionar de begh occhi. Amor; ch'aedo m'muogha. chi
purle’nuogha. D a ìi.Etghagi,che’nt'nuoghauamor,et
cortefia. Hoc. midi difopraafuoghare.
'Volerc.Lai.uoluntasJibido. P b t. Buon Volere, Cieco,Fer.
mo,Ingordo,Sordo.Ma (ingordo Voler cb'i cieco, e fiordo.
Si mi trafforta.La penna al buon Voler non può gir preffo.
Del mio (ermo Voler già no mi fiuogha.Loco non fiadoue’l
Voler non i'erga,Oue fon le beitele accolte in ella. Boc.
Il fino buon Volere. Il mio Volere .
Volere. Lat. nelle. P e t. Altro uolert,ar iifiuoler m’è tolto,
A uoler poi ritrarla . Etuorreipiu uolere^ piu non uo-
glio . uogh aitarme . per ch'io uoglio dire, ne fi quel ch’io
mi uogho.Che uoglion importar quelle due frondi.Il difiio,
che'l filo mal uole. che miei tu dinne i mentre uolei mo-
ftrarmi.Cbe mlendo parlar canlaua fempre. uoUndolfe-
gmre , 'Flou uolendomi amor perdere anchora . Il mi cor ;
che per lei laficiar mi uoUe. Mifero me,che uoUi.I non te’l
potrei dir, ne uollLDal qual boggi uorrebbeA^ non po ai-
tarmi Tu lió uorrai moftrarti. Vorre’l nero abbracciar la
fidando ( ombre. I mrrei ftar filo. Ter quanto non uorre-
fle poficia od ante . Hor noma trar de gh occhi noHri un
lago . Che mrria far bonorala fua donna. Amor (è uuo
ch’io tomi al gioco antico . ouunque uuol m'adduce. Ch'an
chor uuol ch't urna. Sennuciio i uò che fappi.i. uogho, &
nò che m’oda & uò ben dirti . TIpn uò che di tal nodo a~
mor nàfoghaMai non uòpiu cantar com'io falena. Hoc.
Il ui uà dire.'Hgn uò dir libertà. nonmi partbbe difdiceuo
leaficriuereuuo,inuecediuoglio,adifferewga diuòdal
ueiio andare ; tome il Hoc. Viio tu ftar qui bagifciadi
coflui i .Ì.UUOI.& nella flgmficationc pafiiua. Quefli Lom
bardi cani, eh' a chiefa non fon* mluti nuuercMegU altri
tempi, uedi alt Indice .
Volere, ual anebodouere. Ho c.Di cofiAitte ftminenonfi 1»7J
uorrebbe hauer mifiricordia. Elle fiuerrehbono uccidere.
Hmlnerc.lAt.itetm,aururfim ueUe.Hoc.Etper.ui-
"À giuria
ANIMA 1(6 -
^riiprópòfeiiriueleretjuella ,che ^ panie rihane- woiper aiallayitamoTtaU.ZocMhera,Ijberamen-
rt non poteua. Della faa camera alia lìan'^a diluì riman te. uedil Indice.
datola, molto ^ejfo riuolendalo , non patendo Ma fetta Liberare . Lat. T et. Morte m'ha liberato un’altra uolta ,
fòdufare a taate.Tuceuiéruiolerlo ,& a me piace di S o c. fece la dannai tre jrategli liberare. .A bbemrda
renderloui. morte il uojhro marito . Se flefia Ubera dalle pene . 'Jtmor
Difuolere. Lat. noUe. i il contrario di uolere. T E T. Cb'altn liberandomi da fuoiUgami. Liberata da fi fatta angofeia.
uoler, {jr difuoler m’i tolto. B o c. Mobili tutte, & finga uedt all’Indice .
alluna flabiUtàfono.inunhora,HOgUono,&éfuogUono Diliurare, per liberare, orifcaltare di prigione. P e r. Ben
ma medcfima coftben mille uvlte. La. D ah. qual i uenneadiliurarmiungrandeamico.uedia jqq.
quel, che difuuoleciocbeuoUe. Elkntc. Lat. mtmunii .ualliben. A k l.Che Jen’andòdi
^mo meglio. Lat. potius uolo. yo. Tnu. naie, io uogUopin talemre Efiente. Se ne ua Efiente da tanto martora .
tofio.Boc. loiimo molto megbo é diff tacere a quefle Làb'ito. Lat. quodlibet.i uolont,ì,opiacere,D a ti.Cbe là-
mie carm. che facendo loro agio lofacefii copi, che i^teffe bifo fi Ucito in fua legge .
efiere perditione dell’anima mia .Amando moka meglio il Dilibc-rationc. Lat. deUberat'io. & confiltatiofinii,i la di
figliuolo uiuo con moglie non conueneuole a lui, che mor libcratione con confgUo , &ual diffiniiione, B o c. Mila
tofingaalcuna. Dcìiberation iiguitò l'effetto. Dipari DiliberatumSenxA
tìouere per uolere. B o c. Molte nouelle diletteuoli donne a troppa Diuberaiiun . Dopo lunga DiUberation.
douer dareprmapio mi fi parano dmangi. Di che ut prego Diliberare. Lat. deliberare, decernere, fiatuere,fancire. ual
rr fola Iddio.cbeuoi di do li dubbiate nprendere.Detqua ditcrminare,diffnire. P E T. Che pur éliberandobo pofio
ogni penfiero fila di douerfi a lietamente uiucre dijjnr- al f ubbia Gran parte botr.ai de la mia tela breue. Boc.
re.Mmfi gliera uenuto per douergU ammonire,& capi- DiUberare in qual parte del mondo noi uogltamo andare,
g tre II Saldano guardaua é pigliarlo nelle parole perdo- Infin a tanto,cbe Iddio diUhera altro di te,&dime. Dili-
uergU mouere alcuna quejiuine . Se ne propofi di douerlo berai meco di non uolere. Dilibe ranno di uoierla pigliare,
pagare.La indufieadoucrfcnefeco andare Mdouerloha- Etfrafedibbcratafi.
nere fi diffofin . & quando dinota hauere uedi ai}i.& Statuto. Lat. & lexmuuicipalii.ual legge, i}r ordinatione .
perpotereaj 17 ^perconuemrea iijq. Boc.ìqella terra éT’rato fu già unStatuto nel nero
Arbitrio. Lat. & potetlai , commoditat. P e t. Tnueggia non menbiafimeuole,cbeafpto . Durante quefio Statuto,
ben mentri iMrbitrio intero Fondar m loco flabde jua Modificanno il crudele Statuto. Atti, ù la difefa del
ffeme. Si bella ; come quella , cb: mtjpogUa D' Arbitrio, fuo reo Statuto, uedia
& dal camin di liberiate. B o c.jqel jiio .Arbitrio rima- Statuire. Lat.fiatuert . ual deUberarefirdinarerdedicarejir
f e lo andare. Et per confegueme piu largo Mtbitr'io debbo fermamente ponere. Boc. Ciafiuno commendò il parla-
hauere . Et hauenJo alquanto é .Arbitrio piu colorato di re^ il diuilb della Reina ; ir co fi flatiiirono .
poterle parlare. D a h. Se cofifbffe iinuoiforadiUrutto Propofto. Lat.propofitumfiecretum,fententia,confilium,
Liber Jtrbitrio ; gir non fitria gmllitia. T rom nel tu jlr- ualdiitberationt,& ordine. Dan. Che io fin tornato nel
bitno tata cera.Libero firitto, fanto,itu.Arbitrio. Aiti. primoVropoflo .
che datogli m Arbitrio hauea a quei dui. Che. Vtopo(\to.Lat.femtntia.Bo c.Hauendodel tutto rnutOm
Balia. Lat. pofiefiio,poteHas,arbitrium. ual podeBàJtber- to Tropo fitto di quello perche uera .
tdfUolere. B o c.Trefi mi defli, drbammiinfua Balia, Tropommento. Lat.propofitum, confilium. B o c.Tio»
D AK.CheponefielecbiauiiafuaBaOa. giaiadtunoTropummento tirato . Mfpettandoluogp,&
Libertà , & Libertade . Lat. hbertas. P s t. Liberti Bella, tempo al loro maluagio Tropunimlto. Duro, Fiero, C rude
Tipua.Qjiando Cantica flrada Di Libemd mi fu precifa, le, Befiialefienga mutar nifi fi buon Tropommento.
& tolta. 'Hgdoue m tanta Liberti mi flefii. Tal,che mia Conuenire, Lat.fiatuerejir certum eH per ailiberarefi noie
Libertà tardi rellauro . In Lbertà ritorno fofiirando . Di re. Boc. Ter certo 10 conuegno uedere,fe.
Liberti, di una alma fi unga .Co fi in tutto mi fiogha Di Campare per bberarejiedt a Marte,
libertà quello crudeL Checofiuuafit Liberti mi jpoglia, Sottraggere,& Sottrare. Lat. fubtrabere.per liberarefiri-
h oc. La Libertà Jaquale i don éuino.Doue aiuto mam- mouere. P e T.Et mi fottragge al foco de mariti.E'l fuon,
fefio alla loro Liberti cono fceffero . che mi fottragge ogm mia cura. ECl cor fottragge a quel
Libertade,(jr Lbcrtate. Lat. libertas. Ttr. .Amara, Dot dolce penfiero, Che’n ulta il tene. Et ripreganio te pauida
te , Canteri ccm'io uifii in Libertade . mi jpoglu D'arbi- morte , Che mi filtraggi a fi penofi notti. Boc. Cbepia-
trio idrcUl camin di Libertade , Mi trono in Liberiate tendogb potrebbe la firoccbia dal fuoco fittrarre ,
amare , & dolce . Et tutti incifi i nerui Di Ubertate.E'n T’crmcttcnte.i. nolente. Lat. pcrmittens,concedem. V et.
tanto pur fognando Liberiate , L’ un, & L’alt ro ponen- Etnia fine il fiHo Dio,Termettentefiedrem la fufo. cioi
domùbertate , fi Dio il prometterà .
Libero. Latdiberfitutusfimmunis P e t. Leopardo, Libe- Giullitia. Lat.iufiitia. P e T.Ciufiitta Eterna . Gran Gnu
ro infilua ,&di catene fcario . Et fatto’ l mondo Ùbero, fiitia agli amanti fi;- graueoffefa.Tu partoriHi il fonte di
tir febee. Libero fiirito.Mllhoreorfial fiuomalLibera, Ciufiitia .Comebuom,cbeper Gmllitiaamortecorre.
& ficiolu L'anima , (yna Cerna) al bel collo dintorno B o c. £i dalla diurna Giufiitia rigidamente la crudeltà
Scritto haueajjb ra farmi a mio Cefire piacque . Rendi- ueudicata. Senga Ciufiitia niun regno dura.Le troppo in-
tui,i’efierpo Ubera, dr fiiolta L'errante mia confine. La duriate Ciuliitie molte uolte fino da pietà impedite. T h.
fiiimd»irifia,^iÀer4muiitu, Lìbere in pace^jja- Gìuko.L4I. iuftutfiaq’ius.P tT.CtufioDifdegiio,Duol,
1
A N I
BxechuyStf^ . Ciuffa Cagloiu, Torte. CiuSli Targhi,
ToJSiyQjtrrcle.'Hon è oncbor CiuSìo ajfai cogion di duo»
. lo. U quel, che Cmflomeme fi dijdue. & pur amò coliui
Tiu Cmflamcnte. £ oc. Cuifla Cagione . Ciulli Ciudui ,
CiuSlt Sdegno.TUolOtCmflifSimo iégao. CiuSìameiUe ,
» *77 Giudi celebroti.Exeihia, Mardoiheo.
Ezechia ilgiufto . coflui fu Re di Gerufalem , ilquale per le
fue f otite opere menti kejSerc nominato Gùtjto, egli tolji
r idolatria a Gmdei.yinfe i Thililiei,gli .Ajim^ liberò il
popot/Tlfraeldalla Signoria loroxndeil P £ T. Toi fen-
dendo la kifta quota 'io ballo Rimirando oue Coi chio oltro
non uarca,yidtl Giulio Ex^ibia,& Sanfonguafto .
Mardocheo hebreo, uedi la Jua hi/ioria ad .Afnero a6qj
Inuoccntc. Lat. &innoxius, infons.fimpUx. A k i.Chiu-
der leon fi deano, orfi, e ferpenti; Ma non le tofe belle, &
Innocenti.
Inondo . Lat.ìmuflui . P et. 'Neron’i'l tert^o dilpietato
c’ngiullo. B o c. Tito iKgiuJiamente della fortuna ti
dolcui .
Ragion. Lat. ratio, caufa, motus^ninii,fmtentia,i quello^
M A
mi fura . 1{^tnral Ragione i di ciafeuno , lite ci nafte , U
fua Ulta quantunque può aiutare, & conjeruare.& per lo
conto deldare,e dell bauerej. gli detti Doganieri poi fri-
non in fui libro della Dogana a Ragione del mercatante
tutte le lite mercàtie . Ilqual nò coiaentandofi del JalariOf
fatta la Ragione jua con lo cajìaldo delle donne/i Lampo»
lecebio je ne tornò. Se ne tornò a Tiapoli^ é quindi buo»
na, et intera Ragione ronàdò a f irrite a fuot maejiri,ihe
co panni Cbaueano mandato . Ma uùentienfarei un poco
Ragione con efto ceco per jipcre di che tu ti ramanibi . 1
dugemo fiorini, che mi prefajli , non mi bifògnarono , er
perciò ut gli recai di pn fente aUa donna tua fi gliele
diedi, & perciò dannerai la mia Ragione J. fcancellerai, o
dipainerai la mia partita del conto mio . Tanto la debita
Ragione gli recaua uergogna,tdefi confluirla -E u di tanto
feniimento nelle leggi, che da molti ualentihuomini un ar
maio di Ragion ciuile fu reputato.ioutoriti.D a n.Etfa
Ragion ih’i ti fu fempre a latoa.penfa, credi, a prefuponi»
ibe uolgamunse fi due,fa conto. Et fa Ragion, ibi fu La
uijìa ili tefmarritaj& non de fonia .
che intendi,& ér il fatto fuo, che uolgarmente fi dice egli Cigioac.Lata{iio,caufii.&idi trejpetie ,cioi demolirà- 1 1 7 S
fa ben dire la fua ragione, & tal uolta perla mamera del
fare,e deldire;onde fièdetto la Ragion del umerbuona,o
tatliua ; talhor per lo dijiorfo della mente ,& perla pin
nobile uiriù delt anima , bquale regnando, il fentimento è
iiinto, & le nojlre operai ioni fimo lodeuob ; ér talhor per
lo conto del dare, & dell'bauere, alcuna uolta per la giu-
ftitia prudentia Jorxad>otereJondamento, dijiorfòfirdi-
tujmfuTa4niiio,ragioneuole,confiientiaàl uolere. Tìt.
Ragion per la giuSha. -difettando mi firuggo &
fiacco. Et Ragion temean ^o.Sìuafi buomccbe teme mor
tejiRagionfbiede . Ma Ragùm lontra forzo non baiato.
Rfiaihi Ragion giuebihifi conofea. E cofi per Ragion con-
kien thè fia. hoc. Battutala adunque é fama Ragione,
tir per la Trudentia, {jt Giujlilia. Vlt. La uoglia, & la
tuia, deliberatala, & giudiiiale . & alcuna uolta fi pone
per la lite, & comroucrfia ; & ambo per lo fondamemo,
ragione j:fcufatiime,occafione. Tir. Cagm .Alta, Gut-
fta,Trima,Soia. Gran Cagumbaididoucrpian^rmeco .
Cagioni Belle, Leggiadre,Uui. Et gli occhi uagliifien Ca-
guin ih’io pera . Et le Cagion del imo dogliofòjìne . Cagion .
m’è lafSo dinfiniti mah , i' flato in fin a qui Cagion cb'l ui
lia,Cagion fard ib'innàzi tempo imoia Ch'ala Cagion,oS
a te fletto imefii. Cagion mi dai di mai no efler lieto. Boc.
Efiendo di tutto ciò Cagion f amore . Fu Cagion di mino-
re botteflàyàlalaCagione,Trmcipale,Honefla,Colora»
tafl'era,'Huoua.Ter le Jbpradette Cagùmi.l' ariea nuo-
ue Cagioni. DanJì cb'a bene flerar m'era Cagione Ma
dimmi la Cagione.
Ragioncombattut'hanno ,Cbe’l frendela Ragion amor Cagionare.LM.caufar'ij.caufamreigefleaflirre,culpare,ae
«onprcztia.Cbela ragionrib'ogm buon alma a frena. So» lufitre. ual dar la caufa ftfiere,&la forma. D a n. Ma
Lato furor, e Ragionpigra . Ma uoglia in me Ragion già- ella radiando ha cagiona .
mai non ninfe. Cbe'l duol pur crejce,e la Ragum uien me- -Apporre, & apponete. Lat. calumniarijiippontre,ual acca-
ko.MortafraCondeèlaRagionjeCarte.Rignanoifenft, glenarc.Boc.Et bauerle f.ittomale,&hora apporle 1
tir la Ragion i morta. & per la Forza,& Tot ere. Et mor quello per ifcuft di fe , dicendo anebora , ch'ella fi mara-
te in fua Ragion cotanto auara.tr per dir il fatto fuo, & uigfiaua ; come do potefe eflere éuenuto : perciò ch'ella
il fuo uoUre. panni ueder -Amor Mantener mia Ragion, cmiofccua ben la fua figlindt. & quando fla per aggmn-
e danni aita.Canzon 10 t'ammonifco,Cbe tua Ragùm cor- gere . uedi t< 1 47 $ .
tefemeiitedica.B oc. .A ninna perfona fa ingiuria, chi Scagionare. Lat. excufare. ual efeufàre. Da u.Et efletto
bonelìameiite ufalafua Ragnne.f'dita prima la Ragion Carlinaflie mi feagnun .
i 'Ugri, poi allo Scalza riu^o dilfe . per lo diritto, & ra-, Conueaietitc.Lat.conucnietts,congruus,cotigruensdisMal
guneuole.P BT.Ragioniben,cb'aliunauoltaieantiEt tkbito,honeflolecito.Boc.Et jeeondo ebemohiafer-
tbim'acquetai benRagioncb'i brami. &perlo fonda»
mentoAirdifcorfò.F £ r.Canzon,cbituaRqgionchiamaf
fe ofenra Di. Tdsn fon com'a mparle Ragion pan.Etper
fifldar leRagionnoHreanticbe. Boc. Dtffe Co Scalzalo
lo ti mohrerò per fi fatta Ragione ,fbe non che tu,maco-
ftni mede fimo, cbe'l mega èri ch'io dica il nero . Ter le-
quai Ragioni la noflra fede era migliore , che la giudaica,
Jo ccmofio per naturali, & nere Ragioni eofi donare efle-
re. Ter il che fi potrebbe con molte Ragioni naturah dóno
manosi Re medio bene oflerui alla giouane U Conuemen-
teJSboneflà.Et come èira uita fia di cMlia é colui ; che
a donna non bene a fèConuemente s'albattej.eoiifurme.
ydendo il fnopial Conuemente parlare , rifliofe . Et ioti
perdono per tal Conueniente, che tu a leiuada,comepri-
mapotrai,tr facciati perdonare ; trdoueetla non it per-
doni, io d tornerò , & darottene tante ; che ti farò trillo,
(de fi con quello patto. Lat. hoc conditione boc paBo . &
ittcongruns lo Inconucuiente .
Prore. Trtma con nere Ragioni èfrnderè la miafamaSt Conuemre. lat. quafi fimul uenirt ; cong, ■gari.& ual efle-,
fon molteRagiomiù^e^. Alla fi :eccii Ragioni irrepn re diccMOÌe,ledtaaicbtto,& bonefl». P et. S^aniopir
^tabfli dflaia^envlmemegliioiidujli.&pirtordiiKifS’ ficoiiiievgtaglioctbitnoi.tratelnegliatmi,ond'abedit.
tonuenne.
\
.
1*79
ì
li
mmttnm . con unta fede Onant’a Dio fot per debito con-
menft Sedie bce,^coitkienji.Boc.Faccadoftacredere,
ehe quello a loro fi conncnga.<!r non fi dijìica.Quanto àli
Xfmetneme ficonuengonaufferHart le cofe.Men cauta-
mente, che non fi conuemua . Come ti conuerrebbe . Con-
tòenfi adunque Phuoma principalmente confe fiore, tqe
mebora con fomma lode tenario , come un'altro fi fon-
uerria , che facefie.
fiouere.Lat. debere, per conuenire,<!r per efjèrconueniente,
lecito,^ boneflo.B o c.Qjtarùio noi uogbamo come deb
buuHo uerfii dite operare . Et non bebbi alla jània Dome-
nica quella riuerenga, clfio doueua bauere.La diate efii
fondamento, df fòfieg/to ejjere douerebbono é quella. 0
tenendo quello, che tu haueremmdouerefliiSeionedo-
nefiiandarea lafadelduuotoJ luoimalidoueuanohauer
fine.dr quando dinota ttolere^tÓL a iiqj. tir per bauere
niqt. a- per poter a ^17.
Sconucnciiolezu . Sconueneuole , Difcomteneuole . uedi
ntófs.
Ucno.Lat. driufins ,honejlus,decens,conuenieni. P s t.
Deh qual amor fi Licito, 0 fi ignota fèguilarlo Licito ^
fe,e'lnnoJòmmo defio . Gii diedi ; e’I don fu licito fra noi.
lice, cf Lece. LatJuet. ual emmenire. Psr.T{epiufi bra-
ma, ne bramar piu lice. SedirLice,drcomaenfi. Tis
mi lece afeoitar chi non ragiona. bomaitiltceTerte fief-
:ji parlar con chi ti piace,
Giudicio. Lat. iuduium . ual exilUmatione , penfamento .
P s T. Ciudicio Benigno Jntero. Che perfetti Gàtdicifimfi
rari.Se’lGinduiomronóerra . Qjixlc<dpa,qualGiudicio,
o qual defimo, B o c.Doueui net Giudicio della tua mente
aomprendere.Secondoilfuo Giudicio ben dijpofio.drquan
dodtnotail banco della ragione .Si partì dal Giudicio la
donna beta, e libera dal fuocote dalla fentfga del giudice,
'Ujjtno Ciudido fi troni mai,cbe di do tenefie ragione.Ft.
Cmdicare. Lat. indicare; qua fi mfìuere,difcerueTe.V tt.
■ Giudica tu; che me conofii& lui. Et fia chi ragion gin-
Jicbi, 0 conofea . i'tguardo,dr giudico ben dritto. B o c.
Ma auanii che ad alcuna cofa giudicare procediate , ni
prego. Sauifiimo giudicarono Gualtieri, D'aicunmeo
dico morta giudicata fu.
^0- "Peou. ual giudicare. D nn.Etiola ebeggio
a lui, che tutto giuggiai. giudica.
Sofragiuécare .Bo c.nelPu.dìuaado tu uerrai lòprail
campo contraaldefideratonemicu,quantopiupuoi,pren
dtlapui alta parte del campo , accio che andando uer[o
lui prona fòpragiuécbi , che tu fia da hàf opragiudicato .
Eiranututionc , & Efiamina . Lat. examen , ludicium ,
procefius. B o c. Sopra queHa Efiamtnatione penfando .
Erano a cofi fatta Ejfiminatione é tauta,^famola don
na concorfi. A r i.i)( citatorie piene, &ditibelli, ù'Ef-
famine,edicarte,eé procure Hauealemam. otltra
Efiamina in cto non fifatea .
Ejfaminare. Lat.examtnare . ual confiderare. Boc. llqual
ANIMA i6j
faminò. U a u.Minoi; Efiamina le colpe ne f entrata.
podeflàfopra ciò lo comindè ad efiamnare . ^n' altro gli
baurebbe uolutifar collare , martoriare,efiamin.
;eflaminare ,&
■domandare.Vm partita mente efi aminando ogni partueU
la delle parole.Caualcando perla contrada fuMattcaffiou
.minando con gli occhi, & con la mente qual luogo alle nuo
nemurtfofieano. P H.Efiaminalalor mta,etlorocofin
mt,et loro maniere. Variuamétt ogni fua pafiata naa tf-
SLUtcnza , & Sementia. Lat. cr decretum, ir declaratio .
V tT. La Seni etti la éuina . Tfobile donna tua Seni ernia
attendo, Che'ngmfia partela Sententu cade. Boc.ll
terzo m quefla meicjima Smunga peruenne. Se mutata
non bauete Sententi . La Sententi feruta , LaScn-
tenga i data . La Sentenga finale ,
Sententtare . Lat.decidere,decemere , determinare. Boc. ziSo
nel Th. dolete che a morte la fenientumo. Sememia-
ta a quefla morte . Huando egli ordinò che a morte fin.
teuuata fofie .
SeSxtettde.TrouerbifHgtàéJDettijudi a Trouerbio 16^0
Confeienza , & Confiimtia. Lat. i quello c'ha fhuomom
femedefimo ih fé, fi de meriti , come de dementi , ^ del-
le fòrze fue.T it. E'I cor hor Confeientia hor morte
pungf. Boc. Che mi morda in alcuna cofa la Confcien-
gf. Tf^nuogliochetuienc grani pmlaConfiienga.Et
quafi da Confdenga rimar fo .
Parere . Lu. iuécium , lonfitium , uoluntai . ual giudicio ,
mente, uolontJ.Tit. Però al mio Parer non li fu ho- ,
nere. Peggio i lo flrano al nuo Parer che'l danno, Boc.
Tfonlafcii di dire il Parer fuo. Secondo ilmh Parere.
Ma fi in quefla il mio Parere fi fèguiffe . Il Parere mio in
poche parole ui farà inanifejio ,
Parere . Lat. uiden .per conofeere, 0 ejfer uiflo. P s t.ì ca-
peUi.Cbefacean C oro,e'l [ol parer men beUiMaper trarti
cCaffanni M'i dato a parer tal. Cbepo bella parer, ma nul
la uale.Facean molto defir parer fi poco . Et par bm cb’h
uà inganni.Et par che data, a me pur pare, ma pare a me .
par che mi confòrte. Tempo non mi parca difarriparo,
tfonfofe uero,ofalfo mi pirea . dir parca, parca dar.
Pareami hauer al fili il cor éneue Stelle chiare parean»
in mego un fole. Mipareua un miracol in akrm.Et par-
liCun miWanni . & ueder feco parate Donne, & dougel-
le. Parmsl ueder . Panni ueder amor . l'ero dirò; forfè
e parrà mtngpgna .Parrà a te troppo non fia peri
molto. Parranno allbort angeliche dmfe . come alar
pane. Et paruemi mirabd nanitate.Poco ueicte,ir par
niuedermolto. Boc. tfjn Sòfea noi ne Parrà quell»
cb'a me Heparrebbe.Seiononudi{fidtreauoi,cbeeglim
fojfe parata, che io fofii quello. Da maree a ut a gli parm
uetifere ritornato. Et perdo ( quando ui paia) prenden-
do le noflre fatti. Dan. Paionfi aluento ejferleg-
gieri.<be forfè parria forte al noflrouutgo.tfò per co-
lor, ma per lume par nenie ,
Vifo, aoifu uifo.t. mi parue. uilumefl. D ns.Ful'ij»
a m: cantar ejfa foflanga, non i da ufare
Credere, Lat. P Bc.fborM fk,cbe m:l creda) Ella no»
par ée’l creda .&fiji'l uede . Cb' altri noi crede.iEt chi
noi crede.Menire algouerno anebor crede la uela,& qui
ni flaper lAidtre . E'npicdol uetro chiuder tutte [acque
Forfè credea . tìnl crederà i Credendo haueme inuMofi
patti . Che credendoli in otto uiuer fatuo Preuento fu dal
fuo fiero deflino .S'io credefii per morte e fiere fcarco.Pur
cb'io'l crederi. Credete uoi,ebe Cefare, 0 Marcello,
ebe'n Dee non creden'io regnaffe morte . Cb'i erede-
ua Perder parte non tutto. Inon fon forfè chi tu cre-
da. Credo ben che tu creà. 'Hel commciarcrediaTro.
uar. Credo che tu'l conofei. Ma io non credo. Boc.
neJi [Indice. D a n. ne <0, «c <fltri creda, Cb'i non
rj
liSl
A N I m: »
hjHrei creiuto , che morte , ' Ycrmcr-ii, yerm, fn»!jre, ajfcimafe ,r3ffennm .m
Credere. Lai. credere. ètjumdoiienfimeecrti.mahih- dia so. • •
biamo fi ferma fede, <be cefi pa,cheKon nedabtiiamo. SiaduerbioajjirmatiuOjcheLatini dicomita.T t r.Di fi
nafeendo a S.oma noti fègratia .A giudea Si.Laffo mmfo{
ma Si comf1 ohbene.Boc.^cttila donna riffofe Signor
mio Si.tr maiiduUa a uederejir tornò,& dij]'e di Si HiCè.
aàrdo dijSe disi. Et quando la Si fi troua accompagnata
con nerbi allhora non è aduerbio^napaniecHa legata con
E t: Era’l giorno ch'ai Sol Si fiolt
PtT Ellagiamojfadijfr,al Creder mioTuflarafn terra
fenga me gran tempi. Roc. Sotouno chiamato Bergami
nooltre al Credere di chinonlo uideprefto pai latore ()•
ornato, fi rimaje.
Credi bile. lar. credéilit, hoc credAile.R oc. Etchemag
girrcofd t, & qua fi non Credibile. nerbi pafiiui. VrT.EraH giorno ch'ai Sol Si fioloraroi ^
Creduli. Lat. Boc.^ quai non troppo Credule fede pre- rai. Tal ; che natura e'I luogo Si nugratia . Se noti che far
ftiamo .gli altri frati Creduli. Il marito piu Criduloalle fé Apollo Siifdegna.Sicoglie.Sirttoma.Silamcnta qua
'altrui falfiti. Et tutta fàmacchiofajtr Crederne cbe'l fi in infinito. BoC.nedi all Indiee,
principefofle , fi giacque . ita Latjudfi.D AN.De'lnòperbdeiuruififalta.
Incredibile. Laui nondacreiere.'Ptr.Ladiuinalntre- Se,innecedellaSi JLatina.R ir. Se la mia tòta daPaffim
dihik bellexpta. Come che mai copi Ineredibil uede.B o c. tormento. Et Sedi lui forfè altra donna filerà. Et Se qui In
Cojà Incredibile a thi non gU hauefie ueduà-Ma fe mfor memoria non n'aita . Et dtcea meco ; Se coflei mi fiietra ,
fè ghejlempi del cielo Incredula ftbifi.f i. S « v. Molte Et Se cenerà fuo jìil.Sel’honorata fi-onde. Ro c.Seto.
altre cofe Incredibili. StegliiSecofici.SeuoHripricgbi.Seaoltenolte.quafi
Dfcredere.Lat.panimaMtnihUfideiadhibere,ual non crede ■ in infinito, ucdi la taiiola.
re. B o c. Tatto il mondo mnmi baiirebbcdatoacrede- Heaffermauuo.P t i.Telrò iqjtndai Seenr Ihtga làfiietto,
re , ne fatto diferedere .iqon miuegliate fare diferedetr T01 fègnirò^ come ab» 'Ugnerebbe. Infine Hvmalfiidi
quello ,fbe la urrà mfione mi ha tmil rato .Th. rai lo feoppìo .Sicché mille penne Ile fon già fianebe . Si
Ctedeniì,uatcredubtàAredere.iieiiays9. tbemoU'anniEMropaTiefofinra.RocJiedil'Indice, ■
hicunì. Lat.fecnritai.Roc.In fègnidi SunrtdilRr gli AniiadnÀielcliione,naipm toHa. Lat.imo,& tmopotint,
mandò un lùo guanto. .Acao che conSicnrtàpolefìerom c autqumpoims. P e t. .Aar^le Difii’tuer picndi paurn.
fienu di fi fatte notte hjuere.Hauettdo poca Sicurtà della
incerta fede de SiciUani.^perU piegiaria. &Sicurtj,Si
curare, afiicurare, Tafiicurare. uedi a 61.
Terfuadere. Lat.&fuadere . per far credere. B o c.Et fiie-
eando per lui Domenedto moki miracob douere dimojtra-
teperfuadetteloro.
Suudere.Lat.nalperfHadere.Y) a v.yedea di carità nifi fuim
diiJndicanti perfnafione di carità. Ari. OtufiBiaaldo
é cercar fuajò Qjiel,
A Polla. Latjdcdaa opera, fno,nei alter ins arb 'ttrn . nal ad
inSianxf, a noglia. P e t. Hot jC Tofla d’altrui connieu
che nada,uUfijècondofaltrm uoglia. B o c, Laquale
tolaftam trifio ch'era ibiamato il Mangione, jl fua Va-
fla tenendola prejlaua aucttura . yna giouanetta , che tu
teneui U tua ToHa, idefì a tuo uolerejo a tua rcqnifitio~
,Anc.i piango alfcreno..Angi m'infiammo. A n:^ mifirug
go.,Aitt^jeguuelà,doueui chiama y oftra furiuna.uou >
arme .Amo ali. Almi mi iforga amar . Ans^t la noce ni
fuomme rifchiari.Togbendo Anzi perlii fempretrar
guai. Lat. potiut.Am(i uogbo morir, SÌjiefii no ama An
C(t arde . lipafate comra't aero al cor un callo C onte fete
ufi; Anzi uolgcte gli occhi Mentre emenda r porete’l no
Jiro fallo Augi ehi jia Chiaro una uolta fìa chiaro in etrr
m. Medi alt Indice. Dan. Anzi impeiiua tanto il mio ca
mino. Augi niqucfloluogotantopieiu.Conpouerrduo 1
kfU Angi uirtule Che gran nccbezma pofieder lon mtio.
Anzi m’aceorfi. Anzi chenò noi piu lofio che »ò.B O c.'
flando Anzi a dijàgio thè nò nelCana.yoi fete Anzi
àe graffa che nò.La Licifca,che attempatetta era ; & An
zi Jiiperba che nò. aedi l'Indice..
ne.D A NDoueitenea gfiocclnfi ATofinadcfi Siandoìo 'ìlsgare.lat.&ÌTemficiaiaielmfmari.ualeontradire,ab~ .tifj
temo ad una co fa, cornei! bakjbriere ,cbe memo mira nuere ,& abnegale ;chè grandemente negare. P et. /
alla pofla dei berfagh. ned pofio negar donna e noi nego. 'ìiegar difie non pe/io,
A fuo Cenno, fat. fuo arbitrio. Mal a fuo Mokre,oa fuo tbeCafannOtCbeMaiiinaHztalmorirnòdogliafoTte.He
piacere. Lat. ex unto , prò bbidme.R o c. Domum fi fa ben per buom quel che’lcklnega.inalmgpyergt-
óiàcanlareiliufignnoloA fuofenno, Tenb’iogbmi- .ne,maiiprego.Mas’tgliaukn,cb'anthoraonmifinem
fiAfuofenno. ~ gbiFiniranziimiofine.Bo c.Et da tutti confortata al'
A ina fcdta . Lat. fuo deleSu .naia fua elettane. Boc. Tiegare , SÌMeSìo non fi può negare. Tfj perciò il cielo fne
Effendofi eiia et un gioMonetto bello, & leggiadro Afna belìe:^ eterne nenkga.L'uiu negando alfaltro. aedi at-
fcctia innamorato . tmdice.EpicnroTigganiel'etcmitàdeiramme,
Abldz.Lat.CMnHanter.Matarequifuionea>afiieraHza,& Hò. Lat. non. è particella negatina i&ponfi dopoilnerho
alcuna Moka perdanento ,0 lunghezza di tempo dtnota, nelfinedclTorationeficklragiouare.coiKelafi.Pn.'Hs
fon mtoH^. Et bar perche non fiaCortefiyfò.macono-'.
fcemeCrpiaJior non piu 'ìiefi ne 7<ò nel cor im fó-
lta intero. Di te pia ngendo Tip,made miei danm TaiÙda
Tip, ma piu ebemue bianca, iìueflo Tfò, n^i'a .Cb'to
temo laffo, iqò'l fuuerchio affama . Difirugga'l cor . Che
piu7dplfento.yè,fe'ì{òamor,chctnai'biò’l lafcucun
paffa. Cb't porto imadia agli bucanti., e 7{ò'l celo. Roc.
£Ua Hokna con lui digjMMrr , ma fare altro . Bil'po^
'r ’ ■. Uonfigtar
tlj
k
y
A R I Senza tener icauaiier A badaMedtBadan ijo}.
Badare. Lal.cunSari,uacare.i yo.Tro.& dinota fiaratteu-
to,por mente, aitare fi indngiare. utJia i^o}.
A bel (à\iiìo,MaCuolotttanamcnte.Lat.fiudiosi,dedita epe
■ra. lat.ffonie nature, fua fiame , fuo arbitrio, fna ut, juo
iMdkio; Mobnuate propria jiiapie natura fi natura,per fi,
a fe, nitro. PtT.& Fubìio Fiacco ,Cb'a gli affiti
troncar A bit fludà erra, ....
Ì
%
fin
h
5.
I
A N { M A téS 1^6
Monfigiof Un . in mtv> deltcratìone . Ma nogiia , 4 fen[i> mi ifu crrtifitato fermi .
gU rifoipmfc a terra . Benché ilfi,&itTÌ3 credenàn ^jfejuire. Lataijiemire,c^ntire,per CQjèntire. Dan. Ter
uUcapomi uaciUafle . ^n^ cbe'N^.nedi dtfopra ad f Mentir dt quell' aéma degna. Et afientl cValquauta
tÀa^i a 1 016 . indietro gipi . afientirei un {ole Tiu ch'i nondegguaimia
Non. Lat. partuella negatiua. P e T. Tercbeal uer fi deut ufiirdi bando. B o c.^Jitntito alle lufingbe di Tericone. . ^
Tipn contraflart. che a Balte imprefe Fortuna iiigmriofa Tcm»J'etninza,Tmtore,TimoroJa, Timida. Tremare no- 1 j g$
JCnn contraflLHuombeatocbtamar7ionpconKtene..A me, &uerboTaura. con gli fuoi nerbi.
Roma 1<ipn fe gratta ,a Giudea fi . Ch'ancbor Jign torfe Toma. Lat. timor, panar, formtdo ,conHematio. Tir. Et
dal nero camino. Qja Tlgn pala:^,7loii Tbeatro,o log, fin la Tema del futura danno. Se'l corTema,^ jfieranx/t
già. Et fi qm memoria Tfon m‘ aita.Lagrtma anibor pu^untella . 7^ di duol ,nediT ema poffo allarme .pcr~
m bagnaua’l petto. Bo e. uedtt Indice . che uergogna ,&TemaFaceanmaltodefirparer fipo-
He inuecedinon.etponfidopo lanon.Lat.neque.Ttn.'ìig co. B oc. Ter Tema di uergogna. Mojii non meno i
maiinfidolci,oinfffeauitempreRifonarlcppi.Qjianc[i daTema.
fu prefo, & non me "Heguar^.'He tacendo patta éfua Temenza. Lat. timor , dr reuerentia. P e t. Che gran Te,
mantrarlo.Hs%iamaineuefottoalSoldifiarue.'Hepet meng^,graniefiraffrena. OfequifiaTemfga "Uontem
nona figurailprimoalloroSeppilafciare. &m uecedetla
nec Latina . hebbe tanto , TÌg mgpr "He jfath. Tlg
m nal jfonarlo. Tfeoura da pubr con la mia Urna . Hf fa
ftar jol , 'Uggir oh altri il chiama . Tipn fapea doue 'Ng
eptando. B o c.ucdi {Indice .
prafie l’arfura , ibe m’inceale . Se non e’bebbi T ememi/t
delepericolofifitefauille. Ma Temenza m'accora.ìi oc. I
CercandoperTememgailmiouolcre.'ÌIgumidoaaJliar-
dir quanto Temenza .Cbefiapiuda biajmare la Jàuia Te
menga,cheilmattoardirr. A t*. l
Sihioadu.Lat.mfi.ualectetto,&finon.fimprefitroua Timore. Lat.grformido.V m. Timor ttinfanùa ,&fil
pofio col figguntiMO.& prima accompagnua con la fe. dtfiioétkonore.Iafieranza e'iTimore.
B o c. Saluofi inpartenonfitrouajimo, doue.Saluofe Tiiporoib, p/eniii tonare. Lat.paUidut^ticnlofius.V E t,
io non uolefii a quejla mala deirata fare una mala ginn < Ella fionte,& la noce a faluurni Mofii borTemorofa^
ta.Saluoteglinou ticomandafie. & fingala fi .Salun boriolente. Roc.EffaTemoroftdellemieminatcie.ljt !
ehi non uolejfi Ilare a modo di mutolo. Par. Cercate dm ira con Temorofiijiimo caldo infiammaua l'animo .
que fonte piu tranquillo , Cbe'lmiod'ogni liquor fofiene Timido. Lat.timidus,pauidut.Bac.'I{^agiotuttoTU
tnopia Saluo di quel chelagrimaBdoRillo. midodtueauto. La giouanenergognofa,dr Timida .Le
Eccetto.Lat.mfi,preterJ}ocexcepto.ualfiaon,faluo.AKl. donne ne gli onimiTimide, & paurofi. Et mentredn-
Tnttacoperta d'arme Eccittoduifi.B oc.Otgiuni quat biofi ,dr Tmudt rigaardauauo. Pet. Timido Cor,&
trotempora,druigilted-dpoftoU,&laquarcfimatut- TtmidtI'ita.
ta ,& certi punti dcUa luna ,& altre Ecctttion molte. Temere. Lat. timor , panar, farmido. P et. Ma qneldel 1Ì87
Eatxxceptio.etnel{A u.CliEccettuatinobiliconlamol jm Temer ha degno effetto. SìueHo Temer d'antiche
titndine plebea raccolti. proueinato,
Confentimcnto. Lat.confiiff'us,&ajfinfnt.nal uolontd, Efangue. Lat.exaqgnisjuletimido,etfingafiingne. Ari..
compiacimento. Pbt.Mx fi Confintimento è didefiino Difillailcorpoufc)freddo,&Epmgne.'b{oui.diqnefti
Cbepojfo io pini B o c.Di comune Canfinumento.ùi pa- duo per far Efangue L'hortibil Mofiro . Che lo fece cader L
n Confinttmemo.Col Confemimemo degli altri. Con Con, falUdo Efangue .
fintimemo di loro, a cui toccaua . Temere. Lat.umert,fi>rmidare,pSuere, pauefeeredmuitart.
P ET. Che mi fard fempre temere . Senga temer di tem-
po. ch'io Honfimpre tema, i ben ragion coi tema. L'anti-
tbe mura , ch'ancbor umet& ama . com'buom.cbe teme
Fnturomal. ond'h temea f campare . & ragion temeua
fOce.Cbe poffo io far temendo' l mio fignore .1, che del cm'
temo. Io temo fi de begli occhi [affaito . & temo non fi»
peggio. B oc. Medi {Indice.
1 i 1 5 Confitttire. Lat. & conuemre , tfffinùrt , adherere opinioni .
P £ T.i un che tumuoifi Confinar al furor de la matri-
gna M.lafua liuiga,i!r mia morte confiata .Horgia Dio,
dr natura noi confinta.Tregando humUmemeebe confin
ta;Cbe. Et cieca al fiuo morir [alma confente. Ma tu co-,
|T me'l confiatiofommo padre t Come puoi tanto in me ;s' io
“ voi coufintof Et s io' Icoiffemo, a gran tortomi doglio, ,00
' h oc. Et feci a Gì fippo a quello confintire tamia nome , Pàart,Tjurofi,Taucatolò,Spauento,Spauenteuole,Terro
Verebe la dacbefia Confimi . Ch’ella ntaiacofi fatte no- re. Tremarne, Timore, Doltanga , Horrore , Sbigottito,
nelle coiffimirebbe. uedi [ Indice . Smarnmento,fmamto. impaurire, fpaurirt,pautmarei
Arrcndeuole. Lat.mongcrui,ptacidui,mollit, facilit . uale lpauentare,fmarrireabigotttre,tremare,dottare.
coafentiente, & piegheuole. B o c. Che fimpre poi irop- Tatira. Lat. pauoF, & timor. T E r.Taura -dmorofa,Biij
popiu.4rrenJeuolt a piaceri de gli huomini furono,cbe ca,Dolce,Gelaia .GranTaura , MaggiorTaura ,Seng*
prima fiate non erano. Continouamente a preghi piegbe-
mole,& agU amoro fi defideri .ArrendeuoUfofii.Beniue,
no, chele donne firn Mrrendeuoli , a lafitarfi unfiuo di-
fetto prouare. La.
fiSicafo.Lat. cr coMfinfus,confenfio,eonl})tratiojial Cotfèn-
ttmemojet Tromiffune. D a n donna ,cbe per lui (jlf
fiufidiede.Etdel'.tfienfodeltenerlafiglia.GUocchidi ra,drgelófia.Fr.e
ifótrue cb'ertnferpU Sourame, come ptja,die4ro ,df, &glt ardimcnii. B
"Paura. Lat. e.xtrilidus,hupauidus.Carco di TauraSpen- L
fela Taura. SmortodiTaura.TiendiTaura.In tal Tau.
ra uìuo.QmI Taura ho,quaudo mi torna a memejio’l cor
ma piuibe freddo De la Taura.Tremando bar di Taura, '
horé fieranga , Et lopiendt Taura tremo & taccio.Sen
loda troppo ardir naffei'Pamra. Et dal mio latofia Tau-
' ' a,&fpeae.Trpua,chi leTaure,
Caioata uia là Taura . Tutto di
ItfJ
A N I M A A
>77
rivende. >(j di lucretia mi meramglki. Ond'ìo meraui- S tupcfacto. Lat.flKpefaClus. B o c.Tutte Stupefatto dello
piando dilli, hor come touofci me i Metodi me mi mera- accidente . Et Stupefatti dimandar chi è là I La figliuola
mgliojpefio.Merauigtiomi beo j ^alcuna uotla. li oc. Si Stupefalla quelle cofe aftoltaado. A R i.Stauan con dub
cominciò forte a ma rauighare . 'Kfft uogho,che luti ma- blamente e Stupefatta .
rautgli. Efio maramgliandofi di coji tenere carn^. colo- Stupido . Lat. fiuptdut. Atei. Qjial il Stordito e Stupido
ro fi marauigUarono . Cominciò ilRe alquanto a maraui- aratore Tui ib'i pafiato il fulmine fi lena ,
^larfi. & Marauigliatafi dijle . uedi all'Indice. Attonito, lat. & fiupefaàus. S a m. Stana ciafeun di noi
Ammirationi'jMi Alarauiglia.Lat.adtmraiiOftdmirabi- nò men putojò, che ^Attornio ad af collare le tòpajfioncuo
btai,muatio. B o c. furono con Umtniraiioneafcoliati le parole di Ergafio. A s. i. Immotale come ^Attornia ftè
rcafi di Rinaldo d‘,Aflt. Mollròdihaueredi qucfiacofa alqttanto,Toiliiolfealduollabngua,egbotthialpi*mo.
grande -Ammiratione .Con -Ammiratione grandifjima la Smtirimeneo.Lat.pauor,terror,formida,rerriculum . ual
mcominciò intenfkmente a riguardare. Dan. Ma piu Tauro. B o c. Con pena mi ntenni,cbe un’altra unita in
i.Ammiratton no ibe tipigli. l miriHolfidì .Ammiraiion forni Smarrimento non cadeffi.T n.
pieno. Di tanta -immiranonnon mi fò^fe . Smarrito . Lat. territus ,pamdm. P t t. 7lon giacque fi
Ammirabile, ual merauigliofò. Latadmiralnlit, mirificui. Smarrito ne la uaUe DiTerebintho , quelgran ThiUfteo.
mirandus. B o c. Conueneuole cofa è cariffimedonne,che B o c. Cojloro rimafero tulli Smarriti , idé/? piem dijlu-
aalcunacofa;laqualeChuomofa,4aU’.Amfnirabile,elàn pore. MartelbnotuttoSmatrito,tr paurofo forte . Egli
to nome di cobiiàlquale di tutto fu fattore le dm principio. è tutto Smarrito .
jltumirare.Lai.admirarijmiranidemirari^upere,obfiupe- Smarnre.per impaurire. Lat.timere,pauere,expauefcere .
re. ual merauigUare. D a n . ciò ch'ammirarci face. Ter abhorrefcerejpaue fieri. R oc. La giauane uedenJo uemr
non tenermi in ammirar jòfpefo . & però non sannniri Se t .Abate tutta fmarrladejl hebbe paura . & quando Smar
ne riprende . non uoglio ch'ammiri . Hor qui t'ammira,m nre dinota quando la cofa fi può tronare ,trcbe in tutto
eh,ch' iti replico. .Allhor il mio fignor quafi ammtrando noniperduia.uediaqSp.
Menaneidijfe^unque . J2ueigtoriofi,chepajiaro a ChoL Rifcuottrepcrfinarr&e,&lpauentare.Lat.tepidareAecum njj
io; Tqon l'amnurjron come uoi farete, Qjfando lalòn uè- terefe. Boc.Sc fentono le donne un topo andar periata
der f atto bifolco. Di cètra efiigiata ad una uifta D'ungri fit,oche'luentomuoua una finefira tutte fi nfcuotono,ej‘
palaxxp Michol ammirano , Si come donnadijpeltola,& fuggeloro il fanguejetlaforxa.& quando fla per rihaue
trifìa. A R i.E quinci e quiné il bel paefe ammira. te,racquifiarejnfcattare,riconofceTe. ucdia 77J.
Mirabile. Lai. quid eji admiralione égnum. maf & fem. Sbigottito, i colui che impauruo riman quafi feuxafaueU
fin.&plu.Tsr.MirabilMagiliero,Fufii,.Arte,Cofa, la. Lttt.exanpuatutderntus,tremebuu^i.P et. Fermo
Cura,yelocitaie,SalamandraJ'anitate,Tempre.B o c, leptame sbigottito^fimono.tutto SbigottitomiuolfiSbi
Mirabile -dllegregp;a,Magmficenxa,Coja, Mirabdmen- gottita Famigiiuola,Cente,.Alma. B oc. La donna tut-
te. Lat.mirabiliter,mire,mirum,mirifice . taSbigottita riJpofi.Chichibio quafi Sbigottito .
Mirando . lat. nùrabihs , ual marauighofo. Atei. Il eoU SbigatItre.Lat.paurfcere.abhorrefcere. P E r.Onde fi sbigot
po borribil fu, ma non MirandoTot che lo fece il ualoro- tifce,e fi fconfòrta,Com'buom,Che sbigottifeeA duolfi coU
fi Orlando. toinatto.Boc. la donna felina sbigottire punto rifiiofè»
O. Lat aidihirantis,& fempre con la interrogatione. B o c. Diche Tirro forte sbigottì.
cA CUI la compagna diffe.O fe noi ingrani Jafiimo, come an Stordire è propriamente quàdo che uno per inufitate grida fi
drebbe il fatto < Difle .Ahbech. 0 Che i .A cui RuHico ri finte offendere l’udito. lat.ftupere,Ì!r obftupereifurdefce
fiofiJiaiCmfemo . Diffe la moglie a T^icoHrato . 0 come re. B o cM come rotto fi^e il filino aSt i fenfi hauefiero
fhai tu potuto tenere tanto! (parlanJod'un dente gua- lalorouirlù ricuperata pur gli rtmafi nel cerebrouna
fio) Dime maluagiafemina. 0 eri tucoflìi Difie la Belco- fiupefatlione,laquale non filamente quella notte, ma per
lare fi . 0 quefto tabarro , che naie egli t Diffe la Belco- parecchi di il tfne Stordito.Cadde a terra del cauallo qua
lare. Deh andate.O fauna i preti cotai cofi i 0 i.iangianoi fi Stordito. T h. Troni i due amanti abbracciati , i quali
morti iOtornaui mai chi muorei’Dk u.Odifie io padre dacofifubitofipraprendimentoStorditi,nonfapendoche
che uocifinqudle ! farfi fletterò fermiXa donna udendo coflui parlare, ilqua
Inelfabilc,Lit.i<4/ inenaméile; cioè cofa figrandeAhefpri le ella tenea mutolo,tutta fiordi. S a n. Tutto fiupefatto,
mernonfipofia. P ET.Terfomma,&ìneffabilcorttfia. tr Storditodelgranromore.Aui.Q^uatlfiorditoefiu-
Tieudiauella Ineffabile dolcez^ga. A R i.Elabontàlnef pido aratore Toub'è pafiato il fulmmeftleua.
fabile,ch'inuano T^qn fu pregiata mai da cuor fedele. Suenire,& Ifùenire. lat.pallefcereAxanimari.peruemrea ltp6
Pape, lat.papafi uoce di ammiratione ufita da D a u.Ta- meno , & finarrire. Boc. Quando il Santoccio udì que-
pe Satan,Tape Satan aleppe . uedi a 1 S J 5 . flo,tutto fuenneJ fmarri.
Stupore . lat. B o c.Che un Stupore era ad uddre , non che Sgomentare, ual sbigottire jM.expaue fiere. P a T.Etfolde
a riguardare. A n i. Con tanta attcntion, tanto Stupore la memoria mi fgomeitto. ho c.LadonnatuttaSgomen-
Con quanta .Amphrifi udì gusil fuo pafiore (intendendo tata.Calandrino tutto Sgomentato. Tdonuoglio che tu li
-Apollo quando paf cena t armento apprejlo-tmpbrffo fiu fgomenti.D A s. Che tutti gli fgomenta.
meinTheffaglia.) Torpore. Lat. & pigrefiere .uale Jgomentare,tP‘ impigri-
Stupcfactionc. Lat.ffupor ,fiupiditas.B o c. Gli r'tmafe re, 0 indebiltrt. 'P et. Di che póffando autborm'ag^siac
»naartaStupefattione,laquaienonfilamentequeUanot eiq, gpTorpo.
te ima per parecchi dì io tenne fioulito. Ttetaue. Lat. tremer. Boc. la donna fettfiUpiaiito, ^
A N :
dr il Tremare (he HinaUo faeea,
Tremare.Lat.tremere,tremifcere,cotttremifcert,’P i T. Mi
fa dentro tremar.Tatto tremar innamorofo gelo. Tre-
m' al fin caldo, arda’ i fin freddo cielo. Trema lamente,
‘ amor fiange trema , tnmaudo in foco è in gelo ,difii
tremando. Che mai non penf), chi non arda, o treme, on-
dilo fanento , & tremo . a mega (late tremo . tremo firn
di paura . ptrdnto haiCarme Di ch’io trcmana.B o c.
nedialT Indice.
Tremate. Lat. tremens, trepidus. Tot. Io con Tremanti,
eicon noci alle, & crude, fenda begli occhi al fin dolce
Tremami.Coft m’ha fatto amor Tremante,e fioco. Boc,
La donna tutta Tremante, cofi cominciò a dire.
Tremolare.Lat. tremifcere,& tremere.D a n. Conobbi’t tre
molardela marina. Cbetitremolerànelfnoaffetto .
1*97 Ofare.Lat.ttudere.&ualeardtre.Tt r.Dir pmnonofail
ttoflro amor cantando , T amo le ho adir, cbe’ncomimiar
non ofo.& dir non ofo. Ch’a pena ojb f enfiar. non farei Jia-
t'ofo. chegia fm ojb Diri fo tutto. B o c.'Honofandofar
remore. Ella non ojaua difarfi ad alcuna finefira , io non
ue’i ofo dire. lo non Cofo (lounrejuori che a uoi .
Monere. Lat. per commouere. P e t. Ter Dio quello la men
te Tal bor ni muoua . Che'n me ti mona a curar S buom fi
baffo. Ch’un cor di marmo a pietà mofio baurebbel Boc.
Mojiero t affeltuofe parole la donna .IlRfda una reale
honejlà Mofio , Tot che non ti pojfono mouereapietà ta-
tuare lagrime , almeno mouate alquanto quefto mio atto,
Toi che niuna cofa di me a pietà ti mone, mouati t amore,
tlqual tu porti a quella donna, uedi l’Indice .
Commouere. Lat.ual turbare,& alcuna ualta permouere co
pietà, 0 benignità. P e t. Toi che madonna da pietà Com-
moffa Degnò mirarmi. I fuoi fo^iri ; & bor altri commo-
ue.Boc, Quafi Pira d’iddio a purgar la iniquità de gli
buomini conqueflapefiilenga Commofia intendeJie.Ter-
ebe t'ha quella parola commofio t
Cercare mentalmente. Lat. indagare,& quxrere animo, eSr
mente. uale Jtudiare, mgegnare, affaticare. Ttr. In cerm
carpacc,& in fuggir affanni, Se'n altro modo cerca d ef-
firfittio.Tianger Cercai. Cercando colpiacer taltoélet-
10. fotga la uilia diftofa, & beta Cercandomi, fot dun-
que fe cercate hauer la mente queta. Requie cercaui de fu
tun affarmi . Il qual di, & notte palpuando cerco .Et chi
ben po morir non cerchi indugio.Huel che tu cerchi i ter-
ra già molt’anm , Cerchiamo il curL B o c.uedi l’Indice.
Dan. Che m'ha fatto cercar lo tu uolume . & quando
Cercarci col mouimcntoatedt a 14J}.
Ricercare.LatJnuefiigarc.expbrare. PiT.&i Silfi ricer-
cargtiintempeJliuo,& tardi.Et ricercarmi le medolle, &
ghojii B o c.jlcciochedtetroadogni particella ricercan
do non uada. uedi 41411.
1198 Capere ual fare, &eJSerecapace.&flare,penetrare. Lat.ca
dere capax fieri.'? e t. Mio ben non cape in intelletto bu-
mano.Tfg’n penfier capecnon che'n uerfi o’n rima. Boc.
Upumi farebbe potutoCapcre nell’animo fiiocoimiei
occhi non Cbaueffe ueduto . Hor ma facciauifi un letto ta-
le ^uale egli ui capeJ.capiffe . Bruno hauea fi gran ueglta
di ridere ; che mfefleffo non capta. Tutte f emme cor fero
al cafieUo,cbe a pena ui capeano .Io fon contento,ibe cofi
ui coppia nelTanimod. che fia l’animo tuo capace. D A u.
ft quefU prima Moglut Metto di (ode,tébiaJhK non ca-
[ M A
pe & quiui lo pofe in fipuficatione attiua. Ari. Ch’a pe
na UI tape tutta la turba.
Capace. Lat. capax. A r uUgl fondo hauea una porta am
fla,Cr Capale .
Fadidio. Lat. moIefiia,tedium, angor mentis ammi, ual
rincrejiimcnto. P e t. Ch’altro rimedio non hauea'l mio
core Contro tffaSlidi . Fuggir uecihegga , cir fuoi molti
Faflidi (La mente) Se già i gran Tempo faSiidita,&
lafia. Boc. Ter troppa lunga confuetudine in Fajtidio
fi conuerti/ie . Mfiiui Fafiidiofo , & ebbriaeo . CanFa-
fhdiofo,chetufe.
Fafiidire. Lat. Boc. Le cofedi che [buomo abbondeuole fi
trou.1 fajUdianodrmtrefeono. T h.
.Accifmareacal dar faflidm, niolejlia, anfictà. alcuni uogliom
no che fila per diuidere. D a n. A'n Dmuol i qui dietro ,
cben'accifma.
Sitkuole.LatjiriefiusfimportunusànfolcnSiodiofusjialfa
/lidiofo,tt di cóuerfatume noiofa.B o c.Ternocheffiacem
uole huomo,et Satieuole le pareua. Et tanto Salieuole,&
rincrefceuole^be multa perfona era ; che bene gli uoUfSe,
Laquale era tanto ^taceuole, Satteuole, & fltxgpfa .
MoìeRiì.ual'Hs'^djit.etfolicitudo.grauitas, cura,anger, iipp
negotimnuigritudo. B o c.Egli mi da grandifiima Mole-
fila. S A K.HoracheinmaggiorMoleSiiamitrouo.
Moleflo. Lat. Pur. Il dolce acerbo,e'l bel piacer Molefìo ,
MoleSìa Fortuna. Molefti Occhi, di trouar fra ma Cefi,
ch'ai iioUroaadarfofleMolefla,
Moleflare. Lat. moleflia afficere. ual noiare. P bj. Et puofi
fi in bel (aggiorno efier molefio. opur non moleflo Gli fin’ l
mio ingegno. Et unto; e’ l uiuer mio non m’è moleHo,
Boc. Da Cofi atroci , dr acuti demi fon fofpinto molefla-
tdl,& infinmal uiuo tragitto , Molejlato,& afflitto da
rimbrotti della moglie ,
Importuno. Lat. ualmoleHo.ueà a 580.
MfSeptare per impedire il pafSo.ueé a ii8p.
Impronto, «4/ importuno,& prolòmuofò, Boc. La ualeu
te donna fi tolj'e da dogo la noia del Impromo Tropoflo .
Credi tu per hnprontituéne uincere la fantità di queSin
donna ineteSli moderni fi Ugge importunità .
PreContuoCo,Trefunttone,prejumere.ueéa 5 1 9.
Smanio, dr//Hi48w. Lat. furor,& aflrum. ual non trouar | joo
luogo per furore ,ira,o pafitone,come ufeir del fem men-
to. Boc. MefSerlo prete ne inuaghi fi forte ,cheneme-
naua Sma,Tie, idefl faceua cofe fuor del ordinario. T. lui
non t'odon mai rabbia ne Smamo, Il uemo a patir fred-
do, il caldo Smania.
Smaniare. Lat.furerefinfanire. Afct. E fi ben^ome Orlon
do ogn’un non fmama .
Impedimento. Lat. T e t.T^ altro Impedimento, onitio
mi lagni. Boc. Totrebbono di Icggu ri Impedimento me
uere. Con meuolmpedimeto a Iddio fi potefre finire. Sen
alcuno Impeémento alla naueperuennero.
Impedire, Lat.é'obflruerednterpellere,probéere,aberee-
re, &abarcere. B o c. In che maniera potefie impedire,
(he CIO non baueffe effetto ..Acctoebe tu non nfimpedifta.
Tietro ueggendofi quella uia Impedita , per laquule . bai
tmpedttalamiaandata . Egb nel pcnjiero Impedito ptm
co mangiò . uedi t Indice .
Noia. Lat.faflidnim^tàum/iiigor, ni, diffliceutia. P • t.
Ferma'ìfpa, Tanta, Cb’ipmgpCaltruiH3U,eno'l
mia
A NI M A’
17S
msodjnno.pienJi yiou.C^fpeitJrm'è'Upu.Qjtant’io trami dentre.H s v.HorèdiJirtacomecoJkf'KtaJJefi
Hfggio m'i 'tfpu.'hlpta m'è'l uiner fipraiiofa , & liin^a. iiirtata,cioi J'cbiua .
La morte èfiniT una prcgm ofcHra gli animi gcmtU a Dhiieto.LatMttréBkmateiiinm.iialproh&itione.D a n.
gli altri è'Hpia. Fk^e al uoH ro apparir angop:ia,tìr Come m'hai uiJlo,& ambo elio Dimctoà. quello melare,
u. Ok'altrui 'Hpie,afe doghe,& affarmi, li o c. Dolore^ Rincrefcciiolc. LatJHolelìui,fa!Udio]iu, ttdulm. B o c.
«Sr >(pi4 tu potrebbe amiure. CranéJJima, Grane, ,An. Et tanto RÌHcrefiettok,ee fatieuole,the mmta per fona era;
gifiifa. Motore, Maggnre,Bnue.,A fuggir taraa'Hor thè ben gli uolefle .
ta ,& tanta ingiuria della fortuna. Et rumore il numero Rinirefcere. Lat.tadere . trai faflidirfi. P e t. Colle, che mi
delle t{pie . uedi [Indite. piaceffi, hot mi rirurefci , 7{on rincrrfco a me fleffv, aagi
Natolo, che pone nota .Lat.norens,ìnfefus. P mi glorio, B oc. Giudicio,tbematrmcrefierenonutdu-
iofo Cor,Tenfer, Secol ."Hqiofa Carne, yentura, yita , urebbeiafcoltare. Io farò fi, che tu la uedraiamhortan
"Notofc membra. Stelle. Boc. "Noiofa prigione. Vanita, lo, thè ti nntrefterà . Et ejiendogh Rincreftiuta la Rema
'>loiopguarJiant.7lpiof>dolore,'Pnncipio. l>jianiun- d Inghilterra
que. molto T^pufit gh fife ciò fapere . & nella F i . Ver Intrefcere. Lat. radere, difflicere, & dolere. P e t. Voifegui jjoj
moJoa me ìlpieucle piu thè troppo , là tenip i m’ erano rò ,fttome alunCencrebbe Troppo altamente . Quanto
'Npieuoli,
Ijoi tipiare,è dar noia, & fallidire. Lat.nocerednfefìare,dijpli-
cere, faFiidire , offendere , Ledere , ue.vare Vie. L’alta
beltà , ch'ai mondo non ha pan Noia te . Ch: no noiando
proffimi, {jr lontani, hoc. Il qual quelle parole fingefie
per notare quella buona femina. Temendo non quella caf-
fa forjèil percoteffeàn modo chegb noi tffe. .Accioebe non
forf [odore del letame la Reina noiaffe. D A n. Guarda-
te abel uemr fu non ui noi
9.
la nona libertà m’increbbe. Mojìrando in uifta, che di me
le’ncrefea . Comintiai , non t'inirefca quel,tb’ro diio.fa.
fpettar m'mcrefce . Hor de miei gridi a me medefmom-
trefee. Bo c. Gli cominciò forte ad increlcere.l>i ciò che
fatto bauea gL increbbe . yi prego , che della giouaaeTpot
uincrefca.i ut dolga. Deh rmcre',eati dime per Dio,et per
pietà . Il ualorofo huomo,d quale d .Aldobrandino mtre-
fcea.i.dolea. uedi al[ Indice .
Infcftamcnto.cr Iitfeftarc.uedi a Marte 4 j 80 .
^Annotare perhauer falìtdio. Lat.faflidire. V ut. Et bora Ingombrare,Sgombrare,&dijgombrare.ueJia6ii .
il mio morir che ft t’annota. Ari. E le dannile un'altra Conforto, confartare,& riconfortare, ueé a 6pq.
folta annoi. Sconforto. Lat.moleftia,dtffualio. B o c.Ver non efler et
Impaccio. Lat. impedimentum. ualfaflidio. P e t. mi gione d alcuno Sconforto a Gabriotto .
uuol uiuoptemi trahed Impaccio. Boc. Lodando Iddio, Sconfortare. Lat.languere,aborten,deterrere,auourejìif-
cbedaUTmpacciodicoQorotoUa l’hauea. Et (enea dar. fuadere^ehortan. P E T.Ondcliibigotttfce,0'fif‘onfor
fi altro Impecio. Tedendot Impaccio, che in eafaà da- ta. Cheualdice^fàuer,cbififconfortat
Ha il doglio, [ho uenduto. ConCo\itione.Lat.folamen,folatium,&' confoiatio.h o c.
Jmfacciare.Lat.itnpedire ualefafidire. Boc. Naflagio rii .Andauano cercando ^r loro fomma Confiilatione . Con
t impacciare ,Lffciafarame .ElfnonsimpaciianontUa gran Confolatkme uijfe . .A Confolatione de quali. Gran-
camera mia. Ver ch’altri non s tmpacciajìe, qui ci ferram dijjima Confolatione. .Alcuna Confdatione. Confvlationi
thO.Et in cofi fatto penfiero Impaciiata . Guilcardo dal ue diielteuoli. uedi ad Indice ,
flimento del cuoio Impacciato fu prefo.Io a uerrò purtan Conftlare. Lat.fòlari,tr confdari. VuT. .Alma felice; che
te uolte,cbe non ui trouerò cofi impacciato.uedi [ Indice. ftuente tomi .A confolar le mie notti dolenti . Ben toma a
S t roppiOiC^ Storpio da lircpo. Lat. ual impaccio, & iilter- confolar tanto dolore.In conftlar i cafi;& dolor miei. Vur
rompimento, uedi a q^i.
TeAio.Lat.tadium.ual mole[ìia,dolore. P e t. yoi ueder in
un cor diletto,& Tediod>olce,& amarodior mira’l fiero
H erode. B o c.Tediofigiorni.Effendomi le dangediuen»
ttper altroTeinfe.F i.
.Atteggiare per tediare,& fafiidire.uedi 498
mi confola. Valma,ConfoLii con ueder le cofe andate. So-
lea lontana in Sonno Confdarme Madonna. Mi mofii; dr
uengofol per conjolarti . Confolate lei dunque^b'anebor
bada. Et ben m’acqueto, & mejleffo confolo.Lauecchia-
rella pellegrina Mi fin di fica giornata Talhora è confida-
ta D’ alcun breue ripofii. B o c.uedi ad indice .
170 X Trauagliare. Lat. laborare,drfatigare,infudare, exagitari, Racconfolare. Lat. Iblari, & confulan, nel iterum confolari, igcq
uexari, excuti , conquaffari . è uoltare , dr riuoltare con
[animo, & col corpo per ritrouare il nero. P et. Tempo
da trauagliare è quando e l giorno. 0 uoi,che trauagliate,
ecco'l camino . Trauagliata carne, e Trauagliate fihiere.
S trauagliare > è ujcir di irauagUo . & Intrauagliare uedi di
[opra .
Trauaglie. Lat.labores,Cr anguflùt.D a n, Tante che fii-
pa none Trauaglie, Crpene .
Vietare. Lat.uetare, probibire,cauere,abercere,& abarce-
re, per fchiuare. P et. Mapoiuoflro defiinauoipiqruie
ta L’effer altroue . Cb’innangj tempo mi t'4/conif ^ uie-
<4. B o c. ueggendii^ per bonelia cagione uietare . Elle
noi uietarono a niuno . Che [andare gli uietaJSe . Turche
U uemtagh hauea il é dauanti uietata ,Et nietato Peu-
pacificare , mulcere , placare, Vet, E’I cor racconfiolar.
mi quella. Che jpeffo ha gia’l mio cor racconjòlaio Boc.
Se tu mi credi con tue care:^ ra c confidare , & rappaci-
ficare tu fe erralo . 7[on fi difeernea qualpiu foffeda
racconciare élor due. Con lunga ,&■ beta fcfta fi rac»
confolarono , Et alquanto di cioRacconfidata. Racconfin
latii caualieri.
SconfohtO.Lat.mafiut,affii(lus;reli8us. ital fenga confi-
latione.Pu t. Me douelafciSconjidato,^ cieco. Che tal
mori già triflo,& Scoiifolato . Verrefli ingrembro a qucm
fio Sconfidato . Stoiifolatt ycdouetta, Mmma, Mima .
B O c.ànde la donna Sconfòlatapioii Capendo tbefarfi.Co
filli per la morte della fua donna Sconfolato ritnafi . Onde
dolente,ej Sconfolato piangendo guardaua dintorno. Ma
Z y
aj4.A.tiU'
t I :
«Ok:
I PUk.'.
A N I
furperaoaUftUrmSconfolati.D k m. CheuaUanijitcl-
U terra iconfolata.
Affanno. Lai. anxietas,l<)licuiido^(iflitUtaiigor,ci4ra^-
gotiiim,agrnHdo permanens. P e y. Dolce, Grane, Cram-
* Jo, Degno, Lungo, Opinato, H'poptto, Souerchio, Vrimo,
Benedetto. Tanlo,Cotanto . Gb amoré/i .Affanni lunghi.
Trimi.MoUi.Verpetm, Tanti . al fin degli .Affama . Ma
fer trarti it .Affanni . l tuoi Grauofi .Affanni . a aita fen-
ica .Affanni , Mfférere del mto non degno affanno . Ta-
te tranquilla fenga alcun .Affanno . Che mia uirtn
nonpo cantra l' .Affanno. Condiletio i .Affanno difacerba,
Boc. uedit Indice. Dan. lituo .Affamiomi pefafi.
Qjiìhì é ripofar l' .Affanno affetta . Dimoro in piaiuo,&
. ut .Affanno .
Affannato. Lat. triflis, marmi, mcefim.anxiuiJolbcitHs,
affhRus. T*t .Affannato Ingegno. Drixga a buon por-
to l’ .Affannata ucla. Boc. Molti gli .Affannufi pericoli
éCiroafioliano. A<i.l> a K.caaUnaaffaniiata.oam
me .Affannate .
i?05 .Affannarr.Lat.affÌ!gere,anbelare,angere.Tir.Mecofi
^ ^ fia ibi dtat notte (jtffanns.Boc..A quello, che mi uen
tanto -Affannata. Dan. Chi fin di gir i affanna, per cui
mo s'affanna . fetnendo qui affannato tanto.
Doglia. Ut.dnlor,& doUniia. P e y. Doglia Infiuìia.-A me
doppia la fiera, & Doglta,& pianti.Qjiel po fiol addolcir la
Doglia mia. Che ben mor,cbi morfdo effe di Dogba.lìjul
buoni per doglia infxno .-Altri fio, che n’haurà piu di me
Doglia. Doglie Itabche,Certe.OuealtruÌHoieafeDoglu-,
Ofi- tormenti . L'alma iiudrita femprein Doghe e’n pene .
hoc. Fu di grandifsima , & inejlimabde Doglia cagio-
ne. Da K.tt chepiuuoUeu'ba crefciutaDogUa.Viufen
tadhene.&cofilaDogbenga .
Dogliofo. lAlAolore afftOus,dolori indulgent. V ly.Spir
to,Stato,Cor,Fine.DogliofaSorte.rita,Madonna.Dogbo
fi Di. Doghfje 'blotti^me.Donne . E’imjoue DogUofo,
trgraue hor feggio . ne beta ne Doghofa.Come Doghoft,
& differata jenua . Scnnuccio mio ; ben che Dogbofo, &
Solo Ai'babbi laftiato .
jAddogbare. per far doglia. Lat. dolorare juel dolore afficere,
P E y.Tqquella d’ejia uita,the m’addoglia .
Dolente. Lat. P sy.DolcnieTamar, Ma io incauto Do-
lente Corro fempre al mio mal . Dolenti Trotti .Occhi,
Ttnfier , Rime. Boc. Oltre modo fu Dolente . Ho
tanto pianto, che Dolente me. I due giouani,feefiifu-
ron Dolenti .
tjo6 Dolor. Lat. P e y.Gran Dolore,-Acerbo,Comune, Grane ,
Leggiadro. -Albergo di Dobir. Tietà mifia con Dolor e. che
mora di Dotar . Ter piu DolorXaccolto Dolor, fi pafee é
Dolor . Fontana di Dolor . Congb occhi di Dolor bagnati,
& molli .Tafeomi di Dolor. Ma fofferengaè net Dolor
confono.CoH Dolor rimembrando il tempo lieto. L’aniitia
tua dà Dolor uinta . Et dentro affai Dolor conbreuegto-
Co.Et coprir fuo Dolor qua ntaUrtl punge .Toift uintoti
mJi dal Dolore . Hor qual fuJSe'l Dolor qui non fi : fiima .
Et dolendo addolcifee’l mio Dolore . Mone fi merci fu fU
ne al mio Dolore.Mi rapprefento carco di Dolore. Ter a-
dequar col nff i Dolor tanti. Ma tu prendi a diletto i Do-
lor mià.Ttgro in antiueder i Dolor t moì.B o c.Tionfcnza
Dolore. Grambjfimo.Crandefllnino, F re fico, iqpiojo . Da
grane Dolor muto. Fu tl Dolor tdet, Ini^rabiie, Inejli-
M A
mabde, Generale. Oltre a gii altri Dolori. A r l.Fuallhn
per uficir del fintimento , Si tutto in preda del Dolor fi la.,
feia 1 Credete a chi n'ha fatto efferimento ,CheqHcHoe'l
DuoUlte tutti gb altri paffa. Cadutogli era fopra d petto
il mento. La fronte priua é baldanza e baffi , "ile puote ha
uer (chc'l Duol l’occupò tanto) -A le querele uoce, o hu»
mor al punlo.L'impetuofa Doglia entro rimali ; Che no-
lea tutta uficir con troppa frctta,Cofiueggum refiartac
qua nel uafie. Che largo il uentrefi la bocca babbu firetta
che nel uobar,ihefa in fu la bafe , L’hnmor , cheiiorria
uficir tanto s affretta , E ne la anguSla uu tanto s aurica,
eh’ a goccia a goccufuora efice a fatica.
Dolorofb. Lat.ma(lus,languidus. P e t. Cor,Topol,I'elo,
Fiume, Stile. Dolorofi Guai. Punti, StridiJ'entt.Doloro-
fa 'Hibbu, Sorte. Boc. LI padre , & la madre Dolorofi .
Dolorofi Tunti,Effclti.DoloroJo huomo.Dolorvfo quanto
mai all nn altro. Dolorofamente.
T)uol,& Duolo. Lat. dolor. P e y. -Accolto, Minor, Giuflo,
Largo. Che non inueubia.Di Duol mi firuggo. Cut rrail
mio fiato dira,^ di Duol piena. Tercke lanund'r il Duol
fi difiaierha .Conuienche'l Duol per gb occhi fidiihlte.
Tafiomi dt Duol, Giuflo Duol certo a lamentar n.i mena.
& Duol l'alma trifì'ange . Che dii mio Duol fi pafee ; &
del mio danno. Et uoi fi pronti a darmi angff eia, Duo-
lo Spirti. Si fico irato , i he non finiti Duolo. B o c.Qjian
do'l mio Duol finxa conforto fu .M'i fi gran Duolo , CF"
éffiacere .Calandrino fintendo ilD'iolo Uuà allo il pie,
tdefi il Dolore .
Dolere. LAI. & conqtieri, lamentali. P e T. Dime ui doglia,
& uengauipiedade. Et d una bianca man anco mi dogbo.
Già di uoi non mi doglio Occhi . ne fol ho da dolerme . ho
fempre da dolermi. Et fi pur tarma lalhora dolerfi L’al-
ma. onde mi dolfe,^ dole.Dngbomi fidate fol ho da dolerm
mi. il mio mal mi dole. di che anchorTroia fi dole . Et do-
lendo addaUffee il mio dolore . Tlpn mi debbo doler, i altri
mi ninfe St doler mi uorrei,ne fio di cui.& piu mi duol^be
Duolmenc forte . Et duoimi. Et duolfiene anchor meco.dr
duolfi accobo matto .Come dimqua parte duohi. B oc.
ucdi ad liidice, D a u. Tic l primo punto che di te mi doL
ue.inuecedidoffe.
Tefareperdolere,o rincrefcere.lAtJtderejet grauemacmo
leflum epe. P e t. fo che del ma mal ti pefa ; et duole,
Hor ben cb'a me non pefi. ucé a 1 749.
Tribulationc . Lat. luflut , cruciatus , lamentum, drU-
mentatio. Boc. Dopoalquanti me fi con Tribolation con-
t mona doluta l’era. Credo eh' ella porta graaàffime pene
di uedermi mqueflaTribolatane iL quejlo nemico d’id-
dio . Tebaldo è flato , & i anebora in pericolo ,& uoim
Tribolatione.
A^tàonejAlAffiinutji},ui. Boc. In toma -AffUttion,
Cr mifieria della nofira cuià.Grandipima -Affiation. Sole
in tanta -Affhttioneu'banno laficiatcMcà fi Indice.
Afflitto. Lat. afjliflui, & w dolore , & in mokfìu muolu-
tus. Tty. .Afflitto Cor, Imperio, Trigioniero ,-Afflma
Mente. HtppoUta del figlio -Affluta,e tnflt. -Afflitte Vir
tnti,FommerAfflitti Spirti Boc. Hauertópaffioneagli
-Afflitti . Et ildifcipbnarfi doueregb buomim pallidi , &
-A fflitti rendere. Li dije la notte mai :tio,et -Afflitto. La
madre mu, laquale mi par fi affbtia la caltiuelUj. debo-
le , mal fana , Inferm. Dan. wbi era ciafcuiut
ofeura.
1J07
l}a|
r
ANIMA
. ofturi^ cj»a, Talldt ne U f accia, & unto ferma. Che
da [ofiala pelle s’infvrmaua .
,4ffligere.Lat.& dolorem capere, doUnter ferre,iokre afi-
MfiKgi. T ET. enfiando afflige piu che non i anfana. Che
pu rghe ogni penftcrjLbe‘1 cor af^ge.& fot tu,c he m’affiir
gl ,Amor. .Amor fortuna, & la mia niente Ichiua m'ffii-
'7/
t accora, cenando amor m'accora.Menlre‘1 nono dolor dun
•que l'accora. Ma temete;^ m’accora. Focerche m’addok
ciua,^ horm’accora.D a n.Cbedeldifioéiiuedanac
cara. Se mala fignoria, che fempre accora Li popoli jògget
■ Il non banefSe. <cf fbar m'accora La cara buona miagine
paterna. Tanta pietà m’accora .
gonfi. Hoc. Et qmui quanto ti piace mi fa afjhgm.S’al Tafsion. Lat.pajSut,penurbatio . i lofetthnopredieamento
l}09
fi
{
IJTO
cuna mabnconia gUaffligeJjannomolti modi. Seiuhieri
CI afJhgefU ; tu ci bai boggi tanto dilettalo. D a n.Sluan
d'ha paura,o quand'iglt i aftilto .
.Angere. Lat. &fafhdire , premere , cruciare , ue.vare , ual
fasìidtre, noiare,prtmcre, affannare. &fial corpo quan
to all'animo appanincnte. PiT. Toria'l foco atleniar ,
che'l cor tri fi’ auge. L’alma trifta auge. Kr i.Cofi fi duol,
o fi confuma , ange .
Attnìlare.LatJrifiare. Hoc. "Perii lorfogiusattrifiano,
& allegrano . 0 Lijabetta tu della mia bmga dimora
t’attrijli. D A K. Cbe’ntutti ifuopenfierpiange,&s'at-
trifia . Che la uoSìra auaritia il mondo atirifia . Hor ci
atirifliani ne la belletta nigra .
Contriflare. Lat.& contrifiart,mgemifcere,meertrt, indole-
re,& coudolere. P e t. Madonna hor mtffauentajiornti
contrita. B oc. Egb haurebbe <> torto contnfiata la don
na , Ma a me hanno già contrillatigli occhi, e’I petto . Li
petti delle uaghe donne haueuaito comnlìatt .
Gramezza . Lat. maflitia , & mafiitudo . ual dolore ,
tnftezJia. B o c. nelle rime if A m. Ou’io uado Malinco-
nia & eterna Gramrm . Foce Lombarda Oa non ufirfi.
Gramo • Fo. TrouengM. Lat. mttfius lauguidus ab ocu-
bs gramofii ,feu gramiofti. P e t. Fitbumildonna Gra-
di Arifiotele, &éf eppofito dell’ Anione . Percioebe lo
Accidente , che haura l’elfer fuo nel Jòggetloper njpttto
della cojàeheriore ,& che fica atta di adoperarfi nel fuo
Jóggetio fièra Tafiione; perche riguardato Cagente fi ■
• lauja la Pafitone qual uno è altro che il termine dell’ Al
• none; mai da notare, che fi ben CAtnone,& la Tafiione
fono uno ifiefjo moto, nondimeno queflotal moto, che me-
ne dallo agc nte ficaufa quefio tal accidente detto Pafiio»
ne , CFfannofi da uno mede fimo moto diuerfanante can-
fiidcratogli due diuerfi prediiamenti,& allbora la Pafiio
ne i prcicamento éflinto da gli altri , quando i affetto
delC Attiune,come per effempio efsere alle gratoaflere at-
trtflato .alcuna uolla è qualità dell’anima ,odelcorpo ,
qual non refia.ma pofa;Come Pira per eficre alcuno jpre:^ .
^10,0 d rofioreper effer uergoguato,& allbora iquabtà
della terza jpeae. P et. Che fua Tafiion fono caia rana
manto Hicopre .Etfefu Pa/iion troppo pofiente. hoc.
Hauere nella memoria la Tafiion è ChriHo . Ubero rima
fi da tal Tafiione . General 9 afflane i di ciafcun che urne,
li uedere nane cofe nel fonno.i. difetto, o ufanga . piai^ea
la Pafiionedel Signore.Conofcendo la fuabellez^, & la
nobiliti deil’ammo tuo atta tanto piu a Paffione jufiene-
re, quanto piu ha è eccellenza la cofa che piace .
ma un dolce amico, idefi fa gramo, tir mfelice. Dan. "Peni. Lat.poina.perladogUa.V it. Pena Àcerba,Aj}>ra, |ju
Et fuolè fiate talhor effer Grama. Et molte genti fe
già uenir Grame .Ari. Emi fa dir quel è ch'io fon
poi Gramo .
Spallmo. Lat,]pafmut,fiue jbafma^is. i patir dolor gran-
difiimo,& quafi intollerabile.
Spajimare. Lat. exanimari. B o c. Oltre gU altri fuoi dolori
fi (redette è file jpafimareà. crepare, o morire. A R i.
crudel fa, che per lui ffafmoAi' moro .
Opprimere.LatM enecareffiue perturbare, uale conculcare,
occupare, eonSìringere, uioLre, granar con carico, celar
tacendo. P e t. Breuehoraopprefie, &pocoffiatioafcon
de. La tefiaSi grauemente e opprefia,& di tal fima.
Da ta due luà i Pintelletto offefo, E è tanta dolcezza op
prefio, & fianco . "Poi uema quel, che’l Uutdo, & niaUgno
T umor di fangue ben oprando oppreffe. Boc. Quafi l’ira
d’idèo a purgare la imquità degli huomim , &■ a colon
opprimere, iquaU. Ah i. Prima che’l Re è trancia U
tutto opprima . in mezo C hebbe opprefio . Et fipra ogni
mefiitia,che P opprima. Prima cbe'l colpo è fortuna
opprima .
CordogVio. Lat. c»rdolium,commifiratio,e!r quafi dolor
Dolce, Dura , Craue , Simile , Molta .GranPena. Pene
Acerbe , Amare . & nota La lunga hiftoria de le Pene
mie . L’alma nodrita fimprc in doghe , e'n Pene . ’tlpn é
permorte,ma per'piumiaPena. Col corpo fianco, ch'a
gran Pena porlo . In quanto amara ha la ima uta auez-
za Con fua falja dolcezza . Ben non ba'l mondo, ch’ai mio
mal pareggi. PiangcTUo'l noflro,& (altrui torto. Boc.
Pena per la pumtione. Lat. noxa , a. Con qual cautele un
monaco il fuo corpoègrauiffima Temi Itberafie. Fn me-
defiimo peccato tnèuerfe quaUtà è perfine non èeu-
na medefimaPena riceuere . Quelli ch’a capitai Pena
fimo dannati. & per la doglia, Sitraffe con granèfii-
ma fua Pena in mezo èl battuto. Quantunque grandifjì-
ma Pena foilenuto haueffe . C he l’mfermo finza effere al
5 iato non fifierrebbe la Tena.&per lo tormento amo-
. Et quando tanta Pena baurà fiofferto; che egli è
quefia fuagelofia farà cafligato. s’egb fapeffe quanta Pe
na finto . Fia Piu che morte, & di pm Pene amare . &
per il tormento èl(Inferno.ueè a iSiz .
T>enofa Lat. an.xia,effh(ia,& affliBa. T e T.Penofa Fila,
Mandra,& Ttnofe Elgtti.
corèi, è dolore di core, & pigliafi per affanno,!^ lameiu 'Penare . Lat. laborare , conari ,per affaticare. Boc. Mol-
to.? et. 0 che grane Cordoglio. Tal paura Air Cordoglio ti è con fuoi ingegni penato haura airQ che uemr fatto
hodime fiefio .Aportar fopra’lciù il mio Cordoglio. Upotefie d'aprir quell’iifc'io . mentre che io peneròad
Boc.’HsouoCordogbofipralanaueafareinconimciè. ujar dell’arca effi fe nandramio pe fatti loro . ueè
Core, & Cuore ueè a ijiS . <1150}.
Accorare. Lataiuafififu corfer'tre,cor Uncinare ^orpercu- Stratio. Lat.fafiièumJuèbrium,niolefiia. ual lìruggimen igit
tere , ferire .ual dare affanno , come che premadcuore. to,fcempìo,truèUi,& danno grande, qM fi firaget. Lat.
■7 £ T. ingmfa i huom, che af colta ’tfguella, che èfubito 7 et. Bitra rml acc^tatneme daloStraiio.I ;ctieè,&
... . i . . “ Z iij
I ■ -i,"’ >
EìTlaT
I
ANIMA
notte del fno Stratta piango . Mirtee qual amordi me fa
Strano . Tuo comentarui fcnzafame Stratio.'Ptggio è lo
Strano almio parer j the'i danno Che gtafeee é mefilun
• go Strano. Legar lo lòdi jtT farne quello Stratta. Che- £i
a thè S tratto Ita chi s'innamora. B o c. L'aggiungo qui,
tir qui ne fo lo Strano , che lu uedi . Et in JJtrano di noi
andare caualcauda,& dtifcorrendo.l} k u.Vopo ctopo-
to , uiéqueRo Strano Far di coHui a le fan^fe genti .
Strtcìio , per lo panno rotto , & fquarciato ,ueà a
1409.
Stratiare. Lat- laujfere,irritare,fatigtrr,defitigare,mole-
flarc , crproritare.perfcbernire , dentare, confumare,
maltraltareJarftratiOjO dar danno.? e r.Miuedetefira
tiare a mille morti. T{pn temo già, che pm miflrati 0 feem
pie. Ma Stratiatioer felue,& per montagne. B o c.Hon
mi uogliate ad tnjianxa di quejli inaluagi hunmmiflratia
re , occidere . Come hai potuto foShre di Ji rollarmi a
quella maniera { Et hatmi ftratiata quaniot'è paralo.
Stracciare per rompere, uedi <11550.
Struggere, & Deflruggerc. uediaCioue 449.
MlTCÌT,Martire,Màmro,& Martirh.Lat. tormeittumjcru
aatus,dmotatormento,& affamo. P e t. Munir Doppio.
Duro . Lungo Manire . Lungo Munirò . Martin Empi .
Lunghi , Troni . Qjiinci nafionle lagrime ei Martiri.
Trarre 0 di una fi é Munir quefl’alma.& la ragion uien
meno. Et igia qua fi unta dal Martire . Et mi /óltragge
al foco de Martiri. Che de gli altrui Martin,Et delfuoer
ror, quando non uuolfi pente. Et Manirio i wiilgiamai
ne joluide , ne Petla. B o c. Trefiando marauighofa pa-
tienga alle temporali aduerfita,& a Martini La. Che Uè
ue npuiaua ogm Munirò . ^ quando è fojianliuoibe di-
nota Tefimunio . aedi 4 1 3 .
Martirio,prr lo tormento,ej martoriare nerbo, uedi ali' in.
femoa 1810.
i j I } Guai. Lat. gemitus, eiulatus, & eiulalio, majiitia, dolorcs,
anxietaiesfinguhia,detrimenta,iaFlurx.fom lamenti del
la noce couaffanno. P £ T. Guai .Aniorofi, Doloroft, Jnfh
niti . Onde i miei Guai ’U.el comune dolor l'ùicominciaro.
Italia , che i fuoi Guai non par che fenta .Mi fa del mai
pafiato tragger Guai . Gli occhi inuaghiro allborfi de lor
Guai. Hoc. Guai altijiimi mcfji da una donna. Ton fine
amor con efia agli miei Guai. ID ah. Et tanto piu dolor,
che punge a guaio. iati lamentare & quando Guai è aduer
bio,ér che ànota la Vab Ialina. U a n.Gridando Guai a
noi anime prone. ijnalbià a uoi uolgarmente parlando .
Soda. Lal.gemilus,anxietas.yocabolo'l^poletanoe& an-
che Tho(canofialguaio,& affanno, hoc. Et in breue in
tanta Solia entrò dello jjieffo ueder coftei .ilefli moderni
hanno fejla m luogo di Sofia . & quando dinota la ppj'a ,
uedi a-ji^.^foflare per fermare a
Angofda- lM.angprjru. tormcntum. ual affaimo.faflidio,
uoia.da ango.Lat. P £ T. Etunpenfiericbe pilo.Angpfcu
dalle. Et uoi fi pronti a dargli .Angofi 'ia,& duolo. Fugge
aluofiroappanr -4ngolcia,&‘ noia.B o c..Ter grane ^n
gof eia é jiomaco . Tiene di noia d.AngoJcia, - di fatica ,
^ngofiu Grandiffima. lo uc-glio alle tue .Angofcie,quan
do tumedrfimouoghporrefine.^Augofciemotie.D a n.
Tutto fmarrito da la grande .Angofcia. con fatica, dr con
■J.. ,Antofci4 yolfò latefia,&con uingpfcia Oa la bocca t
Cm gbocchi ufi del peno.
CORPO
Angofeiofó. Lat. affjSusfinajlusdangHiduh^exaiùmls. j j 14
P £ T. .Angofeufo 'Plinto, renio angofciofi de Jòfpiri..Aa
gpfiiofa 'FÌQne,rita. .Angofeiofe Rime. B 0 c. oltre mo-
do uingoictofò . Et di Ila grane nota .Angofaofa uenne fo-
pra la Cateratta . .Angofeiata da mille noiufi penficri,
V A N.Cbe fi bagnano d'iAngofaojò pianto. Dipiu jauer
,Angofciofa canna. Difparméte Angofiiate tutto a tòdo.
Toccato 1 ual errore , mancamento . Lat. pcctatum , delt-
(1 um, errar. V it. Et uide Gir di pan li pena col pecca-
to . Et del Peccato altrui cbieggio perdono . roftro don-
na't Peccato , & mu fia'l danno . La gran torre ; Che fu .
fi di Peccati , dr d'error carca.t di miei Fra mi ferie , dr
Teccati Sonjen andati, ho c.El pùngere il peccato com
meffo. Peccato della gola . Recente, Alortale, Maggiore,
Talejt, Ceùto, "naturale. GranPeccato. Peccati Hom-
bili. D AN.Et quel comfeitor de le Peccata . Sapendo
che UOI fiele ,& la fua Pecca.
Pcccitore. Lat. fceleralus,fcclefius,&Jcelerofiis.B oc.
.Accio che fe munto fono comcPeccatore ,almeiiomiioia
come Cbrijliano.Et 1 Peccatori jia puniti. P £ T. Ma pur
m te Fanima mia fi fida Peccatrice.
PccciTc. Lat.fcelus peccatum. Pur. Et fot perche'l Pec-
car piu fi pauente. Ricordali , che fece il Peccar noflro
Prender Dio per [camparne Humana carne .
Peccare . lat. ey delinquere , errare , prcuancari , facinut
committere. Tei. L'anima , che peccò Jol una uolta .
B^c. Tutti dislxiu-Hiffimamenie peccare in Lufiuria.
yo! donne fommameme peccate in una cofi . Io non Jo
uedere , che piu m quello fi pecchi fi la natura, 0 lajoriu-
na. Come che gli buommi m nane cofe pecchino.
LIBRO SESTO
CORPO.
O A r o, Bujìo,Fuflo,yelo,Spo- 1J15
glia. Gonna , yejla , Scon^ , La-
nugine , Carcere , S orna , Salma,
Incarco , Pefo , Laccio, Tdpdo,
Membri , yenlre , Alno , Epa,
Tancia , Carne, Graffo , Opimo ,
"Polpa , Lombi, Cotenna, Cuoio,
Pelle, Buccia, Teli, l'ene, San-
gue umore , Ofji , Cofle , MutoUa, "F{erui, tiodi, Bu-
delle ,Bujeccbie , Minugia, Mmutie , Intenara, Coroa
da , Core , Fegato , Fibra, Polmone, Fele , Milya , Ma-
gone, delfica, Capelh. Fronte, Ciglia, Supcrciglia,
occhi . T empie , TÌ^jò , Orecchie , Guam ir , Gote , Ma»
ficelle , Bocca , Lingua , Labbra ,Denti , Mento , Barba ,
Faccia, Capo , Gola, Go^pp, Collo, Coppa , Spalle ,
Homeri , Tergo , Gibbo , Braccia , Laccrto, Ditella , A-
fcdle , Mam, Diti, Tetto], Caffo , Seno , Mammel-
le, T'oppe, Tette , Stomaco, Schiena, Reni, Doffo,
Groppa, TaIlou,Fùncbi, ymbilico. Bellico, Anche,
Tigtiche, Culatte, Culo,CaT^,yerga,Membro. Co-
gltom ,Teflicoli , Totta , T^tura . Cofeie , Gambe , Gi-
nocchi, Piedi ,yughie , Giunture,. ’^embra, Terjòna, ,
conglifuoidermati, & nerbi.
Corpo. Lu.coifus Olii , Cf cadaiter,&funiu,iriJo corpo
CORPO’
xji ll'3
morfo.^ bvlÌHmJù corpo morto brufciJto ; ^ truncus lo itera Laangine Cinto di lauro foBi .
corpo jinxatcHi. Tit. Corpo Mortai , Humana, Bello, Career . Lai. ual la prigione , & meta, per lo corpo. Tbt.
CrauCtMcfihinOfStaiuOfSaaoMt terra.Corpi ^bbanJom Mortai Career j^Terreno . 5/^»wr ; che n quefto Car-
i^ti,traU,CraMi.OgnimrtHle,ognibcllcr;fafignirealco cerm' bai riiuhtufo Tramene faina da gli eterni danni.
Jtnme ^nnji in un Corpo con mirabil tempre . Et hanno i Elda quel fno bel Career terreno.df qnandodinota la più
Corpi abbandonati in terra. Le Ulte fin fi corte , Si grami gione,uedia jqj .
Corpiy^FrabDegbhuomimmortab.Ch^alCorpofano Soma. pcrlucorpo,ebeèpefidellanima,cìruien dasiiac ijiS
ha procurato fcabbia . che piu bel Corpo uccider nonpo- greco.Ul.pondus.grauiiOi.grauedo.P e r.yoìddoal nel
tea. Hoc. Dibcato Corpo, T enero,Milero,HumanoX ut- con la terrena Soma.&quàdo dinota itpefi,Medt a ly^o,
to attoadamarui.Dotato é anima nubile. Spauenteuole.- Salma^ medefimo cb'è Suma.Lat.pondus. D a Qjciddl
Cuajlo,Corrotto, Gonfiato . Il utracifiimo Corpo di Cbri- figliuoldiDioCarcarfiuolfedetanoBra Salma.cT quan
]lo,Santijfimo. Dalput^ode Corpi morti Corrotti,Candi do dinota il pefi fi carico. Media 1750.
di, SupcnortJ. putirli. Dan. Corpo LajJ'o , lacatco.Lat.grauedo.per lo corpo. P k t. che'lduro,&gre
Corporale. Lai. B oc. Morie,Foriezi^,Forga. Corpora- ueTerreno Incarto, come frefea neue Si ua JIruggendo.
U Forxe ,(ì- Leggiere .OcchtCorporali. La Corpulenta drquandoénolaTefii,uedia
Corpulento huomo. Corpacctate , Medi Clnliee .Corporeo. PeCo . Lai. pondus .meta, per lo corpo. P e r.Ma Iropp'e-
nelo diffe il Tetr arca. r’alta al mio Tefitetrefire. CT quando dinota lagrauez-
i}i6 Biiito. Lat. funcus .ili corpo fenga tefla. B o c.Clijpic- za , uedi aijqp.
còdalBujio la teHa . Et a trijli bhHi diedero occulti fno- Laccio. Lat.laqMeus,nodMsjtmculumJbgamendigamemH .
chi. Dan./ nidi un Bufio [caga capo andare. A R i. £ tir meta, per lo corpo. V a t. 'Futura tien cojlei d'un fi
utde dagli Bufti i capi fclolti . Taglia Bufili, ancbe,brac-
cia , mani , e fiabe .
Fililo a [tifile. Lat. ai legno finga bronchi ,eir meta, per lo
corpo. D A h.Ei d'unfirpemc tHHol'altro Bufilo.
V ek). Lat.uelum,kelamen,tegumentMin, tcginen,meia. per
lo corpo. P E T. Corporeo, f'elo,Mortale,Graue, Lcggia-
dro,Soaue,Squarciaco.La inuifibil fua forma i in paradi-
[0 Dijciulta da quel f'elo,Cbe qui fece ombra.Et là giufo i
rima fi il mio bel yelo . dolcemente fciollo del mortai mio
yelo. Et é quefila noiofa,& grane Carne . Che poi Cha-
urà riprefi il fiio bel yelo . efir quando i fifilantiuo, uedi a
iSa} & qua ndo énota lo coperto. uedi a 919.
Spoglia.Lat.fiolium.uat la uefila,cfirmeta.per lo corpo.Spo
giù Mortal,Terrena. P e T. Lafeianìo in terra la fina bel
gemile Laccio. & per lo Laccio, uediagjy .
Nodo. Lat. meta, per lo corpo. P E T. .Amma bella da quel
'Hpdoficiolta.& quando dinota lo groppo fieJi a.
Membri, Membra,^ nel numero del meno Membro. Lat.
£)■ artus,tus,tui. Tur. Membra terrene, 'Hoiofe. Oue le
Membra fanno a l'alma uclo U quelle Belle Care Mem-
bra HoHeBe,Targolette,H.otleJjbero fiirtufid a [uoi Mi
bri ajjifiio . Unici . Com’ogni Membiv a t anima nfponde .
li oc. Mentre la mia mifièrauita fojlerrà quefiìe Mem-
bra J')a K.Che Mibre femimli haueuano,& atto.tal pug_
Zp ufciua Qjud fuol uficire de le marcite Mcmbra.le Mi
bra mia élà; ma fon qui meco Col [angue fuo ,& conte
fue giunture . Siuet eoe par fi Membruto . deartuatut .
Lai. ual [membruto.
la S pogUa. Et fiero ch'ai por giu di quefia Spoglia yenga M ombrare per ricordare . uedi a 11^6.
perme.IncoHor non hai tu ragione alcuna; Et mene po- Ciunturc. Lat. coniunllura, & compago.D a n. Col fin. IJ19
ca,foloinqueHaSp0gUa.D AsComefaltreuerremper guefuo,& con le fue Giunture,
mfilre Spoglie. & quando dinota la preda fatta de beni de Ventre. Lat. uenter. B o c. Tiualyentre feruentia guifa
nemici per uitlona .ueéat;qo. df ammali brultùMla gola.Et cefi fece allafihitna, «y al
J17 Gonna. Lat. palla ,t. per lo corpo meta. P sz.O felice quel y emre,& alle groppe ..Ani^gU fi Morrebbe dare d’ un yi
é; che del terreno Career ufeenio lafiiai rotta, & fiarti tre pecorino per le gote , tanto quanto il yentre, 0 le gote
Huefila mia graue,& fiate ,& mortai Gonna . efit quando bajlaflero. Z. a . D a n. Che tirando grattar Ufecc U yen
dinota la uejie,iieéa 1579. tre.Fettdendoi drappi ,&nu>filrandomi’lyemre.
Vcfta meta, per b corpo. P e t. .A pie de colli, oue la bella Ventraia per lo yentre. Lat. uenteralia,druterm.Bo c.
y efiia Tre fi delle terrene mébra pria. &per la uefila.Lat, .Alle gote dalle bianche bende tirateci difilefi,rijponde la
uefiis.uedia 1/75. y entrata. L a. yipofiio dar per telUmonianga la graffa
Scorza Lat. corlex. meta, per h corpo. P e r.Lafciando in yentraiuola.D t n. Che’luifiònS rifionde alla yentraia.
terra la terrena Scorga dicemifiejfo. L'animo fianco,^ Suentrare. Lat Mentre uellere. B oc. Il Ronzino alla fine da
la cangiata Scorza . Et quella Sdee legnadretla Scorga, lupi atterralo, &flracciatofu,et fubitamente fuentraio.
Che rieopria le pargolette mendira.T^en po tu portar- Inuentrare . Lat. in uentrem, uel in uterum inferre , uc
tene la Scorza Dime. %oc.l dragoni gittandolaScor. V 1 u.yterumó; armato milite complent . uale entrare
ga uecchia per molti anni erano rinouellali. Th.&- quan entro ad alcun luogo. Dan. Tenetrandopcr quefia, on-
dodiitota la uelìedelTarbore.uedi a 1 155. dìiom'inuemro .
Scorgare.Lat.excoriare .iiorrelafcorga,^fiogbare,& Mao. Lat.aluui .iti l'euire. Pet.J/ qual ficoueniadal
meta.priuardiuita. V Bt. Deb perche me del mio mortai matern .Aluo.D a u.Crtdi per certo,che fi dentro at .Al
mi ScoigaJ.fioglia di tuta . Et queUo, cIk me, &gb altri no Di quefia fiatmna Jleffi ucn milf anni. Ani. E none
crudelmente Scorga . mefifu nel tuo finto -dluo .
Lanugine. LatJanugo, i la fcorga,&per meta, il corpo. la Vtcro. Lat.uterut.èil ucntre. A r i J)< noBra madre ty-../
gioutmù. A atipia prima Lanugine uieihornTutta terofecondo.
a fuggir uolubd ■ e mumflante. T.Tig la tua prima t te* Epi.déttt ab bepatejau.è lapartt del corpo-tra il fkiuac»,
. ‘ T • . 2 «I '•
4 ^
CORPO
il f(ttigno»e,& pigliafi in nece del uentrtXr delfega-
tv. 13 \ n. Col pugno U percoffe t£pj croia. Rijpofe,
piu diucnire. O i m. Qjiei , che mcrrà di colpo di Coteih
na,idefi da pcrcofSa dt porco .
auà,c'hauej mjiata PEpa. Cofi parca ucncndo uerfi Cuticagna Ut.cuticula,& grecamente cranium,& era
l’Epe De gli altrui due ‘
Pincii . lai.uemcr.D An. Co piedi me^ gliauinfela
Tancia .
ijiQ Carne. Lat. caro. P s t. Carne Humana , Grane l'tioiofa,
Trauagliata . Huom di Carne, tarrm immortai perche
L Carne muoia . onde é jpirto priua Su la mia Carne, la
mt, è la fommtlà del capo,ctoè lacutua.èil medejimo che
cotenna ;nuquiD An.la pofe per la coma /mero cìpetli
quando dice . .Allbor lo preje per la Cuticagna, idejlper
la comach'i nella collottola ,cioè nella noce del collo.
Ari. .Ajlolfo in tanto per la Cuticagna yndalaH^fca.
fin fatto le ciglu Cercando .
U’-»
mia Carne (ciolta fia di quel nodo. Che quando io fia di CvoioJat.corium.uallocorame. B oc.EtfeueflitodiCuo
quefta Carnejcojfo, B oc. Il ftimolo delta Carne . Ha- io,thedapruniildifende(le.Chefaccuilferpelafciando
uea la prigion macfrate le Carni. Le Candide Carm . Ignu d ueccbio Cuoio.iJa Jpogtia.D a s.Cb’èéfuja Infule uec
de. Carne folata . chie, e'nfule none CuouJ. carte membrane , oueropeco-
Jnearnare. Lat. ual uiuifcart ,&dar carne. P i t. "He col trine, intendendo il telìamento ueccbio, & nuouo.
mio din il fuo bel uifo incarno-Lateffigio. B o c.Eranogli Scuoiare. Lat. exeoriare. D a h. fa che tu gli metti CU un-
amidellafruttiferaXacutnìxiowdelfigliuold'Iddio. ghioniadoffo ft, che tuia fcuot. Ku. i.Cb'altn il crudele
Scarnare . Lat. excamificare , uel maciare , & emaciare , jeanna, altri nefiuou .
& macrefeere ,nucrare , & emacrare . ifmagrare,& Velie. Lat peliti, crmoUeflra, è la pelle della pecora.B oc.
confumar ft di carne. P e t. Ond'to gu uifii ; hor me ne Che tutta la Tette piu uolte appiccata lajiiò alle lemuo-
igìì
firuggo , & fcarno .
.Accarnare i prendere carne. Lat. p ’mguere.tfr pinguejcere ;
& qu.tndo figmfica incarnare , ojaldare una piaga. Lat,
glutinare. 13 ah. Se hentintendnnento tuo accanto Con
l’mtellettod.fe bene fi fermamente lo intendo .
Difeamare. Lat emaciare, & emacrare. ual mancare tii car
ne. noi fmagrare.ueéiag&r,
Carnalc.Zjt. B o c.fratel Carnai di cofiei. .AfiaUto fu dal
la concupifcenga Carnale. Et con lei Carnate amifld pren
defli.Datefi a diletti Carnali. Camabfiima di figliuoli era.
.Ameto quafida Camalitd conflrctto.i. damorcuolexAA,
A u.piu uolte Carnalmente la Reina conobbe.
7olpa. Lat. pulpa, i la carne. B oc. Et La mercatantia, e'I
la.Taruechetuttala colta Velie feglt apnfie, &libia»
tafSe . ynamacihia nella Velie infufa . Il fcolare , che
dimoi pela hauea coperta la Pelle, Dan. Rimaneade
la Velie tutta brulla .
Buccia. Lat. cuti!, è la pelle. Boc.nelLA. Et del collo af-
fitlttgliando la Buccia . pacca la Buccugiu caduta ritur-
farJi.DA N. "ÌLon credo che cofi a Buccu flrema Herifi-
lon fi fbfie fatto ficco Ver égiunar quando piu iihebbe ■
tema file fi che tra la pelle fit l'ojia non fojfe carne. K K. i .
e flride e ficoruccu Quel Mirto offefu,eal fin apre la
Bucaa,idefilafcor'ja. Comerofa ,cbejpuntiallhora,al-
Ihora Fuor de U Buccia fi col fot nuouo ertfea. MoR.Cb’4.
pena fol ft teneua la Buccia .
namlui, cric polpe, &l'o fia ui hamio lafciate.D as. Telo. Lat.pilus,capillut,& grandebaUgrandebalorum ;fo ì ijig
Siuanto jofferfe l'ojia fengà Volpe . no i peti folto l'afcelta. Pei. Chegb anni e' l Tei Cangia-
Spotpare . Lat. putpas uellere , confumere . è leuare la carm
ttedaU'ojfo. P ir. In fin cb’i mi dtfojio ,fneruo , & fiuil-
po D AN. Di porno in giorno piu é ben fi jpolpa,ideSl
fi priua ,ofpoglia.
Lumbi. Lat.i parte del corpo filoue fi genera la bbidine . &
lumbrifagium. Lat.uale rompimento di lumbi ,
CralTczza Lat.pinguendo,& pinguitudofibefitas,arbiUa,
a.Boc. Ver la Craffetga della corrotta tedia, dr Adom
men, nii, ^ fumen, nis, quel grajio,o lardo delle tettine fi
poppe del porco gra/io fi i altro animale .
G rallo adie.Lat.obcfusfidtpofus,corpulentus. B o c.Crafii
nano i toJiumi.Verebai co fiumi uariati e'I Vclo.yero è'I
prouerbio , Ch’altri cangia il Velo Mirgi ebe'l uettjp. Di
dìmé uo cangiando il mio e' l Pelo. Che uo cangiando’ l
Telo ; He cangiar pofio dodi inaia uoglia . Et me fa fi per
tempo cangiar Telo. B o c.Hsn hauendo Telo addojio,
che macero non fofie , Di mal Velo hauea coperta le pelle.
Coperto di Veli di uaio . T rattogli forfè fei VeUcegi della
barba . PcÌm^ biondi come oro . Bruna , & magra , dr
Tclojà diuenuta.Lat.hirfuta,& horrida ,
Telare.Lat.depillareAcgtabrare,pitlos euellere, è leuare pe-
ti , ma pcllare conla',1 duplicata non fi éce. B o c.
Capponi, I frati non fi uergognano di apparire Crajii .Et .Ad unafua fanciulla fe prefiamcntc pelare il falcone. Ca
truuando la Crua Graffa,& gmuane . landrmo cofi tuttograffiato, & tutto Velato nel La.
Ingrajiare. Lat. impinguare, &pinguefacere.ual far graffo Sono certe femine.cbe uannofacedo fcorticatoi alle altre
altrui. Boc.llauoratori per ingra/iarei campi. femuie,& pelando le cigUa,dr le fronti.
Impingua re. Lat.pmguefacere,pmguere,pinguefcere, ^ ein Vituccare , ual fadiidire ,&come cauarpeti. Lat. e.xptlare,
gnau feri.ual mgraflare. P E T. Ch'orno Bologna,& hor Dan. Da la giufiitiaahe fi le pilucca.
Meflina impingua. Et di qual f angue qual campo s’impm Impelare , ual mettere peti . Lat. pube fi ere , piloi emittere .
gue.D A ben s'impingua fe non fi uaneggu . Ì3 Att.Pien tnfie, che te guancie mpeb Colui , iberno fi
Opimo . Lat. opunus , ual graffi , & meta, oolite, rie- coitola con 'Haunaj.prima che faccia la barba .
co , magnifico . Ari. Ci ungemo i corpi di quel graffo Trapelare. Lat.elabi angufie fluere. ual trapafiareji come il
Opimo. 0 che fuperbe foglie, e preda Opima. Spo- ùquàre fibegoccu fiori é una cufa non troppo ftretta fot
gite Opime,
Cnrenna. Lat, emù. iproeriq la pelle delporco,&pigliafi
per la cotic§.Bo C. nel L a. Coi raggi del Soleicapei
gfTf ifHn gotemu perduti Jbmiglianu a filai prof amo k
ta é Teli , o ftmile , cioè poffare tra peli. D a u. Tot li-
quefatta in fefiejja trapela. Ari. Coste tl uiUanjèfuor
perCalte ffionde Trapela il fiume ,€t.. 7canoua firada
Erettolofisauietare, ..
^ BroUo, ,
o/ii. S AH. Urne tenere Medollc atundeia. A a i.EgU
liatdò le frigide Medolle ,
Ncruo.e^ Herbo.Uit.neruus.et neruit la corda da fonare.
P ST.cir tutti ouiJiiHerui Di libertate . Qjulbagiài
Hstuif i poi fi ^ i pevfier egri. .A rde, & more, & ripren
de i 'Hfr ’ui fuoi.I Herui,& l'Ojia Mi uolfe in dura felce .
Tal eb’è già terra , & non giunge ofia a Tf^ruo . B o C.
L'ojfi rimafe a Herui appiccate. Io fui per perdere i Hjr
ui,& la perfona. Etfarji,cbe fi éjlendejiero i Tferui .
CORPO ijj
lji4*BroUo,efr’Bri*flo.t<f. inops,Jemidatus,& dcglabratus.ual thonibile CoHura Tremeuan fi, che bagnaua le gote,
pelato.&per meia.fi diceCbuomo Brodo , iioijpogìiato , Boc.^na delle Coffe del uerbum caro fatti allefineftre.
<Sr pnuo (t ogni bene/mde fi éce brullare il Farro, & il ri deridemis .
fojjnondarla della biro fconia;^ brullare, o frullare ^o CoBito.LatJatus,ris. B o c. Hor per lo Coflato, bora per
me dice il Ferrarefe ual fcorticarej& uincere ad uno ogni le anche battendola. Ferendo con la lancia il fatuo Coflato
folà.D A H. Commelò runoyitrifloafj>etto,& Brodo la di quello .Th.
fama nollra il tuo animo pieghi A dirne chi tu fe. Cìxtal Midolla,&Mcdolla.Ijit.medulla. P s r.Hon ho Midolla
tiotia la fcbiena Rtmanea de la pede tutta Brulla. Et non in OJsofi fangue in fibra. Et ricercarmi le Midolle, &gli
fur lo fu fanguei fatto Bndloà.pouerod: ogni uirtàtcKi.
y tene a cola , che fu la terra Brulla Hauea da diuorarj,
dherba ignuda, & dal folearfa .
Brogliare , noi pelare ; ma fecondo il Landino ual tremare .
. ì> AH. Tal uoUa un anunal coperto broglia Siìchel'affet
to conuten chef paia .
I>ipe\ito.Uu.depilatiu . ual fen'xapelL Dan. Tutto che
nudo, & Dipelato uada .
\ ene di fangue. Lat.& arteria. ViT.Ché’lf angue uago
per leueneaggbiaccia.FeceleberbefanguigneDilorF'e- bicrbiito,&Hcfboruto^Lat.neruofus.Boc.Huomogrà-
nefiue'l noflro ferro mife . Ter quel ch'io feuto al cor gir de,& 'Nnbuto,& forte [degnofo,il teflo antico ha Her-
fra le yene .Et fi le yene e'I cor m’afaHga,& [ugge . Et boruto. Era queji baomo di Slatuia grande, & di pelle jet
bornouedamenteinogniyena Entrò dilei.Boc.lo ti fe dipelobruno,afcmtto,&'H£’''ln)ruio.LA.DAH.Etei
gberù le yene. lo non jd a che mi tenga ; ch'io non tifeghi tenta de pie ghermito ilHgrbo.
leyene.etperlaycnadiacquapuéa i<aix.et per quel- Siuruare.Lat. eneruarejl perdere i'Hsrui.V i r.Infin ch’io
ladeldire a Sj. mtéjòjfo,fneruo,C^^olpo.
Sueuare. Lat.iugulareAUtuenas incidere j& foluere.ual ta Budi;Uo,& Budclla,quafi meduUacorporis. Lat. inteflina .
giure le uene. Ari. Fra tantiahenetaglufora.eliiena. B o c. Cominciò a giurare per le Budella d'iddio .
I j »5 Sangue corporeo j& naturale.Lat.fanguts.B t T. Cbe’l San Bufccchie, fino le Budella. Lat. inteflina. boc. Riuefleot
gue uagQ ne le uene agghiaccia.Hon ho midolla inofio,o dai porci delle loro Bufecchie mede fune . D'hauerti la..
Sangue in fibra. EtpotfifpargeperleguancieilSangut. fdaiaantododiunnibbio adefeare ,& pigliare alleBu-
Toi nenia quel cbe’l liuido, & mabgiui Tumor di Sangue, feuhie .
Boc. L'anima mu, laquale il noflro Saluatore ricÓperò Minugia,yóm le budelle. & anche Minutie fi dice .Dan.
col fuo pretiofo Sangue. Se nefamorofo Sangue nonfifiof Tra le gambe pcndeuan le Minugia. Le Minutie de corpi
fe bruttate le mani Marauigliofa co fa a tutti,cbe alcuno lunghe,!^ corte .
del proprio Sangue foffe liberale. & per lo Sangue uiolen Interiora Lat.intefltna,pracordia,mfcera.i quel che è den-
te,uedia ^jj.^per laorigine a marafmut i tro del corpo. Boc.llcuoreconCaltre Interiora infie-
lo pingue corrotto . me (fi come tu uedcrai ) incontanente le cacciò del corpo.
Sangui gao.Lat.pagHÌneia,ual tinto,o di color di Sangue . Et ( Interiora di quel T oro, per facrificio nelfaccefo fuoco
ueé a 8i i. ogerfe.T H.
Fleuma . Lat. phlegmajpttuitaA- & anche lo catarro . & Corada . Lat. pracordia . ual la Coradella .Dan. Tra le
IJ17
\
Thlegmaticuii&pituitofusjibipatifcedi Fleuma .
Humore corporeo, Lat. humor. P s t. BlpiouergiùdagU
occhi un dolce H umore Jn triHo Humor uà gli occhi con-
fumando . Medula,& Cerrormio m’bau fatto un fafio
D'humor nano Sìillante , & per i humore terreflre . ue-
dia 1158.
Offa. Lat. P £ T. Huomdi carne, & iOfia.1 nerui,& tOf.
fa. Fugge la carne trauagliata, & FOfia . babbiti igmide
t Ofia .Come ne l'Ofia il fuo fuoco coperto . yuU’l pianto
£ Egera in uece dOfie.Et ricerca rmi le m idoUe,& gli Of
fi. Ho» ho midolla mOfio,o fangue m fibra. & congiunge
Ofio a neruo. Boc. Ella i di carne, ir £ Ofia come le al-
tre femine. Infine a f Ofia Jiuorato . a tagliarli [Ofio po-
trebbe guarire . Senga lafciarli Ofio addofio, che macero
nonfofie. D AN.Etafua proportione eran l'altrOfia .
Difòfiare.Lat.exofiare. P b x. Infoi cb’i mi éfoffo,jiieruo,&
fixlpoj.mi proto degli off.
J316 Col\e, fino quelle ebebabbiamo nel petto Lat. coHa pe£lo-
rtf. D A N. AppigUò feale uellute Cofie.Tu credi che nel
petto; ondcla Cfya Si trofie per formar IxbeUagnanaa.
cangiò collo, ne piegò [ua CofiajJl fico corpo . Che per
gambe pendeuan le minuti La Corada pareua e'I tn-
ao ficco .
Cotc,& Cuore. Lat. cor. i Rocca , (g fedia principale della ijtZ
ulta. P E T.per Ut core corporale mentale. Cor,& Co.
re,Afflitto,Ajpro,Alto,Cbiufo,Condenfo,Conquifo,Co-
trara,Debil,DogUofo,Dolorofo fioro. Enfiato, Fenùneo,
Freddo,CiouaniL,GentU,GclatofiumH.Indurato,Italici,
Leggiadri,Lieto,Mcfto,Mifero,Ofcuro,Tacifico,Venfofò,
Tugato,Tiano,Trofondo,Turo,Tuécofiìueio , Saggio ,
Stanco fiimido,Trifio^apd'enale,yalorofo, yano. Di
doìma,Di marmo fii neuefi'orfo,Di Tigre,Di [malto. In
dogHadnpianto fin foco, Inghiaciiojn parodi fi, Jn me^
gp’lcore.Tien d'amorofa dotccgga,Tien difedeamoroja.
Tic» di marauiglia,Tiu freddo che ghiaccio , Tefio il Cor
di fojpiriiSeuero d Cor Cocchio ridice , Fatto il cor tepida
neue , Donna del mio Cor, Chiauc del mio Cor . D'amorofi
penfier il Cor m'ingombra . Io femia dentr'al Cor già ue-
nir meno Gli Jjnrii. Onde come nel Cor m’induro e'nafiro.
Quanta dolcegga unquanco: Fu in Cor £auenturofi ama .
ti ac colta. Amor mi firugge’lCorifortuna il firma D’ogni
mforto.'N.fgl^octbifiiie babitarfolea'ln^C^e.'HFl ,
Capelli
fondo del mio Cor gli occhi tuoi porgi.^mor che foto i Cor
Uggudn mKefci.THtto'l Cor di doUn^,& d'amor Con
pie . Mj Ifcfio ne Li fronte il Cor fi Ugge , Trcmel Cordi
difió^ijpemc'l puf ceSoffiri; < ht del Cor profondo iragge,
logrime,^ duglia d CorUffo nudnfco. Ch'accende in Cor
gentil bonefle Hogtie.Lcujie’l Corapiu felice fiato.Zoc,
CnoreJct corpo mìo.Var che tnifi (chianti il Cuore . Et ci
pi-.-iofi CHurrfngratlò Iddio. Cuore duro^t fredda.ll mor
lo Cuore. Quefto Cuore di Ctcghiale . Huoiniiu di pouero
Cuore, Che di buon Cuore Slejie . Trefé Cuore J.aràr, tfr
animo Donne bella,& dt gran Cuore . Lanonellaconnon
poco di ucrgjgm p-mfei Cuori delle donne afeoUanti. Che
CORPO Capelli
manUhaue^ioauolte entro Capcgli. Sotto biondi Ca-
pei canuta mente . Erano i CapeiSoroaCauraffarfi . e'I
primo di ch’i nidi a Laura jparji i Capei cCoro; ond’iofubi-
t'fiarfit tuoi lacci nafcondi Fra i Capei creffi , & biondi .
E I Capa mdifardi quella fronde Di chejferatobaueagii
lor corona. E t Capelloni fio far fi et argento. Clfa Laura
il ungo , cJr bionda Capei chiuda .Boc.Cb cui Capelli
erano crifpi,lunghi,& dorojet fopra gli bomeri ricadertm
n. Gli fuoi Capelli con bella treuii,& con artifìcio Uggia-
dro auoUi, micanti d oro. A M. Capelli tome fila d’oro bio
difimii, CapclU Inanellati, Biondi, LungbifJmi , Copiofi ,
Scarmigbattjucdt f Indice ,doue bctlifiimi difiorfi trouerau
folo Iddh I Cuor; de mortaU uede. D A s. C6f mbauea di \itoJM.binui. è U capello, o pelo homdo , & offro . P e t.
paura il Cor compunto. "Perche tanta uiltà nel Cor allet- 'Hrglctto ad arte,e’iunellato,& Ino.
te f Et tanto buon ardir al Cor mi f or/è . Chiomc.Lat.coma,& acrocomajbno i capeUi buigbi.P&l.
Coriguio.Lat.mjgnanimitas,& ammus. ual graiiCuore,
onde Coraogiofo ual .tnimojò . P nr. Sformali al cielo o
mio Hanco Coraggio . A R i.uilqual in efter fone e Co-
raggio;ò .Alcun antico .
Cordoglio, ual dolor di core . tir accorare uedi a ijto.
Iruorare. La. animare, i por in core, cioè far animo ad alcu
no. U A N. Et IO a lui, lo tuo uer dir m'incora Buona hu-
miltà.Etaben far la’ncoraj.la inanimifce .
Rincorare aialrifrancareuftio da Dame.
. Eccitare Lat.excitarc. ual inammaredneorare. A ri. Con
parlar tJpedito,c chiara noce. Eccitar quei magnanimi
baroni.
jjjq ¥cgiito.Lat.iecitr,oris,epar,fiue hepar .tir iecufculum, &
ofula lo fegatello . cùr omentimi i la reticella che flà iiitor
nodei fegato. B o c.^n Fegato con tutto il Polmone cCun
uecchifjimo ceno ,Th.
Fibra Lat. fibra, & dinota la eflremità del fegato, & ambo
laeflrcmitàdituttelecofe. P e r.Honho medoUamofjo,
0 (angue m Fibraa dentro dclVinteriora .
Milza. Lat. bcn.nii.&benofusichi paté la Mdga
Cbiomc.Amatefiiòde£iàiheJirmie,Crc^c,Rccolte^par
te,SpeD'e, Chioma f'enerabii,Breue, Le Chiome fparte al
uento ..Auolie III perle e'ngemme.Ilfucceffordt tarlo;
Che la Chioma Con La corona del fuo antico adorna . T re
uolte tnomphando ornò la Chioma . "Floii ba tanti captili
in quefie Chiome . Tra le Chiome de [or iiaftofe il laccio .
Chiome d'oro fi fino a l’aura (nife . .Aura , ebe quelle
chiome blonde, O" cre^ Circoudiait mciui,&fi mofia da
loro . Et la fronte , cr le Chiome cb'a uederic Di Fiate a
ineggp dì uincoii il fòle . Dico te Chiome bionde e'I crejpo
laccio,Cbefi loauememeUga,cr ftrnige.L’alma.O Chio-
me bionde, di cbe'l cor ni annoda. Spargi con le tue man le
Chmmeaiuento .Lecrcfpe Chmmed'or puro lucente . Le
Chiome auolie morot&^arfe al uento. ^ OC. Et con le
Chiome piu neregh ucdeie.
Difchiomare.LatMeUerecrmesMlcomat.ileuarla Chio-
ma. Dan. perche tu mi dif chiami Hpn ti dirò chi fia .
Comare. Lat. comere. per pettinare per ornare polire.
Ari. Ben m'i^atuberei con tuitaquella .Arte che ta»
to il parlar orna, ércpme .
Po\mone.Lat.piitmo.&pertpneumonia,i il delurefi ardo- Crine, è la capillaiura. Ut. crinis,& iub/t . fono le crine del
ri del pobiione.U Oc, ueé di fopra a fegato. D A ìt. La ' j— j
lena in era dei Pobaone fi munta Siuando fui fu .
FtL Lat.& Feie, Felle con l dupheata usò Dante in definen-
ga. P E T. Quejlofu il Fel,qucftigb fiegni,cr l'ire.D an.
Tratterò quella cbcpiubadi Felle .uèdia 164;.
V’c(ììca.ZiU.«è/iei>>rt utficula il dimi.cioi ueffighetta.Boc.
nel La. TIoh altrimenti uole,cbe fia uiu F'effica gonfia-
ta . Quando fecondo ta opportumtà naturale uuole feari-
carc la yejfica. Ari. yùlt un monte di tumide f'efiicbe .
C Di T E L L I.
Apc]ii,Capcgli,Capei,Capè,Cbiome,Cnne,
Zaggare,yetliirreccie,Cuicehe . Rabbuffa-
to , Hirfuto , Mirto , Scamughato , Scapi-
Leone fi d'altro animate. P £ t. Con U fhmtedi rofi,& co
Crtn dì oro . Uura ; ch'ai uerde Lauro , & t aureo Crine
Soauemcttte fòfjnrando mone, -dllbor di quella bionda icu
fia fudf; Morte conta fuaman un'aureo Crine.B o c.Bci
li Crim di CauaUa.TtftpbonepofhgiùgU ffauétcuob Cri-
lu. Legato con miei Crinbionili,(i- leggieri. ¥ i.D a n.
Serpentelle, ceraste baucan per Crine , T. Crinito Leone .
Lat.iubatut.
Zizzcri.Lat.capiLmentiim,capiltitiumfij,capiriei. B o c.
Con mia Zastgenna bionda fit per punto finga capcUo tor
to banerui.
V ciliJjttJn ucce di capelli. P e t. Pettinando al fuo uccebio
I buntbi y clhàxapelU canuti . & quando dinota la lana
dellepetoretondutafiedia 1 ip'i.i^yttoper lo coperto,
uedi a per quello die porta le donne a 154;-
gluto. Incanto . Fronte, Ciuffclto,Peltine . TrccàcJat.comjeintexM,&compalht.fi>uocapdli conor
tarmmarc, peli mare, comare .
IJJO K,»pci\LLal.capilli,quafi capita pHut,& crmet.ér bl)flry»
citi capelli rieii,& crefbi et chrjfocmi fono i coatti di cò
lare Jìoro.PBz.Furi biondi Capelli atlbor uelati . T olia
m'i poi di que bioné CapelliJjifioJa dolce uifla. Pie d'or
Capelli in bianca treccia atiorfi.Quella i ba neuc'i uolto,
' , Oro i Capelli, da piubciCapeUi,CbefaceanCoroe'l fbl
parer me» b^it prima tangerat unito, &Capdlt. Le
dine rauotii. P e t. Onde tolfe amor (orofiìr di qual uena
Per far due treccie bionde. Per rimembranga de leTreca
debmdeXe bianche Trecdefopra'l collo fitolteJjt Trec
de d'or che doucan fard fole D'iituidia molta ir pieno.
Cb'una Treccia rinoUa,ep’ f altra ffarfa . J or capelli
bionda Treccia attor fc . Ttn man a qui iLucnerabil cbiom
ma Sicuramente, drnetcT ncck fpart^Tu fe armata ,
^dUinTrtccu tu gonna, hau, ma dal citi fu leute
-D Trccde
Isiì
Capelli COR
Treccie pkmj Maluagu. B o c. ffaMenJomi prefa per le
Treccie,^ tiramiom . Et prejaU per le T rtccie la fi gitm
tòapieiù,
Ciocci.Lat.pilonmparticula,ciiieintuis . i una certa iptan
tttà di capelUje piU mfieme raccolti, come una brancata .
B o c. La donna cautamente guardò la Ciocca della bar-
ba,tbe trattagli bauea,& il ì mede fimo la mandò al fuo
amante, £i biondi capelli con ueTJpfe Ciocche jparti fo-
P O
Occhi
>74
ti legger ne la fronte il moflro. Come dn fmipiratamen-
le noie . C’ha ferino innatrti , cb'a parlar cominci "He gli
occhi,^ ne la Fronte le paroleS colpito perle Fronti era'l
nahre De Choaorata gente. B o c. Con t altre donne pof-
fa andare a Fronte feoperu . Gli bafciò la Fronte. Sotto
quell' ampia , & candida Fronte , & feltra alcuna ruga .
A M. D A N. iìuapdi fimi a me grauar la Fronte , ^
lo^lendore.
fra le candide ffitlie .Kìi,.4pprìfio ella mi mandi una f loatiet». lat.propugnaculum.^ oc. Andarono a con- >774
CioccheltadeUa barba di'Fiicojìrato.f'na biada Ciocebet trallareacerte Fiontiere.
ta de capelli. AH. fc a t. le mani fi cacciali^ capei d'oro. Fronteggiare, ualfiare alle Frontiere. Lat.propugnare,refi
e a Ciocca Ciocca Uraccia.un quantità . fiere, oppugnare. Dan, Da fronteggiar lirejciani , &•
HaLbufrarc^iul frap g!iare,fcarmigliare,& tenturbare.lat. Bergamajchu.porre al cantra fio ,
crmes turbare. B o c. Lorerup Cappa me inforno , pallia .4ffromare,ej raffrontare ,ueJi a 6oj.
du,& tutto RabbuffatofFutta Rabbuffata.Mefiifi le ma- CiufFccto,^ (1 Z.uffo. Lat. front capiÙata,fmciput uel fjndm
ni ne capel!i,ct Rabbuffategbart firaciiatugli tutti. Dan.
Uor poifigtiuol ueder la corta buffa De beu,che fin com-
mi fri a la fortuna, "Perche Cbumana gmte fi rabbuffa,
•S A N. Col uifo pallido ,& magro, con li rabbuffati capeU
h,tà'gli occhi lucidi per fiuerchio piangere .
Scarmigliare. Lat carminare.ual rabbuffare,& mal petti-
nare. Doc.Sopragli fuoi capelli,cofi Scarmigliati com'e-
rano fie fece mettere una corona .
Carminare. Lat. ual malamente pettinare . B o c. Martel-
linn finga pel line carminalo .
Pettinc.Lat.peden. Boc.il mi fero Martellino fengaTeu
me carminato , F"n "Pettine et auorio. Biafimando i Lnd-
gnikolij "Pettini , & gli fior Jafii .
Tettinare . Lat. peClcre ."Pbt. "Patinando al fuo uecebio i
bianibi uelli. B o c. Coiai grado ha chi tigna pettina.Cr
pcxus,u.il pettinato ornato .
SctapigliiCO.Lat.foluta comadncomptus,cioi co capelli fiat
ti.Bo c. Vru bclUfiima giouane ignuda Scapigliata, v
tutta graffiata dalle frafebe. Fiddero nell’un de canti deU
la cafa La donna Scapigliata Stracciata , tutta liuida nel
nifi. Dan. Di quella lhg^a,& Scapigliata fronte .
H'irtuco.LataialhorridOiCh- ójfro di pelo.S a n.Cou ebunut
Hirfute,& con la barba fqualida. Le gambe, & piedi Hir
futi .Ari. Hirfuti cuoi .
IncontùLatancempti. ual nonpettinati, ^feitga alcun or
dine. A r i.Siatadongella,&babbiaiCnni Inconti.
Mirto, dr Irto uedt di fòpra. Lat. tir birfutui. Ari.» cor*
po borrida,& birto .
Ituneìli ti, ual creffi,lorti,rieci,P ET. Dal laccio d’or,
"negletto ad arte 1 Hanellato,0- Irto .
Cz\uo.Lat.caluus,& Gr.^ialacrus,& phalacnm ,^préu
caluui. è t huomo che rum ha capelli in capo fi che ue n'ha
pochifiebeauieneper caliditàditeSia. Dan. non ti po-
trebbe far d un Ci^l Caino. T et. Caino nome proprio .
Tconte.Lat.frons. Tet. Fronte Humana,Serena,Smorta,
TimorofaJ'ergognofi. Da far arder Gioue . Di rofi . "Piu
cbe'l del firena . HoneRate, & uergogna a la Front' era .
£lpalìor,ch'a Golia ruppe la Fronte. E'I cor negb occhi ,
(irne la Fronte ho feritto . .Amor , Talhor armato ne la
put.&-occiput ,& occipitium è La parte di dietro del ca-
pofib'iopposla alla fronte. B O c. Egli mi mofirò il Cuif
fetta del Seraphinocb'apparue a fauFrancefeo .Da n.
Fefio nel uolto dal mimo al Ciuffetio .
Ciglia. Lat. tiltum hlepbarum. & glabella fi fi quella uia,
0 jpatio eh' è tra l'un ciglio^ Poltro. Tet. Ciglia Tran-
quille. Stellanti. Ciglio. Lat. genale palpebre le gnau
eie. ,Altero,Bello,'Hiibilofi,T urbatofiien Fu fio, men Tur
boto. Ebano i Cigli , &gb occhi eran due {Ielle . Et fo-
pra’l buon Saul cangiò le Ciglia, -d l’atto de la Fromejàr
de le Ciglia . Et di doppia pittate ornata il Ciglio . Et Ug-
geafi a ciafeun intorno al Ciglio II nome al mòdo piu di gl»
ria amico . iiuel cbe'l monii gouerua pur col Ciglio. Cbe
pur col Ciglio d del gouerua , & folce . B o c. nelf a m.
.Allaqual fronte fottilifiime Ciglia (Carco non molto dif-
giuttte di color {ligio folto {lare difceme . Due fittile Ci-
glia con debita éfian^ àfgiunte raccolte infieme, fitto le
2 unii duo occhi cbianfsimi , ueé all'Indice fibe ui fono bel
i difeorfi. DAN.Ch'ipiu corto fiatio a l'eterno, eh' unmo
uerdiCigha.Oud'iLuailemamittuerlactmaDe lenti*
Ciglia iCfctdihfoUccbio .
OCCHI.
Celli, Occhiaiafi'ipere, Raggi, Rai, Lume,
Luce,Guardo,Sguardo,Fedutafi'ilia,.Acu-
me.Riguardamento, Rtguardatore, Riguar-
dante,Riguardcuolefiiiguardofi'ederefi'ir-
tù mfitua,Ftfi,Orbo,Cteco,LippoJjifio,Fofco
Cuercio,-4bbarbaglutodSoniiofiieco,Oggetto, & Obiet
to,Sonno,Sogno,yifione, Oracolo , Faatajma, Dormire ,
T^anna, Fighiare, Defiare, Pianto, Compianto, Lutto ,
Corrottofi^leto,Lagnmefiiguicrtjofimg»tto, Cenno . Fu
moucr £ occbui,Pupilla,Paipeftra,guardare,riguardare,
uedere,mirare,affilàrefiijparere,lampeggiare,offulcare ,
{iraiunarefibbagtutrefibbarbagltarefibbacmare,caliga
reficcennarefittuiare,piaiigere,compiangert,plorare.ge
merefiflonuartfiifinn,irefiormire. con tutti gii altri funi
uerbi,&denuati.
Fronte uene. Che ne la Fronte il corfilegge.Se ne La Frou Occhi,elr Occhio. Lat. oculi . &oculeus ualpienodi occhi . IJJS
te ogni penfier dipinto. Gli occhi, & la Fronte con fimbian P e t. Occhi -iccrfi„Alti,.Afciuttifielli,Bei, Begliocchi,
te bumano Bafciolte fi,che rallegrò ciafeuna . Ch’ogni oc- Baffi, Beati,Bagnari,Cari,Cbiari,Ceruero,Dold, De fio fi ,
culto penfiero Tir^jn meo;^UFronte , oualtrfl uede . Leggtadri,Ìagfimofii,Luceniifiiollifidortale, Pungenti ,
Ou'i la Fronte fihe con ptcciol cenno Folgea'l mio loriy* Rfifilugiailofi,Saldi,Soam,SereuifitanchiJ‘ifi’baii,Tri- ' \
dendomififìfo,.APatlodeUFromtttìrdeleciglia .Acbi JH,Fa^i, Fin chef ultimo é chiuda ^{l'OccbiM col-
• -1 Occhi» 0^0- K: P O Occhi
fo de Moflt Occhi . Occhi miei Occhi ven gii , ma fonti. mt.i.pitHgimenU,o Rimolo. Urnu acuto fnche'l uifo ch'e^
l'Occhio il feafiermjitdaM difuiaado. Ocihi piangete oc mgk afjou, Chiuder conuieuji per lo forte .A cume. Sol di^
fompagnuc il core. /'n killer d’Ouhttk Ut. uno^u. Se renilo nel primiero .Acume, lo credoper CMume cb'iu
ucroM Cor iOcibtoriàce.Cb'toMlconofca aduna Mi. tfoffcrfiDeiuiuoraggioCb'iofarei fmarrUo.
‘uolta d'Octhto. Oabi fopA.'lmortal cerjò fereni , G li o? Argo ebe bauea cento Ocihi fu poflo da Giunone in culìodU i j j 7
chinileielfjfi.tniielfilm.Jnciel chiari ..Tieni diirti.. aiIòtrafmutatainuacca^cimheGiouemnUridniefie
•in formabumana;llpenbe Mercurio mandato da Ciout
Cuccife.it Giunone ornò le penne de fuoiTauonicongli
otchiiC.Argo.&peròdiic'D A u. Che fe'Hettuno a mi-
rar gli occhi dCjirgo. Ogni uno era pennuto difei ah , Le
.penne piene d'occbi,& gh occhi d'.Argo Sefufier uiui, fa
rebber cotali. P et. Il buon Me Sicihan; che'n allo intejè;
Et lunge u:de,&fu neramente .Argo .San. Coccbiul»
.A rgo. .Argo città ingrecia. uedi a 904.
Ita .MoUCdi dolore . Bagnati dt dtiiore-. ^ aghi di piange-
re. In trillo humor uà Gli occhi confumando. Cb'amor eU
fiel houora. Ter fuggir intenti. Che fi alto miraton Gli oc
chi miei. Et CUocibi in terra Jagrimaiido abbafio. J3jmn
do in noi admien che Gli occhi giri. Conuien che'l duol per
CU occhi fi dijlille. Eli cor lu Oh occhi ,& ne la fronte ho
fcritto.Tianfeper cU occhi fuor, fi com'ifcritto. Si dolce
lume ufeia de CU occhi fuoi. 7{el dolce sfauillar de Gii oc.
chi fuoi. .Afciugindofi Gli occhi col bel utlo. B o c.Ouhi Raggi,c)' Maggio fer gli occhi.Ut.radcui,dij. P s r.Magg»
yagbcdSantilìanttam altrimenti che matutinaSteìla,un
poco Bafii,Belti,GinJlL,Chiarifimii,nonSuperbi,maCra-
m,& Lunghic& é color bruno fUmtti^oaui, Benigni ,
pieni di rifa. Tieni àfocofi raggi. Sfamllami. Lucenti.
Occhio MonaU.GlìocchigUpureuano della tefia^ufiiti.
Lat. acuii enafiitìf. D'alto formo Granati. Mafcintti,Simih
..Alcero,.Atttorojò,Bet,Diuo,FugghiHo, Fiero, SfaniUace >
ycnofMaggi Caldc,yagbi, Maggcoctamar, Di pictate, Di
fica fiella. E’I bel guardo fcreno Oue i Maggi d'amorfi cal-
di fimo. .Aer febee col bel umo Maggio Mimanti . Ben (ito
non erro) é pietate un Maggio Scorgo fra'l nubilofo alte-
ro ciglio. &pert MaggidelJòteyióiS.
a due maiutine RcUe. Pi. Due non Occhi, ma diurne Luci Rai per gli occhi. Ut. radij. P e t. .Amorofi, .Ardenti, Cele
pili toRo. A u. uedUaif Indice fiàdoue troueraibeUifinm
difcorfii. DAN.Tofeiacbe Gh occhi mieififur offerti .Al-
ia rma donna riuerenti, & efia Fatti gli banca di fi con-
temi,& certi.MiUedcfiripiucbt fiamma caldi Strinfimi
gli Occhia gh Occhi riiuccuti.Gtd erangli Occhi mieiri-
fifi al koUo De la mia dona, & f animo con efii. Ma quella
folgorò ne lo mio fguardo .Si; che da prima il uifo nonfitf-
ftt,DoUiJ)e begli occhi. L'aere opprefio da ti dolci hai.ln
thè mouendo de begU occhi i Mai. iduando a gh ardenti Mai
neue diucngo. Fuggir uorrci : ma gh amorufì Mai,Che di,
& notte ne la mente fìanno Mifflenlon fi.Siihiar ha'l uol
to di celefli Mai, Che nofira uifla in lui non pòfermarfe.E 1
Miò ueggio apparir del nino fole . eir per quelli del fole,
uedi a 6 19.
ferfii Et CIÒ mi fece al dimandar piu lardo . Et quanto LucuJattJux.&Luci.Lat.lumina.perglioccbhperlauifla, ij}i
l'Occhio mio polca trar et ale. Et lo fflcndor a gh Ocihi
fuoi ridenti.
Ijj6 Occhiìii,etOccbiaie.Lat.co7:f^ialiumài,jpecula,ocularia.
gir meia.per gh occhi .Eoe. In fu le caldana ftandofi ,
dr con l’Ocibiaia huuta , tofiire .D AN.Tareut Oc-
chiaie anella finxA gemme, (intendendo de ihtoghijdoue
fiannogh occhi.) Giunone pofli a rifflendenti carri gh
Ocibmiì uccellu pauohi c’vanno ie'penne fatte a gaffa
d'occhi. T H. Lat. oculati .
^Adocchiare. Ut, alterne ajpicere. ì guardar minutamente.
& anche per la belle7;ga di madonna Uara. P e r..Abna
Luce,.Aha,AlterarAtlefa,Defiata,Spartita,Sparta,Ti
ta,yaga,.AmbeLuci,.Afàutte,Beate,Diuine,Dmifi,Lie-
te,'Prime,Sante,Spefie,Tranquille,T rifie. Sole, yaghe di
piàger. Ch'io no fòn forte ad ajpettar la Luce Di qiicjta dò
na.Menda aqueR'ocihi le fueLuàpnme.'He gliocihi
imei,cbe Luce altra non hanno. Cofiparbor mcn )>cUaL a
utSamia.cui maggior Luce preme . Malhorac'lpumo ,
eh’ io le Luciaper fi ìlei bel nero , & nel bianco, (fi- perla
Luce del fole, uedi a 6 18.
D A s. Terrò ch'ai uoRromodonon adocchia. Qual è co- Lumc,& Lumi,inuece de gUocchLUtJumina.OuidioDe-
Uci ch’adocchia , & i argomenta Di ueder declinar il fole
un poco . 0 dolce fignor mio diff io adocchia Colui . Cefi
adocchiato da colai famiglia Fuiconofeiuto da un, Terrò
t'adocchio piu che ghahri tutti. Et ten’dee ricordar Se
ben t’adocchio ,
Vilìerc w ucce jt occhiali pofi Dan. Come yffiere di cri-
Ràilo.efi yifieradeltelmo ,ueé a 1417.
Pupilla. Lat. (fipupula , ì quella parte deit occhio per cui fi
icede. Dan. Come letitia per TuptUa uiua .
Palpebre . Lat. palpebra .San. Senga mouerfipunto , ne
battere Tatpevra mai .A rei. E con piu uena fuor de le
TatpebreJje lagrime innondar per te mafieUe,LofiiggpHe
ambe le Talpeore coffe,
Acame.Ut.(fiMÌei.èiutta la forga della uirtù uifiua; di*
cefi ambo l’acume dell ingegnaaioè quella forga,& mr
lù,cbe fi mette ad muefltgare alcuna cofaJM o c.Cbe non
mquequicquid agis Lumina nofira iuuat . Rancho per te
belleg^ di Laura pofe il P e t. Ut. lumen. i.fpleudor. Ut
me udirnò,.Aitcro,.Ardentefiel,Celefle,Doice, Dijpie-
talo, Leggiadro, Soaue, Souerchio,Spcnto, Vago ,yiuo,
T toppo Aumi Belli,Bei, Chùtri,Dolci,Honefii,Santi, ,Ac-
cenfi,Del ciet,Degh oechL Come fpanfee , & fugge Ogni
altro Lume doue't uofìrofplende. Et iride lampeggiar que
duabeiLurm C'han fatto mille uoUe inuidia al ) ole. M'a-
f condoli que duo Lumi, Che qua fi un bel fireno a meggp'l
die FerU tenebre mie.E’l uolger de duo Lumi honefh, &
heUU'iuefautUe ufcian di duo bei Lumi. Que duo bei lu-
mi affai piu che’l fòl i biari.F^l Lume de.begU occhi che mi
Rrugge. E'I uago lume ohra mffura ardcua Di que begh
ecchi.L'humana ufla il troppo lurue auangaCbe’l lume
di beliate Ipento hauea.l'edtdo arder i lumi, oniio m’at
cendo. (fi per lo proprio lume,ucdJ a 610.
potendo con C.Acume dell’occhio mortale nel feeretodcL- G nardo, cSr Sguardo.Lat.affe(IuiAiffr- vfio, tntuitus ,& i}}9
ladiuaurneiuetrapjfiartinaUutniodo.I) AH. Di lor oiJjieRio. P et. Guardo Simorofò,lfl^, Gentile,lJeto ,
tamniu'icufir un difio Maiuoofcntiio di asam -Aiti Udieflo,òlorLtlfScr(nc)dSoaueMa fuìitnfianapa,ib'uM
■ ■ r ■ .r ■ bel
Occhi CORPO Occhi ijij
hel Cutrio ^ccefi . Et fua forella par thè fi rmout Uri ^»fc. idefl knitrt, o amfidrrarc . A m. Fiori» ttmibattni
l>rlGkardotP^poUaamjaoainano.Di<}iuUo/)iutr’lbrl ito,tà'JiaHdojimprea ÈlguarJo.ìdeJl Jlandoft inguar-
Cmrdo non fi cjlende . Fa ch’io rineggia il bel Guardo , dia . lat. caute .
(b'un fole Fu (opra’t ghiaccio. Rifondere per riguardare, lat. ajpicere. B oc. 'Helliujiial
Cuardjre.Lat.mirari,imucri,tir^eculari.V et.E'I fol ahba camera ninna fene/lra^he lume rendefie rtjpondeuaj^iu
glia, chi bea fifo il guarda . Che fa di marmo ihi da prefia fencflra, laifuale {òpra il maggiore canale rijpoadeua .
U guarda. Et ijuella che guardando il cor mi llrugge. Che Sguardo,^;/ tnedejimo che Guardo.^- fi dice, quando la no
farei dunque gli ocibi juoi guardando i Hor quinci ,hor ce dinamj termina in uocale, & quando termina in conji
quindi mi uolgra guardando . Il jìgliuol é Intona hauea
gli none y olte guardato dal balion fourano: Che fai! che
penji f ibe pur dietro guardi. Bo c. ueéPindue. Dan.
£t quanto l'occbioim poteatrar d’ale Hor dal finiJlro,&
hor dal dejlro fianco Quefia tormee mi parca cotale. ijquà
to portar la uifia . P e t. Toi Hendendo la uifia quanti»
badìa Rmirando oue f occhio altra non uarca l'idi .
Guatare , ual guardare . Lat. ajpicere . B o c. .Auedutoft
del Guatare di cofini .
Guatare. Lat.a^icere. B o c.figliitol mio abbuffa gli occhi
nante fi dice Guardo i come dolce Sguardo : bel Guardo .
ma quando fono nerbi non ni fifadifferemtfi alcuna. Pet.
Sguardo Dolce,Caro,Duiino,Fido,ioaue,.Amorofo,l'ago
Honefto. Stl dolce Sguardo di coìta m'ancidc.cT eofi fifa
Tenne Ufuo dolce Sguardo .Tanta mrtule ha fola un uo~
Jlro Sguardo l'innalo bar uno, es l’or un’altro Sguardo,
hoc. Io mentre tu uiueìii mat un foto Sguardo da te ha*
nere non potei. Dan. Ilpeccatorcb’iniefe, nons’infinjè
Ma dn^;gò uerfo me fammu e’I noli» Et di triSìa uergo-
gna fiépiiife .
a terra,non“legiutare,cb’etlejonomalacofa. Tequcflo Sguardare.tat.affiicere. P sr.dluefli preghi mortali amo-
Imne buon huoino,& guata fe'l doglm i netto a tuo modo . re fguarda.Che’l penfier mio figura ouuiiquefguardoJe'l
Cuaiami bene ..Ando il lauoratore guatando per tutto j. fot leuarfi [guario,Sento’l Lume apparir,
cercando. "Pietro piu uoUe guatatala. Et moltoif intorno \Hìi.Lat.uilui,èlauirtùmfiua. P e t. .Altera yiìla,Di-
guatatafiaie ueggendo. .Arriguccio ueggendola la guata- fiofa,Humana,Lieta,Mortal,Toca,Tronta, Debile, Tri-
ma. CbeuoSìrayifla in Im non pò fermarfi. Molto con-
mine accorta Efier , qual l'ifta mai uer lei fi giri . Mala
yijla prtuata del fico obietto, m’ufci di yifla. Co fi par hor
men bella La yifla mia, cui maggior lume preme, ogni al-
traFifiaofeura Da indi in quami cominciò apparire. Toi
Hendendo la Fifla quant’to bajlo .Solala FiHa mia del
cor non tace. meta. Gmngea la Fifla con t antiche carte .
& luftuiofiii, & lufciofus, chi ha corta utfia . & myopet .
Gr.& nyQalopes, chi non uede di notte . & quando y ijla
dinota l affetto, uedi a 1419.
ua,come Imemoraio. .A cui Calandrino dtffe,ibc guati lui
D A N. /t uolge a [acqui perigltofa,& guata .
Guatatura.l.ar. mjio, infiiiflio. B o c.TiemaiJalei una
fola Guitatura haueua hauiita .
I J40 Riguardare. Latuwiinaduertere,ual confiderare,& per ba-
uere compafjione,& mijiriiordia.Lat.projjncereAy refpc.
iere,imfereripmrari, contcmplari. B o c. Cominciò a ri-
guardare fe dintorno alcuno ricetto fi uedefieJ. rejpicere.
Cominciò a riguardare alle maniere de papi, & cardinali
J.confidcrare. Ognihora cheiouengo bene riguardando a
linojìn modidiquefia mattma.i.ponendomente. Etri- \edutì.Lat.uifùsdnteltigentiaptotitia.TET.Toiuolòfnor
guardando tutta la lodò jòmmamente.Et appreso riguar* dela Feduta nua.i.detla mia intelligentia.R oc. Fece
dalle il petto. Cominciò fifo a riguardarlo i a mirarlo.Co* Fedutaal padrecbeal fepolcro uideua andareJ.gli fece
mandò ad uno de pioi famigli che riguarda[iefe partito fi intendere. Si come molte di noi pofSono per F eduta fape-
fojie quello Trimafio.i.uedefie/> ponefie mente.tfan mi n re;o pofìono hauerc uduo.Et cui p F eduta non conofceua.
guardate perche mf ermo fiaj.non habbiate rtffetto,com- Veditore. Lat. uiiiens, in^eOor . B o c. 0 Om F editore de
pajfiane,o mifericordiaancbora che to fia mf ermo. noflri cuori. T t. Figgente meffer Ricciardo. F eggentii
’Ri^uardiTCKtito Lat.confideratio,in^e[lio,reffe(lut,ra- manti. La.
tio.BOc. Era il Riguardamento é molto maggiore mi- Vedere. Lat. injfeHio, uifusjntuitus. Pet. Se mortai uelo
feria pieno. Sen^ entrare inoltro Riguardamento ne la ilmio Feder appanna.Et uedi'l Ftdernofiroquani’icor-
portarono a cafa . to.Egli bebbe occhi al Feder ud uolar piume. Poi che uo-
Riguardacorc.lat.infiieHor. B o c. Iddio giufto Riguarda Hro Feder in me rifflende .
tare de gli altrui menti . Federe. Ut. uidere. P E T. S’a ueder noi tardami uolfi . Si- igqj
Riguardailtc.Ì4unjJii«OK. B o c. Fna cofia foprail ma* ^r mio caro ogni ragion mi tura Diuotoa ueder uoUm-
re Riguardante . Ma botteghe difiiecialt appaiano pm to-
Hoa Riguardanti.
IJ41 Riguirdeuoìc.Lat.JpeQabilisJionorahilis, circumjpeHut.
uale honoreuole . Boc.Fn caualiere per uiriù ,& per
nobiltà Riguardeuole afiat.Ej}endo iimamorato m alto,&
Riguardinole luogo. Riguardcuoll donne.Con camere lia-
feuna uerfo di fi belliffima, efi- di bete épinture Riguarde-
uoli I. degne dt riguardare .
PjgiMTdo.Lat.re^3us,ralio.uale riffetto,confideratioiie.
B o c. Hauendoforft Riguardo aigrauepefiì della fua di-
gnità . Hauendo ~^\ardo alla pia condiiione . Ilauendo
. Riguardo a uo'ìri^lluìHi . Et per quella parte quanto
* piu puote (on fkiiù Riguardo pm fiate [arduo occhio fò-
fitarui. Fedalcotei. LOe’n tuttoiorbo chi non uede’ l fole,
che non fi uedea in rama mouer foglia. Che mifea non ue-
der; quel ih'i uedea. Et ibi noi crede uenga egli a uederla.
Etuedrajfiin quel pocoparaggto .Miodefiinoauedfrla
mi conduce . De b uemte a uedérlo . Et non ci uedeff altro,
cheleftelle . Strini quel thè uedefìi in lettre (foro . Come
non uedeflu negUoctin fuoi Sìuel che ueShora . Canyon ;
sai dolce loto Ladonna uoHra uedi . Fedtlo andar pien
d'tra,& di difdigno. Tu utdrai Italia . Sopra' l monte Tar
peo Canyon uedraiFncaualier. Mira'l gran fafSo,doue
Sorga nafte Et Fedraui un.E’l bel uifo ucdret cangiar fo-
uente. Fedrem ghiacciar ilfocoArder la neue.luil ue-
drmo ambpfjicdreHijncdriaH, ucdrò, F edule, F tinti ,
ilio
.m.
•ir ■
Occhi
CORPO
Occhi
184
tare kit la ki/la degli occhi . P e t. Morte ha jpento qael
fol,chcitbbagltarjkohm.ÉllòlabbagUa tbibi fifinlgkor
da.gh occhi i Ma da prejfo gli abbaglia, ^morm’ abba-
glia. Cliaiuorofi rai M‘abbaglianpm.t{e primi anni ab-
bagliaiOt&fonanchora.hoc.Silafciò tofto abbagliare
gU occhi deh' intelletto. Lat.prallringereaciem mentii .
Teriiocbe non (émpre è la fortuna ad un modo diffolia^
fono almondo ugualmente tutti glthkomim MboagUati, '
Dan. perche c' abbagli Ver ueder cofa , che qui non ha
luogo i Si che t'abbagUa it lume del mio detto. Di fuor Appiricionc.lat.Boc.,/im^ quafi tutti infidi ter^g
dorate fon ,fi ch'egli abbaglia , Et t^bbagUato fuo fen- giorno dalla .Appormene de fopra detti fegni.
no proferii , lippitRone in uece di Mppantione. D a n.Tofarfi quelle
abbarbagliare, l il mede fimo che abbagliare , & abbacina- belle creature da loro -ipparfion [ occhio compreji .
re,troffufcare. P e ■t.TocoeraadapprejSarfiagli occhi Sparire,ualnafcondere,&comefmarrire. Lat. euanefiere.
mUiLalucejche dalunge gU abbarbaglia.Boc.Et quafi V hr.EUcaldofaffiarirleneutA'lghuccto.Sicome'lfol
ge al uoflro .Apparire angpfcia^ noia . da lunge il por-
to m'apparifie . neljoggiontiuo. Et chi a mar prima um-
citere apparfi.i. fi moftrò .poitrauia m'apparue . B o c.
ueditjndice.D a n. Hor ttpuoteapparer quandi nafeo-
fla La uerità. Da man finiflra m’aMarì una gente . Cefi
da i lumi;che lì m’appanmo. l'idi la dona;chepria m’ap
parie . Che quelli jpirti che non t'appa riro , Verche fe cofa
n’apparifce nona, appariua,appariuan,apparo ,apparfe,
apparueAPparuer,apparuero,appaia.tutti ufati da Dòte.
cieco per lo udito luonodi paura fi trofie a dietro ,& Mbm
barbagbato. A M. Ar 1. Fonfa i ch'il mira abbarba-
gliato refìi.
AbbarbagIio.Lif obumbratio,& hallucinalio.D ah. che
paura T olto m'hauea del fuhito abbarbaglio
fafubito fbarire Ogni altra Flella. E’ l chiaro lume^he jpa
rir fai Jole. Come jparifce,& fugge Ogni altro lume. Cefi
tolta mia luce a me SparitaX'attofoauee'l parlar faggio
Sono fpariti . Ch' a cjuei preghi ilmio lume era Spanto.
Quanef 10 caddi nell acqua, & ella jjiarue .
.Abbacinare, iilmcdefimocheJ)baglure,ofufcare,hn. i, Di^arere. Lat.euanefcere .V iT.en un punto dijparue.
Con gli occhi abbacinati , & fenga mente .
Caligare. Lat. per fare caligine,& fumo,& meta, per offu-
feare .Dan. Et la bella T rinacria , che caliga T ra Ta-
cbmo,& Telerò foprdlgolfo .
Offufeare. jfttuiareperoffufcare.uedta 817.
U48 Oggetto,^ ObiettoXatjohteSuy, naie qualunque cofa.che
fipuoopporre aghocchi no firi , feconda iThilofbphi ,&
perciò per oppofuione , & contradutione fi troua pofio .
P E T. Ma puoffi a uoi celar la uoflra luce Ter men Ogget
to , 7{e lo sfrenato Obietto men perdendo . Tqg queSfocm
chi hann altre Obtette.Malamìiapriuata del fuo ObieU
to, l'idi un’altra,cb'amor Obietto fcelTe. Si frale Obietto ,
afipofjentefòco. Boc. Qgal altro adunque piaceuol Og-
getto Vorrei ueder giamai schemi mettefre m cor nou*
uaghcct^.
Mouer d’occhio . Lat. idus ocnli , P e r.l'ofirauagbe^
gaacqueta yn Mouer it occhio, un ragionaratn canto ,
Cenno. Lat. mHut. dal uerbo nido frequentatiuo di muco.
7{e giamai neue fótte ai fol diJparue.Toflo difparue. Bo c.
Li éfii m fogno,ér difrarue. D a n.Cìò chepareua prima
éfpanoj euanuit ,
Lagrime, 2^ Lacrime. Lat. lachrymadl diminutiuo lachry- 17^0
mula. P E T. .Amare Selle, ContefeMonefie, Molte, Jiot
tume,'HoueSareSparte,Same,Trif}e, Tante, Dolorofr,
Eteme,VieJ)emortab.'lig Lagrimaperò difcefeanchora
Da be uofiriocchi. Lagrima anchor non mi bagnaua'l pet-
to. gli occhi iCbeé lagrime fon fatti ufcio,& uarco. Via
uommi amare Lagrime ddl utfo.Ver lagrime ch'io frargp
a nulle a milie.lo mipafcoé Lagrime. Che fon fonte di Lt
gnme.&foggetto.Fiammai fo^r, le Lagrime cnfrdio .
Li cor di Lagrime nudrifeo . Ch'i nidi gU occhi tuoi talbor
fi pregni Di Lagrime . Qudehe lagnmetta. Boc. Il lun
gamente afflitto petto amauagli ufati Lagrimare . in uc-
ce é Lagrime . P i. uedi (indice . P e t. A'ò con gli occhi
bagnando therha e'I petto Rompendo con Jifrir [aere
da prefio.
che i quando ad altri fi fa ccnno,& nutusiilcennochefi ljigcìinoro,&LacrimoJb,ualpienodilagrime. Lat. la-
fa col capo con gli occhi ,&conle mamfigmficantedià, cbrymofus. P s t. Lagrimofo DÌStrido, Lagrimofa Eoe.
onde li P E T. Con parole , & con Cenm fui legato . Ou'i àafiente[Pioggia,Sliua,Lagrtmofe Riue, Donne, Lagri-
la froiae; che con picciol Cenno Folgea'l mio corei Boc. mofi OcebiiLamenti Boc.Cofi Lagrimofa com'era pie-
tà Rema alla Lauretta con un fol Cenno moftrò il fuo di- na d'angpfcia,
fio. Che quando un certo Cenno f ace fie. Con fuoiCeimili Lammcuole. lat. flebilis. Boc, La peftifera mortalità
fece intendere . dannofa, & Lagrimeuole molto . alcuni tedi non u'hanno
.Accennare per far cenno. Lat. nido, & nidor. Vi T.Doue le due ultime parole, cioi lagrimeuole molto. Co agrime-
armato jier Mane non accenna.i.moftra é ferire . Che uoteftilefeguirò. F t.D a n. Qui pofejine al Lagrimabil
piagaua'l mio cor anchor [accenna .Chela memoria an- fuono. in uece di lagrimeuole fi lacrimeuole .
ebor il cor accenna . D a n. /o ueggio ben l'amor , che tu Liffimaic.LatJachrymare, Vn.Etdel lontinuo Lagri-
m' accenno .UccetmoUe cheuemjìe a proda. .Abnuerei mar fon ftanco.Tioggia di Lagrmiar, nebbia éfdegni.
accennare di nò col capo . Lagrimare. Lat. laohrymare,& lacbrymari, uel lacbrymas
- ■ - i j, (j-gh amanti. Che {
.Ammiccarcfial cennare frefio con cenmjìa tmeo. Lat. cb'i
giuocare alla mora. Dan, come l'buom , cb’ammieca.i,
accenna.
IJ49 •'ipparerr,t!r .Apparire, Lat. apparerejiideri, tomparere,
adefiefilucere fiminere, in lucem & in confpedum fede-
re.V ir. DamS mi cominciò apparere.Senro'l lu
effundere .V i
le per ufàitga a lagri-
margli appella.Et uidi lagrimar quei duo bei lumi,C t>an
fatto mille uolte inuidia al fole .Si (che begli occhi lagri-
mauan pane.Etgli occhi in terra ìagrimando abbaftoje'n
tanto ìagrimando ifrgp Di dolorofa nebbia il cor cidenfò .
Boc, uedi [Indice.
me apparir. I rai ùiggio apparir, un color morto appare. Vio^a.Lat.^uuiafineta. per le lagrime .V E T.4 begli oc-
in men i un palmo appare, ueggio gli occhi appatire, Fug chi. Che fa nafeer de miei continua Tioggfa , "Pioggia di
Occhi COR
Ldgrimir,tKbbu di fdrgm. M a lagrimtfi T^oggi»,tt fieri
V o
Occhi
do, benché poi ftguifie Fleto.
uemi& perla piana, kèdi a io i8. Tlorare, lat. Halpiangere. P e t. Che del nil Tolomeo fila..
Pinato. i-K. lM(lus,Peim,plMH[hu, plortìui.gemitns, em~ pu,& plora. Rifpofìm guifa d'bnom che parkj& plora.
Unii. & Indnofus.c^ lugabrii^al abbondante,o pieno di Mi pnngon p/ht‘nfin quà il ferito, & ploro .Dan. Gn-
piaiito.P ir.Tiai. IO ./imaro, Denoto, DoUr, 'Sempiterno, gbelmo fu ; che fietla terra plora.
F'ltimo,.Angofciofe ,D'Ena.L'o«Je del Tianto. Ch'ai men Cernere . Lat. ual dolerfi conia noce. Tìt. S’annidanp, che
l'nllimoTiaiUoftJ denoto .iboredtlTiantoChe Vepre- fempreilmgltorgeme.Contra'lbuonfire,S'amòEpic»
IMO del rijo Jpagha U Tianio la Tianto è uoitaogni dolceg^ ro j onde fua fama geme .
E( Ì4 ce t ber a mia rinolta in Tianto. Cofi l'I mio cantar frlulare .Lat.& fiere, ila noce della rlnla uccello . ueS
conucrfoiaTianio . hor nino pur di Tianto . Torto de le aioij. S A n.Ond'hoggi aduien che eiafiun pianga,
inifcne,& fin del Tianto. Tianlo fu' l miodi tanta fimfa &uluie.
berede. Tiami Lungtà.Trifii. Odi i Tianti,e i Jòfpiriyoé le Singulto. Lat.fmgnltus. i quello fmeopare che uien dopo il
arida De li mileri amanti. B o c. Tianto Trt/io,.4maro, lungo piangere. Ari. E con noce wurrottada Singulto,
Molto,DoiorojoJriifirabile,Maggiore del mondo . f'into Oh dijse .
dal Lungo Tianto, Crandijfimo, Futuro , Tiami Tietofi , Signiozzo, éi/ medefmo A’i Singulto. A r i. £t dopo al-
Dolorofi . ConTianti ,& con fofpiri rtjpoJi.Tiangente, cunSigniogp^ilparlar fchlto Imominciòcon fiocofjnono.
Cf bajj'o.Toi che piu d'un Signiogjpl ha inttrrotta,lmerm
rotta da feruidi Signiogji. Ejpèggò con S ig'iiogj^, e con
pi^iri Interrompea [angelica fauetla.
Tiangenti noci. La Tiangeuole Driope .Ah.
Compianto.«4/i/ piamo che fi fa infume .ucdiaj 9.
Compiangere Lat.collachtymare,complorare,per bauer cS-
^toncdeU’aleruimale ,quafi che con lui fi pianga, uedi
aldettoluogo. S 0'1'(,T^0.
Piangorc.Lit fietuiJnSui.P e t, „imaro,Trofbndo.Del
mio ben piangai& del mia Tianger rida;Fiume,chefpefio ^onno,Sogno,Dormire,Fifione,Famafma,Oracolo. affon-
del mio Tianger crefet. Et io fon diquei^be'lTiangergfo nare^rmnre,aildormaare,npofare,alloppiare,ntgghia-
ua.llTiàger m’ìgiuoco.llTiangeridtgli.AugelU.lni fra re,fuegtiare,ifuegliare, rifiuegliare ,nfiuotere ,dettare ,
Vherbcgià del Tianger fioco . ibadigliare .
li 5 1 Tiaager,& Tiagnere.Lat plorare fiere Jugere.V E T.gboc, Sonno. Lat.fomnut. P e t. dr B o c. Sonno .Allo , Breue,
chi di frmpre pianger uaghi . Fanno le luci mu di pianger Fiero,Tigro,Tnino Sonno. Lat. concubiumfi, & coniia-
uaghe.Tiangetcdonne,& con noi pianga amore.Tiangan
lerimeanchorpianganiuerfi .Tnttelenotti filamema,
piagne. Tiangea madonna. £t par ibe dica fior ti con-
fima, & piagni . La guancia che fu già piangendo fiama .
Occhi piangete accompagnate il core. Tiangae donne, &
conuot pianga .Amore . Et rila ; a che pur piangi i One
piangiamo il noflrofiìr V altrui torto. Del uario flU in ch'io
piango, dr ragiono. Cantai hor piarlo. Tianfi molt'anni U
mio ifienato ardore . Tipn pianger piu,non bai tu piamo
afiailH o c. uedi alV Indice. Au. i.Etfadegli occhi fnoi
tepida fonte. Et con piu uetiafuor de le palpebre Le lacbri
me iniumdar per le ma fcelle. Tarue,cbe a tal domanda fi
caiigiaffe La Maga in uifo, e fede gli occhi riui .
lutto. Lat. tudusfi il pianto. Pm.Eile fatiche loruidi,
dr lor Lnttt.Etfia tanti filtri, dr fami Lutti. Dan.
Ch'eternameme è dato lor per Lutto .Ben dee da lui proce
dere ogni Lutto. Ver ben UtitlaAÌ' per mal bauer Lutto .
Che lueti bonor tornar in trifli Lutti. & quando dinota il
fango, utdia 1098.
lunare per piangere. lat.lngpre. Dan. ifon efja.cbe lutto
Madre a la tua, pria che a Valtrui rouina i piango .
ConottofiilTiamot&ilDuolo cbefifaperli morti. ue*
dia 1619.
Lugubrc.Lit. j la mefluia tnifia con pianlo,che fifa a mora
II. uediaibip.
Diiottimente,ualgraadementeA^ con dolore/juello che.
latJicoMofiirumpi dolor e,dT buberiim. B o c. Dirotta-
nume conuna'o a pLingere. Dironamente di me He fio in,
i refeeudomi a pianger comianai . Dirottijfimamente co-
minciò a piangere.
> i 5 3 pitto • Lat.fictut. Dan. Sparfe io fmgue dopo molto Fle-
to. SO e. netta uifione amoro fa. La fcit^ vnfnra anpuia
inumai. Sciolta dal S ormo . Fnggit’i'l Sonno .le mie notti
il Sonno S bandiro.il Sonno affretta lefure. defla dal Son-
no. l'imo dal Sonno uidi una gran luce. Som Hnmidt, dr
yam. & nella F 1. 0 Sonno plaadiffima quiete di tutte le
cofè;&de gli animali nera pace .Otu,clxi corpi ne duri
affanni grati jnfiorij^ riponi alle nuoue fatiche; come nò .
idenii 0 donatori demali,tp- parte mtgÙore dell'hunianet
uita. 0 porlo di uita. 0 di luce ripofo. 0 della notte comp<s
gno . b dolcifiimo Sonno , piaceuobfiono npofo di tutte tee
cofe^ace detf anmoffugatore delle JòUecitudinimtigatco
re delle fatiche, & fouemtare degli affanm,egualifiimo do
' tutore de tuoi beni ; -dmminiSlratorc de mondani uitii.il
Sonno imitarne la morte emrò nel mio mi fero petto . ueiti
altlndue,doue fimo altri belli difeorfi. dt T A r 1. deferi-
uendo il Sonno affi éce . Giace in .Arabia una ifoletta a-
mena Lontanada cittadieda uillagti;Cha Vombra di
duo monti fi tutta puna d antiqui A beli, e di robujii Fag-
gi. Il file indarno il chiaro di uimena,Che nonni può mai
penetrar co raggi.Sigli ilauiada folti rami tronca : Et
quimemra fotterra una ffelunca .Sotto la negra filua
una capace fit fpatiofagrotta emra nel fifio. Di cui la fri
tedHedera feguace.Tntta aggirando uà con florto pafio.
In qucfloamergo il grane Sonno gùce,L' Olio da un can-
to corpulemo,& graffo : Da l’altro la pigliela in terra fica
de, Che non può andar ,e mal regger fi m pude. Lo fhicmo-
rato Obhoflàfula porta, "Hpn laji u entrar , ne nconofee
alcuna iTìonafrolta ambafiiat.-,.ir riporta, Elpariméte
den cacciato agri uno. Il SltemiauJ intorno A fa la fi otta :
Halefcarpc di feltro f’I mantelbrunofita quamintnei»
tra di lontano, che non debbiati uerifr cruna con mano. Se
gli accofla a Verecchio pianamente L angel gli fice Dio
Huol che fu guidi, poltrone parlai pur del Sonno fitee-
Intanto
Occhi COR
/» tatuo rofrauetme , &gli occhi ibmji ^ / fi,„or, e a ,
l^gcnutlfigroSonno .nSomoHcme c jparli il corpo
ttanco Coi ramo mtmto od liqiior di Leibc . Cr dd Soma
f Mé Sogoo li
ì^dto,CbenutoTmcntaahilajia,eHHiKtthur nero II
bcnfoSognoadtlcgicarfiprcJlo, Marmi Sogno dmartir
aJI’roycJiero.Tercbor non ode,e utdt il fcnlo detto Qud .
ctt udir c neder pance al penfuro che c ondumi^cchi
miei jete .Cbeihmfiilben.e aperti il mal nedete . Il dolce
Sonno mi promi f e pace; Ma l amaro ncggliiar mi toma
mgnerra.il dolce Sonno i ben dato fallace ; Ma l'amaro
mggbiar ohimè non erra , Sei nero annota , e’I falfo fi mi
ìfmceniunodafiueggamaipnnuroin terra ,Se'l dor-
mir mi da gaudio f U urgghiarguai Vofia io dormir feltra
aelUrmi mai. Ofeliuammal^bun Sonno forte Sia mdi
tun feltra mai gli occhi aprire; Che la/fomigU tal Sonno a
m mone, Tal uig^iar a la uiapo non nò ére;Ch 'a luti al
tre comrana i la ima forte Sente mone a ncpgbiar , una
a dormire; Ma a a tal Sonno morte sajj'otmgUa; Oeb mor
tehorhora chiude rmiU ag.ta. Conte chi da notalo igra-
ue Sonno ,Oueo uedere abomncuol forme Diniojtn , che
Mnluu.ne ch'cjkr ponno . Ogti par cofa fjrUrana.O-
enorme, Uneborfi marauigiia .poi che donno E fatto de
inai, enft,e che non dorme; Cofi poi che fu Orlando d'error
tratto Hefli maiamgliofoe Hupe fatto.
‘^Ponnare.ualaddormétareUl.fi^ire.&foporare.TlicK.
Sipotffit ritrar tome affonato Gli occhi .come Thuoui
eh ufionna. Ma perche tempo f ugge, che t'afionnaà thè ti
porge quiete. A pi. Di tofiui,che <t amarla non afionna ,
Caualca agrangiomate,enon afionna.
Aflbnnarc.ii»/.Oi)r»i«ro.D A n. Come pintor .che con exi
fJopingaJìiffegnereicom'tm'addormttai.Minualuuol
fia,cbe f atfionnar ben finga ,
Difoimare. Lat. expergifcipalsiuo,& expergifeere a8mo,&
excitare. D a k. £< come al lume acuto fi difonna Ter lo
fili rito uifiuo.
I jj J Sogno. Cinque fono leffietie de Sogni, cioi tre uere, & due
falfeJeuerefono dette da Latim SomntumJ^ifio,& Ora-
culum; Somnium i quando fognano il nero , ma i ofeuro ,
nc i intende fen^ t mterprete.come quando quello tb'era
in carcere có lofèié, fognò che premeua Cuna é tre tralci
uelUtar^adiTharaone ; dp- lofeph gli predelle comein
tregiorm farebbe liberato, et dopo dmenterebbe pincenta
MlRe;&feruirehbedicoppa.EtpolicrateRe di Samo
Sogno che Gioue lo Lauaua . dr Vhebo Dio del fole l’unge-
ua ; Et poco dopo il prefetto é Xerfe lo fece crucifigerc,&
reità m mee tanto che CioueMoi tanagli puue addoffo'.,
&Uuotto,dr Tbebo.cioi il fole Uquefi.ctjirufieilgra^
delfico corpo ; ondediuennc unto . Oracolo i quando dor-
mendo par cbcaUuHo ci parlc.dr quello che dece riefee ue
» . rifione i quando dormendo u par uedere alcuna cofa,
laquale i poi come ha libiamo ueduta , Le due falfe fono
Jnjomntumrdr Thamafma.Infommum i quando fognarne
lofi faifi,& procede ,U troppo cibo prefojquate eUuan-
de 1 turni al capo ii par uotare o fattre; o feenJUndo g:ù ca-
tarro CI par cadere; alcunauolta mene da poto cibo; onde
u pare haucrfame;jUuna uolta da humori corrotti, onde
U colera afa uedcrlutco,drfimilcofe;La Tbtegmaac.
t^a; Ilfanguc cofe allegre ; La Metancunia tofe nere , &
ffanmcmli.Tuo anebora najccre da cure, & pajiiont de
P O Occhi ,gy
t ammo, O^fiiefiofògnàdo che cifia dato fi che et fia tot
ÌOQUeUochcaiubQrjAeclht%..ml‘u.au^.^ ,a > I .
to quello che anebora dejti penfauamo . Ma quando hab-
biamo l ameno ùbero da ogmpenfitro.&,l corpo nonat-
granato da càt,ne datupercbi bumorc mtermene.cbe Com
mmo mjiropel tónno quafififiioglce dal corpo fit ritorna
tuba Ina natura ch'i dtuma.&puo preuedere le cojè fu-
quejiointeruicncmajiimeciriailgioriio; perche
o^aendo égejiii cibi rimangano piu fcamhi , {fi meno ci
aggraua il corpo.&peròdueV Mc. Mafepreffo al mat
tm il ucrfi figna T u fintirai . cr Gnidio "ìiamque jub au
roraiamdormitante Lueina Somma quo cerni tempore
uerafoUnt . i dapermettere che alcuna uolta utngo-
^•lógmperillufiionediabvtKa.ondelobiHv I i.Terri-
Mnmeperfomma.Et Gregom . Ideo ftndoi quoc uigi-
lando tentare non ualent, grampi per lòmmadormiaido
tcntant.Tercbeil lòmtno muejiro Cbrijio comandò a ledi
JeepoU che uigiiajlero.acttocbe non cTuraficro in tentaiio
ne. Hor uenendo alle auttorità delP ti.{fidelBocJo.
Z'io Brcuc.ContranoJ^ero, Beato Injogno, Sogm Conjufi,
liifenuij-auortuoli. Ecco quei ibe lecarteeinpioiideSom
gm . U muno Segno fi éè credere , (fi cofi nel contrario a
tutti dar piena fede . Ilsn darfidan'gaa Si gm , iquali per
^cofi per jouenhio mangia re fi per imaginatione hauuia
dauami di una cofa fogùouoU piu notte auemrcfie mai pe
ròfene uide un nero. T H. ‘
Sognare.Ut.fommire. P * t. .^guifadibuomfihefegna.ln ,,,6
tanto pur figliando hbenade. B o c. beucte tanto U ^ ’
fiia,ihe fognate la notte..Affcrmaua lui fermamente bom
uereSognato.ucdt tlnéce.
Tra fognare. iM Aberrare animo uacillarefiiutare,flu8ua.
re, i quafi ufttr del fenumemo, come un che par che fogni.
B o c. .Arriguccio Slaua come T rafcgnato,& uolea pur
dire . to credo che m'habbiate per tjmemorato, & per
Trajògnato . '
YiRone.Lat.uifio.P £ j.Mortal f'ifione.o Mifera,el Hor-
Ttbil fiifione . Queflejei fiifioni . B o c. Dando fede atta
f'ifitoncfimariméte pianfe . (he ueduto hauean donuédo
nonefiere {lato Sogno, ma Vtfitone .Dan. Surfiin mia
f'tfitone una fanciulla uedi àfopra a Sogno, San. Xifion
crude ffir error uani,(fi fofcbi .
Fantafma/) Tbantafma f'ograca, & dinota imaginefia-
uemeuole. & i dt genere di mafihio.cSr difemuta . B o c.
Taurofi della Famafma Hcbbe tre notte L Fantafma in-
canala .PtT. Mai notturno Tbantafma D’error non fu
fipien.ucédifopraaSogno,
Oraculo . ucdi dijòpra aScgno.S Ati.i nibonfi piu che ai
auro Oraculo uerìfiimi ,
Dormire. Lat. & quici,fommtt,& mcridiatio finii Jo dor-
mir da mc-fi^ dì. B oc. Dormir Soaue.L'bora del Dormi
re . Da Dormire fi leuafie .
Dormire. Ut . exqme fiere cubare .fimnum capere . P E T. i j c 7
Et tm tafi dormire in qualche piaggia . Com’buom che
tra ma dorma . lui feltra pi nfiert’aiUgia, (fi dorme Dor
tmrufvipre. Dormito bai betta donna un breue fanno S'i
dormo , 0 nodo , ofiggio . B o c. 0 anima mia dormi tu t r ■
Già per tuttofi donmua . Dormirò io con fd .nonthreon ^
uno . S to dormtjii, tamo tm tocca ih'u> mi fi, egli, dormi- "
nano forte, dormo io fi fon de fio r Lei non Dormente tro
uò.Uua iù I3oTinigUonc,Dormiiaior .famnoicniuififi
fimmofusfit fumniiuleficiMo fintilo rumore per te Dor-
-, od A
Occhi
CORPO
Occhi
fnentorio.WKdjo done Jomime i fiali. Lai. nbiinliim , ^fre^liarfi fopranemeii giorno. Ucciò ih(jijitgliiift\ p,
addormentare, lat./opire, fi- foporare.Tn.i^cfloil'al lUimiincioaunlare.
Ihor , clì'i m’uddormiua in fafte . Deh bor fofi'io coi trago Ifnegìiare . P * t. 7o ttermi jblpir ifuegliar attriti .
de la lima addormentato in rpralchenerdi hoyii».B o c. Àijncgliare. Lat. expergifii,ueUuarc. P e T. D'aa tango, dr
"Hon fi i anchora potuto addurmentare . lo la faro addor grane fanno mi rifulgilo . B o c . Quafi dal fanno fi rifue-
mntare al canto dette cicale .Scierà alcuna tvfaaddofio glia/ie, Egano che dormiuarifuegliò .
l'addormentarono. Gli .Addormentati ingcpii.Smtì il RiJiuoiete,pernfuegliare,dr rihauere.Lat.excutere.P tr,
marito di tei .Addormentato . uedi alPlndue. Dan. Com lo mi rifco/li, & ella altra parlaiido.i.ribehbi,raciiutJlai,
me pittar, che con efcmpiopinga Difitgnerei, com' io ni ad o ripigliai te uirtù fmarrite .Dan. Ruppemi l'alto fon-
dormentai . no ne la tejia ^n grane tuono fi,cb'i mi rtfcoJli.Come per-
Ripofare,pcr dormire. Lat. t/uicfcire. B o c.Terchefjicgtia- fona ,che per forra è deila . idcfl fortemente mi mofìi,dr
tcfi l’andarono a ripofare. Che a lui non pareaijueltanot- mifmarrl.
te potere ben ripofare. Che ciafcuno infino alla feguente Deflare . Lat.excitare,expeTgifci,efomnofiirgere.perrifiit
mattina fi andafSe a ripofare . .A uifmdofi mcfder T oretio glìare,^ per far pronto , unto, àltgtnte .V tx.SiueÙa ,
loro efieriìamìnànbellifftmilctu gli nufe a ripofare. Chi Che'lmiocor auirtute Deflar folca. Et defta i fior tra
uolleandarearipoprepuote.f'noLetlucciodifiondilefe t herba m eia fc un prato. Deftandoi fior per rjueflo om-
cei&fópra quello le difie che firipofifìe.'Ptrcheiiiaii- brofòbofco.Cofidefleròinme t anima grane. Et defle-
cbettojiaiiendo la Ciutar_^a in braccio fi ripofaua . ria fi amor là duuhor dorme, eh' Italia co fuoi figli. Si defii
.Atopiare, .Allnpiare , & .Alloppiare . ualr far dormire , da alfùon del tuo chiaro fermone. Cameade nidi in fuoi Hudi
Opio che è fucco fatto dipapauero, che induce grandiffimo fi dello, tdefi ddigente, & nino .Etìgid prefio al giorno ,
fanno ,dtmantera che fe preparato non fofie ihuomofi ond io fondello . Lauecchiarella Difctma , ir fcalita ,&
mornbbe. R oc. Il meduoauifando, che lo infermo tèn- defio bauea'l carbone. R oc. Il coiicupijiibile appetito
Xa rfierealloppiatononfoHerrcbbela pena.Et come data bauendo delio netta mente, idefiuiuifiiato. La uinn De-
gli haneat acqua alloppiata non conojiendoL alcuni lefli fta in lei . Sìuando io defiatanii,mi lenai. la donna eUfla-
anticbi hanno adoppiata. Lat.foporare . taf finti. Tmuccio defiatt,& torna al letto tuo.Et Defian
1J$8 tiinni, ila noce che fanno le madri quando uogliono fare doéfie.Ljefeminecbedefleerano.Fuideiiò,&eglim- ■
addormentare i figituobni nelle cune, detta a Tlxnijt Lat. contancnte fi leni .
che fono i nerfi lamenteuoli,che fi dicono alla mone in lau Sbadigliare. Lat. ofeitare . i quando uno deflo dal formo apre
de, onero abambini, tome il Tontano che fate Tfenie a forte la bocca. B o c.Comefè dal letto, oda alto fanno fi
prouocare il fanno a bambim. D a h. Colui che mi fi con» leuafie ibadigbaua .
fola conUarma . Tetnpie.Lal.tempora.PtT.Sebianchemnfonpriaeami:
\e^ghiti.Lataiigdiama.ti‘ Incubratioiiinegghiareconla beleTemdie .Del fiorir quefle innanzi tempo tempie,
lume.& Ijehnobiui ual uigilanie a lume à candela , o di Onde forfè angt tempo ornai le tempie. D us.Doueiner
lucerna .peruigiUum ,&mconmueni ,ntii ,i quellothe taileTempie ornar di mirto. Drrzjandomuaratd lena»
nonmatthmdegliocchi.&excubùt,arum.itaueg^H4 Hre Tempie. Ar i. In fu la Tempia fubito Mattalia
dcUanotfe,&£tdi. B o c.ncDa F uEtcertoil foimomi D’undritto.
traalenna »olt.i afiai piugraihfo che la f'cgghia ,per- Nlfo.lat. &giypHilonafoaquiUno.tà‘filuidnalir^u
tio<heqKel,cheiotonMeco falfimeme f'egghiando fin- nato, elrfmiui lo nafofchiacciato,& largo, o- nani Una
gena rfjb,fe durato fofie,non altrimenti che nero me'l con rife dello nafo. & myxa,a,lo moccodello nafo. B o c. 70
cedeua . Siccioche iu dormendo qtalle haneffi , che Vtg- nete mente a Baronxf,che tal ui col Tdjfo molto lungo ret
gbtando hauere nonpoteua . tal [ha cono ,& eh (ha . ( S'io non erro ) haurò prefiun
Vigilante, lat. uigilani,extubitorànfomniiJ.fenxa fbnno . pagoimo perla 'Hafi . Egli hauea il ifchiacciatofor
procnbitor chi fa la utgghia.cioUa guardia per gli ninà- te, C odorante 'ì{afogMiito. Au.Lat epigrypui.ll'ì^a
ci.pemox, i quello che ueggbiatnttalanoite. fòndfnolHogobenncadente conUbMrt^difi fupph-
yegglmre.Lat.uigilare.Ttr. Etucgghiarmifaceuatut- rebbe laltrouehaueffe difetto. uedil’lndice.D A n.
telenotti. Come fempre fiadne fi tuggbia , dr dome . don yaletnohauea forato dpetto Et troncoilHofo fin fot
yegghio,penfo,ardo,a‘ chi mi iface. B O C. Rieordandofi tok ciglia . E i raggi nefentn per mi 7^ il "biafi. Ari.
dello abbracciare /[.Adriano fola fecodicea ibauer ueg- Schiacciato il'Hafb,e ne le ciglia hrfnto.TaglwgU d
ghiato . Sofpirando , & piangendo uegghana . Terciowe tfalÒA I una, e [altra orecchia Tenfa; ^ efempio a mal
quel ch'io con meco falfamente negghandofingea, effb ,ft fattori darne. Il iqafiuo Orco .interfepinm è quella car-
durato ftfie, non altrimenti che nero me'l credena.& .Ac ne che chiude le nare del nafo.
tiò,che io dormendo quello banefiitcbeuegghiandobaner Innafare. Lat. otfacere,<$- odorati. A R i.Toflocbe^nge,
fun polca. D AK.Incbeio ueglio con perpetua uifla. i.ui cfognuitomo annafa,E finte mfin a un topo che fiai c^i .
gilo , <>■ ninq ; Odorare. lat. ^ odoran.tfi olfacere. Ptr. Fama ne [ Odo-
liìi Sueglure,&Sueggbiare.Iat.expergifii,neliicart.ualde- rato, dr ricco grembo. Ro c.'ffqn i alcun odore, che in
hartdalfonno.Ptr.SuegliandoglianimaUincgniSeU quella camera l'huomo non feauifoonemente odorando,
ua . Hot comincio t Sueglurmi .Hot fe fnegluta fia gli Odore,& Olire nedi a Qjiahii . . •
ffnrti eletti. Cofi mi fnegho a falutar [aurora . .An7;f imt- Fmare.Lat.o^acere,et igttlar dfiao per lo tufi armafmdo
tanm-, e'n fin ad hor li fntgùo. io c.S'u dormifii^anto nlanut cofa , come fanno 1 coualti ,gli afnu . B o c. L’uno
' wn lotta ;(b'io mi fuegù. Et tn total gmfadomenJo fin, degli,Afim,cbegraniiflimojiuhuKofi-MU
Orecchie
C ,0 ’R -P .'O 1 Orecchie »8<5
hrfemoni , Clx P^fiolurihudea eoa mono afioU
tapeflro craufiito della ftalla, & ogni copi andava putan
do le forfè trouajlt dell' ac qua. K ai. siuaado fiutando tarli erto del lutiofcfio. fe ben ajcolti. Se tu mafioUe .
fot,par(bepmjauÌJ,Ch’alimionfa c’babbta odorane ACcoluntLlat.auJcuJiantei. B o c. Con gran marauiglia.
Imie . Tutu ne uun fiutando; al fin duo prende .
0 H £ C C H l E.
Rccchic,f'dire,.ytudicn^^fcoltare,Jòrdo,
afio! dare aitteadere intendere .
Orecchie , & Orecibt nel numero del piu,
Orecibia ,gìrOreicìno nelnumcrodelmen.
lat. aura . P £ t.Difierm entro l'Oreubie ,
tomai tl lece pirlar. amorfe mai pereote eh oreeebi de
la dolce mia nemiea , Et di firene al /modo Cbiuder -gli
Orccihi.Rcndi a gUOeebbaghOrecibi,tl proprio ubutto.
Tane dd Oreeebi a quelle mie parole..Amùr par eh’a { O
reeihi imfauelle. Tls COreeihiab udir altro non [anno .
Et la lordaa l'Orecibia hauea già tejà .ou’ugm Orenbia
è lbrda,Se non la mia . B o c. Gli ueceUi eaiitaiido piace- Intendere. Lat. melhgcre. naie udire, & afioltare P £ x.£r
noli uerfi,ne davano a glt Orecchi telìUttoniair^La nouel ftprego mortalaicul t'intende .0 dcnnaintcndi Palerà
parte. I ;cbe'lJuo ragionar mtcndoalibora.
%otdo.Lat.furdusji quello che non ode. Per. Sordo Mon-
do,/^ oler TuuerciSorJa Orceibia,Morte, Tietà, .Alma,
de gli aifcoltanti. Le Panne .Afeoltantt . Hauendo nguar
do allo fdfcoltatore .
.Attendere per punir memejlar attento,afcoltare fi dare o-
rcichie Lat.cl intendere atniniaduerterefiuliultarefidhi
bere aures.B o c.thuna altra copi tauri bboiio bauutaa
fare che attendere a cojiet . Che a mun partito attendi fie
alle parole épiero.Tocbefarebbonoq/ielle che u'attcndef
fero.Et attendete bene a quello ch'io vi dico Mm;i tutti at
tendeuano quello ,f.be egli piu auàti doueffe direa.Hauano
attenti. P i T. £( priajcbe rendi fuo dritto al marsfijb u fi
moliti attendi L'berba piu verde. D an. Et attenda a
udir, quel e' bar fi fcocca.Tbilofopbia mi difie achil'atien
de Tlìila non pur in una fola parte . Difi’egh a me Cuar-
date,Cf aiicndele .A la mifiriadel maefiro .Adamo.Et pe
ri non atujc mia domandaj.a^elli . vedi la tavola .
i}63
la pcrueniie alle Orecchie del Re. Sovra COreccbia firn,
lira . Orecchiuto aifino . A ut.
Vdicncii.Lat.audiiui,à'audieio. P £ -t.DateVdieutia in-
fiieine ai le dolenti mie parole eflreme .
Vdìta. Lat.auditut. B o c. Che alcuni per ydita fi pofiano
innjmorartJpcrfama.uedta iqp. yditore,&I'duort,
uié alt Indice .
Vdire. B o c. Hauendo Cy dare fonile, fi tome .
yére. Lat. audtre, acciprre . P E T. Talth'io non pofio udir
Mente, Sordi Mortabjngcgm. 0 uoi Tre gate, non mi fia
piu Sorda Morte. Et io nepr. go arnoriù" quella Sorda.L
morte. Oue cgni Orecchia e Sorda, Se non la mia. lo fon c»
leifibe fi imponuna,tr fera Chiamata fon da voi, & Sor
da,& cieca i.morie.B oc. Quefi'iunpouerbuomomu-
toioeù' Sordo.aiguifaé Sorda, dimutola. \
eoptgiamai. Che mi conforte.Tarmt dCudirla,y derido i ra -Affaldare fini far fordo lat. furderefitfurdefcere.paffiua fi-
nti Air t ore. yd) dir alla noce di lontano. Et ydl firffiran- gmficaliomsifed adiva; furdumfacio nel reddo. P E T. j'i
dodirparole.Seguendofiuecbiamarm'udiadalctelo.In- come'l'Hildla'lo caggendo Col gran fuonoiuicin Xintor
finaRoman'uérai lo fcoppto.E'n fi fervide rime farmi ooajìordaàAfiordifie.noufiiufarebbedaprofatori.
udire, yederla yérla,tr ritrouarla in terra. Toft bai fi- Giuncie, fona legotedelutjo.Lat.genafinala/naxille.&
lentie a piu pravi acccnii,Cbe mai P udirò . Hf fi da/ii pa alapafi,i la guanciata. Ptj. La GUanciaabe fu già pian
troie S’uiùron mai. Quante volte m’vdtfte chiamar morrei
Tiacerni hauer uoilre quefiioui ydite.i far» ydito Et mo
Slratone adito. ydraUodbelpaefi;Cb'aippenivpane ,
B o c. vedi all Indice.
Audienza. Lat. auditio. D AnSelatua .Audiernea i da-
ta attenta. In quefla forma lui parlare auéui .
ijda Oda, Ode, Odi,OÌo.daluerbouére .Tsr. Ma perch'ella
, Óda,(!rpivfi.'ìisftro dato dal del vede Ode fitfente.Ma
rianne cbtamando,cbe non tode.Odi poi lamentar fra Val
tre me Ile Enone diTans. Odi i pianti^ fiiffiri;odi lejiti.
da De le mfferie accefe.Odil tu verde riva. Tbeiontc odo;
che' a Tò cadde Afi" morto.Talbor odo dir afe, e'n cor de-
ft riho. S’egli i uer\quel cb't odo. B o c.Oda,Ode,Odi,OJo,
Odijlu . & odalo ueé ali' Indice .
affioltare. Lat.aufcultare,& vale obedire,& i piu che udim
gendoftanca,Ripo[ate fuVun figvor mio caro.Et le Guan.
ciefib’adorna un dolce foco. Et poi fi ffarfeper le guancia
ilfangue. D anM chele bianche, ir le vermiglie Guan
de; Là dove io era, de la bella aurora Ter troppa nate di
ventauan rande . Quant'io veggio dolor giù per le Guan-
tie. yalfe a le Guancie tutte di rugiada . Che lagrimanda
non tomafieradre . B o c. nelV AvuLe Guancualla au-
rora ptreUe. Le Guancie vermiglie, non tumefatte, ne per
magri ^a rigide é convenevole ffatio,Cindide;con bian-
chi gigh miflefilr ucrmighe riffe, vedi all’lndice,doue fono
belli dffeorfi . U a n. 7Vi V addenti , & l'una , & [altra,
Cuancu .Ari. Medoro hauea la Guatuia colorita , Et
biauca,& grata ne laetà novella.
Cene.Lat.gcna.ualleg/iancie.D AH. Diffufo erapergli
occhiò perle Gene.
refferciocbeciafcuno ch'ode non afcolta,iome ben dimo- Guinàiìe,itoorigliere,ocoffnodrliodaguandapcrche
flra il noflro P * t. yoi ch'afcoltate in rime ffarfetl fuo-
no. Tir mi lece afcoltar chi non ragiona . Che maraviglia
fanno a chtl'afcolta . Che quanto ncbiamando piu [muto
Ter la fetvra [iradafiienm'afcolta.idà orecchie,oubidU
fie . Benignamente ajìai par che m'afcolte . Io purafcollo;
alrvóado novella De la rumica mia.Roc. uedtalTlndice.
Dan. Attcniofijfrmi eorn'huom cb'afcolia . volgi, &
afcolta. tir gh honorati nomi Canaffettion ritraffi,'t afeof
tai. Con glt occhi atcrra fiandofiafcoltatida.cffcoltandfi
la vi fi pofa firpra. Lat. cerutcal,pulumar,pulumut, ctr pul
uilluj il diminutitto. hoc. Et due Guani tali , quai a co fi
fatto letto fi ìicbudcuano. Ari. C’bauea foitod Cfion-
dalmefiolafera .
C ore, fono legruncie.Lat.gena. P e t. Humidiilt ■
[ una, dr [ altra Gota. B OC. Le fue Gote pa, ,■ ,
fi.yn capuciio fatto a Gote.i afiettat'ax,'. Ov/i rd
al( Indice .Dan. Tremendo fi , che l -guavan ieifOte,
Tcrcotendo le Gote , ,
ai.d V
j
/
‘ Voce* COR
)Alfce\\e.LitJ)uxillt,m4U, Boc, ConUmanoalla A/u-
ùclljcommtiò a penjirc. Diede unto thè ridere, ihe wm.
/* mi MAH AAÌ^R^rt» li» M tal u*è iùH
p o
Bocca
D E "N^T I.
1,3 uè n‘er3,a cui mn dolefiero le MafcelU . Et tal u'è lon Denti,Sanne, Zanne, Morfi,Ci,no,Bciijdj,ritsordiffa, Taf,
MafceUonlyihe famd'afm. Dan. Mborpofe la ma- poJUUJ,Morétori,HtmoTdirori,Hoditori, IngTrà adii»
no a la Mafcella Fece la barba indietro a le Mafcelle,
Smafcetlare . Lat.maxiUii erui,»3l romperete mafcelle,
B oc. Hauenano tanto nfo,ilx erano creduti fnufcellart,
i 0 C C Jt.
tare/norderejrimordcrejrudcre,rummareauangiare,pap
parc/buorare trangugiare, inrhioltire,tTangbioitire,m-
gcrgg3rf,gu]larejicucre,li onìbauare .
Dentc.Lat.deu!tis,& Molarli, U dente mafiellarc . Denti 1 jtf ^
Biaucbi,Minuti, Corti, te guali,Ben compojìi, Dun,Fero-
a,Mordaci,Teiuci, ,A^n . P i T. D^e ; & ih, quanJo'l
tnio Dente te morfè. Bodefi dentro , ei Denti, cJr / unghie •
indura Boc. Dente Gua{lo,Fratido, Denti Mal compo ‘
fh,'Heri Grandi,Logori,GùtliJ''atli a bifiheri , Miglior,,
Eburnei,TicdoliJn ordine graiiofi éjfojii. Dns.Cbe no»
traggon la noce uiua ai Diati.
dcre,pbitàreguflarejcccarettelibare, 'com addentare. Lat. denticulare tuo, dere, immordere, dentibus
^ bjuare,haUtare, anfore , fiutare, bufare , apprebendere. per mordere . & meta, per tener falda , er
sbuffdre,j]>irare. con gli altri fuoi dcriuaii . forte con altri firomeiiti . D A N. Pm l'addentar con pi»
Bocci, lat. oi,oru,buec3,& buccuta,& orallum il dimiim di cento ragi.Toi l’addenté , & luna , cf f altra guan-
tiuo. P s T. Bocca Mngetica, Beltà, Di perle, piena é refe, eia. Boc. Tfon altrimenti che f Addentato Cinghiale
putta di dolci parole. Boc. Bocca mia dolce. Vermiglia , alla turba de tam. Ifdcntata bocca ,
rermigbug^, Cortefe,Ticciola,Chiulà,Bauofa.DÌ,den. Sanne/) Zanne,&ajsanaareuedia 1 19S,
lata. Torta, Boccuccia Tici iota. Bocca bafciata . uedi MorCo.Lat.ntorfusait.P sjEfircnuMorfiBoC.I'nmor
alf Indice .che ui fono altri betti difeorft. Da a. La Boc, fo dato con un motto. Debito Morfo. Minore . & Morf».
ea mi bnfcii tutta tremante. La Bocca aperfeeetmofiroca ra CTquandodtnotaqueliodiliaiiaUo.uediaipn.
le fanne. Gran Bocca, Fura,Mperta.Ut.hiulca. Già per Mordere. Lat. V ut. Chef na,&t altro fianco De la feragi
i t è m— ! . rm, - - _ & ^ ^ . .a . . -C— ,,l „ Ma W0aC .a Ir * ^ a m M* i è nUéÈ ti fA m e ^tmo O ^Om § Ni I O M
Occi,Boccone,Labbia,Tjtato,Denli,Gina
giue,Ungua,Fiatofinffa,yote, Bafci, Hifi.
abboccare,slnccare,tmboccarejbafciare,rt.
urlar haneante Bocche aperte. T. Bocca piena itodor'iàr
d'harmonia .
Imboccare, LatJndere in oi.Tlauto Dif me infelicitent,fi nli-
quidm OS meum indiii^t altrouc.lnos meum niiu guttam
induli. (jr indere naie ancho imprimere fi ftgtUare.if por
re il nome. Imboccare ancho uale pigliare con la bocca , n
guifa de cani che imboccano i Lepri. Lat. denticularefip-
ttl mordcan fi forte. Fin che mifamtl cor colei cbe'l mor-
fe. Dijie; <jr lò, quando t imo dente le morH, Boc. mora
daiomecane. BcrgMuiio morde un'auaritia. ^flrtgne-
niifi^ mordemi . Morderaunomt cojioro . Mt par uederti
morderle quella fn* bocca. mordeJSe come d tane , mordef
fero,mordeuaao,rtmrdono,m»TftfiHorfe, morji . tutti ter-
mini ujàti dal Boccaccio.
prehendere,^firmitcr tenere .Dan. Hor ni fibetnmia Mordimcnti. Lat.morfus.B oc. / Mordim'nti c!r nprt»
fintentu u'mibocche i.la intenda bene . fionidi queflo frate. Huomodi cortesia Morditore. Tac-
Bocconenome.Lat botuifucettafif uta. B Oc. ,4lle gioita cianfi i Morditori.TMordace, ^ Mordente Cane, Lupo,
mi buon Boceom,& alle uecchit gli firnngpgitom. ljictio,Dente,lingnaJ^olga,Sguardo .
Boccone adutrbio. Lat. pronm,& mfàciem tubare dune- Rimordimcnto. Lat. panuentia, repr, hcnfio,folUcitudo ,
nalis,Cubat in facum,mox di inde fupinus. ual fiate ci In mala confcuntia . naie compuntione .Boc. Senga freno
boecaingiM.cioècolpeliaucrfolàterra.ltoc.Coftcad- atomo éìOtnordtmento,oé uergogm dt peccare . Ma
de Boccone fhnpre piangendo ■ &nelTH.TnnòBianeoA perciochenoimedeftmaduendolon'babbiatepin Rtmor-
fiorelipraunltltoBoccone^eere. dimenio.
l}66 Ldbbn,Labra,& Labbia. Lat. & iabelium ildiminutino, Bimrdereper compungere. Lat. remordere. Win.Qiun. jjgg
Pei. Labbra n«fale . Tm uolle già per dir le Labbra do bat te àrea remordet . B o C 'ìfenurtmorda d’alcii-
nperfi. B oc. Le cui Labbra partano due Bubtm.La boc- na cofa la cimfcieuga . Che te prediche fatte da fati per
ta torta le Labbra grafie , come fono iiuelle deUoreta rimordere delle loro colpe gU buomitu. Et rimordendo-
chiuto afino pendale. Conno tumoroftLMra à naturai urne alcuna Molta la confeunga , ue ne dorrebbe d'ba-
uermigUomkanti.T.1 Labbri di lorallobantldor tanto, uerìa fatto . ' -n
Che foneniet aurora inuidiofaTuage,ibemenrofieggil Rodere. Lat. P et./' edi com'arde prima,^ poi fi rode. Ro-
fuo bel marno .Dan.M pena bcbbi la noie che rifuje , de f deturo . Rapido fumé-, che rodendo intorno. Chtmo-
rtni'a fi refe Memltppo icbe legno utttbio mai non rofe
tarlo Come colia l mio cor. d’bora in bora amor m'ha ro-
fo.Boc. & tutto m fé mede fimo fi rodea . che dentro di
rabbia tutto fi rodea .TH.& quello tanto rodefie, che al
cuore peruemua . Trima che U mam t'babbia tn per rab-
bia Rofe . P H. Due Capelli tutu Roiì dalla neccbiez-
ga. D A s.'ìioaaltnmeuii TtdeofirofeLetempteaMta
- . ualtppoperdijdcgfio .
"tòinadtiacoflaSiiralfeper formar la beUaguaiuia fll Rc)4itorì LatMlaces. B oc, la forgadifoebiamnRoditaa
cuiT.iUttatuilo’lmendoiofìa.i.gull», n degni cofa. E P, . .
; A 1- , ,
Et le Labbra a pena leformaro De fbuom chiuderle Lab
bra,Quant’ipoti.
Lihfiit per le labbra. D AH.Toifiriuolf a quelle enfiate
labbia. Con fi contente Labbia fi mprealte[e.i. con la boc
ea rulence, (fr mojirante confolatione . & quando Labbia
fota i I fetta, neh 41410.
Rifificdia Venere 4 677.
^alàtOr lat. f l.tium,taUm. D a n.Tn credi cbeuelpei-
i
Bocca
C( O R.' P OO
Bocca'
187
Unniiure. lat. ^abrodcre. nel TOàttntrtjiT di nuoko conm infermo,^' di ul coja Ingordo. B o c. Che già pcrpnr^-
fitmare^qiufi tibum ad nmen renoco , ite nm^ confino . ^0 Ingordo non lafmrebbej.fiéor del ragionenoìe,
T .Kuminaio 0 miogrigge a l'ombra eflina Vberbe pafeiu Inghio c cuc.lat.glutire,deglutirialeglubere.iial dolorare, tjjl
Dan. Ruminar f no; ma non ha [unghie [epe. San. B o c. nelTu-O Tietiuno oighiottifcilaprefente nane,
iiual boueatombra^be fi fofa^ rumma. A n i.Tafcom Dan. Tanto che [acqua nulla ninghiottiua .
no fi flunfi ruminando [ heria . Trangbiottire. Lat. deglubere- B o c. nella F l. 7 Fiumi non
iq(p Digrignare, da rmgo. lat. è torcere il uolio, per modo che fi apparano bora a fare quelle uigturie a cammanti , ne a
opra la bocca,& fi moflri i denti,doUndo in/èflcfiofiuero tranghiottire ghbuoimm.Et auanti s'aprala terra fit me
fon altrui aérarfi , & alcuna uolta ridere ; & ambo di- trangbutta .cnelL K.Cbe [una trìghiottilcele nauifit
nota far lìrepito co denti moSìraudogli per ffiaurire aU taltra.S a n. OterraTranghiotti il trifto corpo nelle tue,
trut .Dan. 'ìfon uedi tu che digrigiian i denti. Ome ue- uifeere . Hauergb ueduto tranghiottire uno caldo coìre .
^te [altro, che digrigna. Ari. Come fcgbon talhor duo Trangoggiare.Lat.mgurgitiuefiigfutii[e.uale inghiottire in»
oonmordenti,Operinuidia , opcr altro odio m<pi-4uU gordamente.h oc. Molto tojioChauete noi trangugiata
tinarfi digrignando 1 demi Con occhi biechi pm chebrom queflacena.AK i.Tuttilimangiafin^trangugiauiui.
gie rofii.Come digrigni i minacciofi denti, uedi a Ca- bone ueniaper trangugiarla urna Quel molìro.
nea 1104. Gufto. Lat.guftus. è l'uuode cinque jentimcnti delcorpo,
Stitmito.lat.flemntamentùfi!rjlernutatio. hoc. Et che naie lo aflaggio. TEt. Che per difdcgno il Gujlo fi di-
parcndolefijuiui uenifje il fuor» del Stamuto.Mefiere,cojà legna. .AUun ([acqua fi di foco, il Cujto, e’I tatto -diquea j
che non fojie mai fiata ucduta,non ui faprei infcgnare,fe tan. Cb'al Cnfio è dolce ,ala falute è rea .
ciò non fofierogià gli Starnuti, 0 cofa a quelli jomiglianti. enfiare. Lat. ual afiaggiare quello che mangiamo,^ beue-
Starnutire.lat.ficrnuiire.Boc.'iqqifcmimmoprclioénoi mo. P £ i. fruita Cufiando affligge piu che non conforta.
Starnutirefiu quelli che {larnulitohauea , Starnutendo B o c.Cufiando già di quel die m’ba promefio. Dnn-Se
anchora la terga uoba.efi la quarta fit la quinta; et molte quinci, & ifuindi pria lumigiiilato. w gufiaua Lo mio
altre tutti ci fece maramgUare.Chi è quefii che tofi fiai-nu temprando l dolce con l’acerbo.
tifce.Cofluiilqualefiarnutuohaueafit ancora flamutiua. Delibare. Lat.efidegu{ìare,facrificare.AKl. "Ng lafcUt
Mangiare, & m.tmcare.lat.iomedeTefidere,c^ manducare, che ne Gujli.o ne debbi, (parlando de cibi) Bocca oueam
Boc. Si milero a mangiare../Ccciò che per lo frefeo fi mi brofia bbo,ne fatoUo Mai ne ritorno .
gi ./Cngimangiapane.MangiaronoilbuonoFahone.Mi Leccare. LatMngere,&Lambere.ifoauementetoccarecoH
palo ilJècondopane.DclnoSiro non mangierà egbhoggi. la lingua. D a db fuor truffe La lingua-, come bue,
Toco mangiò . the'l najàkccbi.
Manicatorc,^ Manuc.uore.Lat. edax, luteo, commefla- ficuitore. Beuanda.Ueuere.Sete.Ebbriaco. uedi a bacco dio
tor. Boc. Mameatore di torte . dt l uino.
Mamcare,& Manucare. Lat.comedert.zo c. .A fiirmiar Sputare.Lat.& fi>utù,& Sabuanome.B o c.Et ueduto, che
roHire al fole, & manicare alle mofihe . Et pqjcia mani- Calàdrino la Jua haueaffiutatadifie,fórfc che alcuna cofa
cariati tutta quanta. O egb baurebbe buon mameare con glie la fece fimlare.DiJSe al marito ^uta Gianni, & Giano
ticchi. A Ki. Et la uerace fiamma U manuca . Terò the’l ni ^utò.'Hpn auedendomcne » j fiutai una uolta nella chie
cuorle coce,e le manuca . ptdUddio.Mcuidifieilfrate ,noiche fiamorehgiofitm-
>87° Manicaretto Lat.cibuiPcUcatiaJufiubis,'off'a,t!r offula . to di iuguliamo . Federico quando Gianni jfiutanadice-
ualepiccuila uiiianda a guifa dt guagg^tto. Boc. 'Hefe» uaj denti.
ce un Manicaretto buono. Baua Lat.fabualonga.èquelIafiiumach'efcedellabocca,o
Pappo,eir Tappa . Lat. a pane difla . noce da fanciulli, che per iracondia,o per dolore fi per aUra fami caufa.D a n.
pappa écono al fuo cibo, onde pappare. Lat. ual mangia- drper tre memi Gocciaua, u piamo, & fanguinofa Baua.
re.&Erafmo prefio fan Girobnno nella piflola ad Hello- Boc. neW A m. t'occhio Bauofo.IJdentata,^Bauofa,
dorane fimeiitione.Unti. ihefefofft Morto tnnamjcbe A K t.e'lfen Bauojò,& ^rto.
lafciafii il Tappo e’I éndiCuedi a binari fi trouerai Dindi. Scombauare.Iat.obbnire)àbu.i.uale empire di baue.B o c.
’Pietimi.Latjfiortula,xenium.I'o.f-atefco,&Troueirga- neU'A n.Toi eh' egb con la fetida bocca non bafcutia, ma .
le a pietate detta, naie clemofitna grande, onero dettada feombauata la mia.
piatti grandi. B o c. Torti quello il pane , colui mandi il Fiato. Buffa, editare, anfore, ffirarejiuffare, sbuffare, uedi
• ■ umofiiuelfaUrofaccialaTietaaxaperfanimadepalfati. 41594.
Dana di buone pietanze a fiati. A Ki. Oue dormono,oue Gi:npuc.Lat.gingiua. B o c.Et coneffe s'imominciò a firn
hanno la Tutam^a i.nel refettorio. piceiare i denti, & le Gengiue .
Diuorare.Lat.bgurire4euorarefitlcanfumare.B o c.Trop Ling\ii.Lat alingendofiiela bgando. P et. Lingua Dolce,
po danari ad un tempo hai diuorataJ.confumalo.Ter non ToJ}eme,Fredda,Humida , Ingrata, Mortale ,TreBa,, ' ''
efiere dalle fiere diuorata.Senxa ahro lafiiarui che [pfia Trefomuofa, Vaga, .Aulita a lamemarfit. Lingue Mule,
il dmorarono.T.Diuoratrice Etade . Elgiamai poi la mia Lngua non tacque . the'l nero per la
Ingordigii. Lat jngluuiei, naie mjàtiabileuolontà ,Bo C. mia Lingua s'oda; Mmor, (he prima la mia Lingua feioU
. Culfardo uedendo la Ingordi^ di coHei . fe.yarqdS LÌngue,tSr uaru di paefi. Come fanciul ih' a pe
Jngordo.Lai.auidut fitibundus,gurges,heluo.ualetroppo nayolgelà Lingua, es-fnoda, Checolcorueggio ,& con
auido,t!r uogbofo.T et. Ingordo uolere. Ingorda uoglia . la Lingua bonoto . Tini di Tbilofòphia la Lingua fi' l pet-
aBi perche Ingordo , C' io perche fi bella . Com'buom chH to.Coabt Uogua già fredda la rubiama , B o c. IHelln
t
.A.A uif
■
r
Voce
c o R ;p o >
Voce
hr LiigM fHtnai.nel lorltngHiggioM Lingua Erminia .
IHranao che io hMìa mala LmgHa,& i4clenoja.£l a ibie
dere a Lingua fapena Inmorare ah nelt ammo gU caf ma ;
^ cbe't naleffej.con bugna. Et le male Lingue non janno
tacere.innaledici.Tn.KK i. Cbe^lSobaueanfmdtn..
na Lingua in bocca .
Linguaggio . Lat. loquela . ual faue’-la . B o c. Moflran-
dogbele elìe,il lor Linguaggio apparò. Dan. Dal
principio del foco in fu Linguaggio Siconuertian le pa-
role grame .
VOCE,
Occ,Ecbo,Tarola,FaueUa,Loiiuela,roca-
bolo^erbojCianciafiagionamento, .Accen
to, Detto, Motto,Saluto, Luftnga, Mormo-
rio , Rmdirotto , biibiglio , Tredica , Beffa,
'^-dScherno,Schermmento,fiomore,Crido,StrU
do,!,treptto,Tunmlto , CalpelUo,Ruggito,Rampogaa,ier
lo, Dimanda, RifponfOfSiUnii i,Zitto, ÌHano, Mujso, Elo-
quentia,Eliordio,Trohanto,Sermone,Idioma,Bugia,Mé
X^na,DÌfdettoJiiterdetto,Muto, Balbo, Roco, Chioccio ,
Bugiardo, Mormoratore, Variatore , Fauellatore, Cian-
cione, Garrulo,Sogbardodieffalo,icbernuo,Derifo . par-
lare, riparlare, fiuellare, ragionare, dire, ridire,dildire,
prediiareanotuggiarepnormorarcjKrbottare,rimbrot-
tarejufi,igare.cuniiare,ciarlare,cicalart,bkgiare,bisbi
gliarejbrffare, fchernire,rampognarc,geidare,llridere ,
ftriUare,cmgKcitare,(igolare, roggircturlare, nicchiare,
cantare ,contarepiarrare,dmifarf,ihiamareyippcUarepio
mandareeiddomaniare, chiedere, ricbiidere, cuare,rap-
portare,tacere .
\oce LatMox.P E T. f'oce Mta,Dolme,EHrania,.Ange
lica,HMmana,Chiara,Modejìa,Soaue,f'iua. L' oci..4rden
ti,Care,Crudefienedette,Interrotte,Trefle/'me,Sparte
Mefchine , .4d alta f'oce . Si dolce in uijìa , &fi foaue in
Vote. Ma la fua Voce ancbor qui giù nbomba . Infin al
aelgradiia. De fojjnrinuei. Et lajhnte,&la Voceafà
lutarmi .Uoffi bar timorofa,C}‘ bor dolente. Voi rimafe la
Voce in mex^o’l petto. B o c. Voce Sommefia, .Alquan-
to Rotta,Croffa,Horribile,FieraJ3iforme,Mafchile,Con-
trafjtta,Dolorola,Rozxa,Rnftica,ConMeneuole,Cittadi-
na,Salda,5oaueytlJai Viaceuole,Chiara.Lieiafiiffa,Tra-
moritta. d.tl piamo Rotta. Voci Humib,Maiffuete,.Altif’
fime,Rubefle,Tiaceuoli .
Voódegli animab.MugghiardeTori,&deBuoi,& ancho
Boa re. Muggbire delle V acche de Vuelli. Baia re delle
Croeitare,CrocarA!rTlocitarcleCorui.StifiurTar,etBom:‘ii ,
bilar delle .Api.TipardeSparuierijCtr é Galline . Gran- .
lar,(!r pipar delle CaUtnc.Graadar di Oche , & di Rane .
Tetrmar delle -Aniire.GlangirdelL-dquile.Geinir del Co
lombo,& dilla Tortora.Glotorar delle Ciiogoe.Cruir del
la Grua.Cuuular,et Frigular del Cuculo.Fnntr della Ci-
cala. Cucurtre del Gallo. Graciilar,ct Tipar delie Galiine,
Trinar, Zinnie ila re,o T rinfare della Rondmetia.Lipar del
Tiibio. TLiujita r de Talomhi. Tipillare del Tauone . Tifi
tar ifitar del Tordo . Strider del E'ipiflello . Bubular
da U’ .Allocco. Volpar deW.AuoUore. & d'altri Vccelb^
d'altn animaU tutti pojli albfuoi lucgbi .
‘Echio. Lat.iquellauoce, che tra monti cauemofi riandò
alta uocea>atgndo.Secondoipoeàfupglinoladcll aere ,
CT fecondo ej}t tanamorata di Liarafio^ non da lui ama-
ta, laiche pel lungo pungere }i conueriì in fafio ; ne altro
ui ronafe che la uvee , laquale ancbor tra marni cauernofi '■
rtfuona foto iffnincndo t ultima confoiianie, onde fi dice la
Tifponfiua Elba, S A K. Sebo ribamba, &ffcfio in dietro
uoltami Le noci che fi dolci maria fonano,Et nel orecchie
U bel nome riiòltamt.La rifoname Ecbo.Ecbo mefia riffon
de alle parole. Kki.Bc Echo rtjòiur per tutto s'ode .
Parole. Lat. Merba,c}r quaft pan art , uel paratnm . P s T.
Tarale -ictorte,.Angelicbe,-4lte,Care, Confitte, Dolci ,
Dolciljime,DoUnti,EJireme, Honefle, Humane , Lcggioa
dre, Mortali, Mone, ’Uffue, Tellegnne, Tutofe,TntÌe, .
Saggie,Same,SempUci,Sudc,SoaHideTarole,che mi Slan
no -dbantcnle confittela mecfjpH core..A ledolcimieTa
rote efireme.In filcntn Taroù accorte,& Jaggic^al clxa
ro ulfo Mone col fuon de le Ta rote accortejìiceado ante;
di ciò non. far Tarala. Et ella baurebbe a me forfè riffoflo '.
Sìualt he lauta Tarola fiiffirando . Di dir Tarole in quei
punto fi nour; Che farian lagrimar chi Cintemiefie.Et udì
foffirando dirTarole; Che farunghri monli,cr Jlarifiu
nu.Tarolette .Accorte . iìmfli in Jua prima età fu dato
a Torte Di uender Tarolette, ano^ menzogne. Boc. D’una
Tarola in altra procedendo . tion poua raccogber lo jpi-
rtto a formar la 'Parola tmera alta rifjiofia. La Sama Ta
rola del Vangebo. Dando alle Tarole fede ; ch'erano ucrif
fmte..Accioche i fatti non parefiero alle Tanle contrarq.
.AcaocheCultimeTarolenonfixnodifcorditi allepnme. <
Vltime,Tocheyjate,Vtib,Belle,\jeggiadre,.AmiihcuOm
li,DoUi,Dolciffime,MeUifiueJBuone,Migbori,RottiJ>ebi
te,-iffettuofc,Cene,HoneSie, Vere , ubere , Tuceuoti ,
Gemili, .Abomineuob,lngiuno/è,V/àte.ScelerateJ)isbom
uefle,Vituperojé,Villane,Spanétcuob,S com ie,S ciocche, ' ■.
Infipide , Tiene di materna pitti , Tarolette Leggiadre ,
Vfate,Taroluz^. B o c.uedbalT Indice.
Vecore.tfjtrm de Caualli.Ruggire,& Fremire de Leo- .
nifi Lioni. abbaiare. Latrare .Gannire ,& Ringhire de VirìiiTC.Lat.linnofiratioJocutiodoquelafierbumfiffatus, Ijytf
Cani. Velare ,& Vagire de Lupi. Raggiar, Oncare, o Or- tusfiifilloquiumfiompellatiofinisr&gryphui. il parlare
ofeuro. breniloqummjitjualparlare corto. P e T. Bel, Dol
cejGentil,HumaHoJLumile,Tellegrin,Tio,Rotto,Siiggi0, .
Difaper pieno . Dolce parlare , & dolcememe incelo . Et
perche un poco nel Tarlar mi sfogo .Cofi nel mio Tarlar
ucgbo eficr i^ro luìlTarlar, ebe nullo fhle agguaglia .
ifatto fòaue, di Tarlar fagoio bumile . E‘l Tarlar di dol-
eezga ,&<b Salute. E'lTarlarrotto,e'lfuhitofilemio.
Boc.uediTlndice.
leopbame. Coaxar, & Gracidar di Rane . Cantare de gli Tarlare . Lat, loqui, alloqui,fari, affati.ftrmocinari , com- ,
VccelkTiptllart delie Tafiere, Tigolqr difik Ctondaia, memoraredbcere^bumfacirrcfiocmmiitere/ermonór ,
E.
aire di mefier lo .A fino. Frernre, o Frendire del Torco fd
natica . Vlulare della Vbtla uccello. Vagir del Lepre On-
care de gb Orfi. Blatterare de Momom. Barrire deli' Eie*
phanie. Cattiùrt de Gatti. Drimtr dalla Mujlella. Cru-
nir , & Grugnir de Torci . Glacitar , & Baritir delTOna-
gro , cioè de'.Tafino frluaggfo . Rancar de Tigri . Gannir de
la Volpe . Orcar, Corcare, & Frernre del Lupo ceruiero .
Grillar de Crilb. Sibilar de Serpemi.Bartre la noce del
Voce
CORPO
Voce
i8g
btbcn.P LtXheiiolndo parlar tiuitaiu(impreSliuii- Dire.LatJiffio,fìrmó,oratioJocktio. P e x.UhoJiclla^»
ito u odoptrUr fi dolcemente , L’m ptnfier parla con la mtlefirene^otttle, Titlito . tion hebbia fcbifo Unito Dir
mente, & due. tt come dolce parla ,& dolce ride. Hor troppohnmile,Oegna Sajiaipiu .AltojiT pm Sottile. Col
nonparlujKpcnfoaltro che punto . Che parlan jèmpre Dir pund'intellemdoUi,&alii.TerladDlce7^,c^del
dejim trilli daHm.parlàdo,patlat,parlant,p.irlaiia,parlo, fuo Dirprcndo.Terò t'amfa; e'I tuo Dirjlringi , Cifrata ,
parie , parli. hoc.nediaU’lndice .Riparlare.Lat.repe- B oc. Col Dir mi conforta.il Dir da Seg^.
tere , iternm loqiu .Boc.Bt dopo alcuni giorm riparlò Dire. Lai. diierejoqm. P e t. Tim uoltegiàper dir le labbra
alla Cameriera .
Vuhcorc.Lat.eloquem,&loeulor. B o c.Tre!lo,& orna-
to Variatore. Lat. rhetor,& orator.Si ottimo Tarlaiore,
& pronto era ,mnna feiemia hanendo , thè. & multilo-
ijuium^, ua>. troppo parlare ,
V erbo .lat. i la parola .Dan. Et fi fuggì che non parlò
pimy erbo , K r i.lipn uuol piu ile l’accordo intender
yerbo.
FauclU afando.Lat.loifucla.Vtr. L’ .Accorta, Houtlla,tìu
mil, Dolce F duella. Ver me fi mojin in atto, od m Fauci
aperfi.Talbor odo dir co/c^'n cor dejcribo. éc'cllaJemif
ch'io dica. Che tua ragion cortefemente dica. Teròmdi-
ce'l cor , eh' ttt carte jcnua.Scco filtrugge.tì-diceacia-
fcunpi^o. Et dieea meco, fé coJUi mijpre^^a . I diceafra
mio cor , perche pauenti i dicean , dicendo Scelte , dico ,
dtmmirdume,UiraAreirdirlojliròjiijSe^ifii/iilicnii,dite-
lejmi fu detto, m'hauea detto. B o c. uedt t Indice. Dan.
lume II fieno al come, che tu diej.dici,Cs' Z oc. La donna
ihcmohu mtgliodi lui udito [banca ,fece uijia di fue-
gtiarfirir difiejcome die i
la. Riconobbila al uollo,e ala Fauetla.H o c. Et tcnnegli Ridire. Lat. riferre .pernfcrire.V tr. Ch’inoliò ripenfar \yia
L* jO acati .o oaoém mm, m lA oc aa J [a uooOjO a ammaa awla Aa oft- ... 1 Èi ^1. j*... *
FaucUa infinoaVendémtajjiongbparlò.Ijprtmer noi po
irei con la Fauella.Lagiouane udendo la Fauetla latina ,
che egli finta coda,comc fiotta Fauellafufie. O a N. Con
angelica uoce infiuaFaueUa,cioi dt fua patria. Impera-
trice dt molte FauetieJ.di molte regioni .
IJ77 Pmeìla.teJjU.loquentia,&eloqmum. ho c-Afiutiaufan
do nel Fauetlare.
E duellare. Lat. loqui, P e T. .Amor par eh' a [orecchie mi fa
non che nére . Io nonpofio per oréne riére . Chejimpre
firiéca.SeuereatcorCocchioriéce . Ch'anérlo fitrian
uiati Tutti I maggior, hoc. Io non sò ben riére qual fu
il piacere. ìipn che egli te lo habbu ridetto. Voi [una aU
(ttltraperla littàriéeenéUo . che noi ad alcuna perjòna
no ridiciate. Terche i fiali macinano a raccolta, (ir noi ri-
dicono, é mai ad alcuno non riérlo. fecondo che alcuna
éloiopoimindijfe.
uelle. hoc. IO non gli ho potuto fauetlare mai ebefia fi- Dijére.Lat.nigare,ÌHficiari,recufare,abnuere,dedecere, infi
la con la fornaio fauetla. .Andando con luifaueliando.Ha
molto f duellato con let,fauellauant infiemeM s’tofaucl-
lomiconofccraatu.
PiuciÌ3toTc.Lat.etoquemJocutorJeuloquutor,orator,rhe
(or. B o c.BeUiffiano Fauellatore era. Ornato,& bello Fa
uellatore . Lat. facundui .
LoqucU.id(. Dan. che mai non fu LoquelayT^ concetto
dare. Vur.ai quel che giufiamentc fi éféic.Viu fi difdi
ee^ thi ptu pregio brama . Vlgn m hauefie éjdetta la Co-
rona. Boc.Il Renon gltfeppeéfére . nonfitéfdice. piu
amenonéeefier éjdetto dlhauerle ficritte. 'Hpn le éfdif
fe.facendofi a creére,cbe quello a loro fi conuenga,& no
fi difdicaahe alle altre. i non fila mate; dr latinamente fi
direbbe éécet .
mortai che tato uada.onde Loquace ual copiofò di parlare. Diliietto. Lat. émicatio,& éfeeptatio ,controuerfia , in.
Ragionamento . Lat. firmo , orano . ual parlamento , &
parlare. B o c. Finito il fuo Ragionamento. Il Ragiona-
mento era fiato breue. Secreto, Vnmo, Cotale . I noHri
Ragionanienti fatti boggi. Diletteuoii, Vuccuoli, SolLrgt
‘geuoli, 'Huoui, Vari], Belli, Futuri, Cruéli, Fieri, ueé
alT Inéce .
Ragionare. Lat. firmo, diBiororatio. P e r-AccortOyAn-
teréBumabnegalioualcontrallo.V t T. Cb'i ne ringra-
M,cr lodo Ugran Difdetto. C’hauean fatto ad amor thia
TO Difdetto. B o c . Ilquale, dopo molte Difdette Jficglia-
toji ui fi coricò . Laquale ubidiente ferrea alcuna Dijdet-
ta, A M.
Difdiceuoìe.lat.indecemànécoru}, monuerùcns. B o c.
Ilche era alb piu honcfii non Difdiceuole . In quella parte
tuo.Corte fi Jiolce, Latino , Lungo. I ; che'l fuo Ragionar che forfè meno DifiiUeuole da te farebbe eletta . L A. Deb
intendo alihora . Con quel fuo dolce Ragionar accorto . ( fi non i Diféceuole ) dimmi
Boc. Caddero fui Ragnnar éU'oratiom. Il Ragionare ÌHz\àìccme,& Maleéco. Lat.amuiciatorjbouinator/nor
élla Reina al fuo fine uenuto. La Reina ad Emilia commi
fieli Ragionare.
I J78 Ragionare. Lat. firmocinari. P e rj'aghipenfiericbe Scor-
to m’bauete a Ragionar tam' alto . Soleano i miei penfier
Di lor obietto ragionar mfieme.7{e mi lece afcoliar chino
ragiona . che tua potentia fia "ìlei cui fi grané , come fi
ragiona. Donne che ragionando iteperùa.Sol é lei ragia
.nando mua,& morta . Del uario fili , in ch'io piango , eir
ragiono. Di cb’u) ragiono. B o c. uedi alt Inéce.
Detto.Lal.édumaiat motto fentemta. P s T. Dolce Detto,
Detti .Amorofi ,& Soaui.Se njpondcr fiapefie a Delti
mui. & quei Detti fòaut Mi fenfie entr'un éamamein
ineoigp'l core. lui e^ quei che f ut Detti febei . partici-
pio. tmfu étto . nerbo .
I>ctùnotandh&feiiten^,iiedittVrpiierbi04 16^0,
E-3 '
daxftblocutorfibtrtSator, étraQorfieireSator . ueé a
Mormoratore.
Interdetto . Lat. mterédum . naie tra quello che i detto .
V ir. Le uiue uoci m' erano Interdette . .A tutti fu cru-
dehneme Interdetta La patria fepobura. B o c. Eldoue
l'efcomunicationi ,<!rgb Interdatifono feomunicati tut-
ti.D an. LaGmflitia éDio ne bi Interdetto Conofie-
refii a [alber moralmente .
"narrare. Lat. ual recitare, contare, dire. Vir.I non paria
giamé Imaginar non che narrargli effetti . To narròle
mie fatiche .hoc. La peBiUnxa "narrata . li cafi "nar
rati . L'acddente 'narralo . Ver ordine cgm cofa narrò,
ueé aW Inéce,
Contare. LatJiarrare .V ir. "nsmé lingua humana Con-
tarpotria.Contadaifafiélauitanofira.h o c.Mlcuna
cA,A ttii
1780
E-3 L
f
Voce CORPO Voce
aS?t:.».rcprtcrcW.'re.P e y.tiouo^f,crd,ri- ^nnunuo^umo danno.^pr, lorcMrmU^
^ «- Aue.zlr. Dan. CmttofifiTi^ch'ci Et poi co
!!cMonofattogkToroaronoaa^^ mocut^uomun^ camondo. esondo Aoc mar, a.
le raccont^TOtto . uedi all* Indice • *
teraccomarom.Mciuut**tt»4*.t,o
j(ccomarcXatMmumcrare,connMmerareiadtungere.Halfo
nerft in corno, coi in numero con altria ragionare, Boc.
Et accontato/} col marno di lei , per tinello modo che pin
bonelhgh panie, gliele dijìe . De quaU un -Njpote con uno
abateaccontatofijamàdofia cafa per dijpcrato luitroua
tBerela figliuola delKe £ Inghilterra, maria ueggendo
Tagamno con lui sactontÒ.i.con lui fi niiji a ragionarc.&
quando {li per numerare, uedi a 1696.
Diuifare.Lat. cxprimere.ieclarare,decemere, éjj)onerr,ual
narrare. Boc. lo mi trouai in parte fiue io Midi Gutdot-
todouela ruberiahauefie fatta diuifare.uon àmofira-
tion chiare narrare, lo no ui potrei mai dmi/are.ijuaU fie-
no i dolci fuoni £infinililiromemi . Ma perche no io tuttii
paefi cerchi da me diuifando i .1. narrando , 0 dejcriuendo .
Trattare Ut. trinare, ual dire ,0 parlare confrequentta.
V ir. Le mie roche rime. Che non fanno trattar altro che
morte. Ogmhnprefacrudelpermefitratti.ueéaiqSg.
’Predtcart.Lat. predicare, ual publicamtme dtre,diuulgart ,
celebrare.B o c.Tafciando bora /lare ilTredicare.comin
ciò della jùa fantui a predicare . I cberici quamunque la
patienra predichino . , r
1 ?8» Predica. Ut.conaofms Boc. Frate cipoUacommcic la ^a
Tredica jtndauaalleVrediche.UTremcbefattedafra.
fi. .Almodo ufato uifarò la Tredicatione. Fu gran Predi-
catore. Ut. concinnator,orii, & orator , eir declamator .
Acccnto.l4f. quaft ad carnuti boc eft tu.xta cantxm. ual n
- * • i n /^tejtoai . Ca.«1«ì
Motto,i piaceuole ragionamento tentatiuo , da mudo Lai.
!.. j . r.. ». t.mo ixjtrnLt /tììj tMUlA^OUt»
che dinota far un cenno ,0 ère una parola alla muta, one-
ro con noce fòmmejìa.Cir Aloltiècianto/iuetliche Lat. di-
cono ioci,& feommata . onde motteggiare ual ér motti ,
& feberg^e. Pur. Talbor rijj>onde,et talhor non fa Mot
to, Boc. F'n Motto non meno da ridere, che da comme»
dare. Con conueneuole Molto lui^ gU altri poltroni ha»
ueafcbermtu Motto Leggiadro, Viateuole, Guido caual-
canti con un Motto dice uitlama a certi caualicnfiorentu
ni.Ts^tiuio fi mouOjO faccia Motto.i.parli. Séga alcun Mot
to fare, /fando Motti /fa ,&fefleggiare. Motti Uggi^
dri,BeUifiet£>iuerfi,TiaceuoU.iei uoglio raccordare c/fe»
re la natura é Motti coiale,tbeefii,come la pecora nior~
derdeono cofi mordere Cuètore/t »ó come il cane;percio-
ebefi come il cane morde fie d Motto non farebbe Motto ,
mauillania.DAS.Cominciaiioa dir,fepuoi,fa Moita.On
d'io guardai nel mfo a miei figliuoli Senga far Motto .
MottcgSireXat.caHÌlluiddedoriaaidrritamemii. Boc.
Ufcioflarcil Motteggiare.Dioneo lafiiafiare il Mottig-
giare.Monna 1<orau de Tuia con una nj/n/la al men che
honefio Motteggiare del uefeouo è Firfge fileni io pone.
Motteggiare. Ut. cautlLart ,& locari . B O c. Commiiò con
lui a motteggiare del fuo noueilo amore.Martellino rijjum
deamotteggiando.Et fenga piu Motteggiarla temendo
delle fue nffiojie. Et piu uoUe motteggiarono è uedere
un'huomo cefi antico d'anni, &éfenno innamor ato. ue-
à Vindice .
1384
tAl^ru"idù,ma,atii.ualparlareproprio.Vt. x.Etfi derm.elSermonpfco.ChmroSermone.Boc. Senx^
dolce i^maU dicè , & un cantar tarLfoaue .Dan. fiu lungo Sermone fare . Diff^ufo . Du^ UngbiS^mom .
l‘unauegghiauaainudiodelaculla,Etconfolandoanda tefati. O ns.Etcì^nuandolmioScrm^ Di^
ua Vldioma, Che pria ipadrt.&U madri trafiuUa. Et Ciinac.laU.,mgn/tffanue,vgernficuln,& «jSj
uat taiomu .co y y figmfica frequenter moueo,Cr uoco . & ualeparolefii
ridiouiach »/«•.,.. pJfie^ir.Etquefiedola tue falUa Ctan^. yeii
fanfonenheperCiancielngriboalanetmcadcapopou.
Boc. Che Ctanciejòn quefle che tu diai JJuie.Et qium
do una borfa/!f’<iuando un coltellino, & cotali Ciancied,
noueUugi^ . Lat. recnlf . Ma « lueglio che altro buomo
far quelle Ciancie é contrafarfi.ueuff'e, rafe. Ut.fdlUm
fix , tecbiut . Et lauti omameuti, 0" lami uei^ , tante
Efordio,Prohcmio.KC<b<» itfio. , . „ ,
ia\am,&Salute.Lat.falutatio,ualfalutatione.V sx. Et
iundolceSaluninfiemeaggfimtoJiormt ntrouopienè
fi èuerfi Piaceri in quel Saluto ripenfando. Salute .Ange
!ua,Bcr^na,Cb’ apena gU potei render Salute. B o c.Af.
pefàndo al fuo Saluto.Con lieto uifo rUeuuto K fuo Salu-
to J>olce Saluto.Tutti gU altri Saluti.
U8l Salutare.Lat.èdarfaluto,uifitarecottparok.Pn.Cof,mt
fuegboafalutarCaurora.<mdebemgnamenteSalutando
temfte in uita'il core. Et U fronte , trUuouafalut^
M«f}i . iUben f/fnjfotif’» U itrga^era Guitton faln-
Ciancie, tante morbide^ fotiomettere ad un uecebio,
Lat. neqmtU.Ucliuegp,&Ufcu'C‘mefcolattconatt-,
parolette accarr^uoli! & non per le baie/) frappe/o
me mdgaméufiqjaptrtutta Itm.iì'naeKlVLndit,
Voce '' C -O R P O Voce • 89
piHUrftmntebMUmpirLtto.Ani.Ch'ttamorfen- Ttbalio fu fetiìlito . Stdefiioicoflinmutlitobiucniart.
X/ijpemeefogmoC$anaiU.meme^cefiiiiizna. Biuantkaf$iietgUeradeglifeofaiori.
Cianciare.LatJocan,migari. li o c. Cofi cemÌKÙt Cinuia SufpUre,èfibiUrtcon Ubocca.Lat.fibtlare. B o c. Buffai*
rv,^ a con lui. Che altri non creda che tu ciana, macco cominciò a fufolare,& ad urlare. Veraoche écentt
Cianciando,& motteggiando. Et cofi per buon jpatiocian la Zeattara mfiméffetto andare fufolando,i^ appoflan*
daronotanto^. ad una gentildonna, a cui lo Cunciare dolanottedigM.diarledfiiobclutfi>amorofo.LA.Sen^
fia bene, a uoi molto fi àjdice . maefiro baurebbr imparato di fufolare. D a n. ne farò
Ciindoni:. Lat.bUterofims.vmeta.inuecediCam^ uentrjette iiuanda fuftUròtcom'inofirufx.
usò il R oc. Et la lauda à donna Matelda, ^ totali al- Su‘urrare,è la noce delle api. Lat.fufurrare. San. Ltfinfnr
- tri Ciancioni. trcofiéffeuolendodimoHrare, le carrzpni ' rami -dpi uediad.Apia looi .
cantate da Landefi effere ciancie, Morraorìo .Iai.im(rmnr.é certo fuono foanedeWacque, &
Garrulo. Lit.&-ambagiofusdicaculus,dicax.ual ciarlalo pcrmeta fiponeperifualunque fufiaramento,firepito,o
re,o chiacchiariere, meta, toltaidal garrir de gli uccelli . pumobalio,ó‘ ftaue. B o c.Con commoui Mormonf,an-
A 9.1. poi che Iellato S'hcbbe da canto il Garrulo Eremi- gì tomori mtuperano.1 dtshonefli Hormorif delpalaxzf'
ta. ^garire.uedia loi . Mormoreuolifuom,edolci. F i,
Frappatorcjifj/ Ciarlatore^ Taraboiano.Lat. toquax, & Mormoratore. Lat.mumurator, detraHar,detraQator,
linguixdocutuleius,eilocutorcr'uJblalerofims.iaSabun- ' ual maldicente fecreto. P s j.Mormorator de corti, un
djii.polylogut.rabula,a,uerbofiu,multiloquus,nugax. bmmdcluolgo .
Lufinghe.ZJiyìn^are, Lufingheuoiejieé a f'enere a6y%. Mormorare.^r. murmur,(jr murmuratiodetraSio; muf
Ij86 Menzopit. Lat.mendaciumual bugia,anchorchefiadif- fitatio P tx. Mormorar Baffo,Pietolò,Dolced{auco. De
ferenta tra mentire , ^ ér menzogna ; Teraocbe cedui crillalli . De C onde .
dicemenxpgna,chefefteffotngannandoficrededireUue- Mormorare nerbo. P tr. &l’acqne mormorando Fugpr ijSt
TO', ma colui menti fie che neramente [a if ingannare al- perl'btrbauerde.VaMrajèrena,chefiauerdifrodeMor
trui.Vix. l'ero dirò , forfè e parr.i Menx.ogna.Da uen- morando a ferir nel uolto utemme.tìr acque fre[che,e dal
der parolette exazi Menxogne.Verch’io t’babbia guarda- ci Spargea fòauemenle mormorando. B o cJ^ueSia no-
lo di Menzogna Ingrata lingua. Boc.Baccontar una ue nella diede un poco da mormorare alle donne, -dltrocht
rità che ha troppo piujche ella fu di Mempgna femban- mormorare non faceano.Di che la giouane mormoraua.
^4 . Tcruenai in terra di Mentina D a n. £l cominciò Maledico^ Maledicente,ncé 4 ■ j ( 9.
Con forza,» con Menzogna La Ina rapma.Sempre a quel Rampogna. Lat.fcoma,tis . ualriprenfione, & contrafio.
nere ha faccia di Menzogna DiCbuom chiuderle lab- P iT.llmioanerfarioconagreRampagneCominciaJM,
bra.Ch'eglièbugiardo,&padrt di Menzogna. Kr. i.£ contentio,defenfio,cauillum.
fe non che pur dubito , che manche Credenza al ner, eba Rampognare , noi riprendere , & dannare. D a nJlnal fi
faccia di Menzogna. tu che cofi ranipogmaltmii Atei. Moma a eauaiio,&
Btieia. Lat.mendacinm.è quando unomenlendo,non fefiep- fe fiefio rampogna .
fi ; ma ingannando altrui fi che è Bugia qnelloahe parla. Beffa. Lat. derifio,illufioaontemptuifielp^io . ual difprt-
VtT.Et mnta a terra caggia la Bugia. B o c. Tinn che giojo fchemo. B o c. Che tutte Coltre dolcezza del mondo
la Bugia ,ma la nerità non era in Imola chi gli crede fi fino una Beffa a rifpetto di quella quando là femina ufi
fe . Con Bugie guajlando la fama fui. Ani. QjaU conl'huomo.DonnefonotanteleBiffeabeglihuominiui
la, che' luer da la Bugia diffaia ; Et che può dotte farle fanno. Che molto detto fiadelleBeffe fatte dalle donne a
genti grofie. gli buomini. Mi feci Beffe dime fi^o.D a n. Sono febee
Bugiardo. Lat. mendax . i quello che finge ,0 mo/lra quel mti condanno,& con Beffa,
lochenonf .B oc. Eri diuennto Bugiardo. Scafi Bn- Beffttore, Lat. lpretor,trrifir,derifir ,illufor,contem-
giarde. Marinai Bugiardi ,& arifMieuoli. D a m. ./l'I ptor.Boc.Siaprefiqueflobeffatoreiflddio.Tuhaiap^
tempo de gli Dei falfi , & Bugiardi . Ch'egli è Bugiar- parato ad efiere Beffardo. Pn.Et tun pomo beffata al
do,(lr padre di inenzpgna, Cofi feoperfi la aita Bugiar- finCidippe,
da. Ari. Et nelmancardt fede Tutta alui la Bu^r- Beffare. Lat. decipere, irridere, &deludert.ualfàiermre, ijSp
da -4frica cede . difprègiareantuperarepiergpgnare ; & ual macebiareret
Bugiare . Lat. mentiri. D a s.Et certo non ui bugio, ideH tingere altrui di alcuna coja , che ne riporti uergog^,^
nonni mento . anche prenderfi piacere dando ad imfdere ad alcuno quel
I j S 7 Bisbiglio. Lat.fufurrus, & confufio, dijfidam,& dijfiden- lo, che non B o c. Che chi altrui s'è ingegnato di beffa-
tia,altercatb>,contertatio, contentio,rumor.dabu,bis, re, & maffimamente quelle cofi, che fino da riuerire, fi
che parlando pianamente par che cofi fi dica. P c r.Ia era con le beffe ,& tal uolta col damto baffi filo ràrouato.Che
intento al nobile Bùbigim. A tei. Di noce muocee’l mor- ani ho gu huomini fanno beffare .Et con loro teneua man
morio,e’l Bisbiglio. . a beffarlo. Et é ciò che aueniuariderfi ,&beffarfi,.Ac-
Bishighare. Lat. fufitrrare. ual parlare come gli uccelli da pi- corgendofi d'effere beffato.
piùre.Lit. O A N. Chetifach ,che quiuifibishiglia .Et Baffone.Lat.lcnrra,gelafinus,bomolochui.^Tarafitut,
gora pena in Siena fe'np^iglia.i. poco fi ne parla . fed in cibis.&fcurrilitat la Buffonerìa .
Buccinare. Lat.&fifurrare/igganmre, immurmurarepnuf Butli.Lat.luécrumàocui,^ deceptio . riéculum ; urbanU
fire,& mufSitare.ual parlare baffo, mormorare, 0 biibL tatjis.nal goco,filazt<>,fpaffo . onde.
'i' ^ l^ci-^OcdìjuuuunquefibiHmaffedictiliuhtbeftT gnrUTt.Ut,moiri,liidert.uMpigliarfiJpaffo,diieggiaret
Voce 'CORPO Vocff
tbeffarc.D Ku.Gnd4ndopmbetiaii,&perchebMrti. fiperchim.At,T.l>iSconu^d'irjtlitttpraculi. '
il Laudalo ifpone burli ptr bui da buurr, chcmliugaa Scornilo, Lat,Hotattis4mfMS,lìoctifa(liis,mbibbabitiis,
aretina figiuPugittare^role dette da t’auaromreprfn mluuitperaio. fi o c.Tofaiu udendo coflui fi teune S(or„
fitit del prodigo. nato Jj donna Scornata J,be fata, &delura.Quafi Star»
SogUardQ. Zjt. nerberò, nis, iurco, parafimi^ para fu natt.grandtlfima mllanudifieroalladoiim.D a ». Qjs*- .
tafier. è queOo, tire uiue deVabrut con beffe, ^ fimiu . fi Scornati, & rifponder non fanno .
B o c.£g!ii tardo,bugiardo,dr Sogliardo. . Scornare. Lat. erubere,deriden,explodl ,& exibilari .ual
C,quandoénouirrtfione.Boc.lkbanimamtadoUe,lalcia nergognarfi, & rejlare feornato. P li. Il mio duro auer j
timibalciare ,La7dicolofadiceua;0-tubaigranfretla. fartojene fiorm.
Dijfe ilprete.Main buona ueritàbeneaiuohuopofetu Debidere. LatMalingannare,heffare,&r'idere.K r i.Cbog l}9*
fiat cheta, et lafcnni fare. Diffe la Belcolore.O che bene a ginon panda uotdclufe (parlando delle uergmi.)T.E‘l
miobuopo,cbe fietetulrìpiulcarficbe'lfillota..Apnte umorcertocbe’lpenfierdelude .
per Dio, cboqo mi muoio di freddo. La dona diffc. 0 fi i h‘ie Balbu7^are/> balbettare Jjtt. balbutire . ual tartagliare, ^
fi), che tu feluno a/iiderata.'blon fai tu, che luii babbiamo non efSer fciolto delia bngua.B oc.Bralalor bngua,cb'a
promeffa la uirginità nojira a Iddio iO dijfe toleii quante pertamente narrare foleua i moflrati uerfi halbwg^itdo
cofe feglipromtttonotuttodi,cbenoufègli attendono. andana errando. Tn.7<lg balbettaua la bngua.
Scherno.Lat.probmm,^opprobriian, derifia.ual uergo Biìho. Lat.balbus.O ak.Mì uenne infogno una femi-
gna, & dishonore. Vii. (nane) Che la teruprjia e’ifin na Balba .
parcbabbiaSeberno.Bo c.SfuafiperSchemoaiatutii Sci\me,ui§ao\o,& non Silinguagnuolo, come hanno altu '
eracbiamato Cimone. 'Hsn curare dtbeffe,o di Schemi ni te fii,d che non può fiore, percioibe oltre che iincorret
per jòdiifire all'amico . to quanto alla pronontia,i ancho contro la regola, che tra
Schcrnimcnco. Boc. ConnendicheuoleScber dueuocaU non pofiono Ilare tre confinami. Lat. glottis
nimento fieno da me uendicate. A m. Sihermtrici gioua- tdiseepiglottisfcu cptglofiu,lmgua . i quello uemo, onero
ni. Ah. Schemeuolt parole, tir Schemeuolmcnte, L >. carnofuà folto la lingua daqualeimpedifie (quando non è
S A V. Co un nifi Schemeuole beffandolo con quefii uerfi, ben tagliato) ilmn potere oenparlareijfedito tonde Scio
Schernire. Lat. deridere,exibilareaial beffare, P n.f'olgi bugnato i detto quello , che parla maleXal.bUfus Boc.
in qua gliocchi al gran padre Sibemito . Ma ueggio ben Mafitto rottolo Scibnguagnolo cominciò a ère, idefi che
cbe'l mondo m'hafchernito. Boc. Fece coloro rimanere prima fi moSiraua efier jenga bngua.i.niuto.
Scherniti, che lui logliendoU la penna , baucano creduto Gorgogliare, detto da gurgugbone . Lat. thè è parte della
fibermre . Coloro fcheraendo, che tener uogbono . Speffe goia,et però ual parlare è maniera che nò s' intenda. Lat,
uoUeauiene,cbeCartedaU'arteèfiheniita,ideFìaflmia mufSare.D un.Sijieli'biano fi gorgoglian nelaStroo^
coaa/lHeiaèbeffata,oingannata.Lat.arsdeluélurarte. 74.Sa u.Commcià forteahoUtte ,&agorgogUarepm
Che concomunenolemotto lui,& glialtripoltrombauea chc'l folito.
Jibermii. San. mi feberne, & ride La mia fòaue,& dot- Borbottare.LatMufjttarejnurmurareJòUterare . ualparlar 139J
te pafiorella . bafio,& da corruccio jCr è la noce delle api per fimilitudu
Dcrìlìo, Lat. ual beffato. Ttx.La feortapuo non ella efier ne. Bqc. La BeUolore borbottando fileno dal ^co.ibro»
Denfa. tolando,& mormorando fimmefiamente.
fiiaiimo.^fiM/nx). Latjufimia,nota,reprehenfio,ualda- Rimbrottare. lAt.fubmurmurareaiblatrare,obflrepere.ual
re mala noimnanga, & èr male ^altrui. P £ T. £( d al- brontolare , & i proprio delle feniine quando lontendort»
trni colpa altrui Biafmo s'acquiiìa.i.mal nome. Boc.^( co mariti , con ramancarfi. Boc. Quantunque monna
aocbe a bii rum fofie Sia fimo Etfe nonf<^e,cbe Biajimo Tefia anedendofene , molto col manto ne nmbrottafiej.
tteponauadi quello,cbe.DiBiafimeuole fiato, D a n.Pit ricbiamafie. Doueladoonaperfiet^da tauolaleuatafi
torre il Biafmo,in ch'era condottad. il mal nome. Dandole rimbrottando fe nera andata .
Biafmo a torto.e mala noce. Men D» offende ,et me è Bia Rimbrotto. Lat.latr,itusual brontoUmemo con molefUa,
fino accatta i Metto é'fodero é Biafmo non cape. & uillania. Boc. Il dì,& la notte molefiato, & af fitto
Biafimare,^ biafmare. Lat. uituperare,culpare,notarednH da Rimbrotti della moglie .
famare,reprebcndere,carpere,detrahere . ual uitnperare Ruggiate, 0 Ruggire, Lat. rugire,cjr rugitui,nomeu .èlau»
altn,o dare mala nominanza. P it.Quant’hadelpelle- ce del leone. P £ t, Come leon ruggt.Qjiafif ero leonrug- ■
grtn,& delgentile Da lei tene,& da me, è cui fi biafma, ge. Et dentro dal mio cor qual fera rugge. Boc. Buffal-
ldefid)iole,&lame)tta.Talbiafinaaltrui,chefefieffocon macco comiuriò a raggiar forte. D AN.iqpnruggtò fi^e .
danna.i.uitupera . Morte biafinate, attv bidate lei . ibe^l fimofiròfiacraTarpra.Ruggeranfìquenifcgmjiiperni.
poucrel digiuno f'enadattotalhor,ibe‘n miglior fiato Tofciacb'alquanto il fuocohebberuggiato. .rimondo j.
HauriainabruiBiafmato.Boc.Qjie{ìa non i cofàda fatto firepito a guifa di leone.
biafimareJÀa uitnperare. Se rmdefimodellafuapretcri- Mugghiare. Lat.mugire.i la noce de buoi, &detori.Boc; tgg^
tatrafcuragginebiafimando forte . la fante per bidolorefintito cominciò a mugghiare , che -
Scorno. Lat. nota dnfamia,dedecui.ual uergogna.tSr èibo, pareua un toro , Et ne bofihi 1 timtdi cerui fMti frafife-
nore ; &però fi due algar le corna al uincitore,& al per roti (quando amorgb tocca) per le deftderate cerne tono-
ètere reSiarfiomato,cioi prmodella cornai, uergogna. batttndo,& miigghiandojdel cofim cafgmoftrano figmt
to,& pnua dbonore. Tn. Scorno Trimiero , -dmorofo.. b.Vn. Cioue pollo allafua fronte corna, mugghiò per li
Onibebbt Scorm.B_^G-Con g^Mdamttft Scorno del (4mpi,^i fuoièfùbumibòa gbottSltarpnei. Fu
Mi' iv
Voce CORPO Voce 190
A R l.Mn^ghimdo foprti'l mar ua il grrgge bianco. itoni/fimo Bando Surgtran prcflijJefl alla grida JeldìdH
Mugghio . Lai. mngirni. B o c. Miparea per tutto , dotte giudiao. B o c. Fèto il Bando da BtaUo . Bando per
che io Molgefiifempre Mugghiarli, &ftnda di diuerft^ Joeffilto.uedta 589.
ferocijiimi animali. La. Bandire aial cacciare tnoridellacittd.iiedÌ72p.
Vrlo. Lat. ululatili, naif uono, orrido, & F riare i proprio Cigolare. Lai.Jlridere. naie rigare /> uotttare, cofi detto dalla
deLupi,&deCaiit.ondeV i *. nella geor.Et alte perno- uoce,cbe fa la carrucola, ibc par alcun pefo tiralo ad alto
Sem rejònare lupu hululaméut urbit . tir neW .Aenei. cigoL. D a s. cheli peji Fan cefi agolar U lor bilance .
Ftfalp comi ululare per urbem. Dan. Et cBuna parte. Come d’un fligiio uerdtjche arfo jia Da un de lati, che dal
^ d altra cougrandFrli . C altro geme, Et cigola per uento,cbcuauia,& qui dinota
V rlare.Lat. ululare. D a h. Leboccheper urlar hauean già quel Jiiono,cbefa U legno utrdeal fuoco .
aperte.^ o c. Cofi cominci)) un faltabeUare,& un nabif- Cinguettare. Lat. ejfuttre.ual parlare preflo fenga fonda-
fare grandiljimo fu per la piaT^ ;&afuf6Lire,& ad ur m:uto,come ticalare.petttgolare. hoc. la natura ha-
tare,tCfaflrtdereingutfa.
Strido, & nei Humcrodel piu Strida,i!r Stridi Lat firidor.
V I K.Stridarq; rudentum. Psr.-d quefioun Strido la
grtmo'oal-royìr grtdo.Stridi Amorofi, Dolorofi, Filimi.
Strida Fliiine.odi le Strida. B oc. Il prete mife un Stri-
do grandij/imo. cr mandato fuori urialtiffimo Strido .
urebbe limitato alle donne il Cinguettare .&nelTH.Al
Cmguittardefolb non porgere orecthic.& nei L a. Con-
ciojia cofi, ch’ella di faueUare ogni altra perjòna fuperaf-
fe,& duouycbe’l fuo Cinguettare i tanto, che loto, troppa
piuaiutarebbealb lunajoflcnerelefue fatitbe,ibenonfa
cenano tutti infieme i bacini de gli antichi.
Stridere.Lat. ual fortemente gridare. B o c. Buffalmaccoco Rotnorc. Lat. rumor. Pbt. Ma com'b} che fi gran Romor
mincii a foffiare,&ad urtare, & a flridere . cjr flriderei
la noce del FipiSirello. uedi aioig.
Strillare. Lat.firidere,iialgridare,& far flrcpito. Ari,
lo niega inda rnoje piange ,e gridale jlnlla.
IJ9 5 Crido.Ì4t. clamor, rumor,pro. & meta. Pbt. Odi fama
mcn ckiara,&- di men Ondo. Lat. rumor. Et effa fola ha-
urà la fama e'I Grido. Morde mici Ondi a me medefmo in
crt^elLat. clamorum . sileuarono le Grida dt turni ui-
tini. Ter toqual Grido, te gru cominciarono a fuggire.
non fine Ter altri mejjì i "ìdon con altro Romor di petto
don fi Duo leon fieri .De qua duo tal Romor al mondo fa fi
fi. figli è anchor uenuto Romor la giu del ben locato offi-
cio . Et Tohphemo fame gfan Romori. Boc. L’boneflo
Ramar de circojlanti. Maggior Romor, Femimle, Alcu-
no,Tqmno, Grandc,Contaémfto,Dilttteuole. la Rhodi fu
rono ! Romori ,& turbamenti grandi. Con colai nuoui
M ormoru anzi Romori uituperanda .& quando dinota la
„ fama, uedi a i qp .
Lei Gridarne merci, iJucnarono.D a n. St forte {u taf- tumvXto.latA romore confufijofuonodiforénatoémol- Igpf
fettuofo Grido. Qjiando piangea ut fatea farleGrida . ti. Boc. In tanto Tumulto, &difcorrimento dipopolo et
Ari. Gridi,tHmulti,gemitif lamenti. & quandodino. nel T n. Da JlrepiiidiTumultuante famiglia. LeTumul
tata fama, uedi a iqp. tuofeuoci.D a u,(!r fiondi man con elle Faceuan un Tu
CTÌdire.Lae.ctamare,uocifrrare. Boc. In fui Gridare ri multo,il qual t'aggira. Ari. Venerato ebrifiianmofio
fcaldata. Fdita la cagton del fuo Gridare .Et tra perla a Tumulto Sorgppra.
Gridare,& per lo piangere. Sncpito,Ihbombo,Tuono,Schioppo,Tremuoto. uedi a Ciò-
Gridare . Lat.exclamare.P e t. Ma taci; grida al fin; che uea 44».
farleJionore.Gridanofgnormio atta atta. Gridando Ila Sentore ual Romore , detto da fcntire.'B oc. Et TonUne
fi mifiroycbefai ) I uo gridando pace pace pace . La do- del cornuto bello , & laudeuole molto fenrga alcun Sento-
gUa mia Jaqual tacendo i grido. A quefiounflrido Lagri re,& fintanoia.
mofi alxp,& grido. Ond' io gridai con carta je con inchto- Intronare. Lat.inionare,& tonitrua emittere . i gridar forte
ftro.B oc. uedi all Indice . agui[adiiuono.DAu.Che'ntTonaL'animeft,cli’efier
Sgridare. Lat.redarguere,icclamare.ual riprendere con ro- uorrebber forde.Spcfie fiatem'intronauanglioreccbi.L’o
more. B o c.Trima gh uotlc Sgridare ,poi partito prefe di recchia da un romor lor fu intronata .
tacerfi.il Lupoffrangolata (haurebbe, fe incerti pallori 0, quando i uocaiiuo,ual cbiamare,inuocare. P e T.O Lau-
nonftfofle fcontrato,iijuali /gridandolo a lafiiarla il rade%na.Obelìaman.Olempoficielocameretta.Olet-
ticiuol.OcbedoUt accogliente. 0 felice quel di. 0 pafii
fiarfi 0 penfteruagbiyO pronti. 0 tenace memoria. O fie
ro ardore.O pofjcnte dcftr. 0 dcbil core.O occhi mici ficchi
confirinfero . I frati fgridando lontra gii huomini la tufi
furia, acciochc rimouendofrne gli Sgridati ,agli Sgrida-
toti rimangano lefemine .
Dalli Dalh.in ucce di aduerbio in certo modo di parlare per
dimoHrare una continouationedi ciò che fi ragiona, come
UBoc.iuILa .quando dice. Laquale di ciarlare mai non
tefia.mai non rella, mai non molla, mai non fina Dalli,
Dalli U>rili dalla mattina infino alla fera, É" la notte an.
ebora. A R I Lt fiiocca turba grida Dalli Dalli. Al fuon
che par che dica Dalli, Dalli.
lisi Grida. Lat edidun^pracomum ,ual la proclama, 0 bando.
B o c.ll Re fi molle a fire per molte parti una Grida,che
chiil cote cTAOierlà. Secondo la Grida fatta. Dan.
il uando piangea ui f acca far la Grida.i. rumore .
Vpào.lat.eé(lum,perkCrida,DAN.Qiialibeaiidl
uongia ma fonti. 0 fila tnfegna. B o c.uedi rindue.
D A N. 0 de gli altri poeti honor, diurne. 0 mufe,oalt»
ingegno hot m’ aiutate. 0 mente, che firiuefli rio ch'io ni-
di. 0 anima cortefe mantoana . 0 cacaati dal del gente
dijpetta.Ouoi chauete gl intelletti funi . 0 uirtufomma,
0 jil. 0 cieca cupiépa. 0 ira folle .
Chiamare. Lat. clamare, appellare, uocare,interpeUare, df IJ$S
uociferare. P e r.iluandoimouoi fofiira chLtmaruui.
Tle fi fiat folfiegir ou’altril chiama. Mercè chiamando
con cflrania noce. Manarme cbiqmando.che non l'ode.Et
di chiamarmi a fi non le ricorda Quefl' anima Antj tem-
po Chiamata l'altra uitajui chiamate chi dal del ri^on-
Voce
CORPO
Vo«e-
ie. Che t’ha chiafhatQ^cdoche àlàflerpi. ^fe mi tiri, cheggia ; in uree di chiederei ; quefla èimct prwiflnjifrj
tSrchiame^arui chiami. Ipitr ti prcgp,&(hiamo.Cbi la & aHiboSpagttuola,&iialHoglio,& carco . CbeCufat» '
cbiamòconfede.Ternomemicbtamó. B o c. Fatti alla tréiito a gli occhi cbtede .lo chiederei a fcampar non or.
fine[lra,& Manuda. Chiamalo fltita che tu fi. .Andarla me,an7^i aluTubicr mercè da tutti fette i ctdÙ.Mike fiate
far la filata chiamando . {'arnie a chiamarlo. D 4 n. Zit ho chiefie a Dio quell’ale. Chiedi quanto par fi conuenga a '
Chiamare. Lat.appeilare .ualdomandarejiomitiare.V m. a
ira quel ; che morir chiamangli fciocebi. Chi tua ragion gita. Et elfo,cbe di gratta lUbiefi t ultimo fiajiedi alT ln~
thiamafie ofiura . Chiamala, fon da un, e firda, e cieca . due. Dan. lluefia chufe Lncma in fico émendo. Che
B o c. Che chiamar fifaceana Becchini . Colui pojfi bea- quel fi chiere, e é quel fi ringratia . Et anche la cagion di
to chiamare Jlquale.Facendofi chiamare Sicurano.llqnal lui cbiedefti.
fi chiamaua Fatiuolo.Cbiamàdtlo traélorc.Cbiamarunlo Chete {'o.Spapmola .Lat.uolo,&quaro. naie domando.
Iònio Ciappelletto, {'na donna Chiamala Margherita. K ni. Ch'ala battaglia dcaualier lo chere. Soprame
Hichiamare ; è chiamar di nuouo.lat.repetere,reuocareJte- quefta imprefa tutta ilxro. P s tJl uulgo a me nemicocet
rum clamare. P £ r.Con la hnguagia fredda la richiama. odtofi,per mio refugio chero .
Che quando richiamando piu l'enuto. Et la richiami al fuo Deh. Lat.Heujiel quefi rogamis , i particella S interrogom
antico maggio, Tiangendo la richiamo . Et queflo ad alta tiene con huimltà pregando, &fempre fi nona nel prmei-
uoceanihoruhiama.lioralfuoRichiamaruenirnonde- pio delparlare.Ttr. DebJlringUoborcbepoi.Óehno»
gno. B O c.Lafcia ilpenfiero,caceia la maninconia,richia rinoueUar quel.che m'ancide. Deb porgi mano a l'afiànna
ma la perduta finità i.domanda.Ma egli richiamandogli, toingegno.Deb quanti dmerfi atti. Debfoffebor qui quel
afiermana fi effere rifujcitato uedi t Indice. mifrr pur un poco. Deh perche me del mio mortai non fior
IJ99 Dimandare jtir Domandare. Lat.petere,quererefinquirere. ga.Bo c. Dehcordelcorpormo ,c'bjutle uoii Deh fa-
richUde quefi»uerboiltergp,ìr quarto capi ;ma quando preUhniuoi infignare. Dehditemclo anima mia . Deb
fi gli da il fecondo cafo con imerrogatione dinota uoler fa lafciaUra tua . Deh fignor mio (l'efier può impetra u-
fere di quello é che fi émanda,et quando figli da d quar na grada . )
tonti quarto ual riihuder la cofa,e la cofa dimandata fi Bfibiedere,ual chieder di nuouo,efier dibifogno, domandare,
pone nel quarto,& nel fecondo cafo,& la perfona dmian- Larquarere, conuenire, requirere, confinum eSì. Ttr.
data , bora nel tergo, ^ bora nel quarto. P E T. Tiu non T i Jlai , come ama alma uita richiede.!, è conuemente , a
dimandarci . poi dimando, hor donde Sai tul mie fiato ( il fa ébifigno.'hlg mai n tuo amor riihiefi altro che modo i.
dimandai fiimmi per cortefia chegenteéqueSia.Doman domandai, hoc. ConuienfirgUa fanti buomim di ricbie
datene pur thiftorieuoftre.hoc.Inucncftia gli àmatidò dere le donne; che a loro uanno per configlio di cefi fatte
U fuo palafreno. & apprejfo il dimandò quanto tempo era, cefi i idefi domandare. C hi non fagli Re potere quan^ uom
tbe egli altra uoUa confidato fi fofie . Et dimandarono di giunto ogni gran cofa fare ,et loro altrefifietiabffimamen
alcuno fante, &fauio huomo . Che iod’alcuna cofa fiadi le richiederfi l’ejfere magnifici Xconuemrfi, 0 efler dibi-
mandato. uedi aU' Indice . fogno.ucdi ali' Indice.
Dimanda.cSr Domanda. Lat.pctitio Boc.lafua cortefe Rjcbiedereper citare, 0 chiamare. Lat. notare jtitare. B o c. 1401
Dimanda. Con una nuoua,&impofiibile Domanda. La Loinqulfaore fot telo richiedere lui domandò fi nero fuf-
Domauda era honcRa. Con certe Domande. DeUcquab no fi; che detto contro di lui era fiato. Che m'ha fatto ncbie
nelle io era diuenuta fòUeàta Dimandatrke. D a u.Qjie dere per una eoniparigione .
fia chic fi Lucia in fuo Dopando . Citare. Lat.pertbiamare. T e t. Quel antico mio dolce em-
jlddimandare. Lat.petere,pofiulare,pofcere,fiagitare,rf}ia- piofignore Fatto citar dinanzi a la Regma.
gitare, B o c. Sen’andodla picciotacafettadi Federico, InqnilicoTe. Lat. &inueRigator. B o c.l'n frate minore
iirfecelo adJtmandare . Et pure il fuo teRo addanandan- Inguifitore della bereticaprauitd.
do piangendo morl.Cou le cèfi .Addanandate.QjxUo ch'a luq\ùfmow.Lat.inquifitio,et inuefiigatioB o cJatta In
me adi^uandale. D a s.,Addtmattdò Licemia di combat quifinione di quefla opera .Anifindo non di ciò .Alleuiam
ter per lo f cerne . mento di miferedenza nello Inquifilo. ma.
.Appellare. Lat.& nominare, ufurparepuincupare, notare, Rilponfì . Lat. refionjk. Themi. Dea degli antichi, laquale
dicerc,perbibcreanuocare,compcllere . ual chiamare > dr inTamafo monte dona i ^fponfi ma molto ofeuri, come di
nominare, et ambo prouocare. Pbt. Che per ufanza a Deucalione , & Tirra dopo il diluuio , uedi la bifioria ad
lagrimar gli appella. Era d grand' huom, cbeHjcphrita eJiaTbemi,
l’appella. Hoc. Intendo fempre uofiro cauabereappel- Rilpofla . Dtt. refionfum, Vn.&ei quanibehbe inteft
tarmi .llquale fitappellatoTÌlicofirato, D a u. Manto- Lamia rifpofladòmdendo diffi.h oc.Conpronta,(^Jol
ua tappar jeinfaltra forte. Vn iapptUa ut terra d laggeuolc Rifiòfla. Lieta,& piena di gratia. Buona, Legm
fommo bene . gioirà. Bella, Trefla, Decifa, Rifiofie, Cattme, .Auiftte,
^appellare , ual richiamare. Lat. rtuocare. P e t. Rappella Tlaceuoli. C^leMez^iealtopcrefianoRifiondenti, SÉ*
lei da la ifienata uoglia’Subito uifia . Qjiandq’t àelne jponditore. uedi t Indice .
rappelU. Lat.reuocat . 'Rifondere, tr Rcfi^ert. ÌAt.V tr Eaatborchichiami,
1400 Cbkdere,crCbeggere.Lat.qkarere,paere,requirtre.iial &tmèchiri^enda.Rifioudeionof%,^hiperfilau^-
dimandare, ricercare. P » t. .Altro gUemai non ehUg. fi . S’al principi» rifpor.de d fine, e‘1 mezo . rifpondemi a.
gK.f’ndfiHleclficggio.CbfJ^emrduraJlc óUro non wrJtrifpÓderftpifiea4ctiimiei,Ettlla tumedefinoti
donna mi chiamò cortefe,& bella.
N
Voce
CORPO
Voce
lyi
ti/poiiJi Hi fpomb; lo nm piango altro tbe me fleffo. Con tiitdiiarrèramimmcarfiiOHfomaufiaHote,ckmnteytle
allbor rijpofe^ con un uoUo.Riljiofiinguifa i'hnom dalla ijlt/la noce , ujaio da Da u. Indi fcntonmu gente
thè parla, & plora. Et ella banrebbe a me forfè r^poilo che fi nicibia igei' altra botgu.
QjiaUbe fama parola, ioc.uediall'lndite. quando jla. Tadcurnità. Lju. taciturna at. ualfiilentio.B oc. TalTa
per fruttare fi Teadere,ucdi a qzSM per guardare ijqf àlurtuià fiata per lo frefio dolore. Et toion Taùtumitd
&percomrafiaréa^9t, fon arcata di mandar kta.T«.Ani.Euaanumutie
Happorlare. Lal.deferre,referre,quafi retro fero,per riferì- Taiuurm infieme .
re.Boc. Ilrapportare male dolE uno aW altro. lUberap Tacito. Lat.taiitus. P et. CbifapenfariluerTacitoelH-
port andò d famiglia a mefiere Ceri. Il ihe efiendo allo In. me. 0 inmdia ; Ter qualfrmier cofi Tanta intrafit. Taci-
quifittore rapportato.Et fetido cb'cgh mi rapporti. Et tro
natolo lui efjere urna, (fi- ingrati fimo, aleiii rapporti .
1401 Silendo./.4t. HarpocratedjuoDio.PA a i.defirmendo il
Silemio cofi dice.Dom.inda a coflei l'.4ngelo,ibe uia Dtb
ba‘tener Si tbe'l sdennotruoue ; Difiela Fronde, già co-
fluì folla Fra uirtudi habiiar,et non altroueXon Seni det
ta,e lina loia fi fidea . Taciti sfauillando oltre lor modo
CU ocihi. Tacito ho.T acito focile, yedefti ben, quando fi
Tacitoarfi. Tacito fianco dopo firn chiama. B o c.Taci^
te Si^fiioni.y ergognofifi Taciti fe n’andarono. Stanano
Tatui fitfrlpefi adaicultare.Tatitoprmcipio.Tacitamen-
tcécendo. hefieuimiando Tacitameme .uedi alt Indice.
Ufi con quelli d'Helta Tirile Badie, quando erano anebor Tacere. Lai. filcntinmfiaiitumuai, iquandouno bainco-
nnoue, FiaeleScHoleafiaideltfuauua.Altempodi Ti mmitato a parlare, (fi SilereX quando uno non ha colma,
tha-gora ,^iMribua. Mancati que Tbdafopbt , e quei ciato a parlare.^ ìt. Tacer belio . mai piu Tacer gli i
faniitCbelofolean tener pel camm riUo,Dagti honefli co noia .Et l amar forza,e’l Tacer fu mnute.Ei bel Tacer,
ftnimfi'bauea marni Feceale fceleraggm tragitto ; Co- & quei Janii cojiumi .
mincii andarla notte con gli amanti Indi co i Ladri, e fare Tatere-Latjaccrefitueerefiomicere. Tbt.Io nonpoflo fa.
deUtto: Molu col tradimemo egli dimora : fieduto ter. Il meglio i fili’ io mi mora amando fi taccia. Et io pien
1404
tbo con l’honucidio aacbora.Con quei,ibe falfin le mone-
te ba njaaga Di riparar fi in qualche buu {cura , Cofi fpef
fi compagni mutafi flanga, Che'l ràronarlo tifana ueu-
tura, .Ma pur ho itinfeffurtelo fperanga ,SeÌ arrtuar a
wuga notte bé cura -4 la cafa del Sonno fruga fallo Te-
rrai (che quiui dorme) ritrouallo. & ritrauotoio mila ta
fa del Sonno fequita.llSiUmh ua intomo,cfi faUfeorta.
dt paura trcmo,e taccio.Hor ; che'l iiel,e la terra e’I urti-
U tace. Ella fi tace, diiund 10 tacca. La doglia miajaqual
tacendo / grido . Et tacendo dtcea . Tacerein quefla fonte,
Mataa ignd'alfin majoffn,^ taciMgiamai poi la Un
gua ima non tac que. ond' amor teco non tacqui. B o c.Tij
felamentc fi taequero.efi per paura lacci tero. moko farcb
he meglio bauer taciuto. uedtaWucdue,
Ualefiarpe dtfcltrofi'l manlel bruno , Et a quanti u’in~ Muto,^ Mutole Jjt. & ebnguii, & hot etingue, i quello.
che ipriuo di loquela. P at. Mute Rime , Lingue. B oc.
-dgutptdijòrdafifi di Mumta.corne fiatue dt Marmo Mu
tote. Facendo funi atti come MutoU fanno . Qmtfi Muta-
lo diuenuto .Stara moda di Mutolo fruga far motto,o gir
toakuno. Dan. libito non udir,ttefiarmi Mnto.S a n.
quando IO in fuaprcfmga era,oupaUuUiu, tremana , ^
dtnemua Mutolo.
contrari lontano. Che non debbanuegir cenua con mano.
, { '. Segfia<coflaa[orecchio,epianamemeVjtngelgUdtte,
& altroue figuratamente parlandone due, fenga ri
fpolia a bocca chiufa.gfi altroue "He pur Xun )ól fifpir la
ripercuote. &dPtr. SilemioDolct,Raro,Subiló.DeU
notte. Et un atto che parla con Siientio.Qjiefii pofer Site»
tio al Sig'tor mio . In Sileatio parole accorte , (fi faggie.
"Pollo b it Silemio a più foau accenti , m mife in Stlent» -dmmntire.lat nmiefcertfifi fdere,obmutefcere,conticere.
Quelle labbra ropue.B o c.Jmpofc Silenttoalla giouane. retuere.ual farfi muto fifi tacere. D ah. Tisnaltrimen
nell all indice , ti fiupulo fi turba II montanaro.^ ritnirando ammutì.
Htto è fuono di bocca fifiualSilentio,^ cheto, lat.fignnm ’R.OCO.lat.raueui.ual rauco della uoce.TtT, Quando ■
fileniium, taecte,qutete.nebifcat. B o c. Senga fio mot- frejfo il fno tuon parue già Roco.O Roto mormorar di lu-
to fi Zitto alcuno pothiljìiiti tefli ut hanno Zitto. cid'ande .Hor fana forfè un Roto Mormoraior dicorti,
iqoj 'Piinomueceéqnelo.lat.tacitus,fLicidut,qiiietuiJiumi- Tueridimerci chiamar già Roto. D a u. Rendile a co-
Usjcpidus. P h T.DiClaudiodicoabenottnmo,(fiTiaua ùufib’era già Reco,
Come l titetauro uide a purgar uenne. &per ampioa Chioccii. Lat.rauca,qujfiebiufa,oagtofidarechedino- 1405
i79q&perbumile,^balioaqqi.(fipertbiarofifipjm tafarlauocedeUaCbnociia,ouerogaUina quando uuol
lefe a lóSi.tà' per L pianura ai 10^. eouare.D a v. Cominciò pluio con la noce Cbiocfia. S’i
yian rtano , noi quetameme , a pianamente . Lat. tacite . haueffè te nme,tT afpre, (fi Cbifecfrfrieft ojeurt, a giiifa
fummiffa noce. Tit. Tofeia fra me Tua Tutto , Che fai detta rauca uoce ,
tu la/lo f ^
Pianarne nte , «a/ quietamente. Lat. tacite, quiete,^ fine
flrepitu. B oc. Et Tunamente paJSando dalla cella ém
firn Tuttamente fcopreudolafiide, che cofi era betta ignu
dafiome ne!htaLat.teuiter,& leniter,&-leneSe rientri
Tunameme netta camera,To{iole la fua mmofifòprail
petto Tuttamente difie. Et andamk oltre Tuttamente le
lilafargu. uedi ‘ff Indice .
ìAeMQ.Lat.mentum.nilil barbuggo, detto, da barba,
fio c. Etd Mentonontiratoinfmri,maritondofixcon
camm mego . Col Meutom fuori ut fu nnoltata .Fu In-
tignynlodeua harbadel Mento glidinrlfi. JlbettifSimo
Mento lungim'.nte da -4meta atnato. D a N.Cb'i non
leuai 4 fu eoa. mio ri Mento. Et perire Menti Coccia-
uattpuotO,(fi fanguinoja baua , la Memo a gufi t or-
bo in fu lauua.
biulfo.Lit.iiatpariarfuiio.ifilacere. D Ati.Matucbifi! Barbx LaL^debarbiwim.&anobarbusJhuomt baia bar ,
tbonfuloftugli^lfiufe,pro)uufiu.neHpartt, baroffa,ififpnlUmaimqj0ui,Ubjr^dc^(jpra.Im‘A
<«Mif
à
«pKJj fpK;;
MU
Faccia
COR
pnbirjmpubei,& imberbi} , le sbjrbate,aci finza bar-
ba . & myliax,(is.jinio i pcli,t be nafiono fitto d nafi.cbe
ttal%armcnte fi dhnaniaao i nolìaubi.Boc CcnuM
barba aegra , ej folta al uolto. HaucrM la'fiarba gran-
de, a.gra, & tinta. Con Barba trofia . Era dmeatato Bar-
buto. Lat. barbata}. D a h.Ter uivr fi dolerne al^a la Bar
ba . Lunga la Barba,& it pel btaneo mofira. San. Bar-
abda .
ba Squali
pibarbare . Lat. defilare. D a m. C(« men di rtfiSlenga fi
dibarba RobuSio terrò .
3uhieTO . Lat.barbitonfir .Ticinio fu ilprnao tht toadu-
xefie Barbieri di Sittlia a Rema, Boa. Si (oauimenie la
Barbiere ha faputo menare d Rafoio . Vaa di quefle Bar»
V O Facda
ca,& glouaae del yifoJ)ifegno eoa la mente il fiu> bel FU
fi.Uorie bella parta nel /ho bel Fi fi. La doma cbe'l mio
cornelFifi porta. Et Caria del bel Fifo.Cbedi bianca,
paura d Fijo tinge. Et di lagrime boneSle il Fifa adorna-
e i bei Fifi leggiadri, Cbe’mpaUidarfeH tempo , & morte
amara. Boc. Fifa, Ueto,Fago,BcUifitmo,Rigido,¥er-
mo, Tiaceuole, Ridente, Morto, Bafio, Forte, -Amorofiiy
Chiaro fiatano fimiagnato,Sog^,Lungo,etStrettoCrkr
bato,Cagnazjp,Diutfato, Contrafatto, Dolce. U nato il
Fifo I n<Mi Spauentato . 'Hel Fifi diuenuta per nri gogna
uermiglta. Con malFifi. Il Fifi di Diamlo.il Fifi riton-
delto tott color aero di hiancbigigb , & diatrmiglie rofe
me fiolato tatto jplendido ,
biere. meta, in acce di una Tuttana, o ladra, o mariaola . Vilaggio ,èiiF ijo afato daD a k, Cofi rotando ciafiana d
Kafoio. LataiouaculaJ quello coltello che adoperano li Bar Ftjaggio Drrggatia a me ,
buri a radere la barba. Bo c. Si fiduemente la barbuta Vifcra,cr Fi fiera. Lat. bai tuia fi cofa fo(la aaanti a gli oc-
ba [apulo menare il Rafoio . iht.B oc-nelTu. Marte gU alo^ la Fijera dell elmo.
Et albata la Fifera delCelmo-Bafimala Fifira . tir Fi~
F U C C 1 .4, fierepergltocibialiaieJia ijaó,
S aifare.Lat.delere.fea deturpare faciemaialgatt fi are il ai-
Accia, Sfacciato fi'oltofi'ifo,Fifaggìt,Fi fi. Boc. .Alla croce <f Iddio io ti faifirei .ne lefii laoder-
fiura,Mufo, Ceffo, Grifo, .Afielto,Vrefen- ni fi legge, che io te ne pagerei . cr quando fla per efierc
•ga,Maieflade,Fifla,.Aria,t!rUert,Con- funga autfu,ueé ad aat fare a il6q.
[petto, Cera, Labbut,Scmbiante,.Af pareti- M uib. lax. roftram ; ridut . è quello de gli animali, fi come
t^za,.Apparifiente,-duenente,Laruo,Ma-
jibera,Dinajtgi, Donanti, Innaagi.faifare, ammufare,
acceffare ,
Faccia. Lat.faciet, &ot, orit.aalilaolto. V n.Alaila
Faccia lagrtmofa e trijia Fa nauiUtto intorno ricoaerfe.
Toi quel tb’a Dio famigliar fa unto Ingratiaa parlar
feto a Faceta a Fauia. B o c.Et nella Faccia chiara mo-
d Becco , 0 rofiro de gli acce Ut , & la bocca dell'huomo .
Boc. FntefcbiocPaftno tafana palo col Mafòaerfo Fi-
renze. VareachemimettefieilMufoin feaonelfimllrm
lato ; (parlando S una aeltra). .A gaifa d’un matto bora
col Mafo ,bora col éto mofirato. D a u.Stani ranocchi
par col Mafofaori. A R i.Correndo mene; e‘t Mafo agai
faportaCbe'lbracco.
Sraaad mio lieto flato . Le Fauie chiare, & lucenti, ae- Ammufare . Lat. riBum riBai tangere . i porre P un Mafo
diaU'indice.D AU.Coeat fi fecer quelle Faccie lorde De apprrfio all'altro. Dan. S'ammafa Cuna con taltra,-
lo demonio Cerbero, Haaefie'n Dio ben letUqaeflaFac- formica.
aa.i. la facciata, chiana parte feruta di una carta S un Ceffo. LaL roflram,& riBat,a}aiifitl mafi de cani,tfidf
hbro. Ar i.iqpnera Faccia pia giocomla,e bella. altri ftlHiliaainiali,acapicndo detto. D A che peti
Sfacciato Lat. impudent . i qatllo,cbe non teme uergogna de dal nero Ceffo i Braito,7qpn altrimenti fan di fiate i ca
qaafi finga faccia.? ir. TattaSfacciata dou’baipoflo ■ mHorcopudi,horcolCeffb,qaandomorfiDapulcijon,
tne. B o c. Egli i flato fi ardito, ir fi Sfacciato^bepar da mofehefi da tafani, onde.
TI mi mandi una fermna.
Volto. Lat. uultm,trfacie}.&queflo filo fida a gli huo-
mini,& non a gU ammali,^ in do i differente d aolto dal ceffaJSi chefipaoipuifcofamente accaffijjtcciaffi.
Lafaccia,chenelaoltofidimofiralaaoiont3jaqaaleper Grifo. Lat. rofirum,riBa}id grugno del porco,erp>gllafi
ijot
Accieffare. Lat.cafire .per acciaffare, ebeaal pighare,&
rapire col Ceffo, I> a s. Che une a queHa leare cb’igtiac
dmotodtU’aaano nella faccia fi dimoflra. onde V ■ t
SpemuuL’ufimulat ,premitaltum corde dolorem. P et.
Si chiaro ha'l Folto de celejlirai . in megp del mio Folto.
E'I Follo , & le parole, che mi flanno Altamente confit-
te in mezjo'l core . Doppia doUeggia in un Folto debbo.
Tanti Fobi; cbe’l tein^,& morte bau guafii. Fra tan-
ti, & fi bei Fobi tlpiuperfetto. Cangiati i Fidti ,&-ta.
aacbo per b> mafo. B oc.l "Porci col Grifo, & poi con gli
denti. Deliberarono tutta tre di trouare modo é unger fi il
Grifo alle ffe fedi CalanJrinoadefldmafi,oai[o. Qjiando
ella andana per la aia, fi forte le nenia dal cencio, che al„
tro che torcere d Grifo non focena, qaafi paggo gb uenif-
fiécbiunqueaedefle,ofcoairaffe. A K l. UpieM,antt-
rhri,dcapou'lGrifi>.
:«j'
na. & l’abra coma . Fi nidi dtpieute ornare' l Fobo . La Afpetto. Lat. afpcBat/>i,ori}jpr£fcntiafllafaccia,o la prò
te fla or fino,dr calda neae'l Folto . il F alto di Medafa
Boc. Con un buon Fobo diffe . Spefie aobt dgaardaua.
rulFobo.
1407 Vifo. Lai. & aabai^ faciet. riBatil r.ifi.'Pm. Fi-
fi Adorno, Amaro, A fciatto,BafiotSel "biaro,CboK>,
Dipinto, Dolce, Hamano, Innamorato, Leggiadro, Lieto,
Santo, Sereno enufio.Tm cl. Aumam. lodato m pia di
miOe carte, li Fifi i un file . E'I Fifi di pieiifi cotorfarfi.
Torccndo’lF'ffoapri
^ • V
fiaza. P E T. Afpetto GeatU,Venfifo,Sacto,Fartato,Aa
fpetti Adrifiemgm.Ofcan.TrometteKdonipau ne l'A-,
[petto. Boc. Era formofa,& di piaciuole Affetto . Di.
tmgbore Afpettoabe alcun'alt ro partaa.ìLflprimo A-
fpetto. llbaonAfpetto.Terquedii,ibeneaoftri Afpctul
ti comprenda. Dan. Afpetto Trifto,SrBto, Real,Strt-
no, Gcntd, Benigno, Tranquillo, Dolc^amaar,BcalÓ,
Santo, Diamo, Lieto. 7s/oa mutò Affetto . "ìirl Affetto
fiero.'Hsl primo [petto .^AfpetfitÈBpfitlh i . '^’-i
’■ Trefena.
ì:
.r
•I
et'.
Facci» C O R P O Faccia 191
uoo :^dimt.ltt.pr4ltntU.T ET. Dtuea'lcìrlaJomxr U fu* nuLtuéiu.P tr.TermirarUSembiair^ilit<UkiCb‘all
Vrefem^ . Cìk-'h fiw Trefon^ Mépm iaro't morir ,ibe tborUfiinelcui nedare fperj.iPmugtm , thè il Sudarla
tU4cr Ctata ■ SiaethmtendeiUb) dolcemente Jiulto Infila di Cbrifio.L' angelica Sembianza bm^,& punajjtma
Trefcnza. B o c. 'Hella Trefetrga d Iddio , In Trefenza w altra Sembianzaj.fmiUiudme. "Hpn guardar me ; ma
di IMW In tua Vrefenza . l’alta fua SemhianzaJaiUaftmilitHéne d ìddio.& quan-
Hipprelentare. Lat.exhtbere,&feofiendere. P e t.Mì rap doànotadtmoftrattone,uedta lé 5
prefcnto carco di dolore. Roc . Per /p frefcodolore Rappre Sembiante. Lat.ftgnum,nutus^fpe{lus ; per tafpetto, 0 ce
fenialoneueflimeniiofcuri. ilcbe Domeneéo uuoletbe ra/mcroallo,'ifegnodelmfo.Ttt.Tcràdiperdonarniai
quim r.ipprefeKato ti fia . non fi fitta .A cbt col cor, ir cim Sembiante bumile. Tm
,4pprefentare,per rapprefentare. Dan. Ma perche toura uoltegia dal bel Sembiante bumano Hoprefo ardir . Tfed
tanto è piu gradita De [operante ; quanto piu apprefenta ella a me per tutto' l fuo difdegno Torrà giamai , ne per
De la bontà del core, ondò ufeita. In che piutoflo ogni S embtantc oj'curo Le mie fperanxe.Gliocibi,& Ut fronte,
bora s'apprefenta . Mai noni apprefenta natura, & ar~ ni bel Sembiante bumano bafciòUe.fe tu m'amafli lìuan
te Tiacereddelì diede. "> Sembianti , & nei tuoér moflrafiLUtti. B o c. Et
Maieftadc,«&- Maeftà.Lat.mairflat. Vtj.Con tanta Ma, ton Sembiante turbato un JìledtffeJ. uifo. Cofiei non face
iejiade al coriofferfi. B o c.Tale ànanzi alla fua Mae, ua miglior Sembiante ad uno, che ad un altrd.t. cera.fat
m facciamo proiuratore. to banca Sembianti dandarealbofco.i.atti,odtmo[lra..
Vifta. Lat.facies,niCus,afieSus. per la prefenxa,cr afpetto. tioni.iijiattrobuomini,cbe nel fiinbtante ajsai bonoreuo
P E T. f'iHa .Angelica, Ornata, .Alma, Amara.Bruna, h mi pareuanoj.nel afpclto.
Chi iradJ0lce,Humana,fetla. Fiorita, Oliura,Signorile, Appari, ma. lat.ajpeflus , per la prefenza, &afpetto,ui~
Supeiba,Scolorita,Serena.('ifle Leggiadrctte.'NÒur.Ten Jia , dimoflratione. B o c. Spauenteuule neltApparcn-
filimela P’ifta.La yijia del kl utfo. De la fua yiHa dal- sy. In Apparenza , & in coflumi non mica giuuane,ihe
temente acerba . Et quelle uogtie giouanib acceli Tempri ad ufura haucjie prefìato ; ma piu toRo re ale. Et m quel-
eoa «u l'ifla duUe.ir fella. Tal che [occhio la yifla non lo che moflraua la fua Apparenza . Con altre afSai Ap~
joferfe. B o c. ydla Horrtbtle.Fiera. Era nella yisia af parente grandifiime. Dan. Coft quello fbigor , che già
faimanincomofo yifla uifiuaaiedia ijja. ne cerebuFiauinto in Apparenza da lacarne. Diuen-
In uilla. Lat. uifu,&afpe(lu. P t r.fiTurbata,Lieta,Hu~ taui Apparenza poco Alrfcnro. Tanto uitrafporta L'a~
malia , Vallida , Aftiutta . fi Dolce in uiRa . In uifia ft mor de l'Apparenza.
raU. gra . burnii fi moflraua . yanno fuperbt in yiRa 1 Temenza per apparenza. LatafpeSus. Dan. Che la fua jiji »
fiumi domu rbe’n yifia naia altera , fir difdrgnoja . O Varuenza ft difende.
noflra ulta , cb'è fi bella in yifla . Il ciel tinto in yifta . Apparifccnte . Lat. optima indolii , ingenua , honefla , &
Turbato in yifla. fetta , fatte , ri gw intuitu ; è quello che ha buona Ap~
Hto Aria peri A fpetto,o prefenza. lat. afpeSui.prafintia, parenza:& Afpelto.Boc.Terciocbe troppoera gu-
P E x.Q.ue[aria dolce del bel nifi adorno Tiacciaaqne. nane,& Apparifcente . Fanugli,irtutligliuiioleAp-
ft'oeihi.Boc.Ladonnaridettdo.cbeébnona Aria,& parifeenticome fei tu . "Ns le fece una ghirlanda borre-,
nolente donna erxj& forfè bauendo cagion di ridere nfpo note,& Appo reme.
fifiicfl é buona uogUa . A tien en ce> C io ilìefio < he Appari feente, ueJi a 6-ji.
Aere. Lat. afpe(ìui,prxfentia. P E x.Aer facro, & fireno, Mafcbera. Lat. larua,& perjona. Boc. Mefiegli una co-
Ou amor co begli occhi il corm’aperfi.S’a figni delmio tena incollo^ una Mafcbera incapo. Se non che la Ma-
folfAtr conofco.Bo c.ynadonnaafSmpiaceutdeAlrdi fcherahaueuauifidtDiauoto.A frate Alberto traffrU
buon Aere. &quandodmotaloelementadel[Aria,uedi Mafcbera. Ordini d‘haMereu\a di quefie Mafchereche
a o9$.& per lo Spatio a 17 pq. ufar fi fogUoiloaccrti giuochLS a u. Hauendogli pofU
Cofpctto.Lat.confpeSusJaprejfenza. P e T.Hebbon tanto due uolti Orribili di Majebare,
uigor nel mio Cofpetto. Boc. Tfel Cofpetto di tanto gin- Larua. Lat. & perfinaoul Mafcbera,cioè faccia fima,oue
dice . che fempre a lui frana nel Cofpetto .Et al imo amor ro ombra, & cofa mofrruofa, che per tmagmatiune ,0 per
fin nonno nel Cofpetto . Si come fe queflifufie nel cofpetto paura, oper qual fi ucglta altra cagione di notte ci par ue
beatoli inalcuni teHi fi legge ambo Confpetto. dere. Ttx. EtM tra ma m'appameQuel T raditor in fi
Lihhii,per [afpetto,& la cera. LatAfpeRus,liifns.P ST. uuntiteLarue.DAS. &ei:Selu bauefi cento Larue
Ouele penne ufate Mutaiper tempo, Crleime prime Lab Soprala facaa,\K i. Lofatondiabolicbefiie LameTAt
bia.D A N. Qjfe fra fauilla tutta rmraccefe Mia confrien rerdaqnelénerfijcbefilea .cbeglifiarue, Comcfpartr
tiaala cambiata Labbia . Toi fi riuolfi a me con miglior foghon notturne Lame.
Labbia.!, con miglior parole, &a)petto. Con fi contenta Tìinìmi. Lat. coram .in uete finprefinza .T s T.Benmi
Labbia fempre attefex con uifra contenta , & ridente . crtdea Dinanzi a gli occhi fnoi Fu Dinanzi a bigi occhi
Boc.AinphionOconLabbiaconfolata.Conobbialfuon quella nebbta,Che fu. L'alto figliar dinanzia (ui nonna,
delfuodalce LiutoThebefu priaic mun circonJUta.y t, le .Qjtelanticomto dohe empio fignore Fattacttar Di. :
df quando figm fica le Labhra,ueé a 1J7<. nauziaUReina.Chemitito^efitofroDinanzi.
>411 C rz. Lat.uuhus;i[afpeito,fruifiper laqualficonofiefal Ifiuanti. Lat. ante.coram.P E T.Cb’arfi quanto'ìmio foco
legrezz^txi'lamefiitia deWbuomo. T. Cera allegra,btni bcbbi Donante. Boc Et bocci Donanti pofridifiretigia
gna^gritiolijurbata. nani. ynfèrmagbogbfeDauantiappiccare.
S nbiaiua. LaEfimlitudci^uaf fig/trajefrigfefrmagine,oft- Innanzi , Lat. ante . m ueofimprefenza. P » T. Forfilt
.■* - . - . . ^ ^
i
1414
M»5
CoU CORPO Gola
Uerime fini gmu Jauan^ a U pitti fkMrtut . H<uur U G oU. Ut gftUftr lo nitit,& Ihw defetti pittati morta-
wmrte Imuitzi a gli occhi parmeJìjicfta per mille jirade U.V tt.U Cola 4 lònao^ l’otiolé piarne Haaito dal wo»
Sempre Imuìh^ mifa.&cbi mntace Sempre m'ilamn do ogni uiriii ibandiu. b oc. Se nel peccato della CoU
mpermadoUepem.Toraam Jbihb^j, come. baueua a Iddio dislaccialo. Tiabuomim lucift la GoU
' che'lioltello.D AS. EtSanaltrorimanattiborlaCola.
C .4 T Q. IpmiidiTbojianaTocotempoiuiqiuftaColaferaj.iial
le jirctta detta da Unni fauiei .
Capo.C4iitjle,Co,Te{}a,Tellbio,Zucca,'Huea. Golofo. Ut gHlBlÌ4S,btratbrofinit,conudo,onis. heluo^a
Capo lJu.capiit,perlateSia.T I r.ChefelfoUeamator neoMco.crtigaruor.ualeingordo.bQC.Golofi.heiti.
del Capofcemo. Di porpora Medita, t‘l Capo d'oro Sanjò- ton.& ebbmcbt . llaucndopoflo nome alla Golofità fa-
né, che per cianiie In grembo a la nemica ilCapoponei ileiuatione.Ue.ingliiiiies.&Hell’AM.SÌnaniopiioicac-
B o c. JEl koljc il Capo in fuori . Il naia tutto afumalico cierai da te gli Coluji éjn .
in Capo.Sopra il Capo hionJi(fimo. .Alzato ACapo.Leua- Parafito. Ut. & qm aliena ninit quadra .iquello.ihe alle
to il Capo .limai del Capo. Dck.I nidi un bullo fetK(a tnenjè,& a conmti,& col mangiare Caltrm fi uiue,
CapoaUire.E’lCapotronco tenta perle ibiome.ct quan Strangolare. Ut.Jiranguloenecare.i affogare per la goU .
dofignificailprincipio,tà-lafme.utdia i6o8. bocXuttautagliparueuederefidaorfo,odalupollra
Cipita\e.Ut.tapitala.iqueUo,tbemcrtalapunittondel gelare. Come A fiero lupo le iimtde pecore jenga diffefa
capo , cioè t fiere deeapitato , oucro quello , che è pronto a firangola. "P b. A'a capejlro gliguiò alla gola , & tirò fi,
nwnredifirro,cioiinbattaglia. Ah i.Chepertandoco, iheloflrangolarono.SopragiuiuouiilDuiaJuillrangoU
ninne a chi m jale Eeeetto 1 duo guerreri è Capttaleà.pce- Tono. Am.Tboper caueriie , & berribil borroni tan-
na capuit. Doma far.m nemici CapitabJ. nemici morta- ciullo auezi^ a firangalar firpemi .
h Ut. hojles capitakt . Strangoglioni. Ut. offa [Irangulata, & firang<ilatus,ut.
Co, ual Capo. Dkv. Onde mi trafie infino al Co la fpolaj. ui;]iueJlrangulatio4ll'angolamento.fonoquetrilliboc,
infinoal Capoicioi infiuoalfint.ucé léol. 1616. tanhthefmuquajiper ftrangulareihiltmaugia.boC.
Teda. Ut. caput. P a T. Tefla Honoraia, .Aurea , Bionda, -dllegiouani 1 bui boicotti, et alle uecebiei Strigi glioni.
Mouea la Tefla. piegar la Tefla.alga la Tefla.Sue paro- Lcrco.cr lurco.Ut. luna dicilurgulolus. D ah. Et come
le mi trono ne La Tefla . Creouui amor penfier mai ne U là tra U Tedejchi Lurcbi.D'un mede fimo peccato al moa-
Tefla i Qu’i miferi mortali algan la TcHa. B o clagbir do Uci.i auiài^r cupidi come fono tgokfifi brutti, e mac
landa meflè le [opra la Te fla.Ghfpiccò dal bu fio la Tefla. cbùliditalpeccaio.
la Tefla cerrotta.P'oltala la Tefla. Stanano con le Teìlo Bcuicori, Ebbriucht. uediaBaecoDiodel uinoa 117. «I iqig
bafie.SopraleTefiedegliRe.L) A u.mapafiandoperle luogojuo.
Tefle Forte percofie’l pie nel tufo duna. A Hi. Et iorron Ingordigia^ Ingordo.uedi a t} 80.
fiafrirTefla pcrTelìaUt.arietant. Gomo. Ut. guttur.ejr gurgulio. &pigliafiperlagola. &
1accidnuetcdclcapo,otella.ueéaZHCcap-uttoa iiStf. JrumenUt.ilogroppo,onododellagoU.D a v.Hfpor
Ttfchio. Ut.caluana.a. ualU tefla fi tapomona.Vij. ta anebor pelato ilmentoe’lGogm. A r i.alfincouute»
yincc Olopherne •,& lei tornar folctuCanun'anetlla,& che manie L'amariffimo calice nel Go'gpip. i>umil’ar-
(onCbumbdTeiibio.Boc.ycirebbedTiflbiodajino mento a La calda bora efiiua Si ruraheua,poi c’baueua
in'lù un paio : Cbe'l Te fi hto deU'afmo non uoli'ù. Dan. pieno il Go^« .
TqonaltrimtHiiTidcofirole LeTempiea Mtnalippoper Ingin^re.UtJttgurgitarejialemàdareperUgola. D a n.
dfdegno.Cbe qui facea’lTifthio,& Coltre cofe. jl chi del fango ingo^p^a. B o c.HauenJone alquantedri
Huc3,i la lommitàdelcapo. Ut.occtpul ueloecipitm.cioi me ingoT^ate (parlando del fieno) A R i.ll malgiunto
lapariedinanzidcleapOi&Smciputdapartedtdietrofil Martano alquanto ingogp^a.
CKniuogliono,chefialapalattna.D AH. Ldoue’l cernei Sorgozzoiie. Ut.aUpa fiotepercoffa é mano fopra ilgoc
t'aggiunge con la 'Hjfca. Ahi. .4 flolfo in tanta perU gp.B o c.Cbe mi uienuogliaédarti un So'goz^e.
fiùicagna VadaU 'Finca fin fopra le ciglia Cercando. Ingoiareeiaglmio. Ut.gluareaiale ingliMiire^r diuorare,
Dan. Graffiagli ffirti , & ingoia . & ifquarta. Ari.
COL Jl, Moltinefquarta,euiuoalcunneingoia.Cbe[Orcononti
finta fi non t' ingoi.
0\2, Collo, Gorgo, Cane, Foce, CoBotttda, IngbMtire.Ul.glutire,°lutire,clxfignificairgoijrr, 1417
CoUare,Fermagbo, Coppa, 'Figca.Golofità, 0 deuorare.B o c. 'Heltuno ingbuiltifulaprejente nane.
Cbìoltonia.Ingordigia.GolQfi4euaoTi,la' nelP u Aedi a i}Si.
jTJ gorà ,Gbiolti,Luribi,Urzi,Manucalori, Trangbiotlire,TrangugÌ4re.uedi a ij8i.
Sorgoggpne. mgoggare, ingoiare, mghiot- Ghipctonia. Ut. beluatio.onis fiale golofaà. B o c.’HS»
tircjiranguggiare. potendo UfuapoJfibiUidjòfleuere le ffeje,cbe la fuaCbui
Cola. Ut. gula.i la parte dinanzi del colle, rb’iuguluiila toma ricbiedeua .
fontanella della cannadella goU.Vs i.Gola Candida, Chiotto. Ut. heluo,liguritor, Uno . ual auido,& uolon-
Mamurea,Ebumeafl>eluata,Crofia.d-dUbaflro.Boc, terofo. D a n.CbeiiTor abbracciar mi (acca Cbiotto.ma
•per farlo appiccare per U GoU. V nell' A u. La candida nelathiefaCt fanu,& intauernaco'tJhiot: Boc,
• CoU cinghiata di groffexga piaieuole , non fòuenhia. U Huomo Chiou.fiimo quanto aliun altro (offe giamai.i.go
dritta G4auaga ne mtttfuoi,Dclitata Marmorea, ' ^hfiff imoXa maggiore mllama, ibi mai fi diiejte a Qbiot- .
«CI-
Gola
CORPO
l(me,ideflatri{{9. Cheti par Gìmttmei Ch'egUem
Ctottoacelio.
Cumc.l-at.fjuecSifoao k fauci della gola. Ù a K.Lagiftó
dentro a kbramoji Canne. A ntjtuide Canne, &ijuan
do énota .Arundo.LatJtedi a 1 1 9 j , & per Ihromento
da fonare, a ió6.
Stannare.Lat.nigulare4a céna che fignijica la gola. B o c.
Tareujgli tratto tratto che Scannaéofi douefie Uuare
riito,tà‘qniuifcannarlm.A t. i.Comc fcannato dt faetta
cadde 4t fua man f cannate .
Strozza,r 1/ canak che giunge dal polmone alla boccafer
cm mene il ftato.chepcn npercojSo nel palalo , nella liil^
gua,& ne denti fifa noce articolata , & dijltnta,& pi-
glia fi per la gola.V) A n.Qjiell'binno figorgogiion ne la
Stro^iuAii i.Etla fpada gU pon dritto a la Street^
I+l8 Stradare lètalmente tflringerelaStroc^a che impedì'
toil fiato thuomo fi affoga, t!r Hrangola . Lat. iugula
rc,aoc.^lta fine da loro atterrato, et firog^ofu fubtta
mente fuentrato.
Foce. Lat.fauxiU canaktto della gola,& tneta.la aflret
tex;ga deUe ualli, le bocche de' fiumiiche Jono prefio il
mare , chefauces écono i lati ni. Boc .Con un buon uen
to infino nella Foce della Magran andarono. Dcu.S'a
la man delira giace alcuna Foce . Minos la manda a la
fettina Foce.i.al fettimo cerchio dell inferno.Ee io pin he
uè che per altre Foci T^andaua.i.per U cerchi del purga
Spalle
S T .A L L B.
m
VALLE ,Tergo , Homeri. Gibbo,
GhmboJiKuruo, Tortatore,Baiulo,
Eraccio,Cubiio,Lacerto, AfuUe,Di
tellajiturgarc.pi,rtare,apporiare, ri
portare,trajportarc, recare, adduie-
refrarrc.
SpiUc.Lat.fcapuUdergaJuemeri, 14;
er tnterf capilium,ilolpatio tra Cuna fpalla , & [altra.
e!r pema/e,& petafo,oms,tj petafuncului ildiminutiie»,
è la jpalla filata, cioè ilprejcuitto ,P t t. Ad ogni altro
fa uoltar le Spalk.lafi 1 dentro alle Spade, fa ombra con
le'Spalk.La morte ni fopra k SpalltMolto ; A Homa il
u ‘ifo,& a Babel le Spalle, t'hù dopo k Spalle ,e 1 mtfi gai.
A cui tutto Ifrael daua le Spalle.!, uoltauafi a tergo Et
farui al bel defir uulger k Spalle.Tc nitc nga,elr dolor do
po le Spalle.Boc.TUifio la man fopra la Spalla.Kecaua jó
pra k Spalle un pam di yangaiuole. Citelli caditi fopra
le candide Spalk. A m . Dando le Spa Ile a quefto uentoi.
fuggendolo j;t lafciando dt dtetro.comc no curanteStc n.
L'uno Jbfferia [altro con la Spalla . Et firetto m’accojlat
tuttogeltto A k fidate Spalle. & qui fon pofie perla
forga perche Latini pongono humerot per la forga
. . . I
m’affettai m fu quelle Spatlacce.
tono ftretti.Terir al fine atentrar della Foce ikieft del Tergo. Lat.tergus.ual dopo le fpalk ,o' pìgfiaft perefia
porto. ... .
Col\o.Lat.collum,cerui.r,& obIiipiis4,Un, k Collo tor-
toicomedeglihtpocriti. Pi-e.Coilo BeUo,Càdido, Gentil.
Cinto di ferro i pk,k braccia e'I Collo. Che'i nodoyJi ch'io
parlo Ji dif doglia Dal Collo. Et a me poji un dolce giogo
al CoÙo.Le bianche treccie Jópra’l Collo fciolte.Che'ntor
fpalla,& homero.Pt t . Et parte adhorad borfi uolge a
T ergo.MaUhi fé [opra gli nenia da T ergo.Dc H.chefiiu
, udiriet'auofiriTergbi.A a t.MadaTergpPadugna e
batte luami Aedo non fe k uolga,tr nonl'agganni . Il
fierpaflor ch'a lor nenia da Tergo . T u gran Leon, a cui
■premonkTergaDekcbiauideldeL
no al Collo bebbe la carda auiura. Dunque bora i'I lenir- Ì4ttergare. Latjurtere terga,i nuoltare la parte dman^ di
^dakuare il Collo Dal giogo.Boc .Cello Debtato,}>lor ' dktro.D a u-Aronta iquel,cb'al neutre glt ìattergaà..
bido.m fiaccate il Collo. Vorlommt in Collo, rmfigctte- felifa fpalk al neutre.
ri al Collo. Lat.iiiuadei mcollunr.T. abbracciatolo al CtbboXat-.gibbnsgibbt/jr gibber gibberisAinota grojjèo^
Colio.Lat.cirtnndàrtbraebiaCollo, ttanelk fpalk,^Mak quanta Cobbo,lL>t.it.Et)annun
*4*9 Collite.Lat.collare,monlk,ioraamentodel coUo.&me- Gibboiche fi chiama Latria Di fotta alqualiconfecrato
bum Jq, fine millui, nel nubim. Il, ilo collare del cane. nn’Ermo.i.certagrofiafportaiufnoridamonti.
Boc..Cou unCollare (Coro alla gola. Chembo a gibbo LatJial torta . t> c u.Tra eno,et piano 141
Coìlotto\A4 la noce del coUo.Lat.ceruidsnodnt,^ comm eraun ffntier Chembo .aUnrn leggono Sghembo cb'i il
pago Tbnius Ceruix articulorum nodii lungitur. Ami. medefimo.
Che dentro a la Collottola gli mijc II fterLurcano uncol ^curuo. Lat.inenrum. Boc.nel[ A». La terra rot-
• po,tbe[uciife. ta da Saturno conR/enruo aratro . Et data fortna
Fermaglio, lat.monik.é’-genmjrumorbicnlni.ioma- con Ricnnu>aratroallaiuiouaterra.AppameilRicur-
mento,che fi porta pendente al collo.Boc.Etoltfeaque no Delfino.
fio uno Femiagbo gli fece dauanii appiccare ; nebfuak Homeri Lat.hnmeriderga.ual k fpalk.Vvt. Sopra gli Ho -
eran perle mai fiuub non uedute .TiiW uno di qneììi far meri haueafol due grani[abjbeUtHomenuela.Hor(ù -
( OtferiilamiacorouadauergareMedìpomofmoltemie
belk cintnre,Fermargli,aaella, &ogm altra tara gioia
che IO ho.
Coppi.Lat.cerui.vJ quella parte,ch'i trakfpalk,c‘lccU
lo. Da k. Sopra k [palle dietro dalaCoppa.Che'lfol
uagheggkt hor da Coppa Jtor da cigim.i.bor énanttf , Cr
horé dietro.
[ Homero defirOiCr hor fu’l manco. Boc.Gb cui capelli (b
pragli candidici' delicati Homen ricadenti.! crini pen»
denti [òpra i candidifiimi Homeri.^ nelC Ani il finijlro
Homero gli adorni con un forte feudetto.Gb Homen de i
gni (T effère fonante iPamorofipefi premuti. Dak. Mi t’ac
cofli,& [Homero m’offcrfe.FenamClfil in fu l'bomero
de/iro. Che ne conceda 1 fuoi Homeri forti.
Vortare.La.&baiularefferre.& ftriferifee effi al corpoco- 14J
me al[ animo, & no filo d-l bene ma anebo del male jet na
k portar attualmctedt mitabnente.Pt v.Tobfpaiupor
■ taitenelaftorx^.Coltorpojkutcojfba gran pena portai
Spalle C O
fliielta ch'ai cielo ne portò le ihiauiSimil non creilo, che
Jalòn portale M neÙo.Ma’l uento ne portana le parole.
Zt doglia, & mone dentro a gliocthi pona.Quantefpe-
ram^ fe ne porta U nento.cojc, C’ho portate nel cor gran
tempoafcofe.Bnc. Et feco pensò di portare tre paiu.'Hg
fioj amente facendo da lei portare ma queflotcflo, Tor-
taado nelle mani,chi fiori,^ chi herbe odorifere. Terehe
portandofenela tl hipo.jenxa fallo jirangolaia Chauribbe.
Tronai geme jche port. mano il pan nelle ma‘^ . Senza
alcuna malauoglienza alla fua donna portare . Cremete
R P O Mani
cia,Le Braccia a la fudna indarno moue Vantiquifltmo
fabro Siciliano. Monegiaper ferir alxato’l Braccio,
B o ciCon le Braccia apenegli corfe al collo. Le Bracci*
nude. Tropnefiolct, Gentilh Di^efe. L’un de Bracci con
tutta la rpalla.Deflro Braccio In Braccio recatakft. Brac
ctaletu.uedi a Marte a-j^i. Dak. Et prefigli’l Braccio
col ronciglio .Hoiod Braccio a tal niefiier difàolto . Lo
collo poi con le braccia mi cinfe. Lat. circondare brachi*
cotlo.Con le Braccia m'auinfej&nufòfienneMa Barba-
^ riccia il cinfe con le Braccia.
di cfueila Ulta pafiò,di che ejit pan compafitone ponaro Abbraciamenti . ,Abbracciare,Rabbracciare.uedi fetta
ru.Ter beniuolenta da bro a meVortata. Che la uerità F enerea 6~)6.
dee tuoi maefln mi fu porta , idefl riferita . Egb fi pana Cubito.Lataubdui,i>r cubitum.i la curuaturadel Brac- .
uafauiamente molto ideflprocedeuanelfejferfuo . The- cb volgarmente detto il gombido.SAu.'ìie caddi fi,ch an
ho piucbiari ha porli i raggi fuoi , idefl portalLA u.Lat. cormiduolilCubito.Oniio rimango in fui finiflroCu-
porrigere . Irno .
vtpporiare La.& afportare.Ti T.s‘amor nuiuo configli» lÓ ACccl\e.LatatxilU,è la concauitkpelofa fitio le bracciavol
m’apporta.aecolfuo dirm'apporta Dobe^lla Dan. Et garmentedettelafene linFentttafiaio ,& dittila fo—
s' altri non et apporla.i.guida.Cofifi fa la pelle bianca ne no nominate dals o c. onde Da*. Due braiube ba-
ra 7{el primo afpetto de la bella figlia Di quei,ch' apporr uea pelofe infm f -ifcelle.I nidi cmrar le braca» per f .A-
tamane,&lafciafera. Et queflo apporterai nel monda fcelle.
uoiiro. Ditc\\ì.Lal.axill*.i bifteffoche AfceUa.Boc.’HelPangui
Riportare. Lat.quafi retro,e!r iterimi portare.B oc.Checo- naia jo folto le Diteli* certe enfature.lntomo al coUo,&
lni,che morto fojfe,fi doucfse chetamente riportare a ca- fotta le Duella fmaltato di fuiidume.
fa fua,& quindi lafciarb.Togliqueflo mortaio, &ripor- Lacerro . Lat. è parte del braccio ufato perb tutto da
talo a Belcolore. HauendingU renJuto indietro Ubar- Dtu.SicbeJlraccialo ne portò un Lacerto.
Ja,& la cinturajche gitele riportaJ3e,Tomò per lacafi*
fua,& cold la riporto doue buata l’hauea . Rapportare
per rif trite, uedi «1411.
HJ J Trafportare.Lat. tranif erre :fr<ì)erertnf erre, abducertvb-
ftrabere,remauere,auertere,traducert. Pir. Che mal
nuo grado a morte rm trajporta , Lafio amor mi trafior-
ta,ouio non uoglb. Cb'artzfl mio dì mi trafportaua al fi
ne. B uc. Tu tiiapiagliempitidelI'iratrafportare.Do
uetutilafcttrafportare alLinganneuob amore. Con piu
abbandonate redine de nolìri perigli ne trafporta, mi pa
rt,\cbe lira fui quello . Et poi doue la fortunapiacefie gli
M J:
A ni.tJ" mano.Deflra,& Siniflr*JDita,Fn
ghie, Valma,Tugno,Tunxane,Spanna,Bri
t<done,Carpone,Ecco,Ttttto. jl man guru
te, ,4 man piene, .4 man faluajoccareipal
pitare,atlingere,tangere,grattare, tmpal-
mareipuKZccchuireJbrancobrt,taliare,tencre,atlene-
rtjcarparejrugart.
trafportafie.Tareuafeco quella coiab infermità nel toc Mìno.Mani,& Man Lat.manus. P 1 r.Bbnche, Eburne, 14 jj
tare trafportafit.
Recare jper portare ,&ancbo per dare. Lat a f erre .Par.
Tlan chi recò con fua ioga bellrz»^ In Grecia affarmidn
Troia ultimi flridi i.portòfi diede Bo -.Et facciami i miei
panni recare.Et fatta recare acqua fredda ^gettarglte
la nel utfo.QjieÙa dote me ne porti eh’» ci recai.Recami
toBo i mia parmi.Seco fèmpre recando, & bene da man,
giare , tF bene da bere . All'incontro recandogli certi
aneUetti contrafatti.
Adducereper rapporcareAediacondueereaqii.
Trarre per portare. P t r.Cbemi conforte ad altro che a
trar guai . Togliendo per lei tempre trarguai , tS"
quando flà per buareviouere, uedi a 148; ,&perex-
trahereaqiq.
Tronte^ottili, Strette, Ferguii. Propne,BeUa, Deftra,
Dritta anca, Smiflra, TreBa, Honorata, Ignuda, Si
pietà. Col cor leuandoal citi ambe lemam. Spargi conle
tue Man b chiome al uento. di Man m'hai loluit freno.
Hetacendopoteadifua Man trarb.Difua Man propri*
hauea defintto amore. Fna Man fòla mi rilàna,&pun-
ge.Ei di cader in Man del mio nemico.latJn poteflatem.
Che uergpgna con Man da gli occhi forba . per Man mi
prefe.l fuggì* le tue Manie l cor prefe con Mano. Et te
neanfipermanoadue adue.Bo c. Con armata Mano,
ConunaUncia fopra Mano gU ufci addofio . a Mande-
fira,& Stmjlra,Latetquimanui. Douendo a Man deflr*
tenere. Con la Man Diritta , Debeata , Faticata . Le no-
Hre Man iefire. Data C acqua alb Mani. Con b proprie
Mani.Lemumammedefrme.&nelt Ku.Callofe ManL
Le candide Mam conanicubte, cF difbfe dita.
Von*tCìre.Lat.& baiulut, &phalangariut.B o.c.Et con
[aiuto d’aUunoTortatoretraheuano dalle loro cofci cor
pi de'paffatt.Tre, 0 quattro bare da Tortatorì portate. A tnan (àlua. Lat. lutò, impune, rebus iittegris. Boc.A
Jltiulo.Lat.ualportatore.D nu.Di qud,Aefe col Baiuh man falua furono prefi.Kv. i . Doue hauerlia man fabui
' feguente. fanno filma.
1424 Rriccio &Braccia.Lat.braehium,P > r braccia Accor- AmtLn^ìintc.Lat.palmufiippbcéus ' ocMercè amo.
te,BeUefietttibfPietofe,Trefie,Crude . Ma troppopefò, A man giunte li chiedo.
BÓdabmb Bracaa.È'n duo rami mutar fi ambe b Brac A man p\ene.tat.pbnis manibuLV mManibus date lili*
Mani
CORPO
Mani
ij>4
f tmf.DA M.Tatti diceuan . BentiiSus qui uemt ; E fior
gmando di fofra.e <t Marno Mambus,o date blu pUnis.
Ari. T'innbo d'herbe^ di fior,Che da ycrom, e da fincm
fin amene dónejc doirtfliegmano .A man piene ^he t ha
ueano fparto .A manpuneje fpargean d'clerm fion Di
dolce ambrofia,e di foaut odori.
I4j6 J>eibTi.Lat.dextra,ir dexlera manui.Vi t . .Amor con la
man Delira dlato inanco.M’aferfe.Et la man Defira al
cor già fianco porge.Torgctra la man Defira in quello
bofco.B o c Lauirtu delle nojlre man Delire.
Dritta, Dmita.LatJexiera. P n.Da man Dritta lo
flral da l’altra [arco.
Sm(ÌT»,Lat.& Uua,e.P t r.E’l ferro ignudo tien dala
Sinifira .
Diti, Di ta Dito nel numero del men.Lac.digiti;& pol-
lex lo dito graffo della mano.Index,& falutarn lo dito fe
condo,mediut lo ngus.Impudituiari mfamujo duo di me
oip,Digttus anulartseO' mi dicui il dito penubmo , Digi-
tui auritularisjodiiopiiciolo P > r.Diltfthietti fbaui a
tfpoignudi.ì fareuditOjEtmoflratone a Dito.Omtioa Di
I to ne farò moHrato.Lat. Digito nionflrari 'Pcrf ìo,.At pul
CTum efl digito mofirari,& dicterhic efi.Boc. Le Dita
premute daW.Afino.yn rubino in Dito.ll Dito del fpnri-
to fanto.ll Duo grafia del pie.Lat.allex^ allux,eis.
.Adàtare.Lat. digito monflrarejeu indicare ut iilud,Terfii,
pulemmefi, digito mejirari^ dicierj.iic efi^alemojlra
re col duo, P « t. Che per cofa mirabile i addita. D a k.
.Addttan^mi un baltp pofio in fue.yirgibo i quefli, che
I <e/i mi dtce,Etadduatlo. Ma prego che tu m'adéti Ut ca
I gionej.che apertamente mt moliri ( & additò col duo in
nantti)^ efio lom'addùa.At.t.Ma quella fpada (« lor
lafpadaaddita,Cie cólta baueafui do per fìcurtade,i.
impugna, 0 brandi fce.
I4J7 t.cco,Lat.ecce,tò'en,ufafiquefìapartitella quando fidi,
mofira cofanonafpettata,&forta aWimprouilò.Pt j.
Ecco nouellamente la tua barca,Ecco i tuoi minillri. Ec
co lo flraU ond’amor uol ch’i mora,0 uoi,cheirauagba-
te Ecco’l camino,Ecco Danle;& Beatrice Ecco Seluag
I gf<t; Ecco CiH da TiHoia . Eccoi duo Guidi. B a c .
Mentre naie donne erano cotai ragionamenti; Ecco en-
trare nella chiefa tregiouam,Eflendofi pofh a tauola pc r
cenare,Ecco Vtetro,Eccole,Eciomi,uedi ali’Indice.DA n
Ecco [ ìnfidie,Che dietro a pochi gin fon nafcojè.
\n^hie,tyj'nghiaju.unguit,^ ungula qucUadegUani
mah che non hanno le dita,& onyx per lo bianco dell’un,
ghia,<^rpblilanfurajaunghubuncadel cauallo.P i t.
Eofe fe dentro; e i denti, et l'ynghie indura.Di cmque per
le orientai colore, Et fol ne le mie paghe acerbi , & cru-
di.Ba c.CodentiA^ conynghielajuatrafata.yngLie
taglie nti,Tagbentc Enghione , Forte , Enghiuti piedi.
DAU.Chagu [ynglnefmorte. £"/ uentre largo At Vn-
gbute lemani-Ohubicantefacheiugb metti Gb En-
f ghumi addofio. A ut. Le man rapaci, cSr l’Enghie meur-
^ uejir torte.
Crattare.Lat.fcalpere,& fcabcrcfi da raptarejcbetrahere
lignifica T>Av.Lafciapur grattar dou’ilarogna.Ma ite
mo^h'ello’HpB l’appareccka a grattarmi la ngna.ia
to' •ermiiprouerbio cbecofidinota.Buc.Enam òtagna
Grattugiato . Co andare Grat
i piedi alte dipinture/ielLt EpiftoU confortatona
Graffiare,^ Graffio, ueii a npq.Grifare,&Gnfagno,ue- 14
diagli.
pilli coce.Lat.prurigo.dr pturitusii il gran difo di gratta
tare, Itine quelli c’hanno la fcabbia,che Lombaeoi diio-
uofcadore.O a h .Ter la gran rabbia del Pintore, on-
de pn^carc ucrbo.Lat.ui llicare.
Gbtrmtredagluo.la.ibefigmfcaualde fir:ngo;uale piglia
re co [unghie perfor^.ÙA s.Etei tenta de pie ghermì
toil nerbo.Ei fu con lui foura'lfofio ghermito j.Hreiio, e
auiluppato alta zuffa. Aai.U Re pagano Orlando hebbe
gJxrmtto.B o c.kt fccatalafi m piedi jòpra lafihiera for
te glxrmua la teneua. p h .
G hermi ivllc./ono inganni, ut di a 741
Palma. Lat.pabua , a,manus, & uola. e la parte di dentro
della mano.Tt i. Moflrar la palma aperta e‘l pugno
& [berba Con le palme colpir lnfca,& juperba
B o r. Battendoli a Talmc cominciò a gridare ,c nella
Eifioneamoroja, l’alta oittoria Che s'acijuillò c'oCuna,
& [altra Talma,D,K.BatiendofiaTalme. L’altro ut,
ietet’ha fatto la guancia De la jua Talma jolpiradolet
to. A > i.Sufpbuail pianto, e'IbatterValma aValma.
Lat.plangorjriirC' per loarbore,ucdi a 1 166. & per la
uitlona,uedi a 540,
Pìltno.Lai.palmus, cr xpithama , dr dodrans, diguorum, iqsp
xq mator,& minor diguorum iilj.i mijura, che fi fa con
la palma della mano.P ir. .Allhor injit me in men d'un
Talmo appare Eifibilmentc. Ai 1. Et hauea un pabno
anihora difuperchio,uedia SommcfSo piubafso.
Impalmare.Lat.palmos connettere , coniungerej giungere
una palma con [abra in fede. B oc. Et g.ouamfiauano
feroci hauenJogia dannata la lor uba , ficurt della bat-
tagba imipalmatifi alia morte, augi che commeiare utbf
fimafuga,P h.
Spalmare , tr R/mpalmare,perfar piano, & uguale, & è
proprio delle nani quando iinfèuano,uedi a 145 } .
Spitinu,Lat.fj)bhama.Eo.Gr.i mifura, che fifa co mano.
D A K.Per giudicar da lungi miUemigba Con la ueduta
corta d’una Spanna.Aii. T{e ci terrebbe hormai Span-
na di terra,uedi a Sommeffo ,
Somtneffo,iquello,cbefifa con mano akeando diritto il
pollice fòpra la mano oche uien ad efiere abo quoto i una
palma di manosi' mega,che fècmido la nufura de gli an
tichi Romam iun Sefquipalmo,chi fei dita perche face,
nano d pabno di quattro dna , che i grande, come ilar-
gajdr alta Ut pabna della mano, perciò fu detto pal-
mo.Hora [intende un palmo quanto pm può allargare la
mano dal capo del pollice fino all’ubtmo del àio migno-
b),ouero picciolo ; C dicefi boggi Sommeffo qua fi fitto
mefio al detto palmo, perche i mifura imnore qua fi la
terga parte; & perciò direi ioSommefSo Latinamente
Sefquipalmus , hoc efl palmus cum dimidio. B oc. Et
era una triflanguebi,et peggio che non era alta un Som
me fio .
Pugno,lat.& eoUphut^ondybis , i Ut man chmfi.T « t, 1440
nidi Zenone Moflrar la palma aperta e'I Tugno chhifò,
Vumone,ualpugMJai pundio^cuf>io,pugnut. B o c,
MefitrThdippo come utdeBtond^o fattogli fi incontro gli
dteniluifoungran Tuu.yne . Egli gli hauea dati forfè
mille Tungpntpcrlo uifo.
TupgecchiareJLatfungere,fliniuUrr pugno , ual toccare
^ BB H
Mani
CORPO
Mani
(ol puono urtando, come fi fa ad uno forte addormenta- Brancolone aJuerbio,lo ifiefo J/é Carpone. Lat.mcede-
lo.B o c.Diche danni maramgltandofi punzf echio un
poco la donna,el difie Tefiajodi tu ifucl ih'i odofDev.Bt
dt Dami i matuap puitxelii.txonfigU maluagi .
Ticto.Lat.talìuix i'uno de cinque fentimenti del corpo.
Pi r.-4lcuniacquafidifocotlgulioe'lTatto .Acque-
tanX.A l’uélOfidorato,gullo,& Tatto, ne rende poi il
lor debito lenjò.
ìnt3tco,Lat.intallus,ual non toeco,& per meta .Immacu
Lito.A u i.A trarla quindi immaiutata e Intatta.
Toccare. Lat.tangere.P i t. Tignlatoccarimareuerenlea
picdi.Ledi.7ipn è quefto'l terren.th'i toccai priaf Tip to
fa i i he mi toichi, Tregan pur , che‘1 bel (ne la prema, o
re mambus,Cttrpiim/juadrupedum morc.Boc.Lomincio
Brancolone a cercare i’egli U troualfe.
Carpone aduerbio,è il medcfirno che Brancolone, & naie
andare carpendo la terraiò mani, ^copiediagmja che
fanno t bamhim.che con le branche fi palme per terra ca
minano.? tr.Et hor Carpone , hor con tremante pajfo.
Boc. (Tcrciothe Carpone gb conucmuaftare.)tt andò
Ca rpone fin prejfo le donne.
Carpare è andare Carpone, & ilmedejjmo che brancolare,
DAU.lmi tfortai carpando i^preljò lui.T. Et [uno,&
l’altro pie carpandograde Còuento, al cui gurar jon uin
i-r-, r--r »- to,&nanco. . . ,
toccbi.Tipd'cfier tocco da luoi fanti piedi, che fi bel pie- Talparcdat.hoc e]l leuitcr, & blande tangere , uai toccar
de,7ipn toccò terra un quanto, B o c. A/4 anchora il toc- joauemente A ut. Conia jinifìra man prende la briglia
care I patini fi qualche altra cofa da quegh infermi Ha- Con Cabra tocca,(Cr palpa ilcollo, e l petto. CbcgUne
tatociafi adoperatane! toccatoretrafportareXrati mi palpinell'ufitrdelftpo. . r • •
nori,cbe danari non ufano di toccare, uedialClndicc. Talpnare.Lai.ipropno quiHodibattimento,che fa un am- 144;
M4I
Da u.Che la uofira mijèrta non mi tange.
Toccare, p appartenere fi conuemre,Lat prrtinere,conueni-
re becere jnlerefSe.P • r. Tarmi pur cb'a tuoi di la gra-
na loccbi.Boc.Tamptnea auiptndofihea lei la uolta do
uefie toccare. Le leggi deeono efsere comuni ,& fatte
con confintimento di coloro fi cui toccano, che a lui tocca
ua il doucr di re . Egb ci par efier moUo certi, che m parte
male uinno alla morte, cr come il pefee fuori delC acqua,
onde affolutamentefi dice, la carne , & il cuore anebor
gli palpita. Pi T.th' al mio danno; Jlquald),& notte cir
palpitando cercoadcftdubitando, & temendo. Boc. nel
la F i.Ilfuoamantepienodifangue, & amborcoHpoca
ulta Talpitante.s a u.Con uitpalpitardi corfifbneicloe
ueramciite.
titoccherdilualore ditroppopiu,che perdutononbaij. Stugptfcare.Lat .fcalpere , fodere, è toccare pianamente
bauerai.Tion che c[aUrafemuia,mada toccare la prò* coldno , ofimde ,onde fiut^iar ne dinti fi dice, Boc.
prtatuamogbe ti conuUnajlenere J.ufarecarnalmen- Da uguale Mpetito tirati, commciatofl a (iugpiuare iu-
te,uedi ah' Indice. fietnepie tefii moderni fi legge fola^re che piu mi piate
TcKCitncaCO.Lat . ta8us,(!r tallui,e!r contoHui. Boc. Frugare.Lat.coUuflrare,manu quarerealajricare,& frie-
Huafi tulli dal toccaméto di quello corpo. Il Toccamen re.Lat.proterere,quxrttare indagare ,fc ruttrtfit pf r/i r»
tàAu cagione di rafiicurare un paco gb animi ad aprire
gb amorofi difn.Le rocòe T occanti il cielo j.che giunge-
uano al cielo,
jlltiiigcre.LatMallouareleuemente.Koi.Ea come prima
al dolce bto attinge fikfl tocca, & quando Ha per cauar
acqua,uedt a iiiB.
Tajlare,ual ifperimentare, cercare fi tentare Uccando.Lat.
tari ual fbmoUre,molefiarefibaltere. Boc. Deùequali
[una frugando in quelle parti,douefapea cbeipififfi na
fcondcuano.Dc n.Det luogofi per maluffifihegb fruga.
La rigida giuHitia thè mifrugaàdtftflànoU,omuleJia.
Ouc ragion mi fruga.idcft ibaite.purga , cf netta . Cefi
frugar còuienfi i pigri lenti -dd ufar la loruvgba quan-
do riedc,idefl punge.
palpare.tenlare.B o c. Con le tremòti numi tafla tiuagbi Tene re,queflo nerbo ha uari fignificatifi coniogli fuoi ag- >444
pomi del petto.Di n.Ter qucl,(be Cbo il con tcco tafla.
Tentare, per cercare,far prouafitafìare.Lat.& experiri,et
probare.Pcr. Ch'ogni a^ra ma perfua falute tenta. Tcn
ta,fe forfè anebor tempo farebbe Da feemar nofiro duoL
E'nuerfitcntofhrda,& rtgid'abna.B o c. Ladonnaftdi
giofe a uoler tentare, come qucUopoteJSeofferuare. Et fa
tendo fembiante if hauermi riebU fia per tentarmi. lo te-
nto forte che quefio non faccia per leni armi à,prouanni.
Tiu uobe tentò [ufcio [aprire lo pote^.Et tétatolo pri
mterameleco certe domandepiedtl'lndicefiediaióq^.
7ent2tiotìi.LatJeHiatio, tentamenta. Boc. Tipnprefer
guari itudugu le Tentatiom a dar battaglia alle forge
di tofiui.
144S Brantolare.Latjn tenebruqutrerejjallutinarifiacuiire,è
andare conUmam attaltaudo.efr pigbàdoal ftUro.Boc.
Cominciò ad andar brancol ,ndo per la tafa per fapere fé
giunti ultra b prhni del fempbce, t quab tute fimo collo,
caci a gli fuoi luoghi fionie per tfxtmpio. P i t. Cheuofiri
dolci ldegm,e le aolcire Tener mub'anm m dubbio il mio
dcfire.i.fece dubbiofo Ha purché fuoi far tra duo mi len
tte.i.lra[ufctoe'ltnuro,cioifofpe^, odubbtofo. .Amor
Hor mi tien in fperanga,^ hor in pene.Ch'anchor me di
me fiefio tienm bàdo.i.bandifce. Quando nua fpeuie Ciuu
fe nel cor,Cbe'l fonno tenea chiufa i‘1 defir moUeà.thiu-
deafihegb ubimi Hridi Mttengonad ogni hor di pace
in bandoJ.pnuo dtpace.Efler giunto al camin,cbe fi mai
tienfi.ixonofctftfi che fi mal fi camma, gfi- ha pefto in do
glia L» mio cor;cbe uiuendo m pace il teuneà.tormentò,o
cruuòòlbel uifo,ChefdegnOfigelofta gelalo tennejjaa-
fiofe.E natura fi pietà te il cerfo tenne. t dirrtgtò T enem-
mi amor anni uentun ardendo Lieto nel focoJfibbrufcian
do.B o c.ucdil‘Inéce,&laTauola.
fcalafi porta trouaffe,doue andar fe nepoteffe, ilqual Attenerr.lat.detmere,irtcnerc,ualtenerfiforle,appigbn
refiattacaie.Bqc.jtttenendofiaWjIrcione.Et [egbfi
fu^ bene attennto,non farebbe d fondo caduto.Atti •»
dofiSalabeto alla fua fempbce pTt. 'f'' • Itdandof. >
tenendo per fermo. ^
BrancuLirefentendolefemiiie,chedelleerailo,tomineia
rono a direfiht i LiiD a r onde mi diedi Cùt cieco a bran
colar four a aafcuno,E trei'.i U chiamai, poi che fur tnor
ti.K 1 brancolando infin the'lkltotreua.
TETTO
?
C O' R" P O
195
«44$
PETTO. T»pp<irt.Ut.fKfcre,U(Un,UallittjrefiÌjìtàrt.tn>\.'l
Tittv.Sci)a,Fonatj.Stu«uco,Cjlfo,Mamm4,Mjnimlle, ' <aHrùUmMrifmjin{oitlantigio^cofi{ei foppaM»e,co-
Tttrr,7’oppe,Cr{^e.f'brri,Ttnii,Lutte, Skccofopp^rf, me U nuire haurebberfato.
Utture^Uature.tttt»TejMccurc,mkngere. Cìi2e,Lat.m4mm£jjiiberj,rkmityèitmedefmochrp»ppe
Petto.Lu.pcdui.Vi r.TeitoBel,Ùijdegiwfo,GiokJial.T<.r delkcrbotr^reperUuire.B o r netti i'ifsene emort
^kitjcntier«>li iMÌuentrafii Inqkiibil Tetto ; Solfar fa.EtanchorqkimneUlkafigMrjVjiUafi uedejnoe
elelTello & de gU ocM efton onile. Et tunimme degno dMoferpeiitiUaefkeCr^edjr<rkdeJmorj'kra,(imen.>
di qiulTetto.iheéptato porto nelVetto . tdon tonti- dendodt Cleopatra.
tnromoréTetlodjfi.DuoUonfiiri.Dtfojjnrmultimi Sk(cure.Ut.fkprr.D a v Ercuìpmro/iafLimmuSkcctà
J'gron.btkt 'I Tetto ,e'l Iole Git fkor de P oceano mfin al idefi che' l fuoco lira afe la hkmtditt onde fifa la fiaiiur.
Tetto, Ha fijkantatineportoilTettoe tpanni . Titn Leccare.Lat. Ungere, uedt a ijii.
diTtiilofophialalingka et Petto , per tsfogar tl Tetto. \beTÌ.UtJjkbcra,lom>lemammelle;poppr.S a k.Etdtton
Og'u grtueT^ del fko petto fgobra.Tot mia fe la noie far le Um;,& manger gli f'beri.
tn me^'lpetto.Boc.Tctto MatkroJio^o,Toco rilckt- Pomi.per te Màmelii,Lai.hkbera.B oc nel fin. La cinta
*o,SodoJódofielJ)eUcatiTttu Et ni lòe colobi, ma eoe kefir, laqkale ntiiue della grandrj^ de eelefitalt To-t
«447
mt nafeonde,! tfuaU refifientt al morbido drappo della to-
ro dnre^rendono kiracifinno tefiimom,Il uefitmen-
to ebegran parte fi naprina a rignardanti egli non toJ
gUeka alla kifia la forma de tondi Tomtjtqkali lon fot-
tilecopntkraafiondononfifiiHii fareanotbe uoleffcro
mofirat fi mal grado del ktfitmtntc.T.Tomi raccolti in
parte pm perfetta Tiem é fiicco pm Pambrofia ameno.
I44S
gaLt irohft ti la crefiatekata.Pcttotutiproiedono.Pii.
Tettoreggure Lat.pcflorofkmfrgeirre.Boc.tt fi forte col
Tettai krtò,ih'e credette ethakerlo jaito cadere , ma
egli forte fi ritenne pctloreggianJo.pM.
RimpcttO..^ Eimp<iio,& DiEunpetto. Lat.contra,ire
gione,a fromedaconfi): (Ik.kal a fronte, al èrtilo ,è rin-
contro,pi r mcT^fi aU'oppcfrto,et me ne d fei idoa:t ter
•^p cafo & dima nerfò Ikogofi perjona Boc.MeJ.oa la L3nc,ùt.làc,&fiiecks matérnm.Pi-e.Con noci anthor no
noia Dirimpetto alla fua dina Fkmtfioafedcreapkn preUeDìUiigka,theèlMtefifcompagna , Ondeogni
toDiRtmpetloalF njeio della camera . Et Dtliimpeltoa Latte perdona fkaproua,Chorfofi'toJpento alLatte,et
fe fece Harlei.Iokidi Dirimpetto alla bottega è quello allacuila.Bo c.'Fèpn efiendo anchora del nuouo parto
Icgnaikoloktìarta.y nifolaquafioTrapam dirimpetto. rafiiuttoil Latte del petto,
DA*.Toliiacheifiori,et(altrcfrejiUherbcite -4rm Laitare,latJaBare,&laeprabere.Boe.nette rimeifAa.
peno di me da Poltra f fonda Uberi fur. Et nelle braccia to crebbi ,& lattai,
Picchiipcttofi ècco quello fi a queUa, che fingendo il è .Allattare.B o c.L'altro era unfamiullo picchio, il quale
uoto tutto è fi batte il petto con mano . Lat. hypotryta. La madre tfiefia aUattauafifr abloBart; per ditlattare.
B o c.Laqualeiunauecthia Tttthupeuojpigplilìra. Succo.Lat.fuccuimatimujdntiece è lalte,onde V i a.&
Iorc3iti.è la forcella del petto. Da H.Toiidirameinfin SKccu5peeori,^latfubducitur agm.DAu.lìuefi'iSe-
a la Forcata. miramis,è cut fi legge, Che Succo dette a 'bfmo, e fu fiut
1^6 Scno.Lalfinut..PiT.Seno -dngelico,Càèdo,Bcl, E'ttfinili fpofa fietefiimoèni fi legge, Che futetdeiteaiimo.ma
fifpir del mio Scn lolle. Et un di tauro trabe del fuo belSc neUi piu antichi ho lettojL he Succo dette utdia loìj.
h>,iom'hiiomch’ardee'lfocohainSeno.Lofpiritoppar Mungere, Lat.& mulgere,ualcauare il latte de gb uberi.
tirdiqnelbelSeno.B o c.Tareailx mimcliejìe tlmufo li a u. Et m eterno munge le lagrineà.afiiuga.Lalemi
inSeno.RtquellipanmmcficfimSeno^quandoènota m'era del polmon fi mùta.i.feua a quella liniUtudine
golfodi mare,uedia io;<> perlopaefi a Sjq. del latte /tei quale i munta tdefi ufetta .
ÌA2mma.,Lat.& huber,pro buber ji die intendere quello Ciimc3t2.Lal.umculata,kimitrtferla.B o c.Et digiuit-
rfi dintro della Mamma,;!; prò Mamma , perquePodi thiCiuttcata,& mi B u.TuUele firade tCherbe , & è
fuori anmente.onie V 1 t.rwosalii hubire fatui,& al fiori Giuncate.
iroue.Lxta magisprcfiiimanaiàt ubera nammit.Pte. 'Votr.ito.Lat.& naufta,a,naufeoladim,cr orexis,i.s.
Camilla,& Patire andar ufi in I alt. gita Con la fimflra Stomaco Lat.fiomaihus. P« t. Flambi , Siomaih 1 febri,
jota imi ra Màma,& Marna fcr la n.adre,uidt a 1 5 1 8. ardélifanndfParer la morte amara ptu'ib’ajfento.Boc .
Mammdla<iVif/m(r.HtiM) è Manima.Lat.min,uL',& ma Ter grande angofita distornato.
milta drpapilla,x.iloeapiietto dello poppa. Ptr Dal di Ciifo.Lat.lborax ,ptflus,iofi dettoperche capifeetin-
óte la Mammella Lafdat. Boc.MàmeUe non altrtrntnm tertora, queilaparte deliorpoehei detta bufio.
ti note fi!; uigptefihe fiauna uefcita gonfiala. T. Ttcne di Hak.Lc cofiiecon le gambe, il uemre e‘l Caffo . Tot uidi
jucco più di ambrofia ameno. D a K.Terifcetidémoa la genti , thè è fuor él noTenean la tefta,& anthor tut-
defira MàmeUa.iÀalladefira parte. tòlCaflo,apparueefiertrauoltoCiafiundal mento al
Toppìfi il medrfimo tbe mamma.Lat.huber,ruma,c pa- principio del Cafro. '
{■ filta;ileaucdellodellaToppa.Bo c. ynneofiqualera \tnbclico,&BctUio,Lat.'umbiUcus;a'eJHìgam(iumhl
fitto la fttùPÌTaToppa.Guardatcui fono la Toppa man- leftinonnii.DAs.Ei firn nel pernj^p intorno de la ripa Da
caSÌAu.L’andarvafiràdoconle poppe il pel to.yoUan Pymbiliio ingiufeiutti quanti.
dopefiperforxadiToppaidcnèpettofiouefonolepop Bellico. Lau umblicui . B o c.ntlL a. Lemammetles
. ee.Chiron fi uoiji fu la delira Toppa.i.dal deftro tato. Chefe eqftar lelajiiaji, ,forfeinfino al BcUte» te ag-
Boc.T •/«* • 'nppelitne toude,& fode,& quando di gmnger ’uno.
notala parte iella naue,ueè a 1049. Schk\\iJM.rtneifrumbt,fiinokreni.Boc.Et tofifeet
è.
■i
■
I4JO
H5«
CORPO
li Schiend,^ al Ventre ,&aBec9fcie ,fir /die gambe, fttlo,epelne7ttreinjinaP^n(be.
OutdDletiÙ'partoUfer Sibiena.ViKn.Cbetaluoltala ìiitic\\e.Lal.natet,& tlunrs.lS o rjielL* .Hanendele 1 jl
Schiena tiimanea de U pelle tutta brulla. 'natiche grofie,& fiolpite mfuori,^' parlandone coper
Doffo.Lat.dorjuitiiè la parte é dutrodetrbuttmo, & del- tamentedue. Ti dirò adunque pm auanti del borgo del
tammal Indoffo énota intorno ponendo la parte per lo mal peri ugiopofl otta duerileuatimonti.Cb ucnnefat-
tutlo, aliare Addotfo,cioè jopra la perjbna. P i t.EI to di diuenire paffuta, e Tiqiicuia.ucdi alTIndice.D^.
emmt ogni hor addoffo quel caro pr/ó.j Lane di, ^ notte Cbe'l pianto de gli oiihile Tialiihe bagnaua per lo jcfio
Ràmi .Addofio Col poder.Et hauea Indoffo fi cidida gon idefl che le L:grime fiendiuano per lo filo della fibuna
na.Elta haueaindoffo lidi candida gonna.B o c-Vii rie- traWHntuheml canale.
dui) imo drappo Indoffo hauea. Chi -iddopo , o Indo - Culo , Forame Jtoue fi trulla, Tello , Correggia , Merda,
fòcf un afmogu ponepe . Et quafi tutti i capelli ^ddo - sterco,Cacatoio,DePro, Lalrina.'m ctpario , frullare,
orni fento arricciare. Racconciò il Farfetto .A Juo dof, paére.
fi. O A ujl Doffoal petto.&ainenduelecofie .&pon- Cii\o,Laanui.& podex,& manica, a JfirolecrePe,omor
tare Addoffo uale effere cotrarioitraffalioneprefa quan nebefi morene, ibe ui ngono al iulo,dttlo da calare,per
donnona addoffo ad uri altro, lioè còtra/iper batterlo, o cioebe di quello calano le brutture del corpo. T .C ulo Bian
per annaa^garlo.B o c.Ter laqualcofa prefalaqiiangen co,Tondo,Morbido,Brutlo. B o c. Con la penna in Culo,
doellafempre forle,al palagi del podeffa ne fu mena- 'Honglitoccaua lacamifiia ilCulu,lebracheglitrag-
ta;Qjiiui poniandoleaddopo lo Siramba,cp- lo Alliccia giamo dal Culo.Era lapiubcUa di<nna,iht ftrouaptm
to compagni di Tafquinoamo giudice ferrila dare indugio lutto il Cultiiano della bumana gcnerattone (irrifirie)
alla eofafimije ad efiaminarla del fatto. K i i.Ch'unal D a u.Roitodalmento mfindoue fi trulla,
ta rocca fopenea fui dopo,dr quando Doffo dinota alie:^ Foramc.cr Foroperlotulo.T. Che dal Bellico in giu fin al
gaatedia 1775. ForameTagliò.TuiridvForanie.lsoc.lheaglihuoini-
Addo(fo,lndoko,uedidi fopraa Doffo. m,& alle donne fi dtjdtca dir tutto diForo,CauigUa,
HenLLatrenes. B o c. Tanto Iddio il faccia fino delle Re Moriaio,Telìcllo.
m,quanto ne procaccierò,o ne gli manderò ninno . Co/i TruUare.Lat.pedere^ppedere,^ cacare, ufatodaMartiOm 14JJ
giungepeegbtePinelleRenia Calandrino.DAu.Etan- le trulla perlouafiincuijiuotailuentre ; ondetruUa-
dauan col fil nuouo a te Reni. re naie notare il uentre,o come altri fiongono far uento
Croppi.Lat.clunit;èlapartedidietrodelcauallo,&iral del forame di lòtto lonPrepito Lat.^repuut,& crept-
tro animale,cp'poPilena,a fi la grapperà ,&eflltgnum tui uentrii,e la coreggia, onde Dak. Rollo dal mento in
fine lorum fub cauda lumenti. Boc .Gli cominciò a darei fin doue figruUajJoue fi traggepett,o correggie,cr al-
tnaggion colpi del mondo fiora per li fianchi , bora fipra troue.Et f Wi haueadtl cui fatto T rombetta .
la Groppa.Et cofi fece alla Schiena,t!r al uentre,o‘ alle Merda.iar.^ortKJ.D a u-Vidi un col capo fi di Merda lor
Groppe.OAuJljiante bifiieegli hauea [oprala Grop- do,Cbe nonparea,s’cralaico,ochcrco.
pa.Etcheponicofiuiinfu la Groppai&uuoiche’ttoc- Sterco Lai.Percusfi lamerda,& catharticum i la purga
chiDiceua Funtaltroinfu’lGropponeiAm.Co le Grop tiondel «rnfrr.DAN. Vidi ginteaiuffaia 10 uno Sterco,
peildePrierb fariffoPa.Ltfcia la Groppa , e fi ripone Padirca» Smaltire.Lat.concoBui,peppi,digeflio,&iudige
m Sella. Sìiojl non paotio/i jmaltilo. T. Credimr,ch‘ogni uin non
Sgroppato ,uale [en^a groppe. La.depygisfioc depyge, on i Tadibile.
de Horatio,Depigis .nafuta breui latere,ac pede Ugo efl Cìcatoio,Hecrffariofi)eJìro,T^ nato. Calcilo fi Latrina,
&Strvytt>‘lui natibui tritìi fnnt , dt exibbus;diBeriu Lai. latrina, a:,iloaca,a,irf ale JiiJcapl iù fi. T.Gb'.è pel
era! m Athcmenfcsfiompoflo ab a parttcula pnuatiua, proprio bifigno corforaleTer tutto oue tu uai commo-
& tròfica che uuoldirenatitd fine natibus.B o c. Il giu- do Deliro.
dice era magro,& Sgroppato.i.non hauea natiche. Membro, V erga. Viete, Triapo,!' entura. Coda ,Tiuolo,
V\inco.LJt.iba,ttpUuntis,i la duglia del fianco.Pir.An TefleUo,Cau-’gUa,Mag^a,Ttnra,Saetta,Sà Crefci,San
Ileo Fianco,Fortunaio,Tormrntufi,Duro.Vomerdi pen Crefcimanfiiencbia,Belìiafi>eflner,Ro:tjgn,Stendar-
na con (òfptr del Fianco, Che l'un & Callro Fianco Mor do,Cagltoni,TePicob,Orinafiegno.
deuan forte,Chim'ha'l Fianco fento, &chCl rifana. A Membro uirile.Iat.metnbrumfiatura,Priapus, «errtrii,
lei di farai bel Fianco colonna . Spira , ouamor ferì nel mentula,fa[iiniumdnguen,mutofimifieniidiJirutheui
Fianco Apollo.Colferro auelenato demro al fianco.Ta- ei,uerpafi,Temum,CatuLGrauidafiemedif Tenta uocan
Uìpr li uidi[ tali Sproni al Fianco.Conarcoinnianofici re uirifilr ithpaUuj la membro diritto , ér duro,& phi-
faette a Fianchi.Ch’to prono per lo paio, & per li Fian- mofis è il capo del membro quando non fi può lenarii cap
fin.Boc.ljipareuahauereimaIiiniaFianchi. puccio,cioedifcapellare.T>AH.Diuentaron lo Membro,
AaCifiilgallone,daanfiLat.ilÌJ,tluHrs,naiei,ifcba,che chethuomtela.
dinota qualunche afa fport a wfuori del fio nrpo;& PTÌapo.Lal.priapui,fdiode gli hortij a u.Tcffl fiomrg^ *454
perche anfi è anco la giuntu ra [otto ilgtnocchio , refi il :^o dipinto un rubicondo T^po,Triapo e fuor de gli bar
gallone è giuntura principale drl buffo, c;,- delle gambe. ti [enga [alce.
S o c.Et bora per le Anche,^ hnrafiper le [palle bai Codaperlo mfbro uirde.Ltt eauia,& pemi.BoeAl.Co
tendola.D a m Quando noi [un,. ^ douela copta Si noi- da ruta ci ucnifli,a Coda ritta ir ri andrai. t{tuua afa re
geapuntoinfu’lgroffode t. c ,ht,om[ei fi batte TAn fiàdogll,[e ni appiccare la Coda.Qjic'^a è iella Coda é
ta, Cercaua un peccator conamuo l' Ambe. A tt. Et pel tauaila,Che coji fea^a Coda, come fin'ga faneila fifie,
T^iuolo
CORPO
tifò
piuolo. in ucce it Vriafo.Vne.^h(fta la cami!iia,&pTe nmore quatti» fot» per partarire^u tute» (b’elle hab
jo U Pmolo, (oi quale egU piautjua gli huomuu, er pre- biano buon Cotalegrande.
Jiataenu ueljiiUo per no fatto meffolo. MalForo,|>cTÌi<ii>i<i4 Bo z.Ilmal Faro non uuolfrfla,
Peficllu per lo metiibro turile. Boc.S'ella non mi prefleri il prouerbio ,
mortj.ojm non leprelleò il TeHello. ih' a gb huomint^ Mortaio ^er U uutua B o c S’ellt non mi preflera il Mor
alte donne fi dtfina dir tutto di Foro.Cauiglia , Mortaio, lotoso nonleprefiero il pe(letlo,u diapqq.
Vefìtllotueé a gp.\.
Si
Finca ./« ucce il Vri.ipo.B o c.Mlqualmcéio Bufalmac-
co iijje. Vinca mia da lente.
Mizcì,in uecediTriapo.B o c.Chemcfier Maxja entraf
fe in monte nero perfora con Ipaigimento di jàngue.
Stcttl.t«eia,per lomembro.A u i.TupuotpenJar iallho-
ra la Saetta Dirr^ai Mmor , iinine:tpit cor mi tocca.
Caiiiglia.pcr/d uerga/i meinbro.Boc.Cbegeneralmente
fi dildiia a gli buoni ini, & alle donne di dir tutto di Fo-
ro,Cauig lu.Tefiello.
San crcicie in luogo di Vriapo-B n c. Ho poi feruiro a San
crefee ut ual caua . yicinoa San Uraniano fiette un
buon buomo,
Vcntnra,prr/a uerga BocJìeh non mi fare andare a ca
fa,ihe uedi ch’io ho fi ritta la Fentura tefie;cbe non ci
per jonatche forfè.
Bcilia, per io membro. Boc. La donna caualcando allhora
feit^ Iella La tiefiia di fan Uraneatio , onero di San Cio-
uanni Cua Iberto nlfiofii Gnaffe manto iuio,io mi rime-
no quanto io pof o.
>445 DcftriertVflKCit d- Vriapo.Au i .Ma neWincoiro il fuo De
Rricr traboccati' h'at di fimo nfponde il corpo infermo,
Kozzoa,i cauallo irifioionde per triflo membro uirile fu
pojiodalf A%i.douedue,Ma quclptgro Ko^oJiJtonpe-
rofalta,ìndamodfrenglifiuoie,Ò- lo tormenta , EenS
può far che tenga la tefia alta. Et per comparatione , lir
tiztUTi,Lai.perla uutua Boc.uolidone copertaméte par
lare cofi la circóf crine nel Laberinto d' amore. Come thè
nel nero io non fappia btite\da qual parte io mi debba co
Mtnciarea ragionare delgo/fo é Secalia , mila ualle di
uichc ronte,ripofto fitto ghlcurt bofibi di qm Ila , fpefie
uolle rugginofi, & d'unagoma (pumofi.fpiai euoli, &JJ
animab di nuoua qualità ripu n., ma punì dirò.La bocca
per laquale nel porto ì entra, c tanta, ^ tale,! be quan-
tunque tlmio lignetloièafiai gràie albero nauteaffe,
nò fugiamai, qualunque bora l'aiqui furono minort,cbe
tonoii bauefit fernet II óetanni di nulla , adun lòpagno,
thè cen tumore arburo dime nauieatofcfe, potuto far
luago.Dib ebedteo toìL'armata del He Euberio, qualh»
ra egli la fece maggiorr,iuiia infieme incatenata, lenxf
calar uela,o tirare in alto il limone , agrandifiimo agio
ul potrebbe efiere entrata;^ i mirabil cofa , ibernai le-
gnato non u entro, ihe non ut peri fie theuinio,^
firaccofuonfion ne foffe gittata fi come la in Cintia , la
Sulla, & la Canbdi fi dice thè ftnno;ibe Luna iràghot
ttfee le naui,& Coltra le gufa fuori,egb i certo quel gol
fo,uua uoragine uifi rnale, laquale allhora fi riempie reb
befi fallerebbe a he tl mar d’acqu : ,oil fuoco Jtbgne. lo
mi tacerò de i fiumi ]anguigntè& de i rocei, iheCi quella
a uicenda difeendono di bianca muffa faldella ti fiat uolta
non menoat nafiifibe a glioccbìfpiateuolìfiir perla
l
tura propria fiu’di tf i; 87.
per meta jndtuerfimodi.K t i.Cbenonfapendo ciò che tiatuT3lefi>ercunnaticaBoc,Tutlipettareinluffurijfit
fitta gonne,Si naicondefie uahdo, ^ gagliardo , Mina- non foto nella 'naturale flia nella Sodomitica,
gheggiauanconlifiiuofguard». lofenzalcaletnfula Cokii,lat.coxa,&eoxenJit.Boe.LaCrufen^laCo- 1447
rocca folto, £t io Stendardo piantoni dibotlo,E lane fcia.Coleihauer rotta la Cofua.SpiccataCuna delle Co-
fctedellaCru.GlimifeunpaioJtCofciabingàba. Dah.
nido noi fummo Li ione la Cojiia Si uolgc apùtom pii
grofio delf ambe Ella pur ferma m fu la deftra Cofcia.
Mccofiiare.Ljit.conglobaiefi incoxasfiial federe come fan
no le donnefi/uando ritirando legàbe le aggiungono alle
cofiiefimeroda raccogliere, pereto fcdbdo fi ractogUe tut
toinuno.D a u.Et hor iaecofcia,et bor inpiede fante.
Sficcofiiaref ilmedefimo accofciare.D* u.Coitiolemendo
tutto mi racco ftio.i.niirafieiio nel modo che mi Rana
prima che mi mouefii.
AnCiUÌn3Ìì.Lat.inguiaafonole’parli'dinaiigidel!e cofeie
deWhuomo.Bocut mafibi,^ a fcmiue panméie neltMn
gumaia , 0 fono le duella certe enfialure,Da n. 1 nidi un
fiato a gutfa di Liuto Tur ch’egli baueffe bauuto PMn-
guinaia, Tronca dal lato, che thuomo ha forcuto.
mica mia mi caccio lotto.
Tefticoli £af teficub fie fn,colei forni coglioni, firotum,
CTofiheonfla pelle de cogtioni.B o c.nel. F h. Con carne
et infamale Streghe conTefiuoUdiLupo.
Orina Lat.urwa,i^ loiiumai.B o c. Medico, che s'intenda
iPOrina i Mfino Sopra C ufiio della uta un’Ortnale.Lat.
matiilafit^matella,a,Mingere , miBurire, &iitet-
re,per piffare.
Segno, per rorina.B oc Jl medico uedenio il Segno, l medi
CI un Segno, & t altro guardando di lui, & non potendo
la Ul fermiti conofeert.
Scolatura, 0 Diflillatione del membro,cbe uieneagiouoa
ni pertaluUl.i delle ucni,& induce bruforefinceiìdio, dr
aduthonem quello.Lat. Cauma,tis,CT Siriajis .
Vottl.'Hatura.7{qturale,l'ulua,Conno,Fica, Fejìa, Co.
tale,Conian,Figaruolo,Malforo,l'alcaua,Mortaio,ll Ginocchi».Lat genu/ri genut,ni. Pii. "Pcrtheinibinar a
porci! di tenere, Golfo di jètalia , nella yalle diMcbe-
ronte,yoragine infernale.
1446 Pottz.Lat.natura cunnusfiiubia.T.Stnita, Larga, Gran-
de,Dolce,Oue natura pofe ogni dolce^, & Muhebra
il mefiruo de le donne.
Val Cf\\3,per la •mlua.B o c. He poi feruito a firn crefci in
F'altat, ■.
Coti\e.per la UHlua.Boe,le ed» alle f emine fare fi g'on
Dio molto cóuieiie Le Ginocchia ,elamfte.Bo c.Lui 1 be
inG.nocihionfaualcuòinpie.Tiàgendo in Cinocibion
dinàgial Soldaqpgittaiofi.Di, v, Credo che l'era f Ginoe
chic leuala.Fa chi le Cmocihia cab i.chc facci nuofga
Inginoccbiarr.Lat.gtniculari.gemfiBerejl porfi in gitioe-
ch.oni.Bic. Laquale D ginotibiaiafi da duo ntafhni li nu 144 S
ta forte, gli gndaua mercè.lngmocchialcfi reuerétenen
te,ceinmiaio ietiutndò altìe.Ch iiugmcibiò a piedi,
-1
.r
a
Piedi CORPO Piedi
Cambe.t<ff.fn<M, et uba eH a .fura un pofìtrior; tUuifiuolietuTitàbelleMmiaieldJù.^^
Crux ex fura ,<Jr téu cuitHae.B o e.Si comienu dei tut-
recchi Vicìi di Bafibco Sjlermuno .
to,7ùlb^r Ulte U G jmb.1 fi morire, /'ae/io fraudo, 1 1 Pie fing.& pia. P • r. Fiaccali, Lafìiraghi, SoUurt, Bel,
■ ■ _ I - . — Candido Et ch'i Pie miei non fon panali,» ia(ii.Cbe col
qn ile hauea nella Gamba. Bi difccmere la tonda Cam.
la da ninno aliiami-to coperta. A h .Sopraie caio;a é ma
giu fi mi, e le Gambiere,? «.Il Gambo era fiai/umo on.
Medi all’indice. Dan. Fuor de la bocca ciafeun Ihpercbia
Ma O’nnpeccator i pieJi,& de le Gambe.
LcrzCiO Ber^edòno le Gambefecondo il Lancbno; Ma a me
piu par connenieate che fune i frgni i he reflano dopo le
perco/ie,o batlitnre delle lcuriate,cbe di CUOIO fi fanno,
pereiocbeLer^fono le fcnrialeo fer^e ,eBer7fabry.
7ie ruppe le tartaree porte. Che co Vie k.ighifolitari,ec
lafii.Chc'l pu ua umairi^i.&rocchio torna indietro.!' i.
di in t’.n Pie colni,ihe mai non flette.Bnc. Vampinea le.-
uatafi in Tie.mejjoil piede nella jlaffa montò fu. Ver piu
potere penfa re a fuu piaci rc;picdi mnan-ci Viefc mede-
fimo t rafportò penfando, uifn nella pigneta. Cofi adun-
que loftoivTiedi innamiiVie uencndofene c4«4m/o,cir
ciani iando perneunero al Palagio piedi ail’ Indice.
H59
fa che pur figmlìca cuoio , & meglio Rara il te^o di PeàaXe^iltroncofi futiodcl(aìbcro,fcnxairami, t7 fia-
li A s.cbe due.jh come facenan lor leuar te Ber{enA 5f4 la radnt.Boe aieìt F, ». Hauendo neduto dell hurnor
le prime percoBe i & tu nejiuno Le feconde afpcttaua a un giouaut no rampollo di pero Ai uno antico, 6'r»bu-
neU terre. ucé 41215. fi» T'odale nafeere nn bello garzone, &altroue ktUidi
Zanca ual lagamba ujato da lì un .Dt quei , che ft pian diruti VedabAi dinerfi alberi fpefii,& diHaii a mifura.
ocua con la ZancaJ'elfe la tefia.oueetlthauca le Zan- Pedate fono poi le ora*.-, e? le ueliig:e,iii d( 4 146».
fbe.Honida ufare. C3.\cigniLat.catcanea,(!r calcan i,& pernio.^- perniun
culus il diminutmo firn le fpironaglie,') bugaitge, cioi ma
V 1 E D I. le che uitne al cabagao pi rio freddo. B o c. Io gli darei
Iedi,Vie,Viàie,Calcagna,Dita,Tuntei'tt
ghie,Calci,!'efiigi,Vefla,Vedaie , Orme,
Traccia,VAio,Trapafie,ContrapifIoAoU
leiiiudine,Vròtez:^,Hancura,Frelta,Fu
ga,Ci>aloppo, Trotto, Dauanti, Dinanxi.
Corfo,.Àrtngp,Salto,P'ago,Srguate, Rapi
tanto di quello scioltolo nelle Calcagiu . Che'l n-ifoti
tjihiacct nelle Calcagna.l) a n.&bai iaterrale Calca
gne,Tateratì da Calcagni a le putte CtxfoloapuJa de
le Calcagne A « 1 . Chequato può minar de te Calcagna,
Tentar di br, glia col Calcagno prejlo Fciea pretti dc-
, flrier far le uie corte.
do,Ratto.Repente‘,ipeduo%lkcttòfro^ò,'Prello7cuàc T inon.Ut talui,cr fi pone per la parte del pie uitina al i |di
eio,lmmatinettte.l' etoce,Cclereyjigde, Leggiero,Ejfie- TaUone.P > t. Vuota poi nel Tallon da unpicciolangue.
ditoAnello,DejiroJ‘ronioAreltolafo,CoTfoTefiada,DÌ0. S a u.ClidiedeiolTaUonc dietro alla giuntura dcllegu
moranxa,Indugu>,V.gritu,Raltenlo,Tartua, Diparti- nocchia una gran butta.
ta,Diuorgp Tardo,Unto, Inerte.Vigro, Iniemptflmo, Pantcdepudt.lM.acumaipedum.Dau.TaleraUdacal
Capone,.AtentoneJniietro,Iunanzi,OUra,Oltre.VUT cagni a le Vuote.
uia,-4ndata,-dndatura,ljcenga, Congedo , Commiato, Dica,&Diti,ueéa f'nghie.tqtj.
andarefri,gire,ua.auiare,preeederesomare,rttarnare. Piante de piedi.Lat.planla.D a n.EtpoaruauleVianteli
Jiornare,traJloraarcAtlloiuareJrjfiomare, riddere, ar fra loruamtà i.picdiEorte fpringana con ambo le Tio-
retrare,parttreAipartire,fieurare,arriuare,capieare,ag tcideRpianle.
giungerc,liggiuttgere,lvpragiMngerr,ibfiungere,uigiun Calci /4f.‘4/r,<ù. B o r.Itre ina'nadien il di frguente an
gere,meare,auangarr;pa(fjre ,trapajpiere , trapcLu-e , darono a diede calcia rouata i. furono apiccali Tale pu
tranare,trjfandare,procedereaurcare,ualtcare,corre- gna,&cata li ée.Ledieper luna la perfona pugna,
re,ricorrereaiemrejoprauenire.fuggire,ftampare,cam Cj/ci.Ph Et Calcitrar non nate.
fare,liguire,fegHÌtare,lraportare,palfeggurt,liconda, Ricalciti‘are.fM.rccalcitrare,ualecnntraRare, ^oppor-
re,cactiare,monere,dimouere,fialpitareJirpere,tarda- re.nAu.VercbencaliitrareaqucUa noglia.
re,ratteuereatb!>.idon trejifiiarr,reùnqnere ,migrare, Springcre.Lat.extendrre crnra.e muouer te gambe confu-
ritrarre, reddirejriedere, cogliere, ritogbereÀattere ,di ria per percnotere alirui,onde fi dice fpringere il cauallo
battere,ricalcitrareufj>ettare,attendm, indugiare, tar de calci quaft [piegare, & fendere. D a n.Forte Ipringa
dare,reflare,rimanere,altétareAimorarcjcercare, licer ua con ambo te pioie.
tare jtentare,arreRare,mandaee, rimandare, faltare,lan Orme fono le ped.ur,ouelligie de piedi,lat.ueRigia,Ptr. tq(a
aare,gnigp^are,ilfedire,afrettare,raffrettare,auaccia- "Hjo P Ormciu-Frelfedetaniate piaute..A fegutr l Orme
uoPreintpniparte,&per queft'Orme Tornea ueder.
Ombra di iti aie pur de [ulti piedi Orma . Sorga lor a ben
far non mr.fii un Orma, .A feguir i una feraabemiftrug
re,li>BecHareJludiare,proiurare4iroeacciarejrancurare,
prontart, grggearraong'ifuoi deriuatù
■ 14do piedi. Lal.prdfS,iFpeda,& pedatura la pedata delChuo-
mo,rt pediolutJopicJe picciolo.PtT.Viedi5àti,Bei,Snel
UjdibeiU.il Vi de Manco, Candido, Ceu quanti luoghi dt
frgnò col Viede.SibelVirde non toccò terra un quanco.
E i Viedi in ch'io mi fletti^ mofii,& corfi ,pur i mofii m
dtiViedi.TiepuI de fùoiTUedi orma. Mareuerentea
Itedì.Le di,Dri7Xap in Piedi, & cea l'ufaia uerga Mo-
te La uocea pajli,& f Orme èncerear deCOrme ; C he’l
bel pie fece! quel cortefegiro Men jòlitarie f Orme Forau
de miei pie LfiiJo de la trua nemica cercar P Orme. B o e .
-d tlù feguita teine Orwt.D a- n. Ritromam l'Orme no
fireinfirme rattoà.quA mede fimo luogo per cm uenim-
no.ElferutoriflriufeinfiemetOrmti.-mtM.
tulafcbiera fua loaucmente. R o eja Tiedeil fece loia- \eHigio,<!rf'efligia, Velligi nel ntanerodcl piu , ti"
re,conmani,& Vicii in terra.Ter ogni fufcelt» di paglia fno effert di dtu,tÌF di quattro filUbeJC oJM. & ò prò-
> -
Piedi
CORPO
Piedi
'97
nclamirat frrìtU y» trafa/iamloj.LiftiJiidt a dutro.
iljufl't qutU'diro rmo 'iifHtonmtit ibe trapape,^
temniue.El mquelU trapaj. 0 Jojj/iranilo lotrj-
pjfiomntir^iyofl Ctflnmo i t.c.ucéaU'laduc, C7
quaitduduKtuitmpo^cdij ìpp-dr per narire a 1617.
frio U forma. dK la 'iia il pu in terra, (he aa.'garmt me
Jidiic Oruufi lrai(ia,oniU diiumu laittiiigan , orma-
rtiC tramare eqaauOujigmliaimiU pidau SaUnnof
trvuarlo.iome amba fama) 1 caiu tal naia di:iroal/epe-
tbte.PfiJ'efligiSami,Sei,'&SparJi, ycjiigic Hh.
tnan,& alto.El delbelpude aliun ytpigioprbe.y ejU- ConttapaOoJUt.pitnatabomiJeKindoiheilpoiKUl.aa
giajj>are.Boc.netPìi.Stgkédo te yifUgiadilforie JJio. dina , data da Dollari , noi chi teglia la uuiio adelimi
Da v.Setrtka nouitatem fko ycfltp:a" kcie di kejtigio ibe/ia tagliala alireji ad tj^ol) a k.CoJi lopetka m mt
ifor^ta dalia rima la inferno lajtiar te Ikt yejìigie,cr lo Lontrapajio ,
qktflo biomol'atnime. y arcare tò' yaiùxtrc.mdia yario.
’TtìQÓl.Lat ueibgikmàtcr.kalucPigie,uedi 4 1 1 04. jtuan'jfrepertrapafìare.Lat.l'iipirarejtranfiMare ,ante-
tedìti.LatJiefi!gikm,pedi3imprepìO,kalOrma,&yefli icdcre,aiittire.Boc.Uaueiituelladimaliiei:niauan%a
gio,Boc.£gii nanfe ne appare, a quelle, ile jaiiie fono, la l'era dei dokciebauen bauulo marno . Tari lido loto
neVedata,ne Ormaj.figno.Hoti kededoper la jelua,ne malta di ma bamagbaltn auakTtau .
■ ma, ne jinUiro,ne Vedala duanal timofuudoki . Scguu Meare.lat.ual rrapaj are , & procedere ufalo da Dan.
landa le koflre Vedale. thè quella mua Ikicaheji mi a Dal fio Ikunie.
Vefli.Lai.kelligmm;pedumf:gna,kalOmia.K « t.LaVe- Vrecedere,Lat praicére.er ameitdere,peramL.re mnan-
jia feguiui,ìhe mi condujje 'Helbofio. S;i. Ua x.Cbr preiedeiie Jimeiu ggiaiidu.
iq6} Vz(\'o,ey^ Vafii.Lat crgreU'ki.P § e.VafiiCiufii,Honefli, TranaredialtrapafiareD a u.Uai Jt Ik l' oci biade la men
ClortBji,Dulci,Sparfi,Loiilani,Tardi, icnti,Uitifiel. lo teiraai.
ini nuolgo indietro a ciafeuH Vajfa.La ftama ueubtaril Trapelare, ual trapafiarr uedia iqtj.
lapedigiim KaidnppuiVafii, .AiquaiiVaJiip lafil AiulnTeJjilaimbklatiodnfe)ius.f>ir.^ndarCelePe,Di-
uaperdi perdiudo lautUiiienie lami VaJii.raddoppia 1 uin,Hktiian,lJingodi irga trauar franta ,toJa l’hal no
Va/Si,uo'gcieiVafii,(^‘ qui ritenne ilVaifo.Boc.Cenpa Jlro .Andar lofiemoleJla.'N.on era 1“ .Andar Ino lofi mor
riVaJio,Ltnto,Soake,ii tome ! y eiihi a pian Vafjduc»
nendone.Con jludiofò Vafjà,raMulti 1 Tapi.
PìfToiVaJfo.tà' a VaJsoA Vaffo.Latpedttemim.Vn.ya-
ghi peiijìer, thè lofi VafioTaffo itorto m'hauttea ra-
gionar t.u'alto.Cbe Vajjo Vafio a dietro tumutb'aVaf
lalc,'N£H human uerantcnte, ma diurno .Et con t .An-
dar Air col foaue {guardo i’aetordanledoliif ime parole
Il conofìo a l’.Andarc,t'l penfit r da C Andar mollo dif-
falca. Et le catene e ! ceppi Eran pm dolci, che C A nda re
fcioho.Bo e .uedi all’ Indice.
fo a Vafsoi poi fatto fignorea.a poioapoco.la.panlaimi Al lungo inóaie.lat.poll longum tempusdiedi a joo.
Vlffì^po.uaìtranfilo Lai iranfilus, & traiiftio , B o c
yn generale Vaffaggio dacbrifliani fatto, llqiialeal
piedefhno Vafiaggio andare di Eraniia i apparecibiam
ua.Et propoli di non noie re al VafSaggio , alqual anda-
na,m mar entrare, fe non in Ccnoua.
Pairaincnto Lat.traiifcurfus.moleShaAccepio, aduentus.
Bac.Lequai cofe fenga Vafiamento di noia non (redo ibe
pojiaiio iiileruenire.Incommiiò a fare te Vajiate dinan-
71 alla ca{a di colici.
Vì»3re.Lat.lraaftHsJeambulatio,oms. Boc. S’aciorfe
ro della cagione del fuo Vajìare.
14^4 TaJìare.Lat jranfire, per andare inangi Pir.Vafialanaue
mia carta d’ohho.Cb'iopafSai con ddi ito afìai granpog,
p.Vafiaiiimo al tempio poi di pudicitia. Che l'aura de fi
fjiir per tanto fpatia Vafiano al i lelo.Ueii fiort,Cbe ma-
donna pa/ìando premer fole. Al pafiir quella ualle . Et
tino,al cuipa{>ar l'herbafioriua . Idu indo udì dir fu nel
pafìarauaniiruhikdete. La {Iradaa niefilfuoi: ch'mdi
fafìarodn fu lafrefia riua La’nd'io pafiaua.Ljberc in pa
(e pafianam per quella l'ita mortai. Vajlauan doliemf
,te ragionando.Elia oltre pafìandoAf pur paf3i.idefl uia
fe u'anJo. B o c.nedi alL indice', cr quando dinota tem-
po , uedi aapg.drpcr trafigere af}).girper morire
41617.
Tdfiegg'-'red'al andare a pafSo.Lat. ambulare. D a u.yicin
al fin de pafseggiati marmi .
Tr*pafiare.Lat.tranfgrcé.pracedcre,anteire, trifmittere,
tranfmm-rexerthrr iranfireojuando mouimentofignifi
Andare in corA),ab^ in lum fliigéus.
B o (.Entrò m de fiderioé iapere ibe cofafofte l'Auda
re in cor fa.
Andare.Lat ire,& iter rape re,profici{ii , precedere , prop.
drmcta.Pt T.yedilo andar piin d'ira, et diéjJiguo.Et
qual innanzi andar , & qual fguire. Cefi lungo Canate
riur anln.Ma fofpirando andai mJltmoAlf /• ra.Andan
do tulli ire fimpre ad ungmgo.Horlaleia andana. fiora
nre.y idiunaginte andarfin quelaaiueta,andarfi la-
mi mando . ( b aitdatli n fempre lei foU cantando. Tute
n'.indalh.Al'anda afionojtmto,& pi tkgrino , L'oiibio
iLpenficr m'andaua diuifindo,Mcco,& col fiume ragio-
nando andaui Andarci a ueder Ut Andrcn cercando l’au-
raAudrò piangendoper ogairiua.B o c. aedi [Indice.
D A u.Cbedclbtl monte il corto andar tllolfe. Lofi umo
andare.Etgli occhi fi. wdàdotnionumoui.'Hpn iferrga
raglan f aiidare al cupoAoi potete andarne. Ella e'I fon-
noaduna fi n’andaro.Andatenenefuper quella grotta,
“Hot aniauam per lo folmgo piano . Hor uoibe fàppi m-
nangi che tu amb,m uecedi uada;ibe piu non luf'a . Deb
finza fcortaandiancifob. Ale cofe mortaU andò da fo-
pra.Andouipoi le uaidtleuionc.Mapoio tempo andri
idcfl paffera, andrò parlando.
And2t3.lat.aecifiut,iicr progrefnt. D a u.Toi mi promi tq$6
feficura [Andata.Vcr qutSIaandatj.Boc.Voiremo di
re la forinna efiert alla andata noli ra fauorcuole . Che
douefieloroptacer^tn cofi fatta Andata tenere loro com
pagm.a,che la fua Andataoci ulta fofi .Lama A ndjta.
utA?- i-j.u uitt4n\i,olafiiar adtitro.V i t.quando'l Anditmi.LatJnccfui.Boe.'HpnaUraAndaturafa.
tHoUlr T rapajiaadbor adbor fufatalpgge. Onde pm cofi (cndojcbe figlia fare la non^ fpofa.Au. Cb'i diuenu,
Piedi CORPO Piedi
to jtndatoredi nofte.Lat.ambulator. Sc3lpiccio.Lat./>etlimi/hims, tà'ptdtreclipedepiilpirr ,i
7i aftndare . Lai Mitrare ^rajctndcTe, diuertere iratifgre- tjatlla r(morefillrepito,che fi fa co piedi caminaado .
dt,iberare,dedi»areideceatredeuÌ3,ualtrapiffare,<^ Bor..SrniemloloScalpiccio,cbeRinMcaocopiefauiia,
uarcare fiHero come altri dicono adormentare. B o c.Si Cs\pe(iio,éUmedefimocheScalpiccto. Boc. Sentiun
come tgtouani amanti molto fpéfio fanno ; trafandafie . gran Calpeflio di gente andare. Ari. Che un Calpefli»
y à.yiMada,uado,uai,uanno,prop.ey meta.Vo t.Chc‘1 pie le par,ihe uenir jenta,^ haueua ilKeJèuiito il Capefìio
yà innàri È& l'occhio torna indtetro.Focion uà co ijuefh chejempre il letto fiofe.yn lungo Calpeftio.
tre di fopra.Ha coft uà chi fòpra'l uer t’efiimj.Come for A ttentone aduer.Lat.fenfim,pedeprejiim,& pedetenttm
tuna uà cangiando flile.Che non sà ouefi uada Che'n ut~ uale andare a palpigone,o attailoue^on timidjta di non
fta uada altiera, drdifiliguolà. i't coft uada s'i per mio periuoter co piedi in qualche copi,andando al fcurofen-
delimo.i.fta S'io dormo/i nodo, Tonerà, tà'ituda uai Vhi ^4 lnmr,comeallacieca^nt{apohlidice Piantone;
loft>pbia.yagoaugeUetlo,cbe cantando noi. Et le piaghe un a dal nerbo untare.B o c.^ttentone dirittamente al .
thè n ftnalcormi uanno L'alma uaffcne piu 4 Iti. yurte letto.douc il manto dormiua fe n'andò ..41 tentare per af
ne inpaceoueramortalDea, yòdelalperantaaltero. federare jiedi a tx66.
yòcantando,yòfofpiraHdo,Taciioyo,yòcolcorgela Tcntonc,è ihnedeftmu che .4tentone.Au t. Entrapian
toMcur tuò.yommene a guifa d’orbo fenxaluce. Boc. piano, e ua Teuton colpiede.
Da indi in là Ci yà per aegua-Lat iiur . Tertioebe ìeglt Sapuccìo.Lat lapfm,us,ui,iquellc,cbeftfacolpiedein»
yà in corte di Homa.Lat uadil.Tirro corri, yà reca una tappando inaducrtt atemente in qmlche pietra, 0 cefpite
fcnre.Lataiade,&i.yàuiaftgliuolmio.D a u.QjtegU caminaadoSciipucciare.Ljt.offeHdtrepedem.
altri ainon,ihe'ntorno gli uonno , Si chiamaa tbrom, ut Trocedere.Lat ual andare auanti.Boc.Etuolendo già il fra
ucce di nanna per La nma. te procedere alla ajfolulione . Di bene in meglio procem
Ire.Lat,per andare.Pur.Del mioftlungo Ir deftamlo. D' in dendo.Selemieoraiioniuigionerannoprocederemo tn~
uiduIrpieno,bifbgnalrUue,perfargltalcielIriui .Ir an^ uedi Cinéce,& per dertuare,o uemre a I ; 91.
dritto m'infegna,ui far Irfuperbifralta . Itecaldtfo- procciVo di tempo, ardi al tempo a 108.
fpir.Ite dolci penfìer.ne rime doienti.liefuperbi,& mi pimre.La.dircejfus,abfceftuseabfccl.<io,&Halall6tanare, 1459
fertthriHiam.Che fe col tipo foffe ttoauan^mdo. luan rimanere.? t r.Tartirefubilo. .41 tempo del Vanire,
rifrette. Boc. Et mi cóuicn Ire a Firenze Sabato. Scn - Lat,éfcefSus. Et poi al Tarttre fmpm leni cche tigre. Et
^ dire ad alcuno perche Ito ut foffe. nel nostro Tartir tornano infieme . tiel tuo Varar par-
I-M7 Cire.ljtt.ire,per andare.? 1 r. La penna al buon uolernon il del mondo amore. B n c.Comechegrauegliparefieil
pnogirprefio.Gir diparilapenacolpeccato. Ter gir a pariire.'HelVaniredaRhodi. Qjiantunque duro gli
miglior porio.Cir fra le piagge. Gir in fra la gente. Gir fufiiiiPirtìtddaloro. Maperem che'lVartirftdaUa
perCaer fireno flette erranti. Gir mi fece errando, Che fa uerità dette tofe fiate piel noutliare, è gran minuire di di
riangirimonti,& ftariftumi .Chemifeagir altero. 1 letlo.-dcciocbecoipfioVartirfi ncouvrfelafuauenuta,
■tmeifòfpiripiu benigno catte. Haurian per gire ,ouelor Vartire,per allontanare, drrimouere.Latatbire,difcedere,
fpeme i uiua.Co 1 nobili poeti Già cantando. Ctrmen con recedere ptbfcedere.Pn.Cbe’l uer donde fi parte Qjte-
ella in fui carro di Heba,& giffe al loco, Ch'a [humana fio mgrato.Da che'l fot fi pane J dolci colli , ou’io lafctai ■
falute era già eletto. Ut feri e gita. Gite fecurehomai . meflefSoVanendo,ondepartirgiamainonpofto.Qjiat
Ou'e0oègiio,Giua'leordipenfter inpenfierquando,con d'io mi pani da lui. Daluipartmwiilagrimando. Ver
dui cantando giua. Giuan ragionando, cr giuanfi per uia pariirfi da noi C eterna luce. Vanijsi quella difpietata,(p‘
parlando mfieme.B oc Latrai gita uia.i.palfata yna rea,uedi l’imlice.
IttceJeglioccbifuoipanendofifiibitamentealcuore pe- P3Ttiti.latasbilU5Mfcefius,&abttio,onii.?ir. Vanita,
meirando uegm D u u.Queflagran tempo per lomondo Honefla,ylttma,penfàte alaVartita.Bo c.LaVarrita
geo ..4ppref>o il Duca a gran pafli fen gl. fin che i binalo fatta da mefter Guafparino . Verch'cgli hebk poi poco
giui.i..indaui. Et gimmo in uer to meggp per un fcntiero. la fua Vanita , Tdoiofa Vanita , & per lo adiettiuo.Le
Zaggeare,ÌHOcedicontado4p- naie andare a tomo atfpaf- Vanite Forgr.Lai.amiftamres.
^.Lat.deaiubutare,uagan.Bo c -4ndandod prete di fn Pincma.LatJifcefius. P > ■tSubita,inftiqueflaTanen- iqio
to meriggio per la eótrada bora qua, e bora là gag^aii ga.B oc. nella F 1 . Vanente -dmara . Di tal Vanen-
do troni Bentmenga. Il tefìo amico ha gag^ato.Chean ga mi dolfi . TVr la iiuoua Vartenga, troppo affrettata
date noi ^ggeato per quello caldo f nel teflo antica fi Vartengq .
‘gotcoiiato. Vanire, per diuidere.Lat.partiriMuidere,femngereeihiim-
Serpere.Lat.&repere,i andare aonde aguifa di ferpe,eioi gere^leparare.Pft.Ch’appenmnpaneee'lmar circonda,
auinchtando ,cr flenderuio ? ■ t. i>ual per muro ,0 tir l‘alpe.Cofipartialerofè,^leparole.'Boc.Et cofita-
per tronco hederaferpe. Ani. Strifeia fra rherbe,e ua ctutefi,tra [eleuigibe,(!rteguardie fecretamente parti
firpendo a proda. tono per coglirrecojlei. Et per fi fatte maniere U fuefa
I4fg Scalpiture.Lat.calcarepedibus.ual calpellr.irc,t!r calcar co lidie partirono,che egli lepote componare. Sempreed
piedi.B o c. Scalpitando la nette , Lt rugiadofi betbe con peneri ri Iddio ho partito per meg^o .
lento paftofcalpitando.Vrr lo fa.iguinofo puwp fcalpitan Tanire,perfeparareJatt.fegregare,fecernere , ut fupra
do i moni.Pn.Erano come fango da loro fcalpitati,ììr an Vi r.Leuàdo il pane dogli plfter mle.V'he teme del cor
m:llati;&peggiockemoneoninmaneujKofpixgati,&' themtfipane.L’almacuimonedel ftu albergo caccia
auiliti.Li.lloggifcalpitcraimo ipicà lecencre.P *. Damefipartei &àtalaodoftiotta ."ìi^deltiiogiogi
Piedi
CORPO
Piedi
19»
tmor tabu* fi fàrtc.t n c.Rccat ifcla in braccio , pre Tra duo minori egualmente Diuilò.
fata bcne,fi che partir non luotea. Mai dalla faffa non lndiuiribi\c.LuJniUuiduus, nate infeparaUle. R o c. nel
lefipariiuaMaquandoauieneche tbuomodaUe nmfo P H.Terciocbe amoreindiutfibiU cofafi iroua,p t r. Cr
fi pane. noflra forte Comeuedi è tndtmfa.
Tartire,perfepararfidaqMtflo mondo, noi morirea 161 (5. Diuoczo.La.diuortium,i la Jrparation.thefifa tra mari
D^anire.Latjbjcedere, recedere , ab ambulareabfudere. lo/: luogbc.Pij.f'olea d aUun de [noi già far Diuorxo.
Vtr.DaleinóimJiparta.Qkefi'animagéiil,ihefidipjr Sttkrare.LatÀiuidere,feparare,legrigare P > i.DiJìmdì
te.,A tbe luttodiparte,quel,Tie dipani con fue fiale pa jjitrahomai fuUmia fera , Che jteuri lame deiuiuoter-
rolc-ida me non liépario.B o c.ll padre /ton fàpédola da rcn tonde. Su per tonde fallaci,tS- per Ujcogb Sceuro da
fe dipartire, non la maruaua.Tanliilio di qui ti dipani, morte con un pKiml legno. K x i.Cafidifieegtiioihedi-
& nel tuo luogo marna. Et que fio fatto fi éparti. La on uijà e Sceura E lungi era da me.i.mliparaia.
de ci dipanimiao.tt da lei fi dipartirono. Spariire.Lat.diuulere,feparare/egregare.B o c. Di coRu-
Dipartìrc^4( .Ab umbutalio, Jdbficjsio. P • t. L'anima mi jf unite dall' altre ut dmollrate. Spanni adunque in-
ai Dipartir prefta raffrena.Ch'al Dipartir del tuo fom- fioro per la piuiola cafa,parte rìanhi nella coru i.diuifì
mo diftoj uoflri Dipartir mi fono duri, Ver lo fuo Dipar er fégngaU.
tir in punto iuolta. Dqpaiare.Lat.diuidereJrgregaro,J!parare.DAN.Ouelacol
Dipicttta-Lat.difcefius/ibitus.tìr abitur. Pvt.iopotem- pa contrariagli difpaia.Cbe per f altt^ga il fàliior difpa-
pu Dtpartiia,0 dura Dipanua Boc. La mattina nel Di u.La grane tdropifia/be fi difpaia Le membra con tho
partirfì. <4^ antunque ruiofogb fofie da lui Dip.trtirfi. nor, iLc mal eonuene,iÀifpareggu.
Licenza, 114/ comimato.latJieentia/irma.Boc, Data a tut Oirparo.Oi/funjui/i a 1660.
ti Utenga^auta Licengait andare alquanto fuori della Difunirejàt difmngerefipanre/tperire/ia’ partire. Dz ».
c:ttà a dipwXfViena Liceioyi.La uofira Ltcerrga. Che non fi dtfuru da lui/ie it amor, che'n cortinirea'.
Litenture,i dan licenga,dr accommiatare. Lat. dare ue- Sparare.Lat.diuidere,ual partire. A t.i.Mifento tipetto
mam/limiltere,remiltere,abilionim permittere. Boc. già f parar di duolo.
Licentiata la brigata. Dalla Rana licentiati fen'andaro Torture. Lat.reuerti/'epedare , redire quafi retro uenere,
noSetrgaefitre heentutife n'andarono.Senga effere U P > r. Di tornar a ueder la donna noflra , tornati loto a
cemiatofi iimafe.Con la fiubeneiitione gU beentiò, ue- la u.iWc.Cbe'lpie ua mnanii,& Cocchio tonua dietro.
di a l’Indice .
Cc^miito.Lat.commeatus,nufsio,elalicenga.Boc.Chie
fe al Re Commiato.Mi conuien prendere CommiatoJea-
ga chiedere Comimato,Bruto Commiato datole,
Coneedo.Lat.eommeatus/iale commiato,o Uceneca.Boc,
nella yiftone amorofa.La donna tacque *llhor,eìr to Con
gedo Vrefi in un alto a me molto contento,^ ne/ P k . £t
quiui peruenuto dalC Ammiraglio prefe Congedo. S a k.
no uerfo la fua\ capanna. A > i. Dai quattro caualier
Congedoprefe.
\ile.Lat.(y l'alue/ifafiquefla noce in chieder licé^a/i nel
d partire /n uarit modi appo run,& appo gli antichi alle
Molte ftufaua ralle efcquie de u,arti;come V 1 n.nelle
efequie di MifcKO;Lufirauitq;uiios : dixilijinouifiinu
uerhatdr C Ari. Co fi a quel foco /he 1 kiudca il core.Difi
147J
torna fcrnpre diuoto,tornami a mente, torrundo a Camo
roja una. Ma tornandomi a mente , toiruno 1 piu grani
fojpiri/il del tomarfi.Tulti tornate a lagran madre an-
tica.Send’io tornato.Tomaua conhonor da la fua guer-
ra.Tutti uoUi/be'ltempa,(fr morte ban guafli Torne-
ranno /ndietro tomi/emp'i ch’io torni . Tomo, don' ar-
der u.di le fautlle. Uefperot doldd) tornino indietro.
b o c.ucdi Cmdice,
L'un dopo C altro prendendo Congedo, fi aidirtgjicufiu Ritornare.Lat.reuenere,redire,repedare.V t T.eonMÌen)»»
ritorrurJluandoilpianeta/htéflitguePhore Adal-
bergar col tauro fi rhoma . Et ritornai ne le terrene
membra. Tolto uedrcfle in polue Ritornarle L'abna nua
fama iritomata.Ben che Lucretia ritornaffe a Roma.
Che fati' a miglior tfpo anche ritorni. Et lal nero fplen-
dorgiamai niomo.ln libertà ritorno fòfpirando .Boc.
uedialf indice.
partendo le parole rflremej.yale &.T.EI tu che m'hai Difiornare.Lot.diflurbare/lejUllere.PerSaltroaccidente
riffiofloi uoci rottcf.i Eccho)0 qual tu fei/>mortal,o im no'léfiorna.
mortale Voi eh ridondi a mie noci prerotte Deh fammi Stornare, per ritornare indietro JMxeuerti/edireirrtrahe
degno almtn et unbumd l'ale ,& bene E ale m buona re,reuocare,emendare.corrigere.B o e.Ilnpriderecofi
parte, fi ufi. chefalta Stornare nò fi peffa.ll uofiro piacere farete,ct
Dùtidere.Lat.perfeparare.allontanare, rhnouere ,parthre, non chea queflo io ui florm/na confortar ut de^io.p n.
Ti r. Ter cui fola dal mondo iopmdiuifò,m'hauean tutto Traflomare,ual tornare a dietroAt ridure a nulla. Latóm
diuifo^pernoneffrrpiudaleidiuifo.'hlonfaripiudi- pcdtre,diuertere/lefie3ere,dtfeludcre.B oc. Et eraful
uifo/po<a>apoco,Ma.Dacoflornonmtpotemponc loco vutrimomo per dmerfi accidenti piu notte trajiomato,
Diijder mai.Lafio che fiaife forfè ella diuide CU occhi altri leggono Fraflornato, ne i buom tefli,
fuoida merce B o c.f'ntauolato tilquale diuidca Cuna Fraflomare/iedi éfopra aTraBomare.
camera daltabro.'Hó potendo diuidei U C uno cadde mor Arretrare p tornar idietro.La.ritroire/rtIroccdcre.retrog*
toMiuifa la preda.Tipn efSendo tra noi muna cofaebe le </i.D a u.yeramfte/ie forfè tu t' arretri Mouédo Pah tue
mogli diuifà;uedi a 1616. Redire,Lat.rcddcre.Xìkti.Maperlamente/benon puort
X)ivà(o.Latjimfus/ial hmtanojrimoto, 0 feparato . P 1 t. dire Sopra fé tanto.
Odipietra dal •nar noftro Diuifa.DiuifaAlma,Diuife, Riedere.La.redire/ialritomare.TiT.Onì^lcorlafforiede,
yogiu:,Luc.,i.;l/9no/Sr ^unamame antico, & fàggif 7i(enurjei/ea la mi temei quel giorno,& Trogne rude
*474
fifdi
C O R P O
predi
CóLtfort3ji>l.ptoii:jptio.aldulcealb(rgorii‘df.^fjT battere alt ìMMìn A«i. lottmd» a Là rifitfe diRimni
miUgnmar Jignor nàorudi.DAK. Et fediuoiaUmintl do.i botta perrij^fia.
mondo rude KedàjìtaifriittodelaluUcaherba ,ahum ^rrmare,ual aggiungere, uedi a Eiua a 10-41 .
ni tefli hanno reddcpiit thè mnmi piace ne poo flare.E Capitare,Kalarrmare aU'mprvuifa in un luogo,Lat. adeffe
feto mai nel dolce mondo rtgge,in ucce diVergis Lai. appcl!ere,pcruimrc,utdi 4 lo-j i.
Ritrarre. Lat. rctrévre ualriurare . P 1 r Acquiti' ,Anra Ciugm re,<y Giui.gerc,per amuare.Lat ajftpiUutJuenire,
Ritrae potepi,comecolui,che'l colpo teme Di Ciouc ir am Vta.Cofal'cguir.d'rgtugncrmei nò popaaiuocihioal-
tof fi ritraggea diiiro.CiaJcun p fe fi riiraheua in alto trui nò giugue.QuàJo giugne p gli O'.ihi al tor profondo
Ter uedirmegLo.^ uolerpoi ritrarla. Vero Jan bieJa L’miagin dàna.Mi gmnfe al cor, cgiugncrà l cjlriti.",
ritrarfimpoftojOtrarmiaccortamltedalo/Iratio.Da Ciugnca la uifla con l'antnbe carte. Cofi gtugncvmo a
miU'atti inhoncfli l'ho ritiratto .Terhtrbea) periiuan la città [òprana 'Boc. uedi l'Indice,
ti a li ritrarlo.Dfiqie bora e'I tempo da rttrarn d collo. Gingcre.V tt l'idi da l'altra parte gmger quella, Che trahe
Dal grojo.B o c.l^olendofi famaynere riirarre.t.ritirare Chuom del ftpulcro.Tipn fia ch'ai mcn ni giunga al ima
0 nmouere. Cheiocomc magnanimo mi ritragga dalpum
nini della tua m tluagità 1. ritegna. Et ordinato, coinè di
quindi fi ritrahefiono Coe tu fai io fimo p ritranui dei lut
lo di qui.i.rimouertni.Et no poredo ciìuo honor riirarft
da far quello. .Kki. Che quei no faceà altro che riirarfi,
Rifiiliare per ritornare in utile,o danno. Lat.condutere,re-
dund.lre^tll.'ìlell rttnuarfi inmeg;gple laftella Del pa
dre in alcun utdgL rtfuUa.
Kittltco,ualfomigliàga.Lai.efligiesJmjgo.Roc.tfiifan
dolore Tra qualunque leggiadre deue, & bt ile diga co
flci.Et giógendo quancCattri nóm'ajpctta . Ma poi ch'io
giugo a la duina parte ■ Quiiogiitje a Simon l'alto con
ceno. Giunfe a man delira Giunji jol co amor ptfofo, &
tardo.C ultimo biffo de miei giorni allegri Ciuiit'era.lbe
ui dtdofi giuta inforga altrui. S on giunte innàgi a la pie
tà fuperna,e I lunghi affanni Son giunti al fine . Tot che
fe giunto a Chonorata ueiga. Giunta .Altjfandro a la fa-
mofa iomba,at fin fongiuiito.Rcc. ut di l'indice.
no Ritratto da quello onde nati lòno.i.raff migbano.Pur. .Aggfugerejis- Mggiugnere f arnuare.LatJifftqui,adueni- >477
I lu la uide,& la ritrajfe in ca rte.i.riduÌJe,o pinfe.
H75 Indictro.t4f retro,& pedi [ìruere t.fugere,Cd' retrocede
re,quàdofigmfiia mouimento.P i x. lo mi riuolgo indie-
tro a cufciin pafiojorna'lndietro.Cbiamarui tato ladiem
tro.'Hi è eh' Indietro uolga. Qjiàd' 10 mi uolgo Indù irò a
mirargli anni 1 pafii torji Indietro. Che'lpie uà innairpj.
tìr Cociho torna indietro. Bo c.Et prefo un balione gU
cani cacai Inéetro.Dubitandofifttra/ieInéiiro.Et uol
ti ipafi’i Indietro,^ quando figmfica luogo.urdia 965.
Dietto.Lat.retro,& retrorfum,quàdo i moutmento. Pi r.
Et fioben,ch'iuo Dietro a quel che m’arde. Ter fuggir
Dietro piu che di galoppo, uanno in Dietro , fi traggo in
Dietro^ miei penfier Dietro a lei uanno Dietro le uà pur
toft pafSopafio.Uientrc al uolgo Dietro uai.B o cjgioua
re.puenirc. P 1 r ch'aggiuger ni può flit, ne ingegno bu
mano. "lir altro farà mai,ib'al cor m’aggiunga. Data
man dejlra eh' a buon porto aigiuge . t't fi ro paffo/.ue
m'aggiunié ait.ore.Dui; gran nemichi infittile , ranoag-
giunte.Cb'alJomiiio del mio bi n qua fi tx4 aggiùto.Ro c,
yupaio dibrache,che il fendo loro infila a mega gembg
gli aggiugea. Inquàtolauédeltadee trapafiarc l’offe-
faje quello ni aggiigerà..Aht laffo me eie aggiungerò io
alla Lberalità delle gri cofe di'Nathan;nÓ che iole ira-
fafUjcie IO cercof Q^uàtuque il maggnre a diaotto anni
nonaggiugeffe . Chi potrebbe filmare thè lemia braccia
aggiungeffergiamai li doue io l'ho tenute. Etdoue l'eg-
giungcuanojU mordeuano,c!p per congiungere, accrefit
re,uedia 1697.
ni andar Dietro le uaniiati,& quando fi dal tempo , uedi Sopragiungere.ual aggiungere .fllTimprouifa-LatAeprehen
derejuperuenire.aduenire.p ■ x.'Hemai naftojè il ctel
fi folta nebbia, Che Sopragiunta dal furor de uenti fiqn
fugg fft da i faggi gir da ù ualit Boc. Tanti preghi (òpra
giugni ndo.Lat .tot fuperadditis precibus . Sopragiunfì
l'adirato marito.! fergenti del capitano della terra ut li
pragiunjcro. Se prima da morte non fiamo fopragiunte
fu da loro Sopragiunto,& prefo.
a tti.&cdluogoa q6s.
Daiianci con mouimento Lat.ame.Pt x. Dauanti a i colpi
de la ittoriefuggo.B oc.// fuggir lur Dauantij& quan-
do dinota tempo,ucdi a itb.&tnprcjinga a 1412.
Dinim'ì.Cat.i conlpedu con mouimento.P è c. t'ala dinan
•gl al lento correr mio. Ter fuggir Dinangi a la mia pace,
et fuggir ual niente Dinangi a l’aU , cIh’I Signor nofiro
ufa Fuggi Dinanzi e lor la fiate e' lucruo ,&■ quandodi Soggiungere.làt.lubiungere,addere'Boc.Etfoggiunfe,che
Hoiainprejinga.uedia ìqii.& quando i tempo a 185. ben fapeua quanti,& qualtbefele marnale facefiero a
^ quando i luogo a g6t. mariti.Et oltre a queHo foggiunfero ùdiffro.
147^ Mandare. Lat.miieere,abmittereotblegare.Pir..^mor mi Difiungere.Lal.éfiugere,&diuidere,abalienare^biugere,
manda quel dolce peiifiero,ma tranquilla oltualietà mi bo c.LeDifgiunteciglia,nel.AmetopiuuoUeripticate
màda.O uiuo Gioue Manda prego tl rniu prima, che’l fuo ingiungere,per ordinare /i tmponere. Lataniuiigere impone
fine.Che madonna mi manie a fe chiamando.il conche re.iubere,mandarerpraiipere.RocJLa Reina mgiunfira
mal fuo grado a tomo mando,e cofi fili Tenne’l fuo dolce Tbilofirato.chenouellajfe.
fguardo Ch'ai cor mando Mandò fi al cor timagine Raggiugere,idinuouogiugere.Lat.depTehendere.PcT.Ma 1478
fua uiua.B o c,uecli alTI ndice. già ti raggiHt'io métte fuggiubV) a «.ìfinchefi raggiuge
RimanJare.Lat.remittere. Bnc.El quiui a uoi mi ha rtman Mpponere.lat.p aggiugere .Ù a u.Sichefe nons'appon di
data.Tofcia che Iddht'ba qui rimàdato.F'Limaméte dal dteindie.Lotépoua iintomo còle forge. Trincipto fu
la fua camera alla fianga di lui Rimandatolo Et conten- del mal delta ctttade,CÓe del corpo in cibo, cbet’appone,
ti L rimandò a cafa toro . e quàdo fia per incolpare^ accaggionart • uedi 4 1 274,.
Rim> ^Mtt. repercutio, remato, uicifim mieto, ual ri- Cogltere,Latxapere^prebendere,uale aggm,igere alTint
frouifo
X-
ì
Piedi)
CORPO
Piedi
>99
prokiJh.Vtr.Cofi caddi a la rete, CT fiim'ha colto.Et f uUem.Spirti^aga MHt,OfimoM,Vitadc gii amanti.
\ me augello m ramo Ouc mi teme,iui pm lofio i colio. E’I f' agile Stelle, Di P'aga fiera le krftigiajfaifi .V,tn d'un
padre i colto ,e‘ipopol ad un uejihio.Boc...4l corpo et Id f'agopoifier.chemidiJma.OpaJiijparli.oprnlicr i'a.
dto ch’io lo coglierò altroue. ,Aciiothe nò lo cogtiefie qui ghi er pronti, uclo,Ch'a Laura il L'ago , & biondo capei
ui il tempo.Ter certo egli conuerri i h’w lo colga. chiuda.Tfig per fcreno eielir L'agbe Stelle.
,4ccoglierepl medefimo Ufi cegliere.Pct.Che sbigottifce,e £tr3te.Li.& multiuagus,& plàs,ntisaial uagaU^.Pt i. 1480
duolfiacioltoìaito.i.rillretto,gintoall’improuifi.O * n. mémi,sefferpo,hbtraeefiiolta l'Etràte ruta eijone.
Et piu l'auiencbe fortuna t’accogba,&quàdoJla prue lcuilotto,Tnliano:& glialtri Erràii.Spirtodogtutjò Er
nere benignamente a 1^6 j.&p raccogliere a 17 00. ròte mi rimibra Ter fpcluiu he deferte, & pellegrine. Et
Treuemre.Lat.pr£uemre,ual[oprjgimigerc.Vex.Treuen- una Cerna errante, & fuggmua Cateto cóunbue gpppo
tofu del fuo fiero defililo. infcm,o,&lcnto,Errameuolgo.ucdia^p%.
\enire.LatMuentiis.P • t. Dunque uicn morteàl tuo f'e SegiiìcLLa.fcquacct ft(laiorts,& pedipiqut.Pix..A quel
nn-m'icaro.Mieucnturealt'emrlim tarde, cr pigre. crudct,ihejuoi Seguati imbiauta. Et cb'i Stguatifiioi
yemre.lat.dr actedere,fuenire,aduenire, procedere. Pir. nel bojco alberga.Coinaiiair proprio a Juoi Seguati inthl
Soiperueniral Lauro.Ter far forfè pietà uenir ne gli oc U.SicomeimuiScguactdijtoioro,le rime,lhe jon Stgua
chi. Et fperando uenire a miglior porto,ch’al parlare Un et de la mente affiata.
gua mortai prefontuofa uegnaoudiouegno . .Amorucn Seguire,ar Seguitare.Lat.fequi ftfitri.Prx .e tal figuir fon
nofco.In forma eCagnel ueiie. Ch'a dio ne ueiiga il le7;gp. tardo, còuien ch'altra uia ligua,e lei Jegue a hiilemo.Se
yengan quanti philojofdii fur mat.uengo a ragionar con guido oue thiamar m'udia il litio. Et f guendo talhor le
lei.Cuno con lorucnia.y iman tutti a quell'orJine eh’i di uÓmi a uolo.Chemiire’l l<gui,al iainino ben t'inuia. I fé,
co.Tur uiiiendo ueniafi lomeuemnioimu'ifpirii man guìtàloauantiilmioéfire.Ch'^dpollolaJiguia.Sigutl
caiido,et feiito al cor ucmmti.Sola uentfie a fiarfi mi una la amor cèfi mirabil liprt .lljuon ligun.ti.o.Seguir l'au
noitc.Drb ucmte a uedcrlo.Com’ ella uenne in quefto *1- ra efiiua.Et lajcia pfiguirla ogni lauoro. Ei fé la lingua
uerbaffo. Sìuandoucnmm terra. L'hore del punto, che difeguirloiuaga. Seguirò [ombra é quel dotte lauro,
fon già ucitute,Che jòn uenuli,e ucrran toflo meno. Tem Sai quel ,chef figuirii Iv già fòffério . Son tardi p (tgmr
pouerrà anebor forfè , tofiomeno uerran. yerrifiem ut,quclla,iheuaftguitanJo,pfarmtcofianteafèguiiare
grembo a quefio fiifolato,a ferir nel uolto uifme..Anior licito f offe a fegintarlo. Seguite 1 pochi , c »<"> la uolgar
uien Hti bel uifo di coSìei , & uiene a Koma. Onde a ben geie.^/ircgifeguite là, dotte ut chiama. L'un ftgmnil ni -
far p uiuo efScnipiouiéfi.Boc Et ueggendo che uoi ue ne pote.Ch’tfegua la mia dute/uirando l'io la figua.a o c.
ueneuate..Allaquale noi uenauamo ad iniittarut. Ma ue. uedi alt Indice. Xì a u.l nongh conofcea,ina efiguette Co
grumo alla feconda ragione, ynauolta almeno a uedere mefuolfeguitarper aliuntafb.
mi uegnate.yerraeci troppo bt n fatlo,& ambo parlan- Seguitare.Lat.progrefiut.B oc.La Beino hripofe ilSegui-
do delle tofimantmate. Le uiuande delicatamente fatte tartallaFiammetta.LaBfinaaPbiliimeru uoltaiafilt
uemtero.Et conundò laReinacheli firomcmiikTiifieio; impofe il Seguitare.
S A v.ytngo a me adunque ;tlquale in quelli eUrèrnian- Sep,\KMC.tal.feqHens.Boe.La Seguente mattina, f'cnu-
ni.i.toriui parlando a me. totidì Segiicnte.Le Seguenti giornate mion.inilate. Et
1479 Soprauenrre.La.fuperuenirt.Bor.EccoSruno Soprauenire, gli due di seguenti a quelle cofcuacando.
Sopramnidoiltépo.Peraiemioaciiafreliipraueahtogli. Terfeguire,&Ttrfrguiiare,Lapfequiualefeguilarecofde 1481
Soprauenédo la notte . Che gite nona nona fiipram nga. gno. P < x.Qual Tharaon 1 pfeguirgh hebrci .ya pfeguen
Qganda pur foprauenipc li b.fògnoptedt [ I ndite. do mia una che fugge.TerfeguiJomi amor al luogo ufi
^ccedfre.La.pNcinreatppropittquare. lÌAK.Cuardawibi, to,&le fortune perfegmre.Boc.lhe feda cento mila dia
benfonjocn{ónlieatrtce.LòedtgnafiiJaccedaralmòtc. uolifufferoperfeguiiati.Come antiquifsimo mmcocon
BÌcorrere,f torrurepuntrefi andare. Lat.recurrere ,reuer ogni odio,&- conia forga perfeguire intendo , Tfe guari
ti,repeJare.Ptx,H/ctorro al tipo ch’io uiuulipriiiu ..A di [palio pcrfeguìragionàdo.i.procedette.DAu.Chequan
lorfimpre ricurro,c5e a fontana d'ogni ima faluie. B o c. do Domitiangli pcrfeguilte.
Tfieiohauidodouepiu lofio ricorrere per acqua , Come Confeguire.Lat. confiqm.T. Però ih'un ben fcruir premio
fe ad uno neramente fama per me\ano della fua gratin ri confègue.
corrcfinno.Mafiirga arme irouandofiricorfe aprendere petfecutore.LalJnfeflator.B o c.Bigidifiimo TerfecutOm
unrama di albero in luogo di baflone. re dmenne di ciafeuno.
Higrare.LatMal partire,& tornare indietro.Pt t. Career Secondare.Lat.fecunJare,ualfiguire, onde diciamo [acque
oue fi uien p firade apte,Oue p jiretteagràpena fi migra andar alla feconda quando nonno alla in giu.T)A u.Come
yagare.Lat.uagorjntunlnerbuc atqueillucferor,ftuepaf- a fèiundagiu l’andar per nane. Cbe'l maeftro con gli oc-
firn eo,ual andare errindti.B oc. Et fi come a hi fognoft eHfifeconda.Ptj.EtungranuecthioxlfeiÒdauaap,
di uagart alquanto,& uagandoripreitder forga, rien pr^o.B o c.Thilomcna,allaqnale il Re impoSìo hauta
trar fottoilgiogo,Teriheabelagio poterono gli fpinti chefecondafir.dipr maltiinitefiiftUgge fgutffe.Efìen .
andar uagandodoue gh pia eque . Ma Ji ritornare (per- do a feconl", e gii piaceri d’a more,
eiocheafìai uagati fiamo. Monimcnco.ZiU.iiio/lt ,moiio^iouimenlu,e itatip Bnc,
^'igo.Lal.et erro flit, et multiuagui,et plìs.ntis.ual erran L'ira mnna altra cofaL che uno Mouminto jubiic,.'~ ™
te^ ’ 'W" prwf.& meta.Ti t. L’ago Tffier, Cerno, con fderato da jentita t- 'fliiia fofpmto. Crani cofcjf/
EugclUiia,..ugeilo,Sàgue,Capel,yaghi,Augelli,Titfin toje fono i'Mouimemi della fortuna. Halanatuiaa .
X
Piedi O O
donne date le corporali fon;e leggieri , le noci piaceuoh,
tà' i Monimettti de membri {oani.
1 4 8 » Mo ira.cir Mojie. Lat.carceres,repagitlitm, & repagei,gis,
lono quelli termini che ft pongono a quelli che corrano
il palio, noi donde fi mouono.Pzj.In fu la prima Mojfa.
Boc. Dalla quale allrauotia haucua prefe le^AloJic quan
do andana a correrle giumente. D* N./»nc«;i che Jdtro
poi Mojialedea.i.inna:tiihefipart.i dal tarpo.
Mouctc.Lat.motui,moito,monirmum, mpuljus agitalio.
Pi T. l'olirà uaghet;^ aiqueta un Mouerdouìm Mo
uer foauenume laura efiiua,
Mouere Lat..t ■ t.I ueggio T^elmouerde uolìrocchiun
dolce lume.Semta'l qual non jàpea mvuer un pafio. Ella
già Muffa é/ie.Si mafie, & difie, E i piedi, in thio mi flet
li,mofii,c!r cotfi,ne anihur fon mofio. L'altro idun mar
mo,ibe ji moua,o fpiri. Dal Ino orientai fi mouc un fiato
i.parte.Che dolccmetei piedi, et gli ouhi moue.ln me mo
uendo de begli ocihi i rai.Seiit^a mouerfi . Mouefi'l uec-
cbiarel canuio,c bianco. Hor moui ni fmarir Coltra com
pagna,:ir meta.Col defio ni poifJo muiterCalt, Chaurai
quiuil pie moffu a mouer tardo Et da begli occhi mofie'l
freddo ghiaccio.Mofiem'illor leggiadro habito tirano,
mai nò niojfen tròda.Hp [pero che gianiai dal pigro fim-
no,Moua la teita.Lafiiandn ttnebrofo onde fi moue,e‘l
parlar iaggio humile,Che monca d’alto loco. Qjiàdo i mo
Ito I Jofinr a thiamar uoi.uedi l'Indice.D t u.Cofi di retro
a noi piu tojlo mota lenendo , &trapa(fando fi ammu
raua,idcfi mojfa.
Motore per Dio, uedia ó.Moto celefle a 6.Motto,Motti,
& Motteggiare a igpq.
-g. Kimouere.Latjremouere,abiungere.V ir. lincio haueari-
^ ^ moljó.Quandodalpropriofttoftrimoue.L'arbor.Bocjie
cof t farebbe, che mai lo facejfe rhnouereje da nuoui ra-
gionamenti non e rimofia.Et le uiuàde, & le tauolefuro
no nmafie-A callello .Amare fe n’andò, ^ ini forfè una
baie tirata Eimofio dalCaltr'habitation, Che co preghi da
CIO non l’ingfgiiafie di r'anouerloaiedtl’ Indice.
Smouerc. Lat raiiouere. P t t. talhornonfifmoiia.Boc.
Et egb flefio a' puntare col upo nel coperchio delC anel-
lo fi forte I he fmoffclo,perno che poca Smouiiura banca
idefl era fatile a mouere.
Trattare. Lat.traClare , &ual mouere frequentemente.
D A u.Traitando l'aer ton l'eterne pine .Tratto Trat-
to aduerbio di tcinpo,ucdi a l}9l,
Diflrahfrr.Lat.& retrahere, dr remouere , ual rimouere.
S 4 N.fHg é amarla mifapea éflrabere.
Leuare.lat.^ tottereexu{eree,mouere,remouere, liberare
exoaerare^al mouere,rimouere,algare, e per lAerare.
tfoc.Er tutto empia tracciato di ni fo che cofa , fi ficca
che non fi può leuar con l'un^ia.i.rhnouere . Si pifo uo-
lerlofi limare da dofio per quefia maniera. Trocniare la
propria morte leuare Cifippo dalla croce.i liberate lena
adunque uiaeamfi difcactia del tutto oueflo tuo folle ay-
peUto.Tcr leuarfi quefia feccaggine da gli octhfie quado
fla peralgare,uedia iqso & per leuar di letto a 71..
Trarre.per leuare fi mouere.LatJrahe.t ,mou. , liberare.
P fT.TalichemitrabeJalcorog. altragioia. Tiemi
trabe ftmpaccio.'Ne tacendo potè., di fua man trarlo,
rtedi Ulta, odi martir quell’. Ima.Ma p troni d’af
atd'i datoa parer tale,tfi- quàdo fla perponarefiie
R P O
Piedi
diaiqjq.&perextriéereaqiq.
Dimenare,Latjnouert,quafiare,cOHCulere,cicre,ual mone
re B o c.Cbeuuol dire queflo Dimenarci Et prefilo per 14S4
la jpallaf incominciò a dimenare , et a thumare diebdo.
Tinucio de fiat!. Tu dai tal uolte per lo lettofibc tu fai di-
menare chihecii. Chi la fera nonccna tuttamttefl
dtmena.Anotf hi dimenate bene fiabe jetofi fi dimenaf-
fe quefio pero,nan ce ne rimarrebbe fufi una.
Scuotere,^ Scotere.letexcuiire.coniutere ,qualere ,ual
ftrollare,^ battere ilmienandofifiedi a 4;
Dibaitcre,Vellarc,iiedi al detto luogo.
Abbàdomire.Lat.relinquere aliqué.deferere, defiituereale
relinjuere,defittre,ty habere prò derchClo.? i r. Le qua
uilnicte il fècola abbandona. Hor m’abbandona al tempo.
D'abbandonam.i fu Ipefio m tra due. Ma non m’abbondo
nate in queftipàm. Et bino i corpi abbandonati m terra
abbàdoni un piu bel lume.ll noiìroamor, uo th'abbando
m,& lafce.Cume Ulta antbor non abbàdono.Boc.Sen^
uolerla mai per altra abbandonare, tT troni di roba pie
na,&efierdagli habitanti abbandonata, Angipofiia-
mo con ueriti dire p:u ti. fio Abbàdonaie.I fam qua fi A b
bandonatiper tutto langutuanofiedi C Indite. D a k. che
la ucrate ma abbandonai.Qnàdo Tbetonte abbhdoni gli
freni.i.lafcio.Toi thè le ripe tedefihe abbandonò, abban-
donar lo nido.Trima t hi la mihtia s'abhandom.
Ahbxndonito.Lat.rehClns.derehBus, dclhtutus ,qui fòt
us,nuUui tu. turfiefenditfijui nulli cure fit, qui nudus fit 4> 8 5
a propinqui!, ab animi fi defenforibus. Bo c .Con piu Ab
bandonate ridine de noflri piericolt ne trafponaafieliBa
tir per lo participio, uedié fopra Abbandonare.
In ibbindono.lat.habere derclidui , fortunt arbitrio,
ual feirga cuHodia.B oc.Se,& le pie cofe mefie In A b-
bandono.Lafciata la camera di Trote Cipola aperta , ér
& tutte le cofe fue In Abbandono.
Reliquere.La.ual abbàdonarc.PAT.Cie adiuicne.a chi uirtu
rclique. ah. e ni retique. Che nòne cerihi fin fittole fiale
Lafciare.La. relmquere.cr p doppio fi anebo i fiato ufato al
luna uolta ne uerpfit mafiimamente nelle definhfidal
Pir. crdaD A K.anchora chela pronuncia thofea noi
conceda, ma nelle profe poidalBoc pfi fempre fe troua.
V A X. Il mio cornhe p lei laftiar mi uolle. 710 mi tafiiar
in fu Pefirimopiqfio 11 noflro amor uo che lafce,gli afpet
ttlafaerannoA mone impttuafaigmniladri,mcdoue
lafii ftifilaCo,mi lafcia t dubbtoqprefo lafiiai menarmc.
Et lafiiale cader, lui hier lei lafii.imo. Lafeian le mibra.
Lafiiàdoaterra la terrena fior^, fu detta cofleilafciar'
mi.Lafciafll ì terra, 1 guerra m'ha lofi iato , p ni lafiiarti
fe/rga ciclufion,nii lafciauan fòl un pito.in quelfuo albtr
go fido La f CIÒ radici. Qui lafih. Lafciogliil nome . Toi ri-
péfjndoaidoUebcncb'iolafio.BeK.jicditIndice.DA k,
fin tre cerchietti Di grado m grado ,'comeque,chelafiL
A « I .Che'l uomer al paflar tagliato baffo.
IntralafdareJ. a.dimhterefial difmettere.B oc. Et in tutto 148^
.Tingi gna di fare che la copi habbia effetto.pciochefe cofi
s'intralafciajfe,io ne morrei filcum leggono tralaftiart.
Tralafciare.id medefimo cb'i iniralafaare.uedi difipra.
Mollare,La.ceffareJitare.rrlinqueTrfial lafeiarefi allenta
re.Bo r.Tfi mollò maifibe diuenne amico é Buffalmaco.
Laquale di ciarlare mai no ceffo, mai ni i-dlxamai no fio
na.L A. c quando fla per bagnare jfiediaitrìt. .
V ■ ■ ' ‘i, ■ f'i^o.^nrrert!
i
300
Piedi
CORPO
Piedi
.orrere.U:.curfiis,fljéum.P ■ t. Toii dinairtt al Lento Atalanta figUa di Scbeneo,nel torli, & nella caccU fama
Correr mio.Corrente Gorgo, RufitUo, Correnti Dì . 1 dì
nueipiu Corremi,ibefaetu.
Correre.Lat.tnrrere.PiT.'Hongia Correr cofi.Corre a mor
teli fanciulla di Tifone Correa gelala al juo antico fog-
giorno. Vhibppo e'I jigtio,che da Telia agC indi Correndo
ninfe paefi diuei fi. Corro a la mone. Mia mia ieorfa. do
ne amor corfe, corfiala dolce ombra . ho già il pm torfò.
Qiielii i corfo.Po e.nedi alT indice.Di k.Ei tanto buon ar
dir al corm. corfe,Che.
Coriò,^ il luogo lime fi torrc.Lat.curruuUit.& quello atto
del corrtre.Lat.eurfus. P t t . yeloci Corji.Fuor del fuo
Corfo.ynfren,chedel fuo Corfo indietro il uolga il tuo.
Corfinonfrena.il Corfi Icnne.ConkienpeHorgarallett-
taril corlo.Riprefe il torfii piu neloce afiai^t lalpenfier
fayn altra .Atalanta è celebrata da poeti, ella altreiì
cacciatrice ardentancnte amata da Mimalione , laquale
alcuni dicono effere fiata .Argina figlia di lofio, il cui pa
dte fu Ubante Re à .Argo JUri di UrcadUa^ nondime
no Ouiéo la figba dt Schcneo danojìra effere fiala pur df
Urcadia nominandola bora T egea fiora Onacria\Uta-
làta anthora, cir figba à Scbento differo quello che ami
Meleagro figbo d'Etea Re di Calydoma,dellaquai’rgbfe
Tartenopeo.Quefia Utalama baufdo pcri'uracuto, de
gbe ne uietaua,dtliberato di no prendere maruo,et ejfen
do da molli domandata per leguima donna, diffe con co-
lui uolerfi maritare , che Tanamtaffe nel corfo ; Ma che
morte haueffe chiunque rimanefie uimo da Ut.yno Hip-
pomene figbo di Megarco nt potedi Tleituno ,fra tomi ,
che ne fecero proua,et uintijcr morti ne furono accefe lei
d'amore,& di pietade col fuo tei uifi,& con tre pomi d'o
ro hauti da ytnerejhora tl primo, Cr bora il fecendo,ei al
fine il tergo gitlando/tentre th'ella fi fi rmaua a logbe-
re ciafcuno nel i orrere, la utn\e, & l'btbbefir mtgbe .
P I T.ttuidi la crudel figba di7iiJi,F uggir uolando,C"
correr Utalanta Da tre palle d'or uinta, dun lelut-
fi>;Et feto Hip f om neijfibe fra cotanta Turba a'amanti,
& miferi tur fon Sol di un tona fi rallegra,Cr nauta.
preiipitaua al Corfo.y fato adì fuiarmi m meggp'l Corfi.
C he gpppo de fio e'nira'ui aftgranCorfii.Horauoidng
gol mio Corfi.o' per lo Corfi de la uita.nedi a 1 5 93 . <7
per b) andare in Corfoa 1465.
DifcorrimcntOji il cÓcorfb.lat.cÓcurfus.'Vni. Quid uult
cciurfin ad amné.Boc. In tanto tumubo,ct Difiorrtmen
to di popolo.Tenfofii paffaua d Difiorreuot tempo.Fl.
Scorrere,ualtrafiorrcre.Lataranfcurrtre. Da» .Che in
babbi peri la ripa fior faa.del lutto cor fa.
1487 Arringo, dr Uringo,i yo.Tr. tfr dinotalo fpath del corfi. Hippodaoiia uclocifimia ncl corfijicdi ihifhna a Mira
Lat.hippodrcmon.anchoraibe't Landmo dicafignificare toomarea iqSs.
UpulpilOiO luogoekuato.lat.putfitum,fegeJiumt&pro Lada curfore ueloafìimo cclebratoda Catullo, “bionLadac ,
rofirisjmde fi dice bt Ringhiera da amgouerboLat. che ego penmpet ueTerfcus. • °
Snota eleuo,et da talauttoruà mofii uogboao alcuni che Fuga da fugare per fiacciare,ernon da fuggire.^ perito
condoppiorrfifcrma,«irnonimparel}'eremcdtolitano unfilogfifinueiat.&aufugfum.tjf \i.Et per troppo
dal uero,perciocbe quando ScunouHol rmgare , fi uè» fpronar la Fuga i tarda . y eggio la Fuga del mio uiuer
de correre ogni uno per udirbi,& per quefìo ancbofipo- Trefta.U feguitar cofieichénFuga i uoUa.Roc Fu tan
triaSie UCorfo.&TeridouedueDuu.M'ihuopoev* to fu Fuga della naue, la dolorofaFugaSUadonnafi-
tfar ne tUrmgo rimafoji può intendere il canto,cha da guitatada cam.
cantare.iamngareilpubbco.abriuogUonocheuéga da Fugarc,pcrfcacctate.Lat.fugarejexpelleTe,eiicere,exige-
ringojche figmficaeffere malto fiato fi fignonaarcggen re,detrttderefiXturbarefiBfugamionuenere per fugare .
do fi a rigeo lat.cbeSnotaborrco.cheualetnettertpau cofa dar.nofa,^ fpiacaade,iamelemofcbe,dalui^,gb
ra.&il Boc..Ampifiimocampoi quello , per loqualeiioi gbucceUidallabiada.DuuJ'irtu cofipernin.icafi fuga ,
hoggifpatiando andiamole ce ni aliuno,che non ch'uno Da tutti.ufi fiaccia.
.4r‘ngo,ma dieci ram fi potefie affai leggurmenie corre- Fugicc.lai.fugax.PfrJugaeedotcegga. Fuggitiuo rag-
re.tfrqubiiifìcomedifoprabjbLiamo dento delCauttori gio.Diletti Fuggitiui. Bac..FugalrueSgjbfcelerattaf-
i tà S DAK.fi puointemlere il corpi SI noueliareà. SlTar faltiS CupidoJ.fiacciatrice.P h.
ringare.Cr altrouc. D’efjér colei, che corra d primo .Ann Fucgita,oi/«ggiriJ,tMÌ jilla sfuggita aduerbudmtU.La.
go.'Ugl cominciar Slt .Aringo.iJel ccrfo.P «.Tip abbaf de repente furtimfilanculù.uaU toSìo^ nafiofimente.
ferai bt lancia nel pnnctpiodeir .Anngo,perctoibe'lfiuio Boc.Etquejiodetto una folta fola fi bafciarono alla Sfug
nimico prenderebbe riparo alluoSmfito colpo. Ph. Co- gita;& andarono nia.Il Fuggeuole tempo. F I.
minciauano b toro .AringhifCr diruti fopra le fiaffcfihm F uggire.Lal.fngere.'V 1 u.'Hpipatruimfugimui; & dnlcia
fi fitto i feudi con le punte Sbe lem lamie, luttama eguat bnqumms aruafugmus fpumamibus undit.ual feantpam
mente portandoUquafirafinte terra fielacifi'tmipin che
aura correuano 1 loro caualli. F /.
1418
Jìjngbiare , ualgoueraare , ofarfaura . aUumdieono ,che
ringhiare fi proprio da camfia ring» Laube noi crucaar
fi,^ per ira lorure la bocca,come fanno i cani . D a h.
fotob nona poi uenendo giufoRingbiofi piu, che non
cbieS lor pejfa.Et allhardifdtgnofa torce il mufò.Slau-
ui Minos hombibnenteAiT ringhia proringaj.gonema,
tr fa paura a tutte fanmie, che u entrano.
C rfori celebrati da m^ri p»eti,Pt .Turba itamanti, & In uolraJMi in Fuga,& fiSce efSere In uelta uno quandi
•niferiC ferie uà finga nutoria,Cp-qiuòidoPefìercito irono, la.
I bUo croiontata cur^e uelocifiimo ceUbrato da TU- dare m pedes,retrocederejì u m‘ yeggtndo d duca mio
'me feria fua cafbiaJat../{ib^i. tornar In ntitaà.fetigf yUnria.yelu, &yobeper le
re, correndo fortemcnle.P t t. Quel ebe'n que fio uiaggio
f"gga,ofegua.El lei non lìrigni;che t’appiatta.eir fngge.
Il tempofugge.mia mia fvgge.perche fuggendo nati Egli
i Sfnor morir fuggendo.O jole,& tu purfuggi. Fuggi di
nangfUrla fiate fi l nerno.I fuggia letuemani.'Boe.RH
fino IO non ji perche il dianolo fi fugga d'inferno.Fugghi
nogb Iddij , chetab^ felli a fi fatti cafit ne producejfero
.1. non fa ccianu. K u .ned, t Indice. Dan. .Accioibe fugga
quefìo mal. & peggio.
I
Piedi 't O R P O Piedi
cantine a prò mcesaij^^. Cercare,q«andBinouimmofigmfica.Lat.quirere,i>iflrJ- i ji
Campare,& ijijtmpare.prr fnpgire.Lat. fiigere , euadcre, re,explorare Pur .Ter ccriar terra, & mar da lutti li
Boc. LandoLpho buffato tmpouerito diuicu corfàle, & da é Cercar tu ha fatto difetti paefi .Sol de la tuia nemica
Uenouefi prefo rompe in mare , & fopra una cajfiiia di cercar torme.Tum habbtamoa cercar altnpaeft.Ec cer
gioie fanjlime,d'campa. Tietra coinpiaiuo, thè noi fiamo ca'l mar,& tutte le fue riueJe urfligia f oarje Cercai per
afjalili. uedt C Indice. & quando Jia per liberare , uedt a poggi fotilari,& ermi Con qcejli duo Cercai monti diuer
^•t,& per uiuere «J 1 5 87. Ji.Che mi fece ir Cercando piagge, & manti.Ccrcido hor
Scampare perfuggire.fox.'Ì{pn ueggio ouefcàpar mi pof- quejla,<S- hor quell' altra pane. Et ho cerco poi il mondo
laiiomaUochiedereiafcamparnon^anne annali. Che a parte a parte Uercato.Boc.Et certo per tutto, & no
fpe7^'l nodo,ondiio lemea fcàpare.Boc.fbno flato carni trouatoglifi piaga ne percola alluna, fu creduto di dolor
nando in gran pericoli jie quali tuta Scaiupato,pure fo- efsere iiiorio.Hauédone adunque il he molti certbia.cer
no la notte poi Hata uibuonluogo. Ma fermamente tu caii.uedi [Indice et quatto cercare imhiale.uedia tipj.
non mi fiamperai dalle mani ìch' io nome ne pagln.tlr Ricercare.Lat.iierìi,quicrereandagare,inquirere,liiftrare.
quàdojla per hberare.uedia ^oH.&’peruiucrea 1587. Pn .Chi non m'inthini aricercar de [orine . dt,& notte
Mucciare.ual fuggire,et feparare.DAU.Et 10 al duca,ddli, andana ncercàdo dal laio.& dentro a [acque Ricercàdo
thè non muccu che non fugga,& non fi parta. del mare ogni penéce.Che fol uà riiercàdogioriio,etnot
Saltare.Lat.Pir.Et quella greca, che fallò nei Mare. Boc. te. Cofi uà ricercando ogni contrada Ouiola uidt Boc.
Et fatcttdo colali prone fancùiUcfcbcJì tome di correre, ,/dccivche 10 dietro a igni particella Jeno/lrepaJJàieim
O- di lattare. Oa quefla parte gli (alta [oci bio alle dille ferie per la città auenute piu ricerca odo non uada.
Jè braicia.LA.Caurioh,& conigli per mc^ loro jàltan- Trocautare.per cercare/) procurare.Lat. procurare. P i t.
do.fopralanauede Rhodianiftltòi pero finn procaccio Quinci, & quindi alimenti al uiuer
Saltellare, ual far falli fen^^ ordine . lì o c . Et quale il corto.boc.eS' pereto a fuo potere uolea procacciare col
forte loro,riceuuu) il mortai colpo . funofo in qua , & tn papa,i he difpenfajfc. Che la mia donna alcuna fua ucntu
là (alleila icpenotendo. F I.Cumct fitriofi lori ricemito ra procacci .Tcrcio uà, eh proeaciia la uentiira del tuo
U colpo del pefante maglio quà,& là finga ordine faltel- amame.Efjo procacciando la mia fduie.nedi [indice,
tana.? h.D a H.Chegtrnonfa,maquà,&làjaltella. Trocnrare,per cercare/) joHecitate. Lai procurare. P17 ,
1^91 Saltahellare/ialfaltareborwnattg^/èrborindictro.Boc. Ch’ai corpo fano haprucurato (cabina. lIoc.Ttlofatto
Cominciò un Saltabellare ,&un nabijfare grandtfimo pronttfsmo procurarela propria morte per laiarc Ciftp
fu per la piagga. po dada croce. Mi eonfighauocb'io procuri del pure.
< Silco.Lat.faltus/us,lui.Ptr.TrimierSalto.lauitache PTOc\xra.Lat.pr»curam.Bnc.RiceuutaSerCiapeUemU 149}
trapajfa a fi gran Salu.Boc.Etpojia la mauo (òpra una Trocura,Trocuraria.procuratore.
diqlle arche, che gride erano (fi come cobùitM^eggenf procnrarìi lat.procuralio.B a r.. Hauendoallamauife-
ftmo era,prcfe un SaltOy&fujiigutatodaU’aUra parte, HafimomaTrocuraruipoflonome.
sballare , ual lanciar , & fallare come balk-lLal. (ùrofile- proc\XTìtorc.Lat.procurator,midatariuc/lrfenfor, aBor,
re.S A u.Et con un [aito poi [apprendi, (hSbalgatL Boc.^ mene tal uolia che tale dinìgt aita maeftd d'iddio
Lanciare.per fallare in alto, o a m. Q^uale quel toro, che fi facciamo Trocuraiore/he da quella con cterm efiiUo è
Lmcu In qMcUa,c’ba riceuuiogia’Uorpomortale. iJcacciato,Solleciio Troturatore della mia morte . .Atti
¥\a([o.Lat.fluxus,dal latino filiere, tolto itti corfo deli'ac quali,fi cornea Trocuraiori informati per efperiéga del
qua /he uclocemente fugge.& Dyfenteria,aJo flujfo del la nojira fragiUu forfè no audaci di porge) 1 j reghi ucfbri
uemre.eSr coliacui,et Jyfentericus,dn patifee ilfluffo del Tentare. Lai. per cercare. far prona, [aliare, (perirueniare.-
uentre. A ui.Etcb’eran [altre trimfiiorìe,^f luffe Spe uedta 1+41.
rangc humane,& é poco momemoaJiabtli. Trouare.Lat.inuenire.Tir.Spiro tremar pietà non che per
Cuiggare.Lau;Ubi/iibrare.ilaaeiare,&ueiocemente fug dono..Al fonte di pietà irouar mercede 0 feliie lotuiAhe
gire,& moucrfi,& è proprio de pefei che m Lat.fi dice Ti trema H uado Di qHelioidpefire,tr rapido lorrfte.Doue
Jculubricut. Boc.Queflipefcifuperlamenfaguig^a- pace trouaid’ogni mia guerra. Trouaama l'opraajfai.
uano.Kki.GuèccanoipefctaglialìMiin fulaamaOue ptulcmo/Cr frat.Toiirouauàoldi dolce,& iamarpie-
folean uolargh augelli in prona. T. Cuigo^n d’argento no.Beaii [pini, che nel fornaio coro . Si iroueranno/i »r*’
pefcuiUn tranquilli. nano in lalgrado.Ter non irouarui 1 duo bei inmi aicefi.
Guizzo. tal Japfus,uibra/io.iquello,cbe fati pefee. Boc, EtfbgUauerdenottfitrouimtiuro.Solunripofo trono.,
nella F l . Dalle mani de quali piu uoiie con Guiggi diuer Trono lama d'entrar m fibel corpo ; T ruuom’in pianto,
fi, & con forge maggiori mi eri detti ruram.D A «.Su Trvuòmiamerdeliuttodijarmalo.lomrifiuotoi^iro ■
perii Punta dandole quel Guiggo,ClK dato bauea la Un nomi fi uudo.Et temer é tremarti . Seuga rroiurmi deuu
guj il lorpaffaggh. gh (rertiofi dice lingua lubrica. Co~ troalcnguerneri.Cbe trouaron dt maggio ajpra pafiu-
me abuon c.ìaior buon ci, orlila Fafeguitarlo Guìg. ra.&ipegnequalaccefairouaffe.etftTTOuaflefLtuia
gp della cordaJ.il ueloce toccare d Uaiorda/iualèlHbri fi^atiopoggi.chefitiuara tròLiTrona(li.Sìuandofia,
iiEA* i. Con mille Gneggi.rm.lleilraneronie, che fua pari al modo troueiBoc.uedil'lndicr. (uatort
Gu zziate Lat.uibrantei,^ lubrici.B V c. nei P H.Et Gh) Trouitotc.Lat.muftor.Boc.IollffioueglioeJferìoTàe~
utibiarofi (lauatra Cmgjantipcfct. Uaueuagianel R/trouare.Lat.repeTirr/nuemre.P t i.Terrttrouar,oue‘,
/tueghrno;EtTean,tbeutll’uUimapartedtllaCuigf (PrtifioappoggiSiclKdimilleun/òlun. ,„„n».'Ssgi* 1494
fante coda di .Amaltbea, mairuroMaiinnc0,nefroudiT^iien<iratt. Edionou '
M9S
Piedi CORPO piedi »oi
Titwumdo intano Ombra di tei. lederla, udirla, & ri- forfè ad ut tratto de pietra uenire con FreUolefi pafil , mi
troMtrla in terra. Tal paura ha di ritrouarmi fóto . Che pajlore. Ari. Come il uiUanJ^rettoloJò a uictar ée non
perib'io non fapea daue,ne quando He'l ritranaffe. qual afonde I uerdt paftjn.
buam per doglia mfano,Che molto amata cofà non rttro .A pattare, tot. fellmare, properare, eelerare , accelerare,
ue . m che tcrràile prvcella I mi ritrouafol fenza gouer maturare. P i t, &Jiu , &piu {affretta . Quanto più
no. Che quanliomi ritronodal bel uifo Cotanto efier di- {fretta piu w l'affmte.pur ch’i m'affretti. Boc. Qui
«l/i. Boc. ueé aH' Indice . lo può {affretta é celebrare le no^Jl negromante a^
-Atcattare.pt.rtrouare,& ritenere fi togliere ad impreHo, tondo lo ffacio.qir affrettando.
Lajnuluarifimerc,mercari,odaacfipiOfit capw.Dun. &affrettare.LatfellmarefielerarefiCcelerare.è far in fretta,
lien Dio offende, &menluafimo accatta j.troua fi nce &foUeàtare. D a x. t'olgendo'lmfo ra frettò fuo pafio.
ue.B oc Et ogni giorno piu aaauàdoj pigUandoa ere Preda. Lat.fejlinatto, cclentas , ual fretta. & Tre/ladilie.
ditofi togliendo impreflo.Etmancàdo danari accattaua Da u.!^-Tre:tjfi.UcuiporgeiamanononfapreJSaM'a
no.Macerto caro Raccatterà la tua iniquttàjjcompreri. come fa chi guarda poi fa PreT^ .
Lcggicr. LitJenii. Vcj.Idi miei piu U^ier ; che iie/iuu -Auactiare.Lat.fcflinareJproperare.per affrellare,ifpeére,
cerilo . fei fatto conforte De miei nemici fi pronti,^ Leg & auani^refi'oMiticoTbofcano. B o c . B hauendo Cem
gieri. Et de lacci ddiuorLeggiera,eftioUa.Tiu Leggie-
ra tbei uentofiue Leggiera, ^fciolta "Pianta lianrebbi
uopo. Qjiel , che de l'effer fuo defiro, & Leggiere . Che
quant’m uidi'l tempo andar Leggiero. Boc. Qjiefla è
Laggiercojàfofa Leggiera. Il tempo che Leggier feii ho
la laggericofc.HuemoéconditioneaflaiLiggiero,td-
efl Hiie.Leggiirijitiuo,Leggiermente,LeggieriJiimatiten Auaccio aduerbiofiol tofloatedià api.
te. Dilcggier fi eoncedercbbe.Lat.faale.'^nupoterfi Prcllo. Lat.fefbnus,celer,promptUiualfoUecitofirontofip j
t\à t—3 * A ff uuào t meoeijoft fioro 0 .^eiiintrofiofioo^.^^ fi otrfire ni oOfi f ^ ^ im aa* «ma am- m — jdm — r
amo al douerfi auocciareotuacciandofi fòpragiunfe Rad, -
rato maruo.lt pregai hunulmftcfihe di rr armene t'amu e
tiaffe prima ch'altro pericolo ne fopraueniffe . fediate te
redine del deflriero,érauaaiatoji n'andò al trai palagio.
Ta.D A u. Si cbefauaccii cordiuemr fante.Et quel-
la angofiia.ihe m'auacciaua un poco .Anihor la lena ,
Di le'.gicr Jlraltiare. Leqiiah Di leggieri t addormenta-
no . .ACiioibe Di IrgperinonfofJeda canal gutato..Al-
tri non fi riudgerebbe cefi Di bggieroj& quando dinota
pocopejòuedia I7J4-
.Alleggureperalleggenre..Alleg^imettto,-4Ueuiatnemo.
nidi a 17(4.
Lette, & Lieue. Lat. leuis. per leggier ueloce, & lofio con
mouimento. Pbt. Et ueggio il tempo andar ueloce , &
leueXofi Lene effeiua,e lieta Raima La figua . Bi fogna
ir Lene al perigbofe uarco. non fapendo w che Lene ye-
aifìe'l linde miei ben non inUgri Et poi al partir fin piu
Leni che Tigre "lioncorfenuifiLeuemcntealuarco.tr
quaudodinoiaeolàdipocopelò.ueéa 1774.
Efpedica, & Iffedtta . lae.& bbera,& fUnia. P t t. Co/i
iene Efpedita,& lieta l'alma La Regna .
Jfpedire,Ì!rffiedirefi dice. LataxpedirefixequL uedia tf 01.
i M9<
parectbiato.T E r. .Amor mi manda quel dolce penfiero,
Uaicom'har Tre fio a quel cb’tobramofiffero . Camea-
de ;cofinddirfuTrefio. qualangel fufiPrefìo.Aporu
tar fòpra'l del. ne nocebier fi prejto -A uolgtr naue.Tre-
fla .A ntma. Età, Fuga, Lingua. Et leipiu TreHa affai cb*
ffammafi uenn.'Prefle Tarole.yocinon Treflt . Fortuna '..^4 1
cb’almiomalfèiMreè fiTreffa. Mmorteria ,comea
febumtar feiPreffa . "Preflo Carrier , Sguardo. PreflocU
nauigar a ciafeun uento. Boc. Cbeegb era dalla fica par
te "Preflo a donerà fare do, cbeegb comanàffie. Et i "Pre-
flo di torre per moglie colei . Effondo ogni cofà Preflo , ^
ninna altra co fa ; che la uenuta del marcbejè leiaffettan
do J. apparecchiata. Ch’era Prelìa a fare do, chea GuU
fardo ^effe . Dar materia a gli inuidioft , & Prefli , a
mordere ogni laudeuol ulta , uà R Indice. 0" per lofio ut
diaipi.
Velo ceXaè.uelox,fefivtuifiim,ta,iumfiernix,& perni- Predo aduerbio in ueu di Toflo cantra la opimonedi moltìi
atatadda udodtà.P £ t.O é ytlod piu che uento, 0 flra uediaipi.
li. Lui quM altro al mal fuo fi yeloce Ipbi. Intelletto ye- .Appreffarejper preparare, IM. preparare. D a uJ^idi co-
lore piu che pardo. Piu ueggio’ l tempo andar yeloce, & li un angelfibe tapprefla Per uenir uerfi noi.
lene ..Al ben yeloce ,&àl contrario tardo . Prouidentia Ratto aduerbio da rapttm.Latjuedi a ipiafrquando dinou
yeloce. Sibreue è'itempofi'ipenfier fi ueloce. Riprefe il ta erto.uedia 1777.
corji piu yeloce affai. Per la mirabil fua yelodtate. Lau S libito adiettiuo. Lateeler,feftinutjrepentinut, tumuUutu
elrfeftinatio. B o c.Correndo y elociffimameiite..Anda» tini, tir frafentaneuiut uenem, lemperaneus utpluuia,
do un di a Mela yelociff imamente la nane. P e t. Subuo Partir,Splendort, Silentio. Subita Panenu
edere . Lat. & ftflinus , ual ueloce .Ari. Celer miniflro xa,Partita. B o eyna Subtta,t$‘difufataaMaritia.Su-
del fulmineo flralej.R .Aquila. bitafPnua.Subui .Accidenti . Subito Sonno .tfr quando i
Frettx Lai.feflinatioffefìiiianlia,tir celeritas.ual la preffa. aduerbio. Latàllicofftatimjudi a xpq. .
a feruar che dinota\caldo, & foUecito, Ptr.Dio ritira- Rapido. Lat. (ir uelox, celer. ual uelociffimo. P e rJRapido
tunJoamega notte in Fretta.h o c.Senga moflrare Fiume,Torrmie,BapideOnde."ìlelaftaponcbe'ltielR/t
troppo gran Frclla.Per troppo Fretta.Tanto fu la Fret- fido mchina.
M. £> A s.Che meglio fleffeate che alarla Fretta.ijil fai Innanzi quando dinota moumiento.Latfintejiltrtprop.& 14 p|
licitargli. Ari. Ella fu piena,& atterrata in F retta. meta. P e t. Tanto Innangt fin ffinto. y aliene Innanzi,
FECttolofo. Lat. fefìiuus, celer. è quello che ftin fretta, tuo corfr non frena.I dolci coll, MiuannoInnanT^.Che'l
V oc.Etdcltoqueflo;fipartìFreitolofa.i.in frettaA u. pie uaInnairtifitRoctbio toma adietro.cbe {affanno Cb*
Ala bara con F’'-''obifipaffiallapiuuiÀnatbieptjdtri ua Innanzi al morir non dogUa forte, & io Irappaffo In-
^iS”* frezAi jìi.Sau. Ójtftido nidi difcoQo da noi naut^ yerfo R efiremo . Son t'aura , ìnnaitLi a cui mi4.
. cc
Piedi CORPO Piedi
m$4 fygge.l'n» gùtalmiain^i xenidn dopo, mquelioctBtiMìiurtnoimabiumape^.Dkmde fitta.
{«41 andar liuuin(i,& (jualftgmre Caa^^n l’ma fo- ùnouafit. lominoaò di paffare per tiaeUa contrada , ,
' retili poco innanzi. B oc. aedi aU" indice .&qnan- ContìnQ\io,diConiinouo,&Continoaamente,Lat.afii.
do dinota tempo , aedi a jqq & in prefenza a 14x1. cJr dMe,freqaenter, e5" contmaejiedt 4191.
per dananii,o prima a 16 ij. Battere. Lat.percaecre,paljàrc. T et. Che cofiei batte taU.
0\XTtr& Oltre fi diceqaandoleaocichefep,ailanoincomm Battendo tali aerfot aurea /ronde. B oc. il polfo pia for
tianodaa.Oltradique/io,(!rOltreaqaejlo,ma nonio/- te cominciò a battergli.D ati.ionon ti atrrò dietro di
Jiraato.Lat.altra,& altenat. dr alcanaaolta dinota pia galoppo .Ma batteròjvpralapeceCali.^ qaando jUper
lnnanziconmoaimento,prop&meta.P ET.Cbe'lfjgir percaoierejiedi a
Qltra (parlando del iorpo).Ella Oltra parlando pajiò.f'a Dibattere. Lat. moaere,concati. B o c. ilpoifo pia forteto,
go it adir noacUe Olirà Itti mift .Mentre che aago Oltra mintiò a dibattereaedi a
congli occhi nano l'idi. iUmiraado oue l'occhio OU StadiareJjit.follecitarelìadere,carare,dareoperamdncam
tranott aarca. Che fide Oltra tmgegno non fi /lenite, bere,hierisaacare.P BT.S'adirhaialtro Jiadiaife/fcr
'Honelfermipa/iatoOltralagonna.aedia^TO, breae. B o c.'bipi ti credemmo doaer potere entrarem
01trc,*<i/ pia innaiizi. P e t.U mal co/btme Oltre la /pigne. fireitze,& non cifiamofi /àpati Badtare, che noi non fu
Et corcherafìrl fot là Oltre oniPe/ce. Boc.TrnheBefa moqai pure a cofi fatta bora gianti.i.rficre fi foUeciti.
oltre la raano. Et qaafi come /bai pa/faggio Oltre mare .Antiihibaomm^ aalorofineloropianutariannifom
andar aole[fe. Difiaeiofo Oltre modo diaederla.i.fuordi inamente haaere /latitato di compiacere alle donne.i.dato
modo Lat miram in modum, miri/ice. Et Oltre a dae pie. opera . Haaea piacere , dr forte jiaéaaa in commettere
cadi miglia fi dtlangò dalla città. Lat.prtter.T. Oltre do. tra parenti, dr aimci mah , & nnaii itie,& fcandah . dr
Lat. proporrà. quando Jla per dar opera alle lettere. aedi a i8j.
Oltrare,peralUintanare.DnK.ta t'arretri Moaido Tali tue Studio .per la foUecitudtne.di!igenza,iiuiaSiiia,&opera. 1501
credendo oltrarti.i pia tejli hanno alirarti.cbe dinota al- Lat./ladiam, T e r.Et certo egra mai Stadio in quel trai
Xarti. p’eraVardt sfogare il doloralo core iiiqaaUhe modo.
Inoltrare. Lat. altra ire.aal entrar altra. Dan. Vero che ji con che Stadio ta'l fai . Qtunro canai con quanto Stadio
i inoltra ne lo abiffo . corno, Vafeo nelC oceano . Man. oa’ogni arte.dr tatti loro
Tur UÌ3.IMÌ Oltra.latt.altra.alterias. P et. Et tu Tur aia Stadi Tofer natura e'I del. B o c. Uopo lungo Studio de
é poggio in poggio forgi. medicifa guaraa. Ma con ogni Stadio cercare, dzopera-
1499 SoBccitudine.& SoUUitudine. Lat. fJicitado.aal diligen- re.Ete/fendogli piaciuta una giouane.qaellaconogni Sta ,
Za./Tetta,pre/lezp(j.Boc.Qifelle,che fonie forathanno dto fcgattandocomiruiò per Ut a fare maraaigliole corte-
tanta SoUeatuthne de t honore loro. Et con tanta SoUed- fie,& felle. Il bafilico fi per lo lango,et c ommoao Studio,
tadine.cbeiupothi anmdiaennericchi/ìimomercatanu. fi per la grafjezjift della terra precedente dada teHacor-
Congran diligenza, & SoUecitudme ogni cofit rimifeinor rottaahaenne belli/funojtadiofo TaffoStadrofamente.ue
dine. Senza l'infiàite Stdltcitaditù , & paure di ebe Val- di f Indice. D ah. Cbe Stadio di ben far grafia rinaerda.
Itzga de regni i piena. Et tatto occupato di graadifiime & quando dinota lo Stadie delie lettere.aedi a i 8j.
Soltècitadiaidalto afare. Et eflendograuiaUa donna le Spedito. Lat. expeditai.ùber.aalfiiolio.pre/ìo.V et. e' l
Sollccitationi dei caaalieredì^nto i preti,& frati fia pia Spedito CtogoTuarrmfaoLEtriprendtaa un pia Spe
no {olk*cit<tori delle menti njf{re.Sollecitameme. duo aolo.i.pTefto.yia corta, ez Spedita jjarn torta. Et fc-
SoUccito.cir SoUicito. Lat.folicitus.accaralus,curiofas.Ji- gaie lei per aia dritta, & spedita .
hgeniipipigcT-P sT,Selleciiofaror,^Stadio.Boc-Si- Spedire .érlfpedire.qaa/i pedam ligamenta difiolao.aal
curano Sollecito a aolere della faa innocenza far chiaro fpacciare, fimrr .sbrigare, & liberare. Latjcxpedsre [BOC;
Bemabò.Leleggi.^iBettondqiuUafiaiaoltequafi Sol iddnano che accio non haaea (animo, peraaemara per
leciti mae/ligatori del aero. Di fe medefitma alquanto di- alcuna opportunità naturale fi leuò,allaqaale Ifpedtre an
aenne SoUecua, dando . M 'hlpgromante dfie che Vifpeiifie , Gas tacca
Sollecitare.Lat '.fiihcitareeqaafi fola citare j.ex fao loco mone Tbilomena della faa noaeUa Ifpedita , Haaergli aacaa ,
rejul afrtttare.B o c.La cominciò a foUetUare a quello dr ifpedtta lafciaca la pofieffione . EffenJo Ifpedui , ^
che egh di lei é/ideraaa. .A che foUecitando il Duca. Ma partir doaendofi .
co/iai con ambafciaie SoUedtandolamoho.D’amarlane DeRro ,aal atto, commodo, tifatile da fare. Lat. dexter.
difoliecitarlafi rimaneaa.Laqaale molto dalla fante Sol TET.IopenfsaaapatDe/iroeffer/atale.Mentrelaai
lecitala, aedi alt’ Indice. laiDeBra.BocXl peraeantiinanlaogp /àhtari»,&
Rancura, rincrefcimento,& Rancarareual ra rimato , ueggeadafi il Deflro, Lorenzo uccifero.uoamn-
maricareAa r ancore cb'ioho occulto, fecoraio A Landu dità. Cioaane leggiadro, drDeHro a qaaUinque co^aor
ru.& io direi rancararefiUecitare,& affrettare l'o.fcr- ltffefart.utto.aitame.
rartfe.dr Rancura SoUecitudine.th- in tal modo ilfenjò di Addefirare ; aedi a Dcfhiero ino.
T> AH. figuiriabetttfiimo.cbedice. Et fiaefiito andando SocBo.cr IfncUa. LatjtgiltsJeais.graeilis, I'e.Trouen nel 150X
miRancaro. Laqual fa dclaonaer aera Rancura. aeloceAeJlro.fueboqchietto.dintto.P uT.Riai.^Tie-
tfao Continoaare.Iat.&perfiaerare.peragere.aal follecitare, di SneÀL Snelle Fere. &Meaaùppe,cr ctq/cana fi Sael»
frequentare. Boc.Cominctò a contmoaare quando a pie, la.DAu.Cordanonpinfemaidafe/jetta.Cbeficerrrf.
th- quando a caaallo.Et cofi fa rliaamente ghlorcengiau feaia per taer Snella, Come. Con aafrilo Snelle,
g/menti contmtuando.CommeMdndoillorofolazzp.Et to, drleggfcn.'Hptàapprepaa^ a quelle fere fre&
A ai
tot
piedi
CORPO
Piedi
A R l.Ctpri l/hflli.Diperfoìta robitfa eri,& IjhtlU .
Agile. Latjul Jefiro, di^Jlo^ lt/fftdro,Ufgien del iorfo.
Ari. E a nemra iroxar^ple,e defiro .
Pronto. Lat.promptus ,ual l»Ut(ùo,puraio. P e t. Tronto
Tenfier^ Spirio,Troma trilla, l>oniu,^nima ^Ima.
Tronti 'ìiftmit Tcnfier , HrPhore fon fi 'Pronte . Man fi
Tronic, & noi Spinti fi Tronti . Tanto amor arane Tron
toalei ferur. Hoc. Tronto incigno. Qjianto uoìptit
Tronto flato fiele a compiacermi . Trema rijpofla . Èa-
giom TrontiJJime . Tito fattol'rontifiimo aprocnrarla
propna motte .
Prontezza. Lat.promptitnio,folliciiiido. B o c. Ma «/òn*
<fo la fua trafenrata TrontcT^ .
Troiitarc,KalfoUecitare.D A n. S'altraragionin contrario
non pronto.i.non ita pronto/i non liìUciia ,
In dugiOiai> mdncijt quod oemm indnBum ftt.& nal Tardo
& Dimora . Lat. mora , tarditat. P i T. Ma quinci da
ia morte Indugio prendo . Et cbibenpotnonr ,non cer-
chilndugio. B o c.Etfenga dare alcuno Induffo all' ape*
ra . Saiga troppo Indugio . Laqnate ninno Jnangh prefa
cominciò.
Indugiare. Lat onorari. moram dncere,cnnSari. Ttj, Poco
la fna ninola n’andò ifmga fermarfiXa mortifaa pefii-
Unga fenga reflare d nn Inogo in un altro . Se dt niente ut
domanda/se ^n dite altro,gìr per ninna capone feto refla
te.Qnim in terra gutate lepietre,iheri(olie banenano,al
quanto con le guardie de gabellieri fi n flettere. mai ri
Jieite ebefn in Firengc.E per cejlare.tipnfaiédo la piog
già uifla alcuna <U douae reflare .La fante non restando
di lagrtmare,dipe. Effendogia di cantarle cicale reflate.
Sduaniunque Tbiloflrato reflato fofie é nonellaredlauen
do Hoberio un gran peggpfuggito,^ colui non refiato di
jegnitarlo . Cometa Giannetta nfei della camera il batti-,
mento del polfii nSìctte.Et per mancare.Jflpina enfi refla
pm afareSaltro a dir ci refla. Il Reflmta la fua nouella,
ne alcun altro reflando a dire. Etmnnacola fnoritbele
frutte reflana a dare nella cena.Et però non rtSìandoci al
tri,cbe egli,^ io a nouellare. tfiuna cefi reflandogli a fa
re,fe non appiccare la coda. .Adelifa reflana [ultimo co-
mandamento della Keina. Sìnanto di quella notte reflana
fi pMaggaronoJ quanto anangana di quella notte. Da h.
Ri flemma fu nun piano Soitngo piu, ebe ftrade per difetti .
Dunque ch'i, perche refla i T^tcì reflammo immobili,
& fofpefi . Copie riftretti,& togb occhi paffai.
banca da indugiar. Ciò che s' indugia, i proprio per tuo dau -Arreflare,&,Arroflarcperafftrinare,nedi aqo.ìl.
no.'tfonu'indngiatefuCeflremoardore.iSnc.Tiaciiani Seffàre.Lat. & cmtare,enadere,fugtreMal reflar.fcampa-
di tanto indugiare la effecutione . Sperando, c he Iddio in-
dugiando egli lo afflare, manda fle qualche aiuto alfeam
po fico . Indugiando fi pur di qui a domani .
Rattento,«4Ì indugio. D a s. Che fier la fetuajenga alcun
I Rallento .
j Tardare,Tardi,Tardo.nediatempoaì'jS,
I ijoj Tenareperindugure, tardare Jlare. Lat. tnorari,cun[!ari,
laborare. Boc.I pouani non penato troppo a diltberar-
re,fmmuire,ftar difeoSìo. B oc. Cominciò a ceflaxe ddep
derh.Melchifedecb giudeo ton una fua nouella di tre anel
la cefSa un gran ^perttoloi.fcampa o fugge ,o fi libera .
"Npn Ceffando dpunto,dr le lagrime, -d cui non era t ira
fefiataj.fminncta , Il che ceffi DioJil che Dio non faccia,
0 il che tolga Dio . Cefiò il battimento del polfo. Dan.
Ma flien le male branche un poco in iefjbJali}cófie.A r x,
Doue muggire nò cefia a tombraeallele.i.refia,ofinifce.
fi.i. tardarono . Fe il medico fltiiare un'acqua, Uqualejta- 'Rimanere. Lat.remanere^d re flore Reflare, aflenere.V ET. I J05
ueffe beuendola l'infct ma tanto a far dormire, quanto efié
auifaua di douerlo potere penare a curare.i.iarda re,o in-
dugiare . lo dubùOfCh'io non haneffi gran pegg^a penato a
trouar tema da ragionare . Coflni a coSlel moSirana, che
ii giacere con una donna unauolta fipenauaa riSìorare
non fo quanti dì . Tercioebe come io haurò loro ogni cofd
data, mentre che io penerò ad ufetre deli arcajefii frn’an-
Rimaner fenga’lfiio fòle, S'ella rmanfr-a’l tert» Intne,^
Marte , Rimanetiui in pace 0 cari amici . U uer rimanga
in fella, in fignona rimango. Et jòlim con noi rimau-
fii amore, ritnanfi a dietro, rimanti in queflibofcbi. La
lucem‘irimafa,& feco firimafe .rhuaferuinti.io fon
qui rtmajò . com’buom cieco nmaJò.Lat. reliBut, B o c.
uedil’ Indice.
><
daranno pe fatti loro. ConofeendoU collume efferde Gre Rimanente, nal reflante. Lat. refiduum.reliquum. B o c.
CI tanto mnangf fifiiingerfi, con romon, ^ con minaccio,
qnaniopeuauanoatroitare chi loronffrmdefSe ,
Bada. Lat. mora, tempom dilano . ual indugia , ^ alcuna
uoltafigmftca perdimento di tempo,& ambo ajferanza,
oa requifitione. P e T. Che con arte Hannéale a Bada
tenne a. Mugiando. B oc. Stando a la Bada del padre,
Che tutto il Rimanente de cittadini fumo , 'Hfrnte del
Rimanente fi curarono, il Rimanente dei giorno. Etnon
bajlandoal pagamento le loro poffiefimm ,per loRtmo-
Hente nmafono in prigione . In quefto poco di Rima-
nente di Ulta ,cbe lanua ueccbtegj^ mi ferba . uedi
aie Indice.
& de frate^j. a ffieranga , oarequifiuone. D a N.rd/ Rejinare,Rilinare,é!' Raffinare. Lat.ceffitrt,defitnere^ffe,
IJ04
parue .Anteo a me ; che flaua a Bada Dt uederlo chinar,
uedta ii8t.
Badare. Lat. tardare,uacare. f'o Trjtale afpettare.flar aU
unto,dr indugiare. 7 e t. Ci folate Ui dunque, ib'ancber
bada i.indugia.o afpetta. Hoc.lUhe fepper quelle , che
acciò badauano.i. afpettauano. D a n. fe [mtellctto tuo
ben chiaro badajMtende,o pone mente, uedi 4 1 z S 1 .
ReSlare.ualfermare,cejftre,mancare.Lat.rrflare,fuperef-
fr^e/Sare,remanereJdeficerejlcefieA!l rcliquùefie.V s t.
'uando reflare l'idi in un pie colui,che mai non flette, Co >
m'huomauc u. ■,Jlandoadognipafio,Etgnarda.Dcbre
V ll4teaueder.,quaii'lmto nule. Boc. Sengareftarcon
ualhauer fine,ma nihude la negatiua con fico. B o c. C«
fi Giannotto di jollccitarlo non ri finaua giamai.ite teftì am
tichi fi legge jiniua. Giofrppoper tutto queflonon refna-
ua , an:^ ton piu furia. Et in tutta la notte di fofptrare,t!r
ih piangere non nfinò.i.nvnfi»Ì.D A n-AmicifrirtaiCa-
morahequi raffina.
.Affiettare. Lat.expcBare manere, morari,cun8ari, operhri
PsT. Chi non firn forte adafpettar la luce. Coi '
eh’ a nocer luogo,i[r tepo afpetta. in afpcitando uu^-urn
Snella .Alpetiata al regno degli Dei.'Ffcd'afpeltato bcf
freftbe mmelìe.T^ò afpettate die la mortefcocchLCheia
fbetti non tà , te foia alpetio, Boc. uedi l'Indico. Dan,
f CC q
i
Piedi CORPO perfona
Harquì mjg>ett*.Q>tiiiidi ripofartiffmnoa^tl Vht infimalhora flatotarJo,&Tign,qii4,djllimacfìrf
1506
alhctumto/seHzaaAtaarhfiiaitariM ^rtgaT^a- fHeglialft.1Hr(bepwTigre,&UnteaUja<firajalutet -
R^VJiodafigmrlò. Et quiui t tthono giorno pigntia. Lat.difiiia.frgnuici.&lignuia. torpor, ignaxia,
alpetteremo.DM muto jfpetli quindi le nont Ile . inertu, & fotordu,et /iiordia è U ptgnua deUon.B oc,
^tttadtre,pcrafpettare.Lat.exp,(}arr. P e T.Qaantinor- il jomtoammmiflraiore de mondani min. &■ la prdda TU
rei quel giorno attender anni . Cht pur agogni ( ondefoc- gntia nutrice di qnelti. A m O a n. Che la Tigritta fojie
(orloatundt' Ogni lòccorl'oétuaman s’attende. Boc. jua firocihia .
fettrariprenfioneatundere da uoi.'HS» pf' ""«Ifita. Inertia. Lat.èUpigritia.&dapocaggine. \y. E cofid
cheioatuthiidelljin^wriJ, La donna lieta dtt dono, fiortU ti beili anni fnoi in lunga Inetua hautt potrtA
attindcndoifhaMerdeglialtri.Cofuirifpofr.ibeloatin- toniamo.
derebbe nolemieri.Et io uattinderò.Che la legnmie mal Inerte. Lat. iners, nal pigro , & dapoco. A.r i. EfeiTro~
tmafattendejreadeftnare.uedilladice.Dtn.Cb’jtten binpareruili,e!r Inerti .
de eia finn buoni, ebe Dio nontenie.Colui ih’ attende la p Zoppo,df Zotto. Lat claudui/luafipedibuscUufusJ.iinpe ijol
qui mimena.Spente dijs'ioji un .Attender certo Di gloria dttus. TtT.Et col bue Zoppo andrò tacciando t aura. EX
^ura.ma qui m’ateendi.ei diffe a me.Toflo uerrà difrpr* una cerna Caccio con un bue Zoppo infi rmo.e U nto, 'hlon
CIO cb’i attendo, f^n poto attefe, eirpoi da th'cifi tace,
Diffe'i poeta a me non ptrdcr t'hora.i.af^nòjiette iheto.
Dimorare. Lat. morari; cunffare.morani trahert. per Ilare.
P s r.flual ella è hoggi, e'n qual parte dimora B o C.
Qjielia pafiione et amore dimorare nelle fcioccht anime
fia Zoppa la legge. Etfuggo anihor cofi debile, & Zoppo.
Che Zoppo n’eicoe’ntra'uiajigrantorjo. Boc Menan-
doquimt ZoppiAttratiire lUiUi. Dan. I^idrafiiat Cmt
to ai CerufalemmeXutto in lingua Calabrefe,ualg' ojio-
Lino , beftiat .
degiouani.Inuoifolailfarmihetodiniora.Dinioraia'Pa Sciancato Lat. claudut,mancus.ifchiacus,^ fcbidiacus
rigi In cotale dijpofnione émoraado . ne per lungamente
dunorarui. Voto tempo Dimorata con lui rimaji uedoua
Dimorato cofi gran pe^g^a . Con lut come moglie dimorò
uedit Indice.
Dimora. La.moraA>morula,cutlatio.fntercapedo,tra(tut,
uijUi. Boc. Dimora ujàtx . Certa, Lunga,Dura,Molta.
Dimoranza, èiimcdcfinui thè dimora. Boc. .A mJerela
jòlita Dimoranza tafeùre. Lunga. Dimoranxe accidiofe .
V «.Dimorante in Irlanda .
Dimoro,ualdimora. B oc. nelV n.Et fèngaateun Dimo-
ro peruenue don ella trouò. D A K. Dimandò U Dnca mio
fetrga Dimoro .
lento. Lat.ual pigro, & tardo. 7» & t. Lento Bue, Correr, Om
tlo,’Popolo.Lenta l'eccbu, Pio^m. temi VafiUSoffnri,
,Allamemar mi fa paurOj''o,& lento . Trouaimi a Copra
uia piu Lento, e frate. Che non fofjè fiato mi lMito,f tardo.
Boc.LentoVa§i.Lenta ialce.Ladotmafu Dima.
I J07 Lemure. Lat. cx boxare, tkficere,per fumare, & mancare.
VtT.&per Lentar i Jenfi Gli humani affìtu non fon me
no ime fi.
.Allentare,per tardare /la ad,& lentus,^ Lat.laxareJobK
rejentaredentcfiere.iptalcere, moUm,pUicaremnuere.
T E T.Viaga per allentar tarco non fona. Vorui'l foto aL
lemar,thc’leortriH'ange. Ceno parlando iaUentarmia
ual Zoppo perdifeltodianca.h o c. Et oltre a lutto que
fio era Stiancata,e^ un poco numia dal lato dtfiro.
Stxoppidto,& ..Attratto. ucdi a 15 io.
T E fi S 0 ’H.^.A.
1 Erfona, Imagine,Volblla,Forma,Figura,
I Stampa, Impn filone. Sigillo, Suggi lio.Se-
i gno, Macihìa. Sihegp , Sihiag^, Fatnz-
I v, Durjò .con gli tuoi utrbi , CT di nuatiui.
j P.-rlbna. Lat.v fignificatuttoilcorpo,^ ijoj
jìiefaitex;ge j di qualunque huomo , 0 animale , <Jr ambo
duiuiatbuomo,& donna m genere. P e t. Vcr.ona Bella,
Gentile,Santa, Trasfigurata, f'iua.iome Lodar fi pofiam
carne altra Ver\ona.Ver far Ji marmo una "PerloHa mua.
De La Verfona fatta in paradiiò. Ogni Verlòna . Dirai co-
me Ter fona ,acui non calfe. Che per fi fugge tutt’aitre
“Perfine. Come fono mgamtate le Verfòne . Sol due Terfo-
ne chieggio. Boc. Da Terfima degna di fede . Tropria,
Bnona .Imcrpofiia, SoUazgeuolej& .Anuibeuole, Pura,
tìtmefta.Terfone,Triuate,Solutedtinchiufe,LafcmeX>if
foiute, Diuote, fielighfe, Diuerji, Ciouam . ucJt t Inéce t
D A u.drponeuamlepiante Sopra lornamtàitbe par
Verfo>.a,tH uree di buomo .
pena. Ch’attentar non i^cuua il dura affanno.!, ammolli- Imagine./wago.O' Image.ueJi fotta Mercurio 4 8 1 J IiM
re,o imeni rire ; da tenius,ihe dinota molle. B o c..Allen. ginatlone,& Imaginatiua 4 1 1 J 7.
Uta alquamola fferanga D a u.Sitcmio pofeaqnella poiHIIa Lat.mugi>dtmuUiru,lpes.il4Ìnugineriprefematt
dolce lira Et fece quietar le jante corde ,Cheladejiradel ma del hnomo,o nel fpect bus/) neW ai qua. D ah. Tornado
citi allema,' tira, Dific'l maefiro^bc t andar aliemi i nofiri nifi leVofiille Deboli fi.et qu.ìdo dinota breiK firttm
fiaUemare.iai.rHaxare.uedi.AUemardifipra.Kalcam- Tipan,et figurare nidi fitto Mercurio Sto. (luraa 80S
moUire,intcnenre,atltggerire. V t z. Bagna, e rallema le Formi. Lat. & imago, per U per fina, magme, 0 figura. «*r
giafianebe fané fol una fauiUa Rallenta de Cmendio, ingenere. P f z. Forma .Angebea ,CeleS}e,Immi,rlalr,
che pitnfi.tmma . “Ng RalUmatelt catene.o fiofle. Con. InuipbUe, Miglior, biflata, Vera. Dn angtl Di diua . Di
jiien per forz^ rallentar li corfijttffrenare.
Vat.defis^sffcimficbes,.ts^ncrsJorpens,Ignauui,
jHiJimfus.leiaus, lefiuéntus,refisdu, fegnit,&hocfe»
Igne, ual temo tardo. ignauifsmui,tr inertif}imui,uatpi-
'grifiimo.Tt T. TigroCelo,Sanno,uAmmal,Sttle,Imel.
ktta.Vtgre f'tntureaiuemr. Tigra fiA0Vi,'lÌQ c.llBu
nimphaTorme .Altere ,C etefh .Honefìe ,Immortati,T^f..
ne.Vughe fate. Di tnangob.toudi,, t Forme quadre Fra
quelle uagbe none Fo’iui bmn fU-.La dt fiata noti ra For-
ma uera. Co^ cangiato ogni ma Fortr’ baurri Che Fot
matundeluaruto afpelto Forma par kou fu mai dai à
cb’ .Adamo .Aptrfe gli octlii Boc forar
. TurpffsX
A- >
\
Pcrlbna
C O R PO
Ptrfoni
*0J
fmrfifiime d’huomm . & Multifomis l>oc multtfome, effigiare , figurare , typis excladere. P e t. Similfortkike
^ di motte forme. Stampamtamta^iiiékM’ombra^edalLtoSlampaa
Difforme. LatÀe forma. P i t.Sulia Diforme. Boc.Efo Ha'lfole.Oiu uelhgio baman la rena Stampi,
fondo IO Difomtaia. F i . Jmprimerc.LalMal Jtampare,& formare. P e r. ond’etta fa
i{U Formarr^lfigkrarc.fimre.eerficere.Lat.plafmare^ffigia- niilcorpoCh'amorcul'mubegU otihiaUorm’imprefie .
rttCumpaiKre.P n.Ond'ioHOHpoiimai formar parola, eb’ alto keihgio Vtmprejìe aUore .
Forma undiadema nainral . Forma fonn(am un fi caro Impreflc. P s T. ImpreJSe Ferùe.& Orme.
monile, oue l'acculto Dolor formaka ardenti koci^ belle. Imprefsione. Lat.imprefio typiu Bac. Tipn era alckna .
tt formai i lojpin,& le parole. Sute formali é minor uir Imprefiune di ctiladmejìo piacere .
Ikle. B o c.T remando abea pena potata le parole forma Trojilare. Lat. éngerejcxpolireridamkfoimfid normamdo 151»
re. Corfe a formargli kn proufiograkifimo adofo.ijt fori tare, lineare, ual Untare , & dirrwre.& profiU fono cer
ttergU.GU éfiBeltraino noi fiele bomai^ranie,& For- ufiU,cbe p pongono intorno le kcfli^cbe filetti fi cbiaman.
mato.i.compi:o. D a N.’Houkaccorgelekoitihekoifiam 1) * v.Setk ngnardii figni, Cbet/keSìi porta, & cbe
kermi Tiati a formar l'angiUcafarfaitaJ l’akgel profila, tdejl come profiU gU fanello tcHa.C ;
Informare fo dar cognitione dt quello cbe no fi fa. Latànfinte Limbks U "Profilo .
Tt. V tx. Et è fiiffiento ogni benigno btme Del àel^ier cki Improntare.Iatjmprimere.D a s.EttalconnieHihe'hnal
l’informa bumana mtax recene la forma d bkonio. Lat. aUrut mprontt 1 imprima Jemro da fé. Tertbe non fimo-
formitwr.Ma tkm'infdrmeUfogkurd'knaferaà.mi dai itela foa Imptontaadefilafitaimpnfiione.Dimetnn-
cognilune. lì o c.L'.Abaie per poterfipik pienamente m prema com'iofoélktjjmpronta.
formare del fallo commeJJo da coflki. La donna Informa- Riga,«S- Rega a regata detta,kal linea éritta.LaUiniifiit,
la di ai cbe a fare banefe.Da l bolle fin Informato. Lki regala. Dak.EI cornei Crn nan cantandoi lor lai Fa-
detlafka inteniioneinformòaiedtl' Inéce.D a tt.Cbeda cendo in aer di felnnga Riga fola lineila RigaUpniiarcbe
fotfa la pelle sinfomuna i.fi flampana li pelle Lofi rima refìi dopo il fot partuo. Lai. kirgnla . \
foie ne l'intelletto yogUo informar é foce fi mnace . Scendali, nal lifle. D a m. Qiufii Stendali dietro eraa mag
hiforme Lat. nal di dee forme. &oc.nellaF i.yenere col gioii, Che La nuanifla. r
fko Biforme figlinolo , Lìniamcnci . Lai. Uneamenta imago , effigies linea. Boc.
Informatione.Ì4r. uiflrk(ho^titia,pranotio. B o c.Pa .^lenita rammemoratione de pnerili uniamenu del mji
/endogti piena Informatione hanere dell'opera. Et focon delfitofiglinob. i
dola Informatione bakktada Brano . Mitndanei rice- Si^\lo,& SnggelIo.Lat.figillkm,& figni.D a n.E qktflo
kkia la ìnformatione . fia Snggel cbe ogm hnomo fgarnii in nece di S igeilo .
Scroppiito.Lat.maucks^aleattratto,rattrappato.T>Aìi. Sigillare ,& Snggillare.Lat. pgillare , figlilo imprimere.
Vedi com'i Stroppiato Macometto. D a N. Perche non fi mone la fina nnerontaSlkando ella .
Attritto.Latjaancku&mébriscaptusJekdebilit.kalalli figlila. Et però lormnorgironSnggellt tseljegnofuo ,&
derato .firoppiato. B O C. Martellino infingendo d'eflcre Sodonia, & Caorfit .
Uttratto. Menando qnfoi "goppi, Uttratti,CT ciechu Dififfllare. Lat.fignitm dolere deformare ,definiere,kal per-
ieli Rajtrappare. Lat. atirahere , naie attrarr.^ oc.Qjtafi dere,Cr éifare il Sigillo. D A tt.Cofilaneke allolfidift-
iktto Rattrappato , come potè il migUo a capi fie ne tomo, gdla.i. perde la forma fna,tr perdo fi confmna .
ideH attrattode ghnenti. Lat.debiUtatks.D a n. Cbe'n Marchio. Lat.fignnm,^ canterinm. A r i.Sepiatiambi
fkfitfiende,&dapiefirattrappa. £knMorchio,(j- inno raggia.
Trasformare .Lat. transformare , mutare.'? ST.Cb'i nidi Scgiìo.Lat.fiffikJialtermitte,meta,&broccaoues’indrig- if ij
dko amanti trasformare. E i duo mi trasformaro inqnel ' le faette de gUarctrri.ibe’l greco dice Sct^.&an-
ah'io fono . Et s'io non pofio trasformarmi in lei. in colar che nal indicio, pegno. P e r. Segno Deflinato,Cbiaro. Di
tanti., Inqnanti fiammeggiando trasformarfi. Et non fi piotate. Segni yjali. Del bel ufo. I rinol fi ipenfier tutta ,
trasforma fe in nerde fcfoa . trasformato fki.V amante ne ad un Segno.S'a Segni del mn fol l'aer conofcO.CbigU ocm
t amato fi trasforme.Di fobia in fobia ratto mi trasformo, chi mira d'ognt iialor Segno . Umor m'ha pofio come Se-
qnandu in felce trasformollo. Boc. uedi alt Indice. gm a firale.cbe'l mio dir giunga’ l Segno, et per tal Segno
Sformare^al far brutto,^ qua fi mancar é forma. Lat de- Si uede’l noiìro amor tenace,&- forte. Pur FanHina tifa
formare, mutare ,transformare. Boc. Efiendo di per- qui fiar a Signo. Cbe'n quella fibiera andò piu preffoal
' foiupicciola^ Sformato.Cottuifopialto,& rincagnato, stgno.Boc.Trappaftre inalcunaltoilSegnodcUara» ■.
chea qualunque de Baroagi piu Sformato t hebbe. gnme. La ghirlanda fu poi mentre durò la loro compagnia
Tarchiata, ual ben formata, & cbe ha le mebra grafie for man f e fio Segno a ciaf inno delia reale fignoriaj. tndiew,
.ti,& ktuaei,&hkontrauerfo. Lat. quadrata, Jùcciplena. 0 fognale . Uccioibe lu mi creda ,iotilajiieri per Segna
B o c. Era pur nel nero una pixceuole forefoxx},&^en quejlo mio tabarro tbiadatoa.per pegno uedi t Indice, cr
Tarchiata attta meglio fàpere macinare, che alcun' altra, quando Segno dinota la oriua.ueé a 1451.
Volgere ,pertraifomure. Latanutare. P e r.i neruif Coffa se%tsi\e.Lat.fignum,mditiumanaculaaniprcfsioairgumena ,
mi uolfe indura felce. tum,nota,imacchia,indiciu,[egno.Boc.IoJiedi un
Stsunp2,ual formaai fegno Lat Jùrma^^s figura. P s t. grandiffimobajcioairUngrlotale ; che ui fi parràilSe-
’f ergine ccbi,CbeiadertnfiilaspictataStam grude parecchi dì. Diede un manif elio Segnaleiiocfiere
\ fa del tuo caro,, jfio. ila croce. uero,cbeUiùbrogiuolodieeua.ManiunoScg>uiledapo-
Staipparecperformarefifegnarc. lat. imprimere, formare, tere rapportdre Ututde fuori cbe un neo . Seadalfuno Sem
Pcrfona CORPO HVOM.O ;
pule riuHofcere la crtjeift , Thauefit, U fin brutta toja iti mo>iio.i.iiSihi^fiMÀ
$epure.LAt ji%uarcav>Uireimeart. T i y.fiede'Honmcù Schizzi. Ii«f. mtxtatiope . finoquelU mactbieptittele, «J*
terra un tjuMuo-, Come ejueliiiihc gu jèguata ftjli .Oue jj>rj)è,che fanno irougnutocaualli quando caminano per
da quel bel piede Segnata è Cberba Segnato Calìe. B o c. io fango bquido, fopra le uejle de caualtanti. B o c.Tut-
T.rtbe Segnato il luogo, a fuoifatnigU torni, Etanehe ti molli ueggendofi , & per gU i < hig^ (bei ronginifaiuio
Jcgnaiilleltodicantoincautoamimedelpadre,&delfit copiedim quantità Zaccberofl. Da u.Dat tapoaptedi
tho,&dell}>intoptn:o. Sihig^imaiulati .
,a(fiegnart.Lat.a/iigaare,lìatuere,deputare,conflituere,de- Bo\ìa,&Bulla.Lat.iitlinagth,thefa f atqua quanM bol-
JlinarCyper diinuJlrare.B o c.'He alluna ragione hauen ieioquando ptoue, D a s. Ma non uedeuam ejja,Ma
ione faputaaffegnare ."Hen jilamente buon falanogti thè Bolle, the'l bollor leuaua. a guifa ituna Bolla Cui
affigrii,niaa.conjiitui.a/segnatogliadunqueuniauaùo, manca laequa.
come quello gouemato banca. D * u.Chegba/iegnifet- Bollare. Ulfiglllaredmprimcre. B o c.I priuilegi,bquaii a»
te,efr linqueper dieci, chorachea bollare niente cofiafiero,
1514 Macchia.. Lat. macula, labes,btura,nota,& alcuna uolta PatKiie.ualdijpofmoniiperlóna,ftmibtudine,beUt:t^ft ijitf
per la nota, 0 infamia. B o c. Gli niJe nel petto una gran mt mbra benfatte. Lat. forma, (pei iei,e;^glrt,fatiej,puU
Macchia di ucrmigUo tinta.tipn uoglute cèfi fetta Mac
chia , fio che glorufamente acqmfiato hauete guaflare,
idefi infamta 0 nota. Et ueggendoTaJqutno già tutto en-
fiato, ó" pieno di ufeure Macchie per lo uijO.S ’mtommctò
la quabta della predetta infermità a permuure in Mat-
chie nerc,& Itutde. & quando figmfica un cefjntgbo dt
filine tufieme adunate . a iiii .
Macchiare, ual imbrattare. Lat. maculare, Tar. Che tutti
fiam macchiati i'una pece. Lat. notali,
linmaculata . Lata, non maculata. A r t.,Atrarla quindi
lmmacula:a,e mtatta.T,y»go ab eterno purae Im-
maculata .
chritudo. P 1 1 .Raffigurando aie Fattea^ conte.B o Ck
Donna di Fatte^belbfjime. Turpareanolr (uefattrgr
xebeUijinnea Tencone,ideftifuoiatli. A R i Manafeon
dea quelle Fattigge praue Con lungo babito.
Nudo , & Ignudo. Lat. nudai, ual priuo . prop. eJr meta.
T • T. Tonerà, & Hada uà Fbtlojopbia. GiafuHu nu-
drita 'Nuda . al del "Nuda è gita . S 1 enne uirtùTiudali
fiima.di ualor'Nuda,cfz macra.Ombre'Nude.-àmor cie-
co,& "Nudo, trouómiji 'Nlfdo.ch'ibqggi'Njidofpirto,'^
poca terra.Boc.fopratatiuda terra ,& mal marne
I addormentò . Con le braccia 'Njfde .D ah. Di poco e-
ra é me la carne "Nuda .
Magagna. Lat. macula,labei,contagio,dcfe(ius . ual difet- Ignuda. lat.nudui. P e t. "Popolo, Ferro , Spirto , .Amor,
to.B oc. La Magagna di quejlo trafuedere dee procede-
re dalTero. Dan. .Ahi Genoucfi buomini dmerfi D'o-
gm coflume,dr pten d'ogm Magagna .
Magagnare . Lat. mficere , maculare , ual guaflare, ferire .
B o C. llqual dente non folamente e Magagnato, ma egli
i tutto fiacido. ij-nelT u.ChriSlo fonò l'orecchiaal Mam
gagnatoj. al ferito Matto . Toi che per lungo ffiano tom-
Ignudi amanti. Diti,Tontefici,ìmperadon,Moriati Ign»
da,Mano,Tcrra,Fcra,Dtana,.Aima . Ignudo Stalue,Ri-
me.-dmor de la jua luce Jgnudo,e caffo.Et 10 fon qui rima
fo Ignudo,g^’.ci<co.In una fonte Ignuda Si fiaua.'flabbili
Ignudo l’offa . Di fuor, & dentro mi uedeie Ignudo . V idi
qualufc) già del fuoco Ignudo II Re di lidia. B o c. Don
Gianni fete fpogliare Ignuda nata Comare Gemmma.
battendo bebbero durato tornandone molti dall' una par- Oltre ad egni comparatione Ignuda gb piacque Rie Ciardo,
te, & dall’altra Magagnati . Come d porco magagnan-
do conia Sanna.
Nota per la maccbia,& peccato . uedi a 5 99.
L.-ntigine. Lat. lentigodnii,fono certe macchie che uet^o-
HO in fu U faccia,& anebo per la per fona, & non m tutto
nerc,& Lemigmofus, ual pieno di leatigim,
1515 Nc*o. Lat.mtuuieifrgmnaturalfipra la carne . onde nauo-
fui naie abbondante,^ pieno dt "Nsi- Boc.Ma mnnofe
gnale da potere rapportare le uide , fuori che nn "Ns» •
quale era (otto lafiniflra poppa . Dieoti die madonna Gi-
neura ha fiuto la finiflra po^a un "Neo ben grandicello,
<f imomo alquale fin forfè fei pcluggi biondi tomoro.
7'acchcrelle. Lat, nota, incifura, fino tacche, 0 tagb,cbe fi
fanno fipra un legno, & peri mene ad efiere difetto fi, et
per meta fi due un'huomo hauere tacche.!, difetti .B oc.
Senga che egli ha alcuneTactberelle co quelle ,chefitac
ciano per lo miglioreJai Scolare,cbedi malpelo hauea tot
cata la pelle. ne tefli moderni fi legge, banca coperta.
Indicio.Lit Jdf/ figno,nota. B o c.Et anebora era certtffi-
molnduiodt futura morie.ForfebuonoIndiciodàdoaiio,
thè nella fguente gurnata fi dee raccontare. Et trouando
per «fiat mani felli Indici Im efiere neramente Ciuffredi .
Chiax^re,ual macchiare. LatJnatulare,mfietgere. Boc.
£ tutta di fangue Chiaan^ta farebbe parata /t fin ueJuu
& lei nule Ignudi , &fcouerti dormire , Effò tutto Ignu-
do Slaua.
Denudare . Lat. & meta.per manifeflare. Ari. Et aceto,
che meglio il nero ti denué.i mamfefli .
LIBRO SETTIMO
H y o M 0.
VoHo, Donna, yiro,’lfano,Ma-
Jchtod’emina,Manto,Moglie,Spo
fi,Spofa,Conforte,Connubio,Ccjm
la. Matrimonio, Mantaggio,Ta-
dre,Madre,Babbo,Mima,Matri-'^
piu,'Nouerca,Figltuolo, Figliuola,
yaigenito,Figbaflro,Fraiello, So
rella,Legittimo,Bafiardo,Genero,
nipote, Germano, Cuginojbfauo, Suocero,'Nuora,Co- '
guato , Zio, -duo. Compare , l ornare , Tutto , Tofi,
Carzpn, Infante, Fanciullo, Fantolino, gambo. Creata» •
ra, Ciouane , ytnle , l'ecchio, yerg;'» f ' -
dona . -Adolefcentud, Infamia , Fondu Jeeifga, Tueriti. .
Giouemi , F'irilad,yectbui^ ,Decripitd . Con turni '
H V
fmi nerbi, & iermati ,
i)fj kÌAOLlAt.& ^djmnyfrimhm>mo,tà‘prmififurtt{li
diojècondo Li mterpretationc delU btbufigmjuii teHt^
(alare/) leflimomo. uifie aimi f}0.& flette nel Limbo an
ni 5 1. dal principio dei mondo infino aixytii. anno del
l'imperio di Tiberio, netqiial ChnHopatt , però dice
Dan. Trafleci C ombra del primo parente , l>',Abel fuo
figbo . Ver morder quella (a.piauta ) in pena ,irin difio
CmqHemd’aum, C pm T anima prima (j.^dam) Bramò
tolni , cbe'l morfo IM fe punto (.i.Cbriflo). Similmente il
mal feme d ^damo.Che quefli/chc nien i/ieco,pcr lo'tuar
(0 Oe U carne S,Adamo .Tutti cantauan ; benedetta tue
Tqe le figlie d^Adamo. &ilVtt.T al notte non fur mai
dal dì eh' .Adamo Apertegli occhLForma parnon fu mai
dal di ih' Adamo Aperfegli occhi in prima.pot che l’adur
noSuo mal,eirnoflromdc prima Adamo .
promotbeo fu U primo, che formò [hnomo in pittura,
H uomo. Lat.homo, ab bumo dt8ut,&kir. T rouafi quella
uoce uariamente nfata da noflrt Toeti,& prima deli'Huo
mo come animai rationalejdice il noflro P s T. Quaud'era
in parte altfHuom di quel eh' io fono. Dindi fa quella,
eh' a nulTHuom perdona. Che tanti affanm Huom mai jòt
to la luna 'Hpn lòjferji. ^uafi Huom che teme morter&
ragion chiede.Difendermi da Huom coperto danne. Onde
al ueroualor conuienc'Huompoggi. Com'huomch'a nom
ter luogo, & tempo aflietta . Com'Huom dì'ifano , c'n un
momentoammorba .Ittguifad'Hiiomch'afcolta . agmfa
dHuom che fógna. Hauea color d'Huom tratto d una tom
ba.Vur com’io fufli un Huom é ghiaccio al JòleJLuomint,
e!r Dee jolea uincer per forza, B o c. /o hofempre inufo
tHuomo e fiere il piu nobile annuale, che tra mortali fufie
creato da Iddiojir apprefio la f emina. Ma f hnomo fi co-
me generalmente fiuede,& crede per opere è piu per-
fetto,i3'hauend/>pmdtperfettione,feirt^alcunfabodet
hauere piu éfermcoQA thè non ha iafemina, & coft ha.
Jl primo H uomo ,c he a gli occhi occorfeAT nel La. Ricor-
datiabe tu fa huomo fatto aìlaimagineA}' allafimtlitudi
ne d Iddio, animale perfetto , ^ nato a ftgnoreggiate, &
vonad efiere fignoreggiato;Laqualcofànel noHropri-
tno padre ottimamente dimoRrò coluifiquale poco dauan
ti lo hauea creato.mettédogli tutti gli altri ammali dinan
facendogli egli domare ,et alla fua figmria fupponen
dogU/l fòmigliame apprefio facendo é quella una, &• fo-
la f emina, ch'era al mondo, la cui gola, & La cut difòbidien
Zfc&letui perfuafiom furono é tutte le noHre miferie
cagione,& origine . Tfpbilifiima cofa è adunque [ Huomo
ilquale dal fuo fattore fu creatopoco minore degli angfli,
& fe'lminor Huomo è da tanto, da quanto douea ejfert
colui Ja cui nini ha fatto, eh'egfi dagli altri ad alcuna ee
cedenza fta eleuato iuedi [Indice,
Huomo circa le parti del corpo. V e zjiuom Mortale. On-
dio firn qui com'Huom cieco rimaja .ogni offro ingegno,
tr fero Focena humile, & ogni Huom mi gagliardo . Da
far innamorar un Huom Sctuaggio . Si grani i corpi , &
frali De gli Huombii mortali Hoc. Hiiomo Ciouane,
f'ecchio Antico d'anni/ir di fer.no innamorato . Attem-
pato molto.Di meza età.Grande di perfona. Betlo,& pia-
feuole nel uifò, M*gro[Secco,& di poco fptrito, Diperfo-
. pa ’Picciolo,ò‘ innato, & col uifò rtneagnato,Robuflo,
Temente, Forte, "Poi della perflm , 'Uffrbuta, Leggiadro,
OMO „4
TuUto, Ricco, Ricchiflìmo, Touero, Mutolo, Sordo. T,
RellofHitto,Leggiadro,Vubto,Gcntile, Galante, Ornalo,
y enuflo.Fonnop VeUegrino,Amorofo,DoUe,Cjro.SoL.
leiuo,TrSto,Treftofiubuod>efl ro,Aitite,S nello, Agile,
Gaghardo,Vofiétedorte Audace,AlteTo .Brutto,Spor
co, Siomaiofo , Lordo,Sucido ,Fracido, Mania,
Vuz'Zoteie.Tigro,Lfio,TardoiTnflo, Inerte dopilo. Acci
dtofo,Mifcrodralc,Inetto.Da poco 'negligente, Defuia-
to.Moftro, Malfatto, Stroppiato, AtlrattOfAfiiderato,
Zoppo, Gobbo, Slorto,SlancatoJclancodtoncoiSforma-
to[rrasformaio,Contrafattofirbo,Cieco,Guercio,Lofco,
Slralunato,Lippo. ytuo,Mortale,y ero,
Huomo circa le parttdell’amma.P e z. Era' l grand' Huom, i flft
che d Aphrica s appella Huom beato chiamar non fi con ^
uiene . Huom Febee [Saggio, Bafio, Turo, Ligio, Mi fero.
ElfaperfamagliHuommiImmortaU.Etdegli Huomi
ni mdt ai mondo diui. B o c. Tiobile di dt coflu»
mi Aucnturato. Grande,& y alente ingrammaiica.ya
lente é cuore. Senparlante.Buono, Santo, Santodantif.
flmo,Vro, Tfode, y alente. Gentile, Accorto, Leale, LU
berale,& Gratiojò,Tiaccuole, SoUazg^uole,& Fefleuo-
le. Innamorato, Coft untato, Aueduto,<!r Cortefe. yene-
rabde. Cattino, Rigido,Crudele,& Imquo,Vej}tmo,MaL
uagtodefliale,Ghiottifiimo,Materiale,etGrofio,Reo,Do
lorofò,Dolitt,Gelafo,Malaueduto,ytllano,Idtotadalua-
tico. Ebbro .Triflo piu che alcun altro , Teggiore che mai
nafeefie. Famojò per lefue ruberie.Di cattiua uita.Di bia
pmeuole fiato . Di uibjfima condithne . Di conditione af-
fiti leggiero jna ricco. Di bafia conditione . Di natione affai
bumile . Di natura benigno , & Amoreuole . Di grande,
& reuerenda auttorità. Di grafia pafla . T. Huomo Sag.
gin. Sapiente, Scientifico, Dotto , Letterato , Eloquente ,
Elegante, Arguto, Sottile, Facondo, Verità, Eccedente,
Famo/ò,Graue, Everta, Sagace, Ingenhfo,ARuto.Iffn
rame. Ignaro, Indotto, Jnfipiente, Incauto , Mal accor..
to, Mezp, Seluaggh, Rozfo, Graffo, Rimuzzato, Mat-
to,Stolio,Stolido,Vazzp,Sciocco , Infimo, Fatuo, leg-
giero, Furiofò, Fode, yano , Buffóne, Deliro , Schermto.
Derifo . Ciuile, Tigbile, Gemile, Vat ritto , Degno, Egre*
gù, Generofò, Magmfico, Honorato, Reuerendo, Chiaro,
Sublime, Signorile, Rigale, lUuflre,Jnuitto,GranJeJtìca
co, Splendido, Liberale , Largo, Magnanimo, Prodigo,
y diano, yde. Infimo, Tonerò, Famelico , Mifero , Men-
dico, Tilocco, Furfante, Gaglioffo ,Seruo, Schiauo^Aua
ro , Cupido , yfuraro , Varco , Scarfò . Baffo , Semplice ,
Manfueto, Humile , Mite , Via, Tacilo, Pudico, yera
gogfufó > "Ptetofii , Vlacabde , Ciememe , Benigno , Mi-
fitricordiofi , Compaffioneuole , Gratiofo , Placido ,A-
mico , Rationabde , Trattabile , Temperato , Leale . Su-
perbo , yanaglortofo, Glortofo , Vompofò , Gonfiato,Fau
ftofo , Arrogante , Temerario , Vrofbmuofo , Audace ,
Iiffòbrme ,Ambmofb, Fafbdiofo , Irreuerente , Orga,
gbofb. Strano, Teruerfo , "Houijo, Pertinace, iràfeibile.
Iracondo, Sdegnofo, Importuno, Sfrenato, Colerico , Im»
paiieme , Infopportabile, Impetuofo,Implacabde,Incle- '
meniedeftiaie,Crudele,A(crbo,Afpro, Atroce, Empio,
Fello,Vtauo,Terfido,Crudo,Seuo, Seuero, Vroteruo,Du
ro,Diro, Feroce,Ftero,Riffdo . Coflame,Siabile,Fermo,
Scbietto,SinccTo,Certo,yerodmmobile,Immutabile,Di
ftreto,Cofideralo,Circ2Jbetlodìegao,Maturo,Moderalo
« ' ' iiij
H V O M O
Donna
Moiejfo,Vnidenle, Tornito, Accorto, Idoneo, {nfgmto,
lntrgfo,ChUn,Eletto,^.tro,SmgoUre,y^i:M,Solo.Mu-
tabUe,ltt!ìtbilr,1ncanHMte,Incerlo,yolubde,l'ariAiir,
Dnbbiofo, Mobile, BugÌjnh,Mi‘HiUce,Bigarro,f'dgabon
do.yjm.Difleate, Falfo, Conirario . Religiofo, Tallente,
Tndico,HonrJìo,CaJìo,Contin,iitc,^flmcnu,InuioUbi~
le,Buon,B ato,Ben <Uta,Sa'iio„Almo, Ùnto, Immortale,
Sommù,'>emidto. Mnlteroyiolatore, Stupratore J,ian
^nrbatore,yerlipeUe, iHioniincnte , Sodomito , Cornar-
reo,BHggieronejl.fiiate,Barilajfa,Laliuio,lmpiidiio,Ef-
frenato, Jnkonejlo, Beico,Lenone, Ritgiano,Tabauhino,
HeretLo,GiMd-o,TnrLO, Marrano, Saraceno, Moro,Inli-
do. Mago, Incantatore, Diabolico, Tligromante , Felice,
Fortunato, Contento, Ctoriojò, Ciocomlo, Ueto„Allegro,
Giubilante,Tran<ikillo,Feflo;b,Fateio In)elice,Sfortuna
to,Siontemo,Sionj'olato,,Addolorato,,A^annato,^tto-
nito„Angofiiofo, idnjìo, Dolente, Duloroji>,Dcbole, Egro,
t Infermo, Malato, Eìienuato, Elàuiio , Faticato, Frale,
■ ' Fiacio,Ftoco, Gramo,Lafio, Fefio,Ln’gnida,Lagnmabi-
le,Maiilcnto,Magro,MeJio,Taltido,TdUido,TaHeneofo,
Sqnalido,Sbigottito,Tremante,Trillo,Tiint.ro[o, Traila-
gbato . Ubero , S ciollo. Slegato .Legaio,Trijo,,Auotto,
,/fkinto, Scrrato,Stretto,Incatenato,lUaqucato, Circon-
m>lkto,lmprigionato.In lacci anolto. JnmJu,lngraio, Sce
lerato,ScoHofccntefieo, Olhnato . ^Adulatore, Simula-
tore , Soutore , Irrisore , Blando , yerberone , Fauolofo,
loquace, Malduente, Mormoratore, Detrattore, Calu-
rnatore , Mordace, Doppio . Litigiofo , Ugio, "Hequitolb,
Maligno , Frodolente , Maiiuolo , Odiojo . Iodio , Furo,
Rubatorr„Alìalfiao, Malandrino, Tirata , Sicario , Infi-
diatare , Traditore, Fai fario , Rèi ilo, S pione, H omicida,
Tatricida,Matricida , Fratricida ficcifort,yenefico,yen
dicatore , Fugguiuo , Efule . Bibace , Ebbro , Briaeone ,
Tauemero, Golofo, Ingordo, Difioluto, l'oratore, Barat
tiero. Baro , Giuocatore , Lufore , T ruffatore. Inganna-
tore , SeHeinmiatore . Macflro di Giujlttia , Boia , Mom
mgoido, sbirro , ta^o, Brietone, Impiccato . Baflardo,
Spurio, 'naturale. Mulo , Coglione, Cafinne, Caprone,
Minchione , Maccherone , Cialtrone , Buffalo , Ignauo ,
Da poco.Pt T-pariantedeiriiuomo. ,4lioda terra.C'ha
del pellegnn, dr del gentile contento di fim forte. Coper-
to if arme.Drgno dbonore. Di carne, dr Sofia Jìifferan-
cca altero. Dtflrojù l ah. Eterno di Fama. Fermo in cam-
po. Grande con atti foaui. Ilqualc ogm buomo bonora.ln-
utdo,dFfuperbo d'honor tanto . Ueto nel foco .Tentilo de
mal^efi anni . Tien di pietate , Tienéffeme ,&di difio.
Tnirn di ua^eina ginuauile, RiHretto ejptttante guerra.
Salito inquaUhe famaJtamoépenfirrJlancoé mirar
non fatto, y ago Suàr none Ile. Carco d'idilio.Carco di do-
lore. Colmo di doglia, dr di defire . Che fegna . Del nuigo.
Di formato al campo. "Nudrito mjèlua . Tirn di paura,
difilpetto.Tien difpauento.Tien di Tatfier uam,drfcuic
chi Ticn di fojpiri. Scacciato fuor del dolce alberge.Trat
tod'unaTomba Huommi.uedtalC Indice .
Viro . Lat. ual buomo, Dan. D'mfanti , di femine ,df dt
ybri.
Nano, tal, nanut, pumilio , dcpigmaui ; i buomo jiicciolo.
Ari, Quindi mirando utdttn Jtrana luna ,Ch'un'Ha,
no auìiicibialo era con quella . Et era quel pKcin,flato/i
dotto. Che UBiegina bontà meffa di fotta. Due caualier i
c' haueau per guida un'tfano .yengon. (rmdffie UT^-
no)perfarproua.CofifurendotlSaracmbit;^rroSinol ' • •
gial'ìÌano,edice .
D O a*.
Onna> F emina, Tuttana .Tutta, Mere-
trice , Sianfarda , Com ubma, Bagajcia .
Tarn , Tregm ^e , Fajte , Culla , Rocca ,
Fufo , Conocchia , Tcnnecchio , Uno, Filo,
Stame, ,Ago„Arcolaio, Sulbio,Cafje,Cal-
Lole, Spulo .filare, cufetre , ordire, lifitrt,
puiianegBiore .
Eut prima Donna,& prima madre, laquale col fuotfrena- ijoj
to appetito ci fu cagione di eterna tLnmaiionc ,& ptribe
di queSlo le catte ne fon piene , non alirimi nmicfi, nde-
remo fe non de quanto ne parlano i iioltri f orli. P tT.< bel
pianto SEua inallegreggiatonii.D A u.'Heqnaniuiuine
perdio Cantica madre, y alfe leguantie piene Ji ri giada.
Che lagrimaitdononlomaficr aire. Lapiaga.the Maria
rÌHchiulcr&uiffi,QneUa,ib'itantubcUa da jnupudi. k'
colei, che l’aperfe,& thè la pnnje. fimendaido di Eua).
Donna. Lat. muùer. alcuna uoltapgmfica figuora. tallo da
Trouenr.alt,& ufatu dagli Thufcantft prima urea le bel
ifljsy del corpo. P E T. in ucce di M. Laura. Lat. domina,
amica, amafia Donna Bella, Guiuane, Mortale, Ricca, Li g
giadra,-4ltira^lta, Tufi ente. Che l be uoflr occhi Don
Ha rm legare . uergngnando lalbor ih’amhor fi taccia
Donno per me noflra belletiTa in rima. Del mio cor Don-
na. La bella giouanetta.c’bor i Donno , E’n burnii Donna
alta beiti diurna , O in Donna ,cbenaiDi gumeniute, &
di belli ^ altera Fra quantunque leggiadre donne, e bel
le. tìr Donna per Maria uergmc per la Chiefa.prr Roma,
per la Ragione, per to Morte, fono a gli filai luoghi.!, o c.
Donna Bella é corpo ; di forma BeUifjima,yaga,Gcmil,
Leggiadra,Delicaia, Gmuane, DifiioHa,Trefla, Deftra.
-Aliante delta perfvna. Grande di ptrf>na,lkta,Gratio-
fit, Tuceuolf, -Aueneuolr,.Acconcia,FrtfianAréta,Bal
dan^fa Di buon -Aria. Dome!UtaScfianieJi.uca, Mor
bida , Brunaccu , Tarchiata , Donne yaghe , Delicate,
mdi l’Indice,
Donna circa la belirg^e delC animo. P s t. Donne Gentil,
Liete , penfofe accompagnate , rj fole. Dodici Donne
honefiameme lafle . Donne Ektte Eccellenti nelrffi una,
C he fan eoflrifopra le Donne altera. Tei mé fra le Don-
ne Teregrme Quella . E'n belle Donne HoneRe atti fon-
ici , Dolce cantar HoneRe Donne , ep- Bette. B o c. .Ac-
corte, -tuedute. Sanie , Sobrie, Ttetofe, Buone, Re bgio-
fe , Manfuete, Honefte , Dif .rete. Moderate , Renerenn, .
Horreuoli , yalonfe , Gratiofe , Benigne . Donna Dmom
ta, Spirituale .Buona, Honefla , Santa , Sempbce, Obe-
diente. Temperata , Mifiricordtofa, Tietofa, H untile.
Cheta , Tallente , Gentile , Corte fi, Cofiuaatt. Ben
Tarlante , Sueghata , Trefta , .Aueduta,yalcnte,Ccnn,
pinta . Dotata da natura , Dtfcreta , Gtoriofa , Famoja,
yeneranda. Grande, Liberale, Leale .Ferma, Ornata,
uedi all’Indice.
Donna circa le norie proprield. P * t. ffc V an v»f> fiat* 1 410
In cor di Danna piciiol tempo dura. Donna aitend
tglorwfii fama , Di filmo , di uator.écartrfiia. yeri
hoof slà,
.hi.
1511
Donna H 'V O
botielU che’n btlU Donna fta . Quando una Doma ajSai
fronla,& fuura Di tempo antica,&giouane nel ufo . Di
quella JoUe mia ncniiia^ DonnaXollet ch'ijra le Don-
ne un Iòle. Le Donne lagrmoje/l uoìgo inerme.Ttang^
te Di‘niie,& ton noi pianga amore S cndo di Donne un bel
numiroektto.f'té fra nude Donne una già tale . Boc.
DonnaTk’ghtuole, Sdì gaofetta, .Amata da tnolii.Ttena
duoniupijtibiledefidtno. Intiàma].ActefifInnamoraia ^
Dura,.Acerbetta.Salkatica ^ Forte truetiofi ,^tteiata
d'ira,OdioftnAérata,Sònacibiora,Mahtiofa,Maluagia,
Orgcgbofat'F^pftntetli’gidaf Cruda^itidiale^ Crudele »
^uara,Coloja, rolonterofri, Mifera, Donne tome Hatue
di marmo Maiale, Dipinteci Frepate.'H^gh animi limi
dei TJunfc.Tigre.UntltMobiliMrofr , 4 ofpettofr, Tu-
fiHanimr.Taurolc, Focofe, Del corpo beUiJJime, ma mmi-
M O
Donna
*05
utrfa moltitudine fiagelofa, tSe ritrofi/mbieiofa^inuidio
faj& dciira,ne quanto ella nel far fi Jèruirefia imperiolà ,
Hotojà^ex^a.flomacolaA^ importuna , ne altre cofiafi
jàlitequali molto piu jjiiaceuoli,ehe le narrate fi ne potreb
bona contare, uedi all Indice .Ari. He tra gU buonuni
tnal,ne tra tormento. Che Feminaami Femina ho troua-
tOiHon por la donna alPaltre dine bella, Hs o cerne cer
ua^ a le agnelie agnello. V i K.Famina fieminco corre-
pta cupidine nulla eJl.Hfin si trouar cagione acaji miri ,
Se non quell' una, che F emina fin . yeggio che non può far
cofaperjettt,Tercbe natura Femina uien detta (parlan-
do della natura) Gh du perduta quefia caufit.o unita, E no
l'arbitrio di Femina leue ,Che fempre inchina a quel , che
menfardeue . Faciiamde lelor Femmead altrui, Quel
ib’alin delenojire ban fatto a nu.
fi:ianime,T>aurófr,Foeofe,DtlcorpobeSiJfime,mammt. cDaimaeienoiirenaniaicoanu.. ^
{hedhonejià Sono naturalnienlemteU Donne Ubile ft Uvnina^uece di puttana Ut. meretrix. 6 oc. Ella ni
inchineuoh &irouarimlprincipiodellaoratione.Don- diuenutoFeminadimondopurperao.
nefca,Donne%menie,DJnefio^.uediall'lndi.e.&Ìnge Hemiuphtcs<isto.Ul.&adrogyimsatalmafcbio,&femi-
urrr V f M cuinuUacale rcnond'honorc ..Afitttata na,ucdla|.^^. . „ wfi.-
al rigL de li Da . ( hc'l cielo bonora . ch'a tutJl mondo s T C6 fg» Mafihn
famaiolle CittaénadelctUfiengno.DeU Donnealtero, penjicr de Palma toUeiJmtfihio Air utrile.B oc.^afiad
XonHiriucreaxa,e-<thonorc.D,gnadipotmarartJJimo, rereéfie.Fg'iuoliMafihiAir FmiM.
cJ'd'hHlorUMcl «ti fircna . EfempUr 5wwo . Fior de le \m\e.Utaiirilit. naie dthuomo,& aUt^uolta
fJeMe^loriadiLflraeladelnninahumde.Uggia. &magnanimo.ondeaPti.f'iJi-dnafiarcointr^id^^
d'anZe. HoHra Dea . One albe rga honor , & cortefia . tele magnifieintia del Re C«i».. Uquah Virilmente conu
Ornata,& calda di uirluteardcnie.Tiu bella del fide, & battendo acquifiarepofiiam, a dimimi
eiu lucente TieìoPa teiiTJ fdegno . Stella in terra . Saura PutnnaA^ Putta a puteo Ut. l^ .&Upula il dimim
l-aa, ulri/i y Ku o elenttuo di beUerza .Inuoltainur
IfU
te,^ leggiadria, yniio ef empio di beUdi^ . Inuolta in ut
fte bruna.Triua ttorgoglioJohnga da l'tnfegne d’amore ,
Turbata in mfia. Volta in fuga . Vota d'ogni ualore.
A R i. Molti configUde le Donne fono Miglio improutfo ,
ch'a penfarui ufcici.Hpu fiate pero tumide efafiofe Dm-
ne,per dir tbePbuomfiauojlro figlio , Cbe dalefiinean-
chor nafion letofi,E duna fetida berba nafte il giglio;
Import uneiuperbeabjpettofe.Tnue d amor ab fede, c:^ di
eonfigio TemerarieArndclianique , ingrate TerpefiiUn-
eterna al mando nate .
)onna beUtfmaJ*Jtr<>nacaratMatronagenerofa,Sig^
^ ir- lÀmm U0nnr.tmls -
ttMOtjCOnmmfief mcritrtA K fun.t
ilcorpo fuo,et per danari uendePhonortAe la caftita fua,
ma non però ogni femina impudica, dr lufSuriold i detta
TnttanaAir Utjneretrix. B o CJgU non fi uergogna di
mena notte dire che tnfe Tuttana; qua fi come non ti co
miieliimo. Igkottonià tauemierià Puttanieri, & gli al
tri di fimtie lordura dtiboneHihuomini. Ti a u-AlaPut
tanadelanoutbelua . Thaidai laPuttaiu ,cbe riAoJe
.Aldrudofuo. DiCefartnon torfegboeòtPuttij.falft,
adulteri . P i t. Putta sfacciata doue bai pollo fieme.
Atcì.ManoauipuogiàberchilbaPuttana (parlando
QnaibeUiirima,Tatr<>aacara,Matronagenero]a,stgno- dellemogh.) r„Ucùare Tì u u
ZfAutfamina,drmuIier.TBr.Feminaicofi.mobU che aPi[amm,mgUf Potere la den^ cento BAgufisom
■^7
'4
Dobiu H V O M O ■ Donni
Ztn^ìiii da , & tbc'l barattiere corritppe il m la fiia diletta Sfofa. B o c Sfofa 'ì{goHa,'HsUelta^ uen^
f obolo nel parlare . tHrata,Lt^iwma,Bella,& Gemde,Gtouane, Spofe Tii;^
JlMfiiino, Lat. leno.h o c- Chfdentrodella cafa era Huf~ ue,Spofo7ipiiello,SpofjrefcacaJà.]lpapa feteleSponlà-
fiano dellabkona femma. Di ladrone,di fili ffiaao,éfatji- Ime celebrare. uedll’Indue.D A n.iiel'boracbe la Spo
riojii un grande predii aiore dinennto . ^ gHipt di A»/- fa é Dio {urge U mattinar lo Spofo^rtbe Carni,
fiana predicale per lo {igliiiolo. Spafare.Lat. {fanfare. B o c.Tollogtiinmannn'aneth Ufi
}luf)iancfìniQ.,/>it./cm)r/aMm. B o c. Laqnale otttmami f ecejpojàre. Trima ibe tu li moMa^Jà per tua legittima
te Carte fapea del Ruffiane fimo. moglie la Catarina. Iiiiendena fccomio lanofira Uggedi
Bordello . lat. Inpanar.v Inpanarim .fummamumjM- ffiojarla. 'Hajiagio Spofatala,C fatte le fne nm^ In pre
Hrum,ganea. è done fianno le meretrici publitbe. Dan. /énjji di tutti la Jposo.
.Ahi ferita Italia di dolor bojlelto ; 'Hane fenxa nocchier Sponlalitic . Lat.ffionftlitia, & ffionfaìiafimm .R oc. Et
in gran tempi fla , T^n donna di pronincie, ma Bordello . qnini il Tapa da capo fece le Sponfalitie celebrare .
hlicnQ.Lat.& uir niri. necgamus.a,um, & nconympbks,i Pronuba i quella, che nel far delle poì^J dada parte deb-
lo ffiofo.0 marito nonetto . P e t. Tianfe morto il Marito la donna.
dijkt figlu.TuMaritOftu padre. QjfetCaltraiInlta,& AixCpice è poi quello che i d-illa parte delChnomo . ^ ^
diiolfi del Manto. Et uedrai ne la morte de Maiiti.B o c. Matrimonio . Lat. &coniugium,connubium, tbalamus .
Che'l Marito di lei era auariffimo,et cattino. Sopragiunji A Kl. Il Matrimonio cb'.Auffiice hebbe amore ; £ Vro-
C adirato Manto. Hebbe duo Mantt.Le beffe a gli fiioctbi nnba la moglie del paCiore . .Anjpue i quello , che nel far
Mariti fatte dalle loro fame mogli . uedi C Indice . & Inu» delle no^ è da parte delChuomo , & Tronuba da parte
fta Lat. non maritata . delta donna , & amendue uoct Latine. .Alda Jiia figlia in
13 Lt-tAnritiggio. Lat.malrimonium,&comiubium.B oc Che Matrimonio aggiunga.
maiionoafitròditalMaritaggiocontento .Stàdoaduque Connubio.Lat.à il matrimonio. A Kl. yirlù faràdt tal
in quelìt termini il Maritaggio di Sopbronia ,!>r di Tuo. Connubio dtgno.fe non quamo da Dio Ter C onnublo^ le-
Maritare . Lat. & nubere.Boc.uoleria honorcuoUnente gittimo concejìo .
maruare.Toca cura fi daua di piu maritarla. La tua poca Copula. Lat.nexum,& uinculum. ual congiuntione ■ Ari.
fottei il Udine di maritarmi, yeggendo fi mantataaduno Già molto tempo iwiain^ defiato Sduefia Copula bauea .
artefice lanaiuolo . "Hpn fapendola dafe partire la marita Conlbrtc.Zjr.ron/òw.er uxorjiel genere maf. & femjul
uà. Mi piace che uoi mi marniate . ueé allTndice . partecipe compagno . P E T. ì^al Roffignuolo ; che fi
Rimaritare. Lat. iterum nubere .hoc. Che uoi ad alcuno foaue piagne Forfè Juoi figli, 0 fua cara CoiqorteJ.compa-
non uilafiiate rimaritare . Da fratelli coliretta a rimarla gna.Rendemi s’efier po , ubera , & fcioUa L'errante mia
tarfi . Che tu m' affetti un anno, & un mefe ,&undl feru Confiti te. yola un'augel; che fot ferrta Confitrte Di uotoum
5JI rimaritarti. tana morte Rinafce. Et fei fatto Conforte denuei nemici.
Moglie,^ Mogliera. lat.uxorjù- coniux. B o c. Marito, Ak i.Dife far copia altrui, che al juo Coitfòrte.i.marito.
&■ Moglie diuennero. Conciofia copi che la Moglie fumi De la bella figliuola il fa Confitrte .
bro del marito , Habbiama dette noilre MogU parlato . \edoui.Lat uidua ; qua efl fine uiro. uedi a i^jt.
A R i.Ditemi un poco; è tra uoi forfè alcuno,Cbabbia fer hidie.Lat.pater,gcnitor,èr Tarentesal padre al la madre. 1 5 17
nato a la fua Mogbefede i Conofceie alcun uoi, che non la yo. poetico. P e r.TaJre Diletto .Maggiore .Eterno ,Som
feiafie la Moglie fola ,anchoche fiijie bella per fegutrd- mo,Fiero,.Armaio,Scbermto,Morto,OràTadre,Detiiem
tradonna fefferafiembreue ,& facilmente ottener quel- la. Tot uié il Tadre nojlrori cui fu dettoci .Abramfy e-
la i Cbefartbbeegli qmndo lo pregaJSe, O deffe premio a ner e’I Tadre con benigni affettu Cioue E'I Tadre i colto
lui donna fi donzella f Credo per compiacere, hor quejle , e'I popol ad un uefeoj. .Amor. Che’l Tadre e'I figlio ad una
bar quelle ,Cbe tutti lafciaremoui lapette. morte offerfi.i.Decio .De li Stoici il Tadre aitato in Jufo
Mogliera. P e r. Che Canora MogUer ì Umphiarao . Che Ter chiaro fuo dirJ.Zenone.Citiefe Tadre degli Stoici.Ta
la cafia Mogliera affetta , & prega. hoc.Tuodicbela drem’eraui houor,in amor figlio. Herodoto di greto biffo ,
miaMogliera Cbauenduto.TralefueMoglierequefta fa riaTadre.yidi’lTadrediqueflofiir uiél’auo DuoTadri
vàia fua principale. P h. A R i. Cb'ad Ituom fi giunga ,e darre figli accompagnati . a cui nefiun pò torre Lefuebg
non gli fio Mogliera . Che fi fiente il manto e la Mogliera gì Tacerne . B o c. Tadre Dlffietato , Fiero , Car.ffimo ,
fempre garrir. a yecebio. Morti i Tadri loro .
Moglieta/(iii moglie tua parlar da plebei .Boc.EtaMo- Padre nomt n ueneratioms . B o c. R/ffofè fer CiappclUtto
gheta di che ti fio flato muoialo. Et nomò come mi torma al fiate Tadre mio. Et qui trouai il uenerabil Tadre . yoi
.yr cafaaMogliema,tbenonme'lcrederàj.moghemia . fietemioTadreffiriiuale.Ciannottolodomandò,tbedel
\ì*4 .Ammogliare icongiungereiiffitparià'ilmente .come fifa tra fantoTadre.ó'de Cardinaliddclpapa.
marito,&moghe.Lat.coniugare.D ANMoltifonghaui Pitrimomo Jjt, So c.'Hella mente bauendo che la ho*
mali,a cui i' ammoglia . neflq pouertà fia anucojù' la rfjnfiino Tatrimonto de no»
SpoCb.latffonfui. & naogamut.tfi aeonympbus, è lo nuo. bili cittaém di Roma. Et con hi mfieme del gran Tatrimo
no ffofo. P E T. Sluetla.che per lo diletto, cr fido Spofofio nio di la uenne bereie . -4 comunicare U jut ampifiimo
MrEnea,uols'iralfine .tledonnaaccefàalfuoSpofoé- TatrhnonioconGifippo .
ietto , Ch’amar pio del fuo Spofo a morte ffinfe . Et Roma , hitricidiUat.parriuL l quello che uccide il padre h o c,
chedeifuoSpojòfilagna.Tiantofu'lmio di tanta Sfofa Et cefi madrci& Moglie -iunboradelf ac e Pairictda
berede. Ceffi foccorff a la fua amata Sfoja, {fonar altrui fiutdetifeliaf t,
gabbo.
DoniU
Bonn* H V O M O
JOÓ
BàbbO)iu/p«lrr,mrf dafanàuUim 4puauh ihianumo il pa uoflro Figihcch .
drt toTOydj ^hba uo(eSirUa,cbe datorj padre. Das. Da ¥ritello.Lai.frater,gemianui. P e r.Etqaaiitaal padrt,et
lutgua,tbf cbiami mamma , o Babbo . idcfl non è materia al Fratei fu rea,T anta. Tadre ni era m bontrjtt amar fu
dafammllim, Bambo poi dmotafanciuUo,uedi a ~ gito. Fratei ne gitami, hoc. Fratei mio dolce. Fratello
al luogo Ino. del Re di Francia . ilmiio mio maladetto F rateilo. 1 Fra
HidTc.Lat.mater,&genitrix.yo.poetico. P e t. Madre teUidelladonna. Fratti.
.Autiia,Benigna,men'Pu^'eTa,Gran Madre, D'errori, ¥Tite in ucce é Fratello. Lat./rater. P e r. l'idi Tamar;
Irreuercute a tanta, & a tal Madre . Fin che nel regno di ibe’lfuo Frate Mbfalone Dtjdtgnofa, & dolente fi rUhia-
Jua Madre «enne Madre per Maria,pcrla Terra, perla ma. Bea fi può dir ante Frate tu uai Mojlrando altrui la
Jtalta,per Roma , per yenere tutte fono a gli fuoi luo- ma. Frate rijpoft .B oc. La moglie a Calandrino cornai-
gbi.Madre,antica,umuerfale,fioflraaiedi a Terra a i op6 ciò prouerbiando a éieMaiFrate il dianolo li ci ree a.Fra
£ o c. H abbimi per la piu crudel Madre, ebe mai portai^ te bene ijta . quefta noce fin fa nelle proje quando parlano
fi fidinolo . Qjiiui umne la doloro fi Madre . L’amifid , fi gente idiote .
come difcretifiima Madre dimagmfceirja,CTÌÌhonellà. ¥Tici:l\ama.Lat. germanitas.h o c.Cominoua concordia,
ebe carnali ftma Madre é figliuoli la uedeua.Di fame le eircontinoua fratellame ynaFratellairga,& una arnim
loro Madri liete , itila fi grande .
MiKrno.Lat.matemies.eioi di madre. P e t. llqual lico ue TriteWi uolc.Lat.fratemui. B o c. Che con puro,& Frat-
niadalMatem'aluo.Boc.Con molte parole dolci, &■ teuoleammo.atenerelorocompagmafldouifierodi^r-.
piene di Materna pietà. re .Ut tra umenti amore ftitemaiefe ne piglia giufto , ^
1518 Mitnmi-rdgenimatrem.LatJiouercaV tT-ituncbenon & pio. nelle rime d’ \>c.
uolle Con’amr al furor de la Matrigna. h o c. Quanie SoTelÌi,ér Sorore.Lat. foror,germana.T tt.Et fuaSorel- ijjj
Udite ha già d padre la figliuola amata, &■ la Matrigna U la par che fi rinoue. Cangon Cuna Sorella i poco tnaangi ;
figiiafiro . .Amore alcuna uolta le Matrigne fagratiofea Et l'altra jento in quel mede fmo albergo .Apparecchiarfi,
FigUaflri.f i. Atcì.THottfuda Eurifiomaiaion fumai S'ildifiiiuuquanonueggian gltocck muiSol cburo,o
tanto Da la Matrigna efiercitato Mlade In Lernaftt'Hs fua SoreUaà.la luna. Trefo menar fradue Sorelle morte .
mea, in Tbracia,in Enmanto ,Mle uallt / Fabolia ,ale & "Progne nede Con la Sorella al fuo dolce negotio . ( in-
'Huimde. tendendo Phdomena) CheCunabebbe ,& Thefeot altra
Hoiierci. Lat ualla Matrigna.1) AS.Qualftpartì Hip- Sorella.Come anoilSdl , fi fua Soror Cadondira . B oc,
pulito iMthene Per Uff telata, & per fdafifiuerca . SoreUa,&Sorelle.uediaWlndice.D a u. Et con leSuo-
Matnma. noce ebe ufano 1 bambim quando chiamano U Ma re fue DeidamiaJ.forelle .
dre. B o cJo fon cofi uergme; come io ufei del corpo deUa Sorore, uale SoreUa. aedi difopra a Sorella .
Mamma mia . Dime padre mio.cbe dite noi (La Mamma Sirocchia.^ Ì4 Lat. forar germana. Bo c.Elia
mia dolce che mi portò in corpoalcuni tefii hanno madre . di Palermo Shrouhia di uno Perugino facendofi .Dan.
D A tì.fis da lingua che chiami Mamma , 0 Babbo. & Che fe pigriiia fojfe fua Sirocebia . A r i.Vtpote a Co-
quando dinota U Mammella,opoppa/iedi a 14.46. Hamin per USirocchia. Et quando ntrouiUmia Siroe-
FigliuoIOjC^" Figlio. Lat. filtus,natus,& nata, uocabotipoi cbia Tutta coperta d'arme eccetto duijb.
'tici,<heri,ilfigliuolo,& UfigliHola,&patrimus ,uel ìiipoK,&'fiepote.Lat. neplù,isda nepote.& neposdisJo ,
pairimajlfigliofifigliachailpadre muo .V E T.Figliuot aepote.P et. L'un frguiua’n^ipote,^Caltro’lfiglio.
Saggio. Di Marte. Di Latona. D’Mmilcar. Di Laerte. La Seco’ t figlio e'I fiipote;acui fu'lgioco Fatto delleduejfo
uedoua ; che ftfecura uide Morto'l fìgliuol . Buon , Mio , /r. B o c. Laquale era affai bella donna , df era Tlepale
Suo. B o c. Figliuolo, FigliuoU, Figltoletto , Fitliohno . d'uà fratello del uefeouo. Et il ■g» abbandonaua il firpo- r
uedi Clndice.DAN.E’l duca mio,Ftgliuolthe Usu guardo, te. Et molti altri fratelli,& "Hsfoli. A r i.'Nipwc a Co-
Figlio. Lat.fitms. P e T. nuà pietofa madre al caro Fi. HantinperU Sirouhia.
glh. Et uidiU crudel Figlia diìiifo. Quai figli mai, qual Cencro.Lat.gcner. Pet.?<?»/*/» «rifciitt CefareinPbar
madre Pianfè morto il marito di fua Figlia . Cioue s’alle- faiia Contra’l Genero fuo. hoc. Con grandi/iima fefia
gra di mirar fua Figlia. Padre m'era in honor, in amar Fi lei e'I fuo Genero riceuette .Che ne parrebbe a te donna ,
glio. Che Ipadre el Figlio ad una mone offerfe. Hippoliu fe io cefi fatto Genero ti donafSi ÌAk i.Poteffe alfuoft-
del Figlio affluta,l&tnaa.lì A s.D'MbelfiioFiglio;& gnor Genero far fi .
quella di H^Jjopiu che padre mi dtfie Figliole yienbor Cognato. Lat. fororius, lenir . &glos, ris, & fratria,*, U
mé. in uece di fgliuoletto,& usòiluocatiuolattno.Per Cognata. AKi.Orlando col Cognato; che non poco Bifoa .
eflerFidipietroBernardoneJ figlio. gnohauea. ■-
i lS,ìfiglùre,Ldtt,germmifefMalfarfigUu4tbnfatodaDA N, Nuora ,o7iifra,Latut!^Murus fiUjHXor . Ar i*nuiro/r»t
BtnfaBagnacaual, che non ri figlia. per T{ura. e fuatfurami faccia.
\nigenito,i il figliuolo folo, uedi a 170J. Barbai^ noce Lombarda, dr ual il Zio. Lat.auunculus.del-
Piglnflrr> far priuignui B o c.Quanteuolte bagUoma- U madre , dT patruus daparte del padre , cioè fratello del
to la Matrigna il FtgUaHro.& nella F i. Funofa Phedra padre .Dan. Et parranno a dafeun Papere fogge Del
deltamore del Figlìaflro.Mmore alcuna uoUa le matti- Barba .
gnefagranoDaFigliatìri. Zio,& ZU.Lat.patruui.&*mita.&malerUra.&ualil
Figlioccio, i juello ch'è leuatodalfàcro fonte .h o c. In- barba,& t amila. Bo C. Corretta ad un fuo Zm.Perla
caiitaua iuerimntolFi^cio.BtCatetiiinbraccioquefio morui’unfuoZioerarimafpricthifiano-.Cbeuna Ziadi
toa
Doiin» [
H V O M O
Donna
Cilamirinofimor) EtdefiioiZuildjimrifiora.A ri. fito ijucl tempo, che alla aóflrafanciitUe:^im fiiijiif ■
ìngutfitbe da Ut h Zia cndeleOffieja. Che'lZia ri^len- pthjicreimuiKOTJti .
dcrà nel (ho Itgruggio . YìatoUno.Lataafaiu. HalpicàolofaaciuUo.'D a m. f'olfi-
Saocero . Lai. (our,& picrut ma(c.&fem.V) a n.Ta- mi tal nfprttv ,Cal ipialeti Faiuotiii torre a la mamma
dre,& Suocera (a del mal di Francia. A R i.L'alir'hier Quando ha paura. Et come Faiaoim,tbe'nuer lamantma
n'bebbe dal Suocero noucita . Morto il Suocero mio dopo Tende le hructia,poicbe‘li ttteprcji .Simib fattiubaal
* Cinquanni . Fàtolmo,Cbe muor perfamc,et cacaa ma la Boba. Quafi
A liolo,^ ^uo. uedi 4151. F'fccbio,& yecthUzpta (otto bramfi FanioUn, ér nani. Com'ai Fantia fi fa, cb’i uin-
Saiurnoi.fg.Gioujnr,&Ciouaitùa i}S. tool pome.
CupnQindiffirentementeulàio,&dclTateUi,e2rdiSorel. Adolo(centÌR.l4r. S A n-Bicordandorniinqitefla feruid*
le. ez pur tra Latintuififadiffcrruza ,percuuhe dicono Udoloftentia depiateri. Quiiprmcipif della tua addolo-
conlbbrinia>mitim,& patrui les,& matrueles. B o c.Con fcentiabai tra pafìon .
uno fuo Cugino ,& una fua cameriera entrò incarnino. lnfìntLLar.fonofanctullicbenonfmnoparLire,abin,&
Cugina dimefiere Mlejfio. fando. Dan. D’ Infanti, & di f emine, Urdiuiri.
Cermano. Lat.& frater,iil medefimo ib' è fratello. A r i. ZiccUaiO Cucila. Lat. puclla . ual giouauetta. B oc. Io fo<
Fedi Folto , che par ch'ai pio Germano . Ciò che m Italia quefla caualla diuentare una beila Zitellaj&' fiomint con
haueatuttohabbiadato.yenmdolétiiduoGermamprefi, efia. Copertala piuiola Zitella con uno ricco drappo , la
Bilàuo. Ut proauui, da bis, & auo, eh' è il padre deli ano . pofe in braccio altamadre . Che cofi fia Cucila . ueii Cln-
D A N. Mio figbo fu, & tuo Bifauo fue.Chefu Bifma al due , doue latgmente ne habbiamofcruto Aicl.&al-
cantor,che per dogba Del fallo éfiemifereremei. leuatiSifòncon noida teneri Citelli. E nhebbe di na-
I5JO Compare. Lat.compater,l'o.chrifliano.Boc. Et quafi fcoflo una dulia.
di tuttiquellidella contradaeraCompare,o amico.Efien. Pucritia Ut. D a K.’Prima che fuor diTuerinafofie.quai ,, j,
do adunque Binaldo diuenuto Compare . Compare noSira furgb anm Che fi fegnaro m uoFìra Tiieritta . ’
Tiero. Ho trouati piu miei Compari. Sotto la couertadi Puerili . /4T. D a n. Beate nepuot accorger per buolti Et
Comparatico. ancho per le ucui Tuerili.
Comare.Ut.obfletnx,&nutrixèquellachealleuagliin- Pargoletti Ut.paruuli.P i rSolapenfandoTargoletlaxt
fauti,&comtnater,énnatrima,e!rpatrimusfimulcum fctoUa.Cbericoprule'Pargolctte membra. D A n.Fcde,
maire umentes.y o.nout,& chnjltam ilacomarc del bat &innocentia fon repirecSoloneTargolctti .AKi.Tig
tefimo . onde il B o c. Efiendo madonna lafctta ro« una la innocenua a Vargoktto guma.
fua Comare. L'amore ch'alia fua Comare portaua . Io mi Targoleggiare. Ut.puerafcere,r.puerafcereJinolanon flar
giacca con una mia Comare . yéto che é là non fi teneua fermo in un propofuoz^ome fanno i fanciulb piccioii,oue-
ragiom delle Comari, cominciò a far beffe di queilalua roVargoleiii.lì n u. Uguifaàfantiulia,Chepiangen~
fcioccbcz^Xà . doz^7^ ridendo pargoleggia.
SantolOftlrSantoccio.uedia li. Basnho.Ut.infans .uaifanciullv,ondebambini fonodetti
Canon . Ut. adolefcens , &■ pufio . fed m malam partem , quelli ,cbeulàno ponete le monache fopra gli loro altari,
ual fanciullo. P E x. CargpHconfalizunpiato,mauiuo . che fono allalimilitudinedefamiulluu.Bo c. l'na gio-
, Sopra un carro di foco un Gargoa crudo Con l'arco in ma uane donna Bamba,& fciocca.i.ih'era come fanciulla . &
«o,&conftettcafuntbi.MlprmofiifiodelGarzoaHe Babbo poi ual padre, uedi a 1518 Ak i. .A domandar
bree .Bue. Carinone , Garzoncello , Garzpnetto . uedi da pane di Cornino Erano al padre il tenero Bambino .
/ Indice . Vergine . Donzella, uedi a Diana 4118.
Tofo,«5-r«^ Ut.puer,&puetla.uaIgiouanezi fanciullo. WcdoisaUtJudua.P tj. yedouaOrba,Sconfolata,Inue
Vo. MiUnefee& Gotbico. B o cMt hebbeui di queUizhe ftauegra.U y edema che fi fecurauide Mono'l fig'iuolzt
intender uogbono aUa milamfe , che fofie meglio un buon tal uendetta feo,Cb’uuife Ciro, yedone l‘lxrbe,zz sorbi.
■porco, che una buona Tofa. de fon Pacque. ifon fia ludttb la yedouetta ardua . yedi
TanciMo lat mfanieirpuer.T6-t.Majffueto Fanciullo, qtà ben fra tante ffade^r lanae .Amor je'lfomm ,a- una
Comefanciid,cb’apenayolgclalinguazb-fnoda,Cbedir yedouetta yinceOlopberne.B oc. yna doimayedoua
non là. Cb’ifuggo lor ,come Fonemi la uerga . S ta mane dei corpo belbffima.yeflita di nero come le noftre yedone
era un Fanctul,& hot fon uecchio. Ter. le camere tue Fan nonno. In habitoyedouile . ycdouattco . F i.
■eiullieiruecchi yanno tre fiondo. U Fanciulla di Tttone .Balia. Ut. nutria fibfietrix, altnx , quafi bene aleni ual la
Correa gelata al fuo antico foggiomo. B o c.ynfuoFon nuirUe.Boc.UBalia,Dolente,Sauia,FideleJ'namia
dui picciolo, yoi uederete il Fanciullo fimo. Et fece gli fe- Balia éanni anticazT di fenno nonghuauile. Dan. Si,
fìaiomeiFanuulttmpicciolifanno.ladoimache'lFan- htiUfattiubaalfantolmo ,Chemuordifame, ircaceit
ciullo fio bouea per mano. Egb mi lafciò picttola FàciuUa uia la Boba .
iuTolemio unaFandullina. Tri:ganzc,Torto:uedialla Dea Giunone a ì}6.
TancìuWcfco. Ul.mfontiht,&pucnlu.Bo c.D'unoeo- Ctcatura.Ut.&fj>eacszffigieszmage,formaJbomo.Boc.
tale Fanciulle feo appetito mofia. Opera FanàuUefca . Et Tfon efiendo amhoradi tanto tempo granula che perfetta
facendocotaiproiic Fanciulle febe. S A N. coleidifdifii Fi potefietfiereU Creatura. Cafiumata Creatura » Mfona.
cmllefcamente meco giocando . rno delle piu belle Creature . che md doli - —tura fofie
VanÙM\\eria.Ut.mfontio,e,&pueritia:B esc. Da la Bataformota. Oltre a unto nula Creature
murammllez^conlutrmfimmuecebuio.Egfièpafi Crtare,^Crureuetbo,uediai^ya*. . .
Lciham,
f
1
Donna H V O M O Donna *07
lepnìmo. IM. fecuadum legcm faBK7H.& naie lonue- funTier ùìtm^.
mmcsiuflo. Pbt.&coJÌ uad^(h,Hnque amor Lfg tti GRTardo.Cfrai-Jb.GiMtóo, & CherarJo. Vj t. Ehuc-
SVL. £ i nod,furonrom B o c. !>«• f,» iMumua con OMo c
li. P E r. -Proprio Sito^oUrr.HoJr.-Home, Mbcrgo . CmcHra tua moglie ha (òtto la ftmftra poppa un ncobcn
Errore,Oblctto,Tortamento.lHii»elìihumamadirPro- granàcctlo. j; ri,
prio L'guaria.propriammo.lJt.propric.C,ò Giorg.o. B o c.Pafiato ilbracaodi fan Cicrgo,.
lia i iLpno ^r L danno. ^«iSo 10 u’odo parUr fi dol G**CopO.GMiowo ;«<)po,« D A ^
crmcmeam^morPropnoaluoi IrguaumUiUa.Sa/Scl Cuco^dicca.daSdht .AndrfaCbrtigiouatodimc (a.
G . b . c. -« i.
^ppropnaredat.aliribere^lumere.ualfarproprio,&al lungo tratto DtfeioU beati . , rh, rhrilìn ttr
euJuoltaperufurpare.Dns. Et chi'l i’appropria,& <hi Luca. D A N. Et ecco fi t^ ne ferme Luca Che Cbnflo.&
aluiioppone.i.ufurpat.L’unoalpubUcofeg»oigie,ligiU ^ „ ni fan nati Thi~
U Opp^, & Calti^ppropria quello a parte . Luigi,»/ fuointero i Lodouico. D A N. fi» me fon nati . Pln-
ifji B»Hardo, è il contrario Mlegilimio.lat. nolbui fiiurms. lippta& Luip.
Dan ÒRomagnuolttomatimllanardi. Marghcrita.lM.Maigareta.Boc.MadonnaMar^e^
Bozzo, f'o. Pio. h baflardo,& come traUgnato, & éce- ta di Chijoluri. il tefi antuo ha Malgherita,<!r cojifi dm
Mjftlemoxi^ffjrSmtalm4n{O^MJUÌoiafjieHaf:ilto. ctt/tBoiogna^ * - / .a n * v rfc»i mji m-
2rief^JlUr^eÌicrefiHttim-o!lruofii ondeberj^ac Polo tó.T>4»»/«,».. * T.»»/. a u.Ch monco-
(biomucdtaiiZt.DAHMdMecoranehjnfattoBoi^^^n nofcoUpefiatorneVolo.Lat.paulHS, ^ ni
HotniproprimedilatauoU^qucUocbej gnita. Tadco.D a n T^ioAp^/o^P^rcaimòi-jf.-^ Dt-
XcioiiinolAzuflnio,&.Augullm.Amborcbequefiotal netro^Hoautfe,&aTadto. .
lomefiaftamnepa^Uifecoli tra molti celebre flon ipe- Thomafo ufa^ nelle pr^.&
rìmcLatempiLftridatoillMflratodalmiomoUo Re- maJio.&Thoma. ^boiiM». P E T i^cm,
uercndopadre[mIefiro.AgofitnodeR:ghtni deU-ordine tlruidi-ibon-rhoimfio.DAH.dicmThomaDtn^^
mmoreMfironohiliifimo cittadino di Ferrara,perciothe rmouemrfuficorteje.
oltre l^uere ottenuto i primi graé di égmti ,<?• tome Tobia. D a N. £i taltro,che Tobia nfécefant» .
nere mi fi potrebbe fi per t antica amuitia tra noi /oirtirr C# ,Spola t ^go, Cnna , . ,a'
jiatafiperCaffettionedelUpatriauolcndoragioaaredel- Coaure, Filo, Refe. fafciare,ordire^fie e,f f ,}
le fue Hmme lodi , degne neramente da efiere deferitte da fare , filare. ^i.ii- c-n-ij ,
piu degno Icnttore dime, che io parU/fifuor del ragione- Fafcia. Iat.& fafcioia dàmt.
iolermilfòrgeretperquantoin me fofiedi fapere farlo f
notoal mondo,ma non però confi famojo grido , che egli fi f
babbia (aito nelle citta piu principali di tutta Italia con tedafancmlU. P E T.£ credo che ^ te fafcie,&
t ZiffnóbaL^^^^ U.allhor che m'^i^rrmua m Ff '
d^li,&dtmoltiPrencipi,&SignoTi;mafeauerrà,che giimorttmFafie.D a h. Et nardo, &im f
qTa^^Lldcnm^e rlferba . bora ulenio alle
luttoritd de nofirtpoeri fecondo il feruato porremo quelle già. Deutnla »» m»/e Fafciata in un ^
d, D A N douepJkntede frati rlunoridTe. illuminato, uiluppo di zendado FafciMa umpicciola cafielia. U A N.
t\uflinronZnci.Chòfur de primi fcalt^pouerolli, Fafciatiquina,& quindi da Ugrollaa.circoni^^^^
Chmflm^firoa Dio fi fcr amici. quejli duo furono de CMz,&Cnna. Ut.&cunabulum^
primi f ompg»- di fai Luce fio . ^alerone . Et (otto lo C borfoSfio^entoal_ Late ,& aUa Culla .L^n^ pju l
ynmi «» jtro a . w a-
cui cenare fòrtiro Francefeo, Benedetto, „Agosiino, Et
gU altri. &quefii furono cqpi di religioni .&pm oltre.
Del CUI Latin .ylgpflin fi prouiJe.
Battifta.Lit Baptifla. Dan. lo fui de la cittdiche nel Sat-
tifia Cangiò' l primo padrone . La l^afoggellataihl Sat-
ufia. Che imi ro’l Battifia nel defèrto. Lat.Bapi ifia .
Damiano nome, tir cognmt. Dan. £* in quel loco
mour necebio ché"n Culla . Et credo dj U fifee ,&dala
Culla .Al mio miperfetto a la fortuna aduerja Qui fio ri-
medio prouedelfe il cielo. Et fera Culla doue naiogut ifui.
B o c.Senga curar fi della culla .La Culla , nell ’^'led..
picciolo fanciullo teneua. Da N.Pofdauidt autiit.
It Cuna Del triomphal uebicolo una uolpe ùnelc.,
L’unaueggbiauaat ftudtodtlaCuUa.
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J5J4
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Donna
Rocca. Ll^^o/Hf,^ U cono: ibk cioè JlromrMo wncbefi fi-
U,& a CUI fi rti.o'g'Jipra il Uno per /larr^» :/i rauoùtt,
lì o c. lioijcq mli app ai alia Hocco , fir ai Jii/u liajlitm
mo . farai riporre ijHella mia Hoiie , ibc io la(ieio qui ,
{) A N . Vana trahi ndo alaHocca la caioiiia faMlc^giat
ai conti faifinti^lia .
Conocchia . lac. lolaijUaHocci coìtimi [opra da fiate,
qaifi conianfla .D A u. X?" bilica tratta anthura la
Conoctbia,t he dolo itnpouc aciafiit na jc co laf iglia iM
aciijtuna la.roica ton la liofpa jafo rauoita.A r i.
lambì uhauefie Jiorii "Per U piu uih, e timide Taitane ,
ebeda Conouhie mai trabeper lane (
pennecchio,^ quello lunikto di uno, o Jloppa, o di laiu.cbe
Jl pone [opra la rocca per filare, lat. peujam, piuma, puu
pimacutum coli t.dem rocca. D a n. £//c
fue donne al fafo,& al Teaiiecchio .
Lucignoli, fono le lane canmttate,ihercflanoaepeuini del
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Donna
peraito i tefloii. D a k. ^eà le trifle,cbe lafcitron tago,
LaSpola ,é‘lfafo .Sengiaa foaraefiot acqua lene Come
Spola, doue alcuni ifiiógono,efiere nauigto afiai ficun da
t acque . aedi 4 1 048 A a i. Tutti gtiatlri a la Spola , a
l'aio, al fujo,.Alptttme ,&a[ajfia jbiu intenti ,
Ordire. lat.ordin.Plin.araneusorJiturielat.TsT.Oueo-
gmhijioria humana i ordita . Di che oréfii il fecondo. La
tela, c bora oréfici, un taci io,cbe é feta oréua.Cbe'n con^
tra me meéfimo fieppi ordire. nodo, Chepiubelmainófiep
pe ordire "ÌL^tura .Boc. Fare orére una tela .Ari.
Col drudo hauendogià la tela ordita.i.orémta .
Tefiere . Lat. texere . P e t. yié tela prtlil teffier Cbrifiippo .
La fiuatclagentiltePer Cleante. Quant'almondo fi tejfie
opra £ aragna . L'auro,cb’amor éfiua man fila, & tefje .
Tefiendo un cerchm a l’oro terfio , &ircjpo i oue natura
Votò lefjendo il mio dolce ritegno, ciédagottna^i texta;
ch'oro, & neue parca mfirme .
iefalétle.a cornicile della tana,dr i fcat/dapieri da Lati- TcHorc.Laijextor . è quello che tefie. Va. .Al buon Xe-
ni detti larminarij/indepcr meta.fii diee a un pi^^fi una
nunatOiO brancata élanajo barba Lucignolo. Lat, mania
pulus lanx,ttr abirum rerum jiUe fialciculuir& particu-
la. Boc. Bufiimando i Lucignoli, pettim, dr gli ficar-
dajji. Et prcjìamente lui prefb per uno Lucignoleitopiccio
lo della barba il tirò jorridindo fi forte ,/che tutto del mito
gUcl éuetfie. & Lui ignoto ambo è lo doppino, 0 panerò ,
che fi poru alla lucerna, & alle candele, Lat, lychnui.
fuCo.Lat.fufiusfiufi, P E T. lnuideparibe,cbereoenteilFu
fioTront afle.Toi con gran S ubbior& con mirabil Fujo Vi
ditela fonti tefier Crifiopo. B o c.L'ago,e’lFu(o,^rar-
colaio.Dl lana filata citai Fupt auolgea..Alla Rocca,& al
Fufo. U A H.^céletrijle, che lifiiiiron Pago fLa^la,
e'I Fufii,
Fuiàiolo,» ucniceOo ihe fi pone in capo del fufo accioebe cS
piu facilità fi uolga quando fi fiU. Lai. uerticulum,uerti-
utlumAr rhombui .
Arco\Ai0.1at.alabrum. è il dmanatoiofi l’a^fia^,o ma
Sìor degb amorofii élli.Uompofitore. Boc. Per fare il
panno /errato facciano leTepttrui.ueé a Calcolep aicu-
m tefll hanno Tejlrici .
ConceBa . Lat. contenta, ual tefSuia, Cp compojìa . P e t.
yiéunantueTuttad'auono,&d'ebeno Contejla.h r 1.
unafopraueda , Che riccameilte ha di fua man Contefla .
AgO,<l tagufetla che fiadoperapcrcufcire.Lalacui.etacuu
culaildiminutiuo. & polymatria,t.i quella che fa iauo-
roéago. B o c.Perciocbe alfialtre eraafiéf.Agp,La
^la,e’lfufo. Ari. Tutti gli altri a la ffiola a C.Apal
fufo. & .Ago anebo figmfica il becco, 0 f aculeo dell'apafi
uefiia. LatMuleus. onde D ah. Et come uefi>a,ibe ritrag
ge C Ago A le trabendo la coda maligna .
Cmm.Lat.fbramenacut. i il forame dell'Ago, che oleum»
lo domanda coroncUa,o culo,per effere mondo. D a tt.C»
me'l uecebm jàrtor fa ne la Cruna.Si mie dtmandando,per
la Cruna Del mio éfio. metaa.ha fatto a punto come ba-
ueainfantafia.
taf/'aro molinello dromento da rautlgere il filo.B oc, Cod\ue,fonolecofciture.Lit.futurit,&rutori*compagi-
Vagoa:'lFufo,& (A'tolato . nes.Bo c. Hor per lo co/latojtora per le anche ,& bora
Afpo . Lat. alabrum , è lo arcolaio ,0 tuffo, 0 maufiaro. ut p le fiiallebattédola forte le andana te Colluretrouàdo.
A.Ki.urtafemina cuna Fila a un Affi trabea da tutti Cufiire.lM.fuere,coul’uere ,infuere.Boc.&i»capodelia
que/h. Tutti gli altri,a la^oUui fac»ùdfufo,Alpettme, ficaia fi mifeafeéte; & commetó a cufcire .
& a l’Alfa tono intenti . Sdrufcirc. & tfdrufcire. Lat. éffuere, aperire, foluere . male
i'ilacoio./ji/ tìnmhus. è lo nolinello con che fi fila la lana. fcufeire,fendere, &fcbiantare .Boc. AUe colf! fidru
fate . Sentendo la nauefdrufcire . Soprala Sdrufcita nane.
D A il. Gli felintir, come Tutta (drufeia. A Ki. che ip^
ft/:'l ucnto Legiano aprendo,tb'erano fdn^citefparland»
élifle.) Lat. éffut*. TerirongliaUri col legno fdrufeit»
Jnpredaalmar.
Boc. Fare acconciare il Filatoio mio.
SubbioJat.iugum,&- retmaeulum . Ouiéo pendei tela in.
go . i dromento ,fopra élqualefi auolge la orditura per
tefitfe, Ptj.Che pur deliberato bo pedo al Subbio firi
par fe bomai èia mia tela breut. Poi con gran Subbio, e
conmirabilfufo yidi cela gentil tefier Cbrifippo .San, UnoUloppa,lana,Bambagia,Gotlone. ueé ajqi.
Mia telabreue al é^ietato Subbio . Vilo,Hefefipqgo,Stame^ramaJiJare. neén/qo.
Ciicole. Lai. infilila firum. fònofiromenti da tefierejcofi ^
te oerche fi calcano co piedi. Boc. Har che menar é Cai
tole,& di tirare lecafiea fe per fare il panno ferrato fac-
ciano le teflrui. meta, è reuenerea .
Ci{fc.Latcapfa textorum pcffeiicontinens.i/lromento con
ebe fi trfie la tela fi panno a capiendo , penhetra loro ca-
f ifee la orditura èlpamo,o tela. B o c.Horcbemenar
i*te,& tirare le Cafle a fe . ueé é [opra a Calcole .
t'OSpuola.Lat. pamis i ^ panie ula a éminutiuo . i
.lamentOifópraèlqualefiamge ilfiltfiUmtcbt ado-
H A B I T 0.
A\>\to,yefleJ'’efiimentiJ'efìiri,Spoglia , IJJ J
Scorcia, Panm,Paiimcelli, Drappi, Manto,
Amrninro,MaHieUo,Pailio, Gonna, Gou.
nelU,Roha,Hfibone,Toga,Giubba,Zamar. .
ra,GuarnacciaTronica,Caffettaua, Berma ,
Sberma, CiuarJina,Tibarro, Giornea, Pi iciomefiiola,
Cafpa,Pmùk,Rgahcfto,Cairff,Cam^iu, Carmfuone^ :
Cami-
1
Habito H V O M O Habito »o8
Cjmifciolt9,C‘‘ci‘U‘>tF‘tr^tU>,Giiébonf,Boricii),Cilicio, uoUa.'& ocStfattaldii iullimeiititttittn{6rmÌTÌiic-
CiurnelloiGotgicra.Cappi Uo,Cafpmtio^rretta,Ciif- Sìire . Si rmelti peribe ignuda flaua. Di una nobile ruba
fuselo, BédUiMacicchiuuJ^a'i^uloJ^rrMUo.Cttbmie, dellefue la nutjhrono. Et poi ihe bagnati fifunno,!!r
Saggiale, Cintura,Cnnolm,Corcggia, fibbia, Borjà.Ta- imefiui .
.fca,Scarp.Uj,Calge,Calgari,t'<^j/^jàtti,Scarpe,Zocf0li Suefttrc. Lat. lpoliare:4enudare. D A N./r/i fuejle La fem-
C»ami,Bracbefirimbo,Lemba, Gheroni, Falda, C re^a , biaaga lainfua. Ari.ì^ lutla notte mai C arme fi faeJU,
Tugi/'n;;gaJijiga.jliogliare,di^ghare,ftiiigere,liai- ,AdJobb.ire.yojrattiejèa<aiomare,etantboueliire.Ù a n.
l(areaiejiircidifuejlire,logare,a(ldobbare,appannare,am 0 Htlioi,ibtjighaidiobbtJjajit}iire^nduere.&omart,
Pianure Jmborfiire,iHtalcare,tffU/bure.Tanno, Drappo, exomare ,iUujlrare .
Seta,Serico,TeÌa,f'elluio,Ojlro,Vorpora,Scartato,Erot- Pznni,perltuejiimi»tì.? s-r./'erdipanni,làiiguigm,olCH
tatoJ)oagio,Feltro,Stiamtto,Zendado,'Portaiiiemo,Fog, n/: perfi Houueiìi donna unquamo.Laftiari ut ré Tii~
gia,Guift,Manura, Mvdv,CoJlume,'i^rma, Efiempio, luMoitraidoimpurCombrafiuelofi Vanttt.Lt ptrk,^
l on'i'ueiuime, f finga, t'fo. f'egja, ,Aucggp, Stile, idt. le gbirlande,e i Tanm atiegru u cono fio tentando ,4 l'an-
to,Tale,^ltrtmenti,,4ccogliengj,Ornameiiti,^aelli, dar,a lauoerioliultoaiVaaiii.MaJijuauupatportoil^
Mondi, Fermagli. pettoyeiVanm.hoc.HrattiatogbuittuTnnniin ètf-
Habito.lJ/. babuus . i lo quinto Treécamento i.AriSìo- jà.U donna gU fece troure Tini fiati del manto. f'eHili
tele,& ha quefio accidente Cefiert fuo nel [oggetto nò per é Tanm bruni aflai boneftuTtuert Tanni , Lungf» Tan- ^
parte fiperco[atbe fu mefiof>ggetto,maper cauli èco m. CatttuiTanm.Lat.firutaaìrum,
fa cfitnore,& appbcabile al fuo foggetto,li tome le uefiu Panni,tJf. perU dr.api . B o c..'He d'altri Tanni gentili ,
luema aWhuomo , tir per quefta tale apphi atione efirin- ma di lanag'o/iafaiti. Fior che menar é la'cole, &éii
fecale fi uune a caujare quefio tale accidente detto Uabi- rar le cajse a jiperfare il Tanno ferrato. Hauendomi re»
te,ch‘i quello bauere,oquelLtadherentiaèlneSlimcnto cati danari, che mi doueuadare U Tanno, ebeio gfha-
ai fifgetto,& imperò noni altro ibe uno oc udente e finn nca nenduto .
fico cbcaémcne dal fumetto, che non ié natura diefio Piatùce\lo:Lat.pannnelinm,pamicalus fndarinm,tp-per
fcggelto,airgiidaqneltoJiuetfo,Eiqneftai:oefiereue- lo dmunntiuo ludanolum . i panno, onero drappoéU-
iiuo,ouero armato, cui lo banere miorno éféfe nefii ,o no . B o c. Credi tn , che io ti jòfferi , che tu m'mtpegm la
farmi, &nons‘mtendequtlonelbineMloperlo Habito, gomulluecu mia, tir gbaltri miei Tanmcelbiidtlt peneri
percuihe quando s'intende per lo neshmento quefio Tre- panm.Et entraticene con firn Tamicelli romagnuoligrof
écanu tuo non farebbe accidente, i b'i quello hauere ;ma firn quella caia .
farebbe nel Tredicamentoèlla Soflauga , perche le uefli Pannilani , ual panm é lana , B o c. Con tanti Tanndaniy
fino follanga. borauenendo aUeauttontà delP gx. Habi che alia fiera di Salerm , Aerano auangati .
u»idomo»Alto,CeleHe,Eletto,Gentde,Houefio.Totla Pitinìlìni.lM.bnteadialpanniébHO.Boc.El fnttoft ieila
nuié m altro Habito folaJn Habito diufit, in popol folta Jua camijiia un paio é Tamitiiu da gamba J, ctdge é te- '■
FuqueUaSthura.Cangiòpermiglurpatna Habito, & la.&auUa,eirperipetalmadts,lopanPoéraggp,
Sialo. Boc. In Habito Lugubre. F'edoudedìemiiale,To- Panaaccio^a/ pirugrofSoéconaHaccn,oftmde.Latipm%-
hero,F'd,t'tUefco,Saraciiiefco,Tellegriiio, Tompojò. nis rués ,carùàaceut ,aut camdimut. Bo C. Etgiltouui
\eiÌ3.iat ueSiisfindumentum. P a t. FreSia'ìiegra,Turm fufouuTaniucciod'umfaeeotiecbefatto baueadéuo-
f urea Boc. Quando per mutar ^eSia . & bpaciuthma tare.inaltn tefti moderni fi legge Canamccio che i quel-
uefiis. Lat. i la uefie é granai é panona^ipa:p paga fui lo .
ìqutUa forma é legno a guqaéSlittua dàuci farti,& al »4ppamure,uale coprire. ueéaptS.
tri tengono lufò le F'eSii , (jr quando fignifica d corpo hu- Soppanno, ual lòtto panni. Boe. Hauendoft tutte le ctr-
mano ueé 41817. neépinte Soppatmoélmidori. ne tefti moderni fi legge
Vcllimt nto.Lat.nefiimentnm,armSm.B o C. Squarciati i fitto a panni .
f'efitmcnti,Caridionorcuob, Femimli, Fattala é t'olii- Drappi, perii uefiimenti . Lat, nefiet , B o c. l^eeOa che fi
mentia leiconutttiemiuellire,Tochi,Rtali,'Hpbdi,F'efh uedcmdofiopiufcrituti,&^piu4iergaliDrapp^,&pm
menti da Cuoio. Di lina fotldiffimo,<p- biaMco.Tanta fittile fregiati . Fi torre Tamii, (p^Droppi. Et per lopannodi te-
che nUme delle candide carni nafeondeua. la. Boc.DipmcolorichemmDrappi fufierourtart-
Vefkiri nagbomueflnnenti.Bo cauli' A uJopra i nafeou- fchifi méam. Senfilié Drappi.Dra^uergati.Cnnafo
denti F'cfiiri.lnuuaftmigliairgaifuùl'efiiTiridnfie. derataé Drappo,^ [altradt yau ,1'uwiaatelloéuin
iqjé f'eflite.Lat.tà' indnere. Par. F'efitre Schietto. -4nima,clie riccbijfimo Drappo ,
é nofira humamtate fé fida noi. Di porpora l'esula . Di Dn ppi’rìa. Boc .Lealiffimo,& é gran traffico di opera di iqqi
foi y e flit a. Tutte yeflitc a brun le dome Terfi . Di tene» Drapperia , Limali erano Drappuri .
bre F'eSìito.Cht uefie' t mondo é nouel colere . Sìuando fi Minto.Litamiàus,us,m^itogiuiHJÌfi uefie é fipra , tr
neSlci&fiogba Di frondai bofeo. yerdi panni dànguigm, meta, ud coperto. P a x. Manto Rtal.Tl fm Bel Manto, il
0liuri,O- perfi, Tign utfiì donna unquanco.Inconunciarfi uuario di Cbrifio con la fama De le chuui,&iet Manto,
il mondo a uefitriberba. Hor ueSUrftboneJlamenle,bor cbel’ammo ciafinna Snapjfsicmfitto'l cemtrarin Menda
kggiadria.CofiHtflifledlnnaiorctiffiirme.Boc.ueé Ricopre. D a s. Dal luogo uguì,donrbnome^ ‘**<0' ’
all'lnéte. Manto.AmXbeialhorcrefceuna bettJnnbelM, ..
rinefiire. Lat. itemm ueflire, inducere, amicirt .Ttx, Che A mroaato. Dan. Difua imtoria,& del papale .Antg «
Mugraui mtadàm firmèSe.'Permefiirftnpoiuntltra (v.mMa dz Marno» francefeot^ pmertd per qtùfii
Habito H V O M O H»bito
Ammanti Treiuh boramai «fi mio purto- di f ufo xfcr lare aadata fette al firn fofpediaiu trafjetii U Tabarro .
qutfu farlariioferujdiiot'bodetu . San. Chi per difenderli daUe piogge delguat^ofo uer
ÌAisuclliKLat.paUiuut^^palliolimildimimtiuo&pal mdefiderauaunCuiiiÙo,ouaTabarrodi pelle iilupo.
luftrum t. Ulte paiitum, & firagula. B oc. Et fattodel Lat. fiortea , a.
Mantello grtmoo.tmaùippafo in un gran Mantello. CU- V,ohone.Lal.lMj,aÀ ueflimemo di lanafodratoJ doppio ,
.tatogliaddofio un Mantello duna mibiffbno drappo.Due inguifa di Tabarro , & fecondo "blpnio i uefle militare.
Mantellatci uectbi da romagnuolo.Et innato modo diba \ ik.T yrio^ ardebat murice Lana .
, nere un Mantello fnmleaquello,ibe al Re ueduto bauea. Spoglia.m»d. per la uefte. Lat. uejlit . & quando fignifica
.4mmantare. Lat.Ugrre .ualcoprirediManto tOdiMan- il corpo per meta, uté a tyió. érquandodinota la pre-
, fello. P a X, L’altra (atterra; cbe i begli ocibi ammanta . dacbejifade bem de mnuiijiedi «540.
-D un. f^n corollario uogbo che t ammanti. i.quejlo che Spogliare.Lat.^ciiare,exuere,ualefuejtire.C' per meta.per
■dir tt nogho ù cuopra per modo che piu non dubbi, la luce prtuarc. P e t. L’alma d’ogm fuo ben Spogliata , & m-
-tbe m'ammanta. Coprire ueé a pxd. ua.Horhai^gliatanojtrauita,&lcoffa.Solrimeiru>ran
Pallio. Lat. è mantello ujato dal hoc. nella Fiammetta in do ancbart anima fpogba. Si urJtc,&jpoglu .Che del tuo
nate à drappo . L'effi^ dkU’ amato gionane rinuoUa nel caro dono a Uri Hejpogite . Et perche mt^ogbate wimami
fotuU Tallio . «ente Del beni Boc. uedilTndice .
Roba, i ueHa fignorile .Boc. D'una nobile Roba la noe- Diffugitare , è il inedefimo ihe Agliate .D t.ti,Tanro,che
flirotto.ClifumrfiomdofiounaRobaaila gufa farad- tardi tutta fi difjngliaj. fiparte .
nefia. H^iliffimamente duna fua ricca Rima f e ueSiire .Scorza . mcta.perkHefie. Lat. ueflis .& quando dinota il
\ fece fare pmbeUe.a' ricche RiÀe.Due paia é Robe/ una corpo.uedia i}ij.&perlauefla deltarborea 1155.
foderaladidrappo,& Caliraé uaio ,nonuca citiaJine- Sconcare per pnuare di ulta, ucdi a ìjlj.
fcbe^damercataiiti^na da [ignori, uedillndice, ìrac{i:tco.Lat centunculus,&diploisjiungonneUino,ogiub
, j Tonica. Lat. tunica, era apprefiode Romani una uefìe fen- bone. Boc. Racconciò il Farfètto al fuo dofio . Lui in pie,
!^4 inattu.be,& corta fletta a luendo torpore .hoc. Era dolo Farfètto reflàdo Sopra i Farfetti,Vfopra 1 nell delle
frate Rmaldo fjiogiuto in TonUella . & Tumea è detta da donne. Che io mi metta U pelUcaon [opra il Farfètto .
molli la camijcia. CioTnc:2.Lat.miitoguim,lacerna^xomii.i nelle faldata.
Toga . lai. era ut fle comune apprefjo de Romani fi degli frappata^tì' fentfa maniche che ufàua i foldati, & huomi-
' buomini come delle donne, detta a tegendo quòd corpus tp m d'arme, & era tanto donami quanto di dietro, & anti-
get.ho erteli’ k a ChileTcgatepacir&cbigliamorofi eameme fi ufaua generalmente ,0- in uartefo^ie.
auueninit/itiudirefidilettano. ' PeìUccione. Lat. Mllicuim,0-Mllida.&pelliieauelìis.L
Togare,per copnreMitJegere.D un.Etuedi luf^cbe’lgran ex pelle, i ueBe fodrata di peÙe. Boc. Mtfiofi indofio
•.petto li ioga, ucdi a Doga. unTeUiccionearouefcio.CbeibaueffeaduuaUro fatto
CoDaz.Lat.p4lia.U,i certa uefiedi huomo,& di donna prò. fcuotere il Telliccione. meta, de re uenerea . Igiouani con
Clrmcia.P ux.CounaCaudidadjnueMortaledxggia- maggior forca fcuotanoiTelliccioni. Cbe 10 metta ilTtl-
dratFrJeQffflamiagrauefhler&moTtalConna.'Hsnl Ucctone fopra il Farfètto.
efierm pafsanoitra la Goaiu.yafit dt iingne^tèCarme, Rouc(cio,o a Ronefdojual riuoUato/jueUo di dentro di fuo
.vdelc Gonne. Sidl duro Ugjoo i<tr fitto [afpre Gonne . ri,& i li contrario del diritto. Lat. retrorfum.h o c. Mef
À>.Ai if. ad io ^Undor che uà di Gonna in Goonaj.di pelle fòfi m dofio un Telbccione a Rane filo ,
in pelle, lijii farem punto; come buon fartore. Che come Vùo,ifr f'aiXat.pellu uaru qua bicutor .fono certe pelli ,
eglibadclpanno falaGoimo. Ami. 0 lor lolle arme t . conche fi fodrano le neflc da nte^gp tempo, Boc. come
Oiuula.if‘ quando figmficadcarpo.uedi a lìiq, cb'egbliucdeffcily éatuto affumuatotneapo a.ilCa.
Cooai:\\3jkt.palla^*.BO.c.TUlIimgalaGonnella,cbe pucciofodrato di pelle éyaiycheufauxnoi dottori da por
laguaruaecia.Chctu m'impigm la Gonnellucàa mia.Tom taremeapo . Efiedo una pecora tomi tutto coperto di pel
fiig,HorOarme,&forOGonoetle, AKl.efedellaCon- lidiyaw.Tercufcunoduepatadirobe Cuna fodratadi
nella DflctHcfìtrCantiquadawigeUa. draepofialiradtyaio.Còpànilugbi,etcifcarkii,ct yai.
Cuarnaeda , 0 Gnarnacca , come fi legge ne tefli antiibi. , GiabDa,Giuppa,Lat.ueflii manuleaia,ct tbirodota. i certa 1541
lat. baruacida.ho c,Sitri^iedt ftitoalla Cuamaccia ueSle fatta alla turcbefcafiinga.tSr con maniche. Boc.
uua heilifiinfaborfa. .Al buio fi mife una Gnarnacca del- In una Giubba di Zendado uerde rtmafe . Due Giubbe di
Jadonna.Tiu lunga la gonnella che UCuarnaccaMctIen Zendado belbfitme. A Mi.Gmppetrapume.
dofi indofio una delle Cuamacebe mie. Stola, Lat. i uefle kngamfino a pué.é'i anche certa fa-
1 540 jGuarncHoXMJawca. i uefle da donua di tela. Boc. lei fck fi fetta che fi pongono al colto i prtti.Lat.f»cak,iu,&
delk camera ufcita m Cuantcl bianco, & co capelli nnoU orarium era kSiok, cioè uefle ptcerdotale chefiponca-
H qtrfopo, noi predicatori quando preJicauano.L) AH. F'annocou r
Sbemiat* Bernkfi Gauardma .Lat. gaufapina,*. ti dt kgraue Siola.Q^Hi'e'1 conuemo de le biancbeSiOm
ZiunanaJLat. nulotaA,penulapi fi uefle fodrata é pelle di le. Ami. Tcrctfie il fennofi fi flraciii la Stek.
peeprafidi taprcuo , Cocolla, 0 CuculU,Lat.cucuUui,ibabito da rtbgiofi, da
T'Bpr'- .Lat.colobiumji^ueflimehtofihefiportadifipra Mouache.hoc Et m dofio mefiaUntraCocoik.es' mrU
^manube.hoc.lictioihelnmicteda^ukfcie- kyifumeamorofà.yer’icbebenc’bauefierlun^utfie,
"ri quefìo imo Tabarro ibiqdaio . lo negbo che tn fappia ; C-Cuulktoil capo. D a H.Chedrfcialrfaiinofi CucuU
fbc qucfloTabarro egfii di doagfo fiat trtagfodfi Befio^ la. ( parlando diSerapbmi) fii le Cocolle Sacca lon piene
.1 èfarina
Habito H V O M O’ Habito' 109
iif<n'nuria.SKìi.CbipeTdife»ieTfiit^efiouedtigiurj^ m Capucch.CalMdraioTicultt il Caf uccio fno
umo dcfiJerj un Cuculio , 0 Tahirro di felle di lum Scapolare. Lar.r<>p»jn> il co f uccio de frati, b oc. Et qual
^ addofio. capfa,i>rqual Scapolare ae irabcuano^efiodeUe mani.
Cilicio. Lai. i ueflhtiento fatto di fitolt di animale fiuero é Cappa. Lat. toga monacorum . i propria habito da frate , o
lane grafie. Bue. nella F 1. L’anima ornata di uiriù ha- monaco. B o c. 'HuUa altra tofa hanno di fiale, fe non la
Jla;neforgjfaji'liorpoéCtlicioèuejiito. D a ti. Di mi Cap fa. Doue da gli inuemon de fiati furono le Cappe or-
Cibcio tutti eran uejlm . énate lirette,& mifere,& di grojji panni. Le loro Cappe
Naldaicrj una certaforte S uejie, che ne tempi del Bo c. larghijfime.
iufiua cofi detta daliognome di quei , che prima la comin Capello.^; g]lerus,capitiumfileus,ei-fileolut,&fileo-
ciarono ad ufare. .Aliando i Gheroni delia Gonnella , ette lum il dimi.è quello che cuopre il capojjr 1 cafelh.B o c.
alla "hialda non cra.cr facendo di quelli ampio grembo . Cheli ponea le come fopra il Capello. Trtfero dal lauora~
Cimici. Lat.podeni,ucjiecheupmanolotiùiihoralàcer- toreinfreliann;aduomamellactidiromagnHoio,&duo
dot! , lunghe infino a piedi . B O c. / fiali nettili con Com Capelli tutti rofi dalla ueccbiett^ .
mici,& Tieuult. & DalmaUfa ueftu i la toniia che ue- Incapeliare è porre il capello.Lat.cooperire. D a k. L’altifiU
fh il Diacono . mo lume Degnamente conuien che iincapelk.i.sincorom.
Picuialc, 0 Ttonaìefi Tluuiale.Lat-cohibikm,i>,& caladi- Cuffia è quella chedinotte, & antbo di di fi porta m capo .
Ila ueSUt impluuia . i uejie fàcerdotale , tìr che ufiuano Lat.uitta,& infula fàcerdotalis , & reticulum é cuffia fot
portare ifacerdoti nel tempo dei uerno.B oc. uedidifi- ta di rete. B o c. Madonna,!' Iddio u'aiuti,annodateut la
fra a Camici. Cuffia. Con una Cuffia m capo con una gag^enna bionda,
Rocchet CO,< uefie da Cardinale . uedi a6pì. Et flracciatagli la Cuffia del capo. Aui.Mabené ferro
154; Ctmifcii Lat.tuaica^adufium,chindota,& macrochera , afiai Cuffie lucenti .
la camifiia conlemanuhe lunghe. B o c.Cacctalaft m diffi' Benda portale donne al capo.Lat.fafcia, P a T.Cbe noli
fó una Camtlda.yna bella Carmfaa nuoua.Spogltatofi un pur fotta Bende .Alberga amore .BoC.Ha fopra il capo
Camijcione.Sopra i loro Carmfciom bianchi. A. til.Cbefo poflala Benda bianca. Lungbifiime Bende,
fra una Camilaa ella fi mifc bianca , ^ fattile . Frenello, taf amentum,& reflti.itertolegame/iueroffia- 1444
CamiTcìot co,o Camtfcione . Lat.fubucula , i certa uefie il ghetto che portauano le donne nella fronte che hoggi piu
piudilinoichefiportafoprafaitreuefle. non fiufcBo c. Chiedi pur tu,ouogli un paio di fcarpet.
fjorgen. Lat.gulluristegmen fine omamentum.dettaa te fi uogli un Frenello,
gurguglione. Lat. è quella parte della camifeta ebefià in- N aftro .6ir.dr amentum. è la cordella. Dan. fi partì
tomod Collo,maV> A h. La pofe per la gola doue dice. Di la gemma del fio tf^ro X dal luogo oue era collocata,
cmfegò FurengfilaGorgera. Aki. Co fi talhor un bel purpureo 'Natìro Ho ueduto^
Borrìco . Lat. indufium,fiueintufium,è bora certa fòrte di tir tela targento Da quella bianca man piu ch'alahafiro. )
ueHe picciola , che fi folca portare fopra i canafdotti , .Altriintreccia, altri m 'Hnftro eran raccolti , Molti a le
fatti quafi come le gfomee , che già portauano gli huomi- ffialle, alcuni al petto fciolti .
ni i arme . G rembi ulc . Lat. perif :eliidù,& cinfliculus . è quello che
Velo. Lat. ueluM , tegmen . i quello che portano le donne in tieu dinanv le donne , &gh artegtani , detto da grembo .
tapo.P BT.Lafctarilyelo,operfole,operombraDtn- Bo c.EthauendounGrHnuledtbucatoinnaugifempre.
nananuiuii’ui.Tofia abagnare un leggiadretto yelo. Grembo.tat fmus,gremium,dettoagrtgando.V it.Fa..
Tortomi face il yelo, & la man. .A C ombrai un bel Ve ma ne Pbonorato,& ricco Grembo.Teiqier m Grembo fit
io. & meta. <jr da fquaraar il yelo ,Cb’i fiato audto in- nomate in braccio, yerrefli in Grembo a queflo feonfota-
torno a gli occhi uojlri . Ma'nnangi a giucchi m’erapofio to. In Grembo dia nemica il capo pone. B o C-Algandofi
un yelo . B o c. yelo , yeti , yelu^p . uedi l’Indice , tir i gheroni della gonnella,^ facendo di quelle ampio Grem
quandadinou il corpo, uedi a ptp.&y do per lauda bo. Col Grembo aperto. D ah. Oue la co fia facea di fe
a 1050. GremboXfófiatofiualloue.Au.i.He'lCrenibiofilafciò,
Vdime per lo copertofiedi a pip. ne'l fino uoto.
ydartpercopriree&fuelareperfcoprireddetto luogo. Scheggii\e,o Scaggialefi Scegffale come ne te/li antichi fi ■
Vello dell’oro.ueé la hifloria aiafone a qqi.eSr quando dU legge. iilgrembiule,o certa cintura di fica alquanlo lar.
nota lalana,ucdta 1 ip8.eTydiiperhcapellia ijqt. ga.altn uoghouo che fiuunauefiedadonne diuiUa.Boc.
Salterò. Lat, pfalterium fi può dire, i il uelo; che portano le Et lo Sceggiale da i di delle fede , che io recai amento.
monache in capo. B OC. Et credendofi torre certi ueh pie- Cincura,dr Cintola.Lat.cinliurafifrpracinliura,ciraut, 154^
gatifi/udidle incapoportano,& chiamang'iilSaltero , us,ut,cingutiem.i quella contaquale lilegbiamo al tra,
le uenne tolte le brache del prete,& tanta fu lafrettatche uerfo. Boc.D'un fuoform trofìe alcuna Cintura. D.tl-
finga auederfinefinluogp del Salterò le fi gatòtncapo,<& la Cattura in sù tutto ignudo. Molte b< Ile Cinture, &fer-
ufet fuori. magli.yna leggiadra,& cara Cinturelta .
544 Csipuccio.Lat.capitiumacapite,rrcapìeistegmea.Boc. Cincoll. Lat.cingulum.BOe.Ledonneacalà rhnifrtffi
yna delle robe del prete fion un Capuccio fatto a gote. Fi ■ tengono le mam a Cintola. Mefìer 'Hicola haueua ui
gliuoli benedetti trarreteuiiCapucci.i.lebcrette. Dan. naiuolo a Cintola. Come filo nonhauefii delle hot].'
Erlihauean cappe con Capucci baffi. delle Cintole .
Capuccio , Lat. cuimUus. èildtmi. di Cappa . B o c. Dagli Ciato.Lat.fuccmgulum,baitbeut.S a N.Toififimmerfi bd ,
qualche Capucòiouecthio.ii datole un fuo far fitto, & (utto infine al Cinto,
Habito
H V O M O
Habito
CintoMrà, fotte aiulU con che fi UgaiK intornile gambe di eTa^facendodiifiielliampio grenòo, i
fottodaginocctn.Zo c.Ladonna,ftcomecoleiaUaqMle ^3.\Ai,eS-faldediiieiie,iiedia>i%j,
Jirmgeuano i Cintohni.i.fiiprj modouolontero/i. Piega. Lat.fUxwra,^ fiexni, B o c. nell A M. Jl Mantello
Cingere, &Cigntre fi dice .Ut.cmgere. VBX. & con lei condoppiaVHgafopraleginoiihu.llmMtello inTUga ‘
MarteCinuidiferroipiilebraccue'lcollo.Sirattoufci- rucioUo Ulto U braccio. Donne TiegbcuoU.D AK.ibe
uadfolctmodiragp.Eraiàiinel cbe’l Re di Siriaiinfe niiugiiur nojlro ha tante pieghe .
D'un magnanimo cerchio, hoc. eli fece una giada cin- Ttegare .noi ihinare fi torcere fi rmonere. Lel.flt({ere,tor
gere.Huoua babitatione , laquale cingerà di profondi qucrc.cuiuare .V BX. L‘altroe'lfgltuoli’.Amdcaricbt
foSi,& d'altiffime mura. Th.D an. Coft difceft del noi piega ineotam'anni Italia tutta ,& Roma .cui gran
cerchio prunaio Ciù nel fecondo, che men Imgo cinghia . faJctopiiga.Ter chinargtiocchi ,&ferpitg.,rlatctia, i
idefl cinge . Che per merito lor punto fi pii ghi.Lafiome; ch'io non li
Scingere. Lat. difeingere .VBX. ueggendo quella goda fein- in qual parte picghudal drillo mio fetitier mi piego, hoc.
ta. Che fece al fignor mio fi lunga guerra. &giamainijn aedi all'Indice.
mtfcinfi. idefl fciolfi. B o c. fattolo fingere, & falla re. S piegare jud mamfefiareffianareda explico. lat. Vbx.&
care acqua fredda per gittarghela nel uifo.t'iderodalToL cufiauolge,&giega Lo fiatile de la Ulta . L'aura foaue ,
traparteCalandrmoSclhto,&anfaiidoaguifa ihuomo ch'ai folffiega.&uibra L'auro. In legnga fortuna ogni
lafiofederfi, fuapoinpa.Ch'mgegnohumannonpòlpiigarincarte lui
Difeingere. Lai. P h x. Leuata era a fUar la uecchiareUa Du ^ gloriofe fpoglie La bella uincitnce . B o c. (duello
felina, & fcahea . che le fante leggi dclfamicitiauoghono noni mia inien-
Coreggia.^ la cintura di cuoio. Latxorrigia.^baltheui, tionedijjnegarealprefènte . Doue dal cacciatore ^lu ca-
la con ggia del faldato. hoc. Et efiendolafciato a tut gmneuoimentclercti fi pieghino . km.V> ah. laltuna
te andarebbe dietro perdendola Coreggia. maiditalmembrafigitga.i.fihbera,orimoue.
1J47 Coeenguà.Lat.ftipiies larari ad tnticumcnucleandum. Digiegare.Lat.expbcare.D AH.Sicbedijpiegalebelle^
fono quelle ma'tpie, con Uquali fi batte tl grano, anebora ^e eterne.
che altriigiongano , che fono quelli di una certa campa- Ctcfpi.Lat.ruga.tfr gela finus, fono quelle crejpeilx fa
gaia che portano le con ggie.B o c.Che mi rechino quelle thuomo quando nde. P e x. Crtffc Chiome,Criffi Capei,
gombine per li Careggiali miei. lat. crifptcmcimiati,Crefi)o Laccio. Te fendo un cenino a
Gtmbiae.Lat lora,^rcrinacula fotloqttellicuoi.coquaU l'oro terfo,& Crefbo. Bo c.Ilmiouifònonniofirjuaan- '■ •
fi legano quelle »i4^ , onero ha
gr ano. hoc. che mi rechino qi
reggtatt miei.
CaintuLot.chirotheea.dettoda
matto . P E X. Candido leggiadra
copria netto auorio , & fre fiche r>
paflorale ,&la mura , & Cua»
Guanri,quali a tantafiT tale am
fegno di età mofirarono il (ìuaatt
Brache,/!»» mudaade.Lat.fnbliga
ltt,campefreaidumbare,isfinax
perrtpnium.ntrgmum, il uelo, co
cuoprono le mammelle . B o c. .
tolte le Brache del prete . Mefiti
brache .ConleBracheincapo.l' ^
Siche la ripa ch'era Terigpma l
Sìraua ben tanto Di fopra .
Offolieri,o Ffiolteri come altri Irgt
fitaghetri con che fi ferrano le nu
cum ejjtoneno , che fono liringhe
dall'uno de capi. Lat. fubligaculi
hoc. Et uedendo ciò che la Ba
gli Ofiolieri dalle brache fibe di q
1548 Lembo. Lat. Ihnbus.ilaeflremit
nefletngmfàdtorlofilifia Pbx.
bo.Turpurea uefla et un ceruleo 1
per lo Lembodclla Guamacca.D
du>; e gridò, qual marauiglu
>,*3Jni,/&i»i lampi della uefiee.
nomilo quelle Vf^fiuero fette 1
. feiefi una per vada fi ad altre nefl
.4h(andofiiCbcnm della gonne
Habito H V O M 0;J Habito ■ * tio
Straccio^ Stracci. Lat. lacera ueflis, Rragula, eemuncut tajir lignlam ambo fi pipita per qmlla che ferra te aefii.
lui. Mal panm rotti, & per ueuhteT^ confumatt, tir non h OC. Le fm Scarpe tutte rotte .Ouuoi un paio' di S car-
pio buoni ; & li mcdrjinio i Cencio . B o c. Efiendo gli pette . Che io non mi polena pagare i Cabtfn i te f carpe .
Stracci d'un penero huomo di cotale infermità morto, git Zoccolo,cT Zoccoli ji ’zppelU, o co^i di legno . tot. calopo- !
tati nella uia pnblica. Tcrcbe in alcuni Stracci niioUete ; dion,fiue catapodium^occus, C Socculus il diminutiuo .
louorrci mnanxf andare con gli Stracci indofio ,&[cal- & calonei,&ì detto Zoccolo daxpcco fi cioeco,cb’è legno
i^j\,&efiere bene trattata da te nel Utto . [ecco. B o c . .Andare in Zoccoli per Cafimtto prouerbio .
Stracciare. Lat. lacerartyiilaniare . ual rompere , dr fquar» idejl andare nelle pam pofiemn, perche i Zoccoli fi por-
ciarcinpe^unaiofadipàiufifimile,perfor^émanL tono per lo pnouofo tempo . Et Unno deZoccoUà San
hoc. Et Jlracciaiidoipianmdtiiair^,&moJlrando il pct Gerardo.
to.Lét donna Stracciata, tutta liuidanelutfo. Et lei, che piiaeSle,TantcfoltfiSoiiretticbeportattltdomie,fbnoj}iu . ^ ^
tutta era firaidatai alcuna delle fue robe riuelìi. Con gli tic di cal%art coljoutro. Lat. TantopbiU, [uberei a [ubea
pannitutti firaccialijCrfracidiindofio.Tebaldotficimede re arbore giani[cra {& fandatium .
fimo flraeciògli ueflimenti neri indofio a fratelit. Vfatti, tT yo[énelnumerodelpiu,fonoSiaiali,dr fliua-.
Batolo. Lat. Rota ohm muUerumfiunc iiirorum,&[a[cia. è letti, Lat. ocreafiotbumuia. hoc. che trarebbele [ar-
quella[etta finero Jìolafiheportanoi dottori al collo, 0 fi- mede gli y[atti . nel teflo antico fi Ugge, che trarebbele
fra la [palla. B o c. f'nmaeflro Simone ueflito é [caria- pur^ibere de gb ('[atti .Cbeuoimt facciate rendere uno
to, & con un gran Batolo di uaiofiottore di medicine. i te- mio poto i f'oje , lequaU egb mi ba inuolate.
fit antichi hanno Batolo. fibbia.. Lat.fibula,&fibraipoilaraduedelfgato.uem ;
Calza. Lat.cabgafilr caligula il diminutiuo.h oeXe Calze dia i^ip.
firn fette. Con le Calva campanella. .Affibbiare. Lat. fibularefionne(tere,compoHere, coniungere j j ^ j
Caiiin.Lat.f>lra,luberei,&crepidx.[oHolefcarpe.Boc. ualc allacciare le fibbie. Dan. ùalbtogoingfù.dou'buo.
Tlpn patena a pena pur pagare i Calzari . Calzolaio , (jr mo affibbia'l manta .
Calzoleria, uedi alt Indice. Borfa . Lat.crumenafi[coperaf6Uii,marfupium,pafceobn.
Calzare.Lat.calceare.Cr cale eoi, [eu caligai induere. B O C. & facciperium il borfello ,&la borfa grande . & Borfa
Lafeceuefiire,& calzare. Io [on ben ueflitae& calzata, detta da bjrfà che è cumojdeiquaU fi fanno le borfè.hoc.
Mal ueRitt , dr peggio Calzati , Mi mando una Borftfip- una cintola. D a n Jn una Borfa
Scalzare . Lat. denudare crurafiìr emittere caligai fiat col- gialla uià azurro ,
ceoi. F £ T. Leuata era a filar la uecchiarella DifcintafiSr Imborfare ual porre in borfa.. dr meta, per tenere . lat, in
Scalza.Ma nuda al uento,& Scalza fra li Siecebi . Si fu- marfupmm imfeere .santi. Et in quei , che fidanza non
de,tì’Scalvmmezzoifiori,&[herba.Boc.Gb[ece jimborfa.
fcalz^e,& nnfrefeare alquanto con finiffimi uini . Cfuini Tafca,c la borfa fi furfelta. Lat. crumenafiiantica.perafit
Scalzer& conlebracaamdeperPacquaandando. perulaildimtnuttuo.DAS.ChedalcolUiaàafunpen-
'Rincalzf re. Lat. perféqui, late fiere ,repetere. ual [ortifi- deaunaTafca.S a s. lo ho del pane, & piu cofeabrein
care,dettoancbodacalcand>.hoc.neiTH.llcafìel- Tafca. K%\. Et aduna fica T afta da di piglio,
lana non reRò di rincalzare le [ue preghiere finde Tbilo- Intafcareaial porre in tafca.LatJncrumenam ponere. Ari.
eoio cofi rincalzalo dtfie , D a n.T^h ti marauigliar li (he l'orco non l’intafchi.
la rincalzo . ScaTrella.Lae.mantica,perafil perula il dimiaietta da quel»
Rincalzo.Lat.pefiului,&meta.perlecutiofmpulfuiiicer- lodxfafcarfo.iHmedefimocheborfatafca.uedia
to legno picciolo che fi pone alle botti [opra le toppi accio- Moccichino , ì il fazzoletto per nettare il nafo . Lat. lin-
ebe ^no falde, & ferme. Dan. -AUhor fi ruppe U> co- teum, & Itnteolum , fudariobim^. hoc. Con un bello
mun RtttcalzpJIuno efiendo altaltro appoggiato erano Moccuhtno allato.
Kincalzp comune . Fazzuolo, Fazzplettodl medefimoche Moccuhino .
ìacaliameati. Lat fiimulationes,fobcitMdines.ualconflré Tela.ÌA(.P et. Tela Sottile, Breue, .A laTelaTqpuetla, .
gimemi,& follecttattoni , B o c. nei 7 h. £( alcuna fiata ebora ordifeo. Ter accorciar del mio uiuer la Tela.hoc.
conpicàola nani cella falcando le fidate acque con mae Saper far ordire una Tela, Incontanente mandai in l^fo
ftreuoti reti pigbauanoipaurofiteruijÉr^efieuolte agli li ad'muefiire inTde .
lUceUideU'aerenonpauroficomepiupotetidiloro/laiìa- Seta. Lat. fericum ,&olofericusfialtuttodi feia.V cr.un 1554
uojHcalzameniiéletteuobariguardanti. laccio che di Setaordiua. nidi una nane con te farte di Se- >
Jncdzare . Lat. fiduttare,[limidare, propellere, ual foUeti- ta , & d'or la l'eia . B o c. Lauorare lauori é Seta .
tare,ej-coHfiringere.hoc.nelTK.TrtgauailTaflore f'napezzadidrappoéSeta.lì AU.Qunfianimaléfua
chefonaffe, & come uaga del fuono tmalzaua a fonare , Seta fa fiato . idefi fi comeuermieeUo mot f nel fnofoUt-
Thtlocdo,cbea fimi preghi dir non uokua, enfi Incalzalo cello della Seta .
pur difie . . Serico. Lat. P £ t. D’un bel aurato Senco trapunto, hoc.
Contige erano calze folate , & coperte di cuoio traforato, yeRito di drappi ftlibfihni Serici .Fi.
D A N.Hfn donne Coatigiatefion cintura. perdoebe Co- Olho. Lat. à porpora, 0 fiarlatto iP et. Et daltro ornata
tegiata donna fi (biamaua quella,(be portauatab c.ilze, diedi perle, od' Oflro.yetbquant' arte dorae'mpcrla.
Scarpe. Latfolea,&calceus,&baxea,è la fcarpafòlalaal- e’nofirxjjomadiofirofiperpora . Kn. i. ornar ComeaU ^
> tapojlolica.eìr ligula i quella bngua di cuoio clx ferra la cunfualdipannidioroettOilro . :
[carpa Martiaàiì^sntxV'ema fidrt iuiiata ligula pian- ScaiiittpJLMAOtubyliim^eiibuifi[lru,muresfurpura,
. • t Portamentò ' H ' 'V O ' M ' O : Portam^to
iioleTt iigratù.HcJiaiii, Vft.SaumcmiùòcbcfuffimqualMamctaTrattat» '
Sciamito . Lat. Ikbftriciim. ifjiftiedifeU. toc. Ftflit» fono.Bo c. La leggiadra^ ornata MaaicTa,del Conte.
tL'un Siiamito nerde.Feflita tt un uermtglioSciatlttto.PH. StUa^endijtTeta,Miracvlofa,Me!Ufma, Simile, Ffu
\ Muto . Lai. holofencum . è drappo di jctapekjo. B o c. ta,.AUa Maniera .Atefiandnna ballò. Con fi fatta Mante
Fn ncco letto tutto dt Felluti, CT di drappi dioro fornito . ra.Con Maniera alquanto Tietoft. .Altre Maniere dt nuo
fjr uejlis heteromafcaia, la uejir peloft da una fola parte . ni antmaL Le Mamere del Tapa.Cf de Cardinalt,Laude~
Zeodido.Lat.fnbliricumundulalum.Ìdrappo^ptaJottim uoU.Dilelteuolt, 'Huoue,Diuerfe, Farle, "blotofe.
le. B oc. Inunagiubbadi Zendado uerde rimafe. Le due Modo: Lat. modus,rttui,tnot.ualmamtra,forma,guifa.
giouanclte m due giubbe é Zendado beilifimte.A r l.Cbe P i t. Modo Morial,tiatural,.Altro,.AUuii, Tal, Qual,
Henne auolta in un leggur Zendado . CotafQjtaUbejen Modo,ln Modo.Oltra lor Modoat lor
1 ; 5 5 Doagio,rr4 certa qualità é panno cofi detta, tir cefi T rea. Modo, "hle matn tuo aniorrichiifialt rv; tbe Modo. Modi
gio.Lluatiragio.fi conte farebbe bora di cmquanta,frfian Dinerfi,Leggiadn.B o c.Modo Conu<neuole,Stmil,.Ac~
ta, ottanta A3’ fmuli. alcuni dicono effere tela come il boc- coruio. .Al Modo ufito. Ter un Modo Tarenteuole. Ltefi-
caecino. B oc.lìmioTabarrOAOgliotbelufapptaeb'e- dero!òolcreModu.Latjtllramodù.ModiSpiaieuoli. fii»-
gbidtDoagtomjinoaT reagio At baca dt quelli nel popol crtfeuoli,Fecciofi.
nofiro,ibc lo tengono é Lluatiragh.fìmo ibi efjioneno de. Trafuiodareiipallareilmodo,& la mi fura . Lat. tranjgredi
ndendu.cìr alludendo a DcagiOA3 TreagiOi& iheefiendo modum.D AS.La bellezp^a tb'i nidi fi trafrnoda .
poi di ilMtiragio ungila am bora piu. Corner cIkvii ucce d‘in qualique modo fi marnerà. Lat. quo
TeWtOfilpeta di pauiouile,& nontcfiuto;ma'D a K.doue quoniodo. P et. Ma com’ella gli gouemifi uolga. B O c,
due.Etiua HauonfaràtraFeltre,& feltro mtefedtFeU BtdijfiacafiuidoueuoUuaejiere iondotto,i3 Comtebe'i '■
tre città nallamarcaTriugi.tnaAt di Feltro Cafiello nel- menajse era contento .
la Marca d' .Ancona, tra quali dommauatl SignoreCan Comcfibeualincbemodo.Lat.quopaLto.quomodo.Boc. >
della Scata,SignorediFerona, ebefu la iflelia liberalità. Lo non iò Come la moglie mia fi faccia. Deb fe Idèo tt dta
(p-amuoè D a u.ilquale nei detto luogo èce,infm cbe'l la buona uhnraèmmi Come tuli guadagn.ifli.MdMm
FeltroFerràcbelafartmonrèdtglufiituiidoadefìo. bngiuolo comandò cbe'l nero ècifle, ComeaiScmabi •
S.Caii,& alla fua liberahu. «r aiiroue . Pungerà Feltrt uimt bauefle cinquemila fiorini. Falere prima fapere Co.
auiboca Uèffalta.C il B o c. nella nouella è Bergami- meandatafoflelacofa.uediaii^S-
no della liberabtà del detto Signor Can ne fa mentuHe.& Comunc{ue.Lata>mniiaodo,quomodocunc^ue,ual come. & 4
quefla ila fua nera iflmfitioHe. mtuttiimoé.'Boc.EgliififcioccoAbegUi’accoHcieri
Comunque noi uorremo.
T 0 R T M M E "H^T 0 . Cinibo uiendagarbo,cbeftgmficamodo. forma .D auc
Damando a lor angelico Carnbo .
On»mento,Foggia.Guifa,ManieTaJHo. Tempre.Latjempcrus,tempcratio,ifperatura,babitudo.
do,Carnbo,Caflume,'Horma,Elempio,Mo ualmodianamere.i^anibocomordairge,^rime.P n. .
deflia.Tempre.ConfueludineJ'fauxA^fo, TqemaiinfidoUi,oinfiloaui Tempre hi fonar [cppi.i.ru
FetxOrSiiie,Cimtt gno,Mtto,Mccogiiéza , me,o concordami . Et fiumi,& felue fappuu di tbe Ttuu
Tale,Mllrameote.ufurefiufarefiueggare, preSialamia uita.Et tende lacci in fi dmerfeTipre. Co»
fòitre. uoeiaLbordifimirabilTtmpreKtfliofr.Cbipòfaucrtulte
1556 ^'^ctimctìto-Lat babitui,uelluui,&ueflmientum,Crin. l'bumaiK Tempre Ter non prouar de tamorufe Tempre.
dunumum.ualemcdo,foggu,gutlaèiitflire. P et. Por Moderato. Lat. ual temperato. B o c. Con piu Moderata
tumento Mltcto,Diuino, C t Ufiedtnmil,Leggtadro,Tro- campa fjione. Sendo uw tutte èfcretiffime , ér Moderate ,
prio,Stngulare ,&poiueraundrapelleDiTortamenti, Iluiuere Moderatamente.
(3 èuolganHrant. SmodcT»timentc,iilcontrariodimoderatamilejMJm
Toggia. Lat bid>auijruuifis,ui,mosAÌi,ftmilitudojiaima- modice.B o c.La fortunajaqualenon Jifiretamentefina ’i\ ci
uicra.gmfà, JimiliiuiLue.P sr. Difujàta Foggia. Boc. come t'auiene Smoderatamente il pm delle unite dona. -
nel L A. Le donne alle Foggia nuoue non ufate,anxi lafci. Coftome. Lat. moijris3ttus,ut, ui.uale ufàtrgafilr bora m
ueA3 alte èféieuo'ipompe fi danno .Dan. Hon fatta buona ^ bora in mala parte. P e t. Coìiume Mito, Bel,
ifoggufattUAbecolei. BoUe,Lungo,Mai,futto,Real,Sito,FjatoAdalCoHume, .
C iii<a. Lat.rittitfiifiifiuijrit,Modut,paBum,forma,haln- Coflumi Santi,Fariati,DuTÌ,'t{pflra natura urna dal Co
ludo fiflu,coufuetudo,fimilitudo.ual forma fiuodo.manie- Rume.Tie natura pò ftar contrai Coflumc.Ouctla hebbe F.
ra,ufim:a.& i Fo.Tr. Ptt.Guifit Monale.Tot fiammtg in Coflume Cafra le piagge e'i fiume.Lhcgti anni e'ipe-
guuaa Guifit iPunpiropo. aCurfa iCun cbiaro lume. A lo cangiano iCoflumL Ter c'hai Loflumtuartau ciprio.
Cuifa duna rofa Tra minor fior M Gufa di chi brami, Bo c.Cofiumelodeuole,Mnttco,DonnefcojGiHcrai,Co.
C3 troni cojà Onde poi uergognofo. cr lieto uada. cr ti m Rumi,Cortefi,Trimi,ConformiJie,Riali, TiotabiliiCor-
qual Cuifa L'amante ne l'amato fi trasfòrme nonmieue in rolti/'itupereuob,'Huom .ISak.(3 qual Coflume . Le
Cuifadorbo.MidaràpennemCmlàdiColombu .Boc. fa parerai trapafiar fi pronte. Lhc la Cohuma ricca
Come duro pareffe a Frate Mlberto andare in colai Cui- Del garofano prima éfeoperfe .Ab i.O fi uvltano pur
faj.babitofiforma. Et in altre Gutfl. aedi Plmbce . algkigoal colio Secondo la Cojluma Jottopurrt M prouar jC -
Miniera. Lat. riiuui,moi,modui,ufut.ualrtgolajiuido, ' menalaCoflumaria.
ufiutzaAfl‘cofidiitnamedtfanaf>ru(f>tfiian»i^iemt. Coùutuato.lat,moratMf.Bc-c.Cefluma,ofLuti»>. C».^
..... .1 fininuti ■à:-‘
H V O M O
Portamento
HI
Portamento
l^^t,B^iÌj^au.trahetla^C«flHm4U,Coli,maU ^aa,f'fitiScgni,iagtiorm,Carnilla.&raUrta»dar
OmM04u:,Crmiira,Co;iumJtcCiokjm,Cellkmatil}ima. yjembattaglu. S > »
Sconumato .Ut.inkrhjaui.iUcpiJin.uuruéiM,.ìioc. yfarc.UiMijuUnuatcoftkmarcJyakeremH'b
D'amoryjai y,kfc Hambal,t nÓfcppe ufarpo, tó 4. mt
1 wne,'à/«4»#t»r4. Comelitckf,. C^crSi ih'mòU
.eco J cercar Ujùammc.ìioc.iicéaU'Jndice
o >’^-H‘‘fc‘4ig<^&oc.yJjkbua,&D,fklb,L^
f^oat:ito.Lat.ctaccoruSiiaHperatMS,? hJ, Modella Fv» ruta ut ùti apparita ,
^For:uu.Boc.AtcJtJloHkomo.HMOmiaiMoJt{ìi. Dtfkfm.Ut.defkefct 're .Mnati .ohOjUaere.Xì at, Che’l
O-ilibMnjcotKbiioiie.IUgjonMaModcJh/imamcmc. nkùamorcUlammedifula.i.faibénok s‘kfi.
le^efirdmt.lM.ca^^ ^kfarc^iérneflua,e,aHmarc .alTHeture ,o mluru»
Regolato on/i»4,«,trt./>fr4/«.B o c. Terf^pcrebu D a k. /o ybfie óclfko ucmin teagoM canto mn.
•mure neUa mente concepnlo tU poco RegoUuo appetito . & qnal meco lanfa Rado Se n parte. fi tanto l appato Si
Regolare. Ut. ordinare, r,ggere,dtj{ionere. ualgoMernare. ebe t anfi un poco prima l fenfo .Al trifio fiato i fialine-
Boc.EtfeirgalapromdetiKeti^alcunbnomvfilàppiam facaa Ma perche t’anfiu dirla fite.
regoUre. , , , , „ ^’^^('^»‘°-‘-^r.Crin,iluics.P Bj.HaàoInnfitato.lnnfi^
rHorm2eLat.^rtgf4U.italreg9la,forma.FliT.Mtfa(U tata dolcetto
brnnapcrpetnatiorma . & abnomunii; nal irregolato. Unfare. Ut.ajinefacert . B o c.Coflei poRatmlafeminil
Erempio,e^ Exempio.Lat.<»-arcbetypo}exemplnm.& morbidcg^a.eracanalU.&aUarmcMnfatafi Ep In-
exemplarja prunaformaj'onginale P s r.Efi mpio Ma. fino a tanto , che tu poi .Adafato il fapralMenere T H
mfeftoj'olgare.ymo. 0 beltà fi u^aEfempto altera, & Solere. Ut. j cornei confketo;ifobto ;é in ufo.P s r.Meco
rara in qual Idea Era CEfimpio tonde natura tolfe linei non uenga come uenir fole . Come talbora al caldo tempo
bei nifo leggiadro, yergtnelóla al mondo Jiirga Efempu . foU SempUcettafarfalla al lume auena Lieti fiori ; Che
Diibefon fatto a moUagenteElcmpio,! prtfi Efempio de madonna pafiaudo premer fole.Oui coUi.ih'efercùar ni
hr fiati rei . Ma temcirga m'accora per gli alena Efem- fide. Etfe pietà pi quant'ellafole.Et fi qui U memora no
pi. Ter dar forfè di me non bafii Ejempi.R oc. Efim- .-'.ir. r — -r.-n t _i „ . .
pio Buono. hauendone dato Efimpto a pai. Da molto
buon Efempio alle gnmani .Bfimpt Mamfefii , Diibtme-
m. Molti.
Rito.Ul.riius. nal coBumeaifaiixa. A r utipn potè udire
.Afiolfo ferrea rifa. Delauicina Brada H Hw Jlrauo.
ldè»,yo.Gr.(fi antigraphinmrtntiiypum.tpegraphoa. Ut.
exemplar.i quello che fi tien dauàn gli occhi per ritrarre
« IH carta.o in tela, onero imaginatma^ome quando il pit
tore uuol formar una figura prima con la mente forma il
fuo fembante. P e t. M qual parte del cielo fin qual Idea,
Era Cefempio; onde natura tolfi Opel bel uifo .
I jrfo Confuetudinc.iat.fon/KMaiioy^/iujWw; confuetudo. noi
lS6t
* , . * I— jc *fmt M memoria w
m aita. Come [uoljare. oue fuol alherg ir.Morle hafben.
to quel fol ch'abbagliar fuolmi . Oue jolea fpuntarfiogni
Jàetta.Sicom’iofoieua. Huomtm , tr Dcijilea uincer per
far^ lìuel uiuo lauro, oue foleanfar nido Gli alti ^ fieri .
Solcano! miei penfier joauemenie Ragionar .Soleafi nel
*Hu> cor fiar bella , & uiua Ilmio auerjàr.o in cui ueder
fdete Git occhi uofiri . Mai non ni piu cantar tom'io fo-
leua..Ardomi,& Bruggo anchor,t<miio feda . ondhauer
uitajigbo. pur come fòglio, non come foglio. ‘iiual altrui
far non figlio. Onde ben che talhar doler mifcglto.Ufera
defiar fidar C^ora Soglion queBi tranquilli, efi lieti a~
tttanti.Cufiuo’iu far d mio fimno almen degno De la tua
tuBa. B oc. aedi alC Indice .
tfi VP V..i»«u4au inaue n
ufairga. B OC. Ter troppa lunga ConfnetnduK.lgiouaiu, yezio.UtMttium,nequttaJblanditia,&delita. ualnjlu,
raualì Li rnnfuytuAiw A^if fabeuoMù . nu: m m m. - :i..h .
r--7 7-' HM» IWJtW*
me; & ambo le careetgcje. Ttx. Ch’altri cangia U pelo fin
Xi che'ly f^o. B o c.Haueauna fiiaHipoie chiamata
ferycT^ Ciefca..AUaqualeellatuttacajcaittedi yet^
f'^ie.i.fiauh.-xpfa.Lufiigjlofaghyexjii.cart'i^.parc
iquah la Confuetudme dett anello fa^uano .
V (anza.Z4t ufns,confuetudofitos.nal coftume,cofiietudine.
•P B T. yfanxa .Antica , Ria, Te]Jima,Tref crina , OUra
[yfairga.Teryfanga:.Contratuayjatix^LyfiBtxf,mi _ . . ^
trajfiorta B oc.Umtay purga juol eficre éconfefiarmi uaùpiuyeggfijacofa'delmoHfi.t.pien^dtye-^et^beì-
una uo'ta la fitttmana . Tiacenoley finga . L'yfanT^Ja- lafifi dilelteuole da uedere.yc^gpfè Donne.ycggnfi fan-
quale i la feconda natura chiamata . I coBumi.& l'yfan ciuUi . ycggpfamente parlare.i.iÓcarezze alhgre. Ari,
‘gedegUhuomim.Beltefi!rlodeuoliyfangeS> Ati.Ondio mifarejUyt'ggj. *
4 uifitarlt prtfi yfata.i.ufiitga. -dueggfire.Ut. aJ)Uefacere,etajfuefcereMereàufiruire,
\fo.Ut.iifui.B n.DoUe,Lungp,Migliort.O amor fimo. uaieanfjre,afuefareAfidarurggo.TBT.&horfiaaueT
dtnnaaltr'ypi impari Oltra nofir’yfo . B o c. y l feorfe ‘Za U mente a contemplar fola coftd.Semplicettafarlal-
un y fi) qua fi dauanti mai più non nàto. Il naturale yfo. la al lume Uurgg^.lu quanto amaro ha la ». ia una auer
deluentre. V-CboctlH;Ufio,cofiprimagliaue-ggiai.Boc.fii‘a^
Vfato. Ue.folituififiuetui. P e x.yfato-dffanno.Confor- uegg.ia cibi del monaco .A r i. Doue lafilato baueait
tofingegnt, Soggiorno, SoBegno,StiU,TributoJj/cgp, caualli.Auvgja.
Trigioj^iuere,!' fato -Arme ‘■ormc,Ttnne,yfata,Ltg- Contegno 4diier conueniente a donne che Ranno in comi.
gudfa,'ì{eblHafi'erga,yia,.’ita,Figurafiuerra,Ugge, Hrttga,UigrauiterJ'upcrbe,&ciimfaPu.Boc..Aiidaua
ijtii
‘/a
IT41V»';
itt’ilrj,:
DO nj
Portamento
H V O M O Parentado
>10 teji II mio duro aucrfxrio ji uè [comi . Si, th’i mhwrl»
mdarnovtjffMUo.Si,ih'<Koffj delia Iperaitz^ altero .
Sii thè mille feme 1'(£ finita /tambe . Shih'icaaguua tl
giciijml ajjiitlo.Sijtbe'l tot laj}o aitroue non rigira,
^ mor armato Si ith'ancbo mi fur^a ,Hor nini , Sub'*
Dionenengattle7^o.ììoc.iiediaU’Indice.
P s^T. Stile Unucoyari^.y (no. Cantra Inastile . Tia- Siem ntte di St iuò.D a k.I nolfi il uijo , e’I fafio non men
temi almcn d baui r tègiato S tile . Co/i hanijìio i frim'an toflo .^pprrpo a i l'aiiii tbe parUnan Sie , Che (andar mt
m Trefu lo Stil,c bar prender imbit$na.e'n ciò jigue fno fateandt nulla colio. Lat.Jit ut, gfita ut.
Stile. Omfio nò col peiifier canttando Stile. Cerne lortnna Altramente, e!r .Altrimenti. Lat aliter . ual per altro mo-
pur oltre in Contegno .
Conte^noro.Lat.graniSitumidHS ,fuperbiii, mfLttns,eUr
tui , fafiofut . è quello thè in fi fi contiine, tr cheRàfu
la gramtà . Lat. gramtas. B O C. llquale ContignoJ'o
uegneudo .
Stile, per lo cuflume,& ufanxa/i maniera . Lat. rdus, mot
P E r. andrei non .Altramente .A neder lei,Che’l utd-
go di Mednft. Di mia jalnte ; Cb‘ altramente era ita. Lat.
alioqum. B o c. Sene* mutale .Altrimenti con] gito . Ma
ella andrà .Altrimenti. 7v(us altrimenti tbe. D A N.'Kps
.altrimenti fan di fiate i cani .fi tu mai odi Originar la
mia terra .Alirimemi.T^on .Altrimenti Video fi rofe . Le
tempie a Menabppo per élpetto. tbe quei falena. Tion
.Altrimenti Achille fi nfcojìe. T^n Altrimenti ferro di[
fanilla.'Hsn altrimenti i cuochi a i lor uafialli .
■PARENTADO.
Arcntido, Famiglia,Tribo, SucceJJìon.Le
• gnaggio,Ceppo,Ca, Cafa, Tiatione, Ralfga ,
Dijtcndé^(iangue,Confanguimtà,Germe ,
Vianta, Seme,semenxa,Trole ,Trofapia ,
Trogenie,Scbiatta, Ceneologia,Stirpe, Li-
nea.Orgine, Sobole ,
uà càgiàdo Stile.Et fnnpre un Stile ouunque f< fìe tenne
Atto fer lo modoicr toJiume.Lat.ritMS,mos,riigeflus,ba-
bitus.V E T. Atti Scout, Dolci, yeghi. Adorni .Gli atti
d'allcgrc'^ jpcnti.Et CU atti faci joJUiincte altcri.l'era
intorno al nobile bubiglio Al i,eUo,a Gli atti di que primi
due. hoc. Si come a tolui,tbe in ninno Atto ho Camma
di^flo a tal materia Jn cefi fatto Atto. tu citai Alto.Di
niinuire in ninno Atto l bonejià delle donne . Et fece un
Atto con labocca.!' [andò éiontrafar fi con nuouiAtti.
con Atti lufingbcucp. Cogli Attieet colepo role piaccuo-
U,& amorofi. D a k. Aht quòta mi parca ne (Atto acer
bo.Ci Atto doUe di inadre.Realmite ne (Atto anebor prò
terua.L>uiui cLfcide a CuUime potere Giù d’Atto inAlto.
Accoglienze. Lat.ampUxus,ualabbractiamento,& rice
uereioncarec^.V i T.Accoglien:^ Benigne JSolci,Tie,
Calle,AccogUcmca Bclla,Sercna.h o c.AcccgUeKtfHo
nejle,Liete,Strette . Dan TofiiacheCAcioglienxebo
nelle, CF liete Fur aerate. Toflo che parton CAi cogUen-
■FaamicaXtuidilbNonAccoglttordelquale,Diofcoride l>3LTcnt3ido.Lat.affinttas,etiwbilaat.uedifamigliahoc. ijtfj
dico. A RI. Con Accoglienza grande il cauaUero Fu dai TarentadodJorreuole,TiuouoA>onadigran Varcntado.
fanti alloggiato in una Raima. Per Parentado iongiume.TrattarVarentaà,&amifià.
Aciogfàcre . Lat.fuicipcre benigne .ualriceucre con beni- f zrente. Lat. a ffinis, cogaam, fimtiiuus, & propmquui .
gnità. P E T. Se'n breue non n,'acioglte,onon mi fmorfa , B o c.Parente T^uono, Caro, Parenti Antichi, 'Hsuflli
D A ti. fecondo Che buoia, a rei amor accoglie, & uigUa. amici, & Parenti Per modo Tarcnteuole .Vsr. Madre
Sempre (amore che qmeta’l cielo , Accoglie in fe loft benigna,& pia; Che copre l'uao,& PaltromioParenU .
fatta falktc,& per raccogliere a \qo o.ct per eggiungere Lat. parentet. cioè d padre, & la madre . Iljonno è nera»
uli'improuifaa tq-j8. mciite,qualbuomdiceParentede la morte.
Citi.izc.UtdilandiM,illectbra. ual accogìieirzr, eramo- Famiglia, per /o/vire)«4<io . Ut. affinitas,familia ,gcnus,
reuolezge fatte con untò. Boc.Tlu che mai gltfaceua flirpsJiemma,gent,gentiUtat,proUs,progcmei, profapia.
Carezze grandi.Eflomarau gbandofidi (ofi tenere Carc^ propago,gnesdocui,ut inobfturoloco natus.h O c. Di F*
ge.EtiaUti alle gran fòle, fi ricominciarono le mirabili Ca miglia tra le Romane affai borrcuole. Qjiantunque di buo
rczv,& fette Ph. nuFamgliafofJe.&perlamoUitudinet&gentedicafa,
Carez^re,& Carcggiare.Ut. blanditi. B o c. DcgniePifSe uedia i^jS.tlrpcr lacortedelpodeflàa
re cariggiaii dalle toro donne. Molto più l’bonoro,& ca- Tiibo,è famglLoJjitJribus.i.pari popuU. Dan. Se dimo-
reggiò co conuui . firàndo del piu alto V riho DegU altri .
Tal che. Ut. adeo ut, haquod . ual di maniera , di modo , fi Cibi ueee dt Cafa per la famiglia Latgenitdomnscprofapia .
che. P E T. Tal ; che nuW altra fia mal , che mi piaccia . B o c. Madonna Ufetta da Ci Qs'rmo. unii apip.
Tal; che adegni altro fauoltar lefpalle. Poi la tiuidi m al Colonnaper la famigUa.Lat.tolt,mmacprogtte columma,
tro babitofUa Tal ;cb'i non la conobbi. Tal; che fòl del* de gente columnia P sz.Gloriofa Colonna jncmsappog
noce Fa tremar Babilonia. Tal ; ch’io non penfo udir tofa
giamai Che mi conforte.Tal; che mt fece,quani'igU arde'l
• cteloTutto tremare -Tal; ih’ a buon folamc nte l'ufcio ehm
de. Tal; tb'i non temadelnoccbierdiflge.Tal; ihefifec-
thi ogni fua foglia uerdc .Tal; che mi irabe del corogn’al
tra gioia , Tal mi gouema , ch'io non Jou^ ntzjpj . Lat.
fic, & taliter .
Si c\\c,m luogo di talmite, di maniera^ modo.Latàtaquod,
già Tloflra fferanxa,e’lgran nome Utino. yn Uuro ucr
deAna gtntd Colonna Sinodici (una, ^ (altra diciot'an
ni Tortai 'ho in fcr.o; & giamai non mi fan fi. Rotta è (al-
ta Colonna, c'I uerdc Uuro,Che fac ean ombra al mioflàu
co penfìcro .Da (altra pa rtc il mio gran Colonne ji , Ma»
gnanauoficntd, Colante, dF largo .
Succeffione. ual parcntado,ofatr.iglia. Par. BeEa Succef i^6t
fion inftno a Marco .
adeo. Pft.Et pietà lui medefmo bauea cangiato Si; che. SuccclTore.Ut. tà’ gcntilii Per. Il Sucre f or di Carlo. M,a
Si^be la negbittofa rfea del fango, e'ipenftcr mto,Cbe fui Vino, Douc laf’io; e'I foo- au SuciiJ.-re . Ma L'un non
di Iti Si,cb‘altra non ha parte.Si/baucndo le reti mdat- Succef or difaHia UuaJSo .^antefàmoferhch ^ fi
uider*
Parentado H V O M O Popolo
mitro femff Sucajiore debito rimaiere.^ndò queilo ilikJlri,Cbe non han par di m/btllateé mondo,
anello di munomuum a mola Sneerfiori .SaccesCtui- ìiinanc,perlaorigpte.Ltt.ori^ofirtus.boc. Hnotnodi
UM-ntc . tir loft SmcrfSiiumeate injiao alla duodecima, 'Ustione afiaihutmle.Iluomo il mfima'Hatiottc. Di nobile
Lat. demetpuM grado in grado . ’Hatione.l^ngìoiune àpici loia "NationeXcrneche àgrà
incceà re. Lat. B o c. Come gli effetti Succedano , auenne ; "Ustione >ionfoffe.& per la moltitudine, uedi a 1 5 7 J.
thè fu à minore honella nel tempo che fuccedettr. Dan. Natio , ualruuuo ,& originano Lat.natalii. P c t.fug-
Sìueti’i Scmi/amii^ cui fi Ugge.Chej'uccedette a 'Njno, go dal imo natio dolce aer ibofio . Colgouemo à fua pie~
X, & fu fua ffo^.netefiianttihilKlelto.Cbefucco dette. taTfaiia.
Kimogm, naie fuccefiotàoifegmre nel maggio. i> A N. Difccndenti. lat./àiccr^orrj. U oc. In perpetuo lafciar-
■ Co fi a fixìr a noi buona Bomogna.i. & a noi jia febee fuc no ne fum Difiendenii . Il finiile ordinò nefuoi Dijcenden-
cejSo^ proffero . tu Lui,& firn Dificndenti .
Lcgnaggio,»4/y?/rpe. Lat.genspropago .P ST.Tianger Cetiacinueceà Laura. Lat.germenmaa,V u T. Chefuel
taerja terrajc'lmardourebbe L’huma Legnaggio.i. l'hu tohaià uirtute il chiaro Germe .
mona gente. BO c.Cofteiialto Legnaggio uedendofi na- Germinare, lai. germinare pullulare. San. yergngna,&
la. Donna à Legnaggio afiat gentile. Huomo à Legnagm duol conuien ih' al cor fi gemine.
gnaobile.As.l.Trodurràl'ornamenio, il fior, laguna Semenza per la origine. P bt. a purgar uenne Di ria Se-
D’i^ni Lignaggio , t babbi il fol mai mfio Tra t Indo . menga il buon campo Romano. Lat.femen mela.
Trabgnare. Lai. degenerare . i nonfeguirela ma àritta, & Seme .perlaongne.TBX, Che quejia ,&meJun Seme
buonadefnoipngenitori,come quello che taglia un ligno, Trodufie un parto. Et i quefio del SemeTerpiu dolorici
& nonfeguendo la uia àritta à quello lo guafia .D ah. popol finga legge. Che di utrtute il S eme Hai qua fi ffen-
Cbi far lo pojSa tralignando ofeuro. A a i. Cbemaitralu lo. B o c. .Alqual medico difie Buffalmacco Tinca mia
gni a la progenie mia
Ralignare. ueàa Legnoa i ip i.
Ceppo. Lat.cippus,& llirpes qujfi {lipei,ualelaftirpe,o
famiglia. D A N. Il Ceppo à che nacquero 1 Galfucci,era
g à grande jjl primo aficniente .Ari. Di tempo in tipo
habbiam corporee falme Dal Ceppo ;che raàce in te ba-
uer dee.E de uojlri ./tuiilluflriil Ceppo uecchio .
ij<7 Sangue.Lat.faiiguis.per la famiglia,o cafataV ir. Innobil
Sangue ulta bumil,(T queta.C.ntilexct d> Sangue, et l’al
tre care Coft tra noi.Cbeg'i dà il tempoatmor,mrtute, e'I
Sangue.Latin Sangue gentile. B o c.O fimgolardolcegga
del Sangue Bolcgnefe. Ciafeuna àSangue nobile, Dan.
Di gente ingente ,&ifuHO inoltro Sangue .
Conlanguimtà. Lat. uà! il Tarentado,o Sanguiniti come
fileggenetefiiantUhtdel B o c..Ad alcuno di loro per
Conjanguinità era congmnta. Di Confangmnità ftrettiffU
mo alia bella giouane .
Origjine.Lat.origo,archetjposd.primafonnajialparentea
U,natione,&pigbafiancboperlopnncipio.T. Etpelpec
catonin rejUrne Origine, che poco regna quel co liào
uuolffernere.
Originare ami dire la origine. V ah. Cbe fé tu mai oà Ori-
ginar la mia terra alirtmemi. Lat.genui ducere .
Rat za.Lat.genus,ual natione. Ari. Quinci quinà i guer
rierà buona Rag;ga. .Altn àceaccome flou bene mfieme
Segnati ambi i'un Marchio, & iuru Ragga .
Schiatta.Ltt.progcniei.& flemma,che ual grado à p.rren-
tado. B O c.O quante memorabil Schiatte fi mdero fhrga
fiuccefiore àbito rimanere.Io non ueg'do mojirare cCefie-
re à Schiatta à ci battolo, che incótanete fi uuol adirare.
Prole.Lat.&progenies. S ah. Età ogni tempo fi ueggono
da Seme.irrifore.& per lo Seme àlta terra.ueà <11157.
Pianta per la origine. lal.Jlirps. & per meia.in ucce àM. i jdp
Laura. P ir. .AlcadenTunaTiarua , che fi fuilfe .Che
genlilTianta inarido terrenoTarchefiàJconuengaMa
de laViantagiàgraàta al cielo. Calìa bellcg^ in habilo
gentile Sanie radici de la nobil Idioma . .Anchor io't nido
dipenfieri eletti Tofi in quefl’alma Pianta . Et da radice
SiuellaTHanta felieeSubtio fuelfe.ViàSolon,àcuifit
r util Pianta .& per la Pianta propria . ueà a 1 1 5 7 . (7*
perlapianta depieàa tqói.
POPOLO.
Opolo , Republica , yniuerfiti , Comum-
ti, Comune, General ione, Setta,Plebe ,
L'olgp.GétedSrigata,'ììatione,Compagnia ,
Canaglia,Turba,Torma,Calca,Foba, Frot
ta, Furia,CarouauaJrioltttuàne, Somma,
Mafia , Collegio , Drapello , Trebo , Mafnada , Ciurma ,
Famiglia, f'icmanga. Plebei fi'olgari,Terraot^ni,Pae-
fani, Mecamei, Fiirn, Trojjimam, Compagni.'Hpflrali,
Stranieri, Foreflieri, EHrani,PeUegrini,lnfieme,lnfie-
memeiite , .Ad una , Con, Co, Col, ItaUam, Romani, Ro-
magnuph , Latini , Greci , .Argolici, Hebrei, Giudei, Col
ài, .Arabi, Turchi, Cimbri ,Teàf chi , Barbari , Ba-
uarichi , Siracufini , Fiamenghi, Frijbni, Borgognoni,
Eluetif , .affiiri , Goti» , Longobarà , Hunm , Chàellini,
Guelfi , Giganti , Centaun , Sabine , accomunare , co-
municare, raccomunicare, diuutgare, atcompagnare ,
feompagnare , conuerfare , bacica re, ammafiare ,cdca-
_ _ _ ^ re,limmare.
dilalte,&di'Proleid)bonàuoli.A r i.Piacciaui genero- Popoio.Lat.populus.P et.PopolAlLPopolo Romano.Gre tyjo
a, I t .A . ex. 9 i fi .... A...... T\è w
fa Herculea Prole,Oenamento efflendor ài feeot noflro,
prolapia.Lir. & antica progenies. San. Daantuhiffima ,
tà-generofaProfapiaàfuff.Etquami pallori nella fua
Profapiaeram in alcun tempo flati famofi,^ chiari .
I J 68 Progenie. Lat. progmies,fatmlia,genus, proles, profapia ,
Siirps. Ari- IdomerdlalùaPecgcniebeUa^omcoriia
il follia machma ài monà ylcctò che àh due Progem
#
co. Buon, Dogliofo, Ignuà,lnfelicefi?auentofo,Di Mar-
te,0’ oriente, Serrga legge . Ma ben ucggibor;fi come al
Popol lutto Fauolafui gran tempo . In habito diuerfi ; in
Popol folta Fu quella fchiera. E’I padre colto e' l Popol ad
un uefeo. Et PupoU altri Barbarefihi,t^ fìrani. hoc. !l
Popolo di quefla terra. TuttoilPopolo della Città. Et a
picn Popolo raccóli . alcuni tefli bino inpien Popolo. Lat,
D D iiij
f
•7 V
Popolo
fieno pofklo, participio ajfobito. della feccia del Tofolac~
do di Roma. Dnegioitam Topolani.i parrocchiani, jc rnmc
Topotane. non d'amnio Tnpolelca . ludi l’Indice.
Comune , & Comunità . Lai tommcmtai . alcuni la feri-
uonocon la m [empiite , & fi uolgari tome Ialini . B o c.
yn fondaco tenuto per lo Comune .
Comune odieB. fing. & piu. Lat. comuni! , & repubtica .
Boc. di ComuH Tadre . Comune Mone. Il ben Co-
mune. Comune Confemimcnto ,Theforo , Comuni Leg.
gi , Tiacertj, Come una Comunal mela . Comunaimeme .
Pet. Del Comune nemico in guardia po/è . Toco era fuor
■ ie la Comune flrada . yfeenào fuor de la Comune gabbia.
.Accomunare per far comune. Lai. comunicare. Boc. Tot
che le donne hebbero cianciato detl'accommunar de He mo
gli fatto da due Jènefi.
Communicare. Lat. ualfar comune , conuerjare , & parlare
infieme .&amho per pigliare il facramento. Boc. Ter
lo comunicare infteme s'auentaua a [ani. i. per lo con.
uerfare .Senxa comunicare ad alcunoj ferrea parlare, o
dire. Fattohberalijjimoacomuniiare il [ùo patrimonio
J.a far comune. Da lì a poco licomuniiò.i.f refe il fa.
cr amento, &■ abommari per fiumurucare , & .Abomina,
tui, lo feomunicato .
Raccommumeare ,ual far comune. B o c. Et non effóndo
tra noi due niuna altra toja che le mogli diutfa, che noi an
chora quelle raccibnunuaitto , nebuom lejli fi legge ac-
comunichiamo.
5 7 1 Gcnerationc. Lat.genus^generatio , B o c. Ter la falu
te della Humana Generatione. Generathne pejstma che
uoi flètè.
Generare, per creare . uedb 4 1 5 89.
Settl.Lat. fe(la.Da gli antichipinlofophi fu partita la feien
^4 m Sette dtuerfe,cioè Cimct,Stoi( l,Teripatetici, .Acade
mici,Tlatomci,& Epieuri.P e t. Thetnijlocle,^ Thefeo
con quefta Setta.DuK.Che qucjla era la Setta cattiui.
V\ebc.Lat.plebi,Hel plebei J quella parte del popolo piu mie.
tlmedcftmo ch'i yolgo .P n. Jippto conobbi a glt occhi
fuoi che grani Enron fempre,Cr molelìi a l'humiì Tlebe .
S A N.C/i iniqui odu della ignara Tlebe. \rci.La uépe-
fa Tlebe andò é fuori .
Plebeo Lat plebems. T t r.tion di gente Tlcbea, ma di pa,
trrtia. B o c.'Hguaguifa diTlebeo/na di fignore.Saulo
huomo Tiebeoema caro a Romani . In quelli gli eccettuali
nobili con la moltitudine Tlcbea . A m.
\o\go,& yulgo.LatMulgus,èilmedefmu>iheTlebe.Tir.
yolgo Sàocco,lnermei^uaroJgnoiattle,'Henmo, a me
Othofi, Huom del yolgo. ^ri/4 leda dal yolgo m' allon-
tana."tfe del yolgo mi col fle di fortuna. RifpofejnitTeal
V olgo dietro uai.Et a la opinion fua c ieca, et du ra Efferfe
lice non pò tu giamai. Ma chiunque fi poi/! il yolgo parie.
Boc. "Usn foggetto al popolaicio , non alT infido yolgo .
Toi che partito fu il yolgoà.moltnuime.D u n. Chefor
fe parrà forte al uojlrouolgo.S x t. che pare .A [igno-
rante yulgo un grane ecccjfo. Sciocco. Ignaro .
1571 Volgare, &yulgare.LatJiulgarii.P e r.Ejìcmpio.Gente,
yolgari. Stram. Boc. Secondo il loto yolgare , yolgar
Motto,OpinioneJn yolgare Eiorcntino.T ra Iq gente yol
gare. Si Juol ère fra yolgari .
‘ I>iuulgare.lat.propaldre,emittere,celebrare,percrcbelterr,
forai edere in medtu uulgut mduccre,effcrre,ì uulgui in..
H V O M O Popolo
dicare in apcrtù tfferrein luce dare, qua fi comune onmt-
buifàcio.ual-.firpalefr.pubUcare.Pt'i.I l’efaltoeciiuuigo.
M0ilerno.Z4i.^ neotneus. ualnuouopul tempo pn finte .
P ET. Ter lo Jlil de modcrm,e’l fermon frifco.Oue raffigu
rat alcun Modèrni. Bo c.Co/i ne Moderni lépi, come negli
antichi.Teriache quella uirtùibegiafu Uc gli animi deOc
paliate, hanno le Moderne riuolta ut ornamétidel corpo.
Mcccamco.La.methanieus,meriénanus,mcTitormifahtr.
i de utl arieti manuale.Boc.Sccondolaopinione de Me c
canili . Da quanto douea eflere colui , ilquale 1 Jairi fincli
de lla Thilofophia ha dalla Meccamcalurba feparaioiLic.
Canaglia.Lac.lurba,plebs uilior plebi tula,uulgui mcrs.ual
gentagliaiir gente mle.iofi delta d.1 cani A R i.Doueri-
tìretta injieme è la laiugliajlegaie il laualier ( gridò )
Canagliafllconte a majnadtert . )
Brigara.Lat rnultiludogens,manu! ual compagnia, C moi
la gente infume intricata.P t T.Cefi u. ma quella Briga-
ta allegra . Con la Brigata al juo maiflro eguale .Boc.
Brigala IIoneJla,Honeflifiima,Littai^tgia me. yna grà
Brigata é maluagi huommi.Raun.ita iiiu buona Br.gaia.
f'na Brigata di forfè umtticnque huomint. Dluerfe Bi iga-
te. y anno di male Brigate. Il migiiure Brigante del mon,
do.i.buoncompJg»one.Lat.uirfeJliuui,& iipidus.D A N.
Federico Tignoio,if fua Brig.ita.
T crTaizanì.Lat.conterranci fono quelli che habaano nella
terra 0 città, fi r i.FacircÓdar l'alb.igoaiTtrraa^cani.
Paefitni Lat.nojlratesqonterrani,mumcipei, & niuniccpa,
lei indigena. Aut.dr ogn’una Terfonajo Taefana,o uià
dante. CauatierTaefan,neTeregrino .
Ccntc.Lai gens.iul naiionefamiglia.P ,t.y..Alkgra,.Al ,j.j
tera,CiecaiIumana,Lagrimoft,Leggiadra,Mijia,Mife-
ra,TatriiiafPlebea,Toca,yanai-'olgareilonorata, Mol
ta,Greca,adrmatadiferro..A cut fifa mute iunarrgi fera.
Di pietà dipinta, tfemica di p.ue. ut 1 ut morir i.cri bbc .
Oltra mifura altera. Centi .Affiate. Dure.Strane.Rijc fra
Gente lagriino[a,crme[ia . l'ho condotto al ffn la Gmte
Greca EtlaT roiaiu . Onde colei , che molta Geme atiri-
Sìa Fatto fignor,^ Dio da Geme uana Gente, che Ì amor
giuan ragionando . Del mam fello accoigerdele Genti.
Boc. Coire Mmuta,Metj^na,'Hiioua,.Armata, Toue
ra,Grofia ,Mala.Le Genti Circ oRami,llorreuoli .
Natione.Lat.natio. perlagente,& moItitudme.B o c Tra
'Hqtion non conofctuta,eT piena d'ingaam.ct di tradimen
ti.'ìiqcquetratHna'Hqtioneqi l’altra grandifiima unni
Hà.& per la origine, uedi a 1568.
Cotnpagnia.Lat.lòcietai,commercìum,u,confortium,iiaS
fortioqiit. & compaget che figmfica congiunlione, &adu
untume. Pet. Compagnia Dolce . Salila .Boc. siiOHa,
HoneSìa,HorTeuole,UrnicheuoleJitlla, Tota, Infera,
bile,Grandifiima,'Hpbile,hdata,Contiiioua .
Compae,na in ucce é compagnia. P e r.Toiihe frutta Co 1574
pagna , 0 finga [corta Mi nule . Che dolce m'era fi fatta
Compagna. Sfuella bilia Compagna er'iui accolta, A r i.
Si ragunafie tutta la Compagna .
Compagno. Lat.fociut, & cornei. P e t. dr B o c. Fido,
Forte, Minore, Compagni Fié , Fidatifrani , Eterni To-
■ chi ialtoing gno,Cr da iraftuHo.Compoffia Cara. Lea-
le, a cut la Compagna di/ie . Compagne Canfiime , Mi-
aor. Elette, Imùdiofe, Benigne fielle, che 'impi^uc fri fi
,dl fortunato fianco.
.Accom-
« 1
I
Popolo
H V O M O
Popolo
MI
rii
/
^uomptfnare.Lat.fatìarc^ungerc,coniungm,T » r.L’in
figHt ibnjiiam/Jimeaccompagna.Ucte,peafofe^aom-
pagiutc,&foit Doane.Lagrnne tnjie,& mu lune le «ol-
ii Aì’jccompagttate.Occhi pungete auompagiute'l con.
Duo padri da tre figli .Aciompagnatt, Et tutta notte par
che m'actompagnc . B o c. Inptme i anompagnarom .
Era la BadeJJa auompagnaia da un prete . D A n.£ do-
ue Site,& Cagnan s’accompagna .
Scompagnare.ual leuar di compagnia. Lat. dtfJociare.V t t.
Chiunque amor legittimo fiompagna . Ma wrtù , che da
buon non fi ficompagna . Tu, che da noi fignor mio li fiom-
pagne. Di lingua,cbe dal latte fi fcompagne.
^ffoture. Lat. per accompagnare. Ari. f'ntì quel gioco,
che due jerptajfotia .
Conuerfare. Lat. coituerfari, con fuetudme, uri ualpraticare
mfteme.V BT.e’l Conuerjar bonejto .
Ba^care,oBacicareiuoceplebea. Lai.uerfari,&diuerfa-
ri,conuerjan . ualpraticare jouente inun luogo. B o c.
{■'aliene netlacajd dipaglia,cb’iqui da LatOyih'iil miglior
luogo,cbe CI fu ,pcrcioiheiionuibao^ca maiperjoiia. uc
tejii antichi fi legge bactca.
InlìcmciCfi Infeme. lat. in fimul,uni.iunliim,copulati.
P ET. Et la coppia £ ^nnuno che'nfème {'anno. Si ue-
drem poi per marauiglia Infime Sederla donna nofira.
Ma chi pensi ueder mai tutu Infème Por afialtrmi il cor.
Et d'un dolce faluto Infème aggiunto. Il noflro efler Infi-
me i raro , e accorto . Et di ciò Infime mi nuirico,& ar-
do. Se tutte le mie gratie Infime aduno. Dieta ridendo, eir
fojpirando Infime . Hor uedi Infime [un, e [altro polo .
Hoc. Le femine rannate Infieme Quel cuore con [al-
tre interiora In fieme.D a u.EofferomunafcfiatuttiIn
fimbre .
Inficmcmcnrc . IM. in firnuU unJ, iunffim,copuJal,uicifi
firn , àe quinti, in unum/tquabter, pariter, communiter,
ciim , equi , adaque. B o c. "He fu una bara fola queOa,
che due, otre ne portò Infiemeniente .cfi-nrlTu. Dando
Infiemcmtnteefempioa fuoidi fofienere ogni grane af-
fanno.Il Duca Infiememente con Fiorio.
Aduna aduerbialmente ual mfieme.Lat.unà. D a n.Ji che
com'elli.Aà una mibtano , Cofi la gloria lor infiteme luca.
A mano a mano , ual Infiememente , incontanente , poco
dapot . uedi a 195.
Con. Lat. cum, prcp. copulatiua , thè dinota compagnia, tir
congiuntione. P e t. Htman legato Con maggior catena .
Thuommi amare lagrime dal nifi Con im uento angofih
fo di fofptri.E con molto penfier lui fi fucile. Ci lei f^S'io .
Ond’io gridai Con carta, e Con imhioflro. Con la corona .
Conia filma. B o c.uedi[ Indice. D a u.Conlatrfi'alta^
Con rabbiofafame.Conlafua magret^.Conlapaura.mo
rir Con doglia Con lei ti lafcierò.uedi « 1 85 7.
Co in uece di con Ufi con gli. (fi- infide Tbofeani nel nume-
ro maggior del maf ;bio,& neutro genere .& fi fi troua
altrimenti ,i piu lofio errore i-e ragiono.? E T. Coi pie.
Coi penfier. Coifòfinr. 60 i nobili poeti. Cobegboc-
chi.Cofuoi Co crm.Copie.Comantiii.^oc.ucdi[ Indice.
Coi m luogo di Con ìL P e t. ColTauro. Col Sole. Col fuon.
Mirar^embiante,Teccato,TedefiO,Figliuol,Defio.Cieco
drfirSuofuggir.Coltuolume.uedia 1857.
1576 Turba. Lat. C' turbula il diminuliuo.&manus.uspti.mul-
lUudo. ila calca, la ini itudine. P e i.CranTurba.Tcr
molti tempi quella Turba magna. Ma per la Turba a grò
é errori auegga.Turbadfamanti.O-mifiri lorfori.Emi
randa la Turba tal,e tanta. Sonde la Turba,^ miiiuien
Jéguire. Ditela Turba almi guadagno mtefa. B o c. Tur
ba de canu f 1 . Turba de fratelli. San. Tafioral Turba.
A R i. Tal cantra Orlando [empiaTurbatrefce .
Moltitudine. Lat.multitudofiequentia,turma,turba,Hn-
da.a,corana,catUf,ui,ui.&ionft/Sus,MS,hi,la moltitudi-
ne de gU huomim fedemi.cuneus,eija moltitudine in gutfa
£ efferato de fanti, agmenasja moliitudme moffa con im-
peto per combattere.coronamentum, la moltuudme di co
rane .firuiitum ,lf,la moltitudine de fcbiaus.failtulatio,
oniSfla moltitudine de firui. theatmmfija moltitudine de
jfeculaton intorno al Theatro per uedere 1 giuocbi. cÓuen
tus,us,uija moltitudine de gb buomuà affrontantift tn un
luogo, & de fanti, 0 pedom . concio,omida moltitudine de
gli Imomintafioltantt , come iht fta alla predica . imbcr,
ritja moltitudine £acqua,pmua, &fimUe . mandra,ada
moltitudine de carnaggi, pecuarta/t, la moltitudine dt pe
corf.iuuentus,tis , & pubes,is, la moltituéne de giouani .
fem 3us,tiija moltitudine de uecebi remigium,itJa mol-
titudine de reitti,& de galeotti.uallum,tJa moltitudine de
palttìr turbula, la picciola moltitudine. B oc. filoltitudi
ne Inefltmabile.Era toma la Moltuudine.I'na gran Mal
tiiudine£-drabi Crandiffima Moltitudine di gente. Tut-
ta la Moltitudine delle fimine .
Frotta. Ltt. multitudo,turba.uedi Moltitudine,& In Frot
ta^defl in quantità. A R s.Ciuoca di fchiene,(Sr mena cal
CI In Frotta . Ma tojlo nirouò la mqua Frotta . Onde la
ffiauentata ignobil Frotta Senga ordine fuggia fpegja-
ta, erotta.
Somma per la moltitudine, uedi a nat.
ammafiare .uedi al detto luogo 1718.
Collegio . Lat. & conuentus, us, ui . dinota compagnia , 0
congrcgationediperfine. Dan. Ch’ai Collegio Degli bi-
pocriti irifii siuenuto. Ari. E tra le prone forfè del
CoOegto.
Calca . dal nerbo calcare. Lat. frequentia. ual moltitudine, 1577
prefia.funa B o c. Co» la maggiore Calta del tnondo.La
Calca li moltiplicaua ogni bora pataddojfomagpore.
Crandiffima Calca . Calcata gente. T h. P 1 t. in tanto il
noflro, & fuo amico fi mife Sorridendo con lei ne la gran
Calca .Dan. Qual Ifiueneo già uide , & .Afopo Lungo
di fi di notte furia , & Calca . Cofi da la gran Calca fi
difende.
Calcare per premere fileprimere. uedi 41757.
Furia.per/a Calca preffa.D a u.uedidifòpraa Calca.
Folta. Lat.denfa,ficqutns P e T. /» habitodiuerfadnpo-
pol Folta Fu quella fibieraà.di molti huommi .
Tonna.Lat.lurma.i la moltitudine di gente £arme,& fi pi
ghaperagmmoltitudine.&compagnia.D AK.Correiulo
ad una Tormaahe pafsaua.Terguadagiar la donna de la
TormaàdeU' armento. S a H.-dcciocbe Inumerò delle no
flre Torme per peffinta fiagione non fi feeme. Ari .Hon
fu ueduta mai piu flrana Torma.
Cirou2ni.Lat.frequetttta,turma ualmoltitudine,quami-
tà. B o c.Terciò eh' una gran Carouana di fame fopra
muli pafifluano .
Mafnada, F'o. Tro. ual compagnia, 0 turba à mafnadieri,
à malfattori jù' rubatoli daftrada, quafi fimul manens.
•/r.
I
Popolo H V O M O Popolo
h oc.ntlTHMejfefifeir^ortUaelafcelerataMt^^ »»Uàmoflra^
da^ allegri (U mal operare Mcbiamò la J^rfa Majta- Latini. L«. P E T. Clorhfa (oloma, in ni s'appoggia 'K?- i } 8«
da /òpra gU fette compagni. O A H.Cofs mi so quella Mom fira jperan;(a/lCrannotHe latino, al{iioadeiragu»ur
fnada frefca.Et poi ngtungerò la mia Mafnada. latino. yna uergme Latina, Che'n Italia a T rotante tana
Mafnadjcri/oiio compagm, malfattori,» rubatori,daftra ta noia. Latin fanguegentile.Mafei Latino e’I Greco Tar
da,uediajq}. laudi me dopo la morte ; i un uento. U o c. parlando La
1578 Dcape\\o,è numero infieme unito, & riiìretto.Latagmen, ttnoj.latinameute.llloidano,crcompagm,et famigUtut
globus.manut. TtJ, Et poi uera un Drappello Diporta ti Japeuano Latino, ajiutifjimamemt fi guardano dalfal-
menti,e di uolgariflram . In un bel Drappi lU no iuan ri- fo Latino J.M non far qualibe error parlando . La giouane
ftrette.Aui.Epoich'auicinarquenoDrappelloSiuede. udendo la fauella Latina .
(chicra,c!r Schiere piedi a 5 0 o. Tcdcichi^oi» udlatnaniit. Lat.germ.mi,teutones,allobro-
Ciarni2,perlamoltttHdine.ucdia 1054. ges,rhcnicole.V ft.ToileTedefihe,cbeconafpramorte
fìmigba.lal.fanuba.perlagentedtcafa.P ET.Zephiro Seruar la lor barbarua bonejlate. ColTedejco furor la
torna,e’lbeliemporimena,Eifiori,efhcrba,fuadolce fpada cinge. Mano poi ; che lugurta et Cimbn atterra
Famiglia. B’I paiìor eh’ a Coba ruppe la fronte Tianfe la E'I Tedefi 0 furor.Sluandodelalpi fihermo Tofe fra noi,
rtbeiiante fua Fatmglia.-Ch'almondo non fu maifimil Fa & laTedeJca rabbia. B oc. La pia-t^ è piena de Tcdc-
migba. Mouefi’lucccbierel canuto, e bianco Dal dolce lo - fcbi.Effcndofultima irtigua finita co Tedeft hi.
io,EtdalaFamigltuoiasbigottita.Boc.TerlaFami- MìXtianai.Lat.alcmani fonoiTedefibì. Boc.i/ Ke di
glia fua uolea filare il porco.Hauendo grande ft bella Fa Francia molte tnegue fatte con gli ^Alamanni morì .
miglia . Ter la uilU alleggiata tutta la fua Famiglia . & Tiirchi.Laueucfrpeuirui,tà- turca.? e T.Turthi,.Arabi,
quando dinota il parentado, uedt 41)65. C Caldei. B o c.£t diejfi a rubare la roba é ogni huomo.
Vicinanza. Lat.uuimtas,&uiiinia. B o c.Layicinanga &maffimameme fopraTuribi. OsbechRedeTurebi.-
ufcita tuonai romore.Tutte fi per l'uinangapipcrparcn SactteTuribefche. E credendo iheTurcofoffe,lofeceb.a
taào congiunte, T^lle loro l'icinange fiandofi a mtgbaia tit^re.Tunbiofi Ugge nel teflo antico,
per giorno tnfermauano. CimmetaJnuecediTurchi.P t x. Che’l fepolcroé Cbri,
Vicino loH.LatJiicÌHus,eontiguui.proximus.P i r.Toue- floi in mandi Cani. A a i.Cboraifuperùhemifcncbri
ro, .al ffro .Dolce. SìuclTbnio F'eronifefuoF'iiino. Col fliani Con bufino lur,lafciano in man é Card,
gran fuonoif'icm dmtomo afiorda.h oc. Molte aUre }ìi.brci.LatJ>ebrai,fonoi Giudei ab Heber,quifuitabnepot
donne delle fiue F'icine .Abbandanati gli in/ci mi da y ici- Scmfilq X?c. Tet. Slual Tiraraonin perfeguir gU He-
ni,&da parenti. Molli de ctrconflanti f'icini defU fi lena bró.Iudit Hebrea la foggia, cafla,& forte .
rono.Equafinmnof'icittchautfie cura deW altro.» quan Biuarichi. Lat.bauaricus.&batauus. P Ei.'Heuaccor- 1J81
do i aduerbio,& aduttmopicé a gfi, gete anebor per tante proue Del Bauarico inganno .
profsimi. Lat,proximi. T t j.Cbe uò nuiando Trofiimi,& CildciLat.ch.ildei. T t r.Col Tede fio furor la fpada cmge
kntam. hoc. Dinanzi alla tradii morto co fuoiTrofii Turcbi„Arabi,& Caldei .
• mi fi raunano 1 fuoi uuim,& cutadim afSai . Cimbri . Lat. P e x. Mario poi ; che lugurtba e i Cimbri
Nollrale,H4/ di nofiro paefe ad imitatione de Lat'tnt. Dan. atterra.
Et con cofe T^ofirali, & con tflrane . Siraculani. Lat.fyracufini. P e x. Con Un miranda quinci,
I J 7P Fort Riero. Lat. aduena, adueniiiiutfixtraneui,externut, & quindi fifa Hieron Siracufan conobbi ; e'I crudo Ha-
cxolicusjtrenfis.pcri grinuspiouut homo, è quello,cbe ha miUar .
Ulta fuori delle nofire contrade detta da Forefia. uedi 4 Borgognoni. Lat Jmrgundi.&burgundionei.Boc.Borgo
1 106. B o c.yno Tellegrino Forefliere. I cittadinifit Fo gnom buomim ritrofifit di mala comlitione.ir difleaU.
rtflieri Itonorò.La domandi fi Bologne fefofie 0 ForeSìie- Fiammcnjhi.o Fiamminghi.Lat.cimber bn. D a K.Qjial
ra.Leifintenioquiforeiiiera. Lat.aUemgtna. iFiammengbnra Guizaute,^- Bruggia.
ERranio. Lat.extraneuspulflranicro, Foreliiero,&alie- Frìibni. Lat.pbrygq.fimo buommi della Thrigia bureale,et
no. T.et. Merci chiamando con Efiraniauoce, Ari. parte della Magna molto grandi piu che m altra parte del
Da l'altra parte il caualtere EHrano . mofldo.D a n. Che di giungereala chioma Tre Frijoni
Straniero, cr Straniere.è lo Forefliero. Lat. aduena. ut fu- sbauriandalo mal uanto .
pra. Boc.Q^ual cagione recò Heleru ad inamorarfi del Ghibellini, Guelfi, fono dueparti nemiche t una cantra
Straniere Tarit. V u . Et cofi le ufaua lo Strauiere,come t altra. Boc. Terch ib'egli i Ghéelbno . Qjuntunque,
Fhaurcbbeil proprio Signore ufate.Tiacciam <T infegnar- che alcuna che quivi era ChibeL'ina, cimcndar non uolef-
cifpercioche Stranieri fumo) doue noi poffiamo meglio fi.FuronodlFirenzeiChiheUinicacct.tti,erilornaronuii
albergare J quali come meffer Torello utdeptuuò.cbegcu Guelfi. Et quivi come colui ch'l molto Guelfo.
tilbuomini,& Stranieri fofsero. Afsirì . Lat. affyrif. D -a n. Come in rotta fi fuggian gli
7>opolL 'ìlationi,& Centi. Italiam uedi ad Italia, Romani .Affiri .
a Roma,RomagimoU a Romagna Jiauegnani a Ravenna, Eluecii. Lat. helvetq, & belga . fono Svizzeri. Ari. Ecco
Cartbagtnefi a Carthagine , Greci a Grecia , ..Areum a tona il Francefe, eccolo rotto Da l'infidele Elnetio : cb'm
-Arez^, Ciudei,SiaUam, Indi,& Indiani,-Arabi,Barba fuo aiuto .
ri,.ArgoliciaCrecu .Barbarefchi , Francefi,SpagnvoU, Gothi.AiI. A R l Ediede Italiaa tempi men rimoti In
Tedefihi, Elueti . lutti fono alti fuoi luogbiprincipaU, co- preda agli Hiinni,A 1 Longoba rdifii Coti .
medtfipraad ltidurù,Romani ,i notato, tir comelata- CigancL Lai.gganutdh':ancs,ct itrispbkgM.'hlgni
coft
«58J
Viti
H V O M O
Vita
*14
ttli fjbulofa iht furie flati i Giganti, Terciethelrbiflo-
TK HebnCt&U KomaacntfcnHonoiamefn 'H^mbnth,
Hcnole„Àiiteo ; Furono mStcìlux^n lugbiltcrra.Et ,Au
ftlu ^<<g ilimo aft rma baucr uiduto milito delt,Apbri
caadi'iuaótià un diate mafitUarc fi grande, chedi
eptelio fi ,arebboaofutn ermo denti . Dopo [n iue thepoio
nuotare, auantare, proiurre,geaerare,trtfcere, aicre-
frere, dmemare, dtucmre, proredere, durare, fiorare, re-
fior are, sbuffare, halttare, libare, mangiare traboccare,
bere , definare , praadere , merendare , ceiure ,pafcere ,
nudnre ,paHurare,fatiare,jatoUare ,gufiare ,g>dert >
tnomphare, campignare .
auami la ucnuta de Goibi in Italia ,fu a Homa una jemù Vita. Lat. Vet. oicerba, ,/tluU„Amara,,AageUca„/tn-
na diffet ie Gigantea ; aUarjualuedi re tutto U popolo cor- gpfciopi,Urdua, ,Affera, ,Aufltra, Beflmie, Breue, Ce-
rca . onde L> a n. Terreggiauan di wta» la perjbna Gli lata,Crudele, Difiorata, Doglioj'a, Eterna, Fatuofa.Fra
boribili Cgintticui minaciia Cioue del itelo anibora ♦ le,Caiofa,Graue, Grauofa,HumanJ,Humile, Inferma,
quando tona. & deferiuendo la figura M Hembroth dtee, locoada,Ubera, \.ieta. Migliore, Mortàle,'ìioioja, Ofin
1584
La faccia fua im parca lunga ,& grafia Come la Tina di
fan Piero a Roma, Et a pia proportion era Paltr'offa. & li
P s T. Conno furor ; qual 10 non fo fé mai ,Al tempo de
Giganti fufleaThlegr a .
Giganti celebrati da noflri poeti . ,4nteo , Briareo, Ence-
lado , Ephialte , Colta , Tipbeo , Tuia , Tfembrotb . ne-
dia Marte a 454 collocati a gli jnotbiogbi peroréne
di ,/llphabcto .
Centauri lelibrati da noflri poeti. D a h. Correan Cen-
tauri armati éfaette .
Chitone Cf tauro figUuolo di Saturno.uedi la bifloria a 97
ra , Tenfofa, Tota , Tre ferite, lìuieta. Ria, Siofia, Sere»
na,Solttaria, Soueribia, St-nca, Tcrrena,Tmuda,Trana
qutliafrrtfla,yaria,f'ile/'ptta. La l'ita Fugge , drnon
sarrefia un bora, iìuefia l'ita terrena è quafi un^rato.
0 noflra l'ita cb'è fi bella m uifla.La l'ita il fine; e lé lo
da la fera. Signor de la mia fine, e de la Vita.La ytta,che
trappafSa a figrà fìlli ir cofiauolge,epiigi Lo flanude
la yitnabe m'idata. Cb’un bel morir tutta la l'ita hono
nora.Tiimda. ardila l'ita de gli amanti Le l'ite fon fi cor
te. Si gratti I corpi, &fraU. B o c. «fé f Indice . macro,
bius. ideft é lunga l'ita .
Neflb Centauro. Coflui fcampando la guerra de Uphiti fug L’altra uita, cioècelefleeo beata. Tet. Qjufl’anima gen-
^ in C tlidonia In quel tempo battendo Heriole moto .A
cbeloo , fi ne menaua Detamra , laquale gb hauea data in
moglie Eneo foo padre, ty Re é Caiidonia . giunto alfiu»
meHebmo afSaig mfiato per U flrutle neui,crouù Tiefto,
itqual fi offerfé papare Di unita in falla groppa , rmgra-
tutolo Neri ole,& dati, gliele, non fofiricando di frauda al
lil, ebefi diparte , .Augi tempo chiamata a Paltra iuta .
Ma del mtfero flato , oue noi femo Condotte da la l'ita al-
tra ferena . Tiacciati bomai ,toltuo lume ib'io torni Ad
altra l'ita, (ir a piu belle imprefe. l'id’ui le 'nfègne di que
fl’altra l'ita.L’uitimo di. cb'è primo a l’altra l'ita. Ch’ai
lumi queHa l'ita, & [altra adorni .
cuna . Tdsffo poi ibe l’oebbe portala alt altra npa,le mite Viuere, & uiuer. Lat. mta^uflu. T e t. Bello, Grene,Cor-
far niolenga ,iUbe conofeendo Hercole per lo grtdare di
Dcianira lo faettò con le fune , lequab erano intinte nel
ueUnofo [angue dell' Hidra. Conobbe il colpo mortale Tlgf
f>,& fubito pentì alla uendetta, & Deianira porfé lata,
mi fu lorda del fuo fangue diccndtgli,[e mai lo tuo mari-
to fard occupato it amore d' ah una altra donna , dr lugli
to,Tocofijflo,Lieto,T[ato,Amaro,'bìoliroA-tffo,Mor-
tal, Duro, Grane, il f'mir m'igraue . Hpia mi' l l'iuer.
Ter fòrga conuerrdcbc'l l'iuer cange.Ch'al corfo del mio
l'iuer lume danno.Et uiuoce'l l'iuer pin non m'i concejpK
era giunto ai mio l'iuer preferittoJ o c.ll ben l'tue
re itogm mortale. Et da que fio uemr d nofhro l'iuer lieto.
miti quella carni fi iaffubite tornerà attuo amore . Serbi l'iuere . Lat. V Et. Geme cui per amor uiuer incrtbbe .Se j j g j
Dcianira la camifcta , & dopo alcun tempo efiendo occu-
pato Hercole neW amore é lole,gbela mandò^glt felami
fe, & per tal ueleno mori, & tn quefla guifa fi uendied
Tiglio . & però dice D a m. Toi mitenti,&difle; auegU
i Tfefio i Che mori per la bella Deianira Et fedifeta uen
dettatgbfitfio.
Sabine , rapite daRp.TEj. Toi uidi Herfilia con le fine Sa
bme,ScbKra,tbc del fuo nome empie ogm libro,
y IT A.
I Ita, l'iuere, l'ino.l'iuace,l'itale,'Hatu-
' ra,Tiafimento,'Hgturale,Eflere,Troffeu
rità, Corfo, Stato, Conditione, l'igorc,?olm
■ fo. Lena , Fiato , Buffa, Scampo . Efla, Ci-
bo,Taflo,Tafiura,Tafco,l'iuanda,Dape,
^Tittanga^Albaento, Tfodrimtmo ,Trtompbo, Satolla,
Alma. Vrandio,Difiiare,Ccna,Merenda . Tane,Scbiac.
mata , Focaccia , l'ino , Sale , Cafeto, Formaggio, ^ona,
TomaceUa, Lafagne, Jjuanica,Sahtccia, MoJlarda.Bro,
tanto uiuer pò ben culto Lauro. É flato infiaa qui cagion
ch'i uiua.Et neffunft qiiamo fi uiuajo mota. Onde conuen
ch'armato uiua La ulta . uiuere uitam latinamente . Ma
la forma miglior ,the uiue ani bora Et uiurà fempre . 1 mi
umea dt mu forte contento . l'uol che uiuendo ùgrimanu
do impari. Cb’i uiuereianchorpmcbemat lieto. Ch'aita
mente uiueRe qui fra noi . Horuiui fi , ch'a Dio ne uenga
il legp^. OniT iogionfi uiuo.l'ifsi m jpemefoor nino pur di
piamo, dr uiuomi intra due . Et uiurà fempre fu ne l’alto
cielo. Senga'l qual non uiurei in tanti affanni, l'iurommi
un tempo homaLSarò qual fui.uiurì com'iofonuiffo . ma
utuuto ufa la prtfa, & i Tbofeano ; anchora cbe'l B o c.
nella F I. ufafSe uiflo Là doue due , Egb come ueccbio ì
fuggito moli' anni il mortai colpo, & piu ci è uifio che non
fi conuicne . eS" altroue. Ma a mecche guari lènza te uiffa
non fono,ne uiuer fenga te faprei.ma nel Decamerone usò
fempre uiuuto,uiuuta. Il Come poi con la donna gloriofit-
mente uiJ3e,ma D a v. forfè troppo licenthfo usò uiuette
nel preterito in luogo di uifie ; Joue èco . l'golin iAzpfo,
^ ^ che uiuettenofeo.
do. Manna, zùcchero Ambròfim,'Hjettare.'Menfa,Ta- Vitto. Lat.uiflus, ut. Aki.Co/c èuerfe,e necefiarieal
uola,Defi.,Touaglta Bicchieri. uiuere,autuare,cam- Fitto.
pare,fiamparepiaftt ;,nnafccre,rcfufcitare^rearefiU- \MO.Fiui,Fiua,&Fme.Lat,uiiiiu,aum.?Er.Fm igi6
>
Viti H V O M O l'iti
iAHTt, Sifio,Sok,Liinu^more,Chitccio faggio, T er- Tiaiura cl cid, perfirfi htnoreXbtittiol udir ^uttm
ren,Gioue,Epempu,CorpoXii‘>i‘‘>rc,Trmpio,Hu<m,Car qiupQ Hgittra,E’l ad trami , uenga a tiirar cafin.lbt
lgon.Legi fey tuo, e l padre mortojiioljc.ì’i efca y mode 'tintura al mtUr uaperf: toh .Obcéa'ìigtiira i»
dabbiojiflcgU . Che y tuo ,& lieto ardendo mi manttnne, i'imeglie. Fcee temer ;thi perTiflinra /pregga.BoC,
SnnumoineniagUfbinortitO- yim . Et fatgUaitcrtff Tifiura Bentgna ,Dt[iretilùma.MaeflradeUe(ofr.HedÌ
tteluolandotryim. Et qual morti da lu,qnal prefi ymt. i'Jndice. & quando dinota la mdka.iicé a 14$ o. B l u.
• ^perlofbfi.Deytuimfrrm.yinaCoUmtta.Domu^or ieUHatnraMot^.V n.
za. Fonte, Figura, JmJgine,’N£He,Thtrj,VerfotUySc~ Naturai, maf.cìrfem.Lat.natkratii V n.T^ural Co~ |jt8
menta, yoce. 0 yiuamorte,oélettufbmale . Beatigli (dj[:oHume,ConjiglM)J3ifto,Dote,yigor,yiriute,lorfo,
ouhi , che la uider ytua . Sol di hi ragionando yiua,£f Dudctna, Modo,Beltà, t unfine, Ticmica. T^nraimt S-
tmrta.yme,F'autUe, Fontane , Varale , yoti, yene. teé piace Etperibe'HatiiraliaenteiaitaCvniralattior
hoc. uedì ali’ Indice , te ogni animai terreno, c però lieta Vlaiuralmenie quia
AluiuoadMerbio.LatjiduiKumrefecare,Tull.deamUitia, diji diparte. Boc.Tiaturalcorfodelieco]iJiagione,y t
tjrtniut,e!r incute. P e t. Verche prona col ferro ,.41 m- na.Coìore.Tutti peccare in tujiuria, & nonjòio nella Via
no apnlta . prouerbialmente ufua tutto di, quando fiamo turale, ma nella Sodomiti t a. Tigluraiineme.
punti oue ci duole ; cioè la uinfe,& cofìrinjè a uolerpace, Natiuità. Lat. dr din naialugenefii. B o c. Dopo la Xa-
cime piacque al uincitore. liuitàdelfuuiuUo.Hcbbeuufantmllo apprejio laVialt.
\iuace,ualélungauiia Lat.uiuax^iuace Cerm,Coruo, uitàjielqualepafiò dtquefiautta .
Cornacchia, àquila. P Br.yiuaceamor;cbenegbaf. Natio, T^tia,&Tiaiiane. uedi a ijtfS.
fanni crefce. Tdafcere . Lat. nafci , dal nerbo najcor , &• Orior. P » x. Chi
yuuici.^braamuifieanni \q^. 4dam anni p%e>. Ama- uol far d’Hiluona najcer jiume. Onde fi bella donna al
rainmoglie é luchabel ijj. Lem i}y.Jfmacl ijq Io- mondo nacque. Colici per ceno naique in paraéjò. Et
jèph iio.Caath tyy. Ifaac tio. Lamech yyy.Moife nacque d'otio,^élaliimahumana.Rittgraliandonaiu-
1 zo.Setb piì.lared 9Ó i. Enoch } (c^.Matbufaiem 999. ra e’I d) ch’io nacqui. Et leco nacqui in terra tbofca.Onde
'N.oe9SO.Sarra moglie di Abraam t ly.Enos 90;. Cai- falcunbcljrutto 'Nafte é me ,iUuoiui.n prunai feme,
nunzio. Malaleel»9%.Arpbaxat j}». Sare a.}}. He- Tal Jruitodi coiai radice .Sua uemura ha tufcundaldi
ber i^6q.Vbaleg 1 ì g.Beu, 0 Ragù yot.Saratb i}Q ’N* chenajce. 1 fijpin. Che nafceau di dolore . Dijé nafct ndo a
cor iqt.TbaresioS. lacob idq. Cameade philojipbù Roma non fe grana . Dital;thenafccrà dopòmtU’aum,
Vino. 90. Mille uolte il di moro,& mille I» fio. ilumciuafcoH le U-
talc, che ci folben in uita.Lat,uitalis. P e t.£‘ f aura mia grimo e i martiri. "Nata Canyon, Rofajloliez^. Cbe'n
yital da me partita. troppo humil terren mi trouai nata.QueJio temer (t antl-
ijSx Aumare.Lat.uiuificare.Xì a n.Maefiroilmiouedert’am- che prone i nato. B o c.uedi all Indice ,
uaSirulcuolume.Colpreuojocorpocbe Cauiua. Come Rinafcere.Lat.renafct.V ■ t. Et l'u l’uccido piu forte rina
l’autualojpuardeuenti Carbomufamma. Quindici ftel- fce. Di uotomaria morte nnafce. Voi tbt’ntena morendo
le ; che’n dinerfe piaggie Lo cielo amuan di tanto fereno , al ciel rinacque .
CofiquellapacificaarialiammaTitlmegpt’auiuaua. Nafcenzi ,imale cbenafcefopra laperjbna. Lat.apoHer
Viuiio.LaiJiiuanum.iluogo ui acqua ferrato per confcrua ma , uomua , fuppuratio lumor. B o c. Ver una "Na-
reipefciuiuuiedia 1094, fcemtacbaueanelpetloi&malera fiatacurata ."Ns-
Scampo.Iat. falusaffugium,& refugium. ual il uiuere,re- fcenga putrida .
fugtOyfalute , aiuto. Pet. fi non fi prefla Fofie almto KeCanenione. Lat.titillatio,& incrementum. B o c, Ef-
Scampo Li ut rfiit aurora. B u c^pcranga che Iddio man fèndo Ruflico nel filo defideno accefo,per uederla cofi beU
dajie qualche aiutoal fuo Scampo ,'Ns» neggendo alcun la, nonne la Refurrcttione della carne,
ruaedio al juo Scampo. Refufcitare . Lat. reuiuefcere. Boa. La donna lieta ,&li.-
Scampare. Lat. umere,^ feruarefè. P s x. Duefontihat bera quafi dal fuoco Rifufcuata a cafit fene tornò glo-
thiile Cuna beo, mor ridendo, &tbideralirafcampa. riofa,idefihberala.
Sottili qual fi trùpha non pur ftampa. BocJn talguifa Creare, & Cnare.Lat.crcare,per generare. P ■ r.'Nonguar
auifando fcampare .Qjtafi tutto tl rtfiodelli Scampati dar me , ma chi degno crearme . Crcouui amor penfter
cbnlhauidalui a man lalua fu ronoprtfi,idefi uiut. Et fe mai ne la tefia i Cria i amor penfter,atti,& parole. Oue'l
M qmmi e fio nino , & fiampoj.uiua . che non fcatnpi te- ben more; e’I mal fi nutre, & cria.Cbecno quefl’& quel-
fiajjum rimafe unto alcuno , & per liberare, et fuggire a Caltrohem^ero . Anji tre é creata era alma in parte fi
qot.&a 1490. come a morte torre Ogni lofa creata. Qjunt’icreato,um
Campate per utuere. B o c. "Npn perciò tutti campauano, te, & cangia’ l tempo . Qjianlo Dio ha 1 reato bau, r fog-
Et duroni materia di giamai piu in tal follia non tadtre ; getto. B o c. uedi aW Indice. Creatore per Dio . uedi a 6.
fe tu campi . & Creatura a 1 5 ; i . D a n. Dinanzi “ nen fur cofe
Natura. Lat. P e x. Vietofa, Reale, SchiauaSmarrha dal create. T. In me cria dtfrr, forma parole . ^
.corfofuo.'Npflra'Natura uimadal collume .Colè fopra Generare .Lat. &ggnere .ujd creare. Boc. Hauerge-
Tqatura altere,e noue."N£ 'Nìtira po fior contra’l còfium nenia fighuota. Di cui quefiopa'-'o fi gene rafie. Figl.uo-
meMtngratiando Natura, e’ l di eb'io nacqui. Onde "Na- lidauoig-nerati.llqualfigluiob ^ iatcgrnerato.yofir»
tura toife Qjiel bel mfo leggiadro . Fem'ua i cofa mobil marito,che'l generò . La lopiadi cofegrm 1 fafiiào.
per'Natura. òianfiu'ogmarte,^ tumlorofiuàVi^er^ Giwli. ijx. Aa l. Bagnar di pi, oiGfniahlctti.i.dout
pginera.
T
Viri r •
Viti- H V O M O •
*iy
^fcnertficrU.'Po^obiitexìlGattallettiì fecondo in mt alcitldmmaiepto,
^ un padigltoH ampio, e capace. Dinemre.Lat.fien,mutari,euadere,ualdiuentare.VE T,
i } jo Crtfccrc. Lat. incrememum. ual aumento. B oc. per lo Che' n tjuefla età mi fa éuenir ladro . Che dtuenne un bel
Crefeere cbe’l corpo facea fiorfen^alcun frutto. Et quel ibe'nuerdi noidiuennepie
Crefcere.Lat.dr augere.V n.Si crefeer finto il mio arden ira.B o c.L'aurora tommaaua a diuentar rancia .Ogni
te dtfiro.Cofi crefcailbel Lauro.Tanto crefce'ldefiOythe bora in ucnto piu forte dmemndo . .An^i chela mia mu
m'mnamora. t'mace amor, che negb affanni crefee. Ter dtueiiga piu uile . Molto aHratto da gli buamim dtuema .
ftttoHnoncrefce’luernefcema.Crefcendom queflauo- yoidiuemfle fua carijfiiua amante. Da u.Ter ch'iodi- .
gha . yenuto idi dì in di crefiendo meco.Fiume,che ffefSo uenni tal quando lo’ntefi .
del mio punger crefei. La fiera uoglu, che per mio mal Trocedere. Lat.oriri.ualuenire,oderiuare.V Bj.Ondepro 155»
crebbe. Che come crebber [amerebbe [tnuidu.B o c. cede tagrimofa riua. Da uoifolaprocede llfble,ilfoco,e'l
ueditindice. unto. B oc. Che da purità cCammo proudeua.il pcn-
Crcfcente.ZJt. creIcni.Bo c.&gia Crefcnteil fuoco fiero dal quale quefta infermità procede. & per andar
neUaacufanaue..4Tilioefiere fcmprepiccicatodaglt auanii uedi a iq68. .1
.Auoltoi d Bicrefeente Fegato. F 1. ProcrlTo, chefpatio di tempo fignifica . uedi 4193.
Rincrefccntc ; cioè che rincrefee, 0 rinoua. uedi di [opra. Co.rfo della natura,^ della ulta. Lat. curfus, curriculum, a
Accrclccre. Lat.accefiio.Boc.f'no.Accrefcere fflendo- P e e.Corfo T{atural,FJtal,MortalJ^nduroCorfahag
re alla fua maturità.TiutoSio delia loro gioita fuffe ./le- gio a fornire, a lui chiedi foccorfo Si che fum fecoalfiiie '
crefcitric .‘/he guaflatrice.T h. del tuo Corfo. coki cb'amiglior riua yolfè'lmioCorfo. Et
,4ccrefcere. Lat.augert/iugefcere/umentare,amplificare, del imo Cor fo ho già pqfiaioilmegp.Ond’èdelCorfò fuo
addere,accumulare,muUiplicarf,uerbit txtoÙere/ira- quafifmamta'Flpflra natura unta dal cojlume. Ch'ai
tunem exagerare. B o c. Con arte quelli cercare di ac- Corjo del mio muer lume danno Che' nterrompendo di mia ;
crefeere le parole. -decrebbero fenxa fine lafamadella uttaUCorfo.B oc. Contro alCorfo della naturadijgra-
fantiti deIl'Abate,accrtfceuano, -dccrefciuto, CT atcre- untare. Seguendo il Corfo della natura.^ per io corfò che
feono ,uedt[ Indice.D uK.Ter allegrex^ nuouasihe fifacopitdi.a 1 qS6. & per lo andare m Corfò a 1465,
t'accrebbe . perche s'accrefeerà . Vigore, per la poffa,gaghardia,projj>erità del uigore natu-
Bicrefeere. Lat. renafa ,&iierum crefeere. B o c. -dffer. rate. Lat.uigor. P e t. yigor ifalurale. Tlon hebbi tan-
mando eh'i carboni, tjuaiido piu Sciemauano a far quelle to ne Figor neffatm . due uniti ; Tercbe'l Figor che uiui,
eroti/auto piu ricrejceuano nella affetta . gli moflraua.Hebber tanto Figor nel mio ciotto. B o c..
Adulto. ii>rjMÌ crefeiuto. Dnn.d cu’ingegno T[e la fiam F n monaco, d Figor detquale . Ter Figor ielle leggi • <!F.
ma d'amor non i -ddulto . . nelT H. il nemico ueggendo ogni bora pm Figorffo dua.
Aumento, lo accref amento. Lat. accretio,incrementum,'. biterà della tua\igoTohti. La Figorofa.o' beliagia-
amphficatio . uane:c^a.Lat.uegeta.FtgproféEoi7;eJeFigorofamente >
-dumentare.Lat.augum(tare,augere.ualaccrtfcere.Boc. tifoflieppofla.F 1. .
La uentà chnfliana ; fi come finta, & buona fempre prò Binuigorire. Lat. uegetare. B o c jiri P nJlorio tutto fmar
fferarc,& aumemarfi . & Incrementnmjo Jtumento. rito ,ricordandofi diBiaucofiore rinuigf>ri,t!r riprefeU
,4uaitgm per accrefcereJat.augere. Tn.Cbefecol tem fpauentate for^e .
pofojje ita auairgando.Miro com'buomjcbe uolentkr {a- polfo . pulfui, & uena fino le uena pulpttili c'hanno piu 1^9 J
uan:^.L che defideriaccrefcere il fuo fflendore, onero che ffirito ,&menfangue,apulfandodetto.P tT.Qjulba
fi affrettilo che fi faccia piu olirà permteJere. Et io m'a- già i nerui e i Tolfi/ i penfier egn.ep’ die lor Toljo,& le-
uanxi de perpetui affanni. B o c.TIm i dubbio che fè que na.B oc. Il medico gli cominciò a toccare d Tolfi.Il Tot
. fio amore! nuance, fi come noi ùe,cbeeglihacimiin fo cominciò a battergli pm forte che [ffato.perctocb*
ciato. D AV.SteÙai pafii noHri in bene auamcf . quando [huomo teme, 0 ha paura dpolfi batte pm forte,
*59* Troiurre,&Troducere.Lat.& edere.uatcreare,generare. Lena, ioti Forga,aLene.LathalitU!,fpirituj.&relpiratio,
V sr.Troducehorfrutlo,cbequel fioraguaglu. Cheli aoiqueto,& tranquillo anelito onde procedela forcfi&-
mal culta,mal frutto produce.Cheproduionfiauoi felici peri diciamo uno hauer buona Lena quando nelcorrere,
effati.Toi piacque a luijcbemiprodufSe inulta Chiamar cantare,& finali che fi adopera dfiatoi&lofptriio,fidu i
mi . Lei dauanii , & me produffe unparto.Boc. Concio ra, & mantiene, fengafiraccarfi. Tir.&'die lorpolfi,
fgffe cofà,cbe quel terreno produca apode famofe.Tiace fi & Lena B o c. Frate mio tu bai buona lena ,
fe a Iddio,che quella nofira contrada produceffe cofi fatti Titto.Lat.flatusJ}alitui,fpiritus . i lo ,Alito,tr alcuna uoU
genttlbuominLCiafcunoproduffefuoridfuoanello.BiM. tafiponeperlo utnto come latini. Tu. Dal litoorieu-
Belle mondane cofe producitrice . tal fi mone un Fuco ; Che fa fteuró d nauicar femfarte,
Genefare',perprodnrre.uedia iiqg. ,B oc. Dal cut uelemfero Fiato auifarono queUaSaluia’ 1
Diuentare,& diuemre.Lat.fieri^urti,& mutari. T e t.Di - effereuelenofi diuenuta. D a x, Cofi quel Fiato gU fpiri-
uemar due radici fòuraConde. Che facea marmoéuen- tintali ,tdeflumto.
tar lagente.Diuenta eterno. La done .Apodo éuemò prò .Alitare. Lai. anhelare . balitare, ual fiatare. Soc. Marte
pheta. Tfe diuenti altra . Diuentò ingiunofi,& importu. glt alzò la uifiera ded’Eàmo , Cr ahtogfi nel nifi, polla,
no. Sa ben amor, qual io 0 uento . Omt 10 diuento fmorto. racebiufe.
B oc. Io foquejiacauaU diuentar bella cuella.Tm bel AMto.Lat.halitusi&anbelitut.D AU.leri^erangru-
Udmentò.db.-merémo tmigliore-DAti.£tdi fólte mattittnamuffiTaCUlùodtgfn/fKHiftppafia,
fi «
vita ;
H V O M O
Vita'
Anticlo. Lat.ujhtifiamut&tiiihrljnte.D a n.^ì/bo/ì-
ghopillidOi&Unhelo. S a K.Suuino aJiife daU'altra
rma affannati’, c!t ^nhclarut .
5 94 ,Anfare. Lai. anbtlart. iion Jiffcnltà tirar afe,& mandar
fuori il /ùfo.B o c. ^Anfanio forte, &jiidanio fjfiìi del
la prefeme uita ; ,Anfanio a gufa d’bnom Lffo.Douc an-
pmdo giHHto,
Spirare, & Hiffirare. aedi ad Eolo re de uenii a 1 1 j .
Buffi- dot- ofjiatns, & rixa. iuento che fifa lon bocca.
• - D ite. Hor poi neder figtmol la corta Buffa De ben, che
fon cimefii a la fortuna Perche labumana geme fi rabbuf
fa, nula. per Ut uamtà. Irato Caltabrina delaBuffaj.
eontrouerfta. Lat. rixa .
Sbuffare. Lat. fuffiare, bucca fiare,phymagmos,loibuffar
che fa il cauaUo. D un. & che col mufo sbuffa.
Proipcrita. Lat.profferitas, felicitas, \ecundtres Pet.
'ìirgranTroffertta’l mio flato aduerfoTo confolare.
Profpcro.Lat.Boc.hauendo Trofpero uemo . Effendo le
toje de Longobardi Vroffere Trofpi rendi pafii. Vn.Tro-
fperamente uennero al loro utaggio.Eolo profferofanume
piegaua la naue a defiati Un. T h.
S tato per lo e fiere, & per lo uiuerr. Lat.& conditio. Pet.
StaloReale,Felice,TraaquiUo,Dolce,Immortale,Clorio-
fo^imile,Bio,Mijcxo,Folco,lnquicto, .Amorofo, Migliom
re. Fiorito, Bello,Vrimo, Ceutile,Diuino,Dogbofofiafio,
Mduerfo, Infelice, yile . Di fuo Stato meerto. Ferirmi é
Saetta in ijuello S tato pere he lutale Stalo, E dolce' l pian
lopiuìch'altrfnon crede .Ifutlo Staio agguagliar fi al
mio potrebbe . Cangiò per miglior patria h^ito , e Stato.
Io prefi effempio de futa Stali rei. B oc. uedi alt Indice,
eìr quando énota lo flato temporale, uedi a gSp.& per
hSpiritualeaóS.
Conditione perloStato,Fortuua.uediai^y.
595 £flerc,pf r lo Stato AT prr lo uiuere. Lat. flatus. Ttr.Etin
«n Efier poco tempo dura. Da lor cono feotEfier,ou’iofim
no. Ma fi d' Efier upflro Ftffsi degno udir piu. L' efier mio,
gUriffofinon fòileneT amo conofeitor .Frate ,nfpoft tu
t fiitEffermio,
£(litrc, per lo tronarefiflare. Lat. efie. Pet. L'efier couer
to delle bumche piume. Canyon fi t Efier meco da mattL
no, 0 fera ti ha fatto di mia fcbiera . Quel ; che de t Efier
fio deliro, eìr ùggiero Hebbe'l nome . Il noflro Effer in-
fime è raro, & corto , L' Efier altroue . Cotanto C Effer
sunto gU dilpucque . Difconuienfi a Signor t Effer fi
parco. Tipcque ad alcuna ga (Efier fi bella.Tamo ritien
del juo prim' Efier uile .
Effeeeueroodt fumea eli. U cuitermbn fono qua fi infiniti
pur porremo foto gli ufati dalT ir. E'.emmi, era, eran,
erane,erano,eranui,eri,efiendoffieruijiuui,fora,foran,
fifie,&fufieffofferjofii,&fufiffolie,folìi,fofluffujuu
ne,furfMrmiJuro.&foroffuronSia,fiami,fianJiateJìe,
fienffiaefii. fon, fimo. fònfin, B oc. ueéC Indice.
Suto dai nerbo efferein ucce di flato. Boc. Hor ben tu mi
dl,cbe fil filo mercatante, in alcuni tefli fi legge flato.Dal
noio',0 autunno fiito per adietro Jpogliato. A u.Tdthe
pulii eauatier fono futi tra (noi pafiatix flati. Le. Km.
Felice fe finta occhi io fuffi futa . Se legata a la man non
fifffcfutafldeQ flata .
Sipa in ucce di Sia oioceBotognefe plebea. D a k. .AdicerSi
patta Sancnae'llvno,JSoc,CbequtflimaeHro$ipa
andana cereandoJLcbiama coft queflo medico percb'eri
Bologne fi, & cofifi legge ne tefli più antichi ,ma ne gU al-
tri in lucgo di maiflro feipa dicono maeflro pecoraxt qui
do S cipa dinota canate. flirpare. uedi a r 8 1 9.
Efl'cnza,sir Effentia.Lat. D a k.jC^ nel effer parte per dùcer ■
fe Efienge Del del diHmte .
Softanza. Lat.fnbflantia . ch'i’lprimopredicamentoijl, 159$
rilìottle i quella cofa,cbeper fi flà, & foflenta tutte (al-
tre cofe accidentali , onde i detto Subflanttaa fibflando.
qniafiblìal accidcmibui fi come lo huomo,cbeper fe flà,
& folìentagliatddenti,come lagrandcggayla bianebeì^
ta. eJr fi diutdeqnefla Soflantainprima,etinficonda.La
prima i la fmgoUre,come Franccfco Tietro . tir cbiamafi >
prima perche primieramente foggiace a gbacddemi. La
Sec5da,come l hnomoff animale, e'I corpo animato,cbe fi
no caufi feconde,perihefottoggiaccionofecondartamentc ’
a gb accidenti, Tercioibel'buomo fi dice effere bianco^ .
dotto in quanto che Franccfco, 0 "Piero i dotto,gr m quait
to ihe efio huomo , ch'è feconda fifiianga , im Framefeo
Piero . Ch'i prima SoHanxa . ^ i meritamente queflo
preditamentoii prmioper effer la Soflanga piu noodede
gli accidenti, & il follcntamtnto di tfii. elida notare ,cbt
Soflanga,'Hatura, Eflcn’^,& Qjndditade fono una co-
fa tflefsa realmente .
5'ollentamcnto. Lat fuflcntaeulum,fuldmenium, nuiri-
memum . i notnmento , ainto. B o c. per douere alcuno
diporto pigbare a Soflemamento della noflra finità , ^ .
della Ulta .
Solìentare^r mantenere. Lat. altre, confiruare, manute-
m re. Boc. Per fofttntare la uita mia . Per foflentare, U
Ulta fuajcon una fiua caualla cominciò a portare mercatam
tiamquà,(ìrinlà Età Soflentare la uinù delle altre don
nejche trafiorrere non filafiiano ficonuieneil baftone
che le fiftegna, deche le fpauenti .
Subnilcnzea\/iif}4»3;e. Lat.fubiìanlùe.D a u.paruemill
nouelle Subfiflenx,e .
Soffoicare. Lat. fuffulcire, &fuUirt . ual fofientart. D a h. ,
0 quanta é t ubertàdbefifuffolce In queUe arche ricebif-
fime .jiiiefl ripofla , tp- ritenuta. Ari. Volte colomee i
capitelli (Coro Da che igentmatipaUhi eran fuffoltt, idefi
fidenuti.
Elea, Lat. & cibus. Pet. Efia .Amorofa, Tfgoua .Chimi \ 59^
conduce aWEfca. Ch'io non euro altro ben,ne bramo al-
tr'EfiaXEfia fù'l feme, eh' egli fparge, dr miete. In tale
ftella prefi (Efca , drthamo . Ou'eranoatutt'bore Di-
fpofliglt borni, Ou'io fui prefialtEfia .(f’perla Efia del.
fuocoa 99}.
EfcatOiifa/ inganno coperto folto (Efia. Lat. illidum, detia
pulum, efca hamata. Boc. Ella hauea fatto wfEfeato,
come per pigliare i colombi fanno gb uccellatori. La.
IncCcm. Lat. irretiri .illefii, deceptt,& capti efca. P è x..
"Hf però fmorfo i dolci Inefeat’hami .
Adefcare. Lat. eaptare,allicere^lle(lart,attrabere. iìndua
cere gb uecelli coni efca per poiergU con facilità pigliarti
& per meta, i inductre altrui con buone parole atfùo uom
lere. Da n.Vl tronco; fi toi dolet dir m’adefthi; Ch’i
nOHpoffo tacere.
Cibo. Lat. & efca. mafiea^- m.dS’ ma(lea,orum.fono
-leutuaniepreciofe.V tx.Cibi fpbite,Seramo.IlCibo
affintio,etofto,OdCib^,ot; Ifiporautfimprtab^
Viti H V O M O Vi» titf
àmtU lagrìme,& daglu il cor laffp tudrifco.TepiJi foli, ti\ A goilì i nn chiaro lume Cui V(^rmemo »
giochi, cibi,& ctio. Hoc, Con poco Cibo'., & con molto poco a poco manca. B o c.7(»dni wi Alimenti. F i.
égmiio . Che fcnipre non può l'bnom nfire un Cibo . Cibo 'Hnèrire,& 'Nutricare. Lat.& altre P e iXalma T^jidri..
Salato . .Abbondane de Cibi delicatifiimi. Lxa. cupesja ta fempre in doglie e'n pene , Che mi fa in uifla un buone
0ipedia,orum,puliuentuiie. D Ati.laudand‘ilCibo,cbe ’HudruomfclM.'NjidritodtpenfierdolciAS'jàaki.L.gri
la fufipr.inde. nu,& dogtiailcorlajSonndrifco.CiantmfoUunudrita m
Cibare. lai. &alere,nktrire.Hoc.L'anima miadel fko pmmeal re^ . il mio nido One nndrito fui fidoUemen-
amoregià C ibata. Dan. Mefio t'ho innairgi homai per te. Di quei fojpirifinHio nudnua’l core. Oue'l ben morene' l
te ti liba . 0 benedetto angel cheui eéa.iÌMiU nonci- tnalfnktre,&tna, Etdi ciò infume mi nkdnco,&ar.,
beri terra ne peltro. do. Hoc. Sempre a fuoi cari cakrioh bauendo amore,&
iJpS VzHo. Lat.Cr pabulum. kolcibo.D AN.Labocca folleuò facendoUnutricare.iuifinutrUa.ibilenutricano.'ìiii-
del fiero Tajio . (trito allenato ,&crefc:uto fopra un monte faluati-
Pidurz. Lat.paflùf&pafcua.iluogodoue pafcolanogli co,& Jolitano.
animab. P e T. L'orfa rabbiofa per gli orjaccbi fuoi Cbe Allenare , per nudare . Lat. educare, dr alere nutrire , tt"
trouaron di maggia afpra Taflura. Bue. Buona Taftura nutricare. Dan. "Honfu la ^ofi dt Cbriflo allenata Del
ut trouaua. In quefiaguilà il tenne gran tempo in Pajiu- fangue mio .
ra. meta.ue.il t'IiKhce.deajOi., Alma ; adie.cofa cbe da imdrimento,augmento,& cbe man
PzCco.Lat.pafcua.iilmedefirno cbe Tajlura. P i T.Che tiene,da aleire.Lat. che dinota nuinre.ondey i u.Alma
con pietola uerga Mi meni ai Tafeo Itoinai tra lefue grtg, .Fenni, perche per ejia fi mantengono tutte te Jpetie degli
fe.Az i. Cbe nonafonde I uerdiTafcbi ,& la jperata anbuali onde almusualcreatore,ut t'enus .nutritiuout
lada. Va furare, uedi 4 J04. Cerei. Cloro, ut àei nobile ,ue Sobolet , Vrogeniei. P e y.
Vafeere. Lat.& céare, nutrire, alere. Vtr.Di tua memo- Alma Luce,FamaXergmeX‘fla, l'ita. Vanta , Alt»»
ria ,&didolorftpafce.Cbedelmioduolfipafe,drdel SoU.VaeptJjtme.&iper [anima, ueéaxijì. ^
mio danno Di memona,& di^eine'l corpafccnio.Vafcen Prandio . Lat, ual U difmare. Ttr.yn duro Vrandio una
dofi di duel ,d[ira,dr d’affanno . 'Hpn credo che pafeefie terribil cena ,
maiperliluaSiaffra f era. Cb'i mi pafeo di lagrime, & Vrandere. Lat.ualdefmare.Yì zn.tauiandtilcd>o, chela f»
tu'lyti, Vafcolamented’unfinobilcibo,Cb’ambrofiao fiprande,
nettar non buddio a Gioue. Di mia morte mi pafeo, e uiuo Dcnnare^ Defèuare.Latq>ranàu,quafi predium. Hoc,
in fiamme . Vafeomi di dolor , pungendo rido. Hoc, uè- IllDefinare efiere apparecchiato. Vn magnifico D.finare,
di [ Indice . La fine del Definire. I piu belli D tfinari del mondo. S a n>
Mantenere. Lat. fuflentare,alerejreficereuallollentare^le Effondo [bora del Definare qua fi pafiata.
.uereinutta. P e r. Amor coi rimembrar folmi mante- Definare.Lat.praitdere ifme fumere prancUum. B o c.P'o-
ne. Che mi mantieneXlfecol nofirohonora.Et quello filo ierc conloro definare, a definire era àafcuno.La donna (O
anchor qunnimàtene. Cbe umo,a- beta ardendo mi man medrfinatobebbe.Ogmgentcbagiaiùfinato.Conunfii»
tenne.Graue foma ì un mal fio a mintenerlo.i.fopportar- (unico defmaua. Definauanoinjieme,
lofifoiientarlo.Mantienti anima trifiad.fofientati^t con Cena. La. catta,», i d mangiare delia lira. P e T.[^n duro
fonati. B o c. Et oltre accio qui fio falcone il mantiene Trandio,uua tembtl Cena, B o cEinita la Cena.Verche
almondo.i.fojlenta,^ conférua . Ingrande,& bonoreuom la Cena era fiata magrajecondo Cena fproueduta furono
le fiaoapprefio di [eh mantenne. afìaibene feruitL La cera, tbeui fi arde a quelle Cene, Et
Sofienere. Lat. fufiinere. per mantencre.Pm. Ma tolgaU cominciogli a dare le piu belle Cene,
mondo triflo,cbel Sojlene. Et per uirtùlde [ amorofa fpe- Cenare, he. canate Xt canitare. B 0 c.’Per andare a cena-
me,Cbetilòfiennenelauitaacerba. QjKfiafperantanù real[alhergo.DigU,ichequafineuengaaifuocOr&fictu
fofiemteuntempo.& perfopportareneàaóyCrSofitn meri, ConMettocenarono.Socbenonhaceuato, cenare-
tare per mantenere, a 1596. mo per lo freddo. A grande agio ceidl.D a n.Vrma cita
1599 'Vmzndz.Lae.dapei.plu.&ftn.anchorfilegge.&epuU, quefle noz^ ceni ,
arum,&fercu[um.ualcibo.PtT£tpotlamenfaingpm lierendz. Lat.&antecaniumfii.& ientaculum ante pran
braDipoueref'iuande.Diuinferua,diLettt,&ib f'iuan dbim,iilmangiaretraildefinare,&lacena.Bo c.Ha-
de.Hoc. Vrima y manda Xbima, Diletteuole, 'Hpbtle, uendo ragionato di fare una Merenda . Hauendo da Uà
Degna.t'iuande Dmerfe,Grofie,Buone.Leyiuandedldi- di buone Merende,
catamente fatte, ymindetia. uedi alt Indice . Pane. Lat.panisapafcendo t CT pani} primarius il pan bian- 160 1
Dapc . ht.figmfica le uiuande regie , onero diurne. Dan, co^oi fatto di fiore à firma, panii fecundus,c fecunda-
Cofi la nume mia tra quelle Dape, rius,d pane fatto della feconda farina, tioi canalone il fio
Pietanza, i quella Umoftna, cbe fi da a frati pel fuo uiuert. re . punii abariui ; il pan groffo da mangiare , pani} dul-
uedia ijSomlbiogofuo. ' ciarius,ilpanfattoconmele.panisnauii(usjlpanhif(ot-
. Aiimento. ht.^ ^ubù,&.TiutrimeMum.'P ST.Verò s'i to.Mnu cxrulcmdlpanmuffoo fiorito ,^pifirir,um,^
mi procacciojìjnnci,^ quindi Abmenlial utuer curio, pifirina la panattena. P EX.f'ie piu dolce fi troua tacqui
Boc.neSaFi.Verq. •ftoueccbiopetto.dalqualtupri- e’IVane.Hoc.Vanduro Freddo .VortanoilVanruUe
ma Alimenti prenJefi , ti prego. Altmemi TÌudntiui . max^, Hcndere Van per focaccia . Digiunare inVaneit
lìudrimc.:.,!. Latiti^ vufuarb»entu,&eduUa.P ir. in acqua. Seco pentò ^rtaretreVani.AKi.Ocbitidbt
Cofimancandonlam. uitafiancaQifelcaro'Hfdrimttt dclTane.SengailTanedifctmeTdaltgbiande,
: V!» H V O M O Vift
Fetta di fine. Ut. huculU, B o c.C/i forti dut Fetit Touaglia della da tauola. Ut. mappa,a,a^dpfiiU ildi-
di Vane arroftito . il tauagliolo,& mintele, manille, ila touaglia
Schiacciata,* Focaccia come fi legge ne lefli antichi, et Co da tauola,&- da mano,& ganfafe.it .& mamiculare la
fauia prt.ferifce ilthofco. Lat.platenia,collyridaaulcoL touagludafcmgarle mani, hoc.lnuna Tanaglia bia»
^ra.a,artoiyrnm, & epithyrum, cotopbinm, la focaccia cbijitma gli fece portare due fette é pane arrojliioja ma
ioti 1 ;otti lecenere/ibrace. B o c. f'oim'hantterendn^ Tonagliabiancbiffima fece portare l due capponi lejfi.
to pane per Schiai data. Tu fai molto bene rendere alma- le tauole meffe uulero , con T ouaglte bianchifitme,
rito tuo pan per Schuedata . & con bictbieri,cbe d'argento.pareuano .
Foc*ccia,come hanno i tefli antichi è la Vin^a, Schiaccia- Bicchieri.Lat.baccharuim,ual baccber,cyathui.& gutm,
tajo Fogateina. ueJi di /opra a Schiacciata . &guttulusil dimi. i uafo da bere , c'ha la bocca Jlrelta .
Vino,& fé mi. ueà a BaubofuoDioa 119. hoc.M meno un Bicchier et acqua rm fate uemrt.Et di
Sale. Lat. fal,in ogni numero , & cofe ji del genere mafeo- nino un mexp Bicchier, uedi a Baccho .
lino,come del neutro.Z o c.eraunpocodolceé Sale.Si Tagliere cofi detto da tagliare penhealla menfaui fiia-
come colei, c^focoSalebaueuaiirguccj. l) » K.!4eiler giijòpra.Lat.orbisóltaglieredouefilaglialacameminn
potete benper alto Sale yojlro nauigio fcruando mio fot ta,& maxpnomum , & lana il tagliere grande da portar
co i.per alto mare. le uiuande. B o c. l^Jiefia mattina Cbauete hauuto fui
1^91 Salata adie. Lat.falft. B o c.Doueunafeminaper auentu» Tagliere (parlando del falcone arroftito.)
rafuoi fto- iglicon la rena,&con Pacqua Salata lauaua. Tormiggio.Lat.cafeusi&matalatlis,is.i la forma delfor 1604
Siito. Lat. faljui .itufa filata.Tt r.Salfe Onde , .Acque, maggio. B o C. yiia montagna tutta di Formaggio farmi
D AH. Ma chi ti mena a fi pungenti Salfefideti purgenm giano grattuggiato. lofio fare la eftierieirga delpane^ del
ti percufthni, & afpere, perche il ftlepofto fopra le (eri- Formasgio,& uedremo é botto chi l'ba hauuto.
te induce bruf dorè. Cifóo.Latxafeut,&hipfaceAi,locaJbcauallo.Boc.Co
t Jnfalare. Lat. [oliere , ual fòle condire . aut filfum reddere . me il pane,a' il Cafeio. Et alla maghe mia Cafciaiapnehc
B o c nelTn.ìn noftre partila doue'lpo tm[ala.D a n. ta,dolciata.i.bianca,& tenera come il Cafidofrefeo.
Doui CacqHadiTeueresmfalaj.fifafalata.ljiuroLtfue Maccheroni Lai.paSUlù,eiriuh,orumJixula,arumad-fe
doli i acque infiala In maggior uafie . mihxuU . i mangiart di fafta , che ambo fi dimandano
lnfìpido.44r.Mal n«» filato. B o c. Di gran lunga i da eleg gnocchi. B o c. Gentt,cbe aiun altra cofa facenanojche fa
gerepiu lofio il poco,& faporofio,fhe il molto, & Infipido. re MaceberomSar Maceberom,^ rauiu»oh,& caocet-
lefuefcioecbe,&Iiifipiiiefarole.i.femfie,&dtpocofa- hm brodo di Capponi.
fore^doi fèntimento. K2\ùuuoh,fifannodicafiioftefco,diuoue,&i{berbHCCie,
tictttteJjit.neSar;èuino degli Dei,o Munto licore di Ciò B o c.Ben ti dico cheionerrei una uolia conefio lece pur .
ue, fecondo alcuni; tir ambo il mangiare come altri uo- per uedere fare il tomo a quei Sauiuuoli, & maccheroni,
girono ; <Sr Tah lo Mmandano diuino licore, & chi negu- e!r tormene una faiolla .
fta fimantiengiouane ,&ncmmaimore.P tJ.Ch'anr- Ton2.Lat.pulmentanum,teftuaceum,tp‘pnlsjii. Boc.
hrvfia,& nettar non muidio a Cioue. Chihauerea fare ilmigliaciio,o la Torta al fnodeuoto
Ambrofìa. Lai. b cibo diuino,o come alcuni di Càute odegfi .Alcun brodaiuolo manucator M Torte.
Dei, C 'Hetlareiil nino. P e t. Ch'.Ambrpfia,o T^tar Lifiagne.LatJaganumjtt.Boc.nel L A.maritate Ufàgne.
non muidio a Càute. D a s.Cbefe femir £ Jimbrofia C 0- Salciccia. Lat. Incanita Jiila, a Jongauo fin longauo fanut,
rex.ga. tr .Ambrefia anchoi barba, uedi Ttinio . prò inteftmo redo. B o c. in una contrada , che fi chiama
iAinni.Lal.& rot fyriacus.i rofada dolce matulina, & ti eengodijiellaquale fii legano le uigne con le Salctccie,
bo affai noto. Dan. Qjiel duca (J.Moife) fotta cut niffe LucimciJM.Ha Salaccia,ucé di [opra .
di Marma la gente ingrata mobile aP" ritrofa . Tomacelia. Lat.tomacula, ir perfyncopem tomacla. Juu.
Zucchero Lai. faccarum.B o c.Tofctafece dar loro le co- ir infitium.Candiduli diurna tomacula porci, i certa com
uerte di Zucchero. po fu ione falla contarne peSla ,& fegato mguifach po-
ÌAenfii.Lat.ilatauola douefi mangia. V tr.EtpoilaMen mo, ma febiaedato .
fa ingombra di pouereumande.Bo cJlueftipeftifuper Soni,! cibo di panile di pefee fidiate a legume come altri uo
laMeafaguixplMano.MenJiReah.prime.Ù a n. Diquel ghono.B o c.Vrimicramentehebber del cete At della Sor
thè cade da la uoftra Menfa. ra/>r appreffo del pefer d'Umo fritto .
iCof Tiuo\i Lat. menjd. ir monopodium èia tauola da mangia Brodo, lat. iusAliufcuhmb lo brodetto,et broda uolgar- l6o(
re di un piede. & cihba a/edpotiutcìbilaAcibo.ilata, menteè laUuaturadeuafii,chefidaaporci.B o c.Etca
mdtriionda. Boc. Meffata Tauolacon touaghe bian- cergliinBrodode cappam.Due caldaie di BrodaJAtnqui
chiffime.CiponemmoaTauola per, cenare, elitre fami- fitorefientendomordcrela lorobrodamolabipocnfiaAut-
glifcruiuanoaUeTauole .TauokftrmetteretanoUper lo fi turbò. Mafia dalle parole d" un frate, ilqualedoueim .
fare coniato .aOS6. effere un Brodaiuolo manucator dt uneJ.fj>orco,et lordo.
DdeO. latjificuit&abacusjliefcoiotauola di cucinarla D a n. Maeftro molto farei u-ga Diuedarlo tufiàrt m . (c,
noia, 0 menfa quadra, fi ot. Fece diUendere t{koHrato quefta Broda .
fopra un Defeo. La Belcolore borbottando fileno delDe- \òuo, et h\ua nelnumerodelpi lat.ouum ,etluteum
fio.TronoilainfiemecoaBentiuegnaaDejco,chedefina- emtèloubctìo.torloflrefiodcln .lAtputamenlafcorzgt
nano. hit. FeUa fieuegghiar fapeaaoa DefcoFinibe del uouo.BocuAliit come uno moAtal... ,.uMoùe '
detindo ilfolpqfiajjiilguado. youafi-elcbeJtn^ibeinfinoa, naàtti a cuocere gnjlA
deyotu
^ *. - 1. ’i
Vita
H V O M O
' Principio 1 1 7
de FoimJìjelLt «Off ^ónofi mólfcmm con dite punti Satolla. Lat.pttHrd,ar fttmus.mil unt corpaccuu,o pun 1607
f/prailpunoo^MuofiucroioiiUgrauefiìpraUpri- cuta.doi un palio chejatoUi.Bo c.louerretmuuolta
mo ù,crfvpra U pnuo ò, cioè ùtmo a dinouré cbe'l pruno tonejfo tccoper uedcrfar il tomo a qua raumoli, &■ mae
»,& il pruno oji dibbono pronMnturefcparaumme;& (beroni^ tormcne una Satolla j tato, che 10 ne fofii fitio.
eojiji dee intendere quando quejio fi troua in m«(0 , iella ^dempicre,pcrfodiifare,a far fallo. Lai. adtmplere fonare,
dttiwne co» lai notale imiany allan per uotale come jàtierare. P t x. E’I l'uoéfctto di tua gratia adempì, rer-
Tmóio,Uttmilo,figliùòlo,Uttticikòto,Lactmòlo,fa-- gmetudt fante Lagrime, & pie adcmpi il mio cor lafio.
mòlonomeproprtoti}^ fimiii.ouiroViùòio ,Ucùùòlo. U o c. S'amorc adnnpia febcemcmetuofìrìdeftTi. Fi.
finoa fàrnatiaiacuocer gufila diy oua. Da u.Mapercbe’lJacro amor t’adempia nuglio.& quel '
Inlàlatiitza to/i detta daljàle,ibe tfiniro tufi pone, & fi co lo officio adempie.il tuo allo dcfio S’adempiera in fu [ ulti-
ma fficra; Oue s'adcmpion tutu gli altri e’I mio .
me da Lat.acetariuui,0‘ oxybapbonpcr lo aceto la ibta.
mano. livc.JU molte uolie baiieua bauuto defideno di
hauere totali Infalatux^d'herbutiie .
Mangiare, & Monacare iiome,à- uerbo.uedi a ij0.
Bcre,Beuitore. uedi a Dm Bacibo 0117.
Jmboccarc,ncJiabocca/i 177^ OulUre,&Cufloa i J8i ,
Godere. Lat.gauderc fini jepulan, per triompbare,Jguai^
re mangunio^btuendo,prop. pineta. P e x. l'ofiqua
giufi^de . l' una de lui ,&clde tali ragade. Sem(_aUra
pompa digoderfi ui fimo . Del pre finte mi godo,g>r meglio
TRI ’ìi^C I T I 0.
^ Rincipio, Trincipal,Comineiamenio,Ori-
i\gme,f andamento ^iadice,Cagione,Elotdto,
'Proemio, .Abttcrno, Capa, Co, Tetta, Tru
mo, Tna, Primicr, Vrinupdo, yno, Unte,
4ntecejiore,.Antenare, Innanzi, primipii
re, cominciare, incominciare fondare, radicare, prendere,
affieito In libertà mi godo. In ilei mi godo, b o c.Mcio- Principio.i»/.^ butium. P e T.Prmcipto Buono, Comune, 160S
che goda della preda . Difie Bruno,tu te la g',derai, Difie
Bruno,uogbamogbmii inuolare quel porco, &pofaacel
goderemo inficme col domiuei Ricciardo in fe medefimo
godcua di quetie parole, yenéil porco, & godumoài
danari,
.)6o6 Godere nome. Lai gaudium,fetiiuitas. hoc. Il bere af.
fai,& il Godere ,ty lo andare cantando atlorno.Compniti
. ^ i upponi, & altre cofi necifiane al Godere ,
Godimenti, iat. uoluptatts,deUUamenta,& iutundiut.
B o c nell' A n,ln locodouefi danno interi Goduuentt
Cloriofi.Di morte. Dornia,! he bela net principio miftro T
tlai.Dolce a la fine ,& nel Principio acerba Principiodeli
mio fiato. Di continuo affivmo.S’al Pnni ipio nfjiottd’tl fi-
ne e'I mriijo.'Hcl Principio di mia guerra. Che fu Principio
a fi lungo tormento. Omuidia nemica di uirtuee, Cb'aba
Principi kolentier contraili. B o c. Prmeipio Grane, &
1>lpioio. .Alto Principio ha dato la donna a mici fecondi
amori, 'bici PrmcipM della quarta giornita , I Trmcipij
delle cofi.
Principale . Lat. & pracipuus. B o c..Trim ipal Cagione.
TTÌompho.perlogodimemo.Lat.gaudmm,iuhilum,ltti- , pafiorc.LefefiePrimipali.Trintipalmente. Comtcmrecf
ùa. b oca La cajà de due fiategU fudtltcta fctia,&di ftr tranoialiunoPrincipalequaliMiÌMnoriamo ,& ubi- ;
grande Triompbo ripiena. diamo come maggiore .
Gozzouiglia , ual godimento ,&triompbo in compagnia eterno . Lat. aternum , & atemo . naie nel principio ,
f'o.comadmefio. Lat, compotalio, coiicanalio. conm- Boc. Che,Abetemodi^fio fi>/ie,cb'ellanondiGifipa
uium. boc.Etpbi uobe fecero poi infieme CoggipuigUa, po ma mia éuenijie . Quella una jpofa dello ffiiruo fanto
ideti Buon tempio . per non uemre ad habuare nel porcile delle femine moder
Campignare, ual triomphare,fguaxg^re , & godere ilmon- ne .Ab eteriM fi le preparò, fi come degna camera a tanto,
do ! yoce plebea.B a c. Et rfii fi campignauano come que ^ cotale Re. La.
fignori . ne telìi antichi fi legge , Et efiifi carapignauano Capo. Lat. caput initium. per lo prinàpio. B o c.Perche io
cerne que fignori, & ne moderni fi troua Et rfiifi riface- fommameniedefidcratobochea Capo fe neueniffe.Mef-
uana come befiignori. alcuni hanno Ed tglinofii fi rifecio- fer lo prete non ne potea uemr aCapo .Daltunode Capi
no amebe fignori . dellacafa airaltro.DairunodeCapi mfinoatla fine raccon
Satiarc,&Saioilare.Lat.fatiare,&faturare,uale contenta tòloro ciocbe. Etcofi dettoda Capoti rabbracciò.iuaal
re,cfamare V ET.Cliocchimieiflanchiàmirarnonjàti. tra uolta.& quando énota il fine Medi a i6i6.
Peròdtperdonarmainonì fatta .Stancogiidimirar non Coperloprmcipio.Lat.caput.D a u.Tofiocbe lacquaa
fttioancbora.Se'iialtromodocercad’eJier fatio yotlro correr me tte Co, Hon piu Bcruco, ma Mincio fi chiama,
fdegno erra. Et io per me ne fui contento, &fatio.b oc. L’offa del corpo mio fonano anchora hi Co del ponte pref
Lafciami [aliar gli occhi di quefio tuo uifo dolce. 'Hs» al- fi a Beneuenlo. Caperlo fine a 16 16.
trimenti che un Leon famelico neW armento de giouenc hi Tcfta per lo principio. Dan. Si uiiio moucra uenir la Te»
uenuio bor quefio, &bor quello fuenando prima co denti. Ila Di quella mandria. & per lo finea 1616.
tir con unghie la fua ira fatia che fame. DifargUbonoa Cominciamenco. Lat. imtium.captum,&cieptusorfHS, t6og
re, & fella non fipoteuanoucdere fatte. &orfa. boc. Commeiamento Horrtdo .Si come primo
Satkuok, ual noiofofafiidiofo.uedi a 1168. darCominriamcntoinieudo. InqmfioCominciamcnto.Lt
Satollo. Lat. fàtur,crfiturio,oms. ual pieno di cibo. Boc. fortuna anofin Cominciamamifauoreuole.
Gh akmilialle loro cafela notte fi lornau.ino Satolli i.fa Coniinciato.Lat.iaptns,ta,tum. Boc. Cominciato Ordì
tii. Da». Ricoréni/bcraf" matadetti rmuob fornu ne. Cominciata Tcmpcila. Commeiate Spefe .
ti ; che Satolli Thefeo coi ' iiter poi co doppi petti. Ari. Cominciare. Lat. iintium orfus, & orfajirum. Ter. "bigi
UfuodcfirfintiadiluiS Ilo,
^ Coniinciqr credia Trouar . Fuinmi in fui Cominciar
J" ■ ££
Principio
H V O M O
Principro
tmo cortffi. £’/ Comincur non fùt per tempo homaù buommera'lTrim.'H$rt^ròTrim»^fkc$nàe^ter»
Da x-Si chedalComincurtiitiofitoBe.CbefìiimlCo- Lat.primKS.B o c.ueib atfjiubce ,
mmciarcotantololìn.Terib’ioolConwicùttneUnrimai. Vrimiero .Lai. prinuriut.V Br.Trimier sfolto, Sotto, j^n
Comincure .Lot. iiuipere, mitium {aure. Ps r.a mepor Soccorfo.QuanioTrimurm'occor{ì.Lat.pnns,^mprt-
pare Senno a non comintiar tropp'altc imprcfe , Come mis .CbiTnmier s actorfe .gb oubiQjmndoVrmuer fi
c'ha ferino innan^ , cb'a parlar cominci, Et io,da che co fifo Cb tenni nel bel ùfo. B o c.Egb non fi compiè il qnor
minila la bell'alba. Cominciai a mirar contaléfio.lnéi toannodaldidelfnoTrimiero innamoramento. Tuffino
miei danni a niifurar congb occhi Comimio. Qjiando a- forza facea al "Primiero .
mor eomtnai dami battagba.Et quel, che cominciòpoila Primaio . iUr. pnmariui. D a n.\Cofi difuft del cercbmt
gran torre. Bue. uedi aWinéce. D a s. ^ poi tornio- Trimaio Ciu nel fecondo. B o c.lofui il Prmaio bu9mo,
eia’ io. l cominciai. Et cominciommi a dirfoaue, & piana, a cui egb écefie .
lntomittciare.Lat.incipereànitiare,mcboare auAicari.P b t. Pnnu,Trij,&Primiera.Zat,primo,primnm, dr priui, ^
Etgb aogelktti meormneian lor kerfi. lauaado s'mcomin potius. Via, Prima quod ad troiam prò ebaris reperat
eia udir di fare il fuon , ’P{e fen^a Squille s'incomincia af, argis. P s t. Prima Cagiun, Età!Etade,Hora,RadiceP^i
ftbo. Piu uoUe mcominciai a f vriuer uerfi.on£i miei guai fta, Donna. Su la Prima Moffa.Su l'bora Prima il di Jèfio
Ttel comune dolor s'incominciaro.Incommciarfi il mondo dt aprite . Dirò di ned, & Prima del maggmre.i. pramera-
a ueSìir itbcrba . da incominciaua a prender fecurtade . mente .Q^uelcbe’n fi fuperba uifla uu n Prima è Ce far.
Che mai non incomincio affai per tempo. Et dolu incomm yié com’arde Prima. Prima cb’a fi dolce alba amuilf»
ciòfarfilamorte.Ploc.uedtall'lndice . le. Se bianche non fonPrima ambele tempie. Tantomi
Prendere , per cominciare . Lat. capere. Pbt. Ond’io prefi piacque Prima il dolce berne. Due tu Prima, drpotfu'm,
col fuon color iun cigno.Et gran tempo è,cb'io prefi Upri uefcat’io.Bo c. Prime Piaghe, Oline, Rbne,Luci, Lab-
nuer falto.Prefi a mirar il buon popol di Marte. bia.Prtmameme. lat. primitus .
Erordio.lat.exordium.ualpriiicipiod'oratione.DAu.Pur lnPcimì.Lat.principio,prius,ante,inprimis,rtanteomnt4.
.Agnus dei eran le loro EJbrdia . Vbz.Poì che'n Prima arft . ch’era fmamto m Prima ,
Proemio. Lat.procemium, imtiumjiel exordium,fiueprn» .Amor; che'nPnma la mia lingua fciolfe . dal di ch'.Ada
fatio . è quello ragionare, che fifa nel principio del oratioo mo .Aperfe gU occhi Prima . Qjiando Socrate , & Ubo
ne. A Kt. E dopo un uerfimil fuo Pivemio Gb èffe , nidi in Prima . Cacciarmi innanzi , ch’era giunto in Pri-
1610 Tondimcnto. Lat. fundamentum,& fundamea ,oripo, ma.h o c.uediFlndice.
hoc. La doue effi Fondamcnto.&foSìrgnoeflcrdoureb Da Prima. Lat.a principio,abÌHÌtio,a primordio,anteànpri i(n
bona della cbrifliana rebgione. Le cafe injino a Fondamen mis. P e T.Lafto,cbe med accorto fui da ProuaXafio,coft
ti mandarono giufo. Difegnòi Fondamenti delle future daPrimagliauezzgi.^OQ.uedii'ìndice,
mura. Th. Vtix.Lat.prtma.V Bt.Prtfedelleterreuememhra Pria,
Tonditore. Lat. fundator.P ET. Fidi'lgranFondatorde Sjianto Cangiata ernie da quel diPna. Et perche Pria
i regi cinciue. Contrai tuoi Fondatorial"^ le toma. tacendonon m’impetroi'Upnèqucflo’lterrenicb'io toc
Fondare,ualflabibre,femiare,et per fabricare.Lat.fundare, cai Pria i Chi douendo languir fi morì Pria .&-Pnacbo
firmare,{labibre. P t T. Fondar in loco {labile fua jjifue j rendi fuo diritto al mare. Ma Pnafia’l uerno La flagion de
S olio onde ; e’n rena fondo , e ferino in uento Torre in alto fori. Per domar me,'onuienii uincer Pria Triomphar uU
ualor Fondata^ fdda. Fondata in cafla, 0- burnii pouer- di di colui ,cbe Pria P educo banca del mondo triompbare,
tate. BOC.& {òpra quello fondò la fua imentione , Pna tempo Pria.cbe dedicò Solpitia. li oc. Et ^efio ma
biro terra per habitatun perpetua fondarono, A >1. Icdbco ilgiornor& Chora, Che Pria m'apparueilfuouifo
Sfondare.Fondo diacquajuéa 1089. amorofo.£l a K.PiHoiamPriadincgrifiéfmaga.
Ori"ine,perioprintipio,(!rparentela,&originare,liedi primiera.cS' Prmera.Lat prima,& primaria. Bo c. Cer.
a ii6q. to uantaggio nefu,tb'elbtfu la Primiera. Et uoi anibora
Radice. Lat. radix. meta.per lo fondamento. Pbt. Et del non m'hauetemoflrato, che minata fi debbano fare delle
cor tuo difuelli ogni radice. 0 del mio dolce mal prima Ha- f emine Primiere, iome da àgium,& dalie uigilie. ne tejii
dice.Q^efio bel uariar fu la Radice di mia fabite.Si dolce modermnonui fi legge Primere . Egb non fi compiè il
è delmio amaro laRadice. T al frutto nafte di cotal Radi- quarto anno del fuo Primiero hsnamoramento.Primui-
- cella Raécen bai fuelta mia fabite. Et da Radice quella uauita. Ah. Primieramente,
pianta fuelfe.ideltutto.che latinamente fidirebbe radici. Primipi\o,Lat.erailprimoordineneglieffcrcttiRonianidt
tus.ei piedi Diuentar due Radici foura fonde.Son le Ra- fobùti,& chiamò. Dan .Pnmipilo Pietro, perdocb'egli
dici de la nobil pianta . Sifur lefue Radici acerbe , & em_ fu d primo ordì ne della cbiefa Jone dicefLa gratia,cbemi
pie, B o c.ueéall’Indice.Radice prop. radicare.&dira- da.cb'iomsconfefii Comincia'io deCaUroPrimipilo.
dicare.a 11^6 , Vn,yno,f'na.uedi al "Hjimero a
Jtmo,Primiero,trPrim<ào adie. lM.prmus,tà- prima- htsK.Lat.ual atnanzf. P e t. Per quanto non uorre»
rius.Ps T. Primo afjabo,Colpo,Errore,C»noJ^uro, fte .opofeia , odiate, Dan. Telucis.Ante,fideuo-
,Alloro,Sonno,T etnpoJ'idoref.A ffanno,Miratolo, Stra- t amente .
le. Loco, Di, Saffo, Pittor,Amor,Morsr,So^iro,Qccor- Anteriore Latatnterioroial dbnangf. D a K.Coipiedi me-
fo. .Anmbal Primo, Pitagora, .Arnaldo, pamello, Spir- z?sh auinfe la pamia,Et congb .vitcrior le braccia prem
to,Pianto,L'ubimoera'lTrimo/ralaudati.delfuoPri- fe. 7'oi gb addentò,^ l'una.ilr ;bra guamia.
«
i
r
i
Mone H V O
d>e fono flati aKunti. D a s.Terò fon due le thiam,Chil
mio ^meiejjor non hebbe care ,
l6ij ìntuimi.LatMte,iialprima,odiuanti. V si. Fien catena
10 Ctouc lnna»xitl carro.DeCanreo albergo con t aurora
Innanv.Ma Innan^ti atutti,ch'a rifar fi Hanno K quel,
la (.i.Laura) qual in liti giorno tamorofafleUa Suol uc-
nir tConcnte Innanzi al jòle.hoc.Q^ueflecofefiuoteua
no penfarc Innam^ tratto. Et perdo auiiò di farfi Innan-
XI tratto la parte jua , Et andando la donna Innanzi per
guardare je perjona ucniffe .& quando tempo flgmflca,
ucdi a 2Sy.& quando imommento.uedi a iqpS.& in
perjonaa
AIpha,& o. Grò, &lat. ual principio , & fine , percioche
.Alpha i la prima lettera grecai ual principio,^ ome-
ga,dai m,i he dinota la 0 grande è la ultima lettera greca,
che figm fica fine .onde D a u.Loben,thefa conuntaque
fta corte ; Alpha, &oié quanta fciittura Mi legge a-
more Ueucmente/i forte .
MORTE.
OneMorire,Terire,TafSare,Eine,Efìre
mo.f'Utmo.y limo fine, yitimodi. Termi-
ne della ulta, yn foflnr breue. Eflremo paf,
fo . yltmium tcrrihilium . Donna , & Fine
per la morte . Morti , Mortiferi , Mortali,
Triui,tflmii,spi nti, Defonti,yccifi,Ta(iati,Cafii . Tar-
cbe,cioi ClotoXacbrfi,ar Atropo, Arca,Autltu,Sepol-
€TO,Sepoltura,FoJia,Tumulo,Conca,Monumento,yrna,
Eeretro,Marmofiaffo.Efiequie,Funerale,Comtto,LMgu
bre . Cimiteri, Beccamorti , Becchini fiare. morire, mori-
re agìnaJo,perire, finire tpajSare, rflingurre,eéalare,
ammorxare,^gnere, priuare, cadere, partire, diuiCere,
termina re,conchiudere Adempiere jampire, fornire Jipel
lire, confumare dileguare .
14 Morte. Latanorsfitum,funus.ittteritus,us,nilethum fi. li-
burna A.obilusAt>ui. occafus,pemii ìcsaìaxuus, neceffl-
Us,dijcejfusAXcepus,fupremus dici, extremum, jfiruus,
dijioiuuo Ulta . ualpriuatione di uua. UbUinajt la Dea de
morti,&laifle{fa Mone. P e t. A/o«e Amorofa, Beila,
Dolce,Honefta,Manfueia,yoluntaria, Acerba ,Amara,
A^ra, Auara, Crudele, Cieca, Dura, Dijfietata, Mera,
Impetuolà,Inegorabite,lmponuna,Lunga,Talefe,Talli-
éa,Trcfla, Rea, Ria, Sorda,Viua . fanno Tarer la Mone
amara pili che aflenno . Ai mone ria come a fi biantar fit
preHa li frutto é molt'anni in fi poih'hore . Morte bella
pareanel fuobel uifi.A rijpettodi quella manfueta Et
dolce Mone , eh' a mortali è rara. Sento! mejji di mone .
Egualmente mi fpiace Mone, & Ulta . La uua fugge, &
non Carrella un'bora Et la Mone uien dietroagrangior
nate . Tolto m’hai Mone il mio doppio thefauro . Ver Sa-
per tefferpo Monepietofa .La Mone i fin if una prigion
ofeura Aghanimigentili,aglialtriinoia Cbannopoflo
nel fango ogni lor cura.'I{pn affettate chela Mone feoe*
chi. Odiar ulta mi fanno, & bramar Mone. Mone m’ha
monor& fola può far Mone Cb’i tomi a riueder quel ui-
fi lieto. 'Ne cantra Mor •Spero altro che Morte, Vregp
cbe’l punto mio finifea ; tee . Lafeiato hai Morte fenga
fòt il mondo '^Ipnpnofa Morte ildoUe uifit amaro l Ma
11 dolce nifi dfHce Ione. Mone ha fpenio quel fol
M O
Morte
iit
ch’abbagliar fuotmi , Io fon colei, che t'importuna, e fiera
Chiamata fon da uoi,& /òrda, & acca. Gente tatui fifa
nette innanzi Sera,lo ho condottoal fin la gente greca,Et
la T roana al ultimo i Romani Con la mia fpada , laqual
pungCAfeca ; ér quel che fegue . Et una Donna auolta in
netta nera Con un furor. Fin che f ultimo di chiuda que-
fl'ocihi.Bo C,Morteangofciofa,Infelice,Mala,Inopina-
ta,yituperofafiiihoneHaJiramata,Afftttata,Vropria,
Futura.& nel Acp.O ultono termine de dolori, Infallibi-
le auenimento di ciafcuna creatura; Tnfliuadeftlici;De
fiderio de miferi, Ineuuabil Morte ultimo fine delle cofe
noflre. Ferito a Morte fide fl Mortalmente, Cbeuuiuen-
doognihoramtlie Morti fento,
Fin,fine,(jr Finire per la morte,& per lo morire a 162^,
LlÌKtno,&Efiremodifcrlamorte.uedia 16 2 p,
Vltimo di, per la mortejueód di fopra,& a 1616.
Morire. Lat,perire,mterire,diem tlaudcre, extremum,de-
cedereeuita, P e •iMorir,Beatofiel,Bello,& dolce Mo-
rir era allbor, quando Moremt 10, non mona mia una mjèu
me.'Naftt una gente a cui’l Morir non dote. M'i piu dol-
ce’l Monr,ihe umer fenga.Era queltibe Morir chiaman
gtifiioeibi , Dehdimmife’lMonr èfigranpena ."Negar
èffe non po/iotche I affanno, Che ua innanzi al Morir non
doglia forte. Ch’un bel Morir tutta la ulta honora.La bel
ladonna.che cotanto amaui Subitamente s’è da runparti
ta. Et fperoAh’al por giu di queftafpoglia .
Monre.LatMoriAbire,perire,tnterire,cadereAccidert,dece
dere,uiiamfinire,& claudere,& difioluere ; diem Claude
re extremum.decedere i uita;mortem obire,^ oppeterei
e Ulta minare Air excedereaàtalia lumina linquereAui-
mam afflare, & agere, eflremum fpiritum edere, fupre-
mum diem agere , laborare in extremit, ludt bone ufurS
reddereA corpus umeulit tanquam, e carne euoluere Aita
rum morte còmutare. V £ x.CfcV bel morir mentre la ul-
ta è deflra .fermo in campo Starò, ch'egli i difnor morir
fuggendo. i he ben può nulla,chi no può morire. Farmi im
mortai perche la carne mm.Et nefiun fa quanto fi uiuaA
moia. Chi ben mor, chi morendo efee di deglia , ne credo
t'buom di dolor mora. Che bel fin fa, chi ben amido more.
Mala fama,e‘l ualor, che mai non more . Ma perche ben
morendo honor s'acquifla.Et fi; fama mortai morendo ere
fce.Cbe tal mori già trillo, e fcon/hlato . Che douendo lan-
guir fi morì poi. Vhetonte odo, che'npò cadde, & morio.
Et ella ne morio . Mille uolte il é moro , dr mille nafeo .
E i fior i Aprii marrano in ogni piaggia. Del cui amor ut
MO,& fenza’l qual morrei.Et foih'i ne morrò ueracemen
te. Sluanti felici fon già morti infafee. Morte m’ha mor-
to . Che quefi’i'l colpo, é che amor m’ha morto . Et la
ragioni morta. Morta fra fonde ila ragion, & Car-
le, B o c. Accioche tu non niuoi , Io non morrò a ciuci-
la bora , che io confolata non moia , Auenne ibe'l Re
Mori. Dopo non mollo tempo fi morì. ynaziadiCom
landrinofi morì, y iurte ,& morite ficuro ,che io ui.
uerò morirò moglie dtmefier Torello , che al meno
muoia come CbriHiano .Dan. Moflo Talermo a
gridar mora mora. Che muor per fame, dfcauiauia
labdia.
Morro adte, Lat, mori" t , exanimatus ,funHS,extmHus, i< i j
morte deleSus , fenfus ac ulta careni , qui iim nufquam
tfl, qui ex bac uita migrauit t libitia ila dea de morti,
' «f
Morte H V O M O Morte
P I T. Morto il Taire . il Figlmol . il Sperar . il Tempo . Dtmdne. Lat.& meta.perfeparare deUa ulta. Vtr.ii quel
il Marito , Colore , Morta , Madonna , Beltà , Tietà . U nno Cb'anxi tempo ha di uua amordmtfi. EfienJo i/J/w
B o c. Morto Corpo . Lat. bnlìum , Marito , Morto i toguda lei dmifo.uediai 1 47 x.
Corpi Morti. Tenre.Lat.ual morire. Pt-r.£t bramo di perir, echeggi i6vj
ìtlora fi/l. P E T.Viena de morti tuttala campagna. E'n m aita.Mapenr mi dai citi per queiìa luce.DnroaitederU
momemogltfo Morti, & him.Tìo c.Setondola qualità mtal modoperire. Etgliocihiuaghi ]iencagtoH,cb‘io
del Morto ni ueiiia il chcricato . Ter [anima de Mora pera . & [empia uogUa ardente Lufengando affrenò ,
(noi. Huomo Morto. Launanimus. pertb'io non pera . In cefi lunga guerra ambo non pero .
MOTtifero.Lat.morttfer,fiue mortiferut,pemitiofus,& le- B o c. Innamorata ft^ei mio cor pere . tutti quamt pe-
ibifer.TtT.MaMuannuntio.cbeuoi feteoffe/i D'un rirono. Mcciocbeaiun'horanonpenfcalamiaiiita,&
grane ,& Mortifero lelbargo. B o c. Mortifera acqua , la uoHrafama .
Mediente Mortifero , Tafiare. meta. per morire. Lat. obire, iranfire, e-ire e uita.
Mortale adie.Lat.& exitialis boc exitiale,& exitiabibs; fé P s i.Tiaccialeal miopafiar ejier accorta.& ebe tu pa/ii
ralisjiethabs boc letbale. letbiferjethicus. Pbi. Mortai Sen^ paura, & feirita alcun dolore . Fa cb'io mi t roui al
Corpo, Corfi,Efctto,HuomJ^elo . Viuer 'Hr’nico, Colpo, uarco, One felina tornar pafiòi mip core . Tajìato i quel-
Occho,Guardo,Modo, Tregp,Cofa,FamaMngua,Tcrra, la. Hoc. Voi ebe tu di quella uita pa/iaHi . Con gran-
f'ifion,rt/ia,f'ita,Domia,Cui(a,Bellectg:a,Dea,Opra. difimio dolore della madre é quejlamtapajli. Tafiùdi
Mortali Huomim,Treghi,Ttaghe,Strettre,Tarole,Fa- quc/la ulta .
mc,Scioccbi . lunumerabih Ciechi .&fijl.O neramente Trapelare per morire . Lat. obire .P bt. Et de la uita il
Sordi Ignudi,e Frali ; Toueri ([argomento, & é configtio T rappafìare è corto. Roc.H fanto frate, ibe conf fiato
Egri del tutto je Mi feri Mortali . "niente in lei Mmo era, f banca, uedendo che egli era trapaffato. Aerano di queU
0 Mortale. Boc. ueà aW Indice . k, ebe di iiueFla uitafen^a tejlimomo trapaJLauano.Ut.
Moralità. Latdues,pemiciei,exitium,interneciò.ualroià-< diemobibantextremum.
nadimorte.Bo c.^elpenilentiofotempodellapafiata Pitt'itu.morti.Lat.mortuidefunili Bo c. CU corpi de Taf '
Mortabeà.la pe/lifera Mortalità.TeJlilentiofa Mortali- fati. Furono i futa Tajiati Centilhuomim. Ter l’anima de
I tà.Cominaò una granéfìima infermità, & Mortalità. Tafiati.I mici Taffati MuoU . Lineila uirtù,cbefu neU’a.
ì6l6 Tramortito. Lat. intermortum,fimimortuus, exammus . nimo delle TaffateJÀelle donne ebe già furono.
Boc. Limui uedendofi Tramortitaci manto,& 1 fgUuo Predecea'oii.Lat.maioresnoJlri.precrJIortt,& etiam ante
U chiamando cadde in fui Uto. EtgU/pirtt Tramortui co- cefioret. fono i pa/fati.i.morti,& ambo [intende de uiuen
mimi-trono a ritornare a loroluoghi.Tn. ti. Boc. Come fatto haueailmio TredeeefioreJEt fecon-
Sopito.Lat.fopitut,tialtramortito/> come addormentato jet do il cojlume de fuoi Tredecefion . La Reinaper feguire de
fuor di fi. A. Ki. Le /tararne bauea del fuo furor Sopite. fuoi Tredeceffori lo/ìileJi come i fuoi Tredeceflori. San.
Chiìilo.MortoaChiadoimortrealiemo,comeaUrauol ùemfignedemiei Tredeceffori chiaramente duno/lrano
la habbiamo ejpo/lo Aghiado aduerbialmente.Lat. bio- da antichifiima,& generofa profapia difcefi.
tbanatus,aaiiu,uale tagUato a pn^.ocome fi diceeg/i i Eflmguere.é" extinguere. Lat. opprimere, deùreaial uccide- 16 iS
fatto freddo jiratto per meta.dal ghiaccio, onde fi firma il re, cr éjlruggere ,& ancho per ammonire, 0 fiegnere.
nerbo agbiadarc. tir il Ferrarcfiàceun Cbiaéoaduno P • x.Chegiain fredda baneflate erano eflinti Idorati
che [Ha come agghiacciato,che in Ferrara fiéce abretigi fuoi /IraU acce fi in fiamma. per la tua Ungua Pregacbeim
to. B o c. Mirti preghiamo lddio,che ni dia tanti ma[an eJlingua,Mm(i.a [ ultimo [efiinfe.&hanne e fimto.Ku.u
»( che uoi fiate morto M ghiado ,fi come d pm dtfieale , e'I Lo fiexgfiffi,cbe quel cauatlo eiiiafe .
maggiore traditore che urna, quella noce non fi ufarebbe Mmmorgare . ualfiegnere.Lat.extinguere. Pbt. Com’ac-
hora perche non è leggiadra. qua il foco ammorcta.T) u u.O Capaneo in ciocche non
VcdfioneC'ccifi,f'ccidereaiedi a Marte afgq. f'ammor^ La tua fuperbia,ii tu pm punito. Che uolontà
Defonti, lat. defunih,mortui.ual priui di uita. D a s. Et fi non uuol non [ammor^ Ma fa come natura face in fbm
defeendendo nel mondo Defonto . La uifla in te fmarrita, co,Cbe /opra fe tutte fiammelle ammorta .
e non Defunta. A r i.Tofcia cbe'l rtilo fragile i Defonto. Esbalare. Lat.exbalare. ual fiirare, er meta . per sfogare,
Cadaucro. Lat. cadauer , i proprtod corpo morto. Ari. A r i.Ter esbalar tomo amoro fi foco.
Ella prefio al Cadauero fi mette . CU fu fir%g il Cadou Spegnere, & SpengereMtjextinguere.P e x.Ter fpegner de
«ero lafciare. le menu fiamma tnfana. Ma talbor bumdià fiegne difde.
Tartire.Lat.difcedere,& mcta.ual (èpararfi da queHo uum- gno.Ognifpenta faceUa Mccende, & fpegne qualtrouifie
dojcioè Morire. P e t.£( «idi duo,ihe fi partir hierfera Di accefa . a/iai poche fauiUe Spengendo fien tranquille . Si
quefia noflraetade,^' del paeJe.Slueilauien per partir cbe'lfoco di Cioue inparte fpenfe. Se mai foco per foconi
à,ondemidogfio.LabcUa donna,cbt cotanto amaui Su- fìfimfi.Racccfiilfoco,elpenfeUpaura.Toicbe prima
buamente se la noi partita . E' L’aura mia miai da me arfi,^giamai non mi fpenfi . T^gn come fiamma,che per
partita. Che di quella mifena fìa partita Et giunta a mi- firga è fpenta.Cbe pietà non hauefiefpente [ire . l Lauti
gbormta.mefierCino7Ìguelkmcnte s’èdanoi partito, mieifinfpenn.llfiìc’bafpentdrmauiriùuifiua. Jlfocoi
Boc. belati gli occbi,& ogni fiufoperduto/bqueSiJ do fiento. Boc. uedi [Indice.
lente mia fi partì. Et cbe'l corpo, delquale lagrattofa ani Eifpengere.Latjtcntm extm^ueri Pbt. poi cbe'nfiaKma-
tuatipaTtua,foffefepeUito,iTquandofiaperdimdereje tan>ebbeRifpe^e.lauirtùgel ajeheila.
feparart,& alioitt*nare.uedi a 1470. SpcntL ual efitntijfr mtttdiM. stinti^ ttefwi8i. uedi a
Morto
Morte
H V O M O
Morte
*19
. ^»rto Pt;r Spemi lumi^tti.Spmtf^nime. Spinto Ok dentro fepttltiu'eratto;&ilmodo e^ìaeaoiom- '^riu
Difio^MeS^a FamlU. 5 oc. Spemi Carbom.Spen laro mone . Hpn baflando Ut terra (Ina aUe Fepol ture
^ogmUmeS^o il coHtiipifubile Minore. fi faceiiano perlicmuteri.D an Et cialiim/era cml
Cadere^nand0Mlperire.Lat.ViiT.Onefcende[at<ita.ch'al delU jkafepaUnra . ^ craeent
“">^i Brermoi SepeWre. Lat.& tumulare. T s r. Si Ceco il Ceppe quella Ce-
di fuHcfioauguno. Cui uedeafjrcofiFuaeflo pianto. uedi all' Indice . ^
A R I . Funefta uallc . Dopo non molto la bara Funebre Arca, lat.per la Sepoltura. B o c L'.Arca lamtaU- a;
cluadatautomal: tanta procella ; Cb‘in .Africa ogni
cafa ji funesti pietra falda /opra pietra refit.
Corrotto. Lat.dcploratio,lu(lus,&plan(lui,e<r fUtus lu-
gubri! feu fiuicbris.è il duolo che fi fa per li moni, per ef-
ferei'ammo corrotto di dolore. B o c. Mentre il Corrotto
l6it
, T* -^n.a Ilgicionio
ri. EfSendo quelle utrche grandi é marmo. Et poflala
manfopra una é quefle .A rche. Dan. Che fepeihte dea
tro da quelf .Arche Si fan feutircon gli fogne dolenti.
Ari. Eraquella .Arca/ unapietradura Lucidafter-
fa,F tome fiamma rojfa, & quando dinota caffone, 0 fnm-
le. uedi a ly^j.
j - ... I» cvrrvini »c. WTO/ « 1 757,
Auello.prrfo/cyo/fr»,otf,rafibfrfn^«//fOrtR,»Mrro &
Lugubre. Lat. ual mefluia con piamo per la mone tf alcu-
no. B oc. ydtti li diuini uffici in habito Lugubre. A r i
E trouar uerfi non tanto Lugubri .
^(fv(jwc.Lauxeqma,plu.taHtHm,fiiitHiJuSia.pompa,fu-
ftatkraartmoà d4r^a . a^
— fci/v Hu» wvynrc. o o C.£rj JfatO lOt^
terrato in uno Anello fuori della chiefa.Cefi uefiito come
era, il fece P A bme mettere in uno Anello . In fu uno di
questi A uelli rileual idi fuori di lÌDita Maria. Tutti gli
altrct cefa tt mancaua ad hauere còpmte tEffciiHie rana fparte ,
^ r (••'"'•It»’- s * M. a ffia ciprefSi ài farete
tecchtaffero.S . u.Effiquial uerfi . I girti tuoifepolti an un TumuUo.Chefia nel mondo dirLmorteindicJ E con
^(Effequie'HelfaHgo.An.i.Mentreapparecchiofifa. Tumultuaria e poca geme,
a ^grandi Eficquie e di funebri pomM . Monumento. Lat.monumernù. A r i.UMonumemi,eU
kJic o^ccamoni,& Beccbmi.Lat.uigiloHei.jbno quelli chepor troplui pompofi .
tajmalU fattura i corpi morti dipefle . & ToUindoril roff3,pèrUfepoltura.Iat.&fouea,etfcrob,.bU TstE'I
^J^uTia'^ ' i»mehagemoAchiugin^aFoga. Tign porla mai in
pTauenitidiMnutagemc,cbecbiamarfitfaceuanoBec, piunpojito porto Tfr’n piu tranquilla Fofia Fuzvr U
eh, ni.Et coH fa,utodedcti, Becchini. canJtrauagZtaAPogl.B o cMnoatmoTLt
Beccuo.Lat.lanms^m^^ iU FofSaalfommo fi perucma.Ilqualrecatofeloin brmàa
beccheria- miebodouefiuendeilpefee.p a n.FigUuol Ugrónando,nonaltrimente c^efe della fX il tLefie.
1""/ “T ® ° ’»«“*» "«•- SifaceuanoperU Cimueri Foffe grandiffje
tonperlecomaiHBeccberu.Lat.camarium,tj. tUnotaconcauitd.uediatili. ^ °
b^^o,inueceéSepoltro.PiiT.Che'luoSironomeamio itfii
godouefipongonoicorpimrt,& butium.coM danno fi ferina In M Marmo. Sluelfocoimorto.e’l
t>,funu!,riifarcophagus,fedesas.tumbaA,tumultus,i/a. copre un picciot Marmo. B o c. In^^cadiM^
xnm,nmrmor,monumentum,arca,fepoiturafoliumu.a Siffo.muecedetfepolcro.Lit.faxum. Pet FeUcesàf.
f^Uroépietra .&camaphiumuM^ fo.chel beluig ferra, oue chiufà inunSafio. intL-
&M^r,umdluo^douefiamoifepokhri^ chi Saffi Cbiufe il mio lume. EiSafSidoue Sur chiugle
t^pollintior,oris,lojepellttoredemorti.t!Tpollin8us,& membra, ^ ■*
*c7-7'' fl * Vma IM. iuafo cTacqua.&permeta.lafepoltura.TMÙ.
fepolcrobtUoATbianco.Cheluofironomeamiodaniiofi rabUf'ma fonnon /opra tamosMamirM per quel
firma In aUunmarmo.Et temofcb unSepolcro ambedue che’nme fi ferra. 1“ r
chiuda. Cb/l^cro di Cbrillo iin man de cam. B o c. ConciJjit.concba.per la fepoltura ufata dalPA ui oue U
CheinHierufalemandauanoauifitareil Sepolcro. doue bella Conca in lrrhiua.aa.1 m...'n—..i....e./r. -.1
ChemHierufaUandauanoauifitareU Sepolcro.doue MlTTn^aTn ftThl^a^’^^^^^^^^^
cMtengonoper ldéo fu fcpe^o.Fe^amendue baldeo-.ycggiinuecchioZTgZ^X^^
luuMbZ ^^'^ * "■ <^o”“’>'”^fuabarca.eìrmeta.
ScpotiJn.UtgpuUÙraMmedefimocbef^^^
Atuiiifucrudelmeme ime^ttaLa patria SepoUura. Cmitero.&Cimacno.I'o.Gr.drLat.cAmeteriumAp-re.
^J‘''‘‘”^H"<‘>‘be/oro,a pulchretum.èluogodouc fi fepeUtfeomi corpi nwti
ÌaTsTX^nL &oc.AlCim!t2,defrJtim,nori. Si fac7uano per U
^“ramScawu^oJnuu le^ftma SepoUura furono pom Cimiteri delle ebùfe. Foke. D a u Suo Cemiim da
fil , ^ gpt. e^ajiritii u Hfignijicami, chi fujfer quelli, quella parte hanno Con Epicuro tutti i fuoi fcguaci .
££ <y
Fine H V O
f<Ltt%aiel Cimiuriomiocloaca. A ki-Tu giorni fia,
fb’in quello Cimitero ^enni .Come kittime tratte ai Ci-
miteri De i morti figli .
Bara, è la letlica con che fi porta i corpi morti alla fepoltn-
ra. Lat.feretrHmjir capulus.geJlatorÌMmJociiliis.& de-
caphorm^fla Bara portata da dieci bHoniiiii. B o c. una
mamera di Becchimi quali folto entrauano alla Bara.T^e
fu una fola Bara quella, cbe. Tre,o quattro Bare. Dan.
fuo corpo non uoUe altra Bara , tdefi non ui nolfe altra
cofa intorno. A tei. Di uerdi rami una Bara comporre .
la Bara Funebre ,
Feretro . Lat, pheretrum . & capulus ,èla Bara con clxfi
portano i cadaueri. Ari. Che lo fe riportar fopra un Fe
retro: E ntrouandol morto ,
1 tf a j Parche.jUt. parca,fatales Deejir fatajanifica .fino le tre
JòrellefecÓdo che fingonoipoeti^gltedi Demorgngpne,o»
nero fecÓdo Cicerone di Erebo,& della notte.che dinotano
Uprincipiopl mezo,& tifine della ulta, ^ della morte,o-
uero prefente,preteriioe& futuro . lequab fono Cloto,Lat
chefis,& -dtropos. Cleto , che tien la roca figmfica tlprin
àpio della ulta, l^chefts fila,& dinota d tempoahe fi «f-
ue. .Atropos rompe il filo fattoi queflaila morte. £ lot
tini poeti antichi appellarono quejte tre Turche HonaJJe
àma,& Morta .& fono dente Turche perche a neffiin
perdonano. P ■ t. deflro corno, o qual manca corni-
ce Canti' l mio fato, o qual Tarca Clnnajpe. Dan. Ma
perche la, cbe é, & nette fila 7(on gli hauea tratta an-
ebora la conocchia. Che cloio impone a ciafeun, che com
pila, Innanà, ch’.Atropos moffa le dea, Sun. Lo fiume,
fhe le Tarwe al fuji auolgono .A TbiUi mia gridaua, o
Clotbo,oLachefi.AK i.Le ueccbie'fon leTarche,che
ton tali Stami filano ulte a noi mortali. T, Et ella può dar
leggi a te foreUe, Che fan [bumane ulte lunghe,& corte,
F I E
Ine, Vltimo, Sexgau), Diretano, Eflremo,
Tdouilfimo, Compimemo,Termine,Conclu-
fton, CapOiCo. Al uerde,f'iuagno,Orlo,A
punto, Colo, In [orna, Hor . fimre, ultimare,
terminare, determinare, conchiudere,com-
pireJormre,gnamireanancare^guareJùenire,confu-
mare,logorare,élacuTe, fondere, priuare .
1614 Fin . Lat. fintt,modut;ierminui,falxfxttut,extremujextre
mitas.Ttr, Al Ptndi fua giornata. Trarrebbe a Fin
que{l'afj>rapena,& dura. Al Findegliaffanni. Speran-
do al Fin alcun ripojò. Al Fin fi giunto £ ogni tua dolceg-
Fin de miàpianti . ColFindele paroU i pafii uolfe ,
ymtoala Fm dalgiouane Romano.La morte i Fin funa
prigion ofeura, Honorato Fm.Bo c.'Hpl Fin delle paro-
le.Fin perla morte, uedi di fatto & proufque .uedia
allungo fuo.
Fine. Lat. finis . uedt fin,VBr, Mal Fine . poner Fine a gli
affanni. Hor fia qui Fine al mio amorofo canto. Del lungo
odio ciud ti pregan F ine. S'al principio r^pondtil Fine e'I
mex.0. Se Chnjio al Fine meco non i‘adira.Morte,o mer-
ci fta Fine al mio dature. Senx/i Ftne,o beata . l'idi uerfo
laFined faradno.^ata.Fineil fefio Veiren là fufi,
Boc.uedialtlndiee.
Finire. Lat. & perficerc s compiere , abfiliiere , trangefigr.
M O
Fine
cLtudere,termtnare,conqutfcere,per orare, modi Jlatutr
rt,fafligium imponere, ad umblicum ducere , ad exitum
perducere , ual far fine. P e T. Fuggendo j^ra i finn do-
lo rfinire.Fimr augi' l mio fine.Et fida poi finir tanto dolo- )
re. Prego ; cbe'l pianto mio finifea morte . Tlg però trono
anebor guerra Finita. Et F insto' l ripofo pien £ affanni .
Finareperfar fine. B o c.Laqualedi cicaùire mai non re/la, 1
mai non molla ,mai rum fina,dalle, dalle, dalle, dada mat-
tina infine alla ]ira,& la notte anchora.
Filiale . £or. defimtiua. B o c.Che tu fopra efia dia fenten-
:ta Finale . Et in cmfcun luogo giunge altrui la morte
conmorfo Finale.
Fin. ual eìlrmo,& meta, per la morte, operlo morire.
T BT, La ulta al Fin,e'l di loda la fera.Cbe belFin fa chi
ben amando more , Tur giunto al fin de lagwmata ofeu-
ra , QjielLi ; cbe con fuaforga al Fin mi mena . a bon Fin
non giunge.Oue fccnde la ulta ch'ai Fm cade. Ogni cofa al
Fm noia. Al Fm fimgiumo . Tho condotto al F mia gente
greca. il fuo Fm reo. B o caiedi <dl’ Indice,
Fine, perloejlremo. Lat.& extremut. P £ r.CloriofoJDo- l<»5
gltofó, BeL abuon Fine . Si che ftamo feco al Fine del tuo
corfo.Manda prego il mio prima che'l fio fine.Finir am^l
mio Fine,Qjiefle noci mefehine. pò molto lontan rf-
fer dal Fine, Cb'angi il mio di mi trafforlaua al fine.Et al
Ihor piffirai uerfo' l mio Fine , Signor de la mia Fine,& de
la ulta. Qjiella,cheper lo fuo diktlo,& fido Spofòjiò per
Enea noli' ir al Fine .Tura ueder, & comemplar il Fine:
Che far conuienfi non piu £una uoita . Et quanto pofjo al
Fine m'apparecchio . & non tardar al Fine , 0 felici quà-
r anime , che'n uiaSonao faranno di uenir al Fine, Boc,
uedi alClndice ,
Sfinimento,^ l sfinimento, da finire . Lat, exanimatio . ual
mancamento ,àoè uemr al fine , er come andare in ango-
feia, B o c.Di chea madonna Hor retta uerùua un fudo-
re,& uno Sfimmento di cuore.Egli uerme dianzi di fubito
uno Sfinimento,cbe io mi credetti cbefufle morto.
Piu in uece di al fine.Lat.fed,attamenset demum, P e t.Tut
acqueta gli arditi miei deftri.Tur io moffi indi i piedi.Tur
mi darà tanta baldanza amore.i.finamente.
Tanto in iiece di alfine. Lat Meo m. P i t. Tanto^b'io fui
per effer di quegli uno .
HorNOce conclufiua dei parlarescome ptriafinaisnenteXat.
tandem, nunc, & demum. Pbt. Hor queBo i quel , cbe
piu d'altro n'attrifla . Hor lafàa andare . quand'ella Hor
mira,& leua gf occhi un poco. Hor chi fu cbe ne f campii
Hor dentroad una gabbia. Hor Cojlantmnon toma, Hor
ecco in parte le ragion mie none. Hor mira il fiero Herode.
Hor fon qui laffo. Horfia giamai. Hor fia ma'l di,cb’io ui
riueggia,&oda. B o c.ueà alt Indice .
Alpha.A!rm.cbeualprinàpio,& fineaiedia i6ij.
Amme in ucce di Amen.Lat.& naie cefi fiaaifato daDMt.
E(uno,e feltro cboroadicerAnnne.f'nAmmenonfa
ria potuto dir fi J ofla cofijcom'à furon fparitL
Capo quando dinota il fine.Lat. caput .à’mcta.fistts. Boc.
Tercbe io fòmmamente defiderato ho cbe a Capo fi ne ue-
nifleMeffer lo prete non ne potea uentr a Capo.& quan-
do dinota il prinàpio. uedi a 16'}.
Co,perlafine.D A u.Terappr derdaleiqualfulatela,
. Onde notttrafie affinai Cola ^ ala.&perlo princ^,
uedia i6q3, • ...
TefU
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Fine H V O M 0‘ ' Fine 210
TeRi,pcrljline.lat.adcalceM^climbilùi.D AnCofian ti, donate, 'Tank, 7>erqiiefti EBretni due eonitari .
(horfitperU{lriviaTejUlDiqkelfcltimoierthio.elper fanno. Effe non ihe'l fno lunuaCEBremo hebt For-
lapnmipio.utdia lóoS.&procapnta 14.1J. iera'lpniHo.^aCEBrctno Cangù per miglior patri*
Wtimo.Ut.i^po/ircmns.nouiffimusjial il Diretano.V e t. bahito,eflaio.Migiwifeai cor,giMnger.i l'EBremo. E fon
f'iumo .Aiino,ColpoJ>i,Giorno,Momento, Orr(pHte,Taf forjc a l’Ellremo. F'erfo CEHremo. Che fEBremo del ri
fo,'Piamo,Spitto,F'oio,Bijogno.F'ltimi,jtniu,Stridt.THr lo^iaglia'lputo..Anxf^Ejlremo. Ani.For:^ Eftreme.
lom'huommeUtti l'itimi iiàno.l'ltimapariitj,Sthiera, hlÌKnwi.Lat.extreniua}.B o cja EfiremuadeltaUe-
Sera,ipemr,VroiiaJiora,l'eubifgga.l'liime Spoglie, gresil dolore occupa.
Rtme,Strida.efottfragUanimalil'l'limo.L'l'ltimolaj>o Stremici. Uu.extremuas,{init, & calx meta .ual fine ,
^ de miei giorntalltg.i.Etl'f'ltimoera'l primo tra laudali. lio c. .Anibora erano uernagU certi nuuoUtti uelC ucii~
' A l’ultimo lelhn’é. Io ho condotto al fin la gente greca, dente, ejù udogia quelli dell' oriente nella loro Stremitàfi-
EtlaT roiaita a C ultimo 1 Romani Con la mia Spada . miU a foro luci niipmu diuenuu .
Boc.uedi all’Indice. Stremo. lat. extremus.D a s.CofiamborfuperlaStre-
I3iietino,g!r Deretano. Lat.extremus,poflremui,ultimus. matefla. ho c.7{ellafua Strema ueccbiec^ Huomini
ual ultimo. B o c. S^uando il Re il Diretano luogo nferm dt mia tanto Strema j.mtfera,Cf mendica . 0 dt famigUt -
bando a Dioneo, cofi cominciò a parlare. D ah. Gli Di- rtmafiStremij.pnui.FuordeiliStremiienmmdellater-
retamalecojcedtfcejejdeficopiedididietro. Derelanofi rainefiibo perpetuo rdegatLi. ultimi .■ Egli poti in jid
leggerle tefiiantichi. Ari. E’I Deretano m damo ag- Stremohauerefifattacontruionc,cbelddtobebbemiji-
gira ,e jnoda . ricordi* dtluiMluf ultimo punto. Efiendo Federico uenu*
Setzo. Lat.poJirenius,&pollremo,demum,uliimui.ual ul- lo allo StrernoxalC uUtma pouertÀ.
timo. P I T. Che furgu primi , quiui eran da Se^J, Colo. Lat. colonianembrumjual perfetto} & ili punto ohe
dal fine. B o c. Si fanno a quei ; ebe jU làran Srcg^.ijil- fifa poi che la oratione, & fenientia i fintta perfetta.
tlnu.TercertoqueHafie la Serbia, che tu a farai mot, D ah. Dimandai tu,cbepmgb t’auicini. Et doleemente .S
idefi la ultima . iluafi rilcrbijSe C adirar fi dalSexglp, ficbeparUaColo.i.theparlipertnodotbefimendt.<dcna
D A M. f'eni.nmoapiediuna torre al Da ni uogliono leggere accolomuecedt accoglierlo , c me-,
ue.Che la piaga da Sem fi rieufaa. qui ludicatit terram. Merlo, fargli carccje,fi che parli .
furSex'gat. A R i. E ìhe fauide del fico errorda Sc^gp, Or\o da ora. Lat.ch'i laeflremitàdellaueftefiif altra cofa.
"ìie'l uedendo apparir atolfe da Seggp Egli rfier quela-b'a et onficium i lo orlatila cdfia,arcafi jimdei ty la Ibm-
ritroua rio andajie . mai , & apertura dilla bocca é qualunque cofa. B o c.
l6fj Noni fsimo . Lat. ufato da Cicerone in qua . ual ultimo . T>ojio il petto fopràf Orlo dell’arca. Tenendo forte con le
D AK. Qjiali beati alTipuifinuo barulo Surgeranpre- manigh Orlidetlacafia.D a u.'Pna che fi parta tOrto
fit. Kn.i.InterraunpaioaddorvienlatofitfejCb’id'Ho- de la uitaa.il fine.
uiffimo di forfè fia detto. Viuigno.Lat.ora,a.fem.gen. i( orlo che fi pone iutormk
Termine. Lat.ualfine.Pt r.Etdituauitail terminenou uelUdettodariua ,cioieflremttà,&cofilo poli Da k.
fot. iìuefto, & quel corfo odunT emine uanno. B oc. Et Perche a appar pur a queflo Fiuagno i
feirga indugio concaiifi gli ultimi Termini d’amore conob Vetde,meta.perlofine toltodalla candela che nel finti
bero .& quando dinota tempo .uedi a quando fi- tmtaconun pocodi uerde. ondeil Psr.Qjiando mia
gm fica luogo p-j-j.cr per l'accidente a t^-j. ^eme giacondoiiaalFerdeGmnfèneltore.tìAu.MeM .
Terminare. Lat.CT finire, per fimre. B o c. Et la mortai ut- tre che la fperanga i fuor del uerde ,ideft mentre che uim
tatermmare .Come feinfirmafofSefiataper terminare. Mela ^r airta,ctoi che noni arriuauduerde-, che ua-
tdefl per morire. Fenga adunque, & la mia ulta crudrk, k, che non i giunta alla morte , cb'i il fine.in deunt tefli
e ria termini col fuo cólpo il mio furore. In kttlia co lei ter fi legge Mentre che la^eramca ha fior del Ferde. che ual
nunògliamtifuoi.D AN.LàyOuetcrminaHaquellaMalk, quello tflefSo .
Diterminare. Lat. determinare, decidere, definire,flatuere, Cenchiufìone, cSrConclufione. Lat. amclupo , feutentia.
decernere, diliberare, ualdeliberare , concludere.B o C. finti,peroratio. nal detcrminatione. P e j.Fna Conebut-
ToBoandiannc là, doue determinato ida tua forella. fioni cb'a te fia grata. B oc. Giannotlo,ilquale affetta»
Meta. Lat. i quello termine, 0 fegno, che fi pone a comtari. ua dirittamente contrana Conchiufionedquejia,come lui
S AH. Oue qualunque per uelocuà primo la de fintata Me cofi udidirrfuilpiu contentobuomo ,chegiamdfufie,
ta toccaua era di fionda di pallidi oUui bonoreuolmente ai ConchiudereJ.at.concludereJiiiire,t2r perorare. P E T. Cia-
fùondi Sampogne coronilo per guiderdone . Et ffauinà- feunper feeotubiude.Bo c.Concbmdendoefiereimpojii
tare Carino poco bauea a correre, che la difi gnata Meta bik. Et a tutti narrò concbiudendo.
toccata baurebbe,quando. Ari. Fidi k Cade,ela Me- In fomma. Lat.in fumma,Summa efi. V i u.T^uiget bue
ta,che pofe M. i primi nauiganti Hercok inuato.Il mio uo fumma efi . & breuiter, tandem , denique demum . ud ta
kr cercare oltre a la Mela, Che de la donna fua cercar conchiufione,in fine. P e r.E'n fomma tal, cb'a morte i
non deue Fa. metapborice , & Meta in guifa dt Pirami- mi ritogbo . In jòmma fo com'i ineonfiaute, & uaga Ti-
de . aedi 4 1 1 1 é. mtda ardita una de gli amanti.
\6x8 Ldremo, & Extremò ’ at.&ultimus. ual ubbno, fine, Friliteagìiatamente. Lat. pradfisuerbù.uakcor.cbiu- tSgo
Morir, in fomma. Pi EBremo Mrdort , Occidente ,• fiuamente, qua fi tagliate ,&moxvk parok ufatedal
dotilo . EBrema Cur .Miferia., Smte , Flora .Gli E- B o c. parlando Bufiabnacco,cr beffandoUmedicoJFra-
JlremiDi,Giorri,Mc ì,Mifìi. Ejfireme Bore , Par- ftatagltatamenteMidico,
££ hi
Pine
H V O M O
Ffdc
^dunque. tot JgitKr, ideo. paniceUaaducrbule, che uale ioben guerniié.
perfeetione, & concbinfione delta cofa . ouero ad boc,cbe G uarni mento, «ir Cuermmemo. LatMurnmen^rnameii..
pai preterea , & come ergo , ir itaqae da Latim. Tbt. tum, apparatHS,ornatP>ru. aal formmdmo,et ornamele^
^dHtiqne Beatigli occhi che la uder Mina. B o c~.Admu to. Boc.iì, Mutiglt fece urta Jpada cmgere,U cui Gaerma
meacoft fatto partitoli folle amore éReRagnone ,& meato non fi faru di leggieri appresto. CltRoraamef.
l'ira delta Tdiaetta fi coridHj}ero..AdMttqiie difie la donna; ferali , bqiiali niuno altro Gaarnimemo per fodiifactme*
debbo IO rimaner nedona 1 .Adunque Henendo al fatto di- to delta natura portanano , che un poco é farina per uno.
(0 ; che. .Adunque cofi rmferamente m pochi giorni i due £ p. lat. commeatus .
piiferi amami fenza alcuno frutto del loro amore bauere Mancare.Lat.deficere,deeffeAiefiinere^efiare,finire.peruem
feniito di mala morte morirono . Tiiuna nprenfione .A- nir meno , diminuire , refiare. P ■ t. Ch’io temo forte di
dunque può accadere . Licentiata .Adunque dalla Reina . mancar tra ma . .4 la lunga uia tempo mi manca . Come
Dan. Qtiel cinghio,che rimane .Adunque è tondo.Rifiiom colei^be d’hora in bora manca. Due la firada manca.Cofi
fe .Adunque piu che tu non jferi. Facemmo .Adunque piu mancando nòdi giorno ingiomo. Che punto di ualore
lungo uiaggm.Rij^fe .Adunque io fon fiate .Alberta . Mancafie mot ne (indurato core . tfpn i mancata homai
Punque , medefimo ch‘i .Adunque . Lat. itaque ergo . la lingua e'I fucino . Toco mancò ch'io non rimafi m cielo.i.
Tet. Cercate Dunque fonte pm tranquillo. Dunque ho- reSiò,o di poco meno. Lat. parum defuu. Boc. 'Hgn no-
ta i'I tempo da ritrarre tl collo Dal giogo. Che Dunque la tendo della fua fe maruare . Cominciò a mancare uerfo di
nemica parte fjiera Tip (bumaneditefe.Bocjielprincù Uil'amore. Che'llòl fiedecbnato .e'IcaUomancato . Et
pio dell oratane, ir con fdegno. Dunque farò io uiUan Ca - niente acquifiando le ricche^ mancarono .
ualiere in quella guifa da uoi delmiodifiderio febemita i Mancamento . LatJefeSui , errar , delidum ,diminu:io.
Dunque uoieie uoi che noi uegnamo meno di nofirafede i ual difetto, a diminuimemo. uedi a 1 66 1.
Dunque èffe il gelofi dimmi chi èque fio prete. Recare per mancare.uedia t ^oq.
Compimento. Làl.complememum,completio,fupplemen Dileguare. LatJiquefcere.ual confumare, firugitre,&dhfa
tum, finii . ual finimento. Boc. Daremo al no fin amo- re a poco a poco ; trper meta.fmarrire,& fuggire; & di
rtinten,&piaceuoleCompmento.Compimentodelto- quinafce cbe’ltholco quando alcuno fi parte da gli occhi
pra. Compiutamente far quello.V et. Locar Compiuta., nofiridiceefferfidileguato. Lat.euanefcere. P e T.Cheper
mente ogni uirtute. éjdegnoilgiullo fi dilegua Etpwfi ffargeperleguancit
Compire.Lat.complereJinire.TtT.Eteompiimie gioma ilfangue.Uo c.lcamapprefiodilei fempre lacerando-
tc innanzi fera j. fini. La mia fonala breue igta compita . la, ir in picciolo bora fi dileguarono , di maniera che pm
Bt fe mia uoglia in ciò fofie compita. Boc. Et non alcuna Hafiagio non gb poti uedere . Ch’io nu dileguerò ,&aua
altra lana la tela douefie compire. "Perche io per ben dire dronne in parte. Et pregandola che di quelle contrade fi
la nouella Compiuta.i.fino al fine,cioe integra. LapiuCom dilegua jfeLfi parlijfe di maniera che di là niente fi fapefm
f mta donna di tutte quelle uirtù.O leggiadrie Compiute, /e. A a i. Con gli occhi fiffi al del lo fegue, quanto Bafia il
idefi piene infiaiiU fine. In Siena due gfà per età Compiu- ueder ;mapoi chefidilegua SiAbelauiSlanonpuocor- '
ti huomini.ideft fatti, àoe giunti al fine della perfettione. rertamo,Che piu ne Rabicana.
D AN.Gianon compii di tal configlio rendere. Deb fe Dilaccare, per dileguare usò D a «.dicendo Horuedicom'i i6jj
quel di fio fi ampia . nùdilatco.T.Tn credi che perteiomi dilacca ,"iqgcbe
Romire. Lat.perfitere^omplere,finire. per compire a finire, mai t'habbiaéboncor amata i
V ET. Fu duro cmf a haggio a fomtre. .A forrwr il uiag- Confumart. Lat delere,confumere,conterere,impedireAX-
gio.mi manca a fornir (opra .Alquanto de le fila benedet baurire,profundere,diffipareAonfitere. P t T.Cbe dolce-
te. Etformto'l mio tempo a mezo gli anni . Fm che morte mente fi confuma ,e flrugge . Ogni cor addolcifie , e’I mi»
il fuo a f alto bebbefomao. 1,‘età fua in fili fiorir era fini- confuma . In triflo bumor uo gb occhi confumando . Can-
ta.B oc. "Heancborapienamentefhaueapotuto forni- fumar ubb marmi, & pietre falde . Deb peribe innanzi
re.Fonàdidar(altre,cheadarehauea. Fnacacciajd- tempo ti confumei.Acciocbe'1 rimembrar pumi confu- ’
qnalefomita,fu finitala fefia.PoicbeformtofufOfficio, me. Comem'ha concio tlfocodi quejia piàra.i.confuma.
b AN.CbelecappefornfcepocopannoAÌrquaHdoibao- to. Boc. Di uederlo confumare fi di^fe. Etoltreaccio
ta prouedere. uedi «418. confumarfi neK albergo con fuoi caualb. Confumata effin» '
fornire. Lat.ornareA>rapararemiunire.ptrguamire,oma- do la mnù del beueraggio. Et confumari nell’amore i’una
re.B o c.Ilpalagiodi tutte le cofi opportune fece forni- doruu. Confumerò drimanente di quella mattina m cer-
te. Fna beìlanaue ,& fornirù di do che bifognaua. cargbi.pafferòmuano .Qiiafimialanotie infarfibef-
yna bella gnuane, laquale egbdinMi ueHtmenti fe£rlfcoUreconfiimarono.D a «.Perche penfando um»
di altre gioie teneua Formta . Fece fare un letto di Ma* fumai la’mpreft .
terqjfi , & é drappi doro Fornito. & quando fta per prò Confumamento^or. confumptio. B o c."Poi ueggio che,
uedere. uedi a qit, quello fuo Confumamento piu tojlo, che ammendameni»
ifjl Ri/òrnireJat. iteri munireaial di nono fornire. Bo c.Siui, deHacattbiitàdelmaritopotrebbeefiere.llcbequanto,et
uila loro nane di temone, & dalbero rifornirono. P h . quale Confumamento fita delle catuudle .
Ouamire,(!rGutrmre,ft legge ne teflianticbLtat.exoma- Coafumato .Lat. Boc. Confum a il matrimonio, lat.
rt,inflruere ,apparare,armare, munire .per fornire,& coniugio ahfolutoperfeSo, & ompleto . Coufumaia
frouedert, B oc. Il legno dogm cofi opportuna armò, lauiriù del beuen^u». latti t nonamh'w fi Cor^
^gfundottimtuente, /itBuVn bei tallio, tmohu taaf0,the, ■ ^. . .
H.
c
ALITA tu
toprart *ligurioljUm».fer crnifunuire .Lat.umfumert. tUe Scaliti ii ciaf ama cementuali. la Qualità ,& la
B o c./i come fiuta fi éffofe égUtarfi alia Brida ^ uo quantuà ielle noftre mijirie , Qjulttà del lenip ,&ie(
lenlogoran deWiitruu pafcerfi , Et quante fupe Logori camino . Diuerfe Qjtalttì, Secondo laQuiltti del morto
a filare una dodiana di lino .La. ne hauremmo da poter .i. lonJtttone ,
p.-.gir (acqua che noilcigonamo.\ r i.Jluedermilograr Colorct Colon, q>r Colorire, Medi folto Mercurio al Df uh
de I miglior armi .logoro uedt a loo i. Urea 8l).
Locorijiu/ conjumati. Lat. confumpti, ieleti . B o c. nel-
(A UL Demi mal compojit^ ljogori,C‘giaIli-Da Logori
ueflimeniilafitatoignudo.
Fondere.Lat.fundere.uaHiquefare,& disfare. H a n. Bi-
fcccx^i^.Ù' fonde la fui f acuitale. Dio b fi sà^ual poi mia
Ulta f ufi. ifat. profunii, che fi direbbe, con quama fatica,
tr maceratbne'fi me condufji pm b munita prof Irata ,
profiitta,& infima da quella di prima. O" nonfufiprofof li
fiiCbe fi ferme per o,& peri duplicato.
Trinare. Lat. ual leuar é libertà, fogliare . & priuus Lat.
noi unui,folHS,fingularis. P e t.Cbc àlluce prmar mia ni
ta filerà . Onde di jpiruTrma , fiala mia carne . L'alma
d^ogm fno benfiogUata,& priua. .Acqueta cofe dognidU
"ipr Triue.Fortuna il priua dì ogni fno confòrt o.Ma la uU
Ba Trinata del fno abbietto, di che noi morte ha prim. f*r
fedi noi jin prua . Chepriuo m’ha di fi doUe jperanza •
B o c. Delibero di priuire di quella felicità d Trence. Lei
frma i honore.ma bar ne fon dolerne me pnuata Cofitiel
lepubliceopportumti comenebifogni Trinarti.
Cado . Lat. dr priuatus , deletus, & JifimnClus . ualpriuo .
F s T. .Amor de b fui bceignudo,& Cajio. Demotrito,
Terfuouolerdilume,&£oroCaf!o.
0 D 0 & t.
LIBRO OTTAVO-
Q^y jl L IT jt\
HoTefidoratofidorifero, Odorofo, Odora-
re,Obre,ObgpàBofcaUySapone mofiatoedr
garofianato^cqua Tignfa .
Odore.Lat lÀor.V ET.unuerdecollecon iSjfi
fi fottui Odor, Con fi dolci acque.L’un urne ec-
co d Odor b fui gran fiivne. die s’ alcun urne SolitOdore,
Lbdornar fi,cb’al ciel riandò l'Odore . Cauri je t Odore,
e'I refrigerio,^ (ombra. Quelched'Odoreret é cobrum
tea L’odorifero,& beido oriente .Boc. Tur nondimeno
incontanente conobbe ( Odore materno . Et tutte allhora
fiorue, fi grande Odore per bgurdin rendeuano, che me-
feobto mfieme con quello di molte altre cofe , che per lo
giardin oliuano,parea bro efiere tra tutte b fietierie, ch(
mai nacquero ut Oriente, grande Odore di refi . Voi ne U
camera entratifcne quiui maramgUofo Odore di legno a-
be,& di uccelletti ciprianifi fenri, Odore puceuole,et tir
fortatiuo.Stimando efiere co fa Ottima il Ciebbro con tali ^
Odori coifiòrtare. Mephiti Dea di grandifiimo Odore .
Odorare annidando, uedt aUffii,
Odozito.Lat.i (uno de cinque fenthaenti del corpo, Boc,
.AranciAS" Cedri jbquidi hau/endoueccbi frutti Air nuoui,
fiori ancboraAumfabmentepmeuok ombra a gli oc-
chi; ma anebora aK Odoraufaceuan piacere.
Odorifero-LatAfi" obduì,& odorusAjum.V e t. L'Odorife
ro, & bado oriente .hoc. Il bafiUtò diuenne bello , &
Odorifero molto.Sotu OàoriferaAt piaceuole ombra. Odo
ri fera acqua rofa.QueUe camere non fono meno Odonfea
V A L 1 T A',bqualelicodo.Ari-
Botole una forma acadentab ,& . . _ .
per bquab a dimandiamo QjU- re che (uno. Odorifere acque. Herbe.
li,fidmidem quattro bette Jo pii Odorofo. Lat. odorus ualpienoJiodore.hoc.Etogmct
ma i (babttoAlr b éjpofitionefòt fa di Herbuccie Odorofe , & é fiori feminata . Odorofi ia-
to del qual fi conuengono tutte le ctnfipofifòpra(altare.L i. \
feientie ,& b Qualità ffintuali. Olire.Lat.okre.ho c Laqual camera à rofejbfiordìarana
La feconda i bpotemtafiuero (tm rift filtri odori tutta oliua.Cpn molte altre cofe. che per
potenza natutab.pcr laquale fiOm bgurdin oliuano.et nelb ytfiione,Cheéàuerfioderifoa
ma potenti di operare , o non operare. La terza i b paf- ite oliua. D ah. Su per b fuolAhe dogni parte oliua.
fumé joueropafitbilequaluà Air idmùdataT^nefer- Olezare.ualdareodore. Lat.fragrare ,odorem emiitere.
che i confata <( altra Qualità , comeb rofiezja confata V l R- Redolente thjmo fragrantia niella. D a n, drofc
dalla nergogna,&b pallidezza confata dal timore ,& z*T‘‘*^aimpregnatada(herbajù-dafiorL ,
àmàdafipafiàde QualUà,percioche b mone i fenfiàqnam Sidolere.Lat.redolere,perobrt. D a h.^ ridale Odor di Io-
li ritenendo tali Qiialiùpatifcono . La quarta i una for- de al fior,the fèmpre uema .
wuAf fig/tra, fi chiama forma ferchedà(efiereacciden- Linfa, i acqua odorifera. Lat. aqua odorifera, & odora,
taleAt éce fi figura perche eUa termina b cofe corporali . Ai i. che macinar molim Totrknfar (acque LanfoAbt
^quefioidterzppredicamemodi.Arifioteb,&i(ot- fonquiui,
tono capo delb mfira Fabrica,fotto delqnabfi contengo. Nanfa , è acqua fatta di fiori 1 aranci . Lat. aqua odorife-
no uarb QuqUtà comeA:obri,Odorifiapon,Comparalio- ra.hoc, é acqua di fior di gflfomtm ,& qualdi
ne,Soimgliaitz^JSimibjRi^tto^onforme,Egiùb,Tab, acquatianfa.
Coub,Quab,Come,SecondoXofi Si,Aparo ,Aparofi>i- Mofeato è compoflo da mnfthio. Lat. mofehatusA mofcho,
faroA^imzZd>& f- che iuocabob arabi fio, hoc.Elbmcdcfima con fapoL
tìjiateaw it.qnalitat.P et. Et prendi Qua- ne Mofeato, & garofanato marauiglbfameiue,& bene
Itti dal "•••ilmne.Cl loncangiafffQuabtateatempo. tutto tanè Sabbetto.
amanti Suotr da fo .Quabtatibnmaiie:fioc.7is>»* SipoaemfiateJMfapomufcbaiiuMdidifopra.à-mat-
ifi7
Sapore Q^V A
futa pila è la palla di fapone conciato . MartiaU, Recipe
Mattucat^uo libi cabla pilai . &allrouepoilpi>r nomi-
nando d Sapone àie, Spnmam CanHicam, & Batauam.
Amomo.iiff.V I K.McUalluaiitilli,fcrat,criibutajper
^momuM. D a n.Ma fold'lncenjò Lagrime,ct d" ^mo-
na. & Rinomo ancho i arbore .
Mirra. Lat, myrrha. aedi di [opra ad ^momo, ér 4 1 1 <$4.
inpenfb . Lat. thus, & bbaimm è la gomma , & [arbore .
B 0 c. £t tre granella dincenfo . D a .n. Ma jòl d'incenm
fo^grme,(f iremmo, uedia iiyg,
S 0 R E.
Apore, Dolce, ^maroy^grOjLa^, Ace-
to(o,Mcerbo, Garbo, Saljb, Some, Dolce^^,
Soamtà , Liifiiore, .4ndjrofia, "nettare, Me-
le,Sale. addoUire/iijàcerbare, mfalare .
Sapore, & Sonore . Lat. fapor . & melixp-
L I T A Sapore
ta,t'ergine.Do\ci -4ccogliem;e,.ytcijue,-itnrt, ^AccftL,
^ffew,Mwtt,Atn,Càpi,Cam,Ccppi,CoUt,Caieue,Cian
cie,Dnre^d^akille,Faci,Gli occhi,Hami, Intelletti, Ire,
Lumi, Membn,Tipé, 'nemici, 'nsmi,Ocibi,Tact, "Pafli ,
Tiagbe,Rime,Rai,Sdigni,S(gm , Sgnardi . Si Dolce è del
mio amaro la radice. He mai piu DoUe,&piauermefi
moli ri . Si Dolce in utjla , ^fifoone in noce. Fu forfè un
tempo Dolce cofà amore, 'tipn può far morte U Dolce nifi
amaro: Ma’l Dolce ufo Dolce può far morte . Cbfalguflo
i Dolce,e a la falute è rea . Cb' un poco Dolce modo amar»
appaga,& col fòaue (guardo S'accordan le Doicij^ime pa-
role. Boc. uedi all’Indice .
T)o\cc,aebier. Lat. dulce,& dulciter. ual dolcemente. P e Ti
"He pero fmorjo i Dola inefeati h.nui . Cbi non tà , come
Dolce ella fobica . Et come Dolce parla, & Dolce ride, ibi
fi Dolce apra mie cor .Si Dolce allbor, ibe unto mt ren-
dei . Era fua uijla fi Dolce fuperba . Ficn da begb oc-
chiai fin Dolce tremanti . Dolce amar boneSìe co ine ,
& belle.
mumjil brodetto,o fapor fatto con mele.B o c. Et del por
rou! mangiate le ^ndi,leiiuali non fedamente no fonoda Doìcefofi.Lat.dulcedo4ulcitas,dulcor.PsT.Ets'Fboal.
nulla , ma fino di mabiagio Sapore .Dan.-4 molti fia cun Dolce dopo tanti aman.D'ogni altro Dolce, & Labe ^
Sauor deferte agrume .
Saporito. l4r./4piiÌMr. Boc, Saporito bere. Di gran lun-
ga è da eleggere piu tofio il poco,t!rSaporito,che il molto,
XS- infipido. Saporiti Bafci.
l6gS Saporoso, ual pieno di fapore . Lat. fapidus .R oct.Et di
ebe IO mi mungo del mio gregge è Saporofi. A M.Lenuoa
ue herbettegU miniflrauano Saporofi abi. F i .Comincia-
al fondo bibo. ctuna fame Mone’ l Dolce, et tamaro find io
mipafco.Toitrouaiùlol di Dolce, & d’amar pieno.Cbe tam
mar mi fé Dolte,e'lpiàgergiocoMdiquelfalfo Dolce fug
gitiuo.'Élel iiollro Doli e quali be amaro metta. De [bone,
fia pr.gion,del Dolce amaro . Et tempra il Dolce amaro ,
ebe m'ba ofefo . Cofed’ogm Dolgar priue .Dan. Lctifm
che trafccnde ogni Dobtprc .
na a bere Saporof amente qiiefto fuo umo .Dnn.FeSa, Dolcezza . Lat. duteedo , dulcitas , dulciiudo . & dnlcor .
uorofe con fame le ghiande .
Jnfaporate i pigliar fapore.Lat. gufare, & deguJlareJÌAKi
Ld doue fuo lauoro s'infapora .
liquore. Lat. Ari. Che di àuerfo effetto homo Liquore.
Quel liquor difecrclo uencn mijlo. L’almo Liquor cb'a
meditorifuoi Fece Icaro gutìar con fuo gran danno, (in-
tendendo del nino ) uedi a 1 644.
Olio, non Ogho.Lat.oleum^gtaucinum.itolio giallo uer
gme,ouero nucuo , & da feixprcfio . carynum itoliodi
P E I. clr B o 5. Honefla , Somma,Souenbia , Doppja ,
Falft i Fera , Strania . Singoiar Dolcegga del Jàng/ie Eo- '
lagne fc. Cantar con tanta Dolcet^.Mi punge contai
Dolccgga . Enne ignudo di Dolccgpt . Qicanta in lei Dol-
ccggapioue. Empie il cielé Dolcegga.il parlar di Dol-
cegga. Giunta al fin é'Dolcegga.Dolcem Empit,Uuut
re. Sante, Tante, ^ Tali. Tutte tabre Dolcem del mon
do fono unabeffaanffetta di quella quando la)cnàna upt
conCbuomo.
noce ,neopum è Polio di mandole. Irydrelcum itolio mi- Dolzore. Lat. dulcor. P et. Cofe d’egei Dolgpr priue.
ilo con acqiif.pifielconi [alto fatto à pece . rhodmum Dan. Letitta , che trafeeade ogni Dolzore . non è
nel ro factum oleum li olio fatto dirofe .omphacinuml Tbofeano.
foU» fatto Soliutacerbe. Dolcemente. Lat.dulciter,&dulce.Pst.^lRofgnuol
l6fp Dolce.Lat.duliisanafc vf<emìninoproprie,& meta.Vir.
Dolce .Affanno,Amaro,.An>ko,Utlo,.Albergo,.AeTe ,
.Alloro,Brae,Bianio,& 7ìrro,Concetto,Conforto,Colpo,
Coflumefi),Defio,Detto,Dormire,Dir,Errore,Falfo,Fo-
co,Cbiaciio,Gielo,Giogo,Ciorno,Honore,Humorea.Lan-
^rt,Lauio, Lume Jjoco,LcgHo,Lameniare,Male, Mon-
che Dolcemente canta. Che Dolcemente mi confxma,&'
ftrugge. Come amor Dolcemente gbgoucma.Quand: 10
u'odo parlar fi DoUemente.Dolce parlar , (^Dolcemente
intifo. De tu fua uifla Dolcemente acerba. ff.rtofebte;cbe
fi Dolcemente yolgi quegli occhi. B o c.Dolcemen:e,&
DolcifSimamcnte. uedi [Indice .
re, Mormorare, 'ììigotto;tljdo,Or«,Tarlare,Tegno,Ten Dolcia to,W dolce. B a c. Maeflro mio Doliiato . ta ruo-
fìero,Tefb,'Piano,Tianto,'Poggio, Tiacer, 'Poco, 'Pregio , glie miacafciata,melata,Doliiata .
Ragionar,Ri(ctto,RidutioJiiJo,R4ggio, Ritegno. Saluto , .Addolcire, ual far dolte.Lai.dulco,& edulco Pm.E‘1 mele
1^1
fOgno^guardo,sikntio,Soccorfo,Soggtomo,Sole,Signo-
re,Sonno,Spiiio,Stiie,Suono,Succo^fauillare,SeTcno,Sé
tir.Tempo.f'icinoJ'ifo.yiuereJFfo, yeneno , (jr fonmin.
,Acqua,.Alba,.Aria,.Aura,.Aere, Beatrice, Cala»iita,CS
pagnia,C»fa,Cbia»e,Doima,Falda,Famigba,Fanella,Fià
ma.Forza,Figura,Cuerrrra,IIoncftade,Inuidia,Idioma,
Ira, lima, Libcrtate, lingua. Laura, Memoria, Morte,
umaroc& addolcir [af]entio.Quei può fóto addolcir la gl»
na mia. Et dolendo addolàfce tl mio ddare.Ch'og'ii cor ad
dolcifceee'l mio confùma I miei fófpiri,cb'addoltafiou[jum
ra . yoce ebe m'addolciua , &borm'accora .Boc. Ter
non addolcire il tuo éfordinato appetito .La.Dak,
Quinci addolcif ce la uiua gmjlitia I noi l'affetto. Se’l citi
gfi addolcia fi t inferno gbattofcaj idoUijce.
'Hemica,Ombra,Taura,Tena.Tiaggia,’Piiiggia, Rapina, Raddolcire. Lat.dulcarej.dulcèfacer, & duUefiere.àJuk»
falmu,Scbiera,Sm'^,Sme,Strte,SperaaTfi,yiJla,yi- feri.'&oc.CbetàaiklnitiaJrgi 'a fi radaolcifce . .
,4mari.
Sapore
^ M ^ KU
ALITA
Amin,^mmtudme^loe^fie«tiOtFeU,T<)f(o, f'ekno ,
^fftOy^gro^gnunc^cctoior/lUTboJbtz^. éfaur
bnre,uiactTbjre .
itf^a Amaritudinc.ii(f. amaritkdo,& «marar.frof.&mtti.
Mal dolorc.tordogliofalJione, &prmo é doUc-gjaSoc.
CLparue tempo é douerla trarre i ^mantudute . fu
tanta , & fi lunga l'amaritudine .Etera tutta piena di
lagrime, & ilStmarituduie , L',/imaritudine dell' .Aloe
fentendo.
Amaro . Lat. ualpriuodi dolce:^a prop. & meta. Par.
,Aataro Dtletto,OoUe, Mele, Lamentare , ,Amore, Fifa ,
yiuer,.A nutrì, .Anm,Efibf, .Amara Morte, Fita,Fijla ,
Co(a,sAmare Dokes^^Pene, More , Dolce fentier, che fi
.Amaro riefei . del dolce .Amaro colpo .Mt fula uttapoco
men che .Amara. Et s'i’bo alcun dolce dopo tanti .Amari.
B o c. .Amaro Tianto, .Amara Fita,.Amare Lagrime ,
Tene,.AmariJfimi Tenfieri, .Amaramente. Dan. Colui
da la ueduta Ztmara,ÌAmara Morte,.AmariVaffl,Ama
ro Morf),Cibo,.Aer, Sojpiro. Ctù per lo mondo finga fine
.Amaro. Come ufar può di dolce femeuimaro.
Amaro fofl. Lat. amaror. Pax. Vjtmar m'è dolte. Si dol
tei del mio .Amaro la radice. Et al principio del tua .A-
maro molto. Cb'uitpoco dolce molto Umaro appaga. Fol
fe in .Amaro fue fante dolceg^e . Foi ueder in un cor di-
letto,& tedio Dcdce,ef .Amaro , tiel uoftro Dolce qual-
ebe .Amaro metta.
i6qj AUreJM.dr Gr.i fucco d berba amarifiimo, t^rancboèle-
pu odorifero. Vir.O poco mel, molto jdloe confele.
B o c. Jtloe patuo . L'amaritudiae delT.Aloe . Odóre di
Ugno .Aloe.
Aflentio berba amarifiima . uedi atijo.
Fele. Lat. felfellii. Par. lìuefloful fel, quefiigli f degni,
fr l ire . molto .Aloe con Fele .Dan. Tratterà quella ,
che piu ha dt Fede, coniali dupUcata l'uiò , come il Lat.
per far la rima;& imperò difie aUroueJ'eggio rinouellar
l'aceto e'I Fele , Et tra uiui ladron efierancifo .
TofeOj^r Feleno, uedi aiiq-j.
Appio berba amarifiima,uediairberha'a 1 169.
AgT^.Lat.acer,& acidus,a,dumjial acerbo,a^ro,molefio,
dr alle Molte per cndeU. Par Da Coltra parte unpifier
r doUe,& .Agro. Dal colpo^ cui [attende .AgroA^funem
fio. Che condia di doUegga ogni .Agro fliU . .Agre Ranu
pogne . che par dolce a cattiui, dr a buoni .Aera. hoc.
Ogni altra cofa .Acetofa.et .Acra.Mgre Riprenfiom.L a.
}^ienze..Agrifiimopugaatore..Agramente. t) ah. Et
con tempefla impetuofa,& .Agra.'Hsn fora éfie, quejìo
ate fiJfgro.Cbepurpertagbo m'erap.irut'.Acro.'iqpn
ruggii ft,ne fi mojlró fi .Aera Tarpeaj.moleJia,ajpra.
Agrume. Lat. acredo, ual acerbità. Dan. ut móki fa fa,
■uor di forte .Agrume .
LxtzoJAtjtcer^ fapore a^ro,dT reflrittiuo come quello di
Sorbe. D A N. Et i ragion ; che tra li Lagv Sorbi, Si difi
conuien fruttar il dolce fico .
AcetoCo.LatjOcetofus .utlagro. B o c. Et ogni altra cofa
utcetofa,& uigra.
itf+4 Acerbo. Lat. & tmmit. ^ immaturusjialajpro ,feuero,
durojmmaturo,& alt figmficatkmi diuerlé.PiT..Acer
bo.Ai>Wtte~fi^>etto,' nttD»ltre,Fruttofiiomo ,Suco
Sapore aia
iberba,.Acerhi,uttti, FrondiSteethi, uicerbaHerba i
Etatedilorte,Vsmtca,Tenadtagione,Fita, Fifta . Ella
(cidi Laura . ) uteerbe T'iaghe,Vene,Radici.Confamopl
beltade .Acerbo aruhormt trofie a la fua fibieraj.tmnuu
turo. Et mie frer auge .Acerbamente ha ffente . B o c.
.Acerbo Odio, .Acerba Guerra, Molti perirono .Acerbi J.
non maturi,tioi troppo giouam,.Acerbamente. Inacerbiti
SpirituD A N.Ter indi.oue quel fumo ipiu .Acerbo.i.piu
grande AL' folto Femr chiamando, oui [.Acerbo i.il cru
deU. Lamio temprando dolce con [ .Acerbo ,.Acerbe Mé-
bra,Cofe,AlcrTba herba,Vietate.Et per trouar a conuero
fion uteerba T roppo la gente .
Difacerbare. ual addolcire, dr maturareXat. milefiere^ua-
turefierefiuUefcere. Par. Tercbe cantando il duol fi di-
facerba . Con diletto [affdmio difàcerba a. fi fa Uggiero .
AKi.Tarcbe fruente éfaterbt, & ifogbi De [ amoro fr
p^iion il core.
Inacerbire ,per indurarcdrritarefare acerbo.S an. Et quafi
uno inacerbire di dolore alla mal faldata piaga ,
lÀcoKXat.bquor.icibofoaue. Pax. Cercate^nque fonte
piu tranquillo Che'l mio d'ogni Licor frfteue inopia. T. Lim
cor foaue a la mia dolce fitte, uedi a i6}9.
AmbroCisc.&T^ttarcibidiutniateéa i6oi.
Soauiti. Soaue. uedi a Fenerea ópj.
Mcle.Lat.melidrmulfaAila acqua melata. P a x. E'I Mei
amaro, dr addolcir l’afientìo .Opoco Mei molto a !oe con
feU. B o c. Fofie legato al fide unto di Mele La foauità
delle paroU Melbflue. La mogbe mia addolciata Melata .
1 preghi Melati .D an.Sì tome ftudio in ape Di far lor
MeU. uedi ad .Api,
Solfa. Lat. [alfamentum,dr falfurafr fapore fatto co herbe. i6qj
B O c. Che premendoti tutto non ufeirebbe tanto fugo,
che baftafie ad una falfa . .A uoidi cui tuttofrremenaoui
non fi farebbe un fcodellin di Solfa.
Sale,Salato,SalfoJnfalare.uediéfopraa 1601.
Helatione pojìa d'.Arislotele nel quarto predicamento i
quel Ri^etto,ouero quella CÓparatione qìial i Ira una,&
un'altra cofa. Rifrettopercioebe alcuna unita due cofe fi
nominano,hauuto rifretto . & relalione necefiaria tra ló-
roferche mancando [una di quelle fialtra non fi potrebbe
cofi chiamare, fi comelhuomo che fi chiama padre, & pa
drone per ri fretto del figliuolo Ar del feruo,ct pel contra-
rio il figliuolo At il feruo cofi fi addimàdanoper lo nfretto,
dr relatione del padre, et del padroneiMa e folo difrerfga
in quefloAhe d padre, dr il padrone fi chiamano cofi rifret
to del figliuoloidr del feruo per fuperiorttàAfitndo in frode
Jlà loro, ma il figliuolo,& il feruo cofi fono nominati a ri-
fretto del padre At del padrone per frggcttione,efìendo fot
topojlt a quelli, CÒparatione fi può addtmàdare equipera-
ttone,quido che per una medefima qualità, 0 per un mede
fimo nome una cofa i coparata all'altra,come farebbe co-
lui,ch’i filmile ad uno filmile ameba come fomigliàga, dr
colui cb'i amico dell’amico mio, mi é amico. Sotto queflo
predicamito adunque in quàto che è rifretto fipofiono ac
comodare il Fitto, dr la Firtù.IgnorangaAT Scienga, dr
fintili che hanno ri fretto tra [ uno,dr [altro. Et in quanto
cb'i Comparattone ut fi può accommodare Simile, Egiia-
le,Taragone , dr tab ufati da noftri poeti con le loro aut-
toritati. Come per li capi deWumAr dell'altra qualità or
dinatamente figuita. ,
Q_V ALITA' CompaMtiòné
yi^uila fuole. neiU a bilda . Quii to (Ugno a [argento , il
rame a l'oro,ll campcSlre Tapaucrea la rvft, Taliido (al
le al jlmpre uerdt alloro. Dipinto uetro a gemma prtm '
fa . ilMal ì tolni (he prima oda U tumulto , £ de le [atre
Squille d batter jjicJio.Cbe mggail fuoco^ nefiun altrooc
culto,Cb'afe,chepmglitO(ca,iglièptuprelSo.Tal'èdRe
Carlo.iidtndo d nuouo infulio £ (onoficndopoi co l'occhio
ijicijo. Come Ugno fi dri^ i poi che l'orba Lenta d aoc-
ihier,cbe(rejierfented Coro Cofiprejlo rri^opi Rodo-
monte Dai colpi , che giitardourian un monte. Cornei*
Tigrepoi,cbin uan dijeende . ucdiaTigre Come purpureo
jior languendo more. L he‘1 Vomere alpajiar tagluto lafm
ja;0 come carcoéfupercbio bumore II papauirne l’bor
tod capo abbafia. Cofigm de la faccia cgiii colore Caden-
do,Dardincl di una pajSa. Qual jògtion [acque perbuma-
uo ingegno. uedia loH}. Come ne Cdl omarL gno talhom
ra,Cbeda duo ucmi fa perceflo , e uinto ; C Ima uno m-
namQihamandaioi^bora yn' altro al prono termine
rifiiiuo,E Chan girato da poppa, e da prora; Dal piu pof-
fcutealjin re fa fjpmto: Cofi Tbilandro tra molte conte fé
De duo penfieri , d manco rio l'apprefe . Qual uemr fuU
nelftljo bto l'onda .uedt ad Onda Come dl'illan;fefuor
per [alle ffoiide T rapela d fumé , e cerca nuoua fi rada ;
f rettole fu a iiictar,ihc non affbnde 1 uerdt pafibi, elijpe
rata biada; Chiude una uiaje un altra fi confonde , Che fi
ripara quinci , che non cada ; Qiundi uedi lafciar Cargmi
molli; E fuor [acqua jpUciar con piu rampolli . Come par
tendo afflino Tauro fuole .ut di a Toro Qud al cadi rdele
cortine fuole Tarer fia mille lampade la Scena ; D'archi ,
e di più d'una fuperba mole D'oro,e di fatue, e dt pitture
piena; 0 come fuol fior de la nube il file S coprir Ui faccia
limpida e firena; Cofi [elmo leuandofid.il uifóMollròlt
donna aprifie U paradifo . Qual firpente ; che ne ihafia ,
eh' a la fabbia La tenga fifa , indarno i denti metta 0 qual
maflin.uediaCioitolo. Come d gran fiume; che di l'eful-
«0 cfie; Quanto pò piu, e uerfo il mardifccnde , E che con
lui Lamhraee Tefin fi mefce,E .Ada^ gù altri ; onde tnbm
to prende;Tanto piu altiero^ impetuojo crefee. Cofi Ruga
gier. Si come Lupo, che di preda uada Carco a la tana, ue-
di a Lupo Come d Mafim fitto il feroce .Alano ■ uedt ad
Alano Le comparationi delPir.delBoc&diDAS.
fino a gli fuoi luoghi piuproprif.
■ta.uediaCanea iio^.Come la l'olpe Che'lflgbo grida- Rupetto,& A Rifpetto.ualcomparaiionc. Lat. compara, i6qj
re 'Hel nido oda de [Àquila di giufi,S'aggira imornt, & Itone, rcfpe{ìii,collatione,congreffu rationcedala pomate.
nontiiheftfare,Toiche[abnonbadagirlàfiifo.C*me P tJ.Ml fu la uiia poco men ; che amara A Rilpetiodi
(eppotJlhor,ibelemcdotleRareeeuotebabbu,epofieal quellamanfucta. Et dolce morte. B O c.Trefe quelle pn-
fuoco fia; Toi thè per gran calar qucU'ana molle Refi* co che cofi che prendere potemmo ,poco écoper Rifpetto alte
futtta,ch’in meiljp [empia ; Dentro rifuonaAton frepito molte Jcquahhaueiiatno . La dottrina di qualunque altra
molleTanto che quel furor troui la uia; Co fi mormora e ètardaaRiffiettodellalua.Hau(ndoRifpcttoalla qualiU
Rride , e fi cor uccia Quel Mirto offefa,e al fin apre la bue del caualiered. riguardo , Et finga troppo Rifpetto prende
eia. Come fmciuUo,che maturo frutto Ripone, e poi fi fior re alla rifiofla dtfleJLindugiofi dimora,
da oue i npoSlo; Et dopo molti giorm i ncondutto ÌÀ,do- A petto, ual a paragone a comparatmne. lat. exaduerfi, e
UC troua a cafo ilfuo dtpoflo; Si marauigba dt uederlo tut regione,contra. hoc. Molti , iquaU A petto a noi niente '
to TutridoA guafloA non come fu pofio; E doue amarlo je fono, altri te fi hanno a comparation di uoi.Lat.utbu ad-
carohauer fila L’odia, lpregf,a,[ba fibiuo , e getta uia; lati.Faceua itobilifiimetcle,^ didiuerfiimagini fìgura-
Cofi Ruggiero. Et qualfagace cannelmonte ufato Auol teApetto,allequali,omiferaAragneletuefarebbomt
pi , 0 lèpri darfiefSo la caccia ; Che fila fira andar uede panie offu fiate . P h.
daunlato,'Heuidaunaltro,eparfprcx^latraccia;Al PitigOne, ual la prona, dr efir tk^. Lat. coticula,*, .A,
uarco poi lo fintone arriuato.Cbe [hagid in boccaA [apre index. & lapis lydius,^ panni, o c. Come il Varago-
fl fianco, e Jiratcìa. Tal [Eremita. Come d’alto ualamlo nt t [on,(ofi Cadiierfità dime cbii Jmta. £i>.
Ari,
CpMTAnATIO X.B,
Ompirotionc, Rifpetto, a Rifpetto, Tara-
gone,Taraggio,a Tetto,Efperien:ta,Troua,
VroucrbioAii>iileAlmigbat;a,Smiitiuidine,
Simigbeui>le,Medrfimo,Conforme,Cóuemé
re,Coueneuole,S còuencuole, Sconueneuolc^
ÌA, Taglia, tguale,Dilcguale, QuaJe,Tale, Cotale, Cefi ,
Chi,Tar,Si,Sc(Atdo,Dijparo,a Taro a Taro,Difaguaglià
‘Xa.Difintioue. paragonare,prouareApprouare, tentare,
fimigbarcAfìoiuigliare,rifimigitjre,fimbiare,fimhrare ,
ajlemprare,aficmbrare,ionueme,difionuenireecoufare ,
agguagliare Adeguare Agu<ffaTe,pangg:areA[puriggia
re,diftmgucre. ù' per li aiuirbeii txonirapofii, f'iriu, (T
('ilio,Scu:ntia,& Ignoraiitia,Bene, & Male , Buono, &•
Cattino, Migbore,tlr Teggfore,Verfetto,& Imperfetto ,
ycro,& falfo,CinoeÙ' lnurto,Secrelo,&Talefi,Ocfut
lo, (ir Manifeflo,Chiaro, & Ofeuro, Fatile , & lAfliale ,
Toffibdc,0’ Impoflibile,Meglio,ey Teggio,yule,& Dà-
nodello, & Brutto, Diritto, & Torto, Duro, Tenero ,
Intcro,& Rotto, Ameno,& Alpefred>olce,& Amaro,
Stdbtk,& Inliabile,Samtà,&- Infernutà,Tace,ar Cuer
ra , Trinaph, & Fine, l'ita, & Morte filmili congli
fuoi deriuati,compofU,de quali parleremo con le auitorità
de iiofln Toetieir de nerbi come mrgtiorare,peggiorarr ,
certificare Accertare, fiujdrejubbiare,occultarc,nafiou
dere ApptattareAcqnatlare.palefàreAppab fare , man^
iiare,ricopTÌre,fcoprirc,djfioprirejrutelare,ddcbiarare,
finare,rifauareAnigliorire,guarirt,peggiorare,anmor
bare, indurare, intenerire , rintenerire , ammollire , am-
morbidire , éri^are, rr^are,arricciare torcere Jhrceu
re, contorcere, diJloriere,piegare,fpiegare , trauetfart,
attrauerfare .
l6q6 Comparationc.Lat.&collatio.ual ricetto, fimUeAgnafit
parangone. Boc. Se ut fila gli era piaciuta; oltre ad ogni
Comparatione Ignudagli piacque.Che noi glialtn buo
mini idu>ti,& non leieeraiijìamo a Comparationi diluì,
& deglialirihuominifcientiati peggio che haommi mor
ti. nobile, et ricco finta Comparaiione.
Con\parìtionì,& SinuliludininotanJi. ufatidal[\RU
Come fòglion talhor duo can mordenti , Come fi fpingeil
ca ne al lupo addofio. Come il ucloce can,( be'l porco afial-
1
Comparatione Q^V A
Ari. Di nera TmUcttu è un Ttragone . Mojirarti un
Tiragon.
Vuz%^\0, ud paragone. La. fimlius^ualitas P ET.Tfr
tbeuedraffi in tjuel poco Tar aggio, Chi ui fair fuperbi ,
orSjCj- terreno Ejie/re Jlato danno,& non uaneaggio.
"Paragonare. Lat. comparare,conferre,ti]uare.ual prouare,
ejpcrimemare ,P et. Si paragona pur co piu perfetti .
Efpcricnz2,l^crienga,& Experientia.Lat & periclitatio
expertmentum . ual proua . P e T. Ejpenentia Lurga ,
Motta. 3 o c. Ter Efferienga della nojira fragilità . Ter
lunga Effenerrga .Diihegli occhi miei prejèro cofi fatta
Pjperienga . Come per Ejperieirgabauete udito . Con piu
certa Jjperienga . lo tifarò la Ijférienga del pane,& del
formaggio. Come che troppo repulafrero agre le Jjfcrien-
Tif prefe delta fua donna .
Efpcrto,^ Experto. Lat. expertus,probatm.ual probato,
V ET. Hor ab E xperto uoftr e frodi intendo .Har tei dico
per cofa Efperta,^ nera. Onde a la uifla huom di tal Ulta
Efperto Dirà. ^ oc. Ejperto nelle cofe fue ijuanto lo fla-
to fuo fi ricbiedeua. Ch attempati fi come Ejpcrti Cintone
netle.cofr bellicojè Ejfcrtijfimo .
Spetto, per efjierto. D a n. Slue fio fuperbouoUeejierSper
to Di fua potentia cantra il fommo Ctoue . ideft uolte far
ejpeneitga .
1^48 Pfferimentare. per prouare. Lat. experiri. B o c. Lacuiar
te già ifferimentata baucte. Urterà potuto trouar me-
dico , anchora che motti fe nefofrero effenmentati .
Sperimentare . Lat. experire .è far effenettga , ejr prouare .
Dan. Tion frenmentar con l'antico auerfario .
Ab experto. Lat.ualper proua, Pet. Hor Itb Experto uo
fire frodi imendo.
Proua, d" Truoua da pndrare. Lat. experimentumjexperii
tu periclitatio. uale efperientia. Pet. Troua Coutinoua ,
Certa, t'itinu. Oue ogni latte perderiafua Troua .Come
parche tu mofiri un altra Troua, Marauighofa, & Tlg-
ua. Oue fra chi per Troua intenda amore Spero rroiAirpie
tà.cheperTrouailfai.arme Temprate inmongéelloa
tutte Troue.linn u'accorgeteanchorper tante Troue Del
barbarico inganno.Sìuefio temer dC antiche Troue i ruto .
B o c. Ter TrouaeejSer alia Troua, far Troua, Gran Tro
ua.Ciafcuna Etilmulattieruinfe la Troua.i.la pugna.Do
mani uedremo che Truoua haurà fatto il con figho uà al
ponte alf oca.ixfperierrxa,o frutto . Truoue fanciutlefcbe .
I A Proai.LatJid amulationem. ual talmente fare, come prò
ture chi piu può del compagno per effere ibuincitore.P et.
Et uiue poi con la Themce .A. Troua . Le fielle, e"/ ciel,&
gli elementi .A Troua Tofer .hoc. udendo forfè uinti
maniere di canti d’f'ccetli quaft jl Troua f uno deWaltro
cantare. -Aragne tu, che con Tallade hauefie ardire di la-
uorare-4 Troua . P h. D a n. Che ciafehedun .A Tro-
ua fi ricor fe .
Prouatore. Lat. probator. che fa proua . B o c. Cofi come
gli Iddìi fono otumi,et Uberali donatori delle cofi a gli Imo
mini,Co/i fono fagacifiimi Trouatori delle loro uirtù .
Trouare,ualiifenmitareJM.probartrexperiri,perulttari.
P E T.Ben tà cbflproua.uegumai talpefòprouai.In me'l
conofco;et proua'l ben iunque.Trouan Valta uirtù quel
lath’tncende. "He degn- • prouarfuaforgaaltroue. Tato
frouato h'uea'l tuofiei trtiglto. Trouerai tua uentura .
Ultro diletto loi'httfar ■ non piHI».Boc,ueéC Indice,
L I T A
Comparatione
,Approuare.Lat.appti>barefomprobare,lauiarejualefperi-
mentareaentare,& per confermare .3 o c.Ter appro-
uare la fua ctSìatega . Et perciò fi uui il mio configbo ap-
prouate.i.confermate. Dxs.Et quel configlioper miglior
approbo . Fm che’l maejiro la queftione prepone Ter ap-
prouarlaaionper terminarla.Si ch'i approuo ciò che fuo-
ri emerfe .
Rìprouare.Lat.iterum probare fiuexperiri.P e T.Hornpro
uato humilia r quell'alma. Dapoi piu uolte ho riprouato in
darno. 3 Oc.Trouando,^rtprouando quella dolceiLpia,
laquale effa prima aWaltre folca biafimare. CU ualtti buo
rmni udendo quefio anchora con piu parole riprouarono],
ma non potendo trarne altra rijpofia alla madre d dijfero.
Ca.xi,& .Agara.Lat.adamulauonem. ualaproua.fi. r i.
Corrono a morte que miferi A Gara,He perche cada f un
l' altro non cefSa . MettendoloTurpino, anch'io fbomefSo
'Hpttper maliuolentia , ne per Gara .
Tentare. Lat. ual far proua , & cfpertmentare .3 oc. Gran
follia è remare le forgf dell'altrui mgegno . lo temo , che
quefionon faccia per tentarmi. Egli temo piu uolte fepo-
tcfie.uedia 1441.
Ritentare.Latjterùtentarefiuprobare,aut experiri, Pet.
Che gioua amor tuo' ingegni ritenta re .
Prouerbio . Lat. & adagiumaul adagio finis, parcentta,n,
quafi commune ommum uerbumtuel quod uerbum prò
nerbo ponatur.V e t. l'ero e'iTrouerbio, ch'altri càgia’l
pelo Àngi che'l uct^. B o c.quel Trouerbio che fi Sire,
che fempre le femine fi pigliano alpeggiore . Come che gli
huommi un colai Trouerbio ufino; Buon cauaUofi mal ca
ualto uHolc fprone .
Trouerbiare,per improuerare ingiuriare, ueJi a 6,
Pcouetbi,SenttnT;eJ3etti,'Holatuit . Tutti quelli delP et.
del Boc. &diD A s. fono polii a gli fuoi luoghi pm
principali , & qui porremo filo quelli Jelf Ari. Tonar
comefidiceaSamoiuaftiqpitoleaAthenefit Crocodtli
a Eguto. quefio iufato da Greci, & fi attribuifee quelli ,
che uoghono infegnare a chi là. Terewehe in Atbene fbiKt
nottole in grandìfiima copia. Debitameme muore una cru
delti Ufin chi da uita al fuo amator fedele . Ben s'ode ra-
gionar,fi uede il Udito Ma iemro Upetto mal giudicar pof
fi.Ma fr'l maltuo,c'hai ft uicin non uedi; Teggio f altrui ,
eh' a da uemrpreucdi. cHa gli nemici gli buomini fian cru
di In ogni età ferii ueduto efempio; Mudarla morte a chi
procura fi fiudi II tuo ben fempre i troppo ingfufio , &
empio. Che raro fu tener le labbra chete Btafmo ad alcun;
ma ben fpe/ìo utrtute , Teme di qualche tmpedimento J^f
pi; Che tra il frutto,& la man non gli fra me fio. Ben i fe-
lice quel donne mie care , Ch'eRer accorto a l’altrui jpefr
impare.Chefiiueme in prouerbio il uolgo dice Cader de la
padella ne le bragie . i benefici Sempre hanno forgia ri aca
quifiargli amui fol perche cafra uipe Tenclope non fu mi
nor ri ylifie.Ma uulgo , &popoLntgtp uogho dire Degno
prono che nafea di monre.Lafciamlo andar ; ch'io ui pro-
metto certo , Che le mercede haurà fecondo il mirto. Che
s ognun iroua in uoigpata iulienga;'Hon ui troua peròfa-
cil eredeur^a. Altri dieta jcome Sion bene mfteme Segnati
ambi ri un Marchio.&riuna Ratty^ . Tuffa di uita , eSrpt,
paffar con lui L’ard.r,& la uiriù ài tutti 1 fui . Morir teeo
con [arme i meglio molto; Che poi di duol/auien che mi
tq tolto , Che farebbe pelate r non troppo attorto Trendtr
Comparatone Q^V ALITA Comparatione
ftue uiui per fallar un morto.^Uim non pM pper da (hi Sin.il a quella, che nel cielo eterna Mone. Di ponete uluau
fia amato iìnando felice mfkla mota [tede . 0 felice mo- de Simili a quelle gluande . et fece ilfuo Staile . Simile Sla
nrfi dolce fato Che tome erano j corpi Jm cofi fede, Ch'an 10,'Hebbta. CheS imilmerite non auenga a noi . Swiilmen
dar Palme abbracciale a la ior jide.Se nàte dir,i he d’ar- te ti colpo de uojirocihi Donna fenlijle. neth aW Indice .
émenio pnua La uil plebe fi mollri,&é cuorbafio; 7iS SimigUantc.Lat/imiliter, fimiUinie adner. fimilisadie.
m maraiiigliate ihe natura £* de la lepre hauer fempre uai limile. B o c. ir nello eleggere dello amante noi face,
paura.La Jiiocca turba grida cdalli, dalli, Et ftà lontana, & fte il Simigliarne. La lòrella a la Simighanle.f'ua gioua-
ie nouelle affetta . Ch'a donna non fifa maggior difpitio ; ne laquale éperjoua gb patena Simigtiante a quella. Far
Che quando, 0 uecthia,o bruna le men detto. L’orecihie conto éme,& da quanto che io imfia,tà-il Simigbante
abbiala ,comeuinlo ,&Jlanco Dcftrier , c'ha inboccail delie mie coje. che egli pafiati alquanti di non gli rimouef
frenglijprom al fianco. Facciam noi quel , thè fi può far fé leSimigltami parole. Ltquali anelli furono fiSimiglian,
per noi Habbia thi regge il del cura del refio 0 la fortu- ti al prmio^he a pena fi conofceua. Simigliantifìima , Si-
na,fi- non tocca a lui. Ognun, che uiue al mondo pecca , & migliaiucmente .
erra, "ìig di ffenf ce m altro tl buondal rio Se non che l'uno Simiglicuolc. lat.fimillimut.ual fimile. B o c.'ì{pn fape
è ne nto ad ogni guerra, Che gU men ino fia da un piccini de ua egli fitfSo,qualdilor due fufie quella chepiugìipiacef
fto,L'.iltroruorreaCarme,&fiéfende ; Maie'lnemiio fe,fieranoJitutlelecofe/unaStmiglieuolealCaltra.
iforte,anih'ei fircnde.Tunitotfierdebb' io-, che cieco fui Simig\iim2.Lat.fimilitudo,exemplar, forma,fi>ecits.iial
Cieco a dargliene impre fa ,& non por mente, Che’l foco fimilitudme. hoc. Le mufe lotto donne,ct benché le dott-
erete la paglia fadlmeiue . L’animo i pronto, ma il uoler è iie,quel che le muje uagliono,non uogiiono.pure i fie han-
•^ppu. L‘altronontafceltauafcnonquantoS'afcolti,un nonclpnmoeff'ciiolaSiniigtianieadi quc.le.
ch'afiai parli, & fippia poco. Io fua non fon, ned altri fon Similit iidinc.ÌJ/.(Ìr parilttas,& xqualitat. ual fimiglian- i j i
thè mia fiunque me tolga a me chimi di fila. Com'cpofji- vi. B o c.TrefunJelaRetnadaSmtititudtnedi coìtumii
bil,iheu'arriuiogn’uno,Se nonne puonelmódoefierpiu (Tdiper.ona ejicre fiata ingannata,
i d'uno. Il uolgare Ignorante ogn’un riprende , Et parla piu Simigliare, cr Somigliare. Lat.fimilo,as. P et. Chefolfe fief
di quel; che meno intende. Se piu che crini bauefSe occhi il fa a nuli’ altra Simigha. Boc.l Inani hi fior, i gialli, 0- i
tnaiito Hon poma far,che nonfoJSe tradito. Tanto di bel uermigh,Et tutu quanti gli uò fimigliando .Al uifo di co,
lo ani bor però te auanza,Cbe con le grane .A mor ui può lei. Quando amene che l buomo daUe mufe fi parte, dilet-
hauer flan^.Cbe quel,che manda d nel for^a è fii teglia. tarfi éuedercofa ch'elle Som.gli . fignor mio peraò ue
neuditi iniquo ame ; che tu fai bene , che non fi può fai- la fomighai . E' bea nero , che quelle due famigliano ro,
uar chi taùrui tiene. Che poco faggio fi può ér colui Che be; di che. Che alcuno mtantoii Somigliaffe , che fufie
perdeii fuoper acquifiar l’altrui. Se ne gli affanni teco creduto lui.
fui; pere bora Tipn fon a parte del guadagno aniborai T. udfiomigUare.Lat.afiimilare, (otnparare,fimilem facere/u.
Totendo a pena la lingua a perfetta parola coiiducere,pur Boc.Terihe lui alla fua mula haurfie afiomigliato .
rifpofi.'Hpn può la penna andar prefioaluolcre.'Npn co- Da n. Che non potrebbe qui affomigliarfi,
mfi 0 in me tanto di fapi re, che perfi itamente lo poteffi de Rifàmighare. Lat. afiimilare, & referre .'hoc. In ueritd ,
fcriuere . Et perche lo ifogare con parole fiuole alli miferi che uoi ui ri.bmighate piu che huom , che noi uedefiimo
efhrc alle uelte alleggiamento di carico, io lo pur dirà. 0 mai r,habbia, fomigliare, un'altro uofiro compagno .
, preclari ingegni pafiaii.O aurea ueraméte età, quando la Imitare, lat.imitari.ual feguire S altrui l’efimpio.Ktc l.
uirtute combattea con la fortuna fola a quefio fecole ab- & babbia Motto la man di lei bene mutato .
bandonata ; hereditaria la ignorani^a , & auantia emula effiHores. 0 pantomtmif, 0 gefticulatorei fi
dafiafii . Tucomegiouanepiu la uolontà feguitaiue , che no auelti che iotttrafanno,0 imitano in detti, et fatti i mo
la ragione amafiu Radeuolte,o non mai fu ad amor pale- di d'altri , 0perà fono nele fceue i gefiiculatori .Ari.
ficoncedutof lice fine. E ffettacolt e Mimtefcemci atti .
li j I KTediilmo inprofa,0inuerlòMedefinofifiriue.ual quel Scmbiaiite,i(j/ fimile,oconfiìrme.Lat.fimilis,parilis.p t. t. l6ff
loiflefSo. Lat.idem,/lludidemaUemet,illeipfe. Vm.Et Qjiel fior antico di utrtute,0 darmi Coim Sembiante
.pietà lui Mede fino hauea cangiato. Et Cabro fento m quel Stella. Sluando donna Sembiante a la Stagione . L'un
Mede fnio albergo . Di me Mede fino meco mi uergogno .a fòle , 0 labro qua fi duo leuanti Di bebate ,0 é bone
me Medefmopiacqui.Mapenbefi Medefina ficonfume. fi Sembunti .
Ch’e Mede fini porian falciar la piaga. B o c. l'uà Mede- Sembiante, quando ual dimofiratumefiarere, fingere fi far
fima maniera féruata. Quella Medefìma colpa.Turche uiSla.Lat.fiCho,fimulatio. h o c Didormire jeceSembii
noi Me defime noi diciamo. Et cani Medefimifidebffimi a te. Et facendo Sembiante che efieregbpartfSe Siato affai
•gli huorruui. Seco Mede fimi cominciarono a ragionare.'He con quella giouane . Martellino eominaò a far Sembiante
fapendo efso .Mede fimo eleggerea qual piu lofio lafctarela di éflendere l'uno de dui,0 poi la maiio,0 U braccio. Si
doueffe . fortemente, 0 fenga abun Sembiante moflrare di leii'ae
Simile.Dif . ftmilitfial conformefiale,egiiJe epfi.V i t. Si. cefé.Di ritenerlo con fiuti piaceuob Sembianti nel fuo amo
mtl Frulto,MartiroficamM,Croce,F ariògba,Ombra,lM refi iforgfua.Lat moribut.il monaco che fatto bauea SI,
'ce,Ten.tfiarchctta,Frenefufbellevga.Cahna,Siittilalfuo btantidandare albofeo. Seilco eantamtafigbuola,»
■fattor flato ritiene. MafempeCun ^rl’abro Simil pog, nonsòfitaegU ne fa gran Semb, .ti. FauoSembiantidef
■già. OquellofiShml indi atc'fa fitte rìipnmde un Simil fhremferma.0pertoa^to,c 'iera.uténiaii.
fardlamanii'ltnondo.CuinepriiimfuSimil,nefcconda. Semb'unzi.Latfifienfm$m^r >ioffigi’iicatio,dèekta-
tio.
q_y ALITA
Compararione 114
fio . è Ufmile che Sembiante per la dtmoBratione , 0 ap- ^rart^a fi conface. B o c.Come fi canuieneofi confa a te
pann^. B o c. fot ueriti che ha troppo piu di quello Vxijginui maiuro il carolarei L a. Et donatile doni quali
cb' ella fu di men:^gna Sembiàga.Ter mejfo bomaifi per a lei fi confaceuano . Et quelle gratie renduteal Re, thè a
Sembun^ merci ti cbtedoyi dolce miofigaore.fjr quando timo dono fi confaceuano . Ella perla fua uirtù fi confa-
dinota la egigxfi fimilitudme . uedi «1411. rebbe a maggior principe, che io non farò mai. T h.
Sembiare per parere, odimofirare.Lat. uiden. P E T. Ch'ogni Tie,ht,ualfi>iulitudine,oionformità.Latfnnilitudo. Dan.
altro piacer mie Seinbiarmifx. O a n. nu Enrenttno Mi fatte de laTagtia,Cbe per gli monaci m Cotogna fafii. &
fembli neramente quando io t'odo . Taglia fi chiama tejfera da Latim detta talea,i£r taleola .
Sembrare, per parere.yo.Tro.Lat.uideri.B o c.Ter lequali eJr T aglmolo che i una uerga di uue fenja radice, 0 diarm
lofi qui, c7 fuor di qui,Crm caja mi fembrafiar male.Ri- bore piantata in terra,o inferta fopra altri alberi, da lati
^l'etl Re ; donna non ui ftmbroiobuomo da poterci altra ni ftmtlmente i detta talea,
mila efiere fiato i altri leggono non ui paio . Altresì aduerJ'o.Vr.e^uale Similmeme,tr anebora cofi .
Ra/iembrare. Lat.fi fi offerre.oflendere, reprefentarc. P K T. non sufa mcdto. Lat. etiam,etiammim,fiie. B o c. Tofe i
quella, fi ben fi filma Tiu mi rafiembra . fuoifigbuoli a cauallo,& egU montouui Mltrei) . yoi non
^Jiembrare,perparere.Lat.oftendere.D a ti.Quando labri conofione let Mitreti .Teìaò dt cofi douere fare egU Mi-
na in fu la terra ajiembra L'tmagine di fua bianca forella , Irtu.'Hs ' capelli Mtireii mi tagliafii.Et potrebbe fi onda
Ma ^co duna la'Juapenna tempra. re la bifigna,ibe ucciderti Mltreiì lofio luicomeegUmt
Conforme. Lat. ual fintile, conuenicnte. P b t Cofi uefiifie idefi cofi. JD a n.Lagiù cajiberò io Mltreii quando Ver»
iun color Conforme .Boc.Fu la fortuna Conforme al ri cobii .
fuo appetito . Che gb huormni fufiero Conformi a loro Confi ffiCfiK,cioiTer Confegneme.Lat. con fiqueui, confi
lofiumi . quenterjiemcepi . ual altreiì, anebora, cofi,fimilmente.
1654 Conucnicnte. Lat. conuemens,proprium,dtcem, & deco- B o c. Afi Tare che'l uofiro pafiore, ^ Ter Configuente
rui. ual conforme . B o c, ydendo il fuo mal Conueniente tutti gb altri. Età quella m tanta ira; Ter Coìfiguen
parlare ri^fi. Et per moglie pre fi una gentildonna .mal te in tanto furor trt^corfe. Che tutte le cofe fieno ncUema
Conueniente a lui. Et apprefio per nomi àie quablà à ni àlta fortuna, & Ter Configuente da lei d’uno in altro ,
ciaf una Conuentenli . Et con moà piu Conuenienti a bem & d’altro in uno efier permutate. La 'Hiuettagli incomin
fila cbeadbuomo.Mfioltar cofe afià Conuementt alle ciòamcrefiere;0-Ter Configuente amancar uerfoà
honefie dorme . lei Camere. Lat. propterea.
Conuenruole. Lat. conueniens,& condHàbile.i, utile , ual Perconfcgnentc. ueàdi Copra a Configuente.
conueniente. B o c. Conueneuole cofaicanfitme donne , Tal,c!r Tale ualfimile, cofi. Lat. tabi, & hoc tale, pmibi,
che. Et il prendere gbfiram non faria Conueneuole.Ter- P et. Talf'eutura,Madrefiratia, t'ita, Fama,Stella,
òocbe con Conueneuole motto gb haueua jchemiti.CUfe- Fatto, 'biodo, Honore, & Stato , Tali Treghi , Inganni ,
te torre un fiafeo Conueneuole . Et oltre al Conueneuole Mmanti,Sproni,Cofe, ùolceTge . Et hor iun picciol bar-
della tenera età. Et prendendo a Conueneuob bore tempo, go un pU n’ha dato ; Tal che. Et fi non fife borTale, Se,
colmutohfiandauanoatrafiullare.Craiie ConueneuoU, ‘ '
ConuKneuo\ciii.Lat.conuenientia,àceniia.Boc.Oltn
ad ogitt ConueneuoU^auotle ufare la fitrcfa . Et oltre ad turba Tabé" tanta. 0- quando dinota ttdmecoloro, queU
ogm Conueneuole:;^ douerchiederui un dono. U. aedi a ipii.
Scomieneuolc, ualnon conueneuole; Lat. indeceni,iUici Ti\e.Lat,tabter,adeodtout^talmente,quando,fi,oà
tum,non coaueméi.B o c.Tua amorofa diuenne^aueuga modojo per tal modo. Roc.Se non che Tale fu la crudd-
ebe S conueneuole ate,0alei carnale amiflà prende fit.) tà ài cieloj.fi fi à modo.lMaàta. Che io mi tengo a poco,
Lafiieré lo S conueneuole amore, fi quello uorrai far che che io non ti dòTaleinfula tefia,cbe’l nafo ti fcbiacci neL
fi conuiene. Liquab da groffi falan,0 Sconueneuoli tira- le calcagna j. per modo .
tiferuiuano Tiif0Ta,mueceàtaU.P £ r.Tà Segni, LamentùDa Tai
ScoDacncuolezza.£4t. màcentiafimpudentia ,audacia. quattrofiuille,& non già fole.Tiafie’l gran foco,E i fafii,
ti oc. Che quanto piu era à Cifippo la bberabtà fianto à àuefur chiù fi le membra Da Ta, che non faranno fenga
lui ad ufarla pareua la Sconueneuoleg^ maggiore . fama.Tiu notte l’boconTa parole ficorta.Et tra duo Tane
itf 5 j Conuenire.per confare, & concordare.Lat. & fnaul uenire , mici i fi fecura. DaTa due luci i C intelletto ofiefo.Et rUOm
concordare,pertinere .Boc.Le cofibrene fi conuengono nula onihordaTa duo nodi .
molto meglio a Hudianti.Et male a me conmenft mfi alto Ta, in ucce à TaU,oTm. uedi di fopra aTai.
luogol’ardoreàli'ammomioindrigT^are.Siconuemfiero Si,in ucce à Tale aduer. Lat talitir.adeout.V i t. Cbepoi
maiinfieme.Jnuntantofieonuemuano, che amici erano àfcefi in pretiofa poggia , Si ihe'l focodiCioue in parte
àuenuti .D ah. Et più con un gigante miconuengo Che fienje. Si ch'io cangiana il giouanit affetto .
giganti non fanno a lefuebraaia; yeàhoggimai.quan- Cotal,c!r Cotale. uattofi,0fimile.0bamfemaggiore
t' efier dee quel tutto , Cha cofi fatta parte fi confacaa . efficacia thè Tale. Lat. buiufmoàjicperinde . P e t. Tal
Difeonuemre. Lat. ààcere. P e r.Chegentilpiania m andò fiutio nafte à Colai raàce.Cotal ereglt. a coiai modo. Co
terrenoTarchefiàfeo, -nga-DifionuienfiaSignorCef tal uciiia. Colai ha quella malitia rimedio. 0 Taolo , od
ftr fi parco . Mpbritan fofiin Colali . B o c. Facendo caàte pietruc-
Confare. per connenirt . La vmieqfire. P e t. Qual a [alta eie, & Cotabfufccllim.i.fmiib , Tareua feto quella Cotale
Conueneuolmente .
Coraparatione Q^V ALITA Coniparationc
infermità nel toccatorelrajjitnafie.'ìit fu peraòtpittti- tcfi fiotuia come fi dtcetia ;
tunqnc Cotal aft^o di luiiojo ft durile, la d’oiu rcfuta- Quale èpromme nùuaio,^ fimeal mafe. (am. tcnfi-^
U fiiocca . Lat. tacite ahqHJntulam . gnijicatldàierfi, come nella tauoU appare alcnm ucUa i
Vìe ,Tare ,&TartmlMCgodt igHaie ,oftmile . lat.par, nomelbfl.ibedaotaqualità.Lat.oiialii.D AK.Cb'Mliir
aqiialis . P b T. »/< non si ; s ai mondo mai Tar mjfr . douea di Im t'I Cbi e’I Oliale. Et mai il buon acccgbtor del
Verdepgia,^ fn^aTar. FcrmaTarnonfn mai/nóbile Qi!‘‘^a. della qnabtà delle cofe.h oc. Tignlono le mie
Tar de le mrtM diurne . ibe jolfim^aaltnnVar al mondo belleT^ daUjaareamarenedatale ,neda Oji>de j. da
fue . Gumga tcjici.i bai ixcmio non ha Tare . Gir di Tari ogni qualità , o condttione .
la pena colpiccato.Lat pariter.'Hqn fointtnakoi par le Q^ilper ftniil,o cotale. Lat. fimilis, V tr. Qual mi fec’itt^
ragion Tari . Ella fcl ride,& non è Tan il gioio. Quando quando primier m'accorfi .
fia cbejua Tari al mondo tioui. lo non tà jc le parti jaran Qlial in luogo di cbi . Lat. quia . B o c. Minuccio defìatofi jg . ^
Tari.yidiSifaceTaria fmal fieti.pio . B o c. Di Tari di/se,Qjialfetu 1 Et nojln liltadinida Bolcgna cttomoa
confcntimcnti contraffcrolr ^onfilitu . Con Tari Utitia no l^al giudice, & Qual meéco,& QualmitaioJ.tfat-
inficme fi ritrouarttto . Zeppa noi fiamo Tar Tari. Lat, to chiamare il finifialco domandò Qual gridafte,&Jiual
par pari referre . Sopra gli homeri de fuci Tari nera por fqfie del remore la cagione .
tato . Ma ibe può una mia Tari . ,4 majtbi,& a le fimi- Chi in uecediqual.Lat quts. P £ t. Tenfandomecoa Chtfn
ne Tarimcttte. que fio intorno . Chiucdràmaimdunnaattoperfetto.Cbi
A paio SI paro ,ual egualmente, uedi a i66o. udirà' l parlar di faper pieno, ydì dir non so a lhi;maL >
A par.D ak. & poiibinò latcfla: Cadde con ifia ,4 par detto fcrijji.Tot ih’io feppiCbiera.tdefi diqual gente.
degli altri cu chi. Lat. una fimul. Minji>imi,cr éfie uolentierftprei Cbitufe.Tuuuoila-
Cofi ,ual in tal niodo,o in qutfio modo. Latficut , ita. per Chi fon que fi' altri ambora.idcH quah.Boc.Tarli
P £ T. Cofi laudar , & riut rir infegna . Cefi lofio talhor Chi uuol m contrario . idefi qual fi uoglta : Lat. quijquis .
uò ctrcand'io , Ejfcr nonpògtamai Cofi com’era. Cofilnn- La ’ì^uellaé Dioneo era finita, &aj)aile donne , Chi da
go Carnate riue andai Et Cofi uada Chiunque . Cofi joc- una parte,& Cbi da un'altra tirando , tp- Chi biafmand»
corre a la fua amata JJ>o/à . Che mi Slruggon Cofnont al unacofa ,Cbiun’aitraintoinoadej}alodandoncttcbaMc~
fol ncue . Cofi cangiato ogni ma forma baurei . Ma Cefi nano ragionato . idefi quale .
uà ,ihi fupra’l uer t'efiima . yaghipenfier che Cefi ^afio Ecpùtà,ctoigiuflitia.Latjequitas£c3c.Si può a buona Equi
palfoStortom'hauete. Cofi Icmprefacciamo.Cofifu loda tàdoltrfu.giuflamcnte,ion ragione.
" '' begli occhi lucenti Et nuli dolce [aiuto inficme aggiunto. Eguale, &yguale,lguale,& Equale.Laticqualit.ualpa-
Coft cifolCio intero^ uci contento . Cofi uefiijfe a' un co- ro, fimile,o conforme .P ir. Et ha fi Egual'a le bellt-gje
lor conforme . B o c. uedi all'Indice, D a n. CofiC animo orgoglio.^ cmefier Egualper gratu tbicggio.Seuirtùfi
miOyi b'ancborfuggiua .Cofilidijffi. yuolfi Cofi colà . Cofi beltà non bebbe Eguale II mondo. .4 gli jpirtt cele (li in ui
fen nonno . fia Eguale. Tur quafi Eguali a noi fiamme amorvjè. Con Ia
af 5 8 Si,/n uece é cofi.lat.ficut. Pii. Si lofio come auien che Car brigata al fuo maefiro Eguede.Egualmeme mi (piace mor
co fiocchi. Lat. quam pnmum . C b'un di cacciando Si, co~ te,ep- uita.Latatque. T ra duo minori Egualmente dtuifò .
m’iojòleua. Io fon già fianco di penfarSi come. D'error Qfiafi uil finta Egualmente dijpngi. Bo c. Quafi da
Si nono la mia mi me i piena. & in uece di enfi, & tanto . yguale appetito tiratt.'He pur a lut yguale. Da un mede
Lat. ficfita,adco . Onde fi bella donna al mondo nacque, fimo creatore tutte le anime con y guab foixe,coH y guali
che fi alto miraron gli occhi mici. Breue confo! toa Si lun poterrgejcon f'guah uirtù create J'gualmeme .
go martiro.m'auoi non piace mirar Si bafio con la mente Difiiguale. Lat. maqualis. A. ai. Son fattiaquefia legge
altera . Tic mai in Si dolci, a in Si (baut tempre. Ella par- Dijcguale yeramente a le donne efprtfii torti,
lana Si turbata in u fia. Lenite fon Si corte. Si granii -4gguagliare.Lat.*qutparare,comparare .ualfar eguale . i(io
colpi, ^ frali . Io faro forfè un mio lauor Si doppio .Era P e t. Qjial ingegno a parole Tona agguagliar il mio an
Jua mfia Si dolce, & fuperba .SoaueSiiihe.Eo c. uedi gofeiofo pianto! Conparole mortali -Agguagliar (opre .
aW Indice . Chi potria'l manfueto alto cofiume -dgguagbar mai par
Si (ome in luogo di cofi come, Lat. fieni, ficuti mietuti. P e t. landò . lupi parlar che nullo fili agguaglia . .Agguaglia la
Si come al popol tutto Fauolafui . Toi figuirò Si come a fperansta col defire . Ugn che (agguagli altrui parlar , •
luin’incrcbbe.Sicome'l'Flild'altocaggendo. Stcometal mio.'Njlbo fiato agguagbarfe almto potrebbe.jljjliaco-
horfole.TianfipcrgliocibifuorSicom'ifcntto.Sicome fiimortalpote agguagliarli .hoc. Se tu alla moglie di
boralo comprendo . Conobbi allImrSi come inTaraéfi Hercolanomiuolefii agguagliare. D Ati.Cbe'l numero
Vede (un l'altro. Si come piacque al nofiro eterno padre. nofiro Con (eterno propofito t'agguagli. Ch'agguagliar ft
Di fuor Si come dentro anihur fi (ente. Io fin fi fiancodi potefiealami’ala.D' agguagliar farebbe nulla,
penfar Sicome I micipenfien in uoi fianchi non fono.Si co ,4deguare,il medefimo cheagguagliare.Latatdicquare.Pir.
me eterna Hitaèueder Dio. hoc. uedi (Indice. Ter adeguar col nfoi dolor iàti.Chi le Difiguagbauxeno-
Pur come , ia uece di Si come . Lat.ficut , quemadinodum . ftreadegua.Lat.inaqualuas. Ari. Con quel definer che
Dan. Tur com’buom fa de (hombd coife : i uenti ad corfi adegua .
Secondo in luogo di fi come ,& cofi. Lat. fiicut , prout, iu -Agueffare per eguagliare , & aggiungere . Lat. adequare,
uP, P E T. Secondo lei conuien mi regga , & pieghi Boc. D a n. Je (ira fiura'l mal noie lagueffad. fifa eguale.
Secondo che medici diceuano.La nouelda Secondo che [con Tareggiarc. ual afiimigliare,&fa guale,o pari. Lataqui-
OtafiàccuaperueimeneKbofleoKoreccbiedel he. idefi parare.? ir. Ben nonba Ime. eibc'lmtomalpateg^
^ 7^»
•
i66i
i6ix
CoTiiirin'one V A
VS’tfrpireggt a la quii piu {'apprezza. Cb'i nidi quel,
thè penjier non pareggia.cbe'1 mio bel fòia è tale,Coogm
huom pareggia. Boc.,/d cm diléniio pareggiaiia Sala-
mone.D a n.Cbefa4iie.Taregliel'altrecqjè,Etmillafa
ee lut di fe l‘eretJdo.Ui.par,ris,
m4fpareggiart. lat. eqmpoUere,comparare, cenuenire.
ti oc. "Nj/ina ainuuij a quella , che uerlo é me bai par
talaji può appari ggiare. Tu. Che dtrpotejit cofe,cbe al
le delle apparrcggiajfam.
A paro a paro,K«/ egkaimente.Lat.parigreffH, et paflu.
T * i.yaa giauane greca .A. paro a paro Co t nobili poe^
ligia cantando.
Dilparo^/ difegnale.Ut.difpar.T t t. Etgb fuei magifìe
ri a/iai Dijpanj.éiierli.B o c. Tercioibe Biancofiore alta
nobiltà di B torto é dijpari. Ph.Dan. Lentia prejt a J ogni
altra ù^panulenza pana me . Difparmente angojcme
tutte a tondo.
Dijpaiare per feparare,t!r diuidere.uedi a 1471.
Dilie,u»g\iini3,ualuiequalttj.lal.in£tjuabtas/iifiimilim
tudo, V ir. Chele Dijaguaglianze nojlre adegua. Da k.
Omt L,thefon mortai mijento in quella Diptguaghanza.
Oifhnguere.Lat. ej- dtuidere,expbcare, definire , deje ribere,
ariiiularc ual éfhntamente feparar. Pi r. Et poi conuien
che l mio dolor diflingua.i.diflintamente ragioni. Tutià-
de uiifio iibe ben difiingue F t empirei lochi, & loropre
leggiadre. i.deftriHe ditlintamente.B n e. Cimane cormn-
tio a diSìmguere le parti di lei lodando i capelb.i.dibgciu
temete confiderare.Hanno i di delle felle Diftinli da quel
b del npojò.i.diuifi./ir feparati.
Stinguere.Laijrxtinguere.D a k.Sì th’ogm fuccìdume nubi
dtflinga prò Hmgua . .A poco a poco al mio ueder fi fiin-
fe.i.dijlmfe.
lArticolareperéflmpnere.Laiairticularetitraniculatimdi
flinguere.Di ».V articolar del cerebro i perfeltoj.quan
do il cerebro ha difltnti i fuoi meati perfetti.
umintione.Lat.diflindio , explicatio , enoditio,differemi
tia . ual differenza .Boc. Dalla madre al ei noma Di-
flmtion fecero . Senza fareDiftrntionealcuna.DiJìbitam
mente cominciò a dcnnandarbi.i.dibgeiitemfte. Ogni cofà
Difiintaméte ueduta haueaà.per ordine, & con dibgfza.
VirtUif» yirtute/'irtuofo,yirtuofe.uedia Minerua a i8«.
Vitio.Iat.uitium, è il contrario della ytrtujt uno quod ui-
tandumfit ac fugiendum.P • t. Verte fpera faldar ogni
fuoynio.Et tabrui l'ilio IlluUra lor.L’auara Babilonia
ha colmo il picco D'ba di Dio,& di yitq empi jet rei.Fra
gb armi de l'eli matura honefla tCbei yiiij fpogba , et
Firtu utile e bonora.B o c.Ogni F'uio può m gràéfiima
^noia tornare di colui che tufa.lo non p> tu mi dica, che fia
Occidental ynio. Hanno nella feccia de yiiij i mtjeri ui-
uentiabbandonati.Diibonefliyitif.La ytttopi ,& lorda
una de cherici.yuiofamente.
Tùktto.LatÀefeBus,deb(lHm,fcelns ,facmus , erratum,
nal mancameiiio, dclitto.V ■ r. Colpi iPanioraion già Di^
fetta iPane.Me u era, che da uoi fofie'l Difetto. Che'l ue-
rofinde fi parte Qjicflo ingrato éràfenzaDtfetto.Boe.
Ter Difetto de Ih opportuni prutp. Io conofeero il Difet-
to efiere flato grande-Ai cieche'l fuo Difetto ilìefio mo-
L I T A-- Comparatione-. 11 j
ranno DifettoJ.careftia. Correggere i Difettimmdani.
Hrt.MortalDifetto.Zop ■, Ciecht , di qualunque Difetti
mpeditij.mancamemoy femiiti,dimt gb altri n'hau-
Cb altna Difeui.Crandiflimi, per tutto Jit ben cotnpoflo
ne Dtfettofo in parte alcuna. L a .
DifFalta,cir Disfalta.adeficio. Lat.defe{lus ,& ddiHum,
che uoi dtfettOe& peccato.D* u.Ver jua Diffalca qui di-
morò poco.Ver fua Diffalca in pianto, eSr tn affanno Cam
biò boncHo rtjò.zp' dolce gmco.Turgberà Feltro anebora
la DufaUa de t empio fuo paflor. alcuni leggono intuita
tre I bioghi Disfaba/U misfatto che ual malfatto,^ pet
ca,&mijuemreaMemr meno.
Difalcacdai LatÀefaUo,amputo.et falcò abfcido^jcemare,
màcare,el togbere.Pt.h 7 péfier de C adar molto di falca.
Mancanicntojui/ difetcoXat.debquium, defc8us,us, ni.
Boc. Ter joucrcb» cibo , oper Mancamemo di quello,
ueéa lógl.
Vitvperio.Lat.& dedecut, infami, t ignominia, labes. Boc.
Tarlando ne b haurebbe yitupeno recaio.ynmerfàluer
gogna yituperio di tutte le donne di quella terraJ'im '
tupercuoliCoflumi.yituperoJà morte, yunperofe opere,
fargb yituperofàmente morirc.yituperata,y imperato.
A ■ t. Che dopo tanto yituperio.
yituperare . Lat. et dedecorare , deformare , uibpmdere,
notareMmnareanfamare,probro dare,uitio dareagnoa
mmiam inurere.Boc..A pregarbper Du),che noldouefi ,
jeuituperare.dannano,&uttupnam a gran torto. SOZ;-
Zp cane uiluperato^unque mi fai tu quefio! Che da Mu-
letto nonfojie il monafleno uituperaio. Che 10 non ti uitu
pero in prefenza di quanti parenti.
OpprobriOjtìr Obbrobno.Lat.opprobnum,dedecus:et ine
{amia. ual uaupeno^ergogna. Ari. C‘hor con eterno Op
Wobrio^ uituperto.D a m. In Obbrobrio di noi per noi fi
legge. HoHri nefandi Obbrohnofi errori.
\cTg,ogn»,ucrgi)ffiare in buona, & u malapartc. & fuer
gognato.uedi a xig.
DÌshonclH.Diiboneflo.Inhoneflojirdia 11 1.
Bcn,eir Briic (oH.Lat.honùaibquàdo duitur amor, beniuo-
lentutaiffi tius.ò il contrario del Mab. P g T. Sommo bm
(perDio)Dolce.Maggiore.Dilulato.CaducoJ^ragile.Dol
ce(p>er Laura)Terauio,Tanto.l di miei fuggir com'ome
brai& non uiderpiu Bene.Del Ben cb'adhoradhot l'anu
ma finte.s' al Béuehce,et al contrario tardo. Sd^ueflo no
fin caduceo^ fragilBeneiCh'èuentoitfz ombra,tz ha no
mebelute.B o c.Tantoiamord Ben, che per te jentoal
Ben comune . Vero Ben mio dolce mula configbo . Ogni
fuo Bene Mobile , &Jlabilej.hauere . Ti prego caro imo
Bene. Se uoi mi uolete coiàio Bene. Degna d'ogntgrandif-
fimo Bene.B o c.Sìuando lacofa peni piu perfetta , Tm
Jeme’lBene.
Bene aduer.ual ottimamcnte.perfitttamite.lat.exaCie, ad 166^
unguem,ad amuffimJ>e«f,prrf eBè.P i t. dapoi ehefiBe
ne Hai fpiato ambo duo gb affati mici.S ’lo difeemo Bene.
Bene operàdoJien cubo lauro.Ben locato offit lo.Ma per-
che Bf moredo boitor sacquilìa. Et fe ben guardi a la ma
giondiÙu>Mirai,s'io guardone giudico Bcndruto.Bne.
Toi che pafiiuli erano Bene il giamo. Ch'io per uentmi
Bene horreuole.ZUa di/se Bene iHa,feuoi uedat andare,
andate, tlquale fe loro piacerà Bene flarà . "Hg anebora
jpuntauano 1 raggi del fole Ben BmejÀel tutto. • j
heafar.Lar.benela8a,Hirtui,bona opera. Por. lui ha
FF
k
A L
Comparatione V
Mfvo Benfjr torma ft faina. A Bmfar m’iniuce. S en
^loraBenfarnmmo/ìiiinotma . Di Bmfar fo fuoi
tjfempi miaitamara . Onde a Bmfar far hìuo eficmfio
Hicafi.
Usìfon.Lat.matum,fatinai,fcelirs.èiieoHtrariodelBme.
T t r. Dolce MaLDtlcUolo.fìranJe.Fiitnro Infiwto.Tap
fato . ette non ben fi i ifente De /' «n Mal ,tbi de l'altro
saffarecclìia. Quanto Mal feria mondo hoggi fi jpande.
ITA Comparatione
Sferanxe.Bo c.Buon Hnomo, Letto , Coflnme , frin.
JnBnonbora .Tinnaltramedicma effere cofi Buona,
id eli utile . Buoni Configli . Baomffima donna. Due Bno-
nijiime Terre. Con Bnonifiinu f'm . D * k. Con forni
ad ogni odor foauitò' Buoni, Buon Duca . Maeflro,
.Atcoglitor , Signore follo , Vulcano, Buona ..dm--
ma , Imagine , t'oglu , Sferan\a , Bjfent;a , Sembian-
Stella.
'comeJjiieme^altroMalnonrente.raddvffiars’i Ma Buon,Buona.in nece di molto,& grandc.B o c.Fnadmqtie
li.Tuube uedi i mia Mali indegni, & emfi..Ac<lketino nnagiouane Buon tanfo faffato . Ut. multo fofl tempo*
i lor Mali . JTt di mille miei Mali un non fapea. Facendo- re . Buona quantità é danari .Et naie alle noUe una ter*
mi profitto l'altrui Male Boc. Deh quanto Mal feci. Mal ta Empha/im come Buon buomo . Buona femtna.& Mol
del corpo, yoifatc un gran Male . Come conira natura to Buono.Lat.ualdebonuietfprobui.
ungrandifftmo.&fcelerato Male foffe flato commejjò. Cittiao.Lai.nequam.ueàaTriflofmbaffo i fuoUtini. 1667
Maxtor Male . Ugranicreja de Mah . In commettere ual trifiu ,pt{iimo .Crreo. Bn c. Vn Tcujiero Catti-
' uo , Cattino Huomo , Catiua yita , Fnnma, Le riffo-
fle Icguitaiiano Cattine , Cattine Cofe. D » n. Heiuba
triiiamifera.O' Canina. Et certo fui. Che queHaera
la fetta de cairim . Di Cattino diuenne ualorofo . Me-
fcbutefonoaqucl CatlmoCltoro. P • t. Cbe pardolee
a Cattm , & a buoni aera . Et ual dolente, meil o,me-
fchtno. Boc. Dolente Cattino hauendone alquante
dramme mgo^Xa .pur ne ufei fuori. Tuta mi uenne di
quella Cattmelta. U donna Cattéoella a gran fatica file
uódtterra .FIcbbtrucdutoil Catiiuello tC .Andreuccio.
Confderanda la Iti del Cattiuella.& per panerò a J fi.
&feruciihio a per mal anno a
Mah,& inimicitie.
Mal. adie Ut.malus,la,lum Ptr.Mal Coflume,F'to,Frutto,
Gouemo, Fine, Tefo, Di fiourirle il mio Mal trefo Con fi-
glio .acaocbedi lei fterpi Le Male piante , che fiorir non
fanno. ridi Solon,di cui fu Funi Tianta.Che si Mal cuba
Mal frutto produce. Bo eli Mal concetto fuoco . Di Mal
Talento,yifo,Causllo,Malpertugio, Mala códitionc.Ver
QjieSle contrade uaimo di Male Brigate.
i66^ ÌAiladuer.Ut.male.Pi t.Malaciorto.Malfar.Malope-
rar , Malnatericchn^ . Malitiiogrado Ut.meinuito.
Mal conofcinto.Malguariato.Mal iulta.Mal pernoi.Di
Mal in peggio.Mal fi cOnofce.Mal i accorda. Effer giunto
alcaminlchefi Mallienfi.Malchicontrafla.cp- Malcbi Cìtaund.Lai.fiiluiflagiiiumfaiiiikiaiequitia.uaitrilii*
pnafeonde L'altaphgaamorofa.che Malcelo.CheMal tia,&fielerità.Boc.U uitiofà uitade Cberici, quafi
può proueder chi teme,» brama.Toi uié quclla.ibe Mal é Catmità fermo fegno . U bruttura é tuua la Catti-
uideTrcia.B o c urdi alFIndice. uitàdeuiliJsimibuomim.Diladroiucci, &tfaltre uilif-
Difmalare,i Tmouerdmale,&rifanarr.Lat.fanare , mor- fime Catliuità era infame .perle fue Caitiuitd.
bumdepeBere.Diu.Lomonte/be filendoaltri difmala. Ttitlitil.Latfiagitium,ualfcelerità.BocJieiouoUfiiaU
Mh,i particella, cbe fignifica diminutione,cioi meno quali* tenderea queflefueTriflitie che tudici.i.(ctlerità. In fe-
do i congiunta con altre uoa,& perdo Male , onde Mif- minar xficama, indir catliuità , & Tnflitie . Etrimpn-
credenxa ual mata credenxa.Misfatto.i.malfattoaA pec- aerare i mah , te uergogne,& le Triflex^uere , tT non
ta.MifuenHej.uennemeKO.Misleale.i ditleale.Tioc.Huo nere, tr quando figmficamcfìuia.uedt a j6S.
mim Misleali .Et cbe per Misfatto d'un fuo maggior fi- TMo.lat.nefarins .profanui, teter . dirus , malia , fcele-
gUuota,& ribaldo, il conte urJtndo quefto tutto Mifuen ratus , & fcclerofus , fai inorofus , fiagitiofus , tnspia-
He.TqpH di cioaliruiandodi Miitredeuxa neli'iaquifito,
Bontà, Bontate.Lat.honitas.probitai.i il contrario della
rtbalderta.B o c.TrrkfuaBouiànifHj^è amboraa-
mato affai. D A V. Bontà infinita . Mia , Sua,Bontà non
i.La Bontà. Et flrrrpando natura fSr finaBontate . La
diuina Botttate . Cefi la intelligcntia fua Bontate Mul-
tiplica.
t666 Bon.IiOlìO.& Buon,Buono . Lai. boms.fòfl.P tr.Tal cb'a
Buon lòltmente l'ufiio chiude. Et fia'l mcndo de Buon
fh ^ I -fèmpre in memoria . Et ritolta a men Buon, non a piu de
tus,ajnnt.tmpurus, nequam . ual fcelerato ,cdr pefSi-
mo. Boc. Dtrgb fa maggior uillanùt , che mai fi dicef-
fe ad alcun Trillo . Egli s i innamoralo di una donna co-
là fu, tir ella i tanto Trilla , ch'ella fi ua richiudendo
affai fpeffo con efio lui,idefl impudica , & fcelerata.
Son certa; thè effendo bene ebbro fi niiffeà giacere con
alcuna fnaTriflaj meretrice, ch'ella portaua figliuoli
ch'erario T riflifitmi.& quando dinota meflo^ taffo.ue*
dia jti& per infermo, 0 debole a léSq.cr per pene-
ro, drmifèroa }it. *
gni'.Cbepardoltea cattiui, & a Suoni aera . Tofeu ye- jlttriflarc , <jr Coni ri Bare, peraffligereaiedi a ijot.
fpafiancolfigbnolmdiHBuonoe'l bello, non gia'l bello ifconci. Lai. inrpii,famofi,& infames, impudici, firn- i6io
e'I rto.Bae.uH poco di Bnonu , ibe mi piace . D A N. ^ fler. ual tnfli inetti , & mal condì. Boc. Di djmauti* .
Buon, cbe Cu ti cale . Saper et atiun è Buono.i Buono an- re in muno ottolaboneBà delle ualorofe donne con Ifccn
thor , che buona fia la etra . Calcandoi Buoni. Buoni, àparlari.
Cjr rei . Di ragionar co Buoni . Et adie.P * t. Buon Fruì- ReOiCT Rio . ual cattiuo,trifiO.Lal.malksjnfelìxàn*uf}iica
to.'Porio,So^omo,Seme,Tempo,Trlior,yoler,Fine, tus.'Ptr.Reo Falco. Tercheuedendoancbtr il fuo fin Beo.
CÌHdietoprhomaffo,Marce,Ttrro,Sant, Giuda , ReMaf- Bea Fama.Maric.Mcdea Rei.4BHi.Dt.yttB..Atti.Cboe
fmifia , ReSkiUaHj}nce,Caflida,Stre, Figbuol, Campo, ibi Stati.Cb' al gnlìoi dolce t la JàluteiRea. Tortai
Romano, Buina CofiStanxa Buoi' Mma, Buone Cop, quella divietala, O'Rf ai* rte.&fofi.penhenone
.uf
à
Comparatione VAL
fori "Primi imigliori,& lafcia flar i Rei.B o c.Rei Hu»
maLCbe togli ho tutu per Rei . pnrtl mot Reo iti capo.
Chi è Reo,<^ buono è tenuto.
mo.Lat.mjhii.P i t.Rio Tenfier.Stato.Tempo.Rut Babtlo-
nia.Fortuiu. Infami* . Ombra.Semm:^. f'Jam^.f'tta.
ITA Comparadone n6
uni andar di mal in peggio. B o c.Temendo condithn non
peggtorare.Chedt leggieri peggioriamo nojlra londmo-
ae.Si che tu mi peggiorarelu ui duo modi.i.mi fareJU dan
no.^ quando Jignitica aurefUntento dimale,uediéd iiu
fermitàa 1684.
Morte.Mirra.Che'l danno igràdc^ la uergogna è Ria. PcCsimo.latjial pm che peggiore .Tu. Già de l’ufanxa
Et neggiola paffar fi dolce, et Rut.Se Riaionde'è fi dulie
ogni lormEtotll buon e’I bclio,nógutl bello e'iR». Boc.
mrimaperi. Etlamiauuacrudel,(’rRia.C llarem
Ulta Ria.
Migliore. Lat.melior tèli contrario di peggiore.T t t. Mi-
glior Dnce.Cuado.Luogo.Maeflro.Tarto. Stato. Tempo.
Tefiana,& antica.B o c.Tejiima Generatione. (j- yna.
Tejiimi amm.Tefitmo Huuino, &Tartilo.EUa non 0/4
ua farft ad alcuna jineiira ne fuori di caja guardare-, per
laqual copi la ulta fua era TeJimiaajmJerrima,^' mfe.
bce. Dube ella uiuea Tejiimameiite contentai, maiifi
mente.
F'jò.Tarte Riua.Opra.f'ita.P'ia.Tatria.MigUor "Hptu PeT{cno.Lat.perfc{luiualcompiuto,& menda, &
Tempi & per lopPiTeribe morte fura Triina 1 Miglio
n,(Sr lafua Ilari Rei . & ueggiv,ch'ella Ter lo Mtgbore
al IO* deftr cótelè.S' anmdan ftfche jimpre il Migliorge
me.& uiniera'l Migliore.Boc.Di Miglior panm rimef-
ft.Ter poter effer tenuto Migliore, et T amo Migliori,
léip ÌAc§,\io.Lat.mebui è il contrario di peggio.T • t. Del pre-
mute migodo,& Meglio afjKtio. Il Megboi ch'io mimo
i il contrario £ Imperfetto. Tir. "Perfetto .Atto, & Ho
nore. Perfetta Coji,er "Pietà. Perfetti Giorni, & Ciudi
ttf. D'un fpirilo conuerfo, & piu s"eliima ; Che di nonan
tanoue altri Perfetti. Si parangona pur co 1 piu Terjeu
II. fra tanti, & fi bei uoliiilpiu Perfetto. B o c. .Amore
grandijjimo^ perfetto . L’buomo della donna è piu per-
ielio. Che Terfeua poieffe eJSere la creatura.
ra amando , & toc tu . Che Languir per lei Meglioi, che Perfetrione . Lat.perleQio,& abfolutio. Hoc. L'huomo,
gioir iahra.Et ueggiotl MegUo ,&• .li pi.ggior m’appt- la donna hanno ptu diPerfettionc.il giouanil defide
gbo Qjiant'era Meglio algarda u rra l’aU.Obcdir a na» no quafi in punto hebbe Perfettione.
turauitutto è"l Meglio.Cujiuu prrfefi ritrahina m al- Ottimooial molto più che buono. Lat. optimus.P ■ t. .An-
to "Per ueder MegUo . Se Megbu e’I piu li diedi, e'I men ti "gl uiuea di me l'Ottma parte.Boc. Il uino Ottima tofa 4
tolfi.Iliuflra lor,ihe nulla Megliopopre.Boc. Dibene in uiuenti. Otliim umi . Reputo Ottimo di mutarfi di qma.
Meglio . ^ uuului il Miglio del mondo. Seiu fpjii malto ottima tofa. Ottimo Halle . l'igne portanti Otumijfimo
Meglio a canali* di Im. y modici .Ameto. Ottimamente.
hAcm ucce di Meglio toltadbi gli antichi, che meiufauano. Fino,iCr Fin^ial perfetto,aoicofa ridotta a fua perfetlio-
Lat.mebus.P ■ r.Mi u eruche da uoifoljel diffetlo.Bac. ne. Lat.perfellus, optimti. P i j.l capei £oro Fin farfi
Deuehó nera ne grande ne piciaolo,ibe non rm uolelfe U itargento.Tier la chiufa m or Fin.la tefla or Fino. Cbio-
Mè del modo. Come poti il Mi a Roma fi ne uéne. Dtu. me d'oro fi Fino a l'aura fciolfi i Ch’oro Fino , ep- topati
Mifoffe fiate qui pecore fi -^be. Kxi. ftringe la buona al collo tegna. B o c.FiniJfimi yim.Finiffimo Cantatore,
ffadafi Mi lo feudo imbraccia. & quando Mi dinota me .Afiinare.lat. perficerefixpuigare. ualfar fino,& ridurre
tfo . uedia ijiq. alfine di perfetlione. P t r. In che ifiio flralt amor £ora,
lmmegliareJjtt.meborefcere , dr etiam meliorem reddere, & affina. lui com'oro che nel foco affina.L'altra i Tortia
Crfacrre.uat far migliore. D* u.Cbe fi derma, perche ui cbe'l ferro e'I foco affinaj.cbc il ftrro,^ U fuoco fa fina fi
l6rjt
t'immegli.
Miglioramento, i dmanutitmedi male nello infernojiedi
a léSl.
MigUorare, per accrefeerefi auangtre. Lat.augertfineliore
fcere.i.meliorfien.Boc.Credendo la fua condmone miglio
rared.acc refcere.Deh perche non ci migboramo noi que-
perfetta nella fede promeffa a fuo manto SrutOrpehe pri
ma fi proni col ferro fe Siar poteffe coHante alta morte,
pofeia co carboni acce fi succife. D < n. Poi iafcoji nel
foco chegbaffinafideji chegU purga, & nettada pecca*
tifit fanji perfette Perche‘1 ben nojìro in queflo ben Taf
fitta.!, fi fa perfetto.
fii tre folib.i.auan:^amo.& quando figmfica diminuire il Imperfetto ,iilcontrartodiTerfetto.lat. hnperfeBus.
maleaiedi a ióSj. Ptr. Ma tanto ben fot tronchi, et fai imperfetto. .Almio
Peggiore,^ il contrario di Migbore.Lat.peior,e!rdeterior. Impcrfctto.Senga laqual il fuo ben i lmperfetto.Sem(al
T u.O quanto era’lPeg^ior firmi contento. Et ueggio qual Imperfetto E loro oprar, et Se parole fai fonolm-
U meg/iofip- al Peggior m .^piglio . érper lo aée ; Cotal perfette .
er'egb,&aHcboraPeggtorpjtto.Boc.Ufenuneinogni \er ,&yero.Lat.uentatfofi.&ueruififim,adie.Pa r. l6y%
cofafimpre pigliano il Peggiore.Egb era il Peggiore Imo Che s’al yer mira quefla antica madre. Ma cefi ua,
chi fopra'lyerTellima..Angi le difiTlyerpien di pau-
ra. doparlo per yer dtre . Del yer fempre nemica,
yinca'l yer dunque, & fi rimanga tu fella Et uintaa
terra caggia la bugia . Chi fitpenfar il yer, tacito efU-
me. Cb'adirilyer. Fubenyer. Cbe'l yer nafeofò,
& fconofmto giacque . Perfittum non crefce'l yer ne
feema. Mentre che Tun con C altro yen accoppio . Hpn
fi fe l'ero , 0 Faifo mi pare* . tal hor men7;cgna , & tal
bor l'ero. Ho ntrouato le parole fu. yerodtri. Petreb
be effer yen. Se yen al cor Tocilno ridice . i fi pref-
FF ij
mo forfè che mai nafcejfe.Inuidia,fuperbia,& ftmdi co-
fefilr Tegguin, fi Peggiori effer e panno tn alcuno.
Peggio.Lat.peiui.ual pm che cattiuo.Pn.Et temo no'l fe-
l6yo fido emr fia Peggio. Ma Tur di mal in Peggio quel cb'a
ua»ga.Et pm certe^ bauerne forai "Peggio .limai mi
preme , & mi fjiauettta il Peggio . Ma'l Peggio i umer
troppo.Cbe pm Taf^ta: 0 che potè effe "Peggio! (bor che
tra può far Peggio.) B o ^eh uedefii cbe’l Peggio della
batlagbahauefiid.U pe^ or pane. T u.
Teggforare.lat.in Peitu rm jdetenorem fieri , diminuere.
i
Comparatione V A
dir il l'ero fifra la fua fede. Le diffe che rio era f'eroJMa
donna 'Hel l'ero egli mi diffiacqne ben un poeo.i.certa-
mente . Eqnai T^l l'ero non jeppi bagnar é Lagrime.
Etperloadie:Prr.l'eroDio..Amico. Camino. Honore.
Huomo.Tregio.TregtoneroSplendorr. Fipi. Et come ri-
cordar di Vero forme. l'era Fama.TietJ.Imagine. Hn-
milti. Lrggiadru. Coft. Donna. Cuida.lìiimdtateMeatri-
ce.Dea.l'era -4mica di Cbrilìo . Veri Guadagni. Et Fé»
ramenle degno di quel fetto.l' cramente ftam noi polue-
re,& ombra . Et Meramente è fra le flelle un fole . Et fu
Veramente .Argo. ^oc. Vera Tejhmomanxa . Vere Ra-
gioni,& Parole.Veri TeSUmoni.VeriJiimoTeBimonian
jji. Li Dij delle future cofe Veridici Troueditori-Alcune
Vere,& alcuni Veriftmili.'bion come Veritiero buomo.
L /..Veramente.
Veri tà,dr Veritate.Lat.ueritas,quefla mai non ha fine, &
fra tutte le co fi è tanto priuilegiata.che ella del tempo, et
non il tempo di tei trhmpha , perche fecondo la fi ntene
dmtna.piu faàl cofa farebbe, che il àelo,& la terra finif-
fe, chela Verità perire-, & fecondo .Aulo Gellio la Veri-
tà i figliuola del tempo,& fi trono nel profondo de poo^.
B o c. Verità lnf.tllibile.Tofiiamo co Verità dire. In buo
na Verit.ifCome efia mede finta può con Verità tefiimo,
mare) Delle Ventò dimoflrate.
In uencite.Lat.certe,feriu,uel feriodicere.V ■ rSi,che'n
Ventate I farei già di quelli penfierfora.
i6jj \exzceJjttMerax , ual pieno diuerità , cioè piu che uero.
T > rJ'erace Dio.Figtiuol di Dio.Oriente ,&fo,chene
morrò Veracemente,!! o c.Quale delle tre leggi tu repu
tilaVerace.VeraàfihnocorpodiChriflo.
Dadouero,»4/ in ueritd,& è U contrario di beffare. Lat.fcm
rius,a,um,& firium,uel fieno dicere. Boc, Ch’egli fojie
fiato non attratto Dadouero . Che Dadouero parlaua la
donna . Vna beffa , che fu Dadouero, fatta . Io dico Da-
• donerò.
Innerare, è fare uicino al uero.Lat.uerificare.D a k. Credo
perochepiuditeiiinueraà.ha piudel uero,&piu com
gnitione.
.Auerare. Ut. certificare, ual affermare,& accertare /t fir
la cofauera. Dcu.Hor ti potè apparer quàt’ènaftofii La
ueritàalagente,ch’aueraCiafiun amor in fi laudabil
cofà.La tua dimanda tuo creder m'aucra Effer,cb'iofof-
fiauaro in f altra uita.B o c. Et narrando io tutti quefli
fògnij quali de ficreti di Fiorio alcuna cofa fentiua m’a-
uerò quello , che uedutohauea e ffcrmi fin^a alcun fallo
apparecchiato; fi io da Marmorina non mi partiua. T h.
Fur>m ueceé ucramente,cereamrnte,fin^ dubbio.Lat.cer
te quidem. ? it. Ma Tur fi afpre uie,ne fi feluagffe Cerm
tot non jò.Che Tur non hebbi anchor , non dirò lieta Ma
rieofata unhora.Tarmi Tur ,ch'atuoidila grada toc-
tvi.Turcom'un di color, che’n Campidoglio Triomphal
carro a gran gloria conduce. Boc. M'i fiato inuolato U
porco ; Diffe allhora Bruno, Deh come puote efiere que-
fto Ilo lo nidi Tur hieri colli.
Lnlri. Lai .fidet,obferuantia.ual ueriià,& fidelti detto da
reali! Latino , onde Realtà , & Reale fi dice in molti luo-
ghi, & s'intende quello , che non manca di fua parola ,
tome Re ; & imperò fi dice effere parola di Re . B o c.
La cui Lealtà , ér dirittura ueggendo Giannotto. Di ho-
nejle cofe ,& di Lealtà andauauo con lui fauellando.
L I T A Comparatione
Le»mi,ual lealtà.Lat.fides,ueritas.B o cjielV «Jagra» i6-jq
Leamgach'ioho trouaumte. Et per quella Lean^ , che
in gentU donna deue efiere.
Lezle.Lat.legalisJiduspieridicus ’Boc.Leal Donua.Huomo.
Lealifiimo CauaUiere.Lealmentei
Dk\cima-Disleale.Misleangq.uedi <«581.
¥i\fo,foft.Lat mendatium.faliacia.è il contrario del uero.
P n.Cheparland' egli d uero, & Falfi a pena Si difeerm
nea.BocJJ quali afiai uolte del uero famio d Faljò prona
re. Il che certifiimamete è Faljò. Et adie. Ut.fallui.P ■ t.
Falfo Dolce Faljà opinione.Babilonia.et Dolcexp^.Falfi
Guadagni,^ Opiniom.Falfi Speràxe.Fame, ér Imagud
no FaÌfi.etScuje nÓ Falfi Boc.Falji Confefiion.Tefitmo-
mantia,et Sojpitane.Falfi Sacramèti.Sogm Falfiamente.
Falftrio.Etaduerbio,pfalJàmFte.Ut.torue;male, falfo,
et falfe.Ptt.S’io no Falfo dijeerno . Che'lmio ualorperfe
Falfi sefiima.Upnfo fi ueroji Falfo mi pareo.
Falfita'ji ilcontranodella uerità.Lat.falJitas. Boc.THh ere
dulo alle altrui F alfità, che.
Falsatori di monete.uedi a Moneta a iji,
Bugii.Men:^ogna.Bugiardo.uedia ijp6.
Bugure,per mcndrc,o dir bugia. uedi a ijg6.
Mcntire.Lat mentm.p t r.Mapiuquand'io dhifent^men
tire.Boc.Ma di do non mi lafci mentire Mafie deljàg-
gio.Eglimenteper la gola . Tofto uedremmo chi haurà
mentito fi tufi io.Efii mentono tutti per la gola. Se le uo-
Sìre parole non mentono.D» u.Dipirccchi armi mi men
t)lofcntto.ijiegò.A n i.Tu te ne méti,che ladrone io fio.
Il qual Lurcano pojio far memire.
Mentitorc.Lat.mendax ,ds.Boc. Sèmedefimo facendo
Mentitore fe ne penta.E r.Mentitrice.F •. P i r. "Poi tra
uia m'appxrue Quel traditor in fi mentite Lame.
Ticcion.ualfimulation.Lat.fimutatio,oHentatio nana, fu- lift
CUS.P a r.Ter Fittton non crefie'l uer ne ficema.k xs.Gli
dia quella medefima creden-ga,Che fi fuol dare aVintk-
ni,o afide.
Finto.Lat.fi(lut,fimulatus ,fucatus. ual fimulatio .Ter,
S" una fede amorofa fin cornonFinto.Boc.ncl Pus. pitti-
ciafii moiìrò nelfuo uiftàfimulatafi jintaj^itticic Taro
le.Fittici .Amici .Atti. CofluiFitticiamente cadendo,
gli fi gittò a piedi, fiat. Corti regali, & fplendidi palagi,
Ouela caritade è m tutto efiima; llg fi troua amidtia fe
non Finta.
InfÌHgere.Latfimulare.ualfimulare,& mojlrar dinon fape
re.etanchoperformare,oficcare.PfiOhraalauiHa a
gli orecthifirna,Cr infinge Sue noci uiueXformafi ficca.
0 i infinge fi nS cura,o ni s'accorge. Boc.MarteUino infingi
dofi attrato.Infiugeuole Occhio. A u.Infinito parlare La.
Da u.Ilpeccator,ch’mte(e non s'infinfe.
Simulare. Lai. fimulare, fingere ,fucum faterei fingere,
tir dimofirareojuello, che non è.Kut.Quàtunqueil Simu
larfia le piu uolte Riprefofi diadimala mente indicasi
troua pur in molte cofe a malte Hauer fatto eutdenu be-
nefid,E danni fi biafimfi morti hauer già tulle : Che non
conuerfiamfemprecongliamiciinquefia afiai patfeu-
rafihe ferena Vita mortaista tf inmdia piena. .
Simuìition.Lat.fimulatio.Ani. Ma conSimuktion mena
t(pgne e frodi Legano i cor.
Scwfir&Ificufa,èilcontrariodt ccuft.LatfixcufatiojpitrA 1^7^
gari0,fàtisfaffio,ciiufi,B e c J (fidente ScufaJStwga al-
Comparatiohe V A L
tuna S(nf> fari. Se ih nolefii a quelle cofe irouare Scafi
bMgt.trdc.Ter Ifiufaéfi.
tCMfire,&lfiMfire.Lat.excufire,fMrg3re.fvtàlnoHfo-
' ter un fin fi. Che mi fcafi appo Moi dolce mia pena .Ina fi
^toaunfiri^ hor mijiafa.Ch’i conofio'l mio fallo, et no
ITA Compàratione itj
nafiefiero loro un corno nella fronte, il qnak fc defSe TC‘
fiimottianftia di do Ae fattohaneflero.GU nccetU jn per li
aerdt rami cantando piaceaolt nerfi ne danan» a gii orecm
cbeTeHimoniaKf^TelUmonianzefalficonfommo dilet
to rithiefio ^ no dicena.
iofcufo llcufinla imartiri,Et un p(fier,ebefjloangofiia Tc{timorào.Lat.tefli},teftimoninmJniexgen.eom.B o c.
lo fari fimpre imaaxt a Iddto,e!r agli buomim fermifii-
tno TeJUmonio della tua bone fi j. Ter fai fa fifpiiione ac-
cnfata,& con Tefìimont non neri banerto condotto a do-
nere morire.S’efiernolefiinio Teltimonii (parLidodidon
ne) diedi quella aita Jérn^a Tcjlmomo trapa/iauano.
Lat.fignator.ex nell A w. Sta la deità reuertta da uot Te
fiintoma delle mie parole.
P3Xek.Lat.publicuiM>ùfefius.U3lpifi>lico, manifefto.^ i
ano di feereiOiOcciilro.Pt x..Ate Talefe,a tutt’al
dalle.Bo c.Ma io mi ti uoglio un fitto fcufire. Et con qne
fio fiufindoftSon nettata a fcnfarmi..Actnfare firtlr ijcnm
firelui.Cbe in parte mi bauefli per Ifinfata.
ACcuf3,& accujàre,uedi aóot.
Certo aduerbio,ual certamite.è il cStrario J Incerto. IM,
certe/}uidem,profe{lo,adepol, hercle,fctlicet , cenò fine
dubto, fani,netnpi,quippè,eqMidem.i.ego quàlern . P • t.
Et nons’ajpiraalgloriofi regnoCertotn piu falda nane. Telltmomare.Latjelìificari,teflatHmreUnquerT,notnmfam \6ft
Certo fe ni rimfbra di idarafSo.ìAa certo timio Simon cio.teftibusfinno,teliimoniumdico.itoc.Sico»ier[iame
fuinparaéfo.Certobomainontem’to. Giuflo duole erto defmupuocò ueritàtefiimontare.Secido che color the‘1
a lamentar mi mena . Et Certoogni mio fludio m quel unterò telltmomanano.ConCautontàdelJuouifitelUm«
temp'era.CoftuiCertoperfigianonmifpiacque.cheper maua.A h.
Certo Inlìnita ila fihiera de gli fcioechi . Et Certo fu fra Teftificare.LatJeJlifìcari.ual ridere tefltmonìan:ta,& chiù
noi Qjial Bacco.Certo di ninna cofa dubito. Ter Certo <o o c.TeSiificando per quello quanta fa la fede, ■
thaurii già fatto. Trono cofiet per Certo non efier morta. che egli ha in iioL Co fi tutte tefif canti noi bauere dell'al
Et per lo adie: P i r.Tlpn figuir piu penfier uanofallacei truigouerno bifigno.
Ma faldo,& Certo.Le fperano^ dubbtofi , e'I dolor Certo
.ifrefinte.Ter forni Certo.tatmfato.Certo finche noi di» il contrario di fedi
• - cefteallhoraittondubbto{o.DidogbeCcrte,etdi'allegre^ tricouerto.Ondemorte iTalefee'ncendto aperto . Che '•
* incerte. B oc. Tarmi efier Certo . Certifiima nouella. non fan tutte uanità Talefijii moftrarla in Talefe arér
Io fon Certifiìmo.CertiJfimamente. Certamente.Cerufca nonhaue.Lat.palam,pnblice,mantfefle.Boc.In occulto,/»
t».Certi,& Certe in luogo di alcuni , & alcune. LatatU- m Tale fi. mt ti fici Talefi.'Helle cofe Talefi.
qui,& nonnulli.uedi all'Jnéce.D a uJl_ualche tu fie, od Talefare.Lat.publicarepnamfefiare,palam facere, publicS
ombra fid buomo Certo.Incontanente mtefi, Cr Certo fia ftcere.B o c.ll cui nome non interidopalefare.Tarue al-
che quefla era la fetta de Cattiui. Uiora aTbebaldodipalefarfi.y’hopalefàto quello,chei»
Cexteitì.Lat.eertitudo .Ptx. Et piu Cm«^4 haneme forfè anebora u’haurti nafcoflo.Qiaflo fno amore, fi co-
fora'lpeggio.B o c.Maggior CerteT(^,& Piena.Confin me fiuio a ninna perfona il palefaua. .A te fi come a pa-
Certexga. drepatefirò. i
Certificare.Lat.cerciorare,& cerciorem facete , ifar certo. .Appalefarefi il medefimo che palefire.T oi.Matunrap
B o c.yolendolo certificare delTamore.Cotttétod’efiere pfJÒ , C altro tafeof e.Bo cj)oueiomicredeffi,cbetunon
certificato della fua Intentione . Infin a tanto che certifim Ceppale fifii.
tato non fi i. ’Riaciìtione. Lat.uaticmariofiraculu.'B oc. Et a pieno po-
l6jj ^ccertare.Lat. certificare, certiorare,eerciorrm facete,» f- polo racconti la Riuelatione fattagli per la bocca del an-
firmarctifierpere.B o c.lo u’accerto,che Thebaldo i ni- gelo Gabriello. »
uo.Io t' accerto fhe fe tu noi fai fi mie mani il faranno.Et Btuelare.Lat.(p mamfeflare, publicare. P ■ i.'l^lqual ho-
nolfdofidclla imaginatione accertare. D c u.Terotipre neSìoamor chiaro riuelaSuadolceforga.Boc.Secon-
go,&tupadrem'acctrtaj.mifacerto.Terchelamano doebtriuelatomifu;Ter quello che Iddio mi riueli,
ad accertar t'aiuta.Qjtaluenne a Cltnune per accertarfi A « iXt qm fin fiata acciochetirmeli,Qjielidban dite
Di cio,c'hauea incontr’a si udito. già Statuito i cieli.
Chiaro in ucce di certo,drmanifeflo.Lat.clarus.3 oc.Vi Publico.Lat.^ mamfeflus.ualpalefe.P t x.Tublico Dana l6qf
prego mi facaate Chiaro.Tiacemi di faruene piu Chiare. no.yiaggio. Grido.Pubtica Fama.B o c. ydcndo/l cofi In
■ Chiara uedea la fua difauentura, e)- in altri figmficati ue
di alla Tanola.uedi a itf So.
Chiarire,percertificare.Lat.cerciorare , cerciorem facere.
Boc.Di poterti in do Chiarire,
SAiarare,i chìanre.D c u.apiuanguflouaglioTiconuien
fchiararj.farti chiaro.
Jneerto.Dubttatione.DubbiofiubiarejdubitareJorfi.Fal-
lace.lnflabile.uedia Fortuna a 17J.
Secreto, Secretario.uedi a Mercurio a 7 79.
Te&imonilinzz.lat.tefiata,te/limoHiumdndicium,certi-
Tublico commidare.Tensi di uolerli inpubbco,& éfuo
tofarmorire.Lat.palà.efiendoTidilico.TublicaSrrada.
Tubltchi LuogiK.TiAhihe Leggf. Opportunità Traltode
la corte Tublica. Tubhcaméte.Lat.publice ,pal.à.T.yói
mtenderete que fia cofi efiereTublica nella noce d'ogni
buomo.Tubltca noce, & fama . Se non m'inganna qui la
fama e'I grido.
In publico.Zdt.pit/iim, publice,manifcfie.ucdi di fopra.
Occulto.Celato.Couerto. Qjiatto. oecultarr,nafòdereatp
jUi
piattare,acquattare. tt filmili, uedi fitto Saturno a J7».
.tudo,fidet.ualcertegp^ .fede.Bnc.Lepmne e piedi, e’I ’Ricopnre.Lat.occultarejcelare.Bo c. La donna fiuiamen-
■ becco le fece inTefimui dga di do gettare auanti. Et per te la fia nergognaj& quella della figliuola ricopriua.jte ^
far loro interaTefitmoi ot^adidocbefattobauefie.Se ciochecolprefioparurfiricoprifìelafiiadishonefià ut*
' FF tq
>
t I T A Comparatione
0 di uergogna EHÌàcnttfi pcncolo^be (eguire ne potere
Compararione Q_ V A
MHt. '.Di (bela Badi fit auedatafi del fMproprit fal-
lo, t • uedenio che da mite uenuo era,ne haueua Rico- hjnea potato ne rumpere,ne piigare..4p*i Eaidìtc jlr
perla, matò fennone ,i.occulta efckftttone.uedi a 6ii. gontemo.Euidctiiememe.
lat ^paihcMS.claras, aperta! Pi r.Mani Solarre,Lat.perdiihiarare,e!r Iraardidabbìo.Voc.Etdif
fefto tfiempio. Del Manifeflo accorger dclegenti.cbeH fe. Triiorein.iei fattimi trsggonoa dover jalaereUda
aero Fara ut pia cbiaraaoce MamfeUo.Mamfclla .Al ra quejiione di cojloro,& per liberare ptedt a J.^9.et per
legreT^,Fedediouma,M attifeHc cofe.Bac.Segnoacta diijare.aqqg.
fcaou Mamf elio , Dove aiuto Mamfefto alla loro jattità piano,Lat,claruSApertus,planKS,percHaropnamfeHo,et
conofcefie.Mamfefla Simonia ,1'crità, Mille Effempt ne palefe.V i r .Ma C interprete nuome'l fece Tiano. Ben fa
paiono Mantfelh.Mamfelh ìndici,Manifeftamente.
I <i 80 ManifeJìare.Lat, dr palata falere , ér publtcare. Boc.ìl
mio padre pojìo homai ficuramente manifeUare . Seirga
manifellare cofa ad alcuno. DiJ3e,otu manifelìa di cut
quello parto ftgener afSe fi tu morrai.ll non bavere ar-
chtlprouajir fiati cofa Tiana .AnTjmill'anni.Yìa K.ht
cammciommiadirjòaue&Tianaj.apcrta obajia, &
quando dinota ampio di' largojutdi a per quan
toa iqi}.& per la pianuraa iioj .cy-pet burnite ,&
bafiojtqj I.
dito mai di manifeHarlo. f'ndtilmanifelìi alla madre. ^ppianare,per far piano,& /pianare. Lat.explanarefi.xpe
Squadernare fier mamfeflare.Lat.propalare fipertre ,pate cbreyDAu.dfgrantumorm'appiani.
facere,emergere,illiiflrarr,dtlatare,referre,refignare, %ìniti,Ijit.faimas,iolumitas,d!- mcolumitas, iti cantra- i6Sl
relaxarefialamfacere. D a n. Oo cheperì'umucrfoft
fquaderna piedi a 447.
Aprire, per manifefiarejjttaiperire. Da s.Tofcia tht'n con
no della infermn.i.B o c.Ogm cofa opportuna alla Sani
tàacquifiareJl tornò nella prima Sanità. Riehama la
perduta Sanila.
tra a la Ulta prefente , De mi feri mortali aperfe il vero, S3Ìnte,corporale.Lat.falus.Ttr.Tanlodalafilute mia
fi Um*iI 1 /T._ 1 a-l — I. .. ...j» Il — r *1
QjteUafibe'mparatbfa la mia mente. Come vedrai con
.Aperta ragione.Cbe la ragion .Aperta, &piana.P ■ t.
Ftaogni còjcientia Diiiangi atuito"l%Ódo apta.e nuda.
Apcrto,aduerbiopialmanifeftamente.Lat.mamfelie,aper
ie,perfiiicue,ilarefionobfcure,palam.Pn.Totch'ibrb
bi ueduto,& veggio .Aperto . Se fu de gli occhi uoflri
firn lungo, che per hauer Salute bebbe tormento . t'I
parlar di dolce^a.dr di Salute . Ch'ai guflo i dolce fi U
Salute rea.B o c. Verche piu pigre , ep- lente alla nafìra
Salutel.AiCioche lamor miofojfeiagivne della [ua Sa.
lule.Saluteuole acqua, RmiedioSaluiijero,pfr la Salute
Spirituale.ueéa 19.
.Apertodono,& per lo adie..Aperto'Penfiero, Incendio, Sino,Lat.fanui,mcolumiipialidHs,urgeius.PcT.Ch‘alcor-
ft risnOfiMt» rinifiet tu furti J U rtiu ui ..u.aA e ...... L.. A.r..ì.L.. n r
St Diogene cinico in fuoi fatli,.Afiaipiu che no vuoi ver
gogna .Aperto.Bo c. .Apertamente confejiaronofe efier
fiati coloro, che Stuide .Apertifimamente l'.Abpte ad
afcoltare . .Apertifsimo argomento contranoi .Dan,
Ma perche piu .Aperto intendi anchora.Lat.aperte,
S coprire, &S covrire ,permanifeftare, ut. dettgere. B o c.
Tu nonmtttuiapjbna del mòdo feopriref annuo, che piu
posano ha procurato fcabbia.Con.'huom ch'è Sanoc'n
un momento ammorba,Che Spi fio occhio benSanfa ve-
der rorto,oue leggiadra, drfiioliaTiantahaurebbe uo-
po,& Sanad'ogm parte.Boe.Cbe la donna era urna , dr
Sana y[ar con gP Infermi vada a Sani infermitadeSlue
fìa pefhlen'ca sauenti a Sani jl coloro 1 he Sant rimane
vano. Def deri nonfani,uoi faretetofiofS.Sanifiimi.
utile tifofie di me.U cagione,^ laquale venuto oragli Sanare,ual guartre.Lat.dr incolumitatt rtfiituo, fanumfa ■
feoperfe. Et do facédohaurebìiefcopcrto quello che eia- cio,redmttgro.T t r. "Piaga per allentar d'arco non fatta,
fcun dee ricoprire. Ma ficuramente ogm defiderio mi fio- T^on fa com'amor fona jet come ancide- Ch'altri che mor
pri.Laqualmiamltànonfenga granrofioreti feouriro. tefid ella fanti corpo.
Difiopnre.Lat.reuelare,detegere.B o e.Col qual Ciannuole Rifanare Lat.refanare,rurfutfanare,reJliluere.P t -t.yn*
ognifuo amore difeoperfe , non folamente il fuo fecreto man fola mi rtfana,dr punge,
amore efiereéfcopertoifi vergognò didtfcopnrlo. Mig,lionmcnto,ual diminution di mal neltinfermo.Lat.
Cniico,quando fignificaaperto , di mamfeflo. Lat. dare, ualiludo bona , di mala. B o c. Il giovane pieno dt buona
apertefiianifeHe,palam.f 1 x.Chiaro fogno amor pofe a fperartxa in breve tempo di grandifimo Mighoramcnto
le mie rttM.Ter far Chiaro fuo dir finii Zenone. Che piu moftròfigni Dicheiljanciullolictoildì medefimo mo-
Cbiara che Ifol i la mia fede. Che Palma fconjólata afiai firò alcun Miglioramento. Il Re prefiamenteintefe quel
ttonmoftriPiu Chiari i penfier noflri,Ilconofcer Chiara lo,chequefio Miglioramento uolea dire.
meme,ma per tno^rarfiTiu Chiaramente ne le cofi ecm Migliorare.Lat.ióualefcere,recupcrareualitudinem. Boc.
CelfeJi uedren Chiaro ^.ifihiaramite.'Helqualhonefto Et anchoraè forte amalata, Ut ucroche da nona in qua
amor Chiaro rtueU,Chiaromofiridoalmòdo,icui Chia eUaìfortemigborata.Dimandòfe la infermità dtBiaa-
rortfulfeàncuifi moHra Chiaro quant'ha eloquenza, cofioremigliorataera.P u.
&frutti,&^ri.Bor..brnemfteuifaroChiaraméteco Cuarire.Lat.jànare.Pt r . Sjiando'lprimoHrale Fecola i«8j
meftato.era l fatto narrò ogni cofit,rt quàdo dinota Iliu piaga, omf io non guarro mai.B oc. .A trarglt Lofio po-
J"^’"i"^q°S-tpcrlucidoa6iiApcr certo a 1677. trebbeguarire.Ilgiouaneguari.Cofieidicefeir^noiadi
loti Dit^rare.Lal4eclarare,manififiire fiale paleftre,o mo- me in picciolo tépoguarirmi..Accio, che quefio mi guari
stran.B o c.ll nifi mio fiji gli fludii il pofiono dichiara- fia.CheuoifiatecofitoSloguarita.Toicheguaritolarete
re.Utheojuanioinpoucofa CiPìi fomauil dichiarafie, lnfetmiti.di Infenmtade.l il contrario della fanilà.Ut,
FYfepiudicbiaratoPhaurebbePajpettodilaldonna. mfirmitaj agrrtudo.agrotatio, ilitudo,languor .Bnc.
f.uiamte,Utfiuidens,ualaperto .chiaro, &manifrfio. Tanta i fiata la noia 'della mu Infermità, Tamolauou
8 ocjlquaiemupafoi'gadtpropontmentofidiconfiglio rò che una Infermiti gli fcfrau vne.Dauaapaùh^trmi
I de
Comparatione Q_ V A’ L I T A Comparatione iis
4e. Mejferepoì cbeiioibenemfenttte,tempoiufcire Tumor Di Smgue.LatJmHorfangimjpoJlema, èia ptjle
dìnfermeria^iUftdtlluogodoue HannogClnfcrmuLai. ma,opo{la.P i ■t.ToiiieaiaqMel;cbe'tluiid»,(!riuah»
maiuuMnarmm. gaoTHmrdtfangue btitoprando oppnfic f'olunmno
lnferfno.Z4r^g;r,e^ ualetiidinarÌKs,è quello che è mal fa hit d'alta laude digm, D a n. £( granTumor m'appiani
TO.P • T. Tenfter infermo. Bue Tpppo & Infermo , Àe noce Latina, che ual gonfamemo,& fuperbia.
fe'l mio Infermo,(^ bmno(.i.ucchio ) Inferme Belie^px, Ammorbare ,per infermare dt morbo fi peSie.Lat.tabefcere
Credemce,lnferma l'ita, Stima, Gli ouhi Infermi . Co. peflifera lue injici.TtT.Com’huom ib'i fono, è’n un mo-
nte buom eh' è Infermo, & di tal cofa mgordoJSogno itln mento ammorba.
fermi,&fola é romanzt.B o c .Infermo, Infermi , uedi SlOTbo,Lat.morbus,è lapefiilentia, & agni infermità del
all Indice. corpo. A % t.Come thauefieU Morbo fi ninna . 0 pur la
t.groto,Lat.tgrolusfialeInfermo.Aui.Che‘lmio fratei morteifiefia.
iodebole,& Egroio. Gonìncioll,uoceuillcfca,èlaghliandola.Lat .morbus.
EgT\,Lat.<egri.Pn.Qualha già inerui eipolfi,e ipenfier B o c.f'a renégUeltoflo,cbe Gotlanciola ti uenga.
Egri Cui domeSlicafcbre afSalir deue. A a i. Cb' anch'io G ìV.Ocàoìo,detiofiglandula.Lat.è certa mfemnta , che
fon al mio ben languido,(P' Egro. mene il piu delle notte nella angutnagha a gli mf. rmi/dr
1^34 lAaìico,(!r .Amalato. Lat.agerinuabdm,langmdui,ual al prefinte fnhiamaglait^la fi carbonctlio ;& uiUfia-
inferino.B o c.I'oi erauale pur teflifi malata fiomefie- mente Coitanciola . B o c. Comincio li già delio Cauve-
te cofi lofioguaritaiLa figliuola aiubar forte .Amalasa. dolo mottifero.Lequali enfiature u uolgart noit.iiiauano
Tercmbe fentonogb efiecutori di quelle fi motti fi jlma Gauoccioli.
latifiUum tefli hanno Malato, & Malati. ¥i(iolo,è mal incurabile aguifa del gauoccioìo ,da fiflula. léSo
Ttì(io,Lat.&mualidus,languidusfialeintemio,malfano Lat.^permeta.ftgnijtcatldiauuto,parlardidina.Bac,
dolentefibbolefimejìo.Boc.Sitifìcuc^ietrTristairguol Che fiele tutti piti jiarji che' l htiolo. lifinoa tàioihe’l
mi parete. hfiolo ujiijie da dofio al juo ma tuo.
C.AtÙuo,Lal.miferjnfehx,muabdus,ualmrflofiIolente, P3.Thru,Lat.parjyfiifibeualtorturadenerui, anche
mal ftno.Bo c . la donna caitiuella a gran fatica fi lena morbo. Dm. Forfè per fórga già é Varia fia.
dt terra.La madre miajlaquale mi par fi trafitta la Cat Efhhie,Lat.febnsaferuore,& amphumeunon,la febbre
jiuella.Cattiuo per trifio.uedia i66'j.& per panerò a continoua.dr bamitritaut,ci, la febbre terganadoppia,
J I a.& per uecchioa 149. P 1 1. Cui dome Jiica Febbre afialir debbi, Fiancl:i,S toma
ÌAe{lo,uedi a g6j.ASlitto,uedi a 1 jo8. tbi,FebbrtardenttfannoVarerlan.oiU amara piu che
•pe^torare.Laungrautfcerejtnpemsualere , quando naie affenm.Bo c. Levi una fiera Febbre guarirono, liuan-
accrefetmento di male nelltnjermo.B n c . Veggiorando 10 piu le Febbri fbghono con egual caldo,o freddo F i. Di
altra modo hebbe [ultima untione , Tionfi era anebora rem noi perdo che'l urna noce a Febrtcitanti che fia mal
potuto irouaremrdico,cheé CIO Ibauefie potuto guari- uagioiAui.Tomafiamefibe conia Febbre riaLafiia-
re, ma tutti Ihaueanopeggiorato.i.inpeius redahum. Il la baueua in dubbio de la morte,
giouane di fubilo fieramente peggiorò,^ quando dinota Tificuzzo,^ infermo che molto fiiuta.Lat.Thlificus. B o c.
anJardimateinpeggio.uedia 1669. SiTificustp:p,& triSìansfUolmiparete.
Tliciduti,la.reiidui,ual rmfermatt aoc.nella Ei.Qjian EtWico,Lat.èloinfermodi febbre,che fempre hafete, onde
to piu le fi bri fogliano con igual caldo, 0 freddo uegnen- fi dice Etbua febre,et etbuusanco ual morale, come [E ■
do ogi udire gli Eicadult mfermi che te primiere. tica ilMrifiotelefinde Da u.Come [Ethico fa fihe perla
Mal caduco,La.BivrLusiomicialis,lunaticusaiiuinus, ber fete L’un uerfo il mento, & [altro mfu riuerte. (mten-
culeusfiiaior,cr Jacer. M al di irudre.LatJieeri nel lo- dendo de la bbri.)
curum niubibriumdulor,& matrixeflfo:mina,qu*fa! idropifi2,iinfeTmitàfihecioihefimàgia inacqua, ^in
tus grana (m(ur,Mal,o doglia di Fianco.Lat. dolor iba uiiofi tramuta Jji.aquaintercusJhydroptfis,ei Ir^rops,
eusfialculusfioiuui dolor,ibordiosfit cbordapfos,et Iliofi generis mafc.& hydroptcus lo infermo di tal male Fiora-
gli mfermi di tal male. Hai dt Tieira. Lat.clauduijitbia tius,Si notes fanus cures bydropicus.Dn k. La grane Idra
fit.& morbus calculopn . M al Formtca-La.myrmeau. pefia.che fi difpaia Le mébra co l'humorfihe malcóuene
Lae,Lat.lues,ifpeciedi peflc,oinoiboft nelle creaiurebu Sc»bbi»,Lat.fcabies,einfermità, cbemolto appeiifie il
mane.come ne gli animali, e nc Ile piàie,cbe fubito uccide grattare con [unghie. Par. Ch’ai corpo fàno ha procura
^ lofio fi parte Ats.Sufannebauia la maladetta Lue. toScabbiaJ^ati.EtfitraheuangiH [unghie la Scabbia
LKChirgo,F'o.Cr.& La uelernus.è infermità gride nel Comecoltel difcardoualefiaglie.S a uMacurargrig-
cerueUo,la quale mànce grane fànno, & obltuionc d’ogni gi da la infetta Scabbia.
cofii.PtT.cheuoifieie ofiifi D'un grane, & mortifero Tignsi,Latfilopecia,afithorrt,iinfermiti,cbeuieneinea iCSf
Letbargo.Du n.ynpumo foh m'i maggior Leihargo po a fanciulli il piu.D a u.S’hauefii hauutu di lalTtgna
idefi obbuione. brama.iditalpeccatojnaiotenuifih'ello'Hons'afparcc
1635 Pci\i\cma,Lat.morbusJuet,peflis,&pelhlentia.Bo c.Te chi a grattarmi iaTigna,che naie a battermi.B o c.Tir
fiileirca Crudele,Tafiata,Morufera,Vefiilentiofa.Mor cu coiai grado ha chi tigna pettina . Ch'io non mi pongo
talità,Veflilemmfii 7 empo.Tefiifera mortalità. con ragac(^,ne conTignofit ,
to{Ì2,laitfipoflcma,u naca ,et luppuratu ,ual poflema. Lamtnc;,i>nale che mene afanciuUial capoinguifa diTi
Boc.CheunaVofla icinaaltuorefeglierarotta;cbe gna.La.alopcciafiphiafitfirea,ctpfore in capilibuiiitfan
sfogato [bauea, , tii,& uUeraquamcapiiemanàtJérpiitatq;ittpapulat
m fb ini
t$SS
Comparatione V A L T A Comparatione
trumpunt, andare Celibe Tlinio.i oc. la cuifcientut Tenero, ^ d contrario é Dttro.LaXmoliisJtoc melle,tener,
non fi elienJeua furfcpin oltre , che medicare i fantmUi a^m.P i t. Tenero Fior.Tcnera Etate^Tiene,Tenem
del Lai limerò Lati urne fecondo alcuni tefti,enetefli mo re f rondi, & Tiante.B » c.Tenero, Teneri fTaierj.Tene
derni fi legge tigna. nfmio,TeneriJ>ima7nente,Tenerjmente,ueJillndice.
Cottc,LatareunLtrismorbMs,apnplexia, & podagra jò- Intenervre.Lat. tnoUtre,& moUefcere,ualfarfi moUe.Ttt,
no le gode de piedi, & ihiragra quelle delle mani,i infer .Apri tu padre.je’ntenerifci,& f noda
mnàincurabtle.B ae.'HniialincmdiOotte gl’mfcrma Rinteacnre.Lat.remolUftere.Bo c.L’anlica morte permei
no.E/iinonfiuergognanoelsereOottufi.f'àrendiglielio te lagrime [parte per adietro, non nmenerì li cuori con
Ilo che Gottanciuola ti uenga.i.giiandola, onero diminuti
nodi Gotta ,uoce utllefca,
Cil\o, Lat.callus,& caUumjl dureg^‘ tarne, che mene
a pteé,iralle mani.? k t. "Kqnfate cantra' t nero al cor
un Callo.B o c . nel! A«. Cailafemanì.
Durcz/.a,r il contraria diTenereg^. Lat. durities. P i t.
Indi maiifuetiidine,iSr Duregota . Quando tt ruppi al cor
tanta Duregja, Dolci Durc^fe,& plaude repulje.B o c.
5i ammohf-a la uoHra pjjiata Ourcgotain dolce amore.
Pofegiu lafiiaollinaia Dureg^a.
'Duxa,Lat.i d contrario diTeiicro,ual oflinato^ljiro, cru-
tantapieta.p h.
Mo\\c,.La.molltsJeniiJìoclenej'acilis,piui,ualtenero.Ptr
Molte Tetto fiolore.yn'ljblelta delicata e Molle. D*k.
Et come a quel fu Molle fuo Re.i.pie^uole , & quando
ftgmfca bagnatopieé 4 i o > i .
Ammollire. Lil.mollire,placare, mitigare , molle reddere,
ual far molle,bumilurei& radolcire.B o c.ji ammoUf-
ca la uoflra paffuta dureg^a uerfo di me. Ogni cola dui a '
in procefo di tempo fi per matura , tir ammellifct.PH.
Mmoreicheammolifteiduricori. a u.Coinr le dettile
ammollifcono con gli corpi gli animi de giouam.k h.
dele prop.crmcta.T tT. DtiroMffetto,Mfiro,Corfona },{orbidciz3,Lat.pingMtdo,mollitudo ,mollities, delaie, lòfio
turale ,Ef ilio. Freno, Inarco, Lturo,Maniio, Marttr, Boe.TollagiulaftniiiiileMorbidegtLa.Tercmbeih'an
Morjo,Tenfier,Trandio,Scàpo,Safio,Tofeo, Fiuer.Cor, chora non erano le Morbidezze d Egitto fenon in picao
Orgogtio.Et Duro campo di Datitglia liletio. Dura Co- la quantità irapaffaiein Tbofeana.
fa, Morte, iq,ptte,TeHa,Salita,i'oric, & Dipartita.Duri Mon>idi,Lat.moìltidenella,dtlicata, dehRiofa.B o c.era j
Dipariiri, Penfuri,Durc Ocati.Onde Spine. Si m'è Duro jrefca,& Morbtda.Morbide Camere, Donneale corpi ■
lafciar l'ulàia Ulta . Fummi'l cui, & amor men che mai beate jir Morbide.Morbidi ne utflimcnti.
Duiv B o c.Doue IO rigido,^ Duro iJiaua.Lat.ceruicu- Immollare.Lit.emobre , per intenir da molilo Lat . D A »•.
fus.Tar a modi Duro,&graue.Si Dura,&fi crudele pa 0 cieca cupidigia, u ira foUetCbe ft ci [proni ne la una i.-i.
ruta tijònoMura Tena,Conditione,Mquai efSo Durifii- ta,Et ne Celerilà poi fi mal t'nnmolcJ.nefai ft nel mon-
fimo difie.Durainente,Durantela guerra. do gagliardi,er poi neli’mferno cofiudi ,akritfprtmono
Indurìto.LatjnduratuSfUalfatto duro.Ptz.Jndurato Co hnmoleàdeH bagni.
re,Mffeito,Chiaccio. Mmmorbidire,ual ammollire, tir intcnerire.Lac.mollire,im
Indurare.Lat.&durefcere , ual farftduro.T tz.Eicor, tigare.Bn c.'ìie alcun fi duro,ozptuo, che non ammor
che'n Àura,et ferra Marte crudefér fero,e i detl,& Cun bidifca bene.
ghie indura fialla indurarfi in pietra offra, et alpe fra. Rammorbidire ual far morbido ,et tenero.Lajno!hre,placit
Onde come nel cor m'induro e'n^ro,D a k. 'HpÌTaltra re,lenire, placare. BocJlammorbidaregU macerai fpi-
piàla,ihefacefiefronda,OindurafSeuipuothaiieruita. riti.Ma già per quefsomuna pietà rarmnorbidì gtiindu
Crotareecj- lncroiareepenndurare,& mcrojiartyo.Tro- rattcuori..P h.
uenzale.Lat.crullare. Da n. Col pugna b percpfie C epa Dritto, Dintto,èd contrario di Torto. Lat. reBus.PcT.
Croiaji.come crolla indurata. Dritto Camin,tS- Seniier,Dritta F'ia, Dritte Strade, kt
Rigidezzi.Lat.ngtàtas,afferitas,pertinaciajial oflinath fe mot da uia Dritta mi lorfi.Dritto per Paure aljuo de
ne,et duret^. B or. Chela tuaffuera Rigidei^a doni- fir feconde.Druto a mortem’inuia,& pria che rendi Suo
Dritto al mare.Lil fuo debito,o douere. Et è ben Dritto
Se ninfei moudo,& altri ha muto luUgiuflo. Latacquu
efl.Ir Dritto aUo m'mjegna.Ioicom'huom;cb'erra, e poi
piu Dritto eShma.La conJurriper Drutifiimocalle.Al
uerauoriite.Boc.yna Coionna,cbenelmexp della fiore
te Diruta era.Lat.normata. lo rm Icuai Dmtta.i.in pie-
di.yie ampbfiime tutte Dirute come firaU. Leuauft tut-
ti Diritti, & riguardando. Diritto, & leale huomo.igui-
fio.dfol ferma alla [coperta, & al Diruto fopra d leaem
roeorpo.i.apunio,Facendofi poidethro Dintu pagare
idefi biro dcmio.Driltamente.La cui Leaba,^ Dirittura
ideH boutà.Lat.aquitai,re(Ìio,iui.D a u.CoU Diritto fo
fra d Merde [malto t. diruto a quello . Fedi là Farinata,
che Ti Dritto.K a i. Che parca Dritto afiidela fiaopia.
Lat.normatuSt&fofi.ln fulattmpia fnbito tattafia
D'unDnttoufcke par che datar' cada.
[ciò lafronte.In lui t’ingegna dimetiertTenerez^adel Driggare ,& Dirizzare. Lat. dtrig re, erigere. P tz. che i6fit
tuo hcHore. puoi drigf^ar In fiato Li pm mon rebut . Drig^La a buon
», P»"*
nuifea quello fido mio atto.
Rigore..Lat.& Jiucruas,acerbitaf.dMritas,ual ofiinata du
regga.P i zjerimprefforigorgran tempodura. An i.
Si che temprando d fuo Rigore un poco .
Rigido.lat..afper,dure ccruiiit,rigidiu.P i zJ)i qual pie
tra piu rigida TiutagUa.euuerft tento fbrdaje Rigid’at-
ma.Boc.Rfgida yendetta^l yoce,RigideTroue,et -Al
pi.Rigidi acchi.Rigido buomoJiigidtfiimoJUgidameuu.
i6Sfi Ruaidojialrigido.lat.rigidut.ruibi,afferacerbus. Pi r.
Ennio é quel caiuò Ruuido carme. B o c. L'idtro bufi»
iCuuo Ruuido fitìro. A n. Era un Ruuido buomo. Ter die
RMUuUmrntegli riffofe.
yenerezz3.,itoppofitoéDuregga.Lat.pietas,tcnmtaT,’
Ù teneritudo,molbciet,moL'uudo,rt molilo Js. B o f.Tau
tafu la T eneregga.che nel cuor gli ;ienne , Qiixfi da Ih-
uerchiaTenerez^impeduafo(3e,pot lagrhnanJogbba
Comparatione
Q_ V A L I T A Comparatione
119
fono taffinnau ueìa.DriT^intc gli oechi alUior foa- irai per aie Diflone.D» k. qui iiflorfe La hoc
uememe.Drr;^arfi mpudi.Ei la tuta tona uij Drn^ a cay&gU octhi^ fuor trofie La Imgtu.
buon fine.Hora uoidrnf^o'l mio torfuM o c Vrejata/ca- Tugarc^picgare^tfpiegareper tarare 0 thinarea i
laìaconuaaòadm^re.Sicommuò a intere uerfo y^ro.Lat.ualtorto.D a u . tanno iJepoUbri tutto'l loia
finta Maria.i.auiare.l'erjò la ihitia fi intimo, yer- yaro^defi per tulio fino (cpoUhri, &percioii luogoè
fòleifidiri^^.D A u.Drrtjapnmadfuopouero calle. tortOr& uaro.
Et qui dritto uolando fiufiU petto. A il u nci.Latjtduncus,ual turno. P a t.& del mio campo
^ft;f^e.Latxngtre.io c. Difartoin tre paci,<^ recare mietaLappole.&SlecchuonUfalce.Aduma.T.perlin
ammat^laj.jiardintlocomemattj^^edi alt Indice la lix giunge quelia,Cbe cól' .Adunca falce adegua’l tutto
fpofiitunc. .AduncareAat.dr incuruare, per torcere, mancare. S a u.
.Arncciare uaj far riaio .lat.obrigerexowrabcrelè ,hor fmtogmferropoiperjortt^adunihefi.T.Cofijaià di
re,erigerecaptUoi.hoc. Et quaji tututcapelh adioffo noi nel loco tetro iiuella, che tutti con la falce adunca,
mi fcnto amiCiarr.'Hpn hauenda pelo addofio,cbt arrtc Valtare,La.ual torcere detto dalla falce che è tortJ.Ì)A n.
ciato non/oj(/r,DA n.Gm mi feniia tutti arricciarli peli. Tale per quel gtron fu pafio falda.
Aui.ogm pelo arrtcctoffe Et fcolorofie al Jaraanoil nifi Rincagnatovi/ torioj-itorio,& erefpo oolgarmcte fi di~
£rgere,Latxrigere,ual drenare , er inalzare. P t t. Loco ce rigbignalo da ruga.Lat.corrugatus, rugojus, cantnus,
non fiaJoutU uolernon s’i rga.tjtadaji aui.Tcri ch’ai- lSoc.EfiendodiperJonapiiciolo,eiformaio col uifipiet
bora abora S ’erge la fpeme.O piacer jondc l'alt al bel ni- to,c Rincagnato.i.eagiitno.
jo ergo.Et mentre gli occhi alti ergo. A Ai.C he dal del lo Sgngniao ual gobbo. Aai..A uno Sgrignato mofiroecoiu
bandi fiato cilene terga.Tencre,perdinz^re.Lat. din- trafatto.
gere^olucre^ertere.Pre.Tenejfe uolto per natura fichi Obliqiio.Ì4f,ii<i/ «ho P < r.Dura legge ifamor , ma ben
ua a Roma'l uifo,^a Babel le jpalle.Et natura, & pietà che obliqua Seruar conuieufi, tir mxmder la obbqiiità.
teilcorfo tenKei.dmzgiproftu. Bieco. A'o. Tr. dinota (guercio , colui che guarda in tono.
j6pi TortO.Lal.toriiui,tortui,nonrc(lus,ohliquuf,iilconera- Lat.ohbqiius.DA n.Oli occhi ériiti torje allhora in hie
rioiiDritto,tTpermeta.ualingiullo.ÌAdbc.Pie.Leflel chi.Siatcfedtb,& ano farnon Biect.inuecc di Biechi
le uagber& lor maggio Tono,T oni Sentieri, Et la mia idefi nonjlorttjcioc floltt.Onde ceffar le fue parole Buche
TortamactTtz^ahuonfine.Delalurnonconcej}'a,& ide/i obbquc,& inéreite,aj]'aicon touhio Bieco Mi ru
Torta uia.fsoo . LathoccaTorta, tir le labbra graffe .Et mhrauan (enga far parola . r, 1 1. Con occhi Biechi piu
meta peroblitodngmJio,ingiuJlantenteAirpcr lo erroie. chebraccia ropi.Et lhemnfu,finonqueWatto Biecco,
Latjniuna.P t r . Ondepiangtndo’linHro,&f altrui Che di lei inde, idtft torto, tp-disbonefto. Con guardo fi
jorto. Che fpefio ocJnobenfin fa ueder Torto . Torto mi men de C ujàio Bieco.Uorbido ,etho rnbiie. Hafd un’oc
ftceiluelo. che m’hanno congiurato aTario ut cantra, cbiox lguardo,jcuro,c Bieco.
Le helle,itr crude braccia-, Cbem'anctdonoaTorto.Lat. InnaneWnto ,ualtrelpoxmtorciato,uedLa ijqg.
'' ■ tmufie,crmmrta.ynochegbbebbeinuidiaxtuidelTor DlKìweTfo.Lat.tranfuerfuijtranuerfa , prò tranfuerfe.
to. SobiKr.mectudcbafigranTorto.Boc.ynomiom. Viu.tranfuerfiilueutibuihirquts.Ptrxtccco Da tra-
cino,die a maggiur Torto del mondo aio factua altro tut uerfiTutia deniorti piena la campagna. Boc. yeiundu
toé,che batter la Oiigbc. Doueguxrabi.eutr da Torto do Menedon Da trauerfi con la feure m mano.P u.
appetito tiraie.i.obb!jua,cr aducr. La uergogna che mi Trauerfare.LatJranlgrcdtAefieBereaiaricare.Bo c .Ter
uoifarriceucreaTorto.Coluulìa Torto n.'ha abbanda,, ciò non uifia grane lo hauere alquanto la ma Trauerfa-
uaia.Et certo mmaTorto . Itquab tiiolsc uituperatoa ta, per meno dijagio hauere.Et Umofinàdotrauertò l’iji
graiiTorto.D A M.Daluifapraidtfe,&deluoi Torti.i. Ia.ll famighoper certe (bade glitrauerfi.
ielle fue imquitàiouero del torcer tuo ih’ egli fapeldobire .Attrauerj'areJjit.idiuaTicare,traiifueheremobUquum uer
'Torcire.Lat.torqtierc,intorquere,ficSerr.iAfic(ìere. P « 1'. tere.Pn.Et la man,che fi fpefio fattrauerfa . Fra’l mie
Torcer Carne le mtc fatali fi eite.C he doucan torcer gli fonano diletto Et gUoccht.'&oc. .Ma il mulo bora da que
ncchuDal troppo lume. Torcendo’ l nifi a preghi honejti, fia parte della ma, et bora da queWaitra attrauerfando
eìrdegm.Ch'anchor non torfi dal aero camino Se no ch'i fi.Et a legami con morte 1 baSioni attrauerjo. Dau.FcU
Uen pafii in dietro torfe. Si t amor in odio torfi . Torfele gore pare fi la UM attranerfa. ^(oi demmo’ l do fio al mia
il tòpo po mpm laidi nodi. Fafemai da ma dritta mi to-Cm fero uallone Saperla ripatche’l cinge £ intorno .Attra-
fi.D A n.Semtlb:uolteuioleHtiailtorza.i.torca. ucrfmdo feazA alcun firmone. iiuatfdffc -Attrauerfate
-Attorcere.Lat.turqucrc.DA n .M. tmnotti.i portò, que» 0 quai catene T rouafti(-Attrauerfato,e nudo e per la ma
gli attorfe Otto uobe la coda al doffo duro. Tofiialipie Cometuueit.
di riaro mfieme Mttorti Dmentaron lo membro, che hmeno.Latjamanm^alidetteuole, è il torneano é.Al-
thuom cela. peJIni.T.In loco .Amenoc& porto defiato.Fra Ceba , tir
Contorcere, naltorcere,^ riuolgerc.lat.comorquere.Tt i. 'Htjfiatie le piagge -Amene.
li amata (paia infeHefia comorfe. Klpemo, Lat.alpeSlns.ual a]pro,tirfaticofi, detto dal fa
StorureJatjorquereaff-fleSere,PtT.DaCutide Liti oueP hrdeiralpiqualèfattcofo.Pii.Diquelh-Atpeftro,era
iLf.unt’ha llorto.Boc .Martelhuo fi Horfit mgmfa le ma pido Torrente. Alpe fin Deferto, Alpeiira, Salita ,Ta-
mjedita,e!r lebraec-,& le gambe,t!r oltre aqueUola ftorelLt.Tetrafi'ena,Alpe{iri Tfotti,» LuoghiD a m.
boica,a- gli orchi,& 1 -tio il uifo. AlpeSìro Monte Ai- Loco, Che dmnad Hamtbale paf
DifloTetre.Latjuiorquci &diftorquere.P k e. Giunto’ lue fan f AlpeUre Bocche.
>
Numero V A N
Intero,# il nntrjrio di Rotto. Lat.integer, iiuolumis , hoc
incolume. Pt r. Intero Arbitrio, Giuduio , Intero Mam-
nu,'Porte,I'erginc.Mt perche meno Interi Siete forma
ti. Coni ondo anni uent'uno Interi appTeffo,y ergine pura,
&dìogm parte Intera.i.non maculata. E‘n tenebre fon
gtiocilx Interi sfaldi. Cofi cifoJTio Intero^ uoi lèten
toj.col corpo & con t amma. iie fi, ne no nel cor mi fuona
Interoà.interamente , o determinatamente, f'emjfe’lfin
de miei ben nonintcgri.i.non conipiti.Boc.Intera FedeJ.
ampla.Hpn poteua raccogliere lo fpirito a formare la pa
rota Interoj.compitafiperfetta.Con Intero animo. Mo-
ftrà che i capelli tagliati non gli hauea,ma Interi, dr fal-
di.i.wn inacklali.Fu .Ambrogmido Interamente pagato
i. compiutamente.
Rotto,# il contrario d'intero,uedi a rompere 4 444.
Pofsibilc.Iat.P t r.ejuam'èTofiibile inaltriii.Boc.'i^ga
re non uogtio efSere VoJiibile.Temendo de pericoli Tofii-
bill a diiieaire.
linpofsibiIc.iJ/. P » T. / uolca dir-.ejucll'è Impofiibil coft.
Effer po in prima ogn Impofiibil cofa.Boc.Impofiibii do
uer efere,che mai ifuoi benefici di mente gli ufciffero.Im
pofiibile efier il poterfi difendere dallo II imolo della car
ne,Dnequafi Impopibili iofe,uedi (Indice.
T I T
M E
Numero
« O.
Vmcro,# una moltitudine di miti campo
fla,cjr effa unità non è numero , ma bene è
prmcipio,tìr fondamento di ciafeun nume
ro,et per quefioft può anebor dir egli effer
numero, & mediante effa umta ogni cofa
e detta effere una.T utti 1 nomi numeri eccettuandola il
primo ch’è y no jimo indeclinabili, fi come hanno un fot
nuniero,che è quello del piujcome dMe,tre,quattro,&pe
rò procedendo ai capi di effo numero porremo per Juo
prmcipio,yno,yna,I'ne,& Fmeo , Soi,Solo, Singulare.
Due, Duo, .Ambe, .Ambo , Gemino, Tar, Coppia ,Tre,
iiuattro,Cinque,Sei,Seite,Dteci,Cento,Millr.Trimo,Se
condo.T enip.Quartoffìumto.Mejp, Mr^ano,Metà, Me
riggio,Iniermc‘:^oJ‘ra,T ra. Infra, Intra , Indiuifibtle,
Doppio,.Affai,sprlio,Souente,Ben,Moltu,Tur,Troppo,
Souen hio,Maf\a,Compagne,Somma,y ta piu, F la men,
y la maggior,Tanto,Si,in ueceditanto,Tutlo,.4ffatto,
iìuanto,.Alquanto,0)ente,Cotanto,Fiate,y olle. Forte,
per niolto,'Parecc‘'’,Innumerabili,Infinili,Moltit Udine,
Fotta,Calca,Turba,Torma, Drappello, Ciurma, "HulIa,
Zero,Raro,Rado,Siuafi,Perpoiomen,Manco,Minimo,
,Atmeno,Toco,'Hiente,Mica,Micolina , Randa, Sctr^,
CouelteJ^rullo,Cioche.Ter tutto nòyA poco a poco,Mb
bail)iera.numtrare,nouerarerinnouerare, citare, atcon
tarr,giungere,aggiungcre,Congiungere,ncongiungereJò
pragiungrre,liuerchiare,j(immare,adunare,raguniireje
raunare,conuemreaippaflare,ammqfiare,annnaficciaa
reAogbere,aciogliere,raccogbere,compitare,conuenire,
ponere,ripanerepnettere,nmettcre, diuidere, partire,
eompariire,temprare,doppiare,raddoppiare , addoppia-
re,menomare,auallart.
la giudicarono alla Soflà'gacgua ^umcro.Lat.Tiumerut.Ptr.Smdodidonne unbelnume tifi
leiperche largamente conobbe- ro elettole noci In numero pm IpefieM fld piu rareyer
rofhe per modo aUuno cofa al gme Saggia ,/!S- del bel 'Humer'una.h o c.Tffbaurebbe
mondo fenia lei non può dura- potuto uedere fenza Humero. Lat. tnnumerus . Oltre al
re, Laquale fi diiiidc in due parti Humero dellt Scientiati. Dan. I2jiefla natura fi oltre
cioè contiaua,e7 difcreta.La con s’tngrada In numero;cbe.
tinouai quel la, le cui parti fino congiunte a cereo tenni Itmuinerabilc.Lat innumerabibs,ual fènt^a numero, qua
ne comune, come il ferro, il legno, il fifio. Laéfcretai fi infinito.? 1 r.Et di Lacciuoli Innumerabil carco. Din
quclla.le cui parti non fono aggiunte ad alcun termine torno Innuinerabili monalt.ttoc.Innumerabilequanii-
comune,couie i.i.j.Dellaquale efiendone largamente tà di iiiuentijnfimti,uedi a 17)0,
flato finito da .Arillotele,ilquaU la pofe per lo fecondo .Annouerarepial numerare, onouirare.lat. numerare, coL
LIBRO NONO
Ci_ V A N T I T A*.
V antita'. Quefla èdi tanta
tee. eccellenza, ‘he molti Thilofophi
fuo predtcamcnto,eyda molti altri autori'diuerfi,porrei
mo filo li capi fono di effa appartinenti con le autorità
de nofÌTi fopradetti poeti.
Quantità, Numero,Pcfo,& MifuTitGrandezzPtCran
de,Siaggme.lmmenfo,Difutile, Mtizj.a, .Ampiezza,
Lunghez^,Largezza,Sommuà,Salita,Cima,Eminen-
te,Eccelio,Eleuato,R)lcuato,Sopra,Su!i,Su, Tota diaro.
hgere,recenlere.y 1 u.Buqi ée numerane ambopecut, al
ter , a hados. Per. ad una ad una annouerar le flelle .
BoeSe ne furiano a fai potuto annouerare , ad annouem
rare le pentole, & le (t<ùielle,annoueraf e fono linque-
cento.Etiogli mifSi in una capa lènza armeueraigli . Et
di prefème gUaniiouerò idanari.D u u.Se tuannouo
rar le credi.
Meno,Minimo,.Alquàto,Baficzza.BaffoJmo,.Anguflo, Contar. Lat. numerare,computareAalculosfuhducere,ratit
Ticchio, Corto,Stfelto,Breue, Ogniun.Ciafcun, IÌM
lunque,-4ltriyAlcuni(raH,Cotaii,Moltitudint ,Drap-
peUo,Ciurma,polta,Calia, Stuolo,Lifia,Trtfca,F rotta,
Tornia,Mafiudafiomm.r.
Quìmiti.Lat.quantitas.B oc. Innumcrabile Quantità di
uiuenti , Grandifìima Qjiantità di moneta . Fna buo-
na Qjiantita di danari, Ticciola Quantità , Vna certa
Quantità.
nesctmferre.Pft.Che;i'aliontarnonerro;hoggi ha fiu
t'anni.Ch'io comincio a contar il tempo e i danni. O mifeo
ro coluiahe 1 giorni conta.Contando ihore.Et uo contan-
dogli anni.Contando icafidela mia noflra.Coutando am
ni uent’uno interi prefo.
,Accomare.Lat.numerare.computare,rtcenfcrt , ti calcn-
tum reuoca rejia ad,(fr contai dinota conoftere; ra
gionare.Bo c .Tercioche tragf. tltribuomuu ualorofi,
cria
.1 -
t
Numero ijo
toHalieri nel palagio adunati . D* n/tip/ha mriu , (he
di Uggiersadona^.iinifie^ uree di aduna perla rima.
Tiptpajj'auanjn perfombre, Cb'adonaja grane pioggia
idt fi aduna, i^iongrega. .Ambo fi qua nona fcbicra
l’aduna.Coji nidi adunar U bella [tota . Se l'aduuajfe an
thor tutta la gente.Tutte .Adunate panbber mente. Gli
Colombi adunali alla pa fiuta,
non giunge ojjb a tu ruo i.iongiunge .0 Juggtndoab non RagunareAI^ Raunare,uàleriduteTtii^ttme,oaduiKi.Lat.
Numero Q^VANTITA
dir da molto , ch'io accontai mai , egli i per certo uno di
piu^deli conobbi a
Conuento. lai. conuentus ubi multi ccnueniunt. Dan,
Quant'fl Conuento de te bianche hvie.& per lo Lonutn
to de frati, nidi a q6.
\6p~! Giungere jSt Ciug>ureJLatjurgere,cjraddere. ualponere,
omtttcre.T i t Giungtedo b gne alfoio,oueluardi.O'
giunjca le piante.lf' fon giunte le rhnc.ogni belle^^/i-
gnicoilume Giunti in un corpo .Giunto m'ha amor fra
be!!e,& crude bracaa.Com'i giunta honefià con leggio»
dna. poi ih'a fiar fccofurgiunte. dr quando fio per arri
uare.uedia iqqó.
Giunca,;/ [opra piu che fi da nel comprare. B o c. Hauen
doji un'oca al di naio,dr un papero giuiaaj.lopra il mer-
caio.Saluo fe io uolefii a quella maluagia derrata far u-
na maii Giunta. LadÓnauedidoah’igll nella prima Giù
ta altro mal che dipanle fatto non Chauea.carnuata.
.Aggiungere,^ .Aggiugnere.Lat.congiungere,augereuid-
coniungereAonuemre.P i r.Quel the'n molfanni a pena
fi raguna.R o c ..Alcum di quejit tuoi Uictm deeeffere fio
toedr perciò fe tu gb pote/ii raunare . l patemi di Gifip.
po,dr quelli di Sophroma in un tempio fe raunareyui-
maUa fónte fecÓdo tufaio modo fi raunarono. Et Rauna
lofi ad una fefia con una gran brigata di donne loro or-
dinatamente raccontò la nouella. fatto fonare a capitolo
& li frati raunati in quello . Ctafcuno nel luogo ujaio fi
raunòj) a k.Kojmjj le fronde [parte.
Conuenirc.Latfonul ucnire,per congiuigerefi adunare in-
fiitme,ucdia i$i^.
dere.peraicrefcere,^ pcrcongiungere.Bo c.Dinonag .Appafiare.lMJnacerareJui'grre,ual cor giungere', in fie-
giungere al fico danno uergogna Intra le bidihe colombe me , come fa pafia con pafia. Lat . congiur,gcrc,ufatv da
aggiugnepiu di billetta un nero corba . Etdietroalla DAK.Leripeerangròmaled'unan.ufi'al^tilaneliiodi
mllama aggiignca grandijfime minacele . Et fopra que- giu che ut tappa fia .
fio aggiugnendo digiuni At quattro tfpora. Ma loCaggiu Compilare.Lat.ual raunare piu cofe in uno, onde Compilato
gnerei de mici armi fe io potefii. D A s. Et io u'aggiunfi; n fimo i Compofiiori di dmerfi co(e ponendole injieme.
drmorteéfuafihiatta.Etpercongiungere.Boc.Ag- Duìi.'Hongii hauea tratta ancborala Conocchia, Che
giuntofi contoro'biello.D An.Chedouetargomcntode Ciato impone a tiafcun,cbe compila, ide fi che compone
la mente S'aggiunge al mal uoU r ,& ala pofia, La'ue'l non e da ufzre.
ceruelt' aggiunge con la nuca.Etdtjubitoparuegiomoa Comporre. Lat. componerejdr fimul ponere,ccniungere,cu»
giorno Effere aggiunto aT per arriuart piedi a 1476.
Congiungere.Lat.comungere,<*r fimul iungereptal accom-
pagnare.Pit.luim'aggiunjì ,& micongiunfi amoreà.
con modo maniale.Co't bel nodo iPamor teco angiunge.
Et benedetto il primo dola affanno , Ch't’bchbi ad effer
con Amor congiunto..So c.Li quai amor uiui non hauea
potuti congiungere. La morte congiunfe con mfeparabile
compagnia. Si congiugnerà la mia anima con U tua.Infie
meficongiunlèiv.trala cameradiTitoa queliadi Ci-
fippo congiunta.Lat.citiguaj.propinqua.Cbe Corrado ha
dereAXCuderepexere,iomexere,ordin, cantre jcnbcre,
exorarej& compilare. .toc.Le donne già m‘furon cagio
ne ad aiutarmi a cóporre mille uerfi . Et baueua una gre
ca uecchia maefira di compor uclem. Et faprci fitto altri
nomi cmrporlaAp- raccontarla Compofeil corpo fio Jó»
pra quello al filo cuore accofiò quello dtlmorto aman
te.ÌACCOnciò-Andreuccio udendo que fia fauola cofi ordim
natamente compoHa da cofiui.Doue uot tutti gli altri ue
derete co nifi ben Copofii.i.ben fatti, e quàdo fia p toleroa
re,uedi a 4 1 .c per ordinare a ic.drp accordare a fio.
ueffe a tanta benignità recato;cbe Cianotto còlei bauef- Cogliere. Lat xolbgere piai adunare, ragunare,por infume.
fi congiunto.! jnamato.
Ricongiungete, Lat. iterum iungere.Boc. SetuilmioTam-
pbilv, fnomc da me il diuioefli, meio il ricongiungi, F i,
A coflei mal da me conofiiuta fui ricongiunto.i.dato
per marno dopo la morte della prima moglie.? h.
Sopragiungere.lat.fiiperadderepialfipra ponete , accrefee
re B o c.Tanti preghi fipragiurgendo.
1698 AualLre,peraggiungere.Lat.anne(iere,hnponere,fuperpo
nere,afipliiare.D » n. Cofi li tu chi. a cui la roba falla.
StannoaperJoniachtederlorbifigna, Et l'uno'! capo fa
pra [altra aualla i.aggiunge,o appoggia.
Coroì\2TÌo,Lat,connexio,eonfiquent,cr eonfiquemia, cr
dinota aggiunta corrifpondente alle cofi dette di fopra,
D A K.Duotti un CoroUarioamhor per gratia,
Adunare,Lat.& congregar e piai ractogliere,giungere,uni
reAT congregare infieme.P i r.Onaio perche pauento
Adunar fèmpre quel, ch'un'hora fgombre, fCeggiam,
quando col tauro il fc iaduna.Se tutte altre mie gratie
infime aduno. Boc.Fei: Gualtieri tutti fioi amici aduna
reJn una della parte uebU cbiefa adunatefi.Lc donne jàr
PiT.Accogbcrfiorimqueiprali cfmtomo. Honpotei
cogber mai ramo ne foglia. Sol per uenir al Lauropmde fi
coglie Acerbo fruito.Ccgbendobomai quaUh'uu di que
Hi ramiMel fio bel mucr già cogtundo 1 frutti. Onde tal
frullo,^ fimilefi colga.Du u.Etcolfiun ramufcel cU
ungranprunoiucdia i}j.&a 1478.
accogliere, per adunare.Lat.coUigere Adunare, congrega-
re.? t -r.QjiaUellaiditmmoruipncuiìucoglia.SijiaH
ta uede uirtu.Tiu folta fihiera ih fofpiri actoglia .Eiua
gbilpirti in unfilpiro accoglie. Ch'accolga'lmio fpirto
ultimo ’mpace.ln rete accolgo [aura.Quài[ un cor tante
in (e uirtuti accolfe { Sola i tuoi delti U prefente accolfii
Quella bella cópagna era lui accolla . Accolte Chiome,
Beitele £1 fóndila fi dolcemente accolti-Accolto Duol
Dolore. DAu.Dela ualle S abiffo dolorofa,Cbe trono ac»
coglie et infiniti guaUuis accoglie [uno , [altro infe-
me.Tero che't benph’è del uoler obietto Tutto 1 accoglie
in lei i 'accolfiro a quel luogo. Cofi da i lumi, che 0 m'ap-
parimo S'accogtiea per la croce una melode Che mi rapi
uaJ>olct colord'oriental Zapbiro , Cbesacfogfieua nel
Numero V A N
iiiùiio ajfietio.'Poi come Turbo tutto in Jè s'Mcolfe.che la*
grime goccia Lcqiiati accolte forin quella gratta. &
qkàia Ha pergmngerealTimprouijàuecbaiqq^.&per
nceaere con benignità, uedi 4156?.
Accoa;\itor.Lat.coUe(lor.D A n. Ettiidìl buono ,AccogU
tordelquile,Diofcoride àteo .
Raccogliere,& Rtcogliere.Lat.coUigerc,congregare. P t t.
^fpargt quel dolce oro Et pof l raccogli ,e‘n bei nodi t m
crefpe.Etpoi che't frenperforga a fe raccoglie. & racco
gUea con ji foaui nodi. Stllhor raccolgo f alma a megli oc
chcraccolji.lnfe licffa Raccolta . Raccolta Humamiale.
Etermlà-Raccolte EcceUentie.Tte dolci, & cari nomi ha
T I T A Numero
chiome pofle in oblio. Coftgli ho di me polli in fu la dina,
fu pojlo m croce . C’hanno poflo nel fango ogni lor cura.
Bo c.uediali’Inécc.
Riponete. Lat.repottcre.9 i che riponpiulafperàga in 170»
luti D'arabi monti lei ripone, & ccla.Ripon entrai bel uu
fo'l uiuo lume. Me rtponete,ouc'l piacer p ferba. Che fpen
fe‘ll<)l,am^lnpofeincielo. Cofi hauefiuripojlt . Dagli
occhi, ou'era Rtpoflo il guidariin Sogni mia fede. Ripo-
{loluogo.Seggto Ogni mio ben.B o c.^nihora Iddio il ri
porrebbe là ;doue la fvrtnna Tbauena gatato . Sotto la-
qual fcala, era unihiufo di tauoleda rtporut alluna cufa.
Et ripofi fi a federe. 1 1 fpiccato il porto ma, a cafà nel por
taroiio, et Ripojlolo fe nàdarono a dormire. Fuori del fuO
caflello m un bofeo fi ripofe in aguato. i.fi mife, 0 afeofe.
in te racco'ti Lo fpirto ha} fi raccolto. Et Vamorofofguar
do ha in fe raccolto. Maraccoghendolefucfpartefronde. . , . . . _ .
B n c.Et quindi Cacqua per canaletti, quafiperogni par Mcttere.Iat.ponere.V t r .Tra la fpiga,!<!- la man qual mu
te del giardino difcorreua, & raccoglicndofi ulttmainete ro i mcffo.oue'l noflro ferro mife.e ipenfier caflt. Che nel
cor giouaml natura mife . l'ago Suér nouclte oltra mi
mifi.Et mifil ju la ma quafi fmarrita .Come m’hauete in
flato baffo niefio . "Elei noìl ro dolce qualche amaro met-
ta.Ch' acqueta l'aere, & mette 1 tuoni in bando. Bo c. Et
Mcfia m terra pine di loro gite . Et m eafi Mefialafi Et
Mefiaui fu la terra, ui piantò . Tei tutto hanno mejie le
guardie. Et mefiem é buone [petie affaure pani,& quel
li Mepefi IH feno. la fua bella roba,t!r Mefiolafi in doffò.
Mefiofi in camino. L’acqua mife netta coppa . Et metta fi
a fentire quello,ch'i S -drrighetto.Con ogni picciola fan-
camimetterebbonom fondo . Mt metterò la robamia
d. Ilo fiarlaito. Et cofi per ordine tutti mctteuano tauoU
.t.faceuanopaflo. Et fpendo il mio in mettere tauola per
honorarei miei cittadim.i.far conuito. Ella non fapeivi he
ne,che cofafofie il Mettere in aia con gli fcolari i.a inco-
minciare a darfperanga di fare alcuna cofx,& poi man-
care. Mcttirore di maluagi dadi era foleitne.Dc u.Oue
Etheocle col fratei fu mifo,in ucce di mefio.
Rimettere. Lat.reponere.T f c.Tmdaro •, .Anacrconte,che
rimefie Haueafue mufe fot d’amorm porto . Boc. Fatta
rimettere la tau la, fece uenir la cena.Rimettt re il diano
lo nclt inferno . Rinicf aladonnamllebraceiadi'Hieo-
flrato fi tornò a frderr,Er Rimefiafi la fhiauina . Et ri-
in una pa rte.ll Re udite quelle parole raccolfe bene la ca
• gtune del conuito delle galline. Ejù a fare de loro piaceri in
una parte del gi.trdino fi raccolfcro.i.riurarono,o ruluf-
fono . Buffalmacco recatofi in mano unodectottoU , che
raccolti h tura, diffe a Bruno.i.raunati.Da quei pallori ef
fo per pietà fu raccolto j riceuuto.uedt all'Indice. Dai*.
Cb'ei tronca, (ir raccogU.i.raccoglie,ouero raccogliegli.
1701 Rtcoglterc.Lat .Uerum colhgcre.B o e .Calandriuo doiiunque
alcuna pietra nera uedeua,fi gittaua,dr quella ricoghen
do fi meli tua iiifeno. Jlfarfctto noi il rtbauremopertrf
tacin.que Ioidi ricogliendol teliò.i.rifcotcndoto dal pegno.
Il famiglio quella parola ricolfe,& come che motte ne
ncogtieffe cammando tuttodì feco.Hel mtgp delta firada
gittata da me fu ricolta. Calandrino cofi graffiato, & tut-
to pelato, ricolta il capuccto fito, & leuatofi.
-4mma(fare.Lxi.macerare,compagÌHare,cóponeTe . per far
maffaro cumulo.B o c. llquale non ad ammaffare dana-
ri , come i miferi fanno , ma f pendere gli .Ammaffati s'i
iato.lM.congefli.
^mmafiicciare. Lat.coaceruare,cumulare, exaggerarejco-
agmitare4ure9:ere,lapidcfcere. ual ammalare ,aggiun
gere.OtK.Iltergn, che di pipras'ammafiiccia porfido tm
parea.alcuni efpongono che'l tergo cerchio era di Maci-
gno.Maffa.i.cumulo,o coadunattone a 1718.
?
mefiela in cafa di encomino.
^ecumMlare.Lat-ueruare,accumulare,cumulare,augere, Scommettere Lat.cómi:tere,detrabrre,alicuiinfìigare^if- 170J
udaugere,implert,coaccrHareptalponere infiemejer far fidtum querere,&fercre.uat mettere male.ct fiminar di
cumulo.S A u.TqpndifpregT^rciochc'ntuaglonaaCCU- fcorée.D a k..A quci,Cbe fiammeltédo acqutfian carco.
mulo.T. Et io,che tutto'l giorno roba accumulo , .A gran Sojfotgcre Lat.fuffulcirefitletttare.ual foppmere, & furto-
fatica ui poffo refifiere , Che quanto auarrgp nel uiuer poncre .Dan. Terchc la uifia tua purfifoffolge Lì giu
confumolo. tra fombrelrific f
Cum\\o.Lat.cumulus,acemus.S a u.Quifempretifaròé Tendere.Lat.prrponerc,ó' prrdiflendere.Prr.Et tende tac
fiori UH Cumulo. Aki. E poi f atti n'hauean Cumub fpefii. din fi diuerfe tempre. Et la rete tal tende ghermii piglia.
^ Lacci amor mille, & nefiun tende muanoMn Inetto , che
di fila ordiua Tefe fra l’herba.una leggiadra rete. D'aro,
et dt perle tefe folto un ramo.Hebbe un’altro Laccmol fra
l'berba tefo.B n c. Fecero tendere un padiglione fòpra un
uerdc prato . f’edrai due fctugaiei te fi alla finefira della
camera mia. Saputo u fiate del laciiodlqual dmantQ a pie
di fenduto gli hauea.
Tonere,&Torrefidiee.Lat.ponere.ualmettere.Pfr.Etpo-
ner fine a gPinfimti affanni. Da por fua cura m cofeahe*
re,rr noue.Tor fine al mio dolore. L altre poigiafò age-
uolmente porre.Tommi oue'lfòlef laida ifìon,&fhcr-
ba. Chipon fieno a gli amanti fi da lor legge. In grembo a
la nemica lil capopone.Mifrr chifpeme in cofa mortai po
ne; (Ma chi non urla ponef) drs'eifiiroua .Alta fine in
gannato i ben ragione. L'un tr falere ponendo in liberta Tcnditorc.Ì4f e.rtenforuel qui tendn. Bue- Io mede fimo
te. Et pongafi a feder m ju la riua. Quando' l foaue mio fi- fui lo Tenditore de lacci, ne quali fon t aduto .P«. Tende,
docanfortoTonfidellettoinju lafponda manca. Etmi Trabaccbe,Taàgliom.ucdìlbttoirMarte.
tolfedipace,tìrpofèiaguerra.t’lmiomalpofimoblioJa 7'^ 0
fajloreUaTojU abagnar un leggiadrelto litio, famate \noJ'nJ'na,l(neJ'nauoltaJ'ndtra.-Alcunauolta.ad
~ itma
Numero V A
yna^i un triUto.ymca.Siagokre^ol,Solo,Sola,Solc,
SoU,SoktU,SoUmente,SoliUirio,Solitiuùne . "hlsncbe.
Tur ynigenuo.Scemfio.
1704 \ no. Lat.umu.é prmapio,&fi>nilimento(rogni numm;et
fetondo aUuni anche effe ynoè numero per ejfere prmà
méogmnumero,comeè detto, quàdo quella uote yno
■ halamcolofi non tha.cofi fegui'.andoui quelle noce .Al-
tro/ hauràjo non C haurà.come per effimpio !'no,& .Al
trojir runo,&t.Altro,& quello fempre fi trout ojfer-
uato dal.B o c. bor procedendo alte .Autontati,&pnm*
delPtrAiremo.f'no.SpirtoceleHe.Qjiel yno irono.
Tanto ch’io fiu per eJJeré quelli Vna Tennemiamor an
ni uent’f'’Hoardendo.hort'no,&yn altro . y no Speco.
B o c.y emendo yno in cafo dt morte . yno Mona fiero,
yno .Arciere.L'yno negàdo .A/altro.Tuttn yno. Da k.
fecondo ch’era In numero dijlintopiu da [f'no.
y n.Latjtnus,& diumui/h un é^t tabor.concolor, & mo-
nocromatosjunicolor/L un colore . unammus , di un ani-
moun uolere.unhculusrdi un’occhioAnmcutus,di un*
anno,& homus ut agna unmt^l hmus anm, & homoti
nus/i un nonie,o di unagéte.pretiolus,di un preg^. có-
Jors^t fal,nux.geHtdis.di una condnionefi qualita.Ti t.
yn Di.ynSoleJ'n yento.Huom.Tenfier.Faggu. Lauro.
Mar.ynfol conforto.yn’.AlMa.Hora.Orma . Imagine.
.Angofcia,Mmma.ljHetta.lHfegna. Abete, Altro, Au.
reo crine. Ombrofo Colle. yn Batter /occhio .B oc. Di-
fior fe yn ujò.qujfi donanti mai non udito . yn mio uici-
no. yn Fiume, yn Leon famelico J'n poco. Che poteuano
malere yn cinquento fiorini <f oroxctrca , 0 intorno . yn
Sfuanco.Come farebbe ad yn altra . Et qual col ghiaccio
il pefcatore d’occupar ne fmmi molti pejci Aduntratto
.i.in una uolta.P 1 r.Cbe paura/olor, uergogna , Cs" ira
Eeanneluoltofuotutt'Aduntratto.Dk u. Siche co-
m’eltiAd una militano.i.inficme.Lat.unà.
Ad mi.ual'inficme.Lat.unà.ueéa 1575.
Vna.ia/..piT yna Donna.Forruna.Tqptte.yendetta.Fon*
le.Tarte. Gente.Spene.Gloria.Mano. Cotona. Rouma. Dol
cegga.tal fama.B o c. Il quale d" yna jùa donna haiieua
finga piu yna jiglmoia.far y na di quelli cofe. ynagrà
dote.yna buoni quantità . Cuna mi tà couenédo ne miei
bifogni Caltra metà dando loro.
\ne,]icomedaI.atimfitroua nel numerodel piu;come
unas Itterat cofi appo il Boc. nella Gi.fcconda , nouella 7.
àrea il fine. Et quello de t yne.tr de Caltra faccia.
1705 \nìuohi.Lat.fcmel,t!'tantum,.P ■ t Camma, che pec-
cò fot yna uolta.tr non pur yna uolta.anri chifia Cina
roynauolta.fiachiaroin etemo.Bo c.Tqe auenneyna
uoltarna. Ch'io difii yna uolta mal di lui . Io befit tnmiai
yna uolta la mia madre.yna uolta, & altra. i.fpeffe uol
te.Et ufaudo yna uolta, tr altra con lei . Ofoprayna
qualche cafa diihahitata.
TriCto,uat una uolta.Lat.jimel.P i t. Che paura , dolor,
uergogna .ed ira Eran nel uoltofuo tutt’Ad un tratto.
B o c.Etqual col ghiaccio il pefcatore d’occupare ne fiu
mi molti pefii ad un T ratto.Laquale in tifa , che far po-
tere intorno accio fempre del manto temendo non ne la-
fàaua aftrTratto.i.lat.ntbil intentatum relinquebat.
Auì.ynTratto /arto fuor de flrada ufeiro. LatjtraHus
arcHtMcdiaqji.
\a'ilaz,yiCaltroAat.aiiits^a, aliud. )p% r.yedi y/aU
N T I T A Numero tjt
tra;A’amor obietto fceife.Tfpmando y/altra amarne
acerba.tr fellaMra uederta y /altra ualoroft . Ma con
queflo penfierVn’zkTOgioJlra.Cinuolohoruno,a- ho.-
un'altro guardo. Et dinou'efca y /altro foco acelò . Ter
riueHirfenpoiy/dtrauolta. Laijterum/lu.tndo Al-
cuna uokìUolgeteillume.S’Alcuaauolta ndo rican-
to. Alcuna uolta fut tn danga . cb’i porto Alcuna uolta
Inuidiaa quei,chefonfu Caltra riua. Et ei [ha detto Al
cuna uolta in rima. Ltt.aliquandoriliquotiesrpiandoque.
Vnico.Lat.unicus,&fingulans.T i i.Bellegga y/ca,
Sola.y ergine ymca.gr Sola.
Dtfumre,perpartire,&diuiJere.uedia 1477.
Vnigcmto.Ì4f.cr unigeua i.folui genim.ual figliuolo fo-
lo,cioi unico.B o c.Conciofucofà,cb’egli ajuoiymgent-
tofta.nelTu.
Singularc.Litt.t:^ unicus.T t r.Singular Tortamen(o . Et
fatto Singular da Caltra gente.LeggiadritSiugular , Cr
Tellegnna Boc.O Singular dolcegga del fangue bologne
fi.L’armIlà di Singular riuerenga degna. Smgulare amt-
citia.Bella.Tqnmtìà.SinguLve f'irtu.
Solo.Lat.foluiniUtitjraduerifolum, & fòlummodo .Tir. vjo6
Solo Amor.Coforto. Dnlore.Giouane.Taefe.yfo.yn paf
fo.QiielSolo.SolopercuiC.tnimarcfpiraa.folamenie.Sa-
btoin qualche fa ma Solo perni:. Quel pò Solo addolci r la
doglia ittia.QuelSoltche Soloa gli occhi miei rifplende.
Solo / un Lauro tal felua ucrdeggia. Qui miflo sòloj.fo-
lus.Ou’i uorrei fiar Solo.&famnu al mondo ir Solo. Tal
paura ho di rurouarmt Solo.Colui,cbefpleiide Solo. Boc.
in u/huomo Solo.Tutto Solo.
Solo che. Hai purche.Lat.modo3 0 c. Solo che C appetito
io chieggia.Solo che la netefiaà della fua infermità tl n-
cbiedcffe.Qjjefio farò io uolentieri , Solo che uoi mi prom
mettiate , per cofa/ìì’io dica, niunodoueiji muouere del
filo luogo.
Soldtttece diSoto,drdiSola.Lat.fotus.Tir.yn Sol confor
toj-'n Sol giomo.yn Sol Sguardo.Tu Solmi fcorgi . yna
Sol TiptteJ'na Sol Spene. yna Sol uolta , Sol una fide.
Boc.ma Soldi chiaro foco.i.folamente.
So\a.Lat.ual finga pare,& fcompagnata.T i rSola Alma.
Bellcgga.Cagion, Colà. Efia. Fronde. Imagine , Infigna.
Morte.OmbraJ-'na man. yoi. Qjiefia Sola fra noi del
del Sirena.Di uederlei, che Sola al mondo curo . & Sola
fico fi ragiona . Toi la riuidi in altro habito Sola . Alma
Sol quella fionderà) io Solaamo.Tu prima amalìi. Boc,
Daliaqual Soia ogni mia pace uenirpote. yna Sola Cairn
fcia.TÌp fu una bara Sola.
So\e.i.fingapari.Lat.foUpinica,rart,fitngularei. Tir.Et
Caccorte parole Rade nel mondo 0 Sole.Et celefh Belleg^
ge al mondo Sole . Cb’i nidi eran bellegge al mondo Sole.
&perScompapuuc.Sole Lagrime. Luci. Fauille. Cofi,
Donne.Buc.Sàein tanta afflittione /hanno lafi lite.
SolLLat.foli.T u r.oueroeonleparolelntellateda noi Soli 1707
ambedui.Boc.SoU,i(p accompagnati di di^ di notte.
So\ctto.Lat.fòlus,prorfut,^defirtusà.dercliltus.Tir.La
fianca ueecbierellapellegr'ina,Etm cofi soletta . & una
nedouettaymceOlofheme,& lei tornar Soletta, Con
u/ anelila, & con Chorribil tefcbio.B o c.Tutto Soletto fi
mife incamino.yideUglhanSolettoandarepaffeggian*
do. Che ella quiuiin quella barchetta cofi Soletta foffe
arriuata.
Numero Q^VANTITA Numero
Solamente. JM. tantummodojaiitum,folum. P s t. Td,
(h'd buon SeUmcmeufcio fi dnude.Sdtmite quel aodo;
Cb'jmorcircottdiaU mu lingua. B n c. tiqnjòUmriite
molte dorme moriuano,mj.'Hoa Soiamite iifuo coafigLo
lodarono,ma.Lat. non folum,non modo.
Non che,per non folamente.lai. no modofton éco/ed Lat.
antepoiutur cum fri pojlea, ut non modo pietatcm fed ue-
niam. Pir.Spero trouar pietà ibe ^rdono.Boc.Che
un fiuporeera ad udire, T^n che a riguardare. Et Tdjm
che altri, ma i frati minori. Che 'ìion che in Vifìoia, ma
in tutto il modo, lluento potenti fimo poggiaua meontra»
no ,ia tanto che "hlpn che efi del picciolo jc no tifar poteffe
to.nu. 'nonché la Dio merci anihora non mi bilògmj.
benché, 0 non /diamente, altri leggono che la Iddio taci ci.
Pai, e'Pure, Soiamite. Lat. modofedjdhimmodo. P r c.Tri
nuHCra per me "Pur non i mai. Et non Tur qucfla mife.
ra roiiina. 'Hp Tur qualfu.e riucrir infegua La uoce iflef
fa,Tur ch'alin ut cbtamuJummodojo folamente. Che rio
Tur pitto bende .Alberga amore . 'Non pur quel che t'a-
pre a noi difuore. Da x. Ma perche poi ti bafli Tarla ui
Ha. Che copna Tur i piedi. i. Solamente, nota non Tur in
una fola parte. i.m molte parti . Eoe. T cnendoft beato chi
Ture un poco di quelli poteffe hauere.i.uixpauxillum ue
His. Tic auéne Ture una uolta. Se io hauefii Ture haute
inpenfieroéfareunadi quelle cofe che uoi due , credete
ch'io creda,che Iddio m'haueffejoslenuto tanni
1707 Solitario, io/fMrio.ejr Sobngo. Lat. fohtariui. nal foto, &
luogo oue non i alcuno, pur. Solitario -Albergo . Cerna .
Horrore, TajScrsSaUtaria Piaggu.t' dia, t'ita. Solitarie
Orme. Solitari Toggi,Tte. B o c. Laqual chiefa in luogo
affai SoUtano era. leggendo U luogo Soletarto, & chiù
jo. f'n luogo Soletaria & romito trouato.-AUeuato fopra
un monte faluatico & Soletario. In luoghi Soletari fenga
compagma. La contrada molto Soletaria.
SoUngo. il mede fimo che Solitario. Lat. Monotropo],jòliua
gus. Pi T. coHei pule De Indegne d amor andar Solinga.
B o c. Luogo motto Sohngo,& fuor di mano. D tu. Come
fuoleffer tolto uifhuom Solingp Ter conferuarfua pace.
Solitudine. Lat. i proprio nutrice de concetti Boc. Legrì
forge dell'otio, & deUa Solituéne.
Scempio.adie.Lat. fimplcx.ual folo,&fcompagnatopl fuo
contrario doppio, onde ft dice un'huomo Scépio,cioileg-
giero,& dt poco ingegno per effert fcompagnaio dalla ra
gioite. Hcdi a I
Due. DHo,Dui,Dui-4mbe, -Ambo.-Ambedno, -Ambedue,
-Ameiidue,-Ainendunc, -Amenduni.Trambo, Intrambo,
lntrambe,]Intrambi Tar, un Tato, Coppia,Gemino,Se-
condo.adunare,accopputc Abbinare.
1708 Due. Lat.duo,& biduum,ual dt duo giorni biennium, duo
anni. biferusAOcm, che fa due notte come 1 frulli . bifor-
mi! ffi due forme. bipons,Ji due frouti.btgamm,di due tno
glie. big t'ma,duorum nuptut, bifugut,hl carro di duo ca
Halli . biUbrit , di due libre . bilinguit , di due latgue . bi-
manSfdi duoman .btmeSÌTisffiduomcfi bimus,diduo
anni, ut uinum. himulus ,\di duo anm ut animai bimatus,
i lo fpalio di duo anni.bimembrti,di duo membribiiuHiù,
lo rpalu di due notti bipatmus^ duo palni,bibedalis, gir
bipes,di duo piedi, bipatensffi due parti aperto ut oHium,
biroium,di due rote, biuiumffi due uie. bdxiret, dt due he
rednà bcrede . biforii, da due parti forato . bipdut, in due
parti rotto, bidoni di duo anni,ut agnui ; & anche la gap
pa che ha duo denti, bicepsffi due teffe. bicolor,di duo co-
lori. bicorporisffi duo corpi . biclinium, è il luogo doue fo-
no due letti. & Due conte uoci di femina le pm uolte,tro
uoeffer offeruato,& Duo con te uoci del mafchto. P • t;
Due -Ale,cr .Ab,ConpneJ^onti,Frondi,Luci,Tarti, W-
uure,Hole.Sorelle,Sielle,Treccie..Ambedue.Fra noi Due
Tra Duerni tene, ymorm intra Due. D’ abbandonarmi
fu fpeffo intra Due . Et teneanfi per mono a Due a Due.
Bo c. In capi di due fategli. Due grandi, dr peri mafie.
m. Due gioua ni . Due tofe. Due equali infieme la notte e-
ranoanLttiadinuolare.
Duo. Lat.Pn. Duo lumi,Begli occhi,Cerpi, Contrari, Fin
mt,-Amantt,Toggi, Sproni, Segm, 'biodi, Leon, Folgori,
lupa Duo . E i Duo mi trasformaro m quel, ch’io fono.
A « I. Che datogli in arbitrio hauea quei Dm, Che foli
odiati effer douean da lui.
Dapn luogoé Duo. D a k. Dk archi paralleli, & cS colori.
Due, dr Duo con le Jùe prerogariue,dignirJ,c!l nolandi bel- 17®>
hffimi.Dm) fono i lumi gràii del cielo S^J& Luna, l’u-
no perla luce,& Coltro per la notte.ctoè Ucce, & Tene-
bre. I'ita,& Morte. Haiionale,& Irrationale.Trincipio,
E me. & quafilnpnttt , de quali affai ne fono a Relatione
a 1 64 5 . confideriamo il corposi' il uiuere nofìro tra*
ucremo mollo confiHere in queHo numero binario, come
Due num.Duo pedi.Duo occbi.Due orecchie.Duo fonnel
tufo. Duo TeficolL di del corfo naturale poi Freddo , <$r
Caldo, state, & yemo. Bene, CT Male . Fame , eJ* Sete,
Dormire, et yegghure. llSolejèffHuomogfnerarel’buo
mo. Due ragione di bene, cioè bene extflenteydT bene ap-
parente. yita attiua, di yita contemplatiua. Duo infer-
ni , uno effentiale netqnal fono le anime di quelli che fon
morti m peccato mortale,Ì altro i il morale Acltfmili’i»-
tende efiere qualunque ha fatto tal habilo dt uitio , che
non fe ne può rimouere . Due cofe fanno dir bugie, la pri-
ma quando che per qualche cagione Jinoflra uobmtà di-
ciamo quello che ftpptamo efer falfo ; La feconda quando
bend'e nunuuleffimo dirilfalfofiienteiimeno lo diciamo
credendo quello effere uero ,opererror pre/ò, 0 per fem-
piiciriyO per mala inf irmatione. Due Specie iC alchimia,
uera,drjòpkiPiia, la ucra è betta , la pphifìica i lUiciia.
Due pumi del Turgalono,Leihe,dI Eunoe ; Letbe éno—
ta ohliuione, Eunoe buona mente. Due perfecutioni hebbe
la chiefa An.i da gbimperadori ,C altra da gli heretiei.
Duo furano i latrom croctpffi con Chriflo. e quafiinptuli.
.Aiiutreju^lc duplicare,da ad,dr duo. Lat. combinare,
dupbcare.Dku. Sopra laqual doppio lame s’addua.
Ambo.r<r P et. -Alpn -Ambocoimerfial giufo pggio. IJIO
Ch’-Awbo noi,mepfpinfe,&te ritenne . Da «. J fon to-
lui, che tini -Ambo te cbiaui del cuor di Federico JEt .Am
bo le penila fail'eran pietra. -Ambo le Tiame. Le brac-
cia,L'-Ambe.Gb orecchi.Le mani.UTalme.-Ambo due.
Ambe. Lat Ambo A,a. P t T.-Ambelebraccta.Lenuu
ni. Ltlépie.Leci.'iaMi. Ambeduo noi.EtUMO,ih’unfi
polcro .A mbeduo chiuda. Et lor de C ufat'arme .Ambe-
due fcofii. Hai fpiaio .Ambedue gli affetti miei. Ambe-
due Cale . Et Hrmgenio -Ambedue uotgerfi a torno . J
gUboueduti alcun giorno Ambedui Lenarft mfiemt.
Da m. -A federfiponcmo ni -Amhtdut . Quando -Ambo
ducbp^àLatona.-Ambelema.’n.
4 -Amendne.
4
V
Numero Q_ V A N
Amcnduc . Lit, utert/iie , $atMpie , utrumqui.Z o c.T r.
tendo fdne con Emenditele mani gUorh della a^la.In
quello medi fmo fuoeoion E mtndue le galee quello ac-
codò alla naue. Emedue nel umaioji ne cniraroao^l-
quale Emendue eolloro riuollt di/sero.U quali coje tua,
tiofia coja , thè Emendue ftano in me . ne Itjlt anittht fi
le^e Etticndune delle femme , ir Eméduuide majibt,
ehebogginonsufa.D A u.Hurua;ibeunfol uolcre è
dt Emendue . Ter cui trcmauan Emendue le jfiunde. Oh
de nut Emendue fofiiamo ufiini . b.t Emendue incerti
Dino/trama.
Trambo dinota tra ambo . Latdnter , uirafque tnter am-
bas. Da u.Toi parue a me,cbe la terra laprtJSe T ram*
ho le rote.
lntrambi,Kt Intrambe,& JntrambL Lat.uterque uteriut.
ualtutttduo.e > r.L'undiuirtute,a- nonttamorman-
cipio , L'altro d’Emrambi . D a n. piante eran acce-
fea tutti tatrambe.Siibei IntranAt un jol lòfiglio jet.
Infin che U primi paremi Intrambo fenfi,
Cenuno.Lat.ual doppio, onde gemelli tono detti quelli duo
cbcnafiono adunparto.9 n.O folainjignaalGemim
ualore.T.t'na barbuta capra,tbe fi sforma Dtfarmt fem
■ prei parti fuoiGemelb.
ijll Coppia lat par,bim, m piu. pares , &paria,coniuget, tir
comugium , ual duojunparo,o parità .ftr.Etla Cop-
pia d'Erimiao , ilx’nfeme f'annofaiendo dulorojó pian-
to . che C oppu i quefia ; Che mi par de le cofc rare , ir
fide. O qual Coppia d'amanti .B o c.'Ugnefiere fattole
flette una firnile Coppia a quella del Marcbefe , ir della
fua donna. Ari .Ma tifaro di mille fcelta Suna,Odi due
Coppie. Sol per ueder fi bella Coppia tnfienie.
Ecco^utre.ual giungete infienie. Lat copula re^coniungere.
P A t.Mentre che l'un con Cabro nero accoppai. Dan.
S2jii,& altroue queUofiu'io Cactoppio. 5 a v.Stgmficatm
do l'hora^heglt Eccoppiatt boui jóghono alla lattea ufa
ta ritornare. A > i. Bea ui fitte Eccopptati.
\npìio.Lat.par,utamicorS,par^panajulduo.A u i.
In terra un Tato addormentato flej'e.
T? ir. Lat. ual coppiafluo. T » r.tipn utde unfimtl Tar d’a-
manti dSoie. floc.Z eppa noi fumo Tar pan , ir per-
do è buono, che noi fitamo amia ii^'ieme.t.eguab.Lat.par
pari redderr.
Binato. Lit.<^bùnitriu.D a u.Criiaron gli altri, ir Canim
mal Binato.
hefimprefi dice nel genere del mafie. & delta fem. Lat.
tres , & hoc tria. P i t. Tre EcceUentie . Tarn, donne.
yolte,DifiHomi,Spirti,Eigli,Solt,Tbeban, Cefari augu-
fiijQjfe Tre folgori, &Tre Scogb dtguerra,da Tre pai
lettor uinta,& iunbeluifo. Tiocton ua con queflt Tre
di fòpreMille T recito uentifiette a pitto. Sai,cb'en Mille
Trecento quarant’otto. Continouando il mio fòjpir Trilu-
flre.Bo c.Tre.di,Leggi.Due,oTre. Tofla la padella fui
Trepie.utdtaU Ittdice.&TreiperTre pofie.D a m. Cen-
no una ruota di fe tutti eTreu
171* Tre.Lat.ter.aduerbium numerale feu ordinale, o' trefstt,
ual tre daruri.tricepijtts^i tre tefte, 0 capi, trtduum , i
jpaito di treé,ir triduanus di irediarienna,ennu4itre
annijir triennium lo jfatie di tre anni.trictcrit,dt tre au
mjrinoClitimjtre notti contmoue.t rifaux, cis , di tre go-
le fi bocibe.trtgemimfirefitfiiij,trtbx,di tre bccifi di tre
T I T A Numero tji
ordini, come la coragpia.trifidusfin tre parti diuifio. tnga,
la carretta di tre caualh,trigonfire anguU,cr trigonaus,
di tre angobfi càtom.trigamuifli tre moglie. tngaina,di
tre manti firtmaiui.jpaiiu di tre anni.irimuiui,ai irean
ni ut animai, tnmejlriiyii tre tnefi.trmiixos , la lutema
di tre paueri,o Incigni, trihbris di tre libre . & jetondo i
maihiiuatict è numero perfetto, & comune ni legrau-
dijjtmi mifleri iimpercioJx ultra le altre fue ecceUert^,
lunatura fimam[efla ogni coJa creata eptre deriuaia.
onde che Tre fono 1 principe naturali, cioè Materia,For-
ma,ir Triuanonefid ogiu coinpojito c ancori emuTre *n-
cho fono le fòrti de gU aiumab,cioé yegetatikofi enf lituo,
ip lntelUttmo,come le puntefiiumaii bruti, or perfine
ratioiuh.Treanchora finale don prmcipaL aelfanima,
cioè Intelletto , Memoria , & yoiontà, mcéantc lequalt
tulle le nofireoperaltom fi reggono, &■ gouetnano . ir
parlando poi dell! ternari Jpirituali, tiouiamo Taire, Fl-
gliuolo,&Spirilofanio.Trecole erano in Erta fadeni,
yerga,Manna,ef la Legge mofaica. Con tre lettre, uuc*
ro caratteri fi fcriue il nume é dio . Tre joao 1 luoghi al-
[buoìHO deputati in laUra ulta, liif era , Purgatorio, &
Taraéfi . T re fono 1 priniipab peccaii,Lufiuria,Super-
bu,& Euaritia -, iqualt il nufiro.D a k. aflnmglio a tre
animah,cioi LeonzaUxonefit Lupa.T re fono le parti del
la I udisfatione Icmno , Lernofina, ir Granone . T re fino
ofjefi nel peccato,Iddio,Se,er il Trvfinno . Tre fono 1 Te-
fiiiiiom in cieloTalre,yerbo,cr Spirito finto. Tre fonoi
gradi della pemienza,Comrittuac,Conftfiione, cr SodiSu
faiiione,irq;ufli dal ttoflro. Da n.fuiono figurati nella
canina del purgatorio per U tre gradi della itala dt tre
colon diuerfi , noi Marmo per la contntione,Ttetra ne-
grajij- muda per la confefuone , & Porfido roflo fianu
meggianteperlafodisfattione . Tre fono ghordou fiacri
nella clnefa mihtante,cioi Suddutconaiofiltaconato ,&
Tresbuerato.Treparti,& non ferrea miClerio,fa U fiteer
dote dellicratifiimo corpo nella mefla, ir Tre uolte dice
Egniii dei,Ei Tre fantlut.& fi guardiamo alle deuotio*
mdinoichrillianifiiroueranno conflituite fitto queSio
numero ternario i onde fé del peccato et uogbamo aflol-
uere bifigna dir Tre uolte fina colpa . ir dir tre uolte col
Citunone domine nò fon dignus. T re fino le utrtu thtolo
gice. Fede, Speranza, et Charuà. T re fono mende fra-
ti motori, elei Toucrtà , Obedienx.a , & Calhta . In
tre modi i cornette il peccato fiol Care,con la Bocca, et con
le ifiere.Tre cofepnntipalifòno nel paradifi,cioè Giona,
Diuitiafifi- GiuftitiaTregralie.the ueiigonoda dio,Gra
tia peruemente, Gratta illuminante, & Gratta pei ficien-
te.Tre cefi fa la cificienzafirtmafi rimorde, et duole del
peccato commeffi , Secondo che fempre fla lontro .1 noi
quaft come tefltmomofihe a rtmproueri.Tcrxa che giudi
ca il fupplicio,che menta il peccato , che piu del terna no,
fi non quello che dice il propbcla , Tu fignacutum fanfl*
T nnitatiije uogliam parlare del filo noflrojlrouaremo
Tre eflere le parti priniipah,cioi Efia.Efrica, & Euro
pa.Tre cofegoutmano il tutlo,uoi 'fiumero,Tcfofit Mi
fura. Tre fino 1 lemiint delle cofiefihi Tnncipto,& Me-
tto,& Fme.Trtfono le fune infernale Eletto , Tifipbo-
ne,& Megera. T re fono le pare he,E tropo}, Lai he fu, ir
Cloto.Tre fonagli nemici dell anihraiil d.auolod Modo,
& la Carne.Trt fonai pericoli del n.ido,civc Correre fi-
Numero QVaNTITA Numero
fra un uuaUo^’Hauigare, & ì'iune folto tiranno .Tre
cefi non fono flimate, for^ di baHagh , Configlia di po-
uer huomo,et Bellex^ é pultana.T re tofe fommamente
^{piacciono a Dio, Ricco auaro, Tonerò frperbo, & Vec-
chio Luffuriofo.Tre fibri di Vulcano, ^teropc,Tiragmo-
ne,et Brome.Tre maghi,Galpar, Melchior, cir Bildajar.
Trefuronole Gorgone, Stheno,Enriale/t Mi dujì,le due
prime furono immoriab,et Medufa mortale.Tre grane,
,Aglaia,EuphroJìne,et Thaha.^ tre cofe nonfidtepre-
flarfcde ,AU' Mchimifapouerofi Medico infermo,et al
C Eremita graffo. Tre cofe flanno male in quello mondo ;
Vn uccello m man Sunpuilod'’n fiafco in maticfun the-
dejlo, pihe fempre lo fquaffa,e7 una giouane in man cf un
uecihio.Tre forti di perfine godono quello mondo, Matti,
Trofontuofi,& Solleciti. T re cofe non panno ilare occul-
te Je Fufa in unfxcco,la donna rinduuli in iafa,et la pa-
glia nelle fcarpe.Tre uolte fi fuona la campana per l'^-
ue Mana.Tre cofe dknotarc,-4mor non uual beUtxifa,
.Appetito non uuol fapore , Comperar non uuol aniiiitia.
fir còperar f Olio dt Joprafl Vin nel mexp , et il Mele nel
fondo di qualuque uajo.T re Iòne di metalli principali del
le monete,Oro,Argento,et Rame.Tre ordini di uiuere de
g li huomini,U primo fu paitorale ne primi fecali, perche
uiffona tra gli an»enti,e^ greggi . Il fecondo nel loltiuar
U terra, et muere de frutti di quella II tergo fu ciuilejiel
quale babitàdo mfieme fecero le città,& conjlituirono le
republu he, le leggi, & à magiflrati , che le guardaffero .
Tre uirtu fpeculatiue,Intelligétia^cia, et Saputia et Tre
morali,GiuJlittaJ^orte:m,et Tfperàtia . Tre greci giufi
pino nelTlnfemo,che esaminano leaìejaoi Minoi,Eaco,
et Rbadamàto . Trefpccieidanni ufaronogli anucbijdoè
.Anno Lunare,Solare/:t Grande.Jdnno Lunare; che è da
una cogiMtione della luna col folefnfino alt altra ; et qfto
fpatio i di giorni alquSte Imre meno che trita; fchejtam
tiafeuno fegno duogiomi,et fei hore,et duo terQ ifbora ,
febei giorni ly.rt bore B.ritomaondeerapariita dalfo,
lejma fcheillolei ito in quel tipo piu di ly. graé ePun fé
gno.cifuma il reflo infin che lo rigiuge, et co luip cógiun
ge.ll fetido anno i Solare,cioi quàdo ilfoleba fatto la re
uolutionc fua flutti i dodici jègm del zodiaco , laquale i
di J6J. g orni,& horefci,etu cetcfima parte cTunhora,
tir comunemente dicendoli anno i intende dt queflo , pera
che il corfo filare fa tutti i tempi . Il terzo i detto dt li a-
firologi anno Grande, che quando finiti tutti i corfi d fd
con tutti gli altri pianeti ricommciano e corfi da un me-
de fimo fegno ; il qual flato benché uarie fumo le opinioni
comunemente dicono effere q6. milia anni . Tre difcepolt
furono affanti da C briflo nel marne Tabór quàdo fi traf-
figuri.Tii trojacobo,et Giouanni,ebe fono p figura delle
tre uirtu tlu ologice.onJe D a K.Siuàdo lefu 4 Tre fe piu
chiarezV-Co Tre uolte Tre 1 1, che fino jj.fi diftit^uo‘
no le parti, che debbono hauer la donna a uofer efier bel-
la cipimento , cioè T re cofe lughe,eTre corte fi fanno la
dina bella,Tre laighe.Tre firettelTre grt}ie,Trc fotttlt.
Tre rotide,Tre pucuAe.Tre biancbe,T re rafie jet Tre ne,
re;UqualtuolédopaTucolarmcuteéflmgneredtranopri
ma che leTre lunglK fino iCapelUda Manosi la Càia.
Le Tre corte,fono i Dfti,C Orecchie At le Màmelleje lar-
ghe Ja Erite,d Tetto jt Fiambi.Leflrettei nelTraucrfo,
nelle Copie, la terga è poi quella otte natura pofe ogni del '
cezzaiLeCrtfiticSmifùraperòifmo leTreccieJeBrac- \
cu,et le Cofcie.Lefottiliii Capelli Je Dita jet t labn.LeRo
tonde-, il Collo Je Braccia At le Groppe. Le Ticeiole,la Boc
cajil Memo, et il piede.Le Bianthe-, i Denuda Cola,& la
Mano Le Rqfìcile Gote, le Labra ,ct i CapitcUt delle mam
l»( llc.L'ulttme fono le Tqere,cioi te Ciglia,Cti ecihi , i
Ti letti della natura.c che pano rari,a alquàto crefpettt;
ElfeoUra le nemalrc parli fopradette fono poi actipa-
gnate,eò la grana, co la mamera, et col leggiadro porta-
mito-, fi può dire co uerità quella effere heUtfìima.Stmilr.
méte ci Tre uolie Tre dieci , cioè Trita il medejimo laii-
naméte fi mofira come i quejll uerfi,àoè T rigmia Iute ha .'
beat qua uult formofa uoiari Lamina , fic tlclcnàfama
fuif]erefert,Albj iriaAolidem nigra,lria rubra puelle.
Tritbabeiliigai rci,loiidé qua brcuehTer craffatAOiidé .
gracileiArialIriBa tot ampia Smt ilidem buie forme, fit
quoq, purua tria,Alba cutttjniuei déteiutlbiq-, tapilli,7ii
gri Oiulijtunnui,nigra jiipciliaiLabragcne,atque unguec
rubri, fu corpore loga,Sim ligi irmt,fit quoq-, liga ma-
nusiSitqi briues déteiAuru,pti,pc8orelaca,Et cluuui di >
fict ipfa fupiilkiCuims , et Cijlridum cingùt ubi cinguta
Jlri(la,Sim coxcjct iulusjuuluaq-,turgidula,Subtileidigi
Il crincs,& labra puellii Taruui fu najus , parua pupilla
caput.Cu nulle aut rare firn baefarmoja uocart , 'Huìla
puella pii, rara puella pit.T re jpelic di fiere bàno la pelle
éfiinla é uaric macchie lomepone-Dc h.II Lupo cene
ro, che greci dtcon Lynce,TarJo,rt Tàtera.Tre generation
m di huomini fecondo Hcjiodoi li pruni fimo detti Oltimi,
pebe p propria fiipiemia cotiofcono quel che fiati bene, et
la diruta uia/t quella feguuano, et quefli fimo rarifiimi.
Li fetidi fimo quelli che conof tendo, che pfe mede fimi non
fanno^olflieri figuitano il configlto di chijà,& à quello .
ubidifeonoAt quefli mentano ni poca cimidationeM ter
fonoólliAhf p fé ni fanno Aie uogltom il configlio di cni
faAt f fri ni fono utili in alcuna parte. Tre fpetie di Ladri,
La prima i quella di qlli,ihe anchora ni hano fatto babcA
tojna trouàdo toccafivne di rubare non iafiegono, pche
come fuona il proutrbio ad arca apta giuflo ut pecca . La
fetida è di qlli , l'hàno già fatto rhabito , e fempre l'uige
gnano dt furare, memedtmeno afono tòta difcretioncAhe
ni furano ogni cofa,ne in ogm luogo Aie ad ogni pfona. La
terga è di qUiAhe ni bàno ngiiardo ne a luogo, ne a tipo,
ne a pfona. T re fette di Thìlofophi appreffo gli H ebrei, cn '
è Effetti, SadnceiAt Thanfii.T re fpetie d'amore , nel fi-
gliuolo Atei padre At nella moglie ,gli fuoi epiteli fimo ,a-
mor doUe,aoc nel figlinolo, amorfia nel padre , et amor
lieto nel matrimonio l’amore defcedcAt ni afccdcAt pelo
il padre ama piu il figltuolo,che egli InuTre ^Uc di Labe
n,àoé Ingenui.LibertiAt Libertini.Ingenui louo ijlb,che
fimo nati ùberi di padre,» dt madre fempre Uberi . uberò
smtende quelU , che quando che fio , furono fcrui j dapm
per haner fedelmente fcruito fimo fatti liberi, & di qne-
iii eleggeuangli amichi queÙiAbe per fedej& pruJétu
fitfi'm‘aeiialgouernodomcftico,ettranauargh quaft cn
me figliuobj& timriteuanli tutta la cura famtgùare. Li
benmi erano qllt,cbe biche fileno nati ùberi,nifledmie
no e loro genitori erano flati fierm.Tre uitrteoU hall cuo-
re humano.Ci T re tbiodifu tifitt„ i croce il nofirofigno
re. Tre furono i fanciulli pofli nella fornace arde nte, Sy-
draih , Mifiith,& Abdenago , che dinota fimo di clom
\
Numero
Q^V A N T I T A
Kemero
*}f
ruà.InfineilTn-contrcfolelettere fifcriiirtpprefiode !UtU^ortn^,^TemptrMn;a .
ttoi^anji come anthv appo iMim d Tct.tift nel atro no Qu2rco,krJi fono l ordino del ViubO a ty ir.
landa, ly pren^aiiua non coturjfa ad alt uno altro nume (. 1nquc-.LK.711/n1/vr. & tjmmjuenmum ual di cinque anni
to. Di quello numero Ternario ancho fi pito ncder'appref
fò di Jinfonio Gallo, & in d'acni Tbedefio nel dialogo
th'i gli fa della Triade Rimana ,
Teno .nedi finto [ordine del Trmoa 1711.
latrea,i formato daire.La terwrì.fen ternus jù ri. D A N.Cfar
Hofidifnna da lui,ne [amore,Che'n lorimtrea ijininna.
Jttrare. Lat. ual repLcare , a triplicare . A r 1. ?o< i6r (On
lunghe, & Iterale preci "Hpn potè bauer qui albergo U
caualiero.
Qji acero, j numero còpofio di duo binari, & della unità col
tre. P { r. Quattro dejirier ma pmiheiKuebianthi.Toi
thè portar noi pofio tn tutte Quattro Tarti del modo. Dal
Borea a [.dullroei dal mar Indo al Mauro Io beato direi
tre uolte,& Quattro,& f.t.Dt fai Quattro faudle,ts non
ffà fole, hoc T re,o Quattro tate. Quattro fantt,Tic~
iuAi ptu diore. Tempora .
Q^ttro.lat.quatuor. & quadricnmurm,nnt quattro anm,
.quadtmus, di quattro anni ut in rebus . qiiadrtmulus , di
quattro anni ut in antmaiibus .quadrimejìrts ,di quattro
rnefi.quadrangulusji quattro aigoli.quadrifidus, in quat
troparii diuifo. quadriformis^i quattro forine.quadriun,
<7- quatriduum,lpatio di quattro di. quadratus,& tetrom
^on*i, di quattro cantoni quadrijugui , di quattro eaualli
uno. tctraplafius , di quattro lati . letradoron , é quattro
falmi,ictrapbarniacum,fatto di quattro cofe. Queflo nu-
mero quatemario,i tópagno del ternario, & nullofima-
gnificap-t particolarmente nella compofitume di ciafcnna
lofi come appare porgli quattro eleméti,cioi T erra ,jlc-
qumquertmis la galea di 1 inique remi, pentadoron, di cin-
que palmi. pentaphannacum , cibo fatto é imqueiofi.
pentagonus,Ji cinque eàtoma) angoii,qumcor, sul cinque
oniie. Per. Di Cinque perle oriintalcotorc.l regi Cinque,
Siuejli Cinque triomphim terra gmiò. Roc.Cinquecinto
fiormiiToro . Cuiquemilafiormt d'oro. V a K.Quandoal
Cinquccintefitmoannoapprcjso.Del'un ,fe fi conojcc il
Cinque e'I fei Et uolendo parlare dette fuepremnenta il
nmoabe Cinque furono le lingue Greche,tioi .Attua, Eo
bea, Ionica fiorita, Comune.Cinque fiumi detf Infèrno,
Ceibe che dinota obliuione. Conto piant 'yAcheròte primt
tion dt gauéo; ‘Paludefiigie,niiefiitia,7'bligetonte a rdo .
Cinque fono i corpi regolari come tratta Euclide nel deci-
motrrttopUcimoquarto,& detimoquinto , lioi Thetraee-
dró,Efacedronfiiue eubus. OttocedronfHuocedron.Duode
teiron.Ctnque fono le ctpne. Cinque diti pt r mano,& Cin-
que per piede .Cinque piaghe dtl noftro Signore . Cinque
triomphi del no fin Tetrarca . Cinque finttmenti del caro
pofi'tdere,ydirt,Odorare,Gufiare, trToecare . Cinque
fono te fiietie di fognare fioi tre uere,^ duefalfe , aedi a
S ogno n I 5 .Cinque cofe erano in Romafipra tequali fi
haueua fuprema lùgdair^a, in che, ne il Senato ufaua ne-
gligemfapu: muna legge le difpenfaua, & erano quefie 1 1
Sacerdoti ebefufiero honefii. Le yergini utUalt molto et
He. I Censòri molto giufit . I Capitani molto uatorofi. CT
quelli eb'mfrgnauano agiouanetti molto uirtuofi; nefipre
-metiena m Roma che colui ch'era maefiro di fcientie fujje
difcepolodeumi.
«7«5
qua, Acre, & fuoco,CT ^r le Qjiattn Stigmi delTan- Incinqua , ijeftfi fa cinque uoUe.Lat.fii qmnmsjtel quinut.
MO,itaic,Trimauera,Autunno,^ yerno . Qualtnfono Dnìi.&pria che mota^ìiuefio cétefinfanno AncMr
Le qualità pnme,Calidiu,Erigidità,Humidita,^ Siccità. cinquaj cinque notte ritorna,ebe fiiràno anquecito anni.
Quattro huuiardcli'huomo. Sangue, Colera, Fleuma, ey Qjlinto,iirÌl jilto all’ordine di Tròno a 171».
Mabnconia.QujitroetatideU'buoino.Tueniia.Cioufiù, Sa.Lae.fexmdrcliuabitt.^hexagonus,di fii angoli, (fife-
J'eecbiigga,Cr Defcepità.Quauroparti del mondo,Orii mefirii, éfiimcfi.&bexametrosphfàimfurt.Q^uefi*
Je,Ociidinie,Aquiiu)uAdcgpdi.Qjiattrotfircmtdtl mS tra tutu gUaltn numeri perfetti ottiene il principato , ^
però nonferacagranmifteiio Iddio fornii nel fefiogiomo
C buomo alia imagine,& fimilttudine fua. ffi requieuit. M
di fello. P tx. Quefie Set uifiom al fignormio.'I>e uoltet
& quattro,C iri.Ciw^^ aìtn Seifi cmgrctìa fi uanta ,
Boc.Vs baueano Sci,& otto, & tii tudtapm. D a m;
De[un,li ficonofeeilciaquee'lSei,
de Da n-yenneroapprefio ti QMttro animali Coronati ScRoAedtfottoaU'ordniedclTrimoa 1711.
ciafcundinerdelrondi.QuattroApofioiichc fecero fepim Sene. Lat. feptem mduUméde. P s t. Sette Anni,Colli.Lt tqi6
ftole,lacobo,Tietro, Gtouanni, & Inda .Dan. Tot nidi nogba,& la ragion eombattut'hanno Sette , & Scusan-
do MarIndo,Mir Manro,Boreaxt Auflro. Qiiattro yi
ti principali, Oi tcniale,Occidcntale,Oflro,^ T ramólana.
Quattro dottori della chiefa,Gòolamo,Gregorio, Kmbro
po,(fi AuguHtno.Quattm Eiiigcliflt,Mauheo, Marco,
luca,efi GiouiniQuattro animali figurati perii quattro
yangtliSli,Leonejm,.Aquila,& in forma Humana, otu
Qjurtro inbunule paruta.Quattro doni del Corpo glortfi
cato,Agibià,Soitilità,Claruà,& Impi^ibilità . Qjiattro
predicamentiprincipati,Saflanga,Qiialità,Qjiautità,(!r
Kelauone.Quattn ^mtdclparaéfo terrefire, Gm,Ti-
grts , Euphratet , & Ei/son . Qjiattro CMud'.idel carro di
Tlutonc,Orneo,AlaHro,Etbonc,& Morpbto. Qjiattro
Caualli del Sole fecondo 0 tulio, Tiroo, Eoo fithon,& Tbt
gon. altri le nominano Erithreo,Attcon,Lamproi,Tbila»
geo.uedt al Sole a 6 li. Quattro fono le caufe Tbdofopbim
ti alenale, Formale fiffic ente^ Finale. Quattro
pe de fuppitcn di traditori pone Dante nclT interno. Qu.ita
trodÌAfi tre notti confumi Dante m cercare U Tnirgato-
rk. Quattro utrtù carànali priacipalt,TrudttUia,Gitt-
tù. Sette, & Sttt’anm per Rachel fermio . B O C. Setti
gunumi donne , Et mi cofiò delle bbre ben Sette . D a n.-
yemmmo a pie d un uobde caSlello Sette notte Cerebiati
d alte mura. Ocaro duca mia ihepmdi Sette yolte m'hai
ftenrti riduta,& ratto. Moft ufi dunque cmque notte Set
u yocaliAfi lonfoaanti ; 0- io notai Le parti fi , come mi
pa rue dettesDiligue iufimam primai Fur nerbo, et nome
di tutto’l dipinto: Qjti luduaris terram,fur figpfoi. Giunti
ebefiamo al numero fevenarlo perfrtuffmo deglialtri rm
merifiiidoali nnt,i necefiario di ufare alquSto piu di diUu
giga in d, firiuere gli fiuti qua fi infiniti, & minuolofi mt
fierq che nó babUamo fatto ne glialtn numeri pafiati, et
prima fe riguardiamo nel formare ded'bumana creatura
6G
Numera QJV A N
tniurmotKtilhr^agran mi/IrriafMr/io numero tfiere
refluito , onde ihetlfémebununo poho net debito Uiji
delti donno; fe per fette bore fi ritiene , fi crea l'buomo,
& il Settimo dì Lt natura li einonda, & uejle di certi pel
Uculitfome quella della jpoglu ejlrema che cirtóda il imo
no dell'uouo . ^l Settimo mefe U parto nel uentre hiitna»
no fi maturi . onde fi dice la femuu in fèi nu fi formar le
membri, fjrthuomo nelSittimo. c^dopoibetbuomoè
nato nelle Sette bore da cbi é ej^rto é tal cofa ,fi cono/ce
fi bidauiuere,onò,&in Setlebore fi conope quando
fbuoino more fi jpira ,ono,&per qucliolafantamdre
tbtefa non uuole ebe ti corpi de mom fi diano alla \epoltn
ra innan^ S ette bore.& dopo due S ettenarq desumi co
tmncia ad aprire gli occbi,& dopo Sette uotie Sette gtor-
nùcioi 49. uolte la faccia, & il capo fecondo ebe gli egg^
ti lo trabe in quàj& mlì.& dopo il Settimo me;e cornm
ciano! denti a uolere ufàre . cr dopo due Settenaru de
mefi cui 14, può ficurameme federe, & tenerfit.& dopo
tre Settenanf di mefi curi ii. la noce fua nelle parole dif-
rompe. !>/• dopo quattro Settenarij di mefipioi 1 8. non fò
fornente dià,& fiedei maandbora camina;& dopo il qum
to Settenario di me fi, cioè ; 5 .comincia bauere a fajhdm il
latte della nutrice.faluo inaUum de lurgamente fi faiu
no lattare, 0-quefli tali dal nolgo fimo detti uei^fi , &
nella lor probi età nonbanaopoi quelle forze corporali,
tome quelli ebe alle fatiche fino ufati . Dopo Sette anni ti
di riti che pròna erano nati cominciano a cafeare , dando
luogo a migliori che dopo naf cuna ,iquilt fino poi con fer~
itlbora interamente, e*r rettamente può parla
rer& queflo bafii quanto alla creatura hurnana,ani bora
che afiii altre cofefi hauriauo potuto ère , tome del cre-
fitre,& del mancare delle foriere? fiinili cofi. Sette bo-
re foiu deputate alla ègeflumenaturale.& al comun fòri
no dclthuomo Sette bore figli concede. Sette fineflrefino
nel capo bumanoper èfimttoue, & atutti delf intelletto ,
Sette figliuoUpuoportare la femóia fecondo che naturali
toncludono.SettelàHo le Età della ulta. Infantia infino ad
anni y.Tueniia lafino ad anm iq Mdedofeentta a zt.Gie
nentù j j.P'inùta a qp.t'eccbiet^ a -jy. Decrepità, fin a
morte.Settcfono le età àffirentule, prima di tre anni ad
pna Sene , Secondo da tre Sene ad un canejihe fino cpain-
pi.Tergadaire Cam adunCauallo,cbe fouozy.anm,
duartadatreCaiiaUiadunbuomo,ibefono St. anno,
iluinia di ire buomini ad un'oca^ fono iqfaimii . So-
fia da tre oche ad uno leone, che fono yip.anm. Settima
da tre Leoni ad un Ceruo, che fino >187. anni, <jr qneHo
t intende fecondo U comune cor fi del uiuere , anebora che
yirgdioji/’aUri,altrimenti loi^nano.Setteetà delmon
dojjtprima da .Adam a 'Upe.SecÓda da Hpead.Abrai,
Tergada.AbraamaDauit. Qiiartada Dautt infino all*
trafnugratioHe è Babiloma.QjUnta dalla trafintgralione
è BaUonia alla natiuitàè ChrfiioJefia da efia natimti
infino algiudiiio unvierfile , Settima dtigiucùao umner-
filr infilo in eterno . Sette Tianeti figurati per li Sette di
della fittimana ,&perliSeue metalli, cioè Saturno per
lo picnnbo.Cione lo Stagno, Marte ilferro,Soleioro; A'e*
wereil rame, Mercurio C argento lauo, efi Luna per lo .Arm
tento. Sette Dormienti,Marco,Mafitmuno,CoHflantino,
Majfimo,Ciouanm,t^ Scrapume. Sette fino le fetemie li-
kcr*li/;r*mmatic»jJietont4jMgica,Mubmaica.Cen
'ITA Numera
metria,.Alhrolegut& Mufica Sette lettere dominicali fi
no nel Calendaru. Sette lettere fino per nota del canto, &
del fuono. ConSette lettere fi firme li nome è Chnfio. Set
te furono i precetti dati da Dui a Moife nelle fàonda la-
noia.Sette fino le bore canomcheS t tte fitto li filmi firitti
da Diuu.Jopo che fece uccidere f'ruSctte,cr Sette anni
fi mete Jacob per Rachele . Sette anni pafiotò .Apollo, le
armeiuo del Re .Admeto m forma paliorale. Sette unite
oblò EUfiopropbcta per filettare il figliuolo della uedoua
Sunamiti . Lauofli Sette nelle Himan ftro per mondarft
élla lepra nel fiume Sette di Slette Marta leprofi per mi
darfi nel defèrto . Sette furono gli anm , che tfabueb Re
andò in bouile figura. Sette fiate richiefeTletro a Chrù
fio per perdonare al peccatore ret S ette uolte Settanta gli
fn coHcefio da efio Chrifio . Sette fino 1 lejlimoni orènali
nel Testamento . In Sette uolte Sette anni finiua il giubi
leo grande. Sette furono i manti morti a Sarra da .AJmom
dea . Sette furono 1 leoni che confi-ruarono Damele nelU
Cifierna. Sette capi tagliò Hercokatf Idra Sette Colli cm
gono RomaSette fonale porte del Klifo. Da pbifici è mol-
lo riguardato queflo numero Settenario nel uificargl'm-
ft rmi. Ver Sette moé fi può mouere thuomo,Ì£r non piu,
Cir cofi egm anonale,cioi mnanìy, indietro, ingiù , in lù ,
uerfodefira, uerfo fuufìra, & ciriolarmcntea) uiroobU-
quamentc. Sette alUgrexyg è:lU noflra donna ,Cr Sette
dolori . Sette tube furono quelle 1 he l'onj rono Sette facer
doti Sette g orni comtnouiperfarcaderlemuraèH eri-
ca. Sette Oracom furono figuriti nclLt pnimiiui chi. fi.
Sette Udite ufi il lingue ai uitcUomorto ptr.Aron,co-
me appare nel leuitico. S ette fpirtti infernali cauò l bri-
fio alla middalena . Sette parole èfie Cbnfto in fi la Cro
ce . Sette fono le cbiefedeferitte di Giouanni cunngel'fi*
nelTifola di Taihmos, cioè Eplufum , TK rgamum, Smir-
na,Sardi, Teatira , Laudocea, o Vbiladelphia , ejr Serre
fiiritimde lui altra paffanriSette Candelabri (taro fino,
^ lui è feruti , perii Sette doni dello fiirito finto, ^ Setm
te Stelle uide nella defin di ChriSlo, & Sette ^ere piene
è lumijSette occhi,Sette c*rone,Sette figiili,Sette fegna-
11,0' Sette fiale piene é fede. Sette .Angeli con Sette tu-
be, che memre elle fimuino uenmi m terra molti mali ,
O Sette capigli uidefengi uelo , & Sette Capi net drag»
condiea corna figurato per .Anticbtifio,Sette .Angeli ci
Sette piaghe . Sette erano gli anni delia rem; filone nell*
figge antica. Sette uacebe magre , O Sette grafie fogni
Tharaone. Sette fono 1 ficramenti della ebiefi , Batte fi-
mo,Crefima,Conféfiiime,Comumoae,Ordinejacro, Eflre»
ma untume, O Matrimonio . Sette dom del fiurito fante,
SapientiaJntellttto,Configlio,ForteTga,Sciemia,'Pietà,
OTimorr.Selteuirtùpnnfipafi,Fcde,Speriitga, Carità,
Ciufbtu,VrudÌtia,Foriegjta,0 TFperantu. Sette opere
della mifericordta jjurituatl. La prima è ammaefirare con
luadadottrinalignorante.LafecÓda configlur fidelmfte
d)iJomanda.Terza correggere con carnato errate Sìt^
ta lanfJaregfi af finti Quinta perdonar tingane . Se fi*
fò^rtareimtiaji.Setttmapngar Diopcr gUnemHijgr
tgenfiri. Sette opere delU mferuordu corporale ,fitiar
lo affamato, dar bere allo afiedute, ueShrt Umido , utfi-
tar l'wftrmo,SouemrgfincaTceTati,Albergar U VeUegri
UO,SepeUlre il morto,Seite peccau mortali,Suptrbi* ma.,
dre demti,lraU»uiàa,UuidiapAM4tilu,G*Lt, et Utf.
furu.
Numero Q^V A N
JhrUSme doni inferti neW amnu, & nel corpo . Il primo
fi ihuma Incida kifiont . Secondo fienra intentione , ijnal
torrifiiondc allajperaKia,^ alla carità.Term U thàre%^
^ cb'è conforme alia Cmjluia Quarto Impafiibilità cor-
r^ttdente alla fortn;p^. Scjlo jòm^beijafi rarità, i he
eorrijponde alla prndcno^ ; & U Settimo aplità corrijjioil
dente alla temperante . Sette fiictie di fonetica, Cojian-
te,Conjidcn^,Magitanmutà,Digmtà,Liberalità,Terfe-
nerante' ^ sicurtà . La Luna fi mone nel numero Sette-
nario j perciocbe m ijiiattro ttoUe Sette che fino ut m'otto,
tir otta bore torna m quel mede fimo luogo del cielo, onde
era partita dal fide. Sette furono i Re de Romani , che diet
dero ottimo foniamtnio allo Romano imperio. Romolo
T I T A
NiJmero
»i4
però dice Efiia mangiate il buono ,& nelLi grafie:^ fi
diletterà f anima nojlra . In Sette modi fi offende il L rea-
me, "Primo col cuore. Secondo con la bocca. Ter^o colmo
re,& con la bocca . Quarto con Capere . Quinto col cuo-
re, & con Capere . Setto con la bocta,dr con Capere fiu^a
il cuore . Settimo quando fi mette il cuore , la bocca & le
opere ne cattiui e^tti, & quefio è maligno . Molte altre ,
& qua fi infinite cofcjipotriano aiicbora tUre di quefio mi
mero Settenario , ma per conformarmi con Dio , ilquale il .
Setttmo giamo da tutte fuefaticbe firipoià ,&beneditl
di Settimo . cofi bauendoiopiu di Sette uolte fitte, fritto
di quefio numero Settenario dando rtpofo alla già Hanca
penna gli fari fine.
primo buomo molto beliico fi fece il popolo intrepido con- Scttimo,ueé fitto Cordine dclTrimo a 1711.
tra ad egiù pericolo. "CCj/ma Pompilio fecondo Re indiifie Ouo.Lat.oClo B o cSeifiOtto,^ tal uoltapiu. .Ambora
pace,& religione.Tuliio Hoflilio terz$ Re buomo di gran
de animo, & di non minore ingegno ffu qua fi prmioaulto-
red'ogmdifciplina,c1 uténe mitOare.iinco Uaruo quar
to Rt,& nato di una firella di Hunia cinfe la città di mu
ra. Hsfn <t picciolo omanmto Tarquino Tifico; Et Scr-
uto Tullio jlquale fu primo che ordinafie il confi, tì-leim
che quefio numero fa poco degno di mcmoria,pur fi troua
che 1 uenii principali fino Otto , cioè Leuante , Occidente ,
Tramontaaa,.Aufiro,Creco,Garbino,Sirocco, & Mae-
firo, dellt quali babbiamparlatoad Eolo dio di efii udnti a
1 IO. Otto jino le bcaiituéne che Iddio promette nelCcui
gebo a fio! eletti.cioi Beali pauperei ffirttu .
pofitioni,conlequabimibtihauefiero fildopubbco.Tart tioìiejai noucm,& noucndiaUiJioc nuuendialejial dino-
qumo l'uperbo diede cagione che la città fi riduceffe mbbtr
t j. .Adùque fu il popolo Romano fitto Romulo audace. S ot
to 'Suina rebgfofi. Sotto Hofiibo armato. .otlo.Anco fiteu
ro.Sotto Pnjco ornato. Sotto Seruio premiato , Sotto Su-
perbo bberaio. Regnarono i Re in Romaanni tqq Dan.
Sai quel che fecel malde le Sabine Ul dolor dt Lucretia
i Sette Regi y incendo intorno le genti uicine. S ette fingu-
lari particolarità erano nella Manna che piouue nel defir
to a gli H ebrei. La prima che quella ueiitua dal cielo agni
fa dt rugiada, & quefio figni fica il tefiimonio della fede no
ftra . Seconda ,fbe efia difeudeua filo doue erano i giudei,
ér allhora elladiffarue , quandoeff entrarono nella terra
dt pronttfftone, a dinotare che’ Ifacr amento non i conferà
Manna difcédea dal cielo filoper fei éjet il fetiimo th’era
il Sabato ceffaua , & quefio a dinotare cbe'l finto facrom
mento ne pafie per fei di fiprala terra nella peregrina-
tione nofira,il fittimo dì poi hMiamo ripofi intendendo
nella prima legge . La Sìuarta è che ognuno coglieua una
certa mifqra di quefia Manna thè fi domandaua Comor ,
C<r tanto ne hauea Cuno quanto C altro, & ituefio dinota ,
che in ninna hofiia i maggiore ne minore il nero corpo di
Cbrifio . Quinta , quando il file incominciaua a fcaldare
la terra , efia Marma fi liqucfaceua,& auanti tifile finta
teneua ,cofiil ficramento foQicne perfettamente il fuoco
deldiumo amore; mailfoiedelCbumana curiofità,ilquale
procede fecondo gb efferimcnti philofiphici , che uuol na-
turalmente cercare la ragione di quefio ficramento lo fa
TÌfoluere,& uemrc a niente . Sefia che ninno ardiua a ri-
firuare dt quefia Mannadaungforno all'altro ,& fi al-
cuno pur ne riferuaua cntrauagb fubito 1 uermi , che uie-
ne a fìgnilicare , che nfiruando il ficramento a merca-
1717
uedt.P hi. Tioue yolte.Lat.nouiet. Che di nouamauoue
aUriperfetti . B o c. Mcfi , yolte , lluomini . uedi
f Indice . Et per notare alcuni de fuoi eccellenti miUerij ,
prima porremo cheT{oue fino le Cerarchie,cioè ^Angeli,
.Arca ngeb , & T rom, Dominatiom , Trincipali , & Vo-
tefiali , yiriuti. Cherubini , & Seraphini . uedi al biogp
fuoap.a IO. Sode fino le Mufe, cioè Clio, Euterpe, Tba
Ha, Melpomene, Tberpftcore, Erato,Tobmnia,yrania ,
&Xatbope . uedi ad efle mufe apf, "Spue furono le figli-
uole di Tiero della città di Tolla , lequali furono conuerfi
in "Piche peruoU rfi equiparare alle M uje,tbifioria ì a "Pi
ca uccello a 1 109. "Per la prona del none fi prouano le ra-
gioni m anthmclica .
tofenon nella chiefiA^ manca quanJoJicntranelia ter- SonsL,perl’horacanomca .uedia 161.
ra dipromifiione, cioè nella patria celefie . Ter:^ , quefia Dicd.LatJecem,& decanui, i lo capo di dieci buomini . &
decadorus,i cofi lunga dieci palmi. & decempedafi la per
ticadiéecipiedipermifurar la terra. &decenmum,i b
fpatio é dieci aioli . dr decimefiris hoc decimefire ,ual di
dieci me fi & decimus in ordine. & myriasfiujual db dieci
mila. &myriaches,a, il capitano di dicci mila. £oc.
Da Dicci fi dodici de fuoi metm. Dieci piantoni di Datteri,
T H. Diecimila uolte. Et uolcndo parlare de miflenj di
efSo numero diremo, che Dieci fino i "Predicamenti S,Ari
flotele cioè Sofiantut, Quqntitate, Quabtate , Relatione ,
Habito,.Altiotte,"Pafiione,Quando,Doue, & Sito , Dieci
fino i capi della prefenie opera nofira, cioè Dio,Cicb,Móa
do,Elemcnti,.Aaima,Corpo,Huomo.Qualitì, Qgantiti ,
& Inferno . Dieci fino i Capi per bquali fi goucrna t in-
clito Senato yeneto. Dicci furono le SibiÙcfiioè Terfica ,
Libua,Delphica,Cum<u,EnthrcadSamia,Cum0ia,JtMal
ibea nominata, Hellcfiontica, "Phrigia, Tiburtina chiama
ta .Albunea .Duci fono i comanJamemi della Ugge, cioè
ynimcoledeum.
tantia,o per cupidità terrena diuenta uerminofi. Setti- Gecimcione , è noce greca, che ual dieci giomi,o dicci 1718
mafira quefia Manna a tutti fecondo Ugufio bro,di ma-
mera che non hauea un mede fimo fipore , cheuiene a fi,
gmficare cbe’l finto ficramento porge a tuttitlgufio fico
ib li defideno, inttndendtferò feetmb le mmi iuotc,&
.0 -
parli cofi domandò il nofiro Boccaccio il fio bbrofer-
eioibe tu duci d) furono recitate le fie nouellefiuero per-
che ogm giornata èdiuifa in àcci parti da dieci perfine
rceùate.
CG f
m
Numero Q^V A N T I T A Numero
Dccurìone.l4f.^eir/K)</iijieW humim. D a n.ondeil De. Ottinta..Lato8uagmta.K r i. OtiìttmiUcorfi manerof
CHTio loro Si kolfe intorno intorno con mal piglio , T. Furo fe.Era kennto a i'Otunteftmo anno. B o c Ottanta anni.
Celiarihi,& far Centurioni Ma^iflri,&re^itor de Ca- Nouontì.Latjiona^iura. P c t. Che pm gloria è nel regno
kahertiBi éetro a iorfnron Decurioni . degli eletti D'un jpirito conuerfo , cr pm s'efitma ,Cbedt
Decennc,ualMdiectanni latjecennis. D a v.Tant'eran 'Hyuantanoue altri perfetti.
gli occhi miri fifji^t atleti A dtibramarfi la Decine fete. Ccnco.lat.centum indeclinabile. & centumpondium, ij, di
Decimo, uedi fono l'ordine del "Primo a tji}. cinto bbre come lo cantaro . dr centuno, oms, lo capuano
Vudecimo, uedialdettolkogoa vjij. diciniofanti V hj. Et degli amanti piu ben per un Cen-
Dodici,!,^ Dodeci.Lat.duodecim, Ttt. Dodici donne bone to. B o c.Ctniomila ireaiure.Centornda Dianoli, lat.eeu
Jlaméu lajìe,.ÀH'^ Dodici Stelle, e'nmiT^ un Jole. Boc. tieiniilies,rj ccntenamilUa,
di età di Dodici anni Dodici de jioi kictni . & per notare Centinaia, lai. centena,^ centenaria, detta da cento, &
alcune delle fkeprerogatiue, &■ prima per la piu not.tnda uat gran numero. Boc. .4 Centinaia fimettenano i fo-
diremoahc Docùci fino gli articoli della fide, iquali debbe prakegnenti..4 ragione di trenta per Centinaio .
[apere,& credere cgnifidel chrijiiano . Dodici furcnogli Mille. Lat.boc mille Jikiui mille,^ bx mitlia,borkm rtùlìik,
a^flohai-j.g^ Dodiciipalad.m fattiperCarlo magna. jbflamiuo,& del genere nektro.&ibiliarebks^.è lo capo
Dodici onde fanno una libra. Dodti i piccioli, o bagatini, a di mille foldatt,& è nome numerale; et Milia del numero
èttari fannoun folduèmonita comune.Doàaborefo-
no il di. Dodici meji dell'anno. Doéci fono i fegmcelejll ,
uedi a 8y 8.
Dodicina. B o c. yna Dodilina di Uno.Lat.duodccmta. &■
dodeca theona.cana duodeem durum .
Duodecitm.uedi folto l'ordine di Primo alito.
1719 'Jxedià.LatJTedtcim,& irrjdecim Boc. SÌu'i fun uenuta
fe non perTrtèci porle .Che jùa moglie Tredici anni , CT
piu era fiata .
Tri-decimo . uedi fòlio forène del primoa 171?.
QulXtOTdici.Ltt.quaiuordeiim,bisfi.ptnn.lioc. Già fona
S>uatordui annipafiali.il fole il^aiioriiiciuolteadun me
defnno punto i ritornato .Pu,
QuatorJecimo. uedi ali'ordmedelprimoa 171 j,
Qwnd'ici.Lal.qutn(Utitn,terquini}ue . P s T. liuindici Fu
delpm fi due ,& Mila ambo fi dice quando égiuntocon
altra noce, come Centomila, tremila . & ambo Centomi-
Ha.? st. Mille uolte,Fiate,.4nni, Deferì, Offefe, yaUi ,
Penne,Carte,Piaghe,Morli,ScogU,CoSìe,Serali,Straile,
"HoéJiiuolie. Et altre Mille c'bai f.ollate,& lette. Tt fio
prete fiie piaghe a Mille a Mille. Siche è Mille un fidui
fi ritroua , Di Mille un non [campa. BOc.Et d'alberi ben
di Mille mamere.M'ha ben Mille uolie promr/Se. Lat.nul
bei. Che lutto tì Mille efimpi ne paiono manifefii .
lmmiliar,-,è niuUipUcare in migUau.Lat.muiiiplacare^ ad 1711
numera peni infinitu aggregare.DAS Eteran tite.cbe'l
numero loro Pm cbe'l oppiar de gU fiacchi s'immiliia .
MigU2Ìz.Eatjuilliariuiyi,um.& mille. Bo c. ^ Migliaia
per giorno infermauano.Tuè Migliaia dijofiiiri l’baifat
_ to albergatore,
na,& l’altra'diciotl’aim. Boc. fono Qmidicidlpaf Milia,e!r Mila.Lat.millia,&millies/nilleuolte.B o c. 0/-
fati. Dieta forfidiSlttinaitiaimi. tre a Cento Mila creature bumane fi crede per certo di ni
Sedici.Lat.fexdecim,& Sefiodccimo , uedi folto [oréne del ta toltt.Serrga rffer andato oltre a duemila paffi . Et Cfto
primoa lyij. Mda uolte lei, ér il fuo amore,{!r fi cbe fidato ferFeraba-
DiceP.-ttc . Lat. decem &fiptem . P e t. Dicefitt’anni ha uea maladetto .
già riuolto il cielo. Millanta. Boc.T’i» di Milltnta,cbe tutta notte canta.Egli
Dtciotto.Lat.decem droBoaiuode uiginii.'P e tJluindici hauea de fiorini piu è Millanta noue .irnfirie .
fun.1 ,& l'abra Diaoil'anni'l’ortaioboin fino. Boc. MiWefimo. Lat. V ir. MilUfimo. dnno. la Millcfinu par
‘Hìunaera minore di Dicioit'anni , te di mia giou ,
Diciotte(itno,ucé a l'ordine del primo a 172}. Miglia, érA/i^/w quando èwdaffatioà nulle pafii, uedi
Venti . leu. uigmti , numero indeclinabile . P i t. Tenemi a 1 10.}.
.A morUnm yem 'uno a rdcndii,nnui fupra uignai. Mille
trecento yemifine a punto. Et per tardar anebor yen- P H I M 0,
ì anniiOtrenla. Boc. Chemem di yciuiiinque annifuf
fi l'età di colui. Lafeiò f correre duo foldi per yemiquattro Primo. Prima, Prtnu, Prime , Primiero , Primaio ,Tria, 172»
danari, yentidue porte. Delle quabniuna y ent’otto anni ]nPrima,daPnma,.4nte,Imuuti,ueèfolloa Trinci,
pio a 1610,
Secondo, i quello chefigue il primo. Lat.ficundus. p s t.
S econdo Errore, Morire, yalore , Miracolo , & Tiodo .
Seconda Fiamma,Secondi Honori Quella bouorata man
ebe SecoudoamoJ.dopo il nifi. L'atie riccherp^e a nuli al
tre Seconde. i.Simib.Cuine fu prima fimit ne Seconda .
Machine prima fimilneSeconda.Hpn dirò primo, ma
Secondo, & tergo . hoc. La Seconda fiammella chia-
meremo . tr quando dinota profpero , e>r febee . «e di a
706. ^paficome 165 8. & fecondare uerboperfiguia
tare a 1481,
hauea paffali .Dietàé y ent’otto ami fi trenta, lat, duo
deiriginta.
Ventèlimo, dr yigefimojieè fitto il primo a lyij,
Trentì.lat.triginta. P e t. Et per tardar amhor umt'an-
nifiTrenta .Boc. Et perciò uorrei che uoi mi ècefle te
T rema mefie di San Gregorio . Che il lafciafSe per Tren-
t'otio fbldi cb'egb ual anebor Qjiaranta ,
1710 Quaranta.i4t. quadraginia. Boc. Di età forfè di Qua-
rant'anni.Conuien cbednri Quaranta è.Qjiaranta noue,
OMnotefimo. uedi alTorènedelprimo a I1J{,
Ciaqaintz.lat.qumquaginta. Pet. Et quel iherefleaum
Cinquantafei. BOC. Cinquanta pam noHrhBtn CmquoM Teno.lattertius. Pet. Tergo Cerchio, Cielo, lume„4n-
U de maggiori cittadim, ao,HeronilTertp,yamUZtrto,EouTervdelael,
H.
"►v
J
Numero
i; »7*J
i!
Q_V A N
& Tenp. B o c. Era flato
due uolte }>alcflratoflubitanio delta T en^. Sopra la Ter
^ roba matigiaua .
Quirto.Lat.i/uartus.P I r. Se fi pof^efitto’lQjurto ni-
do. B oc. Squarto .Amo. La Squarta tmiUa. La Oliarla
V oUa. D A s.D'ua Orarlo tunie,ib'i uié con noi .
Quinto, Lat.quiìitHs. P & T.'ìielO'ii'itogirononi.'abitreb-
u’cUa. Boc. La Ouima Lauretta , Taflata la Ouinta ho
ra delgiorno .
Serto, Lai. fextus.Qjieflo che Ira i numeri è principalmen-
te perfette ; peraocbe giunte infieme le fne parti integre
fanno il mede fimo numero .come la metà dihiire ,&il
terepcduo.&ilfelioi uno.the giumi tnfieme fanno 6.
tir quello numero Je cui parti inh gre giunte inficme, fan
no manco di eflo numero partilo, fi chiama diminuto, &•
quello, le ciu pani eccedono , &faM0 piu del numero , fi
chiama Juperfluo .Tercbe de U perfetti numeri habbia-
tua iiifino al cento il 6.eirilii.t!r infino al mille il 495.
C7inflnoalitzi.cbei d quarto numero perfetto flou ue
ne jouo piu a dinotare, che fi come in tutte le cofe co fi an
chopel numero Ibnopochiflimii perfetti. P tr. Il é Se-
flo d’aprile, ini' bora pwn.f. L'bora pernierà, e'I di Seflo
d' aprile .Et a la fine tl Seflo uedremo . Boc. La Sella
T^ciphile. Dan. Ter lo calar de la temprata HellaSem
fla , che dentr a fé n’bauea ritolto .
Settimo. Lat.flpttmus. B o c.Come fece Iddio flhe’l dì Set
fimo da tutte te fatiche fi npoià . del numero Settenario
largiflunamenlehabbiam parlato a 1716.
Ottano. Lat. oSauus. Dan. Lofi [Ottano, e'I "blgno; &
(iaflbeduno Tiu tardo fimoueai fecondo ch'era Jnnume
ro diflinto piu da [uno .
Nono. Lat. iionusfledi di [opra ad Ottano .
Dcciaìo.Lat.decimus. P s t. Bfn pnfio al Decim’anno .
V ndrcimo . Lat. undecimus. P s i. Hor uotge fignor mio
(VndecManno .
Duodecimo , Lat. duodecimut. 'Boc. Et cofit fuccefliua-
mente andò injinoalta Duodecima.
Terdecimo.Dit deemuttertiufiB o c. Et alla Terdecma
uolta tornata di fle.
Quirtodccimo.Lat.quartusdecimus.P i t.Del QuartOt
decimo anno ch’io f^ro .
Sertodecimo./4t./etrtiit decimut. P e t, Rimanfi a dietro
ilSeHodecmi anno .
Diciotteltmo.Lat.deàmui offauus.B o c. Era già U Diciot
Il fimo annopafiato .
Venceiimo,e^ yigefimo.Lal.uigefimut.Boc.Tadre mio,
forfè il y ente fimo giorno dopo la mia partita .T ut. Son
già ardendo nel V igefim'anno
T 1 T A
Ntimero
coperto .feminudut,me%p nudo.femipondium,& femili-
bro^mexa hbra.bemiflichtum,mnfp uerfo. intfptfla nox,
& noQu fdemia, la me^a none . meJtui longus , impudi-
cus^ infamuàl duo dt metto della inano . auflcr,di mt tfo
giorno i uento, & quafi in inflmlo fi potrebbe procedere .
dr.AnchoracbcdtqutJla noce Metto aflaia fuflicienita
ne habbia ragionato nelle Riccbetfpce della lingua uotga-
re , non uoglto però per bora re flore di non darne quattro
pandette; perche alcuni lo ufaoofcnuere con un tt^, &
tali con due a me parrebbe,cbe quoto alla pronuncia,
che un z fcriuerefi deueffe quando pero figmfiia la mediu
latina,maquandopoiduiotatenero,(i-molledamiluLaa
tmo,per doppio zpjcriucre fi debba ; auenga che di raro
occorra. Tercuciie poma mitia fono quelli periflhe efien-
do troppo maturi fi lominciano a putrefare ,CT quefli i
Fioremim dimandano Mezpt/,& cefi qualunque Jtra com
fàlenera,ttìrmolleftdiceMezpia.Óndel’A R i. Corrotto
tutto tire flo , epm che mettttpj.che cominciaua a putre-
far fi, & lo accorda con prez'ip , & auetCXp . M O R. Clte
con un colpo la teflagltfpezpta E cafcògtù come una pera
A n.Moniadiaantti ch'io uo^io eflcr Mezp,
& lo accorda con la rima dt riprezp ,&di nego ,cbe per
un ttfifcriuono.Talmifemìunuento darper Metta La
flonte,mrimadiOletta,0diOreza,cheperun zji fcri-
uono Mor. & ritrouofii al regolato in metto Di faracin
che homai faran Lettp , eir ii P E T. Fanno trefeando , &
Belzebub in Met^, in rana di regp , dr di letto . & figui-
tando alle altre auttorità di effo Tetrarca, Sorge nel Me-
tto giorno una fontana. Sento nel Met;p de le fiamme un
gelo. Et tutti i mia penfier romper nel Metto . S’al pnnct»
pto rifponde il fine^’l Mezp.& del mio cor fo ho già pa fla-
to il Metto, a Mettf'l dietattuffi in Mezfi l’onde.Qui doue
Mezp fon Sennuccio mio. Metto rimango lafjo, dP Metto il
turco. .Amor con cui penfier mai non ban Mepp. Ter Me
t^ a quella ofeura ualle. Me%a State, Tdotte, Fia .Boc.
uedi aW Indice . Ak i. Cento uolte gli bauea infin a Me-
Zp Mefio il brando pe i fianchi . & lo accorda con Lettp >
Òuiui egli entrò per npofarfi in Mettp , & accordalo con
Orettpflt Kiprezfl.Durò [afialto un’bora,epiu che'l Me-
tto D'un altra flt lo accorda con Re^,et Intermettp-Eran
nel bcfio,e non flauan al rez». Fra quali entrò congran-
de audacia in mettp.
Mè in ucce di mezp quando i egli dopo la per , ual per me-
tto, dirimpetto, diritto, apprefio, e regione, prope, apud .
B o c. Et come fu per Me Calandrino, cioìpermezpftdi
rutofl dirimpetto. Et cofi andando l'auemie per Mi tace
fla.i.diritto,o apprefio. altuni tefli moderni hanno per me
ttpjdr diritta.
Cì\x3.t3.nt<^mQ.Lat.quadragefimus.Boc.llQparatitefim Mn3tnoflalmediatore.l4tjncdiatorconciliator,pararius, lyjj
«7»4
Ilio giorno uenuto, T h.
Mezoi^tr. medtui. dr femisipii,tfi-ficilicuj, ual meza on-
cia. & lèmiuir naie mettp huomo. er fcmtmat , mezp ma-
fcbio.femipeifliettppie. Jemipedalit,di mettp fi‘de. femica
nusfliezo canuto. femiaflui,mettp arroflito. lime fui, me-
tta mangiato.femilacer fliezo firaciiato.femimadidus,ine
Zp bagnato .fimeflrujòoc femeflre , di mezo meli . ut lu-
na, femicrematusfliettp arfo.femicirculus, mettp drcolo.
fimijugerum,mettp moggio. femiplenui,mezppienoànon
drparanimpbus, ilo melano, 0 fcnfàle delle nottttp.&
proxeneta lofcnfele,& muffirne de gli baffuti B o c.Ifii-
mò coilui doucre eflere ottimo Mezano tra lei ,C tl fuo .
amaiite.Facido noi noflro Mezpno un fuo netniio, cìr and
co credendolo ci efaudifce. Et in breue tanto lo fpaurì, che
il buon huomo con certi Merini gli fece con buona quan-
tità della grafia di fan Ciouìnt Boccadoro unger le acni.
Molti altri feruauano tra queflidiio fipradetti una Me-
Zanauiiflon flringindofi,ne allargàdvfi. Meganagentc.
mtutlopieno.femiTuptui,meotprattofladuto,oroutaato, h\i:tiJju.mtdietas,parifls.Boc.Fnapelliferamortali-
fettuatmspnettp motto, dr tibtgottito ifemumUtui , mettpt tà, qua fifa Metà delia gente fe ne portò. Toco pne^s mi
I > '4 iq
1
Numero QJV A N T I T A Numero
ftrnbbe la uiu a douerc dareptr U Metà di quel diletto. Tartire. lat.dtuidere. Vtr.^ partir teco i lor penfierna-
L'hiu Metà conucrtcndonemia bi[ògm, L'altra Metà dà Jiufi. partir feto i doloroft guai. Coftpartia te rofe , dr
dolora. Tionfarebbonoperlj Metàdi linque lire. k parole. Bo C. quello c’bo guadagnata; fempre copou*
M .■zo di. Meriggio, & Meridiano, iiedta z6q, ridi Pio ho partito per mc7p,l'utu metà cenuertendo ne
1 n tennezo, Lat. interm.-dius,a,um, interpafituifnterpofi- miei bijoguij.' altra metà dando loro . er quando flà per al
ita.d^- interjlitiumà.traquejio tempo. Àk i."ì{e npola- lontanare, ortmouerc ,ucdi a 14^9.
ta,o fatto altro Intermc;^ . Compartire , ual éuidere , da partior Lai. P BT. Et la uirtù tjzj
T i ì,¥Tl,Pitra,& Infra, tat. inter. P E T Me^ tutto quel thè Camma comparte .
d: Tra uiuo,& morto. Tra l’bcrba uerdee'l monte uictiio. Temprare, er temperare.Lat.&rnoderari,ermodtficarijiam
ibiutLqu albergaTraCarona,e'ltnontc.Tra lo fili derno te acconture, adattare, et ridurre alla uu del me^p lato
faecuDìua.P ht.Temprarpotejiein fifoauinotelmiei
fòjpir.Ét tcmpra'l dolce amaro che mha ofefo. Et indi rtg
ge,& tempra Cunmerfo. Ma temprai la tua fummatol
mio uifò . che le mie infiammate yoghc Temperato. Tdpn
temprafje l'arfura che m’incende . Se no'l temprafien dot»
rofiflridi Onde col tuo gioir tempro' Imto duolo. Et queU
le uoghegioiiamliacccf eTemprò con una uijia dolce , dr
feila.L’arme Temprate in Mongéetto a tutte prone. Tom
mi ; ouè’l carro juo T emprato , & lene . Et qual e'I niel
Temprato con Cajfentio. Ù o C. temperare,temperafem
peròjilr gb altri termini . uedi C Indice .D A n. Che fole i
enn [otto l'acquario tempra.Et l'hauea temperalo con fu*
hma.i. fabricatu.
demi , cr fermon prifco . kol che tra duo contrari mi di-
Siempre . Tra lafptg i, & la man qual muro i mefìo. T ra
fiori, Cr l'herba .Tra bojchi,& colli. Cefi coflei,ch’èTra
le donne un fole . Com' buoni , che Tra ma dorma .Tra te
chiome de lor nafcoji il Laccio. & Tra le Statue ignude.
Hoc. Gran petq^a JhtteTrapenfifò,iirpaurofo,&con
quefìi aàettiui ha molto é ornamento . Et nel fcntimen-
todella fi, quando piu duna uoUa i detta , tome farebbe,
fi per queflo fi per quello che ual quanto la partim. Lat.&
tum,&tum,ès- ciim,ir tum. non però Tempre ui fi ag-
giunge laper .Tal che 10 pojia Traperle tue parole, &
per quelle comprendere. Si che Tra per Cuna cofa,^ per
l'altra IO non uolll piu fiare.Etgtà Tra per lo gridare, & p
la paura,&pcrlo lungo digiuno tra fi iiinto che piu auan Tanperantia. Lat. & temperamentum,temperalio, tem-
ti non polca . Tra per lo difetto delti opportuni [eringi, & peratura,modui,modcfliaanodcratu,medioiritat. B o C,
per laforxa della pefidenga .Et alcuna uolta naie quan- LaT emper arnia in og m cr[a dimora bene , ella moltipbca
tolaln.Sicomecolui,chedakiTraun.iuolta,& altra le laué ,C gbhonon aumentala uua ;& la foniti
hauea hauuto quello; che ualeua ben trenta fiorini iCoro. ferua fen^a affanno. Th.
Et Giouanni ydlani. Squali mandarono in Lombardia TempenLLai.ttmperiei.1i a c.MailReebedibuonaTem
benmille caualieriTra due notte. & in uece di tutto, pera tra, fatto chumarTmdaro, gli comandò che fuori
Tra ciò che nera non ualeua altro ebedugemo fiorini trahrfiela [ua cornimuft.
doro .Lat. omne idquod .idefi in tutto ciò cheuera:al- TempetMO.Lat.temperatuiatal moderato jnodelio,mori-
euni tefU hanno non ualeua oltre a dugento fiorini doro', gerato. Boc . dourebbeefferepiu Temperato che un»
Et replicata Tra per la paura , Tra per lo amore . Lat. rcbgiojò.Ei fe con queflo cablo il mefccderaijentta fallo il
lum , & tum . fole juitirai Temperato . Laqual donna piu calda é uno ,
6 In Tra. Lat. mter. P e t. E’n tra'l Rodano e’I Reno.InTral ehedboneflà TemperataXa non Temperau uolonti.Tim
carro,Cyle colomte.et iiitiomiin Tra dut.D'abbandonar, peratamente. T emper anffimamente .
mfu ffefio in Tra due. Lat. anceps,& dubiui. E'n Tra la Rattemperare. Lat. itcrum temperare, piccare, moderari, fre
fronde e'imfco, Boc. Etm Tra Caltreutut notte mde il nareaibliinere .h o c. lohauTti[aetoildiauolo,mapuT
Re. ma In Tra gU altri . mi fon rattemperata.Rattemperatofi adunque da queflo .
Fra,< tl mede fimo che TraXat.inter. ual dentro, 0 in mrgp . Stemperare. Lai. Uquefacere. Hoc:. Lo Stemperato yelen»
P E j. un laccio tefe Fra therbauerde. Quando Fra Tal- [entfapaura benne. Pt r. Ma non in guifa; che lo cor (i
tre dorme. F ra cofi gran turba. One Fra'l btamo, & Cau- Slempre. Lat. liquefeat. Ter me non pofio,etpar ch’io m*
reo colore.Sduandodefalpi febermoTofi Fra noi,&la neflempre.Lat.liquefcam,&meturbem.
tedefea rabbia.Tcnbe Fra gente altera ir ti conuicne. To Diflemperare.Lat. perturbare. P e T. yol ; che tra duo ccm-
feta Fra me pian piano .Frafi contrari uenti mfralebar- trarimi Jiflempre.Sou te cagion, ch'amando imi diflem
ca. Queflo prouio Fra tonde. Frale nane ^erà'ge e'I uan prc.Et ella; a che piu piangi, & ti diflemprei Simnci’l mu>
dolore.R o cJScoppiauano dirifa,& Fra fediceuano.lM. gelo;ond'ancbortiéflcmpre.
[icuirLFraneimctconuncoltelloiumanofimife.Fraqui 'Doppio. Lai.duplex,P b T.DoppioThcfòro.Iofarò forfè
ad otto dij.di qui ad otto dì. Lat. bine ad odo diet . un mio lauorfi ISoppio.Doppia Colouna,& Tietate.Roc.
In Fri.Lat.inter.P BT.GiàterrainFralepietre.tirinFra Doppia pietà. Le tappe [anno larghe, Doppie. Era il
lageme.Toiche'nFraglifccglièrilenuta. Etlerofiutr Doppioptu ricco.iaioppiameme.1 11 molti Doppi moltipluò
migtiein FrataneueJn Fra Scilla, & Cariddi . in Fra le- laiaiiia. In mille Doppi faceftefamoreradd»ppiare.Dop
quali, Lucret 'ta da man defìra era la prima . B o c. .itn^ piamente offende .
qua fi tutti In Fra’l ter^ giorno moriuaao . Et (èco pen- Doppiare . lat. dupUcare, duplare , & geminare. VsT.t)"
fare quali tu Fra piccai termine doueano diuenir le [ue bel sia mi dogLo . Doppùdl martir Et doppiando l doier^op-
le^.Lat.breuitemporeJnFratitermimifunapiccio- ptalofble.
la cella . Raddoppiare. Lat. itcrum duplicarejterarepnultiplicartaho
Diuidere, ual partire ,0 [èparare . Indiuifibile, Indiuifa, ue- pio augere. P s t. Raddoppia a l’alta imprefà u mio ualom
diniqqi, MAtdJ»ppiaipafii,&piu,&piMÌaffreita.Trouam’ut
punto;
1718
Numero Q^V A N T I T A
fuat»; ^ raddvjr^afi i mah . ^ [noi corfur raddoppU-
t'era [ar^.B Oc. La jiu nciheÌ^(U]i<leraiidoraiiJop
piarla . Kitnmò hauerrjddoppiatoilfito.il fuoamorem
Jet ft raddoppiò,
.Addoppiare. Lat. duplicare, duplart. P E TJi;ib'al mio uolo
Cara addoppi iuaiuu.
Cr^'ctrr^' ,Ac(rcJccre,kedi a go„Aggiungert per met-
krctnjicme/tactrcjceredtcdia 1697.
.AmgJre.Ltt.UJlporgtre,djreatccrefcert.uedia^i-p,
Somma ,prr U moltitudmc. Lai f marna .Pbt. Con thè
la homm i è di ima morte rea , & per alla , &ftag»lare .
media 16.
^fiommare.Lat.adfummHm colligere, uale racergliere, &
far eolUttùme di piu cofi/i numenjoparoUinfiemc. Dan.
JU fe tanto lauoro io bene afiommi II fiato lenericcioche
tu afìommi Terfettamente àjj'e ,dtuo camino a. produci
NimuTO
al fonimo , cioè al fitte 1 adfmnmum ducat .
Mafia; W cumulo fi iOjdunation.Lat.& ccmgcries,coagmé
ttim,cumulus,aceruut .boc.Tu uedrat noi d'una Muf-
fa di carnefiutti la canehauere. La Mafia d'oro é briga
cagione. A m.
.4mmafìare,et ,Antmafitciare,perfar nufia,o cumulo, lat.
cumulare, ftruere,congercre . medi a 1 7 o i .
Cotnpige.Lat.compjgofiiiisfiompagetdi. ual congiuatio-
ne,&aggregatume.D AOi.Cht Jouerehide Caereegni
Comp.ige.
lyip Molto adieM aiuer.cioi grandemente.latjnultusfiaulto,
dr mulium,& plurimum per lo aduer.Pht.Molto .Aloe,
Z)cfir,'Penfiero/'oUr, .4 maro, .Accorto, Lontan, Molto
piti die Uolto.Terche inihinar a Dio molto conuiene. Ha.
miliare da lor Molto diuifo. Molto contrario Ugmdardou
da Copre, Molto mi fido . D'muidia Molta ir punto. Molti
,4nm, Afanni,Faflidi,Tempi,TenfierJlofiir, Molte ytr
Arte.Ch’al fine Unta fù^ella Infinita Miapatietitia, on
ito hebbi la una . B o c. Infinite molte . SoUecttudtm , cr
Taure, Infiniti nkilé , Stromenti . lUpcale Iddio efiendo
egli lnfiniii.i.femtafiiie,oimmenfo.EJiédo da Infinito mar
battuti. Là dome efit f accrefeono in Infimo.
Troppo.iaf nimium,tirnmiuifidim,adieMad-
UtT. C E J.TroppoArdtre,Lume,Alto„Alti,Altamen.
te,Spronare,lIumile,Erto,'PoPcnte^iuer,V'edere, Lun
ga,Febce amante, Troppo niaitempoXafiottgltaji cader
uà chi Troppo fole. Chi Troppo il crede. B o c. Troppo li
go ofiìiio. beuuto hauea Troppo . Da Troppo uoloma tra~
jportato.tte potrebbe Troppo malfiguire.Troppobf, Tiu,
Fretta filtro trotto,T roffa Crauex2^,Difikultà, Sen‘ga
T roppj Jcliberatione,Aufgi ne gli ho 10 bene jbfierte Trop
*pe. A R I. In parole con lei non fi éfiufe , Che dt natura
non ufjua T coppe ,
^ Forte aduer.Lat.multumdiimiS. ual molto fi troppo. P e t.
CbefiHoterforte,& folleuarlaponno . L’arhor gentil, thè
Forte amai molt’anm. Ch'i teme Forte di manca r tra mia .
Io amai fempre,tìr amo Forte anchora. Dolmene Forte af
fai piu ch'i non mofirofi Forte ti difiiace . Quello gU Ita
fattoti fubito amar Forte, hoc. lo dubito Forte. Comin
ciò a gridar Forte.Si cominciò Forte a marauighare. Ca-
landrino commcià a fofiiare Fortemente . Fortemente di
lei t’accefe.
Speflb aduer.Lat. pepe, fapiut, ficpenumerOtfrcquentei. ual vjjt
fornente. P e x. /a donna SpefSo dal fanno lagnmando de-
fla. Et comeSpefio indarno fi fofinra . Et Spefib l’un con-
trario C altro acceufe. Et la manfiheft SpefSo s'attrauerfà
Fra'l mio fommo diletto Et gli occhi. SpefSo m’adiro. Spef
fo mi maramgbo.Ma Spefio ne la fronte il cor fi legge Che
SpefSo occhio ben fan fa ueder torto. B oc. Rimandatolo,
& molto SpefSo riuolendolo .
tuti,Ofitfi,Miglia,Varti,Lagnme,Gran cofejou'iofcerfi Spefle. Lat.fiifia,crebra, denfa,frequentes , iterata . adie.
Molti di quei,cbe legar uidi amore. B o c.Molta Sperali, P e x. Spefie yollefiiate,Viaghefioci,Luci,SpefSi Tre,
Xa/'irtù,Famiglia,MolteRi[a,Cofe,I'olteJiIolti Dì, Co- ghi. Luoghi. B o c. Spefie Macchie , Spefia Cragnuola .
me mtdtihanf atto, yeggendofi Molto meno de gli afSah- O A ti.LaSelua dico di Spiriti SpefSi.
tori. L’honoraua MoUo.Moltofuofignore. Molto piu to- Crebre. Lat. creber,ra,rum. ual fiefSe. A r i. £à dome fece
fio, Leggiadro Molto. IlMolto.D Ks. QueUathegiua le firida piu Crebre Con un batter di man gireale ftelle.
intorno era piu M alta. i. troppa , oafSai . Quella gente che Saliente fio.Tro.da fape Lat.ual fieflofi fiefSe molte. Onde
preme anoiè Molta.Chc Moltam AUi'ta,et Albia 'mmar Souente , Dimemedefmo meco miuergogno.Siuedrem
ne porta,& in quello luogo Molta è fiume in Boemia . ma
molli tefli hanno motta ^ non Molta.
Molti tudinc,Ca/fa,rnrfea, Folta,Torma , DrapeBo.ueM
a 1^66.
Cairì,ualmolto.Lat.multum, Vo. Tro. eJ" quafi femprefi
pone col tipo paJSato con la negatiua, come appare a 1 8 1 .
^quando dinota fiatio.B o c. Serrga partirmi Guari dal
Fefietto.i.lontano Et non Guari lontano <d luogo . Ad ua
bofehetto non Guari lontano al palagio fi nandò .
770 Parecchi Lat. plcrique omnei,multififr parei, pariles , &
chiaro poi,come Jenenfe Ter le cofe dubbiofe altri sauan
Xajtanno noia Souente . ledete ben, quanti color dipinge
Amor Souente in meg^o del mio molto dome Souente Fo-
lle fmarrito,cSrhor fe piu che mai.E'1 bel uifo uedrei con,
giarSouente-Anebortoma Souente. Alma felice che So
mente tomi A conJòlar.Che mi fea UetojO' fifiirar Souen
te. B oc. Et quei camino facendo affai Souente. Et Souen
te'dalla cuba pafiando gli uenne ueduta lagiouane.Ma co
me noi ueggiamo affai Souente auentre AUequah afSai So
mente faceua ingiuria .
fimUei.ttalmoltifilcumfipiu.P ex. Con Tarecchi altri; A(lai,<iaad,&fatìs.Lat.fatis,multo,&multum,ualde,ue- 1771
(ir fummfl nome detto D alcun di lor. B oc. Tarecchi
Anmfii,Lupi,Tjreccbie Gioie. Tratte di corda .Dan.
Salendo super lo modo Tarecebio A quel che fcendejdeft
fimile,otguale.
Innumcrabili . Lat. ualinfiniti, & finga numero . ueé a
1696.
Infinitilat.cS' innumeri.i.finn fine,o numero.V e r. Infi-
niti Mali, Guai , AbiJH , Infili ielUT^ ; Trudentu, .
bementer , admodum , non mediocriter , per quam ,fme
quam, impenfe, imprimis,rtiam atipie ctiam , ita. tir per
ladte, multi'plumni,c- quamplurimi. ual molto, quando
è aducr. (7 quando iadirttiuo dinota molti,^ accompa-
gnita col nerbo ejìerefitgm fica ballare. Ptt. Et dico Ani
ma Afiai ringratiar deiAfiai mi fido. ClfAflaifiatio nò
haggio . Onif Afiai può doler fi il fiero monte . Cb' Afiai ti
fia penfar di poggio in poggio. l'idi Affai perigtiofo U
CG 6q
Numero Q^V A N T 1 T A Nomerò
FIMO maggia, ^fiui per tempi . Di che amor, dr me Beffo te^pefie, f^ube. Tre Folte . B o c. Kade Folte , We&f ,
^ffai riagratio.Ma forga ^ffai maggior (he d'arti ma. X>Miue,Diece mila FoUe,Cemo mila Folte, Infiwe A*
ghe.Fiu donna pm bella .Affai che’llòle. Dnolmene forte nffime,Affat Folte .
.Affai piu chi non mojlro..4ffai nun, Affai poco. B o c. fme.Utjcices tempora . ut fupra . ual Folte .Psr. MiSt
uedi all’Indice . Da. n. Che piaitgon tutte Affai mifera- fitte,Spcffe Fiate,QMme Fiata. B o c. AfiWe Fiate, &
mente. Etinfua ulta fece col ftwio Affai, & conia ffada. piu , Fna Fiata , Tal Fiata, Cn fendo tutta Fiata . idejl
Fnpog^o Affai largo jdr profondo Affai piu baffi Affai contmauamente. Lunga Fiata, idefl lungo tempo. D A K.
leggiermente.SÌ meritai di uoi Affai,o poco. Et nomund- Laifuale ffeffe Fiate l'huorno ingombra , Haurci quel-
mente. B o c. Affai huomini,& donne abbandonauano le f ineffabili delitte Sentite prima AF poi lunga Fiata . idefl
proprie città , Cofe Affai contrarie . Affai uolte Furono lungo'jempo .
lagrime fparte Affai. Dan. Cofioro,&Terfeo,& io,dr 'V\c:cnda.Lat.uicesAÌciffim,&uiciffitudo,alternauo, tom-
Altri Affai. Et Affai ffinti lUuBri uedrai. Che fono Af mutano , dr mntatio ,èla uolta che bora ad uno bora ai
fai piu porci. tot altro tocca. B oc. Ben che le pinzochere aUreti duo- ■
Bei» in nece di affai . Lat.fatis, bene, ualde , multum. P e t. notdr ancho fanno delle cofttte botta per Ficendaj.quan
Ter cui Ingente Ben non i’affuura . Ch’i fon già crefeendo' io la uolta gli tocca fanno . Et come cheio , & ciaf unii
in quella ucglia Benpreffo al dccim'anno. B o cAuenne quefli botta per Fuenda acqua uerfaffhuo . La. Fò per
che egli uendei panni a contanth&guadagnonne Bene. infino acittaper alcuna mia Ficendaà.facenda noce da
yjjj piu. Lai. plus,&mjgii.dFquandobafarti(olocomeilpiu contadino. DAS.Siffeffouien che Fuenda lonfeguc.
dinota la maggior parte. & alcuna uolta ual la ampliut , A uiccnda. Lat. uiciffiin. B oc. Io mi t.tceri de i fiumi fan
Lat. come non dir piu altro. & ual mollo quando è dupli- guigmAH' crocei,chedi quella A uicenda difendono.tdefl
tata. & per comperatiui Latini.P tt.TutAluraffume, l'uno dopo (altro. L a. D a K.FannoAuicendaciafun
Tiu ardente file, Tiu caro pegno,Tiu lieto pregionier,Tiu uelgiudtcìo .
corte fe aprile, Tiu bel fiore , Tm fredda nau , Salda nane, V ia pin.Lat.multo plus,& longe plus,ual affai piu, o molto
Hpbil monarthia . Che quando ho piufferanza tbe'l cor piu , con nomi fuperlatiui mi fi aggiunge la Tm ; non con
n'efca . & prò magis Tiu mi confumi , Tiu m'tnuagbifce , comparatiui. P e t. Ter far Fta piu,clje fe ('un l'altro de
Tiu m'i'icende,uohi Tiu alto, Tiu di mille/nolta Tm, Qua gnojredi Sanfon Fia piu forte che faggio. Tura Fta pm ,
to Tiu po, Tanto Tiuff'ia TiUiTign Tm , Ti(o» altro Tm, (he candida colomba J^ia piu dolce fi trono (acqua el pa
Radoppia i pafft,& Tiu. & Tiu laffrettaJ. molto , Solo, neA'ia pm (h'inanzi noi tenea gitile. Et ia nel cor Fia pm
Cir penfofo i Tiu diferti campi Fi mifurandoj. de campi i freddo cbeghiaccto.Ter cui nel cor Fiapm che carta feri
difertiffuiii . B o c. Della Tmbellem,& della meno del uo.Cbe fora glt ocdii tuoi Fiapmf elici. Trouacmt a fo-
le raccontate nouelle éffmtando . idefl della maggiore.Piu pra Fia pm !ento,& frale . Quattro deBrier Fia pm che
& Piu riguardandolo, idefifpeffe uolte, o tuitauia , Et af neue bianchi . Che Fia maggior in fu la prima moffa . Et
folutamente . Et con Air fiandra fettzaPiu entrarono al quel di Coa^befe Fia miglior l'opra. \u.l. Ma Fia pm
Papa . Et fenga piu , Piu Folte , Piu é mille miglia , Piu affiutadi malinconia ,
al uentreferuenti. idefl magit . Tra (altre gioie Piu care , Vie piu, per affai, o malto, il mede fimo che Fia . lat. longe
IlPiudeuicini moffi, non meno da tema che dicarità.i, plus. Boc.Fie piu grande uagheggiatore. Come queUa
lamaggiorparte Et perciò cfiiffPiu,o dafferanza,opie cheeraéaltoingcgno.&amorelafaceuaFiepiu, Oltre
tàruenuti. Il Piu delle uolte. La Piu deua gente mene gli altri piaceri un Fiepiumaggiore.Fiepiu ibernai fi
reputerebbe matta. Giorni tediofi alle Piu genti. Io lesi mofiraua innamorato. Fiemendie prima. Lat. longe mi-
raccomanderò quanto io potrò il Pm , Pm, & Piu giorni, nus. Fie peggio effere perduta Aie fi nel fuoco fuffe flatu
Piu cofìumato ,&Piuda bene. Da Piu , uedi oK Inéce . gittata . Lat. multo peiut,
D AH. Piu non (è huopo aprirmi d tuo talento, idefl am 'Vii,quando fignipea Qltra,Lat. ultrajet eia.T e t. Et tu piu
pUus . Simonide , Agathone ,a‘ altri Tiue Greci . in «e* Fia di poggio ia poggio forgi.Lat.ultra. B oc. Fa Fia fi-
ceéPiu. gliuoloch'équeltocbctu£iLat.eia.^inuecediconccf- ‘
Piu uolte. Lat fapef(tpius,& pepe numero. Ptj.Pm uol fione,che ual quàto sàfijtltra.Fiafacciauifi un letto qual
te incominciai a fcriuer iter fi .Piu uolte già per dir le lab < egli ui cape. Lat. nunc ergo .Horuia dianglt dt quello che
bra aperfi . Pm uolte (ho con lai parole feorta . Piu uolte uà cercanio.Hor Fia mettiti auaatijo ti uerrò prrfio,coa
amorm'haueadeitofcriui.CofiPiuuolteha'l corraccefo, melarebbeaàre,Horfumettitiauanti,ofiiiifcu Lat. eia,
& ffiento . Onde Piu uolte uago de bei lumi . Piu uolte già age,i nunc . Fta leuaudi qui uuonunemej. lior sù . Lat.
del bel fimbiante humano.In poche notti, & fi cangiò pm eia,TH. Fia auanti , qui non bifognano al predente quefli
uolte.B o c. uedi all’Indice . & di {opra a Pm . preghi . Fia , uiliffima parte della mia cafa .¥ i. Da n.
Piu duna uo\(i.LatJtenem,& plufquam femel P sj. Et Fta coflà con gli altri caniJdefi offra con atto di fiparare,
cb'efSer non fi pò Tiu Suua uolta. Che far conuienfi , non o allontanare da fe , Doue Offerto fu per ciafeun di torre
Tm d'una uoffa , Fia Fiorenza. ideB leuarlafidisfirla. Lat. mere fuudi-
0\ttl.prepo.tnueceéTiu.Lat.Orater ,ultramodumAl- tur. falò aauare.
traquamdicipoffit .? fc.L'dmanùa fiamma Offrale Yniùi, ual Incontanente. Lat àlli(0,fltiimjtne mora, uè
belle bella, diaigó.
Ifìq Volte,«i4Ì fiate. Lat.ptpiuijrarojniiIlies, forte j, ter, muffo- Tinto jtduer.Lat.tantwn, ual fi.cofi, maggiormente. P e t.
ties,quotiesjUeiefmmesceiUiefmillies, perpetuo, rartffi- Tam'Alto,LaiJta,a.Uo. F rondi Tam’bonor,tte. Ch'iTan
mt,P kr.TiuFoffeAMe Foffe,UtUf Folte, Taiue Fai t'amo.Tanto ne porge àdoUezga. Tanto treful defìo,-
Tant'auauti.
mi
Niimcfo Q^V A N T I T A Numerò
Tuft'aumti.T jnt'amtti copi. Se tanto nìner po ben cui- il mondo lontana .
to lauro.Et mi fu di fogne Tanto cortcfe.Hebhon Tomo ni Quinto ,lin(inta,iìtianti,^ Quante, Lat, adie. thè altro
gor nel nuo cojjretto.T anto tranquille, Tanto per cui fi pia
gne.Tantopiu li prego j.maggiormeme , Tantopin bella.
Tanto ch'io fui per ejier di qutgbnno.i. al finche.Bo c.
Tanto pin anebora quanto . eo pini , Che io poffa parlare
alquante parole alla donna noflra Tamoda ogm hnomo
feparato , ch'io d’altrui ,ihecLla nàto mmjia , idefl jom
laminte.
Tanto , 0 Qjianto . lat, tantum , ant qnantum ^ultum
aut paruin , nal mica , o niente. V tr.Ettu fi Tanto, o
quanto if amor finti. CoSiei noni che Tanto ,o quanto
Jlringa. Lat, nihil.
non naie , che una certa dmioflrationepiu ejfirefia , finita
eccetuone. P e t. Qjianto mar, Quanti fiumi. Quanta
Glona,DoUexpi,Fatica, fede, Innidia . in cui l'actoglia
Qjtanta uide uirtù,Qjianiabeltate, Qu^ante Monta-
gne,&,Acque,ymuii,Varii,Colori,f'otteJtiate,Lagri-
me,'Hote,yie,Fefie,Ijtfinghe,Spade,Lanciej&-hiamere.
Quanti A'f r/i, Vajfi, Vregbi, Capei, finmi,foggi,Luo-
ghi,Milrri,Lieti,Doloroft,Lameiui.Quanti fnr chiari tra
Tento, ^ Hebrt.in luogo é tutti . Che luce fonra Qiian-
t'il fol naftonde. Quanti prefio a lui nafeon. Tutti SÌua»-
ti. B o c. uedi alt Indice .
l6g6 Atincooialallhora.D Aìc.Ettacque ,4tanto.LaUunc, Alquanto aducrbialmente,ual unpoco.Lat.aliquantu-
&adhoc .
In tanto, «ai 4 quello tempo, 0 in quefto megp di tempo.ue-
dia lyg.
Da tantopia/ é tanto fapere.Lat.ita prudeni, tanti confilij,
uir tantui. Boc.Se ella Da tanto fiato fojfe, che bauejse
intejo Se Da tanto, ir fi nubile, cj bella riputaua. Tento
che noi cono/cea Da tanto.
Tanto adie. Lat. tantus. P e x. Tanto Spatio, rigor. Bene,
Honore,Tanta,Baldanza,Taura,l'irtute,idadre.Spene,
lum, & aiiquanto ; non nibil , abquid , paululum. P e r.
Ma però ,cbe mi manca a finir l'opra , ..Alquanto de le fi-
la benedette. Ma ricoperte .Alquanto lefauille. Toi
eh' .Alquanto di lei ucggi'horpiu innanzi . r n'ombra .Al
quanto men de Paine trtfia. B o c. Lungo Alquanto lon-
tano . EfSendo hoggi Alquanto riflrette le leggi. Dan.
Alquanto di lungi da la f^nda . Che Alquanto indietro
gl/il . Et qui Calliope Alquanto furga . rfr per gunio di
tenipo.uediaijj.
Dolceg^, Maielìade, Cratia,Gloria,Fe,Fede,Tace,Ltu Alquanto, diir. Ìat.aliquit^UquaAiliquod, uelaUquid.ir
bert.i,Luce,Doglia,Guem, Leggiadria Jieltate,rittoria,
Ltte,S pofa, Rabbia, Fermeg^,T urba,& Credenta.T an-
te Lagrime ,Tocì, Herbe, Ca rte,I mpromeffe. Spade, Ten-
ue, Torti, Ricebr^e, rarietati, rirtuti, Belleg^e,Cofe,
Dolcegge, Stelle, Vuote, '}{ote,Fatiche,Forme, Qui rele.
Lode, ride, rittoria,& Corna . T auti. Capelli, Amari,
Dolor,TafSi,Color,Affdnni,Animali,Augelli,roti,So-
aliquantulum.ual alcuno. D a n. Già mi parca fintire
Alquanto reato. P et. Ma iPAlquantediro. Alquante
.Anime, Donne, Alquanti Huomim, AnimaU. Ter Al-
quanti Di . rdiu! Alquanti c'ban turbati i mari, B o c.
Alquanta fede prefiajiero alle parole Alquanto hauendo
della lor lingua apparata. Alquante Fami-Tarole Carat
tere. Alquanti di paffati .
filli. Lumi, Tormenti, Deftr, Armati, Spirti, TaefiMt Chente, ì relatmo che dimoflra qualitd, ^ ual quanto, &
t! ,Teafier , & Lacciuol . Tanta, & tal madre. Tan-
te, & tali dolcei^i . B o c. Tanta fu la crudeltà del cie-
lo. Tanta era la Moltitudine . Tante mifirie . Tanto A-
more,Giudice .
si in ucce di tanto. Lat.fic,adeojam. P e x. Si ^ debil il filo a
cut l'attcne Lagrauofamiauita , Sipofient'i’luuler. Ter
fuggir de fofiir Si grane fome. Si fidiaco io fin. Si moleSla
farji.Si dolce lume ufda.Si lunga guerra.Rifilendon fi.E:
le intagmi lor fon Si cofiarteSi m'infiamma.Si mi trafior
ta.Eti Si uaga anebor Si che di mille un fol ui fi ritroua,
idefiin tatuo. Boc.uedàaW Indice,^ a 1917.
Altreccunto.Lat.tantundem.T ST.Cofi hau^Piodelhel
nifi Altrettanto, & d’Altrettant'etade. Et Altrettante
quanta,& alcuna uolta quale. Lat.quantus,qualu,^ tom
lit.Boc.O amore Chente , & quali fono le tue fvrge.ù
quante. Quale la fua riccheij^a, dr Chente Itfua pouer-
td.i.quanta, Togb,noi la ti diamo, quale noi pofiiamo , &
Chente la tua fede Cba meritata.i. quale . Cominciaua a
bere quefio fuouino, laqual cofa hauendo mefier Geli u-
na, & due mattine ueduta , àfle la eer(a Chente Cifli i
buono i j.quefto i buono . Lequai Chente elle fi fianoj.in
qualunque modo. Lat.quacunque.O amore Chente gU con
figli, & ebenti gli auedimentii .i. quali, ^quanti. Tali
fimo le tue cannoni Chetili fono le tue nouelle , ideft quali,
oincbemodo. Lat. talis pater quaUs film .cuti Chente il
padre tale il figliuolo .
Ardite,^ fcelerate.B o c. Altrettanto pane. Cheuale- Quantunque, ibd diuerfi figmficati,0‘i indeclinabile,
nano Altrettanto . Altrettanta remacela . Altrettanti ucdi alle Tarticelle a 1907 .
Torci. Altrettante. D u n.Terlo remunerar cb'i Al- Cotintoeifiaificonfbrmacontanto.&aduer.ualcofigri
trettanto.fero Altrettanto.
Q.uanto, aduer. Lat. & quam . ual infino che. P e x. Che
Quanto piace al mondo i breue fogno.Quanto ciafcuna i
men bella lii ki. Quant'i fiinofo calU. Se tu haueffi orna-
menti, Qjiani'hai\uoglia .Di Q^uanto per amor già mai
fofferfi,Se Uffufo i, ^ant'efier di gradita. Quanto ptu di
fiofe tali fianio.Sel cui ha for^a in noiJQuant'alcun cre-
de.Quanta più po, B o c. Dolorofò Quanto mai alcuip oL
irò. SequeQo concedanole kggi. Quanto maggiormente
a noi. Tanto dico Quanto alla noflra digniri l’appanieiie.
demente. Lat. adeo tantum. P e x. Cotanto C efler umto li
difiiacque.Che quando io nu ritruoui dal bel ufo Cotanto
efferdiuifo La bella donna, che Cotanto amaui.Qiiefl'i U
terra, che Cotanto piacque ,a rmer. Et morte m fua rou
gion Cotanto auara. B o c.Tiétudiki Cotanto.TifoCo
tanto honore. Ch’egli Cotanto m'amafie come tu di.Ma fi
Cotanto del tuo honore ti cale, redi quello che hauenuto
in bocca CotantoJ.tanto tempo, D a N.Tochetu uuoi fa
per Cotant'a dentro, Et color ,che tu fai Cotanto mefli.Che
_ - _ . . ft cominciar Cotanto tofla .
Ma Quante fitenfante ,Quantopoderofe,& di Quanta Cotintoadie.B o c.Cotanto Amore, Difio .Et queOiCo- 17J9
ben puaek forge '"amore, D ah. Che durerà Quanto tanti erano buomint ,<!Tfemtne.i, quelli quanti fioficro.
Numero A N T 1 *T A-
f^HWefp
CMhgrurmo due Cotantu il depph . Tre Cotanti Ltre Cb'imora ^fattt. A » l. tran gtouani tutti ebelll^fl
uoUetanto.TH.tatnaboneSli jiata Cotanta faràcono jaito.Chnnm a Hiftdtjie affano gluontefe,
fiotta tjfir fiata [alfa. Tfj. fra Cotanta Turba ifaman Stjuvtchio.tà' ivpertbio^al molto grande^uan^.fipra--
ti.Qjiefio m'auanza di Cotanta fin ne ($• no'l piega In Co findare.aiHcr.Q- adte. Latabui}dam,rcdundam,ei qtu4
tani'aom (tal{a tutta, & fiotna. Cotante carte afiteigo. [uptifiititaomius,aaim ? E T. Souercbio affanna . De.
Comcmuecediiljianto.Lat.cum.utpofiqujm.itcdia 190 fir,Tiaur,Uime,Or^oglio. souercbia DuUeoi^-^.& y tta.
Tutto. Lai.toiu:, HnRi,otnnes. P e T.Ond'io Tutt'ardo. ii Saturi hie yoglte. U o c.pcrSouertbtodtIetttia.perSo-
(cmf a' p/ipolTufto Fattola fui gran tempo . Q_uamfio tiiribiodt noia.iijtiSla tuaanilata i di Soueribto. Souer
fon noitoTuttoin quella parte.TuttoquctdiTuti'itrwm- ihiortlò.Soueribia lentia. Celvfia,Copia.l> a s."Honfar
flo.Tuttoperbòfo.llprigiuiuofiroTutie.ftdiTult'Mtro foura la pegola SoutnbioJmm aitai, xaréjopra.
d fibiuaj. d'ugni altra col'a . Colui ibe Tutto intefe, tdeft Souerchiare. Lat.fuperare, ual auanx^re. B oc. la mabtia
pgnicpfi drlTuttodi^drinatu.i.daogm parte. Tutto d.u, Ìuno foHenbiare d jemioiCun altro, con grandanmt del
tro,& di fuor finto cangiarmi. L’aceefomiodrfirTutto Seuenhiato. Di mi fina ,& dt auaritia ugn' altro fa-
ifautila.TerTuttoc,o.i.pertama..Aniortu fai'lTutto.i. uerthiaua.
ogm cofia.Cieto ehi tutto j.in tiafeuna partc.Latjomniacpt Poco, aduer. Lat. parimi farittnper,paHlo, paululum,pant 17^1
rmus,prorfus.IohopUndid.fir qucfi'aer tutto. liuc. xiUum,paHlatim.'PBT.Toco preluda quel.ib'ogni
Del Tutto.facejie,! be feto la mtnaficj.per ogni modo. In huom de]i.i . Poco iiu ualfe,o uale . una Sorella è Toco in-
T Ulto. Del Tutto ucdt all' Indice . nanzj. Toco banca d’andare . Toco manco . .Affai Toco,
Tm to che, ual poto manto iberni bora tbe.poco quafute- ,Ajfai,o Toto.Toco era fuor de la loinnae firada. SiVom
di a 1849. co.Toiomen .Tato attorto. B o c.Toio paffdioucjprtu
T u tutto, Tu Tutta Lat.tcium penitiis,ucl prorfut.iii luogo Cantiamo infieme un Toco. .A Tato. .4 Voto a Totojte^
4iTut:oTutto,TkttaTutta.Boc.ftde micioithiTu diClndice.
tuttos'aciefe.ucdia 191J. Poco Rintc.Totofa.Toco innanzi, utdia tempo a iqqi
Tuctetijifi. & adte. lai. pnrfus, totus. B o c. Tutto Solo. Poco adic. & fofl. Lai. paucus. parum. B o c. TotoDane.
Tuttouno.Ettuttek parti ti tfeunanfionde onde fi ben Tiatere.diToco,iT groffotngcgno.ynToio Sbonore f'n
al Tutlo,e’l Tutto alle tue parti i^e no in inganna quel thè Toco d’acqua frefia. Tiu lofio il Poto Jjpartto,ihe il mol
0 nafionde, A u.Colm dquale ii Tutto fu failore.T ulto di, to,& infipido. Pii. Fa Toco dolce molto amaro appaga.
1740 Tutt4 adie. Lai. cunCIus,omnis,totut. P e T. Tutta Ignuda. Qjiel Toco.TocoSpatio,Honoi , ImetietlOyMal, Canape.
Lontana, a la magion di Dio, Ch'arde bvggiTutta .Tutta Poca adie. T e T. Tota Fafia, Meri ede, Tiaxpia, Terra,
ftaìiahottora.Tuttaletàn.ia. TultaqueUajthiera.Ter* fita ,Cente,Carta,redr,Hxmma,B.agume,'Hcbbta,ToU
che tutta fialme La mia bari betta la itela T ulta i'auo- ue,Toluere. Pochi Mi fi. Compagni , Defir , Di, Ctorni,
rio,& d lituo lomelia. Et ribombaua Tutta quella ual- Tenfier,Sajii,Fra magnanimi Toihi SiueToibi. Toche
k.yidt una parteTulla in fi r.iccolia .Tutta lieta, Scuu Tiolii, Fauillc, Compagne. Boc. Tota , Toibe,Totbi,
ra,7ipite. Tutte Terfonc,Hon,'Hplli,Troue . le carte. Toihitto,Toibilfimo, Tocolm . ucdt t' Indite,
te marauiglie. L'acque. Lor forze. Le fatiibe. l'buniane A poco A poco, Lat paulatim.P ■ t. Cb'.4 poco .A poco
tempre, fue bme. Lingue . Le Vie . T ulte uefiite a brun le par thè' l tempo mefihi. .A poco a poco conjumanJo jug-
donne Tirfi.TuUtoprederagni.Jatti Latatmnet.cun- ge.Ciaittiomintiauaa prendere fu uriade La mia cara
Pi.Tullt Sette iCoUt-TultiClialtriddetti MaTutti colpi nemica .A poco.Apoco..AguiftiCunjoauc,&ihtaro Ut
juoteoniii.clle al uento.da Tutt'i lidi. Et Tutti ruggiadofi me Chi nutrmumo .A poto a poco manca. T>lpn farà pm
gli occhi fuoi.Tutl'mfiime.EtdiTuttilpiucaroTutti fon diuifo .A poco a pocoi.'ila tutto tnfieme.it o c.Mnfactio
qmpregion li Dei di yarro.Tulu pam macchiati duna pe .A poco a poco , Ser Cuppelli Ito lui .4 poco fi comnmeò.
te. FraTutlClprimo. Tutti aduntratto .Tutti tornate rcTpoco,Lat.paulopofl.feri,propè p:ni,ualquafi. B o e„ 174»
alla gran natre antica. D A n.yofira natura quando Come haureibeTtr poco ditto igUfitfio. Li onde egli co
pectò Totafiel fime fuoiinuccedi Tutta. Boc.ucdi mmaò fi dolcemente fonando a cantare quefloluono,ibe
alt Indice . quanti nella reale fola t rono,pj renano huomim adih ra-
Ogni, i indeclinabile, & in ogni numero fi da al vutfihio,tt li,p tutti Fianano taciti.^ lòficp ad a fiottare; &dRt
alla femina .quafi infinite uolte ujàio iitutti tre b noSìri Ter poco pm che gli altri Et dtcefi,the uedédoDio quel
Torti. Lat.omms. P e Ogni fot uagStato,fiuom,.Ani- Uitio lontra la natura bumana operarfi , Ter poco rana
mal Benigno lume Ogni altra Ogni cofia Ogn'un.lat.om- fi di non incamarfi.p h .lat parum defua, quin,
nia.B o c.Ognt copi confiderata.Ogni cofiktta.Ogmgrà Càjiifi.Lat ttfere,propf,ptni,u(tuli,fiiut^t quemadmo-
tofa. Et fubitamcnte fu Ogni eofa di Tumore, & di pianto dum quodanmodo.t ■ -i.Oiutèdal torlo fuo Qjiafifinar
rtpicno.Tampinea fatta rema tomandò,che Ogni uno ta- rifa , Et mifil per la uia iijufi jmarrita . Fatto bauean
tejie; in alcuni teSli fi Ugge Ciafeun. A R t.Dibreui Qjiafi adamantino finalto.D'unSfuafi nino, ^Sbigottì ■
legni d Ogn’ intorno ibiufa . tofiffo.Cbe qua fi un bel fireno a meza'l dir. lìuafidlìtó
Ciò che. ualtutto quello thè. Lat.quicquid,ilìud totum eke^nadìuafificbincadaUdronionfaiii. Etgiafin
quod. uedi 01850. QjiaJi di criflaUo 1 fiumi . lopertne fin Qjiafi un ler-
Pcr tutto ciò, uni per tomo. Lat. hoc non ob/lante.P et. reno af<iuiio.Qua/i uifibilmenre il lor iraiute.Bocjie-
Ter lutto ciò la mente non 1 acqueta . di P Indice.
A fatto, ual al luiloan effetto, totalmente, 0 ad ogm modo. A pi n»,uat quafi,lat.uix.Ti r..A pena fiutila in oriente
Numero Q.V A N T I T A
pem yotgc la Unffu, & froda. Od in nou in-
tcrrotte..A pene imrJ'e.Cb'i u'aggiungrna eoi penfter .A
pena, eh' ^ pen i rUonofeo homai me flejfo . Cb'Sd pena
gb potei render falnte.Et ella .A pena dimiWun najcolta.
ebe’i nome uoflro .A pena fi riiroua. A pena bebb’io qne
fle parole dette i Che parland'egbilueroe’lfaljòApena
Si difceriiea . Qjiel che'n molt'anni A pena fi raguna ,
B o c.uedi all indice. D ^ H.ChenoiApenapoieuamfn
montare. Cb'a pena pofeia gli baurei ritenuti . Ch'io
cbe'l uidt A pena il mi conjento , A gran pena . uedi a
faikaa 850.
Preffb m luogo di quafi, & circa. Latfropì. Ver. Già era
il mio Jefir Vrefi'o che fianco. B o c. Ogni cofa collò del-
le libre Tre fio a cento di bolognmi .giade gli anni Trefio
a dieci. Credo cheiotaporiafii ’Prefio che una balestrata.
Di lungi dal caficUo Trefio ad un nugUo.Ea uenirgU Tref
fio che fatto .
Men,&Meno.Lat.tninui aduer. & alcuna uolta nome, ual
m.inco,&minore. Lat.minor. P t r.Men Bella, Cruda,
Degna,Frcfta,f'ergogna,Crudo. Men Grane gioco . Men
£ un palmo . Men di Jolce^jia . Men molli gli occhi . Men
pfajcolta.Afiai Men fia. Men per molto uoler le uoghe pi
tenfe itiiolfidMen. Fia Men. tot. multo rmnus. B oc.
Et a Men doler fi hauea coimnciato.Men cautamente che
nonfi conuenia.D AN.Men che dramma di f angue m'è
rimafr Che non tremi jdefi nmna.L’altra piangeua fi; che
épietade S ueiini Men cofi , coin'io morijfe . Lat. exanu
mutatcl exantmatus fum.
Meno. Lat. minus. P £ r.Meno Interi,Ofcura, Intenfi,Al-
tera . Ter Meno Oggetto J. minore , uenir Meno.i. uemr a
manco, men Meno.Meno m'agghiaccia. B o C.Mofii non
Meno da tema , che da carità . Sen7;a cbeaUamia penna,
non dee eficT Meno dauttorità conceduta, che fia al pen-
nello del dipintore. Ma ueggendofi motti Meno,chegli afr
fiilitori.cominciarona a fuggire J. di minor numero . Dotte
MenoeradifoKtaj.dimtnore.D A u.Che molteuolteal
fatto il dir uicn Meno.
Mcnoir.o.LatJmmmus.ualmancocbepicciolo.B o cjiella
fi. Et molto piu tal fiata alle Menomo genti.Cotale acci-
dente , & é cagton Menomtffima del amor ch’io gli porte.
1744 Menomare^al mtnuire,o firmare. Lat. minuere,dàómnuere.
B o c. £t per confequentememe aggiungere,& menoma
re pofiiate a uoHro piacere. lo con pietofi preghi le tue fa-
tiche m'ingi gno di menomare. F 1 Ma per»» che'l mio la
gnmare niente il menomerebbe. T h .Ma Camorofr fiam-
ma non mancò, ne menomò il éfio. Fi. Il mio amore mai
per diflanxa non Menomato j. non friimùto.
K\tnen,& Almeno. lat.faltem.V t r.Tiacemi almendba
Iter cangiato Siile. MoSlnmi Almen ch'io éca.tìpn fi fin
tiffe Almen qualche fauilla.Cb' Almen com’tofioleapofia
sfrgarme . prouedete Almeno Di non fiar fempre in odio-
fa parte . C hebber Almeno il naturai defio. Ter hauerpo
fa Almeno infino a l'alba. B o c£gliui conduce Almen
ripofato . Et cercaron l'altrui , 0 Almeno il loro contado .
Dan. Et fi non fcritto,Atmen dipinto.De la uaa citta-
de Almen la torre.
Manco, ual Meno.Lat.mancus,&deficereèuenir manco,et
deefie mancare. P t r. Che uede' Icaro paire uemr Man-
co,Vamma,a cui uien Manco ConftgUo.Terò i di mici fieit
lagrimofi,^ MancbL _ . ^
Numt.ro
ij8
.Mancare,per diminuire, & uemr meno.uedia i6j a.
Aualtare,per confondere, 0 dimmutre.Lat.confunderejhniu
nuire. D A N.Cbe cima é giuécià non l'aualla .
Raro,e^ Kado.aduer.tjr aée. Lat.rarusjtìr raro. P £ t. R4
ro,o nel]'uii,cbc‘n alta fama faglia Fidi dopo codini. Il no-
firo efiere mfieme i Raro,& torto. Raro MoSlro, Strale,
Silentio, StiL. Rara Ecceilentia, Firtù, Beltà, Concordia,
Requie jGloria.Rare Anime, Lagrime d'ociAF Cofi. Ra-
ri Amici.DoniAS' Gmdtcq. B o c. £r erano Rari coloro fi
corpi de quali Jlarifitmenolte .
Rado. Pfc.OpueperdiefiRado Mi date quel findio mai ni
fon fatto { Rado fu al mondo fra cofi gran turba. Et per al
irui fi Rado fi dtferraJdade co{e,Tarole,Folte. Ho c.Ra
de Molte fi non mai. Rade mogli. RadifSime Molte.
Diradare , ual far chiaro una cofa denfà . Lat. rarofis,rarea
fio, & rarefacio, & rarefo, aSiui, &paffiui. O a x. ££
effere in parte One adorega poco fi dirada.i. poco fi disfa,
liquefa per efiere m luogo ombro fa. quando iuapor bu
miéfi fpefr A diradar comincunfid.a firfi radi.
hiuìli.Lat.nihtl,& nilfiullus,Mal nientefif-luno,&[altro j
mdeclmabile,quando la Trulla ual mente. & alcuna uol-
ta fen^ la negatiua aff'erma,& dinota alcuna cofa.Tn.
Trulla Fifa mi fia miofa,o trifla.t.niunafiiuila coft mor
tal,Tietà,Tétione,'hljéc,For^. T^daltro. t{utt altre,
et "ì{ulCaltro.A quel ch’io fentoi'FluIlad.niéte.'tiulU fe
ne perde.Ma T^Wè al módoan c’huoin faggio fi fidcojuà
t’ io prendo i’Hulia.&'NjiUa Aringo. Cbebenpo Tiulk
chi non po morire. 'Hutla mi noce. Cbefeitga te firn TÌifh-
la.pc,idi "blMlla certo. B o c. Altrimenti mai non ne farò
7^Ua.et qui pofe due negatiue.Tfpn ci ho a far Tlulla. Et
fe tu hai a far Tiulla con lei tornerai domattina.!. aUum
cofa, perciò che fìnga la negatiua afrìcrmaChe glimom
Rraffefe egli uoleffe "Hulla .
tiaìio,inuecedi ninno. Lat. nuUus, & nemo. P > t. "Hullu
Stato,Sforgp,Stile,Ingegno.a TiulTbuom perdona.Boc.
Ma ogni altro aiuto era 'Hullo.i.uano.
Annullare.Lae.prÌMare,dclerefibolere, abrogare, oblitera-
te, nullum,feu irritum facete , ual anmchdare,priuare,
S A K.Leiexterminando,&humiliandoannullò,&qui^
ad extrema perditioue ricondufie .
Niente. Lat. mhilfitl, ual nulla, 0 non mica. P • t. 'menu
•ppreg^ , ma éuenta eterno. e’ l fuggir ual intente,
"^nte in lei terreno era fi mortale. Ma mfino a qui
te mi rileua.B o c. 'niente del rimanente fi curaronoMa
do era Tijfnte. Quafi ai 'tifente uenuti erano. TXofa da
'tfjente. lat Jbe&ajó' bulla.
Iota, Fo.Cr.& lati la piupicciola lettera, onero caratu-
re fibe fia appo grea,(ì' lat ini, & però permeta.fi piglia
per cofa mmuta,nientefipunto.A r 1 .Che manchi un lo»
tadele fueparote.&‘ cofi s'intende nella fatta firittura.
Couellc,o Cauelle come fi legge ne teRi antuhi, i noce Ro-
magnuola , & ual niente , 0 qualche cofa . Lat, ahquid ,
B o c. Sipotrefiihauer CouelieJ.qualchecofa.Sibeneri
frofe Majo, fi i Couelle.
Raiìdu,Fo.Trouenzale,ual quafi, niente, a pena. Lat. nix, ijqi
mini. Dan. Qnui fermammo 1 piedi a Randaa Randa.
Lat. propi feri, iuxta.ualeappreffo apprejfo,& cbenieu
te ui mancaua che non entrafiimo demro;onde quando un
uafo i rapi die piu mente ui può ftare da lalim e detto Ra
file ,douepoi fi dite rifibiOjcbcuale auicinarfi lantoai
Numero Q^V A N T I T iV Pefo
fina coft, come ad un fiume, che (juafi dentro nifi ca^^ia, qui mi tauoli.Lmi fi>iufe a forila,
ceper rifchio dinota pericolo. Semi ,& ancho Sauxa nella profa fempreha dettoti Boc-
Ztro, èproprio quella figura , che fola neW arithmeiica caccio,i^neuerfipoiSenea.Lai.fine,&cotttaiì’eualeeo
mcmenleua;&qniint'uugia,mlMmbarJlia,&inmol magis P E t.Btnelfuolcttoilmar icinfpnde giace. Che
ti altri luoghi fi dice nulla,& pero due f Ari . f he già len fa jicuro il luuicar Sen^arte. leggio Senz’occhi , Siuafi
toimilta haueanfiimalo un Zero, Emfuga borjeneua (enzagouerno,^ Senza anteuiia Legno inmar Senza ut
jeiiza coraggio, Et tanto piui che'lfuoliiigioèunZcro. uidiaaleuna.Senza alcun frutto. Lateuanidui.Senzala~
Mica. Lai. è particella,cbe quafi mente figmjica; fi come ap grime.'Ns Senza squille, iuicoauncia afialto. Senza mcn
po Latini, & con la negatma dinanzi ual mente. P e T. tire . Del popol Senza Ugge. Lat. exlexgii , & iliex gii .
7{e Mitatrouoilrmoardcniedefio. B o c Signore mio ui A r i.Scuzaarme.LaUnermisboimernie.Scnza^eran
non franetico Mita, yoi non apparafle Micat' a.b.C. in fu za Lat. expet. B o c. Sanza alcuna uergogna. Lai per-
la mela. .Ad un fiate minore non Mica giouaue, ma. 7^ fiifia fi’ontii homo , impudens . Sanza piuj. fenza altra,
Miga a gui fidi padre, ma é pouero huotno.Lat. minime , Sanza che elU fono me» forti a fofteiiere che gli huoniini,
Micoìinooialepocheieo.Lat.paululum, pauxillum,&pau Lai. eo magli , priftcrquam quod , Senza alcun indugio,
xiUuIum.boc. Cominciò a dire al marito, radi quiui,& Lat. fine mora. T. mori Senza tejlamcnt o, Lai. & abinte.,
quim,& anche coU,& uedine qui rimafiun Micoluio . fiato/tx mie fìat ut .
Frullo^'/t uecedi niente. Lat. bitum.Ck. oec proficit bilum. Abachicra. Lat. è maeflra diabaco,cioè di far conto • uedi
oboÌMi.& obolum quidem. i un certa offa forato nel mezp, «785.
Cz con certa corda nel b»co,cbe tirandola, ^ allargando-
hfauncertofuononelfuoaggirare,comelaiflefiafuaua TESO.
' cefuonacofideifo .efrconquefloifattcìuUifitrafiuliano,
onero come dice alcuni, quello fuono chef fa col dttagrof
fo ciputtto col dito lungo della piano fcroccandogU furio
dall'altro. B oc. Et éfSe parole afiata Tagamitojcqua-
It no» montauano un frulltu un niente ,
.^47 Vunto.Lat.puiiQut^ puiiLlum,mmmm.ualmicaM nien-
te,o alquanto. Pei. Che Tonto di fermezza, odtualore iarc,caricare,grauare,aggrauarc,dtfgrauare,librare,
MancafSe maine t indurata colini ; ne queltaL fiancare ,premere, calcare . Cai» fu il primo che trono i
tra mia ttcmica,ch'ifuggia,tnilafciauan fol un Tuto.Lat. Tefi, & le mifure.
unguemUitum aondiicedebant. Che per mento lorTunto Pcfo.Lat.pondus,onusuelhonus.P e x.Tefo Graue.Terrer tfcii
fipicghi .Sedei configUo mio Turno ti fidi. Lat. quid, ali- no,T erreflre Dolce, Mal Tefo . 'Upgiamai tal Tefo prom
quid,aliquantulum. B OC. Se noi mi uolete Ti(nto di he- ual . 7fe mai Tefo fu grane ; Qiiauto quel . ne mi grauan
ne.Tion facendo Turno di uento. .Andiamo a ueder i elfo Te fi. Ma trono Tefo non da le mie br ac eia. Tefo ierren,nS
toipuniojpento.D A N.Slual di quefia greggia s'arrefla fia piu chef aggraue.Valtr’erainterradimalTtfa car-
TMUO.& quando tempo dinota, uedt a 174. co. B oc. Telo Craue.lljàuercbioPefo dal uentre.IlTe-
A punto aduerbio , ual propriamente a pelo , che niente ui fò dell bonore, Maggiore,Trofi>ercuole,TefiJ3iTefo. uedi
manca, lalad unguem. Tir. Et mille trecento uciitifit Pinéte. Tefo uguale. Lat aquiUbrium .
te -A funro-DA u.Se fofSe,A punto la cera édutta. Tejare.Lat.pondcrare,penfare,grauareroneraie,^teénr, ;
A.» i. .A cui fi conuerrà tal nome .A punto. & dolere,grauem, & molefium effe, per granare, & per
Puntalmcnte. Lat.aduvguem,adamufStmMnormamAd rmerrfiere.P » r.Etfòchedelmtomaltipefi,&duole,
regulam,pricitfeattfUntla Bo c.CkecofiTunlahpente ideflinctcfie.Horbenth’ameumpefi.Boc..AllequaU
adcgiiitafamidomandiate,comefemaicottfefia(onÓmi ffigohfire donne le parole piu pefano,che fatti igrauaaa,
fufii. S » U.EI ueda,&fenta VutUalmite ciò che noi bog Da buomo Tefàlo,& grane. & pereto parlando a queUe,
^infuaricordaUQnefifafopralatmouafepoUura, cbem'hannnopefaio.tiedia ijoi.
Far Tauola Trouerbio,cbe figmfieafar nulla -, Lat Aqua- Machina . Lat. & molet tieofa grande , ér ègra» pefo ,
lis calcub,ut inpnm.ir magnuiàjoonusqifiufirafiufla Av.\.Co» quella efìrema forza,the percuote La Machu
tio luéAquatuc ludus, neuto uilfor, neutermcit neutra- na,cbe'mpvflafu due nani, Et leuala con buommi,& con
litu'iSoriaxnctaxoltaddgmocodofiaccbircheriiucendo ruote Cader fi lafiia ful'aguzv irjui.Vt t.il^ualum •.
fili Bea late, che noneficndo fiaceomatto non fi può me- Euboico Baiarum littore quondam Saxea pila caétona-
narefinon in fcaceo,& il giuoco non è mmo, ne perduto, gnisquammolUbuiantt ConLìruàam iaciunt ponto. Di
chiamafi Tauola perche non fi può compire il giuoco 1 Macbme,di ruote, e é tornirmi . D'.iUo cader finte gran
onde tauolare è fare tauoLaà.patto;^ però éce il B oc. fafiiAgraui Da Macbine cacciati e da tomit '..’i .
Etfalteleaozzebelle,et»agiufiche,purperlaprimaiiot SomacAalpefoficarico. Lat.geflamen,rnut,impcdtmeua, 1750
te incappò una uolta per confumare il matrimonio a toc- farct»a,& f arcinula ddimm»tm-'. PiT.j'oaM Grane,
: farLti&épaeofaUÒAbeegbqucltaimanifacefieTaiio -AiHiea,tril,RiccaJDepenfieriJ>c jofpm.Dc/echiauuSo
UJpocomancòicbeiiócompifiedifani.ebeiioIgarmepte me,Afi>re.Dannofi,Graui,.AHtùbe.Sigrauementeiop-
fi dice poco mancò ebe non ì'andajie bufi.ÌAacua. prefìa,& é tal Soma.k i aUnhomeri Soma,che da tuoi,
174! Tauolare,! far tauola J.patto. Lat.pacifiifintabuUi redire, B o c. l'uà gran carauanaéSoinefoptacamelh.Seari-
fi^uffrari.admbitmreducere.Boc.nelTa.Tbiloeot» care le fonte, nidi alTlndiee acquando dinciail tarpa
efftmionefgfmodeffaccbi fer mttarefi (oftelfoio^ pnortale ^uedi a Somma per U tnòitnuéne 4
JLfo,Macbitta,Soma,Salma,Carico,Iaearc-
10, Scarico, Tondo, Grauezza, Grane, Fa-
fiio, Conénfttà , Sopprefio . Liggicrczz^ ,
Leggicr,Leue.Dipoco pijà. Bikncia,lance,
Statcra,Làra,Qncia,Dramma,Caratco.pe
I
1
0
Pefo A
tyii.&peralUj&ft/igiiUna i6.
Somiere, i quello, ihe forti U fonu.Lat. afiimt, mulus,cU
tetlariiis,» ueterirnut.B o c„AlUqual cofifare,Hea noi
fagitoTe,neirtu:bor[ibifognerì ne Somiere. A a i^o-
fra un Somieri come te mene iufa.
Salma, ual SoMJ.Lat.onuSigeflamenjjreina.P ■ r. Salma
Diletteuole, Faticofa, Grande, tliggiore,'tlobile.Salme
Famoje,Care. laquaU ogni Mira Salma Di nowfi penfier
dilgombrnallhora.A a i. Tipn hall tuo Ugno la debita
Salma. ^ quando dinota il corpo mortale, uedia i S.
Sllmeria,foHo pili fame mJieme.Lat.impedtmentaJaracina
rum copia. B o e..4c,orapagnato,0- conmoUa famiglia,
& con gran Salmcria auanti. Il Simfcalco fatto ogru altra
tofa fcaricarc,con la S almeria n’andò. Sìuando il Simf :al
co Ulta lofi con una gran Salmeria .
Carco,d!' Canco.lat.onut,& cneratui. P e t.CarcoCra-
ue.Etdt lacauoi mnumerabil Carco. Boc. Gran Cari-
co.Con unfuo Carico nameò in .AUjìandna i. con fuo nani
ho caricato.!' n Legno Cariiodi uariemerce.i.pieno.
Carco. Lat. onerata, onufta. Pst. in fraU bana Si Uue dì
fauer tCerrorfi Carca i.piena.Tqane di merce pretufe Cor
. ea.'blaiie Carca di ricca merce honcHa..Amma,che di no
firn humaniiate yefiita uai non comeCaltre Carca.Boc.
CaricaTiaue. BateUra .LeTauole Cariche . Caricati.
D A N.Sembi.tiia Carca delafua magre^a.
Caricare.Lat. om rare,grauare. P e t.Ond'io foUagir carco.
Cofi carco { oblio.Mi rapprefento Carco dt dolore. L'altro
era in terra di mal pefo C arco. Boc. Fatta ogni cofa com
ncare.Si caricò bene di mno.i.empii .
17 j; Otm&o.Lataialcarieoaée.AK i.Iuincitorufiirdelefu
nelle Porte uede.mft di gran preda Onujìi.
Incarco. Lat. onns. P e c.Incarco jdmorof>,Felice hanrei
giapofloin terra Sìjielìe membra noiofe,& quello Intar
co.e'n rime Sfogo't mio Incarco.iajfanno. Boc. .A lau-
retta lo Intano pojedeìla feguente nouella. Dan. On-
d io da gf Incarnati mi f arti. quando dinota il cor.,
pohunuiu.uedia 1; 1 8.
SciTCo,& Scarico, è d contrario di Carco. lat.exoneratus .
P B T. Leopardo,Ubero in felua,o di catene Scarco. Salen
do quafi un Pellegrino Scarco. Dan. Co/i prendemmo
uia fu per lo Scarco.ijl luogo [caricato.
Scarìc.imL'nto. Lat. oneris leuamen. Boc. I [limano, che
fta Scaricamento iogm grane pefo .
Scaricare.Lat. exonerarc. P e t.S'ìo credeffi per morte efie-
re [carco. Quando’ l cui fofie piu di lubbia [carco. Boc.
Scaricar le lame. Facendo [caricar le mercatantieMt quia
ui [caricato U molte putre. Lat. exoneratut.
Pondo, Lat. ual pefò. Pm. Pondo Craue,lmmobile . Che
de la uijla non [offerfe’l Pondo .
pondcrofo.Cdr. potens,ualiduiJ'ortit, ual poffente. S oc.
Congregò una bella,&' grande, & T'oderojà hofle.Et ueg
gendofi bella,<^ freftar& fcntendo[i gagliarda, tir Pode-
rofa.Ma quante fien[ante,quantoPoderofe,& di quan-
to ben piene U forge d'amore .
1 75 » Fafeio. lat. fafcii, &fa[ces,erano U infegnedemagiUrati.
dr dinota pefo,grauexja,& faflidio. Pe t. Fafcio .Anti-
co,Picciol. OuogmFafcuid cor laffò ripone . D’unpicctol
ramo un gran Fafeio piega. Motte gran cofeUpiccioiFa-
fóo jlringo ixoUctia, 0 coadunation. Boc. Sopra un Fa-
jito di paglia.f'n Falcetto di Ugne. A a 1, e gran Fajlelii
N T I T A
Pefo
*39
Dicbiofe.Fafcie,&Fafciare.uedia 15 jj.
-Afftfcure . Lat.fajciare, ual far fafeio. San. Prima che i
metitor le biade aff'afctno.
Grauczza,cT Greuezga. Lat.graucdo,gramtas,pondus,et
pondiufculum U diminutiuo, ual pefò , & per meta, mole-
Jlia, ima. P e T. Ogm Crauezga del Juo petto j^mbra.
Boc. Craue^ut 2 peufur.La Crauezga del jeenderecet
del faUre.i. moUHia. L'abate temendo di non offendere la i
gtouane perla troppa Grauezga , non [oprati pettoé là
jm ; ma lei [oprali fuo petto po]ej.pejò corporeo.
Gtiue,& Greue.Lat.grauit. [uno del uerfo,& (altro del-
la proia,fecondo aUum pur fempre trono ejiere ufato Gra
ue.nelLfprofa, & nel uerfo, ma rude defincntu l'uno , &
(altro tiS" ualponderofò, moUflo, noiojò , grande. P e T.
Grane AffanHO,Affalto,Core,CordogiioJìannoJ)olore,
Efiilio,GiogpAxiargo,Penfier,Pondo,Soffir, Stile, Felo,
yiuer. Cordoglio, Sonno, Anima, Canu, Colpa, Gonna,
Madonna,Offefa,Pena,Salma,SomaJ'ecchiegj;p, l'ita.
Catena ,dr GrauiAccenti, Corpi, Oci hi.i.fuperbi,Penfier,
Sofpiri, Fortune,Leggi.i.affreTemprfle,Some, QuereU.
E'iPo doue dogUojòjÒ' Grane borjrggioJ. afflilto,& laf
fò.Et farà fuor del Grane giogo, (*r ajpro.ijiffopportabim
U.Poichedel fuoptacerrm fe gir Grane j.caruo .Cbe’l
Re Jòfferfe con piu Grane penaXaffra . Qjiel giorno ch’io
lajaai Graue,&penfofa MadonnajÀeboU, cr me^d in-
ferma. Che fpefio ha gia’l mio cor racconfolato Hor Gra-
ne ,& faggia,atlhor bonefla,dr bella.i.prudcnte. D'un lun
go,& Grane [onnomirtfue^oi.profondo,dr poffente.
Delie fortune mie tome, & fi Grani ùgrandi.'Hp mai pem
(ofu Grane Qjianto, idefl pondero^,& meUfto. Si Gra-
uemente i oppreflo,& di tal fòma.i. grandemente. Boc-
La prefenieopera haurà Graue,dr noiofo principiod.me-
flo . Ma peraò cbe’l parlare della fecreta prouidenxA de
gli Iddi) pare a molti duro , & Grane a comprendereJaiU
to,& grande.Grauemente ufferma.i.grandcmeme.'Helle
dure cofe,&piu Grauanti.i.d’importanga.Crauetta.Cra
netto, Grampano, Crauifiimamente . ucdt alClndice.
D An.Eth,MaeSinch’itantoGrrtuAlor;chelamen
targhfafi forte . Temendo au’l mio dir li fu ffe Grane . I
fon al tergo cerchio de la pioua Etemamaladetta ,fred-
da,& GreueJjioiofa.Co Grani àttadtnjcol grande fluolo,
idefl punì digrauitd^ude il Lat Jiomo granii .
Grauolb. Lat.ponderofui, onerojus. P • t. Grauiffo Aere. 17
Grauofa 7{ebbia. 'J<OM,e!r l'ita. Grauofi affamò, Boc.
Cofa Grauofa a comportare.Grauo[amente. P h.
Grauare,ual[aHidire,& dar carico. Lat. granare, onerare,
moleflare. Ptj. ne mi grauan pefi. Qjiefte uoà mefebi-
ne T^n grani al mio fignor. Boc. "Ugnuolle piu la don-
na granare di tal [eruigio.di che foru mi grauarduole.Et
di quello mi priega,eìr grauaj.dona carico. Laqualinfer
miti dopo alquami é fi lo grauò.ijnfermò.
Aggrauare, per calcare, comare, annoiare. Lat.grauare.
premere , onerare , premere , moleflare. P e t. One non
ffira folgore^ indegno uento maijcbe [ aggraue. Et per
che’ l duro efftliu piundaggraui . Tcfoierrennon jìapiu
cbel'aggraui.V) Aìi.le^ddemembraibelanotteag- ’•
grana. Elluiuedeatbinarfiperlamone,Cbe(aggra-
nana già .
Difgrauare. Lapoxonerare. D a n.Deb fegiuflitiaj^ pietà ,
ui dij^reui Tojlofi cbepofjiate mouer (ala .
Mifura
Pclb Q^V A N T I T A
Trcmrrr. Lit.HjlgrJUjre, calcare, Prengrrejenerir.P et. mi, da quel é, che fu detto aue ,41 fot io, m che mia maJre
Uciili^r:;Che Maiona p ifianJo premtr f'-L'.L'berì>eitc e eh' ihor lama S'alleuiù di me «tiJ tragraiie ,
tforVrega»pur,cbc‘lhclptcghpremafitocchi. "Hsn è Stidcrt.Lat.fjT Uax,i}' iyiiip<i>ium,0' ougida,et trutina,
maggior ilduol,percb'altri'lpmua. lauiiìaima CUI mag i Jlnniento fòibe ]i pija. bo c.,4 Oioji cogliono le ueii
^ior bue pTeme.i.iiiipi dtj'ce ouit quiuS ella preme Cti juo dette lanciare ,itiiuale tau dritta iiadi rariudea ctafcuiu
candido Ceno un uerdc ccjho.il mal ini preme, & mi^aicn
candido feno un uerde ccjpo.il maini preme, & nu ^ai en (iiondo ihe ba m ni ato, V h
ta il peggio.Et poca terra ilmio ben prcmeUuil ; che l'a- iilincii.LatdanxJhilanx.^ aginaè ilbucodeUalinguclU
nima notlraprnnce'ngcmbra. Fra iraimlbi’n dir tire- delta bitamia.fp librile è La biiguelia. P tr.F'olu infra
uc afeondo, & premoTipnfia ludit. B o c.T^iibauem IcBilanna apper.de ,fT libra, li n c. Laquale ton
digUanchoraCafinoleuatoilpied'mlulcdita.mj premi Bilancia tulle le jue opcratiom mena ad ejfitio.ly as.
do tuttauiaforie . 'Hon ti conajii tu daieuie,tbcpremen- Fan loft cigolar le lor BiLame. V feta digange già conte
dolituttono»ufcirebbetantofugo,chebajlaf>eadunal'al Bilance,
fa . L'acqua jprutfjando parca da lungi ai g.ntoutuo , che Lzncc,Lat.lanx.liel numero del meno i taJladerafibiloBCia
d'alcuna coja Tremula mmutamemcgirH-fg^ape, da pejarc. Lai. lanx,&in piu. Lancts,ibe fono proprio le
(premere . Lai. exprimcrc. Dan. Tctó quando piccarda due jiodclle della bilancia, P e T. £f quefe dolci tue falla
quello jpreme. ci ciance Librar con giujla Lance .
Calcare. Lal.& deprimere, & comprimere pede . ual preme- Oncia.£<>r. uuc ta.Ha duodecima parte duna libbra.Hoc.
re. P E x.Vonmente al temerario ardir dtXerftiCbefo- Condennuii prefatori m dieci Onde, lì a n.£< forno
te per calcar inojiriliti.Hor l'boueduta fu per therba cbe'lp.elajj'eadOiicia,adQncia.lbì potrpi in cent'anni
frejea Calcari fior. B o c. Conaltcgp^diammofetoprom andar uu Oncia .
poji dt lalcare la mijcria della fortuna . Libbra.£4ti dodici Oncie.Boc.F'na Libbra dt galle digen
SopprclTo.lat.fupprcf us.ual calcato. D a u.Cbefudapie giuo. L'amma occupata lungamente m Libbra tenne adrf
diCaionghSoppr,fa. feffefa.F i.& quando fgmfica monda, ueàa 1J4 fjr
1754 Leae,& Lieue,Lat.leur,&lcuis,i cofafiniNpefo,comeilfu per Uì frgno ccbfe a «éa.
mo,o dipolo ptfi,come piuma, paglia,o [loppa; fjr Lene i hbrare.lat.& ponderare,trutinare,examinart.ualpefare.
quello ih’è inwHiianie ,& ebe faitimentejimulad'opi- 7> e t. i'olte in frali- Bilancia appende, {f libra, tirar
Kon ,iS-tiile,f<Tuanu,iT dipoio,onullomomnto,Cf'da con giuTla Lance.
MH . fi rgb prtliatofcdc; &pir picciolo ionie U l'ino, Do Dramma. Lat. dracbma , i pefo óltre fropub , onero di fei
lon-.crper t ggirofacile, fjr poto pallente c'ualiofo oboli jciondai Greci. P i r.Et non laida, in me Dramma,
aiuirbto,periiucbc una lolà leggiera ua piu lofio i be u 1,4 Che non fa foco, & fiamma . Jivn hibbeniaiéuc ro ua-
cojj geiue.^ ponderoja.P fi. Tiu Leni ogiiicffeja.Lim lor Dramma, Camilla. ìioc llmedito hauendone al-
Spirti Cagion O che Leueimgannar ibi sapuuraj.faci- quante Dramme ingaggiate. Ari. Dramma del fuo do-
h . Eraautquei, ch’amorfi Lene afferra, iluanl' 10 joff. rfi loie può mmutre.
maifiaue.^ Leut.Dipi iiifigoair Lune alfc>tgl.ulouar Citlttiuentiquatiro fanno lafine-^dell'oro. Lat tÓditio,
co.Ku iJtede rajjiradougelia ilbraiiioilurtc,Hequel porlio,pari D A s.C'baueanlre Caraltidj mondigki.
dii eaualier nemtio i Ueuej.m. n grane Jiuggier riffofe a
lut,rKÌfiràiitue Differir qui Sla fugiiaj.facile. CT quanu
dodiUMfra mcmmcntojiidi a 1465.
Ltggicr ,per facile. Lal.lcuisffaiuii, P i r.Furdelafede
mia non L ggter pegno. B o c. Uggier CoJa. uedi T indice,
ir quand.! pgntfcamouauenioìiedt a 1494.
t4ll ggiare, ual alleggerire. Lal.exonerarefeuare, liberare.
B o c. ('alcuna manimonu gU affigge hanno molti mo.
didi alleggiar quella. Credendofiio lotalguifilamanife-
fla mia maitntomaaileggiare. F i.D a vMuontifaràper
alltggur la ma. talboradalieggiar la pena Mof rana al
con de peccatori U àofo .
Aleggiami nto. Lal.leuamenjeuamentum,& allenameli
tunì,cjT leuatto . naie alicnamento. Boc.od quali fa Ino
go alluno UUiggiamei. lo preSlare . il pregò ^r JlUeg
M 1 s y B. jE.
I7S
lyjtf
\(\STA,fn-àfurato.,Arca,Caffa fianco fPa»
ca, Soppedìano, Fortiere, Bigoncia, Sacco,
Moggio, Staio, Siuaria , Bijacaa, yabgia.
Bolgia J'afca,Zamo,y tre. Braccm^Palmo,
Spamia,Sommeffo,.Alla.T.cno„Apltnufii
pitna,tiupimcnio,Co!mo, BaSianga, Soffiden-xa,l'atuo,
yoto. Sterno, ,4 noto, f'ano,lnuano . Tane, Tarieiipe,
Sparfi Sparli. mifurarc,commenfurare^Mptre,n-
emptre , inficiare , uacuarc, notare ,iob»are ,baflarc,
éffalcare , fumare , fondere , menomare , agguagliare,
ffandere,ff>arg;re.ionffatgcre,nuerjiire,gutare,diffutt-
dere,rifoluere.
giamento della jua noia. SlututofuocoMbi date ad.4l- ÌA'irurx.Lat.meufura.eìrhoSloriumè quellolegno diruta, 1757
teggiamenlodelmio f-eddo Et Ushauere nelle uuf rie com
fógni luoleefferegràde,4llegguimcnte di quelle, &due
dereeet il ricordar fi delle maggiori aduerfni m altri ffuole
0 dimemicanga , 0 areciare .AUcggiamento alle fur.E r.
a7Jj Alleuiamcnco.Ì4fji//eim»tiuS. iioc.óduifm,
donòéiiu .AlUutxmitoddrmfireievgf ndCinquifuoJìo
polo MlleuiamentodeluofnpefoàÀÒpoilparto.Tr.
,4teMiare,filmtdrfwioibeaiitxgi»re,Lat.exiqyrare,&le OltnimCuti.Lat.iiBmenfu,pr<lcrm»dum.uedidifopr4,
uem reddere. SPiau.U nuefUif carne atltuviido. piffcn Stsùfucucì.lauàmcniutjmniiideraui ual fuor di mijiira.
Soc.
col qual fi rade la mifùra del grauo/i et altro quando è col
ma. P I T. Fuor di Mifura. Lat. immcii[ui,prttcr modi.
Gente altra Mifura altera.!, fuor di mifura . il uago lume
tUra Mifura ardea . Mifurata ulllegreiza i. moderata .
Mifkratamente, B o c. Sen-ga modo , dr Seugq Mifura.
Latjrnmoduee&mmodcrate.Ohra Utjura. Molto Mtfu
ratamente parlare.Lat. moderate.
ì
Mifur» Q^V A N T 1 T A Mifura 140
® o c. Smijiirjto Untore . SmifuMte Coricfie . ^caf» Moggio. Lat.moàwn^ mifura,che cotakneinfe piu mifu
$niifurutamtme deUa fua bilieija.Et tftu pjntr là Sitò re, 6 oc. Le dirai ut prona , thè io le uoglto mille Moggia
furatamenupiaceniogluV il.ComechiStmfurataiaen di quel bene da impegnare.
te uolej.imnuderate . Staio. iMModm^ lojlaro. D a N.£t Calli, & qua tb'ar
Mifura re.Latjuetiri. P e t. lodi 1 mia danni a nàfurar con rojfanper lo Staio .
gli oecbt.yomlUrandoipafii tardi, & lenii. Giouam;& Zaino . Lat. pera pafloralit,i certa bi faccia jcbeufanoipa
imjurate il tempo largo. Boc. Et gli altri éfetri con gU flon fatta dipelledipecorafi^altroammale. Kki-Fu
loromifurare . Gli anni delmiomarttofimotroppi,fe con fuo capate Zaino en^e ambo T.Tercheuiuentenòmi
mieifimifHrano. 'Nonbautndobenelefueforzeconral dieJeHnainof'uòtoTgliilZaaio,eciocheuitiendrento,
trui Meniate . \tK.Lauuterutrii.è la pelle della ladra, 0 lontra animale,
Commenjurare.Lat.fimul metiri,commetiri dal uabo còmen che uiue in acqua, & di montone, ty anche d'altre bejiie,
tm,ns, enfus,fum. D ah. Ma nel lommenfurare de nom che chiufo , tir fatto in foggia di fuco,ui fi pone dentro 0-
Bri gaggi Col meno i parte di noftra letitia . lio,pegoL, acqua , & fimili. Ari. Hauea feto recalo un
BigonciiJja.congiut,i.uinimenfura,aquadiBacfl,laBi~ ('tre uoto.'PrtfojCr legato in quello y tre rimane,
goncia quafidne con^ . i certa mifura , ufato daDau. Bifatdc, /bi» due fatcbemfieme, che fi ufàno ari caualeart
T roppo farebbe largala Bigoncia . che alcuni le dimandano Bolge, & Latiulgt^nanàcnjio-
Cz((i.Lit.capfa,&arca. Boc. Ct^a,Cafte,Caf}etta,Caf- cult,uel hippopera. pere, & perule il damnutiuo. Boc.
fettma,Cafioueaieé alt Indice. Ch'ale una per fona non toccajje te'cofe Jue, tp- ^lalmen-
Atcì.Lat. P i t.Di qua da lui,cbe fece lagrand'arca.Boc. Ulefue Btlàccie,perciochein quelle erano le cofefacreM
per lo cadere delt Arca dubitò fine . yn'A rea non tropm la prima cola che uenne hr prefa per cercare fu la Bipu.-
pò grande, yenutt all'Arca dentro «rii miféro. D * n, £ damila quale era la penna .
buoi trahendot Arca fonia .Che non cur afte di mtìter in Valigia Lat.eoryciumaiduanticaA.&pera,èdoue fi porta vj6o
Arca.CbetArcatrafmutòdi uillamuilla.&quandofi. ipanm,o ftmilcofequando ftcaualca,ouainuiaggiopm
gnifica la fipoltura, uedi a 1611. grande della Biptccia. Boc. 'Perche riueBitofi de pannt
1758 Banco,uallcdia,&pattcadiceilThofco.Lat.fcamnum hn Jkoi,che nella y aligia erano. Io j^uenuto a ricbiamamU
gum,Omd.AmefocotolmfcamnosconfidiereloH^mot diluid'una yabgiaJaqualeeglim’hainmlata.Etpofto-
erat.cS- fcabellum. Boc. Entrò fitto il Banco doue il giu uifu due y aligie forfè piene à paglia .
écetcneua i piedi. Qjiàdo fedeuano a Banco della rogwa;. Spanna, Palmo', 5 onuneflb^òao mufurejcbe fi fanno (M
D A H.Qjfandofcendeannelfior di Banco in Banco. mano.uedia 1479.
Panca,iui banca. Lat.fcamnnm,& fcabellum. Boc. Ilqua Alla,^ uoceInglefi,che naie mifura é due braccia alla Fm-
le fatta diprefente una bellaTaneauenire.Etfattifiuicim *entma.T> AU.EtuenmmoadAntto,cbebeHCÌnqu’Al
ni alle Tanche Jipra lequat mefier lo giudice fedea.Et p« le Senga la tefla ufaa fuor de la grotta,
uedere me, tir la miafamigfta dormire fuper le Tanche. Parte, foB. IM.pan , regfo ornamenta. P E T. yna Torte,
Marco Cario da gli ambafeiatori di 'Pirro efiere flato tro Mille ftma, trilla, SeUa, Giufla, Beata,ùiuina,Ottima,
uatofipra unarufiicaTanchettafiderealfnocoi&man Migùore, Iniqua,Odiofa, Scacciata, Minor,Tal,Gran,
giare in fcodàla di Ugno. E ». Torti Elìrtme . Io nonfo fi le Tarli fkran Tari. Quattro
Scanno. Lat.feamnum,fubfelUum.&fuppedanenm,& fca- Torte del moHdo.Tranquille,Belle,Supeme,SignorU,Sa»
bellum d diminutiuo . naie fìdia, & meta. per lo dominio. te,Mille,MolteJ)imilleTartitana. D’mgegnopo^ ta oc
Bo c.Difiderofoédareafe,&afuàftmileScanno.Tn. cordar leTariU. le diffirenge. Dall altra Torte. Boc.
Dan. yenni qua giu dal mio beato Scanno . Cofi dmerfi aedi t InJice.& quamto luogo dmota,uedi «1051.
Scannim noflra ulta Rendon doUe barmonia tra quefle PtnèinuecedimentrefiinqueUomezp.Lu.donecàtemm,
rote.Hor tu chiii,che uuà federe aScannoTergfudicar interea,quoufque.D ah. Torte fen già, tp- io dietro^
da lunge mille miglia . andana. B o c.Tarte ciré lo fcolare queflo ditea la mifira
Forziere. Lat.capfa. B o c.yna guamacciadi uno fho Tot donna fèmprepùngea continouo.Tarie ebe't lume teneua
ttfert trofie. Quel f orrore jche la fortuna gli tolji.'HglC u Bruno, che la Battaglia de topi,& delle gatte dipingeua.
no à quelli For^ri. Et quella lettra^he tu mandata ha Pirte,per laportme.Lat.portioj&pan. B o c.Et darti U
uenijratta duna Forgerino. L a . Tane di do che tu rifcoterai,che conueneuole fio .
Soppidiino.Lat.fuppedaneum.idbanco ,cbe fladinanxi Paxtcperlafattìone,opartiaUtà.Lat.fafIio. Boc. Terào-
al letto de mllani. Boc. La Belcolore andatafene al fuo che di Torte aduerfa alla fiuterà U caualiere ,
Soppidiano traffene il Tabarro. Parteggiani , fono quelli che mantengono le farti . uedi
VJJ9 Sicco.Latfactus.&facculus,&làccellufUdimLloculut, <717.
pera,& montica. nel numero dà piu fa Sacca. T 1 rXa- T0ieggiare,ual lenir partififattioni. Iat.fa3iofium eflefiu
uara Babilonia ha colmo il Sacco D’ira di Dio, & de uitu fiditiofiim.D AH. Et un Marcel diuenta ogniuillano,
ampi, & rei. B oc. Ma fe gli piacefte fuo Sacco le donaf- Che parteggiano mene. Ari. Che ne in fatto, ne in detti
fé , & hauefie quella co fa . Reeaiofi il fuo Sacco in collo . alcun parteggi .
Sciolfi il fuo Sacchetto. Etgittouui fufònnacaneuaccia Pirte, aduer. Lat.partim ulterms,preterea,t!r tum. P ST. If6i
iunSatcone. Por tonano il pane nelle mag^ ,e'luino Si/hebegfi occhi lagrimauanTarteJ. inquaUheTane.
nelle Sacca . Et Tane dtuucor fàggio foffnrandoX oltra di do. Lat. ti.
lnfaccareiporreinfacco.Latjngertrtmfaceulnm.D AH. Maficoi'hnomtalhorìthe piange, & Tane yedecofii.
(be'lmal deS’uniwtt'otutto^aua. Étparteadberadborfiuolg/ta tergo.F^mirautr me;
Milùra Q^V A N
PjrW fluirà . Di che Ufvgio'l mio ben , & Varie ìhoI-
m. Tarn, ùrefi m batUgUa, Vane «i tiji,Varteferui da
fkngimi iifati.
pi Tua Parte/) da mia parte. Lai. nomine f io, mco nomine,
T I T A Mifura
bkfceUi,& di uerdt fiondi Hipiene..Akfiandrt di mirabile
allegre%pi[u Ripieno. Et cefi in mam.0 é due ètte fu tot
ta Ripiena t' megia. Le poltic,^ ornate camere, compiuta
mente Ripiene di ciò,tbe a iomera {appartiene.
naie a juo,oa mio nume. B o c. MarauigUoJidnmmiha EmpimcntD Lat-implemcntuni. hoc uiutfitadotb'Einm
da fua Vane proferii. Et li it pregherai da mia Vane, pimento à fiorini nella fua mano iiedoucfie proiedere.
fct U piaccia é uenir da me.pt pregogh da parte é tutte. Empire. Lat. fariireimpUic. V i *. Impleuitq; meropaie~
Con mèamO/o tmtm 4/^ om»ute% À 1 'TEeO al» f'oamv. • À»È» .7. 1 t ii
Ettrouatamejfer Calfariuoda Vane é Currado diti-
gentemcnie il pregò.
Da Partc.i. da banda . Lat.fcorfum. B o c.Tirato Virro
da Varie l’ambafitata gli fece.
)n parte, «ai tata! moda.Lat.hi: ubiatal adeofaliter, et par
tim. V ir. .Antri tre dt creata era alma In parte Da por
fua cura miofe altcrcyù- nouea.in tal modoabepoteua
forre fua cura in lofi alte ,& marauigltofe , Hur ecco in
ram Ttt.Maper empir la tua giouanil uogha . "Èlgihi
gli empia é fj>enm,tà- di duol lotnu. Tutto'l cor é dolte^
tra, & iamorCcmpie. de {arme empii lo fiieco. Jol
delfuo nome yò empiendo l'aere. "bCempteffi'l nel di fia^
morofijlridi Di pranza m'empiete, irdidefire. tfco»,
fion il bojio de gU ombrofi mirti. B oc. Il grembo di pie.,
tre empii. Empiutagli riafcofaiuéte ta man di dauanj'na
_ . graneoppatomanUi,ib’empiutafoffediuiuo.
Tane le queflioui mie nour.i.m àmfiioufi lue ouer da lau Riempire. Ut. reptere. B o c. fatto tl bottiuae riempire dì n( j
to, Et fe'l minor In parte d’AlcfiandroJ. in queito. Ver queUomedefimoumo.Surfe un tempo fieriffimo,&tempe * ^
feolpirla tmaginandu In parte Onde mai ne perfarg^ ; ne iìofo,ilquale U cielo dinuuoli, & il mare é tipeliufiuétai
per arte .Mofiò fàràaan luogo. Da fi fiefio fuggendo arrir riempii. Cotefio tuo pochetio di utfo rieptcndo/odtcìtjbe.
ua Inpane,Cbefa ucndetta uedi a pfi. La eonfortarono,& di buona fperanza la nempitrano .
A parte a parte.wai del tuttofi in ciaf cuna parte.Lat.par Impigliai e, per empire.Latmiple refilrcumplae.Ù a n.( è«
tlculalim,&mibratim,omnieparte.P n.Clxm’arde, difigbartaiCmipmiimfiglt*.
eftrem daino A parte a parte. Cb',A parte a parte ai. Colmo det loda culmine.Ut.er culmns,& culmusd. fiumi
irò a beghocibi leggo . Et ho cerco foli mondo U parte a ti calamut a colenda Jidui.i ta fomnnt.i. onde fi due la co
partea.da ogm banda.i.huc,^- illue, (Srubique, fai in Colmo .i. infitto Joucla può andare. P k i. fauara
Partt dpe.Li/ particeps. B o r Jo uogliomfino ad bora thè Rabiioma ha (oblio il facco.Vafia la nane mia Colma d a.
uoiJiate,VaniCipeditutlelemicperdunamcr,tirdiquiu bUo hoc. In fui Colma dei quale era un palagli tira
Tater nolfn io dirò. Mi fece Vartecipc delle fue finip, reti li Vadigboni mojirano 1 Colmi loro. Albarelb di Ultvita-
quie.EtionluroaccordatofiVamtipidiMUHerodilpodc riCoìmi, S n u. Conti fatchiCobmdicaccia.
reéUafmo.PlJ.OdelmiomlUVarteiipe,eprefiigp. Colmtre.nal empire infino al colmo.Ut. comare fidfummi
Pieno. Ut plcnHs,Teferm,confertUi,c<mpletui,rcdundàs, implere. PtT.Vcr cdmarmìdi doglia, & é defne . Jìa
aJfiues,iMmuUtus,mmuacuvualabbondaate,coim!i>ànT fbigfiempia dtfbeme.&édmÀcobm.
gombrato,omato. P e t. Vien di paura. Didolcejpp. pi BafUreibauerafufiuienzaquafiherifiare.Lat.fugicerefit
uaghczzf. Oi Merauiglifi. D'fii'i tto. Di Dcfir. Di Veti. fotU rfie. Vtr. Rafia ben lauto ;cp aUro fiironnim hoUL
ficr.Di uergogna. Di fauilte. fiaurei Vien Thfltfi Ratro.
llgtorm Viendi mmutefieUe.Taaita dolcezgia haueaVti
l'acre luento.VicHoera'l mondo dtfuot honor perfetti U
bella bocca angebeaà perle. Vun a , & dirofii, ipcdofiolif
parole. yua Vicna defafiidiMantme beate Vurnedimarf
mgUa,iS- di Vietate, yaite di Luficnti Viena. ydn T/etifi
dtuento. B <1 c.Il SeotbumtVtcu iacquaCen udite Vie-
ne di preunfi uim.Voi eh' ogm parte era VienaJìjianii ha
buariperadictro di famiglia Vieni rtmaferaumuLEficn
do già il mare tutto Tieno di menaiamie , che notauano.
Tiaceuolegiouane,cìrVunoé motti. Efieadoognifofit
Tip bafia benfib'amorjortuna, & morie Mi fanno guer
ra.Cr non le bafiafie il dolor foto. BafU dunque' l de fio fin»
na I b'iu dica.ffalliche fi ritroui in mezp'l campo Che ba
fio ben n mille abre uende/te. S oc. lenza uoler piu do-
nerà bafiare.Ma non bafiandogbegU,& fimi compagni
diuenutl riicbifiimi. Abe quali non ballano le ime lagri-
me, U fiqneme notte non ti baflarebbe . Bafliii adunque
queflo. Dan. Lo fondo iiupofi; che non ci bafia Locoé
ueder. Ufefinrza laqual ben farnonbafta . Ma Verebe
poi II baffi pur la mfla. Et qutfio bafìi della pruna ualle.
Bafluii& batti a terra le ulcague .
^9 a tu* ^ e, 9, . a a a» un f P** vi» ^
Tiena di ncue.Ei ricoucikirfi VienamemecolluoTehal- Scetno,dafemu.lM.diimnuiM.iunitai,&i»imiio ualdi- 1764
Ae> ! rr\9utntutjtm»^f*.AÌiatu‘».mifit»f» 1 At r.otaa CttAt^num ZT* : j i>. ^
doj.coinpiutamemefi interamente. Ut.fatti Jùperque.Et
fofì. SduclCacqua,ibefoprabbòdauaalVtenodcllefoateà.
nel luogo pieno.
A pieno. iaiMberlim,abunde,làiisfidplenumjial interom
mente fi compimento fi a pifficienza. P e T.fi/r fi pobeaa
noi, non far fi U pieno , yerri'l maelìn,cbe dàlcnua ik
pieno. B O C. T^n baueudo a pieno cvfitl firn depdtrio far
rmnulume,rr efier manco deil'mtegro.Vtr.ludif, Che
fe'i folle amatordelcapo Scemo . D unbcldiammitc qua-
droa^TVon mai Scemo, Trouo'l gran foco de la meateSca
mo.E'l mio del miofptrar fallace fi Si cmo. Cbe per cantar
ba'lfioriefuoiéScemo.EtleSceuuta mia défìrt^aut
forxa.QjndeCbofhlt honor Caiu noueliaT^pn Scemai»
congfi occhi a tutti piacque ,
nua.0 fin foiolatriHa uua^amara dimoflri^ pieno . Al Scicmo. LatÀiminututfiaiuuifinanitfialmancamentodi
puHVopohraccontòUreueUuonefattqgfiperlabocca eeru.lfi,.B oc. frate AO>enocimoUxmiontineme,cbe
lUlfitngelo CabrulloUgranpopolomprcfcttza di tutto cofkifeniiua del Scicmoa.ibe era poco fauta Lat ctnbro
jlpc.pohUKSJoiumpoffi>ritrardituuiApKno. frCbecfiihidiStiemoneUafedefiniifkcninriBefcmu
lUpicno/»i<. Utfieplttus. B o C.Habbi per certo/Ixegli . rn.Dau Gemefeder propinqua a quello Scemo J. deut
nonuifioppanealtroaipieao,ibeia(ame foladi due nuncauadluogo,doinelfiaejMpr*eipui
_ &0(fSMcbknLLu.&adie.EraAdatoluopdiuarq^^ Scemarej(srScicmare.iiifimancare,d' ^re,&amho£,
wdere.
Mifura
Q^V A N T I T A
Gratult'zza
*41
^^6i
i^re. UÀmunmre,mamre^Mnarr^fiurf,iHàdcrr, Cuure^fnffjndere.Ut.eg'uuderr. B o c. Comimiòatit-
dmere^CMugtrt,fcparare.T t -t.Teiaade lorjéaathor tarUgrme.UqHal fmana «.ttaMtant'acma . ^
tffojanbbcUifcmirnoliniuBl.Mafttricjicmafuclo DtffkniUre.latftrJpaiidenJM Jiffkndere.pTT.Eiito/lri
ite parlando.^ Jutm no crefce’lnermSuvu.Sitmido bonmmmierbne Diffhfi.noc.Io [etmmconDtffHro
U niuu,iht Ijeagir prrfto.h o c.^ fermate frate cipol fèmoae le jke earolr. S a k. UUuaa imita fidiffimde in
la, we quanto ejujucmauano affare quefte croci, tàio piu apene,& larghe pianure .
creJceuanoKlia caffctta.Tìjjn faemata^a molto crtliiu yerfare.Lat.iial fendere. P e ■t.Cuna piaga arde , & uerfa
tanbaurcbbeUJuaiiergogna.D A t(.Lafe fra compagnia foco,&ftamma.Vonde,cbegliocthitrifliiierfanrempre.
i^uejijce^.l fr duade da femit Lai. che ual ia miti . Terch’io tante uerfai lagrime e'mhioHro . a cbepiu uerfi
5u^re,pcrfcaiiare,opermàcare.Laut mcidcrejiuiiertt Da gU occhi trifri un dolorojo fiume I Hor uersom una 0-
jMrabere. P e t. Quanto del nero bonor natura jcindi, gnifua Largitale. Boc. Commab a uerfare tante Ugn.
tutm^ I accorger Hoflrofctfloj.éuifotda fiindo me.yerfata la terra, per una gua fradetta itaequa yerfa
DiJaUare.LatMcfalcare/ledMcere,fubtrahere.pcrjcemare, taM uerfiiogb [opra una loujglia.
mancare ,& togltereMcà a 166 r. Rinerjàre. Lat. reuertere, reuoìuere, i onuertere,extendcre.
Vo to jMi uacuo.Latjmcuus,expers.inaiiii.T e t.£< roto, P et. Onde cù ,& notte fi riuerfa . Ben ihe'n lamenti il
et^ddo Intdo, IH cb ella giacque . Come fu ilprimo non duo! non fi riuerfi. B o c. Ut tauola.fopra iaquaie Lan-
dmfiuiia yoto.yotoirergmuator,piend’ogrii orgogbo.In dolfb era riuerfato andò jòttoronJe, Mefiofi m dolio un
megp Ijoro hombilmeme yoio.Con jlragon lafaerà yo ffeUtccton .Arrouefibio .
ta LJifagna.Tienafi i bumiltà yota £orgogUo.Sue prò- Hijoluerefer nuerfare. Lat.rejòluerejtquefcere. P e
tvfi e di je, come firn yote. Boc. Lemure yote della no- <T acqua, che per gU occhi fi rijòlua.yrta nubbe lontanami
ftrocittà.O quantibabitaririniafer yoliJ.doimcllia. La ’ ' > • - r.
nofrra città qua fi yota dbabitaton. LatJnquiltm.D a n.
S'elle non fian di lunga gratta youà.priue.
SoltOjO ^cioitOgetfciollareperrouinare,aptire. yo.calabre
fedeltà dal nerbo faogltère,et naie rarefano, non fretto.
Ètti COdÉitfìltn ^ tìtrrvOMntuu •/ ^ ^ - 7
difpiacqiiefraqual temo, ebe’n pianto fi rifiline ; nel modo
inditattuo in ucce del Jòggiunto ,
GB.UVJDZZZ.A,
Randezza . .Altexxa > .Ampiexxft > Lun-
ghezxaJairghexza,Maggioramca,Loma-
nanxA, Diflanza, Grofiezza, Spaiio.Cam-
po,Uria,Lato,Tiano,lnterfimo,lnteruallo.
Grande Mole,Maggiore, Maggio, Magno,
l^66
lù còdenfato,ee i proprio quido il ferro m alcuna parte nò
e ben còdenfato, e ftdoana la fila dètro da je unno, e però fi
dice neltanne lajjòltafinde infiiUare ual far uamjet infra
bile, fi come il balefrriere ditnngandofi dal bersaglio piu
thè importa il fuobaiefrroUcolpo , chetraheinfMai.in. Mafrimo,Unipio,Spatìòfi^lto%ngo, Largo, OiHàtè,
uantfee. Dan. Efe mifena^ejio luogo Sullo. Cofi la mia lontano,CroJlo,Mirabile,lMegabilefrncredibile, Intenfo,
durerai fatta SolUJ.molie.Terebelafugal’ioidtral- DiOittle,Crefrente.-pezxo,Fettaj:ruflo,Brano, Chiappa,
AuotodMlindarnoiòmuanoMeéaópj. (tromfoUa. Scbeggia.coa gbfiioi nerbi, &deriuatL
In uzao,!iefrg,,oiialiuttameHle,&kacitojiedia69q. Crindcizi.Lat.magniiudo,paiidaas,nafritas,moUs, im- Ij6l
hottotopri.Lai.furfnmdeorfum,&furfumnerfiiiretro^ mamtas, prop.& meta. Boc. La Grandezza dell ani-
Jic Cicero.! jmierfoordine.ual alla rmerfa. Pbt. Et fm- mofim.La Grandezza de maU.yna Botta dimarauiiUo,
net mondo Sottofoprauolto. fafirandezza.
Sozzopra. ilmed^imoth Ijòttofrpra. A R iMandritardo Grande. Lat.&magnns,lenormisjtnmenfiisdngen3aiafiut
e Badomome fim tutti Sog^ppr aX'Jfercilo chriftian mofSo ut aquor. abfonus ut clamor, comentut ut nox, grallato-
atumulto Sozzopranajenzafapereilfatto.Slauanco» *intutgreffuiinrnodicuiutlàido,iimHams,&bocitH-
gran tbefòr quutt Sozzopra. turpis ut crudeli!, iufius ut amor, luculentui ut
Spargpre,&Spaitdere.Utfargere,pandere, expandere/x tmltus/upremusutiupiter. tetricus ut peBcn . uacuusut
difrendere. P e t. Qm«o rnalperlo atrium.P • t. Grand:.Albergo,-4ltide„Atride,.Augkfio,
mrnlaboggifiiljrandeJluantopiu difioftfali fando.Che ,Amtco,.Alt, Mcafrlonorefriuom. yedi quel Grande'l-
farga l fartgue,&. uenda C alma a prezzo. Chele lagrime- qual ogni huomo bonor a .CheiuapoientiafiaTqeleielfi
miefijfiarganfole . E quando'l uemo farge le pruine. Le Grónde, come fi ragiona. Difio Gride. Grandi SàptoniEr
thio’iujeqiiabellajpargeafidotceinente.spargendoater rori.Boc.Grande,Graiutuello,Cràdifìimofiràdemenie. ■
rate pie chiome ecceljé.-Peribefarger al cietfifejjopre. Crm,plu.&ftn.mafcu. &fern. Ut.grandis. Tet. Graie
ghtiSfargi con le tue man le chiome al uento.Terlagri- Bijègno . Caldo, Cagion , Corfit, Danno fi* firn, Defitrejii,
me ehm Ibann ., ri.'..-. i /.. offoorto .Dolore , Duol , Fafeio , Filifleo, Paco, Folgore,
freddo,Ptutto, Giorno, Ciour,Greco,Lauro, Lume, lume
Romano.lMme lattno.Maie. Maefiro d'amore . Mttndau
le,Miracolo, Ti^mico, Tqjdo, 'Piacer, ‘Pianto,Platonico,
Tluimo,Pregio,RifchioJlomore,Safio,Seruigio, Subbio,
Succejfìre,TempQfrrttoliuio,Torto,y ecibto.yeccbto mau
ro,y eneno,yiJggio.C- ntlfem.Gran Colpa, totonna,Fa
tica,Fortuua,CiufHaa, Gloria, GuerraXuee.Madreanti
co. Marauiglia, Paura, Peru,Tuneta,Wpggia,Profpe-
Titd,Speranza,TemeHza,Torre,Turba,yendetta,yirtK, c
Cofejlrep,Cienate{H£tttt.l duogri Terfi,'Poggi,Sattt,-
au
me eh tofargo a mille a mille. Ch'una treccia nuoUa, ^
t altra Sparja. Sparfi;Bitne,ChiomeJR.ofeyefligu,FrÌdi
a terra. Sparfi Sofirifr.'efrigi,Capei,PafSi, Fiori. Sparfo
Lembo, Cenere. L’arme Bimane furatt^rjt. Gli Idoli fiu
ranno a terra farfi. L’acqua nel mio mi jjrarfe. Spana la
mortai gomu.Sparte F ronde frTreccie,FortuneJparti ye
lem . quanti uerfi Ho già farti al mio tempo. Boc. uedi
nlClndice.D A s.CbeJfiandeJt parlar fi largo fiume.
C of^ere, ual in diuerfe panifargo^a con. et fargo. Lat.
‘bfergere.P e T.ElunagmilorfonfiCifparte. Cbe'nun
fletto ogmfiella cofpnfeddiffiane,&ad uno éfìife .
Gnndezza A N T I T A Picciolczza
Maggiore.tiif.wj/ur.c’rmjw.l’ E T.Miggior Bc>k,Fo. no,a Brano. A r i. Co i dentila flrauiaua a Brano, a Bra
co. Furore, Grido, Tane, Taura , Salma, òa^^io. Sfar- nu.i a pezzo t pezzo. Lat. numbratim .
■fo , fTupo , Catena , Ombra, Forza, tuie . Hon è muto- Frufto . Lat. ual pezzfl , o boicone. U a m. Mendicando
re , ne .Vlagjior.f'ia .Maxtor .Tuttii Mapgior.b oc. fuauitaa Frujioa Frujio ,tieitaboccamdi pane.idejt
0 in tutto ,0 in Ma^or parte . Maggior Coja. Mag-
gior Fatica del mondo . Dal Maggiore al minore . Mag-
gioriMab* Miime , Maggioihicnte . & in uece di su-
periore . ucdi at^cJ,
Maggioranza ftr la fuperiorìià . ucéat^oj .
1768 Maggio, (n ueee di Maggiore .Lat. maior. D a w. Tro-
ttammo Cabro afiai piu fiero, Maggio. Teribenan
gli uedrem minor ne Maggi . gf- Maggio per lo meje . ue-
diaj^j.
Migao,pergrande,&famofi>,uedi fottoaGiouea jpS .
Mole". Lat, moles ,ftgmjica co fa grande, &é gran ptfo,
come grande edificio ;dr meta, per tofa diffiilte. Ari.
Imita tjuafi la fuperba Mote, Che fe .Ariano a l’onda
fruJliUatmt.
VìCClOLZZZ-4.
. Iccioiczza , Cortezza , Strettezza . Tic-
1^, (loto , Ticiin , Targate no , .Angujìo , Mi-
|j nore , Corto , Breue , Stretto , Diftretto ,
Kisiretto, Conjiretto , Mimmo, Mefehino,
Trito. con fuoidertuati, puerili. .
l'icciolczza,o TttcoUzfa. Lat,paruitas,breuttas. hoc. i-jjo
falciamo Jiare le cafielia, cheftnuli erano mila loro Tu-.
eudezzaaSa eutÒM' mgegnaua trapaffare tgiomia me
nella toroTiceiolezza grauofi. F t.
Tiberina . Taccia qualunque le mtrabd [ette Moli del Picciolo. Lat. parut,& paruulus il diminuttuo.uefcus.
mondo in tanta gloria mette .
Pezzo, CrTez^ ,quandodinota quantità. Lat.pars,Tarm
ticula ,fruftulum , buccea , eSr buccella . jrujlum , fragm
mentum , & iugera la pczga delta terra. Hoc. Et pre-
ftamenteperuna Tezja eb drappo dt feta la mandò. Lat.
inuolucrum ,fertcum. Et datile un Teg;zo di carne fa-
lata la mandò con pio . Che ti potè nano coji ben marita-
re in cafa de conti Cuté con un Tezzo dtpane.i per poto.
Lat.frufiofiu fruflulo panis. Che non grida ffe , sella non
uolefie ; che egli fofie tagtiato a Terzi • & quando tem-
po dinota. uedtmSi.
Fetta. Lat. fruflrum,parti(ula. è cofaflrettazir fonile qua
fi fejia, & è differente dal pezzo »l quanto cheèpiugrof
fo,& non lungo, B o c, 0 ucgb una beila F etta di ftanu.
argutus , exiguus . & exilit hoc exile ut domus , tenuieu-
lus ut apparatui.manis hoc mane ut ludus.minufeutus
ut pes aumm.pujio, oms, lo ptecoUn f annullo, P e t.
TUcioI Borgo , Camino , Fiume,Interfitu>, Mamio,Tem
po, Metro, Melo, Kamo, Foco , Mngue , Fafeio . Tketota
Merga.Bo c.TicciolLepio.Famiulto,Faueiutlino,Fal-
lo, Termine. Di Ticetol Malore. Lat. mimmi uahni,g^
paruiprMH . TucUda Montagiictta , Copi, Tq^ioue, Co-
me coUi,chc Tuciola Leuatura bauea, ideji ehe perfacil
eofafiadiraua.Due Ticciolenagiia fi dibengò.Ticiich Do
ni.'ìipn era grandette Ticciolo.Terao che Tueioto di per
finta era.MticaTicctolettaifòla.Ticaoletti Figlmob.Tic-
ciolettodeiia perjona.Mnfanàul Tunobno. InTiceiobJJi
ma parte del filo cuore. Ttccioliffime Coje.
ùUHunapezzadipannogrofioaguifiidiantiira.Cbpor P ìlgo\etco.&- pargoleggiare jKdi a i;;i*
t tò due Fette di pane arroFiuo.
Chiappa. Lat. gradata nipei. i pezzo di pietra,cbe alcuni
la dimandano fcbeggiaanibor,che differenza ui ftazome
di fatto diremo. Dan. Toteuanfu montar di Chiappa iq
Cl)iappaJ.pergradus,uelgradatim ,
1769 Sc\ii:^px.Lat.ffa3ura Jragmtnta,&fiagmea. è urta par
ticeUa, che per taglio fi lena da un legno, 0 perperioffa di
monello da pietra, oi altra cofada ,thefcinderet
Lat.fiigmfica. D A v.Cofi da quella Silieggia ufciua mfie*
me Taroie,Érfingue.&peT la fcorciaj.per lo cuoio . Lat,
Piccin,M Nne é piceioitno. Lat.paruuius , pumilio, nauus.
usò f A K i. parlando di un JignOfCioi di unhuomo pie do
lo fuor di mijk rajoue dice ; Et era quel Ticcm flato fi dot
to, Chela Efina hauea meffa di finto i
Minore . Lat:& infimus, inferior , muiimus. P e r. Minor
Pane, Mirtute,Bellezz,a Fior,Du(d,Compagne. Minori
Stelle. Tra dut Minon. Et fei Minor in pane di Thilippo.
B o c.Mmore Morire, Morfo,DiUgenza,Monefià.Tmilo
Minore Udijpiaure.'Nj era Minore di ditMtefjAWh)
Pai maggiore Mi minore,
corticc .Che t’imbeFiiò neCintbefiiatcS'chegge. Eluolna Minimo. Lai é'mmufculus/ingufliUimus, A r iJennede,
delira fopralafuaStheggiaJ.lòpraunapanedelfugfio, ch'ogni Minmofbggumto,Cbe faceta,
cioè jòpraildoffo. Minuto.La.èpiuchepiciiolo,elualfoiiitiffimo^o.hoc,
Schcggioni ,& Scheggk. Lai. fdfiut,us,fiif3ura ,& rut Tfon per uendere poi la fua fiienlui a Minuto. Lat.mi.
pel ,&gradut. fono fejfure del fioglioaUalunga,&»»CM
chi poi fono al trauerfe , & è anche una pane non dmfa
dal fcoglio. D A n.Tra le S cheggie ,& tra Eoa hi, de lo
fcoglio . Schegguni fono ambo quelle pile de ponti, thè fi
Cfi, ■ ...
Tragìi
ifino a [altro Scheggio JScbeggione . tio.B oc. La fama di Tfathau Diminmmento della fua
Sdteggiare .Lat. frangere ,rumpere ,eripere. Dan. Ter- Himaua .Che lemieopere farebbono Dammamemodella
cbeuedraila piantaonde fi fcbeggut.ideftdacuifipiglia famadt'Hatban.
lafcbeggid,cioècbedifiendeallareligfime,periÌ?e egbè Piminuire.Lat.éminuert,obliterare,mitigare.Jioc.Tir
la^anta, dimbiuire la generale opinione é ha bauuia. llmtoamo-
Br2n<ì.Lat.lrullumM>embrum,ualTezzo.D AK.Etquel reper femedifimo fidimim.Dtucla fua feJedmimmr
iilattrato a Brano, a Brano. T roncando fi co denti a Sra- fi futdea .La tua ngidi ^ dtmmu ■ ^ca qui fio foto mio at.
.... to.
. ...
fanno per lor fortezza qua fi fchiaiitide ponti, che fiede
Tra gli Sche^ion Riporne quatto quatto . Cofior fienfal Diininuimcnto. Lat. diminutioàaFlura, mutilano, perdi-
niinfu
1771
nuitm . Le carni il fide Minuto Minuto le aperfe. Lat. mi
ttutantim . Minuta Tolue . Mutui e Macchie . Minutijfi-
ma Herba , Gioia . Mìnuliffimamente. Ttz. E’igwmo
andrà pien dt Minute ftelte. Ari. Tdfl dito Mtnutopoji
[anello .
Altezr* Q^V A N
tó. Dammàto nati caldo in grati parte .
Trita. La. iialefmuar^ta,t^jj>r/ia. B o c.f'idelofcola
re fare fu per la nette una carola Tritanti ptono £ tot bat-
ter de denti ih' egli fatta pn lo freddo. Aa.t.EnelaTri
la polne in modo appiata. Che.
T mare. Lat. tritua rare, dal participio di tero,nal mitui^p^-
rr. D A H. L'altro ch'apprefro me la terra trita , ideji che
uà iiuitktamente,& t raametue. Boc.&piu Tritamenm
lec/Jattunando.
^ L T E Z Z
Ltczza^ttnra, Ultere^, Ertexfa, Ra
rr^ 1 Satnmttà , Cima , Cacttme, Giogo ,
Dofjo , Dorfo , fletta , Eminente , Eccelfo ,
EtenaloJ(ileiiaio,Sopemo,SoiiranOySoUe-
nato.sAlto, ^Itno, Ratto,Sommo-Adaf-
T I T A
Altezza
po .Altamente.Cbi dC amor .Altamente ficot^iglia.% o r.
netti all' Indice. D A n.Maio finti finar tot Alto corno.
La gittògiujoin qitell'Alto Buratto. Alto MMro,Tunio,
Marzeggio , E'i joter'Alto già pin di due bore. Lei pin
A ito TrUto .nel Alto Olimpo. L'Alto padre, per Dio, 0
mnfrfi Alto ingegno bor m’aiutate. Ctufliaa mojfi'l mio
Alto Fattore, o-adunbialmente fittela fift. affoUtamen
te. Seia lucnna , che tt mena in Alto. Ad Alto forte
toflo ch’io montai . Colui che piu frode Alto.T alhor parla
t un Alto , et l'altro baffo . Si lena un colle , & non forge
molt’Alto . Gb occhi miei leuarftpiu Alto . Gridanan fr
Alto. Alta Vrouidentia, Cloru Jiipa, Fantafia^ocaa,
yirtù,Selua,I'ittoria,Rota,Cantà,Letitia,Spene,Luce.
& na con la T ejla Alta-Alte Torri,Spoglie,Mura^tri
da. Sìumi fofpin piami, & Alti gnau ne fr Altt.ne figrof
fi . Et come Abttoin Afro frdijgrada. Chef tu Alto felli
na. F'mum non habent Attamente dtjfe.
lo,Sopra,Su,Sufi,Difu, Di fufo,lnfufo,Lafiù, Scala, Mterezzi.ualgraiideii'i^.Lit.elatiotnbonam.&inma- rjyj
Gradi, Momata, Salita polire . at^reànaio^re, colla,
re, Uuare.litUcuare, rihuare,trarre,falire^mare,firm
monta re,trainomare, af tendere, apprendere, aggrappOM
re,appiccarc,impiccare .
I y Altezza.^. aititudoJìiminitas,cacMmen,eminentia,pra-
flamiafubUimtataelfrttudOjproccrieas. CTfigmfrcalapar
tefruperiore , et la Trofoiida,prop. tjt meta. P et. Ch’o-
gni due rompe, & ogni Altexxa inchina. Sono i miei frnu
fr nagbi pur d’AUerja. B oc. Di Afreo^ danmo.
L' Attenga della fribita gloria , Intorniato da fa monta-
gnettedinontroppa Altex,xa.Salitoaltagloriofa Alton
tta diTbilofophia. Saliti alla Altectpcade regni Hauen-
dogtifr guata l'Alte^ga, che mfrtio a terra ejj'ere polena .
Dan. 'Per Altettga d’mgegno.Et quando la fortuna noi
fembaffotAlteTtgadeTman. Et fi le famafrenoflre
■ fon bafre A tanta Alte^Xf. Lt mila mianel‘ampio,et
neCAltcgf^ Tqpn fifmamua .
Altura , in ucce dalte^ga uiòilBoc. nelPn u.Et fr come
U palma uerfot Altura frflende. Lat. altitudo.
Aito. Lat. altut, procerus, u^us,fublimisrereSut, precel-
lam partem . magmtudt , & magnanimitas in bonam .
Pii. Domita l’Alterettga de gli Dei. b oc. Et come
fauiohaueatAltereccgagmpoJtai ^ qui fr piglia in ma- J
la parte. ,
Altiero , et Altero.ual friperbo , & in buona parte il piu
delie uoltefr piglia. Lat.elatnt,excelfm,prxilaiu^rajla-
bilu,excetlcm,egregÌHt,eximiut, magnammnt. P et. Al
tiero Fiume.Habitodngegno,'Portamemo,Baggio,Liime,
Seggio. Ter adornarti fello jiìr Altero. O de le donne Al
tera,^ raro moH ro. Che mi fra uiuer lieto,&gir Alte-
ro,Altera Donna, Feitefira,Fenice,Fronde,Gente,Ltu-
ra. Luce , Meme , 'ìiemica , Opra , F'ifla . 0 bella fenica
efrempio Alterati rara. Digfouemute,&àbelle:^
%e Altera. Ainouagenteidtramifrira Altera. Lari-
mditnen bella, ^ meno Attera. Alteri Atti. Altere
Forme . Alteramente s'è leuato a nolo , E i dola fdegm
• Alteramente butmh. B o cJ.' Altiero uofiro animo£ra
ontfloTropoìlobaldan^fo,& Altiero. Oper fuano-
bilti fr Altiera dmenuta. Dan. Come ti flaui Altiera,
&difdegnofa.
fui, altiaduer. et altum abfilute prò calo, et mari, odi- Altcrationc. Lat.perturbatio, motUi,motio, momemum,
tus,ut locut, arduut , et fupremuy ut moni, celfus ut no- adatto jmpu^ut. Dan. Ubero èqui da ogni Alteratio
bilu, cometa ut uox, cauum ut flumen, praruptus ut ru, ne Di quel che l cielo in fi da fi riceue .
pei,!*rfaxum . fydc reni ut fiatua . & dinota la fomrmtà, Ab;are,& Inahfare. naie eteuare. Lat jef erre, txtoUeTe^
C la profondità,ut altum calum,altummare. PetAI ùllere.T e T.Deuefrealprimo bonor abcarmaitaliSut
.to Culo , Mare, Achilie , Concetto , Confrgbo, Cojìume, conocchierdinotteaktflatefra .timeUettoalgai.Qjti
Cor,Dio,De!lino,Diletto,Habito, Iniperio,IngegnoJn- miferi mortali al^M U tefia . Mirai alando gb occt.
teliettoUi)co,Miracolo.Tenfrero,T’iano, Toggui, "Pregio,
Eicctto, Secri to , Signore , Soggetto ,Soggiorno , F alare,
Caggendod'Alto . Se fi Alto pangir mie franche rime.
Ir dritto Abo m'tnfrgna. HorAlio,hor baffo.Cbe fr Al-
to mirarongb occhi miei . Che per Dio nngratiarfur po-
frein Alto. montana tropp' Alto. ragionar tanl'Alto.
Ciafcunpcrfifr ritrabeua in Alto Ter ueder megbo. Sa»
Itr fr Afro, Sabrtam' Alto. Difpofloa foUeuarmi Al-
to da terra . Chi di te fi Alto fcrifre. Alta BeUeiga,Bel-
graui, et franchi . iiuanto frudio,& amor n£al%aronCa.,
Et queft'una uedremo alxar^fr a nolo. Congb angeb in
Ubrac-
ueggio aitata a nolo. Morte gu per ferir Abtato ili
do.Ou'atcato per fe non fora mau m'al^ua a tamo amo-
re.Comra tuoi fondatori algi le coma. A quefro un frrido
Lagrimofo al-cp ; Sgrido . Et lei, cb’atanta fpeiieal^’l
tmo core, fi o c. uedi alt Indice. Dan. <t/^ar le mam. Le '
mani alt(ò,con ambedue le fiche. Et comra il fuo fattomi
, . CQ le ci^Trefeando alitato [bumileSalmifra.
tà, Cagion , Colonna , Donna , Eloquemia , Fama, Fede, Inali(ve. LatMtoUere,cxioUere. fi o c. Ma già inalbando il 17 74.
lmpre\à. Luce, Tipuella,Tiaga,Tietà, Senfriiairta^ede, fole,parue a tutti marnare. D a n. Poi ebe'n ahtpi un po
Speranta,Firtute,Foci,HumiltateJjuideMatropp'e- copiuleciglia .
ra Alta al mu pelò terrtSlre. Alti Colli, Defiri,lmel- Collare per inaltare.o tirare in fu fo.uedi a 1787.
letti, Luoghi, Marni, Tenfieri. Gb occhi ,Srnfi, Stili, ù" ERollere.Lit.cxtoliert,uaie inoliare, tir per meta.perma-
Alte Fcnefrre, lmprefe,Sebte, Tarale, Bellette, gmpeare , et cfialtare. A ut. La fama del mio faiigue
Biccbez^fi'ocifOpu om, Afrifftmabumamtate.Ttop.. JpKgaiuatmiTcrmtoUnondo,tfrnalcieli'csloUe .in
. HH ii
Altezza Q^V A N T I T A Altezza
iHczo il tempio utn culoima efloìla .
Sonmwi.Lat.j'ummiusjialaUezzf.etpiiiiiJctditmlafum
maj/> citpello é etUfùiOyCome de torri,&fimt
li . cr pmiu , è U fommuà de merli. K o C. Effendo d jote
alUftij ntjpgiore Sommità. In fulk Sommihiéiijfium
nu>nugiietu.Cui nelU Sommità de pm alti monti apparim
nano t raggi della figucme luce.
domino. Lat.fnmmui . ual fononitàjoaltcx^- P E T. Ch'ai
Sommo del mio ben qua fi era gwnto . fono al Sommo
anihor giunte le rtme.Vrodujje ai Sommo PeéfUio fante.
B o c.lnfino a tanto; ebe della fdjfa al Sommo fi perueni S opre in uece é Sopra pójè in rima il Pei. Tbotion ua to
ua.ir quando è adicttiuo dinota alto JingulareMedt a i6. queflitredt Sopre.
Ciim.Lat. cacumen.fumimtai.cla fommuà,& la partepiu Sourajte. Lat. harere, dubitare,tardare, ajlare.ual indugia
«775
di foco ungargon cndo.Sopra l'herba. Sopra la Hane.Se -
pra (acque . Sopra’l monte Tarpeo.Sopra'l Stmitar. So-
pra un JafioaJJiJi. Et Sopra’l buon Saul cangiò le cigba.
Ma lofi uacbi Sopra' l ucr s'ejtima . Et nolo Sopra'l i leL
Cefi Sopra natura altere nouc.In damo bar Sopra me
tua forza adopre.E'lparta in/uito dal fignor di Sopra.Se
ur’ogm jlato.Soura un rufcel torrente.Soura (onJe.Scura
le jpalle. Boc. Sopra il mare .Sopra la tefta . Salito m
furor e con la fpada ignuda ut man Soprala figliuola i or-
fe fide fi addofio .
alta di liafama cefo. PET.&cofiinfula Cima De fuoi
alti penfier al jol fi uobic . & poflo in fu la Cima . ibe’n fu
la Cima Son di nera honeflateÀel fuo lume in Cima. Cbe la
partcéuina TtatdinofiranatHrae'nCimafède.ìì) k n.
Come la froHda,che flette la Cima peroebe la Cima è pro-
prto la fommità dtUberbe. Boc. Le piu eleuate Ctinede
gli alberi.
Cacume . Lat. è la fonanità de monti. Dan. Mofirando
Pubertà del fuo Cacume. Et per lo monte, del cui bel Cacu
meMontafi fu Bifmantoua in Cacume. Ari. la tor«
re condotta al fuo Cacume .
re,ftarfopradifc; ofiar fofpejò.Vtt.Ma'l flurapar
ne la prigion terreflra. Latjmbiguum effe, palpare in te
m bni. h oc. cbe come io fo altrui Hincertttofifimdnun
le fi) a me mi di fimo foura {lare. Latannure fe ipjum Stan
do a bada del padre, et defratclUabe delle fitte notte le fu
fopraflaniio tre, oqnattro amu piu che non debbono a
puntare Lat.diffcrre. 7{on {àpcitdo che dir fi lungarni nte
lòpra flette, poi in miglior fenno riuenuto dtfie . Lat. laida
uit.Milndaiiei,tlih<ira foprafiate alquato al njpondire.
Lat.moram duxit,di{iulit.S un. Et non ftpendo a fe me
deftmo foprajlaretfiionfumaxfuptrare fe.
Giogo .Latjugum.ilajòmmitàdclmonte.'P ir.f'crfo il Soprailantc. Lat.fitperflaiis,fupcrimmweni,fiiperMcnift,
maggiore e'ipai fpedito Giogo tirar mi fuol un defidirio aduenicns,prapms.lio C.Viudipauradctta Soprafian-
intenfò. Ari Jluafl a la ama del Giogo fuperno .& per te morte pi njofo, cbe di Jprranga di futura fallite .Conia
quello de buoi.uedt a qqs. fina Sagaiicà fuggi U pencolo Sopraftante .
DodoJjatJorfum.è qualunque ctfiaaltaahefòttofthabbia Uncizi, Eno,& Berta. da crtSo Lat &altitudo ,fublu
cono, amie le parti di fuon della mano. Dan. Che non ti mitas . excelfitat . & dinota dintto, & alto. Lat. ardnui,
baflaLocoauederfenn/imStaralDopoDelarco.CoDof
fide la man facendo mfegua .
cliuofus,altut,eref{as,accliuii.T i t. Cbe fin fi fianco,
e'Ifentierm'ètropp'Erto . Ratte fcejia (entrar a tufiur
Erte. Boc. yna montagna afpra , & Erta, Fria al-
tifiima montagna , tanto, ihepareua , che trappaffando
immoli con le {Ielle ficcngiungefjiperlafua Emxca.
7h.D AN. £t eccoquafial cominciar de l'Erta,ide(l
delfabre. .A lire firn a giacer , altre dan’ Erte . iheper
Ertezza il faltr difpaia . alcuni tedi hanno .ytrtczga che
ual {hettura ,
Dorfo.Lat. i U fimtmità darmnti.K r i. Tdgl calar giu de
U montani Dor fi.
Adolfo, ual fiipra. Lat. (ùpra mJ.contra.V i t.OUicaru-
leusfupra caputatfiitit onber. P e t. La’ue dì ^ notte fiam
mt.Adefiocol podere. &emmi-ddofio Sìuel caro pefò .
B o cjf .Abate pofiole l'occhio .Ado{ioà.{òpradilei. Ben
trentafanugltufc) .Adofio S cofloroJAll’mcontro.
.Addofiart. Lat.adarere, toniungcrei unire fe,per andare a- Rattezza, ual ertezza . or anebo ual malageuolevza. Lat.
do{Soufatoda D \n.Comele pecorelle efion del chiufo afun{us,alpcritas,&diflicultat.D AH.tUqueUacoSla
.Ad una adue,a tre ;ofr ('altre Panno Timideite ailer- làdou'eÙa flangeTmfuaRattezza.
rondo (oebioe’lmufò; Elciocbe fa la prima, & (altre Rutto. lat.a{per ,difficilii ,arduus.ualerto.D a K.7«(an
fanno .AddolfaaJifii ala; t’ella iarrefla. Semplici, tir laf ciò per andar cbe fofie Ratto & quando dinota prefto,
quiete,& lo perche non lànno. {ubito.uediaioj.eìra 1499.
\ettì.Latjàttaxcapiiis ligamentii,t!rpccacumen,&fHm Su, tir Sufò.Lat.fuper , circa, citeiter ,fupemè de fuper,
mitasfi la cnna/i fòmmicà . non è noce thofea. D ah. Tu Jurfum, & fur{iim, & fufum anticamente detto . ual lo-
ia uedrai di {opra in fu la Vetta Di que{io monte ridente,
felice. Ari. Ma uoi cbe furo afeefi mfula Vetta .
Eminente , Lat. ualpiu alto de gli altri quafi f 'upra alias
manere.
177(5 Eccello, dr Excelfo.Lat.ual alto,^ grande. P e t.Ma piu
per danoPrarfi Ttu cbiaramentene lecofeEccelfè.Sparh
gendo a terra le fue foglie Eccelfe. B o cJx Ecciàfi T or-
ri. gli EccelfiTini. Ah.
SapcrnOidt Supremo.uedi a 16.
Souritio,& Si^ranoXat fuperus,fupremusj'upernusflum
musjtalfomma.V i x.ll flgUuoldi Latoaàbauea già none
Volte guardato dal balcon Soutano.D'egm omaiuento.et
del fimran fuo honore.Cofìgfungeadoa la diti Soprana.
Soptt,crSoura. Lat. fuper fupra. P e t .Sopra un urto
pra.Pir.Q_ual fi pofima in terra, & qual Su (onde.
Eiamma dal del Su le tue treccie phua. Tlonu indugia-
te SuCefiremoardore . hmiiiaaquà ,the fònSul'alta
xiua. Hor Su (homerodeflro,er iior Sulmanco . C'bor
Sudai del tanta dolcez^ {bile. StaS umifero che fai4
Volando tanto Su . Su’l duro Ugno. i>ual fior cadea
Sullembo,QualSuletreccie bionde. Tute ne uatcol
mio mortai Sn'l corno. Su nel primiero {corno. Sunti
allo cielo. Volando tanto Su nel bel fcreno.Su per la riua,
Superl'berbeSu per (onde. Superl'alpL Su per le fiale,
poàoinSutacimaJuSulanona. Lat.circitrrnieridum.
luSula rma,JnSuhf rana uilla.lnSu la porta. InSu
l'efiremo.JnSH l'età {ionia .In Si' t primo pouauiler.
rote, Cbi nonba albergo pop fi iSu'lucrde. In Su’l
«777
«77»
F
Allcczza Q^V A N T 1 T A iiallczza 14/
tttTToiHelia. primo aprir de fiori. QjtalmSiil dofidafcdereJjtitatampielicmtiòlabrigataXealtetor*
turno tamorofa ftella , Cofi di Su da la goafiatauela . Et rtfi le piu UMte cime de gli alberi.& quando fia per mo-
del ben di la Sm fede fra noi^defi fupertutbeaniaits. Ch'an ucre,rmoicerejicdia 1481. quando jla per forgert del
tbor Lafìu nel ctel uedere fjiera.L'aiiime^be Laffu fon cit letto a fio.
tadiue . Mojirar quagm quanto Laffu patta . Tur Lafiu Leu3tura.mcM. Lat.motu leuisdraciida,uolubilis^mobilis^
non alberga ira ne JOrgno. B o CMcél'Ind.T) a njlfeee leuit,crcdula. B o c.Ladonna,cbe picciola Leuatura ha-
uqiHe Che Idi Su tiendilbito.i.lapariedijópra tié di folto uea.i.ibefubito andana incoUura^ s’adiraua . La doma
Sufo.Lit furfum,iuins coutrariu ett deorfum. P e t. Degli che di poca Leuatura hauca dibifigno. Meffer Thilippo u-
Sioiiitl padre aigaio m fuUper far chiaro juo dir. Seia dcndocoftui (come colui^hepiccula Leuatura bauea.)
Sujo è quant'ifier dee gradita. ^aLì fine il fiflo Dio per- Solteuare . Lal.fubleuare, toOere, eleuarc , efferre, erigere,
mettente uedretn la Sujo.lopenfoife la Sulu. P e r. Hor ti JòUeua a piu beata fpene.Cbe feoter forte ^
Sofà in ueu é Suio usò D a m, Ond’eileuò le ciglia un poco JòUeuarlaponno.Difiiolìoajòlleuarmialtodaterra.Hor
in Soli
Surfeinuecedi Sufi usò Dau.E fela Surfedrig^ gli occhi.
Sue per jù. D A s.Et dimanda /è quinci fi ua Sue.
SuainuecediSu. D a sJiifiemmoSunun pian jòlingo .
Infufouerboualeinalgp.lat.extollo.lÌA n.Ocarapietra
murcbefit’iajufi. tutte licerne Danteftbe.
mi jòUeuoJur caggu. B o c. Tur foUeuandola adun’bo-
ra lei ejfere la Sinuna,& mona conobbero.S'accolU al let
to/huelagioManealquàtoSolleuMacoldifio t altana,
Meuccio fi ricordò della comare , & Solleuato alquanto il
capodifìe. D A N. La bocca follcuò dal fiero pafio .
Rileuare, per algore. Lateleuare. B o c. L>i donna alquanto
lttfu.Lat.fuper,circa,circum,propè,in,&ciràter.Boc. Jpauentata cominciò a uolerlo riuelare. Sisforgòdinle-
Ittfu La rma morte.ln fui megp di.ln fui mercato.] n fu la uarfi,tir di uolcrfi aiutare per uftime . In fu uno di quelli
nona.& quafi fempre ui propone la In.uedi di Sopra a Su. anelli Hileuali.il luogo Rileuato,&iaUo. & per importOa
Jllita.Ì4Z. afceufusjud montata. T E r.Et quanto alpefira, re.Lat.reuelare. Tbt.II fempre fo^ar nulla rileua. Ma
d-dura Salita , fin^a qui niente mi rileua .
1779 Salitore,^ quello che afeende. Lat.qiii [alit. Boc.E' uenu -dppeiidere.per algore Jòfpendere,& appiccare JM.appède
toandatoreéttoite,&Salitored alberi re ^t fu^édcre.V bt.Dou i^che morte ^ una infime fpef
SiiÌK,ual af tendere, 0 moni are. Latatfeenfio , & afeenfus. fe yolte m frale bilancia appenderle libra.D ns.&per
Pe r.,AltroSalire al cielpcr altri poggi.Certo fimpre lameftaSeluafirannoinofìricorpiappefi.iaippiccati.
del tuo alcielSalire.lì o c. .Accioche muno potejieimpe .Appiccare , & Impiccare. Lat. appendere , ual fogienclere.
dar il S altre f opra la nauc . B o c.Farlo appiccare per la gola. Et appiccare le ima ff
Salire nerbo. Lai. da falioJiS,faliui,uel falij,^ afeenderesuo- ni della cera fecondo la promifiione fatta . .Appiccandogli
lare,aduolare,petere,aéae,fcanderejtollerefidirea:leua- a certe morfeiun muro . Credendo efiere'il fecchione ap-
re,ef erre. P t T. Ma qual fuon poriamai faltr tanfalto. piccato alla fune.Cheappiccatofiatuper Ugola, equado
Et U uU difilla al del mi mofira.Cofa onde'l uoSìro nome fio perappighare/t attaccare. LatatpprehendereJiedi f
m pregio faglia.Et dtfU/a cader ua chi troppo fole . Salen- Impiccare.LatappfdereJùMdere. Boc.Mi minacciò di far
do quafi un Tellegrino fcarco. tfon foli mai in tutta que- mi Impiccare p UgoU.Cbe ne debbiamo far altro fenóim
fio etate. Et f quel, eh' io ne fperi i al del faina. Et fòli al piccarlo per digito degli Orfini ad una di quefie querdt
ciel faiito in qualche fama Solo per me, dx'l fuoimelletto Di^tccare.Lat.fi^nfum foluere. i il comrariodiappica-
algai. Giunfè a man de firn, e’n terra ferma falfe.Boc re.D Au.Diueraluce,&teHebredigiicchi,
uedialTlndice. . Spiccare,i ilmedefimo cbeiMiccareJi^a qq.
M ontare,& T ramantart^ormontare,RimoHtart,Smonla- So^endere. Lat.fu^endere,furfum pendere Jilte ItgareJMe
re Medi a monte. uare.perfolleuare^gare.T) a u. Tutu li lor caper chi e-
.Afcendere. Lat. ual falire. Vtr. Et coft n’afcenìemmo al lo- ran fòfòefi.i.algatii& aperd.Conobbi che in quel limbo e-
coaprico.D* u.g<r qua fu non afeende. ranfo^fid.po{ii.&alcunauoUafipoueptrdiibitarc,o
Afccndcnce. Lat. afeà^us , nel afeendens. Vo. afiroloffco. flare in dubbio^ fufpenfus animo .
Boc.nelTu.Et ueggendo che già Citherea donna del- .Aggrappare. Latadre^e^apprthendere.ualarrappare^f
tAfcendente loro s'eradmtomo toro ne fuoi cerchi uol- f errare, appiccare xame Cheì
edera a mnrijouero andare co
me animai reptile. B o c..Aggrappatoftperparte,ehenó
nifi farebbonoappiccatii Ticcbi,Hel giardino fen entri J,
arrappatifi.Dns. Dicendo foura quella poi t’aggrappa.
Tal uolta a foluerancbora,the aggrappa a fcogtio/i altro
tata U fella uolta, 't{elcelefiialToro Si feendente delta
loro natiuità .
S candere. Lat. per afeendert. D a n . Io benjcbe tutto il rf ■
gno,cbe tu [candì Folgr^gouema.
1780 Leuareper algore. Latjeleuarejiollert jextoUere.V xr.Er- .ÌMppicca,etaff'erra.Etaggrappoffià[pelcom‘buomche
rai fenga Icuar occhio a Uuela.Hor mira, & lena gli oc- Scx\s.Cradi^calinijiedt a Mondo a pqj, ( foie,
chi un poco. Ma l'un non fitccefior di fama Una. Leuan da
terra al ciel noRro intellcito. Col cor leuando al del ambe
le mani.Senga leuarmi a nolo hauend h l’ale , Se'l fol le-
uarfifguardo.Lat.furgere. per leuarfi da terra. Leuart'il
cor a piu felice flato . Son leuati a uolo . Lcuimi da terra.
Leuomi a nolo . Leuommilmio penfiurin parte Oliera
queUa. Hoc. Tiathan fece leuareinpie Mtcndanet. Lat.
furgere , ^ erigere. Her Uquat cofx capo leuando quella
tauoU con lui tafiemef. 'ondo quindi giufo, lìmndi lenanm
B.ASSEZZ.A.
m
aiho^
OiJ^ 11/’
AiTczza. Bafio,Imo, Sotto,Ciu,CiufoiSce-
I fa,Chino,Curuo,Caduta,Tomo,Tendulo. ab
I baflare,adtmare, abbattere,auallare,fcen-
dere,defcendere, deriuare, dirocciare, tra-
__ I montare, pendere, deponere, fpianareccaU-
re^btnarefincbmarejcadcrtjtomare.
HHCC iij
1781
BafRzta
BiflTcm Q^V A N T 1 T A
lySj ^iffoico)itrapoiìoaU’^lto.adie.&aduer.ualdijotto,om permMakemffer»,
gmfò,prop.iT mctt.LH. kHHttlu^mMs,MfimM!,defrrf,ut, Ciu,dr Cmjo.Lat.àiorfim . U Giu, il piu delle Hollt fi etm-
deteliui.lubmiflut, infirius ,iufernus, mferior.V n. giunge con Là,Qjuà ,Cojii , Colà ,iìi<Mi,e*r Al Pe t.
Bjffo Defire.Mormorar,Tenfier,St4to,Suon/'mer,f'ifit. Ujiando'l colpo morut là Cai difiefi. l h'^potloUfiguta
Loco,Jngegno,Huomo. B4fi>efiempi,0cchuTutte lor kie qui Cm per terra . Ond'alfuoregnodiquàCiu fi uartà.
fon BificMirar fi Bjfio con U mente alter jxfi bajSamcn Ter far fide qiuì Gin del juo bei uijo . lluando’l bel parto
te.Eila non égna di mirar fi bajio . Horako, Hor Bajìa. Giu net mòdo fiefe. Cm pe r lucidi riui fin Ui.E'lpioucr Giu
B o c. ^ppiccauate la coda troppo Bafso i. ingtufii. Sta- dagli occhi un dulie humore.al por Ciu di questa Jjfoglia,
nano con le tefieBafic.^AUe parti piuBafie.Gti occhi un ìior..Se ne Henne Ciufeefe Giuda iném Giu laigp.alla
poco SaJfi.Tiu Baffo difcefi.EfkndvilfolBafio.BalfaM la inCiu.Da v.usàCiueperla rima,
fonte . BafSaio il uifo . Bajiamente. Dan. Si ihe'l pie Giufb. P e T. Calere puoi Giufo ageuolmente porre . Et li
fermo fempr era’ l piu Saffo, tanto BafSo.uolfem Bajio. Ciufò irimafitl rmobelucla. OndequaCiulounbenMm
fi M/ó Baflo , Lot o, Inferno, Letto . Baffa yogha , Fronte. tofo core Talhor fi pafee degli altrui tormenti.Qjiefii cin
BafeStelle.coHgh occhi uergognofi,& BafJi-ijfaipiHBaf que irtomphi in terra Giufo Hauemueduti. B o c.
fi Baffi termim,LitiJjé.Bafiiffimopcnc^. ita tauola con lutitfieme fe n’andò quindi Giufo.
Baffare per chinare. Lat. deùccre , deprimere, acclinare, de- Scefi.Lat.defcenfus.i la difcepi,luogo douefi fcende,afifmort j
tmttere burnì. B o c. Figliuol mio bafia gli occhi a terr.i . ta.Ttr. Batte Scefee al entrar atufeir erte .
bafiò la teiia. Qjieflo detto bafsò il uifo. Dan. Baffan. Scendere. B oc. Et lui quanto piu poti , allo Scautrrefo.
do'luifo,mapocoli ualfe . pra Osbet h foUecu ò.
udbbaffare. Lat.humilan reddere,& facete. Ttr.Elgìioc Scendere, ual di/cendrre, /montare. Lat. defeendere, da de, &■
chi a terra lagrimàdo abbaffo. .Afficttaua la jìguerue not fcando.P ■ a. Sijianif io ueggio dal cietf tender l’aurora,
te di fare abbaflare la coda ritta alla fantafuta , Ecco chi Ouefi feende poetando, & poggia . Ter ben llar fi [tende
abbaffer.i la tua fuperbia i humiherà. T h. molte miglia. Da be ramifcendea,'ìdotte,ir di meco difio
,Abbattereferabbaljàre. Lat.e.rtendere,claudere,porrige- fofcendi.Se non [effe fra noi fcefa fi tardo. J/puaangetet-
re,exj>orrigere,& rxporgere B oc. Et le cortine del let fa Scefe dal ciel in fu La frefea riua. B o c. Cominciò a firn
to Aobattutejcdefl abbafiate,o ferrate. Lat.claufa.To- deredilpero.,A luitifaporlafcalaperlaqualtufienda.
fi ia eh' IO ueggio abbattuto il nemico della miahoneflàj. Scendendomenoauedutameme caddedetlaicalamterra .
abbaffator&uinto. Lat.fuperatusjdeteSus^ejolatus.pro .Alqual'Hicoflratoéffefccnidigiu, egliftefe. La Bel-
Jlratiii.D Gliramilchianta,abbatte,e7 porta ijlori, colore Scefa giufo.
Che non l’abbatta eflo Carlo nouello Co Guelfi jitoi.i. utn- Pifeendere. Lat. defeendere ual feendere. P e t. ondedifien-
cant,flemat,profiiget . de Da gli altijfimt monti maggior Cambra . Mentre ch'ai
,/iuallare ,per abbacare . Lat. deiteere ,demittere. Dan. mar de feendtr anno ifiumt.Qjiando tanta dolcestpia in lui
Tqon altrimenti Che uergine , ebegU occhi bonefli auatU, difccnde.Qjiando’l colpo mortai la giu dil'cefe.Che poi di-
uedi 4 1 7 S 4. fiefe in preliofa pioggia. Che fu Difeefo a prona r caldo, t!r
lmo,ualba/fo,&profondo. Lat.imut. P e t. Inifudeflh gelo. B o c. Dijeende l'angela diaetoinierra.Qjimil'ac
natoondedaimo'Produffealfommol’edtficio famo.Inal- qua uerfoilpiaiiodifiendtndochianffima.lepiaggedelle
to poggio,m Halle Jma,cr paluflre.D a n . SImìI’ì/òU tta quai montagnette cofi digradando uerfo il piano difcende-
intorno ad loioad Imo La giu cala,doue la batte tonda. uano.La donna nella grotta Difcefa, Di mibilijfimiparenti
17 S J ,4dimarexial uemre da alto ai baffo. Lat. infiàmarejdefccn- Difcefa.i.nala U Di/cendere a gli atti degli huomini.
dere. D a u.lntra SeHeri,& Cbitueriftadtmaf'ua fin- ’D'iCcetfdenti.uedtaparentado i;68.
mona bella.i.corre dalla m fu alla in giu . .inoliare per difieniùre Lal.deqcere,demittere.D a N^'ra
ln(tTÌote.lat.utiirferiorueflri,dgemtiuoperlottblatiuo, pondi là,oue’l'tfiloi’aualla.uedia 178).
al modo de GiecLche no hanno dblatiuo. Ari./ fimulacri Dcrmare. Lat C ortri,nafci/leducered>rtgiiiem ducere . per 7 7 8;
Inferiori in mano Haueam . dtfeendere. T i r.L‘acqua,cbe da Tartufo fi deriua.
Sotto.Lat.fùbfubterfiubtus. Ttr. Sott‘,4cqua.Solt’ydn, Diroccure.Lat.denuare,erkpere,efjluerr/ffundere. D a k.
tandro.Sotto Breno.Sotto un Lauro.un Sa/foom Bamo.un Por cerfo in quella molle fi diroccia .
yclo.Sorto il Sole.il Scudo.il Tempo.d Giornoal Fafiioan Diroccare. Lat.dctrudere, dcqcere. per uerdr con furia dallo
ttcoJl Manto.il CieUl Freno.il SÌjuTio mdoSotto le Stei al bafio. A R i .Tercbe gin diroccando a ferir uenne .
le.La luna. L’ali. Sotto Bende, Gonne. Qjtell'arme. Fura Caduta, Lat,& excidmm,cafus,pracipttium,ruina,lapfuu
flella. MiUe catecù . Et fune'l mondo Sotto [opra uolto. Boc.;7^Mm mal fi fece nella cadua.Etper còtmoiui Ca
B>oc.Sottoakunaregolaconflretti.ComeUfolepirdper iuta la molle acqua rompe,et fora la dura pietra.T u
andar Sotto. Mortogli il Cauallo Sotto. D uh. utò Sotto per lo adie.f'na cafetta anticaquafi tutta Caduna.P e t.
perSolto,per larirua. Cadutaèlaiuagloria;&tuuòlu/di.
Sottentrare. Lat.fubhre,& lemter,irrepere. ual entrar fotta. Ciàn.lat.prolapfiodapfus. P t T.Cader Maligno.'Nòfu’l
B oc. Comedfmnofottilmente fottentranedefiderofioc Cader di fubno fi flrano Dopo tòte uittorudHaunéalle.
chi. Th.II fanno non aueggendomeru io fòttentraua al Caduco.Z^r. caducus,dectiuuu P l r. Caduco Beiu.Cadum
lafio corpo. F tjecebini, iqualt Sotteutrauano alla Bara. che Sperarne, Che fi poca mortai terra Caduia. B o C.
Similmenteil ueuto con fattili Sottentrameuti Jltmorar (lafciamoftar la belleg^eh’i fior Caduco.)
tonde. T k. lat f uh latentibutjiimulare undtt Cadere.Lat.& mere,et mtàere.per feendere, et percipitare.
Appreflb che ualé fitto. Lat. detnde.B oc. Ma penbe Tor. Etécader mmandelmtor'wco.ataderuachi
qual[ofielacagfotte,peribelccefi^jKvdpprejfofileg- troppo fole. Cade utrtù da C mfium Mte toma, Slraudo
A cade
Bairczza Q^V A N T I T A BaiLzza
cade dal citi fin lenta pioggia. Che chi pofiendo (lar caddi far coUare/>UTt'orure,efSaminarca.tormeiaare,o dar la
ira maamde in un rm,che l berba afcondc Caddi. Qnant' io corda . U giudice dtlpodeflà fieramente contro é lui prom
caddi neU'acijua, & ella fjurue . lo cadrei morto, ouepiu cedeuai>a Cbauea coUato.Era per auemura nel pori»
muer bramo.yeggioéman cadérmi ogm fperanga.Ter- detta littàuna nane di mercatanti carica per andare a
che con lui cadrà ijuelta jperanza-Forlifi lome’l ililiCal chiarenzA , deltaquale duegiouam erano padrom, & ha*
to caggendo.Et uima a terra caggia la bugia. B o c .Infi- uca collata la uela per douerji come buon tempo fóJJ'e par-
no che già ogni fiella a cader cominciò che jatuaj in occa tire.& non calata fi èri tn quejlo luogo, perciò che era ti
fum ncrgrre.Deltequaii Torri Cella cade piu giu andar nò rata fufo . Cimone fuUa prodaa queiti che jopra il legno
puo.y nfiHniiuUoÀtqual cadendo per balx^è pietra urna, d'iphigenu erano, forte gridò, ^rreftateui, & calatele
focena un gran romore. Quantunque alquanto cadejle da utlejo noi fpeltate^ejfereuinti,& fontmerfi in mare ; &
alte.uedi all'indice. D a n. Voi apprejio conuien che que qui non fi dice coliate percioebe s'intende abbajs'are giu. et
ila caggia Infi-a tre foli, Ts{e aualt tl doloralo fòco cafea. hauendolo cala to nelpcr^ . & non coltalo ,&ioJiJi die
Cadendo H ibero finto Calta libra,La giu cafeherò io altre intendere de gC altri fimih ,
sì; quando. Caduto fi; è quella dolce terra . Et caddi come ColU.latfidicula,harum fiduularum. i il tormento, cioè la
Chuom.cuifimno piglia . cordadatormentarejodarlacordaaira.ucdia Collare,
ijSé 'Ricadere. Lat. recidere. Ma ricadendo afferma Di mai non ue Colla, Lat.glutmum,i, glsttenfisAcnde gluttnofus ual mfeo-
der lei. hoc.^ngifi ogni uinùfiufitma le chiufero,cbe fio come il ubo, ir conglutinatto oms , lo incollamento, o lo
qua fi morta nelle braccia del figliuolo ricadde. & bora in incoUare.è certa materia tenace uocabolo notoat ichthyo
qud,& bora in la ricadendo pure ne ufii fuori. Tanta ac- colla fi la Colla dipefce .
qua nell fonte chiarifiima ricadeua . Tendere, per denuare Lat.& deriuarefifipendere, defccnde, 1788
Ricadenti . Lat.recidentes, delabentes. B o c. Clicuica- re. P t s. La cuifalutedalmiouiuer pende. yndaperga-
pelli erano crefpijbmghi, ©■ oro.jjr fopra gli candidi ho mo il figue da lui pende l’arte guajla franoi.Boc.
men Ricadenti. Capelli Rtcadentialei foprale candide Sirimafi:la qutjlioneinpeadettte,cancborapende,ideft
fpalle. A M. JoJpcfa.Et udendo ciò che la Bbadcjia haueua in capo,&
Scadere, ual fuccedere. Lat. obuemrc, cadere, oblingere, gìioffolicridettebrache,ibeéquaej- èia pendeuanod,
B oc. Et del lutto do, che a leiperberedità fcaJutoera che lalauanogiufii.
il fece fignore.i.fucudutoJei tu cofi pufitlammoc cofi S ca Pmdix\c.Lat.pmduU,accliaa.& labeonesAl labrones,qifel
dutofcoli nelle fitte rtmafòi cofi fioppiato ècerro,oè b ^be hanno le labbra gmjie. B oc. Le labbra fue fono to
grotta i Latdeuolutus. me quelle delPoraccbiuto a fino Tendule. A m .
Tomare.Lax. ruere,deciderefieuoluere,pradpitare . è cader Pcnfok.Lat.penjiles. ual pendenti. Dan. E’ Uopo tronco
a baffo m luogo concauo,da T omba ch'i luogo concauato. tenta per le chiome Tenfol con mano a gufa è lanterna,
V n.Trimach'itormauoilucentijielle ,0 tomigmne alcumiefiihannoTefolAbe ènoceUapolttana .
CamorofafiluaJ.caggia.D AH.Ma fino alcentropria Spenzohtc.ualpendenti.lat.pmdfteifieieflt.Boc.Ettu .
conuien thè tomi . Semiile fiate fu l capo mi tomi.Uiri. mtlorniacafac5lemaHÌSp(^plau,quàdotu dourcftief
AkiSu‘1 mar in tant»,o’ fpefio al ad Ulano. L’afftitto, fere a lauorare.i.pfditije feux.a hauere cofa alcuna in effe
& conquaffato legno toma . Curao.Lat.curuusfiexus, contortus,pandusAt,um. Ari.
tomo. Lat. cafus,ruina,(altutfi la caduta albafio.B oc, Eflaua fopra ilmarCuruo,e!r pendente.
Ter ueder fare tlTomo a quelli rauiuoli ,& maccheroni. Chino, Lat. incltnatus, accUntsfiecliuu,bocdeclme,tSrual
Deponert. Lat.perponer j;i».P ir.Depojla hauea l’ufàta bajio ; e fcefa. P e T.Hutmdigliocchtfempree'l uijoChi
leggiadria. Oue ÌUpofìo baurei De miei jlicbi penfier fan no. B o c .Caualcare la capra uerjò UCbmo.L alla rmera
fica fima .Toi che Depoflo‘1 pianto, & la paura. La bella fa, perche il naturai della capra ì è afeendere, & non dt-
umcitrice; iut depofe Lefue uittoriofe, & fiere foglie. feeniere . Ser Bernabò èfpuiando con dmbrogiuoto ca-
tjij Sponcrefideponere.D A u.QuiuilòauementeJpoJèil carco. ualcaffeU capra inuerfou Cbmojadlafce fati ah Jìjutl
• Calare. Lat. deficndere, decimare, incbnare,uergerefiemitte- i fioretti dal notturno gebi Cbinati,^ Cbiufi.
re.è andare da abo al bajio. T e rJìjiando uedc'l pafior Chinare, per abbajiare,piegare. LatJncbnarefieijcere,demit 1 7 89
calar i raggi Del gran pianeta. Bo c. Dentro mandò le tere ,fieSere. P e t. Ter chinar gb occhi , 0 per piegar la
gambe per douerfi giu calare. Debberarono è calarlo nel teSìa. Chmaua a terra il belguardogentde. Boc. Sopra
fOjCgp. Quantunque il fide uebeemente calafiealt occafo la coppa chmatafi piangendo.Egli fi tbmò per bafeiare. Et
Si calò nella grotta. Forx gridò arrejiatem ; & calate le cbmandofi il trono.
uele,ouoiaJpetialedle{ierutcifi , fp-jòmmerfi inmare, Iachitìeuole,ualpiegheuole.Lat.accbnisfiexibilis.Boc.
D A N.Calarleuele,^raccogberleptrte. Inchineuoledefiderio.yeggendociaccionaturalmente In
Collare. LatdoUereAormere funefi propriamente inalbare, cbineuob. Sono le femine tutte labtb,& Inchtneuoli,
0 tirar fujò,onde collare tormentare aìoò dar la corda dal lnchinare.Latànclinare,uergere,fit(kre,reuereri,deifcere,
uerbogrecoupMifee, trucio, eSrtorqueo, Onde Colla figni demùtere . ualpiegare,abbajjare,bumibarc. P et. Per
ficaia fune da tormentare ireb& collare anche iuocabo che inchinar a Dm mollo conuiene .Tig la jlagion ,cbe'l
lo marinarefco, onde fi dice la uela i a collodi in colla^quà del rapido inchina . Ch'ogni dur rompe , efi ogni abe^
do quella è tirata in cima all' albero, che fiflain ordine per inchina. Ratto inchinai la fronte uergognofa. Cb’inÓm'm
partirfi,cioèperfaruela.ma quando fia per abbajiare giu clima a ricercar de forme . aìlhor m'inihtno Tregandobu
jò , cioè dall'abo al baffo fi èce Calare com'è detto é fi, milmcie.Con k ginocchia de la mente inehine, Boc. Se a
pra.ey non coliate, duenga che m tutti tieliiquefio con- miei prieghif abo uofiro animo non ìincbma.Ciaerail
fufmiente plegga.Aco c. ytfabro gbbaurebbe uobai fole imbinatoaluefpro .
HH C.C ini
T
Lunghezza A N T I T A
RjnaicchUre, mi nflrmgiftfi in Je fieffo.'Dut. La ^rane ccn
ditian di lor tormento Sterra gUranmuhu.hu i Hor
U MÒtire altieri hor raimiuhiarft ,
Rrfiettere Lat.reji fiere, naltmbinare.radopfiare.hf. i.
Che faidmenteogm (inja i’admette Quando m amor la
tolpa fi rijiettc.Cr per nucrberurejieai a di'].
Cortezza
LrtiCHEZZ,A.
fi liende, B o c. £t fiendtndo lo pie per lo letto g/ì itenae
abbattuto a quello fpago . Terdie Stefx oUre la mano,ac-
cBi fi fuegUajie. Et nedendo parimente lonobbe le braccia
Siejejópraiacapa . La BeUoloreftefiigmJhfii panni i»
terra Ò a», ,4Uhora]iefeal Ugno ambe le mani.
Difendere . Lat. txtendere. li o C. Dilìendere le braccia a
gufa di Crocifijfo . Su Cherba tapeti difendere . Cominciò
./irrigo a difendere la mauo,& il braccio, & cofi lutto a
uentrfidilleneUndo.uidiaU'laiLte.
1790 h Wn^hi:zii.Lurgo..A!lungoandare../illa h\h dùleli. Lat.raptim,ieleriter,ucloater.h oxi.llca-
ditiefa . .Allungare, dilungare,prolungare. Hallo .quando col dille fo capo corre .Atta dtfefa, V n.Sttr
allontanare Jltnderefbf cadere, differire. nere. Lai.ualdifendere. D A ti.Loduer mio,ib’at tuofen
Lunghezza. Lat.loagitudo,if pioceritai, tir fi fernafdell fi faccia chiaro. T.f'edrete aljìn uodre
Ulungbe^^,&aUe:t!^.&diuiurHaas,la profapie fernere .
lunghezjia del tempo.Cr proUxuai utjeriKonii. B o c.La Strafemare. Lat. raptare,raptitare,& per terram trahere .
Lainghcz,^ del tempo. Lat. diuturmtai. La Lungbexja B o C.Lo frajcinòinlaaguinandoil piano con lefue pu- ,
della miuella.La Lunghetta della notte. gbe. 7 h . D A n.Qui lejtrqjunareino. A K i.MoUi,difa
Laago,adic.Lat. tongus,& procerus,lungo,tà' aho. eJr éu- camlUfrafcinando .
tius,<^diKiurnut.uai di lungo fi di molto tempo.&proli-
xus ut férmo . & promifSm, à" fummifius ut captllut, CT CORT EZZ.A.
barba. Ttx. Lungo .Andare Jiffanoo,Camino,ùi Mar Conezzx,Corto,Breue .atcortarefibbrcuiare,actoniare.
tiro,Martire,Soiino,Tempo,Tormento,Stratio. Fora Lun .1
go a ricontare. Lungaguerra. Hiforia,'Hjia.Tema,Spe- Cortnzi ,& Curtett]^ . lat.breuitas. B O c. Chi non fa
me,Stagtoiied'ita,frta,Morte,Ef‘erieutta,Tittura,f'o- che la Umgbieg]^ & la Coric'^ del tempo allunga , «y
glia,Età.LungbeFattcbe,&Tene Lunghi .Affanm,Mar accorcu la noia .
liri,Tumi ,Sojjiiri. Che ne fa uaaeggur fi Lungamente . Corto, Curto. Lat.turtus ,argutui ,ó' improcerusut
B.oc. Lungo Lunghi , Lunga , Lunghe . b! gran Lunga,
Lunghetta,Lu’gbiljimo, Lungarni me, Lungammo.uedi
tlndtce.D un. ìioa era Lunga ancborla uolirauiaDi
quadal fanno quando mdi un joco. Luogo quando figm-
fiea manOfipprefio.ueéafi]ì.
Allungo .Andare. Lat.pofl longutn taiipusjeedi agoo.
corpus. P E T. Cono Tempo,y iuere,yedere. Combatter.
Etdelauita il trapafiar fi Corto . Etuidi .e'iuederno-
fro quant'è Corto . Lat. tuliitofi,myopet, uyclalopa,è
quellocba la uiLla cona.Cona Medicina.cr F'ua. torte ;
f'ue.Corii Ripofi . Vero fi mi procaccio quinci , & quindi
alimenti al Fmcr Curio .
.Allungare,uai allontanare. Lat.abefie longe, dtfcedere,prom .Accorciare ,daad,efr cuna. lat. decano, uale accurtare,
pciJci.P ixSonfuggtt’ioper allungar Uuita.Lat.proro- &abbreuure.uediaxp]. ,
garefiUferre,protrabereaxtendcre. Ma quanto piu m'al Breue. Lat. &argutus.iompendiofus ut fermo.eompendia-
iungo,CP piu m'apprcffo.B o c.Tfpn molto Ut galea allun
gata. Quàdo i due cauahen fi furono allungati. D ak. On
de quoto potengh occhi aiiùgarfi.y la natura,cbe dal fuo
fatiort S'era allungata.! mJi entrar le braccia pt rtajcel
le E eUiepie de la fiera,cb'eran corti Tarn' allungar quan-
to accorciaua queUeo-farfi lunghi. Lat. prolungarunt.Vo~
co allungati l'erauam di linci .
Dilungareoullontanare.LatJifferre,protrahere,extetide~
re^rofrahere ,fémngere. P s T. Terdifjierauuia fidi-
ìnngaro. fi o c.Ogm fatica ntrouandouana douerfi dilun
gar del mondo.Diiungandormdalla mamera tenui a.yide
nel mare non tnoUo dilungata la tamia . Dilungitofi con
àueutione di non mai piu tornare .Come atto miglia dalla
nus ut uia . dee. tmprocerus ut corpus . nrcunlcripius ut
jyltogifmus.T!in.temporaneus ut tempus.& tacomfmos è .
lo brace parlare Cice.adte.mal.^ fem.uai cono,&puiio
lo.P t T. Breue Confòrto, bir. Gioco JUpolò,SoU,Spatio,
Sogno/'iaggio. Lat. iompcndiarius,q. Sonno, Furor, Ca~
mmo,Cbioma,hauola,Guerr*,Ciou,StiUa,Telap^iaPie-
qme.Breuiffimo n/ò . Quaiao più m'auicmu al giorno efre
mo,Cbcl‘bumana mileria fini far Breue .Breui Cumi,
7dotti.& Rifa. Boc.I motti perciò che Breui fono. Breut
Cvfe.Breucmente. Dan. Breue , Tertugio, Fella, yfo.
Che la fialetta i de tre gradi Breue . Breuemente farà ru
fpofo a uoi Breuemente mi n^ofe quando i aduerbm,
che dmota tempo. uedi aTempoazp].& quando figmji-
ta ferii tura, Lat. diploma, cis- ueJi a 8oi.
riua dilungati furono, uedi t Indice.
Throlungare.Lat.differre,comperendinare,procraflinare/iif- .Abbremarc^ aecorciare,uedi a Breue aduerbio a sp],
ferre in longumaUem de die ducere.B o cJat cena per lun
gofiiatioànotulaprohpigò. L.ARGHEZZU.
1791 Differvre.LatjdifferreiidiRarefilseffe .ualddungareproUau
garefardare. hui. Ognun, cheuiuealmo^opecca,& Arghezzx. Largo ,.Ampieviti, .Ampio,, lyjj
etra, 'big digérifce in altro il buon dal no Se non, che B9 Tiana^patio,Campo,.Aria.Lirgare,alUr
Pun iuintoadpgnignerra .mi fari heue Différirquefla garefimptare,^liare.
pugna fin . Br latUudo , laxuas , iJeli
jlUontaaare.Lfintanare,Lontanojiedi4 p6s. ESmS diLualio.
Stemdere.Latxxtendere. P i r.THemut uofìra ragion la n3 Largo. Lat larguiJatuiJaxusaialeampio,^atiofoMo,&
fiflende.CbefidoaltraPmgtgnOHonfifende.Toiflenden aUuna uolta dmota magnificoMtralr.P a j. Largo Cie-
dolauiIlaquant'iobaflo.Diqutliofiue'lbtlguardiimm lo.lAt.amptum, Largotempo. i .^aUofum, Lar-
l»
largherà QJV A N T I T A Strctttaza 145
go Tributo.Ltl.magmim.Lirgo l'olo.Lat f^atiofnm Lar- Kni.Utjitr,& catum.pcr lo Spatio. P i t. SÌMaata .Aria
go Coloanejé.Ui.»uinificus.Lirgj f'ena(.t.iel dtre.)Lat. dal bel mio mi àfarte,^ per lo elemento, nedt appf.<^-
fécm$Ja,facmtdj^tuberrtma.largayia.Lat ampia. CoU per lo affetto a 1410.
donepiM Largo il cor traboccbij.abbondeuolmente.Latjif Campo.pfr lo Spaiio.Ut.foinm^iiperficies, jpatiim^am-
fluentcrMa il nofirofangiée pione Tm Largamentejar- pm,ptanitJ3^planmei. P e t. In Campo nerde un cali-
gata al fin con l'amorbp:cbum.i. fciolta.Latlaxata.Zoc.
ynaTauotu Mollo Larga. Laighecappe. Larghi panni ,
Tipi habbiam molto Laigo parlato delle noflre mogli jjar
gamenter& ampiamente. Lat ampia, ampluerdate, diffu
Je. Largo jpaiio. Largbtfimte leggi. Larghifiano patrimo,
tnoj.amplo, Larg.iiuente .
Largare.LatJaxare^crire,fiiungere.P t T. Largai' Idefio
ib'i tengo bor molto a freno .
.Allargare. Lat. élatarejaxare,ampllarr, proferre . P E T.
.A le lagrime Irifle allargat'l freno. Di h perche tacqueat
allargò la mano iboc.Se alquanto t’allarga la uoLlra
bonejla. t{p maitre di fioìutiom allargando fi qnantoi ji.
colari. .Allargò le for^p allo affiderato tuore.V H. D A N.
Sciroppa ficnrtà m'aUarga'l fieno .
Lato. Lat. cr fjiatuJui,patutus^mpluiJaxHi.T e t. Talho
ra per tua (aera fi per uta Lata .
Ampiezza, larghccga. Lat. anqdituJoJaxitas. B o c.
Rompendo la calcata gente , laquale haueua riempiuta
[ -dmpiegrca del fatto certbio. P H. D A n.'tipn (‘ingan-
ni f .Ampiezza de f entrare. Dcntra t .Amputala di que
fio reame.
A mpio,ual largo; tir ffiatiofò. Lat.latus^mplus,fpaliefus ,
patulus. B o c. ,AmpioGrembo,-4mpia Hereétd..Ampi
Campi..Ampie Tromeffe, .Ampifìtma Cotte, .Ampifione
dtdo armelhno . <Jr quando dmota la campagna . uedi a
1 10^.^ per lo ef eretto a qgS.
STRETTE ZZ .A.
Trettmz, Stretto JbflrettoJìiflrctio, Co~
firetto,RomitOrAffifio,.A rto, .Angufiojhin
gere,riftrmgereyiifiringere .
Strettezza. Int angufita,arum ,firi(lurjt;
comprefiusauairdui.& artio. B oc. Che la
troppa Strette^pc/i della mtenlione delle cofi dette non fuf
fe altrui materia di di^utare. Vn monaco g»uane,d utgo
re del quale ^ la Strettegpia/ie i égium, ne le uigilie po-
teuano macerare.
Stretto. Alt.» arUusAngufliSiConfertus^ turba/xiguut,
brtuuatrCiordniquus ut ^iumotale ptcciolo.Ptj. Stret
ta Gabbia. Che Li ima ndil preda no piu Stretta Tenm al
btfogno.Tercbe tìea uerfo me le man fi Strette. Career ;one
fi uten per firate aperte , Onde per Strette a giran pena fi
tmgra,(!r fofiantiuoMa Maratona, CT le mortab Strette
àxnrguiìtt.B o c. Fn Cbit^ictlo Stretto.Fn luogo Streh
to. Col uifò molto lungoect Stretto.a Stretto configlio. Ter
una uia afiaiStretta.Stretta domefiitheg^Tioi fiamote
nule Strette. Stretti m fumé, Tenendo gb firom Stretti al
corpo . Strettifiimo . Strettifianamenie . uedt alt Indice .
HercditàyAmptfiimo Campo,-4mpiaii Regm. Dan. Hot Stringere Strignere.Ltt.firingere,ar8are.9ix.et le duo
fe tu bai fi .A mpio priuilegio.La uifia ima ne t Ampio aSt
ne tAlie^fta non fi fmarnua.I utdi un'Ampia fofia mar
cotorta fuor de t Ampia gola dmfemo. Licerebi corpora
li Jòn’Ampi,&arei.
1794 Ampiare. Lat. ampliare Aiciéderefiatefatere. per allargare.
' B O C. Quafit animo ampiando.ifi 2. Etiampiareal tuo
potere piu con cofefallCAbe con parole la fama fina'. L a.
Viini.Lat.plana,aquabiJa(ilii,plaiidaJauis.p e t. Che mi
conduconperpiu Tunauia . Alqualueggio fi larga, Cr
"Piana uia.
bracciaSon a {irmger il cor timido, & piano. Che fèrro
mai nonfirigne.EtfifoautmentelegaAfingneJ>icbemil
lapietàpar ebeui SlrmgaStnoncbemifiringeafoldite
puta.Etfiringendo ambedue uolgerfi a tomo. Deh firitt-
gilo bor che poi. Et nulla fi ringo,& tullo'l mondo abbrat
CIO. e'I tuo dir Siringi, & frenati laccio Alqual miSlrinfi
amore . Et firmfe’l cor d'uà laccio fipoflente .Allbormi
Sìrinfi a l’ombraSunbelfaggio.Legatofonpercb'to fiefio
mi Slrmfi .B oc. uedi all’Indice .Dan. legteuam
un giorno per diletto Di Lancilotto, come amor lofirinfi .
Spitio ,& Spoeto àce il thof(o.Lat.&interuallum,curri- Biilretto,ualfèrraloinfieme.Lata>bflri{lns,o(clufui, con-
tuluma>emculum,curfutpbflantiatntercapedoanterSii-
tiumjra8ut.& ficularu.boc feculare, lo fpatio duitoan
ni. interordmiumdofpatiotragltarbon.tlr mtercolum-
mum,è lo fjratio tra le colonne, ual luogo ampio, Cr fpatio-
fòfiuero dtflarrzf • B o c. Et prima per S patio dt piu dun
miglio élungati furono. P e T. E’npocoSpatio lamia ai-
ta chiude. Breue bora opprefìe,Cr poco spatio afeonde.
Con tauro de fofpirper tanto Spatio "Pedano alcielo.
D A N. £0 Spa'^o era una arida,& ^efia. Et nÓ pur una
unita quello Spattgp Girando fi ru^efea noflra pena . er
quando figmfica tempo.uedi <119.
Spallare. Lat fpatun,late uagariAmbularejial cambiare AT
andare per lo ^atio. B o c.Amcnifsnno campai quello.
cUifusAeclufus,compatlut. p e T. Riflreltoaguifa ithuom
cb’afiietta guerra.In un bel drappeUetto iuan Riflrette.Et
le tre parti fue uidi Rifirette. Era la mia uirtute al cor Ria
filetta. B oc. la cattiuella della paura della dimandata
pena dallo Stramba RifirettaSlaua.Lat.pauida,timidaAt
menculofa. Rifirette nel picciolo circutto delle lor camere
rincbiufe dimorano. Rifirettiin fegb fifiritifimori.Hauen
do fólto certa legge Riflretti ragionato . "Helle fpalleRi-
firetto . Et Ibpra quelli marmi Rifirettofl,effendo il fred-
dogrande.
RiSlngnere,& R)Hringere.Lat.adflrmgere. Pet. Rifirette,
&■' RiSìrcttaAedt di fòpra. B o c."blon intendendo rifirett
germi (otto alcunaffetttlitd .
per loquele noi hoggi Spanando andiamo . "Poi che Thilom Diltretto.ln/ éfirifluiAal Slrelto,o rifirelto.V E l.Rup-
mcna ragionando ui Romagna i entrata , a me per quella prfim tato dt uergogna il noda,Ch'alamia Imgua era Dia
fimilmenie gKua i andare alquamo panandomi colno- flretio intorno. Boc.Cbe'lmto cor tien Difiretto. qui
uellare. Alquanto con lento pafio dal bel palagio (u per le do dinota la prigione jieé n J4 ; .
rugiadefanaiidofiiallontanarono.S A K.Siuedeanomol Diflrignere.Lat.4Ìflritigere. P E T.’Hfdiluicb’atalnodo nà
ti armenti che andiuano paficndo ,& fpatutndofi per li difirigne.O bella mancbemiddfingrdlcore.
uerdiprati, CoRietto.Lat.coaSbu,cdufinllut, cobibitus, Tcfr*natut,
Q^V A N T
P E T. DigeLttapMM U lien Ct^rtm.i.V affretta. B o c.
Co^rettodanecrfinà.i.tfQr%atOfifptronato. lat. coaÙni ,
ftrifius. D'amor CoJIrt ttt. Da fame Cofiretta .
• f^xto.Lat.arChn jln(}iis,mtujui,prtlmsiangujius.ual^ret.
fo.D A N Lagmnel fondo forauHato,& ^rtojj Cerchi
torperali firn ^tnpi,e!r ^rti Già di larghe^; che’l me}
fo di lutto Intero a contenerlo farebbe Mrto. Boc. Et ar-
tatamente prefe concoflki una fretta domeHiibeo;p^a.i.
lìrettamcttte,iy con afluiia, 'Non lòlatnenie glul comin-
ciò a comendare , ma Artatamente a foUecitarlo a ciò
molto }pe}3o.la.impéle.i.arfle^r8tJJimi, ualde opprime.
Romitoyiif.*»/ foto,& in fertflretto.Lat.]òlus,unusjbli-
tarius jblmagus,de}èrtus, remotus . P s T . Feggiola in fé
raccolta, a- fi Romita. lo Ipirto Con tutte fue uirtuti in fe
Romito. BO c.ArifloieleJlar conattoph, Tacitoriguar
dando in (è Romito ,¥ i. D a n. & l’ombra in fe Romita
Surfe uer lui del loco,oue pna flauaJjt piu Romita uia era
una fcala.i.piu diferta,^ inufttata.dr quando ifo}iantiuo
dinota quello ehehabita trremo.uedia 147.
A.n^{lo.Latjir8us,exiguus,brtuii, ual picciolo, & flirf-
to.V hT.lncofi Angufa ,iirfolitaria uilla Eralgran-
tPhnom che d' Africa s’appella ,D as.A piu Anguflo
uaglio Ti conuien (chiarar .
Croflezza. Lat.crafiitudo,& craJfamentum.B o c.Di che
Croflrtéia i quejia pietra i Quelle pietre fono rfx nane
Crofiizxs.
Groffo.Lat.cra/Ins pinguis^enlùf,j}>ilfus,plemit,còcrttttf
I T A
LIBRO DECIMO-
j ViF £ R KO.
N F E R N o, Abifo,Tartareepor
teXittà di Otie,Diauolo,Demonio,
AuerfariOiFijlolo, Folletto, Tinnì
eo,Tenebre,Scurttà,Ofiurità, Late
bra,TipttrXuio,Tenebrolo,Scuro,
Ofeuro t Ottenebrato , lipttumo ,
Tiegro, Bruno, Tetro,FolcoXolto ,
Condenjà, T orbalo ,Turbo, Tetro ,
Vunitione,Dinatiane, Oi^eratio-
ne,Dijperatl,Dannati,HereticiXIaladetti,Tormenii,Sup
pltctj,Tene,Stenti,'Pianti,Lagrime,Cemiti,lainemi, Ra-
marichi,Lai,StridiXiff>iri,Singultt, LagrimabiU, Lagri-
mofi,Ttnofi,Ttetd,Ah,Abifihime, Hui,0, Bruiteti >
Sporchez^,Soz^ra,Mondigba,Immondiglia,SuCiidn-
me,Fraadume,Tuxjia,Lezj;p, Brutto, Fecuofò, Fetido,
Fracido,Vutndo,Manio,Corrotto,Laido,Scrtjp,iucido.
Carro dcBa notte. Ammali notturni , Fiumi dell inferno .
T^oijw' de Dianoli, pumre pagare, piangere, plorare, lofi i,
rare,gemerc,ràmaricare,garrire,patire,lòjlenere, (lenta
re fenarejiipareXtf^tpare, Imperare pianare, codennare ,
ofcurare,fcurare,offujcare,abbagliare,ittuiare,imbrum
1800
re,abuiare,annoiiare,an’ierarejmbrattare,fihicherare .
tjT alcuna uolta in uece di grande .Boc. Grafia Kocf j. Inferno . Lat. infemus,infemaUs, & mferus untimns, &•
profundmjcatogeumj^ domicibum fnbterramum,tarta
rui^artarensJ>arathrumArebus,orcus,auemus,& auer
nalis,plutomus,cocytus,acherufÌHS,pbegetiiteus,Uygiut,
Aiheruntheus , Letheus . Lo Inferno i La piu bafla parte
del mondo,&èdetto Inferno da quefia dittione In fra, che
fignifica di fatto ; tr fecondo la maggior pa rte de fcrittori
lo Inferno è nel centro della terra, 0 poco lontano, ér meta
phoricefipone per queflo mondo ,S’ perla ulta mortale .
P E T. Tion uorrei rmederla in quello Infemo.i. in quella
una mortale.De uiui Infemofparlàdo di Auignone. ) Et
leifigue aKinfento. DianoldelTInferno. &
nella F t.Dif de gli immortali regnidiStige,oombreIn-
fernaU fi eterno Chaos, A R i.ch’ a mirargli parlarne-
derC Inferno. Tfon sòfeda l’Inferno, 0 da qual fède ,
grande. Le Labbra Crofie.Cominciò a gittar lagrime, clx
pareuan nocciuoleji eran Grafie. Grofit Talafreni, Sala-
ri.i. grandi. Grofiifiime Terle . Grofiifiimo Mare .
lngnfiarefrfarfigropo.lat.crafiefcere,pinguefcere,pàde-
feerefit luna crefeentefrumentagràdefeunt, cioè l'ttigrof
fano. Dks.f'afii caggendo, & quanto ella piu ingrofia
Tamo piu troua .
Sottile. Lat. fubtilisfixilis, tennis, gracilii.V e t. D'amor
traggo indi un bquido S ostile Foco . Tion hebbi a Si Info il
miodir troppo humile.Drgna d'afiai piu alto,& piu Sotm
file. l'idi tela Sottil tefier Chrifippo. Boc. Sottil Corda ,
f'etro,Sottilrydtre,Artificio,Sottiletio Ceribio , Sottili
Aueiimenti. H uomini magri ,rt Sottili, Sottili Ciglia^ ot
tilifitmo,SottiglicZga.uedi alt Indice.
1199 Affottigltare. Lai. acuertfixtenuare,maireflcre. P et. E» \nfetnd.\e Lat.infemus,c^-inferusja:thtMSfifimft aomus,
chi troppo affottiglia fi feauegga. B o C. Dopo lungo fba- afiim.Sibiiui.Degeneres ammas tenebri! dàiiauitaornii.
rio a^ttigUandofi la nebbia. Quelli che hanno ne gU jiucb TIJI òdi DE DIABOLI,
gftng'gmafiottigliati.i.fatti acuti,typronti.ì) a n.Cer. Diauolo.Lat.éabolui,calumniatoritp-anchoingreeofigni
to a colui che meco l'affottigba. frcacalumniatorefiediaCalummaa i48.<>‘ Demonio.
Aguzzare. Lat.acuere perafiottigliare,prop.&metaphc. Lat.Damon,eudxmem, cacodxmon probono, v malo da.
p B T. Sempre aguzptando ilgiouanit de fio. B o c.Amor mone, ual fapiente perche demon in greco fignifca fapere,
gli banca agut^to Cmgtgnò. D a nxigugga uer me toc Belzebù fignifica buomo di mofebe, cioè d anime pecca-
duo Si che la faccia mia ben ti difeapra. Agutga qui let-
tor ben gli occhi al ucro Et fi uer noi aguzgauan le cigba.
* & per far la punta, uedi 4 5 J 8.
Aguzzo. Lat.acutus.DA K.Chegiàperbarattarbafoc-
chio Aguzg.oa.ag1e7g.ato .
Acu to,et Aguto per fittile Latateutus, & aiutulus il dimi
nutiuo,&argutut.P E r.Torphiriochedlacuti Sillogif-
nu. Boc. era d' Acuto inge^.ì.pronto, &frutde . <jr
quando dinota puntidofiedi a s 18.
J^^mzzcotc.Latauutor. S A u. Apollo fi lime ad Agu^-
\atore de pcregrìm bigepiiJM. a^ruilor.
1801
trio. Belial finza giogo fi nero frnzafignore.peribefem
Crea quelli repugna. Satanisaduerfario. Bebemorh
beflia . Leuiran arrogimento di quelli che accumulano
peccato a peccato . Lucifero del primo ordine della fu-
prema bierarchia,& in quella terme il fupremo grado ,a
cui come a pnneipe molti di tutu 1 chori fi accollarono; co
Bui fu accecato dalla confideratione della fua bellcgga .
Boc. Efiere nelle mani del Dianolo . Da ebe Dianolo fu-
mo na,poi che noi fumo uecebie . da Cento mila Dianoli:
yna fucina di Diaboliche operanoni ah. Del Diaual
nini afiai ; tra quali udìcb’igb èbuttardo padre é
•I tuertzpgna.
è.ml
i
I
INFERNO
Hitttfpu.Tmt'tiimù AlichinOiC^ Olcabrina com SpÌTÌti,&SpÌTtÌ7miligiii,f^mfiniàli,Lat.giirnitsJartutJa
miH<io tér,^ IH CagnazzOi & EubuìccizgMdi U mu,umbrtcJepiiires,orum^iies,& lymphatum lo
Libicocco Draghignazzo Ci- ntaio. D a n. Ter trarn'Kit Spirto Jet cerchio JiCmJo.
haccio fanmto^ Cratìcanr^ Farfarello, <?• Ru Ttrcb'ipregailoSpintopmeiiaccie.TKttifonpienàSpir
bicanccpii^. ti maUÌeiti.Cbe non i Spirto cbeperlaer uoLi.
Ncmico,f rr lo Duuolo. Boc-Tu mifarejli dare CMtma F y RIE 1V,F ER Tiyi L I .
altifimco. Tre fonole Furie ìnfemili,Megero,^leto,&Tbefiphone. jgo,j
DcmotùomgrecofigaificapipieiUr.LttJiemoH. Boc.Ter LotMrre,AtberimugeHxitcumitr^ apad m}eros,ca-
puMiameiui di Demoni.^ famr gl’infermi, et a liberare nei apud m.ortaleifnru,(p- hydrigena, ^ colubri fere di-
gli Indemoniati .Dun. Maeflro { tu cbeninii Tulteleeo fUfu>it,!p-aqiieftegliantichideJicaronolaTalpaanima
Je.fuorcb'i Demon duri , Caron Demonio con gli occhi di Ietto che hahtta jitto la terra, onde Dan. Quejl'è Urge
brapa.Delo Demonio Cerbero ch'introna L'amme. ra dalfinijiro canto Quella che pange dal dejiro i ,4let-
1801 Aucriario , perlodiauolo , 0 demonta. K r i. Ma Cantico w; Thefiphoni nehnnco,& tacquea tanto .
Autrfario che fece Eua A Cimerdittopomo al^r la mauo. Alctto.Lar. -Stello figlia di .Aeberome, & della nane, &
Belzebub. P e x. yanno trefeando , & Bel'^bub in me%p . mtnifira di Tintone. &fignifica fén^a quiete ,& la inqme
I) A K. luogo la giù da Beb^bub rimoto . Km. Belj^m tudme iilprincipio del furore.!) a NMedidifimra.
bubmabgno. Tbertphonc.Lat.tbiftpboue,&inlinguagrecafigmficau(
Situo, & Satbanafioénota auerfario. D a s.TapeSatan, dicatrice iucctfione,^ quefioiil rimoifodelU confeie»-
pape Satan a Cheppe Cominciò Tinto con la noce chioc- t^a. Km, Di man trarla a Theftphoneé& a la morte.
ZM. A R 1. Farò fuggir Tintone ,&Satbanajìo ,E'l Con Mteera. Ut. magera,&trahefuafigmficationedaodto ,
in foncé leuerò ddpafio. iklquale fi permene in eflremo furore, C piglia fi d furore
Pluton . Lat. tr orcui .Dan. Coimmoù Tinto con la noce pel difordmatoappetiio .Ari. Ch'abommabd pefie, che i
chioccia, uedi a Tluton Da nell' 01 dine del cielo ai}}. Megera E' uenuta a turb,ir gli humani petti! D a s.ueu
LuciftToncdidi/òpraaDiauolo.Boc. farmi met dtdifopra.
tere in bocca di lucifero, D ah. La creatura ibebbe'l bel !.iiae.Ut.& Gr.erinuytjuria infemalis. fono le furie infer
fimbunte . uab. Dan. Guarda tm d^Ie Le feroci Erme.
Cerbcro.Lat.efi- lanitor orii,rriformiidrifaux,lriceps,cu, F ly MI DELL’ ITl^FERUP .
fiat berchi .Dan. Cerbero fiera crudele , & diuerja Con The fon, Gian, Tigrii,Euphrate,.4tberonte, Lethe, Talude ,
»rr gole canmamente latra. Quando fi feorfe Cerbero grò Stige,Cocito,Tblegeton uedi a FiuMÌ,cbe fecondo Cordate
uenno. Da lo demonio Cerbero ch’introna L'anime.Knt. dtU'udlphabetofonofofilagb fuoituegfn.
E'icantrifauce leuerò dal pafio, Stige palude infiernah. uediafimnia loyp. D a «.Fuggir x8of
Barbarìccia Lat.fubruffus^cmtuijbarhatapriia. Dan. tofidiuan^adunth'alpafioTafiauaStige con le punte
Et Batbanccia guidi tadecina.Macome fapprepana Bar nfiiulte. Fanno -4theronle,Stige,& Flcgetonta .
bariccia.Ma Barbariccu il chiuli ne le braccia. DitCiècutà deWinfemo.dt Tintone f»ofignor,fomeadefin
Charon/» Caron Lat.& portior,& nauta flygius.nocchit- Tlutonea 1:6. B o c.Iocredo che ninna furia rimane fie
' ' ro infernale icr fecondo dice Seruh è detto nftrà rii ui uellactttddiDite.'V a.D AN.chelagranprtda Leuòa
nlfgarm. cioè per contrario fintimento ìci%y ^alftu , DitedelngnofupemOyS'appreffalacUtichanome Dite,
cioeaelgodert,perchetifaattnflarenóallegrare.Maio Tuturcepone.Lat.tartaree,&infororumporte.PtT.
credo cbegliantichitmponefiero a lui quello nome,perche Che col pie ruppe leTartaree pone. Km. Omaladetto,
Canimedelcorpo bberate debbano raOegrarfi per ufeir oabomiHofioidigno,CbefabricatonelTartaTeof<mdoF0
della pngione,& ritornare al cielo uarcandoi luoghi fii- fti per man di Belzebù maligno,
gl, {Jr però dice d Pet. Tal ch'io non temadel mccbierdl Tenebre.!*». P e x. £» da fi fòlteTenebremi parta . Fin-
Suge.!) A «.Charon Demonio congliocchidibragia.Et u'ituo folle mie tentbrenoueSxleTentbrenofire altna
però Charon di te fHageu.Et ecco uerfo noi uetàr per no» fann'albaJjingaRagiondiTenebreueftito.Cbequafiun
ue yn uecchh biàco.Il duca a lui,Cbarou nÓ ti crucciare. belfereno a megp'l die Fer leTenebre mie.Cbefim nmOm
1 80J Minos figliuolo di G,oue,& di Europa,fu Re di Creta, fòiuT enebre e’n martire. E'n T enebre firn gli occhi interi,
primo che diede legge a Cretenfi,fu manto di Tafiphe che & jaUi. B 0 c. OTenebre dogm luce nenuthe.! l.Etgli
poi fu mgramdata da un toro Jse fece d Minotauro,tir fè~ occhi della mente hauendo di T enebre o^feati ,
tondo .Ariftotele fuuccifò in StcdiaprefSo Camerino co, TenebTQfo.Lat.V iJ.TenebrofoHorrore,Tenebrofa Gdfr
fieUo dalle figUuole di Crotalo Re, (fi- dopo la fùa morteti» bu,Tenebrofi Luo^. Lafeiando Tenebrofo onde fi mone ,
poeti fu detto giudice del! tnfemo, uedi Minotauro,^ Tom Stenebrare,! leuar le te nebre, Dan. Quai lumi^ qua i can-
fiipbe.Lat.&quafiitor,gortyniuipifiaus,^oriiarbitet. dele ti ftenebrar fi. Lat. illuminare,^ iliuce fiere.
D A N.Cfcf quejii uiue: Et Minos me lió lega.K n i. 'Hel Ofeurità. Lat. objiuntas,taligojatcbrofus,d litogp ofinro,
manfueto ubino Fece entrar un degliangelde Minojjo . tenebtiiofus, ut nox,& latebra .
Folletto . Lat. fatuuifi»Uus,damonui,^ damon arem . è Scuro.**/ ofinro,^ buio,Lat,obfiurui,ater,umbrofus,opa* 1 806
^tiediffnrtoaereo i« wre* deluulgo , ^ fa cofepazjg , (ui,caliginoliitiettenebrofus, et tmebricolui.pieno diofiu
or uaiic,(fi- alcuni lodemandano Mat^^ruolo, tali Ma-g_ rùd.&illuminus uttempusJ.fengalume.P e T.Miran-
Zapengolo, (fi-altriaitnmcnti .onde l'Kn i. facendone doldidolol turbaloai Scuro.i.ofcurato£t in unpunton è
mmtione dice,L'atiima incantata. Che d'i » Folletto tue- Scurato il Soie . B o c, Salabetto come alquanto fu fatto
que,&-Junafat-.&perinliabtlelopofiD A H.doutdi- Scuroalei fin’andò.i.fattonotte.
ce. Quel FoUttnl Gianni fcJicb* . • Ofeurth Lat. opacm(obfiurus,»ier. utfiupra . ual coperto >
%
punfero a momria . Tu fi tofìo , come il fòle compkmh
(ujato camino baurigU funi raggi nafcofi , occultamente
itpariirai.Giahaueua Vbebo tujiojiiilìat raggi nelle ma
mie onde quando. "HeU’bora cbel fole cerca Coccafd . CU
lafciaua Tbcbo ucdere la [uà cornuta foretla dtfiofa cb tor
uare atijuanio con la fua madre.Et ben cbe Thebo co fum •
caualhfi luftjìe nelle onde ifhejjieria non toglieua egb lo
ro il feltcggiare . ^ quel cbe’l fUe nafcojb loglieua jiippU I
nano le aciefe fiaccole gratioji alle non co fi bellegtoua-
ni.uediMrindice.D A K. la Luna quafi a “ìlottc
tarda f acca le /Ielle a noi parer pm rade Fatta com'uu
Secchione cbe tutt'ardaà.era paffuta la terga partedelU
notte. S A u.Ma uenuta laofcura Hpttepielofa delle mo
danefaticbeai dar npofo agliammalt. A ki. Già inogni
parte gli ammali laffiDauannpofo a trauagliati]pirti,(bi •
/klepiume,& cbi j’u duri jajiifit chi fu Cberbe,& chi [k
faggio, 0 MiriiyTu le palpebre Orlando a pena abbafii Et
eradfolgià [otto tonde , Et era fparfo il tenebroforexp c
De t oriccpufin a le fireme fjmnde. Ma poi ibe't fol lafciau-
do il mondo [ofco .A la nudrue antica fe ritorno , Et orfi,
& caprese ferpi fenga tofco .Et altre fere hebbont il ctH
adorno. Lena alfingUoccbi,& uede d fol che' l tergo Ha -
uea mojlrato a la città di Hocco; Et poi tera attuffato, to-
me il Mergo Ingribe a la nutrice di Marocco. Et ne l ho- c
ra the‘1 foldel carro [monta .
INFERNO
ufccfoi&fenxf lume. P £ T.Ofturo Mere,Ciomo,Luogp,
■■ Mondo,SeHibiinte,Varlarc,Oi.uri Ciomi,Mjpettl,TaH-
ni,VÌ/icri,Ofi ura Giornata, Glori i,lnjigna.ìigbbia,'}iot
tefPrigion,Rjffonc,Terra.t'aUe,t'ina,f’iia.&- tana del
bel mp nieuo Oftura . B o c. Ofiura Tiotte . Tieno di
Ofiure Macchie per lo utih . Oleari ye/limcnti . Luogfn .
• TiSJippeThiloflratoparlare ji Ofiuro delle caualle par
fiche che le aucdntc danne non intende fiero j.Ji coperto .
Ofikrijfima Tratte. Oftunjfnno CietodenunoL Lat.ienem
bricoJum.B i u.Daolcuroetepc/ioJÒKemboafialiii.At.
Ofeurare.Lat.obfcurarepbuMbrare, opacare, obtenebrare .
Ptr. Si uedemmo ofeurar l'alta bellezia . Ocelli miei
Ofiuratoe'luojirojoie.Stmde rubbu par cb'ofiuri,eT
copra .
Scurare.Lat. obfcurare. ual of curare. Tei, Et in un punto
riè /curato d fate.
Liti.bTZ.LatJimttatHcnte ufata da Latebro.Latat latéula.
ual ofcurità. D a a-Ajiai ti ma aperta la Latebra .
Rofriif condtnfità,& tenebro/ità de uaporihumtdi.cfcon
denfati . Lat. cahgodcnebre. U a n. Si purga, & rijidue
la Ho fa.
1807 Buio,;<4/ ofeuro. Lat.caligo,tenebra. Hoc. Incitandogli d
Bmo,&l‘agio,^ilcaldodeUetio . Et eimni conuenuto
mangiare al Buio.Et leuatofi al Buio fi nuli unaguamat-
ca, irperCadie.opacuia>bfiurHtpter.Ofcuri/fnHoénuuo
li,& di Buia notte era d cielo.Et la notte era fi Buia,& fi Notturnc.La nodunut. San. Tiottume Efeubie . Frodi,
ofiura. D A K.Butoi'mferno/& dinottepriuata.lanarra T. Hottume ombre. Lat.lemuretainmpum.plu.
tiouBuia.UBuiacampagnaTremòBuiaContrada .Fai Annotcure.Lataduefierafcere.ualfarnotte. &abno8are
' le. &Luoghi,tr Segni Bui. irdbergarfuonénolte.Boc.nelPAu.Etgiàueggen-
.Abbutare . ifar buioa& ofeuro ;daab,& buio , cbe dinota do delle /Ielle adorno II cielo in me dello Annottar cSgbo-
efeuro. lat. obfiurari,obunàraripàuefierafcere, Dan. fo l^uindi partimmi fenga far foggiamo .
TrocacciamcUfalirpria ches'abbui .&inlmguaaretma Amettare. Lat.adue/ber^cere. ual far notte.&ifcurarfi.
fignificagittare .secondodLandino oue Dame usò burli D AK.^uamoUdidurapiaquandoiannotta.Oquando
in ueced! bui. doue dice , Gridando, perche tieid, & per- tHemifieno noSìro annotta. Ari. Caualca quando an.
che burli t .i.gttti uia . notta,& quando aggiorna.
C rigiocai buioAr ofcuro.Latjiigcrpter,obfcurus. Dan. Tcmottare.Lat.perno(lare,i albergare é nolte.DAK. Luu-
Al pie de le maligne piagge Grige, god peculio /ito que fio pernotta.
BrunOy&Imbrumre.uediaSii. Scxi.Ut.ferumdiapefitr,uefierapcfierugo,trlucifiroc^
ìii:ffo,/!Ìl-'tÌeroJMimgerpter.percftiito.PET.Hortri- aduus.&ueficrttnumtempus. iCultimaparte del H,
ih augurùj&fogràAS- penfier T/egri. Forfè prefago de di V et. La Sera defiar, odiar l’aurora Seglion quefli tran
■■ lrifii,&'N egn.Chtarodifnor.t’r gloria ofeurapt Higra. - -
B o c. Opelgioimoa me T/egri/Jimo , & quando Raper
locolore.uediaiifS.
Hero.Lat.nigerpter/nafius.'B o c.Tebaldofiracciògliue-
fionenu 'Èiffn indofio a fratelli , tiri bruni alle Sirocdne .
Quattro funi fratellt tutti di Tdsro uefiitLLat.puUati.I fra
teih di Tebaldo uefiiii a "Hero .et per lo colore a 8 1 8.
Annerare . per far aero Air bruno, uedi n 8 1 8.
1 808 Notte.Lat.nox, Terra /ma Air Tarcarum, & Eumenidum
mater,^ intempefia nox,&noQiifidentium , ual meg*
uotu fi fui primo formo. V E T.Hgtle Ang/ifcio(a,Alcu-
uaj^loml^, Dura, Mega, Oftura, Tranqudla, Tutta, Sol
una Tdottc. Che n un punto "Po far chiara La Hottefifcu
To'lgiomo.Hotti Atre,Crude,DogliofeJ>olht, Miglior,
Tenofr, THiebe, TriRe,S^frnUe.'Ntda tefieromaime
Fere 710111. Ter lo dolce filémio de la ’Hptte.fra la Tigcte
e’i di. Gente acni fi fa ’^tteinnàxf feratB o cjielT h.
Dopocbe'l fole nafeefiifuoi raggi nelleofcure tenebre,
tir lefielle cominciarono a moftrar la lor Uu.Qjumdo
Tbcbo lafcutodnofiro Hetmfpera fruga btee. Cbeprinta
quiUi,e lieti amami. A me doppiala SeradogUa,^ pian
ti. Et compii mia giornata inni:^ Sera.Mattino,a- Sera.
V Itima Sera. Dal Mattino a la Sera . Tfpn efeon fuor fe
non nerfb la Sera.Qjundo la Sera fraccia d chiaro gjomo.
la mta d fine a’ l di loda la SeraJ'eggio la Sera i buoi tor
nate [ciotti. B oc. la Serauegneme. La paffata Sera.La
uenutaSera.SonopocbeSerech'egbmfiuada inebbrian
dopnletauerne . citneirAu.GiàbaueaTbebonafcofii
fuoi raggi nelle marine onde Afuando.Giàlaffiaua Tbebo
uedere la fua cornuta Sorella .Dan. Ti; Cbora che non
può calar fiu d’uno Intepiàr pin il freddo de la luna Fimo
da terra Air taihor daSaturuo-Giàerail Sole a l’Orhtpn-
tegmmo.Trirua cbe'l poco Sol bmnait'amdé. S an lUu
di ueggendo cbe'l fide era per declina re uerfo t occidente,
&thei[aflidiofl Ordii buomaciauano a firiderc perle
fifiure ^Ua terra .fimendofi di memo le tenebre ciella not
te. Era già per lo tramontare del fole tutto f oriente fiarfò
à mille uanetà di nuuob,quali cerulei, & oleum f angui»,
gmfiltritragi. ’lo,ernero^talifirducemipcTlartper
1809
. - , n ■ ' ^"fi'^uederaggebeéforbitOi&fimPrDorupareuano..
tiKlfokU [ut Ufi mefiehauefie fitto fonde oiCidtmli T<tro.Za/.W«/Wt<2r/ii»'«.Pii./'awi/^i,tSrfi |8io
chiari
L
INFERNO 147
hoc.Fachetumi reihi un foco di carta mn nataci un
ytftjlrtUauiMO.cjnell' tt M IgaiuculUdauanoìucgoa
yipillrtlUgù perla tahgmofa aerefiorrenti.D A NÀue
grani all 7iun bauean penne , ma di THpiflreUù Eran lor
modo .San. fora che i yipiHreUi i/naliaUbora dejlati
ufiinanodtUeufatecaueme ,ralitgrandofidi Molare per
l amica ofcurità della notte .
chiari in career Tetro. D AS.DiUfu per lofofio Tetro .
A a I. Morlea^ettaua obominofaeTelra ,
Totbido.LujumduiiConturbatui, confnjns , non elarus ,
commotui. uallj>ef>o,confhfo,&non churo.PBr.Torbido
CigliOfTenfiero, TorbìiiTempefla , Confnfion, Torbide
^cque.Ho c.nelTAM.Etli tiniperadiecrocbiariho-
raTorbidiffimi. - . . , , ,
To\to.Lat.denjus,&afulto.Lat.tbeualef>^cnuto,pert»- Vlula.i4f. V 1 K.Certent^eygnuyluU.uedta leij,
iheUcofadentUpiudtliiacM fi fofiunc.VBJ.FoUoBo- ZiiaiiijallrimenliSanxalaJal.tiilex^a 1005
fco^oUa 'ìi^bia,Qmbra^chiera, Folte Tenebre . Il fe-
eol pien d'errori ofturi, & Folti. Tiu Folta fchiera di ^i
V actoglu.Bofco Folto di ^ini, B o c. Cm ani barba nt-
gta^ Folta al uoUo :
T urbo,per torbido, &fcnropofii'fi A N. Confórme afnabo
ta loTurboe'l chiaro.
Turbamcnto,Turbato,Tnrbare,Turbatore,Torbido,Tor
bidare.nedia$6p.
Carro della 'Hptie.lat.planJlrMmJèptentrioneshootes,ar,
Qopby!axa>r(loi,tà- urfa manr,& minor bbyflis,cynoliu
■pyzz^ BKyTTyfiU. .
\zzx,Tug^,Le^JjirdMra,Sox^a,lma igia,
mondttia. Mondiglia, Quifimlia, Carogna ,
Corrnttione,Gromma,Mkffa,Feccia, Leta-
me, Spag^ura , Succidioue , Fratidume.,
VuTj^nte , Tutrido, .A bommeuole, Lor-
Oo,!iporeo,SoTe^Uauherofo,Fraado,Marcio, Corrotto,
ns,calylioniaJjc4onia,hyperborra.P E T.'Upue'tcarro BrutTuri,Brulio,TurpeJaido,Fedo. pntire,pir^are,ap-
Jlellaito in giro mena. piKt^are^fpuaziredihicherare.imbraitare.
Piìzz»,&Tut^. lat.piitorrinns,fatorjoetiditas,0‘j<tiu-
tas la bruttcTyca, cluuies, graueolentia ut oro, opicusut
opitt murci,protuuium.fitusaisati,Cobi.uitibns fitum de-
WHIM-ill "HJìTTyRVJ.
,4loceo,Barbagiàm, emetta , Cuco, Cuculo,Farfalla,Cufo *
Gritlo,Gatlo,Lafciuolo,Lncàola,'Nsttola,Tipifirello,Sti'
ga,ytula^ipiflello, Zant^ara .
Barbagiàni. Lat-bubo^.auis fcr^s,Cfacra,& noSico-
raXyCis. & CreumentenylUtora,dtcitkr enim a nyx ny-
SosJ.nox oviJis,& eorax.i.coruut no(lurttUi,è uccello nò
da .& pador , orit, i la de piedi, barba, & fonile,
hoc. lo fimo la maggior Tuzga che mai fi potejiefen-
tire.Cbe Paria tutto pareffe dalTutgpde morti corpi cor»
preffo ,crTuxgplcnte. Lat.feetidum ’PerloTugg.ochea
Imi di lui nenia.
tamograde come CMocto,et ha la penru fitto la pancia Vuzzo\vnK.Lat.putiduf,putredulus,tabidus,fdtidut,putt- >
bianimfima,crmolie,&^l‘afiettoin foggia bumana, dmfiulus.ucdidilbpraapuz^.
& Jlà diruto III picé tome l’buomo, & non tome gli altri Tmov,pnggare,& a^ux^t.Lat .puterejdtere,male okr
re,putrfcered.maltolorii fieri. B o c. Entrati demro,fe»
ttreno ogni cofà putire, lo ni dico ch'ella ni potrebbe git- >
tare/) percuotere in parte che ni putirebbe je loro uedere
cbelaboecapntiualoro.EtAhulreMccioputendoforte dif
fePuno,nonpotremmom)itronaremodocbecoflmfiia-
uafie un poco^ue che fia che egb mmputifie fi fortemen
teiD Kn.Vntelaterracbe^fioriteue.KKl.Cbeba
he già buono odor fior putta forte .
,4ppuxgare,i il medefimo che putire. Lat. patere J^atere^
maleolerepi^iuo,ma poUuert, coittauinart, contamina-
nella F i. 0 mifero Gufo coma fiora l’ infelice tetto . onde re ,fitiare , afflai .Dan. Suo colui che tutto'l mondo
OuidioBubulathorrendumferaUcarmineBtbo.apùrefio appugga. è nerbo attiuo.ideli che dà trifto odore a tuu
gli amichi era fegno'dipefiimo augurio, neh' A Mjididen to'lmoitdo, aoipercoHui tutto dmondoiidipeccati,tìr » ■
teGufidoHametrisHaugumanuoMÌmatrtmotfi.& nel dinulitia pieno,
•P HjOuedCuccoioe’lGufohaueand7iido.S Mir.l^s*- Abonùaeuo\e,perpitgg!>lemeJLat.fatidia.BocMefier
turno Gufo. lo Medico femendofi in quello luogo fi .Abammenole , &
LafàuoUyfifimilealtaCiuetta^alquantopiupicciolo^ quando fignifieamaladetto.uedia^ 99.
fifibudi nottc.T.Tafior cantanti fi uedean fu ntomi,Cae Lezo. Lat jator.i proprio fetore difiiaceuolenocedenle da 1813
ciar,pefcar nell’acquea ntcelbal uifeo Tigùar con Lafd- corpi uiui,come di ludore.et euaporatione ihegfltaun cor
nolo al fchergar pronti . po non corrotto; onde la capra, & d becco non putono,ma
Lucciola. Lat. ciiindulaAlii niudula fid non fàtii bene . filmo da Leggano quando procede da corpi mortilo doni
uccePi cuTuaeo .
C iuertaXif.noffaaja/a/a,^ buboJT. E polio ad altoptpra
una bacheitaTiglieri affai pmuccei eh' una Ciuetta. ■
Cuccolo , & Cucco. Lat. cuculus ,&cucmIIus .Boc.nal
T H. Oue d Cuculo til Gufo baueano i loro mdi. A ni. Tea
nendubafie [ale come U Cucco. La fuauocei euculare ,
&fiigulare.
Tìlitlla'.Lat.pyraulia. Media loo^lGrillouedia IÌ19.
Gatloa iiiS.
C ufo.Lar. bubo . La fua noce è bubulare , 0 bùbare . B o c.
Cr. Lampirtdes . uedt a 1 007.
Nottoii. Lat. no8ua,cÌ!- bubo, onii. lucifuga ila ciuetta.
S A ti.MameJieJlrigi,etimportunenoctoiejudia tooS.
PipittrcUo,&yipifirtllo.Lat.uefiertilio,onii, uedi difètto
yipillrtllo. , • "r a. -1
•Vip'llÌKÌÌo,TiptIlrelloAyilpifirello,&a .'ooHottola,» Vumdo.Lat.&pmnifiacidut,corruptuid>utrcfaaut. ual
Barbaftello fi dir'. Lat. utfhertilic,& rai- uf.Da gitanti- marcio^corrotto.BocnclPH.Infinoa tanto che la pia,
ibi fuigfifacrdtoaVrofetpin^la '' oee i liridere . gafituffconderdmcdico,diideneeUaVutTÌd^,etguaflail
dono pnzgg P ET. Horuiui fi tira Dio ne uenga il Lego ,
BO c.nelL u.'Honalirimemitipofio dire del Lego com
prtno,ilquale tutta la corporea mafia quando da ceddo , 0
defatica incitato fpnra.D ah. Che fin la Ut faccia fpiccar
fuo Lego. A R cTolto c'bebbedelmÓdoil puggp_ et Lego -
Pozze
INFERNO
Puzza
ferfo.Qum4oltfu^(onor€tmti,^lhoraftfanMOcon dKMaMMffa.mfàiiiJipraaCrunitiui.
pia a^emte^ clteìe netihie già Tutn fatte non fama , Lordura. Lat. bmr^kiitet,l'èibliuncs , i oUuuio , nllnmet ,
eluMus^ (loacjcJctJtruia itabriiiet^t ungitisfurdes,
inm, fqualor , & padcr , nt torpore hnmano , iirtgmenta
eqnornm,faiLtat.natlpO'ihe\to. D A n.Kojfia»L%,rJtti,
finale Lordura . B o c . Ter lo mjo giiundoglt (hi una
Lordura, tr ihiun altra, l «iHollomaiauernierid putta,-
nieri,(^ glialtn m finale Lordura dishonefii huomittt,Er,
Mircio.Lat.pniridus,putru muiofui.ef- muiidus nt uinum,
nal putrido, gnafio .hoc.ttle ninno mai Marcio fu di
qnefla Rx/cnK^pnirnii) uitlana, tu fifm^a niun dub
bio difio. F I. Nrprr uecihux^ Marcita , nn^i piu che
mai fiori fce la gloria del nofiro nome, ne tefti moderni fi
legge arnmarcìta. Marxp per lo mejè.uedi azgj.
Mi.Tcii,(htniennellecarniperpntrrfatiiOHe,Lat.faniei,ta LoTdo.Lat.luridusjmmnndui,infilìui,iiiainlofut ut lynx ,
bei, pni,ris . Cortielius rupos , fifluU punì erumpen nt . opicui,ut opta murei,pollutui,)àrdidut,et lordidulm il du
Celfnt ,-Ahud emplajhumeodcm nomine puri mouendo Vii.ffurcui,fqualidni,uter. i o c. La nita fc eierata, &•
efi. & pumUntn!,& tabidnsjual pieno di Marcia. Lorda de cberici . 1 j a n. Coiai fi feur quelle facce Lorde
ÌAttiO, da miti! Lat. onde poma feu pira maia .fono quelli De lo demonio Cerbero,
feri (he efiendo troppo maturi fi cominciano a putrefare. Sozzura. Lat. uedia Lordura di fiipra. noi lordura, brutte^
thethofcanigtichiamano Me^,et amhoénotatenero, za.&OC.rulTn.Et poi la fama fede prendendo, O'
molle in genere . Afe {."Hgn era in lui di fimo altro dttgniSoj^alauato.
ebe’l nome Corrotto tutto U refloepiu che mexy^.i.che Sozzo.LatfuccidutattLtna.immundus,mfeflui,opicm,ob-
fi coeninciaua a putrefare . & nel Motgante . Che con un fianus,mfanus,deformis.turpi<. B o c Sog^ cane uttu-
colpolatefiagU^ez^c&cafcògmcom'unaperaMeZrn
%a .uedi ilexp.
fracidumc.Lae.putrrdo,fordei,illuuies,ccrruptio,mucor,
ila putredine. hoc.SetudafiarealFraiidume delle pa
rote d'un mercatamuccio di feccia età fino t
Fracido. Lat. pueridutftal marzo. B o c. unofio traodo,
tlquale banea nella gamba. Il dente i tutto f radio. Et co
panm unti ftracciati,& Fraudi .
Comittionc . Lat, cormptii, putredo , ual putte fattione .
i9i6
V
feralochetu si. Dtftndcmidafi Soz^a niorte.Tu. Che
ione prima era bella parefiepoi jempre Saf^l>ima,&
eomra fatta. O a n. I4 fionofeente ulta chea feSozpX
brutti per la infamia,
S uccid u me. Lat.illuuies.ut fupra . i la bruttez^a,& lordit^
za fatta pel fudore. B oc. Et ad uno fuo farfitto rotto, et ■
npez^to.& intorno alcoUo,& fiotto le dittila fmallaio
eh fui iidinne . yfanza ideile donne é lauarfi la tefla , ^
ditoruiaognipolMere,tà-ogniSuciidume. ■
Bo C. DatematbelaCotruitione de morti non l'offen- Succido.Lat lundut ut jupra. ual jbz^,& lordo, B o c,
defie.DA N.Corrultéileamhor ad immortale. Imaginaquefte mie paròle tc^iSuctidiySrcofiflomaeoJÀ
CoTTOttO.Lat.iorruptut,refiilmut,pulridui.BOc. Comt L n.Etfiactialo dal uifoiSuii là [udori ionia roza ma~
ta TeliaJ.putrefatta,Corrotta yuaJtnfta.Corrolta Mi no. A M. D A N./uptT IcSucude onde.
-ttjJumfana.CorTOU-CorpL Coftutm . ep- Conottoperlo Sporco.Lat.fimrcusjnfcHusropicus .nate immondo. A r i,
fumo,^ lamemo che fi fa a morti . ueà a 1619. Da lungo il nalb,e’l fin bauofo,& Sporco .
Ctrcygm.Lat.fitiorfuiredo fordesxnrrupiio,^urcitietóm Zacchcro(b. Lat.lutofmàmmundMsfiuto perlitus,confjnar,
•om^ian,elu»Ki,prolMuuem,putiàufcuiui, grauealemia calus,lutuUmtut. ual mbrattato,Cr fangofo da fibizzf M
' moris.i qnelUche per io fuotriSìo odore perturba^mol- ti da caualli nel cauaUare.B oc. Ter gli SchÌ7(zt che
to,& offende l'odorato . B o c. Np* altrimenti che fi giU Ronzini fanno co puà m quantità Zatcherofi. & Zactbt
ti C auokoiò allaCarogru . re fono quelle che fi fanno per b fango nelle ejlreniiti dei
Frccia.L4Z. {axjexcrermma^amceta^ jrateiexoleo, dr le uefit co pieà nel caminare, Lat. lutamcntum .
faXydr fioces utm che ila feccia dei nino. B oc. "ilei do- Sibiaherare,ual imbrattare,^ fibiattinare.La.lutaTtaBi 1817
gliomi pareche cihabbiateteuutodentro Feccia .la Fec uo,c£r Iute fiere pafiiuofadare,poUuere B O c.Etcvfipo
eia iella ttofira città,del nofiro fangne.\idefi et huomini uili tremo arricchire fenza hauere tutto dìdaf Jnccherar Ir
'che'itatmdtcefucemiiuitatts.JononfiMperò nato della muraamodo che fa U lurnoia.
Feccia deipopolazjtp àRima . Letame.LatMctamenojuod ìttos agrotfaciat, & fierau,tt
fSlf FcEeiofo.Laf.firculentut,mueafus,mucides.uaibrutta,Jf>or fimus.B o cJLamfermttàdel mio freddo loicaUodel Le,
co^lordo.B o c.,A cuigUmoàFecciofidellaixpotedi, tante puzzolente fi conuenne curare. ,Acciocbe non forfè
fbiaceuano fieramemea. abominenoli , meta, tratto dal- f odore del letame la Rema nutafie. Dan. t alcuna fur-
it Feccia, geanchor nel lor Letame.
Ciomtni. a gummi Lat. dei materia che fi attacca, 0 a ìrr.mondhii Lat. quifqudiajmmundiuafurgamita,ffur ■
grumo quod efl terra collefbo.Lat. fitus,lanugo^orruptio atta , ^ffurciues . tulffiorcbc zy^ R o c . Ter laqnalt
lUuuiet^baiiei,faxi&fi>rdei.ieertafuperficiegenerata molte Immondiiie purgata la ettu.
per humìdiid pitomo amuri,(r dentro da pozp,& i an- MondigIia.L>r.pi>rg-tmc7iM. ^ profrio quella parte che re-
do quella feccia, 0 fiiperficie che fati mno dentro dalle fta nel criuelto quando fi monda il grano.co fi àttadamó
batti,cbecdcnm la dimandano tarfaro,orafina.D A K. Si dare^Sr piglufi per egei brutmra.Latquifquilia Dan.
d'iUmuffadou'eraUGromma,i.douefiileuanemrebuo Cbauean trecaratlià Mcmàgba.
rtoodort,Boraui netrifio.IxnpeeranGrommofed’una QuifquiliaX(r.^i/7Mli.r naie tminond.t'ia.D a s.Cefide
muffaj.chelamuffanieraappiccata .Boc.nelP H.Le ghocehimieiogniQuifquibaFugóB.atricr.
mure eranCrommofiàfiiflidiofa Muffa,, Spazzatura. Lr( immundttta,qu:fquil'.a,ualfforthezzf ,
}do(fz.Lat,mueor,om,ulpanit,um ondepamsmaciduiil Boc.yuocb uaraccoglitndilaSpazzaturadaSauta
pan muffò, ^ muàdus Hai mu^fo,& muccofò. BO e. Di Maria a yerg 'ut .
biancaMuffafaldtlUtuDAti.Le r'tge eraa grommofi Spazzate, Ut. fa ’r.m’mi*ftjitericre,furgar^.BDO,
fiiafettd
Puzza INFERNO Puzza »4*
Ma fitto im era guari Umaiu,ma fa colio ni flt di dargli noiacon parole.
tigre la corte^ntte quelle cefi ndina . Commtiò a Difitpurc.Lat.éfiipare,dtjijcererdift^ere,confmereiialtor
re le camere^ oriurleMqiule tonde tutto Spaijate.lo mmarejjierare,& confumare. Dan. Come quando la
tm ricordo che io feaal fante imo un fabbaio dopo nona nebbia [i difiipaj.fi jpanjce. Lat. euanefcit .
fpK^e la cafi . Stipare fi il mede fimo ibe fitrpare.LatÀijioluere^firahere,
1818 Bruttura . Ut. ipurcitiaJìeraisjIluuiesjnmundiM . naie confcerejcxnrpare, & euellere. D a n. £( perche nofira
Bruiteti jjponbixXri, lordura . B o c . yinegia i ogm colpa fi ne fcipa. Che la memoria il fangue ambor mi fiipa
Bruttura mettoMa tutto della Brutturafit che d luogo .L^rge. &Sipain uece difta.ai^pó.
.era pieno t imbratti le terrene Brutture. ì,UrureJoH.perlotormettto.Uuormentumfupplicium, ,gio
Bruto nome proprio; e quando i aée. noi .Animai Bruto ; truiiaiuu BO c.Et nel Manire mi sfaccio a poco a poco,
quando poi dinota Sot^ofiorco,di}Jòrmato. fi fcriuecot Che per minor Martir la morte bramo. ueé a ijii.
doppio^ioi Brutto, ueé di fitto . Martorio,* lo tormento. Ut. tormemùJùpplicium.B o c.
BiaKO.Utjtrformis,tmmiaidus,faduigurpis. i d contrario £t lo uoleuano porre al Martorio . Et mejjo al Manono
di betioj6r quando i nome proprio fi firme con un filo t fin confefli .
deilVBT. O grandi Scipioni fi fidel Bruto. B o c.Agm- MaTtoriare.Lat.torquere,afiUgere,excrucme. ualtorme^
fa iTammalt Bruti .Maellabadpm Brutto nifi, C il P« tare jet collare fitoi dar la corda.ueà a 1787. BoC. yn al
toutrafatto.Dtmàdarcm .Andreucctofihe quiut coft Brut trogh baurebbe uoluti far coUarefiiartomre, ef amina-
to facefle i.coft imbrattato fporcolat.confpuratui . Et re. Uquale Martoriata confepò. Dopolafua pafiione prt
Brutto commiatodatole.tarilto.Upiu Brutta cofa delmó file Martorrc^te reliquie in notabile luogo le fipelli-
do.EtqueJiaiBruttiJfimacopi.DAìi.Brutt'HarpieBrut rono.Tn. ^
tiporci .S'eifufib^om’eghihora Brutto. Stento.Ut.Uborfjtigatiojnquiti,iaquietudo,fiUicitudo ,
AkinibruttijjimadefcrtitadallA r i.TalUdo,trefio,& molellujinxiiiat. sono oleum che uoghono cbenonfipof
macilente hauea McmaduifijUrinraro,c; canutoJua fa ufire.Stentonome/na fi Stentare nerbo , nesò perche
n * fiatiJbf et palmi non gtungea. Ogni dente dt bocca era cadu caufanonfi pofia dirStento,ti'daluerbofimnarfiil no-
to,CbeptuiCHecuba, & poi de la Cumea , Et hauea piu me. Cr però porremo alcune auttontà ufau dal Boc. nel
• d'ogm altra mal umuto. Ma fi Corti ufa a nostro tempo la fuaepillola confortatoria,douedice. EttiratafiaUefca
Ignote, Che bella, & gtouanetta parer potè . donane, dr le Cemoniane, doue morendo a Stento fu lungamemeob-
bella ella fi fa con arte Si che molti ingannò come Ruggie brobriofo Renaiolo di colorocbt defuoi mah prendeuano
ro.UlcmabeUtjUima.uedia666. piacerejJt«ntalauiente.Ut.lottgo.eruciuiufiXcarmfica-
Bruttare.Uf.fadareaoinqumare,conlpurtarefieturpareàa. tut.lo potrei oltra queSU mettere limanti le catene d'oro
^re,deuafiarejdeformaie,pollueTe.ualefarbrutto, & divario U protone à Olimpiade, Ufugadi'Nerone.U
imbrattare , B o c. bruttarfi le mani del faugue del fùo Stento di Marco .dttdio .(r in altri luoghi .
fiottilo. Se egU ne l'amorofo fangue non fi hauefte le mani Bi(ict\to.Ut.tormentum.ualeStento,uoceda femineple-
bruttate . epiteli a. Ella ha tanto dimtio in fi j ch'ella bee. Boc. ci ha tutta notte tenuta in Bijlento. i tefti mo-
ne brutterebbe lacorona imperiale. Se punto di gentile:^^ demi hanno Jftento, ^
ganelfanimo hai,tutta ChaureSii bruttataj&guajlafio- Supplido.iitf.Ka/ tormento. Ani. ben dt'iafia certa,Cb io
Sleiamando.D AH. Cadenti fango, &si brutta,& porterò del nùo parlar Supphcio.
la Soma . Stentare. Ut. pati, ual patire. Boc. Intendo di uolereatn}
Imbrattare fiale mhruttarefi bruttare.Ut feedare. Boc. con efio ha in un mede fimo fuoco morire che dopo lafua
Ma tutto deUa Bruttura, di che quel luogo era pieno s'tm morte uiuendo Stentare.T h. D a K.£t a tal modo llfno
brattò . Seir^ utderfi del fangue de preti imbrattarfi le cero fi Stenta in quefla fofia .
mani. Punitione. Ut. puniiiofinimaduerfu>/nulta.ualcaSiip. jgn
l8ip Tucpe.Ut.ualbrutto.D AH. S^uhii fu io da quella gente Boc.yno monaco caduto m peccato degno di Tunitiom
- turpi Difuiluppatodalmondofallace,Il cui anurmoU’a- ue. Et cornei fallimeritanoTuttitione,cofii benefici) mem
mme deturpa. ntano guiderdone .
l-li<lo.Ut.deformÌ3fiieptusfadHSjturpii,inboneflui,inde- PuaicoTe.Ut.punilor,ultorfiafligaror. B o C. Senonebe l
comi, ual brutto,& lordo .Dan. Che dopo ha uerrd di fuoco di cofi fatta maluagita Tumore .
piu Uida opra . Tumre.Ut.& caftigarefiiuttare,ulcifci,liendicareanimaJa
Bedo.Ut.fmiusfiale brutto.cr deforme. D ah. Da tutte uertere.P e t. Et punir in un ih ben mille ogefe. Et fien
parti Salta Halle Feda Tremò, col cor punite ambe le luci.B oc. Che 10 come magnam-
Tormento. Ut. tortus.usfiijcmàatusjtculeus.&fuppli- mo mi ritragga dal punirti della tua maluagttd.Ter t mU
iium,èquellodolortfiliipphciocbefictaadaleHnoper fi- quità delle feritine ficonutenc tlbafion cbelepunifca.Et
pere la uerità di alcuna cofa. P e t. Tormento .AfiroJjm perciò liberalo, & me che lo mcrilatopumfci. ,4ceiò che i
go,DolceJ'ormentiDiuerfi,Tanti,TalborftpaJcedegli peccati fieno puniti.
altrui Tormenti. Mdleptactrmnuaglian unTormento. M\t\ti.Ut.& pumtio,po:na umd^a,ultio,caPigatio.ualp»
ColTormemofofianco.Boc.OgnihoracTefceilmioTor mtione,cafligo. Ari. noncb'tUaCUhauefje atordegli
mento. Crudelifiom Tormenti. CrauiJSimi. & quando dim errar fucn la Multa ,
nota f artigliarla . uedi «447. Impunito. Ut.& inultusjiber/olutus petms, & impunit .
Tormemare.Ut.affiigerejiorquere,excrucie e, lancinare,di ual firrtgpcna. Boc. Et fico pensò di la feiarione partire
fterpertdacerar'fiormcmum inferre ,1' ic.Et infino la Impunito U diuinagmftitia non ha uoluto lafcure Impu
mex.a notte non ftfnò la dof'ia iti tarlo, ideSì dt nito.lo non miendo la fetore quefla utndetta Impunita.
INFERNO
Tiigdre per punire fi cafligare.Ul.punirefienJicare. B o c. gene tejli antichi dal Lat. tmarico, thè utl exacerbo, tud
(iauo auoreofi dell’inganno di Utondellt/, fe ne propofe di iaiu.mo con noce di rtprenfione , Lai. expojlnlatiojhmetu
dontrlo pagare.Se ninna cenentenealleorecdiifitoiti pam tnm, querimonia. Boc. Itlamemodi Gieremiaja pafiio-
gheremo di qncfta,& é quella. Ha perla croce 0.' Iddio io ne dei Saluatore,cr il Ramaruo della iiaddalena.C alato-
fe ne pagherò , a cui Vinnci io dtjie ; diche mi pi^herai i drino continuamente il fiio Hamarico diceua; Girne. Il Ra-
chemipotreJUfartni Ma tu nonmiJiampcraidaUe ma manco della donna fu grande, luollnRamariihipm da
ni ch’io non te iiepagfìi . ragione incitati . Dopo molti fefpiri,^ Ramamht . i>HÌui
Tatire,per tollcrare,& joffcrire. uedi a Tatietrga « 41, hanno luogo 1 Ramaricamenii, Dal caro amante Ramarim
1 8; 1 foJienere.La fubflinere, pati, ferrefiokrarejufferre, per (wi cheuolt mormoni jentirono le rme orecchie, F i. Lat, quem
re. PiT. Cercale dunque fónte piu tranquillo ,Clx’l mio rutaimurmuraiionei,
d’cgnihcorfoftetteinopia.Occhipiangeteaccompagnate'l Ramaruare,ff rammaricare, per lamentare ,^d<dere,& jgj^
core , CIk di uoflro fallir morte joflene . L’alma che tanta hiafimare. Lat. amaricare^xpoflulare, conquen. Boc.
lucenonfoJlene.Morirmnaetticbejiruirfàflenne.Roc, lodtfporrò queflacofainguija che tu non haurai darò- .
(ofleneua egli per non ifjiendere difetti grandiffimi nel mà- mancare. Terciò chi é ciò fi duole, 0 fi ramarua non fa
giare, ef nel beuere. Mefier Ricciardo udendo queHe pa- quello che dee. Di cui mi ramaricai l’altrbieri . Tu adun-
role fofieneua dolore incomportabile. Il medico auijando, quc piangendo atiriftandoli, cr ramaritandoii. Io babbia
che l'infermo efiere alloppiato, non follerebbe la pena, ne ragione di piangere,^ di ramaricamu . Sa ut rgognandofi
lafciarebbe medicare , di ramartcarfeneconalcuno.Terfaperdiebeiutiramari
Cò\pi.Lat.caufafineritum,crimenfiulpafiioxa,&noxiafi, chi. Da v.Stqualefcedclcuorcbe fi ramarca,Taluo-
reatus. P E T. Gran Colpa, Grane Jl’amore, D'altrui , De ce ufci del del ,
le fielle,y ofira i la Colpa .Stia Colpa i é tal che non ha laà.Lat.quaflus,usaùfiiulatioaesjiT eiulatut . nel lamemi .
tura.Miai laColpa,'ìÌpnperfuaColp4.Taribedinuo- Dan. Tig (bora ibe comincia ilnBi Lai La RondineU ..
uo a fica gran Colpa moia. DelemieColpefeflefia perdo- la prefi’a la mattina Fort' a memoria de juot Indi guai ,
ni. &oc.Rimprouerando al fuo,4baie quella medefima Et tornei Gru uan cantando lor Lai. et
Colpa . Grauifjima . lo ho purgato con grautjfima pena le Lagna/mi affanno tcrfafhdm. Lat. langor .Dan. Leuati
Colpe mte.Si come Colpeuole.iiudfifielammo fino uerfo quìnti,& non mi dar piu Lagna,
i Colpeuoha.noxiot : Lagnare,ualdolere, da langueo Lat.& conqueri,& eiutare .
Venì,p<r la doglia, & penare perflentare.uedi 13 ti. T m, ./Lima non ti Ugnar, ma foffri , a" taci. Et Roma
Pene, perii tormenti dell' Inferi» . Lat. crucialuififfliSk) , thè del fuo fpofofi Ugna. Tathor tace U àngui, e*/ cor fi
Boc.-dUe Tene eurnalidannati.Et pormi cb'cgU fieno Ugna.EtdelutlTulomeofiUgaa,&plorattlefrondi,ir
neà'lnfemoingràdifiinie T’ene , Che Tenefideffendilà, gà auget Ugnarfi,(!rl’acque. He altro ttnpeàmeaco, on-
per eialcuno de peccati, che quà fi commettono , d’io mi Ugm.Ch' altro che menò ho é cui rm lagne. Da n,
T<.nicK,Lat.noxiaUsfctnalisàetemus.yo.dadoamquanJo EtperòfeCbaronditefiUgna. S a u.& di Ugnarli de le
uogfiiono parUre del fuoco mfemale,i. che dà pena, boc. tue crudeàfiime Difueniure .
.Accio che Iddio lo tragga dt quel foco Tenace ,Trat ani- l-ia^axc. Lat. loHgar, dolor jmoeror filai dolere fil lamentare,
me dannateaifitocoTenacetieU'lnferao.Saraimefianel PET.LanguirDoice.yeggioa moào Languir poca mer
foco Tenace . cede, Boc. Deb dogàali Jignor del mio Languire .
1S13 J-!Unentó,Lat.lamentumfiiuUlus,& eiuUtw.querimonia, Languire. Lat. Unguere ,Ungue fiere ,deficere ,fUtefiere.
qucfluifigritudocueiuUtu,fletuifiuarorfirifiuU,PiT, P ST. Come feirga languir fi more,crUiigue. Che douen-. .
idiianti Lamenti Ugrimofit, ffarfi. Et meflejfò riprendo Di do languir fi morì pria.Et del non efier qui fi flrugge ,
tal Lamentici U tua ombra acqueta i miei Lamenti Ma Ungue.Colne fior colto Ungue..Ardaai mora ai Unguifia,
fiffiri,et Lamenti infina l' alba, y alle ebedi Lamenti miei ai letto in ch'io Unguifeo. B o c.Mnxt infermandone mal
fa piena S’ a U mia uogU' ardo; omS e'I pianto , e'I Lamen- ti, quafi abbandonati per tutto tauguiuano , <2r Uuguteua
tot BOC, Fumo il duro Lamento. Maggiori Lamenti, bannoi tciliauliebi ,
sciocche Lamentane , A K 1. DopononmoltoUbarafu- Languido.Lar.eir niafiusjffìusffefiui,uifirmusfikbiàuial
aebre Ciunfe a fplendor de tortbi& di facelle Là,douefe- mejlo,^ dtgàofojiappo. P ET.L‘oro,&le perle , e t fior .
celefiridapiu crebre Con un batter é man gire a le ilei- uermigà,(j bianchi cbe'iutrnodouru far Languidi, 1^
le; Et con piu Uena fuor de le palpebre Le Ugrime mondar ficchi. Gli occhi Languido uo’go, cr ueggft quella .
pcrle.mafceUe,Mapiude[ailrenubiofe,&atreEraU Sofpico.Lat.fiiffutunp,gemiiui.P e x.SojfinCaidifiLoaefii, {'^25
faccU^lmifèropatre. ., ,Ardeuii,Iniiiiili,Lui:ghi,Miile,TaHli,'^anti,Leati,Tarm
LÌmevb^c'.Lat.quefius,querimonia.Ptx.'Eldolceamau di,SoauiJ)oUi,Tronii,Crauifiioiti^entoàeSofpin. Mu '
ro Lamentar cb’i udia , ra de Sofptn.MaS^&i,& Uurendmfirìa l'alba. Idjui»-
lamcntare.lat.lfi{onqueri,querirdoUrefiiuUre,fiereJuge- {io mono iSoffir a chiamar uoijii uagjai ffirtiinuaSo-
re,pUngere,lamtmari,expofiuUre,& deplorare .P E r. ff ira accogàe .Onde' l premo Sffftr iniginnie ai core. La
il Lamentar che naie, CiuJloJuol certo a Lamentar mi gucrradeSiffin,StuolodarmattSotpiripafi.oilcordtS*
mtna.HpnfiàiUmenurfi'aUnCingamta.Odi poi lami f^.RpmpeiuiocoiSoffirl'aerda prefia. En te dokeSoa
tar fra Patire mefie.Tutte le notti filamenta, (ir piagne . ffir Palma t'acqMfla.t.doUeinenielojpirar,do. Boc.
Di ciò d fùperbofi Umenta, &fcme. Hs maggnt per a* ffir,Suffirofi .\piri,S<ff>iretio. uedi all Indice .Dos. Et
tUrfiUmentando.LamiahnguaauiataaUmentarfi.T^e Beatrice Sojpii- fa,(yTu.i.piena.diSo:piri.
par che fi ntrgogm Lamentar fi di me. SoCpiru Lat.fufi <wm,&jufpirauo. P ; r S’iobauefiipeu
BtmincotoBfiiitncbioj&uelpiuJSammibijucmefileg fiuocbeficare 'nBmIejioctdeSoJpir .meiinrima Fatte
tbaurci
iSitf
INFERNO 149
t iuKm hi SofpiTJr mio prima In numero pin ^ejfe , in fante rima fero noti. 0 atonie memorabili fcbiatte fi nide
fili pm raro . ro ferrea fiucr fiore dtoao rimanere,
Sofpirar .lat.fnfpirare. trabere fpiritnm ab imo pe3ore. HacCii.Lat.bnrefiiji8a,dog^^fciplmaabfienfi0,fedi~
Vn.Miha sformato a fofpirar mai fempre.Cb' altro ibe rio,fa8ioaipmio^tortUa. P e t. Stbola S*mu , cr lem-
fi^irar nulla m'anair^. L’alma pi r lei ji^&a.chi per noi pio S Hertfia .
fojpira . Et alihor fluirai uerfo'l mto fine . Cbe fofpirando Hercnarcha.Litf. barefiorca^ barelicornm prhueps. ft-
nò il rina in rina . C he quando lojpirando ella fòrride . Et gmfica pnntipt degli Heretki ,D KK.Et egliameiqui
ndi lofiiiranJo dtr parole, Che farian gir 1 monti , & fiar i lòngli Herefiache Co’lor fegnaa d'ogni fetta.
fiumt.Kimafigraue,& Mirando andai O noi ehefo^ra Hcretico. Lai. hareticnt. B o c. Inqntfitore della Hcreti-
le a miglior notti. Ragion e ben ih’ alcuna nolta i canu,Te ca pranità .
ri cbo fofjnraio fi gran tempo.Ingnifaihe Jofpiri. Sidol- Hcretid ceUbratida noflripoeti. .Anafia fio papa. Fatino ,
femente.Dei qnartodeimt’anno ch'io fofptro . B o c. ncdi Aiatto .
alt indice.
Affollare,perfofpirare/tnbeUre,& anfàre,da fiare.Lat oda
FoUu.Lat.ihe dinota il màtice.Lat.rtfpttare.,afflare,anhe
lare. Dan. Fin ihefit ifogi a PaffiMar del lofio.
tiinco,Lnito,Flelo,Comiito,Lagnme,Viangere^grima-
re,Tlorarr,Cemerejtedi agliocibia ij6i,
Pie'ta,^ lamito atto a cómonere a capa filone , 0 nero hanere
compafimne ialtrni.Lat.qnemlanoxjpietai miferiiordia,
(lemitiajmtfèratio. Pbt. Tutto di Titta, & di paura fmor
to.dtcojjii lamemifi di compafiione. 0 Vièta Cù terra in
fra le pietre, D a n. La notte ch'io pafiai con tanta 'Pièta.
Senonibemiiìringea folditeViétajjltnolamento, oue Fotino HereritojaedidifopraodÀnafiafiopapa ,
rolacompafiioneiheiohaucadite. Acido Herettco,neJi di fipra al detto luogo.
Ai,& Ahi. Lat.heu,tìreheu,eab,& ah ah. fòfpirandofi co Mi\idcno.Lat.maleé8usaiefanut,uecors,fceleratus,fceu
fofpiro.& i noce éefclamaiione, quando uogliamoijpri- leflis.hoc.Di quello Maladetloda Dio uoflro amico. per
mere alcuna giufta indignatione cètra a chi et par cbe mem le parole di uno Maladetto frate. Il Maladettofi.olare.Ma
riti biafimojouero quando uogLamo mofirare Ugrandex^ ladetta fia la crudeltà di colui . Et noi Maladetti beftem-
:tadi alcuna cofa. Pbt. Ai crudo amor , Ai «obli pelle- miate Iddio,& la madre ,& tutta la corte del paradifo .
grina. Al quanti pafii per la felua perdL Ai dolorofà for- Maladirefi Maledire, 0 MaladicereJatjnaledtcere,abonti-
te,Aibellaliberti,Ailafio,Ai orhomèdOyAidt^ietata nari ,execrari. P bt. Et maledico il dì ch'io uidiil fide.
Anaftafìo Tapa Romano Heretico.fidial tempo di Theodo | gj q
ngolmperadore,ilquale perfuajo da Fotiao chierico di
Thefiaglia,& da Acath/jualitenenanoibe lo fpcrito fan
tonon procedefìe dal padre, & cbe'l padre fofie maggiore
che'lfighkolofaceuaprofefiioneétale herefia, {Jr efieum
done riprefo,uenne in tòta ofhnatione che uoUe ottenerla
in publico conci fioroima interuenne che difputando fucóu
antro dada necefiiti del neutre andare a porgli il pefo ,
doue ad un tratto gli kfei tutte C interiora , & cofimori,
DAN.D’ungràdc aueUofiu'io uidi una fcritta,Cbe diceua
Anafiafio papa guardo Loqual trafictotin dela ma dritta.
morte,Ai crudel morte. B o c. ^fci lafia-Aht quanta i
mifira la fortuna deUe dine. Ahi traditori noi fiere mortù
Dan. Ahi dura terra perche non t'aprefit . Ahi Ceno-
ne fi huomini diuerfi. D'ogni coflume. Ahi ferua Italia di
dolore hofteUo . Ai Confiantin di quanto inai fu maire .
Ai Viftoia Viftoia . Aigiufiitia é Dio , Ai quanto cauti
gli huomim efier denno ,
Aime. Lat.beu me mifierum.D A N, Aime ebepiaghe nidi
nelormembri.
hOc:.Maladelto fiaUgìomodi’iodaprima tiuidi. F i.
Maladetto fia il giorno del mio uafeimento : 7 u. Maio-
detta fia qucUa Deità che fi m’ha fatto uile. V h. SecoSief
fo maladicendo lajua fortuna . maledirei la natura pari-
mente,& la fortuna . & fpeffo maledico ilgiomo,& t boa
ra.uediaUf indice,
Bc(lemmia.Jj>r. bLfphemia^xecratio,deteftatio, maladi-
centta. Dan. i^lunque ruba quefia, 0 quella fJnonta
Con BeSlemmu di fatto offende a Du> .
Ah.Lat.tìrah ab. inuecediAhi. Ari. Ah lafia cbeppfi’io Beftemmiatorc.Lmis dem maledicus^iuum,comèplor, igaS
pm.EgndòyAhfortunatia quantapena. |<r fpretorabeot qui negai deumefie. B o c. Befiemuiia-
Oime,cr OL Lat. 0 me miferum,o infelicemi uoce di dolo- tore i Iddio, & de poni tra grandifiimo .
rereff giunta con la me fa OimeJ.dolente me. P e T.Quan Btflemmiare.LatbL^pheman,exetrare,maledieere, & dis,
M cigMa Oaneda quel di prima Cime terra i fatto il fuo talumniam inferre. B o c.Deb perche mi fate difperare.
bel mfo.Oime il bel uifiii Onne il foaue jguardo. Ohne il leg
{Miro portamemo altero; Omu'l parlare. Cime lofio,
B o c. Oime annua mia aiutami ch’io moro . Cime mifera
me.Oime lafia me/loleiite me. Ornie diffe f altra cb'i quel
locheiudicilA r t. Se laperfuafione Oime fu finta, &
Ome difiepm uolte. D a n. in uecedi Oime. Boc.Oi fe,
dolente fe cbe'l porco gli era fiato inuolato. Lat. 0 fi mife-
ncmfiinfelicem.
Hui. Lat. & hemàrafcentii . uoce di dolore, & di ammira-
lioue .Dan, Alto fojpir cbe duolo lìrinfi in Hui , Mife
fuorprma.
O.Lat. beu. particella di dolore con efclamatioue . B o c. 0
tir befiemmiare Iddio, tir fanti . Io befiemmiai una uolta
mia madre . Ch huommi beftimuno tutto d giorno Iddio ,
ir fanti. Et noi Maladeitt beflemmiate Iddio , er la ma-
ére,& tutta la corte del paradtfb . Et fi pi rdina egli a chi
fi pente ihauerlobefiemmtato.Ma befiemmiò tacitamen
te fe che. Sono due fòrte di beftemmia,cioè di parole,^ di
fatti, di parole i quando fido con le parole offendiamo t ho
«ore di Dio. Di falli è quando manchiamo ne fatti in hono
rare Iddio , come ci mofira perefempio. Dan. cbe be-
Remmiaua duramente anebora , Befiemrman quiui la uir
lùdiuina. BeflemmuuanoIddioe'lorparettti.Concor ne-
gando ,& beficmmiando quella ,
caro amante del qual prima fui 0 dolorofà f-Ha.0 caro he DiÌ’peritione.Lat.defperatio,furor,uefaitia. ual fem(a fpe-
ue,Olàmmo mio ripofo.O quanti pranpal ,1 per adietro ran7;a ,P et. EtperDiJjieration fattaficura .Boc.In
é famiglie pieni, u,fignori.ryà"umne,h <it al minimo totùt Difperationa dottorando .
*>■ Il
PARTICELLE
DifpcTUo.LatJel}>eraius,fiirhfiis,fifnrtpTecitMs.itiueU ^(laFartm lui^Chiron.Ter contraflar ^Robcrtù
htbcè fuori éjjicranxa. P e T. Dijferata kia.Et quella ^ Cutfeario. B O c. Quamunquegrauiffimofoffe a compor
, chelapennaiUmandeJiraCome <ù>glio[a ,& Dt^crata tare ^TalaHO.^nu JìcrToretlo dati altra parte pare- •
fcriua. B o c ^ guifa di Dij^ata.Si come del fuo amore ua the.Toi cb‘^ fer Ciappelletto hebbe molto commenda
Dijjterata lat.lpe dcic8a,jfe fruflrata .Tornando a cala to quella fua ufamta.La domandò fe ni l peccato della gola
perDifperato.ComcÙiffirato.QuafiDi^erato.uedialFln bauejse^ Idéoéjjiiacctuto.El nei nomi delle ctttà.Vir.
dice. AKi.Tiaga cruciti che jopraogni dolore Conduce Difenafctndo.AkomananfegraUa^Giudeafu\ì un.
fhuom che Dilato more. Sich'.A Ftorenzafa]cbtopparlapamta.Siipiodiftje.A
Diljierare.latJtjperare. ualnoniperart. P ST.Cb'mcomtn Roma La gloria del mondo.
liai a deaerar delporto.Et l’alma differandu ba prefo ar- Et ne i nomi Soflantiui accipagnata da gU .Adiettiul, ^ feti
dire. B o c.Deb ^nbcmi fate dimore. Horajperando, •^a. P t r..4morm'bapoliocomefegHo.A Sleale. .A tem
dt Itera dijperando . Quafi fe ne dijfieraua . Si dSerauauit pi migliori jempre penJando.Tiacmn almen d hauer canm
della fua falute . Di h uicni ch'io non dijperi . lo Ljia quafi giaiojlile Dagli occhi jl pie . Cbe dietro .A. pochi Gin fm
mi dijpero.D UN. Il colpo tal che dijperar perdono. tiafcife..A molti fu fauordd forte agrume.cbe piu non dee
1 8:p Dannationc . Lat.damnatio,condemnatio,perduio.Boc. .A Tadic ciafeun figlio , B o c. Teiisò queUi commettere
Gb peccati, cbe poi tu farai non faranno fermi a tua Dan .A piu perfone. lo giuro .A Dio . Et quando comprende m
uatione , fe [articolo Li. Sluello che danno .A poueri. Cbe n'baureb
DìnniciLat.addi(h.damnati,perditipnultati,puniti P e T. he fatto uenir uoglta .A morti. Debbolo io gii tare jl ca-
Con pili altri Dannati a fimd croce . h o c.Tra Camme mCUpnguardare .A nojlri errori. .Anttijaràgittato -4 -
Dannate del fuoco penate deW Inferno. Micidiali Dannati foffi a guifa d'un cane . l'ila fòglia di laluia fregandofi A
della ragione. i.condennati. denti. D u n. Etpnacbeconducejiei Greci A fiumi. La
Dar.narc,Lat.damnare,ab<bcaTealiqu'id,mul8are punire .fii pioggia cadde, & A fojfiuetme .
Scere, perconiennare. B o c. Dannarono a perpetuo eft Et accompagnata con uarifTronomi,& Relatiui P E t. Sofie
Uo lui. Et i dannata alle pene deW Inferno . Dannati fono a giujla cagwn A uoftrifdi gm , A noi nuolgo il mio debile
capitai pena. Son Slato dannato da IdSo aqucflapena.In Jlile Inujirc) Acuì mia Ulta fugge Lat.ante. Dicendo A
Infemo,nelqualDomenediolbaueadannato .Et fimo alle medtciònófarparoLi.Che colui eh' A tem'inuita. DuH.
pene eternali dannato.ueS all’Jndite . A quali anthora non uedefli la faccia. Molti fmgbam-
ConJannare.Lat.condemnareanulSiere,punire . P e t. 7isl~ ”taii A cui s’ammoglia.Mifcbiate fon A quel catliuo cbo.
fu» pianeta a pianger mi condanna . Tal biafina altrui , ro. Tarlarti A quei due . Degna S uemr a quefioguimo .
ihe fejielfo condanna. 0 li condanni a fempitemo pianto . B o c. Coloro A cuifofiero le lagrime concedute. Hone-
R oc. Che come tolpeuole nedouea efiere condannato. Sio A noi,& A qualunque altro. Efempio dato A colo-
"Hella tefia il condannarono . Molli peccati a quella mede ro cbe foni rimaneuano. Ticm bene a fi conueniente. a riue
fona pena Condannati che io fono. "Piero Condannatottfien tenga S colui Acuì tutte le cofe uiuono .i. fecondo lauo-
do da famigli menato alle forche . Efjendo come tnaliojì tonta delquale. LatJngratiam .Acbeellemi tirauanoj.
Condannatoal fuoco . allaqual cofa. A cui Rinaldo rijpofi .
A, nelfentimento delfAccufatmoinuece della prepofitione. i8j i
AdAìr con uerbifigmficanti moto & Slato, &[engal‘ar.
PARTICELLE. ttcolo.Pi-t.Cbe'lénoJlro noia Agente che Slà.Cbe.
mal mio grado A morte mi trajpona . Et uinta A tara
le Particelle auerbiab del luogo fono in due maniere ipcro.. caggùt la bugyi .& cefi nei nomi delle attd . Et uiene A i
che parte figmficano il mommentojjora da luogo aUuno, Roma.QmitBacco,Alcide,EpaminondaATbebe.&- u
borapaquaicheluogo,cioòinS,altronde,onde,Squà,di nerbi figmficantilofiare.Com'buomCh'A nuocaluogo . .
là,&fimiliuoci.Tartedinotano,horilmouimento,bora & tempo affetta. QiiattSi mono ifo^r A chiama uot.
lo fiere in qualche parte,cioioueAttroue/iai,giu,a' Sai A uederuiicorfi.D A N, Fard uenirli A parlamento,
tre fondi 4ellequaUatUuoghi loro ne babbiam parlatoti" . MofionlelcdiramieunpocoArifii.Hardefiendatdobo-
paebe ue ne fono alcune cbe non hanno bauuto collocattoa mai A maggior p.éta . Ta altri porti uerrai A piaggia .
ne nella nofira Fabneapa efia parte molto necefiaria , Come folean nel mondo andar' A caccia.& ne i nomi delle,
quiut le noteremo,dr prima le ittcomineianti dalla lettera. attd.T^onuannoilorpenfiaiA"Hagarate.Boc.A
A eoufolatioiiSnoi.AmeconuienecfiaequefiafiraAce»
Trouafi quefia fittaa in diuafi maniere na,& Adalbergoaltroue.Et cdtreAMe puciolenitglia
ufata da nofiri poeti,& prona in ucce S no fi dilungò dada cittàjjiltra.l' nagtouane che tu tenem A
melapojiil B o c. che uedendo egli fignifi- tua pojtajui A pochi gmnifi.trouò con la "Umata. lofi
tare (AlfhabetodifieAgUcredfirebbe cbe no ifia mane Amammo. ,
uoifapefie[A,B,C, Etcheuoi nonappara Et aduerbialmente accompagnata da nomi ,& da nerbi, &
fleimcaPAdifJnfulamela.Lat.Abtu- aduerbimSuaficofieruaimmSSre.V ut. Cbeconarte .
darius.Etquandoèpropofitionefenga Particelo con di- AmballeAbadatenntaaidmdugto,ouidtigiàdoMct.jfÌ i
uerfi cefi aggiunta. te.AbelfludiocrTajjtolitaTiamiteffÒie.HsnAcaloè *
A.utlfenttmento del Datino nei nomi propri, drfemcA Par mrtutc.i.aforte.Ch’iomoraAfaUojJUlMto£tmoflram
ticoh. Pur. eh’ A Laurailuago,efibiódo capei chiuda , Ione A StoJ.notato.Cbeti la morie.A Itnaatpptefiofi
A Dw diletta obtSeute ancella. D AN-tlpn fifie Hata nicino.Forau liignoAlatoaquelcb‘iaécoi.arifpa-
ACeJireuoutrca,CbefedeitemgremboADÌdo.Lirh> to.UorApofi d^nùtiuitnth'ioli.. aaatucigUaMiUe. '
trecento
PARTICELLE ijc
trecmt uemilhte ^ punto Jji pelo.Ter c hanno ^ (ibi- Jiofi a fidere co» Im.^pittuHa belìiffima fontana , ér
foo%ni cofa mortale j.a noia fi in faUitUo.Si uolge ^ ter. churj,cbe nel giardino era a Harfi n'andò . Et domandò
goundictro. £l jbl, & tutto'l nel disfar fi A tondo. i. qui quanto egli dimorajie prefio a Tarigt .
togira.Il cor thè mal /no grado ^ torno manJo.i.erràdo. Etpro Sccundum . «»Rf ilPsT.hor ^ poflaiCaltmi fgjj
Largai' l dt fio c'bor tengo molto .4 fieno. Mgmfa if huom conuicn ch’io uadaj.ficondo la uolomàdt altrui. B o c. ia
che fógna .Che non cangiafier qualitate U tempo . O fen- tanto eh' .A finno é nefiuna per fona uoleua fare alcuna
lirmi fi faccia coft .A dentro .Dan. Tal parue .Anteo a cofa, ne altri poteuafaral fuoa.fecondo la fua utdoiità . .A
me,cheflauaJtbadadi uederlo c hinar.i.tndugiando .Et guifa che fogtion farle battitureafecondofi in modoMac- f
quel Mafetto che fi retto .A confglio Tar con lui. idefi fe, conciò U far fitto .A fuo doffo .
cretamente coufigliarfi. l'auno.Auicenda.i.uicijfim.'Us Et prò Werfus. usò ilP n.Tenefie molto per natura febi-
per parer digito .A marauiglia . idefi lutrahilmente ,o ua.A Koma il uollo,& .A Bahel le jpalle .
grandemente . T^n parliamo .A uoto.i.uacante, o in ua- Etpro Digcnitluo.Boc.Ma alla piu uicina cl f-fa le piu uol
no. Tfipi aggirammo .A torno a quefia firada i.circum. Io teli poriauano dietro .A quauro, ofei co poto lumei.pofL
diffi parlando .Agioco.Io mi faprei Icuarper Faere A no* Et prò Velis B o c. ^ difetto dite io sòcio,
lo. D^armemeangofcKfe tutte A tondo. Bone iteoeua EtcoulaquiproHacfiielbucuJquecomeD nti.Si uenuedi
gli occhi fi .A poftaXex indù fina. Colui che là éfefi.Aui ducendo iiifino .A qutnci.La bacca t’apeip; mfino .A qui.
foaperto.Terò irafeorro .A quando mi fuegliai. tu fia leg Se quanto infino .A qui à lei fi dice .Boc. Elia haueua
gieriuCome .A feconda gmi andar per nane .Doue la co- infoio .A qui taciuto.
fila fi uolge jl puto la fnlgrofio de Conche. Chi porla mai Et prò Circi, o intorno .Boc. Ogni coft cofiò delle libre : i
dir con parola jl pieno,.A prona ,ji pm,.A meno, .A mi preffo .A a nto de bolognmi già de gli anni prefio .A diecL
defira,.A man fioufira,.A man manca ,.Ama» dritta,.A Et con la cbeànterrogantis.PBi. .A che pur piagai; & ti di-
maa flanca,.A manctna,.Afiotifira,.A deftra. Et nomami fiemprel Lat.ad quid , nel quorfum .
le jt dito. Lafcialt digrignar pur .Alar fetmo i.comeuo- Et in ueu della pre^fiitone.Di. P ir. L'iti d& non sò .A chi,
gUono. BOC. .A migliata per giorno infermauanoà.feaza ma’l detto fcrifii . Et torre Palme .A corpi,et darle altrui.
uumcro..Andatoci .A ruba ogni cafcutfacco, oabutmo. Torre A la terra fi' a del fame una fielia .thè Laura mia
I fratelli di Tebaldo uefittt A nero Lat.puUati, atratifiu- poleffe torre A morte .
gubresJitnùciA^adatratta.Lathofies capitale!. A pie A tnelfeniimentodell’Ablatiuoia ucce della particeUaln
no popolo raccontò.i.fiequenti populei. Et quello con tutta con nerbi figmiicami io fiore , elrfengaìarticolo .Dan.
la ciurma bebbero A man faina . Lafciatena prtma uede Si fanno grafi! fiando A concifioro. Conuicuti ancbnr fi-
reAmiofenuottonpotendoficofiApuntoinqueldiCor dereunpocoAmenfa.tì'ne i nomi delle Cutà.f'é già di
dine feguitareà.compiutamruteJi leueranno A ramare . re A Bologna . Et uifii A Roma fitto tl auono Auguflo .
Trouatei la donna una in cafà unafemina A ftretto confi lunga, ^ grafia come la pina di firn Pietro A B.oma.7ig
gliojfiheflrettamenteficoufigliauanoJuiApoco. lonon quelchecaddeaThehegiùdemuriJofià abateinfanZe
sò A che nu tenga . no A L'erona. Boc. A chiefà non ufaua giamai.Bencbe
EtmuecedellaparticeUaPcTufatodalP ir.Come A for- idttadininonhabbianoafarcofàdelmondo A palata
%a de uenti Stanco uoccbierJ.perfòrx/t.Cb'A /orjji ogni pur taluolta ni uanno. Fai ricalerete per un cento, & pof
fuofitg»oindietrotira.D uu.lumeuidatoA bene,gp‘ federeteloAuitaetema.Upnerafiato AquetHaducm ,
A malitia.i.per bene/ir per mahtia. Mia madre A prua cellare.Lapiata la donna A guardit d’uno fuo famigliare .
d’uufignormipolijperfèruo.'Hegiàcoufidiuerp Con* ii»cufiodia.^nenomide& Città.Egftcomeerri conofee
uameUa Caualiermdt mouer file pedoni , He nane A fe- refi'egbs’ufaA Firenze di trarre le brache A giudici. A
gno di terra fidi fìella.i.per figno.f'engono A guardia Tifloiadimorauano.Eglifipuobendireche ucufiete/iato
della ualle, Boc. Le bufie,lequalt rgb ai diede A mie ca A Bologna . Propofe di non douere in mare entrare p rum
gioni.i.pa mia confa .Ciò che tu facefli , farefti A forca . A Genoua .
eh' effae da lui rico»ofciuta.Auiu» partito crcdeuaxper EtiuuecedellaParticellaConopeTuatodaD KnSatten- l8;4
u^utt modo.llqualepouero buomo efiendo dt portare pefi do fi a palme J.con palme.Se tu Aragionéluiti piagni. Et
A pregio ferutua. le labbra A fatica la formaro(.Lla uoce)OndeA forzami
Et in Logo della prepofitione In, con nerbi fignificanti il mom ritrafit. g/rdalBoc.In un'orto che lauoraua Afue mo-
to. P s T. O fèntir mi fi faccia co fi A dentro. Et uinia A ni. Con t altre dorme pofia andare A p5Kfcoperta.Se egli
terra caggia ia bugia .Dan. Che per /aMn" periglio A fi uorrà A buon concio da me partire.i.con buono accor-
contro, A grato Sife di quel che far no» ficonuenaeJJam dio. Corpfi adunque A furore alle cafedel conte .Se io te
toutroydr ni fauore. Tot che tu uuoi faper cotanto A den» domefticamente^ A fidanza richiederò. Pit. Ch'io noi
troJlimafi A dietro. Boc. Arriuò A Genoua.l'eune a cangiafii Ad una riuoka { occhi .
torte tabate. Colui che s'abbatte A donna non conueméte Et che comparatumefa , che nel Lat.fi rifòlue nella prepofia
a fe.Gliuenue A memoria. Propofe di tornare A Parigi . none Priè . come il B o c. Molti , iquali A pettoai noi
Etpro luxtifiomeil Pbt. Piu dime lieta non fluide A ter niente fannojaparanganéuoUa dottrina di qualunque
raHgue da Fonde combattuta , tfruinta . L'eggio trarmi altro i tarda A rifpetto della tua .
A riua . A riua un fiume che nafte in Cebenna .Dan. A, aduerbialmmte repbcata con nomi [oflantiuifidiettiui,et
L'enmtmoApieiunatorrealdapggp.L'nlacoApiede aduerbi.V ST.AmanAmanconluicantanilogiuallmi
l'alpeA piedun monte. toan.idefl infieraemente. Duocb'A mano A mano pafia-
EtpnPropc,uelSecas.cheualeapprefiofi 'idno.P st. ua». che fi nnoueHel bel nerbo d Apollo A mano Anuu
CbetOttlamorteAlato.toc.£tAti' Saqualepo-, noxapocoapoco.ArdeTde»tTO Aparte A parte.idefi del
Il il
PARTICELLE
tuno.Hocmopoi'lmcndo Apjrte.i.per tutto. yiia^ic- frmifto.uciit i6oS.
uaae greca A faro A paroj.cgiulméte. Ch' A ^afio A faf Acciò , ^ A nd . Lat. ai hoc ,&ad illui . ual a qutfio , €
fo i fot fatto fignote.Ch' A foco ^focof arche Itépo me- quello, aialcofa. V BT.Eipenhe A ciim'iakOgtia.Che
fihi. A poco AfocoioaJinnaHiafufge. Ti feof rete fue pia uemUita iiluith'A ciò rie mena. Amor eh' A uà m'inuo-
ghe A lutile A mille . A parlar fecoA faccia A faccia, glia .oniecouuienih'Aciò proueggu. Bo c. Et tra gli
H A a.Tromaniofi co JeuttAbraitoAbranoLapett^ altri , Che Acni aniauano. ù’ efiere multato AciHa^U
apt^^.Cheiue nature mai A fronte A froiite'Nou traf tana. Motto Aceti ualeuole apparare . Dteiiro mime
muti . Meniicanio fualntaA fruflo A frufioJ.a bocconi Aciiò che affare haueffcroinfulpartirejai quello. Et oL-
épane.Chicercafie A figlio A fogtiof'ojlrouolume ,A treAcciò.
goccia A goccia, A mille A mille, A piu A piu, A muta A Acciò che. lat. ut ualeafitieche. P tT. Acciò che'lrimem
muta, A rania A randa, A poco A poto, A faro A paro, brar piu mi lonfumi. Acciò ch’ogni imo ben iifferga . Ac-
A uerfo A ut , fo. Compartendo la uijìa A quando A quan ciò che di lei Heroi. Alai che mai da lei non mi diparta .
do.i.quaado quà,& quando Li, A due A due, Come le peto- Acciò che'l mondo la conofca,t!' ame. Acciò che diìei Sler
rellcefconiel chiufo Aduna,AdueA Ire. B o c. A ma- pi. yi mendicando Aceti che’n face il porte. B o c. Hora
no A mano douefiero mirare in camino.i. inmantincnte . Acciò che muna parte ci refli a fare. Aceti che alcuno den
Mi ifacao A foco A poco. A botta A botta la prefentaua. tro non ci potefie rinchiudere . Accio che te nefire mtferie
come fi mettono le mcrcatantie nelle nani A juoloA fuola recitando non naia.
.ilunafcpra l’altra,
1 8 j 5 A con t articolo nel numero del piu,& del mcao.P et. .A gli
occhi nojlri. Infimo A Palba. Dai pireneo A f ultimo On-
^onrr . Cefi jòccorre a la fina amata jpofa .Dan. dietro
A i fenfii. bauer riffetto A i regi,A i piedi Ac i tuoi Ac i fia-
ti firn raccomandò la fiua donna piu cara . A gli Jjilendor
mondani. Aglisfer^gti.Siuolge A ( acqua. lnnatn;i A
l’alba . A l'alto de la gola . B o c Alti loro ufei . A gU
huomini , Alle loro cale , Alla Slag/on , Alla morte , fd-
Halire.
A con l’Infinito. PiT.Afar altro di me , Stiamo amar a ue
derlaglorta noftra.Taich'incommcio Adifberardelpor
to.A ueder la. Deh refiate A ueder, quel ctri’l mio male.
Afilar.A fermr.DA n.TofiocbetacquaAcorrermeh
te cò.Mi tragge A ragionar. Et m'indufìero A batter i fiom
ront .A far lor pri. B o c. Hmoltofi A riprendere il po-
pola. Cominciaua Abere fifapontamenle . Tancredine
Anegare,iie A pagare jòndifjmfta.alcunidelli fopra-
datt fipofsono nfUuerc nel Ialino elegantemente per lo
gerondio .
A replicata per ornamento,^ per necefiità. B o c. Cibc una
donna naturalmente fofia fare A preghi , Alle lufitngbe ,
A doni , A mille altri modi. Et dopo quella A cantare , &
A fonare aT A carolare cominaurono.Cbi andò A dormi-
re,&' chi A gmocare A fcacchi,& chi A tauole. (f-Acó-
ferare ,& A uendere .Vbt. A te palefe A tutt' adiri co*
Meno. Et jan condotto A tale,Ch' Anona,Aucffro,Atal
ba,&A le Squille.
Tutte le fiopradette auttorità fii trouano notale aglifuoi luo*
gbipiuproprii.
Aleppe,M ucce di Alefb prima lettera degli bebrei fecondo
che ha effofio il Lamiino, cofa che molto dal nero finfo i li
tana^t perciò io leggerei alheffe che fiignifica ale bebbe;
percioebe quella noce beffe in luogo di bebbe iBologne-
fie , (7 Komagnuola tonde che Tlutoneibiamandom fio
aiuto Sathanuedendo cefi all’improuifi in un batter
iT occhio efler giunto iui Dante, O' non fapendo come, dice
admirantis. Certo, onerami te hclfiie ale a Molami cofi rat
tor& in tal modo U fienji quadrerà benifIimo,D a n. Ta-
pe Sathan,Tape Satban afheppe .
l8j6 Ab ,iuocelaima, ma m compofitionediuentauolgare an-
chora che noflrt Toetil'habbtano ufiato,come l/ P E T.
Hot Ab experto uofire fiodi intendo.^' D a v. Che difee-
(édafiefiolAbantiio, ffU&oc. Ab eterno, che ualntl
A ciò,ual a talcofia.Lat.ad hoc, uedi difiopra ad Accio .
Ad lat.èprepofitione, che fiemprefi fimue quando dopo efia
uifieguita uocale,& altmueii poi fi pone A, come Ad amo
re. Ad buomo , Ad bonore. Ad t feinpio . maper forga del
uerfo fiat P e r.& da altri non i in tutto ofieruata quefia
regola, come Li doue dice "Hel fonetto TUgn fur mot Gioite,
yolfie a uederla,efuoi limemi a udire : yenendo in terra
a lUuminar le carte, ^ in altri luoghi ueé alla particella
A. a I Sjo.o' nel fentimentodel Datino , & deuAccufii-
tiuo.VtT.Tal cbAd ogni altro fa uoltariefpalle.Tal ch’io
non penfio udir copi giamai. Che mi conforti Ad altro cb’a
trar guai.Ad una gabbia .Ad un tempo mgltore. B o c.
Ad Alcuno, AiEfibo,Adufura.ìì KU.Marauigbofa Ad
ogni corficuro.Etfi di quella Adun’altroarcoffalle.Ho
fareindtffio Adhuomo et intelletto. Ad alto. forte lofio
ch’io montai Jid£ua,Ad immortale. Dentro Ad ifio. In-
torno Ad ella, Infino Ad efio,DinangiAdun.
Et nei nomi propnf,& delle città, P ET. A quel che’l filo fi- igjy
glmol tolfe Ad Euandro. Boc.Ad Abbecb.D a n. Sico
me Ad Arbtoue’l Sodano fiagna . Che dietra Ad Hanibal
pafiaro.
Et con nerbi figmficanti mornmento^ fiato.? i t. Ad alber
gareoi tauro fit ritorna.Qjufio bauea poco andar Adeffer
morto. B Q c. Ad afcoltare le queftioui criminali comin-
ciò Adentrare inoltri farnetiebued attendere a fatti lo-
ro.D AH. Ad aficoUar erto del tutto fifio.Tertbela
mano Adaccertariaiuta.EttHohauefiineldirtantadi-
uitia Quanta ad imaginar, quanto buomo Ad andare. Ad
ir fiufio.
ECquandofirifòlue inuarij fignificati.&frimaproyerfui,
Lat. D A N.Et t’iohauefiiuoitigliotetnAdefia.'Hpn te
nerpur Ad unlocolamente.Cr prò In Lat. Conferito fino
T cco^ con glialtn Ad una potefiate. 1v(oii fiate come pi
naAd ogni uente. Chi Ad altro ftnfa. Ter efiere Ad acqui
fio d'oro ufitta. Che l'honefiatt Ad ogni atto difmaga La
miamente,trprocuuLat,lafpofadicoluicbeAdalte
grida Diffoii bii colfÌBiguefienedetto. P e T.Cb’ioiìolean
giafii Ad una Sutolta d'occhi. & proTer Lal.Boc.Et
fé Ad hora gfunger poteficro. ideH per tempo . Se la entro
Ad alcuno firuigfo dimorar mlefie . Dan. Talhar co-
fi Ad alleggur la pena Moftraua alcun de peccatori d
doffio.
Et in alcune ofi, uationi di dire.? s TJVd una Ad una atmo-
uerarlefielU •aifolaafila,DAii.'i-icb’ella,e’lfonno
Aduna
INFERNO
mu le n' induro tjnfumtXintiUin tutti infume
una noce, done queltimrtu ^d una Gridaro a noi .
EtrepUciliadueroiilmente. 1‘ e t. ^dhor ^dhor.^dbo
ra ^d bora.^d un.Mun.,Ad una. ^d una. B o c. ^d
bori ^dhonr.Dus^dhor^dhor^dbora .Ad bora.
.Ad uiu .Ad una. .Ad oncia .Ad ondi . .Ad imo .Ad imo.
»5«
monaco troppo con la danna Mia fcapefiraìaxfne^a fica
no. Et ioimendo bonorar noi .Alla perugina j. fecondo il
coflume di Teru^ . .ArmeggumM egli .Alla caulanaJ.
come I Catelaui. Le duole mcjìe Mia reaU.i.realmente i
.Alia fine. triulTn. Il cauallo quando col dillefocapo
corre .Allaéjiefa .AlNntica .
18^8 hA}in<\UQ,tà-DHnque.ualecomelaLit.ergo,&itaqi,oue A \e,irMle. LaUtd. P E T.Odarfoccor]b.Aleuirtiiti.Af
toadhoraheual prtterea^ i particella aduerbtalc, che
fignifica perfettnne , (T conclufione della cofa detta come
i(cl lat.ér il pm fi ufi nel prmcipio delf oratione . B o c.
(.Adunque ualoroji donne gran tempo. Dico .Adun
, que. Era .Adunque al tempo del marchefe. Caminando
adunque Mefiandro.uedt a t6qo.
fiitte..A le lagrime trifie allargali freno . Raffigurato Jl
lefatte^conte..Aktue braccia..A le mie parti interne.
B o C. Mie mura, Mie peflileir^,.Alle loro camere rAl
le cui orecebie potile gui^nele.D a n. .A le qua poi fé tu,
uorraifalire..Ale nere parole che ti porfe. .A le fango fe>
gemi . Che fur parole .A le prime dmerfe.
Dunquc.Ptr. Lagrima Dunque che daglioccbiuerfi.Du- Ali .Alli, articolo, che quando ni ffiguita Ltuocaleft
quei al ucdcruoi tardimi mcffi.f'inca liner Dunque, &■ fcnuepoiAglicomeapparealluogofuo.Lat.ad. Bo c.
caggia la bugia. Dunque bora e' l tempo. Dunque ch'i non Da preghi MU quali noi medefimi ,fi come. Ogni bora
rmsfauii.DnnqHesacquctihomatUor.Cofi Dnnqne fai ch'io uetno bene riguardando SdUinofirtmodi diquefia.
tu . aedi a 1 6} o. mattina .
Marticolo, in ucce di a lo. odi allo nel jintimento deltapre- A lo^eJ- Mio . B o c. Vdiron la fante faueliareMUo fedam-
pófittone .Ad Lat.P e t./> come M popol tutto Fauolafui re. Et .Allo babito conofcmtalaMlo in giù.iMla china ..
gran tempo . Che quanto piace M mondai breue foffio . Moia gmipur corfa Ìacqua.i.alta ba[!a..AUiniontro .
firalamtauinute M-corrifiretta, ChepotefieM Ufo- Da v. Mbor f u’ io piu timido allo f co feto, che fedenrro
gnoprrndcr [arme.OueroMpoggiofincofòi&tdto.M .A laluo Di que fia fiamma. Etto guardaua ancbor.Al-
beL M cor. .Al fin. .Al tempo. Boc.M parer mio. M [ altro muro .
nien.Mdafegq'o.iMl’ultimo. L' andare Mprefcnteind Alcunfnuece di .Alcuno,& alcuna uolta fittonanelnu.»
fun luogo.MioleigriJo iati gridoé colei. Ò Air. Lara- meroplu.Ut.aliquiSASf quii. tT naie qumttoqualch'uno,
ginn (òttumet tendo M talento . Quel fu M modo per fona ^ ueruno .PtT.Mcun jòccorfo da tardi fo^ . Mcun
g/onofa . fede portar Mglom(6 ufficio. l'anno a meenda giogo maggwre . .Alcun ìntueripofoMt ibo .Alcun dolce
aafcun AlgiudicimAlthora fiefe Al legnoambe le mani
tadiuenimmo Mfine .
Etinueceditì.el,&In.V tT.OndefibeUadomuAlmoH-
do nacque . Ritorno M tempo cb'i ni iòdi prima . Benigna
mi nduffeAl primofiato.Ma nulla è Al mido,in c’huom
fàggio jifideS o c.yemte Al mente.i.m mente.Cofi Al
prelintcamo.D a ìi.Aittmp»deliDeifalfi,q!rbttgiar-
di£t ecco quaft Al cominciar de l'erta . Et fanno pulular
quefi'acquaAl fi>mmo.Etqm:ldimrxp cb'Alpetto fimi
r’a.S aranno i corpi npfiri Appefi Ciajcun Mprundetom
bra fuamoiefta ,
Et umutdo fi rifòlue in nane figmficatiom .Dan. Cb’io mi
Jtrinfi Al poeta per làffiettoj.Col poeta, ydfmà almae-_
fira.i.yerffiilmatfiro.EiioriuoltoAlmar.Mi uolfiAl
poeta. M'accofiai M duca rmo.Etbtrantìi.BocMcor
pod’Iddh ch'io dico dadouero.
iSqp Et ufiutrbialmente.li cs c-Allungoandare.Altardi,Aldi
rfito,Al uiuo.uenire Al niente. Al dafegpio.i.alf ultimo ,
A\z.Cr Alla articolo.quefta in pTo(a,et quella in uerfolat.
ud.mlfiniimentodetdatim),etdeU’acculktiuoVBr.'Pren
dece bora Ala fine Breue conforto. Cb'acquijian fede A
la peuofa uitaSon giunte mnàzi A la pietà fupema. A la
tua barca A la fua amataffiofa.A la marina. Boc.Al
[ Uchiefa. Alla città. Alla loro età. Alla uofirafalute,
Alla^uane,AllhoraAiraltraAll’i(ola.I> a n.Clioe
chi Mofiri n'andar fufoAla cima, fa che di noi Aia gente
faucUeS' aggiunge Al mal uolercX!' k pofia.Sicome
fece A la puw di Thltgra . A (a man Slanca nidi nona
pietà. A la finifira noftra.
Et aduerbialmente ufata dal b oc. Ma che rihauefii ffitio AllormO(lo.Lat.mKri;romm.J3 a n. Prrfb’Aiior modo
Allabuonafejiauefiefei fiorini f II foUg' d'^atoame- [intelletto attuia.
Xpghrnoferiua Alta leoperta. Calandri 'gUmuitòaci AUnen,& Almeuo.Lat.faltem.uediatyqq,
nacofiAllatriJiajA'larnlèr'r.Ssr^ uu/ì mefier, lo Altto,ancorcbefiaHoccdifimihtiffiìnc,puratcuMauoltafu
U. il iif
1840
dopo tomi amari. Alcun Diletto. Alcun bil frutto. Alcun.
tempo.& nel numero plnOue raffigurai Alcun modernij
D A uSenga Alcun jifpetto.'tipn Irebbe Alcun ritegno .
Dopo Alcun configlioj'Alcuttlatino i tra afiaro.ir fi»
ga il foft.$'Alcunu'igfufto.Difcefemai Alcun del pri-
mo grado . S’ Alcun di noi. tfSere Alcunàmfbra terra .
"Hontit conobbi Alcun.'HonneonofcoMcun.BOC.L’an
dare dprefente in Alcun luogo fanbbe fciocche^.Tiu.
eh’ Aleuti altro era iracondo. Mefiere Ut ho anebora Ab-
cun peccato ch'io non ni bo detto Altun giamo .
A\enm,hlcune,Alcum,tlr Alcuno. P et. Ets'Alcum fua
mfia a gli occhi piace. S' Alcuna ha'l mondo. SerecA inuiàa
Alcuna.yide md tante SìeUe Alcuru notte. Alcuna co-
fi . Alcuna uolta . B o c. 7{oa curando i Alcuna cofa.
iqeui percotead Alcuna parte il fole . Seirg^ fare Alcum
nadifhntione.D a n. Alcuna y ia, y ifU , Cofa , Torte ,
Tianta, Stella. fatta fi fofL eh' Alcuna feneriuefla,
S' Alcuna forge anebor nel lor letame. Alcune. P e T.«Sr
ffid Alcune parlo. B o c. Che di porgere Alcune cofead-
domandate. Come che delle altre Alcune non fufjero pa-
renti. Alcuni. D A ti. Doure’io ben riconofeer Alcnni.
B o c. Se’pur Alcuni ce rufom. Alami nano di piu cru-
dele fem mento . Alcuno . P E T. Tace tranquilla fritga
Akuno affanno . A Ithor mi SI rinfi a rimirar i Alcuno Rico
uofceffi.^ Alcuno uiucdeffi.Bo c. S’Alluno conofiefie.
Tal Udita Senza Alcuno . Senza Alcuno Alleggiamcmo..
D AK. flonbai tu fpirto di pittate Alcuno. Et egli a,
me,fàper d' Alcuno i buono . fìgn trouandoli in terra ci-
bo Alcuno,
1841
PARTICELLE
gnifin iiuerjò^omt ilVs T.oiie noi fumo Condotte lU U
tuta flirti ftrmn.Ce ifnaitdo ni fégne Kno,fircondo tb’igU
ha l'jrticulóyO non <‘Af ,«/i lo ruhiede,o ao'l ridntde ; O"
eofifi trono femprenfu» del B o c.f'no^-t ^Uro l'uno,
& C^Uro.L'^lirohieri.'ìier^Uro mando Che faremo
noijdicenaCnn^W altro dtcoflnit,4ltra uoUoMnU'.Ai.
trameéàna.Et ben thè mille notte ragionato ne fnjie^l
tra che dilettare rii debhaeinbora ^Itro tato parUndo-
Bf. P ET. OT ,Altru h.tbito. C ^ItroX^ltro autdeme no'l
dillorna.^ltro [tbermo^ltTogionui ni tbtfgio. che fin
ch’altro nattriHa. fi d'altro tmorpreciik. nnU’^Akra.
Ogni ^Altro.tntt' jiUro.VnnV^ttTO^ltridoniu, d'.dl
tra kifioM f ^Itra parte . d ona in Ultra guerra . Ognt
ultra J'if Ultra nolta. Et Ultre mille, cCulire fiondi,
L'Ultre. Dan. flueVUllri Thebo.& d’uno in Ultra
fangne. tenete Ultra modo. & Ufiointo fen^ilfofl. Toi
che in ultra pon la fpeme. Credendo eh'Uitro ne nolefie
dire. Tra tntt' Ultra ch'io temo. La fiera maghe piu di Ul
trvminoceJSuardarCnnr Ultra. Che nedtfie Ultra che
la fiamma fola. & col foll.UUra Sorte, Cura, f'ta, t'aita,
Sponda,Sihiera,Sorte, DalC Ultra banda . Come t Ultre.
uerrem per uofire foglie. Che prima tutte f Ultre hauea
ingaunateUkre Sette,bifcipline,'Voteutie, “Parti.
Altri,<u/ alcuni, & alcuno , nel primo cefo fempre fi troua
nelnumerodelmeno,0'diqa;llodelpiu.et^andoi prò-
ttomedifofianga.Ultrui^ine glialtricafineCuno, &
ne Coltro numero, come al fino luogo. P e t. nc/ plu,Che di
nonantanoue Ultri perfetti, oner per Ultri ingegni, Ul-
tnpoggi,Ultri KamijCh Ultn.MdC Ultri, T utt' Ultri .
&■ fm. che non po ffiauentarme Ultri che'l fide. Et non ci
uedefi'Ultriche le ftelle Ultri ch'io flejfoUltri ibe noi ,
Ultri ch'il prega, fi diUguajirfugge~Altri al ghiaccio fi
ftruggeUM di,tìr notte la fno morte brama, t'iuer qui
a'Ulirimi ttrrd per morto .Dav. nel fin. per cb'Uitri
m'oda Ter cb'Uitn lormomi.yultri no preme.Uitri no
ha di me cura. & nel plu.di queft’Ultri mal nati.i!r Ultri
UfiaiU tutu gh Ultri jjitrti éfioidt foprajon Ultri ra-
gionameniLvo cnelplu.ibequelladegltUltrifu.Etde
gli Ultri dùe,Ultri luoghi, Ultri amici. & nel numero
del pm.Egli.O' nonUltriliMnaquefio beneficio.Cbem»
na per/ena et fia rtmalà Ultrt ebenoi Lat.prater.
Altrettanto compoflo daaltroi& tanto . Lat, tantundem .
ueéa 17J7.
1 841 Al tnii ,/i trona ne cafi obliqm, & Ultri pei nel primo tufo .
naie aitrifi alcnni, tfi" altro , 0 alcuno . P E T. m forza
Ultrui.iaCaltri.Et le tenebre noflre Ultrut fan aCbt.iài
altrm.Su la mia aita ih'i celata UUrut.Dou'èutua colei
th'Ultrui parmoru . Che già d' Ultrui nonpiuenirfal
grafia. One io piango tlnolìro,tfiCUhrui torto. Ifuoi jim
jfiiri,& bor gli ultrui commoue . Donna quant’i poffibile
mUhrui.TerCUltruimpouerir(iricca,(fi- gràde.&oc.
Chetocojadtcefie ad UltruUofitmo che egh fia granfia
no a pigliar del bene quando Domenedto ne manda adUl
trio . Ubbandonarono le loro cafi, cercarmi CUUrui .
CheiodaUltruichedaleiudaononfu.Egb fi Ironerd
hauermefio il Lufigmuoto nella gabbia fua,etnó nell’Ul
trui. Dan. 'Fregoli che a la mente Ultrui mi recbiC he
fuol 4 riguardar ^uar uttna.Ch'io mofiri Ultrui que-
llo camm fitueftro . "tfpn lafiia Ultrui pafiar perla fua
uia. fi' tu; thè cofi rampi^m Ultrm. Che mena dnt
touUrui per ogni ralle. Qniui mi ànfifi,com'UUrui pine
que.Et la prora ht in giù, com' Ultrui piatqne',
hnìcoflGliUrtiioh jenzfi 1 nomi non hanno luogo. ne i no*
mifeittfldiejji,pcrla maggior parte in pie fi reggono , &
Jàno principalmente quattro^ quattro pm non principa-
li. U pnncipah fono Lojiy U; La,& Leu duo primi del ma
Jihu nel numero dei men,& del piu; cr 1 duo ultimi del-
la feiaina del meno,& del più. U nò prinapah fono 11, Gli,
l,&£m uece é la,& tutti del malcbio , il primo deime.
no,& li tre dtlpauU difcreufa di quejU tutti Urtuoli,
«f com. ufiire fi debbano,uedi a gh tuoi luoghi ficido l'or
dine dcil'aipbabtio, U doue fimo ordiaatameme éllintì .
Auegna che,oUuengache,ualbencbe,anchora ,oquan* ig.j
tunque. Lai.quanquam,quamuis,&fitametfi,PBT.Uui
ga ch'io ni fora D habuar degno, one uoijola fiele .Soc.
Uuengt che penero fiifie. Uuengacbe Gaheno non ne
parli . Taluno efiere fiato fi fernenie amore conuil mio,
Uuenga che di pm febei tl numero ne /il. E i. D A n. £t
Uuenga che gh occ hi miei con fu fi Fojfer alquanto. Uue.
gita che la fubuaaa fuga Difjiergcfi'e color perla campa-
g^.Uuegna eh ipeufieri Mi rimanejier , & ihinan,&
jcemi.Uurgna che fi mona bruna bruna,Uucgna thè con
pepo! fi ranni Hoggi colui. Unegna che fiali mondo indi
difirutto.
Ben che Jait.quamkii,quàqHam,hcet,& fi. Ptr. Ben che'l
mioduro fcempto.Bencb’iom‘arrtfibLBen ih'n non fia di
quel gfrandehanor degno.Ben eh'» fia terra. Ben ch'a me
non pefi .Benché fia indegna Cherha. Ben che'l parlar fia
m damo. Ben che la fimmai di mia morte rea . Ben che'l
mortai fiamlocoofcuro,&bqflo.Benfhe Lucretia ritor.
najie a Roma . Ben che la gente ciò. non u . Che Ben ch'io
fia mortai corpo dtterra.B oc. Ben che a me non parue, •
Ben che h nolperdeffi inno. Ben che tu dica, che mai ,
Che. alcuna noitai pronome ,aUnnaaduerbio,& alcuna 1844
congiunitone.et allhora quando la Che è cógiuntione figtà
fica Terehc,Ucciocbe,Si che, Onde, & Quando , tir naie
quanto le due Ialine ut,& quod,& figuuàdoM queHi ad,
nerbi, cioè Vrima,ToiJìa^’Pofcia, Ungi, lunàgi.Tn,
& Meno fila ella per ht ouqmlatuia,tìrgenrratmfie qua
do dopo la che ni fegue u h, nella profa fempre fi ferme
fenta lo apoSìrapbo,come; che hora,t he bnom,cbehai,et •
fimih& cofi quando ut fi gueuocale,c<mu; cbeè,cheh,
che a, &ftmih , anchora che chi quejìo puntaJmente non
operuafie non potrebbe efiere daUa ragtime afiretto . Mn
poi nel uerfo per generai regni* fi dee jeriuereapofiro^a
togietando uia la beXr fido ritenendo la c,come , c'hora ,
c'buom,c'hai.erfegnitaiidoui la notale fii gaia la e, come,
cb’i,ch’ella,cb'aL dr qumido ni figuita Ut fi iafha receet-
tuandoui,niàndi,drio. come che’l, ebe'u, Che'ngegno, &
fimiii,poi cb'iofb'iut, & ch'indi .
Che M uea dtàlipiale.Lat.quLP t T.dtuel Ch'infinitaproui
denlia,& arce.Cbe criò queli'& fieli' altro bemijpero. E'I
tiome,Cbenelcormi fc'nffeamdn.La dona che colui Ch'n
te ne'nuia. Che uendetta è di héCb'a ciò ne mena . Quan-
do'l pùneta,Che difiingue Cknre. E'I rofignuol , Che dot-
cemtnte a tombra . Foco prtz^do quel Ch'ogni buom
difia . Ch'ai elei tt feorfe per deliro femtero. L’amerof» ca-
min Ch'egli conduce. B o c. Mandò uno a Rubo , Che
banéfie . Cono/cere quello Cbepòfionogb oiu . Tolli di-
chiarerà amo' femphtiqueOo Che n, Ih Lrviapiu.'H/
fine fu appei ■ utJmo riano , Che di ladrone . Et poi
ciafetmouitm imriio^chtmmtabiia.Mcoiie.iHui.ClM
amboia
PARTICELLK 151
' mcbora perlefuo configlio . miegio degli amami Qgtiido in noi adhùen,Che gU occhi
Che PI nece é taquale . Ut.tjute.PST.^ fegnitar ceflei , gin J'eroi.dx’l dolce manfuetorifo. Et Jo bea, Cb’iouo
tU’n fuga è Molta . La dotine. Che colà, Cb a le ae’nma . dutroa quel,cbe m'arde. Kergognàdo talhor. Ch'ancbor
yitamortal,Cb'ogai animai defia. Coja,Ch'al aoflroaa- fi taccia Donmpernie.Tal,chemiU'altrafiamai,Cbe mi -
■darfoflemotejla.Cofi cojìà, Ch'ètra te donne un fole, tei , piaccia. B o c foglio che tMfappi,CbeegliédidMJgio in~
Ch'ai cui II jcorge per deliro camino. La lnce,Che m'arde, fino a treagio, & bacò di qneUi nel popolo noftro , Che lo
& lirngge. Tronan l’altra Mirti qMella, Ch’incende, line tengono di qMaltragio . Tregi colMÌ,cbeagMaiiareil me* ■
,Jla,C}>e col mirar gtiammifMra.lacoronj,Che[Mol ornar naua,Cbe gli piacefiediattenderetantoM/^aJi colui Che
■ chi poetando feme. Et Roma, Che del Imo fitofi) fi lagna, lo attenderebbe. 1
hoc.HaMendolacontritMuu,CheiotiMeggio. Certimi Cheproqnam Lat.V ìt. enfiando affligge piu Che non
nutageme,cJhe c biamare fi faceuano Recchmi. La madre confbna.'blgn altrui ÌHcolpando,Che me Jlefl'o. QjieJla fé
mia dolce. Che miportòm Cotto. Mii caduto nell'animo puidcuota Cbenonfole.Eranpiudolci,Cbetaniarefciol
Donne me belle di mofirarui nella nouelta , Che mi tocca toj^ummi’l cul,<p- amor piu Che mai duro. Boc. Mofii ‘
a ère, come . non meno da tema. Che da carità . Mi hanno alla memo*
CheinMecedeliquali.Lat.qMÌ.P EX.gliocchi,Chedilagri- natornatauna nouetU , non guari meno èpericoh infi
me fon fatti ujcio,^ uaxeo. 1 penfier C hanno la méte de- continente, Che la narratadalla Lauretta. altrui in*
fiàdo morta.Soaanimali é fi altera fiHa , Ch’incontr’al colpando,Che me flefio.Che noma perjona , La quale hab-
folpur fi éfende. per gli occhi, Che è fimpre pianger ua- bui alcun polfo,& douepofia andare,come noi babbiamo,
gbi.Et io firn un è quei,Che’lpiaugergioua. Si duo lumi , ci fu rimaja altri C he nou.preterquam.
c’ha fimpre il noftro polo. Qjtefiilònque begli occhi. Che Che in uece è che cofa con iotterrogatiuo.Lat.quidaàquis, ^g.y
l'imprefeDelmwfgnoruittonoji fanno. BOC. Due grò tfqua.PET. ChedunquelanemuapartejperaiBoc. '
eam,Che del macello hauea menati, -d coloro. Che fimi ri Cotefto T abarro. Che ti coftò egli {Che facciam noi quii
maueuano.VermiUecaft,Cbepofiono Jbpraucnire.lH mol Che attendiamo noU Che piu fi può èrà Chi è quel i Lati
ti, Che perauentura. quis.&fingaloptterrogatiuo.7{onfiepeHdoCbefiuolef-
Che in uece è lequali.Lat. qux.P e r.L'horedelpiamoChe fe.i.quelloche.EtCbemaggiortolai Lat-qua. > -
fin già uiwte.ìnghilaerraconCifiite che bagna , Benigne Cheinueieèpercbe.Lat.quu.PET.Ch’amorperfuana-
fìeUe,Che compagne ferfiMlfortunatofianco.de le fila turadfarefito .Che uendetta idilui , ch’acumi mena,
benedette, ch'auanz^o a quel mio diletto padre fitto Che uede’ Icaro padre uemrmeno.chejpera gioir forfè nel
quell' arme, che gii da il tempo,amorjnrtuie, e'I fangue , foco.Cb’io non fon forte ad iettar la bue. Che fentendo’l
le parole, Che fanno altrm tremar è maramglu.le paro- crudetfii ch’io ragiono-Chegùif altrui non può uenir tal
le f iue,Ch’anebormifinanheìamenie. Boc. ebeionon gratu. Che pmgfiria è nel regno degù eletti D’unflnrito
hoin capi donne, Che mi fàppunoaccóciare le camere , ne conuerfi.Confilate lui dunque. Ch’ancbor bada.Boc. Che
fare molte cofe,Cbeacofi fatta feda fi ricbieggano.Q^ non tifai infegnar quello incantefimo . T^on nu guardare
leuiuandeCbeper’Parmeno faranno hnpofte. perche infermo fu; Ch’io amo nfilto meglio. D a n. Che
Che in ueceènelqnale.Lat.in quo,&pro qui , qua , quod . quella beftia, per laqualtugriè "Hen Ufciualtrui pafjar
P £ i.Era nei giorno, Ch’ai fai fi [coloraro.Ricorro al tem- per la fiu uia.
po,Ch’iuuitprmu£i duomi trasformaro in quel chili- Cne prò curLatMolpercbe con fiinterrogatiue. Boc.cbe
tto.yntempofu,ChànuficPoil{entmi.Qjufiamtater* Huaimpure auuituppandoper cafa t Mafe tubai cofi
rena i quafi un prato , Chàl firpente tra fiori, cjr Vberba gran uoglta èfcendere;Cbe non te gittt tu in terra i
g/act,'Neldì,cbeuolentiercbiufiglihaurei.Ìluelbeluifo Che fin uece è dapoi che. Lat.poftquam.P et. Si al princi-
leggiadroin Ch’ella uolfeMoftrar.Horfia mali dì. Ch’io pio nfioHde il fine , e'I me^tp Del quartodeóm’amio Ch'io
ui nueggia,& oda. Boc. Dal dì Ch'io nacqui hdìn’a que fiflnro.
do, Che confefiaio mi fono . Che in uece di percioche. Lat. ideo. D a n. Cbr quella ui-
Chcinuecedinellaquale.Latinqua.PBr.Dico;fe‘nquella ualuce,chefimeaDalfuolucéte,cheuòfièfunaDalui. . ^ ' (
etate, ch’ai uerohoHorfur gli auimi fiaccefi.'Npnti fi CheJnueceèniétefiècofaalcuna.Lat.quid/diqnid.Boc.
«ir» di quell’ulthna fera , Du'ella , Che lafciai gU oci/h tenga mangiare Ji come colui che non hauea CheJi; che
ptoi molli i [anima tua non babbia in uecchw^pp. Che rimprouerare
Che in ueceè lequali.Lat.quibui. P e t. Onde le perle ; in alle carni.
CÌfàfiange,Cr affrena. Che,inuecedife nonjcccettoftduofipinche.Lat. quamnifi
Che in uece è quoLLat.quoiLP E T.Miferoanunte,a che na* Boc. 1 quali è nana altra cofilerutuanoi Cbeèpor-
gbr^ il mena. gere alcune cofe . Del ualore é Cmfeardo^o non credetti
i8q6 Che in uece è quando.lat. quando. P ET. Ch'ibeuoflr’oc- adalcunaaltraperfina,Che a quello delle tue parole,e de
tbi donna mi legaroJijielcbe’n finita prouidentUj&ar mieiocchi.'Hiima altramonetafpendcndo,chefenTpco- -
te,Che creò queflo,t^ queU’ altro henHjpero. uia per quei paefi-tqiuna altra nouelta altro Chelieta.ue-
Che in uece è onde. Lat. quapropter uediagjg. è ad Mitro chea 1 8 J o.llquale in tutto loglio della fua
Che,«d/ accio che. Lat. ut. Bo c.piacàaui di tanto indugia* uita non bebbe Che una fila figliuola.
re,Cbe faper fi pofia.Se egli è cofi tuo come tu di. Che non Che fin uece è fi che, om modo che Lat. ita quod , ita ut , a
ti fai h^egnare quello incantefimo,Cbe tu pofia far caual deout.Boc. Et feto nella fua cella la menò, Cbemuna
la è mea.acciocbe tu pojia. perfina fe n’accorfè.
Che prò quod Lat. P ET. Che quanthpiai Umondoèbre- Chechc,ualpertuitoqueUocbe,qualunquecofa,etàoche
uejogtto.Chepérjofimiridifi'tiiMtra. btquefioipri- Lat.quicquid. B,o c.CbeChefenedeboaparerealpadre
li hif
PARTICELLE
Uio.Che Chfuoi,&miei frittili fi credano. Che lìx aueni
nnedomfie CheCbeefitrenedoueffe. ( Cbt die fofie U
cagione.) Ala Cbt Che fi fu. Afa CheChefet babbu ntofio.
Che chi,«j/ colui the.Lat. ut lìle qui.ìi o c.Lequai lagnine
ère non fi pofiono ; Cbt Chi le èce , &■ ibi l'ode non bab~
bia ccmpajìiOne .
Che non.LatMt non^uod non. P e t. Ma'l cor ibi legherà,
ebenon fifciogtu .
1 849 Che non che^d/ non folamente.LatJion modo .Hoc. .4
tanto il recarono ,Cbe non che la bugia , ma la uentà non
tra in Imola chi gli ircdcfie. Che non ihetu/na lojlui me
dejimo che il mega,dirà ; che 10 dica il nero .
Non chc,«d/ non follmente, tir benihe.Lat. nedum,nó mo»
do, non folum. B o c. Ch'uno Ilupore era ad nére , Tv(oa
che a riguardare. Tdon che jjiegnert.ma pur raffreddare.
Tronche U Dio merci amhoranonmi bifogna.i.benibe.
Pet. Speroirouar pitiaUgn ibe perdouo.ueé a 1797-
&a 189J.
Tutto che, tu/ benche,ancbora che qua fi, 0 poco meno che .
Lai. quimuii .Dan. Tutto che quejia geme maladctta
In ucraperfeitiongiamai non uada , & uat qua fi , 0 poco
meno.Lat fcri,pauiominus,parumdefuit,quin. B o c. Et
cofi écendo fu T ulto thè tornato a cafa . Da quii penficr
Tutto ihe rattenuto fu.i.quafi ,opoio meno .
1850 Checca rartuolo.&apojiopbratoet femea. P E T.Ch'egiu
fti prtghluheliond’amor uol die mora.i.cbe ei.Che'l pri
mo affalto.Cb'i mici fenfi Uhe ti.Cb'i ui giuro c’hebberfa
ma ilio l'bor . B o c. nella profa Cbei. che era . Che a
queflo , che hauea, che bora, chein.Cbeio ,&rarifìime
uolte ch'io che il,cT alcuna uolta che'l Che La. Che le. &
rartiiime uolte Chella,Chelle . ueè la regola nel principio
del Che.
Con tutto che,nalbenche,ancbora ebe. Lat.quamuis.Con
tutto die la fuajperan^ fofie buona, & ferma ^on cefia-
ua però è dubitare. T H.tie da Diana mi fu donato Con-
gedo,come a CaliJlo,Con tutto che una uoùa grauememe,
come quella apparifii nelle fue forni. A m. fon tutto che cA
tre il doutre lotra di me U uedefii faluatico, pure diamor
uinta . A M.
Solo <ti\e,ualpur che.Lat.modo,dummodo. B o cSolo che
la necefiità della f ea infermità il richiede fie. Et molto piu
[altrui cafe facendo fiolmeme Che cofi femifiero a gra-
do,oinplicere.
l8j I Ciò cbe,ual tutto quello che. Lal.illud totumquod,quica
quid. B o c. Chequamoio amerò Li Spina , tanto fempre
^r amor è lei amerò te Ciò che tu mi facci, & hauerotti
in riueren^. Ser Ciappelletto èffe, io ho intefo Ciò che è
me ragionato hauete. Pet. Et Ciò ch'io nidi dopo lor mi
^nacque .che CIÒ ch'altri hanpiu caro ame fan mie. Ciò
eh' a glialtri aggrada. Et Ciò che nò i leiemin Ciò che’l del
chiude. Ciò che l' indugia i filo per mio denno . Ciò eh' a uoi
éfbiacque Che mal fi figge Ciò eh' a gli occhi aggrada.
Di che,Md/ delquale . Lat. propterquod , de quo, qua de re .
B o c.Ch'u faccia quello Di che tu m'bai pregato , Ts/pn
prender fi per noi a quello. Di che ciafeuna è noi mental-
mente teme alcuno compenfo. l'/pn cade fiimo in quello Di
che noi potremo /campare, & in uecedellaqual lofi . Lat,
cuius . Di che olirà snodo fu dolente.Di che efii furono con
tenti molto. Di che Brunetta efiendo turbata. ^ nel prin-
cipio deli’orattone fina dependeirta alcuna. Lat.propte»
tea , Di che} tra per il difetto degli opportuni feruigi, &
per la forila della pefiilen^ , era tanta la mortalitate.i.
per laqualcofi & nelfittedéU'oraiione , La fame piange,
uajì come quella che hauea Di ihcj.caufj.la. unde,quid.
& fin^ la Di . Sent^j mangiare , fi come quello che non
hiueua Che. In farmi dilcitare è quello , Ch’egli fi dilet-
tauaj.delquale .
Come che. ueé a Come «1557.
Altro che jiai eccetto cbefinonfiluo. Lat.mfhpraterquS,
Pet. Ond'ionoupoteimai firmar parola , Che altroché
da me fie fio f offe ente fa. Et non ciuedeffe,4ltriihelefttl
le.&oc.Conmuna perfonacifia rimafa .Altri che noi.L
fi non noi altri.'He JtUro s'ode chele cicale lùpergb olu
ui.T uste [-Altre ihe la mula fiatlarono,Tfiuna -Altra per
fina cè -Altri che noi. & con la Aia Jiiianr/usò Dan.
lui medi fimo fentmiento,doue dice. 11011 hauea piato, ma
che di fojpiri.i.fi non . I uedea letjna non uedea in efia ma
che le bolle .(noni ibofcano .
A che,iM/ percbe.Lat.cur, ad quod. Hoc. Io non lò .A che
mitenga^beio .A cheEjnaldorijpofij.aUaqualcofa. -A
thè elle im tirauano.Q^Uo .A che naiural pacato mi tu
raua. P e t. Al ifiro amante -A che fortuna il mena.i.quaL
I n cheiii.i/ m qual cofi the.Lat an qua,qua dere.Boc.In
che mi farete grana. K r t.I nauigantt a émofirar effet-
to t'anno de [arte In che lodati fono .
M a che, ual fi non . ueé a Aia «1885.
Chi. Lat. quijjuis,quuunque,quabs.ji ferine nella profa co
me la cbejna nel uerfi quando ut figuita la In ,c^ la II. fi
gitta uiala i al contrario della Che , auenga iberarifiune
uolte occorra,come th'il,ch’tiu& ch'i ch'ai
Chi jnuece è colui che, qual,& daino ffempre fi dàaper-
fona nel primo cafo,& in ciafeungene rermbora che dira
do fi troni ne cafi obliqui , ne quali poi la Cui ui ha luogo .
B o c. Laquale Chiaìlbora lumia là neeuerej.colui che.
Cbifa bene,àT Chi fa male.i.alaino.Et glidtri che uiui ri
mafi fono, Chi quà,Cr Chi là uanno fuggendo. Hon credi. ■
tu trouar qui Chi il batte fimo ti da S Tarli chi uuole in
contrarha.qual fi uogUa. & quando [là in ucce di quale .
Et nel obUquo.Boc. 0 ritornaui mai Chi moreidifie il mo
nato fi Chi Dio uuole. & interrogantis. Cbt fe ne potreb-
be tenerel Chi feti Chi iquai Pet.CÌ»/ mi cSduceal’efia,
Hot Chi fia che ne [campi i Oue fu Chi per prona intenda
amore J colui ilquale . Cbi unolfar d'Helicona nafier fiu-
me.i non fin forfè Chi tu crediXquella laquale.TernÓ ra-
uicinarmia Chi mi Siruggeie non fia chi la [negli J. alcu- ’
nojlquale. Che fi non è Oli conpiaà m'afcolte . Toi ch'io
feppi Chi eranJ. di qud gente uolentier [aprei Chi tu f e in
nangi.Che mar auiglu fanno a Chi [afcouajai cobii che ,
come a Chi la miraJ^ra magnanimi pochi, a Cbi'l ben pia
ceda i quali. & qua fi infiniti.
Chiche,udthiunquej&ciafeMno.Lal.quifquisjfuiuu, & 1851
quicunque. B o c.Óiicheefiifi filano. -A iniLanttaé Chi
che fi fia. Chi che gliele rapportajie .
Chiuncpie.Lat.quicunqurjuieeiafcuno ;& da fi fi regge,
&fidi fidamente d numero de gU huommi. Pet Cbiun
quedberga tra Qaronae'lmome. Chiunque amor legttU
mo fiompagna.efr pronai ben Chiunque E'iufin'aquI.
hoc. Egb i flato fempre diruto, come cJuunque è noi.
lo nejlarò alla [enterrga è Chiunque uoi torrtte.O dono-
flrare a Chiunque ci apparifice thè.
C'ìò.Latjdhoc, c bac reijcd queflo , quello , ^ tal cofi è
delneutro.h Et EtOòfepp'todapoi.Óò ne fitfombra
w
PARTICELLE
ria del grane Melo. SeCionon fofie.&Cio fu fer mie fe-
tte. dr thè dt do tnauenne ditto non far paroU. cr é do
fon contento. "H; di Ciò dnolmi. Trima,cb’i trout m uopa
ce netregna. E'icieloin Cios'adopra. e'n Ciò [igne fuofii
le.Boc.'ìdediCio mi maraniglio.E di C10 m'ba jt bene am
tato li mio creatore. Che molto li pucena Ciò. Oltre a Ciò.
Ciò che. Lat. iliud totnm quod , quicqnit , ual tutto quello
che.a 1 8; o.
Ciò c.Lat. iJefl, ouidelicet,boc eli fcilicet, uediapj p.
Cio,inuecediial cofa,oque^.uediap-jp.
A ào,cbeualaquejiojieéalla pariicelia .Accio i8}6.
Co,Coi,Col, Colio.ittuecedtconli,ocongli,oconi,Conil,
Con lo. uedt alia particella Cona 1857.
Colei. Lat.illa ea.ual quella. &fida folamente alle perfone
che fiotto alquante lontane. P • t. Conte Colei ^betC bora
iti bora manca. Onde Colei^he molta gente attriSia T ro*
uòJja morte . lo firn Colei^be fi importuna, e fera Chia-
mata fonda uiH,& fiordo^ cieca. Tot uien Colei, ebai ti-
tol d'efier beUaj.HclcnaSemta Colei,cui fola par ebe pre-
ghi.i. Scilla. & in ucce di M. Laura . Fin che mi fimi il cor
Colei,cbe’lmor/è.Etpiu Colei Jo cui bel uijò adoro. Oue le
belle membra Vofe Colei, che fòla a me par donna . yeder
pcnfxro il uifo di Colei , Ch’auair^a tutte l'altre maraui-
gbe.& in altri luoghi affai. B or. Io fece fare a Colei,cbe
Talpe natta quefia rilpofta . Che egli ut trotterebbe me in
luogo di Colei. Cola fola i caHa, che. Odifie Colei, quelle
coji fi promettono. Si come Colei .
Itjj Coloro. Lat.iUijir if. ualqHeUi,qttellefieffi,&effe.&fida
alte perfone che alquanto lontane filano ,Si come Cofloro fi
da a quelle che propinque fiano a colui che parla .Medila
regola alla particella Cofloro- &tlBoc.lba fàlamente
ujato in ucce di quelli fi di ejiifiioi parlando fempre di huo
mini,fS-nonàfemine,dottedice.Ma piamente Coloro op
prime,! quali. Et pochi/iimi erano Coloroa quali. Sofle-
nedo i éfelli di Coloro i quali. Fece Coloro rimanere fcher
ititLEt quanto fia maggiore quella di Coloro i quali ,
CoIui.I^r. ille.ual quegli che piu i m ujb,& fi troua in tut-
ti i cafi, i della profa, dr del uerfo, & fida folamente alle
perfone. P e t. che Colui ch’a te ne' nula . Voi che morto
i colui, che tutto intefe . (intendendo meffer Ciao) Qjud
piu gente pofiede ; Colui è piu da fuoi nemici auolto.Onde
come Colui,the’l colpo teme . -i fulminar Cidui, quello a
ferire. & Colui in ucce à Dio . Ter mirar la fembiam^ di
Cciui.Ch'ancborla fu nel del uedere fpera.l mi fido in Co
lut fibel mondo regge.Et di Coluifib' amando in te fi pofe,
di'in ueceS Amare . Cabli, che del mio mal meco ragio-
na. Elia non fitta Cobii,cbegligouema. Fuor di man di Co
lui,cbepunge,dr rnolce. B o con ucce di Dio. DaWammi
rabile , dr Santifiimo nome di Coki, che. Di uenticinque
anmfoffe l’età a coki. Coki a cui piacerà .
Come. Lat.ut. Sìiundo quefia uoce fi da ad alcun cafò; quel
^ cafofegh da, che ha la uoce con cui comparatune fi fa, co
meperejfempiodel B o c.Jo fon mercaiante,& non phi-
lolòpbo,dr Come mercatante io rifponderò. Donne mieta
re uoipotete,fiCome iomolte uobehauereudito.Da do-
uere da una donna Come io fono efiere amato . Come per
amore di Anthioco,Come foreUa farebbe trattata. Ignu.
da Come io nacqui corfi. T 1 t.Cotnhuom ch’a nocer ko-
gotempo aJpetta.Com'huom che trai! ■lorma.Com'ogni
membroaCanimanfponde.Com'hdm irnoauampi.Ba-
menta lor Com’hog:ifofii ■ ■ ’ ' -«o» uo’jim cantar
*51
Com'io foleua.Amic’hor uedi Com'h fon bella,dr chiedi,
l'tftua uat, non come [altre carta .Si bella Conte quella,
chemifpogtia.
Come fin uete à quanto. Latattquam. B oc. leuatafi co- 1854
me pitt tolto potè deUa camera,dr del palagio fi ufrì.Lat, ^ “
quai/i primum,quantocitms.Deh ComebenfaceHiaue-
mrtenefihe meglio farebbe Hare con dtauob,che confemi
ne.Otmekjfo Come in pucwl tempo ho io perduto tintfuan
ta fiorini /oro, & una forella . Et pereto Come pui tallo
potete ue ne andate conDto.Ionoalofeiu hai pollo men-
te Come noi fiamo tenute flrette . Et Come meglio gU pa-
refie^acefjej u uedi Buffalmacco come Calandrino i auom
ro,dr Come egU beue uoleniien quando altri U paga.
Come,tn uece di che. Lai. quodfiit,queittadmodum, quo pa-
lio. B o c.Mandò a Gcnoua fcriuendo a'.la fua donna Co-
me tornato era, dr che lei uemfse. Et uiuiuidendo Come
Cofiantmo m lajctua ulta fi flaua in Cbms . Che per certo
fepofiibile fofie adhauerla; procacciartbbe Come egli
C bauefSean oleum celli fi legge fihe egli [haueffe .
Come in uece di poi, odi quando . Lai. cum, ut poflquam,
uedia tSi.
Come, in nere lii perche interrogantis .Lat. cur, ut, quid j
hoc eli. B o c.Come noi chiami cui Difie donna Cameni
paruta quefia uiuandj i La donna udito queflo flette, poi
èffe Cornei che cofai quella. "Hg mai pm ardiri è pin
poruemi a piedi , Come difie il frale ,noni'iegb reflato di
darti noia i
Come con émanda di ammiratione. LatJiuomodo,quo pa-
So.Boc.MaU frate accefo difie; Come il puoi tu nega-
re makagto huomoi eccole.Come i adunque da farei èf-
fe Buffabnacco.i.qmd ergo agemkm efl.
Come contariicotoil,& uieneamofbrare la cagione del 185)
fatto col modo. Lat.quo paSo id. B o c. yogUangU noi in
Molare ifla notte quel porco idiffe Buffalmacco Comepo-
trem noi i èffe Bruno , il Come ho iohen uedutofiiegU noi
muta è là,doue era teHi.El raccontarono il Come . Sett-
ica cercare dei Come la cagione .
Comeinueceèmentre.Lat.dum,cumfiionec,intereadum. ' •
B oc. Et Come io lo uoleua dimandar che fofie, & che
hauefie,& ecco meffer Lambertuccio unir fu .
Com in kogo di Come. P e T.Com ferde ageuolmenteJn un
mattino Lluel.Ma Compm me n allungo jCS- piu m'appref
fò.Duti.O namcella Com mal si atrca.O uanaglorut dé
Phumane pompe Com poco.
Come fin uece è In che modo. Lat.quomodo,ut, quemadmo
dum. Bo cJomi ridoèl modo neiquale to legu^gnai,
a cm Sicurano èffe. Deh i Idèo ti dia la buonaueiuura
èmmi Come tu leguadagnafli. Io non fo Come la mia mo
glie fi faccia, yolere prima fapere Come andata foffe k bi
fogna. P I T. Come pofion quelle membra Da lo fpirito
lor muer lontane. Canteri Com’u) uifii in bbertaè. A le
lagrime tnfle allargai freno. Et lafaièle caèrCom'a
lorparueateèa ijjy.
Come fin uece di fubuofit poi che. Lat. poflquam, ut,flatim
Ht. D A N. Com’io /m dentro [occhio intorno inno, o 1 8t .
Come che. Lat.quanquim, quamuis . quando ènota ben-
ché fi> anchora che. Boc. Come che pochi ue faceffe. Co-
me che per auentura piu foffe fiteuro Come che ciajcun dor
miffe forte . Laquale ilgiouane ama, come ch'ella non fi
n’accorga per quello fihe to ueggia.£t Come die grane gli
pareffe tlpartire^ure fi leni. Come che uarie cofegli an-
PARTICELLE
4affe fer lo capo é doucrp fare ,pur élibcrò far iiifla di Co i nobili poeti gU cantando ,
dorruire. (Come che pou forza nmafa gli jtifie) £i Co- Co Jènza i’artuolo V BT.Sicome'l fòlCo jnoi pofiemirai
Co mantta, col fuoco , &■ congbfpeccbi. che ni fa cofuQi
raggi alte,ar jUperbe. che col bel mjó, & Co jòauifdigm.
Che Co pie graui loluari, & loffi Vorio'l cor grane. Et col
belmfo,& Copinfieri fihmLtobtgUoccbi.tioc Co futi
proffimi.Co Hojiri uumi.Co duo caurioii.Copamu.Co cpia-
li.Co pouen.Co capigli.
me che tu buomo ». Warme epcrcitato ti fu. l ome che du
To pareffe a frate .Alberto Candore in colai gmfà. Come
iheqiicftì co fi uariamente opinanti noti morijj'ciio lutti,
no» perciò tutti campauaav.
Come chean *«<■ "> qiiahoufue maniera.Ltt.quoamque
modo, quaquamodo. V i z. Ma Come ch'ella gh gouemt,
o uolga . & fenza laCbe. Hoc. Et difsi a cojtui doueuo» Col in luogo diconilP et. ^d albergar C ol tauro fi riior-
leua efiere condotto, & Comeil mcnajfeera contento. na Sd^uaatopiupuojColbuon uoUr i'aita.'blpnbomai tre ■
uedi a 1 1 1 7 • gna di (ofpir Col fòle . Ond io prefi Col fuon color d'uu ci-
1856 Comelegata conia SiJ.SiComepiuperornamentocbeper ,gnofrlHeflacheColmirargitaninujura.Boc.Colpiaie .
necefrttà. Lat.ficuliaanquamaiclutiattpotè,nempe, prò- noie aJpetto.Col continouo girare.Col prezzo. Colguada-
uttUtficuti.Ho c.SiComeafraiuolteiipvtutouedere. gno.Colpnore.Colpiacere. ' ’j
Difptacque mollo alla donna , Si Come a colei, che quiui Coìlo.Boc.Colloftile.CoUafuabeneéitione.Colla.mag- jgjt
fòla fi ucdeuaJijteUo a te Si Come a padre palefrrè.Si Co gior calca del mondo. Colia forruu.CoUa lauandata ferra
me ella m’ha piu uolte detto. Si Come bocoitofctuto. Tet. ta la cella Colla tbuue.CoUa penna m lulo.Su Colla rnom
Ma ben ueggihor,Si Come al popol tutto Fauola fui gran la uentura.CoUe calzf a campanelle.CoIlc fpalle. CoWope
tempo.Voifrgutrò Si come aluinencrebbe.Cbe di lagrime re.ColC aiuto.
fregm Sten gii occhi miei,Si Come’l cor di doglu. EorJijSi Concio foiTe coCz,cbe Lat.cum effetti hocfuifiet,quod,
Come'l 'mi d'alto caggendo . Boc. Concio foffe cojà,cbe Caere parefie da puzzo de cor ■
Comedo rijpojla della particella ColìXat.utprout.PEr. pimorti,&dailainfermteà,(!rdallemedicinetmlocom-
Che come (noi pigro animai per uerga.Cofi. R o c. Della prefio,dr puzzplime.Conciofofie coji, che tutte le donne
bellezza di quefU donna domandò il ducajè Cofi era mira carolare ]apcffcro.Coniiofope coja, che effo U fimilmeme
bile cofa. Come fi ragionano. EtComeDiolafuafòreUa andajfe.
dimenticata non banca, Cofi fimilméteiCbaurre Imamen CondoCa cofa clic. Lat.cum boc fit,quod.R o c.Concio-
te dimofirò.l filmarono Cofi Come erafiui hauer fatto que fta cofa,cbe a me paia. Conciofia loja , che te buone fi m-
flOfCbe Cofi fu Come uoiéte.& quando la Cofi procede ore poffonogiouare.Conciofia cofa, cbegUamitinoibab- •<
la Come.LatJta ut. Ve z.Efier non può già mai Cofi Co- humo quali cogli eleggiamo.
mera.Che mi ftruggon Cofi Come’l fàl neue. Cofi uedefr’io Cofiei.Latina becjual quefia,& fi da alle terze perfone nel
ffoCom'amor dolcementegligouerna. genere feminino,& daffi a quella perjona che fia mema a
Come Iddio ué'I dica . mudo di dire per accrefeere gran- colui che parla^piu ne cafi obbqui,^ di raro nel orrma.
dezza a quello di che fi ragiona , come a dir tanto male,
che dir non fi poiria. fi oc. Ogni uolta che beuutobauea
troppoiegli [ acconciano Come Iddio ue't dicaa.batleua .
Como ,tn ucce é Come usò D I u. inrima. Et qualèqnci,
che cade,& non fa Como .
1857 C00.C01, in nece di con li. Co finta C articolo in tute di Con
Ufi con i.o con gU. Co’l in ucce di Con il.C olio, Colla, Colle.
uiòiIb o c. in luogo di Con lo, con la fion le.
Coad>repofitione.lat.cum.P e t.& Roc.Tie aura da pu.
lir Con la mii lima . Mirar fi baffo Conia mente obera .
P E T.'Per lotuoScipione,&per Cofieii.Sophonisba. Fu
cotenta Coflei lafciarmil rcgnoÀStratonica. dfin uecedi
M.Laura. .A feguitar Cufici ,cbe’n fuga i uoba. Cofi Co-
Lleifib’i tra le dowie un ^.Come Cofiei, ch’io a l'ombra,
ealfole.Ma che fua parte habbiacofiet del foco.Lamen- >
te a contemplar fòla Cofiei. cinabri luoghi affai, fi o C
Tofano uedendo Cofiei fi tenne feomato . S'auemaua alla
gola di Cofiei Coltre uedendo Cofiei cofi fattamente parm
lare.Era troppo piu innamorato di Cofiet. Cofi fatta don-
na come i Cojttt.
Merci chiamando Con eSìrania uose. L’acqua nel mjb Co Co fioro. Lat. hi,& ha.ual quefli, & quelle ,ocffc&effi. i g j jj
le man mijbarfe. Con Gioue fia uinta ogni abra fiella. Co
ben cento fionm.Con Ièri. Con ogni art e.con le parole JCÓ
letfcfi'io da che fi parte dfile. Conefio ki.Con meco.Con
teco.Con bit infume, uedi a igjg. Et repbcata peroma-
mento. OntCìo gridai Con carta , & Conincbiojlro . Hor
Con la bngua, hor Con laudati incbiofiri. O Con le brune ^
0 Con le bianche chiome. Sol Con quefii prnfier. Con abre
chiome .Da un mede fimo creatore Con uguali forze , Con
Mguab potenzeiConuguaU mrtu create.ll finto frate Con
buone parole, 0- Con buom ejfempi confermi la diuotione
ùcoHui.uedia IJ75.
Coi, in uece di con i,o diconfro di con gli, cofi ì ufo deTbo
fram nel numero magiare del mafchto^ neutro genere,
& fe abrinuntifi nona ipiu tofio errore che ragione.
P 1 T. lederla ir fola Co i penfier fuo’ infume . Co 1 uagbi
raggi anchorindi mi fcalda.S'il dffii ; Co ifofpir quant'io
mai /«.Co I foffiir foanemente rotti. Conle palme, &Coi
fóefiefta f&fuperba.SiparagoiupurCoipiu perfetti, Cofim.Lat.bicjnal
nel genere maf.&fem.& il fintile i ColorotLat illipiel tf,
ma IO non uferei ne l'uno ne ( altro, fr non fi ragionale di
huomitti & difemine infiemc,come usò ilBoc.in qurflo
luogo,doue dice.C alloro adunque, parte per lo giardino, et
parte uerfo le mobna.& parlante di buvutim Hauea Ca-
landrino la mattina, che Cofioro gtunjero , ua 1,0 il porca.
Et cofi fi diccua pur tefii tra CoìiortiSer Ciappelletto, il
qualgiaceuajà doue Cofioro cofi ragkmauanopidl do che
Cofioro diceuanoJlaucdolo Coflorond pozzo calato.
prona effeagb occhi corfero é Colìoro,che CoHoroJuro
no da eJSe ueduti. P E T. parlando di donne. In Collor non
hai tu ragtone alcuna. <ìr parlando di huomini Lungo Co-
fior penfofo Efaco fiare.Da Cofior non mi po tempo ne lu-
co DiuiderJii Cofior piagne quella gentil donna i. Roma.
Con Cofior colfidgloriofó ramo . Cofior ihiudcan queU
Cbonorata fcbtei ■. Contro CoftorColui, che fplende fola
S’apparecchiaua
•■ciofit C. da all : perfons,che fia uU
■ ehi
PARTICELLE
*54
dnaacolMi ihe parla. ^ il piu ite cafi obliqui. & dirada Di, prò circa, oititonio. Bo c. Comperare Da ueruiboui ,
al uomiiutiuo perche ufi pone Qui fit in ucce di Coflui D un. E'lmaruroSofferfe,& poti inferno Dadue ami.
che fempre fi pone nel prima ci^o,& non mai negli altri. Da che , ualpoi che, quando ihe,o da quett bora. Pur. £t
comealfuoluogo.Ttr.ttaCvJiui di mille donne elette to,DathecommciaUbell‘alba..Afi.uolertombra.Conlci
eccellenti n'elejti una.& pur amò Cojiut Tiu gmfiamenie, fàfi'io. Da che fi parie il fole .
Colini certo per fegiaiiuttmifpiacelUro,oikrlfun,cbe'n Di mie pane, nate per mm nome. Lat.meo nonàne.Boc.
altra fama faglia yidi dopo Lojlui . Cingea Cojini fuoi Dirai cefi al Sere Da mia parte,
duci rvbufU.ZiUnnauolta fi lafiianellapenna ilfiio fe- DiTantoaialélanlufiipere.Boc.Terciocbenolcoiiofcea
gno, come la doue dice.Giouaiielto pofi io nc'l Co/lni regno Da tantoSe ella Da tanto fiato fofie,tbe bauejfe mteJo.Se
utuece Ji dire nel regno di cofinuBoc^DiCofiuibaga- Da tanlo,Cr fi nobile repntaua.
fila. 'Hpi habbiamo Cofiui tratto della padclla,à' gittato Da, quando fi ragiona de gU atti efieriori fi dee ufare nelfe. 1 8é »
nrlfuoco.Cbett par di Cofini { Se Cojiui muore. Cofiui fiocafo. P %c. Da ghocebt uofinufuo’l colpo mortale pl-
qualiolpoprocedeuadaatti efieriori, & di dentro ujci-
ua, ^ quello nerbo ufetre dinota l'atto di dentro , & qui
chiede il fecondo eafo , onde dtrajji yenuto da Bologna
dimofirando [atto perfetto , & uenendo di Bologna figm-
ficando Catto pendente, onde dBoc. uenendo é MugeU
lo . ttuenga che non cofi Jèmpreèofferuato .
adunque.
Piotile? Colale, ual fimile,cofi,uediai6^6.
It oc Co Certo, Cote firn, cr Coyfia.Latafie,ifia,ifiud fi danno fi
halle cofé,chefono dal lato di colui,cbe afcolta cioè in fé-
condì per fona , ^fono dilla ptopt. B o c. 0 Cote fio ta-
barro , che naie egli i Entra in Cote fio digito . Togliendo
uu Cote fio pocbeito dt nifi. 0 diffe fer Ciappelletto Cote- De .prepofiuone fempre fi da al plurale , & fi acccompagna
f ioni duo. Trendi Cotefii danari . Dinne una bella fiiu
uuoiubenottuogliaiu Coiefla.Come dite noi Cotefieparo
le i Tancredi ferbatt Cote fie lagrime a meno defìderata
fortuna. Cotefle fono cofi, che fanno .
Coccrtui. B o r.,Di[fe Bruno fe Cotefìut fe ne fidai ben me
He pojio fidar hJion imufi.
Cui. ferue a tutti i tafi dal primo in fuori,dr del maf & del
fem. 0 in ogni numero.&\cel figno delC articolo, ir ferri t,
comeil P IT, C ulne prima fu fimU ne feconda, yoi Cui
fortuna ha pofio in mano il fienoyoHra merci Cui tan-
te carte uergoyer Cui poco già mai mi ualfefi naie Con*
tra Cui. B o c. Onde fufiu, dr Cm figliuolo i "bipn fo Cui
Mi poffi lafiiare a nfcuotereil mio.ijt cui.& col figno del
con l'articolo,tome DeUo,DeÙa. o De lofie la,DegU; ma
non De li ; perciocbe fi dee (criuere fole De in ucce di de li,
0 dei per piu ornamento dt parlare. come De padri in uece
diDelipadn,edeglipadri,e}rfimili.&nonuifeguitan-
do l'articolo fempre fi dee fenuere Di come, Di me. Di lui.
Di fi, Dt te. Di pianto . dr cofi quando m figucta d nerbo,
come Di andare. Di fiate. Di fenuere. B o c. Dell’agnolo.
Degli altrui. Delle fette uolte le fn.dr firrgf tarticolo.De
cittadini j. de li cittadini. De finoi. De morti. Da comanda-
memi Depadn,Delle madri.De frategli. De mantl.T t t.
-4 pie DecoUi,ouelabellaueHa, intendendolo articolo
la. dei colli . Il finn De proni dolci accenti fnoi. nedi alta
partiesUa E m uece di articolo a iS66.
C articolo. P E T. Sotto'l Cui giogo giamai non réfitro . Et Dee, nerbo dtliufiniio Deuert. B oc. Si Dee credere . Tfgm
più coleila Cuibeluifoadoro. Et a Cuimai di nero pregio Dee rUeuereunamedefiniapena..Alcuno Dee effere fiato
calfejn Cui.Ver Cui.Con Cut. B oc. Il Cui nome era Mei Deh particella di interrogauone con bmmltd. uedi d 141 (x
cbifedech. Di Cui. In Cui. Cu in uece'fii cui usò D a ti. Et Di, prepofttione, fempre fi ferine nel fingolart non fegmtan- 1 86 J
Colar Cu tu fai cotanto mefìi,& in altn luoghi.
1861 Dl,prepofitionefimga l'articolo neW ablatiuo ne uomi lòfi et
aJie.'Pt r.&Bo c. Date campagne jdr da pilcati colli.
Da' Dio.Da pietà camnio/iaJ)agioiiau,dT da ledonne.Da
morte fopragiunto. Da fiieranga ritenuti . Da tema mofji
Da Genoua tornate. Ser Ciappelletto Da T>ratoJ.pratefe‘
Sicurano Da Finale J>al nurebefe .Aigp Da Ferrara.Bf
naldo Da Efiii della famtglu degli Efit, oDa.Afii come
hanno 1 tefii antu hi. liquide um che d giamo Da Trocida
ad ufare ad Ifcbia per uederla ueuifie, ma già molte uoUl
di notte, non hauendo trouata barca Da Trocida mfino ad
Ifchianotando eri andatoia quefio.Da tutti.& con C ar-
ticolo Da glibuommi . Dalla celta. Dalla gente .Dato.
Dal', ir con pronomi . Da fe. Da me. Da te. Da lui. Da
lei.Daejfa.
VllHdiuerfi ofieruatiomdi dire.Boc. tuccamiaD* ft-
leàÀa tenerui dentro fakJo non fui figliuola Da ciò j che
faceffe tal cofaMa piccioli era fiatain continone fatiche,
tdefi da che fu piceiola. Effeado ella di età Da marito.i.at-
ta a maritar fi. Maeflro mio Da beuej.difiimarfi per bua
HoMijfc Li Reina,Dioneo quefìa è fèntem^ Da te.i.conue-
uiente a te . 'Haufono DajmdaiJa mente , Se Da cena ci
ba.Lper cenare.'hIpntroMarebbe Da mat^urti.che man
giare. Et fefortefi credeuaefiertDai .iakartJ.da po-
tere caualcart . •
doni dopo l'articotojCr cofi fempre s'accompagna col ner-
bo, fi la fòlla Di quando dopo quefieprepofitioni yerfò,
.Appreffo,Cont ra. Sopra, ni feguita U pronome me,te,noi,
uoidui.& trouandofi altronitijdirenflert errore di ftam
pa, anchora che una fot unita fi tram nelTm.Ld dona
diceyerjb di uoi,a dolce febiera amica . & altroue poi di-
ce, y erme fpietata. Cantra te fiuperba . Cantra me fiefia
ber mi nfcaldo.Ter uendtearfo^a not.drBoc.La tuta
benignità yerfo te non banca meritato t oltraggio. Cran-
difianaueramentefipuodirelabenigmtà {Iddio yerfo
noi. & doue dice Hauefiero cagione di mormorare Contr*
di lui Dioneo, che appreffo dtlei fidena , u duri Cantra lui
fenta La Di,& appreffo lei. Dan. Che qui ./ippreffo ma
cofi fcintiUa .
Et quando accompagna il nerbo per logerandio. Di uede-
re. Di fuggire. Dt rubare. Di dire.
Et nel feniimeuiodelgenitiuo. B oc. Di me. Di te. Dife.
Di uoi.Di lei.Di loro Di colei. Di qualunque fia di cofloro.
Et co nerbi nel femiinento de IT .Ablatiuo. Tratta fi la gbtr
landa Di capo. Efii fono per madre di fee fi Di poltromcri .
Et ne nomi fofiantiui, & adiettlui quando richiede il geni
tmo.'Hpbile Di pingue ; Bella Di forma. Ornata Di coflu-
mi,dr di leggiadra bonefià.Terfona degna Di fede. Di fan
ta uiia.H uommi Di mala conditione. Tn.CheDi lagri-
me fon fati’ ufeioi^ uarco .Et hor Drpicciol borgo un fid
PARTI
riha iota .OjtaluaghttXA Vi laure, qual é mirtei Che
utndrna è Oi lui,t b'a tie ne Wiiu. cIk nelle il moitJe Vi
noucl catare. Vi fuor ,
Et con gcmum qnaado épcndom da foliauiiui I» una ar
la Di tnarmo.Tie infermità ne paura Vi morte.yn ualen
tehuamo Di corieXa gianane, ibe non era Di ferro, o Di
diamante. Tt t. un laccia,chc Vifeta ordiua. C o c.Ei-
Ltu'cdiuenuta fcmina Di mondo predo, idrfì puttana , &
quife m hauefieronolnto dare lo articolobaurebber det-
to f emina del mondo ; & delia feta,& non di mondo, ne di
fila ,came usò il ìi oc douedi/iepregaiidolache te piace fm
feprejiargli il merlalo fuo della pietra, à- quini non dijse
di pietra, perche ui uolfe mettere io articoio.ueé di fapra
ailaparliceliaDe.
Et quando igenitiui dipendono di loro nerbi. Oltre a cen-
tomilia creature effereDi uita tolte. ysoDi digiunare
in pane, Hr in acqua . Haiteano fi gran uogba Di ridere,
chequafi fcoppiauanoDinia, Diche gli due fraleglifi.
ioleuauo forte .
1 S&4 Et alcuna uolta con nerbi che richieggono le piu uolte Cac
cufatiuojCr piu per ornamento,che per nece/ittà. B oc Je
riandò a Milano jet tornerà Dt qui a fei mefi.Coimnciò ad.
bauerc coi manto Di fconcieparole.Sempre non può l'buo
vioiifareundbojniataluolùdefidera Di uarij.Tcrcio-
tbelanegromaatiaiDtgrandtjsmo dijjnacere D’Iddio,
lequalt ne fanno Digrandtjfimi dijjdaceri,& di gran dan
ni.Et aduerbulntente con nomi fofiantiui,& adictuui. Et
Dinmpelto a fe fe flore Li.lo uidiDiriinpetlo alla bottega
eh quello legnaiuolo un'arca. QjieflaegUDtuogba fecea.
molto Holentieri . otniòqucfloaneUo Di mano miaaiio .
atndaua Di giorno in giorno Di moie in peggio.Dl bene ui
meglio proeeMndo . CbeDidì,à'DinaueniOriuaHO.Di
netto col capo innatismi lo giuà nella fofla; Et Di tanto Co-
mò Iddio, che nullo male fi fece. .Andando il prete Difitto
fitto meriggio. Et uedremo Dt butto chi l'ba battuto ^fl
fuhao. CbeailanauetemenafleroDi prefente ,ideSlfu,
fitto ,hor bar, Di rado. Di leggieri,Di lontana. Di pefi.Di
fontinouoMi fubito.Dt fouercbio. Di najcofo. Di feemo. Di
fitto.Dinair^.Dianzi.Dintorno. Di canto in canto.Io ha-
nea Di poca quefle parole finite, quandoJ. poco fiat» era
pafiato. A u.Di nouo.LatMbtntegro,dinuo.
Et in compagnia detlt aduerbiJi o c.Cbe tu efta Di quà.
che noi Di U nell'Mra usta douete hauere . Che pene fi
, d^iero Dilàperciafcunodepeccati,cbe Diquà Jicom-
mettono.Che Diquà,Cr Di là prendeuano.CbeegUnÓpuo
efier Di qui doinanUx uirtù Di quà giu parttUfi.La fan-
te Di qua entro nmafaMijèro la fante Di fuori. 0 coma-
re io finta Di coftà il compare. Il Re rifiofi Di nò. Egb non
ni faprddir Di nò.Ciappelletto rifiofi Di li.Il buon buamo
nfiofe dì fi. -dfer Bonaccori, cbem’aiutiDinofit bi^
mi ha fato citare .yi prometto Dipnoi piu in ciò non pec-
tartX roppo rii di lungi. Ter le cagioni Di fopra moflra-
te. Et recata, Eragiouane affai Dipcrfòna , Ct Diuifi
beliifimoaoflumatojpiaceuolejù- Di ìkIU maniera.
l8tfj Di,p^b giorno. uedi a i6i .&DumneceéDei .ueà*
Ùoa I .
Di iti nerbo dire in ueet é dici. Hoc. Et d^egli,Di da mia
parte alla nuouafiofa . Se cofiti difiuccionogbfiiaceuoh
eometuDi.Etfirciola canzone ,<ptal tu Chat, cotale
la DLiJa uogli proferire . Guarda quelle ^be tu Di, Qitne
tbeiquellOjcbetuDii
CELLE •
DclToif Defia:L/t.ipfe,ipfimetJpfe iiiquam,fit ipfa.naglion
no quanto Effo,& Efja ma mofltano maggiore fireffiene,
. & dimodiratiene,cS'feruouo filo al primo, £^^ quarto la-
fiaegb altri cafi nel mmu to del maio hanno Lutje^- Efjb,
del mafibio,& lei, & Epa della femma , & ambo EUoì
& Elia miutrfo.PEe.Ch'igrido,eUÌhaiDrfia;au-
cboriin una. B oc. Ditemi , quii i Deffat Ella i Def.
fa . Egb i flato Defio . Dicendogli ch’era Defio . Tu non
mi pan De fio.
Dunque, & .A émque particella aduerbiale.ucdi .Adun-
que a t6jo .
£' . quando inerbo fempre fi ferine eoa la grane a eUfierentia i^C6
detta E congiumione , quefloi generalmente ofieruata
nonfolameme da noflrtpoeu,ma da tutti i buoni firmari. '■
P.e inerbo mò D a n . »i4 licentiofàmcme.
E, pro,& congiumione. Lat.ac, atque, è generalmente ufa-
to nelle profe, O’neuerfi.ancbor eie alcuni uogluu. o (ne
quefloa mefiiace) che la E fi ponga dinanzi alle uoa in-
cominciami da confinami , i£rla 'Et atte incommetamidn
uocali,ma non però cefi fimpre fi troua,come apprefia il
T E z.doue dice, Olirà Li nifta agli accbiarna,E infinge.
Sue noci mue,& fuotlàmtfifiirt. &altraue. Calcar uer
me pactfico,E burnite,^ in aiiri luoghi, {fi- quefla non pe
ro rende buon f nono nel proferire . de lle altre pei ne fino ‘
piene le carte. Ma quando fi ferine apoflrophatoflmpre ni
fi pone E,come E’idn uree ib, (fi il, (fi cofi ne uer fi come >
nelle profe ; toft dinanzi alla In o incompofitione , o pofla
dafe fi gittala I,tfi- ferme fi rin, se’nfit ucce diein,&difi
in,&cofi quando la Se fóffe nella Iìm della noce, come an
2 e njn ucce di andafle m. cbe’n,ctoi Che in, (fi queiio
proceder per la pam:tela,cbebaUEa»n la I,percbo
diciamo emptere,emrare. ma nelle profe non fi dilAer pom
rò difi riuere,(fi in. perche non tomi accenti uiflaanola-
ne. aedi alla particella Et.ai&qi.
R, ut ucce deli articolo Ià P e t. Ringratia lui,th’K gtufii
pre^i bumaui Benipumente , fua mercede , afiolta . si
che E br^ occhi Ugrimauan fempre. .Amor fu eh’ E pe»
fier nofirt diffenfiTt eh' E pie miei non fin fiaccati, (fi lofi j '
fi. B o c, il che fanno E cittadini. Et perciò trarreteui E
capuccL Lodando E modi fimi . Beftemmiando e lucignuoa
litE pettini fgbfcardaffi.Tercbflaccunfi E morditori.
Et col nome reUtiuo. Equa! (poi che nueflitifi furono. B
quali quafié muri altra cofi feruiuauo,cbe. 1 cauaUenE
quali turbali cotwfceua.
Et quando gfiadielua precedono a fiflamiui. lu altra
parte allogati E fuoi pesfieri . Imbiancai Emuiueli coi
Solfo . Ricoprire E uoflri falli . Lorengo, tbe tutti E iom
fatti guidaua.
Et ne gemimi con la D.P et. ìlfiumdteprmt dolei ac-
centi fimi i, deli pram. uC pie d’e coUtAu me mouendo Dt
begli occhi i rai . De be uoft rocchi iftolcc lume adombra.
Eflmtrin’lfuan De mici grani fifj<ieLRoc.EtDefuoi2if l
d danno tiflora. E’benore De tutf parenti . Certifstmo Da
fucu danni . La matuagia hipocima De rtligfi^ . ucdt alU
particella De.Et con ^ aJucrfb.io.bo pur E pm bei libri,
che medicùdiFirenze.EtneCafidegltablatiui,(fifimiU
Con lutti E fkoiemròin camino ,
mueceé Egli, (fisi, (fidi quefla fofit,P%T. Eccolo i8j7
Jlral ; onri amor uél,cb’E moraà cbe tgba et moraJi mi
con^fieuetgog. H,!fitardo. ytrodiròtfarfeEparri
Pttnzpgna , & qt fi potrebbe dire i be ^giuficbi cme'sia co
s.
PARTICELLE
»55
loft parrà memcogaa.tbe è il acro.
B o c. yttta ejjinreptu ihemai del Ztppa quandi) £ no-
Irfiexxglifi cjJoManift Jiartmo il fattolilqiiaU jilon pia
ferÀbcae fiarà,/è nonpiacera,£ laràpnr fatto. B' tatua
U bnignità d’iddio che confi fi andogb £ perdonarehbe li
bcramrme. Et apprtfio qui fio menati i grntiibuotmni nel
giardino cortijcnicnte domandò chiEfnfierox ibi egli, o
ei. Li,innecedi egli,urdipuiba/ioalfMoliKgi>.
Eccetto. latjiifi,prater,praterqnam . nal fenonfalno thè.
Media iiSq.
I.d,iauecedi Et. Per. Ed ella nella afatafna figura jitdi
alla particella Et A 1 87 1.
1 8tf 8 Egli.tJ- Elit,nel primo calò, ma Egli è fin in nfoi negli altri
cafi ha iMitrfigmfica qHeUo,& efpi,ma non pero fempre
fi pene in ùcoge di nome , peraoche ambo fi ufi alle Molte
nel principio del parlare^ cefi nel mexojper ornamento,
toftt lontana, & fempre fi trona nel eafb retto. & Bei nel-
tobtiqno; & ptrà tlla fitupre fi trotta nelprincipio delle
éttiom,eir non Lei,ma con la particella Con ; alinna Mol-
la ambo fi trona in eafo obliquo . er fpetiaimeme nel fi-
fìojeeme il P ET. Cirmen con Ella m ju'l carro iPHeliai,
iei.Cbe i accompagna nolcntier con Ella. on'Ella obba la
noia e'I mal de la pafjata Mia . La f torta po non Ella efier
dmfa.El Ella il prefè ingioco.Omfanien/b'Ella more al
In fi dole. m th'EUa MolfeJHofìrarqua gin , quanto la fu
pelea i Ed Ella ne la nfata fiia figura.l^d Ella a me per
tutto ilfuo dijdegno Terrà giamau & in ucce di Madonna
Laura. Ella parlauafi turbata in utSìa . Stenla mirarla,
end Ella bebbe uergogna . Tiel quinto giro non babiirtbm
b'EUa.& in altri tuighi afiai. B o C. yuoi mojirare qneo
flacofi efiere molto leggiera, ma Ella non à. DomandoUa
cioch'Ella faceua.Ellafbla noUe le utuande ordinare.
& per le'ggiadrìa,& enfi nel uerficcome àncho nella prò. Elle. Latjllt,ual quelle, ér effe.Boc.Le diuine cefe, come
fa. P ET. L'efca fn’l feme,cb’Egb fparge,& miete. Cbipo Elle fi fuffinofi a facrificifi a benefici appertinentiA daiut
dir , com'Egli arde , i’npiitiol foco . E’t fol nagheggio fi: ri nendenano, & comprauano . Ma Elle arfero allemeffe
cb’Egbhagia fpento. Ter quel cb'EgU imparò ne Urna (intendendo di candele.)
fcola.& per leggiadria del parlare, Et t’Egb iuerche tua Elleno ufaronoipm amichi Tbofeanicma i meno antichi dif
potemia fia 7Ìel cui ftgraude,come fi ragiona;& qui di. fero Eglinc}, fono nondimem,& runa, tir t altra in boc-
rei che fignifichi quejla cofa,cioè Et fé quefta cofa i nero, ea de popolari. B o & Et perdo infino a tanto che Elien»
che tua potentia fia nel del fi grande & altroue. S’egb è per tro^ commonanxa non dinenifiero noiofe.
uerquelch'i odoBeatoil padre .S’Eglihpur nùodeflmo. ’EMi.ifjit.iUijtal qnelb,&efii;^è noce anticarnemenfata, 1870
Jl o c. che egb di Giudeo fi faceffechrijluoio . Doue che anebora cbe‘1 P e t. laponeffe una Molta iudefmenxa,do
ueàce; tu' IfapraiTer te flefio,ri^fe;& farai d’EìltM
altroue ,Et ueggu) ben,qMant'Elli a fcb'mm'bÌBo. Dan.
Onde Bili , bor ti conforta , che conuiene Clfi fobia il mio
de fin anzi ch'io moia.tfinelpbt. Elbgiuanénanzi,&io
filetto. I moderni nfano Egbj& Et in quella Mtce,&- i più
leggiadro aiedi al luogo fuo.
Egb nada.di cofa che Egb oda,o utggia . Et Egb pmtoflo
della fua bejliabtà pumre che lei. Egli era il pegffor buo-
mo.Jtuenne che Egb infirmò. Hor uedete che buomo che
EgUè,chedirefle uoi,f ehfofit nella uia come è Egb , &
Egli fojfe in cafa come fòn'io.InfedlIddio:cb'io dubito che
uoi non crederefle,che Egb dieeffi il uero,EgU dice a pun.
lo, che io ho fatto do , che io credo che babbia fatto Egli. EWo,Etla,Elle,&Elb. LatJUefillaólluiLtìr net più. UU,illa,
Effomi credette Ipauentare col gittare non foche nel pog,
XP ; Ma hor uolefie lddh,tbeEgb uififoffegbtaiodado.
' uero,& ajfògatofijcbe il mnoMquaCs Egli di fiuercbio ha
bcuuto fi fiflemolto bene inacquato, ir nel plu.ìì k u.
Se cofàappar onde Egli habhia paura. Etnei principio
delCoratwne per ornamento del parlare,& niente figntfi-
cante. B o C. Egb i uerOych’io ho amato amo Cuifear
do. Egb non i anchora guari tempo pafSato . Chi lofaprà i
Egb no'l fiprà perfma mauEgb ò nero, che io bieri le leg-
gi diedi.& nel mexo . Et tanto piu anchora , quanto EgU
mi piace. Difle Bruno a me pare Egb efiere certo jebe Egfi
i bora a cafi a definare.Et ricordoui che Egb non fi difii-
ce . Che uifa EgU, perche eltafopra a quel ueronefi dor-
malEt nel fine deltoratme.Difie la maire fi figbuola mia
che caldo fa Egb i
Egli RelTo.Lal.ipfemet. ual quello fleffi,o efiofleffo. Boc.
Tipn fipeua Egb Hefio qual di lor due fi foffe quella, che
piu gli piaceffi.Come haurebbe per poco fatto Egb ileffi .
D nn.Elledifela uendeita Egb flefio.Cofidifie’lmae-
illa;&fidannoa perfine, & a cafi molto lontane J), nel-
lo,Quella, QjuUe, & JQuelli fi danno alle meno bmtane,
QjteJlofiìjieliafilueBefi Qjtefl'i,fi danno poi alle uidne.
tp fi danno al maftbio,tp- alla fenóna quartdofono accóp*
gnate però ; perdoclxfikfipiificano quefla,o qudla,o tal
cefi, cornea! fuo btogodiremo.tr doue quejie due ultime
non fipoffitto mandar fuori,fe non fono accompagnate, &•
a ciafeuu cafi feruienti.le prime fi pongono fole ,& di ra-
do fi non mai net fecondo fiel terzo fi!r nel quarto fi trotta-
no pofle,perdocbe del fitondofiferuonoiblJii,irdiLei,
&perloterxo delleloro abbreuiature ,& per lo quarto
é quelle quattro abbremature,cioè Il,’& Lo, che d
pm deHeiùlte fi pongono in luogo di Elio nel quarto ca-
fi però; come idettoiir La m luogoib Ella. P e t.
efia dir il nero non fu degna cThauerta.&Leinuecedi
Elle. Te t. Trafiele il tempo poi mpm faldi nodi , (inten
{tendo delle chiome di Laura) Elio non mal nel primo cafi
fi trouar& anebora che non fia ufato da modemi,& èra
ro apprefie gli antichi .
flrv,& Egb ficifi Mi uolfi.ma non fi dirà effi fieffi,necfio Eflo, ual Lui, ep- anche Elio, ma è raro l nfito nel nerfofi-
ftefii.Setfionediai^i9.&SeSteffoa 191 5
UfiuecediEgb. V ET.Eifiche'lgrande-Atride ,&taì-
to.Acbille. Et Ex tba detto alcuna uoltam rima. locon
tremanti, Eicon uociaUe , & crude . & Ei quandbebbe
bue fi Lamia nfjiolla firridendodifie.Ei fi che‘1 uero
parlo . D’crroriunfu fipien,com'EiuerHoi ,Et poi cad-
ÌE1 finto' l fama fi teiMio .
i8<p Ella, Z4t,W«, /pii. f •'# oqteBa,trf *-ta perfina,oa
uenga che'lP e t. ilponefie una uolta in defimenzA, doue
èce , Di do m'i flato coufigberfil Efio . & ferue ad ogni
genere, & numero, quando con aUro pronome, 0 altra uo
cefipOtte.EjJipoinilprimocafo,&ne^altrifiponeLo
ro ,&conUpropofitionefiufa ne gUaUri cafi, come per
ElJì,Ejfi {ìelft,^ Efioflefio,Efiinoi,Effi Lero.B o C.Con
Effi lui fiora Effe noi (p- conFfio Lemani.fi- tungb'Effo
la eanura.Et prima Efie agboccbi corfero è coftoro.Cbe
PARTICELLE
tu EjJi mfcutma .Oriinauuni(»tudi f etere flendere, U Gìi,doue dice , Queflofu il fel, qweffi li fdeffù, T irei
irlMirectm ifia. V ir. Et Effe f>U hauràU jatiut’l Càtidod'accjketar Ujdtgm^ hux fcatrA fri LiJleuhL
grido.Mi fun toncrart^t EJft ugm baroiufeUi.CÓ Efra, fraLi^irti eUtti.Boc.OU amici.Gli muidioji.Gli atiri.Gti
e!r (on amor . Quando aoju, noi fo ; jaljei propri' Efra, habaati.Gb frram CU lìrométi.Gli tre fratrgli-lmbitana
i) A s£t io rima fi in uia con Ejfo i duej.loro due . no forte ,nonfer Ciappelletiogb ingarmaffej, efti. Et nel
^{lt,&Efie. Lat.bxc,hje.ual quefrt. fj qucfle. Tir. Tic» terzo cajò in ucce dt a Lai. Tir. Tian mi ual ^ronarlo^
ucUad’Efta aita, che inaiLLgtij.qaaUh'una d'Efìe noeti dargli uolta Che darli anchobaurebbe potuto dire.B o e.
Chiuda homaiquefle due fonti di^auto. Farebbe, che di prefente Gli farebbe portato. Gli difiej.n
ijt Et congmneione. Si ufa generalmente diporre'la Et dinanzi lai. & nelquarto tafoin uece di Efri. P ■ r.CofiGbbodi
a noci incomincianti da confonanti come tanto Et quanto. me pofli in fu la iima.Si pone amhor quefla particella nel
me Et te.cantare Et ridere . amore Et bentuoglieirza . & frnt dt alcune uoa quando la uoccahe dopo ai feguita pria
non pereto cofi fi prof enf ce la tnel pronunciare in quefla cipta dauocale,o dalla sfigmtandoaialtra conjonanteco
luogo perche impedì fee molto, & perù mi parrebbe che mequigli,fraitglt,begli.etcofincl]ineéaUumuerbi.ue~ , _
frrturre,&priqerirefiikmcjfee,&non(y-.maqaaitda di a gli juoi luoghi .
potlenociincemincianodauocaìifélhora fi àe jeriuere C\\e,uaUalai,eiftrupre fi ferine nel dattiuo. Boc£(
Et, come Fraticcfco,Et Antotào.Faticofo,ér alto. Pnxu- in breue di cifi fatti Glie ne dtffe molte . Glie la pofr la
denza,Et arte.Et è fi ^ento.Et aneborpoi. & alcuna uol fulnero.
U in uece della t ai fi pone la d per fuggire quella difionan G licl Lat.illi,et et. ual a lui,e dimoflra il fentmtento delDt ] g ^ ^
za,& per far la fiUaba piu piena ,0- piu gratnfa, et que tino. P t t. Ma Circe amando Cbel ritiene cngnmbra.St ^
flopia nel uerfo che nella profa fi coftama. come iITot. nonGlieliol]etempeftate,ofcogli.ho c. Et Ovmandollo,
Ed ella ne l'ufata fica figura. Et io non ritrvua ndo marno doue tanto tempo flato foffi; il buon huomo,i he 'Unto ha
intomo Orma dtjei. La notte , e'ighmoail caldo, Et a la uea nome : Gitel d^ie.i. U difiea ha. Trattoli uno anello di
neue.'HedellaamepertuttoilfitodildegnoTorrdgia- borpt,dapartedella fuadonnaGheldonù i.il donò alai,
mai. Si troua in molti luoghi molte uohe replicata la Et .Accio abe' Izima Glielproferifa'mdomi.Cbe Iddio Chel
per ornamento jcome nei hoc. doue dice. Uggiangendo doueffe perdonare.
digiam,^ quattro tépora,& uigilie iP^poflo//, & mille Gliele , naie a Lei. B o c.Et per prezzo di quella notte Gite
altri fanti ,& uenerdi.tà' falÀiatiAr ledomerncbe ddfi^ ledono. Tercbe fatti dorati popohnidt argento Ghe-
gnore^la quarefimatutta,cycertipuntidiluna,&al- lediede.
treeuettiottimoltc.Et olirà le altre jiiefignificaiioni,& Gnaffe, i noce plebea , et da donne , et fi pone nel principio
offeruatiom fignifica ella alle uolte cioè, & nondimeno, delragionareneluolerfarriffr)fia,etaaleqaantolariaa
tir iufòdelLatiao, come ilPt r.Laqual tu poi tornando érepermut fe, o made,et ftnnle.b oc. Difjé li maefiro;
al tuo fattore Lafiiafli in terra , Et quel fiume uelo. Che tu uuoi dir Ipocrafio, et .Auicenna ; dijie arano Gnaffe io
per altro deSlia ti uenne in fòrteoMoe.Et di quefla noiofa, non fo . Diffe il monaco fiaino di lungi piu di mille miglia,
tir grane carne laprima Eujuale croi tdichiarando quello. Gnaffe ,coieiioi bene afflai dtfte Ferendo. Biffe il /rnte,in
tbeprimahaueadato.ErabeH forte la nemica miai Et gannaflu mai perfina , come fammi mercatanti (Gnaffe
lei utd'io ferua in mezo’l coreàJbencbe foffe forte , Et cioè diffe fer Cutrp€lletto,nuf}ér ftà. come farebbe a dire made
nientedimeno la uidi ferita. niùeffer fi i et come Gnaffe fi in uece dt made fi.
Eciandio. Lat. etiam, uel'ftiamnum .ual anebora , benthe I articolo m uece di la fi fcrate quando la noce che gli fegui j
cui. B oc. Etiandu i fempUa ficrva di cu feorti ,iTnon ta mcomincia da confonante,come 1 toUiJ monti , t pre>
tttrami.Etiandafeparoiatmnbaueffedetta .aehpfota- ti,J fiati, L cimandamemi,! piu btlU. Ellpm ditaUfer
tente.Et Etiandu delie fatiche. Et perdo Etiandio ttnlcu aigi.I benaennti,! futuri frutti, I bnom proponimenti,!
no medico morra pudicata fu. tuia medico Ella Etiandu fnot uidni, I loro parenti , 1 quali, e^-fela particella Ter
che fiampare non potefie. Etundu tffendo certo di gfrm~ gli [ara prepofla fi frriuerà Terliqnah, & qaafi in injiui
gerlo,cbe non si,tuUdourelli fuggire. ti luoghi .ma quando commeufie dalai accompagnala
ijx Ch,& Li,l,& E,quandof»noartuolinonhamMlatmoiper cenaUra confonanteallhora Li,oCh fifcriucrcbbe come
che tal lingua non gli ha, ma quando poi fimo pronomi, o dimoflrianuaghfuol luoghi,
altro aUborafi panno iiaerpretare latinamente ; & fono fu m ufo de Troueuzali , & offemato poi da tbofeani di
una cofaiflefla^fiano articoli fi pronomi, opearte di altra aggiungere lai nel principio émolteuoci meommeianti
uote,ér anchora che nella ofiematune circa il parlare fit da i accompagnata da altra tonfimantet& aniborchela
finuere nifi faccia differenza; perdochefimpre laGbfir noce dinanzi termini in notale i indurente mente in ufi
ue al plurale con le uod cominaanti da uocaU. & co fun.. di pomi la 1 1 ome Ifchifare. ìHcffo^rmiere, Ifi olpire,
tominciinti da s figuitandouiappo un altra confonante fit lflrano,lfllmare.tutlo Jgnudo.cfleddo 1 flato atttfo.comt
I imeilopergeneralreg/ilafinengacbrfilrouiantlMquau a dafiuna perfina iflu bene.
, doni frgnuadue confinanti, &aMtÌio dalla confinante EtaUenoUenetnerfifigmfiialaldccnu.Quanilfuipre.
fempltce^ cofi fi troua indifferentemente ufato da noflri foJJoJ mi rmangp m fignonaii lui . l benedico ti loco e'I
poeti fii- nella profa, ^ nel nerfi.tome per le autoritati ap tempo fi tbora.Si ib'i no gù Jelafferanza altero. Ter cui
pare. P i r.GÌiaffaniu.Glioechi.Glibuomtni.Gliabbar- fòla dal mondo l fin diuilo, Cb'l ueggm al dipartir gli atti
htglia.Clthauefierofiir tonlaconfinaute.Ghpiacque.Gli foaui.elinaltrtluoghiaffaiufiudal P et.
gouerm.o uolga.Gh conduce. Gbfpirtimm.Gt ingrati, 0 Et alcuna uoba per bauer fuonodebdeui fi aggiunge laG,
datgrati a^occbtmfln.Chfibermi.maaoapcrò firn- comeGianone,C ’ae,Ciaho,GiaflitUjCnre.et/ia.ih.Da.
pre fi troua jueHo qffcruato,perci»cbe nùiPif boli urne plkafi alcune nob maUmiipiuratniel'iife,ma non miai
JPARTICELLE
»5«
i8tj
hjCOiKr Dij^dd$fjHj.Tmcipifiet tali.
11, non ni fègmtandu naca le, o note principiante da t acconu
pannata aa m altra confinante ,fcmpre fi ferine , gfr non
nut el & dopo Ter,Con,^ Tignjum mai ni fi pone la II,
perciocheni fi firme la Lo,comeal fino luogo diremo . per-
de nondimeno la fna notale dopo le nocali,come nerfo’l ma
re. fn’l monte da’l cielo, cantra' l cofinme. ad albergar co’l
lanro . E'I mel amaro . cf" Onefio i pm del nerfo che della
profa. ma fignaandonipotìa confonante fcrineraffi poi il
tome II nento. Il mtnhefe , Il battefimo. Il contrario. &
tofi ne nerbi ijnando nominalmeme pmopojii,coitte II cbie
der merci. Il nedere.ll finiire.
Etqnandoipofia con nerbi che denotano il fent inumo del
la copi, che precede al ragionare, naie quàto Ini, qnellojo.
B o c. Ma Ciappelletto II chiamauano.i.lo/i Ini chiama»
nano t Et per fer Ciappelletto il conofienano.il portanano
dietro a quattro , ofei cbenci . Qjtafi muno II conofeena.
Chela fama della fna bellexxn il ni trabefleJ. lo ttrafie
làJo II ti dirò.lo II ni dirò . He negare II mi puoi . Uccio
tbe nelle nojlre contrade line potefie portare .
Et in énerfe ofiernatiom di parlali polla con gU aJnerbi.
flefio forte.
Et in ucce di nerfo. V i -1.10100 monendo de begli ot-
thiirai.
Et mramis. B oc. In fe d’iddio tndtU nero .
Et tn dtnerfi modi,& offematnun.B o cJhgjomo Ingior
no.In gm,& Infit.In qnà,& in là. Da una nolta In fu. In
fnluejprojjnelUioradtlue^ro. InJnÌfardeldìfilenò.In.
fn'l dì. In fu la notte .Infoia meza terza . lenatafi In pie.
Ma pertbefare non fi pno, ragumaremo In piedù. {landò
in pudi. la. In luogo di quello ,che morto era,ijn nece. Et
In contrario fono éqnellt,cbe.ln fin’allbora. Infin'alfine.
In fino al nino trafitto. In imo nome. In torneano, nmaje ■
la qneHione Inpendeme. In una ho raccolte le ^arte cu- ■
re. A u. In nentà.ln mamineme.Fatte le ncthegioupor
re In [alno. In brene. Gli panmgli furono In doffo firateia
ti.Dal papa In fnori.Inqnelmezg.In qnamo per me fi po
lefie. In tomo. In terpetno ni amerò . In qneUaatn quello
ifiame. In non fofiiiro. In nero. In uerfo occidente. Et me
fempre Inpadre terrai jJnluogodipadre.^H. In aruefe.
Inpnblico.In abbandono Jn brene. In afietto. In tutto. In.
corfò.ln jbrte. In fine.
llpindeuicimtJa maggior parte. Ilpin delle nolte. Sen- lo,&Tn,fitrouanfemprenelprimocajò,&me,&te ,& liq-j
fapere II perche t la cagione. Il che fimilmeme alt U~
batefn dettoulaqual cofa.Il perche.iper laqnal cojà. ba-
uendo udito II perche.Teràothe efii llpmjoda fiieranza,
0 da putì ritennti.Et raccomarono II cometJl modo, ne-
diaCbea iSq^.&alo. i88i.
1876 prepofitione i dello ifleffofigmjicaloapponoi,comeap-
prefio de Latini, drlaìieM mede fimo figiiijicato quan-
do monimemofiflan^dinota ima traloro itale differen
Xfifbe la In non mai fi pone quando ni fegmta l’articolo,
ma in quel luogo fi pone la Hf.Come In culojn terra,In
mare.'Hs^‘‘“l'“‘‘'^^ fuoto,7ieCabi{io.&fimilianen
gacb’inoShi poeti non fianoinaoHati molto offernato-
mt,&U negli altri,ma mi,& ti non mai hanno tarticolor
come al luogo fno. Tur. Di queifii^ri,ond Io nodrina tl
core.Q.Hand’10 monoi fò^in a chiamar noi Donna.non ni
uidlo.AIentrioportauaibepenfiercelati. Boc.Iomiti
raccomandodo mi ti noglto un poco fcufareJìeh dirò Io di
no. & quando fi rifenfee al lnogo,&al tempo . Io fcrifiL
loandàii&Ioho fcritto, Iohodetto.fi nferifieapoco
tempo pafiato.come hora,mo,& per lo prefinte lohoba-
unto.& replicata Io conofeo là don' Io era. Io non fi per-
ch'io noi {accia . Io mt rtmeno quanto lo pofio . Io mi
rimarrò giudeo com'lomi fimo. uecedt lo. uedi
a 1874.
rijcome U9tT. doue due. Il di fijlo d aprile la l'hora pri L»,ffi-le articaloi femiente al genere femimno ne nomi prò
ma.MabeutipregoCbelnlaterzaffiera Guitton Jilnli.
drilBoc.nel uerfiecioì nelle ballate ima nella profa no
mot done due. T atte le ueggio Inlajfieranzamia .&pnr
credendoUpeggio Di quello auifi,In [altre ejfere àfiojet
Dan. molte uoltefimilmente cofi ha nfito . & però di-
rei dieadimitationedenofiripoetinfamioloneluerfi/tta
di radoperò^icmfipeccberebbe in jfiirito fantu. Tarlando
dellepartidi tuttalaperfonaHOnmaifiponel’articolo,co
nxilB o c.Toflofitil Cacto IncoUo,ne'Uillocollo.&al-
troue . Con un [no baftone in collo . GUtatoui il braecioln
prijy&aàettiui/ifieruatoDa nojlrt poeti. Boc. La Lift.
L4 CatherinaJjt Gofianz/i.La Dàfca.Geneura La beÙa,
1 fitta La bandajnadonna La Eema.Ladonna.La tafaJjt
attà. La foreUa. la mattina. La cui lealtà. La loro Rema.
Laquale afe. Pb7. la pietà. La turba. La gola. La rete.
Lanaauirtute.labtUadoima.Lauoce fiefia.La fetur*
firada.elrnelpln. Ledonuedecafi.Leforelle.Fralenaae
fierait^ . a'Unminar Le carte, che Le piaghe alt ruiXe ri-
ue e i colli. Boc. Lequali. Le loro. Le nojlre. Le leg^ &"
quelli due termini non mai altrimenti fi mutano .
coUa.ToiìoHÌtemaniInlèno.Lamadremiadolce,cbemi Liiuueceélei.Bo c. la domandò.Lafigittòapiedi.qual 1878
ponòlucorpofuoildi,&Unottenouemefi,&pOTtom- prima Ladouefieficomenare.Salabettomarauigliaitdo-
mi In collo piu di cento uolte,&fiimtli. fi La fi recò in bracdo,& cominciò a piangere con lei.
In che, naie in quello che, 0 in quella cofii che. uedi a che a Lionde,&Udoue inuarieo/Iemationidiparlare.Boc,
U44.
Etnei fèntimentofigiàlicanteloflare. Boc. Era Inqnei
la corte quella ufanz/t. 'HonejSendolahuona {emina In
tafaSeruendointaleferùgio. P Br.GloriopicoloHna,In
cui [appoggia H^Bra fieranza..4 qualunque animai al
berga In terra . Ma nulla è al mondo , In c'bnom /àggio fi
fie.Et fignificante il moto. B o c.La mluffe a ionere fi-
co andare InLunigiana.Correndo Inunapiaggia. Coniai
entrando In camino . In qnà ,^Inlà. D'andare Infimo a
Roma. P t T. Seguendo In terra a'Uummar le carte. Di
filualnfelua.
Et in nece di contee Vbt. adiate iuM ;i,&po’Infe
.d campi Là done il fnopoderetto era fe n’andò a Jiare.i.
nel qual luogo.La cÈna lo incominciò a pregare gli ioueffe
aprirle j percioche ella non uemua Li onde l’anifaiia . Se
n'andò m corte di Roma , Là doue pemenuto .Glihonori
del medico fatti a coHoromnlttpìicarono, Là onde ejfi go-
dendo j. perlaqualcofa . Il Re comandò che fnfle aperto,
&trouoffi ejfere quella , che era pieno diterratLì onde
dijfej.perlaqual cofi . fd Lampolecebio, Là onde egli era
fi ne tornò J. del qual luogo. Pbt. Làfioue fil fra beipcn»
fier d’amore Sedea lÀ'ue dì, ep- notte fiammi .ddojfo col
poder.i.nel lugo nelquale.Mi ruondnee di firmato al cam
po Li’ ue fempre fin aiuto . là’ ne cantando andai dite
PARTICELLE
moU'flnm. E Li’iie i miri pcnfier ferini tran turni Et eor»
cbtraJs'ilSolLavltre omi'eJee.LatJinde.
J.Ì aduetbio locali figmiiiaiitc lo Jialoe’lnioto.B oc. Se li
utmffc ucdktu Là Vuuio i.m quel luogo. Ttnfa thrtali ji
no Laiprelati.Cbipicihu Li giù i ibi piagne Là fuiDiJie,
tbiilài&perlo mouimemo Diffe ahbora LionàelloiBe
netouòuerlo Là.i.inqHclluigo ,oin quella pane, (bi
qua ,&ibiLÀ in Jiucrfe parti fuggendo j. t hi m quella
parte, t!" cbi in quell' altra. .Andate Là giufo ad alfcltar-
lo. Che Là fu ne ucmjie. "Hello Là fu n'andò. Et auompa-
gnata con La Di. B o c.Eti hef r t iberici Di Là entro, che
aduibraamdoueJJinodareilballefimo.Cbeegli fecricat
nume in una camera Di Là emro guardato jojj'e Et tf\cn
do la uia lunghetta Di Là onde fi paruuano,acolàéme
tutnapied'andare intendruano.
LeAriicoio feruieme al genere ftmnino'iKl numero piu. lUm
di di firpra alla particella La,
1879 LeAccompagnata col nerbo /la fi mpre ndfcnthnentodelda
ttuo,& finferfee aper/onafemimnaprocedime. Hoc.
le dte cagione di mandare adeffitto la fua feconda cofa.i.
a let.ll grande amore che io Le portaua.La Rima a Thilo
mena uoltatafi,Le hnpofe il feguiiare. Fate, che noi ce me
marno una colà fiié quejle papere 10 Le darò becca..
re.& quando tra la Le,& d uerbo,la fi ,ì interpone. Le fi
coricò al lato.Le fi fece incontro. Et oltre a que/lo le do-
lca fi forte late Jia, che panna theLefifiuzvjle. Etnei
medefimofenttmento quando la Gli precede alla Le. per-
che la Le fi riferifie alfiminino datino, & la Gli all aciu-
fàtmodel mafihio, B o c.TrattofiUtabarroglie Ledie.i.
tldiedealet. Chefiperlei flcfiediuenirealfuocótadoglie
Le fignificaffe.se il fuo amarne fu/iem IndiiaAiglie lefom
rò prcjlamenuuenire.
Tranafiancholalenel femimemoiellaccu fatino quan-
do la noce precederne ha forma di neutro laiino, come le
frutta, le latoraJU Calcagna. Boc. Turo cominiiò a git
tar le perc,& mentre Legittaua .
Et quando tra la Le, & il nerbo fi ti interpone la Si, 0 la Ti.
Boc. Lo Stradilo que/le lofe udendo,^ gran piacer pi-
gliandone,(p- allafante,& a Ruggieri,& al Lignaiuolo,
& a predatori piu uolte nére Le fi fece .Leti raccoman
érò. 'N/uu altra cofa Umancaua adbauere compiute
t'effequie,fe non le lagrime é colei Jaquale tu uiutùdo co
tanto, amajh,& io Lf ti darò.
Le m ucce éaiii nel terzo tufo. V n.UnvU difii’l uer
pienépaura. 'Honlatotcar,ma reuerenteapiedi Leé,
ih' io farò U lofio tb’upoffa. Etunpenfier ,ibe fòloan-
gofeia dalle.
Lei v» uece di effa,tà‘ ella ueé a Lui.a 1887.
1880 Liarliccb feruenteal plurale, epa noci incommeiaati da
coufonami,ma quando incominciano da uocak, 0 nero dal
la S, accompagnata da un'altra confòuanxe^lihorafiifcri
ue la Gli,come gli amici, gli honori,gli efiempi.gli f :olari,
gli ^i,Gli ftrali,& come ad ejfatarticclla,Gli,habbtam
dimoflraio; queflo Irono affé Bene efiere ofSeruato dal
B o c. DM non cofi dal Tetrarca4oueéie.Camandoelau
quetar Lifdtgmr& lire .& fcalz/ttra Ufiectbt.Horfe
Jueghata tra Li ffirti eletti . & quando doM la particeÙa
De ui feguita la Li; per piu ornamento fi taf da efia Li,co
medepadrialenomi,dedttadim,iuMecedeli,odegUpa-
driuedi alla particella De.
Si filine fipulmente la Li quando mfi tremt innanzi Ter^
Con,& Tign. P e r.Ter lifianihi,pcr Lifie-gH.per li colm
li, per li c imiten , per luiuali ,& fendala per fi diria poi i
quali.Conlifr.ili.Conliprcti.'Hpn b credo . ma figuilando
uocale,o la t, accompagnata da un'altra lonfonante fife ri
uerà poi Gli. come Con gli ffectbi. Ter gli errori, ufo fi poi
gineraììnentequandoui /ignita lonjonante é porrosa l
in uece élla Li, come 1 mat jirifi padria buoni.ma non pe-
ro tutte fonopumémente o/ieruate da no/l ri poeti, ucé a
GUa 1371.
i , in uece é a Lé nel terzo cafo , & non élrimenti. P £ t
Terò al mioparer non Li fu honore .CotamolejSermmo.
LI difpiacque . Che Li fece incontr'a mizp'l corjo .Che Li
ual ; fe Tirgotele, 0 Lifippo L'mtagliar/^o;& .Appelle il
dipinfei Horm'ha po/lo m oblio con quella donna; Cb'i
Li ée per colonna.
Et anche nel quarto cafo in uece é Eili. P e t, Toi ch'io
Liuiéinprima ,
i, ual quel Luogo. Lat.éi.ueé a Luogo. a pót.
.0 annoio, ogni uolta che la noce incomincia da uocale ec- | gy |
cettuandoui la I ,fifcriue apo/irophato , & 1 articolo él
me no perde 1 ultima fua notale Aomet animo,! anima fi’ a
mito,} herba fi honore fi" oro/ uno,l'altra.mafe ma mmcia
da I, efia noce la perde , & lartiiolo la litirne ; dopo taf
/cguendo la Tifai la M, nellaquale fi fia la Tfcangialaaom
me lo‘ngegno/inganno,la'nuidiajo'mpcradorejo'nifi/fi
bilefio'mmortale .perche oue fi guiffe altra li Itera all'in-
contro auuerrcbbe/iratofi’iraoue perde lanuolo EU ue
TO che quelle due particelle le'nuio,& le'uoglia,m uece di
lo muio/ìr lo tnuoglia,cbe tolta la 0,éli'aniiolo,(!r can-
giala la I del figuFie nerbo in E,s'è étto le' nulo. & te'n-
uoglia, onde perde lanicolo,& laparticella mfieme.hacu
éndoperòdel uerfo.Ma Canicololl, quando fi guefia/tia
la fua uocale, dr fi giunge con quella , che ne Ua innanzi,
onde fi éie/el/al/elaol,cbelail; m uece éfe il, da il,dt
daoil,cheil,ail,ibenonlouoinufo.ueé ad Ila \ Et
quando U noci incominciano dalS ,figuitandoui dopo lu-
na é que/ie confonantiAÌoi c.d.g.m.n.q pj.come Lo Sta-
lo, Lo fpirto forno, lo fcolare, Lofconucneuole amore. &
perciò doue nelfi z.nel capitolo élla morte fi legge Ef-
findo il fpinio giada lei dimfo , leggere fi doun bhe Sendo
loffirtogiaélcidiUt/oa:omebannoibuoni teHi.Sipuo
anchordare a noci incommi lanti é conlbnanie quando
efle noci filano di una fòla fillaba, come lo mio , Lo fili, LO
quéj.ocor,locé. P e t. Tra Lo fhl de moderm,e'tfir-
mon prifco . Lo qué inforza élmi pre/io a Icliremo.Lo
mio fermo defir uien da le flelle.Ma nò uiguifi che Lo cor
fi flempre . Et piu to/let , Lo cui bel uifo adoro . ma queflo
non fi ufartbbe nelle profext cofi dopo Tir,Con,ep "Hcn,
& te uocijche per honore fi égmtà altndfi diauoprece-
éndo larlicoto ha lucgp,come Monfgnor Lo Re. Meffcr
LoTodefii. Signor Loduca MefferLofrate.Ter lo mou
é.Con Lo/liie. 7{(mLopotea fare.et auchota ihed
B o coma uolta écc/ie Ter il difetto égli opportimi fer
ép.& queltuna érti effer errore é /lampa. 'HegU altri
termim fi ferine pollali, céne al luogo fuo babbiamo
fia éttojis- cofi dopo fe riebéé un'altro articolo quando
occorra, come lo feudo èli oro fi nero fi udo doro lenza
larticéo. Lo mortaio della pie tra, Et quiéproccéa ucr
bi non è articoli mafia nel fentitnenteél élmo oélac-
cufatiuo dinoti eia cofajche precede. Et ueére fe ftruirt
le utleffe. Et i Soléóu poiwteraw^eLo foéifece.Li
qcali
P A R T 1 C
liquidi uedenJoicbe ejfo Lo domaiuLiua, preHamenie Lo
ftaono . ^pprejjb dijeu> immeane. Seco Lo fece jedere.
StqnjiiJo tra U Lo ,& il uerbo Hit UTi,oUf’'i,c<me,
dijse Lo Scalca lo Lo ii moSìrerò .
ISS* i-or,& Loro protnmefempre fi fcriue nel numero del piu ;
^nelnumerodel menobaLm Lei. cS'perofipone
inuecedi coloro , quelli , efìi,si. in tutti! cafidalpri
moin fuori, nelquate ha ElU, O di rado fi trono nel quar
locajo,& fegU da t articolo, odi ma f. odtfem.iecon
do che nchude-, ma nube notte fi pone fenr^figno alcuno
nel terzo cafo per piu leggiadria ; come ilP ir. Et nel
regno del ciel fece Lor parte fide fi a loro . Man ; ou'ogni
arte,e tutu Loro fiudiTofer natura. J tempi ,etlno~
^1 , cy Loro opre leggfiidrt . Chiuder poi Lor Centra-
la. Dato finruo Lor niuer lontane. Di chefiierato ha-
nea già Lor corona . Che per merito Lor punto fipieghi.
Ma in lor nece un abeto , un faggio, un pino . in uece di
loro; & qnafi in infiniti luoghi. & colfegno Mi fa di LOm
rounaperpetuanoma. Circonà,& moni, tir tlmofia
da Loro. 'Honennehefi fia é Loro in terra. fofC io con
Loro Fuor di lofjiir. D a h. Po fece'lfegno Lor di fama
croce. Tal ; che farebbe Lor difio qnetato. B o c. Die-
de Lor credere . Fece Lor bere . Fu Loro dato un frate
amico .TuttaChifiori* narrò Loro .Come U fuggir Loro
donami. F'erfo Loro, che fermi fiauano a riguardare.
Che gli piacejfe di douer Lor dire , idefi adeJfi.Et fuLor
caro il partir Loro . In cafa Loro . Ter Loro jòmma confoa
latione . & col Segno . Ter le raccomate cofe da Loro .
> iToglio che domani fi dica delle beffe, lequati per faluamen
to di Loro le donne banw già fatte a ior mariti , idefi di
à. La lorobrodaiuota bipoerifia . 1 Loro disif . I Loroa-
manti . Il LoroRudio . liloro fflendore .Di Lor. U Lori
Fra Loro. Tra Lor. le Lor. Tutte Lor.fiupta fcriuere
quefia particella tronca , «Jr Mera fecondo che meglio ri.
jponde aie orecchia à chi ferine .
Etnei fentimemo del datiuo fenza l’articdlo fi pone dinan
V,o dopo il nerbo. Come megtu piaceua Loro. L'al-
tra metà dando Imo. Le limofine fatte Lor da fcioccbi.
Et loro fi dieeffe la Loro imemione . pregafier fi ; che
donefie Loro piacer in cefi fatta andata Loro tenere com-
pagnia . Et nel quarto cafo ambo nsòilTi r.done di-
ce . yiffimi che ne Lor, ne aUn offe fi .&ilBoc.EtLo-
ro con predofiffimi confettili ottoni nini ricenette,&
riionfortò.
Lai, Ui,er Loro. Lat.ipfe,ipfa,&ipfi. uagliono effo ,
òffa, &e(fi,& ambo elio , ella jet elU nel uerf> però , &
fi danno a perf one , che lontanijfime fiano.inon pro-
pinque ail'occbu ,necUchi parla , xe di colui , co’lqualfi
titgiona .eynon mai fi debbono porre nel primo cafo , net
quaieùifipo»eEgbinueeedtlui,ma fiben femprenel-
tobliquo , e!r fo/i fi troua generalmente Remato dal
P E-t.&dalhoc.fe bene , & dirittameme fi giuàca ,
&fepur fi troua nel primo capi ,farà dietro algeroudui
tome iITet. àrdendo Lei . thè come un ghiaccio fiaffi .
&D un. Latrando Lei con gU occhi in giu raccolti , eir
que fio auiene perche a quefia taluoce fempre fi fuoi da-
re il primo cafo , onde diraffi amando Io,ér Uggendo Tu,
&non amandoMe,& ledendo Te .&dou. i Tet.
dice CIO che noni Lei. Ha lutare , ebe'l uerbo efie-
re, ncbtcde molte uolte il quarto cafo hpofi,tSrmag-
gurrneme qnai'Jo il primo cafo che Ih dinanzi i dinerfo
t
£ L L’'£
da quello che ha dopo. Tercioche quando foffe quello ifief-
fo', amendue fi porrebbono in uno ifieffo cafo come per
qùefiieffemptj jiuede . Credendo egli che io fofiite,^
non difSe , che io fofji tu. Se tu fófSi Lui. Se egli foffe me.
lo firn Io. Io non ci fui Io , & MarauiglMi forte Tebal •
do , che alcuno tamo il fomtgliaffc, ebe atéito Lui,
non diffe chefofie creduto egU . Trono per nero Lui ef-
fer flato quello , che Tebaldo ucdfe . Si uergognù di fare
al monaco quello, che egli fi come Lui , hauea meritato ;
qm non jta in uece é colui,come iffongono alcuni, per-
che quando alla particella come ftdaaliun cafo. fi le dee
dare quello , che ha la noce ,in ernia comparatione fi fa,
come per effempu , Donne mie care uoi potete ,ft come io
molte uoUe bauere udùo . di modo che pei quello fi può
comprendere che'l B o c. bo po fio lui nel primo cafo, per*
aoche dopo la particella Come, & la fi Come, quel-
le noci , che fi reggono fottoeffa particeÙuper fimditu-
dine ,oper comparatione , dr altro nerbo , fatto delqnale
effe uvei non fi reggono ,nonfegue;fi pongono nel primo
tafo,& nel quarto come è dima firato per b fopra notati
efSempijtppreffo done dice, Vedendo la donna quefie cofe,
conobbe ch'egli erano delle abre eofi fame cameeffa foffe.
drpiu olire,Tero ebe pin al uifo é Lei andana guardando
che al cammo/ió efiendofi iofi tofio come Là, de fami,che
uemuano auednto. &però quando effe uoà da un uerbo fi
reggouo, che ut foguiti la Come, in quello cafo fi pongono
ebe'l fuo uerbo richiede, come ancho habbim detto .
Et quando aLui,draLàui fogne la particella Cbe,ua-
gbono quanto colui tlqHak,& colà laquaie. P et. Ma qua
do Udì fi dote Di Lui che pa fio pafio a dietro tornt.Hctìder
a Lm che' n tal modo gb guida ..Alzando Là ibe ne miei
dtttihonoro Ardendo Làthccomeun gbiaeth flafii.Et
Lei eh' a tanta foene Alzp'l mio core. Lei òe'l àel non po
tria lontana fanne. Dan. Ma perche Let,che dì & ^ot-
te fola, TdongU banca tratta anchora la conocchia. Alcu-
na uoba naie quanto quefio pronome Se.? et Hom^en-
do'lduol ebe'n Làs’accoglie,&flagna.B o c. Efibno co-
firn douere e fiere ottimo mezano tra Lei,et il fuo amante.
J3afii alcuna uoba Lui,& Là alle cofe infenfibiU. Et uerpt
ta la terra del tefiojuidero il drappo, dr in quello la teHa
uouancbor fi confumata che efiialla capàUtma non co.
nofcefiero Là efiere quella di Lorenzo.
Et in uece di Colui, & di Colà , P s t. Ardendo là che co
mennghiacaofli^i.Lcola laquale. Roc. Ma egU fece
Adamo mafebio, ey Euafemtna ;&a Lui medefimo che
uolle per la falute della bumanageneratione fopra la ero
te morire , quando con un cbiouo quando con due i pie con
ficca in qnella.
A lati, & A Lettale a quello ,&a quella , P e t. Cen-
iti ramo, oue piacque A Làdifaralbcl fianco colonna ,
facendo A Lei ra^n ,& ame fa forza . Tot fogunò fi
tome A Lù nencrebbe . Toi piacque A Lui chrmipro-
dufiemutta. Boc. Et A Lui fenza alcuna ucrgngna
ogni parte del corpo aprire. Dinanzi A Lui prefeuurfi :
La ghirlanda A là mife (òpra il capo. Et A Lei diffe chi
ella era. Et fonza la A .Ak i. Il paJbrun narrò Lui,che
quella riuaTutta tenean. D A N. 0 dipi Lui non fii tu
OdorifiiLi, inHeeedilMinrlterzp cafo ucdt al fuo luogo
<t 1 88o. Le. in uete di a Làjcedi al luogo fuo .
ui,rt Lei nel primo cafo. Tercbe alcuna uoba^fiedue^ar 18I4
tictUe fi trouano pofte nel primo utfo da no fin poetano uo
PARTICELLE :
gUomibe rejlartdi nonpoaere alquante delle automi,
loro . B oc. nell' A h. Ma foibe tei fu nominata Co-
toia.&qneflononèfiimtc aqneUo,ibi à foprahabhum.
detto , ibe dice , tbe fvffe creduto Lui , Terihcbe il tajò,
pollo dopo il nerbo nel te rjfl luogo non fi lonutene rjjtre
primo lafo, come ne fopradettt primi eflempti è deilo.&
aliroue, Hedca figlitmla dei fde nife ni potè anthora Lei
eoi le pallenti uoii difendere, ne qui érfi può che Lei fta
io luogo di Se , anihor che alluni ifpongano dicendo i fiere
tio in ucce di non ferie poti anchora Se liefia difendere.&
inoltri luoghi . Ma peribe i tejii potriino effere cor rotti ji
foto da feguir quello, che generalmente ha ufato il V ut.
& ilh oc. noi eUa,& egli fempre m cafo retto, tr lui,
ér lei fempre in cafi obliqui , lUuiare.uale entrare in lui,
ofarfilui.Lat.iniUum,uelineumire.D a nMiouedetut
to,&luo ueders'iUutaj.entra in effo Dio lnleiare,i farfì,
centrare pileilat.m tUu,uclmeàire.DAH.Et pero pri-
ma che tu piu tmlei.nòjono da ufare n'm prolàjn'in uerfo
1 3 8$ Ma. Lat. fcd,at^Sleitqui,atque. & ueto,&autem antece-
dente aliquafiiQione. P E T. Ma ben ueggibor . Ma poi
cb'amor. Ma non fi raro.Ma io farò futierraMa percbe'l
temoo i corlo.,Ma S un piu largo fiume . Ma quella
ria Sla feuola piu allo. B o c.Ma peribe non julamente.
Sla poi tbe le rifa ritnafe furono.Sla poi che l'bora del mi
giare fu ucnuta.Ma follmente aioloro.D a uMafe pref
jò al mattin del uer fi fogna. Ma nuft me per alto marea-,
perto.Ma come Collant in ibiefi Silueftro .
Macht;. Lal.nifi,pratcrquam.ualfènon,ufàtoda Da m.
Tiinhauea pianto Sla che di liffitri. luedealei/nanon
uedeam efiaMacbele bolle ibe'l boUor leuaua , noni,
tbofcano .
Me ,& MLlamr riceue fempre la prepefitkme ,& nonio.
Mi,come a Merda Slefdi Me, con Sie,per Me, in Me,uir.
Me^erfo Me.et cofi nelle uoei di lamentamenlo,come Oi-
treiLafJo Slejlolente Me,Mifero SlejO Me dolcnte.nelle
profe Icmprefi dice SU nel pruuipio,& nel fine del nerbo ;
^ Me, et SU turi fine del nerba m uer fi. SI a quando la Sic
fi giunge col nerbai per qiiahbe maggiore euidencia,oke
roper quaUhe eecetetoiK ibiamata Hmphafi,ptrcioebe
nói poca differenza a ère mi mnee,o umcemifbc me ma
eejo mnicute,penbe quejio ultimo ba maggiore efficace,
&piu importa . onde iIPbt. Me empie d muièa fatto
dftlce,& llrano,& nondifie mi empie, e*r quetìo perdimi
tare la éffertnv perfone ,dnui fi parla , efi quefia
taldifircnt^noni comprefa appo iMtni ,ficome appo.
Crea, quaglino pai, (fi kimi l'encUto che fa cena
emphafi. ferir Me è faeita in quello fiato; Elauoi arma,
ta non moflrar pur [arco, quii Meba riguardato alla par
ticeUa Foidopo èttar& anibora che me,&Sefianoap-,
prefio d uerbo nella £ aUuna uolta fimfeono. P ■ t. Lei i
chei cui non paria lontana fanne. Et Cbefpeffonelfuoui
fo uederpamie ."He èduolpieètemapoffoaitarme. (fii
per la Se. De qua due tal romor al mondo [affi; ma quefl»,
auiene peri nelle rime , come lo ijleffo P e z.Varmi d'udir
la ; udendo i rami,& fore,,A farmi lagrimar fgnor mia
nedi. Et con un nifi pei piu doglia danne Dffem . Et uni
fiprelii a darmi angofcu.jCr duolo Sofiiin. altri lu»
grafiti. (fiBoc.EtforfinonmncetebbeMeJlmiopa
ne^he Slefboueduto firanare . Me ueufi) fuori . Me uè
ricordo. DiuudooMei»inte.lidi»,&Uueritàf arme
ferSSepr(nderamt,Si(omtpielffaéMe,PtT.Ufm
feto Sle,cbe uoili . Slifere Me , che tardo itmh malfrppit
lajfo Sle,eb'i non fa m qual pane pieghi.Tertbc tren uer
fo Siete man fiftretie. fer Sic fine tata, centra te fuper-
ba.da Siejn Sle.di Me.u Sle. ucàa SU .
Mq,in ucce di mi gito, & gli antichi éuuanomei P e z.tsi 1 1 M
nera, che da uvi iofi'e'l difetto. Hoc Doue non era gran
denepicaolo,ihenonmiuolefieil ni del mondo .Come
poti li Sii a Roma fe ne ucnne.D su. Mi fofle fiato qut
pecore/! zebe .EnonUpermuanzifignifiia ptrmczo,a
rtmpettofi allincontro. BocSi cofiaadidoiaucnntper
Mila lefiafi peTmei.i.èruio,oapprijfo la ufia.Etco
me fu per Mi Caiandmo.aUum tejii hanno dirittoa C*
larùirino,
Immiare.uale entrare in Ue,o farfì me fDsttSio m'ìhim
iafii, tome tu ti Immij ,
Meco. iAt.mecum.ual conme.PB t. Di me medefino Me-
co mi uergogno.Cbe'l defio Sleco non uenga. Et ècea Me
co fecoRetrm ffelra.Kagionando con Meta, & io con lui.
CanzgnfeCefier Sleco dal maiun a U fera, £ o c. ^ rÈ.
der,tfia cantar ton Meco.
Mi.Liir. me, quando laMii uicina al uerbofi dinanzifi dopo
fempre fi fcriue,efi d fintile fi fa detta Ti, come èficmi/ià
difie,&fimdi,& lofi fi firme lapin lontanadal uerbo,
tome U pili Ulema . Io Mi lidi in preda . if acque Mi ui
paiono dolci, ucè è [òpra alla panieelU Me a t38j.iÌ0-
ue a baftanza ne babbuino ragionato Ja Mi fempre fi ac
compagna coi nerbo,e non la Me.
Ne negatiua.lat.nec. & prima in luogo delgenitiuouet fin- i S 87
timetttodeilaeopicbepreade.7d.epmperoniamenie ibe
per nteefluà Tig in uree di noLUe in ucce dtln.’Hemue-
le della 0. “Hg accompagnata con la me/e/e,gti, le . Xs
repluata per doppia mgatiua . 'bfg quando fignifica mom
Himcmo di tuogo.Td£ in uece è ne i,o ne gli, (fi- in altre ofi
feruationièére .
Ne negauua. lat. nec, P E T. **> nalfiieronarlo/) dargli
Molta. Xs oura da pulir con la nua tima.'He meno amhor
m’ agghiaccia. Omora è lei, Tls pur de fuoi ptediorma.
Xe lieto piN dal career fi difierra. Ch'intorno al collo btbm
he la corda auinta . Xp li ben anche che è la mi creda ,
"ÌHg mai in fi dolci/) in fi fiumi tempre Rtfimr feppi. Xp ta
eeudopotràdi fua man trarlo. He per noua figura dori
ma alùr^Seppi iafiiar , X? natura pollar couira’l coflu»
me. Boc.Xp altro fi ode che le cicale m per gli obui.'Hm
tu medicina efiert migliore,'Hf enfi buena.'He prima èf-
fe a ritocchi cor fero di cojloro che. He altra cjponetra le
triple ci ba fatto fuggire .
Et nel meéfimo figmiicaiopreeedendoci la Tfon per mag
gur forza detta negatiua . Lai. ncque .PiT. no» helbe
lauto Xp uigor.Hs fiialio. Lagrima aueior Hon mi ba,
gnaua d petto, Hprompea'l formo. Eiferfe T^onfur mai
lanle,Hs sdi. Bo C. Io uon uoglio tbe dime dubitate ,
Xp babbute paura . Il altro rijpoft^Hpn to,H‘ 'a difi'e
cpluiijma. Et altrimenti mai Xo»Xp faremo rmtla , <Jr
qui pofitre mgaime .
Et m fmnle figmfieaio replicala piu afferma la mg ama .
lAtM(,& uique, PtT.Httdhar fol,H$gtr, ei, altri d
(biama Or/ò e non furon mai fiumi Hf fiagm.Hs mare ,
ou'ogni riuo fi éjgombra;Hs <b murofii é pog-groA M ra,
mo ombra ; Hg m-bbu, ael eopr4 e‘l mando bagni; Hs al
(rotmpedtmcui. Eic-aefinHe meuo foràjAt.nce pini.
PARTICELLE
nce mmm^ud, idem. Che'l nero dicendo 'He in confrfiio.
tu. Tic in alt coatto fi peccò gumai. Che hnomo ijcolini^
gitale He ncuhuXge, He mfermila,Hsponra di mor-
te , anfbora d IdJio delia Jka maiuagità thaimopotn
to rimviiere,He f-tec. Hi pm forte , Tir pi» fido compa-
gno.La donna Hs altro HilOflie altre parole facendo.
Ne affermatma.Ktdia ii8».
»5«
Terfarim,& Hpgli occhi fiu difefe. TeròtmgegHoaht
fna fona ejiima,He Coperauò tatto t’aggbiaccta.EdelU
He l'nfata fua figara T ofto tornando. Onde pm cofe ne la
mente firme yotrappafiando. Cofi'ldifio, che ficco non
t'accorda,Hs lo s fenato obietto nun prrdédo. “He CefiiU»
infieltce alena fioecorfi. Boc. He’lfi»oco,'Hg l'acqua, ae-
di alle particelle tiel.Sella,Nellod) He la, ttelo.
1888 He ebe fi njoiuere col nerbo in luogo del genitiuo , nel fienti. Ne, in acce di copula, cioi della O.Ti r.Trima ch'io troa’m
Mento della cofia^be precede. Vtr. Qjiand'iofiaiprefo,
&HÒme Tis guardai. Hf fojjó mdoainarehi me Tip fio»
gba. Si, che molt'anm Europa fii; che mille penne Hs Jon
già liancbe.In fino a Roma Tifiidirai lo feoppio;Cbe quan
do ho pm ff cromia cbe'l cor H'ef^ -dUbor piu nel bel ai
forni riauefica.fi nulle aolte H^auefii quel ,tb‘ifiilana
norrei. Si cbiufiamente, cb'ifolme Tfiaceorgo. Boc. Con
CIO pace He tregua, yide mai dalto mar nane, Hj legno.
Credete uoi,cbe Cefiare/i Marcello, 0 Taolo,ad .Apbrieà
fofiin cotali Ter meude giamai , He per martello ( Se gli
occhi fino! tifar dolci ne cari. & quello alcuna uolta adU
mene (ma di rado) tra Latim. \ io. Jpfie diem/io(iem^
argot difiiemere culo, Hec memimfie ma meda Talmu-
rui in unda.& qui pofi Hecm luogo di Et.
(aiuto d'alcuno portatore quando bauere Hspoieano. Nednurcedellanei,odellanegbnelnumero pluralequan
Doue la mattina fpetialmente Hs haurebbe potuti uede-
re. Tignfio fi a noi He parta quello, chea me Hs parreh
he. U uoler dire quello, ebeioTie finto . Di quello alcuni
rami colti. He le fece una ghtrltncla . Vn nino cofi buono,
che He berrebbe Lbnfo . Ne fuuuabara fila quella chi
due, 0 tre He portò iufiememente.
do non ai feguUa (articolo. Boc. Et cofi detto ad un bom
ra mejfiefi le mani He capelli, & rabbuffatigli, ^ {trac-
ciatigli tutti fu rmebiufi Ne monalieri . Et in perpetu»
Itficiarlo Htluotdtficeuienti.Hanettdoalcu»oodio He Fio
rentiai. morbidi HeuefiimentLHenoflnbifogniJHequalu
Hemiei bifiguL
Ne nel medefiimo leniimento,t!r piu tofio per ornamento ebe Nc accompagnata con la medeJ'e,eeJe,g(L Boc. Se quello 1 8)«
per necefhtà. P E T.fii; che milie penne He fon già flambé.
Couira colpiiCamor però N'amlai Secar. Toifiguirò ; fi
come a lui Tfieneroboe T toppo altamente.B o c. L’abate
ferratala nella ceila,in la fina camera Ne tornò. Quinci le
nateci Tip andremo alquàto jidlaiceando. Inuitato ad uno
micido finxA negarlo mai , uolontariamente Hs andana.
Et iu tanto fin la fortuna piaceuole alia beffa , che mentre
CaUndrinoper lo fiume 'Hpuenne,&ipotperUcittd,Hm
na perfona gli fece motto .
Noquandofiiaccompagnanella fine del nerbo fa tanto dipo
tert,che ambora che le noci filano al nerbo mcinejc nettai
terminar dourebbero ,le fa terminare in quella ijiefia E,
(beella pnifce,come ilP E j. yommene in gufai orbo fien
za luce, yattene irnianxi, e’ituo cor fi non fena He flan-
(hexza ne fionno. yattene tn{la,cbe non ua per tempo ,
yattene in pace 0 nera mortai dea .
Et quando fi trema aecompagnau con la Se,& te,ancbo-
meT{e dee figure, che tu ragioni. “He auenne pure una
uolta,ma fi ne fianano potute annouerare é quelle. Cala»
drtno fiemta arrefiarfi fi ne nenne a rafia. Séparé alcuni ce
Hs finojts- conlanon.& conta ne aedi di fipra.
Et con la Le,& La,iu ucce di lei, Boc. La buona femina
quello udendo He le prefe pietà, alla cafia Ne la porta-
rono.
Etcon la Gli nel fientimento deWahiatiuo Ne gli huo-
mtm.
Et quando la gli {la nel fènttmento del datiuot& della Ne
con inerbi mefira la cagione delia cofi. Boc. Et tanto
lauorò,cbeuna infermuaNegbfiprauenneadeJlalui.
Et indiuerfiifientimenti, Bruno dall’altra partegbnffon
dea alle fuetmbaf date, & da parte di lei Ne gli focena,
idefl a lui. Il famiglio quefta parola ncolfi,e!r come che
molte ne ncogheffe , niun' altra ,fie non in fimma lode del
Re dire T{e gli udì.
ra che fila ucina al ueidio finirà nella E.P ET. .Aprir nidi Ned,ia(ieceiiine, xe/ uerfo pero.Tt r.Hedellaameper
uno ficco , Et portarfene ficco La fante e’ l loco;ondean- tuttoilfiuo difidegno Torràgiamai.
chor doglia finto.To ben poi tu portartene la f conca. et qui NclTun,é'' Heffuno.Lat.nullus. naie muno,et nullo^ et è pin
dinota inouimento di luogo . & alt rane, hauuto rifietto a
quello.cbe di fiopra i detto. Qual colpo i da firexxar' , (fi
qual d'bauerne Fede,ch’al defiinato fiegno tocchi ,
I S 8p Nejn ucce dt noi. Latjnt,& nobis. T et. Che uendetta è di
lui,th‘ a ciò Hs Mena.D'amorofipenfierilcorHs'ngom-
bra . Et bar iun picchi borgo un jòlH’ba dato. Boc.
Qjtantoagrado Ne fio . Tercmbe'l mandarlo fuori di ca
fa nolìra ufi offermo,Ht fiarebbegran biafimo.'Hgtlo ne
afcolta ne "Hsuuole udire . Il cielo anebora che crucciato
dei nerfi,e Hpeno piu della profia.T e T.Htffitu^neta a
piagner mi condanna. Et fio, eh' altri che noi Heffuu m'in-
unde. I di miei pm leggier, che Hefiun ceruox alcun.Hi fi
firn uiffe giamai piu di me lieto. Heffuu uiue piu trifio, é"
giorm, & notti Hefiun ui riconobbi.da Heffuu lato.che
Heflun mai torna. Hefiun altro. Raro, e Hefiuno&il
Boc. nelle Ballate.Io non ini curo prrciocbe Heffuno Co
m'hti può cantare. & nella profa mò fempre Hiuno.
aedi di fitto.
uefiaaion perdo le fine bellezze etemeTì e nega. "Hoi non Ni U0i<!r Nwbo. Lat. nuUut^ale neffuno ; (fi i piu della prò tSpt
abbandoniamo perfona anzi ne pofflamo dire piu toHoab
handonate, che file in tanta afflitthne Ne hanno laficiate.
(fi cofi quando ul nerbo fi aecópagna. P ET.TrendeuDh
per fcàparne Humana carne al tuo uirginal cbiofiro.L per
fiampar noLyenue a faluarne in fu gU efìremi giorni .
Neon ucce della In.et fempre fi ficriue quando ui feguita tar
ticolot& quando la uoce’p cui ella fi da, non hat articolo,
fificriuelnji urne dUnìff firn baUmm ro^fOtateStT.
fa. Boc. (fi Ufciamo fiate, che quafi muno uicino hauef
fé delf altro cura . Teraocbe Hiuu fa. Rinaldo cominciò a
riguardare, fie datomo alcuno ricetto fi ucdefle , m.i Hiun
ueggiendone . allaqual coft ho(gi potbi.o non Hiuno
ha l'arco tefo all’intelletto .&q»i pofe due nrg itine ne-
gando.Hmna perfuna.'Hiun'altra medicina efiere contro
alle pefitlenze migbore.Hjun altra copt.'Hiuna ripitnfio
ne.Hsfiuno uii nelle ballate, uedé fiopra:
Nò» IM. mnièpartictUa negmika, cowritrij alla Si,cbe af iheTisn lefi era comefopialo hauta .
ferma, & quando la "Hunfi eggiuage fon Hn’altra noce. Che non che. Lai. ut non modo. B o C. Che non ibe in
laquote hahbiaforga di negare, non afferma come fi fa af Vlfioia, ma in tutto ilmondo. Il uentopotentijsimopogg/a
foilalint. .Alcuna Molta ella fi pone nel fine del parlare uam contrario in tanto Cbenoncbeeflidelpicàoljenou-
fer conclufione.come ithoc. doue dice , Rifjuife Monff fctr potefftro,ma .
gnore "Nò. Ella uoleua con effe lui digiunare, ma fare al- Non pur. ual non amhe,non folamente. tot. nedum.'P k t.
tra Tip.Coluì intendo di am.ire,maaUro1d^. P H t.Can Suiio’lqualfiinomfha'Honpurfcamfa.'D a u. Quefli
nua Hò',nta pianto. Di le piangendo Hp; ma de miei fi pcrcotcaH 7{pn pur con mano. Ma con la lefta.Sono chi
dmm.Qjii mai piu tipinta rmcdremla altioue.Refiiondo hanno elpoSìo,che quella Ma, non fi da per la frguente al
io 'Hpima chi per fi la uoiji.Tallida Tiiima pm che neue la non conpna alla non pur, & i il nero quando la non,cbe
htanca.Me Tip;mal fòL Cortefe Tiò;ma. Io Vp. SÌJteHi i pofta nel parlar, che jìgue dopo queBo, nelquale fegtin
7d},& altrimenti fi direbbe tipn to,& "Non queHt. lentia Ma.Tercioche ui poni fie prona la non,che la Ma
Eiquandofiponefonlat^nfaduenegaliue.ViT.'Npn fi dourctheper confeguente ,come lo ijlrfiolì An.tfsn
fon imo Tifi . hor Vpn piu Eoe. .AlU quali dire di che di pcfa.ma di minor pena , che dicendo alto incontro fi
"Hò 'ilpnfipuoee. Tion frane tuo "Hi, direbbe di minor pcna^um che di pofa& il Bo c.doue di
Et quando fi troua coniasi P E r.’NpSi.ne'Nònelcor ce Che unojluporeeraadudire,Tignchea riguardarla:
tnifona iateroBoc.nella F I.BeHiheilSi,& WHicrt Si direbbe, non che a riguardarla. Ma ad udire era un
dendonelcapomiuacillaffe, fiupore.
Et nel megp della orai ione. P e r.Marianne chiamando. Pur non. latAutem non;fid auté poRponiiurpro fed ad
tbe'ìlprode.Queflo'Ho.rifpoCio.B o C.Ma ouolefjero, altreéttiom. T • i.Trimaueraper me Turnonimai
oHp.gli fafpmfialla terra.&quandoui fidaCarticolo Hoti ae.LatÀe eo.B oc. Et altrnnentil^H ne fari nulla,
fi dice 'Hp. B o c. Tutti affirmauano del "ìls.cofi dopo la .Auenga che Caheno tlpn ne parli m alcuna parte . tlon
c.y Di. Dirò io mai éTio della prona tofa, che quella genid nedoueffeu dicertomorire.cheiononme neruetiaafam
donna m'ha richieflo.Tlpa uolcudo egli dire ditlp. Se» re ciò che promrfio l’ho iaunrimarrd,fe ben douefii mori
finza dire maidi tip dt me fteffagb concedeua iutera co- re^he non mi metta a fare lio che ho promejfo. che popo^
pia, 0 Hp, lefcaniente fi direbbero no,fia che fi uoglia U fari ne tejli
iSpi So%che ualenonlo,ononil.P ■ ■t.Laffo'HplfoimaficO- moderni fi legge, "Hpn ne jèdoueffe io di certo morire .
nof co i« bene. V" ife nò amor, che mot Tlg’l lafcta un pafi Non piu jm/ non altro piu.LatjunpluiAon ultertui.V E T.
fo, I Tfp'l pofio ridir;che 7{p'l comprendo.! Tdp’lpofio ue Hpn al fuo amante piu Diana piacque . Sluel tomo a me,
gar donna,& ’Hp'l nego, i Hp'l nego l'ergine; ma ti pre- "Hpn piu del uuurgtoua. Boc. La fante piangeua forte
goMa» iio'l credo, ue’l comico in uifia. Ch'io Ho'ifo ri finièndofibatiere,&‘ anchora ch'ella alcuna uolu diufie
penfar,non che ridire. I Tlp't diri , perche poter "ìlo’l fpc otme, merci per Dio,'Hpn piu eraji la uoce ,
ro. Io mai ’ìlp'lpettli,cb't m arda Air ireme.ty mai lip'l Non folaincnte.Lot.ses/oMWiBa» modo con la Ma corri
penfii ch'io non treme. Cb'» porto muulia aglibuomintt fiiondcnte.B o c.'HsnfoiamettteChauerefittorranno.Mn
6 Tlp'ltielodnuecedi nonalcielo. forfe.T^n fbtamented fuo configl» lodarono. Ma.Tutli
Non Lat. particella negatiuaAome laTdp,&fi troua diuer peccare m lupurta,& "Hpn fido nella naturale , ma nell*
punente accompagnata,^ mdiuerfifenttmenti.& prima fodomitna.inon folamente.
fempbcemente ufata. 7 e T. Che 'Hpn fa aue fi nada ,& Non, con la Si com^udente. P e zJ>i je uafeendo a Soma
pur fi parte , Et ìdpn mi fianca primo fonno,odalha , tr Tdpnfe gratta .4 Giudea sL
quel eoe in me sou era. ‘Hpn e firmi paffato olirà la gon Non per canto. Lat. tamen. Boc. Comineii d He alquan
na.'Hpn di Tento; ma itun pm altero jiume.Cbe Hpn oen to a marauigliareAonofcendo,cbe quiui quantunque leui
fi npente.'Hpn come f altre corca. Boc.Tipn curando uandediuerji fufiono,twn per tanto di muna tofa efStrt
italcuna copi. 'Hpnaltrimenti,cbe.'Hptt meno. altro che di gaiitne.
Non mai. U>r. non unquam.B oc£ti parenti rade notte. Non fo quanti. Lat. nefeie quot. B o c.fi penano a riflor*
oH»» mai fi mfitafirro.'Hellequalicafe rade notte fi "Nfi reHon/òquamidi.
mat andana ptrfona. Senoncbeditantofiamodifirenti tion molto &inteXat.non multo pofl.ual di poco tempo,
daloro,tbteglt'tipnmailarendono,&noilareriidtamo 4 BÓ c. ita molto ftantt partorì unbetto figliuolo ma fchio.
7 • T. Trimauera per me pur Tlpn i mai . Et forfè Hon Non replicala in lutgo di due negatine, P e t . óijti nonp*
fur mai tante ue tali. lazp,Kontheatrofi loggia.Honfonmn NÒ.
Miinon. Lat.unquam non ,uelnunquam.T n. Ter» Non niente. Lat. nàti acirefiouoqut fie due negatine la ne
di perdonar Mai non i fatta . Che ferro Mai non ftringe , gatiua fenga afirmattone. Boc. DifJ'eallhora Thdome
B o c. giurogli di Mai non dirlo. Che Maidiquefia to nafi/uefio Non monta niente là; doue io honefiaméie urna.
' fammfaprebbenullaniuno,fenonuufuocompagm.Gli Konmic2,ualmmgia.Latminime,KoqMÌdcm Boc:.llqua
oc nife neW animo un penfiero Mai pm non i fiatoni. le fu chiamato Guglielmo Burfiere Nimica fimile a
189^ Nonche,M<nm folatnenie,non pur. Lat. im modo. 7 e t. tii quali fono boggi.li^ già cA d un frate minore, N S mica
Hpnche'lgieloadomardimmifiori.Boc.Tercheanoi ghuune , ma di quelli. Duepatadirohefiinafodratadi
Ufi fia bene à cofi fatte cofi "Hpn thè gli amici, ma gli fira arappo,& f altra di uah ; Non nuca tilladineji he, ne da
ni npigtiare . Mofii 'Hpn meno da tema, che da caiità.ue mercatamifiia di fignori.Non mica buono di poco affare,
dia fjoj. Nomi : I nomi fimo ih due fpecte; SofiamiuiAir ,4dieiiiuifit
Che non. Lat. quod non, P e T.Cbe non bolle la poluer iE- in due modi fi dmiJouo, tioi,o che per fe ponno ftare,o ue
ibiopia. fì^pefUfepÌMdeiuit*,ibe'Hsnfole,yeggp»do, toebe fóma'^tonti ; quelli , thè pmu» da fi fiore, fono
di
particelle
»5i>
di tre foni, thè del nn fi bio, della femina, & del neutro.
,41 nome del mtftlmnel numi ro del menofeg'i da ,4, E.
CT O.come il TVeta, l’Oratore, il Cielo, & fimilt,& tutti
qnefti nel numero del piu fnnpre mi terminano, come
"Poeti, Oratori, Cielt,& limili 1 nomi della femaia nel nu-
mero del meno in due tirmim finifiono , cioè nella ,4. &•
nella E. & fìmilmente in quello del piu in due terminano,
netta E. & nella 1 in tal modo, che tutti quelli, che ha mio
nel numero del meno ,4 . nel fine , in quello del piu hanno
Jrmpre la E, come Femina femine , Donna donne . Coft
quelle noci che net numero del meno hanno la E, nel nume
ro delpiu fini fono nella I,come Virente uirtuti,& furali,
eccettuandoui Mano che nel piu ha mani,àr.4la,et Fron
da.che pur feminini fimo, & nòdtmeno hanno coft nel mag
gwre numero, come nel minore due fini,pereiocbe in quel
lo del meno nella ,4,&nellaEfimfcono.atlcuneuocife-
mpuli hanno ilfuo fine in 0,iome Dido, Saffo, anihor che
Didone,Cr Saffone dir fi pofià . àf .Orecchio, & Orecchia
4 ' delmaf.(lrdellafem.fitrona,chenelpiuhaortcchi,eto-
reccbie.cofi Fonte mafdrfem.^ nel piu FoniiSonoui poi
alcuni nona proprif fintemi m I, come Rinieri, Manfredi,
Cifli , Ceri . tS- due adiettiui Tari, & Ogni ;é"uno in V,
Crurdr ilpronome Tu.Coft ne i nomi delle famiglie. Dan-
te ^Alighieri, Guido Canalcanti,&jèmpre nel numero del
piu,e fcnxaC artìcolo,^ ancho co t articolo usò il Boc.Te
baldo degb EhliÌ4taltroueTebaldo Elifei;ma nei nomi fé
minini trono fempre con rarticolo.boc.Malgherita de Ci
foheri. Ma non peri tutti i nomi delle famiglie fiiùfcono m
7. percioche nette altre uocali hanno arnhoUtor fine, come
F rance fcoVetrarca.Corrado Mala ff ina. CughelmoBor-
fiere. Cuuanni Boccaccio. Michele Scotto,& fonili. I no-
mi della feconda dechnathne , che nel latino terminano in
r. in 0 fiidfcone,come Fabro,Cerbero,Genero.Suocero,Mi
féro.Maefìro. ma qmtti delia terza perlopiù inEfimfio-
noemaaffai ue ne fono eccettuati, come Huomo, Albero,
Touero, Marmo,Dauietlo,Gabriello,& tati . Molti nomi
ni fouo,che bora in £,&borainO terminano, come Ca-
icatiero,caualiert . àIartiroanartire,crfimili . I nomi del
neutro fono quelli, che nell'un numero tengono Partitolo
del mafihio,& nell' altro quello della femina , ti" fempre
termmano in 0 nel numero del meno , & in quello del piu
in A.come Caiìetlo,CafìellaMembro,membra. Anebo-
rà che una uolta il Psr.ufaffe Membri , doue dice, "He
dolci Membri del tuo caro figùo. De nomi tronchi, cioè che
mancano della fua ultima letterato filtaba fipoffono ufare
nel uerfojna non mai nelle profe,o di rado . Quaft infiniti
altri termini fi haurebbono potuti afiignare jopra queSio
"Hpmealequali tutù, ^ de gli [opra annotati ti puoi cbia
rire per te auttorità poHe ai luoghi loro particola ri .
lìpfi Nondimeno, lat. tamen . ual nientedimeno,pur,aachorai
tuttauia.é uocepmdelleprofe chedeluerfo.h o c.T^o»i-
meno tutte firn fatte qui come altroue. Et nondimeno eflo
alquale niuna copti occulta . Hauendo T<l^imeno tutta
uia penfiero come trarre il poteffe delle mani del popolo .
Tur Hpndimeno . uedi alla particella Tur a i go6.
Nofeo . Lat. Hobifeum . ual con noi , non i noce thofeana .
Dan. Euripide u'i "H^feo : Anacreonief!imonide,Aga
tbonej& altri piue Crea; che già di lauro ornar la fromr.
O particella che a diuerfi qualitati fi eSiende, chi 0, in uc-
ce dt Ouero.& in ucce dt "ìdj. 0, dolemis, & lamentamis.
exclamamudrrid'niii,uoc4ntii,admirvUis, reminif :tn.
ùi,mifircniis,reprebendeHtii,iiicrepatttii.
O ,uu ce dio nero , o ueramente . Lat. uel. PtT.'hle mi
ualfperonarlo,0 daigli uolta. Ma come ch'ella gli gouer-
niOuolga. Lafiiar li ueloO per fólfi per ombra. Verdi
panni fangutgni,0 puri O perfi "Ffon uefit donna un quan
< ojngegno O , orza,0 dimandar perdono.Ver cui poco già
m4i]m ualfe,0 uale . & quafi infiniti. Boc. Due, 0 tre.
Vobfftmo,0 doueffimo. 0 dafferanga, 0 da piità ittenu-
ti.O per atmfià,0 per memanzajO per pa rentado congiun
te. 0 tn tuttojO in maggior parte.O uoglia elta.O nò.Kade
uoUe, O nonmai, 0 db di , Odi notte. D a u.Vfciccimai
alcun, 0 per fuo merto, 0 per altrui : che poi ft^e beato i
O fico mmori,0 faran fi eontenti.O per eremoto,0 per fi-
flegno manco. E fi di cui uuoi fede,0 tefhmontu.Oper trop
po 0 per poco dt uigoreMa quando al mal fi torce jO con
pm cura,0 con meìi thè non dee.
O ucr , & 0 uero, ualeo ueramente. Lat. uel. P • t. 0 «er i
per altri inganni. In ramo foglie , 0 uer mole m terra . O
uer quind'etla preme Col fuo candido feno un uerde ceffoi
Cofi fortuna , O uer colpa mi priua . Sol quando parla , O
uer quando forride. Ella piu tardi, 0 uer u piu per. tem-
po. 0 uero al poggio faticofo , & alto Ritrarmi. B o c. O
uoi mi lafciarete andar con Dh,0 uer.Liberalmente 0 ue
ro magnificamente. Dau.Ouer la mente doue altroue
mira f Robufio ceno O uero al noftral uento , Onero a
quel de la terra d'Hiarba,
Oa,in ucce dilaO prò uel Lat. che alle nolle nel uerfofi pre-
pone alle uoci ineomincianti da uocaltperfar la pronuntia
piu leggiadra . come il Tir. Et non mi fianca primo fon-
no Od alba. 0 fptrt* ignudo. Od buom di carne, (fi- iTofia .
0 Taolo Od Aphrican fofjin cotali . Oue porge onAra un
pino alto. Od un colle .Ala matura etate , Od* a Cacer-
ba.Tomm'il cielo. Od in terra. Od m abiffo. Tomm'm bn-
milfortuna,OdinfiipeTba. ubero ff irto. Od a fimi mem-
bri apffo.& in altri luoghi. &nenelDau. Qital che tu
fie,Od ombra Od huomo certo . T renu forfè piu giu poco,
Odaffai. A R i.Cofifeuieulaffada.obafiaJodalta.
O, dolentit,^ lamentantis. Latjch ben. P e t.O incofiantìa
deChumanecofeTnrquefi'èfnm.uedia i8i6.
Oncxclamantis. Lat. oh.pE T.O mifera,& bombii nifione lipg
£' dunque uer. O felice quel dì; che dal terreno Career
ufeendo. 0 che dolci accogliente, & cafle,&pie. Dan.
Ouanagloriadel'humaneMn^, Compoco ,0 auaritia,
che puoi tu ptu fame Tot cbai’l fangne mio a te fi tratto.
Ocìdnel cuigirar parnon ficreda le comUthndi qua
gin trafinutarfi. O imaginaiina ,cbe ne rnbe Tal uolta
fidifuor.O gente humana per nolar fu nata, Tercbe . O
Romagnuoii tornati in bafiaré . 0 Bertlùmro che non ■
fuggi uia. £ o c. o fingular doUezzd del fanguebolo-
gnefé,quama fe tu fiata tèmpre dai ómendare in cofi fat-
ti cafi. 0 felici annue alle quali in un medefimo dt, auen-
ne Uf cruente amore, & la mortaluita terminare. 0 difie
Calandrino cotcHo è buon pacfe.O benedetto fu tu éfSe il
fiate. D A N. 0 quanto fora meglio effe r uicine Sfuelle
gemi ch'h dico. OBuondalmonte quanto mal fug^iU
nozze tue per gli altrui confini. 0 diffefa di Dio perche
pur giaci io cupidigia; eh’ e mortali affende Si fatto te. O
nero sfauiliardel fanto ffirto Come fi fece. 0 ignota ric-
chezza,0 ben ueracc.
Oo, exclamaniis. hoc. Et fattofi alquanto a quelle Gru
pm uicino, grido Oo, per loqual grido le Gru comiu-
£.& iij
PARTICELLE
eianttoafHggìre.dr piu oltre. Mtumnongridttfle Oo^
tjuelUdihierlèra, chef e cofigriituobixkcjte,
O, irridettlu. ueéa ij$9.
O in ucce di Tlg . Lu. nec.Vtr.Vled amor uifco temi , 0
Ucci, 0 reti,'tis’ nganno “itrut contra'l tuo fenno naie.
1 899 O^ocantii. Lat.obJìcus.P i t. Mille fiate 0 dolce mia guer
riera {'“baggio proferto il cor. 0 alenata dal del beata,
&bclU .Annua.O pafii fparfuO pcxfur uaghi, e pronti ;
0 tenace memoria; Ofi ro ardore, 0 poffente difir;Q dcbil
core ; & quello ebe fegue.O inuidia nemica di Minute Ter
qualfintieriO beila manj. he mi di fi ringPl core.O carne
retta; che gu folli unporto U le grani tempefle mie diur
ne.O letticiikoliche requie eri,& amforto.O dolci Iguar-
di,0 paroUtte accorte, 0 chiome bionde,0 dolce ii.gamto.
. O tempo,0 ciel uolubil ; che fuggendo Inganni i cui hi &•
tmferi laortab ; 0 di Melaci piu che uenio, oHrali Ode le
donne altero , & raro mofiro. B o C. 0 Calandruio imo
. doUe,eMordelcorpomio.Cbeèquefio 0 CaUndr.no i Ofi-
gliuoU mia diffe huflico,quefto i il diauolo,dt che t'ho par
Uto. Biffe 0 don Cianniju non ui up coda; 10 non uiuoca,
da.D AN.Etio;0 creaiura ; che ti mondi , Ter tornar
belU a colui,che tifece.O Marco nuo,dtfi ’tojben aigomen
ti. & dicea,0 regina Tenbe per ira hai uolut'e/leruulUl
O anima , che tanto hcnfauelle Dimmi chi folli, dtjji ; Cr
perche foU.Oanim.ì éji'io : cheparfiuaga DiparUr me
co . 0 'tu ; che uai pi r non effer piu tardo. Ma .0 tu, che
tèdiUdal fiume facro.O 6 odala 10 eletto a U gran una
Delbencdcttoagnelloichf ui uba. & uocatio repetita . O
Virgiho chi i quifia Furamtnteditea.OglonoftJlelle,0
lume pregno dogmuirtù. A > i. lo uegUo il tuo cannilo.
Oh U,non odi,Sogffunfc OrUndo .
IfOO O, inuocamii. D un. 0 fante mufe poi che uoftro fono . 0
aroma ; che uai per effer beta Con quelle membra con le-
quai najcejli f'eniangruUndo,un poco il pafj'o piega.OTa
dee nofi ro,cbene deli Hai . 0 dotte lume ; a cui fidanza i
entro Ter lo rumo camin. 0 doUepadre mio fi tu m'afi oL
te 1 ti dirò . 0 dolce Frate . 0 fatrofante Vergini fi fami,
fr<ddi,o uigilie mai per uoi foferfi, Cagiou mtfj>rona,che'
mercè tu chiami . 0 cara pianta mU ; ine fi t’infufi 0 di~
urna Tcgafca ; che [ingegni Fai glonofi, & rendigli Un-
geuifEt efji teco leattadtet regni; lUu/lrami di lefitch'io
rileui Le lor figure . 0 militia dei del cu io contemplo
dora per color. 0 trina luce .
O, admiraniii. lM.obofih. Media itpj.
O j rtminifientis. D a s.Odifft Lui, rum fii tu Odorifi L’bo-
mr i .Agtebu) ,& Chonor di quelFarie ,Ch‘ alluminar è
chiamata mTarifii
0/uifcrentisr& dolentie D a n. 0 T^ohe con che occhi do
lenti yedeu’iote fignalainfuUflradaTrafelte,tfi- fitte
tuoi figliuoli ^nti. 0 Saul come’n fu U proprU fpada Qui
uipareui morto in Celine .0 Folle Aragna fi uedea io te
CU mi ta aragna trifla.O Roboan già non par che mmac
ciQuiutè’ltuofigao,
O, reprehndentis,& increpantis.J) av.O fuperbi ebrifiian
mfiri,(ir Ufii; Che de UuiHa,^ de U mente infermi Fi
dangìnueteiKritrofipaffi Hpnu' accorgete uoi, che mi
pam ucrmi 0 poca mfira nobiltà ò f angue, Seglo
riar di te U gatte fai Qjut gm doue t effetto mflro Ungue
Mirabil copi 0 infenfata cura de mortali Qjianto firn de.
fettiui fiUogifim Qjiei , ebeti fanno in bajlo batter toh.
P E T. Ite 0 fuperbi tmijèri tbriJUam Confumando (m
[altro , & non ui caglia Che'l fipolcro di Chi/lo Un man
decani . 0 utnù mia perche fiiièlegue Fra me fiefi-
fodicea.
Ver prrpofitume.Lot.prOipropter. quella accompagnata ip»
con ttomi.& uerbi, ajìegna la ragione della cofa,chefi par
U.ho c Diedi U maggior parte dclU mia roba Ter Dio,
&poi Ter fojit ntare la mta mU,& per poterne aiutare i
poueri. Laqualc ufanxA le donne Ter U \alute di loro btt-
ueuano ottmiaiiuitte apprejà. Et quando in compagnia di
diuerfi nomi, & uerbt,dimofira éuerfi.dr uarif figmficot
ti , ofieruattom. Boc.A migliaia Ter giorno mfer-
mauano.i.ogm giorno. Ea prrgagbTer parlcdiiutte . Le
éuine lofi efiere di piu nuerentfi delle mondane , & Ter
quello fi ritem ua affettando. Ter quanto egU baurà cara
la uojira grafia. Tropojè di non uolere al pajiaggio in mom
reenirarc fi nona Cenoua,acdocheqmui Ter terra an-
dando,ideH perca mino .Chea pena fi jàrebbe potuto tre.
dire [un [altro Ter Uuia.Et come fu Ter me CaUndri-
nofidefl per mcxflfi al Jirimpeiio.Lequah nongU £ alcu-
no proponimemo tirate; ma Tereafom una delle parti
delia I bufa adunatefiaxafualmente, Efii fono Ter madre
difiefi di poUroBien.i.da parte di madre .
Et perciò Ter me non fi credere,come tu a me ti fefii ue-
mrejdefl fecondo il miogiudicio.Ter me non fiata tnor co-
fa, il>c grado ti fiajdeH per cagm mia. Et fimprc Ter da
molto l hcbbe,& per amico.L^ huomo £af.<ai.Lequab pa
rote Ter fi fatta maniera negammo del Re di Eraaaa enm
trarono.H ihe noi habhiamo forte Ter maleXt ibiamoUa
Ter nome ctoèoCrtfclda.Quafi per niente bauendoquet-
U prefura. Andando due preti con una croce Ter uno . Si
chiamò TtnÓunto.Tcrfermo.Ter certo. Teruero.Tet
ordine. Ter mexp.Terpolere.Terfare.
Et quando è giunto con l'infinito , che fi rijUue nel gerom-
dio,comcappoUV t e.Ter far fede qua giu del fuo bel ui
Jò,idcfl accioibefacefirfede.Ter mtritr Ti^tleioapnun
fifòfidtfi ambo (he miraffe.Hed ella a me Ter il fuo difSe
gno Terrà giamaiJ cou tutto il fuo dtjdcgnoai uero perche
fia d^àegmfa. hoc. Mandato Ter piu fuoi parenti , &
amici toro.
. Etiurantu, B o c. Sehlepongp le branche addoffo Ter
lo nero carpo di Cbrijlo,cbe io le farò giuoco. Ter lo corpo
di Cbrillo,che io le uolli dare .
Et replicata, hoc Et già, tra Ter lo gridare, dr Ter lo
piangere, & Ter la paura, & Ter lo lungo digiuno era fi
unito . Tutte [una altaltra, 0 Teramifiàfi Termtuian-
xa,oTer parentado congiunte ,
Et PI ucce di Come. B oc. Tomandofi a cafa Ter èffe-
rato.
Te, in ucce è Ter. Boc.'Rfon folameme Tepiam,ma
anebora per le profoude uaUt mi fon ngegnato é an-
dare.
perche, in ucce di perciocbe.Lat.quia. B o c. Colui , che ipos
andò trouò il famigliare fiato da me fiere Amrngo man-
dato, che bauendole UcolteUOt&Uuelenopolloimau-
zi I Tercbe ella cofi toHo non elrggeuade dieeua uillama.
'hlon mi guardate Tenbe io infent.o fia . Ma è dirlo a
mi Tercbe mi fiele amico, dr fiche altri, mi direte , non ^
mignarderò.Ttr.CbeTenb'iomafapeadouejttquan W
do Mei ritrouafiia lui non fi po torre Suo prego,Tercb'ix '
uoi [andar fi togUa. MaTerch'totemo,ibe farebbem
nano.Tercb'a la lunga utaièpv ne mica. Eaccu>l,Tenl>>i
non
-?
PARTICELLE i6o
mnhojitm ipieJFma t'U da celar . Tercbe meno mun della cagione. Lal.enr^l ipia de caafa idfaClum .
Siete formati. Chir forfè nel foto perche jplende. Tercbe Verào ftale per tinello ,e!riempn:de^ndedalparUreàfd ijej
cantando d duci fi dtfacerba.& in altri Inoghi affai . prò. B o c.Ben uanmrPercio ^ffo defuoi fedenti da tor
£t naie laqnal cofa^t per laqnal cofa,Lat.qnare qma^nr no. Ter certo egli no cè nennto d'india ninno a tortili por
qnàmobrem. P e t. Donna mi pnga; Tercb'io nogbo di- co, ma alcnno di qnefli tnoi iiitmdeeejfertJlato,Et Ter-
re.Tcrch’io é lor parlar non mi funro.Qjà fon ficnro-, ^ ciò fi tngliOoteSIi rannare.Lat.propterea,trideo. Mi pa
nonni dir Tercb'io "Hon, come fòglio d folgorar pauento. re che qnefte noflre battaglie più conaràen,cbe con altro
Tercbe molto mi fido m quel , th't odo . Verebe a gli occhi facciate;Et Tercio one fi tronafie modo.Et come che qnt-
mialafii Sempre iprefente, hoc. Et fanne cercare , Jlicofineram<nteopinantinonmoriflonotntti,nonTer-
che tn tronerai fermamente ch'ella i tua figliuola,Tercbe do tutti campanano.Tarendogli bella ajiai,flimò con co.
penfando Bemabnccio fi ricordò lei donere hanere una fìei potere banere aita afiai confolau ; Et Terao finta
margine a gnifa di una crocetta fopra t orecchia ftmlìra ; piu auanti cercare,coflei propofe é nolerefpojàre. Et Ter
Tercbe fenxaalcnnindugiopigltare,auollatofiaGiaco- eioaccu cheta noncredaabe. Etperaoaccio che non c*
mino. 0- qui la prima Tercbe ual laqnal cofa,& la fiton deffimo .
da,per laqnal cofd . ,4 i qnai lanoratori Fortarrigo gri- lmptrciojmprrciocbe„4cciocbe. uedi aglifnoi bmgbi,
dando finrte,incommciò a ère, pigliatehqngliatelo ; Ter- perciò chc,iu/ tanto quanto perche, Lat.qnia,qnoniam,^
che efhahi con uanga,c^-rbi con marra nella flrada para enim,<!retemmJidpollpofiti, B o c.Fighnolamianòdim
tifi. Il che lagiouaneneggendo comintma dubitare ,non re è nolerti nccidere.TerdocbeJi tn l'hai qui perdutole
quel fno guardare cofi ftfo moneffe la rnflicbext* di Ctmd ridendoti anche nell'altro mondo il perderetii; Tercio che
ne ad alcuna co fa , che nergogna le potefie nenire,Terc he tu anderefti aW inferno Ji doue io fono certa che la fina aà
chiamate lefuefemine, fi leni fu dicendo. ma noni andata ; Tercio che buono giouanefu. Et fé egU
Et tn uece è accioche. Lat.ut. T • r.Etfal,Terche'l pec- pur fi confefia fi peccati funi fono tantt,<rfi horribilKcbe'l
carpmfipauente.Rifcaldailcor,Tercbepiuiempoauam fimigliante n'auerrà, Tercio che frate ne prae ci farà,
pt.Boc.Terlaqualcofail mulattiere prefa una flecca, cbe'luogUa ,nepoffaaffoluere , Hora Terriocheionon
prima afiai temperataméte lo cominriò a battere Tercbe intendo<Cefferueneptuguardiano,tuttouerhofattoue-
paffafie.D AH. Ma Tercbe poni bafli pur la uifla. ère.
Et in uece è Bencbe.hat.quomam,& quamuis. Vst. Et Però. Ut. ideo ; fempre depende dal parlar è fopra , &
Tercbe accio m'inuoglia Ragionar de begli occhi .Mah; ual Terch, Terchebe, Benché. B o c. Teusò lui effèr de-
Tercbe s'attugi in meo^ fonde. Et laffi Hi^agna . Tercbe gna utuanda è cacai donna , Varò tiratogli il collo ad
quel che mi trofie ad amar prima .Altrui co^ mi toglia. unafua fanticella il fe pelare . Io bo grau def 'iderh di barn
Farmi immortai, Tercbe la carne moia , 'Fie mi ritenga, tur è quelle pere,Terò ua montaui fu . In quanti modi tu , ò.
Terch’anebor m'inuifcbi . Tfì m'apra il cor , Tercbe di fai,tipunfi,& trafifii, cjr Terò ch’io mè nonnùfon accot.
fuorCincifcbi.Tercb'iot'bèibia guardatodi menzogna. foche dal nuo piacere partita nfia.
Boc-TerebePegetto della pafiatafomigUflonuidouria Pet\nqualcoù.Ut.quadere,quMrem,ideo. Boc.Ter jgoq
però egere men cara.& m altri luoghi agat. taqual cofa pofio che agai uolte de fatti é Calandrino det
Et in uece di che. Lat.cur,uel quod. B oc. Marauigliate* ufi fu tra noi.Ter laqnal cofa il Duca uenne.Ter lequai
HI noi Perche egli le fiain piacereèuére untare l'ufi- cofe non che la mal fina, ma.&m altri luoghi affiù.
gnuoloi Cheuifaegli Tercbeella fòpra quel ueronfi Petttiao,ualinogèbiogo,Lat.quocHnquet&mriq-,.'PiT,
dormai Matuafamarealpertuttoa^iunge.Boc.Tertuttodo
Etiuuece di .Anchora che. Lat. etri, & quanquà. P e t. lirofi pianti uèremo.Defiuoi oaruni fi ueggono Ter tutto,
(Ch'd crederi Perche giurando il dica.) Boc.Che,Ter* Difeorrendo Ter tutto.
che egli pur uolege,egb non potrebbe, ne faprebbe ridire. Per. tu tto do,# aduerbh compofito, & ual per tanto fi qui
Et in uece è per laqual per leqnali perquefìo.P Er.Cofi Ua dire oltre a rio che babbum delto.Lat.propter id om~
colei ; Tercb'io fin m prigionexper laquale ..A dir di lei, m.Ptr. Ter tutto cui la mente non t'acqueta. B o c. Zi
Terch' h carnai^ arfi.f'dendo leLTercb'h im éfcoloro. quabdagrofii filari fit fconueneuob tratti feruiuaoo,qni
Qjufli fin que begli octhi,Tterch'io è lor parlanti» mi tunqueTer tutto rio molti non fugcroèuenuti.
ftancod.per liquah.tfpn Terch’h fiaficuro anebor del fi- PcMcmpo, ual a buona bora, è mattino. Lat temporiui ,
ne.Lat.qniai.perqueflo.Tqpnperch'iolappiailquando. Boc. Che il marito è lei fi leuageogm mattina Ter teno
Etquandoiimerrogatiuo.Lat.cur,quu,uelpropterea- po. La mattina uegnente per tempifiono lanaufiuTtr.
quod. 1».E r. Et perche pria tacendo non m'impetrcd Ter- uedi a tempo .
chetienuerfomeleman fi Prette Contea tua ufantja i I pei^morcfial per confa .Lat.caufa.Tn.Teramoritun
mieifofihriame'PerchenontoltiyQuandochefiaiTercbe che’n mezodiduefiumiMicbiufi.Ter fuo amorm'er'to
no'l grane gugof ì^che di , tir notte gb occhi miei fon mego a faticofiimprefa.Boc.Ter amore dtnba madre,
nuUit Et diceame,Tertbe fuggendo noi iTercbefparger <p-ème.
al del fi f^fii preghi { Per Dio . precantii . Lat. quafo, & deoi quafi, ut, per
Et quando i particella confile , & nominalmente polla . T s r.Ter Dm queflo la mente Talhor ui aaua. Ma tigli
Boc.Et hauendo udito il perchej.la ugtone.Lat.curjicl i amor Ter Dm che cofaAsr qualei J.ui r amente. B o c,^
uufam.ll Tercbe fi potrebbe permolte raghni émofira Io ui prego Ter Dio,cbe noi mi perdomate.Etgbfece da.
, re. Il Tercbe comprendere fi può alla fiua poren^ egere redo mangiare Ter Dmà.per amore è Da. ,
ojgiM c«/4 figgetta. Lat. quare uri quamobrem .'Domanda Per ailietro , naie già per lo pagato. Lat. obmfibquando,
uda UidelTerfbt.Sat^aUuna cofa dire dcLpetcbti, pncttrifit temporibus, nuper.Bo Q, famore che io bd
'4. , KJC m|
PARTI
Ttr adietro gelato . Si come VO’odktro era flato fatto ,
Qmiui nobili lìobttan Ver adietro pieni éfaimgUeJe da
capo mi [offe dato da jpendere <pumo Ter adutro ho già
flnrJo.Che Ter adietro non pare, che habbiate fitto.
Per Ter lo mnan'^al nello auenire. ho c.Fi
gimolmio bene bai fatto, ir coft fi hhoI fare Ter mnanV'
Cominciò Ter lo innanzi admenire fatuo .
Pecpocu, Lat.quafi. aedi o 1 741.
Per aurntura. noi forfe.Lat f>rte,forfitam, forte, fortuna,
cafu. Boc. (come Ter auentura pm ft{feficHro)..A qua
b Ter auentura per lo fenno,o per la loro buona uentura
non btfognaua. Sola fe n’andò ucrfo la cafa della donna,ir
Terauemuratrouatalaporta apertaentrò dentro. Acr
ciochemi non cade fimo in quel, diche noi Ter auentura
per alcuna maniera uolendo, potremmo feampare,
Pt r conlèguente. tat. confcqnenter, & per confequemia,
&per cottfequem. B o cXa'Hiuetta gli cominciò a rin~
trefcere,& Terconfequente a mancare uerfo éUi [amo
re.Cbe tutte le cofe fieno nelle mani della fortuna,&Ttr
tonfeguente da lei £ uno in altro, ir £ altro m uno e fiere
permutate. .Accio che ciafeun proni il pefodella folUcun
dine colpiaccre della maggioràza.ir Ter conjiguente da
una parte, ir daU' altra tuttiMipare che't uojiro paflore
et Ter cÓfeguente tutti gli altri fi procacciano di nduccre
a nulla la enfiiana religione.
Per lOjCir non mai per il fi troua appo tutti i nofiri Tneti, an
tbora ebeuna uoitafi troni ufato dal Boc.douedtce.
Ter il difetto de gliopportunt feruigi.it quiui dtretejfere
errore di ftampa, et queflo per bora tibafli quanto a
queflapartuella TVr.
I po6 Pur^ Turefarticella aduerbiale,& ha diuerfi fgniflcati.
Lat. tamennihtiommuedkrmnodo,iaju quo.h o c.lt che
quefto a fuoi ntuna confolatme fia Ture a me, nelle cui
braccu egli è morto fard in piatereJ.nonémeno.Benfo
pero,cbe Tureaquella bauendo riguardo, con imnoredtli
geuttafie lamia udtta.Ttr. Et fepur tarmatalbora
dtderfi.Dentro Tur focotirfuor dt canéda neue.Cb'alJ'ai
patio non hagffoT^a penftr com'io corro a la morte.
Cercandi,ir notteTur, che glie n'appaghi.
Etinuece di jòlamente.lM.iolumtnodo tantum.uedia
tJo6.
Et per finalmente , 0 al fine. lait. attamen , demum,fid.
Eoe. Quantunque la materia della mia feguente nouei-
la fia in parte men che bone fla, ne la Ture dirò, utdia
i6if.
Et perancbora.T > r.Cbe'ncontroal folVur fi difende.
Trtmauera per me T’ur non i mai . ne Tur de fuoi piedi
erma.Zoc.'hiiunaioftèalmondOfChetantoledijpiac.,
eia peonie fai tu ;& Ture tu li uai riprouando , Et dine tu
Turemfulatua oHinationefleffi duro.
Etper certamenteaieramente,fingadubbio.nedia i6qj.
Et in ucce di non cheto aeancbe.lat.nedum.B o c.le hia
de anchora abbandonate erano fcnzflefiere non che rat-
tolte ;ma Ture.fegate.ijion che. Lat. nequidem. Por. Et
a noi armata non moflrar Tur [ arto Jjie anche uolle mo-
ftrare li-modo ebebauenada ferire,neftuiiiadiueier-
ni ferire.
Et m uree di cafu quo. B oc. Ma fe Ture tuemffetcbe Jd
dio la uoflra ben diffoUa anima àtuanaffe a fe£t fe Tu-
re fi cifefia i lini peccati pmo.Et morido fenzA tifefiume
fardgntatoa fafii,0- l’e^Turfitot^ffai fintpetutli^
CELLE
fono tali, che il fimigliSte ne auerrLi.cafu eptofi anchora.
Et m ueu di dummodo. P i r.Ma Tur ch'altri ut chianti.
Et in uecedtqutdcm. V>a».Et uuii un , che miraua Tur
luedMerfodiHie.
Et inoltri uarq figniflcati. Vtz. .Ambo men duci Tur
ch'io me ne rimembri i.quandofi nero ogni uolta.LatJuo~
do. Boc. Tur come buom fa de [borritili cofe J. fi come.
"hlsfa non Tur in una fola parte,i,mmolte parti ,
Pur nondimeno. Lat. iameH,mbilomumi,ji come apprejfo
Cicerone nella pillola feruta aUtgido figulonel quarto
Ubro. Boc. Tur nondtmeno tuitauu Jòfpeuaua . ueà a
T'ipndimenoa tSfib.
Puruiapialpiuobra. Lat.ulterius.nedi a 1498.
Qualunqpe.Zitr.f ual ciafcunoAon una certa em ] 907
pbafi figmjicante copi , 0 molto grande, 0 molto infima, fi,
come fi direbbe Jia come fi uogbaAJ fi da alla qualità dii •
le cofe deltequab fi ragiona , ne da jé fòla frigge come la
chiunque, ér però gli conuiene bauere fecola uoce diche
fifa il ragionamento . 0- troua fi nelnumero fing. & più..
P a r. .A Q.^alunque animai alberga m terra. Togliendo
anzi per lei jtmpre trar guai Che cantar per Qualunque,
Boc. Inuitato ad uno niuido ,oa Qualunque rea cofa ,
T ra amici,&parenii,et Qualùque altra perfona.ln Quit,
lunqucfepoltura feoperta irouauano,piu lofio il meiuua
no.Io conofeo muna altra cofa, altro 1 m buona dir fi potef
fi di QuaUmqiiefiadicoHoro. &fcompagnata.Da mipe-
trare Qualunque gratuc.C- nella f 1 .^alunque donne fi
fiauo.P tz.Qualuuque piuChumana uifta imgombra.
Qualunque herbajo fior colgo Credo che nel terre no Hag
già radice. & con la Se dopo. B oc.S’iobauefJebauuio,
pureunpenfieruzxo dtfare Qualunque SeVunadele co-
fe abe uoi dite i.pure [una di quelle .(fr nel fignijicato di-
chiunque. D A sEatle col remo Qualunque [adagia ,
Quandiinquc/td/r quando mai A ogni uolta ibe. Lat.quan
docunque. Dan. Quandunque [una d'efle tbiaui falla
nonidauftre.ucéazBp.
Qiuntunquc. Lat. qnantuncunqueAamctfi. ual ben che fi
quantOfO quante fi fianc. P i T. topo Quantunque offefi
amerei uene.i,dopo tutte leoflfefe,& pano quante fi ucc-,
gliano . T ra Quantunque leggiadre donne belle. Chi
uuol ueder Quantunque ponaturaa. quantoandectitnihi-
le , Hs trouarpoi, Quantunque gira d mondoi, quanto . .
Dan. Cignefl con la coda tante uolte Quantunque gradi.
UMolAhegfufìamolpa.i.quanti,Toimifarai,Qjjantuiiqiit
Morrai fletta. Che Quantunque la tbiefagua rda ; tutto £
de la gente che per L>io dtmandaj.ogni tofa. B o c."Hat»
. ral ragione i di ciaf cuna, che ci nafte la fua ulta Qiuinttitt
que può aiutare, Crconflruare,t^ difendere. i.ciuanto.
Quantunque appo coloro.iajuamo,o ben cbt. Cualtieri ai
Ìfnalpareua pienamente bauere uedutoQjiaHtunqMe de-
ideraua della parienzn della fua donmUJutto quello che,.
Quantunque egli fi fin.i.fia cbefiuo^.Lat. quantufiua-,
que,& idi maggiore ftgui ficaio à quanto, efl in ucce di
anchora che. Qganiuuque ciò ibaragionu Tampinea fin
ottimamente dei IO , non ipcrciìcofida torretea' farlo .
Quamnqut dà per, 'ina degan'Mfede udita [bauefie. tot.
quanquàm.Quamunque uobe gralufifiime dimneà.qua»
te Malte mat. noni da ufare.
C^M.iAt. db fiale queUi,quegU,& OMei.& i del uerfo, càci ipo®
lapmfa.Pt j.Toltam'ipoiéQuebiondi capeiii Lofi»
U dalie Milla , cr Qjit detti fiam Jdi ferine eutr'ua
diamantn
I
/-r-
PARTICELLE
a<i
ipoy
dkmante in mexp'l ctrt. Que pochi. Qjit duo. Qju pruni
dno.SìjiebtgUoccbi. Boc.La piu bella femma che fine-
defiem que cempi al motido.Qjte mercatanti, iìkt dana-
ri,Taiim,Campi,l{aiiiiioli,Barom.
Qucgli)i^«ftó,J^f,^ QnrLlat.iUi.marnltimoè fola-
mente dei nerfo,Cr naie coloro fi qntUi,& fono del pruno
cafo del numero del meno .Slue Ito, ^ colui di tutti i cafi
del nujc. Sljiella,(Sr colei della fem. & quando dopo ut fe-
guita U notale fi la l accompagnata da un altra confunan
te jimpre fi ferine Qjf g'i,e!r non Sluelli, come ilPtr. In
Siigli e fiUfiinanto luide amarmi. Tanto ch'io fui peref
fer di Quegli uno . Che prò i fe con Siagli ocJn ella ne
sfacci Volga Slueglt occhi piu churi c^’l fole. E'uterrom
pendo Sljiegli jpirti acce fi .& il B oc. Slueglt amori ,
Sluegli octln,S^egli fpirttJlHegliJludif ,
QiiegIi.l4/.i//« . nate colui, & quello, gli funi obliqui fono di
quello fi quello,con quello .hoc. Da una parte mi trabe
t amore dlquale io t'ho fempre piu portato che alcun pa-
dre portape a figliuola fiT dall'altra mi trabe giuflijjiiao
pegno prejo per la tua gran follia ; Slueglt uuole che io ti
ferdom , & Sìjieflt uuole che io conera mia natura in te
merudehf ta.Dico che a ciafeuno per un giorno fi atenbut-
fca,&ilpeJò,&Chonore,(^ chi il primo di noi ejferedcb
ha della eletuone di noi tulli fia di quelli che fègutraimo ,
comethoradel ueffiro t'amemerà Sluegli, o quella fia che
a colui ,0 a colei piacerà che quel giorno baurà hauuta la
fignona . il mae/lro,ficome Quegli che lutto Iremaua é
paura fion fapeua thefarfi. V.Àoaie, fi come Q^h ihe
con chino mentehaiieua a fare .
Quei. Lat illi fiale quelli,& fi dà alle cofi: & quando uifè-
gue la che, Male quanto toloro.P s rJii Sìgei jàjpir;on£io
nodriua il core. Che a Sìjiei preghi il imo lume era Mari-
to. Locar compiutamente ogni mrtuie In Sljiei bei lumi •
Da quei foaui jpirti . Che prefio a Slyi d'amor leggiadri
nidL& Quei lami cofiumj& Slua dolci lunù-A coglier
fiori in Slmi prati i imerno. Sluei duo. B o c. Sluamun-
quedi Sluei é fe ne butmafie . Slgeigeutilhuomini.
Et in uece di coloro , P s t. Co» tutti Quei chefiiera» neOi
Dei, Et io pmundiSlueicbe’l pianger poua. Inuidiaa
Qjiticbe fon fu faitrariua .& falSlgeicbene more.
Eranut Slim ch'amar fi leue afferra.Et Qitet che fur conm
quifi con piu guerra,luieran Quei che fur detti febei,
ktnclfin.P ST. Et Qjiei che delfuo pingue non fuaua-
roj.ChriJlo.
Q^VUtallefilladllud. P e t. Che tóndi me Sluei dentro ,
iSriola fiorila . Metto tutto Situi é tra nino, tir morto ,
SluoMo cangiata oime da Slgel di prima. Mi dateSlgel ,
Dnf JO mai non firn fatto. Sluei mal fine. Sluei nuuol d'oro.
Sljul dolce Lauro.Sl!ul ardente defio. Sitai uecebiofian-
eoJljal Viaggio, foco, Gumo, Core, Crudel . ho c.a
SltiriTovto,
Quel che , naie colui ilquale , P i t. Sitai che’n Thefiaglia
bebbe le man fi pronte, Sljal ch'infinità prouidemia , dr
arte, Tercbe S^el che mi trofie ad mar primaXb'i nidi
Sluei che penfier non pareggia , Conofeete inaltrui Sluei
che noi fate. Et non pur Sluei che t’apre a noi di fare,
Slueichepiudefiiauamuoim’itello.Etùbench'ioHÒdit
tro aSluclcbe m'arde .Eidno mi trasformaro m Sljul
ch’ifono.
Q^cltititofiolfòlameme. LatJdtantnm.V ti. Sluei tan
Mamenonpiudetmner gjona, :- .
Tutto qucifUalognicofa. Latxmne'td. P s T. £t Tmto
Sluei ch'uno rouina inuolue .
Quella . Lat. ilio, uale colei .&fidà aperfimofi a copi non | j j o
mollo lontanati quando i accompagnata fi dà alla noce
fem. & fola poi fignifica quella cofa . & fempre in uece di
M. Laura la pofe ilTtr, T^el bel uifo dt QjteUa che uba
mont .& Sljuella ùicuiCeude'H.ofira fi mira.'hls Sluei
la prego che però mi fiioglia. Elione prego amor ,& Sitai
lapirda fChemilafiiòde fuoi color aqnnto , Ter Sliielia ,
clf alcun tempo mofSem nano Ifiuoi foAtr .Simila Situila
che nel cui eterna. Mone. Et Sljulla che guardando ti cor
mi firugge.eJr riconobbi in terra Sljulla che se'lgiuàtcus
mio non erra, E ra piu degna. Slfella leggiadra, & glono-
pi donna : Cb'iboggi.
Etiuuecedi morte. P t T. Lafiobensòche dolorofepre- '
dt Di noi fa Sljulla ch'anuU'huomperJona. Ver far uoi_
certo cbeglieJlrtmimorfiDiquellacb'ioeotttutto'l moa,
doafpetto.
Et col fufUn uece deltadó. P i t. Toh man in Situila utm
nerabil cbioma.Et Sljtella dolce le^iadretta feor^a fiotto
in Sljietia parteJluetla mia nemica.Sijulla inef^ile dol
tr^.QuelSaltraà2jiellaFronde,Fera,Ingiuria,Spadam
Stagione,Sulute,Speme,Etade, 'Flrbbia,
Etmueceélaquale.P BT.Vrouanl'altrauirtàSliulU
ch'incende. -j
la que\i»,uale in quello ifiante, Lat. illico. Bo e. Se non.
che frate Rinaldo no firn comporre d uenne In Sljulla. et .
nel V H. In quella Fiorio s'apprefiò atei. In quella ihei,
reali fopradelti ragionamhi fi faceano dude itgioìmo luo,
goailafoprauegrutttenotte.ueéaiói.
QQeWejiujlUeO'pdàallecofi.PkT, L'opra fu ben di Sljut
lecbenelcóloSiponnoimaginar.Matardenon fur mai
grauediumelnQjuUefptncbe.FraSliielleuagbenou*
fórme bonefìe. Fra Sljielle uogli giouanib uctfe.oi Situi .
le carejulle membra bonefìe. Slmile pietofe rime. Qjielle.
tbiome blende. Sljielle Libra ropue. Sljulle pótofl brac-
cia. In Quelle cafieortethu. Sljulle SljiadrcUa , cSnato-
de,Varti,BelUxge,'Qotti .
Et in uece di coiioro parlando di donne,ma di rada fi tro-
na.Bo c.llcbe in Sljulle che neguarirono,forfefu di mi
nere honeflà nel tempo che fuccedette cagione .
QjKlli,Quegli,Quei,ÌlrSliu.qnandononuifiguitaiioea- jqtt
le fi la t accompagnata da altra confònante QueUi fi fcri-
ne. Medi la rtg^ a Qiugti. irariffime notte ujato. Boc.
Et CliuUi tanti eranòhuomim,&- femine di pocoe& grif
foingegno.
Quello. titf.iiliu/. Hate quella cofafifr fi trouain cafo rette,
PtT. ma'l nofire Studio è Qjulio,Cbefa per fama gli bue .
mini immortab. Tò Qiullo in me che nel gran ueceb»
mauro . Si dirà ben Quello , out coflei afptra E cofa . Et
Qjulloincb'iofperauaJàÌufiiiga.hoc.Credendoluaa . -j
godi Qiutlo che fono , dr dcono efSert uagbiglt huomini,
Che Quello che il naturai corfe delle coje non haiica potu
toaptuqmofirare ,
Et in uece deWadietliuo. Lat. ille.V st.&Boc. Ferir
me di faina in Quello Slato, Quello Siefio, Qj^tf altre,
Quell’incarcq, Da Quello, Di QiuUo, Con Quello, utdi .
alla particella Elio a iRyo.
QjAlìi.Lat hac.fi dà aperfona,^ a cofa uicinx, & prima
accompagnata con ptjl. in infiniti luighi fi trona Mfòto dal
Sij.&dalhoc.Q^ftaViUiTnbuUtione,Doaiia,.
PARTICELLE
3ffmt,SpeHfJperjon^j,t'ogìid,TemtiK(j,f'‘tlle, TemUf Et afloluianunte fnrM jl fefl. p e t. Qyrfl» poferfilen»
TJtnxfìfiura lutile, yltim^lilmra pulirà rokuu^uu hualfigiwrmh.QiielìifitrfjbTuati jopra CacijkcD'am
ptetrt,GentildoiOM, Queflj fiolu . bifio. ( ptrkmlodejpecihi ) C^ejti far con influì gfm.
Et in uecedicoltei.P ET. QneflmbecclmirsrghMÌmi gamiimtt.
fura . Si bella, come Qnefl’t iberni fpogUa . Qjicfla fola Quvtìo.Lat.bicJ» utee di adie.& fi JJ alle cefc , eir quindi
dal uolgo m' allontana . cxsefla per mille firade Sempre i aciompagnato fi dà al maf. & lòto poi fignifiia quella co
Che Quefla,& medun fernet aflai fifleme Ter fa. p et. che trio Cìntilo , & queWaUro bemi^tro . Che
belUjfimoamorQjiefia't fuo tempo
Et afiolutamciite fitrga il nome. P e t. Qjiefla fe piu de-
nota che non fole. ( iiitendrndogfme)cbe Qvefia fofle
giufla cagione a uoflrifJcgm .
Et in ucce dt nome. Boc.yi prometto li Cìuefla mi per-
donate di mai piu non peccare.i.quefla uolta .
191% Quefle.LatJjjt. ual cofloro. P e t. L'altra Tenclope; Q^ue-
ftegli flrah Et la Tharetra , & Carco hauean ^et^to
jl quelproteruo. Con Quefle,ér con alquante anime cam
re.Cbe fla de C altre fi Ciaefl'arfe,& aijii Et fra Quefle
una uergtne latina.
Et afiolutamente Con Q_uefieali;ato ungo a dir hor afe.
Et col nome fojl. dr adie. Q_uefle uoflre diue.Cluefle yo
ci meftbine , Danno fe Some, yane firerange , Set mfitont ,
Due fonti, Horribil onde.Quefle dolci fallali cuncie,Que
fle membra , Chiome, Impreffton ,yalli, Cofe, Tempie ,
'?iagge,Fomi.
Q^c{ii,iuocedelprimo cafo.ct Coftui,ct anche Cotefluian
tkamenteuftto.Cìyflo Coteflo. Ciò,& anche Efio di tut
tiicafidel meno dei inalchio. Cìuefta Coflei, Cofln,Efla,
Qyeflo iprimlegw de gli amili. Ciac fio mio bi n.mio cor,
mionido.ln Quefio tieiolcgno.ln Ciuefiopciifier. Q»f-
fto Stato, Rimedio, ColpOy.AmorJ'erren. E oc. Da Muem
fio argomento mi mofu.Et afiolutamfte.P e t. Tei torna
il primo,& Queflo da la uolia.Tiacciati homai di Qjtf^o
hauer merceac(parlando del core .) Et di Qgt/?o in quel
dimincordaua(imendendo dell'effetto. )
Etm uree di tal iofa,o di qurfla cefi . Lai. hoc. Pet.&
Qwf Ho Ibi m'aita. Sechi m'impofc Queflo non m'mgaum
nò Se da le proprie mani CìueHon’auien, hor ibi fii che
nefeampi. Et iCìuefloielfemeVerpm dolor, del pnpU
Ihrga legge. Ver Dio Q»ff}o la mente non ui mona C^'c
fioprou'io fra (onde. Quello ch'ia noi; t'olia fel uede,£3-
tace ÌB oc. Sia cerlodi Queflo. Ver Cìurflo non rimi,
ga . Et certo in Cìueflo pofi ogni mia uirtu di non nolere a-
n,& a me . uedi alla particella Etto 4 1 870.
In quello mezo . naie m tanto . Lat. interim , in crea.'
Boc.Ti cónerrebbe In Queflo m«j) dire certe oratiam,'
Coee(ho,Coteflui,& Coteflero. uedia 1 860.
ERajC" • Eflefm ucce di quefla,^ queflcMeé a 1 870.
^anchoSta fino uocideCfieu firmiti al fem. ér Quelli Siluo.Ottjufi. ualeeccetto,o fenon uedu 1 184.
Cotefii.'Cofior»t&Eflidelpln.e!rmafc. Quefle Coiefle, Se pronomefiuero fecondo che uoglionoaUum adornamento
eJr fem. a tutti i cafi firmono . Cotefio,CotefiMÌ, & Cote-
fte,fitdannoaIle cofe.ueéalluogol*ro.&nelLat.p rifol-
neno quelli dn iftedfladflud^uefii.&di hicjuic, hoc.
Quelli nel numero dolmen ; tr nel pruno c^o ual cofluijn
ucce di nome proprio,e^ fià da fi folo/ie uuole dopo fe re-
Utiuo. Lat. hic,^ i del uerfo della profa. P e t. Quejii in
aecchie^a U {campò da morte, Quefii hatiea poco andar
aiefier mortosi dirà ben quello fine Q_uefii ajfira E'io-
fa it fiancar Uthene , ,Arpmo . <ìuefii m'ha fatto men
amare Dio Cb’i non dionea, Difie,u Seleuco fon, & Qne-
fk i ,/ineitco mio figlio , osante uolte difi' 10 Q_uefli non
ama,jlirti arde, a fiat f iflenne Ver belliffimo amor Qitr«
, fli al fuo tempo.Dirà Queftiardet& del fuo flato è incer-
to. B oc. Ri ffofe; Quefli che auonucanalcai unogio-
uanetto nefiro parente. DaWuna parte mi trahe l'amore,
dall’altra il giufiiffimofdegno.C^uegti uuole ch'io ti per
dom,& Quefli uuole che tu le mcrudchfca . Et tuiioloro
fiudio pongono inffauentar le menti degli fcioechi , acciò
che forti Qnefli ilpane,cotm mandi il uno/pulC altro fac
eia la pietanza per (anima de morti. Lat.bic,& ille . .Ani
fondo che Cìuefli accorto fe ne fofle .
191J Queflinelplu.erferueintuuiieafi.Lat. h.V et. Mi ceUm
Ogelii tuo^ alpeftri,^ feri. Qsefli fon que begli occhi .
Son con Quefii penperjn Qyfltpamu.Iu Quefh bofehi
QSelli dolci amici. Boc. Stando in Quefh termini uno
Bra città.Ma damare aiutato.Qjieflh&glialtripanrofi.
penfieri uscendo, & in molti luoghi
di parlare,& non pronome; è conginuthne conditiona •
le in ucce della Si.Lal.? et. se a lui foffe. Et fi qui la me
mena non m'aita.Se coftei mi ffeira. Se l honorata fronde.
Et Se pur l’arma talbor a doler fi ,Boc.Se egb,Se ui,Se
iofiri prrghi,Se flati fofjero .& qua firn infiniti luoghi ,
fise troua con la particella Tfe accopagnata aniiora
che uicino al nerbo fi troni, fintri nella E. Pe t. .Aprir ni-
di uno fftco,& portarfène fece. la fonte c‘l loco , onde aiu
thoriigUafento. &nel firn poi. De qua duo ta romoroL
mondo fafie,ma queflo però nelle rime. Et actompagnau.
conlecLaujiiie affermanti giuramento . Se m'aiuii Dio.
Et nel pluran ucce del pronome. B o C. Rifpofero ghgio-
uani lietamente Se eflcre apparecchiati . (onfrffiuono Se
eflere flati coloro che .Che fi come le lofi temporali finn
tranfinorie.dr mortali, cofi in Se,dr fuor di Se effere piene
diuoia.&nel fia.Trouaudofipoucrhdr mendico di SCAÌf
non é lei fi ha a rinuricare. In grande,!^ honoremle fin
to appreflo M Se lo tenne. al cui Vampoiea uà ialtra ma-
niera che Se fimilmcnte tutti i fuoipenfien bèUtfledaSe-
fcacciati lieta rtffofe . P E T. Chanuo Semidio ,t^lafo-
nerchia uita.Fauno noiajouente, Cr a Sf danno.! a lore,o,
ad efiL Et poi che'l fren per forila a fe récoghe.Et é tbia
marmi a Se non le ricorda. Tregge a Se il ferro, ^ fura.
Et alcuna uoUai particella non conMionalt,ma ^precam
tona; come quando diciamo, dunmfil nero Se Dio ti aiuti,
quafi dica u prego Dui che ttamti. Se turni dui nero:
Dan. Dimmi Se mai tu ritor^.
Et in ucce di cofloro. Boc. Et tome (Que fli cofi uaria. Sedaluerboefiere ,&ualqnantofèi,cirBellaprofiilpiufi
mente opinanti non morifiero tutti. Marauighofii Varrom ufa nel finedcU'orattone. Bob. Che dopo lapeiuttm» or
ne della inflantu di quefli due. V ET.ConQpefliduocet nonfiapeccatore.cometuSeVoicbetufibuonocòporta-,
coi monti diuerfi. Vòoàon uà con Quefh tre éfòpra.Que tara ue^eJletì,&- maluagia buomo cbetkSe . lioi fumo '
fiifon Rocchi della lingua mtflra. ■. moftoufaiiàfardacenaquam^umci.Se.Siitccoibetu.
Si,
PARTICELLE
2^2
ili
Seypftucredi.T^coShalo Selk aueduto di do ^ P e t.
Talché Se giumoathonorMakerga. Fojiì fmarritOyC
bar Se pm i he mai. Et come già Se de miei rari amici. Tu
Se armato , Dokc Seguinto, & doue Se émfo i
I j I j Se ttciì'Oplktapfcmct.b o c. Terche delia fkj colpa Se ftef
fa rima fa. Terder ceti latta quella rict he^ga Se flefio. Fu
da Se Jie/ìo olirà modo dolerne.^ Se fiepaduendo. P E T.
che fai Se flePa,& nuU'altra fmiglia .
Sene. Lai. fa de co àtei fe hinc . quando ui fegue il uerbo non
ila in luogo delia fi, come idettodt fopra ,mafi regge da
quel nerbo che ni frguita. B oc. Et chi Se ne potrebbe te-
nere ucggcndo tutto di gli huormnifare le fconcie coji.'Có
glifiioiamefi fuor fané ufei, Doue fi era partito Senetor
nò. Lat.fi bilie. Credo che pienamente Se ne fia detto.
Et quando noni legata col uerbo, ma chela Sepiu lofio
fiàperfiiUpo.Utoudmoagh altri fimilmeme facendo
dalia mala uentura Se ne f laiupa .
Et quando tra laSeà& il uerbo Jià la Lo.He copi farebbe,
che mai Se lo facejfe mnouere .
Sendn uecc (tifane, ufeto da Vocìi. P e t. Cofi nulla Sen per
de. Dan. Cefi firn uarmo lù per l'ombra bruna . B o c.
nelle Ballate, Che’ltempo che leggieri Sen uolaTultoin
nagheggiarmi fjiefa.Et al mio amor Sen uàno nel còjfietta.
Se noiuLat. mfijùal eccetto. PtrSe non che forfè ,Apoltofi
difdegna.Se non s’alquanri , ("hanno in odio il fale.Se non
cbe'l ueder uoi fiefio u'i tolto. Se nongliel toifi tempo fiom
te,o fiogti.Se non come per fama huom linnam.. ,T{pn
ejcon fuor fe non uerfa la fera. Et Se non ch’ai defir crefie
la jfieme . Facool , perche non ho Se non quefi'uua yia da
celar. Se non ftarfacomjìn'a [bora efirema (Se non quan
do.Senoncome.Senon fida cofiri.Boc.Hmi curando
alcuna cofaSenondifa.TdmnaiUtracolàajpettauaSe non
[ efi ere prefa dalT una di toro.'Hiuna altra co fa riffiofr "Ha
than. Se non, dunque Iboh meritato,
ipi6 Se non re,& Se non ne . Lat. mft . uagbonolaSenon ,mafi
come quella una Jòluoltaè uf.ua dal? £T.^ quefla una
faluoltadal B oc.cofinoileufaremononmai ,oéraro ,
fimo alium che dbcono che fi troua Mque fio fentimemo la
Se non fidaquale fimpre fi ponecoluerboefiere, comeSe
non fi furono itali, ma io credo eh' ella fiaper abbondan-
•Mjcomefitroua in molti luoghi,come per ornamento pot
ÌL. P e t. ^ qualunque ammal alberga in terra Se non
fe' alquanti c'hanno m odio ilfole.i.fuor d'alquanti , àoi fa
non fono alcuni Jien che la particella alquanti é numero ,
et alcuni fila di fofian'ga . èr naie quanto fe non, come che
a piu antichi poeti fi^e piu famigliare . B o c. £ ' hnpofii-
bUe da tal nodo /legare Se non fa quando a lui piace.
Se fì. B o c.Se fi racconterà.Io nonsò Se egli mi fi uerrà fot
iodi forni uedere.
Se non ne.lat.praterquam,ffnifi.fcguendouiinomifiuli
inogm cafa,è~ fempre ricerca, eruuole il cafa papato, 0
cbe'l ui bijogna intendere .fi come ilBoc. Che habbiam
moia fare altro Se non ne metterfila nella fcarfella,0‘aH
dare. Tuttauia quel che egli fi habbia a me detto , io non
~ ' uogho che uoi ui rechiate Se non ne come da buomo ebbro.
Il Re inoltro non uoUe prendere cagione di douerlamette
re in parole,Se non ne delle pie galline .
Se non ne che , che latinamente fi rifolue in praterquam
quod ,&famprefiufaficondoilfuo uerbo , fi come appo
Thnio Onmia nobis ex unto fuccefierSt prati rfuam quod
in itinere defuuQam matrtm audmmusjir 'ome ilBoc,
che piu fi può dire Se non ne che tanta . & tale fu la cru-
deltà dei cteb.
Se n 0 n fi femp re fi pone col uerbo e/fere, uedi a Se non fa.
Seco.Lat.facum. nate con luijrafe,o tra loro, ma di raro,
hoc. Et quafi in cerchio a federpofiefi, dopopiufafairi ,
Ufciaio Stare d dire de pater nofin,Seco della qualità del
tempo, & uarie cofa cominciarono a ragionarej.tra loro.
Seco flefio difie di uoleree/Sere piu che mai amico del Zep
pa.ljra fa. P e T. Del cor,c'ba Seco le fauiUe , ^ PefeaJ,
con luij& filar Seco non uolfa. Elportarjene Seco La fona
teee'lloco.Si che filar Seco alfiiae del fin corfa . tir in ucce
di con lei.Cofil fafiio che Seco non s'accorda. Madonna, ^
foldSecofiragiona .Secoparlaiulo , & a tempi migliori
Sempre penfiando .& in altri luoglx aliai. Dan. usò Se-
go in luogo di Seco doue difiie ,St faconnot, come l’huom
fi fa Sego.
Si, in.'iece di nome. B o c. nella Fi.BencbeH Si i&ilTls
nel capo mi uacillajfa.
si. Lat. ita.aduerbio affermatiuo. aedi a iiSi.Etcon irri-
fioue . B o c. Difie Buffalmacco Et perciò fe lugli potefii
rauiurefio lòfar la ijferiemta del pane,& del formaggio,
tir uederemo dibotto ehi l'ha hauuto . Si difie Bruno ben
fatai capane, & col formaggio a quefii gemilotti che ci
ha dattorno che fan certo eh' alcun di loro l’ba hauuto . ut
dia ii8i.
Si che fu ueceditaxto,& di talmente dale,o di nuniera.Ltt. , ^ t g
adeo ut, fic ut, ita ut, P ET. Si ch’ala morte munpunto
farriua. Benebbi nuoduro fcempufia fcritte allroue ; Sì
cbermlleptmie'Hs fihnpà fiauche.Sicbelamgbittofa
efea del fango . Si che’l foco di Ciane in parte faenfe . Si
flbe di mille un fot m fi ritroua.ian tanto. Breue confortoa
Si lungo martiri) La tanto. Enron materia aSigfii^ difille
gno. B o c. Ma Si eraauaro chedifua uolontd non tha-
urehbemai fatto. Le promefieà adoperare Si, e!r per tal
modo che pm da quel cotale non gli farebbe djto noia.'ìqi
fapea egli Sieffo qual di lor due Si faffe quella che piu
pìacefie,Si erano di tutu le cofe una finughante alt altra.
Io non sò ben ridire qual fu ilpiacere,cbe Si m’ha mjiam»
mata ch'io no trono di ne notte luogo. Innamorata Si cbe'l
mio cor pere.'Npn focena altro tutto dì che battere la mo-
.glie,Si eh’ io difi inno netta méélui.manonSi che tutta
la golanon bauefiieguaflo.uedia 17;$.
Et quando fi accompagna co nomi abitini fagmtandom
la die ffigm fica meaejiMamente tanto come di /òpra è dee
to.Boc.1 peccali fmà fono tanti fi borribtli che il fò-
nàghante ne auerrà . Erano de duo mercatanti gli amnti
Si accefii che l'obligarono Fune altaltro ,
Et fenga la cornf^eu'ga della che. B o c.'Pon fine amor
conefiiaa gli mici guaiji’l cor di uita Si mi fera ffoglia .
S't, quando iati principio della oraiume fiiàella in uecedi
TtrcA,Terò,Oucroà>Verlaqualcofa.'Boe:.Cheiefi)-
no f emina come le altre ho uogUadi quello che le al-
tre; Si che, perche tome ne procacci non è da dirmene
male.
si accompagnata con la TerjrepUcata con due claufule diuer
faautlequanto loaJuerbiopartim,&tum&tum. Lat. ■
B o c.Macbeegtiiioleuaguardarclechiaiiidc mag.rri»
ni,Siperpoteremofirarela ftamercatanna ,fa riduca
gli fafie,és- Siacciochc niuna cofa gli poteffe eflere tocca .
iis fò alcuna cofa del momltl,per cui 10 potendo la mifaccf
fifft io non la facefili perkoétfi perche u’am quanto fi cò-
s?
PARTICELLE
w
mcne,& Si perche le KoltreperaUjl popolo di quejla ter-
ra^lqualc,Siper li i"<flrome{liero, lìquele loropareim-
dimt; tir cucco et jiorno ne dicono mjlei&Si per la uo
i che belino é mbeni/i lederanno a rumore .
£t nel principio dell'or juone . Si perche mi pere noi effere
etterati a dwioflrare con te nouetle, quanca jta la forila del
le belle rilpofler^T Si anebora percbe,couie negb huommi
i gran ferum cercare.
ip 1 8 Siafuande i compolla con le parlicetle facca, falle, faciijdt-
to,elr fatiamcttce. hoc. Lequati parole per Si falca ina-
dkra neWaHime del Reenirarotto elee. T rouojjì bauere ri
te-,& Si falle pieire che egli era il doppio piu ricco.Recar
tic meco delie ftte cofe piu care,&Si falli indicij t he ni me
defimo conft jSerai. Era con Si fallo fpauenio quejla tréu
laiionc entrata ne petti degli huomtni , Che. Sii adunque
Re,& Si fattamente ne riggi , che del tuo reggimento à
babbiamo a lodare .
si femprcfi accompagna col ucrbo,& non mai Se,& atlbo-
ra non i aduerbio , ma paniceda che hì legata con nerbi
pafimi. P E T. Era't giorno ch'ai fol Sifioloraro,irai.Che
foglia uerde non Si traui in LauroXal che natura e'I tuo-
go Si nngratia Se non che forfè .Apollo S i àfdcgna.Si tra
uiato e' t folle mio de fio. Sol per uenrr al lauro, onde Sito,
glie .Acerbo futto . & in ntoltiPom luogl» . B o c. nedi
all'Indice.
Ex con diuerfi uerlùperun certo ornamento di parlare^
quafipernece^iù.Bo Q..'Hpn curaua dhauerea funi
firuigt huomoapial che egli Sifofìe e gùuaite/iaUro. Cre
diamo la nollra una cS piu fòrti catene eflereh gaia al no
flrocorpothequeUadegli altriSi fuc! IngannaHu mai
perfùna^omefanm i mercatanti { Cnt^e ifie Scr Ciap-
peÙeuo Uefier fi,ma io non lòchi egli Sifufe rio che una.
£t rtcordout che egli non Si difdice piu a noi honeflamente
muere che Si faccia a gran parte delle altre lo jiare duho
neflamente. McH cautamente che non Si conuenia . Lui m
rmerenza bauendo ne nojlribifogrù glifi raccomandare-
mo ficurifitmi iefiereudni^tà' qm Si tacque . Che queio a
toroSi conuengaAS'neSidifdica.
£J fono aUum nerbi , a iquali non ui fi aggiunge la parti-
jelÌaSiiome,&nuf.hi,&fimitteinfermauano,&mm
Si lafermauami . yojira eccellerrxanon fdegni amarmi,
non fi fdegiii , auenga che nel uerfò in tutto quefio non
fi oflerua .
Sip» ucce di cofi.a i6^8.& alla particella Si come 4 i6j 8.
Et tu ucce di coft,^ di tanto. P E t .Onde Sibelladonnaai
mondo nacque. Che Si allo miraron gli occhi miei , Mirar
Si bafio con la meme altera. 7'(e mai in Si dola , o tu fatui
tempre Rifonar fippi. Ellapareua Siturbalaiuuijla.tr
in altri luoghi.
si ^n ucce di ianto.Lat.ficAdeo, tum . uedi a lyqq.
ip ip So, non può efiere partuella liparata , ma congiunta , come
Signor fi in ucce di dire Signor fuof noce popolare fa tho.
fatta, come i ambo MogUcmajir MogUaaJn uece di mo
gUe mia,tr mogUe tua. D a k. ^ ragagg^ affettato dal
Signor fo.
Sci,muecedi quefU ,fruefolameuteaquefletreuoei, chi
Sta notte Sta mane, ep~ Sta fra . tr alle unite Ifta notte ,
Jfla mane, Ifla fra. Etlndlfiejieuc Ifiajnuecedibenlìa
ufuo il tutto dal Boccaccio .
StcÌTo. Lat. met naie medefmt/oio.fcmpre fi congiunge col
fronomejO' quando fi troua fir^apur ui i intende, come
il Per. mi furo De Perror , ou'h Slefìo m'era iauoltt
Lat. ego met. Et mi fece obliar me Slefò a forza . Lat me
lacl.ìhe quello SteJìo,thor per me fi Iole. Lattile mctJ'n
tempo fu ihe te Silfio il fcoiiui.Lat. Iitmet. Et fiate ho-
mai di Ufi Strfio pm auaro.Lat.nos mtt . Cofi laudare, (Jr
nuerir infigna La noce Stefia. lat. ipft met . Ch'altro thè
da me Stefio fofie miefaxjia me fòla B o c.Ho meco Sief
fo propofio. Tcrche feto Stefio commciò a dire.Tu te n'hai
data la peniti rrga tu Sieffa.EUe rum fanno delle fette uolte
le fei quello che fi uogliono loro Stefie. Hauendo i fii Siefii
quandolanieTano.fi Ugge anchora Iflefio, Ijlefia .
Se utflb, Sf fiefia.ucdi aia particella Sr 4 ■ p i j Egli fief
fiai868.
Sui.Lat.fuuiAdim.con nomi /b/l.cp’ adie. P i r.Ter far una
hggiadraSuauendetla .ife tacendo potrà di Sua man
trarlo. La Sua dolce ombra.Sua mercede afolla.a la Sua
amata ^ofa.Siia cara amicaSua 'Halura£tdS'ita, For.
Za,Scorta,FiguTa,f'trtù,TemiontSorella, Figlia, Farni-
gliaSctle^.B oc. La Sua ultima bora tffere mnuta.
.A Baffauemeper alcuna Sua hi fogna uh gentilhuomo.
Sae.Lat.fuifunduadtt uece dell' adtetttuo.P e t.Cob Suefaa , j jo
te uelenofe.tlr empie.Sueuoci urne. Sue dolci parole. De te
tenere piante Sue par tb'efa.Sue Belle7^SieUe,ViJghe,
BracciaSpalle, Radici, Tromefje, Spefe, Gregge, Mata,
Sohi,Loé,(ìuadrella. B oc. Setta non farà chi ta , elU
potrà hauere deile Sue. i. delle bajlonat Et in uece di Su .
Sìuefl . „kanié tromba manna che tutto di uiao ta gà,
dr III Sue.LatÀeorfum,dr pirfum .
Suo, pronome fempre nel numero delmea nelle profe& nel
numerodelpiuhafuoi,&fue.hoc.TraodSuo frano,
drualore,& coni aiuto del Suo fuoceroegh conquiflòpoi
la Sorta . P e t. Moftrò nel Suo rmrabit magifìero . Suo
naturai corf. delSuo cader maligno . del Suo altero lu-
me , Suo fattore. Strale ,Sttle , Spefo , Regno , Sangue ,
.Amante.
Suo net numero del piu ne nerfù.per fuoi,fue, & fui anttea-
meitte detto .PsT.Seio ben cb'a uoter chiuder in uerfi
Suo laudi fora fianco. D nn.Cbe'nluttiiSuoprnfieTpii
gt-.cf t'atinfij. .A Dio fpuccnii,($- a nemici Sui . -
Suo' in uece Jt fini. P ET. Di ben far co Suo' ef émpi m'imta
mora, lederla ir fola co i penfier Suo'mfieme.Che eoa
Suo’ugfinnitutto’l mondo atterra .
SuoLl4r fui. Pet.7/ fuon deprimi dolci accenti Suoi.dc Suoi
fempre uerdi rami. Et gli atti S noi fòauemente alteri . Chi
dopo lafcia i Suoi di piu ferem . Si furongli atti Suoi dolci ,
& fòaui. Occhi Suoi, Suoi nodixueti i colpi Suoi, Suoi figli ,
Raggi,Color,SojpinJìrraati, Mcfii Suoi;Suoi begli occhi.
Occhi Suoi, b O cJUceueua i Suoi Topolaui, tT megUo le
toro donne. Hpa curauaétbauer a Suoiferuigi hucmrj.
’TifintuogodiTaiioTali.uedi aTai a
Tli,inuecediTahficotali.B o c.Tu daiTaiuoltaperloUt
to,cbe tu fai dimenare ciò che ci.ucdi 4 1 6 ; 6.
TaI,T4lr,c^ Tali, quando ni fi aggiungeCanicelo ual quxm ipi i
to colui-, come il Tale,& gb Tali, cr glialtnTabà.qutgli
tati. &■ finga tarticotoualealiunoAlcuna,alcum. P et,
DiTal che nafeerà dopo mtlf anni. Ella colpa idiTal che
non ha cura. Et la rete Tal tende che non piglia B oc Et
anebor credo che farà Tal che dirà. Tali furono che per dia
fato di bareàdeji dcuni.Et i piu di Tab fruigi non ufati.
ideSiaUum,ofimiti.
Itptrloadie t$-uale quanto quefio, qutfia, f mde , o to-
tale.
PARTICELLE s6^.
uU.Ptr. "Hel benigno gindiciomaTal fuma. (.fintile, Teco non teeqiii.S'anehor Veto U trono mmiglior pam.
Et cbe'lumino aTul mia mi frrra.Tal Gratta J^'emura., ChenonpofiocangiarTeconiaggio. Bo c.Emiputceun
Soma,7ipJo. B O c. Ma in nano Tal proponimento pren- poco con Teco l'opra quefta cofa ragionare .
cleiie.i.qiteilo.£t iiiTal gntfaamfando fcampare.ijn que Ten,mneceJitene,njatoJapOcti.P e T.Delpopolmfclite
fta.Faitofi adunqne nemr ferri aTal femigio.i.qnefio , o it oriente ytttona Ten promette. D an.O Tbofco che per
a totale. Ter Tal accidente fTal amore. Tot che Jetnro me la città del foto Fino Ten nai ,
di T all ii^anm Fece, duo Tali amanti Talhor ti nidi Tali Srn,;'n nece di fine, nedi 41915.
ffiroiii a ijiancbi.Cbe pon qui fnejjierair^e in coje Tali.Ho To,iil nece di togli, opigli Lat.accipis. B O c. Dmqne To tu
digrampctifierTalnnambbiaj.una fi fatta nebbia. rtcordair^ dal Sere {alcuni ledono toi.tìnn nece ditno.
Et alcuna uolta fa comparationefi fimtlitndim:,& partu Ma tn perche non noi dal fignòr Toi .i.dal fgnor tno.Lat,
gione,tonie Tale,& quale. P E T. Tal già, quatto mi ilan inni, modo di parlare da ferntemapiu nonjinfa.
to.SforxormiTelfer TaUJÌaole a l’alta fjierair^a fi confa, Tu,& lo. nonno fempre nel primo eafo, come alla partietUa ipi j
ce.EtmirandofainrbaTalet&tanta.Irreuerenteatan- Io è detto, {j- quando è pronome fi pone pin peromamen-
taft aTal madre.Et forfè non fnr mai tante ne Tali.'F{el to delparlart che per necefiità,o per maggioreefprejshnt.
?mal prono dolerle tante,dr Tali. B o c. Tanta,&Tale
H la crudeltà del cielo.i.fifi di modo,& per ftmtle, 0 cota-
le.? tt. Onde Tal frutto, dl-finiite tacer gita J.di tal colo
‘ rec&ditalfàpore. Benché fiaTal;ch'ogiiiparlare anan.
Tal fife quella fera .Talmigoucmach'io non fon gii
me:^.ijimodo.
Tal cbc,nale di modo che,o di tal maniera.lataideo,itaquod.
Hoc. Che io mi tengo a poco che 10 non ti dò Tate in fu la
tefta che il nafo non tifchiacti nelle calcagna.! di modo , 0
pertalmoJo.uedta I5<$;.
T»lhor,ualealcuna uolta, 0 alle uolte.Lataliquando. Boc.
Et Talkora a Ijudeft fuoi . uedi a 7 69.
19:1 Tal uolta. Lat. ahquando.ueàa 269.
Tt^t^ Ti pronome panilo come la Me,& Mi,& am,..e la Te
con la Se^edt al fuo luogo.& fempre la prmu perfona del
fmgularc fimfee in Ti,& la fetida del plu.in Te,come per
la prima tuamafiifcrtuefti.&perla feconda^oi amate,
amajlefo]ie.& eofi noi bauetejbabbtatej’tete,c non ha-
uetijnbbiatifieti . non peri fempre fi muta nella I termi-
nando dico uicino al nerbo, 0 ne le rme,o alerone che cada}
percioche da lui lontano nella E fempre termina,& altri-
menti trouandofi direi efiert errore anebor che nel P ET.
fi legga Di mie tenere fròdi altro lauoro Credea moHrar-
te. ma altrouepoi . Tu non narrai moftrarti in[ciafcun lo-
SeTu negli che 10 faccia quello diche "fu m'hai tanto pn
gato.Ser CiappellettofcmeTu fai)iofanperritrarmidA
tutto di qut Et darotuparte di quello thè Tu nfcoterai.Et
per moflrare efficacia nel parlare in perfona di colui , di
cui fi parla. Hoc. lobo trouato donna da moltopiucbe
Tu non fè,^ meglio mi ha conoftiuio theTu lum facefli ,
et acciò cbeTu del defiderio de gli occhi mieipofii mailer
certrgptanelTaltromondofiortare che non mojlri, che Tu
in quefio prenda delle mie parole ,gittatt giù piu tofto.T<{el
lo ritenutofiun poco lo comineiòa guardare in uifi, a cui
Calandrino difie che guati Tui& tlello difie a lui , bai
Tufenttta quefla notte cofa ninna i Tu non mi pari defio.
Turni panTutto cambiato. P e t. usò Tu molteuolte,ma
ofieruà fempre é direTu in morte di M. Laura, ^ in una
usò di dire uoi.
Et per dare maggior forila al parlare fi troua replicata .
Et sòcbeTufofUdefioTu .CredtTu di faperepiu dime
Tu. Deh che non ceni T uffie Tutiuuoi cenare .
E con interrogatione, er non fedamente nel principio della
orathne.ma anchor nel megp nel fine. Hoc. Et Tu
creà ch’egli perdoni a te quefio iTercbeuuoi Tu entrare
in quefla faticai 0 fignot imo didce.o che finti Tu i
Et accompagnata con la Ti.Hoc.Sietidicolui,a cui Tu
ti defli.ComeTuti fi ingegnato di àmoflrarmi .
co. & fempre riceue la prepofithne/i Te, da Te, diTe,inTu, in uea di Tutto , acco^gnata con la Tutto in uecedi 191^
TesperTe.& fenga la prep. Ou' amor me , Te fid fortuna
mena. L’altabeltà ch'ai mondo non ha pare “b^ia Te. Me
legò innan^jtìr Te prima difchlfe. Te foto affietto .Boc.
Et per honordiTe, t'increfca dime .Se io qui non fentiffi
Te. Et Te folo hauere per amadore.Tercioche credendo ef-
fo che iofoffi Te,& qui non difie che io foffi Tu .c net fen
timentodelDatiuo.IomrdefimaTe’l fenouenutoa fignifi
care.Cbe chi Te la fa,f agitela. Ch’io Te loti dire. Tinnuc-
cioioTefho detto cento uolte .
Te,in ucce di togli, fi come fi dice Vi in ucce di uedi, antica-
mente ufati .Boc. Terche "Peronella difie a Giannello
Tutto T utto ufato da piu antichi thofcani.LatJoium pa,>
nitusaielprorfus.Hoc.nellebidiate .Etcom'h sò,cofi
P anima mia Tu tutta gli apro,& etichi’ l cor defia . altri
leggono Tutta fenga la Tu. Et di miei occhi Tu tutto toc
ceji.tp-altrouefi legge.fi tutto s’ acce fe. & nelle prò fi J ut
ani cominciaronoTu tutti a riprendereTofanoft a dare.
laadpaaluLhorafiufamiruellauctedanoflrié dtrepo
poco . auenga che Tu tutto fui piu toflo nome che altra par
ticella.tfineU’A u. Che del fuo lume Tu tutto s’accende,
usò quefio fimilmente Ciouan Villani doue èffe . La notte
uegnente la Tu fami j.la pdennità di tutti i fanti .
Te quello lume buono huomo,dr guarda fe'l doglio i net- Tue, in upee dtTuusòTS t ti. doue dice pur come fe tue Par
toatuomodoJ.togli,opiglia.EtdifieTe ,fa compiutamen tifiianebor lotempopercalendi,
te quello chc’l tuo,& mio fignore t'ha mpoflo . Et ueden- lntuiare,ual farft tu,o entrare in te. Da k. S'io m’intut
do che Calandrino la fua hauea fiputata , difie afiettate , iafii,come tu tiimmif. ■ ,
forfi che alcuna altra cofa gliela fece fiutare, tenne un al- V’inuece di Vi,tS- di Ve, che uagl'mo uoi,& in quel luogo ,•
tra ; & prefa la feconda gliela mife in bocca.i.pigliane, 0 quando fi accompagna col uerio principiante da notale fi
togbne. Cr nelT K.Telaprefentelettera,laquale i fiere
ttffima guardiana delle mie doglie .&Tom uece di togli ,
& di tuo uedi al fuo luogo piu baffo .
Teco.LatJecum. ual con te. ?tr..jd partir Te<< i lorpen-
fier n3fc0fii.Se CbrifìoTecaol fine no serir onSydmor
ferine apolìrophato,& nel fentimento del datino , & del-
Paccufatiuo che'literbo lo richiede. & prima in uecedi
Voi. P E T. Tlgl bel lofi di aueUa che V'ka morti.Et tan-
to firn di uoi, q<:anti piu v'ama . Con le non fue bellegge
" ' ■antora.Senoncbe'lnedcruuiPlefieV'itoltOt'Hgn
^ r
PARTICELLE
t''inÌHgute r» trflrem» tràore. Mt F’cra che dj yoifiif
fe'ldifilie B o c.lo y he ftnoimixdcrcloy'bo dette.
Mi IO y’ho urne ^Merdjto .
Zt nuido jipujiia IH iiHelUioitfim.Vi'C.Mii’ioy'tTa
tot! jildi tbmi fpo.clx y’traidi UctHolfomeJi uouejLt
ji lungi U rtna,Ch’i y'jggikHgcim col peiificr apiHa.Tor
Mini <x ineHte,an^ y’c dentro qnelh. 7{ipuH m ricunobm
bir& iiUuiy'erii Di mia HOtiiix hauea cargtato mila .
• ma; y'era aHgi,o dietro, h o c. Oltre a \i,aUHtukolta per ttaghe^.iff- ornamento di parlare fire
qiiejio Caere affai pm frefio,& di quelle tojé thè alia tuta phca lon la yot.fieonie ancbora auieiie della Mi,& della
cifognana»e y’è copia maggiore , Et Capendo che la mo- Ti, come ailnogofHO.Eo c.lo nomò jiy et yteonofee-
glie dt Imi non y’era andata.Hauendo tutto mutato prepo teTalano .
fito di quello , perche andato y" era . \iC\^al quanto in efia fi mrpo.Lat. ibiuelineo.perlayi.
Ijlj \cfiheuoidinotafiitinquellu<^o; fi ferine non feguitandum ir la St prue potai nerbo tmper'finalc.VfiM’unbildta
MJ tl nerbo fina quando dopo niftgueil nerbo fi' t fi ferme , mante quadro non mai feemo yi fi ueJea ne l inofo un feg
firitroua.Bo c. loVitimenerò.Mmfie chela fama del
la fua bclteg^a il yi trahepe . Sere andate qui nella cn-
pannafi.be non ytutene mai per jona. Che non y ilari per
jonaebettuenga uedia^^^. Etnei pnedel nerbo nelle
proféfiomc amami, farutfilarui, ma quando nella rima el
la fi Hi lottoCactento del nerbo fierrt^ termine ft ponga A
tondo ebeji aciommodt alla riMM,cr yltCìr t'e parimen-
te érajiifiome darui.tà' darne .
tome al lutp fuo. Bo c. A'f f hofi'e ne, ye la. lo ye'l dim
ri. Le top fono mie fitta l'elle ui piacciono fio yt le donerò
nolentieri .Che yefe ne conuiene .
Sa quando i conghyita conlaTlgfi ferine fanpre Ve , &
non Vi. B oc. Et bora non Ve ne ruorJate.Ver oj;iu me
tento Vene pano renduteSt non Ve ne trotterei Vno.Che
Ve fette conuiene Se non fi Ve ne dnrateJju ite Pateuedi
^ ancho di fotta quando luogo dinota .
Et quando fgnipca in qnel luogo, orni. B Oc. Rmgralian
do Iddio che condutto Ve lo hauea.'Uglla noPra atti affai
belle , dr laudenoli ufange, delle quale boggi ninna Ve n'i
rmaft. Toebe Ve ne troni. P e t. Mifcr tbi fjieme in cefi
mortai pone (Ma ibi non Ve la pone i)c- set fi troua a
lapne mgannato i ben ragione .& in quefio luogo iinnem
te di aduerbu). uedi a P5 J.
Ve, IH ucce di oue.uedi apqj.&in uece é uedi a ijpj,
tp:6 \i,ual quanto Voi,& in qual luogo, t^pmne fi accompa-
gna col nerbo Ji nel principio tome nella fine. & olirà che
' fi troua nel fentimento del datino , & deU’accufatino , fid
per dichiaralime Ji quello che dt fopra fi ragiona ft quido
fi precede la Me ini medefimamite fintfee, come IC acque
Vi pjion dolci. & non folamente quefio auiene nel princim
pio del nerbo, ma antlior nel fine , come quefie ombre ei ti
debbono e fiere al bifogno la flate,& paionui dolci ma nel
larimaanihoracbeJoitoCaicitodelnerboinfimto fifiia
per accommodarla rima,& nella nella E termina .
P E T. Donne ime lungo fora a rattontarue Qjianto . &
Dante nella rima poi mi é mofirarui , & fidufami . pur
dì altri Vi chiami J. chiami Voi ■ Donna non ui uii io Toi ,
Mapoitb'amordimeyifece accorta . Occhi miei lafii;
L*.'> fr; L^I Jl JO,--.ÌÌM rUm
g 0 altero. B u c.Dopo molte dtjaette Vi fi corno (hauea
Oo prima parlato del letto. )
Voi . Lai. noi .noce di honore, o uogliam dire di adulamtte,
iaqHalefie'fiàe origine al tempo di Cefarc ,ilqualc ifieiido
Da tatare perpetuo, &■ bauendo incUio tutti gitali ri m.-gfi
firatifoltolafua potefia, tà’pertió quido I huomogli par
lana. gb parca parlare a pm, ^ non duca,io pregate Ce
fare ,mapregoV oiCefiirei& cefi Roma fu la prima che
utò tale adulaiiine a Ce fare , nelqual Voi, i eitiadim Ro-
mani heggi non perfeueiano , penioebe da quei tempo àn
qua ,quaji tinte natiom dicono Voi ad uno , ecrelto i Ho-
manich' 'onoTuadunobuomo ,coMehabbtaman.ho
dettoo'..:jare come il Pn. in neie di note di honore ,
Sfuondo I mono i fiffir a ebumaryoii.M. Laura , Ligel
che pindefiiua in ynm’i tolto .Quando inVoi adiuten
fheglioccbigm.L'anwia efeeaUt eor ptr j -guir Voifi Voi
Stefiofi y <n Stefia. iy in molti altri luoghi & Boc.Voi
dite il uero.Ter uno con Voi perdere bbono te utere de fi
gmali,figrammatuamenteflraeamate . dtffe Bruno, Voi
dite U nero. & nel piu. Vi T.Voi cb'afcoltale in rime ffar
fitiifuoHO. Et lutti Voicb'amor laudale m runa. Lagrime
trifie,&y 01 tutte le notti M’accomp.gtate . Et Voi fi
pronti a darmi auge fciafilr duolo Spirti. Voi fide. B oc.
Donne mie tare Voi potete bauere udito. Et Voi fimilmen
ted potete comprendere. .Andate goccioloni che Voi fiem
te.Voinon fipcte eliche Voi ut dite . Crquando iuerbo
uedi altmfiatto uotere.
Et in uece dtuocaiiuo finga Uo.Vtr. Voi thè afcoltate
ili rotte ffarfe d fuonoajo uoi che afcoltate. fenga non mai
efierui ^rola cl<e fi rtfenfijt a quel Voi .
meni re ch'io Vi giro 'Hel bel nifi di quella che V' ha mor V ui finueudi Voi nelle rane. P et. In quello Rato firn ehm
ti. Ricorroat tempo ch'i ViuidUprima.Cenofe Virnnem naper Vui. O a n.Et parleremo a E'ui.
tra di tigrafio. Tietà Vi mafie . Ma quante uolte a me \ofin uece di uoi pofe D A s.Incoininciatc Vo fiele d padre
yiriuoìgete. Vano emr Vi lufinga. B oc. Et oltre a mio. Vomì date aparlar tanta baldanga.
quefio Vi ui dire una nouella. Io d Vi ui dire . Egli i mef Vofeo. Lai. uohifium. ual lonuoijion i tbofi ano. P n. Ite
fere, come io Vi di co,& quando VepuedaudVi fari ue feenr homai cb'amor pien Vofeo. D a n.'N.on li fi'l nome
dere.Toi che Vi pur piace. Ter ogni fufiello di pagua che
Vi fi uolge tra pieà.
Et quando figm fica in quel luogo, oiià.Vs j.'Heffim Vi
Tuonobbi, & I alcun V" tra. Mao come huom che uolen-
per l’auangi S' alcuno Vi uedefiL Si che di mille unfolVi
fieogiamaifu Vofeo. & 7ido uiò anebo Dan. Evripi-
dcH'i'ìi^co.i.connu, Lai. aobifiuui .
ILEI 'H,E.
Digitizedby G-
Studio P Cruostomi Sj*.!.
2010
BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI ROMA
Scheda di riepilocx)
Interventi di Restauro Conservativo
6. 4L M. 22
1. Spolveratura delle carte con pennello a setole morbide. Pulitura a
secco, ove necessario, con bisturi a lama fissa Controllo della
numerazione. Scucitura mediante taglio del filo al centro dei
fascicoli.
2. Lavaggio delle carte in acqua deionizzata. Deacidificazione in
soluzione semisatura di idrossido di calcio. Ricollatura a permeilo
con meli Icel luiosa Tylose MH300p al 2%.
3. Risarcimento delle lacune con carta giapponese di adeguato
spessore e colore e velina Vang 50200. Sutura dei tagli e degli
strappi con velina Vang S0200. Rammendo alia piega con velina
Vang 50200. Adesivo impiegato: metilcellulosa Tylose MH300p al
4%.
4. Confezione di nuove carte di guardia in carta Ingres.
5. Nuova cucitura in filo di lino su tre nervi singoli in corda.
6. Nuova indorsatura in carta giapponese e mussola di cotone.
7. Nuovi capitelli con cucitura secondaria bicolore in filo di seta su
anima in pelle allumata.
8. Nuova coperta semifioscia in pergamena di capra con quadranti in
cartone per la conservazione; capitelli passanti. Titolo e
collocazione manoscritti ad acquarello sul dorso.
F
Stadio P. Crtsootomi
anno restauro